Parole d'anonimi - 34/100

di Ulissae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tabella ***
Capitolo 2: *** 1. Phoenix [sogno\ Aro] ***
Capitolo 3: *** 2. Change [Paul Rachel] ***
Capitolo 4: *** 3. Useless [caius Felix] ***
Capitolo 5: *** 4. Belly [Forma] ***
Capitolo 6: *** 5. Cookies [Biscotti] ***
Capitolo 7: *** 6. Picture [Seth / Jacob] ***
Capitolo 8: *** 7. Ring [Athenodora caius] ***
Capitolo 9: *** 8. In the end [Victoria] ***
Capitolo 10: *** 9. Bet [Felix Demetri] ***
Capitolo 11: *** 10. Unique prince [Charlotte Peter] ***
Capitolo 12: *** 11. Embarace [Solimena] ***
Capitolo 13: *** 12. Fear [Charlie] ***
Capitolo 14: *** 14. Seta [Aro; Didyme] ***
Capitolo 15: *** 14. Superbia [Phil] ***
Capitolo 16: *** 15. Wall [Fam. Black] ***
Capitolo 17: *** 16. Capelli di Medusa [Aro] ***
Capitolo 18: *** 17. Gola secca [Charlie] ***
Capitolo 19: *** 18. Braccialetto [Leah] ***
Capitolo 20: *** 19. Dust [Maria] ***
Capitolo 21: *** 20. New York, New York [Tanya] ***
Capitolo 22: *** 21. Lucky boy ***
Capitolo 23: *** 22. Tanto va la gatta al lardo [Oratium] ***
Capitolo 24: *** 23. Pezzo mancante [Kate/Garrett] ***
Capitolo 25: *** 24. Videogames ***
Capitolo 26: *** 25. Trucchi [Jane] ***
Capitolo 27: *** 26. Luce accecante [Leah - Emily] ***
Capitolo 28: *** 27. El amor de Cristos [Santiago] ***
Capitolo 29: *** 28. Timidezza [Renata/Santiago] ***
Capitolo 30: *** 29. Primavera [Afton/Chelsea] ***
Capitolo 31: *** 30. Ticchettio d'orologio ***
Capitolo 32: *** 31. Compleanno [Gianna] ***
Capitolo 33: *** 32. Nuvole [Irina] ***
Capitolo 34: *** 33. Tip Tip Tip ***
Capitolo 35: *** 34. Bel Danubio Blu [Vladimir; Stefan] ***



Capitolo 1
*** Tabella ***


001.Fortuna
002.Amicizia 003.Amore
004.Felicità 005.Tristezza
006.Amarezza
007.Gioia 008.Solitudine
009.Principio
010.Consiglio
011. Gelato
012.Cioccolato 013.Latte 014.Dolce 015.Amaro
016.Ciambella 017.Bicchiere 018.Pranzo
019.Cena 020.Appuntamento
021.Fotografia 022.Ricordo
023.Colori 024.Momenti
025.Lampada
026.Matita

027.Litigio
028.Scatto 029.Quadro
030.Cornice
031. Musica
032.Canzone
033.Sogno
034.Televisione
035.Schermo
036.Principe
038.Anello
039.Regalo 040.Famiglia 041.Fratello
042.Mostro 043.Castello 044.Gatto


045.Piatto 046.Polvere
047.Parco
048.Erba 049.Mente 050.Foglio 051.Quaderno
052.Cervello
053.Capelli

054.Notte 055.Giorno 056.Pomeriggio
057.Mattina 058.Mani 059.Sentimento
060.Orgoglio 061.Bracciale
062.Torta 063.Biscotti
064.Caffè
065.Porta 066.Finestra
067.Libro 068.Telefono
069.Lettera 070.Primavera

071.Inchiostro
072.Complicità
073.Lavoro 074.Studio 075.Scuola 076.Caldo
077.Freddo 078.Ghiacciolo 079.Forma
080.Sostanza 081.Capacità

082.Puzzle
083.Paura
084.Animale 085.Vestito 086.Alba
087.Chiarezza
088.Soggiorno 089.Camera 090.Letto
091.Scarpe
092.Appartamento 093.Casa 094.Cantina

095.Vino 096.Acqua
097.Sangue

098.Cielo

037.Nuvole

099.Tramonto 100.Birra

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Capitolo 2
*** 1. Phoenix [sogno\ Aro] ***


Phoenix
[Sogno- Aro; Didyme]

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La ragazza era seduta sull’albero, la pelle bianca baciata dal sole rilasciava piccoli sprazzi di luce. Piccoli sprazzi di gioia, forti e decisi come lei.
Le gambe, abbracciate dal cuoio dei sandali, penzolavano allegre; mentre la testa, incorniciata da ricci color della pece, si chinava a scrutare il fratello. Il corpo minuto avvolto in una tunica sgualcita e di un bianco sporco, macchiato di terra.
-Aro, hai mai sognato qualcosa ardentemente?- domandò, chiudendo gli occhi e rilassando le labbra, tese in un sorriso. Lasciò scivolare la mano sulla corteccia, beandosi del contatto con il ruvido legno.
Il ragazzo rimase silenzioso, lo sguardo scuro perso verso il campo –verso il suo dovere-.
-Sognare è stupido, Didyme- detto questo si alzò, la voce aspra, intrisa di rancore e odio.
Prese la vecchia zappa e ignorando le schegge infilarsi sotto la pelle, ormai troppo dura per sentire un qualsiasi dolore, fece affondare la roccia lavorata nel terriccio.
Metro dopo metro, piegava la schiena e lasciava che il peso dell’arnese lo trascinasse giù, in fondo; tra i disperati che lo circondavano, i poveri, gli inetti.
Gente come lui. Perfettamente, esattamente come lui.
I colpi si fecero più forti, la terra si rompeva sotto la sua forza; mentre i capelli, sudati e scarmigliati, si attaccavano alle tempie pulsati.
A fine giornata, mentre le urla del padrone risuonavano per la domus, Aro si lasciò cadere sfinito sul suo misero giaciglio, aspettando in silenzio che la morte giungesse.
Aro un sogno lo aveva, insistente e petulante lo martellava ogni giorno, ogni attimo, ogni istante della sua esistenza.
Aro voleva morire.
Ma si sa, ogni Fenice rinasce dalle sue ceneri.


A
ngolo autrice:
ecco la prima u_u; per ben iniziare ho usato Aro *w*. Nella mia testolina lui in passato è stato servo, perché credo che solo la disperazione possa portare una persona ad essere veramente grande.
Wel... direi che la dedico a Sammy, già. Alla migliore tizia che questo mondo conosca <3
Grazie, Samma (L)
Sperando in un vostro commento... au revoir.
L'icon non è mia, ma bensì di strawbenri <3

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Capitolo 3
*** 2. Change [Paul Rachel] ***


Parola: 100. Birra
Paring: Paul X Rachel


Change
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Il peggiore e più ostentato vizio di Paul era quello di bere, qualunque cosa. Trovava estremamente divertente e gratificante il rinchiudersi in una squallida bettola puzzolente con un manipolo di amici e lì, dal tramonto all'alba, scolarsi qualsiasi liquido potesse venire etichettato sotto il nome di alcool.
Poi, la mattina seguente, si ritrovava in qualche angolo della riserva, quasi sempre vicino ad un parcheggio con qualche soldo in meno e una sbronza in più da appuntare sull'elenco già sovrastimato.
Ormai aveva quasi scordato che il sapore della bile fosse fastidioso.
Era fatto così, Paul.
Prendere o lasciare.
Rachel, però, scoprì che esisteva anche una terza opzione: cambiare.
Successe in modo inaspettato, come ogni cambiamento; ad una festa di amici, una delle tante.
La routine, si sa, è l'arma privilegiata dell'effetto sorpresa.
Quando gli proposero l'ennesimo giro di birra -forse il decimo, tanta era la sua resistenza- lui si voltò un attimo verso la sua compagna, che lo fissava tetra da una poltroncina mal' imbottita, poi, con un sorriso declinò gentilmente l'offerta, tra lo stupore generale.
Nessuno poteva capire veramente a fondo il perché, dopo tutto nessuno amava Rachel come lui, e di questo ne era sicuro.
Ora lui aveva qualcuno da riportare a casa, sana e salva.
Aveva qualcuno, semplicemente.



Angolo autrice:
Adoro Rachel Paul, veramente li adoro; e a lui l'ho sempre visto un po' casinaro e propenso alle feste con annessi e connessi. Cambia solo per lei (L)
Allour, direi di ringraziare le 2 che l'hanno inserita tra i preferiti, kokky che la segue e i 52 che mi hanno tra i loro autori preferiti, grazie!
Grazie anche a:
Luna95: cara! che belle le tue recensioni ^-^ Aro è un regale sotto mentite spoglie, cioè, la maggior parte dei poveri secondo me sono migliori dei ricchiXD E... sì, schiavo lo adoro proprio (L) Spero che questa ti sia piaciuta!
Nocturnevioln_: so che questa ti è piaciutaXD Alex-Paul è rock, yeah!, la trasformazione l'ho scritta, ma in altri termini, con lui ricco e famoso, quindi, credo, eh, penso che la riscriverò, in un bel futuro remoto.
Sammy Cullen: tutta tua *-* già, già... e scriverò mai su Marcus?XD Il prossimo è... indovina? *w*

Grazie anche a mezzalunablog per l'icon <3
Un bel commento me lo lasciate? Che ci tengo, ehXD

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Capitolo 4
*** 3. Useless [caius Felix] ***


Personaggi: Caius; Felix
Parola:  072. Complicità
Avvertimenti: shone ai




Useless




Quando si è inutili, quando il proprio essere non vale nulla, non è nulla, diventa inevitabile pensare di essere grandi. È la reazione inversa all'inutilità, la superbia; e questo entrambi lo sapevano.

Perciò, quando Caius indicò ad Aro quale vampiro meritava una punizione mentì.
Lo fece così spudoratamente che nessuno oppose parola, nessuno lo fissò né disse nulla.
Perché?
Oh, questo non lo sapeva neanche lui,  però si sentì improvvisamente legato a quel vampiro, quello da salvare: Felix.
Lui aveva sbagliato, lui meritava la morte. Unicamente lui.
Era come scattato qualcosa tra loro due, nel momento preciso in cui capirono che erano uguali, ugualmente inutili.
Non c'era niente a differenziarli, niente a renderli speciali.
Erano semplici relitti di un sogno già avverato. Qualcosa che altri avevano avuto la forza di creare e plasmare, lasciandoli lì, negli angoli.
E allora cosa gli rimaneva?
Nulla, se non la complicità.




Angolo autrice:
Questa è strana, sì. Li vedo bene come coppia, due animal focosi XD
VEloce, veloce, ringrazio i 5 che la preferiscono e i 3 che la seguono.
Luna95: Come ti voglio bene (L) Doveva essere dolceXD Meno male che è risultata così. Io adoro la coppia, è probabilmente una delle mie preferite. No, come raccolta mi piace aggiornala velocemente, sarà che sembro ispirata solo per lei ._.
Sammy Cullen: Cioè, preferisci PAUL ad ARO?! O_O ma tu sei malataXD Ma moltoXD E poi questi due, come me li commenti? (L) Te lo immagini Paul al corso di disintossicazione, oddio, poveraccio ._.  Allora, fammi una richiesta u_u chi vuoi?
Nocturne violin: Infatti quando l'ho scrittaho pensato pure a teXD Mi fa piacere che questo cambiamento sia stato afferrato. Doveva essere il cambiamento u_u bianco nero. Sono felice che ti abbia cambiato il lunedì, i lunedì sono odiosi ._.
lauretta86:LAU! Grazie per i commenti çç grazie mille (L) sì, quella drabble mi ha ... preso d più, anche se è uscita di getto °°" Grazie mille per il commento ^^

Scusate la velocità, ma oggi sono molto... pigra ._.
Come al solito chiedo un vostro parere e vi saluto, con tanto AMMMMORE

Notizia inutile: Domani è lunedì. Io odio i lunedì.

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Capitolo 5
*** 4. Belly [Forma] ***


biiiiig Personaggi: Sue Clearweter, Leah, Harry, Seth
Parola:  079. Forma
Avvertimenti: fluff (L)

Belly



Quando la madre, appena dopo cena, mentre il padre ascoltava i risultati sportivi della giornata, sgattaiolava su, in camera da letto, Leah, la seguiva sempre.
Era una sorta di rito, qualcosa di dolce e delicato che Sue, troppo ammaliata dalla curiosità di sua figlia, non voleva rompere.
Perciò, nonostante sentisse i piedi pesanti, quelli da bambina, avvertisse il suo respiro veloce, l'emozione del segugio, lei faceva finta di niente, e andava, come suo solito, a specchiarsi.
Tirava su  la maglietta, lenta, ed osservava attenta quella pancia, che cresceva, piano piano, prendendosi il suo tempo.
Un giorno, però, Lee-Lee decise di avvicinarsi a quel ventre che tanto l'ammaliava.
Era tondo, grande, enorme. Svettava come una piccola montagna dal corpo della madre e lei, piccola bambina, ne rimaneva rapita.
Sfiorò la pelle più scura, l'ombelico tirato e sorrise, mostrando le piccole perle che aveva come denti.
E mentre la madre le sfiorava i capelli corti e disordinati, in un gesto di amore puro, proprio in quel preciso istante decise che anche la sua, di pancia, un giorno avrebbe avuto quella forma.




Angolo autrice:
*O* Visto, Sammy, la forma con Lee e Seth (L) piace?
Uhm, direi di ringraziare, no?
Grazie ai 7 che la preferiscono, ai 4 che la seguono e ai 59 che mi hanno tra i preferiti.
grazie e grazie a:
lauretta86: Laura (L) grazie mille per il commento, sempre dettagliatissimo e gratidissimo =) Adoro quando la gente cita delle mie frasiXD Anche perché, devo essere sincera ._., quando scrivo non penso molto; escono. E basta. Perciò... grazie =)
Sammy Cullen: ma lo vedi che la tua amica è brava? Ma lo vedi che si impegna per toi? Ma lo vedi? Sinceramente ho pensato a Sam XD Parlando della forma come aspetto colloquiale, ma poi mi sono detta: naaa, mi uccide *smile* perciò baby Leah e fetoSethXD Sono brava?
darkin: Liv (L) Ma loro sono brevi ed incisivi. È facile dipingerli così. Uh, sì, la fine era banaleXD Logica, consequenziale. Grazie mille, tengo tantissimo ai tuoi commenti <3
Nocturne_violin: El! Oggi ho visto Parnassuss, rileggendo il tuo commento mi sono sentita peggio del diavoloXD Un muondo nuovo? Affascinante? Aimhé, vorrei andarci anche io, qualche volta. *sospirone* Caius il cattivello acidelloXD Ho riso per ore... secondo me Fel, con quel ciuffo, ha perso una scommessa. Cioè, non può averlo veramenteXD Magari Demetri... una scommessa... una minaccia di Jane... non è un ciuffo ...!autonomo"Dio mio... i tuoi commenti sono poesie. Diamine>.<

Allora... ho finito (L)
Buona serata, ciurma.

Notizia inutile: oggi ho visto Parnassuss; indovinate di chi mi sono innamorata?XD

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Capitolo 6
*** 5. Cookies [Biscotti] ***


Personaggi: Sarah Black, Billy Black, Jacob Black, Quil Altaera, Embry Call.
Parola:  063. Biscotti
Avvertimenti: sentimentale, fluff (L), malinconico


Cookies



Ogni domenica mattina, alla stessa ora, nello stesso modo, Sarah Black sfornava i suoi biscotti.
Erano tondi, dorati, con sopra delle piccole gocce di cioccolato, che, durante le domeniche speciali, davano perfino vita a delle sorridenti faccine, grazie alla sua abilità.
Sarah adorava impastare, infilava le sue mani graziose e delicate tra la farina e le uova, mischiandole con vigorose spinte; accanto a lei, come sempre, arrampicato sulla sedia più alta, se ne stava Jake, rapito da tutto quel mescolare e rigirare.
Silenzioso, una volta tanto, osservava attento ogni singolo movimento. Poi, sempre con la stesso sacro mutismo si piazzava davanti al forno a guardare come i biscotti crescessero, ribollissero e, finalmente, si trasformassero da un bianchiccio ammasso semiliquido in qualcosa di così piacevole alla vista che il solo pensiero di mangiarli sembrava un sacrilegio.
Jacob, seppur non sapendo ancora leggere l'orologio, dopo anni e anni di attento studio, era riuscito a capire il momento preciso in cui sarebbero stati pronti; perciò si alzava e, come una furia, correva a chiamare i suoi migliori amici.
Anche loro, come tutta La Push, sapevano che la domenica c'erano i biscotti, a casa Black.
Era una cosa così naturale che né Quil, né Embry, si stupivano più nell'incontrare, insieme all'inconfondibile fragranza, anche il sorriso divertito di Sarah, alla loro entrata. Come qualcosa di calcolato.
Bastavano pochi attimi e dei bei biscotti non ne rimanevano che le briciole, anche quelle diligentemente ripulite da un borbottante Billy, che arrivava sempre troppo tardi.



Angolo autrice:
yes, li amo. LA amo. Con tutto il cuore ç_ç lei e Billy. Awww come sono (L)
Perdonatemi questa piccola ed idiota flash, ma... insomma (L) capite, no?
Passiamo a ringraziare i 9 che la preferiscono, i 3 che la seguono e i 63 che mi hanno tra i loro autori preferiti <3
Grazie anche, tanto, tantissimO!, a :
lon8tana: un bel grazie speciale, a te! Che commenti tantissime cose! Ma che non ho mai l'occasione di ringraziare. L'effetto che volevo dare era quello, la dolcezza dell'attimo e la tristezza nel pensare al futuro. Grazie, sono veramente... felicissima per il tuo commento.
Sammy Cullen: quadro sarà la prossima, lo giuro. Oggi avevo pronta questa. E poi Seth feto è Seth =.= parli tu che sei contro l'aborto! Tsè! <_<
Synie: adoro Leah per la ... malinconia e la forza che emana, ecco. Grazie mille per il commento =) questa? cosa ne pensi?
Nocturne violin_: okay, sono ripetitiva,  ma diamine! LI ADORO I TUOI COMMENTI! Basta, tutto qui. DiamineXD

Finito *O*
Oggi giornatona di aggiornamenti; se volete sbirciare ...
Arrivederci!



Notizia intuile: 9 a biolgoiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa *O*

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Capitolo 7
*** 6. Picture [Seth / Jacob] ***


Personaggi: Seth Clearwater; Jacob Black
Parola:  029. Quadro
Avvertimenti: sentimentale, shone-ai, fluff, malinconico


Picture




Ogni Natale era la stessa storia, così noiosa da diventare normale, da penetrare nelle vene, fino a divenire semplice parte della propria quotidianità. Era tradizione.
Era tradizione il tacchino farcito in mezzo al tavolo, che faceva tanto ridere i bambini.
Era tradizione i giochi sotto l'albero di natale, mezzi scartati, mezzi svelati, per impazienza e curiosità.
Era tradizione che si ridesse, che si fosse felici.
Ma, come spesso accade, delle tradizioni non rimane che il ricordo.
Così, quel venticinque di dicembre, Seth decise che non sarebbe andato a casa, avrebbe continuato a correre, a perdifiato, finché le zampe non gli avrebbero supplicato di fermarsi e, forse, allora lo avrebbe fatto: si sarebbe fermato e si sarebbe reso conto di cosa era successo alla sua vita.
Questo decise e questo fece, Seth.
Corse, si fermò, pensò.
Pianse.
Era tradizione ascoltare le storie dai propri padri, ma se non si ha un padre?
Era tradizione prendere in giro le proprie sorelle per gli stupidi trucchi che le venivano regalati, ma se non si hanno sorelle disposte a sorridere?
Era tradizione poter sentirsi spensierati, ma se non si può più?
Perciò, unicamente osservando la realtà, pianse.
Si sedette nella neve, sciogliendola con il proprio corpo, mentre i pantaloni si inzuppavano, le lacrime bollenti scesero, senza produrre alcun rumore, cadendo sul manto bianco.
Quando avvertì un altro corpo possente e imponente crollare al suo fianco, sfinito, voltò la testa, tirando su con il naso.
«Cosa ci fai qui?» domandò, stupito, guardando Jacob con gli occhi rossi «Non dovresti stare da Ness?»
«No, cioè... non credo. Edward voleva stare un po' con lei e Bells, da soli» rispose l'altro, tirando fuori un foglio stropicciato dalla tasca.
«E perché sei qui?» continuò a chiedere Seth, scrutando curioso i movimenti dell'amico.
«Volevo darti un regalo, è Natale, no?» sorrise, uno di quei sorrisi che da soli avrebbero potuto riscaldare qualunque cuore, anche il suo, che sembrava essersi, per la prima volta dopo tanto tempo, nuovamente ferito.
Gli porse un disegno, di quelli fatti dalle mani inesperte dei bambini, dove una qualunque traccia diventa un mondo a sé stante.
Era tradizione disegnare la felicità, da bambini.
E per Seth, la felicità, almeno a quel tempo, era di poter giocare con Jacob.
«Dove l'hai preso?» mormorò, studiandolo attentamente, sfiorando i contorni di quelle due figure stilizzate.
«Ho ripulito la soffitta e ho ritrovato i nostri disegni. Ti ricordi? Li facevamo dopo pranzo, almeno stavi un po' zitto» scherzò, scompigliandogli i capelli, avvicinando i visi per un solo attimo.
E bastò quell'istante per capire che era possibile essere felici, proprio come da bambini.
Si baciarono, tutto qui.
Lo fecero senza fiatare, senza dire nulla, staccandosi dopo un attimo, non si guardarono per un po', non per imbarazzo, non per altro, semplicemente per non rovinare quell'istante di gioia.
Ed era un quadro così perfetto che, il solo pensare di interromperlo, sembrava impossibile.




Angolo autrice:
adoro questa coppia °-° non so se  ha un nome... ma la vedo proprio bene, mi piace *-* per cui, per favore, non datemi della pazza XD
Vedi, Sam, alla fine te l'ho fatta la storia con quadro e Seth *-* hai altre richieste?
Passiamo a ringraziare i 9 che la preferiscono; i 3 che la seguono e i 69 che mi hanno tra i loro autori preferiti.
lon8tana: grazie, mi fa veramente piacere sentire -leggere- le tue parole; spero un giorno di poter pubblicare un po' più di queste poche parole che vi do =) e i tuoi incoraggiamenti sono veramente una cosa bellissima. Sono felice di sapere che non banalizzo, odio la banalità, e in tutto quello che faccio cerco di innalzare anche la cosa più quotidiana e più normale che ci sia. Come dire... grazie.
Synie: ah! anche tu malata? Io lo sono stata la scorsa settimana .-. che giorni ... >.< mi spiaceXD ma presto non è accanto alla mia descrizione, credo che ormai, chi mi segue, sappia che gli aggiornamenti di ogni storia sono praticamente mensili.
nocturneviolin_: billy e Shara fanno capire che l'amore è veramente eterno, e non bisogna saper ululare o mordere per averlo u_ù oh, io mi sento stupida a rispodneri >.< tutte le volte sono banale. Quindi Grazie. Sempre.
Sammy Cullen: non ci avevo pensato che potevano essere collegate, sai ò.o effettivamente è vero XD Dove c'è Jake tutto è dolseeeeee ♥ XD

Finito! Ta daaaaaaaan
Scappo, gente (L)
Tanto aMMMMore a tutti.


notizia inutile: ho fatto un incubo alla Dorian Gray °-°

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Capitolo 8
*** 7. Ring [Athenodora caius] ***


Personaggi: Athenodora; Sulpicia, Caius
Parola:  038. Anello
Avvertimenti: sentimentale, romantico.
Note: so bene che Dora ha i capelli "fatati" (citando la Meyer) ma io l'ho sempre immaginata mora -ò-


Ring

Osservando gli anelli e i gioielli che adornavano le braccia e le mani candide e perfette della cugina, Athenodora, si chiese quanto pesassero le bugie.
Quanto, di quelle menzogne che il marito le raccontava, ne risiedeva in ogni singola pietra preziosa.
E, sempre osservandola, senza dire nulla, si domandava come facesse a sopportarlo.
Come non potesse soccombere, morirne soffocata da tutto quello splendore falso e meschino.
Se veramente era amore quello che Sulpicia provava per il marito o, se invece, non fosse mera voglia di potere e di gloria.
Ogni volta scuoteva i lunghi capelli color dell'ebano e rimaneva in silenzio, spostando la sua attenzione sull'anulare sinistro.
Lei non portava collane, né preziosi bracciali. 
Lei di tesori ne possedeva uno soltanto: la piccola fede d'oro che le cerchiava il dito.
Quando Caius gliel'aveva donata, lo aveva fatto borbottando, con lo sguardo scostante, rimanendo impressionato dal bacio che lei gli aveva regalato.
Era piccola, semplice, in modo quasi sconvolgente se rapportata agli averi delle altre donne di Volterra; non possedeva rubini, né zaffiri. Né frasi pompose al suo interno, due semplici nomi: i loro.
Eppure, Athenodora, solamente guardandola, sapeva, di sicuro, di essere amata.


Angolo autrice:
voilat, nuovo aggiornamento =) Questa storiella è una tra le mie preferite; adoro la coppia Caius Athenodora, secondo me è tra le più sincere. Non so, credo proprio che si amino. Al contrario di Sulpicia ed Aro, che vedo più come una coppia di facciata.
However, spero che anche a voi sia piaciuta.
Ringrazio i 9 che la preferiscono, i 6 che la seguono e gli 82 che mi hanno tra i loro autori preferiti.
Un grazie speciale a chi ha recensito.
Synie: hai ragione, Seth è un ottimo spartiacque, molti lo usano per alleggerire i toni, ma io l'ho sempre visto come un ragazzo con molti dolori nella sua vita; forte, certo, ma costretto a sopportare molte perdite. I miei aggiornamente sono circa una volta al mese XD Ho tantissime storie e voglio essere abbastanza costante con tutte (sì, una volta a mese per me è costanza ù_ù") Sono andata a vedere le tue storie, ma, aimhè XD non commento ff su Edward, non sarei corretta ùù Grazie per il commento, spero anche questo capitolo sia piaciuto.
Gaea: *-* sai, quando mi dicono che solitamente non leggono si Twilight, ma la mia storia sì... mi sento un'eletta XD La tua fanfiction su Victoria è pronta, sarà la prossima =)
Sammy Cullen: ho poco tempo. Ti commenterò. Seth è love. Jacob è love. Insieme sono love. Semplice ùù
Caty_mony: oh, ma non sono l'unica pazza *-* Pensa, qualche giorno fa ho sognato di fare la psicanalista di Caius ùù Grazie mille per il commento!
Nocturne violin: lo so -w- i cognomi sono compatibili, cosa ci posso fare? Grazie mille *-* sei sempre così... arguta e poetica!

Ringrazio ComeOnHolly  per l'icon.
Alla prossima!

Notizia inutile: dopodomani me ne vò a Parigi °ò°

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Capitolo 9
*** 8. In the end [Victoria] ***


Personaggi: Victoria
Parola:  009. Principio
Avvertimenti: malinconico, introspettivo.
Note: la storia è partita dalla richiesta di Gaea, così, eccola qua.
credits: l'icon appartiene a Humanstrain

In the end



Entrando nella vecchia sala da ballo fu investita da un odore così forte che, perfino lei, decisa e dotata di sangue freddo, vacillò.
Si aggrappò ad uno specchio, mentre le schegge si frantumavano sotto le sue mani, cercò di tenersi ad esso, ma non ci riuscì: cadde.
Di nuovo, e di nuovo.
Arrancando con la gola secca e ardente, il veleno della vendetta la stava annientando, si avvicinò all'orrendo buco nero che era presente nella stanza.
La stava ingoiando.
La cenere era lì, immobile, non tirava vento quel giorno, il sole filtrava dalle finestre rotte, illuminandola.
Victoria prese tra i palmi la poca cenere che rimaneva del suo amante, si buttò a terra, gemendo; i capelli rossi, vivi, potenti!, mischiati con questi resti macabri e desolanti.
Rimase così, per non si sa quanto tempo, singhiozzando; versando lacrime invisibili.
Poi finì, calmandosi; un gelo l'intorpidì, l'anniento.
Ora era solo vendetta.
Si alzò, lo sguardo tagliente a scrutare il buio che si era creato davanti a sé, camminando lentamente, con grazia.
Ora, in realtà, era solo un nuovo principio.



Angolo autrice:
Ta dan! aggiornamento, signori, aggiornamento.
Non mi convince ma neanche mi fa schifo. È la prima volta che scrivo su Victoria e mi ha fatto uno strano effetto XD
Passiamo a ringraziare i 9 che l'hanno preferita e i 9 che la seguono; così come gli 84 che mi hanno tra i loro autori preferiti.
Un grazie speciale va a chi ha commentato:
Sammy Cullen: volevo vedere se stavi attenta XD caius e Dora sono quanto di più ♥ ci sia al mondo. La prossima sarà Gelato quella dopo Principe, lo prometto. Personaggio a scelta?
syne: Dora e Caius hanno la genuinità, secondo me; essendo Caius molto spiccio, mi pare difficile che sia sposato così, per facciata. Sì, lussuriosi ma... non troppo, ecco. Quella giusta dose di infrangimento delle regole unita alla rigidità di Caius. E sì, anche Didyme e Marcus li vedo molto dolci, elevati. Hey, ho fatto prima del mese *-* sono stata brava?
OttoNoveTre: Aro è sicuro di quel proverbio e, da bravo uomo, lo mette in atto ùù razie per il commento :)
Gaea: ecco qui la storia chiesta =) spero ti sia piaciuta.
FrogWriter: bhé, tutti questi commenti mi hanno fatto morire °||||° Ah, Seth e Jacob non sono spesso apprezzati XD La visione fraterna è più potente di quella ♥ Eppure oltre a vederli come fratelli io li vedo anche come... non so, due tipi complementari. Grazie per il commentone, eh. Spero che anche questa sia piaciuta =)
Finito, gente.
Alla prossima!


Notizia inutile: ç.ç domani interrogazione tremenda ç.ç


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Capitolo 10
*** 9. Bet [Felix Demetri] ***


 Personaggi: Felix; Demetri
Parola:  011. Gelato
Avvertimenti: comico, commedia.
Note: adoro questi due. Li amo, oltremodo. Sono qualcosa di indiscrivibilmente puccio -sorvoliamo sul fatto che siano sadici vampiri assassini ùù- Il titolo vuol dire scommessa.

Bet



Felix, delle volte -cioè quasi sempre- era insopportabile.
Logorroico, estenuante e, soprattutto, petulante.
Assomigliava a uno di quei bambini viziati che, nonostante il padre sia appena arrivato sfinito dal lavoro, insistono per giocare a calcio, seppure il povero genitore sia riuscito a malapena a raggiungere la propria casa.
Insomma, Felix, quando si metteva in testa qualcosa, la doveva fare; e poco importava se comportava l'esaurimento nervoso dei suoi compagni.
Così, quella mattina, mentre il cielo nuvolo gli permetteva di passeggiare tranquillamente per la piccola cittadina, trascinò fuori Demetri, sorvolando sulle richieste, dapprima pacate, poi divenute minacce, di essere lasciato stare.
Lo fece camminare, ridacchiando, fino al bar più vicino, lo fece sedere con uno scatto deciso e, dopo avergli sorriso angelico, chiamò la cameriera.
L'altro si domandava cosa stesse passandogli per la testa.
Cosa diamine ci dovevano fare loro con un gelato?
Quando la ragazza, rimanendo sbigottita alla loro semplice vista, gli portò l'ordinazione, Felix prese in mano un cucchiaino e fissò sogghignante l'enorme coppetta davanti a loro.
-Cosa vuoi fare?- chiese scettico Demetri, cercando di non rimanere invischiato in quella che sembrava essersi rivelata una follia in piena regola.
-Secondo te che sapore ha?- mugugnò l'altro, ignorando la domanda, e studiando attento il cioccolato che si stava pian piano sciogliendo.
-Immangiabile, idiota- l'apostrofò, pronto ad alzarsi e andarsene: non voleva avere a che fare con queste idiozie.
-Ti sfido- annunciò l'altro, puntandogli il cucchiaino in mezzo agli occhi, come se fosse una spada.
-A cosa?-
-Mangiarlo. Chi ne mangia di più vince- spiegò, saccente, muovendo i riccioli neri.
-E perché dovrei?- l'attenzione si era fatta più acuta in Demetri, che ritornò davanti al tavolino.
-Se vinci la prossima missione con Jane la faccio io-
Gli occhi del biondo brillarono, in un istante si sedette e inforcò il cucchiaio, fissandolo negli occhi.
-Magnifico-
Felix ridacchiò, vittorioso, affondando la posata nel gelato morbido.
Era proprio un bambino.



Angolo autrice:
T
a dan! Eccomi! Gioiosamente allegra *smile*
Ho capito che aggiorno, istintivamente, questa raccolta prima di giudizi importati (domani ho un esame di piano ç.ç) e visto che l'altra volta mi ha portato un bel 10 a storia dell'arte, perché non provare?
È stato divertente scrivere questo capitolo XD Adoro, come ho già scritto, i due; li vedo in perenne gioco *w* L'odio di Demetri verso Jane è motivato: lei gli ha fregato il ruolo di capo delle guardie ùù
Ringrazio le 9 persone che la preferiscono; gli 11 che la seguono e gli 84 che mi hanno tra i loro autori preferiti.
Un grazie speciale ed enorme anche a chi ha commentato:
FrogWriter: non ho mai amato né Victoria né altri cattivi all'infuori dei Volturi (♥) perciò è stato molto, ma molto difficile per me scriverla; avevo il terrore dell'OOC! Grazie :) sei sempre molto gentile nei tuoi commenti. Spero che anche questa non ti abbia delusa.
Gaea: credo che tutto il patatrac di New Moon e Eclipse derivi dai sentimenti umani che lei provava per James, diciamo che non ho mai visto Vicky sotto altre spoglie XD E se una persona tenta di ammazzare Bella, bè, non può che starmi abbastanza simpatica XD Se hai altre richieste spara. Ricorda che sono tutti anonimi, perciò sfogo alla fantasia! (10! *-* ho preso dieci!)
Snyie: ah, mia cara, le mie teorie provengono da lunghipomeriggi di pippe mentali momenti di meditazione ùù Ma Vicotira è una povera piccola ç.ç" Chi non avrebbe assoldato una manica di vampiri pazzoidi per distruggere Bella Swan? Vedi, nessuna mano alzata ùù" Sono velocissima, meno di un mese!
Sammy Cullen: no, mi spiace. Niente Edward ùù E come vedi gelato era già fatto ùù" Parole di anonimi sta a significare: No Cullen. No Jacob Black -eccezione per la precedente con Seth ^^"-. No Bella Swan. ùù" Per principe ho in mente Charlotte e Peter *____________________*

Finito qui, mie dolci pulzelle,
commentate e ditemi ciò che pensate.
la vita vi si stringe e l'esistenza vi si allunga *O*



Notizia inutile: odio le mani fredde çç


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Capitolo 11
*** 10. Unique prince [Charlotte Peter] ***


Personaggi: Peter; Charlotte
Parola:  036. Principe
Avvertimenti: romantico, introspettivo.
Note: forse qualcuno non lo sarà, ma a Jasper era stato ordinato di uccidere Charlotte, ma Peter si è messo in mezzo per salvarla. Concorderete con me sul fatto che è un vero principe.
Credits: soulofsushi

Unique Prince


Un principe dovrebbe avere lunghi capelli biondi, che il vento scompiglia durante le sue avventure.
Sulla sua uniforme turchese dovrebbero brillare numerose spille dorate.
Dovrebbe sorridere, sempre; essere affabile e gentile.
Un principe non dovrebbe avere gli occhi scuri e cupi, né i vestiti macchiati di sangue. Sul suo viso la stanchezza non dovrebbe essere presente.
Le sue mani dovrebbero essere affusolate, non sporche di terra. Il suo animo sempre pronto a combattere, anziché evitare diplomaticamente i pericoli.
Per Charlotte tutto questo era un principe. Incantevole nella sua perfezione fantasiosa.
Così quando vide Jasper trattenne il fiato. Allo stesso modo fece quando vide i suoi occhi rossi posarsi su di lei, le sue labbra carnose pronunciare lente il suo nome.
Mentre usciva dalla folla di neonati riuscì quasi a sentire il cuore batterle dall'emozione, quella strana sensazione di euforico imbarazzo.
E quando vide i suoi denti appuntiti comparire, in un ringhio furioso, ebbe paura.
Un principe non dovrebbe uccidere.
«Charlotte! Scappa! Scappa!»
Perché la stavano incitando? Chi?
Si voltò agitata. Quando avvertì la spinta maldestra e goffa, disperata di Peter si risvegliò da quel sonno incantato.
Corse, corse finché poté.
Quando si fermò si voltò e lo vide: il suo principe.
Affannato, mutilato dalla rabbia dei suoi simili, eppure felice.
Le sorrise, cortese e si scusò per il disagio.
«Mi scusi, Charlotte, sono impresentabile» mormorò.
Un principe lo è sempre: innamorato.




Angolo Autrice:
*-* Mi piacciono. La meyer non ci dice nulla, ma a me piacciono. Ho sempre immaginato Peter come la spalla di Jasper, in guerra, quindi molto meno appariscende di lui. Peter è un soldato, mentre Jasper un condottiero.
Vorrei ringraziare le 6 che la preferiscono e i 16 che la seguono. Un grazie enorme a chi mi ha tra i suoi aturi preferiti, ben 90 persone.
E grazie a chi ha commentato :)
FrogWriter: ma Felix e Dem son pucci *-* Lo scarafaggio ha funzionato, l'esame credo sia andato bene, ma ancora mi devono dare i risultati. Però mi sembra di aver suonato bene. XD Sì, comunque, puoi chiedermi un prompt e un personaggio o un semolice prompt o un semplice personaggio xD sono a disposizione!
Sammy Cullen: ma un pizzichino di slash c'è ♥ Felix non è cattivo. Lui fa rispettare le leggi <_< Logico. Chi amo vince sempre ùù"
Dragana: i lettori silenziosi, esseri mitologici XD Ma loro uccidono com amore ♥ Il fatto che Demetri non sopporti Jane è dovuto al fatto che, secondo intervista alla Meyer, lei gli abbia rubato il ruolo di capo delle guardie; immagino che la cosa disturbi parecchio il bel biondino. Io l'ho sempre immaginato biondo, ma mi hai messo una pulce nell'orecchio, quindi ho cercato su internet ed effettivamente avevi ragione tu, aveva capelli scuri e lunghi. Ma, aimhé, io l'ho sempre visto biondino e slavato XD
Gaea: mi spiace, ma niente Jacob XD UH! PHIL! la prossima sarà su di lui ♥

Ho finito! Alla prossima



Notizia inutile: domani compito di matematica e interrogazione di filosofia. Per favore, san Aro, aiutami tu ç____________ç
Avviso: AAA cercasi traduttore italiano-inglese

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Capitolo 12
*** 11. Embarace [Solimena] ***


Personaggi: Solimenta; Volturi; Carlisle.
Parola:  081. Capacità
Avvertimenti: introspettivo.
Note: vi ricordate Solimena chi è? Oh, sì! il pittore che dipinse il quadro di Carlisle. Più anonimo di così XD
Credits: a moì!

Embarace



Solimena era sempre stato un pittore sicuro di sé. Nella bottega del suo maestro aveva ben imparato come tenere in mano un pennello, come creare i colori dalle polveri, come stendere e pulire una tela.

L'arte del pittore, insomma, era ormai nelle sue vene.
Possedeva capacità e quella giusta dose di superbia che rendono un artista degno di questo appellativo.
Eppure, quel pomeriggio nuvoloso, barcollò quando raggiunse quel balconcino.
Le colline toscane si estendevano all'orizzonte e il cielo nuvoloso copriva quel sole tiepido della prima primavera.
Guardò, stupito i quattro uomini: due chiacchieravano animatamente, mentre i rimanenti sedevano, vittime del tedio, su poltrone di velluto rosso, ad osservare quel panorama, immutato nei secoli.
Tossì, imbarazzato, e quando vide gli occhi vispi dei primi posarsi su di lui ebbe un fremito che lo fece indietreggiare.
Dopo un primo momento di esitazione, però, si presentò e chiese, educatamente, che i lor signori si mettessero in posa, poiché la luce sembrava stare per andarsene.
Titubante a dare la prima pennellata, li guardò da oltre la tela, prendendo un profondo respiro.
Il biondo gli sorrise pacato, quasi ad incoraggiarlo.
Nonostante ciò, Solimena, sentì per la prima volta che qualcosa, nel suo cuore di pittore, veniva a mancare.
Sentiva dentro di sé che la forza di rappresentare tale Olimpo gli veniva meno.
Posso, degli angeli dagli occhi rossi, esistere su questa terra? Si domandò.
Ancora non aveva posato la punta di crine sulla tela, prendendo tempo.
Avrebbe rinunciato, si disse.
Ma lo sguardo minaccioso ed amabile di Aro lo riprese.
Si sa, ogni artista ha bisogno di una spinta per mettere in moto tutte le sue capacità.

Angolo autrice:
*O* ho superato me stessa. Ho pronta la storia su Charlie e il sangue, ma ero troppo eccitata dopo aver scritto questa flash *-* volevo condividerla a tutti i costi, così eccola qui!
Spero che a voi sia piaciuta, tanto quanto a me è piaciuta scriverla.
Vorrei passare a ringraziare le 7 persone che la hanno tra le preferite, le 16 che la seguono e l'1 che la ricorda.
Un grazie particolare a chi ha commentato:
Superfrancy95: a te un grazie più che doppio! Cazzo, l'hai pure segnalata tra quelle da inserire tra le preferite *-* sono ... felice! Questa raccolta è... un mio cuore, un mio polmone. Un mio naso ùù" e sono felicissima che tu la consideri importante| Per quanto riguarda il commento al capitolo precedente, grazie. Hai capito non tutto, di più! Credo che i veri principi non siano i principi per antonomasia. E... grazie, grazie, grazie. Sono parole magnifiche le tue, veramente.
FrogWriter: la mia professoressa di italiano direbbe che uso tanto i personaggi minori perché ho bisogno di attenzioni XD O perché sono stata ferita da qualcuno di "importante"; l'essere l'antieronia per antonomasia probabilmente è un bel motivo per giustificare questo mia amore spassionato per i piccoli minori ùù La storia su Charlie è pronta, sarà la prossima (:
speranza19: io ho letto questa storia una sola volta, e non ricordavo neanche questo episodio. Un giorno, cercando notizie su jasper -quanto era nato- mi imbatto nella scheda di Peter. Che storia!  *-*
Dragana: ahahah! Esci fuori dall'ombra, oh lettrice! *armeggia con una penna* Non preoccuparti, il puntiglio è gradito ùù" anche se per me, ormai, lui è biondo *prende tinta e la applica su un Demetri piuttosto recalcitante*
Hale Lover: putroppo il fandom è molto, ma molto attaccato alla coppia protagonista, quindi queste piccole coppiette diventano di nicchia, risicate a pochi fanwriters. Grazie mille per il commento e per i complimenti :)
Ho finito!


Notizia inutile: domani scuola ç____________ç

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Capitolo 13
*** 12. Fear [Charlie] ***


Personaggi: Charlie Swan; Reneè; Isabella Swan
Parola:  097. Sangue
Avvertimenti: commedia, comico.
Note: questa storia era partita con l'essere un missimg moment dell'infanzia di Charlie e Billy. Purtroppo non mi usciva niente di decente ._." È stata scritta in seguito alla richiesta di FrogWriter
Credits: http://my-icon-lj.livejournal.com/97707.html


Fear



Charlie odiava molte cose. Odiava, da ragazzo, la madre quando lo costringeva a vedere stupide soap operas brasiliane invece che la partita; i compiti nei fine settimana; quando la palla usciva dal recinto ed era costretto a cercarla per tutta la foresta; quando c'era la stagione di caccia e gli impedivano di andare a giocare per il bosco.
Da adulto seppe odiare con grande costanza le altezze, le donne pettegole, quando doveva usare la pistola, la cravatta della divisa, il suo capo, quando gli ordinava assurdità da eseguire in poco tempo.
E, soprattutto, Charlie odiava il sangue.
Perciò protestò veemente quando l'infermiere gli fece indossare il camice verde e con un gesto deciso gli infilò sulla bocca la mascherina. Cercò in tutti i modi di sfuggire a quella donna robusta che lo spingeva verso l'entrata della sala parto.
Si aggrappò perfino allo stipite, ma la dolce signora latino americana sembrò non gradire il gesto, tanto che lo alzò di peso e lo chiuse dentro la camera.
Reneè urlava, questo era sicuro.
E lui sentiva che qualcosa, nel suo stomaco, non andava.
Guardò terrorizzato la scena davanti a lui, strusciando attaccato al muro fino al punto dove la visuale era più oscurata dalla schiena del dottore e pregò, con tutta la fede che poteva avere, di continuare a non vedere nulla.
Ma così non fu. L'infermiera si girò, cercandolo con lo sguardo, e nel farlo gli mostrò quel buco nero dal quale stava uscendo sua figlia.
E c'era il sangue.
Tanto, troppo sangue.
Le grida della moglie si fecero più insistenti, perforandogli i timpani e quell'odore di rame e ferro, acre e forte, lo stavano atterrando.
Sangue. Urla. Una bambina.
Charlie poteva svenire in pace.


Angolo Autrice:
Ho aggiornato abbastanza presto, no? Ho immaginato che Billy fosse un po' come la figlia, terrorizzato dal sangue. E cosa c'è di peggio di un parto per un uomo?
Mi ha fatto ridere scriverla xD E spero che anche a voi sia piaciuta. (:
Vorrei ringraziare le 10 persone che la preferiscono, le 2 che la ricordano e le 17 che la seguono. Un grazie particolare a chi mi ha inserito tra i preferiti come autrice, ben 95.
Ho sconvolto tutti, me lo immaginavo. XD Solimena *spupazza* è citato in Twilight, quando Bella entra nello studio di Carlisle. Nel capitolo 16. Vorrei specificare una cosa che mi sta a cuore: non ho letto Twilight più di una volta. Quindi non prendetemi per la pazza compulsiva che legge tutto più e più volte. Mi è solo rimasto impresso il quadro e i Volturi.
Passo ora a ringraziare i 5 che hanno commentato:
Sammy Cullen: cioè, hai letto quel libro una quantità infinita di volte e non ti ricordavi questo magnifico pittore? -Guarda i suoi dipinti °ç°- Insomma, Sammy! Esatto. Ecco, Solimena è proprio uno di noi, è questo il messaggio che volevo dare; un umano, sicuro di sé, che vedendoli capisce che probabilmente non è lui il migliore. C'è altro, di più. (Y) Dopo oggi non parlarmi di minacce, che io passerei direttamente alle mani.
FrogWriter: ahaha, i suoi guadagni -w- sarebbe il massimo. Ma io mi accontenterei anche solo di alcuni personaggi. Me li regalasse, tanto lei non li usa, no? Ecco qui la ff che avevi richiesto, spero sia piaciuta :)
KiarettaXMartyAiLovU: sinceramente non mi sembra molto complicato. È una raccolta. Ogni capitolo ha un personaggio diverso ispirato ad  una parola. Stop. ò_ò"
speranza19: ahaha, ma povero xD Non se lo ricorda nessuno! *abbraccia Solimena e coccola* AdoVo le colline Toscane. Sono disposta a tutto pur di vederle. E quando dico tutto intendo tutto xD Ecco qui Charlie ♥
LilithCullen:  yaya, costui fu presente xD

Credo sia tutto. Sto pensando a qualcosa con Phil, ma niente di niente mi viene alla testa @.@"


Notizia inutile: staaaaaaaaaanca!

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Capitolo 14
*** 14. Seta [Aro; Didyme] ***


Personaggi: Aro; Didyme.
Parola:  041. Fratello.
Avvertimenti: drammatico, angst.
Note: è nata per il prompt capelli, ma mi è venuto in mente un altro guizzo per quella parola così ho deciso di modificare questa, che continua a piacermi, e pubblicare la prossima volta l'altra.
Credits: 
me



Seta


Stava immobile, su quella fontana, ad osservare gli zampilli scendere dalle piccole boccucce delle ninfe. Meditabondo e crucciato affondava un dito nell'acqua, rompendo la calma della superficie.
La vide arrivare, splendete, volteggiare, quasi, e sedersi accanto a lui.
I riccioli, sempre sciolti, le ricadevano sulla schiena. Era così diversa dalle altre: quasi selvaggia, come se quelle mura, seppure così spaziose, non potessero contenere la sua forza e il suo spirito.
Aro le sorrise, flebilmente, allungando una mano sul suo viso, glielo sfiorò con dolcezza e senti quasi delle spine infilarsi sotto la sua pelle.
Aveva deciso e la sola vista di quel piccolo ovale delicato, che era il suo volto, gli procurava un acuto dolore al centro del petto.
Sarebbe morta, a lungo aveva riflettuto e alla fine aveva fatto la sua scelta.
Ed allora perché provava tanta pena nel fissare quelle gemme nere, che lo accarezzavano con un solo sguardo?
Didyme poggiò la testa sul petto del fratello, sospirando profondamente.
Aro, titubante, le toccò la testa. Lasciò per un attimo la mano sollevata, deglutì profondamente e chiuse gli occhi.
Iniziò a carezzarla, con delicatezza e cercò, in tutti i modi, di aspirare quel profumo.
I boccoli si intrecciavano alle sue dita e sembrava come se li strappasse, con rabbia, furore.
Quelle carezze non erano altro che pugnalate. Dolci, sì, ma pur sempre pugnalate.
Didyme si alzò, gli sorrise e se ne andò.

Qualche giorno dopo, quei capelli che aveva tanto amato, dal profumo di arancia, giacevano là, tra le fiamme, ad ardere senza vita.
Ed Aro li osservava, quei fili di seta nera. Piangeva lacrime di sconfitta e di vittoria, invisibili. E li fissava.
Si alzarono nell'aria e sparirono, piccoli frammenti di un'esistenza troppo elevata per questo mondo.
Mentre il vento lo chiamava: « fratello ».



Angolo autrice:
ç____________ç mon dieu quanta tristezza mi mette quest'uomo e questa ragazza çç"
Questo periodo è di popò, non riesco a scrivere, questa flash! è di qualche settimana fa, quando il mio cervello ancora adempiva ai suoi lavori di scribacchino.
Comunque *sospirone* sfrutto l'occasione per augurare un buon compleanno a FrogWriter :)
Vorrei ringraziare tutte le 11 persone che la preferiscono, le 18 che la seguono e i 2 che la ricordano. Un grazie anche ai 100 che mi hanno tra i loro autori preferiti -un vostro commento è sempre gradito.
Passo ora a ringraziare chi ha commentato, riempiendomi il cuore di gaudio, in questo periodo di cacca.
Lilithcullen: sfrutto l'occasione per ringraziarti anche per tutti i commenti alle one-shot che hai commentato ;D Grazie mille.
speranza19: stavamo appunto parlando di questa cosa oggi in classe -mentre studiavamo il parto *brrr*- e sì, la conclusione è stata questa; sono inutili -.-" Charlie lo vedo proprio così: timoroso e agitato, nonostante cerchi di nascondere tutto sotto la sua faccia da capo-di-polizia-che-ha-tutto-sotto-controllo.
Sammy Cullen: ebbene sì, il sangue non è acqua e neanche i geni xD
Gaea: ben tornata e grazie per il commento :)
Questo è tutto!



Se avete domande, stupide, intelligenti o esistenziali, ponetemele qua

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Capitolo 15
*** 14. Superbia [Phil] ***


Personaggi: Phil, Renèe
Parola:  034. Televisione.
Avvertimenti: introspettivo, nonsobenecomedefinirlo.
Note: no me gusta. Nada .-.
Credits: memonechan



Superbia



Phil non era mai stato un tipo superbo: da bambino non si vantava di saper tirare meglio degli altri, né di saper prendere delle palle che il resto della sua squadra neanche vedeva. Da ragazzo non aveva mai sottolineato la sua prestanza fisica e le innumerevoli vittorie nel campionato universitario.
Non mostrava mai i suoi trofei; preferiva tenerli chiusi in scatoloni, ben ordinati giù in cantina, e se Renee, per caso, finiva per metterli in disordine non diceva mai “i miei trofei!”, ma li raccoglieva, sospirando e dicendole di non preoccuparsi.
Eppure, doveva ammetterlo, c'erano dei momenti nei quali quel tarlo tremendo, chiamato narcisismo, iniziava a roderlo con insistenza. Quando stava seduto davanti alla TV e, magari, i telecronisti lo commentavano positivamente, lei non stava mai con lui.
Aveva sempre una scusa pronta: devo fare il bucato -ma sapevano benissimo che non sapeva neanche dove fosse il sapone; devo cucinare -non conosceva neanche i ripiani del frigo; devo innaffiare i fiori -nonostante fosse risaputo che lei, il pollice, lo aveva nero.
Era fatta così, Renée: completamente disinteressata a tutto.
Perciò Phil rimaneva sempre lì, davanti a quel televisore, seduto sulla poltrona ricoperta da un'allegra coperta etnica.
Non sapeva se quello che gli rodeva il cuore fosse rabbia o fastidio; fatto stava che lui rimaneva là, per tutto il pomeriggio, a osservare le sue vecchie partite, a volte.
Non si inquietava per i commenti negativi, né per le palle non prese. Tutto gli scivolava addosso, teneva la mano ben lontana dal telecomando, neanche intenzionato a cambiare programma.
Lasciava che la luce azzurrastra del televisore lo inondasse, mentre nell'anima l'irritazione lo divorava.


Angolo Autrice:
e che cosa è questa? Renèe mi urta. Phil mi urta. Ma non ricordo chi me l'aveva chiesta e mi sono sentita in dovere. Se per caso non piace, aimhè, io ci ho provato D:
Vorrei ringraziare immensamente tutta la gente che segue questa raccolta. So che siete tanti <3 e che, suppongo, vi piaccia e vi ringrazio. Per me è una conquista doppia :) solitamente i minori sono sempre un po' snobbati.
Un grazie speciale ai 15 che la preferiscono, i 2 che la ricordano e ai 20 che la seguono. E un super iper ultra mega grazie a chi ha commentato! *-*
maleka: eh, cara, lo so bene! La scuola è stata devastante l'ultimo periodo e tutte le cose che mi è piaciuto scrivere stanno attendendo dei giudizi (: Anche se ho pubblicato da poco una raccolta di frasi e quella mi piace! Sì, non so perché ma con Aro e Didyme mi trovo a mio agio. Mi piacciono, tantissimo. Grazie mille (:
Sammy Cullen: ahaha, mi spiace, ma li amo e mi piace scrivere su di loro <3 Tsè, Marcus -.- cosa? ma cosa? <__________<
CEIWIN: nuova commentatrice :) Sono felice che tu ci sia... incappata *ò* Sì, la coppia Quil/Claire mi piace molto, ma sto attendendo l'ispirazione .-." che sembra non voler tornare *si butta a terra, piagnucolando*
Gaea:  non so perché ò_ò in questa raccolta riesco a fare solo cose drammatiche con Aro! ma lo giuro! Lui ride sempre nelle mie ff ç____ç Mi dovrò impegnare a fargli del botulino e tirargli su le labbra xD Bhwahuahau *-* è il mio obbiettivo *-*
_VioletDay: sono felicissima di averti dato ispirazione! Ne sono più che onorata! ç_______________ç io ho quasi pianto, scrivendola ç.ç Io amo Aro. Incondizionatamente. E lo vedo come un personaggio tremendamente umano, non posso farci nulla. Capisco, però, che molti possano non vedere questa umanità xD
bennyCullen: grazie mille (:
Euridice volturi: eccolo qua, mi spiace, non è sui Volturi :( Lo sarà... il prossimo del prossimo xD

È tutto. Mille e mille grazie! Spero che vi fermerete a commentare anche questa (:



Avete domande? Aquì!

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Capitolo 16
*** 15. Wall [Fam. Black] ***


Personaggi: Fam. Black
Parola:  035. Schermo
Avvertimenti: introspettivo, angst.
Note:  non so .3.
Credits:
laura_luvage


Wall

 

Billy, di suo, non era mai stato un tipo impacciato; credeva fermamente che la risata e l'ironia fossero il migliore dei modi per allacciare un rapporto.
Era così che aveva conosciuto sua moglie, a uno spettacolo comico organizzato dal liceo di La Push; ed era così che aveva deciso di allevare i propri figli: all'insegna del sorriso.
Ogni giorno, tutti quanti, dovevano inventare una barzelletta o raccontare una storia buffa: nessuno vedeva la televisione se questa non era stata narrata.
Nonostante la morte di Shara cercò ugualmente di mantenere questa piccola tradizione.
A colazione sorrideva al figlio, scompigliandogli i capelli, e domandandogli se la notte gli aveva donato qualche idea divertente. Questo, a dispetto della situazione, ricambiava il sorriso e raccontava qualche episodio per farlo contento.
A Billy bastava, lo vedeva avviarsi verso l'uscita e si sentiva più tranquillo.
Ma succedeva, poi, di dover affrontare Rachel.
Rebecca era altra storia, lo guardava, come si guardano i vecchi, senza vera considerazione, gli mugugnava una barzelletta senza allegria e se ne andava.
Rachel, al contrario, non rispondeva.
Stava in silenzio, bevendo il suo caffè -era così adulta, ora.
Non guardava neanche il padre, lo sguardo scuro e gelido non incontrava nessuno, se non il muro di fronte a lei.
«Allora, oggi, con che mi fai ridere?» iniziava lui, come ogni mattina.
Lei si voltava un attimo, con l'espressione alterata e stizzita, sbatteva la tazza sul tavolo e si alzava.
«Perché non la smetti, papà?» lo rimbrottava, sbattendo la porta della cucina, lasciandolo là.
E all'improvviso Billy capì che c'era qualcosa di nuovo tra le sue gemelle e lui: uno schermo.
Un enorme schermo fatto di insoddisfazione, rabbia, dolore e sofferenza; che lo isolava da loro, costruito su quel lutto devastante.
Schermato dal loro mondo, si chiudeva un po' in sé, silenzioso.
Triste, per la prima volta nella sua vita.



Angolo autrice
sono incazzata nera: a) il mio pc è andato in fumo e ora sto sul notebook. COn lui se ne è andato anche il capitolo tutto bello sistemato, con i ringraziamenti etc.
b) ho visto Eclipse. Per favore. Stendiamo un velo pietoso. Grazie a Dio esistono i personaggi minori e vi assicuro che sarete inondati da Paul Leah; Maria Jasper -maleka, felicità! *-*- e tante crack. Ho quasi in mente di fare un'altra tabella per solo crack.
Comunque: vi ringrazio. Mi scuso se lo faccio in modo così veloce e sciatto, veramente tanto, ma non ce la faccio a riscrivere tutto .-." Magari se recupererò il capitolo aggiungerò le spiegazioni del perché ho deciso di rendere Phil in quel modo.
Ho i miei motivi, sicuramente ho sforato nell'OOC, lo ammetto e vi ringrazio a tutte per avermelo segnalato, con spudorata e amata sincerità.
(:
Grazie, ora vado che sono un po' tanto scazzata .-."

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Capitolo 17
*** 16. Capelli di Medusa [Aro] ***


dhhd Personaggi: Aro; Marcus
Parola:  053. Capelli
Avvertimenti: introspettivo, angst, dark
Note:  chi mi segue o, in generale, chi ha letto almeno una delle storie che ho dedicato ad Aro saprà bene che l'ho sempre immaginato uno schiavo. Quando uno schiavo nell'antica Roma veniva liberato diventanto quindi liberto, si rasava la testa e donava il proprio scalpo ad un dio -che si diceva aveva permesso tale liberazione.
Io ho immaginato che Aro avesse voluto donarli a Mercurio, in quanto era il dio della lingua veloce e dell'intelligenza, del commercio -ma anche della truffa.
Per quanto riguarda la figura di Marcus, io l'ho sempre immaginato come un mentore di Aro, un protettore, un maestro.
Credits: jadis_88


Capelli di Medusa



Era piuttosto normale entrare nelle sue stanze e trovarlo immobile, davanti allo specchio; come una statua stava protesto verso la sua immagine, a sfiorare la superficie di vetro lucido.
I polpastrelli ne assorbivano il freddo, lo percepiva, ma non lo sentiva.
Ogni volta spostava la mano sui capelli e un ringhio gutturale nasceva. Gli occhi divenivano scuri e una rabbia, così animale da disgustarlo, lo invadeva.
Li detestava. Aro detestava quei fili di seta nera, pesanti e spessi, morbidi.
La loro lunghezza lo infastidiva e lo rendeva indolente.
Da vivo non aveva sognato altro se non tagliarli, del tutto. E poi donarli a Mercurio, sì, oh quanto lo aveva desiderato.
Sarebbe stato libero, completamente.
Eppure loro sarebbero rimasti lì, in eterno.
Li poteva tagliare, strappare, ma questi ritornavano, come a ricordargli il suo passato.
Una volta aveva tentato. Con un enorme coltello affilato li aveva tranciati di netto.
Via. Libero! Il cuore morto gli si era riempito di gioia.
Aveva esultato, quel giorno. Era corso da Marcus, il suo Marcus, e glielo aveva detto.
Ma lentamente, proprio mentre le sue parole eccitate fluivano fa quella bocca ancora rossa e vitale, i capelli ricrescevano, come a farsi beffa di lui.
Quella volta ritornò nelle sue camere e solo dopo qualche giorno Didyme riuscì a tirarlo fuori.
Al ricordo di quell'episodio ritraeva la mano e sospirava.
Raccoglieva i capelli in una coda bassa e si guardava allo specchio.
Sorrideva furbescamente, quasi cercando di ingannare se stesso.
-Migliora ciò che non puoi eliminare- mormorava tra sé.
Eppure, quel tarlo continuava a eroderlo. In eterno.

Angolo Autrice:
Spero si sia capito che Aro veda i capelli come il perenne ricordo della sua schiavitù ù_ù"
Per quanto riguarda la storia dei capelli che ricrescono... bhé ò_ò credo sia più che normale, sono vampiri. Immutabili, no? ò_ò" Tagli. Ricresce.
Bene. Domani parto per Londra, quindi credo che il prossimo aggiornamento sarà in un futuro remoto (oppure riuscirò ad aggiornare attraverso il pc della mia carissima family ospitante :) tanto ho ben 2 capitoli già pronti, e la tastiera senza accenti non sarebbe un problema). Non so. Non vi assicuro niente, quindi... per ora godetevi questa.
Nel caso riprenderei ad aggiornare a settembre *lancia amore a tutti*
Vorrei ringraziare le 18 che la hanno tra le preferite, i 2 che la ricordano, i 22 che la seguono. Inoltre un grazie speciale ai 105 che mi hanno aggiunta tra i loro autori preferiti.
Passerei a ringraziare le persone che hanno commentato il precedente capitolo.
maleka: che commento *spalanca gli occhi* grazie mille per i complimenti sulla caratterizzazione di Billy. Quando scrivo cerco sempre di immedesimarmi nelle situazioni, diventare invisibile e inserirmi in quelle scene, osservale, magari guardarle con gli occhi di chi le vive :) Per quanto riguarda il film... a me pare sciatto. Ecco, sì, sciatto. Sembra che abbiano fretta di concluderlo. Mi mette ansia, ma allo stesso tempo mi ha annoiata. ò_ò" Esatto! pure Jake ò_ò praticamente era un personaggio minore, dai! Per quanto riguarda i due voglio farti una proposta :) scegli un prompt tra i cento e io scriverò su di loro su quella parola.
Sammy Cullen: ogni tanto devo scrivere qualcosa del genere ù_ù Billy è uno tra i mieie personaggi preferiti, anche nel libro: è simpatico, divertente, e assomiglia -caratterialmente- a mio padre *smile* Devi capire le gemelle <_<"
Gaea: no, affatto. Io non biasimo le ragazze, né le voglio giudicare. Diciamo che quando scrivo certo di mettere una patina. Entrare nelle azioni, ma... separatametne. Non giudicare. Se lo scrittore marca troppo pesantemente alcuni punti potrebbe portare il lettore a uno stato di "fastidio". Credo che con la Meyer e me sia successo così: alcuni punti li ha sottolineati troppo, finendo per farmeli odiare. Ehm... ho scritto solo una cosa sconcia *diventa rossa bordeaux* che sta aspettando i giudizi di un contest per essere giudicata. Un erotico/splatter originale sui vampiri. Sono sfociata nel blasfemo XD Pur essendo cattolica convinta, tanto per farti notare a che livello di distacco mi pongo. Cioè... quando scrivo uso sensazioni che ho provato, ma che adatto ai personaggi, cercando di calzarglieli come vogliono loro, non come voglio io. Per quanto riguarda il film... io ti consiglio New Moon, secondo me è il migliore :) -ci sono i Volturi e i lupi ù_ù" e Sheen recita bene :D-
Lilith de Lioncourt: per Maria dovrete aspettare un po', credo per lo meno fino a settembre (:

Vorrei sfruttare questo spazio per ringraziare anche chi ha commentato due precedenti ff sui Volturi, in particolar modo maleka e Dragana -so che leggi ù_ù-
Dragana: per quanto riguarda Dracula, poco da farci. E' stato l'unico horror che mi mette ancora paura D: e lo stile di Stoker mi fa impazzire. Ti consiglio le sue opere minori, in particolare le raccolte di racconti della "coppia di cristallo" e "L'ospite di Dracula". Il secondo è... brrr D: non so, a me mette tremendamente paura. Per quanto riguarda le date di trasformazione *faccia schifata* nel mio cervello unicamente Caius è nato in quella data. Per due motivi semplici: la Meyer si è inventata negli ultimi tempi queste date -.-" quindi nel mio cervello io avevo già creato e compiuto le loro storie.  Grazie mille per i commenti.
Per quanto riguarda la geografia dei personaggi (XD) argh! Ce ne fosse uno che combiacia!
Maleka: grazie mille (: grazie grazie grazie.

Ho finito.
Vi auguro buone vacanze,  se per caso qualcuno volesse seguire degli sviluppi sul mio viaggio -cercherò di mantenere un giornale/diario sul mio LJ- [info]ulissae (se qualcuno avesse LJ aggiungetemi :3 mi piace da matti!)


Per qualunque domanda, attinente alla storia, a me o agli uccellini che cantano fuori dalla mia finestra, potete usare questo sito e porgermela anonimamente
Mi diverto terribilmente a rispondere *-*.

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Capitolo 18
*** 17. Gola secca [Charlie] ***


bigger Personaggi: Charlie Swan; Renée Dweyr
Parola:  027. Litigio
Avvertimenti: malinconico
Note:  sono negata con gli umani di Twilight. Vi chiedo pietà se quello che state per leggere vi risulterà un orrido OOC.  Si basa su un'intervista alla Meyer (se sapete tradurre in inglese la trovate: qui) in cui dice: "Il fatto per cui Charlie non seguì Renée quando lei partì fu molto più che il lavoro. I genitori di Charlie erano entrambi vivi, ma non in salute, quando lui e Renée si incontrarono. Era responsabile per la loro cura. Lui non scelse Forks, scelse l'impegno che aveva verso i suoi genitori malati."
Credits:
 fromthewind when using


Gola secca



Le urla di Renée risuonavano per tutta la casa. Girando da una stanza all'altra mandava all'aria tutto: i piccoli oggetti sui mobili, le chiavi, i cappotti. Una furia impazzita che da mesi ripeteva sempre la stessa cosa: andiamocene.
Lo faceva con una tale furia che più volte Charlie, che a testa bassa la seguiva ovunque, cercando di farla ragionare, aveva pensato che, effettivamente, quella era la cosa giusta da fare.
Non urlava mai, Charlie, non lo aveva mai fatto. Rimaneva in silenzio e cercava di far calmare anche sua moglie, che sembrava non curarsi del fatto che anche la figlia fosse a casa.
-Questo posto mi soffocherà!- urlava e lo ripeteva. Sempre.
Il marito la guardava affranto e si stringeva nelle spalle.
-Non posso andarmene, Renée, lo sai bene che non posso!- ripeteva tra i denti, frustrato.
In quelle occasioni voleva chiudere gli occhi e sparire.
Mollare tutto, sì. Lo avrebbe voluto. Ma non poteva.
I genitori da accudire, il lavoro che aveva appena ottenuto, gli amici, gli affetti.
E Renée che non capiva.
-Tu preferisci questa cittadina claustrofobica alla tua famiglia!-
Charlie sospirava, sentendola. Eppure lui cosa poteva farci se i genitori stavano male?
Cosa poteva farci se sentiva di dover rimanere ad accudirli?
Lui, in tutta onestà, cosa poteva farci se era in quella condizione?
-Renée, devi capirmi, non posso lasciarli qui, senza un aiuto. Se io me andassi mia madre morirebbe!- la supplicava.
Eppure non serviva a niente, lei continuava con le sue teorie, senza starlo ad ascoltare, minacciandolo ogni volta.
Poi, ci fu l'ultimo litigio.
In quell'occasione Charlie rimase muto. Semplicemente le vide sfilare fuori di casa: Renée e il suo passo irregolare, la valigia in una mano e Bella aggrappata al suo collo.
Sorrise alla bambina, come poteva.
Poi le vide sparire e finalmente pianse.


Angolo autrice:
what's happened? Oh, I'm back, baby ♥
Ritorno in me stessa e vi risaluto per bene <3 Sono tornata, carissimi! Passate delle buone vacanze? Io sono ancora viva e vegeta <3
Passiamo alle cose serie :D Si vede che detesto Renée? -noooooooooo- Ma proprio mi dà un urto da farmi salire il sangue al cervello al solo pensiero di quella donna è.é Così infima e disgustosa *continua a blaterare*
Non ci posso fare nulla ._____." Spero che la fanfiction sia semi-decente (o per lo meno migliore rispetto a quella di Phil che, diciamocela tutta, era la più grande cagata del secolo)
Vorrei ringraziarvi infinitamente per i commenti che avete lasciato, per le letture, per i piacenti, per i ricordanti e per i seguenti ♥
Grazie ai 20 che la preferiscono, ai 3 che la ricordano e ai 23 che la seguono. Grazie ai 111 che mi hanno tra i loro preferiti.
E ora un ringraziamento speciale a chi ha commentato:
maleka:  grazie mille come al solito per il tuo magnifico parere. Aro è il mio personaggio preferito e veramente ho utilizzato tutte le piccole notizie che avevo -storiche, letteratura, latino- per creargli un passato. Devo ammetterlo: metto un sacco di me in Aro, prima particolarità fra tutte la voglia, la necessità di libertà. Sì, Polvere e Maria è una cosa perfetta, appena avrò il tempo la scriverò è.é sarà la prima! Grazie, grazie mille.
Gaea: pubblicata, carissima! Lo so. Rice è la mia Musa ispiratrice, ma... cazzo, abbiamo troppe idee in comune e molto spesso mi sembra di copiarla, pur avendole pensate prima di leggerle ._."
Sammy Cullen: -.- mi disgusti, a volte. Povero Aro! =_= perché non provi a capirlo? ç_ç
Lilith de Lioncourt:  Ah, come ho detto su XD La grandissima influisce, logicamente, ma molte idee le condivido quindi  sembra che le abbia "prese", anche se ce le avevo tutte in testa da prima XD Però lo ammetto: non ricordavo la parte del "troppo duri per scalfirli". +riprende ad imprecare contro la Meyer*  Sì, nel film faceva una sclerata simille, ma... nel mio cervello Aro non ha mai urlato o sbraitato.
Ichi_chan: sono onoratissima di essere stata la prima ad aver catturato la tua attenzione! Anche perché di solito, in questo fandom, i personaggi minori sono quasi di "nicchia" e molto bistrattati. Aspetto il tuo parere, allora ;)
Dragana: Ah! Ti ho beccato, eh! *aver pagato i Volturi è servito a qualcosa ù_ù* Ahahah XD Sì, esatto! Aro è un tipo che direbbe una frase del genere *-* Che considererebbe Dio più un mezzo per studiare ciò che lo circonda che una vera e propria "essenza o presenza" . Già, ho saputo che non si tagliano. *borbotta* la gente fa fare gli occhioni dolci a Jane? ù_ù Io taglio i capelli ad Aro ù_ù ehgià!
Frogwriter: ah! Il ritorno del figliol prodigo! Tantissime grazie per tutti i magnifici commenti che mi hai lasciato! Ti ringrazio e faccio un solo piccolo appunto su Phil. Sì, è OOC, ma credo sia perché ho un totale e diverso modo di vedere il mondo rispetto alla Meyer e quindi le reazioni dei personaggi per me sono tutte diverse XD
Qui ho finito *sospirone* sono saluti che faccio più che volentieri!
Volevo lasciarvi un link ad una storia che ho scritto e alla quale tengo tantissimo: Bring your lamplight to my door
È la mia prima rossa/splatter/originale sui vampiri. E... okay, ha vinto un contest, ma visto che qualcuno mi aveva chiesto se avessi mai scritto una storia rossa... eccola qui. Ah, visto che è rossa, per i minorenni lascio il link al mio livejournal *smile* (aqui)
È veramente tutto.
Salut!


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Capitolo 19
*** 18. Braccialetto [Leah] ***


jaja Personaggi: Leah Clearwater; Paul
Parola:  
061. Bracciale
Avvertimenti: romantico, malinconico.
Note:  non ho grandi note da spiegarvi, solo che era nata come Paul Leah, ma non è ben riuscita.
Credits: lethereberock


Braccialetto


Leah aveva sempre adorato quel piccolo bracciale sottile che portava sul braccio sinistro. Glielo aveva regalato il padre all'età di dieci anni e lei aveva deciso che lo avrebbe indossato da quel momento in poi.
La pelle scura si conservava più chiara, là sotto; e le maglie di metallo poco alla volta diventavano sempre più fini.
Quando Harry morì lei si strinse al cuore il polso, piangendo lacrime di rabbia e immenso dolore; poi uscì di casa, avvertendo lo scampanellio dei piccoli ciondoli attaccati alla catenina: risuonavano nella foresta, insieme ai battiti del suo cuore.
Veloci. Sempre più veloci.
Respirava a fatica e fu costretta a fermarsi; non avvertiva più le urla del fratello che la richiamava, né il pianto della madre né quei singhiozzi sommessi degli amici di famiglia.
C'erano lei e il suo cuore e il suo bracciale. Quanto rumore facevano.
E quella rabbia che le martellava in testa: di più, sempre di più. Un martello pneumatico, la lancetta di scuola che segna la fine dell'esame quando non hai scritto nulla, il ticchettio del tempo che non passa.
Lenta e così tremendamente veloce, allo stesso tempo.
Si accasciò a terra senza rendersene conto e avvertì quello strappo bestiale che la squarciò. Il cielo sottosopra, la terra nella bocca e tra quelle mani che non afferravano più nulla e il suono del metallo che si infrangeva.

Qualche giorno dopo, seduta a casa del signor Black, cercando di evitare lo sguardo tetro di Jacob, lei ascoltava tutte quelle voci che si sovrapponevano.
Graffiavano i suo i timpani e gli parevano grida di cornacchie: gracchiavano, gracchiavano e non la smettevano più.
Non li ascoltò, ma continuò a domandarsi il perché di tutto quello.
Vedendoli andare via provò una sorta di leggero sollievo: magari finiva tutto così: un abbraccio, tante chiacchiere, un incoraggiamento e via. Finito il film. Trama conclusa. Saluti.
Quando vide Paul rientrare e porgerle a testa bassa il braccialetto spezzato, però, capì che tutto ciò non si sarebbe fermato.
-L'ho trovato nella foresta, quando ti sei trasformata- mugugnò, scorbutico come sempre.
Lei lo prese con un gesto secco, quella sua nuova velocità che la spaventava, e se lo strinse al petto.
-Grazie- boforchiò di rimando.
Lui fece un commento acido e sparì.
Leah guardò il piccolo gioiello con infinita tristezza e comprese che era vero, tutto vero.
Era distrutto, martoriato e con della bava secca.
Proprio come lei.


Angolo Autrice:
Hem, mi riconoscete? Cioè, avete presente chi sono io?
Oh, lo so, non ci ho mai messo così tanto per aggiornare questa storia e sono sicura che voi non eravate abituati a queste tempistiche, ma che ci posso fare?
È riniziata la scuola e io sono sommersa di studio (veramente, solitamente non sono una che si lamenta per questo tipo di cose) e quando accendo il pc non ho molto spesso il cervello per scrivere, così sono finita nel tunnel di True Blood. Un magnifico telefilm che consiglio a tutti quelli che non soffrono lo splatter e il sangue, perché altrimenti siete fregati XD
Al contrario, sconsiglio VIVAMENTE a tutti i libri dal quale è stato tratto il telefilm. ._." Ho comprato il primo e mi sono ritrovata Miss. Mary Sue.
Comunque, eccomi qui, con questa storia che non so se è venuta più o meno male. A voi il giudizio.
Vorrei ringraziare i 23 che la hanno tra i preferiti, i 4 che la ricordano e i 28 che la seguono. Un grazie anche ai 120 che mi hanno tra i loro autori preferiti (:
E ora un grazie a chi ha commentato:
FrogWriter: parlare ora di vacanze mi mette una profonda tristezza D: comunque sono andate bene ;D mi mancano così tanto ._." A quanto pare Reneé è uno tra i personaggi più odiati XD e mi fa un infinito piacere leggere che ti sei ritrovata all'interno della piccola scena che ho dipinto (: grazie mille per i commenti bellissimi e sentiti che mi lasci sempre!
Lilith de Lioncourt: oh, magari fossi una creatura sovrannaturale ._." di sicuro non starei ancora al liceo D: grazie mille per le tue recensioni, sei sempre carinissima, graize, grazie, grazie!
Ichi_chan:  grazie mille per il commento e per il tuo sostengo nell'odio di Reneè XD
Ecco, credo sia tutto e vi saluto!



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Capitolo 20
*** 19. Dust [Maria] ***


Personaggi: Maria; Jasper Hale
Parola: 
046.Polvere
Avvertimenti: drammatico, angst, missing moment.
Note:  a storia è stata scritta su richiesta per la cara maleka che me l'aveva chiesto nell'ultima Era Glaciale, ma che solo ora sono riuscita a scrivere. Prendila come un regalo di Natale e di buon anno ;)
Credits:
wildbones


Dust



Maria non uccideva mai i vampiri all'infuori del campo di battaglia, per lo meno non ne uccideva molti. Non le piaceva porre fine alla vita dei suoi soldati e non le piaceva, tanto meno, insozzarsi; per questo motivo dava sempre a qualcuno il lavoro sporco, facendo finta di non accorgersi delle urla della vittima.
Era così, Maria: sapeva diventare cieca e sorda tutto d'un tratto, freddando gli sguardi di tutti gli altri senza neanche muovere un muscolo.
Quando arrivò Jasper, però, le cose cambiarono: passò dall'evitare totalmente le esecuzioni dei soldati al fremere alla sola idea dell'uccisione.
Lui, con i suoi modi da gentiluomo assassino, faceva scaturire in lei una libidine assurda e malata, che la portava a osservare con passione innaturale il modo con cui smembrava pezzo per pezzo i suoi compagni di battaglia -ed era così folle, con quei capelli neri e disordinati, quello sguardo rosso e acceso.
Fissava con intensità il modo in cui la polvere, che scaturiva da ogni lembo di carne smembrata, volteggiava in aria. Polvere. Polvere.
Jasper era sempre pieno di polvere.
E quando si ritrovavano per terra, poco lontani dalla baracca dove passavano la giornata, a ringhiare e ferirsi in quell'assurdo atto di amore primordiale, erano nuovamente cosparsi di polvere.
A quei tempi Maria pensava che fosse una cosa fantastica e potente -come inebriata da quell'elisir di  vita, che aveva il sapore di morte- ma quando si accorse che Jasper stava cambiando quella polvere divenne sempre più pesante, più fitta.
Le bruciava gli occhi e i polmoni, fino a farla soffocare di rabbia e gelosia.
Tutti loro, tutti loro erano fatti di polvere -polvere e basta. E allora perché soffrì così tanto quando lo vide voltarle le spalle e sparire verso l'alba?
Polvere, si ripeteva, sono solo polvere.
Non devo soffrire, continuava a dirsi, sono polvere.
Polvere. Polvere e basta.




Angolo autrice:
oh, come sono ripugnante qui sul fandom di Twilight! Non riesco a scrivere niente di allegro per Natale ç____ç nada de nada! Eppure in quei libri sono tutti allegri e pimpanti! Si ammmmano tutti! Invece no, io mi do alla polvere. È così... tremendamente triste ._. Comunque, un buon Natale e un felice anno a tutte ♥
So bene che chi segue questa raccolta non si aspetta mai dei ritardi -ingiustificati- come questo. Anche perché ho pronte già tre storie, solo che sono tutte ç___________ç anst, dannazione! Ogni volta aprivo la pagina e pensavo: Laura, scrivi qualcosa di allegro; DEVI scrivere qualcosa di allegro.
Per ora sto tentando una Corin/Felix. Vediamo cosa ne esce fuori :3
La Jasper/Maria... credo sia il mio primo esperimento su di loro (la maestraH riguardo a 'sti due è maleka, che consiglio a tutti *-*). Maria è un personaggio particolare, un personaggio che mi affascina e allos tesso tempo mi lascia indifferente: però nella mia mente lei faceva sesso con Jasper o dopo una battaglia o dopo un'esecuzione.
Malata come cosa, eh?
Oh, Rice, perché mi hai combinato così?
Mi pare di aver risposto alle recensioni di tutti direttamente con l'apposita e nuova opzione, quindi credo che lo spazio recensioni d'ora in avanti sarà abbandonato ;)



Ah, come al solito suggerimenti, richieste sono sempre ben accette. Credo che aggiornerò l'1 sera, la prossima volta, visto che dal 2 al 6 sarò a Barcellona (e sono sicura che dopo sarete inondati dalle Santiago Renata *O*); state pronti!



Ho deciso di farmi un account facebook per chiunque mi volesse aggiungere e fare una chiacchierata Ulissae EFP aggiungetemi (: Se lo fate mi farebbe piacere che mi scriveste o in bacheca o con un messaggio chi siete, se volete, tanto per capire che identità avete su EFP XD
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Capitolo 21
*** 20. New York, New York [Tanya] ***


Personaggi: Tanya
Parola:
 
047.Parco
Avvertimenti: drammatico, angst, leggermente dark.
Note:  Tanya mi è sempre parsa un essere inetto ._." non provo il minimo interesse per lei o per il resto del Clan di Denali. Eppure ho scritto questa breve Flash. Why? Bhé, io devo provare TUTTO.
Credits: 
fromthewind



New York, New York



Nel buio del Central Park non dovrebbe esserci nessuno; lì, di notte, dovrebbero dormire solo gli animali dello storico zoo e i fusti secolari degli alberi. Ma tra ombra e ombra si nascondono i corpi dei senzatetto e dei disperati, di coloro che trovano in questa giungla urbana la loro casa.
Tanya adorava quel parco, le piaceva pensare che, nonostante a pochi metri da lei si aprisse Broadway, si trovasse proprio al centro di una foresta del Nord America.
Passava tra i prati curati, si arrampicava tra le fronde verdi e dimenticava perfino la puzza dello smog, che cavalcava prepotente nell'aria.
Ma capitava, ogni tanto, che qualche ragazzo più avventuroso si inoltrasse in quel groviglio ordinato di verde e di notte; magari qualche coraggioso avventuriero, con lo zaino in spalla e una straordinaria voglia di vivere.
Tanya sentiva il suo dolce e giovane profumo raggiungerla e a sua volta lei iniziava a corrergli dietro.
Lo osservava, mentre stava sdraiato tra i piccoli fili d'erba, corti e sottili, magari con lo sguardo annebbiato dalla cannabis, e la fissava, stralunato.
«Sei vera?» glielo chiedevano quasi tutti mentre si avvicinava a loro sorridendo, inginocchiandosi al loro fianco.
«Sei qui per me?» dicevano poi, tra risa allegre e senza freno.
Risate. Risate. Risate. Ne sembravano intossicati.
Lei scendeva su di loro come un'ombra e li riempiva di amore, di passione; faceva che i loro corpi caldi e palpitanti entrassero dentro di lei, che i loro sogni e le loro ambizioni fluissero in lei attraverso dolci parole e accennati discorsi.
Poi, come una dama pudica, scendeva proprio sul loro collo, e li baciava.
Bacio dopo bacio, sembrava volesse consumarne la pelle. Avvertiva il battere ritmico del cuore, che faceva vibrare le vene e le arterie; lo agognava con tutta se stessa e nel momento in cui il ragazzo sembrava raggiungere il paradiso lei lo afferrava, con le sue zanne affilate, ritrascinandolo all'inferno.
Li lasciava lì, una volta finito: vittime della voglia di vivere e di una strana donna priva di amore.



Angolo Autrice:
bla bla bla, ci ho messo mille anni, blablabla. Sì, mi spiace. Non odiatemi.
Tanya era una succubus, se non sbaglio: una vampira che faceva sesso con gli uomini epoi se li pappava. Non ho ricordato che era vegetariana .w. shame on me, immaginate una sua scappatina. Sono cercata di rimanere più fedele possibile alla figura. Non so perché ho scelto il Central Park, sarà che quando ci sono stata ero rilassatissima e felice, e quindi nel mio cervello quando penso alla parola parco penso a questo enorme, gigantesco rettangolo verde.
However, stavolta on devo ringraziare (: Vi ho già ringraziato!
Spero vogliate lasciare un parere. ;)


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Capitolo 22
*** 21. Lucky boy ***


Personaggi: Corin, Felix.
Parola:
001. Fortuna

Avvertimenti: romantico, comico.
Note: so che per molti di voi, se non tutti, Corin è una femmina. Tutto ciò è avvenuto grazie alla magnifica OttoNoveTre. Ma, visto che io non sono normale :O, per me Corin è un maschio XD Un tipetto mingherlino, con i capelli castani, sfigatissimo e profondamente innamorato di Felix. Il suo potere? Eh, mica ve lo dico qui ;)
Credits:
[info]pada_something



Lucky boy




Corin era sempre stato un tipo sfortunato, poco da farci. Durante il suo periodo di liceale, finiva nel ritrovarsi sempre nei guai, pur essendo lui un ragazzo totalmente amorfo e lontano da ogni tipo di eccesso.
Per esempio quella volta che aveva deciso di provare gli LSD e si era ritrovato in prigione -era stato l'unico a essere stato beccato dalla polizia.
Oppure quando aveva deciso di dichiararsi alla ragazza della porta accanto, cantandole una canzone: era finito per rimanere senza voce, ottenendo solo insulti pesanti dal vicinato per via del suo tono non propriamente adatto a una serenata -ma più simile a quello di un gatto randagio in calore con la tosse.
E come scordarsi quel Natale in cui, aiutando suo padre a portare i regali in casa, aveva svegliato il fratello più piccolo, svelandogli che in verità Babbo Natale non esiste?
Non che da immortale le cose fossero migliorate molto, anzi.
I continui scherzi di Santiago e Felix lo portavano all'esasperazione, Heidi lo guardava e lo trattava come se fosse l'ultimo neofita di questo mondo -non che non lo fosse, eh!, ma per lo meno poteva evitare di ricordarglielo sempre.
Era l'ultimo arrivato a Volterra e non c'era un singolo mattone del palazzo che non glielo ricordasse.
Ma per quanta potesse essere la sua sfortuna, sembrava che al gioco questa scomparisse del tutto, lasciando spazio alla tanto attesa Cornucopia, che il tempo aveva riempito a lungo.
Dopo aver perso più volte contro di lui, perfino Felix capì che quel mocciosetto aveva del potenziale, perciò decise che lo avrebbe avuto al suo fianco in ogni singola partita di briscola -che a quanto pareva, sembrava essere il gioco preferito tra le guardie dei Volturi-.
Mentre si scambiavano segni speciali, dei quali solo loro due conoscevano il significato, e occhiate eloquenti il cuore di Corin -da anni infatuato del sorriso sicuro di sé e sbruffone di Felix- capiva che la sua vera fortuna era quella di potergli stare accanto, anche solo per un attimo.





Angolo autrice:
mh. Non sono morta, ma non so perché non aggiorno più con frequenza. Non lo so. Ho tante cose da fare e mi sfugge .w. dovrò iniziare a pubblicare anche il pomeriggio e non solo la sera.
However, nothing to say (L)
See ya, spero di postare qualcosa prima di lunedì -parto e ri-vado a Londra con la scuola :D


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Capitolo 23
*** 22. Tanto va la gatta al lardo [Oratium] ***


Personaggi: Aro, Caius, Marcus.
Parola:
044. Gatto

Avvertimenti: introspettivo, tragicomico.
Note: Oratium, il gatto, è ormai un VIP nelle mie storie: è comparso sia qui sia qui. I gatti, a Roma, non erano animali domestici, si preferivano le donnole e i cagnolini. Quindi volevo sottolineare con la scelta di Didyme di un gatto come animale da compagnia il suo carattere unico e speciale ♥
Credits:
[info]spud66cat

Tanto va la gatta al lardo...




Oratium era un enorme pigro gatto, che aveva deciso, di sua spontanea volontà, di abitare il giardino dei Volturi.
La prima volta che Caius l'aveva visto aveva fatto di tutto per scacciarlo: urlargli contro, agitare un piede, correre verso di lui insultandolo.
Ma ostinato come un mulo Oratium rimaneva fermo, soffiava contro di lui e saliva su un albero, lasciando ondeggiare pigramente la grossa coda pelosa.
Didyme era l'unica che sembrava potersi avvicinare agli occhi iridescenti dell'animale, che la fissavano nella notte. Il felino lasciava cadere giù dal ramo più basso, con un balzo aggraziato, e si avvicinava lentamente a lei.
Strusciandosi alle sue gambe lisce e e pestandole leggermente con le zampe i piedi nudi, faceva le fusa e divertito si lasciava coccolare dalle sue mani dolci e delicate.
Una volta che si trovava al sicuro tra le braccia di Didyme, socchiudeva gli occhi e tranquillo faceva sì che lei lo portasse ovunque volesse, senza emettere alcun rumore o muoversi smanioso.
Dopo la morte della dolce ragazza il rosso Oratium, dal fulgido pelo, rimase in disparte e assai pochi si ricordarono di quel gatto, che a lungo aveva abitato le stanze dell'enorme domus, solo Marcus e Aro lo fecero.
Il primo passava intere giornate ad accarezzarlo, magari cercando in quel tocco il ricordo della sua amata; lasciava che l'animale camminasse sul suo petto.
Questo, con i suoi morbidi cuscinetti, faceva pressione sul petto di Marcus che sembrava, dalla morte della sua amata moglie, ormai vuoto e silente.
Il secondo, Aro, si ricordò di lui ogni singola volta in cui il gatto, vedendolo, iniziava a soffiare e a scagliarsi con lui per graffiarlo.
E ancora di più, Aro, si ricordò di lui quando, piuttosto scocciato dalla situazione, mise fine ai suoi battibecchi con l'animale nel modo più diplomatico possibile.
Il sangue di gatto l'aveva sempre incuriosito.




Angolo Autrice:
sono stata combattuta nel decidere cosa e chi postar. In ballo c'erano Jake/Seth o una Garrett/Kate. Alla fine ho chiesto un imparzialissimo parere a Dragana e direi che l'esito è piuttosto ovvio.
Non ho molto da dire :3 non venite a piangere Oratium ù________ù" (ho già fatto io per voi D:). Comunque, tanto per immaginarlo, presente Grattastinchi? Ecco, esattamente così.
Spero in qualche parere, sempre gradito <3


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Capitolo 24
*** 23. Pezzo mancante [Kate/Garrett] ***


Personaggi: Kate e Garrett
Parola:
082. Puzzle

Avvertimenti: romantico, commedia.
Note: uhm, non ho molto da dire. Non mi piace, non so proprio come rapportarmi con questi due. Da una parte Kate mi piace, è una bella tipetta cazzuta, dall'altra non mi piace affatto l'idea che Garrett, uomo di mondo, si debba legare a un posto solo per lei. E anche diventare vegetariano (!) Però, alla fin fine, essendo entrambi due personaggi forti... insomma, vediamo cosa ne è uscito.
Credits:
iconzicons


Pezzo mancante




Kate non era mai stata una tipa paziente, mai. In tutta la sua lunga vita le situazioni in cui si era mostrata calma e pacata si potevano contare sulle dita delle mani.
A differenza di Tania non era capace di mostrare diplomazia e pacatezza, e al contrario della sua povera e defunta sorella Irina, non era dolce né capace di far rimanere un uomo al suo fianco a lungo -non che a lei fosse andata meglio, è da aggiungere.
Quindi era ovvio e scontato il suo odio profondo verso i puzzle: la prima volta che ne aveva visto uno pensava che fosse un gioco per bambini, ma quando si era resa conto che i piccoli pezzi dentro la scatola non sembravano voler finire, buttò tutto all'aria e, scocciata, lasciò che Tanya, ben più paziente di lei, si divertisse a ricomporre un'immagine spezzata- apposta, per di più!
Quando però Garrett -e la sua mania delle scommesse- entrò a far parte della sua vita, si ritrovò nuovamente davanti a un enorme puzzle, da più di duemila pezzi.
Una titanica impresa che sembrava doversi concludere nell'ennesima scena di isterismo sovrannaturale, con tanto di tavolo spaccato in due.
«Non ci riuscirai mai» ghignò lui, mentre le baciava il collo.
«Lo dici tu» ribatté lei furiosa, scansandolo e mettendosi meglio ritta sulla sedia, intenzionata a non dargliela vinta.
Affondò le mani nella piccola montagnola di pezzi che stava davanti a lei e iniziò l'impresa.
L'idea di battere Garrett era piuttosto allettante, nonostante lui passò tutto il tempo a infastidirla e a ridere, facendo di tutto per erodere i suoi già sottili nervi.
«Sbagliato» gongolò lui, vedendola alla prese con due pezzi che, palesemente, non potevano essere uniti.
Mentre lei si voltava per tirargli un ceffone al sapore di centrale elettrica lui la fermò, sorridendo, lasciando che le loro braccia si incontrassero in un bacio dolce e lento.
Kate non era mai stata brava con i puzzle, ma di sicuro era riuscita a trovare quel pezzo mancante che per anni aveva cercato: il suo Garrett.



Angolo Autrice:
ho scoperto che, solitamente, quando aggiorno prima di un compito in classe/interrogazione/esame questa raccolta solitamente mi va bene. Domani ho un'interrogazione di storia e capite bene che una spintarella non mi sarebbe proprio scomoda.
In questo periodo non so bene come mi sento: aggiorno? non aggiorno? Scrivo? Non scrivo? Cosa scrivo? Etc. etc.
Kate e Garrett non mi appartengono (sì, sono della Meyer XD) nel senso che non li sento neanche un po' miei, quindi non so come possono essere risultati. Mmmm. Ditemi che ne pensate (:
Non ho altro da dire, se non grazie per tutti i commenti ricevuti ;)


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Capitolo 25
*** 24. Videogames ***


Personaggi: Jake; Seth.
Parola:
006. Amarezza

Avvertimenti: commedia, fluff, shonen-ai (presenza di un bacio uomoxuomo, se non gradite schiacciate la x rossa in alto e non scrivete commentiboiata)
Note: cioè, lo sapete che a me questi due fanno impazzire ♥ Seth mi ha sempre fatto una tenerezza assurda e Jacob è il classico fratello maggiore. Non ricordavo di averli scritti così espliciti -gente, c'è solo un bacio XD
Credits:
mizz_britain

Videogames




I blackouts a La Push erano quasi all'ordine del giorno: il tempo pessimo e le tempeste che si abbattevano sulla riserva facevano sì che l'impianto elettrico -già di per sé molto elementare e debole- saltasse un giorno sì e l'altro pure.
La cosa non sarebbe stata poi così drammatica se non fosse successa sempre nello stesso orario, poco prima di cena, quando Seth si abbandonava compiaciuto ai videogames. Perciò tanti saluti ai record infranti, ai livelli conquistati e alla principesse salvate.
Per questo motivo, con l'aiuto di Jacob, aveva deciso d'impiantare un mini generatore elettrico, che si sarebbe azionato quando l'energia veniva meno, dandogli perlomeno il tempo di salvare tutto ed evitare di passare la restante sera a maledire tutto ciò che gli passava davanti agli occhi.
Peccato però che la bravura di Jake come elettricista era inversamente proporzionale alla sua bravura come meccanico: passò un intero pomeriggio tentando di far quadrare i fili, e quando finalmente gli sembrò che tutto andasse bene si alzò in piedi.
Seth aveva sempre avuto, sin da bambino, una fiducia sconfinata in Jacob, ma in quel momento sentiva che qualcosa sarebbe andato storto: forse il suo sorriso troppo sicuro, forse il fatto che avesse impiegato un pomeriggio intero ad armeggiare con due soli cavi.
Fu un attimo, quando i fili fecero contatto con la spina della console, e tutte le luci della casa aumentarono di intensità per poi spegnersi completamente.
«La mia console!» l'urlo di Seth dilaniò l'oscurità della casa.
Si sentiva odore di bruciato -di plastica fusa e di carne affumicata- e numerose imprecazioni di Jake.
«La mano, merda, è bruciato tutto, cazzo»
Seth era in ginocchio e teneva tra le mani i resti della sua adorata playstation, fumante e distrutta.
Jake si alzò e grattandosi la testa in imbarazzo gli posò una mano sulla spalla. Poco ci mancò che il calmo e dolce Seth non gliel'azzannasse e cercasse di riparare al danno con i brandelli della sua carne.
«Mi spiace amico» mugugnò Jacob, a disagio. Si sedette accanto a lui e si morse un labbro.
«La mia console» continuò a ripetere affranto l'altro.
Jacob non seppe mai se lo baciò perché ne provava un tremendo istinto, acuito dal buio e dalla situazione, oppure per farlo stare zitto senza troppe storie. Fatto sta che si gettò sulle labbra sottili e morbide di Seth, che continuarono a muoversi ritmicamente al suono di: “la mia console”.
E per Seth l'amarezza di quel pomeriggio parve svanire.



Angolo autrice:
gliela dovevo, ad Abraxas, altrimenti questo qui mi manda i picciotti a farmi fuori. A dire il vero ora gli devo pure una Quil/Embry -ma questa è un'altra storia!
Non so voi, ma a me questa piace discretamenet (: è semplice e senza troppi fronzoli. Per quanto riguarda l'attaccamento alla console... non so voi, ma i maschi che io frequento sarebbero capaci di uccidere per i loro videogames -l'ho notato quando, provando a giocare a Assasin's creed il mio amico era più preoccupato per il joystick, piuttosto che per il resto della casa, considerando che mi muovevo tanto quanto il vero personaggio del gioco.
Non ho molto da dire (: -domani ho il compito di italiano e io sono taaaaaaaaaaanto scaramantica.
Rispondo ora alle vostre magnifiche e graditissime recensioni *smile*




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Capitolo 26
*** 25. Trucchi [Jane] ***


Personaggi: Athenodora; Jane
Parola:
026. Matita

Avvertimenti: sentimentale, introspettivo.
Note: Dora e Jane, sono millenni che le ho in testa ♥ Hope you like it! Ah, ho sempre amato questo trucco ♥
Credits: //



Trucchi





Jane aveva sempre trovato affascinante il modo in cui Dora si truccava. Era un'abitudine che la donna aveva sin da quando era stata appena trasformata e lo faceva con tale maestria e raffinatezza che ogni suo tocco pareva quello di un pittore.
A differenza di Sulpicia, che non poteva sopportare la presenza della piccola vampira, Athenedora sembrava compiaciuta e le sorrideva non appena la sentiva bussare.
Il suo tavolo da toletta era antico e lavorato con estrema bravura, nonostante risultasse, a un occhio poco attento, quasi scialbo e semplice. Eppure i piccoli ghirigori floreali, che salivano lungo tutte le zampe portanti, erano così particolari e raffinati da togliere il fiato.
Dora le diceva sempre di accomodarsi, facendole cenno di prendere una sedia o un piccolo sgabello. Jane rimaneva in un religioso silenzio, mettendosi al suo fianco e osservandola trafficare con le piccole boccette e i delicati piattini pieni di pigmenti.
Era un rito, quello, che si concludeva sempre con il gesto di Athenedora di bagnarsi con la punta delle dita, appena intinte nel profumo, dietro le orecchie.
Divertita si voltava verso la piccola Jane e le scostava i capelli dal viso, profumando anche lei con quella fragranza estremamente decisa e matura. La ragazzina era felice ogni qualvolta Dora faceva questo piccolo gesto. Non si trattava di un legame dichiarato il loro, né di qualcosa di estremamente intimo -come un rapporto tra madre e figlia. La loro silenziosa amicizia si sviluppava intorno a piccole e semplici azioni.
Con il passare degli anni Jane vide cambiare le mode sempre attraverso quello specchio e quella toletta: vide le ciprie, gli ombretti, il kohol, i rossetti. Vide la femminilità che aveva perso passare sotto il suo naso, mentre la più anziana la usava a suo favore, rendendosi ancora più bella.
Quando un giorno Dora la vide entrare eccitata, capì che qualcosa era cambiato. Come suo solito rimase in silenzio, prendendo a pettinarsi i lunghi capelli neri e mossi.
-Signora Athenedora...- iniziò titubante la giovane. Dora rimase sorpresa nel sentirla così insicura, voltò la testa e annuì, piuttosto curiosa.
-Sì?- gli fece segno di continuare, posando la spazzola sul tavolino e facendosi attenta.
-Ecco... sono sicura che vi sembrerà strano, ma volevo chiedervelo veramente... io... ho visto che ci sono molte umane della mia età che si truccano, padrona. Sembrano più adulte e più...- si zittì, guardando la bellezza matura della donna, bloccata proprio nel punto del suo massimo splendore.
-Donne?- sorrise amichevole quest'ultima, posando le mani sul grembo elegantemente.
Mordendosi un labbro con i piccoli canini appuntiti Jane annuì, piuttosto a disagio.
-Vorresti che ti aiutassi?- continuò sempre sorridendo, alzandosi e andandole di fronte.
Jane non parlò subito, ma alzò rapidamente gli occhi e le lanciò uno sguardo che riusciva a contenere tutto il bisogno che provava.
Athenedora sorrise nuovamente, di un sorriso buono e semplice, con le labbra perfette senza ombra di trucco.
-Su, siediti- le disse gentilmente, facendola accomodare al suo posto.
Sconvolta da tale proposta ci mise un po' prima di sedersi sullo sgabello che era sempre appartenuto a Dora. Si fissò allo specchio e vide che la sua immagine era piccola, semplice e arrivava a metà di dove quella della vampira adulta solitamente si trovava. Come se il riflesso della più piccola fosse racchiuso da quello della più adulta, che le stava dietro.
Athenedora si chinò su di lei e aprì i piccoli cofanetti, ricolmi di prodotti estetici, sorrise e le sussurrò: -allora, cosa vuoi che ti metta?-
Jane alzò lo sguardo e la fissò intensamente: aveva sempre notato che la donna prediligeva il kohol e, in tempi moderni, la matita, facendo di tutto per evidenziare il rosso acceso dei loro occhi. Sorrise, improvvisamente più sicura e tranquilla. Allungò la mano piccola, che conservava ancora una morbidezza infantile, e prese la matita nera tra le mani, porgendola alla sua signora.
Questa le regalò un sorriso speciale, di quelli che era capace di donare solo al suo amato marito, e accucciandosi davanti a lei, iniziò a truccarla.
Facendo scivolare la matita con delicatezza sul contorno dei suoi occhi sembrò farli risplendere, poi, come una madre commossa, prese il volto della bambina e la baciò leggermente sulla fronte, come se avesse appena sancito uno straordinario passaggio.

Angolo autrice:
mmmmmmm, indovinate? Domani ho un'interrogazione su una lunga relazione su Mazzini e visto che mi avete portato fortuna (♥ un bell'8 a italiano orale) ho deciso di replicare ;)
Non ho molto da dire, se non che mi piace ed è un po' più lunga delle altre.
Credo che la prossima la pubblicherò giovedì, dico credo perché ora come ora non ne ho nessuna pronta. Anzi, se avete personaggi da chiedermi mi farebbe molto piacere venirvi incontro (:


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Capitolo 27
*** 26. Luce accecante [Leah - Emily] ***


Personaggi: Leah; Emily; Sam
Parola:
082. Chiarezza

Avvertimenti: triste, malinconico.
Note: stando alla guida della Meyer -sì, mi hanno tacciata di essere una presuntuosa che si erigeva su uno scalino sopra la Meyer, quindi ho deciso che almeno per i lupi la seguirò nei suoi "consigli"- Sam iniziò quasi a "molestare" Emily, standole sempre dietro; lei lo disse a Leah, senza però fare nulla di sua iniziativa per farlo smettere. Così ci ho ricamato sopra, niente di che (:
Credits:
das_mervin

Luce accecante






Leah sapeva che Sam non era più quello di un tempo, sapeva che era diventato pazzo e sapeva che doveva continuare a rimanere accanto a lui, nonostante avesse deciso di rompere con lei.
Ma Leah sapeva anche che quello che stava facendo alla cugina aveva superato veramente ogni limite.
Quando vide Emily entrare in lacrime a casa sua, sentì veramente, per la prima volta nella sua vita, che qualcosa le si era incrinato dentro. Sam la stava praticamente molestando.
Sam, il suo Sam.
Ed Emily era così mortificata e imbarazzata che non voleva fare niente, ma dopo tutto lei era sempre stata così: troppo spaventata dal ferire chiunque, anche quel pazzo che la stava perseguitando.
Fu Leah, che, al contrario, era sempre stata pronta al confronto, a prendere in mano la situazione, entrando letteralmente di forza dentro casa Uley e affrontando, nonostante il dolore e la rabbia, lo sguardo del suo ex.
Ma lui, in verità, non la guardò mai durante quei tremendi istanti nei quali lei lo minacciò perfino di una denuncia se non l'avesse smessa. Era veramente impazzito a tal punto?, si chiese la ragazza uscendo e sbattendo la porta.
Quando alcune settimane dopo rispose al telefono e sentì Jenny, una delle poche infermiere dell'ospedale di La Push, che le diceva che sua cugina era stata ricoverata in seguito a un tremendo incidente, Leah si sentì morire.
Emily era la sua migliore amica, l'unica che le era rimasta dopo Sam, quell'appiglio a una vita normale, capace di farla risalire. Capitava che a volte, quando era veramente amareggiata, riuscisse a sentirsi un po' meglio immaginando la sua vita dopo: lei ed Emily, in una città lontana, la loro casa, degli uomini diversi. Una vita felice.
Corse all'ospedale e si paralizzò quando vide Sam tenerle una mano e piangere senza ritegno. Sam non aveva mai pianto per lei, mai. Neanche quando l'aveva lasciata.
«Emily, cosa è successo?!»  tremò, stringendole una mano. La ragazza voltò un po' la testa, che era completamente bendata e sorrise flebilmente: le labbra erano sfregiate e aveva dei punti a tenerle unite. Fece una smorfia di dolore e tornò a guardare il soffitto, sembrava tremendamente agitata.
«Che ci fai qui, eh?!» aggredì il ragazzo, tentando di fargli lasciare la mano. Ma fu un attimo, giusto il tempo di vedere che era Emily a stringere la presa.
Li guardò sconvolta, respirando a fatica.
«Leah...» quello di Emily parve un rantolo; Sam neanche si degnò di parlare.
«Cosa... sei una fottutissima bugiarda!» gridò, allontanandosi come scottata. Li fissò, facendo saettare gli occhi dall'uno all'altro. La stanza sembrava farsi più piccola ogni istante che passava e Leah si sentiva soffocare.
All'improvviso, come un pugno in pieno volto, tutto le divenne più chiaro.
E desiderò solo morire.



Angolo autrice:
cosa è successo? Perché ha aggiornato così velocemente? No, tranquilli, domani non nevicherà -a meno che non viviate al Polo Nord- né ci saranno catastrofi né Godzilla invaderà la vostra casa. È solo che a quanto pare questa storia porta fortuna, e lo sapete! All'interrogazione di storia ho preso 10+, domani ho un compito di Inglese e visto che ve l'avevo promesso e siete state velocissime nel lasciarmi 6 recensioni -e ve lo dico, per me non sono affatto poche!- ho aggiornato!
La storia è stata scritta per esaudire la richiesta di bellagilbert89 (: Spero ti sia piaciuta! E poi... siamo già arrivati a 190 recensioni e ho completato 1/4 della raccolta! Ora, io è da un bel po' che ho lasciato da parte i numeri (lo avrete notato anche voi, non dico più chi la preferisce etc etc), però questi numeri così vertiginosamente alti fanno venire un po' di scuotimento anche a me XD Così mi sono detta: chissà se ci arriviamo con Leah a 200?
E ora, visto che sono tanto felice, volevo chiedervi: perché ognuno di voi non sceglie un personaggio e un prompt?
Perché lo faccio? Tanto per ringraziarvi e farvi capire quanto vi voglio bene e quanto sia grata al vostro appoggio (:
Non ho altro da dire, questa sera mi dedicherò a rispondere a tutte le recensioni! (Sperando di riuscirci)



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Capitolo 28
*** 27. El amor de Cristos [Santiago] ***


Personaggi: Santiago
Parola: 064. Caffè
Generi: malinconico, storico.
Note: ecco, la prima richiesta esaudita. Dedicata a fila. Il mio Santiago è un mussulmano convertito, che vive a toledo più o meno nel 1080, anche se la storia è ambientata nel 1087/88, appena dopo la Reconquista della città. È un artigiano che lavora le lame. Per altre informazioni, credo dovrete aspettare un po' XD Non so se esiste un quartiere "de la Reconquista"
Credits: bakacupid

El amor de Cristos



Santiago aveva appena smesso di pregare e come ogni domenica lasciava alle sue spalle la cattedrale, inoltrandosi nei sottili e stretti vialetti della città di Toledo, lasciandosi trascinare dagli odori delle cucine.
Superò numerosi palazzi per ritrovarsi nel quartiere che tutti chiamavano “de la Reconquista”. Abitavano lì tutti quei mussulmani che si erano rivelati fedeli alla causa di Cristo ed avevano aiutato le forze cristiane a respingere i loro simili, per poi convertisti. Tecnicamente, quello doveva essere un piccolo miracolo.
Il ragazzo entrò in casa e sorrise alla madre, che aveva già iniziato a cucinare una profumatissima zuppa; prese un coltello, dell'acqua calda e la polvere di caffé. Si mise seduto davanti all'uscio di casa e posò sul tavolino la lama da affilare, iniziando a mescolare i due ingredienti per fare l'infuso.
Quando finì e l'acqua divenne abbastanza torbida, iniziò a sorseggiare con piacere la bevanda, chiudendo gli occhi. Gli piaceva quel sapore forte e deciso sul palato, che gli riscaldava il petto e scendeva fino al suo stomaco -sempre troppo vuoto. Posò sul piccolo tavolo il bicchiere e iniziò ad affilare la lama, producendo un rumore stridente, ma così ripetitivo da diventare quasi piacevole.
Non si accorse dei due giovani con gli sguardi smaliziati che si avvicinarono a lui, né delle loro risate sguaiate.
Dal collo di entrambi pendeva una piccola croce intagliata e i loro cappelli erano ornati di piume lunghe e colorate. Santiago era così preso dal suo lavoro che li ignorò, finché non sentì i loro passi fermarsi e i loro respiri un po' affannati stare davanti a lui.
« Senores, que desideran? » domandò sospettoso, non vedendo altro che cattiveria nei loro occhi.
Ma non fece in tempo ad alzarsi che uno dei due diede un calcio deciso al tavolinetto, facendoglielo volare contro e facendo cadere il bicchiere a terra.
Santiago aveva tutti i vestiti zuppi e il viso sporco: provò a parlare, ma immediatamente uno dei due lo colpì nello stomaco. Crollò a terra, tenendosi il ventre dolorante, e in quel momento un altro calcio lo prese in pieno volto, facendolo sanguinare copiosamente dalla bocca e dal naso. Da quell'istante non sentì altro che dolore, non aveva neanche il fiato per urlare e chiedere aiuto.
« Sporco mussulmano » ringhiò uno dei due.
« Bastardo infedele »
Gli insulti gli piovevano contro come una scarica di sassi, Santiago cercava solo di coprirsi e di evitare i loro colpi. Ma faceva male, così dannatamente male.
Quando finirono se ne andarono come erano venuti, circondati da piume e da risate perfide. A terra, vicino alla mano di lui, stava il crocifisso di uno dei due “cristiani”. Santiago lo prese e lo strinse con forza al petto.
Sulle labbra, continuava a sentire l'aroma di caffè.


Angolo autrice:
ehm, well... che dire *____________* mi stupite e vi amo, ma questo dovreste intuirlo dalle ritardatarie risposte che vi lascio. Domani compito di mate, e visto che mi portate tanta fortuna *li abbraccia forte* condivido con voi il mio dolore.
Ah, Santiago è un pazzoide religioso, ma io lo amo tanto tanto ♥


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p.s. non trovo un'icon decenete, l'aggiungerò dopo è.é"

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Capitolo 29
*** 28. Timidezza [Renata/Santiago] ***


Personaggi: Renata, Santiago; Felix; Demetri
Parola:
031. Musica

Avvertimenti: romantico, commedia.
Note: finalmente pubblico la storia scritta per Ariel (: è probabilmente una delle poche comiche che sono riuscita a scrivere XD spero sia almeno un poco poco divertente

Timidezza


Renata era, probabilmente, la persona più timida e riservata che Felix avesse mai conosciuto a eccezione di Corin, ma quel mocciosetto era un caso più unico che raro, sfiorava il mitologico oltre che il patologico. Lei stava sempre rintanata negli angoli più scuri e tutte le volte che doveva ritrovarsi accanto ad Aro e alla sua mania di stare al centro della scena, si vedeva quanto la cosa la facesse stare male.
Così, appena poteva, se ne ritornava nel suo cantuccio a leggere, scrivere e svolgere qualsiasi attività che le permettesse di rimanere nell'anonimato.
Probabilmente era questo atteggiamento schivo ad aver reso Santiago eccessivamente nervoso ogni qualvolta doveva parlare con lei: temeva sempre di dire qualcosa di sbagliato, così finiva per salutarla borbottando, scappando via.
Felix queste cose le sapeva perché Felix era la sora impiccetta di Volterra e tutto ciò che accadeva lui lo veniva a sapere. Peggio di una commare di paese tentava poi di invischiare anche il povero Demetri nei suoi pettegolezzi spicci, sempre con scarsi risultati.
La questione, comunque, rimaneva la stessa: Renata era timida, Santiago era timido ed entrambi erano la più timida e impacciata delle aspiranti coppie.
Ma se c'era una cosa che eccitava Felix più delle chiacchiere erano le chiacchiere al sapor di sesso, che riusciva sempre a estrapolare durante le missioni ai poveri sprovveduti che diventavano suoi compagni. Per questo aveva deciso che avrebbe aiutato l'impacciato Santiago a cavare il topo dal buco -o la topa, che dir si voglia.
Lo bloccò, con la sua solita grazia, in mezzo a un corridoio, in un'anonima giornata invernale.
«Amigo, tenemos que parlar» iniziò, con sguardo profondo.
«Hablar, Felix, si dice hablar» sospirò l'altro, scostandolo facilmente e già preoccupandosi dei possibili risvolti negativi di una chiacchierata con quel bambino dal corpo di energumeno.
«Siamo o non siamo in Italia?» rispose accigliato Felix, guardandolo male.
«Ma...»
«Appunto, si parla italiano»
Santiago lo fissò un attimo, poi scoraggiato lo lasciò fare, sperando di poterlo accontentare e passare oltre.
«Dicevo, dobbiamo parlare» lo ribloccò, Felix, trattenendolo fermamente.
«E di cosa?»
«Di topi e tope »
« Non sapevo ti piacessero gli animali domestici» fece per sviare Santiago, cercando nuovamente di divincolarsi.
«Mr. Simpatia, vieni» e fu un attimo, che Santiago venne risucchiato nel vortice del Don Giovanni,  ritrovandosi praticamente minacciato da Felix, che lo guardava torvo mentre gli dava i consigli.
«Devi essere sicuro di te»
«Felix, per favore, evita di sputarmi mentre parli... »
«Devi essere così sicuro di te che lei è sicura che tu sia sicuro, così diventerà sicura di sé e si butterà tra le tue braccia. Capito
« Sicuro... »
«Mi stai prendendo per il culo?»
«Assolutamente no»
Felix lo scrutò accigliato e si sporse oltre il tavolinetto che li divideva, inchiodandolo con gli occhi rubino: «Santiago, ne va della tua scopata, non della mia»
Al che, lo spagnolo, piuttosto sveglio, capì che Felix stava veramente facendo sul serio e vedendo piuttosto vicina l'opportunità di poter finalmente stringere la sua amata Renata tra le braccia, si zittì e iniziò -finalmente- ad ascoltare i consigli del Maestro.

Renata sentì in lontananza le voci di Santiago e Felix bisticciare, ma pensò che fosse una delle tante sfide che il secondo lanciava e che l'altro stava tentando di evitare. Quando, però, sentì la voce di Felix tuonare «vedi di fare l'omo, latino dei miei stivali» e il vigoroso rumore secco di una spinta, si voltò. Teneva in mano dei chicchi d'uva che stava contando annoiata, mentre fissava Santiago che, se avesse potuto, sarebbe diventato paonazzo.
Le sorrise flebilmente, mormorando: «que tienes?»
«Nada» rispose in un soffio lei, guardando piuttosto preoccupata l'enorme giradischi che lui teneva tra le mani. Lo vide posare l'oggetto sul suo letto, poi iniziare a smanettare con la puntina e con il disco e aspettare che partisse.
Per un attimo nella stanza si sentì solo il rumore gracchiante del vinile nero che girava a vuoto, poi, d'un tratto, il dolce suono di una chitarra armonica, accompagnata da altri strumenti.
«Santiago...» balbettò lei, sconvolta.
Ma lui, prendendo un enorme respiro, aveva iniziato a cantare la sua serenata, fissandola negli occhi e sciogliendosi poco alla volta, fino ad arrivare, perfino, a mettersi in ginocchio davanti a lei.
Renata era così incredula che aveva smesso di sentire la musica, concentrandosi solo sulle parole di Santiago, e soprattutto sul tono con le quali le pronunciava.
Sorrise dolcemente, e, quando la canzone finì, gli diede un leggero bacio sulle labbra.
Felix, da parte sua, aveva fissato attentamente la scena e ora si stava sfregando compiaciuto le mani.
«Sora impiccetta?»
Demetri, a sua volta, l'aveva studiato divertito, in silenzio, rimanendo dietro di lui. Si guadagnò uno sguardo truce e un ringhio sommesso.
«Che c'è?»
«Missione compiuta?»
Felix sorrise soddisfatto e ghignando pronunciò la tanto sperata sillaba: « sì ».


Angolo Autrice:
sono tornata? AAAA BOOOOOO! XD Sto scrivendo il capitolo di Aro sull'Enciclopedica e mi sta praticamente risucchiando, anche le vacanze hanno fatto la loro parte :D Detto ciò, spero sia stata di vostro gradimento, non so se qualcuno di voi ha letto la storia dedicata a Santiago nella raccolta "Volta la Carta", ma questo è una sorta di ampliamento della precedente drabble.
NOn dico altro, se non che spero vi sia piaciuta ;)



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Capitolo 30
*** 29. Primavera [Afton/Chelsea] ***


Personaggi: Aftono; Chelsea
Parola:
070. Primavera

Avvertimenti: romantico, commedia, kink.
Note: finalmente rispondo anche a Dragana, che mi aveva chiesto una Chelsea/Afton con prompt Primavera :D La storia è nata in seguito all'estrazione della coppia durante la maratona di warning del Cos :D
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Credits: Galatea


Primavera



Se c'era qualcosa che Afton amava profondamente era l'odore di incenso e di fiori, quell'odore tipico delle chiese che hanno appena visto svolgersi una messa. Un odore penetrante, forte, che si insinua per le narici facendole pizzicare.
Da umano non aveva mai avuto l'opportunità di respirare il corposo odore dei fiori appena colti, né di rigirarsi tra le mani gli steli delle rose, facendo attenzione a non ferirsi; e la chiesa dove ogni domenica andava con sua moglie e i suoi figli ad assistere alla messa puzzava di sudore e di morte.
Non c'era l'incenso e non c'erano i fiori.
Aveva così sviluppato una passione che sfiorava il feticismo per queste due cose: adorava quando Chelsea si infilava tra i capelli castani i bei garofani rossi che crescevano nel cortile, e quando si appuntava sul petto le morbide camelie. Fremeva, sentendo addosso a lei quegli odori che per lui erano afrodisiaci e non poteva fare a meno di avvicinarsi e stringerla a sé.
Chelsea, a sua volta, amava quello sguardo adorante che Afton le lanciava ogni qual volta portava dei fiori con sé. Decideva così, di tanto in tanto, di riempire la sua camera della più numerosa varietà di boccioli, ricoprendo con di essi tutte le superfici. Poi, divertita, creava strani componimenti con i petali lungo tutta la stanza, lanciandoli sul letto.
Una volta finito si stendeva nuda tra di essi, avvolta dalle coperte bianche del loro letto e si copriva con un semplice loto l'intimità.
Aspettava paziente che Afton tornasse e rimaneva ridendo a godere della faccia stupita e meravigliata del suo compagno, che chiudeva gli occhi e inspirava la fragranza che la stanza, ormai sembrando un vero e proprio paradiso terrestre, emanava.
Sorrideva, Afton, avvicinandosi a lei con ansia crescente.
Ansia di stringerla, di farla sua.
Ansia di poter amare la sua immortale primavera.




Angolo autrice:
il kink è una fanfiction in cui è presente un fetish, per me Afton ha il fetish per i fiori e l'odore di incenso, problems? *trollface*
Non ho molto da dire se non che... sono piuttosto triste che l'I ♥ shipping stia finendo ;_; e che sono stata così impegnata da non poter scrivere più di tanto.
Ho bloccato per un po' la pubblicazione di questa raccolta perché un'altra fanfiction mi sta catturando un bel po' - narrare la storia di Aro è moooolto faticoso!
spero che questo semplice aggiornamento vi sia piaciuto :D

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Capitolo 31
*** 30. Ticchettio d'orologio ***


Personaggi: Eleazar; Santiago
Parola:
008. Solitudine

Avvertimenti: angst, malinconico, missing moment.
Note: per me Santiago e Eleazar sono stati grandi amici. Eleazar fu un maestro per lui, un fratello e soppresse a lungo l'amore che provava nei confronti di Renata, visto che, seguendo le indicazioni di Dragana, secondo me lei ed Eleazar avevano avuto una storia di amore. Eleazar, per me, è stato un bibliotecario, quindi... spero la storia vi piaccia (:
Credits: 

Ticchettio d'orologio



Il ticchettio leggero dell'orologio sembrava creare un'eco interminabile all'interno della biblioteca. Santiago fissava in silenzio la schiena curva di Eleazar, che stava raccogliendo alcuni libri.
«Secondo me non dovresti portarli via... »
«Sono miei, Aro mi ha detto che posso farlo»
Il tono della risposta era freddo e distaccato e fece trasalire Santiago, che ritornò a tacere, mentre il rumore ovattato dei libri riposti in un baule di legno gli riempiva le orecchie.
Eleazar se ne stava per andare, con quella lì... quella strana vampira dagli occhi dorati che l'aveva ammaliato durante l'ultima missione. E avrebbe lasciato tutto: Volterra, la sua casa, Renata, lui.
Senza porsi alcun problema.
«Quello... almeno quello no, ti prego» disse, allungandosi per fermarlo: quell'edizione della Bibbia era la sua preferita, ci aveva studiato e conservava dei ricordi troppo importanti per farsela portare via.
Gli strinse un polso con forza ed Eleazar fu costretto a lasciare la presa, ringhiando di dolore.
«Santiago, dannazione...»
Il vampiro ritrasse immediatamente la mano e raccolse il libro. Non riusciva a guardarlo negli occhi, non dopo l'ultima litigata che avevano avuto riguardo a Renata. Più che altro riguardo al fatto che l'aveva letteralmente abbandonata. Per un'altra donna.
«Senti, Santiago... il mondo non è immobile» iniziò Eleazar, posando una mano sulla spalla dell'amico. Questi, però, si scostò, strinse le labbra e non disse altro.
«Io sono stanco, Santiago. Stanco di ipocrisie, violenza, ingiustizie. Non voglio più farne parte»
«Non...»
«Santiago, questo posto è corrotto fin da dentro le proprie mura. Trasuda sangue di innocenti, bugie, menzogne. Tu non puoi capire, tu non c'eri all'inizio...»
«Sono stronzate, Eleazar!» urlò, facendo tremare tutto l'ambiente. Era come se una furia tenuta a bada da troppo tempo si fosse sprigionata tutta d'un tratto. Lo specchio dalla magnifica cornice barocca si incrinò.
«Sono tutte stronzate. Non te ne puoi andare!»
Non se ne poteva andare, non poteva lasciare tutto, come se non gliene importasse niente
Non poteva non importargliene niente.
«Non è questa la vita che voglio continuare a fare. Non mi interessa, non la condivido» sibilò, chiudendo con uno scatto il baule e sporgendosi per tirarlo su.
«Non pensi a Renata?»
Santiago si era di nuovo sporto verso l'amico e aveva sbattuto a terra il baule con un gesto brutale. Tremava violentemente ed Eleazar sapeva che questo non era un buon segno. Si allontanò leggermente e mormorò: «Calmati, Iago... non sparisco. Niente sparisce... non noi»
«Renata si ammazzerà, lo so»
Il corpo asciutto di Santiago era teso e pronto a scattare, i suoi occhi rossi erano inchiodati su quelli dell'amico.
«Renata è una donna forte, mi ha capito. Le ho parlato» cercò di tagliare corto Eleazar. Sostenne il suo sguardo, sapendo che era l'unico modo con cui guadagnarsi la fiducia e il rispetto del compagno.
«Non puoi lasciare Volterra... »
«Smettila con questa litania, sai che non ti darò ascolto. Non questa volta» strinse le labbra e lo superò.
Al ticchettio dell'orologio si unì il rumore dei passi di Eleazar che lasciavano la stanza.
Santiago strinse il libro tra le mani fino a che le pagine non iniziarono a sbriciolarsi. Ma non fece niente, rimase lì, lasciando che l'unico rumore all'interno della biblioteca fosse quello della sua solitudine che cresceva.




Angolo autrice:
sono secoli che non aggiorno ;__________; non vogliatemi del male, ma Historia Apollinis mi sta letteralmente succhiando l'anima D: oltre che la scuola. Domani ho la simulazione di terza prova, la prima; e sono parecchio, parecchio incasinata D: Ho una fifa pazzesca e visto che questa storia e voi lettori mi avete sempre portato una grande fortuna... Speriamo in bene! <3
Vi prometto che la prossima volta scriverò una storia più allegra. Ve lo prometto ♥
MMMM, non ho molto altro da dirvi, se non un grande bacione!

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Capitolo 32
*** 31. Compleanno [Gianna] ***


Personaggi: Gianna
Parola:
 
024.Momenti
Avvertimenti: fluff
Note: scritta per festeggiare il compleanno di Vannagio. ♥ Tecnicamente uno i regali li dovrebbe fare presto, non alle 21.30 ♥ Hope you like it ♥
Credits: 
[info]deadly_lemonade

Compleanno

«Su, chiudi gli occhi»
«Felix, sai che non posso fare certe cose durante il turno di lavoro!»
«Gianna... sorvolando sul fatto che ho delle prove che tu, certe cose, le fai prima e dopo e durante il lavoro» ghignò il vampiro «non è certo questo quello che volevo fare»
La ragazza sentiva l'enorme mano di Felix premerle sulla schiena, mentre la conduceva – praticamente trascinava – nei corridoi.
«Allora cosa stai per fare?»
Si sentiva stranamente agitata: aveva dentro di sé la paura che la stesse portando nelle segrete, magari in qualche stanza oscura e buia, dove sarebbe diventata la loro cena – insomma, a Bianca era successa una cosa del genere.
Mentalmente iniziò a elencare tutti gli ultimi documenti che aveva archiviato e le parve di aver fatto tutto bene – lei faceva sempre tutto per bene. Allora cosa diamine voleva Felix.
«Su, perché fai tutta questa resistenza!»
«Felix, ho dei tacchi dodici, se spingi così cado. Su, rallenta»
«Ma non posso!»
Gianna sospirò, affranta; la cravatta rossa le impediva la vista e il suo “aguzzino” era fin troppo bravo per aver sbagliato un nodo o una modalità di bendaggio.
Sentì il cigolio di una porta che si apriva – doveva segnare di chiamare dei fabbri per sistemare quei cardini – e il silenzio più assoluto regnare dentro la stanza.
«Felix... si può sapere...»
All'improvviso il vampiro le tolse la benda e Gianna strizzò gli occhi.
La camera davanti a lei era buia – lo sapeva lei che qualcosa l'aveva sbagliato! - e in fondo sembravano tremolare alcune luci soffuse. Cercò di mettere a fuoco e si rese conto che le candele – candeline – erano state messe su una torta. Una magnifica torta.
Il sorriso ammaliante e cordiale di Aro troneggiava sopra le flebili fiammelle ed ebbe solo il tempo di rendersi conto che era lui che un coro di voci tremendamente melodiose iniziò a intonare un tanti auguri.
Gianna trattene il fiato e già si rendeva conto di essere scoppiata a piangere. Un pianto silenzioso e felice, dovuto a tutti quei sorrisi amichevoli e magnifici che le stavano rivolgendo.
Sentì la presa di Felix farsi più forte su una sua spalla, alzò un attimo lo sguardo e lo vide cantare allegro, insieme agli altri.
Istintivamente posò la testa sul suo petto, notando l'occhiolino allegro di Heidi, seguito da un sorrisetto malizioso di Aro.
Sorrise, non fece altro, sentendosi solamente felice.
Perché erano momenti come quelli che la facevano sentire a casa – la sua vera casa.

Angolo autrice:
aggiornato per festeggiare tutti insieme il compleanno di Vannagio ♥ *stritola con tanto ammmmore* Spero tu abbia passato una giornata bellissima, cara :D

Per quanto riguarda me... ecco, è una ff senza troppe pretese, che cerca di rappresentare quello che, secondo me, è l'ambiente all'interno del Palazzo dei Priori :3 se vi state chiedendo quale sia il regalo... bhè, la trasformazione, no?
Ho fatto la simulazione di terza prova, poi. Diciamo che è andata bene, la media era sul 7.5/8 D: Speravo in meglio, ma vabbuò! You can't have it all!
Altro da dire?
No, non mi pare :D -anzi, sì! Domani compito di matematica D:
Buonaserata a tutti ♥ e ancora tanti, tanti, tanti auguri a Giò ♥ - che è una santa, che mi sopporta sempre.

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Capitolo 33
*** 32. Nuvole [Irina] ***


Personaggi: Irina
Parola: 037. Nuvole
Avvertimenti: malinconico, introspettivo
Note: non ho molto da dire. La storia è stata scritta per la richiesta di bellagilbert89 (: spero che tu la legga e che ti piaccia ;)
Credits: [info]blame

Nuvole



Irina, in famiglia, era sempre stata quella incapace di guardare il cielo e pensare: “oh, che bell’azzurro”.
No, Irina stava sempre lì a indicare quella e quell’altra nuvola, preoccupata per la pioggia, incapace di godersi nulla, assillata da un’ansia inspiegabile per un essere immortale e potente come lei.
Ma Irina era così, attenta a tutto, ordinata – in modo maniacale – tanto da essersi quasi sentita male quando Eleazar e Carmen si erano uniti a loro: come poteva improvvisamente adattarsi all’idea di due estranei nella loro casa?
Altri oggetti, altri odori, altre nuvole all’orizzonte.
Ma alla fine, come il vento scacciava quella pioggia ancora immatura, allo stesso modo il tempo appianava gli spigoli più aguzzi delle cose nuove, modellandole, fino a renderle parte integrante della quotidianità.
Irina era sempre stata così e tutti rimasero sconvolti nel notare con quale calore aveva deciso di accogliere quel nomade, Laurent.
Lo guardò con attenzione, mentre questi spiegava con il suo strano accento cosa gli era accaduto, fissò intensamente il colore rosso dei suoi occhi – erano così strani, pensò tra sé, così diversi -. Per la prima volta, però, non provò paura del cambiamento, non si preoccupò di cosa sarebbe potuto succedere.
Irina, senza neanche rendersene conto, il giorno dopo che Laurent era entrato a far parte della loro vita, si mise a scrutare il cielo, senza notare neanche una nuvola.

 

Angolo autrice:

non aggiornavo questa raccolta da secoli ma, probabilmente, questa sarà la storia che non lascerò mai e poi mai XD e che voglio vedere a tutti i costi conclusa! In questo periodo tremendo della scuola mi sono ritrovata in difficoltà con tutte le altre storie che avevo in cantiere, ma mi ero preparata questa storiella da niente per i "periodi di magra".
Non è niente di che, me ne rendo conto, ma avevo voglia di scrivere un po' di Irina e di come la vedo io: Irina l'ho sempre immaginata come una donna chiusa, introversa, non ben disposta verso il cambiamento. In qualche modo queste sue paure sono state "confermate" da quello che accadrà poi a Laurent e a lei stessa.
However, non voglio tediarvi più del solito. Mi rendo conto che non ho risposto a tantissimissime recensioni, ma sappiate che ogni volta che ne leggo una vi mando così tanti cuoricini telepatici che dovreste vederli ♥

Ah! Un grazie particolare a Dragana ♥ che ha letto in anteprima questa storiella e mi ha dato il suo parere (:

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Capitolo 34
*** 33. Tip Tip Tip ***


Personaggi: Freaky Fred; Felix; Jane
Parola: 032.Canzone
Avvertimenti: commedia, romantico
Note: per chiunque non sappia chi è Freaky Fred, beh, presto detto: l'unico sopravvissuto del branco dei neonati creati da Renley e da Victoria. In verità sappiamo soltanto che ha dato un appuntamento a Bree e che se ne sarebbe andato se lei non si fosse presentata entro una certa ora. La Meyer ha detto che era una sorta di nerd, e ha il potere di far sentire male fisicamente (vomito, nausea) chi lo circonda, per questo è chiamato Freaky Fred. Non so perché ma dalla prima volta in cui ho letto di lui ho pensato alla coppia Fred/Jane. Non lo so XD
Credits: shalowater

Tip Tip Tip


Freaky Fred era un tipo strano, non che il nome non lo suggerisse. Un tipo strano che, non appena entrò a Volterra, non si curò minimamente dei Botticelli sul corridoio davanti alla sua camera né delle statue romane di particolare bellezza sistemate nelle nicchie del giardino.
Si sedette sul suo letto e guardò interdetto Felix, pronunciando probabilmente la quarta o quinta frase da quando l’avevano incontrato a Seattle.
«Scusa, a che mi serve?»
Il vampiro lo guardò stranito e si strinse nelle spalle.
«Beh, ci sei seduto… a qualcosa serve».
Freaky Fred sembrò saggiare bene le parole di quel vampiro nerboruto che gli ricordava tanto il quarterback che si divertiva a fare il bullo con lui e si alzò, andando a sedersi su una sedia dal design piuttosto semplice, posizionata davanti a una grande scrivania.
«Ora è inutile, no?»
Felix ne aveva visti di tipi strani, nei suoi millenovecento anni di vita, ma questo sembrava particolarmente più scemo degli altri – o forse era quel filo di nausea che era irrimediabilmente legato a quel neonato.
«Ci puoi scopare, è più comodo delle sedie e del pavimento» constatò con ancora più semplicità.
«Io non scopo» rispose altrettanto tranquillamente. Si guardò un attimo intorno e dopo aver portato un dito sul naso, quasi stesse risistemando degli occhiali invisibili, chiese se gli poteva procurare un computer portatile.
Felix annuì e borbottò un saluto prima di uscire; desideroso com’era di allontanarsi da quella fonte di nausea ambulante non si accorse di Jane, che si nascondeva velocemente dietro l’angolo.
La ragazzina si avvicinò con passi lenti alla stanza del nuovo arrivato e nel modo più discreto possibile si sporse per vedere dentro. Lo osservò intento a guardarsi intorno, a studiare con attenzione lo spazio intorno a lui. Fred si voltò un attimo e la vide. Jane spalancò gli occhi, agitata come poche volte in vita sua, urlò un «la cena è tra poche ore, preparati!» e corse via.

Nei giorni seguenti continuò ad avvicinarsi in silenzio, quasi si trattasse di un animale selvatico intento a conoscere un nuovo abitante della sua foresta. Lo guardò armeggiare con fili, cavi, chiavette USB. Non lo vide mai tanto in faccia, stava sempre dritto come un fusto sulla sua sedia, perfettamente immobile, con solo le dita che si muovevano rapidissime.
Così decise di avvicinarsi poco alla volta, passetto dopo passetto varcò la soglia della porta, poi si avvicinò alla scrivania e si sedette accanto a lui, per terra – visto che non esisteva niente di necessario all’infuori di quei tre oggetti che lui utilizzava.
Freaky Fred la guardò un attimo interdetto, sorpreso, ma senza neanche accorgersene le regalò un sorriso tranquillo, sicuramente non quelli smaglianti da latin lover, ma qualcosa di più fresco e sincero, quasi infantile.
Jane lo guardò stupita e si sentì in dovere di rispondere. Aprì il suo viso in un sorriso felice e decise di avvicinarsi e di posare la testa sulle gambe di lui.
Non era mai stata una tipa romantica, ma si era sempre detta che se mai avesse deciso di avere un compagno, questi le avrebbe dovuto dedicare una canzone, proprio come aveva fatto Eleazar con Renata; in quel momento pensò, con un sorriso sulle labbra, che quel “tip tip tip” frenetico sulla tastiera era un buon inizio.



Angolo Autrice:
eeeerrrr, eccomi qui di nuovo ù_____ù okay, la coppia è strana, e se non avete letto La Breve Seconda Vita di Bree Tanner probabilmente Freajy Fred sembrerà un semplice OC, ma... mmm, insomma, mi piacciono tantissimo XD
non ho molto da dire, se non che forse finalmente riuscirò a scrivere nuovamente a pieno ritmo :D
Grazie a tutti, e soprattutto a vannagio che ha supervisionato il capitolo :3

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Capitolo 35
*** 34. Bel Danubio Blu [Vladimir; Stefan] ***


Personaggi: Stefan, Vladimir
Parola: 096.Acqua
Avvertimenti: missing moment, introspettivo.
Note: rumeni, nothing else. Finalmente ho riscritto dopo un bel po'.
Credits: augustfalcon


Bel Danubio Blu


Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Tutta la sala sembrava muoversi allo stesso ritmo, un allungo, poi la punta di piedi, e poi di nuovo si rilassava, come un’onda, all’unisono, scivolava sotto gli enormi lampadari, la cui luce risplendeva sugli specchi e sull’oro che adornava tutte le pareti.
Stefan fissava in silenzio la scena, accanto all’enorme vetrata che era stata lasciata aperta per far entrare un po’ di aria in quella stranamente afosa serata viennese.
Vladimir si era lanciato nelle danze, corteggiando con sorrisi melliflui la sua futura vittima, una bella dama dal lungo e sottile collo bianco.
Stefan lasciò scorrere il suo sguardo languidamente su tutti gli ospiti della corte, sembravano non essere minimamente toccati dalle evoluzioni politiche che imperversavano in quegli anni, persi nella frivolezza di quel ritmo allegro e spensierato.
Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Sembrava quasi un passo di marcia più aggraziato, alleggerito dagli svolazzi degli enormi vestiti delle donne, dallo sfavillare dei loro gioielli, smacchiato dai bei panciotti abbottonati degli uomini.

Il sangue era ovunque, il veleno che bruciava la pelle, gli occhi, la bocca. Era scappato dal campo di battaglia strisciando e nascondendosi tra i resti dei cadaveri, teneva in una mano il braccio che gli era stato staccato, lo stringeva così forte che gli parve quasi di provare dolore lì dove ormai non c’era più nulla.
Ma ovunque non c’era più nulla.
Non c’era il villaggio, non c’era il suo clan, solo disperazione e sconfitta.

«Gradisce del vino?» un cameriere si era avvicinato e con un sorriso smagliante gli indicava uno dei bicchieri che portava su un vassoio. Sorrisi smaglianti, li odiava, gli ricordavano quel buffone di Aro, quell’assassino.
Non disse nulla e ne prese uno, scacciando con un gesto veloce il pover’uomo.
Bevve tutto d’un sorso. Avrebbe vomitato. Ma poco importava.

Sentiva lo scrosciare del fiume poco distante, istintivamente si mosse verso il rumore, attirato da una forza più forte di lui. Aveva paura del fuoco, e il fuoco lo stava per raggiungere. L’acqua non era più acqua, sostituita dal sangue e dal veleno; il bel blu del suo Danubio era uno scuro e inquietante rossastro.
Morte, ovunque.
Si chinò sulle rive e si guardò intorno disperato: ovunque brandelli di corpi, cavalli morti, resti di una battaglia che era stata persa perché sottovalutata.
In mezzo a quel caos dissezionato, vide ondeggiare un corpo integro, stranamente integro. Temendo si trattasse di uno dei Volturi rimase in disparte, nascosto nel fogliame più basso ma quei capelli… quei capelli così chiari non potevano appartenere che a Vladimir.

«Fratello! Dove eri finito?» il vampiro emergeva dal caos della folla danzante, tenendo per mano la sua compagna, che rideva per una qualche battuta sciocca appena fatta.
Stefan non rispose, strinse le labbra e dopo aver fatto un cenno rapido con il capo grugnì un: “ci vediamo dopo” e sparì dal salone.

«Fratello!» non aveva urlato, troppa paura, troppa ansia. Si era tuffato in acqua e nuotando rapidamente lo aveva raggiunto.
Si era poi mosso sott’acqua, scappando il più possibile lontano da quel luogo nefasto.
Era riemerso solo quando aveva visto il sole sorgere, penetrare sotto quelle acque che si facevano via via più chiare. Aveva trascinato il suo compagno nel bosco, nascondendosi in una piccola cavità di una roccia più grande e lì aveva atteso.
Aveva atteso che il suo braccio ritornasse al suo posto, che Vladimir si riprendesse, che qualcuno passasse così da potersi nutrire, aveva aspettato che il suo impero si ricostruisse e che i suoi nemici cadessero, costretti anche loro ad affogare nel sangue e nel veleno.

Un. Du’. Tre.
Odiava quel numero. Erano bastati tre di loro per distruggere anni di piani politici, di grandezza.
Stefan aveva atteso e stava ancora attendendo.

Angolo Autrice:
mamma mia quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento, mamma ma'! :D Mi fa piacere aver ripreso a scrivere almeno un po', anche se mi rendo conto che questa flash! è proprio una cagarella cagarella >.< Spero vi piaccia e spero ci sia ancora qualcuno a leggere questa raccolta :3
Vorrei ringraziare veramente molto vannagio, che l'ha letta e mi ha tranquillizzato (sì, avevo di nuovo un po' di ansia di prestazione). E... non ho molto da dire :) spero che a voi il bel valzer sia piaciuto più che a Stefan :D
Ulissae a.k.a. Laura

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