Desire

di God_Eden_Imperial
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Dopo essersi chiariti a teatro, Gilbert e Vincent si erano avvicinati molto.
Erano diventati inseparabili.
Il maggiore aveva anche deciso di spostarsi nella camera del fratellino. Passavano gran parte del tempo insieme ed erano più uniti che mai. Vedendoli così…attaccati, aveva fatto tornare i sentimenti di Noise per Vincent a galla, e ora la ragazza provava una certa invidia nei confronti di Gilbert. Rispetto al passato, riusciva a controllare le proprie emozioni molto meglio, ma non erano comunque rari i momenti in cui faceva qualche scenata di gelosia. A doversela subire era sempre Charlotte. Anche Leo non era da meno però. Se ne sorprese molto; passando tanto tempo in compagnia di Vincent, aveva iniziato ad invaghirsene ogni giorno di più.
Insomma, Vincent era molto bello e diverso dagli altri, non solo per i suoi occhi. Inoltre, il fatto che fosse di sette anni più grande di lui, lo attirava.
Certo, pensava ancora ad Elliot, molto. Ma spostare l’attenzione su Vince, lo stava aiutando a non soffrire più così tanto per la perdita.
Il suo servitore era gentile e lo trattava con amore. Lo sopportava e questo era una cosa che apprezzava molto nelle persone.
Per non parlare di tutto quello che aveva fatto per lui. Dalle voci che aveva sentito, di coloro che conoscevano bene Vincent, tutti dicevano che era un egoista fissato con Gilbert.
Si sbagliavano!
Non era solo questo, affatto!
Vincent era di certo la persona meno egoista che aveva conosciuto. Per tutta la vita aveva unicamente pensato alla felicità di suo fratello, tanto da voler morire pur di regalargli un mondo e un passato in cui lui non era presente. Aveva preso Leo dopo la morte di Elliot, promettendogli di proteggerlo e di eseguire ogni suo ordine.
“Dimmi cosa desideri”
Quelle parole erano ancora impresse nella sua mente nonostante fossero passati anni. Vincent lo aveva salvato e lui aveva salvato Vincent. Erano molto simili ecco perché a Leo piaceva la sua compagnia. Era l’unico che poteva capirlo veramente nel profondo e gli piaceva.
Molte cose che non aveva mai avuto il coraggio di rivelare ad Elliot, le aveva dette a Vincent e lo stesso valeva per quest’ultimo.
Alla fine gli era ovvio che, finché avesse tenuto Vincent con se, non avrebbe più sofferto tanto per la morte di Elliot.
Quindi doveva averlo!
Non sarebbe stato facile allontanare Vincent e Gilbert; doveva muoversi con cautela, avvinarsi al suo servitore con attenzione.
Una mattina, dopo aver sentito Gil uscire per primo dalla loro stanza, ci si intrufolò di nascosto. Notò Vincent ancora immerso nel mondo dei sogni. Chiudendo la porta a chiave, gli salì sopra, scuotendolo più volte finché non lo vide aprire gli occhi.
Girandosi verso Leo, rimase visibilmente sorpreso nel trovarlo a cavalcioni su di lui che lo fissava come fosse una preda.
“…non è il risveglio più strano che ho avuto nella vita…”
Leo sorrise alla battuta, tornando serio un attimo dopo e, chinandosi maggiormente verso di lui, sussurrò:
“Baciami”
Vincent sbarrò gli occhi, non sicuro di quello che aveva appena sentito. Forse, essendo ancora mezzo addormentato, aveva capito male.
“…cosa?”
“Un giorno Elliot mi disse che eri stato tu ad insegnargli come si bacia e tutto quello che c’è da sapere sul sesso”
Non ha peli sulla lingua, come sempre…
Pensò il più grande limitandosi ad annuire. Dato che la sua famiglia lo ritenevano troppo piccolo per sapere certe cose, Elliot aveva chiesto aiuto ai suoi fratelli adottivi. Chiaramente Gilbert era stato inutile, troppo imbarazzato per poterne parlare. Per fortuna Vincent non aveva di questi problemi, ed era stato grazie ai suoi consigli se Elliot poté rispondere a tono alle provocazioni di Leo.
“Quindi, in un certo senso, tu ed Elliot baciate nello stesso modo”
“Leo…abbiamo troppi anni di differenza”
“Vai a letto con tuo fratello”
“…non so come controbattere”
Non terminò la frase che si ritrovò le labbra di Leo sulle proprie. Mugolando per la sorpresa, tentò di allontanarlo ma Leo era parecchio insistente e alla fine dovette arrendersi.
Il più piccolo chiuse gli occhi, immaginando di baciare Elliot, ma sapere che in realtà si trattava di Vincent, il suo Vincent, gli stava facendo venire le vertigini.
Come aveva immaginato, i due avevano un modo di baciare molto simile anche se, ovviamente, Vincent era molto più esperto rispetto ad Elliot. Ma gli andava bene comunque.
Lo baciò per un po’, staccandosi solo quando dovette riprendere fiato. Era arrossito e ansimava. Vincent lo guardava senza fiatare, sbiancando quando vide il suo padrone sbottonarsi la camicia. Subito lo bloccò e, mettendosi seduto, lo guardò seriamente.
“Che cosa succede, Leo?”
Il ragazzino lo sorprese ancora, abbracciandolo e affondando il viso nel suo collo.
“Voglio solo sentirmi amato…non voglio più stare così male per lui. Charlotte lo dice sempre: tutti hanno bisogno di attenzioni ogni tanto. Voglio che sia tu a darmene”
Ammise staccandosi e guardandolo negli occhi. Vincent provò a parlare ma Leo lo zittì con un secondo bacio.
“In quanto mio servitore, devi eseguire ogni mio ordine. Questo è un ordine, quindi vedi di sbrigarti”
Esclamò Leo sfilandosi la camicia e facendo scambiare le posizioni. Ritrovarsi con la schiena contro il materasso, con qualcuno che torreggiava su di lui, gli fece tornare alla mente tutte le volte che lasciava ad Elliot il controllo.
Deglutì nervosamente, rendendosi conto che era da tanto che non lo faceva. Sapeva bene che Vincent sarebbe stato gentile, quindi non aveva nulla di cui preoccuparsi.
“Potresti pentirtene”
“Parli ancora?”
Lo rimproverò con voce tremante mentre lo tirava a se e allargava le gambe per averlo più vicino. Il suo corpo venne attraversato da un brivido sentendo le labbra di Vincent sul suo collo e all’orecchio arrossato come il suo viso.
“Se è questo che desidera il mio padrone, lo farò”
Leo annuì, chiudendo gli occhi, iniziando ad ansimare.
Di nuovo immaginò Elliot che lo baciava, lo toccava…
Immagine che svanì molto presto. Vincent era di tutt’altro livello rispetto al suo ex padrone e lo fece sentire talmente bene che, dopo anni, Leo si sentì di nuovo felice. Veramente felice.
“Dimmi cosa desideri”
Di nuovo quelle parole si fecero strada nella sua mente e nel suo cuore.
Cosa desidero? Vincent...il mio Vince…al diavolo Gilbert! Ti voglio per me! E al diavolo anche gli altri! Voglio solo te!

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


Dopo quella mattinata, Leo era più allegro del solito. Lo fu anche nei giorni a venire e non passò inosservato a nessuno dei suoi servitori. Tutti si domandarono cosa fosse accaduto per rendere il loro padrone tanto contento. Ovviamente Vincent non disse nulla; dopotutto, era convinto non sarebbe più successo. Quello di Leo era stato solo un capriccio, un momento di tristezza che aveva voluto colmare per distogliersi da fastidiosi ricordi.
Quindi si godette il resto delle giornate in compagnia di Gilbert, sicuro che Leo non avrebbe affrontato l’argomento, non senza prima chiedere il suo permesso…beh, si sbagliava di grosso.
“Vincent stasera facciamo di nuovo sesso?”
Aveva chiesto improvvisamente il nuovo Glen nel bel mezzo della cena. Vincent sputò l’acqua che stava bevendo, colpendo Lily in piena faccia. Charlotte si strozzò con il cibo e le mascelle di Gilbert e Noise si spalancarono.
Vincent tossì un paio di volte prima di riprendersi e guardare il suo padrone con occhi sconvolti.
“Oddio…ehm…”
“Vince che cosa succede qui?!”
Chiese Gilbert spostando l’attenzione su suo fratello seduto accanto a lui. Anche le ragazze lo fissarono in attesa di una risposta. Il poveretto era pallido in viso e sudava freddo. Prima di poter dire qualcosa, fu Leo a prendere parola.
“Ti rispondo subito Gilbert. Io e Vincent abbiamo fatto sesso e intendo rifarlo”
“Mi serve dell’acqua”
Esclamò Vince a disagio, scattando in piedi e correndo in cucina sotto gli sguardi ancora scioccati di Lottie e Noise.
Gil seguì subito suo fratello, ignorando la smorfia che si formò sul viso di Leo.
“Che notiziona…”
Sussurrò Charlotte riprendendosi dallo shock iniziale ma sbiancando non appena percepì una presenza omicida vicino a se. Girando lentamente lo sguardo alla persona che sedeva alla sua destra, ebbe un sussulto nel vedere Noise circondata da un’aura scura e minacciosa.
Non finirà bene…
Pensò la ragazza lanciando uno sguardo al suo padrone che, invece, sembrava piuttosto tranquillo.

“Che diavolo ti è saltato in mente?!”
Esclamò Gilbert entrando in cucina subito dopo Vincent.
“Me lo ha chiesto lui, ok?”
“Vuoi dire che è vero?! Per un momento ho pensato fosse uno scherzo”
“Ehi, sei l’ultimo a dovermi fare la predica visto quanto eri fissato con Oz”
“Sì, ma io non me lo sono mai portato a letto!”
Vincent non rispose. Era rimasto parecchio sorpreso dall’uscita di Leo. Certo, negli ultimi giorni era diventato più appiccicoso del solito e la sera precedente aveva voluto che gli lasciasse un succhiotto sul collo, ma rivelarlo così apertamente…
“E’ successo solo una volta, non avevo idea che-”
“Che cosa? Dai, era ovvio Vince. E’ sempre andato a letto solo con Elliot. Tu, che hai molta più esperienza, gli hai aperto un nuovo mondo”
“Non è colpa mia se sono così bravo. In ogni caso…gli dirò di no quindi, per favore, puoi tranquillizzarti?”
Gilbert sospirò e, appoggiandosi contro il tavolo, cercò di calmarsi. In effetti, se era stato Leo ad andare da Vincent, non poteva metterci bocca. Leo ormai era cresciuto ed era il capo. Vincent era sempre al suo fianco, gentile, lo viziava e accontentava ogni singola richiesta. Che Leo prima o poi si sarebbe preso una cotta non era una cosa da sottovalutare come, invece, avevano fatto tutti.
Leo andava da Vincent quando era triste, quando voleva qualcosa; quando dovevano uscire si aggrappava al suo braccio e non lo mollava più. Per non parlare del fatto che lo trascinava con se in biblioteca tutte le sante volte, anche quando doveva suonare il pianoforte. Ormai suonavano insieme come faceva con Elliot.
Vincent era diventato un sostituto? No, non era solo quello. La questione era più complicata.
Mentre ci pensava, Gilbert si rese conto di riuscire a capire lo stato d’animo del suo nuovo padrone. In passato, quando Oz era stato gettato in Abyss, grazie alla costante presenza di Vincent, era riuscito a non impazzire e trascorrere anni abbastanza tranquilli.
Il suo fratellino c’era sempre per le persone che riteneva veramente importanti, senza avere secondi fini.
“Scusa”
Disse infine avvicinandoglisi. Vincent alzò il viso verso di lui quando si ritrovò tra le sue braccia, la schiena appoggiata contro il suo petto.
“No, scusami tu…forse avrei dovuto parlarne con te”
Gilbert negò, poggiando il mento sulla spalla del più piccolo, sentendo i capelli biondi fargli solletico.
“Hai agito come ritenevi fosse giusto. Quanti giorni fa è successo?”
“Mhh…contando anche oggi, quattro”
Stavolta fu Gilbert a non rispondere, limitandosi a tenerlo stretto a se.
“Gil…sei arrabbiato?”
“Ma no, certo che no…se Leo lo voleva va bene…chi sono io per metterci bocca?”
“Sì, lo ha fatto notare anche lui”
Vincent sorrise sentendo il maggiore lasciargli una scia di baci bagnati lungo il collo.
“Puoi andare a letto con chi vuoi…basta che poi torni da me”
“Ma io voglio solo te Gil”
Sussurrò lasciandogli un bacio sulla guancia e fu Gilbert a sorridere.
“Sta attento con Leo, ok?”
Vincent annuì, rabbrividendo nel sentire le mani di Gil infilarsi sotto la sua camicia, accarezzandogli i fianchi e riprendendo anche coi baci.
“G-Gil”
“Sì? Che c’è? Vuoi che mi fermi?”
Chiese soffiandogli nell’orecchio e facendolo avvampare di colpo. Intanto infilava le mani nei pantaloni del fratellino a cui sfuggì un gemito. Dovette mordersi le labbra per trattenersi, aggrappandosi a lui e chiudendo gli occhi.
“Vuoi che continui?”
Sussurra ancora muovendo lentamente la mano tra le sue gambe, sentendolo indurirsi sotto al suo tocco mentre con quella libera gli accarezza la pancia.
“T-ti prego”
Geme Vincent attaccandosi più a lui. Ansima mentre un intenso calore si fa strada verso il basso ventre, facendolo mugolare per il piacere.
"Gil..."
All’inizio è un bisbiglio mentre suo fratello lo schiaccia contro la parete, mordendogli il collo e muovendo la mano più velocemente, oltrepassando la stoffa dei boxer. A quel punto il suo nome diventa più forte, più bisognoso e acuto, e Gilbert sa che dovrebbe zittirlo ma non ce la fa.
In quel momento a Gilbert non importa chi ascolta.
“Ehi, ehi, vuoi che gli altri ti sentano?”
Mormora. Vincent inarca la schiena, gli afferra l’orlo della giacca per tirarlo più vicino. I loro bacini si scontrano e questo fa sì che entrambi sussultino mentre il calore aumenta e si confonde con il piacere che cresce ogni secondo di più.
"Vuoi che sappiano che il tuo fratellone ti sta toccando?"
Per Gilbert è strano tentare di parlare sporco, ma su Vincent l'effetto è immediato. Si irrigidisce e alza il viso per permettergli di baciarlo mentre continua a gemere.
“Sì…Gil…lo voglio”
"Pensi che lo sappiano già?" 
Gilbert appoggia le labbra sul collo di suo fratello, mordendolo ancora e lasciandolo senza fiato. Muove la mano sempre più veloce e lo sente che sta per raggiungere il culmine, quindi non si ferma.
“La tua vita mi appartiene”
Sussurra, sporgendosi abbastanza in avanti, quasi contro l’orecchio di Vincent. 
"Sei mio"
“Sì…sono tuo…solo tuo Gil…Gil”
Stavolta Gilbert è costretto a tappargli la bocca mentre lo sente venire, irrigidendosi maggiormente. Vincent rabbrividisce, i capelli incollati al viso arrossato e il corpo che trema per il piacere che scompare lentamente.
“Bravo, fratellino, ci siamo capiti”


 
 

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Capitolo 3
*** Terza parte ***


“Dove vai conciata così, Lottie? Mettiti qualcosa addosso, sei indecente!”
“Sto andando da Vincent, Glen-sama. Anche io voglio fare sesso e lui è il migliore”
“Scordatelo, troia! Vincent è mio!”
“Ehi! Mi ha chiamato troia!”
“Già, grazie Noise”
“Nessuna di voi due pazze schizzate si avvicinerà a Vince. Adesso sta riposando, lasciatelo in pace!”
“Io sono il capo, posso disturbarlo quando voglio! Lottie vestiti!”
“Vincent sarà mio!”
“Noise non ricominciare e comunque io ho la precedenza!”
“Tu lo vuoi tutto per te, Nii-san
“Non potrebbe essere più vero, Lottie”
“Anche io voglio Vinceeeent”
“Sta zitta Lily!!!”
Vincent, chiuso in camera sua, sentiva il resto del gruppo discutere nel corridoio e percepì una sensazione di disagio.
Stavano litigando per lui? Proprio per lui? Forse stava sognando…un sogno piuttosto assurdo e tremendamente realistico.
“Questa è la realtà? Cioè…sta davvero succedendo tutto questo??”
Si chiese camminando avanti e indietro per la stanza, fermandosi davanti lo specchio per osservare la sua figura per intero.
Fin da quando era un bambino, tutti, a partire da Gil, gli avevano sempre ripetuto che era un bellissimo ragazzino. Crescendo la sua bellezza era aumentata visibilmente e le donne pendevano dalle sue labbra. La cosa divertente era che lui non doveva nemmeno impegnarsi perché ciò accadesse.
Gli bastava mostrare un sorriso, dire qualche parola gentile ed ecco che tutti cadevano ai suoi piedi. Forse avere due occhi di colore diverso, cosa assai rara, lo rendeva ancora più attraente e interessante.
Avvicinandosi maggiormente allo specchio, si accarezzò il viso, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Li stava lasciando crescere di nuovo, non riusciva a portarli corti. Forse per abitudine o forse, più probabile, dato che in passato era costretto a nascondere quell’occhio rosso, i capelli lunghi erano l’unico modo affinché gli altri non vedessero.
Non ci aveva mai riflettuto prima, non più del necessario. Spostò il viso altrove, per non guardarsi oltre.
Quando era piccolo era detestato e maltrattato: un’eresia. E adesso usciva fuori che tutti lo desideravano.
“Non capirò mai il mondo…”
Sussurrò lasciandosi cadere sul letto con un sospiro, iniziando a fissare il soffitto. Le voci degli altri, che continuavano a discutere, gli arrivavano ovattate, segno che si stavano allontanando.
Magari sarebbe riuscito a riposare un po’ adesso.
Chiudendo gli occhi, si lasciò avvolgere dalla stanchezza, aspettando di cadere tra braccia di Morfeo. Non vedeva l’ora. Da quando era uscita fuori la cotta di Leo nei suoi confronti, Noise era di nuovo impazzita e lo voleva di nuovo tutto per se, a costo di ferire qualcuno.
Con Charlotte, in passato, ci era andato a letto un paio di volte, ma solo per noia, non provava nulla per lei. Certo, era una bella donna, ma non gli suscitava nessuna emozione.
C’erano giorni in cui pensava ad Ada, immagine che svaniva immediatamente. Non gli piaceva ricordarla, quindi spostava subito l’attenzione altrove.
Aveva finalmente l’amore di suo fratello. Lo aveva desiderato, agognato, da tutta la vita; gli interessava solo questo…
Quindi perché essere venuto a sapere dei sentimenti di Leo, dovrebbe cambiare qualcosa?
Forse si era preso troppa confidenza o era stato il nuovo Glen a lasciare che si avvicinasse più del necessario?
In ogni caso ormai il dado era tratto.
Di Noise e Charlotte non gli interessava, non in quel senso almeno. Voleva Gilbert, quello era l’unico pensiero certo. Doveva parlare con Leo e risolvere la situazione.
Sì, è la cosa giusta da fare.
Si disse aprendo gli occhi e scattando in piedi. Uscendo dalla stanza, si guardò attorno. Come aveva immaginato, nel corridoio non c’era più nessuno.
Si chiese dove fosse Gilbert, poi si diresse velocemente verso la biblioteca. Leo ovviamente era lì, con uno sguardo accigliato.
“E’ permesso?”
Chiese bussando un paio di volte alla porta aperta e catturando l’attenzione del ragazzino. Appena Leo lo vide, i suoi occhi si illuminarono e un sorriso apparve sulle sue labbra.
“Vincent”
Esclamò correndo da lui per abbracciarlo. Vincent si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e gli accarezzò la testa, addolcito.
“Hai cambiato idea, giusto?”
“Veramente penso che dovremo parlare”
“Non c’è nulla di cui parlare. Io sono il tuo padrone, di conseguenza sei mio!”
Disse Leo spingendolo a terra e mettendosi su di lui.
Vincent sbarrò gli occhi, non aspettandoselo.
“Leo…seriamente…non credo che-“
“Silenzio! Non ti ho dato il permesso di parlare”
Lo zittì il nuovo Glen, chinandosi per posare le labbra sulle sue. Nella sua mente, l’immagine di Elliot rimase per pochi secondi, mentre approfondiva il contatto.
“Vincent…mi vuoi bene, vero?”
“Sì…sì, ma certo che te ne voglio”
Leo sorrise, accarezzandogli alcune ciocche di capelli e lasciandole ricadere lentamente sul tappeto.
“Allora non c’è niente da aggiungere. Ormai mi appartieni e non ti lascerò a nessuno, nemmeno al tuo adorato Gil”
Gli sussurrò a poco dalle labbra, rubandogli l’ennesimo bacio. Vincent non seppe come controbattere, non se la sentiva di allontanarlo. Leo desiderava solo affetto, non poteva negarglielo. Sapeva bene cosa significasse non avere nessuno che ti mostrasse un minimo di amore, non era quello che voleva per Leo.
Alla fine ricambiò e Leo ne fu immensamente felice. Quando si staccarono, sulle labbra del ragazzino si era formato un sorriso di vittoria e, alzando il viso in direzione della porta ancora aperta, rise beffardamente:
“Il mio Vincent ha fatto la sua scelta, mi spiace per voi”
Vincent sussultò e, scattando a sedere, con ancora Leo in braccio, si volse nella sua stessa direzione. Sbiancò quando vide, sulla soglia, Gilbert, Charlotte e Noise che li fissavano, uno più arrabbiato dell’altro.

 

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