Dopo il duello

di Stekao
(/viewuser.php?uid=1148068)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SENSO DI COLPA ***
Capitolo 2: *** NAGOYA ***
Capitolo 3: *** RIFLESSIONI ***
Capitolo 4: *** AL MOON SHADOW ***
Capitolo 5: *** SOTTO LE STELLE ***
Capitolo 6: *** COLPO AL CUORE ***
Capitolo 7: *** DESIDERIO ESAUDITO ***
Capitolo 8: *** NUOVE STELLE ***
Capitolo 9: *** NOI SIAMO...NOI ***



Capitolo 1
*** SENSO DI COLPA ***


1. SENSO DI COLPA

Era fuggita, poco dopo il combattimento tra Ryo e Falcon. Vinta dalla vergogna per l’errore commesso al cimitero, Kaori, resasi conto di poter essere un pericolo e un ostacolo per Ryo, si era ritrovata a vagare per le strade di Tokyo in preda al senso di colpa.

Lo aveva lasciato a casa, fasciato e dolorante, ed era corsa via, lontana da tutti quei pensieri strazianti che in quelle ore le avevano lacerato l’anima.

Non era in grado di essere una partner degna per Ryo che per l’ennesima volta aveva rischiato la vita per proteggerla…

Lei lo amava, di un amore unico e profondo, ma ormai da tempo aveva capito che i suoi sentimenti per lui non sarebbero mai stati corrisposti. E allora a cosa sarebbe valso rimanergli ancora accanto?

Non avrebbe mai più potuto sopportare di essere un ostacolo per lui e per la sua incolumità.

Si sentiva una inutile palla al piede e aveva quindi deciso di fare l’unica cosa possibile… andarsene, lasciarlo libero… Senza di lei Ryo avrebbe avuto senz’altro una vita migliore.

Aveva preparato una piccola borsa con il necessario ed era uscita da quella casa senza guardarsi indietro.

-Dove andrò adesso? Che farò?- si ritrovó a chiedersi sedendosi sulla gradinata del parco.

E all’improvviso una idea le balenó in testa. Corse a perdifiato verso una delle cabine telefoniche site a poca distanza da lei e tirò fuori dalla borsa il suo taccuino.

Qualche mese prima aveva incontrato, del tutto casualmente, Tomoko Inoue, una sua vecchia vicina di casa, una signora estremamente gentile alla quale sia lei che il fratello avevano sempre voluto molto bene.

Poco prima che Hide morisse, Tomoko e suo figlio si erano trasferiti a Nagoya e la donna, prima di partire, aveva rilasciato a Kaori il suo nuovo recapito promettendole che l’avrebbe chiamata non appena la compagnia telefonica avesse attivato il suo nuovo numero telefonico, ma con l’uccisione di Hideyuki, tutto era andato a rotoli e con il trasferimento di Kaori, presso la casa di Ryo, le due avevano finito col perdere definitivamente i contatti ed erano quindi passati diversi anni dall’ultima volta in cui si erano viste, ma il destino ci aveva messo lo zampino permettendo alle due donne di rincontrarsi una mattina, per caso, per le vie di Tokyo.

La signora era tornata in città per qualche giorno per far visita ad alcuni parenti e fu tanta la gioia di entrambe nel rivedersi, che si erano ripromesse che da quel momento non avrebbero mai più perso i contatti.

– Semmai avrai bisogno, per qualunque cosa, non esitare a contattarmi –

Questo le aveva detto quella dolce vecchina, poco prima di salutarsi e rilasciandole il suo nuovo numero di telefono.

L’aver appreso della morte di Hideyuki aveva scosso profondamente Tomoko e avrebbe davvero fatto di tutto per aiutare Kaori semmai ne avesse avuto bisogno.

E in quel momento quindi, quelle parole risuonarono nella testa della sweeper. Forse non era stato un caso che avesse rincontrato la sua cara vicina.

Un nuovo punto di partenza, un segnale del destino per esortarla ad andare lontano e a ricominciare la sua vita senza Ryo.

Kaori, dopo aver parlato con Tomoko, non perse tempo.

Come aveva previsto, infatti, la donna si era resa subito ben disponibile ad accoglierla, ma Kaori, sentendosi già fortemente in colpa nel doversi approfittare della sua generosità, mise immediatamente in chiaro che si sarebbe trattato soltanto di qualche giorno, del resto in quel momento non aveva abbastanza soldi per potersela cavare da sola, ma avrebbe fatto di tutto per poter riprendere in mano la sua vita in completa autonomia trovando un nuovo lavoro.

Si sentiva una vigliacca, non aveva avuto il coraggio di affrontare Ryo, ma il senso di vergogna provato per avergli fatto rischiare la vita, era troppo grande perché riuscisse a superarlo, inoltre era certa che Ryo fosse in collera con lei al punto da non avere alcun interesse né a rivederla né a parlarle.

Cercando di trattenere le lacrime che sentiva già inumidirle gli occhi, riprese il telefono componendo un nuovo numero.

“Pronto?” la voce dell’amica risuonó dolcemente nelle sue orecchie.

“Miki?” la chiamó mestamente Kaori…

“Kaori, che succede?” le chiese la barista percependo all’istante lo stato di sconforto nel quale riversava la ragazza

“Devo andarmene” disse Kaori all’improvviso

“Che significa?” chiese Miki preoccupata

“Se mi vuoi bene ti prego… non farmi altre domande. Volevo solo salutarti…”

“Ma che vuol dire che te ne vai? Come puoi chiedermi di non farti altre domande? Ma dove andrai? E a Ryo lo hai detto?” cercó di incalzarla Miki basita di fronte alle parole dell’amica

“È una cosa che devo fare… Ti prego, cerca di capirmi… ti voglio bene Miki, sei e resterai per sempre la mia più cara amica.. Ti chiamerò” e senza darle il tempo di ribattere, Kaori abbassó il ricevitore lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Avrebbe voluto quantomeno salutare l’amica stringendola a sé in un forte abbraccio, ma sapeva che Miki non le avrebbe mai permesso di andarsene e non poteva rischiare che riuscisse a convincerla a restare.

Aveva deciso per il bene di Ryo e doveva perseguire in ogni modo il suo obiettivo. Ma c’era ancora una cosa importante da fare. Trovare Sonia e parlarle… ma dove avrebbe potuto cercarla?

Mettendosi il borsone in spalla, uscì dalla cabina e il caso volle che la vedesse camminare proprio in quel momento poco distante da lei…

Le corse incontro.

“Sonia!” la chiamò

La ragazza si voltò di scatto avvicinandosi a Kaori…

“Kaori, ti stavo proprio cercando! Volevo chiederti scusa…”

“Non devi scusarti… anzi, avrei voluto proprio parlarti e sono contenta che tu sia qui…”disse Kaori abbassando lo sguardo per poi proseguire…

“Tu sei più adatta di me come socia di Ryo… io non sono in grado di stare al suo fianco. Ryo è stato ferito perché io sono entrata al cimitero, sarà arrabbiato con me… finisco sempre per essere di intralcio. Lui con me sarebbe sempre in pericolo, rischierebbe continuamente la vita per me… non posso, non riesco…”Kaori si interruppe per un attimo vinta dall’emozione… poi, dopo un profondo respiro, continuò

“Vorrei davvero che prendessi il mio posto Sonia… anche Ryo ne sarebbe felice…” per un attimo sorrise al pensiero di Ryo che finalmente avrebbe avuto una socia capace, oltre che bellissima, al suo fianco. Di sicuro quel pervertito avrebbe gradito enormemente quel cambio di ruoli…

“Io sto per andarmene… ma sarei più serena se sapessi che accanto a lui ci fosse qualcuno in gamba come te. Tu sapresti coprirgli le spalle e poi vi conoscete, Ryo è stato molto legato sia a te che a tuo padre…”

“Vuoi davvero che sia io a prendere il tuo posto?” chiese Sonia incredula

Kaori annuì sorridendole dolcemente.

“Va’ da lui… Addio Sonia” le disse di getto, prima di voltarsi e correre verso l’uscita del parco lasciando Sonia in preda a mille pensieri.

Ryo si risvegliò ancora intontito. Si alzò e si accorse subito dell’assenza di Kaori.. La chiamó per sincerarsene quando l’occhio gli cadde su un biglietto lasciato sul tavolino di fronte al divano.

Quando lo lesse un brivido freddo percorse la sua schiena

HO PRESO LA DECISIONE MIGLIORE PER ENTRAMBI.

TI LASCIO LIBERO RYO.

ABBI CURA DI TE, SCUSAMI. KAORI

Accartocció quel pezzo di carta e corse verso la porta dell’appartamento in uno stato di folle agitazione, ma non appena la aprì si ritrovó Sonia di fronte a lui.

“Sonia, che ci fai qui!?” chiese Ryo guardandola stranito

“Io e Kaori abbiamo parlato e mi ha detto che sarebbe felice se prendessi io il suo posto e quindi…”

“Se prendessi tu il suo posto?”Ryo la guardò allibito…

“Ma come? Allora tu non ne sai niente? Credevo ti avesse informato in qualche modo prima di andarsene” disse Sonia fissandolo preoccupata…

“Che significa che se n’è andata? Dove?” chiese Ryo in preda al panico per quella rivelazione.

“Non lo so… mi ha solo detto di non sentirsi all’altezza del ruolo, che forse saresti stato arrabbiato perché per l’ennesima volta hai rischiato la vita per lei e che quindi preferiva lasciarti con qualcuno di più capace…”

“Arrabbiato? Ma io non sono affatto arrabbiato…io…”

Sonia, nel notare il profondo turbamento nel quale era sprofondato lo sweeper, si intristì…

“Lo avevo capito subito...” disse all’improvviso.

“Avevi capito cosa?” chiese Ryo ridestandosi per un attimo dai suoi tormenti

“Tu la ami” rispose lei secca

“Non dire sciocchezze” cercó di dissimulare lui sentendosi fortemente a disagio nel dover affrontare quel tipo di conversazione.

“Avevo già capito quanto tu tenessi a lei, ma tu la ami davvero e non puoi pensare di vivere senza di lei nella vita e nel lavoro… puoi cercare di ingannare te stesso, ma io non sono nata ieri Ryo”

Lo sweeper si raggeló.

“Sono stata una stupida… come ho potuto pensare di poter prendere il suo posto? Per quanto io possa essere più capace di lei, è Kaori la tua compagna ideale… tu non potrai mai fidarti di nessun altro come ti fidi di lei… e non potrai mai amare nessun’altra, come ami lei… se non ci fosse stata lei nella tua vita, forse… forse mi umilierei di fronte a te pregandoti di tenermi al tuo fianco, ma dopo tutto questo io…io mi sento ancora più stupida…avrei dovuto fermarla, cosa ci fai ancora qui?! Non perdere tempo con me, và da Kaori… và a prenderla!”

Ryo, ancora intontito per tutta quella assurda situazione, non se lo fece dire due volte e corse via il più veloce possibile, per poi però fermarsi in mezzo alla strada poco dopo. Kaori se ne era andata… ma dove? Dove avrebbe mai potuto trovarla?

Cercó di calmarsi per riflettere fino a quando decise di recarsi al Cat’s eye. Si augurava che almeno Miki sapesse qualcosa in più.

Nell’istante in cui giró l’angolo peró, vide Miki corrergli incontro trafelata.

“Ryo!” gli gridó

“Stavo proprio venendo da te! Kaori se n’è andata!”

“Lo so, è stata Sonia a dirmelo… ma sai dov’è?”

“Speravo potessi dirmelo tu… mi ha solo chiamata dicendomi che doveva andarsene e che se le volevo bene non avrei dovuto farle altre domande… a questo punto mi pare evidente che abbia lasciato Tokyo”

Ryo incredulo di fonte a quell’affermazione, ma rendendosi conto del fatto che Miki avesse ragione, cominciò a correre a perdifiato verso la stazione seguito dalla barista.

Una volta sul posto cominciarono a cercare Kaori disperatamente dividendosi le zone dove guardare sperando di scorgerla da qualche parte, ma tutto fu vano.

Kaori infatti era riuscita ad acquistare il primo biglietto per Nagoya ed a partire piuttosto in fretta ed in quel momento si trovava proprio lì, su quel treno che l’avrebbe portata lontana abbastanza, per poter cominciare una nuova vita.

Ryo, ancora piuttosto affaticato sia per la ricerca sia per il suo stato fisico non proprio ottimale, scosse la testa non appena Miki gli andò incontro con sguardo affranto.

Kaori non era lì e tutto sommato, per quanto ne sapevano, avrebbe anche potuto prendere un aereo o un qualunque altro mezzo per andare chissà dove. Non sarebbe stato più possibile rintracciarla. L’unica cosa da fare era aspettare che si facesse viva lei. Aveva detto a Miki che avrebbe chiamato e non restava che sperare lo facesse in fretta.

Ryo rientrò a casa dopo aver vagato ore per la città cercando di calmarsi… non appena varcó la soglia si accorse che Sonia se n’era andata. Ancora non si capacitava di come Kaori avesse potuto cedere a lei il suo posto.. Come potesse anche solo pensare che preferisse un’altra socia a lei. Beh, in realtà non era poi così difficile da capire…

Ogni occasione era buona per denigrarla e farle credere che sarebbe stato meglio senza di lei, ma ad ogni modo perché andarsene senza parlargli? Credeva davvero che potesse essere così arrabbiato con lei da detestarla per quanto accaduto? Ma lui non la detestava affatto! Come avrebbe potuto! Lui la amava...disperatamente! E adesso avrebbe dovuto fare i conti con tutto quello che in quegli anni non era stato in grado di dimostrarle al punto da convincerla ad andarsene via per sempre….

Preso com’era da quei tristi pensieri, posando le chiavi di casa sul tavolo del salotto, si accorse di un messaggio in segreteria.

Con uno scatto fulmineo la azionó per ascoltare…

“CIAO RYO…” la voce di Kaori riecheggiò nella stanza e lo sweeper sentì il proprio cuore stringersi come in una morsa.

“SONO ARRIVATA… VOLEVO SOLO DIRTI CHE STO BENE…” la ragazza si interruppe per dei secondi che a Ryo parvero interminabili

“SAI, CI HO PENSATO E VOLEVO CHIEDERTI SCUSA PER ESSERMENE ANDATA COSÌ SENZA AVERE IL CORAGGIO DI PARLARTI DI PERSONA… E SCUSA PER QUELLO CHE HAI DOVUTO PASSARE A CAUSA MIA…SONO CERTA CHE CON SONIA SARETE UNA SQUADRA FORMIDABILE… MAGARI… MAGARI TI RICHIAMO”

Il messaggio era terminato e Ryo si ritrovó ad ascoltarlo e riascoltarlo decine di volte… ‘sono arrivata’…. Ma arrivata dove? E poi davvero lo avrebbe richiamato?

Si maledisse per non essere rientrato subito a casa… se lo avesse fatto avrebbe potuto rispondere a quella telefonata e magari convincerla subito a farsi dire dove si trovava.

- Perché diamine sei sempre così impulsiva e sconsiderata?! - si ritrovó a pensare passandosi nervosamente una mano fra i capelli

- Mi sono innamorato di te anche per questo... - sorrise amaramente fra sé, turbandosi per la spontaneità con la quale quel pensiero era apparso all’istante nella sua mente.

Suo malgrado non poteva far altro che aspettare, ma già sapeva che quell’attesa gli avrebbe lacerato il cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** NAGOYA ***


2. NAGOYA

Kaori, giunta a Nagoya, dopo essersi fermata in una cabina e aver lasciato il messaggio a Ryo in segreteria, prese il primo taxi disponibile e si recò immediatamente all’indirizzo rilasciatole dalla signora Tomoko. Le due, non appena si videro, si strinsero in un forte abbraccio.

La simpatica vecchina non perse tempo, aveva ovviamente percepito del malessere in quella cara ragazza e ne approfittó subito per chiedere a Kaori cosa la turbasse e cos’è che l’avesse spinta a recarsi da lei.

La ragazza, dapprima titubante, alla fine si decise a raccontare quanto accaduto, tralasciando peró di spiegarle nel dettaglio che tipo di lavoro svolgessero insieme lei e Ryo… al termine del suo racconto la signora Inoue non poté fare a meno di chiederle…

“Quindi se ho capito bene tu e questo Ryo eravate una specie di detective privati, tu sei innamorata di lui e visto che lo hai messo in pericolo più e più volte, ti sei convinta che sia arrabbiato con te, che non voglia più vederti e che stia meglio senza di te, giusto?”

“Ma…ma io non ho mai detto di essere innamorata di Ryo” balbettó Kaori, imporporandosi all’istante

“Beh mia cara, ho una età per capire certe cose anche se non mi vengono dette esplicitamente…e qualcosa mi fa credere che tu non abbia preso la decisione giusta… scappare non è mai la decisione giusta… parlare, confrontarsi, comunicare, dirsi tutto…. Questa è l’unica decisione giusta… qualunque siano i rapporti che legano le persone”

Kaori percepì una sorta di tristezza nelle parole della donna, al punto che non riuscì a tacere…

“Tomoko… C’è qualcosa che non va?”

La donna rimase in silenzio come se non avesse udito la domanda di Kaori, che a quel punto provò ad insistere…

“Ti prego Tomoko… anche se non ci vediamo da tanti anni sai che puoi fidarti di me. Se c’è qualcosa che ti turba sarei felice se me ne volessi parlare… a maggior ragione visto che sono piombata all’improvviso nella tua vita e non vorrei davvero esserti di intralcio, se io…”

“Non dirlo neanche per scherzo!” la interruppe la donna immediatamente

“Non mi sei di intralcio affatto… Sono felice di poterti aiutare.. solo che… beh sì… anche io avrei qualcosa che vorrei raccontarti in realtà, ma prima voglio mostrarti la tua camera, voglio che ti sistemi e che prendi confidenza con questa casa… è davvero una gioia averti qui con me Kaori” e così dicendo strinse nuovamente la ragazza forte a sé.

Tomoko mantenne la promessa e non appena Kaori si fu sistemata nella sua nuova stanza, iniziò il suo racconto…

“Immagino ti ricorderai ciò che ti dissi tempo fa quando ci siamo rincontrate a Tokyo… del fatto che mio figlio Akio avesse sposato una donna, Midori e che mi abbiano regalato due splendidi nipotini… la mia principessa Naomi di 5 anni e il piccolo Juro di due. Ebbene, purtroppo, nonostante sia stato un matrimonio felice, dopo un po’ le cose hanno cominciato a vacillare e i due hanno deciso di separarsi circa sei mesi fa.

Cose che capitano… Per quanto all’inizio ne abbia sofferto…

Considero Midori come una figlia, le voglio molto bene tant’è che, nonostante la separazione, non ho voluto che se ne andasse dall’appartamento sopra il mio… è stato mio figlio a trasferirsi, anche per questioni di comodità, in un appartamento più vicino al suo ufficio e insomma.. Tra me e lei c’è sempre stato un buonissimo rapporto e lei si è sempre rivelata essere una donna dolce e amorevole con i suoi figli, ma poi…ma poi circa due mesi fa se n’è andata… all’improvviso… ha lasciato i bambini ad Akio ed è letteralmente sparita”

“Ma non avete provato a contattare la polizia?” chiese Kaori estremamente dispiaciuta per tutta quella situazione

“No, non lo abbiamo fatto perché Midori ogni tanto telefona per parlare qualche minuto coi bambini, ma non ha voluto lasciarci nessun recapito… Dobbiamo sempre aspettare che sia lei a chiamare e quando lo fa ha un tono strano…è come se non si sentisse libera di parlare tranquillamente. Ad ogni modo ci ha assicurato che la sua decisione di andarsene è stata voluta…se ne è andata spontaneamente e non vuole essere trovata…non possiamo contattare la polizia con questi presupposti... Inoltre mio figlio ha un lavoro di spicco in città, pensa allo scandalo che questa cosa comporterebbe, non vogliamo mettere i bambini sotto le luci dei riflettori… Solo che siamo in un vicolo cieco adesso… non riesco a capacitarmi di come Midori abbia potuto fare questo ai suoi figli…lei adora i suoi figli. Ha detto che tornerà ma… ma non so come spiegarti Kaori, aveva da poco trovato un impiego in una profumeria e le piaceva quel lavoro, poi di punto in bianco si è licenziata adducendo strane scuse ed è andata via… ho quindi avuto da subito una strana sensazione e temo ci sia sotto qualcosa, che non sia stata del tutto sincera con noi, ma cosa possiamo fare? Per adesso quindi cerchiamo di mantenere una parvenza di normalità, abbiamo detto a tutti che Midori è andata all’estero con degli amici per una vacanza, ma questa scusa non reggerà per molto…inoltre Akio ultimamente è in difficoltà a gestire i bambini da solo, io sono anziana Kaori e posso dargli una mano, ma non riesco ad essere di grande aiuto…ho un problema alle gambe e trovo difficoltà anche ad accompagnarli al parco… non è facile avere a che fare con due bambini così piccoli”

Kaori, che aveva ascoltato tutto il racconto della donna in completo silenzio, a quell’affermazione scattò subito in piedi

“Ma posso aiutarvi io coi bambini! Sarebbe il minimo che potrei fare per ripagarti della tua ospitalità… e qualcosa mi dice che Midori tornerà a casa presto”

Kaori aveva infatti subito pensato ad un piano per aiutare la dolce Tomoko e la sua famiglia. Se non era possibile avvertire la polizia ufficialmente, si sarebbe fatta aiutare lei in maniera ufficiosa... Del resto conosceva un’ispettrice che faceva proprio al caso suo…

Erano già trascorsi alcuni giorni da quando Kaori se ne era andata e Ryo viveva costantemente sul filo del rasoio. Per quanto tentasse in ogni modo di far credere a tutti di essere sereno e di aver accettato la decisione di Kaori di andarsene, la verità era che dentro si sentiva morire e il fatto che non avesse ancora richiamato, lo stava mandando completamente al manicomio.

Ogni scusa era buona per recarsi al Cat’s eye sperando che Miki gli comunicasse di essere stata contattata da Kaori, ma giorno dopo giorno le sue speranze andavano affievolendosi sempre di più.

Nonostante tentasse di comportarsi come lo stupido di sempre, Miki aveva perfettamente percepito lo stato di agitazione e di disperazione nel quale Ryo era piombato e lei stessa, trascorsi quei sette giorni, aveva ben presto cominciato a preoccuparsi seriamente per l’amica.

Quel giorno Ryo si presentó al Cat’s eye molto presto come ormai accadeva da diverse mattine. Era evidente che non dormisse più, lo testimoniavano le profonde occhiaie che ormai erano apparse sul suo volto stanco e che sembravano non volersene più andare.

“Ancora non mi ha chiamato Ryo… e a te?”

“No… ma non importa Miki, se questa è la decisione che ha preso dobbiamo rispettarla” disse Ryo fissando il bancone con sguardo vuoto.

Miki sapeva che stava mentendo. Ryo era disperato, ma era troppo orgoglioso per poter ammettere che Kaori gli mancava da impazzire.

Il campanello della porta del locale suonò in quel momento ridestandoli entrambi dai loro pensieri.

Saeko fece la sua comparsa e Ryo, come suo solito, tentò uno dei suoi classici assalti, ma ormai era evidente che lo facesse senza alcun vero entusiasmo, ma solo per mantenere in vita quella farsa agli occhi di tutti.

Saeko, dopo avergli assestato un pugno in pieno viso, si sedette al bancone chiedendo un caffè.

Per qualche minuto nessuno parlò fino a che la donna si decise a prendere la parola.

“Mi ha contattato Kaori”

Miki e Ryo, a quell’affermazione, si voltarono di scatto guardandola sbalorditi. Perché diamine Kaori avrebbe dovuto contattare Saeko?

“Che vuol dire che ti ha contattato… che ti ha detto?” la incalzó Miki sperando di avere quante più informazioni possibili.

Ryo rimase in silenzio con gli occhi puntati verso la poliziotta, aspettando pazientemente che questa si decidesse a parlare.

“Beh, ha bisogno del mio aiuto…” rispose Saeko senza esporsi più di tanto.

La preoccupazione cominciò ben presto ad aumentare nel cuore dello sweeper che a quel punto, vinto dall’angoscia, non riuscì più a trattenersi

“Che significa? Di che aiuto ha bisogno? Dove si trova? Che le è successo?!”

Saeko abbozzó un lieve sorriso…

“Bene Ryo, ce ne hai messo di tempo… ero stufa di vedere quella tua finta faccia impassibile… tanto lo sappiamo tutti che muori dalla voglia di riportare Kaori a casa… Comunque…comunque non vuole essere trovata”

“No Saeko.. Tu non puoi arrivare qui e darci una notizia come questa senza fornirci tutti i dettagli”

“Beh… mi ha chiesto solo di farvi sapere che sta bene e che comunque presto vi contatterà”

Ryo a quel punto, alla sola idea di dover rimanere altri logoranti giorni nell’attesa di ricevere, chissà quando, una chiamata, si alzò in fretta facendo cadere rumorosamente lo sgabello sul quale era seduto.

“Ora ci dici dove si trova Kaori e di che aiuto ha bisogno altrimenti scordati di chiedermi qualsiasi altro favore in tutta la tua vita!”

Saeko fissò Ryo divertita…

“Oddio Ryo, quando c’è di mezzo Kaori con te non si può proprio ragionare… ok, se le cose stanno così non mi lasci altra scelta…” e abbozzando un lieve sorriso, partì col raccontare.

Kaori aveva cominciato ad aiutare Akio coi bambini ed era felice di aver ritrovato il suo vecchio amico con il quale aveva trascorso dei momenti spensierati durante la sua adolescenza. Lo aiutava al mattino presentandosi a casa sua di buon’ora per preparare la piccola Naomi e poi accompagnarla all’asilo e trascorreva il resto della giornata con il dolce Juro. Ci era ovviamente voluto molto poco perché i bimbi si affezionassero a lei e viceversa.

Più volte Kaori si era soffermata a pensare a lei nel ruolo di mamma e a quanto le fosse mancata quella figura nella sua vita. Juro e Naomi una mamma ce l’avevano e si rattristava all’idea che Midori avesse rinunciato a tutto quello. Era decisa a scoprire che fine avesse fatto ed aspettava quindi con ansia che Saeko le fornisse le informazioni di cui aveva bisogno. Sperava in cuor suo che l’ispettrice fosse in grado di scovarla.

Non appena sistemate le cose, si sarebbe messa subito alla ricerca di un nuovo lavoro per riprendere in mano la sua vita.

Nel frattempo ringraziava il fatto che i bambini la tenessero perennemente impegnata in modo da poter pensare il meno possibile a Ryo… la notte però, nel silenzio della sua stanza, il volto dell’amato tornava prepotentemente nei suoi pensieri e non ne era passata una in cui non avesse versato lacrime di sconforto all’idea che probabilmente non lo avrebbe rivisto mai più.

Avrebbe voluto chiamarlo, ma tutte le volte che tentava di avvicinarsi al telefono, se ne allontanava pochi istanti dopo con la paura che potesse rispondere Sonia e sentirli magari spensierati e complici insieme… per quanto desiderasse con tutta se stessa solo la felicità di Ryo, sapeva che molto probabilmente intromettersi nella sua nuova vita le avrebbe ulteriormente spezzato il cuore ed era giunto il momento di preservarlo il più possibile, del resto aveva scelto lei di andarsene, di lasciare il suo posto a Sonia, e doveva affrontarne le conseguenze.

E poi era certa che Ryo non avesse alcun interesse a parlare con lei, che fosse finalmente sereno e al sicuro con una partner come Sonia… non voleva rischiare di creare ulteriori malumori o di sentirsi di troppo e così i giorni erano passati inesorabilmente senza che si facesse viva nemmeno con Miki preoccupata dal fatto che potesse farle troppe domande o che potesse raccontarle qualcosa che non le sarebbe piaciuto ascoltare… si sentiva ancora troppo fragile per poter affrontare una conversazione con la sua migliore amica…

Nel contattare però Saeko, chiedendole di aiutarla col caso di Midori, le aveva chiesto la cortesia di avvertire Miki, di rassicurarla che stesse bene e che l’avrebbe chiamata entro pochi giorni.

Un pomeriggio, ripresa la piccola Naomi da scuola, tornó a casa di Tomoko per prendersi cura di entrambi i bambini in compagnia della nonna.

Si sistemarono tutti e quattro nel giardino sul retro dell’abitazione, Naomi inizió a raccogliere dei piccoli fiorellini per farne un mazzo da regalare a Kaori che nel frattempo si era distesa sull’erba con il bimbo tra le braccia, giocando con lui e rilasciando teneri baci sul suo dolce visino.

Un uomo, poco distante, accertandosi di non essere visto, cominciò ad osservarli con particolare interesse…

Era rimasto come incantato nel vedere quella giovane donna e quel dolce bambino insieme. Un calore profondo si irradió per tutto il suo corpo, infondendogli una pace che ormai da giorni non sentiva più.

Quando il campanello di casa suonò, Tomoko si alzò per andare a rispondere lasciando Kaori e Juro ai loro giochi e alle loro coccole.

Quando aprì la porta si trovó di fronte un uomo alto, moro e bellissimo, che le rivolse un gentile sorriso…

“Buongiorno signora Inoue. Mi scuso per il disturbo, trovo qui la signorina Kaori Makimura?”

La donna, che aveva immediatamente capito chi fosse il giovane aitante di fronte a lei, ricambió il sorriso

“Chi devo dire?” gli chiese con tono malizioso

“Sono un suo collega, Ryo Saeba”

“KAORI!!!!urló Tomoko rimanendo immobile a fissare lo sweeper

“L’UOMO ARRABBIATO CON TE E CHE NON VUOLE RIVEDERTI MAI PIÙ, È QUI! ” Ryo rimase per un attimo basito nel sentire la donna urlare quelle parole, per poi sorridere imbarazzato capendo cos’è che Kaori doveva averle scioccamente detto.

La ragazza, con il piccolo Juro in collo, si affacció stralunata e lo rimase ancora di più quando vide Ryo fermo davanti a lei.

“Ryo?” riuscì solo a dire guardandolo imbambolata

“Ciao Kaori” le sorrise lui pensando che non fosse mai stata più bella come in quel momento. Erano passati solo dieci giorni dall’ultima volta in cui si erano visti, ma gli era mancata come non avrebbe mai pensato potesse mancare qualcuno.

Kaori in quegli anni, era l’unica ad avergli fatto conoscere l’esistenza di emozioni mai provate prima. Non aveva mai sentito la mancanza di qualcuno in tutta la sua vita e il solo saperla lontana da lui, aveva reso quei giorni orribili.

Quanto poteva essere bellissimo e al contempo doloroso, amare qualcuno? Con lei, aveva imparato anche questo…

Kaori, uscendo dal suo attimo di smarrimento, si avvicinò a lui e Tomoko, prendendo il bimbo fra le braccia, si allontanò.

“Vi lascio soli” disse, per poi uscire in giardino.

“Cosa ci fai qui? Come…?” Kaori si interruppe un attimo per poi proseguire

“Saeko! Che sciocca…certo...sapevo che non avrei dovuto fidarmi di lei, perché è stata lei a dirti dove trovarmi giusto?”

“Ti va se usciamo a fare due passi?” chiese Ryo eludendo la sua domanda

Kaori senza parlare, uscì chiudendosi la porta alle spalle.

I due, rimanendo in silenzio, cominciarono a camminare lungo il marciapiede antistante la casa.

“E così la signora Inoue era una tua vecchia vicina di casa…”

“Sì… viveva due appartamenti a fianco a quello mio e di Hide. È rimasta vedova molto presto purtroppo… A volte ai migliori è riservato il destino peggiore… pensa che, quando ero ragazzina e capitava che rimanessi da sola in casa perché Hide era fuori per lavoro, Tomoko mi portava spesso qualcosa di caldo da mangiare… a volte mi invitava a casa sua e rimanevo a giocare ai videogames con Akio. Sono bei ricordi che conserverò per sempre nel mio cuore. Ci siamo ritrovate casualmente mesi fa a Tokyo e insomma… il resto lo sai, mi pare di capire che Saeko abbia già provveduto a dirti tutto…comunque non avrei mantenuto il segreto a lungo, avevo solo bisogno di qualche giorno per riordinare le idee… ”

“Perché sei andata via così?” chiese Ryo all’improvviso

“Io…beh...lo sai… te l’ho detto…” cercó di giustificarsi Kaori sentendosi sempre più a disagio

“È per colpa mia se sei rimasto ferito al cimitero…Combino solo guai.. Non sono una partner adatta a te Ryo, sono certa che con Sonia in questi giorni vi sarete intesi alla grande” continuó Kaori mantenendo lo sguardo basso perché Ryo non potesse vedere i suoi occhi già lucidi

“Non sto lavorando con Sonia, se ne è andata subito…io… io non avevo bisogno di un’altra partner… se ti fossi degnata di parlarmi magari.. Sei sempre stata troppo impulsiva!” disse Ryo con tono risoluto dimostrando il suo completo disappunto di fronte al comportamento di Kaori.

La ragazza, nell’udire quella rivelazione, alzò subito lo sguardo incredula. Era davvero convinta che Ryo e Sonia avessero iniziato a collaborare insieme...

“E poi come potrei lavorare con una come Sonia? La sua avvenenza mi distrarrebbe di continuo… con te non corro alcun rischio di questo tipo…” proseguì Ryo con fare canzonatorio cercando di nascondere il più possibile i suoi reali pensieri. Aveva finito col prenderla in giro come suo solito e tutto per non dover ammettere a piene parole che era lei l’unica donna che desiderasse davvero tenere al suo fianco per sempre.

La ragazza, a quella affermazione, ovviamente non esitó un attimo a scaraventargli addosso uno dei suoi formidabili martelli

“Sono felice che la mia faccia orripilante ti permetta di concentrarti sul lavoro!!!” gli urló contro Kaori riprendendo a camminare velocemente e lasciando Ryo spiaccicato nell’asfalto.

-Quanto mi erano mancati i suoi dolci martelli…- pensó l’uomo rialzandosi di scatto

“E comunque nel messaggio che mi hai lasciato in segreteria avevi detto che mi avresti richiamato…” disse Ryo una volta raggiunta la ragazza.

“Mi spiace Ryo ma non volevo… insomma, non ho avuto la forza di affrontarti, so che eri arrabbiato e...”

“Non sono mai stato arrabbiato” la interruppe lui

“Hai tratto da sola le tue conclusioni… tu… beh Kaori, certo, sei entrata così nel cimitero… se tu riflettessi un po’ di più sulle tue azioni magari…” la sgridó lui guardandola accigliato…

“Lo so” rispose mestamente Kaori tornando a fissare il marciapiede

“Ero così preoccupata che ho finito per peggiorare le cose…”

Ryo si voltó verso di lei sorridendo dolcemente…

“Però… peró ti sei preoccupata per me… e io… insomma, nessuno si è mai preoccupato così per me…come fai tu, ecco” proseguì lui fortemente a disagio

“E poi sei scappata proprio il giorno del tuo compleanno! Miki ci è rimasta molto male per non averlo potuto festeggiare con te come si deve!” troppo vigliacco per ammettere che era stato lui il primo, ad averne sofferto terribilmente.

“Ecco...magari i prossimi compleanni cerchiamo di passarli insieme in maniera un po’ meno movimentata” riprese lui sentendosi immediatamente in imbarazzo per quella piccola ammissione che si era concesso...

Kaori lo guardò completamente basita.. Ryo le stava davvero dicendo di voler trascorrere i prossimi compleanni insieme a lei negli anni a seguire? Stava quindi dando per scontato che lei tornasse a Tokyo, con lui? A quel pensiero arrossì immediatamente.

“Ad ogni modo ho qui qualcosa per te, diciamo che è un regalo di compleanno da parte di Saeko... Mi ha detto che le hai chiesto un favore e mi ha spiegato un po’ tutta la faccenda… ” disse l’uomo sedendosi su una delle panchine del parco nel quale erano appena arrivati.

Kaori gli si sedette accanto prendendo il plico che Ryo le stava porgendo.

“Non potevo che offrirmi di risolvere questo caso insieme a te, del resto dovresti saperlo.. Dove ci sono signorine Mokkori, Ryo Saeba non può mancare!” Kaori lo guardò rassegnata… Ryo sarebbe rimasto sempre Ryo.

L'uomo d’altro canto, non perdeva occasione per dimostrarsi lo scanzonato di sempre, del resto non avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura, di aver quasi minacciato Saeko per sapere dov’è che si trovasse la sua socia e di essere quindi ben felice di utilizzare la consegna delle tanto agognate informazioni su Midori, come pretesto per poter rivedere e stare di nuovo con Kaori…

La ragazza aprì il fascicolo e inizió a leggere prima che il suo volto mutasse completamente espressione.

“Ryo… ma che significa?”

“Come, non lo hai capito? Pare che al momento la tua cara Midori viva a Susami, c’è una camera affittata a suo nome. E sta lavorando in un bel localino della zona. Saeko ha degli amici laggiù… stando ad alcune informazioni che è riuscita a reperire, la ragazza sul posto di lavoro è conosciuta come sweet Mimì… carino per una coniglietta no?”

Kaori lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite…

“Una coniglietta?!”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** RIFLESSIONI ***


3. RIFLESSIONI

Kaori, ancora basita di fronte a quell’informazione, continuava a chiedersi come fosse possibile che Midori avesse lasciato i suoi figli per ritrovarsi a lavorare come coniglietta in un locale di Susami.

Tomoko aveva ragione... C’era qualcosa di davvero molto strano in tutta quella faccenda.

“Devo andare a Susami subito, devo parlare con Midori e capire cosa sta succedendo” disse Kaori alzandosi in fretta dalla panchina

“Bene socia, sono pronto” rispose Ryo alzandosi a sua volta

“Ti ringrazio Ryo per avermi portato queste informazioni ma io… beh, non serve che tu venga con me, io...sì, insomma, non è un incarico ufficiale per city Hunter e io, ecco… ”

“Andiamo Kaori, non ho fatto tutti questi chilometri per niente, te l’ho detto… dove c’è una signorina mokkori io non posso mancare!”

“Ma ci sono tante signorine mokkori anche a Tokyo, perché ti ostini a volermi seguire?”

Ryo non avrebbe mai ammesso di non volerla lasciare mai più sola neanche per un secondo, per cui si ritrovó a risponderle la prima scemenza che gli venne in mente

“Sono io l’esperto di quel genere di locali… come pensi di poter entrare senza dare nell’occhio?”

“Beh, mi dici sempre che sono un uomo.. Non dovrei dare tanto nell’occhio!” rispose Kaori piccata

“E poi chi ti dice che dobbiamo incontrarla al locale? Potrei presentarmi a casa sua…”

“Non dire sciocchezze Kaori, non sappiamo che cosa ci nasconda e con chi condivida la casa.. La cosa migliore è senz’altro prenderla alla sprovvista magari richiedendo le sue prestazioni nella riservatezza di un privè” disse l’uomo con sguardo sognante e la bava alla bocca

“Smettila cretino!” lo redarguì Kaori colpendolo con un grosso martello da 100 tonn

“Ma cosa hai capito Kaori… è ovvio che non approfitterei della situazione ma solo per farle le giuste domande” rispose Ryo accarezzandosi la testa dolorante

“Non se ne parla... Dovrò esserci anche io, in qualche modo faremo.. Ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti no? Ero travestita da uomo al punto da ingannare anche te… non sarà difficile fare lo stesso”

Ryo sorrise… avrebbe voluto confessare che ricordava perfettamente che quella non era la prima volta che l’aveva vista, ma che già tre anni prima la sua piccola sugar Boy aveva fatto capolino nella sua vita colpendolo con la sua dolcezza e la sua tenacia… ma preferì tacere. Forse un giorno sarebbe arrivato il momento giusto per confessarglielo…

“E va bene, ma questa missione la affronteremo insieme… d’accordo partner?” disse Ryo rivolgendole uno di quei sorrisi che avevano il potere di scioglierla all’istante…

“Ok, hai vinto!” sbuffó fintamente Kaori, felice che Ryo la considerasse e la volesse ancora, come sua partner.

Kaori preferì non dire niente a Tomoko, non voleva che si preoccupasse o che rimanesse turbata da quella nuova rivelazione.

Preferì quindi fingere di dover andare via con Ryo per una questione urgente, ma promettendole che sarebbe tornata da lei nel giro di pochissimi giorni.

E così, preparando il suo piccolo borsone con lo stretto necessario, lei e Ryo si ritrovarono in viaggio verso Susami.

Avrebbero impiegato circa quattro ore per raggiungere la destinazione e durante il tragitto Kaori non potè fare a meno di fissare Ryo di sottecchi chiedendosi se avesse fatto bene ad accettare che la accompagnasse.

Ancora le risultava difficile credere che lui l’avesse raggiunta a casa di Tomoko per consegnarle le informazioni di cui aveva bisogno.

Una telefonata sarebbe stata più che sufficiente e invece Ryo aveva scelto di accompagnarla ed aiutarla a risolvere quello strano caso... Che lo avesse fatto davvero spinto dall’avvenenza di Midori? Del resto le foto allegate al fascicolo che Saeko gli aveva dato, avrebbero fatto girare la testa a più di uomo e Dio solo sapeva se Midori non era proprio il tipo di donna che piaceva a quel debosciato di Ryo… ma fare tutto questo solo per una donna? A Tokyo lo sweeper, senza la presenza di Kaori, avrebbe potuto dare sfogo liberamente a tutte le sue perversioni e incontrare tutte le donne che voleva… portandosele anche a casa… A quel pensiero il cuore di Kaori si contrasse nel petto… Sapeva quanto successo avesse Ryo con il genere femminile e aveva sempre cercato di reprimere l’idea di lui tra le braccia di qualcun’altra, ma certe immagini la perseguitavano da anni e non sarebbe stato mai facile liberarsene.

Tutto sommato era felice che Ryo, decidendo di presentarsi a casa di Tomoko e confessandole di non lavorare con Sonia, avesse in un certo senso ammesso di volere lei come socia nonostante la sua avventatezza, la sua scarsa preparazione e la sua immensa capacità di cacciarsi nei guai... era una importante dimostrazione da parte del socio nei suoi confronti, ma Kaori non poteva fare a meno di ripetersi che tornare a lavorare con lui non sarebbe stata la scelta migliore… avrebbe commesso di sicuro un nuovo pasticcio e Ryo si sarebbe ritrovato a rischiare di nuovo la vita per lei e poi…e poi…lei lo amava e quel fatto non sarebbe cambiato mai, per niente al mondo… Sarebbe stata davvero disposta a rimanergli accanto per sempre solo come socia di lavoro? A vederlo conteso fra migliaia di donne che avrebbero avuto tutte quelle attenzioni che a lei non sarebbero state riservate mai? Aveva deciso di andare a Nagoya per liberarlo dalla sua presenza ingombrante nella sua vita, ma allo stesso tempo sperava che, lontano da lui, il dolore provato per quel suo amore non corrisposto, avrebbe finalmente trovato un po’ di sollievo e invece in quel momento eccoli di nuovo lì, insieme… tutti i suoi piani si erano dissolti come neve al sole… non restava che affrontare quel nuovo caso con lui, ma non appena terminato, avrebbe davvero dovuto decidere cosa farne della sua vita.

Ryo continuava a guidare voltandosi di tanto in tanto stranito nel vedere la socia in silenzio, completamente assorta nei suoi pensieri. Era felice di essere di nuovo con lei, quei pochi giorni di lontananza erano stati senz’altro troppi, ma Kaori gli era parsa un po’ a disagio nel rivederlo e il fatto poi che non volesse essere accompagnata da lui a Susami gli aveva dato parecchio da pensare.

Sapeva che anni e anni di denigrazioni, di parole dure e di atteggiamenti discutibili avevano insinuato in lei una profonda insicurezza e per la prima volta si ritrovó a temere che forse quella fuga a Nagoya nascondesse molto di più di ciò che gli aveva detto. Che fosse stufa di lui? Della vita che per tutti quegli anni era stata costretta a condividere con un pessimo elemento come lui?

D’improvviso quel pensiero orribile si insinuó nella sua mente lasciandolo turbato per gran parte del tragitto.

Arrivarono a Susami nel tardo pomeriggio.

“Dovremmo trovare un albergo adesso…” disse Kaori una volta sopraggiunti in città.

“Sono d’accordo…” rispose Ryo cominciando a guardarsi intorno.

Susami era una graziosa cittadina sul mare e non fu difficile trovare un hotel che potesse ospitarli.

“Sì, abbiamo camere disponibili” disse il receptionist del primo albergo in cui entrarono

“Una camera matrimoniale giusto?” proseguì lui

“Oh, no no!” rispose prontamente Kaori arrossendo

“Una camera doppia e una singola grazie”

“Perché una doppia e una singola?” Chiese Ryo guardandola stranito

“Perché confido nel fatto che stanotte Midori venga via con noi” rispose Kaori risoluta

“Oh, grazie Kaori per aver pensato a una camera per me e Midori” ribatté Ryo con la bava alla bocca.

“Non dire cretinate, Midori starà in camera con me e guai a te se ti azzardi ad importunarla quando la troveremo” disse Kaori guardandolo in cagnesco ma sapendo che, qualunque raccomandazione gli avesse fatto, Ryo non l’avrebbe assolutamente seguita.

Perché diamine aveva accettato di farsi accompagnare da lui? Sospiró rassegnata.

“Ti va di andare a mangiare qualcosa?”

A quella domanda Kaori si ridestó immediatamente dai suoi pensieri

“È quasi ora di cena e avrei fame” insistette lui

“Va…va bene” rispose Kaori in imbarazzo. Solo il quel momento realizzò che, in tutti quegli anni insieme, non si erano mai ritrovati soli fuori da Tokyo. Era come se stessero condividendo una piccola vacanza e forse Ryo, per la prima volta, non sarebbe “scappato” lasciandola sola…

Dopo aver sistemato i bagagli nelle loro stanze, si avviarono verso la spiaggia poco distante dall’hotel.

“C’è un furgone che vende hamburger laggiù, ti andrebbe bene? Potremmo comprarne un paio e mangiarli sulla spiaggia” chiese Kaori spontaneamente e Ryo la fissó per un attimo sorridendo. Una qualunque altra donna gli avrebbe chiesto di cenare in uno dei tanti localini romantici siti sul lungomare ma Kaori no, nella sua più completa semplicità si sarebbe accontentata di un panino.

La realtà è che lei conosceva tutto di lui, anche il fatto che non avesse mai un soldo in tasca, e non pretendeva mai niente, lo accettava così…squattrinato, insopportabile, debosciato e scansafatiche. Gli bastava lui, per quello che era, seppur pieno di mille difetti…le altre donne erano affascinate da city Hunter, ma solo lei conosceva davvero Ryo Saeba e teneva a lui, nonostante tutto.

Comprarono due panini e due lattine di coca per poi dirigersi lentamente verso la spiaggia.

Si sedettero sulla sabbia e cominciarono a mangiare fissando le onde del mare. Non si erano mai ritrovati a condividere un momento tanto intimo ed entrambi preferirono rimanere in silenzio per cercare di celare, per quanto possibile, la sensazione di imbarazzo che li stava pervadendo.

Kaori notó subito la presenza di tante ragazze sulla spiaggia. Non ricordava una primavera così calda da anni e per un attimo, vedere tutte quelle donne in bikini intorno a loro, la mise in agitazione.

Si aspettava che il socio la lasciasse lì da un momento all’altro per rincorrere tutte quelle belle curve davanti ai suoi occhi, ma con suo grande stupore Ryo rimase fermo a fissare l’orizzonte, perso nei suoi pensieri..

“Hai preso molto a cuore questa questione di Midori eh?” chiese Ryo all’improvviso voltandosi verso di lei

“Oh beh… non riesco a capire come sia possibile che abbia lasciato così i suoi bambini… voglio solo sapere, lo sai che sono una testa dura” rispose lei sorridendo e Ryo fece lo stesso… eccome se lo sapeva!

“Sai… qualche giorno fa ho scoperto Naomi a piangere nella sua stanza. Mi ha detto che alcuni bambini l’avevano presa in giro a scuola chiamandola maschiaccio…all’inizio ho sorriso… ho rivisto molto di me in lei, ma poi… poi mi ha chiesto se fosse quello il motivo per il quale la madre non tornasse da lei… questa sua ingenua riflessione mi ha ferita e mi ha dato molto da pensare. Io lo sai, non ho avuto una mamma… sono cresciuta in un ambiente maschile e ho imparato a fortificarmi in fretta… per quanto Hide e papà abbiano sempre tentato di non farmi mancare mai nulla, beh certi tipi di discorsi non erano proprio per loro...e poi non volevo essere un peso...ho imparato da sola ad incassare i colpi e ad essere forte di fronte alle prepotenze e alle cattiverie altrui, ma quando ho sentito le parole di Naomi beh, lei è ancora così piccola…ed è così importante sentirsi apprezzati e confortati da coloro che amiamo… lei una mamma ce l’ha e io… io non voglio che aspetti un giorno di più per sentirsi dire quanto è forte, speciale e bella per quella che è”

Ryo si sentì profondamente colpito dalle parole di Kaori…non aveva avuto una mamma che le dicesse quanto fosse speciale, aveva dovuto fare i conti da sola con la cattiveria dei ragazzini, crescere e fortificarsi… e come se non bastasse, lui, come un vero bastardo, in tutti quegli anni non aveva fatto altro che continuare a minare costantemente la sua autostima… Non avrebbe dovuto aspettare neanche lei un giorno di più per sentirsi dire che persona meravigliosa fosse e invece lui continuava a gettarle fango addosso inesorabilmente… ma che razza di uomo era?

“Scusami Ryo…” disse Kaori all’improvviso lasciando lo sweeper stupito…

“Scusarti? E perché dovrei scusarti?”

“Beh io.. Io ti ho parlato del fatto che mi sia mancata in un certo senso una figura femminile nella mia vita, ma non ho pensato che tu… ecco io, anche se per poco, ho potuto contare su un padre e su un fratello che mi hanno voluto molto bene mentre tu… ”la ragazza si interruppe sentendosi mortificata

“Scusami” ripetè

“Non devi scusarti affatto, beh… tu in questi anni con me…ecco mi sei sempre stata vicina… sì insomma… nonostante tutti i miei difetti, mi hai sopportato per quello che sono… anche io ho potuto contare su una famiglia, sei stata tu la mia famiglia Kaori… Sono io che invece…” avrebbe voluto dirle che in tutto quel tempo lei gli era stata accanto amandolo incondizionatamente, che in un certo senso era stata davvero in grado di sostituirsi un po’ ai suoi genitori così come gli aveva detto il giorno in cui Mary le aveva svelato la verità sul suo passato… Lui invece in quegli anni insieme, non era mai stato neanche capace di dirle una parola gentile, maltrattandola ogni qualvolta ne avesse l’occasione.

Ma non fu in grado di dire altro, di fronte a Kaori si ritrovava sempre a comportarsi da vigliacco.

Non poteva che provare una profonda vergogna per se stesso.

La ragazza peró, nonostante Ryo avesse deciso improvvisamente di tacere, era rimasta stupita da quella sua piccola ammissione… erano rari i momenti in cui entrambi riuscivano ad aprirsi l’una con l’altro e lei avrebbe conservato per sempre nel suo cuore quelle poche, ma significative parole che Ryo era riuscito a dirle.

Forse lui non l’amava, ma la considerava la sua famiglia e se con la sua presenza in quegli anni era riuscita un po’ ad alleviare le ferite del suo cuore, non poteva che esserne immensamente felice.

Rimasero in silenzio per qualche minuto fino a che Kaori decise di rompere quel piccolo momento di imbarazzo che si era venuto a creare fra loro.

“Ti va di sentire com’è l’acqua?” chiese alzandosi di scatto e ridestandolo dai suoi tormenti

“Come?”

“Ti chiedevo se ti va di immergere i piedi nell’acqua!” e così dicendo gli rivolse uno dei suoi dolci sorrisi afferrandolo per la mano ma, resasi in fretta conto del suo gesto così spontaneo ma al contempo così intimo, gliela lasciò immediatamente arrossendo, per poi voltarsi di scatto e correre verso il mare.

Il tramonto stava sopraggiungendo e Kaori sembrava andargli incontro. Ryo, alzandosi per raggiungerla, pensó di non aver mai visto uno spettacolo più bello.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** AL MOON SHADOW ***


4. AL MOON SHADOW

Vennero via dalla spiaggia che si stava già facendo buio…

“Ryo… prima di rientrare voglio fermarmi in un posto. Tu vai pure a prepararti. Ti raggiungo subito”

“E dove devi andare a quest’ora?” chiese l’uomo guardandola stranito

“Ho portato solo poche cose con me, devo comprarmi dei vestiti adatti per stasera… ci metterò poco. Ci vediamo in albergo” e così dicendo si avviò verso una serie di negozietti che aveva già adocchiato precedentemente sul lungomare.

Ryo rientrò quindi in camera a prepararsi aspettando pazientemente che Kaori rientrasse per poi avviarsi insieme verso il locale nel quale sapevano avrebbero trovato Midori.

Quando Kaori bussó alla porta della sua stanza, Ryo, andando ad aprire, rimase completamente attonito.

“Ta-Dan!” sorrise lei notando immediatamente lo sguardo sconcertato del socio

“Non hai niente da dire? Che ti ricorda?” lo incalzó allora la ragazza aspettando trepidante una risposta

Kaori stava indossando un impermeabile e un cappello del tutto simili a quelli che aveva la prima, o meglio, la seconda volta che si erano incontrati.

Ryo, nel vederla con quell’abbigliamento non poté che nascondere una certa emozione. In un attimo gli era tornata alla mente quella ragazzina tutto pepe che aveva salvato quel giorno ormai lontano e che inizialmente, come uno stupido, aveva scambiato per un uomo.

“Ma come ti sei conciata?” sorrise lui per poi proseguire

“È notte, con quel cappello ti prenderanno tutti per matto”

“Non importa, mi aiuterà a nascondermi meglio… anche se dici sempre che sembro un uomo anche senza dovermi travestire” gli rispose lei rivolgendogli una bella linguaccia

“Sciocca...comunque, tutto sommato, nessuno oserà fare domande inopportune. Quel genere di posti è frequentato da uomini di ogni tipo… esponenti della politica, mariti fedifraghi…tutta gente che ci tiene a difendere la propria privacy, quindi nascondersi sotto degli abiti un po’particolari non darà poi così tanto nell’occhio” rispose lui chiudendo la porta della stanza e avviandosi lungo il corridoio dell’hotel

Arrivarono al MOON SHADOW dopo circa 20 minuti di viaggio e, non appena dentro, Kaori si sentì completamente a disagio. Tutte quelle donne discinte, quella musica a tutto volume, uomini lascivi e alcol a fiumi… non era mai entrata in un locale come quello e il pensiero che Ryo li frequentasse abitualmente, le fece venire il voltastomaco.

E così era in posti come quelli che lui si ubriacava quasi tutte le notti concedendosi a donne disponibili e disinibite senza alcun ritegno…

L’uomo d’altro canto si sentiva più in imbarazzo di lei… L’idea che Kaori, vedendo quel genere di posti che lui era solito frequentare, potesse in qualche modo provare sdegno per lui, lo preoccupava…cos’è che stava pensando in quel momento? Credeva forse che lui continuasse a frequentare quel tipo di locali per trovare donne compiacenti con cui divertirsi? Un tempo forse, ma da quando quel piccolo tornado gli era entrato nel cuore, si era reso conto di non riuscire più a lasciarsi andare veramente con nessuna donna incontrasse… era cambiato…cambiato per lei, ma era del tutto ovvio che Kaori non ne sapesse niente. Era solo un cretino… Se solo avesse trovato il coraggio di dirle la verità…

Guardó Kaori di sottecchi e il suo sguardo cupo non gli piacque per niente.

Ad ogni modo erano lì per risolvere un caso e non avrebbero potuto e dovuto perdere un minuto di più.

Ryo, seguito da Kaori, si avvicinó al bancone del bar.

“Dove possiamo trovare Sweet Mimì? Mi hanno parlato molto bene di lei…” disse Ryo rivolgendosi al barista con un’aria dissoluta che per un attimo la disgustó… Ma lui stava solo recitando una parte e Kaori doveva stare al gioco.

“La trovate laggiù” disse l’uomo indicando una bellissima donna poco distante da loro, con indosso una parrucca color lavanda…

Kaori e Ryo a quel punto, si avvicinarono a Midori che sembrava intenta a tenere a bada un uomo piuttosto su di giri

“La signora non mi sembra molto interessata…” disse Ryo prendendo quel tizio per il bavero della giacca e spostandolo di qualche centimetro.

Quell’uomo, già un po’ brillo, non oppose resistenza e battè in ritirata piuttosto velocemente.

“Ti ringrazio” disse Midori con una strana luce negli occhi

-Eccone un’altra- pensó Kaori alzando gli occhi al cielo. Midori era stata appena salvata dal bel principe sul cavallo bianco e ovviamente non poteva che esserne rimasta affascinata. Un’altra preda nella rete di Ryo.

Cercó di trattenersi dallo sbuffare quando sentì la donna dire

“Se vi interessa potremmo andare nel privè… ma io faccio solo spogliarelli… Guardare e non toccare. Ovviamente tariffa doppia”

La cosa per un attimo rincuoró Kaori, seppur continuasse a non capire che diamine ci facesse in quel postaccio una donna come lei.

“Bene” disse Ryo…

“A me e al mio amico interessa eccome”

Kaori si trattenne fortemente dallo scaraventargli uno dei suoi classici martelli in testa quando si rese conto che Ryo, parlando del suo “amico” era a lei che si riferiva, e non “all’altro suo amico…”

Si ritrovarono così a seguire la donna all’interno di uno dei tanti privè presenti nel locale, ma non appena seduti, Kaori non resistette più….

“Midori…” disse quasi sussurrando, sperando di non turbare troppo la donna.

Midori, sentendosi chiamare con il suo vero nome, si incupì all’istante

“Chi siete? Come fate a sapere il mio nome?”

“Tranquilla… siamo amici” disse Kaori togliendosi il berretto e mostrando a Midori la sua vera identità

“Veniamo da Nagoya… mi chiamo Kaori e sono un’amica di Tomoko”

La donna, nel sentire quelle informazioni, si mise immediatamente le mani alla bocca tremando nervosamente

“Non ditemi che...”

“No no, tranquilla… Tomoko non sa che sei qui… mi ha solo raccontato tutta la vicenda e io e il mio socio, Ryo Saeba, abbiamo solo voluto saperne di più… Tomoko era molto preoccupata… Sai, in questi giorni mi sono presa cura io dei tuoi figli”

A quelle parole la donna cominciò a piangere sommessamente…

“Perché sei qui Midori? Perché hai lasciato i tuoi bambini?”cercó di incalzarla Kaori sperando che gli rivelasse subito la verità

“Io… io non posso parlare…”rispose la donna cercando di trattenere le lacrime

“Noi possiamo aiutarti… i tuoi bambini hanno bisogno di te… non puoi rimanere qui… hai detto a Tomoko che saresti tornata, ma quando avresti intenzione di farlo? Ti prego Midori… apriti con noi… possiamo davvero fare qualcosa per te…”

“Nessuno può fare niente per me.. Sono in trappola”

“Questo fallo decidere a noi” Ryo prese la parola accarezzandole gentilmente la mano. A quel gesto Kaori avrebbe voluto mozzargliela all’istante… stava tirando appositamente fuori tutto il suo fascino per spingerla ad aprirsi e sembrava essere proprio sulla buona strada il maledetto! Tant’è che dopo pochi istanti Midori decise di parlare…

“Vi prego… nessuno deve sapere che sono qui…”

“Non ti preoccupare” continuó Ryo

“Puoi fidarti di noi, ma per poterti aiutare devi dirci esattamente come stanno le cose”

“Io… io lavoravo in questo locale sette anni fa e ecco… ero diventata l’amante del proprietario, il signor Shimizu, e così ho potuto godere di molti privilegi… ero giovane e stupida… Beh, i primi tempi tutto sommato è stata anche una bella storia prima di scoprire che viscido schifoso fosse… stava con me ma se le ripassava tutte… ed ecco, decisi di lasciarlo… di cambiare vita… sono partita di punto in bianco per Nagoya ed è stato lì che ho conosciuto Akio e mi sono rifatta una vita. Ma lui non sa e non ha mai saputo niente del mio passato… nessuno dei miei cari, dei miei amici, sa niente…

Con Akio ci siamo amati molto ma poi, come spesso accade, le cose hanno cominciato a non funzionare più e ci siamo lasciati. Circa due mesi fa Shimizu è venuto a trovarmi… non potete sapere lo stupore e il terrore nel ritrovarmelo davanti… voleva che gli restituissi i gioielli che mi aveva regalato… ma vi rendete conto?! Dopo sette anni rivoleva i gioielli! Ha alcuni problemi con della gentaccia, usurai immagino, e non sa più dove sbattere la testa e allora ha pensato bene di recuperare qualcosa richiedendo i gioielli a me… Non potevo crederci… io… io peró non li ho più. Dopo essermene andata da Susami li ho venduti per rimettermi in sesto e quindi beh…lo stronzo ha pensato bene di ricattarmi… sono costretta a lavorare qui e a dare a lui tutto quello che guadagno altrimenti dirà tutto alla mia famiglia e io… io non voglio rovinare le loro vite. Akio ha un lavoro di prestigio a Nagoya e poi i miei figli… cosa direbbero di loro in città? E Tomoko? Mi ha sempre trattata come una figlia… le darei un dolore troppo grande. E come se non bastasse Shimizu si è messo in testa di volermi riconquistare… voleva che andassi ad abitare da lui, ma io mi sono rifiutata. Allora mi ha permesso di affittare una stanza in un appartamento della zona ma costringendomi a dividerlo con due specie di arpie…amiche sue. Anche loro lavorano qui. Mi controllano in ogni momento e mi permettono di chiamare i miei figli solo quando e come vogliono loro… quell’uomo è un pazzo e se non voglio che questa storia venga fuori, non posso che sottostare alle sue richieste. Sono in trappola finché non avró ripagato il mio debito!”

Midori inizió a piangere disperatamente e Ryo e Kaori non poterono fare a meno di guardarsi capendosi all’istante.

“Hai mai sentito parlare di city Hunter?” chiese Kaori stringendo la mani della ragazza

“City hunter? Il più grande sweeper del Giappone?” chiese Midori guardandoli stranita e asciugandosi le lacrime

“La mia reputazione mi segue in ogni dove…” disse Ryo gonfiando il petto inorgoglito.

“Smettila cretino…” disse Kaori tirandogli una gomitata…

“Ecco Midori.. Hai davanti a te il vero e inimitabile city Hunter… Per servirla mademoiselle. Beh, in realtà city hunter siamo noi due” disse guardando la socia e rivolgendole un occhiolino.

“Ma io credevo che city Hunter fosse una leggenda!” disse Midori fissandolo sbalordita

“Nessuna leggenda… e se mi permetti ti daró subito una dimostrazione… dove posso trovare il signor Shimizu?”

“Che cosa intendi fare?” chiese Midori preoccupata

“Solo quello che è giusto... Cioè aiutarti ad uscire da questa situazione per poter tornare in fretta dai tuoi figli… e non dubitare… dopo che avrò parlato con il signor Shimizu… cordialmente si intende… se non farà come dico io, i problemi che avrà con quella “gentaccia” saranno di gran lunga minori di quelli che avrà con me”

-Eccolo lo sbruffone- pensó Kaori guardandolo rassegnata

“In questo momento si trova nel suo ufficio.. Subito dopo i bagni… sulla sinistra…” disse Midori guardando Ryo con sguardo sognante…

Kaori si mise in fretta una mano sul viso per cercare di reprimere la sua immensa frustrazione…. Perché doveva sempre finire così?

Ryo uscì dal privè per tornare poco dopo con uno Shimizu terrorizzato e tremante..

“Dille su, cosa ci siamo detti nel tuo ufficio…” lo spronó Ryo con tono risoluto

“Pu..puoi and…andare..non hai alcun de..debito con me” disse l’uomo balbettando dal terrore

“Va…va be..ne così signor city hunter?” continuó Shimizu rivolgendosi a Ryo sudando freddo

“Potresti anche scusarti con la signorina per essere un pezzo di merda che dici?” lo incalzó Ryo puntandogli la phyton alle costole…

“Scu… scusami Midori per essere un pe…pe…pezzo di merda” disse l’uomo poco prima di accasciarsi a terra per la troppa tensione accumulata

“Bene, direi che è stato più facile del previsto… vai a prendere le tue cose Midori, ce ne andiamo via di qui subito” disse Ryo rimettendo la pistola nella fondina

“Oh signor Saeba grazie grazie” Midori si gettò letteralmente fra le sue braccia lasciando Kaori a guardare tutta la scena e soprattutto l’espressione da bel tenebroso di Ryo, che stava inevitabilmente lasciando il posto a quella ben più comune di mandrillo in calore.

L’abbraccio per Kaori duró molto di più di quanto avrebbe voluto, ma ovviamente rimase al suo posto cercando di frenare la rabbia che sentiva già montarle dentro…

Quando vide Midori avviarsi negli spogliatoi per cambiarsi e riprendere le sue cose, tiró un sospiro di sollievo.

“Grazie Ryo per avermi voluta accompagnare… Senza di te non ce l’avrei mai fatta” disse Kaori guardandolo e rivolgendogli un dolce sorriso…

Dopo qualche istante peró si incupì, colta da un cattivo presentimento…

“Anche se mi sembra così strano che la cosa si sia risolta così facilmente…”

“Oh beh, Kaori…non credo ci sia di che preoccuparsi. Quello era solo una mezza calzetta… il classico gradasso buono solo a fare la voce grossa con chi è più debole di lui. Midori è al sicuro adesso ed è tutto merito tuo… se non avessi voluto a tutti i costi vederci chiaro e andare in fondo alla questione, a quest’ora Midori sarebbe ancora vittima di quello stronzo, sei in gamba socia ”rispose Ryo sorridendole.

“Sì, socia...” ripetè lei distogliendo lo sguardo tristemente. Ryo le aveva appena fatto un complimento e se un tempo avrebbe fatto i salti mortali per sentirsene rivolgere uno, in quel momento mille dubbi cominciarono a vorticarle freneticamente nella testa… voleva davvero tornare ad essere “solo” la sua socia?

A Ryo non sfuggì quello strano velo di tristezza che aveva in un istante ricoperto i suoi occhi e per la prima volta si ritrovó a non capire cosa passasse davvero nella testa di Kaori.

“Andiamo?” chiese Midori una volta pronta, prendendo Ryo sotto braccio e rivolgendogli un vistoso sorriso.

Kaori, sospirando tristemente, non potè che osservare la scena alzando di nuovo gli occhi al cielo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** SOTTO LE STELLE ***


5. SOTTO LE STELLE

Quando uscirono dal locale, Midori non potè contenere il suo entusiasmo.

“E pensare che se non foste arrivati voi, chissà per quanto tempo ancora sarei stata costretta a lavorare per quello… forse non avrebbe mai smesso di minacciarmi… grazie, grazie davvero. Mi sembra così incredibile che si sia arreso così presto…” e così dicendo strinse ancora di più il braccio di Ryo e inutile dire che quella confidenza lasció Kaori piuttosto spiazzata.

Ma cosa poteva pretendere? Era lei quella strana… Midori era una donna di mondo, perfettamente a suo agio con il genere maschile e con un uomo affascinante come Ryo a maggior ragione…

Decise di rimanere in disparte, non voleva essere di intralcio. Aveva deciso che non lo sarebbe stata mai più. Non aveva alcun diritto su Ryo, lui stesso glielo aveva detto nei giorni in cui Sonia era stata da loro… se una qualunque donna si fosse dimostrata interessata a lui, lei avrebbe dovuto rimanere al suo posto… non era la sua fidanzata e nemmeno sua moglie… erano soci, tutto qui, e toccava a lei decidere se accettare di rimanerlo per sempre o meno.

Prima di raggiungere l’hotel si fermarono a prendere le cose di Midori nell’appartamento che era stata costretta ad affittare con i pochi risparmi che le erano rimasti.

Le altre ragazze si trovavano al locale, non aveva più niente da temere, tanto più che a quell’ora avevano tutti sicuramente scoperto la visitina che il leggendario city hunter aveva fatto al caro Shimizu…

Arrivarono in albergo a mezzanotte inoltrata e si diedero la buonanotte per poi recarsi nelle proprie stanze.

L’indomani avrebbero affrontato il viaggio di ritorno che avrebbe riportato finalmente Midori dalla sua famiglia.

Non appena entrate, Midori si accorse di una bottiglia di vino intonsa, lasciata su un mobile della stanza.

“Accidenti, che carino questo hotel… Farci trovare addirittura una bottiglia di questo delizioso vino… ma non lo hai ancora aperto?” chiese Midori rivolgendosi a Kaori

“No…io non bevo” rispose la ragazza iniziando ad indossare il suo pigiama

“Beh.. Sarebbe uno spreco lasciarlo così.. E poi dobbiamo festeggiare! Ho voglia di urlare dalla contentezza…senti Kaori…” le disse maliziosamente avvicinandosi a lei

“Tra te e Ryo…beh…ho capito bene che siete solo soci giusto? Non è che per caso tu…”

La ragazza si voltó di scatto guardando Midori e arrossendo vistosamente

“No no, ma cosa ti viene in mente? Io e Ryo eravamo…cioè, sì siamo soci… Tutto qui”

“Beh, ho voluto sincerarmene perché… ecco vedi... Non sarebbe nel mio stile intromettermi nelle questioni altrui, ma se così stanno le cose… non ti dispiace vero se decidessi di aprire questa bottiglia con lui?”

Kaori rimase completamente attonita… non si aspettava di certo che Midori, di punto in bianco, decidesse di sedurre così sfacciatamente Ryo in sua presenza…

“Ecco… ne sono rimasta affascinata e sono una donna libera da tempo oramai, quindi mi piacerebbe conoscerlo meglio, se magari anche lui fosse interessato…”

“Ok ok” rispose Kaori in fretta per evitare che Midori continuasse a parlare

“Io e Ryo non siamo niente… lui può fare ciò che vuole. Io… Io vado a dormire, buonanotte” e così dicendo si infiló in fretta sotto le lenzuola nascondendo il più possibile il volto ed asciugando in fretta la prima lacrima che si fece velocemente strada sulla sua guancia…

“Allora buonanotte Kaori”

Sentì la porta della stanza aprirsi, richiudersi e Midori bussare alla camera accanto. Le voci di lei e Ryo arrivarono chiaramente alle sue orecchie.

-Dannazione- pensó Kaori

-Perché diamine le nostre stanze sono attigue? E queste pareti sono così sottili… no, non posso…non penseranno davvero che io staró qui ad ascoltare la loro conversazione come se niente fosse… sempre che si limitino a conversare...-

Un’altra lacrima fece la sua comparsa, non riusciva proprio a trattenersi.

“Non posso rimanere qui un minuto di più… ma perché accidenti devo essere sempre così sfigata?”

Così dicendo si alzó in fretta, appropriandosi del copriletto e avviandosi verso la porta della sua stanza.

Nel passare davanti a un grande specchio affisso alla parete, non potè fare a meno di osservarsi.

Capelli arruffati, viso da ragazzina, pigiama informe…

Come avrebbe mai fatto Ryo a trovare qualcosa di bello in lei? Midori era splendida, proprio il tipo di donna in grado di fargli girare la testa… per quanto avesse sempre tentato di evitare di paragonarsi alle altre donne, le era spesso capitato di farlo sentendosi, puntualmente, inferiore a tutte loro. Ed in quel momento eccola di nuovo lì, costretta ad accettare per l’ennesima volta la triste realtà…

Ryo non l’avrebbe mai guardata come guardava le altre, non l’avrebbe mai desiderata come desiderava le altre, ma lei non sarebbe cambiata mai, per niente al mondo.

-Io… sono io- si ritrovó a pensare asciugando in fretta una nuova lacrima.

Le risate di Ryo e Midori, dall’altra parte della parete, la distolsero immediatamente dai suoi pensieri e serrando la mascella per impedirsi di piangere ancora, uscì in fretta dalla stanza.

Cominciò ad avviarsi per il corridoio salutando con imbarazzo uno degli addetti del personale… non aveva pensato al fatto che stesse camminando con indosso il pigiama e una coperta sulle spalle. Sicuramente quel tizio doveva averla presa per pazza! Ryo aveva ragione… era sempre troppo impulsiva.

Ma non le importava niente… non poteva certo rischiare di rimanere in stanza e sentire…sentire cosa? Non voleva neanche pensarci. Scosse in fretta la testa e continuó a camminare fino a che non trovó le scale che conducevano al tetto.

Non appena arrivati in hotel aveva letto alcuni cartelli che avvertivano della presenza di una piscina sul tetto e se c’era una piscina, ci sarebbero state senz’altro anche delle sdraio… avrebbe volentieri passato la notte lì, sotto le stelle, piuttosto che rimanere un minuto di più nella sua stanza.

Del resto era caldo abbastanza per poterlo fare e il copriletto che si era portata dietro, sarebbe stato sufficiente per ripararla adeguatamente.

Una volta sul tetto si rese conto di avere avuto ragione e si distese subito su una delle sdraio presenti.

Cominciò a guardare il cielo stellato in preda a mille pensieri… Ryo e Midori da soli in quella stanza…già immaginava le mani di lui su di lei, le loro lingue intrecciate… il suo cuore si strinse come in una morsa… l’idea che potessero baciarsi, sfiorarsi, la faceva stare maledettamente male… perché dopotutto, sarebbe potuto succedere no? Del resto lui era un uomo libero e senza le sue continue intromissioni, se una donna come Midori avesse tentato un approccio un po’ più audace, lui non si sarebbe mai tirato indietro… O magari sarebbe stato proprio lui a fare il primo passo? E in quel momento capì che no…non sarebbe mai più potuta tornare a lavorare con Ryo… Non a quelle condizioni, non amandolo come lei lo amava. Ne avrebbe sofferto sempre e non voleva soffrire più.

Rimase a fissare il cielo per un tempo indefinito cercando di trattenere inutilmente le lacrime che avevano preso ad uscire copiose…

******

“Grazie davvero Ryo per avermi aiutata… e pensare che è stato tutto così semplice. La tua fama ti precede… non ho mai visto Shimizu tanto terrorizzato. Se tu non fossi arrivato chissà che ne sarebbe stato di me” disse Midori avvicinandosi sorridente allo sweeper

“Brindiamo insieme?” continuó porgendogli una coppa di vino.

“Beh, il merito è stato innanzitutto di Kaori... Se lei non si fosse ostinata a vederci chiaro in tutta questa situazione io non sarei mai potuto venire ad aiutarti”

“Beh brindiamo a Kaori allora... E al nostro fortuito incontro” ribatté la ragazza avvicinandosi allo sweeper sempre di più con passi felini che lo fecero deglutire vistosamente

“Ma Kaori.. A proposito dove è?” chiese l’uomo in imbarazzo bevendo un sorso di vino

“Mi ha detto che lei non beve e che quindi potevo brindare con te, se n’è andata subito a letto” rispose la donna

Ryo rimase sorpreso. Possibile che Kaori avesse permesso a Midori di introdursi nella sua stanza senza battere ciglio?

“Quindi insomma…ecco…io ti sono debitrice Ryo” e così dicendo Midori gli rilasció un dolce bacio sulla guancia. A quel contatto lo sweeper si irrigidì.

“Ti trovo molto affascinante e mi piacerebbe conoscerti meglio… io ecco… dopo essermi separata da Akio non ho più trovato un uomo in grado di farmi battere il cuore, ma stasera…”

“Non sei in debito con me affatto Midori” la interruppe lui lasciandola per un attimo stranita

“Ho solo portato a termine un incarico…sono certo che i tuoi figli saranno felici di riabbracciarti. A proposito... Si è fatto molto tardi e credo dovremmo andare a riposare, ci aspetta un viaggio piuttosto lungo domani”

“Ah sì…” disse Midori con un pizzico di amarezza nella voce. Ryo sembrava aver eluso volutamente le sue neanche troppo velate allusioni…

“Lo capisco… sarai stanco…” proseguì lei aspettando un cenno qualunque da parte dell’uomo, che peró non arrivò.

“Allora… io...vado” titubó un attimo di fronte alla porta sperando che Ryo dicesse qualcosa, cosa che in effetti avvenne, ma non ciò che avrebbe sperato di sentire

“A domani… Buonanotte Midori”

“Buonanotte” rispose lei uscendo dalla stanza.

Riaprì la porta della sua camera piuttosto delusa. Non avrebbe certo voluto fare chissà che, le sarebbe bastato scambiare due parole con Ryo, conoscersi un po’ meglio, dargli magari il suo numero per sperare di potersi risentire in futuro… al locale aveva perfettamente percepito di non essergli affatto rimasta indifferente e quindi non si sarebbe sicuramente aspettata una tale freddezza nei suoi confronti.

Una volta rientrata nella sua stanza peró, si accorse dell’assenza di Kaori…non era più nel suo letto e neanche in bagno…

Uscì bussando nuovamente alla porta di Ryo.

“Che succede?” disse l’uomo aprendo

“Kaori non è più nella nostra stanza”

“Che significa?” chiese Ryo uscendo e andando a controllare di persona…

Accertatosi che non ci fosse, si acciglió preoccupato

“Faccio un giro per vedere dove può essersi cacciata” e così dicendo Ryo cominció a camminare nervosamente lungo il corridoio del piano seguito da Midori, fino a che incrociarono un addetto del personale

“Mi scusi” gli disse Ryo

“Ha per caso visto una ragazza.. Carina, capelli rossi… ”

“Oh sì” rispose l’altro

“L’ho vista... Non è passata di certo inosservata. Era in pigiama e con una coperta sulle spalle, si stava dirigendo verso il tetto”

Midori notó subito i lineamenti del viso di Ryo distendersi

“Ah ecco, mistero risolto. Deve essere salita per prendere una boccata d’aria… torna pure nella tua stanza, ci penso io a chiamarla” disse rivolgendosi a Midori che, annuendo, tornó indietro.

Ryo invece, dopo aver ringraziato l’inserviente, prese le scale sorridendo fra sé e sé. Dieci minuti prima aveva gentilmente rifiutato le neanche troppo velate avances di uno schianto di ragazza in abiti più o meno succinti, per poi ritrovarsi invece, in quel momento, a cercarne disperatamente una col pigiama e una coperta sulle spalle. Che razza di coglioni potevano mai essere gli uomini innamorati!?

Se solo pensava a quante volte, insieme al suo amico americano Mick, si erano ritrovati a sfottere tutti quei tipi persi dietro a un’unica donna per poi ridere tra una birra e l’altra e dirsi con orgoglio che loro no, mai e poi mai avrebbero fatto quella fine… ed ora invece eccolo lì, a sorridere pensando che invece quella fine l’aveva fatta eccome innamorandosi come un matto della donna più impossibile che avesse mai conosciuto… imperfetta sì, ma perfetta per lui, senza alcun dubbio.

Chissà che cosa gli avrebbe detto Mick se lo avesse visto così cambiato? Avrebbe sfottuto anche lui?

Una cosa era certa… Kaori gli sarebbe piaciuta e non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a provarci con lei…

A quel pensiero Ryo storse il naso infastidito e ringraziò il cielo che ci fosse un oceano di distanza a separare quel porco del suo amico, dalla sua dolce Kaori…

“Ah sei qui?” disse una volta arrivato sul tetto.

Nell’udire quella voce Kaori si voltó di scatto asciugandosi in fretta le lacrime dal volto col dorso della mano

“Ryo?!” disse pensando di avere una allucinazione

“Si può sapere che ci fai qui sul tetto?” chiese lui avvicinandosi per poi sedersi sulla sdraio accanto a lei

Kaori si voltó tornando a fissare il cielo…

“Stavo solo guardando le stelle… a Tokyo con tutte quelle luci presenti in città, non è possibile assistere a uno spettacolo del genere… avevo caldo e quindi ho voluto approfittarne…” disse lei cercando di nascondere l’imbarazzo per la piccola bugia che aveva appena detto.

Ryo, a quell’affermazione, sorrise…

“Posso?” disse sdraiandosi accanto a lei

“Certo…” rispose lei ringraziando il buio che non gli avrebbe permesso di notare il suo volto color cremisi e soprattutto gli occhi gonfi dal pianto.

“È davvero bello sì… non mi capitava di soffermarmi a vedere un cielo stellato da…”Ryo si interruppe all’improvviso e Kaori si voltó verso di lui con sguardo interrogativo

“Da…?” lo incalzó dolcemente

“Dai tempi in cui mi trovavo nella giungla…” disse l’uomo completamente immerso nei suoi pensieri.

Kaori a quell’affermazione si rabbuió.

“Mi dispiace…senza volere ti ho costretto a far riaffiorare alla mente pensieri tristi”

“Beh, in verità quei momenti nella giungla erano i migliori che mi capitasse di concedermi… ad ogni modo quei ricordi sono stati soppiantati da questo… semmai mi ricapiterà di vedere un cielo stellato, adesso potró affermare che l’ultima volta in cui l’ho visto ero con te… ma forse, ora che ci penso, meglio nella giungla tra guerriglieri e animali feroci” sorrise burlandosi di lei

“Grazie tante” sbuffó Kaori per poi proseguire…

“E tu invece? Come mai sei qui?” chiese in imbarazzo, curiosa di sapere come mai non si trovasse ancora con Midori…

“Beh, quando Midori è tornata in camera e non ti ha trovata è venuta a dirmelo e quindi…”

Nel frattempo Midori stava seguendo tutta la loro conversazione nascosta dietro la porta di accesso al tetto…

-Ora capisco…- pensó sorridendo fra sé

-Ecco svelato il mistero del perché mi abbia liquidata in pochi minuti…è evidente che tra quei due non ci sia posto per me…-

Entrando nella sua stanza e non trovando Kaori nel suo letto, Midori aveva avvertito subito una profonda preoccupazione in Ryo ed ora eccolo lì, accanto a Kaori a guardare le stelle con lei… non ci voleva molto per capire cos’è che frullasse davvero nella testa… e nel cuore…di quell’uomo.

Kaori aveva detto che loro due non erano niente… beh, era ovvio che si sbagliasse eccome!

Midori quindi, decidendo di non disturbarli, tornó in fretta nella sua stanza.

“Ryo guarda, una stella cadente!!” urló Kaori all’improvviso in preda all’entusiasmo

“L’hai vista anche tu?”

“Sì, bellissima”

“Allora adesso dobbiamo esprimere un desiderio…”

“Un desiderio?”

“Certo, non lo sai? Quando si vede una stella cadente bisogna esprimere un desiderio!” rispose Kaori eccitata come una bambina

“Che sciocchezze… non ci credo a queste fesserie…”

“Io invece sì… Aspetta…” disse la ragazza chiudendo gli occhi e rimanendo in silenzio per qualche istante

“Ecco fatto, desiderio espresso!” gli disse riaprendo gli occhi

“E cosa hai desiderato?”

“Non te lo diró per niente al mondo…” disse lei rivolgendogli un sorriso birichino…

“Ok, tanto sono solo scemenze” rispose Ryo guardandola imbronciato, curioso di sapere in realtà cos’è che avesse desiderato

“Ma non vai a dormire adesso?” chiese Kaori stupendosi del fatto che l’uomo avesse deciso di passare del tempo con lei

“E tu?”

“Io vorrei rimanere qui ancora un po’”

“Posso farti compagnia? Mi piace stare qui con… le stelle” disse lui arrossendo, accorgendosi in tempo della piccola leggerezza che stava per commettere. Quanto poteva sentirsi stupido a non voler ammettere che era con lei che gli piaceva stare e non con le stelle!

“Sì… anche a me piace stare qui con… le stelle” rispose timidamente Kaori.

Per un attimo i loro occhi si incrociano, incantandosi a guardarsi per secondi infiniti, finché Kaori, distogliendo imbarazzata lo sguardo, si avvicinò a Ryo coprendolo con parte della sua coperta e appoggiando dolcemente la testa sulla sua spalla.

Ripresero ad osservare insieme il cielo, avvolti dal silenzio e con un leggero sorriso stampato sul volto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** COLPO AL CUORE ***


6. COLPO AL CUORE

“Svegliaaaaa pelandroni, voglio tornare dai miei figli!!!” Midori, salita sul tetto, cominciò a sbraitare cercando di risvegliare Kaori e Ryo.

I due aprirono gli occhi spaventati, rendendosi conto, solo il quel momento, di aver passato tutta la notte sul tetto distesi su quelle due scomode sdraio, ma nessuno dei due aveva mai dormito meglio come quella notte.

“Ma che ore sono?” disse Kaori sbadigliando

“Sono già le sette…il sole è già alto da più di un’ora e non si sa come abbiate fatto a non svegliarvi prima. Ma del resto si sa… quando si sta bene non ci si accorge di nulla” disse la donna con tono malizioso

“Ad ogni modo non volevo disturbarvi ma tra poco saliranno i primi clienti dell’hotel per poter usufruire della piscina e quindi…”

“Sì sì, hai fatto bene a chiamarci…”disse Ryo ancora intontito e in imbarazzo per essersi ritrovato in quella situazione.

In realtà, durante la notte, si era svegliato ed era rimasto incantato a guardare la ragazza dormire serena appoggiata alla sua spalla. Una delle dolci manine di Kaori era finita sul suo petto e non si sarebbe mosso da quella posizione per niente al mondo. Si era riaddormentato poco dopo cullato dal dolce respiro della socia e per una volta aveva seguito il suo cuore e non la sua ragione.

Voleva stare lì con lei, sotto le stelle, per sempre se fosse stato possibile. Ma per il momento si sarebbe accontentato di quella notte.

Tornarono in fretta nelle loro camere per prepararsi e poi scendere a fare colazione. Circa un’ora dopo erano già in viaggio verso Nagoya.

Durante il tragitto Kaori si era soffermata a pensare a quello che avrebbe dovuto dire al socio una volta arrivati… non sarebbe stato facile, ma aveva preso la sua decisione e doveva portarla avanti nonostante tutto.

Quella notte passata con lui le aveva aperto gli occhi ancora di più. Lei voleva il pacchetto completo… Voleva lui, nella vita e nel lavoro, ma lui non voleva lei…o perlomeno la voleva solo come collega, come amica, e a lei questo, non bastava più.

Stare accanto a lui per tutta la notte, sentire il suo profumo e il suo respiro così vicino al suo.. Avrebbe voluto abbracciarlo e non lasciarlo andare mai più… come avrebbe potuto continuare a stargli accanto in quel modo? Fingendo ancora di non provare nulla, reprimendo sempre di più i suoi sentimenti. Non voleva più mentire a se stessa. Ciò che avevano condiviso in quei due giorni era molto di più di ciò che avessero mai condiviso in tanti anni insieme e ora che aveva avuto un piccolo assaggio di paradiso, non sarebbe più potuta tornare indietro alla solita routine, alle solite scenate, alle solite martellate.

La verità era che Ryo non sarebbe mai stato in grado di impegnarsi davvero con una sola donna e che lei, per lui, sarebbe sempre rimasta la sorellina di Hideyuki… non sarebbe mai riuscito a guardarla con occhi diversi ed era l’ora provasse ad accettare quella triste realtà.

Non voleva più soffrire e anche se lasciarlo avrebbe significato nuovamente ritrovarsi con il cuore spezzato, sperava che col tempo lo avrebbe dimenticato… forse un giorno sarebbe stata meglio… forse…

Quando arrivarono a Nagoya in quel soleggiato sabato mattina, Midori si catapultó fuori dalla macchina correndo verso casa di Tomoko.

Quando la donna la vide sulla soglia, scoppió in un pianto incontrollato. Si strinsero in un forte abbraccio fino a quando la donna vide, dietro Tomoko, i suoi bambini, a quel puntò si fiondó su di loro abbracciandoli e continuando a piangere a dirotto.

Kaori si sentì pervasa da un profondo calore… quei bambini avevano riavuto la loro mamma e tutto adesso sarebbe andato per il verso giusto.

Tomoko non fece domande... Aveva capito ovviamente che ci fosse lo zampino di Kaori e Ryo dietro tutta quella faccenda, ma avrebbe rispettato Midori attendendo pazientemente che si sentisse a suo agio nel raccontarle cosa fosse davvero accaduto in quei giorni lontana da casa… per il momento voleva solo godersi di nuovo la sua famiglia.

Tomoko naturalmente non attese un attimo di più avvertendo anche Akio del ritorno di Midori. L’uomo ne approfittó per tornare a casa immediatamente. Avevano deciso di separarsi, ma avrebbe sempre voluto molto bene a Midori e la luce che vide risplendere negli occhi dei loro bambini, cancelló immediatamente tutti i tristi pensieri e le preoccupazioni accumulati nelle settimane precedenti...

Pranzarono tutti insieme e al termine del pasto Kaori chiese a Ryo di uscire con la scusa di lasciare la famiglia nella loro ritrovata intimità. In realtà ne avrebbe approfittato per parlargli…

L’uomo fu colto all’istante da un cattivo presentimento, ma non fece domande, limitandosi a seguirla.

Tornarono a camminare lungo il marciapiede che avevano già percorso due giorni prima quando tutta quella faccenda era iniziata…

“Volevo ringraziarti di nuovo per avermi aiutata a riportare Midori dai suoi bambini. Ci ho pensato molto in questi giorni e beh… lo sai, io ho sempre amato molto questo lavoro ma…” Kaori si interruppe un attimo, avrebbe voluto dirgli che amava lui più di tutto, ma si trattenne abbassando lo sguardo e continuando a camminare

“Non credo di voler tornare alla vita di prima Ryo…”

Lo sweeper, a quell’affermazione, sentì come una lama trafiggergli il petto e ancora di più quando sentì le ulteriori parole di Kaori...

“Io… io ti sono davvero grata per avermi accolta in casa tua in questi anni, ma… ma adesso credo davvero sia giunto il momento di abbandonare quella vita e crearmene un’altra…da sola. Continuo a pensare di non essere una buona partner per te… ti sono grata per avermi permesso di stare al tuo fianco per tutto questo tempo, peró guardiamo in faccia la realtà… non so sparare, non so combattere… non ho nessuna delle caratteristiche necessarie per essere una brava assistente… mi metto sempre nei casini e ci infilo anche te…io…”

Ryo continuava ad ascoltarla senza sentirla veramente…

Gli erano bastate le sue prime parole per catapultarlo completamente nell’oblio.

Kaori lo stava lasciando… nonostante lui fosse tornato a riprenderla, dimostrando a modo suo di tenerci, lei aveva deciso comunque di non tornare più a casa con lui…

Realizzò per la prima volta cosa avrebbe significato rimanere davvero senza di lei per sempre, sentiva il suo cuore completamente in subbuglio ma non avrebbe mai immaginato che, quell’attimo di smarrimento, gli sarebbe costato caro.

Non si era infatti reso conto di un’automobile che si era appena accostata a loro e della canna di una pistola che stava sporgendo dal finestrino…Kaori ebbe appena il tempo di reagire cercando di proteggere Ryo con il suo corpo. Ryo, accortosi solo il quel momento di ciò che stava per accadere, tentó di scostare Kaori dandole una forte spinta, ma il colpo la raggiunse comunque…uno solo…diretto nel suo petto.

“Kaoriiiiiii” urló Ryo in preda al panico assoluto. Senza pensarci, tiró fuori la sua python sparando alla vettura che era subito ripartita a grande velocità, colpendo una delle ruote posteriori. L’auto sbandó andando a schiantarsi contro una delle palazzine circostanti.

L’uomo alla guida, riuscì ad uscirne barcollando…

“Maledetto, maledetto city hunter!” fu solo in grado di dire poco prima di crollare sull’asfalto.

L’uomo che aveva appena sparato alla sua unica ragione di vita, non era altro che quell’individuo insignificante di Shimizu che, umiliato da Ryo la notte precedente e non avendo più nulla da perdere, aveva deciso di vendicarsi… aspettando il momento più propizio per agire.

Aveva passato tutta la notte in preda all’ira e alla disperazione e una volta calmatosi, aveva deciso di reagire a quell’affronto subito.

Certo che avrebbero riaccompagnato Midori dai suoi figli a Nagoya, era partito di buon mattino attendendoli nei paraggi e aspettando il momento migliore per mettere in atto il suo piano. Si era esaltato non poco nel vedere Ryo e Kaori uscire da soli dalla casa e, messa in moto la macchina, aveva dato il via al suo losco proposito.

Le persone nei dintorni, allarmate da tutta quella confusione, si riversarono in strada. Così come Tomoko e Midori che rimasero agghiacciate nel vedere lo spettacolo che si era appena palesato davanti ai loro occhi.

Ryo stava stringendo fra le braccia una agonizzante Kaori ricoperta di sangue…

“Kaori guardami… Ti prego Kaori, guardami…” continuava a ripeterle Ryo cullandola fra le braccia.

La donna provó a parlare riuscendo peró a riprodurre solo rantoli di sofferenza…

“Non mi lasciare Kaori hai capito? Ti proibisco di lasciarmi!” una lacrima percorse in fretta il suo volto

“Perché lo hai fatto? Perché mi hai protetto? Perché? Perché?!” continuava a ripetere lo sweeper nella disperazione più completa.

Kaori, raccogliendo le sue ultime forze, alzó un braccio per cancellare con la mano la lacrima presente sul volto dell’uomo.

Non poteva morire… non così, non senza averglielo detto almeno una volta…

“Per… ché…io… ti… amo…” Sospiró, poco prima di perdere i sensi fra le braccia di Ryo.

L’ambulanza arrivò proprio pochi istanti dopo. Ryo, completamente sotto shock, salì sul mezzo continuando a stringere la mano della sua Kaori.

“Resisti Kaori, non mi lasciare, non mi lasciare… sarei pronto a togliermi la vita, mi hai sentito?! Sarei pronto a togliermi la vita…” ripeté sommessamente l’uomo guardandola terrorizzato. Non era mai stato così spaventato in tutta la sua vita… se Kaori fosse morta lui sarebbe stato davvero pronto a farla finita. Niente avrebbe avuto più senso senza di lei… ed inoltre si sentiva responsabile, come aveva potuto commettere un errore così grossolano?

Quando l’ambulanza arrivó all’ospedale, Kaori venne trasportata d’urgenza in sala operatoria e Ryo, con lo sguardo perso nel vuoto e le mani ancora insanguinate, non potè fare altro che attendere la fine dell’operazione pregando che i medici riuscissero a salvare l’unica persona che davvero contasse per lui.

Anche Midori, Akio e Tomoko si presentarono all’ospedale poco dopo. Avevano lasciato i bambini in custodia ad alcuni vicini di casa, volevano in tutti i modi essere presenti anche loro e supportare, per quanto possibile, Ryo.

Le ore che seguirono furono interminabili e Ryo, sempre più spazientito, cominciò ben presto a vagare per i corridoi dell’ospedale come un leone in gabbia.

Trascorsero ben tre ore prima che uno dei medici uscisse dalla sala operatoria per informarli sulle condizioni della donna.

“L’operazione è andata bene, abbiamo estratto la pallottola e siamo riusciti a fermare l’emorragia. Sarebbero bastati pochi centimetri perché il colpo risultasse fatale. Ma ha perso comunque molto sangue…per adesso è in prognosi riservata. Valuteremo meglio nelle prossime ore”

A quelle parole lo sweeper si rabbuió, l’incubo non era ancora finito.

I giorni che seguirono furono per Ryo un tormento. Kaori si trovava in coma farmacologico e lui andava a trovarla ogni giorno rimanendole accanto fino alla sera. Anche Miki e Umibozu, appresa la notizia, erano corsi a Nagoya per stare accanto alla loro amica.

Erano già trascorsi dieci giorni da quando Kaori si trovava su quel letto di ospedale e Ryo non aveva lasciato mai, neanche per un attimo, il suo capezzale.

Umi e Miki avevano prenotato una camera in un albergo dei dintorni, per Ryo invece Tomoko aveva messo a disposizione la camera nella quale si era sistemata Kaori al suo arrivo e per lui fu un tormento ben più grande… sentire il profumo della sua dolce socia su quelle lenzuola, immaginarla distesa e stretta a lui quando invece in realtà si trovava da sola in quella fredda e anonima stanza di ospedale… se avesse potuto non l’avrebbe lasciata mai, nemmeno la notte.

E pensare che quell’incubo era avvenuto per causa sua… tutto per salvare lui, lui… il più grande sweeper del Giappone che si era fatto fregare come un principiante.

Era colpa sua, tutta colpa sua e se avesse perso Kaori si sarebbe ucciso con le sue stesse mani.

E in quel momento avrebbe solo voluto essere con lei, chiederle perdono mille volte e stringerla a sé per non lasciarla andare mai più…

Ma una mattina, presentandosi di buon’ora all’ospedale, realizzò con sua immensa gioia, che tutte le sue silenziose preghiere erano state finalmente esaudite.

“Buongiorno signor Saeba, ho una buona notizia per lei” gli disse uno dei medici che si stavano occupando di Kaori.

“Abbiamo deciso di risvegliare la paziente dal coma indotto… in questi giorni si è ripresa benissimo e posso dire a questo punto, che è completamente fuori pericolo”

Ryo, per la prima volta in tutta la sua vita, sarebbe stato pronto a baciare un uomo, quell’uomo che gli aveva appena detto che la sua Kaori si sarebbe presto risvegliata... Lei era fatta per vivere e avrebbe vissuto una vita lunga e piena. Una enorme gioia gli esplose nel cuore, ma non passó molto perché ripiombasse inesorabilmente nel baratro.

In quei giorni di tormento aveva riflettuto tanto, arrivando ad una unica e dolorosa conclusione.

Kaori aveva ragione... Era giusto che tornasse ad essere una ragazza come tutte le altre…in fondo non era quello che lui aveva sempre desiderato per lei? Del resto al suo fianco avrebbe rischiato continuamente e, se le fosse successo qualcosa, Ryo sapeva che non si sarebbe mai più ripreso.

Poco prima di essere ferita gli aveva espresso l’intenzione di ricominciare una nuova vita da sola, lontano da lui e, a fronte di quanto era successivamente accaduto, non poteva che appoggiare la sua decisione per quanto fosse straziante la sola idea di doversi separare per sempre da lei.

Kaori lo amava… glielo aveva detto poco prima di svenire e ancora sentiva quelle parole risuonare nella sua testa… lo aveva sempre saputo in realtà, ma l’immagine di lei intenta a raccogliere le sue ultime forze solo per riuscire a dirglielo, era rimasta fermamente impressa nella sua mente e nel suo cuore… ma avrebbe dovuto dimenticare tutto e in fretta…

Lei avrebbe dovuto dimenticare lui in fretta.

Qualche giorno dopo Kaori, uscita dal coma, con il benestare dei medici fu ben felice di accogliere tutti i suoi amici che si erano presentati nella sua stanza.

“Miki, Umi!” chiamó la ragazza, felice di vederli lì con lei..

“Come stai Kaori?” chiese la barista accarezzando dolcemente il volto dell’amica

“Questa volta me la sono vista brutta eh? Ma sono troppo coriacea per soccombere così facilmente…”fece una breve pausa prima che un lampo attraversasse la sua mente…

“Ma Shimizu?” chiese preoccupata

“Ryo è riuscito a colpire la sua auto facendola sbandare. A causa della botta che ha preso ha riportato una commozione cerebrale. Si è ripreso piuttosto in fretta ed è stato arrestato. Ci ha dato una mano Saeko a risolvere un po’ tutta la questione con la polizia di zona” disse Miki cercando di tranquillizzare l’amica

“Sono contenta che non possa più fare del male a nessuno…” sussurrò Kaori indirizzando dapprima il suo sguardo compiaciuto verso Midori, per poi spostarlo su Ryo che per tutto il tempo era rimasto in disparte e in silenzio.

“Ryo… tu come stai?” chiese Kaori con voce flebile e stanca e fissandolo turbata… qualcosa nello sguardo del socio non faceva presagire niente di buono.

-Tipico di Kaori- pensò Ryo…

-Si è appena presa una pallottola nel petto, è stata in coma per giorni e chiede a me come sto…-

“Bene Kaori… io… io sto bene” rispose sommessamente rimanendo fermo in fondo alla stanza.

Gli altri, percependo la strana atmosfera che si era venuta a creare tra loro, preferirono uscire per lasciarli soli.

Quando tutti furono usciti Ryo riprese…

“Kaori, io…”

“Non dire niente Ryo… lo so cosa pensi e… non ho bisogno dei tuoi rimproveri. lo rifarei, lo rifarei un miliardo di volte se fosse necessario” lo interruppe Kaori guardandolo con fermezza.

“Ti devo la vita…” disse lo sweeper abbassando lo sguardo

“Tu me l’hai salvata decine di volte Ryo…” rispose lei sorridendo, ma tornando immediatamente seria nel vedere il volto del socio oscurarsi

“Sentì Kaori io… volevo dirti che sono d’accordo con quello che mi hai detto prima di… ecco, prima che quel verme ti sparasse. È giusto che tu riprenda in mano la tua vita qui e io… io torneró a Tokyo. Torneró oggi stesso, Umi e Miki staranno qui con te per un po’ e lo sai, non posso lasciare la città scoperta per troppo tempo”

“Ah…” riuscì solo a dire lei.

Non si aspettava che Ryo se ne andasse così in fretta e soprattutto sperava che le dicesse qualcosa in merito alla dichiarazione che lei gli aveva fatto… gli aveva confessato di amarlo spinta dalla paura di morire e lui… lui non sembrava assolutamente intenzionato ad affrontare la questione…

Era ovvio che si sentisse in imbarazzo… Lui non la amava, cosa avrebbe dovuto dirle? Non era altro che l’ennesima dimostrazione di ció che lei aveva sempre saputo…

“Allora… beh…abbi cura di te Kaori…” disse l’uomo avviandosi verso la porta della stanza

“Anche tu…” rispose la donna tristemente per poi frenarlo all’improvviso poco prima che uscisse.

“Ryo?”

Lo sweeper si voltó forzandosi di guardarla in quei suoi bellissimi occhi per i quali sarebbe stato pronto a morire.

“Forse torneró a Tokyo qualche volta…magari… magari ti passo a trovare…se avrai del tempo per una vecchia amica”

Sorrise cercando di celare la sua profonda disperazione.

Non sapeva perché avesse detto una cosa del genere, ma l’idea di doversi separare per sempre da lui era troppo dolorosa da poter sopportare.

Forse aveva solo bisogno di illudersi che un giorno sarebbe riuscita davvero a tornare e a rivederlo senza più provare tutto quel dolore…

Ryo ricambió il suo dolce sorriso e, senza una parola, varcó la soglia richiudendosi la porta alle spalle.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** DESIDERIO ESAUDITO ***


7. DESIDERIO ESAUDITO

Erano passate già due settimane da quando Ryo era tornato a Tokyo e Kaori, uscita dall’ospedale, si era sistemata stabilmente a casa di Tomoko.

Anche Umi e Miki erano tornati a Shinjuku promettendo però a Kaori che si sarebbero risentiti presto.

Miki in realtà aveva insistito non poco perché Kaori ritornasse a casa con loro. Detestava Ryo per come l’aveva lasciata, ma sarebbe stata davvero felice di poterla ospitare nel suo appartamento. Kaori però non aveva alcuna intenzione di tornare a Tokyo con la prospettiva di rivedere costantemente l’uomo che amava…

Aveva deciso di ricominciare una nuova vita senza di lui e lo sweeper, del resto, sembrava aver appoggiato di buon grado questa sua decisione.

Una volta ristabilitasi completamente, si sarebbe messa alla ricerca di un lavoro e sarebbe ripartita al meglio delle sue possibilità. Più facile a dirsi che a farsi visto che, nonostante tentasse in tutti i modi di mostrarsi felice e spensierata, le persone intorno a lei avevano ben presto percepito la profonda tristezza nella quale era sprofondata.

“Kaori?” la chiamó una mattina Midori poco dopo aver accompagnato Naomi a scuola.

“Ti manca molto non è vero?”

Kaori, a quella domanda, arrossì immediatamente

“Ma di chi stai parlando? Chi dovrebbe mancarmi?”

“Smettila di fare la commedia con me… l’ho capito sai, lo abbiamo capito tutti… ma ciò che non capisco invece è perché tu abbia voluto lasciarlo andare così…”

Kaori sospiró… a cosa sarebbe servito continuare a fingere?

“Ho sempre amato molto il lavoro che io e Ryo svolgevamo insieme. Non ero un’assistente molto abile in realtà e gli ho creato non pochi problemi in questi anni, ma… ma ho continuato a stargli accanto perché ero felice di aiutare gli altri ed ero felice con lui… ma poi… poi un giorno lui ha rischiato grosso a causa mia e allora ho capito di dovermi fare da parte anche in nome dell’amore che…che provo per lui… insomma, a che scopo costringerlo a stare con una donna che non ama e che in più sa creare soltanto casini?

In questi giorni insieme ho capito di non poter continuare a fingere e allora… allora ho preso l’unica decisione possibile.

Stavo proprio informando Ryo di questa mia intenzione quando Shimizu è arrivato e il resto lo sai. Però… peró sono riuscita a dirgli che lo amo prima di svenire fra le sue braccia e tutto sommato sono felice di averlo fatto, anche se Ryo ha ovviamente preferito fingere che non gli avessi detto niente.

Forse con il tempo riusciró a dimenticarlo e lui dopotutto, ha diritto a rifarsi una vita come vuole… e con chi vuole” disse abbassando mestamente lo sguardo.

Midori fissó Kaori con profonda tenerezza…

“Io…io vi ho visti insieme Kaori e credo che anche Ryo tenga molto a te. Quando sei stata ferita io ho davvero letto il terrore nei suoi occhi e nei giorni in cui sei stata ricoverata, lui non ha lasciato un attimo il tuo capezzale.

Ho visto i suoi occhi ed erano gli occhi di uomo disperato… io… io credo che un uomo possa avere uno sguardo come quello solo verso la persona per la quale prova un amore profondo… E poi… e poi non è vero che combini soltanto guai, gli hai salvato la vita Kaori”

La ragazza sorrise tristemente…

“Ryo mi vuole bene Midori… Sono stata con lui per anni e sono la sorella del suo migliore amico, ma non credo possa provare per me niente di più. Non mi resta che farmene una ragione. Ho sognato per cinque anni che le cose tra noi potessero cambiare, ma è arrivato il momento di svegliarsi. La verità è che i sogni non si realizzano quasi mai… Ti ringrazio comunque, avevo bisogno di questa chiacchierata…e tu invece?”

“Io cosa?”

“Sei riuscita a raccontare a Tomoko e Akio qualcosa di ciò che è accaduto..?”

“Beh…io…non ancora…o meglio, gli ho raccontato di aver conosciuto Shimizu anni fa e di che persona orribile fosse, ma non sono riuscita a confessare altro…”rispose Midori in imbarazzo

“Non devi vergognarti del tuo passato Midori… non sei la prima e nemmeno l’unica ad aver avuto un passato difficile, ma sono anche le nostre esperienze a renderci quello che siamo e tu…tu sei una persona e una mamma magnifica… Tomoko e Akio non ti giudicheranno, ti vogliono bene e quando si ama davvero qualcuno, tutto il resto non conta…”

Kaori le sorrise e Midori non poté fare a meno di pensare a quanto fosse naturale amare una ragazza come lei...

Era entrata nella sua stanza per consolarla e farle forza e alla fine era accaduto il contrario.

“Hai ragione…troveró il momento giusto per parlargli. Adesso ti lascio riposare” sospiró Midori dispiaciuta nel vedere la sua nuova amica tanto affranta, poi si avvió verso la porta ed uscì.

In quelle due settimane Ryo si era occupato di un paio di incarichi che aveva portato a termine senza particolare entusiasmo.

Per quanto tentasse di non pensarci, il pensiero andava sempre a lei…

-Starà bene? Si sarà rimessa a pieno? Avrà già trovato un nuovo lavoro? E se la chiamassi?-

Mille domande occupavano la sua mente e aveva ben presto capito che, per quanto cercasse di levarsela dalla testa, non sarebbe stato affatto facile farlo.

Aveva ripreso a non dormire… ormai erano giorni che non dormiva più. L’unico sonno ristoratore di cui aveva ricordo era quello sul tetto dell’hotel…accanto a Kaori.

Passava quasi tutte le sue giornate a sparare al poligono per poi, una volta calata la sera, rintanarsi in uno di quei localini di dubbio gusto ed ubriacarsi fino a non pensare.

E così le giornate erano volate via, una dopo l’altra…

Una mattina, recandosi alla stazione, trovó una classica richiesta di aiuto sulla lavagna. La presunta cliente gli aveva dato appuntamento proprio lì e sarebbe arrivata nel giro di un’ora… non aveva voglia di lavorare, non aveva voglia di niente in realtà, se non rimanersene chiuso nella sua stanza senza vedere nessuno, ma doveva farsi forza e andare avanti…se non per vivere, almeno per sopravvivere.

Aspettó quindi pazientemente che la cliente arrivasse e, un’ora dopo, si sentì effettivamente chiamare

“Ryo!” si voltó.

Tanto fu lo stupore nel ritrovarsi davanti Midori.

“Midori?? Ma cosa ci fai qui… Kaori?!” era il suo primo e unico pensiero e, preoccupato, non esitó un attimo nel dimostrarglielo.

Midori sorrise

“Tranquillo, Kaori sta bene… credi che sarei arrivata fin qui in caso di problemi? Mi sarebbe bastato chiamarti…”

Ryo, in imbarazzo, sorrise nervosamente. Avevano tutti ragione, quando c’era di mezzo Kaori non ragionava più.

“Ma sei arrivata adesso da Nagoya col treno? Come hai fatto a lasciarmi un messaggio sulla lavagna?...”

“Ho chiesto un favore a Miki…ho preferito farti un’improvvisata, non so come avresti reagito se ti avessi detto del mio arrivo”

Per un attimo Ryo si stranì.. Che fosse tornata per lui? Beh, ne sarebbe stato lusingato, ma non aveva proprio voglia di pensare anche a come liberarsi di lei.

“Non farti strane idee” Midori interruppe immediatamente il suo flusso di pensieri

“Sono tornata per parlarti di Kaori…”

“Parlarmi di Kaori, ma cosa…?”

“Sei un vigliacco!” questa frase, detta a bruciapelo, lo colpì in pieno petto

“Un vigliacco certo, ho capito come stanno le cose e sono molto arrabbiata con te. Tu cerchi solo di far finta di niente invece di vedere le cose per quelle che sono. Kaori ti ama e tu ami lei, se vi volete bene perché vi fate tutti questi problemi?

Tu saresti pronto a morire per lei e lei sarebbe pronta a morire per te, che altro diamine c’è da sapere?! Quanto puoi essere ridicolo Ryo Saeba… il miglior sweeper del Giappone…Tsè, il miglior vigliacco del Giappone forse!”

Ryo era rimasto completamente basito nel sentire Midori rivolgersi a lui in quel modo.

“Kaori ha detto di amarti, ha rischiato la sua vita per te e tu? Tu l’hai lasciata andare così…? Ma perché?”

“Kaori ha deciso di non voler più continuare il suo lavoro con me e io… io…non ho fatto altro che rispettare la sua decisione e poi, beh insomma Midori, lo hai visto anche tu cosa è successo.. Non sono stato in grado di proteggerla…ho fallito”

“Non hai capito proprio niente mio caro Ryo… Kaori ha deciso di non continuare a lavorare con te perché ti ama ed è convinta che tu non ricambi i suoi sentimenti… non vuole starti tra i piedi, crede di esserti di impiccio! È vissuta accanto a te amandoti in silenzio per anni, io stessa non mi capacito di come abbia fatto! Ma alla fine ha gettato la spugna… Ha capito che starti accanto senza essere corrisposta non le bastava più! Amava il suo lavoro e ama te! Vorrebbe solo poterti stare accanto e sentirsi amata a sua volta… e per quanto riguarda il fatto che tu non sia riuscito a proteggerla… beh, sei comunque riuscito ad allontanarla quel tanto che è bastato perché il colpo non risultasse fatale. Lei ha salvato te, ma tu hai salvato lei!

Ad ogni modo, se tu non le avessi portato le informazioni sul mio conto personalmente offrendoti di risolvere il caso insieme a lei, Kaori sarebbe andata a Susami da sola, avrebbe affrontato la questione da sola e chissà cos’altro sarebbe potuto accadere… non è quindi tenendola lontana da te che la preserverai dai mali del mondo.

Che idiozia privarsi della felicità per paura!

E comunque dovresti smetterla di atteggiarti a supereroe dal cuore di acciaio… sei un uomo anche tu Ryo ed è bene che tu te ne renda conto… Puoi sbagliare e provare sentimenti come tutti noi comuni mortali! E se ci pensi bene hai avuto il tuo attimo di smarrimento proprio mentre Kaori ti stava dicendo che non sarebbe tornata a casa con te… questo che cosa ti fa capire?”

Ryo la fissó con sguardo interrogativo non riuscendo a comprendere dov’è che la donna volesse arrivare.

“Che è lei la tua forza! Hai perso il controllo non appena ti sei reso conto che lei ti stava lasciando… è solo tenendola al tuo fianco e amandola come ti sei sempre negato di fare in questi anni, che troverai tutta la forza che ti serve! E comunque è giusto che lei faccia le sue scelte, ma sapendo davvero come stanno le cose!”

Midori si avvicinó a Ryo afferrandogli una mano...

“Smettila di decidere per entrambi ostinandoti a farvi soffrire… Kaori sta male Ryo… è questo che vuoi per lei? Come puoi davvero pensare che stia meglio senza di te? E tu? Guardati…sei l’ombra di te stesso e appena mi hai visto hai subito pensato a lei… ed immagino che tu lo faccia spesso… sempre”

Ryo abbassó lo sguardo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma il suo silenzio fu più esplicito di mille parole.

“Voi mi avete aiutato ridandomi la mia vita e io voglio ridarvi la vostra” continuò Midori

“Devi dirle che la ami Ryo, lei deve saperlo, e non me ne andró di qui senza di te… il prossimo treno parte fra due ore… e costi quel che costi tu verrai a Nagoya con me a riprenderti Kaori!”

Lo sweeper rimase per qualche secondo a guardare quella donna che in pochi attimi era riuscita a far crollare tutto il suo castello di paure, dubbi e incertezze.

Amava Kaori, più della sua stessa vita e lei chiedeva solo di essere amata… in quegli anni aveva affrontato ogni pericolo per lei e non aveva fallito mai… Aveva perso il suo sangue freddo solo nel momento in cui era stata lei, di sua spontanea volontà, a dirgli di volersene andare per sempre… Ora lo aveva finalmente capito, aveva solo bisogno di lei, della sua vicinanza e del suo amore…potevano essere forti, ma solo insieme!

Che cavolo stava facendo ancora lì?

“Col treno veloce quanto ci impiegheremo?” disse all’improvviso rivolgendosi a Midori

“Circa un’ora e mezza…”rispose la donna

“Bene allora, ma prima devo fare una cosa” aggiunse rivolgendole un enigmatico sorriso. La ragazza, stranita, evitò di fare domande… sorrise a sua volta, più che soddisfatta.

Non appena arrivarono a casa di Tomoko, Ryo si sentiva nervoso come un ragazzino al primo appuntamento.

L’aveva lasciata all’ospedale liquidandola con poche parole… Come un vero bastardo. Non che di solito si comportasse meglio con lei, ma diamine…quella donna si era presa un proiettile in pieno petto per proteggerlo e lui non era stato in grado neanche di dirle grazie ed abbracciarla. Aveva davvero paura di come lei lo avrebbe accolto.

Non appena Tomoko, che stava tenendo in collo il piccolo Juro, aprì la porta vedendo Midori in compagnia di Ryo, strizzó l’occhiolino divertita in direzione dell’uomo per poi accompagnarlo cautamente verso la stanza nella quale Kaori stava riposando.

Bussó alla porta e Kaori la invitò ad entrare.

Non appena Ryo varcó la soglia, restó incantato nel vedere Kaori con i capelli più corti del solito, seduta sul letto intenta a leggere. Lei, voltandosi, spalancó gli occhi per lo stupore, facendo cadere involontariamente a terra il libro che stava leggendo.

“Ryo?! Che ci fai qui?”

Tomoko a quel punto chiuse la porta lasciandoli soli e avviandosi con Midori e il bambino verso il giardino.

“Sono venuto a trovarti” rispose lo sweeper maledicendosi un attimo dopo per la bugia che aveva appena detto. Lui non voleva andarla a trovare, lui voleva riportarla a casa e subito!

“Non mi andava di aspettare che venissi a trovarmi tu a Tokyo…” le sorrise

“Come stai?” continuó, attendendo una risposta che tardava ad arrivare. Kaori infatti era rimasta completamente imbambolata a guardarlo. Per niente al mondo si sarebbe aspettata di ritrovarselo lì.

“B-bene..”rispose balbettando

“Hai tagliato i capelli…”

“Oh beh sì… comincia a fare veramente caldo e ho provato a tagliarli da sola… non sono venuti un granchè, ma…”

“Ti stanno benissimo invece” la interruppe lui fissandola con uno sguardo pieno di amore.

“E tu? Stai bene? ” chiese lei cercando di nascondere l’imbarazzo provato per il piccolo complimento che Ryo le aveva appena rivolto.

“Sì…” rispose lo sweeper, per poi correggersi subito dopo

“O meglio, no…”

Kaori lo guardò stranita…

“Non stai bene?”

“Beh, in realtà adesso…sì…ora che sono qui…”rispose Ryo in imbarazzo, ma deciso a non nascondersi più.

La donna per un attimo pensò di aver sognato… Ryo aveva davvero detto quello che aveva detto??!

“Kaori… volevo scusarmi per essermene andato via così… Per averti lasciato in quel modo all’ospedale...”

“Ryo io…”

“No, lasciami finire… Tu... Tu sei quasi morta per me e la verità è che io… io ho avuto una paura fottuta.

Prima di conoscerti la paura non era mai entrata nella mia vita Kaori, non sono riuscito a gestire il dolore provato nel vederti in quel modo e… sono stato un vigliacco, semplicemente.

Se vuoi davvero ricominciare una vita lontano da Tokyo…lontano da me… io… io non te lo impediró, ma tu hai avuto il coraggio di dirmi qualcosa quel giorno, prima di perdere i sensi e io…”

Kaori arrossì, aveva capito perfettamente a cosa Ryo si stesse riferendo…

“Ecco vedi…la verità è che ho un segreto che vorrei rivelarti”

La ragazza, di fronte a quella confessione, rimase sorpresa.

“Un segreto?” chiese Kaori piuttosto incuriosita

“Sì…beh… quella notte… sul tetto… quando abbiamo visto la stella cadente… in realtà… sì, insomma, in realtà anche io ho espresso un desiderio” confessó a disagio vergognandosi non poco per quell’ammissione

“Davvero?” sorrise Kaori divertita

“Beh…ecco… uffa… sì” rispose lui grattandosi nervosamente la testa.

“E cosa hai desiderato?” chiese Kaori facendosi tutto a un tratto più audace.

Ryo per un attimo titubó, ma poi, facendo appello a tutta la sua forza, decise che non avrebbe atteso un minuto di più per dirle come stavano davvero le cose.

“Di riuscire a non farti mai più soffrire ed imparare a dimostrarti ogni giorno quello che provo per te”

“Ryo…” Sospiró Kaori incredula cercando di trattenere le lacrime

“Ma ho fallito Kaori… quando ti ho vista ferita, ricoperta di sangue io… il mio cervello è andato completamente in tilt… Se ti fosse successo qualcosa io mi sarei ucciso seduta stante”

Kaori rimase completamente basita di fronte a quella confessione. Ryo sarebbe davvero stato pronto a morire con e per lei.

“Sono stato un vigliacco Kaori… quando ti ho vista così io… io mi sono tirato indietro ancora una volta...e ho deciso io, per entrambi, senza averne il diritto. Certo, sono ancora terrorizzato all’idea che possa succederti qualcosa, ma ho capito che non potevo lasciarti andare senza essere sincero con te fino in fondo…permettimi di esaudire il mio desiderio…sono pronto a proteggerti con tutto me stesso e so di poterlo fare se tu mi vuoi… ancora”

“Ryo!!!” Kaori saltó fuori dal letto gettandosi letteralmente fra le sue braccia stringendolo forte a sé come a non volerlo lasciare andare mai più.

“Oh Ryo, non c’è niente che desideri di più al mondo che amarti ed essere amata da te. Voglio stare solo al tuo fianco, per sempre!” gli disse cominciando a piangere convulsamente

L’uomo prese ad accarezzarle dolcemente la testa, passando le sue dita tra i suoi bellissimi capelli corti. Socchiuse gli occhi tornando con la mente a quel giorno ormai lontano… a quell’incontro rivelatosi il più importante di tutta la sua vita…

“Sei tornato Sugar Boy…”le sussurró dolcemente.

Kaori restó completamente attonita nell’udire quella frase. Lui si ricordava di lei, della prima vera volta in cui si erano conosciuti, e di quel dolce nomignolo che le aveva dato fingendo di scambiarla per un ragazzo.

Profondamente commossa e vinta da quel turbine di emozioni che sentiva scoppiarle nel cuore, continuó a piangere tenendosi stretta a Ryo fino a che l’uomo, allontanandosi dal suo abbraccio, le prese il viso fra le mani asciugandole le lacrime con i pollici…

“E c’è ancora una cosa importante che devo dirti… non mi sei mai stata di impiccio Kaori, tu…tu sei la mia forza e questo non devi dubitarlo mai. Voglio te al mio fianco… solo te… ” e così dicendo avvicinó delicatamente le sue labbra a quelle di lei ritrovandosi entrambi, in pochi attimi, trascinati in un vortice di emozioni mai provate prima.

Fu un bacio dolce, delicato, timido… un lento conoscersi, assaporarsi, fino a perdersi l’una nei respiri dell’altro…

Il loro primo, magnifico, bacio.

L’esigenza di aria li obbligó peró a distaccarsi e la donna, ancora incredula per quel contatto a lungo bramato, non potè fare a meno di stringersi più forte a Ryo nascondendo il suo viso nell’incavo del suo collo vinta dall’imbarazzo, ma felice come non lo era mai stata in tutta la sua vita.

“Torniamo a casa sugar? ” le sussurrò lui rilasciandole un altro dolce bacio sull’orecchio.

“Torniamo a casa”.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** NUOVE STELLE ***


8. NUOVE STELLE

Dopo aver preparato i bagagli e aver salutato con estrema commozione Tomoko, Midori e i suoi bambini, Ryo e Kaori si avviarono alla stazione per riprendere il treno che li avrebbe riportati nella loro città.

Fu tanta la sorpresa di Kaori quando, sedutisi accanto sul vagone del treno, Ryo le afferró la mano per non lasciarla più per tutto il tragitto.

Non era mai stato un uomo di tanti discorsi e di gesti eclatanti, ma quello che le stava dimostrando in quelle ore, era di gran lunga quanto di più grande potesse mai desiderare.

Arrivarono a Tokyo a sera inoltrata e, una volta varcata la soglia di casa, lo sweeper la guardó con aria sorniona.

“Che c’è?” chiese lei un po’ preoccupata per quello strano sguardo che le stava rivolgendo

“Vieni con me” e così dicendo, prendendola per la mano, Ryo la accompagnò sulla terrazza.

Non appena lì, Kaori spalancó gli occhi per la sorpresa.

“Speravo con tutto il cuore di tornare a casa con te e così, poco prima di partire, sono andato ad acquistarle… che ne dici?”

“Ma queste due sdraio sono tali e quali a quelle che abbiamo usato sul tetto dell’hotel…” Kaori si avvicinó sdraiandosi su una di esse

“Ma perché le hai comprate? Qui a Tokyo c’è troppa luce di notte…lo sai che non c’è modo di vedere le stelle”

“Veramente…” rispose Ryo guardandola in modo malizioso

“Io avevo pensato ad un altro modo per fartele vedere” e così dicendo si fiondó all’istante sulle labbra della donna catturandogliele con estrema bramosia.

Il bacio che si erano scambiati a casa di Tomoko, era stato lento, dolce e delicato, ma il solo fatto di aver sfiorato quelle tenere e rosee labbra, gli aveva fatto desiderare per tutto il viaggio in treno, di poter approfondire in maniera più decisa il loro contatto. E in quel momento aveva finalmente potuto mettere in atto il suo proposito.

Quella notte a Susami, sul tetto dell’albergo, avrebbe voluto avvicinarsi a lei sempre di più, impossessarsi di quella sua dolce bocca perfetta e permettere ad entrambi di perdersi in uno di quei baci che per anni avevano desiderato ardentemente, ma aveva finito col ritrarsi in fretta, come al solito…

In quel momento, lì sulla loro terrazza di Tokyo, avrebbe voluto in realtà solo ricreare la stessa romantica atmosfera di quella notte trascorsa sotto le stelle, ma il bisogno impellente di lei lo aveva travolto all’istante rendendo il suo assalto piuttosto irruente e un po’ meno romantico… la scontata conseguenza di anni e anni di sentimenti e desideri repressi.

Kaori, presa alla sprovvista, aveva dapprima frenato l’impeto del compagno per poi lasciarsi completamente andare fra le sue braccia. Ed avevano passato così minuti interminabili, a baciarsi, assaggiarsi, stuzzicandosi a vicenda e giocando con le rispettive labbra fino a quando Ryo, spinto da un sempre più crescente desiderio, la sollevó tra le braccia per condurla in casa…

“Ryo, ma cosa stai facendo?” gli chiese lei guardandolo imbambolata e perdendosi completamente nei suoi occhi

“Credevo che queste sdraio fossero abbastanza comode per ciò che avevo in mente, ma mi sbagliavo…”

“Oh Ryo, ma io…”

“Shhh, Kaori… voglio solo baciarti, baciarti e… baciarti… non voglio altro, deciderai tu quando e come vorrai altro…ma io adesso voglio solo portarti in un posto più comodo per poterti baciare fino a lasciarci senza respiro.

La donna, a quelle parole, appoggió il viso imporporato sul suo petto, lasciandosi condurre ovunque lui avesse voluto.

Rientrando quindi in casa, la adagió delicatamente sul divano intenzionato a mettere in atto i suoi propositi ed iniziando quindi a baciarla lentamente e a lungo…

“Dio… non avevo pensato che sarebbe stata un po’ una tortura così…ma una tortura meravigliosa” disse lui continuando a baciare e a leccare con sempre maggior bramosia quelle bellissime labbra sognate per anni…

Fu Kaori a prendere l’iniziativa, infilando le sue mani incerte sotto la maglietta di Ryo ed iniziando ad accarezzare dolcemente il suo torace, lasciando l’uomo completamente in estasi ed estremamente felice nel notare la sua intraprendenza… con un movimento fulmineo si sfiló del tutto la maglietta, lasciando alla sua vista il suo perfetto petto scultoreo…

Kaori per un attimo sussultó incantata dalla bellezza del suo uomo, per poi alzare i suoi bellissimi e grandi occhi ad incontrare i suoi, perdendosi l’una nello sguardo sognante dell’altro…

Facendosi coraggio afferró una mano di Ryo portandola sul suo cuore perché potesse sentire, attraverso i battiti accelerati, quanto il suo amore per lui, fosse folle, forte e incontrollato, poi spostó la mano verso uno dei seni riavvicinandosi al suo volto e appropriandosi nuovamente delle sue labbra… quel tacito consenso diede all’uomo il coraggio di osare ciò che fino a quel momento aveva immaginato solo nei suoi sogni più proibiti ed iniziò così ad aprire lentamente, uno ad uno, tutti i piccoli bottoncini presenti nella camicetta di Kaori, rimanendo incollati a baciarsi incessantemente. Quando ebbe terminato il suo meticoloso lavoro, le tolse l’indumento ritrovandosi davanti il suo meraviglioso seno coperto da un bellissimo reggiseno nero a balconcino…

“Sei stupenda… e sei speciale…” le sussurrò

“Non smetteró di dirtelo mai più Kaori. Tu lo meriti… tu…” ma le parole gli morirono in gola quando Kaori, sganciando il reggiseno, gli permise di guardarla in tutta la sua prorompente bellezza di donna lasciandolo completamente senza fiato…

Si sentiva bella, pronta per lui…e l’uomo, non resistendo oltre, cominciò ben presto ad accarezzare e a baciare quel bellissimo seno con sempre maggior desiderio. Il tocco della sua lingua fece gemere e sospirare profondamente Kaori che, per la prima volta, si ritrovó a provare sensazioni uniche e meravigliose.

Ryo sorrise nel vederla così, in preda al piacere, ma riprese in fretta le sue carezze, intenzionato a conquistare ogni centimetro di quella pelle lattea, così liscia, deliziosa e capace di annebbiare i suoi sensi, al solo sfiorarla.

Ben presto tutti i loro vestiti toccarono il pavimento e la donna si ritrovó distesa sul divano sovrastata dal meraviglioso e possente corpo di Ryo.

Gli occhi dell’uomo brillarono alla vista di quella dea nuda sotto di lui. Aveva sempre saputo quanto in realtà fosse bella, ma la realtà stava decisamente superando tutti i suoi sogni. Sentiva il proprio cuore battergli furiosamente nel petto tanta era l’emozione di averla finalmente lì, stretta a sé… ed era sua… solo sua…

Baciò con dolcezza la piccola cicatrice presente sul suo petto, segno del profondo amore che provava per lui, per poi catturare voracemente le sue labbra che non avrebbe mai più voluto lasciare per niente al mondo.

Kaori sussultó non appena sentì le dita di lui accarezzare dolcemente la sua intimità per assicurarsi che fosse pronta ad accoglierlo, si irrigidì per un attimo spalancando gli occhi che aveva tenuto chiusi fino a quel momento.

Ryo, nel notare il suo turbamento, si fermó all’istante tornando a guardala con passione, desiderio, dolcezza ed amore per poi continuare a rilasciarle caldi baci sul suo viso, sulle sue labbra, finché la sentì rilassarsi e perdersi nuovamente fra le sue braccia.

Un nuovo sguardo li incatenó prima che un dolce sorriso di Kaori, carico di significato, sciogliesse completamente qualsiasi riserva e a quel punto Ryo non esitó più, unendosi dolcemente a lei e cominciando, con movimenti lenti e profondi, a donarle un piacere sempre più crescente.

Si guardarono a lungo estasiati, riprendendo a baciarsi con impeto selvaggio, donandosi completamente l’uno all’altra e lasciando che la passione li travolgesse rincorrendo, senza tregua, l’apice del piacere che arrivò avvolgendoli, sconquassandogli l’anima e lasciandoli sudati, ansanti, stretti e con i cuori colmi di una felicità nuova, piena, solo loro.

Rimasero immobili per qualche minuto, incapaci di spezzare quel meraviglioso momento che li aveva visti unirsi per sempre.

Ryo fu il primo a muoversi, tornando a guardarla negli occhi.

“Kaori… tutto bene?” chiese timidamente.

“Sì..” rispose lei semplicemente, faticando a reggere il suo sguardo

“Mi dispiace… la tua prima volta, su un divano…non è proprio il massimo della comodità, ma è che io non avevo previsto e..”

“Shhh” lo zittì lei poggiandogli delicatamente un dito sulle labbra

“Va bene ovunque…purché sia con te” gli disse lei, distogliendo lo sguardo per l’imbarazzo.

Ryo la strinse ancora più forte a sé per poi alzarsi e sollevarla nuovamente tra le braccia.

“Dove mi porti?” chiese lei aggrappandosi al suo collo divertita

“Nella tua nuova stanza” disse lui avviandosi verso la sua camera e adagiandola dolcemente sul letto una volta entrati.

Kaori arrossì. Ryo l’aveva portata nella sua camera che da quel momento sarebbe diventata anche la sua e quella nuova consapevolezza le fece esplodere il cuore di gioia.

Si guardò intorno intimidita, ma estremamente felice... Nessun poster sconcio alla parete, nessun giornaletto di dubbio gusto in giro per la stanza…

“Ho una sorpresa per te” disse all’improvviso l’uomo uscendo dopo aver recuperato un paio di boxer.

Rientró dopo pochi secondi consegnando a Kaori la sua vecchia pistola.

“Che regalo romantico” lo canzonó lei sorridendo

“Beh.. C’è un motivo per cui ti rendo la tua vecchia pistola. In realtà devo rivelarti una cosa e spero di cuore che non ti arrabbierai troppo con me”

A quelle parole Kaori rimase in silenzio, preoccupata ma decisa ad ascoltare fino in fondo cos’è che il compagno volesse dirle

“Non sei mai stata un’incapace a sparare… beh vedi… sono stato io a manomettere la pistola… non volevo che tu…ecco, che tu potessi uccidere qualcuno e sporcarti le mani”

“Che cosa?” chiese un’ incredula Kaori

“Mi dispiace di averti mentito, ma l’ho rimessa a posto. Non è più una schifezza. È il mio modo per dirti che da oggi mi impegneró ad insegnarti tutto quello che so… Ti voglio al mio fianco per sempre Kaori… Ma non ti lascerò mai uccidere qualcuno con questa pistola. È l’unica cosa che posso fare per te, per farmi perdonare per averti trascinato in questo brutto ambiente”

Kaori gli gettò le braccia al collo baciandolo dappertutto, ma lui la fermó tornando a guardarla seriamente negli occhi…

“E poi io… ecco… c’è un’altra cosa molto importante che vorrei dirti… sì insomma…”Ryo, in imbarazzo come non mai, stava cercando di superare al meglio l’ultimo scoglio che era rimasto. Kaori era stata in grado di dirglielo e lui non avrebbe dovuto e potuto esitare un minuto di più… non lo aveva mai detto in tutta la sua vita, non lo aveva mai provato fino ad allora in realtà… ma aveva appena fatto l’amore con l’unica donna che contasse per lui e voleva solo che fosse tutto assolutamente perfetto.

In preda all’agitazione e dopo aver preso un profondo respiro, le si rivolse di getto

“Io volevo solo dire che MI amo…”

“Come Ryo? Non ho capito…”chiese Kaori rimasta per un attimo stranita nel sentirlo farfugliare quella frase velocemente… aveva percepito qualcosa, ma era certa di essersi sbagliata…

-Oddio, che imbecille… ho sbagliato proprio la frase più importante- pensó Ryo maledicendosi.

“Ti amo... Ti amo!” si riprese in fretta quasi urlando, afferrandola per le spalle e tornando a guardarla fermamente negli occhi. Basta equivoci, basta imbarazzi... Lei meritava di sentirselo dire a piene parole!

Riprese un nuovo respiro cercando di calmare la profonda emozione che sentiva aumentargli nel cuore ogni secondo di più… Afferró quindi delicatamente le mani di Kaori che, immobile, intenerita ed emozionata per quanto aveva sentito, restó ancora più stupita nel percepire un lieve tremore nel tocco di Ryo…

L’uomo, tornando a fissarla, non potè fare a meno di ripeterle quella sola, unica e meravigliosa verità…

“Io… davvero Kaori… ti amo… tanto”

La ragazza ovviamente aveva già percepito a pieno tutto l’amore che Ryo provava per lei ma, sapendo quanto fosse in realtà un timido e impacciato bambinone, a quelle parole così esplicite, che mai avrebbe pensato potessero uscire dalla sua bocca, non poté frenare una profonda commozione.

“Oh Ryo, anche io ti amo, ti amo da morire” gli disse lei tornando ad abbracciarlo con maggiore impeto.

“Peró.. Non mi hai detto ancora una cosa…” le sussurrò lui all’orecchio stringendola forte a sé e mordendole sensualmente il lobo

“Cosa?” chiese la donna incuriosita

“Quale desiderio hai espresso tu quella notte, sul tetto…”

Kaori sorrise dolcemente

“Che tu fossi felice…” gli disse lei arrossendo

Ryo sentì il proprio cuore contrarsi nel petto. Kaori aveva deciso di pensare prima a lui anche in quel momento… aveva un unico desiderio a disposizione e lo aveva espresso per lui… l’amore di quella donna sarebbe stato in grado di spiazzarlo continuamente.

“Beh, allora anche il tuo desiderio è stato esaudito… perché io non sono mai stato così felice come adesso, qui con te fra le mie braccia…” le disse lui accarezzandole dolcemente una guancia per poi riprendere avidamente possesso delle sue labbra e tornare ad amarla e a venerarla per tutta la notte…

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** NOI SIAMO...NOI ***


9. NOI SIAMO…NOI

Kaori, risvegliatasi al mattino, non potè fare a meno di guardare lo splendido volto dell’uomo stretto a lei.

Ancora non poteva credere a ció che era successo la notte precedente… aveva fatto l’amore con Ryo, ed era stato meraviglioso. Adesso si appartenevano in tutto e per tutto e sperava in cuor suo che niente potesse mai dividerli.

A quel pensiero si incupì stringendosi ancora più forte al corpo dell’uomo.

“C’è qualcosa che non va?” gli chiese Ryo aprendo gli occhi e fissandola preoccupato. Aveva subito percepito, dalla stretta di Kaori, che qualcosa in quel momento la stava turbando, ma la ragazza gli rivolse uno splendido sorriso prima di lasciargli un dolce bacio sulle labbra…

“Allora sei sveglio!” gli disse tornando ad appoggiare la testa sul suo petto

“No Ryo…non c’è niente che non va… È che sono felice… forse troppo felice… temo che possa scoppiarmi il cuore da un momento all’altro”

Ryo la accarezzó dolcemente prima di pronunciare una delle sue classiche fesserie

“Lo capisco... Una notte con me aiuta a sprigionare più endorfine del normale prolungando a lungo il senso di benessere e appagatezza...”le disse malizioso spostando in fretta una mano a toccarle il sedere

“Sei sempre il solito cretino…” sbuffó lei spostandogli malamente la mano

“Io sono seria!” gli disse tornando ad abbracciarlo dolcemente

“Sono felice anche io Kaori… non avrei mai pensato che questo tipo di felicità fosse concesso anche a un tipo come me eppure… eppure tu sei riuscita a donarmi anche questo ulteriore miracolo…”

La donna, commossa nel sentire le sue parole, non potè fare a meno di alzare lo sguardo e fissarlo negli occhi con aria sognante…

“Tu meriti tutta la felicità del mondo Ryo… Devi smetterla di vederti come quello che non sei… e spero che… spero che mi permetterai di renderti felice… per tutta la vita” osó dire lei nascondendo il suo volto nel suo petto

“Non potrei permetterlo a nessun altro” rispose lui sollevandole il mento e riappropriandosi in fretta delle sue labbra per poi tornare ad accarezzarla ovunque e condurla, pochi attimi dopo, in una nuova spirale di amore e piacere senza fine.

Per circa un mese diedero spazio a tutta la passione tenuta repressa in tanti anni insieme. Avevano deciso di rinchiudersi nella loro piccola bolla di felicità capendo ben presto di avere una elevata sintonia anche sotto le lenzuola. In poco tempo Kaori aveva acquisito un grado di sicurezza che mai avrebbe pensato di raggiungere… era Ryo a farla sentire bella e desiderabile riuscendo finalmente a far emergere la meravigliosa donna che in realtà Kaori era sempre stata, ma che a causa dei suoi stupidi tentativi per tenerla lontana da sé, aveva sempre finto di non vedere.

Anche Miki, Umi e tutti gli altri erano rimasti piacevolmente sorpresi dal profondo cambiamento che entrambi gli sweepers avevano subito e, una volta decisi a riprendere qualche incarico, si resero tutti conto che il loro status ufficiale di coppia non aveva fatto altro che renderli ancora più ingranati e più complementari anche sul lavoro.

Ryo aveva mantenuto la sua promessa allenando Kaori ogni pomeriggio al poligono e al combattimento corpo a corpo anche se, puntualmente, ogni sessione di allenamento, terminava sempre con un altro tipo di corpo a corpo…

Non c’era stato infatti ancora un momento in cui, al solo sfiorarsi, non si fossero ritrovati pervasi da una profonda scarica elettrica al punto che, a tre mesi dall’inizio della loro relazione, ogni stanza della loro casa avrebbe potuto raccontare nei minimi dettagli i meravigliosi effetti della loro invidiabile attrazione reciproca.

“E se tornassimo a trovare Tomoko e tutti gli altri?” chiese una mattina Kaori al termine delle loro immancabili coccole.

“Mi farebbe molto piacere… del resto è grazie a loro se adesso noi siamo… noi” sorrise Ryo donandole un dolce bacio sul naso

“Allora li avverto e ci organizziamo!” disse la donna uscendo in fretta dal letto e lasciando Ryo estremamente soddisfatto nel guardare quel suo favoloso sederino avviarsi fuori dalla stanza.

Un paio di giorni dopo, si ritrovarono in viaggio verso Nagoya e, arrivati a casa di Tomoko, la donna non poté trattenere lacrime di contentezza nel rivederli.

Aveva i bambini con sé che, alla vista di Kaori, le andarono subito incontro felici.

“Midori e Akio come stanno?” esordì Kaori non appena entrati in casa, abbracciando Tomoko e i bambini

“Tutto a meraviglia. Midori ha trovato un nuovo lavoro presso un negozio di fiori proprio qui, dietro l’angolo. Si trova molto bene e Akio continua la sua vita di sempre anche se… l’ho sorpreso più volte a guardare Midori con uno strano bagliore negli occhi…e anche lei beh…non saprei… ho solo intuito qualcosa, sono questioni delicate e lungi da me intromettermi nella questione… non ti nego che io ci spero… ma chissà… Ad ogni modo la vita continua, siamo tutti sereni e questo è l’importante… Il merito è anche e soprattutto vostro… cari detective” le disse la donna strizzandole l’occhiolino e facendo capire a Kaori che forse Midori aveva trovato il coraggio per raccontarle tutta la verità compreso il fatto che lei e Ryo fossero i leggendari city Hunter.

“Credi che a Midori farebbe piacere se andassimo a trovarla al negozio?” chiese Kaori all’improvviso

“Eccome! Sapeva sareste arrivati... Sono certa sarebbe contenta di vedervi subito!”

E così Ryo e Kaori si avviarono verso il negozio di fiori tenendosi per mano.

Kaori adorava quei piccoli momenti tra loro. Ryo era cambiato e riusciva ogni giorno a dimostrarle davvero quanto lei contasse per lui.

“Ryo! Kaori!” urló Midori dalla contentezza non appena li vide varcare la soglia del negozio e andandogli incontro emozionata

“Che sorpresa che mi avete fatto, è bellissimo vedervi! Come state?”

“Molto bene Midori, è bello rivederti… e tu? Come stai? Prima ho parlato con Tomoko e mi sembra di aver capito che…” disse Kaori guardandola con uno sguardo ricco di sottintesi.

“Sì…Ho parlato sia con lei che con Akio… ho detto ad entrambi la verità. So di aver fatto la cosa giusta e devo ringraziarti per avermi spronato a farlo… avevi ragione. Hanno continuato a volermi bene senza giudicarmi… ormai il passato è passato e non sai quanto stia bene adesso senza più quel grande peso sul cuore.

Anzi, contro ogni previsione, tutto ciò che è successo ha contribuito a riavvicinare molto me ed Akio.

Ci siamo presi dell’altro tempo per riflettere su di noi. Per il momento abbiamo deciso di non firmare i fogli definitivi per il divorzio e non so come andranno le cose… ma è un periodo sereno e sono felice” disse la ragazza arrossendo e tornando dietro al bancone per riprendere il lavoro interrotto qualche minuto prima.

“E io sono felice per te” disse Kaori sorridendole con tenerezza

“Cosa stai preparando?” le chiese pochi attimi dopo, incuriosita, notando però Ryo distratto nel rimirare, con la bava alla bocca, alcuni volantini pubblicitari di biancheria intima poggiati sul bancone.

“Oh, questo? È un bouquet per una sposa che si sposerà questo pomeriggio. Quando me lo ha commissionato mi ha spiegato di voler provare a rappresentare lei e il suo futuro sposo, col linguaggio dei fiori… questo giglio rappresenta lo sposo… è il simbolo della purezza, della solennità e della dignità”

“E il fiore che c’è attorno ai gigli?” chiese Kaori sempre più incuriosita

“Si chiama pan di cuculo”

“Pan di cuculo? E che cosa simboleggia?”

“Il pan di cuculo significa… sono tua per sempre… romantico no?”

“Sono tua per sempre? Sì… molto romantico” ripeté Kaori con sguardo sognante…

“Sai, tra qualche tempo anche Miki e Umi si sposeranno…” continuó

“Chissà se Miki ha già pensato al suo bouquet. Dovrò parlarle di questi splendidi fiori…” disse fra sé e sé

“Comunque” riprese Midori

“Tra circa un paio d’ore avró finito il mio turno qui, vi raggiungo da Tomoko così potremo trascorrere il resto della giornata insieme ok?”

Passarono così una giornata bellissima con i loro nuovi amici, fino a che, dopo cena, Ryo e Kaori decisero di tornare a casa ringraziandoli per la sempre calorosa ospitalità e sperando di poter ricambiare quanto prima invitandoli nel loro appartamento.

Ripresero quindi il treno che li avrebbe ricondotti a Tokyo e, come era accaduto la prima volta, Ryo prendendo la mano di Kaori e intrecciando le dita con le sue, non la lasció più per tutto il viaggio.

Nonostante ormai fossero una coppia a tutti gli effetti, Kaori pensó che non si sarebbe mai abituata del tutto a quei gesti così dolci da parte del compagno. Aveva sperato per così tanti anni di poter vivere con lui ciò che stavano vivendo in quel periodo, che si sentiva costantemente dentro uno splendido sogno al punto da aver paura di risvegliarsi da un momento all’altro…

Arrivarono a casa a notte inoltrata. Non appena varcata la soglia Ryo spinse Kaori contro il muro catturandole le labbra all’istante con estrema voracità...

“È stata una lunga giornata… quanto mi era mancata questa tua dolce boccuccia” le disse lui con una luce più che significativa negli occhi…

“Aspettami in camera… vado un attimo al bagno” le disse stampandole un nuovo bacio sulle labbra per poi avviarsi in fretta lungo il corridoio e lasciando Kaori ancora sognante appoggiata alla parete.

Non appena la ragazza entrò nella sua stanza, accendendo la luce, si immobilizzó immediatamente.

Ryo, fermo sulla soglia dietro di lei, sorrise compiaciuto.

La donna, voltandosi verso di lui con sguardo incredulo, iniziò poi ad incamminarsi per raccogliere quel bellissimo fiore che aveva subito notato poggiato al centro del loro letto… pan di cuculo…

“Ma questo…?” provó a chiedere con voce strozzata per l’emozione…

“Hai presente quando pochi attimi fa ti ho detto che sarei andato in bagno? Non sono andato in bagno. Volevo solo lasciarti questo piccolo dono… ha un bel significato… per noi… e io…” sorrise di nuovo interrompendosi e grattandosi la testa imbarazzato.

Ryo, nel negozio, nonostante si fosse dimostrato completamente distratto nel guardare i volantini, in realtà aveva perfettamente seguito tutta la conversazione avvenuta fra le due donne e lo sguardo di Kaori nel sentire ciò che quel fiore rappresentava, gli aveva scaldato il cuore a tal punto da volerla sorprendere una volta tornati a casa.

Così, mantenendo viva la sua reputazione e approfittando di un momento di distrazione delle due donne, aveva afferrato un fiore dal bouquet per poi conservarlo di nascosto nella tasca della sua giacca in modo da poterlo riporre sul letto una volta rientrati a casa.

Non avrebbe mai pensato di essere un tipo romantico, ma Kaori era riuscita a far emergere anche questo suo aspetto.

E poi quel fiore… beh, quel fiore era perfetto…rappresentava entrambi… Un tacito “io sono tuo…tu sei mia… per sempre”.

Si appartenevano e quella realtà non sarebbe cambiata mai.

Kaori, commossa nel realizzare quel piccolo immenso gesto del compagno, gli corse incontro gettandosi fra le sue braccia…

“Qualche giorno fa me lo hai detto tu no?… che vuoi rendermi felice per tutta la vita…” le disse Ryo rilasciandole un tenero braccio sulla fronte

“Non chiedo altro che poter fare lo stesso con te…” proseguì lui, asciugando dolcemente, con una carezza, una piccola lacrima di felicità che si fece presto spazio sul volto della donna.

Si tennero stretti a cullarsi, perdendosi l’uno negli occhi dell’altra, fino a che le loro labbra si unirono travolgendoli in un bacio infinito, un bacio nuovo, al sapore di eternità…

Fine

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3975044