Gli sciamani e l'importanza delle stelle

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: La fine del torneo ***
Capitolo 2: *** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: La bella addormentata ***
Capitolo 3: *** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: Il treno di Nezumiland ***
Capitolo 4: *** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: Dolce e violento ***
Capitolo 5: *** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Rincontrarsi ***
Capitolo 6: *** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Nella sua terra ***
Capitolo 7: *** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Cancellargli il dolore ***
Capitolo 8: *** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Prima che si vedano troppo le stelle ***
Capitolo 9: *** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Sfiorandosi ***
Capitolo 10: *** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Gli occhi innamorati ***
Capitolo 11: *** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: E la luna resta a guardare ***
Capitolo 12: *** Atto IV - L'eterno coraggio: Giornate serene ***
Capitolo 13: *** Atto IV - L'eterno coraggio: Insieme ***



Capitolo 1
*** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: La fine del torneo ***


- Beh, allora? Come ti senti?...- Chiese il giapponese ricoperto di fasce indossando solo un paio di mutande.
- Io? ...A me sembra che tra i due tu sia quello messo peggio- rispose il cinese spogliandosi per andare in doccia.
Poco prima volavano su Eliza nel cielo notturno. Yoh si era buttato giù poi, per andare a fare chissà cosa. In pensiero erano tornati al rifugio, con Chocolove e gli Iceman.
Horohoro:- Tu eri morto, però- specificò.
Ren:- Ora sono vivo, più vivo di te, ribadisco. Entro in doccia, sparisci.-
Il ragazzo dell'Hokkaido rimase in silenzio sbattendo ogni tanto le palpebre per stanchezza, mentre quello di Kishu oltrepassava la porta del bagno. Poi, quest'ultimo, fece un passo indietro rientrando nella stanza dove c'era l'amico.
Ren:- Perché sono più vivo di te?-
Horohoro:- Mm?- Lo guardò non capendo.
Ren:- Che hai combinato mentre ero dall'altra parte?- Sorrise appena.
Il ragazzo ricambiò il sorriso:- Niente. Ero un po' arrabbiato.-
Stranamente si creò una leggera tensione, eppure tra loro vera tensione non ce n'era mai.
Ren:- Figurati- sbuffò:- Non ci dici mai niente tu- e rientrò in bagno.
Il rumore dell'acqua della doccia riempì anche la stanza dov'era rimasto il compagno.
Passarono tre minuti buoni, il ragazzo coi capelli chiaroscuri scompigliati in volto si alzò dirigendosi verso la porta di quel bagno, ci poggiò la schiena.
Horohoro:- Ero molto arrabbiato!- Disse a voce più alta per farsi sentire.
Pochi secondi di silenzio e il cinese aprì la porta. Chiaramente il giapponese che ci era poggiato cadde di violenza a terra.
Horohoro:- Ahia.-
Ren:- Scusa- disse sincero, questa volta non aveva fatto apposta a fargli male.
Horohoro:- Non è bello vederti nudo e bagnato da qui sotto.-
Ren gli porse la mano:- Alzati scemo. Sto facendo la doccia, come pensavi di trovarmi?-
Il ragazzo si alzò aiutato dall'amico.
Ren:- Torno sotto l'acqua, ma tu sei hai da dirmi qualcosa fallo pure, come sai, io non ti ascolterò.-
Horohoro:- Ah ah.- lo seguì con lo sguardo, lo scroscio dell'acqua riprese.
Horohoro:- Non avevo altro da aggiungere. Solo che ero arrabbiato.-
Ren:- Per la mia morte?-
Horohoro:- Sì.-
Ren:- Pensa quanto fossi arrabbiato io.-
Al giapponese venne da ridere ma poi tornò serio.
Ren:- Senti, ma... non è bello vedermi nudo e bagnato da lì sotto, perché? Da qui invece ti piace?- Quasi rise voltandosi a guardare il compagno di squadra, ma lui rimase a guardarlo in silenzio, a Ren sembrò che volesse assecondarlo secondo un famoso detto.
Ren:- Se non hai altro da dire, esci- tornando serio.
Il nordico annuì, anch'esso stranamente serio.
Poi di scatto avvolse un braccio intorno al collo del cinese spingendolo verso di sé. Si bagnò leggermente. Ren arrossì completamente, la cresta dei suoi capelli, anche se bagnata, aumentò di dimensione. Rimanendo abbracciato di spalle al ragazzo, con le labbra vicine alle gote arrossate dell'amico ripeté:- Ero veramente molto arrabbiato- questa volta a voce bassa, quasi in un singhiozzo. Ren si calmò annuendo e Horohoro con lo sguardo basso si allontanò lasciando che il ragazzo tornasse sotto l'acqua.
Attimi di silenzio:- E' stato strano quello che hai fatto, lo sai, vero?- Disse quello coi capelli viola ancora rosso in viso, dando sempre le spalle all'amico.
- Sì- ammise l'altro ora più rilassato e anche lui imbarazzato:- Vado via, è meglio.-
Sentirono poi la voce di Lyserg che li riportò alla complicata realtà che stavano vivendo, lo shamanfight era più che mai nel vivo ormai.
Ma anche lo shamanfight passò, e Hao ne fu, ovviamente, quasi banalmente, il vincitore. Il senso di paura dei partecipanti però divenne a poco a poco spensieratezza, tutto sommato, poteva andare peggio, molto peggio. "Ora confidiamo nel tuo buon senso, se ne hai uno, Shaman King."
E venne anche il tempo dei saluti. Da lì a poco sarebbero tornati ognuno nelle proprie case, sparsi un po' nel mondo.
Fecero una piccola festicciola insieme prima di separarsi. I bicchieri di Yoh, Ryu e Horohoro si scontrarono in una specie di brindisi.
Horohoro:- Almeno noi siamo della stessa nazione. Non sarà così difficile incontrarci!-
Ryu:- Io non ho intenzione di lasciare il caro Yoh, la padrona e il nostro Manta!-
Manta:- Vostro che?- sfiatò stanco e Yoh ridacchiò.
Chocolove:- Se fate così sembra un "alla faccia vostra!"-
Horohoro:- E' un "alla faccia vostra!"- Specificò nel casino generale, alla festa c'erano quasi tutti i partecipanti del torneo.
Anna se ne stava in silenzio nervosa, creando negli altri tensione, chissà quando sarebbe esplosa? Tamao cercava invano di calmarla.
Anche Ren era nervoso, ma lui non creava tensione, non importava a nessuno se sarebbe o no esploso e Jun sapeva tenerlo a bada più di quanto Tamao non riuscisse con Anna.
Ryu ora era improvvisamente triste ricordando che Lyserg non era giapponese, non era nemmeno asiatico, un continente di distanza era troppo da sopportare per il suo cuore. Guardò l'inglese che felice mangiava qualcosa con Marco e Jeanne, quando scoppiò a piangere Lyserg si scusò coi suoi compagni e andò, un po' controvoglia ma sempre col sorriso, a consolare lo sciamano col regent.
Si rideva, si mangiava, si beveva e si metteva da parte la tristezza nel dirsi addio, era un bel modo di salutarsi e probabilmente a guardare quella festa e soprattutto a guardare Yoh, c'era anche Hao.
Quando tutto si calmò e molti si salutarono rimase, oltre al disordine, un leggero senso di nostalgia.
Era mattino presto, il sole era alto e il vento leggero quando anche Yoh, tenendo la mano di Anna, salutò tutti. Ryu, Manta e Tamao erano con lui, sarebbero intanto tornati alle Terme Funbari, dove Anna aveva un bel po' da fare (da far fare agli altri, per l'esattezza).
Yoh:- Allora, amici, ciao!- Salutò il resto dei cinque guerrieri rimasti, quattro senza di lui. Manta guardò commosso la scena contento di rimanere con Yoh ancora un po', ma prima o poi avrebbe dovuto salutarlo e tornare alla realtà, forse ancora più dura di questo viaggio pauroso e meraviglioso che aveva affrontato col suo più caro amico.
Ren:- Ciao!- Rispose il ragazzo in un sorriso delicato e sincero.
Horohoro:- Mi raccomando, vediamoci presto!-
Yoh sorrise accennando un sì con la testa e poi diede loro le spalle continuando il suo cammino con Anna e gli altri.
Andò via anche Lyserg poi, raggiungendo Marco e Jeanne per poi perdersi nelle diverse nazioni europee.
Chocolove posò le braccia intorno alle spalle degli amici:- Allora, compagni, siamo rimasti solo noi!-
I ragazzi non risposero, ma i loro sguardi mostravano tutta la loro noia, "per fortuna" Chocolove non poteva vederli.
Chocolove:- Abbiamo tutti e tre i voli programmati per domani. Che ne dite di farci un ultimo giro a Nezumiland??- Entusiasta, Ren e Horohoro sbuffarono scostandosi dalle sue braccia.
Chocolove:- Eddai!!- Insistette e alla fine i due cedettero, cedevano facile in fondo.
Il cielo era aperto e la giornata calda, nel parco gli adulti passeggiavano piano mentre i bambini correvano a schiamazzavano.
Il trio ormai sciolto, accompagnato dai loro spiriti sempre inseparabili, si mescolava al passo degli adulti anche se in fondo erano poco più di un bambino. Chocolove e Horohoro erano vestiti casual, il primo in pantaloni scuri e camicia bianca, il secondo in jeans e maglietta nera, Ren come al solito dava di più nell'occhio, pantaloncino dorato di seta e magliettina rossa e ricami oro nello stile della sua terra, gli occhi delle ragazzine erano quasi tutti rivolti a lui.
Come prima cosa si erano fiondati al chiosco delle granite per potersi rinfrescare e dissetare un po', l'americano prese il gusto cola, il giapponese menta, il cinese limone e ora passeggiavano guardandosi intorno per decidere cosa fare. Chocolove finì la sua granita quasi in un sorso, mentre Ren se la gustava così lentamente che il ghiaccio finì per sciogliersi, appena questo accadde diede una gomitata all'amico utile in quel momento.
Horohoro:- Che vuoi?-
Il ragazzo più minuto senza nemmeno rispondere gli fece notare il bicchiere ancora mezzo pieno che ora era solo limonata.
Intuendo l'Ainu gli materializzò del ghiaccio sbuffando un po'. Ren sorrise soddisfatto:- Come barman saresti veramente utile!-
Horohoro:- Immagino sia il miglior complimento che possa ricevere da te!- Roteando gli occhi.
Il sorriso di Ren ora era più pacato:- E' il mio regalo d'addio- mosse il bicchiere contro quello ormai vuoto dell'amico come a imitare un brindisi, si unì al gesto anche il compagno afro ma con un'energia tale che il bicchiere di Ren, l'unico pieno, schizzò limone negli occhi dei ragazzi che lo maledirono. Quando anche Ren ebbe finito di bere il succo rimasto, gettarono i bicchieri nel primo cestino trovato, notando però che non tutti avevano fatto come loro, l'immondizia nei parchi era sempre tantissima. Ripensarono ad Hao e poi a Yoh, e poi a loro stessi, dovevano impegnarsi tutti, nel loro piccolo, ad aiutare questo povero pianeta. Decisero, come prima cosa da fare in quel parco, di raccogliere un po' di immondizia, "maledetti vandali, cosa dobbiamo fare per evitare che Hao vi uccida tutti?" e poi di corsa a cercare un bagno per lavarsi le mani, e fare anche pipì, la granita era scesa tutta.
Chocolove:- Beh? Ora ce lo possiamo concedere un po' di divertimento o no??- I due compagni finalmente gli sorrisero con dolcezza.
Ren:- Scegli tu la prima giostra!-
Horohoro:- Sì, così ci togli dall'impiccio di dover scegliere. Ah...-
Ren:- Ah, cosa?-
Chocolove nel frattempo rifletteva.
Horohoro:- Paghi sempre tu, vero? Vero??-
Ren scontroso:- Ti ho già pagato la granita.-
Horohoro:- Per quello ho detto sempre.-
Il cinese sbuffò.
Horohoro:- Chi tace acconsente!- Sorrise a trentadue denti.
Chocolove urlò mettendosi in mezzo:- Chi tace non sente!!- Scoppiando a ridere, lui, da solo.
Quel proverbio però riportò Ren a ricordare quella serata durante il torneo, quando era solo col compagno giapponese sotto la doccia. Arrossì.
Horohoro:- Tutto ok? Hai preso colore, hai caldo?- Lo notò chinando leggermente la schiena per avvicinare il viso a quello dell'amico, lui si scostò rapidamente evitandolo:- Sto bene. Sono solo imbarazzato per Chocolove- trovò rapidamente una scusa.
Horohoro:- Lo capisco- scusa che convinse il compagno.
Chocolove:- Simpatici. Ottovolante comunque! Che dite?- Felice porgendo le mani per farsi dare un cinque.
Ricambiarono il cinque controvoglia:- Evviva, andiamo a vomitare come prima cosa!-
Raggiunsero la giostra, fecero pazientemente la fila e poi si posizionarono nei vagoni. I posti per vagone erano quattro e divisi per due.
Ren, che ancora ripensava a quella notte, prese di forza Chocolove trascinandolo con lui nei posti di dietro, obbligandolo quindi a essere il suo compagno di fila. Horohoro si sedette alla poltrona davanti a Cholove e chiese al cinese:- Mi odi davvero tanto o ci tenevi particolarmente a stare a braccetto con questo qui?-
Chocolove:- Ehi questo qui ha un nome!- Poi fece una battuta che non capirono.
Ren sottolineo:- Ti odio davvero tanto.-
Horohoro sarcastico:- Preferisci che cambi proprio vagone? Ma che mi importa...- disse poi voltandosi in avanti:-...finché mi paghi le cose, odiami pure!-
Il posto rimasto accanto al giapponese venne occupato da una ragazzina bruna vestita di bianco molto carina che sembrava avere grossomodo la loro età. Horohoro la guardò un po' imbambolato, lei sembava timida o un po' spaventata, non era chiaro, giocava nervosamente con le mani.
Ren diede lui un colpo sulla nuca.
Horohoro:- Che c'è?!-
Gli rispose solo con lo sguardo "la metti a disagio, scemo!"
Horohoro cambiò discorso vedendolo col pettine in mano:- Ma che fai?!-
Ren:- Mi pettino.-
Chocolove:- Ma sei scemo?- Si intromise, con estrema serietà.
Ren:- Intanto non uscirò da qui con i capelli come i tuoi- rispose all'americano che lo ignorò voltandosi altrove.
La giostra partì.
Il ragazzo dell'Hokkaido notò che la ragazza era veramente molto spaventata.
Horohoro:- Se hai così paura perché sei salita?- Avvicinandosi a lei in modo involontariamente indiscreto.
La ragazza tremando un po' scosse la testa.
Horohoro:- Se posso aiutarti chiedi pure, io non ho paura!-
Chocolove borbottando con Ren:- Ma Horohoro ci sta provando con la tipa accanto a lui?-
Ren infastidito:- Così pare.- Era infastidita anche la piccola Kororo.
Il giapponese sentendoli si voltò:- Cerco solo di essere gentile, stupidi.-
La ragazza allora sfiorò la mano del ragazzo timidamente, lui arrossendo di colpo la guardò. Lei gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.
Lì per lì i due compagni dietro pensarono che il ragazzo avesse veramente fatto colpo. Ren si sentì quasi geloso ed era tentato di prendersi a schiaffi ma poi notò lo sguardo dell'Ainu, impallidiva e sgranando gli occhi borbottò qualcosa che sembrava:
- C... cosa?! Un attentato?!-

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Capitolo 2
*** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: La bella addormentata ***


L'ottovolante andava veloce, il vento scompigliava i loro capelli e i loro vestiti, ma nessuno in quel primo vagone rideva.
La ragazza dai capelli scuri seduta accanto allo sciamano del ghiaccio tratteneva a stento le lacrime.
Il ragazzo ribadì tremando un po':- Non mi stai prendendo in giro? Stai parlando veramente di un attentato?!-
I due ragazzi alle loro spalle si avvicinarono per cercare di sentire meglio, la ragazza si voltò sentendosi profondamente a disagio.
Chocolove:- Un attentato?! Che stai dicendo Horohoro?!-
Horohoro:- Non lo so! Chiedetelo a lei! Non devo farlo io l'attentato!-
- Non urlate!!- Urlò allora lei.
Il cinese alle sue spalle la calmò a modo suo, bloccandole forzatamente le spalle con le mani:- Stai urlando solo tu adesso, non ci sentono quassù. Come ti chiami innanzitutto?-
Horohoro:- Mi pare secondario.-
Chocolove:- Si chiama la ragazza dell'attentato.-
Diana:- Mi chiamo Diana! Non sono io che devo fare l'attentato!-
Chocolove sbuffò:- Come no!-
Ren diede uno schiaffo sulla nuca anche a lui.
Ren:- Diana, spiegati meglio. Non possiamo permettere che accada.-
Diana guardò altrove sorridendo sarcasticamente:- Certo, tre ragazzini fermeranno un pazzo col fucile!-
Horohoro sospirò:- Uuh, è solo un pazzo con un fucile?? Allora possiamo fermarlo davvero! Che dite?- Agli amici che annuirono.
Ren:- Ehi, signorina, abbiamo pulito il parco per salvare questa gente, non lascerò che muoia uccisa da qualcuno che non sia Hao!-
Diana sbattendo le palpebre:- Eh?!-
Horohoro spintonò l'amico verso il sedile con un colpo in fronte:- Lascia perdere il suo cinismo e spiegati!-
Mentre l'ottovolante girava sempre più velocemente la ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime che finirono su un infastidito Ren.
Diana:- Io non volevo gli accadesse nulla, ma non posso permettere che tanti innocenti paghino! Si tratta di mio padre!-
Horohoro:- Tuo padre?!- Si voltò verso il compagno cinese per un involontario collegamento con un padre fuori di testa, lo sguardo di Ren era tipo "cazzo vuoi?!"
La ragazza vestita di bianco, non riuscendo a smettere di piangere, si catapultò tra le braccia del ragazzo che le sedeva accanto continuando a raccontare la storia; i tre si persero però la parte iniziale del racconto distratti dall'avvenimento.
L'Ainu, rosso in viso, muoveva le labbra a dire "mi sta abbracciando!!" Ren e Chocolove (che comunque percepiva la situazione) volevano solo prenderlo a calci. Poi tornarono seri ricordando di cosa si stava parlando e sperando che la parte iniziale del racconto non fosse importante.
Diana:- Si tratta di mia sorella!-
Horohoro annuendo:- Tua sorella, sì, dicevi?- Facendo finta di aver seguito fino ad adesso.
Diana:- Morì per un'incidente qui a Nezumiland circa 3 anni fa- tirò su col naso e i tre si sentirono tremendamente in colpa per essersi distratti.
Diana:- Successe nel castello della bella addormentata! Ma i proprietari del parco per evitare scocciature infangarono la cosa dandoci un risarcimento. Come se i soldi potessero farci sentire meglio!- Sputò con rabbia adesso, i ragazzi annuirono tristemente.
Diana:- Mio padre in questi anni è uscito fuori di testa. E adesso vuole fare una strage proprio in quel castello, vuole far chiudere il parco! L'ho seguito di nascosto ma ho avuto paura e mi sono rifugiata qui! Scusate se vi sto mettendo in mezzo! Ti ho bagnato tutta la maglietta...- si scusò scostandosi dal giapponese, lui sorrise come a dire "non preoccuparti".
Diana, che ora guardava avanti a sé:- Voi qui siete al sicuro... rimanete qui finché mio padre non verrà arrestato, perché tanto accadrà. Non può passarla liscia. Solo non avrei voluto ci andassero di mezzo innocenti! Non avrebbe voluto nemmeno Sarah!- Pianse ancora.
Horohoro:- Perché non avvertire le guardie?!-
Diana tremando e cercando di trattenersi:- Non saprei dirvelo... perché è comunque mio padre!...- Si morse il labbro.
L'ottovolante si fermò, il giro era finito, si allentarono le sbarre di sicurezza per farli uscire. Ma loro, sul momento, non uscirono.
Horohoro chiuse gli occhi e, impulsivo come al solito, strinse il viso della ragazza tra le mani (senza nessun motivo) e le urlò:- Mi dispiace per tuo padre ma ha chiaramente bisogno d'aiuto e solo fermandolo questo potrà accadere! Dobbiamo salvare le- venne interrotto da un pugno del cinese.
Ren a voce bassa:- Stai un po' zitto. Stai ancora urlando come se stessimo in movimento. Ti sentono tutti- nel mentre si pettinava aggiustandosi i capelli e dando loro la forma originaria.
Il giapponese, che ora si teneva le labbra sanguinanti, si guardò intorno, in effetti lo guardavano tutti. Ridacchiò per non dare più nell'occhio, strinse il polso alla ragazza e corse via seguito dagli amici.
Diana:- Che intenzioni avete?! Perché non siete rimasti sull'ottovolante al sicuro?!- Mentre veniva ancora trascinata dallo sciamano.
Chocolove con un sorriso fiducioso:- Che domande! Ci devi portare da tuo padre! Dobbiamo fermarlo!-
Diana:- Siete pazzi?!-
Ren:- Ehi, carina, non abbiamo molto tempo, domani mattina abbiamo dei voli per tornare a casa! Non voglio passare la nostra giornata libera a rincorrere tuo padre. Quindi, coraggio, dicci tutto e sbrighiamoci, così avanza dell'altro tempo per noi!-
Diana ascoltò con la testa piena di paure e forse anche speranze, annuì.
Horohoro e Cholove guardavano Ren commossì per quel "nostra giornata", "tempo per noi":- Allora ci vuoi bene!- Non riuscirono a trattenersi, il cinese borbottò arrabbiato.
Raggiunto il castello Diana si accorse che il padre era già dentro, non avevano certo il tempo di fare la fila! Era troppo tardi? Dovevano trovare il modo di entrare nel castello senza dare nell'occhio.
Chocolove:- Ren! Vestiti come la bella addormentata! Così hai diritto a passare prima!-
Ren furioso:- Ma che dici?! E poi voi come volete entrare?!-
Chocolove rispose serio:- Facciamo il letto. Horohoro fa il materasso, io il cuscino, perché sono più morbido!-
Ren, Horohoro:- ...-
Diana:- E io? Cosa faccio?-
Ren e Horohoro se la presero con lei alla fine:- Lo prendi sul serio?! Che razza di idea è?!-
Chocolove:- Ok ok, ho un'altra idea! Credo questa vi piacerà!- Sembrava serio e attirò la loro attenzione, si voltarono nella direzione che l'americano sembrava indicarli. E videro il fantasma di una ragazza dai lunghi capelli neri, assomigliava tanto a Diana.
Ren:- Sarah- intuì attirando l'attenzione di Diana che non riusciva a capire.
Chocolove:- Bene, non ha raggiunto il Nirvana così non abbiamo bisogno di Anna per convincere il padre a fermarsi!-
Diana:- Che cosa state dicendo?! Mi prendete in giro?!-
Il fantasma della ragazza fece cenno loro di seguirla, conosceva una scorciatoia per entrare al castello senza essere visti dalla sorveglianza.
Horohoro prese di nuovo Diana di peso e la trascinò costringendola a seguirli.
Arrivati in un posto isolato dietro al castello prese le spalle della ragazza tra le mani:- Rimani qui Diana, sarebbe orribile se tuo padre ti uccidesse per sbaglio!-
Diana:- Non sapete nemmeno come riconoscerlo!-
Horohoro sorrise:- Ce lo dirà Sarah!-
Diana non riusciva a capirli, se la stavano prendendo in giro lo facevano in modo veramente strano.
Si prepararono a entrare ma Diana fermò il giapponese stringendo lui il polso:- Voglio venire. Sono mio padre e mia sorella. Voglio essere lì quando ci riabbracceremo innamorati.-
Gli occhi dell'Ainu divennero lucidi, quasi si commosse annuendo ma ricevette ancora un pugno dall'amico di Kishu:- E' pericoloso per lei, non le dire di sì!!-
Horohoro piangendo:- Ma prima mi ha abbracciato!-
Il cinese sconfitto roteò gli occhi e seguito dai tre più i loro fantasmi, compresa Sarah, entrò nel castello.
Trovarono l'uomo nella cameretta della principessa, c'era anche altra gente. Nonostante facesse caldo l'uomo indossava un cappotto marrone, chiaramente ci nascondeva dentro il fucile, si chiesero come avesse superato la sorveglianza. L'uomo che aveva chiaramente i nervi a pezzi si chinò vicino al letto dove un'attrice interpretava la principessa, borbottò qualcosa:- Sono venuto a lasciarti una cosa Sarah, scusa se ci ho messo tanto, sono un pessimo padre- mise le mani all'interno del cappotto spaventando i ragazzi che erano convinti fosse il fucile.
Erano pronti a fermarlo, anche se nemmeno loro sapevano bene come ma Sarah li bloccò:- Non è il fucile- infatti notarono l'uomo poggiare un contenitore contenente un flauto sul letto della bella addormentata. Non capivano ma prima ancora di Sarah fu Diana a chiarire il tutto tra le lacrime:- E' il flauto di Sarah. Amava suonarlo ed era bravissima. Aveva anche composto una canzone, ma si vergognava a farla sentire in giro, e la suonava solo a noi!- Singhiozzando:- Che stupida! Era una canzone bellissima! Che sciocca che era!- Strinse i pugni:- Quanto mi manca!!- Horohoro strinse lei la mano a pugno senza dire nulla, cercava solo di consolarla. Sarah le si avvicinò cercando di asciugarle le lacrime ma lei non poteva vederla.
- Occhio!- Urlò poi Sarah:- Ora è il fucile!- Si voltarono di scatto e l'uomo era ora in piedi con lo sguardo vuoto e privo di emozioni pronto a premere il grilletto tra le urla di tutti ma un forte vento lo fece cadere, era Spirit of Wind.
Partì in automatico un solo colpo che quasi colpì Ren, Horohoro spinse d'istinto il cinese salvandogli la vita e schivando il proiettile che finì fortunatamente contro il muro, poi ghiacciò i polsi dell'uomo costringendolo a lasciare il fucile.
Diana non riusciva a credere ai suoi occhi. Intanto la bella addormentata si era "svegliata" e aveva chiamato aiuto.
Diana:- S... Siete stati voi?! Com... com'è possibile?!-
L'uomo nel panico notò la figlia:- D... Diana?!...- Disse tremando e tornando in sé, aveva rischiato di fare del male all'unica figlia che gli era rimasta?!
Sarah, ora vicina a Ren che si alzava dopo essere stato spinto dal compagno:- Siete stati bravissimi! Lo avete fermato subito!-
Ren scontroso:- Tsz, non dirlo a me, sono l'unico che non ha fatto nulla!- Bason triste si prendeva le colpe senza averne.
Sarah:- Sanguini un po'.-
Ren si guardò il braccio destro:- Sì, è solo un graffio, mi ha preso di striscio. Per fortuna non ha sporcato i vestiti.-
Sarah ridacchiò vedendo le priorità del ragazzo.
Chocolove e Horohoro erano già vicini al padre di Diana, anche lei era con loro. Cercarono di spiegarli tutto, cosa fossero gli sciamani e soprattutto la cosa più importante, Sarah era lì con loro, ma chiaramente l'uomo non riusciva a crederli, Diana non ne era del tutto sicura.
Chocolove:- Ok- sbuffò l'americano:- Sarah. Vieni qui! Facciamoli vedere questa possessione!-
Sarah imbarazzata:- Come? E come si fa?-
Chocolove:- Che fantasma ingenuo, vieni qui e basta!- Mic si accocolò ai suoi piedi un po' geloso.
Diana e l'uomo ancora bloccato dal ghiaccio guardarono quel ragazzino fare qualcosa di strano, si sentivano presi in giro e in quel padre così disperato cresceva la rabbia ma poi lui parlò.
Chocolove/Sarah:- Ciao Dearddy e Deariana!-
I loro occhi si sgranarono. L'uomo tremò:- D... Diana... gliel'hai detto tu?-
Diana con gli occhi che si riempivano di lacrime fece cenno di no.
Ren si avvicinò a Horohoro, si guardarono sorridendo, Chocolove aveva avuto una buona idea.
Chocolove/Sarah:- Dearddy non ti vedo ancora convinto! Chi altri penserebbe a chiamarti così eh? Il solito scorbutico papà! Che vuoi che faccia??-
Diana:- Suona!- Sputò Diana tra le lacrime:- Suonaci la tua canzone!- Indicando il flauto poggiato su quel letto ora vuoto.
Lo sciamano annuì, prese il flauto e iniziò a suonare.
Fu allora che il padre scorbutico e disperato cedette, il ghiaccio ai suoi polsi si sciolse e con esso anche il suo cuore. La melodia che li stava avvolgendo era quella di Sarah, era quella che la sua Sarah suonava loro ogni sera prima di andare a dormire! Non sapeva se Sarah era davvero lì o se era tutta una finzione, sapeva solo che quella melodia gli era mancata; sorrise e strinse la mano di Diana, forte come se non volesse lasciarla mai più. Poi arrivò la polizia e l'uomo in lacrime venne accompagnato via.
Sarah uscì dal corpo dello sciamano guardando il padre andare via, si sentiva serena però, ora forse poteva essere aiutato.
- Ren! Il letto è vuoto! Coraggio bella addormentata, aspetta solo te!- L'americano, tornato in sé, faceva lo scemo sedendosi e saltellando su quel morbido letto.
Ren:- Piantala cretino! Ti sembra il momento?!- La sua cresta avrebbe rovesciato la corona della principessa se l'avesse tenuta in testa.
Sarah guardò i tre sciamani commossa, ringraziò in particolar modo Chocolove chiaramente ma si imbambolava un po' guardando il cinese.
Horohoro la notò:- Credo tua sorella abbia una cotta per la principessa qui- indicando Ren che arrossendo sputò parole cattive a tutti.
Diana ridacchiò:- Sì, Ren è proprio il tipo che sarebbe piacuto a Sarah- si asciugò l'ultima lacrima e si avvicinò al giapponese:- secondo me però, non capiva niente di ragazzi- e diede lui un bacio sulla guancia. Andò via poi, seguendo il padre e lasciando i tre sciamani in un silenzio imbarazzante. Solo dopo un po' Horohoro ridacchiò in modo stupido, Ren sbuffò e Chocolove si lamentò:- Io non sono mai il tipo di nessuno.-
Sarah si avvicinò all'americano:- Non dire così, sei stato così carino che fossi viva ti sposerei!-
Chocolove:- Sei morta però- puntualizzò cinico.
Sarah rise:- Posso chiederti di rifarlo? Ho ancora qualcosa da dire a mio padre e mia sorella!-
Lo sciamano afro annuì non sapendole dire di no, seguì il fantasma e salutando gli amici (promettendo loro che si sarebbero visti prima di domani) raggiunse la polizia, Diana e l'uomo pazzo.
Horohoro, rimasto ora solo con Ren, notò il braccio ferito dell'amico.

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Capitolo 3
*** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: Il treno di Nezumiland ***


Il castello della bella addormentata venne fatto evacuare, anche se il pericolo era stato scansato era comunque partito un proiettile.
I due sciamani coinvolti, ormai rimasti soli, vagavano nel parco guardando i chioschi o le giostre.
Ren:- Per le giostre dovremmo aspettare Chocolove? Che dici?-
Horohoro:- Ci tieni davvero a questa giornata alla fine eh? Chi se ne frega di quello, scegli una giostra e andiamo!- Rispose distrattamente.
Ren lo guardò:- Che dolcezza.-
Il nordico ridacchiò resosi conto di essere stato cattivo nei confronti dello sciamano assente.
Ren:- E se mangiassimo qualcosa? Hai fame? Chiaramente offro io!- Roteò gli occhi ancora una volta.
La gente intorno rideva, scherzava e sembrava che andassero tutti più veloci di loro.
Il giapponese prese il polso dell'amico per vedere meglio la ferita inferta dal proiettile.
Ren scocciato:- Che fai?-
Horohoro serio:- Non dovresti farti controllare questa roba?-
Ren:- E' solo un graffio, ti ricordo cosa abbiamo passato al torneo? Senza contare che a casa mia queste cose erano all'ordine del giorno!- Rise anche se da ridere c'era poco ma l'amico rimase serio.
Ren lo strattonò per farsi lasciare la mano:- Tutto ok? Perché sei così serio?- Riprese a camminare verso il chiosco delle stuzzicherie.
Il compagno rimase in silenzio mentre il cinese si allontava, poi parlò:- Vedi di non morire più, o mi arrabbio di nuovo.-
E Ren ripensò ancora a quella notte, si voltò a guardarlo e il tempo sembrò proprio fermarsi, si accorse che si era alzato un po' il vento, rabbrividì.
Horohoro:- Hai freddo?- Gli si avvicinò con voce più tranquilla.
Ren:- Solo un po' di fresco.-
Horohoro:- Ora non sono più utile- sorrise.
Ren:- Già- rispose sorridendo appena anche lui.
Si era di nuovo creata quella strana tensione, tanto che sentirono seriamanete la mancanza del terzo compagno.
Una fontana gli schizzò un po', creava un leggero arcobaleno attorno a loro e ai cespugli fioriti, davvero un posto da principesse.
Ren:- Ehi- disse improvvisamente fermandosi e costringendo l'altro a fermarsi:- Non mi piace questa situazione.-
Horohoro:- Quale situazione?-
Ren:- Questa. Questa qui- ribadì:- sei troppo silenzioso e pensi chissà cosa. Mi metti ansia.-
Horohoro:- Tu puoi provare ansia?!- Ora rise di gusto e Ren si calmò:- Bene, così va meglio.-
Horohoro:- Pensavo odiassi sentirmi parlare. Allora...- riprese a camminare:-...dovevi offrirmi qualcosa da mangiare no?-
Ren annuì. Comprarono tre ciambelle, un cornetto e una bottiglietta d'acqua e trangugiando ripresero a camminare decidendo in quale fila aggiungersi.
Ren:- Non abbiamo comprato un po' troppa roba?-
Horohoro:- Io ho fame, e tu devi crescere.-
Ren:- Se muori tu io non mi arrabbio, lo sai?- Come fosse un invito a farlo.
- Però, ripensandoci...- disse poi a voce bassa spingendo contro il muro di pietra l'amico che con le due ciambelle in mano lo guardò stranito. No che non fosse solito sbatterlo contro qualcosa, chiariamo.
Horohoro:- Che ti prende?!- Gli chiese masticando mentre era costretto contro quel muro.
Ren:- ...ci ho riflettuto solo adesso che per difendere me avresti potuto beccarti tu il proiettile!-
Horohoro:- Ah ok. E' il tuo modo di dire grazie?- Strappò un altro pezzo di ciambella.
Ren:- Grazie un cazzo- lo minacciò ancora di più avvicinando il viso al suo con sguardo tetro:- non t'azzardare mai più.-
Al giapponese andò di traverso un po' della ciambella e iniziò a tossire facendo lui cenno di passargli l'acqua.
Ren:- Sei scemo? E' solo una bottiglia e ci ho già bevuto io. Tu hai detto che non volevi! Crepa ora!-
L'amico lo guardò malissimo mentre continuava a tossire e il compagno, ancora una volta, cedette roteando gli occhi.
Dopo aver bevuto, la tosse si calmò e riporse l'acqua a Ren.
Ren:- E' tua adesso, vado a comprarne un'altra.-
Horohoro:- Non ho nessuna malattia sai?-
Ren:- Non ho paura delle malattie, mi fa solo schifo la tua saliva.-
Per ripicca l'Ainu gli sputò contro ma il cinese abilmente lo evitò per poi prenderlo a pugni nonostante il cibo che avevano ancora in mano.
I pugni si trasformano in una lieve risata, Horohoro si arrese e Ren si calmò. 
- Ti piaceva quella ragazza eh?- Disse senza rifletterci troppo il ragazzo coi capelli viola aggiustandosi i vestiti e finendo il suo cornetto (bevve anche, smettendo di fare lo scemo).
Horohoro finendo anch'esso le sue due ciambelle e chiedendo la ciambella rimasta che spettava a Ren:- Era carina, certo. Non credi?-
Kororo infastidita, Horohoro le sorrise con occhi quasi lucidi, Ren li guardò rimanendo in silenzio. Lo sciamano del ghiaccio e il suo spirito borbottarono a voce bassa qualcosa, lui era molto dolce. Ren intuì cosa si dicevano senza bisogno di sentirli, probabilmente Horohoro non avrebbe amato mai nessuno che non fosse quella ragazza che ora era così piccina e se ne stava sotto una foglia di cavolo. Nessuna ragazza che non fosse lei, pensò. Nessuna ragazza. Scosse la testa cercando di cambiare pensieri.
- Beh, allora, non credi??- Si accorse che Horohoro ora parlava a lui.
Ren:- Eh?-
Horohoro:- Tu non fai mai molto caso alle belle ragazze vero?-
Ren alzò le spalle.
Horohoro:- Sei strano.-
Ren ora esplose:- E tu sei maleducato e ignorante!-
L'amico rise di gusto:- Maleducato io?! Fino a prova contraria eri tu che mi prendevi a pugni e calci un attimo fa!-
Ripresero a camminare riguardandosi intorno, presero un viale ricco di verde e un po' isolato.
Horohoro:- E comunque so perché non guardi le ragazze!-
Ren, nonostante volesse assolutamente evitare il discorso:- Sentiamo. Voglio vedere dove vuoi andare a parare...- lo minacciò poi:- Però ti ricordo che anche se il proiettile non ti ha colpito posso folgorarti io.-
Horohoro:- La pianti di minacciarmi di morte? Sei noioso, tanto so che sei un bravo ragazzo sotto sotto- gli stropicciò i capelli mandandolo su tutte le furie, Ren se li pettinò di nuovo.
Il giapponese, con aria sicura, evitando lo sguardo dell'amico, ammise:- La verità è che hai una cotta per Yoh!-
Il cinese sputò l'acqua che stava bevendo.
Si fermarono, Horohoro decise coraggiosamente di guardarlo e di continuare a parlare:- Non rispondi... chi tace accensen- Ren gli tappò con violenza la bocca:- Piantala con questo proverbio. Sembra che tu conosca solo questo!-
Horohoro non rispose e chi tace acconsente.
Horohoro:- Ok, ma tu non lo stai negando.-
Ren:- Perché è talmente stupido quello che hai detto che non ne ho bisogno- riprese a camminare nervosamente a passo più svelto.
"Ciaooo!" Disse lo sciamano di ghiaccio a presa in giro con voce strascicata e fintamente emozionata.
Ren:- Che sarebbe?-
Horohoro prendendolo sempre in giro:- Tu che saluti Yoh sta mattina trattenendo la voglia di baciarlo!-
Ren:- Ok, non voglio essere monotono, ma ora devi morire davvero.-
Lo picchiò di nuovo, a sangue, e poi riprese a camminare, anzi quasi a correre.
Horohoro:- Ma dove vai?!- Seduto a terra "sanguinante".
Ren:- Cerco Chocolove, lo saluto, e prenoto un volo prima nella speranza di non vedervi mai più!-
Horohoro si alzò ridendo e correndo lo raggiunse.
Il sole iniziava a tramontare, l'aria ora era fresca, il parco si svuotava lentamente delle risate e degli schiamazzi. Se non fosse che faceva un po' freddo si stava meglio adesso, era più rilassante e le file alle giostre scorrevano notevolmente più veloci. Anche i lampioni che iniziavano ad accendersi mentre il cielo imbruniva creavano un'atmosfera più rilassante. Sembrava che tramontasse anche Nezumiland proprio come era tramontato lo Shamanfight, per un attimo i due sciamani che si inseguivano scherzosamente (uno in verità non scherzava affatto) provarono un profondo senso di solitudine. In realtà quel torneo era stato violento e tremendo, niente da aver voglia di rivivere, ma loro...
Ren si voltò guardando Horohoro con estrema serietà e sguardo accigliato. Loro, gli amici conosciuti in questa terribile avventura, li sarebbero mancati, tutti. Anche chi non avrebbero mai creduto.
Horohoro:- Tutto ok?- Chiese respirando piano, stanco della corsa.
Ren:- Dovremmo iniziare ad avvertire Jun e Pirika, non credi?-
Horohoro:- Di che?-
Ren:- Di dove siamo e di quando rientremo in albergo. Sai, mia sorella domani torna a casa con me, non so la tua- rise appena e l'altro ricambiò.
Horohoro:- Non hai torto, Pirika andrà fuori di testa se non mi faccio vivo prima di sera!-
Ren:- E chissà che fine ha fatto Chocolove.-
Horohoro guardò la luna che iniziava a intravedersi insieme a poche stelle, il vento gli scompigliava piano i capelli.
- Un'altra giostra, solo io e te, e poi cerchiamo Chocolove e torniamo a casa- disse con voce pacata l'Ainu.
Ren lo guardò, ripensò alla ragazza che (un po' cattivo da dire ma...) li aveva rovinato la giornata, lei trovava Horohoro molto carino a quanto pare e in quel momento, mentre il vento muoveva i suoi capelli e i lampioni lo illuminavano lui pensò la stessa cosa, e ancora una volta non poté fare a meno di colorare di rosa le suo gote.
Horohoro:- Insomma, alla fine abbiamo fatto solo l'ottovolante! Facciamoci un giro almeno su un'altra giostra, no?... Ci sei?- Disse poi notando la mente completamente assente dell'amico.
Horohoro:- Eeehi- ripeté avvicinandosi con una mano in tasca e l'altra che picchiettò sulla fronte dell'altro.
Ren:- Eh?-
Horohoro:- A che stai pensando? Sei davvero distratto oggi.-
Ren:- Già.-
Horohoro:- Lo ammetti.-
Ren:- Come poteva Diana trovarti più carino di me?!-
Il giapponese borbottò qualcosa di misto tra stupore e nervoso:- Ma a cosa stai pensando?!-
Ren:- Non deve stare bene con la testa.-
Horohoro scontroso:- Molto simpatico. Non pensavo di esserti così inferiore- facendo l'offeso, il cinese gli rise in faccia innervosendolo veramente.
Ren:- Stai tranquillo- disse poi stringendo la maglietta del nordico in un pugno e trascinandolo verso il trenino di Nezumiland:- non ridevo perché sei un brutto ragazzo. Non sei brutto, sono solo molto più bello io, ridevo per quello.-
Horohoro:- Molto carino, ora sto meglio!- Questa volta roteò gli occhi lui:- Dove mi stai portando? E perché mi spingi così? So camminare da solo!-
Raggiunsero il trenino.
Horohoro:- Il trenino?... Davvero? Il trenino?!-
Ren alzò le spalle:- E' tardi, è la cosa più vicina, ci farà fare il giro del parco velocemente e poi tanti saluti. E poi...-
Horohoro:- E poi?-
Ren ancora con aria nostalgica:-...è come quell'altro treno lì no?- Ripensò a quel posto bianco dove regnava Hao.
Lo sciamano del nord sorrise con estrema dolcezza provando probabilmente la stessa nostalgia, assecondò e salirono sul treno.
Questa volta Ren fu "costretto" a sedersi nel posto accanto al suo. Quando la cintura di ferro si chiuse sui loro petti la toccarono istintivamente entrambi sfiorandosi per sbaglio la mano, Ren l'allontanò di scatto portandola alle cosce guardando dalla parte opposta per non incrociare lo sguardo dell'amico. E quella strana tensione si creò di nuovo.
L'Ainu notò ancora una volta lo strano comportamento del ragazzo di Kishu, e notò ancora il colore rossastro sulle sue guance. Per un attimo pensò che forse Yoh non era sempre il primo pensiero di Ren.
Il treno partì facendo lentamente il giro di tutta Nezumiland.
- Pensi che sia almeno più carino di Yoh?- Sputò scherzosamente a un certo punto il giapponese.
- No! No! No! Non ricominciare con questo discorso mentre sono costretto qui! Ti prego!- Rispose con estrema e quasi fragile spontaneità il cinese.
Horohoro rise di gusto:- Ma dai, scemo! Sto chiaramente scherzando!-
Ren:- Non sei divertente!-
Horohoro:- Dimmi quando mai ti diverti con me- secondi di silenzio e poi si corresse:- Dimmi quando mai ti diverti...-
Altri secondi di silenzio.
Ren:- Trovo che siate carini tutti e due, tu, per me, un pizzico di più.-
La ferrovia si alzò facendo sollevare il treno dalle pietre del terreno, entrò in un tunnel di foglie sempreverdi. La luce li illuminava ancora un po'.
Questa volta ad arrossire vistosamente fu l'altro:- Mi... mi hai risposto davvero?!-
Ren alzò le spalle guardandolo con noncuranza.
Horohoro dopo un po' si calmò senza perdere il rossore però:- Beh... è una sciocchezza, però ora ho un senso di soddisfazione- ridacchiò.
Ren:- Solo perché ti trovo più carino di Yoh?- Ancora noncuranza.
Horohoro:- Forse non te l'ho mai detto ma a me importa molto la tua opinione sai?-
Ren:- Ah sì?- Chiese quasi senza voce abbassando lo sguardo e stroppiciandosi la seta dorata dei pantaloncini tra i pugni.
Intanto il tunnel di edera si faceva sempre più fitto, tanto da lasciarli completamente al buio.
Ma sì, cosa gli importava? Domani sarebbe partito e magari non si sarebbero nemmeno più rivisti. Il ragazzo dai capelli viola in quel buio cercò gli occhi del koropokkuru come a volerle chiedere "scusa, sarai sempre la ragazza della sua vita. Ma io non sono una ragazza".
E in quel buio, lo baciò.

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Capitolo 4
*** Atto I - Guardando il cielo in cerca di nuove stelle: Dolce e violento ***


La luna li illuminò di nuovo mentre il trenino prese improvvisamente velocità in una ripida discesa verso la fontana che schizzò un po' d'acqua provocando risatine ai ragazzini e ai bambini su quei vagoni. Solo due non risero. Si guardavano respirando piano, uno con aria stupita e l'altro con aria quasi spaventata. Il cuore dello sciamano dei fulmini batteva così forte che pensava che i fulmini fossero dentro di lui e non dentro il suo spirito. Si pentì immediatamente del gesto. Voleva scappare da lì, ma la barra in ferro glielo impediva. Ma chi voleva prendere in giro? Nessuno gli impediva niente, poteva sgusciare via e buttarsi giù dal treno in corsa, dal trenino in corsa.
Però l'altro sciamano sembrava per lo più stupito, non arrabbiato, tanto che alla fine quello che si arrabbiò fu proprio quello che aveva fatto la mossa azzardata:- Allora?! Perché non ti arrabbi e te ne vai?!-
Lì per lì il ragazzo balbettò cose insensate per poi riuscire a formulare un:- Dove vuoi che vada?? Sono bloccato qui!-
Ren abbassò lo sguardo, la frangetta viola gli coprì gli occhi:- Che situazione del cazzo.-
L'Ainu scoppiò a ridere portando l'altro a sollevare timidamente lo sguardo.
- Guarda...- disse con estrema dolcezza il ragazzo dai capelli a due tinte col naso rivolto insù:-...da qui si vedono le stelle. So che ami quando il cielo si vede così limpido.-
Ren rimase un po' a fissare il compagno con le labbra appena socchiuse, poi guardò il cielo, ed era vero, lo amava.
Ren:- Sì, è bellissimo.-
Horohoro:- Vero- sempre in un lieve, dolcissimo, sorriso.
Rimasero in silenzio a guardare le stelle finché non scomparvero nella luce dei lampioni. Il treno terminò il suo giro e il sole era ormai completamente tramontato. Scesero da quel treno trovandosi davanti il terzo compagno.
Chocolove:- Traditori.-
Imbarazzati guardarono altrove.
Horohoro:- C... come sapevi che eravamo qui?-
Chocolove:- Avaf vi ha visti guardare le stelle con aria da pesci lessi.-
I due sciamani guardarono lo spirito un po' scocciati.
Ren poggiò una mano sulla spalla dell'americano:- Si è fatto tardi, dobbiamo tornare in albergo. Jun e Pirika ci stanno sicuramente aspettando. Se vuoi tu rimani un altro po' e fatti qualche giro da qualche parte. Posso pagare anche per te sai?- Sorrise sarcastico.
Chocolove nervoso:- Ma grazie! Io volevo stare con voi!-
Questa volta il cinese sorrise con dolcezza:- Sarà per la prossima volta, amico- lo abbracciò piano dandogli una pacca sulla spalla, e l'americano ricambiò facendo unire all'abbraccio anche il compagno di squadra rimasto.
Chocolove quasi trattenendo le lacrime:- Alla prossima!- Poi più cinicamente:- Faccio qualche altro giro, sgancia i soldi, non è giusto in effetti che li cacci solo per lui.-
Ren nervoso gli diede qualcosa poi imboccò la strada per l'uscita seguito dallo sciamano del nord, in silenzio.
Più ci si allontanava dalle luci luminose del parco più il cielo si accendeva, le stelle sembravano ancora di più quella notte. Le guardarono come se si aspettassero di vedere un'altra volta Rago, la stella del loro destino. Il viale alberato per tornare verso l'albergo era vuoto e silenzioso, l'aria era fresca come le notti in estate. Passeggiavano piano poco distanti, il ragazzo più alto teneva le mani in tasca e guardava distrattamente ogni cosa, l'altro se non guardava le stelle teneva lo sguardo basso. Tutto veramente magico se non fosse che quest'ultimo esplose d'improvviso rovinando il silenzio:- Seriamente, stiamo facendo finta che non sia successo niente?! Ma ti sei almeno reso conto di quello che ho fatto o cosa?!- La cresta chiaramente quasi più alta di lui. 
L'amico rispose mantenendo la calma e continuando a camminare senza guardarlo:- Sì, mi hai baciato. L'hai fatto apposta, vero?- Si fermò e si voltò per guardarlo con questo dubbio improvvisamente insinuato, Ren inarcò un sopracciglio nervoso. Lo sciamano del nord riprese a camminare guardando altrove.
Ren:- Beh, e non hai nulla da dire?!- Ancora più nervoso, in quel momento avrebbe preferito rimanere morto, maledì Shamash.
Horohoro, che gli camminava poco più avanti, alzò le spalle. Ren grugnì.
Horohoro:- Scusa, forse ti sto facendo rimanere male.-
Ren:- Ma che dici?!- Chiaramente sarcastico.
L'Ainu si fermò, si voltò con lo sguardo basso.
Ren:- Allora? Perché ti sei fermato ora?... Non riesci nemmeno a guardarmi. Voglio morire- Ammise preda del panico.
Horohoro:- Non riesco a guardarti perché mi vergogno non perché ti odio o chissà cosa!- Ammise anche lui alzando un po' la voce.
Ren si calmò un po' rimanendo in silenzio, Horohoro sbuffò e poi sputò sempre con sguardo basso:- Sai la verità?-
Strinse i pugni:- Se non mi avessi baciato tu probabilmente l'avrei fatto io!-
Il cuore di Ren dalla gola tornò nel petto, i muscoli smisero di essere rigidi e tornò a respirare.
Horohoro:- Perché?- Gli chiese rimettendo le mani in tasca e guardandolo anche se timidamente, finalmente, negli occhi.
Questa volta fu il compagno dai capelli viola ad alzare le spalle non sapendo rispondere, ma accennò involontariamente un dolcissimo sorriso.
Il vento soffiò più forte circondandoli di alcune foglie mentre erano fermi l'uno di fronte all'altro in quel viale.
Horohoro:- E quindi? Che si fa adesso?-
Ren:- Domani prendiamo due voli diversi, quindi ci auguriamo una buonanotte e tanti saluti. Che altro vorresti fare?-
Alzò di nuovo lo sguardo al cielo il ragazzo dagli occhi di ghiaccio e poi strinse i pugni.
Si chiese quando fosse successo che l'opinione del suo caposquadra fosse diventata tanto importante per lui. Non perché avesse bisogno veramente di qualcuno, era più solitario di lui in fondo, semplicemente ci teneva. Ci teneva che si accorgesse del suo valore! Ma in realtà non faceva poi nulla per mostrare la sua anima nuda, per quello che era veramente. Ora cercò anche lui gli occhi del Koropokkuru, se ne stava lontana accigliata (Bason piangeva sotto un albero, venendo completamente ignorato). Sorrise trattenendo una risata, poi gli occhi tornarono tristi.
Stava facendo lo stesso errore?
Lo avrebbe perso. Avrebbe perso tutto, di nuovo.
Non riusciva a capire nemmeno lui questi sentimenti, lo innervosivano, altro che sangue freddo!
- Che altro vorresti fare?- Sentì nuovamente pronunciare queste parole dal compagno, questa volta la sua voce tremava leggermente, mentre quegli occhi ricoperti d'oro lo guardavano quasi lucidi senza batter ciglio.
Lo avrebbe perso di nuovo. Fanculo tutto, erano soli.
Uno strato di ghiaccio bagnò loro i piedi, Ren alzò il destro d'istinto non capendo, lo riabassò quando si rese conto che era l'oversoul del compagno. Delle pareti di ghiaccio li avvolsero completamente prendendo la forma di un piccolo castello, simile a quello della bella addormentata.
Erano davvero soli adesso; in quella minifortezza di ghiaccio anziché le foglie cadevano intorno a loro fiocchi di neve.
I loro capelli si bagnarono leggermente. Ren, ora molto vicino al ragazzo, non riusciva a dire nulla, ma i suoi occhi parlavano per lui "che significa?" Chiedevano.
Il ragazzo del nord tolse le mani dalle tasche solo ora, e portando la destra alla schiena del compagno lo strinse a sé con un po' di dolce violenza e rispose con un altro bacio, dolce e violento.
In quella tana che li teneva nascosti si sentirono liberi di dirsi addio come avrebbero voluto e smise anche di fare freddo nonostante i muri di ghiaccio che brillavano come cristallo.
Forse, in quel momento, il lupo si stava mostrando finalmente nudo. E forse, quel ragazzo che in quel momento non lo prendeva più in giro, il suo valore l'aveva capito già da tempo.
Sorrise il lupo, a un passo dalla bocca dell'altro, non avrebbe più perso niente, lo doveva a sé stesso.
Domani avrebbero preso due voli diversi, ma questa casa di ghiaccio li avrebbe accolti ogni qualvolta volessero.
Lì c'erano solo loro due, e non contava più niente. Accarezzò la cicatrice ora scoperta del ragazzo, nessuna ferita.
E poi gli si strinse il cuore, nessuna colpa.
Il tempo trascorse lento ma anche fin troppo veloce, la neve aveva smesso di fioccare, e le pareti iniziavano a sciogliersi. Erano soli lì dentro, ma in realtà non così soli, ci fece caso solo adesso, Kororo non l'aveva abbandonato nonostante la situazione imbarazzante, quel ghiaccio era anche opera sua. Ridacchiò imbarazzato ma anche sollevato, come se avesse bisogno anche della sua approvazione.
Ren:- Cosa ridi?- Gli chiese, di nuovo scontroso, sdraiato sotto il suo peso.
Il lupo, stanco, si lasciò cadere di fianco:- Sto ridendo. E' una cosa bella, non puoi essere sempre così nervoso- puntualizzò.
Ren:- Se ridi all'improvviso in un momento simile scusa ma mi offendo un po'.-
Ora il nordico rise di gusto.
Ren:- Non si vedono le stelle da qui- cambiò discorso guardando il soffitto di ghiaccio. Neanche il tempo di dirlo che l'oversoul del ragazzo si consumò sciogliendo quel castello in granelli di diamante lasciando spazio al cielo stellato. Ren lo amava davvero tantissimo e sorrise.
Guardarono le stelle ancora qualche minuto chiacchierando di tante cose, del torneo, degli amici che erano già partiti, delle stelle stesse, di chissà su che giostra fosse in quel momento Chocolove e infine si resero conto che il tempo passava.
Horohoro:- Pirika mi ucciderà! Torniamo in albergo, presto!-
Ren annuì rimettendo la maglia e pettinandosi, per l'ennesima volta quel giorno, i capelli.
Ren:- E' inutile pettinare i tuoi, tanto tua sorella ti farà a pezzi. In ogni caso non sono pettinati bene mai- iniziò a incamminarsi di fretta mentre il compagno iniziò quasi a pentirsi di tutto quello appena successo, sbuffò e lo seguì.
Le finestre di quell'albergo mostravano quasi tutte luci accese. In una di quelle finestre in alto c'era affacciata una ragazzina tutta pepe dai lunghi capelli azzurri un po' scompigliati dal vento. Vedendoli arrivare sbuffò talmente tanto che la sentirono anche da sotto.
Horohoro depresso:- Eccola già pronta.-
Salirono in camera, c'era anche Jun, avevano preso due stanze, in una dormivano le due ragazze e nell'altra il Team The Ren.
Pirika:- Dove eravate finiti?! Si è fatto tardi, devi dormire o finirà che domani non ti svegli!-
Horohoro scocciato:- Tanto mi svegli comunque tu.-
Pirika:- Dormirai in un'altra stanza! Come potrei?!- Urlando.
Horohoro, dito nell'orecchio:- Mi sveglieresti comunque tu, credimi.-
Ren e Jun si guardarono non riuscendo a trattenere una risatina.
Jun:- E Chocolove?-
Pirika:- Non è importante! L'importante è che sia tornato Horohoro, vai a dormire! Vai vai!- Lo spinse verso la porta, poi, spigliata a Ren:
- E Chocolove??-
Ren e Jun si guardarono ancora.
Pirika:- Domani dobbiamo svegliarci in tempo e fare un ultima colazione insieme! Promettetemelo!- Alzò il mignolo, Horohoro ricambiò il gesto ma lei lo ignorò:- Chi se ne frega di te fratellone, prendiamo lo stesso aereo!-
Ren, Jun e questa volta anche Horohoro si guardarono sconfitti dalla follia di Pirika.
Jun ricambiò il gesto alzando il mignolo e stringendo quello della ragazzina:- Promesso! Vero Ren?-
Ren annuì un po' scontroso e distante, come suo solito. Jun diede lui una gomitata:- Il mignolo- disse.
Ren:- Ma dai?!-
Pirika lo guardò arrabbiata e contemporaneamente quasi in lacrime e lui fu costretto a ricambiare il gesto arrossendo un po'. In quel preciso momento rientrò anche l'americano che si ritrovò anche lui "mignolato".
Chocolove:- Che succede?...- Con il dito ancora attorno a quello di Pirika.
Horohoro sbadigliando:- Domani mattina si fa un ultima colazione insieme o mia sorella non ci fa partire!- Sintetizzò raggiungendo la camera prenotata per lui e i suoi compagni di squadra.
Si augurarono una buonanotte e si chiusero nelle rispettive stanze. I letti dei tre erano distanti, ma loro prima di coricarsi decisero di avvicinarli come a creare un unico grande letto.
La ragazza dai capelli ceruleo si sarebbe arrabbiata tanto sapendo che il fratello nella stanza accanto proprio non riusciva a prendere sonno. Ma non era il solo, anche i suoi due compagni di stanza, compagni di viaggio, compagni di squadra, anzi, ormai ex compagni, non riuscivano a dormire.
Chocolove:- Voglio confessare i miei crimini, sapete?- Disse e loro stesi nei letti accanto al suo lo guardarono.
L'americano era voltato verso il soffitto mentre parlava:- Ma quando uscirò di prigione ci ritroveremo! E vi racconterò tutte le battute che avrò creato in quel lasso di tempo!-
Horohoro:- Speriamo sia una condanna lunga...- disse con estrema spontaneità, ma oltre Ren rise di gusto anche lo stesso Chocolove prima di versare una piccola lacrima:- Mancherete ragazzi!- Disse lo sciamano col furyoku più alto dei presenti.
- Già- risposero in un sorriso appena accennato.
Ren ero steso nel letto centrale, la sua mano piano si fece spazio tra le lenzuola del letto alla sua destra cercando quella di Horohoro, trovandola la strinse:- Già.-
Il sonno alla fine li portò con sé uno alla volta e il giorno dopo arrivò presto.
La promessa non venne infranta e un po' di corsa i cinque ragazzi fecero un'ottima colazione, l'americano che aveva l'aereo un po' più tardi fece con comodo mentre le due coppie di fratelli presero in fretta i loro bagagli per raggiungere due areoporti differenti.
Un ultimo sguardo e poi ognuno nella propria terra, distanti ma non troppo.
E lo Shamanfight era finito, era finito veramente, se ne resero realmente conto solo durante il decollo dell'aereo.
Era mattina, il sole era alto, ma entrambi gli sciamani guardarono ognuno dal proprio finestrino nella speranza di vedere ancora una volta Rago. Quel torneo, pensarono ancora una volta, non era stata un'esperienza da rivivere, tremendamente violenta "eppure, tornassi indietro, lo rifarei". Sorrisero, quella violenza tutto sommato, in bocca, lasciò qualcosa di dolce.
"Grazie di tutto, amici, alla prossima!"

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Capitolo 5
*** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Rincontrarsi ***


Hokkaido, autunno, un'ora dopo il tramonto.
La neve scendeva piano, i fiocchi si scioglievano tra i campi coltivati che si preparavano all'inverno.
Gli Ainu faticavano ancora un po' tra quei campi, stanchi forse, ma era stata una giornata di lavoro tutto sommato piacevole.
Le nuvole, tra un fiocco e l'altro, si aprirono mostrando le stelle. Il cielo era di un cobalto intenso. Il giovane Usui alzò la schiena, le mani lasciarono cadere un po' di terra, guardò il cielo perdendosi in quelle stelle.
- Tutto ok, fratellone?- Le chiese poco dopo la ragazzina quasi inginocchiata tra i campi, i gomiti sulle ginocchia e le mani a pugni sal faccino un po' imbronciato.
Sotto la luce delle stelle i due Usui, vestiti con gli abiti del villaggio, erano davvero dei bei giovanotti, le signore che lavoravano con loro ridacchiarono dicendolo a voce alta e facendoli arrossire, parlando soprattutto del fatto che Lycan Usui fosse così burbero invece. Pirika ringraziò guardando altrove, il fratello alla fine non riuscì a trattenere una risata tornando a chinarsi sui campi.
Pirika:- Non credi possa bastare per oggi?- Si alzò da quella scomoda posizione pizzicando il braccio del fratello.
Horohoro:- Ahi. Sì, sì, ho finito. Hai visto che bello il cielo ora che si sono diradate le nuvole?- Lo guardò ancora, il vento non poi così freddo gli sfiorò i capelli mentre gli occhi e la mente si persero in un ricordo non poi così lontano.
Guardò il cielo anche Pirika:- Speri ancora di vedere una qualche particolare stella?- Anche i suoi capelli, ovviamente, si muovevano al vento, finendo in faccia al fratello che starnutì.
Lei si prese di fretta i capelli tra le mani:- Che schifo. Mi hai sputata!-
Horohoro:- E' colpa dei tuoi capelli- nervoso.
Lei indispettita prese un po' di terra come se fosse una palla di neve e gliela lanciò in petto. Lui si guardò il petto e poi guardò lei, rimanendo di sasso.
Horohoro:- Sei scema? Non è mica neve!- Disse poi.
Pirika indispettita:- Non è colpa mia se la neve si è già sciolta!-
Il ragazzo ricambiò il gesto lanciandole tre palle di terra, lei scappò via dicendo che aveva lavato i capelli.
Lui ridendo riguardò le stelle:- No, comunque. Ci pensi? Un'altra volta lo shaman fight?- Tremò leggermente:- Mi vengono i brividi!-
Pirika, riavvicinandosi piano, non fidandosi del tutto del fratello:- E' passato già quasi un anno da quando è finito. Da quanto non ti senti con i ragazzi?-
Horohoro:- Che domanda stupida. Li chiami sempre tu, e poi me li passi forzatamente...-
Pirika:- Lo faccio perché non li chiami tu.-
Horohoro:- Io li chiamerei, ma non alla frequenza con cui pensi debbano essere chiamati tu.-
Pirika lo minacciò:- Guarda che vado a fare un giro di chiamate proprio ora visto che dici così!-
Horohoro:- Non ci pensare! Voglio solo andare a letto e cadere in un sonno profondo adesso!- Si stiracchiò.
Pirika:- Sono appena le venti! Vai a farti un bagno caldo piuttosto, che bello sei bello giovanotto (imitando le signore di prima), ma puzzi comunque un po'.-
Horohoro le lanciò un'altro po' di terra che nascondeva ancora tra le mani, lei urlò, sapeva di non potersi fidare!
I minuti passavano e il cielo si scuriva, il lupo si riscaldava nell'acqua calda della loro vasca mentre Pirika sistemava la tavola per la cena. Lycan lavorava su un qualche oggetto in legno e si pizzicava la lunga barba ogni tanto, rimanendo in silenzio. Pirika lo guardò, sbuffò alzando gli occhi al cielo e mettendo i piatti a tavola. Il telefono squillò poi. Poggiò i piatti e corse a rispondere, tanto era risaputo che la socievole di quella famiglia fosse lei, se aspettava i due uomini non avrebbero probabilmente risposto mai.
Pirika:- Pronto?-
- Ciao Pirika, sei tu vero? Scusa l'orario, state cenando?-
Pirika sorrise:- E' cortesia presentarsi, sai?- Ridacchiò.
- Speravo riconoscessi la mia voce- ammise puntigliosa con dolcezza.
Pirika rise:- Certo Jun, ti ho riconosciuta, visto??-
Jun:- Non esserne così sicura, non ho confermato di esserlo.-
Pirika quasi in imbarazzo:- Sei estramamente seria, se non fossi tu mi offenderei.-
Attimi di silenzio imbarazzante che spesso i Tao causavano.
Pirika:- Non disturbi comunque! Cioé sì, mio fratello fa un bagno, io apparecchiavo, mio padre (lo guardò ancora)... boh, fa qualcosa. Ma non importa, puoi disturbarci!-
Jun:- Sto disturbando solo te a quanto pare...- ignorò il discorso andando al dunque:- Volevo solo avvisarvi che ho costretto mio fratello a uscire un po' di "casa". Da quando è finito il torneo non ha più visto nessuno. Se non fosse che ogni tanto mi faccio viva io con voi ragazze e di conseguenza faccio parlare un po' anche lui con tuo fratello o Yoh... Se non fosse per me non si farebbe vivo...- Pirika la interuppe ridendo.
Jun:- Che c'è?-
Pirika:- Stavi dicendo di nuovo "farsi vivo, farsi viva"...-
Jun:- Beh?-
Nel frattempo Horohoro uscì dal bagno, un asciugamano intorno alla vita e uno buttato malamente sui capelli. La sorella al telefono era lì vicino la porta del bagno, si fermò vicino per capire chi fosse.
Pirika:- Sai? "Farsi vivi", per voi Tao sarebbe meglio dire "farsi morti viventi"- rise di gusto, il fratello spalancò gli occhi intuendo chi fosse al telefono, glielò strappò dalle mani spingendola.
Horohoro:- Jun. Scusala- imbarazzato.
Jun:- Oh, buonasera, sei uscito dal bagno?-
Horohoro:- Al momento più sbagliato possibile a quanto pare...-
Jun ridacchiò non offesa.
Pirika rivoleva la cornetta:- Ehi, non mi ha detto perché ha chiamato!-
Horohoro, tirandosi qualche spintone con la sorella:- Perché hai chiamato Jun?-
La ragazza cinese sbuffò sintetizzando:- Insomma, ho costretto mio fratello a farsi un giro in Giappone per vedere qualche amico, ho prenotato dei voli sia per le Terme Funbari che per l'Hokkaido. Così può vedere più amici possibili. Lui chiaramente non voleva, ma...- si interruppe in una risatina dolcissima ma al contempo terrificante.
Horohoro:-...ma comandi tu...-
Jun:- Che sciocchezza...- si ricompose:-...lui può fare quello che vuole.-
Horohoro:- Ma ha fatto quello che volevi tu.-
Jun:- E' un fratello molto carino. Comunque il volo e il treno per l'Hokkaido erano prima, cioè domani, in poche parole non voglio che vaghi solo per le montagne innevate, visto che sicuramente si vergognerà a presentarsi tutto solo a casa vostra, andate a recuperarlo, ok?- Dolcissima.
Horohoro:- Non ti sei nemmeno chiesta se avessimo degli impegni?-
Jun, dolcissima:- Recuperate mio fratello alla stazione domani. Buonaserata famiglia Usui- chiuse in quella che sembrava una dolcissima minaccia.
L'Ainu ammutolito guardò la cornetta per diversi secondi prima di avere il coraggio di chiuderla, poi guardò la sorella e alzò le spalle sconfitto.
Lycan rimase quasi immobile a completare il suo lavoro, Horohoro aiutò sua sorella a servire la cena.
Ogni piatto aveva il suo pesce e un po' d'insalata. Il ragazzo, versando del saké nei bicchieri:- Papà, è pronto.-
Lycan continuava il suo lavoro rimanendo di spalle.
Horohoro:- Papà- leggermente spazientito ma lui niente.
- Papàaaaaaaa!!- Urlò Pirika nervosa gettandosi di violenza fra le sue braccia. L'uomo, impassibile, posò il suo lavoro e si sedette a tavola.
Ringraziarono per il cibo e consumarono la cena.
Finita la cena, l'uomo robusto tornò in silenzio al suo lavoro, i due ragazzi sparecchiarono e lavarono i piatti, in realtà fece quasi tutto Pirika lamentandosi degli uomini che aveva in casa. Mentre era intenta a sistermarsi il letto per prepararsi alla nanna, vestita di un bel piagiamone azzurro coi pois bianchi, ricevette una cuscinata non delicata sulla testa, i capelli si spettinarono completamente. Si voltò indemoniata lanciandosi con il suo cuscino contro il fratello. Si picchiarono coi cuscini per un po' finché non si augurarono una buonanotte andando ognuno nel proprio letto.
Le luci si spensero, si ritirò a dormire anche Lycan che come Pirika prese sonno subito. Horokeu Usui invece guardò le stelle fuori la finestra per un bel po' prima di riuscire a prendere sonno.
"Lui chiaramente non voleva, ma... recuperate mio fratello alla stazione domani."
Il cuore gli balzò in gola, chiuse gli occhi, non vedeva Ren da quando si erano lasciati dopo lo Shaman Fight. Da quell'ultimo giorno a Nezumiland.
Grazie a Jun e Pirika erano riusciti a sentirsi, ma vedersi mai. Ormai era quasi un anno. Era quasi un anno da quella notte in quel castello di ghiaccio. "Lui chiaramente non voleva" figurarsi, c'era da aspettarselo che Ren volesse scappare da un momento imbarazzante come poteva essere rivedere un amico dopo tanto tempo. Sopratutto poi, rivedere lui doveva essere ancora più imbarazzante che rivedere Yoh, o Chocolove. Guardò di nuovo le stelle. Erano davvero belle quella notte, proprio come quella notte a Nezumiland. Chissà se gli sarebbe piaciuto stare lì con lui, in quel momento, a vedere quelle stelle. Chissà se tutto sommato, anche se pieno d'imbarazzo, non fosse contento di prendere quel volo e quel treno per andare da lui. Un sorriso appena accennato sfiorò il volto freddo dell'Ainu, che richiudendo gli occhi si addormentò.
Il sole picchiava sugli occhi dello sciamano di ghiaccio, ma lui fu svegliato da un'altra cuscinata della sorella.
D'istinto, spaventato, prese il cuscino sbattendolo contro il muro, con tutta Pirika attaccata.
Pirika dolorante:- Ma sei scemo?!-
Horohoro irritato:- Sei scema tu! Mi hai spaventato!-
Pirika ricomponendo sia se stessa che il cuscino e rimanendo seduta sul letto del fratello a gambe incrociate:- Ascolta, Jun ci ha detto di andare a prendere Ren oggi, ma non ci ha detto a che ora arriva...-
Secondi di silenzio e facce stranite, gli uccelli cantavano.
Horohoro:- Già- sbuffò.
Pirika:- E' colpa tua, l'hai distratta e fatta spazientire, non avrebbe dimenticato un dettaglio così importante! La richiamerei, ma costa chiamare in Cina sai?-
Horohoro nervoso:- E che facciamo? Ci presentiamo alla stazione e stiamo lì ore? Magari Ren è anche scappato da qualche altra parte pur di non venire qui!- Ridacchiò.
Pirika mugulò:- Controlliamo gli orari che ha potuto prendere!-
Annuì controvoglia e fecero una ricerca sui voli e i treni da Kishu al loro villaggio.
Pirika:- Se ha preso questo, un paio d'ore e dovrebbe essere qui! Prepariamoci!-
Horohoro:- Sì, ma se ha preso questo qui arriva praticamente sta sera...-
Pirika:- Andiamo, se non c'è torniamo sta sera Horohoro, quante storie!-
Horohoro:- Perché non vai tu sola?- Scontroso.
Pirika:- E' amico tuo, non mio- scontrosa.
Horohoro:- Più o meno- sputò sentenzioso, amici era una parola grossa. Si alzò dal tavolo dove erano seduti, sbuffò mettendo qualcosa sotto i denti prima di andare a prepararsi. Lycan era già seduto a lavorare, ignorando completamente quello che stavano facendo i figli.
I ragazzi entrarono in bagno insieme a lavarsi i denti, poi lui si infilò una maglietta al posto del pigiama.
Pirika:- Non ti lavi?-
Horohoro:- Mi sono lavato ieri sera, fuori quasi nevica- puntalizzò, poi alzò il braccio puntando l'ascella al naso della sorella:- Puzzo?-
Pirika lo spinse infastidita:- Cretino!-
Il fratello rise di gusto uscendo dal bagno e lasciandolo alla sorellina, quando chiuse la porta e guardò l'orologio il cuore gli tornò in gola.
Mancavano meno di due ore e forse l'avrebbe rivisto. Nonostante, come aveva detto lui, fuori quasi nevicava, le mani iniziarono a sudarli e ingoiò tutta la saliva che gli era salita in bocca. Come doveva salutarlo?
" E' amico tuo."
" Piu' o meno."
Già, più o meno, voleva essere sarcastivo visto che il loro rapporto non era così amichevole, ma in realtà quel più o meno indicava anche altro.
L'ultima volta che l'aveva visto il loro salutarsi era stato un tantino più intimo di una stretta di mano. E ora? Si sarebbero visti e cosa? Avrebbe alzato le spalle accennando un semplice "ciao", e poi come avrebbero trascorso la giornata?? Riusciva a sentire l'imbarazzo addosso già adesso che ancora dava le spalle alla porta del bagno di casa sua. Maledetta Jun.
Pirika aprì la porta del bagno facendolo cadere.
Pirika, ora dall'alto, guardò il fratello a terra:- Eri ancora qui?! Che stai facendo?!-
Horohoro:- Ahi- poi quella scena gli ricordò un altro momento vissuto con Ren durante il torneo. Quasi arrossì rimanendo lì a terra.
Pirika lo prese di peso tirandolo per il braccio:- Ma ti alzi?! Si può sapere che ti succede? Non sei contento di rivedere uno dei tuoi ex compagni?-
Horohoro:- Sì, sì, più o meno- ancora quel più o meno.
Pirika gli aggiustò i capelli scostandoglieli dal viso e fissandoli meglio nella fascia che aveva in fronte:- E allora stai su! Sembri un rammolito. Farebbe bene a prendersi gioco di te ora come ora. Finisci di prepararti e andiamo, ci vuole un po' per arrivare alla stazione! Potremmo prendere un taxi, ma costano. Potrebbe prenderlo lui- notò.
Horohoro:- Non gli piacciono le auto.-
Pirika:- Mm- tirò lui uno schiaffo quasi sul sedere per constringerlo a muoversi e sbrigarsi.
Il sole picchiava anche se l'aria era fredda, i due fratelli indossarono un giubottino e si misero in cammino verso la stazione. Guardarono i campi lavorati il giorno prima, il resto del villaggio era a lavoro, li salutarono scusandosi di non poterli aiutare.
Pirika:- Dobbiamo farci tutta questa strada e non sappiamo nemmeno se ha preso questo treno...-
Horohoro la guardò senza dire nulla, stizzito, come se non lo avesse detto lui prima.
La ragazzina chiacchierò per quasi tutto il percorso, lui invece disse poco e nulla giocando nervosamente con le mani in tasca.
Arrivarono alla stazione, erano leggermente in anticipo, per ora c'erano solo pochi anziani ad aspettare qualcuno.
Si sedettero su una delle panchine libere ad attendere quello che poteva essere il treno di Ren.
Pirika:- Sei così nervoso...- si accorse solo ora, lui non rispose.
Pirika:- Perché sei così nervoso?!- Ribadì spazientita.
Horohoro:- Lo sono e basta!- Quasi urlò senza pensarci e senza nemmeno guardarla:- Anzi, no. Non lo sono. Perché dovrei essere nervoso? E' solo Ren!- Corresse subito pentito di quell'istintiva sincerità iniziale. Non voleva che la sorella sospettasse qualcosa su di loro, lo trovava imbarazzante.
- Allora vado via- gli rispose qualcuno alle spalle e il cuore batté così forte che aveva paura si sarebbe fermato per sempre da un momento all'altro.
I due Usui si voltarono, il cinese, vestito di un cappotto pregiato, era lì. Attimi di silenzio e vento e poi i fratelli giapponesi risposero in un'estrema gioia:- E' l'orario giusto!-
Pirika battendo il cinque al fratello:- Non dobbiamo fare un'altra sfacchinata!-
Ren li guardò con un sorriso stranito appena accenato:- Mia sorella non vi ha chiamati per avvisarvi?-
Horohoro:- Sì, ma non ci ha detto l'orario...-
Pirika:- Colpa sua. L'ha distratta.-
Horohoro:- Non è vero!- Alzò le spalle innervosito tenenendo sempre le mani in tasca.
Pirika annuì, Ren la guardo e annuì anche lui:- Mia sorella non è sprovveduta. E' chiaramente colpa tua.-
Horohoro stizzito:- Lei ci ha praticamente minacciato di venirti a prendere e basta.-
Ren ridacchiò, probabile che la cosa fosse accaduta; guardò poi, per la prima volta quel giorno, gli occhi di ghiaccio dell'altro sciamano e rimanendo in silenzio sorrise appena, dolcemente, mentre il vento si alzava.
Il cuore dell'Ainu si calmò, le mani smisero di sudare rimanendo in quelle tasche, sorrise anche lui:- Andiamo, ci vorra un po' di strada, ma voglio mostarti i campi a cui stiamo lavorando!-
L'amico annuì curioso e seguì i due ragazzi lungo la strada fredda.

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Capitolo 6
*** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Nella sua terra ***


Camminando lungo quella via molti sguardi si posavano su Ren, a parte quelli di alcune ragazze infatuate la maggior parte lo guardavano con leggero disprezzo. Lo notarono tutti e tre.
Pirika:- Scusa la gente di qui!- Disse camminando accanto al fratello a passo più svelto dell'amico che li seguiva, la voce era squillante e allegra.
Ren:- Sai che mi importa?- Sentenziò sincero.
Pirika continuò come se lui non avesse risposto:- Guardano un po' male i ragazzi che non sono del posto, soprattutto se danno nell'occhio come te! Ahah!-
Horohoro guardando dritto:- Anche io ti guardo così eh...- ammise in una sincera ironia, Ren ridacchiò. E poi il lupo pensò che fu la stessa cosa per Tamiko Kurobe, lo sguardo si incupì, cercò Kororo, era vicina a lui e salutava ancora Ren e Bason che in realtà la ignoravano.
Pirika notò la cosa e li sgridò, Ren e Bason salutarono Kororo e i due Ainu salutarono Bason, perché in effetti nemmeno loro erano stati così cordiali.
La strada diventava sempre più selvaggia e iniziavano ad alzarzi sia le piante che le montagne, in alcuni punti poi si intravedevano i fiumi e i campi coltivati. Ren guardava tutto in silenzio, il posto sembrava piacergli, nonostante tutto l'ex compagno che lo guardava ogni tanto di sottecchi sbuffò:- Sì sì, lo so, Kishu è più bella- le mani ancora in tasca e la schiena leggermente incurvata.
Ren:- Non l'ho detto. Perché vuoi che ti insulti anche quando non ho in mente di farlo?-
Si guardarono male, Pirika borbottò e i due si calmarono continuando a camminare.
Inziò a nevicare poi, forte.
Ren:- Manca molto?- Riparandosi dalla neve con il braccio destro.
Horohoro:- Non tantissimo. Ma se tu fossi arrivato col treno dopo ti avremmo lasciato lì nonostante le vostre minacce, Tao.-
Pirika ridacchiò come a confermare la cosa.
Ren sorrise soddisfatto come se essere conosciuti per le minacce fosse simbolo di orgoglio per lui.
Si aprì una piccola radura di campi coltivati ora ricoperti quasi interamente di neve.
Horohoro:- Eccoci- disse sempre un po' scocciato:- Questi sono i campi a cui stiamo lavorando noi due. Più io che lei.-
Pirika:- Io ti osservo e ti giudico fratellone!- Amorevole a modo suo. C'erano ancora le signore che il giorno prima lavoravano coi due Usui, appena videro il cinesino che traboccava richezza da tutti i pori smisero di setacciare il terreno e alzarono la schiena fissandolo.
Ren:- Che ansia- ammise quasi impassibile.
Poi sorrisero domandando se fosse loro amico, dissero che era tanto carino pure lui, anzi, anche più del figlio di Lycan. L'Ainu si indispettì e le signore ridendo chiesero scusa rimangiandosi tutto.
Pirika prese Ren sottobraccio:- Vieni in casa ora, ti offriamo qualcosa di caldo! Poi mio fratello se vorrà ti parlerà dei suoi progetti!-
Ren un po' imbarazzato si lasciò trascinare:- O... Ok...-
Horohoro li seguì in casa nella solita posizione curva:- Sempre se gli vuole ascoltare i miei progetti.-
Ren:- Voglio- ammise il ragazzo in modo del tutto spontaneo e l'amico sorrise istintivamente.
Entrarono in casa, Lycan Usui era ancora seduto a terra a lavorare a suoi cimeli. Ren lo guardò con leggero imbarazzo, forse doveva salutarlo, ma quell'uomo quasi non si accorse della sua presenza e lui fece altrettanto. Horohoro alle sue spalle, a confermare la cosa, spinse leggermente Ren:- Ignora mio padre, lui non fa inviti sfarzosi come i tuoi genitori! Forse non si è nemmeno reso conto che siamo usciti di casa io e Pirika!-
Lycan guardò il figlio per qualche secondo, poi tornò a lavorare.
Ren:- Che ansia- ripeté il ragazzo:- ti lamentavi di mio padre, davvero?- Disse all'amico.
Horohoro:- Ti lamentavi tu di tuo padre.-
Seduti intorno al tavolo della cucina presero tutti e tre una cioccolata calda, Pirika portò una tazza anche al padre poggiandola sul piccolo tavolo accanto all'uomo.
Pirika:- Allora Ren, quanto dovrai rimanere qui?- Bevendo piano seduta al tavolo di fronte ai due ragazzi.
Horohoro:- Perché?! Dovrà stare più di un giorno?!- Tra un sorso e l'altro.
Pirika:- Chiedilo a lui.-
Horohoro:- Perché?! Dovrai stare più di un giorno?!- Voltandosi alla sua destra, dove sedeva Ren.
Ren:- Noto che la cosa ti scoccia poco- sorseggiando ad occhi chiusi ancora più lento della giovane Ainu.
Ren:- Se vuoi posso andare via subito e siamo tutti felici.-
Horohoro:- Già!- Nervoso.
Ren:- Già- ripeté scontroso aprendo gli occhi e fissandolo non dolcemente.
Pirika:- E piantatela! Non ha senso stare mezza giornata!-
Ren sbuffò:- Jun si arrabbia se torno troppo presto a casa in effetti.-
Horohoro cercò di trattenere una risata di sbeffeggiamento, Ren lo guardò di nuovo malissimo.
Ren:- Posso prendere una camera da qualche parte e starmente per conto mio a visitare l'Hokkaido.-
Horohoro:- Ti perderesti- bevendo e guardando altrove.
Ren:- Ah sì?!- Sempre nervoso.
Pirika:- Piantatela ho detto!!- Sbattè i pugni al tavolo facendo quasi cadere le tazze, Lycan si voltò.
Pirika:- Ma quale camera da qualche parte! Rimani qui! Vero papà??-
Lycan tornò a guardare dritto al suo lavoro, e di nuovo quel proverbio, chi tace acconsente.
Horohoro:- E dove dovrebbe dormire scusa?-
Pirika:- O con te o con papà- disse con un tocco di sarcasmo per l'ultimo soggetto.
Ren, subito:- Io scelgo te- all'amico che scoppiò a ridere.
Il lupo, finita la cioccolata, si alzò di scatto:- Vado a dare un ultimo tocco ai campi prima che la neve ricopra tutto! Se volete venire bene, se no fate pure quello che preferite!- Iniziò a spogliarsi per indossare qualcosa di più adatto ai lavori, i ragazzi lo seguirono con lo sguardo e poi si alzarono per raggiungerlo all'esterno.
Mentre lavorava chinato tra la terra e la neve Pirika e Ren erano in piedi vicino a lui indossando nuovamente giubottino e cappotto pregiato.
Il lupo parlò a Ren dei suoi progetti per il futuro, sia per un lavoro e alcune idee per dei cibi in scatola prodotti da loro, sia per quei campi di cavolo e i Koropokkuru. Quando parlava di questo i suoi occhi si illuminavano e guardava la sua Kororo accarezzondole un po' la testa. Non era riuscito a diventare Shaman King ma non avrebbe abbandonato il suo sogno, mai. Ascoltandolo, sul volto del ragazzo di Kishu, si stampò un sorriso amerevole e gli occhi quasi divvenero lucidi. Pirika lo notò, le sue mani si strinsero l'un l'altra sospirando piano.
Lo sciamano dei fulmini a un certo punto fermò il discorso dell'altro sciamano, diceva che in qualche modo poteva aiutarlo a finanziare questo progetto.
Horohoro:- Scherzi? Davvero? Lo faresti?- Alzando la schiena.
Ren, col viso un po' coperto da una sciarpa e le mani fredde che cercavano calore nelle tasche del cappotto:- Certo che lo farei. Siamo... amici, no?- 
Horohoro ancora un po' stupito e addolcito dal gesto:- Da come lo dici sembra farti schifo la nostra amicizia però...-
Il cinese alzò le spalle. Il giapponese sorrise gioioso mostrando quasi tutti i denti.
Horohoro poggiò le mani sulle spalle dell'amico:- Ti ringrazio! Accetto più che volentieri! Però... non sei mio amico per i soldi, chiariamo- poi ci pensò su e si corresse:- In realtà sì, che altri motivi avrei?- Ridacchiò, Ren guardò altrove scontroso, poi tolse violentemente le mani dell'amico dalle sue spalle con una mossa di Kung Fu.
Ren:- Sei sporco di terra. Questo cappotto costa più della tua casa.-
Horohoro:- Ti ignoro solo perché non voglio litigare col mio amico ricco!- Poi chinandosi di nuovo sui campi:- Perché non mi aiutate un po' piuttosto?-
Pirika alzò le spalle aiutandolo, Ren arrossì non sapendo che fare, poi prese coraggio e provò ad aiutarlo veramente.
Il cinese non era molto portato, gli Ainu lo presero un po' in giro imbarazzandolo e innervosendolo non poco; fece poco e nulla poi scontroso si allontanò, ma non troppo, rimase a guardare i due fratelli poco distante, rimase a guardare soprattutto il suo ex compagno. Doveva ammettere che almeno in una cosa era più bravo di lui, fissandolo lavorare e prendersi in giro con la sorella si rese conto ancora una volta di quanto lo trovasse carino. Arrossì ancora riprovando le stesse emozioni di quasi un anno fa. Strinse i pugni, non doveva andare così! Maledetta Jun.
Quando i due Usui gli si avvicinarono sobbalzò tornando in sé, ancora rosso nascose il viso tra la frangetta e la sciarpa.
Horohoro:- Tutto ok?- Cercò, chinandosi leggermente, il volto dell'altro che arrossì ancora di più quasi bestemmiando Hao.
Pirika ridacchiò vedendoli:- Su! E' praticamente ora di pranzo! Sei l'ospite, decidi cosa fare, pranzi a casa nostra o ci offri qualcosa fuori?-
Ren alzò lo sguardo ancora un po' imbronciato:- Sono ospite ma devo offrire io eh...-
Pirika, con lo stesso sorriso largo del fratello:- Però non sei nostro amico SOLO per i soldi!- Scherzando.
Il cinese decise di offrire pur di non dover passare un'altra ora nella stessa stanza con Lycan Usui.
Pirika decise il luogo, fondamentalmente un fastfood, ordinarono e si sedettero come a casa, la ragazza da un lato e i due sciamani dall'altro.
Aspettavano il cibo mentre la giovane Usui parlava a raffica passando da un discorso all'altro, parlò del torneo, poi dei campi, poi degli amici compagni d'avventure, parlò anche un po' di Hao, ma cambiò il discorso in fretta. I due ragazzi annuivano e basta ascoltandola appena, avevano entrambi le mani basse poggiate sui divani un po' nascoste dal tavolo, Horohoro sfiorò appena quella di Ren. Il cinese sussultò cercando di rimanere calmo per non far sospettare Pirika di nulla. Pensò come prima cosa che l'amico non l'avesse fatto apposta, ma ci vollero pochi secondi per capire che invece il gesto era voluto, ricambiò sfiorandolo lentamente a sua volta; il giapponese sorrise appena continuando ad annuire a caso alla sorella. Il cibo arrivò e le mani si staccarono per afferrare patatine e panini.
Finito il pranzo il cielo iniziava già a scurirsi, in ogni caso le nuvole coprivano il sole già da un po' e la neve continuava a cadere.
Usciti dal fastfood Ren si soffermò a guardare le montagne non troppo lontane.
- Mi hai insegnato a lavorare ai campi, insegnami un po' di snowboard- disse all'amico continuando a guardare le montagne.
L'Ainu lo guardò un po' stupito, poi:- Se vai sullo snowboard come coltivi è meglio di no se vuoi tornare intero da Jun.-
Ren:- Ah, ah- lo guardò a sua volta.
Pirika ridacchiò mettendo un braccio intorno al collo di Ren e l'altro, dopo un piccolo salto, intorno al collo del fratello:- Vi divertirete! Fratellone, prendi lo snowboard e portalo su quelle montagne! Io questa volta passo!-
Il ragazzo sbuffò sconfitto, tornarono a casa, prese la tavola mettendosela in spalla e lasciando il padre e la sorella tra i campi si incamminò verso le montagne seguito dall'amico.
La neve che cadeva non era poca.
Ren:- E' pericoloso con questo tempo?- Guardò il cielo appena, il vento e il freddo lo rendevano difficoltoso.
Horohoro:- E' pericoloso comunque per uno non esperto- gli camminava davanti sempre un po' scontroso:- Per me e Kororo è un'altra storia.-
Ren:- Certo, tu con Kororo bari- scontroso anche lui, l'Ainu lo guardò voltandosi e ridacchiando nervosamente.
Poi lo sciamano del ghiaccio guardò il cielo, lui riusciva a tenere meglio il viso verso quel tempaccio:- In verità mi spiace, con queste nuvole non si vedono le stelle. Ieri erano bellissime- sospirò:- Ci credi? Ieri, poco prima che Jun chiamasse, ti ho pensato.-
- Ah sì?- Domandò leggermente imbarazzato l'amico.
Il giapponese si voltò ancora a guardarlo, questa volta dolcemente:- Le stelle mi fanno pensare a te spesso, sai?-
- Mm. Ah... sì?- Domandò ancora questa volta notevolmente imbarazzato, tanto che l'ex compagno gli rise in faccia, lui rispose con un pugno su quella faccia.
Quando il dolore al naso passò lo sciamano più alto si fermò a fissare gli occhi dell'altro, che si agitò non poco.
Ren tirò via lo snowboard dalla spalla dell'amico:- Su! Che stiamo aspettando? Dai!-
Horohoro:- Va bene, va bene- tirò fuori la tavola dalla sacca.
La violenza delle neve per fortuna diminuì mentre il ragazzo più alto aiutava l'altro, un po' nervoso, a stare in bilico su quella tavola.
Ren:- Non toccarmi!- Urlava, e come al solito i suoi capelli cambiavano dimensione.
Horohoro:- Se non ti tocco cadi!- Mentre tenendogli le braccia da dietro la schiena lo aiutava a scivolare piano.
Ren:- Se una cosa la puoi fare tu io la posso fare certamente meglio senza bisogno del tuo aiuto!- Ancora più nervoso e imbarazzato, l'amico infastidito lo lasciò andare allora, buttandolo praticamente giù dalla discesa con tutto lo snowboard. Ren caddé di violenza contro la neve, ovviamente. Horohoro lo raggiunse scontroso ma sotto sotto soddisfatto.
Horohoro:- Come stai?- Gli chiese aiutandolo ad uscire la testa dalla neve.
Ren coi capelli praticamente bagnati e uno sguardo da "morite tutti" non rispose, si rimise in piedi sullo snowboard e lo guardò nero in viso.
Horohoro ridacchiando:- Beh? Cosa mi guardi?-
Ren:- Aiutami, coglione- di cuore, l'amico non si offese ma rise di gusto soddisfatto.
Il ragazzo di Kishu si lasciò aiutare e tutto sommato la cosa non gli dispiacque, anzi, era talmente preso dal suo ex compagno che non si accorse nemmeno che la neve aveva smesso di cadere e il cielo si stava aprendo. Passarono ad allenarsi su quella tavola circa un paio d'ore, poi stanchi si lasciarono cadere in quel soffice bianco, solo allora, alzando lo sguardo, notarono le stelle.
Ren:- Oh... il cielo- sospirò stanco in un lieve sorriso.
Horohoro seduto alla sua sinistra gli sfiorò ancora una volta la mano:- E' vero. Visto? Non è bello come a Kishu qui, ma non è male no?-
Ren lo guardò sarcastico:- Continui a dirlo tu che Kishu sia più bella.-
- Ren- improvvisamente serio guardando quelle stelle.
Ren:- Mm?- Lo guardò.
- Cosa siamo io e te?-
Il vento muoveva piano le ciocche bagnate dei loro capelli, le stelle si specchiavano negli occhi di ghiaccio del lupo.
Ren continuava a guardarlo:- Cosa vuoi che ti risponda?-
Ora ricambiò lo sguardo anche l'altro, un po' agitato:- Semplicemente con quello che pensi! Insomma... dobbiamo fare finta che non sia successo niente quasi un anno fa?-
Ora fu Ren a distogliere lo sguardo:- Non capisco di che parli- ironicamente.
- Cretino- il giapponese lo spintonò nervoso, con una violenza tale da gettarlo di nuovo nella neve.
Impassibile, come se non fosse successo niente, il cinese tornò in posizione.
Horohoro nascondendo un po' il viso tra le ginocchia:- Sei arrabbiato?-
Ren:- Per cosa? Non mi hai mica spinto di nuovo in mezzo alla neve- negando il tutto, poi sfiorò la mano dell'altro:- Pretendi che sia sempre io a fare la prima mossa?-
L'Ainu si voltò di scatto, quasi ferito nell'orgoglio:- Ma sentilo!- E rimanendo seduto tra le montagne della sua terra lo baciò.
Ren strinse la sua mano ancora più forte e, ora rilassato sotto quelle stelle, ricambiò.

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Capitolo 7
*** Atto II - Insieme tra le montagne e la neve di questo paese: Cancellargli il dolore ***


- Fa freddo- disse come prima cosa appena le labbra si scostarono da quelle dell'Ainu.
Horohoro annuì piano cercando di alzarsi ma Ren lo tirò di nuovo giù dal colletto del giubotto baciandolo di nuovo.
Horohoro:- Ok, ma vogliamo tornare a casa o no?- Come risposta in un lieve imbarazzo.
Ren:- Non lo so...- rispose rimanendo con le labbra troppo vicine a quelle dall'altro.
Horohoro:- Hai detto che hai freddo- accettando la posizione.
Ren:- Ho freddo, ma a casa tua non saremo più soli...- ammise e l'amico sorrise timido.
Lo sciamano di ghiaccio lo strinse a sé nel tentativo di riscaldarlo.
Ren, accettando gelosamente l'abbraccio:- Non che tua sorella non mi sia simpatica... ma quanto parla...-
Il lupo ridacchiò, Ren aggiunse:- Tuo padre invece...-
Horohoro:- Non sei costretto a commentare tutto.-
Guardarono di nuovo il cielo, lo sciamano di ghiaccio poggiò la testa romanticamente su quella del compagno:- Comunque, se non vuoi dormire con mio padre, ci spetta una serata solo io e te!- Dalla sua bocca quasi uscì un cuore disegnato dall'aria fredda.
Ren lo guardò malissimo per la parte del padre, la seconda parte invece tutto sommato non sembrava dispiacergli, mosse le spalle e poi si alzò, lo stesso fece l'altro.
L'Ainu prese il suo snowboard mettendoselo in spalla e stringendo la mano al cinese imboccò la strada per tornare a casa.
Il cielo si apriva sempre di più tanto che dubitarono nella neve per il giorno dopo.
Camminavano piano in quella via completamente vuota continuando a stringersi la mano.
- Allora... quindi subito dopo di qui andrai alle Terme Funbari?-
Ren annuì scontroso maledicendo ancora sua sorella.
Horohoro:- Quindi... magari... incontri il tuo Yoh!- Strascicò la voce prendendolo in giro.
La cresta del cinese aumentò e spingendo l'amico contro la montagna:- Ancora con questa storia?!-
Horohoro riprendendosi dal dolore (quando Ren lo attaccava gli faceva veramente sempre molto male):- Sto scherzando stupido! Se lo incontri salutamelo! Cioé... saluta tutti, Ryu, Anna, Tamao, chi vedi vedi insomma...-
Ren, guardandolo serissimo:- Tu pensi davvero che io, se li vedessi, ammetterei di essere stato prima da te?-
Attimi di silenzio e il giapponese scosse la testa dandogli corda poi strinse di nuovo la sua mano ridendo un po'. Ren ricambiò la stretta guardando la neve avanti a sé, ora aveva un sorriso così dolce e sereno che quasi non sembrava lui.
Quando la strada di montagna li lasciava per dare spazio alle radure e qualche abitante i due si lasciarono di scatto le mani voltandosi l'uno dalla parte opposta dell'altro, i visi erano entrambi rossi, probabilmente non solo per il freddo.
Continuarono a percorrere la strada verso casa in estremo silenzio, mani in tasca e sguardi bassi mentre il vociferare degli abitanti del luogo era sempre poco cortese nei confronti dello straniero.
I campi erano vuoti e bui a quest'ora ma le luci dentro la casa del lupo erano accese. Pirika aprì la porta vedendoli arrivare:- In tempo per la cena! Su su, sbrigatevi ad entrare!-
Ren sospirò:- Ah già... la cena...- e fu costretto ad affrontare un'altra oretta di imbarazzo al tavolo con la famiglia Usui al completo.
Una bistecca e anche quel giorno un po' di insalata come contorno, da bere acqua o saké. Come al solito parlò per lo più la ragazzina, anche se il fratello le dava molta più corda questa volta. Lycan rimanendo sempre in estremo silenzio guardava per lo più il suo piatto, poi ogni tanto alzava lo sguardo e fissava il cinesino, poi tornava a guardare il suo piatto di carne; quando Ren si sentiva osservato e assalito da una profonda angoscia, anche lui rigorosamente in silenzio, guardava un po' Pirika un po' Horohoro quasi a chiedere aiuto.
Finito di lavare i piatti Pirika augurò a tutti e tre una buonanotte, disse a Ren di aver preparato l'occorente per lui nella camera del fratello e poi si ritirò nella sua stanza.
Appena i due ragazzi entrarono in camera chiudendosi la porta alle spalle il cuore di Ren prese una leggera velocità, rimase fermo dando le spalle alla porta mentre guardava l'amico infilarsi il pigiama e sedersi stanco sul letto. A terra c'era un materasso pronto anche per lui, preparato chiaramente da Pirika. L'Ainu si stiracchiò:- E' stata una giornata pesante per colpa tua!-
Ren:- Colpa di Jun- sorrise sarcastico e Horohoro ricambiò il sorriso dolcemente.
Ora il cinese notò un bigliettino tra le coperte del suo materasso, si avvicinò prendendolo tra le mani, c'era scritto qualcosa, lesse colorandosi di rosso pochi secondi dopo.
Horohoro:- Che c'è scritto? E' di Pirika?- Curioso ancora seduto sul suo letto.
Ren annuì nervoso sbattondeglielo in faccia.
Horohoro lesse:- Puoi rimanere quanto vuoi Ren, questo è il letto che ho preparato per te, spero lo troverai comodo, sempre se lo userai. (risatina e cuoricino disegnato)-
Il giapponese alzò lo sguardo:- Non ho capito.-
Ren gli strappò il biglietto dalle mani, cresta gigante:- Pensa che dormirò con te, ecco che cosa intende!-
Horohoro:- Ah...- si colorò anche lui di rosso innervosito da ciò che la sorella poteva aver intuito; poi, riprendendo fiato:- ...comunque, tu dove vuoi dormire?-
Ren lo spinse costringendolo a cadere lungo il letto, e ancora molto nervoso:- Chiaramente con te, che domande!- Rispose con l'intonazione di uno che voleva negarlo.
L'Ainu rise dolcemente:- Beh, allora Pirika ha ragione!-
Ren, urlando il giusto per non farsi sentire fuori dalle mura di quella camera:- E' questo che mi rende nervoso!- E a cavalcioni salì sul corpo del compagno che disteso su quel letto rideva ancora, poi lo baciò di nuovo. La luce in quella camera, quel giorno, fu l'ultima di quella casa a spegnersi.
Il giorno dopo si svegliarono quasi all'alba colpiti dai raggi del sole, niente nuvole quel giorno, non sarebbe scese altra neve.
Ren aprì gli occhi per primo ritrovandosi ancora addormentato tra il braccio e il petto del compagno che russava appena. Sollevò il viso soffermandosi a guardare quella scena, la faccia stupida dell'amico lo innervosiva ma in realtà tutto questo gli riempiva il cuore di un forte calore. Gli piaceva stargli accanto, si prendeva in giro ogni volta che diceva il contrario. Ma quella non poteva essere la realtà, lo sapeva benissimo.
Quando anche l'altro sciamano aprì gli occhi trovò il ragazzo di Kishu ancora stretto a lui ma intento a guardare il sole e gli alberi ricoperti di neve dalla finestra.
- Ren, tutto ok?- Gli chiese con voce sottile, ancora mezzo addormentato.
- Non tanto- rispose sincero l'altro e lo sciamano di ghiaccio si sollevò appena cercando si svegliarsi meglio.
Horohoro:- Qual è il problema?-
Ren:- Tutto questo, credo.-
Il giapponese sentì il cuore stringersi:- Che intendi?... C'entro io?-
Il cinese si scostò piano aggiustandosi il pigiama e i capelli:- Ascolta Horohoro...- 
Il tono della sua voce era estremamente pacato tanto che l'Ainu spalancò gli occhioni azzurri preoccupato.
Il ragazzo di Kishu continuò nel suo tono delicato senza però mai guardarlo in faccia, guardava sempre la neve divenire acqua fuori da quella finestra:- ...io ci sarò sempre per te.-
Il ragazzo alto ingoiò nervoso la saliva, i suoi occhi diventavano lucidi mentre le guance si arrossavano. Continuava a fissare il compagno mentre un leggero vento scompigliava loro i capelli.
Ren:- Ma non posso esserci così tanto. Cerca di capirmi- strinse i pugni.
Horohoro fece cenno di no con la testa, non capiva.
Ren ora si agitò leggermente e girò di scatto la testa verso di lui:- Non posso esserci troppo, ma ci sarò!- Divennero quasi lucidi anche i suoi occhi, e come le gote dell'amico anche le sue presero colore.
Ci fu qualche secondo di silenzio mentre ancora se ne stavano seduti leggermente distanti sullo stesso letto.
Horohoro con voce appena accennata:- Potresti cercare di spiegarti meglio?- Sorrise timido:- Lo sai che sono poco intelligente- e ammise sconfitto agli insulti che l'altro era solito fargli.
Ma Ren non ebbe il coraggio di rispondergli in maniera chiara, chiuse gli occhi nervoso stringendo con violenza il viso del ragazzo che amava tra le mani.
"Vorrei portarti con me!" Pensò "vorrei portarti con me per sempre!" Senza avere il coraggio di dirglielo.
"Ma non posso!..." Le sue mani ancora schiacciate contro il volto dell'amico tremarono leggermente, se non fosse l'orgoglioso e intoccabile Ren sembrava quasi che volesse piangere. Horohoro assunse un'espressione più seria e strinse i polsi dell'amico con delicata violenza. Ren sollevò lo sguardo incrociando coi suoi occhi oro quelli di ghiaccio dell'altro.
Horohoro disse solamente con estrema fermezza:- Va bene. Va bene. Ti capisco.-
Ren sorrise, mentre ancora erano in quella posizione, mani di Ren sul viso di Horohoro e le mani di quest'utlimo intorno ai polsi dell'altro:
- Non è vero. Non hai capito affatto. Vuoi solo tranquillizzarmi.-
Horohoro ricambiò il sorriso come ad ammetterlo:- Ha funzionato?-
Ren muovendo la testa:- Mpf, no- e trattenenendo a stento le lacrime, ma ostentando sicurezza e quel famoso orgoglio lo baciò di nuovo gettandolo su quel letto. Trascorsero insieme tra le lenzuola ancora un po' di quella giornata e poi, quando finalmente si rilassarono il cinese riprese il discorso di nuovo tra le braccia dell'altro:- Quello che volevo dirti...-
Horohoro sbuffò:- Ooh ancora, non posso ficcarti la lingua in bocca ogni volta per farti evitare questo discorso?- Roteò gli occhi, Ren ridacchiò ma poi tappò lui la bocca del giapponese con la mano.
Ren:- Dicevo... non so se hai presente la mia famiglia e l'importanza del mio cognome.-
Horohoro che aveva ancora la bocca tappata lo guardo come a dire "certo, vi conosco anche meglio di quanto non avrei voluto".
Ren:- Capisci dove voglio arrivare?- Tolse la mano dalla bocca dell'altro guardandolo.
Horohoro:- No! Non capisco se non sei chiaro!-
Ren si alterò, nervoso scese dal letto:- Che noia! Non mi va di essere chiaro, tutto qua! A buon intenditore- e sbattendo la porta uscì dalla camera lasciando uno scombussolato Horohoro ancora nel letto.
Si alzò dal letto anche lui poi e raggiunse il ragazzo e il resto della famiglia pronti a fare colazione.
Pirika allegra:- Beh, come hai passato la notte Ren?-
Il ragazzo sorseggiando un caffè la guardò malissimo, come se lei non sapesse di avergli lasciato un biglietto equivoco la sera prima.
Ren:- Comodamente nel MIO letto- rispose mentendo, la ragazza sogghignò, Horohoro nervoso le tirò un calcio alla gamba da sotto il tavolo, lei lo guardò arrabbiata e dolorante e si attaccò al braccio del padre per difendersi da quei due.
Lycan:- Rimarrai a lungo?- Chiese poi improvvisamente all'ospite facendo sobbalzare tutti.
Ren involontariamente arrossì pesantemente:- No, no!- Rispose subito:- Penso che andrò via oggi stesso- Horohoro lo guardò continuando a sorseggiare il suo caffè.
Lycan:- Come preferisci. Per noi non è un problema, leader dei The Ren- e si alzò dal tavolo tornando a lavoro.
Ren, Horohoro e Pirika probabilemente pensarono in contemporanea la stessa cosa "ah, bene, allora ha capito chi abbiamo ospitato".
Ren:- La... la ringrazio- quasi balbettò seguendolo con lo sguardo.
I due sciamani, finita la colazione uscirono di nuovo per andare a vedere quei campi.
- Sei arrabbiato? Per questo vuoi andare via oggi?- Chiese Horohoro mentre camminavano piano tra le foglie di quei cavoli appena innevati.
Ren:- Non sono arrabbiato con te e non vado via per questo. Devo andare via a prescindere.-
Horohoro sorrise:- Vero. Jun non ti ha ordinato anche il numero dei giorni che dovevi fermarti?-
Ren stizzito:- Jun non mi ordina niente!- Guardò altrove.
La rugiada sgocciolava piano. 
- Verrò altre volte- disse poi:- tutto sommato non si sta così male con te- lo guardò in faccia prendendolo un po' in giro, l'amico sorrise non troppo nervoso capendo il sarcasmo.
La sorella dello sciamano di ghiaccio si soffermò a seguire i loro movimenti dalla finestra della sua camera, non sentiva cosa si stessero dicendo ma li vedeva passeggiare un po' impacciati in mezzo a quei campi e, anche se un po' nervoso come sempre, suo fratello in compagnia di Ren le sembrava sereno. Sorrise allontanandosi dalla finestra e lasciandoli nella loro timida intimità.
Ren:- Penso che andrò un po' in giro per il mondo- sospirò:- anche per lavoro dico. Sai, siamo una famiglia importante- ribadì.
Horohoro:- L'ho capito!- Sentenziò nervoso:- Sei bellissimo, ricco e importante. Immagino di essere molto fortunato a starti così vicino- sputò alzando un po' la voce, forse ironicamente. Ren sorrise soddisfatto, in fondo era quello che voleva sentirsi dire da un pezzo.
Ren:- Sono caritatevole- scompigliò i capelli dell'altro come a consolarlo con estrema serietà.
Ren:- Penso che andrò in Francia- continuò il discorso parlando a sua volta di qualche suo progetto con l'amico, come lui aveva fatto il giorno prima. Chiacchierarono e camminarono lungo quei campi per un bel po', parlavano di quei progetti e di quella vita che doveva tenerli lontani e sembrava però che non volessero lasciarsi affatto, tanto che istintivamente il giapponese provò nuovamente a stringere la mano del compagno, ma sentendosi osservato la ritrasse indietro con violenza. Ren lo notò, lo guardò e assecondò il gesto; sembravano entrambi d'accordo che amarsi alla luce del sole non faceva per loro.
La sera arrivò in fretta, decisero di mangiare fuori un'ultima volta prima di lasciar partire l'ospite. Prima di uscire l'Ainu decise di farsi un bagno caldo. Ren rimase con Pirika fuori da quella casa, passeggiando nei dintorni nell'attesa raggiunsero un fiume non distante dalla casa.
Ren:- E' bello anche qui- ammise godendosi le stelle scintillare su quell'acqua candida, qualcuno non troppo distante pescava.
Pirika:- Non quanto Kishu dice mio fratello!- Sorrise chinandosi leggermente in quel fiume toccandolo con le dita, Ren ricambiò il sorriso.
- Non lasciare mio fratello solo- disse poi la ragazza del nord con estrema dolcezza, si voltò a guardare il cinese ancora piegata verso l'acqua, gli occhi di lei brillavano ancora di più di quelli del fratello.
Ren arrossì scostando la testa:- Non capisco che vuoi dire...-
L'Ainu si alzò stiracchiando leggermente le braccia e le dita bagnate:- Voglio solo dire che mi sembra felice quando ci sei tu.-
Il cuore di Ren dapprima prese a battere velocemente, poi si calmò, e nel suo solito sarcasmo guardò la ragazza:- Sei sicura? Io rendo felice Horohoro. Io? Io??-
Pirika ridacchiò:- Lo tratti male- ammise:- Ma lui lo sa che scherzi!-
Ren:- Io non scherzo affatto.-
Pirika indispettita portò le mani ai fianchi:- Lo so che è un po' stupido, e di difetti ne ha tanti, non ho bisogno di elencarteli!-
Ren fece cenno di no, conosceva molto bene i suoi difetti.
La ragazzina guardò il cielo con occhi pieni d'amore:- Ma io mi auguro che tu conosca anche tutti i suoi meravigliosi pregi.-
Allora anche lo sguardo del ragazzo si addolcì accennando un leggerissimo, quasi impercettibile, sì con la testa.
- Siete arrivati fin qui??- Lo sciamano di ghiaccio li aveva trovati.
Pirika:- Non gli avevi mostrato il fiume!-
Horohoro roteò gli occhi, indicò il fiume con entrambi i palmi delle mani aperti:- Ecco Ren, il fiume!- Continuò:- Andiamo a mangiare dai, ho una fame!- Si voltò incamminandosi.
Pirika spintonò dolcemente Ren sussurandogli:- Ti giuro, ha anche dei pregi!- Lo sciamano trattenne a stento una risata genuina, poi, camminando a passo più lento degli altri due, li seguì verso il ristorante.
Lo sciamano dei fulmini si soffermò a guardare la schiena dell'amico, alla sua destra c'era sempre la piccola Kororo.
"Credimi Pirika..." non si trattenne dal pensare col cuore stretto in una morsa "...avrei voluto cancellargli più dolore di quanto poi infine non sia riuscito a fare" guardando quel Koropokkuru che sempre innamorato gli posava sulla spalla.
E infine anche quella serata passò e Ren partì per le Terme Funbari.
Aveva promesso che sarebbe tornato da lui, infatti i due ragazzi passarono altre notti insieme sotto le stelle; non tantissime, ma ce ne furono altre prima di quel fatidico giorno. Quel giorno di 7 anni dopo l'incoronazione dello Shaman King in cui Ren li salutò fingendo di essere quel piccolo adorabile mostriciattolo dai capelli argento. 

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Capitolo 8
*** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Prima che si vedano troppo le stelle ***


La notte era ancora lunga ma dentro quelle Terme si erano ormai addormentati tutti. C'era chi dormiva sul pavimento, chi sul tavolo con in mano una bottiglia di saké, e chi poggiato al muro sonnecchiava composto abbracciando il proprio figlio di pochi mesi. L'unico rimasto sveglio era un bambino sui cinque anni che nervoso cercava di svegliare il cuoco col regent che sbavava addormentato su quello che era il padre del bambino.
La madre biologica insieme alla madre che lo aveva cresciuto dormivano comodamente nei letti delle camere, ignorando il disordine generale. Alla fine si addormentò anche il piccolo Asakura dopo che il ragazzo che dormiva in mutande sul tavolo, svegliandosi appena a causa del rumore provocato da quest'ultimo, porse lui un po' di saké; il bambino bevve cadendo di colpo a terra continuando a mordicchiare la bottiglia nel sonno e "l'adulto" tornò a dormire soddisfatto.
Si era svegliato appena, però, anche il cinese dai lunghi capelli viola che assistì alla scena. D'istinto strinse il figlio ancora più forte, che russò piano. Poi quasi rise richiudendo gli occhi, ma prima di riaddormentarsi pensò qualcosa che avrebbe preferito non pensare: trovava quell'imbarazzante ragazzo ubriaco e in mutande ancora così interessante e carino, dannazione!
Crollò piano lungo il muro finendo steso sul pavimento sempre abbracciato al neonato, che russò di nuovo infastidito. La testa sfiorava il braccio destro dell'ex compagno americano che russava beatamente accanto a lui, quasi involontariamente approfittò di quel braccio trasformandolo nel suo cuscino.
"Dannazione!" Ripensò tra il sonno e la veglia aprendo e chiudendo gli occhi.
"Speravo di non dovermi più preoccupare di te! Ho fatto anche di tutto per tenerti distante oggi... ma tu niente, dovevi infastidirmi per forza!" Sorrise appena "come sempre d'altronde". Accarezzò i capelli del figlio e continuò a pensare "quanto ti odio, Horokeu Usui", poi i pensieri divennero sempre più confusi e senza un senso logico finché non cadde completamente addormentato sul braccio di Chocolove.
La mattina arrivò, si svegliarono piano piano tutti con un mal di testa a chi più a chi meno forte.
Per l'esattezza vennero svegliati in malomodo da Anna e Tamao che nervose erano pronte a sbatterli fuori.
Manta:- Io vi ho riempiti di regali e non ho nemmeno fatto macello, non prendetevela anche con me!- Urlò.
Anna:- Ce la prendiamo soprattutto con te, tappetto- rispose.
Manta:- Ma perché?!- Replicò sconfitto quasi in lacrime.
Yoh chiese perdono a nome della moglie, poi spigendo con sé il suo migliore amico cercò di svegliare suo figlio attaccato a una bottiglia di alcool.
Quello che era il Team Flower e Ryu, aiutato da Lyserg, cercavano di mettere un po' d'ordine.
Chocolove svegliandosi ma rimanendo steso sfiorò i capelli della testa attaccata al suo braccio, speranzoso disse:- Sono in compagnia di una bella ragazza?-
Il cinese si svegliò strattonandolo:- Sono io, cretino.-
Chocolove:- Perché dormivi con me?!-
Ren:- Non lo so nemmeno io...- si era svegliato anche il piccolo Men, molto prima del padre, ma non aveva pianto neanche un po'.
Quello con il mal di testa più forte fu anche l'ultimo a svegliarsi e scivolare violentemente giù dal tavolo spinto dalla donna di casa coi capelli lunghi e rosa.
Horohoro con le mani intorno alla testa:- Ahiii. Perché Tamao? Perché?!-
Tamao, furiosa:- Intanto vestiti, sei l'ospite peggiore di tutti. E poi spiegami perché Hana dormiva abbracciato alla tua bottiglia di saké?-
Il nordico, ancora molto confuso, guardò il bambino ora sveglio che litigava con il padre che cercava di amarlo spassionatamente, e l'unica risposta che seppe dare fu un'alzata di spalle. Poi, riflettendoci:- Me l'avrà rubata dalle mani mentre dormivo!-
Ren:- Veramente gliel'hai gentilemente offerta tu sta notte- Men nel frattempo era libero di gattonare intorno al padre.
Horohoro e Tamao guardarono Ren.
Horohoro:- Non è vero! Io non divido il mio saké, soprattuto non con un bambino, non sono così fuori di testa!-
Ren:- Ti ho visto benissimo, lo hai fatto per farlo dormire.-
Horohoro sbatté le palpebre ricordando appena la scena, poi:- E ha funzionato?-
Ren:- E' crollato all'istante.-
Horohoro all'improvviso soddisfatto:- Bene.-
Tamao:- Bene cosa?!- e ancora più furiosa a Ren:- E tu perché non gliel'hai impedito?! Che padre sei?!-
Ren riprese il figlio, lo strinse a sé e cercando di fuggire dal discorso uscì fuori a prendere una boccata d'aria; Yoh, Hana e Manta erano già lì. Alla fine si calmarono un po' tutti, già quel giorno molti sarebbero dovuti tornare alle proprie vite, non era il caso di rovinare quella bella giornata di reunion.
Hana parlava a raffica ai suoi due veri genitori, sempre nervoso, ma suo padre sorrideva sempre, sempre. Sua madre non sempre.
Lyserg andò via per primo, salutandoli educatamente, sfiorò i capelli del piccolo Men sorridendo dolcemente e uscì fuori dalle Terme Funbari.
Chocolove dovette andare subito dopo di lui (la sua pena non era ancora terminata), sfiorò i capelli di Ren sorridendo dolcemente e uscì fuori dalle Terme Funbari.
- Ma sei scemo?!- Gli urlò però il cinese.
- Intanto sei tu che sta notte hai dormito attaccato al mio braccio!- Si chiuse il portone alle spalle.
Nel frattempo il piccolo Tao punzecchiava con il dito il giapponese dell'Hokkaido che sedeva accanto a suo padre.
Horohoro:- Che vuoi, moccioso?-
Men punzecchiò più forte con sguardo nervoso, Ren lo prese:- Tu fai bere alcool ai bambini, fa bene a non fidarsi di te.-
Horohoro:- Ah ah.-
Yoh poi si intromise sedendosi tra di loro costringendoli a dividersi. Chiacchierò con la sua solita allegria e loro si rasserenarono, Yoh era sempre capace di farli sentire meglio. Alla fine alle Terme rimasero unicamente chi ci lavorava e i proprietari Anna e Yoh. Manta andò via per ultimo ancora una volta non pronto a chiudere questo libro che parlava di Yoh.
Prima di tornare ognuno nella propria nazione però i due ex compagni e amanti si ritrovarono a percorrere in estremo silenzio la stessa strada non troppo lontani dalla casa degli Asakura. Il sole stava per tramontare ma il cielo era ancora chiaro.
Men era avvinghiato al collo del padre ma continuava a guardare in malomodo lo sciamano di ghiaccio, che a sua volta ricambiava quello sguardo di disappunto.
- Potevi almeno farmelo sapere- non riuscì a trattenere l'Ainu che con le mani in tasca e la schiena un po' curva camminava accanto, ma non troppo vicino, al cinese.
Ren si voltò appena a guardarlo:- Non capisco a cosa ti riferisci.-
Horohoro si fermò, lo stesso di conseguenza fece l'altro, e lo guardò come a dire "mi prendi per il culo?"
Ren sorrise appena e poi tornò serio riprendendo a camminare:- Perché avrei dovuto dirtelo?-
Horohoro:- Lo sai il perché. O hai perso la memoria?- Spostò nervoso lo sguardo al cielo.
Ren:- E' due giorni che sembri quasi geloso, sai?-
Il giapponese si fermò di nuovo, ancora più nervoso:- Sai benissimo che lo sono!- Poi guardò d'istinto il bambino tappandosi la bocca, aggiunse poi piano:- Capisce quando parliamo?-
Ren non riuscì a rimanere serio scoppiando a ridere (a modo suo chiaramente). Rimase un po' in silenzio, e poi tornando serio, anche troppo:
- Mi dispiace- disse con un tocco di cinismo, quasi come se il dolore dell'altro non fosse un suo problema.
Ren:- Dobbiamo tornare a casa. Vero Men?- Il bambino non rispose continuando a guardare male il giapponese.
Horohoro, quasi serio:- Guarda, mi odia anche tuo figlio- dirlo gli faceva un po' male, come se dire "tuo figlio" confermasse quella realtà.
Ren:- Mi dispiace, mi assomiglia- disse ancora, questa volta con un tocco del suo solito sarcasmo.
Erano uno di fronte all'altro mentre il cielo imbruniva, distanti quasi un paio di metri.
Lo sciamano dei fulmini guardò il cielo un'istante:- Io e Men andiamo davvero, prima che si vedano troppo le stelle- e guardò per un'istante anche gli occhi azzurri e penetranti dell'altro.
"Prima che si vedano troppo le stelle" ripensò, e ripensò a tutto.
"Mi dispiace" e ripensò anche questo voltandosi e dando lui le spalle, stringendo ancora più forte il figlio che voltandosi a sua volta tra la spalla e il collo del padre continuò a guardare l'Ainu.
Erano ormai vicini alle vie del centro quando l'uno di spalle all'altro imboccarono due strade diverse, ma la strada che imboccò Horohoro si interruppe subito. Sbatté su una bella straniera dai corti capelli neri che, pesando molto meno del ragazzo, caddé a terra urlando un po'. Ren, ormai leggermente distante, non si accorse di nulla, ma Men che continuava a guardare l'Ainu tirò un ciuffo dei capelli del padre, costringendolo ad assistere alla scena.
Horohoro allungò la mano verso la ragazza scusandosi, quando lei alzò lo sguardo lui la riconobbe:
- Diana?- Non ne era certo.
La ragazza si alzò accettando l'aiuto:- Ci conosciamo?-
Ren curioso si avvicinò.
Horohoro ridacchiò arrossendo:- Ho indovinato! Sei davvero tu?? Che fortuna, ho ricordato il tuo nome e il tuo viso!-
Arrossì leggermente anche lei, non riusciva a ricordare chi fosse, ma lo trovava molto carino.
Ren:- Chi sarebbe?-
Il giapponese sobbalzò voltandosi di scatto:- Ren! Non eri andato via dopo una frase a effetto?!- Nervoso.
Ren scontroso:- Mio figlio mi ha fatto notare che sei un pericolo pubblico.-
Horohoro:- Ci conosciamo da non so quanti anni ma ha dovuto fartelo notare questo pulcino?- Tirò un colpetto con l'indice alla fronte del bambino che infastidito tentò di mangiarlo.
Poi:- E' Diana! La ragazza che abbiamo conosciuto a Nezumiland 7 anni fa!-
Diana li guardò e riguardò e riguardò con sguardo sbalordito:- I ragazzi che facevano le magie!!- Esultò lasciandoli un po' spiazzati, gli sciamani non fanno magie, pensarono nervosi.
La ragazza ora arrossì ancora di più nascondendo il volto nei capelli a caschetto:- Incredibile... ti sei ricordato la mia faccia dopo tanto tempo?-
Horohoro:- Eh eh- fu la sua unica risposta che innervosì sia il koropokkuru che il cinese adulto.
Ren:- Beh, che ci fai qui?- Sempre poco gentile.
Diana:- Lavoro. Vivo qui ora, sai?- Guardò Horohoro, scherzando un po':- Mi piacciono i ragazzi giapponesi! Ahah!-
Horohoro:- Eh eh- fu la sua unica risposta che innervosì ancora di più il koropokkuru e il cinese adulto.
La ragazza poi lanciò un piccolo urletto prendendo tra le sue le mani del ragazzo del nord:- Sei impegnato sta sera? Avrei un favore da chiederti!-
Ripensò a quello che fecero per lei e suo padre e dolcemente aggiunse:- Un altro favore, come se voi non aveste fatto già abbastanza!- Con occhi lucidi, bellissimi occhi lucidi in cui il giapponese continuava a perdersi. Ren decise che ne aveva abbastanza e si voltò per tornare a casa, Kororo decise di andare con lui.
Horohoro:- Ehi!!- Urlò poco dopo resosi conto della cosa:- Ok Ren, ma tu Kororo?!-
Kororo lo guardava arrabbiata con due grosse guanciotte.
Horohoro:- Sono libero, dimmi tutto!- Rispose poi alla ragazza, il folletto tornò sulla sua spalla controvoglia.
Diana:- Lavoro in un ristorante qua vicino! Doveva lavorare un nuovo ragazzo oggi, ma ci ha dato buca! Potresti coprirlo almeno per oggi??-
Horohoro:- Solo per oggi- specificò:- Non sono di Tokyo, sai?-
Diana:- Oh che peccato- sottolineò realmente dispiaciuta:- Ma per oggi lo faresti??- Speranzosa.
Horohoro:- Ma certo!- Strinse lei le mani ricevendo un colpo violento sulla testa.
Era chiaramente Ren, tornato ancora una volta indietro, Diana assistì alla scena leggermente scioccata rimanendo in silenzio.
Horohoro:- Ma sei impazzito?!- Urlò.
Ren:- Sei impazzito tu! Non sei mica capace di lavorare in un ristorante! Rifletti prima di dire le cose!!- Urlava anche lui.
Horohoro:- Perché siete ancora qui tu e il pulcino?! Non dovevate tornare a casa?!-
Ren:- Sì!! E ormai le stelle in cielo sono arrivate! Per fortuna le luci della città ne impediscono la visione!!- Continuava a urlare.
Horohoro:- Per fortuna?! Tu ami le stelle e odi che in città non si vedano!!- Continuava a urlare.
Ren:- Smettila di sapere quello che amo e quello che odio!!- Senza ritegno.
Diana:- Ragazzi, state dando spettacolo- decise infine di interromperli mentre anche Men si stava vergognando della scena, i due fecero finta di calmarsi, decisero di rimanere in silenzio ma dalle loro narici quasi continuava a uscire fumo.
Diana prese Horohoro sottobraccio e sorridendo disse a Ren:- Non è un problema che non abbia mai lavorato in un ristorante, sono sicura che sarà capace di aiutarci almeno un po'.-
Ren:- Dolce ragazzina illusa, quanto lo conosci poco.-
Horohoro:- Muori.-
Ren alzò il dito medio, Men diede un colpo al padre come a dire "che figura stai facendo fare a noi Tao" e lui si calmò.
Diana indicò lui il ristorante e aggiunse:- Si inizia tra due ore! Posso essere sicura che ci sarai?-
Horohoro annuì alzando il pollice. Ren notò che era un ristorante quasi di lusso e che lui era vestito quasi come un barbone.
Diana:- Vero.-
Horohoro:- Come vero?!-
Diana:- Non critico il tuo aspetto, sai che mi piace! (Il giapponese ridacchiò ancora) Però non è adatto a quell'ambiente. Ren!- Lo chiamò notando invece l'aspetto elegante del cinese:- Se non ti è di disturbo ci pensi tu a vestirlo come si deve?- Sorrise quasi accecandoli di dolcezza.
Diana cacciò il portafogli:- Se dovete comprare qualcosa... ecco, non ho molti soldi ma...-
Horohoro:- Ma che dici?!- La interruppe stringendo col braccio il collo del ex compagno:- Ci pensa lui a comprare quello che serve!-
Ren lo guardò malissimo rimanendo però zitto, e ormai si sa, chi tace acconsente.
E così mentre le stelle diventavano sempre più evidenti ma rimanevano offuscate dalle luci dei negozi e dei lampioni i due ragazzi insieme al bambino decisero di tornare a casa il giorno seguente e di fretta si buttarono nella prima bottega che vendeva abbigliamento di classe.
Il ragazzo dai lunghi capelli viola, prima di oltrepassare la porta in vetro, guardò un ultima volta il cielo, nonostante tutto qualche stella riusciva a vedersi in quel bel cielo; quanto lo amava "dannazione", e mordendosi un labbro entrò seguendo l'Ainu.

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Capitolo 9
*** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Sfiorandosi ***


Mentre il ragazzo di Kishu "sfogliava" le camicie e le giacche di quell'atelier il ragazzo dell'Hokkaido se ne stava seduto annoiato in una delle poltrone, il piccolo Tao sedeva sulle sue gambe e ogni tanto imbarazzato e scontroso dava lui dei colpetti allo stomaco.
Horohoro con la mano destra che picchiettava nervosamente sul viso:- Allora, a che stai? Prendi una cosa a caso, su! Sono tutti uguali! E prendi quello che costa di meno, è qualcosa che non indosserò mai più!-
Ren lo guardò scocciato:- Perché essere un minimo decenti è chiedere troppo per te.-
Horohoro:- Ma sta' zitto. Sembra tutto così scomodo.-
Ren:- Non li hai nemmeno provati.-
Horohoro:- Non no ho bisogno di provarli per capirlo. Ahi- Men questa volta gli fece un po' male, lo guardò con sguardo tetro.
Ren:- Pensi siano scomodi, intanto non puoi negare che anche vestito così io riesca a dartele di santa ragione!- Sorrise appena voltandosi con una giacca nera e una magliettina bianca.
Gli si avvicinò:- Prova questi, non ti ho preso una camicia ma una maglietta, come pantaloni potrei cercare un jeans più elegantino. Così magari non sarai troppo a disagio. Che dici?-
Il ragazzo del nord rimase leggermente in silenzio continuando a ticchettare con le dita nervoso:- Dico che sei quasi carino mentre cerchi di accontentarmi- non del tutto ironico, Ren guardò altrove ignorandolo.
Horohoro prese quei vestiti, poi prese il bambino alzandosi:- Non ti ho nemmeno detto la mia taglia- porgendogli il figlio.
Ren, prendendo il bambino:- Tu non sai la tua taglia. Sono sicuro che tutto quello che indossi lo compra Pirika (la sguardo di Horohoro confermò). Provali e basta, ho occhio per queste cose.-
Horohoro dirigendosi verso il camerino:- Come se i tuoi vestiti non li comprasse Jun.-
Ren alterandosi ammise:- Quasi tutto! Ma so scegliermi i vestiti anche da solo, io!-
"Ho occhio per queste cose" in realtà aveva particolarmente occhio per quel ragazzo, doveva ammettere che era cresciuto dall'ultima volta che l'aveva visto; era cresciuto anche lui, "per fortuna" pensò ridacchiando, anche se era comunque rimasto il più esile della compagnia. "Per fortuna c'è Manta" pensò anche questo.
Poco prima che Horohoro uscisse dal camerino lui gli lanciò un paio di jeans per completare l'outfit.
- Che noia!- Urlò dal camerino continuando però a provare i vestiti.
Due minuti dopo il lupo aprì la tenda:- Allora?- Chiese scontroso.
Il cinese rimase in silenzio a guardarlo per diversi secondi; lo guardò anche Men sbattendo più volte le palpebre.
Era cresciuto molto, notò ancora, e le sue abitudini di vita non avevano certo fatto bene alla sua postura, anche se doveva amettere che tutto sommato gli avevano lasciato una bella muscolatura. Sorrise appena avvicinandosi piano a quel camerino, l'Ainu aspettava pazientemente ancora una risposta. Quando Ren gli fu così vicino da far sì che i capelli di uno sfiorassero quelli dell'altro il giapponese arrossì appena, odiandosi però profondamente per questo. Ren prese tra le mani le spalle dell'amico che arrossì ancora di più, poi d'improvviso l'obbligò con forza a tenere la schiena dritta, facendo lui anche un po' male.
Horohoro:- Ahia! Ma che ti è preso?!-
Ren:- Stai dritto con la schiena! Sembri un campagnolo!-
Horohoro:- E' quello che sono, perché che hai da ridire?!- Lo minacciò avvicinando violentemente il viso al suo.
Ma inaspettatamente anziché arrabbiarsi lo sciamano dei fulmini sfiorò con la mano quasi inconsciamente le labbra dell'ex amante.
Quel momento così intimo e allo stesso tempo imbarazzante sembrò durare un'eternità nella testa del ragazzo del nord.
Non riusciva a capirlo. Non riusciva a capirlo e forse non ci era mai riuscito! Sapeva solo che lo desiderava esattamente come lo aveva desiderato in tutti questi anni che aveva avuto modo di incontrarlo.
"Dannazione" ma non poteva più essere così. Non poteva più esserci tutto quello che c'era stato sotto quelle stelle a Nezumiland, o sotto le stelle della sua terra, o sotto tutte quelle altre stelle che li avevano visti insieme più e più volte.
Comandava lo spirito del tuono e non a caso era solito fulminarlo. Lo aveva fulminato la prima volta che si incontrarono nella villa Asakura, e lo aveva fulminato quella volta che l'aveva visto morire praticamente tra le sue braccia, poi lo aveva fulminato quella prima volta che davvero aveva intuito cosa provasse per lui; e ancora lo aveva fulminato presentandosi all'improvviso con un figlio che, purtroppo, per motivi un tantino biologici, non poteva essere il suo.
Tutti questi pensieri come raffiche gli avvolsero la testa tanto che quasi, complice la sbronza del giorno prima, la sentì scoppiare. Furono secondi interminabili ma riuscì a parlare quando si accorse che anche il neonato adesso gli stava toccando grossolanamente le labbra.
Horohoro:- Ma si può sapere cosa state facendo?!- Scoppiò ora completamente rosso in viso.
Men tirò indietro la manina guardando altrove sempre scontroso.
Ren rimase serio, con la mano ancora poggiata sul viso dell'altro:- Mi piacciono le tue labbra. Non credo di avertelo mai detto.-
Il giapponese si limitò a spalancare la bocca preda di un totale imbarazzo. Ren tornò in sé, tirò indietro la mano e facendo finta di niente fece qualche passo indietro guardandolo, come se nulla fosse:- Stai bene. Stai molto bene. Ho indovinato la taglia visto?-
Horohoro:- Ma sei fuori di testa?! Non fare finta che non sia successo nulla un secondo fa!-
Ren:- Non so di che parli- la solita scusa e incamminandosi verso la cassa:- Vado a pagare. Rimettiti i tuoi stracci che torniamo alle Terme a darti una sistemata generale.-
Horohoro:- Che noia!- Sbuffò ancora cercando di riprendersi dall'accaduto.
Le strade del centro erano affollate e un continuo vociferare distraeva i due ragazzi dai loro pensieri, però più si allontanavano da quelle strade per raggiungere l'abitazione degli Asakura più la loro mente si perdeva in vecchi ricordi. Le stelle si vedevano di più vicino le Terme Funbari e il vento soffiava un po' più forte. Rimasero in silenzio per tutto il tempo finché non raggiunsero il portone.
Il Team Flower li fece entrare.
Tamao nervosa:- E voi?- 
Ren:- Abbiamo bisogno di fare un bagno- senza troppi convenevoli.
Anna:- Voi due? Soli?- Sospettosa, guardò il bambino tra le braccia di Ren come a dire "vergognati, hai una famiglia ora!"
Ren fece finta di non capire:- Ha trovato un lavoro all'improvviso. Devo farlo diventare carino.-
Anna:- Ci sarà da lavorare allora- Ren annuì.
Horohoro:- Ehi!!-
Yoh ridacchiò avvicinandosi con una mano in tasca e l'altra che trascinava il piccolo Hana (che non voleva essere trascinato):- Non ascoltarli! Ti prendono in giro come al solito!-
Horohoro:- Scherzano secondo te, io non ne sarei così sicuro.-
Yoh:- Ma sì che scherzano!-
Ren ad Anna:- Se vuoi ristrutturo anche lui.-
Anna:- Magari- sbuffò.
Yoh:- Ehi!!- Ora non più così sicuro, Ren rise.
- L'acqua è pronta ragazzi, se volete!- Urlò Ryu che aveva ascoltato il tutto dalla stanza accanto.
Horohoro:- Velocissimo- controvoglia avviandosi verso il bagno.
Ryu:- Siamo efficienti qui, cosa credi?- Ridacchiando.
Ren sbuffò, lasciò Men tra le braccia di Tamao e seguì l'Ainu, si chiusero la porta alle spalle.
Tamao dondolando il piccolo:- Non mi fido a lasciarli soli. Neanche un po'- coprì le orecchie e gli occhi al bambino come a "salvarlo" dal sospettato adulterio del padre.
Anna:- Ren dovrebbe vergognarsi!- Si avviò verso la cucina:- Ryu, cucinami qualcosa! Ho fame!-
Yoh guardò la scena stupito:- Ma a cosa vi riferite? Perché Ren dovrebbe vergognarsi??-
Ryu guardò l'ex compagno di squadra con lo stesso dubbio; Tamao e Anna:- Beata ingenuità.-
Il vapore di quell'acqua calda avvolgeva l'intera stanza e i due ragazzi ne eranno immersi completamente come i vecchi tempi. Avrebbero entrambi preferito starsene rilassati ma il tempo era poco e Ren cercava in tutti i modi di lavare e sistemare i capelli dell'altro al meglio.
Horohoro:- So lavarmi da solo, sai?!-
Ren emise solo un verso simile a un "eeh" di poca convinzione innervosendo l'amico ancora di più. Chiaramente, nel fare questo, i due ragazzi si trovavano molto vicini, troppo ed era questo il vero motivo che innervosiva il ragazzo del nord. Era abituato a stargli vicino in occasioni come questa senza alcuna vergogna ma quel giorno sentiva che era diverso. "Dannazione" era tutto diverso!
Horohoro:- Che disagio- non riuscì a trannersi dal dire mentre il cinese tirò lui una secchiata d'acqua in viso per togliere completamente lo shampo.
Ren:- Parli ovviamente della tua vita, immagino.-
Horohoro:- Ahah.-
Il ragazzo di Kishu sorrise in maniera sincera per poi ricomporsi, smise di "giocare" con lui come se fossero ancora due bambini e si allontanò leggermente. Si soffermò a guardare l'acqua e il proprio corpo in trasparenza, strinse la mano sinistra al polso destro.
- Scusa se non te l'ho detto. Semplicemente alcune cose accadono- disse con voce sottile senza guardarlo riprendendo il discorso di qualche ora prima.
Allora anche lo sguardo del lupo si rattristì e dopo attimi di silenzio sfiorò lui la guancia con la mano destra. Ren non la lasciò andare, si lasciò accarezzare prendendo quella mano nella sua.
- Ehi, ricordi?- Disse poi in un sorriso imbarazzato:- Il giorno che abbiamo conosciuto Diana... noi... la prima volta insomma...-
- Ricordo- Rispose l'Ainu ricambiando quel sorriso.
Trascorsero in mezzo a quel vapore più tempo di quello che avevano previsto, tanto che quando finalmente uscirono si ritrovarono addosso gli sguardi cattivi delle due proprietarie e del piccolo Men. Preferirono ignorarli, era già tardi e dovevano finire di prepararsi.
Quando il ragazzo dell'Hokkaido ebbe finito di prepararsi, prima di uscire dalla villa, si fermò a parlare con Anna.
Horohoro:- Allora, signora Asakura, come sto?- Facendo un giro su sé stesso per farsi scherzosamente ammirare.
Dopo qualche secondo di silenzio Anna annuì, guardò Ren e disse:- Quando fai lo stesso lavoro con Yoh?-
Yoh sputando quello che stava mangiando:- Ehi!! Tu mi amavi un tempo!-
Anna ridacchiò e lo stesso fece Horohoro prendendo il tutto come un complimento.
Poi, dopo aver ripreso Men con loro, si misero a correre verso il ristorante dove li aspettava Diana.
Ed eccola infatti felice di vederli sotto le luci dell'insegna.
Diana:- Eccovi! Oh Horohoro quanto sei bello!!- Ammise sincera con occhi brillanti.
Horohoro:- Eh eh- solita risata da ebete.
Ren:- Potresti anche rispondere "grazie" ogni tanto.-
Horohoro:- Grazie Diana! Ma è merito suo!- Indicò Ren che stupito rispose imbarazzato guardando altrove:- Sì. Beh, anche il modello non era poi così da buttare...-
Lo sciamano di ghiaccio ridacchiò scompigliando i capelli all'amico che si indispettì (dopo tutto quel tempo passato a prepararsi).
Horohoro e Diana entrarono per prepararsi al lavoro che li attendeva. Ren decise di rimanere come cliente, poco dopo al suo stesso tavolo si aggiunsero la famiglia Asakura al completo.
Ren:- E voi che ci fate qui?- Ai tre.
Yoh:- Non volevo perdermi Horohoro e il suo improvviso lavoro!-
Anna, che stringeva a sé il solito indemoniato figlio, notò Diana vicino a Horohoro:- Ooh, una bella ragazza. Ora capisco.-
Ren la guardò stizzito, Anna lo notò e sogghignò.
La clientela iniziò ad arrivare numerosa, e alla fine (al contrario delle previsioni di Ren) il ragazzo dietro il banco non se la cavava affatto male; tra l'altro le bibite che serviva lui erano sempre perfettamente ghiacciate, chissà come mai si chiesero i clienti accanto al tavolo di Ren e Yoh, e quest'ultimo ridacchiò.
Ren:- In effetti, tutto sommato, ha un ottimo oversoul per fare il banconista- sorrise ironico mentre sorseggiava una di quelle bibite ghiacciate.
Yoh:- E bravo il nostro Horohoro!- Alzò il bicchiere e urlò talmente tanto che il ragazzo da dietro il banco lo guardò ricambiando il sorriso.
Anna e Hana rimasero a sorseggiare le loro bevande in silenzio, non commentarono ma piacevano anche a loro.
Ren, nonostante cercasse di nascondersi da una sospettosa Anna, non riusciva a non lanciare occhiatacce ai due ragazzi che lavoravano insieme affiatatamente. Diana sfiorava spesso il braccio del ragazzo per chiamarlo e ogni volta che accadeva lui ridacchiava in quel modo stupido.
- Se stringi quel bicchiere ancora un po' finirai per romperlo- disse cinicamente l'Itako al cinese.
Ren:- Eh?- Si voltò tornando con la testa a quel tavolo di amici, rallentò la stretta poggiando quel bicchiere.
Yoh sereno:- Anna, lascialo un po' in pace!-
Anna zittì il marito solo con lo sguardo.
Poi un rumore assordante di qualcosa di rotto, era il vassoio che portava Diana, si era rovesciato completamente a terra. Lei indietreggiava spaventata mentre un uomo alto e robusto, uno dei clienti, le si avvicinava con fare arrogante accompagnato da due amici. Le strinsero il polso dicendole brutte parole. Erano chiaramente ubriachi e purtroppo violenti, Diana forse aveva chiesto loro di allontanarsi dal locale e quella fu la loro reazione. Continuavano a stringerle quel polso facendole male. Il proprietario e i colleghi si avvicinarono, anche Yoh e gli altri erano pronti ad aiutarla, ma più di tutti a fare il primo passo fu l'Ainu che senza pensarci troppo tirò un pugno in faccia a quell'uomo stringendo a sé Diana per proteggerla.
Il bicchiere che aveva in mano Ren si frantumò, e poi, seguendo Yoh, il ragazzo di Kishu si avvicinò a quella che stava per diventare una vera e propria rissa.

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Capitolo 10
*** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: Gli occhi innamorati ***


L'uomo, che ora sanguinava dalle labbra, si alzò un po' intontito e poi sia lui che i suoi due amici si scagliarono contro l'Ainu. Horohoro, intelligentemente, li ignorò evitando i loro pugni e trascinando Diana con sé. A difenderli entrambi ci pensarono Yoh e Ren.
La rissa non durò nulla, per i due sciamani fermarli fu un gioco da ragazzi. Yoh era più arrabbiato di Ren, ma in realtà fu proprio lui a evitare altro spargimento di sangue, perché Ren voleva solo prenderli tutti a pugni. L'Asakura, dopo una bella ramanzina, accompagnò i tre ubriachi fuori dal locale, mentre lo faceva si voltò verso il suo amico dell'Hokkaido che seduto in un angolo del ristorante consolava la bella straniera, gli sorrise facendo lui cenno che era tutto ok, il ragazzo sorridendo ricambiò il gesto.
Diana, che singhiozzava tra le braccia del ragazzo ancora spaventata:- Oggi è il tuo unico giorno... sigh, ma a titolo informativo... sigh, non dovresti alzare le mani ai clienti, anche quando sono così... sigh- ridacchiò cercando di fermare le lacrime.
Horohoro con voce serena:- Scusa. Non lo faccio più, promesso!-
Prese con delicatezza il polso di lei tra le mani:- E' che mi hanno fatto salire una rabbia!... Ti hanno fatto molto male?-
La ragazza fece teneramente cenno di no e lui si tranquillizzò.
Intanto si erano avvicinati a loro anche Ren, e suo figlio con lui, Anna e Hana, rimasero in silenzio, anche perché Horohoro era in grado di consolarla da solo.
- Ti sei fatto sangue, sai?- L'Itako allo sciamano che le era accanto.
Ren:- Eh? Dove?-
Anna:- La mano, stai anche macchiando il vestitino di tuo figlio.-
Ren notò:- Dannazione!-
La donna rubò un tovagliolo da un tavolo (con dei clienti seduti tra l'altro) e glielo porse:- Così la prossima volta stai più attento a non frantumare un bicchiere tra le mani.-
Ren:- Non l'ho mica fatto apposta- si tamponò il sangue lanciando un'altra occhiata ai due giovani nell'angolino.
Anna:- Sei così nervoso per quei due che ne romperesti anche un altro. Forse è meglio levarti quel bambino dalle mani- più o meno sarcastica.
Ren la guardò nervoso senza avere voglia di litigare, sbuffò e uscì dal locale.
Horohoro lo notò.
Diana:- Tutto ok?-
Horohoro:- Sì, sì. E' solo Ren, mi sembrava nervoso, ma non è una novità- rise di gusto alzandosi e aiutando la ragazza a fare lo stesso.
Diana sorrise asciugando l'ultima lacrima:- Grazie di tutto! Ora però dobbiamo tornare a lavoro, sai?-
Videro delle sirene avvicinarsi all'ingresso.
Horohoro annuì:- E' arrivata la polizia, possiamo stare tranquilli. Ehi aspetta, ho in parte partecipato alla rissa non mi faranno problemi?- Preoccupato.
Diana portò l'indice alla labbra:- Shh. Io farò finta di non aver visto aggressioni da parte tua!- E ridendo lo trascinò con sé verso il bancone.
Il ragazzo del nord si voltò un'ultima volta verso l'ingresso, Ren parlava con Yoh, aveva un tovagliolo sporco di sangue tra le mani e anche se all'amico si mostrava sorridente sembrava ancora molto nervoso. Per un attimo Ren ricambiò lo sguardo dell'Ainu con degli occhi taglienti che ancora una volta lo lasciarono folgorato. Il giapponese ingoiò quasi spaventato e poi si rimboccò le maniche pronto a fare il suo lavoro.
Yoh:- Sei nervoso?- Chiese all'amico mentre era poggiato al muro esterno di quel locale. La polizia intanto faceva salire in macchina i tre delinquenti.
Ren:- Tsz. Dovresti esserlo anche tu, abbiamo appena partecipato a una rissa- accarezzava piano la testa del bambino con lo sguardo fisso in avanti.
Yoh rise:- Non sono nervoso!-
Ren:- Non saresti tu se lo fossi- ora lo guardò sorridendo un po' forzato ma con estrema sincerità.
Anna e Hana li raggiunsero.
Anna:- Non è nervoso per la rissa. Andiamo Yoh, questa uscita mi è bastata!-
Ren si innervosì ancora di più, le punte sui suoi capelli si alzarono leggermente ma ancora una volta, davanti a quella donna, rimase in silenzio.
Yoh:- Ok! Comandi tu- ridacchiò e strinse la mano al figlio contrariato, poi a Ren:- Torni con noi alle Terme o vuoi rimanere con Horohoro?-
Anna:- Già, che vuoi fare?- Cinica, Ren la guardò malissimo.
Ren:- Vengo con voi, grazie- rispose arrabbiato:- Ma prima devo fare una cosa- porse il bambino a Yoh ed entrò un attimo nel ristorante.
Il lavoro nel frattempo era diminuito e dietro il banco i dipendenti per lo più chiacchieravano.
- Ehi.-
Lo sciamano di ghiaccio si voltò riconoscendo la voce.
Horohoro:- Che c'è? Hai uno sguardo veramente truce, più del solito intendo.-
Ren:- Vieni un attimo qui.-
Diana li guardava incuriosita.
L'Ainu un po' spaventato lo raggiunse. Ren prese di nuovo le spalle di lui tra le mani, i volti erano vicini, il lupo arrossì appena. Poi Ren radrizzò lui la schiena tutto d'un tratto.
Ren:- Noi stiamo tornando alle Terme. Ricordati di stare dritto con la schiena, non ci sarò io per sempre a ricordartelo.-
Horohoro:- Puoi anche semplicemente dirmelo, non hai bisogno di uccidermi ogni volta!- Dolorante.
Ren:- Vado. Ciao eh.-
Horohoro:- Ciao- sempre nervosi, poi, forse ironicamente aggiunse alzando un po' la voce mentre l'altro andava via:- Eppure avevi detto che ci saresti stato sempre per me!-
Ren si bloccò, strinse il pugno ferito e Horohoro ricordò.
Horohoro:- Ah già, che ti sei fatto lì?-
Ren:- Senti tu!- Si rivoltò verso di lui nervoso:- Solo oggi ti ho comprato un abito costoso, sistemato il tuo aspetto e la tua schiena e salvato da una rissa! Direi che ci sono stato abbastanza, non credi?!- Non era ben chiaro se fosse ironico anche lui.
Diana che li ascoltava quasi seduta sul bancone:- Sempre che non cominci un'altra rissa proprio tu- ridacchiando nervosa.
Horohoro:- Innanzitutto per la rissa non avevo certo bisogno di te, e per lo più ha fatto tutto Yoh e se non fosse che ti andrebbe largo, nanetto, questo vestito te lo potresti pure tenere per quel che mi riguarda!-
Ren si trattenne, per il bene di Diana e del ristorante, dallo sputargli in un occhio; si limitò a strattonargli la maglietta avvicinando di nuovo il volto a quello dell'altro:- Per quel che riguarda me, una cosa che è stata indossata da te andrebbe bruciata all'istante. Magari con te dentro. Buona serata- si rivoltò per proseguire verso l'uscita:- E sì!- Quasi urlò:- Nonostante tutto quella frase è ancora valida, vedi di non farmi cambiare idea!- Una volta uscito trascinò, senza alcuna ragione, uno stranito Yoh via da lì tirandolo per la maglia.
Horohoro si gustò la scena fino a quando non scoppiò sul suo viso un sorriso sincero e quasi commosso.
Diana:- Siete strani voi due, sai?- Ancora poggiata su quel bancone in una posa involontariamente sensuale.
Horohoro ridacchiò:- Lo so. Scusa se abbiamo di nuovo dato spettacolo!-
In effetti tutto il locale aveva assistito alla scena, ma più che arrabbiati i clienti erano per lo più divertiti.
Diana:- Sai?- Ammise poi la ragazza allo sciamano:- Pensavo stesse per baciarti, tutte e due le volte che si è avvicinato a te!-
Horohoro non riuscì a non colorarsi di rosso, non rispose subito a quella che era quasi una provocazione perché doveva ammettere che sotto sotto lo aveva pensato, e in fondo sperato, anche lui.
Ci rifletté, aveva sperato che lo baciasse, lì, davanti a tutti. Sentì che forse non avrebbe provato nessun imbarazzo, sentì la voglia di non nascoderlo più. Era stupido in effetti litigare e sbraitare parole cattive davanti a tutti senza vergogna e poi nascondersi per un bacio. Come se fosse l'amore a dover essere nascosto e non l'odio. Sorrise pensando a quanta ipocrisia c'era in Ren per questo, lui che voleva diventare Shaman King per cancellare l'odio dal mondo.
Horohoro:- Che sciocchezza- si limitò però a dire, nascondendosi ancora una volta:- Perché un uomo con un figlio dovrebbe volermi baciare?-
Diana alzò le spalle ridacchiando. Stava per passare la mezzanotte quando i ragazzi rientrarono alle Terme. La notte era sempre più scura e le luci accese di quella villa li facevano sentire già meno stanchi.
Anna si ritirò in camera, Tamao ancora una volta andò con lei portando con sé i due bambini ormai già addormentati.
Yoh, Ryu e Ren rimasero ancora un po' a chiacchierare in cucina davanti a qualche biscotto, intanto le tre ragazze dei fiori ripulivano la stanza.

Ryu:- Allora, Horohoro come se l'è cavata?-
Yoh:- E' bravo! Anna potrebbe chiedergli di lavorare qui! Ahahah!-
Ryu sorrise:- Ne ero sicuro! Il ragazzo non delude mai!-
Ren:- Bah- unico, secco, commento di Ren che fece ancora una volta ridere di gusto Yoh.
Ryu cambiò discorso mettendosi a sciacquare sotto l'acqua qualche piatto rimasto:- Mi sorprende vederti ancora sveglio caro Yoh. Non hai sonno?-
Yoh:- Certo che ho sonno! Che domanda stupida!- Sbadigliò ridendo di sé stesso.
Ryu:- E vai a dormire su! Se Ren non ha sonno gli faccio compagnia io!-
Ren:- Ho un po' di sonno anche io, ma sono sicuro che per ora non riuscirei a dormire- poggiò la testa sul pugno chiuso.
Yoh prese al volo la proposta:- Allora vado a nanna! Ren, chiaramente puoi rimanere qui tutte le notti che vuoi!-
Ren:- Pagando- sottolineò Ren facendo notare che non era una proposta così amichevole.
Yoh piagnucolò:- Fosse per me gratis, ma sai com'è mia moglie!- E andò a nanna mentre Ryu e Ren rimasero ancora un po' di tempo insieme.
Il ristorante chiuse, andarono via gli ultimi clienti e poi a poco a poco anche i dipendenti e i proprietari. Rimasero poggiati alla saracinesca abbassata solo lo sciamano e la sua amica. Le strade erano quasi vuote e le insegne spente, li illuminava solo la luce dei lampioni.
Diana:- Grazie di tutto, ci hai salvato la serata!-
Horohoro:- Figurati, è stato un piacere! E la paga non è male!-
Diana:- Quei soldi dovresti ridarli a Ren per averti comprato questo bel vestito!-
Horohoro:- Se c'è una cosa che io non ridarò mai indietro a Ren quelli sono i soldi- spudoratamente sincero, Diana scoppiò a ridere.
Diana:- Ho una cotta per un pessimo ragazzo- disse ancora ridacchiando nascondendo un sorriso timido dietro la mano.
Ancora una volta lo sciamano la guardò con sguardo ebete prendendo per l'ennesima volta colore.
Diana lo strattonò imbarazzata:- Perché quella faccia? Che mi piaci lo sai da sette anni!-
Horohoro distogliendo lo sguardo:- Spero non sia stato nei tuoi pensieri tutto questo tempo.-
Diana:- Tranquillo- sempre sorridente:- Non sei così speciale!-
Horohoro:- Ma grazie!-
Diana:- Ahahah! Scherzi a parte, voi tre siete stati nel mio cuore sempre. Avete fatto una cosa bellissima per me. A proposito, come sta Chocolove?-
Horohoro:- Sono stato con lui proprio ieri! Sta bene!- "Se non fosse per la prigione" evitò di dirle.
Lo sguardo di Diana si rattristì ma la curva della bocca era sempre insù:- Mi piacerebbe anche chiederti come sta Sarah... ma non credo che tu lo sappia, vero?-
Purtroppo Diana non era in grado di vedere il fantasma della sorella. Horohoro fece lei cenno di no:
- Mi dispiace, non è con te in questo momento. Ma chissà, forse è rimasta con tuo padre, non credi? E sono sicuro che stia benissimo!- Le sorrise sincero e lei se ne convinse.
Diana sollevò la sua schiena da quella porta:- E' tardi, credo proprio che sia ora di lasciarti andare!-
Horohoro:- Io non sono stanco!- Rispose prontamente radrizzando la schiena (senza l'aiuto di Ren):- Però forse lo sei tu! Non voglio trattenerti, vai pure!-
Diana, che non era alta, saltellò per prendere il viso del ragazzo tra le mani:- E' meglio per entrambi separarci, sì! Domani tu dovrai tornare a casa, lontano da me purtroppo!-
Ogni parola che usciva dalle labbra della ragazza faceva sciogliere il ghiaccio di quello sciamano sempre un po' di più, ma soprattutto innervosiva la piccola Kororo sempre un po' di più.
Diana:- E poi non voglio prendermi in giro ancora!-
Horohoro:- A cosa ti riferisci?-
Diana gli sorrise ancora una volta allontanandosi piano con qualche passo indietro:- Li vedo sai?-
Horohoro:- Cosa?-
Diana:- I tuoi occhi innamorati!-
L'Ainu non capiva.
Diana:- Smettila di fare il finto tonto! Mi sembravi innamorato sette anni fa e mi sembri innamorato ancora! E' bello che tu sia così fedele a questo sentimento!-
Il ragazzo un po' imbarazzato dal discorso cercò gli occhi del koropokkuru sotto quella luce fioca dei lampioni.
Come sempre, quando si parlava d'amore, pensò subito a lei, alla giovane Tamiko Kurobe e anche se ancora imbronciata lei era sempre lì, accanto a lui. Sorrise guardando quello che per Diana era il vuoto.
Diana:- A chi sorridi? C'è qualche fantasma?- Pensò curiosa e un po' spaventata.
Horohoro la tranquillizzò:- Non proprio un fantasma ma sì, c'è qualcuno che per me è molto importante!-
Diana:- Ma guarda un po'. Anche adesso hai quelli stessi occhi!-
Il ragazzo la guardò stranito.
Diana ridacchiò:- Non so chi ci sia adesso accanto a te, ma spero tu abbia capito che io prima mi riferivo a Ren!-
Lui non ebbe la reazione che avrebbe pensato di avere. Pensava che a una frase del genere si sarebbe arrabbiato, o almeno imbarazzato, e forse in passato sarebbe stato veramente così. Invece rimase in silenzio a prendersi in faccia quel leggero vento.
Diana:- Bene, non lo neghi!- Sorrise di gusto, e ancora una volta quel proverbio gli risuonò nella testa.
Si accorse solo adesso che si sentiva pronto a urlarlo al mondo, e urlarlo a lei, Kororo. La guardò ancora mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime; non ebbe il coraggio di aggiungere altro, semplicemente guardò quel koropokkuru.
- Io ci sarò sempre per te- infine dalle labbra gli uscirono solo queste parole, le stesse che Ren in passato gli aveva detto, lui le dedicò a lei, alla sua Damuko.
Salutò Diana poi, con un delicato bacio sulla guancia, e corse verso le Terme sperando che lo sciamano che era solito fulminarlo fosse ancora sveglio.

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Capitolo 11
*** Atto III_Il vapore termale che avvolge due cuori innamorati: E la luna resta a guardare ***


Correva in mezzo a quelle strade ormai vuote, più ci si allontanava dal centro e più le stelle erano vivide.
Maledette stelle che accompagnavano questa loro storia ormai da sette anni. Il vento soffiava sempre più forte ma non faceva freddo.
Il silenzio vicino quella villa che il lupo cercava di raggiungere era tagliato unicamente dalle foglie secche mosse dal vento e il fiato che lui stesso perdeva.
Correva e non sapeva bene neanche lui perché.
"Perché un uomo con un figlio dovrebbe volermi baciare?" Ripensò cercando di convincersi che doveva abituarsi all'idea che era tutto finito, eppure non riusciva a smettere di correre. Che avrebbe dovuto dirgli una volta entrato in quelle Terme?
"Dannazione!" Trovava anche terribilmente adorabile quel moccioso così simile a lui! Eppure non riusciva a smettere di correre.
Sarà per quegli occhi. Gli occhi innamorati che Diana diceva di aver visto in lui. Quelli stessi occhi lui gli aveva visti in Ren durante lo Shaman Fight più volte, tra un fulmine e l'altro, gli aveva visti quel giorno a Nezumiland, e in tutte quelle notti che avevano passato insieme. Quelli occhi innamorati gli era parso di vederli anche quello stesso giorno e il giorno prima. Quelli stessi occhi con cui Ren lo aveva guardato in tutti questi anni, non erano cambiati nemmeno adesso che stringeva un bambino tra le braccia.
Arrivò al portone della villa Asakura curvando la schiena e riprendendo fiato.
Era tutto spento, probabilmente dormivano tutti. Trovò un biglietto di Ryu alla porta, era per lui. Gli diceva che era il benvenuto per un'altra notte e di non farsi problemi a rientrare tardi, con Anna e Tamao avrebbe parlato lui. Sorrise, aveva dei buoni amici.
Entrò piano cercando di fare meno rumore possibile o non ci sarebbe stato Ryu che avesse potuto tenere testa alle due.
Col cuore che ancora gli scoppiava in petto spiò nelle varie stanze nella speranza di trovare Ren. La prima stanza che aprì però era proprio quella delle due ragazze che dormivano abbracciate una ad Hana e l'altra a Men, si spaventò non poco sperando di non aver disturbato quel sonno e richiuse il separé piano. Poi trovò Yoh e Ryu che dormivano insieme in un abbraccio involontario, rise di gusto vedendoli e poi si tappò la bocca richiudendo anche questo separé. Cercò di calmare il suo cuore che pulsava, in ogni caso Men dormiva abbracciato a Tamao quindi Ren doveva essere per forza qui. Infatti finalmente entrò nella camera giusta, ma lui dormiva già.
La stanza era buia ma la luce della luna che filtrava dalle finestra illuminava il viso del giovane uomo dai lunghi e morbidi capelli viola stropicciati sul viso. Lo trovava bellissimo. Non era la prima volta che lo aveva pensato; che Ren fosse un bellissimo ragazzo l'aveva sempre saputo, ma questa volta lo pensò davvero, insomma lo pensò senza provare vergogna per questo. Si sedette a gambe incrociate vicino al suo viso e lo accarezzò piano sorridendo appena con occhi ancora un po' lucidi.
"Che splendida creatura che mi sono lasciato scappare" abbassò la testa lasciando che i capelli gli coprissero il viso e le lacrime che tratteneva a stento.
Ma in fondo che colpa ne aveva lui? Forse, ci pensò, era questo quello che cercava di dirgli 6 anni prima a casa sua dopo che avevano fatto l'amore. Strinse i pugni rendendosi conto ancora una volta che gli sarebbe mancato terribilmente. Poi Ren aprì gli occhi.
- Ehi- gli sussurrò il cinese appena sveglio con voce dolce.
- Ehi- ricambiò l'Ainu asciugandosi le lacrime.
- Stai piangendo?- Gli chiese preoccupato alzando leggermente la schiena, i capelli scivolarono via dalle sue spalle.
- Ma che dici?!- Rispose negando l'ovvia verità.
Ren sorrise con sarcasmo:- Che è successo? Diana ti ha lasciato in bianco?-
Horohoro quasi gli tirò un pugno bloccandosi prima di potergli fare male:- Non sei divertente! Sai che non è questo il problema!-
Ren, ora serio:- E allora qual è?-
La luna ora li illuminava entrambi mentre erano seduti l'uno di fianco all'altro ma in direzioni opposte.
L'Ainu lo guardò imbronciato come un cane (o lupo) bastonato, il suo sguardo era anche severo però, come a dire "non prendermi in giro, sai benissimo qual è il problema". Quell'espressione da bambino capriccioso metteva ancora una volta in risalto le sue labbra che l'altro ancora una volta sfiorò.
Horohoro:- Ma la pianti con questa cosa?- Disse riuscendo a malapena a parlare visto che l'altro quasi gli tappava la bocca.
Ren lo guardò in quegli occhi di ghiaccio, questa volta però non era uno di quelli sguardi pungenti capaci di fulminarti, sembrava che trattenesse a stento le lacrime anche lui. Durò veramente poco però e riprese la sua solita cinica espressione, il cinese era senza dubbio più orgoglioso del giapponese, e odiava mostrarsi così debole e indifeso ai suoi occhi. Nonostante questo le dita accarezzavano ancora la sagoma delle labbra dell'altro.
Horohoro:- Lo sai che tutto questo è veramente poco virile vero?-
Parlavano in silenzio per non svegliare gli altri, e sempre in silenzio a questa frase il ragazzo di Kishu non riuscì a trattenere una risata spontanea di autoironia. Lasciò cadere piano la mano dal viso alla mano dell'altro per poi baciarlo delicatamente su quelle labbra che tanto sembrava amare.
Furono appena tre secondi, forse quattro, e poi si staccò. Ma a entrambi quei secondi parvero quasi eterni.
Il ragazzo dell'Hokkaido si lasciò baciare senza replicare, il suo cuore smise di battere, tanto che gli parve di essere morto. Quando staccandosi vide i soliti occhi sottili del suo amato realizzò invece di sentirsi più vivo che mai. E ne era sicuro adesso, quegli erano gli stessi occhi innamorati che lui gli aveva riservato in silenzio in tutti questi anni.
- Perché?- Gli chiese il lupo delicatamente ma con una serietà che quasi lo spaventò.
- Perché avevo voglia di farlo, non ti devo altre spiegazioni.-
Horohoro sbuffò:- Il solito arrogante. Ren...- riprese fiato:-...ti feci questa stessa domanda un po' di anni fa. Cosa siamo io e te?- Tolse la giacca che ancora indossava gettandola contro una sedia della stanza.
Ren:- E io che ne so? Tutto sommato, siamo qualcosa di bello, non ti basta?-
Horohoro:- No- rispose zittendolo per un primo momento, poi alterandosi nei modi ma non alzando la voce gli rispose:
- Io non posso darti più di questo Horohoro, perché non riesci a capirmi?!-
- Perché io ti amo!- Lo zittì ancora, per un tempo molto più lungo.
Il vento fuori fischiava e qualche nuvola copriva e scopriva la luna.
- ...E tu?- Ebbe il coraggio di continuare con rabbia il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
Ren strinse nervosamente le lenzuola tra le mani agitandosi sempre un po' di più. Il respiro divenne affanno mentre con coraggio continuava a non far cadere lo sguardo da quegli occhi così freddi.
Horohoro:- Allora?!-
Ma il ragazzo semplicemente evitò di rispondere perdendo, dopo quegli interminabili secondi, il coraggio di guardarlo in faccia. Guardò le sue mani ora, la ferita si era riaperta, aveva sporcato il lenzuolo, "dannazione!"
Il giapponese sbuffò pesantemente alzandosi da terra, Ren rialzò lo sguardo per seguire i suoi movimenti senza però alzarsi dal futon.
Horohoro:- Sai cosa?!- La voce si alzò leggermente, ma comunque non tanto da svegliare gli altri.
Horohoro portando nervosamente le mani ai capelli:- Io sono anche stanco di nasconderlo! Sarei disposto a gridarlo al vento. Perché non voglio più essere così ipocrita!-
Gli si avvicinò di nuovo non riuscendo però a rimanere fermo, andava avanti e indietro intorno al futon dell'amico, se amico poteva chiamarsi.
Horohoro:- Perché tu invece vuoi continuare con questa ridicola farsa di odio?- Si calmò un istante inginocchiandosi verso il ragazzo, posò una mano sulla fronte dell'altro non delicatamente:- Non fraintendermi, il mio odio per te è forte tanto quanto il mio amore.-
Ren, che fino ad adesso lo seguiva in maniera agitata con lo sguardo, ora riuscì a ridere appena.
Il lupo tornò in piedi:- Le uniche cose che ora mi trattengono dal gridarlo a tutti sono tre, tu e la tua ipocrisia, quel povero bambino e sua madre, e Anna e Tamao che mi ucciderebbero per averle svegliate per una sciocchezza per loro così ovvia!- Era serissimo mentre diceva questo ma a Ren veniva ancora da ridere.
Quando finalmente il ragazzo si calmò fermandosi al centro di quella stanza, Ren riuscì a parlare.
Ren:- Quindi? Che stai cercando di dirmi? Cosa vuoi fare?- Sorrideva appena senza mai alzarsi da quel materasso.
Horohoro:- Che dovrei fare?-
Ren:- Questo sono io, Horohoro. Non posso gridarlo a tutti come vorresti fare tu. Chiamami ipocrita, ma mio figlio dorme due stanze più in là e non vede l'ora di tornare a casa- sorrideva sempre ma nel dire queste ultime parole gli venne un nodo in gola tanto che la voce quasi singhiozzò:- Il mio posto non è con te, Horokeu Usui.-
E mentre lui riuscì a riprendere il controllo, quell'Usui non riuscì a trattenere una lacrima mentre le labbra tremavano.
Il cinese abbassò lo sguardo, ingoiò a fatica la saliva e poi tornò a guardare quegli occhi sempre più lucidi:- Fammi sapere semplicemente se ti va bene anche così. Io per te ci sarò sempre, ti prego ancora di credermi.-
Horohoro:- E' così difficile però- singhiozzando e lacrimando piano.
Ren:- Siamo ancora amici?- Chiese speranzoso col cuore in mano.
Il lupo abbassò il capo quasi in segno di resa, si inginocchiò di nuovo di fronte a lui stringendogli le mani.
Horohoro:- Che sciocco che sei- si asciugò le lacrime:- Lo saremo sempre- rispose e Ren sorrise con un'espressione talmente genuina e gioiosa da non sembrare sua.
Il ragazzo del nord fece per alzarsi ma il cinese lo bloccò con la mano.
Ebbe ancora il coraggio di guardarlo con quegli occhi, che anche se dolcissimi, continuavano comunque a fulminarlo.
- Almeno per sta notte, ancora, dormi con me- gli disse a voce bassa stropicciandogli quella stessa maglia che poche ore prima gli aveva comprato. Il lupo sorrise e abbracciandolo piano si lasciò scivolare nelle stesse coperte del suo vecchio leader.
E la luna rimase a guardare, insieme alle stelle.
E il giorno dopo arrivò anche questa volta.
Fecero un'ultima colazione insieme prima di perdersi di nuovo tutti di vista per chissà quanto altro tempo.
Ryu aveva cucinato un po' di tutto e come al solito era bravissimo, Anna dovette fargli dei complimenti forzati.
Hana proprio non riusciva a calmarsi, sembrava tutto l'opposto del padre che invece non aveva smesso un attimo di sorridere da quando si erano riuniti. Horohoro propose di dargli un po' di saké per calmarlo, Tamao dal solo sguardo non sembrava d'accordo.
Ryu, poggiando una mano sulla spalla di Horohoro e l'altra su quella di Ren:- Ragazzi, ogni volta che vorrete tornare sarete i benvenuti!-
Horohoro:- Sempre pagando.-
Ryu:- Non essere cinico come Ren, e poi questa nottata te l'ho offerta io!-
Yoh, sempre ridacchiando:- Ma dimmi un po' Horohoro, quella ragazza? Dove l'hai lasciata? Sembrava esserci intesa!-
Kororo sbuffò arrabbiata contro Yoh, che notandola indietreggiò quasi spaventato. E in realtà lo fulminò anche Ren, ma lui questo non lo notò, al contrario delle due donne che ancora una volta diedero un colpo a Yoh dicendogli:- Beatà ingenuità.-
Yoh piagnucolando:- Io giuro non capisco!-
Horohoro rise di gusto guardando poi timidamente Ren che ricambiò in un sorriso appena accennato.
"Sarei disposto a gridarlo al vento" Ren ricordò le parole che il suo compagno gli aveva detto in questa notte che era appena trascorsa.
Chissà se anche adesso si stava trattenendo dal fare chiarezza a Yoh, strinse i pugni ancora. A pensarci bene Horohoro aveva rinunciato a passare la notte con una bella ragazza pur di stare con lui, sorrise sentendosi sinceramente rincuorato, ma poi pensò a Kororo e forse il vero motivo per cui Horokeu Usui evitava le relazioni era sempre lei.
Eppure... "Sarei disposto a gridarlo al vento"... eppure per lui sembrava aver fatto un'eccezione.
Gli si avvicinò, fragandosene degli altri, e strinse lui la mano dolcemente. L'Ainu lo guardò sbattendo le palpebre mentre gli altri increduli si gustarono la scena.
Horohoro:- Tutto ok?-
Ren annuì appena in un leggero sorriso, poi prese Men e con un leggero inchino salutò anche gli altri amici.
Rimasero tutti un po' stupiti guardandolo uscire dalla villa, compreso il lupo, non che fosse successo chissà cosa, gli aveva semplicemente tenuto la mano per salutarlo, ma l'aveva fatto in un modo così tenero da non sembrare lui.
Anna e Tamao scoppiarono improvvisamente a ridere in maniera sguaiata, Yoh e Ryu continuavano a non capire.
Il sorriso sul volto dell'Ainu invece si allargò sempre un po' di più mentre seguiva la sagoma dell'uomo che amava andare via da lui per l'ennesima volta. Quel marmocchio poi, lui continuava a guardarlo attaccato al collo del padre con lo stesso identico sguardo fulmineo di quest'ultimo, quel bambino sembrava odiarlo. Sorrise ancora poi, pensando che anche Ren sembrava odiarlo, ma col tempo aveva capito bene che non era così; tutto sommato forse, Horohoro, piaceva anche a quel bambino dai capelli argento.
Il giapponese del nord, mettendo ancora una volta il suo cuore al sicuro in una cupola di ghiaccio, salutò le ragazze e i suoi cari amici Yoh e Ryu, offrì del saké al piccolo Hana e poi, come il cinese, si lasciò alle spalle la villa degli Asakura.
Chissà quando si sarebbero rivisti tutti insieme?
"Speriamo non tra altri sette anni!" Pensarono all'unisono.
E il sole copriva quelle stelle che tutti sapevano sarebbero tornate.

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Capitolo 12
*** Atto IV - L'eterno coraggio: Giornate serene ***


Gli anni passarono, i bambini crescevano e la vita portava con sé belle avventure e nuove amicizie ma anche dolorosi lutti e brutali sensazioni di impotenza.
La famiglia Tao non troppo tempo prima, ma neanche così poco, era stata colpita da una grandissima disgrazia in cui tutti avevano perso una parte di qualcosa. La questione forse venne risolta, forse no, ma quel lutto rimase nel cuore di tantissime persone, in particolar modo in quella di un bambino dai capelli argento, come quelli della sua amata e perduta madre.
Ma il tempo piano curava ferite e rancori e quel bambino era tornato dalla sua famiglia con un lieve sorriso sul volto.
Il padre che portava ancora i capelli lunghi lo strinse a sé, non poteva promettergli che d'ora in avanti sarebbe andato tutto bene, perché la vita è dura, ma poteva promettergli che mai, mai avrebbe smesso di amarlo e di essergli vicino, e che una cosa era certa, sua madre avrebbe pensato lo stesso. Una donna veramente unica, nel bene o nel male, e alla famiglia Tao sarebbe mancata, sempre.
Il lavoro non mancava mai, ma quel giorno Jun Tao se ne stava seduta nelle campagne nei dintorni di Kishu a osservare il cielo, pensando chissà a cosa, o chissà a chi. Suo fratello e suo nipote la riportarono alla realtà.
Ren:- Jun.-
Lei si voltò con occhi ancora un po' lucidi:- Ren, Men, ciao!- Sorrise ora dolce cercando di abbracciare il bambino che indispettito e imbarazzato tentò invano di sfuggirle, si arrese poi lasciandosi coccolare dalla sua zia preferita (l'unica).
Jun:- Riposo anche per voi, oggi?-
Men:- Sono un bambino, non lavoro.-
Jun:- Il tuo cinismo- al fratello.
Ren sorrise per poi guardare avanti a sé i loro dipendenti che cercavano di riportare la natura al suo massimo splendore in quelle campagne.
Guardò anche Jun, in particolare uno dei ragazzi che da un po' di tempo lavorava con loro:- Solo uno di noi a quanto pare oggi lavora!- Ridacchiò.
Men:- Uno di noi. Tsz. Non è mica di famiglia!- Sbuffò e Ren sogghignò soddisfatto del ragazzo che aveva cresciuto (un ragazzo presuntuoso come lui, c'era poco da andarne fieri).
Jun:- Horohoro!- Urlò ancora seduta nell'erba alzando un braccio per attirare l'attenzione, il ragazzo si girò.
Jun:- Riposa un po', siamo tutti qui! Mangiamo qualcosa insieme, non farmelo ripetere!- Le parole di Jun erano sempre molto dolci ma per qualche ragione all'Ainu sembravano sempre minacce. Si asciugò il sudore sulla fronte e li raggiunse.
Lavorava per Jun e i Tao da un po' di tempo ormai. "Io ci sarò sempre per te" queste parole alla fine si rivelarono veritiere, Ren in quegli anni non solo gli aveva prestato denaro sufficiente a permettergli di avverare i suoi progetti in Hokkaido (che non sempre andavano bene) ma stava anche cercando di realizzare i suoi sogni fuori dalla sua terra di origine. Gli era veramente grato, di ogni cosa.
Lui dal suo canto aveva provato ogni cosa per cercare di rasserenarlo in quel periodo veramente buio e non aveva mai capito se almeno un poco il suo aiuto fosse servito. Ma almeno adesso erano insieme, e ogni tanto lo vedeva sorridere, questo gli bastava.
Gli occhi del lupo non avevano mai smesso, neanche un attimo, di guardarlo innamorati e nonostante tutto, tra un una lacrima e l'altra, gli parve che anche gli occhi di Ren non avevano mai smesso di cercare i suoi.
Almeno adesso erano insieme, e ogni tanto vedeva sorridere anche quell'esserino sgradevole a cui si era involontariamente affezionato, e questo gli bastava.
Stropicciò i capelli a punta e ondulati del bambino, per poi sedersi in mezzo al prato con Jun a scartare il suo panino.
Men lo guardò scontroso:- Come ti permetti?!- Gli disse sincero, per poi sedersi tra lui e la zia a rubare un po' di quel pranzo, i tre adulti non riuscirono a trattenere una risata.
Ridevano insieme, e questo gli bastava.
Anche se ogni tanto, guardando quegli occhi che ricordavano i lampi, sentiva ancora il bisogno di qualcosa di più di un semplice pic-nic e una risata. Nonostante tutto, gli mancava ancora tanto il suo odore, non poteva negarlo.
Addentarono quasi in contemporanea quei panini guardando quei campi arati e quel cielo così azzurro.
Passarono una buona mezz'ora di tranquillità, forse anche più e poi il giapponese tornò a lavoro dopo aver dato un'altra stropicciata ai capelli del piccolo Tao, che scoppiò di nuovo.
E poi vennero la sera e le sue stelle. Tutti quelli che stavano lavorando in quei campi tornarono a casa, l'unico a rimanere a guardare il lavoro in pace con sé stesso era l'Ainu. Si godeva quel vento parlando alla sua Kororo di quello che avrebbero dovuto fare nei giorni a seguire e anche di quello che dovevano fare una volta tornati a casa in Hokkaido.
- Quando pensi di tornare a casa?- Si voltò, era Ren con accanto Men. Più distanti a guardare il tutto spettegolando un po' c'erano Jun e Ran.
Horohoro non si alzò, guardava i due Tao dal basso (beh con Men non tanto dal basso):- Non lo so. Non l'ho ancora deciso, Pirika dice che le manco!- Ridacchiò e Ren gli sorrise con occhi un po' tristi.
Horohoro:- Tutto ok?-
Il cinese annuì senza abbandonare quel malinconico sorriso.
Horohoro:- Allora Men!- Parlò poi al bambino:- Ti piace il lavoro che sta venendo fuori?-
Men alzò le spalle senza dire nulla, e loro lo sapevano bene, chi tace acconsente. Poi però decise di parlare:- Non cercare di rendermi partecipe.-
Horohoro sbuffò guardando ora di nuovo il padre:- E' proprio tuo figlio!-
Ren orgoglioso senza un buon motivo.
Poi il ragazzo dai capelli lunghi si appoggiò piano alle spalle del figlio:- Qui non nevica spesso. Ogni tanto dovresti andare a vedere le montagne innevate dell'Hokkaido, sai?-
Men si voltò:- Non vorrai mandarmici con lui?!-
Ren:- Perché no? Potrebbe insegnarti ad andare sullo Snowboard. Non se la cava male sai? E' divertente!-
Men scontroso:- Non scherzare!- Poi un po' imbarazzato guardò l'Ainu incuriosito tutto sommato dalla cosa.
Il giapponese dopo un primo momento di irritazione scoppiò a ridere, poi allungò il braccio verso il bambino stringendogli la mano:- Che tu lo voglia o no, un giorno ti ci porto! Non sarai mai fastidioso quanto mia sorella!-
Men arrossì portando indietro la mano e "scappando" verso la zia e la nonna.
Ren e Horohoro rimasero soli più in disparte rispetto al resto della famiglia e ridevano di gusto della reazione del piccolo Tao.
Guardarono il cielo poi, era privo di nuvole e lì a Kishu le stelle sembravano ancora più belle.
Rimasero in silenzio qualche minuto a godersi quel leggero vento che scompigliava loro i capelli, il vociferare dei tre familiari di Ren in lontananza era quasi piacevole.
- Sei stato paziente con me in tutti questi anni- disse lo sciamano dei fulmini interrompendo il loro silenzio.
Horohoro si voltò verso di lui, guardandolo ancora dal basso verso l'alto. Rimase in silenzio con la fronte un po' corrucciata in attesa di qualche altra parola, ma siccome questo non accadeva:- A cosa ti riferisci?-
Ren respirò profondamente e si sedette accanto a lui, troppo vicino considerando che sua madre, sua sorella e suo figlio li potevano vedere.
Horohoro guardò la famiglia quasi come se fossero due ladri che non dovevano farsi scoprire.
Ren continuò, guardando la campagna avanti a sé:- A cosa mi riferisco? Come se non lo sapessi- lo guardò con una punta di sarcasmo:- Non sono certo io a doverti ricordare quanto sia stato odioso con te.-
Horohoro si sentiva improvissamente a disagio, non era pronto ad affrontare un Ren che sembrava mettere da parte l'orgoglio.
Horohoro:- Sch... Scherzi?? Sei stato odioso con me fino a 'sta mattina, e ora te ne esci così all'improvviso?!-
Ren rise, poi guardando il cielo:- Sono le stelle. Mi hanno ricordato... tutto.-
Il lupo dapprima rimase a guardarlo con occhi grandi e poi seguì il suo sguardo cercando le stelle:- Perché?- Gli chiese:- Avevi dimenticato?-
Ren:- Mai- gli strinse la mano e il giapponese si girò nuovamente di scatto a guardare le donne e il bambino.
Ren:- E' solo che ora mi è venuto in mente in maniera più vivida.-
Il ragazzo che in quella terra era straniero non riuscì a trattenere un leggero rossore sulle gote, riguardò l'uomo che non aveva mai smesso di amare con gli occhi che brillavano proprio come ghiaccio.
Ren:- Semplicemente...- prese fiato e continuò in un sorriso sincero senza però mai guardarlo in faccia:-...grazie!- Sfiatò.
Il tempo sembrò fermarsi per pochi secondi, fino a quando l'Ainu non spalancò la bocca incredulo e alzandosi di scatto poggiò la mano sulla fronte dell'altro ancora seduto:- Ren! Stai bene?! Hai forse la febbre?!- In una sincera preoccupazione.
Si voltarono a guardarli anche Ran, Jun e Men per poi avvicinarsi.
Ran:- Tesoro, stai poco bene?- Sempre con estrema eleganza.
Ren chiuse gli occhi vergognandosi profondamente.
Horohoro agitato:- Controllate la sua temperatura! Sta delirando!-
Men:- Perché?! Che succede?!-
Ren esplose:- Non succede niente!! Io sto benissimo, è lui che è completamente stupido e fuori di testa!-
Horohoro si rasserenò:- Ok, ora lo riconosco!-
Jun sfiatò chiudendo gli occhi:- Non avevo dubbi che fosse solo una delle vostre solite pazzie!-
Ren:- Io non c'entro nulla!- Si alzò nervoso trascinando il figlio lontano da lì.
Ran, Jun e Horohoro rimasero a guardare i due Tao andarsene sbuffando per tutto il tempo.
Ran dopo aver sbattuto più volte le palpebre ma sempre con aria saccente sfiatò al giapponese:- Tu hai la capacità di far regredire mio figlio all'età di Men- e sbuffando un po' anche lei, ma sempre con eleganza, raggiunse i ragazzi.
Jun e Horohoro rimasero un altro po' a ridere della scena, poi tornarono a casa anche loro, il giorno dopo sarebbe arrivato in fretta e gli aspettava un'altra giornata di duro ma piacevole lavoro!
E infatti gli ultimi giorni della settimana si susseguirono velocemente, il lavoro migliorava sempre di più, tanto che in un sorriso quasi accennato dovette ammetterlo anche Men rendendo felice il giapponese.
Horohoro e Ren non ebbero molto modo di vedersi, gli impegni li tenevano spesso lontani per quasi tutta la giornata. Lo sciamano di ghiaccio era solito rilassarsi e parlare dei suoi progetti con Jun, che lavorava più a stretto contatto con lui.
Jun:- Domani siamo tutti e quattro liberi- disse sorseggiando un tè con lui in un bar, era sera e avevano appena terminato un'altra giornata.
Horohoro:- Tutti e quattro chi?-
Jun lo guardò e quello sguardo sembrava proprio dire "ma sei scemo? Perché perdo ancora tempo a parlare con te?" Ma poi sorrise dolcissima mettendo addosso al ragazzo un'ansia terribile.
Jun:- Tu, io, Ren e Men. Chi se no?-
Horohoro:- Quindi?-
Jun gioiosa:- Beh, facciamo qualcosa! Approfittiamo!- Bevve l'ultima goccia del suo tè:- Anche se non lo dà a vedere Ren è ancora molto provato, ma come sempre, da quando ti conosce, tu sei in grado di renderlo sereno!-
Horohoro balbettò in un sincero imbarazzo:- Di... dici?! Io??-
Jun seria:- Certo. Anche Yoh lo rendeva sempre felice devo dire.-
Lo sguardo del lupo si imbronciò in un impeto di gelosia nei confronti di quel dannato Yoh che tanto ammirava anche lui.
Jun sorrise di nuovo:- Ma tu sei tu. E devo dire che anche Men mi sembra divertito dalla tua presenza!-
Horohoro scontroso:- Se così fosse voi Tao avete uno strano modo di mostrare la gratitudine allora!-
Jun, sempre in un sorriso dolcissimo:- Avresti dovuto capirlo da un pezzo, questo!-
Horohoro:- Eh eh...-
Poi ripensò a quel "grazie" che Ren gli aveva detto pochi giorni prima.
Sembrava così sincero, come se lo tenesse dentro da tanto tempo. E poi gli aveva stretto la mano, lì, davanti alla sua famiglia.
Probabilmente nessuno di loro si era accorto della cosa, ma sarebbe potuto accadere, ma a Ren, in quel momento, non sembrava importare.
Per un attimo pensò che forse anche lui, adesso, era pronto a gridarlo al vento.
Perché gli occhi del lupo non erano mai cambiati, ma nemmeno gli occhi di quel ragazzo tanto tenebroso da conservare ancora il peluche rovinato di una piccola tigre. Sorrise, pensando a quanto ancora ne fosse innamorato.
Jun:- Allora? Facciamo qualcosa insieme domani?-
Horokei Usui tornò alla realtà:- C... certo! Io ci sono! Non so Ren e Men se saranno d'accordo.-
Jun dopo un primo momento di silenzio sorrise senza dire nulla, ma quel sorriso diceva tutto; Ren e Men non avevano mai, mai, obiettato una scelta di Jun.
E così il giorno dopo, un po' tutti controvoglia, decisero di trascorrere insieme una giornata nel paese di Kishu.
Dapprima passeggiarono tra le bancarelle di una via, dove Jun si soffermava a guardare quelli splendidi abiti e gioielli fermando spesso i suoi due parenti per convincerli a provare qualcosa, da quando c'era Men si soffermava soprattutto a viziare lui, ma suo fratello rimaneva comunque uno dei suoi modelli preferiti! Spesso però fermava anche Horohoro facendo notare lui quanti regali potesse portare a Pirika una volta tornato a casa. Anche se seccati dalle manie di Jun tutto sommato i tre ragazzi erano felici di vederla così allegra e questo rendeva più felice anche la loro giornata.
La mattinata era calda, tanto che qualche goccia di sudore bagnava loro la fronte, decisero di fermarsi a mangiare un gelato in un piccolo chiosco tra una bancarella e l'altra.
Quel giorno sembravano tutti e quattro felici, e questo era ciò che contava.

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Capitolo 13
*** Atto IV - L'eterno coraggio: Insieme ***


Si lasciarono alle spalle quel chioschetto per poi allontanarsi da quelle vie affollate.
Arrivarono in un paesaggio più isolato che mostrava piccole alture e qualche pianta sparsa; non c'era nulla qui che poteva coprirli dal sole ma il luogo era veramente rilassante. Si sedettero tutti e quattro su alcuni frammenti di pietre sparse a guardare quello spettacolo naturale.
Poco dopo il bambino si alzò iniziando a correre qua e la tra le colline e i cespugli.
Ren:- Non affaticarti troppo, fa caldo!- Gli urlò ma vederlo divertirsi lo rendeva sereno, si gustò la scena rimanendo seduto accanto alla sorella e il compagno.
Jun:- Beata la vitalità dei bambini! Noi sembriamo già dei vecchietti stanchi!- Sorrise e i due annuirono ricambiando il sorriso.
Poi Ren ebbe quasi un'illuminazione:- Ora che ci penso non c'è bisogno di andare in Hokkaido- parlando all'altro sciamano:- Tu puoi portare la neve qui.-
Horohoro:- Mm?-
Jun ridacchiò piano.
Ren:- Fa caldo, fai qualcosa, fai vedere un po' di neve a mio figlio.-
Horohoro:- Ma portalo un po' in giro a vedere il mondo piuttosto. Perché affaticare me? E' il mio giorno libero!- Annoiato.
Ren:- Anche il suo- sottolineò un po' arrabbiato.
Il lupo sbuffò pesantemente, sconfitto, e poco dopo intorno a loro iniziò a nevicare piano.
Men si fermò rendendosene conto e alzò il naso al cielo guardando quei fiocchi cadere. In un primo momento si chiese come fosse possibile che nevicasse con quel caldo poi intuì guardando lo sciamano così amico di suo padre.
Il giapponese, sempre seduto accanto agli altri due, da lontano gli sorrise, Men si limitò a guardarlo col suo solito faccino imbronciato, poco dopo però gli sorrise appena e questo riempì il cuore dello sciamano di ghiaccio.
Non ci volle molto a far sì che quel piccolo perimetro intorno a loro si riempisse di neve. Jun si alzò piano e improvvisamente lanciò una palla di neve al fratello, colpendolo in pieno.
Ren arrabbiato:- Che diavolo fai?! Non siamo noi i bambini!-
Jun:- Ahahah, quanto sei noioso fratellino! Giochiamo un po'!- Gliene lanciò un'altra, Ren la schivò, con una capriola all'indietro si alzò riempiendola di palline fredde.
Il giapponese guardava tutti e tre i Tao divertirsi ridacchiando seduto in disparte, ma poi le palle di entrambi i fratelli colpirono anche lui costringendolo a unirsi alla mischia mentre il piccolo si divertiva intorno a loro.
La battaglia di neve durò diversi minuti fino a quando la maglia dell'Ainu venne strattonata insistentemente. Si voltò, era Men che voleva attirare la sua attenzione.
Horohoro incredulo:- Che c'è?- Si fermarono dal giocare anche il padre e la zia.
Il bambino, sempre imbronciatissimo e un po' rosso, mostrò lui una tavola di legno che aveva trovato in mezzo ai cespugli.
Ren ridacchiò intuendo.
Spazientito dal silenzio del giapponese il piccolo gli urlò:- Allora, vuoi insegnarmi qualcosa o no?!-
Horohoro tolse lui il pezzo di legno dalle mani osservandolo non convinto:- Mmm. Non è proprio una tavola da Snowboard ma...- sorrise a 32 denti:-...possiamo provare!-
Men sorrise appena, ma era chiaramente felice della risposta.
I due fratelli decisero di tornare adulti e si fermarono vicini a guardare il bambino e il suo "istruttore" divertirsi e litigare tra la neve.
Quando il bambino cadeva, proprio come due bravi parenti, ridevano di lui, ma mai quanto il giapponese. Ogni volta che succedeva Men prendeva quel pezzo di legno e minacciava di farlo a pezzettini ma Horohoro glielo toglieva dalle mani cercando di calmarlo chiedendo scusa.
E il tempo passava in serenità. Chissà, forse una serenità momentanea, perché alcuni dolori non vanno via mai, ma almeno potevano sentirsi grati di avere un po' di tempo da passare felici, insieme.
Ren:- Comunque, tutto sommato, se la cava meglio di me.-
Jun lo guardò stupita:- Perché? Hai provato la tavola anche tu?-
Ren, irritandosi leggermente non avendo tutta questa voglia di parlarne:- Mm. Sì, ogni tanto, quando andavo in Hokkaido da lui.-
Jun:- Immagino tu provassi un vero Snowboard allora, non una tavola di legno marcio trovata in giro- ridendo.
Ren:- E nonostante questo è comunque più bravo di me- aggiunse a voce bassa:- Ero anche più grande di lui...-
Jun non smetteva di guardarlo sorridendo sincera.
Ren quasi arrossì:- Che c'è?!-
Jun:- Mpf, niente, non posso guardare il mio bellissimo fratello??-
Ora arrossì davvero distogliendo lo sguardo imbronciato, sembrando ancora di più il figlio.
Jun:- Facevo bene a costringerti ad andare a trovare Horohoro!- Continuò poi:- Quando tornavi eri sempre sereno!-
Ren:- Non sono mai sereno- sottolineò sarcastico.
Jun diede lui due colpetti sulla fronte:- Non dico che ti mostravi sereno come un essere umano, ma per essere tu eri sereno!- Rise irritandolo ancora di più.
Poi Ren sembrò perdersi ancora una volta in vecchi ricordi e guardando quel ragazzo che si sporcava di fiocchi di neve insieme a suo figlio non riuscì a trattenere un sorriso così dolce da sembrare umano.
Jun lo guardava ancora leggendo qualcosa in quegli occhi quasi lucidi.
Jun:- Sai? Prima di vederti sposato, pensavo che vi unisse un legame più profondo di un'amicizia- confessò.
Ren sussultò continuando a guardare quei due, il rossore sulle guance non era ancora passato.
Ren:- Ah sì?...-
Jun:- Non ti sei arrabbiato?-
Ren la guardò col suo solito sguardo senza dire nulla.
Jun sorrise:- Bene! In fondo stai maturando molto fratellino!- E sbuffando il ragazzo ricambiò il sorriso.
Jun:- Però...- poggiò una mano sulla sua spalla:-...non l'hai nemmeno negato!- E ridacchiando tornò a giocare con la neve quasi come una bambina.
Pochi minuti dopo il bambino e l'adulto smisero di giocare con quella tavola e stanchi si lasciarono cadere a terra. Quando la neve intorno a loro si sciolse completamente Ren e Jun si accorsero che lo sciamano che realizzava quell'oversoul si era addormentato in mezzo a quelle rocce, e che il piccolo Men lo aveva seguito in quel sonno addormentandosi tra le sue braccia. Si mostrava sempre così scontroso per l'età che aveva, ma vederlo dormire beatamente tra le braccia di un adulto che non fosse suo padre lo mostrava tenero e adorabile come il bambino che era!
Jun e Ren si avvicinarono loro ridendo di quella scena, ma a quest'ultimo soprattutto la cosa scaldò veramente il cuore. In realtà, anche se non lo dava a vedere, ci teneva veramente tanto che i due andassero d'accordo e considerando i modi in cui il piccolo sciamano lo trattava poteva considerarsi soddisfatto. Men trattava Horohoro più o meno come faceva lui, ridendo di gusto, pensò che d'accordo più di così non si poteva andare!
Si lasciò scivolare vicino loro anche lui poi, stendendosi dal lato del figlio, alla destra del giapponese.
Jun lo guardò dall'alto:- Che fai? Vuoi dormire con loro?-
Il cinese abbracciò delicatamente il figlio senza toglierlo dalle braccia dell'altro.
Ren:- Perché no?- Allungò la mano libera verso la sorella:- Non sei stanca anche tu? Vieni qui, puoi stenderti accanto a me, sorellina!-
Era talmente dolce che Jun quasi si commosse, e seguendo il suo consiglio si stese accanto a lui.
I due fratelli però non presero veramente sonno e rimasero a chiacchierare a voce bassa per non svegliare gli altri due.
- Siamo una bella famiglia, vero?- Gli disse la sorella poggiata sul fianco sinistro, voltata verso di lui.
Ren sorrise, aveva i capelli un po' scompigliati sul volto, annuì.
Jun:- E oggi intendo tutti e quattro- sottolineò.
Ren cercò la mano del ragazzo del nord, la strinse:- Lo so- disse e Jun sorrise bellissima senza aggiungere altro.
Poi il giapponese si svegliò urlando e alzandosi d'improvviso, il bambino venne scaraventato via dal suo gesto e di conseguenza si svegliò sbraitando contro lo sciamano di ghiaccio. Allo sbraitare si aggiunsero gli altri due Tao, l'Ainu si scusò dicendo di aver avuto un'incubo che però ora non riusciva più a ricordare.
In ogni caso ora erano tutti svegli, e anche un po' nervosi, e decisero di spostarsi da lì.
Tornarono tra quelle bancarelle dove Horohoro decise realmente di prendere qualcosa a sua sorella dicendo che glielo avrebbe spedito.
Jun fece una battuta:- Per renderla felice nel pacchetto dovresti esserci anche tu!-
Horohoro:- Per vedere me dovrà ancora aspettare, purtroppo!-
Men:- Tsz. Purtroppo. Se non ti piace stare qui, vattene- scontroso come suo solito.
Horohoro gli rispose stizzito a sua volta:- Guarda che se dici così sembri solo geloso!- Rise prendendolo in giro, poi aggiunse:- Scusa se mi manca mia sorella!-
Men:- Quella di cui sono comunque meno fastidioso.-
Horohoro spiazzato:- I bambini ricordano proprio tutto eh?-
Continuarono a girare un po' finché si accorsero che il sole iniziava a tramontare e fortunatamente l'aria si rinfrescava. Come la sera arrivò decisero di cenare insieme in un ristorante di lusso, dove tanta era la tranquillità dei tre Tao tanto il disagio dell'Usui.
Finita la cena tornarono nella casa dei Tao; Jun aveva portato ai genitori qualcosa dal ristorante rendendoli felici.
Jun ai due sciamani:- Rimaniamo tutti qui per sta notte, ormai è tardi.-
Horohoro non rispose ma il suo sguardo sembrava dirle esattamente "scherzi? Sai benissimo quanti cadaveri ci sono qui dentro".
Ma Ran ridacchiò sfiorandogli le spalle e con un leggero sarcasmo:- Non fare troppi complimenti! Ormai sei quasi uno di famiglia. Per dire...- E andò col marito a consumare il pasto.
Horohoro:- Per dire? Per dire cosa?- Guardando ancora non convinto i due fratelli che alzarono semplicemente le spalle.
Passarono un altro paio d'ore, Men fu il primo ad andare a dormire, inzialmente costretto dai nonni ma in effetti non ci mise molto a prendere sonno. Poi i due nonni e la zia lo seguirono a ruota.
Rimasero svegli un altro po' solo i due ragazzi che in passato parteciparono insieme allo shamanfight. Uscirono fuori affacciandosi al balcone del penultimo piano della residenza dei Tao.
E guardarono insieme quelle stelle, ancora una volta.
Stettero in silenzio a godersi il vento e il paesaggio per diversi minuti.
Poi Ren sfiorò la mano del compagno che era poggiata sul cornicione. Lui si voltò.
Horohoro:- Va tutto bene?-
Ren:- Oggi sì- gli rispose in una sincera tranquillità continuando a guardare quelle stelle.
Horohoro:- Ascolta, ma per caso... mi stavi stringendo la mano anche prima? Quando io e Men ci siamo addormentati?-
Ren annuì senza perdere quel sorriso appena accennato.
L'Ainu quasi imbarazzato ricambiò la stretta di mano constringendo il ragazzo a voltarsi verso di lui:- Ren, ma tu per caso??...-
Ren:- Cosa?- Perdendo ora il sorriso un po' innervosito.
Horohoro:- C'era Jun con noi. Non te ne sei vergognato??- Prese tra le mani le sue spalle.
Ren:- Io ti amo Horokeu Usui- disse con estrema serietà mentre il vento scompigliava loro i capelli.
Il lupo teneva ancora le spalle dell'altro, si agitò profondamente ma rimase in silenzio ad osservare il compagno.
Ren:- Perché dovrei vergognarmene?... Quanto sarei ipocrita?- Sorrise appena con una nota di sarcasmo ricordando il discorso di diversi anni prima.
Dopo qualche secondo di silenzio il giapponese lasciò le spalle del ragazzo libere di respirare, portando piano le braccia verso i fianchi.
Poi finalmente ebbe il coraggio di dire qualcosa:- Mi... mi stai prendendo in giro?-
Ren:- Piantala di fare il cretino, non ti sto prendendo in giro!-
Horohoro, un po' scioccato:- Continui a non essere gentile con me però...-
Ren nervoso:- Non si può essere gentili con te. Mi chiedi troppo.-
Altri secondi di silenzio e poi una risata a spezzarlo, quella del lupo.
Si voltò a riguardare le stelle mentre il cinese, ora leggermente imbarazzato, continuava a guardare lui.
- In ogni caso, sono io che devo ringraziare te- gli disse l'Ainu, Ren si incuriosì.
Horohoro:- Ci sei sempre stato per me.-
Continuò:- L'hai detto e l'hai mantenuto. Tutto quello che in questi anni abbiamo costruito grazie al vostro aiuto, Tao, è meraviglioso, e io non so come sdebitarmi, davvero- ora si soffermò a guardare gli occhi di fulmine dell'uomo che amava.
Ren non sapeva come rispondergli, si limitò a sorridere di nuovo, poggiando poi piano la testa sulla spalla dell'altro riguardando quelle stelle.
Sentì poi un leggero singhiozzare.
- Che fai? Piangi?!- Si alterò leggermente il proprietario di casa rimanendo con "l'ospite" affacciato al balcone.
- Non piango. E' solo che...- quel bellissimo paesaggio sembrava infondergli un eterno coraggio:- ...ho dovuto aspettare tanti anni per vedere ricambiato questo sentimento- si asciugò una piccola lacrima:
- Niente, è stato bellissimo- ammise ridendo quasi di sé stesso.
- Quanto sei patetico- infatti rispose in una soffocata e timida risata lo sciamano dei fulmini.
Pensavano entrambi che ci sarebbe stato altro da dover raccontare, pensavano entrambi che sarebbe stato molto più difficile, e invece fu tutto quasi così scontato.
Non c'era più niente da raccontare e forse d'ora in avanti sarebbe stato tutto un po' più facile. Perché ogni dolore, per quanto duro possa essere, fa meno male se lo si affronta insieme.
E ora che non c'era più niente a trattenere questo rapporto, il ragazzo di Kishu, sentiva che il suo posto poteva anche essere con lui.
E passarono altre notti a godersi quelle stelle, insieme.

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