Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Era notte fonda e la luna che
fino a qualche ora prima brillava splendida nel cielo ora era coperta da nuvole
che nel lasciavano intravedere solo una luce fioca.
Nel suo dormitorio di
Griffondoro, Harry Potter cercava di addormentarsi, proprio come i suoi
compagni. Proprio come loro avrebbe tanto voluto poter riposare e dire addio a
quel dannatissimo bruciore alla cicatrice che già da due ore buone lo stava
assillando. Proprio come loro, avrebbe desiderato una vita normale (per quanto
quella di un mago lo permetta), avrebbe voluto poter tornare a casa finita la
scuola e trovarvi i suoi genitori più sorridenti che mai rivedendo loro figlio
dopo nove mesi di assenza; avrebbe voluto dire addio ai sogni uguali a quello
che stava facendo in quel momento:
-Quanto ci vorrà prima che
sia pronta?
-Dipende tutto da…-
-Si, si lo so Lucius, ma cosa
dicono i miei uomini?-
-Secondo loro entro un mese
dovrebbe essere pronta-
-Bene, molto bene,
BENISSIMO!!!!! Ah Lucius, questa volta tutto deve essere perfetto, perché se
così non sarà sai già con chi me la prenderò, vero Lucius?-
L’uomo mostrò una grande
riverenza nei confronti della voce che parlava, tanto che fece un inchino fino
quasi a toccare il terreno con la sua testa e disse:
- Certo mio Signore questa
volta non ci sarà nulla di sbagliato. Buona notte!!!-
-AH! Vediamo se Potter se la
caverà comunque senza i suoi amichetti a fargli da guardia come cagnolini!!!! Si
questa volta non hai scampo Harry Potter! Ci saluteremo definitivamente, questa
volta!!!-
Detto questo due occhi scarlatti
e rossi come il sangue si illuminarono di un sentimento di vendetta impensabile
e una risata gelida echeggiò nell’aria fredda del mese di ottobre ed un ragazzo
di sedici anni, con una cicatrice bruciante e la fronte imperlata di sudore, si
alzò di scatto dal suo letto recandosi in bagno per bagnarsi un po’ il viso:
rinfrescarsi un po’ la mente non era affatto una cattiva idea pensò.
******
Aveva capito bene? Voldemort
stava parlando con Lucius Malfoy e progettava di attaccare suoi migliori amici?
Tutto ad un tratto si sentì come
svuotare dentro, il suo cuore mancò di qualche battito e gli occhi gli si
riempirono di lacrime.
No, non potevano portargli via i
suoi migliori amici, non ce l’avrebbe fatta, era stata già abbastanza dura
perdere Sirius e lui stesso non era ancore certo di essersi ripreso, ma se gli
avessero strappato via anche Ron ed Hermione…
Ron e Hermione le persone che
più amava al mondo…
-Vediamo se Potter se la
caverà comunque senza i suoi amichetti a fargli da guardia come cagnolini!!!!
Perché loro c’erano sempre
stati anche quando sarebbero potuti rimanere al sicuro, loro si erano buttati a
capo fitto nel pericolo senza preoccuparsi delle conseguenze…
E pensare che solamente
l’estate di un anno prima aveva urlato loro contro di essere stato l’unico ad
avere affrontato certe situazioni…
Ma ora davanti alla prospettiva
di perderli si rendeva conto di molte cose che prima non aveva mai nemmeno
valutato, talmente tante che in quel momento gli vorticavano in testa un sacco
di pensieri… Improvvisamente la bella testolina del suo amico Ron apparve da
dietro la porta, mentre lui con la voce più assonnata che mai domandava:
–Per la barba di merlino Harry,
ma che diamine fai alzato a quest’ora della notte? Sono le tre e mezza!!!-
-Niente Ron non preoccuparti, ho
semplicemente fatto un incubo e sono venuto a sciacquarmi un po’ il viso, tutto
qui. Tranquillo tornatene pure a letto, io ti raggiungo tra un po’-
-Dici bene tu a raccomandarmi di
stare tranquillo, ma sembra che hai visto uno zombi vagante!-
-Oh Ronnie caro, a cosa credi di
assomigliare alle tre e trentacinque di notte, quando sei più nel mondo dei
sogni che sulla terra?- disse Harry scherzando e cercando di imitare alla
meglio i fratelli gemelli del suo amico, che non rinunciavano mai a prenderlo in
giro.
-Aaaaaauuuuuh!!! Mah non saprei!-
disse sbadigliando, non si era reso conto che quella di Harry era una
provocazione, questo infatti andò a confermare la teoria del ragazzo.
-Beh, sai cosa ti dico Harry? Io
me ne torno a letto, buona notte- e con questo uscì dal bagno lasciando l’amico
immerso nei pensieri che fino a poco fa lo assillavano.
All’improvviso, però, Harry venne
attratto da un pensiero che gli scaldò il cuore: per quanto realistico fosse
stato il suo sogno (e lo era) presentava qualcosa di sbagliato… Il ragazzo ci
pensò e tutto d’un tratto capì: Lucius, Lucius Malfoy era rinchiuso ad Azkaban,
non poteva essere da Voldemort in quel momento!!!
Con questo pensiero, Harry andò
a dormire,facendo sogni migliori di quelli che lo avevano svegliato.
Questa mattina ho
acceso il computer e ho notato che nessuno ha lasciato almeno una recensione;
ci sono rimasta molto male e il mio morale è andato a farsi un giro nella
gradazione “sotto 0”- ho capito che qst storia fa schifo però….
LA NUOVA INSEGNANTE DI DIFESA
Il mattino seguente la scuola si
svegliò sotto un cielo che regalava acqua a volontà.
Gli studenti che avevano sperato
ci fosse bel tempo per poter trascorrere le ultime giornate nel parco di
Hogwarts , erano tanti e delusi. Si costrinsero così a stare qualche ora in
biblioteca, giusto per portarsi più avanti con i compiti, che quell’anno erano a
quantità industriale per tutti gli anni, dal primo al settimo.
Una delle materie più importanti
era Difesa Contro le Arti Oscure e nessuno fu sorpreso più di tanto vedendo che
all’orario si aggiunsero ben tre ore in più per lo studio di tale materia.
Come di consueto era cambiato di
nuovo insegnante: quest’anno era una donna che si chiamava proprio Donna M.
Raily; era abbastanza alta e molto, molto magra, oltre il fatto di essere
giovanissima, in gamba e anche molto carina. Stava di fatto che molti ragazzi
del 6 e 7 anno le sbavavano letteralmente dietro cosa che naturalmente non
faceva piacere alle ragazze, molte delle quali (tra cui anche quelle due
pettegole di Lavanda e Calì) le avevano affibbiato il soprannome di Miss Modella
(probabilmente solo per invidia).
“-Wow- aveva commentato Ron
vedendola, -e se proponessimo lei al posto di Piton, anzi no! Chiediamole se ha
una sorella che possa venirci ad insegnare pozioni al posto suo, così siamo
sicuri che ci liberiamo automaticamente anche dei serpeverde: figurarci se
quelle carogne rimarranno qua una volta che il loro cocco-insegnante se ne è
andato!- Tuttavia un’occhiata di Hermione lo fece zittire immediatamente e
gli fece pronunciare testuali parole: -ma figurati Herm, figurati se voglio
che il mio professore preferito lasci la scuola! Non mi sognerei nemmeno!-
A parte l’aspetto fisico, c’era
da dire che la Raily si faceva valere come insegnante, era stata la migliore che
i ragazzi avessero mai avuto da sei anni a venire, seconda solamente a Lupin e
le tre ore in più da trascorrere con lei non pesavano per nulla,anzi.
Quella domenica indossava una
gonna molto corta con una maglietta scollata ma non più di tanto, che però bastò
a lasciare molti ragazzi a bocca spalancata.
-Non può essere vera- aveva
commentato un ragazzo dei Corvonero- probabilmente il suo ragazzo non sa quanto
è fortunato!-
La professoressa Mc Granitt, che
non approvava per nulla certi tipi di abbigliamento, le fece la radiografia non
appena la vide, ma la ragazza non si lasciò intimorire e tranquillamente si andò
ad accomodare al suo posto per fare colazione.
In quel momento entrarono in Sala
Grande Harry, Ron e Hermione tutti e tre più affamati che mai!
Durante la mattinata, come di
consueto, ci fu l’arrivo della posta e non appena tutti i ragazzi ricevettero il
loro giornale (per quelli che lo ricevevano) ci fu un brusio di voci, che
trasmetteva una notizia apparentemente molto importante e poi cadde il silenzio
più totale e questa volta la causa non era una professoressa che indossava una
minigonna.
*****
Per favore, lo so fino a qui non coinvolge
più di tanto e poi sto capitolo è super-corto però lasciatemi una recensione
anche solo una, così io sono contenta e poi potrei
lavorare meglio, no?
-Hermione, cosa è successo?-
domando Harry, sinceramente preoccupato per lo stato di catalessi in cui era
caduta l’amica e gran parte degli studenti della scuola.
-Harry non ci crederai mai, ma è
una cosa orribile!- passò il giornale al ragazzo che con dita tremante lo prese
e in prima pagina lesse: “FUGGONO DI PRIGIONE I MANGIAMORTE ARRESTATI, dopo la
fuga dei Dissennatori, un altro pericolo affligge il mondo magico! Sarà in grado
il Ministero di fare fronte a questa emergenza? Molte sono le domande che
dobbiamo porci!”
Harry si sentì travolgere da
un’ondata di pura paura quando lesse la notizia mentre nella scuola si iniziava
a discutere dell’avvenimento con voce alta e terrorizzata.
-Allora il sogno… Era tutto
vero… E adesso?... E se stessi impazzendo?...
Mentre nella sua mente si poneva
queste domande, un ragazzo biondo con la carnagione pallida si alzò dal tavolo
dei Serpeverde per dirigersi a quello dei Griffondoro e fermarsi davanti ad
Harry & Co.
-Beh sfregiato, cosa ti dissi
alla fine dell’anno scorso?- disse con la sua solita voce strascicata che, anche
con l’età, rimaneva sempre acuta come quella di un bambino, non aveva subito
alcuna trasformazione, come invece era successo per Harry e Ron -ti dissi quello
che ieri notte si è avverato, non è vero? Beh se vuoi un consiglio ti direi di
stare alla larga da questi tuoi “amichetti”- e calcò molto la parola –se non
vuoi che facciano una brutta fine!-
-Questo, Malfoy,me lo avevi già
detto alla fine del quarto anno, ricordi? Sul treno, quindi sai stai iniziando a
diventare monotono e comunque lo sapevo anche senza che tu venissi qui a
ripetermelo, beh come dire? TE LA POTEVI PROPRIO RISPARMIARE!!!- detto questo si
alzò dal tavolo e uscì dalla Sala Grande, sbattendo la porta.
-E’ un tantino giù di morale il
vostro amico eh?-fece il ragazzo biondo, che quell’anno sembrava essere
diventato ancora più odioso del solito.
Ron e Hermione gli rivolsero uno
sguardo di puro disgusto e si lanciarono all’inseguimento del loro amico, che
però era gia sparito nell’enorme parco di Hogwarts, sotto la pioggia battente.
*****
Stava correndo a perdifiato ormai
da minuti o forse gia da qualche ora… Non si ricordava di nulla, si era
dimenticato del tempo dello spazio e della notizia ricevuta la mattina.
No ,quella se la ricordava
eccome, era sua la colpa se lui ora stava correndo sotto la pioggia con il
rischio di prendere una broncopolmonite acuta.
-Ma chi vogliamo prendere in
giro?-si disse dentro di sé –la colpa è di Malfoy che mi ha detto di stare
lontano dai miei amici e io so che non ci riuscirei!-
Una vocina dentro di sé gli
disse –Eh Harry, vedi sono tutte scusanti, la verità è che la colpa è tua.-
-La colpa è mia- ripeté al
ragazzo ad alta voce –la colpa è mia? Gia ma perché la colpa è mia?Non capisco
io cos’ho fatto?-
Quanto avrebbe voluto che Sirius
non lo avesse abbandonato ora lui sarebbe li a consigliarlo come solo un padre
con suo figlio sa fare.
Pensando a questo Harry
ricominciò a correre sotto il temporale e intanto dai suoi occhi uscivano
lacrime calde che si andarono a mescolare con l’acqua fredda che scendeva da
cielo.
*****
-
L’hai trovato?- domando un ragazzo dai capelli rosso fuoco.
-No-
rispose una ragazza dai capelli ricci –e tu?-
-Nemmeno, cosa possiamo fare Herm, è da colazione che non si fa vedere?-
-Non
credo che potremo fare molto se non aspettare. Spero solo che Harry non si sia
andato a cacciare in qualche guaio!- rispose la ragazza, ma nei suoi occhi
(bellissimi occhi, pensò Ron) si poteva leggere tanta preoccupazione.
-Senti
ho un’idea- intervenne Ron –attendere qui è tutto inutile tanto se Harry ha
deciso di giocare a nascondino- e qui Hermione fece un sorrisino nervoso –sai
bene che non si può fargli cambiare idea! Inoltre non fa bene nemmeno a noi
stare qui bagnati e al freddo dei corridoi della scuola, quindi con tutta la mia
saggezza propongo di andare in Sala Comune e di aspettare la il nostro amico!-
concluse il discorso portando il suo sguardo su di Hermione che era rimasta
alquanto sorpresa nel constatare che Ron, quando si impegnava, sapeva fare un
discorso logico e intelligente che non riguardasse per forza il Quidditch.
Le
venne naturale anche il sorridergli e dirgli:
-Si,
beh, credo che non ci sia altra soluzione, e poi hai ragione tu a dire che se ci
si asciugano addosso i vestiti non ci fa di certo bene!-
-Cosa
odono le mie orecchie? Hermione Granger, la Miss Perfettini di Hogwarts, fa un
complimento quel povero sconquassato di Ron Weasley? Ma questo è un giorno da
segnare sul calendario!- scherzò Ron.
Ma
Hermione, invece di rispondergli a modo come avrebbe fatto in circostanze
normali, si limitò a guardarlo in faccia, mentre si avviavano verso la Torre del
Griffondoro, e a domandargli –ma come fai?-
Il
ragazzo parve sorpreso da questa domanda, visto e considerato che nella sua
testolina aveva già programmato circa un centinaio di risposte pungenti da
rivolgere all’amica; si limitò a domandare –A fare cosa?-
-A
scherzare anche nei momenti come questi?-
-Ah
beh non lo so, credo che sia dovuto al mio senso dell’umorismo innato- rispose.
- E’
che io non ci riuscirei- ribatté lei una volta arrivati nel loro dormitorio.
-
Oh,oh questa giornata si sta rilevando più proficua di quanto pensassi, Hermione
Granger che ammette di NON sapere fare qualcosa che al sottoscritto invece
riesce splendidamente, bene! Altro da aggiungere, no perché se continui così
credo che sul calendario non ci sarà più spazio per segnare tutte le belle
ragazze che ho conquistato nella giornata!-
“Ecco sei un imbecille, un imbecille, Ron Weasley, poteva essere la serata buona
in cui tu e lei non litigavate e tu vai a tirare fuori un argomento idiota che
accenderà la miccia, lo sento! Ecco, ora lei mi risponde con una frase
provocatoria del tipo –Ma chi vuoi conquistare tu?- e poi io le risponderò male
e inizieremo a parlare di quel cretino abissale di Krum e come al solito
litigheremo e non ci parleremo per una settimana. Sono proprio un…..”
-IMBECILLE ecco che cos’è Malfoy, non è altro che un grandissimo cretino-
Hermione stava parlando con qualcuno e quando Ron osservò chi era si accorse che
un Harry fradicio fino alle mutande era arrivato finalmente nella Sala Comune e
si era seduto davanti al fuoco discutendo con la ragazza.
-Tu
non dovevi dargli ascolto, così hai fatto il suo gioco, oltre al fatto che io e
Ron siamo stati in pena perché non sapevamo dove eri!!! Guarda Harry che ti sei
comportato in maniera incosciente, una reazione simile me l’aspettavo da Ron, ma
da te…-
-Beh
sempre gentile, come vedo- intervenne il diretto interessato
-Dico
davvero Ron, tu avr….-
-Ehi
Harry allora, come stai amico?-
-Bagnato ma bene- sospirò –vedete la fuga dei Mangiamorte non è stata una
notizia eclatante, infondo tutti noi sapevamo che se non era oggi era domani, ma
prima o poi sarebbe successo- proseguì, mentre gli altri due annuivano –quello
che non ho retto è stato il fatto che Malfoy mi abbia consigliato di stare
lontano da voi, ma io so che mi sarebbe impossibile perché…- e qui si fermò per
guardare i suoi amici in volto -…voi per me siete tutto! Il mio sostegno, la mia
famiglia e le persone a cui voglio più bene al mondo; soltanto dovermi
immaginare come sarebbe perdervi è un pensiero davvero straziante- concluse.
-Harry, noi….- iniziò Hermione, ma Ron la interruppe.
-Ehi,
ma come ti permetti?- disse con un’espressione talmente seria da fare
preoccupare Harry –io non ho intenzione di andarmene e credo che per la
Miss-So-tutto qui sia la stessa cosa- e qui apparve un sorriso che solo lui, con
la sua faccia da schiaffi, poteva avere –quindi caro il nostro Ragazzo
sopravvissuto credo che ti toccherà sopportarci ancora per un bel po’!- finì.
Harry
gli rivolse un sorriso magnifico e sincero; Hermione, invece, intervenne
dicendo:
-Oh,
lo vedi Ron che non sai mai essere serio? Sei proprio impossibile!- affermò.
-Ehi
Harry- proseguì Ron, ignorando la ragazza -che ne dici se ce ne andiamo a letto,
oggi ho fatto una corsa per venirti a trovare e non ti immagini nemmeno come
sono stanco? Ma alla fine dove ti eri andato a nascondere piccolo bambino
monello?-
-Eh
Ronnie- sospirò Hermione che aveva un grande desiderio di vendetta visto che il
rosso poco fa l’aveva chiamata ”So-tutto” -quanto si vede che non conosci le
REGOLE, non si rivela mai il nascondiglio!-intervenne Hermione
-E ti
pareva che la Miss qui non sapesse le regole del gioco!!!-
I tre
ragazzi risero di cuore prima di congedarsi per andare a dormire.
*****
Come promesso
questo capitolo dovrebbe essere più lunghetto e i prossimi 2 (che sono già in
fase di produzione) devo dire che mi piacciono
abbastanza (non sbilanciamoci troppo) e dovrebbero essere all’incirca come
questo per quanto riguarda la lunghezza.
Il sesto lo
pubblicherò il 6 Gennaio (il mio compleanno EH!) e lì si dovrebbe iniziare a
capire il tipo di coppia che ho scelto per questa ff. Mi raccomando RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Volevo fare un
ringraziamento ad Angi e Robin82 che mi hanno
dato ottimi consigli, don’t worry, cercherò di seguirli tutti ;cmq ringrazio
anche Lady86, Grifo e ***** che mi hanno lasciato tre
recensioni (ho fatto i salti di gioia).
affinché
il loro ricordo rimanga sempre vivo nei nostri cuori!
By
ale69
COME GIUDICHI…?
L’unico lato positivo di quella
notte fu che Harry era talmente stanco e raffreddato che non si poté permettere
il lusso di pensare a qualcosa mentre dormiva, nemmeno ad incubi causati dal
mago più crudele di tutti i tempi.
Fatto sta che fu la prima notte da una settimana che il ragazzo con la cicatrice
riuscì a chiudere occhio e a riposare.
Non si accorse nemmeno che Neville, che aveva il raffreddore, quella notte russò
più del solito; in compenso se ne accorsero Ron, Seamus e Dean che il mattino
seguente riuscirono a vestirsi senza mettere i calzini al posto dei guanti per
puro miracolo.
Il ragazzo dai capelli rosso fuoco (NdA ero indecisa se scriverci con i capelli
che vanno a fuoco, ma poi ho deciso di lasciare perdere prima che le fan di Ron
-tra cui mia madre- venissero a darmi la caccia) si accorse a malapena anche del
manifesto che i suoi amici gli fecero notare, era quello che annunciava il Ballo
di Hallowen.
-In pratica- stava dicendo Harry
ad Hermione (aveva rinunciato a parlare con Ron quella mattina) –sarà un po’
come il ballo del ceppo di due anni fa, solo che questo si terrà in ottobre,
giusto?-le domandò.
-Beh cosa intendi tu per “quasi
uguale”-domando lei
-Ma si dai- proseguì –alla fine
lo scopo è quello di invitare una ragazza, di intrattenerla fino alla fine del
ballo e poi…-
-E POI?- domando Hermione, i cui
occhi stavano per mandare lampi e tuoni in direzione del suo “amico”.
-e poi- continuò lui, che non si
era accorto di nulla –baci e abbracci, ci si vede, no?- concluse lui, ma quando
guardò la sua amica capì che…
-NO, LE COSE NON FUNZIONANO
COSI!!!- gli urlò lei.
-Devo proprio dirtelo Harry, non
credevo che tu potessi arrivare a fare discorsi di questo tipo! Mi dimostri che
per te le ragazze sono solo dei passatempi!
-Ma…
-Niente “ma” Harry.. Gran parte
della stima che avevo per te è calata sensibilmente e se vuoi che risalga dovrai
dimostrarmi che l’opinione che hai per le ragazze non è così bassa come hai
appena detto. Ciao ci si vede a pranzo e…- si interruppe guardando Ron che
sembrava stesse in piedi per grazia divina –quando si sveglia salutami Ron!-
E detto questo si allontanò per
andare a lezione.
-Ehi Hermione… Aspetta un
minuto!- troppo tardi, la ragazza si era già allontanata ed era stata travolta
da un’ondata di studenti provenienti dalla Sala Grande.
-Dai Ron, dobbiamo andare a
Divinazione-
-Ah Divinazione- borbottò –si è
perfetta per schiacciarsi un sonnellino.
Per quanto sorprendente potesse
essere la notizia, Harry e Ron non erano stati bocciati in questa materia (con
loro grande disappunto, visto che ci avevano sperato fino all’ultimo) perché
l’esame svolto l’anno prima era andato talmente male a talmente tanti studenti,
che non si poteva comporre una classe di solo due persone (Calì e Lavanda,
naturalmente); così era stata mantenuto il gruppo di partenza, con una
differenza: il programma riprendeva dalle cose basilari che i ragazzi “avrebbero
dovuto imparare” il terzo anno.
-La cosa migliore di tutto questo
casino- aveva detto Ron durante l’estate, quando arrivarono le lettere da
Hogwarts –è che non ci sarà bisogno di acquistare il libro per il sesto anno-
Una volta arrivati in classe
salutarono la professoressa Cooman e Fiorenzo.
-Oh caspita Harry, me ne ero
dimenticato! Quest’anno ci tocca sopportarli entrambi- disse Ron.
Infatti, quella era la prima
lezione di Divinazione che si svolgeva, perché Pix aveva messo fuori uso l’aula,
(che non era più quella stanza soffocante in cima alla torre) cosa che non aveva
portato alcun beneficio per gli studenti che frequentavano questo corso:l’ora
buca veniva coperta da un’ora di approfondimento di Pozioni, senza contare il
fatto che Calì e Lavanda erano cadute in depressione.
-Beh guarda il lato buono, forse
le occasioni in cui quella megera proclamerà la mia morte caleranno- aveva
commentato Harry, una volta accomodato al suo banco, vicino a Ron.
E di fatti si passò tutta l’ora a
spiegare come leggere ed interpretare il proprio futuro nelle foglie di the, ma
di accenni di morte precoce nemmeno l’ombra.
Però oltre a questo ci furono
altri due lati positivi: Ron poté recuperare un ora di sonno, mentre Harry
rifletteva sulle parole di Hermione:
-Gran parte della stima che
avevo per te è calata sensibilmente e se vuoi che risalga dovrai dimostrarmi che
l’opinione che hai per le ragazze non è così bassa come hai appena detto.
Quelle parole lo avevano colpito
più di quanto credesse possibile; cosa doveva fare?
-Di certo non ignorare il
problema; dopo il sogno che hai fatto dovresti cercare di avere un buon rapporto
con i tuoi amici e non il contrario- disse una vocina sincera dentro di lui.
-Certo, ma cosa posso fare?-
Prima
che la stessa vocina potesse consigliarlo suonò la campana e fu costretto ad
interrompere i suoi pensieri.
*****
Quella sera un Ron praticamente
distrutto convinse Harry ad andare a riposare presto; infondo il ragazzo
guardando il suo amico dormire in piedi non poté non provare compassione e alla
fine accettò.
Mentre si mettevano il pigiama ad Harry venne in mente di porre una domanda a
Ron:
-Hey Ron, a volte non ti viene da
provare una certa tristezza per Hermione, per non riuscire a capirla fino in
fondo-
-Ma che razza di domande fai
Harry? Per favore possiamo parlarne domattina, ora ho aaaaaaauuuuuh sonno-
-Certo Ron, a domani, buona
notte-
Si infilarono sotto le coperte
per lasciarsi finalmente andare ad un sonno ristoratore, ma il magnifico
silenzio che si era creato nella stanza fu rotto da Harry che intervenne ancora.
-Ron ?-
-Mh?-
-Chi hai intenzione di invitare
al ballo di Hallowen?-
-Eh? Quale ballo?-
-Quello di Hallowen. Io ed Herm
te ne stavamo giusto parlando stamattina, ricordi? Allora ci avrai pensato
almeno un po’, no?-
Tutto ad un tratto il rosso si
mise ritto a sedere a guardò Harry come se lo vedesse per la prima volta in
quella giornata.
-CERTO CHE CI HO PENSATO! Infatti
pensavo di invitare…. Beh pensavo di invitare….. Si insomma…-
di un nome stupido, ormai hai
detto che ci hai pensato
-….
Calì, o sua sorella Padma!-
-Che cosa?!?! Ehi Ron mi sa che
se ti lasciavo dormire era meglio , sai? E’ chiaro che hai ancora il cervello un
po’ annebbiato-
-E perché infondo sono due
bellissime ragazze, no?-
-Non lo nego Ron, ma vedi due
anni fa hai fatto la tua figura deprimente con Padma, che sicuramente avrà
avvertito la sorella e per questo ti dico che hai tante speranze di riuscire ad
invitarne una quante ne ho io di diventare l’alunno preferito di Piton!-
-Sempre ottimista eh? Devo
dirtelo la Cooman ti ha contagiato!- sospirò – e tu hai pensato a qualcuna?-
-Ah! Ehm veramente… No-
- Oh beh non preoccuparti, hai
ancora tre giorni sono un’infinità e poi tu sei Harry Potter la scuola ti cade
hai piedi! Non ti sarà difficile trovare qualcuna!-
-Grazie! Beh buona notte Ron!-
-Finalmente! Buona notte Harry-
La giornata si concluse così e
per la seconda notte nessun incubo infestò i sogni del ragazzo sopravvissuto,
ma….
…. Si trattava per caso della
quiete prima della tempesta?
****
Voilà!!! Quarto
chap completato! Dunque sapete già che fare: sia che vi piaccia o che non vi
piaccia lasciatemi una recensione, per favore!!!!!!
Grazie a tutti quelli che lo faranno!
Comunque
se leggete la ff e non recensite vi ringrazio lo stesso; infondo ci vuole fegato
nel leggere una tale obbrobriosità!
Ringrazio tanto, tantissimo Angi che
mi ha recensito: sono contenta che la ff ti piaccia!!!!!
Buongiorno a tutti!!!
Allora, la richiesta che faccio all’inizio di qst chap, non è recensite, ma
bensì perché NESSUNO LO FA?
Voglio solo dire una cosa: se avete qlc
opinione nel senso che la ff non vi piace o cose così, fatemela sapere, io non
mi offendo, anzi se ricevo delle critiche costruttive non potete immaginare
quanto mi facciano piacere. Ovvio se poi la ff vi piace sono contenta (sarei
pazza se non lo fossi) ma vi invito di nuovo a
recensire per farmi sapere se c’è qlc che non va!
Anche perché io penso che un silenzio sia
peggiore di qualunque critica!!!!
I PREPARATIVI PER IL BALLO
Nei giorni seguenti ad Harry
sembrò di essere tornato al Ballo del Ceppo di due anni prima; ragazze di tutti
i tipi (anche di orribili) andavano a proporsi come sue dame e il ragazzo ebbe
il buon senso di non scappare via davanti a certi esemplari.
Intanto Ron era riuscito ad
invitare per la seconda volta…
-PADMA! PADMA PATIL! Ah, ah ha
accettato di venire con me, ma ha detto che se stavolta non si divertirà come
vuole lei probabilmente e la seconda ed ultima volta che accetta!-
-Beh siamo contenti per te Ron,
ma come vedi ora abbiamo altro da fare io ed Harry-
Difatti erano in biblioteca tutti
intenti a completare un tema di pozioni troppo complicato e a fare un riassunto
per la Raily (intendiamoci era un’ottima insegnante, ma con i compiti ci andava
giù duro).
Harry, da quando aveva deciso di
intraprendere gli studi per la carriera di Auror, si stava mettendo sotto con lo
studio, all’inizio a malincuore, ma ora stava scoprendo quanto fosse bello poter
fare il proprio dovere nei migliori dei modi e riuscire a trovare il tempo anche
per i suoi hobby, come il Quidditch e le uscite ad Hogsmeade; Hermione,infatti,
gli aveva insegnato ad organizzarsi meglio il proprio tempo ed ora l’unico del
trio costretto a stare alzato fino a notte fonda per terminare i compiti, era
Ron. Proprio lui parlò –chi l’avrebbe mai detto che alla fine avrebbe vinto
Hermione e sarebbe riuscita a portarti dalla parte dei “secchioni”?!?!-
-Harry non è un secchione e se
proprio ci tieni a saperlo, nemmeno io; ci teniamo solo ad imparare cosicché un
giorno ci ritroveremo a fare un lavoro di tutto rispetto!-
-Ok, ok non tira buon vento,
vedo! Vabbè vado a prendere i miei libri e mi unisco a voi. Non si sa mai,
magari riesco a scopiazzare qualcosa da te, Herm e non sarò costretto a perdermi
tutta la serata di domani- e così si allontanò trotterellando.
A quel punto tra i due amici
rimasti cadde il silenzio: nessuno dei due aveva più chiarito la faccenda della
loro discussione.
Fu eri a prendere il coraggio a
due mani:
-Senti Herm, a proposito di
quella faccenda stavo pensando….-
-Caspita Harry non pensavo di
riuscire a farti fare un tale esame di coscienza!- esclamò lei.
-No vedi stavo pensando che… Si
magari ti andava di….-
-Beh se magari parli chiaro ti
posso anche dare una risposta-
-Beh… Si insomma mi chiedevo se
ti andava di venire al ballo con me?-
-Stai scherzando?-
-No, lo faccio per dimostrarti
che non ho un’opinione bassa delle ragazze. Inoltre alla fine della serata tu
potrai darmi il tuo parere- concluse lui speranzoso.
Lei sembrò rifletterci su e alla
fine disse –Beh, infondo, non è una cattiva idea e poi io e te siamo amici, si!
Si può fare un ballo insieme!-
-Oh bene! Sono contento.-
In quel momento Ron, stracarico
di libri, era arrivato al tavolo e si era lasciato cadere sulla sedia esausto
–Giuro, appena finiamo la scuola non voglio vedere l’ombra di un libro almeno
finche campo!- esclamò.
-Ehi Ron, ti offendi se vado al
ballo con Herm?-
-Perché? Vai al ballo con lei?-
-Si beh sai… Te l’ho detto perché
non volevo fare la stessa fine di Krum, sai?-
-Figurati, non c’è problema-
-Grazie papà Ron- commentò acida
Hermione –ed ora ho avuto anche il tuo consenso! Che gioia!-
Ma da quel momento Ron stette
zitto e tutto l’umorismo che aveva dimostrato quella mattina, svanì
improvvisamente.
*****
Per il mattino di Hallowen era
stata stabilita una visita ad Hogsmeade per comprare tutto il necessario per il
ballo; neanche a dirlo ogni ragazza (e stavolta anche Hermione) era elettrizzata
per la cosa.
Hermione si incontrò con Ginny e
insieme andarono a dare un’occhiata alle vetrine del villaggio, -giusto
un’occhiata- avevano detto a Ron, ma il ragazzo sapeva che sarebbero tornate
cariche di borse e borsoni.
Harry e Ron, che non erano amanti
dello shopping sfrenato, si recarono al villaggio giusto per fare il viaggio di
andata con le due ragazze, ma poi si recarono ai Tre manici di scopa per bere
una burrobirra. Come previsto dal rosso al loro ritorno Hermione e Ginny erano
stracariche di borse che matematicamente poi furono Harry e Ron a dover
portare, mentre loro discutevano:
-Hai visto che carine quelle
scarpe Ginny?-
-Si, erano stupende. Peccato però
che non c’entrassero nulla né con il tuo né con il mio vestito-
-E quella mogliettina bella-bella
rosa?-
-Ci ho lasciato il cuore su
quella maglietta! Ma sai com’è, mi andava troppo stretta, che sfortuna!-
Continuarono così fino al loro
ritorno ad Hogwarts, sotto gli sguardi omicidi di Harry e Ron.
*****
Quel pomeriggio trovare una
ragazza in giro per la scuola era un avvenimento raro: naturalmente erano tutte
a farsi belle per il ballo.
Hermione aveva rinunciato a stare
in camera con Calì e Lavanda.
–Mi fanno venire il nervoso-
aveva detto a Ginny quando si era recata in camera sua per prepararsi –sempre lì
a cinguettare per decidere qual è il colore migliore per gli occhi, delle calze
da mettere, della decorazione per i capelli e tutte cose così. Farebbero
impazzire chiunque!- aveva esclamato alla fine della sua “conferenza stampa”.
Ginny al ballo ci andava con Dean
Thomas- quei due facevano coppia fissa già dalla fine dell’anno precedente.
Lei si era comprata un vestito
azzurro nuovo-nuovo (Fred e George, non sapendo cosa regalarle al compleanno, le
avevano dato una mancia consistente, così poteva comprarsi quello che voleva) e
le motivazione erano due: addosso a lei l’azzurro si intonava perfettamente con
i suoi occhi e poi…
–Dean adora questo colore- aveva
commentato con aria sognante, che ricordava molto Luna Lovegood.
Le arrivava fino ai piedi –era un
vestito lungo- e lo aveva abbinato ad un paio di scarpe più o meno dello stesso
colore, ma che non avevano il tacco.
–Sennò supero Dean in altezza e
non mi sembra carino, sai Herm lui non è una pertica- aveva detto con una nota
di rammarico nella voce.
Per quanto riguardava
l’acconciatura si era fatta fare un’elegante treccia che le ricadeva sulla
spalla destra.
-Tutto sommato sta molto
bene- aveva pensato Hermione.
Lei, invece, aveva acquistato un
vestito più corto, che le arrivava un po’ più su del ginocchio facendo vedere le
gambe che le si erano allungate ed erano diventate più snelle; era di colore
grigio perla con sfumature nere; a differenza di quello di Ginny, che una volta
indossato era per così dire “completo”, il suo era abbinato ad uno scialle di
seta e la cosa più fortunata di tutte –secondo Ginny, naturalmente- era che lei
poteva indossare le scarpe col tacco, perché Harry era di parecchi cm più alto
di lei.
Per quanto riguardava
l’acconciatura si era stirata i capelli, che comunque avrebbe potuto lasciare
anche così perché non più crespi come una volta, e li aveva raccolti in una
crocchia elegante, proprio come al ballo del ceppo.
Una volta pronte, le due ragazze
scesero in Sala comune, dove le attendevano i rispettivi cavalieri.
*****
Per quanto riguarda il capitolo, forse ho
esagerato nella descrizione dei vestiti per il ballo.
Ma
vedete è che ho iniziato a scrivere e le mani mi andavano da sole, perché è
stata una cosa che mi è uscita naturale, vabbè spero di non avervi annoiato.
I know, this chap is very short, ma il
prossimo è lungo e mi è uscito anche abbastanza bene, lo pubblico domani!!!!!!!
Allora invito di nuovo tutti quelli che
leggono a lasciare una recensione, sia per dirmi se la ff vi piace che per farmi
notare qualcosa che non è di vostro gradimento!
Chiedo umilmente perdono
a tutti; dunque qst chap doveva essere aggiornato il 6/1/2005, che come avrete
capito era il mio compleanno; però c’è stato un problema con la linea telefonica
(c’è stato, in realtà c’è ancora) hanno invertito due linee e una delle due era
la mia; sono desolata!!!! Ora sto aggiornando dal computer dell’ufficio di mia
madre, che brava me lo lascia usare
IL BALLO DI HALLOWEN
Una volta in Sala Comune, Hermione
e Ginny incontrarono Harry e Dean che già le stavano aspettando.
Dean sembrava molto soddisfatto di
come gli si era presentata la sua dama, così la prese a braccetto e insieme si
avviarono verso la Sala Grande.
Harry, invece, rimase qualche
minuto a contemplare la sua amica: non si era accorto, fino a quel momento, di
quanto fosse cambiata e fosse diventata una bella ragazza.
-Ci credo che Krum ha perso la testa per questa creatura, è
bellissima!- si disse mentalmente.
Così le si avvicinò porgendole il
braccio e soprattutto cercando di farle un complimento senza apparire un
imbranato.
-Wow!- esclamò –ti ho avuta qui
per 6 anni sotto il mio controllo, ma da quando sei diventata così bella?-
-Si ecco perfetto, è un complimento che suona un po’ come
una presa in giro, nulla da ridire!- Si
complimento da solo.
-Oh, grazie! Questo vuol dire che
per tutto questo tempo mi hai ritenuta una schifezza umana?-esclamò lei, che a
quanto pare aveva capito quali erano i pensieri del suo amico.
-Ecco complimenti sei un cretino!-
-Ma no, Herm! Non era affatto
questo che volevo dire, è solo che mi hai stupito stasera!- le rispose Harry.
In quel momento Ron stava
scendendo le scale, vestito con l’abito da cerimonia che gli avevano regalato
Fred e George (NdA in pratica i gemelli hanno avuto la brillante idea di rifare
il guardaroba dei loro fratelli).
Hermione quando lo vide lo prese
in giro.
–Come sei tutto in tiro!-
-Si beh… Sono magnifico, vero? Vi
ringrazio di avermi aspettato, così non dovrò scendere da solo.- si fermò a
guardare i suoi amici –Anche voi non state male!- esclamò, tornando ad avere
l’espressione cupadi qualche giorno
prima.
-Grazie Ron- disse Harry, mentre
Hermione sbuffava.
I tre ragazzi scesero e subito
vennero travolti da una massa di studenti che attendevano l’apertura della Sala
Grande all’entrata.
Padma- più splendente che mai con
il suo abito di seta – stava attendendo Ron e non appena lo vide gli corse in
contro.
-Non ci posso credere, anche con
questi tacchi, sei comunque più alto di me!- esclamò.
Lui cercò di non commettere
l’errore di due anni prima e le disse:
-Sei molto bella vestita così-
Lei gli sorrise e proprio in quel
momento si aprirono le porte della sala che avrebbe ospitato il ballo.
Diciamo che la sistemazione era
praticamente identica a quella del ballo del ceppo; l’unica differenza,
naturalmente, stava nelle decorazioni, che non inspiravano al Natale, ma bensì
ad Hallowen, con zucche che facevano da candele e qua e la spuntavano
mostriciattoli che, come disse Hermione:
-Mi ricordano vagamente Tiger e
Goyle-
Una volta che tutti gli studenti,
anche quelli che credendosi delle super star arrivarono in ritardo,si furono
accomodati, ebbe inizio il tradizionale banchetto della scuola con piatti
ottimi e di ogni tipo.
Una cosa che non piacque molto ad
Hermione fu che ognuno poteva scegliere il proprio piatto semplicemente
chiedendolo, il che implicava più lavoro per gli elfi nelle cucine; Harry avrebbe
voluto dirle che anche due anni prima la cosa funzionava così, ma che lei era
troppo impegnata a parlare con Krum per accorgersene. Tuttavia decise di
trattenersi perché non voleva scatenare una lite tra lui e l’amica; poi lui
quella sera doveva “rigare dritto”, per fare cambiare idea ad Hermione riguardo
al suo modo di giudicare le ragazze.
-Una volta finito di mangiare,
cosa c’è di meglio di un bel ballo, per smaltire le calorie accumulate? domandò
Silente.
Sottovoce Ron rispose –Andare a
dormire????-
Forse non lo aveva detto
abbastanza sottovoce perché l’anziano uomo si volto verso di lui con un bel
sorriso e disse, davanti a tutta la scuola: -Vede, Signor Weasley, l’attività
“dormire” non credo che sia molto utile a mantenere in forma il fisico, temo!-
A quel punto le orecchie di Ron
divennero talmente rosse che non c’era distinzione dal rossore di un pomodoro
ben maturato.
Le Sorelle Stravagarie, che come
di consueto erano state invitate a suonare come banda, attaccarono una musica
lenta, che comunque possedeva un qualcosa di ritmato, che fortunatamente non la
rendeva la solita lagna.
Per non fare un torto a nessuno,
furono gli insegnanti con i rispettivi partner ad aprire le danze; è facile
immaginare verso dove erano diretti molti sguardi maschili.
La Raily, indossava un
vestitodi un colore indefinibile, che
però addosso al suo fisico perfetto, stava a meraviglia.
Tutti i ragazzi cercarono di
capire chi fosse il suo accompagnatore, già si erano preparati a scagliargli
addosso qualunque cosa ci fosse a portata di mano, giusto per prendersi una
piccola rivincita, ma ciò non avvenne; non appena il volto dell’uomo misterioso
fu visibile, in molti restarono a bocca spalancata, Ron in testa: quello era
suo fratello Bill.
A quanto pareva il suo tentativo
di approccio con Fleur era fallito, ma lui aveva provveduto
a trovare una degna sostituta.
Non appena si fu ripreso dal
momentaneo shock, Ron invitò Padma, che già aveva messo su un po’ di muso, a
ballare e questo parve renderla molto contenta perché gli mostrò uno splendido
sorriso, afferrando la mano che lui le porgeva.
Harry fece lo stesso con Hermione,
che sembrava non aspettare altro.
La prese per i fianchi e
iniziarono a ballare.
*****
Harry are sfinito; erano tre ore
che lui e Hermione ballavano ininterrottamente, prima balli lenti e poi
scatenati, era proprio stanco!
Però doveva ammettere che si stava
divertendo tantissimo; Hermione se tolta dal suo mondo di libri e scuola,
sapeva essere molto simpatica.
Avevano stabilito una pausa per
andarsi a bere qualcosa; prima però si erano avvicinati a Bill, che come loro
sembrava stesse riprendendo fiato (sempre sguardi assassini si perdevano nella
sua direzione).
-Ciao ragazzi! Bella serata,
vero?-esclamò.
-Si…-
-Immagino che voi vogliate dei chiarimenti,
non è vero?- disse, una volta che anche suo fratello e la sua compagna si
furono avvicinati.
Li fece spostare in un angolo
appartato (Ron lanciava sguardi preoccupati a Padma che stava iniziando asbuffare).
-Dunque, Donna è un nuovo membro
dell’Ordine-. Abbiamo pensato che più persone c’erano ad Hogwarts e meglio era,
specialmente dopo la fuga dei Mangiamorte- e sospirò.
-Un momento!- intervenne Ron
–quando lei è arrivata a scuola, non era ancora successo che….-
-Ma era una cosa prevedibile, non
crede signor Weasley?-intervenne la Raily.
-Io sono la cugina di terzo grado
del vostro ex professor Lupin, ho vissuto sempre in Bulgaria, non ho
frequentato gli studi in questo posto, ma i miei genitori erano inglesi e avevo
dei buoni rapporti con i parenti che vivevano in Gran Bretagna.-
-Potete rivolgervi a me,
provvederò a farlo sapere a chi di dovere. So che non c’è un buon rapporto tra
voi e il professor Piton- concluse la Raily facendole l’occhiolino.
-Ora ragazzi se non vi dispiace
dovremmo tornare a ballare, prima di attirare troppo l’attenzione- intervenne
Bill; non che avesse tutti i torti, visto che gli sguardi di metà della
comunità maschile della scuola erano puntati su di loro.
-No aspettate un attimo…..-
-Si Ron, io e la vostra
professoressa stiamo insieme, qualche problema?-
Così dicendo Bill si allontanò con
la sua Dama per ricominciare a ballare.
Finalmente Harry e Hermione
poterono andare a dissetarsi; mentre buttavano giù una burrobirra, si
lanciarono un’occhiata- Hermione smise di bere e gli domando:
-Che c’è? Perché mi guardi?-
-No, nulla mi chiedevo se prima di
tornare a scatenarci sulla pista ti andava di andarti a fare un giro intorno al
lago, come facevamo al quarto anno; sai qui è un tale macello che…-
-Si è una buona idea, anche perché
mi sta iniziando a rimbombare la testa a furia di sentire musica; si un luogo
tranquillo è proprio quello che ci vuole!-
Una volta usciti nel parco, i due
ragazzi scoprirono di non essere i soli ad avere avuto quell’idea: coppiette
sparse qua e la si stavano baciando.
Harry si accorse che tra quelle
persone c’era anche la sua ex-ragazza, Cho Chang, impegnata in un’attività di
“approfondimento di una lingua straniera”.
A quel punto iniziò a sentirsi a
forte disagio e trascinò Hermione al lago che non era stato ancora dominato da
quei “parassiti”.
La ragazza ruppe il silenzio che
era caduto da un paio di minuti dicendo:
-Scommetto che anch’io se avessi
beccato il mio ex che baciava un’altra mi sarei sentita come te!-
-Eh? Cosa? Ah! No io non mi sono
rattristato per aver visto Cho, ma per il semplice fatto che ho
ripensato all’anno scorso, sai?
Quando lei mi accusava di essermi innamorato di te!-
-Beh, immagino che se tu le dici la
verità, ma una persona non ti crede ti faccia sentire un po’ male. Voglio dire,
non è una prova di grande fiducia. No?-
-Si hai ragione, infatti è così
che mi sentivo lo scorso anno tutte le volte che la incontravo, mi accusava per
qualcosa che non era vero! O almeno credo che non lo fosse!-
Hermione dovette registrare prima
le parole che il ragazzo aveva detto prima di capirne il significato.
Si girò di scatto a guardarlo e
gli chiese:
-Che cosa hai detto?Puoi ripetere
in maniera più chiara?-
-Vedi Herm, io non sono sicuro che
quello che Cho mi diceva sia del tutto sbagliato! Ora tu mi odierai, ma vedi
quando l’altro giorno io e te abbiamo avuto quella specie di discussione,
qualcosa dentro di me si è risvegliato e stasera ho avuto la conferma che….- e
qui si interruppe per poterla guardare negli occhi -… per te non provo più una
semplice amicizia. Non dico di essermi innamorato di te, perché mentirei, ma
quel che provo non si può più classificare nella tabella “amicizia!”-
Mentre Harry si chiedeva dove
diavolo avesse trovato il coraggio per iniziare un discorso come quello, nella
mente di Hermione si fermavano molti pensieri.
-Oh Dio, no! E’ tutto sbagliato, noi siamo amici Harry non
dovremmo provare certe cose l’uno per l’altro!-
L’uno per l’altro,
ma che sto dicendo? Santo Cielo, sono così confusa….-
Poi qualcosa di tutt’altro che
razionale si fece strada nella testa della ragazza e l’unica cosa che capì, fu
di essersinotevolmente avvicinata ad
Harry e di avere unito le labbra alle sue.
Non appena anche lui si fu reso
conto di quello che stava succedendo, iniziò ad approfondire il bacio.
*****
Nella Sala Grande, Ron stava
cercando i suoi amici.
-Ginny hai per caso visto Harry e
Hermione?- le domandò.
-No, perché?-
-Li sto cercando da mezz’ora, ma
non riesco a trovarli-
-Mah, non so-
-Sono usciti un’oretta fa, ho
sentito Harry che proponeva ad Hermione di andare a fare un giro intorno al
lago- suggerì Neville.
-Ne sei sicuro?-domandò Ron.
-Ehi, sono tonto, ma non sordo!-
esclamò lui con tono offeso.
Così il rosso uscì di corsa dal
castello.
*****
Harry a Hermione si staccarono
l’uno dalle labbra dell’altra per potersi guardare in faccia, ma soprattutto
per capire cosa era appena successo.
Non ci volle molto prima che i due
tornassero a baciarsi con passione; ma questa volta, furono interrotti prima di
quanto volessero: Ron era appena arrivato al lago e aveva dato un paio di colpi
di tosse per farsi notare.
-Ron!- esclamò Harry –io e
Hermione stavamo giusto venendoti a cercare- continuò, l’imbarazzo sempre
maggiore.
-Vedo- commentò il rosso –Insomma
vi lascio soli un attimo e puff! Cosa mi combinate!-
-No Ron, non fraintendere. Io ed
Harry stavamo…-
-Venendomi a cercare- completò il
rosso –Si Herm, questo l’ho capito, ma vedi ciò che non capisco è il metodo di
ricerca che stavate usando, ha per caso un nome?- domando con un freddo
umorismo.
I due “amici” non seppero più cosa
rispondere.
- Com’era? Ah si! Noi andiamo al
ballo solo come amici- si fermò per poi riprendere urlando –Ma non mi pare che
gli amici - e calcò sulla parola –Si
bacino appassionatamente come stavate facendo voi!?-Li guardò con tutta la rabbia che in quel
momento aveva in corpo e continuò –E ora mi piacerebbe sapere da quanto tempo
va avanti, perché naturalmente i due signori decidono di instaurare una
relazione senza dure niente al loro suddetto migliore amico, vero?-
-No Ron non fraintendere, io ed
Hermione ci siamo messi insieme solo poco fa, non è una storia che va avanti da
molto, non te l’avremmo nascosto, te lo avremmo detto non appena ti avremmo
rivisto stasera in dormitorio.- si fermò per guardare il rosso e continuò –noi
pensavamo che tu fossi dentro, in compagnia di Padma-
- No, Padma se ne è andata dopo
che ci siamo fermati a parlare con mio fratello! Ha detto che l’avevo delusa
ancora! Sarai contento, Harry, come sempre tu hai ottenuto ciò che volevi,
mentre io ho fallito clamorosamente!-
Stava sfogando su di lui tutta la
frustrazione che lo aveva afflitto negli ultimi giorni, da quando aveva saputo
che la sua Hermione sarebbe andata al
ballo con il suo migliore amico(ex).
-Eh no!- anche Harry s’infiammò –Non
puoi incolpare me anche quando io non ho fatto niente!-
Poi qualcosa lo colpì
improvvisamente; Ron gli aveva tirato un pugno in pieno viso, facendogli
sanguinare il naso.
Aveva poi preso, girato sui tacchi
e se ne era tornato al castello.
Hermione che aveva assistito alla
scena allibita, senza dire nemmeno una parola, ora stava soccorrendo Harry e
calde lacrime avevano iniziato a scorrerle sul suo bel viso.
-Mi... Mi dispiace- balbettò –non
volevo che finisse così e per causa mia, per giunta!-
Harry, preso da un raptus di
tenerezza e sempre tenendosi il fazzoletto datogli dalla ragazza sul naso, si
alzò e l’abbracciò.
-Ehi- le sussurrò –non devi
pensare mai, nemmeno per un istante
che la colpa sia tua, capito?-
Lei annuì e lui la lasciò andare.
-Senti Harry che ne dici di
tornarcene al castello?-
-Dico che è più che giusto-
Così si presero per mano e insieme
si incamminarono verso un futuro che di certo non sarebbe stato per nulla
semplice, considerando che, entrambi, avevano perso un pezzo importante della
loro vita.
*****
Chiedo scusa a tutte le fan di Ron- non volevo che andasse
a finire così, credo di essere impazzita!!!!!
Comunque non mi abbandonate perché la storia non finisce
qui e per il nostro rosso preferito, prevedo (eh-eh io sono la figlia della
Cooman) un futuro fantastico, certo non i primi tempi, ma credo che qualche suo
desiderio lo possiamo esaudire, no?
Anche se sono stata cattiva, e me ne vergogno tantissimo,
qlc gg fa era il mio compleanno e a causa di forza maggiore non ho potuto
aggiornare; tuttavia siccome mi volete tanto bene recensite e mi fate un regalo,
anche se in ritardo; per qnt riguarda il prox chap, dipende da quando mi
risistemano la linea, ma quando torno voglio trovare almeno 6 recensioni.
Un ringraziamento a tutti quelli che leggono la storia, ma
in particolare a lily2000,Angi e Lady86 che mi hanno recensito (prendete esempio)!!!!
Nei
giorni successivi le cose tra Harry, Hermione e Ron non peggiorarono
ulteriormente, anche perché, come avevano fatto notare tutti i ragazzi che erano
venuti a conoscenza della storia, peggio di così non poteva andare.
Come è
facile immaginare, però, non ci fu nemmeno un miglioramento; diciamo
semplicemente che la situazione era stabile.
Dal
canto suo, Neville, si sentiva responsabile per quello che era successo:
-Se io
mi fossi fatto gli affari miei, probabilmente tu e Hermione vi sareste potuti
poi spiegare tranquillamente con Ron, senza far venire fuori questo putiferio!
continuava a ripetere come se gli avessero messo un nastro in repeat.
Harry
era distrutto perché una litigata con il suo migliore amico in quel periodo
talmente difficile non ci voleva.
Comunque nulla gli impediva di pensare che, anche se Ron fosse venuto a sapere
della cosa dai due diretti interessati, si sarebbe arrabbiato comunque.
Hermione, invece, era andata già molte volte a bussare alla porta della sua
stanza quando lui era da solo, con il risultato di essere cacciata via in malo
modo.
Tuttavia, nella scuola erano in molti a pensare che Ron avesse agito per
gelosia; infatti la maggior parte credeva che il rosso si fosse preso una bella
cotta per la sua migliora amica.
Ron
ora stava quasi sempre in compagnia di Seamus e Dean, in quanto fidanzato di sua
sorella.
Sembrava abbattuto, anzi lo era, ma cercava di nasconderlo con scarsi risultati;
infondo aveva ricevuto una delusione dalla persona che amava e non era certo uno
scherzo.
Quella mattina, Harry e Hermione,
scesero come sempre a fare colazione e quando entrarono i Sala Grande vennero
accolti da un religioso silenzio.
Oramai erano già un paio di
settimane che le cose funzionavano in questa maniera e ad Harry stava iniziando
a venire un attacco di nervi.
Una volta accomodati, Ginny si
avvicinò ad Hermione che fu alquanto sorpresa, visto che era dalla sera di quel
stramaledetto ballo che la ragazza si rifiutava di parlarle per ovvi motivi.
-Posso parlarti?- le chiese.
-Certo- rispose Hermione –Harry,
ci vediamo dopo per Cura delle creature magiche-
-Va bene- e così le due ragazze
si allontanarono.
In quel momento entrò Colin Canon
con suo fratello, che se non altro ebbe il buon senso di sedersi accanto a lui
senza fare domande “giornalistiche” riguardo l’accaduto.
*****
Harry raggiunse Hermione
nell’atrio e insieme si diressero verso la lezione.
-Cosa voleva Ginny ?-
-Oh, niente, solo parlare-
-E allora di cosa voleva
parlarti?-
-OH ma insomma Harry, che cos’è
un interrogatorio?-
-No è che…. Mi piacerebbe sapere
cosa ti passa per la testa, perché vorrei ricordarti che IO sono il tuo
ragazzo!-
-Lo so Harry, non è mia
intenzione tenerti all’oscuro di quello che faccio e se ti dico che Ginny non
voleva nulla di particolare, mi devi credere perché è la verità- gli rispose
senza però riuscire a guardarlo negli occhi .
-Beh, allora ti credo- disse
Harry sorridendole.
Una volta usciti dalla scuola si
diressero verso la capanna di Hagrid dove il mezzo-gigante stava aspettando i
suoi studenti.
Ron arrivò con i suoi compagni,
cercando di stare il più alla larga possibile da Harry e Hermione..
In quella lezione vennero
presentati gli Stridelli, creature con la testa praticamente uguale a quella di
un pinguino, ma con il corpo dotato di braccia e gambe, il tutto di un
bellissimo colore blu mare.
I ragazzi vennero a conoscenza
del fatto che queste creature,avevano creato delle vere e proprie comunità a
nord della scuola ed erano in grado di parlare.
Infatti quell’esemplare non era
stato catturato, ma si era fatto avanti di sua spontanea volontà , poiché grande
amico di Hagrid; alla fine della spiegazione gli alunni poterono fargli alcune
domande su come era la vita di uno Stridello e fu molto divertente sentire
questo che rispondeva con la sua voce gracchiante.
Quando fu il momento della
domanda di Harry, il ragazzo si fece avanti per poterlo vedere meglio e fu
letteralmente ipnotizzato da quegli occhi color ghiaccio, tanto che cadde a
terra svenuto.
*****
Un lago…
Due persone……
Il tramonto…
Un urlo strozzato……
Harry si svegliò di soprassalto
da quel sogno; si sogno perché in fondo non lo poteva definire un incubo.
Si accorse di essere in
infermeria e quando fece mente locale, si ricordò di tutto: lo Stridello,
l’ipnosi e quel sogno di cui non aveva ancora capito il significato.
-Ah, vedo che ti sei risvegliato,
Potter!-esclamò una voce.
Harry si mise gli occhiali per
vedere a chi apparteneva e si accorse che Madama Chips era appena uscita dal suo
studio.
-Si, credo di potermene andare
già subito- aggiunse tutto speranzoso –ma da quante ore sono in questo letto?-
-Ore? Magari fossero solo ore,
ragazzo! Tu sei in quel letto già da TRE giorni!!!-
-Tre giorni e a me sembrano
passati solo un paio di minuti- pensò Harry.
-Ed è per questo che non ti posso
far andare via già da stasera, devo farti dei controlli di accertamento-
-Ma no! Non ce ne è bisogno!
Davvero, sto bene!-
-Non contraddirmi, Potter –
rispose la donna bruscamente prima di ritornare nel suo ufficio.
In quel momento Hermione entrò di
corsa e si diresse verso Harry, gli scoccò un bacio sulle labbra e si accomodò
sul bordo del letto.
-Ehi, mi piace questo saluto,
dovrei stare male più spesso!-
-Piantala stupido! Non hai idea
di quanto mi sia preoccupata per te in questi tre giorni, ero in pena da
morire!-
-Beh scusa! Non l’ho mica fatto
apposta! Ricordo solo che stavo per fare una domanda a quello stupido esserino e
che deve avermi ipnotizzato e poi sono svenuto- si fermò per guardare la sua
ragazza in faccia –Hagrid o Silente hanno per caso qualcosa da dire a riguardo
di questo fatto?-
-Beh, Hagrid, lo conosci, no? Non
incolperebbe mai le sue Creature. Comunque lui dice che probabilmente non avevi
mangiato abbastanza a colazione o che forse la causa di tutto siano gli
avvenimenti….-
-Si si! E Silente che dice?-
-Veramente io e Neville siamo
andati insieme da lui per dirgli di questo fatto, ma si è limitato a mettere su
una faccia molto pensierosa e seria; poi si è girato ci ha guardato come se
fossimo degli alieni e ci ha invitato a muoverci perché sennò il pranzo si
raffreddava! Certo che quell’uomo sa essere proprio strano a volte!- affermò
Hermione, che stava guardando Harry con una strana espressione.
-Tutto qua? Insomma ti rendi
conto anche tu, immagino, che non è un fatto normale che io sia svenuto. Cioè,
svenivo per i dissennatori, perché mi bruciava la cicatrice o perché facevo
strani sogni su Voldemort, ma non perché vedevo della creature che per di più
sono pacifiche e che stanno per i cavoli loro senza rompere le scatole a
nessuno, no?-
-Si infatti. E’ una cosa su cui
ho ragionato anch’io. Sai che per un attimo ho pensato di tenere buone le teorie
di Hagrid!-
-Già… Forse… - e si fermò per
controllare che non ci fossero orecchie indiscrete –vedi io però ho fatto un
sogno e mi è sembrato un po’ inquietante, specialmente per il finale- e le
raccontò di tutto il sogno che aveva fatto durante il suo stato di incoscienza
(del sogno fatto in quella notte di ottobre non ne aveva parlato a nessuno,
anche perché ora aveva litigato con Ron, ma tutte le volte che provava anche un
piccolo dolore alla cicatrice non poteva fare a meno di pensare ai suoi amici in
pericolo).
-Beh se stesse succedendo come
l’anno scorso, che riesci a leggere i pensieri di Voldemort e viceversa non
capisco perché Silente non ti faccia riprendere le lezioni di Occlumanzia –
Harry si trattenne dal dirle che “lui stava bene anche senza vedere Piton un’ora
in più del necessario” ma Hermione sembrò leggergli nel pensiero perché lo
guardo con un’occhiata di traverso e continuò –Capisco che non ti fa piacere
vedere Piton, ma devi capire che è per il tuo bene e che…..-
-Signorina l’orario di visita è
terminato già da un quarto d’ora; aspettavo per vedere se se ne andava, ma visto
che non accennava a muoversi, l’ho avvisata io- criticò Madama Chips.
-Ok, allora ci vediamo Harry;
buona notte!-
- E il bacio?-
La ragazza gli sorrise e gli
diede un altro bacio, come quando era arrivata.
Quella notte, Harry non chiuse
occhio e non per il male alla cicatrice, ma per una marea di pensieri che gli
vorticavano in testa.
******
E anche il settimo chap è completato!
Vorrei dire anche una cosa a proposito degli
Stridelli, allora io non ho letto il libro della Rowling “Animali fantastici”
(si chiama così, giusto?) e me ne vergogno molto, perché il ricavato andava
tutto devoluto in beneficenza; comunque, se per sbaglio ho copiato qlc creatura
creata da lei, lo scopo non era quella rubare un’idea. Se invece non li ho
copiati, voglio sapere se vi piacciono.
E per rispondermi avete solo un modo:
RECENSITE; dico davvero, anche perché così mi potete dare un aiutino per
continuare!
Ciao
By Ale69
Ci si vede al prox chap con “AVVERTIMENTO
MALFOY”.
Harry, venne dimesso due giorni
dopo; la diagnosi fatta da Madama Chips diceva che il suo svenimento era stato
causato una da probabile stanchezza.
Naturalmente Harry non ne era per
niente convinto e lo lasciavano in ansia le parole di Hermione:
-E Silente che dice?-
-Veramente io e Neville siamo
andati insieme da lui per dirgli di questo fatto, ma si è limitato a mettere su
una faccia molto pensierosa e seria; poi si è girato ci ha guardato come se
fossimo degli alieni e ci ha invitato a muoverci perché sennò il pranzo si
raffreddava-
Harry sapeva che Silente era un
uomo molto potente e intelligente, non poteva credere che non avesse un’idea
riguardo all’accaduto.
Dal canto suo, lui pensava
davvero che si trattasse di una trappola di Voldemort, come l’anno precedente,
ma questa volta non aveva intenzione di ricascarci.
Così si limitò ad ignorare quel
sogno, che ogni notte si faceva sempre più definito: si intravedevano sempre più
particolari, e alcune caratteristiche delle due persone in riva al lago, erano
una ragazza e un ragazzo.
Un’altra idea plausibile era che
quegli Stridelli lo avessero ipnotizzato e gli avessero modificato qualcosa nel
suo cervello, ma era un’ipotesi alquanto tragica.
Se si escludevano sogni
misteriosi e insegnanti che caricavano di compiti, il mese di novembre era
passato con una velocità e una tranquillità incredibili, tanto che Harry iniziò
a preoccuparsi : niente bruciore alla cicatrice, nessuna notizia strabiliante
sui giornali, nessuna avviso di gente pazza che avvistava Voldemort, i
Serpeverde erano tranquilli e non provocavano nessuno; insomma era stato un mese
da “Mondo delle Favole”.
Era una bella giornata di
dicembre, la gioia degli studenti superava le stelle: le vacanze si
avvicinavano!
Harry, Ron, Hermione e Ginny,
erano stati invitati a passare il Natale alla residenza dell’Ordine: nessuno
nella famiglia Weasley era venuto a conoscenza del litigio avvenuto all’interno
del trio.
Tutti e quattro avevano accettato
di andarci, ma la tensione si tagliava con il coltello, sicuramente non era
facile recitare davanti alla propria famiglia.
Harry e Hermione stavano facendo
una corsa nel parco della scuola, che quel pomeriggio era tutto immacolato di
neve; quei due sembravano felici e avevano deciso di approfittare delle vacanze
imminenti per chiarire le cose con Ron e chiudere una volta per tutte quella
ridicola situazione.
Con quel pensiero avevano poi
deciso di viversi quella loro strana storia insieme e fino in fondo!
Harry stava contemplando la sua
ragazza con aria sognante: le guance erano arrossate per il freddo e i suoi
profondo occhi marroni stavano lacrimando, non per il piangere, ma per il troppo
ridere ; la ragazza approfittò di quel momento di distrazione del suo ragazzo
per prendere un po’ di neve, appallottolarla e lanciargliela in pieno viso.
-Ah, ah!!! Te ne stavi lì come un
ebete e ho pensato di darti una svegliata. Spero che non ti sia offeso!-
-Ma figurati!- esclamò lui, ma
qualche attimo dopo contraccambiò l’attacco della ragazza.
-Ah è cosi? Bene!- e stettero lì
a giocare come dei bambini.
I due si stavano riempiendo di
neve anche dentro i mantelli: con una mano immobilizzavano l’altro e con l’altra
compievano l’opera.
Ad un certo punto, però Harry
colpì Hermione, che perse l’equilibrio e se lo trascinò dietro. Lui le cadde
addosso e restarono a guardarsi negli occhi intensamente. Ma prima che uno dei
due potesse dire o fare qualcosa, un ragazzo dai capelli rossi si avvicinò
dicendo:
-Scusate se vi disturbo, ma è
arrivata una lettera da mia madre, vuole sapere che cosa deve cucinare al nostro
arrivo-
Era Ron.
-Ah….. Per me va bene tutto-
disse Harry, mentre si rialzava.
-E per te?- domandò ad Hermione.
-Anche. La cucina di tua madre è
ottima, qualunque cosa andrà bene!- esclamò sorridendogli.
-Bene! Ci si vede, scusate se vi
ho disturbato.- e si allontanò.
Harry rivolse il suo sguardo alla
ragazza, che era ancora distesa sulla neve; non appena si incontrarono, insieme
sospirarono.
-Beh, è già un inizio, almeno ci
parla!- disse il ragazzo sopravvissuto, mentre l’aiutava a rialzarsi.
-Si- rispose –senti sarei un po’
infreddolita, torno al castello.-
-Ti accompagno-
Mentre rientravano una voce
proveniente da un albero, li distrasse.
-Che bella figura avete fatto con
il vostro amico, Potter! Si, si, davvero splendida! Comunque avrei una notizia
che potrebbe interessarti!- Quella voce strascicata e bambinesca poteva averla
solo lui….
-Malfoy- ringhiò Harry- che
diavolo vuoi?-
-Potresti….- continuò -… essere
più gentile con me, visto che ho intenzione di rivelarti cose che potrebbero
rivelarsi utili, molto utili Potter! Capisci cosa intendo?-
-Chi mi dice che posso fidarmi di
te?- Domandò Harry diffidente.
-Oh! Nessuno, ma vedi non credo
che avrai molta scelta! Sai è un po’ come “o così o così, scegli” capito?
Prima però ti consiglierei di spedire la tua bella qui ad asciugarsi, prima che
una broncopolmonite la faccia morire prima dal previsto!-
Hermione, non capì il senso di
quelle parole, ma corse subito su in dormitorio.
-Allora? Spicciati, cosa vuoi?-
-Avvicinati, non vorrai farmi
urlare davanti a mezza Hogwarts, sai ho un nome da mantenere, un nome di tutto
rispetto!-
-Certo,dopo l’arresto di tuo
padre- esplose Harry con sarcasmo, mentre si avvicinava estraendo la bacchetta;
meglio non fidarsi troppo di un Malfoy.
-Ti ricordo, che mio padre non è
più rinchiuso ad Azkaban-
-Perché è fuggito-
-Finiscila Potter,non è per
questo che ti ho chiamato!-
Quando Harry gli fu di fronte, si
accorse che il viso dai lineamenti perfetti del biondo era segnato da molti
tagli e che i pantaloni erano strappati. Sotto lo strappo c’era un taglio che
stava sanguinando e che a quanto pareva era profondo.
-Sono stati i Mangiamorte a
ridurmi così, se ti può interessare- disse prima che Harry potesse chiedergli
niente –sai com’è, dopo l’arresto dello scorso giugno alcuni sono stati
trattenuti e sono….. Come dire? “A corto di personale”, per questo convocano
aspiranti apprendisti per fargli vedere com’è il lavoro! Diciamo però che
è un po’ come essere ai lavori forzati; insomma i sono un Malfoy, sono uno che
serve o che deve essere servito?-
-Mah non saprei! Conoscendoti
probabilmente avresti bisogno di un servo che ti accompagni anche al cesso!-
-Si molto divertente! Comunque,
vedi, sarà anche il Signore Oscuro, ma è sempre un individuo da servire e io non
sono portato a farlo! Se penso alle volte in cui mio padre mi diceva che la
nostra famiglia aveva un nome da rispettare e non si abbassava al livello di….
certi ceti sociali… Si, e poi proprio lui ha fatto questo lavoro per una vita!
Ma io no! Non ho intenzione di ritrovarmi come lui, che esce ed entra in galera
come se stesse andando a prendere il the da un amico! No io ci credo davvero nel
rispettare l’onore e per questo non voglio…..- sospirò.
Harry era allibito, non pensava
che lui, Draco Malfoy, potesse ribellarsi a suo padre, lo aveva sempre visto
succube di quell’uomo.
-Beh…. Sono contento per te, non
è mai tardi per cambiare parere! Ma….-
-Ma non pensare che adesso saremo
tutti baci e abbracci, ok? Tu hai le tue amicizie, io le mie. Tu vieni da un
tipo di mondo e io dal suo opposto. Non centriamo niente l’uno con l’altro,
Potter! Comunque, tornando a noi- e lo guardò –apri bene le orecchie, stanno
progettando di mettere K.O. i tuoi amichetti sfregiato, vogliono indebolirti!-
-Come fai a saperlo?-
-Ah! Ma allora sei pure scemo
oltre che pazzo! Ti ho appena detto che sono stato dai Mangiamorte, a cosa credi
che gli servano nuove reclute, ad abbellire la loro residenza?!?-
-Si giusto! Ecco perché il
sogno….-
-Ma quale sogno Potter? Sei
diventato un veggente?-
-Oh ma stai zitto! Qualche giorno
prima del ballo ho fatto un sogno in cui Voldemort parlava proprio con tuo padre
a proposito di…-
-Si si ho capito! Ma ti
suggerisco due cose: 1-non sei all’altezza di poter chiamare il Signore Oscuro
con il suo vero nome, quindi evita; 2- chiarisci le tue tortuose storie
sentimentali con quel povero di un Weasley, perché probabilmente sfrutteranno
questo momento di debolezza!-
Non ci poteva credere! Malfoy lo
stava aiutando! Era la volta buona che sarebbe arrivata un’ altra era glaciale.
-Beh adesso Potter non fare
troppe smancerie e sparisci, ma se deciderai di raccontare tutto al Vecchio,
vedi di non dire che alcune informazioni sono stato io a dartele! Sto già
rischiando parecchio per salvare il bel sederino dei tuoi amici, non ti pare?
Comunque se ti sei reso conto che certi generi di persone non vanno frequentate
e stai usando il pretesto del litigio con il rosso per stargli lontano, è sempre
meglio per te!- esclamò.
Doveva immaginarselo, un Malfoy è
sempre un Malfoy.
-Apri bene le orecchie Malfoy: io
ho intenzione di fare pace con il mio amico e se proprio lo vuoi sapere grazie
alle vacanze di Natale, ci riuscirò! E soprattutto solo perché sei nato in una
famiglia che ha i soldi che le escono dalle orecchie, non sai quello che ti sei
perso non conoscendo i Weasley; sono persone meravigliose e si sono presi cura
di me…..più di quanto fosse stato loro compito!!!-
-Sarà!!! Comunque io la penso
diversamente- continuò imperterrito il biondo.
-Lo immaginavo!!! Le persone come
te non cambiano sotto certi punti di vista!!!- disse con malinconia, poi si
avviò verso il castello lasciando il ragazzo da solo.
Dietro una grande quercia, una
figura con i capelli rossi aveva ascoltato tutto il discorso dei due ragazzi.
******
Quella sera, Harry era nel suo
dormitorio che rifletteva su quegli strani avvenimenti; perché Malfoy si
ribellava a suo padre?
-Perché non vuole fare il
servo come suo padre- gli disse la sua vocina amica.
Ma se fino a non troppo tempo fa,
si vantava di conoscere Voldemort e che presto sarebbe diventato Mangiamorte,
cosa aveva causato questo cambiamento di opinioni.
Aspettò invano la risposta di
quella voce sincera che nei momenti difficili lo consigliava.
Si addormentò poi pensando che le
parole di quel ragazzo andavano prese “con le pinze”.
******
L’ottavo chap è pronto cari signori e
siccome voi mi volete tanto tantissimo bene ora mi recensite, dicendomi cosa ne
pensate. Essendo io l’autrice di qst ff avrei potuto
rendere Malfoy un bravo ragazzo, ma io non credo nei cambiamenti da “super
cattivo” ad “angelo del cielo”quindi, credo che se
dovrà cambiare subirà un cambiamento
graduale!!!!!!!!!!!!!!^_____________-
Il momento più bello per gli
studenti di Hogwarts, a parte le vacanze estive, era il Natale.
Questa festività, era sinonimo di
ozio, dolci, niente lezioni e un sacco di altre cose cha ai ragazzi piacciono.
La professoressa Mc Granitt, come
di consueto, era passata per il dormitorio di Grifondoro, per raccogliere le
firme degli studenti che rimanevano a scuola; gran parte dei ragazzi, però,
aveva deciso di tornare a casa e nessuno fu sorpreso nell’apprendere questa
novità.
Per Harry era un grandissimo
errore, perché stando a scuola avevano la super visione di Silente; in pratica
se non erano al sicuro lì, non lo erano da nessuna parte.
Aveva però evitato di farlo
notare ai ragazzi interessati, perché anche lui prendeva il loro esempio;
l’unica differenza, era che lui andava in un luogo dotato di tutte le protezioni
opportune, loro, invece, No.
Stava preparando il baule e di
fianco a lui c’era Ron che lo imitava: nella stanza c’era un silenzio da
cimitero.
Negli ultimi giorni si erano
rivolti la parola solo per dire:
-Mi passi le radici per la
pozione? Per favore, naturalmente!- oppure: -La mamma dice che le sistemazioni
per le camere saranno come sempre, c’è qualche problema?- -No, per noi no? E per
voi?- ma questa non aveva ricevuto una risposta, perché Ron si era allontanato,
voltandogli le spalle.
Insomma i loro discorsi si
limitavano a questo.
Harry invidiava un po’ Hermione;
infondo lei con i doveri di prefetto* aveva più occasioni di parlargli.
Ma anche lei gli aveva detto che
si rivolgevano la parola giusto lo stretto indispensabile, ad esempio per dire:
- E’ scoppiata una rissa tra i bimbi del primo anno, vai tu o ci penso io?- ma a
parte questo, non era stata più fortunata del suo ragazzo.
Intanto ad Harry ritornavano
sempre in mente le parole di Malfoy; infondo non gli aveva dato delle grandi
notizie, ma era stata una conferma del suo sogno e al ragazzo non piaceva per
niente.
Poi come se non bastasse, la
possibilità di fare pace con Ron (nonostante i buoni propositi) era sempre più
lontana, perché ognuno dei ragazzi aveva giustamente un po’ di orgoglio e non
voleva abbassare la linea difensiva; insomma era un bel dilemma!
Mentre Harry stava sistemando gli
ultimi indumenti nel baule uno sbuffo di Ron lo distrasse; in circostanze
normali gli avrebbe chiesto cosa c’era, ma quella volta non poteva.
Il moro sperava vivamente che il
suo vecchio amico stesse per dire qualcosa, anche un insulto che però sarebbe
bastato a rompere quel assordante silenzio che li circondava.
Come sempre però quella
situazione durò a lungo, fino a quando un Neville urlante di gioia
probabilmente, entrò nella stanza per proporre una sua idea;
-Ehi ragazzi!!!- iniziò mentre
nella stanza entravano anche Seamus e Dean –ho sentito Lavanda e Calì parlare di
un gioco, è molto divertente, vi va di provare?- propose tutto eccitato.
Conoscendo Neville , si doveva
trattare per forza di qualcosa di molto bambinesco; tuttavia, per non smorzare
quell’entusiasmo che di rado si era visto apparire sul suo viso, tutti e quattro
i ragazzi accettarono e si misero seduti in cerchio sul tappeto.
-Bene il primo a cominciare sarà
Dean, se non vi dispiace, così posso fare vedere a tutti come si fa!!! Allora
devi fissare molto attentamente…. – poi si fermò per guardarsi in torno –Non è
che qualcuno ha un ciondolo?-
-Si Neville: Hermione me ne ha
regalato uno questa estate, è nel baule- dissero Harry e Ron all’unisono. Si
guardarono.
-Non disturbarti Harry, prendo il
mio, è più vicino!-
-Oh grazie Ron!- proruppe Neville
tutto contento, per la prima volta era lui a dare istruzioni per fare qualcosa,
anche se un gioco.
-Allora stavo dicendo, questo
gioco si chiama “il mio più grande desiderio” e consiste nel guardare
attentamente il ciondolo che io vi dondolerò davanti agli occhi; voi cadrete in
una specie di coma, anche se starete svegli, in questo arco di tempo sognerete
la cosa che più desiderate negli ultimi tempi! Allora che ve ne pare?-
-Bellissimo!- rispose prontamente
Ron, ma era scritto in faccia a tutti i ragazzi il loro pensiero: “che
stupidata!”
-Bene cominciamo! Dean…- e iniziò
la sua opera di ipnotizzazione. Improvvisamente le pupille del ragazzo
scomparvero e aprì la bocca come un merluzzo. Doveva essere un desiderio molto
complesso, perché chiese la bellezza di mezzora. Quando Dean si svegliò,
sembrava allibito –Ehi!- commentò –funziona davvero! Mi è sembrato di poter
vivere la situazione che desidero da tanto tempo!-
-Eh di grazia, quale è questo tuo
desiderio?- chiese Ron a denti stretti.
-Che domande! Tua sorella, no?-
rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-No!!! Tu mia sorella non la devi
nemmeno toccare, capito? Brutto porco!! -
-Ehi Ron- lo tranquillizzò
Neville –ricordati che era solo un sogno!!!-
-SI!!! E tale deve rimanere!!!-
-Bene!!! Harry vuoi provarci
tu???-
Il ragazzo, consapevole che prima
o poi il suo turno doveva arrivare, accettò.
Neville ripeté le mosse che aveva
usato con Dean e ben presto il ragazzo sopravvissuto si trovo nel bel mezzo del
suo desiderio.
Stava rivivendo il pomeriggio
precedente, quando Harry e Ron stavano preparando il baule e il rosso aveva
sbuffato.
-Ecco- pensò inconsciamente il
ragazzo -un gioco più stupido non lo si poteva trovare, questo pomeriggio non è
stato il mio giorno fortunato!!! Spero di svegliarmi presto!!!-
Ma improvvisamente, accadde
qualcosa che nella vera storia non era successo: Ron si girò e lo guardò in
faccia dicendo:
-OK! OK! Va bene! Io non ce la
faccio più con questa situazione, contento?!? Ti assicuro che è una cosa
impossibile da sopportare! Per cosa abbiamo litigato poi?
Per una donna!!! Lo sai cosa
dice mio fratello Bill? Che due amici possono litigare per tutto, per l’invidia,
per un primo premio rubato, per una fregatura, insomma per tutto, ma non per una
donna!!!! Io e te invece abbiamo litigato proprio per questo!!!! E ti assicuro
che è una cosa alquanto stupida, senza logica, almeno per uno che guarda la
situazione da fuori come me!!!
Insomma a te piace e deduco
che anche tu piaci a lei, sennò non starebbe insieme a te, giusto?
Bene! E allora dove sta il
problema???????!!!!!!!!!!???????-
-Ehm…- iniziò Harry, che non
sapeva che pesci pigliare, visto che era una reazione non programmata. –Vedi
Ron, io non so dove stia il problema, ma se non ricordo male, sei tu che ti sei
“inalberato”-
-Beh hai ragione, ma se sei
mio amico mi dovresti conoscere e sai che ogni tanto il mio cervello mi ordina
di fare cose che non stanno né in cielo né in terra! No?-
-Eh…..- Harry era ammutolito,
non sapeva cosa dire!
-Si e poi anch’io….. Tutte le
volte che dovevo comunicare qualcosa a voi, saltavo fuori nel momento in cui tu
ed Herm vi baciavate o vi guardavate o chissà quale altra smanceria- poi si
lanciarono uno sguardo sfuggente e si misero a ridere di gusto.
In quel momento entrò Neville
e restò paralizzato dalla scena che gli si parò davanti.
-Ragazzi? Sicuri di stare
bene, in piena salute? Malfoy vi ha fatto qualche fattura?-
-AH AH
AH!!!!!!!!!!!! Cer… AH …to AH Neville… AH AH!!
Beniss….- ma non finì la frase perché o rideva o parlava, fare le cose insieme
era un pò pericoloso per la sua vita.
-O santo cielo!!! Vado a
chiamare Hermione, lei saprà che fare!!!!-
-Si giusto Hermione, falla
venire qua così si unisce alle nostre risate!!!- riuscì a dire Ron in un momento
quanto mai propizio.
Poco dopo arrivò Hermione
molto preoccupata; da come gliela aveva messa giù Neville, Harry e Ron erano
impazziti e si stavano prendendo a botte.
Quando però entrò nella stanza
le si mostrò una delle scene più improbabili di tutte: i suoi migliori amici
erano distesi sul pavimento e ridevano come pazzi.
-Ragazzi? State bene?!?!-
domandò, sconcertata.
-Hermione!!!!!!!!!!!!- Ron le
si avvicinò, con un braccio le cinse la vita e la trascinò con lui sul
pavimento, mentre Harry gattonava come un bambino nella loro direzione.
Sempre tenendola stretta a sé,
Ron la guardo negli occhi e disse:
- Herm noi…. Abbiamo fatto
pace!!!!!-
Harry li raggiunse e le scoccò
un bacio sulle labbra.
Lei dovette registrare, come
al solito, le parole poi spalancò gli occhi e con un filo di voce chiese:
-Avete fatto pace?-
-Mmh mmh- annuì Ron.
-Avete fatto pace!!!! Avete
fatto pace!!!!! HANNO FATTO PACE!!!!!!!!!- e come una macchina impazzita scoppiò
a ridere anche lei, tenendosi stretta a Ron e allungando un braccio per
abbracciare anche Harry.
Neville era disperato, andò a
chiamare anche la Mc Granitt, che quando arrivo restò allibita.
-Signorina Granger cosa fa lì
per terra? Anzi cosa ci fa nel dormitorio dei ragazzi abbracciata ai suoi
amici??-
-Professoressa!!! Questi tre
ragazzi che vede davanti a lei, me compresa, hanno risaldato la loro
amicizia!!!!!!-
Neville, temeva sinceramente
che anche la Mc Granitt scoppiasse a ridere e a quel punto sarebbe dovuto andare
a cercare il professor Piton e deglutì soltanto al pensiero.
Ma la donna si limitò soltanto
a sorridere al trio e a dire:
-Capisco la vostra felicità,
ma tra un po’ è ora di cena e come vedo dovete ancora finire di fare il baule,
domani partite….. Quindi propongo di darvi un contegno e di rimboccarvi le
maniche!!!!- detto questo si allontanò.
I tre seguirono, anche se con
fatica, il consiglio dell’insegnante, ma prima che Hermione lasciasse il
dormitorio diede un bacio sulla guancia ad entrambi i suoi amici e gli disse
–Tanto lo sapevo che sarebbe
successo!!!-
-E che novità! Vi pare che
Miss non sappia qualcosa!!!!- esclamò Ron.
Quella sera a cena, per i tre
amici fu come se il resto della scuola sparisse; erano messi a triangolo e
avevano instaurato una discussione sulle tante risate che si erano fatti quella
sera.
Logicamente sul volto di tutti
gli studenti che volevano il loro bene, apparve un magnifico e sincero sorriso.
I Serpeverde, che invece
auguravano il male a tutti, avevano uno sguardo buio; avevano capito che i
momenti per prendere in giro il “mitico trio” erano finiti, cosa che a loro non
piacque affatto.
Solo due sguardi si tradirono:
negli occhi ghiaccio di Malfoy, apparve una smorfia soddisfatta, mentre in
quelli blu di una ragazza del Grifondoro, si intravedeva la tristezza.
Dopo cena, Harry Ron e
Hermione, salirono in dormitorio molto presto e si accomodarono sul divano
davanti al fuoco.
Hermione era al centro, con la
testa appoggiata alla spalla di Harry, mentre teneva Ron abbracciato sul suo
petto; anche un cieco si sarebbe accorto che quella che regnava in quel momento
era vera amicizia.
Sembravano un vero quadretto
familiare, anche senza parlare si stavano dicendo tutto: quanto era stato
difficile quel mese, stando lontani; quanto si erano mancati.
Proprio in quel momento, una
marea di Grifondoro entrò in dormitorio; Seamus si avvicinò ai tre e disse:
-Finalmente ve lo siete
ripreso!!!! Non lo sopportavamo più; continuava a dire che gli mancavate, che
era innamorato di voi; senza offesa, ma facevi un po’ impressione- scherzò.
-Ma cosa dici Seamus?!?! Non
potrei mai dire di amare Harry, perché infondo sei tu la mia metà, non dirmi che
non te ne sei mai accorto??!!??!!- gli fece di rimando Ron.
Seamus lo guardò inarcando un
sopraciglio e poi fece finta di scappare per lo spavento.
Intanto le ore passavano e
nessuno dei tre sembrava avere voglia di andarsene da quel comodo giaciglio che
avevano creato; c’era un bellissimo e caldo silenzio nella stanza, lo stesso che
precede un sonno profondo.
Proprio in quel momento a Ron
venne in mente di dire una cosa:
-Chissà dov’è finita Ginny? E’
dall’ora di cena che non si fa vedere!-
Per stare fedeli al detto
“Parli del diavolo e spuntano le corna!” Ginny, si fece viva giusto una mezzora
dopo; era pallida in viso e non si avvicinò nemmeno al fratello per augurargli
la buona notte.
-Ehi!!!- si lamentò Ron.
-Lasciala Ron, probabilmente è
stanca!!!!- intervenne Hermione. –Anzi senza offesa, ma l’orologio segna la
Mezzanotte e domattina dobbiamo partire, quindi credo che sia una buona idea…
andare a letto!!!!-
-Si giusto Herm, domani
mattina dobbiamo partire, e voglio essere riposato, sapete a differenza di voi,
io ho una madre da affrontare. Eh, eh!!!!-
-‘Notte, ragazzi- disse
Hermione allontanandosi.
Nel momento in cui varcò la
soglia del suo dormitorio e si chiuse la porta alle spalle, ebbe fine il sogno.
-Wow, Harry!!! Hai battuto
persino Dean!!!- esclamò Neville.
-Hai visto? Ho desideri
importanti e complessi da realizzare- rispose fissando Ron negli occhi, il quale
sostenne uno sguardo penetrante, che assomigliava molto a quello di Silente.
-Bene!!! Che ne dite se provo io,
ora???-
-Si, ma il giochetto te lo faccio
io, ok?-
-No! Sta zitto Dean, tu hai già
sognato, io non ho fatto niente, quindi lo ipnotizzo io!!!- controbatté Seamus.
-No, io!-
-Io!-
E fu così che si concluse anche
quella giornata, con Dean e Seamus che bisticciavano, Neville che aspettava che
finissero per poter vedere il suo più grande desiderio esaudito –almeno in
sogno- e due vecchi amici che di nascosto l’uno dall’altro, si lanciavano
occhiatine curiose.
******
Salve a tutti gente!!!!!!!
(^_^)
Oggi sto molto male e ho la febbre!!!!!
Quindi ho trovati il tempo per terminare il chap e
per pubblicarlo!!!!
Anche
se può sembrare un po’ inutile, qst chap contiene degli indizi per sapere come
si svolgerà un certo punto della storia.
So che in molti pensano che probabilmente il
desiderio più grande di Harry sarebbe di poter stare con i suoi genitori, ma ho
elaborato una teoria: loro sono morti purtroppo, e la cosa che preme di più
ad Harry è di fare pace con i suoi amici, visto che
Voldemort prevedeva di ucciderli, no???? Altrimenti
perderà anche loro.
Si, è una teoria un po’ contorta, come il
mio cervello d’altronde!!!!!!!!!!!!!
Eh, eh quale sarebbe stato il vostro più
grande desiderio?????
Il mio di accendere il computer e di trovare
tante recensioni, ma questo si può esaudire anche senza ipnotizzarmi, infatti….
….RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“(^_^)”
Ringrazio tutti quelli che mi leggono e
Angi che mi ha recensito il chap precedente: forse hai capito chi era la
persona dietro l’albero, vero?!?
Una sola cosa a tutti: NON AMMALATEVI ANCHE
VOI!!!!!! (^_^)
Quella mattina, Harry, Ron,
Hermione e Ginny, tornarono a
King’s Cross con il treno delle dieci; inutile
dire che per tutto il viaggio stettero in vagoni separati.
Avevano poi deciso di incontrarsi
cinque minuti prima che il treno arrivasse alla fermata, giusto per salvare le
apparenze con la famiglia.
Per tutto il viaggio Harry e
Hermione non avevano fatto altro che baciarsi fino alla nausea, anche nel
momento in cui Ron e Ginny erano entrati nello scompartimento. A quanto pareva
era diventata una questione vitale, di prima necessità.
Ad attenderli alla stazione,
c’erano Tonks, che quel giorno aveva i capelli di uno stupendo blu elettrico,
Malocchio e la signora Weasley, che corse incontro ai suoi figli, e fece le
solite domande di rito:
–Come state? Tutto bene?- e poi
naturalmente si rivolse ad Harry, che secondo lei meritava più attenzioni, visto
che un mesetto prima era svenuto a causa di qualcosa ancora da definire.
Ron si girò dall’altra parte, con
il chiaro sforzo di non vomitare!!!
Fecero il viaggio con una vecchia
macchina, di un modello che doveva essere di qualche anno prima, perché né
Harry, né Hermione lo avevano mai visto in circolazione.
Fortunatamente, durante tutto
questo arco di tempo, dovettero rispondere alle domande riguardanti la scuola,
il comportamento della Raily, visto che nuovo membro dell’Ordine, le stranezze
di Piton, che secondo Malocchio non meritava fiducia e tutte cose di questo
tipo; se non altro, potevano evitare di fingere di fare conversazione, per ora.
Nel pomeriggio, arrivarono al
quartier generale, notarono che per quel giorno c’era tutto l’ordine presente,
eccetto la Mc Granitt e silente, che in quanto Preside e vice dovevano rimanere
a scuola.
Si accorsero subito che Bill, era
un’anima in pena, gli mancava la sua ragazza; il signor Weasley trotterellava
intorno ad Hermione ed Harry in maniera più schizofrenica del solito, perché
voleva sapere sempre più notizie sul mondo babbano; Tonks era diventata, se
possibile, ancora più pasticciona di prima e la signora Weasley sembrava tesa
come una corda di violino.
L’unico che faceva eccezione era
Malocchio, che si limitava a mettere su un broncio spaventoso e a borbottare di
tanto in tanto qualche parola disconnessa.
Harry registrò subito quelle
anomalie nel comportamento delle persone, ma decise che ne avrebbe parlato più
tardi con Hermione o con Lupin; già a proposito di lui…
-Signora Weasley? Mi scusi dove
il professor Lupin?-
-Oh caro!!! Sai com’è, stanotte
c’è la luna piena e….-
Dicendo quella frase, già si
chiarivano tutti i dubbi.
Una volta arrivati nelle loro
stanze, Harry e Ron capirono che avrebbero dovuto recitare per ben quindici
giorni.
Era una cosa che preoccupava
molto il ragazzo sopravvissuto, perché quelle poche volte che alla scuola
babbana aveva preso parte ad una recita, si ricordava di essere stato ripreso
dall’insegnante, che gli aveva detto che in confronto, un manico di scopa era
più espressivo.
Tuttavia non sapeva come stava
messo il suo ex amico in recitazione, anche se considerando le grandi balle che
aveva raccontato agli insegnanti nella sua carriera di studente, era da 10 e
Lode.
Nessuno dei due parlò, si
limitarono a sistemare i loro indumenti negli armadi; improvvisamente, due
schiocchi riempirono il silenzio funebre caduto nella stanza.
I due gemelli Weasley, fratelli
di Ron, si erano appena materializzati nella stanza e subito avevano commentato:
-Che silenzio!!!!- constatarono
-Non è che per caso i due marmocchi qui hanno litigato??? Tu che dici Fred?-
-Dico che li conosco troppo bene,
gli ho cambiato il pannolino. Quindi – e assunse un’espressione seria –volete
raccontare ai vostri amici Fred e George che cosa vi affligge???? Non è che per
caso avete litigato???-
Ron perse la pazienza con molta
facilità ed esplose –Si abbiamo litigato, contento? Adesso sparisci!-
-Eh,eh calma fratello, ho fatto
solo un’innocentissima domanda. E mi è concesso sapere il perché?-
-Chiedilo a lui!- rispose
indicando Harry.
-A me, ma questa è bella! Io mi
sono messo con Hermione e ti sei inalberato!!! Io non so nemmeno il perché,
cos’ho fatto di male???-
-Ah ah!!! Ti sei messo con la
piccola e innocente Hermione!!! Che ne dite se chiamiamo anche lei qui, così ci
chiarite bene la faccenda?!?!- propose George con una lucetta sadica negli
occhi.
-No! Lei deve starne fuori da
questa storia!- risposero i due litiganti in coro.
Si guardarono in faccia; non era
mai successo che parlassero all’unisono, perlomeno non nell’ultimo periodo.
-Che commozione Ron, tu dici che
Herm deve starne fuori da questa storia!-
-Certo! Questa è una questione
tra me e te!-
-Oh si! Ma vedi la sera del
ballo, tu te la sei presa sia con me che con lei, non l’hai tenuta fuori, come
dici tu. E poi lei è venuta a cercarti per chiarirti, ma ti sei fatto negare e
l’hai cacciata, quindi non cercare di fare la parte dell’amico premuroso!!!-
-Ecco Fred io lo sapevo!!! Erano
in tre: due maschietti e una femminuccia, era chiaro che prima o poi si
sarebbero contesi Hermione!-
-Hai proprio ragione George. Da
che il mondo è mondo, è sempre stato così: l’uomo lotta per la bella donzella!!!
Eh, eh-
Proprio in quel momento la
signora Weasley entrò nella stanza con un’espressione preoccupata –Ron, caro va
tutto bene ho sentito il tono alto della voce e ho creduto che stavate
litigando.-
-No mamma è colpa di questi due
stupidi – disse indicando i gemelli –si sono materializzati improvvisamente
nella stanza e ci hanno fatto spaventare, così gli stavo dicendo di piantarla!-
mentì spudoratamente.
-Oh, vedo che il compito di
prefetto ha giovato molto. Ti ha aiutato a farti mettere un po’ d sale in zucca
eh? Comunque è pronta la cena se scendete, Hermione e Ginny sono già giù e
aspettano solo voi- così dicendo si chiuse la porta alle spalle e scese al piano
di sotto.
- Ehi Ron! Noi credevamo che la
mamma avesse fatto anche a te il tipico discorso che le bugie non si dicono, sai
quando eri piccolo….- proruppe Fred, facendo di no con il dito indice.
-Ma secondo me gliel’ha fatto,
solo che lui come al solito non ha capito bene!!!!- lo prese in giro George;
quei due quel giorno sembravano ancora più dispettosi del solito.
Si diressero verso l’uscita della
stanza, ma si fermarono poco prima per aggiungere:
–Comunque siete entrambi
egoisti, invece di contendervela dovreste fare scegliere a lei- dopo di che
uscirono lasciandoli lì entrambi storditi.
Ron era arrabbiato, anzi
furibondo; Harry invece era allibito, non aveva mai considerato il fatto che
anche Ron…
Proprio in quel momento la sua
voce lo distrasse dai suoi pensieri:
–Io scendo a cena, muoviti sennò
la mamma penserà davvero che c’è qualcosa che non va- gli fece in tono duro.
Ma prima che uscisse, Harry lo
fermò:
-Ron… Mi dispiace! Non avevo
capito che anche tu….-
-Che novità Harry! Tu non capisci
mai, vero? A te le cose devono essere sbattute chiare, chiare in faccia,
altrimenti non ci arrivi proprio. Se ti può rendere più felice, stasera parlerò
con Hermione, lei non c’entra!- e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Quella sera Harry avrebbe voluto
fare di tutto meno che mangiare; aveva lo stomaco chiuso. Era come se tutte le
cose apprese in quella giornata avessero creato un tappo.
Inoltre aveva cercato in tutti i
modi di comunicare ad Hermione che Ron aveva intenzione di parlarle, le lanciava
occhiate che lei coglieva, ma non ne capiva il significato.
La signora Weasley stava
discutendo con Malocchio, che a quanto pareva le stava dicendo una cosa molto
importante; tutto d’un tratto la donna scattò in piedi e disse:
-Ragazzi quasi me ne
dimenticavo!!!! Domattina verrà qui casa la vostra professoressa Raily insieme
ad una graziosa ragazzina di nome Jessica, è la sua sorellina e quindi prego
tutti voi di essere gentili e di farla sentire a suo agio! Mi raccomando!!!-
Dalle espressioni che si
dipinsero sui volti di Tonks e Moody, Harry, Ron, Hermione e i gemelli capirono
che il termine usato dalla signora Weasley “graziosa ragazzina” non doveva
essere del tutto appropriato anzi… Dal loro volto sembrava che stessero per
avere a che fare con un mostro terribile.
-Come mai?- si chiese Harry
Solo Ginny e Bill sembrarono non
notare nulla e continuarono a mangiare come se nulla fosse.
Alla fine della cena, Hermione si
avvicinò al suo ragazzo per chiedere dei chiarimenti a proposito degli sguardi
che le lanciava, ma non fece in tempo a dire nulla, che fu interrotta.
-Hermione posso parlarti?-
Lei si voltò con le lacrime agli
occhi per vedere che a parlarle era stato Ron.
-Ce… Certo Ron!- esclamò con quel
tono leggermente isterico di quando era nervosa.
-Bene… Allora usciamo in
giardino?- propose lui.
-Bene!!!- così si dileguarono.
Stettero fuori per una buona
mezzora, Harry si stava rodendo dalla tensione quando una voce familiare lo
distrasse.
-Sei teso vero? Lo sarei anch’io
al posto tuo; là fuori c’è la tua ragazza in compagnia di quello che ben presto
tornerà ad essere il suo migliore amico. Inoltre come avrai capito lui è
praticamente cotto di lei!-
Harry si voltò e vide che a
parlare era stata Ginny; non sapeva dire il perché, ma ultimamente quella
ragazza si era fatta più cupa e misteriosa e non gli piaceva affatto.
Stavolta, però,la colpa non era
della timidezza o di un diario stregato, ma bensì di qualcosa che proveniva da
dentro di lei, qualcosa di molto strano
-Beh sai com’è. Io sarei
preoccupata, infondo se fanno pace, capisci vero che le occasioni che avrà Ron
per conquistarla sono maggiori, dovresti farle capire chi comanda- in quel
momento ad Harry tornò in mente l’anomalia che si era verificata nel sogno fatto
la notte prima, quando stava giocando al gioco di Neville.
“Negli occhi ghiaccio di
Malfoy, apparve una smorfia soddisfatta, mentre in quelli blu di una ragazza del
Grifondoro, si intravedeva la tristezza”
-Si beh Ginny, ora sono stanco
credo che sia meglio che vada a letto. Buona notte-
Ma prima che si potesse
allontanare, lei lo fermò e gli diede un bacio a fior di labbra, con quella sua
bocca gelida.
Harry si dovette riprendere da
quel momentaneo shock e poi le urlò contro:
– Stammi bene a sentire Ginny,
non so cosa ti sia successo, ma tra me e te non ci sarò mai niente, se non
amicizia. Ho litigato con il mio migliore amico per avere Hermione e adesso non
ci rinuncio, mi hai capito? –
-Si si! Ti ho capito, non ce
bisogno che ti scaldi così tanto!- disse con una voce strascicata che ricordava
molto quella di Malfoy –ma non credo che “la tua Hermione” sarebbe molto felice
di sapere che la consideri come un oggetto costato così tanto che non si butta
anche se non ce ne è più bisogno. Sai è una cosa che ispira molto
all’ipocrisia.- detto questo si allontanò per tornare in camera sua, lasciando
il ragazzo quanto mai sconvolto.
******
A mezzanotte Ron entrò in camera
sua dove c’era già Harry che lo stava aspettando; non ebbe bisogno di parole,
con un cenno del capo gli fece capire che lui ed Hermione si erano chiariti.
Prima che entrambi si
addormentassero Harry diede a Ron un avvertimento:
-Ron senti so che non accetti
consigli da me, ma stai vicino a Ginny. Non so che cos’abbia, ma è strana e
penso che non sia saggio lasciarla da sola!-
-Ecco appunto Harry! Io non
accetto consigli da te, quindi stai zitto!!! E poi cosa vai insinuando? Che mia
sorella è una pazza!?!?! Mi dispiace ma mi sembra che tu sia l’ultimo a poter
parlare a proposito di questo fatto!-
Detto questo, si girò dall’altra
parte e iniziò a dormire lasciando per la seconda volta nella serata, il vecchio
amico confuso.
******
E voilà le nouveau chap!
A parte le mie doti francesi che fanno pena,
ecco qua il decimo chap!
Ammetto di essere commossa, non credevo che
ci sarei mai arrivata a dieci, per me è un primo traguardo!!!!!
Ringrazio tutte le persone che mi leggono,
ma soprattutto quelle che mi recensiscono, perché sono la mia forza per
continuare!!!! GRAZIE!!!!!
angi:grazie di recensire sempre (e mi raccomando continua così) sei
arrabbiata??? Eh, eh ma in qst chap dovresti averlo capito ormai, no???? Beh cmq
sia buona fortuna e….. Fammi sapere se ci arrivi!!!!
-Ci si vede al prox chap con “La Vigilia di
Natale”!!!
Avverto che su questo chap ci ho lavorato un po’ su e di conseguenza PRETENDO
qualche recensioni anche da chi non me ne ha mai
lasciate, ma che legge qst storia
LA VIGILIA DI NATALE
La mattina del 24 dicembre, i
ragazzi si svegliarono molto più tardi di quanto erano abituati a scuola.
La signora Weasley aveva già
preparato la colazione; sulla tavola c’era ogni ben di Dio che un comune
cristiano avrebbe mai potuto desiderare.
Tutti quanti poterono fare una
bella e sostanziosa mangiata, che li caricò per la pesante giornata che li
aspettava.
Nella mattina tutta la famiglia,
scortata da alcuni membri dell’Ordine (meglio stare sicuri), si recò a
Hogsmeade, per comprare i regali di Natale, ormai imminente, e per scegliere un
nuovo albero natalizio, mamma Weasley aveva deciso di organizzare le cose in
grande.
Infatti erano stati invitati
tutti gli insegnanti con i rispettivi parenti, Lupin che era già in piena salute
e anche la Raily, che sarebbe venuta accompagnata dalla sorellina minore, la
quale, da quanto ne avevano capito i ragazzi, doveva avere più o meno sui due o
tre anni.
Harry aveva preso un regalo anche
per Ron: se gli avesse chiesto il perché, gli avrebbe risposto che lo aveva
fatto solo per far sembrare più credibile la commedia che stavano inscenando; in
realtà, lo faceva solo perché il desiderio di riappacificarsi con l’ex amico,
era molto forte.
Mentre si domandava che cosa
comprare alla sua ragazza, gli apparve davanti Ginny, in compagnia di un’altra
ragazza: era alta, con capelli biondi e occhi azzurri, un fisico perfetto e un
viso molto carino e aggraziato.
Mentre il ragazzo meditava sul
quando e il dove l’aveva già vista, le due si avvicinarono.
-Ehi Harry!!!! Ti presento
Jessica, lei è la sorella di Donna. Immagino però che tu l’abbia già capito,
visto che è praticamente identica alla sorella.-
Il ragazzo sforzò ancora le sue
meningi, perché momentaneamente, non si ricordava di che stesse parlando.
Poi realizzò che dicendo Donna,
Ginny aveva inteso dire la Raily.
Ora che la osservava meglio,
notava che in effetti, molto probabilmente, non l’aveva mai incontrata, ma che
l’aveva scambiata per la sorella, essendo molto somiglianti.
-Piacere- le rispose –io sono……-
-Si lo so chi sei!!!! Se non lo
sapessi, dalle mie parti sarei considerata una sfigata. Insomma, sai com’è, il
tuo nome parla da solo!-
-Beh…- titubò il ragazzo, molto
imbarazzato. Quella ragazza era molto sveglia, altro lato in cui assomigliava
alla sua professoressa.
-Ma tu non dovevi essere una
bambina piccola? Sei cresciuta di colpo stanotte?-
-Ma no Harry, lo sai che la mamma
esagera sempre!- esclamo Ginny –Dicendo sorellina intendeva dire una fantastica
ragazza di sedici anni!- aggiunse –Io la conoscevo già, perché ci siamo
incontrate ad una fes… Mentre facevamo shopping- si corresse immediatamente.
-Capisco- disse Harry.
-Ora dobbiamo andare- intervenne
la rossa.
-Si, anch’io devo prendere
qualcosa alla mia ragazza, sapete….-
-Si, si sappiamo!!!!- continuò
Ginny –ma se cambiassi idea, perché ti stai annoiando, noi siamo ai Tre manici
di scopa!-
-Si! Avete per caso visto
Hermione?-
-Ah, quella ragazza molto
simpatica, davvero molto carina?- domandò Jessica.
-Si, ehm credo sia lei!!!!-
-Per l’amor del cielo, hai una
considerazione molto bassa della tua compagna!-
-No, no!!! E solo che….-
-Comunque, l’abbiamo intravista
poco fa con un ragazzo dai capelli rossi. Ginny mi ha detto che era suo
fratello.
Ah volevo dirtelo, non è niente
male, gran bel fisico, per non parlare del fondoschiena….- aggiunse rivolgendosi
a Ginny e poi continuò -Comunque credo che quella Hermione mi abbia battuta sul
tempo, avevano un atteggiamento molto effusivo quei due!- esclamò infine
Jessica.
-Che cosa? Hermione e Ron sono
usciti insieme? Ma come sarebbe a dire?-
-Beh, Ginny non voleva dirtelo,
ma io penso che sia un errore non farlo. Io per prima so cosa vuol dire essere
delusi dalla persona che si ama, se sapessi come mi ha trattata il mio
ex!!!!!!!-
- Comunque ciao Harry, se ci
fermiamo ancora un po’, credo che non troveremo più posti liberi, e ci tengo
parecchio a far vedere a Jessica uno dei locali tipici di questo paesaggio!-
-Si ciao ragazze e ….. Grazie
Jessica, mi hai dato un ottimo consiglio!!!- detto questo si allontano diretto
ad un negozio ben specifico.
Quando entrò, guardò le tante
esposizioni che c’erano in vetrina, ma una in particolare attirò la sua
attenzione: era bella e luminosa, ma contemporaneamente, era semplice e fine,
proprio come la sua Hermione.
Decise di comprarle comunque il
regalo, anche se probabilmente lei era in giro a divertirsi con un altro, ma non
poteva perdere quell’occasione.
Pagò non poco quel regalo e per
un attimo fu tentato di dire al commesso di lasciar perdere che tanto era
inutile affannarsi tanto per impacchettarlo troppo bene, ma aveva deciso che se
Ron gli aveva rubato la ragazza, lui avrebbe fatto di tutto per riconquistarla.
Uscì dal negozio e si trovò
faccia a faccia proprio con la persona che fino ad un secondo prima aveva
ingombrato i suoi pensieri: Hermione.
-Ciao!- esclamò lei.
-Ciao.- borbottò lui in risposta.
-E’ successo qualcosa????- gli
domandò, cogliendo al volo l’espressione affranta sul suo volto.
-No va tutto bene-
-non ci credo! Quando fa così
vuol dire che c’è qualcosa che non va-
-Qualcosa che non va?!? Hermione
ma ti rendi conto di quello che dici? Prima vai in giro tutta coccole e baci con
il mio ex-migliore amico, poi mi vieni qua e mi chiedi se c’è qualcosa che non
va! Tu devi avere qualche rotella fuori posto… -
Lei sembrava molto confusa, ma
ciò nonostante, gli rispose a dovere.
-Stammi a sentire bello non so di
cosa tu stia parlando, ma sappi che IO, Ron, l’ho visto per l’ultima volta
stamattina e che di certo non ci sono uscita insieme, a braccetto per di più!!!!
Tu invece, che arriva una ragazza nuova a casa e inizi a fare il cretino
offrendoti di portarla a visitare il villaggio!!!!!-
-Ma che cosa vai blaterando? Se
stai parlando di Jessica….-
-Ecco!!! Visto???? Sai pur come
si chiama!!!! A me non è venuta nemmeno a presentarsi. Meno male che c’è Ginny,
che mi ha informata del fatto che ti ha messo subito le grinfie addosso!!!!-
-Ma che dici???? Sei da
delirio!!!! Io non sono mai uscito con quella là. Me l’ha presentata Ginny-
-Pure bugiardo sei!!!! Comunque
la conferma ai miei dubbi lo appena avuta, ti trovo davanti ad una gioielleria,
sarai venuto a prendere l’anello per la tua nuova ragazza!!! E pensare che con
me non ti sei nemmeno degnato di annunciare il nostro fidanzamento in
pubblico!!!- a questo punto girò sui tacchi e corse via, ma Harry sapeva molto
bene che in quel momento calde lacrime le stavano solcando il viso.
In contemporanea realizzò che
Ginny stava avendo un comportamento molto strano, che qualcuno aveva fatto il
doppio gioco, che c’era stato un malinteso tra lui e al sua ragazza e che
avrebbe dovuto chiarirsi con lei al più presto possibile, prima che Ron non ci
impiegasse né uno né due a soffiargliela.
Appena si riprese dal suo stato
di ragionamento profondo, corse dietro a più non posso ad Hermione.
*****
Quella sera l’intera famiglia
Weasley, Harry e Hermione più tutti i membri dell’Ordine, erano chiusi nelle
loro stanze per prepararsi per la serata.
Harry aveva incontrato Ginny poco
prima e le aveva parlato chiaramente in faccia:
-Te l’ho già detto e te lo
ripeto, piantala i fare le cretinate che stai facendo!!! Perché mi hai fatto
litigare con Hermione, non bastava che avessi perso il mio migliore amico, anche
lei dovevi mettermi contro? -
-Non capisco di cosa stai
parlando!!!- poi si interrupe e lo fissò –Ah già!!! Sicuramente lei ti avrà
detto di non essere uscita con Ron oggi, vero?- sospirò –Quanto sei ingenuo!
Secondo te sarebbe venuto a dirtelo???-
-Certo!!! Perché Hermione con me
è sincera, mentre tu e quella Jessica….-
-Sarà anche sincera, ma non ci ha
impiegato molto a rimpiazzarti, visto che stasera ha deciso di stare tutto il
tempo con Ron; lo dovevi vedere era tutto eccitato!!!! Dammi retta, Hermione non
è la ragazza per te! Tu ti meriti qualcuno che ti sia fedele, almeno dopo tutto
quello che hai passato!-
Harry bolliva dalla rabbia, ma
decise di non esplodere altrimenti, sicuramente, lo avrebbero portato nel
reparto per i malati di mente del San Mungo.
Proprio in quel momento li
raggiunse in corridoio la signora Weasley.
-Oh cari! Ma cosa ci fate ancora
in jeans, dovreste essere già pronti!!! Cara i tuoi vestiti sono in camera mia,
non mi andava che stessi a disturbare Hermione mentre si vestiva, sapete mi
sembrava molto giù, è per caso successo qualcosa?-
-No, mamma, credo che ad Herm
manchi semplicemente la scuola, sai tutto questo tempo lontana dai libri…. Deve
essere un sacrificio- proruppe Ginny, con una nota quasi impercettibile di
cattiveria nella voce, che Harry udì distintamente; la signora, invece, non si
accorse di niente, presa com’era, si limitò ad aggiungere:
-Bene!!! Non sarebbe carino che
quella ragazza si rovinasse proprio la Vigilia di Natale. Ah, Harry caro Ron non
è nella vostra stanza, si è già preparato ed è andato a fare una specie di
sfilata davanti allo specchio; lui dice che è perché non si sente a suo agio in
quell’abito, ma io sono sua madre e mi sembra chiaro che c’è qualche ragazza che
gli interessa!!!! Non è vero?-
-Non saprei signora….-
-Certo certo, non me lo vuoi
dire! Beh è normale, anch’io facevo così alla vostra età. Oh caspita!- esclamò
dando un’occhiata all’orologio, che batteva il rintocco delle sei –E’ tardissimo
devo andarmi a preparare, Ginny vieni con me!!! Vatti a vestire anche tu Harry
caro!- e così si allontanò trascinandosi dietro la figlia.
In quel momento andarsi a vestire
non era proprio nelle sue idee: ne aveva un’altra in mente.
Salì di corsa le scale fino ad
arrivare alla stanza della sua ragazza; aprì la porta senza nemmeno bussare.
Non appena proruppe nella stanza,
lei si voltò di scatto e lo guardò leggermente spaventata; era elegantissima,
proprio come la sera in cui si erano fidanzati.
-Sei bellissima!- esclamò lui
guardandola.
-Circa due mesi fa mi dicesti la
stessa cosa!- gli rispose mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
-Si! Il 31 sono già due mesi che
stiamo insieme; sembra passato solo un attimo!- le disse con una voce molto
dolce.
-Senti Harry, io non so cosa tu
voglia anche se posso immaginarlo!- continuò lei sempre sul punto di piangere.
–Vuoi lasciarmi, vero? C’era da
aspettarselo, è arrivata la nuova attrazione, la sorella della Raily, non sono
all’altezza di competere con lei, anche Ron ha detto che è una gran bella
ragazza.-
-Non mi parlare di Ron, per
favore. Io non sono venuto qui per litigare e tanto meno per lasciarti, non mi
sognerei mai!!! Stammi a sentire si Jessica sarà anche molto bella, ma ai miei
occhi è fumo, perché per me ci sei solo tu. Quando ho saputo che Ron stava
cercando di portarti via….-
-Allora non hai capito! Era solo
una balla di Ginny, lo scopo è ancora sconosciuto, ma quel che è certo è che se
voleva farci litigare, ci è riuscita in pieno! Comunque tu stavi dicendo che…..-
e lo guardò con quegli occhi che, secondo Harry, si facevano sempre più belli e
profondi ogni giorno che passava.
Lui si stava avvicinando sempre
di più a lei, fino a quando le arrivò di fronte e le cinse i fianchi con un
braccio, mentre con l’altro l’attirava a sé.
Iniziarono a baciarsi dolcemente
poi sempre con più passione, fino a che caddero sul letto.
A quel punto il bacio nato come
una semplice riappacificazione di due fidanzati, iniziò pericolosamente a
diventare qualcosa di più.
Lui con le mani tremanti le
accarezzava le curve perfette del suo corpo, mentre lei iniziava a sbottonargli
la camicia e con una mano gli accarezzava il torace e con l’altra gli immergeva
le dita nei capelli.
Proprio sul più bello, però,
Ginny piombò nella stanza e resto paralizzata.
Harry e Hermione si alzarono di
colpo, lui con il dorso nudo e lei in biancheria intima.
Ginny fece un ghigno (–Quella
ragazza assomiglia sempre più a Malfoy- pensò Harry)e si limitò a dire:
-Quando la mamma ti ha detto di
andare a cambiarti non credo che volesse dire automaticamente di farti spogliare
da Hermione, anche perché lei era già pronta e tu hai pensato bene di rovinare
l’opera- aggiunse lanciando un’occhiata ad entrambi; subito dopo uscì
sbattendosi la porta alle spalle.
Harry si chinò infine su di
Hermione, per darle un ultimo bacio.
-Mi sa che se quella non ci
fermava ci arrivavamo alla fine di quella festa!-
-Già!- gli rispose Hermione.
-Ehi piccola! Sei per caso a
disagio?-
-No affatto!- esclamò e non era
una bugia, lei per prima non credeva di essere mai stata tanto vera.
Harry a quanto pare colse quella
nota di sincerità, infatti le sorrise e aggiunse:
-Sono contento! Mi dispiace solo
di averti rovinato l’acconciatura e di averti tolto i vestiti come un animale,
ma sai com’è…-
Ecco che incominciava ad
avvertire il disagio.
-Non preoccuparti, tanto con la
magia si sistema tutto! Però credo che sia meglio che tu ti vada a vestire, dico
davvero- aggiunse, mentre si rimetteva il suo abito rosa pallido.
-Si hai ragione!- le si avvicinò
di un po’ e la baciò.
-Allora ciao!-
-Ciao-
E si baciarono ancora.
-Si beh…ciao-
-Ciao-
Bacio.
-Stavolta dico davvero, ciao-
-Ciao!-
E ricominciarono a baciarsi.
-Senti ora vado proprio, senno
viene Pasqua e sono ancora qui! A più tardi!- e questa volta la bacio
definitivamente e uscì dalla stanza.
Una volta in camera sua iniziò a
vestirsi con minuziosa cura, voleva essere bello; mentre tutto felice ripensava
alle meravigliose sensazioni che lo avevano assalito poco prima, entrò nella
stanza un Ron furibondo.
-Che cosa le hai fatto?!?-
-Ehi calma!!! Di che parli?-
-Di che parlo eh? Ginny mi ha
detto che ha visto te Hermione in camera sua, mentre…- non riuscì a terminare la
frase, la vice gli morì in gola, mentre il suo viso si avvicinava alla tonalità
scarlatta.
-Ron senti, io e lei non
abbiamo fatto niente e comunque…..-
-E comunque cosa…? Tu sei uno
schifoso e devi tenere giù le mani da Hermione, lei è una bambina
-Piantala di comportarti come
farebbe suo padre Ron, perché non lo sei… E comunque, se credi che io possa fare
del male ad Hermione significa che di me non hai capito niente, primo e secondo
io non forzerei mai Hermione a fare qualcosa, si deve sentire pronta e coinvolta
anche lei e stop!-concluse, un tantino sul furibondo se non peggio; guardò Ron
come per incitarlo a dire qualunque cosa, che tanto non ce n’era niente suo
favore.
Si passò una mano tra i capelli
per renderli ancora più scompigliati, Hermione gli aveva detto che se li teneva
spettinati era ancora più sexi; poi uscì dalla stanza lasciando il rosso –in
quel momento in tutti i sensi- da solo nella stanza.
*******
Gli organizzatori della serata
(la signora Weasley in testa, e altri membri dell’Ordine), avevano deciso di non
trascorrerla nella cucina di Greamuld place, ma bensì nella sala che l’estate di
un anno prima, era stata ripulita dai ragni.
Harry entrò con Hermione a
braccetto, mentre Ron gli lanciava occhiate assassine; Ginny lo seguì a ruota
mentre nella stanza entravano Bill con Donna, affiancati da Jessica, Tonks che
faceva coppia con Lupin e nessuno fu sorpreso di constatarlo.
Orrore degli orrori, pensò Harry,
c’era anche Piton da solo, ovviamente, sempre con quel suo muso e i capelli
rigorosamente unti; c’erano anche due signori piuttosto anziani che però si
portavano bene i loro anni; Harry vide la Raily correre incontro alla signora a
dirle: -Ciao mamma!- quindi capì che si trattava dei suoi genitori.
Malocchio quella sera aveva
cercato di vestirsi più elegante del solito; erano circa ventidue persone, anche
uno come lui si poteva sentire in imbarazzo.
Vicino alla finestra c’era un
ragazzo molto attraente: era di media altezza, non una pertica, ma aveva delle
belle spalle larghe e robuste e dei capelli tutti scombinati e neri; ad Harry
ricordo molto suo padre, come lo aveva visto l’anno precedente nelle lezioni di
Occlumanzia. Si girò verso Hermione e le disse:
-Guarda quel ragazzo!-
-Dove?-
-Vicino alla finestra-
-Ma dove? Io non lo vedo!-
Harry si girò e si accorse che
effettivamente non c’era nessuno in quel punto.
-Una volta seduti tutti a
tavola vedremo se c’era davvero o se me lo sono immaginato- pensò.
In quel momento entrarono Charlie
con una bella ragazza mora; più tardi arrivò anche Hagrid con Maxime, quei due
anche se smentivano tutto, stavano insieme e secondo Ron stavano anche
organizzando le nozze.
In ritardo, arrivarono anche
Angelina e Alicia con i rispettivi genitori; essendo le fidanzate dei gemelli,
nessuno si meravigliò o arrabbiò per il loro “contrattempo”.
Infine tutti si accomodarono a
tavola, dove rimaneva un posto vuoto, che la signora Weasley aveva voluto
preparare per forza, nonostante il marito cercasse di dissuaderla: era il posto
di Percy.
I gemelli, arrivati all’Ordine
già il giorno prima, avevano scosso la testa e poi si erano letteralmente
accaniti sul loro antipasto.
Harry si accomodò accanto ad
Hermione, con di fronte Ron, Ginny e Jessica, che si era intrufolata
illegalmente nel loro gruppetto, come se qualcuno l’avesse invitata.
Con lo sguardo, cercava il
ragazzo che aveva visto poco prima, ma non lo vide in nessun posto; iniziò a
preoccuparsi di avere le allucinazioni.
Il cenone fu ottimo, era pur
sempre opera della signora Weasley.
Improvvisamente qualcuno bussò
alla porta e tutti stettero in silenzio; chi poteva arrivare a cena ormai
finita?
Tonks si alzò e andò ad aprire;
un minuto dopo un ragazzo dalla chioma rosso fuoco entro nella sala.
La signora Weasley si lasciò
scappare un singhiozzo e si alzò per andare ad abbracciare il suo terzogenito:
quel ragazzo, infatti, era Percy.
Teneva un pacchetto tra le mani e
sembrava molto imbarazzato.
Dopo aver salutato la madre si
mise davanti alla tavola e pronunciò una parola molto semplice, ma anche molto
complessa e significativa:
-Scusate-
A quel punto partì un applauso
dall’intera tavolata e l’urlo di Fred e George:
-Perce è tornato tra noi!!! Perce
è tornato tra noi!!!-
Il rosso, infine, si accomodò al
suo posto a la signora Weasley seguì il suo esempio, mentre Lupin le diceva
sorridendo:
-Hai visto che poi la pecorella è
tornata all’ovile??-
Lei annuì e invitò il marito a
portare il dessert in tavola.
*****
Più che alla vigilia di Natale,
quella serata assomigliò molto ad un ballo studentesco; infatti, dopo il dolce,
si aprirono le danze, con balli lenti, ma anche scatenati.
Harry ballò con Hermione per gran
parte del tempo, attirandosi molti sguardi incuriositi nella loro direzione;
poi, naturalmente, fu costretto a cederla anche a Ron, senno la cosa diventava
troppo evidente.
Così fu obbligato a danzare un
po’ con Ginny e un po’ anche con Jessica: poteva dire che non sapeva con quale
delle due si era trovato peggio.
Ginny aveva tentato più volte di
dargli un bacio a tradimento, fortunatamente lui era riuscito a scansarsi in
tempo.
Capire cosa le passasse per la
testa era un’impresa, ma ciò che era certo era l’eccessivo cambiamento della
rossa.
Jessica, invece, aveva azzardato
qualche commento sul fondoschiena e il fisico di Ron e aveva anche aggiunto che
non le sarebbe affatto dispiaciuto poter avere un’ “avventura” con lui.
In quel momento iniziò un lento
molto romantico e Ron era già tutto felice; Ginny mollò Harry per andare a
ballare con suo fratello Percy.
Il ragazzo sopravvissuto, non
aspettò un secondo: strappò Hermione dalle braccia del rosso, che fu costretto a
ballare con Jessica, essendo l’unica libera (non che alla biondina dispiacesse),
la strinse tra le sue braccia e cominciarono a ballare.
In quel momento Lupin annunciava
che tra tre minuti, al fine della canzone, sarebbe stata mezzanotte e quindi
Natale.
-Mi auguro che tu abbia preso un
bel regalo per la tua ragazza- disse Hermione.
-Oh si! Tu non l’hai conosciuta,
ma lei è proprio esigente,non credo che riuscirò a soddisfarla pienamente!-
rispose Harry e lei gli mollo uno schiaffetto sul braccio.
-Senti per quanto riguarda la
sfuriata che Ron ti ha fatto prima…..-
-Non importa gli ho risposto a
dovere e comunque dopo stasera non dovremo più fingere-
-Perché? Cosa succede stasera?-
- E’ il mio regalo, se te lo
dicessi che sorpresa sarebbe, scusa?-
-Ah, capisco…..-
-Meno male!-
-Stasera sei proprio odioso!-
-Si?-
-Si!-
-Ti amo-
-Si?-
-No!-
Lei lo guardò, sorpresa della
risposta che gli aveva dato.
-Scherzo!- le rispose ridendo –la
mia risposta è si!-
-Si?-
-Si!-
Detto questo le baciò la fronte e
la strinse ancora più a sé; intanto Ron, che ballando era scivolato accanto a
loro, sentendo parte della loro discussione, si stava rodendo dalla rabbia.
Poco dopo rintoccò la mezzanotte,
esattamente con l’ultima nota della canzone.
Tutti brindarono ad un Felice
Natale e fecero scoppiare un cracker* ciascuno.
Alla fine ognuno diede il proprio
regalo all’altro; Ron ad Harry non aveva preso nulla e fu alquanto sorpreso di
constatare che l’ex-amico, invece, aveva avuto il pensiero.
Si trattava dell’ultima edizione
del volume “Il Quidditch attraversi i secoli” che conteneva anche le ultimissime
e nuovissime acrobazie che si potevano fare sulla scopa, proprio come i grandi
campioni.
Ron borbottò qualcosa in risposta
al regalo ricevuto, appena fu sicuro che nessun membro della famiglia lo
sentisse:
-Grazie Harry, ma non dovevi…..
Io non ti ho preso nulla!-
-Non preoccuparti, è stato un
piacere- gli rispose sorridendo.
Ron gli rimandò un sorriso
incerto.
Harry poi si allontanò da lui per
raggiungere Hermione, che dopo aver distribuito i suoi regali, lo stava
aspettando con un bellissimo sorriso.
-Buon Natale, caro!-
-Eh, eh!Buon natale anche a te,
cara!-
-Ah, ah! Sembriamo una vecchia
coppia di sposi, Harry!-
-Già! Ma ora ti devo dare il mio
regalo!-
-Bene! Ma dov’è!-
-Mistero!- e detto questo la
trascino a capo tavola, che era tornata magicamente al centro della stanza,
davanti a tutti.
-Scusate tutti, dovrei dire una
cosa!-
Gli invitati si voltarono tutti
verso di lui.
-Volevo rendere ufficiale e
pubblico- e si girò versi la sue ragazza – il mio fidanzamento con Hermione!!!-
Lei lo guardò sgranando gli
occhi, molto sorpresa: non credeva che lui avesse mai avuto il coraggio di fare
una cosa simile.
-Visto e considerato che proprio
questa mattina mi ha accusato di vergognarmi di lei per non averlo mai
annunciato in pubblico!!!- poi le prese la mano e tirò fuori l’anello che quella
mattina le aveva comprato.
Era proprio bello, prezioso e
semplice, niente di troppo esibizionistico.
Ad Hermione apparvero delle
lacrime di commozioni, così lui l’attiro verso di sé per baciarla.
E qui partì un applauso e un
fischio di gioia, un po’ come quello che c’era stato un paio d’ore prima per
Percy; anche Ron fece finta di sorridere e applaudì, ma dentro stava soffrendo
molto.
Quando Harry la lasciò andare, i
gemelli e molti altri andarono a dargli una pacca sulla spalla per
complimentarsi: -Ben fatto, ragazzo!- gli disse il signor Weasley.
La moglie, invece era piombata su
Hermione:
- Oh cara!Che bella esperienza!
Sono sicura che sei molto felice, vero?-
-Si!-
-E poi Molly, guarda questo
anello è stupendo!!! Quanto vorrei avere un ragazzo altrettanto dolce!-
intervenne Tonks.
-Ma tu ce l’hai già! Il professor
Lupin mi sembra abbastanza dolce,per quello che lo conosco io- controbatté
Hermione, giusto per deviare un po’ l’attenzione da sé.
-Ma che dici? Io e Remus non
stiamo insieme!- rispose, ma arrossì vistosamente.
-Si si e io ci credo!- le disse
Hermione divertita, facendola diventare di un bel rosso pomodoro che faceva
letteralmente a pugni con il suo vestito.
******
C’era una cosa che Harry non
capiva; il signore e la signora Weasley erano i genitori di Ron, possibile che
non si fossero MAI accorti della sua cotta per Hermione e fossero andati a
congratularsi con lui, all’annuncio del loro fidanzamento?
Era molto strano; formulò due
teorie: o non si erano mai accorti di niente, o speravano in un eventuale
cambiamento di idea da parte di Hermione.
Sperando che l’ultima ipotesi non
accadesse mai, si avviò verso la sua stanza da letto; inoltre non era l’unica
cosa strana: c’era anche il comportamento ambiguo di Ginny.
Tutti gli ospiti se ne erano
andati e qualcuno con un tocco di magia aveva ripulito e sistemato tutto.
Dopo tre gradini, incontrò
Hermione che gli mise le braccia al collo e iniziò a baciarlo senza nemmeno
dirgli una parola.
Lui ricambiò subito e la fece
indietreggiare fino ad arrivare al pianerottolo più vicino; dopo di che, si
spinsero contro una parete e continuarono a baciarsi scivolando per terra e
senza dirsi niente.
Improvvisamente provarono le
stesse sensazioni che li avevano travolti quel pomeriggio.
Lui iniziò ad accarezzarla
dolcemente mentre lei gli baciava il collo e la spalla, rimasta scoperta dopo
avergli sbottonato i primi bottoni della camicia.
Improvvisamente nella testa di
entrambi passò lo stesso pensiero: non potevano farlo, con la mente ancora un
po’ annebbiata dalle bevande ingurgitate durante la serata.
Si staccarono immediatamente.
-Non ora- disse Harry con gli
occhi chiusi.
-Si- gli rispose lei con le
labbra gonfie.
Cadde uno strano silenzio, che
diede quasi fastidio.
-Senti…- iniziò lui-
-Si?-
-… ora è meglio che vada a
letto!!!-
-Oh! Certo!- annuì lei,
visibilmente contrariata –Credo sia meglio; anch’io…..-
-Si…-
-Allora buonanotte…-
-Si, buonanotte!-
-Buonanotte!- concluse Hermione,
fece per andarsene via, ma Harry l’attirò a sé e le diede un piccolo bacio a
fior di labbra.
Non appena si staccarono il
ragazzo, per giustificarsi di quel gesto, le disse:
-Te ne andavi senza nemmeno darmi
il bacio della buonanotte! E non si fa!-
-Oh! Hai ragione, scusa!- rise
–Ora posso andare?-
-Certo il bacio me l’hai dato!-
-Bene! Allora ciao!!!-
-Ciao!!!- le rispose.
Detto questo ritornò in camera
sua, dove Ron era già a letto.
Cercò di mettersi il pigiama più
silenziosamente possibile, ma non appena fu nel letto la voce del rosso lo
distrasse:
-Sembrava felice! Hermione
intendo!-
-Già, credo che lo fosse!-
-Senti….-
-Mi dispiace Ron, io non volevo
farti stare ancora più male, ma lei ci teneva che io ufficializzassi…-
-Si lo so, me ne aveva parlato!-
-Solo una cosa ok? Trattala bene
o dovrai vedertela con me!-
-Vedi io so che lei ti piace ma
io non so che….-
-La colpa non è tua ne di
nessuno; voi state insieme e io non vi devo mettere i bastoni fra le ruote.
Dimenticherò e troverò qualcun'altra. Mi dispiace solo di averlo capito troppo
tardi e di aver combinato questo macello.-
-Ron, come hai detto tu, non è
colpa di nessuno, nemmeno e soprattutto tua!-
-Si si!- sospirò -Ora ho sonno e
vorrei dormire. Ci tenevo solo a chiarire questa cosa con te! Buonanotte!-
-Buonanotte Ron!-
Quella notte, dopo tante, fu
leggermente migliore delle precedenti.
******
* i cracker dovrebbero essere, per chi non
lo sapesse, dei tubi di cartone che gli inglesi scoppiano a Natale. Fanno un
piccolo botto ed esce uno scherzetto e un regalino; insomma roba del genere.
Allora??? Che ve
ne pare? E il nuovo personaggio, Jessica, vi piace o no???
Le letture del chap precedente sono state 33
e ho ricevuto solo 2 recensioni, di conseguenza se la matematica non è
un opinione credo proprio che ben 31 persone non mi
hanno recensito!!!! Chi sono???
Vabbè scherzo però mi raccomando se
commentate mi rendete mooooolto felice!!!!
Grazzissimi a:
Angi: ma tu
cos’hai nella testa?? Non puoi avere un semplice cervello hai una mente
vulcanica sei piena di idee e…!!! Impossibile
spiegarlo a parole!!!
Prendi tutto come un complimento perché lo
è, anche se non ti posso dire il motivo!!!
Non so poi se hai ricevuto la risposta alla
recensione (veramente io ho risposto a quasi tutte quelle che mi hai lasciato!!!
Che poi tu le riceva non lo so [????]) ma per quanto riguarda le immagini se per
te non è disturbo mi piacerebbero!!! Grazie!!!!
Paddy: molto felice di
ricevere una tua recensione!!! Si anche a me è
piaciuto molto il chap del ballo, lo ammetto!!!
Tifavi per Ron?? Credo che tu non sia
l’unica!!!
Ma sono contenta che ti sia piaciuto anche
il precedente!!!
La mattina di Natale, l’intera
famiglia Weasley, Harry e Hermione trovarono una bellissima sorpresa ad
aspettarli: non appena aprirono le finestre, videro l’intero paesaggio innevato
e fu una visione che scaldò il cuore di tutti.
I ragazzi fecero colazione più in
fretta che poterono e poi corsero subito fuori a fare una battaglia a palle di
neve.
Le squadre erano formate dai
gemelli e Ginny da una parte e da Harry, Ron e Hermione dall’altra.
Il lato migliore, ovviamente, non
fu che il mitico trio vinse venti a cinque (Fred e George quel mattino erano un
po’ assonnati), ma che per la prima volta da tempo si trovassero alleati.
Ron sembrava molto preso dal
gioco: avvertì Harry di quattro o cinque attacchi che lo avrebbero potuto
cogliere di sorpresa e il ragazzo sopravvissuto, oltre che esserne estremamente
felice, non poté fare altro che ringraziare e contraccambiare il favore.
Hermione, infine, era felice come
non mai ed effettuò un paio di tiri niente male che andarono a colpire in piena
faccia Ginny.
Qualche ora più tardi arrivò
Jessica con la Raily e i loro genitori; non appena vide i ragazzi che si
rotolavano nella neve, proruppe con la sua voce lagnosa: -Ma ve l’ha mai detto
nessuno che sembrate un branco di animali? La cosa più intelligente da fare con
la neve è un pupazzo!- concluse poi.
Fred e George finsero un attacco
improvviso di vomito.
-Probabilmente è dovuto al pesce
di ieri sera! Sapete, magari non era proprio freschissimo!!!- si giustificarono,
prima di andare a rifugiarsi in casa.
Ron si voltò verso Harry e
Hermione e disse a denti stretti:
-Oh si!!! Proprio intelligente
costruire un pupazzo che ora di stasera sarà già sciolto! Un’idea fantastica, mi
chiedo solo perché non è venuta in mente a uno di noi!-
I due ragazzi risero e Harry gli
rispose :- Beh noi non abbiamo mica il suo quoziente intellettivo, vuoi
mettere?-
-E meno male!- intervene
Hermione.
Ginny invece sembrava l’unica
interessata all’idea di Jessica, infatti disse:
-Oh Jessica, fortuna che sei
arrivata tu! Questi trogloditi non sanno nemmeno comportarsi civilmente!-
Ron, nell’udire quelle parole, si
voltò di scatto verso Harry, ma non disse nulla; forse che in Ginny c’era
qualcosa di strano non era una balla.
*****
L’ora di pranzo arrivo molto
velocemente e la signora Weasley aveva invitato di nuovo gli ospiti presenti la
sera prima alla festa della Vigilia; stavolta stettero a tavola fino alle
quattro di pomeriggio.
Ron era letteralmente allibito
dal comportamento di sue sorella: lei e Jessica sembravano due sorelle siamesi,
non si staccavano una attimo!
Una volta finito di mangiare
Harry si era alzato e stava per andare a riposare un po’ in camera sua, ma fu
fermato da un ragazzo alto dagli occhi azzurri e i capelli rossi.
-Scusa Harry ti posso parlare?-
gli chiese Ron.
-Certo- gli rispose, speranzoso
che la sua conversazione non fosse qualcosa del tipo:
-Sono stato gentile stamattina,
ma non esaltarti!- oppure –lo faccio solo per non litigare con Herm-
-Senti…- iniziò, molto titubante
–oggi mi sono accorto che…. Si beh… che Ginny è molto strana, insomma…. In
circostanze normali una come Jessica l’avrebbe marchiata come “persone da cui
stare alla larga” ma a quanto pare questa…-
-Non è una circostanza normale!-
concluse Harry, il quale proseguì dicendo –A me pare però di averti avvertito
qualche giorno fa, ma tu…-
-Si si lo so! Ti ho dato
praticamente del matto e mi dispiace, ma tu capisci che lei è mia sorella, io
voglio tutto il bene possibile per lei!-
-Lo immagino Ron, ma vedi se qua
sotto c’è un problema di….- poi si fermò.
Aveva progettato delle teorie con
Hermione: Voldemort la stava possedendo, ma era da scartare perché era alquanto
irreale; Malfoy stava facendo la doppia faccia e….
Un momento Malfoy!
Harry si sbrigò concludere la
frase con Ron.
-Si… un grosso problema non credo
che né tu né io potremo fare molto, dovremmo parlarne con qualcuno!-
-Si! Vediamo solo come vanno
avanti le cose se non migliorano magari accenniamo qualcosa a Silente. Ok?-
-Trovo che sia un’ottima idea! Oh
guarda dovevo dire una cosa ad Hermione per l’anello! Non lo deve bagnare sennò
si rovina. Ciao!-
-Ciao.- gli rispose in tono
piatto.
-Sei un imbecille!!! Una scusa
talmente cretina per andartene solo tu la potevi trovare!!!- pensò tra sé.
Quel pomeriggio, tuttavia, non
si fece vedere da nessuno, passò il giorno di Natale chiuso nella sua stanza a
pensare.
-Quanti avvenimenti strani
stanno succedendo; sogno che i miei migliori amici vengano uccisi e qualche
giorno dopo Malfoy mi viene a dire che non è solo il risultato della mia mente
pazza, ma è un progetto che quel bastardo di Voldemort sta progettando di
realizzare davvero.
La cosa più strana è che quel
biondo testa-di-legno non mi ferma più per dirmi le sue solite battutine idiote,
ne per provocare i miei amici; ciò che mi incuriosisce di più è che mi sta
aiutando!
Lui dice che è perché si è
reso conto che suo padre viene trattato come un servo da Voldemort e non vuole
ritrovarsi a fare la sua stessa fine, però….
No! Prima di credergli devo
avere prove concrete della sua parziale trasformazione in buono.
In compenso c’è Ginny che ha
preso il posto di Malfoy; è davvero odiosa e non mi piace che frequenti quella
Jessica.
Ora che ci penso, Tonks e
Moody non erano molto contenti di sapere che Jessica sarebbe venuta qui, chissà
perché?
Un momento, se la Raily è la
cugina di Lupin, automaticamente anche Jessica lo sarà! Credo che chiederò
informazioni a lui.
Spero solo che Ginny non sia
andata a cacciarsi in guai più grossi di lei; ha solo quindici anni e non so chi
potrebbe aiutarla ora come ora.
Per quanto riguarda me….
Proprio in quel momento una
ragazza entrò nella stanza e si sedette sul letto accanto a lui: Hermione.
-Ciao!- esclamò Harry.
-Ciao!- gli rispose –sono venuta
a portare l’ordinazione che hai fatto!-
-Ah capisco! Si tratta del
servizio in camera, vero?-
-Esattamente! Che ragazzo
intelligente, non se ne si trovano molti come te!- gli disse iniziando a
baciarlo sensualmente.
-Oh,oh Herm tu devi essere
impazzita, che stai facendo?-
Lei però non gli rispose e iniziò
ad approfondire il bacio.
Lui ricambiò subito e stettero
così per diversi minuti.
Poi lei si staccò e lo guardò
negli occhi.
-Senti che ne dici se scendiamo
in giardino? Sono appena rientrata e c’è un tramonto magnifico; mi piacerebbe se
potessi vederlo anche tu-
Lui le diede un dolcissimo baci a
fior di labbra:
-Non mi perderei un tramonto
insieme a te per niente al mondo, Herm!-
-Bene!- gli rispose e lo prese
per mano conducendolo verso il pianterreno.
Uscirono nel giardino tutto
imbiancato di neve.
C’era solo una poltrona e dopo
essersi seduto Harry invitò Hermione ad accomodarsi sulle sue gambe.
-Grazie caro!- gli disse
sorridendo.
Era un bellissimo silenzio
ovattato quello che li circondava, faceva venire voglia di addormentarsi solo
per fare qualche sogno piacevole; davanti a loro era situato un altissimo abete
che coperto di bianco esaltava ancora di più la sua imponenza.
Mentre nel cielo si espandevano i
colori del sole che tramontava: era tutto incantato, sembrava di trovarsi in una
favola.
-Sai- iniziò Harry –quando sono
triste salti sempre fuori tu, che mi riesci a risollevare il morale, come fai?-
le disse guardandola, mentre i suoi capelli con la luce del sole prendevano un
bellissimo colore ramato.
-Eh! Se ti dicessi i segreti del
mio mestiere perderei un sacco di clienti!- gli rispose lei scherzando.
-Perché? Hai anche dei clienti?-
-E certo! Credevi di avere
l’esclusiva?-
-In realtà si!- rispose ed
entrambi si misero a ridacchiare.
-Quello che ti posso dire però-
riprese Hermione dopo un paio di minuti di silenzio –è che tu sei il mio cliente
preferito! Solo tu baci così bene!-
-Ah si?-
-Si!-
-Bene! Allora è venuto il momento
di farmi valere!- e detto questo le prese il viso tra le mani e iniziò a
baciarla.
******
Era ormai buio e iniziava a fare
freddo. Si era alzato un vento gelido che penetrava nelle ossa e non se ne
andava più.
Harry e hermione decisero di
rientrare altrimenti si sarebbero congelati e sempre per mano iniziarono a
salire le scale, diretti alla camera del ragazzo.
Arrivati al pianerottolo lui le
confidò un segreto.
-Sai che sogno faccio da qualche
mese?-
-Oh ti prego non ancora minacce
di Voldemort!- esclamò lei un po’ spaventata.
-No no Voldemort non c’entra o
almeno me lo auguro…. Sogno un lago, credo sia quello della scuola e in riva ci
sono due persone che discutono mentre il sole sta tramontando. Secondo te ha un
significato?-
-Ogni sogno che fai tu Harry
Potter ha un significato e se dici che è un po’ che lo fai ce l’ha di certo!-
-Ok ma…. Qualche idea?- disse
mentre le dava teneri baci sul collo.
- Mah non lo so…. Ci devo
pensare!-
-Va bene pensaci- le rispose,
mentre continuava a sottoporla alla sua dolce tortura.
-Harry, dai!!! Smettila e se
passa qualcuno?-
-Che mi dica qualcosa, poi gli
risponderò a dovere- disse lui risoluto.
-Ok, ma…. No andiamo in camera
mia!-
-Va bene!-
Così camminarono fino alla camera
della ragazza, ma non appena aprirono la porta vi trovarono Ginny, con le
braccia incrociate, come se li aspettasse.
-Ciao!- disse loro.
******
-Oh ragazzi è una tale bella
notizia!!! Sono sicura che la mia bambina ne sarà molto felice!!!- stava
esclamando la signora Weasley nella cucine di Greamuld Place.
-Si ci ho pensato un po’, ma poi
mi sono detta “Quale posto c’è di più sicuro?”, tanto più che la potrò avere
sotto il mio controllo…. Sa la in Bulgaria… E’ lontana e i miei genitori come ha
potuto notare non sono proprio dei ragazzetti, quindi ho realizzato che sarebbe
un’idea accettabile.- le rispose la Raily.
-Ma certo, ma certo che lo è!!!
Lei va al sesto, Silente le farà fare lo smistamento prima che ricominci la
scuola…. Ginny farà i salti di gioia, senza contare che ci sono anche Harry, Ron
e Hermione che avendo la sua stessa età la potranno aiutare ad ambientarsi
meglio…. Non che ad Hogwarts ce ne sia bisogno, sa sono tutti molto gentili!-
-Si! Anche per questo Jessica mi
ha quasi scongiurato di iscriverla a questa scuola e poi è anche una delle
migliori scuole del mondo magico!-
Ron, che aveva ascoltato la
conversazione, fece cadere i piatti che stava portando e rimase come
paralizzato: Jessica a scuola con loro? Non poteva esserci nulla di peggio!
-Ron caro, che stai combinando?-
gli domandò sua madre preoccupata –Non hai mai fatto cadere nemmeno un
bicchiere!-
-Beh c’è sempre una prima volta
Molly- esclamò sorridente Donna.
-No! E’ che…. Sono scivolato e
per non cadere io mi sono caduti i piatti, mi dispiace!-
-Ma allora oggi non stai troppo
bene; con la magia li posso riparare!!!-
-Bene allora!-
-Ah Ron ho una bellissima notizia
da darti; Jessica verrà ad Hogwarts con voi e se finisce anche lei al
Griffondoro entrerà nel vostro gruppo vero?-
-Non lo so, dovrei chiedere ad
Harry e Hermione, anzi….. vado proprio a dirglielo! Ci vediamo!-
-Ah la presa proprio bene il mio
bambino, vede?- domandò la signora Weasley alla Raily.
-Si!- le rispose,anche se un po’
incerta.
-Sono sicura che andrà al
Griffondoro ci vanno tutti i migliori-
-Speriamo allora che mia sorella
sia una delle migliori-
-Ma certo che lo è!-
-Si!-
Un uomo entrò in cucina e non
appena vide le due donne disse:
-Donna, come puoi permettere che
Jessica….?-
-Lo faccio per tenerla sotto
controllo, Remus!-
-Ma sai benissimo che…-
-Si lo so, non sono stupida!-
-Non l’ho detto infatti, voglio
solo farti capire che non mi sembra appropriata una scelta del genere; io
personalmente l’avrei lasciata dov’era!-
-Ecco Remus! E’ quello che
avresti fatto tu, non io!E poi ci sarà anche Silente, stasera stessa gli parlerò
di tutto e sono sicura che saprà che fare lui.-
-Fa come vuoi, ma se succederà
qualcosa ai ragazzi riterrò te direttamente responsabile!-
-Fa come vuoi!- e detto questo
si girò e se ne andò.
La signora Weasley aveva in viso
un’espressione confusa e si girò di scatto verso Lupin.
-Ma di cosa stavate parlando
Remus?-
-Niente Molly, una stupidata!-
-Non mi sembrava tale!- lo
rimproverò lei.
-Anche se non lo sembrava lo era,
Molly- le rispose duramente, come se volesse invitarla a farsi gli affari suoi.
-Va bene non voglio obbligarti a
dire qualcosa che non vuoi dire, ma una cosa vorrei capire e credo di averne il
diritto. Mi è sembrato di capire che i ragazzi passano qualche pericolo,
giusto?-
-Ho sbagliato io. C’è solo una
persona che potrebbe trovarsi nei guai, non i ragazzi, tranquilla-
- Ah! E chi è…-
-No Molly, ti ho detto tutto, non
posso aggiungere altro!!!- Buona sera!-
******
Ginny si avvicinò ad Harry e
Hermione e li guardò con odio.
-Ma non vi vergognate a stare
insieme alle spalle di Ron- domandò.
-No!- rispose Harry secco.
-Noi non abbiamo fatto niente di
male e certamente non abbiamo fatto nulla alle spalle di Ron, anche se a
pensarci bene a te non dobbiamo nessuna spiegazione di quello che facciamo
perché noi siamo fidanzati se non lo hai ancora capito!- esclamò Hermione con
talmente tanta rabbia e coraggio che Harry ne rimase molto stupito.
-Oh, immagino, non preoccupatevi,
se il vostro timore è che io possa andare in giro a tappezzare i muri con i
vostri piccoli segreti vi sbagliate, non vi immaginate nemmeno di quanto non me
ne freghi niente.-
-Immagino che dopo questa uscita
noi dovremmo ringraziarti con tutto il nostro cuore, vero?- domandò il ragazzo
sarcastico.
-Non sono i vostri ringraziamenti
che voglio!-
-E allora cosa vuoi Ginny? Perché
ti comporti come se ci odiassi? Che cosa ti prende? Sei diventata crudele con
noi, che ti abbiamo fatto? E poi di quale segreto parli?-
Dopo l’ultima domanda cadde il
silenzio, rotto poi solo dalla rossa che riprese:
-Non glielo hai detto vero Harry?
Non hai detto niente alla tua tanto amata Hermione- gli disse in un sibilo.
-Non capisco cosa avrei dovuto
dirle?-
-La discussione Harry, la
discussione che hai avuto con Malfoy sotto quell’albero! Erano argomenti molto
interessanti te lo assicuro Hermione!-
-Piantala! Se Harry ti sta
dicendo che non sa di cosa parli vuol dire che è vero!- esplose la ragazza -In
compenso… Rispondi alla domanda: cosa ti abbiamo fatto di male?-
-Credi quello che vuoi credere
Hermione, e comunque… Niente! Forse è proprio perché non mi avete fatto niente
che ho certe reazioni, non trovate?-
-Ci stai accusando di averti
trascurata? E’ questo che vuoi dire?-
-Ma che brava Herm, si questo
che voglio dire! Ve ne è interessato talmente tanto di me in questo periodo che
non sapete nemmeno quello che ho fatto, le mie esperienze, le mie sensazioni;
voi non sapete niente di me! Poi si da il caso che sono venuta a conoscenza di
certe cose che…. E ora vale di nuovo il nostro discorso Hermione- concluse in un
sibilo.
-Ma…- iniziò Hermione, non poté
finire però, perché Ginny si girò e se ne andò via.
Seguì un lungo e profondo
silenzio che avvolgeva l’intero corridoio.
-Che voleva dire secondo te?- le
domandò Harry.
-Che si è sentita trascurata da
noi! Ma secondo te è vero?- domandò Hermione colpevole.
-Non so, non credo.... Infondo
fino ad Hallowen lei è sempre stata tua amica, è lei che poi non ha più voluto
parlarti, no?-
-Si beh…. In parte è così!-
-Cosa vuol dire “in parte è
così”?-
-Te lo ricordi quel giorno che
abbiamo avuto la lezione di cura delle creature magiche dove abbiamo visto gli
Stridelli?-
-Ti assicuro che non potrei
dimenticarmelo!-
-Bene! Allora ti ricordi anche
che quella mattina ti dissi di aspettarmi perché dovevo parlare con Ginny,
vero?- domandò speranzosa.
-Si che mi ricordo, abbiamo avuto
anche una discussione perché tu…-
-… non volevo dirti che cosa mi
aveva detto lei!- completò Hermione.
-Esatto!- annuì Harry.
-Ora invece te lo devo dire per
forza! Dunque –e si fermò per riprendere fiato –Ginny mi parlò dei sentimenti
che Ron prova per me e fin qui….-
-Nessuno problema, perché
immagino che ci sarai arrivata anche tu, vero?-
- Certo, non sono stupida; ma già
da quel giorno Ginny aveva un comportamento strano come se…-
-Come se…- la incoraggiò il
ragazzo a proseguire.
-Come se mi stesse minacciando
“lascia Harry o te la farò pagare molto cara!!!” questo mi ha detto; e poi non
so se lo hai saputo ma la sera in cui io e te ci siamo messi insieme lei e Dean
si sono lasciati!-
-No, non lo sapevo, ma che
c’entra questo?-
- C’entra che…. Oh Harry ma ti
devo spiegare sempre tutto?-
-Si, quando è necessario!-
mugugno lui in risposta.
Lei fece per aprire la bocca per
rispondere, quando Ron apparve dall’angolo del corridoio.
Camminava velocemente nella loro
direzione, i capelli tutti scombinati e la viso teso e preoccupato.
-Ragazzi! Meno male che vi ho
trovati!-
-Che c’è Ron che è successo?-
-O Dio è una catastrofe! Allora
vi sarete accorti che quella Jessica, insomma….-
-Non ti piace affatto!- esclamò
Harry.
-Ecco! E se vi conosco abbastanza
so che per voi è la stessa cosa!-
I due annuirono.
-Bene! Quale sarebbe la cosa
peggiore di tutte?-
-Mah! Forse dovercela sopportare
per lungo tempo,come ad esempio a scuola- provò Hermione.
La faccia del rosso divenne
lugubre e i due capirono che la ragazza aveva fatto centro.
- Jessica, dovrà venire ad
Hogwarts con noi?- chiese Harry sottovoce.
Ron non riuscì nemmeno a dire
“si”, si limitò ad annuire.
-Oh no! Ma è orribile!-
-Ragazzi parliamoci chiaro: parte
del cambiamento di umore di Ginny è anche causa di quella megera. E vi dirò di
più…- abbassò il tono di voce -…. Mentre salivo, ho sentito Lupin che urlava
alla Raily….- e raccontò loro della litigata tra Remus e Donna.
-Interessante! Molto
interessante!-
-Hermione per favore piantala di
fare l’enigmistica e dimmi, cosa c’è che ti interessa così tanto?-
-Ma non capisci? Ci deve essere
qualcosa sotto! Qualcosa che si è tenuto nascosto, se nemmeno tua madre sa
nulla!-
-Ma no! E come ci sei arrivata?-
le domandò Ron sarcastico.
-Qui ci vuole qualcuno che parli
con Lupin, che sappia tirargli fuori le parole, qualcuno come…-
-Stiamo pensando alla stessa
persona?-
-Molto probabilmente!-
-Se non vi scoccia vorrei capire
anch’io di chi state parlando!- intervenne Harry.
-Ma non è ovvio?-
-No!-
-Di te, sciocco!-
-Ah! E… Perché proprio di me?-
-Perché almeno siamo sicuri che
riuscirai a fare parlare Remus, no?-
-E dai Harry! Dov’ è finito il
tuo spirito di avventura?- lo implorò Ron.
Davanti alla richiesta del
vecchio amico, Harry non poté fare altro che sciogliersi.
- D’accordo, datemi mezz’oretta
che vado in cucina, a quest’ora è sempre là da solo che prende il tè!-
-Bravo ragazzo- gli dissero i due
amici all’unisono.
-Se se!!!- disse il ragazzo
sopravvissuto, prima di scomparire per le scale.
******
Harry entro nella cucina di
Greamuld Place e come aveva immaginato vi trovò il suo vecchio professore di
Difesa contro le Arti Oscure.
Sembrava ancora più malandato del
solito, era evidente che fosse molto stanco; ma perché poi? C’erano appena state
le festività!
-Professor Lupin mi scusi….-
iniziò il ragazzo.
-Oh ciao Harry, è da un po’ che
volevo parlare con te!- gli rispose cortesemente.
-Sono qui no?-
-Già- annuì sorridendo.
-Dimmi che c’è? Sei venuto a
cercarmi.-
-Ah! Volevo chiederle….- si
bloccò. Con quale sfacciataggine poteva andare a fargli delle domande su cose
che non lo riguardavano?
- Si?-
Ormai aveva iniziato tanto valeva
continuare.
-Volevo sapere a che cosa si
riferiva prima, quando stava litigando con la Rai…. la professoressa Raily – si
corresse subito –a proposito del fatto che se Jessica fosse venuta a scuola con
noi sarebbe stata un pericolo?-ci pensò su e poi aggiunse -Si qualcosa del
genere.-
Lupin non rispose si limitò a
puntargli contro uno sguardo gelido che lo trafisse, lasciandogli dentro una
sensazione di freddo pazzesca.
-Harry- disse guardandolo
–immagino che tu abbia il diritto da saperne il motivo e per questo te lo dirò;
ne hai passate tante e ho saputo da Silente che tu sai della profezia, vero?-
domandò guardandolo con occhi tristi.
Un’altra ondata di gelo colpì il
ragazzo sopravvissuto che annuì e fece un cenno all’uomo per invitarlo a
continuare.
-Mi dispiace, ma sappi che tutti
noi ti saremo sempre vicini, qualunque cosa accada. Ed è per questi motivi che
ti reputo abbastanza maturo per sapere tutta la verità, anche su Jessica-
continuò.
-Ma.. Mi devi promettere che ciò
a cui verrai a conoscenza in questa stanza, qui rimarrà e nessuno, ripeto
nessuno dovrà mai sapere niente! Nemmeno Ron e Hermione.-
-Lo prometto- disse il ragazzo
incerto, ben sapendo che i suoi due amici lo avrebbero martellato di domande, a
cuoi lui però non avrebbe potuto rispondere.
-Bene! Accomodati Harry, perché
ciò che stai per sentire è la storia di una vita!-
Detto questo iniziò il suo
racconto, mentre fuori una tempesta di neve avvolgeva la fredda città di
Londra.
*******
Ciao a tutti!!!
Ecco il dodicesimo chap!!!
Se
vi dico che io sono pazza mi credete? Fatelo, perché avevo scritto questo chap,
poi una sera ero mezza rincretinita (solo mezza eh!) e l’ho eliminato!!!!!
Brava ale mi sono detta! Fortuna che l’avevo
salvato due volte, altrimenti oggi non potevo aggiornare!!!
Sono pazza!!!
Grandi ringraziamenti a:
Paddy:grazie
cara!!! Sono stata molto contenta di ricevere un’altra recensione e sono
felice che la ff ti piaccia!!! Per i genitori di Ron… Non so magari poi scopri
qualcosa!
Ciao un bacione-one-one!!!
Marco: scoprire che sei ancora vivo
mi ha riempito di gioia!!! Era da più o meno 5 chap
che non ti facevi sentire eh??? E io che credevo mi avessi abbandonata!!! Per
quanto riguarda Malfoy… continua a seguirmi!!! Ciao ciao!!!
Angi : oddio sono commossa!
Tutti i complimenti che mi hai fatto nella ff che
ti ho dedicato mi hanno riempita di gioia e sono rimasta con il sorriso stampato
in faccia per tutta la giornata!!!
Comunque
ora ti do la mia mail (visto che come avevi previsto me la stavo dimenticando,
ma che vuoi la testa non c’è più!!!). Ciao cara e grazie di tutto!!!!!
Capitolo 13 *** Margareth, Fiore della Mia Sfortuna ***
MARGARETH,
FIORE DELLA MIA SFORTUNA
Il ritorno ad Hogwarts fu più
difficile di quanto i ragazzi si aspettassero.
I professori erano convinti che
loro non erano dotati della preparazione adeguata per sostenere gli esami, e
così via…
Con una valanga di compiti che
sarebbe stata sufficiente a tenerli occupati per un mese intero!!!
La Mc Granitt aveva affidato loro
ben tre capitoli del libro di Trasfigurazione da riassumere, con gli esercizi
relativi, naturalmente.
Piton era riuscito a rendere
furibonda anche Hermione, affidando la sperimentazione di complicatissime
pozioni con le relative relazioni.
-E’ impossibile riuscire a
preparare questa “roba” nel giro di tre giorni. Nemmeno con una girotempo ci
riusciremmo!!!- aveva esclamato la ragazza alla fine della lezione.
L’unica che sembrava essersi un
po’ contenuta era la Raily.
Nella sua ultima lezione, i
ragazzi erano venuti a conoscenza di una fantastica novità, senza contare il
fatto che avevano assistito ad una scenata inimmaginabile.
-Bene ragazzi! Da oggi passeremo
allo studio delle cose fondamentali- aveva iniziato l’insegnante –tutti voi
presenti in questa stanza avete deciso di intraprendere la carriera di Auror. Di
conseguenza impareremo una materia molto complessa, ma anche molto utile:
l’Occlumanzia.-
In quel preciso momento lo
stomaco di Harry si strinse dolorosamente in una morsa; credeva che solo Piton
fosse in grado di insegnare quella materia.
-Allora chi di voi conosce
qualcosa sull’argomento?-
L’intera classe si voltò verso
Hermione, sperando che come al solito lei conoscesse la risposta; ebbero
tuttavia una delusione, perché la ragazza era rimasta immobile al suo posto e
non sembrava voler accennare a muoversi.
A quel punto Harry capì: stava
aspettando che fosse lui ad alzare la mano. E cosi fece.
Il ragazzo sopravvissuto levò
leggermente titubante il braccio in aria, attirando molti sguardi stupiti dei
suoi compagni, mentre sul viso di Hermione appariva un sorrisetto.
-Si Potter, dimmi?- esclamò la
Raily.
- L’Occlumanzia serve a ….
Prevenire che qualcuno si intrufoli nella mente degli altri, o qualcosa del
genere!-
-Si esatto, serve proprio a
prevenire che qualcuno riesca ad entrare nella nostra mente e manipolarla a suo
piacimento. Dieci punti al Griffondoro!- esclamò contenta la professoressa.
-Dovete inoltre sapere che
l’Occlumanzia è una materia molto complessa e che in pochi sono in grado di
praticarla correttamente. Immagino che tutti voi sappiate che se un Auror deve
infiltrarsi in qualche gruppo di Mangiamorte sarebbe molto utile che sappia
difendere la propria mente, prima che il nemico riesca a scoprire le sue vere
intenzioni.-
-Mi scusi professoressa-
intervenne Harry che non era più riuscito a trattenersi –parlando con il
professor Silente ho saputo che uno dei migliori insegnanti di tale materia è
Piton, perché allora è lei ad insegnarcela?-
-Ottima domanda! Fino a qualche
mese fa non era obbligatorio insegnare questo nelle scuole, anzi era meglio
evitare, ma dopo ciò che è accaduto, capirete che è tornato un argomento molto
utile.
Per quanto riguarda me, sappiate
che nei miei studi io ho preso la specializzazione in Occlumanzia e credo sia
per questo che il professore Silente ha scelto me.-
-Quindi lei ci sta dicendo che se
un Auror può usarla per difendere la propria mente dalle infiltrazioni esterne
anche un Mangiamorte potrebbe tranquillamente farlo, vero? A questo punto un
traditore potrebbe essere qua senza che noi ce ne accorgiamo, giusto?- domandò
Jessica alla sorella.
-Certo signorina Raily è una
probabilità, ma non credo che sia facile ingannare il professor Silente!-
-Certo! Ma l’ha detto lei stessa:
basta essere molto in gamba!-
-Si non lo nego, ma ho anche
detto che è raro trovare qualcuno molto esperto in Occlumanzia, se non
impossibile!-
-Ma lei ha detto di avere la
specializzazione, chi ci assicura che sia del tutto affidabile?-
- Jessica- esplose a quel punto
la donna –non so dove vuoi arrivare a parare, ma ti consiglio di smetterla, stai
disturbando la lezione dei tuoi compagni!-
-Certo, mi scusi professoressa!-
disse semplicemente la biondina in risposta.
-Bene di conseguenza credo che…-
ma il resto della sua frase fu coperto dal suono della campanella, che
annunciava la ricreazione.
-Arrivederci alla prossima
lezione ragazzi.- disse cordialmente la Raily.
-Arrivederci a lei
professoressa!- risposero gli alunni in coro.
Una volta in corridoio tra gli
studenti del sesto anno iniziò a correre un chiacchiericcio interessato.
-A che bella scenata abbiamo
assistito, vero?- esclamò Hermione acida.
-Già. Ma se io fossi in Jessica
più che di sua sorella mi preoccuperei di Piton; se è vero che è così bravo in
Occlumanzia non gli ci sarà voluto molto per chiudersi le mente e impedire a
Silente di leggergliela, non trovate?-
-Non lo so… C’è qualcosa che non
mi convince, a te Harry?- domandò la ragazza.
-Si infatti; non credo che
Silente si sia fidato di Piton solamente leggendogli la mente, deve pur avere
fatto qualcosa d’altro!- rispose Harry pensieroso.
-Infatti, sarebbe scandaloso
scoprire una cosa del genere; specialmente per un mago dell’importanza di
Silente!- esclamò Hermione.
-Mah… pensatela come volete, ma
se Piton è il direttore di Serpeverde un motivo ci deve essere!!!- continuò
imperterrito Ron.
-Va bene comunque sia…- iniziò
Hermione dando un’occhiata all’orologio –… rischio di perdere Aritmanzia, ciao
ragazzi!-
-Ciao!- risposero i due.
-E cosa attende il nostro
futuro???- domandò sarcastico Ron.
-Spiacente amico, ma ti sei
appena dato la risposta!- sospirò Harry.
-Divinazione!!!- dissero i due in
coro.
Così si recarono di malavoglia
verso la loro lezione, che sarebbe stata noiosa come tutte le altre, se non di
più.
******
Era una serata buia, fredda e
annunciava tempesta!!!
Harry stava leggendo il suo libro
di trasfigurazione nel tentativo di studiarne il contenuto: la professoressa Mc
Granitt gli aveva detto di non aver ottenuto la completa sufficienza nella sua
materia e che sarebbe stato opportuno studiare di più.
E così ora eccolo lì: sdraiato in
una posizione alquanto scomoda, nel tentativo di concentrarsi.
Fatica del tutto inutile,
considerando che dalla Sala Comune del Griffondoro provenivano le risate dei
suoi compagni, i quali si stavano divertendo con i nuovo scherzi collaudati dai
gemelli Weasley.
Il ragazzo chiuse il libro di
colpo: era inutile non riusciva per niente a dimenticarsene.
Il discorso avuto con Lupin lo
aveva colpito nel profondo:
-Vedi Harry, Jessica e Donna
sono figlie di Margareth Raily, mia cugina.
Quella che loro chiamano
mamma, la donna che hai visto in questo giorni, non è altro che la loro
governante che ha adottato le due ragazze quando la loro vera madre è morta.-
aveva detto l’ex professore.
-Ah capisco… cosa vuol dire
che la loro vera mamma è morta?-
- Eh già- aveva sospirato
Remus –Si è suicidatali il giorno del primo compleanno di Jessica!-
-Mi dispiace- disse Harry –E
non si sa il perché di questo gesto così sconsiderato?-
-Oh si! Ma vedi Harry….
Jessica è nata esattamente il giorno dopo al tuo. Il primo agosto.
Quelli non erano tempi facili
e le condizioni in cui è nata…
Se ti raccontassi tutta la
storia ne resteresti enormemente shockato… no meglio evitare credimi!-
-Mi scusi signore, ma io ho
perso i genitori in una guerra, cosa c’è di peggio?-
-Come al solito hai ragione,
ma ciò non annulla quello che ho appena detto: è meglio evitare di raccontarti
tutto nei minimi dettagli, ma…- proseguì notando la nota di disappunto sul viso
del giovane -… posso dirti una cosa che però ti assicuro essere totalmente
sincera!- propose.
Harry lo aveva guardato
pensando: “In mancanza di meglio…” e Lupin aveva subito aggiunto:
-Jessica ha ereditato… come
dire? Dei poteri particolari, perché devi sapere che suo padre….
E per questo non è sicuro che
vada a scuola: a causa di certe cose, di cui lei è al corrente, potrebbe
decidere di…. Sappi solo che mia cugina era una donna molto vendicativa e che
sicuramente….-
“Meno male che mi ha
avvertito: mezze frasi! Di tre che ne ha iniziate, ne avesse completata una,
almeno per farmi capire qualcosa!” aveva pensato Harry tra sé!
Già, cosa c’era che non capiva?
Aveva degli indizi, ora bastava fare due più due!
Si, ma quanto faceva?
Certo l’ideale sarebbe stato
parlarne con Hermione ma c’erano due piccoli problemi: il primo era di aver
giurato di non farne parola con nessuno e lui, da bravo Griffondoro quale era,
non voleva mancare al suo giuramento; il secondo, invece, era proprio Hermione:
sicuramente lo avrebbe preso come un problema personale e non si sarebbe data
pace finché non l’avesse risolto.
Meglio evitare! Forse Ron….
Ma no! Sarebbe finito a
raccontargli le cose più complicate e inverosimili, mandandolo solamente in
confusione.
Allora chi…? Nel suo cervello
iniziò, improvvisamente, a formarsi un’idea fantastica, che sicuramente non gli
avrebbe causato alcun problema.
Sorrise inconsciamente.
Tutto d’un tratto nella stanza
entrò un Ron bagnato fradicio.
-Harry cosa ci fai qui da solo? E
in nome di Merlino!- esclamò sgranando gli occhi –Per quale accidenti di motivo
ridi come un ebete?-
-Perché vedi Ron… -iniziò Harry,
mettendosi a ridere definitivamente -… si da il caso che in questo momento tu
sia più simile ad un pulcino che ad un ragazzo!-
E aveva ragione: il rosso aveva
tutti i capelli bagnati e scombinati; i vestiti inzuppati d’acqua erano tutti
appiccicati al suo corpo, mentre le calze….
Meglio evitare di descriverle.
-Dai vieni giù! Io, Seamus e Dean
stiamo facendo una guerra con i “gavettoni magici Weasley”; è troppo divertente;
vieni?- propose tutto felice.
Harry decise di accettare di buon
grado la proposta fatta dall’amico: dimenticarsi per un po’ dei suoi problemi
era una grande idea!
*******
Quella notte la luna
non brillava nel cielo; era stata oscurata da tante nuvole che annunciavano un
sicuro temporale.
La certezza che aveva travolto
molti maghi era che non si trattava solo di una semplice condizione climatica,
ma di un problema che presto avrebbe interessato tutti!
******
-Ti renderai conto della grande
delusione che ho subito in seguito al tradimento del sangue del tuo sangue,
vero?
-Si mio padrone!- aveva risposto
l’uomo, inchinandosi.
Erano in una vecchia e logora
casa; anzi in realtà era un castello, situato in cima ad una collina.
La stanza era buia: le finestre
erano sudice, come d’altronde le tende e anche le pareti.
L’unica fonte di luce veniva dal
camino, davanti al quale era situato un vecchio tappeto bucato e una vecchia
poltrona consumata.
Vi era seduto un individuo dagli
occhi scarlatti, dal volto pallido e simile a quello di un rettile: Voldemort.
Le lunghe dita ossute erano
strette intorno ad un oggetto lungo e luminoso: doveva infatti essere di
metallo, perché la luce del fuoco risplendeva su di esso, creando tante ombre
luminose sul soffitto.
-Sarei disposto a fare qualunque
sacrificio per farmi perdonare!- aveva aggiunto l’uomo, con voce spenta e
terrorizzata.
-Ah ah!!!- era scoppiato a ridere
voldemort –Lucius Lucius, cosa dovrò fare con te? Non è un tuo sacrificio che
voglio, quello lo hai già fatto, ma io da te voglio una prova di lealtà!!!-
-Dica! Qualunque suo desiderio
verrà esaudito!- aveva aggiunto Malfoy, speranzoso che le cosa per lui non si
mettessero male.
-Allora- iniziò il mostro
–uccidilo!!!-
-Cosa?- chiese l’uomo che
evidentemente non aveva ben capito a cosa si riferisse.
-Uccidi Draco! Ha disonorato la
tua famiglia e mi ha tradito! Se è vero che tu sei il servo più fedele che io
abbia mai avuto ti chiedo solo: dimostramelo!
Niente di più. E poi volevi
dargli una punizione esemplare, ricordi me lo dissi tu? Hai paura?- lo provocò.
-Timore si, paura mai!- rispose
Lucius risoluto.
-Timore e per cosa mai dovresti
provarne?-
-E’ pur sempre sangue del mio
sangue!-
-Sangue che però ha tradito le
sue origini Lucius! –intervenne malignamente la creatura (NdA non mi piace
pensare a Voldemort come un uomo, per questo lo chiamo creatura) –Ed è per
questo che devi farlo tu: come gli hai dato la vita gliela toglierai. Lascio a
te la scelta; ora appoggerò l’arma sul tavolo- disse indicando l’oggetto che
teneva tralle mani e un tavolino che stava in piedi miracolosamente accanto a
lui– è una spada ed è esattamente quella che il nostro amico Potter ha usato per
uccidere il Basilisco; in questo modo terremo il detto “Serpeverde per
Serpeverde”.
Se decidi di fare ciò che ti ho
detto prendila altrimenti lasciala qui-aggiunse.
Lucius non poteva crederci: gli
aveva lasciato la libertà di scelta.
Dovette, però, ricredere subito,
perché Voldemort aggiunse con voce carica di risentimento:
-Ma sappi che se deciderai di
disobbedirmi capirò la verità sul tuo conto e te la farò pagare Lucius, a te e
alla tua famiglia, a cominciare da tuo figlio, quindi scegli attentamente,
perché tanto il piccolo Draco morirà comunque!-
-Posso andare ora?- domandò
Malfoy, pallido in volto.
-Certo! Buonanotte!- rispose
malignamente.
-A lei- aggiunse l’uomo con un
sussurro.
La creatura si voltò verso il
fuoco, per ammirare i suoi occhi brillare tralle fiamme.
Non sentì nemmeno il suo servo
uscire dalla stanza, ma quando si girò notò che la spada non c’era più.
Sul suo volto apparve così un
ghigno e disse con voce appena udibile:
-Codardo!-
Per poi lasciarsi cadere
stancamente sul suo giaciglio.
-Margareth fiore della mia
sfortuna vieni da me!-
Una giovane donna apparve
improvvisamente da una delle tante ombre della stanza; era vestita con il
classico abito e cappuccio da Mangiamorte.
Camminò lentamente nella
direzione del suo padrone per poi accomodarsi sulle sue gambe.
-Mi hai chiamata?-
-Si ho bisogno di te… Ho trovato
chi si occuperà di Potter, la mocciosa e Bellatrix, ho deciso di farle
collaborare, magari ne esce qualcosa di decente.
Non voglio che muoia, voglio che
si inchini al mio cospetto.
Ma il motivo per cui ti ho
chiamata è un altro…. Lucius.
La codardia che lo assale è
infinita, aveva talmente paura che non si è nemmeno accorto dello scherzetto che
gli ho giocato!-
-Si ero qui, nascosta ma c’ero,
ho sentito!-
-Allora avrai capito che la spada
che gli ho dato è quella di Griffondoro; solo un vero discendente della sua casa
avrebbe potuto impugnarla!
Lucius non è degno né di
Griffondoro, né tanto meno di Serpeverde!
Con la sua personalità sarebbe
dovuto finire a Tassorosso!
Draco, invece, mi ha sorpreso: ha
avuto il coraggio di sfidarmi. So bene il rancore che provi versi i Malfoy:
hanno distrutto la vita della tua famiglia!-
-Già!- aveva esclamato la ragazza
con rabbia, conficcandosi le unghie nella giovane carne delle sue mani -Ogni
volta ero costretta a vedere mia madre che piangeva per non aver potuto darci il
futuro che sognava; e la colpa è di Lucius, che l’ha usata, illusa e gettata
via, come si fa con un elfo domestico quando non ce n’è più bisogno!-
-Non temere bambina, Narcissa non
mi ha mai amato, anzi ha sempre invitato il marito a tenersi lontano da me; l’ho
sempre ammirata quella donna, era ed è tuttora vera, non si è mai nascosta a
differenza di Lucius, che è il più grande farabutto in circolazione: arriverebbe
addirittura al suicidio per non dover fare fuori il figlio, per lui il sangue è
importantissimo, l’idea che un giovane purosangue venga eliminato gli fa venire
la pelle d’oca; l’ho avvertito dalle sue parole, dal passo lesto con cui è
sparito… Ah Lucius!- sospirò –Sono talmente tanti anni che lavora per me che
ormai riesco a capire quello che pensa senza nemmeno bisogno dell’Occlumanzia!
Mi risparmia molta fatica!
Per quanto riguarda il giovane
Draco, so bene che vuoi privarlo di tutto quello che lui ha potuto avere a
differenza di voi!-
La ragazza annuì, mordendosi le
labbra fino a farle sanguinare: - Meglio il niente piuttosto di qualcosa di
sbagliato!-
-Ah!- esclamò Voldemort –Vedi
perché andiamo d’accordo? Ragioniamo nello stesso modo!-
-Sai Ly si sta dimostrando molto
valida! La scusa che ha usato per arrivare a noi è stata fantastica!
-Veramente l’ha usata per
arrivare a me! Mi dispiace solo tradire la fiducia della mia sorellastra, ma
deve capire…
senza di te non potremmo
rivendicarci, io lo faccio per lei!!!- aveva esclamato con la voce carica di
rancore; ma nei suoi occhi si poteva intravedere un piccolo barlume di pazzia!-
-Bene Margareth! Molto bene! Sono
sicuro che da te non riceverò alcuna delusione, mi sembri decisa a continuare
fino alla fine!-
-Se lo sembro, forse è perché lo
sono!- disse lei.
-Bene è così che vi voglio, poi
magari potresti essere anche ricompensata- disse mentre le accarezzava
sensualmente la pelle morbida della coscia.
-Mi dispiace, ma io e te avremo
solo stretti rapporti lavorativi, niente di più!- esclamò la giovane mentre si
rialzava e si avviava verso la porta.
-Buona notte mio signore!- disse
infine uscendo.
-Buonanotte!- rispose il mostro
sotto voce.
- Margareth fiore della mia
sfortuna! Ah !- esclamò ridendo sadicamente –Puttana!-
******
Allora ciao a tutti amici miei, come vi va
la vita? A me potrebbe andare meglio!!! Per non divagare vi chiedo un parere:
come vi sembra il chap? Spero che non stiate facendo la coda ai bagni per
vomitare!!!!
Mi raccomando recensite e ditemi sempre
che pensate in modo che io possa migliorare! ^_________ -
Ringraziamentissimi:
Marco: ti capisco; infondo chi con il
lavoro e chi con la scuola siamo tutti un po’ impegnati, non trovi? Comunque
anche a me lo scorso chap è piaciuto, i bambini hanno fatto pace, ma….
Grazie di trovare un po’ di tempo per
lasciarmi delle recensioni sempre carinissime! Ciao!
Paddy: tesoro sarò ripetitiva, ma le
tue recensioni sono sempre un tocco sano per me!!!
Sono contenta che la ff inizi a farsi
interessante, spero che continuerai a seguirmi!!! Ciao!!!
Angi: hai visto che poi non ti ho
fatto aspettare troppo e ti ho detto quello che Remus ha detto a Harry (peccato
però che non si capisca molto, ah ah!!!).Comunque io credo che con te sarò
indebitata a vita: sei sempre gentile e generosa e non credo potrò mai
ringraziarti abbastanza!!! Grazie e ciao carissima!!!!
FraFra. tesoro ciao!!! Le tue due
recensioni mi hanno riempita di gioia!!! Dici che la ff ha preso una nota buia
eh? Mah non so… comunque a Jessica interessa Ron (come avrai capito) bisogna
vedere se lui ricambia…. Un bacione ciao!!! ^.^
Quella mattina era tempestosa,
proprio come avevano annunciato i nuvoloni della sera precedente.
Gli studenti di Hogwarts erano in
coma: evidentemente qualcosa aveva disturbato il loro sonno, non dovevano aver
dormito molto.
Harry era seduto al tavolo del
Griffondoro insieme ai suoi amici; mentre faceva colazione ci fu l’arrivo della
posta, ma niente per lui.
Un imponente gufo reale atterrò
al tavolo dei Serpeverde, ma Harry non riuscì a vederne il destinatario.
Hermione come sempre ricevette il
suo giornale e si immerse nella sua lettura.
Dopo circa un quarto d’ora alzò
lo sguardo e ripiegò la rivista: a quanto pareva non dovevano esserci novità dal
fronte di guerra.
Ron si alzò sbadigliando dal suo
posto e chiese: -Che si fa oggi?-
-Non saprei!- rispose Harry –Mah,
da quando siamo arrivati non abbiamo fatto nemmeno un saluto ad Hagrid , che ne
dite se andassimo a trovarlo?-
-Si è un ottima idea!- aggiunse
entusiasta Hermione.
Così i ragazzi andarono ad
indossare i mantelli e uscirono dalla scuola, affrontando una vera a propria
tempesta.
Arrivarono alla capanna del mezzo
gigante e bussarono.
Immediatamente il faccione
simpatico di Hagrid apparve da dietro la porta.
-Finalmente! Ci dicevo a Thor che
sareste venuti qui a trovarci!
Entrate ho fatto le brioche con
la marmellata.-
I tre ragazzi si accomodarono nel
loro posti preferiti davanti al fuoco, sperando vivamente che la cucina
dell’omone fosse migliorata.
-Allora avete conosciuto la nova
amica Jessica; ci parlate o ognuno a casa sua?-
-Beh Hagrid non abbiamo un gran
rapporto con lei! Sai è a Serpeverde! (NdA per chiarimenti leggete alla fine del
chap)-
-Ci ho detto a Silente che era
meglio non farla venire a scuola è pur sempre la figlia di…- tutti e tre
drizzarono le orecchie, sperando che si tradisse, ma ciò non accadde.
Hagrid si limitò a tossicchiare e
a cambiare discorso alla velocità della luce
-Beh e Ginny? Che mi dite della
piccola Weasley-
-Si da il caso che “la piccola
Weasley” abbia stretto amicizia con una bionda di cognome Raily e adesso non si
degna più nemmeno di salutare suo fratello che, non per essere pignolo, sono
io!!!- esclamò Ron furibondo.
-Capisco! Forse dovresti dirci
che vi manca e convincerla a tornare con voi, facendoci capire che una
Serpeverde è… come dire? Inaffidabile e troppo diversa dal tipo di amica che lei
cerca!- consigliò Hagrid.
-Cosa credi che non ci abbiamo
provato io, Harry e Herm? Le abbiamo detto di tutto e lei ci ha risposto “Ma che
vuoi, Serpeverde è una casa come le altre! E’ impazzita credimi!- concluse il
rosso con aria affranta.
-Ma forse tu e Harry siete due
ragazzi,a voi certe cose non le dice! Ma Hermione, con te ci ha parlato?-
domandò rivolgendosi alla ragazza.
-Si e ne stavo parlando qualche
tempo fa con Harry. Il nostro ultimo discorso risale a mesi fa, mi aveva solo
detto di…- ma si bloccò, perché Harry le aveva dato un calcio sulla gamba; non
gli sembrava il caso di dire certe cose davanti a Ron.
-Si insomma- disse intendendosi
al volo con il ragazzo –ha formulato un discorso un po’ difficile e senza senso,
quindi non ho capito molto!- esclamò infine.
Ron tuttavia aveva intuito
qualcosa, ma si limitò a corrugare la fronte e a tacere.
-Ok ragazzi! Capisco, mi
dispiace! Spero che prossima volta che ci parlerete, Ginny cambia idea! Ora devo
così… “cacciarvi” perché mi devo organizzare la lezione per domani: sapete il
terzo anno è molto curioso!-
-Va bene Hagrid, togliamo il
disturbo; è stato bello parlare con te e grazie per gli ottimi dolcetti- disse
Harry, mentre lui e i suoi amici si rimettevano il mantello e si avviavano verso
la porta.
-Niente e comunque: è sempre un
piacere avervi qua, ma mai un disturbo!-
-Ok ciao!-
E detto questo i ragazzi uscirono
dalla capanna per tornare al gelido parco della scuola.
Il lato positivo era che aveva
smesso di piovere e che le nuvole iniziavano a diradarsi, per lasciare posto ad
un timido sole.
Harry era immerso tra i sui
pensieri: “Hagrid sa qualcosa! E stava per farselo sfuggire ; qui va a finire
come al primo anno! Tanto prima o poi ce lo dovrà dire se è vero che Jessica è
talmente pericolosa e poi… Lei è la figlia di Margareth Raily ma chi è il padre?
E poi perché sia lei che sua sorella hanno preso il cognome dalla madre e non
dal… Un momento, ma se la loro paura è che Jessica possa essere pericolosa anche
Donna lo deve essere, è pur sempre figlia degli stessi genitori; quanto vorrei
parlare con Malfoy, è l’unico che può conoscere qualcosa di questa storia! Mi
piacerebbe sapere cosa ne pensa lui!”
-E tu che ne pensi Harry?- gli
stava domandando Hermione.
-Di cosa?- chiese lui, un po’
confuso: era talmente pensieroso da non accorgersi che la sua ragazza gli stava
parlando!
-Dei dolcetti di Hagrid
naturalmente! Ma dove hai la testa?- gli domandò lei.
-Mah Herm,- disse Ron pensieroso
-anche ieri sera era seduto sul suo letto e sorrideva come un idiota.- aggiunse
il rosso con un sorsetto.
-Ma smettetela!-esclamò divertito
Harry –stavo pensando che per la prima volta non ho dovuto mettere il rinforzo
ai denti per riuscire a mangiare le brioche di Hagrid!-
-Già!- continuò Ron –Visto che ho
ragione io? Si sta per sposare con Madama Maxime e quando lei ha scoperto le sue
doti in cucina gli ha dato delle dritte e poi… Cercate di capire anche lei
povera donna! Se mai avranno dei bambini, mica può rischiare di farli morire,
non trovate?-
Gli altri due scoppiarono a
ridere mentre si avvicinavano al portone della scuola.
Un biondo alto e molto magro, era
appoggiato alla fredda parete di marmo: li stava aspettando.
-Possibile Malfoy che non
possiamo andare da nessuna parte che tu ci segui sempre?- domandò irritato Ron.
-Vedi Weasley, non per niente la
mia parola preferita è “ombra”!- esclamò freddo il biondo, mettendo a tacere il
suo interlocutore.
-E comunque sono venuto per
parlare con Potter, di certo non per vedere te: sai non sei il mio tipo ideale!-
continuò.
Quella mattina i suoi occhi erano
ancora più freddi del solito; Harry intuì che doveva essere successo qualcosa.
-Va bene! Ron, Hermione andate
pure in Sala Comune! Io vi seguo tra cinque minuti!- disse Harry con decisione
ai sui amici.
-Si diciamo pure dieci minuti,
anzi un quarto d’ora!-aggiunse il biondo con un ghigno.
I due ragazzi con un cenno della
mano, salutarono il moro mentre leggermente confusi sparivano all’interno del
castello.
-Allora che cosa mi devi dire?-
-Ieri sera mio padre è rientrato
con una spada e ha detto a mia madre di farmi tornare a casa il più presto
possibile; “farò ciò che avrei dovuto fare già da molto tempo!” questo ha detto
mentre lucidava la sua arma!- esclamò Draco con voce strozzata.
-E allora? Ti vorrà parlare no?-
-Potter, so che con il cervello
limitato che ti ritrovi ci impieghi un po’ a completare un ragionamento sensato,
però non pensavo che ti riducessi a tal punto! E’ ovvio che mi vuole uccidere!
Deve essere andato dall’Oscuro Signore ieri notte, so che dovevano incontrarsi!
Quello
che non capisco è perché vuole farlo fare a mio padre; è il più grande codardo
in circolazione, ha paura pure della sua ombra, poteva chiederlo a qualcun
altro, so che sono entrati nuovi Mangiamorte nel gruppo, c’erano loro!
Secondo me deve fargliela pagare:
si è stufato di lui ed è già stato tradito una volta; al quarto anno, quando è
tornato, ha chiesto a mio padre perché non si era fatto imprigionare ad Azkaban
come Bellatrix.
È come se lo avesse tradito e non
vuole che accada ancora, sa troppe cose! Sa che non mi ucciderà mai: per i
Malfoy il sangue è troppo importante, mio padre non eliminerà mai uno delle
poche persone che possono portare avanti la dinastia dei Purosangue oltre che la
sua!-
-E allora che hai intenzione di
fare?- domandò il ragazzo sopravvissuto.
Il biondo voltò il viso verso un
raggio di sole che lo stava colpendo: i suoi occhi si illuminarono di una luce
mai vista prima.
-Io a casa non ci torno e
soprattutto non diventerò un Mangiamorte!
Magari parto, vado in Irlanda, in
America, ogni luogo è buono per poter stare lontano da qui!- esclamò.
-E tua madre? Ne hai parlato con
lei di questo?-
-No ho ricevuto la sua lettera
solo stamattina, ma come tutte le madri non vorrebbe che io venga ucciso non
credi?-
-Si!- disse Harry malinconico:
sua madre era morta per salvargli la vita.
-Sai, mia madre non mi ha mai
obbligato a prendere la strada che voleva lei per me; mi ha sempre incoraggiato
a seguire il mio percorso senza farmi influenzare da chi mi obbliga a seguire il
suo, senza farmi mettere i piedi in testa da chi mi guida.
Ha sempre voluto che io fossi
libero di avere i miei ideali, senza che altri mi obbligassero ad avere i loro,
e io……….- sospirò.
-L’ho
sempre reputata una pazza, fin da bambino, vedevo mio padre come la perfezione
impossibile da raggiungere e ho sempre cercato di assomigliargli il più
possibile. Ma ora, io voglio essere libero- esclamò con grinta –e se mio padre
me lo impedirà…- ma non concluse la frase.
-Te ne
andrai?- chiese Harry sotto voce.
-Può
darsi! A quel punto mio padre verrà ucciso; Voldemort se non ottiene quello che
vuole lo crederà un farabutto, anche se lo pensa già! Mi piacerebbe sapere chi è
il Mangiamorte che se ne occuperà, perché non credere che se ne occupi il
Signore Oscuro in persona!-
-Si lo
immaginavo!- esclamò Harry.
-Malfoy?-
-Mh?-
-Qualunque sarà la tua scelta,
sappi che in questi anni ho imparato una cosa fondamentale: mai vergognarsi di
chiedere aiuto! Non è un’azione di debolezza, anzi… Se un ragazzo, chiede aiuto
al suo peggior nemico, dimostra di essere superiori e di poter mettere da parte
i rancori che per tanti anni li ha divisi.
Io non ti chiederò di diventare
mio amico; siamo diversi e probabilmente ci sarà sempre una competizione tra
noi, ma non è obbligatorio che ci debba essere del male.
Non dobbiamo per forza escogitare
il miglior modo per farci soffrire a vicenda, non è giusto e non fa bene ad
entrambi.
Ma sappi solo che se avessi
bisogno di me, io ci sono!- disse e poi fece una cosa mai fatta prima: gli tese
la mano.
Dopo un’iniziale incertezza
Malfoy la prese con decisione.
-Grazie Potter; chi l’avrebbe mai
detto? Nel momento in cui io me ne vado trovo un insospettabile alleato!- disse,
mentre si spostava dietro le spalle di Harry.
-Cosa vuol dire che te ne vai? -
domandò, ma non ricevette risposta.
Quando si girò, infatti, il
biondo era sparito.
-Buona fortuna Draco Malfoy!-
disse sorridendo, mentre un fresco venticello invernale gli scombinava
dolcemente i capelli.
******
-E così il giovane Draco si è
rifiutato di tornare a casa!- aveva detto una voce macabra, appartenente ad un
mostro dagli occhi scarlatti: Voldemort.
-Si mio padrone!- rispose una
giovane donna -Almeno sono state le parole di Lucius!- aggiunse lei.
La risata gelida che ne seguì,
fece venire i brividi alla giovane, che si strinse maggiormente nel suo
mantello.
-Ah Margareth!-esclamò Voldemort
–Lucius ha una fervida immaginazione, ma la sua codardia lo affligge! Un
giovane ragazzo come Draco, dove credi possa andare se non a casa da mamma e
papà, che lo hanno sempre viziato come un principe? Invece no!- continuò sempre
più irato –lui decide di andarsene! AH! Questa è la balla più favolosa che abbia
mai sentito! Lucius! Non voleva ucciderlo! E per questo lo farai tu, vero mia
regina?-
-Con tutto il piacere possibile
Tom!-
-Quante volte ti ho detto di non
chiamarmi in quel modo Ma’?-
-Lo stesso numero di volte che io
ho ripetuto a te di non chiamarmi come Lucius chiamava mia madre!- rispose lei
arrabbiata.
-Ah ah! Vent’anni passati con i
Malfoy e sono diventato come loro! –
-No, mai!- rispose lei.
-Margareth… meraviglia per gli
occhi e disgrazia per l’anima… che ne pensi di un “uomo” tradito come me?-
-Penso che se Draco se ne andasse
non mi sorprenderebbe! Quel ragazzo ha grinta da vendere, non ha preso niente
dal padre!-
-Come ti ho già detto, Narcissa è
una donna molto coraggiosa e probabilmente, senza che il ragazzo se ne rendesse
conto, è riuscita a manipolarlo a suo piacimento!- (NdA Narcissa eh? Lucius
invece no, vero?)
-Capisco. Comunque nel momento in
cui Draco se ne dovesse andare, io lo verrei a sapere!- intervenne Margareth.
-Già, meno male che esisti! Oggi
è il tuo compleanno vero?- domandò e quando la ragazza annuì, lui fece una
sadica risata che echeggiò nel freddo della notte
–allora ho un bellissimo regalo
per te!-
-Il tuo adorato padre François!
Lo vuoi uccidere? Lo vuoi far soffrire? Fallo!-
In quel momento un uomo pelle
ossa, alto e non particolarmente attraente, uscì da una delle porte della stanza
circolare.
-Vieni François e guarda la
meraviglia che è diventata tua figlia!-
L’uomo si avvicinò alla ragazza;
la osservò per un po’, le girò intorno e poi le gettò le braccia al collo.
-Margareth fiore mio, non sai
quanto mi sei mancata in tutti questi anni!-
La ragazza tuttavia non stava
rispondendo all’abbraccio: aveva le braccia lungo i fianchi e il corpo rigido.
-É per questo che ti sei
accalcato nel cercarmi, vero?- domandò lei gelida.
-Margareth, perché non saluti
tuo padre come si deve?- le domandò Voldemort con finto stupore.
Lei tirò fuori la bacchetta, la
punto contro il padre, iniziando a pronunciare la formula magica: -Avada….-
Ma un lampo di luce la disarmò:
il mostro, infatti, le stava ora sorridendo con la bacchetta puntata nella sua
direzione.
-No! Non ucciderlo ci potrebbe
tornare utile!- esclamò -Coraggio Margareth, fai gli onori di casa e conducilo
nella sua stanza: la suite naturalmente!-
Margareth prese il padre per un
braccio e senza troppa delicatezza lo condusse verso la porta.
Non appena la giovane donna fu
uscita, Voldemort disse con voce appena udibile, tipica di lui:
-Molto utile!-
******
Era una nottata fredda, forse la
più fredda di quell’anno.
Un giovane ragazzo dai capelli
biondi aveva tirato fuori un piccolo fagotto di pelle.
Prese un aggeggio molto simile ad
un fischietto, lo portò alla bocca e soffiò.
Il suono che ne uscì era
delicato, ma talmente silenzioso da riuscire ad assordare anche le orecchie più
robuste.
In cinque minuti un animale nero
e alato gli si mostrò davanti agli occhi: era un Thestral (NdA alla fine….)
Draco montò sulla sua groppa
dell’animale e disse: -Buono Rudy, portami più lontano possibile da qui!-
La creatura obbedì subito e si
alzò in volo.
Era una nottata fredda, forse la
più fredda di quell’anno.
Un giovane ragazzo dai capelli
biondi aveva deciso che vivere sotto la dittatura di un padre codardo non faceva
parte del percorso della sua vita.
Fu così che abbandonò tutto: la
famiglia, la scuola, i suoi “amici” e il suo peggior nemico, che solo quel
giorno si era dimostrato la persona più fidata che lui avesse mai conosciuto.
Era una nottata fredda, forse la
più fredda di quell’anno.
Un giovane ragazzo dai capelli
biondi di nome Draco Malfoy sparì dalla scena “del cattivo” che gli era sempre
stata affibbiata, per lasciare il posto a qualcuno di più
meritevole.
******
Fan di Draco… Niente lacrime mi
raccomando!!!! Il nostro biondo non è morto e
soprattutto vi prometto che prima della fine della ff lo rivedremo (forse)!!!!!!
Se penso che quando ho iniziato la ff lo odiavo e ora sto quasi piangendo per
lui, anche perché io so tutto il suo futuro, quindi…..
Mi raccomando non vogliatemi
male e recensite!!!!
Vi posto questo chap di fretta:
devo andare a studiare Leopardi e domani interrogazione; sapete che gioia!
Grazzissimi a:
Marco:
ho rimpicciolito la scrittura fammi sapere se va
meglio!
Vuoi sapere che “persone” sono
quelle due? Beh anche a me piacerebbe saperlo! Ciao e grazie sempre per le tue
recensioni carinissime!
Paddy:
quattro parole: sono bastate a farmi sentire al settimo cielo!
Grazie, ciao, un bacio!
Lady86:si ti capisco: a volte io accendo il computer di sera
e riesco a tenere gli occhi aperti per miracolo (un po’ come in Tom & Gerry,
quando Tom doveva mettersi i bastoncini sugli occhi per tenerli aperti….)
Cmq sono contenta di averti
ritrovata e di sapere che mi recensisci, perché credimi: ogni vostro singolo
commento mi da sempre tanta forza!!!!
Ciao e grazie!!!!!
Angi:
stavo morendo d’infarto quando vedevo che passavano i mesi, gli anni…. Vabbè non
esageriamo, sono passati semplicemente tre giorni e tu non ti facevi ancora
sentire… avevo un punto di domanda sul faccino e le lacrimucce che volevano
uscire!!!! Ma poi tu sei tornata e allora sono
contenta!!! Le immagini eh? Ma
se per te non è disturbo mi piacerebbe ricevere quelle di Lily, perché a parte
sapere che ha capelli rossi e occhi verdi non si sa un granché, quindi mi
piacerebbe vederne qualche immagine …
Grazie per esserci sempre,
grazie per essere sempre gentile con me, grazie per avermi dedicato un chap
della tua storia bellissima (ragazzi andate tutti a leggerla il titolo è “Non
ti lascerò mai sola”)…. Insomma, grazie per tutto!!!!!Ciao cara!!!
Devo dire alcune cose che penso
siano importanti (almeno per chi legge la ff).
Questo chap lo posto oggi per
miracolo, ma poi non ci risentiremo più per due o tre settimane…
Causa? Il 28 febbraio parto per
Parigi e torno il 4 marzo e come potete ben immaginare mi sarà impossibile
scrivere nuovi chap;so benissimo che da oggi a quel giorno c’è un sacco di tempo
(una settimana), ma gli ultimi due chap sono stati molto corti, più di quanto io
volessi, quindi sto scrivendo un bel (spero) chap lungo e dove si dovrebbero
capire delle cosucce, ma non dico di più…. Il problema è che ho poco tempo causa
verifiche e vado avanti una riga al giorno!!! Trovo conforto solo per un paio
d’orette dove leggo le vostre ff (mi salvate!!!)
Ciao ciao, spero proprio che per
questo chap vada meglio e commentiate in molti….
A tutti i ragazzi che non
recensiscono mai: lasciatemi un commento, s’il vuos plaît, sono molto triste se
non lo fate, pur vedendo che le letture della ff sono molte; capisco che perdere
tempo con una mezza pazza come me è fuori discussione, ma io faccio i salti di
gioia appena mi accorgo che ho ricevuto un solo commentuccio!!! E poi potete
dirmi di tutto, soprattutto consigli su come scrivo, io quest’anno ho gli esami
e se voi mi deste un aiutino a migliorare io ve ne sarei grata per
l’eternità!!!! Ciaux!!!!!
NOSTALGIA
La mattina seguente era fredda e
nostalgica; qualcosa doveva essere cambiato radicalmente.
Harry e Ron si erano svegliati
tardi: la sera prima l’avevano passata a stilare una classifica delle ragazze
più belle della scuola; morale, Hermione era la prima seguita da Jessica.
Nonostante, infatti, fosse una
ragazza quanto mai odiosa, era davvero molto bella -Peccato si rovini con quel
carattere del cavolo!- aveva esclamato Ron.
La conseguenza peggiore fu che
durante le prime due ore di quel gelido mercoledì, c’era Piton con le sue amate
pozioni.
-Ecco, due ore a mescolare
schifezze per ottenere intrugli che al 99% proverà sulla pelle di Neville!-
aveva detto Ron.
Il rosso quella mattina sembrava
estremamente scontroso; aveva risposto male perfino ad Hermione, quando lei gli
aveva chiesto cortesemente di passargli il latte.
La conseguenza migliore, invece,
fu che Malfoy non era presente alla lezione e di conseguenza i Serpeverde, non
essendo più capeggiati dal loro Leader, non si divertivano a deriderli come
sempre.
Il problema in realtà appariva
ben più grave, ma nessuno dei Griffondoro fu così stupido da andare da un loro
compagno verde-argento per chiedere informazioni: non svegliare il serpente che
dorme.
Anche Piton era molto pallido,
più del solito veramente e durante quella lezione si limitò solo a spiegare una
pozione presa a caso dal libro che aveva sulla cattedra; la cosa molto strana,
fu che il volume in questione era del primo anno, lo si capiva dalla sua
semplicità.
Tuttavia Neville riuscì a
combinare comunque un disastro e Piton fu costretto non solo a ripulire tutto,
ma anche ad affiancarlo a Ludmilla Fluì, una Serpeverde che stava emergendo solo
ora per le sue fantastiche doti nel dosaggio degli ingredienti.
Fu proprio questo che iniziò a
preoccupare Harry: Piton che aiutava Neville? Fatto mai verificato prima!
Al suono della campana il ragazzo
sopravvissuto era indeciso se andare a parlare con Silente, con Piton o con
Jessica, che essendo una Serpeverde sapeva di certo la causa di quelle
stranezze.
Scelse l’opzione più semplice.
Non appena la vide alzarsi dal
suo posto per dirigersi verso la porta, prese con forza la ragazza per un
braccio e la voltò verso di sé: lei sorrise e sospirò.
-Immaginavo che venissi a
fermarmi: prima o poi cedono tutti!.- esclamò, lanciando un’occhiata ad
Hermione, che in quel momento era al fianco di Ron, mentre insieme osservavano
la scena molto confusi.
-Che stai dicendo? Senti cosa è
successo? Perché Malfoy non è presente alla lezione? Cosa diavolo avete voi
Serpeverde oggi?- domando Harry a raffica.
-Capisco! Senti la nostalgia
delle nostre prese in giro vero?- domandò la biondina con un sorrisetto.
-Esatto- esclamò Harry
sorprendendola, tanto che lo guardò con tanto d’occhi. –E siccome voi non siete
quelli che vi svegliate alla mattina e per bontà d’animo lasciate stare la
vostra vittima preferita, mi piacerebbe sapere che diavolo vi sta succedendo!-
Lei lo prese per mano (NdA non
allarghiamoci, è già impegnato il giovanotto!!) e lo portò in una angolo
dell’aula.
In quel momento Hermione, che a
quanto pareva si era davvero scocciata e aveva visto troppo, iniziò a spintonare
Ron verso il corridoio, mentre tra sé e sé pensava: -Quella gatta morta!-
Harry a quanto pareva non si era
accorto di nulla, perché continuò il suo discorso imperterrito.
-Allora qual è il fine di questa
pagliacciata?-
-Senti- disse Jessica con
espressione quanto mai seria – avrai notato che non c’è Malfoy, vero?- domandò.
-Ma certo che l’ho notato è per
questo…-
-Bene e tu vuoi sapere il
perché?- domandò lei interrompendolo. Il giovane annuì e lei continuò: -Questa
mattina sul letto di Malfoy, Goyle ha trovato un bigliettino; credo che lo abbia
studiato un po’, ma poi non capendo un’ “h” di quello che c’era scritto, lo ha
portato alla prima persona che ha incontrato, che si da il caso sia stata io.
Sai io mi sveglio molto presto,
dormire troppo non fa bene alla pelle.
Comunque- proseguì lei,
evidentemente si era accorta che era meglio non divagare su futili discorsi –sul
bigliettino c’erano scritte testuali parole:
“mi sono stancato della
situazione che si è creata,
mi sono stancato di dover
soccombere al volere
di luridi vermi
che non hanno guardato in
faccia nessuno
prima di ucciderlo
(ammazzerebbero pure la loro
madre
se venisse chiesto loro
richiesto)
voglio dire solo una cosa:
grazie mamma
è la prima volta che ti chiamo
in questo modo,
ma tu mi hai illuminato il
cammino
come una madre avrebbe dovuto
fare
e Potter; per lui ho questo
messaggio:
“il primo luogo stabilito e
ipotizzato”
spero che tu capisca stolto…”
Quando Harry finì di leggere
restò allibito e domandò a Jessica:
-E tu, hai fatto una copia di
questa lettera?-
-Oh no!- esclamò lei –Questa è
l’originale, la copia l’ho data ovviamente a Piton; credevo che tu ne avresti
fatto miglior uso di quell’idiota!-
-Ah!- disse semplicemente lui.
-Si ho capito che sei uno di quei
ragazzi che parlano a monosillabi! Ma non voglio che tu mi ringrazi: so bene
come la pensi su di me, anzi come la pensate tutti, ma non posso farci niente.
Io amo essere bella e non me ne
vergogno, anzi… Cerco di sfoggiare le mie doti davanti a tutti, anche se molte
volte rischio di diventare antipatica.-
Harry non aveva proprio niente da
risponderle: infondo quello che lei aveva appena detto era vero, lui per primo
si meravigliò del fatto che lei se ne rendesse conto.
-Immagino anche che ti abbiano
detto tutto sul mio conto, vero?-
Harry annuì.
-Ah! Ma non è vero! Si io so
tutto, ma contro Draco non avevo niente; capitare nella sua casa mi aveva
riempito di gioia, già mi stavo preparando un discorso per potergli dire tutto
di noi due, ma come vedi lui se ne è andato.
Mi ha parlato solo una volta
augurandomi il buongiorno una mattina, ma niente di più.
Gli volevo bene e non sono
invidiosa, come ti ho detto prima sfrutto al meglio la cosa di cui sono dotata
in abbondanza: la bellezza. Ma in realtà lo faccio per nascondere quella parte
del mio carattere rimasta incompleta o vuota a causa di….- ma come Draco aveva
il vizio di non concludere i discorsi, perché infatti si fermò.
-Suvvia Jessica- si disse –così
rischi anche di diventare una sentimentale! Ora scusa Harry, ma devo andare,
come vedi la fuori c’è Ginny che mi attende, le ho promesso di darle consigli su
come tenere bene lo smalto sulle unghie- disse infine, indicando le sue mani
dove uno smalto color porpora brillava in maniera perfetta sulle sue unghie.
-Ciao bello e…. Salutami Ron!-
-Certo ciao!- rispose Harry,
mentre la guardava allontanarsi.
Lo aveva lasciato là, tra i suoi
pensieri, più confuso che mai!
“Perché mai doveva essere così
affezionata a Draco? Ne era innamorata? No! Giurerei che alla bionda interessi
Ron, ma Malfoy che c’entra?
Cosa ha avuto lui che invece a
lei è mancato?”
Ancora immerso nei suoi pensiero
si allontanò dall’aula, senza accorgersi di una giovane ragazza che aveva
ascoltato buona parte della loro conversazione.
*******
Stare accanto al fuoco era una
fantastica idea per non sentire il freddo pungente di quei giorni; tuttavia un
mago tanto potente quanto malvagio, aveva smesso di sentire qualunque sensazione
sulla sua pelle da molto tempo: per lui ora esisteva solo la vendetta, ma forse…
La stanza era stata ripulita
dalle condizioni pietose di quando lui era arrivato, tuttavia si avvertiva
ancora quell’odore di chiuso e muffa, tipico delle stanze tenute in disuso per
anni.
Voldemort era accomodato sulla
sua logora poltrona, che in quei giorni era diventata il suo giaciglio.
Stava accarezzando un animale
verde e viscido, che emanava strani suoni, probabilmente dei sibili: era un
serpente.
A chiunque fosse passato di lì
sarebbe sembrato solo i verso tipico di un animale come quello, ma per chi come
il Signore Oscuro conosceva il Serpentese, sapeva che quei suoni avevano un
significato ben specifico.
-E cosi- aveva sussurrato l’uomo
dagli occhi scarlatti –mio fedelissimo amico, Draco se ne è andato veramente! Ma
dove? Sicuramente lontano da suo padre, lo ha detto anche Margareth!
E ha lasciato scritto “il
primo luogo stabilito e ipotizzato” ma che vuol dire?
Ciò che non mi preoccupa affatto
è che Potter ne capisca mai il significato, è troppo preso a capire cosa voleva
dirgli Jessica- prese tralle sue mani un bicchiere di vetro molto sporco che
conteneva uno strano liquidi viola, probabilmente era vino, ma chissà quale
strano ingrediente conteneva.
-Povero stolto e pensare che ha
le risposte sotto i suoi occhi e…..- ma non continuò il suo discorso, mentre il
colore scarlatto dei suoi occhi si mescolò con il rosso accesso delle fiamme che
brillavano sotto il suo sguardo.
Quel suo modo di pensare, i
pensieri stessi, ciò che provava, il suo modo di comportarsi, lo rendevano
estremamente…… Estremamente….. Estremamente umano!
Era questo che non riusciva ad
accettare: gli umani (tutti e senza distinzioni) erano una razza in grado di
amare, ma non lui!
Lui non avrebbe mai amato nella
sua vita, non avrebbe mai accettato questa debolezza, eppure da quando c’era
lei….
Non capiva il perché dovesse
essere tutto così intricato, nei fatti e nella sua mente!
Un sibilo del serpente uscì lungo
e indistinto; il mostro si voltò di scatto verso l’animale e urlò:
-NO MAI! Io non cederò, qualunque
cosa accada!-
Il bicchiere che teneva fra le
mani si ruppe in mille pezzi e le schegge andarono a conficcarsi nella carne non
più giovane dell’uomo, mentre il serpente venne soffocato dalla sua presa forte
e decisa.
L’espressione affranta che si
palesò sul suo viso avrebbe fatto pietà a chiunque; con le mani e le dita
tremanti prese delicatamente le spoglie del suo fedele “amico” e sussurrò:
-Rinnega le tue origini e ogni
loro debolezza e raggiungerai la perfezione- sospirò, per poi posare il cadavere
sul pavimento, alzarsi in piedi e gridare:
–MA COME? TU LA FAI SEMPLICE
VERO, TU NON SEI QUI, TU NON STAI VIVENDO! VERO?- esclamò guardando il suo
riflesso in uno specchio disintegrato di fronte a lui.
-Vero?- continuò, come se
sperasse che la sua immagine riflessa gli rispondesse –Vero? Vero, vero, vero?-
continuò a ripetere sempre con meno convinzione, fino a cadere in ginocchio ai
piedi della poltrona.
-Ah mio unico e fedele amico-
proseguì guardando il rettile –mi……. Dispiace!!!- concluse mentre una calda
lacrima scendeva dal suo viso, provocando in lui la tremenda convinzione che già
da tempo affliggeva i suoi pensieri: lui era diventato un uomo a tutti gli
effetti acquistandone sia i pregi che i difetti.
******
Era mezzanotte e Harry stava
rientrando nel suo dormitorio: era sicuro di non trovare più nessuno in giro.
Quella sera aveva fatto tardi
perché aveva incontrato Luna Lovegood che, insieme ad una banda di persone
scalmanate come lei, stava sponsorizzando i prodotti che si potevano ricavare
dal grasso di una animale di cui Harry non ricordava nemmeno il nome.
L’unico problema era che,
naturalmente, non c’erano prove dell’esistenza di questa creatura e di
conseguenza servivano i fondi per organizzare delle spedizioni.
Harry si era ben presto
dileguato, dicendo di avere seri problemi intestinali causati dal troppo
abbuffarsi in quei giorni, e si era poi diretto alla torre del Griffondoro.
Non appena spostò il ritratto
della Signora Grassa (-Ti sembra l’ora di tornare?- gli aveva urlato dietro)
gli parve di vedere qualcuno seduto sul divano di fronte al fuoco che, con
qualche fiammella miracolata,era ancora acceso.
Si avvicinò e i trovò davanti
un’Hermione alquanto fredda.
-Ciao!- gli disse, continuando a
guardare il fuoco –Come ti è andata la giornata?- gli domandò.
-Bene e a te?- rispose lui.
-Mi sono quasi ammazzata cadendo
dalle scale, ma a parte questo niente di particolare!- rispose lei sempre più
gelida, tanto da lasciare il ragazzo di stucco e a bocca aperta.
-Mi dispiace!- disse lui,
abbassando gli occhi con sguardo colpevole.
Sul viso di Hermione ci fu un
guizzo, causato dai nervi che in quel momento erano tesi come corde di violini.
-Ti dispiace?- continuò lei con
sussiego –E perché la notizia non mi sorprende? Ah già!- esclamò- Dopo aver
passato tutta una giornata con la più bella ragazza della scuola ci si dimentica
pure di chiedere come sta la propria ragazza, perché tanto è un dettaglio che
passa in secondo piano, vero?-
Harry molto confuso (NdA si ma
sto ragazzo non capisce niente proprio, e che diamine!) la guardò un attimo e
poi le rispose: -Mi dispiace di averti ignorata tutto oggi e forse anche nei
giorni passati- aggiunse, vedendo che la ragazza aveva aperto la bocca per
ribattere –ma vedi ci sono cose di cui tu non sei al corrente e che io devo
chiarire al più presto.
Se io parlo con Malfoy, con
Jessica o non ti dico cosa mi ha detto Lupin, o faccio solo per proteggerti!-
concluse.
-Per proteggermi? Ma ti rendi
conto di quello che dici? Io non voglio essere protetta, voglio capire quello
che sta succedendo Harry. Da quando tu parli amichevolmente con Malfoy o prendi
Jessica e la porti in un luogo appartato per evitare che altri ti sentano? Io e
Ron ci siamo sempre stati, ci hai sempre detto tutto e ora che sono la tua
ragazza, oltre che la tua migliore amica, voglio capire Harry!-
-No, tu non puoi capire!- esclamò
lui con rabbia.
Se le avesse detto –vedi Herm a
me ora Jessica fa girare la testa e di te non me ne frega più un accidente!-
forse le avrebbe fatto meno male.
Ma quella frase, che lei aveva
temuto le venisse sbattuta in faccia da tanti anni, detta così, con quella
freddezza e quella convinzione, la distrusse.
Avrebbe voluto urlargli contro e
forse sarebbe stato meglio; avrebbe voluto dirgli che in sei anni di scuola lei
gli era sempre stata accanto in ogni sua avventura, non l’aveva mai lasciato;
avrebbe voluto dirgli che se l’anno prima avesse seguito i suoi consigli ora
Sirius sarebbe stato ancora vivo, perché Voldemort lo aveva fregato e lei….
Lo aveva capito! A differenza di
Harry lei aveva intuito tutto fin dall’inizio.
Avrebbe voluto fare un sacco di
cose, ma l’unica che fece fu la peggiore, quella che le avrebbe tenuto quel suo
angolino di odio freddo e solido dentro al cuore e che le avrebbe impedito di
esternarlo.
Si alzò dal divano e, ignorando
il ragazzo che la stava fissando in attesa di finire il loro discorso, si
diresse verso il dormitorio femminile, per poi scomparire alla vista di Harry
dietro la pesante porta di legno.
*****
Ragazzi non dovete avercela con
me , infondo dovevate aspettarvelo: la vita non è tutta rose e fiori purtroppo e
i nostri amici lo stanno scoprendo sulla loro pelle.
Questo chap (come il precedente)
è un po’ corto, ma mi serviva così….
Esigenze!!!
Ringraziamenti ai miei due
angeli:
Angi:
grazie per le immagini! Sei molto gentile (anche il mio computer è un macello
ogni giorno penso “lo sistemo, lo sistemo!!” e ogni giorno mi rispondo “ma si
può fare anche domani”)
Aurevoir!!! P.S. credo proprio
che ti manderò una mail con un pezzetto del nuovo chap e ne approfitto anche per
farti qualche domanda che non ce la faccio più a trattenere!! Baci!!!
Marco:
amico mio!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l’ultimo chap e soprattutto la
scena in cui i due raga si stringono la manina, in realtà piace molto anche a me
se devo essere sincera, non credevo che scrivere una scena dove quei due
diventavano amicissimi per la pelle sarebbe stata credibile, quindi ho fatto in
modo che si chiarissero semplicemente…. Jessica una spia? Può darsi… O forse
no? Sai non ricordo bene, di chi stiamo parlando???
Il chap lo dedico a FraFra
perché il 23/2 era il suo compleanno e poi anche perché è una mia
grande amica!!!
Auguri (anche se in ritardo)
!!!
INIZIANO I PREPARATIVI PER….
Hermione era corsa su in
dormitorio piangendo la sera prima; Calì e Lavanda l’avevano tenuta tralle loro
braccia per farla calmare, ma le lacrime continuavano a scendere calde e
imperterrite.
Durante tutta la notte il suo
pensiero fisso furono quelle tre parole, urlate con rabbia e decisione, che
avrebbero spiazzato anche il più forte dei forti.
-Non puoi capire!- era questa la
frase che continuava a rimbombarle nelle orecchie come le radiazioni di una
bomba esplosa.
Non ci poteva credere: lui
era andato a dire a lei di avere problemi troppo complessi perché lei
potesse rendersene davvero conto.
Questa convinzione si andava
sempre più ad annidare nella sua mente, nel suo cuore e dentro lei.
Hermione Granger, la migliore
studentessa di Hogwarts, ma forse non abbastanza brava per tenere in pugno la
situazione con il grande mago Harry Potter.
Nel dormitorio dei ragazzi Harry
era rientrato sconvolto: come aveva potuto trattare la sua Hermione così?
Risponderle in quel modo
significava automaticamente iniziare una guerra con Ron, visto che gli aveva
giurato d non farla mai soffrire.
Entrò in dormitorio e una testa
rossa si alzò di scatto.
-Cosa è successo?- domandò Ron
con la voce molto assonnata.
-Io e Hermione abbiamo litigato!-
rispose Harry affranto.
-Vi siete lasciati?- chiese
subito il ragazzo. (NdA e gli piacerebbe)
-Non lo so; penso di si,
boh!-continuò.
-Ma vedrai che domattina farete
pace e tornerete tutti baci e abbracci!- esclamò il rosso.
-Dici? Io non credo proprio Ron,
l’ho trattata davvero male e lei giustamente si è arrabbiata!-
-Ma si può sapere che cosa le hai
detto di così grave?- domandò sospirando.
-Ehm… Un giorno forse te lo dirò,
ok?- cercò di concludere Harry velocemente.
-Harry?- lo chiamò Ron serio –Mi
auguro che tu non ti sia dimenticato di quello che ti dissi a Natale: se
Hermione soffrirà me la pagherai cara, non sto scherzando!- concluse con aria
molto seria.
Harry avvertì un brivido scendere
lungo la schiena: sapeva bene che quando il suo amico minacciava di fare
qualcosa poi lo faceva davvero e questo fece crescere ancora di più la sua
paura.
-Certo Ron; cascasse il mondo ma
io e Herm faremo pace, non la farò soffrire!- esclamò infilandosi sotto le
coperte, al caldo.
-Bene!- continuò il rosso con
sussiego, mentre i suoi occhi mandavano lampi –lo spero! Beh, ‘notte Harry!-
concluse con un sonoro sbadiglio.
-A te Ron- rispose Harry
cordialmente, per poi rilassarsi tralle sue coperte sperando invano di riuscire
a dormire.
*****
La mattina dopo era davvero
splendida: il sole splendeva alto e luminoso nel cielo, dando una sensazione di
calore che faceva assopire ogni studente. (NdA è anche ora direte voi; piove
sempre)
Harry e Ron erano scesi a
colazione molto presto; il moro sperava davvero di potersi scusare con Hermione,
ma ogni sua buona intenzione venne vanificata quando vide che la ragazza non era
presente in Sala Grande.
Le prime tre ore erano di Difesa
contro le Arti Oscure: la Raily aveva detto loro di procurarsi giubbotti belli
pesanti perché la lezione si sarebbe svolta all’aperto per “esercitazioni”, ma
fortunatamente quella mattina il tempo era davvero ottimo.
La professoressa condusse tutti
quanti in un angolo appartato del grande parco della scuola: c’erano alcuni
materassini, gli stessi che si utilizzano nelle palestre per fare le capriole;
Harry si stava giusto domandando a cosa mai potessero servire quando la vide….
Vide Hermione più bella che mai,
con i morbidi capelli mossi che svolazzavano al tocco del leggero venticello di
quella mattina, le labbra rosee e carnose che invitavano solo ad essere baciate;
i dolci occhi scuri che erano circondati da profonde occhiaie: Harry avvertì
subito una morsa allo stomaco.
Era colpa sua se si trovava in
quello stato, era stato lui a farla piangere!
Vergognandosi enormemente di se
stesso, riportò la sua attenzione alla lezione, accorgendosi solo in quel
momento che la professoressa aveva dato l’ordine di disporsi a coppie uno di
fronte all’altro.
Il ragazzo lanciò un’ occhiata
ansiosa ad Hermione: era in coppia con quella pettegola della Parkinson, che
sicuramente l’avrebbe trattata a pesce in faccia, specialmente dopo le tensioni
degli ultimi giorni.
Inizialmente i ragazzi si
esercitarono con gli incantesimi di disarmo, poi come previsto passarono alle
cose più serie.
Impararono a fermare il tempo per
una frazione di secondo per poter preparare un attacco; riuscirono ad effettuare
un complicato incantesimo che serviva a facilitare la perdita di conoscenza per
il nemico e infine, solo per i migliori che erano riusciti a completare tutte le
esercitazioni, provarono la tanto attesa magia senza bacchette.
Ron e Pansy non fecero parte di
questo gruppo e ciò permise ad Harry di poter stare in coppia con la sua
ragazza; contrariamente a quanto aveva immaginato il ragazzo tra i due quello
più teso era proprio lui.
Hermione sembrava solo attendere
le sue scuse e si limitava a concedergli sguardi distanti e estremamente
superiori, che avrebbero fatto innervosire anche un santo.
Infatti il moro non combinò
proprio niente durante queste prove, mentre Hermione riuscì a far levitare un
rametto di legno e addirittura a trasfigurare un sasso in una lucertola (NdA ma
che fantasia che ho!!!)
La Raily era stata fantastica:
aveva spiegato ogni cosa con estrema schiettezza e chiarezza, facendone anche la
dimostrazione: la donna, infatti, alla fine di quelle tre stremanti ore, aveva
un aria incredibilmente stanca, tanto che dovette chiedere ad Harry di andarle a
prendere la sua borsa.
Il ragazzo rientrò correndo nel
castello, recandosi ancora più velocemente nella classe di Difesa.
Si fermò davanti alla porta
giusto per riprendere fiato e si avvicinò alla cattedra: subito vide l’oggetto
dei suoi desideri e allungo la mano per prendere la cartelletta.
Non l’aveva mai vista prima e
doveva ammettere che, di tutte le persone che conosceva, la Raily era
decisamente l’ultima proprietaria che si aspettava per essa.
Lei era una bellissima donna,
mentre quella borsa era estremamente vecchia e consumata, con uno strappo su di
un lato e senza tasche esterne.
A mala pena si vedeva il nome
inciso su di una targhetta d’ottone consumata e annerita : “Donna N. Raily”
lesse nella mente Harry, chiedendosi solo in quel momento quale mai potesse
essere il suo secondo nome.
“N. non sono molto i nomi che
iniziano con la N; Narcissa Malfoy è l’unica che mi viene in mente, ma povera
Donna, nemmeno lei si merita un paragone simile….” Pensò; ma il sorriso che fino
a quel momento aveva tenuto sul suo viso scomparve alla stessa velocità con la
quale era apparso: una persona gli venne improvvisamente in mente.
L’unica persona con cui, in qual
momento, avrebbe voluto e potuto parlare perché insieme si trovavano sulla
stessa barca: Draco Malfoy.
Non sapeva come, dove o quando
cercarlo e la sua disperazione saliva ai massimi livelli quando pensava che
Voldemort avrebbe potuto tranquillamente trovarlo e ucciderlo.
Immerso nei suoi pensieri, non si
accorse nemmeno di Edvige (NdA eccola qui la mia civetta preferita!) che
dolcemente e silenziosamente planò sulla sua spalla.
Aveva nel becco una lettera
ingiallita, che doveva essere stata spedita da un luogo molto lontano: era
bagnata il che significava che aveva affrontato anche un temporale.
Quando Harry la prese tralle mani
lesse solo il nome del mittente “serpe” e un sorriso apparve sul suo volto:
solo una persona poteva firmarsi in quel modo ambiguo, che però ai suoi occhi
appariva così chiaro e cristallino.
La aprì con foga, scorse
velocemente le prime righe e lesse:
“Stasera alle 21.00 vicino al
lago: ti troverò io!”
Il moro iniziò a sentirsi più
sollevato e iniziò a pensare alle domande che avrebbe potuto porre a Malfoy.
Innanzi tutto avrebbe dovuto
chiedergli dov’era ora, come faceva a sopravvivere, e poi sarebbe passato alle
domande a riguardo di Jessica; solo se, ovviamente, il biondo era a conoscenza
di qualcosa.
Con questa ferma convinzione
scese tutto sorridente le scale per tornare nel parco di Hogwarts, lanciò una
veloce occhiata al lago per vedere se notava qualcosa, o meglio qualcuno, ma
niente.
Non appena svoltò l’angolo vide
una calca di persone radunata intorno a qualcosa che Harry non riusciva a
vedere.
Avvicinandosi vide che si
trattava di una persona che a quanto pareva doveva essere svenuta, ma quando fu
di fronte ad essa il suo cuore mancò di un battito.
*****
-Come siamo messi con la pozione?
Le trappole? I mangiamorte? Margareth? Tutto!-
-Bene mio signore- rispose
Bellatrix annoiata.
Stavano percorrendo un lungo
corridoio; i mantelli che svolazzavano al loro passo veloce e gli occhi
scarlatti pieni di odio che chiedevano vendetta, le torce che con le loro fiamme
rosse illuminavano fiocamente le pareti e proiettavano lugubre ombre scure di
ogni persona o cosa che passava.
Arrivarono alla fine del
corridoio e i due si divisero: Bellatrix prese la direzione di sinistra, mentre
Voldemort quella di destra.
Il mostro entrò in una stanza
circolare, umida e piena di ragnatele.
All’occhio di un estraneo
sarebbero sembrati invisibili, ma lui, che conosceva bene ogni cosa che lo
circondava, riusciva a vederli: sottilissimi fili che partivano da un punto
impreciso e terminavano al lato opposto; ce ne saranno state qualche centinaia e
anche un ceco si sarebbe potuto accorgere che si trattava di una trappola.
La creatura sorrise falsamente e
usci dalla stanza chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, come se avesse
paura di rovinare un inestimabile capolavoro contenuto al suo interno.
Si recò poi verso una porta di un
marrone molto scuro che solo all’apparenza sembrava essere molto pesante; l’aprì
e vi trovo un morbido letto al baldacchino su cui era distesa e dormiva
profondamente una bellissima donna bionda.
Una delicata luce penetrava dalla
finestra e andava a colpire i suoi soffici capelli, creando bellissimi giochi di
colore.
Voldemort le si avvicinò e restò
a contemplarla per un lungo periodo di tempo; con le dita scheletriche percorse
ogni tratto del suo viso, fino ad andare ad asciugare una lacrima solitaria che
stava scendendo dai suoi occhi: stava piangendo nel sonno.
Le si avvicinò poi lentamente,
fino a sfiorare le sue labbra con le proprie, ma nel momento in cui sembrò che
anche la ragazza iniziasse a rispondere a quel piccolo e innocente bacio,
un’altra donna fece capolino nella stanza: ancora una volta Bellatrix Lestrange.
-Hem, hem!- tossicchiò, per
attirare l’attenzione su di sé.
-Quando ho detto che saresti
dovuta andare a controllare che Ly facesse il suo lavoro, non stavo scherzando o
parlando tanto per parlare Bellatrix, ero molto serio!- scatto la creatura
infuriata, mentre i suoi occhi (già rossi per conto loro) iniziavano ad emanare
fiamme di fuoco che avrebbero sicuramente avuto un effetto ustionante.
-Si Mio Signore, è proprio per
questo che sono venuta a chiamarla!- rispose la donna, che era rimasta
leggermente allibita dalla scena che le si era parata davanti agli occhi.
-Va bene, allora…..- disse
Voldemort alzandosi - …. Sarà meglio parlarne fuori, non credi?-
La donna asserì col capo e subito
si ritrovarono nel gelido corridoio a parlare.
-Allora?- domandò lui.
-Ly ha delle difficoltà a
lucidare la lastra entro il tempo stabilito: ne occorre di più Tom!-
-No!- esclamò la creatura –Ly ha
preso un impegno e lo manterrà!-
-Ma non possiamo attirare troppi
sospetti, già ne ha molti alle sue spalle e il…-
-Ok ho capito piantale di fare la
lagna; mi fai venire il mal di testa Bella! Piuttosto è bello leggibile il
nome?-
-Solo un ceco potrebbe non
vederlo!- disse tutta contenta Bellatrix.
-Bene e così i mocciosi capiranno
che non stiamo scherzando, ma che stiamo facendo sul serio, davvero! Prendere
come quartier generale Malfoy Maison è stato davvero un colpo di genio! Si
perderanno prima di riuscire a capire dove si trovano!-
-Già- ammise la Mangiamorte con
gli occhi bassi.
-Hai altro da domandarmi Bella?
Perché se così non fosse io tornerei a fare il mio lavoro!-
-E quale sarebbe il tuo lavoro?-
domandò la donna leggermente alterata.
-Come dici, prego?- rispose
Voldemort.
-Mi chiedevo se il tuo lavoro
consisteva nel sedurre una ragazza che presto verrà uccisa per la tua causa!-
concluse lei acida.
-È una nota di gelosia quella che
avverto nella tua voce? Dimmi Bella sei forse gelosa del sottoscritto?-
-No! Mai!- rispose lei a testa
alta –Ma mi chiedevo quanta convinzione ci sia ancora nelle tue idee Tom, visto
che ti sei rammollito- lo provocò.
Nessuna frase avrebbe mai potuto
essere più sbagliata.
Voldemort la prese per il collo e
la spinse contro il muro; la guardo minaccioso e per un attimo la Mangiamorte fu
convinta che fosse arrivata la sua ora, ma si sbagliò.
La creatura allentò la presa, ma
non la lasciò andare, si limito a sussurrare, appena udibile:
-Non mi costringere Lestrange,
non lo fare perché io so dove trovarti!-
La lasciò andare.
-E soprattutto- aggiunse – non
toccare Margareth, lei è l’unica cosa bella della mia vita, è ciò che mi
illumina: quando vado a dormire, a chi credi sia dedicato il mio ultimo
pensiero? A lei! E tu ora, grandissima Bellatrix Lestrange che ha ucciso suo
cugino senza nemmeno guardarlo in faccia, vieni a fare discorsi di onore a me?
NON CREDO PROPRIO!!!!- esclamò in un ruggito feroce, che fece rabbrividire la
donna e la fece indietreggiare.
Voldemort sparì immediatamente
dietro una delle pesanti porte, mentre al fianco di Bellatrix, una giovane donna
assonnata appariva leggermente confusa.
-Che è successo Bella?- domandò
Margareth con gli occhi appannati dal sonno.
Ma la donna non le rispose, si
limitò a superarla senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
******
-E così è svenuta dopo aver
finito gli esercizi!- esclamò Harry rivolto a Ron.
Erano in infermeria e i raggi
del sole che entravano dalla finestra proiettavano lunghe ombre sulle candide
parti della stanza.
Hermione era distesa su un letto,
immobile e molto pallida in viso.
-Harry, tu credi che Tu- sai- chi
possa c’entrare qualcosa?-
-No, non credo!- esclamò convinto
il moro.
-Come mai sei così sicuro?-
-Questa volta me lo sento:
Voldemort ha in mente un piano ben preciso ed è per arrivare a me, senza toccare
i miei amici! Sono già cinque anni che usa quella tattica: ferire altri per
indebolire me. Ma ha sempre fallito, ora deve cambiare strategia.-
-Ah beh allora…- disse Ron, ma un
piccolo sospiro proveniente dal letto lì vicino lo distrasse: Hermione si stava
svegliando.
-Io vado Ron, non voglio che mi
veda in quello stato; se poi litigassimo sarebbe ancora peggio per lei e io non
voglio farla stare ancora più male.-
-Ok Harry fai come credi sia
giusto!-
-Infatti! Ciao Ron!- lo salutò
con un sorriso, mentre si allontanava.
-Ciao, ci vediamo stasera in
dormitorio!-
Harry asserì con un cenno del
capo, per poi venire travolto dalla folla del corridoio.
Il resto della giornata passò
abbastanza normalmente; tutti i suoi compagni andarono ad informarsi presso lui
dello stato di salute di Hermione; Calì e Lavanda quasi lo sbranarono quando
seppero che non era stato in infermeria a tenere compagnia alla ragazza.
Piton lo incontrò nei sotterranei
e non lo degnò nemmeno di uno sguardo: era chiaro che la perdita di Draco Malfoy
era stata molto dura.
Harry non vedeva l’ora che
arrivassero le nove di sera: avrebbe preso il mantello dell’invisibilità e si
sarebbe recato nel gelido parco di Hogwarts per parlare con il biondo.
Contò minuto per minuto, secondo
per secondo che passavano; quando arrivò l’ora di entrare in azione fece tutto
come si era prestabilito nel suo piano.
Una volta uscito si meraviglio di
una temperatura così bassa; insomma si aspettava che facesse freddo, ma non in
quel modo.
Avvicinandosi al lago non vide
nessuno.
Solo dopo più di un quarto d’ora
vide all’orizzonte un grande animale nero alato che stava per atterrare al suo
fianco.
Ne discese un giovane ragazzo
magro, il cui colorito pallido sembrava essere notevolmente aumentato.
-Ciao!- esclamò non appena vide
Harry –Scusa il ritardo, ma c’era un gran traffico aereo!-
-Capisco, mi stavo preoccupando!-
rispose il moro.
-Beh allora?- domando Draco dopo
qualche minuto di silenzio.
-Allora cosa? Sei stato tu a
mandarmi la lettera per vedermi, tu cosa mi devi dire?-
-Ma io avevo capito che eri tu a
dover dire qualcosa a me!- esclamò -Ma se così non è posso e devo andarmene; non
è sicuro farmi vedere troppo in giro!-
-No, no! Io devo farti alcune
domande!- ammise Harry.
Draco si sistemo con la schiena
contro il corpo caldo del Thestral, in ascolto.
Harry sperava vivamente che
potesse dargli le risposte che lui tanto bramava.
***
Ciao a tutti!!! Non sono
morta!!! Lo so, lo so: questo chap ve lo aspettavate più lungo, vero?
Ma poi mi è venuto in mente che se vi davo troppe
informazioni, il mio sadico divertimento nel vedervi che cercate di indovinare
come finirà la ff sarebbe andato a farsi friggere!!!
Quindi dovete cercare di
capirmi….
Ringraziamenti a:
Angi:
tesoro, ma ti rendi conto che quando ho letto la tua recensione sono caduta
dalla sedia!!! Davvero il chap è riuscito a
coinvolgerti fino a quel punto?
Io davvero non so come
ringraziarti (ale ha i lucciconi agli occhi)!!!!!!
Per quanto riguarda i pensieri di Herm, credo proprio che tutti abbiamo pensato
che il comportamento di Harry fosse alquanto scorretto (specialmente con lei)!
Un bacio!
Marco:
amico mio!!!! Il litigio tra Harry ed Herm mi
chiedi? Segui gli sviluppi della storia!!!
(Marco: che cattiva che sei! E io: w il sadismo!)
Ciao e davvero grazie di cuore!!!
Anonima:
ero mezza addormentata che girovagavo su internet e
trovo la tua recensione, ma graaaaazie!! Spero di continuare
a coinvolgerti e che continuerai a seguirmi,
ciao
e grazie ancora!
Hermione91:
oddio… oddio…. Oddio…… non ci posso credere!!! Un
angelo venuto dal cielo, questo sei!!!!!!!
Ma graaaaazie, davvero la storia
ti piace tanto??? Io davvero non ho parole, posso
solo commuovermi!!!!!
Un bacio!!!!ù
Avril Lavigne
: sto svenendo!!!!! Am I really big?
Come vedi nemmeno io sono un’esperta in inglese, ma
davvero ti piace così tanto la mia ff?? Cmq per quanto riguarda Draco: come
avrai letto, non è uno dei miei personaggi preferiti, ma ora è nella storia è il
pilone portante degli avvenimenti, praticamente come
diceva Angi è un personaggio fondamentale, quindi credo che lo rivedrete tutti
quanti al più presto, bacioni!!!!! P.S. bello il nick!!!
Ciao a tutti!!!
ale69
|
|
|
|
|
|
\/
ciccare sulla scritta blu “vuoi
inserire una recensione” e
lasciare un commento per ale che
vi vuole un mondo di bene!!!
Finalmente le giornate iniziavano
a schiarirsi, regalando agli studenti di Hogwarts magnifici pomeriggi da passare
nel bellissimo parco della scuola.
I grandi temporali andavano
diradandosi, lasciando il posto ad un magnifico sole.
Quella mattina, infatti, era
splendida e riusciva a riscaldare il cuore di tutti.
Harry era a colazione in
compagnia di Ron e come di consueto ci fu l’arrivo della posta.
Il rosso ricevette una lettera
inviatagli da sua madre: allegata vi era anche la Gazzetta de Profeta.
La prima pagina recitava:
“LETTERA MINATORIA ARRIVA AL MINISTERO; SARà IN GRADO IL NUOVO MINISTRO KATIE
GREEN DI AFFRONTARE LA SITUAZIONE E PRENDERE LE GIUSTE DECISIONI?”
-Come no!- esclamò Ron dopo aver
letto l’articolo –il solo pensiero che il nuovo ministro sia una donna mi
preoccupa- concluse.
Calì e
Lavanda, sedute lì vicino, lo guardarono storto ed esclamarono senza
preoccuparsi di tenere bassa la voce:
-MASCHILISTA!- poi si alzarono e si recarono verso il grande portone della Sala.
-E tra te e Hermione come va?-
azzardò Ron, guardando le due ragazze allontanarsi.
-Mah… ieri sera ho avuto da fare…
È uscita dall’infermeria?-
-No, oggi… Andrò ad aiutarla,
vieni anche tu?- propose (NdA dai povero Ron, aiuta Harry..)
-Non credo… Potrei scatenare
un’altra lite e non voglio farla star male ulteriormente.. Poi non si sa ancora
cosa le sia accaduto, meglio andarci cauti!- esclamò saggio il moro.
Ron alzò le spalle, non sapendo
cosa dire; in quel momento davanti ai due ragazzi passò Cho Chang, che lanciò un
sensualissimo sguardo ad Harry e poi si allontanò.
-Harry! Hai visto come ti ha
guardato? Diamine, avrebbe fatto cadere in depressione qualunque maschio a
posto!- esclamò sorpreso il rosso.
-Si, qualunque ma non me!-
rispose deciso Harry –Non so se lo hai notato, ma ho dei seri problemi con la
mia ragazza e sarei molto interessato a risolverli e non ad aggravarli!-
-Mh, mh! –annuì Ron –Non
preoccuparti Harry: si sistemerà tutto!- concluse con un bel sorriso sul volto.
-Lo spero- ammise Harry –Ora però
credo sia meglio andare, altrimenti Piton…..-
Ron sembrò ricordarsi solo in
quel momento di trovarsi a scuola e di dover frequentare delle lezioni; scattò
in piedi come una molla, afferrò Harry per un braccio e lo trascinò fuori dalla
Sala Grande.
*****
-Lucius, credi che io mi fidi
ancora di te?- domandò Voldemort –Non posso immaginare tuo figlio fuori di casa,
che se la cava senza l’ausilio di nessuno…-
-Nemmeno io, ma… Aspetta!
Narcissa! Potrebbe essere stata lei a….-
La gelida risata del mostro
echeggiò nel freddo di quella notte.
Appoggiò, sbattendo, il bicchiere
sul tavoloni legno consumato e si alzò in piedi.
-Daresti pure tua moglie in pasto
alla morte pur di non rimetterci tu personalmente Lucius! La codardia ti
affligge e aumenta ogni giorno di più! Dobbiamo provvedere!-
Malfoy mandò giù, con la paura
che appariva chiara e cristallina dal suo volto teso e pallido; dalla fronte
stava scendendo un piccolo rivolo di sudore a testimoniare la sua tensione..
-E cosa hai intenzione di fare?-
domandò Lucius al mostro.
Voldemort gli si avvicinò, gli
occhi scarlatti che si intravedevano distintamente nel buio della stanza e gli
poggiò la mano scheletrica sulla spalla, stringendola in una presa forte e
decisa; l’uomo rabbrividì.
Dopo di che chiamò a sé la donna
che “amava” e la invitò a farsi vedere.
-Margareth fiore mio…. Esci! Esci
e mostra la tua bellezza!-
La giovane donna apparve come
sempre da una delle molte ombre e si avvicinò ai due uomini.
Quando Lucius la vide trattenne
il respiro: era davvero identica a…
-Ti ricordi di me Lucius?-
domandò Margareth con una voce calma e forzata –Ti vidi per l’ultima volta
all’età di otto anni, vero?-
L’uomo annuì e dal suo volto si
intuiva la paura sempre maggiore che lo assaliva.
-Dunque- intervenne Voldemort,
che aveva assistito silenziosamente alla scena e con un sorriso malvagio sul
viso –Ora che vi siete presentati, anche se naturalmente non ce n’era bisogno
perché già vi conoscevate– aggiunse, ripensandoci e guardando i due di fronte a
sé –Lucius!- lo chiamò –Margareth ti condurrà dal tuo rivale in amore e ti
chiederà di fare una prova di lealtà per me! Non ti costerà una gran fatica!-
-Cosa devo fare?- domandò Lucius
serio e preoccupato insieme, con ormai la chiara certezza che per lui stesse
arrivando il peggio.
Non trascorse molto tempo: appena
dieci minuti; poi due lampi di luce verde illuminarono il raggio di tre
chilometri da Malfoy Maison, mentre due –AVADA KEDAVRA!- echeggiarono nel
silenzio di quella notte, spezzandolo.
******
Harry era seduto accanto al
fuoco.
Stava facendo un tema per Difesa
contro le Arti Oscure.
“L’Occlumanzia e la Legilimanzia
sono due procedimenti strettamente legati tra loro, ma contemporaneamente sono i
rispettivi opposti.
L’occlumanzia consiste nel
chiudere la mente dalle infiltrazioni esterne; la Legilimanzia, invece, consiste
nell’esatto contrario, ossia “leggere” i pensieri di un’altra persona”
Il moro sorrise tra sé: se ci
fosse stato il professor Piton lo avrebbe rimproverato, dicendogli che il
termine “leggere la mente” era sbagliato, perché solo i Babbani erano così
presuntuosi da poter dichiarare di fare una cosa del genere.
In quel momento arrivò Seamus,
che lo interruppe dai suoi pensieri.
-Ciao Harry!-
-Ciao Seamus! Mi devi dire
qualcosa?- gli domandò il moro cortesemente.
-Veramente si!- ammise il ragazzo
–Dopodomani è sabato!- esclamò.
-Beh lo so Seamus, so leggere il
calendario, grazie- (NdA ma che bravo bimbo!)
-Si lo so- scattò irritato
l’altro –ma quello che mi interessa è che c’è l’uscita ad Hogsmeade! – iniziò.
-Oh! Lo so, ma sinceramente ho
molto da fare, non potrò venire!-
-Senti….- lo interruppe Seamus,
come se l’altro non avesse mai parlato -E se noi dessimo uno strappo alle regole
e rientrassimo molto più tardi delle sei e mezza?- propose.-
-Ehm…. Solo io e te?-
Seamus spalancò gli occhi in una
smorfia orripilata, si passò una mano sulla fronte e sospirò rumorosamente.
-Ecco lo sapevo! I problemi con
Hermione ti hanno rincretinito! Ammetto che tu sei un bel ragazzo, avessi io gli
occhi che hai tu, ma davvero: preferisco il genere femminile a te!- concluse.
-Si, ma…. Allora non credi di
aver capito!-
-Dunque- riprese Seamus, che
iniziava a scaldarsi –Il nostro dormitorio sto organizzando un’uscita serale
fuori orario ad Hogsmeade; Lavanda dice che convincerà Hermione a venire!-
esclamò tutto contento e felice.
Improvvisamente il bel volto di
Harry si rabbuiò.
-Ah ora capisco! Volete farmi
fare pace con la mia ragazza. Apprezzo il gesto e anche il pensiero, ma credo di
potermela cavare da solo!-
-Hey, hey, hey ….. Calma amico-
scattò Seamus –Secondo te se volevo farti fare pace con Hermione mettevo in
scena questa buffonata? Ti ricordo che se ci beccassero, verremmo espulsi tutti
quanti, uno ad uno!-
Harry lo guardò e sospirò.
-Scusa Seamus, ma devi capire che
sto affrontando una fase un po’ difficile e per me è….-
-Si Harry, ma è proprio questo il
punto della situazione. Tu devi capire che questi stramaledetti problemi, non
devono interporsi tra te e le persone che ti vogliono bene!- esclamò duro
Seamus.
Questo lasciò Harry senza parole.
Seguì un profondo silenzio,
interrotto solo dallo scoppiettio allegro delle fiamme del fuoco nel caminetto.
-Si hai ragione Seamus!-esclamò
dopo parecchi minuti di silenzio -Non avrei mai dovuto permettere a questa
situazione di distruggere il rapporto tra me e Hermione, ma anche con molte
altre persone –disse Harry sorridendo –Ed è per questo che accetto molto
volentieri di venire con te e gli altri a questa uscita e poi… Se ci sarà un
po’ di rischio sarà ancora più divertente ed eccitante! Sono sicurissimo che ne
ricaverò un gran beneficio! Per una sera: AL DIAVOLO OGNO PROBLEMA!-esclamò con
energia e convinzione.
-Benissimo Harry, questo vuol
dire parlare alla Silente! Allora ti aggiungo subito alla lista- disse Seamus
felice, tirando fuori un’elegante penna e una pergamena consumata.
In quel momento Harry vide una
testa rossa entrare dal ritratto della Signora Grassa: Ron.
Accanto a lui c’era Hermione,
perfettamente rimessa con uno splendido sorriso che le illuminava il volto.
Il ragazzo non fu l’unico a
correrle incontro: molte altre persone, tra cui ovviamente Calì e Lavanda, si
strinsero intorno ad Hermione e velocemente si diffuse un chiacchiericcio
concitato.
“La mia Hermione”
pensò Harry “riesce a farsi amare da tutti quanti”
Il ragazzo ultimò il suo tema
(NdA ma come fa, io non riuscirei), mentre aspettava che si diradasse un po’ di
tutta quella confusione.
Ad un certo punto Harry udì una
voce dura e profonda che richiamava a sé l’attenzione: -Ragazzi… Vi conviene
andare a dormire se non volete finire in guai seri…- esclamò.
Harry la riconobbe come la voce
di Ron.
La “folla” si diradò con una
velocità incredibile, lasciando Harry e Hermione da soli.
Quando la ragazza si voltò, i
suoi bellissimi occhi marroni si fusero in un dolce abbracciò con quelli verde
smeraldo del ragazzo.
Ad Harry parve che gli ultimi due
giorni non fossero mai passati.
*****
Bene, prima di correre a ripararmi dall’ira di tutti voi
che leggete (per non avervi rivelato nulla sulla conversazione di Draco e Harry)
e dal cannone di Eva_elamela (lunga, lunghissima
storia!!) vi rendo partecipi di alcune mi sventure: la mia penna e il mio blocco
di fogli ispiratori (quelli che uso per scrivere) stanno esaurendosi.
Ho così trascinato una mia amica a cercarne due nuovi che
siano all’altezza, spero che vadano bene lo stesso!!!
Voi che dite?
Ringraziamenti a:
Anyma Pia: tesoruccio davvero non so come
avrei fatto senza di te!!!!! Insomma grazie per
avermi fatto notare gli errori, sei stata l’unica!!!
Cmq ho corretto anche il titolo del chap!!! Allora facevo bene ad usare una
scrittura grande, ma ora è rimpicciolita, mi è stato richiesto, spero che vada
bene lo stesso! Anch’io sono miope!!! Se trovi altri
errori fammeli notare per favore!!!Un bacione!!!!! :D
Marco: e così sei felice del mio ritorno eh?
Io non canterei vittoria così presto signorino!!! Cmq
ti è piaciuta la fine di questo chap??? Mh? Dai non puoi
dirmi di no, piace addirittura a me (il che è tutto dire)… ciao (^___ -)
Lady Liberty91: eccola lì la mia amicona!!!!!
Beh grazie della recensione, ma io sono ancora in debito con te (è il tempo che
manca)…
Un bacione!!!! (^_^) (ecco la nostra faccina)
Hermione91: piccolina mia!!!!!
Che bello mi hai lasciato un’altra recensione!!!!!
Si, piano, piano le cose si sistemano!!!!Cioè siete tutti qua con il fiato sul collo che
attendete la riappacificazione dei due piccioncini? Ma
che c’entro io? E con loro che dovete parlare, ma ci metterò una buona parola,
vedrai!!!!
Un bacione grande (^___ -)
Maripotter: miticissima!!!!
Io davvero non so come ringraziarti, sto ancora piangendo per
la tue recensione, troppo bella e gentile!!!! Ok
allora fammi sapere come è andato questo chap, un
bacione e un grazie infinito, davvero di cuore!!!!! (^____^)
FraFra: stellina mia!!!!
Mh, ok è vero, li ho fatti litigare, ma infondo”L’AMORE NON è BELLO SE NON è
LITIGARELLO” lo dice anche il proverbio e comunque….
Faranno pace, ma hai presente quell’altra frase
tipica che dice “LA PACE PRIMA DELLA TEMPESTA”? Ecco accadrà qualcosa del genere!!!
Un bacione e grazie di tutto!!! (^______^)
Angi: non preoccuparti, avevo immaginato che
avevi da fare, causa esami!!!! Cmq Harry si comporta
sempre così, anche se magari ci metto una buona parola e lo aiuto a migliorare,
ok? Un bacione (^___^)
Avril Lavigne: piccolina mia, ma ciao!!!
Grazie delle tue recensioni sempre carinissime e gentili, mi danno davvero tanta
forza!!! No Ginny non ruberà mai Harry ad Hermione stanne certa, ma se ciò
dovesse accadere sappi che io lo impedirò con tutte le mie forze!! (^_ -)
Ricambio il bacione!!!!
Eva_elamela: amoruccio bello, bello dell’ale,
ma ciao!!!! E si, hai visto che poi la tua
Ci è riuscita a coinvolgerti nel fantastico mondo
delle ff a capitoli??? Come sono orgogliosa di me, ma anche di te che sei
riuscita a leggere l’intera mia schifezzuola a tempo di record!!! Bacino….
(^_^)!!!!
Un bacione a tutti
ale69J
|
|
|
|
\/
mentre io cerco di estorcere
informazioni ad Harry e Draco
e provo a fare ragionare il
moretto ed Herm,
voi recensite, altrimenti non vi
dico niente!!! (che cattiva!!)
A tutti i lettori: ma graaaaazie
(lucciconi, lucciconi) l’ultimo chap ha ricevuto tantissime letture, sono troppo
felice, vuol dire che la ff inizia a piacere a parecchi!!!
Però non dimenticate di commentare per favore (ale con occhi da cucciolo vi
implora)!!!!
Buona lettura!!!
GRAZIE SEAMUS (II parte)
Nessuno dei due riusciva a
parlare; sapevano solo che se avessero staccato lo sguardo dagli occhi
dell’altro, l’incantesimo sarebbe finito.
Il calore della stanza, il fuoco
che scoppiettava felice nel caminetto, quella piccola magia che li aveva
travolti creavano un’atmosfera estremamente accogliente.
Ad un certo punto Harry riuscì a
recuperare un po’ di coerenza in sé e disse, molto imbarazzato:
-Ciao! Come stai? Ho saputo che
sei stata in infermeria!-
-Già, stavo male- rispose
Hermione.
- ti hanno detto cos’è accaduto-
domandò Harry che stava cercando di in tutti i modi di spezzare l’imbarazzo e la
tensione caduti tra loro.
-No! Forse non avevo mangiato
abbastanza a colazione; ma hanno detto la stessa cosa a te quando…-
Il ragazzo sussultò; il ricordo a
cui faceva riferimento la ragazza, risaliva ai tempi in cui loro due stavano
ancora insieme, poteva ben immaginare quanto fosse stata dura per lei.
-Già! Magari hanno solo tirato ad
indovinare- disse.
Calò un profondo silenzio che si
protrasse per diversi minuti; entrambi i ragazzi avevano lo sguardo rivolto
verso la finestra, dietro la quale spaziava un fantastico cielo stellato.
E per la seconda volta fu Harry a
decidersi a parlare per primo.
-Beh adesso credo sia ora di
andare a dormire, Hermione!-
-Ci sarai domani?- domandò lei
cambiando discorso.
-Dove?-
-All’uscita organizzata ad
Hogsmeade da Seamus!-
-Oh… si certamente e tu?-
-Inizialmente non mi andava, ma a
furia di sentire Lavanda…. Poi credo che sarebbe una buona opportunità anche per
recuperare un po’ del nostro rapporto; avrai notato che ultimamente la
situazione ci è sfuggita un po’ di mano!-
-Già lo credo anch’io- rispose
Harry con una luce felice che gli brillava negli occhi.
-Bene allora buonanotte Harry-
-Buonanotte Herm!- rispose felice
il ragazzo.
Hermione corse fino alle scale e
salì un paio di gradini; tuttavia poi si voltò e con due vispi e allegri
saltellagli andò in contro e gli diede un tenero bacio sulla guancia, per poi
tornare sui suoi passi.
Prima che sparisse dietro la
porta del suo dormitorio, però, Harry la fermò e le disse in un sussurro:
-Hermione! Scusa e…. Grazie!-
Lei gli sorrise, un sorriso che
riempì di calore il cuore del ragazzo.
-Non c’è di che…- rispose per poi
sparire alla vista di Harry.
******
Su Malfoy Maison ormai non
brillava più il sole: era quella che voldemort, diventato ormai il padrone di
casa, definiva “l’eterna notte”.
Forse era per quello che il
freddo regnava sovrano al suo interno e ormai aveva intaccato le persone che vi
abitavano.
-Coraggio Bella, coraggio!- la
stava incitando Voldemort –Non possiamo lasciare alcuna traccia, abbiamo già
rischiato troppo assumendo Ly tra di noi, ma ora…-
-Certo mio signore è per me un
onore!- aveva esclamato la donna, che in quel momento si trovava riversa sul
pavimento con uno straccio per pulire; nemmeno uno schiavo veniva
trattato in quel modo, stava pensando.
“Non potevano pulirsela loro
sta roba? Ma no, tanto c’è Bellatrix, può farlo lei tanto ci è abituata….”
-Non
mi infamare Bella, io si quello che pensi, so quello che pensate tutti. Mi
sembra anche inutile aggiungere che i responsabili di questo disordine sono
morti e non mi è possibile donare loro la vita per farli venire a sistemare la
confusione da loro creata, non trovi?- fece Voldemort con un ghigno.
-Si mio signore!-
-Naturalmente avrebbe potuto
farlo Margareth, ma non mi sembrava il caso….-
-Come sempre del resto, mh?-
-Bella, non voglio ripetermi!-
-Si lo so! Quello che non
capisco, però, è come tu abbia potuto avere fiducia in una ragazza che è venuta
qui e si è presentata dicendo solo di nutrire un sentimento di vendetta verso
Lucius e Draco Malfoy per una cosa avvenuta sedici anni fa, ossia quando lei
aveva otto anni.
La cosa ancora più strana e che
io non capisco p cosa c’entri lei in questa cosa, dovrebbe essere Jessica a
desiderare vendetta, non lei. E comunque ora Lucius è morto, che altro vuole?-
-Come tu stessa hai detto, Bella,
lei ha i suoi motivi per nutrire odio anche verso Draco Malfoy che, come abbiamo
scoperto, è ancora in vita!-
-Ma cosa c’entra Draco?- urlò la
donna furibonda –E’ colpa sua se suo padre era un bastardo e ha fatto quello che
ha fatto?-
-Bellatrix!- la richiamò la
creatura –Tu stai sragionando! Hai forse dimenticato che Draco non ha voluto
entrare nel mio esercito solo perché non voleva essere considerato schiavo di
qualcuno come suo padre?-
-No! Ma non ho dimenticato
nemmeno che la tua causa è passata in secondo luogo rispetto a quella del tuo
fiore!-
-A volte- la interruppe Voldemort
–nascono sentimenti di invidia verso coloro che hanno avuto tutto ciò che invece
a noi è mancato!-
Questo sembrò porre fine
definitivamente alla discussione.
Dalla finestra aperta entrò un
soffio leggero di aria gelida che fece rabbrividire Bellatrix.
Bellatrix Lestrange: una donna
che nella vita non era stata in grado né di prendere le decisioni giuste, né di
far sentire la sua voce contraria all’interno di un coro che cantava e
pretendeva successo.
*******
“Signor Potter è pregato di
farsi trovare nell’ufficio del Preside alle 9.30”
Era questa la lettera che aveva
ricevuto quella gelida mattina di febbraio.
Aveva ipotizzato molte cose:
magari avevano scoperto la sua intenzione di partecipare all’uscita fuori orario
ad Hogsmeade, o peggio, avevano coperto che a tale iniziativa avrebbe
partecipato l’intero dormitorio di Grifondoro il che sarebbe significato
espulsione per tutti.
Magari Silente voleva solo fare
quattro chiacchiere tra amici o forse voleva comunicargli che Voldemort era
stato catturato. (NdA come galoppa la sua fantasia..)
Così, con molti dubbi e
preoccupazioni, il ragazzo si recò all’ufficio del Preside.
Arrivato alla statua del gargoyle
vide Piton che lo stava aspettando.
-Potter sono le 11.31; che ora
c’è scritta sulla lettera?-gli domandò, acido come il veleno di un Basilisco.
-Le 9.30 professore- rispose
Harry con fare innocente, ma subito aggiunse –E’ chiaro quindi che il suo
orologio è un minuto avanti, altrimenti come si spiegherebbe questo fatto?-
Il viso di Piton assunse un
grazioso colore rosato che, a parere di Harry, non gli donava affatto.
-Coraggio entra!- sbraitò l’uomo.
-Mi farebbe davvero piacere, ma
vede come ha detto lei un paio di ani fa noi studenti non siamo tenuti ad avere
la parola d’ordine dell’ufficio del preside, quindi come faccio a superare il
gargoyle?- domandò Harry con la faccia da furbetto.
Era la seconda volta in pochi
minuti che metteva il suo odiato professore a tacere e ciò non poteva fare altro
che recargli una grande soddisfazione.
-Si Potter- ammise Piton con fare
annoiato; si voltò quindi verso la statua e disse la parola d’ordine:
-Stridello!- e il gargoyle fece apparire magicamente una scala a chiocciola che
conduceva per l’appunto all’ufficio di Silente.
Quando Harry entrò nella stanza
vi trovò tre persone: il suo preside naturalmente, la professoressa Mc Granitt e
la Raily. Ad essi si aggiunse anche Piton e i quattro rivolsero uno sguardo
curioso al ragazzo.
-Bene Harry, accomodati- fece
cordialmente Silente.
-Grazie. Rispose il ragazzo,
sedendosi su una comoda sedia di velluto rosso.
Il giovane s guardò un po’
intorno: era incredibile quanto quell’ufficio riuscisse a rimanere uguale con il
passare degli anni.
Gli oggetti che aveva distrutto
per la rabbia l’estate prima sembravano essere stati magicamente aggiustati e
ora un delicato sole mattutino rifletteva i suoi raggi luminosi su di essi.
-Siamo venuti a conoscenza del
fatto che hai dei contatti con il signor Malfoy, è per caso vero?- gli domandò
Silente, interrompendo i suoi pensieri.
Harry rivolse il suo sguardo
prima alla professoressa Mc Granitt che lo guardava buia in volto e sembrava
stesse aspettando di sentirsi dire dove si trovava il biondino; poi guardò Piton
che, al contrario, sembrava chiedergli con gli occhi di tacere, sicuro che
ovunque fosse stato, Draco se la sarebbe cavata; disperato si rivolse alla
Raily, sul cui volto regnava un’espressione indecifrabile, sembrava molto
concentrata nel guardarlo, come se fosse stata un’azione che richiedeva
particolare fatica.
Infine portò i suoi occhi verdi
smeraldo su quelli azzurro cielo di Silente che lo stava osservando con
un’espressione dolce e incoraggiante.
-Sappi Harry che stamattina nel
parco di Malfoy Maison sono stati ritrovati i cadaveri di Lucius Malfoy e di
François Pascal.
A quanto pare sono stati uccisi
da un Avada Kedavra e non escludiamo l’ipotesi che i due uomini si siano
attaccati a vicenda per vicende successe diversi anni fa, ma…
Non mi piace divagare e quindi
gradirei che tu rispondessi alla mia domanda: hai avuto dei contatti con Draco?-
domandò Silente.
Harry annuì incapace di fare
altro.
-Ci siamo persino incontrati un
paio di sere fa, mi ha detto che si trova in Irlanda, in un paesino vicino alla
capitale; mi ha rassicurato dicendomi che ci incontreremo di nuovo, ma non
abbiamo stabilito una data precisa- concluse.
Fu sicuro di vedere una luce di
vittoria brillare negli occhini qualcuno degli insegnanti, ma quando si voltò
dovette ricredersi perché nessuno dei tre sembrava stesse esultando
particolarmente.
-Bene Harry, sei stato molto
gentile. Ma ora non vorrei rubare altro tempo alla tua uscita ad Hogsmeade, che
mi rendo conto essere uno dei pochi appigli per divertirsi in questo periodo.-
-Allora arrivederci - disse Harry
rivolto verso gli insegnanti –Per qualunque cosa…-
-Non preoccuparti Harry, sei
molto gentile. Buona giornata- lo congedò Silente.
Quando Harry tornò nei corridoi
affollati della scuola, passò davanti all’aula di trasfigurazione, dalla quale
provenivano delle voci.
-Perché non vuoi venire Ron?-
-Senti Seamus, questa sera Harry
e Hermione torneranno a stare insieme; io sono innamorato di lei e mi
permetterai di non volerli vedere felici più che mai il giorno della loro
riappacificazione!-
-Lo capisco, certo, ma non puoi
continuare a piangerti addosso, Ron!-
-Se mi lascerete i miei tempi e i
miei spazi guarirò da solo dalle mie ferite, ma ora come ora…-
-Promettimi solo di non chiuderti
in bagno a farti del male Ron Weasley- intervenne Seamus buttando la
conversazione sul ridere.
-Invece tu promettimi di non
sparare più cretinate colossali come questa, se non vuoi che io prenda il tuo
bel faccino a schiaffi.
-Agli ordini signor Weasley-
ridacchiò Seamus, portandosi la mano alla fronte come si fa con i grandi
generali.
Harry si allontanò dall’aula e si
avviò verso il suo dormitorio dove si sarebbe dovuto incontrato con Colin; il
ragazzo o aveva scongiurato di accompagnarlo a comprare nuovi rullini per la sua
macchina fotografica, che quella sera avrebbe fatto scintille.
Mentre camminava vide l’ultima
persona che avrebbe mai voluto incontrare.
Jessica Raily stava passeggiando
tranquillamente per il corridoio e sembrava diretta al bagno.
Harry si nascose alla velocità
della luce: non sarebbe mai stato in grado di tenere una conversazione con lei,
non in quel momento.
E cosa le avrebbe detto?
- Jessica, mi dispiace molto: tuo
padre è morto!!!-
******
continua….
Mentre io mi nascondo da tutti
coloro che volevano sapere della conversazione tra
Draco ed Harry, perché ancora una volta ho dato loro buca, voi recensite.
Sappiate solo che la mia
penna ispiratrice è ufficialmente defunta, mentre il mio blocco ha solo
tre miseri fogli!!! NO ORA COME FARò??????
Non so se è concesso fare
pubblicità ad altre ff scritte dalla sottoscritta, ma volevo comunicare che la
mia mente malata mi ha suggerito una nuova ff “FOREVER TOGETHER”, è una D/G, se
non avete niente di meglio da fare, datele una sbirciatina!!!
Ringraziamenti a:
Marco:
il tempo manca eh? Cmq erano gli sguardi di Herm e Harry che si abbracciavano
non loro, ma visto che andavi di fretta sei perdonato
^______ -!!! Questo chap è tremendamente dolce, spero tu non sia affogato nel
miele!!! Un salutone ciao ^_____^
Eva_elamela:
amoruccio dell’ale, anche se le recensioni non sono lunghe, ti pronunci
splendidamente quando chattiamo quindi…. Grazie e un bacione
:-)
Maripotter: ehi, ma che bel
complimento: il mio chap sublime? Me
molto lusingata, un bacione e grazie infinite ancora!!!
:D
Avril Lavigne:
piccolina mia!!! Così mi fai davvero piangere: w
ale??? Io ancora non riesco a credere di quanto tu possa essere dolce… avrai poi
trovato la sorpresina, spero che ti sia piaciuta….Un bacione e grazie di tutto!!!
^_______^
FraFra:
tesoro, sono molto felice che tu abbia letto il chap a te dedicato e anche che
ti sia piaciuto, ma soprattutto il fatto che sai bene che ci saranno dei casini
e la cosa non ti preoccupa, ma sappi che io o essere davvero tremenda, un
bacione! :-)
Angi:
dal secondo chap mi hai seguita fino al diciassette e
ogni volta mi hai sempre più incoraggiata a continuare… Non potrò mai
ringraziarti abbastanza!!! Un bacione gigantesco, sei unica!!! ^_______^
StellinaX:
ma ciao stellina mia, io aggiorno abbastanza presto e anche se sono un po’
cattivella devi sapere che come tutti amo i lieto
fini, anche se per arrivarci faccio un po’patire; un bacione spero di risentirti
presto. è_______é
Ciao a tutti; darò
un piccolo annuncio: rileggendo la mia ff mi sono accorta di una cosa, ossia che
dal primo al diciottesimo chap ho avuto dei notevoli miglioramenti e che qst,
oltre che merito mio, è anche vostro che recensendomi mi siete stati vicini e mi
avete incoraggiata. Spero che
nelle altre ff che scriverò in futuro riesca ad avere gli stessi miglioramenti
che ho avuto grazie a questa, che era il mio primissimo scritto.
Dedico per ciò il chap a tutti, ma proprio tutti quelli che hanno letto la ff
fino a qui!
UNA SERATA INSOLITA (I parte)
Quando Harry uscì da scuola un
tiepido sole stava spandendo i suoi raggi luminosi sul parco; gli studenti che
non avevano avuto il permesso di uscire si stavano godendo la bella giornata
stando in riva al lago a chiacchierare o correndo attraverso le distese di prati
verdi.
Il ragazzo si diede una veloce
occhiata in giro; in teoria si sarebbe dovuto incontrare con Seamus davanti al
portone principale.
Ma come la vita insegna spesso,
la teoria e la pratica non sempre condividono le stesse idee, di fatti Seamus
Finnigan era in ritardo.
-Finnigan, me la pagherai per
questa buca- disse Harry a denti stretti e con fare minaccioso.
Quel leggero vento primaverile
faceva tremare dolcemente i rami degli alberi sui quali stavano nascendo piccole
foglioline che avrebbero sostituito quelle morte durante l’inverno.
In tutto il parco sembrava
regnare in una quiete irreale, che calmava gli spiriti dei più turbolenti.
Sembrava, pensò Harry, di
trovarsi davvero in un mondo incantato dove un maledetto silenzio assordante non
permetteva di cogliere a pieno l’essenza di quell’iniziale primavera.
Ma era tutto tranquillo, troppo
tranquillo, tanto che se Harry non si fosse prestabilito di non pensare ai
problemi durante quella giornata, sarebbe andato in giro a controllare il motivo
di quell’incanto.
-Ehi Harry, scusa il ritardo!-
esclamò Seamus, che tutto pimpante era appena giunto vicino all’amico.
Harry notò subito l’abbigliamento
strano che indossava il compagno: T-shirt e pantaloni corti, entrambi di un
orribile color verde marcio, che assomigliavano tremendamente alle tute
mimetiche che indossano i militari.
Aveva in spalla un grosso zaino
blu, talmente pieno che Harry si chiese come avesse mai potuto chiudere senza
farlo esplodere.
-Harry, sono davvero così bello?-
chiese Seamus, che accortosi dello sguardo dell’amico, lo aveva richiamato
all’ordine imbarazzato.
-No…- esclamò il ragazzo con aria
orripilata –Solo… Come diamine ti sei vestito?-
-Bello, eh?- disse il ragazzo
felice –Alta moda!-
-Vedo…- disse Harry, nascondendo
perfettamente i suoi pensieri.
-Andiamo?- domando l’amico.
-Certo!-
I due si incamminarono e
arrivarono ben presto a percorrere le lunghe vie di Hogsmeade.
Le persone giravano come se
fossero degli animali al pascolo, in branco per la paura di rimanere soli e
indifesi.
Seamus portò Harry ai Tre Manici
di Scopa, per bere una burrobirra.
Al locale c’era un mormorio
sommesso e interessato, che raggiungeva le orecchie dei nuovi arrivati come un
ronzare fastidioso di un insetto.
Ad un tavolo Dean, Colin e
Neville avevano già preso i posti e stavano facendo loro gesti frenetici per
invitarli ad avvicinarsi.
-Ron non è venuto?- domandò Colin
a Seamus.
-Non si sentiva bene, ha
preferito restare al castello- menti prontamente il ragazzo.
Harry, dopo quell’affermazione si sentì come trafiggere da una gelida lama di
metallo: lui conosceva il vero motivo che aveva trattenuto l’amico al castello.
-Ragazzi, come mai ci avete messo
tanto?- domandò Neville, che stava osservando con circospezione uno strano
liquido rosso nel suo bicchiere.
-Oh no! Ancora quel completo
obbrobrioso che ti ha regalato tuo zio, eh Seamus?- domandò Dean schifato alla
prima occhiata.
-Ma cosa vuoi capire tu di moda,
Dean, che se al mattino infili i calzini prima delle scarpe è già un dono della
divina provvidenza-
-Ah, è così eh?- domandò Dean
furioso
–Intanto ho qualcosa che potrebbe
tornare utile- continuò Seamus ignorando deliberatamente il compagno e iniziando
a frugare nel suo zaino enormemente grande –guardate..- disse, attirando
l’attenzione verso di se.
Teneva tralle mani una bottiglia
di Whisky incendiario; il liquido rosso scarlatto all’interno della bottiglia
appariva come sangue fluido, mentre il ragazzo sbatacchiava il recipiente da
tutte le parti, cercando di non farsi notare dal barista.
-Che uscita illegale sarebbe
senza questo tocco di classe! E poi a sedici anni chi è che non ha mai provato
tale bevanda sublime- domandò, con aria estasiata, come se non vedesse l’ora di
attaccarsi alla bottiglia e di scolare tutto il contenuto.
-Ma Seamus…-intervenne Neville
–Io non l’ho mai provato e poi non hai pensato che se ci beccassero finiremmo in
guai più grandi di noi? Dai ti prego mettila via!- concluse il ragazzo
preoccupato.
-Va bene Neville, vorrà dire che
berrò il Whisky incendiario quando tu non sarai nei paraggi, per non offendere
la tua sensibilità! Bene ragazzi, voi invece cos’avete portato di interessante?-
Dean ridacchiò; con un cenno
esplicito della mano indicò se stesso e disse: -Ho portato me, non è
sufficiente?-
Tutti scoppiarono a ridere di
gusto: non c’era che dire, sapevano come divertirsi.
-Io- intervenne Colin –ho portato
la macchina fotografica, anzi Harry mi accompagneresti a comprare nuovi rullini
magici, altrimenti quello che ho già non basterà minimamente.
-Andiamo tutti insieme Colin,
anche perché quella vecchia racchia laggiù ci sta guardando male e non voglio
morire alla mia tenera età!- esclamò Seamus.
Andarono a pagare mentre quella
signora misteriosa continuava a fissarli in modo sospettoso.
Harry, Dean e Seamus tennero
stretta la bacchetta da sotto il mantello, mentre Neville e Colin tutti felici
facevano le boccacce al vetro che gli restituiva il loro riflesso, tutt’altro
che attraente.
I ragazzi uscirono dal locale e
si ritrovarono in una via disabitata.
Le poche persone che circolavano
tranquille poco prima sembravano essere sparite.
-Seamus di tutti i giorni che ci
sono in un anno, perché scegliere proprio oggi?- domandò Harry, che preoccupato
per i fatti fin dal mattino ora stava letteralmente rodendo dal terrore.
-Ma figurati Harry, lo senti
questo caldo? Quei pelandroni saranno usciti per comprare il pane stamattina e
ora si saranno rintanati in casa come dei conigli!- esclamò convinto l’amico.
Non voleva proprio capire.
In lontananza voci femminili si
facevano sempre più chiare e distinte.
Il sole rifletteva su di loro
raggi luminosi che le illuminavano come delle stelle.
Harry iniziò a grondare dal
sudore.
Quelle ragazze erano Hermione,
Lavanda e Calì che felici camminavano canticchiando in coro una canzone.
-Ciao ragazzi, come va?- esclamò
felice Calì, prendendo a braccetto Seamus.
-Prima andava bene e ora…- le
disse lui felice come una Pasqua (NdA a proposito AUGURI A TUTTI; anche se in
ritardo J)
-… meglio ancora- concluse sorridendo.
-Dove stavate andando di bello?-
-A comprare un rullino per
Colin!-
-Possiamo aggregarci?- domandò
Calì.
-Certo!- risposero i ragazzi in
coro.
Hermione si avvicinò ad Harry, lo
guardò negli occhi e gli tese la mano, in chiara attesa che lui la prendesse.
Harry le sorrise e prese tra le
sue mani sudate quelle morbide e delicate di lei.
-Cosa c’è?- gli domandò lei –Hai
la mano tutta sudata!-
-Oh!- esclamò timidamente lui
–Credo che sia per… Si per il caldo!- le rispose infine.
-Andiamo- gli propose lei
sorridendo, con una strana luce negli occhi.
-Si- le rispose.
Iniziarono a camminare, mentre
Neville e Colin discutevano dell’inutilità del Cactus Spinoso che Paciock si era
portato dietro.
*******
Inquietudine…
Terrore…
Attesa…
Erano queste le parole che
rappresentavano meglio ciò che in un futuro non troppo lontano sarebbe accaduto.
A Malfoy Maison regnava il caos
più totale: Mangiamorte che andavano avanti e indietro in cerca di rifornimenti
e di…. Armi.
Era questo che precedeva
l’attacco, il desiderio di vittoria che se avessero commesso un passo falso non
sarebbe mai venuta a bussare alla porta di quella casa.
Voldemort era in fermento e ogni
parola che usciva dalla sua bocca sembrava venir fuori spinta da una corrente
non identificabile.
In quel momento si trovava nella
sua stanza, che per diritto veniva riservata a lui soltanto. Sulle sue gambe
Margareth stava riposando tranquillamente, mentre con il respiro dolce riempiva
il silenzio funebre che li circondava.
-Margareth, svegliati- le disse
in un sussurro la creatura.
La ragazza con un piccolo verso
di protesta aprì gli occhi appannati dal sonno.
Si guardò intorno e ricordò
rapidamente dove si trovava.
Ogni giorno risvegliarsi in quel
luogo così buio e triste, così diverso dalla sua casa dove era cresciuta tra
l’amore della sua famiglia, di sua sorella…
Era per lei che stava facendo
tutto questo e non se ne vergognava; non aveva niente contro Harry Potter, ma
Voldemort le aveva offerto una possibilità troppo grande, aveva realizzato il
suo più grande desiderio e lei aveva dato la sua parola.
Ora anche lui sarebbe sparito,
proprio come Lucius, proprio come suo padre…
-Quali pensieri avvolgono la tua
mente impedendole di formulare ragionamenti coerenti?- le domandò Voldemort,
mentre con le dita scheletriche percorreva lentamente i tratti perfetti del suo
viso.
-Pensavo che Harry Potter è forte
mio signore, sarà dura sconfiggerlo!- ammise.
-Harry Potter non farà niente
stasera, i suoi amici lo lasceranno, anzi uno lo ha già fatto- esclamò con un
ghigno.
-Ly, esci e fatti vedere, oggi ho
bisogno della collaborazione di tutti voi, è un gran giorno!- aggiunse.
Una ragazzina giovane e molto
bella, dai profondi occhi color azzurro cielo apparve dalle ombre della stanza.
Come riuscissero rimarrà per
sempre un mistero irrisolto, forse erano legate più di quanto uno si aspettasse
alla magia, da importati leggi scritte in un passato ormai lontano, che però si
sarebbero realizzate in un futuro vicino.
-Il tuo gesto, rinunciare alla
giovinezza e a tutto ciò che essa potrebbe comportare di piacevole, non rimarrà
inosservato, verrai ringraziata a dovere!- promise la creatura.
La ragazza fece un inchino di
tutto rispetto.
-Sapere che capisci i miei
sacrifici, le mie paure e le mie sofferenze per aver tradito così la fiducia per
la mia famiglia, mi ripaga di tutto… Harry Potter si è divertito abbastanza a
giocare, è ora di dargli scacco matto, per quanto possa essere futile il motivo
della mia vendetta.- gli rispose lei.
-Piccola e giovane Weasley, la
vendetta non deve necessariamente avere un motivo, alleandoti a me hai comunque
ottenuto quello che volevi a prezzo di piccoli sacrifici, che non ti sono
costati molto- rispose Voldemort, con un ghigno mostruoso che oltre ad esternare
la sua vera personalità dimostrò ancora una volta la sua falsità: dopo mesi di
rinunce faceva una promessa per una ricompensa che sarebbe arrivata solo in
futuro.
-Stai pensando forse di ritirarti
dall’incarico Ginny? Puoi sempre farlo se vuoi!- le propose Voldemort glaciale.
La ragazza punto il suo sguardo
negli occhi di Margareth; la donna le fece un veloce tanto quanto invisibile
gesto di diniego, prima di tornare a fissare le fiamme del fuoco che, anche in
primavera, scoppiettavano nel camino.
Voldemort uomo tutt’altro che
stupido e formato da anni di dolore recato ad altri, si accorse di quell’intesa
che le ragazze avevano cercato di celare ai suoi occhi, ma come se fosse
afflitto da una febbre di imparzialità acuta ignorò.
-Sto attendendo Ly,
rispondimi!-ordinò la creatura tutt’altro che paziente.
-Io, in quanto Grifondoro resto
fedele anche a costo della vita!- esclamò a testa alta la ragazzina.
La risata fredda come il ghiaccio
e macabra come la morte echeggiò nella stanza, senza però diffondersi come
accadeva spesso nel resto della casa.
-Già voi Grifondoro, come ho
potuto dimenticarmene… Che affare ho fatto chiamandoti al mio cospetto! Sarete
anche fedeli, ma quando si tratta di tradire ciò per cui avete vissuto non siete
molto bravi!- le rispose, come se volesse scaricarle tutte le colpe addosso in
quel momento.
-Non tutti scelgono di rifiutare
il proprio padre per le sue origini; non tutti hanno questo coraggio- esclamò
Ginny.
A chi fosse diretta esattamente
quella frase, pronunciata con tale freddezza, non lo capirono nemmeno i due
diretti interessati; l’unica cosa che fu chiara è che non l’avrebbe passata
liscia.
-Bene Ginny Molly Weasley-
intervenne dopo minuti di assordante silenzio –fai le tue scelte nessuno ti nega
questa possibilità, ma… Non mandarmi a monte il mio piano, perché non ho passato
gli ultimi mesi nell’oscurità per essere spento da una ragazzina in piena crisi
adolescenziale!- concluse, facendo capire alla sua interlocutrice che la
conversazione era conclusa e che avrebbe voluto passare da solo gli ultimi
minuti di tranquillità.
*******
Il sole stava tramontando
lentamente dietro le lontane montagne di quel paesaggio così lineare da apparire
monotono.
Le nuvole si coloravano di rosso
e creavano affascinanti giochi di colore sul villaggio di Hogsmeade.
Un gruppo di ragazzi aveva deciso
di trascorrere quella giornata divertendosi e dimenticandosi le severe regole
della scuola.
Erano ora divisi, mentre si
preparavano per una serata che sicuramente non avrebbero mai dimenticato in vita
loro.
Hermione, Lavanda e Calì erano
chiuse in un bagno pubblico, mentre fuori i ragazzi le attendevano sbuffando.
Altri Grifondoro si stavano
radunando nei dintorni, infondo l’invito era stato esteso a tutto il dormitorio.
-Guardate cos’ho nella borsa!-
esclamò Lavanda, mentre le sue amiche si stavano preparando –E’ un veleno di una
creatura magica, che però ha un ottimo profumo; non lo si può indossare perché
crea effetti corrosivi a contatto con la pelle e ci tengo a restare tutta
intera.-
-Ma brava!- esclamò Calì, mentre
litigava con un fermaglio per i capelli che non voleva starsene a posto –Cosa te
lo sei portata a fare?-
-Non si sa mai, se qualcuno
provasse a farmi del male avrei un’arma per difendermi!- le rispose.
-La bacchetta non bastava?- le
domandò Hermione.
-Hermione… Io non ho un cervello
come il tuo, non ci capisco nulla di magia anzi... Se riesco a tenere una
bacchetta in mano credo di essermi già realizzata!- ammise.
Quando le tre ragazze uscirono,
l’intero dormitorio di Grifondoro stava attendendo le 19.00; dopo di che
sarebbero andati in un luogo che Seamus definiva a dir poco fantastico, ma sul
quale aveva preferito mantenere l’anonimato.
Hermione si diede una veloce
occhiata in giro; stava cercando qualcuno che a quanto pareva non c’era, di
fatti iniziò a mordersi le labbra.
-Colin scusa- gli domandò
avvicinandosi –Ginny non è venuta stasera?-
-No!- le rispose –Sono andato io
stesso a chiederle di venire, ma lei mi ha detto di riferire a chiunque mi
avesse chiesto di lei che non era venuta perché doveva incontrare una persona-
concluse gonfiando il petto d’orgoglio come se avesse appena compiuto un azione
esemplare.
Dopo quella affermazione la paura
di Hermione si tramutò in terrore….
“Tornerò da lui se le cose non
cambieranno”
*****
Allora in qst chap vengono
portati alla luce parecchi personaggi che fino a qlc chap fa rimanevano
sconosciuti… molti ora vorranno conoscere la vera identità di Margareth, ma
dando tempo al tempo scoprirete anche questo…
Non uccidetemi per lo scherzo giocato a
Ginny, chiedo umilmente perdono!
Ora ringraziamo le mitiche persone che mi aiutano a
migliorare: maripotter: mio tesoro, sono sempre più felice
di leggere i tuoi commenti entusiastici, spero di continuare a
coinvolgerti, un bacione ^____^ marco: ammetto che dicendomi che sono grande sei riuscito a farti
perdonare, ma io tonta fino all’esagerazione non ho capito, perché ti sto
torturando? Bacionissimi e grazie ^____ -
Avril Lavigne: piccolina mia, ancora la tua
ff è stata cancellata L, hai chiesto
consiglio ad Erika? Comunque grazie dei complimenti
dolcissimi che mi lasci ogni volta, mi fai commuovere ç____ç
FraFra: eh, eh… quello di Ron
credo sia un vizio, ma chissà se come dice lui,
stando sa solo riuscirà a migliorare, ma vedrai cosa combinerà nel prox chap!
Bacioni ^^
StellinaX: stellina mia ma ciao!!!
Si come ti ho già detto il lieto fine è assicurato, ma non sarà proprio come
tutti se lo spettano (almeno se realizzo i miei piani) bacioni ^____ -
Eva_elamela: amoruccio, tesoro, coccola mia,
ti adoro!!! Inizia a mettere via il fucile solo per
quello che ho fatto a Ginny e per le info che non voglio darti su Margareth, ma
potrebbero non piacerti!! Bacionissimi ^___^
Emma: ehi!! Innanzi tutto ti
ringrazio, ti ringrazio per aver dedicato quattro ore
alla sottoscritta per leggere la mia storia; è un gesto che mi ha davvero
riempita di gioia e che mi ha fatto riflettere su parecchie cose!! Bacionissimi
e davvero grazie di cuore, anche se non basta per esprimere la mia gratitudine,
me commossa, con tanto di lucciconi ç______ç
Capitolo 20 *** Una Serata Insolita (II parte) ***
UNA SERATA INSOLITA (II parte)
Non aveva mai visto Hogsmeade di
sera, con il cielo di un blu intenso e tante piccole stelle luminose che ne
spezzavano l’integra monotonia.
Per le strette vie pavimentate da
antiche pietre, passeggiavano le ultime persone che si accingevano a recarsi a
casa per la cena.
Il silenzio creatosi quella
mattina sembrava essere scomparso, ma non la tensione, che avvolgeva con le sue
lunghe braccia in una stretta soffocante l’intero villaggio e, da quello che
potevano sentire, anche il castello di Hogwarts.
Ma quella serata era stata
organizzata per divertirsi, basta essere negativi e darsi alla pazza gioia erano
le parole d’ordine.
Harry butto giù un lungo sorso di
Whisky Incendiario, dalla bottiglia che un Seamus mezzo ubriaco gli stava
porgendo.
Una musica assordante proveniva da molto lontano, ma per uno come Harry, che non
aveva mai bevuto niente di alcolico prima, quel assaggio era stato devastante e
si ritrovava ora mezzo sbronzo senza rendersi conto perfettamente di dove si
trovava o di quello che lo circondava.
Anche quando Seamus urlò a
squarciagola dovette fare mente locale per un momento, per riuscire a rendersi
conto di quello che stava dicendo.
-E ora ragazzi, arriva il piatto
forte!!! Guardate…- disse indicando una vecchia automobile, mezza distrutta che
sembrava stare in piedi per puro miracolo.
-Piatto forte? Quella
schifezza….?- domandò Neville con un espressione di disgusto allo stato puro.
-Ah Neville- iniziò Dean, che con
l’aria da spaccone si andò ad appoggiare di schiena alla portiera della vettura
–cosa vuoi capirne tu di automobili, eh? Io e il mio compare, Seamus, ci siamo
impegnati da un mese a questa parte per rimettere in sesto quella che tu chiami
schifezza, e ora ti dimostreremo che abbiamo ragione, è un vero e proprio
gioiellino…-
Il ragazzo, con fare più convinto
che mai, si andò ad accomodare sul sedile anteriore, prese in mano il volante e
provò a mettere in moto la macchina girando la chiave.
Niente.
Solo uno strattonare fastidioso,
che fece affacciare parecchie persone alle finestre.
-Ehi... Ma dico, vi sembra questa
l’ora per i fuochi d’artificio?- urlò un signore anziano, che a momenti cascava
fuori dalla finestra.
-Ci scusi signore, ma la macchina
non parte…-
-E allora…? Vedete di non
obbligarmi a tirare fuori il bastone per prendervi a randellate su quella
capoccia…- si sbatté poi la finestra alle spalle, borbottando qualcosa che i
ragazzi distinsero molto come “giovani”.
-Ah maledetto motore…- imprecò
Seamus, che preoccupato stava andando ad aiutare l’amico.
La macchina, si trovava nel bel
centro di una piazzola verde, destinata probabilmente ad un parco giochi per
bambini.
Intorno ad essa sorgevano palazzi
altissimi, da cui provenivano una moltitudine di luci.
Le ragazze stavano appartate in
un angolo, mentre ridevano della buffa figura che stavano facendo i ragazzi.
Solo Hermione sembrava essere
preoccupata, mentre osservava ad occhi sbarrati il suo ragazzo ubriaco che
rideva come un matto.
-Coraggio, Hermione- la
incoraggiò Lavanda, dandole un colpetto amichevole sulla spalla –i ragazzi ce
l’hanno nel DNA, più sono scemi e più si sentono realizzati, non puoi farci
niente tu, come non posso farci niente io…- le sorrise e aggiunse –Quindi non
pensare a qualunque cosa brutta che ti possa passare per la testa e goditi
questa serata.
-Si grazie Lavy- le disse
Hermione, con un sorriso incerto sul bel viso.
-Eh no, ora non allarghiamoci…
non chiamarmi Lavy, lo sai che lo odio Herm…-
-Ok, Lavy, non ti chiamerò più
Lavy se Lavy ti da così fastidio!- le rispose la ragazza, cominciando a ridere.
-Ah è così…- iniziò Lavanda,
tirando fuori la bacchetta (senza usarla) e facendole il solletico alla pancia,
tanto che Hermione cadde a terra dalle risate, implorandola di smettere.
In lontananza echeggiò il rombo
di una macchina che parte e l’urlo felice di Seamus:
-Finalmente! Saltate su ragazzi!
Ragazzi?-
Tutti si guardarono intorno,
notando solo ora che erano rimasti solo loro del sesto anno.
-Ma dove sono andati tutti gli
altri- domandò Dean, visibilmente rattristato.
-Non saprei, forse li hai…
coinvolti troppo!- lo prese in giro Calì.
*****
In Sala Grande Ron stava
mangiando lo stufato senza alcuna gioia o espressività.
A chi gli si avvicinava
rispondeva con un sordo mugugno (inespressivo anch’esso), mentre con fare ebete
osservava le candele che se ne stavano sospese luminose sulla sua testa.
Vide un movimento al tavolo degli
insegnati: probabilmente si erano accorti che l’intero dormitorio di Grifondoro
mancava e ora stavano andando a cercare i vari studenti.
Anche questo lo lasciò
indifferente, avrebbe potuto andare ad avvertire i suoi amici, ma perché avrebbe
dovuto?
Prima che il suo cervello potesse
formulare una risposta anche minimamente plausibile, una folata di aria lo colpì
alla schiena e si ritrovò Jessica seduta accanto (NdA ma dov’era finita?).
-Ron… Posso parlarti?- gli
domandò in un sussurro che non nascondeva alcuna timidezza.
Ron, con espressione triste la
guardò, uno sguardo malinconico e profondo, sperando che capisse tutte le
sensazioni che stava provando.
-Va bene, ma… andiamocene di qua-
consigliò, alzandosi e invitando la ragazza a fare altrettanto.
Nell’atrio tirava un aria gelida
e quando i due vi giunsero rabbrividirono all’istante.
Ron si andò a sedere sul primo
gradino ai piedi delle scale e portò il suo sguardo negli occhi azzurri di
Jessica.
-Dimmi- le disse.
-Ecco senti io… devo confidarti
alcune cose sul mio passato e sento di poterlo fare solo con te…-
In quel momento il portone si
aprì e ragazzi più o meno giovani entrarono trafelati.
Corsero tutti su per le scale,
diretti al proprio dormitorio.
Solo dopo un po’ Ron si accorse
che erano i suoi compagni di Grifondoro.
Ne prese uno a caso per la spalla
e gli domandò:
-Come mai siete venuti via così
presto?-
-Non ci si divertiva molto e poi…
volevamo lasciare le coppiette da soli, era evidente che volessero
divertirsi…-concluse con un sorrisetto. –Buonanotte prefetto Weasley-
-Buonanotte… -gli rispose
borbottando.
-Ron…- iniziò Jessica,
avvicinandosi un po’ a lui e mettendogli una mano sulla spalla.
-No…- le rispose lui –dimmi
quello che mi devi dire e poi lasciami andare- aggiunse solamente, sistemandosi
nuovamente sul gradino di marmo.
La ragazza sospirò e iniziò a
parlare, convinta ormai che rivelare i suoi segreti sarebbe stato tutt’altro che
semplice.
******
- Evvai!- urlò Seamus, seduto sul
tetto della macchina, come uno che sta facendo yoga, mentre beveva lunghe e
consistenti sorsate di whisky, obbligando Neville, accanto a lui, a fare
altrettanto.
Nei sedili posteriori erano
sedute Lavanda, Calì e Hermione, visibilmente preoccupate della guida di Dean.
-Ehm…- iniziò Hermione rivolta al
ragazzo –Sei sicuro di aver mai guidato prima in vita tua?-
-Certo Hermione, che domande!- le
rispose offeso.
-Ma cosa vuoi che sappia guidare!
È già tanto se ha acceso la macchina!- disse un Colin imprigionato tra le
ragazze.
-Zitto tu- lo ammonì Dean.
Harry se ne stava silenzioso
accanto al guidatore, sospirando e osservando il paesaggio che passava veloce
sotto i suoi occhi.
-Ehi Calì, vieni un attimo…- la
chiamò Seamus dal tettuccio.
-Arrivo…- gli rispose, mentre con
mille manovre cercava di farsi spazio tra le persone per poter andare
dall’amico.
Lungo la strada c’era un buio
pesto, ma i fari dell’auto riuscivano a spezzare quel atmosfera con luci
potenti.
Sembrava strano che in una
cittadina come Hogsmeade fossero presenti carreggiate dedicate alle autovetture,
ma quella era la realtà e per quanto sorprendente potesse sembrare andava
accettata come tale.
Hermione aveva appena finito di commentare questa stranezza con Lavanda, che
seduta al suo fianco era sbiancata sorprendentemente e sembrava in procinto di
vomitare (per la guida molto, ehm… audace NdA).
La ragazza diede così piccoli
colpetti sulla spalla dell’amica, sperando che riuscisse a riprendersi.
Nel frattempo Neville fece la sua
comparsa; aveva le guance arrossate, forse dalla sbronza che Seamus gli aveva
fatto prendere.
Gli occhi dalla vista annebbiata
sembravano essere leggermente storti, mentre con voce impastata diceva che
voleva stare per un po’ seduto, senza aria che gli arrivasse in faccia.
Harry si offrì volontario per cambiare il posto con lui, mentre dal tettuccio si
udì un botto e Calì che comunicò che Seamus era svenuto.
-Ah, ah, ah- rise Lavanda, mentre
prendeva Hermione per una spalla e avvicinandola a sé le disse:
-Perché non ci fermiamo e parli
un po’ con Harry, sembrate due poli che si respingono diamine, al fine di cosa
credi abbiamo organizzato la serata?-
Hermione mise su un grazioso
broncio, udendo che le cause di quell’uscita erano lei ed Harry, ma rispose
prontamente:
-Credo che tu abbia ragione Lavy-
Lavanda sbuffò, poi chiamo Dean e
lo invitò a fermarsi.
Quando Hermione scese dalla macchina per chiamare Harry, l’aria gelida della
sera le pizzicava la pelle fastidiosamente, scombinandole i già disordinati
capelli.
Gli occhi le lacrimarono
immediatamente per via del freddo, ma se li asciugo con le mani gelate.
-Harry- disse, chiamando il
ragazzo.
Nessuna risposta le giunse in
risposta, tanto che si allontanò un po’ per gettare una veloce occhiata al
tettuccio: Calì e Harry si stavano scambiando un bacio molto passionale, mentre
con le mani più attive che mai accarezzavano frenetici il viso (e non solo)
dell’altro.
L’ultima cosa che vide Hermione prima di correre via, fu una portiera che veniva
aperta di scatto per poi essere richiusa bruscamente e una voce che chiamò il
suo nome, dopo di che niente.
******
-Così, tu sei la sorella di… e la
figlia di… Caspita!- stava esclamando Ron sorpreso nel Salone d’Ingresso, dopo
aver ascoltato la confessione (rivelatasi molto importante) di Jessica.
–Ma tua sorella Donna non c’entra
niente in tutto questo casino, lei è tua sorella solo per madre, vero?-
-Si, hai indovinato- gli rispose
la ragazza con tono lugubre.
-Ma… una come te, perché sei
finita a Serpeverde?-
-Credo sia colpa delle origini
dei miei genitori; e poi Donna quando frequentava la scuola in Bulgaria era
nella stessa casa di Karkaroff, che qui è più o meno l’equivalente di Piton,
essendo stato un Mangiamorte.
Ma io e lei siamo molto diverse, a parte l’aspetto fisico, lei assomiglia molto
a mia madre, da quello che so, io non l’ho conosciuta, mentre io… Non
assomiglio a nessuno, sono un’anima libera…-
-Giusto…- esclamò il ragazzo,
come sorpreso improvvisamente da un’idea folgorante –Donna M. Raily, le hanno
dato anche il nome di…-
-…mia madre! Margareth, così si
chiamava… Donna l’ho sempre invidiata per questo, il nostro patrigno la chiamava
sempre fiore, mentre io venivo chiamata Jessy se andava bene, altrimenti il mio
nome di battesimo faceva la sua comparsa odioso…- disse Jessica malinconica.
Scavare nei ricordi del passato è
per tutti doloroso, ma per chi è più fragile le cose si complicano e Ron se ne
accorgeva dalla tristezza che scorreva come un fiume, limpido negli occhi della
sua interlocutrice.
Improvvisamente il portone si
aprì di scatto, mostrando un Hermione disperata e in lacrime che entrava a tutta
velocità salendo le scale un gradino alla volta con il rischio di scivolare.
Ron non capì bene, ma intuì che
qualcosa doveva essere andato nel verso sbagliato durante quella meravigliosa
serata, e si accinse a correre dietro alla sua amica.
Improvvisamente però si bloccò e
voltarsi fu una cosa automatica.
I suoi occhi incontrarono quelli tristi di Jessica, la quale mandò indietro le
lacrime che prepotenti volevano uscire e disse, sospirando:
-Non preoccuparti per me Ron, lo
avevo capito sai? Quest’anno è l’anno fortunato di Hermione, aspetta solo un po’
prima o poi se ne renderà conto…- concluse sorridendogli.
Lui ricambiò il sorriso e si
limitò a risponderle con un semplice, ma significativo
–Grazie- prima di scomparire come
un fantasma attraverso i tortuosi corridoi della scuola, lasciando dietro sé un
cuore spezzato.
*****
-Come hai potuto essere così
bastarda Calì?- la stava assalendo Lavanda, come un tornado impazzito.
Sul tettuccio dell’autovettura
(che come un razzo stava sfrecciando verso Hogwarts) un Colin e un Neville
abbastanza alterati stavano facendo la stessa ramanzina ad Harry, mentre Seamus,
appena risvegliatosi, cercava invano di capire l’accaduto.
Le loro urla vennero però
inghiottite da un sordo rumore, mentre intorno a loro la strada e il villaggio
scomparivano sorprese da un buio pesto.
Nell’aria volteggiava una leggera
nebbia, mentre si faceva sempre più distinta l’immagine di un grande giardino
con una vegetazione molto fitta.
L’umidità fece ben presto
rabbrividire tutti i passeggeri della macchina, mentre Dean ebbe la prontezza di
accendere i fari, mentre avanzava lentamente.
Si udì una voce che domandava:
-Hey Dean, dove diamine ci hai
portati, si può sapere?-
-Ma… ma…- balbettò lui in
risposta –la colpa non è mia, davvero; la strada è cambiata improvvisamente …-
cercò di giustificarsi.
Di comune accordo i ragazzi
decisero di scendere per darsi un’occhiata intorno; le bacchette sotto il
mantello strette in mano, l’aria fredda che li scombussolava.
L’erba era bagnata e si piegava
morbida sotto il loro passo veloce.
Dagli alberi cadevano foglie gialle: sembrava che li la primavera fosse
tutt’altro che in piena fioritura e ciò creava una strana nota di malinconia.
Harry si stava nel frattempo
disperando; quell’ambiente lui lo aveva già visto nei suoi sogni, e sapeva
perfettamente dove si trovavano, serviva solo qualcosa come conferma…
Se fosse successo qualcosa ai
suoi amici non se lo sarebbe perdonato….
Poi c’era Hermione, come l’aveva
trattata poverina; da ubriachi si fanno sempre cose stupide, ma la sua lo era
assurdamente, senza contare che l’effetto della sbronza faticava ancora a
sparire.
E Ron…. Mio Dio lo avrebbe
ucciso…
-Hey guardate la…- disse Seamus,
indicando qualcosa che assomigliava tremendamente ad un castello che si ergeva
imponente su di una piccola collina.
Percorsero con fatica gli
innumerevoli scalini prima di arrivare al portone principale.
Dalle gigantesche finestre non
usciva alcuna luce, sembrava essere un luogo disabitato; dai Gargoyle di pietra
scendevano forti getti d’acqua, che scrosciavano rumorosamente schiantandosi al
suolo.
Un catenaccio teneva chiuse le
due porte frontali, sulle quali una lastra di marmo faceva la sua figura,
apparendo lucidata e perfetta, così diversa dal resto dell’abitazione.
Su di essa c’era incisa una
scritta che probabilmente ne specificava il proprietario:
”Malfoy Maison”
Ad Harry si contorsero dolorosamente le viscere.
*****
Aaaaaah scusate il ritardo
ragazzi, ma diventa sempre più difficile trovare l’ispirazione, specialmente
quando hai la testa piena di preoccupazioni =(
Visto che chappone eh? Nemmeno
io so come ho fatto a scriverlo, ma tra tutti è davvero il mio preferito
(ovviamente dopo il chap n’13)…
Vabbè passiamo ai thanks
personali:
Marco:
amicissimo ^____^ come stai? Lo so, non sono molto puntuale, ma hai letto sopra?
Bene!!! Allora hai visto che poi non era Jessica la
spia, eh? Mh… Ginny sotto Imperio, sai non ci avevo nemmeno pensato…
bacionissimi e grazie (qual sei grande mi piace troppo) ^___
-
FraFra:
ma hai visto che ho aggiornato e… ti ho sorpresa? Spero di
si, cicci e poi questo chap è sullo stile che piace a te, quindi… beata
te che riesci ad accettare cmq il tradimento di Ginny… Bacionissimi, voglio
sentirti tramite mail prestissimo ^___^ Maripotter: ma tesoro!!! Sappi che le tue recensioni (lunghe o
corte) per me sono sempre bellissime e sono comunque felice che tu mi abbia
perdonata per lo scherzetto fatto a Ginny, hihihiihihih… bacetti piccolina =D Avril Lavigne: ma piccolina mia!! Mi riempi
sempre di complimenti, me li merito tutti? Beh ormai dovresti aver capito
il sottofondo della trama e ho una bellissima notizia per te: tra poco torna
Malfoy!!! Ciao bellissima, un baciotto immenso = )
Eva_elamela:
amooooore mio!!! Non c’è Margareth in qst chap ç___ç
manca tanto anche a me, l’adoro, poi se sapessi… ok, ok, ok zitta ale!!!
Tesoro, ma in questo chap io ti ho detto chi è davvero quella ragazza, quindi….
Non lamentarti… bacioni love a stasera!! ^^
Angi:
ma sorellona ciao!! Mamma tu non hai idea di quanto mi sei mancata nello scorso
chap, ma sei tornata ed è questo che conta!! Ih hai visto che la mia Ginny è
“fumata” ma c’è sempre possibilità di redenzione, non trovi… un ringraziamento
particolare e un bacio enorme!!! ^___^
Emma:
ma tesorino, ritrovarti con un’altra recensione che come la precedente era
bellissima… sappi che mi sdrucciolo tutta quando leggo i tuoi complimenti e mi
commuovo!!! Graaaaazie!!! ^^
StellinaX:no
assolutamente, non mi sembra per niente il modo di comportarsi ql di Ginny,
tesoro!!! Ma, bene, spero che anche questo chap ti sia piaciuto! Ho notato che
mi hai messa trai preferiti, wow Grazie!!!! Posso
sdebitarmi? Bacionissimi!!! = )
Ragazzi
adoro scrivere tutti i ringraziamenti, lo sapete? Invito tutti
coloro che leggono e non recensiscono a lasciare un
commento, mi sono impegnata parecchio sugli ultimi chap!!!
Erano rimasti fissi in piedi,
mentre il freddo li trapassava da parte a parte a contemplare quella lastra in
tutta la sua integra perfezione.
I raggi lunari che riuscivano ad
oltrepassare le fitte nuvole nere radunatesi nel cielo, colpivano prepotenti
quella liscia e levigata pietra di marmo sulla quale era inciso un nome che in
anni passati, al solo pronunciarlo persone si inchinavano rispettose.
Su quel piccolo gruppo di
ragazzi, invece, faceva un altro effetto.
-Malfoy Maison, fantastico!
Entriamo ho sempre sognato di vedere dove viveva quel bamboccio di
Signor-Malfoy-se-ti-avvicini-brutto-Mezzosangue-mi-contagi !- esclamò Seamus
che, per niente intimorito da quell’aria tetra, era tutto pimpante e credeva di
star per compiere una divertente partita a scacchi.
-Seamus…- intervenne Harry, che
anche se lo nascondeva perfettamente, stava tremando come una foglia -..credo
che tu sia ancora sotto l’effetto della sbronza, meglio non entrare sai…-
-Ma non dire sciocchezze, ih!
Harry ih! Vieni …- disse semplicemente prendendolo per un braccio e
trascinandolo dentro al castello.
Gli altri li seguirono a ruota:
chiaramente il desiderio di rimanere fermi, fuori e al freddo non piaceva loro
nemmeno un po’.
Ad accoglierli c’era un
gigantesco salone circolare, che si diramava in tre direzioni, una delle quali
consisteva in un’imponente scala di cristallo, esattamente di fronte a loro.
Si respirava un odore di chiuso e
di muffa, mentre tutto intorno aleggiava un atmosfera silenziosa, che sembrava
essere mantenuta a stento.
Il colore dominante era il verde,
in varie tonalità, e sul soffitto (molto somigliante alle volte delle chiese)
erano raffigurati affreschi rappresentanti serpenti.
-Wow!- fu l’unica cosa che riuscì
a pronunciare Seamus.
-Sembra un castello- aggiunse
Dean.
-Non ti viene in mente che forse
lo è- lo punzecchiò Calì.
-Ma sentitela…- iniziò Lavanda -…
senza offesa cara, ma non ti puoi permettere di criticare tu- la rimbeccò.
-Scusate se interrompo i vostri
importantissimi battibecchi, ma vi sembra il momento?- domandò Harry,
aspettandosi il colpo di grazia anche da Neville e Colin, rimasti in silenzio
fino a quel momento.
Quando Harry si voltò verso di loro, si accorse che in qualunque caso non
sarebbero mai riusciti a spiccicare parola: i due si tenevano abbracciati e come
due foglie in bilico su un ramo stavano tremando.
I visi dalla carnagione pallida
spiccavano nitidi all’interno di quel buio talmente spettrale.
Harry fece un piccolo sorriso
compassionevole: povero Neville era il secondo anno di seguito che si ritrovava
nei guai a causa altrui.
Si avvicinò loro e con voce
confortante disse:
-Non preoccupatevi adesso ce ne
andiamo-
-Come sarebbe a dire, ce ne
andiamo?- domandò Seamus deluso; era evidente che fosse reduce di una sbronza,
altrimenti non si sarebbe spiegata tutta quell’allegria.
-Seamus, hai notato che siamo in
pericolo?-
-Pericolo…? Harry il problema è
tuo non mio, non vedi che è tutto tranquillo?-
Gli altri ragazzi si stavano
spostando alle spalle del ragazzo, con la chiara intenzione di uscire al più
presto.
Fu forse per quello che Harry si
accorse di un veloce movimento proveniente da un corridoio o forse, più
semplicemente, se ne accorse per via del fatto che dopo sei anni i suoi sensi
erano affinati.
-Si Seamus, hai ragione: c’è
calma…- cominciò dandosi una veloce occhiata intorno.
-…troppa calma- concluse per lui
Neville, che sembrava aver recuperato un po’ di voce.
******
Non si era mai accorta di quanto
potesse essere confortante il dormitorio di Grifondoro, specialmente quando
tutte le persone che ti potrebbero recare disturbo sono fuori a divertirsi.
Hermione era raggomitolata sul
divano di velluto rosso della sua Casa, mentre guardava le vecchie pergamene
ingiallite lasciate li da qualche studente, qualche ora prima.
Sorrise inconsciamente,
ripensando che l’anno prima lei e i suoi amici avevano trascorso la notte li,
discutendo di ragazze e consigliando ad Harry sul come fare con loro.
Avvenimenti accaduti prima di
quell’anno, dove le cose si erano complicate, mostrando una faccia beffarda che
lei stessa non credeva il destino avesse mai potuto avere.
Anche se nascoste con sorrisi
falsi, ma sapeva dentro di sé che la sua relazione con Harry avrebbe creato dei
problemi, specialmente con Ron.
Era proprio con lui che il
rapporto era andato piano, piano sgretolandosi e riducendosi ad uno stato di
sottilissima polvere.
Polvere che si era adagiata poi
sui giorni più belli, gettando su di essi un velo che li rendeva opachi.
Indossava ancora il vestito
elegante che Lavy aveva insistito tanto che comprasse, mentre sui capelli, ora
scombinati, faceva la sua figura una piccola rosa, sistemata accuratamente come
decorazione.
Stava pensando giusto di andare a
cambiarsi quando il ritratto della signora grassa si aprì, mostrando una
testolina rosso fuoco.
La sgridata del dipinto arrivò
chiara e cristallina alle orecchie di Hermione.
-Perché vai in giro a quest’ora
della notte?-
-Per lo stesso motivo per cui lei
rompe: è nella mia natura!- le rispose Ron a tono, rientrando di corsa del
dormitorio e chiudendosi bruscamente la porta alle spalle.
Si bloccò quando vide Hermione
seduta sul divano, la guardò con uno sguardo profondo e fece per andarsene,
quando Hermione lo fermò.
-No, ti prego resta, almeno tu…-
lo implorò con la voce di una persona prossima alle lacrime.
Lui non le rispose, se lo avesse
fatto certo non le avrebbe rivolto complimenti, solo frasi del tipo “lo sapevo”
e non voleva ferirla maggiormente.
Si limitò, così, ad andare a
sedersi accanto a lei, abbracciandola e sussurrandole:
-Vuoi dirmi cosa è successo…?-
Lei scosse la testa, mentre dai
suoi occhi iniziavano a scorrere calde lacrime che le lasciavano piccoli
sentieri tortuosi sul viso appena velato da un leggero strato di trucco.
-Ma, Ron, mi devi promettere una
cosa, non prendertela con Harry, va bene? È una cosa che dobbiamo risolvere noi
due e se ci dovremo lasciare sarà solo una decisione nostra, tu per favore…
Stanne fuori-
Questo a Ron bastò per fargli
stringere maggiormente l’amica; gli aveva dato la conferma che a lui mancava,
era a causa di Harry se Hermione piangeva per l’ennesima volta, ma lei gli stava
anche chiedendo di lasciarli stare e se era la sua volontà decise che ce
l’avrebbe fatta.
Ron credette improvvisamente di
essersi rincretinito a furia di pensare, perché tutto intorno a loro iniziò a
vorticare e sentirono come una potente fitta allo stomaco.
Le cose erano due o avevano
toccato involontariamente una passaporta oppure qualcosa di molto potente li
stava risucchiando.
Chiusero gli occhi, mentre un
turbine di sabbia volteggiava intorno a loro.
Quando li riaprirono, si
ritrovarono in un gigantesco tunnel scavato nel terreno; sarà stato alto cinque
metri, mentre si estendeva per diversi chilometri in lunghezza e sulle pareti
si dissipavano numerose piante rampicanti.
Da ogni parte si vedevano piccoli
animaletti che stavano lavorando…
Hermione si portò una mano alla
bocca e disse:
-Ron… Non ci credo, lo sai dove
siamo?-
-No… Dove? In un tunnel schifoso
dove essere abominevoli stanno lavorando… Immaginati se fosse la base degli
elfi domestici!- le rispose lui.
-Sulla base hai indovinato, ma
sai cosa sono quelli…? Stridelli!- concluse.
-Allegria! Ma a noi cosa
importa?-
-Ron… Non era mai stato trovato
questo covo prima d’ora, lo sai? Siamo i primi!-
-Non capisco perché la notizia
dovrebbe rallegrarmi, comunque sia, la domanda è: perché siamo finiti in questa
discari… ehm, in questo posto?-
-Non lo so…- gli rispose lei
pensierosa, poi saltò in piedi e disse:
-Mi scusi! Mi scusi lei sulla scala che sta per cadere, cosa ci facciamo qua?-
La piccola creatura sobbalzò
quando senti la voce di un’estranea che si rivolgeva a lui e aprendo appena la
bocca emise un piccolo grido e tutti gli altri suoi simili che stavano lavorando
ben presto si andarono a nascondere.
-Ecco, visto? Li hai
terrorizzati…- disse scherzosamente Ron, rivolto alla povera Hermione, la quale
mise su un piccolo broncio di disappunto.
Ben presto arrivò, accolto da
numerosi applausi, un altro Stridello, dotato di folti baffi e dal colorito
azzurro spento, doveva essere molto anziano.
-Buona serata ragazzi- fece
cordialmente –risponderò all’unica domanda che volteggia danzante nella vostra
testa;- a questo punto Hermione e Ron di scambiarono una veloce occhiata:
quella creatura parlava come se stesse leggendo una poesia, sembrava quasi che
li stesse prendendo in giro -siete qua perché abbiamo sentito intorno a voi
un’aura di pericolo e siamo intervenuti…-
-Pericolo? Come sarebbe a dire
pericolo?-
-Il Signore Oscuro è tornato
signorina, stasera!- rispose la creatura ad Hermione.
-E Harry e gli altri?- domandò
Ron ansioso.
L’anziano sospirò e con voce
sincera disse:
-Per loro è troppo tardi, solo un miracolo li può salvare dal destino, o una
persona dotata di gran cuore, lo dicono le stelle-
Hermione e Ron si guardarono
negli occhi: era così dunque che doveva andare a finire, giovani vite innocenti
sacrificate per la causa di un povero pazzo?
Non lo potevano accettare…
******
Erano ancora all’entrata.
Chi li avesse visti avrebbe dato
loro un premio solo per l’indecisione che stavano dimostrando.
La porta di Malfoy Maison era
socchiusa, mentre gelide folate di aria entravano potenti, facendoli
rabbrividire.
Dai rumori provenienti
dall’esterno capirono che aveva iniziato a piovere e un rigagnolo d’acqua stava
entrando lentamente, in un punto dove il terreno creava una piccola conca.
Le ragazze erano con la schiena
appoggiata al muro vicino al portone principale, con le ginocchia tenute strette
tra le braccia, mentre forti tremiti di paura (e non solo) le percorrevano.
Dean tratteneva Seamus per una
spalla, cercando di riportarlo all’ordine, cosa del tutto inutile visto che il
ragazzo aveva già iniziato a salire le scale diretto ad ispezionare la casa.
Colin e Neville sembravano in
procinto di svenire, mentre pallidi come fantasmi stavano aspettando il momento
in cui Harry si decideva dire “andiamocene”.
Ma quest’ultimo sembrava avere
tutt’altra intenzione: dentro di sé sapeva bene che se fosse rimasto avrebbe
messo in pericolo i suoi amici, ma lo sentiva a pelle in quella casa c’era
qualcosa che non andava, un’aria troppo soffocante li avvolgeva e ora avrebbe
accompagnato volentieri Seamus in giro per quel maniero lussurioso e buio, alla
ricerca di…
Si ma poi di cosa sarebbe andato
in cerca?
Non dovette aspettare molto prima di trovare la risposta; tutto d’un tratto
dalla scalinata di marmo si udì uno schioppo violento, che sbalzò indietro
Seamus, facendolo cadere con il sedere a terra.
Dopo di che la porta si chiuse
rumorosamente, mentre Calì e Lavanda sobbalzavano impaurite.
Se un centinaio di candele non si
fosse acceso magicamente non avrebbero mai potuto vedere una persona misteriosa
in cima alla scalinata, fiancheggiata da due ragazze giovani.
Quella creatura era…
-Voldemort!- pronunciò Harry a
denti stretti, mentre la sua collera cresceva: lui li aveva trascinati in quella
trappola, probabilmente aveva nascosto una passaporta che li trasportasse nei
giardini di Malfoy Maison.
Rivolse poi il suo sguardo alle
guardie che lo appaiavano; dire che il suo cuore mancò di un battito è sminuire
il sentimento di sconforto che avvertì.
Quei due erano due donne e più
precisamente….
Ginny Weasley….
Donna Raily….
-Non ci posso credere lei-
esclamò Harry, additando la sua insegnate di Difesa contro le Arti Oscure
–Donna, Silente si fidava di te e tu…-
-Margareth per favore, vorrei
rispolverare un po’ nel passato…- gli disse lei in risposta.
Ora un silenzio attonito
proveniva dai suoi compagni; non avrebbero mai pensato che un insegnante potesse
arrivare a tanto, Piton forse ma forse le apparenze a volte ingannano.
-E… Ginny! Come hai potuto?-
chiese Harry allibito e la sua frase fu accompagnata da molti sguardi stupefatti
degli amici.
”Anche lei, una Grifondoro fino all’ultima goccia di sangue, come aveva
potuto…?”
L’unica cosa che vide Harry, fu
il viso pallido di Ginny abbassarsi e lì comprese che stava facendo tutto contro
la sua volontà.
Scosse la testa.
“Ginny in che guaio ti sei
cacciata?”
-Bene Potter e company, siete
voluti venire qua a giocare? E ora sarete accontentati…-
Le dita della sua mano
scheletrica si sfiorarono appena, ma produssero uno schiocco sordo che echeggiò
in tutto l’atrio.
-Sia dato inizio ai giochi!-
esclamò, mentre le sue parole venivano inghiottite dalla sua gelida risata, che
si diffuse velocemente tramite fili tesi e invisibili.
*****
Amorini miei anche il 21esimo chap è
concluso, la ff si avvia verso la fine ç____ç
Comunque sia in questo chap ho
dato tante informazioni e specialmente sulla nostra cara Margareth, inoltre
Hermione e Ron sono gli unici che non corrono pericoli, indovinate un po’ chi
salverà i nostri eroi (se si salveranno)??? ^_____^
Passiamo ai thanks personali:
FraFra: ma tesorissimo, graaaaazie *___*
si adesso arriva il bello e… hai notato cosa accade
in questo chap? Bacettissimi e un salutone immenso^^
Marco: ti prego, ti prego risvegliati, non
svenire in questo punto cruciale!! Mmm… cos’è questa novità? Non sei stato il
primo a recensire? Male ragazzo, molto male… comunque
io non sono così cattiva dai: Ron non ucciderà Harry, questo te lo dico in
anteprima mondiale °___° …. Mi dai la tua mail, ti
prego *____* bacetti…
Maripotter: wow cicci grazie!! Dici che si
decideranno quei due alla fine…? Mah, chi li capisce è bravo!! Non credo che sia
tua doverti inchinare a me, ma semmai il contrario, più piccola di me e sei un
mito!!! Bacione immensissimo (italiano corretto)
^___^ Emma: magic girl ciao!! Non per vantarmi, ma credo in ogni caso
di essere più interessante di qualsiasi compito tu
stessi facendo, e sapere che ti elettrizza ogni volta che vedi i miei
aggiornamenti mi riempie di orgoglio… per quanto riguarda la recensione lunga,
non preoccuparti, anzi… *ale adora le recensioni lunghe* un bacio teneroso tutto
per te, ciao!! ^_____ -
Eva_elamela: ma amooooore!!!!!!!
*____* troppo felice in ogni chap di leggere i tuoi commenti, sono un carburante
^__^ poi lo sai che io adoro le critiche costruttive e i tuoi complimenti lo
sono moltissimo love!!! Ciao, ciao una pioggia di
bacetti lovviosi……
Angi: sorellona!!!
Io.. io… io… dimostro la bastardaggine??? ç____ç guarda che la colpa di quello
che è successo è di Harry, non mia io racconto solo i fatti *come negarlo??* ma
se io ti prometto un lietissimo finale, mi perdoni *occhi da cucciolo e
lucciconi* bacionissimo gigantesco!!! ^_____^
Avril L.: ma
piccolina mia… non torni più in carreggiata ç___ç ??? il nostro motto “forza e
coraggio” non funziona più??? Comunque per rallegrarti un po’ ti dico che torna
Malfoy (mi hai chiesto come stava) e che lui stesso mi manda una lettera dall’Irl..
ehm… ricambia il saluto insomma, mentre io ti mando un bacionone immenso, ciao
magic friend!!! ^__^ StellinaX: rispondo semplicemente: Harry e Hermione ho già pensato
a come farli riappacificare, credimi ti dovrebbe piacere ^___ - per Ron e
Jessica temo che in questa ff non ci sarà nulla per loro, ma ripeto in questa ff
(ale taci…)^^ bacetti infiniti piccolina…
Oh, scrivere tutti questi ringraziamenti mi riempie di
gioia ^_____^
Al prox chap “…chi ride ultimo” (così completiamo il proverbio) che sarà il
PENULTIMO, poi l’ultimo con tutte le spiegazione e
chiarimenti vari e infine vi assicuro che ci sarà un epilogo, conseguentemente
mi dovrete sopportare ancora per tre chap ^ _____ -
Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiù
che faticaccia, mai scritto niente di così lungo, assicuro su me stessa ^____^
E siccome voi mi volete bene
e non volete vedere sprecato il mio lavoro, dopo aver letto mi lasciate un bel
commentuccio e stavolta non scherzo: ne voglio uno da tutti quelli che leggono.
Buona lettura (per favore non sprecate il lavoro che mi ha tenuta alzata fino a
tardi) ^__________________^
…CHI RIDE ULTIMO
Un forte malore allo stomaco
colse Harryall’improvviso e da quello
che riuscì a vedere prima che un turbine lo avvolgesse, i suoi amici vennero
smaterializzati.
La testa iniziò a girargli
vorticosamente e un dolore forte lo colpì alla cicatrice.
Chiuse gli occhi, sperando di
riuscire a dissimulare il bruciore, ma non appena le palpebre si toccarono
iniziarono a lacrimargli e il ragazzo fu costretto a riaprirli.
Da un rumore di vetro
infranto capì che i suoi occhiali erano andati distrutti e riuscì solo ad
intravedere un turbinio di immagini, prima di riuscire a capire dove si
trovava.
Si sentì cadere pesantemente
sul freddo pavimento di marmo, mentre un’aria fredda proveniente dalle finestre
lo assalì facendolo rabbrividire.
Decise di rimanere disteso e
immobile, non voleva aprire gli occhi per vedere quello che lo circondava, non
aveva nemmeno il coraggio di respirare, temendo che nell’aria ci potesse essere
veleno, ma a causa di necessità fisiche fu costretto a farlo.
L’odore che gli arrivò al
naso era quello amaro del sangue, del sangue caldo che esce dalle vene dopo che
qualcuno ci ha inciso un taglio profondo, del sangue di una persona che viene
uccisa senza pietà a sangue freddo.
Sobbalzò quando riuscì a
realizzare che un cadavere doveva trovarsi nei paraggi, ma socchiudendo le
palpebre non vide niente.
Solo un buio corridoio, che
alla prima occhiata appariva infinitamente lungo, tetramente illuminato da
candele appese a lugubri candelabri arrugginiti.
Si alzò lentamente e anche
con molte difficoltà, sentendosi acciaccato e spossato.
Il corridoio era composto da
pareti fatte di specchi e si articolava in tanti altri passaggi, creando una
sorta di labirinto.
Questo terrorizzò Harry a
morte; era stato Voldemort, lo sapeva ne era certo e pregava solamente che i
suoi amici stessero bene, che non si trovassero in una trappola peggiore della
sua.
-Avrà riservato a me il
giochino migliore che aveva- si disse mentalmente.
Decise di darsi una mossa,
prima di mettere radici, ma decise anche di essere molto cauto in ogni
decisione che prendeva.
Ogni cinque passi si voltava
e pronunciava una preghiera per i suoi amici, per Ron, per Hermione, sperando
che almeno loro due stessero bene, al caldo nei loro letti.
Sapeva, era certo che molto
presto Silente sarebbe arrivato a salvarli, ma quando?
Prese la bacchetta magica,
che teneva al sicuro sotto il mantello e si sfilò gli occhiali; puntò lo
strumento contro di essi e pronunciò:
-Ocolus reparo-
Magicamente gli occhiali si
aggiustarono; dopo di che dovette trovare una soluzione per orientarsi; subito
gli vennero in mente i pomeriggi trascorsi al quarto anno con Hermione e Ron a
studiare nuove tecniche per poter superare il Torneo Tre Maghi.
-Diamine com’era
quell’incantesimo…?-si domandò, mentre un amnesia completa lo sorprendeva.
Prese la sua bacchetta e
tenendola distesa sul palmo della mano le sussurrò:
-Guidami-
Essa iniziò ad emanare una
luce rossa molto potente e si alzo librandosi in volo; puntò la direzione
nord-est, ma il ragazzo non capì bene come poteva segnargli quella direzione,
se non sapeva nemmeno cosa doveva cercare; decise tuttavia che non era quello
il momento di mettersi a ragionare, anche se si rendeva conto che sarebbe stata
la cosa più giusta.
Iniziò a camminare lungo il corridoio, mentre i vari specchi gli riflettevano
la sua immagine impaurita, con la carnagione pallida e la fronte imperlata di
sudore freddo.
Fu così che tra folate di
vento freddo iniziò a farsi strada tra i misteri di Malfoy Maison, mentre ad
ogni passo sentiva la paura aumentare, con un peso che si faceva sempre più
compatto nel petto.
Ad un tratto un grido acuto
ruppe quella calma irreale.
*****
-Aiuto un topo!- strillò
Calì, ammassandosi sulla spalla di Neville.
-Credo che si sia spaventato
di più il topo di te- la rimbeccò Lavanda.
-Ma com’è possibile che ci
siamo solo noi, cioè e gli altri? Dean, Seamus e Colin, dove sono?- domandò
Neville molto preoccupato.
-Più che per loro, mi
preoccupo per Harry- disse Lavanda –Voi-sapete-chi deve per forza aver giocato
un tiro mancino a tutti, ma a lui particolarmente, chissà in che trappola è
capitato poverino…- concluse amareggiata, lasciandosi cadere seduta sul divano
logoro alle sue spalle.
Loro tre erano capitati in
una stanza circolare, con un camino acceso, nonché unica fonte di luce, mentre
tutte le ombre proiettate sulla parete trasmettevano una certa inquietudine.
A quanto pareva era l’unico
luogo dotato di finestre protette da vetri, i quali si appannavano al respiro
irregolare di Neville che vi stava incollato.
Un aroma di vino fermentato
aleggiava tutto intorno, mentre in sottofondo si sentiva un leggero odore di
legno bruciato, probabilmente lo stesso che giaceva secco nel caminetto.
-Inoltre c’è calma, troppa
calma, non credo do aver mai sentito tanta calma in vita mia e penso che non ci
sia mai stata tanta calma addirittura in questa casa- affermò seria Lavanda,
portandosi una mano alla fronte per asciugarsi le piccole gocce di sudore
freddo che gliela inumidivano.
-Ho paura- disse con una
vocina flebile Calì, che se ne stava inginocchiata di fronte all’amica, sul
tappeto bucato.
-Sentite- proruppe Neville,
che stava stringendo freneticamente i pugni e digrignava i denti, nello sforzo
di non piangere forse, o più semplicemente di apparire più forte alla vista
delle due ragazze –l’anno scorso sono capitato in un luogo terribile, l’Ufficio
Misteri; là gruppi di Mangiamorte attaccarono Harry e io vidi Hermione che
lottava accanitamente al suo fianco per proteggerlo; non dimenticate che
Hermione ha dovuto prendere dieci tipi diversi di pozione ogni giorno per
guarire dall’incantesimo del Mangiamorte…-
Lavanda lo guardò in viso;
capì il coraggio che il ragazzo stava avvertendo dentro di se, decise quindi
che avrebbe voluto contribuire nel caso si stesse andando a salvare i suoi
amici.
-Io ci sto…-disse decisa,
protendendo una mano avanti, aspettando che gli altri due prendessero la sua.
Neville che era già in piedi,
si avvicinò alla ragazza e le strinse la mano; poi entrambi si voltarono verso
Calì, la quale si era messa seduta a gambe incrociate e si stava mordicchiando
le nocche della mano destra, la quale recava già i segni di una brutta
cicatrice.
Neville si accorse solo in
quel momento di quella traccia che intaccava la perfezione della sua mano e si
rese conto che doveva fare parecchio male.
-Coraggio Calì…-la incitò il
ragazzo.
Lei si rivolse verso di lui e
fece un piccolo singhiozzo, mentre grossi goccioloni le inondavano le guance.
-Credo- disse abbozzando un
sorriso –che dovrò venire con voi comunque, non mi va certo di rimanere qua da
sola- aggiunse infine, asciugandosi gli occhi con la manicadel giubbotto di jeans, strappato a causa
della caduta accidentale –Ci mancava solo sto coso…- concluse, togliendosi l’indumento
e appoggiandolo alla spalliera della logora poltrona.
-Va bene, andiamo?
-Andiamo...-rispose Neville,
avviandosi verso la porta e girando la maniglia per aprirla.
Quando uscirono in corridoio
sentirono una fredda folata di vento che li avvolse facendoli rabbrividire;
qualunque odore, anche il più nauseante, non si sentiva più:
aria pura li dissolveva senza
lasciarne alcuna traccia.
Iniziarono a percorrere i
corridoio ispezionandone la solita monotonia; lunghe lastre di marmo come
pavimento, tirate a lucido come si farebbe quando si aspettano ospiti; lugubri
candelabri appesi alle pareti che diffondevano una luce spettrale solo nel
raggio di pochi metri, tutto il resto buio totale.
-Guardate quante porte! Se io
fossi Malfoy e abitassi in una casa simile mi sarei già persa- affermò Lavanda.
-Già, che fine hanno fatto le
piccole casette di campagna con una cameretta per i bambini e una per gli
adulti? Un bel camino in salotto e una cucina in cui litigare? Qua ci sono una
marea di stanze a parer mio inutilizzate!- ammise Neville, dandosi un’occhiata
intorno, con la pelle d’oca che ben presto si fece sentire.
-Guardate che porta carina,
tuta colorata…-esclamò felice Calì, indicando una stanza.
-Molto bella, ma non
entrerei, infondo qui è tutto una trappola e logicamente un’oca viene attratta
dalle cose suggestive…-la rimbeccò Lavanda.
-Mi stai dando dell’oca
stupida..?- le domandò irata la ragazza.
-Figurati…-le rispose
sarcastica.
-La volete finire?- sbottò
Neville –secondo me comunque dovremmo entrare, infondo non abbiamo molta scelta
se vogliamo trovare l’uscita!- propose infine.
Calì esultò, tutta felice e
si avviò verso la porta, aprendola con una lieve spinta; un profumo
particolare, all’essenza di ciclamino, che ben conoscevano, invase le loro
narici.
*****
-Ahi! Diamine Colinvuoi togliere il sedere dalla mia faccia?-
sbraitò un Seamus con il viso premuto tra il freddo pavimento e il fondoschiena
dell’amico.
-Ah io!-rispose il diretto
interessato –Noti che ho un piede di Dean nell’occhio? Scusa tanto, ma
momentaneamente avrei un priorità!-
-Ah si e qual’è?-
-Non ritrovarmi con un occhio
solo-gli rispose duramente Colin, mentre con un gesto brusco del braccio spinse
via il piede di Dean, che appunto stava pericolosamente incombendo sul bulbo
oculare del ragazzo.
-Sentite, ma dove siamo?-
domandò Dean, riuscito ad alzarsi.
I tre ragazzi si erano
risvegliati da un profondo torpore che li aveva avvolti fino a pochi minuti
prima e si erano trovati tutti aggrovigliati tra di loro.
Era una stanza inquietante
quella in cui erano finiti; interi gruppi di ragni dovevano infestarla, non si
sarebbero sennò spiegate le ragnatele chilometriche che andavano da una parte
all’altra della stanza, quasi servissero come ponte di passaggio.
Non c’erano finestre, solo un
piccolo lumiere che emanava una lucetta rossa come il sangue e spettrale.
Colin si sentì a casa.
-Guardate quante cose belle
ci sono…-esclamò, tirando fuori dalla custodia la macchina fotografica e
iniziando a scattare fotografie ovunque.
-Bellissimo!-gli rispose
Seamus sarcastico. –Quando avrai finito di fare il tuo safari fotografico, fai
un fischio e facci sapere-concluse, accomodandosi su una vecchia sedia a
dondolo di legno e fingendo di bere una fresca bevanda, rilassandosi.
-Va bene-gli rispose.
La finta bevanda andò di
traverso a Seamus.
-Vuoi capire o no che ce ne
dobbiamo andare? Alla svelta anche…-
-No-
-Bene, benissimo! Dean,
quando ritroveranno il nostro cadavere voglio che si sappia di chi è stata la
colpa, ossia del marmocchio che deve “fotografare”-disse, mimando l’azione di
cliccare il tasto della macchina -le cose orribile che in questo momento ci
stanno circondando-
Seguirono pesanti minuti di
silenzio, interrotti solamente dallo scricchiolare di Colin che si muoveva
pesantemente sul pavimento.
Stava immortalando tutto:
dagli spessi strati di polvere che intaccavano l’arredamento “spoglio” della
stanza, fino ad arrivare ai piccoli fili bianchi che avevano interpretato come
ragnatele.
Dean era l’unico sano tra i
tre; stava osservando con circospezione la maniglia della porta e a intervalli
regolari sospirava per niente felice:chiaramente qualcosa lo preoccupava.
Percorse con un dito la
maniglia d’ottone, che sembrava essere l’unica cosa rimasta intatta in tutto
quell’ambiente così inospitale.
-Va bene, andiamocene-sbottò
infine Seamus, che con un balzò si alzò dal dondolo e si recò alla porta.
Ma proprio mentre stava per
aprirla, un pugno ben piazzato di Dean lo fece cadere e gli fece sanguinare il
naso.
Il fatto stesso che Colin si
interruppe per assistere Seamus era un chiaro segno della gravità della cosa.
-Dean, ma che fai?-sbottò
Seamus, che come arco di riflesso si portò le mani alla parte lesa.
-Scusa…-gli disse grattandosi
la nuca in imbarazzo – Se tu avessi aperto quella porta ci saremmo ritrovati in
una trappola, di cui però non sono riuscito ancora a capirne gli
effetti…-concluse perplesso.
-E non sarebbe bastato
semplicemente che me lo dicessi?-
Il ragazzo scosse la testa.
-Avresti comunque aperto la
porta, ormai era un’azione programmata, l’unico modo per fermarti era bloccarti
con le maniere cattive…-
-Ah beh…-disse solamente,
anche se per niente convinto.
-E cosa facciamo allora,
restiamo chiusi in questo sgabuzzino in eterno, tra poco mancherà l’ossigeno-
disse Colin preoccupato.
-Chi ti ha detto che è uno
sgabuzzino- domandò Seamus.
-Veramente c’è solo un
modo…-iniziò Dean, rispondendo a Colin e ignorando deliberatamente Seamus
-…dobbiamo per forza aprire la porta, ma dobbiamo starne più alla larga
possibile…-
-Va bene, ma come fate a
sapere…?-
-E come facciamo questa
stanzetta è un metro per un metro, non c’è molto spazio…-
-Infatti, ma da cosa avete
capito…?-
-Vorrà dire che ne creeremo
un po’-concluse Dean, tirando fuori la bacchetta.
-Giusto, l’incantesimo appena
scoperto da Vitius- approvò Colin.
-Ragazzi, ma come fate a sapere che…-
-Dalle scope e dal fatto che
è troppo piccolo per essere qualunque altra stanza!!!-risposero all’unisono
Seamus e Coli, mettendo a tacere Seamus che continuava a saltellare da una
parte all’altra in cerca di quella risposta, momentaneamente inutile.
-Aiutami va…-
Dean e Colin si misero in
coppia e diressero le bacchette magiche nello stesso punto del ripostiglio.
-Spaciorum
incantate-pronunciarono sotto voce.
Un lampo di luce rossa si
diresse verso un muro ammuffito; ben presto la parete si sciolse e si allargò
di parecchi metri creando un notevole spazio nella stanza.
-Coraggio entrate-disse Dean,
mentre prendeva per un manica Seamus ancora mezzo intontito.
Da quella distanza i ragazzi
pronunciarono un altro incantesimo che fece in modo di aprire la porta;
dall’altra parte videro solo un piccola e fioca luce verde, ma prima di poter
mettere a fuoco bene, una cascata di liquido corrosivo scese dall’alto,
iniziando a creare uno squarcio nel pavimento.
-Il vecchio trucchetto del
secchio sulla porta, bravo il nostro amico Voldemort- ghignò Seamus, osservando
però ad occhi sbarrati la scena sotto i suoi occhi.
-Ragazzi dobbiamo muoverci,
se continua così si creerà troppo spaziò tra qui e la porta, non riusciremo a
saltare!-affermò Dean.
Prese l’amico per un polso e
se lo trascinò con sé, senza alcun avvertimento prese la rincorsa e si lanciò
al di là della porta, giungendo in uno stretto corridoio.
Mancava però Colin, che
saltando aveva paura di danneggiare il prezioso oggetto che portava spesso con
sé: la macchina fotografica.
-Dai Colin ragiona:se tu
lasci la pelle qua, non potrai comunque fare più le foto e non solo con quella
macchina, ma con nessun altra!- affermò Dean perfettamente cosciente e voglioso
di vedere tutti quanti sani e salvi.
Il ragazzino si fece
coraggio, lo videro che deglutiva, subito dopo chiuse gli occhi e iniziò a
correre.
Arrivato a pochi centimetri
dallo stipite della porta, Seamus era sicuro che sarebbe precipitato dallo
squarcio del pavimento; tuttavia riuscì a compiere un salto miracoloso e si
ritrovò dall’altra parte in un batter d’occhio.
Lui per primo sembrava non
riuscire a crederci.
-Bravo Colin, vedrai ti
daranno una medaglia al valore…-lo rassicurò Seamus dandogli una pacca
amichevole sulla spalla.
-Lo spero e guardate… La mia
macchina fotografica è sana e salva-
-Fantastico!-
-Adesso andiamo-disse deciso
Dean; guardandosi intorno si accorse di essere in un punto d’incontro di tre
corridoi, e scegliere di prendere quello al centro piuttosto che quello a
destra o quello di sinistra fu una vera tortura: una mossa sbagliata ed erano
tutti condannati ad una morte più atroce della morte stessa.
*****
-Come sta andando lamissione fiore…?-
-Male mio padrone; le ragazze
e il deficiente non sono caduti nella trappola della tua stanza, sinceramente
credo che non l’abbiano nemmeno notata…-aggiunse Margareth ripensandoci.
-I tre ragazzi…?- domandò
sconcertato Voldemort.
-Hanno superato
brillantemente la prova dell’acido Mio Signore, a quanto pare Hogwarts li ha
preparati bene, Silente ha giocato bene le sua carte, ci sta sbaragliando…-
-Lord Voldemortnon viene sbaragliato da mocciosi-le rispose
la creatura –E… che mi dici di Potter?-le domandò temendo un’amara risposta.
-E’ l’unica bella notizia che
ho per te… Potter è ancora imprigionato nel labirinto degli specchi; sono
contenta che la mia idea stia funzionando, leggendogli nella mente ho scoperto
che la cosa di cui ha più paura è di essere messo di fronte alla verità…
Vedrete non appena proseguirà per il corridoio-
-E Ginny?-
-E’ terrorizzata; credo che
stia cambiando partito-
-Ormai ha giurato, ha il
marchio se in futuro vorrà tornarsene da dove è venuta dovrà prima compiere e
realizzare la sua promessa oggi…!- concluse soddisfatto il Signore Oscuro –Ora
posso tornare nel mio luogo, là potrò porre fine al mio piano, per quanto
riguarda i ragazzi... Uccideteli pure…-
-Mio Signore e mia sorella?-
-Temo che Jessica sarà qui
molto prima di quanto noi ci possiamo immaginare!-
-Spero comprenda che tutto
questo lo faccio solo per lei…- concluse malinconica Margareth.
*****
-Guardate che stanza strana,
sembra che qualcuno ci sia stato fino a poco tempo fa, il letto è
disfatto…-suppose Lavanda dando un’occhiata alla stanza dove lei e i suoi due
amici erano capitati.
-E non deve aver fatto sonni
felici il nostro amico, il letto è fradicio di sudore…-constatò Neville.
-Amica semmai, non ho mai
visto un uomo usare tutte queste lozioni per la bellezza del viso; e poi…
Ragazzi parliamoci chiaro, il profumo che invade questa stanza lo con
conosciamo troppo bene per confonderlo…- intervenne Calì, che per la prima
volta quella sera disse una cosa sensata.
“Quando entrava in classe lasciava sempre una scia
così buona di profumo, ogni ragazzo aveva sognato di poter avere tra le mani
quelle sue magliettine così sexi che indossava spesso…”
-Già, ne discutemmo una volta
con i ragazzi in dormitorio- affermò Neville.
“Era piacevole persino andare a prendere un compito,
anche se si era sicuri di averlo sbagliato… Quell’aroma si espandeva in tutta
la classe…”
-Ricordo che più di una volta
volli recarmi da lei per chiederle la marca dell’essenza che usava…- ammise
Lavanda.
“Ma come tutti i profumi quello era tossico, se
assunto in dosi eccessive e loro ne stavano davvero aspirando troppo”
Sembrò strano a tutti loro,
ma erano caduti in un’altra trappola, anche se inconsciamente non se ne stavano
rendendo conto.
Quella stanza, così
apparentemente innocua da non poter fare male a nessuno si stava rivelando una
trappola mortale.
-Ragazzi non vi sentite
strani?-domandò Calì, rimasta leggermente lucida dopo uno stato di catalessi
totale.
-Si in effetti…-le risposero
gli altri due all’unisono, dopo essersi accasciati sul morbido tappeto del
pavimento.
-Ragazzi, ma c’è qualcosa che
non va!-esclamò Calì, rendendosene finalmente conto.
Prese per le maniche del
golfino gli altri due e le sollevò di forza.
Aprì la porta con maldestria,
senza preoccuparsi di sbattersela alle spalle facendo cadere parecchi
centimetri di polvere assediatasi sugli stipiti.
Neville e Lavanda iniziarono
a tossicchiare, accasciandosi sul pavimento e portandosi una mano alla fronte.
- Cos’è successo?-
-Credo che sia stata
l’ennesima trappola, il profumo della Raily credo avesse lo scopo di intontirci-
-Meno male che tu sei immune
ai profumi di un altro essere femminile Calì -la prese in giro l’amica.
Quella non le rispose, si
limitò a mettere su un broncio arrabbiato e a guardarsi intorno: erano tornati
nel corridoio dove si erano trovati pochi minuti prima.
-Fantastico!Sentite che ne
dite di procedere senza entrare in nessuna stanza?-
-E’ l’unica cosa sensata da
fare-approvò Neville alzandosi.
Per quanto potesse essere
strano era la bellezza di mezz’ora che stavano girando per quel castello ed
erano sicuri che se si fossero trovati in un labirinto non avrebbero faticato
tanto a trovare l’uscita.
-Dove stiamo andando?-
domandò Calì terrorizzata e totalmente addossata al braccio di Neville; teneva
in mano una candela che bruciando si stava consumando lentamente.
-Stiamo seguendo il corridoio
cioè…- iniziò Neville.
-…non lo sappiamo- completò
per lui Lavanda.
Un rumore di passi affrettati
li distrasse; tutti e tre si girarono di scatto e si guardarono alle spalle.
Per fortuna sembrava non
esserci nulla nei paraggi o per lo meno nulla di pericoloso.
-Perché credete che Donna,
ehm… Margareth sia arrivata a tal punto?-
-Perché è pazza, no?- disse
Lavanda convinta, artigliando le unghie nella carne della sua stessa mano,
nella quale rimasero incisi profondi segni rossi.
-Ma forse voleva
vendicarsi….-cercò di giustificarla Calì.
- Calì, svegliati, se lei
voleva vendicarsi nessuno l’ho obbligata a coinvolgere noi! Quando tuo padre
piangerà sulla tua tomba cosa gli dirai? Ma quella pazza voleva solo
vendicarsi, ti prego si realistica e guarda in faccia la realtà…-
Ancora una volta quel rumore
di passi, che stavolta era lieve come il correre di un bambino alle prime armi.
-Stavolta non me lo sono
immaginato!-scattò Neville, estraendo la bacchetta.
Fece una veloce piroetta
intorno a se stesso, per assicurarsi che il pericolo non fosse alle sue spalle.
-Andiamo…-dissero due voci
maschili poco lontane.
Neville sobbalzò: da quando
Lavanda e Calì sapevano simulare così bene le voci maschili?
-Per favore Seamus, guarda
dove vai, mi continui a pestare i piedi e il tuo peso è paragonabile a quello
di un elefante…- gli disse Dean.
-Ah si, ma sentitelo, che
questo per non ingrassare a momenti sta a digiuno!-
-Ma la volete
piantare?-esclamò una terza voce molto irritata, che Neville riconobbe per
quella di Colin.
Lavanda e Calì (rimaste
sempre a tre passi da Neville) avevano sentito quel piccolo battibecco tra i
tre ragazzi che stavano arrivando.
Sarebbe potuto essere
tranquillamente un tranello per imbrogliarli, ma quel tono giocoso nella voce
era inconfondibile e poi… Diciamoci la verità: Dean davvero non mangiava per
non ingrassare!
-Ragazzi!!!- esclamarono,
correndo loro incontro.
I tre presi alla sprovvista
tirarono fuori le bacchette e le puntarono davanti a sé; fecero appena in tempo
a rimetterle via prima che le ragazze le demolissero saltando loro al collo.
-Lavanda, Calì, Neville-
aggiunsero i tre, notando i ragazzo che si avvicinava più mansueto delle due
–State bene, grazie al Cielo, ma Harry? Dove siete stati voi? Cosa vi è
successo? Calì non ti starai congelando senza niente addosso?-
Se non con attacchi alla
persona, li bombardarono di domande a cui dovettero rispondere alla velocità
della luce e in modo molto confuso.
-Da dove venite voi?-
-Da quella parte del
corridoio, voi?- domandò Lavanda.
-Dalla parte opposta! Quindi
se da entrambe le parti c’è qualche trappola e non portano a niente, mi sembra
evidente che la soluzione hai nostri problemi sia andare a destra!-
-Speriamo, voglio andare a
dormire, sono stanca morta e poi non posso lasciare Taddy da solo!- ammise Calì
arrossendo.
-Taddy? Chi è?- domandò
sconcertato Seamus.
-Il suo orsacchiotto senza il
quale non riesce a dormire!-rispose acida Lavanda.
Il gruppo (per fortuna
riunito) stava camminando in cercadi
un uscita; se poi lungo il cammino gli si fosse dimostrata la possibilità di
salvare Harry sarebbe stato senz’altro meglio.
A quanto pareva, però,
avevano imboccato la strada giusta: invece di ritrovarsi in un altro corridoio,
capitarono in un punto di incontro tra il salone d’ingresso, le scale e il
corridoio.
-Siamo sempre stati al piano
terra!-constatò Dean arrabbiato.
Il portone da cui erano entrati
qualche ora prima era affiancato ai lati da due finestre che davano sul parco e
possedeva eleganti battenti ricoperti d’oro prezioso.
L’atmosfera che regnava ora
però era totalmente diversa da quella che li aveva accolti: luci e candelabri
dorati illuminavano l’immensa sala e creavano un ambiente molto caldo alla
vista.
Le scale da cui avevano visto
Lord Voldemort erano percorse da un lungo tappeto rosso, come a simboleggiare
l’importanza di chi vi camminava sopra.
E ai lati dell’imponente
scalinata due corridoi, uno che rimaneva un mistero (e a detta di tutti tale
sarebbe stato meglio rimanesse) e l’altro era quello da cui erano venuti loro.
-Guarda un po’, si sono
degnati di accendere la luce!-disse ironico Dean, dandosi un’occhiata intorno.
-Beh andiamocene, no?-domandò
sorpresa Calì.
-Non so, mi sembra strano che
ci consentano di andarcene con questa facilità!- ammise Dean.
-Gli staremo
simpatici-ipotizzò con un mezzo sorriso Seamus.
Prima che tutti gli altri
potessero rivolgergli uno sguardo obliquo sentirono una voce femminile
provenire da un punto indefinito.
-Buonasera ragazzi. Per chi
non mi conoscesse mi presento: io sono Bellatrix Lestrange, cugina di Sirius
Black – concluse sorridendo malefica.
Neville preparò un potente
pungo.
******
Sapere di avere il destino
segnato e non poter fare niente e proprio niente per modificarlo è davvero
terribile.
Hermione e Ron lo stavano
scoprendo sulla loro pelle, quando uno Stridello aveva comunicato loro che solo
una persona dal cuore d’oro avrebbe potuto salvare i loro amici.
Se avessero saputo chi era
questa persona, l’avrebbero presa di forza e portata a Malfoy Maison; ma
ovviamente questa persona voleva simpaticamente mantenere l’anonimato
condannando a morte giovani ragazzi innocenti.
-Ron?-lo chiamò Hermione –Ti
mancheranno?-
-Che domande fai Hermione,
certo! Io e Harry quest’anno non abbiamo avuto un buon rapporto, vorrei tornare
indietro e ricominciare!-
“tornare indietro e ricominciare”
-Ti perdonerebbe-
-Non ho mai detto di avere io
la colpa-
-Lo so, ma… Oh Ron!-esclamò,
lanciandosi tra le sue braccia in un pianto liberatorio.
-Si, mi mancheranno- rispose
lui atono, senza che alcuna emozione venisse lasciata passare dal suo volto, i
cui lineamenti erano rigidi e duri come se stesse mantenendo a fatica il
controllo.
In lontananza si sentì un
turbinio, probabilmente lo stesso che dovevano aver udito le creature al
momento del loro arrivo.
Ron e Hermione si voltarono
di scatto, temendo che Voldemort fosse riuscito ad arrivare anche lì.
Quando videro apparire due
persone molto magre, alte ed entrambe bionde sospirarono; per quanto le due
parti in causa potessero non stare loro simpatiche erano sicuri che non
avrebbero mai fatto male a nessuno.
-Granger, Weasley- fece
cordialmente Malfoy come saluto –E’ un piacere vedervi, nonché un onore, ma se
vi levaste dai piedi per farmi passare la mia gioia crescerebbe infinitamente-
aggiunse ripensandoci.
Accanto a lui apparve anche
un’altra ragazza: Jessica Raily.
-Devo parlare con qualcuno
che sappia qualcosa- affermò convinta, dandosi un’ occhiata intorno.
-Harry e gli altri sono stati
trasportati a casa sua- disse Ron, indicando con un cenno del capo Draco –e
dicono che probabilmente non si salveranno…-
-Mia sorella…-spiegò Jessica.
-Giusto, la cosa migliore da
fare sarebbe avvertire l’Ordine- disse Hermione. Immediatamente si portò la
mano alla bocca.
Aveva appena rivelato una
cosa segretissima davanti al figlio di un Mangiamorte.
-Non preoccuparti Granger,
non metterò su carta le tue parole, io non ho sentito niente… Infondo la mia
guerra con Voldemort inizia per l’omicidio di mio padre, no?- domandò,
facendole l’occhiolino.
-Ma…-
-E mia sorella è diventata la
più fida consigliera del Signore Oscuro; tutto per vendicare mio padre che non
è restato con me a crescermi, lasciando mia madre da sola con due figlie… Non
so se lo sapete, ma a Natale non avete conosciuto i miei veri genitori…-
Ron e Hermione li guardarono
confusi; anche senza parlare avrebbero avuto bisogno di…
…spiegazioni!
-Tempo al tempo-esclamò
Malfoy, come leggendo nella loro mente –Mia madre è rimasta a Malfoy Maison, li
salverà, conosce quella casa meglio di se stessa…-
“Una persona dotata di gran
cuore”
-Narcissa…-disse Hermione
soprapensiero.
-Esatto!- le disse
semplicemente Draco annuendo –E comunque… La civetta di Potter è molto
intelligente, non capisco infatti cosa ci faccia in mano sua, ma
automaticamente è andata nell’ufficio del Preside e gli ha portato una lettera.
Adesso anche l’Ordine, se così si chiama, sa della situazione, presto Silente e
i suoi scagnozzi saranno dai vostri amici-
-Dimmi fratellino-disse
Jessica, prendendo Draco a braccetto, che ne dici di fare una partita a
Sparaschiocco?-
-Ottima idea sorellina! Voi,
volete giocare?- aggiunse lui in direzione di Hermione e Ron.
I due avevano una faccia da
merluzzi: non stavano capendo niente!
Comunque sia, le parole dei
due arrivati erano state convincenti e confortanti, sapevano ed erano certi che
se Silente fosse arrivato da Harry lo avrebbe salvato, non c’era motivo quindi
per cui temere, a meno che Silente fosse arrivato troppo tardi….
*****
-Dunque dolcissimi marmocchi,
volevate andarvene? Ma ve lo ha mai detto nessuno che per entrare bisogna
pagare il biglietto? Voi lo avete fatto?-
Il gruppo di amici guardò
Bellatrix Lestrange di traverso: dove voleva arrivare a parare?
-Non credo…- continuò lei,
senza dare loro la possibilità di dire alcuna parola -… che ne dite di fare un
veloce ripasso degli incantesimi che avete studiato, tra poco infondo avrete
gli esami!- proseguì con un ghigno malefico che si accentuava ogni secondo di
più.
-Senti bimbetta, vuoi che
inizio ad esaminare te? Credo comunque che per bontà d’animo faremo una prova
generale; che ne dite di collaborare tra di voi per trovare le soluzioni
giuste?- propose, come se li stesse invitando a scegliere tra un gelato alla
panna e uno al cioccolato.
Subito dopo schioccò le dita
e le luci calde e accoglienti, assunsero un macabro colore verde, che
proiettava ombre buie sui pavimenti.
Veloci movimenti li
sorpresero alle spalle, mentre Dean, Seamus, Neville, Colin, Lavanda e Calì si
accerchiavano e cercavano di stare i più uniti possibile.
Ebbero giusto il tempo di
scambiarsi una veloce occhiata tra di loro e subito dopo videro una dozzina di
Mangiamorte che li stava attanagliando in una morsa dolorosa.
-Expelliarmus- gridarono
tutti in coro e i ragazzi si ritrovarono privi di bacchetta.
La loro un’unica fonte di
salvezza era andata persa e ora come avrebbero fatto.
Erano tra l’altro impediti
dai pesanti zaini che portavano sulle spalle per riuscire a correre via
velocemente; praticamente erano spacciati.
“Un momento… Gli zaini” pensarono tutti e sei contemporaneamente.
Calì senti qualcuno che le
apriva la sua sacca e che impercettibilmente le frugava dentro.
Tutto ciò stava accadendo
nell’arco di tempo di pochi minuti; certamente i Mangiamorte non avrebbero
aspettato che loro facessero i loro comodi, specialmente se avessero saputo
quello che stavano pensando di fare.
-Cosa state combinando voi-
domandò un uomo robusto, che fisicamente assomigliava molto a Goyle; dedussero
quindi che fosse il padre.
-Accio zaino-disse, e subito
l’oggetto inizio a volare nella sua direzione.
Lavanda fece un ghigno;
poverini come erano tardi a capire…
Bellatrix Lestrange gli si
avvicinò e constatò che lo zaino era vuoto.
-Cosa avete preso?- domandò
tranquillamente alle due ragazze.
Nessuna risposta.
-Cosa avete preso?- domandò
per la seconda volta, e ora iniziava ad essere visibilmente alterata.
-Adesso Colin!-ordinò Dean.
Il ragazzino tirò fuori dalla
custodia la sua machina fotografica, con un balzo si avvicinò al Mangiamorte
più vicino e disse:
-Sorridi!-
Il flash dell’aggeggio accecò
momentaneamente l’uomo, che stordito si portò le mani agli occhi e per dieci
minuti buoni fu privato della vista.
Intanto Lavanda e Calì
avevano indossato due paia di guanti di pelle di drago, molto resistenti e
avevano preso tra le mani una goccia consistente del loro profumo velenoso e lo
avevano gettato in faccia a Bellatrix e ad altri tre Mangiamorte.
Fu così che si aprì un
piccolo varco e i tre riuscirono a correre verso la scalinata che stava proprio
di fronte a loro.
Altri sei incappucciati però
iniziarono ad inseguirli e i ragazzi furono costretti a sottoporre le loro
gambe ad uno sforzo eccessivo
Si ritrovarono nell’ennesimo
corridoio che si ramificava in due zone.
-Non separiamoci- ordinò
Dean; l’unione fa la forza!
Presero la direzione di
destra e dopo pochi minuti che correvano trovarono una rientranza nel muro, che
fu la loro salvezza. Vi si ripararono e nascosero, mentre i Mangiamorte, che
nemmeno la conoscevano quella casa, correvano come una mandria di animali senza
meta.
Solo un uomo si fermò
indietro, ed era proprio Vincent Tiger, nonché padre di uno degli amici di
Malfoy.
- Neville, passami il tuo
Cactus Spinoso- disse sottovoce Seamus, tirando fuori l’ultima bottiglia di
Whisky rimasta nel suo zaino.
La guardò con compassione,
come si guarda una persona a cui resta poco da vivere e le disse:
-Scusami tesoro mio, questa è
l’ultima cosa che vorrei fare, però c’è in ballo la mia vita e se permetti…-
Gli altri erano sopraffatti;
le cose erano due o il cervello lo aveva abbandonato a causa della paura e ora
stava delirando, oppure era sempre stato un caso così preoccupante e nessuno se
ne era mai accorto.
In un sussurro appena udibile
chiamò il Mangiamorte che stava a pochi passi da lui, mentre Neville gli
passava la pianta e disse, imitando la voce di Goyle:
-Ehi Tiger, ho trovato i
marmocchi, vieni a vedere, sono svenuti…-
L’uomo si avvicinò e non
appena fu a pochi passi un potente pugno lo colpì in pieno viso, facendolo a
cadere, mentre Seamus si inginocchiava accanto a lui minacciandolo che se
avesse urlato, avrebbe puntato le spine del cactus nella morbida pelle del suo
sedere.
L’uomo, per un attimo, sembrò
voler fare di testa propria, ma quegli aculei avevano l’aria davvero minacciosa
e si lasciò svenire sconfitto.
Seamus, tenendogli sempre una
mano sulla pancia, stappò con i denti la sua bottiglia di Whisky e gliene fece
cadere una dose consistente nella bocca semiaperta.
Poi ne bevve qualche sorso
anche lui.
-Ah!- fece con aria
paradisiaca –Whisky scozzese, il migliore che c’è, anche sul mercato
babbano…-lo rassicurò, sperando che dopo quella strabiliante rivelazione Tiger
potesse sentirsi meglio e rinvenire.
Gli altri ragazzi stavano
osservando Seamus con tanto d’occhi; quando lui se ne accorse sbottò:
-Cosa c’è? Per una volta
volevo ribaltare la situazione, ora è lui l’ostaggio!-
Gli altri avrebbero voluto
mettersi a ridere, ma compresero che facendo rumore avrebbero rivelato la loro
posizione.
Tutto d’un tratto la parete
infondo a quel piccolo nascondiglio si aprì.
Ne apparve un’elegante
signora bionda, molto alta e dagli occhi azzurri molto chiari: assomigliava
dannatamente a Malfoy, ne dedussero quindi che era la madre.
-Coraggio ragazzi, venite con
me…-
Loro restarono per un attimo
sorpresi, ma come avrebbe fatto chiunque in quella situazione, quando si è
stanchi e soprattuttosenza speranze, si
alzarono e la seguirono.
-E di lui che ne facciamo?-
domandò Seamus, indicando il Mangiamorte.
-Io lo trascinerei dietro con
me; non sai quanto voglio poter vendicare tutte le risatine che si faceva alle
mie spalle con mio marito…-disse Narcissa, con un ghigno sul bel viso identico
a quello che avevano visto così tante volte sul volto del figlio.
-Lui è al sicuro, Silente tra
poco sarà qui, ma ora noi… andiamo!-ordinò infine la donna con decisione.
Fu così che l’inferno sembrò
terminare, quando la signora Malfoy si chiuse alle spalle la pesante parete di
marmo annerita dagli anni, chiudendo fuori anche una delle peggiori giornate
della vita di quei tre ragazzi, che sicuramente non avrebbero scordato mai.
*****
Ancora quella risata.
Eppure si stava avvicinando
all’uscita, ne era sicuro, se lo sentiva, dalle scariche elettriche che gli
impedivano di stare tranquillo.
Dodici corridoio, zero
ostacoli; non pretendeva un attacco in massa, anche una ranocchia che balzava
fuori all’improvviso facendogli prendere uno spavento sarebbe bastata, almeno
per fargli credere di vivere ancora sulla Terra, senza essere morto e finito in
un posto disabitato.
Mai avrebbe creduto di voler
che qualcosa fosse andato diversamente, almeno per spezzare la monotonia.
Si faceva sempre più macabra…
“Ho paura” pensò il ragazzo.
I suoi desideri vennero
presto esauditi.
Una pallina gialla molto
luminosa, stava rotolando sul pavimento; forse c’era un dislivello del terreno,
che le impediva di stare ferma.
Harry decise di seguirla,
cosa aveva da perdere?
“Molto più di quanto pensi” rispose una vocetta sincera dentro di lui.
Decise di non ascoltarla.
Seguendola si rese conto che
c’era qualcosa che non andava: le palline sono in grado di salire le scale? No,
a quanto gli risultava.
Percorse sei corridoi tutti
quanti gelidi, poiché non possedevano nessuna finestra e l’acqua del temporale
entrava fredda.
Ogni tuono che udiva faceva
sobbalzare Harry e ad ogni angolo che svoltava aveva il terrore di trovare un
Mangiamorte che lo stava per aggredire.
Fece mente locale, voleva
ricordarsi di tutti gli incantesimi che aveva imparato, ma momentaneamente gli
veniva in mente solo quello per far lievitare le persone…
“-Wingrdium
Leviosa!- gridò Ron.
-Lo stai dicendo sbagliato; Wing-gar-dium Levi-o-sa:
devi pronunciare il ‘gar’ bello lungo-
-E fallo te visto che sei tanto brava!- “
Il ragazzo sorrise
inconsciamente: ce l’avrebbe fatta, ce l’avrebbe fatta per rivedere i suoi
amici, che si rendeva conto aver trascurato parecchio negli ultimi anni.
Ma molte volte si conosce il
proprio errore, ma non si sa come porre rimedio.
Voleva solo sapere che
stavano bene, poi tutto il resto avrebbe perso importanza, come granelli
fastidiosi di sabbia che vengono trasportati via dal vento.
Nel frattempo era arrivato ad
una stanzetta molto accogliente; era circolare e molto buia, ma se non altro
priva del freddo pungente che regnava nei corridoi.
Un caminetto accesso era
l’unica fonte di luce, e sembrava essere una delle stanze più usate del
castello, a causa di chiari segni di vita, come un bicchiere mezzo pieno di
vino abbandonato su un tavolino.
Su una logora poltrona che
gli dava di spalle era abbandonato un giubbino di jeans, che non ricordava dove
aveva già visto.
–Sai Harry, questo cappotto me lo ha prestato Calì, lo
ha acquistato a Hogsmeade, che ne dici se uno di questi weekend ce ne andiamo
là e me ne regali uno simile…?-
Le parole di Hermione
tornarono limpide alla sua mente; ora che ci pensava la ragazza indossava
proprio quell’indumento quella sera.
Così Calì era passata di là,
chissà ora dov’erano lei e gli altri…?
Un singhiozzare molto
sommesso proveniva dalla poltrona; sembrava proprio quello della ragazza e
Harry si preoccupò immediatamente.
- Calì?-
-Harry? Harry? Oh, Harry
grazie a Dio sei arrivato, ti prego vieni qua, non vedo più niente- gli rispose
lei con una vocetta molto flebile.
Quando il ragazzo fece il
giro della poltrona per andare ad aiutare la compagna, la visione che gli si
parò davanti agli occhi non era delle migliori.
-Voldemort-
La creatura annuì –Esatto,
sono ancora io! Felice di vedermi?-
L’espressione dipinta sul
volto di Harry, dava davvero poco spazio all’immaginazione.
No, non era per niente felice
di vederlo.
************************
continua…
Ebbene si ragazzi, visto che
chap lungo, spero che l’attesa sia stata ricompensata. Ho voluto lasciarvi in
sospeso sulle sorti di Harry, ma tutti gli altri li ho messi in salvo e vi ho
rivelato un bel po’ di notizie, no? Se poi siete ancora confusi (molto
probabile) credo proprio che nel prossimo chap ogni vostro dubbio verrà
chiarito ^____ -
Passiamo ai thanks personali:
FraFra:
tesoro!!! ^___^Eh si, è arrivato il
momento dei guai, e come puoi notare specialmente per Harry, visto che la mia
crudeltà mi ha spinto a non scrivere quasi niente su di lui… non prometto la
salvezza, sia ben chiaro!!! Kissotto
Marco:
se sono felice che tu recensisci? E me lo chiedi anche? Amicissimo, ovvio che
sono fantasmagoricamente allegra ^____^ spero che dalla rilettura tu sia venuto
a conoscenza delle informazioni nascoste, ma in questo…. Ciao, ciao!!
Maripotter:
tesoro mio!! ^_____^ho provato a
mandarti più di una e-mail (volevo sapere com’era andato il teatro) ma non so,
c’erano dei problemi fato sta che non ci sono riuscita! Illuminami un po’ su
com’è andata la tua prova… bacetti ^___^ Eva_elamela: amooooore
mio!!!Ho riso davvero di cuore, quando pochi minuti fa ho trovato la tua
recensione agonizzante… Ebbene si, ho fatto il conto e le domande che mi hai
fatto su M&A sono state scalate da FT, c’est la vie… ç_____ç sai, correre
nella stanza di Draco non sarebbe stata una brutta idea, ma avresti dovuto
trovarla, tra tutti quei corridoi… ma amore, in questo chap ti ho dato
tantissime informazioni, senza contare che tu, sotto, sotto, hai letto la prima
parte!! Grazie anche dei complimenti, fanno un bell’effetto detti da te ^^
baciottoni lovviosi (dei nostri)…
StellinaX:
due recensioni una più sorpresa dell’altra!! ^___^ amorino, dimmi un po’, com’è
andata la tua gita? Per quanto riguarda la ff**ale si guarda intorno** credo che tu abbia capito perfettamente cosa
intendevo cicci, ma credo che dovrai aspettare un po’… ebbene si, Donna l’avevo
lasciata fuori da ogni sospetto per mandarvi sulla cattiva strada, sai
succede!! Baciottoni piccolina ^_______^
Angi:
sorellona!! Ih, ih, ih sorrido perfida, ma dopotutto (prima o poi) dovevo
rivelarti tutti i piccoli segreti della mia ff, tesoro, non potevano rimanere
anonimi in eterno, non credi? Un bacionone immenso tutto per te ^______^
Uhm, benissimo!! Il mio
lavoro l’ho fatto, che ne dite di prendere il mio esempio?
La vedete quella scritta blu qua in basso (è di un altro colore se avete
effettuato il login)? Bene cliccatela e scrivetemi qualunque cosa, complimenti
o pareri costruttivi (che a me piacciono tanto)!!
Ah,ha ragazzi…!!! È l’ultimo chap, ma non temete, il
prossimo sarà l’epilogo, non ce la faccio a finire oggi… mi raccomando, so che
siete in tanti a leggere (anche se ancora non capisco perché non commentiate)
comunque sia, ho bisogno di sostegno morale, è la prima ff che finisco (a parte
le one-shot) e quindi per me sarà un duro colpo ç_______ç buona lettura!!!
P.S. volete vedere il trailer
del quarto film? Bene allora cliccate qui
e buona visione!!dovrete attendere un attimino che carichi, ma vi assicuro che
ne vale pienamente la pena, anche se hanno scelto immagini che fanno venire
l’acquolina in bocca ^___________^
ALLA FINE….
La cicatrice iniziò a bruciare, pizzicando fastidiosamente,
tanto da far lacrimare i suoi occhi verde smeraldo.
Vedeva tutto molto confusamente, ma riuscì a trovare la
lucidità per tirare fuori la sua bacchetta magica e puntarla conto la creatura.
-Cosa vuoi fare Potter, credi di spaventarmi?- domandò
Voldemort, con il viso preoccupato, ma chiaramente stava fingendo.
Harry no gli rispose, non credeva che sarebbe servito e
comunque in quel momento se ne voleva andare: non aveva la più pallida idea di
come fare.
Gli altri anni aveva sempre degli amici con sé, amici che
erano andati ad avvertire qualcuno per poterlo aiutare; anche quella volta
aveva dei compagni, di cui ignorava però la posizione attuale.
-Expelliarmus- urlò Voldemort, ma Harry riuscì a schivare
l’incantesimo, che riflettendosi sullo specchio infondo alla stanza, si ritorse
contro Voldemort stesso.
La creatura rimase disarmata, ma la cosa non sembrò turbarla
più di tanto perché scoppiò in una fragorosa risata.
-Credi davvero che io non sia in grado di fare magia senza
bacchette…? Tidevo ricordare chi
sono…?- domandò.
-Non ce ne è bisogno… Infatti non sei imbattibile, perchè Silente è riuscito a sconfiggerti, mentre tu hai
perso…- lo provocò Harry.
-Fortuna Potter che non hai perso la lingua, iniziavo a
preoccuparmi…- lo derise il mostro, facendo esattamente il gioco di Harry:
stava perdendo tempo.
-Non credevo che fossi preoccupato per me fino a questo
punto….-
-Lo devo essere per forza, non trovi…-
Harry dovette riflettere attentamente sul significato di
quelle parole, prima di rispondergli; una parola in più e Voldemort sarebbe
venuto a conoscenza della profezia e del suo contenuto.
-Prima di disintegrarti volevo farti qualche piccola
domanda…- iniziò Voldemort.
-Chi ti assicura che io non scappi prima?-
-Non lo farai…- gli rispose la creatura convinta –Dimmi cosa
diceva la profezia, coraggio, se farai il bravo bambino non ti ucciderò….-
Harry pensò subito che bravo bambino o meno, non sarebbe
uscito di lì vivo se fosse dipeso da quell’essere disgustoso.
-La profezia….- iniziò Harry, portandosi un mano alla
cicatrice e cercando di apparire più sincero e calmo possibile -… non dava
buone notizie, per lo meno per me…- disse.
-Cosa significa?-
-Ecco, devi sapere che… si beh, il conflitto tra noi due è
segnato, ormai il vincitore è stato scelto dal destino…-
Voldemort fece un ghigno: -E chi sarebbe?-
-Tu, ovviamente, non credo di avere molte possibilità…-
rispose Harry, con uno sguardo lampeggiante.
-Già…- rispose Voldemort tranquillo. Per un attimo sembrò
credere alle parole del ragazzo, infatti restò a godersi il caldo della stanza
con un’espressione beata sul orrendo viso, mentre si gustava del Whisky, da un
bicchierino di vetro sporco.
Harry aveva le mani serrate intorno alla bacchetta, e le
dita incrociate, con la testa per metà concentrata sulle reazioni di colui che
stava davanti e per l’altra metà che pregava ancora per i suoi amici.
-Lo sai di chi è quella bottiglia….?- disse indicandone una
contenente un liquido rosso, probabilmente lo stesso che si stava gustando
l’uomo.
-Del tuo amico Finnigan… poverino, mi era così simpatico, ma
mi è dispiaciuto dover mandare la mia guardia meno sospetta a prenderli in
trappola per condurli nelle segrete, ma sai è la vita….-
-La tua guardia meno sospetta…?- domandò Harry. –La
professoressa Raily, vero?-
Voldemort scoppiò nell’ennesima risata e per la prima volta
in quella situazione, puntò i suoi occhi scarlatti sul viso pallido di Harry
dicendogli:
-Trovo molto divertente che hai il coraggio di chiamare
professoressa la donna che ha tradito tutti quanti, che è riuscita ad
infiltrarsi nell’Ordine della Fenice… Trovo ancora più creativo il fatto che un
branco di Auror rammolliti abbiano messo su una scenetta contro il Signore
Oscuro, alias me… Davvero, quando Margareth me ne ha parlato, ho festeggiato
dal tanto che mi sono divertito….-
-Beh, i fossili si divertono come possono...-
-Spero tu non ti stia riferendo a me… -
-Figurati Voldemort…-
Ci fu un attimo di silenzio e poi una maledizione echeggiò
nella stanza, prima che l’altro mago se ne potesse rendere conto…
-Avada Kedavra!-
*****
-Presto correte…- li incitò Narcissa Malfoy.
I ragazzi avevano attraversato un passaggio segreto e ora si
trovavano in un freddo cunicolo, piastrellato da mattonelle di marmo azzurro.
All’interno di esso rimbombavano suoni strani, come risate,
a cui però nessuno fece caso, poiché in quel momento l’idea principale,
chiarae nitida nelle menti di tutti era
scappare.
-Chi fine farà Harry?- domandò Lavanda, che stava correndo
al fianco della donna.
-Non lo so…- rispose sinceramente.
-Ma aveva detto…-
-Lo so quello che ha detto, ma Silente non è ancora
arrivato…-
-Quindi…-
-So che Voldemort aveva allestito delle trappole in casa
mia, ma per il resto….- disse, senza però concludere la frase.
Percorsero un altro corridoio, superarono un’altra porta…
Quell’ambiente sempre così monotono, che sembrava quasi
progettato su misura per apparire sempre uguale.
Ne uscirono dopo diversi minuti e giunsero ad una radura,
che stava esattamente su una piccola collina di fronte al parco di Hogwarts a
ridosso di una serra ben conservata.
Diverse specie di piante sembrava stessero dormendo, mentre
un russare sommesso proveniva dalle foglie verde acceso.
-Ma sembra che stiano dormendo…- disse Seamussorpreso.
-Stanno dormendo- lo corresse Narcissa –Qua la vostra professoressa
Sprite fa i suoi strani esperimenti, provando a creare diverse e nuove specie
di piante…- concluse con un sorriso.
I ragazzi la guardarono allibita: avevano sempre saputo che
la Sprite non fosse del tutto normale e che il suo amore per le piante era
sconfinato, ma fino a questo punto…
Era l’alba e un vento fresco e leggero spirava da nord,
piegando dolcemente i fili d’erba verde e increspando appena le acque calme del
lago.
Narcissa Malfoy aveva il suo sguardo rivolto verso il sole
appena nato e la brezza mattutina le scompigliava dolcemente i capelli biondi
come quelli di suoi figlio.
C’era qualcosa di malinconico nel suo sguardo, ma insieme vi
si intravedeva una nota di liberazione.
I raggi solari risaltavano il suo profilo, il suo volto delicato
e il naso leggermente pronunciato.
Per la prima volta i ragazzi capirono della grande umanità
che investiva quella donna e si ritrovarono a volerle bene, senza nemmeno
accorgersene.
-Andate ragazzi, io vi raggiungo più tardi…- disse Narcissa,
con un cenno della mano, indicando loro la direzione.
Lavanda restò indietro ad aspettarla; la osservò
attentamente, cercò di studiare le emozioni che si stavano manifestando
silenziose sul viso della donna e poi a fior di labbra le fece una domanda,
talmente sottovoce che si sorprese riuscisse a sentirla.
-Perché lo ha sposato?-
-Draco aveva bisogno di un padre… io vivo per mio figlio, ho
sempre vissuto per lui e credo che lo farò per sempre… la probabilità che lui
prendesse la stessa strada di suo padre era molto alta, e io ho sempre cercato
di impedirlo, nonostante questo mi portasse via molte energie… ma noi donne
siamo attratte da ciò che sembra forte e sicuro, che ci può proteggere e Lucius
all’inizio era così con me, ma poi…. Mi ha incatenato con catene di ferro
invisibili a sé, mi ha legato le mie ali, imprigionandole in una stretta
dolorosa e io non ho potuto utilizzarle per scappare via… e Draco diventava
sempre più arrogante, credeva che suo padre fosse il ritratto della perfezione,
unico esempio da seguire, vedendo me come la megera che cercava di confondergli
le idee… ma quando all’inizio di quest’anno ha capito che Signore Oscuro o
meno, sarebbe diventato lo stesso lo schiavo di qualcuno, ha rinunciato, ha
fatto di me la madre più felice del mondo e ho amato mio figlio infinitamente…
una volta scoperta la verità su suo padre è scappato e senza saperlo ne volerlo
ha liberato anche me… ora le mie ali sono libere e per merito di Draco…-
concluse, portando maternamente un braccio intorno alle spalle della ragazza
einvitandola a proseguire. Gettò
un’ultima occhiata al lago che da lontano si faceva sentire rimbombando in un
suono dolce con le sue onde, portando poi lo sguardo al sole che per tantissimi
anni non aveva mai potuto vedere così bello luminoso e fiero di sé.
Entrarono in un tunnel, dove numerose creature stavano
lavorando al rifacimenti dello stesso; da lontano Lavanda sentì un
chiacchiericcio e notò i suoi amici appollaiati su un divanetto, mentre
prendevano da bere.
Solo in quel momento si accorse dell’espressione stanca e
sporca che avevano loro, ma che aveva anche lei.
-Dai Lavy, unisciti a noi…- la invitò una voce femminile, da
dietro le spalle di Seamus.
Non appena realizzò a chi appartenesse, saltò in aria felice
e corse incontro all’amica, che la stava già aspettando a braccia aperte.
-Hermione!- esclamò –Allora stai bene, come sono
felice….!!!- gridò, prendendo la rincorsa e lanciandosi tra le braccia
dell’amica, che la stava già aspettando –Ron, ci sei anche tu…- disse,
stringendogli la mano, e asciugandosi lacrime di commozione che le stavano
facendo colare il trucco.
-Beh naturale, mica potevano eliminare me dalla
circolazione, altrimenti il mio fantasma sarebbe ritornato a rompere più di
prima…- disse Ron, con il volto serio, ma poi si lascio sfuggire una risata
liberatoria.
Lavanda nel frattempo si era accoccolata accanto ad
Hermione, sistemando la sua testolina tra le braccia accoglienti dell’amica,
quasi non volesse più lasciarla andare dopo averla ritrovata; Calì le stava
osservando e non si sentiva gelosa, per quanto fosse maldestra e leggermente
stordita sapeva che l’affetto che i suoi amici provavano nei suoi confronti era
immenso e molto forte.
In quel momento la porta dell’ufficio dello Stridello Capo
si aprì e ne uscirono Jessica e Draco, con un sorriso stampato in faccia e gli
occhi che brillavano di una strana luce serena.
Non appena il ragazzo vide la persona che gli si presentò di
fronte, il sorriso sembrò sparire dal volto, come il vento che trasporta via i
depositi di polvere.
-Ciao Draco- gli disse semplicemente Narcissa vedendolo,
facendogli un sorriso quanto mai sincero mentre puntava i suoi occhi
chiarissimi sul volto del figlio.
Lui perse ogni capacità di ragionamento; i due si avvicinarono
e come sopraffatti da un sentimento improvviso si abbracciarono, cercando di
manifestare tutta la paura, la rabbia, ma anche l’amore che li univa.
Nessuna parola, nessun rumore furono lasciati sfuggire dalle
loro bocche, nessuna lacrima scese dai loro occhi; si completavano
tranquillamente in quel silenzio attonito caduto intorno a loro, mentre sei
Grifondoro capirono, anche se tardi, che cosa doveva aver passato nella sua
vita quel Serpeverde, che così tante volte avevano voluto vedere umiliato dai Professori
o dai compagni stessi; Hermione sorrise tranquillamente, rafforzando
maggiormente il suo abbraccio intorno a Lavanda che contraccambiò
immediatamente.
*****
Rompi uno specchio e avrai sette anni di disgrazia.
Voldemort aveva appena dato inizio al primo giorno di quei
sette lunghi anni.
La maledizione senza perdono che aveva scagliato contro il
suo nemico, si era andata a scagliare contro lo specchio ammuffito situato
infondo alla stanza, riflettendo l’incantesimo contro lui stesso.
Ora si ritrovava stordito sul pavimento, perché in
quell’attacco ci aveva concentrato tutto l’odio, la rabbia che provava verso
quel ragazzino che a solo un anno lo aveva sconfitto obbligandolo a dieci anni
di parassitismo: Harry Potter.
Ancora una volta lo aveva sconfitto, ancora una volta il
loro incontro era finito male per lui, e il ragazzo ne sarebbe uscito illeso,
come sempre.
-Harry… Potter… me la pagherai…- gli disse con voce
soffocata.
Harry non gli rispose, non ne ebbe il coraggio per lo meno;
decise di prendere la sua bacchetta, per stordirlo ulteriormente, dopo di che
se ne sarebbe andato…
Magari gli sarebbe andata bene e avrebbe incontrato Silente
per le scale, e forse il suo Preside avrebbe incatenato Voldemort e lo avrebbe
arrestato, o meglio ucciso una volta per tutte, assicurando pace a tutto il
mondo magico…
“Ecco giungere il solo
col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte
sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese…l’Oscuro Signore lo designerà
come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto…e l’uno dovrà morire
per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…”
“Inutile, Silente non
potrà mai uccidere Voldemort, l’occasione per faro gli si è presentata l’anno
scorso, ma non ha mosso un dito…” pensò Harry, mentre ripensava al suo
destino: sarebbe dovuto o morire o diventare un assassino.
“Ma uno come Voldemort
non è un essere umano…” pensò, avvicinandosi sempre di più al mostro, e
iniziando a pensare ad un incantesimo per poterlo portare via.
-Stupe…- iniziò il ragazzo, ma la voce gli morì in gola,
quando si senti afferrare al collo da una mano fredda e molto sottile, proprio
come la lama di un coltello.
-Dimmi Harry Potter, perché ti dovrei permettere di
eliminare il Mago che mi ha permesso di riscattarmi…?- domandò l’individuo.
Non era una voce roca e bassa, quella che tante volte aveva
sentito uscire dalla bocca di Voldemort sia nella realtà che nei suoi incubi;
la creatura era infatti distesa sul suo logoro tappeto e sembrava tramortito,
nonché sopraffatto da convulsioni molto forti, che gli facevano emettere gemiti
sommessi.
No, quella era una mano femminile, molto delicata, che aveva
già visto quando andava a ritirare i compiti, che gli venivano restituiti con
naturale lentezza: le mani di Donna Raily.
La donna lo sollevò di peso, senza nessuno sforzo,
spingendolo contro la parete e conficcando le unghie nella pelle del collo del
ragazzo.
Lo stava osservando con sguardo vigile, e il ragazzo riuscì
ad individuare una luce maniacale all’interno dei suoi occhi azzurro chiaro, il
che gli fece correre i brividi lungo la schiena.
Ben presto si sentì gli occhi lacrimare, mentre la presa
intorno al suo collo si faceva sempre più serrata; le braccia gli caddero lungo
i fianchi e con esse la bacchetta scivolò dalle mani, cadendo con un tonfo
sommesso sul pavimenti, ma che alle orecchie di Harry riecheggiò come un gong
finale, di arresa.
Le mani grondavano, sudavano freddo e insieme alle sue gambe
erano diventate due pezzi di ghiaccio, dove la circolazione non riusciva più a
giungere; si senti strappare via i polmoni e capì che non gli rimaneva molto da
vivere… non si sforzò nemmeno di respingere la Raily, sicuro che non ce
l’avrebbe fatta…
Vide solamente una luce improvvisa apparire dalla porta, che
era stata aperta con uno scatto improvviso e maldestro; senti un gemito uscire
dalla bocca di Margareth, mentre un rivolo di sangue le usciva dal naso, Harry
lo riuscì a vedere attraverso la sua vista appannata…
senti un urlo, di cui distinse solo due parole:
-MARGARETH, NO!!!!-
Da una voce disperata, che probabilmente stava piangendo;
udì poi uno schiocco secco e si sentì cadere pesantemente sul pavimento sporco,
mentre qualcuno lo chiamava con voce speranzosa, con la speranza di non essere
arrivato troppo tardi.
-Harry…Harry…-
Senti delle lacrime inumidirgli il viso e poi perse i sensi.
Tutto quello che accadde dopo lo visse sicuramente, ma non
se ne ricordò mai.
*****
Quando aprì le palpebre le sentì molto pesanti.
In gola si senti il classico sapore che si avverte quando
siha la febbre, mentre una luce
accecante colpiva prepotentemente le sue iridi verde smeraldo.
Al naso si senti giungere un odore di medicinale, e intuì di
trovarsi in infermeria; sentì un bruciore accecante alla cicatrice, sia quella
sulla fronte, sia quella lasciata da unghie affilate sul suo collo.
Si mise a sedere, e capì che per lui era un grande sforzo.
Inforcò gli occhiali e si diede un’occhiata intorno: vide una
moltitudine di ombre muoversi veloci sul pavimento, accorrendo in soccorso di
quelle poche persone ricoverate.
Fuori dalla finestra il sole stava tramontando,
caratterizzando il cielo di quel rosso acceso con le sue sfumature.
-Professore, si è risvegliato- sentì dire da una donna
anziana, che quasi urlò, disturbando parecchio le sue orecchie.
-Molto bene Chips- sentì, invece, rispondere da un uomo
dalla voce calma e tranquilla; vide sul pavimenti avvicinarsi un’ombra di una
persona alta emolto magra.
Sentì qualcuno sedersi accanto a lui lievemente e si senti
sfiorare la fronte da una mano molto rugosa.
-La febbre gli è scesa, ma credo che sarebbe meglio tenerlo
in infermeria ancora per qualche giorno Chips… tuttavia io ora ho bisogno di parlare
con Harry, quindi credo che qualche goccia del tuo ultimo ritrovato…- propose
Silente all’infermiera, che annuì e corse verso un mobiletto nel quale teneva
tutti i medicinali; tirò fuori un’ampollina contenente uno strano liquido
viola, che somministrò in cinque gocce esatte all’interno del bicchiere
d’acqua, sul comodino accanto al letto di Harry; lo costrinse poi a bere e il
ragazzo si rese conto di non sentire i sapori.
-Harry, se non ti dispiace ora dovresti seguirmi nel mio
studio…- gli disse Silente.
Madama Chips avvolse il ragazzo in una pesante coperta di
lana e gli diede una piccola spinta, facendolo uscire in corridoio.
L’aria che entrava dalle finestre non era fredda,
assomigliava piuttosto a quella primaverile che sta trasportando tutto il
calore dell’estate, tiepida e accogliente.
Harry si rilassò un po’, e aspettò insieme a Silente che una
scala dispettosa li raggiungesse per portarli a destinazione.
Nella scuola non si vedeva nemmeno uno studente; incontrò
solamente Gazza insieme alla sua gatta che stava pulendo il pavimento di fronte
al Gargoyle: si accorse dello sguardo truce che gli lanciò e anche del
miagolare lagnoso dell’animale, ma decise di ignorare entrambi, soprattutto per
giovare alla testa che gli doleva parecchio.
-Stridello- disse Silente con voce cristallina, e una scala
a chiocciola apparve magicamente.
Quando giunsero nell’ufficio del Preside, Harry si accorse
che non era per niente cambiato dall’anno prima; sulla scrivania erano
posizionati tanti strani strumenti d’argento e il Cappello parlante, che
all’inizio di ogni anno “condannava” ogni studente ad un destino che sarebbe
durato come minimo sette anni.
La luce che entrava dalle finestre ai lati del tavolo,
formavano il pulviscolo che si andava a depositare sugli scaffali stracolmi di
libri antichi.
Harry capì che se Silente trascorreva la maggior parte del
tempo in quel luogo, era più che naturale che fosse tranquillo, era tutto
talmente calmo…
-Bene Harry, credo che la nostra sarà una conversazione
molto lunga, accomodati pure…- lo invitò cordialmente, indicandogli una sedia
di velluto blu di fronte alla sua –Vuoi del the verde? È ottimo, lo ha
preparato il professor Piton apposta per me….- gli domandò, con un sorriso
sincero sul volto rugoso.
-Grazie- disse Harry meccanicamente, incantato da quegli
occhi azzurri color cielo.
-Bene- disse, versando un po’ della bevanda calda nella
tazzina bianca, decorata da tanti tulipani color azzurro –da cosa vuoi che
incomincio a parlare…? So che un sacco di domande stanno aspettando una
risposta dentro di te….-
-I mie amici, quelli che con me sono venuti a Malfoy
Maison…- disse. Si rese poi conto che il termine “venuti” non era esatto,
poiché ci erano finiti semmai, ma fu sicuro che Silente avesse capito.
-Ah, ah, ah adesso che state tutti bene trovo la cosa molto
divertente… i tuoi amici Harry, se la sono cavata splendidamente la notte
scorsa, poiché sono riusciti a superare persino Bellatrix Lestrange, che ora so
essere ricoverata al San Mungo per lesioni al viso; credo che mi informerò
presso la signorina Patil della pozione che ha usato, potrebbe sempre tornare
utile…-aggiunse il Preside pensandoci un po’ su –Ma la cosa davvero divertente
è la vostra uscita organizzata, sono certo che non sarete né i primi né gli ultimi
studenti a fare una cosa simile, ma è sempre divertente vedere le scuse che poi
inventate…- disse con una luce felice negli occhi.
-Noi… ci scusi- disse Harry timidamente e abbassando lo
sguardo sulla sua tazzina.
-Di niente, Harry, di niente.. voi giovani avete il diritto
di divertirvi, purché questo non implichi la vostra morte….-
-Già…-ammise il ragazzo –Mi scusi, ma Ron e Hermione….-
domandò, ritornando ad essere preoccupato.
-Bene Harry, ti rassicuro come prima cosa che stanno bene,
ma vorrei chiarirti su alcune cose successe qualche mese fa…. Alla lezione di
Cura delle Creature Magiche, conobbi gli Stridelli e se non erro quel giorno tu
svenisti, giusto…?- domandò, mentre il ragazzo annuiva –Queste creature, come
Hagrid ti avrà spiegato, sono pacifiche e in totale armonia con gli esseri
umani; quando fanno conoscenza con uno di noi, registrano tutti i nostri dati e
ci classificano come persone serene oppure come persone in potenziale pericolo,
e la stessa cosa deve essere accaduta per te… credo che in quella fase di
“registrazione” la tua mente sia stata un po’ scombussolatae il tuo corpo abbia reagito di conseguenza…
inutile dire che gli Stridelli devono aver capito che Hermione e Ron sono molto
importanti per te e stanotte, quando Voldemort aveva trasportato te e gli
altri, hanno avvertito che i tuoi amici sarebbero stati in pericolo e li hanno
trasportati alla loro base, a nord della scuola…- spiegò Silente e cercò di
essere il meno complicato possibile per facilitare Harry.
Il sole stava salendo sempre più alto nel cielo e i suoi
raggi si facevano sempre più caldi, esattamente come quell’ufficio, in cui
iniziava a mancare l’aria.
-Ma io non capisco- disse Harry –Se gli Stridelli sapevano
che i miei amici erano in pericolo, perché non hanno cercato di salvare anche
me…?-
-Perché sono creature intelligenti… loro salvano il
salvabile e ormai credevano te e gli altri foste spacciati, poiché vi trovavate
a Malfoy Maison; non oserebbero mai iniziare una battaglia contro Voldemort, ne
uscirebbero distrutti e loro lo sanno bene…- spiegò Silente, con una nota
leggermente triste nel suo tono di voce.
-Capisco… quindi i miei amici stanno bene?-
-Si-
-Meno male…-disse Harry, tirando un sospiro di sollievo.
-Adesso che le cose semplici sono state spiegate, credo che
dovremmo passare a quelle più sconcertanti…- affermò Silente.
-Giusto… la professoressa Raily, professore non si fidi di
lei, è una traditrice, alleata a Vol…- iniziò il ragazzo con grande sussiego,
balzando come una molla sulla sedia.
-Temo di sapere già tutti i fatti accaduti e ti prego di
sistemarti comodo perché ciò che sto per raccontarti è molto lungo….- lo invitò
l’uomo, facendogli un veloce cenno con la mano –Era il 1970, Donna Margareth
Pascal nacque da François Pascal e Margareth Raily, in una mattina tempestosa,
che sarebbe poi stata sinonimo di tutta la sua vita…Tre anni dopo, infatti, il
padre se ne andò, in seguito ad una relazione illegittima avuta con una ricca
signora dell’epoca, che gli aveva promesso enormi somme di denaro in cambio di
piccoli favori… si vocifera che fosse coinvolto nel mercato nero, che in quel
periodo truccava le bacchette magiche, ma appunto erano solo voci… io ho sempre
conosciuto la famiglia Pascal, e ricordo benissimo il giorno di Natale del 1773,
quando una Donna bambina stava piangendo, stringendo al petto la sua bambola di
pezza, osservando la neve fuori dalla finestra che cadeva, aspettando che il
suo papà tornasse per costruire insieme a lei un pupazzo di neve… sua madre
cercò di asciugare le lacrime da quel faccino triste e dalle sue guance che
spesso arrossivano se qualcuno le chiedeva dov’era finito suo padre… è
cresciuta così in un’ostilità inimmaginabilenei confronti degli uomini, e ha sempre cercato di trovare una
spiegazione al gesto terribile di suo padre, senza però riuscirci… aveva dieci
anni Donna, quando nacque sua sorella Jessica, e come Remus ti avrà spiegato ad
un anno di vita di questa bambina Margareth Raily si suicidò, non prima di aver
lasciato alle sue figlie il suo stesso cognome…-
-Per questo non si chiama Donna M. Pascal, ma bensìRaily, vero?- domandò Harry, interrompendo
l’uomo che stava parlando con una mano sugli occhi, come se stesse rivivendo i
periodi più terribili della sua vita.
-Si Harry, è così…-
-Mi scusi, me lo sono sempre chiesto, ma allora Jessica e
Donna non hanno lo stesso padre, o no?-
-No, il padre di Jessica è l’ultimo uomo che tu potresti
immaginarti, Lucius Malfoy. Alla morte di Pascal, Margareth si trasferì con sua
figlia Donna in Bulgaria, che a quei tempi era il posto che i Mangiamorte
iniziavano ad attaccare… per quale motivo credi che a Durmstrang si dia così
tanta importanza alle Arti Oscure? Quella scuola fu la testimonianza di eventi
raccapriccianti, che ora non starò qui a raccontare… ti basti sapere che Lucius
Malfoy in quel periodo si trasferì là, lasciando a casa Narcissa che era
incinta di Draco, e lì ebbe una relazione con Margareth Raily, che poi
abbandonò con Jessica appena nata… lei ha sempre saputo la verità su suo padre,
ma ha sempre creduto che fosse il destino a scegliere gli avvenimenti della
nostra vita e lo accettò comunque, per quando dolorosa potesse essere la
realtà…-
“…io so tutto, ma contro Draco non avevo niente; capitare nella
sua casa mi aveva riempito di gioia, già mi stavo preparando un discorso per
potergli dire tutto di noi due, ma come vedi lui se ne è andato. Mi ha parlato
solo una volta augurandomi il buongiorno una mattina, ma niente di più. Gli
volevo bene e non sono invidiosa…” le
parole di Jessica gli tornarono alla mente, dopo la partenza di Draco…
“Ma in realtà lo faccio per nascondere quella parte del mio
carattere rimasta incompleta o vuota a causa di…” non aveva completato la frase, aveva avuto paura di dirgli
la verità…
-Quando sua madre si suicidò, il
giorno del primo compleanno di Jessica, le due ragazze passarono sotto la
tutela dei due signori che hai visto a Natale a Greamuld Place, e qui Donna
iniziò ad escogitare una vendetta contro suo padre e Lucius, perché entrambi
avevano abbandonato le loro figlie e sua madre, che non aveva trovato altra
soluzione che suicidarsi…-
-Quindi immagino che a questo
punto si sia infiltrata tra le braccia di Voldemort e lui le abbia offerto la
possibilità di riscattarsi se lei avesse collaborato al mio omicidio…- disse
Harry per Silente, mentre si alzava e gettava una veloce occhiata al lago che
brillava sotto il leggero tocco dei raggi del sole.
-Non ne ho le prove materiali, ma
credo che sia accaduto qualcosa di simile…- gli rispose Silente, con un filo di
voce, puntando il suo sguardo alla testa di Harry, che si sentì trafiggere…
-Volevano sapere anche dov’era
Draco, così Donna ha utilizzato la Legilimanzia quel giorno che mi avete
convocato qui nell’Ufficio, se anche io vi avessi mentito, lei ne sarebbe
venuta comunque a conoscenza… mi sembrava troppo concentrata, avrei dovuto
capirlo subito, non stava semplicemente ascoltando il mio discorso… ne deduco
quindi che Jessica avesse dei sospetti su sua sorella, non si sarebbe sennò
spiegata la freccettina che le ha lanciato durante una lezione…-
“ Quindi lei ci sta dicendo che se un Auror può usarla per difendere la
propria mente dalle infiltrazioni esterne anche un Mangiamorte potrebbe
tranquillamente farlo, vero? A questo punto un traditore potrebbe essere qua
senza che noi ce ne accorgiamo, giusto?- domandò Jessica alla sorella.
-Certo signorina Raily è una probabilità, ma non credo che
sia facile ingannare il professor Silente!-
-Certo! Ma l’ha detto lei stessa: basta essere molto in
gamba!-
-Si non lo nego, ma ho anche detto che è raro trovare
qualcuno molto esperto in Occlumanzia, se non impossibile!-
-Ma lei ha detto di avere la specializzazione, chi ci
assicura che sia del tutto affidabile?”
-Esattamente- disse semplicemente Silente
-Professore, ma perché tutti credevano che fosse Jessica il
vero problema…-
“Dalle espressioni che si dipinsero sui volti di Tonks
eMoody, Harry, Ron, Hermione e i
gemelli capirono che il termine usato dalla signora Weasley“graziosa ragazzina” non doveva essere del
tutto appropriato anzi… Dal loro volto sembrava che stessero per avere a che
fare con un mostro terribile”
-..insomma, era chiaro che tutti
le davano contro dal primo istante…- disse confuso e quanto mai in cerca di spiegazioni.
- Per il semplice fatto che tutti
sapevamo della storia di questa ragazza, e tutti sapevamo che suo padre fosse
un Mangiamorte… Donna aveva la fedina pulita, se tra le sorelle Raily avessimo
dovuto scegliere, avremmo additato sicuramente Jessica, era la più sporca…-
-Anche lei lo avrebbe fatto…?-
domandò Harry serio.
-In quanto essere umano, anch’io
non sono immune agli errori e quindi… si, anch’io ho sempre avuto un po’ timore
di Jessica, lo ammetto, ma non le ho impedito di frequentare la mia
scuola,pur constatando, senza nessuna
sorpresa, che la sua casa di appartenenza era Serpeverde…- disse.
-Anche Remus lo ha sempre
pensato…- disse con un filo di voce Harry, ma strinse i pungi per impedirsi di
distruggere una pallina di vetro che gli stava rotolando fastidiosamente
davanti agli occhi.
-Remus era il cugino di primo
grado di Margareth, è di secondo grado di Donna…- spiegò Silente –Credo che
Voldemort si sia innamorato di Donna, immagino che tu sia poi passato in
secondi piano, dopo aver sentito i piani di quella ragazza… E forse per questo
Bellatrix si è lasciata sfuggire i tuoi amici, non le è andato bene essere
rimpiazzata da una giovane qualsiasi…- disse Silente, incrociando le dita –QQQQQQQQQQQQQQ47444Questa notte Donna ti stava uccidendo, ma
Malocchio è entrato nella stanza prima che questo succedesse; aveva un pugnale
in mano, gli era servito per abbattere la recinzione di Malfoy Maison, perché
immune a qualunque incantesimo… Ha lanciato il coltello dritto nella schiena di
Donna, ponendo fine alla sua vita da bella e dannata… Voldemort ha dato una
grande prova d’amore, non ha abbandonato il suo cadavere, l’ha abbracciata e si
è smaterializzato… Ci è sfuggito ancora…- proclamò Silente, alzandosi dalla
scrivania e posando una mano sulla spalla di Harry.
-Signore, Voldemort chiamava Donna
Margareth, perché?-domandò Harry.
-Voldemort la chiamava così,
perché era il suo secondo nome, lo tesso faceva per Ginny, Ly abbreviativo di
Molly…- spiegò con aria assente.
-Che fine ha fato poi Lucius
Malfoy… e Pascal?- domandò Harry.
-Sono stati uccisi, Voldemort non
voleva far sporcare le mani a Donna, così li ha fatti uccidere tra di loro…
credo, infatti, che quando François tornò indietro, gli debbano aver raccontato
la verità su Margareth, sua moglie, a quel punto Lucius è diventato il suo
nemico… quando se lo è ritrovato di fronte si saranno uccisi a vicenda,
Voldemort così non si è sporcato le mani… nemmeno per uccidere i tuoi amici è
andato lui di persona, ha preferito mandare i Mangiamorte…- concluse Silente,
serrando la presa intorno alla spalla del ragazzo, visibilmente arrabbiato,
frustrato, e questo non era da Silente.
- Un’ultima domanda professore…-
iniziò Harry, ma Silente lo interruppe.
-L ’anno scorso non fermai Voldemort perché solo tu hai il
potere di farlo, ne è la dimostrazione il fatto che io anni fa non lo
sconfissi, lo indebolii soltanto, altrimenti ora non sarebbe qui ad incombere
sulle nostre vite…-
Harry restò un attimo incantato a guardare i suoi occhi
color azzurro cielo; le sue iridi erano chiarissime e nei giorni di sole come
quello vi si potevano scorgere fiumi di pensieri, che scorrevano veloci come le
acque più cristalline.
-No… non era questo…- gli rispose con un filo di voce,
ancora mezzo stordito –Volevo sapere cosa nesarà di Ginny…?-
-Ah Ginny- esclamò il Preside –il motivo delle sue azioni lo
avresti scoperto se qualche mese fa avessi ascoltato le parole della signorina
Granger… dentro noi abbiamo infiniti pensieri e sentimenti, ma a volte le
verità che ci circondano non ci permettono di estraniarli come noi vorremmo…
Ginny Weasley ha passato la stessa cosa… lei ti ha sempre voluto bene Harry e
immagino che tu lo sappia, ma con gli anni quel sentimento è aumentato,
trasformandosi in qualcosa di più profondo… la verità, però, è che tu l’hai
sempre vista come la sorella del tuo amico, ma mai come una possibile donna e
questo le ha fatto perdere l’orientamento… si è sentita sperduta e ha cercato
di spedire quel sentimento in un angolo remoto del suo cuore, accantonandolo in
un punto dove la polvere potesse stabilircisi, facendolo dimenticare a tutti,
lei compresa… ma quando al ballo di Hallowen tu ti presentasti con Hermione,
lei capì che tutti i suoi tentativi per farsi notare da te erano stati vani,
tanto da essere andata a parlarne con Hermione, che sapeva… Credo che si
volesse vendicare contro di te, farti soffrire per quello che le avevi fatto… A
Natale cercò di avvertirti, ma tu rimasi sordo a questo suo appello e lei
decise di prendere la sua soluzione finale, tornare per la seconda volta da
Voldemort… ma stanotte, se non prima, si deve essere accorta che comunque non
sarebbe stata la soluzione giusta ai suoi problemi; così facendo, infatti, non
solo tu non l’avresti vista comunque come una donna, ma si sarebbe attratta
contro il tuo odio e questo la deve aver distrutta… ma Voldemort sa molto bene
i punti deboli delle sue vittime e l’ha marchiata, prima che lei potesse
decidere di ritornare alla sorgente…-
-Cosa ne è stato di lei stanotte…?- domandò Harry,
sentendosi infinitamente colpevole.
-Ginny Weasley è stata portata via da Voldemort e credi che
non rivedremo né lei, né quel mostro per un bel po’ di tempo…Rompendo lo specchio, hai davvero dato
inizio a sette anni di sfortuna…- concluse Silente.
Nelle sue ultime parole c’era lo stesso sapore della fine,
di quel sentimento che permette di giungere al termine, di raggiungere un
obbiettivo tanto bramato, come le spiegazioni di vite intricate e complicate
allo stesso modo; lui non aveva mai pensato che le persone potessero aver
reazioni simili, se poste d’innanzi a certe situazioni.
La vita di Ginny era stata sconvolta e lui in parte si
sentiva responsabile.
-Se non hai altre domande Harry, ti consiglierei di tornare
in infermeria, non ti fa bene restare in piedi e hai bisogni di riposare…-
consigliò Silente, cauto però nel tono di voce, come se non volesse obbligare
il ragazzo a fare qualcosa.
-Si…-disse semplicemente Harry, dando un’ultima occhiata al
parco di Hogwarts, che appariva stranamente tranquillo quel giorno; fece
qualche passo verso la scala a chiocciola, passando accanto ad uno strano
soprammobile che raffigurava il lago della scuola, ma non doveva essere stato
realizzato recentemente perché all’interno dello specchio d’acqua vi erano
molti cigni, che si muovevano felici trai bagliori creati dai raggi del sole.
Solo allora gli venne in mente un’ultima cosa da chiedere a
Silente.
- Professore, dopo aver incontrato gli Stridelli, continuo a
fare un sogno strano…
Un lago…
Due persone……
Il tramonto…
Un urlo strozzato……
… che cosa significa?- domandò Harry, confuso.
-E’ l’unica domanda a cui io non posso rispondere, essendo
questa una premonizione, ma in un momento non troppo lontano, lo potresti
scoprire…- gli rispose Silente, facendo un sorriso, accompagnato da un
occhiolino.
Harry inarcò un sopracciglio dubbioso, ma poi decise di non
fare troppe domande, perché Silente ne avrebbe poste dieci in più che non avrebbero
fatto altro che aumentare la sua curiosità.
Gli voltò le spalle, non lo salutò, non ce ne sarebbe stato
bisogno; inforcò le scale e si ritrovò nel corridoio di pochi minuti prima,
anche se a lui sembravano passati secoli.
Da lontano vide arrivare qualcuno, che stava camminando a
passo svelto, calpestando il pavimento appena lavato da Gazza; erano due
persone, una molto alta e allampanatal’altra un po’ più bassa e un po’ grassottella, solo i capelli rosso fuoco
li accomunavano: i Signori Weasley.
Ad Harry si strinse lo stomaco in una morsa dolorosa; ben
presto si ritrovò a passare loro di fianco, mentre Arthurteneva una mano sulla spalla della moglie, il
cui viso erarigato dalle lacrime.
Si fermarono quando lo videro; tutto quello che lesse nei
loro occhi fu amore sconfinato per lui e tristezza immensa per non aver saputo
capire prima il destino della loro figlia.
-Signori Weasley, io….- iniziò a dire, ma Molly lo
interruppe facendo cenno di no con la testa.
-Tu hai fatto il possibile e di questo io ti ringrazio… già
una volta l’hai salvata e io non posso pretendere di più- disse la donna.
Si avvicinò poi a lui, stritolandolo in un abbraccio, dal
quale, però, Harryriuscì a percepire un
grande affetto; gli baciò la fronte ed entrambe le guance, con la stessa
dolcezza che solo una madre può avere e poi gli disse di tornare in infermeria,
dove tutti i suoi amici lo stavano aspettando.
Li osservò allontanarsi, fino a raggiungere il gargoyle di
pietra dietro il quale ben presto scomparvero.
Augurò loro tutta la buona fortuna che si poteva immaginare
e poi riprese a camminare diretto versa la sua destinazione, lasciando dietro
di lui una scia di emozioni indelebili, come indelebili erano i graffi che
intaccavano la liscia superficie di marmo del pavimento.
***********
Finita, ragazzi è finita!!! Per favore, cercate di capirmi,
questa è la mia prima ff, il mio tesorino, lo scritto che mano a mano ho
cercato di migliorare sempre più e… bibibibibi ç________ç mi mancherà… l’unica
consolazione è che il prossimo sarà l’epilogo e nel frattempo, voi lasciatemi
un commentuccio, eh? ^______________ - prometto che tutto si sistemerà per il
meglio nel mitico trio, ma come avete visto c’è ancora Ginny che poverina… beh,
vedremo cosa succederà in futuro forse (ok, ora taccio per sempre)
^________________^
Special thanks to:
StellinaX: vediamo un po’… ti
perdono oppure no? **ale fa finta di pensarci, ma poi rivolge un sorrisone giga
alla sua stellina portafortuna** ma cicci, certo che ti perdono, infondo avrai
anche tu i tuoi impegni e non posso pretendere che tu li cancelli per fare
comodo a me ^.-beh, Ginny non è il mio
personaggio preferito, ma rovinarle la vita da così giovane… non mi sembrava
proprio giusto… Un baciottoni ciao ^.^
Ginny Weasley:
tesorino!! Beh, il tuo accento francese vallo a rispolverare, l’ho trovato
molto originale ^^ comunque ti sbagli, avrai letto in questo chap che tutta la
storia alla fine ruotava intorno a Draco e ormai *sigh, sigh* anche volendo il
suo ruolo è quello perché la ff è finita… un baciotto ^.^
FraFra: tu
una cattiva compagnia… mmm, non ci avevo pensato!! **scherzo cicci** comunque
credo proprio **e qui ale si guarda intorno sospettosa** che Ginny non la
rivedremo per un bel po’ di tempo, sigh ç.ç, poiché Voldemort se ne è
appropriato… e Harry è proprio un bellissimo tonto, non trovi? Un bacionone
immenso, ciao ^__________^ Marco: amico!!! ^.^ si, si,
si è proprio così, ho trovato molto divertente scrivere lo scorso chap, erano
tutte idee che avevo pensato agli inizi della ff e sono felice di essere
riuscita a ricordarmeli tutti ^.-spero
poi che tu abbia capito la storia degli stridelli, che in questo chap viene
ampliamente spiegata e… la Ron/Jessica, **attendereunpossibilesequel**… ciao,
ciao, un bacione ^________^ Maripotter: meno male… ^.-
diciamo che ero sicura che saresti stata bravissima sul palco, ma adesso che ne
ho la conferma… beh tesorino grazzissimi infinitissimi per tutti i
complimentiche mi hai fatto, un bacione
^.^ Eva_elamela: amooooore mio!!!
**inizio a soffrire del complesso della love mania**volevo urlarti un GRAZIE sconfinato per
tuttii complimenti, so che se non
fossero veri non sarebbero mai usciti dalla tua bocca.. cioè dalla tastiera, ma
fanno sempre un piacerissimo… credo poi che PER QUELLA COSA dovrai cavartela da
sola, perché ce la puoi fare benissimo, love ^.- uno smack, smack, smack, dei
nostri.. ciao!!! P.S. metti via il fucile che tra qualche giorno arriva FT e ci
sarà un pensierino per te, love, love ^.- Emma: non è lungo come
l’altro, ma è comunque lungo, no? ^.- beh, tesorino cosa posso dirti…? Grazie
infinite per i soliti e bellissimi complimenti e bentornata, ma non azzardarti
mai più a farmi prendere un attacco cardiaco simile, ok? Un baciottone piccina
^^
Grifo:
grazie mille!!! Si beh, essendo io una fan accanita della coppia farli litigare
ha distrutto il già debole di per sé cuoricino mio, ma la ff ne aveva bisogno
**ecco come so mentire bene**un bacione
^.^ Angi: ma sorellona
^______________^!!! Ho fatto tantissimi saltelli leggendo la tua recensione
entusiasta, perché “equilibrare i momenti” come dicevi tu non è stato semplice,
ma sono felice di esserci riuscita… e Ron **me la rido sotto i baffi** beh
poverino, lasciagli l’opportunità di provarci **ok, ok scherzavo** tanto alla
fine sarà comunque Hermione a scegliere… un bacione!!! ^.^ ciao!!! Avril Lavigne: …. …. ….. ….
Mmm…. ….. ….Me quasi, quasi non ti
perdona, ma alla fine l’animo buono e calmo che mi ritrovo mi obbliga a fare
cose che non vorrei **eh no** !!! ^.^ beh ben tornata cara!!! Un bacetto…
Bene, come avete notato non sono stata asciutta con nessuno, mi sento molto
happy a ringraziarvi e così ho deciso di lasciarmi andare ^.- ci si vede con
l’epilogo **sigh, sigh** “MAGIA & AMICIZIA”(non poteva essere altrimenti)
Percorreva i corridoi a grande
velocità, non riusciva ad aspettare più nemmeno un minuto, il suo corpo era
calamitato verso l’infermeria, dove sperava di trovare ciò che cercava.
Svoltò l’angolo di diversi corridoi incontrando studenti che
al suo passaggio quasi si inchinavano, mostrando un
rispetto e una stima profonda; sul volto avevano dipinta un’espressione di
terrore, che lasciava poca immaginazione alla paura che li aveva accompagnati
durante quella lunga notte: Harry ancora non capiva come le voci, ad Hogwarts,
riuscissero a correre così veloci.
Rallentò il passo, affiancandosi ad una parete e appoggiando
una mano contro di essa, sentendone la superficie
liscia di marmo freddo.
Aveva il cuore che gli martellava dolorosamente nel petto,
solo due passi lo dividevano dalla porta dell’infermeria e dopo di che ogni
decisone sarebbe stata presa senza rimpianti per le conseguenze.
Annullò quella breve distanza e superò lo stipite della
porta.
L’odore di medicinali che aveva sopportato fino a qualche minuto prima gli arrivò al naso prepotente, mentre
la luce proveniente dalla finestra delineava i contorni di nove persone sedute
su due letti in sua attesa.
Neville fu il primo a notarlo e si alzò in piedi per
guardarlo dritto negli occhi, da una distanza di pochi metri che a lui parevano
chilometri.
Gli altri fecero lo stesso, e Harry si accorse che anche
Draco e Jessica erano in infermeria.
-Ciao Harry- lo salutò Lavanda, alzandosi in piedi e
avanzando verso di lui per stringergli la mano; Calì, Neville, Dean, Colin,
Seamus e Jessica la seguirono a ruota, solo Ron e Malfoy erano
rimasti al loro posto senza muovere nemmeno un muscolo.
Nella stanza calò un silenzio di tomba interrotto solo dal
tintinnare delle ampolline colorate, che venivano
maneggiate dalla Chips.
-Ragazzi… mi dispiace! Vi chiedo scusa, se vorrete odiarmi
per il resto della vostra vita avete tutte le ragioni per farlo!- disse Harry, abbassando lo sguardo sul pavimento, tirato
talmente a lucido da riflettergli la sua immagine stanca e sconsolata.
-Perché dovremmo?- domandò Lavanda,
con un sopracciglio inarcato.
-Perché se una volta entrati a
Malfoy Maison ce ne fossimo andati tutto questo si poteva evitare…-
-Perché, tu credi che Voldemort ci avrebbe
fatto andare via? E poi… Tutto questo cosa?
Nessuno si è fatto male, siamo tornati indietro sani e salvi, escludendo
qualche piccolo graffio- gli disse Lavanda con un
sorriso.
– E poi Harry… ragiona! Possiamo
avercela con te per qualcosa che tu non hai fatto…? Se Voldemort vuole
ucciderti, e per farlo non guarda in faccia nessuno, la colpa non è tua, meno che tu sia masochista, lo sei?- proruppe
Seamus, con quell’aria da grande saggio che lo faceva
sembrare un ragazzo maturo.
-No-
-E allora…?- intervenne Calì, che
quando voleva sapeva essere meno oca di quanto la sua natura le imponesse.
-Grazie!- esclamò Harry felice, abbracciando uno ad un i
suoi amici, cercando di trasmettere loro tutto il bene che provava.
Quando arrivò a Jessica lei lo
guardò per un lungo istante; aveva il viso pallido e l’abbronzatura che aveva
sfoggiato per gran parte dell’anno sembrava svanita;i bei capelli biondi erano
arruffati in una massa informe, che li faceva sembrare crespi; infine i suoi
occhi cristallini sembravano opacizzati da uno spesso strato di malinconia.
-Credevo che tu avessi pregiudizi nei miei confronti, a
causa del mio passato e per quello che altri ti avevano
detto sul mio conto; ho scoperto che tu di me sapevi poco e niente e che la tua
era semplice antipatia, nei confronti di una ragazzina che appariva come snob;
mi dispiace Harry, con te, ma anche con i tuoi amici, temo di aver iniziato con
il piede sbagliato, ma mi piacerebbe se tu mi concedessi la possibilità di
screditarmi in futuro…- disse Jessica, con un sorriso quanto mai sincero, sul
bel viso.
-Certo…- la rassicurò, stringendole la mano in segno di
pace.
-Bene- esclamò lei felice –Draco…?-
domandò al ragazzo.
-Che c’è?- le rispose lui atono.
-Eravamo d’accordo che lo avresti fatto…- lo minacciò lei,
tirando fuori dalla tasca del mantello la bacchetta,
puntandola contro il fratello.
-Si, va bene, non c’è bisogno di scaldarsi- esclamò lui,
scattando in piedi e girandosi finalmente nella direzione di Harry; egli aveva
gli stessi occhi di Jessica, gli stessi capelli biondi e proprio Harry non riuscì a capire come non avesse potuto non accorgersi prima
delle loro somiglianze.
Malfoy percorse a grandi passi la distanza che lo divideva
da Potter e allungò la mano scheletrica per stringere la sua, com’era avvenuto
pochi mesi prima nel parco di Hogwarts, in uno dei loro incontri segreti.
-Congratulazione Potter, non potevi fare
un lavoro migliore- lo rassicurò.
-Voldemort mi è sfuggito, non ho fatto niente di speciale-
ammise Harry, stringendo in un pungo la mano rimasta
libera.
-Ma hai fatto in modo di tenercelo fuori
dalle scatole per sette anni- esclamò con un ghigno.
-Così avrà il tempo di rinforzarsi,
davvero un ottimo lavoro…- lo contraddisse Harry, lasciando la presa.
-Si vede che di Magia Oscura non te ne intendi…-proruppe Draco, placando qualunque forma di protesta; si
affianco a Jessica, mettendole un braccio intorno alle spalle –Noi dobbiamo
andare…- disse.
-Dove?- domandò Calì, saltando come
una molla per la terribile notizia.
-Abbiamo deciso di recuperare un po’ del tempo perso, ma per
farlo non possiamo farlo qui ad Hogwarts, non con
tutte le voci che corrono come Firebolt per i corridoi, non con tutte le occhiate
che ci vengono lanciate dagli altri Serpeverde per aver contraddetto
Voldemort…- intervenne Jessica decretando la fine del discorso.
Si salutarono con malinconia, ma in cuor loro c’era qualcosa
che li legava, qualcosa che impediva di pensare che fosse un addio; ormai era
pomeriggio inoltrato, il sole era sceso ancora più basso, dietro la linea retta
dell’orizzonte.
Uscirono ben presto tutti dalla stanza, chi con la scusa di
finire i compiti, chi con la scusa di voler andare in Sala Grande a rubare
qualche avanzo del banchetto di mezzogiorno; lasciarono Harry e Ron da soli
nella stanza e anche Madama Chips si era rintanata nel suo studio; per un
attimo Harry non volle parlare con l’amico, preferì osservare Jessica e Draco
nel giardino delle scuola, che montavano in groppa al
Thestral del ragazzo e volavano via, trasportati dal soffio del vento caldo.
Fu felice per quei due, avevano ritrovato
la loro vera famiglia e avevano ricucito i rapporti, strappati dopo anni di
conflitti, con quelli che invece erano sempre stati loro vicini.
Quando l’animale alato sparì dietro
una montagna, Harry decise che anche per lui era arrivato il momento di
rimettere insieme i pezzi della sua, anche se non per sangue, famiglia.
Si voltò verso Ron, che lo stava fissando con sguardo
inespressivo; diede una veloce occhiata al comodino lì vicino, notando un
giornale che recitava “Arresto di
Bellatrix Lestrange avvenuto al San Mungo” ma scoprì che questa notizia non
gli faceva nessun effetto.
-Ron… ti prego di qualcosa; prendi il vaso che sta qua e
tiramelo addosso, insultami, prendimi a pugni, ma ti prego non restare in
silenzio perché non lo sopporto…- disse Harry con un tono di voce tra
l’isterico e il disperato.
-Hai idea di quello che abbiamo passato io e Hermione questa
notte….?- gli sibilò, osservandolo con gli occhi risotti a due fessure -Tu eri
rintanato a Malfoy Maison, io e lei nella riserva protetta degli Stridelli
perché credevano che fossimo in pericolo… Meriteresti si
di essere preso a botte, per l’infarto che le hai fatto venire…- gli rispose
Ron alzandosi e dando un’occhiata al lago.
-Quindi, non sei arrabbiato?- gli domandò Harry, con un
mezzo sorriso.
-No, ma…- iniziò prendendo Harry per il braccio e portandolo
alla finestra –saròmolto arrabbiato se non ti metti il primo paio di jeans che trovi e
non vai da lei a chiarire…-concluse indicando una ragazza accovacciata vicino
al lago, che stava lanciando delle pietre in acqua: Hermione.
-Mi odia vero…?- domandò Harry.
-No- esclamò Ron calmo -Ti detesta… ma Harry, possibile che
tu sia così cieco…?- gli chiese –Ha potuto scegliere e
ha scelto te, che altro vuoi?-
-Io vado da lei…- disse Harry
risoluto, togliendosi il pigiama e infilandosi i primi indumenti che trovò.
Iniziò a correre, fino ad arrivare in corridoio; poi si rese
conto di non aver fatto qualcosa di molto importante.
Tornò indietro, mentre un gruppo di ragazzine che
bazzicavano intorno alla porta dell’infermeria lo guardavano come se fosse
matto.
-Ron?- lo chiamò, sperando che non se ne fosse già andato;
il ragazzo si voltò lentamente verso di lui con un sorriso stampato in faccia:
aveva gli occhi che brillavano e in mano teneva un pacchetto di caramelle
colorate.
-Hey Harry, guarda qui…- disse indicando la confezione
-…ragni gommosi; sono introvabili! Me li hanno appena mandati Fred e George,
hanno detto che prepareranno qualcosa di speciale per me quando tornerò a casa!
Solo per me, però…- aggiunse con aria triste, sdraiandosi sul suo letto.
-Mi dispiace per Ginny…-ammise Harry,
sedendosi accanto a lui.
-E’ solo che è così giovane, perché rovinarsi la vita a
quest’età? Avrebbe potuto stare qui a viversi la sua
giovinezza e chissà adesso cosa le faranno…- disse Ron, allungando le braccia
in alto, come a voler stringere in un pugno l’aria che stazionava sulla sua
testa.
-Ti vedo tranquillo, cosa c’è
sotto…?-domandò Harry confuso.
-Nessun trucco, la calma è la virtù dei forti…- proruppe
saggio –Aspetterò Ginny giorno dopo giorno, in attesa
che ritorni a casa con quella sua testolina rossa che ragionava senza dubbio
nel modo sbagliato…-
Cadde ancora il silenzio; nel cielo iniziava ad intravedersi
una luna trasparente, che tra qualche ora sarebbe tornata a splendere nel
cielo; dal corridoio proveniva un chiacchiericcio sommesso, come uno sciame di insetti che ronza fastidiosamente nelle orecchie.
Le ragazzine li stavano osservando ridendo come delle oche,
credendo che qui due ragazzi fossero solo due bulli che si stavano prendendo
gioco di loro, quando invece nemmeno le notavano.
Dalle grandi finestre di pietra, entrava un vento caldo e
afoso, che scompigliava dispettoso i capelli dei ragazzi, e portava con sé i
profumi dell’estate ormai imminente.
-Grazie!- esclamò Harry, distruggendo in tante schegge
quella campana di vetro che li aveva avvolti per diversi minuti.
-Figurati, questo e altro per un fratello…- disse Ron
sorridendo –Ma sbaglio o avevi un impegno tu?- gli chiese.
-No, non sbagli… Ci vediamo stasera Ron…- e con questo Harry si volatilizzò per la seconda volta alla sua
vista.
-A stasera Harry- gli rispose Ron in un sussurro, quando
l’amico non gli fu più di fronte.
Aprì un cassetto del suo comodino e ne estrasse
un foglio di pergamena ingiallita sulla quale erano state incise da un
inchiostro verde poche e semplici parole.
“Addio Ronald Weasley ; ricordati di me…”
Sorrise come un inebetito leggendo quella frase; come
avrebbe mai potuto dimenticarsi di Jessica Raily?
******
Harry scese diverse rampe di scale, che dispettose
lo fecero attendere per diversi minuti; i ritratti si spostavano da un quadro
all’altro e incontrò anche un’elegante signora medievale, con un abito di pizzo
rosa, che mezza ubriaca gli fece una seria proposta di matrimonio; ora che ci
pensava non era nemmeno male, ma qualcosa di più dolce lo aspettava e non
voleva lasciarselo sfuggire.
Scese la gradinata principale, mentre il Salone d’ingresso
era immerso in una luce tenue, che però gli conferiva una sorta d’imponente
regalità.
Solo ora si rendeva conto dello
spazio che aveva permesso s’interponesse tra lui e quella scuola, che nel corso
degli anni era diventata la sua casa.
Guardava tutto sotto occhi diversi ora: i Prefetti e i
Capiscuola che rincorrevano bambini del secondo anno che avevano deciso di
diventare e successori dei gemelli Weasley; i Serpeverde che complottavano
all’ombra dei sotterranei e Piton che vagava in cerca
di qualche studente da punire; i Tassorosso che se ne uscivano con le loro
bravate e i Corvonero che lo guardavano male per aver vinto la coppa del
Quidditch per il quinto anno di seguito; Cho Chang che passava con il suo nuovo
ragazzo, uno del settimo come lei del Tassorosso, ed Harry pensò che la sua
fosse una mania.
Ciò che credeva di aver perso per sempre
erano le serate con i suoi amici intorno al fuoco, dove Ron diceva qualche sua
cretinata e Hermione metteva su un cipiglio disgustato, mentre lui restava ad
osservarli incapace di fare altro.
Ancora un anno gli rimaneva da
vivere in quell’atmosfera scolaresca, e non avrebbe voluto sprecarlo per niente
al mondo; ora Voldemort era fuori gioco per sette anni e avrebbe potuto viversi
la vita senza preoccupazioni, o forse…
Uscì nel parco e la visione di tutti i suoi compagni che
gironzolavano gli scaldò il cuore, che durante
l’ultima notte si era ridotto ad una massa gelida di ghiaccio: chi in cerca di
baratti con le Gelatine Tutti i Gusti + 1, chi, come le coppiette, in cerca di
intimità dietro ai cespugli.
Solo una ragazza spezzava quella monotonia: si trattava di
una giovane che aveva tenuto d’occhio fino a qualche minuto prima da una
finestra più alta.
Il vento le scompigliava i capelli ricci, e lui la osservò portarsi una ciocca
ribelle dietro le orecchie, con un movimento ai suoi occhi molto dolce.
Harry le si avvicinò.
-Sapevo che saresti venuto- sentì dire dalla ragazza,
osservandola mentre con un dito descriveva tanti cerchi concentrici nella
terra, vicino al lago.
-Lo immaginavo…- le rispose Harry, a cui iniziarono a
fischiare le orecchie.
-Cosa mi devi dire?- continuò lei
con freddezza, afferrando un sasso e buttandolo in acqua.
Prima di risponderle Harry osservò i saltelli descritti
dalla pietra, prima che un tentacolo spuntasse fuori dal
nulla e l’afferrasse, trascinandola con sé nelle profonde acque, lanciando un
urletto strozzato di pura gioia.
-Io…- iniziò –Sono venuto da te per scusarmi!- disse, con
tono quanto mai timido.
-Per scusarti? E di cosa?- domandò
Hermione, ironica.
-Per quello che ti ho fatto; ti ho detto che non mi capisci,
quando probabilmente, insieme a Ron, sei l’unica persona a questo mondo a
capire da un mia occhiata, da un mio silenzio o da un
mia parola detta in più o in meno il mio vero stato d’animo; tu mi hai
perdonato e io ho pensato bene di gettare via la fiducia che mi avevi dato con
un gesto stupido… Lo so Hermione, sono un ipocrita a chiederti una cosa simile,
ma… Scusami!- concluse Harry, spostandosi e andando a posizionarsi
perfettamente di fronte a lei.
La ragazza aveva lo sguardo basso sull’erba, si stava
mordicchiando le labbra e aveva gli occhi pieni zeppi di grosse lacrime.
Alzò lo sguardo su di lui, che quando la vide con quegli
occhi talmente profondi che ci si sarebbe potuto perdere, restò colpito e non
poté fare a meno di sentirsi un bastardo in piena regola.
-Io… non voglio più soffrire Harry e non so se con te ci
riuscirò… hai una vita talmente complicata che io… non riesco a capirla; hai ragione
tu, non ci riesco ed è stato questo che mi ha fatto riflettere, che forse non
siamo fatti per stare insieme… Stanotte io sono morta di paura Harry, e io per
la prima volta non ero al tuo fianco, capisci cos’è significato per me…? Io,
che sono stata esposta tra due fuochi nemici, che mi obbligavano a scegliere
tra te e Ron, senza che nessuno ascoltasse i miei sentimenti…- si sfogò
Hermione.
Seguirono pesanti attimi di silenzio, durante i quali sembrò
che tutta l’aria venisse a mancare, tanto il respiro di entrambi si fece
affannoso.
-Perché ho la sensazione che ti
stessi tenendo dentro queste cose da un sacco di tempo?- domandò Harry.
-Perché è così… Ti sarai accorto
che quest’anno è cambiato tutto, vero?- domandò Hermione, mentre gli argini dei
suoi occhi cedettero sotto il peso delle lacrime pesanti, che iniziarono a
rigarle il viso.
-Io e Ron abbiamo iniziato a
ricostruire la nostra amicizia piano, piano, e lo stesso voglio fare con te, ma
se questo significa dover rinunciare a te,
io non sono disposto a farlo…-
-E quindi…?- domandò Hermione,
portandosi una mano agli occhi cercando di cancellare le lacrime.
-Dammi un’ultima possibilità Hermione, ti prego… dopo,
potrai fare tutto quelloche vuoi, anche
umiliarmi davanti a tutta la scuola, ma per ora, per favore, non mi lasciare
così …- la implorò, pronunciando le ultime parole con
un filo di voce.
Lei singhiozzò ancora qualche attimo, cercando di registrare
come sempre le parole di Harry e di trasformarle in qualcosa di significativo.
Appoggiò le mani dietro di sé, dandosi la spinta
per alzarsi; gli si avvicinò, un passo alla volta, tremando da capo a piedi e
senza dire un parola.
Quando gli fu di fronte, puntò lo
sguardo fisso nei suoi occhi e prima che Harry se ne potesse accorgere, gli
sferrò un ceffone potente in piena faccia.
Gli occhiali caddero con un tonfo sommesso sul prato, mentre
il ragazzo si portava una mano alla parte lesa.
-Diamine!- imprecò Harry -Ho appena avuto l’onore di
sperimentare sulla mia pelle quello che provò Malfoy al terzo anno, eh?- disse,
osservando Hermione con un misto di rabbia e sorpresa.
-Almeno mi sono sfogata e… rivendicata!- ammise
Hermione, con aria seria, che ben presto tramutò in uno splendido sorriso.
- Dov’eravamo rimasti…?- domandò
Harry leggermente alterato.
-Che c’è Signor Poter, sta perdendo
la pazienza?- gli domandò con un ghigno Hermione, annullando la distanza che la
divideva dal ragazzo e unendo le labbra alle sue in un bacio appassionato; ci
stavano mettendo l’anima, sperando di riuscire a trasmettere all’altro tutto
l’amore e la rabbia che provavano.
Adrenalina scorreva nelle loro vene, mentre rabbrividivano,
forse per il fresco della sera ormai prossima o forse per la passione che li
stava travolgendo.
Harry attirò Hermione a sé, avvolgendola in un abbraccio
soffocante, senza volerla lasciare più andare via.
Quando si staccarono, le prima stelle
avevano fatto la loro comparsa nel cielo e si riflettevano luminose negli occhi
già splendenti di gioia dei due ragazzi.
Si osservarono increduli per diversi minuti, fino a che Hermione iniziò ad avere freddo e Harry senti la pelle
d’oca comparire sulle braccia della ragazza, che teneva tra le sue mani.
-Torniamo al castello, è ora di cena e ci staranno tutti
aspettando in attesa di sapere cosa ne è stato di
noi…- le disse Harry, prendendola per mano.
-Aspetta un attimo, devo chiederti una cosa… Stamattina ho
ricevuto una lettera da mia madre, ho preferito tenerle segreto quello che è
successo, altrimenti è la volta buona che mi impedisce
di tornare a questa scuola… Nella sua lettera mi comunicava una notizia…- disse
Hermione, con un sorriso stampato sul viso.
-Cioè…?-
-Ben presto, temo che dovrò dire addio alla mia condizione
da figlia unica; fiocco rosa in arrivo…- disse felice.
-E come mai non me lo hai detto
prima…- domandò Harry sorpreso.
-Perché è stata una sorpresa anche
per me, vedrai che strigliata si prenderanno i miei per avermi comunicato
questa notizia solo oggi…- esclamò Hermione, lievemente alterata.
-Oddio, poverini…Ma cosa mi dovevi chiedere?-
-Ah già… mia madre mi ha chiesto di scegliere il nome e se
tu non hai nulla in contrario, io avrei optato per
Lily, che dici…?- domandò precipitosamente la ragazza, incrociando le dita
dietro la schiena.
Harry sembrò pensarci su, poi disse serio:
- Lily Granger, non suona male, eh? È il più bel regalo che
qualcuno potesse farmi, lo sai? Dare a tua sorella il nome di mia madre, magari
poi sarà una marmocchietta dai capelli rossi, ti immagini?-
le domandò, avvolgendole le spalle in un dolce abbraccio e iniziando a risalire
i prati verdi che conducevano al castello.
-Sono felice che ti piaccia…-
ammise Hermione, in un sussurro.
Arrivati al portone si fermarono e si guardarono un’ultima
volta negli occhi.
Hermione riusciva distintamente ad intravedere il suo
riflesso all’interno degli occhi di Harry e viceversa lui; sembravano
incatenati in un abbraccio dolcissimo, dal quale è
difficile districarsi, ma in qualche modo riuscirono a pronunciare poche e
semplici parole.
-Harry, grazie!- disse Hermione.
-E di che? Io ti adoro, lo sai, si?- le rispose Harry.
-Ora lo so…- gli rispose lei.
Si presero per mano, incrociando le dita tra di loro, e
rientrando nel castello, in una Sala Grande quanto mai gremita di studenti in attesa di sapere le ultime novità.
Una testa rossa si alzò di scatto e un paio di occhi azzurri incontrarono i loro sorridendo.
Nessuna tensione tra i tre : ogni
rimpianto era scomparso insieme al sole dietro la perfetta linea
dell’orizzonte, che da lontano sorrideva a quella scuola dove la magia e
l’amicizia, avevano trionfato ancora una volta.
***********
Ok, niente lacrime!! Bibibibibi ç_________ç La mia adorata
storia (adorata dal mio punto di vista, logicamente) è finita definitivamente
stavolta, con un finale che a parer mio poteva anche essere migliore, ma così
volevo che finisse tra loro e che anche la faccenda con Ron si sistemasse, ma
come avete visto non sono tornati amicissimi, era
impossibile in così poco tempo, ma stanno ricostruendo le basi della loro
amicizia e con l’andare degli anni prevedo scintille ^_______^ forse appena
troverò tempo rivedrò un po’ alcuni chap, li ricorreggo e li miglioro, ma la
storia rimarrà sempre questa ^.-
Adesso volevo fare delle precisazioni: sono molto felice di vedere che tutti
voi che commentate volete un sequel, o quanto meno qualcosa di mio; io ho delle
idee che mi piacciono tantissimo per il sequel di questa ff e sicuramente lo
scriverò, (anche se sarà una ff molto diversa da questa)ma non così presto come tutti vorreste ç.ç ho gli esami, e altre due ff che sto scrivendo,
quindi sono molto impegnata… di conseguenza credo che per M&A IIci si vedrà a settembre (ok, adesso vi saluto
tutti perché rinuncerete a leggere, vero?) ma vi prometto chap più lunghi e
scritti meglio, ok? ^________^ eddai che mi volete bene… non è da escludere poi
che vivendo le mie incasinate giornate non resti folgorata e butti giù delle
shotty sulla mia coppia preferita e non solo…
Quindi spero che avrete pazienza!! ^.^
Passiamo ai thanks personalissimi:
Lady Liberty91: la mia amicissima!!!
Ma tesoro, non me lo aspettavo proprio un tuo commento, ma non per questo non
mi ha fatto piacerissimo ^.^ tesoro grazie del complimento, mi ha fatto
sorridere moltissimo!! Un bacione!! Marco: amico!! voglio
dirti che apprezzo molto la tua critica, mi sarà utile (lo spero ^.-) nelle
prox ff; in effetti ho sorvolato un po’ sull’argomento, ma se tra sette anni ci
ritroveremo Zio Voldy in mezzo alle scatole, credo che Harry avrà la
possibilità di prenderlo a schiaffi come si deve..^.^
Un bacione e grazie per aver seguito passo per passo la mia
ff ^.^
Maripotter: e io
attendo il tuo prox chap!! E nel frattempo ti mando un
mare (hai presente quant’è grande?^.^) di baci per la tua dolcezza, spero anch’io
di scrivere ancora qualcosa di tuo gradimento, ma tutto dipende dalla mia mente
malata!! Ciao!! ^.^ FraFra: zia!!! Beh, Silente anche a
me ha terrorizzato, a momenti correggeva me (alias l’autrice) per dirmi che
stavo sbagliando a scrivere, davvero fa paura!! E Ginny ç.ç oh dispiace anche a
me, ma c’est la vie… un bacio più grande dell’intero
universo ^.^ Emma: tesorissimo mio!!! La mia
dolcissima recensitrice che non potrà più vivere senza di me *.* non credi di
esagerare?^.- comunque tesoro sono felice
che la mia ff ti sia piaciuta, spero che quelle quattro ore che hai passato
davanti al computer tempo fa, siano state ricompensate ^.^ un bacio!! Angi: io non posso non ringraziare
te, lo sai vero? ^.^ sei stata la mia prima
commentatrice, mi hai incoraggiata quando non c’era nessuno a recensire e sei
stata talmente dolce con me che ti meriti certamente tutte le cose belle che ci
sono in questo mondo!! *.* Ron spero di avertelo tolto
dalle balle, ma era comunque un po’ dura (i recidivi ^.-) ma forse in futuro
*.* si invaghirà di qualche altra bella ragazza e ce ne libereremo, che dici?
Un bacio talmente pieno d’affetto che non credo riesca ad arrivarti nemmeno
tutto ^.- ciao!!! Eva_elamela: e posso non ringraziare
la mia love, che sotto minaccia (????) ha letto la mia ffa tempo record?? Ma
ovvio che non posso!! ^.^ amore mio!! Hai adorato lo
scorso chap? Sono felice, perché ci ho messo l’anima a scriverlo e poi il
computer lo ha cancellato (come ben sai) ma sono felice di essere riuscita a
ricondurti sulla strada giusta con i ricordi e anche ad essere stata capace di
manifestare i sentimenti di Narcissa e Draco!! E la
tua Margareth? *.* mi sono sorpresa che tu non mi
abbia condannata a morte, ma sono felice, vuol dire che ti sei rabbonita!!! Un
bacione tesoro e spicciati a produrre “quella cosa” sennò vengo a casa tua e ti
frego il fucile.. ciao!! ^.- P.S. indovina
cosa sto correndo a leggere?
Hermy6: e
l’epilogo è stato a favore dei miei (nostri) due idoli!!!
^.- voglio ringraziarti, perché per leggere tutta la mia ff in un colpo solo è
dura, ma tu hai avuto fegato!! Un bacio schioccoso!! ^.^
Avril Lavigne:
ma… si vede che io non ho una padronanza perfetta dell’italiano, comunque sia tu sei perdonata, tranquilla, il mio era
sarcasmo puro e semplice!!! ^.^ bacetti..
StellinaX: tesoro
mio dolcissimo!!! Non lo so perché ma mi mancherai
tantissimo, con le tue doppie recensioni per chap, che trovavo davvero molto
divertenti ^.- eh, si, tesoro, hai letto sopra? Tornerò con il sequel, ma non
così presto tessy, sono impegnatissima, per scrivere questi due ultimi chap lo
hai visto anche tu quanto ci ho messo e non sia quanto
mi dispiace!! Comunque sia.. hai letto il finalissimo?
Ti è piaciuto? Aspetto, voglio il tuo parere tess e nel frattempo sto cercando
ancora di mettermi in contatto con te via mail!!!Bacionone
^.^
Beh ragazzi, sono davvero felice dei risultati raggiunti con
questa mia ff, spero che apprezzerete anche le
prossime storie che scriverò; un bacione ancora a tutti quelli che mi hanno
lasciato un commento alla ff e che non ho ringraziato sopra, come Lady86, Grifo, Robin82, Hobbit, PaddyAnyma Pia, Lily2000, anonima, Hermione91, la
misteriosa ****** del secondo chap,
(ho dimenticato nessuno???) e poi naturalmente ringrazio le centinaia di perone
che leggevano comunque la storia, ma non si sono mai presi la briga di
recensire: