MAGIA & AMICIZIA

di Gillywater
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogni Pericolosi ***
Capitolo 2: *** La Nuova Insegnante di Difesa ***
Capitolo 3: *** Niente Nuove, Buone Nuove... ***
Capitolo 4: *** Come Giudichi...? ***
Capitolo 5: *** I Preparativi Per il Ballo ***
Capitolo 6: *** Il Ballo di Hallowen ***
Capitolo 7: *** Gli Stridelli ***
Capitolo 8: *** Avvertimento Malfoy ***
Capitolo 9: *** Il Più Grande Desiderio ***
Capitolo 10: *** Arrivo A Grimmauld Place ***
Capitolo 11: *** La Vigilia di Natale ***
Capitolo 12: *** Novità All'Orizzonte ***
Capitolo 13: *** Margareth, Fiore della Mia Sfortuna ***
Capitolo 14: *** Buona Fortuna Draco Malfoy ***
Capitolo 15: *** Nostalgia ***
Capitolo 16: *** Iniziano i Preparativi per... ***
Capitolo 17: *** Grazie Seamus (I parte) ***
Capitolo 18: *** Grazie Seamus (II parte) ***
Capitolo 19: *** Una Serata Insolita (I parte) ***
Capitolo 20: *** Una Serata Insolita (II parte) ***
Capitolo 21: *** Ride Bene... ***
Capitolo 22: *** ...chi ride Ultimo ***
Capitolo 23: *** Alla Fine... ***
Capitolo 24: *** Magia & Amicizia ***



Capitolo 1
*** Sogni Pericolosi ***


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SOGNI PERICOLOSI

 

Era notte fonda e la luna che fino a qualche ora prima brillava splendida nel cielo ora era coperta da nuvole che nel lasciavano intravedere solo una luce fioca.

Nel suo dormitorio di Griffondoro, Harry Potter cercava di addormentarsi, proprio come i suoi compagni. Proprio come loro avrebbe tanto voluto poter riposare e dire addio a quel dannatissimo bruciore alla cicatrice che già da due ore buone lo stava assillando. Proprio come loro, avrebbe desiderato una vita normale (per quanto quella di un mago lo permetta), avrebbe voluto poter tornare a casa finita la scuola e trovarvi i suoi genitori più sorridenti che mai rivedendo loro figlio dopo nove mesi di assenza; avrebbe voluto dire addio ai sogni uguali a quello che stava facendo in quel momento:

 

 

 -Quanto ci vorrà prima che sia pronta?

 

-Dipende tutto da…-

 

-Si, si lo so Lucius, ma cosa dicono i miei uomini?-

 

-Secondo loro entro un mese dovrebbe essere pronta-

 

 -Bene, molto bene, BENISSIMO!!!!! Ah Lucius, questa volta tutto deve essere perfetto, perché se così non sarà sai già con chi me la prenderò, vero Lucius?-

 

L’uomo mostrò una grande riverenza nei confronti della voce che parlava, tanto che fece un inchino fino quasi a toccare il terreno con la sua testa e disse:

 

 - Certo mio Signore questa volta non ci sarà nulla di sbagliato. Buona notte!!!-

 

-AH! Vediamo se Potter se la caverà comunque senza i suoi amichetti a fargli da guardia come cagnolini!!!! Si questa volta non hai scampo Harry Potter! Ci saluteremo definitivamente, questa volta!!!-

 

Detto questo due occhi scarlatti e rossi come il sangue si illuminarono di un sentimento di vendetta impensabile e una risata gelida echeggiò nell’aria fredda del mese di ottobre ed un ragazzo di sedici anni, con una cicatrice bruciante e la fronte imperlata di sudore, si alzò di scatto dal suo letto recandosi in bagno per bagnarsi un po’ il viso: rinfrescarsi un po’ la mente non era affatto una cattiva idea pensò.

 

 

******

 

Aveva capito bene? Voldemort stava parlando con Lucius Malfoy e progettava di attaccare suoi migliori amici?

Tutto ad un tratto si sentì come svuotare dentro, il suo cuore mancò di qualche battito e gli occhi gli si riempirono di lacrime.

No, non potevano portargli via i suoi migliori amici, non ce l’avrebbe fatta, era stata già abbastanza dura perdere Sirius e lui stesso non era ancore certo di essersi ripreso, ma se gli avessero strappato via anche Ron ed Hermione…

 

Ron e Hermione le persone che più amava al mondo…

    

-Vediamo se Potter se la caverà comunque senza i suoi amichetti a fargli da guardia come cagnolini!!!!

 

Perché loro c’erano sempre stati anche quando sarebbero potuti rimanere al sicuro, loro si erano buttati a capo fitto nel pericolo senza preoccuparsi delle conseguenze…

 

E pensare che solamente l’estate di un anno prima aveva urlato loro contro di essere stato l’unico ad avere affrontato certe situazioni…

 

Ma ora davanti alla prospettiva di perderli si rendeva conto di molte cose che prima non aveva mai nemmeno valutato, talmente tante che in quel momento gli vorticavano in testa un sacco di pensieri… Improvvisamente la bella testolina del suo amico Ron apparve da dietro la porta, mentre lui con la voce più assonnata che mai domandava:

 

 –Per la barba di merlino Harry, ma che diamine fai alzato a quest’ora della notte? Sono le tre e mezza!!!-

 

-Niente Ron non preoccuparti, ho semplicemente fatto un incubo e sono venuto a sciacquarmi un po’ il viso, tutto qui. Tranquillo tornatene pure a letto, io ti raggiungo tra un po’-

 

-Dici bene tu a raccomandarmi di stare tranquillo, ma sembra che hai visto uno zombi vagante!-

 

-Oh Ronnie caro, a cosa credi di assomigliare alle tre e trentacinque di notte, quando sei più nel mondo dei sogni che sulla terra?-  disse Harry scherzando e cercando di imitare alla meglio i fratelli gemelli del suo amico, che non rinunciavano mai a prenderlo in giro.

 

-Aaaaaauuuuuh!!! Mah non saprei!- disse sbadigliando, non si era reso conto che quella di Harry era una provocazione, questo infatti andò a confermare la teoria del ragazzo.

 

-Beh, sai cosa ti dico Harry? Io me ne torno a letto, buona notte- e con questo uscì dal bagno lasciando l’amico immerso nei pensieri che fino a poco fa lo assillavano.

 

All’improvviso, però, Harry venne attratto da un pensiero che gli scaldò il cuore: per quanto realistico fosse stato il suo sogno (e lo era) presentava qualcosa di sbagliato… Il ragazzo ci pensò e tutto d’un tratto capì: Lucius, Lucius Malfoy era rinchiuso ad Azkaban, non poteva essere da Voldemort in quel momento!!!

Con questo pensiero, Harry  andò a dormire,facendo sogni migliori di quelli che lo avevano svegliato.

 

 

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Capitolo 2
*** La Nuova Insegnante di Difesa ***


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Questa mattina ho acceso il computer e ho notato che nessuno ha lasciato almeno una recensione; ci sono rimasta molto male e il mio morale è andato a farsi un giro nella gradazione “sotto 0”- ho capito che qst storia fa schifo però….

 

LA NUOVA INSEGNANTE DI DIFESA

 

 

Il mattino seguente la scuola  si svegliò sotto un cielo che regalava acqua a volontà.

Gli studenti che avevano sperato ci fosse bel tempo per poter trascorrere le ultime giornate nel parco di Hogwarts , erano tanti e delusi. Si costrinsero così a stare qualche ora in biblioteca, giusto per portarsi più avanti con i compiti, che quell’anno erano a quantità industriale per tutti gli anni, dal primo al settimo.

Una delle materie più importanti era Difesa Contro le Arti Oscure e nessuno fu sorpreso più di tanto vedendo che all’orario si aggiunsero ben tre ore in più per lo studio di tale materia.

Come di consueto era cambiato di nuovo insegnante: quest’anno era una donna che si chiamava proprio Donna M. Raily; era abbastanza alta e molto, molto magra, oltre il fatto di essere giovanissima, in gamba e anche molto carina. Stava di fatto che molti ragazzi del 6 e 7 anno le sbavavano letteralmente dietro cosa che naturalmente non faceva piacere alle ragazze, molte delle quali (tra cui anche quelle due pettegole di Lavanda e Calì) le avevano affibbiato il soprannome di Miss Modella (probabilmente solo per invidia).

 

 “-Wow- aveva commentato Ron vedendola, -e se proponessimo lei al posto di Piton, anzi no! Chiediamole se ha una sorella che possa venirci ad insegnare pozioni al posto suo, così siamo sicuri che ci liberiamo automaticamente anche dei serpeverde: figurarci se quelle carogne rimarranno qua una volta che il loro cocco-insegnante se ne è andato!- Tuttavia un’occhiata di Hermione lo fece zittire immediatamente e gli fece pronunciare testuali parole: -ma figurati Herm, figurati se voglio che il mio professore preferito lasci la scuola! Non mi sognerei nemmeno!-

 

A parte l’aspetto fisico, c’era da dire che la Raily si faceva valere come insegnante, era stata la migliore che i ragazzi avessero mai avuto da sei anni a venire, seconda solamente a Lupin e le tre ore in più da trascorrere con lei non pesavano per nulla,anzi.

Quella domenica indossava una gonna molto corta con una maglietta scollata ma non più di tanto, che però bastò a lasciare molti ragazzi a bocca spalancata.

-Non può essere vera- aveva commentato un ragazzo dei Corvonero- probabilmente il suo ragazzo non sa quanto è fortunato!-

La professoressa Mc Granitt, che non approvava per nulla certi tipi di abbigliamento, le fece la radiografia non appena la vide, ma la ragazza non si lasciò intimorire e tranquillamente si andò ad accomodare al suo posto per fare colazione.

In quel momento entrarono in Sala Grande Harry, Ron e Hermione tutti e tre più affamati che mai!

Durante la mattinata, come di consueto, ci fu l’arrivo della posta e non appena tutti i ragazzi ricevettero il loro giornale (per quelli che lo ricevevano) ci fu un brusio di voci, che trasmetteva una notizia apparentemente molto importante e poi cadde il silenzio più totale  e questa volta la causa non era una professoressa che indossava una minigonna.

 

*****

 

Per favore, lo so fino a qui non coinvolge più di tanto e poi sto capitolo è super-corto però lasciatemi una recensione anche solo una, così io sono contenta e poi potrei lavorare meglio, no?

 

 

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Capitolo 3
*** Niente Nuove, Buone Nuove... ***


NIENTE NUOVE, BUONE NUOVE…

 

 

-Hermione, cosa è successo?- domando Harry, sinceramente preoccupato per lo stato di catalessi in cui era caduta l’amica e gran parte degli studenti della scuola.

 

-Harry non ci crederai mai, ma è una cosa orribile!- passò il giornale al ragazzo che con dita tremante lo prese e in prima pagina lesse: “FUGGONO DI PRIGIONE I MANGIAMORTE ARRESTATI, dopo la fuga dei Dissennatori, un altro pericolo affligge il mondo magico! Sarà in grado il Ministero di fare fronte a questa emergenza? Molte sono le domande che dobbiamo porci!”

 

Harry si sentì travolgere da un’ondata di pura paura quando lesse la notizia mentre nella scuola si iniziava a discutere dell’avvenimento con voce alta e terrorizzata.

 

-Allora il sogno… Era tutto vero… E adesso?... E se stessi impazzendo?...

 

Mentre nella sua mente si poneva queste domande, un ragazzo biondo con la carnagione pallida si alzò dal tavolo dei Serpeverde per dirigersi a quello dei Griffondoro e fermarsi davanti ad Harry & Co.

 

-Beh sfregiato, cosa ti dissi alla fine dell’anno scorso?- disse con la sua solita voce strascicata che, anche con l’età, rimaneva sempre acuta come quella di un bambino, non aveva subito alcuna trasformazione, come invece era successo per Harry e Ron -ti dissi quello che ieri notte si è avverato, non è vero? Beh se vuoi un consiglio ti direi di stare alla larga da questi tuoi “amichetti”- e calcò molto la parola –se non vuoi che facciano una brutta fine!-

 

-Questo, Malfoy,me lo avevi già detto alla fine del quarto anno, ricordi? Sul treno, quindi sai stai iniziando a diventare monotono e comunque lo sapevo anche senza che tu venissi qui a ripetermelo, beh come dire? TE LA POTEVI PROPRIO RISPARMIARE!!!- detto questo si alzò dal tavolo  e uscì dalla Sala Grande, sbattendo la porta.

 

-E’ un tantino giù di morale il vostro amico eh?-fece il ragazzo biondo, che quell’anno sembrava essere diventato ancora più odioso del solito.

 

Ron e Hermione gli rivolsero uno sguardo di puro disgusto e si lanciarono all’inseguimento del loro amico, che però era gia sparito nell’enorme parco di Hogwarts, sotto la pioggia battente.

 

*****

 

Stava correndo a perdifiato ormai da minuti o forse gia da qualche ora… Non si ricordava di nulla, si era dimenticato del tempo dello spazio e della notizia ricevuta la mattina.

No ,quella se la ricordava eccome, era sua la colpa se lui ora stava correndo sotto la pioggia con il rischio di prendere una broncopolmonite acuta.

 

-Ma chi vogliamo prendere in giro?-si  disse dentro di sé –la colpa è di Malfoy che mi ha detto di stare lontano dai miei amici e io so che non ci riuscirei!-

 

Una vocina dentro di sé gli disse –Eh Harry, vedi sono tutte scusanti, la verità è che la colpa è tua.-

 

-La colpa è mia-  ripeté al ragazzo ad alta voce –la colpa è mia? Gia ma perché la colpa è mia?Non capisco io cos’ho fatto?-

 

 

Quanto avrebbe voluto che Sirius non lo avesse abbandonato ora lui sarebbe li a consigliarlo come solo un padre con suo figlio sa fare.

Pensando a questo Harry ricominciò a correre sotto il temporale e intanto dai suoi occhi uscivano lacrime calde che si andarono a mescolare con l’acqua fredda che scendeva da cielo.

 

*****

 

 

- L’hai trovato?- domando un ragazzo dai capelli rosso fuoco.

 

-No- rispose una ragazza dai capelli ricci –e tu?-

 

-Nemmeno, cosa possiamo fare Herm, è da colazione che non si fa vedere?-

 

-Non credo che potremo fare molto se non aspettare. Spero solo che Harry non si sia andato a cacciare in qualche guaio!- rispose la ragazza, ma nei suoi occhi (bellissimi occhi, pensò Ron) si poteva leggere tanta preoccupazione.

 

-Senti ho un’idea- intervenne Ron –attendere qui è tutto inutile tanto se Harry ha deciso di giocare a nascondino- e qui Hermione fece un sorrisino nervoso –sai bene che non si può fargli cambiare idea! Inoltre non fa bene nemmeno a noi stare qui bagnati e al freddo dei corridoi della scuola, quindi con tutta la mia saggezza propongo di andare in Sala Comune e di aspettare la il nostro amico!- concluse il discorso portando il suo sguardo su di Hermione che era rimasta alquanto sorpresa nel constatare che Ron, quando si impegnava, sapeva fare un discorso logico e intelligente che non riguardasse per forza il Quidditch.

Le venne naturale anche il sorridergli e dirgli:

 

-Si, beh, credo che non ci sia altra soluzione, e poi hai ragione tu a dire che se ci si asciugano addosso i vestiti non ci fa di certo bene!-

 

-Cosa odono le mie orecchie? Hermione Granger, la Miss Perfettini di Hogwarts, fa un complimento quel povero sconquassato di Ron Weasley? Ma questo è un giorno da segnare sul calendario!- scherzò Ron.

 

Ma Hermione, invece di rispondergli a modo come avrebbe fatto in circostanze normali, si limitò a guardarlo in faccia, mentre si avviavano verso la Torre del Griffondoro, e a domandargli –ma come fai?-

 

Il ragazzo parve sorpreso da questa domanda, visto e considerato che nella sua testolina aveva già programmato circa un centinaio di risposte pungenti da rivolgere all’amica; si limitò a domandare –A fare cosa?-

 

-A scherzare anche nei momenti come questi?-

 

-Ah beh non lo so, credo che sia dovuto al mio senso dell’umorismo innato- rispose.

 

- E’ che io non ci riuscirei- ribatté lei una volta arrivati nel loro dormitorio.

 

- Oh,oh questa giornata si sta rilevando più proficua di quanto pensassi, Hermione Granger che ammette di NON sapere fare qualcosa che al sottoscritto invece riesce splendidamente, bene! Altro da aggiungere, no perché se continui così credo che sul calendario non ci sarà più spazio per segnare tutte le belle ragazze che ho conquistato nella giornata!-

 

“Ecco sei un imbecille, un imbecille, Ron Weasley, poteva essere la serata buona in cui tu e lei non litigavate e tu vai a tirare fuori un argomento idiota che accenderà la miccia, lo sento! Ecco, ora lei mi risponde con una frase provocatoria del tipo –Ma chi vuoi conquistare tu?- e poi io le risponderò male e inizieremo a parlare di quel cretino abissale di Krum e come al solito litigheremo e non ci parleremo per una settimana. Sono proprio un…..”

 

 

-IMBECILLE ecco che cos’è Malfoy, non è altro che un grandissimo cretino- Hermione stava parlando con qualcuno e quando Ron osservò chi era si accorse che un Harry fradicio fino alle mutande era arrivato finalmente nella Sala Comune e si era seduto davanti al fuoco discutendo con la ragazza.

 

-Tu non dovevi dargli ascolto, così hai fatto il suo gioco, oltre al fatto che io e Ron siamo stati in pena perché non sapevamo dove eri!!! Guarda Harry che ti sei comportato in maniera incosciente, una reazione simile me l’aspettavo da Ron, ma da te…-

 

-Beh sempre gentile, come vedo- intervenne il diretto interessato

 

-Dico davvero Ron, tu avr….-

 

-Ehi Harry allora, come stai amico?-

 

-Bagnato ma bene- sospirò –vedete la fuga dei Mangiamorte non è stata una notizia eclatante, infondo tutti noi sapevamo che se non era oggi era domani, ma prima o poi sarebbe successo- proseguì, mentre gli altri due annuivano –quello che non ho retto è stato il fatto che Malfoy mi abbia consigliato di stare lontano da voi, ma io so che mi sarebbe impossibile perché…- e qui si fermò per guardare i suoi amici in volto -…voi per me siete tutto! Il mio sostegno, la mia famiglia e le persone a cui voglio più bene al mondo; soltanto dovermi immaginare come sarebbe perdervi è un pensiero davvero straziante- concluse.

 

-Harry, noi….- iniziò Hermione, ma Ron la interruppe.

 

-Ehi, ma come ti permetti?- disse con un’espressione talmente seria da fare preoccupare Harry –io non ho intenzione di andarmene e credo che per la Miss-So-tutto qui sia la stessa cosa- e qui apparve un sorriso che solo lui, con la sua faccia da schiaffi, poteva avere –quindi caro il nostro Ragazzo sopravvissuto credo che ti toccherà sopportarci ancora per un bel po’!- finì.

 

Harry gli rivolse un sorriso magnifico e sincero; Hermione, invece, intervenne dicendo:

 

-Oh, lo vedi Ron che non sai mai essere serio? Sei proprio impossibile!- affermò.  

 

-Ehi Harry- proseguì Ron, ignorando la ragazza -che ne dici se ce ne andiamo a letto, oggi ho fatto una corsa per venirti a trovare e non ti immagini nemmeno come sono stanco? Ma alla fine dove ti eri andato a nascondere piccolo bambino monello?-

 

-Eh Ronnie- sospirò Hermione che aveva un grande desiderio di vendetta visto che il rosso poco fa l’aveva chiamata ”So-tutto” -quanto si vede che non conosci le REGOLE, non si rivela mai il nascondiglio!-intervenne Hermione

 

-E ti pareva che la Miss qui non sapesse le regole del gioco!!!-

 

I tre ragazzi risero di cuore prima di congedarsi per andare a dormire.   

 

 

*****

Come promesso questo capitolo dovrebbe essere più lunghetto e i prossimi 2 (che sono già in fase di produzione) devo dire che mi piacciono abbastanza (non sbilanciamoci troppo) e dovrebbero essere all’incirca come questo per quanto riguarda la lunghezza.

Il sesto lo pubblicherò il 6 Gennaio (il mio compleanno EH!) e lì si dovrebbe iniziare a capire il tipo di coppia che ho scelto per questa ff. Mi raccomando RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Volevo fare un ringraziamento ad Angi e Robin82 che mi hanno dato ottimi consigli, don’t worry, cercherò di seguirli tutti ;cmq ringrazio anche Lady86Grifo e ***** che mi hanno lasciato tre recensioni (ho fatto i salti di gioia).

 

baciotti a tutti

 

by ale69

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Capitolo 4
*** Come Giudichi...? ***


Nuova pagina 1

Dedico, con tutto il mio cuore,

questo chap a tutte le vittime (italiane e non)

del sud-est asiatico,

affinché il loro ricordo rimanga sempre vivo nei nostri cuori!

By ale69

 

 

COME GIUDICHI…?

 

 

L’unico lato positivo di quella notte fu che Harry era talmente stanco e raffreddato che non si poté permettere il lusso di pensare a qualcosa mentre dormiva, nemmeno ad incubi causati dal mago più crudele di tutti i tempi.
Fatto sta che fu la prima notte da una settimana che il ragazzo con la cicatrice riuscì a chiudere occhio e a riposare.
Non si accorse nemmeno che Neville, che aveva il raffreddore, quella notte russò più del solito; in compenso se ne accorsero Ron, Seamus e Dean che il mattino seguente riuscirono a vestirsi senza mettere i calzini al posto dei guanti per puro miracolo.
Il ragazzo dai capelli rosso fuoco (NdA ero indecisa se scriverci con i capelli che vanno a fuoco, ma poi ho deciso di lasciare perdere prima che le fan di Ron -tra cui mia madre- venissero a darmi la caccia) si accorse a malapena anche del manifesto che i suoi amici gli fecero notare, era quello che annunciava il Ballo di Hallowen.

-In pratica- stava dicendo Harry ad Hermione (aveva rinunciato a parlare con Ron quella mattina) –sarà un po’ come il ballo del ceppo di due anni fa, solo che questo si terrà in ottobre, giusto?-le domandò.

-Beh cosa intendi tu per “quasi uguale”-domando lei

-Ma si dai- proseguì –alla fine lo scopo è quello di invitare una ragazza, di intrattenerla fino alla fine del ballo e poi…-

-E POI?- domando Hermione, i cui occhi stavano per mandare lampi e tuoni in direzione del suo “amico”.

-e poi- continuò lui, che non si era accorto di nulla –baci e abbracci, ci si vede, no?- concluse lui, ma quando guardò la sua amica capì che…

-NO, LE COSE NON FUNZIONANO COSI!!!- gli urlò lei.

-Devo proprio dirtelo Harry, non credevo che tu potessi arrivare a fare discorsi di questo tipo! Mi dimostri che per te le ragazze sono solo dei passatempi!

-Ma…

-Niente “ma” Harry.. Gran parte della stima che avevo per te è calata sensibilmente e se vuoi che risalga dovrai dimostrarmi che l’opinione che hai per le ragazze non è così bassa come hai appena detto. Ciao ci si vede a pranzo e…- si interruppe guardando Ron che sembrava stesse in piedi per grazia divina –quando si sveglia salutami Ron!-

E detto questo si allontanò per andare a lezione.

-Ehi Hermione… Aspetta un minuto!- troppo tardi, la ragazza si era già allontanata ed era stata travolta da un’ondata di studenti provenienti dalla Sala Grande.

-Dai Ron, dobbiamo andare a Divinazione-

-Ah Divinazione- borbottò –si è perfetta per schiacciarsi un sonnellino.

 Per quanto sorprendente potesse essere la notizia, Harry e Ron non erano stati bocciati in questa materia (con loro grande disappunto, visto che ci avevano sperato fino all’ultimo) perché l’esame svolto l’anno prima era andato talmente male a talmente tanti studenti, che non si poteva comporre una classe di solo due persone (Calì e Lavanda, naturalmente); così era stata mantenuto il gruppo di partenza, con una differenza: il programma riprendeva dalle cose basilari che i ragazzi “avrebbero dovuto imparare” il terzo anno.

-La cosa migliore di tutto questo casino- aveva detto Ron durante l’estate, quando arrivarono le lettere da Hogwarts –è che non ci sarà bisogno di acquistare il libro per il sesto anno-

 Una volta arrivati in classe salutarono la professoressa Cooman e Fiorenzo.

-Oh caspita Harry, me ne ero dimenticato! Quest’anno ci tocca sopportarli entrambi- disse Ron.

Infatti, quella era la prima lezione di Divinazione che si svolgeva, perché Pix aveva messo fuori uso l’aula, (che non era più quella stanza soffocante in cima alla torre) cosa che non aveva portato alcun beneficio per gli studenti che frequentavano questo corso:l’ora buca veniva coperta da un’ora di approfondimento di Pozioni, senza contare il fatto che Calì e Lavanda erano cadute in depressione.

 -Beh guarda il lato buono, forse le occasioni in cui quella megera proclamerà la mia morte caleranno- aveva commentato Harry, una volta accomodato al suo banco, vicino a Ron.

E di fatti si passò tutta l’ora a spiegare come leggere ed interpretare il proprio futuro nelle foglie di the, ma di accenni di morte  precoce nemmeno l’ombra.

Però oltre a questo ci furono altri due lati positivi: Ron poté recuperare un ora di sonno, mentre Harry rifletteva sulle parole di Hermione:

 -Gran parte della stima che avevo per te è calata sensibilmente e se vuoi che risalga dovrai dimostrarmi che l’opinione che hai per le ragazze non è così bassa come hai appena detto.

Quelle parole lo avevano colpito più di quanto credesse possibile; cosa doveva fare?

 -Di certo non ignorare il problema; dopo il sogno che hai fatto dovresti cercare di avere un buon rapporto con i tuoi amici e non il contrario- disse una vocina sincera dentro di lui.

-Certo, ma cosa posso fare?-

 Prima che la stessa vocina potesse consigliarlo suonò la campana e fu costretto ad interrompere i suoi pensieri.

 *****

 Quella sera un Ron praticamente distrutto convinse Harry ad andare a riposare presto; infondo il ragazzo guardando il suo amico dormire in piedi non poté non provare compassione e alla fine accettò.
Mentre si mettevano il pigiama ad Harry venne in mente di porre una domanda a Ron:

-Hey Ron, a volte non ti viene da provare una certa tristezza per Hermione, per non riuscire a capirla fino in fondo-

-Ma che razza di domande fai Harry? Per favore possiamo parlarne domattina, ora ho aaaaaaauuuuuh sonno-

-Certo Ron, a domani, buona notte-

Si infilarono sotto le coperte per lasciarsi finalmente andare ad un sonno ristoratore, ma il magnifico silenzio che si era creato nella stanza fu rotto da Harry che intervenne ancora.

-Ron ?-

-Mh?-

-Chi hai intenzione di invitare al ballo di Hallowen?-

-Eh? Quale ballo?-

-Quello di Hallowen. Io ed Herm te ne stavamo giusto parlando stamattina, ricordi? Allora ci avrai pensato almeno un po’, no?-

Tutto ad un tratto il rosso si mise ritto a sedere a guardò Harry come se lo vedesse per la prima volta in quella giornata.

-CERTO CHE CI HO PENSATO! Infatti pensavo di invitare…. Beh pensavo di invitare….. Si insomma…-

 di un nome stupido, ormai hai detto che ci hai pensato

 -…. Calì, o sua sorella Padma!-

-Che cosa?!?! Ehi Ron mi sa che se ti lasciavo dormire era meglio , sai? E’ chiaro che hai ancora il cervello un po’ annebbiato-

-E perché infondo sono due bellissime ragazze, no?-

-Non lo nego Ron, ma vedi due anni fa hai fatto la tua figura deprimente con Padma, che sicuramente avrà avvertito la sorella e per questo ti dico che hai tante speranze di riuscire ad invitarne una quante ne ho io di diventare l’alunno preferito di Piton!-

-Sempre ottimista eh? Devo dirtelo la Cooman ti ha contagiato!- sospirò – e tu hai pensato a qualcuna?-

-Ah! Ehm veramente… No-

- Oh beh non preoccuparti, hai ancora tre giorni sono un’infinità   e poi tu sei Harry Potter la scuola ti cade hai piedi! Non ti sarà difficile trovare qualcuna!-

-Grazie! Beh buona notte Ron!-

-Finalmente! Buona notte Harry-

 La giornata si concluse così e per la seconda notte nessun incubo infestò i sogni del ragazzo sopravvissuto, ma….

…. Si trattava per caso della quiete prima della tempesta?

 

 

****

 

Voilà!!! Quarto chap completato! Dunque sapete già che fare: sia che vi piaccia o che non vi piaccia lasciatemi una recensione, per favore!!!!!! Grazie a tutti quelli che lo faranno!

Comunque se leggete la ff e non recensite vi ringrazio lo stesso; infondo ci vuole fegato nel leggere una tale obbrobriosità!

 

Ringrazio tanto, tantissimo Angi che mi ha recensito: sono contenta che la ff ti piaccia!!!!!

 

Ciao a tutti

 

 by ale69

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Capitolo 5
*** I Preparativi Per il Ballo ***


Buongiorno a tutti!!! Allora, la richiesta che faccio all’inizio di qst chap, non è recensite, ma bensì perché NESSUNO LO FA?

Voglio solo dire una cosa: se avete qlc opinione nel senso che la ff non vi piace o cose così, fatemela sapere, io non mi offendo, anzi se ricevo delle critiche costruttive non potete immaginare quanto mi facciano piacere. Ovvio se poi la ff vi piace sono contenta (sarei pazza se non lo fossi) ma vi invito di nuovo a recensire per farmi sapere se c’è qlc che non va!

Anche perché io penso che un silenzio sia peggiore di qualunque critica!!!!

 

 

I PREPARATIVI PER IL BALLO

 

                                                                                             

Nei giorni seguenti ad Harry  sembrò di essere tornato al Ballo del Ceppo di due anni prima; ragazze di tutti i tipi (anche di orribili) andavano a proporsi come sue dame e il ragazzo ebbe il buon senso di non scappare via davanti a certi esemplari.

Intanto Ron era riuscito ad invitare per la seconda volta…

 

-PADMA! PADMA PATIL! Ah, ah ha accettato di venire con me, ma ha detto che se stavolta non si divertirà come vuole lei probabilmente e la seconda ed ultima volta che accetta!-

 

-Beh siamo contenti per te Ron, ma come vedi ora abbiamo altro da fare io ed Harry-

 

Difatti erano in biblioteca tutti intenti a completare un tema di pozioni troppo complicato e a fare un riassunto per la Raily (intendiamoci era un’ottima insegnante, ma con i compiti ci andava giù duro).

Harry, da quando aveva deciso di intraprendere gli studi per la carriera di Auror, si stava mettendo sotto con lo studio, all’inizio a malincuore, ma ora stava scoprendo quanto fosse bello poter fare il proprio dovere nei migliori dei modi e riuscire a trovare il tempo anche per i suoi hobby, come il Quidditch e le uscite ad Hogsmeade; Hermione,infatti, gli aveva insegnato ad organizzarsi meglio il proprio tempo ed ora l’unico del trio costretto a stare alzato fino a notte fonda per terminare i compiti, era Ron. Proprio lui parlò –chi l’avrebbe mai detto che alla fine avrebbe vinto Hermione e sarebbe riuscita a portarti dalla parte dei “secchioni”?!?!-

 

-Harry non è un secchione e se proprio ci tieni a saperlo, nemmeno io; ci teniamo solo ad imparare cosicché un giorno ci ritroveremo a fare un lavoro di tutto rispetto!-

 

-Ok, ok non tira buon vento, vedo! Vabbè vado a prendere i miei libri e mi unisco a voi. Non si sa mai, magari riesco a scopiazzare qualcosa da te, Herm e non sarò costretto a perdermi tutta la serata di domani- e così si allontanò trotterellando.

 

A quel punto tra i due amici rimasti cadde il silenzio: nessuno dei due aveva più chiarito la faccenda della loro discussione.

Fu eri a prendere il coraggio a due mani:

 

-Senti Herm, a proposito di quella faccenda stavo pensando….-

 

-Caspita Harry non pensavo di riuscire a farti fare un tale esame di coscienza!- esclamò lei.

-No vedi stavo pensando che… Si magari ti andava di….-

 

-Beh se magari parli chiaro ti posso anche dare una risposta-

 

-Beh… Si insomma mi chiedevo se ti andava di venire al ballo con me?-

 

-Stai scherzando?-

 

-No, lo faccio per dimostrarti che non ho un’opinione bassa delle ragazze. Inoltre alla fine della serata tu potrai darmi il tuo parere- concluse lui speranzoso.

 

Lei sembrò rifletterci su e alla fine disse –Beh, infondo, non è una cattiva idea e poi io e te siamo amici, si! Si può fare un ballo insieme!-

 

-Oh bene! Sono contento.-

 

In quel momento Ron, stracarico di libri, era arrivato al tavolo e si era lasciato cadere sulla sedia esausto –Giuro, appena finiamo la scuola non voglio vedere l’ombra di un libro almeno finche campo!- esclamò.

 

-Ehi Ron, ti offendi se vado al ballo con Herm?-

 

-Perché? Vai al ballo con lei?-

 

-Si beh sai… Te l’ho detto perché non volevo fare la stessa fine di Krum, sai?-

 

-Figurati, non c’è problema-

 

-Grazie papà Ron- commentò acida Hermione –ed ora ho avuto anche il tuo consenso! Che gioia!-

 

Ma da quel momento Ron stette zitto e tutto l’umorismo che aveva dimostrato quella mattina, svanì improvvisamente.

 

*****

 

 Per il mattino di Hallowen era stata stabilita una visita ad Hogsmeade per comprare tutto il necessario per il ballo; neanche a dirlo ogni ragazza (e stavolta anche Hermione) era elettrizzata per la cosa.

Hermione si incontrò con Ginny e insieme andarono a dare un’occhiata alle vetrine del villaggio, -giusto un’occhiata- avevano detto a Ron, ma il ragazzo sapeva che sarebbero tornate cariche di borse e borsoni.

Harry e Ron, che non erano amanti dello shopping sfrenato, si recarono al villaggio giusto per fare il viaggio di andata con le due ragazze, ma poi si recarono ai Tre manici di scopa per bere una burrobirra. Come previsto dal rosso al loro ritorno Hermione e Ginny erano stracariche di borse che matematicamente poi furono Harry e Ron a  dover portare, mentre loro discutevano:

 

-Hai visto che carine quelle scarpe Ginny?-

 

-Si, erano stupende. Peccato però che non c’entrassero nulla né con il tuo né con il mio vestito-

-E quella mogliettina bella-bella rosa?-

 

-Ci ho lasciato il cuore su quella maglietta! Ma sai com’è, mi andava troppo stretta, che sfortuna!-

 

Continuarono così fino al loro ritorno ad Hogwarts, sotto gli sguardi omicidi di Harry e Ron.

 

*****

 

Quel pomeriggio trovare una ragazza in giro per la scuola era un avvenimento raro: naturalmente erano tutte a farsi belle per il ballo.

Hermione aveva rinunciato a stare in camera con Calì e Lavanda.

 

 –Mi fanno venire il nervoso- aveva detto a Ginny quando si era recata in camera sua per prepararsi –sempre lì a cinguettare per decidere qual è il colore migliore per gli occhi, delle calze da mettere, della decorazione per i capelli  e tutte cose così. Farebbero impazzire chiunque!- aveva esclamato alla fine della sua “conferenza stampa”.

 

Ginny al ballo ci andava con Dean Thomas- quei due facevano coppia fissa già dalla fine dell’anno precedente.

Lei si era comprata un vestito azzurro nuovo-nuovo (Fred e George, non sapendo cosa regalarle al compleanno, le avevano dato una mancia consistente, così poteva comprarsi quello che voleva) e le motivazione erano due: addosso a lei l’azzurro si intonava perfettamente con i suoi occhi e poi…

 

–Dean adora questo colore- aveva commentato con aria sognante, che ricordava molto Luna Lovegood.

 

Le arrivava fino ai piedi –era un vestito lungo- e lo aveva abbinato ad un paio di scarpe più o meno dello stesso colore, ma che non avevano il tacco.

 

 –Sennò supero Dean in altezza e non mi sembra carino, sai Herm lui non è una pertica- aveva detto con una nota di rammarico nella voce.

Per quanto riguardava l’acconciatura si era fatta fare un’elegante treccia che le ricadeva sulla spalla destra.

 

 -Tutto sommato sta molto bene- aveva pensato Hermione.

 

Lei, invece, aveva acquistato un vestito più corto, che le arrivava un po’ più su del ginocchio facendo vedere le gambe che le si erano allungate ed erano diventate più snelle; era di colore grigio perla con sfumature nere; a differenza di quello di Ginny, che una volta indossato era per così dire “completo”, il suo era abbinato ad uno scialle di seta e la cosa più fortunata di tutte –secondo Ginny, naturalmente- era che lei poteva indossare le scarpe col tacco, perché Harry era di parecchi cm più alto di lei.

Per quanto riguardava l’acconciatura si era stirata i capelli, che comunque avrebbe potuto lasciare anche così perché non più crespi come una volta, e li aveva raccolti in una crocchia elegante, proprio come al ballo del ceppo.

Una volta pronte, le due ragazze scesero in Sala comune, dove le attendevano i rispettivi cavalieri.

 

 

*****

 

Per quanto riguarda il capitolo, forse ho esagerato nella descrizione dei vestiti per il ballo.

Ma vedete è che ho iniziato a scrivere e le mani mi andavano da sole, perché è stata una cosa che mi è uscita naturale, vabbè spero di non avervi annoiato.

I know, this chap is very short, ma il prossimo è lungo e mi è uscito anche abbastanza bene, lo pubblico domani!!!!!!!

Allora invito di nuovo tutti quelli che leggono a lasciare una recensione, sia per dirmi se la ff vi piace che per farmi notare qualcosa che non è di vostro gradimento!

 

Ciao

 

By Ale69

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Capitolo 6
*** Il Ballo di Hallowen ***


Chiedo umilmente perdono a tutti; dunque qst chap doveva essere aggiornato il 6/1/2005, che come avrete capito era il mio compleanno; però c’è stato un problema con la linea telefonica (c’è stato, in realtà c’è ancora) hanno invertito due linee e una delle due era la mia; sono desolata!!!! Ora sto aggiornando dal computer dell’ufficio di mia madre, che brava me lo lascia usare

 

IL BALLO DI HALLOWEN

 

Una volta in Sala Comune, Hermione e Ginny incontrarono Harry e Dean che già le stavano aspettando.

Dean sembrava molto soddisfatto di come gli si era presentata la sua dama, così la prese a braccetto e insieme si avviarono verso la Sala Grande.

Harry, invece, rimase qualche minuto a contemplare la sua amica: non si era accorto, fino a quel momento, di quanto fosse cambiata e fosse diventata una bella ragazza.

 

-Ci credo che Krum ha perso la testa per questa creatura, è bellissima!- si disse mentalmente.

 

Così le si avvicinò porgendole il braccio e soprattutto cercando di farle un complimento senza apparire un imbranato.

-Wow!- esclamò –ti ho avuta qui per 6 anni sotto il mio controllo, ma da quando sei diventata così bella?-

 

-Si ecco perfetto, è un complimento che suona un po’ come una presa in giro, nulla da ridire!- Si complimento da solo.

 

-Oh, grazie! Questo vuol dire che per tutto questo tempo mi hai ritenuta una schifezza umana?-esclamò lei, che a quanto pare aveva capito quali erano i pensieri del suo amico.

 

-Ecco complimenti sei un cretino!-

 

-Ma no, Herm! Non era affatto questo che volevo dire, è solo che mi hai stupito stasera!- le rispose Harry.

 

In quel momento Ron stava scendendo le scale, vestito con l’abito da cerimonia che gli avevano regalato Fred e George (NdA in pratica i gemelli hanno avuto la brillante idea di rifare il guardaroba dei loro fratelli).

Hermione quando lo vide lo prese in giro.

 

 –Come sei tutto in tiro!-

 

-Si beh… Sono magnifico, vero? Vi ringrazio di avermi aspettato, così non dovrò scendere da solo.- si fermò a guardare i suoi amici –Anche voi non state male!- esclamò, tornando ad avere l’espressione cupa  di qualche giorno prima.

 

-Grazie Ron- disse Harry, mentre Hermione sbuffava.

 

 

I tre ragazzi scesero e subito vennero travolti da una massa di studenti che attendevano l’apertura della Sala Grande all’entrata.

Padma- più splendente che mai con il suo abito di seta – stava attendendo Ron e non appena lo vide gli corse in contro.

 

-Non ci posso credere, anche con questi tacchi, sei comunque più alto di me!- esclamò.

 

Lui cercò di non commettere l’errore di due anni prima e le disse:

 

-Sei molto bella vestita così-

 

Lei gli sorrise e proprio in quel momento si aprirono le porte della sala che avrebbe ospitato il ballo.

Diciamo che la sistemazione era praticamente identica a quella del ballo del ceppo; l’unica differenza, naturalmente, stava nelle decorazioni, che non inspiravano al Natale, ma bensì ad Hallowen, con zucche che facevano da candele e qua e la spuntavano mostriciattoli che, come disse Hermione:

 

-Mi ricordano vagamente Tiger e Goyle-  

 

Una volta che tutti gli studenti, anche quelli che credendosi delle super star arrivarono in ritardo,si furono accomodati, ebbe inizio il tradizionale banchetto della scuola con piatti ottimi e di ogni tipo.

Una cosa che non piacque molto ad Hermione fu che ognuno poteva scegliere il proprio piatto semplicemente chiedendolo, il che implicava più lavoro per gli elfi nelle cucine; Harry avrebbe voluto dirle che anche due anni prima la cosa funzionava così, ma che lei era troppo impegnata a parlare con Krum per accorgersene. Tuttavia decise di trattenersi perché non voleva scatenare una lite tra lui e l’amica; poi lui quella sera doveva “rigare dritto”, per fare cambiare idea ad Hermione riguardo al suo modo di giudicare le ragazze.

 

-Una volta finito di mangiare, cosa c’è di meglio di un bel ballo, per smaltire le calorie accumulate? domandò Silente.

 

Sottovoce Ron rispose –Andare a dormire????-

 

Forse non lo aveva detto abbastanza sottovoce perché l’anziano uomo si volto verso di lui con un bel sorriso e disse, davanti a tutta la scuola: -Vede, Signor Weasley, l’attività “dormire” non credo che sia molto utile a mantenere in forma il fisico, temo!-

 

A quel punto le orecchie di Ron divennero talmente rosse che non c’era distinzione dal rossore di un pomodoro ben maturato.

Le Sorelle Stravagarie, che come di consueto erano state invitate a suonare come banda, attaccarono una musica lenta, che comunque possedeva un qualcosa di ritmato, che fortunatamente non la rendeva la solita lagna.

 

Per non fare un torto a nessuno, furono gli insegnanti con i rispettivi partner ad aprire le danze; è facile immaginare verso dove erano diretti molti sguardi maschili.

La Raily, indossava un vestito  di un colore indefinibile, che però addosso al suo fisico perfetto, stava a meraviglia.

Tutti i ragazzi cercarono di capire chi fosse il suo accompagnatore, già si erano preparati a scagliargli addosso qualunque cosa ci fosse a portata di mano, giusto per prendersi una piccola rivincita, ma ciò non avvenne; non appena il volto dell’uomo misterioso fu visibile, in molti restarono a bocca spalancata, Ron in testa: quello era suo fratello Bill.

A quanto pareva il suo tentativo di approccio con Fleur era fallito, ma lui aveva provveduto a trovare una degna sostituta.

 

Non appena si fu ripreso dal momentaneo shock, Ron invitò Padma, che già aveva messo su un po’ di muso, a ballare e questo parve renderla molto contenta perché gli mostrò uno splendido sorriso, afferrando la mano che lui le porgeva.

Harry fece lo stesso con Hermione, che sembrava non aspettare altro.

La prese per i fianchi e iniziarono a ballare.

 

*****

 

Harry are sfinito; erano tre ore che lui e Hermione ballavano ininterrottamente, prima balli lenti e poi scatenati, era proprio stanco!

Però doveva ammettere che si stava divertendo tantissimo; Hermione se tolta dal suo mondo di libri e scuola, sapeva essere molto simpatica.

Avevano stabilito una pausa per andarsi a bere qualcosa; prima però si erano avvicinati a Bill, che come loro sembrava stesse riprendendo fiato (sempre sguardi assassini si perdevano nella sua direzione).

 

-Ciao ragazzi! Bella serata, vero?-esclamò.

 

-Si…-

 

-Immagino che voi vogliate dei chiarimenti, non è vero?- disse, una volta che anche suo fratello e la sua compagna si furono avvicinati.

Li fece spostare in un angolo appartato (Ron lanciava sguardi preoccupati a Padma che stava iniziando a  sbuffare).

 

-Dunque, Donna è un nuovo membro dell’Ordine-. Abbiamo pensato che più persone c’erano ad Hogwarts e meglio era, specialmente dopo la fuga dei Mangiamorte- e sospirò.

 

-Un momento!- intervenne Ron –quando lei è arrivata a scuola, non era ancora successo che….-

 

-Ma era una cosa prevedibile, non crede signor Weasley?-intervenne la Raily.

 

-Io sono la cugina di terzo grado del vostro ex professor Lupin, ho vissuto sempre in Bulgaria, non ho frequentato gli studi in questo posto, ma i miei genitori erano inglesi e avevo dei buoni rapporti con i parenti che vivevano in Gran Bretagna.-

 

-Quindi- intervenne Hermione –per qualunque problema…-

 

-Potete rivolgervi a me, provvederò a farlo sapere a chi di dovere. So che non c’è un buon rapporto tra voi e il professor Piton- concluse la Raily facendole l’occhiolino.

 

-Ora ragazzi se non vi dispiace dovremmo tornare a ballare, prima di attirare troppo l’attenzione- intervenne Bill; non che avesse tutti i torti, visto che gli sguardi di metà della comunità maschile della scuola erano puntati su di loro.

 

-No aspettate un attimo…..-

 

-Si Ron, io e la vostra professoressa stiamo insieme, qualche problema?-

 

Così dicendo Bill si allontanò con la sua Dama per ricominciare a ballare.

 

Finalmente Harry e Hermione poterono andare a dissetarsi; mentre buttavano giù una burrobirra, si lanciarono un’occhiata- Hermione smise di bere e gli domando:

 

-Che c’è? Perché mi guardi?-

 

-No, nulla mi chiedevo se prima di tornare a scatenarci sulla pista ti andava di andarti a fare un giro intorno al lago, come facevamo al quarto anno; sai qui è un tale macello che…-

 

-Si è una buona idea, anche perché mi sta iniziando a rimbombare la testa a furia di sentire musica; si un luogo tranquillo è proprio quello che ci vuole!-

 

Una volta usciti nel parco, i due ragazzi scoprirono di non essere i soli ad avere avuto quell’idea: coppiette sparse qua e la si stavano baciando.

Harry si accorse che tra quelle persone c’era anche la sua ex-ragazza, Cho Chang, impegnata in un’attività di “approfondimento di una lingua straniera”.

A quel punto iniziò a sentirsi a forte disagio e trascinò Hermione al lago che non era stato ancora dominato da quei “parassiti”.

La ragazza ruppe il silenzio che era caduto da un paio di minuti dicendo:

 

-Scommetto che anch’io se avessi beccato il mio ex che baciava un’altra mi sarei sentita come te!-

 

-Eh? Cosa? Ah! No io non mi sono rattristato per aver visto Cho, ma per il semplice fatto che ho

ripensato all’anno scorso, sai? Quando lei mi accusava di essermi innamorato di te!-

 

-Beh, immagino che se tu le dici la verità, ma una persona non ti crede ti faccia sentire un po’ male. Voglio dire, non è una prova di grande fiducia. No?-

 

-Si hai ragione, infatti è così che mi sentivo lo scorso anno tutte le volte che la incontravo, mi accusava per qualcosa che non era vero! O almeno credo che non lo fosse!-

 

Hermione dovette registrare prima le parole che il ragazzo aveva detto prima di capirne il significato.

 

Si girò di scatto a guardarlo e gli chiese:

 

-Che cosa hai detto?Puoi ripetere in maniera più chiara?-

 

-Vedi Herm, io non sono sicuro che quello che Cho mi diceva sia del tutto sbagliato! Ora tu mi odierai, ma vedi quando l’altro giorno io e te abbiamo avuto quella specie di discussione, qualcosa dentro di me si è risvegliato e stasera ho avuto la conferma che….- e qui si interruppe per poterla guardare negli occhi -… per te non provo più una semplice amicizia. Non dico di essermi innamorato di te, perché mentirei, ma quel che provo non si può più classificare nella tabella “amicizia!”-

 

Mentre Harry si chiedeva dove diavolo avesse trovato il coraggio per iniziare un discorso come quello, nella mente di Hermione si fermavano molti pensieri.

 

 

-Oh Dio, no! E’ tutto sbagliato, noi siamo amici Harry non dovremmo provare certe cose l’uno per l’altro!-

 L’uno per l’altro, ma che sto dicendo? Santo Cielo, sono così confusa….-

 

 

Poi qualcosa di tutt’altro che razionale si fece strada nella testa della ragazza e l’unica cosa che capì, fu di essersi  notevolmente avvicinata ad Harry e di avere unito le labbra alle sue.

Non appena anche lui si fu reso conto di quello che stava succedendo, iniziò ad approfondire il bacio.

 

 

 

*****

 

 

Nella Sala Grande, Ron stava cercando i suoi amici.

 

-Ginny hai per caso visto Harry e Hermione?- le domandò.

 

-No, perché?-

 

-Li sto cercando da mezz’ora, ma non riesco a trovarli-

 

-Mah, non so-

 

-Sono usciti un’oretta fa, ho sentito Harry che proponeva ad Hermione di andare a fare un giro intorno al lago- suggerì Neville.

 

-Ne sei sicuro?-domandò Ron.

 

-Ehi, sono tonto, ma non sordo!- esclamò lui con tono offeso.

 

Così il rosso uscì di corsa dal castello.

 

*****

 

Harry a Hermione si staccarono l’uno dalle labbra dell’altra per potersi guardare in faccia, ma soprattutto per capire cosa era appena successo.

Non ci volle molto prima che i due tornassero a baciarsi con passione; ma questa volta, furono interrotti prima di quanto volessero: Ron era appena arrivato al lago e aveva dato un paio di colpi di tosse per farsi notare.

 

-Ron!- esclamò Harry –io e Hermione stavamo giusto venendoti a cercare- continuò, l’imbarazzo sempre maggiore.

 

-Vedo- commentò il rosso –Insomma vi lascio soli un attimo e puff! Cosa mi combinate!-

 

-No Ron, non fraintendere. Io ed Harry stavamo…-

 

-Venendomi a cercare- completò il rosso –Si Herm, questo l’ho capito, ma vedi ciò che non capisco è il metodo di ricerca che stavate usando, ha per caso un nome?- domando con un freddo umorismo.

 

I due “amici” non seppero più cosa rispondere.

 

- Com’era? Ah si! Noi andiamo al ballo solo come amici- si fermò per poi riprendere urlando –Ma non mi pare che gli amici - e calcò sulla parola –Si bacino appassionatamente come stavate facendo voi!?-  Li guardò con tutta la rabbia che in quel momento aveva in corpo e continuò –E ora mi piacerebbe sapere da quanto tempo va avanti, perché naturalmente i due signori decidono di instaurare una relazione senza dure niente al loro suddetto migliore amico, vero?-

 

-No Ron non fraintendere, io ed Hermione ci siamo messi insieme solo poco fa, non è una storia che va avanti da molto, non te l’avremmo nascosto, te lo avremmo detto non appena ti avremmo rivisto stasera in dormitorio.- si fermò per guardare il rosso e continuò –noi pensavamo che tu fossi dentro, in compagnia di Padma-

 

- No, Padma se ne è andata dopo che ci siamo fermati a parlare con mio fratello! Ha detto che l’avevo delusa ancora! Sarai contento, Harry, come sempre tu hai ottenuto ciò che volevi, mentre io ho fallito clamorosamente!-

 

Stava sfogando su di lui tutta la frustrazione che lo aveva afflitto negli ultimi giorni, da quando aveva saputo che la sua Hermione sarebbe andata al ballo con il suo migliore amico(ex).

 

-Eh no!- anche Harry s’infiammò –Non puoi incolpare me anche quando io non ho fatto niente!-

 

Poi qualcosa lo colpì improvvisamente; Ron gli aveva tirato un pugno in pieno viso, facendogli sanguinare il naso.

Aveva poi preso, girato sui tacchi e se ne era tornato al castello.

 

Hermione che aveva assistito alla scena allibita, senza dire nemmeno una parola, ora stava soccorrendo Harry e calde lacrime avevano iniziato a scorrerle sul suo bel viso.

 

-Mi... Mi dispiace- balbettò –non volevo che finisse così e per causa mia, per giunta!-

 

Harry, preso da un raptus di tenerezza e sempre tenendosi il fazzoletto datogli dalla ragazza sul naso, si alzò e l’abbracciò.

 

-Ehi- le sussurrò –non devi pensare mai, nemmeno per un istante che la colpa sia tua, capito?-

Lei annuì e lui la lasciò andare.

 

-Senti Harry che ne dici di tornarcene al castello?-

 

-Dico che è più che giusto-

 

Così si presero per mano e insieme si incamminarono verso un futuro che di certo non sarebbe stato per nulla semplice, considerando che, entrambi, avevano perso un pezzo importante della loro vita.

 

*****

Chiedo scusa a tutte le fan di Ron- non volevo che andasse a finire così, credo di essere impazzita!!!!!

Comunque non mi abbandonate perché la storia non finisce qui e per il nostro rosso preferito, prevedo (eh-eh io sono la figlia della Cooman) un futuro fantastico, certo non i primi tempi, ma credo che qualche suo desiderio lo possiamo esaudire, no?

Anche se sono stata cattiva, e me ne vergogno tantissimo, qlc gg fa era il mio compleanno e a causa di forza maggiore non ho potuto aggiornare; tuttavia siccome mi volete tanto bene recensite e mi fate un regalo, anche se in ritardo; per qnt riguarda il prox chap, dipende da quando mi risistemano la linea, ma quando torno voglio trovare almeno 6 recensioni.

Un ringraziamento a tutti quelli che leggono la storia, ma in particolare a lily2000, AngiLady86 che mi hanno recensito (prendete esempio)!!!!

Ciao a tutti

by ale69

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Capitolo 7
*** Gli Stridelli ***


GLI STRIDELLI

 

Nei giorni successivi le cose tra Harry, Hermione e Ron non peggiorarono ulteriormente, anche perché, come avevano fatto notare tutti i ragazzi che erano venuti a conoscenza della storia, peggio di così non poteva andare.

Come è facile immaginare, però, non ci fu nemmeno un miglioramento; diciamo semplicemente che la situazione era stabile.

Dal canto suo, Neville, si sentiva responsabile per quello che era successo:

 

-Se io mi fossi fatto gli affari miei, probabilmente tu e Hermione vi sareste potuti poi spiegare tranquillamente con Ron, senza far venire fuori questo putiferio! continuava a ripetere come se gli avessero messo un nastro in repeat.

 

Harry era distrutto perché una litigata con il suo migliore amico in quel periodo talmente difficile non ci voleva.

Comunque nulla gli impediva di pensare che, anche se Ron fosse venuto a sapere della cosa dai due diretti interessati, si sarebbe arrabbiato comunque.

Hermione, invece, era andata già molte volte a bussare alla porta della sua stanza quando lui era da solo, con il risultato di essere cacciata via in malo modo.

Tuttavia, nella scuola erano in molti a pensare che Ron avesse agito per gelosia; infatti la maggior parte credeva che il rosso si fosse preso una bella cotta per la sua migliora amica.

Ron ora stava quasi sempre in compagnia di Seamus e Dean, in quanto fidanzato di sua sorella.

Sembrava abbattuto, anzi lo era, ma cercava di nasconderlo con scarsi risultati; infondo aveva ricevuto una delusione dalla persona che amava e non era certo uno scherzo.

Quella mattina, Harry e Hermione, scesero come sempre a fare colazione e quando entrarono i Sala Grande vennero accolti da un religioso silenzio.

Oramai erano già un paio di settimane che le cose funzionavano in questa maniera e ad Harry stava iniziando a venire un attacco di nervi.

Una volta accomodati, Ginny si avvicinò ad Hermione che fu alquanto sorpresa, visto che era dalla sera di quel stramaledetto ballo che la ragazza si rifiutava di parlarle per ovvi motivi.

 

-Posso parlarti?- le chiese.

 

-Certo- rispose Hermione –Harry, ci vediamo dopo per Cura delle creature magiche-

 

-Va bene- e così le due ragazze si allontanarono.

 

In quel momento entrò Colin Canon con suo fratello, che se non altro ebbe il buon senso di sedersi accanto a lui senza fare domande “giornalistiche” riguardo l’accaduto.

 

 

*****

 

Harry raggiunse Hermione nell’atrio e insieme si diressero verso la lezione.

 

-Cosa voleva Ginny ?-

 

-Oh, niente, solo parlare-

 

-E allora di cosa voleva parlarti?-

 

-OH ma insomma Harry, che cos’è un interrogatorio?-

 

-No è che…. Mi piacerebbe sapere cosa ti passa per la testa, perché vorrei ricordarti che IO sono il tuo ragazzo!-

 

-Lo so Harry, non è mia intenzione tenerti all’oscuro di quello che faccio e se ti dico che Ginny non voleva nulla di particolare, mi devi credere perché è la verità- gli rispose senza però riuscire a guardarlo negli occhi .

 

-Beh, allora ti credo- disse Harry sorridendole.

 

Una volta usciti dalla scuola si diressero verso la capanna di Hagrid dove il mezzo-gigante stava aspettando i suoi studenti.

Ron arrivò con i suoi compagni, cercando di stare il più alla larga possibile da Harry e Hermione..

In quella lezione vennero presentati gli Stridelli, creature con la testa praticamente uguale a quella di un pinguino, ma con il corpo dotato di braccia e gambe, il tutto di un bellissimo colore blu mare.

 I ragazzi vennero a conoscenza del fatto che queste creature,avevano creato delle vere e proprie comunità a nord della scuola ed erano in grado di parlare.

Infatti quell’esemplare non era stato catturato, ma si era fatto avanti di sua spontanea volontà , poiché grande amico di Hagrid; alla fine della spiegazione gli alunni poterono fargli alcune domande su come era la vita di uno Stridello e fu molto divertente sentire questo che rispondeva con la sua voce gracchiante.

Quando fu il momento della domanda di Harry, il ragazzo si fece avanti per poterlo vedere meglio e fu letteralmente ipnotizzato da quegli occhi color ghiaccio, tanto che cadde a terra svenuto.

 

*****

Un lago…

 

Due persone……

 

Il tramonto…

 

Un urlo strozzato……

 

Harry si svegliò di soprassalto da quel sogno; si sogno perché in fondo non lo poteva definire un incubo.

Si accorse di essere in infermeria e quando fece mente locale, si ricordò di tutto: lo Stridello, l’ipnosi e quel sogno di cui non aveva ancora capito il significato.

 

-Ah, vedo che ti sei risvegliato, Potter!-esclamò una voce.

 

Harry si mise gli occhiali per vedere a chi apparteneva e si accorse che Madama Chips era appena uscita dal suo studio.

 

-Si, credo di potermene andare già subito- aggiunse tutto speranzoso –ma da quante ore sono in questo letto?-

 

-Ore? Magari fossero solo ore, ragazzo! Tu sei in quel letto già da TRE giorni!!!-

 

-Tre giorni e a me sembrano passati solo un paio di minuti- pensò Harry. 

 

-Ed è per questo che non ti posso far andare via già da stasera, devo farti dei controlli di accertamento-

 

-Ma no! Non ce ne è bisogno! Davvero, sto bene!-

 

-Non contraddirmi, Potter – rispose la donna bruscamente prima di ritornare nel suo ufficio.

In quel momento Hermione entrò di corsa e si diresse verso Harry, gli scoccò un bacio sulle labbra e si accomodò sul bordo del letto.

 

-Ehi, mi piace questo saluto, dovrei stare male più spesso!-

 

-Piantala stupido! Non hai idea di quanto mi sia preoccupata per te in questi tre giorni, ero in pena da morire!-

 

-Beh scusa! Non l’ho mica fatto apposta! Ricordo solo che stavo per fare una domanda a quello stupido esserino e che deve avermi ipnotizzato e poi sono svenuto- si fermò per guardare la sua ragazza in faccia –Hagrid o Silente hanno per caso qualcosa da dire a riguardo di questo fatto?-

 

-Beh, Hagrid, lo conosci, no? Non incolperebbe mai le sue Creature. Comunque lui dice che probabilmente non avevi mangiato abbastanza a colazione o che forse la causa di tutto siano gli avvenimenti….-

 

-Si si! E Silente che dice?-

 

-Veramente io e Neville siamo andati insieme da lui per dirgli di questo fatto, ma si è limitato a mettere su una faccia molto pensierosa e seria; poi si è girato ci ha guardato come se fossimo degli alieni e ci ha invitato a muoverci perché sennò il pranzo si raffreddava! Certo che quell’uomo sa essere proprio strano a volte!- affermò Hermione, che stava guardando Harry con una strana espressione.

 

-Tutto qua? Insomma ti rendi conto anche tu, immagino, che non è un fatto normale che io sia svenuto. Cioè, svenivo per i dissennatori, perché mi bruciava la cicatrice o perché facevo strani sogni su Voldemort, ma non perché vedevo della creature che per di più sono pacifiche e che stanno per i cavoli loro senza rompere le scatole a nessuno, no?-

 

-Si infatti. E’ una cosa su cui ho ragionato anch’io. Sai che per un attimo ho pensato di tenere buone le teorie di Hagrid!-

 

-Già… Forse… - e si fermò per controllare che non ci fossero orecchie indiscrete –vedi  io però ho fatto un sogno e mi è sembrato un po’ inquietante, specialmente per il finale- e le raccontò di tutto il sogno che aveva fatto durante il suo stato di incoscienza (del sogno fatto in quella notte di ottobre non ne aveva parlato a nessuno, anche perché ora aveva litigato con Ron, ma tutte le volte che provava anche un piccolo dolore alla cicatrice non poteva fare a meno di pensare ai suoi amici in pericolo).

 

-Beh se stesse succedendo come l’anno scorso, che riesci a leggere i pensieri di Voldemort e viceversa non capisco perché Silente non ti faccia riprendere le lezioni di Occlumanzia – Harry si trattenne dal dirle che “lui stava bene anche senza vedere Piton un’ora in più del necessario” ma Hermione sembrò leggergli nel pensiero perché lo guardo con un’occhiata di traverso e continuò –Capisco che non ti fa piacere vedere Piton, ma devi capire che è per il tuo bene e che…..-

 

-Signorina l’orario di visita è terminato già da un quarto d’ora; aspettavo per vedere se se ne andava, ma visto che non accennava a muoversi, l’ho avvisata io- criticò Madama Chips.

 

-Ok, allora ci vediamo Harry; buona notte!-

 

- E il bacio?-

 

La ragazza gli sorrise e gli diede un altro bacio, come quando era arrivata.

 

-Hem,hem- intervenne l’infermiera guardando l’orologio.

 

-Si si me ne vado. Ciao Harry.-

 

-Ciao- le rispose.

 

 

*****

 

Quella notte, Harry non chiuse occhio e non per il male alla cicatrice, ma per una marea di pensieri che gli vorticavano in testa.

 

******

 

E anche il settimo chap è completato!

Vorrei dire anche una cosa a proposito degli Stridelli, allora io non ho letto il libro della Rowling  “Animali fantastici” (si chiama così, giusto?) e me ne vergogno molto, perché il ricavato andava tutto devoluto in beneficenza; comunque, se per sbaglio ho copiato qlc creatura creata da lei, lo scopo non era quella rubare un’idea. Se invece non li ho copiati, voglio sapere se vi piacciono.  

E per rispondermi avete solo un modo: RECENSITE; dico davvero, anche perché così mi potete dare un aiutino per continuare!

 

Ciao

 

By Ale69

 

Ci si vede al prox chap con “AVVERTIMENTO MALFOY”.

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Capitolo 8
*** Avvertimento Malfoy ***


AVVERTIMENTO MALFOY

 

Harry, venne dimesso due giorni dopo; la diagnosi fatta da Madama Chips diceva che il suo svenimento era stato causato una da probabile stanchezza.

Naturalmente Harry non ne era per niente convinto e lo lasciavano in ansia le parole di Hermione:

 

 -E Silente che dice?-

 

-Veramente io e Neville siamo andati insieme da lui per dirgli di questo fatto, ma si è limitato a mettere su una faccia molto pensierosa e seria; poi si è girato ci ha guardato come se fossimo degli alieni e ci ha invitato a muoverci perché sennò il pranzo si raffreddava-

 

Harry sapeva che Silente era un uomo molto potente e intelligente, non poteva credere che non avesse un’idea riguardo all’accaduto.

Dal canto suo, lui pensava davvero che si trattasse di una trappola di Voldemort, come l’anno precedente, ma questa volta non aveva intenzione di ricascarci.

Così si limitò ad ignorare quel sogno, che ogni notte si faceva sempre più definito: si intravedevano sempre più particolari, e alcune caratteristiche delle due persone in riva al lago, erano una ragazza e un ragazzo.

Un’altra idea plausibile era che quegli Stridelli lo avessero ipnotizzato e gli avessero modificato qualcosa nel suo cervello, ma era un’ipotesi alquanto tragica.

Se si escludevano sogni misteriosi e insegnanti che caricavano di compiti, il mese di novembre era passato con una velocità e una tranquillità incredibili, tanto che Harry iniziò a preoccuparsi : niente bruciore alla cicatrice, nessuna notizia strabiliante sui giornali, nessuna avviso di gente pazza che avvistava Voldemort, i Serpeverde erano tranquilli e non provocavano nessuno; insomma era stato un mese da “Mondo delle Favole”.  

 

 

Era una bella giornata di dicembre, la gioia degli studenti superava le stelle: le vacanze si avvicinavano!

Harry, Ron, Hermione e Ginny, erano stati invitati a passare il Natale alla residenza dell’Ordine: nessuno nella famiglia Weasley era venuto a conoscenza del litigio avvenuto all’interno del trio.

Tutti e quattro avevano accettato di andarci, ma la tensione si tagliava con il coltello, sicuramente non era facile recitare davanti alla propria famiglia.

Harry e Hermione stavano facendo una corsa nel parco della scuola, che quel pomeriggio era tutto immacolato di neve; quei due sembravano felici e avevano deciso di approfittare delle vacanze imminenti per chiarire le cose con Ron e chiudere una volta per tutte quella ridicola situazione.

Con quel pensiero avevano poi deciso di viversi quella loro strana storia insieme e fino in fondo!

 

 

Harry stava contemplando la sua ragazza con aria sognante: le guance erano arrossate per il freddo  e i suoi profondo occhi marroni stavano lacrimando, non per il piangere, ma per il troppo ridere ; la ragazza approfittò di quel momento di distrazione del suo ragazzo per prendere un po’ di neve, appallottolarla e lanciargliela in pieno viso.

 

-Ah, ah!!! Te ne stavi lì come un ebete e ho pensato di darti una svegliata. Spero che non ti sia offeso!-

 

-Ma figurati!- esclamò lui, ma qualche attimo dopo contraccambiò l’attacco della ragazza.

 

-Ah è cosi? Bene!- e stettero lì a giocare come dei bambini.

 

I due si stavano riempiendo di neve anche dentro i mantelli: con una mano immobilizzavano l’altro e con l’altra compievano l’opera.

Ad un certo punto, però Harry colpì Hermione, che perse l’equilibrio e se lo trascinò dietro. Lui le cadde addosso e restarono a guardarsi negli occhi intensamente. Ma prima che uno dei due potesse dire o fare qualcosa, un ragazzo dai capelli rossi si avvicinò dicendo:

 

-Scusate se vi disturbo, ma è arrivata una lettera da mia madre, vuole sapere che cosa deve cucinare al nostro arrivo-

 

Era Ron.

 

-Ah….. Per me va bene tutto- disse Harry, mentre si rialzava.

 

-E per te?- domandò ad Hermione.

 

-Anche. La cucina di tua madre è ottima, qualunque cosa andrà bene!- esclamò sorridendogli.

 

-Bene! Ci si vede, scusate se vi ho disturbato.- e si allontanò.

 

Harry rivolse il suo sguardo alla ragazza, che era ancora distesa sulla neve; non appena si incontrarono, insieme sospirarono.

 

-Beh, è già un inizio, almeno ci parla!- disse il ragazzo sopravvissuto, mentre l’aiutava a rialzarsi.

 

-Si- rispose –senti sarei un po’ infreddolita, torno al castello.-

 

-Ti accompagno-

 

Mentre rientravano una voce proveniente da un albero, li distrasse.

 

-Che bella figura avete fatto con il vostro amico, Potter! Si, si, davvero splendida! Comunque avrei una notizia che potrebbe interessarti!-  Quella voce strascicata e bambinesca poteva averla solo lui….

 

-Malfoy- ringhiò Harry- che diavolo vuoi?-

 

-Potresti….- continuò -… essere più gentile con me, visto che ho intenzione di rivelarti cose che potrebbero rivelarsi utili, molto utili Potter! Capisci cosa intendo?-

 

-Chi mi dice che posso fidarmi di te?- Domandò Harry diffidente.

 

-Oh! Nessuno, ma vedi non credo che avrai molta scelta! Sai è un po’ come “o così o così, scegli” capito? Prima però ti consiglierei di spedire la tua bella qui ad asciugarsi, prima che una broncopolmonite la faccia morire prima dal previsto!-

 

Hermione, non capì il senso di quelle parole, ma corse subito su in dormitorio.

 

-Allora? Spicciati, cosa vuoi?-

 

-Avvicinati, non vorrai farmi urlare davanti a mezza Hogwarts, sai ho un nome da mantenere, un nome di tutto rispetto!-

 

-Certo,dopo l’arresto di tuo padre- esplose Harry con sarcasmo, mentre si avvicinava estraendo la bacchetta; meglio non fidarsi troppo di un Malfoy.

 

-Ti ricordo, che mio padre non è  più rinchiuso ad Azkaban-

 

-Perché è fuggito-

 

-Finiscila Potter,non è per questo che ti ho chiamato!-

 

Quando Harry gli fu di fronte, si accorse che il viso dai lineamenti perfetti del biondo era segnato da molti tagli e che i pantaloni erano strappati. Sotto lo strappo c’era un taglio che stava sanguinando e che a quanto pareva era profondo.

 

-Sono stati i Mangiamorte a ridurmi così, se ti può interessare- disse prima che Harry potesse chiedergli niente –sai com’è, dopo l’arresto dello scorso giugno alcuni sono stati trattenuti e sono….. Come dire? “A corto di personale”, per questo convocano aspiranti apprendisti per fargli vedere com’è il lavoro! Diciamo però che è un po’ come essere ai lavori forzati; insomma i sono un Malfoy, sono uno che serve o che deve essere servito?-

 

-Mah non saprei! Conoscendoti probabilmente avresti bisogno di un servo che ti accompagni anche al cesso!-

 

-Si molto divertente! Comunque, vedi, sarà anche il Signore Oscuro, ma è sempre un individuo da servire e io non sono portato a farlo! Se penso alle volte in cui mio padre mi diceva che la nostra famiglia aveva un nome da rispettare e non si abbassava al livello di…. certi ceti sociali… Si, e poi proprio lui ha fatto questo lavoro per una vita! Ma io no! Non ho intenzione di ritrovarmi come lui, che esce ed entra in galera come se stesse andando a prendere il the da un amico! No io ci credo davvero nel rispettare l’onore e per questo non voglio…..- sospirò.

 

Harry era allibito, non pensava che lui, Draco Malfoy, potesse ribellarsi a suo padre, lo aveva sempre visto succube di quell’uomo.

 

-Beh…. Sono contento per te, non è mai tardi per cambiare parere! Ma….-

 

-Ma non pensare che adesso saremo tutti baci e abbracci, ok? Tu hai le tue amicizie, io le mie. Tu vieni da un tipo di mondo e io dal suo opposto. Non centriamo niente l’uno con l’altro, Potter! Comunque, tornando a noi- e lo guardò –apri bene le orecchie, stanno progettando di mettere K.O. i tuoi amichetti sfregiato, vogliono indebolirti!-

 

-Come fai a saperlo?-

 

-Ah! Ma allora sei pure scemo oltre che pazzo! Ti ho appena detto che sono stato dai Mangiamorte, a cosa credi che gli servano nuove reclute, ad abbellire la loro residenza?!?-

 

-Si giusto! Ecco perché il sogno….-

 

-Ma quale sogno Potter? Sei diventato un veggente?-

 

-Oh ma stai zitto! Qualche giorno prima del ballo ho fatto un sogno in cui Voldemort parlava proprio con tuo padre a proposito di…-

 

-Si si ho capito! Ma ti suggerisco due cose: 1-non sei all’altezza di poter chiamare il Signore Oscuro con il suo vero nome, quindi evita; 2- chiarisci le tue tortuose storie sentimentali con quel povero di un Weasley, perché probabilmente sfrutteranno questo momento di debolezza!-

 

Non ci poteva credere! Malfoy lo stava aiutando! Era la volta buona che sarebbe arrivata un’ altra era glaciale.

 

-Beh adesso Potter non fare troppe smancerie e sparisci, ma se deciderai di raccontare tutto al Vecchio, vedi di non dire che alcune informazioni sono stato io a dartele! Sto già rischiando parecchio per salvare il bel sederino dei tuoi amici, non ti pare? Comunque se ti sei reso conto che certi generi di persone non vanno frequentate e stai usando il pretesto del litigio con il rosso per stargli lontano, è sempre meglio per te!- esclamò.

 

Doveva immaginarselo, un Malfoy è sempre un Malfoy.

 

-Apri bene le orecchie Malfoy: io ho intenzione di fare pace con il mio amico e se proprio lo vuoi sapere grazie alle vacanze di Natale, ci riuscirò! E soprattutto solo perché sei nato in una famiglia che ha i soldi che le escono dalle orecchie, non sai quello che ti sei perso non conoscendo i Weasley; sono persone meravigliose e si sono presi cura di me…..più di quanto fosse stato loro compito!!!-

 

-Sarà!!! Comunque io la penso diversamente- continuò imperterrito il biondo.

 

-Lo immaginavo!!! Le persone come te non cambiano sotto certi punti di vista!!!- disse con malinconia, poi si avviò verso il castello lasciando il ragazzo da solo.

 

Dietro una grande quercia, una figura con i capelli rossi aveva ascoltato tutto il discorso dei due ragazzi.

 

 

******

 

 

Quella sera, Harry era nel suo dormitorio che rifletteva su quegli strani avvenimenti; perché Malfoy si ribellava a suo padre?

 

-Perché non vuole fare il servo come suo padre- gli disse la sua vocina amica.

 

Ma se fino a non troppo tempo fa, si vantava di conoscere Voldemort e  che presto sarebbe diventato Mangiamorte, cosa aveva causato questo cambiamento di opinioni.

Aspettò invano la risposta di quella voce sincera che nei momenti difficili lo consigliava.

Si addormentò poi pensando che le parole di quel ragazzo andavano prese “con le pinze”.

 

 

******

 

L’ottavo chap è pronto cari signori e siccome voi mi volete tanto tantissimo bene ora mi recensite, dicendomi cosa ne pensate. Essendo io l’autrice di qst  ff avrei potuto rendere Malfoy un bravo ragazzo, ma io non credo nei cambiamenti da “super cattivo” ad “angelo del cielo”quindi, credo che se dovrà cambiare subirà un cambiamento graduale!!!!!!!!!!!!!!^_____________-

 

ciao a tutti

 

ale69

 

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Capitolo 9
*** Il Più Grande Desiderio ***


Nuova pagina 1

IL PIU ’ GRANDE DESIDERIO

 

Il momento più bello per gli studenti di Hogwarts, a parte le vacanze estive, era il Natale.

Questa festività, era sinonimo di ozio, dolci, niente lezioni e un sacco di altre cose cha ai ragazzi piacciono.

La professoressa Mc Granitt, come di consueto, era passata per il dormitorio di Grifondoro, per raccogliere le firme degli studenti che rimanevano a scuola; gran parte dei ragazzi, però, aveva deciso di tornare a casa  e nessuno fu sorpreso nell’apprendere questa novità.

Per Harry era un grandissimo errore, perché stando a scuola avevano la super visione di Silente; in pratica se non erano al sicuro lì, non lo erano da nessuna parte.

Aveva però evitato di farlo notare ai ragazzi interessati, perché anche lui prendeva il loro esempio; l’unica differenza, era che lui andava in un luogo dotato di tutte le protezioni opportune, loro, invece, No.

 

Stava preparando il baule e di fianco a lui c’era Ron che lo imitava: nella stanza c’era un silenzio da cimitero.

Negli ultimi giorni si erano rivolti la parola solo per dire:

 

-Mi passi le radici per la pozione? Per favore, naturalmente!- oppure: -La mamma dice che le sistemazioni per le camere saranno come sempre, c’è qualche problema?- -No, per noi no? E per voi?- ma questa non aveva ricevuto una risposta, perché Ron si era allontanato, voltandogli le spalle.

 

Insomma i loro discorsi si limitavano a questo.

 

Harry invidiava un po’ Hermione; infondo lei con i doveri di prefetto* aveva più occasioni di parlargli.

 

Ma anche lei gli aveva detto che si rivolgevano la parola giusto lo stretto indispensabile, ad esempio per dire: - E’ scoppiata una rissa tra i bimbi del primo anno, vai tu o ci penso io?- ma a parte questo, non era stata più fortunata del suo ragazzo.

 

Intanto ad Harry ritornavano sempre in mente le parole di Malfoy; infondo non gli aveva dato delle grandi notizie, ma era stata una conferma del suo sogno e al ragazzo non piaceva per niente.

Poi come se non bastasse, la possibilità di fare pace con Ron (nonostante i buoni propositi) era sempre più lontana, perché ognuno dei ragazzi aveva giustamente un po’ di orgoglio e non voleva abbassare la linea difensiva; insomma era un bel dilemma!

 

 

Mentre Harry stava sistemando gli ultimi indumenti nel baule uno sbuffo di Ron lo distrasse; in circostanze normali gli avrebbe chiesto cosa c’era, ma quella volta non poteva.

Il moro sperava vivamente che il suo vecchio amico stesse per dire qualcosa, anche un insulto che però sarebbe bastato a rompere quel assordante silenzio che li circondava.

Come sempre però quella situazione durò  a lungo, fino a quando un Neville urlante di gioia probabilmente, entrò nella stanza per proporre una sua idea;

 

-Ehi ragazzi!!!- iniziò mentre nella stanza entravano anche Seamus e Dean –ho sentito Lavanda e Calì parlare di un gioco, è molto divertente, vi va di provare?- propose tutto eccitato.

 

Conoscendo Neville , si doveva trattare per forza di qualcosa di molto bambinesco; tuttavia, per non smorzare quell’entusiasmo che di rado si era visto apparire sul suo viso, tutti e quattro i ragazzi accettarono e si misero seduti in cerchio sul tappeto.

 

-Bene il primo a cominciare sarà Dean, se non vi dispiace, così posso fare vedere a tutti come si fa!!! Allora devi fissare molto attentamente…. – poi si fermò per guardarsi in torno –Non è che qualcuno ha un ciondolo?-

 

-Si Neville: Hermione me ne ha regalato uno questa estate, è nel baule- dissero Harry e Ron all’unisono. Si guardarono.

-Non disturbarti Harry, prendo il mio, è più vicino!-

 

-Oh grazie Ron!- proruppe Neville tutto contento, per la prima volta era lui a dare istruzioni per fare qualcosa, anche se un gioco.

 

-Allora stavo dicendo, questo gioco si chiama “il mio più grande desiderio” e consiste nel guardare attentamente il ciondolo che io vi dondolerò davanti agli occhi; voi cadrete in una specie di coma, anche se starete svegli, in questo arco di tempo sognerete la cosa che più desiderate negli ultimi tempi! Allora che ve ne pare?-

 

-Bellissimo!- rispose prontamente Ron, ma era scritto in faccia a tutti i ragazzi il loro pensiero: “che stupidata!”

 

-Bene cominciamo! Dean…- e iniziò la sua opera di ipnotizzazione. Improvvisamente le pupille del ragazzo scomparvero e aprì la bocca come un merluzzo. Doveva essere un desiderio molto complesso, perché chiese la bellezza di mezzora. Quando Dean si svegliò, sembrava allibito –Ehi!- commentò –funziona davvero! Mi è sembrato di poter vivere la situazione che desidero da tanto tempo!-

 

-Eh di grazia, quale è questo tuo desiderio?- chiese Ron a denti stretti.

 

-Che domande! Tua sorella, no?- rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

-No!!! Tu mia sorella non la devi nemmeno toccare, capito? Brutto porco!! -

 

-Ehi Ron- lo tranquillizzò Neville –ricordati che era solo un sogno!!!-

 

-SI!!! E tale deve rimanere!!!-

 

-Bene!!! Harry vuoi provarci tu???-

 

Il ragazzo, consapevole che prima o poi il suo turno doveva arrivare, accettò.

Neville ripeté le mosse che aveva usato con Dean e ben presto il ragazzo sopravvissuto si trovo nel bel mezzo del suo desiderio.

 

 

Stava rivivendo il pomeriggio precedente, quando Harry e Ron stavano preparando il baule e  il rosso aveva sbuffato.

 

-Ecco- pensò inconsciamente il ragazzo -un gioco più stupido non lo si poteva trovare, questo pomeriggio non è stato il mio giorno fortunato!!! Spero di svegliarmi presto!!!-

 

Ma improvvisamente, accadde qualcosa che nella vera storia non era successo: Ron si girò e lo guardò in faccia dicendo:

 

-OK! OK! Va bene! Io non ce la faccio più con questa situazione, contento?!? Ti assicuro che è una cosa impossibile da sopportare! Per cosa abbiamo litigato poi?

Per una donna!!! Lo sai cosa dice mio fratello Bill? Che due amici possono litigare per tutto, per l’invidia, per un primo premio rubato, per una fregatura, insomma per tutto, ma non per una donna!!!! Io e te invece abbiamo litigato proprio per questo!!!! E ti assicuro che è una cosa alquanto stupida, senza logica, almeno per uno che guarda la situazione da fuori come me!!!

Insomma a te piace e deduco che anche tu piaci a lei, sennò non starebbe insieme a te, giusto?

Bene! E allora dove sta il problema???????!!!!!!!!!!???????-

 

 -Ehm…- iniziò Harry, che non sapeva che pesci pigliare, visto che era una reazione non programmata. –Vedi Ron, io non so dove stia il problema, ma se non ricordo male, sei tu che ti sei “inalberato”-

 

-Beh hai ragione, ma se sei mio amico mi dovresti conoscere e sai che ogni tanto il mio cervello mi ordina di fare cose che non stanno né in cielo né in terra! No?-

 

-Eh…..- Harry era ammutolito, non sapeva cosa dire!

 

-Si e poi anch’io….. Tutte le volte che dovevo comunicare qualcosa a voi, saltavo fuori nel momento in cui tu ed Herm vi baciavate o vi guardavate o chissà quale altra smanceria- poi si lanciarono uno sguardo sfuggente e si misero a ridere di gusto.

 

In quel momento entrò Neville e restò paralizzato dalla scena che gli si parò davanti.

 

 -Ragazzi? Sicuri di stare bene, in piena salute? Malfoy vi ha fatto qualche fattura?-

 

-AH AH AH!!!!!!!!!!!! Cer… AH …to AH Neville… AH AH!! Beniss….- ma non finì la frase perché o rideva o parlava, fare le cose insieme era un pò pericoloso per la sua vita.

 

-O santo cielo!!! Vado a chiamare Hermione, lei saprà che fare!!!!-

 

-Si giusto Hermione, falla venire qua così si unisce alle nostre risate!!!- riuscì a dire Ron in un momento quanto mai propizio.

 

Poco dopo arrivò Hermione molto preoccupata; da come gliela aveva messa giù Neville, Harry e Ron erano impazziti e si stavano prendendo a botte.

Quando però entrò nella stanza le si mostrò una delle scene più improbabili di tutte: i suoi migliori amici erano distesi sul pavimento e ridevano come pazzi.

 

-Ragazzi? State bene?!?!- domandò, sconcertata.

 

-Hermione!!!!!!!!!!!!- Ron le si avvicinò, con un braccio le cinse la vita e la trascinò con lui sul pavimento, mentre Harry gattonava come un bambino nella loro direzione.

 

Sempre tenendola stretta a sé, Ron la guardo negli occhi e disse:

 

- Herm noi…. Abbiamo fatto pace!!!!!-

 

Harry li raggiunse e le scoccò un bacio sulle labbra.

Lei dovette registrare, come al solito, le parole poi spalancò gli occhi e con un filo di voce chiese:

 

 -Avete fatto pace?-

 

-Mmh mmh- annuì Ron.

 

-Avete fatto pace!!!! Avete fatto pace!!!!! HANNO FATTO PACE!!!!!!!!!- e come una macchina impazzita scoppiò a ridere anche lei, tenendosi stretta a Ron e allungando un braccio per abbracciare anche Harry.

 

Neville era disperato, andò a chiamare anche la Mc Granitt, che quando arrivo restò allibita.

 

-Signorina Granger cosa fa lì per terra? Anzi cosa ci fa nel dormitorio dei ragazzi abbracciata ai suoi amici??-

 

-Professoressa!!! Questi tre ragazzi che vede davanti a lei, me compresa, hanno risaldato la loro amicizia!!!!!!-

 

Neville, temeva sinceramente che anche la Mc Granitt scoppiasse a ridere e a quel punto sarebbe dovuto andare a cercare il professor Piton e deglutì soltanto al pensiero.

Ma la donna si limitò soltanto a sorridere al trio e a dire:

 

 -Capisco la vostra felicità, ma tra un po’ è ora di cena e come vedo dovete ancora finire di fare il baule, domani partite….. Quindi propongo di darvi un contegno e di rimboccarvi le maniche!!!!- detto questo si allontanò.

 

I tre seguirono, anche se con fatica, il consiglio dell’insegnante, ma prima che Hermione lasciasse il dormitorio diede un bacio sulla guancia ad entrambi i suoi amici e gli disse

 

 –Tanto lo sapevo che sarebbe successo!!!-

 

-E che novità! Vi pare che Miss non sappia qualcosa!!!!- esclamò Ron.

 

Quella sera a cena, per i tre amici fu come se il resto della scuola sparisse; erano messi a triangolo e avevano instaurato una discussione sulle tante risate che si erano fatti quella sera.

Logicamente sul volto di tutti gli studenti che volevano il loro bene, apparve un magnifico e sincero sorriso.

I Serpeverde, che invece auguravano il male a tutti, avevano uno sguardo buio; avevano capito che i momenti per prendere in giro il “mitico trio” erano finiti, cosa che a loro non piacque affatto.

Solo due sguardi si tradirono: negli occhi ghiaccio di Malfoy, apparve una smorfia soddisfatta, mentre in quelli blu di una ragazza del Grifondoro, si intravedeva la tristezza.

Dopo cena, Harry Ron e Hermione, salirono in dormitorio molto presto e si accomodarono sul divano davanti al fuoco.

Hermione era al centro, con la testa appoggiata alla spalla di Harry, mentre teneva Ron abbracciato sul suo petto; anche un cieco si sarebbe accorto che quella che regnava in quel momento era vera amicizia.

Sembravano un vero quadretto familiare, anche senza parlare si stavano dicendo tutto: quanto era stato difficile quel mese, stando lontani; quanto si erano mancati.

Proprio in quel momento, una marea di Grifondoro entrò in dormitorio; Seamus si avvicinò ai tre e disse:

 

-Finalmente ve lo siete ripreso!!!! Non lo sopportavamo più; continuava a dire che gli mancavate, che era innamorato di voi; senza offesa, ma facevi un po’ impressione- scherzò.

 

-Ma cosa dici Seamus?!?! Non potrei mai dire di amare Harry, perché infondo sei tu la mia metà, non dirmi che non te ne sei mai accorto??!!??!!- gli fece di rimando Ron.

 

Seamus lo guardò inarcando un sopraciglio e poi fece finta di scappare per lo spavento.

Intanto le ore passavano e nessuno dei tre sembrava avere voglia di andarsene da quel comodo giaciglio che avevano creato; c’era un bellissimo e caldo silenzio nella stanza, lo stesso che precede un sonno profondo.

Proprio in quel momento a Ron venne in mente di dire una cosa:

 

-Chissà dov’è finita Ginny? E’ dall’ora di cena che non si fa vedere!-

 

Per stare fedeli al detto “Parli del diavolo e spuntano le corna!” Ginny, si fece viva giusto una mezzora dopo; era pallida in viso e non si avvicinò nemmeno al fratello per augurargli la buona notte.

 

-Ehi!!!- si lamentò Ron.

 

-Lasciala Ron, probabilmente è stanca!!!!- intervenne Hermione. –Anzi senza offesa, ma l’orologio segna la Mezzanotte e domattina dobbiamo partire, quindi credo che sia una buona idea… andare a letto!!!!-

 

-Si giusto Herm, domani mattina dobbiamo partire, e voglio essere riposato, sapete a differenza di voi, io ho una madre da affrontare. Eh, eh!!!!-

 

-‘Notte, ragazzi- disse Hermione allontanandosi.

 

Nel momento in cui varcò la soglia del suo dormitorio e si chiuse la porta alle spalle, ebbe fine il sogno.

 

-Wow, Harry!!! Hai battuto persino Dean!!!- esclamò Neville.

 

-Hai visto? Ho desideri importanti e complessi da realizzare- rispose fissando Ron negli occhi, il quale sostenne uno sguardo penetrante, che assomigliava molto a quello di Silente.

 

-Bene!!! Che ne dite se provo io, ora???-

 

-Si, ma il giochetto te lo faccio io, ok?-

 

-No! Sta zitto Dean, tu hai già sognato, io non ho fatto niente, quindi lo ipnotizzo io!!!- controbatté Seamus.

 

-No, io!-

 

-Io!-

 

E fu così che si concluse anche quella giornata, con Dean e Seamus che bisticciavano, Neville che aspettava che finissero per poter vedere il suo più grande desiderio esaudito –almeno in sogno- e due vecchi amici che di nascosto l’uno dall’altro, si lanciavano occhiatine curiose.

 

 

******

Salve a tutti gente!!!!!!! (^_^)

Oggi sto molto male e ho la febbre!!!!! Quindi ho trovati il tempo per terminare il chap e per pubblicarlo!!!!

Anche se può sembrare un po’ inutile, qst chap contiene degli indizi per sapere come si svolgerà un certo punto della storia.

 

So che in molti pensano che probabilmente il desiderio più grande di Harry sarebbe di poter stare con i suoi genitori, ma ho elaborato una teoria: loro sono morti purtroppo, e la cosa che preme di più ad Harry è di fare pace con i suoi amici, visto che Voldemort prevedeva di ucciderli, no???? Altrimenti perderà anche loro.

Si, è una teoria un po’ contorta, come il mio cervello d’altronde!!!!!!!!!!!!!

 

Eh, eh quale sarebbe stato il vostro più grande desiderio?????

Il mio di accendere il computer e di trovare tante recensioni, ma questo si può esaudire anche senza ipnotizzarmi, infatti….

….RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!! “(^_^)”

 

Ringrazio tutti quelli che mi leggono e Angi che mi ha recensito il chap precedente: forse hai capito chi era la persona dietro l’albero, vero?!?

 

Una sola cosa a tutti: NON AMMALATEVI ANCHE VOI!!!!!!  (^_^)

 

Ciao a tutti, by ale69

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Capitolo 10
*** Arrivo A Grimmauld Place ***


ARRIVO A GREAMULD PLACE

 

Quella mattina, Harry, Ron, Hermione e Ginny, tornarono a King’s Cross con il treno delle dieci; inutile dire che per tutto il viaggio stettero in vagoni separati.

Avevano poi deciso di incontrarsi cinque minuti prima che il treno arrivasse alla fermata, giusto per salvare le apparenze con la famiglia.

Per tutto il viaggio Harry e Hermione non avevano fatto altro che baciarsi fino alla nausea, anche nel momento in cui Ron e Ginny erano entrati nello scompartimento. A quanto pareva era diventata una questione vitale, di prima necessità.

Ad attenderli alla stazione, c’erano Tonks, che quel giorno aveva i capelli di uno stupendo blu elettrico, Malocchio e la signora Weasley, che corse incontro ai suoi figli, e fece le solite domande di rito:

 

–Come state? Tutto bene?- e poi naturalmente si rivolse ad Harry, che secondo lei meritava più attenzioni, visto che un mesetto prima era svenuto a causa di qualcosa ancora da definire.

 

Ron si girò dall’altra parte, con il chiaro sforzo di non vomitare!!!

 

Fecero il viaggio con una vecchia macchina, di un modello che doveva essere di qualche anno prima, perché né Harry, né Hermione lo avevano mai visto in circolazione.

Fortunatamente, durante tutto questo arco di tempo, dovettero rispondere alle domande riguardanti la scuola, il comportamento della Raily, visto che nuovo membro dell’Ordine, le stranezze di Piton, che secondo Malocchio non meritava fiducia e tutte cose di questo tipo; se non altro, potevano evitare di fingere di fare conversazione, per ora.

 

 Nel pomeriggio, arrivarono al quartier generale, notarono che per quel giorno c’era tutto l’ordine presente, eccetto la Mc Granitt e silente, che in quanto Preside e vice dovevano rimanere a scuola.

Si accorsero subito che Bill, era un’anima in pena, gli mancava la sua ragazza; il signor Weasley trotterellava intorno ad Hermione ed Harry in maniera più schizofrenica del solito, perché voleva sapere sempre più notizie sul mondo babbano; Tonks era diventata, se possibile, ancora più pasticciona di prima e la signora Weasley sembrava tesa come una corda di violino.

L’unico che faceva eccezione era Malocchio, che si limitava a mettere su un broncio spaventoso e a borbottare di tanto in tanto qualche parola disconnessa. 

 

Harry registrò subito quelle anomalie nel comportamento delle persone, ma decise che ne avrebbe parlato più tardi con Hermione o con Lupin; già a proposito di lui…

 

-Signora Weasley? Mi scusi  dove il professor Lupin?-

 

-Oh caro!!! Sai com’è, stanotte c’è la luna piena e….-

 

Dicendo quella frase, già si chiarivano tutti i dubbi.

 

Una volta arrivati nelle loro stanze, Harry e Ron capirono che avrebbero dovuto recitare per ben quindici giorni.

Era una cosa che preoccupava molto il ragazzo sopravvissuto, perché quelle poche volte che alla scuola babbana  aveva preso parte ad una recita, si ricordava di essere stato ripreso dall’insegnante, che gli aveva detto che in confronto, un manico di scopa era più espressivo.

Tuttavia non sapeva come stava messo il suo ex amico in recitazione, anche se considerando le grandi balle che aveva raccontato agli insegnanti nella sua carriera di studente, era da 10 e Lode.

Nessuno dei due parlò, si limitarono a sistemare i loro indumenti negli armadi; improvvisamente, due schiocchi riempirono il silenzio funebre caduto nella stanza.

I due gemelli Weasley, fratelli di Ron, si erano appena materializzati nella stanza e subito avevano commentato:

 

-Che silenzio!!!!- constatarono -Non è che per caso i due marmocchi qui hanno litigato??? Tu che dici Fred?-

 

-Dico che li conosco troppo bene, gli ho cambiato il pannolino. Quindi – e assunse un’espressione seria –volete raccontare ai vostri amici Fred e George che cosa vi affligge???? Non è che per caso avete litigato???-

 

Ron perse la pazienza con molta facilità ed esplose –Si abbiamo litigato, contento? Adesso sparisci!-

 

-Eh,eh calma fratello, ho fatto solo un’innocentissima domanda. E mi è concesso sapere il perché?-

 

-Chiedilo a lui!- rispose indicando Harry.

 

-A me, ma questa è bella! Io mi sono messo con Hermione e ti sei inalberato!!! Io non so nemmeno il perché, cos’ho fatto di male???-

 

-Ah ah!!! Ti sei messo con la piccola e innocente Hermione!!!  Che ne dite se chiamiamo anche lei qui, così ci chiarite bene la faccenda?!?!- propose George con una lucetta sadica negli occhi.

 

-No! Lei deve starne fuori da questa storia!- risposero i due litiganti in coro.

 

Si guardarono in faccia; non era mai successo che parlassero all’unisono, perlomeno non nell’ultimo periodo.

 

-Che commozione Ron, tu dici che Herm deve starne fuori da questa storia!-

 

-Certo! Questa è una questione tra me e te!-

 

-Oh si! Ma vedi la sera del ballo, tu te la sei presa sia con me che con lei, non l’hai tenuta fuori, come dici tu. E poi lei è venuta a cercarti per chiarirti, ma ti sei fatto negare e l’hai cacciata, quindi non cercare di fare la parte dell’amico premuroso!!!-

 

-Ecco Fred io lo sapevo!!! Erano in tre: due maschietti e una femminuccia, era chiaro che prima o poi si sarebbero contesi Hermione!-

 

-Hai proprio ragione George. Da che il mondo è mondo, è sempre stato così: l’uomo lotta per la bella donzella!!! Eh, eh-

 

Proprio in quel momento la signora Weasley entrò nella stanza con un’espressione preoccupata –Ron, caro va tutto bene ho sentito il tono alto della voce e ho creduto che stavate litigando.-

 

-No mamma è colpa di questi due stupidi – disse indicando i gemelli –si sono materializzati improvvisamente nella stanza e ci hanno fatto spaventare, così gli stavo dicendo di piantarla!- mentì spudoratamente.

 

-Oh, vedo che il compito di prefetto ha giovato molto. Ti ha aiutato a farti mettere un po’ d sale in zucca eh? Comunque è pronta la cena se scendete, Hermione e Ginny sono già giù e aspettano solo voi- così dicendo si chiuse la porta alle spalle e scese al piano di sotto.

 

- Ehi Ron! Noi credevamo che la mamma avesse fatto anche a te il tipico discorso che le bugie non si dicono, sai quando eri piccolo….- proruppe Fred, facendo di no con il dito indice.

 

-Ma secondo me gliel’ha fatto, solo che lui come al solito non ha capito bene!!!!- lo prese in giro George; quei due quel giorno sembravano ancora più dispettosi del solito.

 

Si diressero verso l’uscita della stanza, ma si fermarono poco prima per aggiungere:

 

 –Comunque siete entrambi egoisti, invece di contendervela dovreste fare scegliere a lei- dopo di che uscirono lasciandoli lì entrambi storditi.

 

Ron era arrabbiato, anzi furibondo; Harry invece era allibito, non aveva mai considerato il fatto che anche Ron…

 

Proprio in quel momento la sua voce lo distrasse dai suoi pensieri:

 

 –Io scendo a cena, muoviti sennò la mamma penserà davvero che c’è qualcosa che non va- gli fece in tono duro.

 

Ma prima che uscisse, Harry lo fermò:

 

-Ron… Mi dispiace! Non avevo capito che anche tu….-

 

-Che novità Harry! Tu non capisci mai, vero? A te le cose devono essere sbattute chiare, chiare in faccia, altrimenti non ci arrivi proprio. Se ti può rendere più felice, stasera parlerò con Hermione, lei non c’entra!- e uscì sbattendosi la porta alle spalle.

 

Quella sera  Harry avrebbe voluto fare di tutto meno che mangiare; aveva lo stomaco chiuso. Era come se tutte le cose apprese in quella giornata avessero creato un tappo.

Inoltre aveva cercato in tutti i modi di comunicare ad Hermione che Ron aveva intenzione di parlarle, le lanciava occhiate che lei coglieva, ma non ne capiva il significato.

 

La signora Weasley stava discutendo con Malocchio, che a quanto pareva le stava dicendo una cosa molto importante; tutto d’un tratto la donna scattò in piedi e disse:

 

-Ragazzi quasi me ne dimenticavo!!!! Domattina verrà qui  casa la vostra professoressa Raily insieme ad una graziosa ragazzina di nome Jessica, è la sua sorellina e quindi prego tutti voi di essere gentili e di farla sentire a suo  agio! Mi raccomando!!!-

 

Dalle espressioni che si dipinsero sui volti di Tonks e  Moody, Harry, Ron, Hermione e i gemelli capirono che il termine usato dalla signora Weasley  “graziosa ragazzina” non doveva essere del tutto appropriato anzi… Dal loro volto sembrava che stessero per avere a che fare con un mostro terribile.

 

-Come mai?- si chiese Harry  

 

Solo Ginny e Bill sembrarono non  notare nulla e continuarono a mangiare come se nulla fosse.

 

Alla fine della cena, Hermione si avvicinò al suo ragazzo per chiedere dei chiarimenti a proposito degli sguardi che le lanciava, ma non fece in tempo a dire nulla, che fu interrotta.

 

-Hermione posso parlarti?-

 

Lei si voltò con le lacrime agli occhi per vedere che a parlarle era stato Ron.

 

-Ce… Certo Ron!- esclamò con quel tono leggermente isterico di quando era nervosa.

 

-Bene… Allora usciamo in giardino?- propose lui.

 

-Bene!!!- così si dileguarono.

 

Stettero fuori per una buona mezzora, Harry si stava rodendo dalla tensione quando una voce familiare lo distrasse.

 

-Sei teso vero? Lo sarei anch’io al posto tuo; là fuori c’è la tua ragazza in compagnia di quello che ben presto tornerà ad essere il suo migliore amico. Inoltre come avrai capito lui è praticamente cotto di lei!-

 

Harry si voltò e vide che a parlare era stata Ginny; non sapeva dire il perché, ma ultimamente quella ragazza si era fatta più cupa e misteriosa e non gli piaceva affatto.

Stavolta, però,la colpa non era della timidezza o di un diario stregato, ma bensì di qualcosa che proveniva da dentro di lei, qualcosa di molto strano

 

-Beh sai com’è. Io sarei preoccupata, infondo se fanno pace, capisci vero che le occasioni che avrà Ron per conquistarla sono maggiori, dovresti farle capire chi comanda- in quel momento ad Harry tornò in mente l’anomalia che si era verificata nel sogno fatto la notte prima, quando stava giocando al gioco di Neville.

 

“Negli occhi ghiaccio di Malfoy, apparve una smorfia soddisfatta, mentre in quelli blu di una ragazza del Grifondoro, si intravedeva la tristezza”

 

-Si beh Ginny, ora sono stanco credo che sia meglio che vada a letto. Buona notte-

Ma prima che si potesse allontanare, lei lo fermò e gli diede un bacio a fior di labbra, con quella sua bocca gelida.

 

Harry si dovette riprendere da quel momentaneo shock e poi le urlò contro:

 

 – Stammi bene a sentire Ginny, non so cosa ti sia successo, ma tra me e te non ci sarò mai niente, se non amicizia. Ho litigato con il mio migliore amico per avere Hermione e adesso non ci rinuncio, mi hai capito? –

 

-Si si! Ti ho capito, non ce bisogno che ti scaldi così tanto!- disse con una voce strascicata che ricordava molto quella di Malfoy –ma non credo che “la tua Hermione” sarebbe molto felice di sapere che la consideri come un oggetto costato così tanto che non si butta anche se non ce ne è più bisogno. Sai è una cosa che ispira molto all’ipocrisia.- detto questo si allontanò per tornare in camera sua, lasciando il ragazzo quanto mai sconvolto.

 

 

******

 

A mezzanotte Ron entrò in camera sua dove c’era già Harry che lo stava aspettando; non ebbe bisogno di parole, con un cenno del capo gli fece capire che lui ed Hermione si erano chiariti.

Prima che entrambi si addormentassero Harry diede a Ron un avvertimento:

 

-Ron senti so che non accetti consigli da me, ma stai vicino a Ginny. Non so che cos’abbia, ma è strana e penso che non sia saggio lasciarla da sola!-

 

-Ecco appunto Harry! Io non accetto consigli da te, quindi stai zitto!!! E poi cosa vai insinuando? Che mia sorella è una pazza!?!?! Mi dispiace ma mi sembra che tu sia l’ultimo  a poter parlare a proposito di questo fatto!-

 

Detto questo, si girò dall’altra parte e iniziò a dormire lasciando per la seconda volta nella serata, il vecchio amico confuso.

 

 

******

E voilà le nouveau chap!

A parte le mie doti francesi che fanno pena, ecco qua il decimo chap!

Ammetto di essere commossa, non credevo che ci sarei mai arrivata a dieci, per me è un primo traguardo!!!!!

 

Ringrazio tutte le persone che mi leggono, ma soprattutto quelle che mi recensiscono, perché sono la mia forza per continuare!!!! GRAZIE!!!!!

 

angi :grazie di recensire sempre (e mi raccomando continua così) sei arrabbiata??? Eh, eh ma in qst chap dovresti averlo capito ormai, no???? Beh cmq sia buona fortuna e….. Fammi sapere se ci arrivi!!!! 

 

-Ci si vede al prox chap con “La Vigilia di Natale”!!! 

 

Ciao a tutti

by ale 69

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Capitolo 11
*** La Vigilia di Natale ***


Nuova pagina 1

Avverto che su questo chap ci ho lavorato un po’ su e di conseguenza PRETENDO  qualche recensioni anche da chi non me ne ha mai lasciate, ma che legge qst storia

 

 

LA VIGILIA DI NATALE

 

La mattina del 24 dicembre, i ragazzi si svegliarono molto più tardi di quanto erano abituati a scuola.

La signora Weasley aveva già preparato la colazione; sulla tavola c’era ogni ben di Dio che un comune cristiano avrebbe mai potuto desiderare.

Tutti quanti poterono fare una bella e sostanziosa mangiata, che li caricò per la pesante giornata che li aspettava.

 

Nella mattina tutta la famiglia, scortata da alcuni membri dell’Ordine (meglio stare sicuri), si recò a Hogsmeade, per comprare i regali di Natale, ormai imminente, e per scegliere un nuovo albero natalizio, mamma Weasley aveva deciso di organizzare le cose in grande. 

Infatti erano stati invitati tutti gli insegnanti con i rispettivi parenti, Lupin che era già in piena salute e anche la Raily, che sarebbe venuta accompagnata dalla sorellina minore, la quale, da quanto ne avevano capito i ragazzi, doveva avere più o meno sui due o tre anni.

Harry aveva preso un regalo anche per Ron: se gli avesse chiesto il perché, gli avrebbe risposto che lo aveva fatto solo per far sembrare più credibile la commedia che stavano inscenando; in realtà, lo faceva solo perché il desiderio di riappacificarsi con l’ex amico, era molto forte.

Mentre si domandava che cosa comprare alla sua ragazza, gli apparve davanti Ginny, in compagnia di un’altra ragazza: era alta, con capelli biondi e occhi azzurri, un fisico perfetto e un viso molto carino e aggraziato.

Mentre il ragazzo meditava sul quando e il dove l’aveva già vista, le due si avvicinarono.

 

-Ehi Harry!!!! Ti presento Jessica, lei è la sorella di Donna. Immagino però che tu l’abbia già capito, visto che è praticamente identica alla sorella.-

 

Il ragazzo sforzò ancora le sue meningi, perché momentaneamente, non si ricordava di che stesse parlando.

Poi realizzò che dicendo Donna, Ginny aveva inteso dire la Raily.

Ora che la osservava meglio, notava che in effetti, molto probabilmente, non l’aveva mai incontrata, ma che l’aveva scambiata per la sorella, essendo molto somiglianti.

 

-Piacere- le rispose –io sono……-

 

-Si lo so chi sei!!!! Se non lo sapessi, dalle mie parti sarei considerata una sfigata. Insomma, sai com’è, il tuo nome parla da solo!-

 

-Beh…- titubò il ragazzo, molto imbarazzato. Quella ragazza era molto sveglia, altro lato in cui assomigliava alla sua professoressa.

 

-Ma tu non dovevi essere una bambina piccola? Sei cresciuta di colpo stanotte?-

 

-Ma no Harry, lo sai che la mamma esagera sempre!- esclamo Ginny –Dicendo sorellina intendeva dire una fantastica ragazza di sedici anni!- aggiunse –Io la conoscevo già, perché ci siamo incontrate ad una fes… Mentre facevamo shopping- si corresse immediatamente.

-Capisco- disse Harry.

 

-Ora dobbiamo andare- intervenne la rossa.

 

-Si, anch’io devo prendere qualcosa alla mia ragazza, sapete….-

 

-Si, si sappiamo!!!!- continuò Ginny –ma se cambiassi idea, perché ti stai annoiando, noi siamo ai Tre manici di scopa!-

 

-Si! Avete per caso visto Hermione?-

 

-Ah, quella ragazza molto simpatica, davvero molto carina?- domandò Jessica.

 

-Si, ehm credo sia lei!!!!-

 

-Per l’amor del cielo, hai una considerazione molto bassa della tua compagna!-

 

-No, no!!! E solo che….-

 

-Comunque, l’abbiamo intravista poco fa con un ragazzo dai capelli rossi. Ginny mi ha detto che era suo fratello.

 

Ah volevo dirtelo, non è niente male, gran bel fisico, per non parlare del fondoschiena….- aggiunse rivolgendosi a Ginny e poi continuò -Comunque credo che quella Hermione mi abbia battuta sul tempo, avevano un atteggiamento molto effusivo quei due!- esclamò infine Jessica.

 

-Che cosa? Hermione e Ron sono usciti insieme? Ma come sarebbe a dire?-

 

-Beh, Ginny non voleva dirtelo, ma io penso che sia un errore non farlo. Io per prima so cosa vuol dire essere delusi dalla persona che si ama, se sapessi come mi ha trattata il mio ex!!!!!!!-

 

- Comunque ciao Harry, se ci fermiamo ancora un po’, credo che non troveremo più posti liberi, e ci tengo parecchio a far vedere a Jessica uno dei locali tipici di questo paesaggio!-

 

-Si ciao ragazze e ….. Grazie Jessica, mi hai dato un ottimo consiglio!!!- detto questo si allontano diretto ad un negozio ben specifico.

 

Quando entrò, guardò le tante esposizioni che c’erano in vetrina, ma una in particolare attirò la sua attenzione: era bella e luminosa, ma contemporaneamente, era semplice e fine, proprio come la sua Hermione.

Decise di comprarle comunque il regalo, anche se probabilmente lei era in giro a divertirsi con un altro, ma non poteva perdere quell’occasione.

Pagò non poco quel regalo e per un attimo fu tentato di dire al commesso di lasciar perdere che tanto era inutile affannarsi tanto per impacchettarlo troppo bene, ma aveva deciso che se Ron gli aveva rubato la ragazza, lui avrebbe fatto di tutto per riconquistarla.

 

Uscì dal negozio e si trovò faccia a faccia proprio con la persona che fino ad un secondo prima aveva ingombrato i suoi pensieri: Hermione.

 

-Ciao!- esclamò lei.

 

-Ciao.- borbottò lui in risposta.

 

-E’ successo qualcosa????- gli domandò, cogliendo al volo l’espressione affranta sul suo volto.

 

-No va tutto bene-

 

-non ci credo! Quando fa così vuol dire che c’è qualcosa che non va-

 

-Qualcosa che non va?!? Hermione ma ti rendi conto di quello che dici? Prima vai in giro tutta coccole e baci con il mio ex-migliore amico, poi mi vieni qua e mi chiedi se c’è qualcosa che non va! Tu devi avere qualche rotella fuori posto… -

 

Lei sembrava molto confusa, ma ciò nonostante, gli rispose a dovere.

 

-Stammi a sentire bello non so di cosa tu stia parlando, ma sappi che IO, Ron, l’ho visto per l’ultima volta stamattina e che di certo non ci sono uscita insieme, a braccetto per di più!!!! Tu invece, che arriva una ragazza nuova a casa e inizi a fare il cretino offrendoti di portarla a visitare il villaggio!!!!!-

 

-Ma che cosa vai blaterando? Se stai parlando di Jessica….-

 

-Ecco!!! Visto???? Sai pur come si chiama!!!! A me non è venuta nemmeno a presentarsi. Meno male che c’è Ginny, che mi ha informata del fatto che ti ha messo subito le grinfie addosso!!!!-

 

-Ma che dici???? Sei da delirio!!!!  Io non sono mai uscito con quella là. Me l’ha presentata Ginny-

 

-Pure bugiardo sei!!!! Comunque la conferma ai miei dubbi lo appena avuta, ti trovo davanti ad una gioielleria, sarai venuto a prendere l’anello per la tua nuova ragazza!!! E pensare che con me non ti sei nemmeno degnato di annunciare il nostro fidanzamento in pubblico!!!- a questo punto girò sui tacchi e corse via, ma Harry sapeva molto bene che in quel momento calde lacrime le stavano solcando il viso.

 

In contemporanea realizzò che Ginny stava avendo un comportamento molto strano, che qualcuno aveva fatto il doppio gioco, che c’era stato un malinteso tra lui e al sua ragazza e che avrebbe dovuto chiarirsi con lei al più presto possibile, prima che Ron non ci impiegasse né uno né due a soffiargliela.

Appena si riprese dal suo stato di ragionamento profondo, corse dietro a più non posso ad Hermione.

 

*****

 

Quella sera l’intera famiglia Weasley, Harry e Hermione più tutti i membri dell’Ordine, erano chiusi nelle loro stanze per prepararsi per la serata.

 

Harry aveva incontrato Ginny poco prima e le aveva parlato chiaramente in faccia:

 

-Te l’ho già detto e te lo ripeto, piantala i fare le cretinate che stai facendo!!! Perché mi hai fatto litigare con Hermione, non bastava che avessi perso il mio migliore amico, anche lei dovevi mettermi contro? -

 

-Non capisco di cosa stai parlando!!!- poi si interrupe e lo fissò –Ah già!!! Sicuramente lei ti avrà detto di non essere uscita con Ron oggi, vero?- sospirò –Quanto sei ingenuo! Secondo te sarebbe venuto a dirtelo???-

 

-Certo!!! Perché Hermione con me è sincera, mentre tu e quella Jessica….-

 

-Sarà anche sincera, ma non ci ha impiegato molto a rimpiazzarti, visto che stasera ha deciso di stare tutto il tempo con Ron; lo dovevi vedere era tutto eccitato!!!! Dammi retta, Hermione non è la ragazza per te! Tu ti meriti qualcuno che ti sia fedele, almeno dopo tutto quello che hai passato!-

 

Harry bolliva dalla rabbia, ma decise di non esplodere altrimenti, sicuramente, lo avrebbero portato nel reparto per i malati di mente del San Mungo.

 

Proprio in quel momento li raggiunse in corridoio la signora Weasley.

 

-Oh cari! Ma cosa ci fate ancora in jeans, dovreste essere già pronti!!! Cara i tuoi vestiti sono in camera mia, non mi andava che stessi a disturbare Hermione mentre si vestiva, sapete mi sembrava molto giù, è per caso successo qualcosa?-

 

-No, mamma, credo che ad Herm manchi semplicemente la scuola, sai tutto questo tempo lontana dai libri…. Deve essere un sacrificio- proruppe Ginny, con una nota quasi impercettibile di cattiveria nella voce, che Harry udì distintamente; la signora, invece, non si accorse di niente, presa com’era, si limitò ad aggiungere:

 

-Bene!!! Non sarebbe carino che quella ragazza si rovinasse proprio la Vigilia di Natale. Ah, Harry caro Ron non è nella vostra stanza, si è già preparato ed è andato a fare una specie di sfilata davanti allo specchio; lui dice che è perché non si sente  a suo agio in quell’abito, ma io sono sua madre e mi sembra chiaro che c’è qualche ragazza che gli interessa!!!! Non è vero?-    

 

-Non saprei signora….-

 

-Certo certo, non me lo vuoi dire! Beh è normale, anch’io facevo così alla vostra età. Oh caspita!- esclamò dando un’occhiata all’orologio, che batteva il rintocco delle sei –E’ tardissimo devo andarmi a preparare, Ginny vieni con me!!! Vatti a vestire anche tu Harry caro!- e così si allontanò trascinandosi dietro la figlia.

 

In quel momento andarsi a vestire non era proprio nelle sue idee: ne aveva un’altra in mente.

 

Salì di corsa le scale fino ad arrivare alla stanza della sua ragazza; aprì la porta senza nemmeno bussare.

Non appena proruppe nella stanza, lei si voltò di scatto e lo guardò leggermente spaventata; era elegantissima, proprio come la sera in cui si erano fidanzati.

 

-Sei bellissima!- esclamò lui guardandola.

 

-Circa due mesi fa mi dicesti la stessa cosa!- gli rispose mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

 

-Si! Il 31 sono già due mesi che stiamo insieme; sembra passato solo un attimo!- le disse con una voce molto dolce.

 

-Senti Harry, io non so cosa tu voglia anche se posso immaginarlo!- continuò lei sempre sul punto di piangere.

 

–Vuoi lasciarmi, vero? C’era da aspettarselo, è arrivata la nuova attrazione, la sorella della Raily, non sono all’altezza di competere con lei, anche Ron ha detto che è una gran bella ragazza.-

 

-Non mi parlare di Ron, per favore. Io non sono venuto qui per litigare e tanto meno per lasciarti, non mi sognerei mai!!! Stammi a sentire si Jessica sarà anche molto bella, ma ai miei occhi è fumo, perché per me ci sei solo tu. Quando ho saputo che Ron stava cercando di portarti via….-

 

-Allora non hai capito! Era solo una balla di Ginny, lo scopo è ancora sconosciuto, ma quel che è certo è che se voleva farci litigare, ci è riuscita in pieno! Comunque tu stavi dicendo che…..- e lo guardò con quegli occhi che, secondo Harry, si facevano sempre più belli e profondi ogni giorno che passava.

 

Lui si stava avvicinando sempre di più a lei, fino a quando le arrivò di fronte e le cinse i fianchi con un braccio, mentre con l’altro l’attirava a sé.

Iniziarono a baciarsi dolcemente poi sempre con più passione, fino a che caddero sul letto.

A quel punto il bacio nato come una semplice riappacificazione di due fidanzati, iniziò pericolosamente a diventare qualcosa di più.

Lui con le mani tremanti le accarezzava le curve perfette del suo corpo, mentre lei iniziava a sbottonargli la camicia e con una mano gli accarezzava il torace e con l’altra gli immergeva le dita nei capelli.

Proprio sul più bello, però, Ginny piombò nella stanza e resto paralizzata.

 

Harry e Hermione si alzarono di colpo, lui con il dorso nudo e lei in biancheria intima.

Ginny fece un ghigno (–Quella ragazza assomiglia sempre più a Malfoy- pensò Harry)e si limitò a dire:

 

-Quando la mamma ti ha detto di andare a cambiarti non credo che volesse dire automaticamente di farti spogliare da Hermione, anche perché lei era già pronta e tu hai pensato bene di rovinare l’opera- aggiunse lanciando un’occhiata ad entrambi; subito dopo uscì sbattendosi la porta alle spalle.

 

Harry si chinò infine su di Hermione, per darle un ultimo bacio.

 

-Mi sa che se quella non ci fermava ci arrivavamo alla fine di quella festa!-

 

-Già!- gli rispose Hermione.

 

-Ehi piccola! Sei per caso a disagio?-

 

-No affatto!- esclamò e non era una bugia, lei per prima non credeva di essere mai stata tanto vera.

Harry a quanto pare colse quella nota di sincerità, infatti le sorrise e aggiunse:

 

-Sono contento! Mi dispiace solo di averti rovinato l’acconciatura e di averti tolto i vestiti come un animale, ma sai com’è…-

 

Ecco che incominciava ad avvertire il disagio.

 

-Non preoccuparti, tanto con la magia si sistema tutto! Però credo che sia meglio che tu ti vada a vestire, dico davvero- aggiunse, mentre si rimetteva il suo abito rosa pallido.

 

-Si hai ragione!- le si avvicinò di un po’ e la baciò.

 

-Allora ciao!-

 

-Ciao-

 

E si baciarono ancora.

 

-Si beh…ciao-

 

-Ciao-

 

Bacio.

 

-Stavolta dico davvero, ciao-

 

-Ciao!-

 

E ricominciarono a baciarsi.

 

-Senti ora vado proprio, senno viene Pasqua e sono ancora qui! A più tardi!- e questa volta la bacio definitivamente e uscì dalla stanza.

 

Una volta in camera sua iniziò a vestirsi con minuziosa cura, voleva essere bello; mentre tutto felice ripensava alle meravigliose sensazioni che lo avevano assalito poco prima, entrò nella stanza un Ron furibondo.

 

-Che cosa le hai fatto?!?-

 

-Ehi calma!!! Di che parli?-

 

-Di che parlo eh? Ginny mi ha detto che ha visto te Hermione in camera sua, mentre…- non riuscì a terminare la frase, la vice gli morì in gola, mentre il suo viso si avvicinava alla tonalità scarlatta.

 

 -Ron senti,  io e lei non abbiamo fatto niente e comunque…..-

 

-E comunque cosa…? Tu sei uno schifoso e devi tenere giù le mani da Hermione, lei è una bambina

 

-Piantala di comportarti come farebbe suo padre Ron, perché non lo sei… E comunque, se credi che io possa fare del male ad Hermione significa che di me non hai capito niente, primo e secondo io non forzerei mai Hermione a fare qualcosa, si deve sentire pronta e coinvolta anche lei e stop!-concluse, un tantino sul furibondo se non peggio; guardò Ron come per incitarlo a dire qualunque cosa, che tanto non ce n’era niente suo favore.

 

Si passò una mano tra i capelli per renderli ancora più scompigliati, Hermione gli aveva detto che se li teneva spettinati era ancora più sexi; poi uscì dalla stanza lasciando il rosso –in quel momento in tutti i sensi- da solo nella stanza.

 

 

*******

 

 

Gli organizzatori della serata (la signora Weasley in testa, e altri membri dell’Ordine), avevano deciso di non trascorrerla nella cucina di Greamuld place, ma bensì nella sala che l’estate di un anno prima, era stata ripulita dai ragni.

Harry entrò con Hermione a braccetto, mentre Ron gli lanciava occhiate assassine; Ginny lo seguì a ruota mentre nella stanza entravano Bill con Donna, affiancati da Jessica, Tonks che faceva coppia con Lupin e nessuno fu sorpreso di constatarlo.

Orrore degli orrori, pensò Harry, c’era anche Piton da solo, ovviamente, sempre con quel suo muso e i capelli rigorosamente unti; c’erano anche due signori piuttosto anziani che però si portavano bene i loro anni; Harry vide la Raily correre incontro alla signora a dirle: -Ciao mamma!- quindi capì che si trattava dei suoi genitori.

Malocchio quella sera aveva cercato di vestirsi più elegante del solito; erano circa ventidue persone, anche uno come lui si poteva sentire in imbarazzo.

Vicino alla finestra c’era un ragazzo molto attraente: era di media altezza, non una pertica, ma aveva delle belle spalle larghe e robuste e dei capelli tutti scombinati e neri; ad Harry ricordo molto suo padre, come lo aveva visto l’anno precedente nelle lezioni di Occlumanzia. Si girò verso Hermione e le disse:

 

-Guarda quel ragazzo!-

 

-Dove?-

 

-Vicino alla finestra-

 

-Ma dove? Io non lo vedo!-

 

Harry si girò e si accorse che effettivamente non c’era nessuno in quel punto.

 

-Una volta seduti tutti a tavola vedremo se c’era davvero o se me lo sono immaginato- pensò. 

 

In quel momento entrarono Charlie con una bella ragazza mora; più tardi arrivò anche Hagrid con Maxime, quei due anche se smentivano tutto, stavano insieme e secondo Ron stavano anche organizzando le nozze.

In ritardo, arrivarono anche Angelina e Alicia con  i rispettivi genitori; essendo le fidanzate dei gemelli, nessuno si meravigliò o arrabbiò per il loro “contrattempo”.

Infine tutti si accomodarono a tavola, dove rimaneva un posto vuoto, che la signora Weasley aveva voluto preparare per forza, nonostante il marito cercasse di dissuaderla: era il posto di Percy.

I gemelli, arrivati all’Ordine già il giorno prima, avevano scosso la testa e poi si erano letteralmente accaniti sul loro antipasto.

Harry si accomodò accanto ad Hermione, con di fronte Ron, Ginny e Jessica, che si era intrufolata illegalmente nel loro gruppetto, come se qualcuno l’avesse invitata.

Con lo sguardo, cercava il ragazzo che aveva visto poco prima, ma non lo vide in nessun posto; iniziò a preoccuparsi di avere le allucinazioni.

Il cenone fu ottimo, era pur sempre opera della signora Weasley.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta e tutti stettero in silenzio; chi poteva arrivare a cena ormai finita?

Tonks si alzò e andò ad aprire; un minuto dopo un ragazzo dalla chioma rosso fuoco entro nella sala.

La signora Weasley si lasciò scappare un singhiozzo e si alzò per andare ad abbracciare il suo terzogenito: quel ragazzo, infatti, era Percy.

Teneva un pacchetto tra le mani e sembrava molto imbarazzato.

Dopo aver salutato la madre si mise davanti alla tavola e pronunciò una parola molto semplice, ma anche molto complessa e significativa:

 

-Scusate-

 

A quel punto partì un applauso dall’intera tavolata e l’urlo di Fred e George:

 

-Perce è tornato tra noi!!! Perce è tornato tra noi!!!-

 

Il rosso, infine, si accomodò al suo posto a la signora Weasley seguì il suo esempio, mentre Lupin le diceva sorridendo:

 

-Hai visto che poi la pecorella è tornata all’ovile??-

 

Lei annuì e invitò il marito a portare il dessert in tavola.

 

 

 

*****

 

 

Più che alla vigilia di Natale, quella serata assomigliò molto ad un ballo studentesco; infatti, dopo il dolce, si aprirono le danze, con balli lenti, ma anche scatenati.

Harry ballò con Hermione per gran parte del tempo, attirandosi molti sguardi incuriositi nella loro direzione; poi, naturalmente, fu costretto a cederla anche a Ron, senno la cosa diventava troppo evidente.

Così fu obbligato a danzare un po’ con Ginny e un po’ anche con Jessica: poteva dire che non sapeva con quale delle due si era trovato peggio.

 

Ginny aveva tentato più volte di dargli un bacio a tradimento, fortunatamente lui era riuscito a scansarsi in tempo.

Capire cosa le passasse per la testa era un’impresa, ma ciò che era certo era l’eccessivo cambiamento della rossa.

Jessica, invece, aveva azzardato qualche commento sul fondoschiena e il fisico di Ron e aveva anche aggiunto che non le sarebbe affatto dispiaciuto poter avere un’ “avventura” con lui.

 

In quel momento iniziò un lento molto romantico e Ron era già tutto felice; Ginny mollò Harry per andare a ballare con suo fratello Percy.

Il ragazzo sopravvissuto, non aspettò un secondo: strappò Hermione dalle braccia del rosso, che fu costretto a ballare con Jessica, essendo l’unica libera (non che alla biondina dispiacesse), la strinse tra le sue braccia e cominciarono a ballare.

In quel momento Lupin annunciava che tra tre minuti, al fine della canzone, sarebbe stata mezzanotte e quindi Natale.

 

-Mi auguro che tu abbia preso un bel regalo per la tua ragazza- disse Hermione.

 

-Oh si! Tu non l’hai conosciuta, ma lei è proprio esigente,non credo che riuscirò a soddisfarla pienamente!- rispose Harry e lei gli mollo uno schiaffetto sul braccio.

 

-Senti per quanto riguarda la sfuriata che Ron ti ha fatto prima…..-

 

-Non importa gli ho risposto a dovere e comunque dopo stasera non dovremo più fingere-

 

-Perché? Cosa succede stasera?-

 

- E’ il mio regalo, se te lo dicessi che sorpresa sarebbe, scusa?-

 

-Ah, capisco…..-

 

-Meno male!-

 

-Stasera sei proprio odioso!-

 

-Si?-

 

-Si!-

 

-Ti amo-

 

-Si?-

 

-No!-

 

Lei lo guardò, sorpresa della risposta che gli aveva dato.

 

-Scherzo!- le rispose ridendo –la mia risposta è si!-

 

-Si?-

 

-Si!-

 

Detto questo le baciò la fronte e la strinse ancora più a sé; intanto Ron, che ballando era scivolato accanto a loro, sentendo parte della loro discussione, si stava rodendo dalla rabbia.

Poco dopo rintoccò la mezzanotte, esattamente con l’ultima nota della canzone.

Tutti brindarono ad un Felice Natale e fecero scoppiare un cracker* ciascuno.

Alla fine ognuno diede il proprio regalo all’altro; Ron ad Harry non aveva preso nulla e fu alquanto sorpreso di constatare che l’ex-amico, invece, aveva avuto il pensiero.

Si trattava dell’ultima edizione del volume “Il Quidditch attraversi i secoli” che conteneva anche le ultimissime e nuovissime acrobazie che si potevano fare sulla scopa, proprio come i grandi campioni.

Ron borbottò qualcosa in risposta al regalo ricevuto, appena fu sicuro che nessun membro della famiglia lo sentisse:

 

-Grazie Harry, ma non dovevi….. Io non ti ho preso nulla!-

 

-Non preoccuparti, è stato un piacere- gli rispose sorridendo.

 

Ron gli rimandò un sorriso incerto.

 

Harry poi si allontanò da lui per raggiungere Hermione, che dopo aver distribuito i suoi regali, lo stava aspettando con un bellissimo sorriso.

 

-Buon Natale, caro!-

 

-Eh, eh!Buon natale anche a te, cara!-

 

-Ah, ah! Sembriamo una vecchia coppia di sposi, Harry!-

 

-Già! Ma ora ti devo dare il mio regalo!-

 

-Bene! Ma dov’è!-

 

-Mistero!- e detto questo la trascino a capo tavola, che era tornata magicamente al centro della stanza, davanti a tutti.

 

-Scusate tutti, dovrei dire una cosa!-

 

Gli invitati si voltarono tutti verso di lui.

 

-Volevo rendere ufficiale e pubblico- e si girò versi la sue ragazza – il mio fidanzamento con Hermione!!!-

 

Lei lo guardò sgranando gli occhi, molto sorpresa: non credeva che lui avesse mai avuto il coraggio di fare una cosa simile.

 

-Visto e considerato che proprio questa mattina mi ha accusato di vergognarmi di lei  per non averlo mai annunciato in pubblico!!!- poi le prese la mano e tirò fuori l’anello che quella mattina le aveva comprato.

 

Era proprio bello, prezioso e semplice, niente di troppo esibizionistico.

Ad Hermione apparvero delle lacrime di commozioni, così lui l’attiro verso di sé per baciarla.

E qui partì un applauso e un fischio di gioia, un po’ come quello che c’era stato un paio d’ore prima per Percy; anche Ron fece finta di sorridere e applaudì, ma dentro stava soffrendo molto.

Quando Harry la lasciò andare, i gemelli e molti altri andarono a dargli una pacca sulla spalla per complimentarsi: -Ben fatto, ragazzo!- gli disse il signor Weasley. 

 

La moglie, invece era piombata su Hermione:

 

- Oh cara!Che bella esperienza! Sono sicura che sei molto felice, vero?-

 

-Si!-

 

-E poi Molly, guarda questo anello è stupendo!!! Quanto vorrei avere un ragazzo altrettanto dolce!- intervenne Tonks.

 

-Ma tu ce l’hai già! Il professor Lupin mi sembra abbastanza dolce,per quello che lo conosco io- controbatté Hermione, giusto per deviare un po’ l’attenzione da sé.

 

-Ma che dici? Io e Remus non stiamo insieme!- rispose, ma arrossì vistosamente.

 

-Si si e io ci credo!- le disse Hermione divertita, facendola diventare di un bel rosso pomodoro che faceva letteralmente a pugni con il suo vestito.

 

******

 

 

C’era una cosa che Harry non capiva; il signore e  la signora Weasley erano i genitori di Ron, possibile che non si fossero MAI accorti della sua cotta per Hermione e fossero andati a congratularsi con lui, all’annuncio del loro fidanzamento?

Era molto strano; formulò due teorie: o non si erano mai accorti di niente, o speravano in un eventuale cambiamento di idea da parte di Hermione.

Sperando che l’ultima ipotesi non accadesse mai, si avviò verso la sua stanza da letto; inoltre non era l’unica cosa strana: c’era anche il comportamento ambiguo di Ginny.

 

 Tutti gli ospiti se ne erano andati e qualcuno con un tocco di magia aveva ripulito e sistemato tutto.

Dopo tre gradini, incontrò Hermione che gli mise le braccia al collo e iniziò a baciarlo senza nemmeno dirgli una parola.

Lui ricambiò subito e la fece indietreggiare fino ad arrivare al pianerottolo più vicino; dopo di che, si spinsero contro una parete e continuarono a baciarsi scivolando per terra e senza dirsi niente.

Improvvisamente provarono le stesse sensazioni che li avevano travolti quel pomeriggio.

Lui iniziò ad accarezzarla dolcemente mentre lei gli baciava il collo e la spalla, rimasta scoperta dopo avergli sbottonato i primi bottoni della camicia.

Improvvisamente nella testa di entrambi passò lo stesso pensiero: non potevano farlo, con la mente ancora un po’ annebbiata dalle bevande ingurgitate durante la serata.

 

Si staccarono immediatamente.

 

-Non ora- disse Harry con gli occhi chiusi.

 

-Si- gli rispose lei con le labbra gonfie.

 

Cadde uno strano silenzio, che diede quasi fastidio.

 

-Senti…- iniziò lui-

 

-Si?-

 

-… ora è meglio che vada a letto!!!-

 

-Oh! Certo!- annuì lei, visibilmente contrariata –Credo sia meglio; anch’io…..-

 

-Si…-

 

-Allora buonanotte…-

 

-Si, buonanotte!-

 

-Buonanotte!- concluse Hermione, fece per andarsene via, ma Harry l’attirò a sé e le diede un piccolo bacio a fior di labbra.

 

Non appena si staccarono il ragazzo, per giustificarsi di quel gesto, le disse:

 

-Te ne andavi senza nemmeno darmi il bacio della buonanotte! E non si fa!-

 

-Oh! Hai ragione, scusa!- rise –Ora posso andare?-

 

-Certo il bacio me l’hai dato!-

 

-Bene! Allora ciao!!!-

 

-Ciao!!!- le rispose.

 

Detto questo ritornò in camera sua, dove Ron era già a letto.

 

Cercò di mettersi il pigiama più silenziosamente possibile, ma non appena fu nel letto la voce del rosso lo distrasse:

 

-Sembrava felice! Hermione intendo!-

 

-Già, credo che lo fosse!-

 

-Senti….-

 

-Mi dispiace Ron, io non volevo farti stare ancora più male, ma lei ci teneva che io ufficializzassi…-

 

-Si lo so, me ne aveva parlato!-

 

-Solo una cosa ok? Trattala bene o dovrai vedertela con me!-

 

-Vedi io so che lei ti piace ma io non so che….-

 

-La colpa non è tua ne di nessuno; voi state insieme e io non vi devo mettere i bastoni fra le ruote. Dimenticherò e troverò qualcun'altra. Mi dispiace solo di averlo capito troppo tardi e di aver combinato questo macello.-

 

-Ron, come hai detto tu, non è colpa di nessuno, nemmeno e soprattutto tua!-

 

-Si si!- sospirò -Ora ho sonno e vorrei dormire. Ci tenevo solo a chiarire questa cosa con te! Buonanotte!-

 

-Buonanotte Ron!-

 

Quella notte, dopo tante, fu leggermente migliore delle precedenti.

 

 

******

* i cracker dovrebbero essere, per chi non lo sapesse, dei tubi di cartone che gli inglesi scoppiano a Natale. Fanno un piccolo botto ed esce uno scherzetto e un regalino; insomma roba del genere.

 

 

Allora??? Che ve ne pare?  E il nuovo personaggio, Jessica, vi piace o no???

Le letture del chap precedente sono state 33 e ho ricevuto solo 2 recensioni, di conseguenza se la matematica non è un opinione credo proprio che ben 31 persone non mi hanno recensito!!!! Chi sono???

Vabbè scherzo però mi raccomando se commentate mi rendete mooooolto felice!!!!

 

Grazzissimi a:

 

Angi: ma tu cos’hai nella testa?? Non puoi avere un semplice cervello hai una mente vulcanica sei piena di idee e…!!! Impossibile spiegarlo a parole!!!

Prendi tutto come un complimento perché lo è, anche se non ti posso dire il motivo!!!

Non so poi se hai ricevuto la risposta alla recensione (veramente io ho risposto a quasi tutte quelle che mi hai lasciato!!! Che poi tu le riceva non lo so [????]) ma per quanto riguarda le immagini se per te non è disturbo mi piacerebbero!!! Grazie!!!!

Paddy: molto felice di ricevere una tua recensione!!! Si anche a me è piaciuto molto il chap del ballo, lo ammetto!!!

Tifavi per Ron?? Credo che tu non sia l’unica!!!

 Ma sono contenta che ti sia piaciuto anche il precedente!!!

 

Un bacione e un grazie infinito ad entrambe!!!

 

Al prossimo chap con: “NOVITà ALL’ORIZZONTE”

 

Ciao a tutti

 

by ale69

 

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Capitolo 12
*** Novità All'Orizzonte ***


 

NOVITà ALL’ORIZZONTE

 

La mattina di Natale,  l’intera famiglia Weasley, Harry e Hermione trovarono una bellissima sorpresa ad aspettarli: non appena aprirono le finestre, videro l’intero paesaggio innevato e fu una visione che scaldò il cuore di tutti.

 

I ragazzi fecero colazione più in fretta che poterono e poi corsero subito fuori a fare una battaglia a palle di neve.

Le squadre erano formate dai gemelli e Ginny da una parte e da Harry, Ron e Hermione dall’altra.

Il lato migliore, ovviamente, non fu che il mitico trio vinse venti a cinque (Fred e George quel mattino erano un po’ assonnati), ma che per la prima volta da tempo si trovassero alleati.

Ron sembrava molto preso dal gioco: avvertì Harry di quattro o cinque attacchi che lo avrebbero potuto cogliere di sorpresa e il ragazzo sopravvissuto, oltre che esserne estremamente felice, non poté fare altro che ringraziare e contraccambiare il favore.

Hermione, infine, era felice come non mai ed effettuò un paio di tiri niente male che andarono a colpire in piena faccia Ginny.

Qualche ora più tardi arrivò Jessica con la Raily e i loro genitori; non appena vide i ragazzi che si rotolavano nella neve, proruppe con la sua voce lagnosa: -Ma ve l’ha mai detto nessuno che sembrate un branco di animali? La cosa più intelligente da fare con la neve è un pupazzo!- concluse poi.

 

Fred e George finsero un attacco improvviso di vomito. 

 

-Probabilmente è dovuto al pesce di ieri sera! Sapete, magari non era proprio freschissimo!!!- si giustificarono, prima di andare a rifugiarsi in casa.

 

Ron si voltò verso Harry e Hermione e disse a denti stretti:

 

-Oh si!!! Proprio intelligente costruire un pupazzo che ora di stasera sarà già sciolto! Un’idea fantastica, mi chiedo solo perché non è venuta in mente a uno di noi!-

 

I due ragazzi risero e Harry gli rispose :- Beh noi non abbiamo mica il suo quoziente intellettivo, vuoi mettere?-

 

-E meno male!- intervene Hermione.

 

Ginny invece sembrava l’unica interessata all’idea di Jessica, infatti disse:

 

-Oh Jessica, fortuna che sei arrivata tu! Questi trogloditi non sanno nemmeno comportarsi civilmente!-

 

Ron, nell’udire quelle parole, si voltò di scatto verso Harry, ma non disse nulla; forse che in Ginny c’era qualcosa di strano non era una balla.

 

*****

 

 

L’ora di pranzo arrivo molto velocemente e la signora Weasley aveva invitato di nuovo gli ospiti presenti la sera prima alla festa della Vigilia; stavolta stettero a tavola fino alle quattro di pomeriggio.

Ron era letteralmente allibito dal comportamento di sue sorella: lei e Jessica sembravano due sorelle siamesi, non si staccavano una attimo!

 

Una volta finito di mangiare Harry si era alzato e stava per andare a riposare un po’ in camera sua, ma fu fermato da un ragazzo alto dagli occhi azzurri e i capelli rossi.

 

-Scusa Harry ti posso parlare?- gli chiese Ron.

 

-Certo- gli rispose, speranzoso che la sua conversazione non fosse qualcosa del tipo:

 

-Sono stato gentile stamattina, ma non esaltarti!- oppure –lo faccio solo per non litigare con Herm-

 

-Senti…- iniziò, molto titubante –oggi mi sono accorto che…. Si beh… che Ginny è molto strana, insomma…. In circostanze normali una come Jessica l’avrebbe marchiata come “persone da cui stare alla larga” ma a quanto pare questa…-

 

-Non è una circostanza normale!- concluse Harry, il quale proseguì dicendo –A me pare però di averti avvertito qualche giorno fa, ma tu…-

 

-Si si lo so! Ti ho dato praticamente del matto e mi dispiace, ma tu capisci che lei è mia sorella, io voglio tutto il bene possibile per lei!-

 

-Lo immagino Ron, ma vedi se qua sotto c’è un problema di….- poi si fermò.

 

Aveva progettato delle teorie con Hermione: Voldemort la stava possedendo, ma era da scartare perché era alquanto irreale; Malfoy stava facendo la doppia faccia e….

Un momento Malfoy!

Harry si sbrigò concludere la frase con Ron.

 

-Si… un grosso problema non credo che né tu né io potremo fare molto, dovremmo parlarne con qualcuno!-

 

-Si! Vediamo solo come vanno avanti le cose se non migliorano magari accenniamo qualcosa a Silente. Ok?-

 

-Trovo che sia un’ottima idea! Oh guarda dovevo dire una cosa ad Hermione per l’anello! Non lo deve bagnare sennò si rovina. Ciao!-

 

-Ciao.- gli rispose in tono piatto.

 

-Sei un imbecille!!! Una scusa talmente cretina per andartene solo tu la potevi trovare!!!- pensò tra sé.

 

Quel pomeriggio, tuttavia,  non si fece vedere da nessuno, passò il giorno di Natale chiuso nella sua stanza a pensare.

 

-Quanti avvenimenti strani stanno succedendo; sogno che i miei migliori amici vengano uccisi e qualche giorno dopo Malfoy mi viene a dire che non è solo il risultato della mia mente pazza, ma è un progetto che quel bastardo di Voldemort sta progettando di realizzare davvero.

La cosa più strana è che quel biondo testa-di-legno non mi ferma più per dirmi le sue solite battutine idiote, ne per provocare i miei amici; ciò che mi incuriosisce di più è che mi sta aiutando!

Lui dice che è perché si è reso conto che suo padre viene trattato come un servo da Voldemort e non vuole ritrovarsi a fare la sua stessa fine, però….

No! Prima di credergli devo avere prove concrete della sua parziale trasformazione in buono.

 

In compenso c’è Ginny che ha preso il posto di Malfoy; è davvero odiosa e non mi piace che frequenti quella Jessica.

Ora che ci penso, Tonks e Moody non erano molto contenti di sapere che Jessica sarebbe venuta qui, chissà perché? 

Un momento, se la Raily è la cugina di Lupin, automaticamente anche Jessica lo sarà! Credo che chiederò informazioni a lui.

Spero solo che Ginny non sia andata a cacciarsi in guai più grossi di lei; ha solo quindici anni e non so chi potrebbe aiutarla ora come ora.

Per quanto riguarda me….

 

Proprio in quel momento una ragazza entrò nella stanza e si sedette sul letto accanto a lui: Hermione.

-Ciao!- esclamò Harry.

 

-Ciao!- gli rispose –sono venuta a portare l’ordinazione che hai fatto!-

 

-Ah capisco! Si tratta del servizio in camera, vero?-

 

-Esattamente! Che ragazzo intelligente, non se ne si trovano molti come te!- gli disse iniziando a baciarlo sensualmente.

 

-Oh,oh Herm tu devi essere impazzita, che stai facendo?-

 

Lei però non gli rispose e iniziò ad approfondire il bacio.

 

Lui ricambiò subito e stettero così per diversi minuti.

 

Poi lei si staccò e lo guardò negli occhi.

 

-Senti che ne dici se scendiamo in giardino? Sono appena rientrata e c’è un tramonto magnifico; mi piacerebbe se potessi vederlo anche tu-

 

Lui le diede un dolcissimo baci a fior di labbra:

 

-Non mi perderei un tramonto insieme a te per niente al mondo, Herm!-

 

-Bene!- gli rispose e lo prese per mano conducendolo verso il pianterreno.

 

Uscirono nel giardino tutto imbiancato di neve.

 

C’era solo una poltrona e dopo essersi seduto Harry invitò Hermione ad accomodarsi sulle sue gambe.

 

 -Grazie caro!- gli disse sorridendo.

 

Era un bellissimo silenzio ovattato quello che li circondava, faceva venire voglia di addormentarsi solo per fare qualche sogno piacevole; davanti a loro era situato un altissimo abete che coperto di bianco esaltava ancora di più la sua imponenza.

Mentre nel cielo si espandevano i colori del sole che tramontava: era tutto incantato, sembrava di trovarsi in una favola.

 

-Sai- iniziò Harry –quando sono triste salti sempre fuori tu, che mi riesci a risollevare il morale, come fai?- le disse guardandola, mentre i suoi capelli con la luce del sole prendevano un bellissimo colore ramato.

 

-Eh! Se ti dicessi i segreti del mio mestiere perderei un sacco di clienti!- gli rispose lei scherzando.

-Perché? Hai anche dei clienti?-

 

-E certo! Credevi di avere l’esclusiva?-

 

-In realtà si!- rispose ed entrambi si misero a ridacchiare.

 

-Quello che ti posso dire però- riprese Hermione dopo un paio di minuti di silenzio –è che tu sei il mio cliente preferito! Solo tu baci così bene!-

 

-Ah si?-

 

-Si!-

 

-Bene! Allora è venuto il momento di farmi valere!- e detto questo le prese il viso tra le mani e iniziò a baciarla.

 

******

 

 

Era ormai buio e iniziava a fare freddo. Si era alzato un vento gelido che penetrava nelle ossa e non se ne andava più.

Harry e hermione decisero di rientrare altrimenti si sarebbero congelati e sempre per mano iniziarono a salire le scale, diretti alla camera del ragazzo.

 

Arrivati al pianerottolo lui le confidò un segreto.

 

-Sai che sogno faccio da qualche mese?-

 

-Oh ti prego non ancora minacce di Voldemort!- esclamò lei un po’ spaventata.

 

-No no Voldemort non c’entra o almeno me lo auguro…. Sogno un lago, credo sia quello della scuola e in riva ci sono due persone che discutono mentre il sole sta tramontando. Secondo te ha un significato?-

 

-Ogni sogno che fai tu Harry Potter ha un significato e se dici che è un po’ che lo fai ce l’ha di certo!-

 

-Ok ma…. Qualche idea?- disse mentre le dava teneri baci sul collo.

 

- Mah non lo so…. Ci devo pensare!-

 

-Va bene pensaci- le rispose, mentre continuava a sottoporla alla sua dolce tortura.

 

-Harry, dai!!! Smettila e se passa qualcuno?-

 

-Che mi dica qualcosa, poi gli risponderò a dovere- disse lui risoluto.

 

-Ok, ma…. No andiamo in camera mia!-

 

-Va bene!-

 

Così camminarono fino alla camera della ragazza, ma non appena aprirono la porta  vi trovarono Ginny, con le braccia incrociate, come se li aspettasse.

 

-Ciao!- disse loro.

 

******

 

 

-Oh ragazzi è una tale bella notizia!!! Sono sicura che la mia bambina ne sarà molto felice!!!- stava esclamando la signora Weasley nella cucine di Greamuld Place.

 

-Si ci ho pensato un po’, ma poi mi sono detta “Quale posto c’è di più sicuro?”, tanto più che la potrò avere sotto il mio controllo…. Sa la in Bulgaria… E’ lontana e i miei genitori come ha potuto notare non sono proprio dei ragazzetti, quindi ho realizzato che sarebbe un’idea accettabile.- le rispose la Raily.

 

-Ma certo, ma certo che lo è!!! Lei va al sesto, Silente le farà fare lo smistamento prima che ricominci la scuola…. Ginny farà i salti di gioia, senza contare che ci sono anche Harry, Ron e Hermione che avendo la sua stessa età la potranno aiutare ad ambientarsi meglio…. Non che ad Hogwarts ce ne sia bisogno, sa sono tutti molto gentili!-

 

-Si! Anche per questo Jessica mi ha quasi scongiurato di iscriverla a questa scuola e poi è anche una delle migliori scuole del mondo magico!-

 

Ron, che aveva ascoltato la conversazione, fece cadere i piatti che stava portando e rimase come paralizzato: Jessica a scuola con loro? Non poteva esserci nulla di peggio!

 

-Ron caro, che stai combinando?- gli domandò sua madre preoccupata –Non hai mai fatto cadere nemmeno un bicchiere!-

 

-Beh c’è sempre una prima volta Molly- esclamò sorridente Donna.

 

-No! E’ che…. Sono scivolato e per non cadere io mi sono caduti i piatti, mi dispiace!-

 

-Ma allora oggi non stai troppo bene; con la magia li posso riparare!!!-

 

-Bene allora!-

 

-Ah Ron ho una bellissima notizia da darti; Jessica verrà ad Hogwarts con voi e se finisce anche lei al Griffondoro entrerà nel vostro gruppo vero?-

 

-Non lo so, dovrei chiedere ad Harry e Hermione, anzi….. vado proprio a dirglielo! Ci vediamo!-

 

-Ah la presa proprio bene il mio bambino, vede?- domandò la signora Weasley alla Raily.

 

-Si!-  le rispose,anche se un po’ incerta.

 

-Sono sicura che andrà al Griffondoro ci vanno tutti i migliori-

 

-Speriamo allora che mia sorella sia una delle migliori-

 

-Ma certo che lo è!-

 

-Si!-

 

Un uomo entrò in cucina e non appena vide le due donne disse:

 

-Donna, come puoi permettere che Jessica….?-

 

-Lo faccio per tenerla sotto controllo, Remus!-

 

-Ma sai benissimo che…-

 

-Si lo so, non sono stupida!-

 

-Non l’ho detto infatti, voglio solo farti capire che non mi sembra appropriata una scelta del genere; io personalmente l’avrei lasciata dov’era!-

 

-Ecco Remus! E’ quello che avresti fatto tu, non io!E poi ci sarà anche Silente, stasera stessa gli parlerò di tutto e sono sicura che saprà che fare lui.-

 

-Fa come vuoi, ma se succederà qualcosa ai ragazzi riterrò te direttamente responsabile!-

 

-Fa come vuoi!-  e detto questo si girò e se ne andò.

 

La signora Weasley aveva in viso un’espressione confusa e si girò di scatto verso Lupin.

 

-Ma di cosa stavate parlando Remus?-

 

-Niente Molly, una stupidata!-

 

-Non mi sembrava tale!- lo rimproverò lei.

 

-Anche se non lo sembrava lo era, Molly- le rispose duramente, come se volesse invitarla a farsi gli affari suoi.

 

-Va bene non voglio obbligarti a dire qualcosa che non vuoi dire, ma una cosa vorrei capire e credo di averne il diritto. Mi è sembrato di capire che i ragazzi passano qualche pericolo, giusto?-

 

-Ho sbagliato io. C’è solo una persona che potrebbe trovarsi nei guai, non i ragazzi, tranquilla-

 

- Ah! E chi è…-

 

-No Molly, ti ho detto tutto, non posso aggiungere altro!!!- Buona sera!-

 

 

******

 

 

Ginny si avvicinò ad Harry e Hermione e li guardò con odio.

 

-Ma non vi vergognate a stare insieme alle spalle di Ron- domandò.

 

-No!- rispose Harry secco.

 

-Noi non abbiamo fatto niente di male e certamente non abbiamo fatto nulla alle spalle di Ron, anche se a pensarci bene a te non dobbiamo nessuna spiegazione di quello che facciamo perché noi siamo fidanzati se non lo hai ancora capito!- esclamò Hermione con talmente tanta rabbia e coraggio che Harry ne rimase molto stupito.

 

-Oh, immagino, non preoccupatevi, se il vostro timore è che io possa andare in giro a tappezzare i muri con i vostri piccoli segreti vi sbagliate, non vi immaginate nemmeno di quanto non me ne freghi niente.-

 

-Immagino che dopo questa uscita noi dovremmo ringraziarti con tutto il nostro cuore, vero?- domandò il ragazzo sarcastico.

 

-Non sono i vostri ringraziamenti che voglio!-

 

-E allora cosa vuoi Ginny? Perché ti comporti come se ci odiassi? Che cosa ti prende? Sei diventata crudele  con noi, che ti abbiamo fatto? E poi di quale segreto parli?-

 

Dopo l’ultima domanda cadde il silenzio, rotto poi solo dalla rossa che riprese:

 

-Non glielo hai detto vero Harry? Non hai detto niente alla tua tanto amata Hermione- gli disse in un sibilo.

 

-Non capisco cosa avrei dovuto dirle?-

 

-La discussione Harry, la discussione che hai avuto con Malfoy sotto quell’albero! Erano argomenti molto interessanti te lo assicuro Hermione!-

 

-Piantala! Se Harry ti sta dicendo che non sa di cosa parli vuol dire che è vero!- esplose la ragazza -In compenso… Rispondi alla domanda: cosa ti abbiamo fatto di male?-

 

 -Credi quello che vuoi credere Hermione, e comunque… Niente! Forse è proprio perché non mi avete fatto niente che ho certe reazioni, non trovate?-

 

-Ci stai accusando di averti trascurata? E’ questo che vuoi dire?-

 

-Ma che brava Herm, si  questo che voglio dire! Ve ne è interessato talmente tanto di me in  questo periodo che non sapete nemmeno quello che ho fatto, le mie esperienze, le mie sensazioni; voi non sapete niente di me! Poi si da il caso che sono venuta a conoscenza di certe cose che…. E ora vale di nuovo il nostro discorso Hermione- concluse in un sibilo.

 

-Ma…- iniziò Hermione, non poté finire però, perché Ginny si girò e se ne andò via.

 

Seguì un lungo e profondo silenzio che avvolgeva l’intero corridoio. 

 

-Che voleva dire secondo te?- le domandò Harry.

 

-Che si è sentita trascurata da noi! Ma secondo te è vero?- domandò Hermione colpevole.

 

-Non so, non credo.... Infondo fino ad Hallowen lei è sempre stata tua amica, è lei che poi non ha più voluto parlarti, no?-

 

-Si beh…. In parte è così!-

 

-Cosa vuol dire “in parte è così”?-

 

-Te lo ricordi quel giorno che abbiamo avuto la lezione di cura delle creature magiche dove abbiamo visto gli Stridelli?-

 

-Ti assicuro che non potrei dimenticarmelo!-

 

-Bene! Allora ti ricordi anche che quella mattina ti dissi di aspettarmi perché dovevo parlare con Ginny, vero?- domandò speranzosa.

 

-Si che mi ricordo, abbiamo avuto anche una discussione perché tu…-

 

-… non volevo dirti che cosa mi aveva detto lei!- completò Hermione.

 

-Esatto!- annuì Harry.

 

-Ora invece te lo devo dire per forza! Dunque –e si fermò per riprendere fiato –Ginny mi parlò dei sentimenti che Ron prova per me e fin qui….-

 

-Nessuno problema, perché immagino che ci sarai arrivata anche tu, vero?-

 

- Certo, non sono stupida; ma già da quel giorno Ginny aveva un comportamento strano come se…-

 

-Come se…- la incoraggiò il ragazzo a proseguire.

 

-Come se mi stesse minacciando “lascia Harry o te la farò pagare molto cara!!!” questo mi ha detto; e poi non so se lo hai saputo ma la sera in cui io e te ci siamo messi insieme lei e Dean si sono lasciati!-

 

-No, non lo sapevo, ma che c’entra questo?-

 

- C’entra che…. Oh Harry ma ti devo spiegare sempre tutto?-

 

-Si, quando è necessario!- mugugno lui in risposta.

 

Lei fece per aprire la bocca per rispondere, quando Ron apparve dall’angolo del corridoio.

Camminava velocemente nella loro direzione, i capelli tutti scombinati e la viso teso e preoccupato.

 

-Ragazzi! Meno male che vi ho trovati!-

 

-Che c’è Ron che è successo?-

 

-O Dio è una catastrofe! Allora vi sarete accorti che quella Jessica, insomma….-

 

-Non ti piace affatto!- esclamò Harry.

 

-Ecco! E se vi conosco abbastanza so che per voi è la stessa cosa!-

 

I due annuirono.

 

-Bene! Quale sarebbe la cosa peggiore di tutte?-

 

-Mah! Forse dovercela sopportare per lungo tempo,come ad esempio a scuola- provò Hermione.

 

La faccia del rosso divenne lugubre e i due capirono che la ragazza aveva fatto centro.

 

- Jessica, dovrà venire ad Hogwarts con noi?- chiese Harry sottovoce.

 

Ron non riuscì nemmeno a dire “si”, si limitò ad annuire.

 

-Oh no! Ma è orribile!-

 

-Ragazzi parliamoci chiaro: parte del cambiamento di umore di Ginny è anche causa di quella megera. E vi dirò di più…- abbassò il tono di voce -…. Mentre salivo, ho sentito Lupin che urlava alla Raily….- e raccontò loro della litigata tra Remus e Donna.

 

-Interessante! Molto interessante!-

 

-Hermione per favore piantala di fare l’enigmistica e dimmi, cosa c’è che ti interessa così tanto?-

 

-Ma non capisci? Ci deve essere qualcosa sotto! Qualcosa che si è tenuto nascosto, se nemmeno tua madre sa nulla!-

 

-Ma no! E come ci sei arrivata?- le domandò Ron sarcastico.

 

-Qui ci vuole qualcuno che parli con Lupin, che sappia tirargli fuori le parole, qualcuno come…-

 

-Stiamo pensando alla stessa persona?-

 

-Molto probabilmente!-

 

-Se non vi scoccia vorrei capire anch’io di chi state parlando!- intervenne Harry.

 

-Ma non è ovvio?-

 

-No!-

 

-Di te, sciocco!-

 

-Ah! E… Perché proprio di me?-

 

-Perché almeno siamo sicuri che riuscirai a fare parlare Remus, no?-

 

-E dai Harry! Dov’ è finito il tuo spirito di avventura?- lo implorò Ron.

 

Davanti alla richiesta del vecchio amico, Harry non poté fare altro che sciogliersi.

 

- D’accordo, datemi mezz’oretta che vado in cucina, a quest’ora è sempre là da solo che prende il tè!-

 

-Bravo ragazzo- gli dissero i due amici all’unisono.

 

-Se se!!!- disse il ragazzo sopravvissuto, prima di scomparire per le scale.

 

 

******

 

 

Harry entro nella cucina di Greamuld Place e come aveva immaginato vi trovò il suo vecchio professore di Difesa contro le Arti Oscure.

Sembrava ancora più malandato del solito, era evidente che fosse molto stanco; ma perché poi? C’erano appena state le festività!

 

-Professor Lupin mi scusi….- iniziò il ragazzo.

 

-Oh ciao Harry, è da un po’ che volevo parlare con te!- gli rispose cortesemente.

 

-Sono qui no?-

 

-Già- annuì sorridendo.

 

-Dimmi che c’è? Sei venuto a cercarmi.-

 

-Ah! Volevo chiederle….- si bloccò. Con quale sfacciataggine poteva andare a fargli delle domande su cose che non lo riguardavano?

 

- Si?-

 

Ormai aveva iniziato tanto valeva continuare.

 

-Volevo sapere a che cosa si riferiva prima, quando stava litigando con la Rai…. la professoressa Raily – si corresse subito –a proposito del fatto che se Jessica fosse venuta a scuola con noi sarebbe stata un pericolo?-ci pensò su e poi aggiunse -Si qualcosa del genere.-

 

Lupin non rispose si limitò a puntargli contro uno sguardo gelido che lo trafisse, lasciandogli dentro una sensazione di freddo pazzesca.

 

-Harry- disse guardandolo –immagino che tu abbia il diritto da saperne il motivo e per questo te lo dirò; ne hai passate tante e ho saputo da Silente che tu sai della profezia, vero?- domandò guardandolo con occhi tristi.

 

Un’altra ondata di gelo colpì il ragazzo sopravvissuto che annuì e fece un cenno all’uomo per invitarlo a continuare.

 

-Mi dispiace, ma sappi che tutti noi ti saremo sempre vicini, qualunque cosa accada. Ed è per questi motivi che ti reputo abbastanza maturo per sapere tutta la verità, anche su Jessica- continuò.

-Ma.. Mi devi promettere che ciò a cui verrai a conoscenza in questa stanza, qui rimarrà e nessuno, ripeto nessuno dovrà mai sapere niente! Nemmeno Ron e Hermione.-

 

-Lo prometto- disse il ragazzo incerto, ben sapendo che i suoi due amici lo avrebbero martellato di domande, a cuoi lui però non avrebbe potuto rispondere.

 

-Bene! Accomodati Harry, perché ciò che stai per sentire è la storia di una vita!-

 

Detto questo iniziò il suo racconto, mentre fuori una tempesta di neve avvolgeva la fredda città di Londra.  

 

 

 

*******

Ciao a tutti!!! Ecco il dodicesimo chap!!!

Se vi dico che io sono pazza mi credete? Fatelo, perché avevo scritto questo chap, poi una sera ero mezza rincretinita (solo mezza eh!) e l’ho eliminato!!!!!

Brava ale mi sono detta! Fortuna che l’avevo salvato due volte, altrimenti oggi non potevo aggiornare!!!

  

Sono pazza!!!

  

Grandi ringraziamenti a:

 

Paddy: grazie cara!!! Sono stata molto contenta di ricevere un’altra recensione e sono felice che la ff ti piaccia!!! Per i genitori di Ron… Non so magari poi scopri qualcosa! Ciao un bacione-one-one!!!

Marco: scoprire che sei ancora vivo mi ha riempito di gioia!!! Era da più o meno 5 chap che non ti facevi sentire eh??? E io che credevo mi avessi abbandonata!!! Per quanto riguarda Malfoy… continua a seguirmi!!!  Ciao ciao!!!

Angi : oddio sono commossa! Tutti i complimenti che mi hai fatto nella ff che ti ho dedicato mi hanno riempita di gioia e sono rimasta con il sorriso stampato in faccia per tutta la giornata!!!

Comunque ora ti do la mia mail (visto che come avevi previsto me la stavo dimenticando, ma che vuoi la testa non c’è più!!!). Ciao cara e grazie di tutto!!!!!

VIGILANZA COSTANTE!!!

 

ciao a tutti, un bacione grande grande

by ale69

 

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Capitolo 13
*** Margareth, Fiore della Mia Sfortuna ***


MARGARETH,

FIORE DELLA MIA SFORTUNA

 

 

 

Il ritorno ad Hogwarts fu più difficile di quanto i ragazzi si aspettassero.

I professori erano convinti che loro non erano dotati della  preparazione adeguata per sostenere gli esami, e così via…

Con una valanga di compiti che sarebbe stata sufficiente a tenerli occupati per un mese intero!!!

 

La Mc Granitt aveva affidato loro ben tre capitoli del libro di Trasfigurazione da riassumere, con gli esercizi relativi, naturalmente.

 

Piton era riuscito a rendere furibonda anche Hermione, affidando la sperimentazione di complicatissime pozioni con le relative relazioni.

-E’ impossibile riuscire  a preparare questa “roba” nel giro di tre giorni. Nemmeno con una girotempo ci riusciremmo!!!- aveva esclamato la ragazza alla fine della lezione.

 

L’unica che sembrava essersi un po’ contenuta era la Raily.

Nella sua ultima lezione, i ragazzi erano venuti a conoscenza di una fantastica novità, senza contare il fatto che avevano assistito ad una scenata inimmaginabile.

 

-Bene ragazzi! Da oggi passeremo allo studio delle cose fondamentali- aveva iniziato l’insegnante –tutti voi presenti in questa stanza avete deciso di intraprendere la carriera di Auror. Di conseguenza impareremo una materia molto complessa, ma anche molto utile: l’Occlumanzia.-

 

In quel preciso momento lo stomaco di  Harry si strinse dolorosamente in una morsa; credeva che solo Piton fosse in grado di insegnare quella materia.

 

-Allora chi di voi conosce qualcosa sull’argomento?-

L’intera classe si voltò verso Hermione, sperando che come al solito lei conoscesse la risposta; ebbero tuttavia una delusione, perché la ragazza era rimasta immobile al suo posto e non sembrava voler accennare a muoversi.

A quel punto Harry capì: stava aspettando che fosse lui ad alzare la mano. E cosi fece.

Il ragazzo sopravvissuto levò leggermente titubante il braccio in aria, attirando molti sguardi stupiti dei suoi compagni, mentre sul viso di Hermione appariva un sorrisetto.

 

-Si Potter, dimmi?- esclamò la Raily.

 

- L’Occlumanzia serve a …. Prevenire che qualcuno si intrufoli nella mente degli altri, o qualcosa del genere!-

 

-Si esatto, serve proprio a prevenire che qualcuno riesca ad entrare nella nostra mente e  manipolarla a suo piacimento. Dieci punti al Griffondoro!- esclamò contenta la professoressa.

 

-Dovete inoltre sapere che l’Occlumanzia è una materia molto complessa e che in pochi sono in grado di praticarla correttamente. Immagino che tutti voi sappiate che se un Auror deve infiltrarsi in qualche gruppo di Mangiamorte sarebbe molto utile che sappia difendere la propria mente, prima che il nemico riesca a scoprire le sue vere intenzioni.-

 

-Mi scusi professoressa- intervenne Harry che non era più riuscito a trattenersi –parlando con il professor Silente ho saputo che uno dei migliori insegnanti di tale materia è Piton, perché allora è lei ad insegnarcela?-

 

-Ottima domanda! Fino a qualche mese fa non era obbligatorio insegnare questo nelle scuole, anzi era meglio evitare, ma dopo ciò che è accaduto, capirete che è tornato un argomento molto utile.

Per quanto riguarda me, sappiate che nei miei studi io ho preso la specializzazione in Occlumanzia e credo sia per questo che il professore Silente ha scelto me.-

 

-Quindi lei ci sta dicendo che se un Auror può usarla per difendere la propria mente dalle infiltrazioni esterne anche un Mangiamorte potrebbe tranquillamente farlo, vero? A questo punto un traditore potrebbe essere qua senza che noi ce ne accorgiamo, giusto?- domandò Jessica alla sorella.

 

-Certo signorina Raily è una probabilità, ma non credo che sia facile ingannare il professor Silente!-

 

-Certo! Ma l’ha detto lei stessa: basta essere molto in gamba!-

 

-Si non lo nego, ma ho anche detto che è raro trovare qualcuno molto esperto in Occlumanzia, se non impossibile!-

 

-Ma lei ha detto di avere la specializzazione, chi ci assicura che sia del tutto affidabile?-

 

- Jessica- esplose a quel punto la donna –non so dove vuoi arrivare a parare, ma ti consiglio di smetterla, stai disturbando la lezione dei tuoi compagni!-

 

-Certo, mi scusi professoressa!- disse semplicemente la biondina in risposta.

 

-Bene di conseguenza credo che…- ma il resto della sua frase fu coperto dal suono della campanella, che annunciava la ricreazione.

 

-Arrivederci alla prossima lezione ragazzi.- disse cordialmente la Raily.

 

-Arrivederci a lei professoressa!- risposero gli alunni in coro. 

 

Una volta in corridoio tra gli studenti  del sesto anno iniziò a correre un chiacchiericcio interessato.

 

-A che bella scenata abbiamo assistito, vero?- esclamò Hermione acida.

 

-Già. Ma se io fossi in Jessica più che di sua sorella mi preoccuperei di Piton; se è vero che è così bravo in Occlumanzia non gli ci sarà voluto molto per chiudersi le mente e impedire a Silente di leggergliela, non trovate?-

 

-Non lo so… C’è qualcosa che non mi convince, a te Harry?- domandò la ragazza.

 

-Si infatti; non credo che Silente si sia fidato di Piton solamente leggendogli la mente, deve pur avere fatto qualcosa d’altro!- rispose Harry pensieroso.

 

-Infatti, sarebbe scandaloso scoprire una cosa del genere; specialmente per un mago dell’importanza di Silente!- esclamò Hermione.

 

-Mah… pensatela come volete, ma se Piton è il direttore di Serpeverde un motivo ci deve essere!!!- continuò imperterrito Ron.

 

-Va bene comunque sia…- iniziò Hermione dando un’occhiata all’orologio –… rischio di perdere Aritmanzia, ciao ragazzi!- 

 

-Ciao!- risposero i due.

 

-E cosa attende il nostro futuro???- domandò sarcastico Ron.

 

-Spiacente amico, ma ti sei appena dato la risposta!- sospirò Harry.

 

-Divinazione!!!- dissero i due in coro.

 

Così si recarono di malavoglia verso la loro lezione, che sarebbe stata noiosa come tutte le altre, se non di più.

 

 

******

 

Era una serata buia, fredda e annunciava tempesta!!!

Harry stava leggendo il suo libro di trasfigurazione nel tentativo di studiarne il contenuto: la professoressa Mc Granitt gli aveva detto di non aver ottenuto la completa sufficienza nella sua materia e che sarebbe stato opportuno studiare di più.

E così ora eccolo lì: sdraiato in una posizione alquanto scomoda, nel tentativo di concentrarsi.

Fatica del tutto inutile, considerando che dalla Sala Comune del Griffondoro provenivano le risate dei suoi compagni, i quali si stavano divertendo con i nuovo scherzi collaudati dai gemelli Weasley.

 

Il ragazzo chiuse il libro di colpo: era inutile non riusciva per niente a dimenticarsene.

Il discorso avuto con Lupin lo aveva colpito nel profondo:

 

-Vedi Harry, Jessica e Donna sono figlie di Margareth Raily, mia cugina.

Quella che loro chiamano mamma, la donna che hai visto in questo giorni, non è altro che la loro governante che ha adottato le due ragazze  quando la loro vera madre è morta.- aveva detto l’ex professore.

 

-Ah capisco… cosa vuol dire che la loro vera mamma è morta?-

 

- Eh già- aveva sospirato Remus –Si è suicidatali il giorno del primo compleanno di Jessica!-

 

-Mi dispiace- disse Harry –E non si sa il perché di questo gesto così sconsiderato?-

 

-Oh si! Ma vedi Harry…. Jessica è nata esattamente il giorno dopo al tuo. Il primo agosto.

 Quelli non erano tempi facili e le condizioni in cui è nata…

Se ti raccontassi tutta la storia ne resteresti enormemente shockato… no meglio evitare credimi!-

 

-Mi scusi signore, ma io ho perso i genitori in una guerra, cosa c’è di peggio?-

 

-Come al solito hai ragione, ma ciò non annulla quello che ho appena detto: è meglio evitare di raccontarti tutto nei minimi dettagli, ma…- proseguì notando la nota di disappunto sul viso del giovane -… posso dirti una cosa che però ti assicuro essere totalmente sincera!- propose.

 

Harry lo aveva guardato pensando: “In mancanza di meglio…” e Lupin aveva subito aggiunto:

 

-Jessica ha ereditato… come dire? Dei poteri  particolari, perché devi sapere che suo padre….

 E per questo non è sicuro che vada a scuola: a causa di certe cose, di cui lei è al corrente, potrebbe decidere di…. Sappi solo che mia cugina era una donna molto vendicativa e che sicuramente….-

 

“Meno male che mi ha avvertito: mezze frasi! Di tre che ne ha iniziate, ne avesse completata una, almeno per farmi capire qualcosa!” aveva pensato Harry tra sé!  

 

Già, cosa c’era che non capiva? Aveva degli indizi, ora bastava fare due più due!

Si, ma quanto faceva?

Certo l’ideale sarebbe stato parlarne con Hermione ma c’erano due piccoli problemi: il primo era di aver giurato di non farne parola con nessuno e lui, da bravo Griffondoro quale era, non voleva mancare al suo giuramento; il secondo, invece, era proprio Hermione: sicuramente lo avrebbe preso come un problema personale e non si sarebbe data pace finché non l’avesse risolto.

Meglio evitare! Forse Ron….

Ma no! Sarebbe finito a raccontargli le cose più complicate e inverosimili, mandandolo solamente in confusione.

 

Allora chi…? Nel suo cervello iniziò, improvvisamente, a formarsi un’idea fantastica, che sicuramente non gli avrebbe causato alcun problema.

Sorrise inconsciamente.

 

Tutto d’un tratto nella stanza entrò un Ron bagnato fradicio.

 

-Harry cosa ci fai qui da solo? E in nome di Merlino!- esclamò sgranando gli occhi –Per quale accidenti di motivo ridi come un ebete?-

 

-Perché vedi Ron… -iniziò Harry, mettendosi a ridere definitivamente -… si da il caso che in questo momento tu sia più simile ad un pulcino che ad un ragazzo!-

E aveva ragione: il rosso aveva tutti i capelli bagnati e scombinati; i vestiti inzuppati d’acqua erano tutti appiccicati al suo corpo, mentre le calze….

Meglio evitare di descriverle.

 

-Dai vieni giù! Io, Seamus e Dean stiamo facendo una guerra con i “gavettoni magici Weasley”; è troppo divertente; vieni?- propose tutto felice. 

 

Harry decise di accettare di buon grado la proposta fatta dall’amico: dimenticarsi per un po’ dei suoi problemi era una grande idea!

 

 

 

*******

 

 

   Quella notte la luna non brillava nel cielo; era stata oscurata da tante nuvole che annunciavano un sicuro temporale.

La certezza che aveva travolto molti maghi era che non si trattava solo di una semplice condizione climatica, ma di un problema che presto avrebbe interessato tutti!

 

 

******

 

 

 

-Ti renderai conto della grande delusione che ho subito in seguito al tradimento del sangue del tuo sangue, vero?

 

-Si mio padrone!- aveva risposto l’uomo, inchinandosi.

 

Erano in una vecchia e logora casa; anzi in realtà era un castello, situato in cima ad una collina.

La stanza era buia: le finestre erano sudice, come d’altronde le tende e anche le pareti.

L’unica fonte di luce veniva dal camino, davanti al quale era situato un vecchio tappeto bucato  e una vecchia poltrona consumata.

Vi era seduto un individuo dagli occhi scarlatti, dal volto pallido e simile a quello di un rettile: Voldemort.

Le lunghe dita ossute erano strette intorno ad un oggetto lungo e luminoso: doveva infatti essere di metallo, perché la luce del fuoco risplendeva su di esso, creando tante ombre luminose sul soffitto.

 

 -Sarei disposto a fare qualunque sacrificio per farmi perdonare!- aveva aggiunto l’uomo, con voce spenta e terrorizzata.

 

-Ah ah!!!- era scoppiato a ridere voldemort –Lucius Lucius, cosa dovrò fare con te? Non è un tuo sacrificio che voglio, quello lo hai già fatto, ma io da te voglio una prova di lealtà!!!-

 

-Dica! Qualunque suo desiderio verrà esaudito!- aveva aggiunto Malfoy, speranzoso che le cosa per lui non si mettessero male.

 

-Allora- iniziò il mostro –uccidilo!!!-

 

-Cosa?- chiese l’uomo che evidentemente non aveva ben capito a cosa si riferisse.

 

-Uccidi Draco! Ha disonorato la tua famiglia e mi ha tradito! Se è vero che tu sei il servo più fedele che io abbia mai avuto ti chiedo solo: dimostramelo!

Niente di più. E poi volevi dargli una punizione esemplare, ricordi me lo dissi tu? Hai paura?- lo provocò.

 

-Timore si, paura mai!- rispose Lucius risoluto.

 

-Timore e per cosa mai dovresti provarne?-

 

-E’ pur sempre sangue del mio sangue!-

 

-Sangue che però ha tradito le sue origini Lucius! –intervenne malignamente la creatura (NdA non mi piace pensare a Voldemort come un uomo, per questo lo chiamo creatura) –Ed è per questo che devi farlo tu: come gli hai dato la vita gliela toglierai. Lascio a te la scelta; ora appoggerò l’arma sul tavolo- disse indicando l’oggetto che teneva tralle mani e un tavolino che stava in piedi miracolosamente accanto a lui– è una spada ed è esattamente quella che il nostro amico Potter ha usato per uccidere il Basilisco; in questo modo terremo il detto “Serpeverde per Serpeverde”.

Se decidi di fare ciò che ti ho detto prendila altrimenti lasciala qui-aggiunse.

 

Lucius non poteva crederci: gli aveva lasciato la libertà di scelta.

Dovette, però, ricredere subito, perché Voldemort aggiunse con voce carica di risentimento:

-Ma sappi che se deciderai di disobbedirmi capirò la verità sul tuo conto e te la farò pagare Lucius, a te e alla tua famiglia, a cominciare da tuo figlio, quindi scegli attentamente, perché tanto il piccolo Draco morirà comunque!-

 

-Posso andare ora?- domandò Malfoy, pallido in volto.

 

-Certo! Buonanotte!- rispose malignamente.

 

-A lei- aggiunse l’uomo con un sussurro.

 

La creatura si voltò verso il fuoco, per ammirare i suoi occhi brillare tralle fiamme.

Non sentì nemmeno il suo servo uscire dalla stanza, ma quando si girò notò che la spada non c’era più.

Sul suo volto apparve così un ghigno e disse con voce appena udibile:

-Codardo!-

Per poi lasciarsi cadere stancamente sul suo giaciglio.

 

-Margareth fiore della mia sfortuna vieni da me!-

 

Una giovane donna apparve improvvisamente da una delle tante ombre della stanza; era vestita con il classico abito e cappuccio da Mangiamorte.

Camminò lentamente nella direzione del suo padrone per poi accomodarsi sulle sue gambe.

 

-Mi hai chiamata?-

 

-Si ho bisogno di te… Ho trovato chi si occuperà di Potter, la mocciosa e Bellatrix, ho deciso di farle collaborare, magari ne esce qualcosa di decente.

Non voglio che muoia, voglio che si inchini al mio cospetto.

Ma il motivo per cui ti ho chiamata è un altro…. Lucius.

La codardia che lo assale è infinita, aveva talmente paura che non si è nemmeno accorto dello scherzetto che gli ho giocato!-

 

-Si ero qui, nascosta ma c’ero, ho sentito!-

 

-Allora avrai capito che la spada che gli ho dato è quella di Griffondoro; solo un vero discendente della sua casa avrebbe potuto impugnarla!

Lucius non è degno né di Griffondoro, né tanto meno di Serpeverde!  

Con la sua personalità sarebbe dovuto finire  a Tassorosso!

Draco, invece, mi ha sorpreso: ha avuto il coraggio di sfidarmi. So bene il rancore che provi versi i Malfoy: hanno distrutto la vita della tua famiglia!-

 

-Già!- aveva esclamato la ragazza con rabbia, conficcandosi le unghie nella giovane carne delle sue mani  -Ogni volta ero costretta a vedere mia madre che piangeva per non aver potuto darci il futuro che sognava; e la colpa è di Lucius, che l’ha usata, illusa e gettata via, come si fa con un elfo domestico quando non ce n’è più bisogno!-

 

-Non temere bambina, Narcissa non mi ha mai amato, anzi ha sempre invitato il marito a tenersi lontano da me; l’ho sempre ammirata quella donna, era ed è tuttora vera, non si è mai nascosta a differenza di Lucius, che è il più grande farabutto in circolazione: arriverebbe addirittura al suicidio per non dover fare fuori il figlio, per lui il sangue è importantissimo, l’idea che un giovane purosangue venga eliminato gli fa venire la pelle d’oca; l’ho avvertito dalle sue parole, dal passo lesto con cui è sparito… Ah Lucius!- sospirò –Sono talmente tanti anni che lavora per me che ormai riesco a capire quello che pensa senza nemmeno bisogno dell’Occlumanzia! Mi risparmia molta fatica!

 

Per quanto riguarda il giovane Draco, so bene che vuoi privarlo di tutto quello che lui ha potuto avere a differenza di voi!-  

 

La ragazza annuì, mordendosi le labbra fino a farle sanguinare: - Meglio il niente piuttosto di qualcosa di sbagliato!-

 

-Ah!- esclamò Voldemort –Vedi perché andiamo d’accordo? Ragioniamo nello stesso modo!-

-Sai Ly si sta dimostrando molto valida! La scusa che ha usato per arrivare a noi è stata fantastica!

 

-Veramente l’ha usata per arrivare a me! Mi dispiace solo tradire la fiducia della mia sorellastra, ma deve capire…

senza di te non potremmo rivendicarci, io lo faccio per lei!!!- aveva esclamato con la voce carica di rancore; ma nei suoi occhi si poteva intravedere un piccolo barlume di pazzia!-

 

-Bene Margareth! Molto bene! Sono sicuro che da te non riceverò alcuna delusione, mi sembri decisa a continuare fino alla fine!-

-Se lo sembro, forse è perché lo sono!- disse lei.

 

-Bene è così che vi voglio, poi magari potresti essere anche ricompensata- disse mentre le accarezzava sensualmente la pelle morbida della coscia.

 

-Mi dispiace, ma io e te avremo solo stretti rapporti lavorativi, niente di più!- esclamò la giovane mentre si rialzava e si avviava verso la porta.

-Buona notte mio signore!- disse infine uscendo.

 

-Buonanotte!- rispose il mostro sotto voce.

- Margareth fiore della mia sfortuna! Ah !- esclamò ridendo sadicamente –Puttana!-

 

   

******

Allora ciao a tutti amici miei, come vi va la vita? A me potrebbe andare meglio!!! Per non divagare vi chiedo un parere: come vi sembra il chap? Spero che non stiate facendo la coda ai bagni per vomitare!!!!

Mi raccomando recensite e ditemi sempre che pensate in modo che io possa migliorare! ^_________ -

 

Ringraziamentissimi:

 

Marco: ti capisco; infondo chi con il lavoro e chi con la scuola siamo tutti un po’ impegnati, non trovi? Comunque anche a me lo scorso chap è piaciuto, i bambini hanno fatto pace, ma….

Grazie di trovare un po’ di tempo per lasciarmi delle recensioni sempre carinissime! Ciao!

Paddy: tesoro sarò ripetitiva, ma le tue recensioni sono sempre un tocco sano per me!!!

Sono contenta che la ff inizi a farsi interessante, spero che continuerai a seguirmi!!! Ciao!!!

Angi: hai visto che poi non ti ho fatto aspettare troppo e ti ho detto quello che Remus ha detto a Harry (peccato però che non si capisca molto, ah ah!!!).Comunque io credo che con te sarò indebitata a vita: sei sempre gentile e generosa e non credo potrò mai ringraziarti abbastanza!!! Grazie e ciao carissima!!!!

FraFra. tesoro ciao!!! Le tue due recensioni mi hanno riempita di gioia!!! Dici che la ff ha preso una nota buia eh? Mah non so… comunque a Jessica interessa Ron (come avrai capito) bisogna vedere se lui ricambia…. Un bacione ciao!!! ^.^

 

Ciao a tutti

 

By ale69    

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Capitolo 14
*** Buona Fortuna Draco Malfoy ***


BUONA FORTUNA DRACO MALFOY

 

 

 

Quella mattina era tempestosa, proprio come avevano annunciato i nuvoloni della sera precedente.

Gli studenti di Hogwarts erano in coma: evidentemente qualcosa aveva disturbato il loro sonno, non dovevano aver dormito molto.

Harry era seduto al tavolo del Griffondoro insieme ai suoi amici; mentre faceva colazione ci fu l’arrivo della posta, ma niente per lui.

Un imponente gufo reale atterrò al tavolo dei Serpeverde, ma Harry non riuscì a vederne il destinatario.

Hermione come sempre ricevette il suo giornale e si immerse nella sua lettura.

Dopo circa un quarto d’ora alzò lo sguardo e ripiegò la rivista: a quanto pareva non dovevano esserci novità dal fronte di guerra.

 

Ron si alzò sbadigliando dal suo posto e chiese: -Che si fa oggi?-

 

-Non saprei!- rispose Harry –Mah, da quando siamo arrivati non abbiamo fatto nemmeno un saluto ad Hagrid , che ne dite se andassimo a trovarlo?-

 

-Si è un ottima idea!- aggiunse entusiasta Hermione.

 

Così  i ragazzi andarono ad indossare i mantelli e uscirono dalla scuola, affrontando una vera a propria tempesta.

Arrivarono alla capanna del mezzo gigante e bussarono.

Immediatamente il faccione simpatico di Hagrid apparve da dietro la porta.

 

-Finalmente! Ci dicevo a Thor che sareste venuti qui a trovarci!

Entrate ho fatto le brioche con la marmellata.-

 

I tre ragazzi si accomodarono nel loro posti preferiti davanti al fuoco, sperando vivamente che la cucina dell’omone fosse migliorata.

 

-Allora avete conosciuto la nova amica Jessica; ci parlate o ognuno a casa sua?-

 

-Beh Hagrid non abbiamo un gran rapporto con lei! Sai è a Serpeverde! (NdA per chiarimenti leggete alla fine del chap)-

 

-Ci ho detto a Silente che era meglio non farla venire a scuola è pur sempre la figlia di…- tutti e tre drizzarono le orecchie, sperando che si tradisse, ma ciò non accadde.

Hagrid si limitò a tossicchiare e a cambiare discorso alla velocità della luce

 

-Beh e Ginny? Che mi dite della piccola Weasley-

 

-Si da il caso che “la piccola Weasley” abbia stretto amicizia con una bionda di cognome Raily e adesso non si degna più nemmeno di salutare suo fratello che, non per essere pignolo, sono io!!!- esclamò Ron furibondo.

 

-Capisco! Forse dovresti dirci che vi manca e convincerla a tornare con voi, facendoci capire che una Serpeverde è… come dire? Inaffidabile e troppo diversa dal tipo di amica che lei cerca!- consigliò Hagrid.

 

-Cosa credi che non ci abbiamo provato io, Harry e Herm? Le abbiamo detto di tutto e lei ci ha risposto “Ma che vuoi, Serpeverde è una casa come le altre! E’ impazzita credimi!- concluse il rosso con aria affranta.

 

-Ma forse tu e Harry siete due ragazzi,a voi certe cose non le dice!  Ma Hermione, con te ci ha parlato?- domandò rivolgendosi alla ragazza.

 

-Si e ne stavo parlando qualche tempo fa con Harry. Il nostro ultimo discorso risale a mesi fa, mi aveva solo detto di…- ma si bloccò, perché Harry le aveva dato un calcio sulla gamba; non gli sembrava il caso di dire certe cose davanti a Ron.

-Si insomma- disse intendendosi al volo con il ragazzo –ha formulato un discorso un po’ difficile e senza senso, quindi non ho capito molto!- esclamò infine.

 

Ron tuttavia aveva intuito qualcosa, ma si limitò a corrugare la fronte e a tacere.

 

-Ok ragazzi! Capisco, mi dispiace! Spero che prossima volta che ci parlerete, Ginny cambia idea! Ora devo così… “cacciarvi” perché mi devo organizzare la lezione per domani: sapete il terzo anno è molto curioso!-

 

-Va bene Hagrid, togliamo il disturbo; è stato bello parlare con te e grazie per gli ottimi dolcetti- disse Harry, mentre lui e i suoi amici si rimettevano il mantello e si avviavano verso la porta.

 

-Niente e comunque: è sempre un piacere avervi qua, ma mai un disturbo!-

 

-Ok ciao!-

 

E detto questo i ragazzi uscirono dalla capanna per tornare al gelido parco della scuola.

Il lato positivo era che aveva smesso di piovere e che le nuvole iniziavano a diradarsi, per lasciare posto ad un timido sole.

 

Harry era immerso tra i sui pensieri: “Hagrid sa qualcosa! E stava per farselo sfuggire ; qui va a finire come al primo anno! Tanto prima o poi ce lo dovrà dire se è vero che Jessica è talmente pericolosa e poi… Lei è la figlia di Margareth Raily ma chi è il padre? E poi perché sia lei che sua sorella hanno preso il cognome dalla madre e non dal… Un momento, ma se la loro paura è che Jessica possa essere pericolosa anche Donna lo deve essere, è pur sempre figlia degli stessi genitori; quanto vorrei parlare con Malfoy, è l’unico che può conoscere qualcosa di questa storia! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa lui!”

 

-E tu che ne pensi Harry?- gli stava domandando Hermione.

 

-Di cosa?- chiese lui, un po’ confuso: era talmente pensieroso da non accorgersi che la sua ragazza gli stava parlando!

 

-Dei dolcetti di Hagrid naturalmente! Ma dove hai la testa?- gli domandò lei.

 

-Mah Herm,- disse Ron pensieroso -anche ieri sera era seduto sul suo letto e sorrideva come un idiota.- aggiunse il rosso con un sorsetto.

 

-Ma smettetela!-esclamò divertito Harry –stavo pensando che per la prima volta non ho dovuto mettere il rinforzo ai denti per riuscire a mangiare le brioche di Hagrid!-

 

-Già!- continuò Ron –Visto che ho ragione io? Si sta per sposare con Madama Maxime e quando lei ha scoperto le sue doti in cucina gli ha dato delle dritte e poi… Cercate di capire anche lei povera donna! Se mai avranno dei bambini, mica può rischiare di farli morire, non trovate?-

 

Gli altri due scoppiarono a ridere mentre si avvicinavano al portone della scuola.

 

Un biondo alto e molto magro, era appoggiato alla fredda parete di marmo: li stava aspettando.

 

-Possibile Malfoy che non possiamo andare da nessuna parte che tu ci segui sempre?- domandò irritato Ron.

 

-Vedi Weasley, non per niente la mia parola preferita è “ombra”!- esclamò freddo il biondo, mettendo a tacere il suo interlocutore.

-E comunque sono venuto per parlare con Potter, di certo non per vedere te: sai non sei il mio tipo ideale!- continuò.

Quella mattina i suoi occhi erano ancora più freddi del solito; Harry intuì che doveva essere successo qualcosa.

 

-Va bene! Ron, Hermione andate pure in Sala Comune! Io vi seguo tra cinque minuti!- disse Harry con decisione ai sui amici.

 

-Si diciamo pure dieci minuti, anzi un quarto d’ora!-aggiunse il biondo con un ghigno.

 

I due ragazzi con un cenno della mano, salutarono il moro mentre leggermente confusi sparivano all’interno del castello.

 

-Allora che cosa mi devi dire?-

 

-Ieri sera mio padre è rientrato con una spada e ha detto a mia madre di farmi tornare a casa il più presto possibile; “farò ciò che avrei dovuto fare già da molto tempo!” questo ha detto mentre lucidava la sua arma!- esclamò Draco con voce strozzata.

 

-E allora? Ti vorrà parlare no?-

      

-Potter, so che con il cervello limitato che ti ritrovi ci impieghi un po’ a completare un ragionamento sensato, però non pensavo che ti riducessi a tal punto! E’ ovvio che mi vuole uccidere! Deve essere andato dall’Oscuro Signore ieri notte, so che dovevano incontrarsi!

Quello che non capisco è perché vuole farlo fare a mio padre; è il più grande codardo in circolazione, ha paura pure della sua ombra, poteva chiederlo a qualcun altro, so che sono entrati nuovi Mangiamorte nel gruppo, c’erano loro!

Secondo me deve fargliela pagare: si è stufato di lui ed è già stato tradito una volta; al quarto anno, quando è tornato,  ha chiesto a mio padre perché non si era fatto imprigionare ad Azkaban come Bellatrix.

È come se lo avesse tradito e non vuole che accada ancora, sa troppe cose! Sa che non mi ucciderà mai: per i Malfoy il sangue è troppo importante, mio padre non eliminerà mai uno delle poche persone che possono portare avanti la dinastia dei Purosangue oltre che la sua!-

 

-E allora che hai intenzione di fare?- domandò il ragazzo sopravvissuto.

 

Il biondo voltò il viso verso un raggio di sole che lo stava colpendo: i suoi occhi si illuminarono di una luce mai vista prima.

 

-Io a casa non ci torno e soprattutto non diventerò un Mangiamorte!

Magari parto, vado in Irlanda, in America, ogni luogo è buono per poter stare lontano da qui!- esclamò.

 

-E tua madre? Ne hai parlato con lei di questo?-

 

-No ho ricevuto la sua lettera solo stamattina, ma come tutte le madri non vorrebbe che io venga ucciso non credi?-

 

-Si!- disse Harry malinconico: sua madre era morta per salvargli la vita.

 

-Sai, mia madre non mi ha mai obbligato a prendere la strada che voleva lei per me; mi ha sempre incoraggiato a seguire il mio percorso senza farmi influenzare da chi mi obbliga a seguire il suo, senza farmi mettere i piedi in testa da chi mi guida.

Ha sempre voluto che io fossi libero di avere i miei ideali, senza che altri mi obbligassero ad avere i loro, e io……….- sospirò.

-L’ho sempre reputata una pazza, fin da bambino, vedevo mio padre come la perfezione impossibile da raggiungere e ho sempre cercato di assomigliargli il più possibile. Ma ora, io voglio essere libero- esclamò con grinta –e se mio padre me lo impedirà…- ma non concluse la frase.

 

-Te ne andrai?- chiese Harry sotto voce.

 

-Può darsi! A quel punto mio padre verrà ucciso; Voldemort se non ottiene quello che vuole lo crederà un farabutto, anche se lo pensa già! Mi piacerebbe sapere chi è il Mangiamorte che se ne occuperà, perché non credere che se ne occupi il Signore Oscuro in persona!-

 

-Si lo immaginavo!- esclamò Harry.

 

-Malfoy?-

 

 -Mh?-

 

-Qualunque sarà la tua scelta, sappi che in questi anni ho imparato una cosa fondamentale: mai vergognarsi di chiedere aiuto! Non è un’azione di debolezza, anzi… Se un ragazzo, chiede aiuto al suo peggior nemico, dimostra di essere superiori e di poter mettere da parte i rancori che per tanti anni li ha divisi.

Io non ti chiederò di diventare mio amico; siamo diversi e probabilmente ci sarà sempre una competizione tra noi, ma non è obbligatorio che ci debba essere del male.

Non dobbiamo per forza escogitare il miglior modo per farci soffrire a vicenda, non è giusto e non fa bene ad entrambi.

Ma sappi solo che se avessi bisogno di me, io ci sono!- disse e poi fece una cosa mai fatta prima: gli tese la mano.

 

Dopo un’iniziale incertezza Malfoy la prese con  decisione.

 

-Grazie Potter; chi l’avrebbe mai detto? Nel momento in cui io me ne vado trovo un insospettabile alleato!- disse, mentre si spostava dietro le spalle di Harry.

 

-Cosa vuol dire che te ne vai? - domandò, ma non ricevette risposta.

Quando si girò, infatti, il biondo era sparito.

-Buona fortuna Draco Malfoy!- disse sorridendo, mentre un fresco venticello invernale gli scombinava dolcemente i capelli.

 

 

******

 

-E così il giovane Draco si è rifiutato di tornare a casa!- aveva detto una voce macabra, appartenente ad un mostro dagli occhi scarlatti: Voldemort.

 

-Si mio padrone!- rispose una giovane donna -Almeno sono state le parole di Lucius!- aggiunse lei.

 

La risata gelida che ne seguì, fece venire i brividi alla giovane, che si strinse maggiormente nel suo mantello.

 

-Ah Margareth!-esclamò Voldemort –Lucius ha una fervida immaginazione, ma la sua codardia  lo affligge! Un giovane ragazzo come Draco, dove credi possa andare se non a casa da mamma e papà, che lo hanno sempre viziato come un principe? Invece no!- continuò sempre più irato –lui decide di andarsene! AH! Questa è la balla più favolosa che abbia mai sentito! Lucius! Non voleva ucciderlo! E per questo lo farai tu, vero mia regina?-

 

-Con tutto il piacere possibile Tom!-

 

-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo Ma’?-

 

-Lo stesso numero di volte che io ho ripetuto a te di non chiamarmi come Lucius chiamava mia madre!- rispose lei arrabbiata.

 

-Ah ah! Vent’anni passati con i Malfoy e sono diventato come loro! –

 

-No, mai!- rispose lei.

 

-Margareth… meraviglia per gli occhi e disgrazia per l’anima… che ne pensi di un “uomo” tradito come me?-

 

-Penso che se Draco se ne andasse non mi sorprenderebbe! Quel ragazzo ha grinta da vendere, non ha preso niente dal padre!-

 

-Come ti ho già detto, Narcissa è una donna molto coraggiosa e probabilmente, senza che il ragazzo se ne rendesse conto, è riuscita a manipolarlo a suo piacimento!- (NdA Narcissa eh? Lucius invece no, vero?)

 

-Capisco. Comunque nel momento in cui Draco se ne dovesse andare, io lo verrei a sapere!- intervenne Margareth.

 

-Già, meno male che esisti! Oggi è il tuo compleanno vero?- domandò e quando la ragazza annuì, lui fece una sadica risata che echeggiò nel freddo della notte

–allora ho un bellissimo regalo per te!-

-Il tuo adorato padre François! Lo vuoi uccidere? Lo vuoi far soffrire? Fallo!-

 

In quel momento un uomo pelle ossa, alto e non particolarmente attraente, uscì da una delle porte della stanza circolare.

 

-Vieni François e guarda la meraviglia che è diventata tua figlia!-

 

L’uomo si avvicinò alla ragazza; la osservò per un po’, le girò intorno e poi le gettò le braccia al collo.

 

-Margareth fiore mio, non sai quanto mi sei mancata in tutti questi anni!-

 

La ragazza tuttavia non stava rispondendo all’abbraccio: aveva le braccia lungo i fianchi e il corpo rigido.

 

-É per questo che ti sei accalcato nel cercarmi, vero?- domandò lei gelida.

 

-Margareth, perché  non saluti tuo padre come si deve?- le domandò Voldemort con finto stupore.

 

Lei tirò fuori la bacchetta, la punto contro il padre, iniziando a pronunciare la formula magica: -Avada….-

 

Ma un lampo di luce la disarmò: il mostro, infatti, le stava ora sorridendo con la bacchetta puntata nella sua direzione.

 

-No! Non ucciderlo ci potrebbe tornare utile!- esclamò -Coraggio Margareth, fai gli onori di casa e conducilo nella sua stanza: la suite naturalmente!-

 

Margareth prese il padre per un braccio e senza troppa delicatezza lo condusse verso la porta.

Non appena la giovane donna fu uscita, Voldemort disse con voce appena udibile, tipica di lui:

 

-Molto utile!-

 

 

******

 

Era una nottata fredda, forse la più fredda di quell’anno.

Un giovane ragazzo dai capelli biondi aveva tirato fuori un piccolo fagotto di pelle.

Prese un aggeggio molto simile ad un fischietto, lo portò alla bocca e soffiò.

Il suono che ne uscì era delicato, ma talmente silenzioso da riuscire ad assordare anche le orecchie più robuste.

In cinque minuti un animale nero e alato gli si mostrò davanti agli occhi: era un Thestral (NdA alla fine….) 

Draco montò sulla sua groppa dell’animale e disse: -Buono Rudy, portami più lontano possibile da qui!-

La creatura obbedì subito e si alzò in volo.

 

 

  

Era una nottata fredda, forse la più fredda di quell’anno.

Un giovane ragazzo dai capelli biondi aveva deciso che vivere sotto la dittatura di un padre codardo non faceva parte del percorso della sua vita.

Fu così che abbandonò tutto: la famiglia, la scuola, i suoi “amici” e il suo peggior nemico, che solo quel giorno si era dimostrato la persona più fidata che lui avesse mai conosciuto.

 

 

 

Era una nottata fredda, forse la più fredda di quell’anno.

Un giovane ragazzo dai capelli biondi di nome Draco Malfoy sparì dalla scena “del cattivo” che gli era sempre stata affibbiata, per lasciare il posto a qualcuno di più meritevole.                

 

 

******

 

Fan di Draco… Niente lacrime mi raccomando!!!! Il nostro biondo non è morto e soprattutto vi prometto che prima della fine della ff lo rivedremo (forse)!!!!!! Se penso che quando ho iniziato la ff lo odiavo e ora sto quasi piangendo per lui, anche perché io so tutto il suo futuro, quindi…..

Mi raccomando non vogliatemi male e recensite!!!!

Vi posto questo chap di fretta: devo andare a studiare Leopardi e domani interrogazione; sapete che gioia!

 

Grazzissimi a: 

 

Marco: ho rimpicciolito la scrittura fammi sapere se va meglio!

Vuoi sapere che “persone” sono quelle due? Beh anche a me piacerebbe saperlo! Ciao e grazie sempre per le tue recensioni carinissime!

Paddy: quattro parole: sono bastate a farmi sentire al settimo cielo!

Grazie, ciao, un bacio!

Lady86: si ti capisco: a volte io accendo il computer di sera e riesco a tenere gli occhi aperti per miracolo (un po’ come in Tom & Gerry, quando Tom doveva mettersi i bastoncini sugli occhi per tenerli aperti….)

Cmq sono contenta di averti ritrovata e di sapere che mi recensisci, perché credimi: ogni vostro singolo commento mi da sempre tanta forza!!!!

Ciao e grazie!!!!!

Angi: stavo morendo d’infarto quando vedevo che passavano i mesi, gli anni…. Vabbè non esageriamo, sono passati semplicemente tre giorni e tu non ti facevi ancora sentire… avevo un punto di domanda sul faccino e le lacrimucce che volevano uscire!!!! Ma poi tu sei tornata e allora sono contenta!!! Le immagini eh? Ma se per te non  è disturbo mi piacerebbe ricevere quelle di Lily, perché a parte sapere che ha capelli rossi e occhi verdi non si sa un granché, quindi mi piacerebbe vederne qualche immagine … 

Grazie per esserci sempre,  grazie per essere sempre gentile con me, grazie per avermi dedicato un chap della tua storia bellissima (ragazzi andate tutti a leggerla il titolo è “Non ti lascerò mai sola”)…. Insomma, grazie per tutto!!!!! Ciao cara!!!   

 

Ciao a tutti

By ale69

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Capitolo 15
*** Nostalgia ***


Devo dire alcune cose che penso siano importanti (almeno per chi legge la ff).

Questo chap lo posto oggi per miracolo, ma poi non ci risentiremo più per due o tre settimane…

Causa? Il 28 febbraio parto per Parigi e torno il 4 marzo e come potete ben immaginare mi sarà impossibile scrivere nuovi chap;so benissimo che da oggi a quel giorno c’è un sacco di tempo (una settimana), ma gli ultimi due chap sono stati molto corti, più di quanto io volessi, quindi sto scrivendo un bel (spero) chap lungo e dove si dovrebbero capire delle cosucce, ma non dico di più…. Il problema è che ho poco tempo causa verifiche e vado avanti una riga al giorno!!! Trovo conforto solo per un paio d’orette dove leggo le vostre ff (mi salvate!!!)

Ciao ciao, spero proprio che per questo chap vada meglio e commentiate in molti….

 

A tutti i ragazzi che non recensiscono mai: lasciatemi un commento, s’il vuos plaît, sono molto triste se non lo fate, pur vedendo che le letture della ff sono molte; capisco che perdere tempo con una mezza pazza come me è fuori discussione, ma io faccio i salti di gioia appena mi accorgo che ho ricevuto un solo commentuccio!!! E poi potete dirmi di tutto, soprattutto consigli su come scrivo, io quest’anno ho gli esami e se voi mi deste un aiutino a migliorare io ve ne sarei grata per l’eternità!!!! Ciaux!!!!!

 

 

NOSTALGIA

 

La mattina seguente era fredda e nostalgica; qualcosa doveva essere cambiato radicalmente.

Harry e Ron si erano svegliati tardi: la sera prima l’avevano passata a stilare una classifica delle ragazze più belle della scuola; morale, Hermione era la prima seguita da Jessica.

Nonostante, infatti, fosse una ragazza quanto mai odiosa, era davvero molto bella -Peccato si rovini con quel carattere del cavolo!- aveva esclamato Ron.

 

La conseguenza peggiore fu che durante le prime due ore di quel gelido mercoledì, c’era Piton con le sue amate pozioni.

 

-Ecco, due ore a mescolare schifezze per ottenere intrugli che al 99% proverà sulla pelle di Neville!- aveva detto Ron.

 

Il rosso quella mattina sembrava estremamente scontroso; aveva risposto male perfino ad Hermione, quando lei gli aveva chiesto cortesemente di passargli il latte.

 

La conseguenza migliore, invece, fu che Malfoy non era presente alla lezione e di conseguenza i Serpeverde, non essendo più capeggiati dal loro Leader, non si divertivano a deriderli come sempre.

Il problema in realtà appariva ben più grave, ma nessuno dei Griffondoro fu così stupido da andare da un loro compagno verde-argento per chiedere informazioni: non svegliare il serpente che dorme.

Anche Piton era molto pallido, più del solito veramente e durante quella lezione si limitò solo a spiegare una pozione presa a caso dal libro che aveva sulla cattedra; la cosa molto strana, fu che il volume in questione era del primo anno, lo si capiva dalla sua semplicità.

Tuttavia Neville riuscì a combinare comunque un disastro e Piton fu costretto non solo a ripulire tutto, ma anche ad affiancarlo a Ludmilla Fluì, una Serpeverde che stava emergendo solo ora per le sue fantastiche doti nel dosaggio degli ingredienti.

Fu proprio questo che iniziò a preoccupare Harry: Piton che aiutava Neville? Fatto mai verificato prima!

 

Al suono della campana il ragazzo sopravvissuto era indeciso se andare a parlare con Silente, con Piton o con Jessica, che essendo una Serpeverde sapeva di certo la causa di quelle stranezze.

 Scelse l’opzione più semplice.

 

Non appena la vide alzarsi dal suo posto per dirigersi verso la porta,  prese con forza la ragazza per un braccio e la voltò verso di sé: lei sorrise e sospirò.

 

-Immaginavo che venissi a fermarmi: prima o poi cedono tutti!.- esclamò, lanciando un’occhiata ad Hermione, che in quel momento era al fianco di Ron,  mentre insieme osservavano la scena molto confusi.

 

-Che stai dicendo? Senti cosa è successo? Perché Malfoy non è presente alla lezione? Cosa diavolo avete voi Serpeverde oggi?- domando Harry a raffica.

 

-Capisco! Senti la nostalgia delle nostre prese in giro vero?- domandò la biondina con un sorrisetto.

 

-Esatto- esclamò Harry sorprendendola, tanto che lo guardò con tanto d’occhi. –E siccome voi non siete quelli che vi svegliate alla mattina e per bontà d’animo lasciate stare la vostra vittima preferita, mi piacerebbe sapere che diavolo vi sta succedendo!-

 

Lei lo prese per mano (NdA non allarghiamoci, è già impegnato il giovanotto!!) e lo portò in una angolo dell’aula.

In quel momento Hermione, che a quanto pareva si era davvero scocciata e aveva visto troppo, iniziò a spintonare Ron verso il corridoio, mentre tra sé e sé pensava: -Quella gatta morta!-

 

Harry a quanto pareva non si era accorto di nulla, perché continuò il suo discorso imperterrito.

 

-Allora qual è il fine di questa pagliacciata?-

 

-Senti- disse Jessica con espressione quanto mai seria – avrai notato che non c’è Malfoy, vero?- domandò.

 

-Ma certo che l’ho notato è per questo…-

 

-Bene e tu vuoi sapere il perché?- domandò lei interrompendolo. Il giovane annuì e lei continuò: -Questa mattina sul letto di Malfoy, Goyle ha trovato un bigliettino; credo che lo abbia studiato un po’, ma poi non capendo un’ “h” di quello che c’era scritto, lo ha portato alla prima persona che ha incontrato, che si da il caso sia stata io.

Sai io mi sveglio molto presto, dormire troppo non fa bene alla pelle.

Comunque- proseguì lei, evidentemente si era accorta che era meglio non divagare su futili discorsi –sul bigliettino c’erano scritte testuali parole:

 

“mi sono stancato della situazione che si è creata,

mi sono stancato di dover soccombere al volere

di luridi vermi

che non hanno guardato in faccia nessuno

prima di ucciderlo

(ammazzerebbero pure la loro madre

 se venisse chiesto loro  richiesto)

voglio dire solo una cosa: grazie mamma

è la prima volta che ti chiamo in questo modo,

ma tu mi hai illuminato il cammino

come una madre avrebbe dovuto fare

e Potter; per lui ho questo messaggio:

“il primo luogo stabilito e ipotizzato”

spero che tu capisca stolto…”

 

Quando Harry finì di leggere restò allibito e domandò a Jessica:

-E tu, hai fatto una copia di questa lettera?-

 

-Oh no!- esclamò lei –Questa è l’originale, la copia l’ho data ovviamente a Piton; credevo che tu ne avresti fatto miglior uso di quell’idiota!-

 

-Ah!- disse semplicemente lui.

 

-Si ho capito che sei uno di quei ragazzi che parlano a monosillabi! Ma non voglio che tu mi ringrazi: so bene come la pensi su di me, anzi come la pensate tutti, ma non posso farci niente.

Io amo essere bella e non me ne vergogno, anzi… Cerco di sfoggiare le mie doti davanti a tutti, anche se molte volte rischio di diventare antipatica.-

 

Harry non aveva proprio niente da risponderle: infondo quello che lei aveva appena detto era vero, lui per primo si meravigliò del fatto che lei se ne rendesse conto.

 

-Immagino anche che ti abbiano detto tutto sul mio conto, vero?-

Harry annuì.

-Ah! Ma non è vero! Si io so tutto, ma contro Draco non avevo niente; capitare nella sua casa mi aveva riempito di gioia, già mi stavo preparando un discorso per potergli dire tutto di noi due, ma come vedi lui se ne è andato.

Mi ha parlato solo una volta augurandomi il buongiorno una mattina, ma niente di più.

Gli volevo bene e non sono invidiosa, come ti ho detto prima sfrutto al meglio la cosa di cui sono dotata in abbondanza: la bellezza. Ma in realtà lo faccio per nascondere quella parte del mio carattere rimasta incompleta o vuota a causa di….- ma come Draco aveva il vizio di non concludere i discorsi, perché infatti si fermò.

-Suvvia Jessica- si disse –così rischi anche di diventare una sentimentale! Ora  scusa Harry, ma devo andare, come vedi la fuori c’è Ginny che mi attende, le ho promesso di darle consigli su come tenere bene lo smalto sulle unghie- disse infine, indicando le sue mani dove uno smalto color porpora brillava in maniera perfetta sulle sue unghie.

-Ciao bello e…. Salutami Ron!-

 

-Certo ciao!- rispose Harry, mentre la guardava allontanarsi.

Lo aveva lasciato là, tra i suoi pensieri, più confuso che mai!

 

“Perché mai doveva essere così affezionata a Draco? Ne era innamorata? No! Giurerei che alla bionda interessi Ron, ma Malfoy che c’entra?

Cosa ha avuto lui che invece a lei è  mancato?”

 

Ancora immerso nei suoi pensiero si allontanò dall’aula, senza accorgersi di una giovane ragazza che aveva ascoltato buona parte della loro conversazione.

 

 

 

*******

 

 

Stare accanto al fuoco era una fantastica idea per non sentire il freddo pungente di quei giorni; tuttavia un mago tanto potente quanto malvagio, aveva smesso di sentire qualunque sensazione sulla sua pelle da molto tempo: per lui ora esisteva solo la vendetta, ma forse…

La stanza era stata ripulita dalle condizioni pietose di quando lui era arrivato, tuttavia si avvertiva ancora quell’odore di chiuso e muffa, tipico delle stanze tenute in disuso per anni.

 

Voldemort era accomodato sulla sua logora poltrona, che in quei giorni era diventata il suo giaciglio.

Stava accarezzando un animale verde e viscido, che emanava strani suoni, probabilmente dei sibili: era un serpente.

A chiunque fosse passato di lì sarebbe sembrato solo i verso tipico di un animale come quello, ma per chi come il Signore Oscuro conosceva il Serpentese, sapeva che quei suoni avevano un significato ben specifico.

 

-E cosi- aveva sussurrato l’uomo dagli occhi scarlatti –mio fedelissimo amico, Draco se ne è andato veramente! Ma dove? Sicuramente lontano da suo padre, lo ha detto anche Margareth!

E ha lasciato scritto “il primo luogo stabilito e ipotizzato”  ma che vuol dire?

Ciò che non mi preoccupa affatto è che Potter ne capisca mai il significato, è troppo preso a capire cosa voleva dirgli Jessica- prese tralle sue mani un bicchiere di vetro molto sporco che conteneva uno strano liquidi viola, probabilmente era vino, ma chissà  quale strano ingrediente conteneva.

-Povero stolto e pensare che ha le risposte sotto i suoi occhi  e…..- ma non continuò il suo discorso, mentre il colore scarlatto dei suoi occhi si mescolò con il rosso accesso delle fiamme che brillavano sotto il suo sguardo.

Quel suo modo di pensare, i pensieri stessi, ciò che provava, il suo modo di comportarsi, lo rendevano estremamente…… Estremamente….. Estremamente umano!

Era questo che non riusciva ad accettare: gli umani (tutti e senza distinzioni) erano una razza in grado di amare, ma non lui!

Lui non avrebbe mai amato nella sua vita, non avrebbe mai accettato questa debolezza, eppure da quando c’era lei….

Non capiva il perché dovesse essere tutto così intricato, nei fatti e nella sua mente!

 

Un sibilo del serpente uscì lungo e indistinto; il mostro si voltò di scatto verso l’animale e urlò:

-NO MAI! Io non cederò, qualunque cosa accada!-

Il bicchiere che teneva fra le mani si ruppe in mille pezzi e le schegge andarono a conficcarsi nella carne non più giovane dell’uomo, mentre il serpente venne soffocato dalla sua presa forte e decisa.

L’espressione affranta che si palesò sul suo viso avrebbe fatto pietà a chiunque; con le mani e le dita tremanti prese delicatamente le spoglie del suo fedele “amico” e sussurrò:

-Rinnega le tue origini e ogni loro debolezza e raggiungerai la perfezione- sospirò, per poi posare il cadavere sul pavimento, alzarsi in piedi e gridare:

 –MA COME? TU LA FAI SEMPLICE VERO, TU NON SEI QUI, TU NON STAI VIVENDO! VERO?- esclamò guardando il suo riflesso in uno specchio disintegrato di fronte a lui.

-Vero?- continuò, come se sperasse che la sua immagine riflessa gli rispondesse –Vero? Vero, vero, vero?- continuò a ripetere sempre con meno convinzione, fino a cadere in ginocchio ai piedi della poltrona.

-Ah mio unico e fedele amico- proseguì guardando il rettile –mi……. Dispiace!!!- concluse mentre una calda lacrima scendeva dal suo viso, provocando in lui la tremenda convinzione che già da tempo affliggeva i suoi pensieri: lui era diventato un uomo a tutti gli effetti acquistandone sia i pregi che i difetti.

 

 

 

******

 

 

Era mezzanotte e Harry stava rientrando nel suo dormitorio: era sicuro di non trovare più nessuno in giro.

Quella sera aveva fatto tardi perché aveva incontrato Luna Lovegood  che, insieme ad una banda di persone scalmanate come lei, stava sponsorizzando i prodotti che si potevano ricavare dal grasso di una animale di cui Harry non ricordava nemmeno il nome.

L’unico problema era che, naturalmente, non c’erano prove dell’esistenza di questa creatura e di conseguenza servivano i fondi per organizzare delle spedizioni.

Harry si era ben presto dileguato, dicendo di avere seri problemi intestinali causati dal troppo abbuffarsi in quei giorni, e si era poi diretto alla torre del Griffondoro.

Non appena spostò il ritratto della Signora Grassa (-Ti sembra l’ora di tornare?- gli aveva urlato dietro)  gli parve di vedere qualcuno seduto sul divano di fronte al fuoco che, con qualche fiammella miracolata,era ancora acceso.

Si avvicinò e i trovò davanti un’Hermione alquanto fredda.

-Ciao!- gli disse, continuando a guardare il fuoco –Come ti è andata la giornata?- gli domandò.

 

-Bene e a te?- rispose lui.

 

-Mi sono quasi ammazzata cadendo dalle scale, ma a parte questo niente di particolare!- rispose lei sempre più gelida, tanto da lasciare il ragazzo di stucco e a bocca aperta.

 

-Mi dispiace!- disse lui, abbassando gli occhi con sguardo colpevole.

 

Sul viso di Hermione ci fu un guizzo, causato dai nervi che in quel momento erano tesi come corde di violini.

-Ti dispiace?- continuò lei con sussiego –E perché la notizia non mi sorprende? Ah già!- esclamò- Dopo aver passato tutta una giornata con la più bella ragazza della scuola ci si dimentica pure di chiedere come sta la propria ragazza, perché tanto è un dettaglio che passa in secondo piano, vero?-

 

Harry molto confuso (NdA si ma sto ragazzo non capisce niente proprio, e che diamine!) la guardò un attimo e poi le rispose: -Mi dispiace di averti ignorata tutto oggi e forse anche nei giorni passati- aggiunse, vedendo che la ragazza aveva aperto la bocca per ribattere –ma vedi ci sono cose di cui tu non sei al corrente e che io devo chiarire al più presto.

Se io parlo con Malfoy, con Jessica o non ti dico cosa mi ha detto Lupin, o faccio solo per proteggerti!- concluse.

 

-Per proteggermi? Ma ti rendi conto di quello che dici? Io non voglio essere protetta, voglio capire quello che sta succedendo Harry. Da quando tu parli amichevolmente con Malfoy o prendi Jessica e la porti in un luogo appartato per evitare che altri ti sentano? Io e Ron ci siamo sempre stati, ci hai sempre detto tutto e ora che sono la tua ragazza, oltre che la tua migliore amica, voglio capire Harry!-

 

-No, tu non puoi capire!- esclamò lui con rabbia.

 

Se le avesse detto –vedi Herm a me ora Jessica fa girare la testa e di te non me ne frega più un accidente!-  forse le avrebbe fatto meno male.

Ma quella frase, che lei aveva temuto le venisse sbattuta in faccia da tanti anni, detta così, con quella freddezza e quella convinzione, la distrusse.

Avrebbe voluto urlargli contro e forse sarebbe stato meglio; avrebbe voluto dirgli che in sei anni di scuola lei gli era sempre stata accanto in ogni sua avventura, non l’aveva mai lasciato; avrebbe voluto dirgli che se l’anno prima avesse seguito i suoi consigli ora Sirius sarebbe stato ancora vivo, perché Voldemort lo aveva fregato e lei….

Lo aveva capito! A differenza di Harry lei aveva intuito tutto fin dall’inizio.

Avrebbe voluto fare un sacco di cose, ma l’unica che fece fu la peggiore, quella che le avrebbe tenuto quel suo angolino di odio freddo e solido dentro al cuore e che le avrebbe impedito di esternarlo.

Si alzò dal divano e, ignorando il ragazzo che la stava fissando in attesa di finire il loro discorso, si diresse verso il dormitorio femminile, per poi scomparire alla vista di Harry dietro la pesante porta di legno.

 

*****

 

Ragazzi non dovete avercela con me , infondo dovevate aspettarvelo: la vita non è tutta rose e fiori purtroppo e i nostri amici lo stanno scoprendo sulla loro pelle.

Questo chap (come il precedente) è un po’ corto, ma mi serviva così….

Esigenze!!!

 

Ringraziamenti ai miei due angeli:

 

Angi:  grazie per le immagini! Sei molto gentile (anche il mio computer è un macello ogni giorno penso “lo sistemo, lo sistemo!!” e ogni giorno mi rispondo “ma si può fare anche domani”)

Aurevoir!!! P.S.  credo proprio che ti manderò una mail con un pezzetto del nuovo chap e ne approfitto anche per farti qualche domanda che non ce la faccio più a trattenere!! Baci!!!

Marco: amico mio!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l’ultimo chap e soprattutto la scena in cui i due raga si stringono la manina, in realtà piace molto anche a me se devo essere sincera, non credevo che scrivere una scena dove quei due diventavano amicissimi per la pelle sarebbe stata credibile, quindi ho fatto in modo che si chiarissero semplicemente…. Jessica una spia? Può darsi… O  forse no? Sai non ricordo bene, di chi stiamo parlando???

Grazie ancora, salut!!!

                                                                                                                     

 

Ciao a tutti

ale69

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Capitolo 16
*** Iniziano i Preparativi per... ***


Il chap lo dedico a FraFra perché il 23/2 era il suo compleanno e poi anche perché è una mia grande amica!!!

Auguri (anche se in ritardo) !!!

 

 

INIZIANO I PREPARATIVI PER….

 

 

Hermione era corsa su in dormitorio piangendo la sera prima; Calì e Lavanda l’avevano tenuta tralle loro braccia per farla calmare, ma le lacrime continuavano a scendere calde e imperterrite.

Durante tutta la notte il suo pensiero fisso furono quelle tre parole, urlate con rabbia e decisione, che avrebbero spiazzato anche il più forte dei forti.

-Non puoi capire!- era questa la frase che continuava a rimbombarle nelle orecchie come le radiazioni di una bomba esplosa.

Non ci poteva credere: lui era andato a dire a lei di avere problemi troppo complessi perché lei potesse rendersene davvero conto.

Questa convinzione si andava sempre più ad annidare nella sua mente, nel suo cuore e dentro lei.

Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts, ma forse non abbastanza brava per tenere in pugno la situazione con il grande mago Harry Potter.

 

 

Nel dormitorio dei ragazzi Harry era rientrato sconvolto: come aveva potuto trattare la sua Hermione così?

Risponderle in quel modo significava automaticamente iniziare una guerra con Ron, visto che gli aveva giurato d non farla mai soffrire.

Entrò in dormitorio e una testa rossa si alzò di scatto.

 

-Cosa è successo?- domandò Ron con la voce molto assonnata.

 

-Io e Hermione abbiamo litigato!- rispose Harry affranto.

 

-Vi siete lasciati?- chiese subito il ragazzo. (NdA e gli piacerebbe)

 

-Non lo so; penso di si, boh!-continuò.

 

-Ma vedrai che domattina farete pace e tornerete tutti baci e abbracci!- esclamò il rosso.

 

-Dici? Io non credo proprio Ron, l’ho trattata davvero male e lei giustamente si è arrabbiata!-

 

-Ma si può sapere che cosa le hai detto di così grave?- domandò sospirando.

 

-Ehm… Un giorno forse te lo dirò, ok?- cercò di concludere Harry velocemente.

 

-Harry?- lo chiamò Ron serio –Mi auguro che tu non ti sia dimenticato di quello che ti dissi a Natale: se Hermione soffrirà me la pagherai cara, non sto scherzando!- concluse con aria molto seria.

 

Harry avvertì un brivido scendere lungo la schiena: sapeva bene che quando il suo amico minacciava di fare qualcosa poi lo faceva davvero e questo fece crescere ancora di più la sua paura.

 

-Certo Ron; cascasse il mondo ma io e Herm faremo pace, non la farò soffrire!- esclamò infilandosi sotto le coperte, al caldo.

 

-Bene!- continuò il rosso con sussiego, mentre i suoi occhi mandavano lampi –lo spero! Beh, ‘notte Harry!- concluse con un sonoro sbadiglio.

 

-A te Ron- rispose Harry cordialmente, per poi rilassarsi tralle sue coperte sperando invano di riuscire a dormire.

 

 

*****

 

 

La mattina dopo era davvero splendida: il sole splendeva alto e luminoso nel cielo, dando una sensazione di calore che faceva assopire ogni studente. (NdA è anche ora direte voi; piove sempre)

Harry e Ron erano scesi a colazione molto presto; il moro sperava davvero di potersi scusare con Hermione, ma ogni sua buona intenzione venne vanificata quando vide che la ragazza non era presente in Sala Grande.

 

Le prime tre ore erano di Difesa contro le Arti Oscure: la Raily aveva detto loro di procurarsi giubbotti belli pesanti perché la lezione si sarebbe svolta all’aperto per “esercitazioni”, ma fortunatamente quella mattina il tempo era davvero ottimo.

La professoressa condusse tutti quanti in un angolo appartato del grande parco della scuola: c’erano alcuni materassini, gli stessi che si utilizzano nelle palestre per fare le capriole; Harry si stava giusto domandando a cosa mai potessero servire quando la vide….

Vide Hermione più bella che mai, con i morbidi capelli mossi che svolazzavano al tocco del leggero venticello di quella mattina, le labbra rosee e carnose che invitavano solo ad essere baciate; i dolci occhi scuri che erano circondati da profonde occhiaie: Harry avvertì subito una morsa allo stomaco.

Era colpa sua se si trovava in quello stato, era stato lui a farla piangere!

Vergognandosi enormemente di se stesso, riportò la sua attenzione alla lezione, accorgendosi solo in quel momento che la professoressa aveva dato l’ordine di disporsi a coppie uno di fronte all’altro.

Il ragazzo lanciò un’ occhiata ansiosa ad Hermione: era in coppia con quella pettegola della Parkinson, che sicuramente l’avrebbe trattata a pesce in faccia, specialmente dopo le tensioni degli ultimi giorni.

 

Inizialmente i ragazzi si esercitarono con gli incantesimi di disarmo, poi come previsto passarono alle cose più serie.

Impararono a fermare il tempo per una frazione di secondo per poter preparare un attacco; riuscirono ad effettuare un complicato incantesimo che serviva a facilitare la perdita di conoscenza per il nemico e infine, solo per i migliori che erano riusciti a completare tutte le esercitazioni, provarono la tanto attesa magia senza bacchette.

Ron e Pansy non fecero parte di questo gruppo e ciò permise ad Harry di poter stare in coppia con la sua ragazza; contrariamente a quanto aveva immaginato il ragazzo tra i due quello più teso era proprio lui.

Hermione sembrava solo attendere le sue scuse e si limitava a concedergli sguardi distanti e estremamente superiori, che avrebbero fatto innervosire anche un santo.

Infatti il moro non combinò proprio niente durante queste prove, mentre Hermione riuscì a far levitare un rametto di legno e addirittura a trasfigurare un sasso in una lucertola (NdA ma che fantasia che ho!!!)

 

La Raily era stata fantastica: aveva spiegato ogni cosa con estrema schiettezza e chiarezza, facendone anche la dimostrazione: la donna, infatti, alla fine di quelle tre stremanti ore, aveva un aria incredibilmente stanca, tanto che dovette chiedere ad Harry di andarle a prendere la sua borsa.

Il ragazzo rientrò correndo nel castello, recandosi ancora più velocemente nella classe di Difesa.

Si fermò davanti alla porta giusto per riprendere fiato e si avvicinò alla cattedra: subito vide l’oggetto dei suoi desideri e allungo la mano per prendere la cartelletta.

Non l’aveva mai vista prima e doveva ammettere che, di tutte le persone che conosceva, la Raily era decisamente l’ultima proprietaria che si aspettava per essa.

Lei era una bellissima donna, mentre quella borsa era estremamente vecchia e consumata, con uno strappo su di un lato e senza tasche esterne.

A mala pena si vedeva il nome inciso su di una targhetta d’ottone consumata e annerita : “Donna N. Raily” lesse nella mente Harry, chiedendosi solo in quel momento quale mai potesse essere il suo secondo nome.

“N. non sono molto i nomi che iniziano con la N; Narcissa Malfoy è l’unica che mi viene in mente, ma povera Donna, nemmeno lei si merita un paragone simile….” Pensò; ma il sorriso che fino a quel momento aveva tenuto sul suo viso scomparve alla stessa velocità con la quale era apparso: una persona gli venne improvvisamente in mente.

L’unica persona con cui, in qual momento, avrebbe voluto e potuto parlare perché insieme si trovavano sulla stessa barca: Draco Malfoy.

Non sapeva come, dove o quando cercarlo e la sua disperazione saliva ai massimi livelli quando pensava che Voldemort avrebbe potuto tranquillamente trovarlo e ucciderlo.

 

Immerso nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno di Edvige (NdA eccola qui la mia civetta preferita!) che dolcemente e silenziosamente planò sulla sua spalla.

Aveva nel becco una lettera ingiallita, che doveva essere stata spedita da un luogo molto lontano: era bagnata il che significava che aveva affrontato anche un temporale.

Quando Harry la prese tralle mani lesse solo il nome del mittente “serpe” e  un sorriso apparve sul suo volto: solo una persona poteva firmarsi in quel modo ambiguo, che però ai suoi occhi appariva così chiaro e cristallino.

La aprì con foga, scorse velocemente le prime righe e lesse:

 

“Stasera alle 21.00 vicino al lago: ti troverò io!”

 

Il moro iniziò a sentirsi più sollevato e iniziò a pensare alle domande che avrebbe potuto porre a Malfoy.

Innanzi tutto avrebbe dovuto chiedergli dov’era ora, come faceva a sopravvivere, e poi sarebbe passato alle domande a riguardo di Jessica; solo se, ovviamente, il biondo era a conoscenza di qualcosa.

Con questa ferma convinzione scese tutto sorridente le scale per tornare nel parco di Hogwarts, lanciò una veloce occhiata al lago per vedere se notava qualcosa, o meglio qualcuno, ma niente.

 

Non appena svoltò l’angolo vide una calca di persone radunata intorno a qualcosa che Harry non riusciva a vedere.

Avvicinandosi vide che si trattava di una persona che a quanto pareva doveva essere svenuta, ma quando fu di fronte ad essa il suo cuore mancò di un battito.

 

 

*****

 

 

-Come siamo messi con la pozione? Le trappole? I mangiamorte? Margareth? Tutto!-

 

-Bene mio signore- rispose Bellatrix annoiata.

 

Stavano percorrendo un lungo corridoio; i mantelli che svolazzavano al loro passo veloce e gli occhi scarlatti pieni di odio che chiedevano vendetta, le torce che con le loro fiamme rosse illuminavano fiocamente le pareti e proiettavano lugubre ombre scure di ogni persona o cosa che passava.

Arrivarono alla fine del corridoio e i due si divisero: Bellatrix prese la direzione di sinistra, mentre Voldemort quella di destra.

Il mostro entrò in una stanza circolare, umida e piena di ragnatele.

All’occhio di un estraneo sarebbero sembrati invisibili, ma lui, che conosceva bene ogni cosa che lo circondava, riusciva a vederli: sottilissimi fili che partivano da un punto impreciso e terminavano al lato opposto; ce ne saranno state qualche centinaia e anche un ceco si sarebbe potuto accorgere che si trattava di una trappola.

La creatura sorrise falsamente e usci dalla stanza chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, come se avesse paura di rovinare un inestimabile capolavoro contenuto al suo interno.

 

Si recò poi verso una porta di un marrone molto scuro che solo all’apparenza sembrava essere molto pesante; l’aprì e vi trovo un morbido letto al baldacchino su cui era distesa e dormiva profondamente una bellissima donna bionda.

Una delicata luce penetrava dalla finestra e andava a colpire i suoi soffici capelli, creando bellissimi giochi di colore.

Voldemort le si avvicinò e restò a contemplarla per un lungo periodo di tempo; con le dita scheletriche percorse ogni tratto del suo viso, fino ad andare ad asciugare una lacrima solitaria che stava scendendo dai suoi occhi: stava piangendo nel sonno.

Le si avvicinò poi lentamente, fino a sfiorare le sue labbra con le proprie, ma nel momento in cui sembrò che anche la ragazza iniziasse a rispondere a quel piccolo e innocente bacio, un’altra donna fece capolino nella stanza: ancora una volta Bellatrix Lestrange.

 

-Hem, hem!- tossicchiò, per attirare l’attenzione su di sé.

 

-Quando ho detto che saresti dovuta andare a controllare che Ly facesse il suo lavoro, non stavo scherzando o parlando tanto per parlare Bellatrix, ero molto serio!- scatto la creatura infuriata, mentre i suoi occhi (già rossi per conto loro) iniziavano ad emanare fiamme di fuoco che avrebbero sicuramente avuto un effetto ustionante.

 

-Si Mio Signore, è proprio per questo che sono venuta a chiamarla!- rispose la donna, che era rimasta leggermente allibita dalla scena che le si era parata davanti agli occhi.

 

-Va bene, allora…..- disse Voldemort alzandosi - …. Sarà meglio parlarne fuori, non credi?-

 

La donna asserì col capo e subito si ritrovarono nel gelido corridoio a parlare.

 

-Allora?- domandò lui.

 

-Ly ha delle difficoltà a lucidare la lastra entro il tempo stabilito: ne occorre di più Tom!-

 

-No!- esclamò la creatura –Ly ha preso un impegno e lo manterrà!-

 

-Ma non possiamo attirare troppi sospetti, già ne ha molti alle sue spalle e il…-

 

-Ok ho capito piantale di fare la lagna; mi fai venire il mal di testa Bella! Piuttosto è bello leggibile il nome?-

 

-Solo un ceco potrebbe non vederlo!- disse tutta contenta Bellatrix.

 

-Bene e così i mocciosi capiranno che non stiamo scherzando, ma che stiamo facendo sul serio, davvero! Prendere come quartier generale Malfoy Maison è stato davvero un colpo di genio! Si perderanno prima di riuscire a capire dove si trovano!-

 

-Già- ammise la Mangiamorte con gli occhi bassi.

 

-Hai altro da domandarmi Bella? Perché se così non fosse io tornerei a fare il mio lavoro!-

 

-E quale sarebbe il tuo lavoro?- domandò la donna leggermente alterata.

 

-Come dici, prego?- rispose Voldemort.

 

-Mi chiedevo se il tuo lavoro consisteva nel sedurre una ragazza che presto verrà uccisa per la tua causa!- concluse lei acida.

 

-È una nota di gelosia quella che avverto nella tua voce? Dimmi Bella sei forse gelosa del sottoscritto?-

 

-No! Mai!- rispose lei a testa alta –Ma mi chiedevo quanta convinzione ci sia ancora nelle tue idee Tom, visto che ti sei rammollito- lo provocò.

 

Nessuna frase avrebbe mai potuto essere più sbagliata.

Voldemort la prese per il collo e la spinse contro il muro; la guardo minaccioso e per un attimo la Mangiamorte fu convinta che fosse arrivata la sua ora, ma si sbagliò.

La creatura allentò la presa, ma non la lasciò andare, si limito a sussurrare, appena udibile:

 

-Non mi costringere Lestrange, non lo fare perché io so dove trovarti!-

 

La lasciò andare.

 

-E soprattutto- aggiunse – non toccare Margareth, lei è l’unica cosa bella della mia vita, è ciò che mi illumina: quando vado a dormire, a chi credi sia dedicato il mio ultimo pensiero? A lei! E tu ora, grandissima Bellatrix Lestrange che ha ucciso suo cugino senza nemmeno guardarlo in faccia, vieni a fare discorsi di onore a me? NON CREDO PROPRIO!!!!- esclamò in un ruggito feroce, che fece rabbrividire la donna e la fece indietreggiare.

 

Voldemort sparì immediatamente dietro una delle pesanti porte, mentre al fianco di Bellatrix, una giovane donna assonnata appariva leggermente confusa.

 

-Che è successo Bella?- domandò Margareth con gli occhi appannati dal sonno.

 

Ma la donna non le rispose, si limitò a superarla senza nemmeno degnarla di uno sguardo.

 

 

******

 

 

-E così è svenuta dopo aver finito gli esercizi!- esclamò Harry rivolto a Ron.

Erano in infermeria  e i raggi del sole che entravano dalla finestra proiettavano lunghe ombre sulle candide parti della stanza.

Hermione era distesa su un letto, immobile e molto pallida in viso.

 

-Harry, tu credi che Tu- sai- chi possa c’entrare qualcosa?-

 

-No, non credo!- esclamò convinto il moro.

 

-Come mai sei così sicuro?-

 

-Questa volta me lo sento: Voldemort ha in mente un piano ben preciso ed è per arrivare a me, senza toccare i miei amici! Sono già cinque anni che usa quella tattica: ferire altri per indebolire me. Ma ha sempre fallito, ora deve cambiare strategia.-

 

-Ah beh allora…- disse Ron, ma un piccolo sospiro proveniente dal letto lì vicino lo distrasse: Hermione si stava svegliando.

 

-Io vado Ron, non voglio che mi veda in quello stato; se poi litigassimo sarebbe ancora peggio per lei e io non voglio farla stare ancora più male.-

 

-Ok Harry fai come credi sia giusto!-

 

-Infatti! Ciao Ron!- lo salutò con un sorriso, mentre si allontanava.

 

-Ciao, ci vediamo stasera in dormitorio!-

 

Harry asserì con un cenno del capo, per poi venire travolto dalla folla del corridoio.

 

 

 

Il resto della giornata passò abbastanza normalmente; tutti i suoi compagni andarono ad informarsi presso lui dello stato di salute di Hermione; Calì e Lavanda quasi lo sbranarono quando seppero che non era stato in infermeria a tenere compagnia alla ragazza.    

Piton lo incontrò nei sotterranei e non lo degnò nemmeno di uno sguardo: era chiaro che la perdita di Draco Malfoy era stata molto dura.

Harry non vedeva l’ora che arrivassero le nove di sera: avrebbe preso il mantello dell’invisibilità e si sarebbe recato nel gelido parco di Hogwarts per parlare con il biondo.

Contò minuto per minuto, secondo per secondo che passavano; quando arrivò l’ora di entrare in azione fece tutto come si era prestabilito nel suo piano.

Una volta uscito si meraviglio di una temperatura così bassa; insomma si aspettava che facesse freddo, ma non in quel modo.

Avvicinandosi al lago non vide nessuno.

Solo dopo più di un quarto d’ora vide all’orizzonte un grande animale nero alato che stava per atterrare al suo fianco.

Ne discese un giovane ragazzo magro, il cui colorito pallido sembrava essere notevolmente aumentato.

 

-Ciao!- esclamò non appena vide Harry –Scusa il ritardo, ma c’era un gran traffico aereo!-

 

-Capisco, mi stavo preoccupando!- rispose il moro.

 

-Beh allora?- domando Draco dopo qualche minuto di silenzio.

 

-Allora cosa? Sei stato tu a mandarmi la lettera per vedermi, tu cosa mi devi dire?-

 

-Ma io avevo capito che eri tu a dover dire qualcosa a me!- esclamò -Ma se così non è posso e devo andarmene; non è sicuro farmi vedere troppo in giro!-

 

-No, no! Io devo farti alcune domande!- ammise Harry.

 

Draco si sistemo con la schiena contro il corpo caldo del Thestral, in ascolto.

Harry sperava vivamente che potesse dargli le risposte che lui tanto bramava.

 

 

 

***

Ciao a tutti!!! Non sono morta!!! Lo so, lo so: questo chap ve lo aspettavate più lungo, vero?

Ma poi mi è venuto in mente che se vi davo troppe informazioni, il mio sadico divertimento nel vedervi che  cercate di indovinare come finirà la ff sarebbe andato a farsi friggere!!!

 

Quindi dovete cercare di capirmi….

 

Ringraziamenti a:

 

Angi: tesoro, ma ti rendi conto che quando ho letto la tua recensione sono caduta dalla sedia!!! Davvero il chap è riuscito a coinvolgerti fino a quel punto?

Io davvero non so come ringraziarti (ale ha i lucciconi agli occhi)!!!!!! Per quanto riguarda i pensieri di Herm, credo proprio che tutti abbiamo pensato che il comportamento di Harry fosse alquanto scorretto (specialmente con lei)!

Un bacio!

Marco: amico mio!!!! Il litigio tra Harry ed Herm mi chiedi? Segui gli sviluppi della storia!!! (Marco: che cattiva che sei! E io: w il sadismo!)

Ciao e davvero grazie di cuore!!!

Anonima: ero mezza addormentata che girovagavo su internet e trovo la tua recensione, ma graaaaazie!! Spero di continuare a coinvolgerti e che continuerai a seguirmi,

ciao e grazie ancora!

Hermione91: oddio… oddio…. Oddio…… non ci posso credere!!! Un angelo venuto dal cielo, questo sei!!!!!!!

Ma graaaaazie, davvero la storia ti piace tanto??? Io davvero non ho parole, posso solo commuovermi!!!!!

Un bacio!!!!ù

Avril Lavigne : sto svenendo!!!!! Am I really big? Come vedi nemmeno io sono un’esperta in inglese, ma davvero ti piace così tanto la mia ff?? Cmq per quanto riguarda Draco: come avrai letto, non è uno dei miei personaggi preferiti, ma ora è nella storia è il pilone portante degli avvenimenti, praticamente come diceva Angi è un personaggio fondamentale, quindi credo che lo rivedrete tutti quanti al più presto, bacioni!!!!! P.S. bello il nick!!!

  

Ciao a tutti!!!

 ale69 

 

 

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ciccare sulla scritta blu “vuoi inserire una recensione” e

lasciare un commento per ale che vi vuole un mondo di bene!!!

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Capitolo 17
*** Grazie Seamus (I parte) ***


GRAZIE SEAMUS (I parte)

 

 

Finalmente le giornate iniziavano a schiarirsi, regalando agli studenti di Hogwarts magnifici pomeriggi da passare nel bellissimo parco della scuola.

I grandi temporali andavano diradandosi, lasciando il posto ad un magnifico sole.

 

Quella mattina, infatti, era splendida e riusciva a riscaldare il cuore di tutti.

Harry era a colazione in compagnia di Ron e come di consueto ci fu l’arrivo della posta.

Il rosso ricevette una lettera inviatagli da sua madre: allegata vi era anche la Gazzetta de Profeta.

La prima pagina recitava: “LETTERA MINATORIA ARRIVA AL MINISTERO; SARà IN GRADO IL NUOVO MINISTRO KATIE  GREEN  DI AFFRONTARE LA SITUAZIONE E PRENDERE LE GIUSTE DECISIONI?”

 

-Come no!- esclamò Ron dopo aver letto l’articolo –il solo pensiero che il nuovo ministro sia una donna mi preoccupa- concluse.

 

Calì e Lavanda, sedute lì vicino, lo guardarono storto ed esclamarono senza preoccuparsi di tenere bassa la voce:

-MASCHILISTA!- poi si alzarono e si recarono verso il grande portone della Sala.

 

-E tra te e Hermione come va?- azzardò Ron, guardando le due ragazze allontanarsi.

 

-Mah… ieri sera ho avuto da fare… È uscita dall’infermeria?-

 

-No, oggi… Andrò ad aiutarla, vieni anche tu?- propose (NdA dai povero Ron, aiuta Harry..)

 

-Non credo… Potrei scatenare un’altra lite e non voglio farla star male ulteriormente.. Poi non si sa ancora cosa le sia accaduto, meglio andarci cauti!- esclamò saggio il moro.

 

Ron alzò le spalle, non sapendo cosa dire; in quel momento davanti ai due ragazzi passò Cho Chang, che lanciò un sensualissimo sguardo  ad Harry e poi si allontanò.

 

-Harry! Hai visto come ti ha guardato? Diamine, avrebbe fatto cadere in depressione qualunque maschio a posto!- esclamò sorpreso il rosso.

 

-Si, qualunque ma non me!- rispose deciso Harry –Non so se lo hai notato, ma ho dei seri problemi con la mia ragazza e sarei molto interessato a risolverli e non ad aggravarli!-

 

-Mh, mh! –annuì Ron –Non preoccuparti Harry: si sistemerà tutto!- concluse con un bel sorriso sul volto.

 

-Lo spero- ammise Harry –Ora però credo sia meglio andare, altrimenti Piton…..-

 

Ron sembrò ricordarsi solo in quel momento di trovarsi a scuola e di  dover frequentare delle lezioni; scattò in piedi come una molla, afferrò Harry per un braccio e lo trascinò fuori dalla Sala Grande.

 

 

*****

 

 

-Lucius, credi che io mi fidi ancora di te?- domandò Voldemort –Non posso immaginare tuo figlio fuori di casa, che se la cava senza l’ausilio di nessuno…-

 

-Nemmeno io, ma… Aspetta! Narcissa! Potrebbe essere stata lei a….-

 

La gelida risata del mostro echeggiò nel freddo di quella notte.

Appoggiò, sbattendo, il bicchiere sul tavoloni legno consumato e si alzò in piedi.

 

-Daresti pure tua moglie in pasto alla morte pur di non rimetterci tu personalmente Lucius! La codardia ti affligge e aumenta ogni giorno di più! Dobbiamo provvedere!-

 

Malfoy mandò giù, con la paura che appariva chiara e cristallina dal suo volto teso e pallido; dalla fronte stava scendendo un piccolo rivolo di sudore a testimoniare la sua tensione..

 

-E cosa hai intenzione di fare?- domandò Lucius al mostro.

 

Voldemort gli si avvicinò, gli occhi scarlatti che si intravedevano distintamente nel buio della stanza e gli poggiò la mano scheletrica sulla spalla, stringendola in una presa forte e decisa; l’uomo rabbrividì.

Dopo di che chiamò a sé la donna che “amava” e la invitò a farsi vedere.

 

-Margareth fiore mio…. Esci! Esci e mostra la tua bellezza!-

 

La giovane donna apparve come sempre da una delle molte ombre e si avvicinò ai due uomini.

Quando Lucius la vide trattenne il respiro: era davvero identica a…

 

-Ti ricordi di me Lucius?- domandò Margareth con una voce calma e forzata –Ti vidi per l’ultima volta all’età di otto anni, vero?-

 

L’uomo annuì e dal suo volto si intuiva la paura sempre maggiore che lo assaliva.

 

-Dunque- intervenne Voldemort, che aveva assistito silenziosamente alla scena e con un sorriso malvagio sul viso –Ora che vi siete presentati, anche se naturalmente non ce n’era bisogno perché già vi conoscevate– aggiunse, ripensandoci e guardando i due di fronte a sé –Lucius!- lo chiamò –Margareth ti condurrà dal tuo rivale in amore e ti chiederà di fare una prova di lealtà per me! Non ti costerà una gran fatica!-

 

-Cosa devo fare?- domandò Lucius serio e preoccupato insieme, con ormai la chiara certezza che per lui stesse arrivando il peggio.

 

 

 

Non trascorse molto tempo: appena dieci minuti; poi due lampi di luce verde illuminarono il raggio di tre chilometri da Malfoy Maison, mentre due –AVADA KEDAVRA!-  echeggiarono nel silenzio di quella notte,  spezzandolo. 

 

 

******

 

 

Harry era seduto accanto al fuoco.

Stava facendo un tema per Difesa contro le Arti Oscure.

 

 

“L’Occlumanzia e la Legilimanzia sono due procedimenti strettamente legati tra loro, ma contemporaneamente sono i rispettivi opposti.

L’occlumanzia consiste nel chiudere la mente dalle infiltrazioni   esterne; la Legilimanzia, invece, consiste nell’esatto contrario, ossia “leggere” i pensieri di un’altra persona”

 

 

Il moro sorrise tra sé: se ci fosse stato il professor Piton lo avrebbe rimproverato, dicendogli che il termine “leggere la mente” era sbagliato, perché solo i Babbani erano così presuntuosi da poter dichiarare di fare una cosa del genere. 

In quel momento arrivò Seamus, che lo interruppe dai suoi pensieri.

 

-Ciao Harry!-

 

-Ciao Seamus! Mi devi dire qualcosa?- gli domandò il moro cortesemente.

 

-Veramente si!- ammise il ragazzo –Dopodomani è sabato!- esclamò.

 

-Beh lo so Seamus, so leggere il calendario, grazie- (NdA ma che bravo bimbo!)

 

-Si lo so- scattò irritato l’altro –ma quello che mi interessa è che c’è l’uscita ad Hogsmeade! – iniziò.

 

-Oh! Lo so, ma sinceramente ho molto da fare, non potrò venire!-

 

-Senti….- lo interruppe Seamus, come se l’altro non avesse mai parlato -E se noi dessimo uno strappo alle regole e rientrassimo molto più tardi delle sei e mezza?- propose.-

 

-Ehm…. Solo io e te?-

 

Seamus spalancò gli occhi in una smorfia orripilata, si passò una mano sulla fronte e sospirò rumorosamente.

 

-Ecco lo sapevo! I problemi con Hermione ti hanno rincretinito! Ammetto che tu sei un bel ragazzo, avessi io gli occhi che hai tu, ma davvero: preferisco il genere femminile a te!- concluse.

 

-Si, ma…. Allora non credi di aver capito!-

 

-Dunque- riprese Seamus, che iniziava a scaldarsi –Il nostro dormitorio sto organizzando un’uscita serale fuori orario ad Hogsmeade; Lavanda dice che convincerà Hermione a venire!- esclamò tutto contento e felice.

 

Improvvisamente il bel volto di Harry si rabbuiò.

 

-Ah ora capisco! Volete farmi fare pace con la mia ragazza. Apprezzo il gesto e anche il pensiero, ma credo di potermela cavare da solo!-

 

-Hey, hey, hey ….. Calma amico- scattò Seamus  –Secondo te se volevo farti fare pace con Hermione mettevo in scena questa buffonata? Ti ricordo che se ci beccassero, verremmo espulsi tutti quanti, uno ad uno!-

 

Harry lo guardò e sospirò.

 

-Scusa Seamus, ma devi capire che sto affrontando una fase un po’ difficile e per me è….-

 

-Si Harry, ma è proprio questo il punto della situazione. Tu devi capire che questi stramaledetti problemi, non devono interporsi tra te e le persone che ti vogliono bene!- esclamò duro Seamus.

 

Questo lasciò Harry senza parole.

Seguì un profondo silenzio, interrotto solo dallo scoppiettio allegro delle fiamme del fuoco nel caminetto.

 

-Si hai ragione Seamus!-esclamò dopo parecchi minuti di silenzio -Non avrei mai dovuto permettere a questa situazione di distruggere il rapporto tra me e Hermione, ma anche con molte altre persone –disse Harry sorridendo –Ed è per questo che accetto molto volentieri di venire con te e gli altri a questa uscita e poi…   Se ci sarà un po’ di rischio sarà ancora più divertente ed eccitante! Sono sicurissimo che ne ricaverò un gran beneficio! Per una sera: AL DIAVOLO OGNO PROBLEMA!-esclamò con energia e convinzione.

 

-Benissimo Harry, questo vuol dire parlare alla Silente! Allora ti aggiungo subito alla lista- disse Seamus felice, tirando fuori un’elegante penna e una pergamena consumata.

 

In quel momento Harry vide una testa rossa entrare dal ritratto della Signora Grassa: Ron.

Accanto a lui c’era Hermione, perfettamente rimessa con uno splendido sorriso che le illuminava il volto.

 

-Oh ecco Hermione!- esclamò Seamus sorridendo –Vado a salutarla, ciao Harry!-

 

Il ragazzo non fu l’unico a correrle incontro: molte altre persone, tra cui ovviamente Calì e Lavanda, si strinsero intorno ad Hermione e velocemente si diffuse un chiacchiericcio concitato.

 

“La mia Hermione” pensò Harry “riesce a farsi amare da tutti quanti”

 

Il ragazzo ultimò il suo tema (NdA ma come fa, io non riuscirei), mentre aspettava che si diradasse un po’ di tutta quella confusione.

Ad un certo punto Harry udì una voce dura e profonda che richiamava a sé l’attenzione: -Ragazzi… Vi conviene andare a dormire se non volete finire in guai seri…- esclamò.

Harry la riconobbe come la voce di Ron.

 

La “folla” si diradò con una velocità incredibile, lasciando Harry e Hermione da soli.

Quando la ragazza si voltò, i suoi bellissimi occhi marroni si fusero in un dolce abbracciò con quelli verde smeraldo del ragazzo.

 

Ad Harry parve che gli ultimi due giorni non fossero mai passati.

 

*****

 

Bene, prima di correre a ripararmi dall’ira di tutti voi che leggete (per non avervi rivelato nulla sulla conversazione di Draco e Harry) e dal cannone di Eva_elamela (lunga, lunghissima storia!!) vi rendo partecipi di alcune mi sventure: la mia penna e il mio blocco di fogli ispiratori (quelli che uso per scrivere) stanno esaurendosi.

Ho così trascinato una mia amica a cercarne due nuovi che siano all’altezza, spero che vadano bene lo stesso!!! Voi che dite?

 

Ringraziamenti a:

 

Anyma Pia: tesoruccio davvero non so come avrei fatto senza di te!!!!! Insomma grazie per avermi fatto notare gli errori, sei stata l’unica!!! Cmq ho corretto anche il titolo del chap!!! Allora facevo bene ad usare una scrittura grande, ma ora è rimpicciolita, mi è stato richiesto, spero che vada bene lo stesso! Anch’io sono miope!!! Se trovi altri errori fammeli  notare per favore!!!Un bacione!!!!! :D

Marco: e così sei felice del mio ritorno eh? Io non canterei vittoria così presto signorino!!! Cmq ti è piaciuta la fine di questo chap??? Mh? Dai non puoi dirmi di no, piace addirittura a me (il che è tutto dire)… ciao  (^___ -)

Lady Liberty91: eccola lì la mia amicona!!!!! Beh grazie della recensione, ma io sono ancora in debito con te (è il tempo che manca)…

Un bacione!!!! (^_^) (ecco la nostra faccina)

Hermione91: piccolina mia!!!!! Che bello mi hai lasciato un’altra recensione!!!!! Si, piano, piano le cose si sistemano!!!! Cioè siete tutti qua con il fiato sul collo che attendete la riappacificazione dei due piccioncini? Ma che c’entro io? E con loro che dovete parlare, ma ci metterò una buona parola, vedrai!!!!

Un bacione grande (^___ -)

Maripotter: miticissima!!!! Io davvero non so come ringraziarti, sto ancora piangendo per la tue recensione, troppo bella e gentile!!!! Ok allora fammi sapere come è andato questo chap, un bacione e un grazie infinito, davvero di cuore!!!!! (^____^) 

FraFra: stellina mia!!!! Mh, ok è vero, li ho fatti litigare, ma infondo”L’AMORE NON è BELLO SE NON è LITIGARELLO” lo dice anche il proverbio e comunque….  Faranno pace, ma hai presente quell’altra frase tipica che dice “LA PACE PRIMA DELLA TEMPESTA”? Ecco accadrà qualcosa del genere!!! Un bacione e grazie di tutto!!! (^______^)

Angi: non preoccuparti, avevo immaginato che avevi da fare, causa esami!!!! Cmq Harry si comporta sempre così, anche se magari ci metto una buona parola e lo aiuto a migliorare, ok? Un bacione (^___^)

Avril Lavigne: piccolina mia, ma ciao!!! Grazie delle tue recensioni sempre carinissime e gentili, mi danno davvero tanta forza!!!  No Ginny non ruberà mai Harry ad Hermione stanne certa, ma se ciò dovesse accadere sappi che io lo impedirò con tutte le mie forze!! (^_ -) Ricambio il bacione!!!!

Eva_elamela: amoruccio bello, bello dell’ale, ma ciao!!!! E si, hai visto che poi la tua Ci è riuscita a coinvolgerti nel fantastico mondo delle ff a capitoli??? Come sono orgogliosa di me, ma anche di te che sei riuscita a leggere l’intera mia schifezzuola a tempo di record!!! Bacino…. (^_^)!!!!

 

 

Un bacione a tutti

ale69J

 

 

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mentre io cerco di estorcere informazioni ad Harry e Draco

e provo a fare ragionare il moretto ed Herm,

voi recensite, altrimenti non vi dico niente!!! (che cattiva!!)

 

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Capitolo 18
*** Grazie Seamus (II parte) ***


A tutti i lettori: ma graaaaazie (lucciconi, lucciconi) l’ultimo chap ha ricevuto tantissime letture, sono troppo felice, vuol dire che la ff inizia a piacere a parecchi!!! Però non dimenticate di commentare per favore (ale con occhi da cucciolo vi implora)!!!!

Buona lettura!!!

 

GRAZIE SEAMUS (II parte)

 

 

Nessuno dei due riusciva a parlare; sapevano solo che se avessero staccato lo sguardo dagli occhi dell’altro, l’incantesimo sarebbe finito.

 

Il calore della stanza, il fuoco che scoppiettava felice nel caminetto, quella piccola magia che li aveva travolti creavano un’atmosfera estremamente accogliente.

 

Ad un certo punto Harry riuscì a recuperare un po’ di coerenza in sé e disse, molto imbarazzato:

 

-Ciao! Come stai? Ho saputo che sei stata in infermeria!-

 

-Già, stavo male- rispose Hermione.

 

- ti hanno detto cos’è accaduto- domandò Harry che stava cercando di in tutti i modi di spezzare l’imbarazzo e la tensione caduti tra loro.

 

-No! Forse non avevo mangiato abbastanza a colazione; ma hanno detto la stessa cosa a te quando…-

 

Il ragazzo sussultò; il ricordo a cui faceva riferimento la ragazza, risaliva ai tempi in cui loro due stavano ancora insieme, poteva ben immaginare quanto fosse stata dura per lei.

 

-Già! Magari hanno solo tirato ad indovinare- disse.

 

Calò un profondo silenzio che si protrasse per diversi minuti; entrambi i ragazzi avevano lo sguardo rivolto verso la finestra, dietro la quale spaziava un fantastico cielo stellato.

E per la seconda volta fu Harry a decidersi a parlare per primo.

 

-Beh adesso credo sia ora di andare a dormire, Hermione!-

 

-Ci sarai domani?- domandò lei cambiando discorso.

 

-Dove?-

 

-All’uscita organizzata ad Hogsmeade da Seamus!-

 

-Oh… si certamente e tu?-

 

-Inizialmente non mi andava, ma a furia di sentire Lavanda…. Poi credo che sarebbe una buona opportunità anche per recuperare un po’ del nostro rapporto; avrai notato che ultimamente la situazione ci è sfuggita un po’ di mano!-

 

-Già lo credo anch’io- rispose Harry con una luce felice che gli brillava negli occhi.

 

-Bene allora buonanotte Harry-

 

-Buonanotte Herm!- rispose felice il ragazzo.

 

Hermione corse fino alle scale e salì un paio di gradini; tuttavia poi si voltò e con due vispi e allegri saltellagli andò in contro e gli diede un tenero bacio sulla guancia, per poi tornare sui suoi passi.

Prima che sparisse dietro la porta del suo dormitorio, però, Harry la fermò e le disse in un sussurro:

 

-Hermione! Scusa e…. Grazie!-

 

Lei gli sorrise, un sorriso che riempì di calore il cuore del ragazzo.

 

-Non c’è di che…- rispose per poi sparire alla vista di Harry.

 

 

******

 

Su Malfoy Maison ormai non brillava più il sole: era quella che voldemort, diventato ormai il padrone di casa, definiva “l’eterna notte”.

Forse era per quello che il freddo regnava sovrano al suo interno e ormai aveva intaccato le persone che vi abitavano.

 

-Coraggio Bella, coraggio!- la stava incitando Voldemort –Non possiamo lasciare alcuna traccia, abbiamo già rischiato troppo assumendo Ly tra di noi, ma ora…-

 

-Certo mio signore è per me un onore!- aveva esclamato la donna, che in quel momento si trovava riversa sul pavimento con uno straccio per pulire; nemmeno uno schiavo veniva trattato in quel modo, stava pensando.

 

“Non potevano pulirsela loro sta roba? Ma no, tanto c’è Bellatrix, può farlo lei tanto ci è abituata….”

 

-Non mi infamare Bella, io si quello che pensi, so quello che pensate tutti.  Mi sembra anche inutile aggiungere che i responsabili di questo disordine sono morti e non mi è possibile donare loro la vita per farli venire a sistemare la confusione da loro creata, non trovi?- fece Voldemort con un ghigno.

 

-Si mio signore!-

 

-Naturalmente avrebbe potuto farlo Margareth, ma non mi sembrava il caso….-

 

-Come sempre del resto, mh?-

 

-Bella, non voglio ripetermi!-

 

-Si lo so! Quello che non capisco, però, è come tu abbia potuto avere fiducia in una ragazza che è venuta qui e si è presentata dicendo solo di nutrire un sentimento di vendetta verso Lucius e Draco Malfoy per una cosa avvenuta sedici anni fa, ossia quando lei aveva otto anni.

La cosa ancora più strana e che io non capisco p cosa c’entri lei in questa cosa, dovrebbe essere Jessica a desiderare vendetta, non lei. E comunque ora Lucius è morto, che altro vuole?-

 

-Come tu stessa hai detto, Bella, lei ha i suoi motivi per nutrire odio anche verso Draco Malfoy che, come abbiamo scoperto, è ancora in vita!-

 

-Ma cosa c’entra Draco?- urlò la donna furibonda –E’ colpa sua se suo padre era un bastardo e ha fatto quello che ha fatto?-

 

-Bellatrix!- la richiamò la creatura –Tu stai sragionando! Hai forse dimenticato che Draco non ha voluto entrare nel mio esercito solo perché  non voleva essere considerato schiavo di qualcuno come suo padre?-

 

-No! Ma non ho dimenticato nemmeno che la tua causa è passata in secondo luogo rispetto a quella del tuo fiore!-

 

-A volte- la interruppe Voldemort –nascono sentimenti di invidia verso coloro che hanno avuto tutto ciò che invece a noi è mancato!-

 

Questo sembrò porre fine definitivamente alla discussione.

 

Dalla finestra aperta entrò un soffio leggero di aria gelida che fece rabbrividire Bellatrix.

 

Bellatrix Lestrange: una donna che nella vita non era stata in grado né di prendere le decisioni giuste, né di far sentire la sua voce  contraria all’interno di un coro che cantava e pretendeva successo.

 

*******

 

“Signor Potter è pregato di farsi trovare nell’ufficio del Preside alle 9.30”

 

Era questa la lettera che aveva ricevuto quella gelida mattina di febbraio.

Aveva ipotizzato molte cose: magari avevano scoperto la sua intenzione di partecipare all’uscita fuori orario ad Hogsmeade, o peggio, avevano coperto che a tale iniziativa avrebbe partecipato l’intero dormitorio di Grifondoro il che sarebbe significato espulsione per tutti.

Magari Silente voleva solo fare quattro chiacchiere tra amici o forse voleva comunicargli che Voldemort era stato catturato.  (NdA come galoppa la sua fantasia..)

 

Così, con molti dubbi e preoccupazioni, il ragazzo si recò all’ufficio del Preside.

Arrivato alla statua del gargoyle vide Piton che lo stava aspettando.

 

-Potter sono le 11.31; che ora c’è scritta sulla lettera?-gli domandò, acido come il veleno di un Basilisco.

 

-Le 9.30 professore- rispose Harry con fare innocente, ma subito aggiunse –E’ chiaro quindi che il suo orologio è un minuto avanti, altrimenti come si spiegherebbe questo fatto?-

 

Il viso di Piton assunse un grazioso colore rosato che, a parere di Harry, non gli donava affatto.

 

-Coraggio entra!- sbraitò l’uomo.

 

-Mi farebbe davvero piacere, ma vede come ha detto lei un paio di ani fa noi studenti non siamo tenuti ad avere la parola d’ordine dell’ufficio del preside, quindi come faccio a superare il gargoyle?- domandò Harry con la faccia da furbetto.

Era la seconda volta in pochi minuti che metteva il suo odiato professore a tacere e ciò non poteva fare altro che recargli una grande soddisfazione.

 

-Si Potter- ammise Piton con fare annoiato; si voltò quindi verso la statua e disse la parola d’ordine: -Stridello!- e il gargoyle fece apparire magicamente una scala a chiocciola che conduceva per l’appunto all’ufficio di Silente.

 

Quando Harry entrò nella stanza vi trovò tre persone: il suo preside naturalmente, la professoressa Mc Granitt e la Raily. Ad essi si aggiunse anche Piton e i quattro rivolsero uno sguardo curioso al ragazzo.

 

-Bene Harry, accomodati- fece cordialmente Silente.

 

-Grazie. Rispose il ragazzo, sedendosi su una comoda sedia di velluto rosso.

Il giovane s guardò un po’ intorno: era incredibile quanto quell’ufficio riuscisse a rimanere uguale con il passare degli anni.

Gli oggetti che aveva distrutto per la rabbia l’estate prima sembravano essere stati magicamente aggiustati e ora un delicato sole mattutino rifletteva i suoi raggi luminosi su di essi.

 

-Siamo venuti a conoscenza del fatto che hai dei contatti con il signor Malfoy, è per caso vero?- gli domandò Silente, interrompendo i suoi pensieri.

 

Harry rivolse il suo sguardo prima alla professoressa Mc Granitt che lo guardava buia in volto e sembrava stesse aspettando di sentirsi dire dove si trovava il biondino; poi guardò Piton che, al contrario, sembrava chiedergli con gli occhi di tacere, sicuro che ovunque fosse stato, Draco se la sarebbe cavata; disperato si rivolse alla Raily, sul cui volto regnava un’espressione indecifrabile, sembrava molto concentrata nel guardarlo, come se fosse stata un’azione che richiedeva particolare fatica.

Infine portò i suoi occhi verdi smeraldo su quelli azzurro cielo di Silente che lo stava  osservando con un’espressione dolce e incoraggiante.

 

-Sappi Harry che stamattina nel parco di Malfoy Maison sono stati ritrovati i cadaveri di Lucius Malfoy e di François Pascal.

A quanto pare sono stati uccisi da un Avada Kedavra e non escludiamo l’ipotesi che i due uomini si siano attaccati a vicenda per vicende successe diversi anni fa, ma…

Non mi piace divagare e quindi gradirei che tu rispondessi alla mia domanda: hai avuto dei contatti con Draco?- domandò Silente.

 

Harry annuì incapace di fare altro.

 

-Ci siamo persino incontrati un paio di sere fa, mi ha detto che si trova in Irlanda, in un paesino vicino alla capitale; mi ha rassicurato dicendomi che ci incontreremo di nuovo, ma non abbiamo stabilito una data precisa- concluse.

 

Fu sicuro di vedere una luce di vittoria brillare negli occhini qualcuno degli insegnanti, ma quando si voltò dovette ricredersi perché nessuno dei tre sembrava stesse esultando particolarmente.

 

-Bene Harry, sei stato molto gentile. Ma ora non vorrei rubare altro tempo alla tua uscita ad Hogsmeade, che mi rendo conto essere uno dei pochi appigli per divertirsi in questo periodo.-

 

-Allora arrivederci - disse Harry rivolto verso gli insegnanti –Per qualunque cosa…-

 

-Non preoccuparti Harry, sei molto gentile. Buona giornata- lo congedò Silente.

 

Quando Harry tornò nei corridoi affollati della scuola, passò davanti all’aula di trasfigurazione, dalla quale provenivano delle voci.

 

-Perché non vuoi venire Ron?-

 

-Senti Seamus, questa sera Harry e Hermione torneranno a stare insieme; io sono innamorato di lei e mi permetterai di non volerli vedere felici più che mai il giorno della loro riappacificazione!-

 

-Lo capisco, certo, ma non puoi continuare a piangerti addosso, Ron!-

 

-Se mi lascerete i miei tempi e i miei spazi guarirò da solo dalle mie ferite, ma ora come ora…-

 

-Promettimi solo di non chiuderti in bagno a farti del male Ron Weasley- intervenne Seamus buttando la conversazione sul ridere.

 

-Invece tu promettimi di non sparare più cretinate colossali come questa, se non vuoi che io prenda il tuo bel faccino a schiaffi.

 

-Agli ordini signor Weasley- ridacchiò Seamus, portandosi la mano alla fronte come  si fa con i grandi generali.

 

 

Harry si allontanò dall’aula e si avviò verso il suo dormitorio dove si sarebbe dovuto incontrato con Colin; il ragazzo o aveva scongiurato di accompagnarlo a comprare nuovi rullini per la sua macchina fotografica, che quella sera avrebbe fatto scintille.

Mentre camminava vide l’ultima persona che avrebbe mai voluto incontrare.

 

Jessica Raily stava passeggiando tranquillamente per il corridoio e sembrava diretta al bagno.

Harry si nascose alla velocità della luce: non sarebbe mai stato in grado di tenere una conversazione con lei, non in quel momento.

 

E cosa le avrebbe detto?

 

- Jessica, mi dispiace molto: tuo padre è morto!!!-

 

 

******

 

continua….

 

 

Mentre io mi nascondo da tutti coloro che volevano sapere della conversazione tra Draco ed Harry, perché ancora una volta ho dato loro buca, voi recensite.

Sappiate solo che la mia penna ispiratrice è ufficialmente defunta, mentre il mio blocco ha solo tre miseri fogli!!! NO ORA COME FARò??????

Non so se è concesso fare pubblicità ad altre ff scritte dalla sottoscritta, ma volevo comunicare che la mia mente malata mi ha suggerito una nuova ff  “FOREVER TOGETHER”, è una D/G, se non avete niente di meglio da fare, datele una sbirciatina!!!

Ringraziamenti a:

Marco: il tempo manca eh? Cmq erano gli sguardi di Herm e Harry che si abbracciavano non loro, ma visto che andavi di fretta sei perdonato ^______ -!!! Questo chap è tremendamente dolce, spero tu non sia affogato nel miele!!! Un salutone ciao ^_____^

Eva_elamela: amoruccio dell’ale, anche se le recensioni non sono lunghe, ti pronunci splendidamente quando chattiamo quindi…. Grazie e un bacione  :-)

Maripotter: ehi, ma che bel complimento: il mio chap sublime? Me molto lusingata, un bacione e grazie infinite ancora!!! :D

Avril Lavigne: piccolina mia!!! Così mi fai davvero piangere: w ale??? Io ancora non riesco a credere di quanto tu possa essere dolce… avrai poi trovato la sorpresina, spero che ti sia piaciuta….Un bacione e grazie di tutto!!! ^_______^

FraFra: tesoro, sono molto felice che tu abbia letto il chap a te dedicato e anche che ti sia piaciuto, ma soprattutto il fatto che sai bene che ci saranno dei casini e la cosa non ti preoccupa, ma sappi che io o essere davvero tremenda, un bacione! :-)

Angi: dal secondo chap mi hai seguita fino al diciassette e ogni volta mi hai sempre più incoraggiata a continuare… Non potrò mai ringraziarti abbastanza!!! Un bacione gigantesco, sei unica!!! ^_______^

StellinaX: ma ciao stellina mia, io aggiorno abbastanza presto e anche se sono un po’ cattivella devi sapere che come tutti amo i lieto fini, anche se per arrivarci faccio un po’patire; un bacione spero di risentirti presto. è_______é

 

 

Ciao a tutti

 

ale69

 

 

 

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Capitolo 19
*** Una Serata Insolita (I parte) ***


Ciao a tutti; darò un piccolo annuncio: rileggendo la mia ff mi sono accorta di una cosa, ossia che dal primo al diciottesimo chap ho avuto dei notevoli miglioramenti e che qst, oltre che merito mio, è anche vostro che recensendomi mi siete stati vicini e mi avete incoraggiata. Spero che nelle altre ff che scriverò in futuro riesca ad avere gli stessi miglioramenti che ho avuto grazie a questa, che era il mio primissimo scritto. Dedico per ciò il chap a tutti, ma proprio tutti quelli che hanno letto la ff fino a qui!

 

 

UNA SERATA INSOLITA (I parte)

 

 

Quando Harry uscì da scuola un tiepido sole stava spandendo i suoi raggi luminosi sul parco; gli studenti che non avevano avuto il permesso di uscire si stavano godendo la bella giornata stando in riva al lago a chiacchierare o correndo attraverso le distese di prati verdi.

Il ragazzo si diede una veloce occhiata in giro; in teoria si sarebbe dovuto incontrare con Seamus davanti al portone principale.

Ma come la vita insegna spesso, la teoria e la pratica non sempre condividono le stesse idee, di fatti Seamus Finnigan era in ritardo.

 

-Finnigan, me la pagherai per questa buca- disse Harry a denti stretti e con fare minaccioso.

 

Quel leggero vento primaverile faceva tremare dolcemente i rami degli alberi sui quali stavano nascendo piccole foglioline che avrebbero sostituito quelle morte durante l’inverno.

In tutto il parco sembrava regnare in una quiete irreale, che calmava gli spiriti dei più turbolenti.

Sembrava, pensò Harry, di trovarsi davvero in un mondo incantato dove un maledetto silenzio assordante non permetteva di cogliere a pieno l’essenza di quell’iniziale primavera.

Ma era tutto tranquillo, troppo tranquillo, tanto che se Harry non si fosse prestabilito di non pensare ai problemi durante quella giornata, sarebbe andato in giro a controllare il motivo di quell’incanto.

 

-Ehi Harry, scusa il ritardo!- esclamò Seamus, che tutto pimpante era appena giunto vicino all’amico.

Harry notò subito l’abbigliamento strano che indossava il compagno: T-shirt e pantaloni corti, entrambi di un orribile color verde marcio, che assomigliavano  tremendamente alle tute mimetiche che indossano i militari.

Aveva in spalla un grosso zaino  blu, talmente pieno che Harry si chiese come avesse mai potuto chiudere senza farlo esplodere.

 

-Harry, sono davvero così bello?- chiese Seamus, che accortosi dello sguardo dell’amico, lo aveva richiamato all’ordine imbarazzato.

 

-No…- esclamò il ragazzo con aria orripilata –Solo… Come diamine ti sei vestito?-

 

-Bello, eh?- disse il ragazzo felice –Alta moda!-

 

-Vedo…- disse Harry, nascondendo perfettamente i suoi pensieri.

 

-Andiamo?- domando l’amico.

 

-Certo!-

 

 I due si incamminarono e arrivarono ben presto a percorrere le lunghe vie di Hogsmeade.

Le persone giravano come se fossero degli animali al pascolo, in branco per la paura di rimanere soli e indifesi.

Seamus portò Harry ai Tre Manici di Scopa, per bere una burrobirra.

Al locale c’era un mormorio sommesso e interessato, che raggiungeva le orecchie dei nuovi arrivati come un ronzare fastidioso di un insetto.

Ad un tavolo Dean, Colin e Neville avevano già preso i posti e stavano facendo loro gesti frenetici per invitarli ad avvicinarsi.

 

-Ron non è venuto?- domandò Colin a Seamus.

 

-Non si sentiva bene, ha preferito restare al castello- menti prontamente il ragazzo.
Harry, dopo quell’affermazione si sentì come trafiggere da una gelida lama di metallo: lui conosceva il vero motivo che aveva trattenuto l’amico al castello.

 

-Ragazzi, come mai ci avete messo tanto?- domandò Neville, che stava osservando con circospezione uno strano liquido rosso nel suo bicchiere.

 

-Beh, dovevo trovare l’abbigliamento adatto, sai…-si scusò Seamus.

 

-Oh no! Ancora quel completo obbrobrioso che ti ha regalato tuo zio, eh Seamus?- domandò Dean schifato alla prima occhiata.

 

-Ma cosa vuoi capire tu di moda, Dean, che se al mattino infili i calzini prima delle scarpe è già un dono della divina provvidenza-

 

-Ah, è così eh?- domandò Dean furioso

 

–Intanto ho qualcosa che potrebbe tornare utile- continuò Seamus ignorando deliberatamente il compagno e iniziando a frugare nel suo zaino enormemente grande –guardate..- disse, attirando l’attenzione verso di se.

 

Teneva tralle mani una bottiglia di Whisky incendiario; il liquido rosso scarlatto all’interno della bottiglia appariva come sangue fluido, mentre il ragazzo sbatacchiava il recipiente da tutte le parti, cercando di non farsi notare dal barista.

 

-Che uscita illegale sarebbe senza questo tocco di classe! E poi a sedici anni chi è che non ha mai provato tale bevanda sublime- domandò, con aria estasiata, come se non vedesse l’ora di attaccarsi alla bottiglia e di scolare tutto il contenuto.

 

-Ma Seamus…-intervenne Neville –Io non l’ho mai provato e poi non hai pensato che se ci beccassero finiremmo in guai più grandi di noi? Dai ti prego mettila via!- concluse il ragazzo preoccupato.

 

-Va bene Neville, vorrà dire che berrò il Whisky  incendiario quando tu non sarai nei paraggi, per non offendere la tua sensibilità! Bene ragazzi, voi invece cos’avete portato di interessante?-

 

Dean ridacchiò; con un cenno esplicito della mano indicò se stesso e disse: -Ho portato me, non è sufficiente?-

Tutti scoppiarono a ridere di gusto: non c’era che dire, sapevano come divertirsi.

 

-Io- intervenne Colin –ho portato la macchina fotografica, anzi Harry mi accompagneresti a comprare nuovi rullini magici, altrimenti quello che ho già non basterà minimamente.

 

-Andiamo tutti insieme Colin, anche perché quella vecchia racchia laggiù ci sta guardando male e non voglio morire alla mia tenera età!- esclamò Seamus.

 

Andarono a pagare mentre quella signora misteriosa continuava a fissarli in modo sospettoso.

Harry, Dean e  Seamus tennero stretta la bacchetta da sotto il mantello, mentre Neville e Colin tutti felici facevano le boccacce al vetro che gli restituiva il loro riflesso, tutt’altro che attraente.  

I ragazzi uscirono dal locale e si ritrovarono in una via disabitata.

Le poche persone che circolavano tranquille poco prima sembravano essere sparite.

 

-Seamus di tutti i giorni che ci sono in un anno, perché scegliere proprio oggi?- domandò Harry, che preoccupato per i fatti fin dal mattino ora stava letteralmente rodendo dal terrore.

 

-Ma figurati Harry, lo senti questo caldo? Quei pelandroni saranno usciti per comprare il pane stamattina e ora si saranno rintanati in casa come dei conigli!- esclamò convinto l’amico. Non voleva proprio capire.

 

In lontananza voci femminili si facevano sempre più chiare e distinte.

Il sole rifletteva su di loro raggi luminosi che le illuminavano come delle stelle.

Harry iniziò a grondare dal sudore.

Quelle ragazze erano Hermione, Lavanda e Calì che felici camminavano canticchiando in coro una canzone.

 

-Ciao ragazzi, come va?- esclamò felice Calì, prendendo a braccetto Seamus.

 

-Prima andava bene e ora…- le disse lui felice come una Pasqua (NdA a proposito AUGURI A TUTTI; anche se in ritardo J) -… meglio ancora- concluse sorridendo.

 

-Dove stavate andando di bello?-

 

-A comprare un rullino per Colin!-

 

-Possiamo aggregarci?- domandò Calì.

 

-Certo!- risposero i ragazzi in coro.

 

Hermione si avvicinò ad Harry, lo guardò negli occhi e gli tese la mano, in chiara attesa che lui la prendesse.

Harry le sorrise e prese tra le sue mani sudate quelle morbide e delicate di lei.

 

-Cosa c’è?- gli domandò lei –Hai la mano tutta sudata!-

 

-Oh!- esclamò timidamente lui –Credo che sia per… Si per il caldo!- le rispose infine.

 

-Andiamo- gli propose lei sorridendo, con una strana luce negli occhi.

 

-Si- le rispose.

 

Iniziarono a camminare, mentre Neville e Colin discutevano dell’inutilità del Cactus Spinoso che Paciock si era portato dietro.

 

 

*******

 

 

Inquietudine…

 

Terrore…

 

Attesa…

 

Erano queste le parole  che rappresentavano meglio ciò che in un futuro non troppo lontano sarebbe accaduto.

A Malfoy Maison regnava il caos più totale: Mangiamorte che andavano avanti e indietro in cerca di rifornimenti e di…. Armi.

Era questo che precedeva l’attacco, il desiderio di vittoria che se avessero commesso un passo falso non sarebbe mai venuta a bussare alla porta di quella casa.

Voldemort era in fermento e ogni parola che usciva dalla sua bocca sembrava venir fuori spinta da una corrente non identificabile. 

In quel momento si trovava nella sua stanza, che per diritto veniva riservata a lui soltanto. Sulle sue gambe Margareth stava riposando tranquillamente, mentre con il respiro dolce riempiva il silenzio funebre che li circondava.

 

-Margareth, svegliati- le disse in un sussurro la creatura.

 

La ragazza con un piccolo verso di protesta aprì gli occhi appannati dal sonno.

Si guardò intorno e ricordò rapidamente dove si trovava.

Ogni giorno risvegliarsi in quel luogo così buio e triste, così diverso dalla sua casa dove era cresciuta tra l’amore della sua famiglia, di sua sorella…

Era per lei che stava facendo tutto questo e non se ne vergognava; non aveva niente contro Harry Potter, ma Voldemort le aveva offerto una possibilità troppo grande, aveva realizzato il suo più grande desiderio e lei aveva dato la sua parola.

Ora anche lui sarebbe sparito, proprio come Lucius, proprio come suo padre…

 

-Quali pensieri avvolgono la tua mente impedendole di formulare ragionamenti coerenti?- le domandò Voldemort, mentre con le dita scheletriche percorreva lentamente i tratti perfetti del suo viso.

 

-Pensavo che Harry Potter è forte mio signore, sarà dura sconfiggerlo!- ammise.

 

-Harry Potter non farà niente stasera, i suoi amici lo lasceranno, anzi uno lo ha già fatto- esclamò con un ghigno.

 

-Ly, esci e fatti vedere, oggi ho bisogno della collaborazione di tutti voi, è un gran giorno!- aggiunse.

 

Una ragazzina giovane e molto bella, dai profondi occhi color azzurro cielo apparve dalle ombre della stanza.

Come riuscissero rimarrà per sempre un mistero irrisolto, forse erano legate più di quanto uno si aspettasse alla magia, da importati leggi scritte in un passato ormai lontano, che però si sarebbero realizzate in un futuro vicino. 

 

-Il tuo gesto, rinunciare alla giovinezza e a tutto ciò che essa potrebbe comportare di piacevole, non rimarrà inosservato, verrai ringraziata a dovere!- promise la creatura.

 

La ragazza fece un inchino di tutto rispetto.

 

-Sapere che capisci i miei sacrifici, le mie paure e le mie sofferenze per aver tradito così la fiducia per la mia famiglia, mi ripaga di tutto… Harry Potter si è divertito abbastanza a giocare, è ora di dargli scacco matto, per quanto possa essere futile il motivo della mia vendetta.- gli rispose lei.

 

-Piccola e giovane Weasley, la vendetta non deve necessariamente avere un motivo, alleandoti a me hai comunque ottenuto quello che volevi a prezzo di piccoli sacrifici, che non ti sono costati molto- rispose Voldemort, con un ghigno mostruoso che oltre ad esternare la sua vera personalità dimostrò ancora una volta la sua falsità: dopo mesi di rinunce faceva una promessa per una ricompensa che sarebbe arrivata solo in futuro.

 

-Stai pensando forse di ritirarti dall’incarico Ginny?  Puoi sempre farlo se vuoi!- le propose Voldemort glaciale.

 

La ragazza punto il suo sguardo negli occhi di Margareth; la donna le fece un veloce tanto quanto invisibile gesto di diniego, prima di tornare a fissare le fiamme del fuoco che, anche in primavera, scoppiettavano nel camino.

 

Voldemort uomo tutt’altro che stupido e formato da anni di dolore recato ad altri, si accorse di quell’intesa che le ragazze avevano cercato di celare ai suoi occhi, ma come se fosse afflitto da una febbre di imparzialità acuta ignorò.

 

-Sto attendendo Ly, rispondimi!-ordinò la creatura tutt’altro che paziente.

 

-Io, in quanto Grifondoro resto fedele anche a costo della vita!- esclamò a testa alta la ragazzina.

 

La risata fredda come il ghiaccio e macabra come la morte echeggiò nella stanza, senza però diffondersi come accadeva spesso nel resto della casa.

 

-Già voi Grifondoro, come ho potuto dimenticarmene… Che affare ho fatto chiamandoti al mio cospetto! Sarete anche fedeli, ma quando si tratta di tradire ciò per cui avete vissuto non siete molto bravi!- le rispose, come se volesse scaricarle tutte le colpe addosso in  quel momento.

 

-Non tutti scelgono di rifiutare il proprio padre per le sue origini; non tutti hanno questo coraggio- esclamò Ginny.

 

A chi fosse diretta esattamente quella frase, pronunciata con tale freddezza, non lo capirono nemmeno i due diretti interessati; l’unica cosa che fu chiara è che non l’avrebbe passata liscia.

 

-Bene Ginny Molly Weasley- intervenne dopo minuti di assordante silenzio –fai le tue scelte nessuno ti nega questa possibilità, ma… Non mandarmi a monte il mio piano, perché non ho passato gli ultimi mesi nell’oscurità per essere spento da una ragazzina in piena crisi adolescenziale!- concluse, facendo capire alla sua interlocutrice che la conversazione era conclusa e che avrebbe voluto passare da solo gli ultimi minuti di tranquillità.

 

 

*******

 

 

 Il sole stava tramontando lentamente dietro le lontane montagne di quel paesaggio così lineare da apparire monotono.

Le nuvole si coloravano di rosso e creavano affascinanti giochi di colore sul villaggio di Hogsmeade.

Un gruppo di ragazzi aveva deciso di trascorrere quella giornata divertendosi e dimenticandosi le severe regole della scuola.

Erano ora divisi, mentre si preparavano per una serata che sicuramente non avrebbero mai dimenticato in vita loro.

 

Hermione, Lavanda e Calì erano chiuse in un bagno pubblico, mentre fuori i ragazzi le attendevano sbuffando.

Altri Grifondoro si stavano radunando nei dintorni, infondo l’invito era stato esteso a tutto il dormitorio.

 

-Guardate cos’ho nella borsa!- esclamò Lavanda, mentre le sue amiche si stavano preparando –E’ un veleno di una creatura magica, che però ha un ottimo profumo; non lo si può indossare perché crea effetti corrosivi a contatto con la pelle e ci tengo a restare tutta intera.-

 

-Ma brava!- esclamò Calì, mentre litigava con un fermaglio per i capelli che non voleva starsene a posto –Cosa te lo sei portata a fare?-

 

-Non si sa mai, se qualcuno provasse a farmi del male avrei un’arma per difendermi!- le rispose.

 

-La bacchetta non bastava?- le domandò Hermione.

 

-Hermione… Io non ho un cervello come il tuo, non ci capisco nulla di magia anzi... Se riesco a tenere una bacchetta in mano credo di essermi già realizzata!- ammise.

 

Quando le tre ragazze uscirono, l’intero dormitorio di Grifondoro stava attendendo le 19.00; dopo di che sarebbero andati in un luogo che Seamus definiva a dir poco fantastico, ma sul quale aveva preferito mantenere l’anonimato.

Hermione si diede una veloce occhiata in giro; stava cercando qualcuno che a quanto pareva non c’era, di fatti iniziò a mordersi le labbra.

 

-Colin scusa- gli domandò avvicinandosi –Ginny non è venuta stasera?-

 

-No!- le rispose –Sono andato io stesso a chiederle di venire, ma lei mi ha detto di riferire a chiunque mi avesse chiesto di lei che non era venuta perché doveva incontrare una persona- concluse gonfiando il petto d’orgoglio come se avesse appena compiuto un azione esemplare.

 

Dopo quella affermazione la paura di Hermione si tramutò in terrore….

 

“Tornerò da lui se le cose non cambieranno”

 

 

*****

 

Allora in qst chap vengono portati alla luce parecchi personaggi che fino a qlc chap fa rimanevano sconosciuti… molti ora vorranno conoscere la vera identità di Margareth, ma dando tempo al tempo scoprirete anche questo…

Non uccidetemi per lo scherzo giocato a Ginny, chiedo umilmente perdono!

 

Ora ringraziamo le mitiche persone che mi aiutano a migliorare:
maripotter: mio tesoro, sono sempre più felice di leggere i tuoi commenti entusiastici, spero di continuare a coinvolgerti, un bacione ^____^
marco: ammetto che dicendomi che sono grande sei riuscito a farti perdonare, ma io tonta fino all’esagerazione non ho capito, perché ti sto torturando? Bacionissimi e grazie ^____ -

Avril Lavigne: piccolina mia, ancora la tua ff è stata cancellata L, hai chiesto consiglio ad Erika? Comunque grazie dei complimenti dolcissimi che mi lasci ogni volta, mi fai commuovere ç____ç

FraFra: eh, eh… quello di Ron credo sia un vizio, ma chissà se come dice lui, stando sa solo riuscirà a migliorare, ma vedrai cosa combinerà nel prox chap! Bacioni ^^

StellinaX: stellina mia ma ciao!!! Si come ti ho già detto il lieto fine è assicurato, ma non sarà proprio come tutti se lo spettano (almeno se realizzo i miei piani) bacioni ^____ -

Eva_elamela: amoruccio, tesoro, coccola mia, ti adoro!!! Inizia a mettere via il fucile solo per quello che ho fatto a Ginny e per le info che non voglio darti su Margareth, ma potrebbero non piacerti!! Bacionissimi ^___^

Emma: ehi!! Innanzi tutto ti ringrazio, ti ringrazio per aver dedicato quattro ore alla sottoscritta per leggere la mia storia; è un gesto che mi ha davvero riempita di gioia e che mi ha fatto riflettere su parecchie cose!! Bacionissimi e davvero grazie di cuore, anche se non basta per esprimere la mia gratitudine, me commossa, con tanto di lucciconi ç______ç

 

Bacioni a tutti

Ale69

 

 

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Capitolo 20
*** Una Serata Insolita (II parte) ***


UNA SERATA INSOLITA (II parte)

 

Non aveva mai visto Hogsmeade di sera, con il cielo di un blu intenso e tante piccole stelle luminose che ne spezzavano l’integra monotonia.

Per le strette vie pavimentate da antiche pietre, passeggiavano le ultime persone che si accingevano a recarsi a casa per la cena.

Il silenzio creatosi quella mattina sembrava essere scomparso, ma non la tensione, che avvolgeva con le sue lunghe braccia in una stretta soffocante l’intero villaggio e, da quello che potevano sentire, anche il castello di Hogwarts.

Ma quella serata era stata organizzata per divertirsi, basta essere negativi e darsi alla pazza gioia erano le parole d’ordine.

 

Harry butto giù un lungo sorso di Whisky Incendiario, dalla bottiglia che un Seamus mezzo ubriaco gli stava porgendo.


Una musica assordante proveniva da molto lontano, ma per uno come Harry, che non aveva mai bevuto niente di alcolico prima, quel assaggio era stato devastante e si ritrovava ora mezzo sbronzo senza rendersi conto perfettamente di dove si trovava o di quello che lo circondava.

 

Anche quando Seamus urlò a squarciagola dovette fare mente locale per un momento, per riuscire a rendersi conto di quello che stava dicendo.

 

-E ora ragazzi, arriva il piatto forte!!! Guardate…- disse indicando una vecchia automobile, mezza distrutta che sembrava stare in piedi per puro miracolo.

 

-Piatto forte? Quella schifezza….?- domandò Neville con un espressione di disgusto allo stato puro.

 

-Ah Neville- iniziò Dean, che con l’aria da spaccone si andò ad appoggiare di schiena alla portiera della vettura –cosa vuoi capirne tu di automobili, eh? Io e il mio compare, Seamus, ci siamo impegnati da un mese a questa parte per rimettere in sesto quella che tu chiami schifezza, e ora ti dimostreremo che abbiamo ragione, è un vero e proprio gioiellino…-

 

Il ragazzo, con fare più convinto che mai, si andò ad accomodare sul sedile anteriore, prese in mano il volante e provò a mettere in moto la macchina girando la chiave.

 

Niente.

 

Solo uno strattonare fastidioso, che fece affacciare parecchie persone alle finestre.

 

-Ehi... Ma dico, vi sembra questa l’ora per i fuochi d’artificio?- urlò un signore anziano, che a momenti cascava fuori dalla finestra.

 

-Ci scusi signore, ma la macchina non parte…-

 

-E allora…? Vedete di non obbligarmi a tirare fuori il bastone per prendervi a randellate su quella capoccia…- si sbatté poi la finestra alle spalle, borbottando qualcosa che i ragazzi distinsero molto come “giovani”.

 

-Ah maledetto motore…- imprecò Seamus, che preoccupato stava andando ad aiutare l’amico. 

 

La macchina, si trovava nel bel centro di una piazzola verde, destinata probabilmente ad un parco giochi per bambini.

Intorno ad essa sorgevano palazzi altissimi, da cui provenivano una moltitudine di luci.

 

Le ragazze stavano appartate in un angolo, mentre ridevano della buffa figura che stavano facendo i ragazzi.

Solo Hermione sembrava essere preoccupata, mentre osservava ad occhi sbarrati il suo ragazzo ubriaco che rideva come un matto.

 

-Coraggio, Hermione- la incoraggiò Lavanda, dandole un colpetto amichevole sulla spalla –i ragazzi ce l’hanno nel DNA, più sono scemi  e più si sentono realizzati, non puoi farci niente tu, come non posso farci niente io…- le sorrise e aggiunse –Quindi non pensare a qualunque cosa brutta che ti possa passare per la testa e goditi questa serata.

 

-Si grazie Lavy- le disse Hermione, con un sorriso incerto sul bel viso.

 

-Eh no, ora non allarghiamoci… non chiamarmi Lavy, lo sai che lo odio Herm…-

 

-Ok, Lavy, non  ti chiamerò più Lavy se Lavy ti da così fastidio!- le rispose la ragazza, cominciando a ridere.

 

-Ah è così…- iniziò Lavanda, tirando fuori la bacchetta (senza usarla) e facendole il solletico alla pancia, tanto che Hermione cadde a terra dalle risate, implorandola di smettere. 

 

In lontananza echeggiò il rombo di una macchina che parte e l’urlo felice di Seamus:

 

-Finalmente! Saltate su ragazzi! Ragazzi?-

 

Tutti si guardarono intorno, notando solo ora che erano rimasti solo loro del sesto anno.

 

-Ma dove sono andati tutti gli altri- domandò Dean, visibilmente rattristato.

 

-Non saprei, forse li hai… coinvolti troppo!- lo prese in giro Calì.

 

 

*****

 

In Sala Grande Ron stava mangiando lo stufato senza alcuna gioia o espressività.

A chi gli si avvicinava rispondeva con un sordo mugugno (inespressivo anch’esso), mentre con fare ebete osservava le candele che se ne stavano sospese luminose sulla sua testa.

Vide un movimento al tavolo degli insegnati: probabilmente si erano accorti che l’intero dormitorio di Grifondoro mancava e ora stavano andando a cercare i vari studenti.

Anche questo lo lasciò indifferente, avrebbe potuto andare ad avvertire i suoi amici, ma perché avrebbe dovuto?

Prima che il suo cervello potesse formulare una risposta anche minimamente plausibile, una folata di aria lo colpì alla schiena e si ritrovò Jessica seduta accanto (NdA ma dov’era finita?).

 

-Ron… Posso parlarti?- gli domandò in un sussurro che non nascondeva alcuna timidezza.

 

Ron, con espressione triste la guardò, uno sguardo malinconico e profondo, sperando che capisse tutte le sensazioni che stava provando.

 

-Va bene, ma… andiamocene di qua- consigliò, alzandosi e invitando la ragazza  a fare altrettanto.

 

Nell’atrio tirava un aria gelida e quando i due vi giunsero rabbrividirono all’istante.

Ron si andò a sedere sul primo gradino ai piedi delle scale e portò il suo sguardo negli occhi azzurri di Jessica.

 

-Dimmi- le disse.

 

-Ecco senti io… devo confidarti alcune cose sul mio passato e sento di poterlo fare solo con te…-

 

In quel momento il portone si aprì e ragazzi più o meno giovani entrarono trafelati.

Corsero tutti su per le scale, diretti al proprio dormitorio.

Solo dopo un po’ Ron si accorse che erano i suoi compagni di Grifondoro.

Ne prese uno a caso per la spalla e gli domandò:

 

-Come mai siete venuti via così presto?-

 

-Non ci si divertiva molto e poi… volevamo lasciare le coppiette da soli, era evidente che volessero divertirsi…-concluse con un sorrisetto. –Buonanotte prefetto Weasley-

 

-Buonanotte… -gli rispose borbottando.

 

-Ron…- iniziò Jessica, avvicinandosi un po’ a lui e mettendogli una mano sulla spalla.

 

-No…- le rispose lui –dimmi quello che mi devi dire e poi lasciami andare- aggiunse solamente, sistemandosi nuovamente sul gradino di marmo.

 

La ragazza sospirò e iniziò a parlare, convinta ormai che rivelare i suoi segreti sarebbe stato tutt’altro che semplice.

 

 

******

 

 

 

- Evvai!- urlò Seamus, seduto sul tetto della macchina, come uno che sta facendo yoga, mentre beveva lunghe e consistenti sorsate di whisky, obbligando Neville, accanto a lui, a fare altrettanto.

 

Nei sedili posteriori erano sedute Lavanda, Calì e Hermione, visibilmente preoccupate della guida di Dean.

 

-Ehm…- iniziò Hermione rivolta al ragazzo –Sei sicuro di aver mai guidato prima in vita tua?-

 

-Certo Hermione, che domande!- le rispose offeso.

 

-Ma cosa vuoi che sappia guidare! È già tanto se ha acceso la macchina!- disse un Colin imprigionato tra le ragazze.

 

-Zitto tu- lo ammonì Dean.

 

Harry se ne stava silenzioso accanto al guidatore, sospirando e osservando il paesaggio che passava veloce sotto i suoi occhi.

 

-Ehi Calì, vieni un attimo…- la chiamò Seamus dal tettuccio.

 

-Arrivo…- gli rispose, mentre con mille manovre cercava di farsi spazio tra le persone per poter andare dall’amico.

 

Lungo la strada c’era un buio pesto, ma i  fari dell’auto riuscivano a spezzare quel atmosfera con luci potenti.

Sembrava strano che in  una cittadina come Hogsmeade fossero presenti carreggiate dedicate alle autovetture, ma quella era la realtà e per quanto sorprendente  potesse sembrare andava accettata come tale.
Hermione aveva appena finito di commentare questa stranezza con Lavanda, che seduta al suo fianco era sbiancata sorprendentemente  e sembrava in procinto di vomitare (per la guida molto, ehm… audace NdA).

La ragazza diede così piccoli colpetti sulla spalla dell’amica, sperando che riuscisse a riprendersi.

 

Nel frattempo Neville fece la sua comparsa; aveva le guance arrossate, forse dalla sbronza che Seamus gli aveva fatto prendere.

Gli occhi dalla vista annebbiata sembravano essere leggermente storti, mentre con voce impastata diceva che voleva stare per un po’ seduto, senza aria che gli arrivasse in faccia. 
Harry si offrì volontario per cambiare il posto con lui, mentre dal tettuccio si udì un botto e Calì che comunicò che Seamus era svenuto.

 

-Ah, ah, ah- rise Lavanda, mentre prendeva Hermione per una spalla e avvicinandola a sé le disse:

 

 -Perché non ci fermiamo e parli un po’ con Harry, sembrate due poli che si respingono diamine, al fine di cosa credi abbiamo organizzato la serata?-

 

Hermione mise su un grazioso broncio, udendo che le cause di quell’uscita erano lei ed Harry, ma rispose prontamente:

 

-Credo che tu abbia ragione Lavy-

 

Lavanda sbuffò, poi chiamo Dean e lo invitò a fermarsi.

Quando Hermione scese dalla macchina per chiamare Harry, l’aria gelida della sera le pizzicava la pelle fastidiosamente, scombinandole i già disordinati capelli.

Gli occhi le lacrimarono immediatamente per via del freddo, ma se li asciugo con le mani gelate.

 

-Harry- disse, chiamando il ragazzo.

 

Nessuna risposta le giunse in risposta, tanto che si allontanò un po’ per gettare una veloce occhiata al tettuccio: Calì e Harry si stavano scambiando un bacio molto passionale, mentre con le mani più attive che mai accarezzavano frenetici il viso (e non solo) dell’altro.

L’ultima cosa che vide Hermione prima di correre via, fu una portiera che veniva aperta di scatto per poi essere richiusa bruscamente e una voce che chiamò il suo nome, dopo di che niente.


 


******

 

 

-Così, tu sei la sorella di… e la figlia di… Caspita!- stava esclamando Ron sorpreso nel Salone d’Ingresso, dopo aver ascoltato la confessione (rivelatasi molto importante) di Jessica.

 

–Ma tua sorella Donna non c’entra niente in tutto questo casino, lei è tua sorella solo per madre, vero?-

 

-Si, hai indovinato- gli rispose la ragazza con tono lugubre.

 

-Ma… una come te, perché sei finita a Serpeverde?-

 

-Credo sia colpa delle origini dei miei genitori; e poi Donna quando frequentava la scuola in Bulgaria era nella stessa casa di Karkaroff, che qui è più o meno l’equivalente di Piton, essendo stato un Mangiamorte.
Ma io e lei siamo molto diverse, a parte l’aspetto fisico, lei assomiglia molto a mia madre, da quello che so, io non l’ho conosciuta, mentre io…  Non assomiglio a nessuno, sono un’anima libera…-

 

-Giusto…- esclamò il ragazzo, come sorpreso improvvisamente da un’idea folgorante –Donna M. Raily, le hanno dato anche il nome di…-

 

-…mia madre! Margareth, così si chiamava… Donna l’ho sempre invidiata per questo, il nostro patrigno la chiamava sempre fiore, mentre io venivo chiamata Jessy se andava bene, altrimenti il mio nome di battesimo faceva la sua comparsa odioso…- disse Jessica malinconica.

 

Scavare nei ricordi del passato è per tutti doloroso, ma per chi è più fragile le cose si complicano e Ron se ne accorgeva dalla tristezza che scorreva come un fiume, limpido negli occhi della sua interlocutrice.

 

Improvvisamente il portone si aprì di scatto, mostrando un Hermione disperata e in lacrime che entrava a tutta velocità salendo le scale un gradino alla volta con il rischio di scivolare.

Ron non capì bene, ma intuì che qualcosa doveva essere andato nel verso sbagliato durante quella meravigliosa serata, e si accinse a correre dietro alla sua amica.

Improvvisamente però si bloccò e voltarsi fu una cosa automatica.
I suoi occhi incontrarono quelli tristi di Jessica, la quale mandò indietro le lacrime che prepotenti volevano uscire e disse, sospirando:

 

-Non preoccuparti per me Ron, lo avevo capito sai? Quest’anno è l’anno fortunato di Hermione, aspetta solo un po’ prima o poi se ne renderà conto…- concluse sorridendogli.

 

Lui ricambiò il sorriso e si limitò a risponderle con un semplice, ma significativo

–Grazie- prima di scomparire come un fantasma attraverso i tortuosi corridoi della scuola, lasciando dietro sé un cuore spezzato.

 

 

*****

 

-Come hai potuto essere così bastarda Calì?- la stava assalendo Lavanda, come un tornado impazzito.

 

Sul tettuccio dell’autovettura (che come un razzo stava sfrecciando verso Hogwarts) un Colin e un Neville abbastanza alterati stavano facendo la stessa ramanzina ad Harry, mentre Seamus, appena risvegliatosi, cercava invano di capire l’accaduto.

 

Le loro urla vennero però inghiottite da un sordo rumore, mentre intorno a loro la strada e il villaggio scomparivano sorprese da un buio pesto.

Nell’aria volteggiava una leggera nebbia, mentre si faceva sempre più distinta l’immagine di un grande giardino con una vegetazione molto fitta.

L’umidità fece ben presto rabbrividire tutti i passeggeri della macchina, mentre Dean ebbe la prontezza di accendere i fari, mentre avanzava lentamente.

 

Si udì una voce che domandava:

 

-Hey Dean, dove diamine ci hai portati, si può sapere?-

 

-Ma… ma…- balbettò lui in risposta –la colpa non è mia, davvero; la strada è cambiata improvvisamente …- cercò di giustificarsi.

 

Di comune accordo i ragazzi decisero di scendere per darsi un’occhiata intorno; le bacchette sotto il mantello strette in mano, l’aria fredda che li scombussolava.

L’erba era bagnata e si piegava morbida sotto il loro passo veloce.
Dagli alberi cadevano foglie gialle: sembrava che li la primavera fosse tutt’altro che in piena fioritura e ciò creava una strana nota di malinconia.

 

Harry si stava nel frattempo disperando; quell’ambiente lui lo aveva già visto nei suoi sogni, e sapeva perfettamente dove si trovavano, serviva solo qualcosa come conferma…

Se fosse successo qualcosa ai suoi amici non se lo sarebbe perdonato….

Poi c’era Hermione, come l’aveva trattata poverina; da ubriachi si fanno sempre cose stupide, ma la sua lo era assurdamente, senza contare che l’effetto della sbronza faticava ancora a sparire.

E Ron…. Mio Dio lo avrebbe ucciso…

 

-Hey guardate la…- disse Seamus, indicando qualcosa che assomigliava tremendamente ad un castello che si ergeva imponente su di una piccola collina.

 

Percorsero con fatica gli innumerevoli scalini prima di arrivare al portone principale.

Dalle gigantesche finestre non usciva alcuna luce, sembrava essere un luogo disabitato; dai Gargoyle di pietra scendevano forti getti d’acqua, che scrosciavano rumorosamente schiantandosi al suolo.

Un catenaccio teneva chiuse le due porte frontali, sulle quali una lastra di marmo faceva la sua figura, apparendo lucidata e perfetta, così diversa dal resto dell’abitazione.

 

Su di essa c’era incisa una scritta che probabilmente ne specificava il proprietario:

”Malfoy Maison”

Ad Harry si contorsero dolorosamente le viscere.

 

 

*****

Aaaaaah scusate il ritardo ragazzi, ma diventa sempre più difficile trovare l’ispirazione, specialmente quando hai la testa piena di preoccupazioni =(

Visto che chappone eh? Nemmeno io so come ho fatto a scriverlo, ma tra tutti è davvero il mio preferito (ovviamente dopo il chap n’13)…

Vabbè passiamo ai thanks personali:

 

Marco: amicissimo ^____^ come stai? Lo so, non sono molto puntuale, ma hai letto sopra? Bene!!! Allora hai visto che poi non era Jessica la spia, eh? Mh… Ginny sotto Imperio, sai non ci avevo nemmeno pensato… bacionissimi e grazie (qual sei grande mi piace troppo) ^___ -

FraFra: ma hai visto che ho aggiornato e… ti ho sorpresa? Spero di si, cicci e poi questo chap è sullo stile che piace a te, quindi… beata te che riesci ad accettare cmq il tradimento di Ginny… Bacionissimi, voglio sentirti tramite mail prestissimo ^___^
Maripotter: ma tesoro!!! Sappi che le tue recensioni (lunghe o corte) per me sono sempre bellissime e sono comunque felice che tu mi abbia perdonata per lo scherzetto fatto a Ginny, hihihiihihih… bacetti piccolina =D
Avril Lavigne: ma piccolina mia!! Mi riempi sempre di complimenti, me li merito tutti? Beh ormai dovresti aver capito il sottofondo della trama e ho una bellissima notizia per te: tra poco torna Malfoy!!! Ciao bellissima, un baciotto immenso = )

Eva_elamela: amooooore mio!!! Non c’è Margareth in qst chap ç___ç manca tanto anche a  me, l’adoro, poi se sapessi… ok, ok, ok zitta ale!!! Tesoro, ma in questo chap io ti ho detto chi è davvero quella ragazza, quindi…. Non lamentarti… bacioni love a stasera!! ^^

Angi: ma sorellona ciao!! Mamma tu non hai idea di quanto mi sei mancata nello scorso chap, ma sei tornata ed è questo che conta!! Ih hai visto che la mia Ginny è “fumata” ma c’è sempre possibilità di redenzione, non trovi… un ringraziamento particolare e un bacio enorme!!! ^___^

Emma: ma tesorino, ritrovarti con un’altra recensione che come la precedente era bellissima… sappi che mi sdrucciolo tutta quando leggo i tuoi complimenti e mi commuovo!!! Graaaaazie!!! ^^

StellinaX:no assolutamente, non mi sembra per niente il modo di comportarsi ql di Ginny, tesoro!!! Ma, bene, spero che anche questo chap ti sia piaciuto! Ho notato che mi hai messa trai preferiti, wow Grazie!!!! Posso sdebitarmi? Bacionissimi!!! = )

 

Ragazzi adoro scrivere tutti i ringraziamenti, lo sapete? Invito tutti coloro che leggono e non recensiscono a lasciare un commento, mi sono impegnata parecchio sugli ultimi chap!!!

Salutoni e bacioni a tutti

 

Ale69J

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Capitolo 21
*** Ride Bene... ***


RIDE BENE….

 

Erano rimasti fissi in piedi, mentre il freddo li trapassava da parte a parte a contemplare quella lastra in tutta la sua integra perfezione.

I raggi lunari che riuscivano ad oltrepassare le fitte nuvole nere radunatesi nel cielo, colpivano prepotenti quella liscia e levigata pietra di marmo sulla quale era inciso un nome che in anni passati, al solo pronunciarlo persone si inchinavano rispettose.

Su quel piccolo gruppo di ragazzi, invece, faceva un altro effetto. 

 

-Malfoy Maison, fantastico! Entriamo ho sempre sognato di vedere dove viveva quel bamboccio di Signor-Malfoy-se-ti-avvicini-brutto-Mezzosangue-mi-contagi !- esclamò Seamus che, per niente intimorito da quell’aria tetra, era tutto pimpante e credeva di star per compiere una divertente partita a scacchi.

 

-Seamus…- intervenne Harry, che anche se lo nascondeva perfettamente, stava tremando come una foglia -..credo che tu sia ancora sotto l’effetto della sbronza, meglio non entrare sai…-

 

-Ma non dire sciocchezze, ih! Harry ih! Vieni …- disse semplicemente prendendolo per un braccio e trascinandolo dentro al castello.

 

Gli altri li seguirono a ruota: chiaramente il desiderio di rimanere fermi, fuori e al freddo non piaceva loro nemmeno un po’.

 

Ad accoglierli c’era un gigantesco salone circolare, che si diramava in tre direzioni, una delle quali consisteva in un’imponente scala di cristallo, esattamente di fronte a loro.

Si respirava un odore di chiuso e di muffa, mentre tutto intorno aleggiava un atmosfera silenziosa, che sembrava essere mantenuta a stento.

Il colore dominante era il verde, in varie tonalità, e sul soffitto (molto somigliante alle volte delle chiese) erano raffigurati affreschi rappresentanti serpenti.

 

-Wow!- fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare Seamus.

 

-Sembra un castello- aggiunse Dean.

 

-Non ti viene in mente che forse lo è- lo punzecchiò Calì.

 

-Ma sentitela…- iniziò Lavanda -… senza offesa cara, ma non ti puoi permettere di criticare tu- la rimbeccò.

 

-Scusate se interrompo i vostri importantissimi battibecchi, ma vi sembra il momento?- domandò Harry, aspettandosi il colpo di grazia anche da Neville e Colin, rimasti in silenzio fino a quel momento.
Quando Harry si voltò verso di loro, si accorse che in qualunque caso non sarebbero mai riusciti a spiccicare parola: i due si tenevano abbracciati e come due foglie in bilico su un ramo stavano tremando.

I visi dalla carnagione pallida spiccavano nitidi all’interno di quel buio talmente spettrale.

 

Harry fece un piccolo sorriso compassionevole: povero Neville era il secondo anno di seguito che si ritrovava nei guai a causa altrui.

Si avvicinò loro e con voce confortante disse:

 

-Non preoccupatevi adesso ce ne andiamo-

 

-Come sarebbe a dire, ce ne andiamo?- domandò Seamus deluso; era evidente che fosse reduce di una sbronza, altrimenti non si sarebbe spiegata tutta quell’allegria.

 

-Seamus, hai notato che siamo in pericolo?-

 

-Pericolo…? Harry il problema è tuo non mio, non vedi che è tutto tranquillo?-

 

Gli altri ragazzi si stavano spostando alle spalle del ragazzo, con la chiara intenzione di uscire al più presto.

Fu forse per quello che Harry si accorse di un veloce movimento proveniente da un corridoio o forse, più semplicemente,  se ne accorse per via del fatto che dopo sei anni i suoi sensi erano affinati.

 

-Si Seamus, hai ragione: c’è calma…- cominciò dandosi una veloce occhiata intorno.

 

-…troppa calma- concluse per lui Neville, che sembrava aver recuperato un po’ di voce.

 

 

******

 

 

Non si era mai accorta di quanto potesse essere confortante il dormitorio di Grifondoro, specialmente quando tutte le persone che ti potrebbero recare disturbo sono fuori a divertirsi.

 

Hermione era raggomitolata sul divano di velluto rosso della sua Casa, mentre guardava le vecchie pergamene ingiallite lasciate li da qualche studente, qualche ora prima.

Sorrise inconsciamente, ripensando che l’anno prima lei e i suoi amici avevano trascorso la notte li, discutendo di ragazze e consigliando ad Harry sul come fare con loro.

Avvenimenti accaduti prima di quell’anno, dove le cose si erano complicate, mostrando una faccia beffarda che lei stessa non credeva il destino avesse mai potuto avere.

Anche se nascoste con sorrisi falsi, ma sapeva dentro di sé che la sua relazione con Harry avrebbe creato dei problemi, specialmente con Ron.

Era proprio con lui che il rapporto era andato piano, piano sgretolandosi e riducendosi ad uno stato di sottilissima polvere.

Polvere che si era adagiata poi sui giorni più belli, gettando su di essi un velo che li rendeva opachi.

 

Indossava ancora il vestito elegante che Lavy aveva insistito tanto che comprasse, mentre sui capelli, ora scombinati, faceva la sua figura una piccola rosa, sistemata accuratamente come decorazione.

 

Stava pensando giusto di andare a cambiarsi quando il ritratto della signora grassa si aprì, mostrando una testolina rosso fuoco.

 

La sgridata del dipinto arrivò chiara e cristallina alle orecchie di Hermione.

 

-Perché vai in giro a quest’ora della notte?-

 

-Per lo stesso motivo per cui lei rompe: è nella mia natura!- le rispose Ron a tono, rientrando di corsa del dormitorio e chiudendosi bruscamente la porta alle spalle.

 

Si bloccò quando vide Hermione seduta sul divano, la guardò con uno sguardo profondo e fece per andarsene, quando Hermione lo fermò.

 

-No, ti prego resta, almeno tu…- lo implorò con la voce di una persona prossima alle lacrime.

 

Lui non le rispose, se lo avesse fatto certo non le avrebbe rivolto complimenti, solo frasi del tipo “lo sapevo” e non voleva ferirla maggiormente.

Si limitò, così, ad andare a sedersi accanto a lei, abbracciandola e sussurrandole:

 

-Vuoi dirmi cosa è successo…?-

 

Lei scosse la testa, mentre dai suoi occhi iniziavano a scorrere calde lacrime che le lasciavano piccoli sentieri tortuosi sul viso appena velato da un leggero strato di trucco. 

 

-Ma, Ron, mi devi promettere una cosa, non prendertela con Harry, va bene? È una cosa che dobbiamo risolvere noi due e se ci dovremo lasciare sarà solo una decisione nostra, tu per favore… Stanne fuori-

 

Questo a Ron bastò per fargli stringere maggiormente l’amica; gli aveva dato la conferma che a lui mancava, era a causa di Harry se Hermione piangeva per l’ennesima volta, ma lei gli stava anche chiedendo di lasciarli stare e se era la sua volontà decise che ce l’avrebbe fatta.

 

Ron credette improvvisamente di essersi rincretinito a furia di pensare, perché tutto intorno a loro iniziò a vorticare e sentirono come una potente fitta allo stomaco.

Le cose erano due o avevano toccato involontariamente una passaporta oppure qualcosa di molto potente li stava risucchiando.

Chiusero gli occhi, mentre un turbine di sabbia volteggiava intorno a loro.

 

Quando li riaprirono, si ritrovarono in un gigantesco tunnel scavato nel terreno; sarà stato alto cinque metri, mentre  si estendeva per diversi chilometri in lunghezza e sulle pareti si dissipavano numerose piante rampicanti.

Da ogni parte si vedevano piccoli animaletti che stavano lavorando…

Hermione si portò una mano alla bocca e disse:

 

-Ron… Non ci credo, lo sai dove siamo?-

 

-No… Dove? In un tunnel schifoso dove essere abominevoli stanno lavorando…    Immaginati se fosse la base degli elfi domestici!- le rispose lui.

 

-Sulla base hai indovinato, ma sai cosa sono quelli…? Stridelli!- concluse.

 

-Allegria! Ma a noi cosa importa?-

 

-Ron… Non era mai stato trovato questo covo prima d’ora, lo sai? Siamo i primi!-

 

-Non capisco perché la notizia dovrebbe rallegrarmi, comunque sia, la domanda è:  perché siamo finiti in questa discari… ehm, in questo posto?-

 

-Non lo so…- gli rispose lei pensierosa, poi saltò in piedi e disse:

-Mi scusi! Mi scusi lei sulla scala che sta per cadere, cosa ci facciamo qua?-

 

La piccola creatura sobbalzò quando senti la voce di un’estranea che si rivolgeva a lui e aprendo appena la bocca emise un piccolo grido e tutti gli altri suoi simili che stavano lavorando ben presto si andarono a nascondere.

 

-Ecco, visto? Li hai terrorizzati…- disse scherzosamente Ron, rivolto alla povera Hermione, la quale mise su un piccolo broncio di disappunto.

 

Ben presto arrivò, accolto da numerosi applausi, un altro Stridello, dotato di folti baffi e dal colorito azzurro spento, doveva essere molto anziano.

 

-Buona serata ragazzi- fece cordialmente –risponderò all’unica domanda che volteggia danzante nella vostra testa;-  a questo punto Hermione e Ron di scambiarono una veloce occhiata: quella creatura parlava come se stesse leggendo una poesia, sembrava quasi che li stesse prendendo in giro -siete qua perché abbiamo sentito intorno a voi un’aura di pericolo e siamo intervenuti…-

 

-Pericolo? Come sarebbe a dire pericolo?-

 

-Il Signore Oscuro è tornato signorina, stasera!- rispose la creatura ad Hermione.

 

-E Harry e gli altri?- domandò Ron ansioso.

 

L’anziano sospirò e con voce sincera disse:

-Per loro è troppo tardi, solo un miracolo li può salvare dal destino, o una persona dotata di gran cuore, lo dicono le stelle-

 

Hermione e Ron si guardarono negli occhi: era così dunque che doveva andare a finire, giovani vite innocenti sacrificate per la causa di un povero pazzo?
Non lo potevano accettare…

 

 

******

 

 

Erano ancora all’entrata.

Chi li avesse visti avrebbe dato loro un premio solo per l’indecisione che stavano dimostrando.

La porta di Malfoy Maison era socchiusa, mentre gelide folate di aria entravano potenti, facendoli rabbrividire.

Dai rumori provenienti dall’esterno capirono che aveva iniziato a piovere e un rigagnolo d’acqua stava entrando lentamente, in un punto dove il terreno creava una piccola conca.

Le ragazze erano con la schiena appoggiata al muro vicino al portone principale, con le ginocchia tenute strette tra le braccia, mentre forti tremiti di paura (e non solo) le percorrevano.

 

Dean tratteneva Seamus per una spalla, cercando di riportarlo all’ordine, cosa del tutto inutile visto che il ragazzo aveva già iniziato a salire le scale diretto ad ispezionare la casa. 

 

Colin e Neville sembravano in procinto di svenire, mentre pallidi come fantasmi stavano aspettando il momento in cui Harry si decideva dire “andiamocene”.

 

Ma quest’ultimo sembrava avere tutt’altra intenzione: dentro di sé sapeva bene che se fosse rimasto avrebbe messo in pericolo i suoi amici, ma lo sentiva a pelle in quella casa c’era qualcosa che non andava, un’aria troppo soffocante li avvolgeva e ora avrebbe accompagnato volentieri Seamus in giro per quel maniero lussurioso e buio, alla ricerca di…

 

Si ma poi di cosa sarebbe andato in cerca?

Non dovette aspettare molto prima di trovare la risposta; tutto d’un tratto dalla scalinata di marmo si udì uno schioppo violento, che sbalzò indietro Seamus, facendolo cadere con il sedere a terra.

Dopo di che la porta si chiuse rumorosamente, mentre Calì e Lavanda sobbalzavano impaurite.

Se un centinaio di candele non si fosse acceso magicamente non avrebbero mai potuto vedere una persona misteriosa in cima alla scalinata, fiancheggiata da due ragazze giovani.

 

Quella creatura era…

 

-Voldemort!- pronunciò Harry a denti stretti, mentre la sua collera cresceva: lui li aveva trascinati in quella trappola, probabilmente aveva nascosto una passaporta che li trasportasse nei giardini di Malfoy Maison.

 

Rivolse poi il suo sguardo alle guardie che lo appaiavano; dire che il suo cuore mancò di un battito è sminuire il sentimento di sconforto che avvertì.

 

Quei due erano due donne e più precisamente….

 

Ginny Weasley….

 

Donna Raily….

 

-Non ci posso credere lei- esclamò Harry, additando la sua insegnate di Difesa contro le Arti Oscure –Donna, Silente si fidava di te e tu…-

 

-Margareth per favore, vorrei rispolverare un po’ nel passato…- gli disse lei in risposta.

 

Ora un silenzio attonito proveniva dai suoi compagni; non avrebbero mai pensato che un insegnante potesse arrivare a tanto, Piton forse ma forse le apparenze a volte ingannano.

 

-E… Ginny! Come hai potuto?- chiese Harry allibito e la sua frase fu accompagnata da molti sguardi stupefatti degli amici.

”Anche lei, una Grifondoro fino all’ultima goccia di sangue, come aveva potuto…?”

 

L’unica cosa che vide Harry, fu il viso pallido di Ginny abbassarsi e lì comprese che stava facendo tutto contro la sua volontà.

Scosse la testa.

 

“Ginny in che guaio ti sei cacciata?”

 

-Bene Potter e company, siete voluti venire qua a giocare? E ora sarete accontentati…-

 

Le dita della sua mano scheletrica si sfiorarono appena, ma produssero uno schiocco sordo che echeggiò in tutto l’atrio.

 

-Sia dato inizio ai giochi!- esclamò, mentre le sue parole venivano inghiottite dalla sua gelida risata, che si diffuse velocemente tramite fili tesi e invisibili.

 

 

*****

Amorini miei anche il 21esimo chap è concluso, la ff si avvia verso la fine ç____ç

Comunque sia in questo chap ho dato tante informazioni e specialmente sulla nostra cara Margareth, inoltre Hermione  e Ron sono gli unici che non corrono pericoli, indovinate un po’ chi salverà i nostri eroi (se si salveranno)??? ^_____^

Passiamo ai thanks personali:

 

 

 

FraFra: ma tesorissimo, graaaaazie *___* si adesso arriva il bello e… hai notato cosa accade in questo chap? Bacettissimi e un salutone immenso^^

Marco: ti prego, ti prego risvegliati, non svenire in questo punto cruciale!! Mmm… cos’è questa novità? Non sei stato il primo a recensire? Male ragazzo, molto male… comunque io non sono così cattiva dai: Ron non ucciderà Harry, questo te lo dico in anteprima mondiale °___° …. Mi dai la tua mail, ti prego *____* bacetti…

Maripotter: wow cicci grazie!! Dici che si decideranno quei due alla fine…? Mah, chi li capisce è bravo!! Non credo che sia tua doverti inchinare a me, ma semmai il contrario, più piccola di me e sei un mito!!! Bacione immensissimo (italiano corretto) ^___^
Emma: magic girl ciao!! Non per vantarmi, ma credo in ogni caso di essere più interessante di qualsiasi compito tu stessi facendo, e sapere che ti elettrizza ogni volta che vedi i miei aggiornamenti mi riempie di orgoglio… per quanto riguarda la recensione lunga, non preoccuparti, anzi… *ale adora le recensioni lunghe* un bacio teneroso tutto per te, ciao!! ^_____ -

Eva_elamela: ma amooooore!!!!!!! *____* troppo felice in ogni chap di leggere i tuoi commenti, sono un carburante ^__^ poi lo sai che io adoro le critiche costruttive e i tuoi complimenti lo sono moltissimo love!!! Ciao, ciao una pioggia di bacetti lovviosi……

Angi: sorellona!!! Io.. io… io… dimostro la bastardaggine??? ç____ç guarda che la colpa di quello che è successo è di Harry, non mia io racconto solo i fatti *come negarlo??* ma se io ti prometto un lietissimo finale, mi perdoni *occhi da cucciolo e lucciconi* bacionissimo gigantesco!!! ^_____^

Avril L.: ma piccolina mia… non torni più in carreggiata ç___ç  ??? il nostro motto “forza e coraggio” non funziona più??? Comunque per rallegrarti un po’ ti dico che torna Malfoy (mi hai chiesto come stava) e che lui stesso mi manda una lettera dall’Irl.. ehm… ricambia il saluto insomma, mentre io ti mando un bacionone immenso, ciao magic friend!!! ^__^
StellinaX: rispondo semplicemente: Harry e Hermione ho già pensato a come farli riappacificare, credimi ti dovrebbe piacere ^___ - per Ron e Jessica temo che in questa ff non ci sarà nulla per loro, ma ripeto in questa ff (ale taci…)^^ bacetti infiniti piccolina…

 

Oh, scrivere tutti questi ringraziamenti  mi riempie di gioia ^_____^
Al prox chap “…chi ride ultimo” (così completiamo il proverbio) che sarà il PENULTIMO, poi l’ultimo con tutte le spiegazione e chiarimenti vari e infine vi assicuro che ci sarà un epilogo, conseguentemente mi dovrete sopportare ancora per tre chap ^ _____ -

 

Baciotti  a tutti

ale69J

 

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Capitolo 22
*** ...chi ride Ultimo ***


…CHI RIDE ULTIMO

Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiù che faticaccia, mai scritto niente di così lungo, assicuro su me stessa ^____^

E siccome voi mi volete bene e non volete vedere sprecato il mio lavoro, dopo aver letto mi lasciate un bel commentuccio e stavolta non scherzo: ne voglio uno da tutti quelli che leggono. Buona lettura (per favore non sprecate il lavoro che mi ha tenuta alzata fino a tardi) ^__________________^

 

 

…CHI RIDE ULTIMO

 

Un forte malore allo stomaco colse Harry  all’improvviso e da quello che riuscì a vedere prima che un turbine lo avvolgesse, i suoi amici vennero smaterializzati.

La testa iniziò a girargli vorticosamente e un dolore forte lo colpì alla cicatrice.

Chiuse gli occhi, sperando di riuscire a dissimulare il bruciore, ma non appena le palpebre si toccarono iniziarono a lacrimargli e il ragazzo fu costretto a riaprirli.

Da un rumore di vetro infranto capì che i suoi occhiali erano andati distrutti e riuscì solo ad intravedere un turbinio di immagini, prima di riuscire a capire dove si trovava.

Si sentì cadere pesantemente sul freddo pavimento di marmo, mentre un’aria fredda proveniente dalle finestre lo assalì facendolo rabbrividire.

Decise di rimanere disteso e immobile, non voleva aprire gli occhi per vedere quello che lo circondava, non aveva nemmeno il coraggio di respirare, temendo che nell’aria ci potesse essere veleno, ma a causa di necessità fisiche fu costretto a farlo.

L’odore che gli arrivò al naso era quello amaro del sangue, del sangue caldo che esce dalle vene dopo che qualcuno ci ha inciso un taglio profondo, del sangue di una persona che viene uccisa senza pietà a sangue freddo.

Sobbalzò quando riuscì a realizzare che un cadavere doveva trovarsi nei paraggi, ma socchiudendo le palpebre non vide niente.

Solo un buio corridoio, che alla prima occhiata appariva infinitamente lungo, tetramente illuminato da candele appese a lugubri candelabri arrugginiti.

Si alzò lentamente e anche con molte difficoltà, sentendosi acciaccato e spossato.

Il corridoio era composto da pareti fatte di specchi e si articolava in tanti altri passaggi, creando una sorta di labirinto.

Questo terrorizzò Harry a morte; era stato Voldemort, lo sapeva ne era certo e pregava solamente che i suoi amici stessero bene, che non si trovassero in una trappola peggiore della sua.

 

-Avrà riservato a me il giochino migliore che aveva- si disse mentalmente.

 

Decise di darsi una mossa, prima di mettere radici, ma decise anche di essere molto cauto in ogni decisione che prendeva.

Ogni cinque passi si voltava e pronunciava una preghiera per i suoi amici, per Ron, per Hermione, sperando che almeno loro due stessero bene, al caldo nei loro letti.

Sapeva, era certo che molto presto Silente sarebbe arrivato a salvarli, ma quando?

 

Prese la bacchetta magica, che teneva al sicuro sotto il mantello e si sfilò gli occhiali; puntò lo strumento contro di essi e pronunciò:

 

-Ocolus reparo-

 

Magicamente gli occhiali si aggiustarono; dopo di che dovette trovare una soluzione per orientarsi; subito gli vennero in mente i pomeriggi trascorsi al quarto anno con Hermione e Ron a studiare nuove tecniche per poter superare il Torneo Tre Maghi. 

 

-Diamine com’era quell’incantesimo…?-si domandò, mentre un amnesia completa lo sorprendeva.

 

Prese la sua bacchetta e tenendola distesa sul palmo della mano le sussurrò:

 

-Guidami-

 

Essa iniziò ad emanare una luce rossa molto potente e si alzo librandosi in volo; puntò la direzione nord-est, ma il ragazzo non capì bene come poteva segnargli quella direzione, se non sapeva nemmeno cosa doveva cercare; decise tuttavia che non era quello il momento di mettersi a ragionare, anche se si rendeva conto che sarebbe stata la cosa più giusta.


Iniziò a camminare lungo il corridoio, mentre i vari specchi gli riflettevano la sua immagine impaurita, con la carnagione pallida e la fronte imperlata di sudore freddo.

 

Fu così che tra folate di vento freddo iniziò a farsi strada tra i misteri di Malfoy Maison, mentre ad ogni passo sentiva la paura aumentare, con un peso che si faceva sempre più compatto nel petto.

 

Ad un tratto un grido acuto ruppe quella calma irreale.

 

 

*****

 

-Aiuto un topo!- strillò Calì, ammassandosi sulla spalla di Neville.

 

-Credo che si sia spaventato di più il topo di te- la rimbeccò Lavanda.

 

-Ma com’è possibile che ci siamo solo noi, cioè e gli altri? Dean, Seamus e Colin, dove sono?- domandò Neville molto preoccupato.

 

-Più che per loro, mi preoccupo per Harry- disse Lavanda –Voi-sapete-chi deve per forza aver giocato un tiro mancino a tutti, ma a lui particolarmente, chissà in che trappola è capitato poverino…- concluse amareggiata, lasciandosi cadere seduta sul divano logoro alle sue spalle.

 

Loro tre erano capitati in una stanza circolare, con un camino acceso, nonché unica fonte di luce, mentre tutte le ombre proiettate sulla parete trasmettevano una certa inquietudine.

A quanto pareva era l’unico luogo dotato di finestre protette da vetri, i quali si appannavano al respiro irregolare di Neville che vi stava incollato.

Un aroma di vino fermentato aleggiava tutto intorno, mentre in sottofondo si sentiva un leggero odore di legno bruciato, probabilmente lo stesso che giaceva secco nel caminetto.

 

-Inoltre c’è calma, troppa calma, non credo do aver mai sentito tanta calma in vita mia e penso che non ci sia mai stata tanta calma addirittura in questa casa- affermò seria Lavanda, portandosi una mano alla fronte per asciugarsi le piccole gocce di sudore freddo che gliela inumidivano.

 

-Ho paura- disse con una vocina flebile Calì, che se ne stava inginocchiata di fronte all’amica, sul tappeto bucato.

 

-Sentite- proruppe Neville, che stava stringendo freneticamente i pugni e digrignava i denti, nello sforzo di non piangere forse, o più semplicemente di apparire più forte alla vista delle due ragazze –l’anno scorso sono capitato in un luogo terribile, l’Ufficio Misteri; là gruppi di Mangiamorte attaccarono Harry e io vidi Hermione che lottava accanitamente al suo fianco per proteggerlo; non dimenticate che Hermione ha dovuto prendere dieci tipi diversi di pozione ogni giorno per guarire dall’incantesimo del Mangiamorte…-

 

Lavanda lo guardò in viso; capì il coraggio che il ragazzo stava avvertendo dentro di se, decise quindi che avrebbe voluto contribuire nel caso si stesse andando a salvare i suoi amici.

 

-Io ci sto…-disse decisa, protendendo una mano avanti, aspettando che gli altri due prendessero la sua.

 

Neville che era già in piedi, si avvicinò alla ragazza e le strinse la mano; poi entrambi si voltarono verso Calì, la quale si era messa seduta a gambe incrociate e si stava mordicchiando le nocche della mano destra, la quale recava già i segni di una brutta cicatrice.

Neville si accorse solo in quel momento di quella traccia che intaccava la perfezione della sua mano e si rese conto che doveva fare parecchio male.

 

-Coraggio Calì…-la incitò il ragazzo.

 

Lei si rivolse verso di lui e fece un piccolo singhiozzo, mentre grossi goccioloni le inondavano le guance.

 

-Credo- disse abbozzando un sorriso –che dovrò venire con voi comunque, non mi va certo di rimanere qua da sola- aggiunse infine, asciugandosi gli occhi con la manica  del giubbotto di jeans, strappato a causa della caduta accidentale –Ci mancava solo sto coso…- concluse, togliendosi l’indumento e appoggiandolo alla spalliera della logora poltrona.

 

-Va bene, andiamo?

 

-Andiamo...-rispose Neville, avviandosi verso la porta e girando la maniglia per aprirla.

 

Quando uscirono in corridoio sentirono una fredda folata di vento che li avvolse facendoli rabbrividire; qualunque odore, anche il più nauseante, non si sentiva più:

aria pura li dissolveva senza lasciarne alcuna traccia.

Iniziarono a percorrere i corridoio ispezionandone la solita monotonia; lunghe lastre di marmo come pavimento, tirate a lucido come si farebbe quando si aspettano ospiti; lugubri candelabri appesi alle pareti che diffondevano una luce spettrale solo nel raggio di pochi metri, tutto il resto buio totale.

 

-Guardate quante porte! Se io fossi Malfoy e abitassi in una casa simile mi sarei già persa- affermò Lavanda.

 

-Già, che fine hanno fatto le piccole casette di campagna con una cameretta per i bambini e una per gli adulti? Un bel camino in salotto e una cucina in cui litigare? Qua ci sono una marea di stanze a parer mio inutilizzate!- ammise Neville, dandosi un’occhiata intorno, con la pelle d’oca che ben presto si fece sentire.

 

-Guardate che porta carina, tuta colorata…-esclamò felice Calì, indicando una stanza.

 

-Molto bella, ma non entrerei, infondo qui è tutto una trappola e logicamente un’oca viene attratta dalle cose suggestive…-la rimbeccò Lavanda.

 

-Mi stai dando dell’oca stupida..?- le domandò irata la ragazza.

 

-Figurati…-le rispose sarcastica.

 

-La volete finire?- sbottò Neville –secondo me comunque dovremmo entrare, infondo non abbiamo molta scelta se vogliamo trovare l’uscita!- propose infine.

 

Calì esultò, tutta felice e si avviò verso la porta, aprendola con una lieve spinta; un profumo particolare, all’essenza di ciclamino, che ben conoscevano, invase le loro narici.

 

 

*****

  

-Ahi! Diamine Colin  vuoi togliere il sedere dalla mia faccia?- sbraitò un Seamus con il viso premuto tra il freddo pavimento e il fondoschiena dell’amico.

 

-Ah io!-rispose il diretto interessato –Noti che ho un piede di Dean nell’occhio? Scusa tanto, ma momentaneamente avrei un priorità!-

 

-Ah si e qual’è?-

 

-Non ritrovarmi con un occhio solo-gli rispose duramente Colin, mentre con un gesto brusco del braccio spinse via il piede di Dean, che appunto stava pericolosamente incombendo sul bulbo oculare del ragazzo.

 

-Sentite, ma dove siamo?- domandò Dean, riuscito ad alzarsi.

 

I tre ragazzi si erano risvegliati da un profondo torpore che li aveva avvolti fino a pochi minuti prima e si erano trovati tutti aggrovigliati tra di loro.

Era una stanza inquietante quella in cui erano finiti; interi gruppi di ragni dovevano infestarla, non si sarebbero sennò spiegate le ragnatele chilometriche che andavano da una parte all’altra della stanza, quasi servissero come ponte di passaggio.

Non c’erano finestre, solo un piccolo lumiere che emanava una lucetta rossa come il sangue e spettrale.

Colin si sentì a casa.

 

-Guardate quante cose belle ci sono…-esclamò, tirando fuori dalla custodia la macchina fotografica e iniziando a scattare fotografie ovunque.

 

-Bellissimo!-gli rispose Seamus sarcastico. –Quando avrai finito di fare il tuo safari fotografico, fai un fischio e facci sapere-concluse, accomodandosi su una vecchia sedia a dondolo di legno e fingendo di bere una fresca bevanda, rilassandosi.    

 

-Va bene-gli rispose.

 

La finta bevanda andò di traverso a Seamus.

 

-Vuoi capire o no che ce ne dobbiamo andare? Alla svelta anche…-

 

-No-

 

-Bene, benissimo! Dean, quando ritroveranno il nostro cadavere voglio che si sappia di chi è stata la colpa, ossia del marmocchio che deve “fotografare”-disse, mimando l’azione di cliccare il tasto della macchina -le cose orribile che in questo momento ci stanno circondando-

 

Seguirono pesanti minuti di silenzio, interrotti solamente dallo scricchiolare di Colin che si muoveva pesantemente sul pavimento.

Stava immortalando tutto: dagli spessi strati di polvere che intaccavano l’arredamento “spoglio” della stanza, fino ad arrivare ai piccoli fili bianchi che avevano interpretato come ragnatele.

 

Dean era l’unico sano tra i tre; stava osservando con circospezione la maniglia della porta e a intervalli regolari sospirava per niente felice:chiaramente qualcosa lo preoccupava.

Percorse con un dito la maniglia d’ottone, che sembrava essere l’unica cosa rimasta intatta in tutto quell’ambiente così inospitale.

 

-Va bene, andiamocene-sbottò infine Seamus, che con un balzò si alzò dal dondolo e si recò alla porta.

 

Ma proprio mentre stava per aprirla, un pugno ben piazzato di Dean lo fece cadere e gli fece sanguinare il naso.

Il fatto stesso che Colin si interruppe per assistere Seamus era un chiaro segno della gravità della cosa.

 

-Dean, ma che fai?-sbottò Seamus, che come arco di riflesso si portò le mani alla parte lesa.

 

-Scusa…-gli disse grattandosi la nuca in imbarazzo – Se tu avessi aperto quella porta ci saremmo ritrovati in una trappola, di cui però non sono riuscito ancora a capirne gli effetti…-concluse perplesso.

 

-E non sarebbe bastato semplicemente che me lo dicessi?-

 

Il ragazzo scosse la testa.

 

-Avresti comunque aperto la porta, ormai era un’azione programmata, l’unico modo per fermarti era bloccarti con le maniere cattive…-

 

-Ah beh…-disse solamente, anche se per niente convinto.

 

-E cosa facciamo allora, restiamo chiusi in questo sgabuzzino in eterno, tra poco mancherà l’ossigeno- disse Colin preoccupato.

 

-Chi ti ha detto che è uno sgabuzzino- domandò Seamus.

 

-Veramente c’è solo un modo…-iniziò Dean, rispondendo a Colin e ignorando deliberatamente Seamus -…dobbiamo per forza aprire la porta, ma dobbiamo starne più alla larga possibile…-

 

-Va bene, ma come fate a sapere…?-

 

-E come facciamo questa stanzetta è un metro per un metro, non c’è molto spazio…-

 

-Infatti, ma da cosa avete capito…?-

 

-Vorrà dire che ne creeremo un po’-concluse Dean, tirando fuori la bacchetta.

 

-Giusto, l’incantesimo appena scoperto da Vitius- approvò Colin.

 

 -Ragazzi, ma come fate a sapere che…-

 

-Dalle scope e dal fatto che è troppo piccolo per essere qualunque altra stanza!!!-risposero all’unisono Seamus e Coli, mettendo a tacere Seamus che continuava a saltellare da una parte all’altra in cerca di quella risposta, momentaneamente inutile.

 

-Aiutami va…-

 

Dean e Colin si misero in coppia e diressero le bacchette magiche nello stesso punto del ripostiglio.

 

-Spaciorum incantate-pronunciarono sotto voce.

 

Un lampo di luce rossa si diresse verso un muro ammuffito; ben presto la parete si sciolse e si allargò di parecchi metri creando un notevole spazio nella stanza.

 

-Coraggio entrate-disse Dean, mentre prendeva per un manica Seamus ancora mezzo intontito.

 

Da quella distanza i ragazzi pronunciarono un altro incantesimo che fece in modo di aprire la porta; dall’altra parte videro solo un piccola e fioca luce verde, ma prima di poter mettere a fuoco bene, una cascata di liquido corrosivo scese dall’alto, iniziando a creare uno squarcio nel pavimento.

 

-Il vecchio trucchetto del secchio sulla porta, bravo il nostro amico Voldemort- ghignò Seamus, osservando però ad occhi sbarrati la scena sotto i suoi occhi.

 

-Ragazzi dobbiamo muoverci, se continua così si creerà troppo spaziò tra qui e la porta, non riusciremo a saltare!-affermò Dean.

 

Prese l’amico per un polso e se lo trascinò con sé, senza alcun avvertimento prese la rincorsa e si lanciò al di là della porta, giungendo in uno stretto corridoio.

Mancava però Colin, che saltando aveva paura di danneggiare il prezioso oggetto che portava spesso con sé: la macchina fotografica.

 

-Dai Colin ragiona:se tu lasci la pelle qua, non potrai comunque fare più le foto e non solo con quella macchina, ma con nessun altra!- affermò Dean perfettamente cosciente e voglioso di vedere tutti quanti sani e salvi.

 

Il ragazzino si fece coraggio, lo videro che deglutiva, subito dopo chiuse gli occhi e iniziò a correre.

Arrivato a pochi centimetri dallo stipite della porta, Seamus era sicuro che sarebbe precipitato dallo squarcio del pavimento; tuttavia riuscì a compiere un salto miracoloso e si ritrovò dall’altra parte in un batter d’occhio.

Lui per primo sembrava non riuscire a crederci.  

 

-Bravo Colin, vedrai ti daranno una medaglia al valore…-lo rassicurò Seamus dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

 

-Lo spero e guardate… La mia macchina fotografica è sana e salva-

 

-Fantastico!-

 

-Adesso andiamo-disse deciso Dean; guardandosi intorno si accorse di essere in un punto d’incontro di tre corridoi, e scegliere di prendere quello al centro piuttosto che quello a destra o quello di sinistra fu una vera tortura: una mossa sbagliata ed erano tutti condannati ad una morte più atroce della morte stessa.

 

 

*****

 

-Come sta andando la  missione fiore…?-

 

-Male mio padrone; le ragazze e il deficiente non sono caduti nella trappola della tua stanza, sinceramente credo che non l’abbiano nemmeno notata…-aggiunse Margareth ripensandoci.

 

-I tre ragazzi…?- domandò sconcertato Voldemort.

 

-Hanno superato brillantemente la prova dell’acido Mio Signore, a quanto pare Hogwarts li ha preparati bene, Silente ha giocato bene le sua carte, ci sta sbaragliando…-

 

-Lord Voldemort  non viene sbaragliato da mocciosi-le rispose la creatura –E… che mi dici di Potter?-le domandò temendo un’amara risposta.

 

-E’ l’unica bella notizia che ho per te… Potter è ancora imprigionato nel labirinto degli specchi; sono contenta che la mia idea stia funzionando, leggendogli nella mente ho scoperto che la cosa di cui ha più paura è di essere messo di fronte alla verità… Vedrete non appena proseguirà per il corridoio-

 

-E Ginny?-

 

-E’ terrorizzata; credo che stia cambiando partito-

 

-Ormai ha giurato, ha il marchio se in futuro vorrà tornarsene da dove è venuta dovrà prima compiere e realizzare la sua promessa oggi…!- concluse soddisfatto il Signore Oscuro –Ora posso tornare nel mio luogo, là potrò porre fine al mio piano, per quanto riguarda i ragazzi... Uccideteli pure…-

 

-Mio Signore e mia sorella?-

 

-Temo che Jessica sarà qui molto prima di quanto noi ci possiamo immaginare!-

 

-Spero comprenda che tutto questo lo faccio solo per lei…- concluse malinconica Margareth.

 

 

*****

 

-Guardate che stanza strana, sembra che qualcuno ci sia stato fino a poco tempo fa, il letto è disfatto…-suppose Lavanda dando un’occhiata alla stanza dove lei e i suoi due amici erano capitati.

 

-E non deve aver fatto sonni felici il nostro amico, il letto è fradicio di sudore…-constatò Neville.

 

-Amica semmai, non ho mai visto un uomo usare tutte queste lozioni per la bellezza del viso; e poi… Ragazzi parliamoci chiaro, il profumo che invade questa stanza lo con conosciamo troppo bene per confonderlo…- intervenne Calì, che per la prima volta quella sera disse una cosa sensata.

 

“Quando entrava in classe lasciava sempre una scia così buona di profumo, ogni ragazzo aveva sognato di poter avere tra le mani quelle sue magliettine così sexi che indossava spesso…”

 

-Già, ne discutemmo una volta con i ragazzi in dormitorio- affermò Neville.

 

“Era piacevole persino andare a prendere un compito, anche se si era sicuri di averlo sbagliato… Quell’aroma si espandeva in tutta la classe…”

 

-Ricordo che più di una volta volli recarmi da lei per chiederle la marca dell’essenza che usava…- ammise Lavanda.

 

“Ma come tutti i profumi quello era tossico, se assunto in dosi eccessive e loro ne stavano davvero aspirando troppo”

 

Sembrò strano a tutti loro, ma erano caduti in un’altra trappola, anche se inconsciamente non se ne stavano rendendo conto.

Quella stanza, così apparentemente innocua da non poter fare male a nessuno si stava rivelando una trappola mortale.

 

-Ragazzi non vi sentite strani?-domandò Calì, rimasta leggermente lucida dopo uno stato di catalessi totale.

 

-Si in effetti…-le risposero gli altri due all’unisono, dopo essersi accasciati sul morbido tappeto del pavimento.

 

-Ragazzi, ma c’è qualcosa che non va!-esclamò Calì, rendendosene finalmente conto.

 

Prese per le maniche del golfino gli altri due e le sollevò di forza.

Aprì la porta con maldestria, senza preoccuparsi di sbattersela alle spalle facendo cadere parecchi centimetri di polvere assediatasi sugli stipiti.

Neville e Lavanda iniziarono a tossicchiare, accasciandosi sul pavimento e portandosi una mano alla fronte.

 

- Cos’è successo?-

 

-Credo che sia stata l’ennesima trappola, il profumo della Raily credo avesse lo scopo di intontirci-

 

-Meno male che tu sei immune ai profumi di un altro essere femminile Calì -la prese in giro l’amica.

 

Quella non le rispose, si limitò a mettere su un broncio arrabbiato e a guardarsi intorno: erano tornati nel corridoio dove si erano trovati pochi minuti prima.

 

-Fantastico!Sentite che ne dite di procedere senza entrare in nessuna stanza?-

 

-E’ l’unica cosa sensata da fare-approvò Neville alzandosi.

 

 

 

 

Per quanto potesse essere strano era la bellezza di mezz’ora che stavano girando per quel castello ed erano sicuri che se si fossero trovati in un labirinto non avrebbero faticato tanto a trovare l’uscita.

 

-Dove stiamo andando?- domandò Calì terrorizzata e totalmente addossata al braccio di Neville; teneva in mano una candela che bruciando si stava consumando lentamente.

 

-Stiamo seguendo il corridoio cioè…- iniziò Neville.

 

-…non lo sappiamo- completò per lui Lavanda.

 

Un rumore di passi affrettati li distrasse; tutti e tre si girarono di scatto e si guardarono alle spalle.

Per fortuna sembrava non esserci nulla nei paraggi o per lo meno nulla di pericoloso.

 

-Perché credete che Donna, ehm… Margareth sia arrivata a tal punto?-

 

-Perché è pazza, no?- disse Lavanda convinta, artigliando le unghie nella carne della sua stessa mano, nella quale rimasero incisi profondi segni rossi.

 

-Ma forse voleva vendicarsi….-cercò di giustificarla Calì.

 

- Calì, svegliati, se lei voleva vendicarsi nessuno l’ho obbligata a coinvolgere noi! Quando tuo padre piangerà sulla tua tomba cosa gli dirai? Ma quella pazza voleva solo vendicarsi, ti prego si realistica e guarda in faccia la realtà…-

 

Ancora una volta quel rumore di passi, che stavolta era lieve come il correre di un bambino alle prime armi.

 

-Stavolta non me lo sono immaginato!-scattò Neville, estraendo la bacchetta.

Fece una veloce piroetta intorno a se stesso, per assicurarsi che il pericolo non fosse alle sue spalle.

 

-Andiamo…-dissero due voci maschili poco lontane.

 

Neville sobbalzò: da quando Lavanda e Calì sapevano simulare così bene le voci maschili?

 

-Per favore Seamus, guarda dove vai, mi continui a pestare i piedi e il tuo peso è paragonabile a quello di un elefante…- gli disse Dean.

 

-Ah si, ma sentitelo, che questo per non ingrassare a momenti sta a digiuno!-

 

-Ma la volete piantare?-esclamò una terza voce molto irritata, che Neville riconobbe per quella di Colin.

 

Lavanda e Calì (rimaste sempre a tre passi da Neville) avevano sentito quel piccolo battibecco tra i tre ragazzi che stavano arrivando.

Sarebbe potuto essere tranquillamente un tranello per imbrogliarli, ma quel tono giocoso nella voce era inconfondibile e poi… Diciamoci la verità: Dean davvero non mangiava per non ingrassare!

 

-Ragazzi!!!- esclamarono, correndo loro incontro.

 

I tre presi alla sprovvista tirarono fuori le bacchette e le puntarono davanti a sé; fecero appena in tempo a rimetterle via prima che le ragazze le demolissero saltando loro al collo.

 

-Lavanda, Calì, Neville- aggiunsero i tre, notando i ragazzo che si avvicinava più mansueto delle due –State bene, grazie al Cielo, ma Harry? Dove siete stati voi? Cosa vi è successo? Calì non ti starai congelando senza niente addosso?-

 

Se non con attacchi alla persona, li bombardarono di domande a cui dovettero rispondere alla velocità della luce e in modo molto confuso.

 

-Da dove venite voi?-

 

-Da quella parte del corridoio, voi?- domandò Lavanda.

 

-Dalla parte opposta! Quindi se da entrambe le parti c’è qualche trappola e non portano a niente, mi sembra evidente che la soluzione hai nostri problemi sia andare a destra!-

 

-Speriamo, voglio andare a dormire, sono stanca morta e poi non posso lasciare Taddy da solo!- ammise Calì arrossendo.

 

-Taddy? Chi è?- domandò sconcertato Seamus.

 

-Il suo orsacchiotto senza il quale non riesce a dormire!-rispose acida Lavanda.

 

Il gruppo (per fortuna riunito) stava camminando in cerca   di un uscita; se poi lungo il cammino gli si fosse dimostrata la possibilità di salvare Harry sarebbe stato senz’altro meglio.

A quanto pareva, però, avevano imboccato la strada giusta: invece di ritrovarsi in un altro corridoio, capitarono in un punto di incontro tra il salone d’ingresso, le scale e il corridoio.

 

-Siamo sempre stati al piano terra!-constatò Dean arrabbiato.

 

Il portone da cui erano entrati qualche ora prima era affiancato ai lati da due finestre che davano sul parco e possedeva eleganti battenti ricoperti d’oro prezioso.

L’atmosfera che regnava ora però era totalmente diversa da quella che li aveva accolti: luci e candelabri dorati illuminavano l’immensa sala e creavano un ambiente molto caldo alla vista.

Le scale da cui avevano visto Lord Voldemort erano percorse da un lungo tappeto rosso, come a simboleggiare l’importanza di chi vi camminava sopra.

E ai lati dell’imponente scalinata due corridoi, uno che rimaneva un mistero (e a detta di tutti tale sarebbe stato meglio rimanesse) e l’altro era quello da cui erano venuti loro.

 

-Guarda un po’, si sono degnati di accendere la luce!-disse ironico Dean, dandosi un’occhiata intorno.

 

-Beh andiamocene, no?-domandò sorpresa Calì.

 

-Non so, mi sembra strano che ci consentano di andarcene con questa facilità!- ammise Dean.

 

-Gli staremo simpatici-ipotizzò con un mezzo sorriso Seamus.

 

Prima che tutti gli altri potessero rivolgergli uno sguardo obliquo sentirono una voce femminile provenire da un punto indefinito.

 

-Buonasera ragazzi. Per chi non mi conoscesse mi presento: io sono Bellatrix Lestrange, cugina di Sirius Black – concluse sorridendo malefica.

 

Neville preparò un potente pungo.

 

 

******

 

 

Sapere di avere il destino segnato e non poter fare niente e proprio niente per modificarlo è davvero terribile.

Hermione e Ron lo stavano scoprendo sulla loro pelle, quando uno Stridello aveva comunicato loro che solo una persona dal cuore d’oro avrebbe potuto salvare i loro amici.

Se avessero saputo chi era questa persona, l’avrebbero presa di forza e portata a Malfoy Maison; ma ovviamente questa persona voleva simpaticamente mantenere l’anonimato condannando a morte giovani ragazzi innocenti.

 

-Ron?-lo chiamò Hermione –Ti mancheranno?-

 

-Che domande fai Hermione, certo! Io e Harry quest’anno non abbiamo avuto un buon rapporto, vorrei tornare indietro e ricominciare!-

 

“tornare indietro e ricominciare”

 

-Ti perdonerebbe-

 

-Non ho mai detto di avere io la colpa-

 

-Lo so, ma… Oh Ron!-esclamò, lanciandosi tra le sue braccia in un pianto liberatorio.

 

-Si, mi mancheranno- rispose lui atono, senza che alcuna emozione venisse lasciata passare dal suo volto, i cui lineamenti erano rigidi e duri come se stesse mantenendo a fatica il controllo.

 

In lontananza si sentì un turbinio, probabilmente lo stesso che dovevano aver udito le creature al momento del loro arrivo.

Ron e Hermione si voltarono di scatto, temendo che Voldemort fosse riuscito ad arrivare anche lì.

Quando videro apparire due persone molto magre, alte ed entrambe bionde sospirarono; per quanto le due parti in causa potessero non stare loro simpatiche erano sicuri che non avrebbero mai fatto male a nessuno.

 

-Granger, Weasley- fece cordialmente Malfoy come saluto –E’ un piacere vedervi, nonché un onore, ma se vi levaste dai piedi per farmi passare la mia gioia crescerebbe infinitamente- aggiunse ripensandoci.

 

Accanto a lui apparve anche un’altra ragazza: Jessica Raily.

 

-Devo parlare con qualcuno che sappia qualcosa- affermò convinta, dandosi un’ occhiata intorno.

 

-Harry e gli altri sono stati trasportati a casa sua- disse Ron, indicando con un cenno del capo Draco –e dicono che probabilmente non si salveranno…-

 

-Mia sorella…-spiegò Jessica.

 

-Giusto, la cosa migliore da fare sarebbe avvertire l’Ordine- disse Hermione. Immediatamente si portò la mano alla bocca.

Aveva appena rivelato una cosa segretissima davanti al figlio di un Mangiamorte.

 

-Non preoccuparti Granger, non metterò su carta le tue parole, io non ho sentito niente… Infondo la mia guerra con Voldemort inizia per l’omicidio di mio padre, no?- domandò, facendole l’occhiolino.

 

-Ma…-

 

-E mia sorella è diventata la più fida consigliera del Signore Oscuro; tutto per vendicare mio padre che non è restato con me a crescermi, lasciando mia madre da sola con due figlie… Non so se lo sapete, ma a Natale non avete conosciuto i miei veri genitori…-

 

Ron e Hermione li guardarono confusi; anche senza parlare avrebbero avuto bisogno di…

 

…spiegazioni!

 

-Tempo al tempo-esclamò Malfoy, come leggendo nella loro mente –Mia madre è rimasta a Malfoy Maison, li salverà, conosce quella casa meglio di se stessa…-

 

“Una persona dotata di gran cuore”

 

-Narcissa…-disse Hermione soprapensiero.

 

-Esatto!- le disse semplicemente Draco annuendo –E comunque… La civetta di Potter è molto intelligente, non capisco infatti cosa ci faccia in mano sua, ma automaticamente è andata nell’ufficio del Preside e gli ha portato una lettera. Adesso anche l’Ordine, se così si chiama, sa della situazione, presto Silente e i suoi scagnozzi saranno dai vostri amici-

 

-Dimmi fratellino-disse Jessica, prendendo Draco a braccetto, che ne dici di fare una partita a Sparaschiocco?-

 

-Ottima idea sorellina! Voi, volete giocare?- aggiunse lui in direzione di Hermione e Ron.

 

I due avevano una faccia da merluzzi: non stavano capendo niente!

Comunque sia, le parole dei due arrivati erano state convincenti e confortanti, sapevano ed erano certi che se Silente fosse arrivato da Harry lo avrebbe salvato, non c’era motivo quindi per cui temere, a meno che Silente fosse arrivato troppo tardi….

 

 

*****

 

-Dunque dolcissimi marmocchi, volevate andarvene? Ma ve lo ha mai detto nessuno che per entrare bisogna pagare il biglietto? Voi lo avete fatto?-

 

Il gruppo di amici guardò Bellatrix Lestrange di traverso: dove voleva arrivare a parare?

 

-Non credo…- continuò lei, senza dare loro la possibilità di dire alcuna parola -… che ne dite di fare un veloce ripasso degli incantesimi che avete studiato, tra poco infondo avrete gli esami!- proseguì con un ghigno malefico che si accentuava ogni secondo di più.

 

-Dove vuoi arrivare brutta megera?- domandò acida Lavanda.

 

-Senti bimbetta, vuoi che inizio ad esaminare te? Credo comunque che per bontà d’animo faremo una prova generale; che ne dite di collaborare tra di voi per trovare le soluzioni giuste?- propose, come se li stesse invitando a scegliere tra un gelato alla panna e uno al cioccolato.

 

Subito dopo schioccò le dita e le luci calde e accoglienti, assunsero un macabro colore verde, che proiettava ombre buie sui pavimenti.

Veloci movimenti li sorpresero alle spalle, mentre Dean, Seamus, Neville, Colin, Lavanda e Calì si accerchiavano e cercavano di stare i più uniti possibile.

Ebbero giusto il tempo di scambiarsi una veloce occhiata tra di loro e subito dopo videro una dozzina di Mangiamorte che li stava attanagliando in una morsa dolorosa.

 

-Expelliarmus- gridarono tutti in coro e i ragazzi si ritrovarono privi di bacchetta.

 

La loro un’unica fonte di salvezza era andata persa e ora come avrebbero fatto.

Erano tra l’altro impediti dai pesanti zaini che portavano sulle spalle per riuscire a correre via velocemente; praticamente erano spacciati.

 

“Un momento… Gli zaini” pensarono tutti e sei contemporaneamente.

 

Calì senti qualcuno che le apriva la sua sacca e che impercettibilmente le frugava dentro.

Tutto ciò stava accadendo nell’arco di tempo di pochi minuti; certamente i Mangiamorte non avrebbero aspettato che loro facessero i loro comodi, specialmente se avessero saputo quello che stavano pensando di fare.

 

-Cosa state combinando voi- domandò un uomo robusto, che fisicamente assomigliava molto a Goyle; dedussero quindi che fosse il padre.

 

-Accio zaino-disse, e subito l’oggetto inizio a volare nella sua direzione.

 

Lavanda fece un ghigno; poverini come erano tardi a capire…

 

Bellatrix Lestrange gli si avvicinò e constatò che lo zaino era vuoto.

 

-Cosa avete preso?- domandò tranquillamente alle due ragazze.

 

Nessuna risposta.

 

-Cosa avete preso?- domandò per la seconda volta, e ora iniziava ad essere visibilmente alterata.

 

-Adesso Colin!-ordinò Dean.

 

Il ragazzino tirò fuori dalla custodia la sua machina fotografica, con un balzo si avvicinò al Mangiamorte più vicino e disse:

 

-Sorridi!-

 

Il flash dell’aggeggio accecò momentaneamente l’uomo, che stordito si portò le mani agli occhi e per dieci minuti buoni fu privato della vista.

Intanto Lavanda e Calì avevano indossato due paia di guanti di pelle di drago, molto resistenti e avevano preso tra le mani una goccia consistente del loro profumo velenoso e lo avevano gettato in faccia a Bellatrix e ad altri tre Mangiamorte.

 

Fu così che si aprì un piccolo varco e i tre riuscirono a correre verso la scalinata che stava proprio di fronte a loro.

Altri sei incappucciati però iniziarono ad inseguirli e i ragazzi furono costretti a sottoporre le loro gambe ad uno sforzo eccessivo

Si ritrovarono nell’ennesimo corridoio che si ramificava in due zone.

 

-Non separiamoci- ordinò Dean; l’unione fa la forza!

 

Presero la direzione di destra e dopo pochi minuti che correvano trovarono una rientranza nel muro, che fu la loro salvezza. Vi si ripararono e nascosero, mentre i Mangiamorte, che nemmeno la conoscevano quella casa, correvano come una mandria di animali senza meta.

Solo un uomo si fermò indietro, ed era proprio Vincent Tiger, nonché padre di uno degli amici di Malfoy.

 

- Neville, passami il tuo Cactus Spinoso- disse sottovoce Seamus, tirando fuori l’ultima bottiglia di Whisky rimasta nel suo zaino.

 

La guardò con compassione, come si guarda una persona a cui resta poco da vivere e le disse:

 

-Scusami tesoro mio, questa è l’ultima cosa che vorrei fare, però c’è in ballo la mia vita e se permetti…-

 

Gli altri erano sopraffatti; le cose erano due o il cervello lo aveva abbandonato a causa della paura e ora stava delirando, oppure era sempre stato un caso così preoccupante e nessuno se ne era mai accorto.  

 

In un sussurro appena udibile chiamò il Mangiamorte che stava a pochi passi da lui, mentre Neville gli passava la pianta e disse, imitando la voce di Goyle:

 

-Ehi Tiger, ho trovato i marmocchi, vieni a vedere, sono svenuti…-

 

L’uomo si avvicinò e non appena fu a pochi passi un potente pugno lo colpì in pieno viso, facendolo a cadere, mentre Seamus si inginocchiava accanto a lui minacciandolo che se avesse urlato, avrebbe puntato le spine del cactus nella morbida pelle del suo sedere.

L’uomo, per un attimo, sembrò voler fare di testa propria, ma quegli aculei avevano l’aria davvero minacciosa e si lasciò svenire sconfitto.

Seamus, tenendogli sempre una mano sulla pancia, stappò con i denti la sua bottiglia di Whisky e gliene fece cadere una dose consistente nella bocca semiaperta.

Poi ne bevve qualche sorso anche lui.

 

-Ah!- fece con aria paradisiaca –Whisky scozzese, il migliore che c’è, anche sul mercato babbano…-lo rassicurò, sperando che dopo quella strabiliante rivelazione Tiger potesse sentirsi meglio e rinvenire.

 

Gli altri ragazzi stavano osservando Seamus con tanto d’occhi; quando lui se ne accorse sbottò:

 

-Cosa c’è? Per una volta volevo ribaltare la situazione, ora è lui l’ostaggio!-

 

Gli altri avrebbero voluto mettersi a ridere, ma compresero che facendo rumore avrebbero rivelato la loro posizione.

Tutto d’un tratto la parete infondo a quel piccolo nascondiglio si aprì.

Ne apparve un’elegante signora bionda, molto alta e dagli occhi azzurri molto chiari: assomigliava dannatamente a Malfoy, ne dedussero quindi che era la madre.

 

-Coraggio ragazzi, venite con me…-

 

Loro restarono per un attimo sorpresi, ma come avrebbe fatto chiunque in quella situazione, quando si è stanchi e soprattutto  senza speranze, si alzarono e la seguirono.

 

-E di lui che ne facciamo?- domandò Seamus, indicando il Mangiamorte.

 

-Io lo trascinerei dietro con me; non sai quanto voglio poter vendicare tutte le risatine che si faceva alle mie spalle con mio marito…-disse Narcissa, con un ghigno sul bel viso identico a quello che avevano visto così tante volte sul volto del figlio.

 

-Ma… Harry?-domandò Lavanda, ricordandosi improvvisamente dell’amico.

 

-Lui è al sicuro, Silente tra poco sarà qui, ma ora noi… andiamo!-ordinò infine la donna con decisione.

 

Fu così che l’inferno sembrò terminare, quando la signora Malfoy si chiuse alle spalle la pesante parete di marmo annerita dagli anni, chiudendo fuori anche una delle peggiori giornate della vita di quei tre ragazzi, che sicuramente non avrebbero scordato mai.

 

 

*****

 

Ancora quella risata.

 

Eppure si stava avvicinando all’uscita, ne era sicuro, se lo sentiva, dalle scariche elettriche che gli impedivano di stare tranquillo.

Dodici corridoio, zero ostacoli; non pretendeva un attacco in massa, anche una ranocchia che balzava fuori all’improvviso facendogli prendere uno spavento sarebbe bastata, almeno per fargli credere di vivere ancora sulla Terra, senza essere morto e finito in un posto disabitato.

Mai avrebbe creduto di voler che qualcosa fosse andato diversamente, almeno per spezzare la monotonia.

 

Si faceva sempre più macabra…

 

“Ho paura” pensò il ragazzo.

 

I suoi desideri vennero presto esauditi.

Una pallina gialla molto luminosa, stava rotolando sul pavimento; forse c’era un dislivello del terreno, che le impediva di stare ferma.

Harry decise di seguirla, cosa aveva da perdere?

 

“Molto più di quanto pensi” rispose una vocetta sincera dentro di lui.

 

Decise di non ascoltarla.

Seguendola si rese conto che c’era qualcosa che non andava: le palline sono in grado di salire le scale? No, a quanto gli risultava.

 

Percorse sei corridoi tutti quanti gelidi, poiché non possedevano nessuna finestra e l’acqua del temporale entrava fredda.

Ogni tuono che udiva faceva sobbalzare Harry e ad ogni angolo che svoltava aveva il terrore di trovare un Mangiamorte che lo stava per aggredire.

Fece mente locale, voleva ricordarsi di tutti gli incantesimi che aveva imparato, ma momentaneamente gli veniva in mente solo quello per far lievitare le persone…

 

  -Wingrdium Leviosa!- gridò Ron.

 

-Lo stai dicendo sbagliato; Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il ‘gar’ bello lungo-

 

-E fallo te visto che sei tanto brava!- “

 

Il ragazzo sorrise inconsciamente: ce l’avrebbe fatta, ce l’avrebbe fatta per rivedere i suoi amici, che si rendeva conto aver trascurato parecchio negli ultimi anni.

Ma molte volte si conosce il proprio errore, ma non si sa come porre rimedio.

Voleva solo sapere che stavano bene, poi tutto il resto avrebbe perso importanza, come granelli fastidiosi di sabbia che vengono trasportati via dal vento.

 

Nel frattempo era arrivato ad una stanzetta molto accogliente; era circolare e molto buia, ma se non altro priva del freddo pungente che regnava nei corridoi.

Un caminetto accesso era l’unica fonte di luce, e sembrava essere una delle stanze più usate del castello, a causa di chiari segni di vita, come un bicchiere mezzo pieno di vino abbandonato su un tavolino.

Su una logora poltrona che gli dava di spalle era abbandonato un giubbino di jeans, che non ricordava dove aveva già visto.

 

–Sai Harry, questo cappotto me lo ha prestato Calì, lo ha acquistato a Hogsmeade, che ne dici se uno di questi weekend ce ne andiamo là e me ne regali uno simile…?-

 

Le parole di Hermione tornarono limpide alla sua mente; ora che ci pensava la ragazza indossava proprio quell’indumento quella sera.

Così Calì era passata di là, chissà ora dov’erano lei e gli altri…?

Un singhiozzare molto sommesso proveniva dalla poltrona; sembrava proprio quello della ragazza e Harry si preoccupò immediatamente.

 

- Calì?-

 

-Harry? Harry? Oh, Harry grazie a Dio sei arrivato, ti prego vieni qua, non vedo più niente- gli rispose lei con una vocetta molto flebile.

 

Quando il ragazzo fece il giro della poltrona per andare ad aiutare la compagna, la visione che gli si parò davanti agli occhi non era delle migliori.

 

-Voldemort-

 

La creatura annuì –Esatto, sono ancora io! Felice di vedermi?-

 

L’espressione dipinta sul volto di Harry, dava davvero poco spazio all’immaginazione.

No, non era per niente felice di vederlo.

 

 

************************

 

continua…

 

Ebbene si ragazzi, visto che chap lungo, spero che l’attesa sia stata ricompensata. Ho voluto lasciarvi in sospeso sulle sorti di Harry, ma tutti gli altri li ho messi in salvo e vi ho rivelato un bel po’ di notizie, no? Se poi siete ancora confusi (molto probabile) credo proprio che nel prossimo chap ogni vostro dubbio verrà chiarito ^____ -

 

Passiamo ai thanks personali:

 

FraFra: tesoro!!! ^___^  Eh si, è arrivato il momento dei guai, e come puoi notare specialmente per Harry, visto che la mia crudeltà mi ha spinto a non scrivere quasi niente su di lui… non prometto la salvezza, sia ben chiaro!!! Kissotto

Marco: se sono felice che tu recensisci? E me lo chiedi anche? Amicissimo, ovvio che sono fantasmagoricamente allegra ^____^ spero che dalla rilettura tu sia venuto a conoscenza delle informazioni nascoste, ma in questo…. Ciao, ciao!!

Maripotter: tesoro mio!! ^_____^  ho provato a mandarti più di una e-mail (volevo sapere com’era andato il teatro) ma non so, c’erano dei problemi fato sta che non ci sono riuscita! Illuminami un po’ su com’è andata la tua prova… bacetti ^___^
Eva_elamela: amooooore mio!!!Ho riso davvero di cuore, quando pochi minuti fa ho trovato la tua recensione agonizzante… Ebbene si, ho fatto il conto e le domande che mi hai fatto su M&A sono state scalate da FT, c’est la vie… ç_____ç sai, correre nella stanza di Draco non sarebbe stata una brutta idea, ma avresti dovuto trovarla, tra tutti quei corridoi… ma amore, in questo chap ti ho dato tantissime informazioni, senza contare che tu, sotto, sotto, hai letto la prima parte!! Grazie anche dei complimenti, fanno un bell’effetto detti da te ^^ baciottoni lovviosi (dei nostri)…

StellinaX: due recensioni una più sorpresa dell’altra!! ^___^ amorino, dimmi un po’, com’è andata la tua gita? Per quanto riguarda la ff  **ale si guarda intorno** credo che tu abbia capito perfettamente cosa intendevo cicci, ma credo che dovrai aspettare un po’… ebbene si, Donna l’avevo lasciata fuori da ogni sospetto per mandarvi sulla cattiva strada, sai succede!! Baciottoni piccolina ^_______^

Angi: sorellona!! Ih, ih, ih sorrido perfida, ma dopotutto (prima o poi) dovevo rivelarti tutti i piccoli segreti della mia ff, tesoro, non potevano rimanere anonimi in eterno, non credi? Un bacionone immenso tutto per te ^______^

 

Uhm, benissimo!! Il mio lavoro l’ho fatto, che ne dite di prendere il mio esempio?
La vedete quella scritta blu qua in basso (è di un altro colore se avete effettuato il login)? Bene cliccatela e scrivetemi qualunque cosa, complimenti o pareri costruttivi (che a me piacciono tanto)!!

Baciotti e un salutone a tutti

 

ale69

 

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Capitolo 23
*** Alla Fine... ***


Ragazzi…

Ah,ha ragazzi…!!! È l’ultimo chap, ma non temete, il prossimo sarà l’epilogo, non ce la faccio a finire oggi… mi raccomando, so che siete in tanti a leggere (anche se ancora non capisco perché non commentiate) comunque sia, ho bisogno di sostegno morale, è la prima ff che finisco (a parte le one-shot) e quindi per me sarà un duro colpo ç_______ç buona lettura!!!

P.S. volete vedere il trailer del quarto film? Bene allora cliccate qui e buona visione!!dovrete attendere un attimino che carichi, ma vi assicuro che ne vale pienamente la pena, anche se hanno scelto immagini che fanno venire l’acquolina in bocca ^___________^

 

 

 

ALLA FINE….

 

La cicatrice iniziò a bruciare, pizzicando fastidiosamente, tanto da far lacrimare i suoi occhi verde smeraldo.

Vedeva tutto molto confusamente, ma riuscì a trovare la lucidità per tirare fuori la sua bacchetta magica e puntarla conto la creatura.

 

-Cosa vuoi fare Potter, credi di spaventarmi?- domandò Voldemort, con il viso preoccupato, ma chiaramente stava fingendo.

 

Harry no gli rispose, non credeva che sarebbe servito e comunque in quel momento se ne voleva andare: non aveva la più pallida idea di come fare.

Gli altri anni aveva sempre degli amici con sé, amici che erano andati ad avvertire qualcuno per poterlo aiutare; anche quella volta aveva dei compagni, di cui ignorava però la posizione attuale.

 

-Expelliarmus- urlò Voldemort, ma Harry riuscì a schivare l’incantesimo, che riflettendosi sullo specchio infondo alla stanza, si ritorse contro Voldemort stesso.

La creatura rimase disarmata, ma la cosa non sembrò turbarla più di tanto perché scoppiò in una fragorosa risata.

 

-Credi davvero che io non sia in grado di fare magia senza bacchette…? Ti  devo ricordare chi sono…?- domandò.

 

-Non ce ne è bisogno… Infatti non sei imbattibile, perchè Silente è riuscito a sconfiggerti, mentre tu hai perso…- lo provocò Harry.

 

-Fortuna Potter che non hai perso la lingua, iniziavo a preoccuparmi…- lo derise il mostro, facendo esattamente il gioco di Harry: stava perdendo tempo.

 

-Non credevo che fossi preoccupato per me fino a questo punto….-

 

-Lo devo essere per forza, non trovi…-

 

Harry dovette riflettere attentamente sul significato di quelle parole, prima di rispondergli; una parola in più e Voldemort sarebbe venuto a conoscenza della profezia e del suo contenuto.

 

-Prima di disintegrarti volevo farti qualche piccola domanda…- iniziò Voldemort.

 

-Chi ti assicura che io non scappi prima?-

 

-Non lo farai…- gli rispose la creatura convinta –Dimmi cosa diceva la profezia, coraggio, se farai il bravo bambino non ti ucciderò….-

 

Harry pensò subito che bravo bambino o meno, non sarebbe uscito di lì vivo se fosse dipeso da quell’essere disgustoso.

 

-La profezia….- iniziò Harry, portandosi un mano alla cicatrice e cercando di apparire più sincero e calmo possibile -… non dava buone notizie, per lo meno per me…- disse.

 

-Cosa significa?-

 

-Ecco, devi sapere che… si beh, il conflitto tra noi due è segnato, ormai il vincitore è stato scelto dal destino…-

 

Voldemort fece un ghigno: -E chi sarebbe?-

 

-Tu, ovviamente, non credo di avere molte possibilità…- rispose Harry, con uno sguardo lampeggiante.

 

-Già…- rispose Voldemort tranquillo. Per un attimo sembrò credere alle parole del ragazzo, infatti restò a godersi il caldo della stanza con un’espressione beata sul orrendo viso, mentre si gustava del Whisky, da un bicchierino di vetro sporco.

Harry aveva le mani serrate intorno alla bacchetta, e le dita incrociate, con la testa per metà concentrata sulle reazioni di colui che stava davanti e per l’altra metà che pregava ancora per i suoi amici.    

 

-Lo sai di chi è quella bottiglia….?- disse indicandone una contenente un liquido rosso, probabilmente lo stesso che si stava gustando l’uomo.

 

-Del tuo amico Finnigan… poverino, mi era così simpatico, ma mi è dispiaciuto dover mandare la mia guardia meno sospetta a prenderli in trappola per condurli nelle segrete, ma sai è la vita….-

 

-La tua guardia meno sospetta…?- domandò Harry. –La professoressa Raily, vero?-

 

Voldemort scoppiò nell’ennesima risata e per la prima volta in quella situazione, puntò i suoi occhi scarlatti sul viso pallido di Harry dicendogli:

 

-Trovo molto divertente che hai il coraggio di chiamare professoressa la donna che ha tradito tutti quanti, che è riuscita ad infiltrarsi nell’Ordine della Fenice… Trovo ancora più creativo il fatto che un branco di Auror rammolliti abbiano messo su una scenetta contro il Signore Oscuro, alias me… Davvero, quando Margareth me ne ha parlato, ho festeggiato dal tanto che mi sono divertito….-

 

-Beh, i fossili si divertono come possono...-

 

-Spero tu non ti stia riferendo a me… -

 

-Figurati Voldemort…-

 

Ci fu un attimo di silenzio e poi una maledizione echeggiò nella stanza, prima che l’altro mago se ne potesse rendere conto…

 

-Avada Kedavra!-

 

*****

 

 

-Presto correte…- li incitò Narcissa Malfoy.

 

I ragazzi avevano attraversato un passaggio segreto e ora si trovavano in un freddo cunicolo, piastrellato da mattonelle di marmo azzurro.

All’interno di esso rimbombavano suoni strani, come risate, a cui però nessuno fece caso, poiché in quel momento l’idea principale, chiara  e nitida nelle menti di tutti era scappare.

 

-Chi fine farà Harry?- domandò Lavanda, che stava correndo al fianco della donna.

 

-Non lo so…- rispose sinceramente.

 

-Ma aveva detto…-

 

-Lo so quello che ha detto, ma Silente non è ancora arrivato…-

 

-Quindi…-

 

-So che Voldemort aveva allestito delle trappole in casa mia, ma per il resto….- disse, senza però concludere la frase.

 

Percorsero un altro corridoio, superarono un’altra porta…

Quell’ambiente sempre così monotono, che sembrava quasi progettato su misura per apparire sempre uguale.

Ne uscirono dopo diversi minuti e giunsero ad una radura, che stava esattamente su una piccola collina di fronte al parco di Hogwarts a ridosso di una serra ben conservata.

Diverse specie di piante sembrava stessero dormendo, mentre un russare sommesso proveniva dalle foglie verde acceso.

 

-Ma sembra che stiano dormendo…- disse Seamus  sorpreso.

 

-Stanno dormendo- lo corresse Narcissa –Qua la vostra professoressa Sprite fa i suoi strani esperimenti, provando a creare diverse e nuove specie di piante…- concluse con un sorriso.

 

I ragazzi la guardarono allibita: avevano sempre saputo che la Sprite non fosse del tutto normale e che il suo amore per le piante era sconfinato, ma fino a questo punto…

 

Era l’alba e un vento fresco e leggero spirava da nord, piegando dolcemente i fili d’erba verde e increspando appena le acque calme del lago.

Narcissa Malfoy aveva il suo sguardo rivolto verso il sole appena nato e la brezza mattutina le scompigliava dolcemente i capelli biondi come quelli di suoi figlio.

C’era qualcosa di malinconico nel suo sguardo, ma insieme vi si intravedeva una nota di liberazione.

I raggi solari risaltavano il suo profilo, il suo volto delicato e il naso leggermente pronunciato.

Per la prima volta i ragazzi capirono della grande umanità che investiva quella donna e si ritrovarono a volerle bene, senza nemmeno accorgersene.

 

-Andate ragazzi, io vi raggiungo più tardi…- disse Narcissa, con un cenno della mano, indicando loro la direzione.

 

Lavanda restò indietro ad aspettarla; la osservò attentamente, cercò di studiare le emozioni che si stavano manifestando silenziose sul viso della donna e poi a fior di labbra le fece una domanda, talmente sottovoce che si sorprese riuscisse a sentirla.

 

-Perché lo ha sposato?-

 

-Draco aveva bisogno di un padre… io vivo per mio figlio, ho sempre vissuto per lui e credo che lo farò per sempre… la probabilità che lui prendesse la stessa strada di suo padre era molto alta, e io ho sempre cercato di impedirlo, nonostante questo mi portasse via molte energie… ma noi donne siamo attratte da ciò che sembra forte e sicuro, che ci può proteggere e Lucius all’inizio era così con me, ma poi…. Mi ha incatenato con catene di ferro invisibili a sé, mi ha legato le mie ali, imprigionandole in una stretta dolorosa e io non ho potuto utilizzarle per scappare via… e Draco diventava sempre più arrogante, credeva che suo padre fosse il ritratto della perfezione, unico esempio da seguire, vedendo me come la megera che cercava di confondergli le idee… ma quando all’inizio di quest’anno ha capito che Signore Oscuro o meno, sarebbe diventato lo stesso lo schiavo di qualcuno, ha rinunciato, ha fatto di me la madre più felice del mondo e ho amato mio figlio infinitamente… una volta scoperta la verità su suo padre è scappato e senza saperlo ne volerlo ha liberato anche me… ora le mie ali sono libere e per merito di Draco…- concluse, portando maternamente un braccio intorno alle spalle della ragazza e  invitandola a proseguire. Gettò un’ultima occhiata al lago che da lontano si faceva sentire rimbombando in un suono dolce con le sue onde, portando poi lo sguardo al sole che per tantissimi anni non aveva mai potuto vedere così bello luminoso e fiero di sé.

 

Entrarono in un tunnel, dove numerose creature stavano lavorando al rifacimenti dello stesso; da lontano Lavanda sentì un chiacchiericcio e notò i suoi amici appollaiati su un divanetto, mentre prendevano da bere.

Solo in quel momento si accorse dell’espressione stanca e sporca che avevano loro, ma che aveva anche lei.

 

-Dai Lavy, unisciti a noi…- la invitò una voce femminile, da dietro le spalle di Seamus.

 

Non appena realizzò a chi appartenesse, saltò in aria felice e corse incontro all’amica, che la stava già aspettando a braccia aperte.

 

-Hermione!- esclamò –Allora stai bene, come sono felice….!!!- gridò, prendendo la rincorsa e lanciandosi tra le braccia dell’amica, che la stava già aspettando –Ron, ci sei anche tu…- disse, stringendogli la mano, e asciugandosi lacrime di commozione che le stavano facendo colare il trucco.

 

-Beh naturale, mica potevano eliminare me dalla circolazione, altrimenti il mio fantasma sarebbe ritornato a rompere più di prima…- disse Ron, con il volto serio, ma poi si lascio sfuggire una risata liberatoria.

 

Lavanda nel frattempo si era accoccolata accanto ad Hermione, sistemando la sua testolina tra le braccia accoglienti dell’amica, quasi non volesse più lasciarla andare dopo averla ritrovata; Calì le stava osservando e non si sentiva gelosa, per quanto fosse maldestra e leggermente stordita sapeva che l’affetto che i suoi amici provavano nei suoi confronti era immenso e molto forte.

 

In quel momento la porta dell’ufficio dello Stridello Capo si aprì e ne uscirono Jessica e Draco, con un sorriso stampato in faccia e gli occhi che brillavano di una strana luce serena.

Non appena il ragazzo vide la persona che gli si presentò di fronte, il sorriso sembrò sparire dal volto, come il vento che trasporta via i depositi di polvere.

 

-Ciao Draco- gli disse semplicemente Narcissa vedendolo, facendogli un sorriso quanto mai sincero mentre puntava i suoi occhi chiarissimi sul volto del figlio.

 

Lui perse ogni capacità di ragionamento; i due si avvicinarono e come sopraffatti da un sentimento improvviso si abbracciarono, cercando di manifestare tutta la paura, la rabbia, ma anche l’amore che li univa.

Nessuna parola, nessun rumore furono lasciati sfuggire dalle loro bocche, nessuna lacrima scese dai loro occhi; si completavano tranquillamente in quel silenzio attonito caduto intorno a loro, mentre sei Grifondoro capirono, anche se tardi, che cosa doveva aver passato nella sua vita quel Serpeverde, che così tante volte avevano voluto vedere umiliato dai Professori o dai compagni stessi; Hermione sorrise tranquillamente, rafforzando maggiormente il suo abbraccio intorno a Lavanda che contraccambiò immediatamente.

 

 

*****

 

 

Rompi uno specchio e avrai sette anni di disgrazia.

 

Voldemort aveva appena dato inizio al primo giorno di quei sette lunghi anni.

La maledizione senza perdono che aveva scagliato contro il suo nemico, si era andata a scagliare contro lo specchio ammuffito situato infondo alla stanza, riflettendo l’incantesimo contro lui stesso.

Ora si ritrovava stordito sul pavimento, perché in quell’attacco ci aveva concentrato tutto l’odio, la rabbia che provava verso quel ragazzino che a solo un anno lo aveva sconfitto obbligandolo a dieci anni di parassitismo: Harry Potter.

Ancora una volta lo aveva sconfitto, ancora una volta il loro incontro era finito male per lui, e il ragazzo ne sarebbe uscito illeso, come sempre.

 

-Harry… Potter… me la pagherai…- gli disse con voce soffocata.

 

Harry non gli rispose, non ne ebbe il coraggio per lo meno; decise di prendere la sua bacchetta, per stordirlo ulteriormente, dopo di che se ne sarebbe andato…

Magari gli sarebbe andata bene e avrebbe incontrato Silente per le scale, e forse il suo Preside avrebbe incatenato Voldemort e lo avrebbe arrestato, o meglio ucciso una volta per tutte, assicurando pace a tutto il mondo magico…

 

“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese…l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto…e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…”

 

“Inutile, Silente non potrà mai uccidere Voldemort, l’occasione per faro gli si è presentata l’anno scorso, ma non ha mosso un dito…” pensò Harry, mentre ripensava al suo destino: sarebbe dovuto o morire o diventare un assassino.

 

“Ma uno come Voldemort non è un essere umano…” pensò, avvicinandosi sempre di più al mostro, e iniziando a pensare ad un incantesimo per poterlo portare via.

 

-Stupe…- iniziò il ragazzo, ma la voce gli morì in gola, quando si senti afferrare al collo da una mano fredda e molto sottile, proprio come la lama di un coltello.

 

-Dimmi Harry Potter, perché ti dovrei permettere di eliminare il Mago che mi ha permesso di riscattarmi…?- domandò l’individuo.

 

Non era una voce roca e bassa, quella che tante volte aveva sentito uscire dalla bocca di Voldemort sia nella realtà che nei suoi incubi; la creatura era infatti distesa sul suo logoro tappeto e sembrava tramortito, nonché sopraffatto da convulsioni molto forti, che gli facevano emettere gemiti sommessi.

 

No, quella era una mano femminile, molto delicata, che aveva già visto quando andava a ritirare i compiti, che gli venivano restituiti con naturale lentezza: le mani di Donna Raily.

 

La donna lo sollevò di peso, senza nessuno sforzo, spingendolo contro la parete e conficcando le unghie nella pelle del collo del ragazzo.

Lo stava osservando con sguardo vigile, e il ragazzo riuscì ad individuare una luce maniacale all’interno dei suoi occhi azzurro chiaro, il che gli fece correre i brividi lungo la schiena.

Ben presto si sentì gli occhi lacrimare, mentre la presa intorno al suo collo si faceva sempre più serrata; le braccia gli caddero lungo i fianchi e con esse la bacchetta scivolò dalle mani, cadendo con un tonfo sommesso sul pavimenti, ma che alle orecchie di Harry riecheggiò come un gong finale, di arresa.

Le mani grondavano, sudavano freddo e insieme alle sue gambe erano diventate due pezzi di ghiaccio, dove la circolazione non riusciva più a giungere; si senti strappare via i polmoni e capì che non gli rimaneva molto da vivere… non si sforzò nemmeno di respingere la Raily, sicuro che non ce l’avrebbe fatta…

 

Vide solamente una luce improvvisa apparire dalla porta, che era stata aperta con uno scatto improvviso e maldestro; senti un gemito uscire dalla bocca di Margareth, mentre un rivolo di sangue le usciva dal naso, Harry lo riuscì a vedere attraverso la sua vista appannata…
senti un urlo, di cui distinse solo due parole:

 

-MARGARETH, NO!!!!-

 

Da una voce disperata, che probabilmente stava piangendo; udì poi uno schiocco secco e si sentì cadere pesantemente sul pavimento sporco, mentre qualcuno lo chiamava con voce speranzosa, con la speranza di non essere arrivato troppo tardi.

 

-Harry…Harry…-

 

Senti delle lacrime inumidirgli il viso e poi perse i sensi.

Tutto quello che accadde dopo lo visse sicuramente, ma non se ne ricordò mai.

 

 

*****

 

 

Quando aprì le palpebre le sentì molto pesanti.

In gola si senti il classico sapore che si avverte quando si  ha la febbre, mentre una luce accecante colpiva prepotentemente le sue iridi verde smeraldo.

Al naso si senti giungere un odore di medicinale, e intuì di trovarsi in infermeria; sentì un bruciore accecante alla cicatrice, sia quella sulla fronte, sia quella lasciata da unghie affilate sul suo collo.

Si mise a sedere, e capì che per lui era un grande sforzo.

Inforcò gli occhiali e si diede un’occhiata intorno: vide una moltitudine di ombre muoversi veloci sul pavimento, accorrendo in soccorso di quelle poche persone ricoverate.

Fuori dalla finestra il sole stava tramontando, caratterizzando il cielo di quel rosso acceso con le sue sfumature.

 

-Professore, si è risvegliato- sentì dire da una donna anziana, che quasi urlò, disturbando parecchio le sue orecchie.

 

-Molto bene Chips- sentì, invece, rispondere da un uomo dalla voce calma e tranquilla; vide sul pavimenti avvicinarsi un’ombra di una persona alta e  molto magra.

 

Sentì qualcuno sedersi accanto a lui lievemente e si senti sfiorare la fronte da una mano molto rugosa.

 

-La febbre gli è scesa, ma credo che sarebbe meglio tenerlo in infermeria ancora per qualche giorno Chips… tuttavia io ora ho bisogno di parlare con Harry, quindi credo che qualche goccia del tuo ultimo ritrovato…- propose Silente all’infermiera, che annuì e corse verso un mobiletto nel quale teneva tutti i medicinali; tirò fuori un’ampollina contenente uno strano liquido viola, che somministrò in cinque gocce esatte all’interno del bicchiere d’acqua, sul comodino accanto al letto di Harry; lo costrinse poi a bere e il ragazzo si rese conto di non sentire i sapori.

 

-Harry, se non ti dispiace ora dovresti seguirmi nel mio studio…- gli disse Silente.

 

Madama Chips avvolse il ragazzo in una pesante coperta di lana e gli diede una piccola spinta, facendolo uscire in corridoio.

L’aria che entrava dalle finestre non era fredda, assomigliava piuttosto a quella primaverile che sta trasportando tutto il calore dell’estate, tiepida e accogliente.

Harry si rilassò un po’, e aspettò insieme a Silente che una scala dispettosa li raggiungesse per portarli a destinazione.

Nella scuola non si vedeva nemmeno uno studente; incontrò solamente Gazza insieme alla sua gatta che stava pulendo il pavimento di fronte al Gargoyle: si accorse dello sguardo truce che gli lanciò e anche del miagolare lagnoso dell’animale, ma decise di ignorare entrambi, soprattutto per giovare alla testa che gli doleva parecchio.

 

-Stridello- disse Silente con voce cristallina, e una scala a chiocciola apparve magicamente.

 

Quando giunsero nell’ufficio del Preside, Harry si accorse che non era per niente cambiato dall’anno prima; sulla scrivania erano posizionati tanti strani strumenti d’argento e il Cappello parlante, che all’inizio di ogni anno “condannava” ogni studente ad un destino che sarebbe durato come minimo sette anni.

La luce che entrava dalle finestre ai lati del tavolo, formavano il pulviscolo che si andava a depositare sugli scaffali stracolmi di libri antichi.

Harry capì che se Silente trascorreva la maggior parte del tempo in quel luogo, era più che naturale che fosse tranquillo, era tutto talmente calmo…

 

-Bene Harry, credo che la nostra sarà una conversazione molto lunga, accomodati pure…- lo invitò cordialmente, indicandogli una sedia di velluto blu di fronte alla sua –Vuoi del the verde? È ottimo, lo ha preparato il professor Piton apposta per me….- gli domandò, con un sorriso sincero sul volto rugoso.

 

-Grazie- disse Harry meccanicamente, incantato da quegli occhi azzurri color cielo.

 

-Bene- disse, versando un po’ della bevanda calda nella tazzina bianca, decorata da tanti tulipani color azzurro –da cosa vuoi che incomincio a parlare…? So che un sacco di domande stanno aspettando una risposta dentro di te….- 

 

-I mie amici, quelli che con me sono venuti a Malfoy Maison…- disse. Si rese poi conto che il termine “venuti” non era esatto, poiché ci erano finiti semmai, ma fu sicuro che Silente avesse capito. 

 

-Ah, ah, ah adesso che state tutti bene trovo la cosa molto divertente… i tuoi amici Harry, se la sono cavata splendidamente la notte scorsa, poiché sono riusciti a superare persino Bellatrix Lestrange, che ora so essere ricoverata al San Mungo per lesioni al viso; credo che mi informerò presso la signorina Patil della pozione che ha usato, potrebbe sempre tornare utile…-aggiunse il Preside pensandoci un po’ su –Ma la cosa davvero divertente è la vostra uscita organizzata, sono certo che non sarete né i primi né gli ultimi studenti a fare una cosa simile, ma è sempre divertente vedere le scuse che poi inventate…- disse con una luce felice negli occhi.

 

-Noi… ci scusi- disse Harry timidamente e abbassando lo sguardo sulla sua tazzina.

 

-Di niente, Harry, di niente.. voi giovani avete il diritto di divertirvi, purché questo non implichi la vostra morte….-

 

-Già…-ammise il ragazzo –Mi scusi, ma Ron e Hermione….- domandò, ritornando ad essere preoccupato.

 

-Bene Harry, ti rassicuro come prima cosa che stanno bene, ma vorrei chiarirti su alcune cose successe qualche mese fa…. Alla lezione di Cura delle Creature Magiche, conobbi gli Stridelli e se non erro quel giorno tu svenisti, giusto…?- domandò, mentre il ragazzo annuiva –Queste creature, come Hagrid ti avrà spiegato, sono pacifiche e in totale armonia con gli esseri umani; quando fanno conoscenza con uno di noi, registrano tutti i nostri dati e ci classificano come persone serene oppure come persone in potenziale pericolo, e la stessa cosa deve essere accaduta per te… credo che in quella fase di “registrazione” la tua mente sia stata un po’ scombussolata  e il tuo corpo abbia reagito di conseguenza… inutile dire che gli Stridelli devono aver capito che Hermione e Ron sono molto importanti per te e stanotte, quando Voldemort aveva trasportato te e gli altri, hanno avvertito che i tuoi amici sarebbero stati in pericolo e li hanno trasportati alla loro base, a nord della scuola…- spiegò Silente e cercò di essere il meno complicato possibile per facilitare Harry.

 

Il sole stava salendo sempre più alto nel cielo e i suoi raggi si facevano sempre più caldi, esattamente come quell’ufficio, in cui iniziava a mancare l’aria.

 

-Ma io non capisco- disse Harry –Se gli Stridelli sapevano che i miei amici erano in pericolo, perché non hanno cercato di salvare anche me…?-

 

-Perché sono creature intelligenti… loro salvano il salvabile e ormai credevano te e gli altri foste spacciati, poiché vi trovavate a Malfoy Maison; non oserebbero mai iniziare una battaglia contro Voldemort, ne uscirebbero distrutti e loro lo sanno bene…- spiegò Silente, con una nota leggermente triste nel suo tono di voce.

 

-Capisco… quindi i miei amici stanno bene?-

 

-Si-

 

-Meno male…-disse Harry, tirando un sospiro di sollievo.

 

-Adesso che le cose semplici sono state spiegate, credo che dovremmo passare a quelle più sconcertanti…- affermò Silente.

 

-Giusto… la professoressa Raily, professore non si fidi di lei, è una traditrice, alleata a Vol…- iniziò il ragazzo con grande sussiego, balzando come una molla sulla sedia.

 

-Temo di sapere già tutti i fatti accaduti e ti prego di sistemarti comodo perché ciò che sto per raccontarti è molto lungo….- lo invitò l’uomo, facendogli un veloce cenno con la mano –Era il 1970, Donna Margareth Pascal nacque da François Pascal e Margareth Raily, in una mattina tempestosa, che sarebbe poi stata sinonimo di tutta la sua vita…Tre anni dopo, infatti, il padre se ne andò, in seguito ad una relazione illegittima avuta con una ricca signora dell’epoca, che gli aveva promesso enormi somme di denaro in cambio di piccoli favori… si vocifera che fosse coinvolto nel mercato nero, che in quel periodo truccava le bacchette magiche, ma appunto erano solo voci… io ho sempre conosciuto la famiglia Pascal, e ricordo benissimo il giorno di Natale del 1773, quando una Donna bambina stava piangendo, stringendo al petto la sua bambola di pezza, osservando la neve fuori dalla finestra che cadeva, aspettando che il suo papà tornasse per costruire insieme a lei un pupazzo di neve… sua madre cercò di asciugare le lacrime da quel faccino triste e dalle sue guance che spesso arrossivano se qualcuno le chiedeva dov’era finito suo padre… è cresciuta così in un’ostilità inimmaginabile  nei confronti degli uomini, e ha sempre cercato di trovare una spiegazione al gesto terribile di suo padre, senza però riuscirci… aveva dieci anni Donna, quando nacque sua sorella Jessica, e come Remus ti avrà spiegato ad un anno di vita di questa bambina Margareth Raily si suicidò, non prima di aver lasciato alle sue figlie il suo stesso cognome…-

 

-Per questo non si chiama Donna M. Pascal, ma bensì  Raily, vero?- domandò Harry, interrompendo l’uomo che stava parlando con una mano sugli occhi, come se stesse rivivendo i periodi più terribili della sua vita.

 

-Si Harry, è così…-

 

-Mi scusi, me lo sono sempre chiesto, ma allora Jessica e Donna non hanno lo stesso padre, o no?-

 

-No, il padre di Jessica è l’ultimo uomo che tu potresti immaginarti, Lucius Malfoy. Alla morte di Pascal, Margareth si trasferì con sua figlia Donna in Bulgaria, che a quei tempi era il posto che i Mangiamorte iniziavano ad attaccare… per quale motivo credi che a Durmstrang si dia così tanta importanza alle Arti Oscure? Quella scuola fu la testimonianza di eventi raccapriccianti, che ora non starò qui a raccontare… ti basti sapere che Lucius Malfoy in quel periodo si trasferì là, lasciando a casa Narcissa che era incinta di Draco, e lì ebbe una relazione con Margareth Raily, che poi abbandonò con Jessica appena nata… lei ha sempre saputo la verità su suo padre, ma ha sempre creduto che fosse il destino a scegliere gli avvenimenti della nostra vita e lo accettò comunque, per quando dolorosa potesse essere la realtà…-

 

 

“…io so tutto, ma contro Draco non avevo niente; capitare nella sua casa mi aveva riempito di gioia, già mi stavo preparando un discorso per potergli dire tutto di noi due, ma come vedi lui se ne è andato. Mi ha parlato solo una volta augurandomi il buongiorno una mattina, ma niente di più. Gli volevo bene e non sono invidiosa…” le parole di Jessica gli tornarono alla mente, dopo la partenza di Draco…

“Ma in realtà lo faccio per nascondere quella parte del mio carattere rimasta incompleta o vuota a causa di…” non aveva completato la frase, aveva avuto paura di dirgli la verità…

 

-Quando sua madre si suicidò, il giorno del primo compleanno di Jessica, le due ragazze passarono sotto la tutela dei due signori che hai visto a Natale a Greamuld Place, e qui Donna iniziò ad escogitare una vendetta contro suo padre e Lucius, perché entrambi avevano abbandonato le loro figlie e sua madre, che non aveva trovato altra soluzione che suicidarsi…-

 

-Quindi immagino che a questo punto si sia infiltrata tra le braccia di Voldemort e lui le abbia offerto la possibilità di riscattarsi se lei avesse collaborato al mio omicidio…- disse Harry per Silente, mentre si alzava e gettava una veloce occhiata al lago che brillava sotto il leggero tocco dei raggi del sole.

 

-Non ne ho le prove materiali, ma credo che sia accaduto qualcosa di simile…- gli rispose Silente, con un filo di voce, puntando il suo sguardo alla testa di Harry, che si sentì trafiggere…

 

-Volevano sapere anche dov’era Draco, così Donna ha utilizzato la Legilimanzia quel giorno che mi avete convocato qui nell’Ufficio, se anche io vi avessi mentito, lei ne sarebbe venuta comunque a conoscenza… mi sembrava troppo concentrata, avrei dovuto capirlo subito, non stava semplicemente ascoltando il mio discorso… ne deduco quindi che Jessica avesse dei sospetti su sua sorella, non si sarebbe sennò spiegata la freccettina che le ha lanciato durante una lezione…-

 

Quindi lei ci sta dicendo che se un Auror può usarla per difendere la propria mente dalle infiltrazioni esterne anche un Mangiamorte potrebbe tranquillamente farlo, vero? A questo punto un traditore potrebbe essere qua senza che noi ce ne accorgiamo, giusto?- domandò Jessica alla sorella.

-Certo signorina Raily è una probabilità, ma non credo che sia facile ingannare il professor Silente!-

-Certo! Ma l’ha detto lei stessa: basta essere molto in gamba!-

-Si non lo nego, ma ho anche detto che è raro trovare qualcuno molto esperto in Occlumanzia, se non impossibile!-

-Ma lei ha detto di avere la specializzazione, chi ci assicura che sia del tutto affidabile?”

 

-Esattamente- disse semplicemente Silente

 

-Professore, ma perché tutti credevano che fosse Jessica il vero problema…-

 

“Dalle espressioni che si dipinsero sui volti di Tonks e  Moody, Harry, Ron, Hermione e i gemelli capirono che il termine usato dalla signora Weasley  “graziosa ragazzina” non doveva essere del tutto appropriato anzi… Dal loro volto sembrava che stessero per avere a che fare con un mostro terribile”

 

-..insomma, era chiaro che tutti le davano contro dal primo istante…- disse confuso e quanto mai in cerca di spiegazioni.

 

- Per il semplice fatto che tutti sapevamo della storia di questa ragazza, e tutti sapevamo che suo padre fosse un Mangiamorte… Donna aveva la fedina pulita, se tra le sorelle Raily avessimo dovuto scegliere, avremmo additato sicuramente Jessica, era la più sporca…-

 

-Anche lei lo avrebbe fatto…?- domandò Harry serio.

 

-In quanto essere umano, anch’io non sono immune agli errori e quindi… si, anch’io ho sempre avuto un po’ timore di Jessica, lo ammetto, ma non le ho impedito di frequentare la mia scuola,  pur constatando, senza nessuna sorpresa, che la sua casa di appartenenza era Serpeverde…- disse.

 

-Anche Remus lo ha sempre pensato…- disse con un filo di voce Harry, ma strinse i pungi per impedirsi di distruggere una pallina di vetro che gli stava rotolando fastidiosamente davanti agli occhi.

 

-Remus era il cugino di primo grado di Margareth, è di secondo grado di Donna…- spiegò Silente –Credo che Voldemort si sia innamorato di Donna, immagino che tu sia poi passato in secondi piano, dopo aver sentito i piani di quella ragazza… E forse per questo Bellatrix si è lasciata sfuggire i tuoi amici, non le è andato bene essere rimpiazzata da una giovane qualsiasi…- disse Silente, incrociando le dita –QQQQQQQQQQQQQQ47444     Questa notte Donna ti stava uccidendo, ma Malocchio è entrato nella stanza prima che questo succedesse; aveva un pugnale in mano, gli era servito per abbattere la recinzione di Malfoy Maison, perché immune a qualunque incantesimo… Ha lanciato il coltello dritto nella schiena di Donna, ponendo fine alla sua vita da bella e dannata… Voldemort ha dato una grande prova d’amore, non ha abbandonato il suo cadavere, l’ha abbracciata e si è smaterializzato… Ci è sfuggito ancora…- proclamò Silente, alzandosi dalla scrivania e posando una mano sulla spalla di Harry.

 

-Signore, Voldemort chiamava Donna Margareth, perché?-domandò Harry.

 

-Voldemort la chiamava così, perché era il suo secondo nome, lo tesso faceva per Ginny, Ly abbreviativo di Molly…- spiegò con aria assente.

 

-Che fine ha fato poi Lucius Malfoy… e Pascal?- domandò Harry.

 

-Sono stati uccisi, Voldemort non voleva far sporcare le mani a Donna, così li ha fatti uccidere tra di loro… credo, infatti, che quando François tornò indietro, gli debbano aver raccontato la verità su Margareth, sua moglie, a quel punto Lucius è diventato il suo nemico… quando se lo è ritrovato di fronte si saranno uccisi a vicenda, Voldemort così non si è sporcato le mani… nemmeno per uccidere i tuoi amici è andato lui di persona, ha preferito mandare i Mangiamorte…- concluse Silente, serrando la presa intorno alla spalla del ragazzo, visibilmente arrabbiato, frustrato, e questo non era da Silente.

 

- Un’ultima domanda professore…- iniziò Harry, ma Silente lo interruppe.

 

-L ’anno scorso non fermai Voldemort perché solo tu hai il potere di farlo, ne è la dimostrazione il fatto che io anni fa non lo sconfissi, lo indebolii soltanto, altrimenti ora non sarebbe qui ad incombere sulle nostre vite…-

 

Harry restò un attimo incantato a guardare i suoi occhi color azzurro cielo; le sue iridi erano chiarissime e nei giorni di sole come quello vi si potevano scorgere fiumi di pensieri, che scorrevano veloci come le acque più cristalline.

 

-No… non era questo…- gli rispose con un filo di voce, ancora mezzo stordito –Volevo sapere cosa ne  sarà di Ginny…?-

 

-Ah Ginny- esclamò il Preside –il motivo delle sue azioni lo avresti scoperto se qualche mese fa avessi ascoltato le parole della signorina Granger… dentro noi abbiamo infiniti pensieri e sentimenti, ma a volte le verità che ci circondano non ci permettono di estraniarli come noi vorremmo… Ginny Weasley ha passato la stessa cosa… lei ti ha sempre voluto bene Harry e immagino che tu lo sappia, ma con gli anni quel sentimento è aumentato, trasformandosi in qualcosa di più profondo… la verità, però, è che tu l’hai sempre vista come la sorella del tuo amico, ma mai come una possibile donna e questo le ha fatto perdere l’orientamento… si è sentita sperduta e ha cercato di spedire quel sentimento in un angolo remoto del suo cuore, accantonandolo in un punto dove la polvere potesse stabilircisi, facendolo dimenticare a tutti, lei compresa… ma quando al ballo di Hallowen tu ti presentasti con Hermione, lei capì che tutti i suoi tentativi per farsi notare da te erano stati vani, tanto da essere andata a parlarne con Hermione, che sapeva… Credo che si volesse vendicare contro di te, farti soffrire per quello che le avevi fatto… A Natale cercò di avvertirti, ma tu rimasi sordo a questo suo appello e lei decise di prendere la sua soluzione finale, tornare per la seconda volta da Voldemort… ma stanotte, se non prima, si deve essere accorta che comunque non sarebbe stata la soluzione giusta ai suoi problemi; così facendo, infatti, non solo tu non l’avresti vista comunque come una donna, ma si sarebbe attratta contro il tuo odio e questo la deve aver distrutta… ma Voldemort sa molto bene i punti deboli delle sue vittime e l’ha marchiata, prima che lei potesse decidere di ritornare alla sorgente…-

 

-Cosa ne è stato di lei stanotte…?- domandò Harry, sentendosi infinitamente colpevole.

 

-Ginny Weasley è stata portata via da Voldemort e credi che non rivedremo né lei, né quel mostro per un bel po’ di tempo…   Rompendo lo specchio, hai davvero dato inizio a sette anni di sfortuna…- concluse Silente.

 

Nelle sue ultime parole c’era lo stesso sapore della fine, di quel sentimento che permette di giungere al termine, di raggiungere un obbiettivo tanto bramato, come le spiegazioni di vite intricate e complicate allo stesso modo; lui non aveva mai pensato che le persone potessero aver reazioni simili, se poste d’innanzi a certe situazioni.

La vita di Ginny era stata sconvolta e lui in parte si sentiva responsabile.

 

-Se non hai altre domande Harry, ti consiglierei di tornare in infermeria, non ti fa bene restare in piedi e hai bisogni di riposare…- consigliò Silente, cauto però nel tono di voce, come se non volesse obbligare il ragazzo a fare qualcosa.

 

-Si…-disse semplicemente Harry, dando un’ultima occhiata al parco di Hogwarts, che appariva stranamente tranquillo quel giorno; fece qualche passo verso la scala a chiocciola, passando accanto ad uno strano soprammobile che raffigurava il lago della scuola, ma non doveva essere stato realizzato recentemente perché all’interno dello specchio d’acqua vi erano molti cigni, che si muovevano felici trai bagliori creati dai raggi del sole.

Solo allora gli venne in mente un’ultima cosa da chiedere a Silente.

 

- Professore, dopo aver incontrato gli Stridelli, continuo a fare un sogno strano…  

 

Un lago…

 

Due persone……

 

Il tramonto…

 

Un urlo strozzato……

 

… che cosa significa?- domandò Harry, confuso.

 

-E’ l’unica domanda a cui io non posso rispondere, essendo questa una premonizione, ma in un momento non troppo lontano, lo potresti scoprire…- gli rispose Silente, facendo un sorriso, accompagnato da un occhiolino.

 

Harry inarcò un sopracciglio dubbioso, ma poi decise di non fare troppe domande, perché Silente ne avrebbe poste dieci in più che non avrebbero fatto altro che aumentare la sua curiosità.

Gli voltò le spalle, non lo salutò, non ce ne sarebbe stato bisogno; inforcò le scale e si ritrovò nel corridoio di pochi minuti prima, anche se a lui sembravano passati secoli.

Da lontano vide arrivare qualcuno, che stava camminando a passo svelto, calpestando il pavimento appena lavato da Gazza; erano due persone, una molto alta e allampanata   l’altra un po’ più bassa e un po’ grassottella, solo i capelli rosso fuoco li accomunavano: i Signori Weasley.

Ad Harry si strinse lo stomaco in una morsa dolorosa; ben presto si ritrovò a passare loro di fianco, mentre Arthur  teneva una mano sulla spalla della moglie, il cui viso era  rigato dalle lacrime.

Si fermarono quando lo videro; tutto quello che lesse nei loro occhi fu amore sconfinato per lui e tristezza immensa per non aver saputo capire prima il destino della loro figlia.

 

-Signori Weasley, io….- iniziò a dire, ma Molly lo interruppe facendo cenno di no con la testa.

 

-Tu hai fatto il possibile e di questo io ti ringrazio… già una volta l’hai salvata e io non posso pretendere di più- disse la donna.

 

Si avvicinò poi a lui, stritolandolo in un abbraccio, dal quale, però, Harry  riuscì a percepire un grande affetto; gli baciò la fronte ed entrambe le guance, con la stessa dolcezza che solo una madre può avere e poi gli disse di tornare in infermeria, dove tutti i suoi amici lo stavano aspettando.

Li osservò allontanarsi, fino a raggiungere il gargoyle di pietra dietro il quale ben presto scomparvero.

Augurò loro tutta la buona fortuna che si poteva immaginare e poi riprese a camminare diretto versa la sua destinazione, lasciando dietro di lui una scia di emozioni indelebili, come indelebili erano i graffi che intaccavano la liscia superficie di marmo del pavimento.

 

 

***********

 

 

Finita, ragazzi è finita!!! Per favore, cercate di capirmi, questa è la mia prima ff, il mio tesorino, lo scritto che mano a mano ho cercato di migliorare sempre più e… bibibibibi ç________ç mi mancherà… l’unica consolazione è che il prossimo sarà l’epilogo e nel frattempo, voi lasciatemi un commentuccio, eh? ^______________ - prometto che tutto si sistemerà per il meglio nel mitico trio, ma come avete visto c’è ancora Ginny che poverina… beh, vedremo cosa succederà in futuro forse (ok, ora taccio per sempre) ^________________^

 

Special thanks to:

StellinaX: vediamo un po’… ti perdono oppure no? **ale fa finta di pensarci, ma poi rivolge un sorrisone giga alla sua stellina portafortuna** ma cicci, certo che ti perdono, infondo avrai anche tu i tuoi impegni e non posso pretendere che tu li cancelli per fare comodo a me ^.-  beh, Ginny non è il mio personaggio preferito, ma rovinarle la vita da così giovane… non mi sembrava proprio giusto… Un baciottoni ciao ^.^

Ginny Weasley: tesorino!! Beh, il tuo accento francese vallo a rispolverare, l’ho trovato molto originale ^^ comunque ti sbagli, avrai letto in questo chap che tutta la storia alla fine ruotava intorno a Draco e ormai *sigh, sigh* anche volendo il suo ruolo è quello perché la ff è finita… un baciotto ^.^

FraFra: tu una cattiva compagnia… mmm, non ci avevo pensato!! **scherzo cicci** comunque credo proprio **e qui ale si guarda intorno sospettosa** che Ginny non la rivedremo per un bel po’ di tempo, sigh ç.ç, poiché Voldemort se ne è appropriato… e Harry è proprio un bellissimo tonto, non trovi? Un bacionone immenso, ciao ^__________^
Marco: amico!!! ^.^ si, si, si è proprio così, ho trovato molto divertente scrivere lo scorso chap, erano tutte idee che avevo pensato agli inizi della ff e sono felice di essere riuscita a ricordarmeli tutti ^.-  spero poi che tu abbia capito la storia degli stridelli, che in questo chap viene ampliamente spiegata e… la Ron/Jessica, **attendereunpossibilesequel**… ciao, ciao, un bacione ^________^
Maripotter: meno male… ^.- diciamo che ero sicura che saresti stata bravissima sul palco, ma adesso che ne ho la conferma… beh tesorino grazzissimi infinitissimi per tutti i complimenti  che mi hai fatto, un bacione ^.^
Eva_elamela: amooooore mio!!! **inizio a soffrire del complesso della love mania**  volevo urlarti un GRAZIE sconfinato per tutti  i complimenti, so che se non fossero veri non sarebbero mai usciti dalla tua bocca.. cioè dalla tastiera, ma fanno sempre un piacerissimo… credo poi che PER QUELLA COSA dovrai cavartela da sola, perché ce la puoi fare benissimo, love ^.- uno smack, smack, smack, dei nostri.. ciao!!! P.S. metti via il fucile che tra qualche giorno arriva FT e ci sarà un pensierino per te, love, love ^.-
Emma: non è lungo come l’altro, ma è comunque lungo, no? ^.- beh, tesorino cosa posso dirti…? Grazie infinite per i soliti e bellissimi complimenti e bentornata, ma non azzardarti mai più a farmi prendere un attacco cardiaco simile, ok? Un baciottone piccina ^^

Grifo: grazie mille!!! Si beh, essendo io una fan accanita della coppia farli litigare ha distrutto il già debole di per sé cuoricino mio, ma la ff ne aveva bisogno **ecco come so mentire bene**  un bacione ^.^
Angi: ma sorellona ^______________^!!! Ho fatto tantissimi saltelli leggendo la tua recensione entusiasta, perché “equilibrare i momenti” come dicevi tu non è stato semplice, ma sono felice di esserci riuscita… e Ron **me la rido sotto i baffi** beh poverino, lasciagli l’opportunità di provarci **ok, ok scherzavo** tanto alla fine sarà comunque Hermione a scegliere… un bacione!!! ^.^ ciao!!!
Avril Lavigne: …. …. ….. …. Mmm…. ….. ….  Me quasi, quasi non ti perdona, ma alla fine l’animo buono e calmo che mi ritrovo mi obbliga a fare cose che non vorrei **eh no** !!! ^.^ beh ben tornata cara!!! Un bacetto…

Bene, come avete notato non sono stata asciutta con nessuno, mi sento molto happy a ringraziarvi e così ho deciso di lasciarmi andare ^.- ci si vede con l’epilogo **sigh, sigh** “MAGIA & AMICIZIA”  (non poteva essere altrimenti)

 


Un bacione a tutti

ale69


 

 

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Capitolo 24
*** Magia & Amicizia ***


MAGIA & AMICIZIA

MAGIA & AMICIZIA

(epilogo)

 

Percorreva i corridoi a grande velocità, non riusciva ad aspettare più nemmeno un minuto, il suo corpo era calamitato verso l’infermeria, dove sperava di trovare ciò che cercava.

Svoltò l’angolo di diversi corridoi incontrando studenti che al suo passaggio quasi si inchinavano, mostrando un rispetto e una stima profonda; sul volto avevano dipinta un’espressione di terrore, che lasciava poca immaginazione alla paura che li aveva accompagnati durante quella lunga notte: Harry ancora non capiva come le voci, ad Hogwarts, riuscissero a correre così veloci.

Rallentò il passo, affiancandosi ad una parete e appoggiando una mano contro di essa, sentendone la superficie liscia di marmo freddo.

Aveva il cuore che gli martellava dolorosamente nel petto, solo due passi lo dividevano dalla porta dell’infermeria e dopo di che ogni decisone sarebbe stata presa senza rimpianti per le conseguenze.

Annullò quella breve distanza e superò lo stipite della porta.

L’odore di medicinali che aveva sopportato fino a qualche minuto prima gli arrivò al naso prepotente, mentre la luce proveniente dalla finestra delineava i contorni di nove persone sedute su due letti in sua attesa.

Neville fu il primo a notarlo e si alzò in piedi per guardarlo dritto negli occhi, da una distanza di pochi metri che a lui parevano chilometri.

Gli altri fecero lo stesso, e Harry si accorse che anche Draco e Jessica erano in infermeria.

 

-Ciao Harry- lo salutò Lavanda, alzandosi in piedi e avanzando verso di lui per stringergli la mano; Calì, Neville, Dean, Colin, Seamus e Jessica la seguirono a ruota, solo Ron e Malfoy erano rimasti al loro posto senza muovere nemmeno un muscolo.

Nella stanza calò un silenzio di tomba interrotto solo dal tintinnare delle ampolline colorate, che venivano maneggiate dalla Chips.

 

-Ragazzi… mi dispiace! Vi chiedo scusa, se vorrete odiarmi per il resto della vostra vita avete tutte le ragioni per farlo!- disse Harry, abbassando lo sguardo sul pavimento, tirato talmente a lucido da riflettergli la sua immagine stanca e sconsolata.

 

-Perché dovremmo?- domandò Lavanda, con un sopracciglio inarcato.

 

-Perché se una volta entrati a Malfoy Maison ce ne fossimo andati tutto questo si poteva evitare…-

 

-Perché, tu credi che Voldemort ci avrebbe fatto andare via? E poi… Tutto questo cosa? Nessuno si è fatto male, siamo tornati indietro sani e salvi, escludendo qualche piccolo graffio- gli disse Lavanda con un sorriso.

 

E poi Harry… ragiona! Possiamo avercela con te per qualcosa che tu non hai fatto…? Se Voldemort vuole ucciderti, e per farlo non guarda in faccia nessuno, la colpa non è tua,  meno che tu sia masochista, lo sei?- proruppe Seamus, con quell’aria da grande saggio che lo faceva sembrare un ragazzo maturo.

 

-No-

 

-E allora…?- intervenne Calì, che quando voleva sapeva essere meno oca di quanto la sua natura le imponesse.

 

-Grazie!- esclamò Harry felice, abbracciando uno ad un i suoi amici, cercando di trasmettere loro tutto il bene che provava.

 

Quando arrivò a Jessica lei lo guardò per un lungo istante; aveva il viso pallido e l’abbronzatura che aveva sfoggiato per gran parte dell’anno sembrava svanita;i bei capelli biondi erano arruffati in una massa informe, che li faceva sembrare crespi; infine i suoi occhi cristallini sembravano opacizzati da uno spesso strato di malinconia.

 

-Credevo che tu avessi pregiudizi nei miei confronti, a causa del mio passato e per quello che altri ti avevano detto sul mio conto; ho scoperto che tu di me sapevi poco e niente e che la tua era semplice antipatia, nei confronti di una ragazzina che appariva come snob; mi dispiace Harry, con te, ma anche con i tuoi amici, temo di aver iniziato con il piede sbagliato, ma mi piacerebbe se tu mi concedessi la possibilità di screditarmi in futuro…- disse Jessica, con un sorriso quanto mai sincero, sul bel viso.

 

-Certo…- la rassicurò, stringendole la mano in segno di pace.

 

-Bene- esclamò lei felice –Draco…?- domandò al ragazzo.

 

-Che c’è?- le rispose lui atono.

 

-Eravamo d’accordo che lo avresti fatto…- lo minacciò lei, tirando fuori dalla tasca del mantello la bacchetta, puntandola contro il fratello.

 

-Si, va bene, non c’è bisogno di scaldarsi- esclamò lui, scattando in piedi e girandosi finalmente nella direzione di Harry; egli aveva gli stessi occhi di Jessica, gli stessi capelli biondi e proprio Harry non riuscì a capire come non avesse potuto non accorgersi prima delle loro somiglianze.

Malfoy percorse a grandi passi la distanza che lo divideva da Potter e allungò la mano scheletrica per stringere la sua, com’era avvenuto pochi mesi prima nel parco di Hogwarts, in uno dei loro incontri segreti.

 

-Congratulazione Potter, non potevi fare un lavoro migliore- lo rassicurò.

 

-Voldemort mi è sfuggito, non ho fatto niente di speciale- ammise Harry, stringendo in un pungo la mano rimasta libera.

 

-Ma hai fatto in modo di tenercelo fuori dalle scatole per sette anni- esclamò con un ghigno.

 

-Così avrà il tempo di rinforzarsi, davvero un ottimo lavoro…- lo contraddisse Harry, lasciando la presa.

 

-Si vede che di Magia Oscura non te ne intendi…-proruppe Draco, placando qualunque forma di protesta; si affianco a Jessica, mettendole un braccio intorno alle spalle –Noi dobbiamo andare…- disse.

 

-Dove?- domandò Calì, saltando come una molla per la terribile notizia.

 

-Abbiamo deciso di recuperare un po’ del tempo perso, ma per farlo non possiamo farlo qui ad Hogwarts, non con tutte le voci che corrono come Firebolt per i corridoi, non con tutte le occhiate che ci vengono lanciate dagli altri Serpeverde per aver contraddetto Voldemort…- intervenne Jessica decretando la fine del discorso.

 

Si salutarono con malinconia, ma in cuor loro c’era qualcosa che li legava, qualcosa che impediva di pensare che fosse un addio; ormai era pomeriggio inoltrato, il sole era sceso ancora più basso, dietro la linea retta dell’orizzonte.

 

Uscirono ben presto tutti dalla stanza, chi con la scusa di finire i compiti, chi con la scusa di voler andare in Sala Grande a rubare qualche avanzo del banchetto di mezzogiorno; lasciarono Harry e Ron da soli nella stanza e anche Madama Chips si era rintanata nel suo studio; per un attimo Harry non volle parlare con l’amico, preferì osservare Jessica e Draco nel giardino delle scuola, che montavano in groppa al Thestral del ragazzo e volavano via, trasportati dal soffio del vento caldo.

Fu felice per quei due, avevano ritrovato la loro vera famiglia e avevano ricucito i rapporti, strappati dopo anni di conflitti, con quelli che invece erano sempre stati loro vicini.

Quando l’animale alato sparì dietro una montagna, Harry decise che anche per lui era arrivato il momento di rimettere insieme i pezzi della sua, anche se non per sangue, famiglia.

Si voltò verso Ron, che lo stava fissando con sguardo inespressivo; diede una veloce occhiata al comodino lì vicino, notando un giornale che recitava “Arresto di Bellatrix Lestrange avvenuto al San Mungo” ma scoprì che questa notizia non gli faceva nessun effetto.

 

-Ron… ti prego di qualcosa; prendi il vaso che sta qua e tiramelo addosso, insultami, prendimi a pugni, ma ti prego non restare in silenzio perché non lo sopporto…- disse Harry con un tono di voce tra l’isterico e il disperato.

 

-Hai idea di quello che abbiamo passato io e Hermione questa notte….?- gli sibilò, osservandolo con gli occhi risotti a due fessure -Tu eri rintanato a Malfoy Maison, io e lei nella riserva protetta degli Stridelli perché credevano che fossimo in pericolo… Meriteresti si di essere preso a botte, per l’infarto che le hai fatto venire…- gli rispose Ron alzandosi e dando un’occhiata al lago.

 

-Quindi, non sei arrabbiato?- gli domandò Harry, con un mezzo sorriso.

 

-No, ma…- iniziò prendendo Harry per il braccio e portandolo alla finestra –sarò molto arrabbiato se non ti metti il primo paio di jeans che trovi e non vai da lei a chiarire…-concluse indicando una ragazza accovacciata vicino al lago, che stava lanciando delle pietre in acqua: Hermione.

 

-Mi odia vero…?- domandò Harry.

 

-No- esclamò Ron calmo -Ti detesta… ma Harry, possibile che tu sia così cieco…?- gli chiese –Ha potuto scegliere e ha scelto te, che altro vuoi?-

 

-Io vado da lei…- disse Harry risoluto, togliendosi il pigiama e infilandosi i primi indumenti che trovò.

 

Iniziò a correre, fino ad arrivare in corridoio; poi si rese conto di non aver fatto qualcosa di molto importante.

Tornò indietro, mentre un gruppo di ragazzine che bazzicavano intorno alla porta dell’infermeria lo guardavano come se fosse matto.

 

-Ron?- lo chiamò, sperando che non se ne fosse già andato; il ragazzo si voltò lentamente verso di lui con un sorriso stampato in faccia: aveva gli occhi che brillavano e in mano teneva un pacchetto di caramelle colorate.

 

-Hey Harry, guarda qui…- disse indicando la confezione -…ragni gommosi; sono introvabili! Me li hanno appena mandati Fred e George, hanno detto che prepareranno qualcosa di speciale per me quando tornerò a casa! Solo per me, però…- aggiunse con aria triste, sdraiandosi sul suo letto.

 

-Mi dispiace per Ginny…-ammise Harry, sedendosi accanto a lui.

 

-E’ solo che è così giovane, perché rovinarsi la vita a quest’età? Avrebbe potuto stare qui a viversi la sua giovinezza e chissà adesso cosa le faranno…- disse Ron, allungando le braccia in alto, come a voler stringere in un pugno l’aria che stazionava sulla sua testa.

 

-Ti vedo tranquillo, cosa c’è sotto…?-domandò Harry confuso.

 

-Nessun trucco, la calma è la virtù dei forti…- proruppe saggio –Aspetterò Ginny giorno dopo giorno, in attesa che ritorni a casa con quella sua testolina rossa che ragionava senza dubbio nel modo sbagliato…-

 

Cadde ancora il silenzio; nel cielo iniziava ad intravedersi una luna trasparente, che tra qualche ora sarebbe tornata a splendere nel cielo; dal corridoio proveniva un chiacchiericcio sommesso, come uno sciame di insetti che ronza fastidiosamente nelle orecchie.

Le ragazzine li stavano osservando ridendo come delle oche, credendo che qui due ragazzi fossero solo due bulli che si stavano prendendo gioco di loro, quando invece nemmeno le notavano.

Dalle grandi finestre di pietra, entrava un vento caldo e afoso, che scompigliava dispettoso i capelli dei ragazzi, e portava con sé i profumi dell’estate ormai imminente.

 

-Grazie!- esclamò Harry, distruggendo in tante schegge quella campana di vetro che li aveva avvolti per diversi minuti.

 

-Figurati, questo e altro per un fratello…- disse Ron sorridendo –Ma sbaglio o avevi un impegno tu?- gli chiese.

 

-No, non sbagli… Ci vediamo stasera Ron…- e con questo Harry si volatilizzò per la seconda volta alla sua vista.

 

-A stasera Harry- gli rispose Ron in un sussurro, quando l’amico non gli fu più di fronte.

 

Aprì un cassetto del suo comodino e ne estrasse un foglio di pergamena ingiallita sulla quale erano state incise da un inchiostro verde poche e semplici parole.

 

“Addio Ronald Weasley ; ricordati di me…”

 

Sorrise come un inebetito leggendo quella frase; come avrebbe mai potuto dimenticarsi di Jessica Raily?

 

******

 

Harry scese diverse rampe di scale, che dispettose lo fecero attendere per diversi minuti; i ritratti si spostavano da un quadro all’altro e incontrò anche un’elegante signora medievale, con un abito di pizzo rosa, che mezza ubriaca gli fece una seria proposta di matrimonio; ora che ci pensava non era nemmeno male, ma qualcosa di più dolce lo aspettava e non voleva lasciarselo sfuggire.

Scese la gradinata principale, mentre il Salone d’ingresso era immerso in una luce tenue, che però gli conferiva una sorta d’imponente regalità.

Solo ora si rendeva conto dello spazio che aveva permesso s’interponesse tra lui e quella scuola, che nel corso degli anni era diventata la sua casa.

Guardava tutto sotto occhi diversi ora: i Prefetti e i Capiscuola che rincorrevano bambini del secondo anno che avevano deciso di diventare e successori dei gemelli Weasley; i Serpeverde che complottavano all’ombra dei sotterranei e Piton che vagava in cerca di qualche studente da punire; i Tassorosso che se ne uscivano con le loro bravate e i Corvonero che lo guardavano male per aver vinto la coppa del Quidditch per il quinto anno di seguito; Cho Chang che passava con il suo nuovo ragazzo, uno del settimo come lei del Tassorosso, ed Harry pensò che la sua fosse una mania.

Ciò che credeva di aver perso per sempre erano le serate con i suoi amici intorno al fuoco, dove Ron diceva qualche sua cretinata e Hermione metteva su un cipiglio disgustato, mentre lui restava ad osservarli incapace di fare altro.

Ancora un anno gli rimaneva da vivere in quell’atmosfera scolaresca, e non avrebbe voluto sprecarlo per niente al mondo; ora Voldemort era fuori gioco per sette anni e avrebbe potuto viversi la vita senza preoccupazioni, o forse…

Uscì nel parco e la visione di tutti i suoi compagni che gironzolavano gli scaldò il cuore, che durante l’ultima notte si era ridotto ad una massa gelida di ghiaccio: chi in cerca di baratti con le Gelatine Tutti i Gusti + 1, chi, come le coppiette, in cerca di intimità dietro ai cespugli.

 

Solo una ragazza spezzava quella monotonia: si trattava di una giovane che aveva tenuto d’occhio fino a qualche minuto prima da una finestra più alta.
Il vento le scompigliava i capelli ricci, e lui la osservò portarsi una ciocca ribelle dietro le orecchie, con un movimento ai suoi occhi molto dolce.

 

Harry le si avvicinò.

 

-Sapevo che saresti venuto- sentì dire dalla ragazza, osservandola mentre con un dito descriveva tanti cerchi concentrici nella terra, vicino al lago.

 

-Lo immaginavo…- le rispose Harry, a cui iniziarono a fischiare le orecchie.

 

-Cosa mi devi dire?- continuò lei con freddezza, afferrando un sasso e buttandolo in acqua.

 

Prima di risponderle Harry osservò i saltelli descritti dalla pietra, prima che un tentacolo spuntasse fuori dal nulla e l’afferrasse, trascinandola con sé nelle profonde acque, lanciando un urletto strozzato di pura gioia.

 

-Io…- iniziò –Sono venuto da te per scusarmi!- disse, con tono quanto mai timido.

 

-Per scusarti? E di cosa?- domandò Hermione, ironica.

 

-Per quello che ti ho fatto; ti ho detto che non mi capisci, quando probabilmente, insieme a Ron, sei l’unica persona a questo mondo a capire da un mia occhiata, da un mio silenzio o da un mia parola detta in più o in meno il mio vero stato d’animo; tu mi hai perdonato e io ho pensato bene di gettare via la fiducia che mi avevi dato con un gesto stupido… Lo so Hermione, sono un ipocrita a chiederti una cosa simile, ma… Scusami!- concluse Harry, spostandosi e andando a posizionarsi perfettamente di fronte a lei.

 

La ragazza aveva lo sguardo basso sull’erba, si stava mordicchiando le labbra e aveva gli occhi pieni zeppi di grosse lacrime.

Alzò lo sguardo su di lui, che quando la vide con quegli occhi talmente profondi che ci si sarebbe potuto perdere, restò colpito e non poté fare a meno di sentirsi un bastardo in piena regola.

 

-Io… non voglio più soffrire Harry e non so se con te ci riuscirò… hai una vita talmente complicata che io… non riesco a capirla; hai ragione tu, non ci riesco ed è stato questo che mi ha fatto riflettere, che forse non siamo fatti per stare insieme… Stanotte io sono morta di paura Harry, e io per la prima volta non ero al tuo fianco, capisci cos’è significato per me…? Io, che sono stata esposta tra due fuochi nemici, che mi obbligavano a scegliere tra te e Ron, senza che nessuno ascoltasse i miei sentimenti…- si sfogò Hermione.

 

Seguirono pesanti attimi di silenzio, durante i quali sembrò che tutta l’aria venisse a mancare, tanto il respiro di entrambi si fece affannoso.

 

-Perché ho la sensazione che ti stessi tenendo dentro queste cose da un sacco di tempo?- domandò Harry.

 

-Perché è così… Ti sarai accorto che quest’anno è cambiato tutto, vero?- domandò Hermione, mentre gli argini dei suoi occhi cedettero sotto il peso delle lacrime pesanti, che iniziarono a rigarle il viso.

 

-Io e Ron abbiamo iniziato a ricostruire la nostra amicizia piano, piano, e lo stesso voglio fare con te, ma se questo significa dover rinunciare a te, io non sono disposto a farlo…-

 

-E quindi…?- domandò Hermione, portandosi una mano agli occhi cercando di cancellare le lacrime.

 

-Dammi un’ultima possibilità Hermione, ti prego… dopo, potrai fare tutto quello  che vuoi, anche umiliarmi davanti a tutta la scuola, ma per ora, per favore, non mi lasciare così …- la implorò, pronunciando le ultime parole con un filo di voce.

 

Lei singhiozzò ancora qualche attimo, cercando di registrare come sempre le parole di Harry e di trasformarle in qualcosa di significativo.

Appoggiò le mani dietro di sé, dandosi la spinta per alzarsi; gli si avvicinò, un passo alla volta, tremando da capo a piedi e senza dire un parola.

Quando gli fu di fronte, puntò lo sguardo fisso nei suoi occhi e prima che Harry se ne potesse accorgere, gli sferrò un ceffone potente in piena faccia.

Gli occhiali caddero con un tonfo sommesso sul prato, mentre il ragazzo si portava una mano alla parte lesa.

 

-Diamine!- imprecò Harry -Ho appena avuto l’onore di sperimentare sulla mia pelle quello che provò Malfoy al terzo anno, eh?- disse, osservando Hermione con un misto di rabbia e sorpresa.

 

-Almeno mi sono sfogata e… rivendicata!- ammise Hermione, con aria seria, che ben presto tramutò in uno splendido sorriso.

 

- Dov’eravamo rimasti…?- domandò Harry leggermente alterato.

 

-Che c’è Signor Poter, sta perdendo la pazienza?- gli domandò con un ghigno Hermione, annullando la distanza che la divideva dal ragazzo e unendo le labbra alle sue in un bacio appassionato; ci stavano mettendo l’anima, sperando di riuscire a trasmettere all’altro tutto l’amore e la rabbia che provavano.

Adrenalina scorreva nelle loro vene, mentre rabbrividivano, forse per il fresco della sera ormai prossima o forse per la passione che li stava travolgendo.

Harry attirò Hermione a sé, avvolgendola in un abbraccio soffocante, senza volerla lasciare più andare via.

 

Quando si staccarono, le prima stelle avevano fatto la loro comparsa nel cielo e si riflettevano luminose negli occhi già splendenti di gioia dei due ragazzi.

Si osservarono increduli per diversi minuti, fino a che Hermione iniziò ad avere freddo e Harry senti la pelle d’oca comparire sulle braccia della ragazza, che teneva tra le sue mani.

 

-Torniamo al castello, è ora di cena e ci staranno tutti aspettando in attesa di sapere cosa ne è stato di noi…- le disse Harry, prendendola per mano.

 

-Aspetta un attimo, devo chiederti una cosa… Stamattina ho ricevuto una lettera da mia madre, ho preferito tenerle segreto quello che è successo, altrimenti è la volta buona che mi impedisce di tornare a questa scuola… Nella sua lettera mi comunicava una notizia…- disse Hermione, con un sorriso stampato sul viso.

 

-Cioè…?-

 

-Ben presto, temo che dovrò dire addio alla mia condizione da figlia unica; fiocco rosa in arrivo…- disse felice.

 

-E come mai non me lo hai detto prima…- domandò Harry sorpreso.

 

-Perché è stata una sorpresa anche per me, vedrai che strigliata si prenderanno i miei per avermi comunicato questa notizia solo oggi…- esclamò Hermione, lievemente alterata.

 

-Oddio, poverini…Ma cosa mi dovevi chiedere?-

 

-Ah già… mia madre mi ha chiesto di scegliere il nome e se tu non hai nulla in contrario, io avrei optato per Lily, che dici…?- domandò precipitosamente la ragazza, incrociando le dita dietro la schiena.

 

Harry sembrò pensarci su, poi disse serio:

- Lily Granger, non suona male, eh? È il più bel regalo che qualcuno potesse farmi, lo sai? Dare a tua sorella il nome di mia madre, magari poi sarà una marmocchietta dai capelli rossi, ti immagini?- le domandò, avvolgendole le spalle in un dolce abbraccio e iniziando a risalire i prati verdi che conducevano al castello.

 

-Sono felice che ti piaccia…- ammise Hermione, in un sussurro.

 

Arrivati al portone si fermarono e si guardarono un’ultima volta negli occhi.

Hermione riusciva distintamente ad intravedere il suo riflesso all’interno degli occhi di Harry e viceversa lui; sembravano incatenati in un abbraccio dolcissimo, dal quale è difficile districarsi, ma in qualche modo riuscirono a pronunciare poche e semplici parole.

 

-Harry, grazie!- disse Hermione.

 

-E di che? Io ti adoro, lo sai, si?- le rispose Harry.

 

-Ora lo so…- gli rispose lei.

 

Si presero per mano, incrociando le dita tra di loro, e rientrando nel castello, in una Sala Grande quanto mai gremita di studenti in attesa di sapere le ultime novità.

Una testa rossa si alzò di scatto e un paio di occhi azzurri incontrarono i loro sorridendo.

Nessuna tensione tra i tre : ogni rimpianto era scomparso insieme al sole dietro la perfetta linea dell’orizzonte, che da lontano sorrideva a quella scuola dove la magia e l’amicizia, avevano trionfato ancora una volta.

 

 

***********

 

Ok, niente lacrime!! Bibibibibi ç_________ç La mia adorata storia (adorata dal mio punto di vista, logicamente) è finita definitivamente stavolta, con un finale che a parer mio poteva anche essere migliore, ma così volevo che finisse tra loro e che anche la faccenda con Ron si sistemasse, ma come avete visto non sono tornati amicissimi, era impossibile in così poco tempo, ma stanno ricostruendo le basi della loro amicizia e con l’andare degli anni prevedo scintille ^_______^ forse appena troverò tempo rivedrò un po’ alcuni chap, li ricorreggo e li miglioro, ma la storia rimarrà sempre questa ^.-


Adesso volevo fare delle precisazioni: sono molto felice di vedere che tutti voi che commentate volete un sequel, o quanto meno qualcosa di mio; io ho delle idee che mi piacciono tantissimo per il sequel di questa ff e sicuramente lo scriverò, (anche se sarà una ff molto diversa da questa)  ma non così presto come tutti vorreste ç.ç ho gli esami, e altre due ff che sto scrivendo, quindi sono molto impegnata… di conseguenza credo che per M&A II  ci si vedrà a settembre (ok, adesso vi saluto tutti perché rinuncerete a leggere, vero?) ma vi prometto chap più lunghi e scritti meglio, ok? ^________^ eddai che mi volete bene… non è da escludere poi che vivendo le mie incasinate giornate non resti folgorata e butti giù delle shotty sulla mia coppia preferita e non solo…
Quindi spero che avrete pazienza!! ^.^

Passiamo ai thanks personalissimi:

Lady Liberty91: la mia amicissima!!! Ma tesoro, non me lo aspettavo proprio un tuo commento, ma non per questo non mi ha fatto piacerissimo ^.^ tesoro grazie del complimento, mi ha fatto sorridere moltissimo!! Un bacione!!
Marco: amico!! voglio dirti che apprezzo molto la tua critica, mi sarà utile (lo spero ^.-) nelle prox ff; in effetti ho sorvolato un po’ sull’argomento, ma se tra sette anni ci ritroveremo Zio Voldy in mezzo alle scatole, credo che Harry avrà la possibilità di prenderlo a schiaffi come si deve..^.^

Un bacione e grazie per aver seguito passo per passo la mia ff ^.^

Maripotter: e io attendo il tuo prox chap!! E nel frattempo ti mando un mare (hai presente quant’è grande?^.^) di baci per la tua dolcezza, spero anch’io di scrivere ancora qualcosa di tuo gradimento, ma tutto dipende dalla mia mente malata!! Ciao!! ^.^
FraFra: zia!!! Beh, Silente anche a me ha terrorizzato, a momenti correggeva me (alias l’autrice) per dirmi che stavo sbagliando a scrivere, davvero fa paura!! E Ginny ç.ç oh dispiace anche a me, ma c’est la vie… un bacio più grande dell’intero universo ^.^
Emma: tesorissimo mio!!! La mia dolcissima recensitrice che non potrà più vivere senza di me *.* non credi di esagerare?  ^.- comunque tesoro sono felice che la mia ff ti sia piaciuta, spero che quelle quattro ore che hai passato davanti al computer tempo fa, siano state ricompensate ^.^ un bacio!!
Angi: io non posso non ringraziare te, lo sai vero? ^.^ sei stata la mia prima commentatrice, mi hai incoraggiata quando non c’era nessuno a recensire e sei stata talmente dolce con me che ti meriti certamente tutte le cose belle che ci sono in questo mondo!! *.* Ron spero di avertelo tolto dalle balle, ma era comunque un po’ dura (i recidivi ^.-) ma forse in futuro *.* si invaghirà di qualche altra bella ragazza e ce ne libereremo, che dici? Un bacio talmente pieno d’affetto che non credo riesca ad arrivarti nemmeno tutto ^.- ciao!!!
Eva_elamela: e posso non ringraziare la mia love, che sotto minaccia (????) ha letto la mia ff  a tempo record?? Ma ovvio che non posso!! ^.^ amore mio!! Hai adorato lo scorso chap? Sono felice, perché ci ho messo l’anima a scriverlo e poi il computer lo ha cancellato (come ben sai) ma sono felice di essere riuscita a ricondurti sulla strada giusta con i ricordi e anche ad essere stata capace di manifestare i sentimenti di Narcissa e Draco!! E la tua Margareth? *.* mi sono sorpresa che tu non mi abbia condannata a morte, ma sono felice, vuol dire che ti sei rabbonita!!! Un bacione tesoro e spicciati a produrre “quella cosa” sennò vengo a casa tua e ti frego il fucile.. ciao!! ^.- P.S. indovina cosa sto correndo a leggere?

Hermy6: e l’epilogo è stato a favore dei miei (nostri) due idoli!!! ^.- voglio ringraziarti, perché per leggere tutta la mia ff in un colpo solo è dura, ma tu hai avuto fegato!! Un bacio schioccoso!! ^.^

Avril Lavigne: ma… si vede che io non ho una padronanza perfetta dell’italiano, comunque sia tu sei perdonata, tranquilla, il mio era sarcasmo puro e semplice!!! ^.^ bacetti..

StellinaX: tesoro mio dolcissimo!!! Non lo so perché ma mi mancherai tantissimo, con le tue doppie recensioni per chap, che trovavo davvero molto divertenti ^.- eh, si, tesoro, hai letto sopra? Tornerò con il sequel, ma non così presto tessy, sono impegnatissima, per scrivere questi due ultimi chap lo hai visto anche tu quanto ci ho messo e non sia quanto mi dispiace!! Comunque sia.. hai letto il finalissimo? Ti è piaciuto? Aspetto, voglio il tuo parere tess e nel frattempo sto cercando ancora di mettermi in contatto con te via mail!!!Bacionone ^.^

 

 

Beh ragazzi, sono davvero felice dei risultati raggiunti con questa mia ff, spero che apprezzerete anche le prossime storie che scriverò; un bacione ancora a tutti quelli che mi hanno lasciato un commento alla ff e che non ho ringraziato sopra, come Lady86, Grifo, Robin82, Hobbit, Paddy Anyma Pia, Lily2000, anonima, Hermione91, la misteriosa ****** del secondo chap, (ho dimenticato nessuno???) e poi naturalmente ringrazio le centinaia di perone che leggevano comunque la storia, ma non si sono mai presi la briga di recensire:

 

UN BACIO A TUTTI!!!! *.*

 

ale69

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