Oltre Ogni Previsione - OLD

di _Kidagakash_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Chi la fa l'aspetti ***
Capitolo 2: *** 2. La Babbana Zannuta ***
Capitolo 3: *** 3. La Sfida ***
Capitolo 4: *** 4. Blaise ***
Capitolo 5: *** 5. La Confessione ***
Capitolo 6: *** 6. La Prova ***
Capitolo 7: *** 7. I Preparativi ***
Capitolo 8: *** Il Ballo ***
Capitolo 9: *** Irritabile e vulnerabile ***
Capitolo 10: *** Gita ad Hogsmeade ***
Capitolo 11: *** La festa dei Corvonero ***
Capitolo 12: *** Ammissioni, Paranoie e Gonne corte ***
Capitolo 13: *** Sorpresa! ***
Capitolo 14: *** Hope you don't mind ***
Capitolo 15: *** Meno dieci punti! ***
Capitolo 16: *** Mirtilli! ***
Capitolo 17: *** Room Guest ***
Capitolo 18: *** Let's start a confession. ***
Capitolo 19: *** - in vita - ***



Capitolo 1
*** 1. Chi la fa l'aspetti ***


Chapter 1
Chapter 1 - Chi la fa, l'aspetti

Come al solito, la Sala Grande era piena di studenti, in vista della colazione. I colori delle Case di Hogwards riempivano l'atmosfera di quell'enorme stanzone in quel mite mattino di fine settembre. Le grandi vetrate facevano spazio alla luce del mattino per far si che si intrufolasse in mezzo ai giovani allievi, abbracciandoli tutti col suo tepore. C'era un mormorìo indistinto creato dal parlare dei ragazzi, quasi tutti a discutere sulle lezioni di quel giorno, qualcuno mangiava, qualcuno si appoggiava al dorso della mano ancora appisolato. Harry, Ron ed Hermione entrarono aria un po' annoiata, sapendo che di lì a poco, qualche Serpeverde avrebbe fatto una battutaccia su loro come al solito. Esattamente quello che avvenne nemmeno un minuto dopo mentre si facevano largo tra gli studenti che ancora non avevano preso il prorpio posto ai quattro tavoli. Pansy Parkinson – come sempre – era seduta accanto a Draco Malfoy, che guardò sorridente prima per poi rivolgersi ad Hermione : << Era di tua mamma la divisa, Granger? >>  la Parkinson ghignò soddisfatta voltandosi verso il suo "adorato" Malfoy, come per condividere quella grande battuta, il quale aveva anche lui un ghigno schifato sul volto. Ma Pansy era troppo cieca per accorgersi che la causa era lei. Hermione quasi si dispiacque per lui. Di certo non doveva essere semplice vivere come uno scoglio con una cozza attaccata costantemente addosso.
<< Cielo, che idiota! I miei sono Babbani, razza di imbecille! Mia madre non ha mai avuto una divisa. Comprati un cervello! >> sbottò Hermione, ormai stanca delle continue frecciatine di Pansy Parkinson, che quasi sprofondò alla risposta di Hermione. Ron ed Harry, come alcuni Serpeverde e i rosso-dorati, si piegarono in due dalle risate.
<< Roaaar! >> disse Ron, imitando un leone con un mezzo sorriso sulle labbra. << Oggi sei pericolosa >>.
<< No, sono solo stanca di incassare sempre >> lo corresse Hermione.
Quella ridicola ragazza era sempre lì ad infastidirla, ma Hermione non si lasciò intimidire e sorrise ai due amici. Preferiva mantenere le apparenze e mostrare che tutte quelle noie non la toccassero minimamente, non disdegnava però concedersi qualche vendetta quando questa le si concedeva su un piatto d'argento. Erano al sesto anno, ormai i Serpeverde erano così a corto di idee sulle battute che facevano per schernirli che il trio aveva le risposte pronte per ogni singolo insulto che quelli avrebbero tirato fuori dal loro insulso repertorio di immaturità.
<< Già  tutto finito? >> chiese Harry, quando vide le labbra di lei curvarsi all'insù.
<< Si. Vedi, oltre al solito, è incavolata con me perché ieri a Rune Antiche ho preso una E >> spiegò Hermione << e lei solo una O >> disse imitando un piagnucolìo degno della Parkinson.
Guardò oltre Harry per ritrovarsi il volto di Pansy che la fissava, livida, le sorrise angelicamente e poi tornò ai volti sorridenti che aveva di fronte. Si sedette al tavolo dei Grifondoro non appena trovò un buco abbastanza grande da ospitarli, scivolando sulla panca mentre i suoi due amici si accomodavano alla sua destra.
<< Sei un genio. Non c'è nulla da fare. >> disse, sorridendo, un  Ron ammirato mentre agguantava del pane tostato.
<< E così gliel'hai fatta vedere a quella serpe lì, eh? >> disse Ginny, spuntata dal nulla, sedendosi accanto a lei a riempire lo spazio vuoto che c'era a sinistra.
<< Come dire... Piccole soddisfazioni >> sospirò la riccia, mentre si versava nel piatto una porzione di porridge.
La colazione passò serena, Pansy forse ritrovò un briciolo di cervello perchè non osò proferire parola, al contrario di Harry e Ron che si lamentavano di continuo perchè avevano troppi compiti.
<< Beh, noi andiamo. Abbiamo gli allenamenti. >> cantilenarono i due mentre facevano per alzarsi. Harry gettò sul tavolo il tovagliolo con cui si era appena pulito le labbra mentre Ron, al contrario, rubò un'altra salsiccia non appena si mise in piedi. Hermione non poteva credere alle proprie orecchie: Il duo aveva passato 30 minuti buoni a chiederle consigli su alcuni compiti - o meglio, avevano accettato dei consigli quando lei si era rifiutata di farli copiare per l'ennesima volta. Il tempo per fare i compiti lo avevano, e anche il cervello, erano solo i tipici adolescenti che trovavano il loro stimolo in uno sport. Che siano Maghi o Babbani, lo sport sembra sempre essere più interessante e importante di tante altre cose. Era per questo che la riccia si rifiutava di farli copiare. Lei aveva una tonnellata di compiti in più, eppure riusciva a fare tutto quando loro avevano la metà del suo carico di lavoro.
<< Ma come?! Che senso ha lamentarvi se poi ve ne sbattete altamente di migliorare? >> chiese Hermione in una risata amara.
<< Le ragazze! >> dissero in coro Ron ed Harry mentre si scambiavano uno sguardo ed un'alzata di spalle, prima di voltarsi per andare via.
<< Hey! >> protestò Ginny, anche se quei due ormai non potevano sentirla. Era ovvio che si era sentita punzecchiata, Ginny faceva parte della squadra ed era anche una degli elementi più dotati.  Nelle risate, i due uscirono seguiti a ruota dalla rossa. La Professoressa McGranitt aveva indetto degli allenamenti speciali come inizio d'anno, era convinta che se avrebbero dato buoni frutti dall'inizio sicuramente sarebbero stati capaci di lottare durante tutto il campionato. Hermione li salutò con la mano da lontano per poi dedicarsi al suo succo di zucca . Pansy era ancora lì che di tanto in tanto la fissava, Malfoy le dedicò un ghigno come per congratularsi con lei per aver zittito la Parkinson, che anche lui doveva trovare insopportabile, probabilmente. Hermione bevve l'ultimo sorso guardando gli occhi argentei che la fissavano come per sfidarli e poi, a testa alta, si alzò per andare a Pozioni. Coi libri al petto si avviò al secondo piano. Salendo le scale le si impigliò il mantello della divisa sotto una scarpa e così inciampò, fortunatamente senza cadere.
<< Diamine! L'avevo detto che lo volevo più corto. >> disse a sé stessa ad alta voce, lisciandosi il mantello per sistemarlo. Il suo cuore mancò un colpo non appena si rese conto che non era sola. Tre voci si unirono all'unisono in una risata.
<< Chiedi a quello sfigato di Potter come si fa, magari lui le sa salire le scale >>. Malfoy, con Tiger e Goyle dietro di sé, sembrava divertirsi molto.
Hermione fece finta di non sentirlo, aspettando che il trio le passasse davanti. Si rimise in piedi pronunciando un incantesimo mentalmente, con la bacchetta puntata di spalle ai tre, fece comparire dell'acqua insaponata ai loro piedi, facendoli cadere rovinosamente al loro passaggio. Non ne andava fiera, non si colpisce alle spalle, non è da Grifondoro.Le sembrava che le prudesse il cervello quando Malfoy la infastidiva. Ma il nervosismoche le procurava quel dannato ragazzo, le faceva perdere la pazienza a volte. Succede anche ai migliori.
Coi libri di nuovo in petto, si fece largooltrepassando Malfoy ed i soui amici a meto alto.
<< Te la faccio pagare, lurida Mezzosangue! >> sentenziò Malfoy, intento a rialzarsi.
<< Perchè? Ho fatto qualcosa? >> chiese la riccia, voltandosi con un'espressione candida sul volto.
In fondo Draco non poteva dire di averla sentita pronunciare alcunchè.
<< Ah, forse ho dimenticato qualcosa, hai ragione, aspetta... >> e così dicendo scoppiò in una sonora risata, << chiedi a tua madre di farti vedere come si fa, forse lei lo sa come si cammina. Sta attento a dove metti i piedi, imbecille >> lo canzonò Hermione prima di girarsi nel verso opposto per andarsene, senza dare al biondo Serpeverde alcuna possibilità di replica.
Finalmente si era presa una piccola rivincita. Una rivincita personale, perchè quando c'era Harry con lei, era difficile farsi notare. Quei due si odiavano come due poli uguali di un magnete si respingono.
Lei era profondamente orgogliosa, e nulla l'avrebbe spinta a piegarsi agli insulsi insulti di Malfoy e a rimanerci male come in assato. Era arrivato il momento dell'azione, pr lei. Malfoy credeva di essere superiore per il suo sangue "puro" ma, di sicuro, di puro in quell'anima non c'era nulla.
"Meglio essere puri di spirito che di sangue" - pensò orgogliosa e fiera di sè.
Entrò nell'aula di Pozioni e finalmente si sedette al suo posto, logicamente vuoto, in quanto Lavanda era ammalata e non poteva frequentare le lezioni.
La classe iniziò a popolarsi e Hermione aprì il suo libro, ripassando le ultime cose studiate.
<< Ma tu studi sempre, Granger? Ora capisco perchè nessuno ti si fila... >> ghignò Malfoy alle sue spalle.
<< Pensa a cercarti un posto, rammollito >> gli suggerì senza nemmeno voltarsi. Possibile che nemmeno la caduta di poco prima gli avesse fatto capire di lasciarla in pace? Senza speranze.
<< Te lo faccio vedere io il rammollito, sanguesporco che non sei altro! >> Malfoy tirò fuori la bacchetta, ma lei fu più veloce e si voltò per proninciare l'incantesimo con tono annoiato: << Expelliarmus! >>
In un attimo la bacchetta del biondo volò nelle mani della ragazza che la guardò con finto interesse.
<< Mi chiedevo, Malferret, io non ti prendo in considerazione, perchè tu lo fai? La tua sta cominciando a diventare un'ossessione nei miei confronti. Mi devo preoccupare? >> Lo guardò in tralice dalla sua posizione, un sopracciglio leggermene inarcato.
La classe intera si era ormai ordinata nei banchi e Draco Malfoy rimase inebetito ancora all'impiedi mentre il sangue gli saliva alla testa. Come aveva osato lei, tra tutti, togliergli la bacchetta? Per fortuna, gli altri studenti erano tutti presi dal loro chiacchierare e non si erano accorti di nulla.
<< Tieni >> gli disse Hermione facendo cadere la bacchetta di Draco a terra con un gesto pigro.

"Chi si crede di essere questa qui?" si chiese Draco. Lo aveva appena Disarmato disarmato davanti ad una classe intera - anche se stranamente sembrava che nessuno avesse notato nulla - , per non parlare di come la Granger aveva cominciato a reagire tutte le volte che c'era qualche parola (sempre la sua) che li facesse litigare. Certo, lei aveva più volte dato prova del suo coraggio da Grifondoro difendendo lei ed i suoi amici ogni volta che dovevano subire le angherie dei Serpeverde, ma sembrava che qualcosa fosse cambiato in lei, In ogni caso, non poteva sopportare un affronto di tale peso e perciò decise che l'avrebbe aspettata fuori dall'aula o in un momento di qualche ora buca per fargliela pagare. Non aveva alcuna intenzione di mettersi contro Lumacorno, che tra l'altro non sopportava perchè non lo considerava degno di partecipare al “Lumaclub". Non che gliene fregasse chissacché, ma suo padre era un Mangiamorte... la voce, probabilmente aveva raggiuto anche l'insegnante, perché non si spendeva minimamente in elogi per lui, almeno non come faceva Piton. Quest'ultimo, però, anche se aveva cammbiato materia di insegnamento, non gli sarebbe mancato nemmeno se avesse tirato le cuoia. Di recente Il Professor Piton era stato spesso ospite a casa della famiglia Malfoy, e da quel che aveva potuto sentire, sua madre era anche andato a trovarlo in quel buco di muro che chiamava "casa" nella fetida fogna di Spinner's End. Al ritorno ad Hogwarts, lui gli era stato attaccato addosso tutto il tempo, e ormai gli era chiaro quali fossero le intenzioni di Piton: voleva sapere cosa stesse architettando. Ma non glielo avrebbe rivelato.

<< Salve, classe, Buongiorno a tutti! >> esclamò contento il professore, non appena mise piede in classe, facendogli sfuggire la possibilità di ribattere. << Signor Malfoy si sieda, cosa fa lì impalato?! >> gli disse Lumacorno sfoggiando un sorrisetto di circostanza, mentre si dirigeva verso la scrivania per posare la valigetta ed una discreta quantità di libri che portava in un braccio. Goffo com'era, fece cadere alcune pergamene e fece per abbassarsi a riprenderle, prima di ricordarsi che era un mago e che poteva semplicemente agitare la bacchetta.
Draco si guardò intorno rendendosi conto che l'unico posto libero era quello accanto ad Hermione mentre tutti gli altri si erano seduti, lasciandolo l'unico ancora in piedi.Oh, no, non quello... Lei se ne rese subito conto e alzando gli occhi al cielo mormorò : << Andiamo bene...>>

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Capitolo 2
*** 2. La Babbana Zannuta ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 2 - La Babbana Zannuta
 

<< Non se ne parla professore! >> esclamò Malfoy guardando Lumacorno. Quest'ultimo si voltò guardando il biondino con espressione corrucciata.
Nello stesso banco! Il solo fatto che lui era un Malfoy avrebbe dovuto dirla lunga. Quel professore da quattro zellini! Come osava ordinargli di compiere un simile torto!
“Aspetta che mio padre lo venga a sapere!” pensò acido Draco.
Il Serpeverde guardava disgustato i capelli della Mezzosangue che era voltata in avanti, con espressione schifata in volto. Hermione quasi sentiva bruciare la nuca. Era perfettamente certa che Malfoy la stesse fulminando con lo sguardo.
<< Suvvia Signor Malfoy, non sia sciocco. Si sieda, da bravo.>>  gli ordinò il professore.
Hermione si passò una mano sulla fronte. Era una cosa assurda! Malfoy nel suo stesso banco!
Con gli occhi ridotti ad una fessura, Malfoy si avvicinò al banco, dopo esser rimasto immobile per qualche istante, dove la grifoncina era seduta.
Il biondo si voltò verso i sui “amici”... Tiger e Goyle, Zabini e Nott...tutti avevano preso posto vicino ad altri compagni e l'avevano lasciato solo! Come aveva potuto Blaise lasciarlo solo?
La rabbia e l'umiliazione, non solo d'esser lasciato solo ma anche il fatto che doveva sedersi accanto ad una Sanguesporco, crescevano smisuratamente.
Strinse le labbra, e si fece forza. Avanzò piano, quasi come una marcia funebre, verso la Mezzosangue, che nel frattempo guardava con un ghigno schifato, il suo odiato nemico.
Ora le toccava averlo vicino per tutta la lezione! Questa si che era una bella disdetta!
Hermione si torceva le mani, avrebbe preso volentieri a bastonate Malfoy! Tutto , ma vicino proprio non lo voleva!
Abbassò la testa sul libro mentre Draco Malfoy prendeva posto, coi denti dirignati, le narici allargate, lo sguardo fulminante e le mani calde. Si, le mani calde.
Mentre Malfoy si sedeva entrambi toccarono la matita della riccia per spostarla.
<< Vedi dove metti le mani, feccia >> sussurrò minaccioso Draco.
Hermione ormai era abituata a quei “complimenti” perciò non ci badava più. Li considerava complimenti perchè se davvero Malfoy non la sopportava e la odiava l'avrebbe evitata per tenersi alla larga da lei. Certo, non significava che il biondo si fosse preso una cotta per lei.
Tsè! Figuariamoci se Draco Lucius Malfoy potesse prendere una cotta per una Mezzosangue, o peggio, per lei. Non che lo desiderasse, certo, ma il solo pensiero aveva dell'assurdo.
<< Allora tu non toccare le mie cose, Malferret >>
A parte le frecciate che si lanciavano, Hermione aveva sempre pensato che Malfoy fosse freddo come i sotterranei di Serpeverde e di Pozioni e quel tocco caldo la fece rabbrividire. Brivido che riuscì a trattenere egreggiamente senza dare nell'occhio.
Hermione cercò di non disturbare Malfoy per tutta la lezione, cosa che non si poteva esattamente dire per Draco, che ogni tanto faceva sentire la sua presenza con uno sbuffo, qualche ghigno schifato e il tamburellare dei polpastrelli sul banco in ciliegio.
Lumacorno decise di dedicare la lezione alla teoria dei vari ingredienti delle pozioni che avrebbero prodotto nelle prossime lezioni. Inutile dire che ciò rese quell'ora interminabile, se ci aggiungiamo la presenza del biondo, che infastidiva terribilmente.
Finalmente la fine della lezione arrivò e Hermione non riuscì nemmeno a contare fino a tre che il Serpeverde era già alla porta.
Era meglio scappare prima che tutti iniziassero a parlare dell'evento più eclatante che potesse mai succedere ad Hogwarts proprio davanti ai suoi occhi. Soprattutto perchè aveva bisogno di scrollarsi le lamentele e i miagolii della Parkinson di dosso. Non avrebbe potuto sopportare di sentirsi ancor più umiliato, e così scappò in bagno.
“Meglio” - si disse Hermione spostando i ricci castani indietro con una mano.
Avere Malfoy seduto di fianco a lei, nello stesso banco, le aveva sempre fatto pensare a qualcosa di veamente tremendo, ma si sbagliava, era proprio raccapricciante. Ogni tanto lei gli rifilava qualche occhiataccia torva per fargli capire che non voleva essere disturbata, ma che Draco fosse scappato così all'improvviso, senza nemmeno insultarla o provocarla, le era sembrato davvero strano.
Prima di andare a Difesa Contro le Arti Oscure, aveva un'ora buca e se non andava errato, anche i suoi amici l'avevano.
<< Caramella Mou >> pronunciò la riccia alla Sigora Grassa. Le abitudini riguardo alle parole d'ordine non erano mai cambiate sin da quando Silente era diventato preside. I dolci erano ciò di cui andava pazzo e difficilmente una parola d'ordine era qualcosa di diverso da un dolce.
<< Prego >>, pronunciò gentile la donna nel quadro, mentre la cornice si spostava, mostrando l'apertura che l'avrebbe condotta dritta alla Sala Comune.
C'era proprio d'aspettarselo. Stupida lei che aveva pensato che per una volta quei due stessero studiando, approfittando dell'ora vuota!
<< Siete impossibili, voi due! Perchè non vi mettete a studiare, invece di ridere come dei cretini? E poi che c'è tanto da ridere? >> li guardò torva, con le mani ai fianchi.
Harry e Ron la guardarono, avevano quasi le lacrime agli occhi, un'interminabile minuto dopo, finalmente smisero.
<< Santo cielo, era ora! >> mormorò Hermione, alzando gli occhi al cielo.
Li vide fare dei grossi respiri, poi Harry parlò. << Cornelius Caramell oggi è venuto ad Hogwarts a fare domanda per una cattedra >> la informò Harry con un accenno di risata. Ron pareva non aver mai smesso, Hermione iniziava a capire il motivo per cui la notizia faceva tanto  ridere. Inutile dire che rise anche lei, dicendo: << Per quale cattedra, esattamente? >>
<< Difesa contro le Arti Oscure! >> Sputacchiò Ron, ridendo e tenendosi la pancia.
A questo punto presero tutti a ridere, così forte che quando Ginny e Neville entrarono nella Sala Comune e gli chiesero perché ridevano, gli risposero meglio che potevano, tra una risata e l'altra.  << Caramell...ahahaah...vuo...le...la cattedra … smettila! ….di... ahahahaha... Difesa … contro...le...Arti...Oscure! >>
Ginny roteò gli occhi e l'indice vicino la tempia, guardando Neville. << Sono matti >> sentenziò, mentre il viso paffuto di Neville si distese in un sorriso.
Ritornarono tutti in sé poco dopo.
<< Com'è andato l'allenamento? >>
<< Lascia perdere l'allenamento. Piuttosto, cos'è 'sta storia che condividi il banco con Malfoy? >> chiese Ron, visibilmente turbato.
Hermione emise un ringhio disperato. << Che diamine ne sapete voi? Scommetto che Pansy Parkinson non ha perso occasione di raccontarlo a tutta la Sala Grande >>
<< No, infatti >> assentì Harry.
<< Beh, non c'erano posti e Lumacorno ha deciso che doveva sedersi accanto a me. Raccapricciante, è tutto ciò che ho da dire >> disse, non riuscendo a non rabbrividire, eppure...

Nel frattempo nel sotterraneo di Serpeverde...

<< Ti sposti?! >> Draco si portò le mani alla testa. Quella era una piattola! << Pansy, sto bane, va' via! >>
<< Ti ha trattato male Dracuccio? Ti ha toccato? >> chiese lagnosa la Parkinson.
Draco non riusciva proprio a scrollarsela di dosso. In un primo momento si chiese perché, ma la risposta era fin troppo ovvia perfino per Pansy. Lui era un Malfoy, lui era un Purosangue.
<< Pansy, senti. Sto cercando di essere gentile. Vattene. >> Era davvero strano che lo avesse detto, eppure suonare sgarbato, in quel momento gli riusciva difficile. Che si stesse rammollendo davvero?
<< Lo so che sei solo arrabbiato per ciò che è successo oggi, ma non preoccuparti, sono qui per questo... >> Pansy, con le sue dita lunghe, disegnò il contorno dello stemma di  Serpeverde cucito sulla divisa di Draco.
Aprì la mano sul suo petto e lo spinse sul divano.
<< Sono tutti impegnati, fatti tirare su di morale... >> sussurrò maliziosa all'orecchio del biondino. Lui rimase lì, senza far nulla fino a quando quelle parole lo risvegliarono. Cioè, non la voleva, non oggi e forse, mai. Aveva bisogno di stare da solo, perchè aveva cose importanti a cui pensare, cose importanti da fare... Prese la bruna per i polsi e la accasciò sul divano.
<< Sei sorda? Ho detto no. >> se Blaise l'avesse visto, avrebbe pensato che qualcuno avesse bevuto una Pozione Polisucco per fingersi lui.
A quelle parole si alzò e sgusciò fuori dal sotterraneo, scontrandosi con qualcuno, qualcuno di alto e robusto. Parli del diavolo...
<< Avrei pagato per stare al tuo posto oggi, visto che tu non puoi soffrirla. Ma non è come credi, lei è una persona fantastica. >>
Blaise. Chi altro?
<< Non mi interessa, te l'ho detto. Provaci tu se ti piace tanto... >> Draco lo guardò negli occhi che nascondevano un velato sorriso.
<< Ho da fare adesso. Ci vediamo dopo. >>
<< Sicuro >> ridacchiò Zabini, posando una mano sulla spalla del biondo amico << vedi di non finire vicino alla Granger, che ti mangia...o no? >> chiese retorico il moro mentre se ne andava. Lui adorava la Granger e Draco proprio non si spiegava il perchè. Ma Blaise era il suo migliore amico, lui poteva permettersele certe frasi, lui ormai non ci faceva nemmeno più caso.
<< Puoi dirlo forte. E' una Babbana Zannuta! >> commentò Draco con un ghigno, perlando un po' più forte per farsi sentire e allungando il collo.
<< Non le ha più le zanne, Dra'! >> disse Blaise alzando anche lui la voce, continuando a camminare, senza voltarsi.
Draco non poteva non ammettere che il suo caro amico Serpeverde aveva decisamente ragione...
Come doveva fare per levarsi quella dannata frase dalla testa? Perchè ogni cosa che diceva Blaise gli si insinuava nella mente? Perchè si era seduto accanto ad Hermio...cioè, alla Granger?
Perchè poi doveva pensarci su tanto a lungo? No, perchè doveva preoccuparsene?

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Spazio dell'autrice
Ecco, ho appena deciso di aggiungere i capitoli già scritti.
Non mi sembra il caso di tenervi sulle spine ( -_-").
Dunque, il mio ringraziamento va a chi in meno di mezz'ora mi ha dato la bellezza di 43 visualizzazioni. Non me l'aspettavo proprio *_*
Inoltre ringrazio anche MidnightShiver per avermi fatto provare il brivido della recenzione XD Grazie ancora!
Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 3
*** 3. La Sfida ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 3 - La Sfida


<< Direi che è ora di andare >> sentenziò la riccia con l'indice alzato.
Tra le lamentele dei due sfaticati, Hermione si rivolse a Ginny, l'unica ancora di salvezza.
<< Ti prego, Ginny. Ho bisogno che tu mi aiuti. Devi fare in modo che Harry non organizzi gli allenamenti di Quiddich più di una volta a settimana, altrimenti quei due saranno costretti a ripetere l'anno. Me lo prometti? >>
Per quanto Ginny fosse contrariata, annuì. Non poteva permettere che Ron, quella testa bacata di suo fratello, recasse altro dolore alla madre. Percy bastava e avanzava e lo stesso valeva per Harry.
<< Ho scelta? >> chiese retorica lei, scuotendo la chioma d'oro rosso.
Hermione tirò un sospiro di sollievo, misto ad un sorriso.
<< Non è possibile, era la materia che amavo di più e ora sono costretto a lavorare con Piton come insegnante. E' assurdo! >> continuò a lamentarsi il Bambino Sopravvissuto, fermamente appoggiato dai cenni e dai grugniti d'assenzo di Ron.
Salutando l'amica con un cenno della testa, Hermione prese i due scansafatiche per il colletto del mantello e li trascinò con sé << Fuori! >> .
Ancora una volta, incontrò Malfoy. << Visto che sei tanto bravo con gli incantesimi, perchè non ne fai uno e sparisci, eh Sfregiato? >> sghignazzò il biondo, camminando alla pari del trio.
<< Sparisci, imbecille! >> -  ringhiò Hermione - << E voi due, non lo userete come scusa per saltare la lezione, beccarvi una punizione e togliere punti a Grifondoro. Evitatelo e basta >> sussurrò la riccia ai due.
<< Ebbrava la Granger che ha capito tutto. Su, muovetevi ora, è a voi che Piton farà una partaccia. Io nemmeno ci vengo! >> urlò  ridacchiando Malfoy, salendo le scale, che fece ad Hermione cenno di seguirlo mentre Lenticchia e San Potter non guardavano.
<< Che idiota >> sputacchiò Ron, tutto innervosito.
<< Non dirlo a me >> - rispose Harry di rimando - << gli staccherei la testa a morsi >>.
<< Forse un giorno...quando sarai lupo mannaro... >> lo prese in giro Hermione << Ora però andate in classe, io devo tornare un attimo al Dormitorio. Ho scordato una cosa >>
<< Da quando dimentichi le cose? >> chiese Ron, un secondo prima di ricevere un ceffone alla testa. Harry stava tentando di soffocare una risata.
<< Da adesso, Ronald! >> rispose stizzita.
Torva per quella semplice domanda, si avviò alle scale mentre i suoi amici andarono a lezione, decisamente controvoglia. Si maledì, non avrebbe potuto trovare scusa più stupida di quella. La domanda di Ron non aveva proprio nulla di strano. Ma perchè poi, aveva deciso di seguire Malfoy? Senza farsi troppe domande ( o si sarebbe presa a schiaffi ) prese un bel respiro, salì due rampe di scale, dove in cima all'ultimo gradino trovò il biondo Serpeverde.
<< Hai un'amante segreto, Granger? >> chiese ironico.
<< Oh, si. Però sono confusa. A te cosa importa ? >>
La Grifondoro portò le mani ai fianchi, evidentemente perplessa.
Draco sorrise, pareva divertirsi e, di certo, solo lui sapeva perchè.
<< Vedi, mi importa invece.>>
<< A me non interessa il perchè, dimmi solo che vuoi, così me ne vado >> Stava iniziando a spazientarsi, perchè Draco volesse farle perdere la lezione era  un mistero.
Con la voce più calma e seria che potesse fare, Draco parlò : << Dimmi una cosa Mezzosangue, se io e te non fossimo in conflitto, ti piacerei? >>
Certe considerazioni non andavano fatte,ma Hermione sapeva che poteva esserci così poca follia in quel che il biondo aveva detto, anche se in realtà era pura pazzia.
<< Credo di no. Siamo in conflitto perchè non sopporto il tu carattere, il tuo essere arrogante, vanesio e idiota. Se ciò non fosse, il nostro conflitto non esisterebbe. Ma come dicevo, non può esistere il nostro conflitto se Draco Malfoy stesso non esiste. Quindi no >>.
La domanda era quasi risultata come una padellata in testa. Le aveva completamente staccato la spina del cervello, confondendola in modo inspiegabile. Non aveva molto senso e per quanto Hermione si sforzasse di trovarne uno, davvero non ci riusciva.
<< Quindi non è per Potter che mi odi? >> chiese Draco, visibilmente sorpreso. Aveva sempre pensato che la Granger lo odiasse per l'astio che c'era con i suoi amici e quella dichiarazione era a dir poco una novità.
<< No. Quello rafforza solo la mia convinzione che ho su di te. Nonostante tutto , io non credo che tu sia quella persona terribile che tu vuoi far credere. Ma sta a te togliermi gni dubbio.>>
<< Capisco...be' vedi, io comunque mi riferivo a qualcosa di fisico.. >>
<< Forse no. No, non credo proprio. >>
<< Certo, se ti piace uno come Weasleiuccio... >> la stuzzicò il Serpeverde.
<< Non credo che Ron c'entri qualcosa. E comunque, sei fuori strada. Ma cos'è, ti piacciono anche le Mezzosangue adesso? >>
<< Beh vedi, le Purosangue scarseggiano di recente.. >> ghignò il biondo, quasi voleva essere una giustificazione.
Hermione non sapeva se mollargli un ceffone o ridergli in faccia.
<< C'è sempre la gatta morta della Parkinson.. >>
<< Gatta morta? Sei gelosa, Granger? >>
Ma prima di rispondergli, un'idea improvvisa le attraversò la mente.
<< Ah, ora capisco. E' arrivata anche a te la voce che c'è in giro! >>
Draco sembrava palesemente confuso. << Cioè? >> chiese curioso.
<< In giro, scommettono che io non potrei mai piacerti... >> cominciò la bruna.
<< Questo è risaputo! >> la interruppe Malfoy, con le braccia al petto.
Lei continuò come se non fosse mai stata interrotta, ignorandolo << … e che tu non potresti mai piacermi. Sono proprio schierati! >> concluse con enfasi.
Il Serpeverde sembrava indignato. Nessuno poteva resistergli. Quella della Granger era tutta apparenza. Anche lei lo adorava, altrimenti tante cose non si spiegavano. E questo secondo lui, era un fatto.
<< Come se questo possa essere possibile. Potrei farti impazzire anche solo sfiorandoti. Tutti mi vogliono. Fine della storia. >> disse Draco, tutto impettito.
<< Ah, vedo che hai imparato la convinzione dal Signore Oscuro... >> lo schernì lei.
<< Mezzosangue, tieni la lingua a freno >>  Draco stava perdendo la pazienza...
<< Non ti sto mica baciando >> ...mentre Hermione ghignava divertita.
Se Draco pensasse che la Zannuta avesse il senso dell'humour pungente e tanta grazia nell'usarlo? Oh si, decisamente. Si avvicinò pericolosamente a lei a con un sorriso sghembo che aleggiava sicuro sul viso pallido.
<< Non mi tentare, Mezzosangue … >>
<< Cosa ti fa pensare che io lo stia facendo? >>
Hermione stava lottando contro se stessa per non arrossire e per non fare nulla di stupido per cui Malfoy avrebbe potuto deriderla. Cercò di mostrarsi superba, col mento alto.
<< La tua sicurezza >> cominciò il biondo, semplicemente, ignorando gli sbuffi della riccia  .  << Sei troppo sicura di te e sono sicuro che è tutt'apparenza >> concluse con altrettanta semplicità.
<< Stai sprecando fiato, Malfoy >> Hermione non si mosse di un centimetro. Lei cercava di non mostrarsi debole e vulnerabile alla sua presenza mentre lui, cercava di fare l'esatto contrario : dimostrare che nessuno poteva sfuggirgli se lo voleva.
<< Allora perchè si qui? Perchè sei venuta? >>
<< Me l'hai chiesto. Io non sono maleducata >> puntualizzò lei.
Draco sorrise. Era quasi ridicola quella situazione. Si, era vero che lui voleva ardentemente che lei lo seguisse, ma quella sembrava una scusa troppo banale persino per Hermione Granger.
<< E' assurdo, noi siamo nemici >> disse lui, dando voce ai suoi pensieri.
<< Non siamo la stessa persona. Abbiamo punti di vista diversi >>
<< Vuoi negare che siamo nemici? >>
<< No, voglio sottolineare che siamo diversi. Per me non fa differenza. Potresti sempre essere un nemico disposto a diventare amico. Ma potresti anche rivelarti l'idiota di sempre >> concluse la riccia, assottigliando lo sguardo.
L'idiota di sempre... La ragazza aveva sicuramente fegato.
“ Potresti sempre essere un nemico disposto a diventare amico. Ma potresti anche rivelarti l'idiota di sempre ” la frase rigirava nella testa di Draco senza dare cenno di fermarsi.
Tirò un respiro profondo. << Ok, Granger. Accetto la sfida >>
Hermione lo guardò con espressione confusa.
<< Ti sei bevuto il cervello? >>
<< Forse un po' si. Sai, non credo che lo farei mai se ci fosse un'altra persona al posto tuo. Lo confesso. E' più una cosa personale, a questo punto >>.
Hermione si sentì vacillare. Quasi temeva ciò a cui Draco Malfoy stesse facendo riferimento. Si autoconvinse che si sbagliava. O almeno, ci provò.



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Spazio dell'autrice
Capitolo, appena appena lungo.
Ringrazio chiunque abbia messo nei preferiti, nei seguiti e nelle ricordate la mia storia. E' un onore immenso per me!
Grazie anche a chi lo farà in seguito o la recensirà.
Grazie.
Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 4
*** 4. Blaise ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 4 - Blaise


<< Draco, sono ancora confusa. Che diavolo vuoi da me? >>
Lui la guardò dritto negli occhi. Acciaio e oro si scontrarono in uno sguardo che Hermione tenne a fatica. Sentiva le gambe tremare, ma per nulla al mondo avrebbe mostrato segni di cedimento.
<< Forse tutto o forse niente >> soffiò sul viso di lei il biondo.
Draco si sentiva trionfante. Sapeva, per certo, che Hermione riusciva a subìre l'effetto che faceva a tutte. Ne era convinto.
Quanto ad Hermione, be' lei era terribilmente euforica. Anche se aveva portato a ciò che stava succedendo, non potè evitare di auto-complimentarsi mentalmente per la bugia che gli aveva raccontato. E Draco, vanesio com'era, se l'era bevuta tutta d'un fiato.
<< Malfoy, stai tentando di sedurmi? >> lo schernì la Grifondoro << Non so quanto i tuoi sforzi possano essere vani, ma credo che la percentuale si aggiri intorno al...mmm... 100% >> ironizzò. Draco sorrise beffardo.
<< Quindi ora mi sfidi personalmente... Lo stai facendo apposta, Granger? >>
<< Non ti sto sfidando. Ti sto solo consigliando di lasciar perdere >>
Pessimo errore. Malfoy, oltre a prendere tutto come una sfida personale, non ascoltava mai nessuno, specialmente se gli veniva “ordinato”. E il suono che uscì dalle labbra della riccia, aveva tutta l'aria di essere una minaccia.
<< Interessante... Ti facevo più zitella frigida, e invece... >> sghignazzò il Serpeverde.
Ciò non piacque ad Hemione. Si sentiva ferita. Ferita da Malfoy? Beh, questo era il prezzo della sua bugia.
“Eccoti servita, Hemione” si disse mentalmente.
Cercò di trattenere le lacrime più che poteva. Sanguesporco, Feccia, Mezzosangue non erano più d'alcun effetto ormai, ma quello che aveva detto in quell'istante si. Le fece provare un sentimento che mai aveva provato nella sua vita, ne aveva solo sentito parlare : l'umiliazione.
Non sapeva cosa stava per fare ma sentì una forza estranea impossessarsi del suo corpo.
<< Lasciami in pace, Malferret. Hai capito? >> disse subito dopo avergli dato uno schiaffo. Il biondo rimare atterrito, non sapendo che fare. Non aveva mai visto la Granger in quel modo. Con un mezzo sorriso vide la riccia allontanarsi e la imitò.

                                                     
   ***

Dopo anni di duro lavoro, finalmente, era riuscito ad ottenere qualcosa da quella ragazza.
I soliti “idiota” e “imbecille” quasi non gli riguardavano più.
L'aveva toccata nel profondo più di quanto avesse mai sperato, aveva superato ogni più rosea aspetttiva.
<< Che ti prende? >> chiese Blaise, entrando in camera sua. A Blaise non poteva nascondere nulla.
<< Ho sentito di una strana voce in giro che riguarda me e la Mezzosangue... >> disse Draco, smettendo di fissare il vuoto per guardare l'amico.
<< Draco, Hogwarts è pieno di mezzosangue... >>
<< La Zannuta, Blaise. La Zannuta. >>
Con quella semplice risposta, al moro furono chiare molte cose.
<< Per una volta, puoi parlare col tuo ego altezzoso? Magari ne esce qualcosa di buono. Se non altro la smetteresti di andare in giro come un vegetale ambulante >>.
Draco si chiese se quel che l'amico diceva fosse vero. Insomma, quella situazione gli stava realmente sfuggendo dalle mani? Le cose iniziavano a piacergli davvero poco.
Il biondo si distese sul letto sbuffando.
<< Blaise, a me non interessa >>. Ma il moro sembrava di tutt'altra convinzione.
<< Si, come no. Ora parlami di quella voce che hai sentito in giro... >> disse, mostrando scarso interesse. L'unico moivo per cui voleva realmente sentirlo era la Granger.  A lui ispirava.
“Contento lui...” pensò Draco.
Guardò l'amico di sbieco. << Dicono che lei non potrebbe mai piacermi e viceversa. Sembra addirittura che scommettano su chi ceda prima. Tu non ne sapevi nulla? >>
Blaise scosse la testa, per poi scoppiare a ridere. Draco lo guardò in cagnesco.
<< No, non ne so nulla. E ti dirò di più. Mi sembra una cosa assurda >> .
<< Si, infatti! A me nemmeno piace... e poi è una mezzosangue! >>
Blaise si andò a sedere sul letto, ai piedi dell'amico, col capo chino. Lo conosceva troppo bene e sapeva che tutto ciò che doveva fare era stuzzicarlo. Niente di più o di meno.
<< Draco >> cominciò lui, prendendo un bel respiro e poi guardare gli occhi argentei << tu non puoi soffrirla e l'ho capito, ma spero che tu te ne faccia una ragione. Voglio chiederle di venire con me al ballo di benvenuto >>.
Draco drizzò a sedersi. << Sei impazzito? >> gli chiese il biondo, speranzoso. Voleva fare il duro, ma quello che la ragazza gli aveva detto gli era entrato nella mente di prepotenza. Lui non perdeva scommesse, lui le vinceva. Forse, però, questa volta l'avrebbe fatto. Per Blaise. Era raro che una cosa del genere accadesse, ma perfino Draco Lucius Malfoy dovette capire che la felicità di qualcuno a cui tieni, va al di là di una vittoria personale per pura vendetta.
Zac, beccato. << No. A me piace davvero. Perciò ti prego di lasciarla in pace >>.

                                                         
***

Stava cominciando a prendere le sembianze di Harry e Ron. Saltare una lezione non era proprio da lei. Dopo l'incontro con Malfoy era davvero corsa in dormitorio e così facendo cadde rovinosamente, col risultato di dover stare seduta una buona mezz'ora per via della contusione alla caviglia che aveva preso.
Ormai la lezione era andata.  Non appena si sentì meglio scese le scale poco alla volta, a capo chino per fare attenzione, questa volta, a dove metteva i piedi.
<< Oh, scusami tan...Hermione, cercavo proprio te >> rispose Zabini mentre le raccoglieva i libri che, fino a un attimo prima, la riccia aveva tra le mani.
Hermione gli sorrise. Tutto sommato era stato uno scontro piacevole.
<< Ciao Blaise. Come stai? … grazie >> disse prendendo il libri dalle mani del moro.
<< Sto bene. Senti io vole... >> ma il moro fu interrotto.
<< Miseriaccia Hermione, ma dove diavolo eri finita?! >> Ron. Inopportuno come sempre.
Aveva il fiatone. Di sicuro l'aveva cercata ovunque.
<< Ron, scusa. Sto parlando con Blaise. Non sono più tornata perchè mi sono fatta male alla caviglia >> disse lei mostrandogliela. Era gonfia, Ron era disgustato.
<< Perchè non vai in Infermeria? >>
<< Ci stavo andando, ma prima vorrei concludere la conversazione con un amico. Te ne vai? >>
Ron alzò un sopracciglio. Guardò Blaise, quasi con disprezzo e gli fece un cenno della testa come per salutarlo, prima di scomparire oltre le colonne poco più in là.
<< Ti prego, scusalo. E' convinto che ogni Serpeverde sia come Malfoy >>. Si giustificò lei con un sorriso smorto.
<< Draco non è tanto male se lo conosci. Purtroppo, tutto quello che dice gli è stato inculcato dal padre. Possiamo fare ben poco per salvarlo... >> entrambi scoppiarono a ridere.
<< Già... Senti, perchè mi cercavi? >> chiese Hermione, zoppicando verso una panca.
Blaise roteò gli occhi << Si, dimenticavo >> disse seguendola << mi chiedevo se... il ballo di benvenuto... ce l'hai presente? Be' ecco, mi chiedevo se ti piacerebbe accompagnarmi >>
Di certo non era quello che si aspettava. Anzi, credeva che Draco gli avesse già parlato di quello che era successo e che Blaise si fosse affrettato a chiedere spiegazioni. Ma di sicuro nulla di tutto ciò. Fece una piccola ricerca sul ballo di benvenuto nella sua mente, trovandola esattamente appallottolata in un angolo. Non era la mondanità ad attirarla, ma la prospettiva di andarci con Blaise, non le dispiaceva.
<< Si, certo. Non ti assicuro niente, però. Sai, non so quanto riuscirò a ballare >> si giustificò, con un sorriso smagliante.
<< Fantastico. Ehm... beh, è presto ma te l'ho detto perchè magari qualcuno avrebbe potuto farlo prima che ci riuscissi io. Ti farò sapere i dettagli non appena ci sarà l'avviso in bacheca, ok? >>
<< E' perfetto, Blaise >>. Si alzò delicatamente, sorretta dalle braccia forti del ragazzo. Raccolse i suoi libri e gli stampò un piccolo bacio sulla guancia, prima di allontanarsi.
Si, la disavventura avvenuta con Draco, se l'era già lasciata alle spalle.



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Spazio dell'autrice
Capitolo aggiunto! Spero vi sia piaciuto!
Grazie infinitamente per le visite.
Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 5
*** 5. La Confessione ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 5 - La Confessione


<< Ora tesoro, resta qui e riposa. Non ci vorrà più di una giornata perchè il preparato faccia effetto, entro stasera sarai a posto >> senza Madama Chips, Hogwarts era inimmaginabile. Così dicendo, con la sua dolce ed amorevole voce, se ne andò lasciandola sola.
<< Oh, ma che dolore! Sarebbe stato meno doloroso se avessi aspettato che guarisse da solo >> si lamentò la riccia, non appena la strega non fu più nel suo campo visivo. Invece di cercare di ammazzare il tempo contando le pecorelle, pensò che fosse più saggio ascoltare Madama Chips, e così si mise sul fianco cercando di addormentarsi.
… … << Hermione, mi senti? Hermione! >> una voce familiare la richiamava alla realtà quarantacinque minuti di sonno più tardi.
Quando Hermione aprì gli occhi, vide Harry davanti a lei con una scatola piena di Cioccorane tra le mani.
<< Come va la caviglia? >> chiese premuroso il ragazzo occhialuto.
La Grifondoro si mise subito a sedere, nonostante avesse gli occhi ancora colmi di sonno.
<< Harry, sono felice che tu sia qui. A dire il vero fa malissimo, ma Madama Chips ha detto che per stasera sarà tutto scomparso >> lo tranquillizzò.
Prese una Cioccorana offertale da Harry e si legò i capelli in una coda mentre il ragazzo la guardava.
<< Sai, Blaise Zabini mi ha invitata al Ballo di Benvenuto >> cominciò lei insicura, cercando di trovare una qualsiasi espressione aleggiare sul volto dell'amico, cosa che non avvenne. << E ho deciso di accettare. Ci andrò con lui >> concluse convinta.
<< Ma è un Serpeverde! >> protestò.
<< E' una bella persona. Te lo assicuro >>
<< Se lo dici tu... >> disse Harry, accompagnato da un'alzata di spalle. Poteva dire d'averlo rassicurato quel tanto che bastava per fare in modo che il ragazzo di Grifondoro prendesse Blaise di buon'occhio. Dopo aver riso e scherzato, aver parlato del più e del meno, ad Hermione venne in mente di Ron.
<< Dov'è finito? >> chiese la riccia a proposito.
<< Be', mi ha detto che se l'era presa per via di come lo hai tratato oggi. Lo sai com'è fatto >>
Hermione si dispiacque parecchio. Insomma, erano amici! Harry non l'avrebbe mai fatto.
No, non avrebbe giustificato Ron.
<< Allora digli che può tenere il broncio per tutta la vita, perchè non ho alcuna intenzione di perdonarlo >> annunciò la bruna.
Passarono altro tempo a parlare. Hermione spiegò ad Harry che Blaise era davvero una persona che valeva la pena conoscere. Diversa dagli altri Serpeverde, molto simile ai Tassorosso per la lealtà. Più ne parlava e più si rendeva conto di quanto le piacessero i modi di fare di quel ragazzo di colore. Finalmente il dolore alla caviglia passò. Quasi non ci sperava più e le Cioccorane erano quasi finite del tutto. In quell'istante si accorse di quanto era passato dall'ultima volta che si erano fatti una chiacchierata normale senza parlare di Voldemort. Era una cosa che, a pensarci bene, le era mancata.
<< Finalmente! Il dolore è passato >> squittì gioiosa, alzandosi dal letto. Harry la aiutò a scendere delicatamente per evitare che si facesse male di nuovo e l'accompagnò in dormitorio.
<< Grazie Harry >> gli sorrise.
<< Era davvero tanto che non parlavamo un po' in santa pace, eh? >> disse lui, fermandosi al primo gradino del Dormitorio femminile. Il ragazzo non aveva ancora dimenticato quella volta in cui le scale si appiattirono facendo finire lui e Ron col fondoschiena a terra.
<< Già... Ora però vado. Ci vediamo domattina, ok? >>
<< Senz'altro >> rispose lui, di rimando. Si abbracciarono e poi ognuno andò al proprio letto.

Passarono pochi giorni, ed Hermione non aveva visto una sola volta Draco Malfoy e, per quanto le dispiacesse, non aveva visto neanche Blaise.
Quel giorno, scese per la colazione in Sala Grande. Come al solito, si sedette, prese a leggere la Gazzetta del Profeta e si gustò del morbidissimo pane con burro e marmellata. Ad un certo punto si sentì quasi come osservata, perciò alzò la testa. Tutti gli sguardi, di ogni singolo studente, erano fissati su di lei. Si sentì terribilmente in imbarazzo.
<< Hem...>> tossicchiò qualcuno dietro di lei.
Hermione si girò lentamente dall'altra parte, per capire all'istante che il motivo per cui tutti la guardavano era un Serpeverde al tavolo dei Grifondoro.
<< Blaise! >> lo accolse con un sorriso.Stava cercando di riprendere fiato. << Come mai qui? >>
Hermione continuava anon sentirsi a suo agio. Tutti li stavano ancora guardando.
<< Beh, ti avevo detto che ti avrei avvertito per quello che riguardava il Ballo. Non so se hai visto l'annuncio, ma io ti aspetto alle scale verso le 19. Va bene? >>
Un “ooohhhhh” generale pervase la sala. Sembravano scioccati. Si, un Serpeverde vicino ai Grifondoro era già tanto, figurarsi invitarla ad un ballo. Ma per Hermione, Blaise non era un Serpeverde, o almeno, non uno qualsiasi.
Si salutarono e non appena Blaise andò via, si girò per tornare alla colazione, per trovarsi di fronte due occhi color argento fissarla torvi. Draco Malfoy di sicuro la odiava più di qualsiasi altra cosa. Ne era certa. Il suo migliore amico, in fondo, l'aveva invitata ad un ballo. Non sapeva che fare, ma una sola opzione, tra le tante che girovagavano nella mente, le sembrò più ovvia e facile da attuare. Doveva ignorarlo.  Ciò non si poteva dire esattamente per gli studenti che stavano facendo colazione, come lei, che raccontavano l'accaduto ad ogni nuovo compagno arrivato. Lo schiamazzo generale era quasi assordante. Silente, dal tavolo dei professori, le rivolse un sorrisetto compiaciuto quando lei guardò nella sua direzione. Finì presto la colazione, raccolse le sue cose e se ne andò. Le lezioni, per lei, sarebbero iniziate alle 10. Appena uscì dalla Sala Grande, il silenzio. Si chiese perchè non se ne era andata prima. Le scale, ogni corridoio era vuoto. Quasi si stupì che non ci fosse il solito andirivieni di studenti. Ah, già. Erano tutti impegnati a spargere il pettegolezzo che la vedeva protagonista. Mentre era assorta nei suoi pensieri, sentì qualcosa tirarla per il braccio all'indietro.
<< Ma che... >>. Non appena fu dietro un muretto, scorse nell'ombra che li avvolgeva, i biondi capelli di Draco Malfoy. Le mancò il respiro a quella scoperta. Cos'era che Draco voleva da lei?
Il viso di Malfoy, per quello che lei potesse scorgere dall'ombra, era quasi come tormentato.
Avrebbe voluto parlargli in malomodo, ma quando lui parlò, lei si sentì gelare. Come investita da una doccia fredda.
<< Cos'è che stai facendo esattamente, Mezzosangue? >> le chiese in tono strascicato, il biondo.
<< Malfoy, non ti avevo detto di lasciarmi in pace? >> chiese di rimando lei, sottovoce.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, il viso pallido pareva ancor più tormentato.
<< Perchè hai accettato di andare al Ballo con Blaise? >>
<< Questi sono affari miei. Perchè non avrei dovuto accettare? >> disse retorica la riccia. Non voleva essere una vera e propria domanda, ma fu così che Draco la interpretò.
<< Perchè tra i tanti casini che ho adesso, ho paura che tu abbia vinto la sfida, Granger >>.
Il cuore di Hermione, in quel preciso istante, mancò un battito.



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Spazio dell'autrice
Di nuovo un ringraziamento a tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano questa storia. Sono veramente lusingata!
Soprattutto a chi l'ha recensita e a questo proposito, il mio ringraziamento va a mikilily, grazie davvero!
Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 6
*** 6. La Prova ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 6 - La Prova


<< Malfoy, che vuoi dire? >>
Draco si sentì quasi sollevato dal fatto che lei fosse ancora tra le nuvole. Ma in realtà Hermione aveva capito bene quello che aveva detto.
<< Voglio che tu venga con me al ballo >> sussurrò in tono quasi disperato.
<< Mi dispiace, anche se non ne capisco il perché, io ci andrò con Blaise >>
Draco, forse, si rese conto che era sceso troppo in basso. Che cosa stava facendo? Si stava confessando?
Guardò meglio la Mezzosangue negli occhi. Quelle iridi dorate sembravano quasi gridare imprecazioni colme di rabbia. Draco non poteva lasciarsi andare in quel modo. Cercò a fondo di ristabilire la concentrazione per assumere il tono più serio ma allo stesso tempo credibile. Non doveva sembrare brusco perchè un cambiamento repentino avrebbe potuto malcelare quello che gli frullava per la testa.
<< Granger, tu hai superato la prova. Ti concedo di andare al Ballo con il mio amico >> pronunciò in un mezzo sorriso. Un sorriso che fece sentire ad Hermione le sue gambe sciogliersi come burro fuso. Alzò un sopracciglio guardando il biondo con aria indigniata.
<< Tu? Tu dai il permesso a me? Credo che qualcuno abbia messo qualcosa nel tuo succo di zucca se davvero credi di poter gestire la vita altrui >> sbottò Hermione, sempre cercando di mantenere il tono basso. Chissà perché, ma l'idea che qualcuno potesse pensare che facesse cose losche con Malfoy la terrorizzava.
<< Vedi, le ragazze che uscirebbero con  me non si possono nemmeno contare, e se al mio amico piace qualcuna, allora io devo provvedere. Non vorrei trovarmi Blaise tutto distrutto per una ragazza >> concluse lui, spiegando.
Hermione si sentì per un'attimo presa in giro. Come aveva fatto ad essere così stupida da pensare che il Principe delle Serpi volesse andare al ballo con lei? E perchè adesso si sentiva ferita quando fino ad un attimo prima era euforica al pensiero di stare con Blaise?
<< Ora che ti sei accertato delle mie intenzioni – anche se sai che non sarei mai venuta con te – spero che sparisci e che ti tenga alla larga da me. Ciao serpe >> .
Così dicendo, lei scappò via, con un misto di rabbia e dolore nel petto.
Lui, d'altronde, non era stupito dal comportamento di lei. Era sicuro che avrebbe rinunciato a lui, piuttosto che all'amico. Se non altro le aveva detto qualcosa. Qualcose che gli macinava dentro da qualche giorno. Era stato quando i loro occhi si erano incontrati, vicinissimi, quando lui aveva pensato di baciarla, prima di ferirla.
Chissà come sarebbero andate le cose se lui non fosse stato “ l'idiota di sempre ” come lei gli aveva detto.
Tutto sconsolato, tornò nel Sotterraneo. Ma si guardò bene dal cambiare l'espressione prima di entrare, era sicuro che vi avrebbe trovato il moro.
<< Ha accettato. Quasi non ci credo. Mi sento... bene >> annunciò entusiasta Blaise a Draco.
Draco scosse la testa sorridendo e mentre gli passava davanti fece svolazzare la mano come a scacciare via una mosca. Si sedette su una poltrona di velluto verde con le rifiniture argentee.
<< Allora eri serio quando dicevi che volevi invitarla al ballo? >>
<< Mai stato più serio. >> sentenziò il moro con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto.
Draco fece spallucce, ma dentro di sé sentiva strani sentimenti, sentimenti che non riusciva a decifrare. E Draco, poco esperto in materia, restò nella beata ignoranza senza sapere che si trattava di un sentimento degno delle serpi. Era geloso di lei quanto invidioso dell'amico.
Ma come si era promesso, non avrebbe distrutto la felicità dell'amico e si limitò a dirgli : << Io non ti capisco. E per evitare che tu mi guardi con quell'espressione inebetita, vado a farmi una doccia >>
<< Vengo con te se vuoi >> si offrì Pansy Parkinson, di ritorno da qualche lezione, mentre posava i libri.
 << Non serve, so ancora fare da solo >> rispose brusco, mentre Pansy sprofondava nella
 poltrona.
<< Hai intenzione di invitarmi al ballo, per caso? >> chiese lei, senza rendersi conto che Draco non voleva nemmeno sentirla.
<< Perchè, qualcuno si è bevuto il cervello e ti ha invitata? >>
La Parkinson diventò rossa di rabbia e con un ringhio sommesso si alzò per andare nel dormitorio femminile.
<< Lasciala perdere >> gli consigliò il moro.
<< Blaise, non è a te che si appiccica, quella specie di ranocchia >>
Per quanto gli dispiacesse, Blaise non potè fare a meno di ridere coinvolgendo, suo malgrado, anche Draco, che a tutto pensava tranne che a Pansy Parkinson.


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Spazio dell'autrice
Come al solito un ringraziamento a tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano questa storia e a chi la recensisce. In Particolare coloro che hanno recensito di recente la storia: InsopportabilmentePerfetta, leviosa_01 e 246. Vi ringrazio tantissimo!
Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 7
*** 7. I Preparativi ***


Oltre Ogni Previsione Chapter 7 - I Preparativi


Si avvisa agli studenti che il Ballo di Benvenuto
alle nuove matricole,
 come di consueto, è fissato in
data 13 Settembre alle ore 19:45.

I Capiscuola apriranno le danze assieme ai Prefetti così assegnati:
Ernie Macmillan- Padma Patil
Ronald Weasley – Hannah Abbott
Draco Malfoy – Hermione Granger
Anthony Goldstein – Pansy Parkinson
Si prega ai gentili studenti, poc'anzi nominati,
 a presentarsi puntuali.

Si ringrazia per la cortese attenzione,
il Preside, Albus Silente.”

 << Che diamine! >> si disse sconvolta, Hermione.
Con quattro prefetti, proprio con lui doveva trovarsi! Sbuffò così sonoramente che alcuni studenti che le passarono dietro si voltarono a guardarla. Tenne le braccia molli per un bel po' di tempo, restò lì imbambolata. Che il destino le stesse facendo un brutto tiro? Probabile, perchè Hermione non riusciva a collegare la discussione avuta con Malfoy con quello che aveva appena letto.
Ormai, il giorno del ballo era arrivato ed era impensabile fare una scenata per ottenere un compagno diverso.
Fece per andarsene quando la Parkinson, sbucata dal nulla, l'afferrò per un braccio facendola voltare.
<< Ce l'hai fatta a prendertelo. Ma sta attenta, Draco è mio >>
<< Va' dal Preside e reclamalo >> rispose Hermione, tirando il braccio a sé per andarsene.
Ma proprio mentre si voltava, fu di nuovo afferrata per il braccio.
<< Pansy, t'ho de... >> ma non potè finire la frase perchè non era stata Pansy a tirarla a sé. Fu Draco, col volto vicinissimo al suo. Non ci volle molto a capire che era pietrificata.
<< Ironia della sorte... Fatti bella per me, Mezzosangue. Non mi piace fare brutte figure >>
Il sorriso che comparve sulla bocca di Malfoy non era sprezzante come suo solito. Hermione poteva giurare di vederci una nota di felicità.
<< Com'è che non ti sei ancora ribellato, eh Malfoy? >> ciò bastò a cancellare ogni traccia del sorriso che era dipinto sul volto del ragazzo pochi istanti prima.
<< Cambierebbe qualcosa? Sappiamo entrambi che non cambieranno le coppie, perciò sto cercando di prenderla nel migliore dei modi >>  Draco, sotto gli occi increduli di alcuni studenti, prese Hermione sotto braccio iniziando a camminare.
<< Sai, vero che noi apriamo e chiudiamo le danze? Sarai la mia dama, non quella di Blaise >>
<< E' quel che credi, se così è, apriremo e chiuderemo le danze, ma starò con Blaise. E' lui il mio cavaliere. >>
<< No, lo sarò io. >> insistè il biondo.
<< E' un'altro “test”, Malfoy? Perchè mi stai annoiando >> asserì la riccia, sbuffando.
E così Draco stava oltrepassando il limite. Non si era reso conto che stava insistendo. La faccenda stava davvero diventando assurda. Si maledì per non aver evitato di rincorrerla dall'inizio del corridoio, esattamente la parte opposta a quella della Granger.
Chiuse un attimo gli occhi e poi parlò, riaprendoli.
<< Si, Granger. Mi pare alquanto ovvio. Però fatti bela davvero. Io non faccio mai brutta figura >>
<< Malfoy? >> la riccia richiamò l'attenzione del Serpeverde,  che guardava altrove.
<< Si? >> si voltò lui. Gli parve un'istante interminabile. Si chiedeva perchè doveva fingere in quel modo, si chiedeva perchè doveva nascondersi, si chiedeva perchè aveva incoraggiato qualcosa che lui stesso mirava a distruggere...si chiedeva perchè su tante cose, ma al perchè ogni volta che guardava quegli occhi profondi, color del miele, si sentiva inutile, non riusciva a trovare risposta.
<< Va a quel paese >> . La riccia si liberò dalla presa e se ne andò, lasciando il Serpeverde da solo, a rimuginare su quel che aveva fatto.
Lei vagò circa mezz'ora nel giardino. Quella giornata era tutta dedicata alla festa e le lezioni erano sospese. Non aveva nulla da fare. Doveva solo occuparsi di farsi bella, e così andò al Dormitorio per prepararsi.

Draco, ancora solo, camminando per andare al Sotterraneo, si chiedeva cos'era che lo tormentava. Non dormiva più la notte e, strano ma vero, non si riconosceva quasi più. Non si sentiva più quel gran bastardo che aveva sempre mostrato. Eppure lui lo sapeva che un giorno quella maschera sarebbe caduta. Ma non s'aspettava in un futuro imminente.
Orami tutte le decorazioni erano pronte, tutto era perfetto. L'unica cosa da fare era andare giù e prepararsi. Se non altro avrebbe provato a distrarsi il più che poteva, sperando che Blaise non piombasse in camera a raccontargli di lei.





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Spazio dell'autrice
Come avrete notato, il sesto capitolo e questo sono un po' brevi.
Tutto ciò per allungare un po' il capitolo che sto scrivendo, interamente dedicato al ballo.
Ringrazio InsopportabilmentePerfetta per aver recensito il capitolo precedente ^^
E come mio solito ringrazio chi passa un po' del suo tempo a leggere la mia fan fiction.
Vi ringrazio tantissimo!

Al prossimo capitolo!
 Vale :D


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Capitolo 8
*** Il Ballo ***


oltre_ogni_previsione.html Chapter 8 - Il Ballo di Benvenuto


<< Oh Hermy, sei stupenda! Blaise rimarrà di stucco >> squittì Lavanda euforica, con sguardo malizioso.
Hermione le sorrise timidamente mentre si guardava allo specchio per sistemarsi l'abito.
Era davvero incantevole. Si diede una leggerissima mano di trucco e alzò i capelli, lasciando solo alcune ciocche ricadere ad un lato dell'acconciatura. Il vestito di un rosa tendente al lilla era spezzato a metà tra la gonna lunga e il corpetto morbido da una fascia viola. Dei graziosissimi volà le ricoprivano le spalle e balze simili – di un colore che andavano dal rosa al glicine al viola sfumato - coprivano la lunga seta della gonna. Sandali rigorosamente lilla ed altissimi.
<< Sei sicura che vado bene così? >> Non era per Blaise che aveva intenzione di vestirsi bene e sembrare bella. Era per lei. Per riscattarsi un po' da tutto quello che dicevano di lei. Ginny le sorrideva compiaciuta. Aveva fatto un bel lavoro. Nonostante Hermione fosse stata riluttante, lei aveva insistito. Non poteva presentarsi al Ballo in modo indecente.
Calì entrò di corsa, le guance arrossate, una piccola pergamena ingiallita tra le mani.
<< Stai scherzando, vero? >> le disse retorica con sguardo obliquo. Hermione sorrise nuovamente.
La mora le porse la piccola pergamena. << E' per te >> pronunciò atona.
Lavanda emise un gridolino sommesso. La riccia non potè fare a meno di chiedersi cosa fosse quella storia. La raccolse dalle mani di Calì, per poi aprirla.
Tutt'intorno ai bordi c'era un motivo intrecciato color oro, la pergamena era sottilissima e adornata da una calligrafia sottile ed elegante. Lesse velocemente.
<< Chi te l'ha data, Calì? >> chiese, alzando il capo di scatto.
<< Malfoy. Dice che ha già parlato con Zabini e che non sarà lui ad aspettarti alle scale >>
Presa dalla rabbia, Hermione strappò in due parti la pergamena lanciando un urlo disperato.
<< Lo ammazzo! Lo ammazzo, è deciso! Altro che ballo! >> urlava isterica, mentre Ginny, Calì e Lavanda si sedettero sul suo letto, divertite a guardare la scena. Hermione andava su e giù per la stanza pronunciando svariati modi per uccidere Draco Malfoy con le sue stesse mani, senza magia.
<< Gli farò vedere lo spirito di Salazar Serpeverde! Quel farabutto! Lo torturerò così tanto che mi implorerà di mettere fine alle sue sofferenze! >>. Fu tutto quello che le tre amiche le sentirono dire poco prima che la riccia sbattesse forte la porta del Dormitorio, uscendo.
L'avrebbe pagata quel Purosangue da strapazzo. Oh, si. Che si era fumato prima d'uscire? Come gli era saltato in mente? Ma stavolta era diverso. Lei era stanca di questo continuo disturbo da parte di Malfoy. Lo sapeva benissimo che lo faceva apposta per infastidirla, e ci riusciva benissimo.
Passando per la Sala Comune dei Grifoni diede una rapida occhiata all'orologio sul camino. Le 19 in punto. “Che tempismo” pensò.
Disse la parola d'ordine e la Signora Grassa la fece passare senza troppe smancerie. Quasi correva ormai. Il lungo corridoio era illuminato dalla luce ambrata del tramonto che filtrava dalle enormi finestre. Con la gonna appena stretta tra le mani, Hermione camminava a passo spedito. Non voleva che Blaise pensasse che lei non avesse voglia di passare del tempo con lui.
<< Mezzosangue, non ti facevo così stupida. >>
Hermione si arrestò di botto. Un ghigno malefico si dipinse sul viso perfetto. Era giunto il momento. Si girò in direzione della voce, camminò fino a quando la distanza del naso di lei non fu terribilmente breve da toccare quello del biondo. Dietro una colonna, in una piccola apertura della parete nascosta dall'ombra. Col palmo della mano, spinse il petto del ragazzo dai capelli platinati, facendolo sbattere al muro. Potè giurare di vedere un'espressione stupefatta sul viso di lui.

<< Non ho tempo da perdere con te ora. Ma ti ammazzerò con le mie mani appena al Ballo sarà messa la parola “fine”. E' una promessa. >> gli sussurrò guardando quegli occhi grigi e così dicendo, ripresa a camminare velocemente, fino ad arrivare alle scale
Blaise era lì, all'ultimo gradino ad aspettarla con un sorriso disteso sulle labbra. Indossava un completo nero, molto sobrio, abbinato ad una camicia bianco immacolato, appena sbottonata. Avrebbe potuto svenire. Blaise era sempre stato l'emblema della bellezza ad Hogwarts. Stuoli di ragazze gli facevano il filo ogni anno. Era sinceramente stupita che avesse invitato proprio lei, ma non se ne curò più di tanto. Hermione scese le scale elegantemente, esibendo un timido sorriso.
A qualche gradino di distanza, Blaise le tese la mano, che lei fece richiudere delicatamente attorno alla sua. Lei gli si avvicinò dandogli un leggero bacio sulla guancia, prima di guardarlo negli occhi profondi, color cioccolato.
<< Sei incantevole >> le sussurrò Blaise all'orcchio di lei, abbellito da uno splendido orecchino a forma di fiore con pietre incastonate, senz'ogni dubbio lilla.
<< Grazie >> pronunciò lei in un sibìlo. Era tremendamente in imbarazzo. Non sapeva come comportarsi ed era più che sicura che, con Blaise accanto, si sarebbe divertita.
Hermione non adorava le feste particolarmente, ma l'invito di Blaise le era parso così carino che non aveva potuto rifiutare. Senza dubbio, aveva accettato anche per fare ingelosire Ron, che dopo dei tira e molla aveva deciso che gl'importava di lei. Ma, caparbia com'era, la riccia aveva pensato che fosse troppo tardi.
Si diressero in giardino, molti studenti erano, proprio come loro, già usciti a prendere aria fresca tutti in tiro.
<< E' un peccato che non potremmo passare tutta la serata insieme >> constatò Blaise ad un certo punto. Hermione lo guardò con un un sopracciglio inarcato.
<< Che dici? Io devo solo aprire le danze con Malfoy. Nient'altro >> lo informò la Grifondoro con la punta del naso in alto.
Blaise sembrò pensieroso. Hermione si chiese se il furetto non fosse stato così meschino da rifilare all'amico una bugia. Inoltre non riusciva proprio a comprendere il perchè di tutta quell'insistenza...che si fosse fumato il cervello?
Chiacchierarono un bel po', Blaise sembrava davvero una persona adorabile, un Serpeverde decisamente umano.
<< Blaise, scusami, devo proprio chiedertelo. A parte il fatto che Salazar Serpeverde fosse fissato per questa cosa, perché voi Serpeverde siete fissati con la questione del sangue puro? >>
Hermione era un po' imbarazzata a dirla tutta, era come andare in giro e chiedere a qualcuno perché è un Mangiamorte o viceversa. E' una cosa poco delicata, maleducata e, soprattutto, sconveniente. Ma Blaise, anziché accigliarsi, le sorrise.
<< La “questione” del sangue puro >> cominciò il moro, mimando con le dita le virgolette << non è una cosa che sta a cuore a tutti, sebbene sia un pensiero molto popolare tra i ragazzi della mia casa. Personalmente, non mi sento affatto toccato da tutte quelle scempiaggini >> concluse spiegando.
Si, Blaise era decisamente un essere umano coi fiocchi. Bello, intelligente e sorprendentemente umano. Fecero una passeggiata parlando dei loro interessi e della loro vita fuori da Hogwarts. Non tanto strano da comprendere, ma Blaise disse che avrebbe messo la mano sul fuoco per sostenere la sua convinzione: Hermione passava troppo tempo sui libri. Lei invece sosteneva arduamente che il suo bighellonare con quegli scansafatiche di serpi che si trovava per amici, altro non era che una perdita di tempo ed un insulto al suo stesso intelletto.
Ad un certo punto un gufo le si piombò davanti, a mezz'aria, con una piccola pergamena legata alla zampa da un nastrino color porpora.
“ Se è di nuovo quel farabutto che cerca di rovinarmi la serata...” ma non fece nemmeno in tempo a congegnare una morte dolorosa per il Serpeverde che si rese conto che il messaggio non era della serpe.

Cara Signorina Granger, la informo
che il suo compagno per l'apetura delle danze
la aspetta all'entrata della Sala Grande
insieme agli altri prefetti.
Non si attardi
Minerva McGranitt”

<< Quel Furetto della malora! >> ringhiò tra i denti la riccia.
Blaise, che aveva dato uno sguardo alla pergamena, la guardò tra il perplesso e il divertito.
<< Non mi sembra che abbia fatto qualcosa di male >> tentò il moro.
Non aveva fatto nulla di male? Era uno scherzo?
<< Quando si tratta di Malfoy, è sempre colpa sua >> spiegò infuriata, mentre Blaise, stavolta, aveva lasciato spazio sul suo viso solo all'espressione divertita.
<< Devo andare ora, Blaise. Ci vediamo dopo >>. Lo lasciò con un sorriso smagliante e un bacio sulla guancia.
Come la McGranitt aveva scritto nel bigliettino, Malfoy era proprio all'entrata della Sala Grande, vestito di tutto punto.
Lui la guardò con intensità, così tanta che Hermione arrossì, senza riuscire ad evitare di chiedersi se avesse qualcosa che non andava.
Draco non aveva nemmeno notato quanto lei si fosse preparata per quell'evento per niente privo di frivolezze. La poca luce che filtrava nei corridoi poco tempo prima aveva praticamente nascosto quella che sembrava una splendida visione.
Solo quando si accorse del viso sfigurato in una smorfia di disgusto e rabbia e i passi spediti farsi vicini, realizzò che quella non poteva che essere la Granger. Incavolata nera.
Certo, - dovette ammettere a se stesso – che era stupenda. Avrebbe pensato che fosse una Veela di Beuxbatons se non avesse saputo chi era. Scosse la testa come a scacciare i pensieri che s'insinuavano nella sua mente. Pensieri del tutto inappropriati, s'intende.
Ma la visione venne coperta da una frustata di capelli rossi. La Weasley femmina. Maledetta. Lei e tutti i Weasley. Li odiava tutti. Indegni di magia tanto quanto i Babbani.
<< Herm, Ron ti ha cercato ovunque! >>. La rossa parlò con le gote rosse e il fiato corte, arrivò come una furia. Il bel viso di Hermione abbandonò i tratti freddi e tesi, tenendo sempre il mento alto.
<< Che succede?... No, aspetta. Non mi interessa. Sono giorni che non mi parla. Non ho alcuna intenzione di vederlo >> spiegò la riccia con le labbra strette.
<< Ti prego, fallo per me. Ho combinato un guaio e non sono capace di rimediare >> piagnucolò Ginny. Inutile dire che Hermione la guardò sospetta. Ginny non utilizzava mai quel tono. Se non era tutta una farsa, allora l'aveva veramente combinata grossa.
<< Mezzosangue, che si fa? >> chiese Malfoy spazientito, portandosi le braccia al petto.
Hermione s'era totalmente dimenticata della presenza “regale” che il Serpeverde le stava concedendo.
<< Fremi al pensiero di stare con me? >> gli rispose con lo sguardo affilato. Certo, non che fosse impazzita, ma se il cercatore verde-argento avesse davvero creduto di poterla interrompere quando parlava con un'amica – a dire il vero, quando parlava in generale - , si sbagliava di grosso.
<< Stai delirando, Granger >> rispose a tono il biondo, passando una mano tra i crini platinati, un gesto così maledettamente sensuale.
Solo in quell'istante Hermione si rese conto che ciò che indossava il bel Serpeverde. Aveva uno smoking color antracite di ottima fattura, un'immacolata camicia di raso bianca con i primi bottoni lasciati aperti, scoprendo la pelle diafana e i capelli insolitamente privi di gel . Era da infarto. Ecco, considerazione fuori luogo.
Hermione borbottò qualcosa che si avvicinava a “va a farti fottere” e subito tornò a guardare Ginny.
<< Che sia una cosa veloce >> l'avvertì << il mio cavaliere è già tutto pronto... >> pronunciò con voce adorante e mielosa a Ginny, facendo comparire con quelle parole un ghigno schifato sul volto di Malfoy.
<< Attendimi, oh mio prode accompagnatore. Sarò di ritorno prima che cali il sole! >> cantilenò Hermione rivolgendosi al biondo, fingendosi una dama medioevale. Con una ristata si allontanò trascinata da Ginny, lasciando il biondo Serpeverde con un espressione letteralmente basita sul volto.
<< Me lo farò dire cosa si fuma. Theo ne sarà felice. >> mormorò a se stesso. Ma lo shock aveva lasciato il posto ad una sensazione sgradevole. L'aveva scaricato di punto in bianco! Lui era stato scaricato! Draco Malfoy! La stizza che gli prese fu tale che per puro nervosismo, quando una carina Tassorosso dai capelli ramati gli passò davanti la afferrò per un braccio per attirarla a sé e baciarla. Mentre la ragazza si scioglieva come burro – perché tutte lo facevano - , ne approfittò per andare al gigantesco portone a fumare una sigaretta, aspettando, suo malgrado, la Grifondoro.
Purtroppo non c'era altra soluzione. La McGranitt era stata chiara a riguardo. Se qualcuno si fosse ribellato alle sue decisioni, o avesse aperto il ballo con qualcun altro o peggio, l'avesse rovinato, si sarebbe trovato la media bassa, venti punti in meno e nei guai fino al collo. Salazar, quanto odiava quella Mezzosangue della malora!

I passi risuonavano forti nel corridoio vuoto, poco lontano dalla Sala in cui si sarebbe tenuto il Ballo. Ginny la trascinò in un'aula in disuso.

<< Ecco. Lo vedi, è assurdo! >>.  Ginny, mentre erano di strada, le aveva raccontato del guai che aveva combinato. Le dispiaceva per il fratello – cosa trovata strana da molti – che era costretto ad indossare un abito decisamente ridicolo. Sarebbe stato un suicidio sociale presentarsi conciato in quelle condizioni, a detta della rossa. A questo proposito, lei si era offerta per dare dei ritocchi qua e là al completo del fratello per farlo sembrare più appropriato possibile. Dopo i suoi incantesimi, però, non lo era affatto, constatò Hermione che sapeva perfettamente al “suicidio sociale” di chi si riferisse . Quello di Ginny, ovviamente. La bruna non poté far altro che trattenere una risata, masticando un “ciao Ronald” di straforo, mentre gli passava accanto per verificare il danno. Era sconvolgente quanto Ginny avesse pasticciato su Ron. Merletti, che probabilmente avrebbero dovuto sparire, spuntavano come funghi su ogni centimetro del colletto, quasi soffocando Ron. Hermione si chiese seriamente se valeva la pena aiutarlo, perché – a detta sua – vedere il rosso soffocare sarebbe stato uno spettacolo terribilmente delizioso. Ma s'impose di non utilizzare il buon senso. Il che, era tutto dire.
<< Ok, non ci metto niente. E' un gioco da ragazzi >> disse infine, decisa a sistemarlo per bene.
Con alcuni incantesimi riuscì a trasformare lo stato pietoso di Ron in qualcosa di eccezionale. Sembrava quasi attraente. Il pomposo colletto pieno di merletti era scomparso e anche quella specie di cappotto di velluto rosso aveva fatto la tessa fine. Uno smoking nero con i bordi rosso-dorati e una camicia bianca dai bottoncini dorati avvolgevano il corpo dell'ultima prole maschile della famiglia Weasley. Ginny rimase stupefatta. Ron, guardandosi da ogni angolatura, stentava a riconoscersi.
<< 'Mione, sei mitica! >> asserì Ron totalmente ammirato, esibendosi in un gran sorriso.
<< Non me lo ricordare... >> sbuffo lei, portando lo sguardo sugli occhi furbi della rossa << Ginny, io vado. Non ho intenzione di sorbirmi la McGranitt, ora che il mio lavoro è finito. Ci vediamo dopo. >>
<< Si, grazie Herm >> sospirò la rossa, con lo sguardo di chi la sa lunga. Con un cenno della mano, Hermione salutò anche Ron, e così filò via. Era pronta ad essere schiantata non appena fosse stata nel campo visivo di Malfoy, ma non se ne preoccupò molto. Era una strega abile, o no?
<< Sono pronta, andiamo >> esordì lei, guardando con disgusto la sigaretta – ormai quarta – di Malfoy.
<< Non credo che possa mai ricapitare, e sinceramente spero con tutto il mio cuore che non accada, ma ti avverto: la prossima volta che mi scarichi pagherai un sorte decisamente brutale >> la minacciò il biondo platinato. Hermione era paralizzata dallo stupore, così tanto quanto era grande la sua voglia di scoppiare a ridergli in faccia. Non avrebbe scommesso nemmeno uno zellino per sentire quelle parole uscire dalla bocca di Malfoy.
<< Per la tua, e soprattutto mia, fortuna, dopo questo ballo non avrò più niente a che fare con te. Perciò, rilassati. Potrei pensare che ci tieni a stare in mia compagnia >> le sibilò all'orecchio mentre col braccio sotto il suo, si avviavano a quello stramaledettissimo ballo.
Malfoy evitò di commentare. Erano maledettamente vicini agli altri studenti che li guardavano stupiti, mentre entravano con fare elegante nella Sala Grande.
Una festa piena di frivolezze. Decisamente ciò che non ci voleva per Hermione. Non è nemmeno necessario dire che Draco adorava i balli solo per rimorchiare qualche oca giuliva che gli moriva dietro. Hermione dovette ammettere a se stessa di essere un po' in imbarazzo. Non era Malfoy ad imbarazzarla quanto il fatto che dovesse ballare davanti a tutti. Con Viktor, il quarto anno, si era sentita di più a suo agio. Malfoy posò una mano sulla sua schiena seminuda, toccando la morbida e candida pelle di lei, poggiò la mano della Mezzosangue sulla sua spalla per poi congiungere le mani libere di entrambi.
<< Vedi di non pestarmi i piedi, capito? >> l'avvertì il biondo.
Lei, in tutta risposta gli rivolse un finto sorrisetto. Ma perché la musica non accennava a partire.
Con grande stupore, Blaise li avvicinò.
<< Hermione, scusa ma mia cugina piccola è senza cavaliere. Perdonerai la mia manchevolezza? >> chiese lui con uno sguardo decisamente tenero. La riccia non poté dire nulla se non: << Figurati, Blaise! >>, ma in cuor suo, voleva ammazzarlo.
Il moro li lasciò rapidamente mentre Malfoy rideva senza un apparente motivo.
<< Che diamine hai da ridere? >>
<< Tu fai ridere. Credevi davvero che dopo aver passato del tempo con te, Blaise non aprisse gli occhi? Ingenua! >>
Ma la musica partì. Le danze si aprirono con una musica delicata, un po' lenta ma d'effetto. Ottima per aprire le danze. Ed Hermione non perse occasione di schiacciargli il piede col tacco alto al primo passo.
<< Sarebbe opportuno, mia cara Serpe, che tu stessi in silenzio. Sai, parlare mi distrae e potresti fare brutta figura >> spiegò con finta preoccupazione.
Malfoy, in tutta risposta, le fece fare un paio di piroette decisamente troppo veloci, disorientandola appena. Ma la Grifondoro, invece di inveire contro il furetto, gli sorrise.
<< Vedi Malfoy, non mi interessa se Blaise non può essere il mio cavaliere stasera, non mi interessa che tu cercherai di rovinare questa serata anche solo con la tua stupida e presuntuosa presenza piena di alterigia. Non mi rovinerai la serata. >> gli sussurrò all'orecchio con un sorrisetto compiaciuto. Se l'era promesso, soprattutto l'aveva promesso ai suoi amici. Avrebbe evitato di rovinarsi la vita da sola per via del suo essere schizzinosa.
Soddisfatta della sua uscita, ballò a testa alta, guardandosi tutt'intorno. Perché gli studenti non ballavano? Le danze erano state aperte! Le espressioni che aleggiavano sulle facce degli studenti erano delle più svariate. Alcuni erano meravigliati, altri disgustati – qualche Serpeverde, senza alcuna eccezione fatta per Pansy Parkinson – altri ancora, invece, sembravano non aver mai visto coppia più perfetta. Hermione si voltò di scatto verso Malfoy, rendendosi conto che lui la stava guardando. I loro occhi rimasero a fissarsi per un po', gli sguardi incatenati.

“Si, devo essere fuori di testa.” pensò. Eppure non poteva evitare di pensarlo. Quando Hermione era intenta a guardarsi in giro, lui non poté far altro che ammettere a se stesso che i suoi occhi erano bellissimi. Assomigliavano vagamente a quelli della madre.
<< Che hai da guardare, furetto? >> chiese lei di punto in bianco.
<< Niente. Non ti stavo nemmeno guardando. >> rispose lui, guardando appena dietro di lei. Silente aveva appena teso la mano per prendere quella della McGranitt e trascinarla al centro della sala. Lei lo fissò con un cipiglio perplesso. Era ovvio che si chiedesse se fosse impazzito o meno. Optò per una terza opzione. Era ubriaco. Marcio.
<< Granger, comunque, non ho intenzione di sprecare il mio tempo e la mia brillante mente superiore per trovare un modo per rovinarti la serata.  Non sei degna di tanta attenzione >>

   Hermione non poté far altro che indispettirsi.
<< Ti pare che io abbia voglia delle tue attenzioni? >> lo schernì lei, guardandolo dall'alto in basso per poi tornare ai suoi occhi ghiacciati.
Il biondo Serpeverde si strinse nelle spalle, per poi sfoggiare un ghigno di compiacimento.
<< Be', tutte lo vogliono >> rispose divertito.
La cosa divertente era che se ne dicevano di tutti i colori, si lamentavano del fatto che avevano dovuto aprire le danze quando si odiavano così tanto, che non sfiorò a nessuno dei due l'idea che le danze erano aperte già da un bel pezzo.
<< Sei patetico, Malferret >> commentò schifata.
<<  Grazie Granger, sei insolitamente gentile >> frecciò lui ironico.
Entrambi si persero nello sguardo dell'altro. Draco non potè smettere di pensare quanto fosse dannatamente bella in quell'abito. Quanto fosse dannatamente bella e basta.
Le fece fare un giro per evitare di perdersi troppo in quello sguardo che gli davano l'impressione di essere due profondissimi pozzi d'acqua dorata.
Sentiva perdere tutto il raziocinio e l'autocontrollo impostosi in tutti quegli anni, anni di duro lavoro e sacrificio. Voleva essere impulsivo, ma ogni volta che sentiva la voglia di fare qualcosa, riusciva subito a bloccarsi, a concentrarsi e a comandarsi a bacchetta da solo. Sapeva che non avrebbe dovuto fare nulla di stupido o se ne sarebbe pentito.
<< Di un po' Granger, hai saputo più nulla di quella scommessa di cui mi parlasti? >> chiese di punto in bianco.
Lei, guardinga, fece un cenno d'assenso. Non aveva la più pallida idea di dove volesse andare a parare il biondo.
<< Si. Pare che io sia la favorita >> azzardò, lievemente soddisfatta della risposta che gli aveva rifilato.
<< Sai vero, che non potrei mai crederci? >> la schernì abbassando il volto per guardare appieno i suoi occhi.
Hermione, decise così di dimostrargli che, se voleva, era capace di tutto.
<< Ti va di bere qualcosa? >> cambiò discorso lei, attraversando la pista da ballo con la mano di Malfoy nella sua.
Era ovvio che lui non ci capisse nulla. Sembrava impazzita. Si aspettava che lo maledicesse, che gli rifilasse più della solita battutaccia. Invece, così, le era venuta sete!
<< Sei strana forte, Granger >> decretò lui, cercando di stare al passo della riccia. Ma per la prima volta, stava agendo d'impulso senza macchinare niente. Non l'aveva rifiutata per mantenere l'aria gelida e austera come al solito. La stava seguendo, perchè lo voleva. E la lieve sensazione di libertà che gli pervase il corpo gli piacque.
<< Allora? >> chiese lei gurdandolo. Erano arrivati al tavolo del buffet. C'era di tutto. Stuzzichini di ogni genere, pollo, patate, zuccotti, dolcetti farciti con ogni cosa possibile, tante bevande. Ogni bendidio. Malfoy inarcò un sopracciglio. Si chiedeva se facesse sul serio quando lei guardò il tavolo e poi lui.
<< Non pensarci nemmeno. Non sono mica il tuo fidanzatino! >> sbottò indignato.
<< Che cavalleria >> frecciò Hermione sarcastica con tono strascicato. Prese due bicchieri di punch e ne porse uno a lui, che stranamente lo raccolse senza troppe moine.
La musica era appena cambiata. Una band fece capolino sul palco ben allestito. "The L way" dicevano di chiamarsi. Un gruppo decisamente fuori di testa, ma bravi. Lei ondeggiò a ritmo di musica sotto lo sguardo attonito di lui.
<< Che c'è? >> chiese in risposta allo sguardo di lui.
<< Cosa stai facendo, con esattezza? Devo chiamare il san Mungo? Ti senti male? >> In realtà lei si muoveva bene. L'aveva sempre immaginata come un pezzo di legno. Frigida, senza curve e incapace di compiere un movimento sensuale. Ma Draco non sapeva che stava per sbagliarsi.
<< Ma quanto sei spiritoso stasera. Credo di dover portare te al San Mungo >> obiettò lei mentre continuava a muoversi.
<< Oh! Potevi dirlo subito, Granger! Con questa specie di movimento vorresti sedurre qualcuno? >> chiese tra il sarcastico e il divertito.
Strano a dirsi, ma Hermione non ne aveva la più pallida intenzione. Ma le luci che si spegnevano ad intermittenza, scure e impenetrabili, e il punch rendevano tutto più credibile. Le bollicine le solleticavano il palato, il freddo di quel liquido rossastro le ghiacciava la mente, lo stomaco, la gola, la bocca, le labbra. E fu un impulso. Così, all'improvviso. Senza nemmeno pensarci e senza nemmeno rendersene veramente conto. Fece una risatina roca, posò il bicchiere e si avvicinò al volto del biondo Serpeverde. Quasi non lo vedeva nemmeno, tanto la luce era scura. Fasci di luce blu, violetto, rosso, le candele del soffitto erano spente. Incatenò lo sguardo di lui al suo per alcuni istanti, come ipnotizzarlo e poi con la punta della lingua gli sfiorò le labbra. Nemmeno il tempo di sorridergli maliziosa per notare lo sguardo sorpreso di lui che si voltò per andare via. Non era nemmeno resa conto di quel che aveva fatto, non ci aveva pensato due volte. L'aveva fatto e basta perchè sapeva che di tanto in tanto ci si deve abbandonare agli impulsi che il nostro corpo reclama a gran voce.
"E ora? " si chiese lei in preda al panico e in balìa della paranoia. Si sentiva stupida, ma non avrebbe mai dato a lui la soddisfazione di dirle che non era capace di essere femminile e sensuale. Non se lo voleva lei. Uscì velocemente dalla Sala Grande e salì le scale. Una volta in cima si voltò. Tempesta. Grigio tempesta. Fu quello il colore che vide prima di sorridere compiaciuta e sparire dietro la parete che portava al dormitorio. Un lampo di trionfo le attraversò gli occhi. Aveva intrigato Draco Malfoy.




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Spazio dell'autrice
Questo capitolo è decisamente lungo. Un po' è voluto, ma non mi aspettavo di scrivere così tanto XD
Come avrete notato, Hermione è un po' diversa dal solito. In molte Dramione l'ho vista mancare d'iniziativa e perdersi nel pudore (vergogna è un termine troppo grande ( non si è mica drogata! XD ). Questa volta invece l'ho voluta così. Ovviamente non perderà tempo a rimuginare su come ciò sia potuto accadere, ma ci risparmiamo le massime per i tempi duri XD
Spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto!
Ora passiamo ai ringraziamenti :D
leviosa_01: ti ringrazio per i complimenti e spero vivamente che questo capitolo ti sia piaciuto!
Melibz: ciao Melissa! Sono contenta che la mia ff ti piaccia :D E' un immenso piacere! Come noterai in questo capitolo, Blaise ha dovuto lasciare Hermione tra le braccia di Draco ( nel vero senso della parola XD )...chissà se rivendicherà un altro appuntamento... Spero tu continui a segure la storia ;D
InsopportabilmentePerfetta: anche qui Draco stava per ferire Hermione ma lei lo ha anticipato, lasciandolo letteralmente senza parole... che dici, avrà fatto bene? :D
Detto ciò, ringrazio tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano/ la storia. E' un onore! In occasione di questo capitolo, vi lascio una foto dei protagonisti...Spero di aver descritto in modo adeguato il vestito perchè è questo XD Loro non lo sanno, ma si sono lasciati scappare anche qualche sorriso...e si vede!
Un bacio e al prossimo Chap!
Vale ^^

Granger and Malfoy at the Welcome Ball

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Capitolo 9
*** Irritabile e vulnerabile ***


Chapter 9 - Irritabile e vulnerabile
" Ma cosa...? " Draco Malfoy era rimasto di sasso. Sapeva benissimo cos'aveva fatto la Granger. Che pensava, che gli sarebbe piaciuto? Che l'avrebbe fatto impazzire? Era stato esattamente così. Aveva addirittura chiuso gli occhi nel momento in cui la lingua morbida di lei aveva bagnato le sue labbra. Ecco spiegato perchè aveva seguito la Granger...senza pensare che fosse la Mezzosangue. Dal basso che si trovava rispetto a lei, la vide voltarsi. Gli stava sorridendo. E lui? Che diamine ci faceva lì? Lo guardava soddisfatta. E lei era di profilo, pronta per andarsene. E lo fece. Se ne andò! Ancora! Mosse un passo. Un alto ancora. No! Maledetta Mezzosangue! Perchè voleva che la seguisse? Ma forse non era quello che voleva. Sebbene la lotta interiore tra due fazioni ben precise, quali "il Club dei Purosangue" e " Viva l'Istinto", Malfoy pensava che sarebbe stato poco carino - per la sua persona, s'intende - mostrarsi a seguire Hermione Granger. Non era tanto per il fatto che si erano odiati per tanto tempo, era più per il fatto che non poteva tradire il suo orgoglio. Insomma, la ragazza l'aveva lasciato come un cretino nella Sala Grande, si era fatta seguire e se ne era andata. Già era tanto darle la soddisfazione di sembrare interessante, addirittura farglielo essere... No, non poteva permetterselo. Perciò rimase fermo esattamente dov'era. Non l'avrebbe seguita. Non di nuovo, no. Anzi, si sarebbe fumato una bella sigaretta e poi avrebbe deciso... "Si, la sigaretta porta consiglio" si disse.
Era assurdo, si era presa gioco di lui! Con quale azzardo?! Eppure non riusciva a trovare nulla da dire. In amore e in guerra tutto è lecito, no? Ecco, la Granger aveva deciso di giocare sporco. Anche se non era da lei. Perchè lo stava facendo allora? Mentre si accese una sigaretta si diresse fuori il portone maestoso per poggiarsi allo schienale di una panchina.
<< Hai bisogno di ragionare a mente lucida, mio caro >>
Draco si voltò verso l'interlocutore. Theodore e Blaise lo aspettavano con le braccia al petto e un ghigno malefico sul volto. Il biondo li sorrise.
<< Non potrei essere più d'accordo >> acconsentì . Così decise di seguire i suoi amici nella sua camera da prefetto nei sotterranei di Serpeverde.
Già, seguire...ormai non facevano altro che trascinarsi in quella camera come se fosse una Sala Comune. Draco si spaparanzò sul letto mentre gli altri due si appoggiarono alla porta, che fu accuratamente chiusa.
<< Di che Casa è tua cugina, Zab? >> chiese Malfoy con sguardo obliquo.
Zabini sorrise. Draco non era stupido ed era il suo migliore amico.
<< E' inutile che mi guardi in quel modo. Finalmente la Granger ha preso in mano la situazione. Stava sfociando tutto nel ridicolo. Sei assurdo Draco, non riesco a capirti proprio >> cominciò il moro andandogli incontro. Draco sbuffò sonoramente, e nel frattempo Theo andò ad aprire un cassetto ben nascosto nel guardaroba del biondo.
<< Blaise, la vuoi finire? >>
<< Per la miseria, Draco! Smettila tu! >>. Stavolta fu Nott a parlare, con una bottiglia di Whisky Incendiario tra le mani. << Avete ballato la bellezza di mezz'ora. Vale a dire tutto il repertorio classico, e non ve ne siete nemmeno resi conto. >>
Il biondo inarcò le sopracciglia. << Mezz'ora? Impossibile >> decretò, convinto di quello che diceva. Prese la bottiglia dalle mani di Theodore e la stappò, facendo un sorso. Si stavano rincitrullendo, o cosa?
<< Non dovevate aprire solo le danze? >>. Blaise era l'insistenza fatta persona. Finchè non usciva fuori che aveva ragione lui, non si finiva da nessuna parte. A volte era come parlare al muro. Senz'offesa per i muri, ovviamente.
<< Sentite ragazzi, francamente mi sto spazientendo, e - s'interruppe per avvicinare la bocca alla bottiglia, nuovamente - vi sbagliate. A me la Mezzosangue non interessa. Che sia chiaro >>
Theo e Blaise si guardarono. Uno sguardo d'intesa.  Fecero dei sorsi di Whisky Incendiario un po' per uno e si  sederono a destra e a sinistra dell'amico.
<< Draco, hai mai aspettato una ragazza ad un appuntamento? >>
<< Theo, so dove vuoi andare a parare. E posso dirti che l'ho fatto solo per evitare che la McGranitt togliesse dei punti alla Casa e mi abbassasse la media >> Draco si era indispettito.
Blaise e Theodore sorrisero compiaciuti. Era incredibile quanto quei due riuscissero ad irritare Draco. Eppure erano i suoi migliori amici. Diciamo pure che la sua amicizia con Tiger e Goyle esisteva, ma quei due erano praticamente dei Troll. Creature abominevoli - perciò non degne di lui, a detta del padre - , capaci di rimpinzarsi di cibo dalla mattina alla sera senza ritegno, consumando i pochi neuroni che avevano nell'operazione complicata della sinapsi, che era inevitabile se volevano digerire. A dire il vero quasiasi cosa volessero fare, ne avevano bisogno. Ecco, si poteva anche dire che sarebbero stati esseri praticamente inutili, se non fosse per il fatto che li sfruttava per sorvegliare Potter e la sua allegra combriccola. Tracannò un altro pò di Firewhisky, bottiglia presa dalle mani di Nott.
<< Ragazzi, ma Daphne dove si è cacciata? >> chiese poi Zabini tutto d'un tratto. I due amici alzarono un sopracciglio per indicare la loro perplessità, senza contare il fatto che a nessuno dei due importava. Finalmente, dopo un'occhiata eloquente, il moro decise di sputare il rospo.
<< Mi sta aiutando con degli incantesimi >> spiegò in fretta.
<< Hey, da quando in qua ci rifili delle scuse quando ti porti a letto qualcuno? >> chiese Theodore in un ghigno.
<< E' evidente, scemo. Non se la porta ancora a letto, la corteggia. - sentenziò sicuro di sé Malfoy, passandosi una mano tra i capelli, col tono di chi la sa lunga - ma non capisco com'è che prima corteggi la Granger, te la porti al ballo e poi la lasci di punto in bianco! >> Nott e Draco risero forte, più per l'effetto dell'alcool che per quello della frecciata del Serpeverde platinato. Blaise sbuffò sonoramente.
<< Guarda che a me Hermione piace. E' intelligente, molto carina, è gentile e simpatica...ha molte qualità, e solo perchè voi siete troppo ciechi per accorgervene, non significa che io sprecherò il mio tempo per spiegarvelo. Comunque tra me e Daphne non c'è davvero nulla >> concluse infine.
L'affermazione del moro non era del tutto esatta però, in quanto la bionda provava un affetto smisurato verso di lui. Insomma, a buon intenditore, poche parole.
Nel frattempo Draco fece un gesto stizzito con la mano a Theo, che si spostò, permettendogli di distendere le gambe sul letto il meglio possibile.
<< Malfoy, le scorte stanno finendo. Quand'è che andiamo a Hogsmeade? >>  Nott era irritabile quando non beveva. Irritabile e vulnerabile.
<< Presto, Theodore. Presto >> sentenziò prontamente Draco Malfoy, portando le braccia dietro la testa.
Mentre Theodore si recò al bagno, Blaise si avvicinò a Draco per parlargli.
<< Quel che ho detto riguardo ad Hermione lo penso davvero. Ora, non so esattamente quante altre negazioni ti serviranno per arrivare a capire che stai sprecando il tuo tempo, ma quando arriverà il momento io non voglio esserci. - il moro gli poggiò una mano sulla spalla, guardandolo fisso negli occhi argentei - Ti conosco praticamente da sempre. Lo so, non è facile per te, ma io non intendo affezionarmi ancora di più a lei, perchè non sarei capace di allontanarmene quando tu sarai pronto per reggere la verità che miri tanto a nascondere a te stesso. >>
Draco, lì per lì, gli avrebbe confidato di una certa frustazione non ben definita, ma avrebbe rischiato troppo.
<< Non so di cosa parli Blaise. Forse stai solo farneticando. >>
Ma Zabini sapeva che la confusione di Malfoy derivava da ciò che gli aveva appena detto. Draco in quel momento si sentiva irritabile e vulnerabile perchè era tremendamente confuso.
                                                                                                      
              *_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
                     

<< Cioccorane >>. La parola che aveva sfiorato le labbra della mora riecheggiò nel lungo corridoio, mentre la Signora Grassa, con un cenno del capo e un sorriso, la lasciò passare.
Si passò una mano tra i capelli per poi riscendere su una guancia. Si, stava perdendo il senno, il lume della ragione. Ma che diavolo le era saltato in mente? Certo, Malfoy l'aveva provocata, ma da quando gli leccava le labbra in un gesto sensuale invece di mollargli un pugno come al terzo anno? Una sola parola echeggiava nella mente di Hermione : mistero. Si, era proprio un mistero. Uno stramaledettissimo  mistero. Si sedette su di una poltrona, una di quella davanti al camino acceso, abbandonandosi ad essa, poggiando la testa sullo schienale. Quando sarebbero arrivati i suoi amici, che cosa avrebbero detto? Sperava tremendamente che non sapessero nulla, che nessuno avesse visto nulla. In realtà  molti  avevano visto. E quei molti l'avevano raccontato ad altri molti, che inevitabilmente lo avevano rivelato ad altri molti e così via. No, non lo sapeva, non lo immaginava. E fu un peccato, perchè quando i suoi amici entrarono, guardandola da capo a piedi per una spiegazione, il massimo che riuscì a fare, fu un sorriso confuso. Che sapessero? Impossibile.
Harry poggiò una mano sullo schienale della poltrona, guardandola negli occhi.
<< Vuoi che gliene dia uno? >> le chiese il Bambino sopravvissuto, mostrando uan mano chiusa in un pugno.
<< Santo cielo, no Harry! >> balzò dritta. Che diavolo stava succedendo? Cosa sapevano? Che avessero distorto tutta la versione dei fatti giù in Sala? Rimasero tutti un po' basiti della sua reazione, persino lei. Il silenzio cadde fra i quattro fino a quando Ginny lo ruppe.
<< Be', io vado a farmi una doccia.  E' stata una bella serata - e qui la rossa mandò un'occhiataccia omicida ad Harry, lasciando Hermione interrogativa - ma sono stanca . Buonanotte >>
Tutti risposero in coro e la mora notò che l'amica le aveva fatto l'occhiolino in modo furtivo. Hermione ci capiva sempre meno. Ormai rimasero soli, Ron si sedette su una poltrona, mentre Harry si mise comodo su alcuni cuscini che erano sparsi sul tappeto tra la poltrona di Hermione e il camino.
<< Allora, che è successo tra voi due? >> chiese lei. La piccola palla di pelo arancione che rispondeva al nome di Grattastinchi, balzò sulle gambe di Hermione, accoccolandosi sornione.
Harry, tuttavia, guardava Grattastinchi quasi con invidia. Era un gatto, andava in giro a fare un bel nulla e non doveva sopportare questioni di cuore. Senza contare del fatto che l'intero Mondo Magico non posava sulle sue spalle.
<<  E' successo tutto all'improvviso. Non pensavo che Ginny potesse essere così... così possessiva, ecco. Avevamo appena sceso le scale quando un paio di ragazze le vanno incontro e iniziano a parlare. Mi pare fossero due ragazze di Tassorosso. Comunque, Gretje Wilkins, quella di Corvonero del quinto anno, presente? >>
Hermione cercò di ricordarsi la ragazza. Ci aveva scambiato qualche parola poche volte. Era una ragazza molto bella, una cascata di capelli scuri come le castagne, l'indaco delle sue iridi rendevano i suoi occhi da cerbiatta ancora più belli. Ecco cosa succedeva. Ginny aveva paura che Harry potesse paragonarla alla Corvonero, che potesse interessarsi a lei. Ginny non era mai stata così. Lei ammaliava i ragazzi e se ne liberava senza battere ciglio, a suo piacimento. Ma con Harry era diverso. Era sempre stata attratta da Harry, a volte, quando la rossa parlava con lei, le era sembrato di capire che fosse davvero innamorata.
Tuttavia, pur mettendoci un po' a ricordarsi della ragazza, Hermione fece un cenno d'assenzo, per incitare l'amico a proseguire.
<< Si, lei, mi ha avvicinato e abbiamo scambiato qualche chiacchiera. Ginny allora, ha preso un Tassorosso del sesto anno, che non ricordo nemmeno come diamine si chiami, e mi ha praticamente liquidato. Perciò ho passato il resto della serata con Gretje e a sentirmi trapassare con lo sguardo di Ginny la schiena. E' stato un inferno. Ma perchè dev'essere così complicata? Io proprio non capisco. Dov'è il problema se scambio quattro chiacchiere con un'amica? >>
"Povero Harry" pensò lei. Il ragazzo dagli occhi smeraldini si portò le mani alla testa che aveva abbassato, affondandole nei ribelli capelli neri. Emise un gemito disperato. Ron, che intanto si era addormentato, aveva appena espresso il desiderio di non essere disturbato, con un grugnito. " Affascinante" pensò divertita.
<< Lo sai che quella non ha mai avuto voglia di fare quattro chiacchiere con te, e questo non puoi negarlo, Harry >>
Lo sguardo di Hermione non era severo, al contrario di quanto si aspettasse Harry prima di alzare il capo per incontrare le pozze dorate che l'amica aveva al posto degli occhi. Nonostante ciò, si sentiva terribilmente turbato. Litigare con Ginny lo rendeva irritabile e vulnerabile.
<< Herm, tu lo sai bene. Non ti ho mai nascosto che provo qualcosa per Ginny, ma non ci tengo per niente a metterla in pericolo. Preferisco non averla. Preferisco soffrire piuttosto che immaginarla nei guai, o peggio, per causa mia >> Il tono del ragazzo occhialuto era profondo di rammarico. Hermione sapeva esattamente come si sentiva Harry, lo capiva, ma Ginny non era una sprovveduta ed aveva ereditato la testardaggine e la determinazione dalla donna di cui portava il secondo nome: Molly Weasley.
<< Quindi non le lasci proprio scelta >> disse Hermione, riassumendo la situazione in modo alquanto pratico... Di certo Harry sapeva dove l'amica voleva andare a parare. Lo sapeva perfettamente.
<< Non fare così! E' già abbastanza stressante, grazie. >>
<< Harry, per Merlino! Lo sai che a lei non importa cosa succederà, vuole che voi vi apparteniate. A qualsiasi prezzo. Ginny è forte e indipendente, la stai trattando come una bambina e sai che lo odia >>
Hermione si sedette a terra poggiando la schiena alla poltrona, accanto a lui, che sbuffò forte. Aveva ragione e Harry non poteva affermare il contrario, ma mettere in pericolo le persone che amava, gli provocava una stretta al cuore incessante. Lui era stata la causa per cui i suoi genitori erano morti, la causa per cui Cedric era morto, e la causa per cui tante altre persone erano morte.
<< Lo so, Herm. Ma devo farlo. Se non posso scegliere per lei, sceglierò per la mia coscienza pagando il prezzo della sofferenza >>
<< Harry, sarò sincera. Non ti posso soffrire quando fai così. Sei troppo testardo! >> sbottò lei.
<< Si, ma anche tu lo sei >> puntualizzò l'amico.
<< E' vero - disse alzando il mento - ma io ho sempre ragione! >> Hermione dedicò ad Harry uno dei sorrisi che lui più adorava mentre si alzava da terra.
<< Prometto che troverò un argomento che non potrà non distoglierti dalla tua egoistica visione, e darti modo di capire che ho ragione. Ora però vado a letto. Sono proprio stanca - sbiascicò, portandosi una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio - , buonanotte Harry. >>
La riccia schioccò un bacio sulle guancie all'amico e si diresse al proprio dormitorio, dove un'esaltata Ginny l'aspettava sul suo letto.
<< Oh mamma, sei ancora qui! >> disse Hermione alzando gli occhi al cielo e facendo dietrofront, tutto dava l'impressione che fosse un'imprecazione e perciò la rossa non riuscì a trattenere un risolino.
<< Torna qui! Lo sai che non ti lascerò un attimo. Devi raccontarmi che sta succedendo tra te e Malfoy! >>
Hermione, che le aveva dato le spalle, quasi sussultò a quell'affermazione.
<< Non c'è proprio niente tra me e la serpe >> rispose indignata, voltandosi per andare al suo letto.
<< Si... lo sai, mi hanno fatta preside di Hogwarts! >> squittì Ginny, prima di rivolgere ad Hermione uno sguardo eloquente.
Lei non lo prese nemmeno in considerazione. L'Insinuazione e Ginny Weasley andavano a braccetto. Inutile nasconderle qualcosa poi, l'avrebbe capito in quattro e quattr'otto. Il sorrisino della rossa la stizzì talmente tanto che dovette sputare il rospo.
<< Sei una persona terribile, Ginny. Terribile! >> . Hermione, che aveva portato le braccia al petto, si andò a sedere accanto all'amica, sul letto. L'espressione furente e lo sguardo assassino la dicevano lunga, decisamente.
<< Sei adorabilmente gentile, Mione. Ma soprassediamo; dobbiamo parlare d'altro >>. Il ghigno dipinto sul volto della rossa, sembrava raccontarla lunga.
Hermione, ormai rassegnata e furente, guardò l'amica.
<< Beh, non c'è nulla tra noi. Semplicemente sta mettendo a dura prova la mia pazienza. Non gli permetterò di prendersi gioco di me solo perchè è ricco ed è un Serpeverde >>
<< Hai dimenticato di dire che è incredibilmente affascianante... >>  pronunciò in un sibilo la rossa.
Hermione la ignorò completamente, evitando di risponderle.
Ginny roteò gli occhi. Era assurdo quanto la strega più brillante della sua età si riducesse ad un procione impaurito quando si trattava di sentimenti. Scappava a gambe levate. Terribilmente frustrante se poi era lei a doverci mettere una pezza su!
Purtroppo era fatta così. Ron l'aveva preticamente sfinita e demotivata, inoltre tutta la determinazione di Hermione Jean Granger era completamente e totalmente andata a farsi benedire. Nemmeno l'ombra della sua leggendaria determinazione. Se Ginny fosse stata una sentimentalista, forse avrebbe tirato su col naso.
<< Be', se tra voi due non c'è nulla, suppongo che tu non faccia storie per venire ad Hogsmeade con me, domenica >>
Hermione parve pensarci un po' su. Il ghigno dipinto sul volto etereo di Ginny non prometteva nulla di buono. Soprattutto perchè si trattava di Ginny.
<< Ma non era fra due domeniche? >> chiese Hermione basita.
<< Purtroppo questo mese le uscite sono state divise per Case. Ogni domenica ne uscirà una. Noi questa, i Tassi la seconda, le Serpi la terza e i Corvi la quarta ed ultima domenica.  ... Che peccato, vero? >>
<< Si. Avrei voluto passare un po' di tempo anche con Luna. E' tanto che non la vedo... >> rispose Hermione, sovrappensiero.
Però non le era sfuggito il punto della questione. Se lei e Malfoy combinavano qualcosa, di sicuro non si sarebbero mossi da Hogwarts, ed Hermione non sarebbe riuscita a far passare la verità di sempre anche quella volta. " Peccato per Ginny. - pensò - Tra me e Malfoy non c'è altro che astio.... "
<< Avrei da studiare, ma cercherò di anticiparmi tutto >>
Ginny prese a giocare con una ciocca fiammante.
<< Bene, anche perchè dovremmo comprare qualcosa si carino. Fra qualche giorno - vale a dire quando andremo ad Hogsmeade - i Corvonero danno una festa. a quanto pare sarà un successo. Ci va praticamente tutta la scuola... >>
<< Buon per te. Di sicuro ci sarà qualcuno d'interessante >>
La Weasley praticamente leggeva nel pensiero Hermione.
<< Ok, sei un Prefetto bla bla bla, ma non puoi sempre rintanarti in questa stanza del cavolo, so-tutto-io dei miei stivali! >> sbottò Ginny, che intanto si era messa a lta sulle ginocchia, portandosi le mani ai fianchi.
<< Brutta sfacciata di un mostriciattolo! >> urlò Hermione, intenta a tirarle un cuscino in faccia, mentre, scoppiando entrambe a ridere, si dedicarono ad una lotta di cuscinate, prima di cadere, sfinite, sul letto e perdersi tra le braccia di Morfeo.







*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
Spazio dell'autrice
Questo capitolo è molto lungo. Non ci sono avvenimenti particolari se non mettiamo in conto che abbiamo scoperto che Harry, Nott e Draco sono irritabili e vulnerabili ( XD ), che blaise non corteggierà più Hermione e che finalmente, qulcuno si è degnato di dire che deve smetterla di fare la musona del cavolo.
Vi racconto un po' le cose come stanno. L'ispirazione - sarà l'Uni, sarà il lavoro - è scemata un po', anche perchè mi vengono in mente un miliardo di idee che però non posso ancora inserire nella storia. E' tremendamente frustrante. Intanto, approfittando dello scioglimento glaciale del blocco dello scrittore, stendo il 10° e ultimo capitolo...

SCHERZERTTO! Ultimo un ciufolo! Comunque spero che vi sia piaciuto il chap, anche se non è un gran che, e non ci sono grandi colpi di scena come qualche capitolo precedente. Però lo ritenevo necessario in quanto il capitolo prossimo tratterà della bella scampagnata dei Grifoni a Hogsmeade... e Draco non ci sarà...
Ora che lo sapete, probabilmente non seguirete più la storia, ma chissene, tanto ricomparirà! ... Non fate caso alle sciocchezze che sono solita sparare. Insomma, sono le 2.00 do notte, senza contare che ho appena messo un'ora indietro e che la notte precedente ho dormito poco e male. Semplicemente, abbiate pietà di me!
Dopo il delirio, passiamo ai ringraziamenti - d'obbligo, tra l'altro - :D
Andy blackshoot: Ma che finito!!! Per niente! Anzi, eccoti il nuovo capitolo ù_ù
piccola pucci: banvenuta! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. Se i miei dubbi sono fondati, e cioè che i due finiscano col fare "qualcosa", be', di sicuro allora questo capitolo ti avrà un po' delusa. Però non preoccuparti, Draco sta cercando di darsi un minimo di contegno perchè " è pur sempre un Purosangue" ma prima o poi, i conti con se stesso deve pur farli! ;D
Spero di vederti anche in questo capitolo! Un bacio!!!
InsopportabilmentePerfetta: eccoti accontentata, tesoro. Blaise ha fatto una scelta da amico. Conosce Draco meglio di quanto il platinato conosce se stesso. Questo è un bene ed è essenziale per la tua sanità mentale XD Con ciò si chiude il "capitolo Blaise"...sempre che non se ne apra uno nuovo... ;D
Ti lascio con un po' di curiosità, mestamente svelata nel prossimo capitolo!
Chiedo a tutti coloro che leggono il capitolo o la storia in generale, di lasciare una recensione, anche solo se dovete dire che questa FF non vi piace o che avete notato qualche errore, eccetera. In questi due casi, le critiche saranno costruttive perchè cercherò di capire cosa effetivamente può non piacere e posso correggere gli eventuali errori. Se la storia vi piace..be', motivo in più per farmelo sapere! Le recensioni sono sempre ben accette, perchè mi spronano ad andare avanti!
Un bacio e al prossimo Chap!
Vale <3

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Capitolo 10
*** Gita ad Hogsmeade ***


Chapter 10 - Gita ad Hogsmeade }
La settimana era trascorsa tranquillamente, le lezioni, al solito, erano accompagnate da schiamazzi, risa, punizioni e sbadigli. Niente di più normale.
Intanto, Hermione dalla sera del Ballo, non aveva chiesto nè a Ginny cosa fosse successo con Harry, nè ad Harry cosa sapesse riguardo a quanto era successo tra lei e Malfoy. Non le era sembrato il caso di rovinare l'umore ai due. Decise, perciò, che la giornata da passare ad Hogsmeade sarebbe stata ottima, insieme ad una Burrobirra.
Hermione stava ancora dormendo quando le prime luci dell'alba s'infiltrarono nella stanza, attraversando i bei vetri colorati.
Hermione stava ancora dormendo quando qualcuno le tirò un cuscino sulla testa.
<< Ma che...?! >> Con la voce ancora impastata di sonno, la riccia masticò qualche imprecazione. Si voltò lentamente, cercando di aprire gli occhi piano piano per farli abituare alla luce del primo mattino. Una sagoma alta,  ombrata e sfuocata, riempì tutta la misera visuale d'Hermione, che richiuse gli occhi.
<< Ti vuoi muovere?! Dobbiamo essere giù all'entrata tra venti minuti! >>
"Avada Kedavra" maledisse Hermione mentalmente. Chiunque fosse, a causa del sonno, non riusciva a riconoscerla.
<< Pelandrona del cavolo, alzati! >>
Avada Kedavra.
Con un gesto stizzito della mano, Hermione cercò di scacciare via quella fastidiosissima mosca. Non servì a molto.
Chiunque si trovasse lì, l'afferrò per i piedi da sotto le calde coperte e cercò di trascianrla fuori dal letto. Ma lei si aggrappò alla testiera.
Avada Kedavra.
<< Maledizione, ma da quando vuoi dormire così tanto?! >>
Avada Kedavra.
Ma la sua presa mollò la testiera e cadde rovinosamente con la faccia sul letto.
<< Ginny, ma che diavolo vuoi?! >> sbottò, senza rendersi conto d'aver riconosciuto la voce dell'amica.
<< Allora sei viva, miseriaccia! Forza, dobbiamo andare ad Hogsmeade! >>
Un lampo attraversò la mente della bruna.
<< Oh cavolo! Devo muovermi! >>
Le coperte volarono letteralmente dal letto, Ginny sbiascicò un "finalmente, buongiorno anche a te" mentre l'amica si catapultò in bagno.
Hermione si diede una sistemata alla bella e meglio e usci dalla stanza .Visto il caldo estivo che ancora sembrava aleggiare nell'aria, scelse di indossare dei comodi pantaloncini di jeans chiaro che le arrivavano appena sopra le ginocchia, un top grigio senza spalline, con un fiocco sul seno,  e un giacchetto a mezze maniche rosa molto chiaro, legato alla vita da un fiocchetto grigio come le scarpette basse che portava ai piedi. Sistemò i capelli definendo i ricci uno ad uno, passò un velo di matita sugli occhi e fu pronta.
<< Bene, ora sono pronta. >> sbuffò Hermione ad un'incredula Ginny.
<< Ci hai messo meno di dieci minuti per prepararti e trenta per alzarti dal letto. Ti rendi conto? >>
<< Perchè devi puntualizzare? L'importante è che sono pronta - tirò su il naso - e poi così, avremo una decina di minuti per fare colazione. Ora sbrighiamoci! >>
Si trascinarono velocemente verso la Sala Grande, fecero una buona colazione e insieme agli altri aspettarono di andare ad Hogsmeade.
La piccola cittadina, come al solito, era gremita di gente. Hermione adorava quel posto. Adorava tutto di Hogsmeade. I negozietti, le taverne, le persone, la stamberga Strillante...qualsiasi cosa apparteneva a quel posto, lei lo adorava. Le comunità magiche la affascinavano terribilmente, essendo cresciuta tra i Babbani. Tirò su col naso per far entrare l'aria che sapeva di camino acceso nei polmoni.
<< Sembri contenta di essere qui, e non ha ancora nemmeno visto il bello della giornata... >> le sussurrò maliziosa Ginny ad un orecchio.
La riccia s'insospettì, ovviamente. Avrebbe preso Ginny a schiaffi quando si comportava in quel modo. Ignorò bellamente le parole dell'amica.
<< Andiamo ai Tre Manici di Scopa, rossa! >> le disse con un mezzo sorriso. La Weasley accettò di buon grado, per qualche strano motivo.
Si fecero strada tra i passanti e, finalmente, arrivarono. Mentre Ginny si sedette ad un tavolo, Hermione posò il suo giaccone e si diresse al bancone.
<< Carl, due Burrobirre per favore. >> richiese la riccia all'uomo girato di spalle. L'uomo, che le parve decisamente più giovane - ma preferì non indagare - , trafficò un po' dietro il bancone e si voltò per poggiare le bevande sul tavolo e versarle in un boccale bello grande.
<< Carl non c'è, è ammalato. Io sono Heyran >>. Un ragazzo dai lineamenti candidi, occhi come il mare e capelli come i suoi, color cioccolato, le apparve davanti. Non potè evitare di pensare che fosse bellissimo. Sembrava perfetto. Le labbra carnose, gli occhi grandi che trasudavano curiosità, il sorriso gentile.
Quel ragazzo era decisamente perfetto. Non avrebbe potuto trovargli un difetto.
<< Io... >> tentò lei.
<< Tu sei Hermione Granger. Si. >> le sorrise, lasciando lei a bocca aperta e un'espressione perplessa dipinta sul viso.
<< Carl è mio padre e tu sei amica di Harry Potter e dei Weasley. Sei più bella di quanto mi hanno detto.  >>. Il giovane parlò tutto d'un fiato lasciando Hermione a bocca aperta. Le aveva detto di essere bella. Lo pensava, davvero?
<< E' un peccato che io non sappia nulla di te, mi dispiace >> ammise un po' imbarazzata.
<< Allora permettimi di farmi conoscere >> le sussurrò lui, appoggiando i gomiti sul bancone e avvicinandosi a lei. Il suo tono non era affatto malizioso e nemmeno il suo sorriso lo era. Sembrava solo volerla guardare negli occhi. Ammirare il miele nei suoi occhi. Hermione si portò un riccio ribelle dietro l'orecchio.
<< Se la metti così non posso dire di no. >> fece spallucce lei, esibendo un sorriso. Lui le ricambiò.
<< Ma tu vai ad Hogwarts... quando avrai il tempo per venire?! >>
<< Be', magari alla prossima gita, ti mando un gufo! >> propose lei, cercando di non sembrare troppo imbarazzata.
Heyran le sorrise.  << Ma chissà quando sarà la tua prossima uscita! >>
Hermione abbassò la testa sorridendo. Non si sarebbe mai aspettata di trovare un nuovo ragazzo ai Tre Manici di Scopa, e come se non bastasse  le stava anche chiedendo di uscire. Scosse la testa guardando il ragazzo negli occhi e prese le due Burrobirre.
<< Mi dispiace Heyran, ma non posso lasciare la mia amica da sola. Non oggi >> gli sorrise per poi allontanarsi da quello sguardo magnetico.
La rossa sbuffava impaziente già da qualche minuto e si chiedeva dove fosse finita la sua amice, per Merlino!
<< Ecco qua. >> disse semplicemente la riccia Grifondoro.
<< Scommetto che hai conosciuto Heyran! >> l'accusò Ginny con un sorriso ebete stampato in faccia. Hermione divenne porpora.
<< E tu che ne sai? >>
<< Te l'avevo detto che il bello doveva ancora venire. Heyran è il figlio di Carl, nonchè amico di famiglia. >>
Si misero a parlare del più e del meno, Hermione le raccontò del ragazzo che di tanto in tanto le lanciava sguardi eloquenti, ed infine decisero d'aver passato fin troppo tempo lì dentro. Dovevano comprare dei vestiti! La rossa trascinò Hermione a forza, quasi, mentre questa salutò Heyran con la mano.
Da qualche parte, in un'angolo appartato della taverna, qualcuno stringeva le mani già diafane in un pugno che rendeva le sue nocche ancora più bianche e gli occhi argentei ridotti in una strettissima fessura, mentre guardava quella scena, pensando di voler attentare alla vita del nuovo locandiere.
<< Hey, ragazze! >> un ciuffo rossiccio comparve dietro una casupola.
<< Ciao Ron. >> disse in tono strascicato la sorella.
 Il rosso la ignorò completamente:
<< Hermione, ti andrebbe di venire con me da Madama Piediburro? >> chiese lui , rosso in viso. Sperava palesemente in un si.
Hermione parve pensarci un po' su, ma a dirla tutta, non ci sarebbe andata, e già lo sapeva. Era arrabiata con Ron, non lo sopportava quando si ricordava di lei solo per motivi unicamente a lui conosciuti.
<< Mi spiace Ronald, ma io e Ginny abbiamo da fare. Forse Lavanda ti può aiutare, cercala >> disse facendogli un occhiolino, mentre Ginny, euforica per la risposta che la riccia aveva dato, aveva iniziato a correre verso una meta ignota.
<< Ginny, la smetti di trascinarmi? Santa ragazza, fermati! >>
E così successe. Ginny si voltò per guardarla negli occhi.
<< Siamo arrivate! >> disse euforica. La trascinò in un negozietto tutto dipinto di un verde menta molto chiaro, quasi pastello, gli infissi delle finestre e delle porte dipinti di bianco. Dei deliziosi rami con fiori di ciliegio erano dipinti appena sopra la porta d'ingresso.
Un'amabile tintinnìo si fece sentire non appena Ginny aprì la porta.
<< Ginevra! >> la chiamò una voce dentro il negozio. Una signora di mezza età dal viso rotondo e paffutello ed un sorriso gentile li accolse.
<< Salve signora Withlock! E' un piacere rivederla. >> la salutò Giny. Era evidente che le due si conoscevano già, ma Hermione, mentre le due si scambiavano i soliti convenevoli, si guardò intorno. Il soffitto era molto alto, le pareti erano dello stesso verde che colorava la struttura esterna. Alle pareti erano attaccati dei bastoni appendiabiti, uno in alto, dove c'erano abiti lungi ed elegantissimi, ed uno in basso, dove c'era ogni tipo di indumento, ovviamente diviso per tipo di capo e colore. Di fianco alla cassa c'era una porticina. Hermione, curiosa com'era, si avvicinò e girò il pomello della porta, lasciando che si aprisse. Non aveva mai visto tante scarpe in vita sua. Rimase scioccata. Tutte suddivise per colore e tipo. Stivali, mezzi stivali, ballerine, decolletè... Una marea di scarpe. Un sogno.
<< Oh, vieni qui, cara. Scegliamo prima un vestito >> disse la signora Withlock, portando una mano sulla sua spalla.
Ginny non ci mise nulla a scegliere quello che avrebbe indossato.
<< Sarò una cattiva ragazza >> aveva detto ammiccando. Scelse degli shorts di jeans col cavallo basso che lasciavano scoperte le gambe chilometriche, un corpetto senza bretelle grigio chiaro con ai lati delle toppe simmetriche nere ed una mezza cerniera al centro. Abbinò, poi, una giacca a doppi bottoni con ricami dorati, che ad Hermione fecero venire in mente le giacche delle Majorettes o del circo, mentre le scarpe erano molto alte e nere. Una sorta di tronchetto un po' tirato sul piede che aveva strisce di tessuto nero alternate di stoffa piena e velata. Quel completo, su di lei, era a dir poco perfetto. Hermione non se lo sarebbe mai immaginato addosso.
Dopo vari abiti provati da Hermione, la Signora Withlock le propose un abito molto semplice, ma bello. Era come diviso in due parti: una gonna alta beige sporco e una sorta di camicetta color pesca, scollata sul davanti e dietro, dove c'era un grazioso incrocio di fasce di tessuto setoso. Ginny le scelse un paio di semlicissime decolletè beige con tacco alto.
<< Lo sapevo che questo era perfetto per te! Sei un amore! >> le disse la rossa.
Intanto qualcuno, dal vetro del negozietto, aveva visto Hermione sorridere compiaciuta, appena uscita dal camerino di prova. Peccato che non avesse visto il vestito che si era appena comprata.
<< Be', quanto le dobbiamo? >>
<< Fanno 17 Galeoni in tutto >> rispose amorevolmente la donna.
Le due ragazze rimasero a fissarsi un po'. I prezzi erano davvero ottimi, constatarono. Pagarono e presero le buste che contenevano i pacchetti con i loro acquisti. Appena Hermione aprì la porta, andò a sbattere contro qualcuno. Qualcuno dai capelli platinati.
<< Malfoy? >> disse scioccata, piacevolmente scioccata. E questo contribuì a scioccarla ancora di più... Si, be', era al Festival dello Shock.
Ma i Serpeverde non dovevano stare ad Hogwarts? Insomma, che diacolo ci faceva ad Hogsmeade?! E che cosa ci facevano fuori al negozietto isolato della Signora Withlock? Che l'avesse seguita? Che avesse fatto colpo su di lui al Ballo? Scosse la testa per scacciare quel pensiero assurdo.
Il biondo le rispose con un'alzata di spalle. La sua espressione sembrava trasudare stupore. Quasi come se fosse stato colto in flagrante per qualche marachella.
<< Che ci fai qui? >> chiese Ginny, meno sorpresa della Granfer.
<< Non che siano affari vostri, ma abbiamo delle piccole commissioni urgenti da sbrigare. A mai più >> rispose acido, prima di voltarsi ed andarsene.
Hermione e Ginny si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere e scrollarsi le spalle.
Aveva riso tanto quella giornata, si erano divertite e aveva dato buca a Ron per una volta. L'unica cosa di cui avevano bisogno era una bella doccia calda.
Così le due amiche si recarono a scuola, entrambe nella camera da Prefetto di Hermione, per darsi una bella sistemata.
Quella sera, una bella festa le aspettava.

Hogsmeade

Ravenclaw's party






*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
Spazio dell'autrice
Che Draco l'avesse seguita? Voi che mi dite, a proposito di ciò? E Heyran? Che dite, merita un appuntamento con la nostra protagonista? Che mi dite degli outfits? Vi piace quello che indossava Herm? E quello che ho scelto per la festa? Su, ditemi un po' che ne pensate :D
Andy blackshoot: Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto. Sai, vorrei che le cose tra i due andassero piano. Infondo, si odiano! Gli altri personaggi credo siano importanti, anche perchè sono gli amici dei protagonisti. Che cosa sarebbero loro senza gli amici?! Spero che anche questo Chappy ti piaccia :D Un bacio! ^^
mikilily: Questa, si che è da ridere! Però sono contenta che i lettori - be' sicuramente non tutti, ma mi accontento - leggano la storia di propria spontanea volontà. Ora abbiamo un nuovo "incomodo" ... vediamo le cose come si mettono! Per accontentarti, ho anticipato un po' l'aggiornamento! Spero lo gradisca :D
Fatemi sapere cosa ne pensate con una semplice recensione. Poche parole bastano a rendermi contenta! E grazie a chi la legge. Tutti. Lettori invisibili, chi la preferisce/ricorda/segue!
Un bacio e al prossimo Chap!
Vale ^^

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Capitolo 11
*** La festa dei Corvonero ***


Chapter 11 - La Festa  Corvonero }

Più tardi, mentre si preparavano, Hermione non poté fare a meno di chiedere perchè Harry, la sera del Ballo, volesse dare un pugno a Malfoy.
<< Cosa? Ma no! Voleva mollare un pugno a Zabini. Sai, non gli è andato giù il fatto che ti abbia lasciato nelle mani del Platinato. Ma perchè credevi che volesse picchiare Malfoy? >> chiese di rimando Ginny.
Di sicuro c'era qualcosa di nascosto, Ginny lo sentiva come Ron sentiva l'odore del cibo da chilometri di distanza.
"Doti di famiglia" pensò.
<< Nulla. Semplicemente pensavo che c'entrasse il fatto che abbiamo ballato assieme >> mentì Hermione, che sapeva perfettamente quanto fosse perspicace e difficile da imbrogliare la rossa.
Ginny si recò in bagno per prendere una pozione particolare che serviva a lisciare i capelli. La riccia pensò di averla fatta franca.
<< Be', ora, però voglio sapere esattamente cosa è successo. Ho fatto finta di niente per tutto il tempo, ma la faccia del furetto sembrava quella di un bambino sorpreso a rubare le caramelle. >> cominciò la Weasley, rientrando in stanza.
<< La scamperò mai con te? Altro che Grifondoro, tu sei proprio una serpe nata! >> le rispose, sperando di riuscire a sviare il discorso.
<< Credo di no >> affermò la rossa, prendendola per mano e portandola a sedersi sul letto. << Dillo a Ginny che succede >>
Sbuffò più volte in segno di riluttanza, ma l'amica non mollò. Si costrinse, prima che Ginny lo avesse fatto con la forza, a sputare il rospo.
<< Ma nulla di che. Tutto inizia giusto qualche settimana fa. Non ricordo nemmeno perchè ma ci ritrovammo a parlare, o meglio a lanciarci le solite malefiche frecciate, quando mi fece una strana domanda >> cominciò la riccia, prendendo una brevissima pausa.
<< Che domanda? >> chiese incuriosita la rossa, che sembrava intenta ad arrivare ad un punto ben preciso per analizzare la faccenda.
<< Mi ha chiesto se, mettendo l'odio da parte, lui potesse piacermi. Gli ho detto di no, perchè non potrei non odiarlo. Lo odio per quello che è, e se non lo fosse, non sarebbe quello che è. Insomma il concetto è ingarbugliato >> si bloccò lei, guardando il viso perplesso di Ginny. << Però, vedi, non ricordo nemmeno l'esatto motivo, gli ho detto, o meglio mi sono inventata, che ad Hogwarts ci sono delle voci che ci rendono protagonisti. In pratica c'è chi dice che io non posso piacere a lui e viceversa. Al Ballo mi ha chiesto che ne è stato e poi mi ha detto, mentre ballavo, che non ero senuale e che con molta probabilità non potrei esserlo >> concluse d'un fiato.
L'espressione della Weasley ormai era un libro aperto. E Ginny, d'altro canto, sapeva esattamente cosa dire, ma sapeva che c'era dell'altro.
<< E quindi? Perchè ti sei fermata? Cioè, che novità che Malfoy ti dice una cosa del genere... >>
Hermione roteò gli occhi. Quella ragazza era dannatamente impossibile.
<< Quindi, >> cominciò, marcando la parola << mi sono avvicinata a lui piano e gli ho... ecco... si, insomma... leccato le labbra. Ecco, l'ho detto >> confessò mentre si mordeva le labbra e diventava viola dall'imbarazzo. Ginny urlò di gioia.
<< Santo Malfoy! Che Merlino benedica quella stramaledettissima serpe! >>
<< Ginny!!! >> l'ammonì la riccia. La rossa intanto scoppiò in una grassa risata.
<< Andiamo Herm, non te la prendere, ma zia Muriel è più attraente di te. Non puoi andare per sempre in giro con quei maglioni enormi a coprirti completamente. Inoltre non ti lasci mai andare! Per fortuna che quella serpe è l'unica persona che riesce a smuoverti. >>
Hermione non si offese, ma rimase a rimuginare sulle parole di Ginny per un po'.  Non si dedicava granchè al suo aspetto. Pensava che l'unica cosa di cui aveva bisogno erano i suoi libri. E i suoi libri, di sicuro, non avevano bisogno di vederla tutta addobbata ad albero di Natale.
A dirla tutta, non ne aveva mai sentito il bisogno in quanto, le uniche persone che la trovavano bella per quello che era, erano Harry e Ron. Forse anche Blaise Zabini, ma non c'avrebbe mai messo la mano sul fuoco.
<< Non è proprio da amica, una cosa del genere, ma se tu dici così, allora farò del mio meglio per superare zia Muriel >> affermò sorridendo e col suo solito mento alto a mostrare una sfida appena accettata.
Si truccò dopo aver fatto una rapida doccia, si alzò i capelli in una crocchia, indossò dei lunghi pendenti dorati ai quali erano incastonate delicate pietre ambrate e si vestì. Il risultato le piacque parecchio, e dovette ammettere a se stessa che, in fondo, quel tipo d'abbigliamento avrebbe potuto sfoggiarlo più spesso.
<< Vedi? Sei stupenda. Ora mettiti questi >>. Ginny le porse dei bracciali rigidi in oro che riprendevano il colore degli orecchini. Lei li infilò senza fare storie, un'ennesima lezione di stile da parte di Ginny l'avrebbe sfiancata.
Ginny, al solito, era bellissima. Aveva finito di prepararsi ed aveva esattamente l'aria di una bad girl. Il trucco un po' pesante risaltava i suoi begli occhi cerulei.* I capelli erano lisci ma arricciati a metà della lunghezza, così da sembrare un po' arruffati.
Le due, sotto braccio, si diressero verso la Sala Comune. Quando vi ci arrivarono, molti grifoni si voltarono per guardare le due. Calì e Lavanda impallidirono alla vista delle amiche.
In un attimo si sentirono rumori di mascelle che toccavano terra, un primino, prossimo allo svenimento, si appoggiò ad una poltrona vicina, Ron ed Harry caddero dalle sedie, letteralmente.
Il vestito metteva in risalto le curve della riccia che erano sempre state occultate da quella terribile divisa di una taglia più grande.
<< Hermione, non ti facevo così... così... >> cominciò Harry avvicinandosi.
<< ...così ben fornita >> finì Ron, raggiungendo i tre.
Hermione arrossì appena. Ginny voltò uno scappellotto a Ron.
<< Sei sempre il solito porco! >> . Ron la guardò in cagnesco.
Harry si avvicinò a Ginny e le diede un bacio sulla guancia.
<< Sei davvero splendida. Lo siete entrambe >> ammise il moro.
Ginny si sentì lusingata dall'attenzione che il ragazzo le aveva rivolto. Non erano fidanzati, Harry lo trovava troppo pericoloso per lei, eppure si volevano, cercavano continuamente l'uno l'approvazione dell'altro.
Hermione ringraziò Harry velocemente poichè la rossa la trascinò fuori dal buco del quadro. Dopo un po' arrivarono alla Torre dei Corvonero, risolsero brillantemente l'indovinello e passarono oltre il dipinto.
Tutta la strada era stata decorata in stile Marocco. I Corvonero avevano utilizzato un ottimo incantesimo di estensione del salone, a detta di Hermione. Cuscini finemente decorati spuntavano ovunque, grandi e  sfarzose tende velate scendevano dal centro del soffito fino a terra, delineando dei veri e propri salottini. Accanto ad una delle grandi vetrate, c'era un tavolo pieno di stuzzichini e alcolici di ogni tipo.
Dalla parte opposta, sempre adiacente ad una vetrata, Terry Steeval aveva il pieno controllo della musica. La luce lunare che filtrava dal vetro multicolore dietro di lui, gli confidava una sorta di spettralità, al buio della Sala.
Tra lo stupore generale, Hermione cercò di rilassarsi per sentirsi a proprio agio con quel vestito comprimente. Secondo lei, lo scollo del suo abito risaltava troppo il decolletè, rendendolo fin troppo pronunciato.
Lei si avviò al tavolo per prendere qualcosa da bere mentre sentì molte ragazze abbandonarsi a sospiri e gridolini.
Non si voltò. Di sicuro qualche belloccio era arrivato. Qualche istante dopo un braccio le avvolse i fianchi.
<< Ti vuoi divertire, tesoro? >> la voce sicura e roca al contempo le fecero venire i brividi. Il ragazzo in questione le aveva parlato da dietro in un orecchio. Hermione, comunque, riuscì ad identificare la voce del ragazzo.
<< Devi essere messo davvero male se t'abbassi a parlare con una Sanguesporco, Theo! >>
Hermione e Nott non erano mai stati grandi amici, anzi i due spesso si eraro trovati a chiacchierare piacevolmente, ma nulla di più.
<< Granger, sei tu! >>. La faccia di Nott provocò le risa della riccia. Sconvolto era un eufemismo.
<< Salazar, sei uno schianto! >>
<< Grazie >> rispose lei con un sorriso imbarazzato.
Theodore, intanto, pensava che se a Draco non interessasse la ragazza, ci avrebbe provato spudoratamente con lei.
<< Allora sta attenta. Qualcuno potrebbe rapirti! >> esclamò il moro.
<< Mi rapiresti tu? Almeno sarebbe una persona amica a farlo >>
<< Non posso. Ci sono persone che hanno la priorità. Devo lasciargli questo grande piacere >> le disse Theo dopo averle schioccato un bacio sulla guancia. Il Serpeverde sparì tra la folla lasciando Hermione nel dubbio. Più tardi, comunque, non riuscì a trovarlo. Il tarlo si insinuò nella mente della ragazza con prepotenza. Qualcuno era interessato a lei?
<< Dovresti smetterla di crucciarti troppo. Sei così bella che le rughe sulla fronte proprio non ti si addicono >>
Colin Canon le si era avvicinato per prendere del punch alla ciliegia. Lui l'aveva sempre ammirata, l'aveva sempre trovata bella, straordinaria e l'aveva sempre appoggiata. La sosteneva di continuo ed era sicuro che fosse destinata a qualcosa di grande. Hermione lo considerava un ragazzo dal buon cuore, una persona su cui poter contare. Inoltre lui aveva sempre cercato di farle capire che, come amico, sarebbe sempre stato disponibile.
<< Ciao Colin, come va? Ti diverti? >> chiese in un sorriso.
<< Abbastanza. Però non riesco a trovare il motivo per cui tu non abbia ancora un cavaliere >>
<< Sai, sono qui perchè Ginny mi ha quasi costretto. Tu, invece? Che scusa hai, giovanotto? >> Colin sorrise.
<< Sono qui per accompagnare Denis, lui ci voleva venire >> spiegò semplicemente.  << L'ho notato, sai. Cerchi qualcuno di tanto in tanto. Però sembra che tu non sappia chi. Ma io so chi cerca te, invece >>
Hermione rimase a fissarlo con gli occhi spalancati. Era una nuova moda quella di fare i misteriosi e sapere cose di lei che lei stessa non sapeva?
<< Sentiamo Colin, chi è che mi cerca? >> disse incrociando le braccia, portandole al petto. Colin non disse nulla, ma fece cenno col capo di voltarsi a guardare. Quando si voltò, ciò che le saltò agli occhi tra la folla, fu una zazzera platinata. Quasi le venne un colpo.
<< Malfoy? >> chiese a Colin, voltandosi. Lui le fece un occhiolino e sparì, coperto da una marea di ragazzi che ballavano.
Si portò le mani alla testa, la musica collaborava coi suoi pensieri per fargliela esplodere. Perchè Malfoy avrebbe dovuto cercarla? Che diamine c'entrava con lei? Si, era chiaro. Lui sembrava confuso da qualcosa - e questo le fu chiaro dai comportamenti contrastanti del biondo -, ma cosa, non le era dato saperlo. E poi, quando si voltò, trovò la tempesta nelle biglie vitree che aveva per occhi Draco Malfoy. Ancora una volta, le luci, la musica e l'alcol le stavano dando alla testa.
<< Ora è il mio turno, Mezzosangue >> le disse il Serpeverde all'orecchio, senza la minima ombra di disprezzo o offesa nella voce. Tante scariche di elettricità percorrevano la schiena della ragazza. Tante scariche di elettricità percorrevano la schiena del ragazzo. Le prese la mano e la portò in pista, così da confondersi nella folla. Hermione non fece storie, ma le sembrò che il mondo girasse al contrario, sottosopra e velocemente. I modi eleganti e suadenti di lui la ammaliarono. Le mise un braccio intorno alla vita facendo aderire i loro corpi e fece passare l'altra mano sulla pelle nivea del collo da cigno di lei. Il tocco di quella pelle così candida gli fece dimenticare le sue vere intenzioni. L'avrebbe baciata lì sedutastante. L'avrebbe accarezzato i morbidi fianchi e la pelle eterea delle sue braccia per tutta la sera. Avrebbe fatto danzare le loro lingue come in quel momento stavano danzando loro. Ma dovette ricacciare quei pensieri e concentrarsi su ciò che era meglio per lui.
Portò la mano verso il basso ad accarezzare la pelle nuda della sua schiena.
<< Non ti facevo così audace >> le disse in un sussurro.
<< Non ti piace perdere, vero? >> gli disse lei, esibendo un ghigno beffardo.
<< Sai, mi hai spiazzato al Ballo. Non pensavo fossi capace di tali azioni. Ti facevo molto più casta. Ho capito a cosa stai giocando. Ho capito che la scommessa è solo una menzogna, anche se non ho ancora afferrato il perchè. Ma mi piace giocare con te. Sei un osso duro >> le sorrise e appena dopo si avvicinò pericolosamente al suo viso. Al suo naso. Alle sue labbra. E la baciò. Con o senza il suo consenso. E si rese conto che mai la sua bocca aveva sfiorato labbra più invitanti e saporite. Sapevano di ciliegia, forse merito del punch, ma mai sapore gli era sembrato più buono. Si strinse di più a lei, che fece altrettanto, facendo danzare le loro lingue proprio come aveva immaginato e sperato. Le sue mani vagarono frenetiche sulla sua schiena e sui suoi fianchi fino a quando sentì il proprio autocontrollo scivolare via. Lo riafferrò subito e si staccò da quel dolce paradiso e ansimante la guardò. Non l'avrebbe mai ammesso, ma come diavolo aveva fatto a stregarlo così? Incatenò per un attimo il suo sguardo magnetico a quello di lei.
<< Siamo pari >> le disse prima di andare via e lasciarla nello sconcerto più totale.


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Spazio dell''autrice


*Si, lo so che Ginny è l'unica ad avere gli occhi scuri, ma per l'occasione, azzurri erano perfetti *_*Non cruciatemi per questo.

Zanzanzaaaaa!!! Ecco il capitolo che molte aspettavano :D Che ne dite?
Scusatemi per il terribile ritardo, ma non ho potuto fare prima. Per via dell'Uni, ho veramente pochissimo tempo. Spero di poter aggiornare con più regolarità! Ma ora, passiamo alle recensioni!
Deathnotelawliet:Grazie per la recensione. Ti ho già  risposto nel messaggio e voglio ripetermi perchè ho omesso un "non" importante. Quello che le lettrici chiedono, per me è importante perchè la storia è continuamente in fase di scrittura. Grazie per essere passata :D
elisadi80: Qui è abbastanza chiaro che non era per niente un caso! Grazie d'aver letto! :D
giulia2013: grazie Giulia! :D
Katniss97:Grazie! Sono contenta che i vestiti ti siano piaciuti! Ti ringrazio per i complimenti - graditissimi! -, spero tu continui a leggerla! Un bacio :D
Ora trattiamo l'argomento Heyran: poichè è l'argomento delle recensioni, lo spazio è suo. Lo troverete di sicuro nei prossimi capitoli. Era di mia intenzione fin dall'inizio. Ha un carattere decisamente diverso da Draco e lo noterete ben presto. Spero vi piaccia...heheheh
Ora, grazie a chi la legge. Tutti. Lettori invisibili, chi la preferisce/ricorda/segue! Mi raccomando, recensite! Non c'è nulla di meglio che  mi sproni ad andare avanti! Un bacio e al prossimo Chap!
Vale ^^

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Capitolo 12
*** Ammissioni, Paranoie e Gonne corte ***


Chapter 12 - Ammissioni, paranoie e gonne corte  }


      Malfoy l'aveva appena baciata? E lei gli aveva risposto? Glielo aveva lasciato fare come se nulla fosse, o peggio, come se a lei stesse bene così! Ritornò in sè non appena sentì qualcuno che la urtò, ma non gli diede troppo peso. Era ancora lì, a fissare il punto in cui il platinato era svanito. Serrò i pugni e con passo furente vi si diresse. Si fece spazio tra la massa di ragazzi danzanti e tirati di tutto punto. C'erano tanti ragazzi alla festa,  davvero i Corvonero avevano fatto una cosa alla grande. Mentre guardava gli studenti ballare e molti che si baciavano, il desiderio di prendere a schiaffi quel viso dalla pelle diafana aumentava ad ogni passo. Va bene,  aveva esagerato un po' con quella mossa azzardata, ma mica lo aveva baciato? Quella mossa era stata troppo anche per lui. Senza accorgersene, si ritrovò fuori ad un terrazzino praticamente deserto se non fosse stato     per quell'acconciatura bionda e senza gel del furetto. Lui era girato di spalle e si affacciava a guardare placidamente la luna alta nel cielo stellato. Non sapeva bene cosa avesse significato qual bacio per nessuno dei due, ma di sicuro sapeva, e l'aveva imparato in anni di insulti, che il biondino era facilmente irritabile. Gli si avvicinò cautamente, appoggiando le dita sottili alla ringhiera di ferro battuto. Non gli rivolse lo sguardo, e pensò che l'unica soluzione possibile sarebbe stata qualla di azzardare una conversazione normale con Malfoy. Si, i Grifondoro erano propriamente conosciuti per il loro istinto e coraggio a buttarsi di petto in missioni suicida.
<< Pensavo non fosse questa domenica. Come mai eri ad Hogsmeade oggi, Malfoy? >> gli chiese in tono pacato continuando a fissare il cielo in un punto indefinito.
    Il biondo la guardò sott'occhio, un cipiglio nervoso a sfigurare i bei tratti. Di sicuro gli bruciava ancora, essere stato scoperto.
<< Non sono affari tuoi, Mezzosangue >> .
    Lei fece spallucce. Conosceva la sua risposta.  Era così abituata a quelle risposte che non le provocavano più fastidio.
<< Ok, passiamo ad altro. Perchè mi hai baciata? >>
<< Mi sembrava chiaro. Tu giochi sporco ed io non mi tiro indietro. Sono pur sempre una Serpe >>
    Lei alzò gli occhi al cielo. Possibile che fosse sempre così ostinato?
<< Non pensavo ti mischiassi con i Sanguesporco >> gli rispose piccata, voltandosi verso di lui e appoggiando un braccio alla ringhiera.
<< Tu perchè ti sei comportata in quel modo, la sera del Ballo? >> chiese di rimando, evitando la sua frecciata. La guardò negli occhi ed Hermione sentì di potersi sciogliere sotto quello sguardo freddo ma insolitamente bollente. Strinse le labbra tanto da disegnare un'unica linea dritta. Quel ragazzo era terribilmente fastidioso quando ci si metteva. Abbassò d'istinto la testa. Quell'affermazione le sarebbe costata troppo.
<< Non mi importa se perdi il senno e mi baci, sono sicura che anche io posso essere desiderabile >>
<< Sembra che tu voglia provarlo più a te stessa che a me >> rispose beffardo. Hermione alzò di scatto la testa. Era così visibile la sua ostinata e sfiancante ricerca d'approvazione?
    Gli si avvicinò lentamente e posando le labbra su quelle morbide di lui, passò una mano sulla sua nuca. Lui rispose a quel bacio così intensamente da farle dimenticare che chiunque avesse deciso di prendere una boccata d'aria li avrebbe visti. Li avrebbero visti Harry e Ron, soprattutto. Dimenticò di essere la Mezzosangue che baciava il Purosangue, dimenticò di essere la Grifondoro che baciava il Serpeverde, ma più di tutto, dimenticò di essere Hermione Granger che baciava Draco Malfoy. Ancora una volta, aveva percepito il freddo della sua assenza sulla sua bocca e ancora una volta aveva capito che quel bacio era finito. Si era sentita sciogliere le gambe, si era sentita sciocca per il suo gesto, ma si era sentita incredibilmente desiderata quando le mani di lui le avevano premuto la schiena per farla aderire al suo corpo tonico. E poi si chiese perchè lui continuasse a baciarla? Perchè ogni volta sentiva il desiderio di lui e il proprio fondersi in quell'unione primitiva? Perchè ogni volta che lui la guardava - da un po' di tempo a quella parte -, non sentiva più di essere la disprezzata Sanguesporco? Perchè lui non le faceva provare più il dolore di quelle parole crude e amare che era solito rivolgerle?  Quando era cambiato tutto? Da quanto tempo?
<< Perchè ci tieni tanto a quella scommessa? Che vuoi dimostrare?  >> sibilò, incrociando lo sguardo attonito di lei.
<< Non sono affari tuoi >> soffiò sul suo viso prima di allontanarsi da lui. Cos'era quell'interessamento? Da quando gli importavano i sentimenti di lei? Malfoy le prese i polsi per trattenerla.
<< Forse, ma quello coinvolto in questa storia sono io >>
< Il mondo non ruota tutto intorno a te, Malfoy >> rispose lei liberandosi dalla stretta delle sue mani e voltandosi per andarsene.
<< A me pareva di si >> la provocò il biondo. Forse voleva che tornasse indietro a mostrargli quanto sapeva essere donna, quanto sapeva tenergli testa nello stesso momento o, forse, voleva solo provocarla. Come al solito. Ma non ricevette alcuna risposta, anzi la vide solo scomparire. Ancora. Ci pensò parecchio su. Pensò a quando aveva macchinato di farla cadere ai suoi piedi con un solo bacio. Avrebbe potuto solo sfiorarla, ma non l'avrebbe umiliato abbastanza. Si passò una mano tra i capelli scompigliati, realizzando che non voleva affatto umiliarla. Non voleva ferirla, deriderla o nuocerle in alcun modo. Si rese conto che tutte le volte che cercava di tenerla d'occhio, in tutti quegli anni, non era per capire le sue mosse o per capire come attaccarla, ma capì che non ne aveva più voglia ed intenzione. Così aveva smesso. Per evitare di mentire a se stesso. Per non essere costretto ad ammettere. Per comportarsi da  Serpe. Ma era quello, no? Quanto poteva essere facile nascondere e negare la verità? E quanto poteva essere difficile dirla tutta? Per intero. Senza interruzioni, senza mezze bugie o mezze verità. Solo la pura e semplice verità. Oh, era più che difficile.  Era devastante. E lui lo sapeva. Ecco perchè la evitava il più possibile, ecco perchè non la degnava più di uno sguardo. Fino a quando Blaise non aveva cominciato a parlargli di lei. Fino a quando non si era trovato costretto a fare i conti con la sua coscienza. Fino a quando non riuscì più a nascondersi da se stesso.  Quei pensieri gli stavano dando alla testa. Troppo tempo a far finta che tutto fosse a posto. Troppo tempo sprecato a mentire a se stesso. Troppo tempo lasciato a Blaise per farlo infatuare della ragazza. Troppo tempo per decidersi ad ammettere qualcosa che avrebbe spezzato il suo mondo, la sua morale, i suoi principi. Troppo tempo. Punto. Si passò una mano tra i capelli e istintivamente cacciò un urlo di frustrazione. Alcuni studenti appena usciti a prendere aria fresca, lo guardarono con sguardo perplesso. Col solito ghigno superbo si incamminò dunque verso i Sotterranei di Serpeverde. Bene, un'altra serata da schifo.

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L'unico suono nel corridoio buio era quello dei suoi passi, scandito dal ritmo dei tacchi alti. Accostò ad una delle pareti di pietra e vi si appoggiò per sfilare le scarpe decisamente troppo rumorose. Avrebbero potuto scoprirla, l'avrebbero messa in punizione e avrebbero chiesto da dove venisse conciata in quel modo. L'avrebbe confessato solo sotto Veritaserum, per forza.  Pensò a quel che era successo poco prima, a come quello sfrontato del platinato l'aveva baciata davanti a tutti. Senza chiedere permesso. Senza tenere considerazione e rispetto di lei. Si riteneva tremendamente fissata su quel punto. Il rispetto. Ma quando lui l'aveva baciata, altro che rispetto. Non esisteva nulla in quell'istante preciso. Le era piaciuto ritrovarsi lì, tra quelle braccia potenti e sicure (sicure?). Erano solo Draco e Hermione. Draco... Draco... Ma da quanto suonava bene quel nome? E da quanto il suo corpo tonico le faceva sentire brividi mai provati prima? Lui era attratto da lei? Per forza. O forse no. Era un bravo attore? Oh, si. Questo si. E allora perchè non la smetteva? Perchè non smetteva di torturarsi con quei pensieri? Perchè non smetteva di farsi paranoie su quel dannatissimo Furetto che non portava altro che guai? Tutto quello che stava accadendo significava qualcosa per lui? Faceva tutto di sua spontanea volontà o anche i suoi baci e le sue carezze erano calcolati? Be' che ci si poteva aspettare. Era pur sempre una Serpe!
<< Devo proprio smetterla >> disse ad alta voce, scordandosi dell'ora tarda. Doveva distogliersi dai quei pensieri. E così fu. Un rumore dietro di lei la fece girare di scatto. Duo occhietti gialli e profondi la fissarono intensamente.
<< Merda! >> imprecò a bassa voce. Mrs Purr era li a fissarla intensamente, e l'unica cosa che venne in mente ad Hermione fu quella di scappare. Iniziò a correre a perdifiato, guardando un posto in cui nascondersi. Essersi cacciata nei guai con Harry e Ron, in fondo, non era mai stato tanto male. Le serviva eccome! Svoltò dietro un angolo, ma andò a sbattere inesorabilmente contro qualcuno. Aveva chiuso gli occhi di scatto. Aspettò di sentire la voce gracchiante e pungente del vecchio e fetido guardiano. Ma non arrivò.
Aprì lentamente gli occhi, uno ad uno, per vedere chi fosse. Scoprire di avere davanti un ragazzo dai capelli platinati, visibili solo col riflesso pallido della luna filtrata nei vetri bluastri, fu scioccante. Lo guardò interrogativa, come a chiedersi che diamine ci facesse lì. Ma, in risposta trovò solo uno sguardo intento a squadrarla dalla testa ai piedi.
Pensò che fosse più bello, visto in quel modo. "Solo perchè non lo vedi affatto!" si disse mentalmente, per sfuggire da strani pensieri.
<< Dovresti portare più spesso la gonna così, lo sai Granger? >> le suggerì lui, in un ghigno malizioso. Lei in tutta risposta, ci mise qualche secondo a capire e portò lo sguardo in basso. Le gambe le sembrarono sproporzionatamente lunghe. Tutta colpa della gonna che era diventata troppo corta, a causa della fuga. Alzò la testa di botto per guardarlo con espressione irata.
<< Maniaco! >> imprecò a bassa voce, suonandogli la pochette in testa. Ma come se nulla fosse successo, Malfoy la prese per le braccia e la tirò a se con un sorriso sghembo che avrebbe fatto sciogniere anche l'acciaio inox, eliminando ogni distanza con un bacio. L'unico rumore udibile era quello dei respiri affannati dei due ragazzi.


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Spazio dell''autrice


Spazio dell'autrice
Scusate l'immenso e imperdonabile ritardo. Spero solo che il chappy vi piaccia :D
Deathnotelawliet:Grazie per avermi segnalato gli errori, li ho corretti subito dopo; comunque sono d'accordo con te. Anche a me piace Theo e lo vedremo più spesso perchè ho notato che molte ff raccontano solo di Blaise come "amico del cuore" di Draco. Mentre qui, lui sarà il buono della situation, Theo sarà il pagliaccio- in senso buono e divertente - . A presto!
piccola pucci: Contenta che la scena ti sia piaciuta e così anche gli abiti. Che dicevi? Draco è uscito troppo presto? Eccoti servita :D
Spero il capitolo ti piaccia, un bacio!
Il prossimo capitolo, sarà dedicato interamente alla prima persona che indovina la sorpresa che ci sarà.
Ora, grazie a chi la legge. Tutti. Lettori invisibili, chi la preferisce/ricorda/segue! Mi raccomando, recensite! Un bacio e al prossimo Chap!
Vale ^^

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Capitolo 13
*** Sorpresa! ***


Chapter 13 - Sorpresa  }

Le mani di lui vagavano frenetiche sulla schiena mezza nuda di lei che, prontamente, gli scompigliava i crini dorati e soffici. Le loro lingue avevano ormai iniziato a danzare senza che loro se ne accorgessero, compiendo quel movimento con una tale carica e passione che loro stessi rimasero sbigottiti resisi conto di ciò. Ma nessuno dei due ebbe il coraggio di fermarsi. Era come se l'uno prendesse ossigeno dall'altra, come se l'altro fosse ossigeno per l'altra.  Il respiro affanoso, il cuore batteva furiosamente vagando tra la gola e il petto di lei. Sembrava smanioso di uscire in qualche modo ed Hermione si diede della stupida non capendo cosa le stesse capitando, pensando che forse quello era tutto uno scherzo per lui. Solo che non sapeva che lui sentiva le sue stesse sensazione e portava avanti un pensiero in tutto e per tutto uguale al suo. Insieme si staccarono, presi da quei pensieri, timorosi di chissaché. La Grifondoro era coraggiosa, quel timore era ingiustificato, e sebbene lui fosse una Serpe, aveva sempre da difendere il suo onore. E perché allora erano così vigliacchi? Si guardarono negli occhi, prima di guardare le labbra gonfie di baci, tutt'altro che malvoluti. Si guardarono di nuovo negli occhi per un tempo infinito. Un tempo indeterminato. Sembrava quasi fossero passati anni da quando avevano preso a guardarsi, cercandosi negli occhi dell'altro.
<< E' tardi >> asserì lei pacatamente. Non voleva dar a vedere di essere in imbarazzo, soprattutto con lui. Doveva andarsene di lì, glielo diceva il suo istinto. Il suo infallibile istinto.
<< Scappi? >>
<< Non essere sciocco. I Grifondoro non scappano. Mai. >> gli risponde sfidandolo con lo sguardo a provare il contrario. Ma lei sapeva di essere la prova vivente che contrastava le sue sesse parole. E se solo Draco fosse stato amico di Hermione, avrebbe saputo che quel "non essere sciocco" era la prova evidente che lui aveva ragione, che lui avrebbe potuto vincere se lei non si fosse difesa in quel modo. Avrebbe saputo che nascondeva qualcosa.
<< E allora che fretta hai di andartene? >> domandò lui prontamente.
<< Che motivo ho per restare? >>
<< Me >>
Il cuore di lei quasi mancò un battito, ma poi si costrinse a pensare che doveva fare così con tutte, e lei non sarebbe stata una delle tante ragazze che si fanno abbindolare da Malfoy, anche perché non si ritiene interessata ad una variante tinta di chiaro di un furetto.
<< Allora sei il mio miglior motivo per andarmene di qui >> gli disse stringendo le labbra in una riga sottile. Si scostò da quelle braccia che ancora l'avvolgevano per voltarsi e muovere un passo dall'altra parte, ma ci ripensò e lo guardò di nuovo in viso, per coglierlo a ghignare.
<< Ancora non mi hai dato alcun motivo per giustificare i tuoi baci ad una Mezzosangue. Spero me lo dirai presto. >>
<< Quando lo saprò, sarai la prima a saperlo. Credimi >> le rispose, dipingendo, ancora una volta, il ghigno che lo caratterizzava sulle labbra. Sapeva che l'avrebbe fatta infuriare e la reazione che si aspettava non si fece attendere a lungo. Lei lo guardò intensamente, quasi come ad incenerirlo con lo sguardo. Gli puntò un indice contro, come per accusarlo di qualcosa. Le narici allargate, le labbra strette e l'altra mano serrata in un pugno. Voleva esplodere. Aprì la bocca prendendo aria, pronta a parlare, ad urlare, a schiaffargli in faccia che non sarebbe più capitato perché lui non la meritava, si odiavano e così avrebbe dovuto essere per sempre. Richiuse la bocca velocemente, serrando le labbra in un ghigno schifato. Dunque, decise di non farlo lì, non in quel momento, ritirandosi, così, verso il Dormitorio rosso-dorato.

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Un bellissimo gufo grigio la attendeva fuori dalla finestra, sul davanzale di pietra, quando entrò nel Dormitorio.  Si diresse velocemente alla finestra, per aprirla e slacciare la pergamenta dalla zampetta dell'animale.
<< Sei proprio bello, sai? >> disse accarezzandolo, per poi sedersi sul letto accanto alla finestra.

"Domani, Stamberga Strillante.
Alle 18, quando finirai le lezioni.
Ti aspetto."

<< Nada de nada... >> disse la riccia, notando che il messagggio non recava firma alcuna. Non nascose a se stessa d'aver pensato - ma non sperato - che fosse di Malfoy. Insomma, chi mai avrebbe potuto sapere che le lezioni le avrebbe finito a quell'ora meglio di uno studente di Hogwarts? Questo avrebbe spiegato l'assenza di firma. Se quanlcuno l'avesse trovato non avrebbe saputo di lui.  Ma il Furetto non era terrorizzato da quel posto? Non ebbe nemmeno il tempo di pensare ancora che la voce di Ginny la destò dai suoi pensieri.
<< Di chi è? >> chiese, avvicinandosi al letto per sedersi accanto all'amica. Hermione le mostrò il biglietto per farglielo leggere, stringendosi nelle spalle.
<< Non ne ho idea... >> confessò, portando il dito alla fine della pergamena per mostrarle il vuoto al posto di una eventuale firma. Mettendo il moto il cervello, si ricordò che il biglietto inviatole da Malfoy la sera del Ballo aveva l'inchiostro verde mentre quello era azzurro. Purtroppo non ricordava affatto la calligrafia e nn aveva modo di confrontarla, dato che il biglietto di Draco era strappato, breuciato e buttato via.
<< Ci andrai, comunque. Vero?>>
La rossa, ed suo sguardo fece intendere che non avrebbe accettato un "no" come risposta perchè la riccia doveva sapere chi le mandava i bigliettini anonimi.
<< Domani è Lunedì Ginny. Ho da fare i compiti e poi se mi beccano fuori dal letto dopo il coprifuoco cosa faccio?? >>
<< Dici sul serio? Cioè, le belle scampagnate che ti fai con Harry e Ron, in piena notte, per cercare di sconfiggere Tu-Sai-Chi, non sono molto più pericolose?? >> domandò retorica la rossa, con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia. Hermione non avrebbe potuto controbbattere alcunché, l'ultima dei Weasley  sembrava essere sempre un passo più avanti dell'amica.
La riccia alzò le mani in segno di resa, guardando di traverso il sorrisetto, diventato ormai un ghigno malefico, di Ginny.
<< Bene...allora, tu tornerai subito qui dopo lezione che io ti faccio trovare qualcosa da mettere... >> cominciò la rossa con occhi sognanti.
<< Ginny, un semplice jeans e un golfino possono bastare. L'abbigliamento è la mia ultima preoccupazione... >> spiegò semplicemente, andando verso lo specchio e prendere una salvietta imbevuta per struccarsi. Più si guardava nello specchio e più vedeva il volto del biondo Furetto riflesso al posto del suo.  Sbattè le palpebre più volte, e dopo poco ritrovò il viso di Ginny dietro il suo.
<< Tu non me la racconti giusta, ma mi scoccio di doverti estorcere sempre tutto. Me lo dirai tu quando ne avrei voglia.. >> asserì la rossa storcendo il naso, in pieno disappunto. Con una svolazzata della chioma ramata, la piccola Weasley si diresse in bagno per prepararsi per la notte e dopo poco fece lo stesso Hermione. Non sognò cose strane come le capitava spesso, ma sognò, invece, le scene vissute con Draco Malfoy quella stessa sera. Il modo in cui l'aveva baciata, il modo in cui l'aveva stretta, il modo in cui si era sentita.  Beh, in effetti era una cosa strana... Avrebbe dovuto etichettarlo come "incubo", pensò quando si svegliò a causa della sete.
La mattina seguente, il lunedì, al contrario di quello che pensava, si era svegliata bene ed era di buon umore sebbene il Furetto fosse stato presente nei suoi sogni. Harry e Ron sembrarono felici di vedere Hermione in divisa. Si erano un po' infastiditi la sera prima quando tutti i ragazzi la guardavano con occhio famelico senza che lei se ne accorgesse.
Tra una lezione e l'altra,  aveva tirato fuori il biglietto spremendo le meningi per trovare un possibile mittente.
<< Chi è? >> domandò Harry, incuriosito.
<< Non lo so. Tu conosci la calligrafia? >> chiese alzando la testa dal foglio. Harry e Ron diedero una rapida occhiata, ma il risultato fu deludente. Ron intanto, invece che risponderle, le aveva detto che non avrebbe dovuto andarci perché poteva essere pericoloso.
<< Ah, certo. In fondo noi non facciamo mai cose pericolose... >> disse ironica la riccia, incrociando le braccia al petto, sotto lo sguardo affilato di Ron.
<< Tu nascondi qualcosa! >> esclamò il rosso.
<< Non so nemmeno di chi sia questo dannato biglietto, Ronald! >> rispose piccata, puntandogli, stavolta, il biglietto davanti agli occhi, agitandolo come se fosse una sciarpa rosso-dorata ad una partita di Quiddich. Il rosso, comunque ancora indeciso se crederle o meno, portò le braccia incrociate al petto disegnando sulle labbra il solito broncio. Hermione lo lasciò ai suoi pensieri e alle sue conclusioni mentre Harry trattenne a stento una risata. Una veloce occhiata all'orologio e la fatidica lezione di Erbologia era finita. Salutò i due e velocemente tornò in Dormitorio per cambiarsi. Il sole era ancora presente nel cielo, sebbene stesse quasi per cominciare quel lento processo che l'avrebbe visto tramontare e poi spegnersi. Trovò Ginny seduta sul suo letto con un jeans chiaro, un top viola con piccole rouches sul davanti e scollo americano e un paio di *flats nere ad aspettarla. Senza nemmeno farla fiatare, la salutò con un bacio alla tempia, si fece una rapida doccia e si vestì. Si avviò verso la porta quando Ginny la richiamò. Le si avvicinò con una pergamena tra le mani.
<< Non si può mai sapere... >> le disse con un sorriso sulle labbra che trasudava curiosità.  Si infilò un mantello grigio scuro e nascose la pergamena nella tasca interna dello stesso.
Arrivò al Platano Picchiatore con facilità, senza alcun intoppo. Prese una pietra un po' grossa che giaceva ai piedi dell'albero e la lanciò proprio dove sapeva si trovava quella sorta di nodo che le avrebbe consentito il passaggio al suo interno.  Dopo ciò, si addentrò nel tunnel nascosto tra le radici del maestoso albero e arrivò in fretta alla Stamberga Strillante.  Si guardò intorno cercando la figura del mitTente del biglietto, ma pareva esser sola se non fosse per il fatto che una bella pulita era stata data in una delle stanze e un gran telo a quadroni rossi e bianchi, come quelli da pic nic, era stato disteso a terra. Un po' intontita da quella strana situazione, restò immobile, notando che la polvere sul rovinato pavimento ligneo era scomparsa. Si ritrovò a pensare che chiunque fosse stato sapesse eseguire un "Gratta e Netta" niente male. Il silenzio diventò pesante e cominciò a macchinare con la mente parecchi pericoli che sarebbero potuti accadere. E infatti sussultò quando due mani le si posarono sugli occhi. Tenne il respiro regolare per non farsi prendere dal panico e cominciare ad essere tutto tranne che una Grifondoro degna della sua casa.  La sua nomea di ragazza coraggiosa non poteva sbriciolarsi in quel momento e perciò invece di fare le solite domande - "chi sei?", "che vuoi?" - decise di mettere a frutto il suo ingegno partendo da un indizio fondamentale. Le mani che coprivano i suoi occhi sembravano tremendamente morbide, forse insolitamente, anche. Ma la pelle che rivestiva quelle dita ossee non era chiara come si era immaginata. Non riusciva minimamente a ricordare quelle mani, mani dalla pelle brunita dal sole estivo, grandi ma morbide allo stesso tempo.  Sbuffò appena, tenendo le braccia al sicuro sotto il mantello, riuscendo ad impugnare la bacchetta senza dare nell'occhio. Decise, dunque, di contare fino a tre nella sua mente e poi sarebbe scivolata dalla presa, puntando la bacchetta contro chiunque fosse stato.
1.... "E se è qualcuno che conosco e lo metto in pericolo?"... 2 ..... " Non voglio far del male a nessuno..." ... 3 ... " Ma è meglio che agisca, prima che facciano del male a me!"
Scivolò velocemente dalla pressione di quelle mani sui suoi occhi, tornando a guardare di fronte a sé il bel telo a quadroni, prima di voltarsi rapida e puntare la bacchetta.
<< Sorpresa! >> le dissero due occhi grandi e curiosi.


* nota: le flats, per chi non lo sapesse, sono le cosiddette "ballerine" in italiano, ma sinceramente il termine inglese mi sembrava più appropriato :D


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Spazio dell''autrice

Chiedo venia a tutti/e. Purtroppo ho dovuto studiare per gli esami e ho avuto davvero poco tempo e fantasia per dedicarmi alla stesura di nuovi capitoli. Stavo per allungare ulteriormente questo, ma poi non avrei avuto idee per il prossimo, perciò, meglio conservare le idee e scrivere il prossimo capitolo il prima possibile :D
Malachy:credo tu sia deathnotelawliet, giusto? Comunque, sono consapevole del fatto che non ci sono i "boom" che a volte si trovano in altre fanfiction,  ma quello che hai detto è importante perché capisco che ci sono i piccoli colpi di scena che tengono l'interesse, se non vivo, attivo. E spero sia così xD Comunque, come avrai notato Draco non è presente più di tanto nel capitolo e infatti, probabilmente sarà andato a creare qualche situazione bizzarra col pazzo xD Per quanto riguarda il "suonandogli la pochette in testa", era la cosa più ovvia che potessi scrivere, perché mi immaginavo la scena avanti agli occhi, proprio, e anche se forse avrei dovuto descrivere di più, volevo che si capisse il totale disappunto di Hermione, nonostante l'azione divertente...insomma, chi l'ha mai fatto a Draco? XD
piccola pucci:guarda, ti do un'altra occasione per capire di chi si tratta, ora che hai letto il capitolo. Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma se 2 + 2 fa 4, allora adesso sarà semplice arrivarci! Comunque ti ringrazio per il complimento, sono contenta di vederti onnipresente nelle recensioni, come del resto anche Malachy! Spero che la conclusione della serata non sia quella che ti aspettavi, perché altrimenti sto fallendo miseramente xD E' ancora presto per le smancerie che cerchi ;D
Sam98 : Heilà! Benvenuta ;D Sono entusiasta del tuo commento perché spero che il Draco di cui ti stai "innamorando" sia proprio l'immagine del ragazzo volevo che uscisse! Non può far altro che piacere sapere che la storia ti piace e ti ringrazio per tutto :D Spero solo di riuscire ad aggiornare prima possibile, perché il prossimo capitolo è piuttosto delineato nella mia mente.
Ringrazio di cuore chi segue/ricorda/preferisce e soprattutto recensisce la storia perchè nonostante abbia avuto poco tempo da dedicare alla fan fiction, ci ho pensato in ogni momento della giornata, scrivendo appunti sui fogni inseriti tra i libri universitari quando mi veniva in mente una scena. Vi immaginate leggere una pagina che parla dell'atomo e subito dopo trovarvi Drac e Hermione che si baciano? Il mio ragazzo ha detto che anche a sue spese mi farà vedere da uno specialista come si deve xD Grazie anche ai lettori invisibili, sperando col cuore che "escano allo scoperto" !
Grazie ancora e perdonatemi l'immenso ritardo. Vi adoro immensamente *_* Un bacio enorme quanto il mio imperdonabile ritardo!
Vale ^^

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Capitolo 14
*** Hope you don't mind ***


chap14 Chapter 14 - Hope you don't mind

 " Scivolò velocemente dalla pressione di quelle mani sui suoi occhi.
Tornò a guardare di fronte a sé il bel telo a quadroni, prima di voltarsi rapida e puntare la bacchetta.
<< Sorpresa! >> le dissero due occhi grandi e curiosi. "

Rimase attonita a fissare gli occhi della persona che aveva di fronte. Gli occhi così belli che aveva visto solo poche volte, una a dirla tutta, ma che aveva impresso bene nella propria mente. Quasi boccheggiò alla sua vista. Quegli occhi continuavano a vagare su tutta la figura della Grifondoro, insolenti. Non volevano offendere. Ma non volevano sembrare nient'altro che genuini, sinceri e pieni di una consapevolezza inaspettata. Con quel biglietto avevano fatto centro.
<< Sei venuta! Spero non ti dispiaccia... >> le disse la voce melodiosa che aveva sentito pronunciare poche frasi solo quell'unica volta in cui aveva incontrato gli occhi blu come l'oceano.

<< Pare proprio di si...Mi hai fatto prendere un colpo! >> disse la riccia, abbassando prontamente la guardia e portandosi una mano al petto per cercare stupidamente di frenare il battito accelerato. Aveva ancora in testa tanti pensieri che la deconcentravano dal problema principale. Perché le aveva mandato quel biglietto?
Gli sorrise, tuttavia, sebbene non si aspettasse di trovarlo lì. Beh, stando al suo essere ligia e fedele alle regole anche la sua presenza era una sorpresa.
<< Oh, sei stato tu! >> esclamò lei, sgranando gli occhi, colta improvvisamente da un lampo di genio. Per così dire... In risposta ricevette un cenno d'assenso e lei cominciò a ridere, quasi nervosamente, ma forse era la consapevolezza d'esser stata sciocca e paranoica da quando il biglietto le era arrivato.
<< Heyran, mi hai fatto impazzire! Mi sono scervellata per tutto il tempo per capire chi fosse stato! >> aveva esclamato la Grifondoro, portandosi una mano alla fronte. E mentre parlava, Heyran se la rideva di gusto, con gli occhi pieni di una luce che ancora non gli aveva visto negli occhi. Era divertito e il suo viso si illuminava completamente quando il sorriso gli si allargava sul viso, scoprendo le bellissime perle bianche che aveva per denti il ragazzo. Aveva una mano allo stomaco. Sembrava volerlo reggere tanto rideva. Hermione lo  guardava con un cipiglio tra il curioso e il divertito.  Le sembrava appena eccessiva la reazione del ragazzo, ma non le dispiaceva sentire la sua risata.
Più lo guardava e più le veniva da pensare che era un bel po' che non rideva per davvero, per puro divertimento. Quasi si sentiva di invidiarlo. Lei era sempre concentrata sullo studio, voleva essere brillante ed impeccabile. L'anno prima l'aveva speso più a combattere inutilmente contro i gemelli che a dedicarsi un po' a se stessa. E ogni anno si ripeteva la stessa tiritera. La stessa dal primo anno. Aiutare Harry a sconfiggere Colui-che-non-deve-essere-nominato. Era finita in quel turbine pericoloso. Certo, lei non chiedeva niente in cambio e tantomeno Harry cercava il suo aiuto o quello di Ron. Semplicemente, il ragazzo, sapeva di poter contare su di loro a prescindere. Che lo volesse o meno. In quegli anni aveva riso ben poche volte, ma alla fine, sebbene fosse ben consapevole del fatto che forse non avrebbero sconfitto Lord Voldemort, sperava ed immaginava un futuro il cui il Signore Oscuro non esistesse più e lei avrebbe passato la sua vita a guardare i propri figli crescere e a premurarsi di loro proprio come faceva la Signora Weasley, sua mamma e ogni mamma del mondo. E più lo pensava e più l'immagine nella sua mente diventava nitida.
<< Dai, smettila! Fai spavento se ridi così! >> gli disse divertita. Un sopracciglio inarcato andò a sottolineare l'espressione perplessa che lei aveva assunto, mentre aspettava che lui la smettesse. Cosa che avvenne esattamente un istante dopo. Il giovane assunse un espressione nettamente differente da quella precedente. Lo sguardo affilato ed obliquo, le braccia incrociate al petto, l'aria minacciosa quanto tenebrosa resero perplessa ancora di più la stessa Hermione, che per lo sgomento, cambiò peso poggiandosi sull'altro piede.
<< Uh, posso essere anche spaventoso. In effetti, in molti lodano questa mia qualità >> ghignò misteriosamente Heyran. Hermione adesso sorrideva. Il volto del giovane non era la maschera che lui aveva sperato di ottenere. Infatti riuscì a divertire la ragazza a tal punto da decidere lei stessa di stare al gioco.
<< Oh, io non ne sapevo niente! E quello sguardo mi terrorizza! >> esclamò, fingendo d'essere impaurita, portandosi le mani alla faccia.
Heyran era proprio il tipo di persona di cui aveva bisogno. non ci metteva niente ad inscenare una ridicola commedia per farla sorridere. E questo le piaceva molto.
<< Sai, dovrei punirti per la tua insolenza. Avresti dovuto solo rispondere prima, anziché voltarti... >> proferì il giovane in tono basso, avvicinandosi lentamente a lei, dopo aver constatato che anche lei stava giocando, proprio come lui. Tese un braccio in avanti e le mostrò due dita.
<< Potrei turturarti con solo queste due dita! >> esclamò lui, come se volesse mostrargli la sua potenza.
<< Ti prego risparmiami! >> urlò Hermione, divertita. Ma il ragazzo fu rapido. Così tanto che lei stessa non fece in tempo a bloccarlo. Le due dita sporte in avanti si avvicinarono all'addome della riccia ed il ragazzo cominciò a solleticarla mentre lei cominciava a contorcersi, ridendo a crepapelle.
<< Non se ne parla. Che fine farebbe la mia reputazione, se si venisse a sapere?! >> spiegò lui, con un sorriso stampato sulle labbra mentre la vedeva in viso e notava gli occhi di lei lacrimare dalle risate. Sentiva pregare di smetterla tra una risata e l'altra, e quando finalmente la vedette piangere letteralmente, la smise. Ma invece di lasciarla andare e scostarsi da lei per osservarla, le si avvicinò ancora di più e l'abbracciò sottobraccio. E lei, ancora in preda alle risate, si lasciò abbracciare, poggiando le mani sulle spalle larghe di Heyran. Poggiò il mento nell'incaavo del suo collo e quando si rese conto di quello che stava realmente accadendo, avvampò. Si, lui non le dispiaceva per niente. Come se non bastasse, le piaceva da morire quell'abbraccio inaspettato. Era caldo, sapeva di protezione. E forse era stato proprio quello ad indurla a restare ancora tra le braccia del ragazzo dai capelli scuri come le castagne che fuoriescono dai ricci in autunno. E a lei piaceva così tanto il profumo di quel mago. Sapeva di buono. Si sentiva quasi un incompetente perché non riusciva a riconoscere l'odore che quel ragazzo emanava. Riempì le narici con quel profumo, cercando di trovare il coraggio di staccarsi da lui. Mai si era comportata così in vita sua, e si sentiva decisamente a disagio in quella situazione, dopo averci riflettuto un po' su. Si chiese cosa stese pensando il ragazzo, cercando di capire cosa l'avesse spinto ad un contatto così intimo. Perché secondo lei, un abbraccio era una cosa intima. Con gli abbracci si comunica, si apre il proprio cuore parlando senza emettere nemmeno un suono. E lei aveva sempre creduto di riuscire a capire cosa le dicessero gli abbracci altrui. Ma perché quello non riusciva a capirlo? "Forse perché è successo all'imporvviso" le disse una vocina nella sua testa. E doveva ammettere che la cosa potesse essere plausibile. Si, insomma. Quando qualcuno ti abbraccia lo sai perché. Lei aveva abbracciato Harry tante volte. Per dirgli che gli era vicino se ne avesse avuto bisogno, per ringraziarlo, per piangere, per dirgli che gli voleva infinitamente bene.  Ma Heyran cosa voleva dirle?
<< Non mi andava di aspettare la prossima uscita che vi avrebbero permesso... >> le disse lui, di punto in bianco, sciogliendo l'abbraccio. E lei si perse in quelle iridi azzurre come un cielo orfano di nuvole. Un cielo estivo in cui riluce il sole, che ne diventa protagonista indiscusso. E lei vedeva anche quello. Il bagliore dei suoi occhi gli illuminava lo sguardo, rendendolo vivace e mai noioso perché le si presentava come un ventaglio di emozioni.
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima" aveva detto qualcuno. Niente di più vero, si trovò a pensare.
<< Ti è dispiaciuto? >> le aveva domandato lui, vedendo che la ragazza era rimasta immobile, con lo sguardo fisso nel suo e le braccia penzoloni lungo i fianchi.
<< Oh, no, no. Per niente. Anzi hai fatto bene. Avevo bisogno di staccare un pochino... >> gli disse scuotendo la testa, più per riprendersi che per altro.
Heyran le indicò la tovaglia a quadroni stesa a terra, per invitarla a sedersi e lei lo seguì placidamente quando lui si accomodò su questa.
<< So che non è l'ideale, >> cominciò lui, guardandosi un po' intorno, guardando le pareti scricchiolanti e le travi cedevoli della Stamberga Strillante. << ma pensavo che se ti avessero vista in giro, avrebbero potuto avvertire la scuola. Sai, al contrario di quel che puoi pensare, qui voi tre non siete affatto ignoti... >> concluse con quella piccola confessione. Hermione rimase un po' interdetta da quelle parole. Perché erano conosciuti? Ah, già. Lei e Ron erano amici di Harry Potter. Il Bambino Sopravvissuto. Certo che li conoscevano! Chiunque avrebbe puntato il dito contro Harry se l'avesse visto camminare per strada. E di sicuro avrebbe anche detto con voce stridula : "Guardate, E' Harry Potter! ", come se fosse un fenomeno da baraccone. Che rabbia! Strinse le labbra in un'unica riga dritta, per reprimere qualsiasi tipo di imprecazione.
<< A pensarci bene non è tanto strano... >> rispose mormorando, più a se stessa che a lui. Di tutta risposta alla sua fronte corrucciata, Heyran tese le labbra in un sorriso.
<< Che ne dici se non ci pensiamo più? >> propose lui, stringendosi nelle spalle. << Se non sbaglio avevi detto di non sapere nulla di me. Dovremmo proprio conoscerci, sai? >> chiese retorico, facendo riferimento alla prima volta che si erano incontrati. La Grifondoro sorrise, un po' imbarazzata. lei quasi non ricordava le poche parole che si erano scambiati quella volta. Così, senza nemmeno pensarci su due volte, decise di proporgli di fare una domanda ciascuno e cominciò lei. Parlarono per un tempo indefinito. Si raccontarono a vicende delle peripezie che avevano dovuto affrontare da bambini. Hermione molte volte dovette spiegargli numerosi aggeggi babbani, insieme ad altrettanti usi e costumi. Heyran, in compenso, parlò di sé. Le disse di adorare il gelato alle nocciole, alla vaniglia e al cocco, facendo improvvisamente balenare nella mente della riccia gli odori che aveva sentito sulla camicia azzurra del ragazzo. Quasi si perse di nuovo nelle immagini di quanto accaduto nemmeno un'ora prima. Parlarono tanto, ma così tanto che Hermione perse la cognizione del tempo e la recuperò solo quando intravide un bagliore rossastro fare capolino tra le vetrate di una finestra, come ultima traccia di quel tramonto che stava per terminare nell'oblio della sera, mettendo fine a quella piacevole giornata.
<< Heyran, ma che ore sono? Dev'essere tardissimo! >> disse sgranando gli occhi, alzandosi di scatto. Erano le 20 circa, stando al piccolo orologio che aveva legato al polso. << Devo scappare. Se non sono in Sala Grande tra quindici minuti, sarò morta! >>
L'espressione del ragazzo diventò una leggera smorfia e prima che potesse dire qualcosa che avrebbe cercato di convincerla a restare lei scosse la testa.
<< Non vuoi rivedermi di nuovo? >> gli chiese sorridendo, trovando di rimando un sorriso, prima di baciargli una guancia e ringraziarlo per il tempo che le aveva dedicato. Se ne andò velocemente, lasciando il ragazzo ancora nella casa.



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Spazio dell'autrice


Ok, ammetto che questo capitolo l'ho scritto qualche mese fa. Giuro era pronto. Ma poi un lutto in famiglia mi ha proprio mandato in depressione.
Mi scuso con tutte per non aver aggiornato prima. Che cacca che sono.
E molte, anzi credo tutte, non si ricorderanno nemmeno come sono rimaste le cose capitoli addietro. Sono mortificata.
Non voglio incolpare quel che mi è successo per giustificare questa mia negligenza! Spero solo che mi perdoniate!
Comunque, vi piace il capitolo? Che mi dite in proposito?! Aaaaaaaa! Mi sento troppo in colpa! XD
Dai, tiratemi su di morale con una bella recensione! ç__ç Ecco, ora elemosino pure. Sono messa male XD
Comunque, la sorpresa è svelata. Cosa vi aspettavate? Chi vi aspettavate? Dai, su, raccontatemi un po'!
Recensite anche se volete insultarmi per il ritardo. In fondo me lo merito ahahahaha! Ditemi anche che avete fatto in questi mesi se vi va.
Mi siete mancate tanto *__*
Bon, ora rispondo alle recensioni :D
Martinah Slytherin Horan : Hey :D sono contenta che tu abbia subito letto il capitolo, e mi dispiace di questo ritardo immane XD Sono anche contenta che ti sia piaciuto, significa tanto per me : ) Grazie mille per i complimenti, anche. Non sai quanto mi faccia piacere sapere che ti piace il modo in cui scrivo, anche se non è tutto questo granché XD
Ho inoltre notato che hai Horan nel nickname. BUONGUSTAIA! ahahahahahah Quant'è bello Niall?! Lo so, è un off topic bestiale, però anche io amo i 1D Yaaaaaaaayyyy!!!!
A questo proposito, ti suggerisco anche la mia nuova fan fiction, proprio su di loro ;) Spero la leggerai e mi dirai cosa ne pensi :3 Grazie ancora per essere passata! xx
Mione_Malfoy : Giò, ci siamo "acchiappate" lì, e anche da lì son scomparsa, ma ritorno presto. Promesso. Ecco il capitolo che anche tu aspettavi e mi scuso per il ritardo assurdo. Mi dispiace un sacco! Spero tu abbia ancora voglia di leggere la storia! Grazie anche a te per essere passata xxx
Recensite, mie care, aspetto un cenno per continuare a scrivere la storia!
Un bacio
Vale xx
Ps: stavo pensando di aprire una pagina su facebook per aggiornare più facilmente tutti voi che leggete le mie storie, però se so di essere sola, mi ritiro ahahah.
Scherzi a parte, che ne dite? La creo sta benedetta pagina? Fatemi sapere!

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Capitolo 15
*** Meno dieci punti! ***


Chap 15 Chapter 15 - Meno dieci punti!  

L'incontro con Heyran era stato piacevole. Forse anche di più. In fondo quel ragazzo le piaceva. Era alla mano, adorava scherzare e sapeva farla ridere. Era assurdo a volte. Quando scherzava assumeva sempre un atteggiamento inquietante prima. Poteva essere un bravo attore... O forse era lei a prendere sul serio tutti i repentini cambiamenti d'espressione che assumeva lui. Bah.

Con questi pensieri percorse velocemente il tunnel che l'avrebbe portata a scuola. Il tramonto era quasi al culmine. Ben presto sarebbe calato un grosso manto scuro a coprire il cielo. Appena fu fuori il cunicolo corse rapidamente verso il castello. Era stato bello passare un po' di tempo con Heyran. Aveva potuto staccare la spina. Sebbene adorasse studiare e tutto ciò che esso riguardava, anche lei, di tanto in tanto, sentiva il peso dello stress. Sospirò piano e si portò una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Camminò piano senza fare rumore. Erano le otto passate. Entrando dal portone principale, Hermione poté scorgere gli studenti ormai radunati in Sala Grande, intenti a banchettare. Anche lei aveva una fame tremenda, si ritrovò a pensare quando sentì il proprio stomaco brontolare. Ma all'ora di cena non aveva bisogno della divisa...no? Decise dunque di entrare senza dare troppo nell'occhio.
<< Carina >> le disse Harry, con un largo sorriso. Ron, intanto, era alle prese con una salsiccia infilzata in una forchetta e beveva da un calice pieno di succo. Si rimpinzava di cibo fino allo sfinimento. Hermione scosse la testa. Ginny, di fronte a lei, le sorrise lanciandole un'occhiata eloquente come per dirle "dopo devi dirmi tutto".
Mangiò una costoletta d'agnello e qualche patata velocemente, poi decise che aveva proprio bisogno di una bella doccia. Si alzò congedando tutti, un po' rammaricata di andare via prima degli altri, visto che si stava divertendo un bel po'. Luna si era aggiunta alla loro combriccola e, nonostante all'inizio le fosse sembrata un po' tocca, la ragazza le piaceva. Era simpatica e l'aria continuamente sognante faceva sembrare tutto quello che diceva pura fantasia. Salutò tutti e uscì dalla Sala Grande che ancora sorrideva, pensando ad una battuta ridicola che aveva fatto Ron. Mentre camminava si portò i capelli all'indietro e pensava che per fortuna era sola nei corridoi. A volte si annoiava di fermarsi a parlare con gli altri studenti. Quello era un momento che poteva passare da sola, ed era intenzionata a rimanere nella solitudine più totale, al momento.
<< Bene, bene. Dov'è che sei scappata, Granger? Lo sai che hai infranto il coprifuoco, si? Pensavo che fossi...come dire...più ligia alle regole, ecco >>
Lì per lì, ancora assorta nei suoi pensieri, non aveva riconosciuto la voce, sussultò impercettibilmente.Si limitò a sbuffare sommessamente. Era arrivata al ritratto della sua Casa. Perché non poteva restare ancora sola? Insomma, voleva solo fare una doccia con tranquillità! La meta le sembrava così vicina, eppure...
<< Saranno affari miei, quel che faccio, no? >> rispose un attimo prima di voltarsi e scoprire il viso affilato del suo interlocutore. Malfoy. Ancora lui. Ma che diavolo ci faceva lì? << Tu, piuttosto dimmi, che cosa ci fai quassù? I sotterranei non sono nelle "profondità" del castello? >> domandò con aria visibilmente annoiata. Oddio, voleva realmente mostrargli di essere annoiata, ma la verità era che la presenza di Malfoy, da quelle parti, davanti alla sua Sala Comune, per essere più precisi, la inquietava. La agitava. E non sapeva spiegarsi il perché. Cosa avrebbe dovuto fregare a lei di Draco Malfoy. Chi diavolo era per renderla così nervosa? E poi cosa voleva da lei? La pedinava? La teneva sott'occhio? << Che fai, mi spii? >> chiese ancora, dando voce ai suoi pensieri, senza dargli il tempo di rispondere alla sua precedente domanda. Il ghigno di Draco non prometteva nulla di buono.

***

La giornata era stata noiosissima, lezioni a parte, non aveva avuto proprio nulla da fare. E non aveva avuto nemmeno lezione coi Grifondoro. Quello si che sarebbe stato motivo di felicità per Draco. Era risaputo il fatto che amava prendere in giro quegli sfigati. Peccato. Durante il break tra una lezione e l'altra, si era rifugiato sotto una quercia, all'ombra, per godersi un po' di quell'aria settembrina che ancora padroneggiava quelle giornate poco coperte di nuvole. Chiuse gli occhi come per assaporare di più la brezza scompigliargli i capelli, godendosi quel beato momento di tranquillità, quando un vociare sommesso lo riscosse. Si voltò per spiare da dietro il tronco dell'albero e vide la Granger, con il suo gruppo di idioti. Restò nascosto per non farsi vedere e tese bene le orecchie per sentire cosa dicessero.
<< Oh, Ron! La vuoi finire? Non lo so di chi è questo dannato biglietto o non l'avrei chiesto a voi! Non sei d'aiuto. Per niente! >> esclamò la riccia, parlando al rosso.
<< Beh, vacci, magari è un ammiratore segreto... >> la prese in giro il ragazzo con la cicatrice a saetta. Bello. Adesso ci si metteva pure San Potter? Perché era così crudele da fargli credere di avere un ammiratore? Che amico del cazzo. Draco scosse la testa, pensando alle parole dello Sfregiato e continuò ad ascoltare.
<< Si, certo. L'ammiratore segreto. Harry, ma sei fuori quanto Ron, o cosa? >> aveva detto lei, portandosi una mano alla fronte. << Mi sa che ci vado, anche se poi violo il coprifuoco. Sono proprio curiosa di sapere chi è che mi ha mandato questo biglietto. >> Il viso imbronciato ma rosso di rabbia allo stesso tempo dell'ultimo dei Weasley parlava da sé. Non aveva bisogno che quello aprisse bocca. A dirla tutta, Draco era un po' scioccato. La Granger che violava le regole? Lei? Se non l'avesse sentito dire da lei stessa, non ci avrebbe mai creduto. Si perse nei suoi pensieri quel tanto che bastava, che quando tornò a spiare i tre, si stavano avviando dentro il castello.
Seguirla o non seguirla? No, decise. Non l'avrebbe seguita. Rientrò dentro anche lui e si preparò per le lezioni successive. Al termine di queste, si rifugiò nei sotterranei dove credeva di poter trovare un po' di relax. Manco a dirlo.
<< T'ho visto ieri. Perché hai baciato Hermione? >> domandò una voce dietro di lui.
<< Zabini, è una cosa tra me e lei. >>
<< E vale a dire? >>
<< La scommessa di cui ti ho parlato la settimana scorsa se l'è inventata lei. Non so il perché. Ma tu lo sai, io non mi tiro mi indietro. Gioco per vincere >>
Parlò con una tale semplicità, come se la cosa fosse ovvia, che Blaise rimase perplesso. Il moro aveva speso un sacco di tempo a chiedergli di lasciarla perdere se non gli interessava, di non farle del male. E Draco era sicuro che Blaise ora si stava chiedendo se le parole da lui appena dette fossero reali. Insomma, inquadrare la cosa non era poi tanto semplice, visto che si parlava di Hermione Granger. Il moro rispose con un'alzata di spalle.
<< Beh, tutto qui? Una scrollata di spalle e la risposta che mi dai? Pensavo che saresti uscito fuori di testa... >>
<< Hermione non è stupida. E se l'ha fatto, credo voglia dire che ne ha le scatole piene di te e del tuo sentirti superiore >>
<< Ma io sono superiore! >> protestò il biondo con tono pacato, marcando volutamente il verbo. Blaise, ancora una volta, si scrollò le spalle e lo lasciò in pace. Finalmente rimase solo. Senza nessuno che gli facesse domande, senza nessuno che lo importunasse. Senza nessuno e basta. Solo. Si trovò a pensare a chissà cosa stesse facendo la Grifondoro. Aveva davvero mandato al diavolo le regole a cui lei stessa era devota? Si era recata in quel posto a lui sconosciuto? Che diavolo stava facendo la Granger?
<< Ma che me ne frega?! >> sbottò, parlando da solo. Guardò l'orologio che aveva al polso e notò che mancavano venti minuti alle otto. Andò nel proprio dormitorio, si levò la divisa, fece una doccia veloce e, dopo essersi cambiato, scese in Sala Grande per mettere qualcosa sotto i denti. Una volta arrivatoci, fece scorrere lo sguardo al tavolo dei Grifondoro e notò, con una strana sensazione mista a piacere e disappunto, che la ragazza non era ancora rientrata. Si sedette e mangiò un piccolissimo pasticcio di carne e all'ultimo boccone, alzò la testa. Mentre osservava l'intera Sala, la Granger faceva ingresso, diretta al tavolo della propria Casa. Vide che aveva iniziato a mangiucchiare qualcosa e perciò, decise che quello era il momento adatto. Si alzò e uscì senza rispondere a Zabini e Nott che gli avevano chiesto dove stesse andando. Per qualche strano motivo, sapeva che Hermione presto sarebbe tornata su alla Torre dei Grifondoro, da sola. E aveva ragione.
Poco dopo, la so-tutto-io fece la sua comparsa e alle sue parole, lei sussultò appena. Lo aveva visto. Parlò senza dargli il tempo di rispondere e fu solo quando si fermò a guardarlo - infastidita -, capì che avrebbe avuto il suo momento.
<< Spiarti? No, a dire il vero. Però morivo dalla voglia di metterti in punizione. Ho visto che hai violato il coprifuoco. Meno dieci punti per Grifondoro! >> annunciò lui in risposta, sapendo di provocare l'ira di lei. Le sorrise fintamente e fece per andarsene, quando fu fermato per un braccio. Oh, quanta soddisfazione aveva povato nel vedere il viso di lei contrarsi in una smorfia al suono delle sue parole! E maggior soddisfazione la stava provando in quell'istante, sapendo d'aver fatto centro. Si voltò piano e ritrasse il braccio. << Non toccarmi, mi farai venire qualche allergia... >> disse guardandosi il braccio con espressione schifata.
<< Scusa, ma come faresti a sapere che ho infranto il coprifuoco? Avrei potuto essere in Biblioteca... >> rispose lei, senza farsi intimidire, sperando che ci cascasse.
<< Ti ho sentita oggi. E ti ho anche vista uscire. E' inutile che tenti di nasconderlo, Granger. >>
Ancora una volta, il suo cuore si gonfiò di commozione per lo sgomento che albergava sul viso della Granger. Quanto ci godeva! Attese che rispondesse, ma lei non fiatò. Non ancora, almeno. E mentre aspettava, guardando il volto di lei, cominciò a guardarle i capelli ricci che stavano su come gli pareva, il naso dritto, piccolo e perfetto con quella delicata punta all'insù. Era così vicina che poteva contar le piccole lentiggini sul suo viso. E quelle labbra. Non erano troppo sottili. Nemmeno eccessivamente carnose. Aveva delle belle labbra. Labbra che avrebbe voluto baciare. Avrebbe voluto impossessarsene fino a che non fosse stato sazio. Bramava di guardarle e di saggiarne la consistenza morbida da un bel po'. In realtà dalla sera prima. Ed effettivamente non era un tempo troppo lungo, ma a lui sembrava un eternità. Per evitare di cadere nella trappola che la Grifondoro gli aveva teso inconsapevolmente, mirò lo sguardo ai suoi occhi. Sbagliato. Quelle pozze dorate lo attiravano a sé, come se volessero che lui vi ci annegasse dentro, facendolo marcire in un punto di non ritorno. Perché ormai aveva assaggiato gli strani effetti che Hermione gli iniettava con la sua sola presenza, con quelle labbra, con quegli occhi. Erano male. Hermione Granger era male.
<< Allora ho ragione... >> mormorò lui, spazzando via la pesante nebbia di silenzio che si era creata, interrompendo bruscamente i suoi pensieri per non finirci stecchito dentro. Lei parve pensarci ancora un attimo, incerta sul dire e sul da farsi. Che cosa gli doveva dire?
<< Non che debba dare conto a te, in ogni caso >> rispose la giovane, riscossa dalle parole di lui. Pareva che fosse arrabbiata, ma Draco, ne era certo, sapeva che anche lei stava pensando quello che aveva immaginato lui pochi istanti prima. Draco non si degnò nemmeno di controbattere e portò una mano dietro la nuca di Hermione, che trasalì, affondandola dentro quel groviglio di ricci. Avvicinò di più i loro visi e sentì il proprio cuore battere all'impazzata. Un uccello che si dimena nella propria gabbia. Maledizione, Granger! Cercava di tenere il proprio respiro regolare, non doveva farle capire quanto desiderasse baciarla. Ma c'era qualcosa di strano. Qualcosa che bruciò il cuore di Draco in un attimo. Lei non aveva per nulla rifiutato quel contatto. Si limitava solo a guardarlo dritto negli occhi, indecifrabile, col respiro che aumentò appena. E fu allora che ebbe il terrore di esser stato smistato nella Casa sbagliata, perché il coraggio che sfoderò era degno di un Grifondoro. Le loro bocche si incontrarono e a lui parve di sentire una strana scossa a quel contatto. Hermione lo baciò piano, dolcemente, seguendo le movenze delle sue labbra. Ma poi si scostò. Si allontanò da lui e Malfoy non ne capiva il perché.
<< Meno dieci punti a Serpeverde per aver baciato il prefetto di Grifondoro >> sibilò lei, voltandosi e rientrando nell'apertura a cui il quadro aveva dato accesso.
<< Mirtilli... me lo ricorderò... >> mormorò a se stesso, con un ghigno compiaciuto.



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Spazio dell'autrice  


bolladisapone :  Ciao! Mamma, sono contenta che tu mi capisca. Difatti riesco a scrivere solo in quei pochi momenti liberi che ho e aggiornare qui è velocissimo, perciò lo faccio in un attimo, in pratica! Sono contenta che tu sia passata qui, anche se mi chiedo come faccia ad avere il link che ti ha portato qui ahahhaha Comunque, ti ringrazio per i complimenti e ti dico che ora, finalmente, sto un po' meglio. Grazie! Immagino che, stando dalla parte del furetto, il capitolo ti è piaciuto! LOL
Sei andata benissimo! In primis perché hai recensito, e questo è buono xD Secondo perché la tua recensione è decente! Ci sono alcune che scrivono solo "continua presto" e robe varie. Si, sono pur sempre recensioni e mi riempiono lo stesso di gioia, ma qualche riga in più che mi faccia capire seriamente cosa pensano i lettori mi fa gioire in un modo assurdo. Sono onorata di essere la tua prima recensione, comunque! Grazie ancora e un bacio *_* <3

 

 piccola pucci  : Ma ciao XD Bene, il capitolo ti è piaciuto. Fiùùùù! Conta molto per me sentirti dire questo perché sei una delle poche superstiti che conosce la storia più o meno da quando l'ho pubblicata. VETERANA! ahahahahha Comuqnue, a grandi linee, la storia è presente nella mia mente e non mi era passato nemmeno per un momento in testa l'idea di uno dei due di incontrare Hermione. Però ora che ci penso, con Theo sarebbe stato spassoso xD Io Heyran lo paragono a Stitch, altro che pinguini! 626 mi fa una tenerezza! *_* Visto che volevi Draco, ti ho accontentata. E non osare dire qualcosa di male che ti crucio xD Io accontento i miei lettori! Come avrai letto, il bel Principe delle Serpi non è affatto depresso, anzi, il fatto che sia stato ossessionato da lei tutto il giorno lascia trapelare una sorta di gelosia che lui ancora non conosce. Ma tant'è! Perciò, non ti preoccupare. Draco lo vedrai quasi sempre perché in fin dei conti lui è un po' il perno della storia. Sono la salvatrice del mondo muahahahahhaha tu non perdi la sanità mentale e nessuno perde il più sexy, attraente, stronzo, affascinante ed eccetera eccetera del mondo!
Un bacio grandissimo! E grazie ancora! <3



Martinah Slytherin Horan : weilà! Bene, sei passata! Ne sono felice. E ti ringrazio per le condoglianze. Sei gentilissima! Sono felice che mi capisci ma mi dispiace tanto che anche tu ne soffra. E' una cosa veramente orribile.  Ma passiamo alle cose più allegre! Che bello che ti è piaciuto il chappy! :D Spero che anche questo ti sia piaciuto in egual modo :DD
Ah, si, quella faccenda delle carote xD Spero tu l'abbia letto! Non ho visto recensioni, ma se hai letto, mi fa piacere comunque xD Di recente ho anche aggiornato! Sono d'accordissimo con te, Niall e Louis sono stupendi. Beh, io ho una gran cotta per Lou, ma sinceramente io li adoro tutti. La dolcezza di Liam, la stupidità di Lou, la figaggine di Zayn, gli occhi di Niall, il sorriso di Harry... che te lo dico affà xD
Un bacione :D spero di rivederti bazzicare da queste parti! <3

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Capitolo 16
*** Mirtilli! ***


Chap_16 Chapter 16 - Mirtilli!  


Doveva attuare un piano geniale. Non poteva lasciarsi sfuggire un occasione simile. Non poteva essere pigro. E si sapeva che, Draco Malfoy era tutto tranne che pigro. Camminava per la stanza sforzandosi di trovare un piano. L'unica cosa che gli mancava era la via per arrivare al suo scopo.
<< Fanculo! >> gridò frustrato, tirando un calcio ad uno sgabello ai piedi del proprio letto. Era mattina presto e aveva deciso di non andare a seguire le lezioni. Nulla di quelle stupide pose di noia l'avrebbe aiutato meglio della tranquillità della sua camera vuota. Il blaterare degli insegnanti lo odiava e il ciarlare delle oche dietro di lui lo irritava ancor di più. Che merda. Di solito era bravo a macchinare cattiverie e complotti di vario genere.
E più ci pensava e più si sentiva disperato, cosa che lui odiava essere. Era sempre stato abituato ad avere tutto, la disperazione non lo aveva mai toccato sin da quando aveva aperto gli occhi cinerei al mondo il giorno che Narcissa Malfoy lo partorì. Non sapeva che fare. Da un alto c'era la voglia di punire quella dannata Grifondoro, senza un motivo nemmeno ben preciso - a dirla tutta -, dall'altro lato, desiderava di appropriarsi delle sue labbra nel modo più autorevole e dolcemente possiile.
<< Sto dando di matto. Non posso averlo pensato sul serio >> si disse, con gli occhi spalancati a fissare il pavimento. Baciarla? Si. Era fuori di sé. Ma l'aveva già baciata altre volte. Oh, quanto la odiava! Perché doveva dannarsi così tanto quando lei se ne sbatteva altamente? Ah, già. Lui voleva distruggerla. Distrugerla e poi baciarla. No, solo distruggerla. Se lo meritava!
Come osava penetrare nella sua mente?
Come osava mostrargli le immagini di loro due sotto le palpebre chiuse?
Come osava pugnalarlo con i ricordi dei loro baci?
E come si permetteva di guardarlo in tralice ogni volta che si vedevano quando lui cercava esclusivamente di reprimere l'impulso di baciarla?
Maledetta Mezzosangue! Le voci nella sua mente combattevano una dura lotta.
Una gli consigliava di umiliarla davanti a tutti e il più perfidamente possibile. L'altra voce, invece, gli suggeriva mestamente di intrufolarsi nella Sala Comune dei Grifondoro, farle prendere un colpo, e poi mostrargli il suo lato premuroso. Lei si sarebbe lasciata andare e sarebbe finita tra le sue braccia con esito di perfetta riuscita del suo piano. Anche se su questo punto covava più di qualche dubbio. Era sempre tutto così incerto e frustrante quando si trattava della Granger.
Decise, comunque, di recarsi su alla Torre di Grifondoro, poi avrebbe deciso sul da farsi. Prima si fece una doccia veloce e si vestì della divisa scolastica. Uscì velocemente dai sotterranei evitando tutto e tutti. Per fortuna non c'era nessuno in giro. Erano tutti in Sala Grande a fare colazione. Arrivò alla Torre dei Grifoni e si avvivcinò al ritratto della Signora Grassa avvolta in un gran vestisto color pervinca.
<< Salve >> disse in tono seccato.
<< Buongiorno a lei, posso aiutarla? >> domandò la donna nel ritratto.
Malfoy era convinto che la donna sapesse che non era un Grifondoro e temeva che non lo facesse entrare.
<< Si, "mirtilli" >>
<< Mi scusi, giovanotto. Lei non è un Grifondoro, perché dovrei farla entrare? >>
<< Perché le ho detto la parola d'ordine, ora si levi! >>
La dama rimase indignata e sbigottita ma gli aprì il varco, seppur con estrema riluttanza.
Appena entrò nella sala Comune ebbe il violento impulso di voler incendiare tutto con l'Ardemonio. Ogni cosa in quella stanza gli dava il voltastomaco.
 Era tutto così rosso e oro! Ogni singola cosa urlava la fierezza nell'ostentare i colori tanto odiati dai Serpeverde.
Strinse i denti e i pugni e si preparò mentalmente a lanciare qualche Oblivion se il caso l'avesse richiesto.
Forse Salazar era dalla sua parte quella mattina perché i cuscini e i divanetti erano tutti vuoti. Imboccò il corridoio che portava ai dormitori femminili e si stupì di trovare la stessa pianta del corridoio di quella dei Sotterranei. Per questo motivo non gli fu difficile trovare la camera del prefetto rosso-dorato.
Salì il primo gradino della piccola scalinata, ma con sua - rinnovata - sorpresa, gli scalini diventarono un piccolo scivolo. Si ritrovò a gambe all'aria senza capirne il motivo. A Serpeverde non gli era mai successo. Meno di un secondo dopo, forse giusto il tempo di rimettersi in piedi, lo scivolo divenne di nuovo una piccola scalinata. Pronunciò l'incantesimo Duro su questa, ma l'incantesimo parve non avere alcun effetto. Lui, che tuttavia aveva considerato l'ipotesi, quando si ritrovò di nuovo gli scalini lisci come uno scivolo ma, questa volta, senza che il suo regale fondoschiena toccasse il marmo pregiato, decise di aprire la porta con uno scatto di Alohomora ed eseguì un perfetto Mobilicorpus* su se stesso ed entrò nella camera del prefetto. Si chiuse la porta alle sue spalle non appena posò i piedi a terra e si guardò intorno. La stanza era proprio come se l'immaginava.
Perfettamente ordinata (avrebbe detto maniacalmente...), il letto fatto, il baule chiuso ai piedi di questo, la scrivania sistemata di tutto punto sotto una delle finestre colorate semiaperta. Sulla scrivania c'erano libri sistemati per altezza, le varie piume erano raccolte in quello che sembrava una tazza decorata a mano e le pergamene erano tutte spiegate, poste l'una sull'altra, al centro dello scrittoio. Solo una cosa stonava con tutto quell'ordine. Sulla pila di pergamene, la prima era macchiata d'inchiostro ed infatti, una piuma dalla penna sporca e una boccetta di inchiostro blu giacevano accanto ad essa. Si avvicinò di più alla pergamena per indagare sulla macchia che, come notò, era la calligrafia di Hermione.
"Smettila di infastidirmi, io non voglio avere nulla a che fare con te. E se "
E se cosa? Perché aveva interrotto un principio di lettera d'amore certamente avente lui come destinatario?
Pensò che sarebbe stato saggio non toccare nulla, assolutamente, ma la tentazione di infastidire la Granger ancora di più, si faceva sentire in modo opprimente...

                                                                                                                     



*Mobilicorpus: permette di muovere facilmente oggetti pesanti, facendoli sollevare a mezz'aria come se fossero appesi a fili trasparenti.    



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Spazio dell'autrice  

Ciao bella gente! Woohoo! E' da un sacco che non postavo. Sono proprio una disgraziata. A mia discolpa posso dire che questo capitolo era scritto a mano già da un pezzo, e infatti c'è già anche il continuo che devo solamente trascrivere :D Dai, non mi linciate!
Comunque che mi dite di questo capitolo? DITEMI! So che il capitolo non è molto lungo e c'è un perché. Questo capitolo, originariamente è lungo tipo sei pagine di quaderno, ma il fatto è che non posso fare un capitolo esageratamente lungo perché temo che possiate annoiarvi. E io non vogli affatto annoiarvi. Perciò, se questo è stato breve, l'altro sarà sicuramente pià lungo e sarà postato in molto meno tempo! Non ho intenzione di far passare altri mesi tra un capitolo e l'altro perché capisco che un lettore può annoiarsi o semplicemente dimenticarsi di cosa parla la storia in questione xD So, forgive me!
Non so voi, ma a me mancha un sacco leggere un nuovo libro di Harry Potter, porca paletta. Ormai sto rileggendo di nuovo il Principe Mezzosangue e credo questa sia la ventesima volta. Lo conosco meglio io che Jk. Che amarezza.
In tutto ciò, ringrazio chiunque è arrivato fin qui, chiunque ha cominciato con questo capitolo e chiunque lascerà una recensione in futuro. A proposito di recensioni, devo rispondere!
Hop-hop recensioni XD

Martina Slytherin Horan: Ma ciao! Tu mi truciderai per il ritardo assurdo e sono, infatti, tremendamente mortificata. Spero però che questo capitolo ti piaccia lo stesso :3 Anche perché qui c'è esattamente quello che volevi sapere nella recensione della volta scorsa. Sono contenta che l'ultima volta ti sia piaciuto il capitolo e ti confesso che avevo tenuto in serbo la frase e il perfetto udito di Draco proprio alla fine, perché sapevo che sarebbero risultati interessanti ahhahah XD  Comunque non ti preoccupare se non hai recensito l'altra, l'importante è che so che l'hai letta e che ti è piaciuta! Infatti ho anche aggiunto un nuovo capitolo XD Eh, Lou... vabbene, forse e meglio non parlarne perché altrimenti sono cavoli amari. Ci addentreremo in meandri così oscuri da non uscirne più ahahha Comunque granzi ancora per la recensione, spero che tu abbia gradito il capitolo! Non ti dimenticare di farmi sapere che sei passata, anche con poco! Un bacione, e grazie :D

Omega_ex_Bolla: Tesoro caro, innanzitutto, grazie per aver lasciato la recensione, mi fa un piacere immenso, sul serio! Poi, parliamo proprio di questa. Si, in effetti i due sono di coccio, hanno la testaccia dura e tutti e due son pieni d'orgoglio, perciò si sfidano sempre, ma alla fine non sanno resistersi. Come dicevi tu, beata Hermione che è riuscita a farsi beffe di Malfoy perché, diciamocelo, io l'avrei preso per la divisa e l'avrei trascinato oltre il buco del ritratto. Quindi, TI CAPISCO BEIBI. XD Ad ogni modo, grazie a te per i complimenti, per la recensione e per non aver mollato e letto il capitlo lo stesso, spero che tu lo faccia anche adesso che è passato un bel po' XD Un bacione grande e grazie ancora! <3

Tiffany Katherine Malfoy: Tu sei la mia famigerata "piccolapucci", vero? Quando cambiate nick non ci capisco mai nulla ahahahah comunque, grazie tante per essere passata, come prima cosa. Ad essere sincera, è la tua recensione che mi ha dato " la forza di postare" questo capitolo. Pensavo che la storia fosse andata perduta nel dimenticatoio e non ero sicura di volerla continuare, ma visto e considerato che tu hai letto e recensito, ho pensato che a qualcuno allora interessa! Perciò a te va un GRAZIE GRAZIE GRAZIE!  Comunque, non avevo dubbi che tu preferissi Malfoy ad Heyran per Hermione, però tuttosommato sei furba...Zabini te lo vuoi portare a casa come pupazzo sul letto fatto! ahahhahahah Gliel'ho detto, e chedo che vogli prend...Hey, Blaise, non adesso... Bla...noo...
-Ciao, io sono Blaise :) Vale mi ha detto che cerchi i miei servigi. Purtroppo in questo mondo Babbano non posso usare la mia Firebolt che mi scoprono, altrimenti sarei già da te. Ma dimmi, fanciulla, cosa ti angustia? Se posso ess...no...Vale!
                                                          ....          ....          ....          ....          ....          ....
NON FARLO MAI PIU' O NON PRENDERAI PIU' PARTE ALLA FANFIC! *si sistema i capelli e torna a scrivere* Scusa, cara. Ma a volte, tenere i personaggi dentro la propria testa non è un gran vantaggio....comunque, dicevamo...spero che per ora questo apitolo ti soddisfi, tanto ne sto già preparando un altro ahahhahah  Grazie ancora per aver recensito, sono contenta che tu sia ancora qui! Fammi sapere se il capitolo ti è piaciuto! Un abbraccio! <3


Scusate il momento di follia, ringrazio ancora chi legge e lascia recensioni, chi legge segreatamente la storia e si comporta come un fantasma di Hogwarts e che segue/preferisce/ricorda la mia fanfiction! Vi voglio bene *w*
Ciao patate/i
Vale! ^^

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Capitolo 17
*** Room Guest ***


17. Room guest.



 
La giornata era iniziata malissimo. Non poteva credere che quei due cialtroni l’avessero svegliata solamente per copiare i compiti della giornata. Assurdo! Anche se, a pensarci bene e conoscendo i due, non avrebbe dovuto meravigliarsi più di tanto, anzi non avrebbe dovuto affatto.
Ad ogni modo, le lezioni stavano diventando una lenta tortura a cominciare dalla primissima ora. Era di cattivo umore e ormai sentiva che la giornata era rovinata. Per questo motivo aveva – e non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto minacce di morte – preso giusto una sola Merendina Marinara di Fred e George. Erano soltanto le dieci di mattina, la seconda lezione stava per finire e lei aveva già abbandonato l’aula di Storia della Magia che condivideva coi Tassorosso quel giorno. Non che il professor Rüf avesse avuto qualcosa da ridire. Alla sua alunna migliore – e soprattutto all’unica che rimaneva sveglia durante i suoi lunghissimi sproloqui - una pausa poteva pure concederla.
Si diresse tranquilla verso la torre della propria Casa, oltrepassò il buco nel muro dopo aver pronunciato la parola d’ordine e si diresse nel proprio dormitorio. Fece leva sulla maniglia e,  spedita, andò verso il suo letto. Lanciò un ringhio di frustrazione e slacciò, nel frattempo, la cravatta annodata al collo, subito dopo essersi sdraiata. Chiuse gli occhi per qualche istante prima di realizzare di aver avuto la visione della propria camera in maniera completamene opposta a come l’aveva lasciata alla propria uscita mattutina.
<< Devo essere proprio stanca… >> mormorò a se stessa, sforzandosi di tenere gli occhi chiusi. Resistette giusto qualche altro secondo prima di cedere alla tentazione di guardare la camera che si faceva sentire a gran voce nella propria testa. “Forse non è una cattiva idea. Così mi calmo…”
Aprì gli occhi e si mise a sedere sul letto. Le si accapponò la pelle tanto del caos che regnava in quella stanza. Sgranò gli occhi, come ancora incredula, pronta ad un imminente infarto.
Chi diavolo era entrato in camera sua per buttare tutto all’aria? Si portò le mani alla faccia, ancora scioccata da ciò che l’aspettava oltre le dita spiaccicate in faccia. Pensò velocemente ad un incantesimo capace di sistemare tutto. E così fece. Con un incantesimo non-verbale sistemò tutto. I libri, le piume, le pergamene. Ogni cosa al proprio posto. Si sentì subito meglio e soddisfatta del proprio lavoro.
Un "clap-clap” risuonò dietro di lei e le vennero i brividi, quasi.
Si voltò lentamente, e si ritrovò Draco Malfoy, coi capelli biondi tutti arruffati, la cravatta slacciata, la camicia un po’ fuori dai pantaloni e il golfino nero aperto – un Dio sceso in terra, dunque -,  a fissarla mentre batteva le mani con un sorriso sghembo disegnato sulle labbra. << Sei stata proprio veloce! >> esclamò il biondo, con finto entusiasmo.
Hermione lo fissò qualche istante. Stupita e furibonda.
<< Come diavolo hai fatto ad entrare qui dentro? >>
Lo stupore che la sua voce mostrò tradì non poco le intenzioni di Hermione. Come se non bastasse, ciò avrebbe di sicuro accresciuto l'ego già smisurato del Serpeverde.
"Merda" fu l'imprecazione mentale della riccia. Se Harry e Ron fossero stati presenti avrebbero ballato la conga conducendo un trenino di tremila persone, girandole intorno gridando "eh!" ad ogni quattro passi.
<< Non si trattano così gli ospiti da camera. Ma che maniere... >> sospirò Malfoy, cercando di sembrare offeso. Ma non incantò Hermione.
<< Ospiti da cam...? Sai cosa? Non lo voglio sapere. Esci subito fuori di qui. Vai via dalla mia camera, dal mio dormitorio, dalla torre della mia Casa e striscia in quel buco fetido del tuo sotterraneo. Ora. >>
Draco non parve affatto colpito. L'umore gioioso che trasudava il suo viso non accennava scomparire. Sembrava che le parole di Hermione non gli avessero nemmeno sfiorato il lobo dell'orecchio. Piuttosto, mostrava una calma assai irritante.
<< Perché sei sempre così ostile, Granger? >> domandò lui, come se la cosa gli stesse davvero a cuore.
<< Ma tu non eri quello che qualche tempo fa mi aveva dato della frigida Mezzosangue? >>
O lei era ottusa, o Draco Malfoy apparteneva a quel tipo di persona che ha la mente deviata, oscurata dalla perversione. Ogni volta che lo guardava le sembrava che sulla testa del biondo fosse conficcata una bandiera su cui aleggiava il motto " Coerenza Zero! " a lettere cubitali e animate.
Ricordava benissimo le volte che lui l’aveva umiliata davanti ad un’intera scuola. Le volte che aveva speso a piangere per la collera, rinchiusa in uno stupido bagno, dove chiunque avrebbe potuta vederla. Sentirsi bruciare l’anima con sole poche parole. E Hermione lo sapeva che lui, forse, nemmeno si rendeva conto di quello che diceva. Non ne capiva nulla di sentimenti, lui. Certo, nemmeno lei era così esperta, ma lui di sicuro non ne sapeva più della riccia. Aveva il cuore di pietra, lui.
Lui evitò placidamente la retorica di Hermione e si sedette sul suo letto senza battere ciglio. E lei lo odiava per questo. Cambiava umore e pensiero come spifferi di vento cambiano direzione.
<< Siediti qui, devo parlarti e non ho tempo da sprecare in discussioni inutili >>. Draco era diventato serio ma delicato. Il tono era tremulo ma forte e gentile al tempo stesso. L'espressione truce e tormentata al contempo. Lei esitò, chiedendogli perché mai avrebbe dovuto farlo, visto che non si degnava nemmeno di rispondere alle sue domande.
<< Perché è una cosa seria, Granger. Riguarda anche te >>.
E il modo serio in cui lui rispose alla sua acida domanda le diceva che doveva fidarsi. Anche se si chiedeva come fosse possibile che Malfoy avesse da dirle qualcosa che concerneva la vita di entrambi? Erano pensieri che non potevano coesistere Granger e Malfoy. In nessuna mente.
Mentre lei si avvicinava al letto, lui si tolse le scarpe e ci si stese sul lato e aspettò che lei facesse lo stesso, mentre lui picchiettava con la mano sul letto e guardandola negli occhi.
I loro respiri si scontravano e si avvolgevano.
Menta e pioggia si mescolavano all'odore delle ciliege.
I loro sguardi si incatenavano, si scrutarono, si penetrarono cercando di cogliere la parte nascosta dell'anima dell'altro.
Più si guardavano e più nelle loro menti prendevano vita i pochi ricordi belli, per così dire, che avevano costruito insieme. Nessuno dei due li definiva belli perché li consideravano deleteri, però non potevano fare a meno di scrutarsi e desiderarsi.
Hermione pensò a lungo, guardando il volto del biondo. Il viso lungo e affilato, i tratti delicatissimi ma decisi allo stesso tempo gli davano un che di regale. La pelle chiarissima sembrava pura porcellana, ma al contrario di quello che aveva sempre pensato, le poche volte che aveva toccato il viso o le mani di Draco, era calda. Non aveva una singola imperfezione sul viso liscio e tonico.
Gli occhi di un’inconsueta forma allungata, decorati da fittissime e corte ciglia bionde, facevano da cornice alle iridi cineree. Malfoy aveva degli occhi stupendi, lo aveva notato molto negli ultimi periodi. Quando era arrabbiato diventavano proprio scuri, come una tempesta pronta ad imperversare. Quando si sentiva ferito o voleva divertirsi in qualche modo, che fosse una sfida o un semplice gioco da tavolo, sembrava quasi vi si accendessero fulmini. E quando sorrideva oh, quando sorrideva – i suoi occhi sembravano una grande distesa di nuvole immature, quelle che ti oscurano la vista del sole ma ti lasciano intendere che è dietro di loro. Quelle nuvole che ti confortano quando proprio non vuoi vedere la pioggia perché sono così chiare che, più che imperversare un temporale, ti lasciano pensare che si sfilino per lasciar uscire raggi di luce luminosa.
Si trovò a guardare la linea dritta del suo naso, un po’ a punta, non troppo grande che stava a meraviglia con la forma perfetta delle labbra. Erano stranamente polpose al centro, ma si assottigliavano agli angoli. Quando rideva – per davvero – scopriva dei denti stupendi. Bianchi, dritti e perfetti. Gli illuminavano tutto il viso.
Quel pallore etereo era in perfetta armonia con il suo viso e la sua figura, non solo per il chiarore della pelle diafana ma anche dai crini biondi come il grano e a volte li portava tirati all’indietro, per sembrare rispettabile, mentre altre volte gli ricadevano lisci e morbidi sulla fronte, come una cascata dorata. Erano lucenti e sembravano chiamare le mani di Hermione per tuffarci dentro le dita lunghe.
Malfoy era alto e snello, circa un metro e settantotto. Da un’attenta analisi Hermione dovette dedurre che fosse abbastanza ben messo, sebbene all’apparenza sembrasse gracilino. Il fisico asciutto sembrava non avere alcuna forma ma lei sapeva che ne aveva, non perché lo avesse visto di persona, ma perché aveva visto altri giocatori di Quidditch e tutti erano ben messi, frutto di molti estenuanti allenamenti.
Dopo aver visto Harry, Ron, Fred, George e Viktor aver fatto il bagno a torso nudo, di sicuro dubbi non ne aveva.
Malfoy camminava sempre lentamente, il passo ben cadenzato, silenzioso e delicato che contrastava nettamente quella che Hermione definiva “personalità instabile”. Lui era chiassoso, rozzo, indelicato, sfacciato e incurante. Però quando camminava, per la miseria, la sua figura longilinea eclissava chiunque. Era elegante, attraente e fuori posto persino ad Hogwarts, luogo di buone maniere e rigore.
Si trovò ad analizzare il profilo della Serpe senza rendersi conto che in tutta onestà, sebbene lo avesse odiato negli anni, lui era diventato proprio un bel ragazzo. Hermione non era mai stata il tipo di ragazza-oca che quando le passava davanti un bel tipo si scioglieva  e cominciava a parlare con voce stridula alle amiche, ma di sicuro Malfoy, ormai decisamente bello, non le era per nulla indifferente. Non si sapeva spiegare da quanto tempo le piacesse, ma certamente c’entravano qualcosa il tempo passato assieme e i pochi baci – che le facevano venire i brividi anche solo a ricordarli – che si erano scambiati.
Ma si chiedeva soprattutto quando si era messa ad osservare Malfoy così attentamente.
Quello che non sapeva Hermione era che Draco stava pensando a lei proprio come aveva fatto la Grifona di lui.
La cosa che più gli piaceva della riccia, era il modo in cui camminava. Lei era sempre di fretta, piena carica di libri tra le braccia e la borsa che le scendeva penzoloni lungo un fianco, ma non si rendeva conto di quanto potesse essere sexy con le gambe lunghe fasciate da alte calze scure che le arrivavano alle cosce mentre si allungavano ad ogni passo che faceva, sbatacchiando la gonna della divisa a destra e a manca.
Non sapeva il fascino che possedeva anche mentre soffiava ad un ciuffo che le ricadeva sul viso o mentre faceva un sacco di smorfie quando era intenta a scrivere o a preparare pozioni in mezzo alle esalazioni terribili nell’aula sotterranea.
Alta, almeno un metro e settanta, e slanciata, la figura snella e immatura che era una volta era sparita. La ragazzina aveva ormai levato le tende, lasciando spazio ad una giovane donna. Le spalle e la vita sottili, le gambe lunghe e toniche, il seno delicato e non troppo pronunciato, il ventre piatto.
Più Draco la guardava, più la osservava e più gli veniva da pensare che Hermione era diventata tutt'altro che la ragazzine anonima che era arrivata il primo anno. Per la verità era sempre stata carina, ma gli sguardi erano sempre puntate sulle più belle e lei passava sempre inosservata senza problemi. Si rinchiudeva in quel posto saturo di polvere e libri, l'odore di vecchio e il tanfo di chiuso. Come diamine faceva a stare sempre chiusa in biblioteca?
E da quando non ne passava di tempo lì dentro, comunque?
Mentre continuava a guardarla, pensò alla linea fine della sua mascella. Il suo viso era elegante e rude allo stesso momento, nel senso che per quanto fosse bella, anche in una situazione di pericolo o combattimento, nulla avrebbe potuto scalfire quella bellezza. Hermione non si truccava praticamente mai e questo era il suo punto forte. Il suo viso emanava freschezza da ogni poro. E poi quei ricci, oh, quei ricci!
Aveva quei ricci fitti e leggermente increspati che ballonzolavano ogni volta si muovesse, erano color cioccolato, ed emanavano un profumo dolcissimo di ciliegie. Aveva un incarnato chiaro ma più ambrato di Draco e gli piaceva il lieve contrasto delle piccole lentiggini che le ricoprivano il viso dalla pelle morbida.
Le lunghe ciglia folte e scure, che contornavano gli occhi da cerbiatta, facevano da ventagli alle iridi mielate. Draco si chiedeva spesso se fossero color oro o miele, arrivando alla conclusione che era una sfumatura minima e che lei le avesse di entrambe le tonalità. Avrebbe preferito affogare la sua anima in quel mare appiccicaticcio di miele e prezioso come l’oro fuso. Guardare la bocca di Hermione era un pericolo per il suo ego maschio, ma i suoi occhi erano un attentato alla sua stessa mente. Avrebbe potuto cedere mille e più volte alla sola luce degli occhi della Grifondoro.
Il naso piccolino, dritto, con la punta leggermente all’insù lo faceva impazzire. Si addiceva in tutto e per tutto alla sua immagine di so-tutto-io. Eppure, ormai si era reso conto, quando i professori facevano domande in classe, lui scattava a guardare lei che alzava la mano e rispondeva soddisfatta, mentre un misto di rabbia e attrazione gli montava dentro.
Quando Hermione parlava le labbra un po’ piene si muovevano sinuose, come se chiamassero le sue e la voce di lei sembrava così melodiosa che sembrava calmare l’anima di Draco anche quando era in agitazione. Adorava quando la bocca formava un’unica linea dritta e le si corrugava la fronte. Era un segno ben preciso, quello: stava pensando a come rispondergli per le rime ogni volta che lui la metteva in difficoltà. Oh, quanto gli piaceva. Adorava quando sorrideva e scopriva i denti nuovi, per così dire. 
Ricordava come fosse ieri il giorno in cui, il quarto anno, per sbaglio, la fattura Densaugeo  che provò a scagliare su Potter, in realtà finì su di lei. I denti davanti le crebbero così tanto da sembrare zanne. E infatti lui continuava a chiamarla Babbana Zannuta. Ma poi quando la vide al Ballo del Ceppo, Gesù, le zanne non c’erano più ed era così bella che dovette scappare con Pansy al seguito. Ricordava ancora il sorriso smagliante di Hermione mentre scendeva le scale per andare incontro a Krum. Al tempo, lui non sentiva ancora tutto questo grande interesse per lei, ma quasi non la scambiò per una di Beuxbatons. Il suo sorriso le illuminava il volto, le dava una luce completamente nuova e da un po’ a quella parte, Malfoy bramava di essere lui il motivo per cui lei sorrideva. E quanto agognava baciarla, mentre lei era davanti a lui, distesa, che aspettava qualche tipo di spiegazione. Ma lui non era tanto incline a dargliene alcuna.
<< Cosa c'è di così urgente da fati venire fin quassù? >> domandò lei, con tono pacato ma pratico.
<< Abbiamo dei problemi seri, Granger >> gli rispose lui, risoluto.
 


 
MAAAAAASCIAAAAAAOOOOOOOOO!
Bene. So che sono deludente come scrittrice e come autrice di EFP. Sono sempre di un ritardo mostruoso. Sono patetica.
E sono una persona orribile perché non sono riuscita a mantenere la pomessa fatta ç_ç
Oltre a piangermi addosso, ringrazio adesso coloro che hanno recensito :D
Siete maledettamente fantastiche *_*
Ho, dunque, adottato una nuova politica: alle recensioni risponderò quando saranno fatte, piuttosto che al capitolo successivo.
Mi sembra più giusto.
Insomma, ho pensato “non solo aspettano il capitolo, ma poi devono anche aspettare una risposta alla recensione e questo è da maleducati da parte mia! “ , perciò ho risposto XD
Che mi dite del capitolo? Vi è piaciuto? Si, ok, lo so. E’ lunghetto e noioso.. Però mi andava di farvi capire i protagonisti come si vedono l’un l’altra. Io me li sono immaginati stesi sul letto. Hermione sul lato destro e Draco sul sinistro. Tutti e due con le mani sotto la testa e una sul letto. Si guardano, si scrutano. Maròòò ho così tante feelings che non immaginate xD
Quanto shippo questi due. Solo il pensiero di quello che succederà più avanti... *_*
Credete che si baceranno? Chi lo sa. Credete che andranno a letto insieme? HO DETTO CHI LO SA.
MUAHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHA
Per il vostro sollievo di lettrici, ho pensato di fare questa cosa per voi: leggere il chappy per aggiustarlo e betarlo e postarlo con l'editor di EFP, così non usciranno più cosi strani invece della storia xD
Su, forza, recensite e ditemi che ve ne pare del capitolo! Vi immaginate Draco e Hermione come li ho immaginati io?
Bene, ora mi volatilizzo, grazie a tutti per le letture anticipatamente!
Mentre, meglio tardi che mai, volevo farvi gli auguri per le feste passate, sperando siano andate bene :D
Un bacio enorme, Va
Vale <3

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Capitolo 18
*** Let's start a confession. ***


18. Let's start a confession

Si scrutarono a lungo. Lei aspettava che il Serpeverde aprisse bocca e si decidesse a mettere fine a quella che lei pensò di chiamare farsa.
<< Ti sto ascoltando, biondo. >> lo incoraggiò lei, con tono spazientito.
Lui sbuffò. La ragazza sembrava andar di fretta.
<< Per qualche strano ed oscuro motivo devo parlare con te della mia reputazione. E per cause di forza maggiore devo rivelarti che stai intralciando la mia già avviata ascesa come Di… >>
<< Malfoy, questo dovrebbe interessarmi in qualche modo? Stai dicendo un sacco di stronzate e per di più ho già capito dove vuoi andare a parare. E’ un problema tuo, non mio. >> lo interruppe lei, già stanca della sua voce.
<< Se magari mi facessi finire… >>
<< Non credo di volerlo fare. L’incipit fa così schifo che non so come potresti migliorare la tua posizione. >>
Draco assottigliò lo sguardo e se avesse potuto zittirla con solo quello non avrebbe proferito parola. Ma Hermione era una a cui le cose devi proprio dire chiare e tonde o per lei sarà come un tacito invito a proseguire il suo sproloquio.
<< Granger, sto cercando di essere gentile: sta un po’ zitta! >> le disse, cercando sempre di tenere la calma. Scoprì di conoscere la Mezzosangue più di quanto credesse, anche se era sicuro che il fumo che vedeva dalle orecchie della Grifona non se lo stesse immaginando.
<< Allora, >> ricominciò lui cautamente << la premessa è sempre la stessa e visto che devo parlare con franchezza, ho bisogno che anche tu lo faccia. E tu non vuoi che io ti racconti frottole, vero? >>
<< Certo che no! >>
<< Appunto! >>
<< Infatti >>
<< Bene >> Ci fu un momento di silenzio e di imbarazzo palpabile tra i due che parve durare ore.  Malfoy esitò un attimo e il breve scambio di battute appena scambiate gli fece decidere che poteva fidarsi di Hermione, perciò pensò di poter continuare: << Ammetterai che le cose tra noi siano strane >> cominciò, scoccando uno sguardo eloquente del tipo non-parlare-perché-non-ho-finito prima che lei lo interrompesse di nuovo << ma io non sono innamorato di te e sono più che certo che nemmeno tu lo sia di me, vero? >>
<< Certo che no! >>
<< Appunto! >>
<< Infatti >>
<< Bene… dunque, le cose stanno così, io ti faccio qualche domanda e tu mi risponderai con la verità >>. Lo sguardo di Hermione, che inarcò un sopracciglio fino all’attaccatura dei capelli, fece prendere a Malfoy la saggia decisione di concedere anche a lei una serie di domande.
<< Vorrei tanto potermi fidare di te, ma sei un bluff come uomo, figuriamoci se, da Serpe, mi diresti mai la verità. Ti propongo un piccolo voto e immagino che tu non abbia nulla in contrario… >>

La Grifondoro decise di non aspettare nemmeno risposta. Si alzò dal letto avviandosi alla scrivania, tirò fuori dal cassetto una pergamena e la incantò abilmente. Il trucco era più o meno lo stesso che aveva usato l’anno prima per la pergamena creata per l’ES. Malfoy non aveva via di scampo. Prese una piuma e ci scrisse sopra: “Io sottoscritta Hermione Jean Granger prometto di dire la verità e di rispondere con sincerità alle domande che mi saranno poste da Draco Lucius Malfoy per la durata del giorno 16 Ottobre 1996.”
Firmò la pergamena e la porse al biondo che era ancora disteso sul letto.

<< Ho specificato l’anno. Non vorrei dovermi trovare costretta a risponderti con sincerità ogni sedici di ottobre… Ora scrivi >> lo intimò, incrociando le braccia al petto.
Malfoy lesse attentamente, pareva voler trovare una scappatoia che però non c’era e l’unica cosa che riuscì ad illuminarlo fu la fine di quella sorta di dichiarazione.
<< Per tutta la giornata di oggi, quindi, sei tenuta a dirmi la verità ogni volta che te lo chiedo… Tutto sommato non è un patto tanto spiacevole >> e così dicendo, scrisse la propria dichiarazione, identica a quella di Hermione, invertendo solamente i nomi. Le porse il foglio e le sorrise amabilmente. Lei gli diede una controllata, arrotolò soddisfatta la pergamena e, dopo averla poggiata sul comodino accanto, si stese sul letto. << Chiedi, avanti >> lo esortò lei, guardandolo negli occhi. Aspettò che lui desse segni di cedimento ma non ne vide.

<< Perché hai fatto quella…cosa al Ballo? Voglio dire, per carità, è stato sensuale, intrigante, eccitante, ma perché? >>
La domanda di Draco non dispiacque affatto la Grifondoro che, un po’ spiazzata per via degli aggettivi attribuiti al suo gesto coraggioso, si imbarazzò un poco seppur fosse compiaciuta.
<< Per farti dire proprio questo >> gli rispose, con un mezzo sorriso. Il biondo fece altrettanto, guardandola con una certa intensità. Socchiuse gli occhi mostrandole una smorfia compiaciuta , appena dipintasi sul suo volto. << Stai quindi dicendo che stavi cercando di sedurmi? >> domandò ancora, cominciando a prenderci gusto.
<< Non proprio. Volevo che capissi che non sono la ragazzina di cinque anni fa. Sono cresciuta e a modo mio so come ottenere quello che voglio >>
<< Stai dicendo che io sono quello che volevi, Granger? >>

Hermione ebbe un fremito. Lo desiderava eccome, ma stavano parlando di quella sera, giusto? Giusto. E lei quella sera non lo voleva affatto. << No, volevo soltanto intrigarti. E a giudicare dal fatto che mi hai seguito fino alla scalinata di marmo, direi di esserci riuscita >>. Si sentì soddisfatta di aver lasciato Malfoy sbigottito. Forse lui si era appena reso conto che il modo in cui aveva formulato la domanda, di conseguenza la sua risposta, non era esattamente quello a cui li mirava. << Tu perché, invece, continui a seguirmi? >>.

Questa si che era una “domanda-tipo” da fare, pensò Draco. Questo si scervellò per dare una risposta anche a se stesso ma la verità era che la Mezzosangue gli piaceva e basta. Non c’era molto da dire. Nessun “mi piace irritarti”, nessun “sei amica dello Sfregiato e di Lenticchia”, nessun “non lo faccio di proposito”. Niente di niente.
<< Da quando è proibito vedere cosa fa qualcuno che ti piace? >>. Beh, non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, è vero, ma era l’unico modo per dire la verità senza ammetterlo troppo esplicitamente, o forse… << Stai dicendomi che io ti piaccio, Malfoy? >>

<< Si, Granger, e pensavo fosse chiaro. Dannazione. E prima che tu faccia qualche altra domanda a cui probabilmente non vorrei rispondere, preferisco dirti le cose come stanno adesso. Volevo fartela pagare per essere entrata nella mia testa con una sola mossa e per non esserne uscita più. Il mio errore più grande, forse, è stato quello di baciarti, perché mi sono messo nei guai da solo. Non una, ma due, tre volte. Mi sono dato la zappa sui piedi da solo, mi sono scavato la fossa con le mie stesse mani. Non so più che modo di dire ho a disposizione per farti capire che sono stato stupido a sottovalutarti e a pensare di poter gestire la cosa come ho sempre fatto con altre ragazze. Forse è perché non ti sopportavo che mi sono invischiato in una cosa del genere in così poco tempo. Sai come si dice, no? “Il confine tra odio e amore è sottilissimo” >>

Draco Malfoy si stava confessando a lei? Sul serio?
Il biondo prese un attimo fiato, forse per rendersi conto di aver buttato tutto fuori, per una volta, forse per cercare di riordinare le idee e creare qualche altra frase di senso logico la prossima volta che avesse aperto bocca. Hermione rimase interdetta e shockata allo stesso momento. Di certo Malfoy le aveva offerto di sua spontanea volontà una confessione che lei stessa non si sarebbe mai aspettata. Era incredula ma allo stesso tempo si chiedeva perché Draco le avesse detto una cosa del genere.

Ad ogni modo, con quella confessione, il giovane rampollo aveva risvegliato in lei qualcosa e fu così che si puntellò sulle ginocchia, alzandosi, e i lanciò a capofitto in un bacio ardito con il temporaneo compagno di stanza. Draco era sorpreso, era fin tropo ovvio, ma rispose prontamente al bacio. Una sua mano si precipitò a tenerle la nuca mentre le dita dell’altra mano cominciarono a sfiorare i fianchi della ragazza che, presa dal momento, tuffò le dita tra i crini di Malfoy per premere di più le labbra sulle sue. Fu un momento idilliaco, meraviglioso. Pensavano solo a quanto si trovassero bene uno nelle braccia dell’altro e Hermione non fece nemmeno caso alle mani di Draco che ormai avevano sfilato la camicetta dalla gonna e ci aveva intrufolato il tocco gentile e tremulo. Fu quando Hermione gemette al tocco sulla sua schiena che Draco interruppe il bacio. La ragazza aprì gli occhi lentamente, come per paura che fosse stato solo un sogno e che non avrebbe trovato più il Serpeverde davanti a lei. Invece Draco c’era, poté constatare, ed era anche molto vicino. Incontrò i suoi occhi cinerei con le pupille dilatate, quasi impaurite.

<< Che c’è? >> domandò lei, con un fil di voce, senza staccarsi dai suoi occhi, nonostante le labbra gonfie di baci e terribilmente morbide richiamassero la sua attenzione sbracciandosi.
Malfoy esitò. Stava ancora riprendendosi dal respiro irregolare quando, infine, parlò: << No- non posso… >> .
Non le diede nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo perché lui scese dal letto e scappò, difilato, verso la porta.
<< Che c’è, non sono abbastanza per te? Ti piace avermi in pugno o cosa? >>lo provocò Hermione, alzando il tono di voce.
Lui si fermò, esitando sullo stipite della porta. Si voltò a guardarla. Uno sguardo ferito, triste, spento e non da Draco Malfoy incrociò il suo. Si guardarono per pochissimi secondi, prima che lui aprisse la porta, e ci sparisse oltre, chiudendosela dietro, lasciando Hermione esterrefatta e delusa.


QUANTO POSSO FARE SCHIFO, OMMIODDIO.
Mi dispiace.
Sono SECOLI che non aggiorno ma vuoi per lavoro vuoi per i problemi in famiglia, la mia testa è stata altrove.
Abbiamo scoperto che una delle sorelle di mia mamma aveva il cancro al seno ed è stato terribile.
Per fortuna è stata operata, ora sta molto meglio e si è anche sposata circa de settimane fa.
Era meravigliosa, DIOMIO. Mai visto sposa più bella.
Cooooooooomunque, questo capitolo non mi soddisfa moltissimo e infatti ci ho messo anche tanti, troppi, mesi per scriverlo.
Quello precedente mi è piaciuto molto di più, honestly.
Spero comunque che a voi piaccia, ma se non dovesse succedere, smerdatemi di brutto.
Vi ringrazio comunque di seguire la storia e vi amerei alla follia se lasciaste una recensione.
Fa sempre piacere sapere cosa pensano i lettori, if you know what I mean.
VI AMO TANTO TANTO TANTO E PROMETTO DI AGGIORNARE AL PIU' PRESTO!
- Vals <3

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Capitolo 19
*** - in vita - ***


Non ci sarà nessuno qui di chi leggeva la mia storia e ne sono consapevole. Ho abbandonato questa fan fiction e tutto il mio profilo per 15 anni se non di più e non so spiegare la contentezza per essere riuscita a rientrare in questo account che è stata una parte della mia adolescenza. Vorrei continuare con la storia e sinceramente risistemarla perché la me quindicenne era un po'confusa quando scriveva 😅 se ci fosse qualcuno ancora disposto a leggerla, mi metterò a lavoro visto il mio rinnovato spunto, quindi magari fatemi sapere! Un blocco dello scrittore lungo 15 anni se non di più 🤦🏽‍♀️ Vi auguro una meravigliosa giornata! ❤️

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