Sette frammenti sconnessi tra loro di angeclear97 (/viewuser.php?uid=1161853)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Carola ***
Capitolo 2: *** James ***
Capitolo 3: *** Clelia ***
Capitolo 4: *** Leo ***
Capitolo 5: *** Allison ***
Capitolo 6: *** Cletus ***
Capitolo 7: *** Elena ***
Capitolo 1 *** Carola ***
Carola
Link
al forum: Siate
Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt molto facile: l'intera
storia deve essere ambientata durante una giornata di pioggia
Carola
Carola rideva.
Non riusciva a farne a
meno, era più forte di lei.
Nemmeno la pioggia che
cadeva imperterrita sull'intera città era in grado di
mitigare le sue risa rumorose, quasi sguaiate, eppure a lei non
importava, voleva solo correre e trotterellare sotto la pioggia estiva
con le braccia aperte, permettendo così alle gocce d'acqua
di pizzicarla completamente, di
ricambiare quell'infinito abbraccio volto al cielo.
Non si pentiva di
nulla: di essere scappata dal raffinatissimo ristorante francese
durante la prima portata, di aver piantato in asso l'uomo con cui aveva
un appuntamento, di aver spento il telefono, di aver finalmente deciso
di ignorare il volere di sua madre.
Di
niente.
Non
si pentiva proprio di niente.
Carola aveva quasi
trent'anni e aveva ancora una vita davanti: glielo sussurrava la
pioggia che bagnava la sua pelle diafana, glielo urlava l'orgoglio che
per tanto tempo aveva represso, completamente sottomessa a una vita che
non sentiva propria.
«Hai quasi trent'anni,
Carola,» diceva sua madre sempre con
più insistenza, «quando
ti sposerai? Quando mi darai dei nipotini? Non puoi stare sola una vita
intera.»
E se io lo volessi, invece?
Se non
volessi qualcuno al mio fianco perché sono felice
così?
Carola aveva ripudiato
quei pensieri per tanto tempo.
Aveva frequentato
tante persone, ma nessuna era mai riuscita a conquistarla…
Forse la sua persona
doveva ancora arrivare o forse davvero sarebbe rimasta single a vita, e
allora?
Era forse un problema?
Lei era felice e lavorava
al museo della città con tanto amore e tanta passione,
perché sua madre non lo capiva?
Aveva pianto tante
volte, Carola, proprio come il cielo di quella serata estiva: lacrime
che scendevano fitte e copiose, disperate, furenti… Aveva
sempre avuto la pioggia dentro di sé, ma nessuno se n'era
mai accorto.
Ora però le
cose erano cambiate: il vestito azzurrino che indossava non fasciava
più le sue morbide forme con fare casto, il tessuto era
ormai talmente pregno di acqua che sembrava quasi una bellissima
divinità giunonica riemersa dall'oceano e i capelli
perfettamente piastrati erano tornati a quel movimento ondulato che
tanto amava e che tanto la rendeva lei,
una bellissima onda marina che avrebbe continuato all'infinito a
scontrarsi con lo scoglio senza mai arrendersi.
Quale
ilarità del fato: ogni volta che sua madre la pressava,
Carola sentiva la pioggia dentro di sé… Quella
sera pioveva, eppure non si era mai sentita tanto felice e libera come
in quel momento.
Rise ancora,
ballò ancora sotto la pioggia, si tolse i sandali e corse
via.
Verso la pioggia e oltre.
Ciao a tutti!! ^-^
finalmente partecipo a questa bellissima challenge, dato che dura per
tutto il mese di settembre è arrivato il momento di
rimboccarmi le maniche e iniziare a sviluppare i prompt!!
Siete ancora in tempo
per iscrivervi, se volete, vi basta andare sul forum linkato sopra e
fare richiesta nell'apposita sezione!! ^-^
In questa raccolta di
sette flash ho intenzione di sviluppare i prompt molto facile, facile,
intermedio e il primo del difficile e spero di riuscire a pubblicare
una flash al giorno!! Ogni capitolo avrà protagonisti
diversi e spero che Carola vi sia piaciuta, mi sono emozionata tanto a
scrivere di lei!! ç^ç
Alla prossima!! **
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Capitolo 2 *** James ***
James
Link
al forum: Siate
Curiosi Sempre
(dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt molto facile: Uno dei
personaggi deve dire la seguente frase: «Avrei voluto filmare
tutto, ma avevo il telefono scarico...»
James
«Te
lo giuro, è stato il concerto più epico al quale
io abbia mai partecipato» stava dicendo James per l'ennesima
volta, ripetendosi come un disco rotto – dato che siamo
più o meno in tema.
«Avrei
voluto filmare tutto, ma avevo il telefono scarico...»
David alzò
gli occhi al cielo, ormai spazientito.
Conosceva quella
storia a memoria, se James desiderava tanto
raccontarla poteva scrivere un libro a riguardo anziché
continuare a martellargli i timpani per ore e ore!
«Solo uno
sbadato come te poteva dimenticare il caricatore portatile a casa e
scaricare la batteria del telefono a furia di fare dirette sui social
ore prima l'inizio del concerto! Ci credo che quando è
iniziato il tuo telefono era bello che andato!»
esclamò mentre cercava di concentrarsi sul boss finale del
livello più difficile che avesse mai dovuto affrontare
– se solo James avesse smesso di parlare del concerto...
«Lo so, lo
so!» esclamò a sua volta James, tutto concitato.
«Però sai... non tutti i mali vengono per nuocere!
Anche se non ho potuto filmare nulla... Beh, sono comunque
felice!»
«E come
mai?» domandò David quasi distrattamente.
«Questo
è un segreto! Lo scoprirai solo quando uscirà il
DVD del concerto!»
Forse James fece
quella rivelazione con fin troppo trasporto, ma chiunque al suo posto
avrebbe reagito in quel modo.
David interruppe il
gioco per puntare lo sguardo sull'amico.
«Hai
ripetuto le stesse cose per ore intere e adesso non vuoi dirmi quale
sia questa cosa che ti ha reso felice?»
«È...
Complicato, ecco...!»
tentò di giustificarsi James.
«Tu sei complicato» lo
rimbeccò David, per poi tornare al suo videogioco.
Quello
che James non gli aveva raccontato e che sperava restasse un segreto
ancora per un po' era il fatto che, nella tasca destra dei pantaloni,
conservava gelosamente il plettro di Kenneth, il chitarrista degli Holy
Fury.
Kenneth l'aveva lanciato a fine concerto, come era solito fare a ogni
tappa dei tour della band, e inutile dire che solo una persona su
migliaia e migliaia era la fortunata in grado di aggiudicarselo.
Se James fosse stato tanto occupato a filmare con cellulare, non
avrebbe avuto le mani libere per prendere il plettro al volo... E
ammirare poi Kenneth che gli faceva l'occhiolino.
Kenneth era il suo idolo... E non solo.
Era tanto, tanto di più.
E proprio per questo avrebbe preferito che quel momento che aveva
condiviso con il suo idolo – e molto probabilmente anche la
prima e vera cotta da diciassettenne – restasse qualcosa
di... Privato.
Ma nonostante tutto, qualunque cosa sarebbe successa da quel momento in
poi, sarebbe andata bene.
Era felice così.
Ciao a tutti!! ^-^
Ieri non sono proprio riuscita ad aggiornare, uff!! Però
ecco qui la seconda flash, dal prossimo capitolo inizierò a
sviluppare i prompt della categoria facile e non vedo l'ora!!
Vi è
piaciuto questo capitolo? Secondo voi tra James e Kenneth è
scoccato qualcosa durante quel concerto o rimarrà solo un
bel ricordo? Chissà... A me non dispiacerebbe tornare a
scrivere su di loro -e magari pure una flash dove David non
è scocciato!! XD
Ci tengo a precisare
che Kenneth è poco più che ventenne, immaginate
la sua band come una di quelle che ha riscosso un grande successo fin
dagli esordi!! Così facendo la differenza di età
con James non è tanto grande e io non mi creo problemi da
sola!! XD
Spero che questa flash
vi sia piaciuta, grazie per aver letto!! **
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Capitolo 3 *** Clelia ***
Clelia
Link
al forum: Siate
Curiosi Sempre
(dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt facile: nella
storia deve essere presente un flashback + uno dei personaggi ama
cucinare
Clelia
Gli gnocchetti verdi
di semola con pomodorini gialli e rossi erano più lunghi da
pronunciare che cucinare.
Clelia era a buon
punto con la preparazione e non vedeva l'ora che Giorgio tornasse a
casa per poter pranzare in tutta tranquillità.
Clelia amava cucinare,
anche se non era il lavoro della sua vita.
Quando
scoprì questo talento – quando lui lo scoprì
– lavorava già come insegnante delle scuole medie
e non avrebbe mai abbandonato i suoi studenti e quelli che sarebbero
arrivati con lo scorrere degli anni per diventare una chef, ma aveva
giurato che avrebbe coltivato questa passione e l'avrebbe fatto anche
per lui.
Lui non aveva una vita davanti
come i suoi studenti delle medie… Ma per quel poco che era
entrato nella sua esistenza, era stato in grado di sconvolgerla nel
miglior modo possibile.
«Clelia, dovresti
seriamente prendere in considerazione l'idea di diventare una
chef» le disse Simone un giorno, dopo aver assaggiato gli
gnocchetti verdi di semola con pomodorini gialli e rossi che lei aveva
preparato.
«Il mio lavoro
mi piace, non voglio lasciarlo» spiegò lei mentre
sparecchiava. «Però potrei seguire qualche corso,
quello sì…»
Simone sorrise,
decisamente soddisfatto – rincuorato – da quella
risposta. «Grazie, Clelia».
Lei non capì.
«Perché mi ringrazi?» chiese confusa.
«Perché
quando cucini le persone intorno a te sorridono e sono felici di
mangiare i tuoi piatti. La tua cucina fa del bene, ricordalo
sempre.»
Simone non le aveva
ancora confessato che una malattia incurabile lo stava divorando giorno
dopo giorno e che non gli sarebbe rimasto ancora tanto da vivere.
Avrebbe dovuto farsi
coraggio e dirglielo, anche se questo avrebbe significato spezzarle il
cuore.
Simone era stato il
grande amore della sua vita e Clelia non l'aveva mai dimenticato,
nonostante anni dopo avesse conosciuto Giorgio e avesse detto sì quando lui le aveva chiesto
di sposarlo.
Giorgio sapeva che
Simone sarebbe sempre rimasto con lei e aveva sempre rispettato la sua
volontà di portarlo nel cuore e non dimenticarlo mai.
Per questo, dopo due
anni di matrimonio, Clelia aveva deciso di ringraziarlo cucinando
proprio quel piatto che Simone aveva tanto apprezzato quel giorno
impresso a fuoco nel suo cuore.
Forse era pronta ad
andare veramente avanti, senza però dimenticarlo.
Era
pronta a ricominciare.
Ci sonooo!! Scusate se
aggiorno solo ora, questa settimana è stata piena zeppa di
imprevisti e non posso credere di essere rimasta tanto indietro!! Devo
assolutamente recuperare!!
Spero che questa flash
vi sia piaciuta, scrivere di Clelia è stato molto toccante
TT___TT
Grazie per aver
letto!! **
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Capitolo 4 *** Leo ***
Leo
Link al
forum: Siate
Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt facile: nella
storia deve essere presente un animale domestico (a voi la scelta) +
due personaggi si ritrovano anni dopo un violento litigio accaduto
durante il periodo delle superiori/dell'università.
Leo
Leo era pronto a dire addio ai suoi polmoni.
Stava correndo talmente tanto forte che non sapeva nemmeno da dove
stesse tirando fuori tutta quell'energia, visto e considerato che era
ormai stremato.
Susy era scappata.
Di nuovo.
Per la terza volta nel
giro di una settimana.
La cucciola di volpino era una creaturina vivace e curiosa, motivo per
il quale bastava un nonnulla per catturare la sua attenzione e farla scattare nel senso
letterale del termine.
Non ci si poteva distrarre neanche un istante che Susy si trovava
già oltre il cancello, pronta a percorrere mezza
città con le sue zampine minute e la lingua di fuori.
Sperava solo che Susy stesse bene e che non si fosse cacciata nei
guai… Forse, con un po' di fortuna, l'avrebbe ritrovata al
parco, attratta dai fiori profumati e dagli schiamazzi dei bambini.
E fu proprio nel parco che la trovò, intenta a farsi
coccolare da qualcuno che aveva avuto la premura di prendersi cura di
lei prima del suo arrivo… Ma fra tutte le persone possibili,
mai Leo
avrebbe immaginato che potesse trattarsi proprio di lui.
«Giulio…» sussurrò mentre si
avvicinava, ignorando i polmoni che reclamavano ossigeno.
Susy era entrata nella sua vita tempo dopo il violento litigio che lui
e Giulio avevano avuto durante l'ultimo anno delle superiori, pochi
giorni prima della maturità.
Questo perché Giulio gli aveva detto che sarebbe andato a
studiare all'estero e a Leo era caduto il mondo addosso, dato che era
stata una notizia così inaspettata e detta all'ultimo che
aveva letteralmente distrutto tutte le sue buone intenzioni di
dichiararsi all'amico proprio quel giorno.
Nonostante Susy fosse stata una benedizione e avesse portato nella sua
vita tanto amore, c'erano delle volte in cui si ritrovava a pensare a
Giulio costantemente, senza che niente e nessuno fosse in grado di
riportarlo alla realtà.
Gli era mancato tanto… E rivederlo dopo due anni intento a
carezzare Susy gli fece un effetto davvero strano.
«Leo» lo chiamò Giulio con voce
sorpresa. «È tua?» domandò
indicando la cagnolina.
«Sì, si chiama Susy. L'abbiamo adottata qualche
mese fa.»
«Capisco…»
«Grazie per esserti preso cura di lei, ora è
meglio che la riporti a casa.»
Si inginocchiò e fece per prendere Susy in braccio, ma
Giulio gli strinse un polso e lo attirò a sé,
abbracciandolo forte.
«Perdonami per come ti ho trattato…»
sussurrò un po' impacciato. «Non volevo
che ci lasciassimo in quel modo, non dopo tutto quello che abbiamo
condiviso nel corso degli anni.»
Leo ricambiò l'abbraccio.
«Nemmeno io volevo che finisse in quel modo…
È stato un periodo difficile e mi sei mancato tanto,
ma… Ora capisco che non potevo tenerti legato a me, non ne
avevo alcun diritto. Sono felice che tu sia tornato».
Dopo quel giorno, provarono a riallacciare i rapporti.
Non tornarono
ciò che erano un tempo, poiché diventarono
qualcosa di completamente diverso.
Loro due
insieme… E anche la piccola Susy.
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Capitolo 5 *** Allison ***
Allison
Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt intermedio: nella storia deve
essere presente una lettera di scuse + uno dei personaggi è
allergico al polline + uno dei personaggi deve dire la seguente frase:
«Ti farò sapere».
Allison
L'ennesimo starnuto di quella mattina fece quasi perdere l'equilibrio
alla signora Allison Cooper, che si stava dirigendo in cucina per
recuperare il cellulare che suo nipote le aveva regalato il mese
addietro per il suo sessantaquattresimo compleanno.
Era un aggeggio infernale, ma con un po' di pratica aveva imparato a
usarlo – quantomeno a livello basilare – e dovette
constatare che era davvero comodo.
Starnutì un'altra volta prima di rispondere alla chiamata.
Bastarono poche parole perché la sua amica dall'altra parte
della cornetta, la signora Ellen Smith, capisse che non stesse tanto
bene.
«Siamo di nuovo in quel periodo dell'anno, eh?» domandò, rincarando la dose.
«Non ti ci mettere anche tu» la ammonì la signora Cooper, starnutendo per l'ennesima volta.
L'allergia al polline la accompagnava da una vita intera e vi era fin
troppo abituata, anche se più gli anni passavano e più la
detestava.
«Deduco quindi che questa sera non sarai dei nostri?»
proseguì la signora Smith, evidentemente dispiaciuta: aveva
organizzato quella cena con tutti i loro amici nei minimi dettagli e
sarebbe stato triste rinunciare alla presenza di una delle sue
più care amiche, nonché anima delle feste.
«Ti farò sapere»
rispose Allison, soffiandosi il naso. «Non sarà certo
questa allergia a lasciarmi a casa... Sperando che non peggiori».
«D'accordo, attendo tue notizie».
E così dicendo, le due amiche si salutarono.
Allison sospirò sconsolata.
Maledetta allergia al polline, doveva sempre arrivare nei momenti meno opportuni!
Poggiò il telefono sul tavolo e osservò per qualche
istante il foglietto spiegazzato che giaceva lì accanto.
Era una lettera di scuse che aveva ricevuto la settimana addietro da
parte del piccolo Jonathan, il figlio dei nuovi vicini che si erano
trasferiti pochi mesi addietro di fronte a casa sua.
Jonathan era un bambino di otto anni molto vivace e spesso capitava che
calciasse il suo pallone da calcio un po' troppo forte, causando
qualche disastro.
Mai nulla di grave, per fortuna, ma la settimana addietro aveva
distrutto uno dei vasi di Allison esposti in giardino, anche se non era
stata una grandissima perdita.
Il giorno dopo Allison si era ritrovata nella buchetta della posta una
lettera di scuse parte di Jonathan e gli ultimi dieci dollari che aveva
ricevuto come paghetta come risarcimento.
Era stato un gesto bellissimo e aveva già avuto modo di
ringraziare il bambino, anche se in quel momento desiderò poter
fare di più.
Così penso che se quel giorno fosse rimasta in casa a causa
dell'allergia, l'avrebbe trascorso a cucinare un sacco di biscotti per
quell'amorevole peste.
E subito si sentì molto meglio.
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Capitolo 6 *** Cletus ***
Cletus
Link al forum: Siate Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt intermedio: L'intera storia
deve essere scritta in prima persona singolare + deve essere presente
un paio di guanti + uno dei personaggi si ubriaca.
Cletus
Sono quasi pronto per uscire.
È una serata particolarmente fredda, ma per fortuna io e la mia
migliore amica Lilian ci siamo dati appuntamento in un locale dove
servono degli ottimi alcolici, quindi da questo punto di vista non
avremo problemi.
Ciò che più mi preoccupa, però, è proprio
il fatto che Lilian sarà a stretto contatto con l'alcool per
tutta la serata, e visto il motivo per il quale mi ha chiesto di
incontrarla, ho paura che si lascerà completamente andare: lei e
il suo ragazzo storico, Andrew, si sono lasciati.
O meglio, lei l'ha lasciato perché ha scoperto che la tradiva
ormai da diversi mesi, e ora il suo cuore è a pezzi, e come
darle torto!
Ci credo che abbia bisogno di sfogarsi, anche se spero che non esageri con l'alcool... E nemmeno io, a dirla tutta!
Indosso il mio paio di guanti preferito, esco di casa e mi incammino verso il locale dove trascorrerò le prossime ore.
Quando giungo a destinazione, Lilian è già lì che
mi sta aspettando... E ha già ordinato da bere... E la serata
è appena iniziata.
«Tu sì che sei fortunato, Cletus» mi dice Lilian per
la milionesima volta – e dopo il milionesimo drink della serata.
«Tu e Steve siete così carini insieme e sono sicura che
lui non ti tradirebbe mai... Tienitelo stretto... Anzi no, lui deve
tenersi stretto te perché sei un ragazzo d'oro e meriti di
essere felice...»
Quando Lilian è ubriaca non fa altro che parlare e parlare e
parlare... Però, devo essere onesto, mi fa piacere sentire
queste parole da parte sua.
«Anche tu meriti di essere felice» le dico, nel vano tentativo di impedirle di ordinare altro da bere.
«No, io non credo sarò mai felice... Da quando ho scoperto
che Andrew mi tradisce mi è crollato il mondo addosso e non
riesco più a fidarmi... Dopo cinque anni di relazione, ti rendi
conto?! Quel maledetto!»
Ed è proprio mentre Lilian continua a inveire contro il suo
ormai ex ragazzo che qualcosa accade, come uno stranissimo segno del
destino: le arriva un messaggio e, dopo averlo letto a fatica, inizia a
piangere.
«È Peter...» sussurra, con la voce spezzata dal
pianto. «È tornato in città e dice che vorrebbe
rivedermi perché gli manco...»
Peter è stato il primo amore di Lilian durante il periodo del
liceo e quando li vedevo camminare mano nella mano non potevo fare a
meno di pensare che sarebbero stati insieme per tutta la vita.
E sì, l'ho sempre preferito ad Andrew.
«E ora che faccio?» piagnucola Lilian che ancora non ha
risposto al messaggio – meglio così, perché
altrimenti avrebbe storpiato una parola sì e l'altra pure.
«Secondo te ne vale la pena, Cletus?»
«Deve valere la pena per te, non per me» e il tono solenne col quale mi escono queste parole sorprende pure me.
Lilian pare rimuginarci su e, nell'attesa, ordino altri due drink.
Per questa volta farò un'eccezione.
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Capitolo 7 *** Elena ***
Elena
Link
al forum: Siate
Curiosi Sempre (dateci un occhio, non ve ne pentirete!!)
Prompt difficile: nella
storia devono essere presenti almeno tre personaggi + uno dei
personaggi ha la passione per la danza + deve essere presente un
proverbio cinese (a voi la scelta) + deve essere presente una boccetta
per il profumo.
Elena
Studiare e continuamente
esercitarsi: non è dunque un piacere?
Il proverbio di Confucio che Sara aveva reso il motto della sua vita
non faceva altro che rimbombare nella mente di Elena, che nell'ultimo
periodo aveva iniziato a condividerlo molto più volentieri
rispetto al passato.
Questo perché, finalmente, aveva compreso cosa intendesse
dire la sua amica con quelle parole: Sara amava la danza e per le ogni
occasione era buona per dimostrarlo, senza contare che anche con la
faccia devastata dalle infinite ore di allenamento, non mancava mai di
sorridere soddisfatta.
E mentre sceglieva la sua boccetta di profumo preferita nel negozio
dove era solita andare a fare rifornimento, anche Elena si
ritrovò a sorridere, perché aveva trovato
qualcosa che per lei valesse lo stesso proverbio che Sara ripeteva
sempre: la fotografia.
Già non vedeva l'ora di scartare la boccetta del profumo,
prendere la macchina fotografica che i suoi genitori le avevano
regalato per il compleanno e scegliere l'angolazione migliore per lo
scatto perfetto.
Anche se aveva molta strada da fare, partire dagli oggetti che amava
era un buon allenamento.
Uscì dal negozio e la voce squillante di Beatrice
vibrò nelle sue orecchie.
«Eccoti!» esclamò, raggiante e
spensierata. «Ora che ci siamo tutte e tre, che ne dite di
andare a pranzare da qualche parte? Ho fame!»
«Tu hai sempre
fame!» la rimbeccò Sara, alzando gli occhi al
cielo.
Elena non poté fare a meno di sorridere.
Così, mentre Sara e Beatrice bisticciavano amorevolmente,
pensò che sarebbe stato bello immortalare quel momento con
uno scatto.
«Ehm... Ragazze? Posso
scattarvi una foto?»
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