Farfalle, fate, pietre calde

di _Cthylla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Lo stabilimento termale di Maccadam non era enorme ma le dimensioni ridotte della struttura erano compensate dalla quantità di piscine di olio caldo che offriva e i molteplici servizi della SPA che, uniti a un'ottima qualità del cibo e a una location tra i monti che permetteva di godere di un panorama a cinque stelle, lo rendeva un posto perfetto per rilassarsi qualche giorno.
Le motivazioni che avevano spinto Tarn a sceglierlo come meta di una breve vacanza per sé e per la propria squadra però non rientravano tra le caratteristiche elencate, sebbene costituissero un'attrattiva non da poco per chiunque.

«Come fa Maccadam a sapere se sta succedendo qualcosa? Ci sono delle telecamere che non vediamo?» domandò Spectra, sinceramente incuriosita.

Immersi in due vasche idromassaggio di olio caldo adiacenti ed entrambi con un drink analcolico in mano, i due cybertroniani erano il ritratto della tranquillità assoluta. C'era rimasta poca gente attorno a loro e quella poca si teneva ben a distanza, ma non era nulla che non si aspettassero -essendo Tarn se stesso- né qualcosa che li infastidisse.

«Non dubito del fatto che qualcuna sia presente ma non è per questo. Se succede qualcosa che non deve succedere in un posto di sua proprietà, lui lo sa e non la prende bene» rispose Tarn «Era così nel locale che possedeva a Cybertron, dove nemmeno Lord Megatron ha mai trasgredito alla regola di non combattere/uccidere, ed è così adesso, tanto qui quanto nello stabilimento balneare che apre durante la stagione estiva. Si vocifera che questo si debba al suo essere uno dei Tredici Prime originari sotto copertura, il che spiegherebbe molte cose, inclusi certi discorsi bizzarri che si narra sia solito fare».

«Un Prime originario sotto copertura? Davvero?»

«Davvero. C'è chi come Alpha Trion non si nasconde più di tanto e chi invece preferisce qualcosa di diverso. Sia come sia la cosa importante resta una sola: contrariamente a quello dove io e gli altri avevamo trascorso l'ultimo giorno libero, questo è un posto sicuro e con molte più comodità. Non ultimo l'idromassaggio dove ci troviamo» aggiunse Tarn, indicando la vasca «Tu che dici?»

Lui non avrebbe potuto muoversi contro un bersaglio presente nella Lista nel caso in cui l'avesse avvistato -cosa che fino a quel momento non era successa, ed erano lì già dal mattino precedente- ma, per quanto l'idea potesse seccarlo, ciò che contava di più in quel frangente era che per gli altri sarebbe valso lo stesso discorso e nessuno avrebbe potuto infastidire lui o i membri della sua squadra.
Era difficile che a qualcuno potesse venire un'idea così malsana ma non impossibile, e in quell'occasione era vitale per lui cercare di far sì che fosse tutto perfetto.

«Dico che è un posto bellissimo e che questo è il miglior compleanno che abbia avuto da... sempre» disse Spectra con un sorriso genuino.

«Mi fa piacere sentirlo».

Era passato un vorn e mezzo dalla morte di Lord Megatron. Tutto ciò che era venuto di buono da quella missione sulla Terra -oltre ad aver capito che la sua intera squadra oltre a rispettarlo teneva a lui, cosa che contava moltissimo- aveva un soprannome che ricordava un uccellino e gli dimostrava ogni giorno un calore, un affetto e una vicinanza che a lui faceva piacere ricevere ma non riteneva di meritare. Se il bruttissimo colpo ricevuto allora l'aveva fatto crollare, ma non del tutto, e ora poteva azzardarsi a dire di starsi riprendendo man mano, era in buona parte dovuto a ciò che Spectra aveva fatto quel giorno.
Per lei era stato "normale" andare a cercarlo nella neve e riportarlo "a casa" -parole sue- ma per lui una cosa del genere era stata tutto tranne che normale. Mostrare una tale vulnerabilità equivaleva all'esporre la Scintilla a uno sparkeater, era una lezione che aveva imparato bene nel corso della sua esistenza, eppure sembrava non valere sempre, non con tutti, e di sicuro non con lei -volendo fare una semi citazione a Spectra stessa.

«Però... non mi fraintendere, Tarn, sono infinitamente grata a te e a tutti gli altri per questo, per la festa di stamattina, per la torta, per tutto quanto...»

Cosa che era risultata piuttosto evidente nel momento in cui, molto commossa, si era messa a piangere.
Reazione prevedibile considerando il tipo.

«E sono stata felice, sono felice anche adesso! È solo... non c'era bisogno che vi disturbaste tanto».

«Come hai avuto modo di constatare di persona i compleanni degli altri non vengono ignorati, non vedo perché avremmo dovuto ignorare il tuo. Fai parte della famiglia e in ogni caso hai detto che è il tuo miglior compleanno di sempre, sbaglio? Quindi forse il "bisogno" c'era. E te lo meriti... non per quel che fai in cucina e nemmeno per i tuoi sogni, sebbene l'ultimo ci abbia risparmiato svariati problemi».

L'impero Decepticon poteva essere caduto ma la dottrina era ancora valida, così come la Lista e la loro caccia a tutti coloro che avevano la sventura di rientrarvi.
Qualche tempo prima vevano rintracciato uno dei loro bersagli -non i principali, purtroppo, Bumblebee in testa- nei pressi di una centrale energetica, presumibilmente dedito a traffici illeciti: l'intento sarebbe stato di andare a ucciderlo ma la notte precedente alla partenza era successo l'imprevisto.




"... Kaon era tutto sciolto, tu stavi male, loro stavano male, non andate, non andate, per favore-"

"Non andremo da nessuna parte, tranquilla. Missione annullata".





Tempo addietro si era ripromesso di prendere più che sul serio gli avvertimenti di Spectra: non farlo sarebbe stato da stupidi e lui, oltre a non essere uno stupido, si era sentito più che sollevato della scelta compiuta nel momento in cui gli era giunta notizia del disastro avvenuto nella centrale in questione. Lo stesso ovviamente era valso per tutti gli altri, Kaon in particolare al quale non sarebbe proprio piaciuto diventare un brodetto di metallo.

«Ma sono convinto che tu lo sappia benissimo» proseguì il Decepticon «E sai che nulla di tutto questo è stato di disturbo per chicchessia. Inoltre era tempo di prendersi un giorno di riposo, così facendo abbiamo unito il dilettevole all'utile».

«Questa cosa di poter disturbare qualcuno è solo nella mia testa, lo so, se non fosse così vi comportereste in modo diverso. È solo che ci sono ancora dei momenti in cui non ci credo del tutto, nonostante tutto quel che fate, o forse proprio per quello, anche se ormai è passato del tempo. Mi chiedo "Perché?". A te capita mai di farti domande simili?»

"Ogni giorno da un vorn e mezzo a questa parte, Spectra, non ne passa uno in cui non mi chieda perché e per come" rispose lui, solo mentalmente "Potrei chiederli direttamente a te ma in realtà mi hai risposto già allora e so che oltre alla gratitudine tu riesci perfino a volerci bene. Io per primo non sono una persona facile, già solo per questo avresti buoni motivi per cercare di andartene prima possibile e sono sicuro che se tu lo volessi Dreadwing farebbe di tutto per accontentarti, nonostante il disastro che sta affrontando, a costo di incollarti a se stesso per cercare di tenerti al sicuro e di pagare le conseguenze se non dovesse riuscirci. Invece sei ancora qui... e dici perfino di esserne felice".

In più di un'occasione Tarn si era detto che, se su molte cose lui e Spectra erano agli antipodi, in altre erano fin troppo simili: ciò si riconfermava veritiero.

«Sì. Nel mio caso, che è molto diverso dal tuo, concludo che dovrei pensare più a essere grato che a farmi domande. Cos'è quell'espressione?»

«È che ho la sensazione di aver rovinato l'atmosfera...»

«No. Sei abbastanza a tuo agio a parlare con me anche di argomenti simili, questo non potrebbe mai causarmi un dispiacere. Se non fosse così sarebbe un fallimento anche solo perché sono il capo di questa squadra: un capo che non ha la fiducia di coloro che gli sono attorno non è destinato a fare una bella fine. I suoi uomini potrebbero essere felici anche all'idea di scambiarlo con una matta convinta di essere morta e che va in giro a squarciare gole...»

Si interruppe e si massaggiò la fronte da sopra la maschera. Perché avesse tirato fuori quel pessimo ricordo era qualcosa che non capiva neppure lui e sì, quello avrebbe decisamente rovinato l'atmosfera se lui avesse deciso di indugiarvi di più.

«Fa nulla» si schiarì la gola «Stavo dicendo, prendendo un giorno di riposo in questo periodo abbiamo unito il dilettevole all'utile e se non altro ora ci sono dei membri della famiglia in grado di apprezzare un posto come questo. C'è stato un periodo in cui il gruppo era composto solo da Helex, Tesarus e il sottoscritto: in considerazione del fatto che anche adesso quei due non sono qui, bensì nella cittadina più a valle, puoi immaginare l'atmosfera. Loro non sono tipi da terme, al contrario di Nickel e Vos che dovrebbero essere ancora nell'area fanghi. Quanto a Kaon...» fece un breve sospiro «Anche a lui di sicuro non dispiace».

«Era molto felice della piscina di olio caldo dopo aver notato che era piena di femmes» commentò Spectra.

«Dici che l'ordine di non molestare nessuna è stato recepito?»

«Non è ancora stato cacciato fuori dallo stabilimento, quindi penso di sì!» rispose la femme.

Anche Spectra nella sua ingenuità ormai aveva capito da tempo che Kaon era un pervertito, il che era tutto dire, ma gli voleva bene lo stesso.

«Ho un po' di fame, vado al bar del ristorante» disse poi lei «Vieni anche tu?»

«Io...»




"Poverino, lui. Vittima sacrificale dell'universo brutto e cattivo, mai che qualcosa sia davvero colpa del povero mostriciattolo deforme che prima fa cose che sa essere sbagliate e poi non si sente a posto con la coscienza, ma continua lo stesso. Che schifo la coerenza".




Ovvio: il ricordo della squarciatrice di gole era strettamente legato a quello dell'anticristo.
Lui però non voleva lasciare che Spectra si sorbisse anche quello, tantomeno quel giorno -e poco importava se lei gli avrebbe sicuramente detto che non "si sorbiva" niente.

«Io arrivo tra un po', tu vai pure».

«Ok» disse Spectra, facendo per uscire dalla vasca «Va tutto bene?»

«Uno dei lati negativi di una vita avventurosa è che certe memorie poco piacevoli possono tornare a galla in modo abbastanza casuale. Nulla di cui tu abbia colpa» la rassicurò «Ti raggiungerò tra pochi minuti ma se vuoi posso chiedere a qualcuno degli altri se ha fame a sua volta».

«Non c'è bisogno, tranquillo! Ti aspetto lì» sorrise «Ti ordino qualcosa nel mentre?»

«Al momento non mi viene in mente nulla quindi provvederò dopo, ma grazie per il pensiero».

La guardò allontanarsi. Stava migliorando, mesi fa il timore che potesse succederle qualcosa di strano appena fosse rimasta sola in qualsiasi posto non fosse l'astronave l'avrebbe spinto a seguirla senza se e senza ma. Poteva essere eccessivo -e aveva cercato di non darlo troppo a vedere col resto del gruppo- ma si stava parlando della stessa persona che, per inseguire una cyberfarfalla, aveva incontrato lui.
Nonché Starscream sulla Terra durante il suo periodo da disertore.
E gli Autobot nell'Harbinger una volta in cui Dreadwing l'aveva lasciata da sola.
Anche certi incontri con Airachnid di cui era venuto a sapere erano stati degni di nota, peccato non aver potuto occuparsi personalmente di quell'insetto.




"Ti preoccupi, lo capisco e pensando a quel che è successo mesi fa penso di capire anche cosa ti spinge a fare così..."


"Se lo capisci perché stiamo avendo questa conversazione?"


"Io faccio la mia parte ed evito di andare in posti pericolosi da sola, quindi le possibilità che mi succeda qualcosa solo perché non sei presente sono poche".


"Poche, non nulle".


"..."


"Non è perché ti ritengo incapace di badare a te stessa o del tutto indifesa, so che non lo sei. A volte però anche essere il più grande guerriero che Cybertron abbia conosciuto non basta... come abbiamo visto bene".


"Se la cosa continua così come farai quando io prima o poi andrò da Dreadwing? Non dico di smettere all'improvviso di preoccuparti troppo, credo che sia una di quelle cose per le quali Nickel dice che serve tempo, però... tu vuoi il mio bene, giusto? Ti preoccupi perché ti importa e ci tieni e io questo lo apprezzo. Anche io però voglio il tuo bene, e avere sempre l'ansia che mi possa succedere qualcosa senza che tu sia lì a impedirlo non è 
'il tuo bene'. Non è quel che voglio per te".




C'erano voluti tempo e una buona dose di fatica ma riconoscendo che Spectra non avesse tutti i torti e complice anche il modo in cui lei gli aveva parlato -con gentilezza ma senza particolari filtri, cosa alla quale a quel punto avrebbe dovuto essere abituato e invece riusciva ancora a stupirlo- aveva cercato di lavorarci su. Il successivo miglioramento del suo benessere mentale aveva dimostrato che era stata una buona idea e, inutile specificarlo, a Spectra non era successo nulla di brutto.

"Ovviamente. Non ero stato io tanto tempo fa a concludere che può sopravvivere a qualsiasi cosa?"

Qualsiasi cosa, inclusa se stessa: non era da tutti.

"A quanto pare il tempo passa in fretta anche quando non ci si diverte affatto" pensò Tarn, rendendosi conto che erano già passati dieci minuti "Tempo di raggiungere-"

«... COOOOOSA ho visto! Non puoi capire cosa ho visto!» esclamò Kaon, arrivato all'improvviso, schiaffandosi nella vasca senza un briciolo di grazia «Ok no a dire la verità più che "visto" ho solo intravisto E l'ho persa per strada dopo che mi sono passati davanti dei camerieri ai piani con un carrello pieno di lenzuola, asciugamani eccetera, ma mi è bastato e avanzato! Era una vita che non vedevo un cu...»

L'entusiasmo era stato tale da far iniziare a Kaon iniziare il discorso con quel tono ma pareva che l'idea di un ammonimento superasse la bellezza di qualsiasi "cu" femminile avesse avvistato.

«Aaaahem... c'era una femme con delle dotazioni posteriori molto degne di nota ma non ho molestato nessuno, giuro, non mi ha nemmeno visto, ho seguito i tuoi ordini e nessuno mi sbatterà fuori durante il compleanno di Lilleth né domani. A proposito, lei dov'è?»

«Al bar. Come dicevo anche a lei poco fa ho scelto questo posto perché con Maccadam in giro tutti possono stare tranquilli anche girando da soli. Lui poi si trova proprio dietro il bancone, come da abitudine».

«Siamo in una botte di ferro, e non di quelle con l'esplosivo dentro» commentò il tecnico.

«Precisamente. Vieni con me o resti qui?»

«Se posso scegliere rimango qui per un altro po', magari riesco di nuovo ad avvistare- ehm, sì, ecco-»

«Gli ordini sono sempre validi, Kaon».

Trattenendo un sospiro nel pensare a quanta pazienza servisse con i suoi ragazzi -ma anche a quanta ne servisse ad alcuni di loro con lui- uscì finalmente dalla vasca.
Avvicinandosi man mano alle vetrate del bar riuscì presto ad avvistare Spectra. Il tavolo che aveva scelto gli permetteva di vederla in viso anche da lì e Tarn non notò nulla di strano, se non il fatto che stesse parlando con qualcuno. Nickel, Vos o entrambi dovevano averla raggiunta.

"Devo chiedere a uno dei due come si hanno trovato i fanghi, non mi attira ma forse mi sto perdendo qualcosa" pensò, avvicinandosi ulteriormente "Potrei-"

Vide la persona con cui stava parlando Spectra.

"..."

La vacanza era appena andata a puttane in uno dei peggiori modi possibili.











Chissà chi avrà visto Tarn beatamente impegnato a godersi un sacrosanto giorno libero xD
Se anche qui c'è qualcuno che sta leggendo, lo (o la) ringrazio :)

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Capitolo 2
*** 2 ***


«Altro?»

«Sono a posto così, grazie!»

«Allora... la festeggiata della suite campanula» disse Maccadam «Ti è piaciuta la torta?»


Gli occhi azzurri e incredibilmente tondi del barista -nonché proprietario dell'intera struttura e probabile Prime sotto copertura- non risultavano per nulla inquietanti a Spectra che, come suo solito, tendeva a notare più il comportamento gentile che l'aspetto bizzarro di chi le stava davanti. Maccadam, con la sua massiccia struttura fisica giallo-arancio e dalla alt mode difficilmente comprensibile, non faceva eccezione.


«Molto! Era davvero buona e anche molto bella con tutte quelle decorazioni a forma di cyberfarfalle. È stata una sorpresa, nonostante tutto non me lo aspettavo, non me lo sarei proprio sognato! Sono stata felice».


«Molto bene» annuì il barista «Quando è pronto ti faccio portare tutto al tavolo».


«Perfetto!»


«Solo un'ultima cosa, a proposito di sogni. Di solito sono una bella cosa ma in certi casi è meglio non lasciare che essi ci portino troppo in là».


«In... che senso?»


«Sul tuo azoto gelato vuoi anche le stelline?»


«Aah... sì, sì, grazie».


Discorsi bizzarri: Tarn glielo aveva detto.

Si mise seduta al tavolo proprio pensando a lui e al resto del gruppo.
Era il periodo più lungo che avesse vissuto insieme a qualcuno che non era Spectrus e, per quanto le condizioni della devastata fazione Decepticon non lo avessero reso sempre facile per tutte le conseguenze che esse comportavano, Spectra poteva dire che fosse il migliore in assoluto.
A volte pensieri come quelli di prima tornavano ancora a farsi sentire ma succedeva sempre meno spesso, sia perché continuava a lavorarci su sia perché le persone che aveva attorno le volevano bene ed erano felici di averla nell'astronave quanto lei era felice di stare con loro. La DJD poteva avere la fama di un gruppo di serial killer legalizzati, pazzi assassini e quant'altro -e in effetti lo erano, come ben sapeva- però la definizione "famiglia" nel suo caso era azzeccata. Si sentiva al sicuro, era molto serena e, sì, spesso anche felice, abbastanza da pensare che in futuro sarebbe stata dura andare via com'era ancora nei suoi programmi.




"Te lo meriti... non per quel che fai in cucina e nemmeno per i tuoi sogni, sebbene l'ultimo ci abbia risparmiato svariati problemi".





Riusciva perfino a essere veramente utile anche se, come aveva detto Tarn, non erano quelle le ragioni per cui lui riteneva che lei meritasse del bene.


"Chissà cosa gli è tornato in mente".


Nonostante la curiosità non aveva insistito, era legittimo che ci fossero argomenti che lui non voleva affrontare -o che non volesse farlo in quel momento- anche se, dopo un vorn e mezzo di convivenza, di solito riuscivano a parlare bene uno con l'altra. Non era scontato: che lui si fosse "aperto" abbastanza in Antartide non implicava farlo anche in seguito, invece le cose erano andate in modo diverso.


Un messaggio di Dreadwing la distrasse dai suoi pensieri. Non sempre riusciva a chiamarla ma anche con una disastrosa guerra civile in corso non mancava mai di scriverle una o più volte al giorno. Spectra non avrebbe potuto giurarci ma era probabile che quei minuti fossero tutto il tempo libero che il seeker riusciva a ritagliarsi tra il caos, la guida del gruppo che aveva creato e la ricarica. Sarebbe stata molto più felice sapendolo meno a rischio ma quella era la strada che Dreadwing aveva scelto, nonché una che percorreva da molto tempo, e Spectra riteneva che sarebbe stato ingiusto da parte sua cercare di impedirgli di realizzare i suoi propositi.


«Ecco il suo ordine» annunciò il cameriere «Azoto gelato con stelline, bignè ripieni di tallio ed energon speziato al bario con biscotti secchi da intingere».


Tarn aveva detto di non avere nulla in mente ma da quando erano lì Spectra l'aveva visto ordinare sempre le ultime due cose in simili occasioni, dunque tanto valeva avvantaggiarsi. Era sicura che avrebbe apprezzato.


«E poi c'è questo enermimosa. Ecco fatto».


«Grazie... ma non ricordo di aver ordinato anche questo».


«Offerto dalla signora al bancone».


Spectra sollevò lo sguardo.


Era sicurissima di non aver mai visto in vita propria la femme che le stava sorridendo mentre la salutava con un cenno della mano non occupata da un drink, in caso contrario l'avrebbe ricordata, perché aveva tutto l'aspetto di una principessa delle sue beneamate fiabe o di una fata. Forse più la seconda: l'armatura verde chiarissimo che sembrava quasi bianco, sfumata con un verde più scuro, e i molteplici decori color oro sul suo corpo oltre alle ali ricoperte di madreperla richiamavano più quel tipo di creature.


"Mi sa che se al posto mio ci fosse stato Kaon sarebbe stato cacciato fuori davvero stavolta" pensò mentre ricambiava il saluto.


«Ciao. Posso sedermi con te?» sorrise di nuovo la sconosciuta.


Spectra annuì.


«Il mio nome è Skyfall» si presentò la femme, tendendole la mano destra «Piacere di conoscerti».


«Io mi chiamo Spectra, piacere mio. Sei molto bella!» aggiunse mentre le stringeva la mano, dicendo la prima cosa che le era passata per la testa.


Forse non sarebbe mai riuscita a togliersi di dosso quell'abitudine, in realtà non ci provava neppure.


«E tu sei adorabile. Non vorrei sbagliarmi, e a questo punto è molto difficile che mi sbagli, ma tu mi ricordi molto una persona che conoscevo... ecco qua!» esclamò dopo aver fatto scorrere brevemente dei file sul proprio datapad personale «Guarda pure. Concorderai con me che la somiglianza è impressionante».


Le ottiche azzurre di Spectra divennero ancora più grandi di quanto già fossero nell'esaminare una fotografia che ritraeva Skyfall in compagnia di...


"Mamma?"


Era una foto di Sparkleriver Specter che non rientrava tra quelle che Spectrus era riuscito a salvare e le aveva mostrato, anche se lo sfondo suggeriva che fosse stata scattata proprio in quella che era stata la dimora ancestrale di famiglia. Studiando brevemente i visi delle due donne ritratte Spectra non riusciva a notare altro che tranquillità sul volto di Skyfall, mentre dell'espressione di Sparkleriver avrebbe detto che fosse uno strano misto tra il sollievo e una vaga inquietudine... o forse era solo un po'sorpresa per qualche ragione e, se anche fosse stato così, di sicuro lo era meno di quanto fosse lei in quel momento.


«Conoscevi mia madre?»


Skyfall annuì. «Prima la frequentavo nei limiti del possibile per una nobile di Iacon e una di Vos» indicò se stessa «In seguito per una serie di vicissitudini ho avuto modo di conoscerla molto meglio portando a termine certe commissioni per lei. Mi era simpatica, è stata la seconda miglior datrice di lavoro che abbia avuto» aggiunse «Vuoi la foto? Te la invio volentieri. Credo di averne anche qualche altra».


«Sì, grazie!» sorrise Spectra, felice di quello che per lei era un ulteriore regalo di compleanno ancor più inaspettato di festa e torta.


«Mi rallegra che gli Specter a sopravvivere alla classica imbecillità di Astrum Varian Skyfire siano stati due e non uno solo».


«Astrum-»


«Starscream,
maaah» disse Skyfall, caricando il "maaah" con tutta la mal sopportazione possibile «Non era una cima neppure da piccolo, in età adulta non poteva che peggiorare e considerando già solo quel che è capitato a voi avrei dovuto fare in modo che gli alloygator lo mangiassero sul serio. Il famoso "senno di poi"».

"Io il senno di poi l'avevo avuto in forma di sogno/ricordo, ma non l'avevo capito" fu il pensiero di Spectra, pensando alla propria breve e ignara "frequentazione" col seeker in questione, ripromettendosi di chiedere più informazioni sulla faccenda degli alloygator.


«Credo che se i miei genitori avessero immaginato come sarebbe finita avrebbero a loro volta deciso di andare in una colonia lontana e basta, tenendosi fuori da tutto quanto...»


Nel corso della sua vita era stato inevitabile per Spectra pensare a una lunga serie di "E se", non ultimo quello. Perlopiù aveva evitato di condividerli, anche perché la prima e ultima volta che aveva provato a parlarne a Spectrus aveva ottenuto solo un "La tua immaginazione non può mandarci indietro nel tempo, sorellina, stare lì a fantasticare è solo un passatempo per gente stupida. Sei stupida?".


«Però non è andata così» continuò «E comunque in tutto questo ho avuto la fortuna di incontrare persone a cui voglio molto bene e che in caso contrario non avrei potuto proprio conoscere. Con questo non voglio dire che non mi importa di quel che è successo, è solo che...»


«Capisco molto bene quel che intendi, mi puoi credere. Il passato importa, a volte importa
molto ed è naturale che sia così, però man mano trovi motivi per cercare di fare la cosa giusta, ossia andare avanti» disse Skyfall «E alcune volte tra i motivi ci sono proprio certe persone che incontri. Diventano abbastanza importanti da provare a farlo anche per loro, oltre che per te».

«Sì!» esclamò Spectra, lieta di essere stata compresa in tutto e per tutto «È proprio quel che volevo dire».


«Se anche tu hai trovato persone così, tienitele strette a qualsiasi costo. Qualsiasi mossa inconsulta ti venga in mente di fare non vale quanto ciò che hai costruito con loro. Vendetta e giustizia in certi casi sono un po' la stessa cosa e nel cercare di ottenerle, con o senza successo, inizi a disinteressarti del resto» proseguì la femme «Col solo risultato di distruggere tutto e tutti quelli che hai intorno. Nessuno escluso».


«Se poi fare quest'ultima cosa inizia a piacerti e diventa la tua attività principale è anche peggio» fu il solo commento che fece Spectra dopo un lungo sorso di enermimosa.


La jetformer le diede un'occhiata. «Spectrus?»


Spectra, dopo una brevissima esitazione, annuì. «Vi conoscevate?»


«Più o meno. L'ultima volta in cui abbiamo avuto un contatto diretto non camminava ancora ed era abbastanza piccolo perché io riuscissi a prenderlo in braccio, figurati» disse Skyfall, facendo spallucce «Ma, al di là di quel video trasmesso ovunque un vorn e mezzo fa, ho avuto modo di vedere come si comportava quando era un giovane adulto. Non mi stupisce che con l'accaduto e con il tempo sia degenerato. Mi dispiace, questo deve averti reso le cose più difficili».


«Già. Ormai però non è più un problema, lui non è più online» disse Spectra «Se l'è proprio cercata, tante volte, in tanti modi e forse... no,
sicuramente, è un bene che sia andata a finire così. Anche tra me e lui le cose erano arrivate a un punto tale che non...» si interruppe «Era mio fratello, starai pensando che forse nonostante tutto non dovrei parlarne in questo modo».

«Il CNA in comune non è una garanzia di volersi bene, se dici così devi avere i tuoi motivi e non mi serve altro, tanto più avendo presente il soggetto».


Spectra sorrise. Parlare con quella femme era facile, lei era estremamente gentile e sembrava capirla proprio bene. Fare amicizia con gente nuova era ancora piacevole per lei. «Grazie».


«Di cosa? Uno o più parenti di cui avremmo fatto volentieri a meno li abbiamo tutti,
estrij nor?»

«Estrii...»


«
Estrij. Estrij nor: "è vero o non è vero?". Significa questo...» diede un'occhiata al proprio datapad «Hm. Rain ormai dovrebbe aver quasi finito con l'haloterapia».

«Rain?»


«La mia quasi cognata, "quasi" nel senso che il mio attuale compagno è il fratello di suo marito. Se le cose continuano così, e penso proprio di sì, tra qualche tempo diventeremo cognate senza "quasi"» disse Skyfall «Non avrei mai pensato che fosse possibile trovare la persona giusta non una, ma ben due volte... eppure eccomi qua. E tu?»


«Io?...»


«Nessun mech in vista? Mi sembrerebbe strano, non mentivo quando ho detto che sei adorabile».


«Io veramente-»


Un nuovo messaggio di Dreadwing fece vibrare il datapad personale di Spectra, e l'icona con la foto del seeker parve non sfuggire al tipico occhio lungo vosniano.


«Da giovane era una persona onorevole, se i vorn non l'hanno cambiato hai fatto una buona scelta. Certo, al momento dev'essere molto dura considerando la guerra civile in corso».


«Conosci
anche lui?» si stupì Spectra.

«Solo quel che serve per capire il tipo. Vedi, ormai parecchio tempo fa Dreadwing si è trovato coinvolto in quella che a un certo punto è diventata una mia faccenda personale, cosa che ci ha messi ai lati opposti del campo di battaglia. Per quel che vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui,
puntavo a tutt'altra feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia nella precedente».

In quelle ultime frasi non si poteva riscontrare un grammo della gentilezza mostrata fino ad allora, già solo per il tono che aveva utilizzato oltre alle parole. La cosa sulle prime sorprese Spectra, ma ricordando quel che lei stessa si era trovata a dover dire riguardo il proprio fratello concluse che anche Skyfall dovesse avere i propri motivi.

L'accostamento a una fata era sempre più azzeccato: se c'era qualcosa che risultava molto chiaro nelle fiabe era che anche le fate buone potevano diventare terribili nel caso in cui avessero subìto quello che consideravano un grave torto.

«Ma ormai ho altre priorità» tagliò corto la femme «E in ogni caso è di te e Dreadwing che si parlava. Come vi siete conosciuti voi due?»


«Io e Spectrus facemmo un atterraggio di fortuna su un pianeta chiamato Terra. Finimmo divisi e io fui soccorsa e portata nella Nemesis, Dreadwing era lì. Inizialmente eravamo solo amici e io non lo vedevo in quel modo per via di... varie ragioni. Poi le cose sono cambiate. Lord Megatron però è morto, e c'è tutto questo disastro e... insomma diciamo che anche con lui è tutto da costruire, ecco».


«Io percepisco una storia incredibile dietro tutto questo e ora la devo sapere, caso chiuso. Due piatti di chips di rame e un altro drink, grazie!» esclamò Skyfall, rivolta al cameriere, per poi tornare a dare tutta la propria attenzione a Spectra «Ora che ci penso, se sei finita nella Nemesis significa che ti sei trovata faccia a faccia anche con quello
sdramajkar del mio conterraneo. Ti prego, dimmi che l'hai pugnalato mentre dormiva».

«In realtà era sveglio...»


L'altra femme rispose con una risata particolarmente sentita. «Bravissima, mi piace assai e questa è un'altra cosa che dovrai raccontarmi».


«Prima però vorrei sentire la storia degli alloygator...»


«Degli alloy- oh, sì, quella. Tre cose fondamentali: la prima, ossia che io e lui ci siamo conosciuti prima di iniziare a camminare. Pensa che fortuna» disse Skyfall, con evidente ironia «La seconda: Starscream è particolarmente sadico con chi gli sembra essere più debole di lui e striscia come un verme del mare di ruggine con chi invece è più forte. Se lo conosci lo sai già».


Spectra, memore dell'atteggiamento di Starscream ogni volta che si era trovato in potenziale pericolo, annuì.


«La terza: nella Cittadella di Vos la regola che valeva per tutti era "se non ti sai difendere da solo non ti aspettare che lo faccia qualcun altro e se fallisci nell'intento la colpa è tua"» aggiunse Skyfall, concludendo così la sua premessa «Allora-»


«Allontanati
subito».

Tarn era arrivato a farle compagnia, ma tutta la tranquillità di pochi minuti prima era scomparsa in favore di un ordine palesemente
NON rivolto a lei -già solo per il tono, anche nel suo caso- e uno sguardo omicida diretto proprio alla femme vosniana, la quale lo stava ricambiando con un'espressione di odio puro dipinta sul bel volto pallido.




"Per quel che vale ti assicuro che non ce l'avevo con lui, puntavo a tutt'altra feccia della quale sono stata a tanto così da distruggere la Scintilla. Purtroppo per tutti ho fallito sia in quell'occasione sia nella precedente".




"Non stava parlando di Tarn, vero?" pensò Spectra, facendo saettare lo sguardo da uno all'altra "... vero?"


«
Bsjreikar!» ringhiò Skyfall «Non ci credo, parlo della feccia e spunta l'erjapta».

Speranza vana, la risposta a quella domanda (retorica) era chiara. Era palese che Skyfall si fosse riferita proprio a lui, com'era palese il fatto che con o senza Maccadam in giro le altre persone non avessero voglia di stare nella stessa stanza con un Tarn poco tranquillo, tant'era che avevano abbandonato la sala ed erano rimasti lì solo loro tre e il barista stesso -occupato ad asciugare dei bicchieri con tutta la calma del mondo.


«Spectra, vai».


Era un ordine, dato con maggior gentilezza ma comunque un ordine, e se i trascorsi erano quelli che sembravano Spectra poteva capire perché pur essendo in un posto sicuro preferiva che lei si allontanasse.


Skyfall però non sembrava dell'idea di lasciare che succedesse, tanto da mettersi davanti a lei come a volerla proteggere: se lo stesse facendo davvero per lei o si sentisse spinta a farlo solo perché c'era Tarn di mezzo, a Spectra non era dato sapere.


«Lei va dove vuole andare» affermò la femme «Torna a piangere Megatron nel buco da dove sei strisciato fuori e lasciala in pace».


«Io sono venuta qui con lui e gli altri» intervenne Spectra, temendo che l'allusione a Megatron facesse dimenticare a Tarn la politica del "Niente massacri nel mio locale", mentre raggiungeva il mech passando dall'altro lato del tavolo «Vivo con loro, sono con loro per mia volontà, non c'è bisogno di litigare per questo motivo. Ora vado» aggiunse, rivolta a Tarn.


«Per "tua" volontà?» Skyfall, distogliendo brevemente lo sguardo da Tarn, scosse la testa «Se ti è stato vicino mentre per un qualsiasi motivo eri incosciente è praticamente certo che la "tua" volontà sia frutto della mnemosurgery».


Le luci all'interno della stanza esplosero tutte insieme.


«Andranno sul conto di entrambi» fu il commento di Maccadam.


Spectra avrebbe preferito andarsene con lui, soprattutto dopo quello, ma il "vai" non lasciava dubbi sul fatto che non sarebbe successo e l'unica cosa che poteva fare a quel punto era allontanarsi.


«Ehi».


Non prima che Skyfall le avesse messo in mano il cibo che c'era sul tavolo, chips incluse.


Uscì dal locale, non senza voltarsi indietro un'ultima volta, e nel cercare un altro posto dove andare si imbatté in Nickel beatamente intenta a leggere riviste di gossip seduta su un divanetto.


«Non mi ero resa conto che i fanghi mi fossero mancati tanto, te li consiglio verame... che succede?» domandò la minicon, passando visibilmente dalla tranquillità alla profonda inquietudine.


«Un incontro poco piacevole, non tanto per me quanto per
lui» disse Spectra «Spero che a parte le luci non si rompa altro».

«Qualcuno nella Lista?»


«Non ricordo di aver mai visto il nome "Skyfall"-»


Nickel si coprì il viso con una mano borbottando una sfilza di cose in prioniano stretto che sarebbero potute tranquillamente sembrare una maledizione. «Di tutti quelli che potevamo beccare qui doveva essere proprio quella stronza?!»


«Tu sai cos'è successo di preciso tra loro?»


«C'è una parte della storia che conosco molto bene» confermò Nickel «Ma non sta a me dire di più. Dov'è successo?!»


«Al bar».


«Ti ha chiesto lui di andare via».


«Sì. Ho sbagliato a non insistere perché lui facesse lo stesso?»


La minicon sospirò, l'espressione era funerea. «Non hai sbagliato, in questo caso non potevi fare altro. Se mai è sorprendente che non si sia già fatto cacciare fuori cercando di staccarle la testa!... senza riuscirci, visto dove siamo».


Restava solo da sperare che il confronto tra i due non fosse né troppo lungo né troppo disastroso.













Come forse si è potuto intuire qui ho scelto la versione Cyberverse di Maccadam: un po' per gli occhi tondi inquietanti, un po' perché la sua versione cyberverse è
effettivamente uno dei Prime originari sotto copertura e dunque, con somma gioia (?) di Tarn e Skyfall, di scannarsi non ne ne parla proprio 😂
Forse qualcuno non ricorda il significato di certe parole/espressioni vosniane (i cui crediti vanno sempre a MilesRedwing) dunque

Erjapta:
l'insulto peggiore che un vosniano possa rivolgere a un'altra persona. A seconda dell'interlocutore può essere un augurio di subire l'empurata (disonore assoluto per i vosniani ancor più che per gli altri causa rimozione delle ali) o un commento sul suo essertela meritata

"
Estrij nor?": "è vero o non è vero?"

Bsjreikar: espressione utilizzata dai vosniani nel contesto specifico in cui si trovano belli tranquilli in un qualche posto per passare una bella serata e per pura botta di sfiga vedono entrare un loro nemico che vuole ucciderli (i vosniani in questo sono come i tedeschi, hanno una parola per tutto 🤣). Il significato letterale è "In nome di tutti gli antenati maledetti della mia famiglia"

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Capitolo 3
*** 3 ***


"C'è qualcuno lassù che mi vuole male, perché non è possibile che dopo una vita in cui non vado alle terme io debba trovare qui proprio lui" pensò Skyfall, continuando a guardare con palese disprezzo quella che considerava la sua nemesi "Proprio lui, proprio adesso che sto iniziando a ricucire i rapporti con Grindcore".

Di recente Omen e Spillage l'avevano cercata dopo vorn e vorn, e non perché avevano deciso di riprovare a terminarla, cosa che Skyfall avrebbe trovato addirittura comprensibile. Loro le avevano salvato la vita, le avevano dato una casa, si erano affezionate e lei e viceversa, e lei cos'aveva fatto? Aveva tradito tutti nel momento in cui la "famiglia" avuto più bisogno di lei, ciò solo perché nel centro di ricerca in cui era stata mandata aveva sentito parlare di una macchina del tempo. Con quella avrebbe potuto tornare indietro e uccidere Tarn quando era ancora indifeso -tale era stato il pensiero che aveva invaso il suo processore in quel frangente- salvando così il proprio conjunx e anche molte altre persone che da quando la DJD era stata istituita erano cadute sotto la sua scure.

Si sarebbe potuta ritenere ingiusta l'idea di uccidere una persona in un momento della sua vita in cui era ancora innocente, lontanissima dal mech che in seguito avrebbe osservato dal proprio ufficio centinaia di transformers mentre venivano fusi vivi, ma Skyfall non si era neppure posta il dilemma morale: quel mech sarebbe diventato Tarn, per lei non c'era bisogno di altro.

La macchina però era "sperimentale" -com'erano rimaste tutte quelle che erano state create da chicchessia nel corso del tempo- ed era quasi certo che agisse secondo le meccaniche del paradosso di predestinazione, impedendole dunque di cambiare alcunché, dunque era stata una follia anche solo dare la priorità al volerci provare. All'epoca però aveva pensato diversamente, per non dire che non aveva pensato affatto, almeno fino a quando aveva fallito e in seguito ne aveva pagato delle conseguenze che solo per un soffio non erano state letali.

Il tradimento era qualcosa che a Grindcore si pagava carissimo e il suo era stato particolarmente sentito, motivo per cui nonostante la volontà di riavvicinarsi fosse presente da entrambe le parti i rapporti avrebbero impiegato tempo per tornare com'erano prima, posto che un giorno riuscisse(ro) davvero nell'intento.

Era per quel motivo che andare alle terme per allentare la giustificabile tensione in vista della sua prossima visita all'ex prigione Decepticon era parsa un'ottima idea sia a lei sia a Rain. Non c'era niente di meglio di una gita tra femmes durante la quale passare la giornata in piscina a bere del Sex on the Rust Sea dopo degli ottimi massaggi con le pietre calde, propositi ai quali avevano tenuto fede dal check-in mattutino in poi... fino a quel momento.

«Perché sei qui?»

Tarn non aveva intenzione di alzare i tacchi, ovvio che no. A dirla tutta era curioso che non avesse tentato di spararle appena l'aveva intravista, Maccadam o meno.
Ironia della sorte, erano in uno dei pochissimi posti in cui non potevano fare alcunché uno contro l'altra.

«Per la gara di corsa a ostacoli tra i tavolini. È per questo che esistono i bar, estrij nor?»

«Dovrei credere che la tua presenza in questo posto e il tuo incontro con una dei membri della mia squadra siano stati accidentali?» il Decepticon si avvicinò ulteriormente a lei «Non penso».

«Sì, mi ero accorta».

Skyfall tirò fuori il pugnale nello stesso momento in cui l'altro, non apprezzando il suo sarcasmo, fece per saltarle addosso e la voce di Maccadam tuonò all'interno della sala dopo una serie di rumori tipici di una trasformazione.

«NON CI SARÀ ALCUNA BATTAGLIA QUI DENTRO!»

Silenzio.

"Ora capisco perché su Cybertron gli davano retta quando diceva la stessa cosa" pensò Skyfall, con le ottiche verdi sgranate, osservando la incomprensibile quanto visibilmente pericolosissima alt mode del barista.

Tornò lentamente a sedere, imitata da Tarn che a quel punto doveva aver capito il motivo per cui neppure il suo beneamato Lord Megatron aveva infranto le regole, e anche Maccadam riprese la sua consueta forma.

«Se lui non è uno dei Tredici io sono un rastrello» commentò Skyfall.

Da Tarn non giunse risposta.

"Stai elaborando ulteriori modi creativi di terminarmi che a breve inizierai a elencare" pensò la femme "Certo che sì".

Nonostante il suo desiderio di farlo fosse più che evidente lui non poteva ucciderla, il che era positivo. Il lato negativo della faccenda invece era che con Maccadam in giro tentare di uccidere Tarn di notte scavandogli il cranio dopo aver imbottito la sua cena con dei sonniferi per ursanokor sarebbe stato infattibile anche se lui non fosse stato al corrente della sua presenza.

"Non avrei potuto in ogni caso" ricordò la vosniana a se stessa "Prima le conseguenze di un ulteriore tentativo andato a servicebot sarebbero ricadute su di me e nessun altro, ora però non sono più sola".

Le cose erano cambiate molto nel corso del tempo dato che, come aveva detto a Spectra, per un qualche miracolo divino era riuscita a trovare la persona giusta per la seconda volta; e per quanto Napalm, Stainless e il resto di quella che ormai era anche la sua famiglia fossero stati creati dal lato peggiore della fazione degli Autobot proprio per tenere testa a Tarn e soci -Rain a parte, la cui storia personale da "ho conosciuto quello che poi è diventato mio marito e ho finito per diventare parte di una specie inorganica che prima odiavo con tutta l'anima" era comunque... peculiare- non significava che in un'eventuale battaglia sarebbero riusciti a evitare di subire alcune perdite.
Tradotto: forse era il caso di sfruttare per il meglio gli appigli che le erano stati forniti in quella spiacevole situazione, o almeno provarci, per quanto l'odio reciproco tra lei Tarn bruciasse ancora con l'intensità di migliaia di soli.

Skyfall finì il proprio drink in un sorso, rimpiangendo che non fosse più forte. «Per rispondere alla tua domanda, sì, il mio incontro con quella femme assolutamente adorabile è stato casuale e quello con te è stato frutto di pura e semplice sfortuna, credici o meno. Ero venuta qui per divertirmi».

«E io non sono compreso in nulla che ti diverta».

«Esatto. Entrambi ricordiamo bene quella giornata, dunque non c'è bisogno di ripetere le frasi che ti dissi allora per farmi capire che il tuo rancore nei miei riguardi non è diminuito».

«Ho creduto che fosse il caso di ricordartelo perché mi sembri un po'troppo tranquilla nella tua situazione. Mi risulta che tu abbia perso da parecchi vorn la protezione di chi ti salvò la vita. Nulla di sorprendente, era solo questione di tempo. Fammi indovinare: hai voltato le spalle anche a loro per fare i tuoi comodi, come facesti con gli Autobot, con le conseguenze del caso. Giusto?»

Lei riteneva di conoscere bene l'erjapta che aveva davanti ma lui avrebbe potuto dire altrettanto, specie riguardo il suo peggio, tant'era che ci aveva azzeccato in pieno.

«Omen e le mura di Grindcore non ti fanno più da scudo» disse Tarn «Hai detto di ricordare bene quella giornata, dunque ricordi anche la mia promessa. Qui dentro forse sei al sicuro, ma non puoi restare nell'idromassaggio per sempre».

"Appena ti avrò davanti di nuovo sarai morta", così aveva detto Tarn molto tempo prima. Lei, Omen e Spillage erano state indecise se si fosse rivolto a lei stessa oppure a Omen -a dirla tutta era partita una scommessa- e ora avevano la risposta.
Magari prima o poi avrebbe potuto reclamare i venti shanix che le doveva Spillage.

«Mi basterebbe assumere l'aspetto di chissà chi e volare via in qualsiasi momento dopo aver fatto sì che tu mi perda di vista, il che per me non sarebbe difficile» gli fece notare Skyfall «Con questo sarei a posto. Non dubito che quando ti è arrivata voce del mio licenziamento ti sia ritagliato del tempo per darmi la caccia tra un massacro e l'altro, almeno i primi tempi... eppure» fece spallucce «Né io ti ho facilitato il lavoro venendoti a cercare».

«Ovvio che tu non l'abbia fatto, non sarebbe stato conveniente per te» replicò il Decepticon «In una prigione piena di persone è più semplice nascondersi, cosa nella quale sei riuscita comunque a fallire verso la fine».

«Quando su "mio" ordine hai aperto la tua camera Scintilla per permettermi di ucciderti, lo ricordo. La sola femme che fosse interessata a vedere la tua Scintilla voleva strappartela via. Non lo trovi un po'triste?» si interruppe e fece un breve sospiro «No, così facendo non andiamo da nessuna parte. Allora-»

«Non c'è alcuna parte da cui andare» la interruppe Tarn «Eccetto che in una tomba, nel tuo caso».

Non poteva usare la voce per ucciderla o causarle dolore, però Skyfall ne avvertiva la "pressione" addosso, e non era gradevole.

«Ascolta, tu credi davvero che la ragione per cui non ti sono venuta a cercare sia stata il "non potermi nascondere"? Non posso batterti affrontandoti direttamente sul campo, questo è vero» ammise lei «Ma sai bene che le mie specialità sono altre. Se io avessi voluto finire il lavoro iniziato molto tempo fa pensi che l'idea di riunirmi all'Allspark prima di darti la soddisfazione di torturarmi mi avrebbe dissuasa dal cercare di portarti con me a costo di far saltare in aria la tua nave o la tua base di Messatine nella sua interezza?»

Non erano parole a vuoto, Skyfall ricordava bene quanto fosse potente la sua ossessione omicida -con probabili, se non certe, conseguenze suicide- in circostanze simili, ed era sicura che lo ricordasse anche Tarn. 
"Inizi a disinteressarti del resto con il solo risultato di distruggere tutto e tutti quelli che hai intorno": quant'era vero.

«Magari non ne avrei neanche avuto bisogno» continuò la femme «Una volta entrata, e ti assicuro che a un certo punto ci sarei riuscita, avrei potuto avvelenare tutte le scorte di nucleon della vecchia miniera nella quale hai allestito la tua base. Alcuni veleni sono difficili da trovare, e chissà se in una botta d'astinenza avresti anche solo pensato di farle controllare! Secondo me no. Eppure non ho fatto nulla del genere, restandoti più lontana possibile. Vuoi sapere perch...»

Due cubetti di energon extra forte con annessi sottobicchieri vennero posati al centro del tavolo.

«Ecco, sì, ci voleva. Grazie» disse la femme rivolta a Maccadam, agguantando il recipiente per poi svuotarlo con un lungo sorso. Le bruciò la gola, segno che l'extra forte era "extra" davvero. «Stavo dicendo?»

«Che l'alcolismo ti ha impedito di mettere in atto i tuoi propositi».

La jetformer decise saggiamente di ignorare la battuta. «No. Ti sono stata il più lontana possibile perché mi sono resa conto che il mio desiderio di porre fine alla tua vita mi ha portato via troppo».

«Dove vuoi arrivare?»

«Voglio arrivare a dire che è mia intenzione continuare a fare quel che non ho fatto in tutto questo tempo. Ormai ho altre priorità, in primis le persone a cui tengo. Non valeva la pena buttare via la mia esistenza per te prima, figurarsi adesso. Non sono intenzionata ad attentare di nuovo alla tua vita e tantomeno a quella di chi ti sta intorno, non lo farò a meno che sia tu a muoverti per primo. Nient'altro».

Tarn le diede una lunga occhiata, restando in perfetto silenzio per un pezzo prima di scoppiare in una breve quanto incredula, indignata e palesemente sarcastica risata.

«Tu dovresti darti alle comiche, Skyfall. Le comiche» ripeté il Decepticon, con uno sguardo tutto tranne che divertito sotto la maschera di metallo «Mi stai prendendo in giro o sei completamente uscita di senno se pensi che possa prenderti sul serio o che, se anche lo facessi, possa importarmi del fatto che ci siano persone "a cui tieni" -ossia che non hai ancora tradito- e che questo possa spingermi a lasciar perdere qualsiasi idea riguardo la tua terminazione. Se mai è il contrario. Non si può togliere alcunché a chi non ha nulla da perdere, e tu non avevi che la vita, o così credevo... ma ora eccoti qui che cerchi inutilmente di negoziare. È stato un errore farmi sapere che c'è qualcuno che non vuoi perdere».

«Se io avessi brutte intenzioni potrei dirti la stessa cosa, erjapta» replicò Skyfall, sollevando il viso per guardare le lampadine distrutte sopra di loro «Boom».

Quello parve far passare al Decepticon ogni voglia di riderle in faccia.

«Non ho visto come ti comporti con il resto dei membri della tua squadra, d'altra parte non sapevo della vostra presenza qui, ma non mi serve, ciò a cui ho assistito poco fa basta e avanza. Forse devo ritirare quel che ho detto sulla mnemosurgery» continuò la vosniana «Se tu l'avessi sottoposta a quella procedura per fare in modo che ti sopporti indipendentemente dalle circostanze avrei potuto ipotizzare qualsiasi cosa davanti a lei senza che questo ti causasse delle noie, ergo non avresti avuto motivo di prendertela tanto da spaccare le luci per sbaglio. L'hai fatto per sbaglio, estrij nor? Fatta di proposito sarebbe stata una mossa inutile quanto stupida» commentò «Quella cicatrice sul petto suggerisce che la figlia di Sparkleriver Specter ne abbia già passate abbastanza, ritrovarsi appresso a qualcuno che ha sempre saputo fare bene solo i danni non le serviva proprio».

«Se sai cos'è bene per te farai in modo di stare lontana da tutti i membri della mia squadra» fu la risposta di Tarn «Ti farà guadagnare qualche giorno di vita in meno quando ti, anzi "vi", troverò e vi avrò tutti tra le mani».

«La notizia della mia rottura con Grindcore è vera ma è anche datata. Mi è stato fatto l'enorme regalo di poter riallacciare i rapporti con loro, così come mi è stato fatto l'altrettanto enorme regalo di trovare un posto tra persone che neppure per te sarebbe facile attaccare senza che alcuni membri della tua squadra muoiano per qualche malattia».

Diede al Decepticon qualche breve istante per fare i dovuti collegamenti, poi riprese a parlare.

«Non sono interessata ad attaccare per prima e lo stesso vale per gli altri» ripeté Skyfall «Nessuno vuole trovarsi a subire perdite che potrebbero essere evitate. In questi vorn siamo stati in una sottospecie di tregua, anche se da parte tua non era esattamente voluta, tanto vale togliere il "sottospecie" e renderla ufficiale con un patto di non aggressione».

Tarn, al quale di solito piaceva tanto sentirsi parlare, non disse niente.

«È difficile, lo so» aggiunse lei, in totale onestà «Tu sai che lo so, ci odiamo allo stesso modo. Nella vita però arrivano sempre dei momenti in cui si devono fare delle scelte e chiedersi "Tengo davvero a loro o sono disposto a trascinare nell'abisso tutti quanti per una mia questione personale?". L'idea di aggiungere la mia testa ai tuoi trofei vale davvero più delle persone con cui vivi da tanto tempo? Vale davvero più di qualcuno che conoscendo i tuoi gusti ordina l'energon speziato al bario prima del tuo arrivo?... col senno di poi avrei dovuto intuire che fossi in giro, sei l'unico che conosca a cui piace quella roba amara. Non pretendo una risposta ma almeno pensaci su, io-»

Sembrava che Rain avesse finito con l'haloterapia, peccato lo avesse fatto nel momento sbagliato e, soprattutto, che qualsiasi beneficio rilassante del trattamento fosse stato visibilmente annullato dal vederla insieme a quello che Rain sapeva essere il bersaglio della sua ossessione omicida. A dirla tutta in quel momento sembrava essere lei ad aver voglia di commettere un omicidio o due, o così suggerivano le ottiche verde acqua strette in due fessure dardeggianti. La sua figura snella in controluce -e per l'effetto di essa quasi circondata da un alone rosato dovuto ai riflessi color cipria sull'armatura blu scuro- non contribuiva a renderla meno spaventosa.

«Raaaaain, hai finito l'haloterapia, che bello!» esclamò Skyfall facendo scivolare il sottobicchiere sotto il cubetto di energon vuoto «Direi che adesso potremmo andare in camera, room service e poi aspettiamo che inizi la serata al ristoran-»

«Sul serio, Skyfall?» si fece avanti Rain, per nulla preoccupata per la presenza di Tarn e per il fatto che questi si fosse voltato a guardarla in faccia «Sul serio?»

«Rain-»

«Io te lo dico: se ora ci buttano fuori e soprattutto se mi trovo lui» l'altra femme indicò Tarn con un cenno del capo «A cercare di fare disastri in casa nostra per qualcosa che hai detto o fatto in questi quindici minuti in cui ti ho lasciata sola non riuscirà comunque ad arrivare a te per primo».

«In realtà in questi quindici minuti abbiamo parlato di patti di non aggressione! O comunque l'ho fatto io. Lui...» guardò il Decepticon «Sta processando. Io però ci ho provato. Giuro!» si voltò verso Maccadam «È vero o non è vero che ci ho provato?»

«Sono volate frecciate che non andavano granché d'accordo con la successiva proposta del patto né col tuo essere stata un'ambasciatrice...»

"Va bene, lo ammetto, non hai torto, ma non mi aiutando" pensò Skyfall.

«Ma ci hai provato, sì» concluse il barista, fissandola dritto nelle ottiche «Ci hai provato sul serio».

«Visto? Ecco!» esclamò Skyfall, raggiungendo Rain «Non ho fatto-»

«Allora non c'è ragione di trattenersi oltre in questa stanza. Andiamo».

«Ma-»

«Andiamo» ripeté Rain, trascinandola fuori dal bar quasi di peso dopo essersi voltata con un breve svolazzo della sua lunga e rosea treccia metallica «Tu non sei voluta venire qui proprio in questi giorni perché sapevi della sua presenza, vero?» aggiunse una volta che si furono allontanate abbastanza.

«No. Ad averlo immaginato avrei evitato, anche se questo mi avrebbe impedito di fare una conoscenza interessante. Pare che la figlia di una mia ex datrice di lavoro sia viva e che lui -LUI!- ci tenga abbastanza da evitare di concludere la conversazione con qualcosa tipo "L'inferno gelerà prima che io accetti". In realtà quando ha parlato ha menzionato sempre tutta la sua squadra però ho certezze solo su di lei, non l'ho visto interagire con gli altri».

«E tu hai colto l'attimo».

«Non dovevo? Beneficia tutti quanti. Erjapta... se proprio doveva arrivare non poteva farlo più tardi? Ho intuito che quella femme avesse tante cose da raccontarmi, e io da raccontare a lei, non ultima la questione di Starscream e gli alloygator, e ora per colpa di quello là non potremo mai farlo dato che ci ha interrotte e non ho modo di...» si interruppe appena prima di entrare nell'ascensore che le avrebbe portate fino al piano dove si trovava la loro stanza «Momento. Momento -momento -momento: mi ha dato il suo contatto, quindi più in là posso scriverle! Come non detto, problema risolto!»

«Skyfall».

«Cosa?»

Le porte si chiusero dietro di loro.

«Quello schizzato potrebbe prendere questa cosa come un tentativo di danneggiarlo e scegliere l'inferno che gela» le fece notare Rain «Ero seria quando ho detto che in un'eventualità del genere non riuscirebbe ad arrivare a te per primo».

«In altri casi ti avrei dato ragione ma più penso a quel che mi ha detto Spectra Specter-»

«... si chiama così sul serio?»

«Erano una famiglia di "S", cybepappagalli compresi. Stavo dicendo, certe cose che ho capito da quel che mi ha detto rendono la sua situazione così strana. Già ora parla con persone con cui, vivendo con chi vive, è bizzarro che le sia permesso di stare in contatto. Ti racconto meglio in camera».

«Immagino che farti gli affari tuoi non sia contemplato. Faresti lo stesso se non l'avessi trovata con Tarn?»

«Ovvio che sì, se mi facessi i fatti miei non sarei di Vos. Non farti ingannare dal fatto che i vosniani si siano apparentemente fatti gli affari propri fino a un pezzo in là prima della guerra, se i miei conterranei hanno potuto permetterselo è stato proprio per l' "apparentemente"».

Vide Rain scuotere la testa borbottando qualcosa riguardo la somiglianza con una delle sue cugine, ma decise di non farci troppo caso. Non riteneva di aver fatto un errore ad avvicinare Spectra e non riteneva un errore aver parlato con la propria nemesi sapendo bene come la pensavano tutti quanti.

"A te la palla, Tarn. Vediamo se dopo tutto questo tempo hai davvero imparato a mettere qualcun altro prima di te stesso".


***



Era ancora seduto da solo a quel tavolino.

Quella maledetta progenie dell'inferno in formato femme non aveva torto quando aveva detto "sta processando", le cose da "processare" non mancavano di certo.

"È difficile, lo so. Tu sai che lo so, ci odiamo allo stesso modo".

C'era stato un attimo in cui aveva percepito quelle frasi come una presa in giro uguale a quelle che gli aveva rivolto all'inizio ma, per l'appunto, era stato solo un attimo.

«È tutto così assurdo» mormorò il Decepticon.

La cosa più assurda era il fatto che sotto sotto, al di là di qualsiasi scenario potesse immaginare il suo processore, lui le credesse. A rigor di logica non avrebbe dovuto dare retta a mezza parola uscita dalla sua bocca, avrebbe avuto vagonate di motivi per non farlo, eppure più ci pensava più la falsità di dichiarazioni simili da parte di Skyfall gli sembrava del tutto priva di senso.

"Mi odia troppo".

A causa di questo, vosniana o meno, non sarebbe riuscita a tendere la mano a lui -o forse era il caso di dire "a ritrarre la mano che impugnava il coltello"- neppure per finta, non se ci fosse stata di mezzo solo lei.

"Se poi si è davvero messa nella nave di quel gruppo di scappati di casa -o meglio 'scappati di laboratorio'- e avesse voluto far danni le sarebbe bastato creare le circostanze per far scoppiare un conflitto".

Gli seccava ammetterlo ma Skyfall ma non aveva torto neppure riguardo le possibili perdite, e forse era stata sincera anche nel dire di tenere a quelle persone. Se così non fosse stato le avrebbe usate e basta, sempre perché lo odiava troppo perché potesse importarle la loro sorte.



"L'idea di aggiungere la mia testa ai tuoi trofei vale davvero più delle persone con cui vivi da tanto tempo?"


Era rimasto in silenzio ma nel momento stesso in cui lei aveva messo in tavola le proprie carte e gli aveva posto quella domanda lui aveva saputo benissimo qual era la risposta: "No".
Che i membri del gruppo portati con sé sul campo per questioni lavorative riportassero ferite o peggio era qualcosa che teneva in considerazione -per quanto fosse difficile che succedesse e lui per primo cercasse di fare in modo di evitarlo, come ogni leader degno di tale definizione- rischiare le loro vite per una sua faccenda privata non sarebbe stato giusto e non era quel che voleva.



"Quella cicatrice sul petto suggerisce che la figlia di Sparkleriver Specter ne abbia già passate abbastanza, ritrovarsi appresso a qualcuno che ha sempre saputo fare bene solo i danni non le serviva proprio".


"..."

Svuotò il bicchiere di energon extra forte che aveva davanti e se ne andò.



Mi ero dimenticata di dirlo nel capitolo precedente ma sì, questa Rain è una versione di quella Rain 🔫 anche la Rain di questa versione inizialmente odiava le lattine, ma a differenza dell'altra la sua relazione con il fidanzato di lunga data è finita e in seguito ha conosciuto Stainless (i cui crediti per il personaggio vanno Neferikare) di cui vi invito a leggere la descrizione sotto il diseegno. Rain non gli ha reso facile la conquista, dodici fatiche di Ercole levatevi proprio, ma alla fine c'è riuscito 🤣

Skyfall la conoscete già da "Surface Pressure", dunque ecco Rain 👇

KaRAIN


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Capitolo 4
*** 4 ***


«... e così ha offerto un patto di non aggressione. Ecco com'è andata».

Nickel, seduta accanto a Tarn al tavolo che avevano riservato per il gruppo intero, stava sperimentando una lunga e veloce serie di emozioni che si intrecciavano una con l'altra dopo aver sentito raccontare dal proprio capo com'era andato lo sventuratissimo incontro tra lui e la Stronza Numero Uno -soprannome affibbiatole quando era venuta a conoscenza dei fatti di Grindcore, dovuto tanto all'essere di parte nel voler bene al suo ragazzone viola munito di doppio cannone a fusione quanto alla fatica fatta per aiutarlo a disintossicarsi.

«Un... patto di non aggressione?» ripeté la minicon «Come sarebbe?!»

«Come è» replicò Tarn con voce del tutto incolore.

In tutto il miscuglio di cose provate da Nickel in quel momento facevano da padrone l'incredulità e una certa... indignazione.
A livello razionale si rendeva conto che quella era una buona notizia da qualunque angolazione la si guardasse, ogni possibile problema in meno era ben accetto e se Tarn sembrava convinto della serietà di quella proposta pur conoscendo il soggetto -una persona molto infida che si era circondata di gente pericolosa anche per loro- doveva avere i suoi motivi; il medico della DJD però non poteva evitare di pensare cose tipo "A Grindcore gli ha fatto passare l'inferno, quel che è successo lì gli ha causato una dipendenza durata vorn e vorn, tuttora nel nostro protocollo sanitario ci sono delle procedure per tutelarsi da lei nello specifico e ora lui dovrebbe fare come se nulla fosse solo perché lei ha deciso di avere 'altre priorità'? Ma che, scherziamo?!".
Se lei era messa così, e non aveva vissuto nulla di tutto ciò ma lo aveva solo sentito raccontare tempo addietro, non poteva immaginare cosa stesse passando per la mente di Tarn.

"E vederla lì tranquilla che balla come se non ci fosse un domani non aiuta di certo!" pensò la minicon.

Finalmente, per modo di dire dato che in realtà Nickel ne avrebbe volentieri fatto a meno, aveva potuto vedere in faccia Skyfall dal momento che la vosniana era già in pista con un drink in mano quando tutti loro avevano fatto il proprio ingresso in sala.
Per fortuna il volume della musica era stato abbastanza alto da coprire l'esclamazione entusiasta e stridula di Kaon, la cui felicità per aver "Ritrovato le chiappe che aveva intravisto e tanto cercato" era durata solo il tempo che Tarn aveva impiegato per dire che quella femme senza simboli era comunque parte della fazione nemica e pertanto non andava avvicinata.

"Sta anche salendo sul tavolo?!"

Skyfall non era la prima ad averlo fatto e non era la sola, stava anche convincendo una femme alata con una lunga treccia metallica rosa a raggiungerla lì sopra -e stava avendo successo nonostante la femme in questione sembrasse non avere particolare voglia di imitarla- ma non era quello il punto, e Nickel immaginava che "il punto" -e tenerlo- fosse la ragione per cui non avevano ancora lasciato la sala e per cui Tarn aveva invitato Spectra a festeggiare come voleva, con la sola accortezza di tenersi a distanza dall' "indesiderabile".

C'erano state delle resistenze iniziali da parte di Spectra, conscia che alcuni membri del gruppo non si sarebbero divertiti altrettanto, ma poi Vos l'aveva trascinata in pista, Helex e Tess tornati dalla gita in città li avevano seguiti e le cose stavano filando lisce... eccetto per il modo in cui ballava Vos, con una serie di mosse prive di particolare senso e ancor più prive di grazia che comprendevano ripiegarsi su se stesso, scagliare all'improvviso le braccia in aria, muoversi a scatti e far penzolare le mani mentre teneva la testa sollevata a guardare il soffitto.
Quello aveva fatto sì che a un certo punto i due grossi smettessero di tentare di ballettare per iniziare a fissare perplessi il loro compagno di squadra mentre Spectra, dopo aver osservato la scena con una certa curiosità, aveva iniziato a cercare di imitarlo, raddoppiando così la perplessità degli altri due.
Le cose stavano andando avanti in quel modo da un po' ed era molto difficile stabilire chi si muovesse peggio tra lei e Vos, ma andava bene così.

«Comprendo il tuo stupore, Nickel, puoi immaginare il mio» disse Tarn «Sapevo che un giorno saremmo stati di nuovo uno davanti all'altra ma immaginavo delle circostanze diverse e un altro epilogo».

«Non fatico a crederci» si limitò a dire la minicon.

«Quanto accaduto oggi se non altro conferma la mia capacità di avvertire se è nelle vicinanze. Prima di vederla mi è tornata in mente in maniera piuttosto casuale» spiegò Tarn «L'altra volta certe cose che sono successe potevano suggerire la sua presenza, stavolta non posso imputarlo a questo. Devo imparare a fidarmi di più di sensazioni simili, anche se non so spiegarmi perché io le abbia».

"Forse perché ti è quasi arrivata alla Scintilla almeno una volta" pensò Nickel, decidendo di non parlare di quell'ipotesi che in mancanza di prove tale restava. Di certi aspetti della Scintilla si sapeva ancora ridicolmente poco.

Il Decepticon mosse il proprio drink analcolico con fare pensieroso. «Mi viene da pensare che si sia infilata in casa di Stainless proprio in cerca di protezione o per cercare di usarli come armi, salvo trovarsi con le mani legate quando ha iniziato a tenere a loro. Quale ironia della sorte».

«Chi lega chi?!» esclamò Kaon, alquanto brillo e, presumeva Nickel, di ritorno dall'ennesimo due di picche da parte dell'ennesima donna con cui ci aveva provato. Gli ordini in fin dei conti erano di non avvicinarsi a delle chiappe specifiche e di non essere così molesto da farsi cacciare fuori, non di ridurre a zero gli scambi sociali.

«Io lego te al tavolo se non ti siedi da solo e stai fermo!» esclamò Nickel «Guarda come sei messo!»

«Ho bevuto un po' ma giuro che capisco eh! Ricordo anche che l'ordine di non bere troppo è sempre valido, infatti riesco a camminare dritto» disse Kaon, addirittura sforzandosi di guardare la pista da ballo e non gli ancheggiamenti di qualcuna che non doveva guardare «... Vos balla in modo più strano di quanto parla ma Lilleth lo batte».

«È quel che succede quando cerchi di imitare i movimenti di qualcuno che, come hai detto bene, balla in modo più strano di quanto parla» disse Tarn, continuando a fissare il bicchiere «Però si sta divertendo, è tutto quel che importa».

"Quello e che stia con chiunque non sia tu, è da prima che la tieni a distanza" pensò Nickel.

All'inizio la minicon aveva pensato che fosse "solo" per il malumore dovuto al brutto incontro, stato d'animo comprensibile, ma più si andava in là meno riteneva probabile che si trattasse di quello, anche perché si comportava in quel modo solo con Spectra. Non era mai stato scortese con lei ma in quelle ore aveva sempre cercato di spingerla a fare attività di questo o quel tipo insieme a lei, a Vos o a Kaon -per quanto fosse sconcio di natura era abbastanza intelligente da evitare di provarci con le femmes del gruppo- quando invece di norma era lieto che Spectra cercasse la sua compagnia.
Nickel non sapeva di cosa si trattasse ma sperava che venisse stroncato sul nascere dato che in tutto quel tempo la compagnia in questione gli aveva solo fatto del bene, era innegabile e, Dreadwing o no, a quel punto nessuno aveva alcun dubbio sul fatto che Spectra si considerasse davvero parte della famiglia.

Proprio Spectra a quel punto si avvicinò a loro dopo aver salutato Vos, Helex e Tesarus ancora in pista. «Credo che andrò nell'idromassaggio di nuovo, il ballo di Vos mi piace però stanca abbastanza... vado da sola o qualcuno vuole uscire un po'?»

Forse Nickel poteva fare qualcosa in più che limitarsi a sperare.

«Lui!» si sbrigò a dire la minicon indicando Tarn con un cenno del capo «Prima che Kaon tornasse qui stava dicendo di avere voglia di stare fuori per un po'. Se vedo qualcosa che non mi piace le pelo l'elmo col mio bisturi prima di Maccadam, puoi stare tranquillo» lo rassicurò prima che lui potesse ribattere.

Tarn le diede una brevissima occhiata da "So benissimo cosa stai facendo", ma non era poi così dispiaciuto dal momento che non fece obiezioni e uscì dalla sala assieme a Spectra.

"Ecco. Qualunque cosa sia non c'è motivo di comportarsi in quel modo" pensò Nickel, con un breve sospiro.

Si voltò verso il proprio compagno di squadra.

«KAON!»

«Che c'è?»

«Lo so dove stai guardando!»

«Tecnicamente per guardare qualcosa devi avere le ottiche! Le mie orbite vuote sono rivolte verso un punto imprecisato, quindi non hai prove» si difese il tecnico «... che razza di sfiga però- ehi!» esclamò Kaon, interrotto da un cubetto di ghiaccio lanciatogli dalla piccola dottoressa.

«Che pazienza che ci vuole» borbottò Nickel.





***





«Tarn?»

«Dimmi».

Alla fine eccoli di nuovo lì, nelle vasche dov'erano stati immersi prima che lei decidesse di andare al bar causando senza volerlo l'incontro di due persone che non si sarebbero dovute né volute incontrare. Forse era per quello che da quando si era rifatto vivo era stato più distante del solito con lei, o comunque quello era il dubbio che era venuto a Spectra.

«Se ritieni che io abbia fatto qualcosa di sbagliato o simili sappi che mi dispiace».

«Cosa- no. No» ripeté il Decepticon voltandosi verso di lei «Non mi è venuto in mente niente del genere e ti assicuro che farti pensare una cosa simile era ben lontano da quel che volevo. Soprattutto oggi» fece una pausa «Alla fine sono stato io a rovinare l'atmosfera, mh?»

«A dire il vero credo che tu abbia cercato di fare del tuo meglio per evitarlo» replicò la femme «Solo che invece di apprezzare il tentativo ho finito per pensare che ti comportassi in modo diverso a causa mia e non solo per quel che è successo prima. Dovrei essere meno egocentrica...»

"Perché più parlo e più mi sembra che mi guardi come se avesse voglia di sotterrarsi o scivolare nella vasca fino a nascondere la testa sotto l'olio?" si chiese Spectra.

«In realtà non hai tutti i torti» disse Tarn dopo qualche secondo e con una certa fatica «È vero, mi sono comportato in modo diverso ma non ce l'ho con te. È per... certe cose che ha detto» indicò con un cenno della mano destra l'edificio dal quale erano usciti «Colpa mia per non essermele fatte scivolare addosso pur sapendo benissimo da chi vengono».

«Se bastasse sapere che qualcuno ti odia per riuscire a non dare peso a quello che dice sarebbe tutto molto più facile, ma non è così».

Ne sapeva qualcosa, la cicatrice che aveva sul petto era un promemoria sia di quello sia del fatto che, se era sopravvissuta allora, poteva affrontare qualsiasi cosa le si trovasse davanti sia adesso sia in futuro.
Sentiva di essere cresciuta in vari aspetti, inclusa quella convinzione che aveva maturato nel corso del tempo.

«Ti ha insultato di nuovo?» domandò a Tarn.

«Se dessi peso a ogni insulto ricevuto non potrei fare il lavoro che facevo e continuo a fare, Spectra. No, non è per quel che ha detto riguardo me, è per...» sospirò «Lascia stare».

«... non è per quel che ha detto sulla mnemosurgery, vero?»

Silenzio.

«Non mi è mai passato per la testa che tu possa aver fatto fare a me una cosa come quella e non inizierò a pensarlo adesso che l'ho sentito dire da qualcuno con cui ho passato neppure un quarto d'ora» continuò, poggiando una mano sull'avambraccio del Decepticon «Mi credi?»

Lui annuì.

«Se devo dirla tutta non penso che tu possa volere il male di nessuno di noi» aggiunse Spectra «Sono qui da un vorn e mezzo e ti ho visto dimostrare solo il contrario. Soprattutto all'inizio può essere stato difficile ma credo che nessuno di noi abbia avuto motivi per pensare male di te. Io so per certo che non ne ho avuti».

«Ti sono grato per questo e... anche per l'energon di prima».

«Prego?»

«Avevi ordinato del cibo anche per me ed era proprio quel che avrei preso. Oltre a non mangiare né bere nulla non ti ho nemmeno ringraziata».

Vero, aveva ordinato anche per lui. Con quel che era successo Spectra lo aveva quasi dimenticato. «Tu non me lo avevi chiesto, l'ho fatto di mia iniziativa! Non importa-»

«Importa a me. È un'altra cosa che non doveva succedere. Avrei voluto che andasse tutto liscio».

«Per quello che vale resta ancora il mio miglior compleanno. Giuro!»

Tarn fece un sospiro e scosse brevemente la testa. «Hai fin troppa pazienza».

«Ma c'è una cosa che devo dire. Qualche ora fa temevo di aver rovinato l'atmosfera e mi hai detto che non era così perché non ti dispiaceva che io mi sentissi tranquilla a parlarti anche di cose meno gradevoli, e ora è il mio turno di ricordare la stessa cosa a te. Se per qualsiasi motivo dovessi avere il dubbio che io pensi male di te e simili, o se volessi dirmi qualsiasi cosa, puoi venire da me quando vuoi. Lo sai...»

«Sì. Sì, lo so».

Spectra non poteva vedere oltre la maschera, ma dalla voce si capiva: stava sorridendo.

«Quando vuoi possiamo rientrare se vuoi ancora tenere d'occhio Skyfall» disse Spectra, riferendosi «... sembrava tanto gentile».

«Pft. Non mi stupisce che tu lo dica, di solito quando vuole proprio piacere a qualcuno ci riesce, in fin dei conti era parte del suo lavoro. Molto tempo fa era tra i diplomatici di Vos» le spiegò Tarn «E considerando che ti ha messo in mano del cibo prima di ricominciare a discutere col sottoscritto credo proprio che piacerti fosse nelle sue intenzioni».

«Mi ha anche dato il suo contatto. Se mai dovesse cercarmi le dirò che non è il caso-»

«La prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa, ma se per te l'idea di risponderle non costituisce un problema forse lasciare che abbiate dei contatti potrebbe non essere una brutta idea. Stupita?»

«Molto» confermò Spectra, avendo sentito l'ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentire «Perché?...»

«Sarebbe un modo per tenerla d'occhio. Immaginerebbe che tu non le stia parlando di nascosto e agirebbe di conseguenza, però sarebbe sempre qualcosa. Sembrava sincera quando ha offerto un patto di non aggressione ma con i vosniani non si sa mai».

«Ha offerto un patto?»

«Esatto. L'odio uno per l'altra resta invariato ma ormai non è la sola ad avere priorità diverse. In ogni caso no, non voglio rientrare, sto meglio qui fuori» disse Tarn «E ho fiducia che gli altri seguano i miei ordini, Kaon incluso... anche se non dubito che stia guardando con molta attenzione» alzò gli occhi al cielo «Si entusiasma per molto meno».

«Sì, in effetti-»

Spectra sentì un miscuglio di passi pesanti e passi più leggeri avvicinarsi a loro.

«La musica mi aveva stufato» sentenziò Tesarus, tirando un divano a due posti vicino a lei e Tarn «Non è il mio genere».

«Siamo ancora dell'idea di ripartire domattina?» domandò Helex, sedendosi vicino al compagno di squadra.

«Assolutamente sì» rispose Tarn «E la prossima volta passeremo il giorno libero a Messatine. Magari... Vos?»

«?»

«Direi che installare delle vasche idromassaggio nella base sia una buona idea».

L'ex scienziato annuì e si sfregò le mani. Spectra concluse che quella doveva essere un'opera di ingegneria a cui si sarebbe dato volentieri.

«Approvo!» esclamò Kaon «Approvo al cento per cento-»

«Sì ma tieni le mani fuori dall'olio» lo interruppe Nickel, ottenendo cenni d'assenso da parte dei due grossi.

"Non siamo rientrati e ci hanno raggiunti loro" pensò Spectra, con un sorriso.

La vibrazione del datapad le segnalò la presenza di un ulteriore messaggio di Dreadwing, il quale oltre a farle sapere che stava bene, a darle la buonanotte e a rinnovare gli auguri di compleanno le aveva scritto di essere felice di sapere che si era divertita.
Spectra aveva evitato di parlargli di Skyfall, non volendo rischiare di dargli preoccupazioni inutili, ripromettendosi però di farlo la prima volta che fossero riusciti a fare una videochiamata abbastanza lunga.

«Dreadwing» disse a Tarn, notando che la stava guardando.

«Immaginavo».

Era ancora il suo miglior compleanno: quella che aveva detto a Tarn non era una bugia. Non avrebbe potuto immaginare niente di meglio, nei limiti di quel che era possibile.
Come da un vorn e mezzo a quella parte, Spectra poteva dire: "Va tutto bene".












(Nota: Skyfall in realtà ha conosciuto l'attuale compagno per puro caso e l'idea di usare lui e gli altri come armi non le è proprio passata per la testa. Tarn però può fare delle ipotesi solo sulla base del poco e nulla che sa e della propria stima verso il soggetto, pari a zero per ovvi motivi!)
E anche questa breve storiella è finita. Ringrazio tutti coloro che hanno letto ❤️ alla prossima!

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