Tale of Fairies and Dragons

di yellow_weirdo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


I.

Eravamo giunti a Fiore. Lo sapevo. Lo sentivo sulla pelle, nell’aria attorno a me, nei suoni che mi circondavano.

Un problema: eravamo giunti. Al plurale. Assieme a me c’erano persone che non avrebbero dovuto e potuto sapere della sua esistenza.

Un altro problema: non eravamo giunti a Fiore per nostra volontà. Qualcuno, forse qualcosa, ci aveva portato qua.

Non mi stupii di trovare la Crime Sorciere sul luogo del nostro arrivo. Nonostante non fosse esplicitamente dichiarato era loro compito indagare su tutto ciò che entrava a contatto con la dimensione di Fiore. Chi meglio di me poteva saperlo? Avevo scoperto di poter viaggiare tra mondi diversi da bambina, grazie al mio mentore, che era rimasto più stupito di me nell’apprendere la mia arte; ogni viaggio interdimensionale aveva una firma, come un’impronta digitale, e la mia era ben nota sia a Gerard che a Meredy; il problema, in questo momento, era che non ero giunta qui da sola. La mia firma era rimasta intatta? Si era mischiata con quella degli altri viaggiatori? Nel caso questa fosse stata modificata c’era il rischio che la Crime Sorciere potesse considerarci come nemici e tenderci una trappola. Conoscevo alcuni dei ragazzi con me, chi meglio chi solo di vista, ma non cambiava il fatto che non sapevo per quale motivo fossero giunti con me a Fiore. Al momento era inutile farsi qualsivoglia domanda, il modo più veloce di ottenere informazioni era arrivare alla mia gilda e chiedere aiuto al Master.

Davanti a noi apparvero, come avevo previsto, Gerard e Meredy, inizialmente sull’attenti, sicuramente pronti a una possibile controffensiva, fino a quando non si resero conto della mia presenza e capirono che non c’era nessun pericolo imminente. Dietro di loro erano presenti alcuni tra gli ex Oracion Seis e Kobra, anzi Erik, chiese a Gerard cosa significasse tutto ciò; la risposta non tardò ad arrivare, non sapeva assolutamente il motivo del nostro arrivo.

Ci diedero i loro mantelli con cui coprirci e ci portarono in una casetta al limitare del bosco in cui eravamo arrivati. Come svegliata da una trance finalmente riconobbi il luogo in cui ci trovavamo, non era una casa qualsiasi, ma la casetta abbandonata che trovai la prima volta che arrivai a Magnolia e dove mi ero stabilita. Il nostro arrivo era stato talmente inaspettato che non avevo nemmeno riconosciuto il mio bosco, luogo di alcuni tra i miei più importanti ricordi. Non essendo pronti per questa evenienza non avevamo abiti più adatti da dare ai ragazzi arrivati e la Crime Sorciere lasciò loro i mantelli, mentre io decisi di indossare i miei vestiti di Fiore. Inalai il loro profumo, diverso da quelli che avevo indosso, e quasi piansi pensando che ero a casa dopo i due lunghi mesi di assenza, ma non era questo nè il luogo, nè il momento. Non c’era tempo da perdere.

Parlai con Gerard e di comune accordo decidemmo che per il momento sarebbe stato meglio non usare la magia e, nonostante i vestiti lo lasciassero in bella vista, di coprire il simbolo della gilda; spiegare loro che si trovavano in un mondo in cui grazie all’ether le persone avevano dei poteri magici non era una conversazione da fare nel bel mezzo del bosco e, in caso di incontri ostili, non far sapere ad altri viaggiatori chi e che cosa ero sarebbe stato sicuramente un vantaggio.

Come sempre, quando arrivavo a Fiore, il tatuaggio della gilda posizionato sulla mia coscia sinistra  era perfettamente visibile per via dei lunghi spacchi della gonna che portavo, ma in questo caso lo coprii con un mantello che mi legai in vita.

Ai miei compagni di viaggio dicemmo solo che io sapevo dove mi trovavo e in che direzione saremmo dovuti andare, la città di Magnolia ci aspettava, infine Gerard avvicinandosi mi disse “Lo abbiamo avvisato, era in missione, ma sicuramente vi raggiungerà prima che arriviate a destinazione”.
Eravamo a poco meno di mezza giornata di cammino di distanza e il Sole si stava già abbassando per far spazio alla sera ed era più sicuro incamminarsi velocemente per evitare di doverci accampare troppo nel fitto del bosco.

I ragazzi si guardarono l’un l’altro, sicuramente confusi da questo mondo, chiedendomi dove eravamo finiti, ma soprattutto il perché di tutto ciò. Avrei voluto voluto dar loro le risposte che cercavano, ma la verità era una sola, non sapevo le motivazioni dietro il nostro arrivo. Le mie speranze erano tutte riposte nella gilda.

Eravamo quasi a metà del nostro cammino quando davanti a noi si manifestò una figura nera, come se la luce venisse risucchiata da questa. L’ombra di questa figura iniziò ad allungarsi sempre più in nostra direzione e il mio istinto mi fece indietreggiare pronta al contrattacco in caso di necessità. Non ebbi nemmeno il tempo di comprendere appieno la situazione che l’ombra afferrò la prima persona alla testa del gruppo alzandola in aria.

Riconoscevo il tipo di magia, era come quella di Rogue di Sabertooth, ma, ovviamente, non si trattava del dragon slayer mio amico; finalmente la figura sembrò non assorbire più la luce e potei vedere chiaramente chi, anzi cosa, fosse. Nonostante fossero passati quattro anni dalla distruzione di Tartaros e tre dalla morte del grande mago oscuro davanti a me sembrava esserci un uomo con caratteriste simili a quelle dei demoni dei libri di Zeref. Zanne lunghe, occhi gialli con le pupille allungate come quelle dei felini e una statura non umana lo contraddistinguevano e si scontravano con gli abiti eleganti che portava e i gioielli che lo decoravano. Nessun simbolo appartenente a una gilda era visibile ad un primo sguardo.

Sogghignò e poi urlando ci disse di sapere che nel gruppo era presente un mago, un mago potente da cui lui voleva qualcosa e che se questo non si sarebbe fatto avanti lui lo avrebbe trovato in un modo alternativo.

Non capivo. Un mago? Tra i miei compagni era presente un mago oltre a me? Possibile, dopotutto ognuno di noi ha un potenziale magico assopito, ma lui lo aveva definito potente e loro non sapevano, fino a un attimo prima, dell’esistenza della magia. I conti non tornavano. I miei compagni di viaggio e Garnet, ancora immobilizzato dall’ombra, urlavano di non essere maghi, di non conoscerne nessuno, le loro urla mi accoltellarono; non c’era più spazio per l’indiscrezione, i pezzi del puzzle si erano incastrati nella mia mente. Lui cercava me, ero io il mago.

Unii il palmo della mano sinistra con il pugno della mano destra, un cerchio magico circondò le mie mani e urlando a pieni polmoni “Ice Make: Blade” feci apparire come una ghigliottina di ghiaccio dal cielo che tranciò l’ombra che teneva Garnet e che si disperse lasciandolo andare. Con uno scatto di gambe e braccia mi tolsi il mantello e balzai davanti al gruppo di ragazzi ancora sotto shock per quello avevano visto. Di nuovo le mie mani si unirono, le mie parole evocarono “Ice Make: Lance”, un nutrito gruppo di lance appuntite si sarebbero dovute abbattere sul mio bersaglio. Questo però si parò utilizzando la sua stessa ombra, ora indurita a formare uno scudo.

Il suo sogghignare era diventato una risata roca mentre io ero pronta a ricevere un suo attacco.

Ridendo mi squadrò e finalmente parlò “E così mi vorresti dire che il mago che starei cercando saresti tu? Una maga della creazione del ghiaccio? Non farmi ridere! Sto cercando un dragon slayer, il più potente dei dragon slayer! Allevato da un dragone, ma grazie a delle gemme ha il potere di tre diversi draghi. Ha sconfitto sia God Serena che Acnologia, il re dei draghi, e io voglio impadronirmi delle sue gemme! Spero che il mago non si stia facendo proteggere da una delle retrovie di Fairy Tail, sarebbe veramente il colmo!”

Il logo di Fairy Tail, prima nascosto, ora si mostrava fieramente al nemico. La mia gilda, la mia famiglia, la stessa Fairy Tail che lui aveva avuto l’ardire di insultare. Il mio corpo non attese nemmeno che lui finisse la frase e le mie mani unitamente al fiato che avevo dentro evocarono una delle magie più potenti dei miei incantesimi di creazione “Ice Make: Seven Dragons”; dal terreno dietro il mio gruppo apparvero sette dragoni cinesi interamente di ghiaccio che si gettarono con le fauci aperte sul nemico. Prima di poter parare il mio colpo ci scagliò contro un globo che, come un buco nero, assorbiva tutta la luce che incontrava per la sua strada, non potevo fare altro che proteggerci utilizzando uno scudo ed evocai “Ice Make: Shield”.

Sentii provenire da dietro di noi un leggero rumore di fronde spostate da qualcuno che correva, erano tre… no quattro persone, e subito avvertii nell’aria un profumo fin troppo noto a me. La sfera nera si schiantò sul mio scudo disperdendosi e distruggendo quest’ultimo, i miei dragoni di ghiaccio sembravano aver arrecato del danno al nemico e d’istinto alzai un pugno verso il cielo, ora coperto da nubi scure, e urlai con più forza che potei “Luxus colpisci!”, un fulmine si abbatté violentemente su di me aiutandomi così a sbloccare i miei due sigilli. Sulla schiena mi apparvero due tatuaggi, rune a chiusura di un potere, mentre la mia pelle diventava sempre più dura, impenetrabile quasi, i miei occhi cambiavano colore diventando simili al ghiaccio, i miei capelli, ora azzurri e lunghissimi, chiusi sul fondo da un fermaglio, a sembrare una lunga coda; avevo riacquistato tutti i miei poteri e la mia forza. Inalai più che potei e con il ventre gonfio scatenai tutta la mia potenza di dragon slayer “Todoroku suirō no kogoeru hōkō”1; scagliai un getto d’acqua con proiettili di ghiaccio al suo interno intriso della scarica elettrica che Luxus aveva gettato su di me con il fulmine di prima sul mio nemico e questo prima di sparire spazzato via dal ruggito, scappò dicendo “E così saresti tu il dragon slayer, la regina dei draghi!”

Svanito il nemico e ritornata al mio aspetto originale, tranne che per i due tatuaggi sulla schiena, oramai risvegliati, mi girai verso i miei compagni di viaggio; erano tutti visibilmente confusi, a terra, talmente spaventati da non riuscire a proferire parola, nemmeno per chiedere a cosa avessero appena assistito. Mi avvicinai a Garnet, che era stata afferrata dall’ombra, e mentre  controllavo che non si fosse ferita apparvero dalle fronde Luxus, Freed, Bickslow ed Evergreen.

Non ci fu spazio per i convenevoli, ci spostammo dal sentiero su cui stavano transitando e decidemmo che, essendo oramai giunta la sera, sarebbe stato meglio accamparsi. Io dovevo recuperare energie, dare diverse spiegazioni e  soprattutto il tempo ai ragazzi di riprendersi dall’accaduto.

Evergreen si sarebbe occupata di allestire il campo, Freed di proteggerlo con delle rune magiche e Bickslow… beh, non si sapeva esattamente cosa stesse facendo, ma non era ciò che più mi preoccupava al momento. Luxus, invece, mi fissò dritta negli occhi, sapevo cosa voleva dire quello sguardo e potei quasi sentire uno dei tatuaggi bruciarmi sulla pelle della schiena; stava reagendo al suo potere magico, dopotutto mi aveva aiutato ad attivare più velocemente la potenza magica di una delle gemme, e io reagivo assieme a lui.

Riunii i ragazzi al centro dell’accampamento improvvisato, anche se non avevo spiegazioni per la giornata di oggi potevo almeno dar loro un’infarinatura su Fiore, Magnolia, Fairy Tail e le imprese che la gilda aveva affrontato in questi anni. Presi una boccata d’aria e iniziai a raccontare una storia, la mia.
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1
Ruggito gelato del dragone d’acqua tonante
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Note dell'autrice:

Buonasera a tutt*, benvenut* in questa nuova storia.
Non so da quanto fosse nelle bozze del mio computer (lo è ancora, essendo in via di scrittura), ma solo da poco ho ripreso il testo in mano mettendo di nuovo assieme i suoi pezzi. Ero molto incerta sulla sua pubblicazione... onestamente? Ancora adesso non ne sono convinta, ma tentare non nuoce dopotutto.

Ora un paio di precisazioni perché mi sembrano doverose:

  • c'è stato un enorme controllo di date e personaggi per la creazione di questa storia quindi procedo con il dire che è ambientata nel X795, per l'appunto tre anni dall'Alvarez Arc (avvenuto nel X792) e quattro anni dal Tartarus Arc (avvenuto nel X791) [e che sto riguardando proprio in questo istante soffrendo in modo allucinante];
  • i personaggi che sono stati bloccati sull'isola di Tenrou sono mancanti dei 7 anni com'è giusto che sia;
  • per quanto riguarda la questione Edolas ho preferito non inserire quell'arco narrativo e Mystgun di conseguenza, essendo la protagonista una viaggiatrice tra i mondi e non volendomi complicare la vita più di quanto non lo sia già ho preferito non lasciarlo nella storia. [Questo tornerà principalmente nel prossimo capitolo] Panterlily è comunque presente, non è con Gajeel durante gli eventi di Phantom Lord, ma arriva successivamente; non essendo fondamentale ai fini della mia trama non mi dilungherò più di così nelle spiegazioni;
  • questa storia è stata iniziata prima dell'uscita di Fairy Tail 100 Years Quest per questo non ha mai tenuto conto del suo contenuto, avendola ripresa ora in mano ho deciso che cercherò di inserire anche le informazioni apprese dal sequel, ma in modo chiaramente diverso.

Spero vivamente che vi piaccia e vogliate leggere i prossimi capitoli.
Ogni recensione è ben voluta e ben accetta :)
Tante care cose,
Jo 💛

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Capitolo 2
*** II ***


II.

I miei ricordi più si va indietro nel tempo più si fanno oscuri, le due realtà si sovrappongono e si distorcono, ma ci sono alcuni capisaldi come il fatto che a Magnolia venni allevata da Ydris, il dragone d’acqua, che mi insegnò la magia dei dragon slayer e che nemmeno lui sapesse da dove nascesse la mia abilità di trasportarmi da un mondo all’altro. Non potevo esistere in entrambi, ma la storia era simile su entrambe le sponde delle due realtà: un'orfana cresciuta da una persona estranea, con un gran cuore. Nel mondo senza magia ero stata presa sotto l’ala di una donna che non faceva troppe domande se sparivo per lunghi periodi di tempo, ma mi dava sempre un tetto sulla testa e un piatto caldo quando tornavo, ero una girovaga a cui si era semplicemente affezionata.

Dopo la perdita di Ydris avevo vagato a lungo nel continente fino a giungere a Magnolia ed entrare nella gilda di Fairy Tail, da quel momento i miei ricordi si facevano più chiari. Andavo in missione, mi allenavo con la mia magia, diventavo una maga di classe S, ma non senza difficoltà; avevo solo quindici anni quando ci riuscii, non ero realmente conscia delle mie capacità e sentivo su di me delle aspettative altissime, che io stessa mi ero creata. L’allenamento e il miglioramento erano come un ossessione e tornavo alla gilda solo per accettare nuove missioni. Nel tentativo di diventare ancora più forte lasciai che mi installassero dentro il corpo due gemme con il potere del dragon slayer di ghiaccio e quello del dragon slayer del fulmine. Purtroppo il progetto si dimostrò essere un quasi fallimento, avevo troppo potere e poca capacità di gestirlo, così decisero di sigillare la magia delle due gemme con delle rune magiche tatuate sulla mia schiena. Solo aprendo i sigilli avrei potuto utilizzarle, ma non sembravo esserne in grado, perché avrebbe significato la distruzione della mia persona e, quasi sicuramente, anche di chi mi era accanto.

Il potere dei fulmini era il più difficile da gestire, il più indomabile, e smisi di usarlo. Dopo poco tempo rinunciai anche alla combinazione tra acqua e ghiaccio e, quando tornai, dopo più di un anno, nel X777, a Fairy Tail, avevo smesso di usare totalmente la magia del dragon slayer. Mi convinsero a non lasciare la gilda e, nonostante mi rifiutassi di dare spiegazioni, il Master decise sì di togliermi la classe S, ma mi insegnò la magia della creazione del ghiaccio, che allenavo assieme al giovane Gray. Diventai una nuova maga, meno potente di prima, ma meno spaventata dei miei stessi poteri.
Luxus non tornava quasi mai alla gilda, se non per accettare nuovi lavori e io riuscii a nascondere la mia problematica fino a quando nel X778 ottenne la classe S e attornò a lui si radunarono Freed, Evergreen e Bixslow autoproclamandosi Raijinshū. Non sopportavo nè la sua strafottenza nè tantomeno l’arroganza dei suoi compagni; a causa dell’esame dovettero rimanere più di quanto non facessero solitamente alla gilda fino a che non fu più possibile tenere loro celata la verità. Quando questo successe la vergogna si impadronì di me e, per la prima volta, scappai. O almeno ci provai, cercai di tornare nella mia casetta, ma venni raggiunta dal Raijinshū e Laxus. Evergreen, iniziò a sbeffeggiarmi, seguita a ruota dai due compagni. La rabbia prese il sopravvento sulla vergogna e per provare al commando del dio dei fulmini che cosa voleva dire mettersi sul mio cammino, aprii il sigillo dei fulmini. Se non ci fosse stato Luxus ancora adesso non so cosa sarebbe potuto accadere, riuscì a bloccare il mio colpo e a farmi tornare la ragione imponendomi di chiudere il sigillo. Svennì, ma successivamente venni a conoscenza di come lui stesso avesse imposto al Raijinshū il silenzio e il riserbo più totale in merito all’accaduto e mi portò di nascosto da Porlyusica facendo avvertire il Master; venni così obbligata a raccontare cosa mi ero inflitta, quanto la mia magia era diventata pericolosa. Makarov mi impose di ritornare ad allenare la mia magia d’origine quella del dragon slayer d’acqua, dopotutto me l’aveva insegnata Ydris, era innata in me e non poteva diventare un pericolo; quella del ghiaccio non era necessaria finchè utilizzavo la magia della creazione insegnatami da Gray e infine mi obbligò ad imparare a controllare il potere dei fulmini da Luxus. Solo così un giorno avrei potuto tornare ad essere la maga di classe S che ero stata in precedenza, se non una più forte. Luxus accettò di malavoglia e iniziammo così i nostri allenamenti. Quando tornava alla gilda da una missione ci isolavamo nel bosco, nella casetta al limitare di questo e ci allenavamo fino allo strenuo delle mie forze.

Guardai Laxus negli occhi non potei non notare che anche lui era tornato con la mente a quel periodo, quando le cose iniziarono lentamente a cambiare.

Non si può dire che la sua compagnia fosse delle più piacevoli, ma il tempo passava e il legame con quell’orso diventò sempre più forte. Inizia a ricevere lettere da parte sua per avere aggiornamenti sulle missioni, su possibili date di ritorno in modo di farmi trovare preparata per un nuovo allenamento. Nessuno, nemmeno i Raijinshū erano a conoscenza degli allenamenti, né tantomeno delle lettere che io e il dio dei fulmini ci scambiavamo (anche se non avrebbero trovato nulla di più di una corrispondenza quasi telegrafata).

Ma questa storia, come tutte le altre, aveva i suoi alti e i suoi bassi. Emozioni mischiate come dentro un calderone.

Era il X781, avevamo entrambi 20 anni, e ne erano passati quasi tre da quando avevo iniziato ad allenarmi con Luxus; nonostante avessi finalmente raggiunto il controllo del mio potere dei fulmini scoprii anche quanto era facile perderlo soprattutto quando non era l’unico ad essere utilizzato. Un pomeriggio il Master decise di venire a controllare di persona i miei domini, il dragon slayer dell’acqua era tornato più potente di prima con il giusto allenamento e riuscivo a combinarlo con quello del ghiaccio a necessità, il dragon slayer dei fulmini rientrava in quello che si poteva definire un controllo ottimale. Venne presa la decisione che non sarebbe più stato necessario allenarmi con il nipote che venne liberato dall’incombenza dei nostri allenamenti, mentre io potevo considerarmi selezionata per gli esami di promozione alla classe S da quell’anno fino a che non sarei riuscita a riottenerla.

Da questo momento iniziai a raccontare la storia ai ragazzi senza scendere nei particolari, ma nella mia mente e nel mio cuore ogni ricordo era così vivido come se tutto ciò fosse accaduto ieri.

Avrei dovuto essere felice, entusiasta, avevo finalmente raggiunto l’obiettivo che mi ero posta, che il Master mi aveva dato, ma in realtà mi sentii, ed era effettivamente così, come se mi stesse privando di quei momenti, di quegli attimi con Luxus e non potevo provare felicità per una cosa del genere; anzi, caddi nello sconforto e la mia tristezza mi portò lontana da chiunque e a concentrarmi, di nuovo, unicamente sulle missioni e l’allenamento. Luxus continuava a mandarmi lettere in cui mi raccontava, a modo suo, cosa avrebbe dovuto affrontare nelle sue difficili missioni; credendo fosse oramai solo un’abitudine che non riusciva a togliersi decisi di non rispondere più.

Alcuni mesi dopo venne annunciato l’elenco dei partecipanti all’esame per la promozione alla classe S, come promesso dal Master il mio nome era tra gli otto fortunati. Dopo l’annuncio decisi di dirigermi alla casetta, il mio nome in quell’elenco mi riportava indietro con la mente. Pioveva, a dirotto, ma sentire la pioggia sul mio corpo era solo piacevole, l’acqua era il mio elemento, ma sentire in lontananza i tuoni era come spargere sale su una ferita che sanguinava. Arrivai alla casetta zuppa, ma non mi importava soprattutto quando mi accorsi che, seduto su una grande pietra davanti al laghetto lì presente, anche lui bagnato fradicio per la pioggia, c’era Luxus. Quando sentì il rumore dei miei passi si girò verso e mi guardò dritto negli occhi, quasi con sguardo di sfida, e disse “Ho sentito che tra una settimana partirai per l’esame di classe S”; ancora intontita dalla situazione mi svegliai quando un lampo echeggiò non troppo lontano da noi e risposi con non troppo celato sarcasmo “C’eri anche tu quando il Master mi ha assicurato un posto all’esame da qui fino alla mia promozione o alla mia morte. Dipende quale delle due verrà per prima.”
Si mise a ridere, non una risata di sbeffeggio, ma una genuina, e, scaricata la tensione di dosso, mi misi a ridere anche io. Andai a sedermi sul prato accanto alla sua roccia con lo sguardo rivolto verso il laghetto e gli chiesi cosa ci facesse in quel posto, mi rispose “Sapevo che ti avrei trovata qua dopo l’annuncio, ho solo calcolato molto male i tempi, sono arrivato troppo presto e ora eccomi completamente zuppo solo per aver aspettato l’arrivo di una pivellina.” Avrei voluto chiederli perché non fosse entrato nella casetta e poi mi ricordai che la sua chiave mi era stata restituita dal Master; io la portavo al collo, me la tolsi e gliela porsi. Senza guardarmi la prese dal palmo della mia mano come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi propose di rientrare, ma io volevo ancora stare un po’ sotto la pioggia e lui decise di rimanere con me. Non parlammo, non eravamo mai stati di grandi parole, ma potevo sentire il mio battito accelerare sotto la pelle, il respiro farsi irregolare e nonostante la pioggia insistente avevo il corpo caldo, come preso da una strana febbre.

Dopo un po’, non saprei nemmeno dire quanto, mi alzai e mi diressi verso la casetta, lui mi seguì e quando fummo dentro accendemmo un fuoco e prendemmo degli asciugamani e dei vestiti di riserva, dimenticati mesi prima in quelle quattro mura. In quel luogo il silenzio si fece più rumoroso della pioggia che batteva senza fermarsi sul tetto di legno e Luxus, anticipandomi sul tempo iniziò a parlare “Onestamente non ero così sicuro di trovarti qua, lo speravo più che altro, sapevo cosa avrebbe annunciato oggi il vecchio e speravo che Mirajane avesse fatto trapelare la notizia che eravamo di ritorno da una missione. Non sono nemmeno tornato alla gilda, mi sono fermato qua, ma mi sono accorto troppo tardi che non avevo più la chiave di questo posto. Ero preoccupato che le selezioni mandassero in tilt quel cervellino da pivella che ti ritrovi e che mandassi a puttane gli ultimi tre anni di allenamento, sai non vorrei dover ripetere tutto il procedimento da capo. E sembra anche che tu non abbia ricevuto nessuna delle mie lettere a giudicare dal tuo silenzio stampa.” Non avevo mai sentito Luxus parlare così tanto e, andando oltre ai suoi soliti appellativi gentili, mi trovai spiazzata quando presi finalmente abbastanza fiato per rispondere “Penso che Mira abbia menzionato che tu e i Raijinshū eravate sulla via del ritorno, ma era già abbastanza una giornata pesante anche senza dover avere a che fare con voi quattro. Anche tu l’hai detto, meglio non mandare a puttane gli ultimi tre anni di allenamento, soprattutto a una settimana dall’esame. Sì, ho ricevuto le tue lettere, mi perdonerai per non averti risposto, ma pensavo fosse solo una brutta abitudine che non riuscivi a levarti e non volevo darti il peso di doverti sorbire le tristi storie di missioni più noiose delle tue.” Celai che le avevo conservate tutte, legate da un nastro in uno dei cassetti della mia scrivania.

Guardavo nella direzione opposta rispetto a dov’era lui, non mi accorsi subito che si era alzato per sedersi accanto a me e quando mi girai di scatto mi ritrovai stretta in un suo abbraccio, un abbraccio così silenzioso, ma al contempo così rumoroso che non ce la feci più, crollai e iniziai a piangere le lacrime che da mesi mi stavo tenendo dentro.

Finì di piovere e io finii di piangere ancora stretta fra le sue grandi braccia muscolose. Trovai il coraggio di alzare il volto e guardarlo negli occhi per scoprire che stava come sorridendo, un sorriso sollevato. Era il sorriso di chi era stato in pensiero e preoccupato per mesi e ora poteva tirare un sospiro di sollievo nel vedere che stavo più o meno bene. Gli sorrisi di rimando. Era la prima volta che ci mostravamo così vulnerabili, così umani, l’uno all’altra. Ancora non so bene quali input mi spinsero a farlo, ma so che lo afferrai per la camicia e lo baciai. Dopo un primo momento di esitazione Luxus ricambiò il gesto tenendomi sempre più stretta a sè. Non era un bacio qualsiasi, potevi sentire racchiusi dentro gli anni che avevamo passato assieme ad allenarci, a conoscerci, a rispettarci; potevi scorgere i nostri sentimenti provati nello scrivere e nel leggere le nostre lettere nell’attesa di un nuovo incontro; potevamo sentire l’angoscia e la solitudine provata in quei mesi di lontananza. Quando ci staccammo lui appoggio la sua fronte alla mia e chiuse gli occhi, feci altrettanto e nel silenzio di quella casetta si potevano sentire solo i battiti dei nostri cuori.

In un modo nostro, soprattutto segreto, iniziammo una relazione. Lui ripartì per una missione con il Raijinshū il giorno prima della partenza del mio esame facendomi promettere che sarei tornata ad essere una maga S. Mantenni la promessa.

Purtroppo con il tempo fummo costretti ad allontanarci, le missioni affidateci erano sempre difficili e lunghissime e nonostante le missive che ci scambiavamo il tempo che potevamo passare assieme in quella casetta al limitare del bosco diminuì drasticamente.

Nel X784 qualcosa si ruppe. Luxus incominciò a rispondere sempre meno alle mie lettere, fino a smettere. Quando Phantom Lord attaccò la gilda io ero troppo lontana, in missione, per poter anche solo tentare il ritorno e mi venne riferito che Luxus si era completamente rifiutato di combattere al fianco dei nostri compagni, nonostante la gilda avversaria avesse arrecato gravissimi danni al Master, alla gilda e stessero attentando alla vita di uno dei nostri membri.

Finii la missione più velocemente che potei e tornai a Magnolia in tempo per venire a conoscenza della torre del Paradiso e dell’Etherion che il Consiglio della Magia stava per scagliare contro i miei compagni e i loro avversari, il Master mi impedì di fare qualsiasi gesto avventato. Impotente cercai di mettermi in comunicazione con Luxus attraverso una Lacrima, ma non ricevetti mai una vera risposta se non un paio di parole stizzite da parte di Evergreen. Natsu e la sua squadra tornarono vincitori, se così si può dire, dalla torre del Paradiso. Era arrivato il momento di prepararsi per il festival annuale di Magnolia che sarebbe culminato con la nostra famosa parata, Phantasia.

Speravo che Luxus sarebbe tornato in tempo per poter capire cosa stava passando, ma l’unica cosa che ricevetti fu una sua lettera il giorno prima dell’inizio del festival, recitava “Dimenticami.”

Il giorno dopo iniziò la Battaglia di Fairy Tail. Combattemmo tra di noi, ma soprattutto noi dragon slayer combattemmo contro Luxus stesso che voleva radere al suolo la nostra gilda per andare incontro a suoi nuovi valori di forza che, per qualche ragione, avevano preso il controllo della sua mente. Grazie all’unione dei poteri di Natsu, Gajeel e i miei e alla forza di tutta la gilda riuscimmo a mettere la parola fine alle pretese di Luxus su quella che è la nostra famiglia. Fino a quel momento fu uno dei combattimenti più orribili a cui partecipai; obbligata, da lui stesso, a combattere contro l’uomo che amavo, contro uno dei miei compagni. La mia furia divenne ingestibile e scatenai quanto più potere potei.

I problemi di salute del Master decisero di rifarsi vivi durante la Battaglia e la settimana del festival lo passammo tutti al suo capezzale in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa. Si risvegliò la mattina dell’ultimo giorno. Bandì dalla gilda il nipote a patto di tenere i Raijinshū che vennero messi sotto la mia guida con poca gioia di tutti e quattro e infine ci disse che era ora di prepararci tutti per Phantasia.

Cercai di correre dietro a Luxus per chiedergli cosa gli fosse preso, ma Bickslow mi fermò e per qualche irrazionale motivo lo ascoltai, per la prima volta lasciai che il commando del dio dei fulmini vedesse le mie emozioni crollando a terra, ancora ferita, piangendo. Non ci furono prese in giro, non ci fu nient’altro che un silenzio interrotto solo dalle mie stanche lacrime che con gran fatica ricacciai dentro.

Tutta la gilda, tranne Gajeel e i Raijinshū, partecipò a Phantasia e quando il Master apparve sul suo carro il nome di Fairy Tail si compose con fuochi d’artificio alto nel cielo stellato, cielo a cui le mani di tutti noi puntavano come un simbolo, un saluto. Era il nostro arrivederci a Luxus, era un abbraccio per quello che era stato un nostro compagno e che, in cuor mio, sapevo che sarebbe tornato.


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Note dell'autrice:
In questo capitolo ho voluto dar spazio alla creazione del passato della protagonista utilizzando il canon della storia originale.
Come precisato nello scorso capitolo questa storia manca di alcuni archi (Edolas) e personaggi (Mystogan) il che mi ha reso possibile alcuni cambi cronologici.
Tra questi c'è l'esame di classe S in quanto per Mashima nel X780 la ottiene Erza, nel X781 Mirajane e nel X782 Mystogan.
La mancanza di Mystogan mi ha permesso di far slittare nel X782 Mirajane e posizionare nel X781 la protagonista.

Al prossimo capitolo!
- Jo 
💛

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Capitolo 3
*** III ***


III.


Quell’anno, assieme agli altri maghi di classe S, venni ingaggiata come aiuto-esaminatrice per l’esame di promozione che si sarebbe tenuto sull’isola di Tenrou. Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare che cosa sarebbe successo. L’arrivo di Grimoire Heart, la lotta contro il Master Hades, un tempo Master di Fairy Tail e l’arrivo di Luxus in nostro soccorso. Era tornato, non nella gilda, ma combatté comunque al nostro fianco, sacrificò il suo potere magico per lasciare che Natsu lo utilizzasse contro Hades. Una volta sconfitta Grimoire Heart rimase con noi nell’isola di Tenrou a farsi medicare le ferite e a farsi rimproverare dal Master Makarov per aver avuto l’ardire di entrare sul suolo sacro della gilda dopo esserne stato cacciato. Il rimprovero risultò più esilarante di quanto sarebbe dovuto essere soprattutto grazie alle prese in giro di Gildarts e all’abbraccio con cui il Raijinshū stava soffocando il loro ex comandante.

Guardai Luxus e lui ricambiò lo sguardo, non dicemmo nulla, non era necessario, non al momento almeno, eravamo solo felici di aver salvato l’isola e i nostri compagni. Eravamo felici di poterci rivedere. Fu dopo qualche ora che Acnologia, il re dei draghi, la morte che vola, arrivò sull’isola attratto dal potere che Zeref e Hades avevano scatenato.

Ricordo come Luxus mi ordinò di usare la mia magia e scappare da Fiore per fare ritorno all’altra realtà, ricordo di come mi rifiutai e combattei fino alla fine con loro, ricordo la sua mano tenere stretta la mia mentre formavamo un cerchio pronti a proteggere l’isola con la nostra stessa vita. Poi non ricordo più.

Ci fu il vuoto. Un vuoto durato 7 anni.

Nel X791 l’isola di Tenrou e tutti noi riaffiorammo e potemmo tornare alla gilda. Luxus venne riammesso tra i ranghi di Fairy Tail e il Raijinshū venne riaffidato al suo comando. Quei sette anni di distacco si fecero sentire, ma per i tre mesi successivi ci allenammo come mai avevamo fatto prima per poter partecipare ai Grandi Giochi Magici di Fiore e riportare al precedente splendore la reputazione di Fairy Tail.

Il X791 non fu solo l’anno in cui tornammo dall’isola di Tenrou, ma anche quello in cui vincemmo i Grandi Giochi Magici e i draghi invasero Crocus, la capitale. Fu uno scontro sanguinoso, ma ne uscimmo vincitori in un modo o nell’altro. Potemmo così tornare a Magnolia, fieri delle nostre vittorie e pieni di voglia di ricominciare a tornare in missione.
Prima di partire però volevo tornare anche nell’altra dimensione, ma prima volli andare da Luxus per potergli parlare. Non ci era ancora stato possibile da quando ci eravamo riuniti sull’isola di Tenrou, ma, quella mattina, quando arrivai davanti a casa sua trovai solo Freed che mi disse che il dio dei fulmini era uscito senza voler dire loro dove stava andando, ma che sarebbe tornato in tempo per la partenza l’indomani mattina alla volta della loro nuova missione e che avrei potuto parlargli allora. Entrambi sapevamo che non avrei aspettato, soprattutto perché sapevo dove trovarlo, o almeno così speravo. Mi diressi verso il bosco, verso quella casetta. Non c’era. Mi aspettavo di trovarlo seduto su quella grande roccia davanti al lago, ma non era lì, e mi sentii una sciocca ad aver creduto che sarebbe venuto in quel luogo. Decisi di entrare nella casetta, erano sette anni che nessuno la utilizzava, immaginai che tutto fosse così impolverato, i miei vestiti, quelli di Luxus, i nostri ricordi assieme; avevo tanto da metabolizzare e non avrei voluto farlo da nessun’altra parte. Quando misi la chiave nella toppa e la girai mi accorsi che la serratura era già aperta, con circospezione entrai e davanti a me si parò lui. L’uomo che stavo cercando.

Luxus era seduto, al buio, sull’unico letto presente nella casetta intento a fissare il soffitto, con fare pensieroso e anche un po’ impaziente, quando abbassò lo sguardo mi vide entrare dalla porta assieme alla luce del giorno.

“Sapevo che ti avrei trovato qua” dissi con sarcasmo e un sorriso beffardo appoggiandomi allo stipite della porta. “Pivellina non sapresti trovare nemmeno l’acqua in mezzo a quel laghetto là, figuriamoci se avresti saputo dove trovarmi” mi rispose con altrettanto sarcasmo, ma allungando una mano verso di me; non ci pensai due volte, azzerai la distanza tra di noi e afferrai quella mano gettandomi tra le braccia di quell’uomo che tanto mi aveva fatto soffrire, ma che tanto amavo.

Quella sera non facemmo ritorno alla gilda, decidemmo che saremmo rimasti da soli, lì, all’estremo limitare del bosco. Assieme.

Ci saremmo separati di nuovo, lui in missione, io nell’altra realtà, e avevamo un vuoto di sette anni da colmare in una notte. Di parole ne vennero pronunciate poche, non mi aspettavo delle scuse da parte sua, più per orgoglio che per altro, né lui si aspettava che io le pretendessi. I nostri baci erano famelici, aggressivi, incontenibili. I gesti parlarono per noi. Dopo che si addormentò accanto a me lo guardai mentre la luce della Luna illuminava il suo volto e sussurrai “Ti amo” consapevole che, grazie al suo udito da dragon slayer, mi avrebbe sentita. Lo vidi lentamente aprire gli occhi, fare un sorriso sornione e stringermi a lui baciandomi più delicatamente di quanto avesse mai fatto prima. Era il suo modo di rispondere.



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Note dell'autrice:
Benvenut* in questo terzo capitolo, siamo ancora alle prese con l'introspezione e con il ricordo.
È un capitolo più breve, ma che secondo me cattura molto del rapporto tra la protagonista e Luxus, per questo è sicuramente uno dei miei preferiti, anche se ammetto che non è facilissimo scrivere cercando di non rendere troppo OOC Luxus. Mi piace poter mantenere il suo atteggiamento duro e scostante, ma anche poter vedere un lato che non farebbe vedere a nessuno al di fuori della persona amata. Ci saranno ancora due pezzi importanti di ricordi che andranno a comporre il puzzle della storia che sta alla base del rapporto che verrà raccontato nelle vicende del presente. Il prossimo capitolo è ancora molto un work in progress perché sto facendo un gran lavoro di riscrittura di ciò che era la vecchia bozza e che con il tempo sto lentamente smatassando per arrivare a una versione che decisamente mi aggrada di più, ergo non sono assolutamente sicura sulla sua data di pubblicazione (anche perché non mi sto dando delle vere scadenze), ma nel frattempo spero che questo vi piaccia.
Tante care cose,
Jo 💛

 

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Capitolo 4
*** IV ***


IV.
 

Mentre stavo raccontando la sera era calata sul nostro piccolo accampamento. Garnet  mi chiese perché quell’essere ci aveva attaccato e perché mi aveva chiamata “regina dei draghi”.
Gli raccontai con una stretta al petto di come verso la fine del X791 Fairy Tail entrò in guerra con Tartaros, di come i nostri draghi, il mio Ydris, tornarono e sparirono definitamente e di come il Master Makarov sciolse la gilda e partì, all’oscuro di tutti, per l’impero di Alvarez.

Non sapendo cosa fare senza la gilda decisi di seguire Luxus e i Raijinshū a Blue Pegasus per scoprire solo come sia io che il dio dei fulmini fossimo due pesci fuor d’acqua, soprattutto per quanto riguardava il clima tra i membri della nostra nuova gilda. Andammo a vivere assieme, ma io presi la decisione di alternare lavori per il Master Bob con alcuni assieme ai membri di Crime Sorciere in modo da poter indagare sul Master e cosa avesse intenzione di fare. Riuscii a tenere traccia di alcuni dei nostri vecchi compagni di gilda di cui riferivo le notizie a Luxus. Questo cercava sempre di mostrarsi impassibile davanti al fatto che ognuno di noi stesse vivendo e lavorando al di fuori di Fairy Tail, ma che soprattutto cercava di non mostrare la sua preoccupazione per il nonno, diventato introvabile.

Raccontai loro di come venne ricreata la gilda, riuscirono a salvare Makarov riportandolo a Magnolia e come l’impero di Alvarez, il cui imperatore era Zeref in persona, ci dichiarò guerra. Una guerra che coinvolse tutte le gilde magiche del continente le quali vennero in nostro aiuto.

A dicembre del X792 la guerra contro l’impero di Alvarez si era conclusa, sia il Primo Master Mavis che il grande mago oscuro Zeref erano morti. Il loro potere, la loro maledizione, attirò Acnologia. Senza che ce ne accorgessimo il drago dalle ali nere aveva rapito noi dragon slayer, il cui nostro dovere, la nostra missione era sconfiggerlo. La battaglia fu una delle più dure, ognuno di noi rischiò che fosse la sua ultima più di una volta. Decidemmo di unire le nostre forze e io, nonostante Luxus fosse contrario, sbloccai tutte e tre i miei sigilli e tutti assieme riuscimmo a sconfiggere il re dei draghi. La mia magia iniziò a non essere più incontrollabile, riuscivo a  tenere i sigilli aperti senza rischiare di provocare danni e il mio corpo si era trasformato. Il mio aspetto era stranamente simile a quello di un drago, senza esserlo, come se stessi usando la Dragon Force, ma diversa da quella che era sempre stata. Ero come rinata. Sigillato almeno uno dei miei poteri tornai ad avere il mio aspetto di sempre. Sconfitto Acnologia ci ritrovammo al porto di Hargeon dove tutti ci stavano attendendo. La guerra era finita, questa volta per davvero. A causa di questo mio nuovo aspetto, ai poteri che avevo e anche alle voci su di me che passavano di bocca in bocca quando, assieme a Luxus, entrai a far parte dei nuovi Dieci Maghi Sacri di Ishgar iniziarono a chiamarmi la regina dei draghi.

Detestavo quel soprannome, troppo simile a quello di Acnologia, uguale a quello che aveva portato sulle sue spalle, con tutto il peso che ne conseguiva, Irene Belserion. Nella mia mente quel nome non portava altro che sciagure con sé.

La storia di quel soprannome che odiavo era ora nota anche ai miei nuovi compagni di viaggio, ma il motivo dell’aggressione no e ne avremmo dovuto parlare con il Master Makarov sicuramente. Prima di allora nessuno aveva mai cercato di impadronirsi di una delle mie gemme, ma, soprattutto, non ero l’unica portatrice di queste, e dovevamo assicurarci che Luxus, Rogue, Sting ed Erik non fossero anche loro tra i bersagli.

La notte era calata, Freed aveva avvisato la gilda del problema, e in mattinata sarebbero arrivati Gray e Juvia a rafforzare la nostra scorta, un gesto non necessario, ma molto apprezzato.

Luxus e il Raijinshū avevano delle scorte di cibo avanzate dalla missione che divisero con i ragazzi del gruppo, io non ero assolutamente in vena di mangiare e preferii isolarmi dietro quella che era la tenda più scostata dell’accampamento, sicuramente quella di Luxus.

La forza e l’energia che mi avevano tenuto in piedi fino a quel momento mi abbandonarono, mi dovetti appoggiare con la schiena a un albero e finalmente chiusi gli occhi. Sentii il rumore dell’erba che veniva calpestata e il profumo dell’elettricità statica che permeava il suo corpo, sapevo che sarebbe venuto a parlarmi.

“Pensavo che ci saremmo rivisti tra qualche settimana. Davvero non sai come sei arrivata qua? E come mai con te ci sia un nutrito gruppo di estranei?” mi chiese immediatamente; sospirai e gli dissi che non sapevo il perché del nostro arrivo e che, forse avrei potuto riportarli già ora nell’altra realtà, ma che prima era meglio parlarne con il Master e Porlyusica per scongiurare qualsiasi complicazione. Fatto questo avremmo indagato sull’identità dell’aggressore e le sue intenzioni.

Ridacchiai e dissi “Non pensavo che la prima volta che ci saremmo rivisti mi avresti fatto questo interrogatorio.” Luxus si portò una mano alla fronte, una risata stanca uscì dalle sue labbra “Quando siamo stati contattati da Gerard non volevo credere alle sue parole, ma dopo averti sentita combattere e chiamare il mio nome ho capito che non mi stava prendendo in giro. L’importante è che tu stia bene”, si avvicinò a me e vidi un luccichio sul suo petto, un ciondolo, un piccolo anello dorato. Sapevo perfettamente cosa fosse e lo strinsi nel pugno della mia mano mentre lui appoggiava la fronte sulla mia testa. Era la mia fede nuziale. Ai ragazzi non avevo detto che nel X792 io e il dio dei fulmini avevamo deciso di sposarci, in gran segreto, con la sola testimonianza dei Raijinshū. Speravamo che una volta rinata la gilda avremmo potuto parlarne con il Master e i nostri compagni, ma arrivarono Alvarez e Acnologia a distruggere i nostri piani. Sul finire di quell’anno decidemmo che quando fossi venuta a vivere stabilmente a Fiore avremmo condiviso con tutti quello che era il nostro legame. Prima di allora io avrei tenuto la sua fede (che utilizzavo come ciondolo di uno dei miei orecchini) e lui la mia, l’avevo voluto la notte dell’arrivo dell’esercito di Alvarez; gli dissi che facendo così anche divisi saremmo stati l’una accanto all’altro, era la promessa che ci saremmo riuniti dopo, a guerra finita. Infine decidemmo che ce le saremmo scambiate solo quando avremmo replicato le nozze di fronte alla gilda.

Alzai lo sguardo e incastonai i miei occhi nei suoi, potevamo leggere nei nostri occhi la stanchezza, la confusione e lo spavento preso in quella giornata. Appoggiò un braccio sul tronco appena sopra di me e si chinò a baciarmi. Mi sentivo a casa, non avevo bisogno di altro in quel momento.

Decidemmo di mandare nelle tende lo sgangherato gruppo di ragazzi e di parlare con il Raijinshū in merito a come ci saremmo mossi fino all’arrivo della mattina. Bickslow si propose di accompagnare i ragazzi alle loro tende (non senza far loro un paio di scherzi) e di montare il primo turno di guardia, a detta loro bastavano dei turni del commando per tenere sotto controllo la situazione durante la notte, sia io che Luxus ci saremmo dovuti riposare in vista del giorno dopo. Per quanto andasse contro i nostri principi, era la soluzione migliore quindi acconsentimmo di malavoglia.

Nella tenda mi tolsi gli abiti e rimasi un attimo a fissare la grande cicatrice che percorreva il mio addome in diagonale, era stato il re dei draghi ad infliggermela e ancora ora, a distanza di tre anni, se usavo troppo potere magico mi faceva male in seguito. Grazie alla magia del ghiaccio diedi sollievo alla mia pelle, proprio mentre Luxus entrò nella tenda. Sgranò gli occhi di fronte a quella cicatrice; per quanto lui ne avesse molte più di me non riusciva a vedere il taglio infertomi da Acnologia senza darsi la colpa di quanto accaduto; come se lui non avesse subito danni in quella battaglia, come se nessuno non avesse avuto di cicatrici dopo quello scontro; ma per noi significava altro, significava una nuova vita persa. Quando Alvarez ci attaccò ancora non sapevamo che ero incinta.

Ricordo perfettamente quando Porlyusica la mattina dopo lo scontro con il re dei draghi entrò nella mia stanza dicendomi che il taglio all’addome era stato fatale per il bambino. Non capii inizialmente, quale bambino? “Non lo sapevi? Eri incinta. Ringraziando sono riuscita ad intervenire in tempo e non ci saranno troppi problemi nell’avere un’altra gravidanza, ma per il bambino non c’è stato nulla da fare. Mi dispiace davvero tanto, so che nessuna parola di conforto potrà alleviare la perdita.” -  la vidi stringere i pugni lungo i fianchi - “Mya non voglio sembrarti invadente, ma se tu mi dicessi chi è il padre potremmo andare a chiamarlo, sarebbe meglio che tu non restassi da sola ora” mi disse con una voce stranamente dolce, rassicurante e materna; diversa dalla Porlyusica che eravamo soliti avere intorno. Dirle chi era il padre avrebbe implicato troppe spiegazioni che non avevo voglia di dare in quel momento, le dissi che non era necessario chiamarlo, avrei avuto modo di parlargli. Durante la giornata Natsu e gli altri vennero a controllare come stessi e con l’arrivo della sera giunsero anche Luxus e il Raijinshū al completo. Dissero che volevano assicurarsi tutti della mia ripresa, ero stata obbligata a rimanere allettata, cosa che preoccupò la mia squadra che aveva comunque dovuto aspettare di passare i controlli medici prima di poter venire da me. Li rassicurai, ci voleva ben altro per mettermi ko, parlammo un po’ fino a quando dissi loro che volevo rimanere un attimo da sola con Luxus, era giunto il momento di dirglielo, e infine chiesi come favore di rimanere fuori dalla porta e non far entrare nessuno. Lo feci sedere accanto al mio letto, potevo vedere la confusione nei suoi occhi, presi il poco coraggio che mi era rimasto e gli dissi quello che Porlyusica mi aveva annunciato la mattina. Lui rimase in silenzio immobile, poi mi mise una mano, stranamente leggera e pesante allo stesso tempo, sull’addome e iniziò a piangere. Era così strano vedere quel gigante piangere, le emozioni erano troppe e sentii le lacrime scorrere sul mio volto mentre portavo un mano sulla guancia dell’uomo accanto a me. Rimanemmo così per un po’, fino a quando prima io e poi lui smettemmo di piangere, Luxus distolse lo sguardo da me guardando al di là della finestra che avevo dietro e disse “È tutta colpa mia, non sono riuscito a parare quegli artigli in tempo, se ce l’avessi fatta ora non staremmo piangendo”, potevo sentire la frustrazione e la rabbia verso se stesso in quel tono di voce, ma ribattei che allora era anche colpa mia, nel non sapere di essere incinta e successivamente di non essere stata abbastanza rapida nello schivare o parare gli artigli di Acnologia; ma soprattutto, mi impuntai, che non fosse colpa di nessuno e che uccidendo il drago dalle ali nere avevamo già vendicato ciò che avevamo perso e che da quel momento avremmo potuto solo andare avanti e guardare al futuro. Quella fu la sera in cui decidemmo che mi sarei trasferita a Magnolia in pianta stabile e avremmo ricominciato la nostra vita come una vera famiglia.







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° Nota dell'autrice:

Bentornat* in un nuovo capitolo!
Non esattamente dei più allegri, ahimè, ma necessario per la costruzione dei personaggi e delle vicende che si susseguiranno.
Spero che anche questo vi piaccia e vi faccia seguire la serie!
Tante care cose,
Jo 💛
 
 

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