It's never too late | Y o o n s e o k |

di _Fuuyuko_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It's Never Too Late ***
Capitolo 2: *** O n e ***
Capitolo 3: *** T w o ***
Capitolo 4: *** T h r e e ***
Capitolo 5: *** F o u r ***
Capitolo 6: *** F i v e ***
Capitolo 7: *** S i x ***
Capitolo 8: *** S e v e n ***
Capitolo 9: *** E i g h t ***
Capitolo 10: *** N i n e ***
Capitolo 11: *** T e n ***
Capitolo 12: *** Y ***
Capitolo 13: *** O ***
Capitolo 14: *** O ***
Capitolo 15: *** N ***
Capitolo 16: *** S ***
Capitolo 17: *** E ***
Capitolo 18: *** O ***
Capitolo 19: *** K ***



Capitolo 1
*** It's Never Too Late ***


Dove Yoongi vuole farsi male e Hoseok cerca di farlo stare bene|

Boy x Boy

/Tratterà di temi delicati, quali Autolesionismo e Suicidio./

~Insieme di testo narrativo, pagine di diario e song fic~

Spero vi piaccia, è la prima fan fiction che scrivo, non so quando la pubblicherò in realtà perché sono intenzionata a finirla prima di postarla. 
So di non essere il massimo a scrivere ma ci tenevo molto~
I capitoli si suddividono in narrazione e diario di Yoongi, anche perché inizialmente non mostrerà i suoi sentimenti di rabbia, gioia o curiosità. 
Non so ancora come strutturare i capitoli di narrazione, ma credo saranno medio/lunghi. 
Buona lettura✨. 


Fuyuko Hoshino
(@_Fedannarty_ on Wattpad) https://www.wattpad.com/story/154815066-it%27s-never-too-late-y-o-o-n-s-e-o-k

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Capitolo 2
*** O n e ***


Il cielo quella sera non era dei migliori, i tuoni rimbombavano in tutta la struttura del centro, segnando l'inizio di una nuova vita per il giovane ragazzo che, scortato da due dottori entrava per la prima volta nel centro di recupero di Seoul. Quei lampi rispecchiavano i sentimenti del ragazzo che, nonostante avesse lo sguardo basso riusciva a scrutare con attenzione i movimenti delle persone che gli si presentavano attorno. 
Non fiató per tutto il tragitto, non degnó i dottori nemmeno di uno sguardo; entró in quella stanza spoglia, osservandola attentamente:
Le pareti bianche davano alla stanza un'aria triste, di certo non avrebbe aiutato la mente del ragazzo a distrarsi dai suoi pensieri instabili. 
Di fronte alla porta, nella parete opposta si trovava un piccolo letto con le coperte di colore verde chiaro, l'unica cosa che risaltava e dava un tocco di colore alla stanza. 
Si sedette sul letto, constatando che almeno fosse comodo; sentendosi debole decise di sdraiarsi, finendo così tra le braccia di Morfeo. 
Min Yoongi, 25 anni. 
Ragazzo abbastanza alto, con i capelli bianchi e di media lunghezza, è un ragazzo molto calmo nonostante il suo aspetto non lo faccia sembrare. 
Una particolarità di Yoongi sono difatti i suoi occhi pungenti, di un color nocciola ma spesso nascosti da delle lentine color azzurro ghiaccio. 
Non sempre però quegli occhi erano causa di timore.
Molte volte quegli occhi erano la causa di lividi, tagli e botte date da parte dei coetanei perché infastiditi da quello sguardo tagliente, come se continuasse a scrutare le persone per giudicarle, cosa che però il bianco non aveva mai fatto. 
Come detto in precedenza Min Yoongi era un ragazzo calmo, sempre in cerca di silenzio e solitudine, per questo non reagiva mai. 
Non ne era in grado;
La sua mente era troppo debole per poter reagire, per poter sistemare le cose. 
La scuola per lui era sempre fonte di disagio, ma quando usciva fuori da quelle quattro mura la paura prendeva il sopravvento, sapendo che da lì a poco avrebbe raggiunto la sua dimora. 
Erano poche le volte che non tornava a casa ma girovagava per la città, quelle erano le giornate peggiori.
Rimandava il chaos, lo aggravava... e quando tornava a casa se ne pentiva subito, quando due occhi rossi dalla rabbia lo guardavano, scrutandolo attentamente per poi iniziare ad urlare contro crudeli parole al giovane. 
Era un giorno dell'ultimo anno delle superiori quando il ragazzo arrivó al limite della sopportazione. 
Si rinchiuse in camera con la sua solita calma, sentendosi sollevato dall'assenza del padre in casa e decise di rovistare per i suoi cassetti, trovando poco dopo una lama. 
Per minuti interi il ragazzo osservó quell'oggetto tagliente, non sapendo cosa fare, sentendosi in pericolo ma questa volta da se stesso. 
Sospiró pesantemente per poi togliersi la maglietta e lanciarla in un angolo cieco della stanza. 
Dopo aver osservato nuovamente la lama il ragazzo decise di posizionarla sul suo braccio. 
Senza rendersene conto il dolore si impadronì del suo corpo, notando del sangue iniziare a colare, rischiando di cadere in terra. 
Dopo mezz'ora Yoongi era in bagno intento a disinfettare quei piccoli segni rossi che si trovavano su tutto il suo braccio. 
Si guardó allo specchio, non provando nulla in particolare se non un forte senso di apatia. 
Nonostante i suoi 25 anni Yoongi era ancora uno studente, studiava al consultorio di Seoul per aspirare a fare carriera con la musica. 
L'unica cosa che riusciva a far provare un senso di normalità, di appagamento era scrivere testi di canzoni, creare la musica per esse e provare anche a cantarle. 
Perché ora è nel centro, vi starete chiedendo?
La risposta è semplice: quel gesto fatto in uno stato di confusione diventó un gesto quotidiano, divenne la sua dipendenza. 
Ogni giorno nuovi segni si presentavano sul corpo del giovane, non solo sul braccio. Iniziò a marchiare ogni parte possibile, sentendo quel dolce dolore che a Yoongi piaceva. 
Esatto, al ragazzo piaceva sentire quel dolore, gli ricordava ogni giorno che lui era vivo e non sapeva se prendere la cosa come positiva o meno. 
Forse faceva questo anche per punire ciò che non era mai riuscito a diventare, per punire il suo essere troppo debole e codardo per fermare quei ragazzi che gli andavano contro ogni giorno. 
Come scontato che fosse quei segni vennero scoperti da suo padre in un giorno d'estate quando Yoongi si trascinó in bagno, pronto a farsi un bagno freddo per rinfrescare il suo corpo sudato dal troppo caldo. 
Entrò nella vasca, dimenticandosi però di chiudere a chiave la porta della stanza, difatti dopo qualche minuto mentre il ragazzo era sdraiato con gli occhi chiusi e le braccia sui bordi della vasca il padre entró, cercando qualche suo oggetto personale dimenticato sul lavandino del bagno. 
Quando guardó il ragazzo si bloccò, rimandendo inorridito dalla scena presentatasi davanti: il ragazzo dai capelli bianchi aveva gli occhi spalancati. 
Preso alla sprovvista provó a portare le braccia dentro la vasca inutilmente poiché il padre oramai aveva visto quei segni e a grandi passi si stava dirigendo verso il contenitore di marmo che ospitava il corpo oramai debole di Yoongi. 
La paura divorava il povero ragazzo, chiuse gli occhi non volendo assistere alla scena del padre infuriato che correva verso di lui. 
La forte presa della mano del padre sul polso fece tirare un forte urlo al giovane che, spaventato cercó di dimenarsi mentre veniva trascinato fuori dalla vasca e successivamente fuori dalla stanza. 
La madre corse al piano di sopra spaventata dall urlo del ragazzo e, quando vide la scena si portó una mano davanti la bocca, scioccata sia per la scena di per sè che per il corpo di suo figlio, pieno di segni rossi. 
Piano piano inizió a singhiozzare, accasciandosi a terra con lo sguardo basso, non riuscendo più a guardare quella triste scena a cui stava assistendo. 
Lo sguardo del padre lo raggeló:
Lo guardava come se fosse un disonore per lui, una delusione. 
Staccó la sua mano dal braccio del giovane e scese le scale di fretta, andando a prendere il telefono. 
Il giovane era confuso e ancora più spaventato e, portandosi l'accappatoio attorno al suo esile corpo scese le scale insieme alla madre. 
Quando furono entrambi giù il padre chiuse la chiamata, guardando un punto fisso vicino alla figura del bianco, senza mai incrociare lo sguardo con quest ultimo.
Lo incitò a prepararsi, a fare le valigie perché dal giorno successivo lo avrebbe portato in un centro dove avrebbero potuto curare la sua mente malata. 
già. Così vedeva lui quel ragazzo che, tremando stava indietreggiando sulle scale. 
Tutto il suo dolore per l'uomo che doveva considerare suo padre era frutto di una mente malata, di un errore. 
Dopo minuti di silenzio l'adulto riuscí a guardare in faccia il bianco solo per urlare, diventando rosso dalla rabbia perché voleva facesse le valigie. 
Yoongi faticava a respirare, la testa gli girava. 
Salí di corsa le scale, chiudendosi nella sua stanza e portandosi una mano sul petto, constatando che stesse battendo forte, come se volesse uscirgli dal petto... e forse sarebbe stato meglio. 
Rimase per qualche minuto in quella posizione, obbligandosi poi a seguire gli ordini dati dal padre, sapendo che fosse una persona ingestibile e determinata: non poteva ribellarsi al suo volere. 
Fece la valigia tremando come una foglia, una piccola e fragile foglia che cade dal ramo a cui si stava disperatamente reggendo: era finita. 
Mise i vestiti necessari e alcuni libri, i suoi preferiti per poi chiudere quel contenitore in tessuto e sedersi sul letto, sul suo amato letto. 
Istintivamente la sua testa finí sul cuscino, costatando che aveva quel dolce profumo del detersivo che era solito usare la madre per lavare le lenzuola. (Sapeva di Jungkook cit. Emma)
Aveva sempre pensato che fosse un profumo troppo forte, quasi nauseabondo... ma in quel momento gli sembrava il profumo migliore che ci fosse. Lui voleva sentire quel forte odore appena sveglio, voleva sentire la voce di sua madre svegliarlo perché in ritardò per andare in conservatorio... voleva uscire di casa e vivere la sua solita e monotona vita. 
Non voleva di certo essere rinchiuso in un centro di riabilitazione, questo no. 
Eppure il destino aveva scelto per lui il peggiore dei sentieri, uno dei più complicati da affrontare.
Un sentiero pieno di ostacoli e buio, nessun raggio di luce. E Yoongi per la prima volta pensò di avere paura del buio. Le sue speranze sembravano essere del tutto scomparse, lasciando dentro il suo cuore solo un senso di smarrimento e disperazione. 
Il bianco si guardò nuovamente attorno, iniziando già a sentire un senso di nausea rinchiuso in quella stanza monocromatica. 
Dopo poco tempo la porta si aprì, attirando l'attenzione del ragazzo che stava seduto sul letto, facendogli voltare lo sguardo. 
Dalla porta entrò un ragazzo abbastanza carino, con i capelli rosso fuoco e un sorriso enorme sulle labbra. 
Il bianco rimase fermo a guardarlo, rimanendo incuriosito e disgustato da quella felicità che emanava, così distolse subito dopo lo sguardo, tornando a fare come se lui non ci fosse. 
Questo però non fermò il rosso dall avvicinarsi a lui, sedersi nel letto accanto a lui ed iniziare a presentarsi. 
Quel ragazzo era Jung Hoseok.

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Capitolo 3
*** T w o ***


Jung Hoseok, 24 anni. 
È un ragazzo abbastanza alto, i capelli tinti di un rosso acceso e un sorriso stampato sempre sulle labbra.
Ragazzo solare, riesce sempre a far ridere le persone, facendole sentire sempre a loro agio. 
Fin da piccolo aveva voglia di esserci per le persone, voleva ascoltarle ed aiutarle. 
Aveva solo sei anni quando sua madre lo abbandonò, lasciandolo da solo con suo padre. 
Non passarono le migliori delle giornate, senza di lei. 
Quella donna era la speranza di entrambi i due "uomini", era la cosa più preziosa che entrambi possedevano. 
Purtroppo il circolo vizioso che erano le pasticche che prendeva finirono per ucciderla. 
Overdose. 
La giovane donna morí di overdose e nessuno capí se era per gesti suicida o se avesse semplicemente sbagliato le dosi. 
Hoseok rimase scosso per molto tempo, smise di andare a scuola, non riusciva ad uscire di casa, mangiava a fatica.
Il padre cercò di consolarlo, anche se purtroppo il lavoro impediva a i due di vedersi spesso. 
Un giorno, camminando per la stanza dei suoi genitori notò una foto sotto i piedi dell'armadio e esitando leggermente la prese, rivelandone il contenuto: la dolce famiglia sorrideva all'obiettivo stringendosi forte... e Il ragazzino si ricordava quella giornata. 
Un fresco giorno di autunno la famiglia Jung partecipò ad un servizio di volontariato, vendendo piccoli oggetti fatti da loro per poi donare il ricavato alle persone bisognose e al laboratorio del padre, per cercare nuove cure mediche. 
Il bambino so divertì molto, parlando con tutti e riuscendo anche a convincere molte persone a comprare qualcosa. 
Dopodiché, verso sera si fecero fare una foto per ricordo, per imprimere su carta quello che amavano fare e di cui tutti e tre ne andavano fieri. 
Una delle giornate più belle, pensò Il bambino sorridendo lievemente, malinconico. 
Notò però che dietro era presente una scritta, così curioso lesse il contenuto. 
"La mia famiglia che amo più di ogni altra cosa e il dolce cuore del mio bambino, che sono sicura crescerà dolce e forte, riuscendo ad aiutare le persone che avranno bisogno di lui."
In quel momento il bambino anche se piccolo capí tutto. I gesti della donna allora erano fatti di sua volontà, perché quelle parole sembravano davvero tristi e, almeno da parte sua sembrava una piccola lettera di addio. 
Si sentì in colpa, tremendamente in colpa per non aver aiutato la donna che lo aveva cresciuto. Le lacrime scorrevano impetuose sul suo candido viso, finendo per bagnare la sua maglietta preferita. I singhiozzi erano l'unico suono che si poteva sentire nella casa vuota, vuota senza quella dolce donna che al piccolo mancava tanto.  
Forse questo fu il motivo per cui, con il passare del tempo il ragazzo Iniziò a studiare psicologia sempre più deciso a voler aiutare le persone, questa volta però come lavoro, non solo nella vita di tutti i giorni. 
Fu per questo che alla soglia dei suoi 24 anni il padre gli offrí un incarico nel suo centro, un ragazzo che aveva bisogno di lui e della sua speranza. 
Perché sì, il giovane diffondeva speranza e felicità a tutti e questo lo rendeva fiero di se stesso. 
Fu anche per questo che rimase leggermente confuso quando il bianco, una volta averlo visto superare la porta di metallo distolse lo sguardo dal suo viso sorridente. 
Si avvicinò comunque, sedendosi vicino a lui sorridendo e presentandosi ad alta voce. 
Porse la mano al bianco che, con aria quasi disgustata ignorò completamente, guardando un punto fisso del muro davanti a lui. 
A Yoongi quel ragazzo non piaceva, il suo chiasso e la sua felicità non erano per niente apprezzati, soprattutto dalle sue orecchie che ora bramavano il silenzio totale per far pensare il ragazzo più grande. 
Hoseok però riuscí fin da subito a notare gli occhi del ragazzo che traspiravano un'enorme quantità di tristezza, i suoi occhi erano completamente spenti di ogni speranza. 
Portò poi una mano sulla testa del ragazzo, carezzandola dolcemente. 
Questo gesto fece sussultare il bianco che, inizialmente rimase immobile per realizzare quello che il minore stava facendo, dopodiché si allontanò il più possibile, alzandosi dal letto per poi sedersi in un angolo della bianca stanza, nasconendo il viso per non guardare quel ragazzo che gli dava solamente fastidio. 
Hoseok guardò il ragazzo chiudersi a palla come un riccio, abbassando poi lo sguardo deluso. Durò poco questo sguardo perso, poiché si alzó subito dopo, raggiungendo il ragazzo e portando una mano sul suo braccio, salutandolo a gran voce per poi dirigersi verso la porta. 

Una volta che il rosso uscí dalla stanza, il ragazzo si alzó, sbuffando leggermente. 
"Che fortuna" pensò ironico, buttandosi subito dopo sul letto recandosi nel mondo di Morfeo che lo accolse volentieri.

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Capitolo 4
*** T h r e e ***


|Yoongi's Diary|

Odio questa prigione, é triste e noiosa. Odio le pareti bianche, odio le verdi lenzuola che puzzano di ospedale, odio quella porta di metallo sigillata, odio la voce metallica dei dottori, odio mio padre... 
Odio tutto e tutti. 
Odio soprattutto quel volontario troppo entusiasta e stupido che mi sta accanto.
Odio quando sorride, odio quando urla e quando scoppia ridere in corridoio con i suoi colleghi e, nonostante la porta riesco a sentirlo forte e chiaro. 
Odio il suo modo di guardarmi, odio il fatto che voglia aiutarmi. 
Non ho bisogno della compassione di nessuno. 
Odio quando cerca di parlare con me, quando mi tocca la testa e il braccio. 
Odio il suo essere troppo espansivo ed esuberante. 
Con lui ho perso il mio silenzio. 
Oramai la mia giornata è piena dei suoi schiamazzi. 
Odio la sua presenza e la sua alta statura che mi fa sentire ancora più in gabbia, incombendo su di me. 
Odio quando prova in tutti modi a farmi sorridere, odio quando non capisce che ho solo bisogno di stare da solo. 
Lo odio, perché non mi lascia in pace? Non sto già scontando la mia pena in questo posto di merda? 
Dio, se esisti cosa ho fatto di male per meritarmi una doppia tortura? Perché non posso stare solo con me stesso? 
Deve lasciarmi stare. 
Mi manca il mio silenzio, la mia solitudine...
Mi manca sentire dolore. 
Non mi sento vivo da un bel po', oramai. 
Ne ho bisogno. 
~

Yoongi chiuse il diario, alzandosi dal letto per poi posizionare il quadernino sotto quest'ultimo, dirigendosi subito dopo in bagno. 
Si guardò allo specchio: il suo volto era marcato da due occhiaie molto evidenti ed i suoi occhi erano tanto spenti quanto chiusi. 
Le sue labbra erano secche e screpolate e non si vedeva nemmeno un minimo accenno di sorriso. Yoongi aveva perso ogni motivo per farlo. 
Tirò da fuori la sua tasca una lama, rigirandola più volte tra le mani, cercando di capire se poteva andare avanti o se il suo corpo voleva che si fermasse. 
Posizionò comunque la lama sul suo braccio, respirando pesantemente, pronto a muovere e premere con quell'oggetto come se fosse una matita, e il suo braccio fosse il foglio.

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Capitolo 5
*** F o u r ***


⚠️{Self-Harm!!}⚠️

Come se fosse un artista il bianco fece scorrere prima leggermente la lama sul braccio, tracciando linee sottili, quasi invisibili per poi iniziare a marcare sempre di più quelle ferite fini che andavano pian piano ad allargarsi, facendo sporcare il braccio del ragazzo di rosso.
Continuó per un po', tracciando molteplici linee sulla sua candida pelle ancora segnata da vecchie cicatrici.
Il sangue non si fermò a sporcare il corpo del giovane, continuó il suo impetuoso tragitto fino al pavimento, cadendo in sottili goccioline rosso acceso.
Successe tutto troppo in fretta per il ragazzo: Hoseok entró di corsa nel bagno, afferrando la lama tagliente dalle sue mani per poi gettarla lontano da entrambi.
Yoongi notó terrore nei suoi occhi, si muoveva agitato cercando tra i vari cassettoni delle bende e dell'acqua ossigenata per medicargli le ferite, il che lo fece irritare.
Guardó freddo e disgustato il rosso che era troppo impegnato a cercare le bende per notare quegli occhi pungenti che lo fissavano pieni di ira.
Quando trovó tutto il necessario prese il braccio del ragazzo -stando attento a non schiacciare le ferite doloranti- e lo portò sotto il getto freddo del lavabo.
A quel gesto il maggiore scattó indietro col corpo, finendo con lo sbattere contro il muro opposto a lui.
Oramai rosso di rabbia guardò male il ragazzo davanti a sé, in procinto di piangere e parlò, con un tono tanto freddo quanto crudele.

Le parole arrivarono come spine alle orecchie del rosso che, dopo essersi allontanato leggermente ritornò a guardarlo, questa volta in modo serio.
Prese nuovamente il braccio del ragazzo che cercava in tutti i modi di dimenarsi invano per poi posizionarlo nuovamente sotto l'acqua tiepida.
Rimase in silenzio per tutto il tempo della medicazione, cosa che fortunatamente fece anche il bianco accettando di malavoglia l'aiuto del ragazzo.
Una volta finito di medicare Yoongi, il minore lo invitò ad uscire lasciandogli così spazio per ripulire il bagno che era oramai sporco di rosso ovunque.
Dopo aver sistemato ogni cosa rimase fermo ad osservare il ragazzo che, ignorandolo completamente finí per addormentarsi, cosa rara per lui.
Hoseok si portó una mano tra i capelli, respirando pesantemente per poi uscire da quella triste stanza che ospitava un altrettanto triste anima.

 

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Capitolo 6
*** F i v e ***


|Yoongi's Diary|

Mi ha medicato i tagli.
Ha toccato il mio corpo per disinfettare quei segni che oramai fanno parte della mia quotidianità.
Mi ha toccato nonostante gli avessi esplicitamente detto di starmi lontano, che era una cosa disgustosa.
Ora però sorride meno, ha quello sguardo sempre fisso su di me preoccupato ed è una cosa irritante.
Non ho bisogno della compassione di nessuno.
Non ho bisogno del suo aiuto e dei suoi sguardi preoccupati.
Non ho bisogno di avere altro che mi ricordi quanto la mia mente sia malata, quanto io sia sbagl-

~

Il rumore della porta fece alzare lo sguardo al bianco che, sbuffando sonoramente chiuse il suo diario per poi posizionarlo sotto il cuscino.
Guardò male il ragazzo dai capelli color fuoco davanti a sé per poi incrociare le braccia, impaziente e annoiato allo stesso tempo dalla presenza del giovane davanti a lui.
"Se è qui probabilmente ci sarà un valido motivo, no? Lo spero"  pensò Yoongi.
Notó dopo qualche secondo che il ragazzo aveva attorno al collo una fascia che reggeva la custodia di una chitarra.
Rimase leggermente incuriosito, non lasciando mai trasparire il suo interesse nei confronti del minore e di quello che stava tirando fuori da quella custodia in pelle.
Si sedette sul letto accanto al bianco, posizionando sopra di se lo strumento e, dopo averlo accordato guardó il maggiore, sorridendogli dolcemente.
Lui rimase impassibile, guardando in modo gelido il rosso per poi continuare a guardare le sue mani che iniziarono a suonare, riempiendo di una dolce melodia la stanza che regnava silenziosa.

"Even if I say
It'll be alright
Still I heart you say
You want to end your life
Now and again we try
To just stay alive
Maybe we'll turn it all around
'Cause it's not too late
It's never too late."

La dolce voce del minore unita al suono della chitarra rendeva quella piccola stanza che prima era triste e silenziosa un luogo incantato, perché la voce di Hoseok era rara, era bella da sentire.
Questo Yoongi non poté negarlo: la sua voce era davvero bella e quella canzone era adatta al momento.
Anche per questo rimase sorpreso  e, per orgoglio o altro non lo mostrò ma lo tenne per sé.
Quando la musica si fermò, facendo tornare il silenzio in quella stanza Yoongi sentí una malinconia farsi spazio dentro di sé, come se quel suono fosse oramai diventato la colonna sonora della sua vita.
Non parlò.
Guardò di sfuggita Hoseok per poi sdraiarsi a letto e dargli le spalle, rimanendo però con gli occhi aperti e sopra le lenzuola, come se volesse far capire "all'ospite" che voleva rimanere da solo.
Non ci volle molto che il rosso si alzó lentamente dal letto, sistemò la sua chitarra nella custodia per poi uscire dalla stanza, chiudendo lentamente la porta di metallo dietro di sé.
Arrivó la notte e con sé anche i soliti pensieri di Yoongi.
Si giró molteplici volte tra le verdi lenzuola, non riuscendo a trovare una posizione decente per il suo sonno.
Nonostante i vari tentativi di addormentarsi, il bianco quella notte non dormì.
Così il lento e agonizzante tempo passò, tra tentativi per dormire fino all accettazione del ragazzo ai suoi pensieri e alla consapevolezza che avrebbe passato la notte in bianco, come di abitudine.

 

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Capitolo 7
*** S i x ***


Erano passate settimane da quando il bianco aveva messo piede in quella triste prigione e quindi erano settimane da quando Hoseok aveva iniziato ad andare ogni giorno da lui, facendogli compagnia e cercando di farlo aprire, invano.
Yoongi cercava in tutti i modi di rimanere il più distaccato possibile, pensando che per una persona solitaria come lui il rosso, troppo esuberante e rumoroso era un fastidio.
Fu una calda giornata di settembre quando al posto del solito ragazzo alto, sorridente e rumoroso entrò nella sua stanza un anziano signore, meno sorridente e molto più moderato.
Il cuore di Yoongi perse un battito e, guardando confuso l'uomo davanti a sé attese delle spiegazioni.
Il suo piede destro batteva impazientemente in terra e le sue mani erano unite, si tormentavano in cerca di una risposta a quel cambiamento improvviso.
Il signore notó l'impazienza del ragazzo e quindi rispose subito dopo con un .
Il bianco annuì ancora nervoso, sedendosi sul letto per guardare l'uomo che iniziò a fargli delle domande alle quali Yoongi non rispose, non aveva voglia di perdere del tempo con qualcuno che non fosse Hoseok.
Dopo aver aspettato per minuti interi una risposta da parte del ragazzo, il dottore si sistemò la giacca per poi congedarsi uscendo dalla stanza.
Il bianco sbuffó, sdraiandosi sul morbido letto e si ritrovò a pensare a come fosse strano essere solo in quel momento, a come la solitudine e il silenzio oramai erano una cosa sempre più rara colpa del rosso e di come quella solitudine quel giorno lo stava divorando.
Si sentì male, vuoto e solo per la prima volta nella sua intera vita.
Per una volta pensò che il silenzio fosse assordante, fosse un fastidio per lui.
Rimase sorpreso quando si ritrovò a pensare "in questo momento vorrei che Hoseok entrasse da quella porta iniziando ad urlare, ridere e saltare sul letto cercando di farmi ridere"
Nascose il suo viso nel cuscino, scuotendo la testa come per scacciare quei pensieri che lui riteneva stupidi e sbagliati: lui doveva stare bene da solo.
Rimase in quella posizione finché stanco non si addormentò, tranquillo e ansioso di far passare quei giorni per ritornare alla sua oramai quotidianità.

 

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Capitolo 8
*** S e v e n ***


  | Yoongi's Diary |

Sono oramai tre giorni che non sento le sue stupide grida nei corridoi e che non vedo quella sua faccia da ebete entrare in questa cella.
Vedo il solito monotono dottore che cerca di fare il simpatico, cerca di farmi parlare per non so quale motivo. Insiste per un po' finché non se ne esce: non ha volontà.
Per questo odio i dottori, sono tutti superficiali, non fanno il proprio lavoro perché gli piace ma solo perché si trovano obbligati per guadagnare da vivere.
È normale che la gente finisca per impazzire completamente, non hanno aiuti.
Invece quel ragazzo sembrava lavorare duro, l'unica cosa per cui lo apprezzo, sinceramente parlando.
Lo vedo quando entra, veramente felice e veramente disposto a stare accanto a qualcuno come me, tempestandomi di domande e iniziando anche ad avvicinarsi per poi carezzarmi la testa.
Odio quando la gente mi tocca, lo odio tanto.
Eppure da quando non lo vedo più sento un piccolo vuoto che non riesco a colmare.
•The words 'I miss you' blurt out
Am I in love with you?•
È una strana sensazione, non mi era mai successo.
Questo silenzio è più assordante del rumore a cui ero abituato avendo lui accanto.
Chissà cosa lo ha portato lontano dalla clinica, deve essere forte per lasciarlo a casa tre giorni di fila.
•When our eyes meet, my heart feels like it'll explode
Though I don't want you to know.•
Tre giorni.
Sono tre giorni che trovo il silenzio e la solitudine non così invitanti e accoglienti come erano prima di venire qui.
Ed è tutta colpa di quel ragazzo, è tutta colpa sua.
•The words 'I like you' blurt out
Am I in love with you?•
La giornata passò lenta ed il ragazzo finí per addormentarsi accanto alla porta, disperatamente in cerca di quella voce che trovava fastidiosamente sopportabile e di cui aveva bisogno per sentirsi meno solo.
Per la prima volta Yoongi realizzò di non voler rimanere da solo in quella triste cella.
•Words I wanted to say while looking into your eyes
When can I tell you?•

⚠️ sensitive content⚠️

La sua pace durò poco, perché si svegliò la mattina presto e, non riuscendo ad addormentarsi nuovamente finì nella vasca a pensare.
E per lui pensare non era una cosa buona. I suoi pensieri non erano mai buoni.
Pensò a tante cose.
Ripensò a sua madre, al fatto di essere stato per lei sempre una delusione e un peso.
Pensò allo sguardo gelido di suo padre quando lo vide nella vasca con le braccia in bella vista.
Pensò alle persone che lo trattarono male o lo evitarono solo per il suo sguardo o per paura di essere presi anche loro di mira dai bulli della scuola.
Pensò a quanto la solitudine aveva riempito la sua vita per venticinque anni e di come aveva sempre messo da parte i sentimenti solo per paura di essere ferito e attaccato.
Si ritrovò a pensare di essere sbagliato, di essere di troppo in quel posto, in quella vita.
Pensò che quel dolore causato da se stesso e dagli altri se lo meritava.
Si meritava del male, perché non riusciva mai a fare nulla di giusto.
Lente e calde lacrime attraversarono il suo viso, quando la lametta passò più decisa e forte sul suo braccio.
L'acqua limpida della vasca era oramai decorata con strisce rosso acceso e coloravano sempre di più quel liquido trasparente.
Pensó di essere giunto al limite, si convinse che era giunto il momento di farla finita.
Sentì quel coraggio farsi spazio dentro la sua testa, convincendolo ad uscire dalla vasca e, dopo aver avvolto il suo corpo rovinato dai tagli uscì dalla stanza (poiché il giorno lasciavano le porte aperte siccome erano provvisti di guardie su tutto il perimetro. Guardie che, come quei dottori non riuscivano a svolgere il loro lavoro poiché non interessati a questo.) e come previsto le guardie del suo corridoio erano appisolate su delle sedie alla fine di esso.
Raggiunse le scale di sicurezza, iniziando a salirle raggiungendo il tetto dell'edificio.
L'aria colpì fredda e violenta il corpo del bianco che iniziò a tremare avvicinandosi al cornicione.
Guardó in basso, quell'altezza che solitamente gli dava fastidio quella mattina era terribilmente invitante.
Salì sul bordo, continuando a guardare incantato verso il basso, dove poteva vedere la strada semi vuota e le varie persone che si preparavano ad aprire i propri negozi o che semplicemente si facevano una camminata per gustarsi quel beato silenzio che nella tarda mattinata iniziava a sparire dando luogo ad un via vai di gente pronta per lavorare, andare a scuola o fare compere.
Chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni sentendo quel coraggio nella testa che lo invitava a saltare, mettendo fine a quella sua futile vita.

 

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Capitolo 9
*** E i g h t ***


     🎵 |Song Fic|🎵

You come to me with
Scars on your wrist.
You tell me this will be the last night
Feeling like this.
Hoseok entrò nel centro, oramai tornato in piene forze e corse quasi fino alla stanza del ragazzo che non vedeva da oramai quattro giorni.
Spalancò la porta, sorridendo e urlando il nome del Bianco ma rimase immobile quando non vide nessuno.
"I just came to say goodbye
Didn't want you to see me cry
I'm fine"
Corse verso il bagno rimanendo ancora più spaventato notando delle macchie rosse nella vasca oramai vuota.
But I know it's a lie.
Corse verso la porta, guardando poi fuori spalancando gli occhi quando notó le due guardie addormentate sulle sedie in fondo al corridoio.
Inizió a cercare il ragazzo nei vari corridoi quando all'improvviso capì.
This is the last night
You'll spend alone
Look me in the eyes
So I know you know
I'm everywhere
You want me to be.
Corse verso le scale di emergenza e a grandi passi fece le scale, raggiungendo in poco tempo la porta che conduceva al tetto dell'edificio.
Portó la mano sulla fredda maniglia che spinse  tremante verso il basso, facendola aprire lentamente e trovandosi davanti la scena che tra tutte non avrebbe mai voluto vedere.
I'll wrap you in my arms
And I won't let go
I'm everything
You need me to be.
Le sue gambe iniziarono a tremare, rischiando di farlo cadere in terra mentre le lacrime iniziarono a contornare il suo candido viso:
Yoongi giaceva seduto sul cornicione del tetto con su un semplice asciugamano pieno di macchie rosse e poteva benissimo vedere che quel suo esile corpo tremava dal freddo, colpa del vento pungente.
Raggiunse in fretta il ragazzo, non toccandolo ma semplicemente fermandosi a poca distanza da lui.
Your parents say
Everything is your fault
Non riuscì a dire nemmeno il suo nome, ne uscì un lamento, una disperata richiesta di attenzione da parte del maggiore che, sussultando si giró verso il ragazzo spalancando gli occhi.
But they don't know you like i know you
They don't know you at all.
I suoi occhi erano colmi di lacrime, il suo petto si muoveva velocemente a causa dei singhiozzi che arrivavano come freccie nel cuore del rosso e come spine nelle sue orecchie.
"So sick of when they say
-it's just a phase, you'll be okay.-
Iniziò ad avanzare lentamente, portando le braccia in avanti pronto ad afferrare il corpo del bianco.
-you're fine.-
Gli occhi di questo si spalancarono, facendolo scattare verso il vuoto rischiando di cadere.
But i know it's a lie.
Dopo questo gesto il ragazzo si bloccò, non riuscendo ad andare avanti per la paura dei suoi gesti istintivi.
Aspettò, guardandolo.
Senza un motivo preciso Yoongi inizió a piangere ancora più forte, coprendosi con le mani quel viso ricoperto di lacrime.
Pianse, rimanendo fermo sul cornicione con un Hoseok che assisteva alla scena immobile e impaurito.
(The last night away from me)
Dopo settimane di conoscenza il bianco era riuscito ad aprirsi, a mostrare il suo lato debole al proprio dottore (che oramai nel profondo Yoongi sapeva di considerare un conoscente, un passo prima di considerarlo davvero un amico e non un semplice strizza cervelli.)
The night is so long when
Everything's wrong.
Il minore rimase immobile per quasi tutto il tempo, fino a che non vide Yoongi abbassare lo sguardo per poi iniziare a piangere silenziosamente.
If you give me your hand
I will help you hold on.
Si avvicinò a lui lentamente, riuscendo a raggiungerlo senza avere come reazione da parte sua uno scatto come quello precedente.
Tonight
Lo fece alzare e lo guardò negli occhi, sorridendo lievemente come a volerlo rassicurare e, senza avvisarlo lo abbracciò il più forte possibile.
I won't let you say goodbye
Yoongi rimase sorpreso da quel gesto spontaneo e improvviso ma, per la stanchezza o perché desiderava quel contatto da tempo non si staccó anzi inizió a stringere a sé il ragazzo, cercando di calmarsi e non piangere più.
And I'll be your reason why
Rimasero per molto tempo stretti uno all'altro e quando si sciolsero da quell'abbraccio il rosso portó una mano verso quella del maggiore, facendole incrociare tra di loro.
Tornò il sorriso sul volto del minore: Yoongi aveva ricambiato quella dolce stretta, senza nessuna reazione negativa.
Come conseguenza il suo sorriso fece incurvare leggermente le labbra del bianco che, usando la mano libera si asciugò le lacrime rimaste sul viso per poi guardare il ragazzo di fronte a sé senza dire niente, aspettando di calmarsi per poter tornare nell'edificio e farsi medicare tutto quello che aveva fatto sul suo corpo.
E per la prima volta dopo venticinque anni qualcuno dimostrò a Yoongi che ne valeva la pena.
Lui, per Hoseok ne valeva davvero la pena.
{The last night away from me}

————— spazio autrice —————

Una piccola song fic.
Non so se ho reso l'idea ma mi piaceva
Da scrivere nella mia fanfiction
Spero vi stia piacendo questa storia,
Credo che ci stia davvero mettendo tutta me stessa per portarla avanti al massimo,
Solitamente lascio le cose incomplete eppure...
Sono quasi fiera solo del fatto che la stia scrivendo piano piano.
Se davvero qualcuno è arrivato a leggerla fino a qui... grazie
Di cuore ❤️

                                                             Fuyu-Chan

 

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Capitolo 10
*** N i n e ***


Passò un po' prima che il bianco si calmò del tutto e fu pronto per rientrare nel centro, senza farsi vedere dalle guardie e rintanarsi nella stanza con Hoseok. 
Il minore corse ad accendere la vasca, pulendola prima dai rumasugli di sangue.
Chiuse il tappo e lasciò scorrere l'acqua calda, tornando poi dal ragazzo immobile sul letto.
Aveva lo sguardo perso, fisso su una mattonella in terra davanti a lui e al rosso fece tanta tristezza, si sentí male per averlo lasciato solo per quei quattro giorni.
Lo Aiutò ad alzarsi, portandolo nel bagno per poi far scivolare via quel piccolo asciugamano oramai rosso e farlo immergere nell'acqua.
Quel liquido trasparente inizió subito a colorarsi di un magenta acceso, facendo così sentire peggio il minore che, guardandolo poté capire quello che stava provando.
Quegli occhi vuoti e tristi dicevano tutto e in quel momento riuscivano a far trasparire il dolore a cui era sottoposto.
Prese un'altro telo, facendo uscire il ragazzo dopo averlo sciacquato leggermente per non fargli del male a causa dei tagli su tutto il corpo ancora aperti.
Lo avvolse con il telo, tamponando leggermente il suo corpo per poi iniziare a medicare ogni sua ferita con calma e delicatezza, guardando di tanto in tanto il bianco negli occhi e rassicurandolo con dei dolci sorrisi.
Una volta finito di curare le sue ferite, mettendo anche vari cerotti e bende lo portò sul letto, tirando fuori dalla sua valigia quello che sembrava essere il pigiama del ragazzo e lo aiutò a vestirsi, facendolo poi sdraiare nonostante fosse quasi ora di pranzo.
Gli chiese di aspettarlo sdraiato, che sarebbe tornato subito e, per la prima volta dalla stretta di mani sul tetto scattò, sedendosi e osservando il minore quasi come se fosse disperato, i suoi occhi lo supplicavano di restare.
Il rosso guardò Yoongi negli occhi, arrossendo leggermente per poi gurarsi verso la porta e sussurrare un semplice "Vado a prendere il pranzo, non credo tu possa uscire in mensa in queste condizioni. Non credo tu lo voglia."
Il bianco Sussultò, abbassando lo sguardo per poi annuire, nonostante fosse consapevole del fatto che il minore non lo avrebbe visto, avendo la testa girata verso la porta di metallo.
Senza dire niente il rosso uscí, correndo a prendere del cibo per sé ed il maggiore, tornando dopo qualche minuto nella stanza con un vassoio ricolmo di cibo e si sedette accanto al ragazzo che per tutto il tempo rimase immobile seduto.
Solo quando il vassoio fu spostato in mezzo ai due corpi Yoongi alzó lo sguardo, ringraziando il rosso per poi prendere del cibo, sentendo lo stomaco borbottare per la fame.
Mangiarono in silenzio, senza parlare ma scambiandosi ogni tanto qualche sguardo o qualche lieve sorriso, confortandosi a vicenda.
Quando finirono Hoseok portó i vassoi in mensa, tornando poco dopo nella stanza del ragazzo, osservando che se prima giaceva seduto sul letto in quel momento si era sdraiato, dando le spalle al muro e quindi riuscendo a vedere il ragazzo.
Il rosso sorrise dolcemente, avvicinandosi al letto per poi sedersi ai piedi di esso, carezzando leggermente la testa di Yoongi che, delicatamente gli afferrò il polso, guardandolo fisso negli occhi.
"Se vuoi puoi sdraiarti accanto a me, Hoseok. Il pavimento è tanto scomodo" sussurrò, cercando di mantenere il contatto visivo col ragazzo.
Hoseok sorrise, annuendo lievemente per poi alzarsi e sdraiarsi accanto a lui, tornando a carezzargli il capo e sorridendo, nonostante lo sguardo del bianco oramai era fisso sul muro, beandosi del contatto delle dita del ragazzo sulla sua testa.
Iniziarono a parlare normalmente, cosa mai successa fino ad ora colpa del grande e imponente muro che aveva creato il maggiore tra di loro, quel muro che grazie alla forza di volontà del rosso riuscí a crollare, facendo così legare i due ragazzi un po', quel poco da considerarsi finalmente amici e non solo più dottore e paziente.

 

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Capitolo 11
*** T e n ***


   |Yoongi's Diary|

Sono passate settimane da quando ho scritto per l'ultima volta su questo quadernino in cui scrivo come mi sento e quello che mi succede solitamente.
Perché non sto più scrivendo? Perché non ho più bisogno di scrivere su foglio ciò che sento?
Quel famoso dottore, è lui la causa di ciò.
Nonostante io lo abbia respinto tante volte ha continuato a starmi accanto, a badare su di me e ha pianto per me.
Si è preso cura delle mie ferite e si sta prendendo cura della mia mente in questo periodo.
È passato dall'essere un fastidio ad essere l'unica cosa buona in questo posto triste.
La sua compagnia è piacevole, cerca in tutti i modi di farti sorridere e poi suona e canta da Dio. E lo fa spesso. Mi piace la sua voce.
Ha distrutto ogni muro che avevo costruito a causa delle persone, a causa della mia famiglia.
Ero arrivato a non fidarmi più di nessuno, a detestare la gente perchè convinto che una volta scoperto il mio vero carattere sparissero nel nulla.
Nonostante lui sia un dottore è diverso da tutti gli altri: fa il suo lavoro con felicità e determinazione.
Lui crede in quello che fa e cerca davvero di aiutarti.
È davvero una brava persona, troppo esuberante ma è una cosa che con l'abitudine diventa anche piacevole.
È riuscito a farmi parlare, dopo anni che tenevo tutto per me e mi sfogavo solo tramite quella lama.
Gli ho parlato della scuola e della mia famiglia, di me stesso e dei miei brutti pensieri mentre mi carezzava la testa sdraiato accanto a me su quel letto verde che da quel giorno ha iniziato a perdere l'odore dell'ospedale solo per scambiarsi col suo dolce profumo.
Oggi non credo ci sia, probabilmente si sarà preso un'altra influenza.
Una cosa che ho scoperto di lui è che ha un basso sistema immunitario e quindi si ammala spesso, forse è anche per questo che aveva accantonato l'idea di lavorare in clinica come dottore.
Perché si, Hoseok stava per lasciar perdere perché indisposto... ma suo padre gli ha detto di provarci... di provare con me.
Sono il suo primo paziente, sono la prima persona che sta cercando di aiutare da quando ha finito gli studi ed è una cosa che mi rende leggermente sollevato, non ne capisco nemmeno io il motivo.
Mi fa stare meglio, però.
Non ho più bisogno di scrivere qui spesso perché quello che ho in testa lo dico sempre a lui, tutto ciò che succede lui lo sa.
Lui vuole che io gli parli sempre, trova ogni scusa per farmi parlare ed è una cosa che da quando lo conosco non mi dispiace fare.
Scriverò ancora qui, ma non con la solita regolarità, solo per aggiornarti su come sto in generale e su di lui. Okay?
Mi sento decisamente meglio da quando conosco Hobi.

-

Quando finí di scrivere l'ultima frase sul suo diario la porta della sua cella si aprì ma, il lieve sorriso che nacque sulla bocca del bianco sparì improvvisamente quando al posto del rosso vide entrare un giovane uomo sorridente.
Tra le sue mani teneva un fogliettino piegato, rendendo così il ragazzo leggermente curioso, tanto da non riuscire a distoglierne gli occhi.
Il dottore notó il suo sguardo e, avvicinandosi lentamente gliela porse, dicendo solamente "Da parte del Dottor Jung"
Gli occhi di Yoongi si illuminarono leggermente e, senza dare il tempo all'uomo di porgergli il foglio lo afferrò tra le mani, alzandosi di scatto.
Ringraziò distrattamente il dottore per poi buttarsi nuovamente nel letto, sentendo il suo cuore battere leggermente forte rispetto al normale.
Aprì il biglietto quasi tremante, rivelandone cosí il contenuto.

"Fammi una lista delle cose che più vorresti fare. Tornerò domani a prendere la lista!
                                                               Hobi"

Sorrise lievemente, arrossendo per poi annuire nonostante il rosso non fosse presente e quindi non poteva vederlo.
Inizió a pensare a delle cose che voleva assolutamente fare e, nel giro di qualche ora finí la lista.
Gli occupò una giornata intera l'iniziativa del rosso, tanto che quando finí di scrivere crolló sul letto, riuscendo finalmente a dormire da solo senza avere incubi o senza svegliarsi nel bel mezzo della notte.
Il giorno dopo arrivò in fretta per il bianco, poiché si era addormentato relativamente presto rispetto al suo solito.
Venne svegliato dal rumore della serratura che si apriva, così aprì gli occhi strofinandoli per poi mettere a fuoco la stanza in cui era e vide la figura sorridente del rosso guardarlo, salutarlo con un gesto della mano e correre verso il piccolo foglio lasciato in un angolo della stanza dal bianco.
La Osservó per poi sorridere dolcemente e guardarlo, annuendo con la testa e ribadire "svilupperemo ogni punto, faremo ogni cosa che è presente in questa lista!"
Il bianco arrossì, annuendo ad Hoseok per poi sorridere lievemente e abbassare lo sguardo.
"Inizieremo da domani, ho il consenso da mio padre per farti uscire da qui"
Concluse il discorso, sorridendogli per poi fare il segno della pace e salutarlo, uscendo dalla stanza sussurrando un "a domani!"
Yoongi guardò la scena in silenzio, sorpreso dalla volontà esagerata del ragazzo per aiutarlo e sorrise, sentendosi voluto bene ancora.
Una volta calmatosi si diresse in bagno, si lavó per poi consumare la sua noiosa giornata in attesa del giorno dopo, in attesa del Ragazzo dai capelli rossi.

 

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Capitolo 12
*** Y ***


"Vedere un film Horror al cinema"

Il giorno successivo arrivò in fretta e di tarda mattinata il rosso entrò nella stanza, trovandosi davanti uno yoongi indaffarato a sistemarsi correndo dalla stanza al bagno diverse volte, senza rendersi conto della presenza del minore in quella cella.
Sorrise intenerito alla scena presentatasi davanti per poi dirigersi verso il letto e sedersi, aspettando di essere notato dal bianco.
Ci volle del tempo prima che il maggiore si bloccasse nel tragitto verso la sua piccola valigia per fissare il suo sguardo con quello del rosso seduto sul soffice materasso.
Boccheggiò diverse volte per poi arrossire leggermente e voltare lo sguardo.
Sussurrò un lieve saluto per poi correre verso la valigia, prendere dei vestiti e correre in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Dalla stanza Hoseok Inizió a parlare al ragazzo, curioso della prima scelta fatta dal ragazzo.
"Come mai un film horror al cinema? Non ci sei mai stato, vero?"
Il bianco continuò a sistemarsi sentendo però un dolore nel petto, causandogli così una voglia di piangere tanto forte da fargli venire le lacrime agli occhi.
Rimase in silenzio per metabolizzare la domanda e Hoseok lo capí, difatti non chiese né disse altro, aspettando il tempo del maggiore.
"Come già sai non avevo un buon rapporto con le persone, semplicemente non ho mai avuto la possibilità di andarci con qualcuno e da solo avevo paura. Lo sai, non uscivo quasi mai di casa fuori orario scolastico e quelle poche volte che capitava preferivo rimanere da solo a camminare"
Il rosso annuí nonostante fosse consapevole che yoongi non lo avrebbe visto.
Aspettò con calma il ragazzo seduto sul letto, guardandosi intorno e pensando sul da farsi per rendere quella giornata perfetta per il bianco.
Sorrise una volta che la porta del bagno si aprí e, alzandosi dal letto si avvicinò al ragazzo, complimentandosi per l'aspetto tanto grazioso del maggiore.
I capelli bianchi ricadevano leggeri sul suo viso, rendendolo quasi un dolce bambino indifeso.
Una maglia larga copriva l'esile corpo del minore mentre dei jeans scuri mettevano in risalto le sue lunghe gambe e ad Hoseok questo suo look piaceva, lo faceva sembrare un bambino da proteggere.
Una volta finito di osservare Yoongi, Hoseok si decise ad aprire la porta della stanza, invitandolo ad uscire come se fosse un gentiluomo.
I

l bianco sorrise lievemente, cercando comunque di mantenere uno sguardo serio per poi seguire i gesti del ragazzo, uscendo da quella spoglia camera.
Uscirono da quell'opprimente edificio: per la prima volta dopo settimane anzi MESI Yoongi si sentiva libero, in pace con se stesso.
Accanto a Hoseok tutto era molto più sopportabile, persino uscire o apprezzare quel poco dispensabile se stesso.
Il cinema distava poco da quell'edificio, quindi decisero di andare a piedi, di godersi al massimo quella soleggiata mattina, colma di gente che passava il Week-End in compagnia o comunque in completo relax.
Il rosso si sentiva stranamente euforico, col bianco al suo fianco tutto sembrava meno noioso e aveva una voglia assurda di esplorare e fare tante cose, tutte per rendere quel giovane ragazzo felice.
Una volta davanti al cinema entrambi quasi esultarono dalla felicità: una cosa che avevano in comune era difatti la passione per il cinema e la musica, questo era evidente da parte di tutti.
Entrarono, comprando due biglietti per il film horror più recente e, dopo essersi riempiti di cibo e bevande varie (ovviamente a conto del rosso) entrarono in sala, posizionandosi nei posti più alti, nonché più lontani dallo schermo.
Il film iniziò non appena si sedettero nei loro comodi posti.
Non era un granché come horror ma, il leggero coraggio del minore mancò fin da subito, difatti dopo la prima alscena si trovava già a coprire gli occhi con le sue esili mani.
A Yoongi non scappò questo suo gesto e intenerito ma anche divertito portò una mano sulle sue, facendogliele togliere dal viso.
Sussultò impaurito, notando poi l'azione confortevole del maggiore, arrossendo lievemente.
Si girò di scatto, cercando di concentrarsi sul film senza successo: Hoseok non reggeva nessun tipo di jumpscare.
Saltò dal suo posto a causa del forte rumore che emanarono le casse di quella sala e, senza farci caso strinse forte la mano di Yoongi accanto a lui.
Pensò poco a quel gesto al contrario del maggiore che, notando le loro mani unite iniziò a sentirsi bollente, probabilmente per via del suo evidente rossore in faccia.
Era sicuro di essere arrossito, lo faceva spesso ed era anche molto evidente per via della sua candida pelle color porcellana.
Le loro mani rimasero incatenate fino alla fine del film, ogni tanto Hobi stringeva forte la presa per la paura di qualche rumore troppo alto o maschera alquanto macabra.
Per yoongi invece quelle due ore di film volarono, non seguì nemmeno la trama di quel pezzo di cinema, troppo impegnato a pensare alle loro mani che quasi si fondevano in un'unica cosa.
Quando si accesero le luci, difatti, il ragazzo rimase deluso poiché non voleva che il rosso lasciasse la sua bianca mano.
Questo però avvenne e anche in modo imbarazzante: il minore non si era nemmeno reso conto di aver tenuto al ragazzo la mano per tutta la durata del film, quindi quando se ne accorse arrossì lievemente, togliendo bruscamente la mano per poi infilarla nella tasca della sua felpa.
Uscirono dal cinema abbastanza sollevati, soprattutto yoongi, glielo si leggeva in faccia e di questo il dottore ne fu molto felice, tanto da portare per tutto il tragitto un sorriso sulla faccia, uno di quelli veri e puri... un sorriso da bambino.
Un sorriso che al Bianco stava iniziando a piacere da morire.
Chissà dove sarebbe ora se quel giovane psichiatra non lo avesse salvato.
Perché sì, Hoseok era il salvatore del maggiore e questo doveva riconoscerglielo.
Basta orgoglio, era giunto il momento di chiedere aiuto e vivere quelle piccole emozioni che Hoseok gli stava facendo provare.

 

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Capitolo 13
*** O ***



"Far cantare a qualcuno una sua canzone."

Questa era la sua seconda scelta ma di certo la più rilevante: Yoongi non aveva mai permesso a nessuno di entrare nel suo mondo, nelle sue canzoni.
Per il bianco era una cosa nuova, una cosa che però aveva sempre sperato di fare solo se avesse trovato la persona adatta per le sue melodie ed i suoi testi.
"Si chiama Spring days" disse, dal nulla.
Il rosso sussultò leggermente per poi annuire sorridente e curioso.
Aspettò che il più grande si dirigesse nella sala di musica, per poi sedersi di fianco al pianoforte.
Non esisteva suono in quel momento, se non quelli dei passi e dei movimenti di Yoongi.
Iniziò con qualche scala, pigiando delicatamente i tasti, per poi iniziare a suonare una dolce melodia, osservando di tanto in tanto il suo nuovo amico.
Dopo aver finito, diede uno spartito con sopra scritto a mano il testo della canzone, per poi ripeterla canticchiando leggermente.
La terza volta avrebbe lasciato spazio alla voce armoniosa di Hoseok.
Il momento arrivò e, dopo aver fatto spazio al rosso, iniziò per la terza volta a ripetere quelle note che uscivano spontanee e delicate dal pianoforte.
Durante l'intro Hoseok si sedette accanto a lui, osservando attentamente il foglio con sopra le parole di quella canzone:non voleva assolutamente deludere Il bianco sbagliando le parole o intonazione.
Quando le parole iniziarono ad uscire dalle dolci labbra del giovane, a Yoongi iniziò a battere senza sosta il cuore. Quella voce era PERFETTA per quel testo, per quella SUA canzone.
Cercò comunque di non scomporsi, spostando il pensiero esclusivamente sulle note e sui tasto che doveva schiacciare per continuare quella dolce canzone.
Il suo cuore si sentiva in estasi e provava una sensazione di felicità che forse non aveva mai provato in vita sua
"Cosa mi stai combinando, Jung hoseok?" Pensò, immergendosi nei suoi pensieri, cullati dalla stessa voce di chi aveva procurato in lui tanta distrazione.
Era la sua musa, la sua ispirazione quel ragazzo.
Aveva permesso a qualcuno di entrare nel suo mondo, di superare quel muro che per anni aveva costruito impedendo di passare a chiunque.
Una volta finita la canzone, Yoongi rimase immobile a fissare il vuoto per un bel po' di tempo, finché non sentì la testa del rosso poggiarsi sulla sua spalla.
Il suo cuore iniziò a battere ancora più forte, come se volesse uscire fuori dal suo piccolo ed esile petto.
Probabilmente arrossì, poiché iniziò a sentire uno strsno calore sulle sue guance morbide.
"Grazie" sussurrarono Entrambi, non volendo comunque muoversi dalla posizione in cui erano:
Due pezzi di puzzle che, una volta incastrati non volevano più sciogliersi.

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Capitolo 14
*** O ***


"Fare una sfida a chi mangia di più "

Hoseok rimase sorpreso e divertito da quella terza proposta, così infantile e ingenua.
Decise comunque di accettare ogni suo punto, senza farsi molte domande e senza chiedere molte spiegazioni al bianco.
Sorrise, per poi uscire dal suo studio, diretto verso il telefono comune di quell edificio.
Oramai sapeva i gusti del suo grande amico, amava il sushi e il ramen in particolare, difatti ordinò molte pietanze dal ristorante giapponese vicino al palazzo.
Una volta finito di ordinare decise di recarsi in mensa, cercando di ricevere il consenso della cuoca a passare in mensa senza problemi con i medici o le guardi di sicurezza.
Una cosa che dava fastidio al rosso era la rigidità di quel posto, dopo il corpifuoco non si poteva uscire, non si poteva mangiare dopo cena... ed era una cosa che lui non riusciva ad accettare.
La donna accettò, sorridendo per poi avvisare le guardie del piano. Soddisfatto, Hoseok si diresse verso la stanza del suo pianista preferito.
Una volta avuto il consenso di entrare, sorridendo gli disse di aver ordinato molto cibo, e che non lo avrebbe mai battutto in questo ambito.
Il bianco lo guardò con un sorriso ma allo stesso tempo con uno sguardo di sfida, non cattivo... anzi, si vedeva che fosse felice di quelle parole, perché lo aveva assecondato davvero.
Arrivò il cibo e, mentre il bianco si accomodava su un tavolo, portando dei piatti e delle posate dalla cucina Il rosso era corso a prendere i vari sacchetti e pagare.
Ringraziò il fattorino per poi quasi correre con quatteo sacchetti pieni di cibo in mano.
"È ARRIVATA L'ORA DELLA SFIDA!"
quasi gridò, sorridendo.
Questo suo lato fece sorridere Yoongi che, dopo aver aiutato hoseok con i sacchetti, iniziò a riempire i due piatti, pronto alla sua prima sfida culinaria col suo primo vero amico.
Convinto alzò lo sguardo, trovando però gli occhi del minore che già lo stavano scrutando:
Il tempo si fermò, quei suoi occhi finirono per ipnotizzare il bianco, finirono per fargli tornare nuovamente quelle strane sensazioni allo stomaco.
Cosa stava succedendo? Forse Yoongi lo sapeva ma aveva paura di ammetterlo a se stesso?
Rimasero entrambi con lo sguardo incatenato nell altro per un po', quando all improvviso entrambi si ripresero, abbassando lo sguardo in contemporanea, abbastanza imbarazzati.
Il cuore del maggiore batteva forte, le guance bruciavano e si sentiva quasi come se un animale volesse divorarlo. Vari pensieri iniziarono a farsi spazio nella sua mente, pensieri che non conosceva e non sapeva come reagire in quel momento.
Dopo questi mille pensieri a Yoongi si chiuse del tutto lo stomaco, facendo così  vincere il rosso che, preoccupato ma felice di stare col ragazzo, lo abbracciò,  forte.
Era una sensazione nuova per quel povero ragazzo solitario, una sensazione che lo spaventava ma che allo stesso tempo lo faceva stare bene.
Come poteva spiegare a se stesso quel cuore che martellava contro il suo petto, se non accettando che la causa di quel subbuglio era il giovane ragazzo davanti a lui?
Forse... a Yoongi piaceva Hoseok?

 

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Capitolo 15
*** N ***


'Dormire all'aperto'

Nel flebile silenzio di quella mattina solo un leggero fischiettìo era udibile. Il bianco sbuffò, lasciandosi poi scappare un leggero sorriso poichè aveva riconosciuto la delicatezza del richiamo appartenente ad Hoseok. Dopo poco, infatti entrò il giovane, sorridendo verso il suo amico seduto sul pallido letto.

'Buongiorno!' Quasi urlò, felice. 'Pronto per andare in gita?' Rise, facendogli notare un enorme borsone appena dietro la porta.

Il più grande lo guardò con divertimento, per poi annuire e dirigersi in bagno, iniziando a prepararsi. 

Una volta pronti e con lo stomaco pieno salirono sulla macchina del giovane, diretti verso il 'paradiso terrestre', così lo chiamava Hoseok. Non disse nulla al bianco, volendo rendere l'effetto sorpresa più mozzafiato.

Ci vollero più di due ore per raggiungere quel dolce luogo, un posto che per il piccolo Hobi era davvero importante. Nel lungo tragitto parlarono, parlarono come se fosse ciò per cui esistevano, come se fosse una loro abitudine da più tempo di quello che realmente avevano passato l'uno accanto all'altro.

Una volta che la macchina si arrestò entrambi uscirono, raccogliendo il borsone e la tenda nel bagagliaio.

Hoseok si trasformò in un bambino, saltellando e canticchiando quando entrò nell'enorme parco fiorito.

Il bianco, invece, seguiva il suo amico osservandolo, sentendo una sensazione di leggerezza e facendolo rilassare, vuoto di ogni pensiero. Questo l'effetto che quel ragazzo dai capelli color fragola dinnanzi a lui gli causava.

Dopo pochi istanti finalmente tolse gli occhi dalla sagoma del ragazzo, notando le varie sfumature che aveva attorno, facendolo bloccare dallo stupore. Un dolce profumò iniziò a danzare tra le sue narici, donandogli un senso di calma, di leggerezza assoluta.

Erano in un vero e proprio paradiso verde, racchiuso in una serra gigantesca. (Il mondo fuori era spoglio, in fase di 'ripresa' mentre quel dolce luogo era pieno di fiori, come se fosse un'eterna estate, come se il resto del mondo fosse un lontano universo.)

Riprese a camminare, raggiungendo il rosso che già stava posando in terra il pesante borsone, aspettando la tenda che invece portava  il maggiore. 

Quasi corse per raggiungerlo, porgendogli la sacca. Iniziarono a montarla, scherzando insieme e, dopo aver sistemato le proprie cose si sdraiarono, iniziando a parlare.

Avevano così tante cose da dirsi, anni e anni di vita passati che bramavano di essere raccontati da parte di entrambi. Quando erano insieme entrambi desideravano conoscersi sempre di più.. Come se per loro fosse puro ossigeno, come se il non parlarsi potesse togliere loro linfa vitale.

Il tempo volò e in poco si fece ora di cena, Hoseok tirò fuori dal suo borsone una grande ciotola e due panini avvolti da un leggero strato di pellicola trasparente.

Il bianco rimase sorpreso e osservò ogni minimo movimento del ragazzo, curioso su cosa ci fosse dentro la grande ciotola. Una volta posato un lenzuolo fuori dalla tenda, due piattini e due bicchieri poggiò la ciotola, i due panini e un succo all'arancia in una bottiglia di vetro. 'Hai fatto tutto tu?' Chiese Yoongi, sedendosi sulla parte destra del telo. Il rosso annuì, donando al suo amico un dolce sorriso.

Aprì la ciotola e notò che dentro era piena di Kimchi*. Il più grande si colorò leggermente in viso, pensando alle esili mani del giovane preparare del cibo proprio per lui, per la loro serata insieme. Sorrise, abbassando lo sguardo sulle sue gambe, sentendosi il più vicino al termine che la gente chiama 'felicità'.

Iniziarono a cenare, parlando ancora, conoscendosi sempre di più: Yoongi non aveva mai incontrato qualcuno così interessato a lui, alla sua vita, ai suoi pensieri e sentimenti, per lui era una nuova bellissima sensazione. Allo stesso tempo provava gioia quando il suo amico parlava delle sue passioni, dei suoi pensieri e delle sue opinioni; gli piaceva sentire ogni suo pensiero, ascoltando con tanta curiosità come un bambino con le storie della buonanotte.

Il bianco apprezzò molto il cibo preparatogli dal più piccolo, talmente tanto che chiese di averne ancora, come se fosse un cagnolino in cerca di cibo.

Dopo cena si sdraiarono sul prato fiorito, osservando il cielo stellato ma poco visibile a causa della grande serra che li circondava. Entrambi erano sereni, in pace con loro stessi e pieni di gioia... Insieme. 

Dopo poco tempo il giovane iniziò a sbadigliare, evidentemente esausto. Si alzarono e Suga invitò il ragazzo a tornare in tenda mentre lui finiva di sistemare le cose. Nonostante le varie opposizioni il ragazzo lo ascoltò, sdraiandosi dentro la loro nomade dimora.

Dopo aver sistemato, il bianco si sdraiò accanto al gracile corpo ormai dormiente di Hobi; erano troppo vicini secondo lui, poteva quasi sentire il suo respiro sul viso.

Cercò di contenersi, cercò di non guardare quel dolce volto che da un po' era soggetto dei suoi sogni e pensieri, iniziando a fissare la tenda attorno a lui per distrarsi ma invano.

Fu un attimo: Il giovane si avvicinò a lui, portando le mani attorno al bacino del bianvco e posando la testa vicino la sua spalla; Il cuore di Yoongi iniziò a fare varie capriole, a battere talmente forte da sembrare quasi voler uscirgli dal petto. Iniziò a sentire caldo, troppo caldo per i suoi gusti e capì di stare arrossendo. Si sentì fortunato ad essere l'unico in grado di assistere a quella scena così imbarazzante quanto piacevole. Quasì desiderò che si fermasse il tempo in quell'istante; dopo qualche minuto riuscì a calmarsi, ricambiando lievemente quel dolce abbraccio, finendo per addormentarsi vicino al rosso.

Il cinguettìo degli uccelli fecero da sveglia al bianco che, leggermente infastidito per essere stato svegliato, si alzò. Uscì dalla tenda per poi ripensare alla serata pecedente: Il solo pensiero fece colorare di rosso nuovamente il viso del più grande.

Il minore lo seguì poco dopo, sbiascicando un 'buongiorno' quasi impercettibile ma, a detta di yoongi anche attraente. Sussultò di più a quel pensiero, allontanandosi il più velocemente possibile da lui. Hoseok lo guardò confuso, tirando poi fuori dallo zaino una confezione di pancake e la bottiglia di spremuta.

Quando Yoongi si ricompose fecero colazione, parlando ancora e ridendo insieme, constatando però con tristezza che una volta finito il pasto sarebbero tornati indietro.

Così fu: Tornarono nell'edificio di cura molto felici in cuor loro per la bella giornata passata in compagnia. Una volta arrivati nella staza del maggiore si salutarono con fretta per via dei vari impegni del rosso di quel giorno ma a Yoongi andava bene così, anzi lo preferì per via dei pensieri che dalla notte scorsa vagavano dentro la sua testa; ultimamente la presenza di Hobi gli scombussolava sempre di più lo stomaco. Aveva bisogno di schiarirsi le idee perchè non era di certo abituato a queste dolci emozioni, dunque si trovava incapace di gestirle.

Si fece un caldo bagno, continuando a pensare intensamente a quello strano ma accogliente sentimento chiamato amore, dopodichè si buttò sul letto, cadendo in un sonno profondo che gli rubò l'intera giornata.

(*Il kimchi è un piatto tipico della cucina coreana a base di verdure fermentate, salsa di pesce e spezie, principalmente peperoncino, zenzero e aglio.)

 

Salve UwU

scusate se ho interrotto questa storia ma ho avuto un periodo orribile per via della pandemia e quindi ho perso forza e interesse nel finire i progetti che avevo in sospeso, ma ora sono qui pronta a finire questo bel progetto che iniziai tempo fa.

Difatti questo capitolo lo sto scrivendo prima nelle bozze e verrà pubblicato una volta finito completamente, in modo da riuscire a fare il tutto senza troppa ansia e fretta.

Per chi è rimasto ancora qui, grazie.

Dedicherò i miei pensieri generali a fine storia, grazie di tutto e grazie per l'enorme attesa. <3

-Fuyuko

 

 

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Capitolo 16
*** S ***


"Fare un tatuaggio"

Come promesso, Hoseok doveva rispettare ogni volontà del suo dolce amico ma... poteva davvero lasciar fare a Yoongi un tatuaggio, glielo avrebbero davvero permesso?
Scrollò la testa, facendo svanire i suoi mille pensieri per poi alzarsi dalla sua scrivania e dirigersi verso il suo armadio... una bella doccia prima di andare nell edificio medico magari gli avrebbe schiarito le idee...
Corse quasi nel suo amato rifugio e, iniziando a lavarsi decise come avrebbe convinto i dottori a dargli questa libertà.
Nel mentre il bianco osservava ansiosamente il soffitto, essendo cosciente della sua grande richiesta, ma anche curioso su come il rosso avrebbe permesso di farglielo fare.
Sorrise, pensando ad Hoseok per poi rotolare sul letto, ricordandosi le strane sensazioni provate giorni prima in sua presenza.
Si sentí andare a fuoco e, dopo essersi dato due pacche sul viso, decise di alzarsi per andarsi a dare una veloce lavata, prima dell arrivo del suo dottore preferito.
Si sentiva leggero, felice... come non aveva mai provato in vita sua. Si sentiva strano, dopotutto la felicità per lui era un sentimento di lusso che poteva provare solo nei momenti in cui suonava... tutto questo prima che fu sbattuto dentro questo centro che dall'essere considerato una prigione iniziò ad essere per Yoongi un rifugio, un luogo di relax e felicità grazie al giovane.
Una volta uscito dalla doccia e dopo essersi vestito si diresse nella sala mensa, dove prese un bicchiere di succo di melograno e due pancakes.
Nonostante fosse un brutto luogo e pieno di persone instabili la cuoca non deludeva mai nessuno: i suoi piatti erano degni di un ristorante a cinque stelle, pensava Yoongi.
Una volta, felice di avere davanti a se il suo piatto preferito glielo disse, sorridente.
La cuoca ricambiò il sorriso e da quel giorno riservava piatti extra per il bianco, quando preparava le cose che lui amava.
Forse quella cuoca era la persona più umana ed empatica dentro quel covo di dottori malvagi, escluso ovviamente Hoseok.
Yoongi adorava Hobi, più di qualsiasi persona al mondo... nonostante non avesse mai avuto un motivo per adorare qualcuno.
Mangiò dietro la cucina, insieme alla cuoca Giselle per poi tornare nella sua stanza, salutando la graziosa donna con un abbraccio.
Una volta tornato nella sua stanza si sdraiò, canticchiando mentre aspettava il rosso.
Hoseok arrivò poco dopo, tutto rosso in viso e con poco fiato. Yoongi quasi rise, correndo a soccorrerlo per poi chiedergli il motivo della sua corsa.
Il giovane scrollò la spalle, dicendo che non voleva farlo aspettare più di quanto già aveva fatto.
Yoongi sorrise, inclinando la testa per poi sedersi sulla poltroncina che aveva richiesto il giorno stesso per comodità.
Il rosso si schiarì la voce per poi spiegare il motivo del suo ritardo.
Per non rischiare di ricevere una negazione di uscire il ragazzo corse da suo padre che era in riunione con i colleghi e gli chiese, quasi supplicandolo di concedergli del tempo e un tatuaggio.
Non voleva rischiare di perdere il suo nuovo amico colpa di una bugia, difatti lo disse in modo diretto e deciso. Al contrario di come pensava il rosso, il direttore del centro accettò, facendo promettere ad Hoseok però che non avrebbero esagerato con la dimensione del marchio. Dopo questa conferma corse subito al centro, dirigendosi verso la stanza del bianco, gioioso.
Sorrisero entrambi, felici di aver avuto una conferma dal capo e, dopo essersi preparati per bene uscirono dall'edificio, diretti verso un tatuatore.

Una volta arrivati davanti il negozietto Hoseok iniziò a guardarsi intorno, non essendoci mai passato nemmeno vicino; La porta si aprì e il tatuatore, Nick, ci accolse con un grande sorriso per poi far accomodare il bianco su un'enorme poltrona nera.

Il negozio era abbastanza piccolo ma accogliente, sulle parenti si trovavano vari disegni e schizzi, per dare a chi entrava qualche idea dello stile che aveva il tatuatore; Nick andò da Yoongi, parlarono per qualche minuto e dopo si girarono verso il più piccolo.

'Il signor Min chiede se vuole fare un tatuaggio anche lei' disse con finta maestosità. Hoseok sobbalzò, guardando con occhi sgranati sia il tatuatore che il suo amico. Nick rise, tornando a parlare col bianco come se si conoscessero da tempo, buttando ogni tanto l'occhio al rosso aspettando una risposta.

'C-cosa mi consiglieresti di fare?' Chiese impaurito e curioso Hobi. A Yoongi si illuminarono gli occhi, balzò giù dalla poltrona e raggiunse il suo caro amico. 'Una Stella!' rispose il maggiore, 'è il nostro ricordo speciale' concluse, riferendosi alla settimana prima in 'campeggio'. Hoseok si colorò leggermente, trovando l'idea del suo amico molto carina. Sorrise e annuì un po' titubante. 'C'è un probelma, però...' Aggiunse, portandosi una mano dietro il capo. Il bianco inclinò la testa, confuso per qualche attimo per poi capire tutto e, intenerito gli carezzò il volto. 'Hai paura degli aghi?' chiese, osservandolo curioso.

Il giovane annuì imbarazzato, iniziando a fissare il pavimento. Dopo un po' di tempo alzò nuovamente lo sguardo, annuendo più sicuro, volenteroso a combattere la sua paura; iniziò per primo Yoongi a fare il tatuaggio sul polso, per renderlo il più visibile possibile. Quando fu il turno di Hoseok, il maggiore gli afferrò la mano; 'Io ci sono' voleva dire: Perchè lui c'era, come il rosso in quei mesi c'era stato per lui.

Hobi strinse la sua mano, chiudendo gli occhi per poi cercare di rilassarsi il più possibile. Stava per combattere una delle sue più grandi paure, lo stava facendo per Yoongi, qualcuno si stava prendendo cura del ragazzo, pensando alle sue incertezze, ai suoi sentimenti come nessuno aveva mai fatto.

Non passò molto da quando Nick annunciò di avere finito, alzandosi dalla sua sedia per poi lasciare soli i due ragazzi. 'Grazie' disse solo il rosso, non staccando la mano da quella del maggiore. Rimasero in silenzio mentre Hoseok si alzava e, mano nella mano andarono a pagare il tatuatore per poi uscire da quel negozietto.

Rimasero fuori tutta la giornata, camminando in giro per la città; quando rientrarono nella clinica il minore dovette subito andare dal padre per una riunione speciale e doveva aiutarlo con gli studi.

Yoongi oramai stanco ma felice crollò sul letto, con il cuore leggero e i pensieri più limpidi che mai. Quella sera il bianco sognò Hoseok e il suo cuore finalmente realizzò e accettò finalmente quei puri sentimenti che provava verso il suo giovane amico.

 

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Capitolo 17
*** E ***


'Fare un viaggio in treno'

Un incubo fece svegliare bruscamente il bianco che, col respiro corto e le gocce di sudore che gli contornavano il viso lo facevano sentire in gabbia. Molto scosso il ragazzo andò in bagno, buttandosi nella vasca; rimase per molto tempo, quasi si addormentò senza paure quando la porta venne spalancata e un Hoseok sorridente entrò, non aspettandosi minimamente che il suo amico fosse in vasca -Dato che era solito poggiare un cartello nei momenti in cui non poteva entrare nel bagno-.

Il bianco sussultò, cercando di coprirsi per quello che poteva mentre sentiva il suo cuore quasi  esplodere dalla sorpresa e dall'imbarazzo.

Il rosso uscì di corsa, chiudendo dietro di sè la porta, appoggiandosi sul letto imbarazzato. Yoongi si sciacquò velocemente, asciugandosi e vestendosi nel minor tempo possibile, per poi uscire e posizionarsi accanto al più piccolo.

Sbattè lievemente la spalla contro quella dell'altro, cercando di attirare la sua attenzione. Il rosso sorrise, ancora imbarazzato per poi illuminarsi all'improvviso. Guardò il più grande per poi alzarsi felice.

Mostrò due biglietti al suo amico, iniziando a saltellare; Suga guardò i due fogli, leggendo su una destinazione: Maebashi.

Inclinò la testa confuso, non conoscendo la meta ma felice perchè sarebbero stati 90 minuti in treno sia all'andata che al ritorno:

Yoongi ricordò la prima e ultima volta che prese il treno, era un bambino allora e i suoi lo avevano cacciato da sua nonna per le vacanze estive. Forse l'unica persona in famiglia che mai si scontrò col Bianco fu proprio la vecchierella da cui stava andando, dunque quello fu un viaggio abbastanza sereno, perchè lo avrebbe allontanato dai suoi problemi più grandi. Fu il suo unico viaggio, dopodichè quasi per scherzo della natura sua nonna venne a mancare, svuotando nuovamente quel povero bambino senza espressione.

Una volta ripreso dai suoi pensieri Il maggiore si appoggiò a Hoseok, come a volerlo ringraziare e, dopo essersi sistemati uscirono dalla clinica. 

Per poco i due ragazzi non persero il treno e, scherzando tra di loro corsero sul convoglio ferroviario;  Si sedettero e iniziarono a parlare, mentre Yoongi fissava come un bambino il paesaggio che scorreva fuori da quell'ammasso di ferraglia. A Hoseok quella scena lo faceva sorridere, gli addolciva il cuore e gli faceva venire più voglia di stare accanto al suo nuovo amico.

Chiacchierarono per tutto il tragitto e, una volta arrivati entrambi rimasero a bocca aperta: Ciò che si trovarono davanti era un paese immerso nella natura, soprattutto nei fiori.

Il loro era un viaggio alla cieca perchè nessuno dei due si era informato sulla loro meta, forse  proprio per godersi al  meglio la loro avventura in quella città naturale. Presero una mappa locale e, chiedendo anche consigli ad alcuni abitanti del posto decisero di prendere la Watarase Keikoku Railway, un treno che collegava le prefetture di Tochigi e Gunma.

Quella che scelsero loro era una visita panoramica del tratto che collegava le due prefetture, passando per la vasta natura che circondava quella città.  'anche se il periodo migliore sicuramente sarebbe stata la primavera con i ciliegi in fiore', pensò Il bianco osservando il paesaggio fuori dal vetro. Decisero comunque di fare quel tratto per sfruttare al meglio la loro giornata e vedere tante più cose possibili.

Videro molti luoghi governati quasi completamente dalla natura, come il parco Gunma e il giardino del tesoro. Questi ultimi infatti furono le tappe successive del loro avventuroso viaggio. 

Il parco Gunma era un vasto giardino pieno di fiori, ogni periodo dell'anno. I due si divertirono a passeggiare tra i fiori Giapponesi e fiori anche un po' più tropicali, Tra orchidee e Begonie (Fiori noti in Brasile). Per concludere la loro visita al parco, dopo aver camminato tra grandissime quantità di fiori dai mille colori e profumi si diressero verso la parte dedicata interamente al giardino inglese, dunque riprendendo un esempio di giardino noto in inghilterra. Un giardino che non segue le regole geometriche ma invece vuole dare un tocco di natura selvaggia, incontrollabile e dunque immensa e spettacolare; camminarono per il sentiero panoramico accanto al giardino, indicando di tanto in tanto degli elementi, fiori o alberi che più li incurosivano, condividendo con l'altro i loro pensieri, sorridendo e facendo qualche battuta per rubare una risata all'altra persona che avevano accanto.

Dopo la lunga passeggiara al parco Gunma si recarono al giardino del tesoro, una vasta piana che comprendeva più di quattro mila specie diversa di fiori. 

Ad entrambi si illuminarono gli occhi: Era davvero un posto che ispirava magia. In quel grazioso 'giardino' si comprarono un portachiavi floreale come ricordo di quel bellissimo giorno passato in mezzo alla natura, un elemento che entrambi amavano osservare e contemplare.

La loro ultima tappa di quella breve ma intensa gita era il monte  Akagi, anche se più nello specifico erano diretti al santuario Engishikinaisha Akagi-Jinja.

Dopo un'ora di escursione i due ragazzi riuscirono a raggiungere la sommità del monte; davanti a loro si estendeva un'enorme caldera* chiamata 'Onuma' e il lago Ono contornato da un sentiero creato appositamente dagli abitanti di Maebashi per godersi il panorama della natura circostante. La loro fu proprio un'avventura in mezzo al paradiso naturale della bella Maebashi, un'avventura che però rimarrà loro impressa nel cuore per l'eternità.

Una volta scesi dal monte, oramai stanchi presero il treno del ritorno, non parlando più di tanto poichè entrambi erano sul punto di addormentarsi uno contro l'altro. La serata passò in fretta, i due ragazzi si salutarono, troppo stanchi anche solo per camminare e si separarono entrambi desiderosi di finire il prima possibile tra le braccia del grande Morfeo.

Fu una giornata davvero felice, stancante ma rincuorante. Yoongi sognò di nuovo le loro avventure, ancora e ancora, come un replay nella sua mente... Cosa che fece anche il caro Hobi, lasciando sul suo viso per tutta la notte un dolce sorriso.

(*Caldera: Vasta depressione a forma d'imbuto in corrispondenza di un cono vulcanico, dovuta in genere a sprofondamento delle pareti del condotto vulcanico.)

-

Eyoooo uwu

è tutta la sera che sto trascrivendo i capitoli e non pensavo fosse così lento e impegnativo ma.... Cosa positiva: mancano due o tre capitoli (Eh sì, ancora non so se dividere l'ultimo capitolo o meno, vedrò da quanto lungo diventerà con tutti i contenuti che voglio mettere dentro <3)

Grazie ancora per la pazienza, al prossimo capitolo uwu

-Fuyuko

 

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Capitolo 18
*** O ***


'Comprare un gatto'

{TW SELF-HARM}

Passarono giorni, se non settimane da quella bellissima avventura in mezzo alla natura e di Hoseok nessuna traccia. Il maggiore era confuso, più i giorni passavano più non capiva il motivo della sparizione del suo giovane amico dottore. Un giorno, non avendo nulla da fare e sentendosi bisognoso di esprimere i propri pensieri riprese il suo caro amico diario, pronto a sfogare su di esso tutta la delusione che stava provando in quel momento.

Yoongi's Diary

E' buio sai, diario? Da quando ho conosciuto Hoseok non  sono riuscito più a farne a meno. 

Senza di lui è vuoto ogni giorno, non riesco a sorridere e la testa mi tortura di pensieri negativi, mi dicono che è colpa mia, che si è stancato del mio carattere e se n'è andato, si è dissolto.

Diario, sono sbagliato io? Mi fidavo della sua persona, così tanto da bramarne ogni giorno la presenza. Faccio male? E' diventato il motivo per cui svegliarmi la mattina e resistere dentro questa bianca prigione. Dove sei finito, Hoseok?

Questa sua assenza immotivata fa venire voglia di punirmi, sai? Per gli errori che ho commesso con lui. Sicuramente sarà scappato perché ha paura di me, Diario.
Come faccio a controllare questi pensieri che mi divorano da giorni? Vorrei fidarmi di lui, vorrei davvero farlo ancora ma ho paura, ho paura di  rimanere da solo.

Nonostante tutto quello che abbiamo passato perchè è scomparso nel nulla, senza avvisarmi? Vorrei che bussasse alla porta in questo preciso momento, che la spalancasse come al solito, accogliendomi con un grande sorriso, per poi propormi altre avventure da passare insieme...

Non si sarà scordato di me, spero? I pensieri mi divorano...  Forse me lo merito davvero, ho avuto inutili speranze anche questa volta... Vorrei solo non essermi affezionato così tanto a lui. Avere qualcuno a cui tieni peggiora le cose, sai? Hai molta più paura di sparire, perché vorresti stare accanto a quella persona, e hai paura di deluderla. Di farle del male. E per questo mi detesto sempre di più.

Scusa diario, la prossima voltà cercherò di avere pensieri felici da condividere, ora come ora questa è l'unica cosa che mi logora la mente, da troppo è il mio pensiero fisso e la sua mancanza mi distrugge.

~

Yoongi lasciò la penna sul vecchio diario, portandosi le mani tra i capelli, oramai preda di un attacco di panico. Iniziò a respirare a fatica, a vedere tutto sfocato e dovette appoggiarsi alla prima cosa che gli capitò sotto mano, per poi accasciarsi a terra, oramai privo lucidità.
La mancanza del ragazzo minore da giorni era per lui una vera e propria tragedia, poiché il rosso era l'unico in grado di fermare il flusso di pensieri negativi che da anni oramai accompagnavano il ragazzo.
Si ritrovò a pensare che nulla in realtà fosse cambiato dal suo passato, che prima o poi sarebbe tornato solo e doveva semplicemente esserne cosciente, senza farsi travolgere dalle dolci emozioni che quel ragazzo gli faceva provare.
Senza rendersene conto Yoongi si ritrovò ad osservare la sua figura allo specchio del bagno: notò i suoi lineamenti cambiati, non più trascurati, i suoi capelli ben sistemati e il suo esile corpo oramai in fase di guarigione.
Pensò con un amaro sorriso in volto che quella guarigione simboleggiava il suo stare bene accanto al ragazzo, quel ragazzo che da giorni gli toglieva il respiro con la sua assenza.

 
Poggiò la mano sotto una piastrella del bagno non fissata a terra e ne tirò fuori da sotto una lama avvolta da un tessuto color porpora.
Più si osservava allo specchio più odiava quel suo volto che non rappresentava ciò che lui veramente provava. Quel volto ancora speranzoso, con una luce lieve che lo faceva sembrare tutto al di fuori della vecchia persona che era; eppure i suoi pensieri in quel momento erano i soliti e soprattutto le sue intenzioni erano le stesse per cui lui stesso fu chiuso dentro questa triste clinica.
Aprì l'acqua della vasca, lasciandola scorrere per poi riempirla abbastanza da poter immergersi con tutto il corpo, dopodiché si spogliò, lasciando cadere ai piedi i suoi vestiti per poi entrare lentamente dentro il freddo contenitore di marmo.
Sospirò a fatica, girando tra le dita delle mani la fredda lama, pronto a farla sprofondare nuovamente sulla sua candida pelle marchiata.
Quando si decise a far combaciare la punta della lametta con la sua pelle un forte rumore riempì la stanza: Hoseok era di fronte a lui, grondante di sudore e con uno sguardo davvero spaventato.
Come biasimarlo? Il suo amico giaceva nudo nella vasca con in mano un oggetto che non doveva essere presente nella stanza, nè tantomeno nella struttura in cui si trovavano.

 
La sua reazione fu rapida: si tolse maglietta e pantaloni, raggiungendo il più grande nella vasca. Il bianco rimase sorpreso e, arrossendo lievemente per la visione a cui aveva appena assistito fece spazio nella vasca al giovane.
Le mani di Hobi finirono attorno al corpo di Yoongi, stringendolo in un forte abbraccio un po' tremolante ma allo stesso tempo deciso.
Rimasero per molto tempo in quella posizione, nessuno dei due voleva realmente sciogliere quel loro dolce abbraccio, perché era ciò che entrambi desideravano fare da troppo tempo.
Il più grande si accorse che il corpo del suo amico iniziava piano piano ad essere sempre più debole, perché la sua presa andava man mano ad allentarsi dal suo corpo. Iniziò poi a tremare, poggiando il viso nell'incavo del collo di Suga, volendo nascondere il suo volto troppo espressivo in quel momento.
Nonostante cercò di nascondersi il suo corpo non cercò di fare lo stesso, difatti iniziò a tremare sempre più forte e delle calde lacrime iniziarono a scendere copiose dal suo volto, cadendo dolcemente sulla spalla del più grande, facendolo lievemente sobbalzare.
Il giovane iniziò a muovere una sua mano, portandola su quella dell'altro ragazzo per poi stringerla lievemente.
Carezzò la parte superiore della mano, per poi prendere quell'oggetto metallico e buttarlo lontano da loro e da quella vasca.

 
Ciò che volevano entrambi ora era solo stare insieme in quella calda vasca, sentire il corpo dell'altro vicino, come a imprimere nella loro memoria quel prezioso contatto che da troppo tempo entrambi i ragazzi desideravano con tutto il loro cuore.
'Non lascerò che accada un'altra volta, Yoongi. Ci sono qui io ora.'
Quelle parole scaldarono il cuore del più grande, facendo svanire ogni pensiero negativo, facendo spazio invece alle bellissime sensazioni che provava in presenza di quel dottore.
Le loro anime erano in sintonia: Yoongi voleva essere salvato, Hoseok voleva salvarlo. A tutti i costi.
Come due pezzi di puzzle unici, dove solo loro possono completarsi a vicenda.
Dopo aver passato molto tempo abbracciati i due ragazzi si alzarono, uscendo dalla vasca per poi asciugarsi e vestirsi.  Il minore corse a prendere quell'oggetto freddo di metallo, per poi correre fuori dalla stanza e buttarlo altrove, lontano da quella stanza e dalle mani di Suga.

Una volta tornato nella bianca stanza il rosso si sedette accanto al suo amico che giaceva sul triste letto. Rimasero per molto tempo senza parlare, quando ad un tratto il giovane si girò, guardando con determinazione Yoongi; 

'Per la penultima richiesta ci ho messo più del previsto, mi dispiace di non averti avvertito' disse, sorridendo leggermente, come a volerlo invitare a non pensare alle cose avvenute poco prima.

Suga annuì solo, per poi sospirare e lasciarsi andare sul letto, come se il suo corpo avesse perso stabilità. In cuor suo era davvero sollevato che Hoseok fosse con lui, ma si sentiva in colpa per aver dubitato di lui e per ciò che aveva pensato di fare di conseguenza.

Rimasero ancora in silenzio, quando una mano apparse nella visuale del bianco, invitandolo ad afferrarla per alzarsi dal letto. Guardò il giovane, afferrandola poco dopo, stringendola forte a sè, come se avesse paura che da un momento all'altro potesse svanire nel nulla, come se fosse un'illusione: fortunatamente per lui non lo era, difatti si alzò nel giro di un attimo. 'Anche oggi abbiamo l'autorizzazione per uscire, non potevo di certo realizzarla dentro questa clinica' Sorrise il rosso, dirigendosi fuori dalla porta stringendo ancora la mano del suo amico.

Non ricevette una risposta, ma sapeva che il bianco lo stava ascoltando, dunque continuò a muoversi fuori da quell'edificio.  Salirono subito in macchina, dirigendosi in un luogo che Yoongi non conosceva, notando che la strada che stavano percorrendo non gli era famigliare, ma lo lasciò fare, fidandosi del minore.

Ci vollero pochi minuti, quando l'auto si fermò davanti una villa: Casa di Hoseok. Il maggiore arrossì leggermente, non aspettandosi di ritrovarsi davanti la casa del suo giovane medico, per poi uscire una volta ferma la macchina.

Entrarono dopo pochi istanti e, una volta varcato l'uscio della porta uno strano suono iniziò a riecheggiare nella stanza. Yoongi sussultò, guardandosi i piedi: trovò un batuffoletto che girava attorno le sue caviglie, strusciandosi su di lui, miagolando di tanto in tanto.

Il bianco sorrise per poi abbassarsi al livello del piccolo gattino, iniziando a coccolarlo: Aveva sempre desiderato avere un gatto, cosa che nella sua vecchia abitazione era sempre stata fuori discussione. Giocò per qualche minuto con la piccola gattina, per poi ritrovarsi un volto molto famigliare di fronte; anche Hoseok si era accovacciato ai livelli del gatto, per carezzarlo e sorridere dolcemente ad entrambi. Il rossore del viso del maggiore era molto evidente, difatti iniziò a sentire molto caldo, così si portò le mani sul volto, abbassando lo sguardo.

'Allora... Come vogliamo chiamarla?' chiese il rosso, cercando di catturare l'attenzione del suo amico. Difatti alzò lo sguardo e, con aria pensierosa si portò una mano sotto il mento. 'Athena?' Propose, annuendo al pronunciare del nome. Il minore sorrise, annuendo a sua volta, battendo le mani come un bambino. 'E' perfetto' disse, per poi tornare a coccolare la gattina che iniziò a fare le fusa ad entrambi. 

Yoongi era felice, i pensieri che poco prima gli divoravano la testa erano oramai  un lontano ricordo e non fu l'unico a rendersene conto. Qualcuno era davanti a lui, oramai le sue mani erano immobili, il suo sguardo incredulo e, con occhi che brillavano iniziò a sorridere, arrossendo come un bambino: Davanti al giovane Hoseok, per la prima volta vide un ragazzo felice, con un sorriso enorme e puro. Il suo cuore perse vari battiti, realizzando i sentimenti genuini che provava per il suo amico che giaceva di fronte a lui, mentre coccolava il LORO gattino Athena.

In cuor loro sapevano che per la prima volta Suga era davvero felice, come mai era stato in vita sua... e quel suo primo, vero sorriso fece capire al rosso che ne era valsa la pena, ne era valsa la pena aspettare e stagli accanto.

Quel giorno, per la prima volta Min Yoongi sorrise davvero, senza un velo di tristezza o pentimento.

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Capitolo 19
*** K ***


"Essere amato"

Il rosso teneva in mano il foglio dove il suo amico aveva scritto ciò che aveva sempre desiderato fare, non avendone mai avuto l'occasione per via del suo passato. Le mani tremanti quasi volevano mollare la presa, oramai incapaci di muoversi dalla tensione.

'Essere amati' era l'ultima richiesta del ragazzo. Nella sua testa i pensieri cercavano di reagire, nel peggiore dei modi. Iniziò a vagare con la mente, immaginandosi tante cose, pure e genuine e fu il momento in cui realizzò di non provare solo semplice affetto per Yoongi. Se così fosse stato non avrebbe provato quelle sensazioni che gli scombussolavano la mente e lo stomaco, non avrebbe voluto passare sempre più tempo al suo fianco. Era amore, questo? Hobi non lo riusciva a capire appieno, però... Quelle sensazioni e quei suoi pensieri bastavano a farla sembrare una risposta positiva.

Ci volle molto tempo per riprendersi da quei sogni ad occhi aperti, dopodichè si alzò dal suo letto e si diresse in bagno, per prepararsi e finire quella lista nel migliore dei modi, o almeno così sperava in cuor suo.

E nello stesso istante Yoongi si trovava nella sua spoglia stanza, in quella clinica.

Non che gli importasse in quel momento, consapevole da giorni della sua ultima egoista richiesta e quasi si pentì di averla scritta: Era pienamente conscio del fatto che quelle sensazioni che provava per il minore, semplici e genuine erano frutto di un amore non corrisposto, o almeno era ciò che la sua mente gli urlava contro, facendolo sentire ancora più in colpa verso se stesso e verso il suo amico. Sentiva come se lo avesse preso in giro, con quella richiesta. L'amore è un sentimento forte, puro ma molto complicato.

'Chi potrebbe mai innamorarsi di un complesso come me?' pensò, sprofondando con la testa nel caldo cuscino. Quel giorno i pensieri non lo avevano fatto dormire, troppo forti per essere trascurati o messi da parte per concedersi a Morfeo. Cercò così di farsi un bagno caldo, per calmarsi almeno un minimo.  Iniziò a canticchiare cercando di non pensare, ma la sua testa non faceva altro, tanto da far uscire dalla sua bocca una nuova melodia, delle nuove parole tutte dedicate al suo amico Hoseok. 'Amico', quella parola stringeva il cuore del bianco, facendolo rabbuiare. Non voleva di certo rovinare quella loro amicizia per un pensiero così egoista.

Con un pensiero comune in testa i due si trovarono poco dopo, nella bianca stanza di Suga incapaci di fare o dire nulla. Si ritrovarono sdraiati, l'uno accanto all'altro incapaci di parlare, ciò che riuscivano a fare era guardare il soffitto, trovandolo molto interessante. La tensione era tanta, e si poteva notare dal bianco che si mordeva ripetutamente il labbro inferiore, mentre il rosso si grattava senza sosta il braccio, causando un lieve ma evidente rossore. Rimasero per molto tempo in quella posizione quando, per la paura di perdere colui che lo rendeva felice il maggiore parlò: 'La lista possiamo anche non finirla'.

Il più piccolo sussultò, portando finalmente lo sguardo verso il suo interlocutore, ma lo guardò confuso e leggermente rattristito.  

'E' stato un pensiero egoista scrivere quella mia ultima richiesta, ne sono ben consapevole. Non voglio costringerti a portare a termine questo mio ultimo disperato pensiero. Non mi aspetto che dopo così pochi mesi tu possa accettare questa richiesta controvoglia, solo per rendermi felice e-' Si fermò, iniziando a pensare a quanta paura aveva di perderlo in quel momento... paura di perdere l'unica persona che gli era rimasta accanto e gli aveva voluto bene, sopportandolo e supportandolo nonostante tutto.

Aveva paura, in quell'istante... paura di rimanere nuovamente solo. Cosa che prima di conoscere il giovane non sarebbe mai stato un problema. E da quando conosceva il rosso invece il rimanere solo ora lo terrorizzava. Non voleva distruggere questa piccola certezza, questo loro spazio nel mondo per una richiesta disperata.

Sospirò, annuendo per poi finire la frase che aveva lasciato in sospeso, o almeno così pensò di fare, poco prima di essere stretto da due forti braccia che lo lasciarono senza parole.  Il rosso lo stava abbracciando, portando allo stesso tempo le sue gambe attorno i fianchi del più grande, facendolo sembrare un piccolo koala avvinghiato ad un albero di bamboo. 

Questo gesto improvviso prese alla sprovvista il maggiore che, dopo essere arrossito iniziò a sentire il cuore battere sempre più forte, sorpreso e felice di quella sua reazione improvvisa e dolce, così ricambiò il suo abbraccio, portando le mani sulla schiena del giovane dottore.

I cuori di entrambi danzavano a ritmo, creando dentro di loro una dolce ma accogliente melodia che solo loro erano in grado di sentire e apprezzare.

Forse per via del momento, forse per aver represso i suoi sentimenti per troppo tempo Hoseok poggiò la testa sulla spalla del ragazzo, beandosi del suo dolce profumo, per poi alzarsi leggermente e lasciare un umido bacio nell'incavo del suo collo, tornando subito dopo a nascondersi per l'imbarazzo: Hobi non aveva mai avuto modo di sperimentare queste cose con nessuno, poichè mai aveva trovato una persona che sapeva farlo sentire così bene come quel ragazzo faceva ogni giorno.  E così nemmeno Yoongi che, dopo aver percepito quel puro contatto sussultò, rimanendo felicemente sorpreso della reazione del giovane. Forse... poteva sperare? Lui di certo non poteva saperlo, poichè tra i due era quello più estraneo ad ogni genere di sentimento ed emozione positiva. 

Fortuna volle che non ci fù bisogno di un chiarimento verbale poichè, dopo essersi staccato dal corpo del maggiore, Hoseok iniziò a fissarlo, come mai aveva fatto e fù chiaro in quel momento: entrambi provavano lo stesso genuino sentimento, entrambi erano innamorati.

Il più grande sorrise imbarazzato, un sorriso interrotto subito dopo dalle candide labbra del rosso con cui entrò in contatto, per la prima volta. Forti emozioni iniziarono a scorrere dentro i corpi dei due ragazzi, emozioni reali e genuine nei confronti dell'altro.

Rimasero abbracciati, tra carezze e dolci baci per tutto il giorno, pensando in cuor loro che, una volta finita la lista dei desideri, al di fuori di questa malinconica clinica li attendeva un'intera vita insieme. 

Il bianco sorrise in uno dei loro baci, per poi staccarsi e sussurrare un lieve 'grazie, Hobi'. Dopotutto... Yoongi voleva essere salvato (da Hoseok), mentre Hoseok voleva salvarlo.  Fù così fin dall'inizio, dal loro primo incontro. Così è stato.... anche se entrambi lo avevano capito: Suga era stato salvato da un destino crudele mentre Hobi era stato salvato da una triste monotonia.

E quale miglior destino se non quello di due persone che inconsapevolmente si sono salvati a vicenda? 

-Fine

OOOOkay, non so se come finale faccia schifino o se invece vada bene perchè dà libera immaginazione a cosa riserva il futuro per i due ragazzi(?). Dopo tre anni, però, posso dire di aver finito uno dei progetti per cui più avevo messo me stessa a fine 2018, uno dei miei periodi peggiori.

Questa storia è nata come piccolo sfogo, per poi diventare oggi uno dei piccoli progettini di cui vado fiera, quindi spero di aver lasciato un dolce ricordo anche a voi, anche se con tre anni di differenza.

Alla fine possiamo dire che la me di 17 aani cercava qualcuno che la salvasse: Hobi era la chiave dei miei pensieri, era colui che in quell'anno ho aspettato. Così è nata la storia, un piccolo sfogo di una ragazzina che ama scrivere (anche se non sono il massimo, scrivo perché mi piace, dunque me lo concedo di non essere bravissima eheh).

Detto questo vi ringrazio se siete rimasti fino alla fine, nonostante siano passati tre anni. Ricordatevi che non sarete mai da soli.

Stay strong!

Con affetto, la vostra Fuyuko.

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