LE STAGIONI DEL CUORE

di ValeAlcazar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 SEQUENZA PRIMAVERA ***
Capitolo 2: *** 2 SEQUENZA ESTATE ***
Capitolo 3: *** 3 SEQUENZA AUTUNNO ***
Capitolo 4: *** 4 Sequenza Inverno ***



Capitolo 1
*** 1 SEQUENZA PRIMAVERA ***


Le stagioni del Cuore - PRIMAVERA

LE STAGIONI DEL CUORE

PRIMA SEQUENZA

LA PRIMAVERA

Firenze, Inizio Primavera 1975

Una giovane donna di 20 anni frequenta l'Università degli Studi di Firenze, il suo percorso accademico è presso la Facoltà di Storia Medievale e Moderna.

È arrivata da qualche mese in questa grande città ricca di storia, culla della lingua italiana che diede i natali al Sommo Poeta Dante Alighieri che lei adora, come tutto quello che riguarda la storia d'Italia.

Abita in un piccolo borgo immerso nelle campagne tra le province di Firenze e Siena, dove la vita tranquilla è stata scandita dagli studi superati brillantemente con il massimo dei voti, intervallati da lunghe cavalcate solitarie per le stradine di campagna e qualche volta con le uscite insieme alle sue sorelle e alle amiche d'infanzia.

Erano tutti innamorati di lei in paese...e chi non lo sarebbe stato?

Bellissima, la più bella tra le sorelle, alta, fisico atletico, dovuto agli allenamenti per le gare di equitazione che disputa durante le feste di paese come ce ne sono tanti, soprattutto nel periodo estivo, adesso doveva rinunciarvi.

Con grandi occhi azzurri come il mare, capelli lunghi molto mossi e talmente biondi da brillare alla luce del sole come il grano maturo che cresceva in quelle campagne tutt'intorno.

Con un carattere indomito, forte e deciso.

Nasce a Badesse piccola frazione di Monteriggioni abitata da poche anime, la fredda notte di Natale del 1955 ultima figlia femmina preceduta da ben 5 sorelle, la madre si chiama Emilia e il padre Augusto Giorgini.

Sono proprietari terrieri, hanno diverse aziende agricole che danno in gestione a chi vuole intraprendere il difficile lavoro dei campi.

Verrà battezzata con il nome di Francesca Oscar, questo insolito nome maschile voluto dal padre per il capriccio di avere qualcuno della sua prole con un nome maschile considerando che ormai la coppia non potrà avere altri figli, sconsigliati dal medico, data l'età ormai non più giovane della moglie ed i numerosi parti avuti.

La chiamavano tutti Francesca finché trascorsi pochi anni, visto il suo carattere da maschiaccio e le continue marachelle tipicamente di natura maschile, tutti, compresa la madre, iniziano a chiamarla Oscar per la gioia del padre.

A lei non dispiace, anzi ne va fiera, perché insolito per una ragazza.

Si è fatta un bel giro di amicizie anche fuori dai suoi corsi.

É sempre circondata da tanti ragazzi che, le cascano letteralmente ai piedi, ma a cui lei non mostra alcun interesse e tante ragazze che l'adorano per la sua intraprendenza.

Anche se molto giovane è molto matura, dispensa buoni consigli aiutando anche chi è in difficoltà.

Per il suo senso di giustizia in molte le chiedono come mai non ha scelto la Facoltà di Legge invece che Storia.

Ma a lei piace tanto il tempo che fu, com'erano nate le varie civiltà, l'hanno sempre affascinata, sarà perchè vive tra quei territori dove si respira molto l'aria medievale che a lei piace molto e che l'hanno sempre affascinata anche da bambina, assetata di sapere tutto, in primis della storia della sua terra non ha mai pensato di studiare altro.

Una mattina era di corsa, era arrivata in ritardo in Facoltà, doveva assolutamente assistere ad una Conferenza che teneva un' importante Professore che parlava di alcuni testi antichi scoperti per caso in una stanza nascosta e scoperta, grazie a dei restauri dentro a Palazzo Vecchio proprio lì a Firenze molti anni prima.

Ne aveva sentito parlare al tempo di quella scoperta e non voleva farsi sfuggire quell'occasione.

Entrata nell'enorme Aula Magna si accorse che era gremita di gente.

"Diamine" disse a bassa voce

"Ora mi toccherà stare in piedi tutto il tempo."

Un ragazzo che stava seduto nell'ultima fila si girò verso di lei e la invitò a sedersi accanto a lui dove era rimasto l'ultimo posto disponibile.

Dopo averlo ringraziato si sedette e seguì in religioso silenzio tutta la Conferenza senza mai staccare gli occhi dalla cattedra dove il Professor Grassi Mariani era posto.

Ogni tanto il ragazzo accanto a lei volgeva lo sguardo nella sua direzione e sorrideva per poi tornare a seguire il Professore.

Poco più di due ore dopo la conferenza si concluse e piano piano tutti iniziarono a defluire verso le due uscite.

Sia Oscar che il ragazzo rimasero seduti finché quasi tutti non furono usciti, ne approfittò per ringraziarlo di averle mostrato il posto e si presentò

"Ciao, io mi chiamo Oscar. Grazie ancora, se non fosse stato per te sarei dovuta rimanere in piedi tutto il tempo e non avrei potuto prendere tutti gli appunti."

"Non ringraziarmi. Non ho fatto niente, era libero e te l'ho fatto notare. Hai detto che ti chiami Oscar? Che nome insolito per una ragazza. Io mi chiamo Andrea, come mai questo nome maschile?"

"È una lunga storia. Anche tu frequenti l'Università? Non ti ho mai visto...che Facoltà frequenti?"

"Mi piacciono le storie lunghe. Sì, sono al secondo anno. Frequento i corsi di Archivistica e Biblioteconomia, e tu?"

"Io faccio Storia Medievale e Moderna. Mi dispiace ma adesso non posso devo correre o farò tardi ad una lezione. Magari un'altra volta, ok? E comunque mi chiamo Francesca Oscar Giorgini, ma tutti mi chiamano Oscar."

"Molto lieto di fare la tua conoscenza Francesca Oscar Giorgini, io sono Andrea Grandieri.

Chiedi di me in segreteria ti diranno dove mi trovo in quel momento."

"Ok Andrea Grandieri. A presto allora."

"Ci conto." gli disse mentre lei si allontanava correndo lungo il corridoio.

Andrea Grandieri è un bellissimo ragazzo nato a Firenze il 26 Agosto 1954.

Alto, muscoloso con una cascata di ricci neri che gl'incorniciano il viso e dove brillano due bellissimi occhi verdi.

I genitori Maurizio ed Eleonora, hanno avuto solo lui, in quanto la madre, aveva avuto non pochi problemi quando era in gravidanza e il marito, non volendo rischiare di perdere la sua adorata moglie in comune accordo decisero di non avere un'altro figlio e di crescere insieme quel batuffolino che era arrivato ad allietare le loro vite.

Erano di umili origini, il padre ha una bottega di falegnameria nella via degli artigiani dell'Oltrarno, un tempo era il quartiere povero di Firenze ma poi si era trasformato nel quartiere dove molti mastri artigiani aprivano le loro attività e da quando alcuni turisti e signori della Firenze più facoltosa avevano iniziato ad acquistare in queste botteghe rivalutando il loro lavoro, i tanti sacrifici avevano iniziato a dare i loro frutti consentendo loro di vivere più che dignitosamente.

Per questo Andrea potè continuare a studiare e frequentare l'università, per realizzare il suo sogno di fare un giorno il bibliotecario o l'archivista o ancor meglio lo studioso di vecchi manoscritti.

Durante la lezione, Oscar non era per niente concentrata la sua mente era altrove, non faceva altro che pensare a quel ragazzo, si sentiva tutta scombussolata..."Che mi sta succedendo?" Si chiese.

Anche Andrea pensava a lei seduto al tavolino del bar poco fuori la Facoltà

"Devo rivederla assolutamente"

Andò via dal bar e s'incamminò verso l'atrio della Facolta di storia, dove al secondo piano era situato il dipartimento di archivistica.

Non vi erano molti studenti che avevano fatto proprio quel genere di disciplina, la maggior parte la ritenevano noiosa e pesante come anche le lezioni del professor Grassi Mariani, sempre di solito poco affollate, ma quella Conferenza era andata meglio del previsto data l'affluenza di studenti che avevano preso d'assalto l'aula Magna per assistervi.

Dopo quell'incontro fortuito con Oscar non si pentì, come fece in un primo momento, di aver lasciato le sue amate carte per assistere all'ennesima Conferenza del suo Professore.

A lui piaceva immergersi tra le carte ingiallite dal tempo, i manoscritti del passato, ed era per questo che sebbene non fosse che soltanto al secondo anno era già un brillante studente, forse il migliore che il professor Grassi Mariani avesse avuto in tutta la sua ormai pluridecennale carriera.

Apri lentamente la porta della piccola biblioteca, dove sugli scaffali erano ammucchiati cataloghi e pergamene alla rinfusa, si avvicinò ad un tavolo dove appoggiò il suo blocco per gli appunti, sebbene il silenzio del luogo, conciliasse lo studio, quel giorno la sua mente non era minimamente concentrata, il suo pensiero era costantemente rivolto a lei, quella bellissima ragazza bionda con un nome insolito che aveva appena conosciuto.

Prese distrattamente il fascicolo che, appoggiato su una mensola era parte integrante del tema del corso che il professore aveva spiegato a lezione, dopo aver letto due righe appena, non riuscendo minimamente a concentrarsi, decise di andare in segreteria dove prestava servizio come volontario, aiutando i vari impiegati nelle pratiche.

Oscar gli aveva detto che studiava storia, quindi avrebbe potuto sapere esattamente quali corsi frequentava dal piano di studio e magari cercarla alla fine di una lezione.

Arrivato in segreteria fu la prima cosa che fece, inizio a cercare tra tutti i fascicoli delle matricole della Facoltà di Storia il suo nome e trovò alcune informazioni che la riguardavano.

"Dunque...eccola qui.

Francesca Oscar Giorgini, frequenta spesso il seminario di storia locale, non sarebbe male attenderla fuori della sala di lettura ed invitarla per una passeggiata? " pensò.

Oscar dopo quell'incontro con Andrea sentiva il cuore in subbuglio, una marea di emozioni l'avevano invasa senza darle tregua.

Neanche lei riusciva a concentrarsi sulla lezione che stava seguendo “Poco male” – pensò – “Recupererò”

Uscì dall'aula e si diresse verso la segreteria, voleva rivederlo, perdersi in quello sguardo di giada che le erano entrati nel cuore《Cosa mi sta succedendo? Non mi sono mai sentita così prima d'ora!》

Il cuore le balzò in petto quando si accorse che a metà corridoio che portava alla segreteria lo vide che le veniva incontro...anche lui stava andando a cercarla.

"Ciao Oscar, venivi in segreteria? Hai bisogno di qualcosa? Se posso aiutarti dimmi pure"

"Ciao Andrea, a dire la verità stavo venendo a cercare te. Oggi a lezione c'era più gente del solito e con tutta quella gente non riuscivo a concentrarmi, quindi se per te non è un problema possiamo prendere un caffè. Sempre che tu non abbia altri impegni s'intende."

Andrea sorrise.

Aveva capito che era una scusa, perché durante la Conferenza in Aula Magna l'aveva vista concentratissima a prendere appunti, non si era persa neanche una parola del Professore.

《A lezione non ci sarà stata certo tutta quella gente come alla Conferenza che stava seguendo prima?》disse tra sè...ma lasciò correre.

"Nessun impegno, sono libero. Così mi racconterai la storia lunga del tuo insolito nome...sono curioso."

Seduti al tavolino dopo aver ordinato delle buonissime cioccolate calde con la panna, invece che il banale caffè, Oscar raccontò in breve da dove veniva e del perché avesse un nome maschile.

Andrea l'ascoltò con molto interesse e alla fine disse

"Sai Oscar, questo nome particolare mi piace molto di più che quello femminile, ci conosciamo solo da qualche ora ma vorrei che ci conoscessimo meglio se ti va."

"Anche a me piacerebbe molto conoscerti meglio, sai?"

"Ne sono felice Oscar, quindi amici?"

"Certo che sì"

Trascorsero un paio di settimane, Andrea e Oscar ormai erano diventati più che inseparabili, un sentimento molto profondo li legava già dal loro primo incontro e ora stava diventando qualcosa di più che una semplice conoscenza, erano entrambi consapevoli dei loro sentimenti ma nessuno dei due si avvicinava più di tanto per paura di perdere quello che si era instaurato tra loro.

Un tiepido pomeriggio d'aprile, dopo le lezioni, si erano concessi una passeggiata verso il centro di Firenze per ammirare le bellezze della città.

Lei non l'aveva mai visitata quindi Andrea si offrì di farle da Cicerone,

la portò a farle visitare il centro ma nel mentre stavano dirigendosi verso Palazzo Pitti il cielo si fece scuro e minaccioso e in lontananza si sentiva il rombo dei tuoni che si stavano avvicinando...un' improvviso acquazzone lì sorprese. Corsero verso il Ponte Vecchio dove al centro tra le botteghe dei gioiellieri con l'affaccio sull'Arno trovarono riparo sotto l'unica parte coperta di tutto il ponte...ormai erano grondanti di pioggia, i loro abiti leggeri erano diventati come una seconda pelle.

Andrea notò che Oscar iniziava ad avere brividi di freddo, l'accolse tra le sua braccia stringendola a sé per darle un po' di calore.

Oscar era emozionata, i suoi grandi occhi azzurri brillavano di una nuova luce, non si era mai trovata così vicina ad Andrea, a nessun ragazzo in realtà, il cuore le batteva all'impazzata.

Alzò lo sguardo verso di lui perdendosi in quel verde meraviglioso che l'avevano conquistata dal primo istante in cui li aveva incrociati.

"Ecco il primo temporale di primavera" riuscì a dire prima che Andrea con lo stesso sbrilluccichio negli occhi le catturasse la bocca in un bacio che la lasciò senza fiato.

Erano persi l'uno nell'altra, in cuor loro aspettavano ormai da un po' quel momento e finalmente era arrivato.

Non erano servite le parole per dirsi quello che provavano, quel bacio parlò per loro...si erano piaciuti e innamorati da subito.

Il temporale si placò e un bellissimo arcobaleno fece da cornice al loro primo bacio.

Con i cuori colmi di gioia per quell'inaspettato ma tanto atteso momento da entrambi, mano nella mano ripresero la loro visita come da programma.

Il sole, anche se tiepido tornò a splendere e a riscaldarli, era anche dentro di loro quel sole, avevano una luce nuova negli occhi in cui ogni tanto fermandosi ci si perdevano dentro, gli occhi verdi di lui persi in quelle pozze blu di lei che si perdevano a sua volta in quelle due gemme verdi.

Trascorsero i giorni, era diventato di dominio pubblico all'università che il bell'Andrea stava con la non meno popolare Oscar, con somma gioia degli amici di entrambi, ma meno da parte dei maschietti che avevano sperato di poter avere una storia con lei e di altrettante ragazze che morivano dietro a lui.

Ora era tempo di dedicarsi al loro studio e ai loro progetti accademici, cosi si buttarono a capofitto sugli studi non mancando di ritagliarsi un po' di tempo da dedicare a loro stessi e al loro amore.

Andrea e Francesca avevano entrambi il medesimo obiettivo, una volta conseguita la laurea, si sarebbero dedicati alla carriera di ricercatori accademici, una città come Firenze offriva molte opportunità a riguardo, per questo i due giovani avendo corsi e materie molto simili trascorrendo molto tempo insieme potevano aiutarsi a vicenda nel sostenere gli esami.

Gli anni trascorsero e i due studenti erano ormai giunti al loro ambito traguardo, Andrea fu il primo a laurearsi in una limpida giornata di maggio, Oscar lo avrebbe seguito un paio di sessioni dopo.

La discussione della tesi per Andrea fu molto brillante e la commissione fu entusiasta dell'argomento che venne presentato ottenendo il massimo dei voti...fu una grande festa sia per la famiglia Grandieri che per Oscar.

Una sera Andrea decise di portare Oscar in uno dei luoghi più suggestivi di Firenze, il Forte del Belvedere, aveva deciso di chiederle di sposarlo e quello per lui era il posto giusto dove farlo.

Giunsero al Belvedere che ormai calava la sera, mentre passeggiavano tra i bastioni mano nella mano, ammiravano l'immenso e vasto panorama della Firenze notturna che si stagliava in lontananza in una miriade di luminarie, rendendo quel luogo spettacolare e denso di romanticismo. Oscar si fermò in una una piccola rientranza, rimase estasiata da quello scorcio, Andrea dietro di lei le cingeva la vita, restarono così fermi per pochi istanti persi nella contemplazione della pittoresca distesa di luci, quando Andrea ruppe il silenzio e sussurrò all'orecchio di Oscar "Vorresti diventare mia moglie, Francesca Oscar Giorgini?"

Oscar rimase ferma un attimo, il cuore le balzò in petto, poi annuì con la testa, si voltò verso Andrea, che dopo un bacio appassionato e struggente tirò fuori dalla tasca una scatolina verde contenente una riviera d'oro, ponendola al dito di Oscar.

"Andrea...è bellissimo questo anello...amore mio."

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Ti conosco abbastanza per capire i tuoi gusti futura Signora Grandieri."

"Ti amo Andrea" mormorò Oscar emozionata per la proposta di nozze e per quel luogo da sogno che li circondava.

"Ti amo anch'io, non sai quanto Oscar."

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Capitolo 2
*** 2 SEQUENZA ESTATE ***


LE STAGIONI DEL CUORE SECONDA SEQUENZA L' ESTATE Firenze, Estate 1982 Francesca Oscar Giorgini, dopo aver conseguito la laurea, anche lei con il massimo dei voti, aveva coronato il suo sogno d'amore divenendo la Signora Grandieri. Andrea ed Oscar si erano sposati dopo qualche mese dalla laurea, un pomeriggio d'estate nella bellissima cornice della campagna toscana, in una piccola cappella costruita intorno al 1800 nella tenuta di famiglia e situata ai propri confini. Tutto era stato curato nei minimi dettagli da entrambe le mamme dei giovani, con la collaborazione delle sorelle di Oscar ma sotto la sua supervisione. Anche Andrea aveva coinvolto il padre, aiutandolo ad intagliare a mano delle statuine in legno raffigurandoli fedelmente...erano posti uno di fronte all'altra guardandosi e tra le mani intrecciate tenevano una rosa. Era stata una sorpresa per la sua sposa, che era all'oscuro di tutto, alla loro vista era rimasta senza parole e commossa. Una uguale alle altre, ma un po' più grande, usando un legno più leggero, per evitare che sprofondasse, fu posta sulla torta nuziale. Furono donati agli ospiti intervenuti al matrimonio, che furono parecchio graditi...fu una bellissima festa che tutti ne parlarono per settimane. Subito dopo le nozze, si concessero una breve luna di miele recandosi in una delle isole dell'arcipelago toscano per godersi un rilassante periodo di tranquillità tra sole, mare, escursioni e passeggiate a cavallo al tramonto in riva al mare...erano il ritratto dell'amore e della felicità. Rientrati dal breve viaggio di nozze, i ragazzi avrebbero iniziato a lavorare fianco a fianco. Oscar, era reclina su alcune carte che occupavano la scrivania dello studio, situato in una villa immersa tra le tranquille radure della campagna Toscana. Insieme ad Andrea stava iniziando una nuova ed approfondita ricerca, su alcuni manoscritti di quello che fu il Granducato di Toscana conservati in uno degli archivi di Stato. Non era facile reperire il materiale di quel tempo, per questo Andrea si era dato da fare per avere i dovuti permessi che avrebbero facilitato il loro lavoro. Sfogliando un vecchio volume polveroso, aveva trovato più volte un nome che catturò la sua attenzione...Conte Benedetto Antonio Giorgini, esponente di spicco alla Corte Granducale durante il periodo post rivoluzionario francese. "Andrea, puoi venire qui un momento? Guarda cosa ho trovato." disse Oscar indicando stupita su un figlio di quel vecchio volume. "Guarda qui! È citato il mio cognome, Giorgini, ricorre più volte all'interno di questi documenti." Andrea prese il vecchio volume e si spostò nella parte più luminosa dello studio per poter decifrare meglio ciò che prima la moglie gli aveva fatto notare. "Hai ragione Oscar, di questo Conte Benedetto Antonio Giorgini se ne parla in più parti." continuò Andrea, poi indicando una nota al margine aggiunse "Si dice che fosse un consigliere del Granduca e che giunse in Toscana attorno al 1793." continuando a scorrere tra quei fogli Andrea notò una postilla dove chiaramente s'indicava il cambiamento del cognome da De Jarjayes a Giorgini. "Oscar..." continuò Andrea "Guarda cosa ho scoperto...in realtà questo Conte, era un esule francese che giunto in Toscana cambiò, secondo le leggi vigenti di allora nel Granducato, il suo cognome da De Jarjayes in Giorgini." Oscar si avvicinò ad Andrea "Può essere che la mia famiglia non faccia parte del ramo di questo Giorgini." Oscar non poteva credere a ciò che il marito le stava mostrando. "Guarda qui, credo che invece sia un tuo antenato. Non ci sono altri Giorgini a parte la tua famiglia qui in Toscana. Il cognome, compare alla fine del 1700 proprio quando Benoît Antoine De Jarjayes è arrivato in Italia." "Credo sarebbe opportuno andare in fondo alla questione. Non immaginavo che la mia famiglia fosse di nobili origini e originaria dalla Francia." Ora era curiosa, voleva saperne di più. "Che ne dici se ci consultassimo con il professor Grassi Mariani? Sicuramente lui potrebbe darci le giuste direttive da dove poter iniziare con le nostre ricerche...Oscar mi stai ascoltando?" Oscar si stava allontanando dallo scrittoio e si dirigeva alla finestra, lo faceva ogni volta per pensare, la calmata e la faceva riflettere perdersi nella contemplazione del panorama. La campagna Toscana era il luogo ideale dove potersi immergere nei solitari pensieri e dar spazio così a nuove ipotesi. "Cosa sta frullando in quella testolina bionda? Me lo dici mia bellissima mogliettina?" chiese Andrea avvicinandosi a lei abbracciandola "Chissà, se anche a mio padre sa qualcosa di questo nostro antenato." "Possiamo chiederglielo la prossima volta che andiamo a trovare i tuoi genitori lo faremo." Qualche giorno dopo Andrea e Oscar, dopo aver preso appuntamento con il Professor Grassi Mariani si presentarono nel suo studio per saperne di più su quel manoscritto. "Salve ragazzi, a che devo la vostra visita? Avete cose interessanti da farmi vedere? Cosa avete trovato?" "Salve Professore, effettivamente abbiamo trovato qualcosa d'interessante. Vede, mia moglie su uno dei manoscritti che stava esaminando su alcuni esuli francesi qui in Toscana, durante il periodo della Rivoluzione Francese e dopo, nel periodo del Terrore, ha trovato scritto il suo cognome, poi andando avanti negli scritti abbiamo scoperto che è stato cambiato da uno di questi esuli, un Conte per l'esattezza, Benedetto Antonio Giorgini. Era un consigliere del Granducato di Toscana, in origine era il Conte Benoît Antoine De Jarjayes...guardi questa parte." "Abbiamo chiesto anche a mio padre Professore." intervenne Oscar "Lui ricorda vagamente questa storia. Gli veniva raccontata prima da suo nonno e poi da suo padre quando era ancora bambino. A noi figlie non ha mai raccontato nulla perché crescendo ne ha perso memoria." "Ora che lo dici, mi viene in mente che tanti anni fa, durante i miei studi per la specializzazione ero andato in Francia per studiare una corrispondenza di una famiglia nobile nel periodo napoleonico, ricordo che vidi quel nome su alcuni documenti e lo mostrai alla mia collega, l'Archivista francese Madame Yvette Fournasier. Posso contattarla e cercare di saperne di più, potremmo addirittura andare noi in Francia a cercare di persona, che ne dite?" "Sì, mi piacerebbe molto andare e scoprire le mie origini, che ne dici Andrea?" Oscar era elettrizzata all'idea di partire e magari trovare qualcosa lei stessa. "Per te andrei in capo al mondo amore mio. E poi ho sempre sperato un giorno di andare in Francia, magari in qualche archivio a scartabellare vecchi manoscritti...quale occasione migliore." "Bene allora è deciso. Datemi il tempo di contattare la mia collega e poi ci organizziamo per il viaggio." "Grazie professore. Allora attendiamo sue notizie. Nel frattempo cercherò se su altri manoscritti ci fosse qualche notizia in più. A presto allora." Passarono un paio di settimane e finalmente arrivò la telefonata che Andrea ed Oscar attendevano con impazienza. Il Professore, dopo giorni di tentativi era riuscita a contattare la sua collega e amica, avendo così il benestare di poter andare a visitare alcuni archivi e biblioteche proprio nei dintorni di Versailles. Aveva già organizzato tutto, sarebbero partiti nel giro di pochi giorni, certo che i ragazzi avrebbero acconsentito qualsiasi fosse stato il periodo per poter andare. Per avere il permesso di entrare in certi archivi, il Professore aveva detto a Madame Fournasier che Andrea ed Oscar erano i suoi collaboratori. Il lavoro si preannunciava molto minuzioso, aveva bisogno di mani sapienti che sapevano dove e cosa cercare. Ora iniziava questa bella avventura, Oscar non riusciva a crederci, era un po' impaurita ma anche emozionata di poter andare a cercare le sue origini. Da quando lei ed Andrea avevano scoperto le sue probabili nobili origini non faceva che pensare ad altro. L'avevano sempre affascinata i periodi che andavano dalla Corte del Re Sole fino alla Rivoluzione Francese, che difatti decretò la fine della monarchia e dei Borboni in Francia. Scoprire per caso che la sua famiglia poteva aver avuto origine da quel mondo era per lei fonte di curiosità, se non altro, non per l'origine nobiliare in sè ma per aver fatto parte di quel periodo storico. Andrea leggeva nello sguardo della moglie l'eccitazione e la voglia di scoprire di più su quella storia e la guardava con occhi più innamorati che mai. "Oscar, a breve ne sapremo di più, sono emozionato ed eccitato anch'io...non vedo l'ora di toccare con le mie mani quei fogli. Se scoprissimo che sei di origini nobili, per giunta che la tua famiglia faceva parte della Corte di Versailles, dovrò omaggiarti e ossequiarti ad ogni tuo passo o sguardo che mi rivolgerai?" "Certo mio caro, se non lo farai sarai punito a dovere." "E sentiamo cara la mia adorabile e affascinante signora Grandieri, a quale punizione avresti già pensato?" "Dovrai ubbidire a tutti i miei ordini come un soldatino. Non ti servirà a molto adularmi se non ubbidirai ai miei comandi!" "Agli ordini Mio Comandante!" rispose Andrea mettendosi sull'attenti e facendo il saluto sotto lo sguardo divertito di Oscar che gli si avvicinò stringendosi a lui. Trascorso qualche giorno dalla telefonata Andrea, Oscar e il Professor Grassi Mariani si ritrovarono, come convenuto, alla Stazione di Santa Maria Novella in partenza per Torino per poi prendere il treno che li avrebbe condotti a Parigi, ' li attendeva Madame Fournasier per aiutarli nella loro ricerca...tutto si era concretizzato nel giro di poco tempo. Oscar essendo personalmente coinvolta sentiva salire la tensione, chissà cosa avrebbero scoperto una volta in Francia?! Le bastò guardare Andrea, perdersi nel verde brillante dei suoi occhi per ritrovare la serenità e dissipare l'ansia. Sarebbe stata comunque una bellissima esperienza, qualsiasi fosse stato ciò che avrebbero scoperto. Andrea e Oscar, insieme al Professore giunsero alla stazione di Torino in prima serata, dopo aver avuto il tempo di mangiare qualcosa salirono sulla coincidenza che li avrebbe condotti alla Gare de Lyon, la principale arteria ferroviaria parigina, la Fournasier, li aspettava nella sala d'aspetto della stazione. Dopo le formali presentazioni e alcuni convenevoli di circostanza, insieme si recarono in quella che sarebbe stata la prima tappa del loro soggiorno francese. "Dunque, mi è stato detto che siete degli autorevoli studiosi, non poteva essere altrimenti dato che collaborate con Monsieur Grassi Mariani, mi ha anche accennato che consultando alcune carte vi siete imbattuti nel nome della famiglia De Jarjayes, da cui si pensa, con tutta probabilità, abbia avuto origine il cognome Giorgini. Bene, innanzitutto vi condurrò a Jossigny, dove si trova quella che fu la residenza della famiglia De Jarjayes." "Jossigny?" chiese Oscar "Non pensavo esistesse ancora il Palazzo dei De Jarjayes. Credevo che dopo quasi 200 anni non esistesse più nulla per via del periodo del Terrore dove vennero distrutte e saccheggiate tutte le proprietà dei nobili a causa dell'astio che i tanti facinorosi avevano nei confronti della nobiltà, comunque immaginavo che il nostro soggiorno si sarebbe articolato tra archivi e biblioteche." "Ha ragione Madame Grandieri, ma Palazzo Jarjayes è stato uno dei più fortunati, non ha subito grandi danni e anche l'arredo è rimasto quello del tempo. Quello che fu il maniero dei conti De Jarjayes è stato restaurato, intorno agli inizi del secolo, ed è stato riadattato alla funzione di albergo, infatti è un luogo dove solitamente si festeggiano cerimonie nuziali, grandi avvenimenti e conferenze, il tutto circondato da un bellissimo parco e fontane che ricreano la spettacolare scenografia del settecento. L' università di Parigi vi ha creato un ambiente di studio, al piano terra vi è ancora la vecchia biblioteca dei proprietari." Andrea e Oscar, insieme al Professore e a Madame Fournasier, giunsero alla tenuta di Jossigny nel tardo pomeriggio. Erano stanchi ed affaticati per il viaggio, ma euforici di trovarsi in quei luoghi. La professoressa Fournasier aveva prenotato per loro una grande stanza in quella che un tempo fu l'ala del palazzo riservata agli ospiti. La parte nord conservava ancora intatti gli arredi e le tappezzerie originali nelle camere padronali che, adesso venivano occupate da coppie per la notte nuziale. Andrea e Oscar dopo essersi riposati e sistemati, scesero nel grande salone al pianterreno. Attraversarono uno scalone in marmo, ammirando estasiati i soffitti dipinti e i luccicanti lampadari che troneggiavano maestosi sul soffitto. "Andrea, guarda che meraviglia?!" disse Oscar ammirata "Anch'io non riesco a credere ai miei occhi per tutta questa magnificenza...adesso però sono curioso di vedere la biblioteca. Il mio fiuto di archivista mi dice che troveremo qualcosa." rispose Andrea La biblioteca, era un grande locale diviso in due ampie sale di lettura, era frequentata da studiosi di varie discipline, in quanto gli scaffali vantavano libri e volumi di inestimabile valore che spaziavano in varie materie. L' interesse non era solo rivolto alle carte e ai volumi che spadroneggiavano quegl'immensi scaffali alti fin quasi al soffitto ma anche alle pareti, dove in bellavista spiccavano ritratti ed arazzi che ritraevano membri della famiglia De Jarjayes. Seppero da Madame Fournasier che, alcuni di quei quadri e arazzi un tempo decoravano le camere e i salottini privati dei proprietari. Un quadro in particolare destò l'attenzione e la curiosità di Andrea e Oscar, un dipinto proprio a ridosso dell'entrata che, ancora nella cornice originale, ritraeva un giovane ufficiale biondo, dai fini lineamenti in una posa austera e con indosso un'uniforme bianca dove si notavano i gradi militari. "Guarda Oscar, mi sbaglio o le assomigli? È un giovanissimo ufficiale, direi che sembrate fratello e sorella." "Infatti mi sembrava familiare il suo viso quanto l'ho vista alla stazione! Quest'ufficiale che vedete raffigurato nel quadro era Oscar François De Jarjayes, al tempo di questo ritratto, ricopriva la carica di Capitano delle Guardie Reali al servizio di Luigi XV che mise a protezione di Sua Altezza Reale, l'allora Delfina Maria Antonietta d'Austria, consorte del futuro Luigi XVI. La storia di questo ufficiale racconta che fosse la sesta figlia femmina del Generale Jarjayes che, non avendo avuto la benedizione di avere un figlio maschio a cui tramandare il suo ruolo nelle file delle Guardie Reali, decise alla nascita di questa figlia di educarla come un ragazzo." "Quindi era una ragazza?" chiese incuriosita Oscar "Oscar, oltre ad assomigliare hai anche lo stesso nome...ci hai fatto caso?" disse stupito Andrea "Lei si chiama Oscar, signora Grandieri?" "Effettivamente il mio nome per esteso è Francesca Oscar Giorgini e anch'io sono la sesta figlia femmina. I miei genitori mi hanno sempre detto che mi hanno apposto il nome Oscar per un desiderio di mio padre di poter avere qualcuno con un nome maschile visto che non hanno avuto figli maschi." "Che strana coincidenza. Suo padre è al corrente delle origini della sua famiglia signora Grandieri?" "Per favore mi chiami Oscar. Gli abbiamo chiesto io e mio marito se sapeva qualcosa a riguardo dopo aver scoperto dell'origine del nostro cognome, ma ricorda vagamente di un conte francese dai racconti di suo nonno e di suo padre quando era ancora un bambino." "Va bene Oscar, anche voi però chiamatemi Yvette. Quindi dobbiamo dedurre che vista la tua somiglianza con il Capitano delle Guardie Reali e l'esule rifugiatosi in Italia è chiaro che sei una sua discendente." "Oh mio Dio, non posso crederci! Yvette, suppongo tu conosca la storia di questa famiglia e del Capitano De Jarjayes, voglio sapere tutto di lei." "Direi di sì! Va bene, vi racconterò tutto stasera a cena." "Grazie Yvette, te ne siamo grati, davvero." disse Andrea stringendo a sé Oscar che era ancora visibilmente frastornata da quello che era appena venuto fuori e al solo guardare un quadro...chissà cos'altro avrebbero scoperto. Come promesso la sera a cena, la Professoressa Fournasier raccontò per filo e per segno tutta la storia dell'erede del Casato dei De Jarjayes, anche della decisione ad un certo punto della sua vita, di lasciare il comando della Guardia Reale, dopo anni di onorato servizio a difesa dei Sovrani, prendendo il grado Comandante della Guardia Metropolitana, seguita dal suo ex attendente divenuto a sua volta uno dei suoi soldati, infine fece una riflessione. "Da qualche ora, sto pensando ad un'altra coincidenza che vi riguarda. L'attendente di Oscar François De Jarjayes, da alcune testimonianze, prima della loro morte si erano uniti anche sentimentalmente, però non ho niente in mano che possa confermarlo. Si racconta che il Generale De Jarjayes aveva un taccuino dove annotava tutto ciò che riguardava la sua famiglia, ma è andato perso. Non ci sono documenti ufficiali che parlano di quest'uomo, si sa che si chiamava Andrè Grandier. Morì il giorno prima del Comandante Jarjayes, che partecipò attivamente alla presa della Bastiglia rinunciando al suo grado e titolo nobiliare per abbracciare la causa popolare, comandando i soldati che le erano rimasti fedeli all'attacco della fortezza e dove trovò la morte raggiungendo così il suo compagno...e qui che sorge la mia riflessione vista l'assonanza con il tuo nome Andrea Grandieri. Non so perché ma ho la sensazione che tu sia un discendente del compagno del Comandante Jarjayes." "Come dici? Io discendente dell'attendente e compagno del Comandante Jarjayes?" ora quello frastornato era Andrea. "Yvette, sei sicura di ciò che affermi? Ci stai dicendo che a distanza di quasi due secoli dalla presa della Bastiglia io e Oscar siamo discendenti di Oscar François De Jarjayes e di André Grandier e che siamo una coppia come lo erano stati loro?" chiese ancora più incredulo Andrea "No, questo è pazzesco!" ribatté Oscar ancora più incredula del marito. "Non sono sicurissima, ma pensateci bene. Potrebbe essere che anche qualche parente di André Grandier, vista la situazione precaria della Francia, sia fuggito magari per via della mancanza di lavoro e cibo in quel periodo. Ripeto, non ne sono certa, ma ho questa sensazione e raramente mi sbaglio su quello che sento. Proverò a cercare qualcosa che confermi questa mia teoria...ora voglio andare fino in fondo. Certo che se si trovasse il taccuino del Generale De Jarjayes o qualche documento che avallasse il tutto, sarebbe magnifico." "Più ci pensiamo e più ci sembra assurdo" continuavano increduli Andrea e Oscar. Anche il professore a sentire la teoria di Yvette le diede ragione "Non è poi così assurdo a pensarci bene." "Non sto dicendo che sia assurdo che un parente di André Grandier sia stato un'esule in Italia, la cosa assurda è che io e Oscar ci siamo innamorati e formiamo una coppia proprio come loro." chiarì Andrea "Quando tornate in Italia cercate l'origine del cognome Grandieri, una volta saputo la sua origine dissiperemo i dubbi." suggerì Yvette "Lo faremo stanne certa. Ora vogliamo scoprire tutto anche noi." Trascorsi i giorni seguenti in alcune biblioteche e in qualche archivio, senza però trovare nulla su André Grandier. Il professor Grassi Mariani, Andrea e Oscar dovettero fare ritorno in Italia. Prima di partire i quattro studiosi si promisero che se avessero trovato qualcosa di concreto ne avrebbero subito informati il resto del gruppo, anche se non sarebbe stato facile e sicuramente senza informazioni certe da cui partire, non si sarebbero trovati in tempi brevi. La prima cosa da fare, Andrea doveva chiedere alla sua famiglia se avevano notizie dell'origine del cognome e cercare in qualche archivio la registrazione degli esuli arrivati in Italia dalla Francia nel periodo rivoluzionario. Era ora di mettersi al lavoro e scoprire qualcosa di piu'.

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Capitolo 3
*** 3 SEQUENZA AUTUNNO ***


LE STAGIONI DEL CUORE TERZA SEQUENZA L'AUTUNNO Firenze, Ottobre 1986 Tornati in Italia dalla vacanza in Alta Savoia, come si erano promessi di fare Andrea e Oscar, informarono il Professor Grassi Mariani e la professoressa Yvette Fournasier del ritrovamento dei due preziosi diari appartenuti, uno al Generale Jarjayes e l'altro ad André Grandier, ora l'unica cosa da fare era cercare di capire chi dei parenti di André Grandier fosse arrivato nel Granducato di Toscana. Chi poteva essere, sapendo che André era figlio unico rimasto presto orfano di entrambi i genitori? Erano già trascorsi un paio di mesi da quando erano rientrati dalla loro vacanza a Jarjayes, Andrea e Oscar oltre al loro lavoro in collaborazione con il professor Grassi Mariani, avevano iniziato a fare le loro ricerche per scoprire qualcosa di più sugli antenati di Andrea. L'aria frizzantina d'autunno entrava dalla finestra socchiusa dello studio, Andrea come sempre, era a lavoro chino sui suoi amati libri e come se quell'aria lo avesse risvegliato da un torpore da cui non riusciva a venire fuori gli balenò un'idea. Per prima cosa per conoscere le origini del suo cognome e ricostruire la genealogia della sua famiglia, doveva cercare tra i registri parrocchiali di San Jacopo Sopr'Arno, la chiesa del suo quartiere dove era stato battezzato e dove i suoi genitori si erano sposati ed avevano sempre vissuto. I libri mastri, solitamente contenevano informazioni importanti, soprattutto per coloro che volevano reperire notizie sulle lontane parentele. Andrea, sedutosi ad un piccolo leggio, cominciò a sfogliare alcuni di quei pesanti e polverosi volumi, cercando di porre attenzione soprattutto alle date di nozze. A metà di uno dei testi, era chiaramente citato e menzionato un Giovanni Grandieri, nativo di Livorno del fu Marcello, che era convolato a nozze nell'ultima decade del XIX secolo con una giovane fiorentina. "Quindi, i miei antenati sarebbero originari di Livorno?" si chiese Ma questo Giovanni Grandieri faceva parte del ramo parentale di André Grandier? Bisognava scoprirlo. A quel punto si attivò immediatamente per ottenere la concessione di poter consultare l'archivio diocesano di Livorno, l'unico ancora accessibile, nel quale erano confluiti i fondi dell'antico archivio granducale. Ottenuti tutti i permessi, Andrea insieme ad Oscar si recò a Livorno. Sparse su un tavolo di una sala dell'archivio, dove giacevano carte nautiche mescolate ad un mucchio di pergamene, Andrea tentò di trovare qualcosa che lo facesse risalire a qualche esule ma, fino a quel momento non era riuscito a rinvenire niente riguardo ai Grandieri che avevano abitato in quella città. Oscar in ginocchio davanti ad uno degli armadi che contenevano plichi e altre carte, per caso notò un libro incastrato tra i piedi di quell'armadio e quelli di uno scaffale, quindi lo estrasse con la dovuta cautela. Una volta sistemato su una delle scrivanie, capì che si trattava di un testo particolare contenente i vari nomi di esuli francesi che, giunti nel territorio del granducato toscano era stato concesso loro, previo documento con sigillo ufficiale, il cambio del cognome. Tra questi nelle prime pagine spiccava il nome di Marcel Grandier, le cui generalità vennero italianizzate in Marcello Grandieri diceva nato a Denain in Normandia...ecco finalmente una pista. Tornati a Firenze con quelle preziose informazioni comunicarono sia alla Fournasier che a Grassi Mariani quello che avevano scoperto. Yvette Fournasier dal canto suo si mise subito all'opera cercando di organizzare il suo lavoro e partire il prima possibile per Denain, assicurando che avrebbe immediatamente dato notizie appena avesse scoperto qualcosa d'interessante. Arrivata a Denain si recò nella parrocchia di Saint Martin dove trovò l'atto di battesimo di André "A dì 27 agosto 1754 nella chiesa di Saint Martin a Denain, André Grandier, figlio di Maurice Grandier e di Elenoire Montblanc, battezzato alla presenza del padrino Marcel Grandier" Quindi c'erano parenti di André in quel piccolo villaggio. Chi era? Chiedendo varie informazioni, la professoressa Fournasier scoprì che per sfuggire ai saccheggi, agli assalti e alla distruzione nel periodo del Terrore, nella stessa parrocchia vi erano custoditi alcuni vecchi libri anagrafici risalenti a secoli prima. Si mise subito alla ricerca di qualcuno che si sperava fosse legato ad André Grandier. Dopo giorni di ricerche tra quei libri polverosi, partendo proprio dal padrino di battesimo trovò i possibili parenti. Marcel Grandier era un cugino di Maurice, il padre di André, che nel periodo del Terrore con tutta la famiglia si era spostato a Sud della Francia verso la zona provenzale. Era una buona base da cui partire per vedere se quel ramo della famiglia si era spostato ulteriormente. Con queste ulteriori informazioni mise al corrente il resto del gruppo. Andrea e Oscar erano impossibilitati a muoversi da Firenze, per via di alcune ricerche urgenti per conto dell'Università, quindi decise di proseguire da sola le ricerche e vedere dove l'avrebbero portata e poi decidere insieme agli altri il da farsi. Arrivata nel paesino provenzale dove si era recata la famiglia Grandier, la Fournasier si mise alla ricerca, sempre negli archivi custoditi dalla curia, di utili informazioni. Dopo giorni china sui grossi volumi dell'archivio finalmente un' indizio...un cambio di residenza di uno dei figli di Jean Grandier, Marcel, a Marsiglia. La Fournasier non era mai stata in quella parte della Francia quindi dopo essersi sistemata in un locanda s'incamminò nei vicoli pittoreschi del borgo dei pescatori fatto di case colorate tipicamente marinare. Era facile innamorarsi di un posto del genere per la gente di città. Lo scorrere cadenzato del tempo per la gente del borgo fatto di gesti semplici affascinava chi arrivava in quei luoghi per la prima volta. Lo stesso fu per la Fournasier che non si accorse di essere arrivata ai confini del borgo dove sorgevano i cantieri e i ricoveri per le barche. L'aria salmastra, i colori del mare e del cielo che volgeva al tramonto lasciò senza fiato Yvette tanto da rimanerne incantata come davanti ad un quadro, stupita da come madre natura riusciva magistralmente a mischiare senza sforzo alcuno quella tavolozza di colori e farle godere tanta bellezza. Pensò che fare quelle ricerche per Andrea oltre che interessante e stimolante le aveva anche dato la possibilità di poter vedere un posto incantevole e chissà dove l'avrebbero ancora portata. Giorni dopo il suo arrivo a Marsiglia Yvette in uno dei libri trovò qualcosa che riguardava Marcel, un atto di matrimonio che la stessa Fournasier reperi tra le acquisizioni dal fondo della vecchia chiesa di Saint Laurent, demolita con le soppressioni napoleoniche, con finalmente ciò che stava cercando risalente verso la fine del '700 a Marcel Grandier e Genevieve Turgot. Il documento fornì non solo il nome dei due sposi, anche il luogo della loro residenza, situata nella parte più vicina al molo. Le informazioni su Marcel e la sua sposa si arrestavano a questo punto, quindi era necessario capire per la Fournasier come i Grandier si erano spinti oltreconfine, raggiungendo il suolo italiano. Dopo aver tentato varie strade per la sua ricerca, concentrò la sua attenzione su un particolare che seppure scontato poteva condurre sulla pista giusta, un'intuizione che forse poteva essere esatta, Marcel poteva aver intrapreso la professione di pescatore, trovandosi a vivere in quella località costiera? Forse aveva lasciato anche Marsiglia per mancanza di lavoro e aveva deciso di spingersi oltreconfine toccando varie località del ducato di Savoia che si affacciavano sul mare? Quindi era necessario compiere un accurato sopralluogo in quei territori italiani che allora appartenevano al regno sabaudo? Si mise all'opera, sapeva benissimo che i Savoia erano sempre stati ostili a dare asilo a coloro che esuli lasciavano la Francia. Contattò il collega Grassi Mariani, messo al corrente di ciò che pensava gli dette appuntamento per incontrarsi a Genova, e proseguire insieme le ricerche. Genova, era ancora nel tardo XVIII secolo un importante sbocco marittimo, inglobato tra i confini sabaudi, la città portuale era nota per un quartiere che ospitava esuli di varie nazionalità. Marcel e sua moglie risultavano citati in una lista apposita di coloro che chiedevano ospitalità, conservata tra i registri del porto e i loro nomi apparivano cifrati in inchiostro rosso, a significare non solo la loro provenienza francese ma anche che non erano desiderati come abitanti in quelle terre. Lo spostamento a Livorno di Marcel Grandier, denotarono i due studiosi avvenne via mare in quanto una volta che gli esuli francesi approdavano in città un decreto granducale gli conferiva ospitalità e la possibilità quindi di poter avere una nuova esistenza e pertanto ottenere il cambiamento di nazionalità. Trovate queste preziose informazioni i due studiosi, sotto invito di Andrea e Oscar, si recarono a Firenze per discuterne tutti insieme i risultati delle loro scoperte. La Fournasier, con gli appunti delle ricerche alla mano espose agli increduli Oscar e Andrea ciò che aveva scoperto avvalendosi della preziosa collaborazione del collega Grassi Mariani. "Andrea, come ti avevo detto fin dall'inizio, ed il mio intuito non aveva sbagliato, tu discendi da un lontano parente di André Grandier, che allontanandosi da Parigi nel periodo del Terrore, aveva raggiunto prima l'Alta Provenza." In breve raccontò chi era la persona parente di André, Marcel Grandier, figlio di un cugino del padre Maurice, dei suoi vari spostamenti, del matrimonio contratto a Marsiglia e con la sposa finalmente arrivato via mare nel Granducato di Toscana con la conseguente fine del suo peregrinare essendo ben accolto, beneficiando dei privilegi a loro concessi e potendo così vivere una vita tranquilla. Andrea era sbalordito da tutte le informazioni che Yvette aveva trovato "Quindi, il Marcello Grandieri che si trova menzionato nei registri livornesi è proprio legato a vincoli parentali con André Grandier?" chiese Andrea, la Fournasier annuì confermando. Anche Oscar era sconvolta, il fato aveva riunito dopo quasi due secoli i due innamorati.

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Capitolo 4
*** 4 Sequenza Inverno ***


Buonasera gruppo. In occasione del compleanno della nostra Oscar io e Musa Urania vi proponiamo la quarta e ultima Sequenza delle Stagioni del Cuore. Vi auguriamo buona lettura e ancora una volta un Buon e Sereno Natale. Vi ringraziamo per la vostra dedizione nel seguirci e vi aspettiamo per i prossimi progetti. LE STAGIONI DEL CUORE QUARTA ED ULTIMA SEQUENZA L'INVERNO Firenze, inizio anno 1989 Andrea, chiuso nel suo studio chino su dei vecchi manoscritti, che il professor Grassi Mariani gli aveva fatto recapitare per una consulenza, stava pensando che era tempo per lui e Oscar di un periodo di riposo soprattutto perchè non si erano più concessi nemmeno un breve fine settimana neanche nei dintorni...Oscar ne avrebbe avuto bisogno e a pensarci bene anche lui. Era stato un periodo stupendo, ma anche estenuante, sia a livello lavorativo che familiare in quanto la loro vita era stata arricchita dalla nascita di un'altra bambina, Beatrice. Da quando la piccolina era venuta al mondo, quasi un anno prima, Oscar non era quasi più riuscita ad andare allo studio, quel poco lavoro che riusciva a fare, per motivi di comodità, lo svolgeva a casa. Stavolta aveva in mente una vacanza solo per loro due, un periodo che sarebbe servito a rilassarsi completamente. Avrebbe dovuto parlare con i suoceri e con i suoi genitori per gestire le bambine e per poter organizzare le cose a modo, poi parlarne con Oscar, non sarebbe stato facile convincerla ad allontanarsi dalle figlie, ma voleva che entrambi si allontanassero per qualche giorno e se avesse organizzato tutto, Oscar non avrebbe detto di no. Adesso c'era solo da identificare il posto in cui andare 《Certo perché no》, pensò 《Parigi!》 Quell'anno ricorrevano i 200 anni della Presa della Bastiglia e sarebbe stato magnifico partecipare ai festeggiamenti per quell'occasione così importante e poi chissà, rifare una capatina a Jarjayes dove erano stati anni prima. "Chissà che fine ha fatto l'antiquario? Mi aveva promesso che mi avrebbe chiamato se gli capitava sotto mano qualcosa che poteva interessarci." Dopo aver organizzato con i nonni, Andrea, propose ad Oscar l'idea di quel soggiorno parigino, inizialmente lei non era molto entusiasta, ma poi si lasciò convincere vedendo l'entusiamo di Andrea e anche l'accurato programma che prevedeva la visita ai monumenti più importanti della città. "Oscar, non preoccuparti per le piccole, i nonni saranno ben lieti di prendersene cura, visiteremo la capitale francese, toccando quei luoghi che hanno visto protagonisti Oscar e André. Puoi immaginarli insieme che percorrono le strade ed i viali dell'epoca." "Sai, Andrea certe volte li penso proprio mentre si ritrovano tra quelle vie ed ancor peggio mentre impotenti assistono ai primi ed inesorabili fermenti rivoluzionari." "Ho qui il programma accurato fin dalla nostra partenza. Alloggeremo in un hotel di Parigi, da lì non sarà difficile muoversi per partecipare alle varie manifestazioni indette per questa ricorrenza. Ci tratteremmo a Parigi, giusto il tempo delle celebrazioni, poi concluderemo il viaggio a Jarjayes...chissà se nel villaggio riusciremo a trovare altre informazioni su Oscar e André." In capo a qualche giorno, Andrea e Oscar, erano pronti per la partenza, si sarebbero imbarcati all'aeroporto di Pisa, destinazione quello parigino Charles de Gaulle, da lì avrebbero noleggiato un mezzo per tutta la permanenza nella capitale. Jarjayes la tappa finale sarebbe stata raggiunta in treno, essendo molto lontano da Parigi. Il soggiorno trascorse velocemente tra manifestazioni, parate e visite guidate e un'altra capatina alla Reggia di Versailles e a Palazzo Jarjayes in compagnia della Fournasier che fu ben felice di fare loro da cicerone. Andrea e Oscar arrivarono a Jarjayes all'imbrunire, il villaggio montano era rimasto immutato dall'ultima volta che vi erano stati. Dalle finestre del loro appartamento potevano scorgere la piazza principale e la chiesa, a lato sotto i portici la piccola bottega dell'antiquario. Il giorno dopo il loro arrivo uscirono di buon mattino per godersi la frescura d'inizio giornata, le temperature in quel periodo potevano essere roventi quindi perché non approfittarne quando ancora il piccolo borgo era pressoché vuoto e sonnacchioso. Dopo un breve giro tra le viuzze del centro ancora poco frequentate, decisero di far visita alla bottega dell'antiquario, chissà magari aveva altro materiale per loro. "Bonjour Jean-Luc, si ricorda di noi? Siamo venuti qui da lei qualche anno fa." "Bonjour a voi Madame e Mousier Grandieri, come potrei dimenticarmi di voi, vi trovo bene. Lei Madame è sempre più bella, come sta la vostra piccolina? Adesso è grandicella." "Be' sì è cresciuta e ha una sorellina di quasi un anno e mezzo." "Congratulazioni ragazzi. Cosa vi porta da queste parti? Un'altra vacanza?" Andrea raccontò all'antiquario che avevano approfittato di qualche giorno di vacanza in occasione dei festeggiamenti per i 200 anni dell'inizio della Rivoluzione Francese e che ci tenevano tanto a passare da lui intanto per sapere come stava e poi per vedere se aveva novità riguardo ai Jarjayes. "Il proprietario sta ristrutturando la parte alta del Castello ne vorrebbe fare una struttura ricettiva di alto livello. Mi ha promesso che se dovesse trovare altre cose, soprattutto in soffitta, m'informerà e se ci sarà qualcosa d'interessante per voi sarà mia cura contattarvi." "Vi ringrazio molto Jean-Luc. Ci ha fatto molto piacere rivedervi." "Il piacere è stato mio ragazzi. Vi auguro una buona permanenza e spero tanto di rivedervi e aiutarvi ancora nelle vostre ricerche." Dopo aver salutato l'antiquario Andrea e Oscar continuarono la loro vacanza all'insegna delle passeggiate nella zona boschiva dei dintorni in totale relax. Il prolungato suono del telefono irruppe nello studio di Andrea, in un tardo pomeriggio di fine novembre, proprio nel momento in cui stava chiudendo lo studio per dirigersi a casa. La sorpresa fu grande nel sentire all'altro capo del telefono la voce di Jean-Luc che teneva ad informare Andrea, come avevano convenuto qualche mese prima in occasione della loro piccola vacanza, di aver reperito qualcosa di importante inerente la famiglia Jarjayes. Il nuovo proprietario, era più interessato alla posizione del Castello piuttosto che alle antichità in esso custodite, per questo motivo si liberava di tutto ciò che non era di suo interesse. Durante i lavori nel solaio, si era imbattuto in alcuni polverosi bauli che contenevano altri reperti. Tra questi il più degno di nota era una tela ripiegata rappresentante una figura di donna a cavallo dai bellissimi capelli biondi, sembrava simboleggiare Marte, il Dio della guerra. Jean-Luc diede anche una sua personale impressione e cioè che quella donna sembrava in tutto e per tutto sua moglie. Andrea rimase senza parole a quell'informazione...si era ricordato del quadro a Palazzo Jarjayes a Jossigny quando si erano recati con il professor Grassi Mariani qualche anno addietro. "Jean-Luc avrei da chiederti un favore." "Dimmi pure Andrea." "A Natale è il compleanno di mia moglie e visto il ritrovamento stavo pensando di fargliene dono, appena organizzo per la spedizione ti chiamo io, non vorrei che involontariamente venisse a saperlo." "Va bene, stai tranquillo, attendo una tua chiamata." "Grazie ancora Jean-Luc, te ne sarò grato a vita. Non dimenticheremo mai quanto sei stato prezioso per le nostre ricerche." "Credimi Andrea, sono stato felicissimo di esserevi stato utile e di aver incontrato due bellissime persone come voi. Ci sentiamo presto." "A presto Jean-Luc, grazie ancora." Andrea non stava più nella pelle, era emozionato come un bambino, ora doveva pensare a come poter far arrivare la tela. Poteva andare personalmente lui con la scusa di dover andare ad esaminare per conto di Grassi Mariani dei manoscritti a Torino e recarsi invece a Jarjayes...doveva avvisarlo e chiedergli di coprirlo informandolo di questa missione proprio davanti ad Oscar per evitare di sospettare qualcosa...sì, era l'unica soluzione possibile. Un paio di giorni dopo il professor Grassi Mariani andò allo studio per avere un resoconto sui manoscritti che aveva chiesto ad Andrea che lo informò della telefonata ricevuta dall'antiquario di Jarjayes e della tela. Gli spiegò il suo piano ma il professore ebbe un'altra idea...chiedere alla Fournasier, aveva chiesto se poteva trascorrere a Firenze le festività natalizie...quale occasione migliore. La chiamarono subito per chiederle se era disposta a passare da Jarjayes prendere lei la tela e portarla a Firenze. Ormai coinvolta in quella che era la storia di Andrea e Oscar con i loro antenati, si mise a disposizione senza batter ciglio. Andrea era al settimo cielo, sarebbe stato un bellissimo regalo di compleanno per la sua amata Oscar. Necessitava una cornice, quindi chiamò Jean-Luc per informarlo che sarebbe passata la professoressa Fournasier a ritirare la tela e anche per farsi dare le misure, avrebbe realizzato lui la cornice con l'aiuto prezioso di suo padre...un regalo speciale per una donna speciale. I giorni per Andrea trascorrevano tra il lavoro allo studio e il laboratorio di falegnameria del padre, per realizzare la cornice che avrebbe contenuto la tela che di lì a pochi giorni sarebbe arrivata con la Fournasier. Una sera rientrando Andrea trovò seduta davanti al camino del salottino Oscar che sentendo aprire la porta gli andò incontro. "Andrea..." lo chiamò "Ciao amore mio" "Sei rientrato nuovamente tardi e le bambine sono già a letto da un pezzo. Carlotta non fa che chiedere di te. Non ceni quasi più con noi ormai da giorni, posso sapere che succede? Ci sono problemi con il lavoro? Perché se è così porto le bambine dai miei e vengo a darti una mano allo studio." "No Oscar tranquilla, e che...dopo il lavoro sto andando alla falegnameria di mio padre per realizzare delle statuine da regalare alle bambine per Natale, tutto qui. Domani chiederò a mio padre di farli lui così tornerò a cena per stare un po' con loro, anche se probabilmente farò tardi qualche altra sera." "Dirò a Carlotta che stai aiutando il nonno nel suo lavoro, vedrai che capirà." "Oh tesoro, scusami se non te ne ho parlato ma mi è passato di mente. Volevo dirtelo stamattina a colazione ma ero in ritardo." Si avvicinò a lei abbracciandola e affondando il viso tra i suoi capelli per poi catturarle la bocca in un bacio passionale. Mancava poco più di una settimana al Natale e al compleanno di Oscar quando la Fournasier insieme al professore si palesarono nel suo ufficio "Yvette, che bello rivederti, com'è andato il viaggio?" "È bellissimo rivederti anche per me, il viaggio è andato benissimo grazie. Ma dov'è Oscar?" "Viene poco qui allo studio, la maggior parte del lavoro lo svolge da casa da quando è arrivata Beatrice." "Non vedo l'ora di conoscere le vostre bambine, me ne avete parlato così tanto l'estate scorsa che ora sono curiosa." "Le vedrai Yvette, sarà una sorpresa anche per Oscar. Non le ho detto nulla del tuo arrivo." "A proposito di sorpresa...non sei curioso di vedere la tela?" "Certo che sì. Tu cosa mi dici? Com'è?" "Non l'ho vista ad essere sincera. Volevo che fossi tu il primo a vederla." "Va bene la scopriremo insieme allora." Gli porse il cilindro dov'era custodita la tela e con molta cautela lo sfilò dalla custodia e l'aprì. Srotolandola iniziò ad intravedere quello che per 2 secoli era impresso su quel rettangolo di stoffa. Andrea rimase senza fiato...c'era Oscar, la sua Oscar dipinta su quella tela. Aveva già visto un quadro dell'antenata di sua moglie ma lì era in tutto e per tutto lei. Raffigurata in sella ad un cavallo bianco che brandendo una spada era pronta per la battaglia. Un'immagine stupenda, i colori anche se erano trascorsi secoli un po' impolverati erano abbastanza vividi. Quello che colpì Andrea fu il colore degli occhi. Anche la professoressa Fournasier e il professor Grassi Mariani rimasero attoniti quando videro l'immagine raffigurata, rievocava ancora lo splendore della donna guerriera dipinta, il tempo non ne aveva intaccato i lineamenti, la meraviglia fu la stessa di Andrea quella di vedere come fosse realmente di fronte a loro, non impressa l'immagine della donna militare del '700 Oscar François de Jarjayes ma, Francesca Oscar Giorgini. Ora mancava solo una cosa per completare il regalo per la sua adorata sposa, la cornice, che con un meticoloso lavoro aveva realizzato...sarebbe stato un bellissimo regalo, creando ancora quel legame viscerale che legava la loro esistenza a quei gloriosi avi da cui discendevano. Trascorsero quei pochi giorni di attesa e finalmente giunse la sera della vigilia di Natale. Consumata la cena nella loro casa insieme a tutta la famiglia e ai loro ospiti, dopo aver messo a letto le piccole, Andrea prese Oscar per mano e la condusse nell'ampio salone, accese la luce e lì, in bellavista sopra il caminetto figurava il bellissimo dipinto. Aveva chiesto al padre di portarlo in casa nel frattempo che loro erano di sopra in camera delle bambine. Oscar spalancò gli occhi rimanendo senza parole "Oh mio Dio!" esclamò "E questo?" "Ti piace? È il mio regalo di compleanno per te...auguri amore mio." "Mi chiedi se mi piace? È a dir poco stupendo. Ma...non posso essere io quella! Come hai fatto a farmi fare un quadro e a cavallo poi." Andrea scoppiò in una fragorosa risata "Perché ridi, ti prendi gioco di me?" "Amore mio, quella nel quadro è la tua antenata Oscar François De Jarjayes raffigurante Marte, il dio della guerra." "Cosa? E come hai fatto a reperirlo?" "Jean-Luc mi aveva avvertito di questa scoperta ed io non ho fatto altro che comprarla per fartene dono. È stata Yvette a portarla a Firenze visto che veniva qui per trascorrere questi giorni di festa, si è gentilmente offerta di passare da Jarjayes a ritirare la tela, mancava la cornice che ho realizzato io con l'aiuto di mio padre." "Allora le statuine per le bambine erano una scusa! Era per questo che restavi fuori fino a tarda sera." Andrea annuì Oscar si commosse al regalo che Andrea le aveva fatto e alla vista di quella donna guerriera che impavida aveva lottato da fiera guerriera. Era felice che il suo ricordo adesso rivivesse in casa sua. Avrebbe raccontato un giorno alle sue bambine la storia della sua antenata e dell'amore della sua vita che stava vivendo in lei con il suo Andrea nella totale pienezza che loro non avevano avuto modo di vivere. Si strinse in un abbraccio ad Andrea perdendosi in quegli occhi che la guardavano con infinito amore, lo baciò dolcemente ringraziandolo per quel dolcissimo e prezioso dono. "Ti ringrazio, è stata una bellissima sorpresa...grazie amore mio." "Farei di tutto per te, lo sai. Ti amo Oscar François De Jarjayes." "Ti amo anch'io, da morire André Grandier." FINE.

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