Un nuovo aspetto dell'amore

di Shadow Doom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una promessa da mantenere ***
Capitolo 2: *** Un incarico come un altro (?) ***
Capitolo 3: *** Incontro ***
Capitolo 4: *** Similitudini e differenze ***
Capitolo 5: *** Conoscersi ***
Capitolo 6: *** Un'anima che brucia ***
Capitolo 7: *** La tentazione del male ***
Capitolo 8: *** Volontà ferrea ***
Capitolo 9: *** Un saluto che sa di addio ***
Capitolo 10: *** Dolore e rabbia ***
Capitolo 11: *** Amore ***



Capitolo 1
*** Una promessa da mantenere ***


Una promessa da mantenere

 

Nei pressi della celebre foresta del Rinascita, chiamata così poiché fu il luogo da cui il pianeta iniziò a rivivere, una vecchia Ford T avanzava piuttosto lentamente e non per motivi meccanici. Era più come se il conducente e la passeggera stessero cercando qualcosa o qualcuno.

 

Al suo interno Evergarden era intenta ad osservare l'ambiente circostante, completamente persa nella meravigliosa vegetazione che la circondava. Quel verde così intenso e pieno vita, molto simile al colore della sua preziosissima spilla, era intervallato da un giallo intenso conferito da alcuni fiori simili a gigli.

Furono proprio questi a portare la sua attenzione sulla lettera che teneva sul grembo. La sua carta era appunto decorata con uno quei stupenti boccioli.

 

“ Mi stupisce che tu mi abbia chiamato Violet” esordì Benedict mentre cambiava marcia, “ Perché?” “ Ti sei presa una pausa dal tuo lavoro, no?” “ E' così” “ Allora per quale ragione siamo qui a consegnare una lettera?” “ Devo mantenere una promessa fatta tempo fa” rispose la ragazza stringendo leggermente il tessuto della sua gonna.

Si trattava di un gesto che tutti i suoi amici avevano imparato a conoscere, il quale indicava un malessere nell'animo della bravissima bambola.

 

Intuendo proprio da ciò l'importanza del compito, il giovane stava per chiedere delle delucidazioni tuttavia proprio in quel momento si udì chiaramente un forte frastuono poco in lontananza.

Sarebbe stato un suono difficile da identificare per tutti, ma non per la bionda la quale, avendolo già sentito qualche anno prima, lo riconobbe subito.

 

“ E' lì” affermò decisa la fanciulla, “ Chi?” “ Il destinatario della lettera” “ Come fai a saperlo?” “ Ho riconosciuto il rumore, è inconfondibile” “ Quindi dobbiamo davvero andare in sua direzione!?” “ Sì ed in fretta oppure il suo animo brucerà fino a dissolversi”.

Blue, vedendo pura determinazione negli occhi zaffiro della collega, spinse il pedale del gas senza ulteriori indugi.

 

In breve il duo raggiunse un'area pesantemente danneggiata. A giudicare dai segni sul terreno e su ciò che rimaneva degli alberi era stato usato un oggetto molto pesante ed affilato, forse uno spadone.

 

“ Bene, tu resta qui mentre vado” “ Cosa!? Non se ne parla, non posso mandarti da sola” “ Sai benissimo che posso cavarmela perfettamente ed in più se ti vedesse non mi darebbe retta” “ Ma se Hodgins lo venisse a sapere perderei sicuramente il posto da vice direttore” “ Me ne assumo la piena responsabilità” “ Sei davvero testarda...E va bene, però se dovessi ritardare verrò a prenderti” “ D'accordo”.

 

Accordatasi con l'amico, Violet iniziò a muoversi verso la sorgente del caos con in mano l'immancabile valigia adornata dal bel para sole azzurro.

 

Grazie alle sue abilità atletiche non ebbe problemi a destreggiarsi tra pezzi di roccia, arbusti spezzati e persino qualche burrone. Tale scenario però la colpì emotivamente soprattutto perché conosceva fino troppo bene quel lancinante dolore che il suo cliente stava provando.

Preoccupata per l'incolumità di quest'ultimo corse da lui. Se fosse arrivata troppo tardi avrebbe infranto la sua promessa e non lo voleva assolutamente.

 

Così nel giro di nemmeno cinque minuti si ritrovò davanti un giovane uomo dai capelli biondi come i suoi, i quali erano in netto contrasto rispetto alla sporca veste nera che indossava. A dire il vero tutto in lui, persino il volto, era ricoperto di terra e sangue fatta eccezione per un fiocco rosa legato al braccio. Questo era stranamente intonso, né un granello né una piega come se fosse stato appena scartato.

 

Come non le capitava spesso la scrittrice esitò nel presentarsi a causa degli occhi blu, iniettati venature verdi smeraldo, del giovane che trasmettevano una rabbia cieca o per lo meno ad una vista inesperta. Ciò perché nelle loro profondità si celava tanta tristezza e rimpianto.

 

“ Non è posto per le ragazzine, vattene” esordì con tono aspro Cloud appena prima di sfondare qualche altro masso con il suo enorme spadone estremamente smussato e scheggiato, “ Non posso signore. Non so se si ricorda di me, io sono” “ Violet, lo so” “ Bene signore” “ Non ho ordinato nessuna bambola di scrittura, perciò sparisci” “ Non posso signore, sono qui per consegnarle una lettera” “ Non” “ E' da parte della signorina Aerith” lo interruppe bruscamente con voce insolitamente carica di emozione.

 

Nel sentire quel nome Strife mosse rapidamente lo sguardo in sua direzione, notando subito una lettera con un marchio inconfondibile: il fiore giallo.

Il magnifico simbolo gli riportò alla mente un passato tanto dolce quanto carico di sofferenza che aveva inutilmente tentato di lasciarsi alle spalle.

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Capitolo 2
*** Un incarico come un altro (?) ***


Un incarico come un altro (?)

 

Cloud e Violet si conobbero un paio di anni prima quando una lettera, all'apparenza normale, venne commissionata alla più famosa scrittrice di Leida.

 

Quella giornata era iniziata normalmente. L'agenzia postale CH aveva aperto le proprie porte fin dalle prime luci dell'alba così da far fronte alle richiesta crescente dei loro servizi. La guerra aveva lasciato profonde ferite e non solo per coloro che vi avevano partecipato direttamente, ma anche a chi era rimasto a casa ad aspettare i proprio cari, attesa che spesso non era stata ripagata.

Proprio a causa di questi traumi poteva essere molto difficile comunicare liberamente le proprie emozioni, fortunatamente che le bombole di scrittura automatica svolgevano il preciso compito di superare suddette problematicità.

 

Ovviamente ciò aveva costretto tutti i dipendenti a lavorare molto sodo, comprese segretarie, postini e persino lo stesso Hodgins il quale però ultimamente aveva la testa impegnata altrove.

 

Nello specifico lo preoccupavano delle voci, giunte al suo orecchio da qualche amico dell'esercito, le quali sostenevano la comparsa di un essere dalle fattezze umane, ma dalla forza smisurata ritenuto responsabile dei recenti incidenti che avevano colpito sia il Leidenschaftlich che l'impero di Gardarik.

A dire il vero c'erano affermazioni ben più audaci: secondo alcuni la recente comparsa di creature mostruose e il progressivo appassimento della vegetazione era dovuto proprio a quest'uomo, la cui sola presenza avvelenava l'aria.

 

Personalmente Claudia non credeva ai rumors più audaci, ma gli inspiegabili disastri registrati negli ultimi tempi erano reali, se ne era assicurato di persona.

Qualcuno desiderava effettivamente far del male e forse causare un nuovo e sanguinoso conflitto sebbene non avesse la minima idea di chi fosse.

 

“ Abbiamo una nuova richiesta per...Hodgins ancora con quel giornale!? Guarda che fissarlo non cambierà nulla” affermò scherzosa Cattleya, appena entrata nell'ufficio centrale con in mano una raccomandata.

“ Ne sono consapevole, però questa storia del Leggendario Soldier non mi piace per niente...” “ Se devo essere sincera nemmeno a me, tuttavia non possiamo farci niente. Tanto vale soffermarci sul lato positivo” “ Quale sarebbe?” “ Che le due fazioni della guerra stanno collaborando sempre di più anche a causa di questo tizio da brividi” “ Avere un nemico comune può unire...”.

“ Speriamo solo che non ci distrugga tutti” rifletté sottovoce l'uomo, dimostrando un reale timore nei confronti della nuova minaccia.

 

Nonostante ciò riprese ben presto il tipico atteggiamento spensierato, riprendendo tranquillamente il discorso lasciato in sospeso dalla collega.

 

“ Allora, cosa mi hai portato Cattleya?” “ Un nuovo incarico” “ Una lettera?” “ Esatto” “ Visto che sei qui, immagino che la destinataria sia Violet” “ Corretto ancora una volta” rispose con un velo preoccupazione l'affascinante donna spingendo così il capo a chiederle incuriosito:

“ Cosa c'è che non va? Non dirmi che stai diventando gelosa della fama di Violet” “ Non dire sciocchezze Hodgins! Il punto è un altro” “ Cioè?” “ Il luogo dell'appuntamento con la cliente...” “ Su non farmi stare sulle spine, dimmelo” “ Le Lande di Fair” “ Caspita, quel luogo è da dove l'avvizzimento è iniziato. Inoltre si dice che sia pieno di belve feroci” “ Precisamente...So che Violet sarebbe disposta ad andarci, ma è troppo pericoloso” “ Tranquilla, non caccerò i miei dipendenti in guai del genere” “ Quindi la rifiutiamo?” “ Sì, penserò io stesso a scrivere una lettera di scuse” “ Per salvare la faccia potresti anche dare un piccolo rimborso” “ Buona idea”.

 

Proprio quando tutto sembrava risolto, Evergarden, chee aveva casualmente ascoltato la conversazione, entrò nella testa.

 

“ Violet, non dovresti essere”.

La frase di Claudia venne interrotta dalla bellissima fanciulla bionda con un secco: “ Accetto l'incarico” “ Quale incarico?” “ Quello che ha in mano Cattleya” “ Questo? No, non è quello che credi” “ Ho sentito di cosa stavate parlando, non provate ad ingannarmi”.

 

Capendo l'inutilità di procedere verso questa strada, l'uomo fu costretto ad essere sincero.

 

“ E va bene Violet...Ti hanno richiesto nelle Lande di Fair, ma è un luogo estremamente pericoloso” “ Sono stata addestrata a sopravvivere in contesti del genere” “ Non è questo il punto, non voglio metterti a rischio” “ E' una mia scelta” “ Violet” “ Ci andrò comunque anche senza il suo consenso Presidente come in passato". 

 

Hodgins fissò la giovanissima ragazza leggendo nel suo sguardo un'incrollabile convinzione. Avrebbe potuto fare o dire qualunque cosa, non le avrebbe fatto cambiare.

Di conseguenza per evitare che Violet si fosse fatta avanti alle sue spalle fu praticamente obbligato a cedere.

 

“ Hai vinto, come sempre...Puoi andare, ma sta attenta” “ Grazie Presidente”.

 

Sebbene non fosse per nulla entusiasta dell'idea Cattleya diede all'amica le pochissime informazioni a sua conoscenza.

Oltre al già noto luogo, le indicò il nome della mittente, una certa Aerith identificabile per un fiocco rosa tra i capelli, e il range temporale entro il quale doveva farsi viva, all'incirca una settimana da adesso; il che comportava partire al più presto.

 

Violet prese il compito come uno dei tanti, ignara del fatto che l'avrebbe cambiata per sempre.

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Capitolo 3
*** Incontro ***


Incontro

 

Violet, dopo essere stata accompagnata dal protettivo Hodgins, si imbarcò su un grande transatlantico di ultima generazione.

Era stata costruito grazie agli sforzi congiunti di Leiden e Midgar, un nuovo regno nato dalla fusione di svariate città indipendenti del continente oltre oceano, come chiaro segno della reciproca volontà di instaurare rapporti amichevoli.

 

La modernità era la parola d'ordine: non solo le dimensioni erano davvero impressionanti, ben il doppio di qualsiasi altra nave mai costruita, ma anche gli interni erano adornati con eleganti mobili e quadri alla moda.

Forse però la cosa più bella erano le cabine. Infatti ognuna di esse era dotata di illuminazione completamente elettrica, un ampio bagno ricco di essenze provenienti da paesi lontani, un comodo letto morbido e per finire un telefono, vero fiore all'occhiello della struttura.

 

Nonostante tante novità, l'abile bombola da scrittura non prestò loro attenzione. Già normalmente non avrebbe di certo fatto i salti di gioia per cose del tipo, ma in questo caso il suo disinteresse aveva delle radici più profonde derivanti dall'incarico ricevuto o per meglio dire da una sensazione che aveva nel leggere il nome della committente, Aerith.

 

Non sapeva il perché, ma ogni volta che leggeva quel nome sentiva un formicolio attraversarle il cuore simile ma allo stesso tempo diverso da quello che provava quando si parlava del suo Maggiore.

Tentò più volte di darsi una spiegazione, senza però arrivare a nessuna plausibile. Sembrava davvero un evento inspiegabile quindi tutto ciò che poteva fare consisteva nell'aspettare l'arrivo nelle Lande Fair, stimato in tre giorni.

 

Fortunatamente il viaggio procedette senza intoppi e così Evergarden poté raggiungere la meta rispettando la rigida tabella di marcia che aveva stilato o almeno così credeva. Questo perché appena entrata nelle morenti terre selvagge venne presa d'assalto da un branco di veri e propri mostri molto simili ad insetti giganti.

 

Se il Presidente fosse stato lì avrebbe sicuramente passato un brutto quarto d'ora, mano male che all'elegante fanciulla non facevano senso quelle creature e ciò le permise di affrontarle liberamente.

Sebbene avesse smesso di combattere da tempo, le sue abilità non avevano risentito per nulla del periodo di inattività. Lo dimostrò la facilità con cui si sbarazzò di loro affidandosi semplicemente ad un ramo secco trovato nei paraggi. Per sua sfortuna però quegli esseri non sarebbero stati gli unici nemici.

Nel giro di pochi secondi comparvero, apparentemente dal nulla, un manipolo di soldati. Non riconobbe la loro uniforme, più simile ad una vecchia armatura, né le armi, più piccole e maneggevoli dei classici fucili da guerra.

 

Non volendo ferire delle persone tentò di comunicare con loro, di dirgli che non era lì per combattere e che non rappresentava una minaccia.

Le sue parole non vennero ascoltate, gli uomini non esitarono un secondo ad aprire il fuoco con un rateo davvero impressionante. Questo impedì alla bionda di adottare un atteggiamento passivo, farlo l'avrebbe messa a serio rischio, costringendola così ad atterrarli.

Naturalmente non mirò ad alcun punto vitale rifiutandosi categoricamente di uccidere, clemenza che le stava per costare caro...

 

Gli assalitori, sui quali notò delle strane striature viola scuro sulla pelle, si rialzarono non appena voltò loro le spalle.

Non aspettandoselo venne presa di sorpresa da uno di essi che le sparò contro. Tentò di evitare il colpo senza successo: purtroppo un proiettile le si conficcò nella spalla rendendole quasi impossibile muovere la corrispondente protesi.

 

Con un braccio fuori uso, l'assenza di coperture e la sua volontà di non uccidere la situazione si stava facendo davvero complicata.

Proprio allora intervenne un ragazzo, un po' più grande di lei, in soccorso che, armato di un lucente spadone, sterminò quei tizi a suon di devastanti fendenti.

 

Violet non poté fare a meno di osservarlo: aveva dei capelli biondi molto simili a suoi, solo un po' più accesi, indossava un'informe sconosciuta sulle tinte blu con uno spallaccio acuminato a sinistra ed era dotato di occhi davvero particolari, blu con venature verdi. Questi tuttavia la colpirono per un altro aspetto cioè per il loro essere persi, privi di luce proprio com'erano i suoi fino a poco tempo fa.

 

“ Ci hai rubato tutto il divertimento” esordì un energumeno con una mitragliatrice al posto dell'arto, “ Non è colpa mia se siete sempre così lenti” rispose il salvatore con sguardo serio, “ Cloud ha ragione, dobbiamo velocizzarci” affermò un cane parlante con un occhio solo al cui fianco c'erano tre ragazze. Una più piccola con in spalla un gigantesco shuriken, una mora bellissima con indosso dei guanti da combattimento ed infine l'ultima riconoscibile per un fiocco rosa tra i morbidi capelli.

 

Fu proprio quest'ultima a far sussultare l'animo della scrittrice. Sia per l'aspetto meraviglioso sia per l'aura di serenità che emanava sembrava più una principessa delle fiabe che una persona in carne ed ossa. Inoltre possedeva lo stesso sguardo di Gilbert, almeno nel colore verde smeraldo.

Per via dell'accessorio che indossava la riconobbe facilmente, era la sua cliente. Però. per la prima in carriera, esitò nel presentarsi persa in quella magica figura.

Venne destata dal torpore solo da un tiepido e dolce vento il quale portò con sé alcuni profumati petali gialli.

 

“ Ehi, stai bene?” le domandò la castana con estrema gentilezza, “ Io...Sì” “ Chi sei e che ci fai in posto tanto sperduto?” domandò un uomo dall'aspetto piuttosto burbero accompagnato da un tenebroso amico.

“ Perdonate i miei modi scortesi. E' un piacere conoscervi, se è vostro desiderio Signora verrei dovunque mi richiedeste. Sono una bambola di scrittura automatica, Violet Evergander agli ordini” affermò formalmente la bionda facendo un leggero inchino di fronte ad Aerith.

 

Il suo modo colpì i presenti, evidentemente non avvezzi ad un comportamento del genere, fatta eccezione per la committente che infatti la salutò con entusiasmo.

 

“ Ciao Violet, io sono Aerith” “ L'avevo intuito Signora” “ Davvero?” “ Sì, dal fiocco” “ Giusto, che sciocca. Sono contenta di vederti...Aspetta un secondo, sei ferita!” “ Questo? Non è niente” “ Lascia che ti curi” “ No, non serve Signora” “ Fai la brava e rimani ferma” “ Ma” “ Non temere, penso sempre a rimettere in sesto i miei amici. Per me non è un problema, anzi” “ Se insiste...”.

 

La guaritrice poggiò con delicatezza una mano sulla ferita generando una luce purissima ed un tepore come quello che dà un camino durante una giornata invernale.

Violet provò un senso di sollievo dal dolore e non tanto da quello fisico. Quel gesto fu incredibilmente capace di alleviarle, seppure per pochi istanti, le bruciature del cuore.

 

“ Ecco fatto” “ Grazie signora” affermò la scrittrice muovendo la spalla come nuovo, “ Di niente. Senti chiamami semplicemente Aerith” “ Se è quello che desidera” “ Certo e dammi del tuo” “ Va bene Sig...Volevo dire Aerith” “ Così, brava. Dai ora ti presento gli altri”.

 

La donna con il fiocco rosa si mosse verso i suoi amici con un radioso sorriso seguita da Violet la quale presto avrebbe capito quando particolare sarebbe stato questo incarico.

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Capitolo 4
*** Similitudini e differenze ***


Similitudini e differenze

 

Con un entusiasmo estremamente raro, specialmente per un luogo come quello, Aerith presentò Violet agli amici.

I più furono cordiali e qualcuno persino molto allegro come ad esempio Tifa e Yuffie le quali la salutarono calorosamente. Fecero eccezione solo il misterioso Vincent ed il solito Cloud.

Entrambi davano l'idea di essere chiusi e poco cortesi, ma il biondo sembrava mosso da altro. Impressione che trovò conferma quando Strife domandò freddamente:

“ Cosa ci fa qui? Non possiamo fare la balia ad una ragazzina, abbiamo faccende ben più urgenti da sbrigare” “ Signore non ho bisogno della protezione di nessuno” intervenne prontamente la scrittrice, aggiungendo con altrettanta fermezza:

“ Sono stata addestrata fin da bambina nel combattimento, le mie abilità sono più che sufficienti affinché io possa badare a me stessa” “ Eppure poco fa se non fossi arrivato saresti stata eliminata” “ Si sbaglia. Avevo messo fuori gioco i miei assalitori, semplicemente non mi aspettavo che si rialzassero” “ Questo mostra la tua inesperienza...Avresti dovuto ucciderli” “ No, non ucciderò più nessuno” “ Una soldatessa che non uccide, assurdo”.

 

Prima che la discussione potesse degenerare, la castana si fece avanti per riportare ordine.

 

“ Cloud non c'è nessun bisogno di essere tanto duro con lei. Se Violet è qui è perché l'ho chiamata io per usufruire del suo servizio. Rimarrà con noi solo per poco perciò non ci arrecherà alcun problema ed inoltre credo alle sue parole”.

 

In quel momento il duo si fissò. Furono istanti carichi di una strana elettricità la quale portò il possessore dello spadone a desistere e permettere così alla bambola di scrittura automatica di restare.

 

Quest'ultima non capì bene cose fosse realmente accaduto, notò solo una cosa: il gelido e vuoto sguardo di Cloud si ammorbidì alla vista delle iridi smeraldo della fanciulla.

Si rivide un po' in ciò, in passato anche lei si ammorbidiva solo alla vista di Gilbert. Forse significava che il giovane aveva dei problemi a relazionarsi come lei, magari dovuti a profonde bruciature nell'animo.

 

L'idea fossero simili divenne sempre più concreta man mano che il viaggio sarebbe proseguito.

 

Evergarden avrebbe voluto dedicarsi subito al suo lavoro, ma Aerith con gentilezza la convinse a rimandare a quando avrebbero raggiunto un luogo più sicuro e tranquillo.

 

Essendo "costretta" a proseguire con il gruppo decise di osservare con particolare attenzione la propria committente non volendo assolutamente che le accadesse qualcosa di brutto. Allo stesso tempo però tenne d'occhio anche tutti i restanti componenti.

 

Rimase particolarmente colpita da un certo Red XIII e dall'energumeno, Barret.

Il primo era un segugio dotato di strani poteri magici, che la stupì per via della grande saggezza che dimostrava senza mai ostentarla. Il secondo invece era il tipico uomo muscoloso con atteggiamenti da duro che in realtà nascondevano un cuore buono. Si sentì un po' più vicina a lui per via di una caratteristica fisica in comune: protesi alla braccia.

A dire il vero l'uomo ne aveva solo una consistente in una colossale mitragliatrice, ma comunque era sicuramente un danno figlio di qualche guerra e la dama conosceva molto bene quel genere di tragedia.

 

Però, come aveva intuito fin da subito, Strife fu colui che l'impressionò maggiormente al pari della castana, soprattutto a causa dei profondi traumi che lo costellavano.

Ovviamente non fu lui a parlarne bensì fu lei ad intravederli mentre lottava contro le feroci belve in cui si erano imbattuti. I fendenti che lanciava erano tanto potenti quanto carichi di un profondo odio il quale si rifletteva bene nei suoi occhi che diventano sempre più cupi più passava il tempo.

 

Era praticamente la stessa cosa che le accadeva durante gli anni di guerra, il che la portò a sviluppare una certa empatia verso di lui.

Sapeva bene che in questo momento il biondo non si stava chiedendo quali effetti la sua furia distruttrice avesse potuto provocare a coloro che lo circondavano, ma un giorno l'avrebbe fatto ed allora avrebbe sentito il suo spirito bruciare per il senso di colpa.

 

Tuttavia la negatività che inondava l'animo di Strife spariva come per magia quando interagiva con Aerith.

Sorprendentemente Violet capì la ragione di tale cambiamento poiché lo stava vivendo sulla propria pelle. Parlare, non importava di cosa, con quella fanciulla così piena di vita e di allegria era una panacea persino per un cuore ferito come quello che aveva lei. In quei momenti si sentiva come avvolta da un caldo e rassicurante abbraccio capace di allontanare ogni pensiero e ricordo oscuro.

 

C'era davvero qualcosa di unico nella Cetra bella come una fata, un qualcosa che la affascinò molto e che presto avrebbe compreso.

 

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Capitolo 5
*** Conoscersi ***


Conoscersi

 

Come anticipato da Aerith, il percorso che il gruppo dovette intraprendere era costellato da mostruose e letali creature. Solo grazie all'incredibile forza del gruppo non rappresentarono una seria minaccia.

La stessa Violet, nonostante non desiderasse più in alcun modo combattere, si diede da fare. Non attaccò mai per prima bensì si limitò ad intervenire nel caso qualcuno ne avesse bisogno.

In realtà il suo obiettivo principale era la committente, ritenendo che fosse parte del lavoro tenerla al sicuro. Nella pratica però fu colei a cui non dovette pensare poiché c'era sempre Cloud a coprirle le spalle.

 

Un po' la stupì come quel giovane freddo e spietato si prodigasse tanto per aiutare una ragazza.

Sorpresa che rimase anche quando seppe dell'accordo di guardia del corpo stretto proprio tra Strife e la castana. La ragione era semplice: il guerriero non agiva come se stesse adempiendo ad un contratto, c'era qualcosa di più. Tuttavia non essendo affari suoi decise di non indagare concentrandosi piuttosto sul suo compito.

 

A causa delle difficoltà incontrate, i compagni di avventura poterono accamparsi solo in prossimità del calar del sole, ma almeno il luogo trovato sembrava piuttosto sicuro.

 

Visto che le “distrazioni” erano finite Evergarden pensò che fosse finalmente giunto il momento di mettersi a scrivere e perciò chiese alla fanciulla del fiocco:

“ Allora Signorina, volevo dire Aerith iniziamo?”

“ Con cosa Violet?”

“ Con la lettera”

“...”

“ E' per questo che mi hai chiamato”

“ Pensavo di rilassarmi un po' prima”

“ E' quasi notte quindi credo sia meglio sfruttare la luce del sole finché c'è”

“ Sì, hai perfettamente ragione. Facciamolo, ma solo fino all'ora di cena”

“ Agli ordini”

“ Dai, basta essere così formale. Qui sei tra amici”

“ Io...Cercherò di ricordarlo”

“ Così mi piaci. Su, andiamo a scrivere”

“ Dove?”

“ Ho visto qui vicini un bel posticino”

“ Ti seguo”.

“ Non allontanatevi troppo, potrebbe essere pericoloso” esordì il biondo con un leggero tono preoccupato,

“ Stai tranquillo Cloud, è sicuro e poi non sono sola. Hai visto con i tuoi occhi quanto Violet sia brava”

“ Le prometto che proteggerò la signorina Aerith con ogni mio mezzo” puntualizzò la bambola di scrittura automatica con tanta decisione da convincere persino Strife che però aggiunse:

“ In caso di bisogno chiamatemi”

“ Lo faremo, ora va ad aiutare Tifa con la preparazione della cena”

“ Sai benissimo Aerith che non ne sono capace”

“ Puoi sempre provare” concluse con un simpatico occhiolino la dama prima di procedere.

 

La committente condusse la nuova amica in un bel campo di rose che aveva intravisto qualche minuto prima. Non esitò un istante a correre in mezzo a loro felice come una bambina.

 

“ Sono meravigliose, non trovi Violet?”

“ Sì, sono molto belle” rispose la bionda addolcendosi. La Cetra lo notò subito e, oltre a farle piacere, intuì che anche lei amava i fiori. Ciò la portò a chiederle:

“ Qual è il tuo fiore preferito?”

“ Le viole”

“ Dovevo immaginarlo, in fondo le hai nel nome”

“ Già...” commentò la scrittrice stringendo la sua spilla mentre mostrava una nuova emozione: nostalgia.

 

Cogliendo al volo l'opportunità di farla aprire di più, l'Antica affermò annusando una rosa bianca:

“ I fiori sono speciali: non solo sono indicatori della salute del Pianeta, ma portano con sé ricordi preziosi”

“ Non credo sia possibile”

“ Invece lo è, tutto dipende da chi li guarda. Ad esempio ci sono dei fiori nel luogo dove ho speso la maggior parte della vita che mi riportano alla mente gioie e dolori”

“ Quindi stai dicendo che i fiori assumono significato in base alla vita di chi li osserva?”

“ Esatto”

“ Mi sembra complicato...”

“ Tutt'altro”

“ Io...”

“ Dimmi cosa provi quando pensi alle viole?”

“ Cosa provo?”

“ Sì, cosa senti, quello che ti trasmettono”

“ Felicità, ma anche tristezza”

“ Proprio come quelli che ti dicevo. Se non sono troppo impertinente, perché senti questo?”

“ Sono felice perché ripenso a chi mi ha chiamato Violet in loro onore”

“ Certo, i tuoi genitori”

“ Sono orfana”

“ Mi dispiace tanto, davvero io”

“ Non c'è bisogno di scusarsi, non lo sapevi. E' stato il Maggiore a chiamarmi Violet, credeva che mi avrebbe donato anche da grande...Sento anche dolore perché mi ricordano che l'ho perso”.

 

L'espressione di Evergarden cambiò nuovamente, rattristandosi quasi fino alle lacrime sebbene solo per pochissimi istanti.

 

“ Questo Maggiore era una persona molto importante per te, vero?”

“ Sì”

“ Eri innamorata di lui?”.

Gli occhi della bambola si sgranarono, reazione che fu più che sufficiente per la castana la quale aggiunse con un tono impossibile da comprendere per la prima, una sorta di nostalgia felice:

“ Capisco cosa si prova a prendere un amore”

“ Anche tu!?”

“ Sì, il mio primo amore è caduto in battaglia”

“ Proprio come il Maggiore...” sussurrò Violet prima di affermare sicura: “ Quindi mi hai chiamato per scrivere a lui?”

“ No”

“ Alla sua famiglia allora”

“ Sbagliato di nuovo. Il destinatario della lettera è un'altra persona”

“ Chi?”

“ L'hai conosciuto”

“Non dirmi...Cloud?”

“ Brava”.

 

Abbandonando la professionalità che la contraddistingueva, Evergarden sostenne: “ Perché? Sei innamorata di lui?”

“ E' tanto evidente?”

“ Non proprio, è solo che di solito le bambole di scrittura si chiamano quando non si riesce ad esprimere i propri sentimenti verso qualcuno di speciale”

“ Capisco, è davvero un bellissimo lavoro”

“ Lo è...Scusa, ma se hai perso il tuo amore come puoi provare sentimenti simili per un altro?”

“ Ho perso sì il mio primo amore, ma non quello vero. Quello che provo per Cloud è molto più profondo di quanto abbia mai provato per Zack”

“ Questo proprio non lo capisco, per me è assurdo”

“ Se la pensi così è perché non hai ancora conosciuto la persona giusta oppure..."

“ Oppure cosa?”

“ Lasciamo stare, piuttosto mettiamoci a lavoro”

“ Come vuoi”.

 

Violet prese la macchina da scrivere, si tolse i guanti mostrando le sue protesi che incuriosirono Aerith e poi tentò di concentrarsi; impresa ardua dopo il discorso appena sostenuto.

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Capitolo 6
*** Un'anima che brucia ***


Un'anima che brucia

 

Sebbene non ebbero molto tempo a disposizione per scrivere, Violet restò estremamente colpita sia dal contenuto della lettera che dall'atteggiamento di Aerith.

 

Inizialmente pensava di essere stata chiamata per una missiva indirizzata a qualche parente o magari ad un amico che era rimasto a casa. Però dopo aver appreso di ciò che la legava a Cloud credette che fosse per lui, tuttavia le sembrò subito strano visto il carattere estroverso della castana. La castana era sicura ed estroversa quindi non avrebbe dovuto aver problemi ad aprire il suo cuore.

 

In un certo Evergarden ci aveva preso: effettivamente il messaggio era diretto a Strife. In esso erano riversati tanti di quei sentimenti, molti dei quali la bombola non conosceva. Spiccava sicuramente l'amore, ma non solo. C'era anche molto rimpianto, evidente con tutte quelle frasi che contenevano:

“ Se solo fossi potuta rimanere con te” ed espressioni simili.

 

La bionda rimase molto confusa non riuscendo a comprendere il perché di questa epistola. Vero che durante una missione c'è sempre la possibilità di perdere la vita, ma l'amante dei fiori dava l'idea di essere una che viveva alla giornata ed in più era evidente che lo spadaccino non l'avrebbe lasciata andare.

 

Suddetto stato d'animo venne alimentato dal comportamento della Cetra.

Questa non solo le chiedeva spesso come suonassero i suoi pensieri messi per iscritto, ma voleva persino sapere la sua opinione. Normalmente avrebbe risposto che ciò che pensava non importava perché quella era la lettera di Aerith e doveva descrivere ciò che provava, tuttavia di fronte a quello sguardo smeraldo così buono non ebbe altra scelta che assecondarla.

 

Così quasi senza rendersene conto si ritrovò a raccontarle la sua storia, soffermandosi sul Maggiore e sulla sua volontà di capire le parole: “ Io ti amo”.

Quando sentì quest'ultimo argomento la castana sorrise amabilmente come una madre di fronte al bambino che chiede qualcosa di complicato, gesto che però non fece sentire a disagio la scrittrice bensì in totale conforto.

 

Nonostante la bionda volesse finire di battere a macchina poiché, forse, avrebbe potuto capire finalmente cosa aveva in mente la committente, l'ora di cena arrivò ed Aerith letteralmente corse a mangiare il pasto di Tifa la quale, mostrando la propria gentilezza, lo offrì anche a lei.

 

Violet l'accettò di buon grado sia per non essere scortese sia perché stava iniziando ad avere fame. Con somma sorpresa era delizioso. Non aveva la minima di cosa ci fosse dentro, però era paradisiaco.

 

Dopo essersi rifocillata era pronta a tornare al lavoro, peccato che la sua nuova amica non era dello stesso parere ed infatti non appena ebbe finito il piatto si era appisolata vicino alla simpatica Yuffie ed al saggio Red.

Non volendo forzarla più del dovuto la lasciò riposare, decidendo di rimanere vigile. Si trattava di un'abitudine maturata durante gli anni di servizio, però non era l'unica ad essere stata una militare.

 

Infatti Cloud la raggiunse in breve dicendole sempre con una certa freddezza, ma meno gelida rispetto a quella di poche ore prima.

 

“ Vai a riposarti, faccio io la guardia”

“ No, è meglio che sia lei a riposarsi. Sono abituata a stare sveglia”

“ Capisco, la tua formazione nell'esercito. Sappi che sono stato anch'io un soldato, un Soldier di prima classe per la precisione” spiegò il biondo che stranamente le si sedette vicino.

“ Solider di prima classe...Non ho mai sentito un grado del genere”

“ Si tratta di una delle forze speciali della Shinra, il governo di Midgar. La prima classe è riservata ai guerrieri più forti”

“ Capisco. Mi scusi se mi permetto, però mi è sembrato di sentire dell'astio nella sua voce. Sbaglio?”

“ Vedo che Aerith ti ha già influenzata...Hai indovinato. Un tempo adoravo e bramavo essere un Soldier, ma quando lo sono diventato niente era come credevo. Non c'era alcun eroismo, solo una missione dietro l'altra sempre più oscura”

“ Capisco, ma la guerra è così. Si uccide per non essere uccisi”

“ Suppongo di sì”

“ Se hai tanto disprezzo verso queste cose perché non smetti di combattere”

“ E' l'unica cosa che so fare”

“ Lo pensavo anch'io, però poi ho capito che potevo essere qualcosa di diverso, di migliore”

“ Non tutti hanno questa possibilità...Devo lottare fino a quando non l'avrò ucciso”.

 

Violet notò il corpo di Strife irrigidirsi, lo vide stringere pugni e denti fino a quasi farli sanguinare ed i suoi occhi si tinsero quasi del tutto di verde. Erano così diversi da quelli di Gilbert e di Aerith, erano freddi e privi di vita. L'unica cosa che da essi traspariva era odio e rabbia.

Se doveva essere del tutto sincera, furono in grado di intimorirla. Nonostante ciò non esitò a chiedergli:

 

“ Chi devi uccidere?”

“ Colui che ha ucciso mia madre, dato alle fiamme il mio villaggio natale e il responsabile dello stato in cui il Mondo versa. Sephiroth, l'Eroe”

“ Allora Hodgins aveva ragione...”

“ Non so chi sia questo Hodgins, ma farebbe meglio a restarne fuori se non vuole che lui e tutti a quelli a cui tiene vengano macellati”

“ Se Sephiroth si avvicinerà a lui sarò io a fermarlo”

“ Non montarti la testa biondina. Sarai anche abile, ma in confronto a lui sei come una formica. Nemmeno io posso rivaleggiare con lui al momento, ma un giorno non lontano lo supererò ed allora gliel'ha farò pagare per tutto”.

 

Più parlava del leggendario Soldier più Cloud perdeva il controllo rendendo chiaro quanto lo odiasse.

“ Ora vai a dormire Violet, devi essere in forze per Aerith”

“ Se insiste vado”

“ Non c'è bisogno di essere formali con noi...” affermò il guerriero prima di voltarsi a guardare l'orizzonte.

 

Mentre si apprestava a riposare Evergarden rifletté sul dialogo avuto con Strife il quale le aveva confermato una cosa: Cloud stava bruciando come un fuoco incontrollato.

Tutto era legato alla Shinra ed a Sephiroth, era a causa loro se aveva riportato quelle tremende bruciature nell'animo che lo stavano consumando. Sapeva bene quanto facessero male, il ragazzo doveva trovava una ragione per andare avanti oppure sarebbe sprofondato in un abisso senza fine.

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Capitolo 7
*** La tentazione del male ***


La tentazione del male

 

Violet, seguendo l'invito di Cloud, andò a riposare. Si sedette non troppo distante dalla sua committente così da poterla aiutare se fosse sopravvenuto qualche imprevisto.

Nonostante l'ancora presente abitudine di fare da vedetta quando ci si fermava all'aperto, questa volta riuscì a rilassarsi. Sapeva che Strife avrebbe fatto di tutto per proteggere Aerith e qualcosa le diceva che si sarebbe comportato allo stesso modo anche per gli altri, persino per lei.

Quel breve discorso di pochi minuti prima le aveva fatto aprire gli occhi su una cosa molto importante: proprio come per lei, il giovane celava sotto strati di ghiaccio un caldo cuore.

 

Fortunatamente la notte trascorse serena permettendo così al gruppo di recuperare le energie spese.

Sebbene l'ex Soldier non avesse chiuso occhio fu il primo a sollecitare gli amici a rimettersi in viaggio in modo da non attirare spiacevoli presenze, dimostrando una resistenza tale da impressionare la stessa Evergarden.

Quest'ultima nel rispetto delle sue mansioni domandò alla castana cosa avrebbe voluto fare: se continuare a scrivere la lettera oppure andare subito con gli altri. La risposta fu quella che si aspettava, la Cetra le sorrise invitandola ad avere ancora un po' di pazienza; avrebbero terminato la stesura alla prossima sosta.

Anche se poteva apparire poco professionale, la bombola si sentì sollevata. Voleva restare ancora un po' con quei tipi, desiderava comprenderli meglio poiché aveva intuito che farlo l'avrebbe aiutata a comprendere meglio il concetto di amicizia e non solo.

 

Il giorno trascorse inizialmente come il precedente tra combattimenti e qualche battutina scambiata tra i più estroversi.

Proprio quando si stava sentendo sempre più a suo agio, accadde ciò che i protettori del Pianeta temevano di più.

Un uomo incappucciato con un tatuaggio di un numero sul braccio avanzò in loro direzione.

Vedendolo barcollare, la scrittrice volle andare in suo soccorso venendo però fermata bruscamente da Strife il quale l'avvertì:

 

“ Non avvicinarti, è pericoloso”

“ Pericoloso? Si regge a stento in piedi, ha bisogno di aiuto”

“ Non è così Violet, lui è un'ombra del male” si intromise l'amante dei fiori con un'insolita espressione seria.

 

Prima che la bionda potesse chiedere ulteriori spiegazioni, un intenso flusso d'energia tra il nero ed il viola fuoriuscì dall'essere misterioso. Nel giro di pochi secondi divampò al punto da inghiottire l'ambiente circostante e separare i giovani.

 

Come aveva imparato, la bambola mantenne il sangue freddo nonostante la strana situazione. Tentò di trovare un'uscita dal gorgo oscuro che l'aveva avvolta proseguendo in un'unica direzione, non potendo immaginare di essere praticamente ormai caduta in “trappola”.

 

Dopo pochi passi intravide un uomo molto alto, con lunghi capelli bianchi che brandiva una lunghissima ed affilata katana. Lo riconobbe subito, si trattava di quel mostro che stando ad Hodgins era la causa della progressiva diminuzione di vita su parte del Continente.

 

“ Suppongo che sia stata opera tua Sephiroth” esordì per nulla intimorita Evergarden tenendosi pronta a passare all'attacco.

Sì, aveva giurato a se stessa che non avrebbe più combattuto per far del male, ma il Leggendario Soldier faceva eccezione.

 

“ Mi conosci, bene mi risparmierò la seccatura della presentazione Violet”
“ Come fai...Non importa tanto adesso sparirai”
“ Calmati, non voglio farti del male”

“ Cosa vuoi allora?”
“ Offrirti un potere tanto grande da poter cambiare tutto quello che non ti piace”

“ So che sei un manipolatore bravo, per tua sfortuna con me non funzionata”. Detto ciò la ragazza scattò verso il nemico il quale tuttavia l'allontanò con un semplice movimento della spada. Tentò una seconda volta venendo nuovamente messa sotto scacco dall'immensa superiorità nemica.

 

“ Non sei alla mia altezza, ma se ti sottometti potrai fronteggiarmi”

“ Sottomettermi a chi?”

“ A mia madre. Lei può darti ciò che vuoi Violet, persino colmare il vuoto che provi. So come ci si sente ad essere abbandonati, usati e traditi. Come te sono stato orfano a lungo e venivo apprezzato solo per le mie abilità che la Shinra ha usato durante la guerra. Inoltre sono stato pugnalato da colui in cui riponevo la mia fiducia. E' evidente che quelli come noi sono trattati così perché incutiamo timore, siamo superiori geneticamente ed il nostro posto è nell'Olimpo tra gli déi come noi”

 

Sebbene scossa dall'incredibile accuratezza di quelle parole, la bionda riuscì a far valere un punto che credeva decisivo:

“ Non sono stata tradita, i miei amici non lo farebbero”
“ Non mi stavo riferendo a loro”

“ A chi allora? Non c'è nessun altro di cui mi fidi”
“ Sicura? Nemmeno nel passato?” chiese Sephiroth approcciandosi a lei con fare quasi ipnotico,

“ C'è stato il Maggiore, ma lui è...morto”
“ Ti sbagli, è sopravvissuto come te” le sussurrò all'orecchio,
“ Impossibile..." commentò la fanciulla stringendo forte la spilla, " Hodgins mi ha detto che è caduto durante la nostra ultima operazione e sono stata nel luogo dell'incidente. Ho trovato la sua medaglietta sepolta!”
“ Non il suo corpo però”

“!?”
“ Non è mai stato rinvenuto e per un buon motivo. Gilbert è ancora vivo”
“ Se è così allora perché...Perché non è venuto da me?”

“ Perché è come tutti gli altri. Ti ha usata come un giocattolo o una bambola se preferisci. Ti ha fatta crescere tra i campi di battaglia, a causa sua non hai avuto un'infanzia e sempre per colpa sua non provi niente se non sofferenza”

“ Non”

“ Gli sei stata utile, ma ora che la guerra è finita e che sei rotta ti ha gettato nella spazzatura come tutti gli altri”.

 

A quel punto la nemesi di Cloud le tese una mano:

“ Questo mondo è marcio, per questo necessita di una guida; la nostra.  Abbandonati a me Violet e prenditi la tua vendetta”.

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Capitolo 8
*** Volontà ferrea ***


Volontà ferrea

 

Le parole di Sephiroth avevano colpito un nervo scoperto come succedeva sempre.

Nel profondo Violet aveva sempre creduto che Gilbert fosse in qualche modo sopravvissuto. Sembrava assurdo viste tutte le prove raccolte nel tempo le quali suggerivano il contrario eppure una parte di lei, la stessa che le impediva di andare avanti, era convinta che il Maggiore si trovasse da qualche parte nel Mondo.

 

Sebbene ciò le dava una flebile speranza allo stesso tempo non potevano che rattristarla perché se aveva effettivamente ragione perché mai la prima persona che l'aveva trattata come un essere umano e non una semplice arma omicida l'aveva abbandonata? Forse era impossibilitato a lasciarle il luogo dove era finito oppure aveva perso la memoria a causa del tremendo incidente.

In realtà c'era un'altra ipotesi, una il cui solo pensiero le spezzava il cuore. Gilbert poteva essersi stancato di lei ed aveva deciso di iniziare una nuova vita, magari con un'altra ragazza più dolce di lei.

 

Come se potesse leggerle dentro il Leggendario Soldier aveva percepito questa paura fin dal loro iniziale scambio di sguardi ed ovviamente stava cercando di sfruttarla per qualsiasi fosse il suo reale intento oscuro.

 

“ Violet non esitare” disse l'uomo continuando a tenderle la mano, “ Con il potere di mia madre potresti riavere indietro il tuo amato proprio come lo desideri”

“ Non è possibile, se non mi vuole non posso farci niente”

“ Nelle tue attuali condizioni no, è vero. Tuttavia con quello che ti offro potresti soggiogarlo a tuo piacimento e potresti persino fargli avverare i tuoi stessi desideri, inclusi quelli più intimi e nascosti”
“ Dici sul serio?”

“ Certo. Tutto può essere tuo, quello che devi fare è sottometterti a noi”.

 

A quel punto Evergarden fisso la propria spilla per svariati secondi, dopo di che si protese verso la nemesi di Cloud il quale sorrise compiaciuto.

Però quando era a pochi centimetri da lui lo attaccò con un rapido colpo sul volto capace di coglierlo di sorpresa.

 

“ Pensavo che Hodgins esagerasse nel descrivere le tue manipolazioni ed invece c'era andato leggero” commentò la bambola di scrittura automatica con uno sguardo infuocato. “ Ammetto che per un istante sono stata tentata, ma questo prezioso tesoro mi ha ricordato che devo vivere seguendo le mie idee e non quelle degli altri. Per quanto voglia stare con lui, non ingannerei mai il Maggiore”

“ Tutta questa realizzazione da una semplice spilla” commentò il villain con derisione,

“ Anche gli oggetti inanimati possono acquisire un grande significato”

“ Hpm e dimmi cosa vuoi?”
“ Rivedere il Maggiore e sapere perché non è tornato da me. Tu sai dove si trova quindi devi dirmelo oppure”

“ Oppure cosa? Ti ho già dimostrato la mia superiorità” affermò Sephiroth mettendosi in guardia, “ Mi dispiace doverti ucciderti, avevi delle grande potenzialità. E' davvero un vero peccato Violet”.

 

Tra i due cadde un silenzio inquietante. Per quanto abile Evergarden non era lontanamente paragonabile al figlio di Jenova, affrontarlo da sola sarebbe stato un vero suicidio.

Non era di certo suo intento morire, aveva promesso a Gilbert che avrebbe continuato a vivere, però la situazione era davvero grave.

 

“ Mi domando come si comporterà il tuo spirito una volto morto. Chissà se hai superato il senso di colpa per aver mietuto tante vite e fatto soffrire tante famiglie” aggiunse crudelmente il nemico prima si sfoderare il suo famoso Octaslash il quale fortunatamente venne interrotto dal tempestivo intervento di Cloud e del suo gruppo.

 

“ Violet stai bene?” domandò preoccupata Aerith,

“ Sì, non ho nessuna ferita”

“ Bene, ti ha parlato non e vero?”
“ Come”
“ Lo leggo nei tuoi occhi. Non pensarci e soprattutto non devi dargli retta, le sue sono delle manipolazioni anche se potrebbe sembrare il contrario”

“ L'avevo capito, ma grazie comunque”
“ Mi fa piacere sentirtelo dire, adesso riposa. Da qui in avanti ci pensiamo noi” concluse la Cetra affiancando Strife nella lotta al temibile villain.

 

Violet avrebbe voluto dare loro supporto, ma presto si sarebbe resa di conto di come le sue abilità non fossero adatte a quel genere di scontro ben oltre le normali capacità umane.

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Capitolo 9
*** Un saluto che sa di addio ***


Un saluto che sa di addio

 

La battaglia con Sephiroth fu senza esclusione di colpi, il perfido villain possedeva una forza mostruosa. In tutta la sua vita Violet non aveva mai visto nulla che fosse anche lontanamente paragonabile. Chiunque ci fosse stato ad affrontarlo, non importava quanto abile potesse essere, non avrebbe avuto la minima possibilità contro una creatura del genere, fortunatamente però il gruppo di Cloud era altrettanto eccezionale.

Infatti grazie ad una dura lotta e sforzo congiunto riuscirono a scacciare l'entità la quale si rivelò essere un semplice corpo anonimo con un tatuaggio sulla spalla. Come c'era da aspettarsi Evergarden non capì esattamente cosa fosse accaduto, ma non aveva molta importanza considerando che non era il suo Destino sconfiggere il Leggendario Soldier.

 

“ Violet, tutto ok?” domandò con sincera preoccupazione Aerith nonostante fosse stanca e ferita dimostrando per l'ennesima volta quanto fosse altruista,

“ Sì, non ho riportato nessuno danno. Tu invece”.

A quel punto la bionda tirò fuori una piccola boccetta di alcol che usò per umidire un ricamato fazzoletto con cui disinfettò il più visibile squarcio sulla fronte della committente. Al contatto la castana sobbalzò un po', ma solo per un attimo dopo di che si godette il fresco sollievo.

 

“ Grazie Violet, sei gentile”

“ E' il minimo, se non fosse stato per voi non sarei qui”
“ Non devi sentirti in colpa, Sephiroth è un essere decisamente fuori dal comune”

“ Me ne sono resa conto”

“ E' una fortuna che siamo arrivati in tempo. Dai adesso andiamo in un posto sicuro e poi mi racconterai per bene cosa ti ha detto Sephiroth”

“ D'accordo” rispose la bambola di scrittura automatica la quale notò con la coda dell'occhio lo sguardo di Strife.

Il giovane stava dando sostegno a Tifa che si era fatta male ad una gamba per salvare Yuffie da un fendente potenzialmente letale. Sebbene fosse impegnato aveva osservato l'amante dei fiori concentrandosi sui traumi ricevuti, provando una grande rabbia sia per il villain che nei suoi confronti. Si rimproverava terribilmente per non essere stato abbastanza forte da poterla proteggere ed ovviamente provava lo stesso per gli altri amici pesantemente feriti.

Tale furia era ben visibile nei suoi occhi, talmente tanto che persino una come Evergarden se ne rese conto. Non sapendo come comportarsi quest'ultima non disse nulla, limitandosi a seguirlo in un luogo sicuro.

 

Poco prima che calasse la notte il gruppo raggiunse un piccolo e tranquillo villaggio dove avrebbero potuto riposare e recuperare le energie spese nella lotta e nel lungo cammino.

Lì alloggiarono in una locanda dove, dopo cena, crollarono quasi tutti all'istante. Fecero eccezione solo Aerith, Violet e Cloud. Quest'ultimo non prendendo sonno camminò senza meta per la località, mentre la Cetra si recò dall'amica avendo ben in mente un piano.

 

“ E' permesso?” domandò l'amante dei fiori schiudendo l'uscio della stanza di Evergarden,

“ Sì, entra pure”
“ Come hai tutto in ordine, brava”

“ E' un'abitudine militare. Cosa ci fai qui?”
“ Non ricordi?”

“ Volevi sapere cosa Sephiroth mi ha detto”
“ Esatto, sono molto curiosa sai”
“ Mi ha proposto di sottomettermi a lui così da ottenere un potere tanto grande da avere tutto ciò che desidero, anche il Maggiore...Secondo lui è vivo, ma non ha più intenzione di vedermi” quasi sussurrò stringendo la sua spilla,

“ Violet...”
“ Non so se ha mentito. Una parte di me spera di no"

" Come mai?"

" Così il Maggiore sarebbe vivo” affermò con un triste sorriso,

“ Violet non disperare, c'è sempre una speranza” sostenne la Cetra in modo tanto sicuro da indurre l'altra ragazza a rafforzare la propria utopia di ritrovare l'amato.

 

“ Violet d'ora in poi la strada si farà sempre più dura e non voglio esporti ad un ulteriore pericolo quindi che ne dici di finire la lettera?”
“ Ne sei sicura? Dopo oggi forse è meglio riposarsi e non ho fretta di andare”

“ Hai proprio un buon cuore, ma insisto. Questa sarà probabilmente l'ultima occasione prima...”

“ Prima di cosa?”
“ Non importa, allora scriviamo?”
“ Se insisti sono costretta a farlo”
“ Ottimo, allora concentriamoci!”.

 

Le due lavorarono fino a notte fonda. La bionda dovette attingere a tutta la propria freddezza per non crollare, le parole che uscivano direttamente dal cuore della castana erano così intrise di amore e dolcezza che sarebbero state capaci da scuotere qualsiasi animo.

 

“ Violet, è stato bellissimo. Sono proprio contenta di averti chiamato e non solo per la tua professionalità. Sei una persona speciale, ti auguro sinceramente di trovare ciò anche chi cerchi e di vivere una lunga vita felice”

“ Spero lo stesso per te”
“ Grazie. Un'ultima cosa: nel caso fosse necessario consegnare la lettera fallo di persona”
“ Perché? Non che non voglia, ma perché proprio io?”
“ Perché tu e Cloud avete traumi simili o per metterla nei tuoi termini le stesse bruciature. Se davvero il mio viaggio sarà senza ritorno lui sarà quello che ne risentirà di più, lo sento...” commentò con profonda amarezza prima di continuare, “ Per questo mi aspetto che non vorrà leggere la lettera, solo tu potrai convincerlo”
“ Ma io...”.

Di fronte allo sguardo speranzoso della Cetra, la bambola si sentì costretta ad accettare anche quest'ultima richiesta: “ Va bene, lo farò”
“ Sei un vero tesoro”.

 

A quel punto Aerith abbracciò calorosamente Violet, gesto che venne ricambiato, prima di salutarla definitivamente.

 

Non avendo più nulla da fare lì e volendo rispettare la volontà dell'Antica di tenerla al sicuro, Evergarden fece i bagagli e si incamminò verso il porto indicatole proprio dall'amante dei fiori.

Prima di lasciare il villaggio si accorse di come Cloud e la Cetra stessero avendo un momento di intimità nel quale la ragazza aveva detto qualcosa all'Ex Soldier, un qualcosa di talmente potente da spingerlo ad abbandonare il classico atteggiamento freddo che aveva sempre dimostrato.

L'abbracciò stretta sussurrandole con tutta probabilità dolci parole e poi le diede un tenero bacio.

 

“ Fai in modo che non debba consegnartela...” pensò la bambola di scrittura automatica mentre lasciava la coppia alla loro intimità, sperando con tutta se stessa che un giorno l'avrebbe rivisti in un contesto diverso, più normale, magari con al fianco il suo adorato Maggiore.

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Capitolo 10
*** Dolore e rabbia ***


Dolore e rabbia

 

Dal saluto tra Violet ed il gruppo che stava sfidando Sephiroth trascorse un anno.

Questo fu molto complesso per il Pianeta, specialmente per le regioni dove si erano registrati gli avvistamenti del Leggendario Soldier.

La terra soffrì sempre più appassendo lentamente, ma inesorabilmente causando morte e devastazione per una considerevole fetta di popolazione.

Proprio nel momento in cui aveva raggiunto il punto più basso, letteralmente ad un passo dal baratro, recuperò improvvisamente vitalità ed iniziò a guarire come per magia.

La bambola di scrittura automatica però sapeva che non si trattava di un miracolo, era certe che fosse tutto merito di Aerith e dei suoi amici.

 

Evergarden fu una delle poche "fortunate", infatti i suoi mesi trascorsero normalmente grazie al fatto che i luoghi dove veniva mandata a lavorare non subirono mai attacchi diretti dei mostri del Lifestream corrotto.

Vista proprio tale normalità e l'assenza di brutte notizie relative al fato della speciale committente dagli occhi smeraldo ormai era sicura che quella lettera adornata dal simbolo fiore giallo sarebbe rimaste chiusa a chiave nel suo cofanetto per sempre.

 

In una piovosa domenica di autunno era stata inviata a mangiare fuori dai suoi colleghi in un carino ristorantino della città celebre per i suoi piatti leggeri, ma allo stesso tempo saporiti.

Sebbene inizialmente titubante alla fine decise di accettare e così ebbe modo di passare diverse ore in felice compagnia.

 

Durante il pasto Kattleya e Benedict prendevano in giro Hodgins il quale li minacciava, inutilmente, di degradarli o licenziarli. Intanto la bionda conversa amabilmente con la cara amica Luculia, tornata in zona per salutare il fratello.

 

Tutto stava andando per il verso giusto quando nel locale cadde il silenzio tra i clienti fino ad allora piuttosto rumorosi.

 

“ Cosa sta succedendo?” domandò Blue sorpreso,

“ Un'edizioni straordinaria del telegiornale, strano...” commentò Kattleya osservando con attenzione il monitor.

 

Intanto Violet ebbe un'insolita stretta al petto che non seppe spiegare, ma che nonostante ciò fu in grado di farla rabbrividire.

 

“ Interrompiamo la trasmissione per dare il giusto omaggio ad una giovane fanciulla che ha dato la vita per salvare il Mondo e di conseguenza tutti noi”.

 

Il giovane anchor man chiuse gli occhi facendo un leggere inchino mentre la rete proiettò in diretta le immagini di persone che Violet aveva conosciuto bene.

 

Le preghiere della fanciulla che non fosse stata davvero Aerith la martire si frantumarono quando vide una lapide adornata con bellissimi fuori con su inciso proprio il nome dell'amica.

Per un attimo non provò nulla se non un attanagliante gelo avvolgere l'anima in una tremenda stretta che a stento la fece respirare.

 

“ Certo che questi giornalisti non hanno proprio scrupoli! Cercano di intervistare quei poverini sebbene siano stravolti dal dolore” disse indignata Luculia,

“ Stanno solo facendo il loro lavoro” commentò Claudia con un insolito volto scuro,

“ Anche eseguire il proprio compito ha dei limiti. Guardateli: quelle due bellissime ragazze sono una maschera di lacrime e persino gli uomini trattengono a stento il pianto” ribadì la prima vera amica di Evergarden con veemenza,

“ Non è l'unica...” quasi sussurrò Kattleya indicando con gli occhi la bionda.

 

Violet, rossa in viso, stringeva con forza i lembi della gonna e con ancora più decisione le labbra nell'infruttuoso tentativo di combattere le lacrime.

 

“ Violet, la conoscevi?” domandò dolcemente l'amica,

“ Sì, era una cliente di un anno fa circa” intervenne prontamente Hodgins intuendo che la sua protetta non si trovava nelle condizioni mentali per rispondere,

“ Capisco, è sempre difficile quando se ne vanno...”

 

Ignorando per la prima volta in vita sua i commenti di Luculia, Evergarden esclamò in un misto di dolore e furia:

“ Perché...Perché l'hai lasciata morire!?”; dopo di che si alzò di scatto e corse via sotto la fredda pioggia.

 

Luculia tentò di seguirla come Benedict, ma Claudia e Kattleya li fermarono sostenendo che la loro amica avesse bisogno di un po' di tempo da sola.

 

Nonostante la saggezza mostrata entrambi non poterono che rimanere perplessi per come si era comportata la ragazza: aveva già affrontato vicende simili ed a volte aveva persino pianto, ma mai così disperatamente. Quella Aerith si era ritagliata un posto speciale nel suo cuore, questa fu la spiegazione che il duo si diede a mente fredda.

 

Se la ragione del dolore divenne chiaro, la rabbia no e non c'era da meravigliarsi poiché era legata ad una circostanza che sola Violet sapeva.

Infatti era infuriata con Cloud per non aver protetto Aerith, ma anche perché non era presente al funerale di quest'ultima come se non gliene importasse nulla. Pensiero che l'avrebbe spinta a dare una bella lezione a Strife.

 

Nonostante ciò doveva fare un'altra cosa prima: avrebbe adempiuto all'ultima volontà della Cetra e l'avrebbe fatto a tutti i costi.

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Capitolo 11
*** Amore ***


Amore

 

Sebbene Hodgin, Luculia e tutti i suoi amici le avessero caldamente consigliato di prendersi qualche giorno di riposo per metabolizzare il tremendo lutto, Violet non volle sentire ragioni. Prese la lettera, che inspiegabilmente profumava ancora di fiori gialli, e partì alla ricerca di Cloud.

Non vedeva l'ora di affrontarlo su come avesse potuto permettere ad Aerith di morire, ma voleva anche rimproverarlo duramente per non aver presenziato al funerale.

 

Sfortunatamente trovarlo si dimostrò essere un'impresa davvero complicata. Di lui si erano perse le tracce, l'ultima risaliva nei pressi di un antico cretere, luogo dove si era consumato lo scontro finale con Sephiroth. Da lì in poi sembrava essere scomparso nel nulla.

Per cui l'unica opzione che le restò fu quella di contattare Barret e gli altri per chiedere loro se sapessero qualcosa.

 

Ritrovarli fu certamente piacevole, gli era mancata la loro compagnia, ma anche molto doloroso. Nei loro volti era stampata la sofferenza per la recente perdita ed il fatto che lei non poteva trattenersi a parlare rendeva il tutto più amaro.

Purtroppo non ottenne particolari informazioni sulla posizione del biondo, tuttavia apprese una cosa molto importante: quanto devastante fosse stato per Cloud non riuscire a proteggere colei che amava.

 

La testimonianza che la colpì di più fu quella di Tifa, la ragazza era senza ombra di dubbio la persona in vita più vicina all'ex Soldier eppure non era stata in grado di aiutarlo.

Le raccontò di come Strife si fosse abbandonato alla rabbia e all'odio verso Sephiroth, l'assassino della Cetra, ma una volta ottenuta la tanto agognata vendetta si svuotò. Divenne come un guscio senza anima che andava in giro senza meta, solo un'emozione era rimasta: rimpianto misto a disprezzo verso se stesso.

 

Purtroppo Lockhart si accorse della gravità della situazione quando ormai era troppo tardi. Striffe abbandonò di notte e senza dire una parola il ricostruito Seventh Heaven per vagabondare nel Mondo.

 

Prima di dirle i pochi indizi che aveva raccolto su dove Cloud effettivamente si trovasse, la mora disse alla bambola di scrittura automatica una suo timore: aveva una profonda paura che lo spadaccino si stesse lasciando morire.

Evergarden non ritenne tale pensiero folle. Avendo perso anche lei la persona amata capiva molto bene la forte tentazione di raggiungerla nella morte, però non era certa che fosse il caso del destinatario della lettera. Aveva ancora il dubbio che non fosse capace di provare sentimenti tanto profondi. 

 

Tuttavia quando finalmente lo vide il tentennamento sparì: Strife era evidentemente malnutrito, aveva di proposito lasciato le sue ferite ad infettarsi e tutta quella furia distruttrice non serviva ad altro che ad accelerare il proprio suicido.

Fu proprio allora che la bionda capì il senso dell'incarico dell'Antica, se non gli avesse fatto leggere la lettera sarebbe stata la fine.

 

“ Cloud questa è la lettera di Aerith, quella che abbiamo scritto insieme un anno fa”

“ Ti aveva chiamato nel caso in cui...Non fossi stato in grado di proteggerla?”
“ No, per precauzione. Sapeva che il viaggio sarebbe stato molto pericoloso e volveva essere certa che conoscessi i suoi veri sentimenti”

“ Io...” Strife protese leggermente la mano verso la missiva, ma la ritrasse immediatamente.

“ Non ne sono degno...Sono solo un debole”

“ Lei non lo pensava e ne hai la prova proprio qui”
“ No, non la leggerò”
“ Devi farlo Cloud, lo devi ad Aerith!”
“ Le devo tutto! Eppure non sono riuscito nemmeno a riportarla a casa sana e salva. Ero la sua guardia del corpo e l'ho lasciata morire. Lei non lo meritava, dovevo essere io a perire sotto la lama di Sephiroth! Invece la persona più buona e pura del Mondo non c'è più mentre un rifiuto come me continua a vivere. Non è giusto”.

 

Nell'ascoltare quelle parole e il modo in cui venivano pronunciate, dolore allo stato puro, Violet si rese conto di essersi terribilmente sbagliata.

Strife non era presente al funerale non perché non gli importasse, ma poiché sarebbe stato troppo, il suo cuore non avrebbe retto.

 

“ So come ti senti Cloud, proprio come te ho perso colui che amavo davanti ai miei occhi” iniziò la fanciulla stringendo l'adorata spilla, “ La sofferenza è ancora viva dentro di me e non ti nego che ci sono stati e ci sono dei momenti davvero duri. Però sto andando avanti. Non ci sarei riuscita se il Maggiore non mi avesse detto quelle parole...Se siamo tanto simili vuole dire che nella lettera c'è quello che devi sapere per andare avanti”.

In quel momento gli consegnò nella mani la missiva dicendo:

“ Ti prego leggila, è l'ultimo desiderio di Aerith”.

 

Vinto, Strife decise finalmente di leggere.

 

“ Ehy Cloud,

se ti è arrivata questa lettera significa che il mio Destino era impossibile da cambiare. So che adesso stai soffrendo molto e so di esserne la causa, mi dispiace davvero tanto. Non avrei mai voluto causarti del dolore, tu mi hai regalato solo gioie come durante i nostri appuntamenti segreti.

Adesso sarai immerso in un'oscurità eterna, ma è solo una tua impressione. Devi aprire gli occhi perché esiste la luce, c'è e l'abbiamo creata noi sconfiggendo Jenova.

Cloud continua a vivere nella speranza per cui abbiamo tanto lottato e ricorda che non sei solo. Hai al tuo fianco gli altri e me. Sì hai letto bene, io. Pensavi di esserti liberato di me, vero? Bene, ti sbagli. Continuerò a guardarti dall'alto come un angelo custode, è il minimo che possa fare per il mio vero amore. Quindi vedi di non farmi arrabbiare, vivi una vita piena e felice così quando saremo di nuovo insieme mi potrai raccontare tante belle storie.

 

Un caro saluto, la tua Aerith.

 

P.S: il giorno in cui ti ho incontrato è stato il migliore della mia vita e grazie per essermi stato accanto fino alla fine. Ti amo”

 

Evergarden vide il volto di Cloud riacquisire vitalità man mano che leggeva e persino versare una lacrima alla fine.

Era incredibile quanto la Cetra conoscesse bene il giovane, le sue semplici, ma oneste parole erano state in grado di dargli nuova speranza.

 

“ Violet, ti ringrazio” si limitò a dire il biondo allontanandosi per una meta ignota, tenendo stretta al petto la lettera ormai divenuta il suo tesoro più grande.

“ Ho semplicemente fatto il mio dovere” rispose la ragazza appena prima di essere investita da un tiepido vento che portava con sé dei petali gialli i quali circondarono Strife come se a proteggerlo.

In quell'istante giurò di sentire un “ Grazie” nell'aria.

 

“ Quindi anche ora siete legati...” sussurrò la bambola di scrittura automatica mentre un tenue pianto si impadroniva di lei.

Benedict, che si era avvicinato, vedendola così le domandò preoccupato:
“ Cosa succede Violet? Quel tipo ti ha ferita!?”
“ No, ho semplicemente capito meglio il concetto di amore... Torniamo a casa, avrò un bel po' di lavoro arretrato”

“ Ma...Lasciamo perdere, sarebbe inutile. Sali in macchina, ci aspetta un lungo cammino”.

 

Qualche tempo tempo, l'ex soldatessa stava poggiando delle viole sulla tomba di Aerith.

 

“ Ho rispettato le tue ultime volontà, ma immagino che tu lo sappia già. Mi sarebbe tanto piaciuto rivederti, forse un giorno lo faremo. Per adesso ti verrò a trovare qui e ti racconterò le mie avventure. Iniziamo con l'ultimo lavoro”.

 

Nel bel mezzo del racconto Evergarden percepì ancora quella strana aria tiepida che la portò a volgere lo sguardo di lato. In questo modo vide una persona che conosceva molto bene, una che le fece sussultare il cuore.

 

“ Ciao Violet...”.

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