IF NOT FOR YOU

di Matixa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kidnapped ***
Capitolo 2: *** I wouldn't even put myself together ***
Capitolo 3: *** I wouldn't know what to do ***



Capitolo 1
*** Kidnapped ***


 Echi di cannonate, clangore di spade, richiami insistenti e grida, grida disumane di rabbiosa ira. Tutto si stava facendo più lontano e silenzioso.

Nami chiuse gli occhi; era furiosa. Furiosa con i marine, furiosa con i pirati ma sopratutto furiosa con sé stessa per essersi fatta catturare come una sciocca, per aver abbassato la guardia, per aver permesso che-

 

‘Dannazione!’ prese a pugni il pavimento di legno della cella in cui si trovava.

 

‘Non fare quella faccia gattina, sai benissimo che prima o poi sarebbe successo.’

 

Mordendosi il labbro espirò forte dalle narici tutto il suo nervosismo ricacciando indietro le lacrime guardando con disprezzo il maledetto pirata che si stava facendo burla di lei. Da dentro la sua gabbia, legata con catene rinforzate e intrise di agalmatolite soffiava e si dimenava proprio come un gatto in trappola, feroce e incazzato.

Questi ridendo appena guardò fuori dall’oblò scivolando via dal suo sguardo di fuoco come niente.

 

‘La più debole fra tutti e al contempo la più utile … sarà interessante vedere quanto dureranno i tuoi amici pirati senza di te …’

‘Con chi credi di avere a che fare? Non sono degli sprovveduti se la sapranno cavare alla grande, con o senza di me …’

‘Sono certo che un paio di nozioni su come muoversi in mare tu gliele abbia spiegate, dopotutto dubito siate così sciocchi da non aver mai preso in considerazione quest’evenienza ma ’ - annuì in direzione del cielo - ‘ … fra poco farà buio e come ben sai vicino alla costa il tempo è mutevole, imprevedibile; è stagione di monsoni e i fondali pullulano di scogli sommersi possenti e acuminati che non avranno alcun problema a infilzare squarciare e affondare il vostro enorme galeone ...’

 

La guardò per un momento schiudendo gli occhi indeciso se scoccare o meno il colpo finale.

 

‘… e presto verranno i giorni del massive wild meet …’

 

a quelle parole, aggiunte con un tono leggero e scherzoso, il viso di Nami sbiancò.

 

Compiaciuto della sua reazione il primo ufficiale dei pirati, quello che l’aveva aggredita alle spalle, narcotizzata e portata via, si allontanò dall’oblò e così anche lei poté rendersi conto di una cosa.

Erano in mare aperto lontanissimi dalle coste dov’era stata catturata e di conseguenza lontanissima dalla portata del potere dei frutti di Robin e Brook nei quali confidava per essere trovata. Come diavolo avevano fatto ad allontanarsi così velocemente?

Non sfuggì al pirata la sua espressione sbigottita.

 

‘Non siete gli unici ad avere ottimi scienziati a bordo, non siete i soli a conoscere tecnologie all’avanguardia a credervi i più furbi e imbattibili …’

 

Uscì lasciandola sola e attonita con lo sguardo perso nel vuoto sul volo di un gabbiano che levandosi dal ponte prese slancio sull’oceano totalmente disinteressato da ciò che succedeva a decine di metri sotto le sue ali dove una flotta di navi pirata e della marina sparpagliandosi a raggiera stava allontanandosi dal centro della battaglia dove la Sunny si stava difendendo egregiamente dal doppio fuoco nemico e dove i pirati di cappello di paglia a tutto pensavano in quel momento tranne che a contrattaccare perché la loro priorità in quel momento era solamente una.

 

Trovare Nami.

 

Ma erano stati furbi i pirati che li avevano presi di mira; erano stati in grado di attirare un’intera divisione della marina in modo che arrivasse a scontro iniziato per poi darsi alla macchia lasciando a Rufy e ai suoi il problema di sfuggire al governo. Una volta prelevata Nami dal ponte con una manovra diversiva e ancor prima che i mugiwara potessero rendersi conto di quel che era successo si erano divisi imbarcandosi su decine di navi diverse senza dare modo a nessuno di capire su quale stessero portando lei dopodiché mentre alcune attaccavano con potenti cannonate altre sgusciavano via lasciando i pirati interdetti e incapaci di organizzare la benché minima controffensiva.

 

‘Nami NAMIIII NAMIIIIIIIIIIIIIIII!!!’

 

Il viso di Rufy era sfigurato dalla rabbia, i suoi pugni colpivano alla cieca paratie, chiglie e alberi maestri stracciando vele e sartie, perforavano la protezione di acciaio spaccavano cambuse contrappesi sfasciando scialuppe e galleggianti.

 

Ma non bastava.

 

Nami non rispondeva.

 

E i suoi occhi nulla vedevano se non l’espressione di lei, stupita e impaurita appena un attimo prima d’esser tramortita e portata via. Portata via da un posto sicuro dal quale non avrebbe mai potuto pensare di ... se solo le avesse dato retta!

 

‘RUFY!’

 

La voce di Sanji, tagliente più delle katane di Zoro e intrisa di un tono rabbioso lo richiama indietro dalla furia nel quale è scivolato esortandolo a tornare in sé.

Spaccare tutto non è necessario, perdere tempo ancora meno.

 

‘Rufy!’

 

Anche Robin lo raggiunge, ha con sé qualcosa di arrotolato nella mano.

 

Dà quindi l’ordine a Franky di allontanarsi verso il mare aperto, espira ed inspira mille volte ad occhi chiusi per calmarsi e raggiunge poi, nell’esatto momento in cui la chiglia della Sunny tocca nuovamente il mare rimbalzando sulla superficie più e più volte, il ponte principale dove tutti lo stanno aspettando.

Zoro ha un demone per capello e se ne sta appoggiato all’albero maestro, Usopp trema di rabbia ancora incredulo per ciò che è accaduto, Chopper trasformato fuma dall’ira e dallo sconforto, Brook è appena rientrato in sé dopo aver cercato per l’ennesima volta qualche indizio su dove possa essere stata portata la loro amica, Franky scruta il mare immobile con occhi rossi di collera e Robin attende la sua attenzione prima di parlare.

 

‘Era una trappola, fin dall’inizio …’

‘Che vuoi dire Robin?’

 

Sanji sbuffa il fumo dall’ennesima sigaretta, non ha il tono da cascamorto di sempre, vede rosso dalla rabbia, non si capacita di come possano essere stati tutti così sciocchi da farsi portar via Nami da sotto al naso, lui in primis.

 

‘Secondo le carte e le informazioni di Nami, quell’arcipelago lo avremmo dovuto superare in giornata, in genere se ci avviciniamo a terra fa sempre tappa ma sulle carte non c’è alcuna traccia del suo volersi fermare vedete? Punta alle prossime isole, l’arcipelago ‘Perzene’ a due giorni di navigazione direzione sud sud-est.’

‘E questo cos’ha a che fare con la presunta trappola?’

 

Zoro non capisce il nesso, avrebbero dovuto tirar dritto e lo stavano facendo fino a che … si blocca all’istante nel ricordare cos’era successo di tanto importante da farli virare verso quelle isole maledette.

 

******************

 

Stavano navigando a gran velocità da ore; il vento favorevole spingeva la Sunny increspando i fili d’erba del ponte, facendo frusciare gli alberi dell’agrumeto di Nami e tintinnare i campanellini che la navigatrice aveva appeso alle loro fronde. L’aria era secca e tiepida, il sole cocente e i gabbiani a decine si stavano radunando sopra la nave a dar loro il benvenuto, segno che la terra non era molto distante ed infatti …

 

‘Terra ragazzi, terra!’

 

Usopp aveva gridato felice quella parola ripetendola mentre con Chopper saltava sul posto elettrizzato, dal suo cannocchiale aveva intravisto piccoli borghi sparsi sulle varie isole e la mancanza di grandi porti faceva ben sperare che si trattasse di un posto sicuro.

 

‘Vira 3° a tribordo Franky, anzi facciamo 5, ci sono dei mulinelli, passa in mezzo a quei due faraglioni grandi e poi sempre avanti aggirando l’isola più grande ... ’

 

La voce di Nami però aveva gelato la gioia di tutto l’equipaggio. Chi più chi meno infatti non vedeva l’ora di scendere e sgranchirsi un po' le gambe. Dopo la loro ultima avventura sulla terra ferma i giorni in mare erano stati lunghi e quasi noiosi, avevano bisogno di far baldoria, scaricare un po' di tensione e sopratutto fare provviste di generi freschi.

 

‘Come sarebbe Nami?’

 

Rufy, alquanto demoralizzato cominciò a fare i capricci.

 

‘Quelle isole sono off limits, la corrente è instabile, la terra sommersa piena di scogli, vedo dei mulinelli enormi e da quel che ho capito non ci sono cose interessanti da vedere/comprare (rubare) o degne di nota quindi non ci fermeremo …’

 

‘Ma io voglio scendere!’

‘Ci saranno altre isole fra circa due giorni …’

‘IO voglio vedere questa!’

 

Seccato il capitano rimbeccò il tono perentorio con il quale Nami lo aveva contraddetto.

 

‘Non è il caso Rufy, sarebbe un inutile perdita di tempo!’

 

E le parole di lei non fecero altro che aumentare la voglia di Rufy di attraccare così le si avvicinò incominciando la solita tiritera di ogni volta che Nami sceglieva una rotta sicura e lui puntava a quelle più infide.

Però, anche se lui non ci fece caso tutti gli altri notarono che il tono in cui Nami rispondeva none ra il solito, era secco e perentorio non urlava come sempre cercando di strozzarlo non era spaventata, semplicemente determinata, almeno per questa volta, a non dargliela vinta.

E quando Rufy sembrava sul punto di cedere qualcosa accadde.

Gli occhi di Zoro, focalizzati sull’espressione accigliata ma sicura di Nami scorsero un bagliore riflettersi sul suo viso pochi attimi prima che la sua attenzione venisse attirata dalla sorgente di quel brillio. Il fragore dell’esplosione che quasi simultaneamente esplose in acqua a poche decine di metri da loro creando un onda che sconquassò la nave convinse tutti che forse la navigatrice aveva avuto ragione.

Li stavano attaccando da terra.

Sanji riuscì a rendersi conto solo di questo prima di scorgere, vedendole sbucare da dietro quello che si rivelò essere un enorme muro dipinto coi colori dell’isola, decine di navi pirata armate fino ai denti.

 

‘Siamo sotto attacco!’

 

Gridò con quanto più fiato avesse in corpo deviando un paio di palle di cannone in mare mentre constatava che i suoi compagni erano già in posizione di difesa/attacco.

Pochi attimi e si ritrovarono circondati.

Dieci minuti e lo scontro li vedeva affannati intenti a respingere i tentativi di arrembaggio delle decine di navi che li avevano stretti in una morsa che impediva loro di scappare ricorrendo al coup de burst.

Dodici minuti e all’orizzonte apparvero decine di navi della marina in velocissimo avvicinamento.

Diciotto minuti e queste li raggiunsero proprio quando le navi nemiche stavano per allontanarsi e lasciarli in pace, proprio quando una sagoma nera, posizionatasi alle spalle di Nami la assalì di sorpresa posandole un tovagliolo sopra il naso, svanendo subito ancor prima che i loro neuroni potessero elaborare l’accaduto.

 

E poi vennero gli assordanti rombi delle sirene, i suoni delle campane di armamento gli scoppi dei cannoni, l’acqua levata dalle esplosioni in mare, il cozzare di lame contro lame, pugni contro carne, calci contro ossa, rabbia e preoccupazione, ansia ira frustrazione e …

 

All'improvviso il suo cervello ragionò.

Le navi sbucate dall’isola si erano ritirate immediatamente una volta entrata in scena la marina e aver preso Nami, quindi la cosa sembrava architettata a dovere.

Dovevano togliersi di torno il governo, fermarsi e capire cosa fosse successo prima di andare su quella maledetta isola e spaccare tutto!

 

‘RUFY!’

 

Chiama il suo capitano e gli intima con lo sguardo di calmarsi. Rufy annuisce appena, gli occhi iniettati di rabbia e sangue, teme per u n attimo che riparta ancora ma Robin lo chiama a sua volta, lui sembra ragionare a questo punto, intima a Franky di allontanarsi, così fanno e ora sono qua, attorno al barile del primo ponte a cercare di capire cosa diamine fosse loro successo in quel lasso breve ma infinito di appena un’ora e venti.

 

………………………

 

 

Era nel frattempo scesa la notte e un silenzio tetro e tombale aleggiava su tutta la nave.

Nami sghignazzò soddisfatta, ci aveva messo un po' ma alla fine, grazie ai grimaldelli nascosti un po' ovunque nei suoi abiti era riuscita a forzare il dannato lucchetto di quelle dannate manette e manomettere quello della cella.

Sgusciò fuori silenziosa come un felino appiattendosi alle pareti scure e ombrose del vascello.

Non c’erano rumori, non udiva vociare alcuno e l’unica fonte di luce, a parte due fioche fiammelle poste a poppa era quella della luna che immensa e lucente di stagliava in cielo velata appena da pochi nembi che sfregiavano la falce crescente con righe sottili e nere simili a cicatrici.

 

L’unica stella nelle vicinanze brillava dorata parendo prezioso ciondolo appeso da fili invisibili ad un altrettanto invisibile collo e da quello spettacolo Nami rimase affascinata.

Però qualcosa non quadrava.

Erano troppo vicini.

La luna era troppo grande rispetto c come se la ricordava dalla notte precedente, com’era possibile?

A passi incerti raggiunse il parapetto più vicino a lei e proprio quando i suoi palmi strinsero la ringhiera in legno laccato una voce alle sue spalle la fece trafelare.

 

‘Ci hai messo anche troppo ad evadere per i miei gusti …’

 

Ciò che videro i suoi occhi fu in grado di farle cedere le ginocchia.

Tre passi alle sue spalle e la voce del pirata di nuovo parlò.

 

‘Che tu sia in gabbia o libera gatta ladra qui non fa alcuna differenza …’

‘….’

‘Enjoy your stay ...’

 

E se ne andò tossendo una risata roca e maligna mentre Nami fissava atterrita il vuoto da oltre il parapetto.

Si trovavano i cielo. Altissimi oltre la superficie tanto che le onde erano impossibili da distinguere e alcune torbide informi e minuscole nuvole si disfacevano contro la chiglia che animata da chissà quale tecnologia fluttuava in aria falciano il cielo ad una velocità pazzesca e costante. Il coup de burst della Sunny era simile, ma aveva poca durata, 5, 10 km al massimo per 10, 15 minuti di tempo, qui si parlava di ore, di miglia …

plic – plic

Due lacrime le caddero dagli occhi e tremando si rimise in piedi.

 

‘Cosa diavolo vuoi da me?’

‘Lo scoprirai presto gattina ’

 

Un enorme sorriso si dipinse sul volto del pirata, che indietreggiò nell’ombra entrando in cambusa.

 

‘Lo scoprirai presto ...’

 

 

………………..

 

 

L’idea di scendere a terra era scartata.

Non ci voleva un genio per capire dalle mappe quanto quelle acque fossero insidiose inoltre non avrebbe avuto senso farvi ritorno dopo la fuga appena messa in atto con la marina. Sicuramente li stavano cercando/aspettando e da quello che aveva detto loro Sanji, sembrava che in quell’arcipelago ci fosse ben più del nulla che si erano aspettati loro. Aveva detto loro di aver visto spuntare alcune navi nemiche, le prime che li avevano attaccati protette dalle cannonate provenienti dalla costa , dal mare dove prima non c’era niente se non il prolungamento roccioso di un insenatura naturale tipica degli arcipelaghi rocciosi e non ci aveva più capito niente nessuno.

Dal niente non spuntano navi.

Finché Robin, controllando le cartine di Nami e analizzando i fatti di Sanji aveva finito col dire che probabilmente c’erano dei teli, o dei pannelli dipinti atti a creare l’illusione che l’isola fosse deserta e innocua mentre in verità dietro questi pannelli c’erano intere navi pirata pronte ad intervenire.

 

‘Quindi siamo incappati in un agguato coi fiocchi … quelle isole probabilmente sono occupate da pirati da anni. Per questo Nami non voleva attraccarvi …’

 

Usopp che pensava di aver capito la situazione, scrutava il mare tinto dell’amaranto del tramonto, ma si sbagliava di grosso.

 

‘Ne dubito … Nami possiede le nostre stesse conoscenze di questo posto, non credo sapesse di quell’avamposto pirata. Leggiamo lo stesso giornale e non ricordo di aver letto niente riguardo quest’arcipelago … dev’essere qualcosa correlato al mare, forse ha visto che l’accesso è difficoltoso per questo ha deciso di passare oltre …’

 

Rufy ad ogni parola dei suoi sembrava sprofondare in un senso di colpa e oppressione sempre maggiori.

Se solo le avesse dato retta, se solo-

 

Un colpo netto contro la spalla gli fecero levare la testa.

Sanji lo guardava serio.

 

‘Neanche per un momento dovrai pensare che sia stata colpa tua, intesi?’

‘M-ma’

‘Neanche per un momento!’

 

Fu la voce di tutti a ripetere quelle parole e Rufy in cuor suo si sentì un po' più leggero.

 

‘Troviamola alla svelta!’

‘Si!!!’

 

Di nuovo l’eco della sua ciurma rispose a quel comando.

 

Aspettaci Nami!

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** I wouldn't even put myself together ***


 C2

 

 

Uno scossone improvviso la destò dal sonno nel quale era piombata sfinita e lentamente Nami si mise in piedi.

L’alba la salutò con le mille sfumature dei suoi colori dorati. Faceva caldo e si accorse con stupore che adesso la nave navigava in acque placide e brillanti, direzione sud ovest a quanto poteva appurare. Non vedeva isole in lontananza ma solo l’immenso blu del mare calmo e non aveva idea di dove si trovasse.

 

Lasciò cadere a terra il drappo di stoffa che aveva usato per scaldarsi e scese tre gradini arrivando sul ponte. Si muoveva lentamente cercando di capire se c’era qualcun altro su quella grande nave ma esattamente come la notte appena trascorsa sembrava non esserci nessuno. L’aveva perlustrata in lungo e in largo non trovando nemmeno più traccia del simpaticone che l’aveva rapita, sparito chissà dove.

Un brontolio allo stomaco le ricordò che aveva fame. Una fame da lupi.

Fece perciò la cosa più sensata ed aprì la porta di quello che la sera prima aveva scoperto essere il refettorio.

Era pulito silenzioso e fresco. Delle decine di posti disponibili ce n’era preparato solamente uno. Due pezzi di pane, della frutta quello che sembrava essere latte e dei succhi si stagliavano dentro un vassoietto. Alcune posate e dei tovaglioli.

 

Almeno mi danno da mangiare …

 

Non le venne minimamente il dubbio che potesse essere cibo avvelenato perché non avrebbe avuto alcun senso. Mangiò sul ponte cercando di capire che tipo di vento fosse la corrente tiepida che soffiava da nord gonfiando le vele ma scoprì con immenso disappunto che non lo sapeva.

Finì di bere il succo di ananas posando il bicchiere sul vassoi rimpiangendo gli ottimi spuntini che Sanji le preparava sempre con attenzione facendola sentire coccolata e apprezzata. Lì invece era nessuno che mangiava del cibo preparato da nessuno per nessuno.

 

Doveva trovare il modo di andarsene.

Ma come? Non aveva scorto nessuna scialuppa nel suo giro di ispezione e su quella dannata nave non sembrava nemmeno esserci un dannatissimo timone, una sala con le carte di navigazione e la rotta tracciata, niente. Oltre che nessuno non c’era niente!

 

‘Su su non agitarti micetta che è tutto a posto, fra poco raggiungeremo la nostra meta e ci saluteremo, non sei contenta?’

 

Scattando verso di lui gli si avvicinò prendendolo per il bavero della giacca sgualcita che indossava.

 

‘Ti sembro contenta? Mi dici dove diavolo ci troviamo? Perché mi hai portata via, chi sei e cosa -’

 

Con uno schiaffo ben piazzato sulla guancia la mandò a terra.

 

‘Non ci siamo capiti gattina … se tu fai la brava io faccio il bravo, se cominci a graffiare graffio anche io …’

 

Attonita Nami rimase immobile a fissare il pavimento tremante.

 

‘Stattene lì buona’ il pirata la guardò con sufficienza prima di allontanarsi verso la cambusa.

 

 

……………………….

 

 

Cosa diavolo stavano facendo?

Erano in una fase di stallo, immobili e impotenti; non sapevano come agire, dove dirigersi, a chi chiedere informazioni a chi …

 

‘Yaaaaaaaaaaaaaargh!!!’

 

Rufy era diventato ingestibile, Zoro lo seguiva a ruota e Sanji che aveva cercato in tutte le maniere di tenerli calmi stava incominciando a perdere la pazienza.

Robin si sentiva impotente. Non aveva idea di come andare avanti, che mossa fare cosa …

 

‘Ragazzi laggiù c’è qualcosa …’

 

Usopp in alto sul Crow Nest indicò alla loro destra dove in lontananza una colonna di fumo nero si levava in cielo, vi si diressero e notarono alcune navi che stavano affondando, reduci da uno scontro probabilmente.

 

Sanji schiuse gli occhi. Ne riconosceva due, erano servite a creare il diversivo per distrarli mentre Nami veniva portata via.

Non ci fu bisogno di impartire ordine alcuno, Franky sguainò un arpione dal fianco della Sunny e lo lanciò con precisione millimetrica facendolo esplodere in una rete metallica che acchiappò quanto più materiale possibile impedendo alle chiglie devastate di affondare ulteriormente.

Una volta assicurato il tutto al fianco della Sunny partì l’esplorazione e, non trovando alcun superstite a bordo i mugiwara capirono una cosa.

 

Erano state affondate volontariamente. Non servivano più. Tuttavia Robin riuscì a trovare qualcosa di interessante. Un plico di scartoffie non del tutto bagnate e abiti buttati a casaccio, spade scheggiate e logore, pistole ossidate, spille arpioni e orecchini che diedero sommariamente un paio di risposte alle loro mille domande.

 

Robin gettò a terra un orecchino con sprezzo. Era finto.

 

‘Non si trattava di pirati, ma mercenari …’

‘Che intendi?’

Zoro si era fatto attento e la sua voce tradiva malumore.

 

‘Queste navi erano già messe male di loro, rappezzate alla bene meglio per durare il più a lungo possibile, non vi sono segni di scontro i cannoni puntano al fondo della loro stessa chiglia, sono di bassa potenza, tutta scena diciamo, ma in grado di infierire danni importanti sulla breve distanza …’

‘Se con questo intendi il pavimento della loro stessa rimessa ti do ragione Nico Robin …’

 

Franky calcolò le traiettorie dalla posizione in cui si trovavano i mortai e diede ragione alla teoria dell’archeologa.

 

‘Intuivamo già che l’agguato fosse stato messo a punto per rapire Nami, adesso ne abbiamo la certezza; una cosa nuova ed importante è sapere che si tratta di mercenari però …’

‘Come possiamo esserne sicuri?’

 

Chopper chiese ingenuamente e nonostante Robin stesse per rispondergli fu Rufy a dargli la risposta giusta.

 

‘Per un pirata la propria nave fa parte della ciurma, è preziosa quanto se non più di un capitano, un navigatore un primo ufficiale un cuoco un dottore un musicista ... ’ e mentre parlava la mente di quasi tutti i presenti volò all’addio dato alla Merry quasi tre anni addietro. ‘Non esiste quindi che un capitano l’abbandoni così …’

 

Rufy rimase in silenzio per alcuni istanti osservando con rabbia quei relitti galleggianti.

 

‘Liberale Franky, e da loro fuoco …’

 

Ci avrebbe pensato lui a dare a quelle navi un degno funerale. Anche se gli erano state nemiche.

 

E mentre la Sunny procedeva lungo la rotta designata da Nami e alle spalle l’incendio divorava i relitti rendendoli effimere particelle di cenere, il capitano di nuovo parlò.

 

‘Perché dici che è un bene sapere che si tratta di mercenari?’

 

Sorridendo Robin si affrettò a rispondere.

 

‘Perché un mercenario lavora sempre per conto di qualcuno.’

‘Troviamo quel qualcuno, e troveremo la nostra Nami …’

 

Aggiunse Sanji accendendosi l’immancabile sigaretta.

 

‘E facciamo loro passar la voglia di mettersi in rogne con noi’

 

Concluse Zoro mostrando finalmente un sorriso.

 

 

………………………….

 

 

 

 

Dopo aver passato tutta la mattinata a cercare di capire cosa diavolo le stesse succedendo e perché Nami decise che era ora di agire.

Dall’idea che si era fatta doveva trovarsi a centinaia di miglia di distanza dalla posizione dov’era stata catturata quindi rimanere ferma in attesa dei suoi compagni era fuori discussione.

Adesso come adesso non poteva stabilire dove si trovasse quindi la priorità era trovare un modo per andarsene nascondersi e capire la propria posizione.

Quella dannata imbarcazione sembrava costituita da un unico pezzo di legno intagliato. Non c’erano i fori del timone, le vele svettavano da un pennone che sembrava fuoriuscire naturalmente dal ponte, non c’era la stiva, cabine nemmeno, insomma, quella nave era un mistero.

Anche il simpaticone una volta uscito dalla sua visuale spariva totalmente e non era stata capace di trovarlo da nessuna parte. E si che non era poi così grande quella dannata bagnarola.

 

Sbuffando e gonfiando le guance accigliata rientrò dalla balaustra a poppa dopo aver constatato che si, il timone c’era sicuramente visto che ne vedeva la pala immersa quindi non le restava che trovarlo.

Stava tastando il pavimento con una nocca per sentire eventuali rumori sordi quando un’ombra saettò sopra la sua testa.

Un gabbiano...

Volse lo sguardo a est e la vide.

 

Terra.

 

A una, due ore al massimo di navigazione mantenendo rotta e velocità attuali col vento favorevole, troppo distante da raggiungere a nuoto. Sembrava che non fossero diretti là visto che d’improvviso l’imbarcazione virò a tribordo. Poteva vedere davanti ai suoi occhi distendersi una nuova rotta come sottil e linea tratteggiata che scivolava sulla superficie del mare saettando fra gli scogli che adesso emergevano al largo dell’isoletta che nulla sembrava se non secco sperone di roccia simile ad un dente che spuntava dal mare con radici sottili e fragili per diventare massiccio molare in alto a circa 50 - 100 m di altezza …

 

Venimmo scaraventati in cima ad uno sputo di roccia perso nel mare settentrionale, rimanemmo lì, in balia degli elementi per 85 giorni …’

 

Le tornarono in mente le parole di Sanji quando una sera le raccontò di come avesse incontrato Zeff, di come fossero finiti entrambi su quello scoglio così dannatamente simile a quello che si trovava di fronte che sarebbe potuta scoppiare a piangere se si fosse rivelato lo stesso. Ma come poteva esserne sicura? Al mondo c’erano molte isole che si assomigliavano nella forma, venti acqua ed eventi climatici erano i medesimi su tutto il mondo potevano benissimo esserci isole ‘gemelle’ anche agli antipodi del mare quindi non doveva sperarci troppo …

 

……

 

 

Quando venimmo salvati … mentre ci allontanavamo ricordo che osservai il profilo di quella prigione di granito, la accostammo per un po' mentre si ritornava sulla rotta prestabilita. Eravamo neanche a mezza giornata dall’arcipelago più vicino.’

Che dici? Vi avrebbero dovuto trovare prima se così fosse stato com’è …’

 

Sanji si rilassò e la guardò tossendo una risata melanconica.

 

Sei un navigatore Nami di alterazioni meteorologiche ne dovresti sapere più di me …’

Non dirmi che … Fake Mirror?’

 

Lui annuì espirando l’ultima boccata di fumo dandole ragione. Quel fenomeno era infido e raro e … infido.

In genere durava pochi giorni, una settimana al massimo ma se si creavano le giuste condizioni poteva resistere anche per mesi, anni volendo … come diavolo erano sopravvissuti ad un Fake Mirror? Era come vivere dentro uno specchio, tu vedevi ciò che ti circondava a 360° ma chi era lontano se guardava nella tua direzione da certe angolazioni, vedeva solamente un’estensione di ciò che lo specchio ingannatore rifletteva …

 

Il bottino di Zef, credendolo cibo svuotai il sacco e io tesoro rimase esposto al sole. Fu il riverbero del sole ad attirare la nave che ci salvò.’

Non vi aveva sfamati, però vi ha salvati …’

 

..

 

Appoggiò il viso contro una mano portandosi le ginocchia al petto osservando distratta quel faraglione mentre in testa finiva di svolgersi la memoria che aveva appena ricordato.

Si trovò a pensare che da bambino Sanji ne avesse passate davvero di cotte e di crude; 85 giorni su di uno spuntone di roccia con niente da mangiare e nessuno che ti possa aiutare doveva esser stata un’esperienza terribile … scoprire che la salvezza era sempre stata praticamente dietro l’angolo una beffa assurda …

 

La porta della cambusa si aprì alle sue spalle e lenti passi echeggiarono sul ponte, Nami levò lo sguardo al cielo. Era mezzogiorno.

Il suo amico era tornato.

 

‘Dove sei micetta?’

 

Lo osservò in silenzio guardarsi intorno e cercarla, non che ci fossero molti posti dove nascondersi e non che lei volesse di fatto nascondersi, solamente non voleva avere niente a che fare con lui.

Schiuse gli occhi ricordando lo schiaffo che le aveva dato e le sue dita strinsero inconsciamente il suo clima tact.

La voglia di colpirlo con un bel thunder bolt era smisurata ma l’avrebbe beccata subito, c’era il sole, nessuna nube e per crearle aveva bisogno di tempo inoltre una volta messo al tappeto, sempre che ci fosse riuscita, cosa avrebbe fatto? Non sapeva governare quella nave non sapeva dov’era e non … una mano le sfiorò la spalla.

 

‘Cucù …’

‘Kyah!’

 

Si era distratta e lui l’aveva raggiunta alle spalle facendola trasalire e quasi cadere dalla cassa sulla quale si era seduta a pensare.

 

‘Visto qualcosa di interessante?’

 

Rimettendosi in piedi cercò di capire che faccia avesse quel dannato pirata. Per tutti quei due giorni che erano stati assieme l’aveva sempre tenuta nascosta sotto ad un pesante cappuccio nero, persino il collo era protetto da una sciarpa, e il torso da un giaccone spesso e lungo. Quell’uomo era un mistero assurdo. Innocuo se se ne stava buona, feroce appena lei cominciava ad alterarsi.

 

‘Seguimi, è pronto il pranzo ...’

 

Lo seguì in silenzio volgendo un’ultima occhiata alle proprie spalle.

 

 

 

 

 

 

If not for you …. I wouldn't even put myself together

 

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Capitolo 3
*** I wouldn't know what to do ***


C3

 

 

 

 

Appoggiata alla balaustra della nave Nami stava osservando nascere sul mare al di sotto di loro il suo terzo sorgere del sole da prigioniera; si erano alzati nuovamente in quota, forse per evitare le decine di imbarcazioni che pullulavano in quella fascia di oceano.

Era strano, per due giorni a parte lo sperone di roccia non avevano incontrato né terra né altre navi mentre ora sembrava esserci un gran traffico.

Avevano il sole alle spalle e forti venti soffiavano da ovest, una fitta nebbia si era formata in lontananza verso nord.

 

 

‘Senti … sono tre giorni che navighiamo per mare e cielo … vuoi dirmi cosa diavolo vuoi da me?’

 

Mordendo un pezzo di un qualche tipo di pane condito che alla lontana, ma molto alla lontana, ricordava le deliziose focacce che preparava Sanji, Nami guardò negli occhi … o l’ombra che li nascondeva il dannatissimo pirata che l’aveva rapita e che da quasi un’ora si era piazzato a prua.

Non ne poteva davvero più, quei tre giorni erano stati di una noia assurda che mai in vita sua aveva provato, aveva analizzato da cima a fondo la nave ancora e ancora cercando di trovare indizi o particolari che le erano sfuggiti qualsiasi cosa che desse un senso all’assurdo stallo nel quale si trovava, ma niente, le era passata persino la paura che aveva lasciato il posto ad una rabbiosa frustrazione che non era più in grado di gestire e a questo punto non sapeva cosa diavolo la trattenesse dal buttarsi fuori bordo e affidarsi alle onde tanta era la voglia di andarsene da quella maledettissima nave.

 

 

‘… io da te non voglio proprio nulla …’ con voce tranquilla questi le rispose continuando a guardare l’orizzonte.

‘E allora perché sono qui?’

‘Perché interessi a quelli che mi pagano per portarti da loro … al volo!’ le lanciò una zainetto.

‘Uh?’ lei lo afferrò più per riflesso che curiosità. ‘Che dovrei farci con questo?’

‘E io che ne so, è in dotazione …’

‘Per cosa?’ cominciava a spazientirsi e anche se sapeva che con lui non era il caso di alterarsi e passare alle maniere violente il sangue stava cominciando a ribollirle nelle vene.

‘Te l’avevo detto no? È giunto il tempo del Massive Wild Meet …’

 

La nave si fermò d’improvviso facendo sbilanciare la rossa, poi un foro si aprì d’improvviso al di sotto dei suoi piedi e Nami precipitò.

Il pirata la osservò cadere nel vuoto appoggiando il gomito alla trave della ringhiera.

 

‘E tu sei stata invitata …’

 

 

………………………….

 

 

 

‘Terra!’

 

Usopp era sempre il primo a vederla non c’era verso… forse per via della sua vista eccezionale o probabilmente il suo spirito prima di tutti ne avvertiva il campo magnetico fatto sta che mentre tutti gli altri vedevano ancora l’orizzonte davanti a loro Usopp se la rideva preoccupandosi di scandagliare bene le coste dell’arcipelago al quale si stavano avvicinando per assicurarsi che non fosse la brutta copia di quello superato tre giorni addietro.

 

Coste pietrose per lo più, una piccola insenatura naturale ideale per attraccare, piccoli sprazzi di spiaggia nera e poi sassi lisci e lucenti… l’entroterra era rigoglioso e pieno di colori e Usopp trovò conferma delle sue congetture levando appena il cannocchiale sulla cima di quello che sembrava a tutti gli effetti un cono.

 

Si stavano dirigendo verso isole vulcaniche. Il monte ricoperto di vegetazione lussureggiante poteva significare che l’attività fosse pressoché inesistente.

Nami gli aveva spiegato che di isole vulcaniche ce n’erano a bizzeffe nella rotta maggiore e che dal grado di vegetazione che le ricopriva era possibile capirne la pericolosità. ‘se sono brulle sta a significare che c’è stata da poco un’eruzione, se la vegetazione è sparuta o concentrata da un versante piuttosto che dagli altri significa che normalmente la lava fuoriesce sempre da un fianco e quindi da una direzione precisa, è utile guardare, nel caso ce ne fossero, dove si trovano i villaggi o gli insediamenti poiché diranno immediatamente quale parte è la più sicura ...

 

Gli aveva anche elencato i vari tipi di vulcani esistenti, la differenza fra magma e lava, i tre tipi principali di eruzioni e una sfilza di altre nozioni che ora sarebbero potute tornare utili a tutti.

 

Scendendo verso il mare scandagliò bene i fondali alla ricerca di scogli o barriere coralline che avrebbero potuto danneggiare la Sunny e in breve tempo designò una rotta da seguire per raggiungere l’insenatura.

Fra quelle in vista avrebbero raggiunto quella col vulcano dal momento che gli altri isolotti erano per lo più spianate di roccia sparpagliate a poche miglia l’uno dall’altro, sperava solamente che fosse abitata e se lo fosse stata che le persone non fossero troppo ostili.

 

‘Franky modifica la rotta di due gradi a babordo … ’

 

Il cyborg era già al timone pronto a ricevere le istruzioni.

Lui Franky e Nami erano un trio eccezionale quando si trattava di manovrare la Sunny. Con le sue direttive a vista, le capacitò della navigatrice e la forza di Franky nel gestire il timone non c’era niente in grado di preoccuparli e anche se Nami in quel momento mancava ci pensava Robin a fare le sue veci affidandosi agli appunti che la rossa tracciava sempre in vista di possibili sbarchi o soste.

 

‘Fra poco vira di nuovo di due gradi, c’è un’apertura appena più larga della nostra nave, non dovresti avere problemi … Robin abbiamo vento a sfavore?’

‘L’attrito è minimo, ci dovrebbe spostare di pochi centimetri …’

‘Bene… voialtri pronti ad issare le vele, Zoro tu vai all’ancora… ’

 

Il coro di ‘si’ che ne seguì diede inizio all’operazione di sbarco.

 

La Sunny era un bestione enorme ma sgusciava sull’acqua che era una meraviglia e non sapeva davvero se fosse merito dell’abilità di Franky nel manovrarla, prerogativa del modello dell’imbarcazione o grazie alla limpidezza delle acque, fatto sta che scivolarono fra scogli coralli e quant’altro come una bilia nel suo tracciato nella sabbia, puliti senza nemmeno arrecare il minimo graffio alla chiglia.

 

Poco meno di un’ora dopo i piedi di Rufy toccarono terra sprofondando nella calda sabbia nera.

 

‘Andiamo!’

 

Non perse tempo a guardarsi intorno o ammirare le molteplici varietà di pesci che si erano radunate attorno alla chiglia per cibarsi dei molluschi che vi si attaccavano, aveva solo uno scopo in mente.

Trovare la prima cittadina e ottenere più informazioni possibili.

Sanji accese la propria sigaretta mettendosi a capofila, lo seguivano Rufy, e Usopp, dietro Zoro e infine Robin e Franky mentre Brook e Chopper sarebbero rimasti a bordo. Uno scheletro e una renna parlante avrebbero potuto destare troppa attenzione, non che non corressero il rischio con quel bestione di Franky ma le sue abilità sarebbero potute tornare utili nella loro missione di raccolta informazioni.

 

 

 

…………………………….

 

 

 

Terra finalmente

 

Sfinita dalla lunga nuotata Nami si trascinò a riva più che poté rannicchiandosi ai piedi di un pino marittimo nascondendosi dietro al cespuglio di callistemon che gli cresceva attorno.

Una breve occhiata ai dintorni per assicurarsi che non ci fosse nessuno, un paio di calcoli per capire se la marea avesse potuto raggiungerla e una volta avute le risposte volute si accasciò sulla sabbia tiepida priva di energie.

 

Ansimava con gli occhi sgranati sulle foglie dell’arbusto che la proteggeva ripensando agli eventi delle ultime due ore.

Due ore in balia delle onde era rimasta.

Due ore in mare a morire.

Quel maledetto pirata gliel'avrebbe pagata cara! Ma che diavolo gli era saltato in mente? Che motivo c’era di portarla via, tenerla a bordo per tre giorni e poi scaricarla in mare senza il minimo avvertimento? Cosa diavolo era tutto questo, un gioco?

 

KAAAABOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!

 

‘KYAAAAAAH’

 

Scattò a sedere terrorizzata dallo scoppio premendosi le mani alle orecchie.

 

-CI SONO TUTTI?-

 

Una voce metallica parlò d’improvviso e Nami levando gli occhi poté vedere un lumacofonino appeso al tronco sopra la sua testa.

 

 

-AH NO, MI DICONO CHE GÁROLF DEI PIRATI ULULANTI NON CE L’HA FATTA! QUINDI SARETE NUMERO DISPARI, BEH POCO MALE … RIPOSATE E RECUPERATE LE FORZE OVUNQUE VOI SIATE PERCHÉ’ STASERA AL CREPUSCOLO SI DARÀ’ INIZIO ALLA COMPETIZIONE!-

 

La voce cessò e di nuovo il silenzio cadde sulla spiaggia.

Ripreso fiato Nami scrutò nuovamente i dintorni indecisa su come comportarsi, non aveva senso rimanere lì in eterno, ma neanche avventurarsi in pieno giorno su quell’isola sconosciuta le sembrava una buona idea. Passandosi una mano sulla fronte allontanò alcune ciocche di capelli bagnati sbuffando furiosa. In che razza di casino l’avevano buttata?

Espirò facendo mente locale; stanchezza a parte non era ferita né dolorante e le gambe seppure indolenzite rispondevano bene ai comandi. Spazzò via un po' di sabbia dagli stinchi notando finalmente lo strano zainetto che le aveva lanciato il pirata prima di buttarla fuori bordo.

Lo aprì trovandolo strapieno di panini, frutta secca alcuni foglietti, un pacchetto di medicinali due borracce d’acqua, una bussola un paio di matite, un coltellino a serramanico dei fiammiferi e una mappa.

Una mappa?

 

BENVENUTI A ISLA SCONDUA LUOGO DESIGNATO DEL MWM DI QUEST’ANNO

 

 

L’aprì e trovò lì tutte, o quasi, le risposte che andava cercando. Il problema era che adesso si pentiva di averle avute perché ogni risposta era un colpo all’anima, era paura terrore e ansia.

 

……………………………..

 

C’era una strana atmosfera, erano tutti all’erta, tutti silenziosi, cupi e pronti a scattare al minimo pericolo.

 

Di solito le loro esplorazioni erano un momento di festa e allegria, con Rufy che rideva e correva ovunque, Usopp che fingeva di conoscere qualsiasi pianta o fiore trovassero, Chopper che estasiato li raccoglieva per studiarli ed usarli in medicina, Zoro che prendeva e andava ovunque non fosse la direzione del gruppo Robin che ridendo lo riportava in carreggiata Sanji che prendeva in giro il testa d’alga, il testa d’alga che reagiva dandogli del cuoco da strapazzo, Brook che rideva suonando qualche motivetto al violino, Franky che ne approfittava per registrare tutto e infine Nami che interveniva assestano cazzotti a destra e a manca riportando l’ordine nella compagnia, caricando Zoro e Sanji come muli in modo che portassero per lei le pesanti apparecchiature di misurazione e se con Sanji non c’erano problemi, servile com’era avrebbe portato in spalla anche lei, con Zoro la motivazione era che se aveva così tanta voglia di andare a zonzo e così tante energie da esaurire almeno lo facesse per una buona causa. La sua.

 

Invece avanzavano da ore attenti e circospetti seguendo una specie di sentiero tracciato nella folta vegetazione. Avevano trovato alcuni cartelli che indicavano la via per un villaggio, affiancato persino un paio di mercanti diretti là chiedendo loro quanto mancasse e come fosse la situazione dell’isola.

Per nulla spaventati dalla presenza di forestieri questi risposero che l’isola era abbastanza fiorente, ricca di stabilimenti termali per via della natura vulcanica dell’arcipelago, piantagioni di ananas piccole botteghe artigiane che lavoravano coralli e ossidiana nonché un florido mercato ittico.

 

‘Siete approdati dalla sponda più impervia, tutte le attività principali e le cittadine sorgono a nord-est dove l’isola scende a mare più dolcemente e la barriera corallina non costituisce un pericolo per le imbarcazioni …’

Robin sorrise al più anziano dei due mercanti aggiungendo il suo pensiero. ‘Infatti, abbiamo notato che non c’era nessuno e temevamo che l’isola potesse addirittura essere disabitata …’

‘Ha ha tutto il contrario ragazza mia, vi troverete bene le isole dell’arcipelago Perzène sono molto vivaci e accettano di buon grado i visitatori, non come i faraglioni brulli, quella è terra di nessuno ci sta gente poco raccomandabile tanto che nemmeno i pirati ci attraccano …’

‘In effetti due giorni fa abbiamo superato una specie di arcipelago composto per lo più da scogli e faraglioni, volevamo passarci ma erano troppo fuori rotta e ’

‘Avete fatto bene! Quei dannati predoni sono sempre in attesa, sbucano all’improvviso e razziano tutto, pensa che giro assurdo dobbiamo fare noi per arrivare qua, non fosse che i beni di questo posto vanno a ruba e si vendono benissimo, faremmo volentieri a meno di correre certi rischi …’

‘Ma la marina non fa niente?’

‘Se sei fortunato ti danno un paio di navi come scorta e allora vieni lasciato in pace, ma spesso capita che collaborino perché i predoni attaccano sopratutto i pirati; indeboliscono le navi nel frattempo chiamano i rinforzi e in cambio di questo il governo permette loro di tenere la refurtiva ... è un metodo collaudato’

 

I pirati si lanciarono uno sguardo d’amarezza. Ci erano cascati dentro come polli.

 

‘Ci mancano solo rapimenti e siamo a posto!’

 

Portandosi una mano alla guancia Robin sospirò lanciando l’ennesima velata domanda.

 

‘O quello è affare della Gilda Oscura, e i predoni non pestano mai i piedi a quelli della Gilda Oscura sarebbe un suicidio! Hanno navi all’avanguardia, membri agili e potenti e si dice che nessuno dei loro colpi abbia mai fallito, alcuni sospettano che sia una branca segreta del governo ma io non credo, rapiscono chiunque dietro compenso e lo fanno sparire in un lampo. Puff ’

‘…’

 

Robin si fece seria d’improvviso e abbassò lo sguardo a terra. Un’organizzazione in grado di fare tutto questo e per giunta estranea al governo poteva davvero esistere? Se si come mai non ne avevano mai sentito parlare?

Notando il suo silenzio l’altro mercante cercò di tirarle su il morale.

 

‘Suvvia non fare quella faccia signorina, non hai nulla da temere da gente come loro. Lavorano su commissione e a meno che tu non abbia una cospicua taglia sulla testa, fatto qualche torto ad uno dei draghi celesti o sia stata selezionata per il Massive Wilde Meet sei al sicuro ... ’

‘Massive Wild cosa?’

 

Sanji si fece attentissimo. Nei suoi anni a Germa 66 aveva visto subito e sentito cose assurde e indicibili, una fra tutte era rappresentata da quelle tre parole messe insieme. Suo pa- ehm, quel degenerato di Judge all’epoca si era divertito un sacco a guardare un programma che portava lo stesso nome costringendo lui e i suoi fratelli a fare lo stesso con la scusa che sarebbe stato davvero educativo.

 

‘Si vede proprio che non siete di questi mari! Noi qui dobbiamo girare a sinistra, voi continuate diritti e giungerete entro sera alla città principale, dirigetevi alla taverna dell’Ostrica e vi diranno tutto ciò che volete sapere … ’ toccandosi il berretto di velluto fece un cenno col capo. ‘Addio e buona fortuna!’

 

Li guardarono allontanarsi e poi sparire dietro la curva e un enorme masso ricoperto di muschio.

 

‘Voi credete alle loro parole?’

 

Zoro non sembrava molto convinto; non si fidava molto di chi non conosceva e gli sembrava strano che quei due avessero snocciolato così tante informazioni senza farsi due domande.

Franky avanzò prendendo lo spadaccino che stava imboccando la deviazione di sinistra per una braccio indirizzandolo verso la direzione giusta scuotendo la testa rassegnato alla sua incapacità di ricordare le indicazioni.

 

‘Secondo me non mentivano. Sono mercanti affermati, girano i mari da anni e conoscono molte più cose di noi, che motivo avrebbero di mentirci? Chissà quanti ignorantoni hanno già incontrato nella loro vita e quanti ancora ne incontreranno, se dovessero raccontar frottole a tutti non saprebbero più quale sia a verità ... ’

‘Ti do ragione, per questo suggerirei di sbrigarci a raggiungere la città, dobbiamo scoprire il più possibile su questa Gilda Oscura …’

‘Io mi concentrerei invece di trovare il luogo del Massive Wilde Meet!

 

Stupita del fatto di essere stata contraddetta da Sanji Robin lo guardò trovandogli in viso un’espressione terrorizzata.

 

‘Che vuoi dire Sanji?’

 

Anche Rufy sembrava colpito dal suo cambio di umore. Se n’era stato abbastanza tranquillo per tutto il tempo se le ultime rivelazioni lo avevano scosso in tale maniera doveva esserci sotto qualcosa di veramente importante.

 

‘Dico solo che se quello che ho paura anche solo di pensare dovesse rivelarsi esatto, per la nostra Nami le cose non si stanno mettendo affatto bene …’

 

Cominciò a correre veloce come una saetta.

 

‘SBRIGATEVI!’

 

 

 

……………………………..

 

 

Isla Scondua … Nami non l’aveva mai sentita.

 

Il pezzo di carta che teneva in mano non diceva in che punto del globo si trovasse quest’isola ma solamente il suo nome.

C’erano dei punti segnati in rosso, in nero in verde e in giallo.

Ogni punto era un check point che garantiva aiuto medico se rosso, di protezione se verde, rifornimento cibo se giallo e ricarica armi se nero.

 

OBIETTIVO

 

Sopravvivere

 

ARMI

 

Qualsiasi

 

PREMIO VITTORIA

 

Libertà

 

IN CASO DI SCONFITTA

 

Morte o schiavitù

 

DIVIETI

 

Fuggire, Attaccare nelle zone franche, Immobilità

 

PENE PREVISTE

 

Morte se se tenta la fuga, inibizione all’uso dei check point per un determinato periodo di tempo negli altri due casi.

 

INIZIO

 

Crepuscolo

 

FINE

 

Al ritrovamento dell’ultimo rimasto.

 

Basita Nami girò la mappa per vedere se c’erano altre informazioni ma il retro era vuoto ad eccezione di alcune righe tracciate sotto alla parola NOTE:, probabilmente lo spazio era riservato alle annotazione dei partecipanti…

 

‘Assurdo, che dovrei fare io?’

 

Ravanò all’interno dello zainetto cercando eventuali tasche nascoste rimettendoci poi dentro tutto ordinatamente.

 

Lanciò un’occhiata al cielo, non era ancora mezzogiorno quindi tempo ce n’era. Ma per fare cosa? Doveva organizzarsi ovviamente e per prima cosa cercare di capire cosa dovesse fare di preciso, come, in che ambiente, che nemici ci fossero in giro e … si diede due schiaffi alle guance sentendo l’ansia montarle e attanagliarle cuore e polmoni; doveva rimanere calma e lucida, doveva prendere la situazione di petto come facevano Zoro Rufy e Sanji. Indizi ne aveva già a sufficienza per ora quindi non le restava che prepararsi al crepuscolo. Espirò lentamente stringendo il suo bastone che per fortuna era rimasto ben saldo dentro al fodero legato alla coscia sentendosi un po' più sicura.

 

In cima al tronco del pino, perfettamente mimetizzata alla corteccia una piccola came-ko teneva gli occhi puntati sull’ignara navigatrice.

 

Nami non aveva assolutamente idea di cosa l’aspettasse.

 

 

………………………….

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