Lontano degli occhi

di Epic89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Un amaro risveglio ***
Capitolo 3: *** Una sofferta convalescenza ***
Capitolo 4: *** Verità ***
Capitolo 5: *** Convalescenza ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni sconvolgenti ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni sconvolgenti parte 2 ***
Capitolo 8: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** Un risveglio agrodolce ***
Capitolo 10: *** Tutto torna alla normalità (O Quasi) ***
Capitolo 11: *** Interrogatorio ***
Capitolo 12: *** Ma cosa stai facendo? ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Non ricordava nulla del percorso che fece dalla Procura all ospedale della Madonna Delle Grazie, pensava solo alle parole di Vitali - "una pallotta vagate ha colpito il Maresciallo Caloguri" - Arrivata in ospedale si accasció a terra è iniziò a piangere. Da quel giorno erano passati 8 mesi, da quel giorno per 8 mesi Imma sognava quel maledetto attentato e tutte le volte si trovava in mezzo alla sparatoria e tutte le volte lho vedeva morire. Si ogni notte lei vedeva MORIRE Caloguri.. E tutte le volte si svegliava piangendo urlando il suo nome. Quella mattina come ogni mattina gli tornavano in mente quei terribili momenti. Vitali che entrava nel suo ufficio con gli occhi addolorati! Vitali che gli diceva: "una pallottola vagante ha colpito anche il Maresciallo Caloguri." E da come i ricordi fossero poi confusi. Ricordava solo il bip dei macchinari che ogni secondo pompavano ossigeno per tenere in vita Caloguri. E le lacrime che le scendevano pregando che non morisse. Erano le 8 del mattino quando uscì di casa, ormai la sua routine era quella di recarsi in ospedale e andarlo a trovare. Lo faceva da 8 mesi, ogni giorno Imma era lì seduta al suo capezzale a parlargli dei casi. A renderlo partecipe di tutto ciò che succedeva in Procura. Delle battute di Lamacchia, degli scontri con Vitali e di come Diana lavorava doppiamente per non far sentire la sua mancanza. Ma tutte le volte che se ne andava sperava nel suo risveglio e tutte le volte rimaneva delusa! Uscita dall'ospedale si recò in Procura, intanto che stava per entrare in ufficio Imma si imbatté in Diana la sua fedelissima cancelliera vedendola così abbattuta le chiese come stesse Caloguri. Ormai la sua cancelliera l'aveva capito che ogni giorno andava da lui. A questa domanda Imma non seppe bene cosa rispondere. "Fisicamente Caloguri sta bene, l ematoma alla testa si è assorbito, però non vuole svegliarsi Diana. Vado ogni giorno da lui, certe volte vado alla mattina prima di venire in ufficio e poi anche alla sera quando esco da qui. E tutte le volte lo vedo lì disteso in quel letto impotente. Questa mattina quando sono andata in ospedale ho incontrato il medico e mi ha parlato di una clinica che si trova a Venezia, lo voglio trasferire lì. È una clinica all'avanguardia, adatta a questi casi. I genitori sono d'accordo, e tra due giorni verrà trasferito lì." "Oh Imma, l'avevo capito che tra te e Caloguri ci fosse un rapporto così speciale , ma non credevo a tal punto da esserti innamorata di lui. E con Pietro?" "Diana, credevo di poter aggiustare il mio matrimonio, pensavo di esserci riuscita, e invece da quel giorno ogni notte rivivo tutto, con la differenza che io non sono in procura ad aspettare Romaniello ma sono lì in mezzo alla sparatoria e tutte le volte lo vedo morire. Ogni mattina Diana mi sveglio piangendo e urlo il suo nome." " E Pietro?" " Diana, Pietro ha capito, forse l'aveva capito 8 mesi fa che io Imma Tataranni si era innamorata del Maresciallo Caloguri. E così ha deciso di andarsene da sua madre." " E Valentina?" " Valentina è andata a Napoli a studiare, quando tornerà parleremo e gli spiegheremo la situazione." .......................... " Imma?" " Dimmi Diana" " Parlagli Imma, quando esci da qui e vai in ospedale apri il tuo cuore, non so se servirà a farlo svegliare ma tu prendi coraggio Imma, fallo per te fallo per lui." E con queste parole la cancelliera si allontanò lasciandola sola, immersa nei suoi pensieri. ................................................................................. Quello stesso pomeriggio come di consuetudine era arrivata in ospedale, decisa a dirgli ciò che provava, prima che venisse trasferito. Se non l'avesse fatto se ne sarebbe pentita per il resto della sua vita. Entrò nella stanza e si avvicinò a lui prese la sedia e si sedette. Lo guardava era così indifeso in quel letto ma anche così era l'uomo più bello che avevesse mai visto. Fece un bel respiro, e prese coraggio. Aveva ragione Diana doveva dirgli ciò che provava. Gli prese la mano e iniziò a parlare. " Io il procuratore più tenuto di Matera con la battuta pronta ha scoperto cosa significa avere paura. Quella paura che da 8 mesi mi attanaglia ogni giorno. E da 8 lunghi mesi che vivo con questa angoscia e vengo qui a ripeterti di svegliarti, e pure veloce, ma tutte le volte tu non lo fai." Rimase in silenzio e lo guardó a lungo, senza dire una parola doveva riordinare i pensieri, doveva capire da dove iniziare. Così fece un lungo sospiro e iniziò a raccontargli di tutte le volte che la fece sentire la donna più desiderata e amata al mondo. " Ti ricordi di quando sono venuta a Roma? Certo che te lo ricordi, e abbiamo fatto quel giro in moto? Per me era la prima volta, e tu con la paura che mi perdessi per le strade mi dicesti:" si tenga a me!"Rido solo al pensiero! Ma ricordo che fu uno dei primi momenti meravigliosi che passammo insieme. O quando ci ritrovammo nella grotta dei pipistrelli e per paura di quei volatili... Mi stringesti a te... Eravamo occhi negli occhi, le labbra quasi si sfiorarono, i nostri respiri si unirono, ed il mio cuore batteva all'impazzata come il tuo. Chissà cosa sarebbe successo se Lamacchia non ci avesse interrotti! E il giorno della festa della Bruna tu che mi hai spiazzato con quella dichiarazione. Eri persino geloso dell'aria che respiravo! Non dimenticherò mai quel giorno... Il giorno in cui capii che TI AMAVO! Ero spaventata Calogiù, c'era mio marito, Valentina, non potevo distruggere la mia famiglia. E ho fatto soffrire te! E poi Tu te ne sei andato in sud America senza dirmi nulla. Fu uno shock per me! Ma quando ritornasti ti dissi di dimenticare tutto, che ciò che era successo alla festa della Bruna era uno sbaglio. Non era vero Calogiù.. Non era affatto uno sbaglio, ma non potevo, non era giusto nei confronti di mio marito. Volevo e dovevo poter sistemare il mio matrimonio e credevo di esserci riuscita. E poi hai deciso di fare quella maledetta deviazione, perché non mi hai detto nulla. Perché? Perché hai fatto di testa tua! E ora rischio di perderti! Svegliati Calogiù, ti prometto che faremo funzionare le cose, che in qualche modo riusciremo a conciliare la nostra vita professionale con quella privata. Ti prego non mi lasciare Calogiù, svegliati! Io Ti Amo." Rimase in silenzio per qualche minuto solo il bip delle macchine si sentivano... Ma nessun segno... Niente di niente, sospirando si alzò! Lo guardardava, gli mancava, gli mancavano così tanto quegli occhi azzurri che la guardavano, le mancava tanto quel sorriso! Si allontanò da lui doveva uscire da quella stanza, pensava che non era servito a niente aprire il suo cuore, ma quando si avvicinò alla porta e stava per uscire sentì un piccolo rumore alle sue spalle, era Caloguri che con una voce flebile disse "Dottoressa"

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Capitolo 2
*** Un amaro risveglio ***


"Dottoressa" In quell'istante era come se il tempo si fosse fermato, quando si girò i loro sguardi si incrociarono, ad Imma mancò il respiro. Aspettava da così tanto tempo il suo risveglio che in quel frangente si bloccò, non seppe cosa dire, come comportarsi, si avvicinò e si sedette. Caloguri la guardò per un attimo e poi "la ringrazio, fate parte anche voi del reparto?" Una pugnalata faceva meno male. "Caloguri sono Imma, Imma Tataranni, non ti ricordi?" ___________________________________________ In quell'istante entrò il dottore lei si alzò barcollando e si avvicinò a lui e chiese se era normale che il Maresciallo non si ricordasse di lei. "Dottoressa il paziente ha un amnesia temporanea, con il tempo si ricorderà tutto, o quasi tutto." "Come quasi tutto?" "Non si preoccupi." ___________________________________________ Tornata a casa si sdraió nel letto. Era felice, era davvero felice che si fosse svegliato, ma a che prezzo? Non ricordava nulla di lei, non ricordava nulla di loro. Non ricordava di Roma, non ricordava della grotta dei pipistrelli, non ricordava della festa della Bruna, le foto del quasi bacio. Niente di niente. Come avrebbe fatto se non se le sarebbe mai ricordate? Come avrebbe fatto se non si sarebbe ricordato di ciò che lui provava per lei? Con questa consapevolezza Imma si addormentó. Per la prima volta non sognó più la sparatoria dove Caloguri perdeva la vita. No questa volta il suo subconscio lha portò nella grotta del pipistrelli, dove stretta a lui, occhi negli occhi lo baciava. ---------------------------------------------------------------------------------------- La mattina seguente si preparò per andare in ufficio, la procura aveva bisogno di lei, erano indietro con delle indagini. E Vitali le stava addosso chiedendo se avessero trovato l assassino. Ancora nulla brancolavano nel buio più totale. Troppe piste aperte. Due diversi sospettati, due moventi differenti ma ancora nulla di concreto. --------------------------------------------------------------------- Arrivata in procura venne convocata da Vitali................. "Vitali" ---------- "Dottoressa" "Ho saputo, finalmente il Maresciallo Caloguri si è svegliato."----------- "Si"---------- "È come sta?" --------------- "Bene, fisicamente sta bene, ha problemi con la memoria, amnesia temporanea. Il dottore mi ha detto che con il tempo ricorderà tutto." "Quindi posso chiamare il collega dell'antimafia, lo vuole interrogare." "Procuratore ancora non è pronto." --------------------------------------------------------------------- Uscita dall ufficio del procuratore, arrivó nel suo ufficio e li l attendeva una raggiante Diana. "Ho saputo Imma, sono felice per te." "Diana sono felice anch'io, ma per ora non si ricorda nulla, non si ricorda di noi." "Piano piano Imma, vedrai che con il tempo ricorderà tutto." "Speriamo." --------------------------------------------------------------------- "Diana, sono arrivati i tabulati telefoni?" "Si, gli ho dato un occhiata. C'è qualcosa di strano, guarda!" "Ah ma qui ci sono varie telefonate di un certo Montemurro alla vittima." "Dottoressa guardi, l'ultima risale a 10 minuti prima della sua morte." "Convocamelo per domani mattina alle 8 Diana!" "Adesso tu dove vai?" "Sto andando in ospedale." -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il caso che stavano seguendo era risultato così complicato, che lei La dottoressa Imma Tataranni non sapeva che pesci pigliare. Avevano trovato un cadavere in una grotta, non avevano ancora identificato la vittima. Chi l'aveva ucciso, l'unica cosa certa, era che aveva fatto un lavoro pulito. Nessune impronte, niente tracce! -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Uscita dalla procura Imma si incamminó, verso la Madonna delle Grazie, arrivata in ospedale venne accompagnata nella stanza di Caloguri. L'avevano trasferito, ormai non era più nella sala rianimazione, non era più intubato. L'avevano messo una stanza dove era solo. Arrivata alla porta si fermò. Fece un lungo respiro abbassò la maniglia ed aprì la porta. Era lì disteso nel letto con gli occhi chiusi, credeva stesse dormendo. Si avvicinò con cautela per evitare di svegliarlo e si sedette sulla sedia. In quel momento Caloguri aprì gli occhi. Rimase senza fiato, quegli occhi azzurri, quegli occhi che tanto sognava la stavano guardando. Per un attimo entrambi rimasero in silenzio, poi con una voce calda e profonda Caloguri pronunciò il suo nome "IMMA" Un emozione così forte la invase, era la prima volta che Caloguri pronunciava il suo nome e detto da lui risultava pure bellissimo. "IMMA Tataranni" Ci fu un momento di silenzio, ognuno immerso nei loro pensieri, quando Imma prese parola, era il momento di capire cosa fosse successo il giorno della sparatoria, era arrivato il momento di capire cosa realmente Caloguri si ricordasse di quel giorno. "Senti Caloguri cosa ti ricordi!" " Mi ricordo che sono un carabiniere, che lavoro in procura con voi" " Abbiamo lavorato tanto insieme e poi, cosa ricordi?" " Che siete stata proprio voi a insistere che io facessi l'esame da Maresciallo." "Non ti ricordi nient'altro? Del perché sei qui? " No. Cioè mi hanno detto che sono stato vittima di una sparatoria." "Si dovevi accompagnare Romaniello per un interrogatorio, al comando, l interrogatorio era gestito dal procuratore dell antimafia, e poi senza dirmi nulla Romaniello ti ha chiesto di andare a trovare sua figlia. Io mi fidavo di te, anzi eri l'unico di cui mi fidavo, mi fidavo a tal punto che ho messo nelle tue mani la mia vita un paio di volte, e tu ti sei fatto fregate come un dilettante. Come hai potuto fare di testa tua e senza dirmi niente. Quella deviazione del percorso è stata fatale." "Io................ E a causa di questa deviazione che sono finito qui?" "Si, come hai potuto! A causa di questa deviazione Romaniello è morto e tu sei finito in coma per 8 lunghi mesi." "Come ho potuto fare una stronzata del genere?" "Purtroppo lhai fatta." "Era meglio se non mi svegliavo." A quelle parole il cuore di Imma si spezzò. Preferiva rimanere in coma piuttosto che ritornare da lei. Voleva chiederglielo, voleva sapere cosa si ricordasse di loro ma non era sicura di voler sapere la risposta. "Senti Caloguri, ti ricordi qualche altra cosa?" "No, anche se...." "Anche se..." "Ho sognato, che c'era qualcuno che piangeva e mi diceva che provava qualcosa per me. Ma non è possibile, chi potrebbe mai amare uno come me, chi potrebbe mai provare qualcosa per un buona annulla come il Maresciallo Caloguri." Ioooooo........ sono io che sono innamorata di te. Voleva urlarglielo ma non lo fece. ------------------------------------------------------------------------------ Uscì dalla stanza consapevole che Caloguri aveva dimenticato tutto, che Caloguri si era dimenticato cosa provava per lei. E con questa sensazione di vuoto, di smarrimento tornò a casa, non ebbe neanche il tempo di arrivare in camera si accasció a terra, appoggiata alla porta della camera, con le mani conserte la testa appoggiata e finalmente si liberò, pianse fino a quando non si addormentó.

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Capitolo 3
*** Una sofferta convalescenza ***


Quando si svegliò Imma era tutta indolenzita, aveva dormito lì accovacciata a terra. Gli occhi secchi per le lacrime che aveva versato. Alzò la testa, lo sguardo perso nel vuoto, era sfinita. Aver scoperto che Caloguri non si ricordava del loro rapporto l'aveva resa esausta e sofferente. Doveva in qualche modo fargli ricordare di ciò che erano prima, doveva riuscire a far riaccendere quella lampadina che con il coma si era spenta. Ma come fare. Raccontargli tutto? Era l'unica possibilità, ma non sapeva come avrebbe reagito. Non sapeva se caricarlo di tante notizie gli avrebbe causato uno shock emotivo. Era ancora mentalmente instabile. Ne doveva parlare il prima possibile con il dottore. ----------------------------------------------------------------------- Nel preciso momento in cui si alzò da terra le squilló il telefono era Pietro che la chiamava. "IMMA" "Pietro dimmi" "Oggi arriva Valentina" "Come oggi arriva Valentina" (con tutto quello che era successo si era completamente dimenticata che sarebbe arrivata sua figlia) "Pietro lha vai a prendere tu?" "Non posso Imma" "Neanche io posso! Mi stanno aspettando in procura. Ho un interrogatorio da fare." "Ma......" "Pietro valla a prendere tu, questa sera vieni a casa e le parliamo. Dobbiamo spiegargli cosa sta succedendo." "Ne sei sicura?" "Si Pietro, non è più una bambina." Ci fu un momento di pausa dove credeva che il suo ex marito avesse riattaccato quando....................... "Ho saputo del Maresciallo!" "Si! Ma Pietro non iniziare." "Va bene Imma, solo hai distrutto la tua famiglia per lui, e non si ricorda nemmeno di ciò che prova per te." E con queste parole riattaccó. Non sapeva come avesse saputo delle condizioni di Caloguri, ma Pietro sapeva bene dove andare a colpire, faceva male, faceva tanto male. Ma non si sarebbe mai arresa. Prima o poi l'avrebbe aiutato a ricordare. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Caloguri si sveglió di soprassalto, aveva avuto un incubo. Dopo essere uscito dal coma sognava una donna con capelli ricci rossi girata di spalle e tutte le volte la vedeva piangere inginocchiata su un corpo inerme, ed era il suo E questa cosa lo destabilizzava, non capitiva perché quel sogno, non sapeva chi fosse la donna che piangeva per lui. In quel momento entró il dottore "Caloguri come si sente oggi?" "Non lo so dottore, fisicamente mi sento bene, ma con la memoria non ci siamo, mi mancano tanti pezzi della mia vita!" "Cosa ricorda?" "Mi ricordo il giorno dell attentato, ricordo cosa sia successo a me e a Romaniello, ma poi non riesco a distinguere se questa donna con i capelli ricci e rossi inginocchiata accanto a me che piange sia reale o frutto della mia immaginazione." "Caloguri, tu vorresti che fosse reale?" "Non lo so!" "Domani hai la prima seduta dello psicologo, raccontargli il sogno, e le sensazioni che ti lascia." E con queste parole lasció la stanza e Caloguri immerso nei suoi pensieri. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Imma era arrivata in procura, Vitali la stava aspettando. "Dottoressa" "Vitali mi dica" "Come stanno procedendo le indagini? Qualche novità?" "Se mi lascia andare che vado ad interrogare un sospettato!" "E perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose!" "Vitali arrivederci" ______________________________________________________________________________________ "Dianaaaaaaaaaa" "Dottoressa" "È arrivato Montemurro?" "Si ti sta aspettando" ---------------------------------------------------------------------- "Signor Montemurro lei conosceva la vittima?" "Dottoressa si la conosco, è un mio caro amico! Perché?" "Abbiamo trovato il cadavere vicino alla piazza Vittorio Veneto, l'assassino ha cancellato le impronte, non abbiamo trovato i documenti, sicuramente li ha portati con sé. Ma................. Ha dimenticato il cellulare della vittima. E da questo siamo risaliti a lei. Mi dica signor Montemurro..... Perché ha telefonato alla vittima 10 minuti prima che morisse?" " Io non me lo ricordo." "Signor Montemurro eh eh eh eh... Su signor Montemurro facciamo i Seri!" "Mi doveva dei soldi." "Chi le doveva dei soldi" "Si chiamava Rizzo Francesco." "E questo Rizzo Francesco perché le doveva dei soldi." "Era uno che giocava ai cavalli, ed era pieno di debiti. E mi ha chiesto questi benedetti soldi. Ma non lho ucciso io.... lo giuro." "Dove si trovava allora del delitto?" "Giocava l Italia, ero al bar con degli amici, può verificare se vuole." "Verificheremo." "Capozzaaaaaaaaa" "Si Dottoressa?" "Accompagna il signore fuori da qui." --------------------------------------------------------------------- "Lo lasci andare Imma?" "Si Diana, non abbiamo prove, in più fammi una ricerca, trovami tutto su questo Rizzo Francesco." "E tu adesso dove vai?" "Sto andando in ospedale da Caloguri." ______________________________________________________________________________________ Arrivata in ospedale si incamminó verso la stanza di Caloguri, era tesa, non sapeva come si doveva comportare. Bussò alla porta ed entró. Ciò che vide la mandó in totale confusione. Era a torso nudo, la schiena scolpita.. I muscoli tesi. Iniziò a fantasticare, le mani iniziarono a tremare, il respiro le mancó. Quando alla fine Caloguri si girò. Lui si bloccò. Rimasero in silenzio a guardarsi, nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo. Era come se in quel momento il tempo si fosse fermato c'erano solo loro. (A lei tornó in mente la grotta dei pipistrelli, loro due abbracciati, occhi negli occhi, labbra che si sfiorarono, i respiri che divennero un tutt'uno e i loro cuori che battevano all'unisono) E a lui provocò un emozione indescrivibile come se in passato avesse provato un sentimento così forte per Imma. Nessuno dei due voleva rompere questo momento magico ma Imma alla fine chiese: "Come ti senti Caloguri?" Caloguri rimase ancora in silenzio a godersi quei secondi di pace, si provava un senso di pace e di protezione verso la dottoressa e non capiva il motivo. "Imma cioè Dottoressa un po' meglio, domani ho la prima seduta dallo psicologo, iniziamo la terapia per rimettere insieme i pezzi, e capire cosa mi manca. Ho un vuoto che vorrei colmare." "Vedrai che ti aiuterà a riacquistare la memoria, vedrai Caloguri." E con quelle parole Imma decise di uscire da quella stanza, non riusciva più a restare insieme a lui senza urlargli che lo amava. Doveva per forza mettere le distanze tra di loro. Era insopportabile vederlo lì e sapere che non ricordava nulla, che non ricordava niente del amore che lui provava per lei." ------------------------------------------------------------------------------------------------- Quando Imma se ne andò lasció al Maresciallo Caloguri una sensazione strana. Come se tra di loro ci fosse stato qualcosa in passato, come se la dottoressa gli stesse nascondendo qualcosa, ma cosa? Si sdraió e continuó a provare quella strana sensazione, come se vicino a lei, lui iniziasse a bruciare. Rimase per un po' sveglio quando poi si addormentó, é iniziò a sognare la donna con i capelli ricci rossi, questa volta non era di schiena, ma vedeva il suo viso. Ed era quello della dottoressa Imma Tataranni.

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Capitolo 4
*** Verità ***


Era arrivata l'ora di dire la verità. Valentina non era più una bambina, doveva sapere come stavano le cose. ------------------------------------------------------------------------------------- Stava uscendo dall'ufficio era rientrata in procura dopo essere stata in ospedale. Imma non aveva nessuna intenzione di tornare a casa ed affrontare Valentina e Pietro. Preferiva continuare ad indagare sull'omicidio di Francesco Rizzo, che parlare con sua figlia. Io Imma Tataranni che ha paura della reazione di Valentina. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Quando si infilò la giacca leopardata scorse Diana. Senza pensarci due volte le disse: "Diana, stasera parlerò con Valentina." "Di Caloguri Imma?" "Si, è giusto che sappia come stanno le cose con suo padre, è inutile far credere che il nostro matrimonio vada bene quando non è così da mesi." "Fai bene" "Ne sei sicura Diana?" "Si!" "Ci vediamo domani Diana buona serata." "Ciao Imma, in bocca al lupo." E con queste parole lasciò sola Imma a pensare a come prendere l'argomento. ------------------------------------------------------------------------------------ Arrivata a casa urló "Valentì, Pietro" "Siamo qui Imma in cucina." Vedendoli insieme uno a lavare i piatti e l'altra ad asciugarli, pensò che non poteva rovinare tutto, non poteva! Ma una vocina le diceva che doveva farlo, doveva essere onesta sia con sé stessa che con sua figlia. Era inutile rimandare, era inutile far credere qualcosa che non esisteva più. Il suo matrimonio era finto! ______________________________________________________________________________________ "Senti Valentì, dobbiamo parlare." "Mamma prima non vuoi mangiare qualcosa?" "Siediti Valentì" "Cosa dovete dirmi?" "Sai che sono una persona diretta e non mi piace girarci intorno alle cose, IO E PAPÀ ABBIAMO DECISO DI SEPARARCI." "Ma cosa stai dicendo mamma? Papà è la verità?" "Si Valentina, il nostro matrimonio è finito tempo fa, non è colpa di tua madre, è che........" "Aspetta Pietro è giusto che continui io. TI RICORDI 8 MESI FA? QUANDO IL MARESCIALLO CALOGURI FU COLPITO DA UNA PALLOTTOLA?" "Cosa stai cercando di dirmi mamma, che ti sei innamorata di lui?" "Si Valentì." A queste parole Pietro sbiancó, era la prima volta che Imma dichiarava apertamente di essere innamorata di Caloguri. "Quando ho saputo cosa fosse successo a Caloguri mi è crollato il mondo addosso, e da egoisti parlare così, ma è la verità. Quel giorno papà è venuto in procura e mi ha accompagnato all'ospedale da lui. E vederlo lì mi ha fatto capire che non potevo e non volevo rinunciare a lui....." " Mamma non voglio sapere, voglio andarmene via da qui! Papà portami via." "Non ho finito Valentì! Dopo quel giorno ho giurato a me stessa che se Caloguri si fosse svegliato avrei comunque provato a far funzionare il mio matrimonio, e ci ho provato, ci ho provato con tutta me stessa, avevo deciso di reprimere i miei sentimenti verso Caloguri, ma ogni notte facevo lo stesso incubo.. Lui morto e io che piangevo. Papà aveva capito, forse l'aveva capito lo stesso giorno della sparatoria. Ma nessuno dei due lo voleva ammettere. Quando la situazione si fece troppo tesa di comune accordo ha fatto le valigie e se n'è andato da tua nonna. Papà sta lì in questo momento." "Non mi interessa! Da oggi con me hai chiuso non voglio avere niente a che fare con te. Hai rovinato la nostra famiglia per uno che non ricorda cosa provi per te! Fa male questa verità vero mamma? Si lho saputo. È ciò che ti meriti." E con queste parole Valentina si alzò dal divano e se ne andò. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Imma rimase immobile, non si aspettava una reazione così violenta da sua figlia. Sapeva che l'avrebbe presa male ma non così. In quel momento ricordò l'ultima frase di sua figlia guardó Pietro e con una rabbia feroce lo aggredì. "Sei stato tu vero? Sei stato tu a dire a Valentina di Caloguri? Come hai potuto! Esci di qui Pietro, vai da tua madre, domani chiamerò il mio avvocato voglio il divorzio." "Non ti concederó mai il divorzio Imma, mai!" Con quest ultima frase si alzò e se ne andò, lasciandola sola. _________________________________________________________________________ In ospedale Caloguri, era intento a leggere le notizie sul suo attentato al pc, su cosa fosse andato storto. Si faceva mille domande. Era colpa sua se Romaniello fu colpito mortalmente quel giorno? Era stato così imbecille da farsi fregate da dei Cecchini? Possibile che qualcuno aveva scoperto questa deviazione? Tutte domande che lo tormentavano. Ma ciò che lo turbava era sempre quel sogno. Perché sognava in continuazione la dottoressa, perché Imma lo tormentava nel sonno? L'avrebbe scoperto il giorno dopo quando iniziava la terapia!

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Capitolo 5
*** Convalescenza ***


Era arrivato il giorno della prima seduta con lo psicologo, Caloguri era teso, non sapeva come si doveva comportare, cosa doveva dire, se iniziare a parlare di Imma, del perché la sognava, se c'era un legame con lei. Del perché non si ricordava nulla del rapporto che aveva con lei. Aveva iniziato a ricordare tutto, della Matarazzo che aveva finto una gravidanza, ma non ne capiva il motivo. Ricordava l'attentato, lo sparo, Romaniello colpito caduto a terra, ricordava tutto, ma nel suo cuore sentiva che qualcosa gli mancava. Ma cosa? ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ La situazione a casa di Imma non era delle migliori, Valentina non le voleva parlare, Pietro non le concedeva il divorzio e Caloguri non si ricordava nulla. In quel momento si ricordò che quel giorno Caloguri aveva la prima seduta dallo psicologo. Chissà come sarebbe andata, poteva sempre passare e chiederglielo. L'avrebbe fatto? Non lo sapeva con certezza. Si preparò e con la sua borsetta tigrata si avviò in procura. Il caso sull'omicidio Rizzo doveva concludersi e ancora non avevano trovato nulla. Da quando il suo fedele collaboratore non c'era era davvero più complicato concludere le indagini. Scese le scale e salì in macchina e si diresse in procura. ______________________________________________________________________________________ All'ospedale Caloguri bussò alla porta, lha aprì e si sedette di fronte alla Dottoressa. Spaesato non sapeva da dove iniziare! "Signor Caloguri buongiorno! Come si sente innanzitutto?" - " Buongiorno Dottoressa! Fisicamente mi sento bene, mentalmente non lo so. Inizio a ricordare tutto, del perché sono finito qui in ospedale, dell'attentato, del fatto che la mia ex ha finto una gravidanza, ma so che mi manca un pezzo." - "Iniziamo a parlare del pezzo che le manca o del perché la sua ex fidanzata ha finto una gravidanza? Secondo lei è più importante il pezzo che le manca o della gravidanza inesistente? Crede che il pezzo che le manca per lei sia così importante?" - "Dottoressa non so perché la mia ex abbia finto una gravidanza ma di questa cosa ne vorrei parlare alla prossima seduta, credo che il pezzo che mi manca sia importante." - "Crede o ne è sicuro?" - "Ne sono sicuro!" - "E mi vuole dire perché ne è sicuro? Di cosa si tratta, mi dica." - "Dottoressa, faccio sempre uno strano sogno. Nel mio sogno vengo colpito e cado a terra, la prima volta lho sognata di spalle, c'era una donna inginocchiata che piangeva, aveva i capelli rossi e ricci. Poi ho rifatto questo sogno, ma questa volta ho visto il suo viso ed era la Dottoressa Imma Tataranni. Il mio superiore, è lei la donna che sogno che piange disperata e nel sogno mi dice che ha paura di perdermi" - "E perché crede di aver sognato il suo superiore? E per questo che secondo lei le manca un pezzo? Crede che tra lei e la Dottoressa ci sia stato qualcosa in passato?" - "Non lo so! Credo di no, me lo ricorderei. Non crede?" - "Caloguri le do del tu. Forse il tuo subconscio vuole proteggerti. Magari in passato hai sofferto molto a causa di Imma. Ti dispiace se la chiamo Imma?" - "No, non mi dispiace, anche io vorrei poterla chiamare così."- "Vedi, abbiamo fatto già un passo avanti, vorresti già dagli del tu. Facciamo caso che tutta la gente che lavora con lei, le darebbero del Tu, e invece a te Caloguri dica di non voler questa confidenza, che dovete solo avere un rapporto estremamente professionale, come ti sentiresti?"- "Non lo so di preciso, ma mi sentirei come se non si fidasse di me. Come se mi vorrebbe escludere dalla sua vita. Come se per lei io sia una persona che non conta. Dopo quello che è successo, sicuramente mi crede un pessimo Maresciallo." - "Tu pensi di essere un pessimo Maresciallo? - " Non lo so più, credevo di essere un ottimo Maresciallo, poi ho combinato un pasticcio." "Facciamo così Caloguri, ti chiedo di chiudere gli occhi, e di dirmi cosa vedi e a cosa pensi quando ti viene in mente Imma." - -------------------------------------------------------------------------------- "Va bene!" - Caloguri chiuse gli occhi e iniziò a pensare ad Imma. Li lo poteva fare la poteva chiamare per nome. ---------------------------------------------------------------------------- "Caloguri dimmi cosa stai immaginando."- "Siamo io e Imma, ci troviamo alla grotta dei pipistrelli, ma non so se sia mai successo, sarà frutto della mia fantasia, forse vorrei essere lì con lei, non lo so. Ma siamo lì, sentiamo un rumore, e lho abbracciata e ci siamo accovacciati. Dei pipistrelli ci sorvolando sopra le testa." - "Continua." - "Imma sembra spaventata. Cerco di tranquillizzarla, ci siamo girati, e mi ritrovo a guardarla, mi manca il respiro, vorrei così tanto baciarla, ma ho paura della sua reazione! Vorrei tanto sfiorarla, ma ho paura che mi respinga." - "Caloguri si fermi un attimo. Sentendo di come ne parla, sembra essere innamorato di Imma! È sicuro che questo suo racconto sia solo figlio della sua immaginazione e non sia mai successo?" - "Dottoressa non mi ricordo, davvero non ricordo!" - "Caloguri senta il tempo ha nostra disposizione è terminato. Facciamo così, ti do un consiglio, quando vedi Imma parlagli di questo racconto anzi parlagli dei tuoi incubi. Questo è il primo compito che ti dò! Vedi cosa ti dirà. Magari sarà proprio lei a ricomporre i pezzi mancati, sopratutto i pezzi del vostro rapporto." - "E se non mi dice nulla?" - "Tentar non nuoce no? Ci vediamo la prossima settimana Caloguri, faccia come le ho detto! Arrivederci." - "Arrivederci Dottoressa." ___________________________________________________________ In procura non stava concludendo nulla. Imma presa dal nervosismo si alzò! Salutó Diana prese la borsetta e uscì dall'ufficio. Prese la macchina, e iniziò a guidare senza una precisa destinazione. Quando alla fine si accorse di essersi fermata davanti la Madonna delle Grazie. Salì le scale e si trovò davanti alla sua porta. _________________________________________________________ Arrivato nella sua stanza Caloguri, iniziò a pensare a come affrontare il discorso con Imma. In quel momento bussarono alla porta. Alzò lo sguardo, e disse "avanti," quando si aprì la porta rimase senza fiato il cuore perse un battito e poi acceleró di colpo. Era lei. - "Ciao Caloguri." - "Dottoressa." - Rimasero a fissarsi, nessuno dei due voleva rompere l'incantesimo che si era creato.

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Capitolo 6
*** Rivelazioni sconvolgenti ***


Quando Imma aprì la porta le mancó il respiro, il suo cuore perse un battito per poi accelerare. C'era qualcosa di diverso in Caloguri, una luce differente, come se........... fosse ritornato il ragazzo venuto dalla provincia che tanto aveva apprezzato e stimato fino ad innamorarsene. ___________________________________________________ Continuarono a fissarsi senza proferire parola quando...... Lei ruppe il silenzio e quella magia che dopo mesi si era ricreata. "Ciao Caloguri!" - "Dottoressa" - E rimasero ancora così a guardarsi, c'erano loro e i pensieri che ad ognuno di loro frullavano in testa. Caloguri non sapeva come svolgere il compito datogli dalla dottoressa Latronico, Imma non sapeva come domandargli della seduta dallo psicologo. Alla fine fu lui a rompere gli indugi. "Dottoressa, come mai è venuta qui? Voleva vedere se stavo meglio?" - "No Caloguri, cioè si volevo vedere come stavi e come andava con la memoria."- "Dottoressa sto meglio domani mi dimettono, e tra qualche giorno posso tornare a lavorare, con la memoria ricordo quasi tutto, ma c'è sempre qualche pezzo che mi manca e di questa cosa ne ho parlato con la psicologa." - "Ah si! Bene e cosa ricordi?" - "Ricordo che ero fidanzato con Jessica, ricordo pure che mi aveva detto che era incinta, ricordo che ero felice di questa notizia ma poi una sera mi ha detto la verità. Il bambino non esisteva." - "Caloguri, ti ricordi perché ha fatto tutto questo?" - "No Dottoressa, non mi ha mai detto perché lha fatto." - Rimasero entrambi in un imbarazzante silenzio nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Come poteva prendere l'argomento come poteva chiedere ad Imma se era davvero esistita la grotta dei pipistrelli e di come lui si era sentito nel raccontarla alla dottoressa? Fu nel momento in cui stesse per chiederglielo quando Imma lo precedette. "Caloguri come è andata la prima seduta dallo psicologo?" - "È andata bene credo, mi ha dato un consiglio/compito. E questo "compito" riguarda lei. - "In che senso Caloguri!" - "Dottoressa, forse grazie a lei potrei ricordare qualcosa." - "A che proposito? Se posso aiutarti dimmi pure Caloguri." - Caloguri si sedette sul letto, Imma sulla sedia pronta ad ascoltarlo. ------------------------------------------------------------------------------------------ Fece un lunghissimo respiro e poi inizio a parlare. "Sa Dottoressa, quando ero tra la vita e la morte, in quel limbo facevo uno strano sogno, c'eravate voi, eravamo in una grotta, non so perché so che si chiama la grotta dei pipistrelli, forse Jessica me ne aveva parlato, non so. Eravamo lì appena entrati e sentimmo un rumore, lei si è aggrappata a me, e io lho stretta forte e ci siamo accovacciati. Ad un certo punto...." - " Ad un certo punto cosa Caloguri?" - "....... Ci siamo girati e siamo occhi negli occhi, il mio respiro viene a mancare. E il mio cuore perde un battito e poi tutto ad un tratto accelera.... Mentre raccontavo tutto ciò alla psicologa di come mi sentivo in quel mio sogno, immaginazione io........ " "Tu cosa Caloguri?" - "Io... Niente Dottoressa." "Caloguri ascolta di preciso cosa vuoi sapere? Se è davvero esistita la grotta dei pipistrelli?" - "Si Dottoressa è successo davvero o è solo frutto della mia immaginazione?" - "Si Caloguri è esistita davvero. E quelle sensazioni che hai sentito erano vere. Erano le stesse che ho sentito pure io all'ora. Ma poi ti ho detto di dimenticare tutto." - "Perché, perché mi avevate chiesto di dimenticare, per vostro marito?" - "Caloguri, c'era mio marito mia figlia non potevo e non volevo rovinare il mio matrimonio. Ai tempi, stavo bene con Pietro , lo amavo molto." - "In che senso amavi Pietro, Imma. E ora dov'è vostro marito?" - Non rispose subito, fu colpita da come il suo cuore acceleró sentendo Caloguri chiamarla per nome. __________________________________________________ Prese qualche secondo prima di rispondere. Imma donna tutto di un pezzo non sapeva da dove iniziare a raccontare. _____________________________________________________ Fece un lungo respiro è iniziò dal principio. "Caloguri, quando ho saputo dell'attentato, il mio mondo è crollato. Quel giorno di 8 mesi fa quando Vitali entró in ufficio e mi raccontò tutto, corsi subito in ospedale, mi accompagnó mio marito, e rimasi lì fino a quando il medico che ti operò non mi disse che l'intervento era andato bene. Scoppiai a piangere e ricordo come se fosse ieri che mi accasciai a terra. Mio marito quel giorno capii che il sentimento che provavo per te era forte ed intenso, ma non disse nulla, non proferì parola, anzi andammo a casa e come se non fosse successo nulla facemmo l'amore. Io ero sotto di lui, sembravo un robot, non ero collegata con la realtà, ma successe. Quando il giorno dopo mi svegliai mi sentivo sporca, come se ti avessi tradito. Da quel giorno, non mi concessi più a mio marito, non potevo farti questo torto. Sono passati 8 mesi, 8 mesi dove io ogni giorno venivo qui in ospedale, dove mi sedevo su quella sedia, dove ti prendevo sempre la mano e ti parlavo, ti raccontavo dei casi che seguivamo, Lamacchia e le sue battute, di come Diana lavorava il doppio per non far sentire la tua mancanza, dei miei screzi con Vitali e di come ogni volta che uscivo da quella stanza ti dicevo di svegliarti anche veloce." -------------------------------------------------------------------------------------- Imma si zittì per qualche secondo, doveva riordinare le idee, doveva fargli capire del perché non c'era più nella sua vita coniugale Pietro. "Imma, perché ti sei lasciata con tuo marito?" ______________________________________________________________ "Dopo l'attentato io ti sognavo Caloguri, facevo un incubo. C'ero anche io nella sparatoria quel giorno, e vedevo tutto, tutto quello che succedeva e non riuscivo a salvarti. Nel mio incubo corro, corro verso di te e ti vedo morire tutte le volte,e quando mi svegliavo urlavo il tuo nome piangendo................. Credo che Pietro aveva già capito tutto da allora, ma io lho convinto a non lasciarmi, che se tu ti fossi svegliato avrei represso i miei sentimenti per te, e così feci. Rimasi con mio marito, ma ogni giorno che passava era uno strazio per me, tornavo a casa tardi la sera e me ne andavo all alba pur di non stare con lui..... Quando un giorno, dopo tanti anni di matrimonio Pietro prese una decisione. Vedi Caloguri sono io quella forte, ma non riuscivo a lasciarlo. Così lo fece lui, se ne andò da sua madre, ora vive lì." _____________________________________________________ Rimasero entrambi in silenzio, Imma aspettava che lui dicesse qualcosa ma non disse nulla, anzi aveva la sensazione che a lui non importasse nulla di lei, si alzò lho guardò un ultima volta e se ne andò, lasciandolo solo, immerso nei suoi pensieri.

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Capitolo 7
*** Rivelazioni sconvolgenti parte 2 ***


Imma era uscita da quella stanza lasciando solo, le aveva raccontato un incubo, era lo stesso che faceva lui. Si alzò dal letto, aprì la porta e le corse dietro, doveva fermarla, doveva parlarle. "IMMA fermati!" Lei non si fermava anzi iniziò a camminare più veloce non voleva essere raggiunta. Ultimamente era diventata una vigliacca, ultimamente scappava da tutto e da tutti. E in questo momento lei stava scappando da ciò che lui voleva dirle. Aveva paura, paura di essere respinta. Il quel momento si fermò bruscamente, Caloguri l'aveva raggiunta e l'aveva bloccata, prendendola per un braccio. - Si avvicinò al suo orecchio, e le sussurrò. - "Imma, stai tremando, hai paura di me? Non voglio farti del male, voglio parlare, ti voglio parlare." - "No, non ho paura di te, e che....." - "Se non è paura, è ciò che sto sentendo io vero?" __________________________________________________ Si staccarno e rimasero a guardarsi fin quando Ippazio le disse, "Imma, vuoi finire di sentire ciò che ho da dirti?" - E fu così che lo seguì e ritornarono in stanza. Questa volta si sedetteró vicini. Lui le prese la mano inconsapevolmente e parló. _____________________________________________________ "Imma, è vero io non ricordo nulla di ciò che è successo tra di noi, ma da quando mi sono svegliato l'unico mio pensiero sei tu. Prima mi hai raccontato un tuo incubo, lho fatto pure io un incubo del genere, ero disteso a terra e c'era una donna che piangeva, dicendo che non voleva perdermi, e quella donna eri tu. Stamattina ne ho parlato di questo alla psicologa, ed è anche per questo che volevo capire cosa c'era tra di noi. Ma ora non voglio più sapere cosa sia successo in passato, voglio partire da qui, voglio ricostruire il nostro rapporto da zero, come se ci conoscessimo oggi." Imma rimase sconvolta, non credeva a ciò che Caloguri avesse detto. Voleva ricostruire il nostro rapporto solo in modo professionale o anche personale? E senza pensarci troppo glielo chiese. "Caloguri, cosa intendi per ricostruire il nostro rapporto?" - "IMMA, voglio conoscerti, voglio tornare a lavorare con te, quello è certo, ma ora che tuo marito non c'è, che siete separati, io voglio viverti anche fuori dal lavoro." Non credeva alle sue orecchie, Caloguri era cambiato, non era più il ragazzo venuto dalla provincia, era diventato più sicuro di sé, sapeva cosa voleva, e questo lha spaventava un po'. _______________________________________________________ Rimasero in silenzio, guardandosi ognuno perso nei loro pensieri. Lui aveva deciso di giocare a carte scoperte, e lei l'avrebbe fatto? Lei dopo avergli rivelato che il suo matrimonio era finito, si sarebbe lasciata andare? Avrebbe seguito il suo cuore? E poi come un fulmine a ciel sereno disse: "Mio marito non mi concederà mai il divorzio. E poi se volessi, uno dei due deve essere trasferito, anzi non potremmo mai avere una storia io e te, non potrei mai uscire con un mio sottoposto." - Questa volta Imma lho guardò, si alzò e se ne andò. Caloguri non la seguì. Si sdraió e dopo tantissime emozioni si addormentó. L'indomani finalmente sarebbe tornato a casa. _________________________________________________________________ 8 del mattino, Caloguri si vestì, prese il borsone, uscì dalla stanza, si incamminó verso l'uscita. Quando le porte si aprirono rimase sorpreso, Imma era lì, lì che lo aspettava.

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Capitolo 8
*** Un nuovo inizio ***


Uscito dall ospedale, Caloguri la vide, rimase sorpreso, non si aspettava di vederla lì. La sera prima era stata categorica, non potevano stare insieme, il marito non le concedeva il divorzio e poi lei era uscita con: "non poteva uscire e stare con un sottoposto, non poteva." Per lui erano tutte scuse, aveva semplicemente paura. _________________________________________________ Pensierosa Imma lho vide che si stava avvicinando alla macchina, aveva lasciato il marito per lui , aveva passato 8 mesi d'inferno sperando di vederlo sveglio e di poter finalmente lasciarsi andare, di poter non nascondere più i suoi sentimenti per il Maresciallo, e ora si tirava indietro? Il procuratore di Matera era una donna che non scappava, che affrontava tutto, e avrebbe affrontato anche questo. Non sarebbe più scappata, era inutile farlo, non poteva e non voleva. Arrivato alla macchina, Imma lo salutó. - "Ciao Caloguri" - "Ciao Imma, come mai sei qui? Sei stata categorica ieri, dicendomi che non volevi avere una relazione con me. Non c'entra che tuo marito non ti conceda il divorzio, é che hai paura, hai paura di lasciarti andare. A me non interessa se non ricordo nulla di noi, io volevo costruire qualcosa di bello ora. Sai, non ricordo se ti ho detto che la Dottoressa Latronico mi ha detto che se non ricordo ciò che eravamo è perché il mio subconscio vuole proteggermi dal dolore che forse mi hai provocato. Che forse ciò che è successo era sbagliato ai tempi, che ciò che ci è capitato non doveva capitare, perché non eravamo pronti, perché non era arrivato il nostro momento. Ma ora, ora che possiamo provare a vivere ciò che entrambi sentiamo, perché anche se non mi ricordo di ciò che c'è stato, di ciò che eravamo, sento, anzi provo qualcosa di forte per te, qualcosa che non si può descrivere, tu mi allontani? Sono stanco Imma, sono stanco di dover lottare per farmi amare da te." ------------------------------------------------------------------ Imma rimase sorpresa da quelle parole, ritornò indietro nel tempo e ripensó alla Festa Della Bruna a quella meravigliosa dichiarazione, alle parole stupende che gli disse quel giorno... " Ero geloso di voi, di vostro marito della vostra famiglia, di tutti........................Di tutti quelli che passano passare un po' di tempo accanto a voi........... Al di fuori del lavoro magari! Di tutti quelli che ti possono dare del tu! ............. Anzi di tutti quelli che possono stare un po' di tempo accanto a te! ......... Che possono dormire vicino a te! ........... Sentire il tuo respiro, durante la notte!....... Ero geloso di tutto quello che vi stava intorno, anche dell' aria che respiri, ero geloso di tutto, e secondo me lo sono ancora..." E ricordó quel bacio, quel meraviglioso bacio che si scambiarono, erano affamati quel giorno, era stanca di dover reprimere i suoi sentimenti e si era lasciata andare. E ora perché non faceva lo stesso? Perché non girava attorno alla macchina e baciarlo, e dirgli che lo amava più della sua stessa vita, che c'è l'avrebbero fatta, che ne valeva la pena affrontare tutto quello che sarebbe successo, l'importante che lo avrebbero affrontato insieme? --------------------------------------------------------------------- Quando si ripresa da ciò che stava pensando si accorse che Caloguri si stava allontanando, che aveva preso il suo borsone, e si stava avviando, non sapeva dove. In quel momento Imma doveva decidere se andarsene o inseguirlo e fermarlo e lasciarsi completamente andare. Fece un lungo respiro è........ "Coraggio Imma, fermarlo è ciò che desideri fare." E così fece, iniziò a correre e a chiamarlo, "Fermati Caloguri! Fermati." - Inciampó e cadde a terra, le si era sgualcita la gonna, i collant le si erano rotti. Imprecó. "Maledette scarpe, vedi correre con sti tacchi, poi ti amazzi Imma." - Ma non le importava doveva raggiungerlo, si alzó e quando alzó gli occhi se lo ritrovó davanti. La prima cosa che fece Caloguri era chiedergli se stesse bene, e se si fosse fatta male. Non riusciva ad avercela con lei, non poteva. - " Sto bene Caloguri." - "Bene Dottoressa, allora vado. Non c'è bisogno che mi accoppagna, preferisco fare due passi, torno a piedi a casa. Grazie di tutto." - Si girò e si avvió, doveva allontanarsi da lei, lo doveva fare per non soffrire più. _________________________________________________ Avviandosi verso casa continuava a pensare che non la aveva detto tutta la verità, aveva mentito, dopo aver parlato con la Dottoressa, la sua mente riprese a funzionare, la sua mente gli faceva scorrere tutte le ore passate con lei, il bacio, le foto, quel Dottoressa credo di essermi innamorato di Te! Al giorno della Festa Della Bruna, si ricordava di tutto. Voleva metterla alla prova, voleva vedere fin dove si sarebbe spinta e anche questa volta rimase deluso e amareggiato. ______________________________________________ Arrivato a casa posò il borsone si fece una doccia e si avvolse l'asciugamano attorno alla vita, quando sentì suonare il campanello, si avvió aprì la porta e si ritrovó Imma davanti. Lei lo squadrava, muscoli scolpiti, braccia forti, occhi penetranti, le mancó il respiro. Lui lha guardava, non si era cambiata era ancora con la gonna sgualcita, collant rotti, tutta sporca e graffiata. Gli occhi di Caloguri parlavano da soli.......... Cosa ci faceva a casa sua, non lho poteva lasciare stare? Perché farmi illudere così. Ti prego Imma vattene. Questo gli occhi di Caloguri comunicavano ad Imma, ma lei non si scompose, aveva parlato lui ora toccava a lei. Fece un lungo respiro e parló "Hai ragione ad avercela con me, hai ragione a volermi cacciare da casa tua, ma non me ne andrò. Ora ascoltami, ho pensato tutta la notte a ciò che mi avevi detto ieri sera, e oggi mi dici tutte queste cose, non è vero che è per colpa di mio marito che non vuole concedermi il divorzio, non è vero che non posso star con te perché sei un mio sottoposto, ho paura Caloguri, ciò che provo per te è così forte ed intenso che mi spaventa, che mi blocca, ed è per questo che tendo ad allontanarti, ti faccio del male, ti ho fatto del male in passato, ma mi sono ripromessa che non accadrà mai più, Caloguri senti non so cosa ci riservi il futuro, dovremmo lottare, avremo tutti contro, ma se ci sarai tu al mio fianco non avrò paura di combattere di difendere il nostro Amore!" _______________________________________________ Caloguri non sapeva cosa dire. Rimase sorpreso e non si mosse. Fu Imma a prendere l'iniziativa. Si avvicinò, alzó la mano e tremando inizió a seguire le linee dei suoi pettorali. Lo sentiva tremare. La mano vagava esplorava, desiderosa di toccare qualsiasi punto di quel corpo scolpito. Non riusciva a fermarsi. Era da troppo tempo che desidera toccarlo, che desiderava possederlo, anzi desiderava essere posseduta da lui. Lo voleva con tutta sé stessa. Si bloccò. Si guardarono negli occhi, loro comunicavano così, non c'era più bisogno di parole, entrambi con gli occhi chiedevano il permesso, (posso andare oltre? Non mi respingi vero?) Si avvicinò sempre di più alle labbra di Caloguri, Imma voleva godersi questo momento, non voleva essere precipitosa voleva fargli capire che ciò che stava succedendo non era frutto di un momento di passione, ma che era frutto di un sentimento forte, dell'amore che provava per lui, fargli capire che non solo a parole lo amava, ma anche con i fatti. Inizió a baciarlo lentamente con baci casti senza fretta, gustandosi quel momento. Ma il suo intento fu interrotto da Caloguri che l'afferró, con un calcio chiuse la porta e iniziò a baciarla con urgenza, le tolse la giacca, le mise una mano sotto la gonna, la toccava, la voleva, desiderioso di possederla. Tirò giù la zip della gonna e questa cadde a terra, la spinse sul divano ed Imma cadde lì. Caloguri si inginocchió, e con mani tremanti abbassò i collant. Non poteva crederci che la donna che tanto desiderava era lì pronta per farsi amare. Le tolse anche il maglioncino che portava ed era quasi nuda, un unico indumento mancava. Ma si prese del tempo, la fissava, gli ripeteva che era bellissima, che l amava! Imma era in tilt non c'è la faceva più lo voleva, lo voleva dentro di sé. Caloguri abbassò gli slip, Imma sciolse il nodo all asciugamano ed entrambi persero un battito ed il respiro. Caloguri si alzó la prese in braccio e continuò a baciarla, arrivarono in camera da letto, l adagió con delicatezza sul materasso si mise sopra di lei ed affondó dentro di lei. Fecero l'amore, Caloguri ripeteva che l amava, Imma feceva lo stesso, arrivarono al culmine del piacere insieme. Ripresero fiato ed abbracciati si addormentarono.

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Capitolo 9
*** Un risveglio agrodolce ***


Caloguri si svegliò nel cuore della notte, non per un incubo che aveva fatto, dopo tanto tempo era finalmente felice. Si girò e la guardó. Imma era distesa affianco a lui, con il lenzuolo che copriva la sua nudità. Aveva i capelli ricci rossi sparsi sul cuscino, una mano appoggiata sul suo petto, il viso rivolto verso di lui. Alzó la sua mano e inizió a tracciargli i lineamenti del viso, la fronte, il naso, le guance, fino ad arrivare alle labbra dove si soffermó. Accanto a lui c'era la donna più bella che avesse mai conosciuto. _________________________________________________ Era rimasto sorpreso quando la vide la sera prima, lì tremante e indifesa a confessargli ciò che sentiva, lì tremante che con una mano esplorava il suo corpo tonico. Non credeva che quelle meravigliose labbra si erano adagiate alle sue. Avevano fatto l'amore più volte quella notte. Prima in modo selvaggio, come se entrambi avessero avuto paura, una paura fottuta di non rivedersi più. Poi lo rifecero in modo più dolce romantico, lui le ripeteva quanto fosse bella, quanto fosse innamorato, e che si ricordava tutto, tutto quello che avevano vissuto. E lei? Lei lo stava ad ascoltare, lei che si faceva cullare da quelle parole e ricambiava il suo amore. Non le importava se non le avesse detto la verità sulla memoria riconquistata, in quel momento c'erano solo loro, loro che si stavano esplorando, loro che si stavano amando. _________________________________________________________ Caloguri si abbassò le posò le labbra sulle sue, la bació. Fu un bacio casto romantico, non voleva svegliarla, voleva solo godere di quella meraviglia che giaceva accanto a lui. L'abbracció di nuovo, fece un lungo respiro, e le disse: "Ti Amo Imma, Ti Amo con tutto me stesso. Farò di tutto, pur di starti accanto. Non ti lascerò mai sola, qualsiasi cosa succederà sarò al tuo fianco." - E con queste ultime parole si addormentó. Fu un sonno tranquillo, averla accanto lo rendeva tranquillo, era la sua medicina. Con lei accanto gli incubi non facevano più capolino. E _________________________________________________ Fu l'alba quando Caloguri si svegliò nuovamente. Testando il letto non trovó Imma, preoccupato che se ne fosse andata e si fosse pentita di ciò che fosse successo la sera prima, si alzó si mise i boxer e la cercó. Arrivato in salotto la trovó seduta sul divano con in mano una mela. Aveva preso il pc, l'aveva acceso e si trovava davanti le pagine dei giornali sull attentato che 8 mesi prima aveva mandato in coma Caloguri e "ucciso" Saverio Romaniello. Si era accorta della sua presenza, si era accorta di lui che aveva trattenuto il fiato. Le mani iniziarono a tremare dalla rabbia e dalla paura, perché stava guardando o stava indagando sull'attentanto, era appena uscito dall'ospedale, cos'è non gli era bastato ciò che gli era successo, non gli era bastato rischiare la propria vita? Perché doveva ancora mettersi nei guai? ---------------------------------------------------------------------------- "Imma non è come pensi. Volevo capire cosa fosse successo. Quando sei venuta una settimana fa, mi hai detto che l antimafia aveva aperto un fascicolo e voleva interrogarmi. Ho solo guardato questi giornali, per vedere se mi tornava in mente qualcosa, se quel giorno avessi sbagliato solo io. Ma sono sicuro che non dissi a nessuno della deviazione, lo sapevamo solo io, e gli uomini della scorta. E io non ho fatto la spia, della Bartolini mi fidavo ciecamente, ma gli altri due? E se ci fosse una talpa in procura?" - " Caloguri cosa stai dicendo! Non devi, non devi indagare su quel giorno, vuoi finire di nuovo in ospedale? Vuoi farmi passare altri mesi in agonia? Non voglio passare altri giorni in una stanza di ospedale pregando che tu non muoia." - "Va bene Imma non mi spingeró oltre. Pagherò le conseguenze del mio errore, ma non proseguiró con le indagini, te lo prometto. Ma ora ti prego viene a letto con me, ancora è presto per andare in procura, vieni a riposarti che sarai ancora molto stanca." - "Hai ragione, sono stanca, ho pure il caso sulla morte di Francesco Rizzo, visto che tra qualche giorno rientrerai, ti chiederei di aiutarmi ad indagare su questo caso così complicato. Domani vieni in procura, magari puoi dare una mano a Diana." - Va bene Imma, verrò in procura con te, ma ora viene con me, che ti faccio un bel massaggio così ti rilassi un po'." ___________________________________________________________ La condusse in camera, si sdraiarono, entrambi non dissero una parola, ognuno di loro era immerso nei propri pensieri. Caloguri non era sicuro di mantenere la promessa fatta ad Imma, non era sicuro di voler mollare e di voler smettere di indagare sul giorno dell'attentato. Si sentiva in colpa, era per causa sua che un testimone chiave fosse rimasto ucciso.

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Capitolo 10
*** Tutto torna alla normalità (O Quasi) ***


Caloguri dopo essersi coricato non riuscì più a dormire, rifletteva sulle parole di Imma. Poteva deluderla? Poteva "disobbedire ad un suo ordine?" Lui capiva e comprendeva il dolore della donna che amava. È stata in pena per lui per 8 mesi, così aveva detto, era venuta in ospedale tutti i giorni sperando che si svegliasse, e aveva lasciato il marito per lui. Ma poteva rinunciare a scoprire la verità? Poteva andare avanti come se non fosse successo nulla? Poteva prendersi tutte le colpe per aver causato la morte di Saverio Romaniello? No non avrebbe mai rinunciato a scoprire la verità sul giorno dell'attentato. Chiuse gli occhi e si addormentó con la consapevolezza che avrebbe indagato! Si sarebbe forse messo in pericolo, avrebbe rischiato la vita forse. Ma avrebbe scoperto la verità. L'unica cosa che non aveva messo in conto era che con le sue decisioni avrebbe allontanato e forse perso la donna che amava. __________________________________________________ Quando si svegliò, Caloguri si girò e vide Imma completamente abbracciata a lui, con la testa appoggiata al petto e quel lieve sorriso alle labbra. La trovava bellissima e si riteneva fortunato di essere riuscito a conquistare la donna di cui era perdutamente innamorato. Il suo era stato un colpo di fulmine. La prima volta che la vide ne rimase colpito, non solo per la sua bellezza ma per come affrontava qualsiasi cosa che riguardasse il lavoro o la sua vita privata. La spostò dolcemente le diede un bacio sulle labbra si mise i boxer e si alzó. Arrivato in cucina preparó il caffè, una spremuta d'arancia, biscotti, fette biscottate, marmellata e burro. Prese qualsiasi cosa avesse in casa. Non c'era granché, ma se il suo superiore gli avesse dato qualche ora libera sarebbe andato al supermercato a fare la spesa. Quando stava sistemando tutto sul tavolo che aveva sistemato accuratamente con una rosa appoggiata sul piattino di Imma gli squilló il telefono. Era il procuratore capo. Chissà cosa voleva a quest'ora! Forse avevano trovato all assassino di un certo Francesco Rizzo? Così aveva letto tra le carte che aveva portato Imma la sera prima. Prese il cellulare e rispose. - "Buongiorno Procuratore, a cosa devo questa chiamata." - "Caloguri buongiorno, mi ha chiamato il procuratore capo dell Antimafia ti vuole interrogare oggi stesso. Ho cercato di spostare l interrogatorio ma non è possibile, l aspettano in procura tra 2 ore. Si prepari, informerò io la Dottoressa Tataranni." - "Non si preoccupi, sarò a disposizione, arrivederci." - "Arrivederci Caloguri." - -------------------------------------------------------------------------- Perso nei suoi pensieri non si accorse che Imma si era alzata, aveva indossato una sua felpa. Vedendolo scuro in volto e preoccupato, si avvicinò lho abbracciò e chiese: "Chi era al telefono?" - "Era Vitali" - "E cosa voleva?" - "Mi ha detto che oggi devono interrogarmi, per l inchiesta. Il procuratore Dell Antimafia vuole farmi alcune domande. Tu sai no! Vitali non te ne aveva parlato?" - "Si, me ne aveva parlato, ma avevo chiesto di rimandare il più possibile, ma evidentemente l inchiesta deve proseguire, e devono capire cosa sia andato storto." - "IMMA! Tutto è andato storto, per colpa mia è morto un testimone molto importante, come proseguiranno le indagini sui rifiuti tossici. Eh!" - "Hai fatto un errore, ma non puoi colpevolizzarti." - "Ho fatto un errore, ho fatto un errore. È da quando mi sono svegliato che tutti mi ripetete che ho sbagliato, ma il mio "ma il mio errore" ha causato conseguenze tragiche! Imma ho rischiato di morire, è morto ROMANIELLO CRISTO! Se mi dovessero dire che mi vogliono congedare? Che devo abbandonare la mia carriera? Che non potrò essere più un Maresciallo dei Carabinieri? Cosa faccio?" - "Amore, non sarà così. Tornerai a lavorare in procura, e sopratutto tornerai a lavorare con me." - "Imma! Come mi hai chiamato? Amore" - "Di tutto quello che ti ho detto sei rimasto fermo alla parola Amore? Che c'è di strano se ti ho chiamato così?" - "E che è strano, non strano in negativo. E che non me lo aspettavo tutto qui." - "Torniamo alle cose serie, a che ora devi essere in procura?" - "Tra due ore devo presentarmi, Vitali non mi ha detto altro." - "Allora prepariamoci, ti accompagno." - "Non è il caso Imma, ti accompagno a casa, fatti venire a prendere da Capozza, sarà lui ad accompagnarti in procura. Non voglio che ci vedano insieme, tu sei pur sempre il mio superiore, e non posso rischiare che ti indaghino per favoreggiamento, tu non sapevi nulla, ho fatto tutto io. Quindi Imma per favore ti accompagno a casa e ti fai venire a prendere da Capozza o anche da Diana, ma non mi puoi venire con me." - " Va bene Tesoro, mi vesto prendo un caffè, e mi accompagni." - Intanto che stava per entrare in camera Imma si girò e con un magnifico sorriso lo ringraziò, aveva apprezzato, aveva apprezzato la tavola imbandita con qualsiasi cosa, ma ciò che la commosse era la rosa che aveva appoggiato sul piattino. Non si accorse che accanto alla rosa c'era un bigliettino che Caloguri aveva scritto quella mattina. ___________________________________________________ Arrivati a casa Imma scese lo salutó dandogli un rapido bacio e salì a casa, doveva prepararsi per andare in procura. Oggi si sentiva ottimista, oggi avrebbe capito di più sul caso dell omicidio di Francesco Rizzo, ne era convinta. Chiamó Diana è le chiese di convocare la moglie della vittima. Quella stessa notte prima di scoprire che Caloguri stava indagando sull'attentato, aveva fatto una scoperta sconvolgente. Aveva scoperto che Rizzo era sposato, ma poi lui aveva chiesto il divorzio e la moglie non l'aveva presa bene. Lo perseguitava, lo minacciava e aveva scoperto che la signora Angela Ferro Rizzo era stata denunciata dal marito. Poteva avere un movente? Si, e doveva interrogarla subito. "Diana! Convocami subito la Signora Angela Ferro." - "Buongiorno Imma, sempre gentile. Chi è?" - "Si Diana scusa, buongiorno. È la moglie di Francesco Rizzo. Quando arrivo in procura ti spiego. Di a Capozza di venirmi a prendere a casa tra 10 minuti." - "IMMA, aspetta ma non puoi venire con Caloguri?" - "Diana non ha voluto. Ti racconto tutto stasera." - "IMMA, ma dobbiamo rimanere a lavoro fino a tardi?" - "No Diana, stasera andiamo a cena insieme, anzi ti invito a casa mia. Ho bisogno di un'amica con cui parlare, e tu sei l'unica con cui lo posso fare." - "IMMA......" - "Ciao Diana." - E riattaccó __________________________________________________ Caloguri arrivó in procura. Ciò che stava per fare era contro la legge, entró nell'archivio e inizió a cercare i documenti sul caso Romaniello. La decisione l'aveva presa, avrebbe scoperto tutto. Era sicuro che ci fosse una talpa in procura a avrebbe scoperto chi era a costo di rischiare la palla un'altra volta. Trovó ciò che cercava, scattò foto e quando stava per uscire si trovò davanti Diana. - "Caloguri, cosa ci fa qui?" - "Stavo............ stavo cercando questo. È un documento che mi ha chiesto la Dottoressa." - "È lo stesso che stavo cercando, ma evidentemente la Dottoressa si è dimenticata di avvertirmi che l'avrebbe preso lei." - "Diana, posso chiamarla così? Glielo lascio a lei, mi hanno convocato per l'inchiesta sul caso Romaniello. Devo andare, arrivederci." - "Arrivederci Caloguri." ____________________________________________________________ Salì le scale, e infondo alle scale c'era Vitali e il procuratore dell'Antimafia che lo stavano aspettando. Lì salutó e si avviarono verso un'ala del palazzo che non conosceva. Entró nella stanza, si accomodó, e si sentiva come un leone in gabbia, come se fosse lui il colpevole di tutto. Come se fosse lui la talpa che aveva avvertito gli spostamenti di quel giorno ai Cecchini.

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Capitolo 11
*** Interrogatorio ***


Caloguri, era seduto difronte al procuratore, si sentiva un leone in gabbia, a disagio, come se il colpevole di tutto fosse lui. È vero aveva sbagliato quel giorno, ma davvero pensavano che lui fosse la talpa dentro la procura? Credevano davvero che dopo anni di indagini insieme alla dottoressa poteva far saltare tutto? Credevano che avrebbe mandato tutto in fumo il lavoro che Imma aveva fatto? Imma proprio lei la donna che amava e che avrebbe tradito. Aveva giurato di non indagare su quel giorno ma la giustizia, la verità prima di tutto. Il loro patto aveva già infranti quella mattina facendo foto sul dossier di Romaniello. __________________________________________________ Il procuratore capo Dell Antimafia in quel momento si rivolse a lui. "Maresciallo Caloguri buongiorno. Vorrei che mi spiegasse tutti i movimenti che avete fatto quel giorno." - Era così immerso nei pensieri che non aveva sentito neanche una parola del procuratore. "Caloguri, ha capito cosa le ho chiesto? Mi racconti tutti gli spostamenti di quel giorno." - "Mi scusi procuratore. Non so se ricorderò tutto quello che è successo quel giorno, la memoria non è tornata del tutto.................. " - "...................... Quel giorno sono andato a prelevare Romaniello per portarlo in un posto sicuro, sapevo che era rischioso accettare le richieste del pentito, ma in quel momento ho agito d'impulso e ho accettato la richiesta di Romaniello. Così alla Bartolini e agli uomini della scorta dissi che saremmo andandi dove allogiava la figlia del pentito. Questa decisione che ho preso in quel momento mi sembrava la più giusta. Andammo in questa residenza religiosa e aspettai che Romaniello salutasse la figlia. Quando uscimmo, il primo fu Romaniello ad uscire sentii un colpo e mi precipitai fuori, poi sentii un altro colpo e non capii più nulla, mi ritrovai a terra e iniziavo a sentire freddo. Avevano colpito anche me quei "Bastardi." - "Maresciallo moderi i termini. Dopo aver sentito il colpo non ricorda più nulla?" - "Ricordo solo il giorni del mio risveglio. Il resto mi è stato raccontato dalla Dottoressa Tataranni." - "Maresciallo Caloguri, ho chiesto al suo procuratore capo Vitali com'erano i suoi rapporti con la dottoressa Tataranni, e mi ha detto che erano ottimi, che la Dottoressa si fidava di lei, che era il suo più stretto collaboratore. Mi chiedo, come mai non l'avete avvertita quel giorno?" - "Quel giorno ricordo che avevamo discusso animatamente, ed ero così arrabbiato che non dissi nulla a nessuno. Lo so ho sbagliato e me ne assumo tutta la responsabilità, ma la Dottoressa non c'entra niente." - "Mi può spiegare del perché quel giorno avete avuto una discussione? Era inerente al caso che stavavate seguendo?" - "È attinente al caso procuratore?" - "Signor Caloguri le domande le faccio io, mi risponda." - "La discussione che quel giorno ho avuto con la Dottoressa Tataranni non era inerente al caso che stavavamo seguendo. So che ciò che ho fatto è imperdonabile, ma non sono stato io ad avvertire i cecchini dei nostri spostamenti, in procura c'è una talpa Procuratore, e io scoprirò chi è." - "Maresciallo ma cosa sta dicendo, non c'è nessuna talpa in procura, o forse è lei la talpa?" - "Ma come può pensare che io sia così infame da poter tradire i miei uomini? Quello che farò da qui in avanti è scoprire la verità, né lei né la Dottoressa Tataranni potete fermarmi. Ora posso andare?" - "Vada Maresciallo, ma stia attento a ciò che fa, potrei sospenderla dal servizio. Mi ascolti non si metta nei guai, ha rischiato di morire 8 mesi fa, vuole che i suoi genitori vadano a piangerla al cimitero? Non credo. Si concentri sul lavoro. Ho saputo dal Procuratore Capo Vitali che la Dottoressa Tataranni è in difficoltà con un caso, si concentri a risolvere l'omicidio di Francesco Rizzo, ora vada." - " Arrivederci Procuratore." ______________________________________________________ Uscì dalla stanza, era così incazzato che piuttosto andare in ufficio dalla Dottoressa Tataranni prese il corridoio opposto, scese le scale e si avviò verso l'uscita. Stava scoppiando voleva andarsene da lì, come potevano, anzi come cazzo potevano solo pensare che io fossi coinvolto, ho rischiato di morire Porca Puttana! Uscì portone fece un respiro profondo, si avviò alla macchina e se ne andò. Non aveva una meta precisa voleva solo allontanarsi, schiarirsi le idee. Accese il motore e partì. Era tra i sassi quando gli squilló il telefono era Imma. Non sapeva cosa fare, doveva rispondere? E se gli chiedeva come era andato l'interrogatorio? Potevano parlarne per telefono? No! Chiuse la chiamata si fermó e le scrisse un messaggio. "IMMA STO TORNANDO A CASA, NON MI SONO SENTITO BENE, QUANDO TORNERAI A CASA PARLEREMO. SCUSAMI."

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Capitolo 12
*** Ma cosa stai facendo? ***


Caloguri continuava a fissare quel messaggio. Stava per inviarlo quando lho cancelló. Preso dalla foga, e dalla rabbia che aveva in corpo, digitó: " IMMA, SONO ANDATO DAI MIEI GENITORI, PER QUALCHE GIORNO RESTERÒ DA LORO, NON VOGLIO PARLARE, NON VOGLIO VEDERE NESSUNO, VOGLIO STARE DA SOLO. QUANDO TORNERÒ TI RACCONTERÒ TUTTO MA ORA HO BISOGNO DI ALLONTANARMI DALLA PROCURA E DA MATERA. PERDONAMI! TI AMO, SCUSAMI!" E lo invió. Accese la macchina è si avvió. In quel frangente suonó un'altra volta il telefono, era Imma. Aveva intenzione di non rispondere di far partire la segreteria telefonica, ma senza pensarci schiacció il tasto rispondi e rispose. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - "Calogù ma che diavolo stai facendo? Ti ho cercato per tutta la procura, sono andata pure da Vitali per sapere dove ti eri cacciato. E poi ricevo questo messaggio? Perché stai andando dai tuoi genitori? Torna indietro e parliamone, sto andando a casa mia, ti aspetto lì, non mi contraddire, se non arrivi entro mezz'ora ti faccio rapporto." - "Imma, come ho scritto nel messaggio non voglio vedere né sentire nessuno. Fammi pure rapporto se vuoi non cambio idea." - "Mi spieghi cosa diavolo sia successo con il procuratore?" - "Chiedi pure a Vitali o direttamente a lui." Senza preavviso riattaccó. Dopo qualche secondo il telefono riprese a squillare, ma senza pensarci due volte fece partire la segreteria telefonica e spense il cellulare. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Era la prima volta che si comportava così anche con Imma. Da quando era uscito dal coma, la sua vita era cambiata, lui era cambiato. Non era più quel ragazzino che faceva ciò che gli dicevano, non era più quel ragazzino ingenuo che si faceva andare bene tutto, non era più quel ragazzino che seguiva gli ordini che gli venivano dati. Arrivó a destinazione, scese dalla macchina e senza dire una parola entró in casa. Non c'era nessuno, non c'erano né sua madre né suo padre. Prese un foglietto scrisse: "sono tornato a casa, sono in camera, vi scongiuro non mi disturbate, voglio restare solo. Vi chiedo scusa, quando sono pronto vi dirò tutto, ma per ora devo riordinare le idee. Vi prometto che vi dirò tutto. Vostro figlio." Si diresse in camera chiuse la porta e si sdraió sul letto. _______________________________________________________ Matera - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Imma continuava a chiamare, ma il telefono di Caloguri dava sempre la segreteria telefona. Cosa diavolo era successo, cosa diavolo gli avevano detto per farlo andare via così, senza una spiegazione? Si diresse da Vitali entró senza bussare e inizió ad urlare come non aveva mai fatto in vita sua. "Vitali" - "Imma, cosa fa non si bussa prima? Cosa sta succedendo?" - "Dice a me cosa sta succedendo? Stavo aspettando il Maresciallo Caloguri e scopro che se n'è andato dai suoi genitori! Cosa diavolo è successo in quell interrogatorio?" - "Il procuratore dell Antimafia crede che lui sia la talpa e che abbia avvertito i cecchini." - "Ma che diavolo dite? Ha rischiato di morire, è stato 8 mesi in coma, ho rischiato di perderlo per sempre, non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere." - Fu in quel momento che si accorse che una lacrima stava rigando il suo volto. Da quando Caloguri era uscito dal coma non aveva mai avuto un momento di debolezza, come se dopo aver saputo che il procuratore credeva che il suo Uomo fosse la talpa, crollo. Non poteva credere che dopo tutte le parole che gli aveva detto, Caloguri l'avrebbe tradita così, non ci credeva e mai l'avrebbe creduto, anche se le portavano le prove. Imma non disse una parola, si girò, doveva andare da lui, non poteva lasciarlo così, doveva stargli vicino, doveva fargli capire che lei non credeva a quelle fandonie. Uscì di corsa dall'ufficio del procuratore, scese le scale e salì in macchina. ________________________________________________ Sembrava che il viaggio durasse un eternità, ma quando arrivó a destinazione, rimase sorpresa da ciò che vide. Caloguri gli aveva parlato di dove abitava, ma non credeva di trovarsi difronte ad una casa così grande. Vide la macchina, parcheggió affianco alla sua, scese e bussó alla porta. Non ricevette nessuna risposta, continuó a bussare, fin quando sentì imprecare. "Chi diavolo è? Sto arrivando."- Aprì la porta e rimase sorpreso nel vedere Imma. - "Cosa ci fai tu qui?" - "Fammi entrare e parliamo Calogù." - Si spostó dalla porta e la fece accomodare in cucina. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - "Ho saputo cosa è successo, Vitali mi ha detto cosa sospetta il procuratore capo dell Antimafia, ma io non ci credo Calogù. Ti stavo perdendo, ho rischiato di perderti per sempre e tu non avresti mai fatto una cosa del genere. Non a me." - "Imma non avrei potuto fare una cosa del genere. È vero ai tempi mi ero buttato sul lavoro, ricordo che Jessica mi aveva mentito sulla gravidanza, e tu sapevi tutto. Ma non potrei mai aver architettato tutto per far uccidere Romaniello." - "Amore lo so, ma non è scappando che risolveremo la cosa, ora preparati e torniamo in procura." "Voglio restare qui, voglio stare lontano dalla procura, da Matera, dal procuratore dell antimafia, da Vitali! Ti prego Imma abbracciami." - E lei lo abbracció, rimasero abbracciati a lungo, nessuno dei due riusciva a staccarsi, il terrore di perdersi era grande, il terrore che poteva svanire tutto si faceva sempre più ingombrante. Quando ad un tratto Caloguri disse:" Tu mi credi vero Imma? No sono stato io a dire ai Cecchini dove stessimo andando, non sono io la talpa." - Lei lo guardo negli occhi, e gli rispose: "Ti credo Caloguri." - Fu in quel momento che lei appoggió la fronte alla sua, i loro nasi si sfiorarono, le labbra quasi si toccarono. I loro respiri si fecero più pesanti, il desiderio era così forte che l'aria divenne elettrica. In quel momento fu di nuovo Caloguri ha rompere il silenzio. "Imma, se dobbiamo andare in procura è meglio che ti stacchi. Potrei sollevarti e condurti in camera e........................ potrei iniziare a toglierti i vestiti, baciarti ovunque e................" - Non finì la frase che Imma si aggrappó alle sue spalle, si avventó su di lui e lo bació. Era lei che decise di condurre il gioco, lo spinse fino alla camera che credeva fosse la sua, lo spinse sul letto, si mise a cavalcioni su di lui, e con molta lentezza inizió a toglierli la maglia. Rimase senza fiato, era così bello che ancora si chiedeva come lui si fosse innamorato di lei. - - - - - - - - - - - - - - Ippazio si accorse del cambiamento del suo sguardo e accarezzandogli il viso gli disse: "TI AMO Imma, ti ho aspettato, ti ho desiderato dal primo momento che ti ho vista, ti ho amato ieri, ti amo oggi e ti amerò per sempre." - Una lacrima le scese sul volto e Caloguri gliela asciugó, con delicatezza l'abbracció e la bació, fu un bacio lento, delicato e pieno d'amore. Voleva fargli capire che per lui era abbastanza, che non voleva nessun'altra donna se non lei. Con gran sorpresa di Imma, Caloguri pese le redini del gioco. Imma così si ritrovò sotto di lui. Caloguri continuava a fissarla, con quegli occhi adorati, le ripeteva che era bellissima, non desiderava altro che lei. Fu allora che le tolse la maglietta, le slacció il reggiseno, e continuó a guardarla desideroso di lasciarle un marchio indelebile sulla sua pelle. Si abbassó e inizió a lasciarle una scia di baci che partivano dalle palpebre, poi una guancia, poi l'altra fino ad arrivare vicino all'angolo della bocca, poi sempre più giù, fino ad arrivare ai seni, dove con la lingua inizió a giocarci. I capezzoli le si indurirono, la schiena le si inalzó, lei inizió a gemere. Non aveva mai provato una sensazione del genere, neanche con suo marito. Era arrivata al punto che voleva sempre di più, voleva che Caloguri andasse più a fondo, voleva sentirlo sulla sua pelle, voleva tutto di lui. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Le mani presero vita propria, esploranvo il corpo di quell uomo che aveva sognato tante volte, salivano e scendavo lungo la schiena, salivano e scendevano lungo il torace, quando si fermarono al bottone dei jeans. Slacció, e infiló la mano. Fu in gesto inaspettato e Caloguri rimase sorpreso da quell'iniziativa, si lasciò andare a quelle sensazioni che provava inizió a gemere, fino a che con una mano la fermó. Non era ancora arrivato il momento. Fu lui a sorprenderla. Una mano rimase a stuzzicare e a giocare con il seno, l'altra invece andò in esplorazione fino ad arrivare alla gonna che Imma quel giorno indossava. Inizió ad accarezzargli l'interno della cosca fino ad arrivare alla meta, quando con suo stupore si accorse che non aveva l'intimo. All'inizió fu sorpreso, la guardó, e Imma capì immediatamente coda voleva sapere, e così disse : "le ho tolte quando sono arrivata qui. Non ero sicura, il mio scopo era quello di riportarti in procura e tornare a lavorare, ma poi senza pensarci le ho tolte. E.................." - Non la fece finire di parlare la bació avidamente, le mordicchió il labbro, era sul punto di esplodere, rallentó, le sfiló la gomma, e lei gli tolse i pantaloni, la guardó, e con lentezza si abbassó. Con una spinta lenta e decisa la penetró. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Imma in quel momento si sentiva completa come se finalmente avesse trovato la parte mancante, si sentiva viva, si rese conto solo allora che era da una vita che lo aspettava. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Ogni spinta corrispondeva ad un Ti Amo, ogni spinta, ogni carezza corrispondeva a non ti lascio sola, qualsiasi cosa succederà sarò con te. Il desiderio divampó, arrivarono all'apice del piacere, e vennero insieme. Fu un tumulto di emozioni, e sensazioni, si accasciarono e si abbracciarono. Rimasero così, abbracciati fin quando non si addormentarono. _________________________________________________ Erano ignari di ciò che stava accadendo fuori, entrambi non si erano accorti che qualcuno li aveva seguiti. Entrambi non sapevano che qualcuno li aveva spiati. Non sapevano che qualcuno li aveva fotografati. Erano all'oscuro di tutto. ____________________________________________________ In lontananza si fermó una macchina, si aprì lo sportello e scese un uomo che tutti credevano morto. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Cenzino Latronico era tornato, Cenzino Latronico meditava vendetta, Cenzino Latronico voleva distruggere ciò che Imma con fatica aveva conquistato.

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