Essere Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio

di leti_0907
(/viewuser.php?uid=876589)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I- Edimburgo, ricerche e nervosismo ***
Capitolo 2: *** Capitolo II- La voglia di uccidere qualcuno, di nuovo ***
Capitolo 3: *** Capitolo III- Aveva fatto la scelta giusta, ma forse Sofia non aveva tutti i torti ***
Capitolo 4: *** Rivivere un po' il passato ma con occhi nuovi ***



Capitolo 1
*** Capitolo I- Edimburgo, ricerche e nervosismo ***


[Contesto: “La ragazza drago- I gemelli di Kuma”, capitolo 8, quando Sofia chiede cosa era successo tra Fabio e Lidja, e l’amica risponde dicendo che il ragazzo era nervoso e che aveva inveito contro Ewan.]

 

Essere Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio

Capitolo I- Edimburgo, ricerche e nervosismo

 

Se fosse rimasto il Fabio del passato e gli avessero detto che sarebbe stato geloso di una ragazza, avrebbe preso tale persona e l’avrebbe minacciata di pestarla se avesse provato a dire una cosa del genere una seconda volta, e con termini molto meno cortesi.

Eppure, stravaccato sul sedile posteriore di uno squallido taxi, seduto accanto a Lidja, il giovane Draconiano dal neo dorato non riusciva a dare un altro nome a quella sensazione di fastidio che lo tormentava da quando avevano varcato la porta della guest house dei MacAllister. Sapere Sofia da sola con quel Ewan, il probabile custode dello spirito di Kuma, lo rendeva inquieto, nervoso, profondamente irritato.

Era geloso, geloso marcio, perché lui era stato costretto a passare del tempo con la migliore amica della rossa -che non sopportava tanto quanto lei soffriva la sua presenza-, mentre lei era rimasta a proteggere Gillian e suo figlio, il quale gli aveva dato subito l’impressione di essere uno sciupafemmine. Era un bel ragazzo, ed oggettivamente aveva capito perché Lidja avesse sospirato quando lui si era tolto la maglietta, ma aveva dovuto trattenere un ringhio di frustrazione quando aveva notato lo sguardo curioso ed attratto di Sofia puntato sul suo ventre.

In quel momento, aveva desiderato che lei lo guardasse di nuovo così. C’era stato un momento solo per loro, in cui Sofia gli aveva rivolto la sua attenzione a quel modo, e lui nel profondo si era sentito come se il mondo grigio e nero in cui era vissuto fosse tornato a splendere di colori vivaci. Anche se sopra le loro teste c’era la lontana volta celeste a proteggerli, a Fabio sembrò quasi che le stelle fossero più luminose, però non tanto quanto lo erano gli smeraldi che la riccia aveva al posto degli occhi.

Ma la colpa era solo sua, se lei aveva rivolto lo sguardo altrove. Dopo il loro primo bacio -il primo bacio in tutta la sua esistenza-, l’aveva ignorata, e non sapeva neanche spiegarsi il perché. Forse era per la paura, quella che costantemente gli ricordava che chiunque avesse amato gli era e sarebbe stato portato via. Provare il dolore che lo aveva mangiato dentro quando aveva perso sua madre era l’ultima cosa che avrebbe voluto, e forse tradiva le sue stesse convinzioni nel volere Sofia tutta per sé.

Ma non riusciva a fare altrimenti.

«Noi cerchiamo e cerchiamo ininterrottamente, mentre lui se ne sta comodo a casa, al caldo.» borbottò, incrociando le braccia al petto, mentre dal finestrino vedeva le case alternarsi.

«Cosa hai detto?» la castana si voltò a fissarlo, anche se dalla sua espressione sospettava che avesse sentito ogni parola che gli era scappata di bocca.

Fabio scosse la testa, i riccioli che si muovevano in sincronia. «Niente.»

Il viaggio continuò nel silenzio più totale, e Fabio non sapeva che ben presto avrebbe riversato tutta la sua rabbia e gelosia sulla persona che non meritava nessuno dei sentimenti negativi che occupavano il suo cuore spezzato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II- La voglia di uccidere qualcuno, di nuovo ***


[Contesto: “La ragazza drago- I gemelli di Kuma”, capitolo 8, il bacio di Ewan sulla guancia di Sofia.]

Essere Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio

Capitolo II- La voglia di uccidere qualcuno, di nuovo

 

Fabio non immaginava che avrebbe riprovato la voglia di uccidere qualcuno di nuovo. Eppure, aver ucciso Ratatoskr a Monaco di Baviera, ed averci messo tutto il suo odio, sembrava quasi niente in confronto al ruggito interiore che sentiva dentro davanti a quella scena. Non udiva niente, non vedeva nient’altro che le labbra di Ewan poggiate sulla guancia delicata e macchiata dalle lentiggini di Sofia.

Ed il rombo del suo cuore infuriato e geloso, che gli batteva forte nelle orecchie, sembrò aumentare quando la vide diventare viola per l’imbarazzo a causa del suadente “goodnight” che il biondo le aveva sussurrato all’orecchio- non abbastanza piano, perché tutti loro lo avevano sentito. Sofia scappò in camera, evitandoli, e tutti erano così presi a raggiungere le loro stanze per dormire che nessuno si accorse dei pugni serrati del ragazzo, e della scintilla pericolosa che gli illuminava gli occhi scuri.

Fabio faticò a seguire Karl nella stanza che condividevano, e vi entrò solo quando il ragazzo già ronfava sotto le coperte. Dovette trattenersi per non sbattere la porta, l’immagine di quel bacio davanti agli occhi, ancora ed ancora. Aveva paura di dormire, perché temeva che quel ricordo avrebbe invaso i suoi sogni, rendendoli incubi intollerabili.

Quindi si lasciò andare sul materasso, e poco gli importò che il vecchio letto avesse cigolato così forte da quasi svegliare Karl. Il suo corpo era fermo immobile, eppure la sua testa stava viaggiando talmente veloce che i suoi pensieri riuscivano a formarsi solo a metà, prima di venire rimpiazzati da altri.

L’hai baciata anche tu, e sulle labbra, gli ricordò una vocina.

Si, l’ha baciata, eppure il giorno dopo ci è passato sopra con tutte le scarpe, ignorandola completamente, affermò un’altra.

E lei adesso giustamente ha perso interesse, si intromise un’altra ancora.

Conoscendo Sofia, Fabio sapeva di averla ferita, anche se non sapeva quanto a fondo. Quel bacio forse era stato importante tanto per lei quanto per lui, ed invece il suo comportamento l’aveva indotta a presupporre che non fosse così. Che l’avesse usata, nel trasporto, per cercare una qualche consolazione.

Forse era così, ma sapeva di averlo fatto perché era lei. Era Sofia, la dolce ed impacciata ragazza che aveva creduto nella sua bontà anche quando lottava tra le fila del nemico, che lo stava risollevando -senza saperlo- dal baratro delle sue più vecchie insicurezze.

Colei che era diventata il nucleo palpitante di quelle nuove.

Avvicinarsi a lei significava avere qualcosa da perdere, aver continuamente paura che quello che era riuscito ad ottenere gli sarebbe scivolato via dalle mani. Era incapace di trattenere qualcosa -qualcuno- a sé, non avendo mai avuto qualcuno a cui teneva non aveva mai nemmeno provato. Ed il paradosso che era la sua vita lo stava mettendo al centro di un bivio: allontanare Sofia, ed evitare il rischio di soffrire ancora, o affrontare di nuovo la paura di far entrare l’amore nella sua vita?

Si girò su un fianco, ed in quel momento l’unica immagine che lo avvolse nelle sue spire fu quella di una Sofia sorridente, e gli parve così bella e genuina da spingerlo a sorridere tra sé e sé. Diamine, ha davvero le fette di salame sugli occhi, per non vedere quanto è bella, sia fuori che dentro..

E Fabio si addormentò così, il cuore un po' più calmo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III- Aveva fatto la scelta giusta, ma forse Sofia non aveva tutti i torti ***


[Contesto: “La ragazza drago- I gemelli di Kuma”, epilogo, quando tutti partono per tornare in Italia.]

Essere Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio

Capitolo III- Aveva fatto la scelta giusta, ma forse Sofia non aveva tutti i torti

Sul volo di ritorno, Fabio non aveva fatto altro che fissare nel vuoto fuori dal finestrino. Sotto di lui, il paesaggio era spettacolare, la Manica che sembrava salutarlo con le sue onde spumeggianti, eppure non riusciva a godersi un tale spettacolo della natura.

La sua mente era diventata come una sorta di registratore, ed un dito testardo ed imperterrito sembrava premere sul tasto rewind e poi quello del play in continuazione, rimandando indietro e riprendendo da capo tutto il discorso che lui e Sofia avevano intavolato all’alba, all’insaputa di tutti gli ospiti della guest house dei MacAllister.

Le parole aspre della rossa lo avevano marchiato a fuoco dentro. E, per quanto si stesse ripetendo che aveva fatto la scelta giusta, che lasciarla e prendere le distanze da lei serviva a proteggerla, in realtà Sofia non aveva tutti i torti del definirlo un codardo. Stava scappando, ed odiava ammetterlo persino a se stesso, però era vero: aveva paura dei suoi sentimenti per la custode dello spirito di Thuban, ed aveva paura di scoprire il Fabio che sarebbe potuto diventare.

Un Fabio probabilmente migliore di quello che era, ma vivente della paura di perdere ciò che aveva.

La sua stessa voce pareva risuonargli nelle orecchie, soprattutto quando arrivò alla sua confessione. Nel momento in cui Sofia lo aveva arpionato al polso, chiedendogli della fine che avrebbe fatto quel “noi” che avevano inaspettatamente costruito, il solo tocco delle loro pelli lo aveva inebriato tanto da non capire più dove fosse la terra o il cielo. Eppure, la sua risposta dolceamara era fiorita sulle labbra con una tale facilità e spontaneità da averlo lasciato senza fiato, una volta terminato.

Vuoi che te lo dica? Non è da Georg, da Karl o da Lidja che me ne vado. È da te. Non ci posso stare con te, non ci voglio stare, perché mi sei già troppo cara.

Ed era vero. Cazzo se era vero.

Sofia aveva un peso maggiore nella sua vita, rispetto ai suoi compagni di avventura. E, per quanto lui non volesse accettarlo, volesse negarlo, il suo cuore sembrava pensarla diversamente. Si era fatto sentire, quando, per colpa sua e del tradimento di Nida, Sofia stava per morire. Gli batteva furioso, mentre si gettava sulla bionda, perché quel muscolo involontario e stupido avrebbe dato tutto per lei, per Sofia.

E vederla rischiare il tutto per tutto per lui, per saperlo al sicuro, era stata l’esperienza più brutta della sua vita.

A tale frase, che aveva detto anche alla ragazza quella mattina, mentre tutti dormivano, Fabio scosse la testa.

Aveva fatto la sua scelta, e tale sarebbe rimasta.

Non si sarebbe mai più permesso di essere debole. La persona che più aveva amato era morta, e sarebbe stata sia la prima che l’ultima.

Almeno, così credeva.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Rivivere un po' il passato ma con occhi nuovi ***


Essere Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio

Rivivere un po' il passato ma con occhi nuovi

 

«Un viaggio?» Ewan era senza parole, tanto da aver lasciato cadere il cucchiaino nella tazza di latte. Questo, all'impatto, schizzò sulla camicia bianca che aveva comprato il giorno prima, ma si disse che ci avrebbe pensato dopo. «Chi sei tu, e cosa ne hai fatto di Fabio?»

L'altro lo guardò male, ed incrociò le braccia la petto. «Mi spiegate cosa c'è di così strano se sono io a proporre un viaggio? Se qualcun altro lo avesse fatto al posto mio, avreste saltato dalla sedia di gioia.» Fabio guardò la sua ragazza, esterrefatto. «Persino tu mi dai così poco credito?»

«No, no, non è che mi ha stupito la tua proposta. Solo, non me lo aspettavo.» tentò di giustificarsi Sofia, mettendosi un biscotto in bocca.

«È la stessa cosa.»

«No, Fabio, non lo è.» la rossa ingoiò il boccone prima di continuare, per poi accarezzargli il dorso della mano. «So perfettamente quanto adori viaggiare, solo non pensavo che lo avresti proposto nel bel mezzo del periodo scolastico, tutto qui. Ho smesso di stupirmi di te quando abbiamo scoperto la tua intelligibile diligenza a scuola.»

«E la tua intelligenza. Quella non se l'aspettava nessuno.» ridacchiò Ewan, nascondendosi poi dopo all'occhiata irritata del ricciolo.

«Non sarò saccente come Karl, ma questo non significa che io sia stupido.»

«Ma sei davvero sicuro di voler partire proprio ora? Insomma, abbiamo degli incontri importanti per prepararci all'università.» gli fece notare Lidja, seduta davanti a Sofia.

«Se mi aveste lasciato finire di spiegare,» rimbrottò Fabio, «avrei detto che non intendevo in questo momento, ma dopo il diploma. So benissimo quanto abbiamo ed avremo da studiare per la maturità, e proprio per questo avremo bisogno di una bella vacanza per ricaricarci prima di incominciare l’università.»

«E come pensavi di organizzare questa vacanza?» Karl richiuse il sacchetto dei biscotti, prima che Sofia potesse di nuovo affondarci la mano dentro.

«Stavo pensando ad una bella gita di due settimane, solo noi. La prima tutti insieme, la seconda con il proprio ragazzo e la propria ragazza.» spiegò Fabio, e di nuovo gli sguardi stupiti degli altri si concentrarono su di lui. «Ora cosa ho detto di così fuori dal mondo?» sbuffò, irritato. Sembravano quasi non riconoscerlo, solo perché era uscito fuori dalla sua comfort zone ed aveva fatto un passo avanti.

«Okay, ammetto che questa non me l’aspettavo.» la rossa lo guardava con occhi sfavillanti. Sembrava felice, ed il cuore di Fabio fece un salto mortale nella cassa toracica.

«Mi piace questa idea. Insomma, ammetterete anche voi che, con lo studio, avere un po' di tempo solo per le nostre storie è difficile.» Karl guardò prima tutti, poi si concentrò su Chloe, e nei suoi occhi azzurri si poteva notare un velo di malinconia misto ad eccitazione all’idea di passare del tempo da solo con la sua amata.

Ewan e Lidja incatenarono i loro sguardi, ed annuirono. Il sentimento che li univa era più forte ogni giorno che passava, ma con la scuola, gli stage e la preparazione all’esame di accesso per La Sapienza, trovare del tempo per stare da soli era davvero tosta.

«E la prima settimana dove la passeremmo? Qualche idea?» Chloe fece scorrere una mano sotto il tavolo, fino al ginocchio del suo ragazzo, che strinse nel suo palmo.

«A questo ci ho già pensato io.» Fabio sganciò un sorrisetto di vittoria e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni dei fogli stropicciati, su cui si poteva leggere “Edimburgo”. «So che avrei dovuto chiedervi se andava bene, ma c’era un’offerta che non potevo perdere. Inoltre, penso che a voi gemelli faccia piacere tornare e rivedere i posti dove avete vissuto.»

Chloe ed Ewan non lo stavano quasi ascoltando, intenti a contemplare i biglietti come se fossero una reliquia sacra. Fabio dovette smettere di osservarli per non scoppiare a ridere, sembravano due bambini che avevano appena vinto il primo torneo die giochi all’asilo.

«È una cosa molto dolce, Fabio.» Lidja era d’accordo con la destinazione, ma sospettava che ci fosse altro, da come l’ex Draconiano guardava Sofia di sottecchi. Quindi, decise di prenderlo in giro, per istigarlo a dire ciò che celava. «Ma ho come l’impressione che ci sia di più sotto.»

«Volevo fare solo un gesto carino, tutto qui.» le orecchie di Fabio stavano arrossendo, e la ginnasta mise il dito nella piaga.

«Tu non fai mai niente che non abbia anche un beneficio per te. Sputa il rospo.»

Anche se aveva -per l’ennesima volta- gli occhi di tutti addosso, Fabio guardò solo quelli verdi dei Sofia. Sorrise, godendosi la sua espressione di attesa, per poi confessare, bordeaux in viso, parte delle sue reali intenzioni. «Quando ho prenotato l’aereo per Edimburgo, ho pensato che sareste stati tutti felici perché sia Lidja che Karl hanno conosciuto lì i gemelli, e Chloe ed Ewan mancano da tanto. Ma più di tutto, pensavo che sarebbe stato bello tornare dove io e te, Sofia, abbiamo messo alla prova i nostri sentimenti.»

«Dove l’hai baciata la prima volta, vorrai dire.» vittoriosa ma intenerita, Lidja li guardava mentre arrossivano ancora di più. «Devo ammettere che, per una volta, Fabio non ha fatto qualcosa di sbagliato.»

«Ma grazie, aspettavo con ansia la tua approvazione.» borbottò l’altro.

Mentre la colazione continuava allegra, Fabio si avvicinò di nuovo a Sofia e le sussurrò all’orecchio. «Dopo cena, vieni in camera da me. C’è una sorpresa ad aspettarti.»

••

Sofia bussò alla camera di Fabio, ed attese impaziente che lui le aprisse la porta. Si stava arrovellando i pensieri da quella mattina, da quando il suo ragazzo le aveva dato “appuntamento” in camera sua dopo aver cenato con tutti, tanto che non era riuscita a prestare attenzione alle lezioni. Era morbosamente curiosa, e si chiedeva cosa l’aspettava al di là di quella soglia.

Fabio le aprì, in volto un sorriso sereno. «Forza, entra dentro.»

Quando la porta venne chiusa alle sue spalle, Sofia non fece in tempo a fare un passo che venne rispinta contro la superficie legnosa, la bocca di Fabio che reclamava la sua. Ricambiò il bacio, allungando le braccia oltre il suo collo ed ancorandosi a lui, mentre si inebriava di quel contatto.

Il pensiero di tornare ad Edimburgo, dove tra loro era cominciato tutto, le faceva palpitare il cuore come se fosse tornata quella ragazzina di quattordici anni con una cotta, a detta sua, non ricambiata. Non era da Fabio lasciarsi andare a dimostrazioni di amore, ma quando lo faceva, quelle rare volte, lo faceva davvero bene. La conosceva bene, sapeva che avrebbe apprezzato più un viaggio in un luogo importante per loro piuttosto che fiori, cioccolato e confessioni eclatanti.

Fabio era perfetto così com’era. Scorbutico, a volte brusco e scostante, ma con un cuore d’oro, e lei lo amava.

«Ora che mi hai salutata,» lo prese in giro, quando si separarono in cerca di aria, «voglio sapere di questa sorpresa.»

«Sei la solita curiosa ed impaziente.» Fabio le diede un bacio sul naso, prima di stampargliene uno sulle labbra gonfie. «Non condividiamo un momento del genere da mesi, e tu non vedi l’ora di tornartene in camera? Potrei iniziare a pensare che tu voglia lasciarmi.»

«E chi l’ha detto che sarei tornata in camera?» le gote della rossa si fecero furiosamente calde, per quella domanda che lasciava ad intendere. «E poi, sai che ti amo, ma siccome è tutto il giorno che ci penso, voglio togliermi il peso.»

«Hai ragione, anche io voglio togliermi il sassolino dalla scarpa.» all’improvviso, Fabio si fece teso, mentre si allontanava per prendere qualcosa dalla sua scrivania, che lei non riusciva a vedere a causa del suo corpo davanti. In quegli anni era cresciuto così tanto, ed avendo iniziato a fare sport aveva messo su un fisico niente male. Non aveva niente da invidiare a nessun modello, anche se lei era di parte- per lei Fabio sarebbe stato sempre il più bello ai suoi occhi.

Quando si girò, le porse dei biglietti, che ricordavano molto quelli che aveva distribuito la mattina stessa a tutti loro, ma la destinazione era diversa. Quando la lesse, rimase senza parole. «Budapest?»

Quando tornò a guardare Fabio, lo trovò tutto imbarazzato, intento a grattarsi la nuca con le guance rosse. «Sai, per la seconda settimana del viaggio, ho pensato che sarebbe stato bello portarti nei luoghi dove sono nato e cresciuto, per parte della mia vita. È lì che ho scoperto dei miei poteri, è stato lì che ho conosciuto il dolore dell’abbandono e la rabbia. Mi piacerebbe rivivere un po' il passato ma con occhi nuovi, e creare dei ricordi felici con te.»

Quelle parole la fecero commuovere nel profondo, il cuore in una stretta piacevole. Con passi lenti, si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto, le braccia attorno ai suoi fianchi stretti. «Non vedo l’ora.» gli confessò emozionata, e, quando lui ricambiò l’abbraccio, rimasero lì a godersi il solo contatto l’uno dell’altra.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4066303