Missing moment di Eroi e Dei

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo bacio di Marika e Clere ***
Capitolo 2: *** L'arcangelo Gabriel si svela ***
Capitolo 3: *** I poteri - prima parte ***
Capitolo 4: *** Prendersi cura delle piante ***



Capitolo 1
*** Il primo bacio di Marika e Clere ***


Missing moment del cap 58


Marika era riuscita a riportare Clere sulla terra ferma, a salvarla dall'annegamento, facendole la respirazione bocca a bocca.
"Olimpia!!"
"Xena!! Ho avuto tanta paura...credevo che.."
"Quei ragazzi terribili..se ne sono andati??"
"Sì...loro..uno di loro due, mi ha lasciato andare.."
"È quello con i capelli blu, scommetto."
"Oh, Xena, perché gli hai detto quelle parole, perché??"
"Sono stata crudele...non le meritava..non le penso davvero."
"Hai rischiato di morire per una MENZOGNA??" Marika era incredula.

Clere la guardò con gli occhi pieni di lacrime.
"Marika, io ti amo!! disse con ardore.
Marika la guardò, sbarrando gli occhi.
"Certo...anch'io ti amo.."
"No, no, no, io ti amo davvero, non solo come una sorella...per quello ho detto quelle cose terribili che non penso, sull'amore...soffro per quello che provo e ho voluto far soffrire anche loro...per il mio egoismo..oh, Marika, perdonami. Cancella, dimentica quello che ti ho detto."

Marika gli diede un bacio appassionato sulle labbra, che sapeva di acqua marina.
"Scusami, ma non posso farlo."
"Marika...tu.." disse Clere tastandosi le labbra nel punto in cui le aveva baciate. Pulsavano.

"Finalmente ti sei decisa, scena. Era da tanto che speravo ti decidessi,secondo te perché ho messo i sacchi a pelo così vicino alle nostre teste?"
"Olimpia.."
"Prima o poi si sveglia e mi bacia...la sveglio io e approfitto della momentanea confusione e la bacio...ma non sarà scorretto? D'altronde se lo può fare il principe con la bella addormentata.." "Marika!!" "Presente!" "Sta zitta." disse lei prima di baciarla con molta più passione e alimentando un fuoco troppo a lungo rimasto sepolto.

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Capitolo 2
*** L'arcangelo Gabriel si svela ***


Era passata una settimana e mentre Dean e Sam camminavano con i loro cavalli, la prima novità riguardò una miriade di leprotti e cervi che correvano tutti verso una direzione, ottenendo di farli cadere.
 
"Sam, stai bene, cucciolo?" gli chiese Dean.
 
"Sì..siamo stati messi al tappeto dai bambie e dai leprotti. Non raccontiamolo a nessuno." disse Sam.
"Secondo te cosa gli è preso?" chiese Dean.
 
"La stessa cosa che è capitata a loro!" disse Sam indicando uno stormo che andava tutto insieme in una direzione.
"Cosa..sembra che stanno seguendo quella luce laggiù." disse Dean.
"Andiamo a vedere!!" disse Sam.
 
In poco tempo raggiunsero un villaggio in cui sfavillava in alto un grosso triangolo bianco luminescente in cui c'era la foto di Gabriel che spariva e riappariva.
La foto dell'angelo si sentiva ma non si vedeva.
 
"Preferisco dirvelo io, prima che siamo altri a farlo e lo faccio perché sono un egocentrico bastardo che non sa arrivare per ultimo ma deve SEMPRE arrivare per primo!"
"Ma cosa vuole dimostrare?" chiese Dean.
 
"Lo faccio perché non sopporto più di dovermi nascondere, perché sono un vanesio, perché in confronto a me Narciso non era NESSUNO."
Un'altra pausa.
 
"Lo faccio perché, la potenza e il fulgore non dovrebbero essere nascosti MAI, perché umile non può essere chi è potente, perché non c'è vergogna nel mostrarsi per chi sei e perché a lungo tempo ho vissuto nell'ombra, nascosto, accettando che non mi venga riconosciuto il mio reale valore. Lo faccio perché merito MOLTO di più di questo, perché TUTTI dovrebbero meritare molto di più di questo.."
 
Un'altra pausa.
 
"Sono un Angelo, signori. E lo faccio per tutto questo...lo faccio per me"
Sam si aggrappò a Dean per non cadere.
 
In quel momento la faccia di Gabriel si materializzò come una gigantografia, sotto lo sguardo allibito dei contadini e della gente del villaggio.
Il suo corpo era invisibile ma sfavillavano un paio di grosse ali bianche.
"E lo faccio perché sono uno stupido. Perché Angeli e umani non possono essere amici ma io me ne sono fregato di questo, perché a me nessuna legge cosmica può dirmi cosa fare e non fare.."
 
Sam tremava, aggrappato a Dean.
"Lo faccio per un amico. Perché spero che veda questa dimostrazione plateale e che mi perdoni, anche se la mia stessa famiglia non lo farà."
La sua faccia scomparve e al suo posto venne frantumata da fuochi d'artificio che salirono in alto nel cielo.
 
Sam piangeva. Aveva chiuso gli occhi, quando sentii le labbra di Dean su di lui.
Si aggrappò a lui, approfondendo il bacio fino a quando dovettero staccarsi per mancanza di fiato.
"Non si può dire che non abbia stile..e se lo dico io, che sono il re dello stile.." disse Dean sorridendo.
 
"Voglio doppia porzione di lasagne."
Dean lo guardò accigliato.
"C'è qualcosa che devi dirmi? Dobbiamo prepararci a mangiare per 5 invece di 4?"
"Troppe emozioni mi fanno salire l'appetito."
 
"Mannaggia..questi angeli mi costeranno cara..adesso che deve darsi perdonare anche da me potrebbe farlo, con una torta."
"Gabriel che fa una torta?? E come la chiamerà? La torta degli angeli??"
 
"Potrebbe essere un'idea!!"

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Capitolo 3
*** I poteri - prima parte ***


Cap 3
Dean e Sam si  trovavano sul monte Farinae, insieme al maestro di Syrio per imparare a padroneggiare i loro poteri nascosti.
“Siamo dei semidei ma non abbiamo poteri.” Disse Sam.
“Questo non è possibile.” Aveva detto loro Syrio. “Tutti gli esseri umani hanno dei poteri. Nascosti, latenti. Però ci sono. Non potrebbe essere altrimenti dal momento che siamo tutti nati da delle divinità e ancora di più che prendiamo l’energia dal potere delle stelle.”
“Guarda noi..siamo in grado di bruciare il cosmo a milioni di anni luce di distanza…e se noi possiamo fare questo che siamo semplici esseri umani, cosa potrebbe fare il figlio di un Dio?” gli aveva detto Crystal.
 
Ecco allora che un po’ scettici, un po’ incuriositi, avevano accettato di recarsi fino al monte Farinae, dove si trovava il maestro di Syrio.
Il maestro di Syrio era un vecchietto con la barba, minuto, ma in realtà dalla grande forza.
Appena si presentarono, lui strinse la mano a Dean,  sollevandolo e mettendolo al tappeto con una mossa che avrebbero giudicato da karate.
 
“Per essere il figlio di un Dio, ti lasci prendere molto alla sprovvista..” gli disse, suscitando l’ilarità nascosta di Sam.
Quel giorno Dean e Sam dovevano incamminarsi verso le altre montagne, portando degli zaini pesantissimi di cui non conoscevano il contenuto.
La camminata non finiva mai e dopo quattro ore, decisero di fermarsi.
 
“Quanto vorrei che ci fossimo portati un panino o una torta…” disse Dean.
“Il vecchio dice che sono cose che ci indebolirebbero…che staremmo molto meglio dopo a stomaco vuoto..”
 
“Portami una torta qui e ti faccio vedere io se mi indebolirebbe, oppure no…in quanto al resto, ne dubito.” Disse Dean.
“Ti va di fare un bagno, visto che non possiamo mangiare?” chiese Sam.
“D’accordo…ma non tentarmi, abbiamo detto che non dobbiamo stancarci.”
“Quanto sei stupido..” disse Sam ridendo.
 
A dire la verità, vedere il bel corpo nudo di Sam guizzare nell’acqua, fu più difficile di quanto avesse immaginato e aveva l’impressione che per lui fosse lo stesso. Mise la testa sotto l’acqua, ma smise subito quando si accorse che in quel modo vide ancora meglio il suo bel corpo.
 
Camminarono per altre ore, ma non arrivavano mai e alla fine si accamparono per la notte.
Con il refrigerio della notte e il chiarore delle selle, sembrò loro che le loro membra stranamente fossero meno stanche, anzi, quasi contente.
 
Si addormentarono abbracciati, sentendo la terra sotto di loro quasi come se li coccolasse e si chiesero a vicenda se, i cavalieri e il maestro, avessero ragione.
 
Al mattino, assistere all'alba li rese euforici e pimpanti, nonostante erano da parecchie ore a digiuno. Si misero a correre, così senza una ragione come pazzi scatenati. Dopo mezz’ora, l’adrenalina svanì e si accasciarono stremati.
 
Vennero richiamati dalle urla dei cavalieri che li chiamavano.
“DEEEEEAAAAN”
“SAAAAAAAAM!”
Cominciarono a correre verso le grida.
“È impossibile. Non possono essere qui.” Disse Dean.
 
Dopo pochi minuti, arrivarono alla cima!
“Non è possibile..” disse Sam.
Davanti a loro si estendeva una gigantesca cascata e più sotto i loro amici che si sbracciavano.
“Scendete!!” gridò il maestro.
 
“Scusa, non abbiamo capito bene.” Disse Dean.
“SCENDETE!!” ripetè il maestro. “BUTTATEVI!”
“L’abbiamo fatto tutti. Avanti!” gridò Cas.
“Sono dei pazzi..” disse Dean.
“Forse ma io voglio farlo.”
Dean si voltò verso Sam.
“Allora sei pazzo anche tu.”
“Forse ma quando guardi quei fiori non ti sembra che ti diano il coraggio necessario?” chiese Sam.
Dean si voltò verso dei giganteschi girasole viola che sembravano volerli abbracciare.
“Me lo dai tu il coraggio..” disse Dean.
E si buttarono abbracciati.
 
“Woaaaaaaaahhh!! È così esaltante!” gridò Dean abbracciato a Sam.
L’acqua gelata era rinvigorente e energizzante. Sembrò loro come di purificarsi di tutti i mai del mondo.
Ma la parte migliore furono i loro amici che tornarono ad abbracciarli malgrado fossero zuppi d’acqua.
Il vecchio prese i sacchi che avevano lasciato buttare prima di tuffarsi.
 
“Cos….MATTONI???” disse Dean mentre li rovesciava.
“Se l’aveste saputo, sarebbe stato per voi molto più faticoso..è sempre lo spirito il più grande nemico del corpo, ricordatevelo SEMPRE! Adesso riposatevi che dopo pranzo vi aspetta un altro compito.”

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Capitolo 4
*** Prendersi cura delle piante ***


Dean e Sam non si sarebbero mai aspettati dopo un pasto così frugale -una zuppa di cipolle, aglio e brodo- di essere assegnati a in compito così inusuale come quello di dare l'acqua alle piante. Inizialmente perplessi, cominciarono a preoccuparsi non appena videro che il prato che dovevano innaffiare nella serra all'aperto, era ENORME.

"Questo è una cosa davvero insulsa...magari ci sta prendendo in giro." disse Dean avvicinandosi a bagnare delle azalee rosse. "Per quanto possono essere stupende, non può servire davvero a farci diventare potenti." disse Dean.

"Però sono belli davvero questi fiori.." disse Sam. "Sì..sono belli davvero." disse Dean perplesso. Alla fine della giornata erano esausti.

"Ci sarebbero altri fiori oltre a questi..secondo te perché non ci ha detto di innaffiare anche loro?" chiese Sam. "Non chiedermi di sapere come ragiona il vecchio..è comunque avresti voluto lavorare di più??"
"Non siamo mica qui in villeggiatura." disse Sam. "Ok, ok..beh, riposiamoci adesso."

Dean e Sam si riposarono e dopo cena il maestro dei cavalieri portò Dean e Sam a vedere la seconda serra e anche i prati fioriti adiacenti. Mostrò loro il salice piangente e altre piante maestose. Dopo li lasciò soli.

Poco tempo dopo, Dean e Sam stavano innaffiando la seconda serra e i prati adiacenti.
I cavalieri li guardavano soddisfatti.

" Avete dimostrato di aver coltivato la cura e l'amore per la natura e di volerli accudire perché volete farlo, non perché dovete. Avete appena superato la seconda prova." disse il maestro guardandoli, facendoli sobbalzare mentre innaffiavano un meraviglioso ciliegio.

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