Come un Uragano

di Matixa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Polar Tang ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


Una colonna di luce si innalza d’improvviso trafiggendo le grigie nubi in un boato di energia.

Raffiche di vento sferzano la torre piegando gli alberi fin quasi a terra, spezzandone altri, sollevando piccoli sassi che si scagliano contro gli invasori allontanandoli.

Abbatti l’ennesimo nemico scaraventando il suo corpo oltre il torrione gridando.

 

Il portale è stato aperto…

 

Corri a perdifiato risalendo la scale esterne lastricata rese lucide e scivolose da pioggia e foglie, la ferita al fianco si fa sentire, i polmoni sembrano scoppiare per lo sforzo mentre il cuore impazzito di paura e preoccupazione pompa sangue raggelato.

Raggiungi la vetta e lei è li, immobile, con gli occhi fissi sul portale, la voce potente che lancia l’incantesimo, il viso imperlato di sudore per lo sforzo.

Guardi tua figlia e la chiami con quanto più fiato hai in gola intimandole di smetterla, stendi la mano richiamando il tuo potere, non le permetterai di rovinare tutto, non cederai nemmeno per lei.

Il fiato nella tua gola si spezza e cadi sulle ginocchia mancando la parola finale del contro incantesimo.

Lei ti guarda e sorride entrando nel portale svanendo in una luce bianchissima mentre questo fa per richiudersi.

Levi gli occhi al cielo piena di rabbia, battendo i pugni a terra. Poi li vedi.

I graffi di cenere magica che hanno disegnato il cerchio, ti rialzi in fretta, fai il giro imprimendoti nella mente la traccia cercando di decifrarlo. C’è la base esterna che richiama il potere, simboli alchemici e disegni di precisione che aggiungono dettagli strutturando lo spazio che si fanno più numerosi e piccoli e fitti man mano che continuano verso il centro; lanci un’occhiata alla colonna di luce che sta quasi per chiudersi del tutto, hai poco, pochissimo tempo ma non ti arrendi, le tue pupille vagano impazzite alla ricerca di un numero, l’unico che dovrebbe trovarsi in quel mare di scritte e simboli e … lo trovi, se riesci a cancellarlo riusciresti ad annullare quel viaggio inutile quanto pericoloso.

Arranchi verso il centro e ti sporchi le dita del tuo sangue. Cadi e punti il palmo sulla data decisa a cancellare quel maledetto numero, stai per farlo ma un crollo annulla la tua azione e scivolando sbavi la la cenere col sangue mentre salti d’istinto e finisci inghiottita anche tu nell’immenso fragore che esplode distruggendo la torre e in un attimo tutto finisce. Termina la pioggia e il cielo si schiarisce tornando esattamente com’era … sette anni fa.

 

Trillano gli uccellini svolazzando fra gli alberi mentre il sole illumina la bianca torre in cima alla collina.

 

 

 

 

…………………..

 

 

 

‘Issate le vele dannazione!!!’

 

Nel fragore del mare impazzito e reggendosi all'albero maestro Nami urla a pieni polmoni ai suoi compagni mentre tenta di capire in che caspita di inferno siano finiti.

Per quanto l’oceano sia imprevedibile e i suoi cambiamenti letali e repentini è assolutamente impossibile quello che sta loro succedendo, mai, in nessun libro di oceanologia, navigazione, meteorologia o fantascienza ha mai letto di qualcosa anche lontanamente paragonabile a quello che sta accadendo.

 

‘Sanji assicurati che le provviste siano ben salde al ponte, Jimbe vira di 40° a tribordo e dannazione Zoro aiuta Usopp … Robin Rufy e voialtri, guai se vi azzardate ad uscire!’

 

Stanca e demoralizzata, chiama Franky per sapere della situazione nella sala motori. È sicura della rotta e aspetta solo che il compagno sia pronto per dargli l’ordine e far partire la furia della Sunny per portarli fuori da lì.

Il cielo è nero e tuoni, lampi fulmini e folate di vento si susseguono a ritmo incessante. Ha piena fiducia nella forza del galeone e dell’efficienza dei suoi compagni, ma comincia a dubitare del suo giudizio. Se si stesse sbagliando? Se il loro viaggio …

 

‘Nami!! Laggiù!’

 

La voce di Zoro la scuote da torbidi pensieri, lo guarda e segue la direzione che le indica con l’indice.

Nessuno di loro crede ai propri occhi.

 

Una colonna di acqua si leva dall’onda che sta per travolgerli, simile a quella schivata due anni prima sulla rotta per Druhm ma enormemente più grande cupa e minacciosa. Nami rimane pietrificata, atterrita da quel titano pronto a schiacciarli, annichilita da tutta quella furia.

 

‘Franky!!!’

 

Chiama il cyborg col terrore nel fiato, lo incalza intimandogli di fare presto, di dar potenza ai motori immediatamente o per loro sarebbe la fine ma questi non risponde, qualcosa interferisce con il comunicatore.

Impietrita rivolge lo sguardo ad ognuno dei suoi compagni, non sa che altro fare. Zoro fissa l’onda con arroganza impugnando la sua Wado, Jimbe non molla la presa dal timone, Usopp si assicura che i nodi reggano è sicura che di sotto Sanji stia facendo del suo meglio per assicurare il carico ma non sa che altro fare.

La nave si alza pericolosamente a prua. Il moto ondoso li capovolgerà e per loro non ci sarà via di scampo.

Si sente cadere all’indietro nel vuoto, sta succedendo tutto troppo in fretta. Ha freddo, è bagnata e non riesce a mantenere la presa su niente. La Sunny si abbassa d’improvviso per un attimo e di nuovo si alza lasciando tutti senza appoggio ed equilibrio. Cadono rovinosamente, lei sbatte la testa ma anziché metterla fuorigioco questo sembra scuoterla.

Ha superato ogni sfida col mare grazie all’aiuto dei suoi amici, insieme vinceranno anche questo round.

 

‘Zoroooooooooooo quando te lo dico taglia quella dannata onda!’

Si rialza, si gira e scende sottocoperta, scivola ogni tre per due, sbatte le spalle i fianchi ma si tiene fissa alle ringhiere, arriva alla sala motori dove Franky sta eroicamente gestendo la situazione in maniere eccellente.

‘Carica alla massima potenza e guarda a tribordo, al segnale di Usopp dai Cola!’

‘Ok Baby!!!!’

 

Si aggiusta gli occhiali da sole e ghigna eseguendo l’ordine che lei fa retro front.

Arriva sul ponte principale quasi senza fiato.

 

‘Usooooooooopp fumogeno rosso in canna, quando chiamerò il tuo nome lancialo verso la sala motori!’

Lui annuisce incapace di parlare.

L’onda è a poche centinaia di metri e si avvicina a velocità impressionante. Nami aspetta, osserva calcola e trema. Una folata di vento gelido spruzza la nave impennata dall’ennesimo moto ondoso. Nami inspira e grida fino a farsi bruciare la gola.

 

‘ZOROOO VAAI!’

 

Lo spadaccino obbedisce senza indugio, cieca è la sua fiducia nelle capacità di Nami, estrae la Wado e Enma, richiama l’Haki dell’armatura ed esegue la sua micidiale tecnica. Grida anche lui mentre partono i fendenti che senza fatica a Wano hanno tagliato la terra certo di riuscire ad annientare persino la furia del mare.

Succede tutto in un istante che tuttavia lui vive a rallentatore. Il nero pilastro si tinge di fiochi bagliori, tenue porpora, indaco, viola. La luce esplode dall’acqua proprio mentre il suo attacco fa breccia. Intorno solo rumore di boato, il mare si placa, perde la ferocia. La pioggia diventa quasi tiepida, la Sunny precipita … sente il grido di Nami chiamare Usopp, parte un fumogeno rosso, la nave ancora cade poi immediatamente prende velocità e schizza in avanti passando nella breccia causata dal suo attacco. Zoro scruta il nemico ormai sconfitto collassare su sé stesso funesto e brillante. Scorge qualcosa che gli fa sbarrare l’occhio buono.

La nave avanza entrando nell’acqua e ne viene travolta, Jimbe grida a tutti di tenersi forte mentre stringe Nami a sé Zoro si accerta che tutti siano al sicuro, rinfodera le spade flette le ginocchia e tende le mani.

 

Il tempo di chiudere gli occhi e riaprirli e l’oscurità è alle loro spalle, dinnanzi a loro i cielo è terso e di un azzurro tiepido e gentile, nessuna nuvola nemmeno un arcobaleno. La Sunny atterra a più riprese sollevano enormi spruzzi dalla superficie, finalmente si adagia e riprende la rotta placida e sicura.

L’equipaggio si volta e dell’inferno appena passato non resta che un vago alone in lontananza interrotto da fulgidi lampi.

 

La porta del ponte si spalanca, Rufy esce raggiante e orgoglioso, Robin si precipita a liberare Usopp rimasto impigliato penzoloni al pennone, Chopper si assicura di prestargli cura, Brook ride contento seguito da Sanji che soddisfatto si accende una sigaretta, dal basso si odono le grida di Franky e Nami quasi piange nella solida stretta di Jimbe, ancora non ci crede ma ce l’hanno fatta, scuote la testa per mantenere la lucidità nel momento in cui la carica d’adrenalina si esaurisce lasciandola senza forze; Jimbe chiama Chopper che accorre immediatamente assieme al capitano preoccupato delle sie condizioni; Nami che fra tutti è quella che più ha risentito dei ripetuti sballottamenti ha un taglio sulla tempia, un paio sulle gambe e piccole escoriazioni dovute alle varie cadute, è fradicia stremata e, si guarda intorno cercando ognuno dei suoi compagni con lo sguardo. Li trova tutti e finalmente ride mentre Rufy le batte una mano sulla spalla.

 

‘Capitano!’

 

Dura poco però la festa. La voce di Zoro li richiama tutti a sé. Sta scendendo le scale del ponte di prua e per un attimo la luce del sole alle sue spalle acceca tutti.

Si accorgono che stringe qualcosa al petto o per meglio dire, qualcosa si sta stringendo al suo petto … qualcuno.

Un fagotto di vestiti avvolge una testolina rossa, buffi codini fradici e sfatti ne adornano la nuca, si rendono conto che si tratta di un bambino.

Impacciato Zoro lo posa a terra facendolo girare verso gli attoniti presenti.

Occhi dorati dal finto taglio corrucciato, sopracciglia spesse ma corte, boccuccia socchiusa e guance tonde e rosse come mele.

 

Cade il silenzio totale. Rufy ha gli occhi sbarrati e grida che c’è a bordo buffa sirena, Zoro gli sbraita contro che si tratta di una bambina Sanji picchia entrambi dicendo che non ha importanza la razza ma piuttosto che stia bene, Chopper fa per avvicinarsi ma questa svelta sguscia via e si attacca alla gamba del biondo insistendo perché la prenda in braccio.

 

‘Chi sei piccola e come ci sei finita sul nostro vascello?’

 

Occhi dorati fissano Nami mettendola quasi in soggezione. Poi si addolciscono così come la curva delle sue labbra e guarda Sanji che le sorride, poi Jimbe Robin Usopp Chopper Brook Rufy e Zoro, si guarda in giro poi torna sulla rossa che le ha rivolto la parola.

Si stringe al collo di Sanji e con voce tremula risponde alla sua domanda.

 

‘Mi chiamo Aeri, e sto cercando il mio papà!’

 

 

 

 

 

To be continued

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Capitolo 2
*** Polar Tang ***


Le onde infuriano e il vento sferza la pelle fradicia e stremata. Non sa con che forza riesce ancora a respirare, a mantenersi a galla, a combattere contro la furia degli elementi. Il palmo della mano pressato sul fianco guarisce la ferita con un incantesimo di base. Non migliora di molto la situazione ma almeno il sangue smette di sgorgare.

Non sa dove si trovi in quel momento ma sa chi può cercare, spera solo che lui sia di buoi umore.

Chiude gli occhi dando le spalle all’uragano generato dal portale cercando di rintracciare la posizione della sua salvezza. Non ci mette molto, fortuna vuole che si trovi in quello stesso mare. Inspira, mette a fuoco con gli occhi della mente e richiama l’incantesimo svanendo all’improvviso.

 

Appare su un ponte posteriore illuminato da lampade al neon portando con sé aria fredda e una secchiata d’acqua salata che s’infrange sul lucido pavimento tutt’attorno al suo corpo esangue. Il moto e gentile e calmo e l’imbarcazione procede svelta nonostante il vociare allegro proveniente dall’interno smetta d’improvviso allo stridio di sedie nel movimento d’esser spostate, rumore di passi risuona in avvicinamento, la porta scorrevole viene aperta e decine di piedi la accerchiano.

 

Sviene mentre un grido di donna invoca il proprio capitano.

 

Riprende conoscenza con uno scatto improvviso quando i suoi sensi registrano l’odore del disinfettante e il suono ritmico e molesto dell’elettrocardiogramma;

Schiude gli occhi sul soffitto illuminato da tenue luci rosse. Probabilmente è notte.

Inspira piano temendo di sentire dolore ma fortunatamente così non è. Fa per alzarsi a sedere mentre d’istinto si porta la mano destra al fianco ferito ma l’arto si blocca.

Ha entrambi i polsi legati al lettino. Esala un sospiro lasciandosi ricadere sul sottile materasso stringendo le mani al ruvido lenzuolo di lino che poco fa per scaldarla o forse è così debole e febbricitante da sentire il freddo amplificato. Si guarda intorno sussultando nel trovarsi scrutata dallo sguardo serio severo di Trafalgar D. Water Law che seduto su di una sedia imbottita nella sua classica posa a gambe incrociate con la fedele nodachi sulla spalla tutto sembra fuorché contento della situazione, probabilmente deve avergli scombussolato i piani; conosce la sua fama e si aspetta un trattamento freddo e diffidente tuttavia non può fare a meno di sorridere perché è contenta di vederlo, contenta di essere viva e contenta di sapere che è giunta a lui in un tempo favorevole.

 

Annuisce salutandolo e questi leva appena il mento.

 

‘Chi sei e come diavolo sei finita sul mio sottomarino?’

 

Tenta di toccarsi la gola per comunicargli che non può parlare nel tentativo di fargli credere di essere muta.

Non può permettersi di interagire più del dovuto né di lasciare indizi sulla sua persona.

Law non si scompone e prosegue a parlare.

 

‘Le tue corde vocali sono a posto ma è pur vero che non hai emesso alcun suono per tutto il tempo quindi per adesso ti concederò il beneficio del dubbio …’

Lei sorride nuovamente annuendo.

‘Che ci facevi in mezzo al mare? Sei una naufraga?’

Apre il palmo e scuote la mano come a dire più o meno poi guarda in alto mordendosi il labbro come a pensare qualcosa mentre distrattamente si gratta il collo con la punta delle dita rendersi conto che le manca qualcosa.

In preda al panico si guarda in giro, non ha più il suo ciondolo e mentre comincia ad agitarsi Law la interrompe.

 

‘Se cerchi questo te lo abbiamo tolto durante l’operazione …’

 

Fa ciondolare l’oggetto dal proprio palmo e subito la vede rilassarsi.

 

‘Sembra essere il tuo unico tesoro non avevi addosso altro …’

 

Lei annuisce rinfrancata e cerca di porgere il palmo in una muta richiesta di restituzione.

 

Law la fissa poco convinto e sbuffando si alza rimettendoglielo al collo stringendo bene il nodo.

La donna lo ringrazia sorridendogli poi sembra illuminarsi di un’idea.

Col poco raggio d’azione impostole dalle manette mima una curva sopra allo stomaco toccandosi la fronte con la mano distesa nel gesto di osservare alzando le spalle per facilitarsi ma l’azione le causa una fitta all’addome e ricade esalando un sibilo di dolore.

Law non capisce cosa voglia dirgli ma intuisce il suo fastidio e sbuffando le libera il polso sinistro facilitandole così la ripetizione dei segni.

 

‘Pancia … si avevi un bel taglio ma te l’ho ricucito, guarirai pres-’

Lei nega interrompendolo. Ripete l’azione della curva.

‘Sei incinta?’

Lei nega, poi annuisce e culla un ipotetico bebè allargando poi lo spazio.

‘Capito, hai un figlio ’ lei annuisce e guarda in giro ‘… e lo stai cercando … ’

Batte le mani levando i pollici.

‘Te l’hanno portato via?’

Lei scrolla le spalle mesta passandosi la mano libera sugli occhi stanchi.

Law non riesce a fidarsi al cento per cento ma non vede una minaccia in quella donna. Probabilmente si è lanciata alla ricerca di suo figlio coi mezzi a disposizione ed è finita vittima della tempesta che Bepo gli ha detto di aver rilevato più a est quella mattina.

Si alza in piedi a le libera anche l altro polso rimanendo all’erta pronto a neutralizzare qualche atto improvviso ma la donna gli sorride e basta rimanendo immobile. La sente schiarirsi la gola e capisce che possa aver sete così le porge la bottiglia d’acqua lasciata sul comodino aiutandola a bere.

 

‘Rimani a letto e riposa, domattina ti farò avere qualcosa da mangiare …’

 

Di nuovo lei annuisce e schiude gli occhi pronta a riaddormentarsi.

 

‘Schiaccia quel pulsante se hai bisogno di altro, io o i miei compagni saremo nei paraggi.’

 

Tutto quel che riceve in risposta è un cenno col pollice.

Law si allontana uscendo dalla stanza di degenza chiudendo la porta a chiave. Fuori i suoi uomini aspettano in ansia, curiosi di conoscere la storia di quella donna capitata sul Polar Tang come per magia.

 

‘Sembra star bene e non rappresentare alcuna minaccia ma state all’erta, nasconde qualcosa …’

 

 

…………

 

 

 

‘Wow e così sei un’aspirante maga?’

 

A bordo della Sunny il solito parapiglia di routine è amplificato dalla rivelazione della nuova arrivata.

L’intera ciurma ha passato praticamente tutto il giorno a farla ridere divertire e rilassare per darle serenità e senso di protezione e nonostante siano tutti rimasti colpiti dal fatto che la piccola non si sia spaventata alla vista del loro Jolly Roger hanno cercato di alleggerire la situazione con giochi scherzi e risate.

Si trovano tutti sul ponte vista la bella serata e Rufy le si è piazzato davanti con le stelle al posto degli occhi e la bava alla bocca.

 

‘Quindi puoi fare apparire un cosciotto di prosciutto?’

 

La piccola Aeri annuisce bevendo golosa un sorso di latte caldo e cacao pulendosi i baffetti attorno alle labbra con la lingua prima di schioccare le dita e materializzare sul bancone della cucina il desiderio di Rufy.

 

‘WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH’

 

Lo stupore di tutti è palpabile e persino Robin rimane affascinata da quel piccolo prodigio.

Nami con il simbolo dei Berri al posto degli occhi l’abbraccia chiedendole un forziere stracolmo di tesori mentre Usopp dandole dell’ingorda avanza la richiesta di poter volare, richiesta che viene immediatamente esaudita si, ma da un cazzotto della rossa che lo manda a sfracellarsi contro l’albero maestro.

 

Si levano grida di disumana gioia e le richieste aumentano diventando sempre più assurde fino a quando Zoro pone fine a tutto con un secco -Fatela finita voialtri- che si guadagna un Buuuuuuuuuuuuuh generale di risposta.

In sua difesa però, stranamente, interviene Sanji che prendendola in braccio convince la piccola a farsi il bagnetto ed andare a dormire porgendola poi a Robin, per giocare ci sarà tempo domani.

 

‘Ok zio Jinji!’

 

Lui le sorride stringendole il nasino in un amorevole buffetto augurandole come tutti la buona notte. Non può fare a meno di chiedersi però, come ci sia finita una così piccola creatura in mezzo a quel mare pullulante di pirati. E se l’avessero trovata dei poco di buono?

 

 

‘Nami?’

‘Uh?’

 

La navigatrice gli si avvicina curiosa.

 

‘Wano a parte, quanto dista l’isola più vicina?’

‘Uhm, direi quattro giorni di navigazione col vento a favore, direzione sud est, perché?’

‘Queste acque non sono rotta di navi da crociera né mercantili vista la massiccia presenza di pirati, come cavolo c’è finita qui quella creatura?’

Alle parole del biondo Nami si fa seria, effettivamente a pensarci bene quel discorso ha senso, ma subito arriva Zoro a dar loro la risposta che cercavano, per quanto bizzarra fosse.

‘Non era su nessuna nave, quella bambina è letteralmente caduta dal cielo …’

 

…….



 

To be continued

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