Monsuno brotherhood

di dragun95
(/viewuser.php?uid=392357)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 
 
 
La strada era dritta e senza traffico, forse perché erano nel bel mezzo dei una foresta. Se non altro Logan non doveva preoccuparsi di poter fare un’incidente. L’unica cosa che disturbava era suo fratello che continuava a cambiare stazione radiofonica.
 
-Questa non mi piace- sospirò cambiando stazione, finendo in una che trasmetteva musica country: -Diavolo neanche nella tomba!- disse Thund con una smorfia di disgusto. Provocando un’ulteriore infastidio al fratello maggiore.
 
-Puoi smetterla di giocare con la radio. È snervante- lo riprese lui.
 
-Scusa, ma mi annoio- rispose di rimando gettando la testa contro il p sedile. Era da quando erano partiti delle ore fa che non si erano fermati se non per dei veloci pist stop o per darsi il cambio alla guida. La ragione era perché la macchina era stata “presa in prestito”.
 
-Resisti ancora un po', dovrebbe mancare poco alla città più vicina-
 
-L’hai detto anche un’ora fa- sospirò annoiato fermandosi su una stazione che metteva musica metal. Per Logan invece era meglio essere prudenti, proprio per questo aveva preso una strada secondaria e poco conosciuta.
A guardarli i due non sarebbero potuti essere più diversi. Logan che era il maggiore era alto sul metro e novanta dal fisico abbastanza muscoloso e le spalle larghe con la carnagione chiare. I capelli erano neri lunghi fino alle spalle con un ciuffo verde scuro che gli ricadeva davanti agli occhi azzurri.
 
-Ti do il cambio?-
 
-Vuoi farci schiantare?- domandò senza togliere gli occhi dalla strada.
 
-È successo solo una volta- protesto l’altro.
 
-Più altre quattro!- quella risposta fece immusonire Thund. Come il fratello aveva un viso simile al suo, ma lei aveva dei capelli verde scuro spigolosi e arruffati con le punte nere, ma il suo volto era sfregiato da tre cicatrici d’artiglio sul lato destro che gli segnavano l’orecchio e gli passavano sopra all’occhio entrambi erano di colore azzurro.
Il suo fisico era più atletico di quello di suo fratello, ma comunque abbastanza muscoloso con la stessa carnagione chiara.
 
Continuarono la strada per venti minuti, durante i quali il verde si era appisolato sul sedile. Logan ne aveva approfittato mettendo una stazione radio che trasmetteva musica rilassante. Dopo ore di guida ci voleva, lo aiutava a restare calmo, ma si sa che la calma non è destinata a durare allungo.
Qualcosa li speronò con forza facendo sbandare la macchina. Logan strinse il volante per non perdere il controllo, mentre Thund si svegliò di colpo. Prima che potessero farsi domande, chi li aveva speronati tornò alla carica.
 
-Ma che diavolo…?- A speronarli era stata una creatura simile ad un dinosauro fatto di ossa, con la testa che ricordava quella di un parasuarolofo con denti piccoli e aguzzi, il tronco era nero con le parti delle cosce e spalle rosse. Le zampe anteriori erano possenti con alla fine delle punte a cristallo rosso scuro con una linea arancione brillante al centro.
 
-MONSUNO!- il mostro ruggì speronando nuovamente la macchina con il suo corpo, rischiando di far finire fuori strada i due. Stinse saldamente il volante inserendo la marcia e premendo l’acceleratore a tavoletta per seminarlo.
 
-Schiaccia sull’accelleratore!- gli urlò il fratello guardando nello specchietto retrovisore la figura del Monsuno a poca distanza da loro.
 
-Che sto facendo secondo te!- inserì un’altra marcia riuscendo a mettere ancora della distanza tra la macchina e il mostro, ma avevano anche un altro problema: -Se Sauro è qui allora……- non finì la frase che il finestrino del posto di fianco al guidatore venne mandato in frantumi ed una mano afferrò Thund per la maglietta.
Venne trascinato fuori dal finestrino fino alla vita finendo per incontrare una faccia che avrebbe volentieri fatto a meno di rivedere.
 
-Vi ho trovati Topolini!- non era possibile eppure quella voce era inconfondibile.
 
-Dom Pyro!- era cambiato dall’ultima volta che lo avevano visto/combattuto. Parte del suo volto presentava delle grandi cicatrici da ustione con parte dei capelli che erano spariti per via delle ustioni e una benda nera gli copriva l’occhio destro e una maschera metallica che gli copriva la parte inferiore del viso. Anche Logan era rimasto pietrificato nel rivederlo vivo, anche se conciato da schifo.
Il mercenario strinse la presa sulla maglietta di Thund per tirarlo fuori, ma il fratello lo afferrò per i pantaloni per impedirglielo.
 
-Questa volta non scapperete, mi assicurerò di ripagarvi con gli interessi per quello che mi avete fatto!- sul suo viso si formò un sorriso sadico e da psicopatico, che fece gelare il sangue nelle vene del verde. Istintivamente prese il suo coltello a serramanico facendo scattare la lama e provando a pugnalarlo. Ma l’uomo gli lasciò la maglietta afferrandogli il polso, guardandolo dritto negli occhi.
 
-Pensavi davvero di ferirmi così, piccolo topolino?- disse con tono divertito. Dietro di loro intanto Sauro stava guadagnando terreno sulla vettura. Dovevano pensare a come farlo cadere ed in fretta.
 
-Log, serpentina!- il maggiore riprese in volante con ambedue le mani iniziando a muovere la vettura a esse sbandando ai lati della strada. Il mercenario si dovette tenere per non essere sbalzato via.
 
-Questa è la tua fermata!- Thund liberò il braccio con uno strattone e ritornò nella vettura. Dom Pyro guardò, vedendo un albero sulla sua traiettoria. Istintivamente lasciò la presa sulla macchina, rotolando sull’asfalto e venendo fermato proprio dall’albero. Peccato che dopo qualche istante si rimise in piedi con uno sguardo furioso.
 
-PRENDILI PICCOLO MIO- il Monsuno ruggì mettendosi a correre più velocemente per raggiungere la vettura. Ora dovevano liberarsi della sua arma più pericolosa.
 
-Fammi scendere che ci penso io!- Thund tirò fuori il suo Nucleo rosso della Eclipse, ma suo fratello scosse la testa.
 
-Se perdiamo la macchina non potremmo scappare. Evitiamo combattimenti inutili!- gli rispose sterzando per evitare una palla di fuoco sparata da Sauro. Quel maledetto mostro non li voleva mollare, era cocciuto come il suo Controller.
 
-Sperare di seminarlo non è la soluzione. Dobbiamo costringerlo a tornare nel suo nucleo- e l’unico modo era danneggiarlo a tal punto da fargli esaurire tutte le sue energie. L’unica alternativa era affrontarlo a viso aperto.
 
<< Farlo tornare nel nucleo è l’idea migliore. Ma combattere non è il solo modo >> i due guardarono di colpo la radio da cui era appena venuta fuori la voce. Non era possibile che fosse una stazione radiofonica, visto che aveva appena commentato la situazione in cui si trovavano.
 
-Ma che?-
 
<< Occhio, un altro attacco in arrivo >> sterzò evitando un’altra palla di fuoco continuando a pigiare sull’acceleratore.
 
<< Siete in difficoltà è? >> disse la voce alla radio che era femminile, mentre i loro cellulari squillavano contemporaneamente. Il verde prese il suo notando che era stato hackerato, non c’era alcun numero ed era acceso soltanto il vivavoce.
 
-Ma che? Chi diavolo sei?-
 
-Non credo sia il momento per le domande!- gli fece notare suo fratello mentre la macchina veniva speronata da una testata del Monsuno.
 
<< Tuo fratello ha ragione. Ma tranquilli sono qui per aiutarvi. Tra duecento metri c’è un bivio, girate a sinistra e andate a tutto gas >> li informò la voce misteriosa. Mentre la macchina veniva nuovamente speronato facendo sobbalzare i due occupanti. I fratelli si guardarono se fidarsi oppure no di chiunque gli stesse parlando.
 
-Chi ci dice che non è una trappola?- disse infine Thund parlando al microfono del suo telefono per essere sentito da chi stava dall’altra parte.
 
<< Se vi volessi morti, vi lascerei a Don Pyro e il suo Monsuno. Ma non è così…mancano meno di cinquanta metri al bivio è meglio se scegliete in fretta >>
 
Guardò nello specchietto retrovisore, incrociando gli occhi rosso brillante di Sauro. Strinse i denti facendo una sterzava brusca al bivio girando a sinistra e accelerando per andare oltre ai duecento kilometri, riuscendo a distanziarlo.
In quel momento una luce scese dal cielo seguita da un raggio di energia che prese in pieno il Monsuno. L’onda d’urto di quel colpo fece perdere il controllo sull’auto, che finì per ribaltarsi un paio di volte sulla strada prima di tornare dritta sulle ruote.
 
I fratelli avevano gli occhi stranati guardando il punto dove il raggio aveva colpito il Monsuno sconfiggendolo all’istante.
 
<< State bene? >> Logan aveva la gola secca per ciò che era successo e anche per i giri che l’auto aveva fatto. Guardò suo fratello per vedere come stesse, lui deglutì annuendo debolmente, anche lui sotto shock.
 
-Più o meno…- rispose togliendo le mani dal volante con uno strattone, gli sembrò di aver appena tolto un cerotto sulla pelle.
 
-Ma…tu chi…diavolo sei?- chiese il minore riacquistando un po' di lucidità. La voce alla radio tacque, mentre una mail arrivò sulla posta elettronica di entrambi. Aprendola videro che si trattavano di istruzioni per raggiungere un luogo preciso con annessa una mappa.
 
<< Avrete le risposte alle vostre domande a questa destinazione. Spero che non mancherete, per cortesia per avervi appena salvati>> erano molto scettici se fidarsi o meno di quella misteriosa voce. Avevano abbastanza esperienza per intuire una possibile trappola. Ma era anche vero che gli aveva salvato il culo e poi iniziavano ad essere curiosi entrambi.
 

 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
Gli ci vollero esattamente un’ora e tredici minuti per raggiungere il luogo segnato sulla mappa: Una segheria abbandonata. Il luogo era tetro e abbandonato, perfetto per un incontro losco o un film dell’orrore.
 
-Non so tu, ma io sento puzza di trappola!- gli disse il verde guardando l’edificio e presagendo una possibile imboscata. Tutto gli diceva che era una pessima idea e l’altro si trovò d’accordo. Ma visto come si era sbarazzato del Monsuno di Dom Pyro, preferiva non rischiare di far irritare la loro misteriosa salvatrice. Dato che avevano avuto un assaggio di cosa poteva fare.
Tirò fuori dalla cintura una pistola con alcune luci gialle luminescenti.
 
-Tarata su Stordimento?- con un Monsuno avrebbe fatto poco, ma con le persone era sufficiente a mandarli al tappeto. Visto però che sembrava pericoloso, avrebbe preferito mettere l’arma su un livello di energia più alto.
 
-Prendi l’arma e tieni gli occhi aperti!- gli rispose secco uscendo dall’auto. Thund sospirò prendendo la sua pistola e scendendo anche lui. Si mossero cauti e guardinghi mentre entravano nella segheria, a distanza di massimo tre metri l’uno d’altro. I macchinari erano spariti e tutto era coperto da ruggine e polvere, era chiaro che era stata abbandonata da molti anni. E che aveva subito le intemperie degli elementi naturali.
Considerando il tutto era sorprendente che non fosse più in rovina e distrutta di quanto non lo fosse già.
 
-Questo posto mette i brividi!- affermò il minore prendendo degli occhiali da sole, indossandoli. Le lenti nere si accesero dalla parte interna mostrando che possedevano dei sensori ad infrarossi incorporati.
 
-Allora?- scosse la testa.
 
-Nessuna traccia di calore o energia. E non sembra esserci passato nessuno…- ma allora perché dargli indicazioni per raggiungere quel luogo, se non c’era niente. Thund alzò lo sguardo verso il cielo per vedere se gli occhiali rilevassero energia proveniente dall’alto, anche se difficilmente.
L’idea che avrebbe potuto ucciderli con il raggio aveva usato contro il Monsuno. Ma che senso avrebbe avuto salvarli per poi ucciderli proprio in quel luogo e non farlo subito, dato che erano comunque in un luogo isolato. Troppe domande che lo mandavano in confusione.
 
-Guardiamo da per tutto. Ma stai in guardia- il verde annuì.
 
Avevano visto in tutta la rimessa usando anche gli occhiali ad infrarossi, ma non c’era segno di vita. Iniziarono a chiedersi se non li avesse presi in giro. L’unica parte che mancava era l’ufficio del responsabile. Appena davanti alla porta Thund fece cenno di fermarsi, i suoi occhiali avevano percepito una fonte di energia.
 
-É sicuramente un’oggetto acceso. Ma non so dire cosa sia. Potrebbe anche essere una bomba!- Logan ci pensò su per poi far segno al fratello di appiattirsi contro uno degli angoli della porta e lui fece altrettanto. Prese un profondo respiro guardando l’altro che annuì. Allungò la mano sulla maniglia muovendola per vedere se la porta non fosse chiusa a chiave ed era così. La abbassò spingendo la porta e ritraendo subito la mano.
Dopo qualche secondo non accadde nulla. Sporsero la testa per guardare all’interno, era tutto vecchio e coperto di polvere, ad eccezione di due oggetti sulla scrivania al’angolo centrale della stanza. Il moro entrò per primo con il verde a pochi passi da lui. Avvicinandosi alla scrivania videro che c’erano una valigetta metallica e un portatile chiuso. Era chiaro che dall’aspetto non potevano essere di quel luogo, c’è li aveva lasciati qualcuno e abbastanza recentemente.
 
-Era questo che voleva farci trovare?- Thund allungò cautamente le mani verso la valigetta prendendola in mano ed agitandola. Ma non sentì alcun rumore provenire da essa. Allora provò ad aprirla ma la serratura non si apriva.
 
-Uhm…è una serratura magnetica di ultima generazione. Si apre mediante un comando- spiegò velocemente, puntando lo sguardo sul portatile. Logan gli fece cenno di mettere giù la valigetta ed allontanarsi verso la porta. Mentre lui ece il giro della scrivania spezzandone una parte a mani nude per ottenere un pezzo di legno. Tornò davanti al portatile usandolo per sollevare lo schermo, aveva il cuore a mille. Se fosse stato l’innesco di una bomba sarebbe morto. Quando lo schermò si accese improvvisamente.
Il loro corpo agì d’istinto come risposta ad un possibile pericolo ed entrambi si gettarono a terra aspettando che qualcosa esplose.
 
<< Siete arrivati. Un ottimo inizio >> i due riconobbero la voce e si alzarono lentamente. Sullo schermo nero era apparso il simbolo di un fiore di loto color ametista. Rimasero a guardare lo schermo senza dire niente.
 
-Credevo ci avrebbe uccisi…lasciamo perdere, lei che cazzo è?- disse infine il minore puntando gli occhi sullo schermo. Sicuro che dall’altra parte chiunque fosse li stava guardando.
 
<< Potete chiamarmi: Lady D >> rispose la donna. Era chiaro che fosse un nickname, anche se parecchio orrendo secondo il loro parere.
 
-Va bene signora. Ora risponda a questo: perché ci ha aiutato?- era la cosa che volevano capire.
 
<< Il fatto è che, mi servirebbero i vostri servigi >> i fratelli sospirarono. Li aveva salvati perché gli servivano per qualche scopo. Evidentemente doveva essere a conoscenza del loro lavoro, come “Combattenti indipendenti”, come si definivano loro. Peccato che avevano smesso di prendere ordini da qualcuno tempo fa.
 
-Spiacente, non siamo più sul mercato. Se cerca dei mercenari, può chiedere alla Darkspin…se non li hanno arrestati-
 
<< Per questo lavoro ritengo che siate meglio voi due, dato che tenete alle vite umane. Ed è quello che interessa anche a me >>
 
-Di grazia, in cosa consisterebbe questo lavoro per cui gli serviamo?- chiese poi il fratello maggiore. Quella storia stava prendendo una piega davvero inaspettata.
 
<< …vorrei che mi aiutaste a sgominare un’Organizzazione criminale >> dopo quella risposta, il silenzio cadde nella stanza già di per sé silenziosa. Mentre i due iniziavano a chiedersi in che casino erano andati a cacciarsi.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Salve a tutti da Dragun. Quando ho iniziato a scrivere sul sito, avevo scritto anche una storia sulla serie animata: Monsuno.
Molto tempo fa e poi cancellata perché…in verità non lo ricordo nemmeno io.
 
Eccomi qui a riprovare a scrivere nuovamente su questa serie animata che a mio dire era magnifica.
In questo nuovo inizio facciamo la conoscenza di dei fratelli Thund e Logan, che hanno subito un brutto incontro da parte di una loro vecchia conoscenza.
Ma grazie ad una misteriosa soccorritrice riescono a scappare per poi venirgli fatto un accordo.
 
Spero che questo inizio possa avervi incuriosito. Ringrazio chiunque abbia anche solo letto fin qui e a presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 
 
 
Già le rotelle dei due giravano sul quale potesse essere l’aiuto che voleva quella misteriosa donna. Ma la risposta non era certo quello che si aspettavano.
 
-Uhm…un’organizzazione criminale di che tipo?- domandò preventivamente Thund, ancora sorpreso e confuso.
 
<< del tipo che sfrutta i Monsuno per scopi malvagi >> un’altra fazione che vuole usare i Monsuno per i suoi scopi. Ne avevano già incontrate in passato e nessuno dei due sarebbe stato felice di scontrarsi nuovamente con loro. Si erano lasciati i combattimenti alle spalle.
Ma adesso quella misteriosa donna, gli stava chiedendo di combattere nuovamente per lei. Va bene che li aveva salvati, ma quello era davvero chiedere troppo. Il verde fu sul punto di mandarla a quel paese, ma suo fratello fu più veloce.
 
-Quel raggio che ha usato per sconfiggere Sauro…era un laser orbitale- il silenzio cadde nella stanza. Dal portatile non venne più alcun rumore.

 
<< Molto perspicace >> ammise Lady D: << Esatto era proprio un laser orbitale >>
 
Avrebbe tanto voluto sbagliarsi, ma un raggio di energia abbastanza potente da sconfiggere un Monsuno con un colpo dal cielo. Ciò voleva dire anche che non era una persona qualunque, ma qualcuno che aveva soldi e potere.
E per quanto ne sapevano i pochi che potevano permettersi quella tecnologia era la Storm. Ma ciò che lo preoccupava di più, era che se li aveva trovati mentre viaggiavano sulla strada. Cosa gli impediva usarlo contro di loro in qualunque momento.

 
<< Immagino che stiate pensando, che se rifiutate la mia richiesta vi farò fuori con quello vero? >> i due non dissero niente, ma dalle espressioni tese era chiaro che aveva azzeccato.
 
-Puoi biasimarci?- sputò Thund piuttosto irritato. Non gli piaceva finire all’angolo e quella misteriosa donna ci era riuscita benissimo. Prese un respiro sistemandosi qualche ciocca di capelli che gli era scappata davanti al viso. Logan gli fece cenno di calmarsi mentre anche lui si soffiava via il ciuffo davanti agli occhi.
 
<< Posso comprendere i vostri dubbi e diffidenze. Ma vi garantisco che non lo farei mai, dato che come ho già detto vorrei il vostro aiuto >> continuava a ripeterlo, ma le parole non valevano di certo quanto i fatti.
 
-Che c’è nella valigetta?- domandò il maggiore. Quella valigetta inapribile era un’altra delle curiosità. Non credeva che l’avesse lasciata lì dentro per puro caso e dal meccanismo magnetico era chiaro che dentro c’era qualcosa di prezioso. Ma cosa: soldi, oro o qualcosa di altrettanto prezioso.

 
<< Un piccolo regalo da parte mia >> la serratura della valigetta si sbloccò di colpo. Il verde la guardò per un’istante per poi scrocchiarsi le ossa del collo ed aprirla lentamente.
Dentro c’erano due Nuclei, ma erano diversi da quelli che conoscevano. I cilindri erano di colore viola scuro con delle parti bianche, mentre l’essenza al suo interno era di un brillante viola ametista.
 
Non seppero cosa dire. Gli stava davvero regalando dei Monsuno, non erano esattamente giocattoli. E poi non riconobbero il marchio di chi li aveva creati, il colore del Nucleo era un proprio marchio per capire quale azienda li avesse creati. Azzurro per la Core-tech, giallo e nero la Storm e rosso e nero la Eklipse.
Ma non c’era nessuna azienda che usasse il colore ametista. Questo era un altro indizio che sicuramente quella persona era ben fornita, se aveva davvero li aveva creati lei.
 
-Questi cosa sarebbero?-

 
<< Dei nuovi Monsuno per voi >> rispose Lady D.
 
-Mi lasci indovinare, sono una sua creazione!?- disse il maggiore osservandoli più da vicino insieme al fratello.
 
<< Esattamente. Sono Monsuno della Amethyst, si chiamano Wrath e Bayonet >> il nome dell’azienda non gli diceva niente, anzi non l’avevano mai sentita prima. Questo voleva dire che durante la guerra dei Monsuno portata avanti da Chase Suno e la Core-tech, doveva essere rimasta nell’ombra.
Ed ora era uscita allo scoperto per richiedere il loro aiuto.
 
-Credi davvero che regalarci dei Monsuno, ci avrebbe fatto accettare la tua richiesta di aiutarti?- disse acido Thund. Anche se l’idea di prendere uno dei Nuclei nella valigetta lo attirava, non si faceva di certo corrompere facilmente.

 
<< Ovviamente no. Non sono così ingenua da pensare che un piccolo regalo possa convincervi. Ma non voglio nemmeno costringervi >> ammise la donna per poi continuare: << Non voglio una risposta immediata. Pensateci un paio di giorni. In caso accettaste, vi basterà riaccendere il portatile per contattarmi >>
 
-E che succederebbe se non volessimo accettare? Chi ci dice che non ci farà fuori- questa era la sua preoccupazione più grande. Come potevano fidarsi della parola di quella persona, senza neanche averla vista ma solo sentendo la sua voce.
 
<< Comprendo i vostri dubbi, ma sfortunatamente ho solo la mia parola da darvi. Ma come ho detto sono una persona che dà importanza alle vite umane. Posso giurarvi che non vi torcerò un capello >> promise lei.
 
-E i Nuclei. Che ne facciamo se rifiutiamo, li rivuoi indietro?- era sicuro che li avrebbe rivoluti. Dopotutto l’Essenza Monsuno era molto difficile da recuperare, ed era la fonte da cui si poteva creare il mostro tramite “Superevoluzione” partendo dal nucleo.
 
<< Come ho detto è un regalo, in base alla vostra decisione vedrò se riprenderli o no. Vi lascio una settimana per pensarci, fino ad allora vi auguro di stare attenti a quel pazzo che vi insegue. A risentirci >> quando ebbe finito di parlare lo schermo divenne nuovamente nero. Come era stata attivata la connessione a quel dispositivo si era interrotta.
Logan non seppe cosa dire o pensare, tutta la situazione era inaspettata. Anche perché loro due sarebbero stati proprio le ultime persone sulla terra a cui avrebbero chiesto aiuto e non esagerava. C’erano molti altri più qualificate ed esperti di Monsuno, come la Core-tech o le forze dell’ordine. Anzi no, loro avrebbero solo rischiato di fare più casini che altro.
 
Il minore invece era rimasto a guardare i nuclei della Amethyst. Alla fine ne afferrò uno dei due. Al contatto con il cilindro sulla sua mano apparvero per un’istante delle linee viola, segno che il nucleo si era connesso a lui.
 
-Che stai facendo?-
 
-A te che sembra? Voglio vedere cosa la nostra interlocutrice misteriosa ci ha lasciato- rispose tenendo il nucleo nella mano e la valigetta nell’altra. Il maggiore chiuse il portatile prendendolo sotto mano e seguendo il fratello fuori dalla segheria.
 
-Non so se è una buona idea…- iniziò Logan. Ma l’altro sbuffò.
 
-So come usare uno di questi Log- protestò lui puntando un albero e tirando indietro il braccio con il nucleo tra le dita: -Wrath Lancio!- gridò lanciandolo.
 
Il nucleo ruotò su sé stesso come una trottola finendo per colpire l’albero e rilasciando una grande massa di energia color viola ametista.
La creatura che ne venne fuori aveva le sembianze di un uccello rapace dal piumaggio viola scuro con la pancia bianca coperta di linee viola brillante. Le grosse e larghe ali erano formate da piume fatte di ametista, il collo abbastanza lungo presentava dei cerchi bianchi che lo ornavano, ai lati della testa vicino al bianco becco uncinato c’erano delle tenaglie come quelle di un cervo volante di colore bianco con delle punte di ametista. Le zampe erano ricoperte da un’armatura di metallo bianco dei lunghi e ricurvi artigli metallici.
Appena uscito fuori il Monsuno alzò la testa al cielo lanciando un grido che risuonò intorno a sé.
 
-Wow…- riuscì solo a dire guardando il suo nuovo compagno. Quest’ultimo guardò il suo Controller abbassando la testa fino a lui così che i loro sguardi potessero incrociarsi. Anche Logan rimase ad osservarlo curioso.
 
-Devo ammettere che quella donna ha gusto!- disse sostenendo lo sguardo di Wrath, prima di alzare la mano e poggiarla sul suo becco.
 
-Ti ha già convinto?- l’altro rise.
 
-No. Gli stavo solo dando atto che ha buon gusto estetico- precisò allontanandosi di qualche passo e puntando il nucleo verso il mostro: -Wrath rientro- la creatura si illuminò totalmente di viola per poi ritornare dentro al suo nucleo.
L’altro non disse nulla, limitandosi a dirigersi alla macchina ed andare al volante, seguito a ruota dal fratello.
 
-Quindi…ora che facciamo?- chiese tenendo ancora stretta la valigetta con il nucleo destinato al fratello. L’altro non seppe cosa rispondere. L’agguato di Dom Pyro e poi la richiesta di questa misteriosa Lady D. Gli serviva del tempo e soprattutto un luogo sicuro dove riflettere attentamente, con quello psicopatico in giro era meglio non fermarsi lì troppo a lungo.

 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Grazie e torni a trovarci- disse il venditore, mentre Logan ringraziava con un sorriso prendendo il sacchetto di cibo. Erano in viaggio da tre giorni e dopo aver passato ben quattro città, si erano fermati a: Oxtown.
Mentre camminava però faceva sempre attenzione a guardarsi intorno, in caso vedesse qualunque tipo sospetto. Con quel mercenario in giro aveva i nervi a fior di pelle. Arrivò fino ad un motel dove avevano preso una stanza, la numero: 11.
 
Aprendo la porta sentì la canna di un’arma posarsi contro la sua tempia. Spostò l’occhio a destra guardando suo fratello che emetteva un sospiro di sollievo.
 
-Hai preso da mangiare?- chiese togliendogli l’arma e rimettendola nella fondina. Lui gli mostrò il sacchetto e l’altro si leccò le labbra.
 
-Niente di sospetto fuori?- chiese poggiando il sacchetto sul tavolo. Thund scosse la testa chiudendo la porta e le tende. Si sedette velocemente al tavolo, fiondandosi a prendere dal sacchetto il suo doppio cheeseburger.
 
-Ti sei ricordato la salsa piccante?- Log annuì.
 
Sorrise dando un bel morso al suo panino, sentendo i succhi della carne e il piccante della salsa inondargli le papille gustative. I due mangiarono senza proferire una singola parola. Mentre addentava il suo panino però l’occhio del moro continuava a ricadergli sul portatile adagiato sul letto. Il dispositivo di comunicazione che gli aveva lasciato Lady D.
Non aveva fatto altro che lanciargli occhiate veloci negli ultimi tre giorni. Come se si aspettasse un’ulteriore chiamata da parte della donna prima della scadenza prestabilita. Il fratello si accorse del suo sguardo, lo stesso degli ultimi giorni, indeciso se accettare o meno.
 
-Okey, dobbiamo seriamente parlarne!- ammise infine il minore con la bocca piena.
 
-Su cosa?- alla domanda indicò il portatile e Logan annuì. Scegliere se aiutarla o no era qualcosa che assillava entrambi.
 
-Ti sei dimenticato ciò che ci siamo ripromessi. Di non sottostare più a nessuno!- gli ricordò il verde puntandogli la mano che reggeva ancora il panino gocciolante di salsa.
 
-Non l’ho dimenticato! Ma se davvero questa organizzazione minaccia delle vite…vuoi davvero restare a guardare, senza poter fare niente!-
 
-Io…no…pero, insomma…non siamo eroi…- iniziò lui a disagio davanti a quella domanda.
 
-Forse non lo siamo è vero. Ma vorresti abbandonare delle persone che non possono difendersi?- abbassò lo sguardo, sarà stato anche un bastardo, ma non era qualcuno senza cuore. Scosse la testa, ma ormai era piena di dubbi e pensieri che la stavano invadendo.
 
-Io esco!- disse subito dopo essersi infilato tutto il panino in bocca e prendendo la sua giacca.
 
-Ricordati di stare…attento- gli disse poco prima che uscisse. Aprì una lattina di una bevanda gassata alla ciliegia portandola alle labbra. Comprendeva benissimo i dubbi di suo fratello erano gli stessi che aveva lui. Guidato da quei pensieri tirò fuori il suo nucleo rosso della Eclipse, il suo partner e compagno di molte battaglie.
Lo strinse sentendo un forte dolore al petto, ricordando ciò che aveva fatto in passato. Guardò nuovamente il portatile e poi la valigetta che conteneva il nucleo della Amethyst. Non l’aveva voluto toccare da quando l’aveva ricevuto in dono. Se avessero rifiutato o meno, glieli riavrebbero riconsegnati. Quindi era inutile per lui prenderlo senza una decisione definitiva.
 
Dire che era confuso era poco, aveva un turbinio in mente che lo stava facendo camminare spedito come se fosse in ritardo ad un appuntamento. Eppure Thund non ne aveva nessuno, voleva solo cercare di far uscire i pensieri.
 
“Non abbandonerei mai nessuno…insomma, mio fratello sicuramente non lo farei…ma gli altri?...” capire se valeva la pena combattere per gli altri oppure non farlo. Aveva avuto i suoi problemi con la legge non era uno stinco di santo, ma nemmeno era senza cuore. Ciò nonostante l’idea di essere tirato nuovamente in una possibile guerra tra Monsuno non gli piaceva.
 
-Forse sarebbe meglio se contattasse quelli della Core-tech - dopotutto avevano più esperienza di loro come eroi, lo avevano altamente dimostrato.
Mentre camminava lanciava degli sguardi intorno per paura che lui potesse essere vicino, eppure vedeva solo delle persone normali, che vivevano incurante che un possibile pericolo fosse all’orizzonte. E invece tutto era in pericolo a causa di una misteriosa organizzazione criminale e l’unica cosa che sapevano era che usavano i Monsuno. Certo che quella donna poteva essere più specifica.
 
“Che avrebbero in mente? Rapine, attacchi su scala globale…forse guardo troppi film di azione” scosse la testa per cercare di pensare più lucidamente: “Possiamo davvero essere degli eroi?” si chiese. Quando il suo telefono squillò per comunicargli le ultime notizie. Aveva preso l’abitudine solo di recente, di controllare tutto quello che succedeva sui media, un po' per noia e anche per interesse.

 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
Interrompiamo il programma per una notizia straordinaria. Qualche ora fa una piattaforma petrolifera è saltata in aria. Delle più di cento operai a bordo, non ci sarebbero superstiti
 
Il tipo di notizie che al moro piacevano meno. Non capiva quanto ci guadagnassero con la cronaca nera, ma era di certo uno scorcio schifoso sulla feccia dell’umanità, secondo lui. Fece per spegnere la televisione quando mostrarono un filmato dell’esplosione.
Appena lo vide il suo cuore perse un battito. L’esplosione ripresa non stata causata da una normale bomba. Dal colore verde fosforescente e le dimensioni dell’esplosione, capì che si trattava di una Bomba a nucleo selvaggio. Si trattavano di dispositivi a base di Essenza monsuno, altamente instabile e distruttiva.
 
-N..non può essere!- sussurrò sconvolto, era impossibile che fossero stata una bomba al nucleo selvaggio. La Storm le aveva vietate dopo la guerra e per quanto riguardasse chi poteva fabbricarle, dovrebbero essere tutti impossibilitati a farlo.
La porta della stanza si aprì di colpo. Il suo istinto si attivò, afferrando la pistola e sparando un colpo elettrico. Per fortuna Thund ebbe i riflessi pronti per piegarsi non appena vide l’arma essergli puntata contro e non venire folgorato. Altrimenti sarebbe andato k.o per un paio di ore.
 
-Se vuoi spararmi, almeno aspetta che abbia fatto qualcosa!- gli disse chiudendo la porta, sperando che i vicini non avessero sentito niente. Logan abbassò la pistola scuotendo la testa.
 
-La prossima volta bussa magari- rispose rimettendo l’arma nella fondina. Il verde gli scossò un’occhiata di disapprovazione per poi guardare la televisione che riportava la notizia dell’esplosione. La stessa che lui aveva visto sul suo telefono. Tirò fuori l’apparecchio così che anche il fratello potesse vederla. La notizia stava facendo il giro del mondo in pochissimo tempo.
 
-Che ne pensi?- chiese infine al fratello minore che scosse il capo.
 
-Tolta la distruzione e l’insensibilità per le vite umane. L’obbiettivo non è nello stile di Klipse e il professor Tallis e i suoi subordinati sono tutti dietro le sbarre da un pezzo. Chi altro rimarrebbe?- nessuno era la risposta. Negli ultimi anni tolti alcuni fuggitivi a parte la Core-tech e la Storm, nessun’altro era autorizzato alla creazione dei Monsuno.
 
-Fammi cercare una cosa- disse prendendo a scorrere sulla rete notizie riguardanti a possibili esplosioni di colore verde. Trovando corrispondenza con altri tre casi in cui era coinvolto un fenomeno simile. Non era la prima volta che succedeva. Evidentemente la Storm non voleva causare il panico per questo non erano state collegate.
Entrambi vennero riscossi dal bussare alla porta che li fece scattare come delle molle. Tirarono fuori le pistole mentre il verde si avvicinava lentamente alla porta, appoggiandosi di schiena contro la parete.
 
-Chi è?- una mano meccanica sfondò il muro afferrandolo per il collo e lui si ritrovò a vedere il volto sfregiato di Dom Pyro.
 
-Pensavate di sfuggirmi piccoli topolini. VI SBAGLIAVATE DI GROSSO!- disse lanciandolo fuori dal motel.
 
-THUND- gridò puntando la pistola contro l’uomo. Ma dal braccio meccanico di quest’ultimo uscì una frusta di energia che gli fece volare di mano l’arma.
 
-Noi due adesso giocheremmo un po'. Ma tranquillo poi toccherà anche al tuo fratellino!- rise maniacalmente il mercenario facendo sparire la frusta di energia. L’altro ebbe l’istinto di portare la mano al suo nucleo, ma non era il caso di usarlo all’interno. Così si mise in posizione di difesa pronto a combattere.
Thund strinse i denti per il dolore alla schiena. La sua caduta era stata attutita proprio dalla macchina che avevano rubato.  Si stava chiedendo come abbia fatto quel pazzo a trovarli. Ma non ci pensò per molto, quando una grande zampa gli apparve davanti per schiacciarlo. Rotolò giù dalla vettura e si allontanò, mentre il veicolo veniva appiattito come una frittella.
 
“C’è mancato poco!” Sauro gli ruggì contro esponendo i denti. Sarebbe voluto tornare dentro, ma prima doveva occuparsi di lui. E poi suo fratello sapeva cavarselo.
 
-Va bene, stupido ammasso di ossa. Se è lo scontro che cerchi è quello che avrai!- tirò fuori il suo nucleo della Eklipse con un movimento del polso preparandosi a lanciarlo: -Kingstorm Lancio!- il nucleo venne lanciato girando su se stesso e producendo una scia rosso luminoso fino a scontrarsi contro la parete del motel.
 
Il Monsuno che ne uscì fuori aveva l’aspetto di un grosso tasso del miele dall’andatura di un primate, il suo corpo era ricoperto di una corazza a placche rosse come quella dei pangolini che gli ricoprivano la testa fino alla lunga coda.
Il muso e la pancia avevano una folta pelliccia nera su cui brillava una linea rosso luminoso che partiva dal collo e attraversava il ventre separandosi in altre quattro linee sul torno. Ogni zampa presentava cinque lunghi e affilati artigli di un colore viola scuro.
 
Il Monsuno del verde ringhiò guardando quello del mercenario per poi ruggirgli contro e saltargli subito addosso.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Eccomi al secondo capitolo.  Qui vediamo di come i due reagiscano alla richiesta di Lady D e si vede che non sono molto convinti. Ma lei gli lascia del tempo per rifletterci e due nuovi Monsuno come regali.
Proprio un bel regalo.
Alla fine mentre i due si fanno la domanda di chi possa aver creato quella bomba all’essenza Monsuno. Ecco che il vecchio e pazzo Dom Pyro riappare.
Di certo nel prossimo ci sarà il primo scontro tra Monsuno. Per ora questo è tutto, ringrazio chi ha letto fin qui e ci vediamo al prossimo capitolo.
 
A presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 
 
 

Il rumore di una forte esplosione si propagò nella zona, mentre i due Monsuno si stavano scontrando tra di loro. Kingstorm stava effettuando una prova di forza con Sauro. Il mostro scheletrico ruggì aprendo la bocca e sparando un raggio di energia rosso che c’entrò in pieno il suo avversario.
Thund guardò la barra dell’energia del suo compagno calare a causa del colpo.
 
-Kingstorm Charging plates- le placche della sua corazza iniziarono ad illuminarsi, mentre assorbivano il raggio. Dopo di che aprì la bocca sparando un proiettile di energia che sbalzò indietro Sauro su delle macchine parcheggiate.
 
“Spero non ci facciano pagare i danni?” si chiese concentrandosi nuovamente sullo scontro. Sapeva che non sarebbe stato facile da battere. Proprio come il suo Controller. Che nel mentre stava intrattenendo qualcun’altro.
Logan stava combattendo a mani nude con Dom Pyro, ma era in svantaggio sia per esperienza che per le protesi robotiche. Le quali consentivano più forza distruttiva. Evitò i colpi sferrandone qualcuno, finché il mercenario non lo spedi al muro con una testata. Scosse la testa vedendo un pugno diretto contro la sua faccia, rotolando via subito. Mentre il muro veniva sfondato.
Mosse la gamba facendo uno sgambetto al corvino facendolo finire a terra per colpirlo con un calcio in faccia. Ma il piede gli venne fermato prima che potesse colpirlo. Provò a liberarsi, ma venne sollevato di peso e lanciato contro la finestra che andò in frantumi, sbattendo contro la ringhiera fuori.
 
-Log tutto bene?- sentì la voce di suo fratello, voltando lo sguardo per trovare Kingstorm che lottava con Sauro. Strinse una delle sbarre della ringhiera rimettendosi in piedi, mentre Dom Pyro saltava fuori dalla finestra.
Il maggiore si gettò di lato, mentre il mercenario colpiva la ringhiera piegandola.
 
-Vedo che sei ancora resistente. L’addestramento è servito!- Logan sputò a terra scrocchiandosi le ossa del collo. Doveva recuperare il portatile e la valigetta, ma quel pazzoide non lo avrebbe lasciato andare facilmente.
 
-Sauro Magma geyser- il Monsuno ruggì inchiodando le zampe anteriori nell’asfalto rilasciando energia che si riversò sotto a Kingstorm come un geyser. Non sapeva se il mostro di suo fratello poteva batterlo da solo, doveva intervenire, ma prima doveva mettere liberarsi del mercenario. Tirò fuori una coppia di tirapugni in acciaio con i bordi appuntiti, mettendosi in una posizione da box.
 
-Sul serio? Pensi di battermi con quelli?- chiese divertito l’altro, muovendo la mano robotica.
 
-Mai sottovalutare il nemico!- rispose scattando verso di lui.
 
-Kingstorm Energy arrow- le placche del mostro si tinsero di rosso brillante, sparando delle frecce di energia che colpirono il mostro scheletrico. Questi però ruggì più infuriato, agitando la coda per attaccarlo. –Basic shield- il tasso del miele corazzato concentrò l’energia per formare uno scudo che defletté il colpo di coda prima di assestargli un colpo di artiglio sul muso.
 
-Continua così- gli gridò Thund certo di poter vincere, anche se l’occhio continuava a vagare verso suo fratello.
Quest’ultimo stava tenendo un incontro di box. Spostò la testa di lato per evitare un sinistro assestando di rimando un destro che però venne evitato prontamente. Subito fece un passò all’indietro per mettere della distanza tra di loro. Ma Dom Pyro si avvicinò subito per incalzarlo.
Non lo avrebbe lasciato scappare, non ora che era alla sua mercé. Tirò indietro il braccio per dargli un destro, che il moro evitò abbassandosi e che sfondò il muro. Se lo avesse preso gli avrebbe fatto dei seri danni.
Portò avanti il piede per darsi lo slancio per un affondo, ma in quel secondo di distrazione, l’altro gli assestò una ginocchiata al mento. Mentre la sua testa veniva spinta indietro per il colpo venne afferrato al collo con il braccio meccanico e sollevato da terra.
 
-Ed ora che farai? Non puoi liberarti dalla mia presa!- lo sguardo del mercenario si fece più folle, mentre stringeva lentamente la presa sul collo del moro. Questo entì l’aria iniziare a mancargli mentre gli colpì il braccio per liberarsi da quella presa.
Voleva vedere la vita di chi aveva osato sfregiarlo, andarsene molto lentamente e in agonia. Ma il verde non se ne sarebbe rimasto a guardare mentre suo fratello rischiava la pelle.
 
-Log! Kingstorm Glowing socket!- il Monsuno venne percorso dall’energia del suo nucleo, mentre le placche si alzarono leggermente. Con un balzo si scagliò su Sauro afferrandolo per in collo con le zampe anteriori e dopo averlo sollevato, sbatterlo con violenza inaudita a terra.
 
-SAURO- gridò Dom Pyro mentre la barra di energia del suo compagno scendeva a meno della metà. Quell’attimo di distrazione era ciò che a Logan serviva. Poggiò il tirapugni contro il braccio e stringendolo rilasciò una scossa che percorse entrambi, costringendo il mercenario a lasciarlo andare.
Anche se frastornato della scossa, afferrò l’arto meccanico e con una proiezione sulla sballa lanciò il corvino oltre la ringhiera giù di sotto. Ma dovette appoggiarsi al muro per gli effetti della scossa.
 
-Tutto bene?- sentì suo fratello. Non aveva tempo di rispondere doveva aiutarlo. Tirò fuori il suo nucleo e lo lancio colpendo Sauro. Il rilascio di energia fece destabilizzare il mostro scheletrico che finì a terra, mentre il Monsuno del moro veniva fuori.
Aveva l’aspetto di una grossa lucertola dalle squame rosse e qualcuna nera lungo la testa fino alla possente coda corazzata. Sul dorso erano presenti quattro ali da pipistrello dalla membrana nera con qualche cristallo violaceo appuntito ai lati. Gli stessi che formavano delle piccole creste alla base di ciascuna delle sei zampe munite di artigli affilati. Lungo i lati del corpo c’era delle linee rosso brillante che andavano dai quattro occhi della testa fino alla punta della coda.
 
-Blaze..da supporto a Kingstorm- il Monsuno ruggì in risposta aprendo le ali che si illuminarono e dalle membrane sparò dei cristalli rossi di energia, contro Sauro.
 
-Dannazione…Sauro falli fuor…- non finì la frase che Thund gli assesto alle spalle un calcio in mezzo alle gambe. Facendolo accasciare dolorante a terra.
 
-Chiudi il becco, pazzoide!- disse sentendo suo fratello gridargli qualcosa. Si girò per prendere giusto al volo la valigetta con il nucleo. Mentre Logan arrivava barcollando con il portatile sotto mano.
 
-Meglio andarsene da qui prima che arrivi la Storm. Ma prima…Blaze Magma blaster- Il Monsuno artigliò il terreno con tutti gli artigli aprendo la bocca dove si stava già concentrando l’energia e sparare un raggio rosso che prese in pieno Sauro, facendolo tornare nel suo nucleo.
In quel momento i due salirono velocemente sulla groppa di Blaze mentre Thund faceva ritornare il suo compagno nel nucleo. Il grosso rettile alato batté le ali un paio di volte prima di alzarsi in volo ed allontanarsi in cielo.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Fa attenzione- gemette il maggiore, mentre suo fratello gli metteva un cerotto per coprire l’ecchimosi sul fianco sinistro, dove il pugno meccanico lo aveva sfiorato.
Dopo la fuga si erano fermati lontano da Oxtown, prima di atterrare sul bosco. Non sapevano quanta strada avevano fatto, dato che dopo otto minuti i Monsuno tornavano forzatamente nel loro nucleo per ricaricarsi. Erano andati avanti finché Blaze ce la faceva.
 
-E tu la prossima volta resta più in guardia!- gli disse l’altro finendo di medicarlo. Il maggiore era a torso nudo mettendo in mostra il fisico, soprattutto un tatuaggio sul braccio destro che rappresentava una spada avvolta da un velo bianco che sulla scapola formava l’ala piumata di un angelo.
 
-Ma come ha fatto a seguirci fino in città. Ci ha messo addosso dei microchip?- era l’unica spiegazione che gli veniva in mente. Iniziò a controllarsi velocemente i vestiti per confermare se quello che diceva era vero. Logan sospirò mentre si rimetteva la maglietta.
 
-Non credo. Penso invece che derivi dai sensi del Monsuno- il verde lo guardò alzando il sopracciglio.
 
-Credi davvero a quella stronzata?- scosse la testa. Non voleva mettersi a discutere proprio in quel momento. Si lasciò sedere di peso contro l’albero più vicino pensando a cosa fare. Non avevano più un mezzo di trasporto e non sapevano bene dove si trovavano.
 
-Non importa ora, dobbiamo innanzi tutto capire dove ci troviamo- in quel momento il portatile che gli aveva lasciato Lady D, emise un suono attirando la loro attenzione. Logan lo prese sollevando lo schermo, che si era acceso mostrando il simbolo della Amethyst.
 
<< Salve a tutti e due. Scusate se vi contatto così presto, ma volevo appurarmi che steste bene >> disse la voce della donna.
 
-Ha visto Dom Pyro che ci attaccava? E non ci ha aiutati!- Thund era furioso. Se aveva visto tutto non poteva usare il laser orbitale come l’ultima volta per toglierli nuovamente dai guai.
 
<< Se lo avessi fatto in un centro abitato avrei seriamente rischiato di ferire dei civili. E di certo la Storm avrebbe iniziato ad indagare >> usare un’arma potente come quella avrebbe avuto effetti collaterali nella zona d’impatto. Ed era qualcosa che non voleva.
 
-Non si fida della Storm?- dopo l’arresto del comandante maresciallo: Charlemagne, avevano iniziato a collaborare con la Core-tech. Loro due erano ricercati per questo non si fidava a prescindere di loro.
 
<< Mi fido abbastanza, dopo che Charlemagne è stata sollevata dal suo incarico. Ma sono una persona che preferisci agire fuori dagli schemi, se capite che intendo? >>
 
-Grazie che si preoccupi per noi, signora- disse infine Logan. Anche se non era certo che la sua fosse una preoccupazione dovuta al fatto che volesse sapere se stessero bene, o del perché gli servivano vivi e vegeti.
 
<< Non vi ho contattati solo per sapere come stavate. Ma anche per chiedervi se avete visto il servizio, riguardante l’esplosione della piattaforma petrolifera? >> i due si scoccarono un’occhiata. Se aveva tirato in ballo quell’evento che sicuramente era fuori dalla norma, erano certi che forse lei ne sapesse qualcosa.
 
-Erano opera sua?- domando il minore a brucia pelo.
 
<< Come le viene in mente? Non oserei mai usare l’essenza Monsuno in quel modo così distruttivo. È contro i miei principi! >> Il tono che aveva appena usato era tra l’offeso e il serio. Evidentemente non gli andava che pensassero che fosse una persona spietata e senza cuore come quasi tutti i creatori di Monsuno.
I fratelli però non erano pienamente soddisfatti. Dal tono avevano capito che era sincera. Ma era chiaro che lei sapeva molto di più di quanto non gli stesse dicendo.
 
-E nei suoi principi c’è anche di nascondere informazioni a possibili alleati?- la voce del moro era dura come la pietra: -Perché mi sembra chiaro che lei sa molto su quelle bombe. Ciò mi fa intuire che sappia chi è stato. Sbaglio?-
 
<< Non sbaglia affatto. I colpevoli è un gruppo che si chiama Emissariers e sono al soldo della Venom >> era la prima volta che sentivano quei nomi. Ma se potevano disporre di una bomba come quella e di Monsuno. Allora era chiaro che erano una seria minaccia. Visto che nell’ultima esplosione avevano ucciso più di cento persone. Thund tirò fuori un coltello dai pantaloni iniziando a lanciarlo a terra per conficcarlo nel terreno per calmarsi.
 
-Perché distruggere e uccidere così tante persone?-
 
<< Dicono di lottare per il bene del pianeta e dei Monsuno >> li stava prendendo in giro. Avevano ucciso per il pianeta. Che diavolo aveva in mente quel gruppo.
 
-Il bene dei Monsuno…intende che vogliono la loro libertà come i Desert wolf?- erano un trio di persone guidate da “Un occhio solo Jack”. Un ex membro d’elite della Storm che dopo l’attacco di un Monsuno era impazzito, iniziando a proferire che anche loro meritavano la libertà.
 
<< Fossero stati come Jack e i suoi, non vi chiederei aiuto. Loro almeno non uccidevano nessuno >> la sentirono sospirare: << la Venom vuole liberare il mondo dal veleno che lo sta uccidendo, ovvero l’inquinamento e chi lo causa! >>
 
Quindi si trattava di una specie di Eco-terroristi. Quella sì che gli era nuova. Per Thund gli ecologisti erano quelle persone che protestavano con i cartelli o le bombolette spray. Usare i Nuclei e i Monsuno, non riusciva ad immaginarseli.
 
-Non capisco, se sono così pericolosi, perché la Storm non prova a fermarli? Dovrebbero aver già collegato le varie esplosioni?!- gli sembrava strano che almeno la Core-tech non fosse al corrente di questi attacchi. E che non avessero fatto delle ricerche sui responsabili.
 
<< Dalle informazioni in mio possesso, hanno collegato tutte le esplosioni. Ma pensano che riguardi la Eklipse o un altro gruppo noto >> rispose Lady D.
 
-Sa anche come la pensa la Core-tech?- si stava giusto chiedendo come facesse a saperlo. Che avesse delle spie, della Storm era probabile.
 
<< Loro credono che sia qualcun’altro. Ma al momento non hanno indizi o quasi nulla su di loro >>
 
-Al contrario di lei!- gli venne spontaneo chiedersi come facesse a sapere tutte quelle cose sulle altre fazioni.
 
<< Vi avevo dato una settimana per decidere. Ma viste le circostanze…e ora che sapete la verità, mi serve una risposta adesso. Volete aiutarmi a fermare la Venom o no? >>
 
Voleva una risposta immediata, capivano la preoccupazione. Ma così li metteva solo più in crisi di quanto non lo fossero prima, speravano di avere più tempo di riflessione. Logan si grattò il collo nervosamente, era arrivato il momento di decidere se infrangere o mantenere la loro promessa.
Prese a valutare i pro e i contro di entrambe le scelte. Sicuramente accettare avrebbe voluto dire mettersi nuovamente in pericolo e già ne avevano alle calcagna. Ma se anche se non avessero accettato, sicuramente la donna avrebbe contattato qualcun altro. Lo sguardo si spostò sul fratello, doveva valutare anche la sua decisione. Anche perché se fossero state diverse, avrebbe voluto dire separarsi.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Accidenti, ti “conosciamo” da neanche una settimana e già ci metti in crisi!- sospirò il verde, che non era per niente felice di quella situazione. Infilò la mano nella tasca senza trovare quello che stava cercando.
 
-Hai una sigaretta?- il maggiore scosse la testa. Anche lui ne avrebbe voluta una per alleggerire lo stress del momento.
 
-Sia chiaro che se sta cercando un eroe, non sono quello giusto. Mi ci vedo più come un antieroe!- disse guardando lo schermo del portatile in totale ascolto: -Quindi spero ti vada bene cooperare con un antieroe- disse infine con un ghigno. L’altro scosse la testa con un piccolo sorriso.
 
<< Quindi accetti di aiutarmi? >>
 
-Accettiamo. Non posso lasciarti da solo, finiresti per fare solo disastri- lo prese in giro l’altro.
 
-Come no!...ne sei sicuro?- per rispondergli, il moro si avvicinò alla valigetta prendendo il nucleo destinato a lui. La sua mano si riempì di linee viola per un’istante, così da creare il legame con il nuovo Monsuno.
Avevano la possibilità di fare la differenza e di aiutare, al contrario del passato. Una possibilità di redenzione che andava presa al volo, nonostante i possibili pericoli.
 
<< La vostra decisione di aiutarmi. Mi riempie di gioia, vi ringrazio entrambi >> disse di cuore Lady D.
 
-Ora che abbiamo deciso di aiutarti. Non è che per caso puoi mandarci un veicolo o le coordinate di una base segreta…sai abbiamo ancora quel pazzo alle calcagna!- era certo che non avrebbe gradito per niente il calcio alle parti basse che gli aveva dato.
 
<< Lo avevo previsto >> disse la donna mentre sullo schermo appariva una mappa digitale con un punto rosso che segnava la loro posizione: << Seguite il percorso fino alla strada e aspettate lì. Vi mando qualcuno a prendervi >>
 
Senza aggiungere altro i fratelli iniziarono a dirigersi alla posizione segnata sulla mappa, tenendo però a portata di mano sia le armi che i loro Monsuno.
Si rilassarono solo quando raggiunsero la strada segnata sulla mappa. Era completamente deserta e non c’era nessuno ad attenderli. Logan guardo l’ora sul suo telefono, magari era in ritardo. Anche se non sapeva da che parte sarebbe arrivato.
 
-Arriva qualcuno- lo avvertì il fratello vedendo i fari di un veicolo in movimento. Puntarono subito le armi, mentre il mezzo si fermava davanti a loro. Si trattava di un grande fuoristrada grigio completamente blindato come un mezzo corazzato. Rimasero ad osservare il veicolo meravigliati, mentre le portiere si aprivano da sole. Un chiaro invito a salirvisi.
 
-Non male, proprio per niente- Thund era eccitato per quel veicolo: -Io al volante!- prima che il fratello potesse dire qualcosa, lui si era già lanciato in avanti prendendo il posto di guida. Il moro sospirò scuotendo la testa ed accomodandosi al posto del passeggero di fianco al guidatore.
Nonostante fosse un fuoristrada, l’interno era molto confortevole e abbastanza spazioso. C’erano inoltre molti dispositivi high-tech e schermi sul cruscotto. Quel mezzo avrebbe potuto fare invidia anche a quelli corazzati della Storm.
 
-Devo ammettere che sembra un mezzo efficiente-
 
<< Ti ringrazio per il complimento >> i due scattarono sull’attenti mentre lo schermo al centro del cruscotto si accese mostrando il simbolo della Amethyst: << Salve fratelli Harper. Sono l’intelligenza artificiale del veicolo corazzato Tank, ma potete chiamarmi Ian >>
 
-Un veicolo parlante, ora le ho viste tutte- rise Thund interessato però alla cosa, da esperto di motori e tecnologia qual era.
 
-Piacere Ian, Lady D ti ha dato istruzioni per caso?- alla fine la donna non gli aveva ancora detto che cosa avrebbero dovuto fare.
 
<< Per il momento mi ha detto di portarvi in un luogo sicuro. Prego per il momento rilassatevi >> disse la voce dell’intelligenza artificiale, mentre il veicolo si metteva in moto da solo. L’unica cosa importante al momento era di non restare troppo a lungo in un posto, così da far perdere le loro tracce.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Ecco lo scontro tra Dom Pyro e i fratelli. Spero vi sia piaciuto, era da anni che non ne scrivevo uno.
Alla fine i due hanno accettato di aiutare Lady D, anche se non si vedono come Eroi ed hanno anche ricevuto un veicolo parlante. Direi che hanno fatto Jackpot.
Inoltre qui scopriamo anche come si chiama l’organizzazione criminale non che Villain della storia: la Venom.
 
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e ci vediamo al prossimo aggiornamento.
A presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 
 
 

Gli aveva detto di rilassarsi e non preoccuparsi di niente. E Thund l’aveva preso in parola, dato che si stava ascoltando la musica a palla dalle cuffie fornite dallo stesso veicolo. Il tutto con la testa appoggiata al sedile imbottito. Al contrario suo fratello stava guardando le opzioni che lo schermo di bordo gli forniva.
 
-Quindi dove siamo diretti di preciso, Ian?- era la domanda che si stava facendo da quando la IA del veicolo gli aveva detto di non preoccuparsi e che avrebbe pensato a tutto lui.
 
<< In un luogo sicuro come già accennato. Ma capisco la diffidenza di voi umani, tuttavia io sto solo rispettandogli ordini della signora >> rispose riferendosi a Lady D. Anche se questo non era poi così rassicurante. Ma sapeva che se avesse voluto ucciderli sicuramente l’avrebbe già fatto una volta saliti in macchina.
 
-Rilassati fratello e goditi il viaggio- si intromise Thund armeggiando con un display. Dalla parte in mezzo ai sedili del guidatore uscì piccolo dispenser che verso una bibita gassata nel bicchiere prima di alzarlo per informare che era pronto da prendere: -Peccato che questo distributore incorporato non abbia della birra- ammise bevendo la sua cola.
 
<< Nonostante questo veicoli si guidi da solo. Sconsiglio vivamente l’assunzione di alcool al volante non è etico ed è anche pericoloso >> essere ripreso da un’intelligenza artificiale, questo sì che fece ridere il maggiore. Il verde bofonchiò qualcosa prima di voltare la testa per vedere fuori.
 
-Siamo sicuri che quel pazzo non ci stia seguendo?- domandò guardo oltre i vetri oscurati.
 
<< Credo sia altamente improbabile che sappia che siate su un veicolo. Inoltre i miei scanner non rilevano presenza di persone nel raggio di tre chilometri >> eppure la paura che potesse trovarli non li lasciava di certo in pace. Ma comunque non poterono farci niente e come gli era stato detto all’inizio, aspettarono di giungere a destinazione.
Il veicolo procedette lungo la strada entrando in una galleria. Dopo un paio di metri la macchina fece un’inversione verso il muro. I due pensarono ci si sarebbero schiantati contro, invece questo si aprì rivelando un’entrata segreta.
 
-Questo mi ha stupito- dovette ammettere il moro. Credendo che Ian volesse farli andare a sbattere contro la galleria.
 
-La prossima volta però avvertici di altri passaggi segreti- gli disse Thund, pronto a gettarsi fuori dal veicolo o di afferrare il volante per sterzare.
 
<< Sono desolato, la prossima volta vi avviserò prima >> rispose la IA fermando il veicolo e facendoli scendere. Sembrava essere l’hangar di una struttura segreta cosa che effettivamente era. Con alcuni veicoli a disposizione.
 
-Anche questi sono dotati di IA?- domandò Thund guardando i vari veicoli.
 
<< Si. Sono tutte estensioni del mio programma primario >> rispose Ian: << Procedete dopo quella porta, c’è la sala principale >>
 
Una serie di luci si illuminarono come strada per indicare l’ingresso. I due ringraziarono il loro improbabile alleato e si diressero verso la stanza. La porta si aprì con uno suono magnetico portandoli in un altro corridoio. Non potendo fare altro lo seguirono, anche se erano sicuri che fosse pieno di telecamere e che Lady D, li stesse osservando.
Alla fine del corridoio c’era una porta chiusa con un lettore di impronte digitali.
 
-Dici che le nostre impronte sono inserite?- chiese il minore. E anche se ci fossero, come aveva fatto ad ottenerle.
 
-C’è un solo modo per scoprirlo con certezza- l’altro lo superò appoggiando la mano sullo scanner di impronte. Questo dopo aver scansionato la sua mano, si illuminò di verde e la porta si aprì. Decisamente aveva le loro impronte e ciò gli faceva sorgere alcune domande.
Oltre la porta c’era un ampio spazio high tech che avrebbe potuto rivaleggiare con i laboratori della Storm e della Core-tech. I due non poterono credere ai loro occhi in mezzo a tutta quella tecnologia.
 
-Di certo non bada a spese- ammise Logan avvicinandosi al grande super computer, guardando le numerose cartelle e file sullo schermo.
 
-Wow hai visto questo modello di Multy lancer!- l’oggetto in questione era un dispositivo per lanciare più nuclei a ripetizione. Ma al contrario degli altri modelli creati dalle altre fazioni e che si dovevano tenere con entrambe le mani.
Questo era montato su un guanto corazzato di colore bianco con alcuni pezzi viola e con sopra il logo della Amethyst. Thund sembrava essere un bambino in un negozio di giocattoli e per quanto da una parte suo fratello lo trovasse carina, dall’altra lo innervosiva. Preferiva che prendesse sul serio quella faccenda.
 
<< Mi fa piacere che il mio modello le piaccia >> si voltarono verso lo schermo dove ad un angolo era apparsa una finestra totalmente nera da cui la donna li stava contattando: << Spero che possiate trovare questo centro operativo di vostro gradimento >>
 
-Grazie, ma mi tolga una curiosità…come ha fatto ad inserire le nostre impronte digitali per la porta. Visto che non gliele abbiamo date?- voleva sapere come aveva fatto. Visto che erano stati contattati qualche giorno fa e non si erano mai visti di persona.
 
<< Quando siete saliti su Ian, che spero vi abbia trattato bene. Lui ha scannerizzato le impronte lasciate all’interno del veicolo e le ha inviate a me, poi le ho solo dovute inserire nel sistema di riconoscimento >> questo spiegava la questione. Ma voleva dire che avrebbero dovuto comunque guardarsi le spalle anche quando sarebbero stati in uno dei veicoli messi a loro disposizione. Dopo quella risposta il verde guardò il Multy lancer rimettendolo dove l’aveva trovato ed avvicinandosi al fratello.
 
-È sicura che questo luogo non sia rintracciabile?- chiese lui.
 
<< Certamente. Non so di che mezzi disponga quel tipo, ma questa base è dotata dei più sofisticati sistemi e mezzi di occultamente. E anche se la trovasse le sue difese sono state ideate per respingere umani e Monsuno >>
 
Questo gli fece tirare un sospiro di sollievo. Ma ora la loro domanda era cosa avrebbero fatto per fermare quegli ecoterroristi coi Monsuno. Perché erano stati assoldati per quello.
 
-Ha idea di dove colpiranno di nuovo questi Emissaries?- domando infine Logan, per sapere quando sarebbero dovuti entrare in azione.
 
<< No, sfortunatamente. È un piccolo gruppo di neanche dieci persone e anche per questo difficile da rintracciare. Ma ciò non si può dire per le bombe che usano >>
 
-Puoi rintracciarle?!- L’Essenza Monsuno lasciava una traccia energetica inconfondibile. Se potevano rintracciarla prima dell’esplosione allora avevano la possibilità di intercettarli.
 
<< Sto lavorando ad un sistema di rilevamento apposta >> gli disse: << Per il momento posso condividervi le informazioni che ho sul leader degli Emissaries e sulla Venom >>
 
-Vedilo tu Log. Io faccio il giro di questo posto, per conoscerlo meglio- non aveva voglia di vedere dei documenti e file. Era più un tipo di azione che di lettura. Il maggiore sospirò annuendo.
 
-Vedi di non rompere niente- il fratello alzò il pollice per dirgli un okey e poi lasciarlo solo. Logan scosse la testa iniziando a guardare i file che Lady D gli aveva lasciato sul computer, così da conoscere meglio i loro nemici.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Bella stanza!- era da quando avevano messo piede nella prima stanza, che voleva vedere tutta quella struttura. E già al primo colpo aveva trovato una camera da letto. Che era decisamente una figata.
 
La stanza era completamente bianca dalle pareti lisce e metalliche, con un letto high tech e altri oggetti tra cui un armadio. Gli dava la sensazione di essere in una di quelle strutture spaziali che vedeva nei film.
Si avvicinò al letto per tastarne la morbidezza, ed in effetti le lenzuola erano molto morbide. Mentre esaminava la stanza vide che c’era un display sul muro dell’entrata.
 
-Sarà per la luce?- ma visto che si era accesa automaticamente quando era entrato, ne dubitava. Iniziò ad armeggiare per il display finché non si sentì sollevare da terra. Dopo un momento di panico, guardò giù rendendosi conto che non c’era più la forza di gravità.
 
-Una stanza con dispositivo di anti gravità- preso dall’euforia iniziò a fare capriole a mezz’aria per poi darsi una spinta al soffitto e lanciarsi contro il pavimento ruotando ed atterrare in piedi. Era così divertente che avrebbe voluto continuare a volteggiare per la stanza per ora. Ma c’era ancora molto da esplorare.
Disattivò il dispositivo anti-gravità ed uscì per controllare il resto. Ma c’erano un bel po' di stanze tra cui scegliere.
 
-Uhm vediamo. Ambarabaci ci co co….scelgo…te- disse entrando. Era una camera circolare molto ampia anch’essa con pareti metalliche bianche lisce. In quel momento una voce digitale risuonò nella stanza.
 
<< Benvenuto nella sala di allenamento a realtà virtuale >> a quel punto la mascella gli arrivò a toccare terra. Una vera stanza di allenamento per combattenti Monsuno.
Sapeva che la Storm la usava per allenare i suoi soldati d’Elite. Lui ne aveva solo sentito parlare, ma non ne aveva mai usata una. Ed ora che aveva la possibilità, sentiva la salivazione aumentargli così come l’adrenalina dell’eccitazione.
 
-Questo è fantastico!-
 
<< Desideri dare inizio ad una sessione? >> disse la voce della stanza di simulazione. Sul volto del verde si dipinse un ghigno di eccitazione.
 
-Cazzo certo che voglio!-
 
<< Prego allora, selezione l’avversario da sfidare >> questa era la scelta più importante, decidere chi usare e contro chi. Dato che Kingstorm lo usava sempre, era il caso di fare pratica con Wrath. Ma chi avrebbe dovuto mettergli contro.
 
-Visto che è una loro creazione. Metti Goldhorn della Storm-
 
<< Avversario confermato. Preparazione in corso >> una sfera metallica fluttuante venne rilasciata dal soffitto, da essa iniziò ad uscire una sostanza gelatinosa, simile a gel balistico. Che in qualche secondo prese la fisionomia del Monsuno creandone lo scheletro. Questi poi si colorò da solo dei classici colori della creatura, ed ecco che il manichino di allenamento era pronto.
 
-Vediamo cosa sa fare questa stanza. Wrath Lanciò- e così l’allenamento ebbe inizio.
 
 
Continuò ad esaminare i dati che Lady D gli aveva passato sul loro nemico misterioso. Non aveva molto, era piuttosto bravi ad agire nell’ombra ed erano molto pericolosi. Forse allo stesso livello dei Monaci punk.
L’unica cosa che aveva capito e trovato interessante, era che il fondatore della Venom si chiamava Dokura. Ma era certo che fosse uno pseudonimo o un nome in codice.
 
“Perché non ci sono i cattivoni megalomani che vogliono far sapere chi sono” invece questa persona era più enigmatica. Alzò la testa guardandosi intorno, era da parecchio che suo fratello era sparito a controllare la base. Anche se sperava che non avesse ancora distrutto niente.
 
-Ci sono le telecamere per vedere dove si trova mio fratello, qui?- chiese rivolto a se stesse, nascondendo le schede con i file. Controllando le registrazioni nella struttura. A quanto pareva suo fratello stava utilizzando la stanza di allenamento a realtà simulata. Finché non rompeva niente era contento che si divertiva.
 
<< Come ti sono sembrate le informazioni? >> la voce di Ian lo fece sobbalzare sulla sedia. Si guardò intorno per cercare di capire da dove proveniva la voce.
 
<< Scusa, devo averti spaventato >> lui fece un profondo respiro per riprendere un po' della sua compostezza, prima di rispondergli.
 
-Tranquillo. Devo ancora farci l’abitudine- ammise lui, troppe cose nuove tutte insieme: -Ma comunque le informazioni sono poco esaustive-
 
<< Comprendo, ma è quello che abbiamo al momento >> ammise la IA. Logan alzò la testa sullo schermo per poi alzarsi dalla sedia. Aveva bisogno di fare una pausa.
 
-C’è una stanza dove rilassarsi?-
 
<< Esci nel corridoio la quarta porta in avanti sulla sinistra >> lui ringraziò ed uscì seguendo le indicazioni entrando in un’altra stanza. Questa era arredata come se fosse stata un bar. Le pareti erano in assi di legno, c’erano un biliardo, una televisione a schermo piatto con un bel divano e una piccola zona con cucina e bar. Si avvicinò alla zona cucina per guardarla meglio.
Anche se piccola era fornita per potersi cucinare e c’era anche uno scomparto che faceva da frigorifero. Lo aprì vedendo che era pieno di bevande. Almeno era gentile a fargli trovare dei viveri. Prese una lattina e andò a sedersi sul divano davanti alla televisione. Usando il telecomando incorporato nel bracciolo per accendere la televisione.
 
"Un pomeriggio di terrore ad Halftown. I testimoni oculari parlano di mostri che combattevano tra di loro. La Storm  ha rilasciato la comunicazione che si tratti di una resa dei conti di piccoli criminali, con armi potenti"
 
Stavano sicuramente parlando dello scontro tra i loro Monsuno e quello di Dom Pyro. Per fortuna non avevano dei video e se anche c’erano era sicuro che la Storm li avesse già confiscati.
 
-Splendido!- disse infastidito.
 
-Che cosa fratello?- la voce di Thund gli arrivò da dietro.
 
-Stanno parlando del nostro scontro con Dom Pyro. Sicuramente la Storm penserà che siamo implicati- se nei video erano stati ripresi allora era certo che li avrebbero resi responsabili.
 
-Altri punti sul nostro curriculum di ricercati- rise il minore prendendo qualcosa dal frigo.
 
-Non c’è niente da scherzare. Se ci credono più pericolosi di prima, intensificheranno le ricerche…ti rendi conto di questo- gli rispose il fratello in modo serio. L’altro sbuffò ruotando gli occhi infastidito e lasciandosi cadere sull’altro lato del divano.
 
-Io ancora non mi rendo conto di come fai a bere la Wed- rispose alludendo alla lattina verde che teneva in mano. Per poi assumere un tono serio: -Trovato niente nei file che la cara D, ci ha dato?-
 
-Ha molte informazioni, anche se non abbastanza. Inoltre ho trovato il nome del capo della Venom. Anche se è solo uno pseudonimo…ti faccio avere un riassunto più tardi- Thund alzò il pollice. Non era proprio un tipo a cui piaceva leggere lui, sempre se non necessario. I due presero a guardare la televisione, mentre il minore iniziava a picchiettare il dito in modo quasi ritmico sul bracciolo della poltrona. Stava usando il codice morse.
 
“Dici che ci nasconde altro?” Logan picchiettò sulla lattina per rispondergli.
 
“Sicuramente. Ma se sia legato alla Venom e quegli sciroccati…è solo una ipotesi” il minore sospirò mandando giù la birra e stringere la lattina fino a schiacciarla.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
Seduta alla postazione Lady D, era intenta ad osservare i suoi nuovi collaboratori. Anche se gli aveva chiesto aiuto, Ian li stava tenendo d’occhio per evitare che non rischiassero di danneggiare qualcosa.
Ma la rottura di qualche strumento era un danno non così grande per lei. Anche se costavano un occhio della testa. L’importante e che avevano accettato di aiutarla. Ora doveva tornare a cercare gli Emissariers. Digitò sul display posto sul bracciolo della sedia per avviare una comunicazione in un’altra stanza della struttura.
 
Appena il canale venne aperto però si sentì un forte boato, seguito da un mucchio di fumo che oscurò la visuale della telecamera.
 
<< Merda…non sarebbe dovuto finire così… >> sentì una voce mentre una figura diradava il fumo tossendo, con indosso una maschera di protezione.
 
-Nagisa, tutto bene?- la persona nello schermo si accorse solo in quel momento di essere in chiamata.
 
<< Si…capo… >> rispose togliendosi la machera: << Stavo solo testando un nuovo motore…ma è…esploso >>
 
Nagisa era il meccanico a cui la Ametyst si affidava per riparare e creare la maggior parte dei supporti. Era una donna di origini orientali alta nella media, il viso era incorniciato da dei capelli a caschetto di un insolito colore viola, occhi verdi e delle lentiggini sul naso che ornavano la carnagione olivastra. Ma era una ragazza per niente brutta.
 
-Lo intuivo- sulla spalla della ragazza apparve un esemplare di Trichosurus vulpecula o più comunemente chiamato: Tricosauro volpino. Una specie di marsupiale semi arboricolo originario dell’Australia. La viola accarezzò la testa di Mugi per fargli capire che stava bene.
 
<< Immagino che mi hai contattato per sapere di quel trasmettitore di ricerca che mi avevi chiesto? Mai una volta per salutare! >>
 
-Così ti distrarrei dal tuo lavoro. Me lo hai detto tu di non chiamarti se non necessario…ricordi?- rispose Lady D. La giapponese sbuffò girando su sé stesse e andando, raggiungendo il suo tavolo da lavoro con sopra alcune invenzioni non ancora ultimate.
 
<< Il trasmettitore è praticamente finito. L’ho calibrato per reagire all’Essenza monsuno, escludendo quella contenuta nei Nuclei. E per fortuna non è esploso >> spiegò velocemente: << Ora l’unica cosa da fare è connetterlo al laser orbitale >>
 
-A quello ci penserò io. L’importante è che funzioni!- forse con quel dispositivo avrebbero potuto rintracciare le bombe realizzate dalla Venom. O quanto meno ci sperava. Ancora nello schermo, Nagisa si tolse il giubbotto giallo e nero in stile steampunk poggiandolo sulla scrivania. Rimanendo con il top viola e i jeans.
 
<< Allora quelle due persone, che volevi reclutare. Ci sei riuscita? >> gli chiese con non curanza. Come se non gliene importasse.
 
-Si, hanno accettato di aiutarci-
 
<< Buon per loro. Spero li pagherai bene >> disse sarcastica allungando una fragola al suo animaletto. Lady D scosse la testa.
 
-Tranquilla non ti taglierò lo stipendio. Passo e chiudo- rispose chiudendo la chiamata. Trovava che quella ragazza fosse un vero genio, ma peccava un po' di relazioni umane. Ma se non altro i suoi combattenti erano pronti, ora doveva solo aspettare che il loro “segugio” trovasse qualche pista per gli Emissariers.
E dato che il trasmettitore era pronto, tanto valeva montarlo il prima possibile e testarlo.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Dopo più di due mesi, riesco a continuare questa storia.
Alla fine i due nostri eroi raggiungono la base messa a disposizione per loro. E da come l’ha arredata, si vede che la nostra Lady D voglia che si sentano a loro agio. Anche se non sembrano fidarsi del tutto.
Alla fine ci viene presentato un altro membro della Ametyst: Nagisa (questo PG non è mio, ma è stato creato dalla mia amica Stardust94 per la mia storia. E che ringrazio molto per questo).
 
Ma adesso dovranno entrare in questo nuovo conflitto con la Venom e non dimentichiamoci, che anche Dom Pyro gli sta alle costole.
I due non avranno vita facile. Ringrazio chi è arrivato a leggere fin qui e ci vediamo al prossimo aggiornamento.
A presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 
 
 

Entrò nell’ufficio chiudendo la porta dietro di sé a chiave. Dall’altra parte sentiva i suoi uomini combattere contro la persona che li aveva attaccati.
Richard un texano imprenditore, si mosse verso l’armadio dall’altra parte del suo ufficio. Muovendosi velocemente nonostante l’obesità.
 
-Ma chi cazzo è questo?- si chiese aprendo l’armadio delle armi e prendendo un fucile. Da fuori poteva sentire ancora il rumore di qualcuno che combatteva. Con mani leggermente tremanti caricò i proiettili nell’arma.
In quel momento la porta venne sfondata e uno dei suoi venne spinto dentro la stanza, perdendo i sensi. Il texano si voltò sobbalzando puntando gli occhi sul suo uomo e poi sulla figura alla porta.
 
-Direi che sei rimasto solo ora!- gli disse Decha, guardando prima il bestione che aveva steso e poi Richard. Questi alzò il fucile verso l’intruso. Decha si spostò prima che sparasse e l’uomo lo inseguì per fargliela pagare.
Appena uscito vide tutti i suoi subordinati a terra, alcuni con delle ossa rotte. Richard divenne rosso di rabbia ricaricando il fucile.
 
-Vieni fuori lurido ratto- gli gridò guardandosi intorno nel deposito con i barili pieni di petrolio grezzo. Pronto a sparare in caso avesse visto qualcosa.
 
-Vuoi davvero sparare in un posto con del petrolio?- si girò avvicinandosi a dei fusti, da dove gli sembrasse che provenisse la voce. Sbucò dall’altra parte con davanti la canna dell’arma, ma non c’era nessuno.
 
-Da magnate del petrolio, credo tu conosca i rischi di sparare qui dentro- alzò il fucile sparando al soffitto. Il rumore dello sparo fu seguito da quello di metallo contro metallo. Ringhiò sentendo uno dei barili muoversi e andando subito a vedere, senza però trovare nessuno.
Quel maledetto si stava divertendo a giocare con lui al gatto e al topo. Ma era lui quello armato, era lui il gatto.
 
-Avanti lurido topo di fogna, esci e combatti da uomo!- disse furioso e agitato, tenendo il fucile puntato davanti a lui. Odiava combattere contro qualcuno che non poteva vedere.
 
-Se proprio insisti- un barile venne fatto cadere, attirando la sua attenzione. Appena vide la figura ammantato di nero puntò il fucile e fece fuoco centrandolo in pieno. Sorrise sicuro di averlo ucciso, ma questi non era caduta e non perdeva sangue nonostante fosse stato colpito. Anzi era totalmente immobile senza alcun graffio. Lo guardò meglio notando che la figura tremolò appena, come un ologramma.
 
-Ma che diav…- non riuscì a concludere, che una mano afferrò la canna del suo fucile portandola indietro per colpirlo al volto. Decha strinse la canna spingendo l’arma indietro colpendo l’uomo alla pancia con il calcio e strapparglielo di mano mentre era stordito. Lo colpì al volto con un calcio circolare facendolo finire a terra.
Richard sputò del sangue e si voltò ritrovandosi il suo stesso fucile puntato contro. Alzò istintivamente le mani tremanti di paura.
 
-S..senti, se vuoi i soldi. Puoi averne quanti ne vuoi- la paura nella sua voce era chiara, avrebbe sborsato qualunque cifra per salvarsi. Ma Decha non era certo lì per quello.
 
-Non voglio i tuoi soldi-
 
-E…allora cosa vuoi?- gli chiese l’uomo notando di aver perso il suo cappello.
 
-So che estrai Essenza Monsuno da rivendere sotto banco. A chi l’hai venduta?- il texano deglutì ad occhi sgranati. Come faceva quel tipo a sapere dei suoi traffici illeciti. Decha iniziava a stancarsi, così ricaricò il fucile per spaventarlo.
 
-Wowowo aspetta…il tipo che me l’ha comprata sembrava un monaco delirante. Blaterava della conoscenza dei Monsuno di qua e di là…era svitato come un cavallo- rispose subito Richard. Se credeva che avrebbe rischiato la pelle per un cliente, si sbagliava di grosso. L’altro inclinò la testa protetta dal casco che indossava.
 
-E per caso sai dov’è andato?-
 
-Diavolo no. Mi ha pagato e questo è tutto…ma ho sentito che parlava di un porto da colpire. Non so altro giuro!- Decha lo guardò per poi colpirlo col calcio dell’arma facendolo svenire.
Si portò la mano a togliersi il casco nero che gli proteggeva e nascondeva il volto. Dietro ad esso c’era un uomo giovane e molto bello dalla carnagione scura, i lungi capelli color cioccolato erano legati in una treccia bassa e gli occhi erano di un intenso color ambra.
 
Decha scaricò totalmente l’arma per poi gettarsi il fucile alle spalle, andando a raccogliere il congegno olografico, che aveva usato per distrarlo. Doveva aspettarsi che quel maiale non sapesse niente degli Emissariers, era interessato solo ai loro soldi. Sapeva che forse volevano attaccare un porto, ma restringere le ricerche era impossibile, visto il numero di porti dei sette continenti.
 
“Spero che Lady D possa restringere il campo. Per ora vediamo di fare una soffiata alla Storm” così quel tipo e i suoi scagnozzi sarebbero finiti dietro le sbarre.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
Oltre l’atmosfera terrestre, nello spazio un satellite della Ametyst rimaneva in orbita sopra al pianeta blu. Mentre la struttura galleggiava nello spazio, quella che sembrava una sonda, si avvicinò all’impianto. Quest’ultima si aprì rivelando delle braccia robotiche con cui si agganciò magneticamente al satellite.
 
<< Operazione di aggancio ultima. Inizio montaggio del nuovo componente >> la sonda si aprì ulteriormente rivelando altre braccia più sottili con alcuni strumenti per elettronica e saldatura. La capsula ci impiegò trenta minuti per montare correttamente il trasmettitore.
 
<< Lady D, montaggio del nuovo componente al rilevatore del satellite completato. Manca solo da chiudere il tutto >> la informò Ian dal super computer della base. La donna annuì seguendo la procedura dalla telecamera installata nella sonda. Tramite uno dei numerosi schermi anche Nagisa stava osservando la procedura in silenzio.
 
-Questo è il momento della verità Nagisa- disse D vedendo la viola annuire con le braccia incrociate, mentre Mugi era sdraiato sulla sua spalla.
 
<< Gia. Spero non esploda…>> ammise lei grattandosi la guancia.
 
-Se ciò avvenisse e il mio satellite si danneggia. Temo dovrai fare a meno dello stipendio per sei mesi- quel satellite era una risorsa molto preziosa, soprattutto perché era anche molto costoso e doverlo sostituire. Sarebbe stato una perdita di tempo inutile alla sua causa.
La meccanica sbuffò sentendosi offesa. Le sue invenzioni funzionavano sempre o quasi.
 
<< Allora temo dovrà fare a meno di me per sei mesi. Potremmo prenderci una bella vacanza >> disse lei accarezzando la testa del suo lemure domestico. Prima che potesse rispondere però ricevettero una chiamata in arrivo sulla loro linea protetta.
 
<< Signora chiamata in arrivo da parte del nostro Segugio >>
 
-Bene, avvia il collegamento- rispose lei e da un altro schermo venne trasmessa l’immagine dell’altro membro della Ametyst: -Decha, mi senti?-
 
<< Si, Lady D, qui ho appena finito. Sfortunatamente il maiale aveva già venduto l’Essenza Monsuno…ma mi ha detto di aver sentito che quelli degli Emissariers erano intenzionati ad attaccare un porto >> quella risposta fece deglutire la donna preoccupata. Un nuovo attacco, dopo neanche una settimana. Si stavano dando da fare.
 
<< Magnifico, ci saranno migliaia di porti nel mondo >>
 
<< Ciao anche a te Nagisa >> disse lui con tono calmo. Ma la meccanica aveva ragione c’erano troppi porti per poter restringere il luogo velocemente. E vista l’efficienza del gruppo armato della Venom era solo questione di tempo.
 
-Hai chiamato al momento giusto Decha. Stavamo per provare il nuovo rilevatore aggiornato. Incrociate le dita- disse D, vedendo che la sonda aveva finito di chiudere i pannelli del satellite.
In teoria l’aggiunta del trasmettitore avrebbe dovuto permettere al satellite di individuare le radiazioni rilasciate dall’Essenza in superficie. Almeno questa era la teoria, ora avrebbero scoperto, se era così oppure no. Digitò un paio di tasti e premette invio per mandare il segnale. Inizialmente non sembrò succedere niente, mentre gli occhi erano puntati sulla proiezione in 3D del pianeta.
 
<< Quanto dovrebbe volerci? >> domandò Decha aspettando che succedesse qualcosa.
 
<< Il satellite deve percorrere il pianeta, zucca vuota. Potrebbe volerci un po' >> ammise l’asiatica mentre il suo amico peloso gli saliva sulla testa. Lady D non era interessata ai loro battibecchi. Aspettò in silenzio che il rilevatore funzionasse. Aspettarono una ventina di minuti ma ancora niente, sapeva che doveva essere paziente. Ma dentro di sé era agitata però, per fermare la Venom dovevano anticipare le sue mosse.
 
<< Allora, quei due si comportano bene per ora? >> chiese il Segugio, forse per ingannare il tempo.
 
-Si stanno ambientando- rispose la donna spostandosi una ciocca dei lunghi capelli. Dallo sguardo poco convinto, era sicura che il suo collaboratore non apprezzasse la presenza dei due.
 
<< Non preoccuparti Dech. E poi in caso facciano qualcosa di male, si può sempre usare il laser orbitale >> D però non fù molto contenta di quelle parole. L’ultima cosa che voleva era usare un’arma di quella portato contro una persona. Lo avrebbe fatto solo se fosse stata proprio l’ultima risorsa.
 
<< Certo che mi preoccupo, quei due erano al soldo della Eclipse. A te magari non interessa, visto che le tue capacità di interazioni con altre persone sono pressoché nulle >> dopo quello era sicura che i due si sarebbero messi a discutere. Avere due voci che gli urlavano in entrambe le orecchie non gli piaceva per niente.
Prima che potesse parlare iniziò il suono di un allarme. Non erano quelli della stanza. Il suono veniva dalla proiezione olografica del mondo, sul quale si era accesa una spia verde in un’aria precisa.
 
<< Sta funzionando! >> disse Nagisa euforica. Il rilevatore aveva trovato l’energia rilasciata dall’essenza. Lady D ingrandì il luogo del punto luminoso, vedendo che si stava muovendo. A quanto pareva si trovavano in acque internazionali. Questo poteva dargli dei suggerimenti dove si sarebbero fermati, ma sarebbero state solo teorie.
 
“Comunque possiamo seguirli da qui!” finalmente aveva un modo per anticipare quei pazzoidi.
 
-Ian, chiama subito i fratelli Harper e mettigli a disposizione uno dei nostri veicoli aerei. Voglio che seguano gli Emissariers e li intercettino!-
 
<< Subito Signora, preparerò tutto in un baleno! >> disse la voce digitale. Ora che avevano il vantaggio sperava che questo avrebbe potuto aiutarli ad evitare una possibile strage di massa.
 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Ancora niente?- chiese Logan mentre suo fratello era appostato con un binocolo.
 
-No- rispose con fare annoiato. Erano passate due ore da quando Lady D li aveva contattati per informarli che gli Emissariers si stavano muovendo. Non era entrata troppo nei dettagli, ma avevano individuato l’energia dell’Essenza Monsuno delle bombe a Nucleo selvaggio.
Seguendola i due erano rimasti appostati dentro ad un veicolo dotato di sistema di camuffamento, proprio sopra al porto di Miami.
 
-Che ne dici se dopo che abbiamo fermato questi eco terroristi, ci prendiamo un po' di tempo per visitare la città. Buon cibo, spiagge, ragazze in bikini-
 
-Fai il serio ora. Questi tizi non scherzano per niente!- lo riprese suo fratello. Il verde avrebbe voluto ribattere, ma quelle parole erano vere. Per ora doveva concentrarsi sulla missione.
 
<< Essenza Monsuno in avvicinamento…direzione nord-est >> li informò Ian. Logan puntò lo sguardo sul puntino in movimento della mappa, mentre Thund guardava con il binocolo in cerca di qualcuno di sospetto.
Neanche a dirlo vide sette persone incappucciate che si erano fermate davanti ad un container, mentre si guardavano con circospezione intorno. Schioccò le dita indicando i tizzi incappucciati di nero.
 
-Quanto scommetti che sono loro?- Logan non rispose ma era chiaro che fossero loro. Premette un pulsante sul display facendo uscire lo scomparto con le armi e passandone una al fratello che ghignò.
 
-Avanti sbrigatevi, non dobbiamo perdere tempo!- disse duro e freddo uno dei sette, sperando di non essere visti. Sotto al cappuccio si poteva vedere una barba nera spigolosa. Al suo fianco un altro dei membri stava canticchiando, come se non fosse minimamente preoccupato.
 
-Puoi evitare di fare qualcosa che possa farci scoprire!- lo riprese lui, ricevendo in risposta un dito medio, che lo fece innervosire. Gli altri membri riuscirono ad aprire il container, all’interno era completamente vuoto ad eccezione di una scatola metallica spessa di più di un metro.
 
-Molto bene ed ora portatela fuori!- altri due presero la cassa portandola fuori dal container. Prima che potessero allontanarsi però altri due di loro caddero a terra colpiti da delle scariche elettriche. Il gruppo si voltò vedendo che erano sotto tiro.
 
-Non provateci cari Emissariers- gli disse subito Thund puntandogli la pistola: -Ora a meno che non vogliate essere folgorati, lasciate giù la cassa!-
 
-E voi chi siete?- disse l’uomo confuso abbassandosi il cappuccio. A vederlo aveva l’aria di un contabile con dei capelli neri e degli occhiali da vista.
 
-Ehy, tu non sei…uhm…- l’aspetto di quel tizio gli sembrava familiare: -Ah sì, il Accountant!- l’uomo divenne rosso di rabbia, mentre la persona al suo fianco rideva divertita.
 
-No, sono il Bookman della biblioteca di Tebab!- ecco perché gli sembrava familiare, era uno di quelli che aveva acquistato un nucleo Eklipse. Ma non lo avevano mai incontrato di persona, da quello che sapevano era uno svitato.
 
-E da quando i topi da biblioteca fanno terrorismo?-
 
-Voi piccoli ignoranti- l’altra persona di fianco a Bookman rise di gusto.
 
-Oh mamma, non ridevo così da un po'. Ehehehehe- disse tirandosi giù il cappuccio e i due videro che si trattava di una ragazza.
 
-Chiudi il becco Iris!- gli ringhiò contro l’uomo. Doveva avere la stessa età di Thund o almeno di qualche anno più giovane. Aveva una carnagione color caramello con dei capelli neri medio lunghi con delle ciocche bluastre, nasino alla francese e degli occhi viola scuro.
Il fisico atletico e non troppo formoso era messo in evidenza da una tuta viola scuro con una cintura metallica e protezioni alle braccia e gambe. Sulla cintura c’era l’immagine di una testa di serpente verdastra con le zanne in evidenza.
 
-Devo ammettere che siete carini ragazzi- ammise lei leccandosi le labbra. Sebbene fosse un complimento i due sentirono un brivido lungo la schiena. Quella tizia non gli piaceva per niente, gli trasmetteva una sensazione di pericolo.
 
-Fa poco la spirito, gettate a terra armi e nuclei. Non stiamo scherzando!- disse subito Logan. Iris ridacchio portando le mani dietro alla schiena e facendo un passo in avanti, estraendo lentamente il suo nucleo Viola scuro con l’essenza di colore verde scuro. Mentre i due rimasero in allerta, la mora mosse il polso facendo sparire il nucleo.
 
-Magia!- rise per poi con un movimento dei polsi tirare fuori degli shuriken e lanciarglieli contro. I fratelli deviarono le stelle, ma Logan si ritrovò il volto della ragazza davanti al viso. Sgranò gli occhi quando lei gli afferrò il polso puntando la sua arma verso il fratello, sparando e facendogli volare via la pistola.
Subito gli fece cadere l’arma con un colpo alla mano e l’allontano con un calcio, prima di eseguire una proiezione e sbattere Logan a terra. Quando si sentì afferrare da dietro. Thund le afferrò il collo dandogli una ginocchiata nello stomaco per poi tirarle un pugno. Iris lo deviò bloccandogli il braccio dall’articolazione del gomito e facendolo finire in ginocchio colpendogli la gamba.
 
-Sembri bello energico- disse con un ghigno divertito, leccandosi le labbra. Thund ringhiò colpendogli la gamba facendo finire anche lei in ginocchio e assestagli una testa per costringerla a lasciarlo andare. La ragazza mosse il bacino per dargli un calcio circolare che il verde schivò per un pelo.
Il calcio era mirato a prendere anche Logan che si era rialzato e stava correndo in aiuto del fratello. Lui però lo bloccò con il braccio. La membra degli Emissariers, ruotò il busto dall’altro lato rimettendosi in piedi con una mossa di capoeira e allo stesso tempo riprendendo il suo nucleo.
 
-Wirejackal Lancio!- il nucleo ruoto colpendo un container. Dall’esplosione di energia ne uscì fuori un Monsuno dall’aspetto di uno sciacallo dal manto verde scuro con quattro grosse zampe da ragno sul dorso viola scuro rivestite di metallo nero, da dietro svettava una lunga coda da scorpione con protuberanze metalliche e un pungiglione in acciaio nero.
La testa presentava una protezione in metallo, con l’apertura per gli otto occhi che brillavano di un colore verde e due grosse zanne da ragno che gli spuntavano fuori ai lati della mascella.
 
Il Monsuno punto i due fratelli che rimasero a guardarlo inorriditi, mentre la creatura apriva la bocca ruggendogli contro.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Eccomi tornato con il nuovo capitolo. E qui scopriamo un altro componente della Ametyst: Decha. Che come abbiamo visto se la cava bene a combattere, anche se non è riuscito a trovare ciò che cerca. Ma per fortuna il dispositivo di Nagisa si è rivelato utile e hanno individuato gli Emissariers.
E parlando di loro vediamo che con loro c’è un personaggio apparso nella serie animata The Bookman (o Il bibliotecario). L’ho inserito perché per me è stato un villain secondario che poteva essere più approfondito.
Inoltre vediamo che un altro membro Iris ha messo subito in ginocchio i fratelli e ha sfoderato il suo Monsuno.
 
Se speravano di finirla presto si sbagliavano. Non potranno sottrarsi ad uno scontro. Ringrazio chiunque sia arrivato a leggere fino a qui.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, a presto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4073568