Our Last Tears

di Meggie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Promesse ***
Capitolo 2: *** Ricordatevi di Albus Silente ***
Capitolo 3: *** Remember that day ***
Capitolo 4: *** Auror a rapporto ***
Capitolo 5: *** Old Memories - The Past returns ***
Capitolo 6: *** Then comes the sun ***
Capitolo 7: *** Confession ***
Capitolo 8: *** Everybody's Fool ***
Capitolo 9: *** Non avrebbe mai voluto ***
Capitolo 10: *** A little broken heart ***
Capitolo 11: *** Fighting for love ***
Capitolo 12: *** Non possiamo dimenticare ***
Capitolo 13: *** Nemici che vanno, nemici che vengono ***
Capitolo 14: *** Wait for it all to turn up… it always does in the end ***
Capitolo 15: *** I can fly ***
Capitolo 16: *** Andrò avanti ***
Capitolo 17: *** Great mum, great dad! ***
Capitolo 18: *** Venuto dall'Inferno ***
Capitolo 19: *** Le nostre ultime lacrime ***
Capitolo 20: *** Sulle ali di un angelo ***
Capitolo 21: *** You can't leave me ***
Capitolo 22: *** Nel cuore, nella pietra ***
Capitolo 23: *** Epilogo: H.R.H. ***



Capitolo 1
*** Promesse ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

 

(My Immortal – Evanescence)

 

******

 

Capitolo 1: Promesse

 

 

Allungò lentamente una mano. L’appoggiò delicatamente sul cuscino accanto a lei: niente. La fece scorrere sul lenzuolo, come per accertarsi che non ci fosse veramente.

 

Si girò su un fianco e aprì gli occhi. La stanza era ancora immersa nell’ombra più assoluta.

 

Andando per tentativi cercò la sua bacchetta sul comodino e mormorò “Lumos”, con la voce ancora impastata da un sonno, troppo spesso agitato.

 

I suoi occhi si chiusero di scatto, rifiutando quella luce inattesa.

 

Passarono alcuni secondi e, superando il rifiuto iniziale, i suoi occhi si riaprirono.

 

Guardò l’ora. 1:37

 

E lui non è ancora tornato.

 

Non era una cosa strana. Capitava spesso che lui (e qualche volta, anche se raramente, lei) rientrasse anche molto tardi. E non per dar sfogo a qualche passione notturna, lei lo sapeva bene. Era tutto per lavoro. Il loro lavoro li portava anche a quello (che in effetti era il minimo). Lei, non poteva che accettarlo.

 

Ma spesso aveva paura.

 

Paura di aspettare invano la notte il suo rientro. Paura di non vederlo più. Paura che gli fosse successo qualcosa. E non erano paure insensate o sfoghi della sua mente razionale. Conosceva uomini, conosceva donne. Un tempo felici e sposati. Ora solo soli con una tomba in giardino. Li conosceva. Ed era per questo che aveva paura.

 

In effetti era l’unica cosa che temeva veramente.

 

Non temeva la morte. Non la sua per lo meno. Temeva la morte delle persone accanto a lei. Delle persone che le volevano bene. A cui lei voleva bene. Delle persone che l’amavano. Di lui.

 

Troppe persone erano morte. Troppe forse ne sarebbero morte.

 

Ed era per questo che aveva paura.

 

Sentì un rumore proveniente dal piano di sotto che la fece tornare in sé.

 

Con ancora la bacchetta in mano, cercò di infilarsi la vestaglia. Aprì la porta della camera da letto e iniziò a scendere le scale. Quelle scale che ei stessa aveva stregato per protezione. Era stata lei a proporgli quell’incantesimo. Lui aveva obiettato qualcosa del tipo “Se vogliono entrare, non lo faranno dalle scale”. Lei sapeva perfettamente che aveva ragione… ma alla fine si era impuntata. Aveva fatto tutto di nascosto. Aveva creato l’incantesimo (in effetti molto simile a quello applicato alle scale femminili di Hogwarts) e gliel’aveva presentato. Alla fine aveva ceduto… più per farla contenta che altro.

 

L’incantesimo trasformava le scale in uno scivolo, qualora qualcuno di non autorizzato avesse deciso di salirle.

 

Non davano una sicurezza totale, era ovvio… come aveva detto lui, erano, in effetti, abbastanza inutili, ma permetteva a loro di avere un margine di tempo necessario per organizzarsi… caso mai qualcuno fosse entrato di notte…

 

Non aveva ancora messo il piede sull’ultimo scalino che sentì la sua voce. E tirò un sospiro di sollievo. Un’altra notte era passata. Per un’altra notte era tornato.

 

“Mione?”


”Si…”

 

Arrivò davanti a lui. Si stava togliendo la sciarpa. Le guance arrossate dal freddo, i capelli spettinati dal vento… i suo occhi azzurri che la guardavano. A Hermione apparve semplicemente bellissimo.

 

I ragazzo la fissò e capì che doveva essersi appena svegliata. I capelli sembravano una massa informe, gli occhi solo leggermente aperti.

 

“Com’è andata?”

 

La sua voce gli fece ricordare dove si trovava.

 

“Bene… come al solito”

 

“Uhm… sicuro?” lo guardò meglio, come per soppesare la verità delle sue parole…

 

“Si… non preoccuparti…”

 

“Già… gran belle parole”

 

Abbassò gli occhi… non era così facile non preoccuparsi. Lui doveva capirlo.

 

“Dai Mione sei stanca… torna a letto adesso arrivo…”

 

Il ragazzo le si avvicinò, le prese una ciocca ribelle che era andata a oscurare i suoi occhi e gliela mise dietro un orecchio.

 

Poi si chinò e la baciò sulla fronte, per poi finire delicatamente sulle sue labbra.

 

Hermione si strinse a lui. Ancora una volta era a casa. Ancora una volta era vivo. Ancora una volta erano vivi.

 

A malincuore si staccò. Velocemente gli accarezzò la guancia destra, dove un segno del passato lo aveva marchiato anche per il futuro. Un segno che nessuno avrebbe potuto cancellare. Un segno che sarebbe rimasto sempre e per sempre. Un segno che mai nessuna felicità avrebbe potuto offuscare. Un segno di sei anni prima. Un segno che sembrava essere stato fatto solo pochi giorni prima da quanto il dolore era ancora presente.

 

“Vado a letto… fai presto, sai che non riesco a dormire tranquilla…”

 

“… se non ci sono, lo so” terminò al posto suo.

 

Iniziò a salire le scale. Aveva fatto solo pochi scalini quando si girò di scatto.

 

“Ron?”

 

“Si?”

 

“Prima che me ne dimentichi… ti amo…”il volto della ragazza anche se stanco e assonnato si illuminò in un sorriso che, se possibile, divenne ancora più bello quando la voce del ragazzo le rispose “Anch’io. Anch’io ti amo.”

 

Un’altra notte era passata. Ancora una volta era tornato vivo. Ancora una volta erano vivi.

 

E anche per quella notte, sarebbe riuscita a dormire almeno un po’.

 

******

 

 

Ron scese l’ultimo scalino e si diresse verso a cucina. Hermione era già lì, tutta indaffarata per preparare la colazione. Il suo sguardo si posò sulla tavola, dove dei piatti e bicchieri si stavano posizionando.

 

Ron non riuscì a trattenere uno sbadiglio e solo in quel momento Hermione si accorse della sua presenza.

 

“Buongiorno”

 

“’Giorno”

 

Ron prese una sedia e si sedette, non molto elegantemente.

 

“Ti ricordi vero?”

 

“Cosa?”

 

Hermione sospirò.

 

“Come cosa? Stasera arriva Ginny…”

 

“Ah… si è vero… è domani… l’avevo dimenticato…” Ron fissò il tavolo.

 

E così era passato un altro anno. Ogni volta che ci pensava sembrava così assurdo… e invece era tutto vero. Tutto reale.

 

“Tieni” una mano davanti a lui reggeva una tazza di caffè. L’afferrò e alzò gi occhi giusto in tempo per vedere gli occhi di Hermione pieni di lacrime. La ragazza si girò di scatto, nonostante sapesse che ormai lui l’aveva vista.

 

“Hermione…”

 

Ron appoggiò la tazza e si alzò. Andò dietro di lei e le mise le mani sulle spalle. Hermione appoggiò le sue sopra quelle del ragazzo.

 

“Hermione…” ripeté Ron, ma Hermione lo bloccò.

 

“No Ron… non dire niente… non servirebbe…”

 

Il ragazzo si limitò a sospirare e l’abbracciò. Lentamente la fece voltare e lei affondò il volto nella sua spalla. Non piangeva. Ormai non aveva più lacrime. Non avevano più lacrime. Ma faceva ancora molto male. Un male che non se ne sarebbe andato. Ma che ormai non permetteva più di piangere.

 

Troppe lacrime aveva versato. Troppe lacrime erano uscite dai suoi occhi. E un’antica promessa. Basta. Da quel giorno.

 

Aveva speso le sue ultime lacrime quel giorno. Le loro ultime lacrime. Adesso non ne avevano più. Adesso non restava nient’altro che andare avanti.

 

“Hey…”

 

Hermione alzò gli occhi, fino ad incontrare quelli azzurri del ragazzo.

 

“Ci sono… sta passando”

 

“Bene”

 

Rimasero abbracciati per qualche istante, poi lentamente si staccarono. Ron la accarezzò sulla testa e la baciò di nuovo. Poi prese la sua tazza di caffè, ormai completamente freddo, e buttò giù il liquido dal sapore amaro.

 

“A che ora esci?”

 

Ron bevve l’ultimo sorso. “Mah… adesso… tu?”

 

“Tra un po’… ho ancora tempo.”

 

“Sei alla riunione vero?”

 

“Si”

 

“Allora ci vediamo”

 

Hermione annuì. Ron appoggiò la tazza sul tavolo e uscì dalla porta, per rientrare qualche secondo dopo.

 

“Mione… ti amo”

 

La ragazza gli sorrise dolcemente. “Me l’avevi già detto oggi…”

 

Il ragazzo fece finta di pensarci, alla fine sospirò. “Già, ma che vuoi farci? Sono un romantico… meglio una volta in più, che una in meno…”

 

“Lo so…” il ragazzo fece per uscire “Ah Ron… anch’io ti amo…”

 

“Ovvio… come non potresti?”

 

“Me lo chiedo spesso anch’io…”

 

Il ragazzo sorrise e uscì.

 

Una volta al giorno. Non te lo dimentichi mai…

 

Se l’erano promessi. Non tanti anni prima… solo alcuni. Il giorno… anzi, la sera del loro matrimonio… si erano promessi di non avere rimpianti… e di dirsi ogni giorno che si amavano… e tutto questo li aveva aiutati. Erano stati a galla con la speranza di sentire ogni giorno quelle due parole, pronunciate dalla bocca dell’altro. E ogni giorno se lo ripetevano, senza sosta… senza paura… senza vergogna… perché avevano promesso.

 

Dalla sera del loro matrimonio non dovevano avere più rimpianti. L’avevano promesso a loro… e a Harry…

 

Mai più rimpianti…

 

Quello era l’unico modo per riuscire a vivere almeno una vita ‘decente’… una vita che valesse la pena essere vissuta.

 

Hermione osservò per qualche secondo la porta della cucina. Sentì un rumore provenire dall’altra stanza.

 

È andato. E già mi manca… odio stare da sola… e lo odio ancora di più se è lui la persona che manca…

 

Hermione andò di sopra a prepararsi.

 

Quel giorno ci sarebbe stata una riunione per discutere degli ultimi arresti, e poi una serie di fogli di compilare… ovviamente quando si trattava di inutili scartoffie, Ron le ‘cedeva’ volentieri l’onore.

C’era da dire che quando gli venivano affidati incarichi pericolosi, non stava a sentire nessuno… rimanere a casa. Stronzate. Ci andava anche lei… e, ovviamente, si dimostrava più che all’altezza.

Non si lasciava mettere i piedi in testa, lei. E Ron lo sapeva bene. E poi era lui che la voleva con se nelle missioni. E lei gliene era grata.

 

Essere Auror per una donna delle volte era molto faticoso. Ma era felice. E amava il suo lavoro.

 

E non l’avrebbe mai cambiato. Mai.

 

Entrò nella camera e si infilò i primi vestiti che trovò. Prese la sua bacchetta e si guardò allo specchio.

 

Stasera arriva Ginny. Stasera. E domani… domani andremo a trovare Harry tutti insieme… ne sarà felice… ne sono sicura…

 

Sorrise alla sua immagine. O almeno ci provò. Guardò la sua mano sinistra e il suo anello.

 

Prese un respiro profondo e si diresse alla porta…

 

Forza Hermione Granger… andiamo a fare qualcosa di buono…

 

E quel pensiero in testa, si diresse al lavoro.

 

*****

 

 

Pietà della mia povera mente! Comunque…

Mi farebbe enormemente piacere se decideste di recensire… e mi verrebbe molta più voglia di continuare a scrivere, no? Per favore! ^___-

Ci conto eh! Almeno qualcuno!

Al prossimo capitolo…

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Ricordatevi di Albus Silente ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone
I walk this empty street
On the Boulevard of broken dreams
Where the city sleeps
And I'm the only one and I walk alone

 

(Boulevard Of Broken Dreams - Green Day)

 

******

 

Capitolo 2: Ricordatevi di Albus Silente

 

 

Hermione e Ron erano in cucina.

 

Quando tutt’e due erano a casa amavano stare insieme. Forse per recuperare quel tempo perso durante il giorno, forse semplicemente per sentirsi meno soli. Per sentirsi uniti. Per sentirsi insieme. Anche nelle cose più semplici. Anche in quei momenti (da molti definiti, errando, banali) di vita quotidiana. Di tutti i giorni. Insignificanti agli occhi degli altri, ma importantissimi per loro.

 

Erano lì. Insieme. Per cucinare… una cosa sciocca forse, ma che li faceva sentire bene.

 

Spesso utilizzavano la magia, ma Hermione aveva trasmesso quella sua picola passione a Ron, e così, a volte, si ritrovavano felici tra pentole e fornelli.

 

Hermione ricordava ancora i periodi felici di quand’era piccola. D’estate amava aiutare sua madre ai  fornelli, e col tempo, quella passione le era rimasta.

 

Quando aveva tempo adorava cucinare con Ron. E anche se erano più le cose che rovesciava qualcosa, era talmente dolce che non avrebbe mai rinunciato a quei semplici momenti con lui. La faceva sentire importante. La faceva sentire felice con la sua sola presenza e, ancora più importante, la faceva sentire viva. E ne era sicura, anche lei aiutava un po’ lui. Forse troppo orgoglioso per ammetterlo, ma era così. Lui glielo faceva capire.

 

Ron riusciva sempre a strapparle un sorriso. Riusciva sempre a farla sorridere.

 

E lei adorava quando lui l’abbracciava da dietro e iniziava a sussurrargli parole dolce e incomprensibili all’orecchio.

 

Adorava essere nelle sue braccia. Le sembrava che niente potesse farle del male. Lui non l’avrebbe permesso. L‘avrebbe protetta per sempre, ne era sicura.

 

Hermione osservò il ragazzo accanto a sé: concentrato cercava di misurare la giusta dose di zucchero da inserire nell’impasto per la torta, che avevano deciso di preparare. Lo vide poi versarlo nella ciotola. Sembrava un bambino a cui avevano appena regalato un nuovo giocattolo. Era adorabile.

 

Sentendosi osservato, Ron si voltò e trovò gli occhi nocciola della ragazza immersi nei suoi. Le sorrise. Un sorriso di quelli che, ne era sicura, a lei piacevano tanto. Uno di quei sorrisi che le mettevano il buonumore.

 

“La dose è giusta”

 

“Lo so” Hermione gli si avvicinò. “Sei un ottimo cuoco”

 

“Ron scosse la testa. “Non è vero… è che mi diverto…”

 

“Sembri un bambino…” Hermione gli sorrise e proseguì: “… un adorabile bambino”

 

Ron scoppiò a ridere. Poi immerse un dito nell’impasto e velocemente lo posò sul naso di Hermione, che non riuscì a spostarsi in tempo.

 

La ragazza, che un tempo si sarebbe arrabbiata, sorrise semplicemente.

 

“Che stupido che sei… con te è impossibile cucinare seriamente”

 

Ron la guardò con un sorriso malizioso. “Ma tu non vuoi che io diventi serio”

 

La ragazza rise. “Certo che no! Non era una lamentela, anzi…”

 

Hermione prese un tovagliolo e si tolse a farina dal naso. Guardò l’impasto e poi si rivolse di nuovo al ragazzo. “Dai… dobbiamo fare un’intera cena! Stasera arriva Ginny e dovrà essere estasiata!”

E sorridendo ripresero a cucinare. E si sentirono bene. Si sentirono felici.

 

Si sentirono vivi.

 

******

 

“Fratellone!”

 

Ron sobbalzò e si girò di scatto. Alle sue spalle si era appena materializzata sua sorella minore Ginny.

 

“Ginny!” Ron si avvicinò alla sorella e l’abbracciò. “Come va? Al Ministero?”

 

Ginny si scostò un po’ dal fratello. “Bene… per quanto possano andare bene le cose laggiù… ma sai anche tu che la mia è un’ottima posizione… e posso sapere un mucchio di cose piuttosto interessanti…”

 

“Che poi riferisci a noi… si… in effetti riconosco l’utilità del tuo lavoro…”

 

“Ginny fece un sorriso sarcastico e si staccò del tutto da Ron.

 

Il ragazzo pensò che doveva essere appena tornata dal ministero. Aveva una veste blu, che faceva risaltare ancora di più i suoi capelli rossi, perfettamente pettinati e in ordine. In effetti, così, sembrava avere molti più anni di quanti ne avesse in realtà.

 

“Ginny!”

 

La ragazza si sporse leggermente da sopra la spalla del fratello: Hermione era appena entrata nella stanza.

 

Ginny non ci pensò due volte e corse ad abbracciare l’amica.

 

“Herm! Sono così felice di rivederti! Mi sei mancata!”

 

“Anche tu. Anche tu mi sei mancata tanto, Ginny.”

 

Ginny la osservò. Il volto sorridente dell’amica era davanti al suo.

 

Come la ammirava. Hermione aveva avuto il coraggio (o per meglio dire le palle) di diventare un Auror. Anche lei ci sperava… ma aveva ben presto capire che non faceva per lei quella carriera. In effetti aveva sempre pensato che nemmeno Hermione avrebbe potuto farcela, e invece era una dei migliori.

 

Il dolore tempra anche i cuori più deboli.

 

Ginny se lo ripeteva sempre. E si addiceva perfettamente ad Hermione. Il suo cuore era cambiato per le circostanza. La sua vita era cambiata per le circostanze. In effetti, tutte le loro vite erano cambiate. Tutti i loro cuori avevano pianto. E tutti, in un modo o nell’altro era riusciti ad andare avanti.

 

Hermione aveva trovato Ron. Ron aveva trovato Hermione. Ed avevano continuato a vivere.

 

E lei… lei era andata avanti. Tra lacrime spese nelle lenzuola e falsi sorrisi di circostanza. Poi, col tempo le lacrime erano diminuite e la vita era ripresa.

 

Non come prima. Non come avrebbe voluto. Ma era andata avanti… come tutti…

 

Le due ragazze si divisero dall’abbraccio e Ron, mettendo una mano sopra la spala di Ginny sorrise.

 

“Beh… passati i preliminari, non possiamo occuparci delle cose essenziali?”


Hermione e Ginny si guardarono interrogativamente, poi quest’ultima disse:

“Sarebbe?”

 

“Ma che domanda ovvia! Mangiare!”

 

Hermione alzò gli occhi al cielo. “E a che cosa puoi pensare tu, se non a mangiare?”

 

I tre scoppiarono a ridere e si diressero verso la cucina, ancora col sorriso sulle labbra.

 

E in apparenza poteva sembrare tutto così ‘normale’. Tutto apparentemente felice. Ma tutto era, in fondo, solo una facciata.

 

Qualcosa che da tempo non era più semplice, non era più normale… ma che era semplicemente diventato una maschera, con cui, forse, tentavano di fuggire dal passato.

 

Iniziarono a mangiare, parlando del più e del meno. Di tutte quelle piccole e inutili cose che facevano andare avanti, quando tutte le cose serie facevano troppo male per parlarne. E per riuscire ad accettarle.

 

E allora pensavano di poter sconfiggere il dolore in quel modo, che forse lo allontanava momentaneamente, ma non aveva la forza di eliminarlo del tutto.

 

Il dolore tornava, inesorabilmente.

 

“Uhm… a che ora… cioè domani… a che ora?”

 

Hermione sollevò gli occhi dal piatto e guardò Ginny. “Alle 10”

 

“Ah… ok…”

 

Ginny tornò a concentrarsi sul suo piatto e nella stanza calò un silenzio quasi innaturale.

 

Poi, come se nulla fosse successo riprese a parlare.

 

“Così domani… andiamo… si, andiamo da Harry” Ginny ebbe la netta sensazione che il suo stomaco precipitasse nel momento in cui pronunciò il nome del ragazzo.

 

Questa volta fu Ron a risponderle. “Si…”

 

“Sembra ieri che è successo tutto… e invece…”

 

“… e invece sono passati sei anni… lo sappiamo Ginny, non c’è bisogno che ce lo dici ogni volta…”

 

Ginny lo guardò mortificata. “Beh scusami…”

 

Ron guardò la sorella con uno sguardo duro. “Non importa…”

 

Nonostante le parole del fratello, Ginny ebbe la netta sensazione che pensasse esattamente l’opposto.

 

“Da quanto… non andate a trovarlo?”

 

“Cazzo Ginny la vuoi finire? Da come parli sembra quasi…” Ron si interruppe bruscamente… non avendo la forza di continuare a parlare.

 

“Si lo so… è che… lasciamo perdere, è meglio…”

 

Grazie tante Ron… grazie tante…

 

“Ecco lasciamo perdere… non si può parlare d’altro per favore?”

 

Hermione si alzò di scatto e andò a prendere la torta che lei e Ron avevano preparato solo poche ore prima.

 

“Volete una fetta?”

 

“Io si, grazie…” Le rispose Ron, felice di cambiare argomento.

 

“Anch’io” Proseguì Ginny.

 

“Bene! Devi sapere, Ginny, che questa torta l’ha fatta anche tuo fratello… quindi non ti assicuro niente…”

 

“Intendi dire che potrebbe aver messo dentro qualcosa per avvelenarmi?”

 

Ron si sforzò di ridere. “Cavolo Ginny! Mi hai scoperto!”

 

Ginny sorrise a Ron e prese la fetta di torta dalle mani di Hermione.

 

Sembrava che la questione riguardante Harry si fosse conclusa abbastanza bene… ma lei sapeva bene che non era così. Potevano fingere tutti… ma si capiva dai loro occhi… dalle loro parole. Tutto faceva capire che il dolore non se n’era andato.

 

Ginny si ritrovò a pensare a quando erano felici. Quando erano tutti felici. L’ultima volta che si era sentita veramente bene era stato al suo quinto anno di Hogwarts. All’inizio del quinto anno. Quando si era messa con Harry. Le era sembrato tutto così bello. Tutto così irreale.

 

Era successo tutto per caso. Si erano avvicinati. Sostanzialmente lui aveva avuto bisogno di qualcuno vicino, e lei c’era stata.

 

Dopo la morte di Sirius; Harry era come sprofondato in una depressione che lo avrebbe trascinato nell’abisso più profondo, se non ci fosse stata lei che, prontamente, gli aveva teso una mano. E poi da lì… da quei momenti passati insieme era nato tutto.

 

Prima le infinite chiacherate. Poi le uscite insieme. Il loro primo bacio. Tutto era successo in un modo così naturale che anche lei si era sorpresa. Sembravano veramente fatti l’uno per l’altra.

E mentre Ron e Hermione non riuscivano ad andare d’accordo, Harry si era risollevato… e questo grazie a lei. Era riuscita a stargli vicino. E lui si era innamorato di lei.

 

Era tutto così bello. Ginny si ricordava ancora i suoi sogni. Finire la scuola, andare a vivere con Harry, sposarsi e, perché no, avere un figlio con lui… e le sembrava tutto così possibile.

 

Ma il destino non sempre agiva secondo progetti. Ginny lo sapeva bene.

 

Sapeva bene che dalla metà di quell’anno tutto era, inesorabilmente, cambiato. E anche se la sua storia con Harry era durata fino al sesto anno, niente era più come prima.

 

Ricordava ancora le urla. Ricordava le lacrime di Harry. Di Ron. Di Hermione. Le sue stesse lacrime.

 

Ricordava tutte le lacrime degli studenti di Hogwrts. Ricordava anche le lacrime di molti professori.

 

Ricordava la voce rotta dal pianto della professoressa McGranitt, durante il discorso tenuto per gli studenti.

 

Ricordava il volto di quella professoressa così rigida, piegato dalle lacrime. E ricordava quelle parole che erano entrate nella mente di tutti gli studenti… che fossero del primo, secondo, terzo, quarto, quinto (come lei), sesto e settimo anno.

 

Le ricordava bene quelle parole. E ricordava la sua vista che se ne andava, coperta da troppe lacrime.

 

Si ricordava bene la McGranitt quando, in piedi davanti a tutti gli studenti, aveva pronunciato:

“So che nessuno potrà mai dimenticarlo.

E vi faccio proprio questo augurio: non dimenticate! Ricordate cos’è successo! Voi… solo voi potete cambiare questo. Voi siete il futuro.

Ricordatevi di questa scuola. Ricordatevi dei vostri amici. E ricordatevi di colui che ha dato la sua vita per proteggere tutto questo e tutti voi.

Ricordatevi di Albus Silente”

 

E lei se lo ricordava… eccome se se lo ricordava…

 

******

 

 

Ed ecco che anche il secondo capitolo è terminato. Grazie ai ricordi di Ginny si è capito un po’ di più del passato dei nostri, ma solo nel terzo capitolo si avrà il quadro completo della situazione…

 

Adesso vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo! Grazie!!!!!!! Mi avete fatto molto piacere!

Prima di ringraziarvi tutti, vorrei dire un GRAZIE speciale a Sabry che sopporta i miei schizzi letterari da tanto tempo… (mi raccomando aspetto il terzo capitolo!)…

Detto questo:

 

Sanae Nakazawa: grazie per i complimenti! Beh… quando ho scritto “Drammatico e Triste” nel genere della fic, non l’ho messo a caso… Spero che il pezzetto in cui preparano la torta ti sia piaciuto…è uscito quasi per caso…

Kamomilla: spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Grazie mille per i complimenti! ^___-

Blacky: sono contentissima che ti incuriosisca! Spero che tu possa apprezzare anche questo capitolo!

Pepy: grazie mille! ^_^ me felice!!! Grazie x il “promette bene”… spero che ti piaccia anche questo…

Patty: grazie mille per la tua recensione… sul serio! Sono contenta di essere riuscita a trasmettere quello che prova Hermione… anche qui ho messo alcuni momenti di semplice vita quotidiana (come il preparare una torta) perché mi piace dare l’idea della quotidianità… e in questo capitolo un po’ si spiega che cos’è successo al sesto anno dei nostri eroi (il quinti per Ginny)… nel prossimo capitolo ci sarà la spiegazione completa di ciò che è successo in seguito (ovvero al settimo anno). Il fatto che sia successo qualcosa a Harry è voluto… anche perché la morte di Silente, porta con se una serie di avvenimenti… non anticipo più niente tranne che si, Malfoy farà la sua comparsa… ma ci vuole ancora un po’ di tempo…

 

Un beso e grazie!!!

 

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Capitolo 3
*** Remember that day ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Hold me in your arms, tonight.

I can be your hero, baby.
I can kiss away the pain.
I would stand by you forever.
You can take my breath away.

Would you swear
that you'll always be mine?

 

(Hero - Enrique Iglesias)

******

 

Capitolo 3: Remember that day

 

Ginny aprì gli occhi lentamente. Una debole luce già entrava dalla finestra. Faticosamente si portò a sedere sul letto e aprì gli occhi del tutto.

 

Oggi è il giorno…oggi si va da Harry…

 

Quando scese in cucina suo fratello e Hermione erano già lì. E anche loro duo non sembravano aver passato una bella notte.

 

Hermione aveva delle profonde occhiaie, mentre Ron stringeva in modo innaturale la sua tazza di caffè.

 

“Giorno”

 

Ron si voltò a guardare la sorella, come se la sua presenza non fosse particolarmente gradita. “Giorno Ginny… ti sei svegliata presto… come mai? Andremo via tra un’ora e mezza… potevi dormire ancora un po’…” La sua voce sembrò sottolineare le ultime parole.

 

Ginny scosse la testa e si versò una tazza di caffè bollente. “Non avevo più sonno… e poi voi? Siete già in piedi, no?”

 

“Per noi è normale… ci alziamo sempre presto… per il lavoro…” rispose Hermione.

 

Ginny annuì. Aveva fatto quella domanda, ma in realtà sapeva già la risposta… semplicemente cercava di non rimanere in silenzio. Era sempre piuttosto imbarazzante.

 

Una volta finito il suo caffè, appoggiò la tazza sul tavolo. “Beh… io vado a farmi un bagno… ci vediamo dopo, ok?”. Detto questo uscì dalla porta.

 

Hermione guardò il ragazzo seduto di fronte a lei. “Perché devi sempre trattarla così?” gli chiese.

 

Ron si voltò. “Così come?”

 

“Così… come se fosse colpa sua… quando dobbiamo andare da Harry sei sempre duro con lei… perché? Non si merita di essere trattata male Ron… non se lo merita affatto…”

 

“Lo so benissimo” Ron sospirò. “… è solo che ripenso a tutto quello che è successo… e non riesco a trattenermi… non ci riesco… e allora mi sfogo su di lei… so che non è giusto, ma è più forte di me…”

 

“Ron così la fai solo soffrire. È frustante, sai? Il giorno prima ridi e scherzi… mentre il girono dopo i tuoi occhi si trasformano e non fai altro che guardarla male…”

 

“Sai benissimo che non vorrei…”

 

“E allora cerca di controllarti Ron! La fai sempre sentire indesiderata… tu vuoi bene a Ginny vero?”

 

“Certo! Cristo santo è ovvio che le voglio bene! Rischierei la vita per lei… e non vorrei mai vederla soffrire…” Ron appoggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani.

 

“Appunto… e sai cosa stai facendo? L’esatto opposto. È ora di finirla Ron… va da lei e parlale… e concludi questa storia… farai del bene a lei… e farai del bene a te…”

 

Ron si alzò e si avvicinò a Hermione. “Come farei senza di te?”

 

“Non potresti vivere…”

 

Ron annuì. “Già… non potrei vivere… ti amo”

 

“Anch’io…”

 

Ron la attirò a sé e appoggiò le sue labbra contro quelle della ragazza. All’inizio fu un bacio dolce… come per suggellare quell’antica promessa… poi si fece sempre più profondo, e si staccarono malvolentieri solo quando entrambi si ritrovarono senza fiato.

 

“Wow…” Ron sorrise maliziosamente. “Perché baciarti deve essere sempre così bello?”

 

“Non ne ho la più pallida idea… ma è esattamente quello che mi stavo chiedendo io…”

 

Ron avvicinò la sua bocca all’orecchio di Hermione e le sussurrò: “Voglio fare l’amore con te…”

 

“Anch’io…”

 

Ron si distanziò un po’, giusto il necessario per guardarla negli occhi. “Abbiamo tempo… adesso…”

 

“No… adesso non abbiamo tempo… devi parlare con Ginny… e poi dobbiamo andare… stasera, se farai il bravo…”

 

“Vedrai… sarai orgogliosa di me…”

 

Hermione sorrise. “Lo spero… sai questa notte non ho voglia di dormire…”

 

Ron rise e la lasciò dall’abbraccio. “Neanch’io” e uscendo dalla porta disse: “Vado a portare a termine il mio primo incarico: parlare con Ginny!”

 

******

 

I miss you

I miss you so bad

I don’t forget you

Oh it’s so sad

I hope you can hear me

I remember it clearly

The day you slipped away

Was the day I found

It won’t be the same

 

(Slipped away – Avril Lavigne)

 

******

 

Ron bussò alla porta, ma nessuno rispose. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì. Sua sorella probabilmente stava ancora facendo il bagno, perché la stanza era deserta.

 

Si sedette sul letto e diede una rapida occhiata alla fotografie poste sul comodino.

 

Deve star qui un giorno e si porta dietro la casa…

 

Prese in mano una cornice. La foto ritraeva la loro famiglia al completo… più Hermione. Si ricordava quando era stata scattata quella foto. Era stato dopo la distruzione di Hogwarts… dopo che tutto era andato distrutto… dopo che tutto era andato perso. Hermione si era trasferita a casa loro… e risaliva proprio a quel periodo il loro primo bacio… era stato il periodo in cui si erano messi insieme… era stato il periodo in cui avevano deciso di diventare auror.

 

Rimise a posto la fotografia e prese l’altra. C’era lui, Hermione, Ginny e Harry. Era stata scattata all’inizio del settimo anno. Harry e Ginny si tenevano per mano. Stavano bene insieme.

 

Gli venne in mente un episodio del sesto anno… quando scoprì che sua sorella e il suo migliore amico stavano insieme. Gli venne in mente il discorso fatto a Harry e senza nemmeno accorgersi, iniziò a sorridere…

 

“Fino a che punto ti sei spinto con lei?”

 

Harry sgranò gli occhi. “In che senso, scusa?”

 

“Hai capito benissimo” ribadì Ron.

 

“Ehm… no… credo di no…”

 

“Ci sei già andato a letto?”

 

Harry arrossì furiosamente. “Certo che no! Ma che ti viene in mente…”

 

Ron lo squadrò dalla testa ai piedi, come se lo vedesse per la prima volta. “Sicuro?”

 

“Si! Che cazzo di domande fai!”

 

“Non si sa mai con te… meglio essere sicuri… guarda che Ginny è ancora piccola…”

 

“Piccola… ha solo un anno in meno…” rispose Harry.

 

“Beh, questo non ti dà il permesso di fare ciò che vuoi con lei!”

 

“Si, si…”

 

Ron si voltò. Poi a bassa voce aggiunse: “Comunque… sono contento che stia con te… sempre meglio che con gente tipo Dean o Seamus…”

 

Harry sorrise. “Beh grazie per la fiducia!”

 

“Prego… comunque ricordati: giù le mani da mia sorella!”

 

Sorrise di nuovo al pensiero di quanto era possessivo con Ginny. Si preoccupava sempre e troppo. Ma solo perché le voleva bene, e non voleva vederla soffrire…

 

La porta si aprì all’improvviso ed entrò Ginny.

 

“Ron!” esclamò. “Che ci fai qui?” aggiunse poi, dopo aver constatato che gli occhi del fratello erano stranamente vivaci.

 

“Devo chiederti scusa” rispose semplicemente il ragazzo.

 

“Uhm… perché?”

 

“Perché sono uno stronzo e ti ho trattato male… e non lo meriti affatto… non so neanch’io perché a volte faccio così… scusa…”

 

Ginny lo guardò negli occhi e gli sorrise. Se c’era una cosa che proprio non riusciva a fare era rimanere arrabbiata con Ron. Le era sempre stato vicino in ogni situazione… soprattutto dopo che tutto sembrava perduto. Lui c’era stato e l’aveva aiutata. E lei… lei aveva aiutato lui. E anche se non gliel’aveva mai detto… era il suo fratello preferito.

 

Non sapeva bene perché, ma era così… forse perché era il più vicino con l’età, ma Ginny era sicura che ci fosse dell’altro, solo che non riusciva  a capire cosa fosse.

 

Ron si alzò dal letto e si avvicinò alla sorella abbracciandola. “Perdonato?”

 

“A pieni voti”

 

“Bene… sai… stavo guardando le tue foto… e stavo pensando al discorsetto che avevo fatto ad Harry su di te…”

 

“Me lo ricordo! Poverino, dopo aver parlato con te, era venuto a cercarmi per dirmi che mio fratello era completamente impazzito…”

 

“Ah e così lo stronzo era subito corso da te…”

 

“Ovvio” Ginny gli fece l’occhiolino, poi tornò seria. “Dai… adesso mi preparo e scendo ok?”

 

“Ok… ti aspetto giù. Ti voglio bene Ginny” e le scoccò un bacio sulla fronte.

 

“Anch’io ti voglio bene fratellone…”

 

******

 

Camminavano in un religioso silenzio, quasi a voler rispettare il dolore per tutte quelle persone.

 

Nessuno osava pronunciare anche solo una battuta scherzosa per alleviare la tensione. Nessuno sapeva trovare le parole adatte.

 

Ogni anno si ripeteva sempre la stessa situazione. Ogni anno andavano a trovare Harry… o quello che rimaneva di lui.

 

Hermione aveva in mano un mazzo di fiori, comprati pochi minuti prima.

 

Ron  camminava fissandosi le scarpe. Come se da un momento all’altro avessero potuto mutare forma.

 

Ginny stringeva nervosamente la sua giacca. Probabilmente, se fosse stata di un tessuto meno resistente, non avrebbe resistito ad un tale stress.

 

Tutti evitavano accuratamente di parlare. Non sapevano cosa dire. In effetti, non sapevano bene nemmeno cosa fare.

 

Ron si fermò all’improvviso e, dietro di lui, anche Ginny e Hermione.

 

La ragazza dai capelli rossi prese i fiori dalle mani dell’amica, fece un passo avanti e li appoggiò dentro al vaso.

 

Ron guardò davanti a sé… ogni volta che tornava in quel posto sentiva sempre le stesse cose. Un nodo allo stomaco e la gola secca… e nella mente tutte quelle immagini… quelle urla… quel sangue…

 

I suoi occhi azzurri lessero per la centesima volta quella semplice scritta che proprio lui ed Hermione avevano voluto. Rimarrai sempre con noi…

 

Tutte stronzate. La verità era che se n’era andato… per sempre… e quella frase non l’avrebbe di certo riportato indietro.

 

Distolse lo sguardo, non riuscendo più a reggere quella pressione. Si voltò verso Hermione. “Io vado fuori… quando avete finito venite…”

 

Hermione annuì e lui prese a camminare… voleva andarsene via da quel posto. Lontano. Dove i suoi occhi non avrebbero potuto leggere quella semplice scritta che faceva così male.

 

Via da quel luogo… dove sei anni prima aveva seppellito il suo migliore amico… Harry Potter.

 

Davanti ai suoi occhi iniziarono a scorrere quelle immagini. Le immagini di quel giorno…Quella luce bianca che li aveva travolti, impedendo ai loro occhi di vedere.

 

E poi si era sentito come morire. Aveva sentito qualcosa schiacciarlo a terra. Aveva sentito delle urla nelle sue orecchie… aveva sentito in bocca il sapore del sangue. Aveva cercato di alzarsi, ma non ce l’aveva fatta. Le gambe gli facevano male. Gli occhi si rifiutavano di vedere. Era tutto… bianco…

 

Aveva pensato di morire. Anche se non si sarebbe mai immaginato che la morte fosse bianca…

 

E poi ricordava solo che aveva sentito la voce di Hermione gridare e spezzarsi all’improvviso…

 

Ricordava di aver gridato. Di aver provato a chiamare la sua amica. Di non esserci riuscito…

 

E poi tutto era tornato bianco… e lui si era svegliato in un letto d’ospedale, con una cicatrice verticale su una guancia, e con la notizia che il suo migliore amico era morto…

 

Era morto… e non sarebbe più tornato. Mai più.

 

E tutto quello che sentì nel cuore, fu di sentirsi solo. Solo. Come mai lo era stato in vita sua.

 

******

 

Ok… non uccidetemi vi prego!! Ma recensite!!! ^__-

 

Per il resto… una piccola spiegazione ok?? Allora… Harry quindi è morto… e prima che me lo chiediate, no, non ritornerà. Le circostanze in cui è morto si spiegheranno in seguito…

L’idea di far morire Harry non è nata per caso. La Rowling ha affermato che Harry arriverà al settimo anno, ma non si sa se diventerà adulto… da questa frase è nata questa storia… ovvero, come potrebbero andare le cose se Harry morisse. Però per far morire l’eroe, ho dovuto far morire prima (in questa storia un anno prima) anche Silente… secondo me infatti con Silente in vita, Voldemort non potrebbe uccidere Harry…

 

Poi… se avete altre domande…cercherò di rispondervi…

 

Grazie a tutti quei che mi hanno recensito!!

Kamomilla: ecco qui il terzo capitolo… che ne pensi? La mia vena drammatica è sempre presente…

Pepy: non linciarmi! In effetti si… Harry è morto… potrò essere perdonata? Grazie x i complimenti sul “mio” (magari…) Ron! L’ho apprezzato molto!

Patty: ma graaaaaaaaaazie!!! Le tue recensioni sono sempre belle da leggere… e poi fanno bene al mio cuoricino… thank you so much!!!!!

Lara-Chan: grazie per  i complimenti… fanno sempre piacere!!

Abbi fede: e con questo capitolo si scopre dov’è finito il nostro Harry… poveretto… in effetti ha fatto una brutta fine… ma per una giusta causa! Lo scoprirete poi… ^__-

 

Alla prossima!

 

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Capitolo 4
*** Auror a rapporto ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Remember the times
together we swore, never give up this life
still hanging on, still going strong
here I belong

 

(First day of my life – The Rasmus)

******

 

Capitolo 4: Auror a rapporto

 

Appoggiò pesantemente la testa sullo schienale della poltrona. Si sentiva stanco. No, non stanco… annullato. E non riusciva ad uscirne.

 

Era sempre così. Ogni volta che andavano da Harry, lui sprofondava in uno stato di nulla assoluto. Non sapeva dire cosa gli facesse male… era più che altro un insieme di cose. E quell’insieme di cose facevano molto, ma molto male.

 

“Ron”

 

La voce calda di Hermione gli giunse dalla porta del salotto. Ma lui non rispose. Non si mosse nemmeno. Non ne aveva la forza.

 

“Ron” ripetè più decisa la ragazza. Ma ancora il ragazzo non diede segni di aver sentito.

 

Sospirando entrò nella stanza e si sedette sulla poltrona acanto a quella di Ron, e riprese a parlare, non curandosi dell’indifferenza dimostrata da suo marito.

 

“Ron per favore potresti farmi la gentilezza di ascoltarmi?” Niente. “Bene… vorrà dire che parlerò ugualmente e tu sarai costretto a sentirmi comunque, visto che non sei diventato sordo…” Hermione respirò profondamente. “So come ti senti… e lo capisco… ma non puoi fare così ogni volta! Ron devi reagire… pensi di risolvere qualcosa restando su quella dannata poltrona? Non risolverai niente… e lo sai benissimo anche tu, questo. Quindi per favore alzati e fai qualcosa… qualsiasi cosa. Urla, grida, piangi, spacca tutto quello che vedi, ma fa qualcosa! Non ce la faccio più a vederti così…”

 

Ron sentì il cuore fermarsi. Hermione stava per piangere. Aveva gli occhi chiusi e non poteva vederla, ma ne era sicuro. Avrebbe riconosciuto tra mille la sua voce leggermente incrinata, e quei piccoli sospiri… erano sintomi troppo familiari per non riconoscerli. In passato l’aveva fatta piangere molte volte… e si era sempre odiato per questo. Perché Hermione non meritava di piangere… mai.

 

La forza di volontà di Hermione non le avrebbe permesso di cedere tanto facilmente. Quell’antica promessa ritornava sempre nelle loro menti. Ma a volte era troppo difficile da rispettare.

 

Ron tirò su la testa e la guardò. Hermione, la sua Hermione era lì, seduta accanto a lui, con la testa tra le mani. Non le vedeva il viso, i suoi ricci le ricadevano davanti coprendogli la vista, ma era sicuro che i suoi occhi fossero pieni di lacrime… e non riusciva a sopportare il fatto che era per causa sua.

 

Non ancora… avevo promesso di non farti più piangere Herm…

 

Come a dimostrazione dei suoi pensieri, la ragazza riprese a parlare con voce flebile.

 

“… non pensare di essere l’unico a soffrire Ron… perché non è così…”

 

Era troppo. Ron si alzò di scatto e l’abbracciò. Doveva porre subito fine alle sue lacrime. Hermione doveva sorridere… non piangere. E non per causa sua.

 

La ragazza si lasciò abbracciare senza opporre alcuna resistenza. Ron iniziò ad accarezzarle la testa, affondando la sua mano nei soffici ricci di lei.

 

Hermione si staccò e Ron potè finalmente vederle il viso. Gli occhi arrossati e lucidi di lei si incontrarono con quelli blu e tristi di lui.

 

“Scusami” mormorò Ron. “In questi giorni faccio solo stronzate… prima con Ginny, adesso te…”

 

“Ron… mi basterebbe che non ti chiudessi in te stesso… io sono qui… io ci sono e voglio aiutarti, ma non posso farlo se non mi parli!”

 

“No, amore… la verità è che sono solo un idiota egoista… tu ci sei sempre stata in questi anni… mentre io non facevo altro che pensare a me…”

 

“Non è vero Ron… senza di te non sarei qui… e lo sai benissimo… ci siamo aiutati a vicenda… questo si…”

 

Ron le prese una mano nella propria. “Non voglio farti soffrire… non voglio farti piangere… non te lo meriti… tu meriti solo di essere felice…”

 

“Ron io sono felice… sono felice perché ci sei tu…”

 

Il ragazzo le sorrise. Quanto l’amava. Dio solo sapeva quanto…

 

“Perdonami per stanotte… ti avevo promesso scintille e invece non ti ho neanche sfiorato…”

 

Hermione scossa la testa, felice per essere riuscita a ridare un po’ di buonumore a Ron…

 

“Non importa… avremo altre sere… adesso che Ginny è tornata a casa…”

 

“Già… quindi preparati perché sarai talmente stanca che dovrai stare a casa dal lavoro per malattia…”

 

“Idiota!”

 

Ron la tirò verso di sé e la baciò.

 

Non era tutto a posto. Non bastava un bacio, una chiacchierata o una notte di sesso per cancellare le ferite. Niente avrebbe potuto cancellarle. Ma si ricordava il Ron degli anni precedenti. Il Ron distrutto psicologicamente dopo la morte di Harry… e allora poteva dire di essere cambiato, almeno un po’, grazie alla donna che aveva accanto…

 

Era riuscito ad andare avanti… ed era solo grazie ad Hermione.

 

******

 

Diede una rapida occhiata agi altri presenti. Karol Foley picchiettava nervosamente il tavolo con le dita della mano. E sembrava non ascoltare troppo le parole che le rivolgeva l’uomo accanto a lei, Lucas Smith.

 

Karol Foley era una donna di circa quarant’anni. Una gran bella donna, se si considerava l’età. Ma era soprattutto un ottimo auror. Uno di quelli che se l‘avevi davanti, la cosa più saggia risultava costituirti.

 

Lucas Smith era invece il classico uomo divorziato a caccia di un’altra probabile preda. Aveva qualche anno in più della Foley, ma non sembrava dimostrarli. I lunghi allenamenti a cui tutti erano sottoposti, avevano ottenuto su di lui, l’effetto di conferirgli almeno un cinque (se non di più) anni in meno. C’era da riconoscere che era un ottimo auror… uno con un curriculum di tutto rispetto… ma era alquanto presuntuoso e pieno di sé, e questo faceva offuscare i suoi, eventuali, pregi.

 

Dalla parte opposta del tavolo i due fratelli Birke stavano parlottando tra di loro. Karl e Sophie erano tedeschi. E parlavano con uno strano accento che a Hermione ricordava molto quello di Viktor Krum, il suo vecchio amico di piuma. Ormai si poteva considerare ex amico… visto che la loro ultima lettera risaliva ad anni prima, per la gioia di Ron.

 

I due fratelli erano in gamba. Avevano qualche anno in più di lei e Ron, ed erano molto simpatici. Avevano frequentato una scuola in Germania, per poi trasferirsi lì da loro, un anno dopo la distruzione di Hogwarts.

 

Stava facendo scorrere gli occhi sugli altri presenti, quando la porta si aprì all’improvviso.

 

“Buongiorno signori”

 

Un uomo sulla quarantina, leggermente brizzolato, con due occhi azzurri era appena entrato nella stanza: Jack Konrahd.

 

“Buongiorno” risposero tutti gli auror presenti.

 

Ron si sporse leggermente, fino ad arrivare a pochi millimetri dall’orecchio di Hermione.

 

“Si è svegliato bene eh, stamattina…” mormorò sarcastico.

 

Hermione gli diede una veloce pacca sul ginocchio e annuì.

 

In effetti Konrahd aveva una pessima cera. E questo significava solo una cosa: cattive notizie.

 

L’uomo iniziò a parlare senza troppe cerimonie.

 

“Sentite, siamo grandi e vaccinati ed è inutile girarci intorno. Abbiamo scoperto che ci sarà un raduno, diciamolo così, di quei bastardi da qualche parte… il problema è che non sappiamo dove né quando…”

 

Smith alzò la mano.

 

Konrahd gli fece un cenno con la testa per invitarlo a parlare.

 

“Se nessuno sa niente, come potete essere sicuri che ci sia effettivamente quest’attacco?” Smith sorrise sarcastico. Lui odiava Konrahd. Riteneva che doveva esserci lui a dirigere le operazioni… e non gli aveva mai perdonato quando, neanche un mese prima, Konrahd li aveva assicurati che ci sarebbe stata una riunione di ex Mangiamorte… che poi si era rivelato un gran buco nell’acqua.

 

Lo sguardo dell’uomo si fece duro. “Quando il consiglio riterrà opportuno che sia tu a seguire le operazioni, allora ti permetterò di usare quel tono con me… nel frattempo, modera il linguaggio o ti sbatto fuori dalla mia squadra.” Tornò a concentrarsi sugli altri. “Stavo dicendo… non possiamo essere effettivamente sicuri che ci sia… ma non possiamo correre rischi… sapete tutti cosa vogliono quelli… sono passati anni dalla morte di Lord Voldemort, eppure non hanno ancora mollato… il fatto che non ci sia più chi li comanda, li rende solo più imprevedibili…” Fece una piccola pausa, poi proseguì. “… per questo dovete scoprire quando e dove sarà quest’incontro… Granger, Weasley, voi due vi occuperete come al solito di scoprire di più su questo presunto attacco…”

 

I due non sentirono le istruzioni impartite agli altri… con a mente stavano già fantasticando al fatto che presto avrebbero dovuto richiamare Ginny…

 

******

No sleep
No sleep until I'm done with finding the answer
Won't stop
Won't stop before I find
The cure for this cancer

 

(In the shadows – The Rasmus)

 

******

 

“Che ne pensi?”

 

La riunione era terminata da poco e tutti gli auror erano usciti dalla sala. Solo Hermione e Sophie Birke erano ancora dentro a parlare con Konrahd…

 

Karl si sfregò il mento. “Che ne penso? Penso che è una bella merda…”

 

Ron annuì. “Come al solito… non ci dicono mai niente e dobbiamo sempre cavarcela da soli… grazie al cazzo… tu e tua sorella cosa dovete fare?”

 

“Oh guarda… un lavoretto semplice…” disse in tono sarcastico. “Dopo che voi scoprite dove e quando, noi dobbiamo scoprire chi…”

 

“Proprio un lavoretto semplice, non c’è che dire…”

 

Ron si voltò verso il corridoio. Hermione e Sophie stavano arrivando a passo svelto.

 

“Karl indovina! Konrahd mi ha dato la solita lista… ovvero:” srotolò la pergamena e si schiarì la voce. “Ex Mangiamorte non ancora catturati… grazie tante…”

 

Hermione annuì. Poi guardò Ron negli occhi, in un modo molto esplicativo. “Ron… io e te dobbiamo fare qualcosa…”

 

“Oh sì certo… beh ci vediamo ok?”

I due fratelli sorrisero e li salutarono con la mano, per poi tornare a concentrarsi sulla pergamena che reggeva Sophie.

 

Sì, decisamente Hermione e Ron avevano qualcosa da fare…

 

******

 

“Ginny! Ginny ci sei???”

 

Hermione e Ron si erano appena materializzati a casa di Ginny, nella speranza che la ragazza fosse in casa…

 

Ti prego fa che ci sia…

 

Continuarono a chiamarla per alcuni minuti, fino a quando si decisero ad accettare la realtà. Ginny non era in casa e, vista l’ora, era sicuramente ancora al Ministero.

 

Ron si voltò verso Hermione. “Che facciamo?”

 

La ragazza prese tra le dita un ricciolo e iniziò ad arrotolarlo. Si vedeva che era concentrata a pensare ad una situazione.

 

“Non possiamo andare al Ministero… ci farebbero delle domande sul perché siamo lì…”

 

“E allora come facciamo? Ci serve, Mione… ci serve assolutamente…”

 

“Lo so…” la ragazza sbuffò. Lo sapeva anche lei che Ginny era indispensabile in quel momento… ma che poteva farci?

 

“… ancora non riesco a capire come faccia a sapere tutte quelle cose… si, insomma… dovremmo essere più informati noi, di lei… e invece molte volte è il contrario…”

 

“Anch’io penso che sia strano… ma lei dice sempre che non può dirci di più… e io mi fido…”

 

“Non è una questione di fidarsi… anch’io mi fido… ma se, come dice lei, all’interno del Ministero c’è troppa gente corrotta… mi spieghi perché spesso lei sa le cose in anticipo? È come se qualcuno di quelli corrotti, come li chiama lei, le desse informazioni…”

 

“Non lo so Ron… e sinceramente in questo momento non mi interessa… vorrei solo trovare una soluzione…”

 

“… se le lasciassimo un biglietto a casa?”

 

“Uhm… potrebbe andare… ma non dobbiamo scrivere cose troppo precise… potrebbe essere letto da qualcun altro…”

 

“E da chi? Non mi sembra che Ginny frequenti qualcuno…”

 

Hermione gli diede una fugace occhiata. “Non lo so… ma non voglio rischiare…”

 

“Ok…”

 

I due si diressero verso la cucina, presero un pezzo di pergamena e una piuma, poi Hermione iniziò a scrivere.

 

Rilessero il biglietto, l’appoggiarono sul tavolo, rimisero a posto la piuma e si smaterializzarono nuovamente.

 

L’unico segno del loro passaggio era quel piccolo pezzetto di carta posto sul tavolo. E quelle poche parole:

 

Siamo NOI. Abbiamo bisogno, sai cosa devi fare. Grazie, RH

 

******

 

Ok… questo capitolo è alquanto confusionario, sorry! Però mi serviva per introdurre alcuni argomenti, che poi verranno trattati più in là…

La morte di Harry non è ancora stata chiarita… non so in quale capitolo succederà… forse il prossimo… forse più in là…

Se avete delle domande riguardanti questo (ma anche i precedenti) capitolo, fatemele pure e, senza sbilanciarmi troppo, proverò a rispondervi… ^__-

Ah, un’altra cosa: un conto è adesso che sono in vacanza… ma quando ricomincerà la scuola, non potrò più scrivere così tanto… (4 capitoli in meno di 2 settimane… più altri due capitoli dell’altra mia storia, più un altro capitolo…)… quindi mettetevi il cuore in pace gente… anche se mi dispiace, gli aggiornamenti saranno più a rilento…

 

Passando oltre: questo capitolo proprio non mi piace… uff… io sono per quelli romantici… o per quelli tragici… comunque non questi… ma so che sono importanti, quindi…

 

Grazie a tutti quelli che hanno recensito!!!

 

Kamomilla: in effetti questo capitoo non è stato molto chiarificatore sulla morte di Harry… il prossimo forse darà qualche aggiustatine qua e là… ^___-

Patty: eccoti qui, puntuale come al solito.. e io come al solito ti dico grazie! Uhm io sinceramente Draco/Herm non ce li vedo insieme… Hermione e Ron son in assoluto la mia coppia preferita! E in effetti si, sto cercando di dosare un po’ il tutto… vediamo cosa ne uscirà!

Pepy: mi spiace! Sono la prima ad essere dispiaciuta per la sua perdita… ma era necessaria (anche se in effetti nella fic ancora non è chiaro perché…)… ^_____-

Lara-Chan: e come è morto Harry è rimasto un mistero… ma come ho detto prima, nel prossimo capitolo forse si potrà intuire qualcosa di più…

 

E in anteprima, il titolo del prossimo capitolo: “Old memories – The past returns”

 

Meditate gente… meditate (anche sul titolo!… 10 punti in più alla casa che me lo spiega…Non fateci caso, sono scema! ^____-)

 

Un bacione! A presto!! (spero…)

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Capitolo 5
*** Old Memories - The Past returns ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Look at your young men fighting
Look at your women crying
Look at your young men dying
The way they've always done before

Look at the hate we're breeding
Look at the fear we're feeding
Look at the lives we're leading
The way we've always done before
?

 

(Civil War – Guns ‘n Roses)

******

 

Capitolo 5: Old memories – The past returns

 

Hermione tamburellava le dita sul tavolo, e muoveva il piede in continuazione.

 

Ron continuava a camminare avanti e indietro, le braccia conserte e lo sguardo fisso a terra.

 

E aspettavano. Non potevano fare altro. Aspettavano che Ginny comparisse con la soluzione ai loro problemi. Senza di lei, non avrebbero mai potuto far molto. E questo li faceva agitare.

 

Se Ginny fosse tornata a casa tardi? Se non riuscisse a scoprire qualcosa in tempo? Se loro non potessero arrivare in tempo?

 

E non potevano far altro che aspettare. Con un attesa che li stava devastando e con la consapevolezza che non potevano fare niente… niente… e questa parola li uccideva.

 

Non poter far niente era la paura più grande che avevano. Non arrivare in tempo. Non riuscire a combinare qualcosa. Essere vinti… come avrebbero potuto continuare?

 

Ron si fermò di colpo. “Senti io vado a cercarla…”

 

Hermione scosse stancamente la testa. “No… tu non vai da nessuna parte… non possiamo esporci troppo… e non possiamo mettere nei casini lei… vedrai che arriverà…”

 

“Non ci credi nemmeno tu…” rispose Ron.

 

Hermione lo fissò. “E cosa dovrei fare? No, forse non ci credo pienamente… diciamo che ci spero…”

 

“Con le speranze non si va da nessuna parte Mione… lo sai meglio di me…”

 

La ragazza abbassò lo sguardo. “Lo so bene…” mormorò “… ma da molto tempo è l’unica cosa che ci rimane…”

 

Con un rumore sommesso Ginny si materializzò nella stanza. Ron ed Hermione non riuscirono nemmeno a esprimere il loro sollievo…

 

“Ginny! Oddio… meno male… avanti… hai scoperto qualcosa?”

 

Ginny sembrava preoccupata. Molto preoccupata, in effetti. Aveva lo sguardo fisso a terra e si torturava le mani…

 

Annuì meccanicamente senza riflettere troppo.

 

“Allora?” la esortò Ron.

 

Lei evitò lo sguardo del fratello. “… non dovreste andare…”

 

Ron si spazientì. “Senti Ginny piantiamola… è come le altre volte… avanti… dici tutto e facciamola finita…”

 

Ginny si impose di guardare il fratello. E Ron non potè fare a meno di pensare come fossero incredibilmente tristi i suoi occhi.

 

La ragazza sospirò. “Parigi… zona Montmartre… tra un’ora esatta…”

 

Ron strabuzzò gli occhi. Che diavolo era la zona Montmartre?

 

Hermione sembrò leggere lo stupore negli occhi del ragazzo, perché intervenne subito. “Non mi spiego la scelta di questa zona… avrebbero potuto scegliere altri posti… Parigi è grande… ed è piena di gente…”

 

“Non c’è un motivo particolare. Anche questa zona è frequentata… c’è una chiesa, mi pare, molto famosa… e poi non è una gran bella zona… anzi… si insomma… non sarà difficile per loro raggiungerla e non farsi notare troppo…”

 

Ron guardò la sorella. “Un giorno me lo dirai vero? Come fai a sapere tutte queste cose…”

 

La ragazza si limitò ad alzare le spalle e a fare un sorrisetto tirato. Si vedeva lontano un miglio che sorridere, era l’ultima cosa che aveva voglia di fare.

 

Ron tornò a guardare Hermione. “Beh… andiamo… dobbiamo avvertire gli altri, non abbiamo molto tempo…”

 

Hermione annuì, ma prima di poter dire qualcosa Ginny riprese a parlare… ancora più preoccupata di prima, se possibile…

 

“Io… non ho detto tutto.” Ron la guardò e lei proseguì titubante. “si… cioè… molto… molto probabilmente… si, di sicuro insomma… ci sarà anche Lucius Malfoy…” Ginny chiuse gli occhi quasi d’istinto. Sapendo fin troppo bene cosa, quel nome, riportava nelle loro menti…

 

Hermione fece un passo indietro con gli occhi sbarrati, mentre Ron serrò forte i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

 

La mente del ragazzo iniziò a svuotarsi. Tutto divenne bianco… e lui tornò a quel giorno…a quelle parole… e tutto era bianco… e la morte era bianca… di nuovo…

 

“Ma che piacere rivederla signor Potter… peccato… peccato che presto ci lascerà…”

 

Harry strinse forte la bacchetta e lo guardò con disprezzo. Quello… era uno dei tanti che avevano causato la morte di Silente. La sua mente ricevette l’unico impulso di ucciderlo. Ucciderlo con le sue stesse mani. E fargliela pagare, per tutto quello che aveva fatto. Per tutto quello che gli altri facevano… doveva pagare… doveva morire… e voleva essere lui ad ucciderlo…

 

“Qui l’unico che lascerà questo mondo sarai tu…”

 

L’uomo scoppiò in una fastidiosa risata. “Oh io non credo proprio mio giovane Potter… perché quando il Mio Signore avrà finito con te, resteranno solo i tuoi stupidi occhiali…”

 

Harry fece un passo avanti, ma Malfoy gli puntò la bacchetta addosso.

 

L’uomo riprese a parlare. “Mi raccomando, Potter… salutami i tuoi genitori e il signor Black, quando sarai arrivato all’inferno…”

 

Quando sarai arrivato all’inferno…

 

quando sarai all’inferno…

 

sarai  all’inferno…

 

all’inferno…

 

inferno…

 

Inferno.

 

“Ron!”

 

Il ragazzo trasalì e guardò acanto a sé. Hermione gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e lo fissava preoccupata.

 

Inferno. Come un flash quella parola gli attraversò, nuovamente, la mente.

 

“Herm… abbiamo aspettato sei anni… sei lunghi anni… facciamola finita… andiamo a prendere quel pezzo di merda…”

 

Hermione annuì decisa, e senza aspettare oltre si smaterializzarono.

 

Ginny rimase lì. In cucina. Da sola. Con gli occhi fissi nel punto in cui pochi attimi prima c’erano suo fratello e la sua migliore amica.

 

Sentì lo stomaco precipitare. E il cuore farsi piccolo piccolo. Mentre gli occhi si stavano riempiendo di lacrime.

 

Tirò un profondo respiro e si smaterializzò, per ricomparire qualche attimo più tardi nel salotto di casa sua.

 

Vicino al caminetto vi era qualcuno. Lì, in piedi. E le dava le spalle. Ma sapeva bene che era arrivata, che era tornata. Non si voltò. Continuò a fissare il camino davanti a sé, mentre il suo volto assumeva una lieve maschera di preoccupazione.

 

Ginny non si mosse. Si limitò a fissare le sue spalle. Senti il suo cuore mancare un battito, per poi riprendere a pulsare a ritmo sostenuto.

 

Spostò il suo sguardo sul pavimento. Non che fosse particolarmente interessante, ma almeno non dava emozioni. E senza neanche accorgersi la sua bocca si mosse, e udì quella che doveva essere la sua voce, anche se non la riconobbe come tale.

 

E nelle orecchie Ginny sentì solo il suono della sua stessa voce che pronunciava due piccole parole: “Mi dispiace…”

 

******

 

Someone told me love will all save us.
But how can that be, look what love gave us.
A world full of killing, and blood-spilling
That world never came.

And they say that a hero can save us.
Im not gonna stand here and wait.
I'll hold onto the wings of the eagles.

 

(Hero - Chad Kroeger faet. Josey Scott)

 

******

 

Non aveva mai pensato che la morte fosse bianca. Non aveva mai pensato seriamente alla morte.

 

La riteneva lontana. Da classico bambino undicenne non si era mai posto il problema. Da bravo ragazzo invece sì. Perché lui la morte l’aveva vista. La morte lo era venuto a prendere. E lui le era sfuggito, con l’unico proposito di vendicarsi. E l’avrebbe fatto.

 

Per sei anni aveva svolto il suo lavoro al meglio. E niente sarebbe cambiato. La morte poteva anche tornare… ma non se ne sarebbe andato da solo. Avrebbe prima ucciso tutti i responsabili di quella situazione. Li avrebbe tolti uno per uno sulla faccia della terra. Non importava come. Non importava quando. Ma lo avrebbe fatto.

 

E sapeva di potercela fare… perché Hermione era con lui. E se la donna che amava era con lui, allora niente e nessuno avrebbe intralciato il loro cammino…

 

Niente e nessuno…

 

******

 

Stavano girando per quelle vie da almeno dieci minuti, eppure non avevano ancora trovato niente…

 

Non facevano che camminare avanti e indietro… aspettando… aspettando… aspettando…

 

“Ne ho pieni i coglioni di continuare a girare come un povero pirla!” sbottò Ron.

 

Hermione alzò le spalle, continuando a far scorrere i suoi occhi sui passanti. “Lo so bene anch’io… ma non possiamo saltare fuori, gridare ‘tutti fermi’ e vedere chi si muove per primo…”

 

“Si, ma anche giocare al gatto e il topo non mi sembra una cosa molto intelligente…”

 

“Intelligente forse no… ma è l’unica cosa che possiamo fare adesso…”

 

Ron sbuffò. Non era corso a Parigi armato di tutto punto, per poi lasciarsi sfuggire quei bastardi.

 

Quel bastardo…

 

Si appoggiò alla parete di un palazzo, quando improvvisamente sentì la strada sotto di lui tremare. Come un terremoto. E poi sentì un grande boato, proveniente poco distante da lì a giudicare dal rumore.

 

Non capì come, ma le sue gambe iniziarono a muoversi da sole. Iniziò a correre. Un passo dietro di lui c’era Hermione.

 

Sentì il bip bip del suo orologio. Qualcuno della zona colpita aveva dato l’allarme.

 

Bella roba ‘sti affari… come  se uno non se ne accorgesse  da solo, con tutto sto casino… no… loro  ti fanno pure presente che devi muore il culo…

Arrivarono sul luogo dell’esplosione in breve tempo. Ron si guardò intorno. Un fumo denso e nero oscurava la vista a tutta la zona. Sentiva soltanto delle persone urlare, probabilmente ferite, o semplicemente spaventate da tutto quello a cui avevano appena assistito.

 

Si voltò verso Hermione, ancora dietro di lui. “Herm! Fai qualcosa per questo fumo… io vado avanti…” e corse via. Se si fosse fermato qualche istante di più avrebbe potuto sentire la voce preoccupata di Hermione mormorargli “Stai attento”…

 

Continuò a correre. Non sapeva dove stava andando. Più che altro cercava di raggiungere le urla di disperazione che sentiva.

 

Si fermò all’improvviso. Il fumo stava sparendo leggermente. Hermione doveva aver fatto un incantesimo. Strinse ancora più forte la sua bacchetta. Adesso che la visibilità aumentava, aumentava anche il rischio di essere attaccato…

 

… ma anche di attaccare…

 

E Ron non aspettava altro. Si voltò leggermente a destra e strinse gli occhi per riuscire a mettere a fuoco bene.

 

“Eccoli!”

 

Davanti a lui un gruppo di tre ex Mangiamorte erano fronteggiati da  Sophie Birke… e la ragazza sembrava parecchio in difficoltà.

 

Ron si chiese dove fosse Karl… in generale non abbandonava mai da sola la sorella… eppure non riusciva a vederlo…

 

Corse ancora più veloce, fino ad arrivare a pochi metri da Sophie. Un uomo si voltò verso di lui e Ron lo schiantò subito. Sophie si girò dalla sua parte e, finalmente, si accorse della sua presenza. Gli fece un sorriso affrettato, per poi continuare a combattere contro gli altri Mangiamorte davanti a lei.

 

Ron si portò di fianco alla ragazza e l’aiutò a far fronte ai nemici. Che ben presto vennero tutti spediti a terra.

 

Sophie si voltò verso Ron preoccupata. “Hai visto Karl? Era dietro di me… ma adesso non c’è più…” i suoi occhi iniziarono a vagare per la via, alla ricerca di un qualche movimento sospetto.

 

Ron scosse la testa. “Vado a cercarlo… ci pensi tu con questi?”

 

Sophie annuì. Punto la bacchetta verso gli uomini stesi a terra e mormorò “Enferria”. Delle grosse e pesanti catene si avvolsero alle loro caviglie e ai loro polsi.

 

Ron si guardò in giro. Adesso che la visibilità era tornata normale, poteva vedere i danni causati dall’esplosione. La strada era distrutta e ovunque, a terra, si potevano scorgere uomini, donne… persino bambini e anziani… tutti morti… morti semplicemente per essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

 

Poco distante da lui c’era un uomo e suo figlio. Ron sentì la rabbia aumentare. Si sentiva fremere. Il bambino era quasi sicuramente morto a causa di un Avada Kedavra… ma il padre… il padre era stato chiaramente torturato. E molto probabilmente era stato sottoposto alla maledizione Cruciatus…

 

Si obbligò da solo a distogliere lo sguardo.

 

Vide arrivare di corsa Hermione. E anche in mezzo a una battaglia si ritrovò a pensare a quanto era bella. E a quanto l’amava. E a un mucchio di altre cose, forse banali e scontate, ma che lo fecero sorridere leggermente…

 

All’improvviso Ron sentì un urlo squarciare l’aria. Senza pensarci due volte iniziò a correre di nuovo. Era l’urlo di una ragazza quello che aveva sentito.

 

Per un momento il suo pensiero andò ad Hermione. Ma la sua Hermione non avrebbe mai urlato… la sua Hermione combatteva. E vinceva. Sempre.

 

Davanti a lui due Mangiamorte incappucciati stavano torturando una ragazzina. A giudicare dal suo volto non doveva avere nemmeno vent’anni.

 

Avanzò velocemente con la bacchetta alla mano. Non riuscì a fare che pochi passi che vide Karl arrivare di corsa e gridare “Expelliarmus”.

 

Karl vide Ron e gli fece un cenno con la testa. E Ron capì che lì, se la poteva cavare da solo.

 

Si stava per voltare quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire. “Sei morto Weasley… getta la bacchetta e voltati lentamente”

 

Ron serrò i denti con forza. Sapeva chi era. Quella voce. Quell’orrenda voce apparteneva solo a una persona. La persona che lui avrebbe ucciso. Non doveva andare così. Non poteva finire così. Non avrebbe vinto ancora. Non ancora. Non poteva vincere. Lui doveva morire. Doveva morire. Perché era a causa di quelli come lui che Silente era morto. Che Harry era morto… e allora anche lui sarebbe morto.

 

Si girò, tenendo ben salda la bacchetta nella sua mano.

 

Non riuscì nemmeno a vederlo completamente, che Malfoy gridò “Crucio”.

 

Ron sentì le ginocchia molli. E il suo stomaco contorcersi. E il cuore stringersi. Come se qualcuno l’avesse in mano e volesse romperlo. E non riuscì più a respirare. Sentì che tutto il suo corpo era schiacciato a terra. Non aveva la forza di alzarsi.

 

Ma non poteva finire così. Non doveva finire così. Si era immaginato quel momento tante di quelle volte che tutto era già pronto. Doveva essere lui, Ron, a gridare “Crucio”… e vedere quel bastardo a terra… e poi l’avrebbe gridato di nuovo… e ancora… fino a quando Malfoy non l’avesse pregato di smettere… non poteva finire così… non poteva finire così…

 

In un secondo davanti ai suoi occhi si susseguirono delle immagini… quelle immagini… la morte di Silente… la risata di Malfoy… la morte di Harry… l’uccisione di Voldemort… la distruzione di Hogwarts… le lacrime di Hermione… le lacrime di Ginny… le sue lacrime… Hermione… Hermione… Hermione… Hermione…

 

E fece tutto in un istante… con l’immagine di Hermione davanti a sé… alzò la bacchetta, ancora stretta nella sua mano… e urlò con tutto il fiato che aveva “Avada Kedavra”…

 

Un tonfo.

 

E poi di nuovo quelle immagini.

 

Hermione… Hermione… Hermione… la morte di Lucius Malfoy… Hermione… Hermione…

 

E il suo sorriso…

 

Ecco… era così che doveva finire.

 

******

 

Capitolo più lungo del previsto… ^___-

Devo dire che ne sono abbastanza soddisfatta… si… direi che questo capitolo mi piace…

Mi piace molto la fine… con quella serie di immagini che scorrono davanti agli occhi di Ron… e poi mi piace molto la scena di Ginny che torna a casa e mormora “Mi dispiace”… si… in effetti è abbastanza importante come scena… ^___- ma non vi dico di più!

 

E così si è scoperto un pochino di più sulla morte di Harry… piano piano ci si arriva…

 

Vi consiglio di leggere questo capitolo ascoltando “Civil War” dei Guns ‘n Roses… mi ha ispirato molto… e poi è molto bella… e per un’atmosfera di guerra come questa è perfetta…

 

Vi avviso che il prossimo capitolo sarà tenero e romantico… li lascio un po’ in pace questi poveretti… ^___- Non so dirvi però quando arriverà… sicuramente settimana prossima, perché non posso nemmeno promettervi che lo scrivero nel weekend visto che non sarò quasi mai a casa…

 

Come sempre grazie a tutti quelli che hanno recensito!! ^______-

 

Prima di tutto: grazie Sabry… la prima persona che ha letto questo capitolo cinque  e la prima che mi ha scritto… e grazie perché a volte mi fai sentire veramente un “genio”…

 

Pepy: dai sono stata piuttosto brava… in fondo non è passato tanto tempo dal capitolo 4… anzi! Spero che ti piaccia comunque ^________-

Dorothea: sono contenta che ti piaccia… e in effetti si, ribadisco il concetto: questa è una storia drammatica e triste…

Kamomilla: spero di riuscire a far evolvere ancora questo rapporto… e poi è proprio così che li voglio: dipendenti l’uno dall’altra… in effetti hai centrato pienamente il fulcro… è proprio per questo che la storia va in una certa direzione…

Patty: dai… non ti abbattere! L’importante è che mi hai scritto… (rifatti con il prossimo capitolo! ^____-)… per l’idea dei “corrotti” di Ginny? Come procede? Ti dico subito che questo capitolo ti può aiutare MOLTO…

_Miwako_: Non sai che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione… sei una delle mie autrici di hp preferite… e poi adoro le tue storie! Grazie mille per i complimenti… e sono contenta di essere riuscita a emozionarti così tanto da farti versare qualche lacrima (ma sul serio?)… grazie ancora

 

Un saluto anche a Silvia che so che legge questa storia ^_____- e che è la fans n° 1 della STORY… e chi deve capire ha capito…

 

Alla prossima!!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Then comes the sun ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Pride can stand a thousand trials
The strong will never fall
But watching stars without you,
My soul cried. Heaving heart is full of pain,
Oh, oh, the aching.

'Cos I'm kissing you, oh.
I'm kissing, oh.

 

(Kissing you – Des’Ree)

******

 

Capitolo 6: Then comes the sun

 

Era sulla poltrona e chiuse di scatto gli occhi. Prese un respiro profondo… aveva sentito il suo cuore battere più velocemente, per poi tornare alla normalità. E riaprì gli occhi.

 

È finita… è morto…

 

Davanti a sé aveva Ginny. Non si era accorta di niente, troppo intenta a guardarsi le mani. Ad un certo punto si sentì osservata e alzò lo sguardo. Non era solo una sensazione, la stava veramente guardando…

 

“Qualcosa non va?” chiese lei con una voce flebile, che dava quasi l’impressione che fosse di un’altra persona, tanto si differenziava con la sua.

 

Non rispose.

 

“Che c’è?” chiese nuovamente lei, con più convinzione.

 

“Penso… penso che sia finita…”

 

Ginny annuì lentamente. “Si… lo penso anch’io…” rivolse nuovamente gli occhi sulla persona seduta davanti a lei “… mi dispiace…”

 

“Non è vero… e poi va bene… è giusto così… sapevo che sarebbe finita…”

 

“Si lo so… però…” Ginny distolse lo sguardo. Osservò la stanza in cui si trovavano. Semplice. Come il resto del suo appartamento… come era stata la sua vita prima di tutto

 

“… Ginny a te non può dispiacere…”. Un sorrisetto sarcastico comparve sul suo volto.

 

“Non nel senso pieno della parola… ma mi dispiace per te.”

 

“E invece a me va bene… è tutto finito… è mortoè morto, e bastae va bene così…”

 

******

 

Sembrava che fosse successo solo poche ore prima. Era passata un’intera settimana.

 

Non passavano un giorno senza pensarci… lui ed Hermione… e l’unica cosa che riuscivano a domandarsi era se fosse veramente finita… ma entrambi già sapevano la risposta.

 

No.

 

Un nemico morto non fa una vittoria. Anche se quest’uomo aveva il nome di Lucius Malfoy. Ne rimanevano altri… molti altri forse. Tutti con quella pazza idea di proseguire nel loro intento, anche se ormai Voldemort era morto da più di sei anni. Tutti o quasi, ancora, fermamente devoti. Pazzi. Ecco come li considerava Ron. Senza niente. Ecco come li considerava Hermione.

 

Ron si alzò in piedi e decise al momento che, per quel giorno, aveva compilato abbastanza inutili rapporti. Toccava a lui, visto che Hermione era occupata con Konrahd.

 

Guardò l’ora e si rallegrò leggermente nel constatare che tra pochi minuti sarebbe finito il suo turno. E anche quello di Hermione.

 

Non vedeva letteralmente l’ora che arrivasse sera.

 

Aveva prenotato un tavolo in uno dei ristoranti più belli, eleganti e costosi della Londra babbana. Quella sera, dopo tanto, avrebbe portato di nuovo Hermione a mangiare fuori. Come non facevano da troppo tempo, in effetti.

 

Troppo impegnati a rincorrere il nemico in quella assurda caccia alle ombre,  avevano perso quello a cui tenevano di più in assoluto. I loro momenti insieme. Quelli che loro chiamavano “momenti speciali”. Non che avessero qualcosa di veramente speciale… erano semplici momenti dedicati solo ed esclusivamente a loro due. Dedicati solo a stare insieme.

 

Era quella la loro forza. L’essere sempre e in ogni circostanza, uniti… anche contro il mondo intero se necessario… l’importante era che loro due fossero uniti.

 

Per un periodo della sua vita si era illuso di poter vivere senza di lei. Di poter vivere da solo.

 

Tutte stronzate. Era vero, avrebbe potuto vivere da solo, ma non completamente. Doveva vivere insieme a lei. Per forza. Ormai aveva accettato il fatto che senza Hermione non avrebbe mai potuto andare avanti. O con lei oppure niente. Non esisteva l’opzione “solo”… non esisteva affatto se si trattava di Hermione….

 

Avrebbe vissuto con lei per sempre. E sarebbe morto con lei, se necessario. Nessuno li avrebbe divisi, su questo era sicuro…

 

Iniziò a camminare nel corridoio, in direzione dell’ufficio del suo superiore, sperando che Hermione avesse già finito.

 

La trovò pochi metri dopo l’ufficio di Konrahd, bellissima mentre camminava verso di lui.

 

“Hey! Finito?” Ron le mise una mano dietro la testa e avvicinò la sua bocca a quella della ragazza.

 

“Finito! Possiamo andare…” rispose con un sorriso Hermione.

 

Ron annuì e sorrise a sua volta.

 

“Non vedo l’ora di sapere a che cos’hai pensato per questa sera… non fai altro che dirmi di quanto mi piacerà!”

 

“Beh dopo lo vedrai… e ti ribadisco il concetto: ti piacerà, ne sono sicuro…”

 

“Anch’io… e poi adoro quando fai il romantico, lo sai…”

 

Ron sgranò gli occhi. “Romantico? Potevi anche dirmelo che ti aspettavi qualcosa del genere… adesso mi toccherà avvisare James…”

 

Hermione si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. E Ron la trovò incredibilmente sensuale. “James? E chi sarebbe?”

 

“Come chi sarebbe? Cioè… non ti ricordi veramente chi è James?… e io che gli avevo pure promesso che l’avremmo aiutato a pulire… sai com’è… scope e roba del genere… ma se mi dici che non ti va…”

 

La ragazza lo guardò contrariata. “Scemo!” e prese a camminare per il corridoio. Aveva capito fin troppo bene chi fosse veramente James…

 

Quell’idiota…

 

Ron rimase fermo. Quando la ragazza aveva ormai fatto qualche metro la chiamò: “Hey! Che cosa devo dire a James? Vuole una risposta certa…sai com’è… deve organizzarsi…”

 

Hermione sbuffò, sempre rivolta di spalle. Alla fine decise di stare al gioco. Almeno in parte. Si girò cercando di trattenere un sorriso. “Digli che questa sera sarò felice di aiutarlo…” e gli fece l’occhiolino.

 

Ron sorrise e la guardò malizioso. “Wow! E per stanotte? James potrebbe avere ancora bisogno di una mano…”

 

“… anche due, se vuole…” e scoppiò a ridere…

 

Ron rise di rimando. Un conto era lui… ma sentire Hermione rispondere alle sue ‘volgarità elementari’, come le definiva lei, era qualcosa di assolutamente straordinario…“Vado in bagno ad informare James allora… ne sarà felice…”

 

“Si, si… vai in bagno… ti aspetto a casa…”

 

“Roba da cinque secondi… sai com’è…” e corse dalla parte opposta rispetto la sua.

 

Hermione si girò nuovamente e riprese a camminare.

 

Quanto lo amava…non avrebbe mai potuto smettere di amarlo. Mai.

 

… anche quando iniziava con le sue battute a doppio senso… ormai anche quelle erano diventate adorabili… e solo perché dette da lui…

 

******

Oh, I love the way you kiss me
Oh, baby please
I'm about to lose my mind
Oh talk to me, 'cause I'm begging for you
And I'm down on my knees
Baby, I know you're the one that I need

(Baby I love you – Jennifer Lopez)

******

 

Hermione si guardò ancora una volta allo specchio. Dal piano terra le arrivò la voce impaziente di Ron che la chiamava. Si avviò con passo deciso alla porta, uscì e iniziò a scendere le scale. Ai piedi delle scale, appoggiato al muro, c’era Ron, che guardava annoiato davanti a sé.

 

Quando sentì il rumore dei passi di Hermione si girò e gli mancò quasi il fiato nel vedere quanto era bella.

 

È splendida…

 

Hermione indossava un lungo abito nero, a spalline fini. I capelli, invece, erano raccolti in un elegante chignon dietro la nuca. Qualche ciocca di capelli era sfuggita alle forcine e le ricadeva davanti… con un gesto rapido la ragazza riportò la ciocca ribelle dietro l’orecchio.

 

“Tieni su la parete?” disse Hermione con un sorriso.

 

Ron si spostò un po’, senza smettere di guardarla. “No… aspetto mia moglie… non è che per caso l’ha vista? È bassina, con i capelli sempre in disordine, vestita da maschiaccio… doveva scendere dalle stesse scale da cui è scesa lei, signorina, ma… evidentemente deve essere successo qualcosa perché non arriva più…”

 

Hermione non rispose. Si limitò a guardarlo dolcemente con i suoi occhi scuri. Poi allungò una mano e mise a posto il colletto bianco della camicia che spuntava dalla giacca nera.

 

Ron si avvicinò e tentò di baciarla, ma lei lo spinse leggermente in dietro. “… no Ron… mi si sbava il rossetto…”

 

Il ragazzo sbuffò contrariato, ma non si allontanò da lei… appoggiò le sue labbra sul collo della ragazza e la sua mano sulla sua spalla. Iniziò a baciarla dolcemente, mentre la sua mano cercava di far scivolare giù la spallina del vestito.

 

Ancora una volta fu Hermione a parlare, senza però interrompere quel contatto. “Dai… dobbiamo andare…”

 

Ron staccò leggermente le labbra da lei. “… hey… l’avevi promesso…”

 

La ragazza sorrise. “Si, e manterrò fede alla promessa, ma dopo…” e cercò di scandire bene l’ultima parola.

 

Ron si staccò leggermente da lei per poterla guardare negli occhi. E sorrise malizioso. “E non potrebbe essere anche prima e durante?”

 

Hermione scosse la testa. “No, Ron… dobbiamo andare…” e si avviò verso la porta di casa.

 

Ron si girò sospirando e annuì… la guardò mentre, ancora una volta, si portava quella ciocca ribelle dietro l’orecchio. Era bellissima. E incredibilmente sexy… anche mentre faceva un gesto così semplice e innocente…

 

E si chiese se lei sospettava, anche solo lontanamente, cosa provocavano in lui quei suoi piccoli gesti innocenti…

 

No… probabilmente no. Molto probabilmente non ne aveva la minima idea.

 

E questo lo faceva eccitare ancora di più…

 

Ron seguì la ragazza fuori dalla porta. Hermione gli sorrise di nuovo e lui le porse la mano, che lei afferrò subito…

 

… speriamo che questo dopo arrivi presto… molto presto…

 

******

 

Hermione tagliò accuratamente l’ultimo pezzetto di carne e se lo portò alla bocca con la forchetta. Quando ebbe finito di masticare si accorse che Ron la stava fissando.

 

“Che cos’hai?” chiese la ragazza con un sorriso. Non lo ammetteva spesso… non lo ammetteva quasi mai… ma adorava il modo in cui solo lui riusciva a guardarla. La faceva sentire bella. La faceva sentire importante. La faceva sentire desiderata… e questo era un tipo di sguardo che difficilmente gli uomini riservavano a donne come lei.

 

“Niente… stavo solo notando come sei dannatamente sexy mentre mangi…”

 

“Oh ma piantala!”. Hermione si sforzò di guardare da un’altra parte. Ron, in una maniera o nell’altra, riusciva sempre a metterla in imbarazzo.

 

Prese ad osservare la bellezza di quel luogo.

 

Era rimasta senza fiato quando erano arrivati. Sapeva che Ron l’avrebbe portata in un ristorante elegante… se lo immaginava… ma non avrebbe mai lontanamente pensato a un posto come quello… era… semplicemente troppo. Troppo per quello a cui era abituata.

 

Spesso da bambina ci era passata davanti… e i suoi sogni di bambina si trasformavano sempre in una cena romantica con il suo principe azzurro.

 

Beh… forse Ron non era azzurro… ma che si trattasse di un principe ne era convinta.

 

Improvvisamente sentì caldo alla sua mano e tornò a guardare il proprio tavolo. Ron le stava accarezzando le dita con le sue. La pelle morbida di lei, in contrasto con la sua… calda e forte…

 

“Sai… se non te l’avessi già chiesto una volta, ti direi se vuoi sposarmi…” disse Ron.

 

Hermione sorrise. “… potrei non accettare più…”

 

Ron scosse la testa. “Scherziamo?… non puoi vivere senza di me…” strinse forte la sua mano “… e io non posso vivere senza di te…” aggiunse.

 

Hermione lo guardò dolcemente. Quel ragazzo sapeva essere rozzo e volgare come uno scaricatore di porto, e  dolce e passionale come il più tenero degli amanti…

 

Lo adorava… lo amava…

 

Hermione divincolò contro voglia la sua mano dalla presa di Ron e si schiarì la voce.

 

“… voglio fare una cosa, Ron…”

 

Il ragazzo annuì serio.

 

“… voglio… voglio brindare… voglio brindare per Harry… penso che sia giusto…”

 

Ron rimase un attimo in silenzio. “Si… penso anch’io che sia giusto…”

 

Ron prese la bottiglia di champagne e ne versò un bicchiere sia per sé che per Hermione.

 

La ragazza prese in mano il suo bicchiere e lo portò davanti a sé. “Per Harry… e che possa essere felice anche solo la metà di quanto lo sia io in questo momento…”

 

Ron la imitò e poi proseguì. “… e a noi due… con la speranza di ritrovarci ancora qui tra tanti anni… con la consapevolezza che non smetteremo mai di amarci…”

 

Brindarono. Ad una parte del loro passato. Ad una parte del loro futuro.

 

Era giusto. Dedicare tutto quello a Harry… come se anche lui fosse stato lì, con loro, per festeggiare quella grande e importante vittoria…

 

Era giusto. Harry ne sarebbe stato così felice…

 

Tutti loro ne sarebbero stati così felici…

 

Per un attimo davanti agli occhi di Ron si formò quell’immagine… l’incubo che troppo spesso lo tormentava… quella morte bianca…

 

Bianco…

 

Ron scosse la testa, come per scacciare quegli antichi ricordi. Non voleva pensare a quello che era successo…

 

Voleva solo essere felice e dimenticare tutto per qualche ora… dedicarsi solo ed elusivamente a Hermione. Basta. Nient’altro…

 

Alcune note di pianoforte giunsero alle sue orecchie. Si voltò e vide che una ragazza si era seduta al pianoforte…

 

Le luci si abbassarono leggermente e alcune coppie si portarono vicino al centro della stanza per poter ballare

 

La voce calda dell’interprete iniziò a cantare una dolce e malinconica melodia

 

Ron notò che Hermione era intenda ad osservare le mani della ragazza mentre toccavano i tasti del pianoforte.

 

Com’è bella quando sta pensando…

 

Sarebbe rimasto lì per ore ad osservarla… era splendida… in ogni cosa, anche semplice, che faceva… diventava tutto speciale se era fatto da lei.

 

“Vuoi?”

 

Hermione si voltò a guardare Ron. Era un modo strano per chiederle se voleva ballare. Lo voleva?

 

Si… voglio ballare con te Ron… voglio ballare con te per sempre…

 

Le parole le morirono in gola e si limitò ad annuire… i suoi occhi erano velati di lacrime… la sua mente a quel giorno di dolore…

 

Ron si alzò, prese la sua mano e la portò al centro della pista.

 

Le appoggiò le mani dietro la schiena, mentre lei mise le sue dietro al suo collo. E prese a giocare con alcune ciocche di capelli… e mentre iniziavano a muoversi tutto intorno a loro iniziò a sparire ai loro occhi. Come per magia… quella magia così unica e rara chiamata amore

 

Amore.

 

Non un amore come tanti. Di quelli che passano, si vive, e se ne vanno. No. Non uno di quegli amori. Il loro era uno di quegli amori che arrivano, ti travolgono e muoiono con te.

 

Il loro era vero amore. Troppi avevano la presunzione di averlo… ma quanti lo possedevano veramente? Quanti ne erano tormentati? Domande senza risposta… forse

 

E con loro non c’era nessuno. Solo loro due. Insieme. Abbracciati. Che ballavano.

 

E i loro occhi… incatenati per sempre in un legame indissolubile. Blu nel marrone. Marrone nel blu. Per sempre.

 

E tutto intono a loro non esisteva… c’erano loro e la musica.

 

Stelle?… sembra che intorno a noi ci siano le stelle…

 

O forse era semplicemente Hermione che correva troppo con la fantasia… ma non importava… loro non erano lì… erano ovunque e da nessuna parte…

 

Erano semplicemente insieme. E questo sarebbe bastato per sempre.

 

…voglio ballare con te per sempre…

 

E con quella frase nella mente ballarono… iniziarono quel ballo che sarebbe durato per tutta la loro vita… e anche oltre la morte…

 

Sarebbe durato per sempre.

 

******

Salve gente!! ^___^ visto che capitolo dolce dolce?? Niente morti, niente cose tristi… (ok ok… il rimando a Harry dovevo farlo, mi spiace…)…

La prima parte? I misteri vengono svelati?… presto… molto presto si sveleranno del tutto, promesso!

 

Anche questo capitolo sarebbe l’ideale leggerlo con un sottofondo musicale: “Kissing ou” di Des’Ree… dà un’atmosfera a tutto il capitolo… quell’atmosfera malinconica che volevo trasparisse… e poi l’ultima parte, quando ballano, è pensata proprio su questa canzone (il pianoforte, la voce della ragazza… l’atmosfera che crea questa canzone…)…

 

Il prossimo capitolo non so quando arriverà… penso tra una settimana se riesco… (spero…)… ma non confidate troppo in me… ^___-

 

Come sempre grazie alle persone che mi hanno recensito…

 

Grazie a Ely (la mia compagna di stanza… e NOI sappiamo DOVE… vero??) e a Hyme (sensei!!!) che mi hanno commentato la storia…

Grazie sempre a Sabry che mi ha fatto scoprire Harry & co… e che sopporta i miei scleri su Sirius (cucciolo!)…

 

Patty: la prima parte ti dico sempre che ti può aiutare nelle tue indagini^^ per il resto: ma grassie!!!!!!!! Sono felicissima a sapere che il capitolo 5 ti è piaciuto così tanto!! ^___^ Dimmi che te ne pare questo capitoletto dolce dolce e senza pretese… ^___-

Kamomilla: allora… la tua ipotesi come procede?? ^___- grazie 1000 per i complimenti!! ^__^

Ikki-della-fenice: prima di tutto grazie per i complimenti ^^… poi… allora… avevo pensato di dilungarmi in una spiegazione del “post mortem” di Malfoy, in cui spiegavo che Ron non avrebbe avuto problemi perché tutto appariva sotto la forma “legittima difesa”… alla fine ho deciso di togliere quella parte perché rovinava un po’ l’atmosfera generale…

Pepy: grazie 1000 anche a te per i complimenti! Il tipo con Ginny si scoprirà chi è più in là… anche qui ho dato uno scorcio di ciò che è successo…

_Miwako_: Prima di tutto ribadisco i complimenti!! ^_^ visto che per lo scorso capitolo hai scaricato a canzone consigliata, ti consiglio di farlo anche questa volta (anch’io adoro Winmix!!). In effetti questo è il modo di scrivere che uso più spesso. Perché quando penso alle varie storie è come se le avessi davanti agli occhi, con persone in carne ed ossa… anche personaggi famosi… e quindi sono contenta che traspaia questo, anche se non l’ho mai detto… grazie mille per i complimenti!! Mi fanno veramente tanto piacere!! ^___-

Faffachan: Ho corretto, grazie mille^^ e grazie anche per i complimenti!! ^_____-

 

Domandina generale visto che giusto oggi (14/1/05) a scuola ne parlavo con Sabry: secondo voi che fine ha fatto Sirius Black?? Fatemi sapere cosa ne pensate e poi esporrò la mia idea… ^__-

 

Ultima precisazione: il titolo è un album di Elisa… mi è piaciuto subito…

 

Un beso e alla prossima!! (spero presto…)

 

 

 

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Capitolo 7
*** Confession ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

As I look into your eyes I see the sunrise
The light behind your face helps me realise

Will we sleep and sometimes love until the moon shines
Maybe the next time I’ll be yours and maybe you’ll be mine

(Sunrise – Simply Red)

******

 

Capitolo 6: Confession

 

Ron sbuffò rumorosamente e battè il piede contro la scrivania. Ormai la loro attività di auror era praticamente dimezzata. Dalla morte di Malfoy erano passate alcune settimane e marzo era ormai iniziato. C’era anche da dire che era proprio dalla morte di Malfoy, che non c’erano più stati allarmi di attacchi… e se questo da una parte rendeva euforico Ron, dall’altra lo annoiava terribilmente.

 

L’unica cosa da fare era starsene nel loro squallido ufficio. Quando andava particolarmente bene potevano sperare in qualche turno notturno… quando, invece, andava particolarmente male si ritrovavano con un mucchio di pratiche da sbrigare.

 

Quello era una mattina iniziata particolarmente male…

 

“Andrà avanti per molto questa tua irritazione?”

 

Ron osservò Hermione seduta sulla scrivania. Seduta audacemente sulla scrivania… o almeno così la vedeva il ragazzo.

 

“Andrà avanti fino a quando non avrò trovato qualcosa di meglio da fare” sbottò lui, senza pensarci.

 

“Oh… beh allora…” Hermione non terminò di proposito la frase… aspettando e sperando (in cuor suo) in un possibile primo passo di Ron per interrompere quella noiosa e monotona mattinata.

 

Ron sembrò cogliere quella sottile vena maliziosa contenuta nelle poche parole della ragazza. La guardò dolcemente negli occhi e poi si alzò in piedi. Ormai era solo a pochi centimetri da lei.

 

Senza dire nulla le mise una mano dietro la testa e la tirò verso di sé. Le diede un bacio veloce, sforandole le labbra. Quasi come assaggio. Quasi come per indicarle come avrebbe potuto proseguire la giornata…

 

La guardò nuovamente negli occhi, mentre avvicinava nuovamente la sua bocca a quella della ragazza.

 

“Ho trovato qualcosa di decisamente meglio da fare…”

 

Non aspettò la risposta della ragazza. Premette nuovamente le sue labbra contro quelle morbide di Hermione. Questa volta con più passione.

 

Hermione si lasciò andare. Appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo e agì d’istinto. Lo spinse ancora di più contro di sé e contro al sua bocca. Ormai il ragazzo era completamente contro la scrivania, in mezzo alle gambe di Hermione.

 

Mio Dio…

 

Ron capì che presto non sarebbe più riuscito a fermarsi… non poteva smettere… era qualcosa più forte di lui…

 

E mentre la sua volontà vacillava, la mente e il cuore stavano iniziando la loro guerra. Con la parte di sé che ancora ragionava Ron capì che non poteva andare avanti… che doveva fermarsi… che doveva imporsi di fermarsi.

 

Ma stava baciando Hermione… e tutto sembrava svanire.

 

Mio Dio… che cosa c’è di più bello?

 

Ma… in fondo erano in ufficio. In fondo la porta non era chiusa a chiave. In fondo qualcuno avrebbe potuto sentire i loro gemiti soffocati…

 

In fondo… in fondo non me ne frega proprio un cazzo in questo momento…

 

Prese a baciarla con ancora più passione. La sua mano destra era ancora nei capelli della ragazza. L’altra invece stava scorrendo velocemente e pericolosamente sotto la sua maglietta. Sentiva i muscoli della sua schiena che si rilassavano… la pelle morbida sotto il suo palmo…

 

Stava perdendo al cognizione della realtà non riusciva a capire più niente. Non riusciva a fare più niente… se non continuare a baciarla in quel modo.

 

Sentiva solo di non appartenere al mondo là fuori.

 

Sentiva solo che si stava perdendo in lei.

 

Perdersi in lei.

 

Non capiva più niente.

 

Voleva solo baciarla ancora e ancora. Non avrebbe mai voluto smettere.

 

Voleva stringerla. Stringerla con tutte le sue forze e baciarla. Dio solo sapeva come baciava Hermione.

 

Si ricordava i loro primi baci. Timidi, insicuri… baci che non aveva assolutamente nulla a che fare con quelli…

 

Baci che veniva dati per provare… per capire… per conoscersi. Quelli erano baci a fior di labbra… con forse troppo pudore e troppa paura di sbagliare.

 

E poi erano cambiati… e addio ai baci insicuri… prepotentemente si erano fatti largo altri tipi di baci.

 

Passionali.

 

Eccitanti.

 

Audaci.

 

D’amore…

 

Hermione mormorò qualcosa, che Ron non percepì. Ormai non sentiva più niente che non fosse lei e la sua bocca.

 

Più niente.

 

La mente annebbiata…

 

Il suo sapore nella bocca…

 

Il contatto con la sua pelle…

 

Tutto così perfetto…

 

Tutto…

 

“Granger, Weasley!”

 

Ron e Hermione si staccarono all’improvviso. Davanti a loro Konrahd li guardava con un’espressione incomprensibile. Un misto tra disapprovazione e divertimento. Non si capiva affatto quale delle due avesse preso la meglio.

 

“Vedo che avete trovato il modo di passare il tempo…”

 

Hermione arrossì ed evitò di guardarlo. Ron si portò una mano alla nuca e prese a scompigliarsi i capelli… o forse a metterseli a posto, visto che Hermione era stata piuttosto brava…

 

…molto brava…ma sto qui doveva entrare proprio adesso? E che palle… e poi se quella dannata porta fosse stata chiusa… se fosse stata chiusa… lui non sarebbe entrato… non ci avrebbe interrotto… saremmo potuti andare avanti…e proprio qui… nel nostro ufficio… avremmo potuto finire ciò che abbiamo iniziato…e  invece no!… giuro che questa gliela faccio pagare…

 

“Weasley mi sta ascoltando?”

 

Ron trasalì e guardò Konrahd. In effetti, no… non lo stava per niente ascoltando… ma questo Konrahd, non lo avrebbe di certo saputo…

 

“Certo signore” rispose Ron sorridendo.

 

Konrahd lo guardò dubbioso. Sulla fua fronte sembrava essere comparsa un’insegna luminosa come: ‘Pensi che io ci creda?’. Evitò comunque di indagare oltre.

 

Si rivolse, invece, ad Hermione “Bene… fate in fretta allora…” e uscì dalla stanza senza nemmeno salutare…

 

Ron si voltò verso Hermione. “… ehm… che cos’è che ha detto?”

 

******

 

Forgot all about yesterday
Remembering I’m pretending to be where I’m not anymore
A little taste of hypocrisy
And I’m left in the wake of the mistake / slow to react
Even though you’re so close to me

 

(With you – Linkin Park)

 

******

“Per favore… adesso vuoi dirmi che cazzo ha detto?”

 

Hermione lo guardò seria. “Se ogni tanto stessi attento…”

 

“Che palle! Sempre la solita storia…” Ron si schiarì leggermente la voce e riprese “Se ogni tanto stessi attento…” disse facendole il verso.

 

“Piantala! Sai che mi da fastidio!”

 

Ron continuò imperterrito. “Piantala! Sai che mi da fastidio!

 

“Ron!” Hermione si mise davanti a lui e il ragazzo capì che non ammetteva repliche. Alzò le spalle e le sorrise, sperando che questo potesse calmarla almeno un pochino…

 

E un pochino, in effetti, la calmò.

                       

“Comunque… non ha detto molto… solo che sono giunte alcune voci di un nuovo attacco… ecco perché dobbiamo andare da Ginny, subito…”

 

“Lucius Malfoy è morto… come possono essersi già riorganizzati?”

 

“Beh Ron… è esattamente quello che dobbiamo scoprire… andiamo”

 

Senza aspettare oltre la ragazza si smaterializzò, seguita un attimo dopo dal ragazzo.

 

Ricomparvero qualche secondo dopo nella cucina dell’appartamento di Ginny.

 

La piccola Weasley si girò di scatto, avvertendo quel sonoro e familiare ‘crack’ alle sue spalle.

 

I suoi occhi si spalancarono, così come la sua bocca. Non riuscì a dire niente e il suo viso esprimeva tutto tranne che gioia nel vederli. Chiuse di scatto la bocca e poi la riaprì di nuovo.

 

Non riusciva a parlare…

 

Come poteva fare adesso? Se avessero visto? Se avessero scoperto?

 

Ron si preoccupò nel vedere la sorella in quello stato. Fece un passo avanti e la chiamò piano per nome.

 

Ginny parve come risvegliarsi dal profondo stupore in cui era caduta. Doveva inventarsi qualcosa. Qualsiasi cosa per far si che loro non scoprissero niente…

 

Niente.

 

Non poteva permettere a nessuno di scoprire tutto. Aveva impiegato tutte le sue energie e le sue fatiche per portare avanti quella situazione così poco conveniente…

 

Assurda, pericolosa e… eccitante… ecco come la descriveva Ginny.

 

Assurda, pericolosa e… da pazzi… ecco come l’avrebbero descritta gli altri. Ecco come l’avrebbe descritta suo fratello se l’avesse saputo.

 

Si era impegnata così tanto per far si che le cose funzionassero… e ora il semplice fatto che suo fratello e la sua migliore amica avevano l’insana abitudine di materializzarsi in casa sua, come se fosse stata casa loro, avrebbe potuto rovinare tutto. Tutto quello che era riuscita a nascondere per tutti quei mesi.

 

Così abilmente…

 

La mente di Ginny fu attraversata da un flash. Lui era in salotto… aveva sicuramente sentito… e se così non fosse stato, lei doveva fare in modo che sapesse che loro erano lì…

 

Ginny fece un sorriso forzato e fece un passo verso il fratello. “Ron! Hermione! Ma che cosa ci fate qui?” disse con un tono di voce più alto del normale.

 

Ron la guardò frastornato. “Ginny ma ti senti bene? Prima sembrava che non ci avessi mai visto… adesso ti metti ad urlare…”

 

Il ragazzo aveva appena finito di parlare. Dalla stanza accanto si sentì un rumore. Il chiaro e ben noto rumore di quando qualcuno si smaterializzava.

 

Ron si voltò di scatto verso Hermione, che annuì. Si capirono all’istante. E in quell’attimo Ginny maledì la profonda sintonia che legava suo fratello a Hermione.

 

Sfoderarono entrambi la loro bacchetta e si diressero nell’altra stanza. Ginny tentò di bloccare Ron per un braccio, ma il suo tentativo fu vano. Il ragazzo non sembrava nemmeno essersi accorto.

 

Ron entrò in salotto, seguito da Hermione e, per ultima, Ginny.

 

Vuota.

 

La stanza era completamente vuota. Non c’era nessuno oltre a loro…

 

Il ragazzo si guardò rapidamente in giro, come per vedere se vi fosse qualcosa di strano. Un particolare, un segno… qualsiasi cosa.

 

Hermione però fu più veloce. I suoi occhi si posarono immediatamente sul piccolo tavolino di vetro che troneggiava in mezzo alla stanza.

 

Due bicchieri erano posti in bella vista su un vassoio.

 

Senza aspettare oltre e intuendo forse qualcosa, Hermione si girò verso Ginny.

 

Chi c’era qui?”

 

In quel momento anche Ron si accorse dei bicchieri. Anche lui si voltò e fissò il volto della sorella minore con i suoi occhi azzurri e profondi.

 

Ginny si sentì morire.

 

Finito.

 

The end.

 

C’est terminè.

 

Era tutto inesorabilmente finito…

 

Avrebbe potuto negare. Avrebbe potuto dire che era solo un caso che ci fossero due bicchieri. Che fosse un caso che lei avesse urlato forte i loro nomi e, nemmeno un attimo dopo, il chiaro rumore della materializzazione fosse stato sentito da tutti. Che fosse un caso che avesse cercato di trattenere Ron per un braccio.

 

Ma poteva veramente ingannarli? Forse ancora per una volta.

 

Forse sarebbe stata così brava da ingannarli anche la volta successiva.

 

Ma poi?

 

Quanto sarebbe durato ancora tutto quello? Quanto ancora avrebbe mentito? Quanto ancora avrebbe pregato perché non comparissero mentre anche lui era lì.

 

Poteva veramente continuare così?

 

Era veramente una bugiarda?

 

Per alcuni mesi si. Lo era stata. In fin di bene, forse… ma loro avrebbero capito?

 

Ginny era sicura che Hermione l’avrebbe rispettata. Ma Ron… Ron era impulsivo, testardo e orgoglioso… e soprattutto odiava loro e quelli come loro

 

Anche lei li odiava… ma sapeva capire… ed era riuscita a capire lui.

 

Loro avrebbero capito lei?

 

Non lo sapeva.

 

Ma sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Era pronta. Nel suo cuore, in fondo, lo aspettava.

 

Quel momento significava dimenticare tutte le bugie degli ultimi mesi.

 

Significava riprendere a vivere normalmente. Per quanto normale potesse essere la sua vita.

 

Si. Quello era il momento che aspettava. Quello era il momento giusto.

 

Ginny fissò il pavimento davanti a sé. Fece un respiro profondo e alzò lo sguardo.

 

No, non avrebbe parlato tenendo gli occhi chiusi. Non avrebbe evitato la loro reazione. Se la meritava. Gli aveva mentito ed era pronta ad accettare le conseguenze.

 

Ron iniziò ad arrabbiarsi. “Ginny chi cazzo c’era qui prima?! E non mentire!” disse, cercando di mantenere ad un livello accettabile il tono di voce.

 

La voce di Ginny parve un sussurro in confronto a quella potente di Ron.

 

Un sussurro che entrò nelle loro orecchie. Nelle loro menti e nei loro cuori.

 

E li trafisse. E li sconvolse. E li spaventò.

 

“Malfoy… Draco Malfoy…”

 

******

 

Ed ecco che anche questo capitolo è terminato. È arrivato leggermente in ritardo, ma la scuola mi ha veramente distrutto… e comunque l’importante è che SIA arrivato, non vi pare?

 

Per il resto… che dirvi? Finalmente si scoprono le carte e i retroscena di Ginny… allora, chi aveva indovinato il personaggio misterioso, se così vogliamo chiamarlo? Penso tutti, no?

 

Questa volta niente canzoni particolari da consigliare… anche se, in effetti, per la seconda parte, potrei dire “With you” dei Linkin Park, esprime bene lo stato d’animo di Ginny.

 

Passando alle persone da ringraziare: saluto di nuovo Silvia, visto che l’altra volta le aveva fatto piacere! ^__^ me happy!! (e sarà un caso che in questo capitolo sia saltata fuori una canzone dei Linkin Park??… bah… mistero…)

 

Poi ringrazio Ely, che le sta piacendo la mia storia(meraviglioso?? Sul serio?? Thanx a lot! ^_^)  e che ha continuato a leggere i libri di Harry Potter, spinta dalle mie continue pressioni. ^___-  w il potteresimo!!

 

E ringrazio le persone che mi hanno recensito:

 

Kamomilla: anche qui ho dato uno scorcio al “mio” Ron… amo quando è malizioso e passionale! E qui si scopre anche il mistero di Ginny…e grazie ancora per i complimenti!

Pepy: grazie grazie grazie! ^_____- che te ne pare questo??

Patty: allora Sherlock come va? Le tue indagini sono quindi finite… penso che tu abbia capito da tempo chi fosse… ma questa è stata la conferma, no?? Ora però rimane una domanda, che non avrà risposta fino a quando non scriverò: che succederà? E ti assicuro che è impossibile saperlo… è TOTALMENTE imprevedibile questa storia… -___^ però se vuoi provare… ormai la pipa è tua!

_Miwako_: e sei la seconda che mi dice che il 6 è uno dei migliori (… vero Ely?)… sono contenta che sia piaciuto così tanto! Si, la canzone è proprio quella di Romeo + Juliet… ed in effetti l’atmosfera che doveva creare era proprio questa… romantica e triste: commovente. Grazie mille per i complimenti!

 

Vorrei invitare tutti coloro che non recensiscono abitualmente a farlo… questo capitoo è abbastanza importante… si sono scoperte le carte e vorrei seriamente sapere cosa ne pensate… per favore, fatemi felice (anche perché se sono felice, scrivo più in fretta…)!!

 

Un bacione a tutti e alla prossima!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Everybody's Fool ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

I know I left too much mess and
destruction to come back again
And I caused but nothing but trouble
I understand if you can't talk to me again
And if you live by the rules of "it's over"
then I'm sure that that makes sense

 

(White Flag – Dido)

******

 

Capitolo 8: Everybody’s Fool

 

“Malfoy... Draco Malfoy…”

 

Ron sentì qualcosa dentro di se precipitare. Lo stomaco, ne era sicuro, era arrivato ai piedi. E non sarebbe più risalito.

 

“… è uno scherzo vero?”

 

Ginny mosse debolmente il capo, non smettendo un istante di guardarli. No.

 

Hermione si portò una mano alla bocca e sbarrò gli occhi. Fece lentamente un passo indietro, fino a quando non si ritrovò con la schiena appoggiata allo stipite della porta. Avrebbe voluto correre e scappare via da lì. Il più lontano possibile e non farsi prendere mai.

 

Osservò Ron. Guardava sua sorella con un’espressione indecifrabile. E poi la vide. La rabbia. La frustrazione. L’odio. Salirgli dentro e sconvolgerlo come un fiume in piena. Li vide distintamente… e non potè fare a meno di provare le stesse sensazioni.

 

Ron serrò forte i pugni, costringendosi a mantenere la calma. Avrebbe voluto fare qualche passo avanti. Dare uno schiaffo a sua sorella e urlarle addosso quanto le faceva schifo…

 

“Te lo ripeto di nuovo… quel bastardo era qui?”

 

Questa volta Ginny rispose con la sua voce. Niente cenni. “Si”

 

“Perché?” Ron urlò con tutta la forza che aveva in corpo. Non poteva crederci.

 

Sua sorella. Sua sorella. La stessa sorella che sei anni prima aveva pianto insieme a lui, la morte di Harry. La stessa sorella che sei anni prima era stata la ragazza di Harry. La stessa sorella che l’aveva consolato quando si era sentito solo e abbandonato dal mondo.

 

Non poteva essere lei. Non poteva essere la sua Ginny. No, la sua Ginny non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Non avrebbe mai potuto fargli una cosa del genere.

 

Ginny sentì il suo cuore spaccarsi e andare in mille pezzi nel momento in cui incontrò gli occhi di suo fratello.

 

La stava odiando. E non sapeva neanche tutto… tutta la storia… tutta la loro storia…

 

“Perché… perché lo amo…” quelle parole uscirono dalla sua bocca da sole. Lei non voleva dirlo. Era ancora troppo presto. Ron non avrebbe capito. Hermione non avrebbe capito… nessuno poteva capirla…

 

Ginny non si accorse di niente. In un secondo si sentì la guancia bruciare e il volto di suo fratello a pochi centimetri dal suo. Le aveva dato uno schiaffo. Così… semplicemente.

 

Ron la guardò con disprezzo. “Tu non sei mia sorella. Mia sorella non si sarebbe mai comportata così… mia sorella non sarebbe MAI, e ripeto MAI, diventata la puttanella di un Malfoy!” urlò.

 

Ginny sentì una nuova forza in sé. Lei non era la puttana di nessuno. Lei AMAVA Draco… e lui amava lei…

 

“Io non sono la puttana proprio di nessuno!”

 

Ron scoppiò a ridere sarcasticamente. “Ah no? Io penso di si… o ti ha fatto un incantesimo oppure lo fai per soldi… perché io non posso credere che mia sorella, la stessa che nemmeno un mese fa ha portato i fiori sulla tomba di Harry, se la faccia con quello!”

 

“Tu non sai niente!”

 

Hermione era ancora appoggiata alla porta. Troppo scossa e scombussolata dalle parole dell’amica. Osservò Ginny… vide il suo sguardo cambiare. Da triste, abbattuto e pieno di dolore si era trasformato. Una luce nuova attraversava i suoi occhi. Una furia cieca e improvvisa che la percorreva per tutto il corpo. Qualcosa che lei conosceva bene. Quel qualcosa che la possedeva ogni vota che parlava di Ron.

 

Amore.

 

Ron mise le mani sulle spalle della sorella. “Io non so niente?” strinse forte la presa e la scosse violentemente “Io non so niente?” ripetè più forte.

 

Ginny si liberò del fratello. “No! Tu non sai niente! Dove cazzo pensi che le prendessi tutte quelle tue preziose informazioni? Sei così stupido da pensare veramente che al Ministero sia tutto così facile?… te la do io la risposta: Draco! È sempre stato lui che vi aiutava! Ha addirittura mandato suo padre a morte certa, per aiutarvi! E sarei io quella che non capisce? Sarei IO?” Ginny disse tutto questo con le lacrime che gli pizzicavano gli occhi.

 

Ma non avrebbe pianto. No… non avrebbe dato quest’enorme soddisfazione a suo fratello. Sarebbe stata forte. E avrebbe difeso colui che amava… perché Draco se lo meritava.

 

Ron la guardò schifato. “… sai cosa ti dico? Se avessi saputo che dovevi andare a letto con quello, non avrei mai voluto quelle fottutissime informazioni!… è così vero? È così che ti ha convinto… le tue prestazioni a letto in cambio delle informazioni…”

 

Ginny lo guardò sconsolata. “Ron non hai capito niente…”

 

“A me l’unica che sembra non aver capito sei tu! Cazzo Ginny era un Mangiamorte! Sai che cazzo significa? Eh? Sono quelli come lui che hanno ucciso Harry, Silente e tutte quelle persone… sono quelli come loro che combatto ogni giorno! E tu te lo porti a letto!”

 

“Finiscila! Tu non sai niente! Non ha mai voluto essere un Mangiamorte… e dovresti ringraziarmi… se non era per me… se non era per lui, a quest’ora avreste una lista di morti da far invidia alla seconda guerra mondiale!”

 

“Ma smettila di fare la vittima! Sono tutte stronzate… STRONZATE!”

 

Hermione fece un passo avanti, lentamente. Guardò il volto di Ginny. Di solito così impostato, in quell’assoluta perfezione che le aveva permesso di entrare al Ministero. Quei suoi capelli perfettamente in ordine, ora erano raccolti con una molletta sulla nuca, e numerose ciocche scendevano poco elegantemente sul suo volto. La fronte corrugata, gli occhi ridotti a due fessure e la mascella serrata.

 

Era furiosa. Ogni fibra del suo essere emanava una rabbia mai vista in quella che era da tutti considerata ancora una bambina.

 

Ma lo stesso valeva per Ron. Hermione ne era sicura. Ne era certa. Ron stava lottando contro se stesso… stava lottando per impedire di fare qualcosa, qualsiasi cosa, di cui poi se ne sarebbe pentito.

 

Ginny riprese a parlare, ancora più determinata. “Non sono stronzate” disse calcando il tono sull’ultima parola “… e sarebbe un bene che ti entrasse in quella tua testa vuota Ron! Io lo AMO!”

 

Ron alzò le mani e le portò davanti a sé. Tutte le sue dita fremevano di rabbia. “LO AMI? TU NON HAI NESSUNA IDEA DI COSA SIA L’AMORE!” le urlò tutto questo in faccia e Ginny dovette indietreggiare di un passo.

 

La ragazza si impose di rimanere calma. O almeno quanto bastava per non dover essere costretta a ricorrere alla sua bacchetta. Non avrebbe avuto speranze contro Ron. E, in effetti, non avrebbe mai usato la magia contro suo fratello. In fondo, cercò di convincersi, lui lo faceva per lei… perché si preoccupava… perché le voleva bene.

 

“Ron, io so perfettamente cos’è l’amore! E sono sicura di quello che dico… e non m’importa quello che puoi dire tu o chiunque altro! Io lo amo e lui ama me… e tu non puoi cambiare le cose… con questo penso di aver chiuso l’argomento…”

 

“Col cazzo! L’argomento non è chiuso proprio per niente… anche perché quel figlio di puttana morirà presto… e tu mi dirai dov’è… io andrò a prenderlo e tutto finirà…”

 

Ginny lo guardò tristemente. “Sei un illuso se speri di avere delle risposte da me…”

 

“Dimmelo Ginny!”

 

“No”

 

“Dimmelo porca puttana!” Ron stava iniziando a perdere la calma. O meglio… il controllo di sé. In effetti la calma l’aveva già persa da un bel pezzo.

 

“Perché altrimenti cosa farai, eh?”

 

“Questo…” Ron portò la sua mano ai pantaloni, tirò fuori la sua bacchetta e la puntò contro sua sorella. Tutto questo avvenne in così pochi secondi che Ginny non capì niente, fino a quando non si ritrovò a fissare la punta della bacchetta del fratello a pochi centimetri dal viso.

 

“Mettila via Ron…”

 

“Dimmi dove si trova Draco Malfoy…”

 

Ginny scosse la testa. “Sai perfettamente che non te lo dirò… siamo entrambi Weasley e siamo stati entrambi Griffondoro… pensi sul serio che io possa dirtelo?”

 

Ron allungò ancora di più il braccio. Ora Ginny riusciva addirittura a vedere quanti graffi aveva quella bacchetta, tanto le era vicina.

 

Ginny sorrise. “E’ inutile Ron…”

 

“DIMMELO!” Ron urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

 

“BASTA!”

 

Ron trasalì… si era dimenticato che c’era anche Hermione.

 

La ragazza si avvicinò ai due fratelli e tolse la bacchetta dalle mani di Ron. Lo guardò dolcemente e gli abbassò il braccio. “Basta Ron… vuoi veramente fare del male a tua sorella?”

 

Ron distolse lo sguardo.

 

No, certo che no… come potrei fare male a Ginny?

 

Hermione sembrò quasi leggergli nel pensiero perché continuò a parlare. “… perché è proprio questo che stavi per fare…”

 

Ron posò il suo sguardo su di lei. Annuì debolmente. Avrebbe potuto fare del male a sua sorella. E non se lo sarebbe mai perdonato… mai… quella era Ginny… forse una Ginny diversa da come pensava che fosse… ma era pur sempre la sua sorellina… quella che si era ritrovato a consolare quand’era ancora piccola. Quella che aveva visto crescere e diventare una splendida donna.

 

Avrebbe potuto veramente farle del male? No… mai.

 

Hermione si voltò verso Ginny e il suo sguardo si indurì leggermente.

 

Ginny vide gli occhi nocciola dell’amica, sempre così dolci, rivolgere quello sguardo. Si sentì gelare dentro. Nel profondo. Nell’anima. In un luogo non ben definito, ma che, ne era sicura, si trovava nel petto. E se chiamarlo cuore potrebbe aiutare a capire… allora va bene, si sentì gelare nel cuore.

 

“Hermione…” iniziò a dirle Ginny, ma la ragazza venne interrotta dalla mano dell’amica.

 

“Lasciami parlare, per favore… senza interrompermi. Io e te siamo sempre state amiche, e ti ho sempre detto cosa pensavo… anche quando magari non ero d’accordo. Ebbene anche questa volta sarà così. Mi dispiace, ma non aspettarti un abbraccio, una pacca sulla spalla e frasi come ‘ti capisco’ o ‘io ci sono’… no, Ginny. Questa volta io non ci sono. E proprio non ti capisco. Non posso accettare tutto questo… e non riesco nemmeno a capire come tu possa esserti innamorata di lui… si, almeno in questori credo. Credo nel tuo amore, Ginny… il punto è che non credo nel suo… mi dispiace. Mi dispiace tanto… ma non posso dirti che ti consiglierò cosa fare. Sai come la penso… e sai che non capisco come tu possa calpestare così la memoria di Harry… la memoria di un ragazzo che un tempo hai amato… amato profondamente. Quindi Ginny… penso che sia finito qui… penso che sia tutto finito qui…”

 

Ginny sentì in bocca il sapore salato delle lacrime. Non si era accorta di piangere.

 

Lo sguardo di Hermione si addolcì leggermente. “Non piangere… non si piange per questo…”

 

Ginny si morsicò un labbro. “Come fai a essere così dura?”

 

L’amica, o quella che un tempo chiamava così, sorrise leggermente. “Dura? No… so semplicemente valutare le cose… e dovresti iniziare a farlo anche tu, Ginny.”

 

Hermione si voltò, non aspettando la risposta, che non arrivò, di Ginny. Entrambe sapevano che il discorso era finito.

 

Ron seguì Hermione. Erano già pronti per smaterializzarsi, quando Ron parlò e Ginny potè sentire quelle parole uscire dalla bocca del fratello.

 

“Ti consiglio di scegliere… o Draco o noi… e se sceglierai lui, puoi anche smettere di farti chiamare Weasley perché non sarai più mia sorella.”

 

E un attimo dopo non c’erano già più.  Loro… e tutta la loro rabbia.

 

La loro frustrazione. Il loro odio per Draco e… forse… anche per lei…

 

Tutto sparito.

 

E allora perchè quel senso di vuoto che sentiva Ginny non se ne andava?

 

Perché si sentiva inutile? Sola? Incompresa?

 

Lo era veramente?

 

Non lo sapeva. L’unica cosa certa era il suo amore per Draco… e in quell’istante si accorse di una cosa. Una sensazione orribile e devastante. Una paura. Nella sua mente e nel suo cuore. In qualsiasi parte del suo essere.

 

In quell’istante capì che dentro di lei si era insinuato un dubbio.

 

Il dubbio su Draco. Riguardo il suo amore.

 

Era veramente tutto vero? O la stava solo usando?

 

No… Draco l’amava… lei lo sapeva… si… ne era convinta…

 

Ma forse…

 

Si abbandonò sulla poltrona accanto a lei. Chiuse gli occhi di scatto e sentì nuovamente le lacrime scendere sulla sue guance.

 

E in quell’istante si sentì così sola. Come se al mondo non ci fosse nessun altro, oltre che a lei.

 

Non era nuova quella sensazione. La conosceva bene… molto bene, in efetti. Solo che una parte di lei era riuscita ad accantonarla in un angolo remoto del suo cuore.

 

Ma non se n’era mai andata.

 

E quella… quella era la stessa sensazione che aveva provato alla morte di Harry…

 

Identica.

 

L’unica differenza era che Draco era ancora vivo… e sarebbe bastato smaterializzarsi per poterlo vedere… pochi secondi… pochi gesti… che però non fece.

 

E rimase lì. Sulla poltrona. Con gli occhi chiusi. A pensare a cosa fare… quando in nome del suo amore sarebbe semplicemente dovuta correre da lui

 

Ma ancora una volta, non ebbe abbastanza coraggio…

 

E rimase lì… ferma a pensare… mentre Draco era a chilometri di distanza che l’aspettava…

 

E rimase lì… da sola… proprio come si sentiva dentro…

 

E rimase lì… e giunse alla sua conclusione…

 

E rimase lì… semplicemente… col suo dolore e il suo amore a combattere.

 

E rimase lì… e decise cosa fare…

 

******

 

Perfect by nature, icons of self-indulgence
Just what we all need
More lies about a world

That never was and never will be
Have you no shame, don't you see me?
You know you've got everybody fooled.

(Everybody’s Fool – Evanescence)

******

Ed eccomi qui con un altro capitolo… forse un po’ più corto degli altri… ma non avrebbe avuto senso iniziare il pezzo successivo, per poi tranciarlo a metà… il prossimo capitolo è già abbastanza complicato di per sé, meglio non aggravare la situazione…

 

Ebbene… cosa farà la nostra Ginny?… vediamo le ipotesi^^

 

Vi consigliod i leggere questo capitolo ascoltando Everybody’s fool degli Evanescence… è azzeccatissima^^ e crea la giusta atmosfera…

 

In questo e in alcuni prossimi saranno molto di scena Ginny e Draco… lo so, lo so che questa è una Ron/Hermione… e rimane tale… solo che mi serve che succedano delle cose anche alla prima coppia… e quindi non posso trascurarli…

 

Uhm… riflettendo, l’altro giorno, mi sono accorta che questa storia sta prendendo una piega tutta sua… non nel senso del contenuto, quello va esattamente dove deve andare, ma nel senso del numero dei capitoli: teoricamente (cioè prima di iniziare il primo capitolo) lo schema della storia prevedeva 12 capitoli… adesso mi è molto chiaro che arriverò di sicuro ai 20… anche perché il punto cruciale della storia è appunto la fine. In effetti posso dire che tutta questa parte iniziale è stata costruita in previsione degli ultimi 3/4  capitoli… e con questo ho detto troppo (ovviamente se avete qualche idea in proposito… esponetela pure^^)…

 

Passiamo ai ringraziamenti…

 

Beh grazie a Ely perché anche il 7 è entrato nei suoi “Best capitoli”… quindi THANX!! ^_^

 

Poi un ringraziamento speciale a Sabry… e non me ne frega niente se non vuoi, ma in questo capitolo devo farlo… e grazie x il “tremenda”… e tu capisci, quindi va bene così…

 

Patty: come previsto al tua previsione era azzeccata… però in questo capitolo ho lanciato altre due domande (ovvero cosa accadrà nel prossimo e cosa accadrà alla FINE…)… se vuoi tentare^^ ormai la pipa è tua… ^_^ grazie x i complimenti!

Kamomilla: giusta osservazione!!! Sempre chiudere a chiave le porte… non si sa mai chi può esserci dietro… ^^ grazie mille anche a te per i complimenti al capitolo… sono contenta che sia piaciuto!

Pepy: ehm… in questo capitolo la povera Ginny ha subito la furia dai capelli rossi… in effetti no, non viene trattata molto bene… per lo meno adesso… e a chi lo dici: quel “buzzurro” sarebbe stato proprio da menare!!

Miao91: eh no… Ginny doveva fare proprio quel nome^^ ahahaha… me sadica… grazie mille comunque per i complimenti!! ^___^ me molto felice!!

 

Tanto che ci sono ringrazio anche le persone che mi hanno commentato la traduzione (e invito tutti voi a leggerla e a recensirla^^ pubblicità…)… comunque grazie a daffydebby, ale69 e nisi corvonero.

 

Alla prossima!!

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Capitolo 9
*** Non avrebbe mai voluto ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Laying close to you
Feeling your heart beating
And I'm wondering what you're dreaming
Wondering if it's me you're seeing
Then I kiss your eyes
And thank God we're together
I just want to stay with you in this moment forever
Forever and ever

 

(I don’t wanna to miss a thing - Aerosmith)

 

******

 

Capitolo 9:  Non avrebbe mai voluto

 

Sentì un rumore dietro di se. Ma non si voltò neppure… sapeva già chi fosse. Sapeva perfettamente chi fosse. Non gli serviva un’ulteriore conferma.

 

Respirò profondamente. E Ginny capì in quel momento… in quel preciso istante, che sapeva… che lui sapeva tutto. Sapeva la sua decisione. E lei si sentì morire… morire dentro…

 

“Allora?”

 

Draco si decise a girarsi e a guardarla negli occhi. Ed era bella…

 

Tremendamente bella… dannatamente bella… e inequivocabilmente triste…

 

Ebbe la sua conferma. E capì. E il suo cuore si spezzò… perché sapeva… e non avrebbe mai voluto sapere…

 

Ginny distolse lo sguardo. Quegli occhi… azzurri? Grigi? Non l’aveva mai capito… in effetti non si era mai posta la domanda. Sapeva solo che adorava quegli occhi. Così freddi… così glaciali… eppure lei sapeva così bene quanto tutto ciò fosse falso.

 

Sapeva che i suoi occhi potevano esprimere dolcezza… e amore… e un’altra serie infinita di sentimenti.

 

E sapeva che tutti gli altri… tutto il mondo là fuori non l’avrebbe mai capito.

 

“Hanno scoperto tutto…” la sua voce uscì incomprensibilmente piatta e priva di una qualche emozione…

 

La consapevolezza della sua scelta, forse, la stava già devastando.

 

Non lo sapeva. Non sapeva più niente ormai. Il suo cuore le diceva solo di andare da lui ed abbracciarlo. E passare con lui la notte… senza problemi… solo loro due… come sempre.

 

Ma non si mosse. E solo più avanti avrebbe capito quanto, in quel momento, avrebbe dovuto dar retta al cuore.

 

“Cazzo” Draco imprecò e serrò violentemente la mano.

 

Non doveva andare così. Non doveva affatto andare così…

 

Ginny si ritrovò ad annuire.

 

E poi le sentì. Sentì gli occhi bruciarle… mentre la vista se ne andava… e le lacrime… iniziarono a scenderle sulle guance. E lei non riuscì a fermarle… non riuscì a fare proprio niente… se non, rimanere lì, immobile, ad attendere che qualcuno o qualcosa le desse una forza che non le apparteneva.

 

Quella forte è Hermione… non io…

 

La ragazza si maledì mentalmente. Non avrebbe mai voluto piangere… non prima di finire di parlare. Ora era tutto più difficile.

 

Le lacrime la rendevano solo più fragile e vulnerabile e, in quel momento, non voleva proprio sentirsi così.

 

Iniziò a parlare. E la sua voce risultò una chiara dimostrazione di come si sentiva dentro. Di come si sentiva distrutta dentro. “Draco…”

 

Non riuscì a dire altro. Non poteva. E non ci riusciva.

 

Draco si avvicinò a lei. Senza che Ginny se ne accorgesse le sollevò il viso bagnato di lacrime e la baciò.

 

E Ginny si sentì morire.

 

E Draco si sentì morire.

 

Ed entrambi sapevano che sarebbe stata l’ultima volta.

 

Perché entrambi sapevano che solo un miracolo avrebbe potuto ricongiungerli… e, al momento, nessuno dei due ci credeva…

 

Ginny si aggrappò con tutte le sue forze al ragazzo, senza staccare la sua bocca da quella di Draco.

 

Sarebbe rimasta così tutta la vita. Baciare Draco era la sensazione più bella che avesse mai provato in vita sua…

 

Niente… assolutamente niente poteva essere paragonato a questo…

 

Perché mentre Draco la baciava non esisteva nient’altro che loro. Quel ragazzo aveva la capacità di mandarla in confusione con uno solo sguardo… e un suo bacio la travolgeva letteralmente.

 

Sentì le mani del ragazzo scorrere sulla sua schiena.

 

Sentì il calore del suo corpo.

 

E sentì le sue stesse lacrime sul viso.

 

E capì che doveva staccarsi. Non ci sarebbe più riuscita, dopo…

 

Draco la fissò, ancora vicino a lei. Ancora pericolosamente vicino a lei.

 

A malincuore staccò le sue mani dal corpo di lei e fece un passo indietro.

 

Sul suo viso comparve una smorfia. “Hai scelto, vero?”

 

Ginny annuì. E Dio solo sapeva quanto le era costato.

 

“Bene.” Freddo. Tagliente. E letale… almeno per lei… almeno per il suo cuore.

 

La ragazza abbassò lo sguardo. Quella era la prova definitiva. Se lei se ne andava… lui l’avrebbe odiata. E lei non poteva sopportarlo. Lui era il ragazzo con cui aveva passato i mesi più belli della sua vita. Lui era il ragazzo che aveva sacrificato tutto… tutto… per lei. Aveva mandato a morte certa suo padre… e tutto per dimostrare a lei, piccola, sciocca e fragile ragazzina, quanto l’amava…

 

Lui non era più un Mangiamorte, per lei.

 

Lui era riuscito a cambiare, per lei.

 

Lui aveva tradito suo padre, per lei.

 

E lei… era così che l’avrebbe ricompensato? Fuggendo?

 

Si… perché lei non era forte… non lo era mai stata in fondo…

 

E non aveva la forza per tradire suo fratello…

 

“Devo farlo Draco…”

 

“DEVI?” Il ragazzo le urlò contro.

 

Dio, perché deve essere tutto così dannatamente difficile?

 

“Ron l’ha scoperto, Draco… e se continuerò a vederti lui ti troverà e…”

 

Draco sorrise amaramente. “… e così è questo che abbiamo fatto per mesi? Ci siamo visti?…”

 

Ginny scosse la testa. “No…” un singhiozzo interruppe la sua frase “… Draco lo sai che ti amo!”

 

“Già… e me lo stai dimostrando ampiamente devo dire…” disse ironicamente.

 

“Cazzo! Pensi che sia facile per me? Pensi che non ti abbia mai amato? Pensi che non ti amo e che non continuerò a farlo?”

 

“Io penso solo che stai scappando perchè hai paura… hai paura di rimanere senza il tuo caro fratellino e la tua bella famigliola… quando io non ho più nessuno perché ho deciso di stare con te!”

 

“Mi dispiace!”

 

Draco si voltò di spalle e scoppiò a ridere. “Ti dispiace?” voltò leggermente la testa verso di lei. “Ti dispiace?” ripetè più forte.

 

Ginny si sentì tremare.

 

Stava per lasciare il ragazzo che amava… e anche in quello si stava dimostrando una codarda…

 

“Si” un sussurro. Una semplice parola.

 

Draco serrò forte i denti e si voltò di nuovo verso di lei.

 

Occhi negli occhi.

 

Azzurro nell’azzurro.

 

E Ginny si ritrovò a pensare che non erano affatto grigi, i suoi occhi…

 

Ghiaccio nel fuoco.

 

Si erano incontrati. Si erano amati. Si erano uniti.

 

Per sempre.

 

Parole sussurrate in una notte, non troppo lontana. Parole entrate nel cuore. Parole scolpite nell’anima… parole eterne…

 

Ma il ghiaccio e il fuoco non potevano stare insieme…

 

No. Il mondo non poteva accettare un simile accostamento. Il mondo non poteva capire. Il mondo non voleva capire.

 

E il mondo non avrebbe mai capito. Mai…

 

Ginny riprese a parlare. “Non posso fare nient’altro… e lo so che sono una codarda… che dovrei andare da mio fratello e affrontarlo… ma non ci riesco… non ci riesco… e mi dispiace.”

 

“Va via”

 

Ginny sentì come se qualcuno la stesse prendendo a pugni nello stomaco. Quello non poteva essere la voce del suo Draco…

 

Il suo Draco non l’avrebbe mai mandata via…

 

“Non hai sentito? Va via”

 

Di nuovo quella voce. Ginny scosse la testa… come per scacciare quella voce dalla sua mente… come se non esistesse veramente… come se fosse solo frutto della sua immaginazione.

 

No. Quello non poteva essere Draco…

 

Però… in fondo… aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato… no?

 

Lei… lei lo stava lasciando. E lo aveva tradito.

 

Si morsicò violentemente il labbro inferiore. “Draco”

 

“Va via!!”

 

Ginny fece un passo indietro.

 

Era finita.

 

I suoi occhi si annebbiarono dalle troppe lacrime. Non disse niente. Non disse una sola parola. E si smaterializzò.

 

Era veramente finita.

 

******

 

“Che cazzo significa?” Konrahd sembrava sul punto di esplodere.

 

Ron alzò le spalle. “Esattamente quello che ho detto”

 

“Se solo… se solo non fossi così dannatamente necessario ti avrei già spaccato la faccia…”

 

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. E tutto ciò non fece altro che aumentare l’irritazione del suo superiore. “E piantala con quest’aria di sufficienza! Muovi il culo e vedi di scoprire qualcosa!”

 

Ron si alzò dalla sedia e uscì dall’ufficio. Appoggiata alla parete c’era Hermione a braccia conserte che lo aspettava.

 

“Era necessario dirglielo?”

 

“…Che abbiamo perso il nostro informatore?” fece una smorfia di disgusto. “Si… era necessario…”

 

Hermione annuì. “Adesso sarà molto più difficile..”

 

Ron la guardò negli occhi. “E allora?”

 

La ragazza sospirò. “E allora niente! Era solo una constatazione… nulla di più…”

 

Hermione prese a camminare per il corridoio. All’improvviso la mano di Ron l’afferrò per la spalla e la fece voltare. “Sei arrabbiata con me?”

 

La ragazza lo guardò dolcemente. “No… Ron non potrei mai essere arrabbiata con te… non ci riesco…”

 

Il ragazzo annuì e abbassò lo sguardo.

 

Hermione ebbe una stretta al cuore. Ron… vederlo così abbattuto… affranto…  distrutto… significava solo che stava molto male. E lei si sentiva terribilmente impotente.

 

Odiava non poterlo aiutare.

 

Gli mise la mano su una guancia e fece scorrere un dito sulla sua cicatrice. Ron non aveva mai voluto farsela togliere. Con la magia avrebbe potuto eliminarla facilmente, ma lui si era imposto categoricamente.

 

Mi farà ricordare tutto… mi farà ricordare chi sono… e mi farà ricordare che la morte è bianca…

 

Aveva detto così… semplicemente. E lei lo aveva rispettato.

 

Ron si chinò, fino ad appoggiare la testa sulla spalla della ragazza. In quel momento non aveva nulla del ragazzo forte e orgoglioso. Sembrava un bambino… un bambino da proteggere. E lei l’avrebbe protetto… sempre.

 

“Ron” Hermione sussurrò il suo nome e gli mise la mano dietro la nuca. Prese ad accarezzarlo dolcemente, come per indicargli che lei c’era e ci sarebbe sempre stata…

 

Il ragazzo le cinse la vita con le sue braccia e la strinse forte. Quanto l’amava… non poteva stare senza di lei… non poteva vivere senza di lei… non ci sarebbe mai riuscito.

 

Hermione chiuse gli occhi, persa nell’abbraccio di Ron.

 

Non c’era nessuno oltre a loro. Il mondo là fuori non esisteva. Il dolore spariva. Niente… non c’era assolutamente niente… oltre a loro due e il loro amore…

 

E solo il loro amore li avrebbe aiutati ad andare avanti…

 

Perché là fuori non c’era niente

 

******

 

No one knows what it's like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes
And no one knows
What it's like to be hated
To be faded to telling only lies

[......]

No one knows what its like
To feel these feelings
Like i do, and i blame you!
No one bites back as hard
On their anger
None of my pain woe
Can show through

 

(Behind blue eyes – Limp Bizkit)

 

******

 

 

Il ragazzo strinse forte i pugni.

 

Rabbia.

 

Dolore.

 

Solitudine.

 

Era di nuovo solo. Solo… perché anche lei l’aveva abbandonato.

 

Come aveva potuto? Lui aveva sacrificato tutto… la sua intera famiglia per stare con lei… e lei… era fuggita non appena l’adorato fratellino aveva esposto il suo disappunto.

 

Come aveva potuto?

 

Non avrebbe mai pensato che finisse così. Avrebbe preferito morire che rimanere solo… di nuovo solo.

 

Nessuno, mai nessuno si era occupato di lui. Si era occupato veramente di lui.

 

Suo padre. Suo padre non gli aveva mai chiesto se voleva diventare Mangiamorte. Gliel’aveva imposto… come ogni cosa. Non aveva mai chiesto la sua opinione. E lui… lui era stato troppo codardo per affrontarlo.

 

Suo padre non avrebbe mai saputo del tradimento di suo figlio. Era morto.

 

Sua madre. Sua madre era sempre troppo occupata a seguire suo marito, piuttosto che seguire il figlio. Non si era mai preoccupata delle aspettative del figlio… sua madre si preoccupava solo che Draco non disubbidisse a Lucius… solo quello era importante per lei.

 

Sua madre non avrebbe mai saputo che si era ribellato a suo padre. Era sparita.

 

Pansy Parkinson. Pansy era sempre troppo occupata a primeggiare sulle altre ragazze Serpeverde, piuttosto che amarlo veramente. Forse… forse alla fine si era veramente innamorata di lui… ma Draco non era stupido. Sapeva che lui rappresentava il massimo del potere… e che stare con lui era un privilegio. Farsi vedere con lui… quello era l’importante.

 

Pansy non avrebbe mai saputo delle sue continue menzogne. Era morta.

 

Ginny Weasley. Ginny era stata l’unica persona che era riuscita a leggergli l’anima. A scoprire qualcosa di buono, dietro la facciata da Mangiamorte. Era stata l’unica persona ad amarlo perché era Draco… e non un Malfoy. Era stata l’unica persona che meritava il suo amore… era stata la prima persona a farlo vivere veramente.

 

Ginny non avrebbe mai saputo che l’avrebbe amata per sempre. Era scappata.

 

E lui era di nuovo solo.

 

Solo.

 

Di nuovo solo

 

Draco prese il bicchiere di fronte a lui e lo strinse forte. Tremava. Tremava di rabbia. Una rabbia che pensava fosse sparita… e in realtà non se n’era mai andata completamente da lui.

 

Lanciò con tutte le sue forze il bicchiere contro il muro, mandandolo in mille pezzi.

 

Mille pezzi… proprio come si sentiva lui in quel momento.

 

“Perché?” urlò “Perché mi hai lasciato anche tu?”

 

Si accasciò a terra. Il suo braccio tremava ancora. Sbattè violentemente il pugno sul pavimento. Ma nemmeno questo riuscì a calmarlo. Niente poteva riuscirci.

 

Mille pezzi…

 

E ormai non era più nessuno… era solo uno, di quei mille pezzi che lo componevano…

 

******

 

Allora… per prima cosa scusate per il ritardo… ma sia sabato che domenica non sono stata a casa, e quindi posso postare il nuovo capitolo solo oggi. Però mi faccio perdonare… questo capitolo è il più lungo che ho scritto!

 

Che ne dite? Ginny ha lasciato Draco, perché troppo debole per affrontare Ron… cosa accadrà adesso? Draco rinuncerà veramente a Ginny? Vi annuncio che potrebbe fare la sua comparsa anche un nostro “vecchio” e caro amico… e ho detto anche troppo…

 

Vi consiglio di scaricarvi “Behind Blue Eyes” perché il testo è veramente perfetto per questo capitolo… sembra essere scritta apposta!

 

Ed ora passiamo ai ringraziamenti…

 

Ely: Grassie!!! Come promesso ti ringrazio anche qui… beh… che dirti? Sono felice che l’8 ti abbia entusiasmato così tanto… e sono contenta di essere riuscita ad esprimere bene la rabbia di Ron… e il dolore di Ginny… Grazie 1000 ancora per i complimenti che mi fai ogni volta… sei troppo buona!! Non li merito affatto. E: sempre e comunque con Sirius… perché per noi, NON è morto… e non lo sarà mai! Giusto? (secondo me dovremmo VERAMENTE andare a fare una visitina alla nostra camera di manicomio… ci aspettano…). Un bacione!!! ^__-

 

E poi proseguiamo con i ringraziamenti a chi mi ha recensito:

 

miao91: thanx per aver recensito la mia storia^^ ehm… che mi dici di Ginny adesso?

Federiketta: sono contenta che ti piaccia! ^__^ e spero di risentirti… mi raccomando fammi sapere che ne pensi degi altri capitoli!

Sailor Mercury: grazie mille anche a te per i complimenti^^

Patty: ed ecco che cos’ha deciso la nostra Ginny… e si… Ron l’ha presa molto male… Hermione non così tanto, anche se sembra molto fredda, ti assicuro che non è così…continua ad indagare!

Kamomilla: ehm… Ginny ha chiarito i suoi dubbi… però forse non è arrivata alla conclusione che tutti si aspettavano… comunque non temete… non è ancora finita… e non so se sia un bene o un male… giudicate voi!

FallenStar: grazie mille! Mi fa molto molto piacere sapere che ti è piaciuta questa ficci… ^_____^

 

 

Alla prossima!! Un bacio!

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Capitolo 10
*** A little broken heart ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

When I look into your eyes
I can see a love restrained
But darlin' when I hold you
Don't you know I feel the same

'Cause nothin' lasts forever
And we both know hearts can change
And it's hard to hold a candle
In the cold November rain

We've been through this auch a long long time
Just tryin' to kill the pain

 

(November Rain – Guns ‘n Roses)

 

******

 

Capitolo 10:  A little broken heart

 

Che cosa stava facendo? Lì, fermo… immobile. Ad ascoltare. Tutte quelle inutili stronzate che stavano fuoriuscendo dalla bocca della sua amata sorella…

 

Oh cielo se è amata… soprattutto in questo momento… è la persona che più amo alla follia…

 

Se fosse stato per lui si sarebbe alzato, avrebbe preso quella sedia su cui si era seduto e l’avrebbe scaraventata fuori dalla finestra… ma non poteva farlo.

 

No. Decisamente non era una grande idea.

 

Hermione non gliel’avrebbe perdonata. Probabilmente gli avrebbe riempito, ancora una volta, la testa di inutili parole a proposito di ‘mantenere la calma’ e altre sciocchezze del genere.

 

Così aveva optato per la soluzione ‘NonSento-NonMiIncazzo’ e stava avendo piuttosto successo.

Erano almeno 20 minuti che si trovava in quella posizione… un po’ scomoda in effetti… ma che risultava sempre e comunque migliore delle inutili parole di sua sorella.

 

E se ne stava lì, seduto al tavolo della sua cucina, con un’espressione terribilmente annoiata sul viso e con la testa appoggiata ad una mano. Non faceva niente di particolare. E soprattutto non ascoltava.

 

Dall’altra parte del tavolo c’era Hermione.

 

Probabilmente non sarebbe mai riuscito a capire il controllo che aveva di sé quella donna. Era sorprendente.

 

Hermione era lì, che ascoltava tranquillamente Ginny parlare…

 

Ron l’aveva a malapena salutata. Hermione sembrava quasi partecipe delle parole della sorella. Non ci poteva veramente credere.

 

Ron sapeva perché era lì, Ginny. Sapeva perfettamente che sua sorella aveva scelto… e aveva scelto loro. Ma non poteva perdonarla. Non poteva fare finta di niente.

 

Non poteva guardarla negli occhi senza pensare che quegli stessi occhi si erano posati su Draco Malfoy.

 

Ron fece una smorfia. Il solo pensare a quel bastardo gli faceva quell’effetto. Non poteva farci niente.

 

Gli faceva schifo. Gli faceva schifo tutto quanto. Gli faceva schifo quel mondo… quel mondo che permetteva a gente come Malfoy di camminare per le strade. Gli faceva schifo tutto.

 

E gli faceva schifo sua sorella. La sorella che amava con tutto se stesso… e che adesso non riusciva più a capire. E forse, nemmeno voleva.

 

“Ron, cosa dici?”

 

La voce di Ginny lo riportò alla meravigliosa realtà davanti a lui.

 

Sua sorella che, con la coda tra le gambe, era tornata dal suo adorato fratellino. Proprio meraviglioso, in effetti.

 

Ron si appoggiò contro lo schienale della sedia e sbadigliò rumorosamente, non preoccupandosi affatto dell’espressione contrariata di Hermione.

 

Guardò la sorella e sorrise inarcando un sopraciglio. “Che cosa dico?”

 

Ginny annuì e Hermione iniziò mentalmente a pregare che Ron mantenesse la calma.

 

“A proposito di che cosa, scusa?”

 

“Su… su quello che ho detto… sul fatto che ho lasciato Draco…”

 

“Uhm…” Ron finse di grattarsi la nuca “Che cosa posso dire? In effetti… non ho sentito una sola parola del tuo meraviglioso discorso…” Fece una smorfia e proseguì “… ma immagino che doveva essere piuttosto convincente, sbaglio?”

 

“Non erano cose dette per convincere… ma per farvi capire…”

 

Ron la fissò improvvisamente serio. “Cosa?” Poi finse di avere un’improvvisa illuminazione “… ah ma certo… il tuo grande e straordinario amore… scusami se ho preferito non ascoltare… mi sono risparmiato la carie ai denti…”

 

Ginny scosse la testa e abbassò gli occhi che, ancora una volta, si stavano riempiendo di lacrime. Perché suo fratello era così testardo? Perché si ostinava a non capire?

 

“… è inutile Ron… non so cosa fare con te… non capisci…”

 

Ron si alzò in piedi di scatto facendo cadere la sedia dietro di lui. “Non capisco? Ma certo… io sono sempre quello brutto e cattivo, non è vero? Ginny invece è la povera principessa da salvare… piantala di fare la vittima una buona volta!”

 

“E tu piantala di non voler capire!”

 

“Come sarebbe a dire?” Ron incrociò le braccia sul petto e sul suo viso comparve un’espressione che a Hermione non piacque per niente.

 

Presagiva solo una cosa. Guai.

 

Anche Ginny sembrò accorgersene. Conosceva bene quell’espressione del fratello. Ma in quel momento non le importava. Non le importava per niente.

 

In quel momento doveva andare oltre a questo e parlare con lui. Sempre che quella testa vuota di suo fratello la stesse ad ascoltare.

 

“Esattamente quello che ho detto, Ron… che fai solo finta di non capire… in realtà sai tutto, perfettamente.”

 

Ron scosse la testa non smettendo un attimo di fissarla. “Ma falla finita”

 

“Falla finita?! Ron rimarrai sempre il solito bambino… la verità è che tu sai perfettamente che non mento quando dio che lo amo” Ron non nascose il suo disappunto per quella parola e fece una smorfia con la bocca. “… e hai paura” concluse la sorella.

 

Ron strabuzzò gli occhi. Di tutte le stronzate che Ginny aveva detto, quella era la migliore in assoluto.

 

Ron iniziò a battere le mani con un’energia crescente e un’espressione divertita sul viso. “Finito il tuo show?”

 

Ginny guardò di sfuggita Hermione. La ragazza era ancora seduta, intenta a mordicchiarsi l’unghia del pollice.

 

Ginny sorrise leggermente.

 

Non sono l’unica cretina a essere tesa allora…

 

No. Decisamente non lo era affatto. La ragazza era tesa come una corda di violino. Hermione temeva la reazione di Ron. Aveva paura di cosa avrebbe potuto fare suo marito…

 

Lei. Lei sapeva come tenergli testa. Ron poteva tutto, ma non fare la voce grossa con lei. Perché la voce di Hermione, se necessario, sapeva essere ancora più grossa di quella di Ron.

 

Ma Ginny…

 

La piccola Ginny.

 

La dolce Ginny.

 

L’ingenua Ginny.

 

L’indifesa Ginny.

 

Tutti epiteti molto carini… se riferiti a una bambina. Ma Ginny non lo era più… e Ron non lo aveva ancora capito.

 

Un tempo a Ron sarebbero bastate due parole per rimettere a posto sua sorella.

 

Era ancora così? Hermione non lo sapeva. Ginny sembrava così debole… apparentemente era ancora una bambina… eppure… era diversa. Una nuova forza, che lei conosceva fin troppo bene, animava le sue parole. E quella forza era l’amore.

 

Nei suoi occhi. In quegli occhi azzurri così simili a quelli di Ron, solo poche ore prima aveva visto quella fiamma di rabbia e dolore… unite a quella più accesa dell’amore.

 

E ora si chiedeva se Ron sapeva veramente chi avesse di fronte a sé.

 

Ron sapeva che Ginny non era più una bambina?

 

“Molto divertente, Ron… sul serio… ma fuggire davanti ala realtà non ti servirà a molto… sai qual è la verità? È che hai paura… di me e di chi sono… hai paura perché non sono più una bambina… non sono più la ‘piccola’ Ginny… e questo ti spaventa a morte… perché all’improvviso ho iniziato a pensare con la mia testa…”

 

“Beh non c’è che dire! Gran bel lavoro… hai pensato con la tua testa… e guarda dove ti ha portato? A compiere un mucchio di stronzate, come andare a letto con Malfoy!”

 

Ginny allungò le braccia lungo il corpo e strinse forte i pugni. Aveva una voglia matta di togliere con le sue stesse mani il sorriso beffardo di Ron.

 

Sangue Weasley si riconosce sempre…

 

Le avrebbe detto suo fratello Bill…

 

Già… buon sangue non mente… e ci scommetto che Ron sta facendo uno sforzo tremendo per trattenersi…

 

“Beh Ron… forse avrò sbagliato… ma solo a non dirvi niente… non puoi rimproverarmi anche il fatto di essermi innamorata!”

 

“Questa è bella! Non stiamo parlando di una cotta passeggera con un compagno di scuola, Ginny… stiamo parlando di essere andata a letto con Draco Malfoy, il figlio di quel bastardo che ha attaccato Hogwarts! Il figlio di quello che ha ucciso degli innocenti per tutti questi anni!”

 

“Hai detto giusto Ron… il figlio… Draco non è Lucius!”

 

“Ma è un Mangiamorte!”

 

Era un Mangiamorte!”

 

“Ma certo… e con la forza dell’amore si è riconvertito!”

 

Ron era sul punto di scoppiare.

 

Di nuovo.

 

“Lui… lui non ha mai voluto esserlo… e ha tradito tutti… anche suo padre… per me… e per aiutare voi…”

 

“Stronzate!”

 

“Non sono stronzate! È la verità…”

 

Ron fece una smorfia, ma non proseguì a parlare.

 

Ginny respirò profondamente e proseguì. “… e comunque è finita tra noi… proprio come volevi tu… non sei felice?” chiese ironicamente.

 

Ron la guardò un istante. “Certo… come non potrei esserlo?” rispose sarcasticamente. “… mia sorella è andata a letto con Malfoy, ci ha mentito per mesi… adesso mi odia perché ha dovuto lasciare l’amore della sua vita” Ginny si morsicò forte il labbro inferiore. “… come potrei non essere felice?”

 

Senza sentire la risposta della sorella Ron uscì dalla stanza e andò al piano superiore.

 

Ginny vide con la coda dell’occhio la figura di Hermione che, lentamente, si avvicinava a lei. La ragazza le mise una mano sulla spalla.

 

“Prima o poi capirà…”

 

Ginny si voltò e fissò la ragazza negli occhi. “Tu hai capito?” Hermione non rispose e distolse lo sguardo. “Appunto… quindi non venirmi a dire che lui capirà… sei la prima a non credere alle tue parole…”

 

“Io forse non capisco… ma non mi va di fare quelle inutili scenate… quelle le lascio a voi Weasley…”

 

Ginny tolse stizzita la mano di Hermione dalla sua spalla. “Che significa?”

 

Hermione si mise una mano sul fianco. “Esattamente quello che ho detto… e comunque lascia perdere…”

 

“Certo… la saputella Hermione Granger non si abbassa a litigare con me, giusto?”

 

“Mettila come vuoi… resta il fatto che io ti ho capito… cosa che, forse, tu non hai fatto con me…”

 

Ginny la guardò interrogativamente. Che cosa c’era da capire in Hermione?

 

“Cosa vuol dire?”

 

Hermione sospirò e scosse la testa. “Ginny, io non sono arrabbiata con te…”

 

“No?”

 

“No”

 

“Beh a me non sembrava…”

 

“Non è importante ciò che sembra… ma ciò che è in realtà… non ti pare?”

 

Ginny annuì e abbassò lo sguardo “Forse si”

 

“Lo ami?”

 

“Si”

 

“E l’hai lasciato”

 

“Si”

 

“… basta… non c’è più niente da dire su questo discorso per me… so cosa provi Ginny… vuoto, vuoto dentro… e so anche che nessuno riuscirà mai a colmarlo… ma hai scelto…”

 

“Ho scelto”

 

“E adesso questo è l’importante… e anche Ron lo capirà… solo, lasciagli un po’ di tempo per pensare ok?”

 

Ginny annuì. Almeno una persona l’aveva capita. Almeno una… almeno in parte…

 

Hermione fece un passo avanti e l’abbracciò.

 

Solo poche ore prima, Ginny aveva pensato che non avrebbe mai più abbracciato la sua amica… e invece… invece eccola lì…

 

Forse non sarebbe stato come prima… ma forse perchè lei non sarebbe stata come prima…

 

Lei. Poteva veramente stare senza Draco? Non lo sapeva…

 

Per lei era una necessità ormai. Era come l’aria. Come l’acqua. Come tutte quelle cose di cui non si poteva fare a meno. Proprio mai. Che in ogni momento e in ogni luogo ne sentivi la mancanza.

 

Questo era Draco per lei.

 

Era l’acqua. La più limpida e fresca acqua che fosse mai esistita.

 

Poteva vivere senza l’acqua? Senza la sua acqua?

 

Doveva riuscirci. Aveva fatto una scelta, no? Aveva scelto loro. Ron e Hermione.

 

E il pensiero che Hermione credesse ai suoi sentimenti la faceva sentire meglio. Ron… avrebbe capito, forse

 

Si. Avrebbe capito.

 

E allora tutto sarebbe tornato a posto. Tutto.

 

E il suo cuore avrebbe continuato a urlare.

 

Sanguinare.

 

E non avrebbe mai smesso. No.

 

Ma sarebbe andata avanti… con addosso la sua bella maschera di felicità… e il suo piccolo cuore spezzato…

 

In fondo… un cuore che sanguinava e una maschera di felicità… non erano perfetti insieme?

 

Non erano perfettamente incongruenti? 

 

******

 

 

Eccomi qui… a finire un altro capitolo…

 

Che dire? Non ne sono per niente soddisfatta… ma passatemelo per favore…è tutto il giorno che ho mal di testa e non sto bene… non si poteva pretendere di più. E poi… in effetti mi serviva solo per chiarire un po’ di cose con Hermione… dal prossimo capitolo penso che riprenderà il ritmo…

 

Quando le cose si aggiusteranno leggermente allora la storia si farà più piacevole (… non so per voi… ma a me piacerà di più scriverla…)…

 

L’unica cosa che mi piace di questo capitolo è la fine (da notare la poesia dell’ultima frase, gente!) e una parte centrale… il resto non mi convince molto ma va beh…

 

Per questo capitolo consiglio “Novembre rain” dei Guns ‘n Roses… è veramente perfetta e crea la giusta atmosfera…

 

E adesso… grazie Ely! Che ancora una volta mi ha fatto i complimenti per il capitolo… sono contenta di essere riuscita ad emozionarti così tanto… è una delle mie soddisfazioni più grandi… soprattutto conoscendoti…e sapendo che sei un po’ come me, una con il cuore scalfito nella pietra più dura… ahahahaha^^ THANX!! Sul serio! Un beso!

 

Sabry visto che sei tu… ti risponderò alla domanda (che ti ricordi, vero?)… non c’è motivo di piangere, vedrai… ^^ hai capito vero?

 

E ringrazio:

 

Patty: sempre e comunque presente! Che bello! Grassie grassie grassie! ^_____^ sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto… in effetti piaceva anche a me! Per quanto riguarda il nostro “caro amico”… dovrò ancora decidere se e dove inserirlo…^_____- indaga indaga! Un beso!

Kamomilla: altra fedelissima!!! Ma che bello!! Grazie mille anche a te!! E sono troppo felice quando vedo le vostre recensioni… perché significa che mi seguite sempre… e in effetti è proprio per quelli come voi che ho fatto un piccolo regalino…^^ la nostra Ginny? Beh lei si pentirebbe anche subito… ma il punto, come puoi ben immaginare è Ron… ma nel prossimo capitolo ci sarà una svolta che farà riflettere… cosa sarà??

Lady Numb: Numbina!!! ^____^ oh che bello che bello!! Anche tu qui tra noi! ^___^ brava brava! Grassie mille per i complimenti^^ mi fanno sempre felice! Tu scrivi eh! Mi raccomando... ho letto giusto prima il nuovo cap, e ho recensito da brava ! ^___- un beso!

 

Mi raccomando gente, recensite!! ^___- che così mi fate piacere e sforno capitoli migliori di questo (… eh si… poche recensioni l’altra volta? Il capitolo non è uscito bene… che posso farci? ^___-)… scherzo ovviamente… ma non del tutto!

 

Per tutti quelli che seguono questa storia ho fatto una piccola cosa per voi: se cliccate qui, potrete vedere un wall molto carino su Ron e Hermione come li vedo io (gli attori sono Ethan Hawke e Jennifer Garner)… ditemi che ne pensate!

 

Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Fighting for love ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

Se tu mi ami
avvicinati a me
e fammi sentire
i tuoi battiti che..
..che riescono a farmi sentire importante si, veramente.

 

(Dimmi che non hai paura – Modà)

 

******

 

Capitolo 11:  Fighting for love

 

Era passata una settimana dall’ultimo vero litigio tra Ron e Ginny. In seguito c’erano state semplicemente tante piccole cose dette/non dette… tante frecciatine… ma nulla di più.

 

Una strana calma e apatia si era impossessata della casa. E delle loro vite.

 

Nell’ultima settimana non c’era stato assolutamente nulla. Il nulla più assoluto.

 

Anche al lavoro… tutto sembrava essere scivolato via.

 

Perfino il presunto attacco si era rivelato un gran buco nell’acqua. Perché di attacchi, in effetti, non ce n’erano proprio stati.

 

Sembrava che tutti fossero entrati in questo misterioso tunnel. Un tunnel che portava al nulla.

 

Ron sbuffò rumorosamente. Hermione si era impossessata del bagno da almeno un’ora, e non accennava ad uscire.

 

Quella sera ci sarebbe stata la classica “cena Weasley”… e quindi tutti i suoi fratelli sarebbero tornati alla Tana. E anche Ginny.

 

Ron sbuffò di nuovo. Non aveva proprio voglia di pensare nuovamente a lei. Decise quindi di concentrarsi nuovamente sul soffitto della sua camera da letto.

 

Hermione non accennava ad uscire dal bagno. E la sua irritazione iniziava a salire pericolosamente.

 

“Herm! Hai fatto le radici in quel cazzo di bagno?” urlò con tutto il fiato che aveva in gola, in modo da far sentire bene a sua moglie, i concetto che aveva in testa da parecchi minuti.

 

La serratura della porta del bagno scattò e ne uscì Hermione, avvolta in un accappatoio bianco, con i capelli bagnati raccolti sulla nuca. Se Ron non fosse stato tanto irritato, avrebbe anche potuto pensare a quanto fosse terribilmente sexy.

 

“Sono qui, sono qui…” rispose lei tranquillamente.

 

Ron si alzò dal letto e si avvicinò a lei.

 

“Lo vedo… grazie della gentile concessione…”

 

“Prego” Hermione gli sorrise dolcemente e Ron non riuscì a resistere. Dimenticandosi del fatto che un po’ ce l’aveva con lei, la baciò.

 

Hermione si aggrappò alle sue spalle e fece scorrere le sue mani sulla schiena del ragazzo. Ron le sciolse delicatamente i capelli, che le ricaddero sulle spalle. Il suo bacio divenne sempre più profondo, in bocca aveva solo il suo sapore. Quel sapore che amava così tanto.

 

La ragazza emise un piccolo gemito nel sentire con quanta passione Ron la stesse baciando. Ron la strinse ancora di più a sé, facendo aderire il suo corpo a quello minuto di lei. Fece scorrere dolcemente le mani sulla sua vita e prese a slegare il nodo della cintura dell’accappatoio. 

 

Hermione si staccò leggermente da lui. “R-Ron” Il ragazzo non l’ascoltò nemmeno e finì di slacciare il nodo. L’accappatoio si aprì, rivelando la pelle ancora leggermente bagnata della ragazza.

 

Ron riprese a baciarla con più ardore di prima. Sulla bocca, sul collo, sulla spalla e poi di nuovo sulla bocca, mentre le sue mani la stringevano possessivamente a lui.

 

“Ron…” Hermione combattè contro se stessa per riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Quale ragazza sarebbe riuscita a resistere ad un uomo così? Per quanto razionale poteva essere, anche lei spesso, forse troppo spesso se si trattava di Ron, perdeva ogni controllo.

 

“… tua madre ci aspetta…” Ron le chiuse la bocca con la propria impedendole di parlare nuovamente. E, in effetti, risultava molto convincente.

 

Le mani del ragazzo fecero scivolare definitivamente l’accappatoio a terra. “… vorrà dire che aspetterà ancora per un po’…” le rispose, poco prima di tornare a impossessarsi della sua bocca.

 

Hermione strinse con forza la maglietta di Ron. Nessuno. Nessuno riusciva a mandarla in quello stato di perenne confusione se non lui. Lui. Sempre e soltanto lui. In ogni attimo e in ogni momento.

 

Riusciva a sentire i battiti del suo cuore. Li distingueva alla perfezione. Perché erano proprio come i suoi. Due cuori. Un solo battito. Il loro.

 

Si. Decisamente Molly Weasley avrebbe aspettato ancora un po’…

 

******

 

“E così al lavoro tutto bene?”

 

Ron annuì al padre, avendo la bocca piena dell’ottimo cibo preparato da sua madre.

 

“oh, bene bene… sono contento” Il signor Weasley tornò a concentrarsi sul suo piatto.

 

La cena stata andando nel migliore dei modi. Tra scherzi dei gemelli, sgridate di Molly e deliziosi manicaretti. Tutto andava proprio bene. Tutto alla grande.

 

E Ron era decisamente troppo allegro, anche grazie a Hermione,  per preoccuparsi eccessivamente della presenza dell’amata sorella.

 

Non voleva mettere in mezzo i suoi genitori. Loro non c’entravano niente… anche se in effetti, la parte più perversa di lui avrebbe desiderato ardentemente vedere la faccia dei suoi genitori se avessero saputo a che tipo di persona la loro adorata bambina aveva ceduto le sue grazie.

 

Ma voleva sostanzialmente troppo bene alla sua famiglia… e non voleva affatto rivelare i segreti di Ginny quella sera.

 

Quella sera doveva essere all’insegna del divertimento e del buon cibo. Stop.

 

Niente preoccupazioni. Niente dilemmi. E soprattutto niente litigi.

 

Ma tutto, si sa, va esattamente dalla parte opposta in cui vorremmo. E Ron lo scoprì.

 

“Ron, caro, non ti ho ancora fatto i miei complimenti per la faccenda di  Lucius Malfoy! E anche a te, cara!” disse Molly, rivolgendosi a turno a Ron e Hermione.

 

La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre gli occhi di Ron andarono istintivamente a posarsi su quelli della sorella.

 

Questa gliela doveva concedere. A mente fredda, e non più offuscata dai sentimenti, aveva capito che, in effetti, era proprio e solo grazie a lei… e lui… anche se questo non l’avrebbe mai ammesso.

 

Ron tornò a concentrarsi verso sua madre. “Grazie ma’!”

 

Gli occhi di Molly diventarono lucidi. “Il mio bambino!” Molly si sporse un po’ e abbracciò affettuosamente il figlio che, leggermente imbarazzato, cercava di staccarsi dalla stretta di sua madre.

 

Fred e George scoppiarono a ridere divertiti dalla faccia di Ron, seguiti poi da Hermione e Ginny.

 

La ragazza osservò il fratello. Ron sembrava essersi come abituato all’idea di quello che era successo. Ginny sapeva bene che non era proprio così, e che dentro probabilmente combatteva ogni giorno contro se stesso per non cadere in preda all’ira, ma stava migliorando e gliene dava atto.

 

Se solo avesse avuto Draco accanto a sé… accanto, per poter festeggiare insieme quella piccola vittoria.

 

Ma non poteva. Per quanto suo fratello riuscisse ad accettare ciò che aveva fatto in passato, non le avrebbe permesso di farlo nel presente. Probabilmente avrebbe semplicemente chiuso i ponti con lei. Probabilmente non l’avrebbe considerata più sua sorella e la loro famiglia si sarebbe distrutta. E questo non poteva sopportarlo.

 

Per questo cercava di far soffrire solo se stessa. Se c’era qualcuno che doveva soffrire, piangere di notte e disperarsi, era lei. Gli altri non avevano colpa e non doveva pagare per questo.

 

Ma Draco le mancava così tanto…

 

Non passava giorno, ora o minuto che lei non pensasse a lui. Con tutta la sua mente e con tutto il suo cuore.

 

Non l’aveva più visto da quel giorno. Più di una volta si era ritrovata a pensare che effettivamente era strano… era strano il fatto che uno come lui, l’avesse semplicemente lasciata andare. Non aveva fatto assolutamente niente.

 

E questo faceva ancora più male.

 

Il suo cuore già stanco e ferito non smetteva un attimo di sanguinare. E, ne era sicura, non si sarebbe mai fermato. Perché solo una persona avrebbe potuto curarlo. E quella persona era a chilometri da lei.

 

I suoi occhi si posarono su Hermione e Ron. Com’erano felici. Nonostante tutto. Nonostante tutto quello che avevano passato erano ancora lì, insieme… ad affrontare la vita.

 

Mentre lei… non aveva combattuto… si era arresa… con la scusa di non avere la forza.

 

Lei non era come Hermione. Hermione era quella forte. Lei era quella dolce.

 

Dalla morte di Harry, la paura di perdere le persone accanto a lei, aveva preso il sopravvento. E così aveva lasciato Draco. Senza combattere.

 

Aveva paura. Aveva una dannatissima paura della reazione di Ron. E di Draco.

 

Ron considerava Draco un Mangiamorte… e lei era sicura: se suo fratello si fosse trovato davanti Draco lo avrebbe ucciso. E lei non poteva permetterlo. No.

 

Non poteva sopportare l’idea di perderlo del tutto. E così aveva rinunciato a lui… semplicemente.

 

In fondo lui era ancora vivo. Ed era questo l’importante. Era questo ciò che contava veramente, no?

 

L’importante era che lui fosse vivo. Solo questo.

 

E allora perché il suo cuore non voleva saperne di smettere di far male?

 

******

 

Dai libera il cuore dalle mille paure
dalle cose che
che ti hanno ferito più volte in passato
io ti ho capito..
..ma io voglio portarti dove non ci son nuvole
e riaccendere il sole che hai dentro di te!!

Dimmi che non hai paura di stare con me
ma che colpa ne ho io se in passato qualcuno ha giocato con te
e dimmi che sarai sincera ogni giorno con me
e non avrai più paura di amarmi perchè
perchè questa non è
no non è un'avventura per me
e non avere paura perchè
più ti stringo e più ho voglia di stringerti a me

 

(Dimmi che non hai paura – Modà)

 

******

 

Hermione abbracciò forte Molly Weasley. “Mi raccomando cara, se hai bisogno di qualcosa quando questo zuccone è via, non esitare a venire, d’accordo?”

 

La ragazza annuì. “Certo”

 

“Bene” Molly fece un ampio sorriso. Poi si volse verso il figlio. “E tu, vedi di non strapazzare troppo questa ragazza ok?”

 

Ron sbuffò. “Mamma dai! Non ho più cinque anni!”

 

Fred mise un braccio intorno al collo del fratello. “Uhm… fisicamente forse no, ma ti assicuro che mentalmente ci siamo quasi…”

 

“… secondo me potrebbe benissimo arrivare ai tre anni, tu che ne dici Fred?” disse George.

 

“Concordo fratello!”

 

Ron schioccò un’occhiataccia ai gemelli. “Molto divertente, sul serio! Continuate a prendermi per il culo, come se non fossi presente!”

 

Fred assunse un’aria offesa. “Ma scusa, se tu non fossi presente, mica sarebbe così divertente!”

 

Ron si liberò dal braccio del fratello e sorrise sarcasticamente.

 

Hermione gli si avvicinò e lo prese a braccetto. “Dobbiamo andare… è tardi…” Ron annuì, felice di liberarsi dagli scherzi dei due gemelli che, in mancanza di altri bersagli l’avevano preso di mira.

 

Dopo un altro saluto generale i due si smaterializzarono.

 

Moly sospirò. “Come sono carini quei due… Ron è stato molto fortunato a trovare una ragazza come Hermione…”

 

Bill e Ginny annuirono, mentre Fred e George ridacchiarono. “Cavolo se è stato fortunato… hai visto che bomba sexy che è Herm?”

 

“FRED WEASLEY!” la voce di Moly tuonò nella stanza. “non azzardarti mai più a dire una cosa del genere della mia adorata bambina in mia presenza, chiaro?”

 

Fred continuò a ridacchiare. “Certo ma’!”

 

Ginny si voltò per non scoppiare a ridere alla vista dell’espressione contrariata di sua madre. I suo occhi si posarono su una sedia. Un maglioncino nero era appoggiato sopra.

 

Il maglione di Hermione…

 

“Mamma, Hermione ha dimenticato qui questo” disse Ginny, prendendo in mano il maglioncino.

 

“Oh beh non penso che ci siano problemi… quando se ne accorgerà lo verrà a prendere…”

 

“Beh posso portarglielo io adesso… no?” propose la ragazza.

 

“Oh… si, si… fai come vuoi cara… se vuoi portarglielo vai pure…”

 

Ginny annuì e si smaterializzò. Ricomparì qualche istante dopo nella cucina della casa di suo fratello.

 

Ron e Hermione erano davanti a lei, probabilmente stavano parlando.

 

Suo fratello la guardò interrogativamente. “Che ci fai qui?”

 

Ginny allungò il braccio e diede il maglioncino a Hermione. “L’avevi dimenticato da noi…”

 

“Oh… grazie… ma sarei venuta a prenderlo io…”

 

“Uhm… si… ma c’è anche un altro motivo per cui sono venuta.” Tornò a fissare il fratello. “Grazie per essere venuto stasera… e per non aver detto niente…”

 

“Non l’ho fatto per te…”

 

Ginny si strinse nelle spalle. “Non importa per chi l’hai fatto…”

 

Ron annuì. In fondo sua sorella aveva ragione. Non importava per chi.

 

Un rumore improvviso fece trasalire tutti e tre,c he si voltarono nello stesso istante verso la porta.

 

Un ragazzo. Biondo. Un sorriso sarcastico sul volto. E due occhi azzurri in cui poter annegare.

 

Draco.

 

Ron agì come un lampo. Impugnò la bacchetta con la velocità che solo un Auror poteva avere.

 

Draco non si mosse.

 

“Che cazzo ci fai qui, Malfoy?” ringhiò Ron, tenendo ben salda la bacchetta, posta a poca distanza dal corpo dell’altro ragazzo.

 

Draco ghignò. “Sono venuto a fare quattro chiacchere, Lenticchia…” spostò lo sguardo su Ginny e fissò gli occhi in quelli della ragazza che erano sbarrati dallo stupore “… e riprendermi ciò che mi appartiene…”

 

Ginny incontrò i suoi occhi e capì.

 

Lui era lì per lei.

 

Avrebbe combattuto per lei.

 

E lei… era pronta a combattere?

 

Era, finalmente, pronta a combattere per lui?

 

Una nuova forza la riempì. Se lui aveva rischiato così tanto per lei, allora anche lei avrebbe rischiato per lui…

 

Si, decisamente, era pronta a combattere!

 

E avrebbe combattuto per lui e per il loro amore.

 

******

 

Ed eccomi qui! Allora… questo capitolo mi piace^^ che carino… e poi rimane il dilemma alla fine… che succederà?? Bah… lo vedrete alla prossima puntata!!

 

Vi avverto che settimana prossimo sono in Inghilterra (che bello!!!) e quindi non potrò essere puntuale con l’aggiornamento… ma non temete, ritornerò presto!

Voi fatemi trovare tante recensioni però! Così sarò felice e contenta! E poi che vi costa?? Dai!!!!! Per favore! ^___-

 

La canzone di questo capitolo è sicuramente quella che accompagna tutto il capitolo^^ è perfetta!

 

E adesso i ringraziamenti:

 

Ely: grassieeeeeeee…. Non so come ti faccia a piacere l’ultimo capitolo ma grassie!!!!! Sai che i tuoi commenti mi riempiono sempre di gioia^^ mi piace un asino leggerli!!

Pepy: tesoro!!!! Sei tornata!! Ma che bello^^ in effetti mi chiedevo dove fossi finita!! Eccoti qua! Grazi grazie grazie per i complimenti… e vedrò di fare il possibile per gli aggiornamenti! ^___-

Patty: Hey investigatrice!! Grassie mille per i “soliti complimenti” (che ti assicuro fanno sempre un enorme piacere!!)… cmq… ho un indovinello per te! In effetti il copyright è di Lady Numb (quel che è giusto è giusto!)… “chi è Enrichetto il pentolaio?”… io parto per l’Inghilterra domenica… ma se ti viene in mente la soluzione scrivi pure! Si accettano scommesse!!^^ la pipa è tutta tua!

Ginny88: grazie mille per  complimenti!! Per quanto riguarda Ginny… ho cercato di esprimere meglio cosa pensa in questo capitolo… non è che non è più combattiva… c’è un motivo… spero di essere riuscita a spiegarmi. Comunque fammi sapere se c’è qualcosa che non ti convince o è poco chiaro, magari vedo di spiegarlo meglio nei capitoli!^^

Kamomilla: come vedi Ron è stato abb tranquillo… ma è la calma prima della tempesta… che farà adesso il nostro Ron?? E Draco?? Eh… dilemmi della vita! ^_____-

 

 

Alla prossima… e risolvete l’indovinello! ^_^ mi raccomando…

Un bacione!

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Capitolo 12
*** Non possiamo dimenticare ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

Prima di iniziare, vorrei dedicare questo capitolo a Sabry (so che mi odierai, ma pazienza… diciamo che ci sono abituata e che prima o poi ti passerà) perché il 2 è stato il suo compleanno! Avrei voluto pubblicarlo allora, ma non ho avuto tempo! Spero che ti piaccia! Ce l’ho messa tutta! Ti voglio bene! ^___-

 

 

 

If it's wrong to tell the truth
Then what am I supposed to do
When all I want to do is
speak my mind
If it's wrong to do what's right
I'm prepared to testify
If loving you with all my heart's a crime
Then I'm guilty

 

(Guilty – Blue)

 

******

 

Capitolo 12:  Non possiamo dimenticare

 

Draco si portò una mano alla testa. Doveva ammettere che Ron era migliorato parecchio… come auror se la sapeva cavare piuttosto bene se era riuscito a schiantarlo con così tanta facilità. E schiantare lui era ancora un’impresa ardua.

 

Draco si rimise in piedi, aiutato anche dalle mani di Ginny che, prontamente, era corsa in suo aiuto.

 

Come inizio in effetti poteva considerarsi a tutti gli effetti, un disastro. Che lui, Draco Malfoy, venisse schiantato, non rientrava nei programmi della serata… ma si poteva rimediare.

 

Occhio per occhio, dente per dente.

 

Nel suo personale vocabolario non esisteva la dicitura “perdono”… oh no… esisteva solo “vendetta”…tremenda vendetta…

 

Ron non si accorse dell’improvviso gesto di Malfoy. Capì che doveva aver impugnato la bacchetta solo quando si ritrovò con la schiena a terra.

 

E non potè fare a meno di pensare a come sarebbe finita quella specie di parodia del “Club dei Duellanti”…

 

Ron si riportò in piedi in un attimo, ritrovandosi a faccia a faccia con Draco.

 

“Non penserai di potermi battere con un semplice schiantesimo vero, Lenticchia?” Draco inclinò leggermente le labbra in un ironico sorriso.

 

Gli occhi di Ron passarono velocemente a rassegna Malfoy, Ginny e Hermione, accanto a lui con la bacchetta in mano.

 

Ginny era a un passo di distanza da quello… e la cosa non potè che fargli ribollire il sangue nelle vene… come poteva essere lì, al suo fianco?

 

“Ginny vattene via da lì!” Ron si accorse solo una volta terminata la frase, di aver utilizzato il tono imperioso che riservava solitamente alle nuove reclute degli auror… mai, mai una volta si era sognato di parlare così a sua sorella…

 

Ma, in fondo, quella situazione cambiava tutto…

 

No?

 

“Da quando prendo ordini da te?” Ginny resse lo sguardo del fratello. La presenza di Draco a suo fianco la faceva sentire forte. Sicura. Protetta. Amata.

 

Invincibile.

 

Con lui, nessuno avrebbe mai potuto farle del male… ne era sicura…

 

Ron fece una smorfia. “Sapevo che non potevi averlo lasciato veramente… figuriamoci! Ma sinceramente non ho più voglia di litigare con te… o fai quello che ti ho detto o… arrangiati” Spostò lo sguardo su Draco e proseguì. “… quanto a te… hai fatto moltissime stronzate nella tua vita come, per esempio, nascere… ma sinceramente venire a casa mia è in assoluto la migliore!” scoppiò in una risata isterica.

 

Draco alzò un sopraciglio con fare annoiato. “Il tuo umorismo è sempre stato di merda… ma sai, col tempo, me n’ero dimenticato… grazie per avermi rinfrescato la memoria…”

 

“Credimi, ti passerà la voglia di scherzare quando t’interrogherò e sarai processato…”

 

Draco fece per ribattere ma Ginny riuscì a batterlo sul tempo. Fece un passo avanti e si mise le mani sui fianchi.

 

Hermione riconobbe quella posa. In tutti quegli anni non era affatto cambiata. Era la classica posa che adottava ogni volta che doveva rimproverare Ron di qualcosa… mani sui fianchi, il piede che batte freneticamente a terra, lo sguardo ridotto in due fessure, la bocca socchiusa… e in genere ogni sua ramanzina iniziava con un classico, forte e deciso “Ronald Weasley”…

 

“Ronald Weasley…”

 

Eccolo… pensò soddisfatta Hermione, conscia del fatto che, ormai, conosceva fin troppo bene Ginny…

 

“… forse ti è sfuggito, o ti sei lasciato sfuggire, il fatto che Draco non è tra gli indiziati…”

 

Ron sorrise sarcasticamente alla sorella. “… vedi… forse ti è sfuggito, o ti sei lasciata sfuggire, che come figlio di quello che un tempo è stato un Mangiamorte, rientra nei ricercati…”

 

“Cos’è, una nuova legge che hai inventato tu adesso?”

 

“La verità” rispose semplicemente Ron, senza abbandonare il sorriso, cosa che fece arrabbiare Ginny ancora di più.

 

La ragazza fece un ulteriore passo avanti, quando una presa decisa le afferrò il polso. Due occhi azzurri la stavano fissando, con un’incredibile dose di passione.

 

Draco…

 

Il ragazzo biondo si voltò verso Ron. “Sappiamo benissimo tutt’e due che stai mentendo… in effetti, per arrestarmi, ti servirebbe molto meno…”

 

Ron finse di pensare per qualche secondo. “Sai… penso che tu abbia perfettamente ragione. Mi basterebbe una prova più, per così dire, concreta… e allora vediamo, perché non mi mostri l’avambraccio? O hai paura di cosa posso vederci?”

 

Draco allentò la presa sul polso di Ginny, fino a lasciarlo completamente. “Certo che no… guarda pure quello che vuoi, Lenticchia…”

 

Draco si avvicinò a Ron tenendo bassa la bacchetta e porgendogli il braccio. L’auror con fare deciso gli scoprì l’avambraccio e, semplicemente, vi trovò quello che si era sempre aspettato.

 

Il Marchio Nero.

 

Ginny non si mosse. Sapeva perfettamente cosa ci fosse braccio di Draco. Conosceva ogni centimetro della sua pelle… l’aveva sempre saputo… e lo amava ugualmente.

 

Ron non disse niente. Era sicuro che sul braccio di quell’individuo ci fosse il Marchio Nero. E ora aveva la prova. Adesso poteva arrestarlo… poteva porre fine a tutto quello…

 

Hermione abbassò sconsolata gli occhi. Per un attimo, per un solo attimo aveva sperato (veramente sperato) che non ci fosse. Lo aveva sperato per Ginny. E per tutti loro. Perché così, forse tutto sarebbe finito in fretta… e invece adesso? Dove li avrebbe portati tutto quello?

 

Non lo sapeva. Ma aveva paura.

 

Lei. Hermione Granger. Auror scelto. Moglie di Ronald Weasley. Migliore amica di un ragazzo ucciso. Ragazzina sopravvissuta alla distruzione di Hogwarts. Bambina dai sogni infranti. Ragazza con troppe promesse da mantenere.

 

Si. Proprio lei. Per la prima volta dopo tanto tempo, aveva paura.

 

Paura. Perché per la prima volta, non aveva risposte… solo tanti, tantissimi e interminabili problemi a cui non sapeva trovare una via di fuga…

 

La voce di Draco interruppe per un attimo i suoi pensieri. “Weasley non sorridere troppo… non pensare che io mi possa arrendere così facilmente… e adesso ti racconterò un po’ di cose, e tu mi ascolterai… e poi… beh… poi dovrò ucciderti per farti mantenere il segreto” Sorrise leggermente e in quell’istante la sicurezza di Ron vacillò.

 

L’aveva in pugno. Poteva spedirlo ad Azkaban con un biglietto di solo andata… eppure, quando aveva incontrato i suoi occhi ne era rimasto gelato.

 

Lo aveva in pugno eppure non vi era una singola sfumatura di paura nei suoi occhi.

 

Era sicuro di sé. Terribilmente sicuro di sé. E sorrideva. E Ron capì.

 

La verità era molto semplice: non poteva sconfiggerlo… non poteva batterlo… era più forte… semplicemente di più di lui… e (Ron si ritrovò a fare una smorfia nell’istante in cui lo pensò) sembrava disposto a tutto per Ginny…

 

Ed esisteva qualcosa capace di fermare un uomo che combatteva per amore?

 

No. E lui lo sapeva in troppo bene… perché lo sentiva ogni volta aveva combattuto per Hermione…

 

E si ritrovò a pensare amaramente che, in quella situazione, non aveva nessuna speranza…

 

******

 

I'm not a perfect person
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know

I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
and the reason is you

(The reason – Hoobastank)

******

 

“Porca puttana ho mandato mio padre a morte certa!” Draco urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

 

Ginny si prese il viso fra le mani. Era più d un’ora che suo fratello e Draco urlavano in quel modo… e non accennavano a smettere. Ogni tanto aveva provato a intervenire, ma ogni volta Hermione le aveva lanciato delle occhiate molto significative.

 

Non doveva intromettersi se voleva che le cose si mettessero a posto.

 

Ma era così difficile. Suo fratello era troppo orgoglioso per ammettere i suoi sbagli e Draco aveva troppa poca pazienza per riuscire a spiegarglieli tranquillamente.

 

In pratica, era impossibile che quei due si capissero. E, Ginny ne era sicura, non sarebbero mai giunti a una conclusione.

 

Draco alla fine sarebbe esploso e le avrebbe chiesto di andare via con lui. Ron si sarebbe imposto e l’avrebbe obbligato ad andare a Ministero…

 

Non c’era una via di fuga da quella situazione. E, purtroppo, tutti lo sapevano fin troppo bene…

 

Hermione si alzò di scatto dal divano. “Adesso basta!”

 

Ginny si ritrovò a pensare che alla fine, nemmeno lei era riuscita a mantenersi calma e controllata.

 

Draco le lanciò un’occhiata con aria di superiorità. “Granger… ops, scusa… dimenticavo che adesso anche tu sei una Weasley,…comunque  risiediti e sta zitta…”

 

Ron era già pronto per prenderlo a pugni per essersi rivolto così a Hermione, alla sua adorata Hermione, ma un’occhiata della ragazza lo fece desistere.

 

“Malfoy, se pensi di avere a che fare ancora con la bambina di Hogwarts ti stai sbagliando di grosso…”

 

Draco ghignò. “Dimenticavo… adesso sei un auror… sto tremando dalla paura…”

 

Ginny scosse la testa. No. Decisamente Draco stava sbagliando tecnica di convincimento con Hermione.

 

La ragazza non sembrò scomporsi. Gli riservò una rapida occhiata e proseguì a parlare. “Adesso tutt’e due mi state a sentire… e non ammetto repliche!”

 

Draco si voltò leggermente, fino ad incontrare gli occhi della sua Ginny che lo stavano implorando di mantenere il controllo. Annuì impercettibilmente di rimando e si concentrò sulla Granger.

 

“Adesso ho intenzione di spiegarvi due cose… e non provate a interrompermi o giuro che potrei non controllarmi, chiaro?” sia Ron che Draco annuirono leggermente. “Bene… Draco, iniziamo da te… tu, non sei esattamente quello che si può definire, ‘a posto’… ma a differenza di Ron ti ho ascoltato, ho ascoltato Ginny… ed è da molto che ci penso… e la cosa che più mi ha fatto riflettere è stato il fatto che non hai esitato a tradire tuo padre, per amore di Ginny. Eh si, io credo anche in questo… nel fatto che tu sia innamorato di lei… solo…” Hermione si interruppe un attimo e respirò profondamente, la parte più difficile non era ancora arrivata… “… solo non è facile per noi… sono stati quelli come te, e lo so che non segui più questi progetti da molto ma… un tempo lo eri… eri come tuo padre… per la stessa volontà di tuo padre… e non possiamo dimenticare che tuo padre ha attaccato Hogwarts… e che ha parato a Harry… non possiamo dimenticare… non possiamo… lo capisci?”

 

Draco annuì. Ovvio che capiva. Ma era stanco che le colpe di quello che ormai non considerava più nemmeno suo padre, ricadessero sempre su di lui.

 

Che colpe aveva lui?

 

Essere nato nella famiglia sbagliata. E aver seguito un padre che gli prometteva sogni impossibili.

 

Era stato semplicemente troppo stupido e immaturo per capire cosa stava veramente facendo. E solo quando ormai era troppo tardi, se n’era accorto.

 

Hermione sorrise leggermente… conscia del fatto che aveva mosso qualche cosa dentro al ragazzo.

 

Si voltò verso Ron che, fino ad allora, si era limitato ad ascoltare lei.

 

“Eh tu… tu sei sempre stato troppo protettivo e geloso con Ginny. Per una volta, almeno una, dovresti fidarti. E so che è difficile… so che ti distrugge l’idea che tua sorella ami una delle persone che odi di più al mondo… ma, Ron, se lei è riuscita ad andare oltre tutto questo… se lei riuscita a scavare nel suo cuore, chi sei tu per impedirgli di stare con lui? E sono anche sicura del suo amore… dell’amore di Draco. Pensi che avrebbe rischiato così tanto per venire qui, se non l’amasse profondamente? Pensi che avrebbe tradito tutto e tutti? Ron, accettando, anche solo in parte, Draco, non dimenticheremo Harry… e nemmeno Ginny lo dimenticherà, ma dalle la possibilità di andare avanti! Ne ha bisogno! Noi due ci siamo risollevati insieme, ma Ginny ha fatto tutto da sola… non pensi che si meriti un po’ di felicità anche lei?”

 

Sì… si merita tutta la felicità di questo mondo…

 

Ron abbassò gli occhi. Come sempre, Hermione aveva perfettamente ragione. Solo… era difficile. E non era sicuro di farcela.

 

“Vuoi almeno provare?” Hermione sembrava leggergli nel pensiero. Alzò lo sguardo da terra e incontrò i suoi occhi. Se lei si fidava, allora anche lui ci avrebbe provato.

 

“Non so se ci riuscirò…” ammise.

 

“Sono sicura di sì… ho fiducia in te… ne ho sempre avuta e non mi hai mai deluso…”

 

Ron le sorrise grato. Annuì, senza smettere di guardarla. Un attimo dopo si ritrovò le braccia di Ginny intorno al collo.

 

“Ron… oddio… grazie… grazie…” Ginny stava piangendo appoggiata alla sua spalla. La guardò dolcemente. Come aveva potuto essere tanto duro con lei? Non lo sapeva… non lo sapeva proprio…

 

Spostò lo sguardo davanti a sé e incontrò gli occhi glaciali di Draco.

 

“Non ti offendi vero se non corro anche io ad abbracciarti?” gli chiese ironicamente.

 

Ron guardò Hermione sconsolato. Come poteva sopportare uno così?

 

La ragazza gli sorrise dolcemente e gli strizzò l’occhio.

 

Lei si fidava. Ginny si fidava.

 

Si fidavano di lui…

 

E in fondo… si… avrebbe potuto provarci…

 

Ne valeva la pena,no?

 

Ginny si staccò dal fratello, ancora in lacrime e si tuffò tra le braccia di Draco che la strinse dolcemente a sé. La mano del ragazzo la accarezzava lentamente sulla schiena.

 

Si. Ne valeva la pena.

 

******

 

Ed eccomi di ritorno!! Dopo due settimane eccomi di nuovo qui! Tanto per la cronaca: in Inghilterra sono stata benissimo… non volevo nemmeno più tornare!! ^___-

 

E così le cose si sono messe a posto, eh! ^____^ beh era ora… la situazione di tira e molla tra Draco e Ginny è durata troppi capitoli… questa è una Ron/Hermione, ribadisco!!

 

Comunque… passo subito ai ringraziamenti perchè non ho altro da aggiungere…

 

Ely: Grazie ciccia!! Tu mi ai sempre i complimenti e io ti ripeto sempre che sei troppo buona… sul serio!! Però mi fanno un immenso piacere!! Non puoi immaginare!!

Pepy: eccomi qui tesoro…non sono stata puntualissima… ho lasciato passare 2 settimane dallo scorso aggiornamento… ma non potevo scrivere prima perché non ho proprio avuto tempo! Perdono! Comunque sono tornata… e adesso si andrà avanti al classico ‘un capitolo a settimana’!

Kamomilla: altra mia fedele lettrice! (grazie!!) hai proprio ragione, Draco è tornato per Ginny… e alla fine ha avuto la meglio! (merito di Hermione però…)… ovvio che l’amore vince su tutto… ^_____-

Ginny88: Hello!sono contenta che tu abbia ritrovato la tua Ginny… dimmi se in questo capitolo c’è qualcosa che non ti convince… ci tengo!

Shar: new entry! sono contenta se ti ho fatto apprezzare personaggi che, solitamente, non ami… significa che sono riuscita a esprimere qualcosa attraverso le loro parole e pensieri… e questa è la cosa fondamentale! Continua a seguirmi mi raccomando!

Patty: ma tesoro! Ma come?? Non puoi deludermi così… visto che sono molto sadica e cattiva (in effetti in questa fic non avete ancora assaporato la mia cattiveria… ma io vi rammento sempre che il genere è TRISTE…) ti do un aiuto, ma non un indizio… è la traduzione di un nome! Cmq… grazie mille per i compimenti! Mi hanno fatto un enorme piacere! Draco e Ginny finalmente potranno stare un po’ insieme… e adesso si apre un periodo di felicità per tutti… ma è solo a calma prima della tempesta! Ah ah ah! (l’ho detto che sono sadica!)

 

Grazie a tutti!

Alla prossima e… recensite!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Nemici che vanno, nemici che vengono ***


OUR LAST TEARS

 

 

Anche questo capitolo è dedicato ad una persona: Silvia (o Lady Numb) che l’11 ha compiuto 19 anni! Volevo pubblicarlo il giorno stesso ma poi ho avuto problemi con il pc e quindi… comunque eccolo qui, anche se in ritardo! Auguri! ^__-

 

 

I think there’s something more

Life’s worth living for

Who knows what could happen

Do what you do

Just keep on laughing

One thing’s true

There’s aways a brand new day

I’m gonna live today like it’s my last day

 

(Who Knows – Avril Lavigne)

 

******

 

Capitolo 13: Nemici che vanno, nemici che vengono

 

Ron scoppiò a ridere. “Sul serio? Cioè… ha detto proprio così?”

 

Karl annuì, sicuro. “Ti dico di si! È stato uno spasso… avresti dovuto esserci…”

 

“Già… queste cose non posso perdermele!”

 

Scoppiarono nuovamente a ridere. A Ron iniziava a far male lo stomaco da quanto aveva riso… erano in quella stanza da circa un’ora e non avevano fatto altro che sparlare dei loro colleghi e pseudo-amici…

 

La porta si aprì all’improvviso, ma nessuno dei due ci fece troppo caso, troppo intenti a non morire soffocati.

 

Sophie li guardò con aria annoiata. “Si può sapere che avete?”

 

Karl le fece un cenno con la mano, invitandola a stare zitta. “Niente… stavamo solo… parlando… per così dire…”

 

La sorella gli fece una smorfia. “Parlando? Si… immagino…”

 

Karl sbuffò. “Quanto sei pignola… non si può neanche fare due chiacchere con un amico, adesso?”

 

“Si va beh…” lo liquidò Sophie “fai come vuoi… comunque… ho un argomento che potrebbe interessarvi… si, insomma… una notizia fresca fresca…”

 

“Sarebbe?” Ron la invitò a proseguire con un sorriso.

 

“La Foley settimana scorsa è uscita con Smith” disse sorridendo.

 

“No! Mi stai prendendo in giro?” Ron si alzò con fare drammatico. Poi si voltò verso Karl. “Ti rendi conto? Mi è caduto un mito… lei… Miss Ce L’ha D’oro! Non può… insomma… sul serio?” Ron si voltò nuovamente verso la ragazza.

 

Sophie annuì. “Pare proprio di si… ne parlano un po’ tutti ormai…”

 

“E ci credo! Questo è uno scoop da prima pagina, cazzo!”

 

“Puoi ben dirlo Ron! L’intera comunità magica si mobiliterà!” continuò Karl.

 

I tre scoppiarono a ridere. 

 

“Ron! Ecco dov’eri! A far niente… come al solito!”

 

La voce di Hermione riportò i tre alla realtà. Erano al Ministero e teoricamente avrebbero dovuto lavorare.

 

Ron si voltò con aria mortificata verso la ragazza, che reggeva in mano alcune pergamene.

 

“Comunque…” proseguì “Devi firmare questi… e giuro che la prossima volta non ti rincorro per tutto il Ministero… la prossima volta ti arrangi!”

 

Ron firmò i documenti che Hermione gli aveva passato e glieli restituì.

 

Poi decise di farsi perdonare. Non gli piaceva vedere Hermione imbronciata. Gli ricordava troppo i tempi di Hogwarts, quando non facevano altro che litigare. Certo… bei tempi… ma erano anche i periodi in cui Harry era ancora… vivo…

 

Scosse la testa. In quel momento Harry non c’entrava assolutamente nulla, no?

 

Le prese dolcemente un polso, prima che lei potesse sparire nuovamente nel corridoio e la fece voltare. La avvicinò sé e le sussurrò ad un orecchio “Non avercela con me… mi farò perdonare… a casa…”

 

In effetti, Ron si rese conto un po’ troppo tardi che il suo tono di voce non era propriamente un sussurro. Sophie infatti stava ridendo mentre Karl aveva iniziato a dire battutine stupide che il suo cervello si rifiutò di percepire.

 

Hermione si staccò imbarazzata da lui. Le gote le si erano colorate leggermente di rosso e le dita della mano stavano torturando una ciocca di capelli.

 

“Beh… io vado… torno al lavoro…”

 

La ragazza fece per uscire, finalmente da quella stanza, quando Sophie la fermò.

 

“Aspetta Hermione!”

 

La ragazza si aspettava qualche altra battuta sarcastica sulla precedente affermazione di Ron, ma quando si voltò capì che si trattava di qualcosa di serio. Gli occhi azzurri di Sophie non mentivano mai.

 

La tedesca si rivolse a tutti. “In effetti non ero venuta qui per annunciarvi gli ultimi pettegolezzi che circolano al Ministero, ma per qualcosa di più serio… prendete una copia di questi…” la ragazza diede ad ognuno una fotografia di un uomo.

 

“… questo è, per così dire, il nuovo acquisto tra le file di quelli che erano Mangiamorte… probabilmente pensano che lui possa risollevarne le sorti…”

 

“Illusi” Ron non riuscì a trattenersi.

 

Sophie annuì. “Già… sta di fatto che il Ministro in persona ha dato disposizione perché ogni Auror abbia con sé una copia della sua foto…”

 

Hermione guardò l’uomo ritratto in quel pezzo di carta. Non si vedeva benissimo, ma si distinguevano alla perfezione i tratti orientali del viso. Per il resto… era semplicemente vestito di nero…

 

“Come potete notare è di origini orientali. Giapponesi, per la precisione. Il suo nome è Katsuma Hjioto. Non si sa nient’altro… pare che non abbia vissuto molto in Giappone… ma nessuno ha la minima idea di dove possa essere stato fino ad adesso…”

 

I tre annuirono.

 

“Solo… non mi spiego perché proprio lui… che cos’ha di speciale quest’uomo?” chiese Hermione.

 

“Beh questa è una domanda piuttosto semplice e a cui posso rispondere… in numerosi paesi dell’est, come Russia e Cina è, diciamo, piuttosto famoso… ci sono numerosi crimini che portano la sua firma… sembra che se la cavi piuttosto bene…”

 

“Quindi ha vissuto lì…”

 

La tedesca scosse la testa. “No… come ti ho già detto non si sa… ma io lo escluderei… in quei luoghi attaccava… per quanto ne sappiamo poteva abitare anche in Inghilterra…”

 

A quel punto fu Ron a prendere la parola e a porre una domanda che gli ronzava nella testa da qualche minuto. “Era un Mangiamorte?”

 

Domanda semplice, diretta… In fondo, voleva solo sapere quello.

 

Voleva solo sapere se odiarlo di più o leggermente meno.

 

“Anche questo non si sa… ma anche questo lo escludo…”

 

“Perché?”

 

Hermione intervenne prima che Sophie potesse rispondere. “Perché altrimenti avremmo già sentito parlare di lui…”

 

Tutti annuirono. Non c’era nient’altro da dire.

 

Semplicemente, avevano un nemico in più…

 

Semplicemente, un nuovo nemico da combattere…

 

Semplicemente, il loro lavoro…

 

******

 

“Ne sei sicuro?” tuonò Ron.

 

Draco alzò gli occhi al cielo. “Come te lo devo dire? Non so chi sia, cazzo!”

 

Ron e Hermione avevano avuto l’idea di andare da Ginny e chiedere a Draco su chi fosse il misterioso giapponese… ma in effetti non era stata una grande idea.

 

Draco sembrava non sapere nulla e Ron sembrava arrabbiarsi ogni secondo di più. E sfortunatamente Hermione era sparita in cucina… lasciando a suo marito il compito di parlare con Draco…

 

Hermione. L’unica persona capace di calmare Ron con un solo sguardo. Dov’era in quel momento?

 

Draco si appoggiò stancamente allo schienale della poltrona e sbuffò. Era stanco del terzo grado che doveva subire ogni volta… avrebbe perso la testa, ne era sicuro. Solo… sperava il più avanti possibile, anche se ne dubitava…

 

Ron scosse la testa. Non credeva a Draco e non gli avrebbe mai creduto.

 

“Come posso fidarmi? Potresti benissimo mentire… anzi… sono sicuro che tu stia mentendo…”

 

Draco si alzò all’improvviso dalla poltrona e si portò davanti a Ron. “Weasley, chiudi quella fogna o giuro che non risponderò più delle mie azioni…”

 

Ron sorrise. “Provaci… non aspetto altro che una tua mossa falsa…”

 

Fu un istante. Draco si mosse rapidamente e gli afferrò la maglietta. “Ripetilo” gli sibillò ad un centimetro dall’orecchio.

 

Ron era gia con il pugno alzato quando la voce di Hermione lo interruppe. “Che cosa stavate facendo voi due?”

 

I due si staccarono all’istante. Ron si sentì uno stupido.

 

Agli occhi di Hermione si sentiva spesso così… non sapeva perché… forse per la consapevolezza che, in fondo, la ragazza avesse sempre ragione lo tormentava.

 

Hermione si fidava di lui. E lui, come sempre, aveva tradito quella fiducia.

 

Draco sbuffò di nuovo. “Opinioni divergenti… tutto qui…”

 

La ragazza lo guardò con aria superiore. “Pensi che me la beva Malfoy?… comunque… per favore, evitate di ammazzarvi tra di voi… vi prego!”

 

Ron alzò lo sguardo da terra. Incontrò gli occhi nocciola di sua moglie e tutto ciò che aveva in mente svanì. Non c’era sensazione più bella al mondo che avere i suoi occhi addosso. Sentire la sua voce… tutto… tutto in lei era qualcosa di straordinario ed indescrivibile…

 

In quel momento gli venne in mente il fatto che prima di accorgersi di lei come ragazza e non come amica, erano passati anni. Anni. Buttati via per il semplice fatto che era troppo timido anche solo per pensare di poter provare qualcosa per lei. Per la sua migliore amica…

 

E poi invece… era stato tutto così facile. Parole sussurrate. Un “ti amo” che evoca vecchi ricordi. Nella mente e nel cuore. E poi solo loro due.

 

E adesso… insieme.

 

Ron si avvicinò ad Hermione e le prese gentilmente una mano. “Andiamo… lui non sa niente, è inutile stare qui…”

 

Draco li guardò. Vide il volto di Hermione distendersi in un sorriso bellissimo. Un sorriso solo per lui, Ron… l’uomo che amava.

 

All’improvviso si rese conto di invidiarli. Lui e Ginny… sarebbero mai giunti ad un simile stato di felicità? Non lo sapeva… fino a quel momento il loro rapporto era andato avanti di nascosto… e anche adesso che erano usciti allo scoperto, Draco sapeva che non poteva esporsi più di tanto. Fuori da quelle mura c’era un’intera schiera di uomini ad aspettarlo per ucciderlo.

 

Lui era un traditore.

 

Lui andava eliminato.

 

E non si sarebbero fermati. Niente li avrebbe fermati.

 

Draco lo sapeva. Là fuori qualcosa si muoveva nell’ombra e lo stava cercando. Là fuori, un giorno, lo avrebbero trovato. Là fuori, un giorno, sarebbe morto…

 

Lui era un traditore… e come tale, meritava di morire, no?

 

******

 

[…]

Mi piaci come sempre, ma forse anche di più

Mi hai detto: “So che è un controsenso ma

L’amore non è razionalità,

non lo si può capire”

Ore a parlare, poi abbiam fatto l’amore, è stato come morire

[…]

So solo che non potrà mai finire

Mai, ovunque tu sarai

Ovunque io sarò

Non smetteremo mai

Se questo è amore

È amore infinito

 

(Infinito – Raf)

 

******

 

Ron appoggiò i gomiti al tavolo, si sporse leggermente in avanti e sorrise.

 

Quella sera avevano cucinato loro due insieme. E tutto era risultato ancora più buono. E poi, finalmente, non avevano problemi a cui dedicarsi.

 

Quella sera c’era Ron. Quella sera c’era Hermione. Basta.

 

“Complimenti… sei una grande cuoca…”

 

Hermione gli sorrise dolcemente. “Anche tu…”

 

Ron allungò il braccio e le accarezzò una guancia.

 

La prima volta che avevano cucinato insieme era stato alla Tana. Non si ricordava perché. Sapeva solo che quel giorno erano tutti spariti. E la casa era stata solo per loro.

 

Avevano passato un intero pomeriggio a cucinare. Avevano riso, dopo tanto, troppo tempo. Si erano divertiti veramente per la prima volta dopo la scomparsa di Harry…

 

Si ricordava anche com’era vestita lei. Una semplice canottiera azzurra, una gonna di jeans e i capelli raccolti sulla nuca. Bellissima.

 

Si ricordava tutto di quel giorno.

 

E non perché avevano cucinato insieme. Quello era niente in confronto al dopo…

 

Quello era stato il giorno del loro primo bacio.

 

Oddio… chiamarlo bacio forse era un’esagerazione. Era stato più un leggero sfiorarsi di labbra… all’inizio. Poi… Ron ancora adesso non riusciva a spiegarsi quale forza oscura avesse agito in lui in quel momento… l’aveva semplicemente fermata per un polso e baciata nuovamente…

 

Baciata sul serio.

 

Ed era stato perfetto.

 

Quello era stato il loro bacio. Quella era stata la loro giornata.

 

“A che pensi?” Hermione inclinò leggermente la testa e riportò al presente la mente di Ron… persa in una giornata di alcuni anni prima, nella cucina della Tana…

 

“A te. A me… a noi…” sorrise. “E al nostro primo bacio…”

 

La ragazza sorrise di rimando. “… me lo ricordo… è stato… emozionante”

 

“Travolgente”

 

“Sensazionale”

 

“Da brivido”

 

“Insicuro”

 

“Al sapore di fragole…”

 

Hermione lo guardò negli occhi e scoppiarono a ridere.

 

Ron si alzò in piedi e fece alzare anche lei. “Senti… perché non andiamo di sopra?… sai… c’è un certo James, ti ricordi di lui vero? Comunque, dicevo… c’è questo mio amico che vorrebbe rivederti… si sente un po’ solo… non vorresti consolarlo?”

 

La ragazza gli mise le braccia dietro la schiena e si avvicinò a lui. Poteva quasi sentire i battiti del suo cuore, da quanto erano vicini. “Oh… certo… non posso dire di no… in fondo è in difficoltà, no?”

 

Ron chinò leggermente la testa per arrivare all’orecchio di Hermione. “Credimi è molto in difficoltà… ed ha molto bisogno di affetto…”

 

Hermione annuì col sorriso sulle labbra. “Penso di poterlo aiutare allora…”

 

Ron decise di interrompere quelle inutili chiacchere e di baciarla. Una mano finì tra i suoi ricci, mentre l’altra scivolava su e giù sulla sua schiena.

 

Dopo alcuni attimi Ron fece scorrere la sua mano sotto la maglietta della ragazza. Poteva sentire i suoi muscoli tendersi verso di lui e la schiena inarcarsi. E questo lo faceva impazzire. Non avrebbe resistito ancora molto.

 

Sentiva l’eccitazione crescere in lui… Hermione riusciva a mandarlo in estasi con un semplice bacio. Perché Hermione baciava da dio. E nessuna… nessuna sapeva baciare come lei. Ne era sicuro.

 

Stanco dell’intralcio dell’inutile stoffa della maglietta della ragazza, decise di togliergliela. La staccò da lui e gliela sfilò dolcemente. Poi la buttò alla cieca sul pavimento.

 

Riprese a baciarla con nuovo slancio e ben presto si ritrovò a desiderare di più. Molto di più di quei baci.

 

La spinse dolcemente contro il muro e prese a baciarle il collo.

 

Hermione sentiva la bocca del ragazzo su suo collo. Ed era in estasi. Non riusciva a non gemere per quei baci appassionati e per le mani di Ron…

 

Dio… le sue mani… le sue mani in quel momento erano ovunque… le girava quasi la testa.

 

Ron riprese il contatto con la bocca di Hermione, mentre le sue mani scivolavano sui suoi seni, coperti ancora dalla stoffa del reggiseno nero.

 

Lentamente prese a farle scivolare la spallina.

 

Hermione aprì di scatto gli occhi e lo allontanò leggermente da lei. Si rese conto di essere completamente senza fiato. “… siamo… siamo ancora… in cucina…” disse ansimando.

 

Ron annuì. La sua bocca leggermente aperta per riuscire a respirare meglio. I suoi capelli completamente arruffati. Quegli occhi su di lei. Sul suo corpo.

 

Era terribilmente sexy.

 

Senza dire una parola la prese in braccio e si avviò verso le scale che portavano alla camera da letto.

 

Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla.

 

Era assolutamente adorabile. E tutto era perfetto.

 

Con Ron era sempre tutto fantastico.

 

Perché c’era lui.

 

E c’era lei.

 

Ed erano insieme.

 

E non esisteva più niente… solo loro

 

******

 

Ma salve! Eccomi qui con un altro capitolo! Scusate il ritardo con cui posto, ma ho avuto dei problemi con il pc… sorry!

 

Comunque… come vi avevo annunciato da questo capitolo in poi ci saranno una serie di indizi che, se siete bravi, potete afferrare e riuscire a formare una fine…

 

Ovviamente non vi dico quali sono questi indizi. Ma se avete idee, dite pure… e nei limiti vi dirò se siete ne giusto o no…

 

Comunque… questo capitolo è pieno di spunti… ed è anche parecchio lungo, visto che brava?

 

Solitamente in scene come questa qui sopra vi lascio in sospeso… nel prossimo capitolo invece vi farò entrare, almeno per un po’, nella camera da letto dei due… il rating R sarà pur dovuto a qualcosa, no? ^_____- e nel prossimo capitolo troverete anche qualcosa di molto familiare per chi ha letto L’Ordine della Fenice (cioè tutti, penso…)… ma non dico altro! Anzi si… il titolo sarà: “Wait for it all to turn up… it always does in the end”... vi dice niente? ^_____-

 

Passo ai ringraziamenti:

 

Ely: sempre e comunque perché mi fa tanto tanto piacere che questa fic ti entusiasmi così tanto! Sono troppo contenta… e mi raccomando, fammi sapere le scene che più ti hanno colpito di questo capitolo!!

Hikari-Chan: ma grazie! Sono contentissima che tu abbia scoperto la mia fic e soprattutto che ti sia piaciuta così tanto! Sul serio! Grazie mille!! Un bacio!

Kamomilla: qui purtroppo non si vede molto Draco… ma in compenso si vede parecchio Ron… e direi che può andare bene, no? Ehm… ti dico solo di non adagiare le tue speranza sugli allori… è un consiglio! Un bacione!!

Patty: dai… ti aiuto ancora un po’… e la prossima volta te lo svelo: si tratta della traduzione di un nome… andiamo… chi è Enrichetto in inglese? Come puoi tradurlo? E come potresti tradurre “Pentolaio”? ^_____- mi raccomando! Brutta bestia Sallustio… l’ho fatto e ne so qualcosa purtroppo… ti sono vicina in questo brutto momento, sappilo! Spero di allietarti un pochino con questo nuovo capitolo… ^__- succedono solo cose belle in questo… un bacione tesoro! ^___- PS: il titolo del prossimo capitolo ti dice qualcosa?

Ginny88: beh… il fatto che Ron ci provi non vuol dire che ci riesca… stiamo parlando di una gran testa calda! ^___- purtroppo per te, “senti” bene… non sarà tutto facile e non finirà tutto bene… hai qualche idea in proposito? ^___- se si mi piacerebbe saperle… sul serio! … rivolgo a te la stessa domanda che ho fatto a Patty: il titolo del prossimo capitolo ti ricorda qualcosa?

Cuoricina 91’: sono super felice che la mia fic ti sia piaciuta! Sul serio! Un voto così alto??? Sei sicura che me lo merito? Io no… ma se lo dici tu mi fido! Grazie mille comunque! La questione del titolo verrà spiegata bene verso la fine… per quanto riguarda chi è mancato è ovviamente Harry… ^____- (e comunque anche il titolo e le lacrime si riferiscono a lui!)…. Se hai altre domande chiedi pure comunque!un beso!

 

Alla prossima!

 

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Capitolo 14
*** Wait for it all to turn up… it always does in the end ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

 

Vieni con me, vieni con me, vieni con me
Ad insegnarmi a camminare,ad insegnarmi a respirare…
Con le mani, con le mani,con le mani
con le tue mani potrei morire,sulle tue mani potrei…

 

(Magnolia – Negrita)

 

******

 

Capitolo 14: Wait for it all to turn up… it always does in the end

 

L’appoggiò sul letto. Senza aspettare oltre riprese a baciarla da dove si era interrotto. Le sue mani diventarono sempre più veloci ed esigenti.

 

Non poteva resistere ancora per molto. Lo sapeva lui. Lo sapeva lei.

 

Hermione tolse velocemente la T-Shirt nera che indossava Ron… rivelando un fisico che, negli anni di Hogwarts, non si era mai nemmeno immaginata di vedere addosso al ragazzo.

 

L’addestramento per gli Auror aveva fatto un lavoro eccellente sotto quel punto di vista.

 

Veramente soddisfacente.

 

Hermione si accorse di essere completamente nuda solo quando sentì il corpo di Ron a diretto contatto con la sua pelle.

 

Il ragazzo si staccò da lei e velocemente si liberò degli ultimi, inutili, indumenti che ancora portava addosso. Si chinò addosso a lei e prese a mordicchiarle leggermente il collo, mentre le sue mani scivolavano dai suoi seni ai fianchi.

 

Hermione continuava a gemere e sospirare. Ron la stava facendo impazzire e ne era perfettamente consapevole. Prese ad accarezzargli la schiena. Riusciva a sentire la tensione dei muscoli ad ogni singolo e quasi impercettibile movimento del ragazzo.

 

Lentamente fece risalire le sue mani fino ad arrivare ai suoi capelli. Prese a passarci le dita. Più e più volte. Non capiva più cosa stava facendo. Ron la stava distraendo alla perfezione in effetti. La sua bocca ora si trovava a baciare con passione crescente la sua mano. E stava pericolosamente risalendo lungo il braccio.

 

Ron la strinse forte nelle sue braccia e si appoggiò di lato, trascinando anche lei con sé. Hermione, adesso, gli era praticamente schiacciata addosso…

 

I piedi della ragazza si mossero lentamente fino a incontrare quelli del ragazzo. Iniziò a far scorrere le sue gambe sulle lenzuola bianche e, ormai, accaldate del letto e le intrecciò con quelle di Ron.

 

Riprese a baciarlo sulla bocca e a sentire nuovamente quel sapore che avrebbe riconosciuto tra mille. E mentre si stava perdendo nuovamente in quelle sensazioni che solo lui sapeva donarle, sentiva una mano di Ron tormentarle dolcemente i capelli. E tutto sembrava incredibilmente perfetto.

 

Non erano in quella camera da letto. Non erano a Londra. Erano ovunque… erano su una spiaggia, di notte… erano in un prato, in pieno giorno…

 

Non importava. L’unica cosa veramente importante in quel momento era che Ron finisse di tormentare la sua capacità di autocontrollo. Perché se avesse continuato a baciarla come se volesse divorarla, ne era sicura, non avrebbe più trattenuto nessun freno inibitore…

 

L’unica cosa che voleva in quel momento era sentire Ron dentro di sé… e sentirsi sua. Sua e di nessun altro. Perché nessuno avrebbe mai potuto arrivare al loro stato di felicità…

 

Perché quando erano insieme erano un mondo a parte. Non esisteva niente.

 

Niente… tranne loro…

 

E questa era la loro forza. Il loro punto di partenza. Il loro appoggio.

 

E questa era la loro rovina. Il loro punto debole.

 

Perché il nemico colpisce. Il nemico colpisce là… dove si ripongono i sogni di una vita… dove tutto sembra idilliaco…

 

Il nemico colpisce là… dove ci si sente più sicuri… là… dove il cuore batte più forte… là… dove si è più deboli… là… dove si ama.

 

E il nemico aspettava… perché loro erano insieme… e li avrebbe trovati… e li avrebbe scovati… perché il nemico non si fermava… il nemico non dormiva… il nemico si muoveva… e li avrebbe trovati.

 

Trovati.

 

******

 

Like sand on my feet
The smell of sweet perfume
You stick to me forever
and I wish you didn't go,
I wish you didn't go away
To touch you again,
With life in your hands.
It couldn't be any harder..
harder.. harder

(Could it be any harder – The Calling)

 

******

 

Stava camminando. No... in effetti era diverso dal semplice camminare. Era… strano.

 

Era come se i suoi piedi sfiorassero il terreno. Non avrebbe saputo spiegarlo esattamente… sapeva solo che era una sensazione diversa. Ma incredibilmente piacevole.

 

Intorno a sé non aveva niente. Tutto era nero. Tutto era nulla. Non poteva dire dove si trovava.

 

E in quell’istante si ricordò anche di non sapere perché fosse lì… gli era sembrato tutto così semplice che non si era posto quella stupida domanda… che ora, in effetti, stava acquistando spessore.

 

Non sapeva cosa fare. Avanzava. Semplicemente. Perché era l’unica cosa che gli veniva in mente.

 

Era tutto così tranquillo. Gli sembrava di essere in un altro mondo… era strano da spiegare… ma aveva come l’impressione di essere ovunque… aveva come l’idea di essere lui stesso il nero attorno… il nulla…

 

Silenzio. Profondo e inquietante silenzio.

 

Fu un istante. Un attimo. Un secondo di vita… e poi tutto fu chiaro e distinto.

 

Fu come n tuono che gli spaccò in due la mente. Troppa era la potenza di quel suono. Troppo il dolore di quel grido…

 

“Sirius!”

 

Davanti a lui il nulla iniziava a sparire, facendo comparire delle persone… molte persone… e capì.

 

Si ricordava di tutto quello. Lui non era lì quando tutto era successo, ma Harry gliel’aveva raccontato… sapeva dove si trovava… L’Ufficio Misteri… durante il suo quinto anno di Hogwarts.

 

E la domanda ritornava più forte che mai nella sua mente. Che diavolo ci faceva lì?

 

Non poteva essere tutto vero… davanti a sé aveva Harry… un Harry quindicenne…

 

Non poteva essere reale… Harry era morto… ed erano passati anni… anni dalla morte di Sirius…

 

Vide Harry correre in avanti. Per poi essere afferrato da Lupin.

 

Il volto di Harry era contratto, per lo sforzo di liberarsi da quella stretta. Per il dolore di quella nuova perdita…

 

“Non puoi fare niente, Harry…” le parole di Lupin non sembravano far desistere Harry dal suo intento…

 

“Fermalo… salvalo… è appena passato…!”

 

Lupin scosse la testa, rassegnato. “… è troppo tardi, Harry”

 

“Possiamo ancora raggiungerlo…” un ultimo disperato tentativo. E Ron si sentì morire nel vedere Harry in quello stato…

 

E Ron ricordò fin troppo chiaramente quel tipo di dolore. Era lo stesso che aveva provato lui alla morte di Harry…

 

E poi la voce di Lupin. Ancora. Chiara, ferma… e terribilmente triste… “Non puoi fare più niente, Harry… niente… se n’è andato”.

 

Sirius se n’era andato. Silente se n’era andato. E infine Harry

 

Più niente. Tutto tornò buio. Tutto tornò nel nulla… come inghiottito da quella massa uniforme.

 

Aveva rivisto la morte di Sirius. Ma perché?

 

Era un sogno? Era un incubo? Come doveva interpretare tutto quello?

 

Perché proprio a lui? Perché in quel momento?

 

Ron non sapeva più a cosa pensare. Continuava a risentire la voce di Harry. La voce del dolore… e di nuovo, si domandò il perché di tutto quello… e di nuovo non trovò una risposta…

 

Un altro tuono nella sua mente. Più violento del primo. Tutto era luminoso. E non era più all’Ufficio Misteri… era poco distante dal ritratto della Signora Grassa… e poco distante da lui c’era ancora Harry… questa volta con Luna.

 

I due stavano parlando. Ma era troppo distante per capire qualcosa.

 

Doveva avvicinarsi. Voleva avvicinarsi.

 

Gli bastò pensarlo e si ritrovò accanto a loro due.

 

I due si stavano guardano. Luna sorrise leggermente. Sembrava ancora più strana di quanto Ron si ricordasse.

 

“Sicura che non ti serva una mano per cercare le tue cose?” la voce di Harry lo riportò vigile e attento alla discussione.

 

Ormai si era convinto (o almeno, aveva cercato) che se era lì… doveva esserci un motivo… no?

 

Perché non potevano essere ricordi… non suoi ricordi per lo meno… lui non era presente. Come avrebbe potuto ricordare una cosa che non aveva mai vissuto?

 

Era illogico, no?

 

O forse erano tutti quei pensieri mentali ad esserlo… ma poco cambiava…

 

“Oh, no” rispose Luna. “No. Credo che andrò a mangiare il dolce e aspetterò che ricompaiano… succede sempre, alla fine… Be’ buone vacanze, Harry”.

 

Harry annuì. “Si... si, anche a te”

 

Ron vide Luna andare via. Harry la guardava e sembrava profondamente triste. 

 

Sembrava che l’intera esistenza fosse appoggiata sulle spalle di Harry. E Ron si ritrovò a pensare che, in effetti, era sempre stato così…

 

Poi di nuovo tutto nero.

 

Era di nuovo al buio. Dove sarebbe andato adesso?

 

E che cosa significavano quelle visioni? Sembravano così reali

 

Si rifiutava di pensare che non fossero accadute realmente… ma non riusciva a spiegarsi il perché di tutto quello.

 

E il nesso logico.

 

Dov’era il collegamento tra la morte di Sirius Black e una chiacchierata tra Harry e la ragazza più stramba di Hogwarts?

 

Dov’era il collegamento tra la morte di una persona e quelle poche semplici parole?

Sirius era morto.

 

Poi Silente.

 

E infine Harry.

 

Harry… rivederlo era stato strano ed emozionante. E… aveva anche risentito la sua voce.

 

Un senso di tristezza lo ricoprì.

 

Harry era morto… e quei sogni, o qualsiasi cosa fossero, non avrebbero potuto riportarlo in vita… e questo gli faceva male…

 

Harry era morto.

 

 “Aspetterò che ricompaiano… succede sempre, alla fine…”

 

Aveva detto così, Luna. Perché gli era tornata in mente quella frase? Perché?

 

Ricompaiono. Succede sempre… alla fine…

 

Alla fine… succede sempre…

 

Succede sempre…

 

Sempre…

 

La testa prese a pulsargli in una maniera spaventosa…

 

L’ultima cosa che riuscì a percepire furono le parole dette da Luna… “Aspetterò che ricompaiano… succede sempre, alla fine…”

 

******

 

Ron aprì gli occhi di scatto. Intorno a sé era tutto buio. Ma capì all’istante di non stare più sognando.

 

Sentiva il respiro lento e regolare di Hermione accanto a sé.

 

Era semplicemente a letto. Dopo aver fatto l’amore con Hermione.

 

Dopo aver sognato Harry e un sacco di altre cose strane.

 

Si ricordava tutto alla perfezione. E questo era strano.

 

I sogni, lui, non se li ricordava mai.

 

Invece adesso tutto era chiaro e distinto nella sua mente.

 

Si alzò dal letto, attento a non svegliare Hermione e andò in bagno.

 

La luce accecante della lampadina gli fece male agli occhi e gli ci vollero alcuni secondi per abituarsi. Chiuse la porta e si portò davanti a lavandino.

 

Il suo riflesso nello specchio non era dei migliori. Si guardò meglio. No… decisamente non era dei migliori…

 

Aveva delle profonde occhiaie… e le cause potevano essere molteplici…

 

Hermione? Di sicuro ci aveva messo del suo, la ragazza, per ridurlo così…

 

L’incubo (o il sogno… ancora non sapeva come etichettarlo)? Quello gli aveva dato il colpo di grazia… e l’aveva spedito nel regno dei morti viventi…

 

In effetti assomigliava più a uno zombie, piuttosto che a un allenato Auror del Ministero…

 

Aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia con l’acqua ghiacciata. Doveva ristabilire un po’ di ordine nel suo cervello… che a quanto pare non aveva intenzione di collaborare…

 

Rialzò di nuovo lo sguardo. Di nuovo lo fissò sul suo riflesso.

 

“Aspetterò che ricompaiano… succede sempre, alla fine…”

 

Quella frase lo stava tormentando…

 

E di nuovo si chiese cosa significasse…

 

E si chiese perché, da quando si era svegliato… aveva come la netta sensazione che qualcosa (di non ben definito) stesse per accadere…

 

Che diavolo significava tutto quello?

 

… l’avrebbe scoperto… tutti… tutti l’avrebbero scoperto…

 

… succede sempre, alla fine…

 

******

 

Ma salve! Eccomi qui con il nuovo capitolo! Allora… come vi sembra? A me piace molto… è un capitolo decisamente non facile (soprattutto per la parte del sogno), ma mi è piaciuto scriverlo e pensarlo. E poi è abbastanza importante!

 

Penso che abbiate riconosciuto le scritte in corsivo… fanno parte dell’Ordine della Fenice…

 

Anche in questo capitolo ci sono tanti indizi per la fine… sta a voi giudicarli e interpretarli… che ne pensate del sogno? Potrebbe significare qualcosa? E tutte quelle sensazioni che prova Ron?… vi consiglio di non tralasciare niente… anche le più piccole frasette, che possono sembrare casuali, ma possono nascondere un altro significato…

 

Ma non dico di più!

 

Il prossimo capitolo è molto importante comunque… ^_____-

 

Passiamo quindi ai ringraziamenti di rito:

 

Prima di tutto Sabry… che ha letto prima di tutti questo capitolo … e l’ha giudicato TROPPO bene… perchè tu sei sempre TROPPO buona… ovvio… e non importa se non hai capito… c’è ancora tempo… be tranqui!

 

Ely: tesoro! Grazie mille per i complimenti che mi fai ogni volta… mi fanno troppo piacere! Mi raccomando con questo capitolo… voglio vedere cosa ne ricavi fuori… attendo le tue considerazioni al riguardo, visto che il capitolo è piuttosto difficile da interpretare… ^____- ci conto!

Kamomilla: ma ciao! Sono contenta che l’altro capitolo ti sia piaciuto! Qui ritroviamo il nostro caro vecchio e bel rosso… ovvero Ron… alle prese con Hermione… e un sogno alquanto strano… no? Dammi un tuo parere mi raccomando! ^_____- sono curiosa! Questo capitolo può essere interpretato in tanti modi… e a me piacerebbe cosa ne pensiate voi!

Patty: Grande!!!!!! Beh dai… era Harry ovviamente… ^___- prova a cercare “Pentola” sul dizionario e poi dimmi… ^__- rigiro la domanda anche a te… dimmi che te ne pare di questo capitolo perché sono particolarmente curiosa di sapere che ne pensi… soprattutto sul sogno… come lo interpreti? ^___^ ah ah ah… so che non è facile… ma ormai sei una garanzia! Un bacione…

Opalix: Tesoro! Lunga recensione, lunga risposta! Quindi… andiamo per ordine! Grazie prima di tutto dei complimenti che non mi merito… ma grazie ugualmente! Poi… passiamo all’argomento Ron/Hermione… allora… in verità, non è stato proprio facile per quei due. Il fatto che adesso siano così uniti è il frutto di un precedentemente allontanamento… appunto dopo la morte di Harry (non proprio dopo, ma un po’ più tardi)… e che qui, ovviamente, non è raccontato. In un futuro capitolo ci sarà un ulteriore passo indietro grazie a Ginny che spiegherà una cosa a Draco (ma non dico di più)… e si scoprirà che la dura e forte Hermione… in verità non è sempre stata così…

Però ti posso assicurare che non si sono innamorati perchè è morto Harry… come la vedo io, già ai tempi della scuola c’era qualcosa… ma erano troppo timidi e orgogliosi per ammetterlo… per questo quando muore Harry prima si allontanano, e poi si riavvicinano fino a capire veramente…

Purtroppo in questo capitolo non è stato presente Draco… mi spiace, ma proprio non ci stava… ma devo dire che mi piace molto descriverlo. È estremamente liberatorio… non so perché ma è così! Per quanto riguarda il suo futuro e il futuro della fic in generale… ti dico solo di non sperare troppo, perché qualcosa potrebbe avverarsi… anche se magari non come l’avresti previsto tu… ^___- ma non dico di più! Grazie ancora tantissimo per la recensione… spero continuerai a seguire la storia! ^__^ un bacione! Meg^^

 

Mi raccomando recensite!

 

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** I can fly ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

 

It's heavy on my heart
I can't make it alone
Heavy on my heart
I can't find my way home
Heavy on my heart
So come and free me
It's so heavy on my heart

I've had my share of pleasure
And I've tasted pain
I never thought that I would touch an angel's wings
There's a journey in my eyes
It's getting hard for me to hide
Like the ocean at the sunrise

 

(Heavy on my heart - Anastacia)

******

 

Capitolo 15: I can fly

 

Libertà. Essere liberi. Concetti così semplici, basilari. Che per Draco non erano mai esistiti.

 

Aveva sempre vissuto in una prigione. Non fatta di sbarre e mattoni, ma costruita su bugie e menzogne. Costruita sul volere di suo padre e di tutti quelli che lo circondavano.

 

Lui non era nessuno. Non era Draco. Lui era solamente il figlio di Malfoy. Con i doveri che ne derivavano naturalmente.

 

Non poteva scegliere, ma doveva rispettare le decisioni di suo padre.

 

Non poteva scappare, ma doveva accettare le imposizioni esterne.

 

Non poteva fare nulla. E doveva fare tutto.

 

Tutta la sua vita era stata costruita su questo.

 

Poi era arrivata lei, la sua Ginny, e tutto era cambiato.

 

Ma nemmeno adesso poteva considerarsi libero. Sì. Aveva un posto in cui tornare volontariamente… aveva una persona che lo amava sul serio… ma ancora non poteva fare quello che voleva.

 

Ancora una volta non era libero. Là fuori, c’era tutto un mondo che lo stava aspettando per ucciderlo. Là fuori, tutto diventava difficile.

 

Perché là fuori lui era il traditore. Là fuori nessuno lo rivoleva. Non c’era nessuno ad aspettarlo.

 

E allora poteva solo rimanere lì, fermo e immobile nel suo totale stato di solitudine vera o apparente.

 

Ginny era al lavoro. Non c’era nessuno con lui. Di nuovo era lì, e non poteva fare nulla.

 

C’erano dei momenti, numerosi momenti, in cui una gelosia incontrollabile lo invadeva. Era geloso di Ron e Hermione.

 

Un tempo li avrebbe chiamati Lenticchia e Mezzosangue ma ora… no, non se lo meritavano. In fondo.

 

Eppure non poteva fare a meno di invidiarli. Loro erano felici. Loro stavano combattendo per quello in cui credevano. Loro erano là fuori a rischiare. Loro… loro avevano sofferto e si erano rialzati.

 

Non sapeva cos’era accaduto dopo la morte di Potter… Ginny non gliel’aveva mai raccontato dettagliatamente, ma se quei due erano lì, insieme, dovevano aver avuto il coraggio di andare avanti, no?

 

E li invidiava terribilmente. 

 

Perché loro erano liberi. Avevano preso in mano le redini della propria vita e la stavano percorrendo nel migliore dei modi.

 

E lui? Lui aveva fatto una scelta. La prima scelta di tutta la sua esistenza.

 

Per la prima volta, aveva veramente deciso cosa fare. E aveva abbandonato tutto… tutto quello che aveva avuto fino a quel momento.

 

Aveva scelto di provare. Aveva scelto Ginny.

 

Aveva scelto la vita… e un giorno avrebbe raggiunto anche la sua libertà… e allora sarebbe stato veramente felice.

 

******

 

Ron tirò un ultimo violento calcio al sacco appeso davanti a lui. Si portò stancamente alla panchina più vicina e si sedette molto poco elegantemente. Appoggiò la testa al muro dietro di lui e cercò di far stabilizzare il suo respiro e il suo battito cardiaco.

 

Dopo quattro ore di allenamento, anche una persona allenata come lui ne risentiva. Ma non poteva lamentarsi. Il giovedì era decisamente un gran giorno. Almeno la mattina la poteva passare in una palestra e non in uno schifoso ufficio a compilare rapporti.

 

Prese a slegarsi le bende che aveva sulle mani e una volta finito le lanciò alla bell’e meglio nella borsa.

 

Erano passate due settimane da quello stranissimo sogno che aveva fatto, e ancora non era giunto a una conclusione.

 

Non riusciva a smettere di pensarci… più si convinceva che, in fondo, era soltanto uno stupidissimo sogno, più la sua mente si arrovellava.

 

Non ne aveva nemmeno parlato con Hermione. Non sapeva perché, ma non aveva voluto raccontarglielo.

 

Non sapeva bene nemmeno come spiegarlo… eppure una parte di lui era profondamente convinta che quel sogno nascondesse qualcosa. Qualsiasi cosa… il punto era che non riusciva proprio a venirne a capo…

 

Si alzò e raccolse la borsa da terra, deciso più che mai a farsi una bella doccia. Con la speranza, forse, che quell’acqua avesse la straordinaria capacità di lavare via tutti i suoi dubbi.

 

Si sentiva strano. Da quel giorno aveva come un peso all’altezza del cuore. Una strana sensazione di inquietudine lo accompagnava.

 

Era come se fosse stato in attesa… che succedesse qualcosa. E questo peso non lo lasciava mai, nemmeno per un momento.

 

In ogni momento della giornata aveva questo presentimento dentro di sé… e non riusciva a spiegarlo… sapeva solo che era lì, fermo immobile, e che non aveva nessuna intenzione di andarsene.

 

Nemmeno di questo Hermione sapeva qualcosa. Volontariamente aveva deciso di non parlargliene… non voleva farla preoccupare… e poi era soltanto un presentimento.

 

Era soltanto un sogno.

 

Un presentimento e un sogno non potevano far allarmare qualcuno…

 

Ecco… sotto questo punto di vista era tutto molto semplice.

 

Eppure… era veramente così?

 

Erano semplicemente solo un sogno e un presentimento?

 

Ron scosse la testa e alcune goccioline di sudore si staccarono dai suoi capelli.

 

Non voleva pensarci. Non era quello il momento. No… quello era semplicemente il momento per una bella doccia…

 

Il resto, sarebbe venuto dopo

 

******

 

Bless the day he came to be
Angel's wings carried him to me
Heavenly
I can fly
But I want his wings
I can shine even in the darkness
But I crave the light that he brings
Revel in the songs that he sings

 

(Gabriel – Lamb)

 

******

 

 

“Sono a casa!”

 

Niente. Nessuna risposta.

 

“Draco ci sei?”

 

Ginny si affacciò in cucina. Vuota.

 

Inarcò le sopracciglia e si diresse in salotto. “Draco? Se qui?” ripeté di nuovo.

 

Ginny si bloccò, quando vide che il ragazzo era seduto sulla poltrona davanti a lei. Aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata allo schienale.

 

Alcune ciocche bionde gli ricadevano davanti agli occhi donandogli un’aria misteriosa e affascinante. Sembrava un angelo.

 

Ginny rimase qualche istante a fissarlo.

 

E dire che avrebbe potuto perderlo. Se lui… lui non avesse avuto il coraggio di venirla a riprendere… a quest’ora la sua casa sarebbe completamente vuota.

 

E il suo cuore starebbe ancora sanguinando.

 

E invece… le veniva quasi da ridere da quanto era felice in quel momento.

 

“Guarda che non sto dormendo”

La voce del ragazzo la fece sobbalzare.

 

Ginny inclinò la testa di lato e assunse un’espressione strana. “E allora non potevi rispondermi?”

 

Draco abbassò la testa e aprì gli occhi di scatto.  Il fuoco incontrò il ghiaccio. E tutto divenne acqua.

 

Il ragazzo distolse lo sguardo e si concentrò sulla finestra davanti a lui.

 

Rimasero così per alcuni minuti. Ginny in piedi, in attesa di una risposta che non sarebbe mai arrivata. Draco seduto a guardare una finestra e tutto quello che nascondeva al di là.

 

“Voglio andare”

 

La voce di Draco riportò l’attenzione di Ginny sul ragazzo.

 

“Che significa?”

 

“Quello che ho detto…”

 

La ragazza sbuffò. Odiava quando lui non le parlava chiaramente.

 

“Beh, scusa se non capisco”

 

“Voglio uscire, voglio andare là fuori…”

 

Ginny aprì e richiuse la bocca diverse volte, senza emettere suoni. Non poteva crederci che lui avesse detto sul serio quelle parole.

 

“Vuoi andare là fuori?” ripetè con voce atona.

 

Draco annuì, sempre evitando di guardarla.

 

“Vuoi farti ammazzare?”

 

Il ragazzo girò di scatto il viso e tornò a fissarla. “Voglio fare qualcosa… sono stanco di stare qui, in gabbia… non ci riesco! Voglio uscire… voglio rendermi utile in qualsiasi modo…”

 

Ginny contrasse il viso in una smorfia e le sue mani si chiusero di scatto.

 

“Certo! Vai… vai fuori a farti ammazzare! Ti renderai sicuramente utile! È quello che tutti vogliono, no?” disse con una voce improvvisamente acuta.

 

“Ma piantala!” Draco si alzò dalla poltrona e si portò davanti a lei. “Non ti rendi conto che qui io non ci so stare? Non te ne rendi conto? Tu sei là fuori… puoi fare qualcosa… io… posso solo stare qui e aspettare! E tu sai che odio aspettare!”

 

“Io… pensavo che per te fosse importante rimanere vivo. Io ti amo, Draco… non voglio tenerti qui per chissà quale motivo! Voglio che tu non corra pericoli… ti sembra tanto strano?”

 

“Lo sai benissimo che anch’io ti amo!” le rispose di rimando allargando le braccia.

 

Non capiva proprio dove stava il problema. Non stavano affatto discutendo del loro amore… quello era fuori discussione…

 

“In questo momento non me lo stai dimostrando… pensi che per me sia semplice? Pensi che solo tu stia soffrendo per questa situazione?”

 

“Certo che no, Ginny! So benissimo che non è facile… ma è proprio per questo che vorrei averti dalla mia parte…”

 

Ginny si morsicò il labbro, ma non distolse lo sguardo. Sapeva che presto i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime…

 

“Io sono dalla tua parte! E lo sarò sempre… qualsiasi cosa accada… ma…non riesco a capirti… proprio non ci riesco…” scosse la testa rassegnata e alcune ciocche di capelli le finirono davanti agli occhi.

 

Draco scoppiò a ridere, pentendosene un attimo dopo, quando vide il volto della ragazza. “Tu? Tu non mi capisci? Certo… tu sei felice! Tu puoi fare quello che vuoi…sei libera, io no!”

 

“Cosa vorresti dire con questo? Ti tengo qui contro la tua volontà?! Sono libera? Si… e anche tu lo sei… sei diventato libero quando hai scelto…”

 

Draco scosse la testa. “No… non completamente… e lo sai anche tu. Tu… tu puoi essere felice, non io! Tu combatti per quello in cui credi, non io!”

 

Il ragazzo non si accorse nemmeno che Ginny gli aveva tirato uno schiaffo, fino a quando non sentì la guancia dolergli. Voltò piano il volto e incrociò lo sguardo di fuoco della ragazza.

 

“Sono felice? SONO FELICE?” urlò. “Si! Lo sono. Ma ti sbagli di grosso se pensi che la mia felicità dipenda dall’uscire di casa e poter andare al Ministero! Non è questo… non è questo che crea la felicità! Non è combattere… io sono felice quando ti vedo… quanto ti bacio, quando mi abbracci, quando sono con te… quando parlo con mio fratello o Hermione… quando sono con la mia famiglia… non quando sono là fuori! Vuoi uscire là fuori? Bene! Fatti ammazzare e morirai felice!”

 

Ginny si portò le mani sul volto e iniziò a singhiozzare. Non poteva crederci. Come poteva pensare sul serio di andarsene? I Mangiamorte non stavano aspettando altro…

 

Erano là fuori. Erano pronti. E Draco era un traditore. Non l’avrebbero nemmeno lasciato fiatare… e per quanto in gamba poteva essere, non poteva farcela.

 

E lei non poteva lasciarlo andare.

 

Le forti braccia di Draco la circondarono e la strinsero forte. Ginny prese a piangere ancora più violentemente.

 

Non poteva pensare all’idea di perderlo.  Non poteva stare senza di lui. Non poteva.

 

Draco era diventa tutto per lei. E non gli avrebbe permesso di andarsene tanto facilmente.

 

“Scusami” mormorò il ragazzo.

 

Ginny lo allontanò di poco da sé e gli sorrise debolmente, tra le lacrime. “Draco… Voldemort è morto… e quelli che erano suoi seguaci diminuiscono sempre di più… dobbiamo solo aspettare ancora un po’… ti prego…” tornò ad abbracciarlo “… ti prego…”

 

“Il fatto è… che è così difficile…” Draco sospirò e appoggiò la testa sulla spalla della ragazza.

 

Ginny iniziò ad accarezzargli lentamente i capelli e chiuse gli occhi. “Lo so… ma ci riusciremo… e quando tutto sarà finito allora potrai fare quello che vorrai… quando sarà finito sari libero… e potrai essere felice…”

 

“Adesso lo sono… sono libero… in questo momento… sono libero…”

 

La ragazza sorrise dolcemente. “Si… in questo momento sei libero… Draco…”

 

La guerra non sarebbe finita tanto presto. Il dolore non sarebbe scomparso. Ci voleva tempo.

 

Tanto tempo.

 

Ma in quell’istante nulla potè impedirgli di essere libero. Non una libertà effettiva. Quella era una libertà che solo Ginny poteva donargli. Lei… lei gli aveva donato la libertà d’amare.

 

E lui aveva fatto un piccolo passo avanti.

 

Poteva amare. Liberamente.

 

Ed era una sensazione bellissima… perché nonostante ci fossero ancora delle pesanti catene legate ai suoi polsi, le sue ali aveva iniziato a muoversi… e lui aveva provato a volare

 

E questo, per adesso, era più che sufficiente.

 

Stava volando. E Ginny era accanto a lui. E nulla poteva portarli a terra… non in quel momento.

 

******

 

E così eccoci alla fine di un altro capitolo! Cavolo, siamo a quota 15!! E dire che inizialmente doveva essere composta da 12 capitoli al massimo! ^__^

 

Questo è un po’ un capitolo di stallo… non succedono grandi cose, ma mi serviva così… volevo che gli avvenimenti del capitolo 14 e del futuro 16 fossero intervallati da un capitolo di riflessione. Un momento di stacco.  E poi volevo dare un po’ di spazio a Draco e Ginny… mi piace la psicologia di Draco… ^___-

 

Vi consiglio di scaricare le due canzoni utilizzate per questo capitolo… o almeno quella dei Lamb… a mio parere è la canzone perfetta per i *miei* Draco e Ginny. Non solo in questo capitolo, ma in generale. La canzone per Hermione e Ron invece la scoprirete più in là… per adesso non è ancora comparsa.

 

Altra cosa: lo scorso capitolo ha mandato in crisi un po’ di gente… tutti a pensare a chi o cosa debba tornare… a cosa significhi il sogno… ah ah ah… devo dire che ho raggiunto pienamente il mio intento! ^___- volevo proprio vedere se qualcuno riuscisse a decifrarlo… Ma non prendetevela! Vi assicuro che è piuttosto difficile… ho una mente contorta e malata… molto malata!

 

Comunque… passiamo ai ringraziamenti a coloro che hanno recensito:

 

Ely: molti hanno apprezzato lo scorso capitolo… e ne sono felice! Come hai potuto leggere sono passate due settimane dal sogno… eppure è ancora presente nella testa di Ron! Dai… questa volta qualche tua piccola teoria me la devi dire! Sono curiosa marcia io! E poi, potrei sempre dirti se è giusta o sbagliata… no?

Iago: ti ringrazio veramente tanto per i complimenti! ^__^ sono felice che ti sia piaciuta!

Kamomilla: allora… in questo capitolo non si trova ancora una soluzione alle tue domande… ma ti dico di fare molta attenzione, perché è comunque importante^^ sul serio! Nel frattempo… se vuoi fammi sapere le tue ipotesi… e vedrò… purtroppo però non posso dirti molto… in effetti ho un po’ la bocca cucita adesso che si arriva alla fine…^__-un bacio!

Sunny: O MIO DIO! Questa è stata la mia reazione alle tue recensioni… perché mai e ripeto MAI, avrei pensato che TU, o divina (inchino), un giorno avresti letto le mie storie… e recensito… e… INSERITO TRA GLI AUTORI PREFERITI!… ma stiamo scherzando?? O mio Dio… sono troppo felice! Sul serio! È una delle soddisfazione più grandi della mia vita… è come se scrivessi un libro e il mio scrittore preferito mi facesse i complimenti… ti rendi conto???!!! questa storia è... è spettacolare siamo sicuri di star parlando della stessa storia? No, a parte gli scherzi… GRAZIE! Non puoi immaginare quanto mi abbia fatto felice il tuo commento… veramente tanto! Sono felice che tu riesca ad apprezzare la caratterizzazione dei personaggi… e i vari rapporti che intercorrono tra di loro. Il mio scopo è, appunto, cercare di non farli troppo uguali gli uni agli altri… Draco e Ginny mi piacciono molto insieme… sono passionali… e terribilmente complicati. Ron e Hermione invece sembrano così cristallini e semplici… sembra che niente e nessuno possa far loro del male… ^___^ mi piace questa cosa… e sono contenta di non essere l’unica a pensarla così. 110 E LODE?… e dire che i momenti di intimità sono quelli che mi fanno più penare… -__- comunque ti ripeto: GRAZIE MILLE!… addirittura artista? O mio Dio… (ma quante volte l’ho ripetuto? Troppe… ma non mi interessa niente… sono troppo felice!)… per quanto riguarda “Non dirmi addio”… grazie anche per quella recensione. Tenderò a essere ripetitiva, ma è l’unica cosa che continuo a pensare ogni volta che leggo quei commenti. Ti ho fatto commuovere? Sul serio?… non posso che esserne felice… e le tue ultime parole… non penso di essere così brava… probabilmente molti altri ne hanno scritte migliori delle mie… ma… non posso fare a meno di fare un piccolo urletto di esultanza! ^_^ GRAZIE ANCORA TANTISSIMO!… un’ultima cosa e poi credi di aver finito: PUBBLICITA’??? qui ci sta un’ultima volta: O mio Dio!… cioè… se vuoi… io sono più che d’accordo… ma non penso di essere alla TUA altezza… proprio no… ma… come ti dicevo prima… il mio ego sta iniziando a fare la danza dell’esultanza, inventata appositamente da me!! Grazie grazie grazie di tutto! Un bacione grandissimo!

Patty: ovvio che sei una garanzia mia cara! ^____- grazie per i sempre molto apprezzati, complimenti! Mi spiace che questo cap non ti possa aiutare più di tanto nella ricerca alle tue risposte… di sicuro il prossimo sarà decisivo… ^__^ ma non posso dire più niente altrimenti si scopre troppo… ^_____- un bacione!

Opalix: eccola l’altra mia sensei! ^___^ ma che bello! Come ti ho già detto nella rec a DF, non ho assolutamente preso le tue parole come una critica, anzi! Ero, e sono, troppo felice, nel sapere che segui la mia storia! Per quanto riguarda D e G… uhm… come si sono conosciuti… bella domanda… molto probabilmente no… potrei fare qualche accenno al loro passato… ma nulla di più… intanto in questo capitolo hanno regnato assolutamente… e devo dire che un po’ l’ho fatto per te… volevo scrivere una riflessione di Draco e mi è uscita una cosa sul senso della libertà e tutto il resto… mah… speriamo che non sia da cestinare. ^___- un bacione!

 

Grazie a tutti!

 

Alla prossima! Un bacio!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Andrò avanti ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

There is some love that will not go away

 

You're here, there's nothing I fear,
And I know that my heart will go on
We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on

 

(My heart will go on – Celine Dion)

 

******

 

Capitolo 16: Andrò avanti

 

12 morti. 37 feriti. Il bilancio dell’ultimo attacco. Attacco che non erano riusciti a fermare.

 

Hermione si era sentita morire. Tutto quel sangue. Tutto quel dolore.

 

E loro non avevano potuto fare niente. Con Draco, avevano perso il loro informatore.

 

Adesso c’erano solo loro. E dovevano fare da soli.

 

Nessuno sarebbe venuto ad aiutarli. Nessuno sarebbe venuto ad avvisarli che, da qualche parte, ad una qualche ora, si sarebbe verificato un attacco. Nessuno sarebbe più arrivato.

 

Erano soli. E l’unica cosa che potevano fare era arrivare troppo tardi.

 

Troppo tardi per fermarli.

 

Troppo tardi per anche solo pensare di poter fare qualcosa.

 

Troppo tardi per salvarli.

 

Troppo tardi…

 

… per tutto…

 

Solo in quel momento Ron aveva capito.

 

Solo in quel momento Ron si era reso conto dell’importanza che aveva avuto Draco. Perché prima… prima loro sarebbero arrivati in tempo. Grazie a lui. Solo ed esclusivamente grazie a lui.

 

E adesso… non potevano fare più niente.

 

Morti. Feriti. L’attacco era quasi terminato al loro arrivo. Terminato.

 

L’unica cosa che avevano fatto era stato rimanere a guardare.

 

Vedere tutti quei maghi soffrire e urlare per un dolore che non potevano più contenere.

 

Vedere un padre, di qualche anno più grande di Ron, abbracciare la sua bambina di pochi anni. Troppo pochi. Troppo piccola. Ed era morta.

 

E loro… non avevano potuto fare niente.

 

Loro, non erano arrivati in tempo.

 

Ma Hermione… Hermione li aveva visti. Li aveva visti i suoi occhi. Gli occhi di quell’uomo.

 

Katsuma Hjioto.

 

Era stato lì. Ne era sicura. Portava la maschera… ma ne era sicura. Aveva quella certezza dentro di sé, che nessuno avrebbe mai smontato.

 

E per la prima volta si era sentita gelare. Aveva incontrato gli occhi di quell’uomo, se ancora si poteva definire così, e si era sentita terrorizzata. Nessuno poteva capire che cos’aveva provato guardandolo.

 

Occhi scuri. Neri. Profondamente neri. Come il più oscuro degli abissi. Occhi in cui perdersi e annegare. Occhi che indicavano morte.

 

Li aveva visti, lei. E non era riuscita a fare niente. Era rimasta a guardarlo mentre correva via…

 

L’aveva guardata negli occhi e poi se n’era andato.

 

Avrebbe potuto fermarlo. E non ne era stata capace.

 

Avrebbe dovuto fermarlo.

 

Avrebbe dovuto fermare quegli occhi. Impedirgli di guardare qualcun altro in quel modo… doveva farlo… e invece non c’era riuscita.

 

Per la prima volta, Hermione Granger non era riuscita in qualcosa. E si sentiva morire.

 

******

 

“Lo prenderemo… dobbiamo prenderlo…”

 

Smith alzò un sopracciglio, con fare scettico. “Come fate a sapere che era lì? Avevano la maschera… nessuno l’ha visto, no?”

 

Hermione prese ad arrotolarsi una ciocca di capelli. Nessuno sapeva che lei sapeva. Nessuno sapeva che lei l’aveva visto. Nessuno sapeva che lei non l’aveva fermato… nessuno…

 

Konrahd scosse la testa. “Era lì… erano troppo forti… troppo organizzati… e scommetto che c’era lo zampino di quello…”

 

Un ragazzo dagli occhi verdi alzò la mano, attirando l’attenzione di Konrahd. Un cenno dell’ufficiale lo fece proseguire.

 

“Sono arrivati i nuovi rapporti, signore. I morti sono saliti a 13… non sono riusciti a salvare un anziano mago… era troppo grave quando è arrivato al San Mungo…”

 

Hermione si morsicò con forza il labbro. Non riusciva più a stare zitta… non ce la faceva… eppure… non poteva dire tutto. Non poteva dirlo…

 

La ragazza prese a fissare il tavolo. Sentiva gli altri auror intorno a sé discutere… ma non capiva cosa stessero dicendo. Non voleva saperlo. Non le interessava.

 

Non le importava niente in quel momento. Voleva solo tornarsene a casa… non voleva avere gli occhi degli altri addosso. Si sarebbe sentita più male…

 

E Ron… a lui, almeno a lui doveva dirlo…

 

Non poteva trattarlo come tutti gli altri. Lui non era gli altri. Lui era il suo Ron… lui avrebbe capito… lui la capiva sempre.

 

Eppure… era così difficile. Come avrebbe potuto guardarlo negli occhi? Come poteva guardare i suoi bellissimi occhi azzurri con i suoi? I suoi occhi avevano incontrato e si erano persi dentro gli occhi in un assassino… come poteva guardare di nuovo Ron nello stesso modo di prima?

 

La riunione doveva essere finita, perché tutti si stavano alzando e stavano uscendo dalla porta.

 

Aveva ascoltato sì e no i primi cinque minuti… ciò significava doversi rileggere il verbale… e non l’allettava per niente.

 

Si alzò a fatica, senza accorgersi che Ron la stava aspettando sulla porta.

 

E li vide. Incontrò i suoi occhi e non riuscì ad andare verso di lui.

 

Si accasciò sulla sedia.

 

“Che c’è, ‘Mione?” Ron era preoccupato… poteva sentirlo chiaramente dal tono della sua voce.

 

La ragazza appoggiò i gomiti sul tavolo e portò la testa tra le mani. Alcuni ricci le coprirono il volto, impedendo a Ron di vederlo.

 

“Sono io… Ron… è colpa mia…” disse in un sussurro.

 

Ron picchiò violentemente un pugno sul tavolo. “Non è affatto vero e lo sai…”

 

Hermione tirò su leggermente la testa, quanto bastava per poterlo vedere. Il suo volto era lì, a pochi centimetri dal suo, con un’espressione preoccupata che lo rendeva ancora più bello…

 

Scosse la testa, facendo ondeggiare i ricci. “No… non capisci… io l’ho visto… era lì… era davanti a me… e… io…”

 

“Lo so…” esclamò sicuro, interrompendola.

 

La voce del ragazzo la face sussultare. Che cosa voleva dire? Lui… lui non poteva sapere… nessuno sapeva… solo lei…

 

Lei era l’unica…

 

Lei l’aveva visto… lui non poteva sapere… no?

 

“Che… che significa?” chiese titubante.

 

“Esattamente quello che ho detto, ‘Mione… so che lui era lì… ti ho visto…”

 

“Tu… hai visto? Io… io non l’ho fermato… e tu l’hai visto?”

 

Ron annuì, non smettendo un secondo di fissarla. Dio, sembrava così spaventata. Così triste. Avrebbe voluto prenderla tra le braccia e non lasciarla più… avrebbe voluto cancellare quell’espressione malinconica dal suo volto…

 

“Perché?” urlò Hermione. Si alzò in piedi di scatto e abbandonò stancamente le braccia lungo i fianchi.

 

“Perché non potevi fare niente… e nemmeno io…” le rispose semplicemente.

 

“Non… non mi hai detto niente…”

 

“Anche tu…”

 

Hermione distolse lo sguardo. Da una parte si sentiva così bene… lui sapeva… lui l’aveva vista… ma dall’altra… non riusciva a smettere di pensarci.

 

“Non capisci… potevo fermarlo… io… potevo…”

 

Ron non disse niente. Si avvicinò a lei e la strinse forte nelle sue braccia. Non aveva bisogno di sentirsi dire altre parole. Aveva bisogno di essere protetta. E lui era lì per quello.

 

L’avrebbe protetta fino alla fine. Nulla gliel’avrebbe impedito.

 

“Non è colpa tua… non lo è… e lo sai anche tu… solo, sei troppo scossa adesso…”

 

Hermione appoggiò la testa sul suo petto. Riusciva a sentire i battiti del suo cuore. E quel ritmo la rassicurava. Ogni volta che aveva bisogno di un abbraccio lui c’era. E la capiva… solo lui la capiva così bene.

 

Gli bastava uno sguardo. E sapeva se qualcosa non andava.

 

“Sono così stanca… di tutto questo…di questo lavoro…”

 

Ron le passò dolcemente una mano nei capelli. “Non è vero… tu adori fare l’auror…” appoggiò la fronte alla sua e la fissò negli occhi. “Hai sempre avuto l’autorità per farlo… ti ricordi quando eri prefetto?”

 

Hermione sorrise a quel ricordo. Lei e Ron prefetti.

 

“… è che è più difficile di quanto pensassi…”

 

Ron rise. “E da quando la nostra Hermione si abbatte di fronte alle difficoltà?… sei stata tu… sei stata tu a farmi diventare forte… non mollare adesso… bisogna andare avanti, ricordi?”

 

Hermione annuì. “Si… andrò avanti… devo andare avanti…”

 

“Dobbiamo… siamo in due, ricordi?”

 

“Già… siamo in due…”

 

******

 

Poco meno di due mesi prima. E ancora pensava a quel sogno. E ancora quella sensazione di inquietudine non lo abbandonava.

 

Non capiva. Non ci riusciva proprio. E non era per il sogno in sé, per quanto strano, ma tutto quello che provava da quella notte.

 

Aveva il presentimento che doveva accadere qualcosa. E lui era in attesa.

 

Non sapeva perchè. Non sapeva quale connessione avesse tutto questo con il sogno… non lo sapeva…  e questo non faceva che aumentare la sua irritazione.

 

E ancora, dopo quasi due mesi, non aveva detto niente ad Hermione. Ancora, aveva deciso di tenersi tutto dentro…

 

Quando era riuscito ad arrivare a tanto così dal parlarle, c’era stato l’attacco… e tutto era finito nel dimenticatoio. E da lì non era più uscito.

 

E più si rifiutava di pensarci, più la sua mente si ribellava.

 

E in un cerchio senza fine, continuava a ripercorrere i suoi pensieri… e quello stato di inquietudine che non lo lasciava mai.

 

******

 

Poco meno di due mesi prima. Era iniziato tutto così. Hermione non aveva la più pallida idea del perché… ma da poco meno di due mesi si sentiva strana.

 

Dentro di lei, nel profondo, sentiva che doveva succedere qualcosa.

 

Non sapeva bene cosa. Aveva cercato di analizzare questo suo stato d’animo improvviso, ma non aveva trovato nessuna risposta.

 

Era strano. Una mattina si era svegliata con uno strano presentimento… e da lì, ogni giorno, era sempre la stessa storia. Non cambiava mai.

 

Mai.

 

Quell’inquietudine le rimaneva dentro. Sempre.

 

E aveva provato a liberarsene… aveva provato a distrarsi… leggeva, chiacchierava con Ginny… perfino con Draco… qualsiasi cosa era meglio che penare a quello…

 

Ma niente. Non se ne andava.

 

E tutto ciò la stava facendo impazzire lentamente.

 

Non aveva nemmeno detto niente a Ron. Non sapeva perché… forse per non farlo preoccupare. In fondo, come gliel’avrebbe spiegato?

 

Era solo un presentimento…

 

E poi c’era stato l’attacco… e non aveva avuto proprio più tempo per pensarci. Non che tutto questo fosse sparito… semplicemente non ci faceva più caso.

 

Era quasi diventato normale… scontato…

 

E allora non ci badava… se ne sarebbe andato via da solo…

 

… alla fine… succede sempre…

 

******

I'll be your cloud up in the sky
I'll be your shoulder when you cry
I'll hear your voices when you call me
I am your Angel
And when all hope is gone, I'm near
No matter how far you are, I'm near
It makes no difference who you are
I am your Angel

 

(I’m your Angel – Celine Dion)

 

******

 

Ron non sapeva niente. Aveva preso un giorno di permesso dal lavoro e non gliel’aveva detto.

 

In fondo… poteva fare tutto benissimo da sola. Non era necessario anche lui.

 

Iniziò a picchiettare con il piede il pavimento. E sbuffò sonoramente.

 

Forse avrebbe fatto meglio a fare tutto da sola. A casa. Nella comodità di casa sua sarebbe stata di sicuro più tranquilla.

 

E invece quell’attesa la stava devastando.

 

Prese a osservare il soffitto e a guardare le crepe. Era l‘unica cosa interessante lì.

 

Si era perfino stancata di ascoltare i discorsi degli altri maghi o streghe. Aveva retto sì e no per i primi minuti, poi aveva deciso di concentrarsi su qualcos’altro… appunto il ticchettio del suo piede… e adesso, le crepe nel muro.

 

Sentì la voce stridula di una donna gridare contro qualcuno. Le rivolse una rapida occhiata, per poi tornare a guardare davanti a sé.

 

Vide passare velocemente un Guaritore, con la sua divisa verde acido, ma non ci diede peso.

 

“La signorina Hermione Granger?”

 

Hermione sollevò lo sguardo e vide il sorriso gentile di una donna. “Si… sono io…”

 

Il sorriso si allargò ancora di più. “Bene! Mi segua, prego… da questa parte…”

 

Hermione seguì la donna dentro una piccola stanza, probabilmente il suo ufficio, a giudicare dall’arredamento.

 

Non sono messi molto meglio di noi auror, i Guaritori…

 

Le pareti erano state tappezzate da attestati e foto. Il risultato era un’assurda confusione.

 

“Bene… immagino voglia sapere subito il risultato… no?” il sorriso della donna era talmente ampio, che Hermione si ritrovò a pensare se non fosse fastidioso, sorridere in quel modo…

 

“Ehm… si… direi di si…”

 

In effetti adesso che ne aveva la possibilità, una certa insicurezza stava iniziando a farle strada nella mente.

 

Insomma… lei si era fatta tanti progetti… e se poi fosse risultato negativo?

 

Si era già preparata perfino il discorso da fare a Ron…

 

Insomma… arrivati a quel punto non ne era più tanto sicura.

 

Se non lo fosse stata?

 

“Signorina… lei è incinta! … e di quasi due mesi aggiungerei!”

 

Hermione sentì improvvisamente la gola secca. Non si era sbagliata… lo era per davvero…

 

E le analisi del San Mungo non potevano sbagliare…

 

Lei. Era. Incinta.

 

Lei e Ron avrebbero avuto un bambino…

 

Sorrise, quasi senza accorgersene alla donna… era talmente felice che avrebbe potuto toccare il cielo con un dito…

 

Sarebbero passati sei mesi… e lei sarebbe diventata mamma.

 

Cosa poteva desiderare di più?

 

Il ricordo di quegli occhi neri era lontano… nessuno… niente e nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento.

 

Stava per avere un bambino!

 

Non era assolutamente perfetto?

 

******

Eccomi qui gente! Allora… che mi dite della sorpresina finale?addirittura capitolo più lungo dei soliti!! Che brava che sono!… il sogno è sempre piuttosto presente eh… eppure, io vi consiglierei di concentrarvi di più sulle altre cose… il significato del sogno potete già immaginarlo adesso (e comunque sarà più chiaro nell’epilogo alla fine…)… ma importanti sono i sentimenti e le sensazioni che contornano tutto ciò…

 

Riflettete gente!

 

E adesso passiamo ai ringraziamenti:

 

Ely: che, come sempre, mi dice la sua su ogni capitolo… dai, adesso devi dirmi che ne pensi del sogno e tutto il resto! ^_^ per forza eh!… e poi sono curiosa… che vuoi farci??

Kamomilla: eccola una mia assidua lettrice!allora che mi dici? Considerazioni? Io sono tutta orecchi… sono felice che ti piaccia il Draco che descrivo… in effetti soddisfa anche me! ^_____^

Patty: ma ciao! Ogni volta che leggo un tuo commento sono troppo contenta… una mia piccola grande lettrice affezionata! ^_^ che bello!!!ti piacciono i capitoli pieni di pensieri? Eccotene un altro… spero che ti soddisfi ancora! ^_^ stessa e solita domanda: che mi dici? Sei riuscita a carpire qualcosa? Anche la più piccola?… beh, fammi sapere mi raccomando! ^_^

Opalix: tesoro! Non fustigarti per la scorsa recensione, non ne vale la pena! ^_^ e poi… ti sei ampiamente riscattata, credimi! Allora… qui purtroppo niente Draco… mi spiace… però questo capitolo è sempre stato pensato nella mia mente così… doveva essere così, senza interruzioni esterne… solo Hermione e un po’ Ron… gli altri dovevo necessariamente lasciarli da parte. Sono felice di sapere che tu, colei che descrive uno stupendo Draco dalla psicologia che affascina, riesca ad apprezzare il mio. In effetti ci hai preso in pieno. Draco è egoista… Draco, a mio parere, ovvio, non potrà mai comportarsi con Ginny come Ron con Hermione… cioè… per quanto la ami, lui è così. Non so se mi spiego molto bene… sorry! Però è questo che mi affascina di lui… il fatto di essere così difficile da gestire… Draco è un personaggio che va un po’ dove vuole, non trovi? Non lo si riesce a guidare… proprio no… e anche la tua riflessione su Ginny mi trova d’accordo… è ovviamente per lui che ha così paura… ^_^ un bacione, e non ti preoccupare, anche io mi considero una tuo affecionados!

Lady Numb: ma ciao tesoro! Perdonata alla grande, redimi! Non c’è nemmeno da chiederlo… e poi so come vanno le cose con la zia Mina… perdi 30 secondi e sei spacciato! Purtroppo qui non c’è più il bel biondino tenebroso… mi spiace! Ma come ho detto a Opy, proprio non potevo mettercelo… c’è un po’ di Ron… e come diceva il vecchio Vasco “Ci si accontenta gode…”… (…così così…)… ^___- però sempre meglio di niente, no? Ron depresso… non ci avevo pensato… in effetti potrebbe anche apparire così… povero piccolo… ^_^ Ti ringrazio tanto tanto tanto per i complimenti che, fanno sempre un enorme piacere! ^_^ grazie mille anche per la recensione! Un beso!

Sunny: tesoro! Ma che bello… *Meg saltella qua e là*… le tue rec mi fanno sempre questo effetto! Sul serio ti piace il rapporto Draco-Ginny? Come ho più volte ripetuto anche a me… non so eprchè ma scrivere di Dracuccio bello è liberatorio… quanto a Ron… sbav… è sempre lui, che si può dire? Non appare molto qui… ma ti prometto che nel prossimo sarà sicuramente più presente! ^___- carra che cucciolo… e diventerà anche papà… (….)… bello…  hai trovato qualche nuova teoria sull’incubo? In effetti mi rendo conto da sola che è alquanto contorto… ma è apposta così… e poi ripeto, non è tanto importante il sogno in sé… ma le sensazioni… ci sono una serie di fra sette che orse non si riescono a cogliere ma che sono importanti… frasi a metà, frasi retoriche, frasi con più significati… ^___- sembro pazza, ma un po’ ci penso mentre scrivo eh! ^___^ ti ringrazio ancora tanto per i complimenti (il mio cuore fa sempre un salto quando leggo i TUOI complimenti… ci credi??)… un bacione! E ancora grazie mille!

 

Bene… che dire? Perché non mi fate felice felice e commentate? Dai! ^___-

 

Alla prossima!

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Capitolo 17
*** Great mum, great dad! ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

She's got a smile that it seems to me
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place
And if I stared too long
I'd probably break down and cry

Sweet child o' mine
Sweet love of mine

 

(Sweet child o' mine – Guns ‘n Roses)

 

 

******

 

Capitolo 17: Great mum, great dad!

 

“… e dovrò andare alla Tana… devo dirlo a mamma,e a papà, è ovvio… e poi dovrò dirlo ai gemelli… chissà cosa diranno! Te l’immagini la loro reazione?… e dovrò anche mandare un gufo a Bill e Charlie… e avvertire Percy… e dobbiamo andare da Ginny, devo dirglielo! E ci sarà anche quello… immagino già le stronzate che sparerà, ma adesso non mi interessa proprio, sono troppo felice e non potrà certo rompermi le uova nel paniere, no?… e poi… bisognerà avvertire gli zii… e i tuoi genitori… dovremmo dirlo anche a loro, non credi?”

 

Ron si fermò un istante e rivolse uno sguardo ad Hermione, che era in piedi poco distante da lui. Da quando gli aveva detto che aspettava un bambino non si era fermato un attimo.

 

Aveva iniziato a camminare freneticamente su e giù per la stanza, continuando a parlare… da solo, visto che la ragazza aveva smesso di ascoltarlo dopo pochi secondi.

 

Hermione annuì, rassegnata. Fece un passo indietro e si appoggiò al muro, conscia del fatto che Ron avrebbe ricominciato a parlare.

 

Ron annuì di rimando, molto soddisfatto, e riprese a camminare. “… bene… allora, stavo dicendo… i tuoi genitori, si… beh… dovremo annunciarlo al lavoro… sono sicuro che Karl e Sophie ne saranno felici… e poi…”

 

“Ron hai finito?”

 

Ron si bloccò di nuovo e si girò verso sua moglie. Si portò una mano ai capelli e sorrise. Quell’annuncio l’aveva totalmente spiazzato, che aveva iniziato a parlare senza riuscire a fermarsi… ma cazzo, era così felice!

 

Senza dire una parola si avvicinò ad Hermione e l’abbracciò. “Oddio… è che sono così felice… ma ti rendi conto? Un figlio nostro… io e te… oddio… è meraviglioso… cioè… è perfetto, no?”

 

Lei portò una mano sulla sua schiena e appoggiò la testa sulla sua spalla. “Si… è bellissimo…”

 

Ron si staccò leggermente da lei per poterla vedere in faccia, mantenendo comunque una presa salda sui fianchi della ragazza. “E sono così felice! L’ho già detto?”

 

“Almeno un milione di volte, Ron…”

 

Ron sorrise. “Beh… meglio ribadire il concetto: sono felice, sono felice… sono estremamente e maledettamente felice…”

 

Hermione si sporse in avanti e chiuse la bocca di Ron con la propria. Se quello era l’unico modo per riuscire a farlo stare zitto… beh, ci avrebbe pensato volentieri lei.

 

Il ragazzo, però, si staccò poco dopo, come illuminato da un’improvvisa idea.

 

Si chinò fino ad avere il volto davanti alla pancia di Hermione. “Hey… tu, laggiù… riesci a sentirmi? Non so se sai chi sono, ma meglio chiarire subito… sono papà… e anche se non ci sei ancora, sappi che ti voglio già un gran bene! E vedi di non dimenticarlo! Comunque, in ogni caso… te lo ripeterò tutte le volte che vorrai…” si rialzò e tornò a fissare la ragazza “… come ripeterò sempre, alla tua bellissima mamma, nonché mia adorabile mogie, quanto la amo e la amerò per tutta la vita…”

 

Con un gesto dolce della mano, Hermione portò il viso del ragazzo nuovamente a contatto con il suo, riprendendo ciò che si era interrotto pochi attimi prima.

 

Dopo alcuni minuti si staccarono di nuovo, questa volta entrambi più soddisfatti.

 

“… sarai un padre eccezionale…”

 

Il ragazzo scosse la testa. “Non è vero… sono impulsivo e irresponsabile… non potrò essere un buon padre… ma mi impegnerò al massimo… questo sì… e migliorerò, prima o poi…”

 

Hermione sorrise. “Diventerai il miglior padre che nostro figlio avrebbe mai potuto desiderare… ne sono assolutamente sicura…”

 

“… e presto gli daremo un fratellino… deve avere almeno un fratello, in fondo è un Weasley!”

 

Hermione alzò un sopracciglio con fare interrogativo. “UN altro figlio può anche andare, Ron… ma scordati la possibilità che io partorisca SETTE figli come tua madre!”

 

Ron scoppiò a ridere. “… va bene, va bene… non ti agitare…”

 

“E poi… godiamoci questo, no?”

 

Il ragazzo annuì, con ancora il sorriso sulle labbra. “Godiamoci questo… e, a proposito! Stasera si festeggia… bisogna festeggiare!”

 

“E tutti i tuoi progetti di annunci alla famiglia?”

 

“Beh… possono aspettare un altro giorno, no?” le fece l’occhiolino e lei sorrise.

 

“Certo che possono aspettare… aspetteranno tutto il tempo necessario…”

 

Ron le prese il volto tra le mani e ricominciò a baciarla.

 

Gli altri avrebbero aspettato… oh se avrebbero aspettato… tutto il tempo necessario…

 

******

 

Sometimes i think
theres nothing to live for
I almost break down and cry

Somtimes i think i'm crazy
I'm crazy, oh so crazy
Why am i here,
am I just wasting my time?

But then i see my baby
Suddenly i'm not crazy
It all makes sense

 

(Hailie’s Song - Eminem)

 

******

 

Un giorno. E già non lo sopportava più.

 

Quasi quasi avrebbe preferito un po’ di indifferenza… solo un po’…

 

In fondo era giusto che si preoccupasse… adesso lei era incinta, aspettava il loro bambino… ma tutto quello era decisamente fuori luogo e discussione!

 

Non avrebbe di certo rinunciato al suo lavoro… non così presto, almeno!

 

Quando sarebbe arrivata ai sette mesi… quando insomma sarebbe ingrassata troppo e non sarebbe più riuscita nemmeno ad alzarsi dal letto, allora forse sarebbe rimasta a casa. Forse. Perché, in fondo, poteva andare al lavoro e rimanere in ufficio… ma Ron non gliel’avrebbe permesso… quindi…

 

Ma quello era decisamente troppo!

 

Non poteva pretendere che lei non lavorasse più per sette lunghissimi mesi! Quindi per lei, era inutile anche tutta quella discussione.

 

Sarebbe andata a lavorare. Stop. E non c’era nessuna possibilità di appellarsi. Proprio nessuna…

 

“… e poi potresti rischiare anche la tua salute… Herm… Hermione mi stai ascoltando?”

 

La ragazza sollevò distrattamente gli occhi dal libro che stava leggendo e sorrise gentilmente. “Certo amore… solo… penso che tutto questo sia completamente inutile dato che ho già deciso…”

 

“Si, però io non sono d’accordo…”

 

“… detto con il maggior tatto che possiedo… questi sono affari tuoi… adesso, se permetti, finisco di leggere questo capitolo, sono arrivata a un punto cruciale e non vorrei distrarmi troppo…” riabbassò lo sguardo e proseguì nella lettura…

 

“Io non ho finito di parlare! Tu non andrai al lavoro, d’accordo?”

 

Hermione chiuse di scatto il libro e risollevò, ancora una volta, lo sguardo. Ron si pentì all’istante delle parole pronunciate… lo sguardo di fuoco che sua moglie gli stava rivolgendo non presagiva niente di buono.

 

“Ronald Weasley” tuonò con voce sicura.

 

Ecco che ci siamo e parte con le ramanzine… dai, forza… sono pronto…

 

“Ti ho già detto, più d una volta, che non ho intenzione di starti a sentire, quindi piantala di rompere! E sia chiaro che non accetterò ulteriori interruzioni! Quando non ci riuscirò più, e sia ben chiaro che sarò io a stabilirlo, rimarrò a casa dal lavoro… fino a quel giorno… non se ne parla proprio…”

 

“Herm… per favore, ragiona!” rispose lui con voce compassionevole, ma Hermione gli rivolse un’ultima occhiataccia, prima di riaprire il libro e riprendere la lettura.

 

Le parole appena pronunciate lo fecero quasi sorridere. Perché affermare a Hermione Granger di ragionare sarebbe potuta essere una battuta carina ai tempi della scuola…

 

Già… una battuta carina da dire a Harry

 

Hey… un momento…

 

“Herm…”

 

“Giuro che adesso ti ammazzo!”

 

Ron agitò davanti a sé le mani, tentando di calmare Hermione. L’unica donna esistente al mondo che riuscisse a farlo sentire un completo idiota con un’occhiata…

 

Più precisamente l’occhiata che gli stava riservando in quel preciso momento…

 

“No, no! Aspetta… è che… ho un’idea… diciamo così…”

 

“E sarebbe?”

 

“Ehm… beh… ma potrebbe non essere una grande idea, in effetti…”

 

La ragazza alzò gi occhi al cielo. “Ron, parla!” sbottò un po’ troppo ad alta voce.

 

“…sei arrabbiata con me vero?…”

 

“No… non sono arrabbiata con te… solo, per favore, una calmata…altrimenti non ci arrivo intera alla fine di questi nove mesi!”

 

Ron annuì. “Ok… però… stai attenta ok? Io o dico per questo… cioè, mi preoccupo! Cazzo è di mio figlio e di mia moglie che sto parlando…”

 

“Starò attenta e fare dei controlli ogni mese… ok?”

 

“Ok…” Ron si sentì decisamente meglio… e anche la sua improvvisa idea non gli sembrava più tanto male.

 

Anzi. Ne era decisamente entusiasta. Poteva essere una grande idea, dopotutto.

 

“E adesso vuoi dirmi che c’è?”

 

“Ecco… stavo pensando…”

 

******

 

Ginny scoppiò a ridere. Non avrebbe mai pensato di poter tranquillamente ridere per una battuta di Ron, davanti a una bella tazza di caffè e con accanto Draco.

 

Suo fratello riusciva sempre a farla ridere in qualche modo… questa sua caratteristica non l’aveva mai persa, nonostante tutti gli anni passati.

 

Draco, però, non era dello stesso avviso. L’umorismo di quello era sempre e decisamente fuori luogo.

 

Alzò un sopracciglio, ma si fermò dal ribattere con una battuta cattiva. Ginny non l’avrebbe apprezzato molto. Lo faceva solo per lei. Perché vederla ridere era stupendo… e per nulla al mondo lui l’avrebbe privata della sua risata.

 

Mai.

 

“Beh… comunque… lo sapete che sono dannatamente curiosa! Perché siete venuti qui? Mi avete detto che dovete dirci qualcosa di importante…”

 

Ron interruppe la sorella. “Veramente noi dobbiamo dirti qualcosa… se poi c’è anche lui, è un altro discorso” disse, indicando Draco, davanti a lui.

 

Ginny sbuffò, prendendo la mano di Draco per fargli capire di non ribattere. “Beh… comunque… l’ultima volta che avete esordito così, è stato per annunciare che vi sposavate!” sorrise al ricordo di quanto era stata felice sua madre.

 

Hermione scosse leggermente la testa. “Beh… non proprio… ma penso che sia una notizia altrettanto importante.” Guardò Ron e decise di proseguire. “… stavo pensando… zia Ginny non suona male, vero?” chiese con un sorriso radioso sulle labbra.

 

Gli occhi di Ginny si spalancarono e lasciò la mano di Draco per portarsela davanti alla bocca. “Voi… cioè… tu… oddio… voglio dire… tu sei… cioè… voi…”

 

Hermione annuì. “Si Ginny… sono incinta… io e Ron avremo un bambino…”

 

“Oh. Mio. Dio.” Ginny si alzò di scatto e si gettò nelle braccia del fratello. “Oddio non ci credo… tu sarai padre… cioè… proprio tu…”

 

“Eh già… proprio io…” mise una mano sui capelli di Ginny e prese ad accarezzarle dolcemente la testa.

 

Si staccò un po’, per riuscire a vedere il fratello negli occhi. “Sono così felice… ve lo meritate proprio tutto questo… nessuno si merita di essere felice come voi!”

 

Si alzò e corse ad abbracciare Hermione. Quella ragazza ne aveva passate talmente tante… eppure era lì… ancora pronta a vivere… a combattere in quello che credeva…

 

Aveva perso il suo migliore amico. Aveva visto morire il suo migliore amico. Il crollo della scuola. Era come impazzita… chiusa in quel dolore che si ostinava a non mostrare… E poi il periodo alla Tana… la difficile risalita. E scoprire che l’amore per Ron non l’aveva abbandonata. Scoprire che anche lui l’amava. Scoprire che c’era ancora qualcosa per cui valeva la pena di vivere…

 

E adesso era incinta. Era così felice per lei!

 

Si staccò da lei e si rimise seduta di fianco a Draco, che non aveva ancora parlato. Lo guardò negli occhi preoccupata che avesse qualcosa… ma si accorse subito che era tutto a posto. Draco aveva semplicemente capito che quel momento era per loro… e non doveva essere rovinato. Da niente e nessuno.

 

“Beh… di quanto sei?” chiese ad Hermione.

 

“Due mesi… quindi vedrai il tuo nipotino all’incirca tra sette lunghi mesi…”

 

Ginny battè le mani. “Oddio non vedo l’ora!” sembrava una bambina da quanto era dolce.

 

“A chi lo dici!” esclamò Ron di rimando.

 

“Sono sicura che sarete dei genitori fantastici… tu… tu sarai una bravissima madre… e tu Ron… sari un padre grandioso… ne sono sicurissima…”

 

“Io riguardo a lui avrei dei dubbi…” disse una voce bassa e sensuale.

 

Ron portò lo sguardo su Draco. Gli avrebbe dato volentieri fuoco a quello. “Cosa vorresti dire?”

 

Draco alzò le spalle. “Niente… solo che ho molti dubbi sul fatto che tu possa essere un buon padre… e poi… oddio un altro Weasley su questo pianeta! Si salvi chi può!”

 

“Ginny chiudigli tu la bocca, perché altrimenti faccio a modo mio… e ti assicuro che non gli pia-…”

 

Ron si interruppe nel vedere Ginny sporgersi verso Draco e baciarlo. Molto appassionatamente. Per poi staccarsi e fare come se nulla fosse successo.

 

“Che… che… perché l’hai baciato?” Ron sembrava piuttosto confuso… e molto, molto contrariato.

“Ma se mi hai detto tu di chiudergli la bocca! L’ho fatto!” rispose innocentemente Ginny.

 

Hermione si trattenne dal ridere, mentre Ron prese a fissarla.

 

“E piantala di guardami così… lo sai da un bel po’ che io e lui stiamo insieme… non penserai che non ci siamo mai baciati no?” continuò Ginny con un sorriso sulle labbra…

 

Le orecchie di Ron diventarono pericolosamente rosse. “Non voglio sapere cosa fate… potrei commettere più di un omicidio… e il fatto che lo so, non vuol dire che io lo accetti… tu rimani sempre mia sorella e lui… rimane sempre un Malfoy…”

 

Ginny sbuffò. Non aveva proprio voglia di riportare a galla quella questione. “Oh basta… oggi si deve festeggiare il mio futuro nipotino! Sapete già se sarà maschio o femmina?”

 

“Beh… è troppo presto…” disse Hermione.

 

“Già, è vero…”

 

“… però… Herm è sicuro che sarà un maschio…” continuò Ron.

 

“Come mai?”

 

“Sesto senso… e il mio non sbaglia mai…” Hermione sorrise, portandosi una mano sulla pancia, ancora completamente piatta.

 

Draco fece una smorfia. “… ma che meraviglia! Un altro col fantastico trinomio capelli rossi-occhi azzurri-lentiggini…”

 

Ron strinse violentemente i pugni. Voleva togliergli dalla faccia quell’odioso sorrisetto.

 

“Draco… se te lo sei dimenticato anche io faccio parte del ‘fantastico trinomio’…” gli fece notare Ginny…

 

“Sì… ma tu sei una donna… quel povero bambino invece sarà la copia di suo padre… è questo che potrebbe rovinargli la vita…” rispose lui tranquillamente…

 

Ginny tornò a guardare Hermione e Ron. “Ron, siediti… e stai calmo… avete già pensato a un nome?”

 

Hermione si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Si… in effetti abbiamo un nome… ci piacerebbe chiamarlo Harry…è stata un’idea di Ron… e a me piace… in suo onore, no? Cioè… penso sia una cosa bella…”

 

Ginny sorrise dolcemente. “Si… penso sia una cosa molto bella… e penso che Ron abbia avuto una bella idea… una gran bella idea…”

 

Draco fissò Hermione. Con un nome del genere e per padre Ronald Weasley, quel bambino è segnato per la vita…pensò… ma non disse niente. In fondo, quello era un argomento delicato… e non aveva per niente voglia di rivangare il passato…

 

“… ho pensato che… è come se fosse con noi, no?… voglio dire… come se tornasse con noi… è strano ma…” Ron non riusciva a spiegarsi. Orse era stato quel sogno a suggerirgli il nome. Forse era stato il ricordo del suo migliore amico… forse la voglia di non abbandonarlo… non lo sapeva…

 

“Si… penso di capire… e poi è un bel nome, no?” Ginny sorrise e gli altri due annuirono.

 

“Beh… qui bisogna brindare! Vado a prendere qualcosa in cucina…” Ginny fece per alzarsi, ma Draco la trattenne.

 

“Vado io…”

 

La ragazza gli sorrise grata e tornò a rivolgersi a suo fratello e alla sua migliore amica. “Oddio… non riesco ancora a crederci… non è tutto perfetto?”

 

Draco si alzò e Ginny si girò di scatto a guardarlo mentre andava in cucina. Non poteva esserne certa, eppure… aveva la netta sensazione che lui avesse detto qualcosa… in risposta forse alla sua domanda (retorica per altro… non voleva di certo una risposta…)…

 

Ma doveva essersi sbagliata. Si. Di sicuro…

 

Eppure… si era veramente sognata quel “Forse troppo” sussurrato da Draco in modo che solo lei potesse sentirlo?

 

Se l’era veramente sognato?

 

Non lo sapeva… ma poco importava… bisognava festeggiare! Dopo, al massimo, gli avrebbe chiesto che cosa voleva dire…

 

Dopo.

 

******

 

Ciao a tutti! Avete visto? Ho postato molto prima del previsto e il capitolo è molto più lungo degli altri… quasi da non crederci eh! Ma che brava… comunque… ci stiamo avvicinando alla fine ragazzi! Molto probabilmente ci saranno ancora 3 capitoli, più un capitolo extra e l’epilogo… comunque la storia si concluderà tra 3 capitoli circa…

 

Dal prossimo capitolo si faranno un po’ di salti temporali… il prossimo capitolo è infatti ambientato circa 2/3 mesi dopo… e s’intitolerà: “Venuto dall’inferno”… potete chiaramente capire che i momenti felici e allegri si sono chiusi con questo capitolo… ma non dico di più…

 

Ah, un’ultima cosa… il significato del sogno adesso dovrebbe essere leggermente più chiaro… anche se come ho detto, verrà spiegato un po’ meglio nell’epilogo… per quanto riguarda Hermione si è scoperto qualcosa in più sul periodo post-distruzione di Hogwarts… ma questo concetto verrà ripreso meglio nel penultimo capitolo… ^_____-

 

Passo ai ringraziamenti:

 

Patty: eccola qui la mia fedele lettrice! Come hai potuto leggere, Hermione ‘sente’ che è un maschietto… e un po’ si capisce che cosa significa quel sogno… comunque…  ti preparo psicologicamente… ricorda le premesse che facevo sempre all’inizio: questa è una storia triste… e un po’ di allegria ogni tanto, non significa molto… ^___-

Sunny: tesoro! Sono sempre molto belle le tue recensioni! Come vedi il fiocchetto appeso fuori sembra azzurro… ^_- E qui c’è anche un pezzetto della reazione del nostro caro e bel Weasley… ^_^ ovvero futuro papà… carra che cucciolo… per quanto riguarda la teoria del sogno… non posso dirti molto… solo che alcune cose potrebbero accadere… altre decisamente no… in effetti ha molteplici significati… e non è detto che per tutte le sue sfaccettature siano essenziali entrambe le ‘visioni’ (perché in fondo sono due…)… e ho detto troppo! Un bacione grandissimo!!

Tacchino: ne sono molto felice… e grazie per i complimenti^^ me molto felice!

Opalix: per prima cosa: DF finita!!! Sigh sigh….. comunque… mi ricompongo… qui compare, anche se non molto, il nostro bel biondino… che con le sue sempre ben assestate battute manda in crisi il povero Ron… ^_^ che dire… ogni volta che dico: ‘qui ci starebbe bene una bella battuta di Draco’ lui, puntualmente, ne dice di più… è un botta e riposta che non riesco a fermare…mi sa che sto diventando patologica! … mi raccomando ti aspetto presto con LFF! (passo già alle abbreviazioni io!)…un bacione!

TwinStar: e io che mi aspettavo fuoco e fiamme e invece… ti è addirittura piaciuta! ^___^ me felicissima, sul serio!! Non dirmi niente del pezzo in cui il nostro adorato muore… lo so a memoria! È troppo triste… ç__ç e no… il riferimento all’Ordine della Fenice è voluto… ho pensato appunto a Sirius e alla sua voglia di uscire… sono felice che qualcuno se ne sia accorto^^  per quanto riguarda il sogno, non posso dirti niente di più di quanto c’è scritto nei capitoli… sappi solo che una delle tue ipotesi se legata a questo cap (prova a immaginare tu quale) è giusta… ^___- e stop! Visto? Ho risposto anche alla domanda, come farà a combattere? Proseguirà… te lo assicuro… ^___- e sarà più combattiva di prima…^____- grazie per e due rec! ^__^ me estremamente felice!! Grassie grassie anche per i complimenti! Un beso!!

Lady Numb: come vedi qui l’affascinante figliolo compare… ^____- e come hai letto, il lupetto in arrivo sembra un maschietto^^ ^_____- ehm… se aspetti una precisa e dettagliata analisi del sogno non ci sarà mai… piuttosto ci saranno sempre sporadici rimandi qua e là… e solo nell’epilogo, con un po’ di fantasia, si riuscirà a sapere cosa vuol dire quel sogno… ^____- ma come ho ripetuto: di più non posso dire… un bacione grande e grazie per i complimenti^^ ^_____- thank you so so much!!

Ely: ciao tesoro! Spero che questo ti piaccia di più… e che ti dia qualche indizio per il sogno… ^_____- ah ah… anche se tutto è ancora molto incasinato!

 

 

Alla prossima, gente! E che ne dite di cliccare lì in basso, sulla scritta blu?? ^_____-

 

 

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Capitolo 18
*** Venuto dall'Inferno ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

You're the one I need
The way back home is always long
But if you're close to me I'm holding on
You're the one I need
My real life has just begun
Cause there's nothing like your smile made of sun

In the world full of strangers
You're the one I know

(The one – Shakira)

 

******

 

Capitolo 18: Venuto dall’Inferno

 

Cammino e continuo a camminare. E percorro questa via con te al mio fianco.

 

Perfetti e distanti, eppure sempre uniti… e non ho paura… perché sempre tu ci sarai.

 

Perché sei al mio fianco e mi prendi per mano, e nulla… nulla al mondo può separarmi da te. Perché siamo tutto e niente… siamo solo noi… e questo basta.

 

E in questa via buia e oscura non permettermi di avere paura… non voglio più piangere… voglio solo avere te al mio fianco, chiedo troppo?

 

Voglio poterti amare e stare vicino. Voglio essere amata e protetta. È così difficile questo mio desiderio?

 

Nessuno mi ha mai capito come hai fatto tu… che con le tue ali mi hai afferrato e mi hai fatto risalire…

 

Stavo cadendo nell’inferno e invece adesso sono qui…

 

E tu sei acanto a me. Nessuno può distruggere tutto questo. Potranno avere la mia vita, ma non il mio cuore… perché appartiene ormai da molto tempo a te…

 

E proteggimi da questo buio che mi assale… non andartene mai… stammi vicino… e non avrò paura…

 

Non farmi cadere di nuovo nell’inferno, perché non ci sarà nessuno a salvarmi…

 

E questa via sembra rischiararsi al mio passaggio. Al nostro passaggio. E tutto grazie a te…

 

Non lasciarmi mai… perché sei tutto ciò che la mia vita mi ha dato… perché sono viva grazie a te. Tu mi fai respirare, tu mi fai vivere…

 

E ti prego, non lasciami mai…

 

******

 

Tre mesi dopo…

 

“Non dovresti affaticarti così…”

 

Hermione sbuffò. “Ron, solo perché tu non capisci la sacra arte del leggere i libri, non vuol dire che io mi stia affaticando… anzi…”

 

Ron aggrottò le sopracciglia “… se lo dici tu…”

 

Senza accorgersene prese ad osservarla. Concentrata e attenta. Una mano che, veloce, riportava dietro l’orecchio una ciocca di capelli che si erano precedentemente ribellati.

 

Doveva ammetterlo… non ne sapeva niente di libri… ma se su Hermione faceva quell’effetto ipnotico allora non dovevano essere poi così male…

 

Hermione girò pagina e l’attenzione del ragazzo venne catturata dalla copertina del libro.

 

Ma che diavolo…

 

Senza dire una parola si alzò e in pochi secondi raggiunse la moglie. Senza preavviso le strappò il libro di mano e prese ad osservare la copertina.

 

Controincantesimi di Magia avanzata di grado E… Hermione ma cos’è questa porcheria?”

 

Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. “Ron dammi subito quel libro…”

 

“Prima mi dici di cosa si tratta…”

 

“Non lo vedi?”

 

“Herm non hai bisogno di ‘sta roba… sai praticamente tutti gli incantesimi esistenti al mondo…”

 

La ragazza si alzò dalla poltrona cercando di non far vedere a Ron la sua stanchezza (l’avrebbe sicuramente obbligata a passare il resto della serata a letto…). “Non è affatto vero… e comunque è solo un capitolo che mi interessa particolarmente…”

 

“Sarebbe?” Ron prese a sfogliare il libro con scarso interesse, quando, Hermione glielo tolse dalle mani e glielo aprì ad una pagina ben precisa.

 

Maledizioni senza perdono: come contrastarle…” Ron alzò gli occhi dal libro e guardò Hermione “… che cos’è sta roba? Non si può contrastare un Avada, lo sanno anche i sassi…”

 

La ragazza si strinse nelle spalle. “Lì dicono che stanno preparando dei nuovi incantesimi che potrebbero essere in grado di fermarle… ma sono ancora sotto sperimentazione… non si sa niente di sicuro… però… potrebbero essere utili… no?”

 

Ron annuì, poco convinto. Chiuse di scatto il libro e lo lasciò cadere per terra. “… adesso tu però darai ascolto a me e ti riposerai… quella roba non puoi chiamarla lettura di piacere…”

 

La fece sedere nuovamente sulla poltrona e si portò alle sue spalle.

 

Fece scorrere le sue mani sulle sue braccia fino ad arrivare al collo, dove si fermò e prese a farle dei massaggi. Ed Hermione dovette riconoscere il fatto che i massaggi di Ron erano sempre stati fenomenali…

 

Si rilassò completamente contro lo schienale, mentre le mani esperte del ragazzo la stavano portando in paradiso.

 

“Sarai d’accordo con me nel constatare che questo è decisamente meglio… non trovi?”

 

Un mugolio soddisfatto della ragazza lo rese soddisfatto.

 

Prima una serata del genere si sarebbe conclusa nel più classico dei modi… facendo l’amore. Ma adesso… Hermione era troppo stanca e il fatto che lei non lo dicesse e lui non glielo facesse notare, non significava che non se ne accorgeva.

 

Sapeva benissimo come stava sua moglie. Ma rispettava anche il suo orgoglio… Hermione non avrebbe mai accettato di rimanere a casa dal lavoro…

 

Passarono molti minuti così, ma alla fine Ron fu costretto a interrompere quel contatto. Quella sera aveva il turno di notte e non poteva fare tardi.

 

“Devo andare… vado a prepararmi…”

 

Hermione annuì.

 

“Hey” Ron le mise una mano sulla spalla come per tranquillizzarla. Sapeva che non le piaceva affatto che lui fosse affidato a quei turni, ma non poteva farci niente.

 

“Hey” gli rispose lei di rimando.

 

“Tutto ok?”

 

“Tutto ok… tu piuttosto… stai attento…”

 

Ron sorrise. “Ovvio… e poi… che cosa vuoi che mi succeda?”

 

Hermione sorrise triste, ma preferì non rispondere. Ron si avviò verso la porta e salì le scale.

 

Senza nessun preavviso, Hermione sentì una fitta al cuore e il respiro bloccarsi. Istintivamente si portò una mano al petto cercando di rimanere calma.

 

Così come era arrivata quella fitta sparì… eppure… si sentiva ancora più strana.

 

Stava per succedere qualcosa…

 

Con la notizia della gravidanza aveva pensato che i suoi presagi si riferissero a quello, eppure…

 

Adesso non ne era più convinta. L’unica cosa che sapeva era che non voleva separarsi da Ron…

 

Aveva paura. Sentiva che stava per accadere qualcosa di brutto… e aveva paura per Ron… non voleva rimanere sola… non voleva che lui se ne andasse per quello stupido turno di notte…

 

No… lui doveva rimanere con lei.

 

Non poteva andarsene.

 

Lei… senza di lui… che cos’era?

 

Non poteva andarsene…

 

Lei… lei doveva fermarlo… ma…

 

… no… come al solito preferì tacere… e non dire niente a Ron…

 

… erano solo presentimenti, in fondo…

 

… in fondo…

 

******

 

Ron si portò una mano al petto e si accasciò sul letto. Sentiva il cuore come scoppiargli nel petto.

 

Che diavolo gli stava succedendo?

 

Poi, lentamente, il dolore si affievolì, fino a scomparire…

 

Che cos’era stato? E perché adesso sentiva il desiderio di non andarsene?

 

Era come se qualcosa dentro di lui gli stesse urlando di non lasciare per nessun motivo Hermione… ed era una voce insistente… una voce che non smetteva un attimo di tormentarlo…

 

E quell’inquietudine…

 

Non ce la faceva più.

 

Sentiva… sentiva che stava per succedere qualcosa… e adesso aveva la netta sensazione che fosse qualcosa di terribile…

 

… ma non sapeva spiegarlo… non sapeva spiegarlo…

 

Si rialzò e andò in bagno.

 

No. Non avrebbe detto niente a Hermione… era già affaticata per la gravidanza… un pensiero in più non le avrebbe fatto bene…

 

No… e poi… non era importante…

 

… era solo uno stupido presentimento…

 

Che cosa poteva succedere di così terribile?

 

******

 

I can’t dream yet another dream
without you living next to me
there’s no air

I... can’t breathe easy
can’t sleep at night
till you’re by my side
coz I can’t breathe easy
I can’t dream yet another dream
without you living next to me
there’s no air
there’s no air

(Breathe Easy – Blue)

 

******

“Quando si potrà vedere il pupo?”

 

Hermione si voltò sorridendo verso un suo collega. “Penso che dovrai aspettare ancora un po’…”

 

Il ragazzo sorrise. “Sai com’è… è un po’ come se fosse figlio di tutti quel bambino…”

 

Ron portò protettivamente una mano sulla spalla di Hermione. “Ti assicuro che è solo mio…” il sorriso che si sforzò di fare non riuscì a nascondere la nota stonata nella sua voce.

 

L’auror si congedò con un cenno della mano, mentre Hermione si voltò a guardare suo marito. “Potevi evitare, sai…”

 

“Quello ti sta dietro…”

 

“Ma non essere ridicolo!”

 

“Ma ti dico di si! Tu non le noti le occhiate che ti lancia… ma a me non sfugge niente sai… lo sistemo io quello se prova ad abbordarti di nuovo…”

 

Hermione si mise le mani sui fianchi. “Abbordarmi?… chi vorrebbe abbordare una balena? Mi hai visto?”

 

Ron scoppiò a ridere. “Certo che ti ho visto… e se tutte le balene fossero come te, tesoro, tutti i marinai invece di ucciderle se le porterebbero a letto…”

 

Hermione aprì e richiuse la bocca diverse volte, senza emettere suoni. Quando si fu leggermente ripresa gli diede un leggero colpo sul braccio e proseguì a camminare per il corridoio. “Ogni tanto mi chiedo come ho fatto a sposare uno come te…”

 

“Perché mi adori bimba… e io adoro te…”

 

Hermione gli scansò con stizza la mano, che era casualmente scivolata sul suo sedere. “Evita di fare il lecchino dopo averne sparata fuori una così…” aprì la porta dell’ufficio ed entrò, seguita dal ragazzo.

 

“Ma è la verità! Perché altrimenti mi avresti sposato?”

 

“Me lo chiedo anch’io… quindi non farmi venire ulteriori dubbi…”

 

Ron aveva appena richiuso la porta dell’ufficio quando venne spalancata ed entrò una Sophie piuttosto trafelata, segno che aveva corso per arrivare lì.

 

“… si sta svolgendo un attacco… Londra… Diagon Alley… e sembra che ci sia anche lui… Katsuma Hjioto… dobbiamo andare…”

 

Hermione si portò subito accanto a Ron, impugnando la bacchetta. Il ragazzo la guardò preoccupato. “Tu non vieni…”

 

“Oh non iniziamo con queste storie! È ovvio che vengo… non possiamo permetterci di lasciare qui degli auror!”

 

Sophie guardò prima uno poi l’altro. Infine si precipitò fuori dalla porta seguita da Hermione, che però venne bloccata da Ron. La ragazza si girò di scatto, pronta a mandarlo al diavolo se necessario, ma lo sguardo di Ron la fece desistere.

 

“Hermione… stai attenta…”

 

Annuì e sorrise leggermente. “Anche tu… e adesso andiamo…”

 

Corsero fuori dall’ufficio in direzione di dov’era andata Sophie poco prima.

 

Al termine del corridoio si stavano già organizzando i primi gruppi di partenza e le prime passaporte.

 

“Granger, Weasley, Gray, Foley e Thomson andrete con questa”

 

Non ci fu nemmeno il tempo di pensare. Perché quello non era il tempo per pensare.

 

Perché non c’era tempo. Tutto andava fatto velocemente.

 

I dubbi bisognava lasciarli fuori. Perché quello non era il loro posto.

 

Konrahd consegnò una piuma a Foley e un attimo dopo un noto strappo all’altezza dell’ombelico si fece prepotentemente sentire. Un attimo dopo non erano più al quartier generale. Un attimo dopo erano a Diagon Alley…

 

… o quello che ne restava. Perché quella non poteva essere Diagon Alley… quello era l’Inferno.

 

E Hermione ne era sicura. Lui era lì. E la stava guardando.

 

E l’avrebbe trovata. Ma questa volta… questa volta lei non si sarebbe tirata indietro… questa volta lei l’avrebbe affrontato…

 

Questa volta lei avrebbe vinto…

 

A tutti i costi…

 

Perché la paura si stava trasformando in determinazione. Perché doveva farlo per il suo bambino.

 

Perché quel mondo non andava bene. Perché l’Inferno non poteva essere un posto in cui crescere.

 

E avrebbe vinto. E colui che veniva dall’inferno ci sarebbe presto ritornato… a qualsiasi costo.

 

A qualsiasi costo.

 

 

******

 

Terminato anche questo… mi sta quasi venendo da piangere… ç_ç sul serio! Sono troppo affezionata a questa storia!

 

Tanto che ci sono, il prossimo capitolo si chiamerà “Le nostre ultime lacrime”… ed è il fulcro centrale su cui si basa tutta la storia… spero che venga come ce l’ho in mente dall’inizio… ^___-

 

E visto che siamo in ballo, balliamo: ho iniziato a scrivere una nuova storia, una Draco/Ginny… se vi piace questa coppia che ne dite di leggerla? Mi farebbe molto piacere… s’intitola “Mamma, ho appena ucciso un uomo” e basta che cliccate sul mio nome là in alto… ^_____-

 

E adesso passiamo ai ringraziamenti:

 

Ely: sono contenta di essere riuscita anche a far ridere ^___^ eh si… da adesso le cose cambiano… le atmosfere belle e allegre le abbandoniamo… fino alla fine direi… (e non uccidermi^^)… Un beso!!

Kamomilla: sono troppo scema io! Perdono perdono perdono! Ho saltato la tua risposta la scorsa volta! Ma si può essere più cretine??? Scusami! Credimi… mi sono fustigata da sola, ma se vuoi intervenire anche tu, va benissimo! ^___- Comunque… grazie mille per i complimenti… per quanto riguarda il sogno… un po’ contorta la tua idea, ma anche la mia non è da meno! E chissà se Draco ha veramente detto quelle parole… in fondo non importa tanto se le ha dette o no, quanto il significato che hanno^^ un beso!

Patty: tesoro! Esprimi pure tutte le ipotesi che hai mi raccomando! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! E si… le fra sette di Draco piacciono molto anche a me… come si fa a non amare quel bel biondino? Direi che è praticamente impossibile… Teoricamente anche in questo capitolo c’era una scena in cui compariva, ma ala fine ho deciso di toglierla perché proprio non c’entrava con il resto del capitolo… Un bacio! E grazie anche per l’altra recensione! Mi ha fatto molto piacere!

Yelle: e io adoro te che mi scrivi queste cose che mi fanno un enorme piacere! Che vuoi farci per il soprannome? Chiamarla sempre “Herm” mi rompeva… e comunque non l’ho inventato io… l’ho trovato da qualche parte, solo non ricordo dove… ^__- spero di essere comunque perdonata! ^___^ bacio!

Sunny: O divina! È sempre una gioia leggere le tue parole… ehm… ma mi sa che c’è una nota che stona e che NON succederà… solo… ancora non posso dirti quale, anche se dal prossimo capitolo la scoprirai… E credmi mi dispiace tanto ma… è la storia! ^___- Sono felice che l’allegra famigliola sia di tuo gusto^^ Ahahah papino Weasley è sempre il migliore… ovvio! Comunque non ti abbattere… la storia sta per finire è vero, ma non smetterò di scrivere! Ho appena iniziato una Draco/Ginny (di cui parlavo nelle note di fine capitolo) e soprattutto… questa storia prevede un PREQUEL… ebbene si… ^_____- dove potremo rivedere vivo e vegeto Harry… ^_____- quindi non ti abbattere! Ti tormenterò ancora a lungo!! Un bacione immenso!… e BELLISSIMA LA SHOTTY!!

Twin Star: altra mia divina^^ Tra le varie ipotesi che hai azzardato nella tua recensione, una è abbastanza esatta… ^__- solo non posso dirti quale… anzi, forse più di una… Una cosa invece era sbagliata e te la posso dire: il fantomatico “ritorno” non è legato a “venuto dall’Inferno”… quest’ultimo è legato al Mangiamorte, come hai letto in questo capitolo, mentre l’altro è legato a una tua ipotesi AZZECCATA… anche se forse l’hai interpretata in un modo leggermente diverso dal mio… ^___- mamma che casino! Draco animalesco? Uhm… qui non c’è più spazio per lui in questa versione… però tanto che ci sono ti consiglierei di leggere l’altra storia che ho iniziato… ti assicuro che lì sarà tutto fuorché ammosciato! Anzi… sempre più cattivo e crudele! ^_____^ ho cambiato genere… Un bacione!!

Lady Numb: e mentre tu te la spassi ad Amsterdam io sono qui… e ho appena fatto una pietosa verifica di latino con la cara Pertic! -______- comunque… che bella la tua recensione! ^___^ la carotina… sarà in effetti una carotina! Nel senso che avrà i capelli rossi… e anche le lentiggini… solo… gli occhi saranno quelli di Hermione (dovrà prendere qualcosa anche da questa ragazza no??)… Anche a me piace il modo di zittire Draco… efficace, subito al sodo, niente convenevoli… ^_____- E poi… con davanti uno così, a chi non piacerebbe??? L’idea di chiamarlo Harry vedo che è stata apprezzata da molti… e ne sono felice… e infatti hai colto bene l’idea che volevo dare: come se lui fosse con loro… ^___^ (ß it’s important!)… purtroppo, come ho detto a Sunny, la storia sta per finire… ma non abbandonerò Harry e le sue fic… per questa storia infatti è previsto un prequel con Harry ancora vivo^^… e poi ho iniziato a scrivere una Draco/Ginny come piacciono a te… ed è molto forte, ho cambiato genere! ^___^ Poi mi dovrai dire com’è Amsterdam! … e assicurati che ci sia anche Bob sull’aereo… ^___- un bacione grande!

Kaho-Chan: grazie mille sul serio per i complimenti! Mi hanno fatto un enorme piacere, ti assicuro! Sono felice anche che ti piacciano i vari personaggi… ^__^ sepolto da una valanga di amore?… ehm… si… ovvio^^ grazie ancora e un beso!

 

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Le nostre ultime lacrime ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

Prima di iniziare, mi sembra doveroso avvertirvi di prendere un pacchetto di fazzoletti a causa dell’elevato numero di scene ad alto contenuto depressivo. Se, inoltre, siete autolesionisti, e volete leggere questo capitolo ascoltando canzoni particolarmente tristi, vi avverto che creerete sì l’atmosfera, ma rischierete anche un particolare tracollo emotivo. Io vi ho avvertito. ^__- Non mi ritengo responsabile!

 

 

When I think back On these times

And the dreams We left behind

I’ll be glad 'cause I was blessed to get

To have you in my life

When I look back On these days

I’ll look and see your face

You were right there for me

 

(There you’ll be – Faith Hill)

 

******

 

Capitolo 19: Le nostre ultime lacrime

 

Ginny si smaterializzò nella cucina della sua casa con un’espressione di paura sul volto.

 

Non badò a niente e corse in salotto, sicura di trovarlo lì.

 

Come nelle sue aspettative, Draco era comodamente seduto su una poltrona, intento a sfogliare il Profeta

 

Draco…” incrinata. Rotta. Spezzata. Consapevole, forse troppo, che qualcosa stava succedendo.

 

Qualcosa che non sarebbe dovuto succedere.

 

Draco si voltò di scatto nel sentire la sua voce e il suo viso assunse un’espressione terribilmente preoccupata quando vide gli occhi di Ginny pieni di lacrime represse.

 

Scattò in piedi e raggiunse la ragazza. “Cosa c’è? Che è successo?”

 

Ginny distolse lo sguardo, sentendo di non poter più trattenere le lacrime.

 

Perché ne era così sicura? Perché aveva nel cuore quella terribile certezza? Perché, maledizione?

 

Una lacrima. Veloce, fuggitiva, trasparente.

 

Due lacrime.

 

Tre lacrime.

 

“… hanno attaccato… hanno attaccato Diagon Alley… e loro…” sospirò, incapace di continuare.

 

Quattro lacrime.

 

Cinque lacrime.

 

“… loro sono là… loro sono là capisci?” i suoi occhi pieni di lacrime si posarono in quelli del ragazzo.

 

Draco fece un passo avanti e l’abbracciò forte. Non sapeva cosa dirle. Non sapeva cosa fare. Non era bravo con le parole. Non era mai stato bravo a consolare le persone.

 

Lui non sapeva proprio cosa fare. E tutto ciò lo faceva impazzire.

 

Ginny si aggrappò alla camicia di Draco. Distrutta, disperata… e ancora consapevole.

 

“… so che sono una stupida…”

 

Draco le passò una mano tra i capelli.

 

Piccola, lo sai… io sono qui… lo sai vero?

 

“… ne hanno già affrontati tanti di attacchi… lo so… ma… perché… perché mi sento così preoccupata? Perché?”

 

Sei lacrime.

 

Sette lacrime.

 

Infinite.

 

Veloci, scendevano sulla sue guance e si infrangevano contro la camicia del ragazzo.

 

Non piangere Ginny… non farlo… io sono qui… lo sai vero?

 

“… ma tu sei qui… tu sei qui…”

 

Quel filo che li legava... Nessuna parola eppure si erano capiti. Non servivano parole.

 

Non erano mai, veramente, servite…

 

******

 

In my dreams I’ll always see your soul Above the sky

In my heart There always be a place

For you for all my life

I’ll keep a part

Of you with me

And everywhere I am

There you’ll be

 

(There you’ll be – Faith Hill)

 

******

 

“Attenta!” Thomson scansò Hermione e rispose all’attacco con uno schiantesimo, mandando a terra il nemico. “Tutto bene?”

 

“Tutto bene…” rispose lei con il fiatone.

 

“Attenta alle spalle, allora!”

 

Hermione annuì, grata, e ripartì all’attacco.

 

Poco distante da lei un Mangiamorte stava torturando due maghi. Due civili. Due innocenti.

 

Veloce. Precisa. Come solo un auror esperto sapeva fare, atterrò l’uomo con un incantesimo, voltandosi poi verso un ragazzo. “Jefferson, portalo via e torna qui subito…”

 

Il subordinato non se lo fece ripetere due volte. In un attimo lui e il Mangiamorte erano spariti.

 

Attorno a lei il caos regnava sovrano. Urla. Incantesimi. Morti. La guerra. Proprio come tanti anni prima… quando ancora pensava che bastava volerlo, per sconfiggere il male.

 

Bastava volerlo…

 

Ma di lui, nemmeno l’ombra.

 

Eppure era lì. I suoi occhi… i suoi occhi erano addosso a lei…

 

Lo sapeva. Lo percepiva.

 

Ed era sicura di non sbagliarsi.

 

Vide Konrahd alle prese con due uomini che sembravano particolarmente forti. Ma fu un attimo. Una distrazione e la veloce bacchetta del suo superiore aveva già colpito, andando a segno.

 

Sei mia…

 

Hermione si votò di scatto e i suoi capelli ondeggiarono al vento. I suoi occhi si mossero veloci.

 

Niente.

 

Eppure… aveva percepito come una voce… una voce dentro di sé che l’aveva fatta sussultare da quanto era risultata crudele e spietata…

 

Cercò con lo sguardo Ron, ma non riuscì a vederlo.

 

L’aveva perso di vista prima… e da allora non sapeva dove fosse finito. Se stesse bene. Se fosse ferito.

 

Era seriamente preoccupata. Non era abituata a non averlo vicino…

 

Si riscosse subito dai suoi pensieri e corse ad aiutare i suoi compagni.

 

Di sicuro Ron stava bene. Probabilmente era finito in qualche via lì vicino… probabilmente stava combattendo e non aveva avuto, ovviamente, il tempo di avvertirla…

 

Scosse la testa e impugnò saldamente la bacchetta, mentre si preparava a riprendere il combattimento.

 

E una nuova sensazione si fece largo in lei.

 

Lui… lui non la stava più osservando…

 

I suoi occhi, ne era sicura, avevano trovato altri obiettivi. Altri nemici…

 

Non più lei, ma qualcun altro…

 

Egoisticamente, non potè fare a meno di tirare un piccolo sospiro di sollievo, ma una nuova, terribile voce dentro di sé la fece sussultare nuovamente…

 

Sei mio…

 

E niente fu più lo stesso.

 

******

 

Ron scagliò un incantesimo che atterrò l’avversario. Per un istante il suo pensiero corse a Hermione.

 

L’aveva persa di vista all’inizio della battaglia, ma sapeva che stava bene. Doveva star bene. Quella era la sua donna! Uno dei migliori auror in circolazione!

 

Era ovvio che stesse bene!

 

Riuscì a percepire la luce verde di un incantesimo, appena in tempo. Si buttò a terra mentre mosse velocemente il polso.

 

L’urlo del Mangiamorte gli diede la conferma di essere andato a segno.

 

Si rialzò subito e cercò di sistemare i due uomini stesi a terra. Stava completando  gli incantesimi di immobilizzazione, quando una voce lo fece sussultare.

 

Sei mia…

 

Si voltò immediatamente, ma non vide nulla.

 

In quella vietta era da solo. Completamente e inesorabilmente da solo.

 

Eppure era sicuro… non aveva sognato quella voce. Troppo decisa. Troppo distinta. Troppo chiara. Qualcuno aveva effettivamente detto quelle parole… solo… non era lì…

 

Il suo pensiero tornò ad Hermione. E per un attimo non fu più così sicuro che lei stesse bene. E per un attimo la sua sicurezza vacillò.

 

Terminò gli incantesimi che stava facendo, deciso più che mai a trovare Hermione. Doveva sapere… doveva trovarla… ad ogni costo…

 

Prese a correre in una direzione quando sentì un urlo provenire dalla parte opposta. In un attimo si girò e ricominciò a correre.

 

Non sembrava la voce di Hermione ma… non poteva esserne sicuro…

 

Arrivò alla fine della via e, per un istante, si pentì di essere arrivato lì.

 

Distesa per terra c’era Karol Foley. Si chinò immediatamente e prese a scuoterla, inutilmente. Dal primo istante in cui l’aveva vista così, aveva capito che era stata colpita da un Avada. Era stata colpita mortalmente da un Avada…

 

Alzò gli occhi e si guardò intorno. Anche lì, non c’era nessuno. Probabilmente Karol aveva seguito il suo assassino… non sapendo di star correndo verso la propria fine.

 

Una nuova voce lo fece sussultare.

 

Sei mio…

 

E niente fu più lo stesso.

 

Fu un attimo. Vide solo un’ombra, in fondo alla via, correre veloce, lontano da lui.

 

In quel momento non pensò alle conseguenze. In quel momento non pensò verso cosa stesse correndo. In quel momento non riuscì a riflettere. In quel momento si alzò e iniziò a correre… verso quell’ombra e verso quell’uomo…

 

In quel momento non pensò al fatto che, forse, era proprio quello che l’ombra voleva da lui…

 

Strinse forte la bacchetta e si diede all’inseguimento dell’uomo.

 

L’avrebbe preso. Non aveva alcun dubbio al riguardo. Non era riuscito a batterlo Lucius Mafoy, non sarebbe riuscito a batterlo nemmeno lui… chiunque egli fosse.

 

L’uomo era sempre davanti a lui. Il mantello nero sfiorava velocemente l’asfalto, mentre i suoi passi si affrettavano sempre di più…

 

Dopo alcuni minuti di un’estenuante corsa si ritrovarono nella stessa spaziosa via in cui era morta la Foley. Il suo corpo era ancora lì. Supino a terra. Proprio come l’aveva lasciata.

 

Quel bastardo l’aveva riportato al punto di partenza.

 

Il Mangiamorte si fermò e anche Ron, di rimando, lo fece. Pronto a colpire il nemico.

 

Accadde in un attimo. L’uomo si girò verso Ron puntandogli addosso la bacchetta e Ron strinse ancora di più la sua presa.

 

Nello stesso istante. Con la stessa voce incrinata dall’odio. Con lo stesso movimento di polso.

 

Con la stessa precisione.

 

“Expelliarmus”.

 

E pochi attimi dopo, entrambe le loro bacchette si ritrovarono a molti, troppi, metri da loro.

 

Adesso erano veramente soli.

 

L’uomo sorrise da sotto la maschera, mentre Ron avanzò di qualche passo, portandosi a due metri da lui.

 

Adesso erano veramente soli.

 

L’uomo si tolse la maschera e la fece cadere per terra.

 

Ron trattenne il respiro.

 

Davanti a lui c’era Katsuma Hjioto.

 

Adesso erano veramente soli.

 

E niente fu più lo stesso.

 

******

 

Every day I'm loving you more and more
Listen to my heart, can you hear it sings
Telling me to give you everything
Seasons may change, winter to spring
But I love you until the end of time
Come what may
Come what may
I will love you until my dying day

 

(Come what may - Ewan MacGregor/Nicole Kidman)

 

******

 

L’uomo schivò il colpo abbassandosi velocemente. Da quella posizione colpì con un pugno lo stomaco di Ron, che fece qualche passo indietro, senza però scomporsi più di tanto.

 

Lui era un auror. Era stato allenato a tutto quello.

 

Ron lo colpì con un calcio violento, che Katsuma riuscì a fermare con le mani. Gli afferrò strettamente la caviglia per tenerlo fermo, mentre le sue gambe gli infierirono un altro colpo allo stomaco.

 

Ron cadde a terra in ginocchio. Il respiro si stava lentamente facendo sempre più pesante.

 

Quel bastardo era maledettamente bravo. Doveva ammetterlo. E soprattutto… era tropo veloce per lui. Lui… troppo forte e potente per poter essere anche agile e veloce.

 

Andando avanti di quel passo, non avrebbe retto ancora per molto.

 

Ma dove cazzo sono gli altri?

 

“Sei già stanco bimbetto?”

 

La voce fredda e tagliente di Katsuma gli arrivò come uno schiaffo in faccia.

 

“Mai…”

 

Si rese conto da solo che la sua voce, al confronto, era stata una leggera carezza. Ma non ci riusciva… faceva tropo male… non riusciva più nemmeno a parlare.

 

Aveva appena finito di parlare. Fu talmente veloce che non riuscì a vederlo. Si accorse solo successivamente del dolore atroce che provava al viso.

 

Quel bastardo gli aveva tirato un calcio in pieno volto.

 

Ron si rese conto solo in quel momento di essere finito disteso a terra. Si portò lentamente una mano sul viso. Il naso probabilmente era rotto… e il sangue stava iniziando a scendere copiosamente, imbrattandogli completamente la maglietta.

 

Si riportò in piedi a fatica. Per nessuna cosa al mondo gliel’avrebbe data vinta così facilmente. Non avrebbe mai ceduto. Mai. Avrebbe combattuto fino alla fine. Fino all’ultimo respiro. Proprio come un tempo… proprio come tanti anni prima…

 

Si lanciò letteralmente contro l’uomo e riuscì a farlo cadere a terra. Ritrovandosi sopra di lui, prese a colpirlo con i pugni, più violentemente che poteva.

 

Il Mangiamorte sembrò, per la prima volta, seriamente in difficoltà di fronte alla forza di Ron. Ma fu un attimo. Un momento di ritardo o di distrazione del giovane auror… Katsuma con una mossa fulminea del braccio lo aveva colpito violentemente al mento, fecendogli reclinare la testa all’indietro. Un attimo dopo Ron si ritrovò, di nuovo steso a terra.

 

Hjioto si rialzò senza troppa fatica. Afferrò Ron per i capelli e lo trascinò in piedi, per poi colpirlo con un calcio che lo fece cadere di nuovo in ginocchio.

 

L’uomo sorrise nel vedere il giovane di fronte a sé. Completamente insanguinato, eppure con ancora addosso la forza di combattere. Di combattere fino all’ultimo. Una tigre. Una tigre che, in quel momento, aveva finito di ruggire.

 

Per sempre.

 

Katsuma prese a colpire con violenti pugni il volto di Ron che, ormai allo stremo, non riusciva più nemmeno a reagire. Era lì, in ginocchio… ed era l’unica cosa che riusciva a fare.

 

Non sentiva più il suo corpo. Probabilmente qualche costola si era rotta… da aggiungersi al dolore atroce che sentiva nella gamba destra, al naso e in generale a tutto il viso. Non riusciva più nemmeno ad aprire gli occhi. Sentiva solo i colpi non smettere per un istante di colpirlo.

 

E poi fu un attimo. Quella che sentiva era di sicuro la voce di un angelo… solo un angelo poteva avere una voce così soave…

 

“RON!!!!” Hermione si bloccò di colpo nel vedere la scena. Non riuscì a pensare a cosa era giusto o a cosa era sbagliato. La sua mano si mosse da sola… il suo cervello agì da solo…

 

Aveva appena ucciso Katsuma Hjioto con un Avada Kedavra. Lei. Aveva. Ucciso.

 

E non se ne pentì nemmeno per un istante. Nemmeno uno. L’aveva fatto anche Ron. L’avevano fatto molti altri auror. L’aveva fatto anche lei.

 

Vide il corpo di Ron accasciarsi all’indietro, verso il suolo e subito corse da lui. Non preoccupandosi del fatto che accanto ci fosse il corpo di un altro uomo e di una donna, una sua collega.

 

Si inginocchiò accanto e lui e si morse il labbro inferiore. “Ron…” la sua voce sembrava un sussurro “Ron… ehi… mi senti vero?”

 

Il ragazzo aprì gli occhi. “… si…” disse a fatica.

 

Hermione gli prese una mano sporca di sangue tra le sue… “Non provare a fare qualcosa di stupido, eh!… non pensare nemmeno ad andartene da qui… chiaro?”

 

Non si accorse di aver iniziato a piangere fino a quando Ron non le accarezzò a fatica una guancia. “Non… piangere…” la sua voce diventava lontana ogni secondo di più.

 

La ragazza strinse gli occhi, cercando di ricacciare indietro e lacrime… ma non ci riusciva. Ron era lì… disteso a terra, sanguinante… ed era grave. Poteva illudersi che non fosse così. Poteva sperare che non fosse così, ma lo sapeva… sapeva già cosa sarebbe successo… lo sapeva tropo bene… ma non aveva la forza di accettarlo. Tutti. Ma non lui… non poteva portarle via l’unica cosa che le fosse rimasta… l’unica persona che avesse mai amato… e per la prima volta dalla morte di Harry iniziò a singhiozzare… iniziò a piangere come ormai da troppo tempo non faceva.

 

“Non voglio più soffrire… non voglio più piangere…”

 

Ron l’abbracciò. “E allora non piangeremo…”

 

“Come si può fare questo?”

 

“Non lo so… ma ci proverò…”

 

“Anch’io… anch’io voglio provarci…”

 

“Si… queste sono state le nostre ultime lacrime…”

 

“Le nostre ultime lacrime…”

 

“Ron…” Hermione strinse ancora di più la mano del ragazzo. “Apri gli occhi ti prego…”

 

Ron riaprì lentamente gli occhi. Tutto questo gli costava un’enorme fatica. Ogni istante che passava sentiva il suo corpo abbandonarsi sempre di più all’oblio. “Vai… avanti…” Hermione singhiozzò più forte. “Io… ti… amo…e… Harry…”.

 

“Anch’io… anch’io ti amo… e adesso arriveranno gli altri… le senti e voci? Sono qui vicino… adesso arriverà la squadra medica… vedrai andrà tutto bene…” Tra le lacrime non riuscì a vedere che Ron aveva chiuso gli occhi.

 

“Ron?” nessuna risposta “Ron!” Hermione lo scosse, ma niente. “Ron, rispondimi!”

 

Ron era immobile. In un attimo il suo corpo si rilassò completamente e la testa del ragazzo si reclinò all’indietro.

 

Tutto quello che vide Ron fu una luce accecante. Una luce bianca accecante.

 

Non aveva mai pensato che la morte fosse bianca. L’aveva sempre immaginata nera e invece…

 

Non avrebbe mai pensato che la morte fosse bianca

 

Accanto al suo corpo Hermione ancora piangeva disperata, urlando il suo nome.

 

Sentì chiaramente la voce dei suoi colleghi farsi sempre più distinta. E poi fu tutto nero e svenne…

 

E nel buio più totale in cui si ritrovò, sapeva di stringere ancora la mano dell’unico uomo che avrebbe mai amato per tutta la sua vita…

 

Perché in quel momento e per sempre avrebbe stretto la mano di Ronald Weasley.

 

******

 

Meggie corre a nascondersi, preoccupata per le numerose maledizioni senza perdono che girano nella sua camera…

Pietà vi prego! So che, probabilmente, non era quello che vi aspettavate ma… così ho deciso… Non potete immaginare nemmeno quanto mi dispiace…  in certi pezzi avevo il magone perché mi vedevo davanti agli occhi la scena. Eppure questa parte è quella che ha dato il via a tutta la storia… (sarò scema, ma ho iniziato dalla fine a pensare a questa storia…).

 

Vi prego non picchiatemi… anche se vi avverto di tenere a portata di mano i fazzoletti per i prossimi due capitoli… ve lo dico prima, così siete preparati…

 

E se vi state chiedendo perché Ginny sa dell’attacco… gente, lavora al Ministero^^

 

E soprattutto: non smettete di leggere questa storia. Forse il finale non sarà quello che volevate… ma d’altra parte, sono io che scrivo… e se mi sembrava giusto farla finire in un certo modo… era perché aveva un filo logico con il resto dei capitoli…

 

E adesso 100 RECENSIONI!!! Oddio grazie gente! Non potete immaginare la mia faccia quando ho letto un bel 100 tondo… ^_____^ Pensavo che non ci sarei mai arrivata a quel traguardo… GRAZIE!! Continuate così! ^______-

 

Ringraziamenti speciali:

 

Sabry: prima persona che ha letto questo capitolo! Non ti sconvolgere per così poco… e ricorda che la storia non è ancora finita… sai quante cose possono succedere? ^___^ ahahahah…. Un bacione!

Ely: l’altro ti aveva fatto rimanere col fiato sospeso… chissà questo… ^____^ sono cattiva, lo so… ma che vuoi farci? Niente! Lo sai che sono irrecuperabile… dimmi comunque se ti è piaciuto! Sono curiosa riguardo alle impressioni di questo capitolo!

Patty: … ehm… direi che i “fazzoletti quelli di stoffa formato maxi di nonna Ermenegilda” sono serviti… però visto che ti ho avvertito? Allora… ti prego non picchiarmi! Dimmi che ne pensi di quanto è successo… ok? E niente maledizioni! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto! ^_^ mi ha fatto veramente un enorme piacere!! Il prossimo capitolo sarà ricco di pensieri ed emozioni… spero di riuscire a trasmettere quello che ho in mente^^ Intanto sono soddisfatta di questo capitolo! ^___^ un bacione!

Tacchino: mi spiace, ma qualcosa di brutto in effetti è accaduto… -___- Dispiace molto anche a me… ma non tanto per la sua morte, quanto perché adesso non sono più insieme… spero comunque di non perderti come lettrice… alla fine se succedesse tutto quello che vorrebbero i lettori, non sarei forse un po’ troppo banale e scontata? ^_____-

Opalix: o divina! Non importa, figurati! Dimmi che te ne pare questo capitolo ok? Sono curiosa marcia! ^____- grazie per quanto riguarda i complimenti sull’introspezione… mi piace molto scrivere di questo in effetti! ^___-

Kamomilla: ebbene si… ad ogni costo… ragazzi io l’ho sempre detto che questa era una storia triste… perché nessuno mai mi ascolta… -_____- comunque ti prego, non fustigarmi! ^__^ non lo reggerei! Pietà di una povera mente malata!

Sunny: o mia divina! Alla fine tutte le suppliche non sono servite… ho fatto di testa mia… mi spiace! Non avrei proprio voluto… sai quanto adoro quell’orataggino… ma… era la storia, che potevo farci?? E non è ancora finita… non mollare mai il fazzoletto per i prossimi due capitoli… ti avverto! Grazie per le tue recensioni sempre molto belle… mi fanno sempre fare un salto sulla sedia… le trovo veramente bellissime. ^__^ ti prego di non fustigarmi né picchiarmi… ricorda che devo finire di scrivere… e devo fare anche il prequel… pietà ti prego! Avrai modo di picchiarmi più avanti, ok? ^_____- un bacione grandissimo!!!

Twin Star: ovvio che sei perdonata! A questo punto dovrei essere io a chiederlo… però so che non ami Ron quindi… io sì però ç___ç e allora perché l’ho seccato? Bella domanda… (come vedi non sei l’unica che parla da sola…)… Draco è apparso un pochino all’inizio… mi serviva ^_____- e tue supposizioni erano errate… Lucius non è tornato… e quella sensazioni non li avvisava DEI pericoli… li stava avvisando che sarebbe successo qualcosa… ma solo UNA cosa… solo che loro hanno interpretato tutto questo come l’arrivo di Harry… ^___- un bacione!!!!!!

*Ciel*: cavolo mi hai beccato… ^_____- ebbene si, uno è morto… il mio caro, stupendo, adorato Ron… -___- va beh corro a piangere anch’io! Beso!

Lady Numb: ebbene il mistero è svelato... forse non come ti aspettavi però… spero non sia stato un totale disastro! Sono in attesa di verdetto… per quanto riguarda il pezzetto iniziale dello scorso capitolo erano semplicemente dei pensieri di Hermione… come si sentiva… cosa prova… il prossimo capitolo sarà molto su quel genere… mi serve… devo spiegare un po’ di cose e devo far capire cosa prova la nostra eroina^^ un bacione grandissimo!

Kaho_Chan:  ti ringrazio veramente tantissimo per i complimenti che mi fai ogni volta, non sai quanto mi facciano piacere! Forse non ho aggiornato in frettissima, ma questo capitolo DOVEVA essere perfetto… doveva essere come me l’ero immaginato… e qundi solo adesso che sono pienamente soddisfatta lo pubblico… ci ho messo veramente molto a scriverlo! Non sai quanto impegno… ogni singola parola è stata pensata… e poi l’ho corretto e riletto tutto più e più volte… non ti dico! Spero che, comunque, ti piaccia! Un bacione e grazie ancora!!!

 

Alla prossima!!

 



 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Sulle ali di un angelo ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Prima di iniziare vi voglio consigliare di scaricare “Adagio” di Lara Fabian, se avete un programma adatto… ^___-

 

People killin
people dyin
children hurt and u hear them cryin
when you practice what you preach
you should turn the other cheek
father father father, help us
need some guidance from above
these people got me got me questionin
where is the love?

 

(Where is the love? – Black Eyed Peas)

 

******

 

Capitolo 20: Sulle ali di un angelo

 

I suoi piedi appoggiavano sui sassi che costituivano il piccolo sentiero.

 

Avanzava piano. Lentamente.

 

I suoi occhi perennemente fissati a terra. La sua mano sul ventre, come a voler confortare quel bambino non ancora nato.

 

Una lacrima solitaria le solcò il viso e andò ad infrangersi contro le sue labbra. Non ebbe nessuna reazione.

 

Continuò a camminare. Davanti agli occhi solo i suoi piedi. Dentro il suo cuore solo dolore. Nella sua mente solo e soltanto quella scena…

 

Quel grido. Quel dolore al petto. I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi blu, chiusi, serrati in una morsa eterna e senza confine.

 

La sua mano stretta con prepotenza nella propria.

 

E tutta l’oscurità che l’avvolgeva. Per poi ritrovarsi in un letto d’ospedale… e il cuore spaccato in due perfette metà. Una, con lei… l’altra, scomparsa per sempre con l’uomo che amava.

 

Niente avrebbe potuto riportarle quella metà.

 

E il dolore di Ginny. E gli occhi di Draco. E le lacrime di Molly. E la disperazione di un’intera famiglia. E la consapevolezza di dover crescere un figlio, il loro, da sola…

 

Si fermò, ma si rifiutò di alzare lo sguardo. Respirò profondamente per alcuni attimi. Voltandosi alzò finalmente gli occhi e lo vide. Il suo viso in quella foto. Sorridente. Con gli occhi pieni di vita. Proprio come l’avrebbe ricordato per sempre nel suo cuore. Perché nella sua mente non sarebbero mai scomparsi i suoi occhi affaticati… mentre pronunciava quel “ti amo”… quelle ultime parole… e la loro antica promessa…

 

Nuove lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance.

 

Era sola.

 

Era veramente sola.

 

Quando, in passato, si era ritrovata spezzata era impazzita. Si ricordava fin troppo bene quel periodo… e poi, Ron l’aveva presa per mano e l’aveva tirata fuori da quel tunnel.

 

Ron.

 

Ma adesso lui non c’era. Non c’era più.

 

Ron non era più accanto a lei.

 

Aveva ancora senso continuare a vivere?

 

Aveva senso vivere senza di lui?

 

******

Non so dove trovarti
Non so come cercarti
Ma sento una voce che
Nel vento parla di te
Quest' anima senza cuore
Aspetta te
Adagio

 

Ron… Dio, mi sento così sola. Tu eri l’unica cosa… l’unica cosa che avevo. E te ne sei andato.

 

Odio la morte. Perché mi ha portato via Harry… e te…

 

E odio la vita… perché mi permette di andare avanti da sola. Sola.

 

E non ci riesco… Ron, senza di te non ci riuscirò… e Dio solo sa quanto vorrei venire da te. Quanto vorrei cercarti… perché ne sono sicura… ti troverei.

 

E voglio trovarti… voglio riaverti… io devo riaverti…

 

Avevo sempre pensato di essere così forte… pensavo che dopo la morte di Harry fossi cambiata… ma non era così…

 

Tu. Solo tu eri riuscito a proteggermi da questo dolore. Mi avevi abbracciato… e tutto se n’era andato… mi avevi fatto capire che non ero sola… che tu ci saresti stato.

 

Ed eravamo in due. E un solo cuore.

 

Come posso andare avanti da sola? Come può un cuore sopravvivere a tutto questo? Come posso non odiare questa vita?

 

Ti rivoglio, Ron… perché il mio cuore sanguina… e solo tu puoi curarlo… e ti aspetterò…

 

Dovessi aspettare tutta una vita… io lo farò…

 

E ti cercherò… e un giorno… verrò da te.

 

Le notti senza pelle
I sogni senza stelle
Immagini del tuo viso
Che passano all' improvviso
Mi fanno sperare ancora
Che ti troverò
Adagio

 

Non dormo più. Mangio a fatica. Vivo trascinata. Perché questo non è vivere… senza di te significa morire…

 

Forse lentamente… ma io sto morendo. Il mio cuore sta morendo… e tutto se ne sta andando.

 

E allora mi aggrappo a tutto… tutto quello che ho. Riguardo ogni giorno le nostre foto insieme… il tuo viso… sorridente proprio come in questo momento… mentre il mio è sempre troppo pieno di lacrime.

 

E vado avanti così. Aspettando che la morte arrivi presto.

 

Ma poi… poi penso a Harry… e allora mi dico che forse, esiste ancora qualcosa per cui vivere…

 

Esiste ancora… ma allora perchè fa così male?

 

Perché, dannazione?

 

E nonostante il pensiero di nostro figlio… non posso non continuare ad odiare la vita…

 

Non posso smettere di sperare…

 

Perché un giorno tornerai da me…

 

Perché un giorno verrò da te… e il mio cuore non sarà più solo…

 

Chiudo gli occhi e vedo te
Trovo il cammino che
Mi porta via
Dall' agonia
Sento battere in me
Questa musica che
Ho inventato per te

 

E non posso far finta di essere forte. Perché non lo sono.

 

Ron, ovunque tu sia in questo momento… ascoltami… ti prego…

 

Non lasciarmi…

 

Voglio le tue ali, Ron…

 

Voglio poterti rivedere… voglio gridarti quanto ti amo…

 

Voglio poter chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare in un volo senza fine… voglio poter volare…

 

Voglio poter sfiorare e ali di un angelo… le tue…

 

Perché tu mi condurrai per mano… tu mi porterai alla luce… mi porterai alla vita o alla morte… e ti seguirò…

 

Perché sono un’anima senza cuore…

 

E aspetto te…

 

Se sai come trovarmi
Se sai dove cercarmi
Abbracciami con la mente
Il sole mi sembra spento
Accendi il tuo nome in cielo
Dimmi che ci sei
Quello che vorrei
Vivere in te

 

E ti prego, cercami in questo momento! Portami con te, in cielo, all’inferno… ovunque… ma ti prego, portami con te!

 

Non so dove trovarti, Ron…

 

Non so cosa fare…

 

E grido… il mio dolore e tutta la disperazione per non averti qui con me…

 

Stringimi forte Ron…abbracciami come solo tu sai fare… perché mi sono persa…

 

Ed ho bisogno del mio angelo.

 

Abbracciami.

 

Sussurrami che mi ami… e ti prego frena queste lacrime che non riesco a trattenere… allevia questo dolore che non smetterà mai…

 

Cura questo cuore. Cura quest’anima.

 

E non lasciarmi mai… ti prego… non saprei cosa fare… non so cosa fare.

 

Dimmi che ci sei…non abbandonarmi.

 

Vivi con me. In ogni cosa che farò… in ogni cosa che vivrò… perché vivrò con te… per te… in te… ovunque…

 

E sento il suono della tua voce… e so che sto sognando…

 

E vedo il tuo viso… e so che non è reale…

 

E questa pioggia che ha iniziato a cadere… so che sei tu…

 

Piangi con me questo dolore… e anche in questo istante, tu sei con me…

 

Il tuo nome. Per sempre su questa pietra fredda. E nel mio cuore…

 

E nel cielo…

 

Perché di notte, guarderò le stelle e le congiungerò per formare il tuo nome…

 

E poi formerò il mio…

 

E saremo uniti…

 

Nella notte, come un tempo…

 

E per sempre.

 

Il sole come sembra spento
Abbracciami con la mente
Smarrita senza di te
Dimmi chi sei e ci crederò
Musica sei
Adagio

 

E questo sole che se n’è andato… e la pioggia che è arrivata.

 

Tutti… tutti dovrebbero piangere per questo dolore…

 

E sono sola.

 

So che sarai con me… ma non potrò vederti, non potrò abbracciarti… e tutto questo fa così male!

 

Ma ti prego… dimmi che ci sarai…dimmi che non mi lascerai…

 

 E ti crederò…

 

E un giorno, ci rivedremo… forse lontano, forse vicino…

 

Ma tornerai da me… e io ti raggiungerò…

 

E saremo uniti in cielo, nella notte.

 

Come un tempo e per sempre…

 

Per sempre…

 

E adesso la so. So la risposta.

 

Vale la pena continuare a vivere?

 

… adesso so la risposta…

 

… e per sempre…

 

******

 

Hermione si sollevò da terra. La pioggia incessante nascondeva le sue lacrime. Ma non poteva nascondere il suo dolore.

 

Quello, non sarebbe mai finito…

 

E lei lo sapeva fin troppo bene…

 

Inclinò la testa all’indietro. Le gocce di pioggia esercitarono una maggiore pressione sul suo viso.

 

Chiuse di scatto gli occhi e respirò profondamente.

 

“NO!!!!!!!!!!!”  urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Tutti… tutti dovevano sapere…

 

Riportò il suo sguardo sulla tomba di Ron, guardando con amore il suo volto. Era sicura che, in qualunque posto si trovasse, anche lui aveva sentito…

 

Si passò una mano sul volto, mentre la pioggia aumentava.

 

“Ti amo…”

 

Le sue ultime parole.

 

Detto questo si girò e ripercorse il vialetto, per tornare a casa.

 

Un giorno, sarebbe andata da lui…

 

Un giorno, l’avrebbe rivisto…

 

Ma non ancora. Non ancora.

 

Non era ancora il momento di volare sulle ali di un angelo…

 

Non ancora.

 

******

 

Ed eccomi qui, con il capitolo 20! Cavolo quasi non ci credo! Il prossimo è l’ultimo… beh per modo di dire visto che poi ci saranno altri tre capitoli, ma… il prossimo sarà l’ultimo della storia…

 

So che questo capitolo è tremendamente corto, ma… doveva proprio essere così. Niente fatti. Solo i pensieri di Hermione, accompagnati dalle splendide parole di “Adagio” di Lara Fabian (se avete un programma adatto vi consiglio di scaricarla perché è bellissima ed è di una malinconia assurda!).

 

Mi viene da piangere pure a me… va beh…

 

Dai, tanto che ci sono, faccio una cosa che mi piace molto… ovvero assegno dei volti ai personaggi. Devo dire che è una cosa che adoro fare… vado alla ricerca di foto… e poi mi diverto a creare dei collage o dei wallpaper con i protagonisti… ^___-

 

Va beh… procedo:

 

-          Ron Weasley: Ethan Hawke

-          Hermione Granger: Jennifer Garner

-          Ginny Weasley: Kirstene Dunst

-          Draco Malfoy: James Masters

-          Jack Konrahd: George Clooney

-          Karl Birke: Heath Ledger

-          Sophie Birke: Brittany Murphy

-          Karol Foley: Cathrine Zeta Jones

-          Lucas Smith: Guy Pearce

-          Katsuma Hjioto: Ken Watanabe

 

Ed ecco qui il cast... ^__^

 

Va beh… procedo con i ringraziamenti (10 recensioni gente! Non ho mai raggiunto un tale numero con OLT!!! Grazie!!!):

 

Ely: ebbene una delle poche che non vorrebbe farmi fuori… ehm… ma non siamo ancora alla fine quindi… c’è ancora tempo e modo per farlo! Grazie per i complimenti!! ^___-

Patty: prima di tutto grazie per i complimenti… visto che per quel capitolo mi sono impegnata parecchio mi fanno un enorme piacere. Spero di essere riuscita a emozionare anche con questo capitolo, anche se molto corto… per quanto riguarda Harry… uhm… ragazzi io non ho mai detto che sarebbe tornato come lo intendete voi… per come la intendo io, invece, ci siamo quasi… e chi vuol capire… ^___- sono sadica, ma che vuoi farci?? Un bacione!

Weasleyina: e invece devo rispondere di no. Ron, come puoi vedere, è già stato sepolto e tutto… e non potrà di certo risvegliarsi… ma ti consiglio di leggere fino alla fine (cioè l’epilogo) perché potrebbero esserci delle sorprese…  e non dico di più! Perché non hai mai avuto il coraggio di scrivere? A me fa solo piacere! ^__- un bacio!

Kamomilla: il tuo commento mi ha veramente colpito. Non so perché. Forse per quelle parole “al tuo Ron volevo veramente bene”… oddio mi stavano venendo le lacrime agli occhi. Ti giuro! Se sono riuscita a colpirti così tanto, posso ritenermi molto soddisfatta… vuol dire che sono riuscita a scrivere qualcosa di buono… spero! Grazie mille per i complimenti… mi hanno fatto veramente molto ma molto piacere! Un bacio!

Sunny (o il suo fantasmino): il tuo commento mi ha fatto sorridere… e devo dire che in un momento tragico come quello ci voleva! ^__^ grazie mille per i complimenti che, detti da te, o divina, sono sempre un tuffo al cuore! Per quanto riguarda il pupetto… dai, solo perchè sei tu, ti posso dire che non gli succederà niente… te lo assicuro. E ti dico anche di preparare i fazzoletti per il prossimo capitolo, ma non disperarti troppo perchè nell’epilogo potrebbero risollevarsi le sorti… ^____^ Grazie mille per i complimenti… e starò attenta alle maledizioni volanti… un bacione grandissimo!!

TwinStar: ciccia hai aggiornato! Adesso vado a leggere… comunque… ^___^ ridi ridi… ahahahah… ma non troppo mi raccomando… che io ho ancora il groppo in gola per aver fatto fuori il mio amore… Comunque no… Hermione non chiamerà Ron il bambino… ^_____- Harry è stato scelto e Harry rimarrà… ehehehe… ti dico comunque che nel prossimo capitolo si avrà un’ulteriore sorpresa… e non dico di più!! Un bacione!!

Kaho_Chan: oddio se piangi così farai piangere pure me… ed è un’impresa! Coraggio di un Grifondoro? Forse… e vedrai che te ne darò ancora un assaggio di questo mio coraggio! ^_____- cavolo così passo per un pazza omicida… comunque… grazie mille per il commento e per i complimenti! ^__^ ne sono veramente felice. Un bacio!

Opalix: grazie per i complimenti sulla scena che più mi è costata sudore e sangue… sono contenta che abbia colpito! ^_^ E non preoccuparti: il pensiero che hai fatto è esattamente quello che pensavo anch’io… ovvero che ci fossero troppi stacchi… il punto è che senza, non avrebbe avuto lo stesso effetto… sarebbe sembrato troppo veloce (secondo me) e poco personale… dovevo sfruttare ancora quel filo che lega Hermione e Ron, un filo che fa da filo conduttore a tutta la storia… proprio nel momento critico non potevo farlo sparire… anche se così si ha il risultato di rallentare l’azione… diciamo che sono scesa ad un compromesso… ^___- un bacione!!

Taira: beh posso fare ben poco per lui, visto che ormai è morto del tutto… però non disperarti… nell’epilogo ci potrebbe essere una sorpresa!

Lady Numb: mi spiace di averti causato tutto questo… ma come hai detto tu, non tutti i finali possono essere belli e felici, no? Anche perché, diciamocelo, un auror rischia costantemente la vita… non si può pensare di scamparla sempre e comunque… anche se si è forti e coraggiosi, no? Detto questo… vado a piangere anch’io va… il mio povero Ronnino… e dire che l’ho ucciso io… va beh… sono pazza, che vuoi farci? Grazie per i complimenti!! Sul serio! Un bacione!

MM198: mi sa che dovrò cercarmi un posto molto sicuro allora… ^___^ Draco inutile? Ehm… Ginny non la penserebbe allo stesso modo, credo… e nemmeno io se devo essere sincera! ^_^ concludo con i soliti ringraziamenti ai complimenti! Grazie grazie grazie!! Un bacione!!

 

Alla prossima gente!!

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Capitolo 21
*** You can't leave me ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

 

Ultimo capitolo (ma aspettatevi quelli extra!) di questa storia… e come tutti i finali degni di nota, preparate i fazzoletti…

 

 

Give me a reason to believe that you're gone
I see your shadow so I know they're all wrong
Moonlight on the soft brown earth
It leads me to where you lay
They took you away from me but now I'm taking you home

CHORUS:
I will stay forever here with you
My love
The softly spoken words you gave me
Even in death our love goes on

Some say I'm crazy for my love, Oh my love
But no bonds can hold me from your side, Oh my love
They don't know you can't leave me
They don't hear you singing to me

Chorus

And I can't love you, anymore than I do

 

(Even in Death – Evanescence)

 

******

 

Capitolo 20: You can't leave me

 

Quattro anni dopo

 

Ginny sorrise. Davanti a lei il piccolo Harry stava giocando con alcune macchinine, in attesa che sua madre lo venisse a riprendere dal lavoro.

 

“Zia!”

 

La voce de bimbo le fece alzare gli occhi da giornale. “Dimmi, Harry…”

 

“Quando arriva mamma?”

 

Ginny chiuse il quotidiano con uno scatto e si alzò a fatica dalla poltrona. Cercando di sforzarsi il meno possibile riuscì a prendere in braccio il bambino. “Presto… non ti preoccupare… e tra poco arriverà anche lo zio… sei contento?” Harry annuì, sorridendo. “Bene… e adesso che ne dici di aspettarli in cucina? Hai fame?”

 

Harry scalciò. “Si! I biscotti! Quelli buoni che fai tu!! Mamma non è capace…”

 

Ginny annuì. “Vada per i biscotti allora…”

 

Il bambino saltellò felice e corse in cucina, mentre Ginny lo seguiva con lo sguardo.

 

Harry.

 

Quel bambino era una forza della natura… un concentrato di vivacità e dolcezza. Forse anche grazie a quel suo nome così significativo… e un cognome non da meno.

 

Harry Weasley.

 

Aveva così tanto di Ron. Ogni volta che lo osservava non poteva non ricordare il viso di suo fratello. Quegli occhi azzurri e profondi come il mare… quei capelli rossi, stampo della sua famiglia…

 

E quel sorriso. Dio… il sorriso di quel bambino era così uguale a quello di Ron…

 

“Zia!”

 

Il bambino fece capolino dalla porta e Ginny si riscosse, decidendosi finalmente di seguire il bambino in cucina…

 

Ginny prese alcuni biscotti dal barattolo e li diede ad Harry che si sedette al tavolo.

 

La domanda del bambino arrivò precisa e puntuale come ogni volta che si trovavano da soli.

 

Non aveva mai avuto il coraggio di farla a sua madre… la prima volta, e l’occhiata che ne era seguita, gli era bastata… mentre zia Ginny gli rispondeva sempre con il sorriso…

 

“Mi racconti qualcosa?”

 

Ginny posò lo sguardo negli occhi di Harry e, ancora una volta dopo tanti anni, le sembrò di osservare suo fratello…

 

E quella domanda. Una domanda che Harry faceva solo a lei…

 

Si ricordava quando, tempo prima, Hermione era arrivata con una faccia stravolta in casa sua…

 

“Vuole sapere di suo padre… vuole sapere di Ron… ma io non posso…”

 

E così era toccato a lei quel compito. Semplicemente si sedevano a quel tavolo e Ginny gli raccontava qualcosa della loro infanzia… di quando erano bambini, di quando andavano ad Hogwarts, di quando si era sposato… un po’ di tutto…

 

Semplicemente la vita e la persona meravigliosa che era stata suo fratello.

 

Ginny prese una sedia e si accomodò come meglio riuscì, quel pancione iniziava a farsi pericolosamente sentire, sorridendo.

 

“Ti ho mai raccontato delle litigate che la tua mamma e il tuo papà facevano ad Hogwarts?”

 

Il bimbo scosse la testa e continuò a mangiare il suo biscotto…

 

“Beh…” proseguì Ginny “Allora ho molte cose da raccontarti oggi…”

 

******

 

Hermione si scostò una ciocca di capelli e si sistemò meglio gli occhiali da sole. Accanto a lei, Ginny, scuoteva convulsamente una mano nel vano tentativo di farsi aria e di trovare un po’ di sollievo da quel caldo che opprimeva la città.

 

Hermione portò il suo sguardo sull’ampia figura che troneggiava al centro del prato e sul bambino a pochi metri da essa.

 

Potrebbero essere padre e figlio…

 

Hermione sorrise tristemente. Amava il cambiamento di Draco. E le faceva un enorme piacere il fatto che Harry fosse così legato a lui… ma non poteva impedire al suo cuore di essere triste e amareggiato…

 

Al suo posto, in quel prato, ci sarebbe dovuto essere Ron…

 

Il suo Ron…

 

Dio, era passato così tanto tempo e dopo così tanto tempo faceva ancora male come allora.

 

Non sarebbe mai passata.

 

Il tempo allevia tutte le ferite…

 

Stronzate.

 

Le sue ferite non si sarebbero mai alleviate. Forse perché ne aveva troppe.

 

Ed era così difficile anche solo riuscire a guardare suo figlio senza pensare a Ron. All’uomo che amava disperatamente e che non c’era più.

 

La sua ragione di vita. Se n’era andata… come poteva continuare lei da sola?

 

Si trascinava avanti… aiutata dalle persone che le volevano bene, aiutata da Harry… ma non era uguale.

 

Ancora una volta, era impazzita. E quella volta non c’era stato Ron a riportarla indietro dall’inferno in cui era caduta.

 

Si ricordava gli sforzi di Ginny per farla stare meglio. Tutti completamente inutili.

 

L’unica persona che le serviva, non sarebbe mai tornata.

 

E così aveva continuato. Era andata avanti… ma non si era risollevata… stava ancora male… troppo male, forse… era ancora in quell’inferno…

 

Solo, che nessuno lo sapeva…

 

“Grazie per tutto quello che fate tu e Draco… e tutta la tua famiglia…” Hermione decise di non lasciarsi più trasportare da quei pensieri che facevano troppo male…

 

“Lo sai che è un piacere… e poi adoro Harry… e anche Draco!” Ginny sorrise in direzione di suo marito.

 

Suo marito…

 

Lei e Draco, sposati. Anni prima a un’affermazione del genere sarebbe scoppiata a ridere e invece…

 

E grazie ad Hermione, Draco aveva potuto risollevarsi.

 

Non era più Draco il Mangiamorte. Con la definitiva conclusione della guerra, era diventato Draco l’Auror…

 

E tutto grazie a lei.

 

“E poi… mi alleno per quando arriverà il pupetto!”

 

Hermione rise. “Già… ma manca ancora un po’ di tempo…”

 

Ginny annuì, accarezzandosi la pancia con una mano. “Non vedo l’ora di vederlo… e vorrei tanto sapere se sarà un maschio o una femmina… non ne ho proprio idea, sai…”

 

Hermione la osservò. “E’ strano… io sono sempre stata convinta che fosse un maschio… lo sentivo…”

 

Ginny scosse la testa. “Che vuoi che ti dica? Test non ne voglio fare… se un giorno mi arriverà un’illuminazione mistica, ben venga… altrimenti aspetterò il parto!”

 

Hermione spostò lo sguardo di nuovo verso il prato e vide Harry correre verso di lei, sorridente come sempre…

 

Dio quel sorriso…

 

“Mamma, mamma! Guarda! Sono per te!” il bambino porse un mazzolino di fiori a sua madre, che li prese sorridendo.

 

“Grazie tesoro, sono bellissimi.” Un veloce bacio sulla guancia. La voce di Draco che lo chiamava e subito Harry corse via.

 

“Quel bambino ti adora… farebbe di tutto per te…”

 

Hermione annuì. “Lo so… anche in questo assomiglia a lui… non trovi?”

 

“Già”.

 

Non c’era bisogno di dire altro. 

 

“E il lavoro, come và?”

 

Hermione scosse la testa. “Come al solito… c’è ancora quel gruppo di invasati che pensa di poter sostenere Mc Dowell andando in giro lanciando Avada Kedavra…”

 

Ginny spalancò gli occhi. “Me l’ha detto Draco… ma non mi sembra che sia come al solito… quegli Avada hanno colpito degli innocenti…”

 

Alzata di spalle. “Capita…”

 

Ecco le due facce della nuova Hermione Jane Granger in Weasley… e Dio solo sapeva quanto odiava quella sua veste cinica e impassibile…

 

“Capita? Un tempo non avresti detto così…”

 

“Un tempo non avrei nemmeno pianto una notte sì e una no…”

 

Liquidata.

 

Non c’era bisogno di dire altro…

 

In quel momento, sotto le continue pressioni del bambino, Draco prese in braccio Harry e iniziò a girare. Le risate che provenivano dai due non potevano essere testimonianza più vera.

 

Harry era felice.

 

Forse non aveva un padre, ma Draco l’aveva aiutato molto. Ed Hermione non poteva che ritenersi soddisfatta.

 

Forse quel bambino avrebbe avuto una vita migliore rispetto alla sua.

 

Forse quel bambino non avrebbe sofferto così tanto.

 

E le piaceva pensare che in quel bambino, ci fosse anche un po’ del loro amato amico Harry… e che questo, lo potesse aiutare nei momenti difficili.

 

Si. Quel bambino ce l’avrebbe fatta.

 

Ginny rise ed Hermione non potè non lasciarsi trasportare in quell’atmosfera generale di felicità…

 

Forse Harry avrebbe avuto più possibilità…

 

Doveva essere così, perché non poteva permettere che suo figlio soffrisse…

 

Non anche lui.

 

******

Hermione piegò la testa all’indietro. Le piccole goccioline di acqua si infransero sul suo volto. Chiuse gli occhi e socchiuse la bocca.

 

Si passò più volte le mani nei capelli scombinati e sul volto.

 

Fece un passo indietro e si appoggiò alla parete.

 

Rabbrividì al contatto tra la sua pelle calda e il freddo delle piastrelle.

 

L’acqua le scorreva ancora addosso.

 

Adorava la doccia. Lì, protetta da quelle quattro pareti, poteva piangere… e le lacrime potevano essere scambiate con semplice acqua.

 

 

“Non voglio più soffrire… non voglio più piangere…”

 

Ron l’abbracciò. “E allora non piangeremo…”

 

“Come si può fare questo?”

 

“Non lo so… ma ci proverò…”

 

“Anch’io… anch’io voglio provarci…”

 

“Si… queste sono state le nostre ultime lacrime…”

 

“Le nostre ultime lacrime…”

 

 

Stronzate.

 

Un tempo poteva appoggiarsi a Ron… ma adesso era sola… completamente sola…

 

E non era affatto vero che aveva Harry… lui non aveva realmente bisogno di lei e lei… era troppo distrutta per potersi appoggiare ad un bambino di quattro anni…

 

Amava suo figlio. E suo figlio amava lei. Ma non era abbastanza…

 

Non era abbastanza.

 

Lei voleva Ron. E basta.

 

E Harry… lui aveva Ginny… aveva Draco… e aveva tutta la splendida famiglia Weasley… lei… lei, no.

 

Perché lei non aveva la pretesa e l’innocenza di un bambino… sapeva come andava il mondo… e quel mondo l’aveva fatta soffrire troppo. Anche per un cuore apparentemente forte come il suo.

 

Nessuno poteva aiutarla.

 

Chiuse l’acqua con uno scatto, prese l’asciugamano e uscì dalla doccia.

 

Si asciugò in fretta, non badando troppo alle goccioline rimaste sul suo corpo, e gettò la salvietta a terra.

 

Si portò davanti allo specchio e osservò l’immagine riflessa.

 

Quanti anni? Molti di più di quanti erano veramente.

 

Non sembrava nemmeno lei. Profonde occhiaie solcavano il suo viso, e i suoi occhi opachi avevano ormai perso la vitalità di un tempo.

 

Era morta. Era morta dentro. E nessuno era riuscito a riportarla indietro.

 

Chiuse gli occhi e sospirò.

 

E ancora una volta, nella sua mente, vide quelle immagini… Ron… Ron…

 

Sempre e solo lui. Unica fonte di conforto e totale distruzione della sua vita.

 

Riaprì di scatto gli occhi. La sua mano si mosse da sola e andò ad aprire un’anta. Prese un piccolo contenitore, lo aprì e rovesciò alcune pillole sulla sua mano.

 

Le ingoiò con naturalezza.

 

Il suo piccolo segreto…

 

Rimise a posto tutto e tornò a guardarsi allo specchio. Si sforzò perfino di sorridere, ottenendo come risultato il volto di una donna schiacciata da troppo dolore anche solo per poter fingere di sorridere.

 

E le lacrime iniziarono a scendere. Si morsicò un labbro, come faceva sempre.

 

E come sempre si accasciò a terra.

 

Il suo corpo iniziò ad essere scosso dai singhiozzi mentre le lacrime continuavano la loro discesa.

 

“Ti troverò… ti sto cercando… ti troverò…” balbettò.

 

Se una persona avesse visto una giovane donna accasciata sul pavimento, completamente nuda, in preda a delle violente crisi di pianto, avrebbe probabilmente pensato che fosse pazza.

 

Ma non era così.

 

Lei era morta.

 

E da morti… tutto il resto spariva…

 

******

 

Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more

Don't tell me it's not worth tryin' for
You can't tell me it's not worth dyin' for
You know it's true
Everything I do - I do it for you

Look into my heart - you will find
There's nothin' there to hide
Take me as I am - take my life
I would give it all - I would sacrifice

Don't tell me it's not worth fightin' for
I can't help it - there's nothin' I want more
Ya know it's true
Everything I do - I do it for you

There's no love - like your love
And no other - could give more love
There's nowhere - unless you're there
All the time - all the way

Oh - you can't tell me it's not worth tryin' for
I can't help it - there's nothin' I want more
I would fight for you - I'd lie for you
Walk the wire for you - ya I'd die for you

Ya know it's true
Everything I do - I do it for you

 

(Everything I do-I do it for you – Bryan Adams)

 

******

 

Qualche giorno dopo…

 

Il suo orologio iniziò a emettere una serie di bip…

 

Ginny si volse a guardare l’amica. Sapeva cos’era quel segnale… era il richiamo degli Auror.

 

Draco si materializzò nella stanza e si volse subito verso la collega. “Devi venire, gli scagnozzi di Mc Dowell stanno facendo una cazzata, come al solito… ma hanno richiesto i migliori Auror, quindi…”

 

Hermione annuì. Poi si rivolse verso Ginny. “Harry può stare qui?”

 

“Certo!”

 

Hermione si girò e prese in braccio il figlio. “Ehy piccolino… me lo dai un bacio forte forte?” Harry si sporse e la baciò su una guancia. “Bravo… ti voglio bene Harry… ricordarlo ok? Ricordalo sempre… la mamma ti vuole tanto bene… te ne ha sempre voluto…”

 

Mettendo a terra il bambino gli sussurrò all’orecchio. “E anche papà te ne ha sempre voluto… e ricorda che da lassù ti proteggerà sempre…”

 

Harry annuì e sgranò gli occhi. Sua madre non gli aveva mai parlato di suo padre… a parte quella prima, disastrosa volta…

 

Gli accarezzò la testa dolcemente. “Adesso sei grande… sei un ometto… fai il bravo mentre io non ci sarò…”

 

Hermione fece un passo indietro e osservò Draco salutare dolcemente il bambino.

 

Poteva vivere senza Ron?

 

Adesso sapeva la risposta. L’aveva sempre saputa…

 

Con un ultimo sguardo a Harry e Ginny, si smaterializzò…

 

******

 

Hermione agitò il polso e una luce verde partì dalla sua bacchetta, finendo in pieno petto ad un uomo.

 

Dietro di sé, sentiva la chiara e forte voce di Draco.

 

Sapeva perché si trovava dietro di lei. Ginny non gliel’aveva mai detto, ma lei non era di certo stupida…

 

Sapeva benissimo che era controllata…

 

Forse perché anche Ginny aveva iniziato ad accorgersi di qualcosa. Non lo sapeva… ma era sicura che avesse raccomandato a Draco di tenerla d’occhio…

 

Peccato che aveva deciso… e nessuno avrebbe potuto fermarla…

 

Si abbassò appena in tempo per schivare un Avada e rispose all’attacco, mandando a terra il nemico.

 

La sua precisione era micidiale. Nessuno sarebbe mai riuscito a eliminare Hermione Granger… a meno che…

 

La ragazza sentì dei passi dietro di sé. Senza dare il tempo all’uomo si girò e sferrò un potente calcio al nemico. Poi lo finì con un incantesimo…

 

Diede una rapida occhiata in giro… quegli invasati erano stati quasi tutti catturati…

 

Bene…

 

Ormai era finito.

 

Non aveva più senso.

 

Con la coda dell’occhio lo vide, che si avvicinava furtivo…

 

E davanti a lei Draco stava combattendo (e vincendo) contro due uomini…

 

Era occupato, quindi.

 

Chiuse gli occhi e respirò profondamente…

 

E non sentì nemmeno arrivare l’incantesimo…

 

******

 

Ginny urlò con tutte le forze che aveva. Si portò una mano sulla pancia mentre delle piccole lacrime si formavano nei suoi occhi.

 

Aveva sentito una fitta terribile alla pancia… e ora il respiro era terribilmente affannoso…

 

Non riusciva a capire che cosa fosse successo.

 

A fatica si portò a sedere, mentre Harry la fissava spaventato.

 

“Zia… stai bene?”

 

Ginny non rispose e continuò a respirare profondamente. Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime.

 

Senza dire una parola abbracciò Ginny. “Cosa c’è? Che cos’hai?”

 

Ginny, nonostante tutto, non riuscì a fare a meno di sorridere nel vedere la dolcezza di quel bambino…

 

“Va tutto… bene… Harry…” Sospirò. “Non so cos’è stato, ma va tutto bene… non preoccuparti…”

 

Il bimbo annuì, poco convinto. “… è il cuginetto?”

 

“La cuginetta!”

 

Ginny ribatté senza accorgersi. Solo in un momento successivo, realizzò il significato delle sue parole…

 

Cuginetta…

 

L’aveva detto d’istinto… senza pensarci…

 

Eppure non le era mai capitato. Non era mai riuscita a sentire se suo figlio fosse maschio o femmina… com’era possibile? Perché in quel momento era assolutamente convinta?

 

Non aveva più dubbi.

 

Era una bambina…

 

Si. Sarebbe stata una splendida bambina…

 

E mentre Harry la guardava ancora con gli occhi sgranati e spaventati, Ginny non potè evitare di sorridere…

 

Perché una nuova consapevolezza era nata in lei.

 

******

Draco si girò di scatto e sbarrò gli occhi.

 

Cazzo no…

 

Iniziò a correre e si inginocchiò a terra, accanto ad Hermione.

 

Non un Avada… non lei porca puttana…

 

“Hermione…”

 

La ragazza non si mosse. Immobile e impassibile… ma con un piccolo sorriso sul volto…

 

Il ragazzo le prese la testa tra le mani ed Hermione percepì chiaramente la sua presenza.

 

Vedeva tutto bianco… allora aveva ragione Ron… la morte era veramente bianca…

 

Il suo Ron… l’avrebbe rivisto…

 

Dopo tutto quel tempo l’avrebbe rivisto…

 

E mentre tutto era sempre più luminoso e bianco, non poteva non allungare una mano.

 

E all’improvviso si sentì afferrare… l’aveva trovato…

 

L’aveva trovato…

 

 

 

Draco la scosse leggermente, ma gli occhi rimasero chiusi.

 

Non poteva crederci… non poteva essere successo… non lei… lei era il miglior Auror in circolazione… come era potuto succedere?

 

Come aveva fatto a non notare quell’uomo?

 

A meno che…

 

E Draco capì. E tutto fu chiaro. Come un fulmine gli attraversò la mente…

 

Lei, non voleva essere salvata.

 

Aveva scelto. Aveva trovato la sua risposta.

 

Senza Ron… non poteva vivere…

 

E Harry… Hermione se n’era andata così, perché sapeva che suo figlio avrebbe avuto comunque una famiglia…

 

Aveva pensato a tutto…

 

Draco le accarezzò una guancia e osservò il sorriso sulle labbra della ragazza. “Hai trovato quello che cercavi… ne sono sicuro… ma Dio solo sa quanto mi dispiace… ti ammiro Hermione. Ti ammiro moltissimo. E non preoccuparti per Harry… ci penseremo noi… te lo prometto. Tu pensa solo a essere felice, almeno lì, dove sarai… e sono sicuro che avrai un’altra possibilità… anzi, che avrete un’altra possibilità… perché non può finire così… non finirà così… abbi cura di te, piccola…”

 

Draco chinò il capo. Le parole non servivano più.

 

L’aveva trovato. E non si sarebbero più divisi.

 

Perché lui non aveva mai lasciato lei.

 

Perché lei non aveva mai lasciato lui.

 

Perché loro non potevano dividersi…

 

Si può dividere un cuore in due parti?

 

Si può dividere un’anima?

 

Si può vivere a metà?

 

Si può vivere da soli?

 

Lei aveva sempre saputo la risposta… perché la risposta era semplice ed eterna…

 

No.

 

FINE

 

******

 

Ed eccomi qui! Adesso corro veramente a nascondermi perché non so quanto bene possiate volermi in questo momento!

 

Però gente, lo scorso capitolo aveva lanciato chiari input! Quando Herm alla fine gridava “NO”… era la risposta alla domanda (e nessuno l’aveva capito, ma che brava che sono stata!! ^______-). Tutti avete interpretato l’ultimo pezzo come il fatto che lei avrebbe continuato a combattere… e invece non era proprio così!

 

E così questa storia è finita… ma non del tutto… manca il capitolo extra (che arriverà tra breve) e l’epilogo… per cui vi dico di non disperarvi per questo finale… non tutto è così semplice…

 

Questo capitolo è lungo il doppio dei soliti… e questo perché il finale doveva essere degno e ben fatto, spero di esserci riuscita…

 

Ah, vi avverto che potete trovare qualche spunto per l’epilogo sparsi qua e là… ^______-

 

E ora un’ultima cosa prima dei ringraziamenti: Volete che scriva il prequel di questa storia o che ne inizi una nuova (sempre su Ron e Hermione, ovvio!!)? fatemi sapere… anche se alla fine deciderò io!! Ahahah…

Grazie a Sabry perché è stata la prima a leggerlo… e a scandalizzarsi… ^___-

 

Grazie mille a quelli che hanno recensito:

 

Ely: chissà che dirai di questo capitolo, di nuovo tragico! Io l’ho detto che avresti avuto un altro motivo per ammazzarmi… ^______- bacione!!

Patty: la mia fedelissima lettrice fin dal primo capitolo!! ^___- Comunque… Hermione, come vedi, non è stata abbastanza forte… o forse si… dipende dai punti di vista… forse è stata, per una volta, egoista… Mi raccomando dimmi che te ne pare di questo capitolo… e dimmi se hai qualche idea su come potrebbe essere l’epilogo… ti dico solo che è ambientato circa undici anni dopo la morte di Hermione… La storia dei capitolo l’hai capita? In pratica il prossimo sarà un capitolo extra (molto corto, è proprio una sciocchezza) e il prossimo ancora sarà l’epilogo! Un bacione!

Kamomilla: Meggie si inchina a tali complimenti… sperando che con questo capitolo non mi sia tirata la zappa sui piedi… ^___- Quel “Non ancora” era significativo… quattro anni prima non era ancora il momento di raggiungere Ron… ma ora, che Harry è più grande, può farlo… ^_____- Grazie mille! Un bacione!!

Kaho_Chan: Allora? Non è andato come si sperava… ma d’altra parte, sarebbe stato troppo scontato per me, tragica donna! ^___- Credimi che è un bel colpo al cuore scrivere della morte dei miei due personaggi preferiti… ma non avevo scelta, esigenze di storia! Grazie mille per i complimenti che mi fanno sempre un piacere immenso! Mi raccomando, dimmi che te ne pare di questo! Un bacio!!

Ciel: già mi immagino le nuove grida della serie “Come hai potuto?”… non lo so nemmeno io! Come vedi ho usato i testo che mi hai consigliato… mentre l’altro sembrava scritto apposta per questo capitolo “I die for you”… è proprio per questa fic!!!). Grazie per l’ottimo consiglio! Un bacione!!

Opalix: ci credi che mi sono innalzata e ho camminato almeno 3 metri da terra? Anzi… più su… almeno tre metri sopra il cielo! ^_____- ti ringrazio tantissimo per tutti quei complimenti che non penso proprio di meritarmi… il mio ego sta svolazzando e non riesco più a riprenderlo!! ^_____- aiuto!! Comunque… ti ho già ringraziato?? ^__- sono contenta di aver rappresentato un piccolo punto di allegria in una giornata di studio (mai piacevole!!). un bacione grande!!

Sunny (anzi… penso il suo fantasmino…): dopo un capitolo così penso che tu ti sia definitivamente innalzata insieme a Hermione… sbaglio? ^_____- Prima di tutto: oddio… se anche tu hai interpretato Adagio come me, significa che… -_______- NOOOOOOO!!!!! Non so chi e non so cosa ma sono onorata di aver ricevuto una tale notizia (oddio… se ci ripensassi, sappi che io sono d’accordo… ma in fondo decidi e noi poveri lettori ci adegueremo! ^____-) sul futuro di FMI! Comunque… come puoi vedere, alla fine, Hermione l’ha trovato… quella mano che l’afferra e la trascina nella luce non è a caso… tutto qui dentro significa qualcosa… perché, come il 19, doveva essere come l’avevo immaginato… e perché, come il 19, è il capitolo più importante! Fammi sapere che te ne pare… e non piangere!! Un bacione grandissimo!!

Lady Numb: anche tu con le lacrime! Non ci credo… ma sono felice… significa che ho scritto qualcosa che ha colpito, ed è questo il mio obiettivo infondo. Mi raccomando non piangere troppo anche per questo! Ok?? E non disperarti, ci sono ancora due capitoli prima della fine assoluta! Ti saluto dal tuo angolino buio e ti mando un bacio formato gigante!

 

Grazie a tutti…

 

Alla prossima!!

 

(e recensite… questo capitolo è importante per me!)…

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Capitolo 22
*** Nel cuore, nella pietra ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

If I could, then I would,
I'll go wherever you will go
Way up high or down low, I'll go wherever you will go

And maybe, I'll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you, through the darkest of your days
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then I hope there's someone out there
Who can bring me back to you

 

(Wherever you will go – The Calling)

 

******

 

Capitolo extra: Nel cuore, nella pietra

 

Sette anni prima dei loro giorni...

 

La professoressa McGranitt si era appena alzata. La sua aria severa in netto contrasto con il suo volto.

 

I suoi occhi pieni di lacrime.

 

Alcuni studenti piangevano, non preoccupandosi troppo del giudizio altrui.

 

Alcuni studenti cercavano, invano, di trattenersi.

 

Harry era semplicemente indescrivibile. La mascella serrata forte, nel tentativo di non lasciarsi andare… perché lui non avrebbe pianto… no… lui avrebbe distrutto tutto ciò che lo circondava.

 

Ma non avrebbe pianto.

 

La professoressa fece un passo in avanti e si schiarì la voce. Dietro di lei, tutti i professori si alzarono. Pronti a percepire al meglio quelle parole pronunciate con tanta gratitudine e riverenza verso un uomo che aveva dato se stesso per quella scuola.

 

Hermione si morsicò il labbro. Non voleva piangere… non voleva. Eppure i suoi occhi erano totalmente appannati dalle lacrime.

 

Istintivamente e senza pensarci afferrò il braccio di Ron, posto sul tavolo.

 

Non appena la sua mente registrò quel gesto forse troppo intimo per lei, tolse la mano, e abbassò gli occhi, evitando accuratamente lo sguardo di Ron.

 

Non sapeva che il ragazzo la stava fissando e maledicendo quella sua mente troppo razionale per averle fatto spostare il braccio…

 

Ginny guardò il volto di Harry. Lei non si fece troppi scrupoli. Voleva aiutarlo… e l’unico modo era stargli vicino.

 

Si avvicinò un po’ a lui e gli strinse forte il braccio come per trasmettergli un messaggio: “Io ci sono”…

 

Harry la guardò e annuì. Aveva capito.

 

Si chiese quante persone in quella stanza stessero soffrendo veramente… e quante invece erano solo il frutto dell’ipocrisia…

 

Non sapeva che a qualche metro di distanza un ragazzo biondo dal cuore duro e dalla lingua troppo tagliente stava pensando.

 

Non sapeva che quello sarebbe stato il primo passo di Draco Malfoy verso una nuova direzione.

 

La voce della McGranitt risuonò nella sala… e tutti i pensieri inutili svanirono…

 

“So che nessuno potrà mai dimenticarlo.

E vi faccio proprio questo augurio: non dimenticate! Ricordate cos’è successo! Voi… solo voi potete cambiare questo. Voi siete il futuro.

Ricordatevi di questa scuola. Ricordatevi dei vostri amici. E ricordatevi di colui che ha dato la sua vita per proteggere tutto questo e tutti voi.

Ricordatevi di Albus Silente”

 

Parole pronunciate al vento… ma scolpite nella pietra della memoria…

 

******

 

Sei anni prima dei loro giorni…

 

C’erano tutti. Tutti quelli che dovevano esserci in un momento del genere…

 

Quasi un’intera scuola… amici, famiglie, persone… tutte, lì, per lo stesso motivo.

 

Tutte con le labbra in movimento, cercando di pronunciare preghiere di conforto per l’anima di quel giovane che aveva troppo sofferto e pagato ingiustamente.

 

Un singhiozzo più forte attirò l’attenzione generale su una ragazzina con i capelli rossi, perfettamente in ordine… e con gli occhi terribilmente arrossati.

 

Piccoli e veloci mormorii. “Era la sua ragazza…”… “Poverina”… “Lo sai che è una Weasley?”… “Stavano così bene insieme”…

 

Ginny avrebbe voluto urlare a tutti quanti di tacere… ma non ci riuscì.

 

Come poteva essersene andato? Come poteva essere morto? Non lui… non in quel modo…

 

Accanto a lei Ron e Hermione. I loro volti erano completamente bagnati dalle lacrime.

 

Piccole goccioline scorrevano veloci sulle loro guance arrossate.

 

Ancora non sapevano che poco tempo dopo avrebbero fatto una promessa… ancora non lo sapevano…

 

Hermione istintivamente e senza pensarci afferrò il braccio di Ron. Proprio come molto tempo prima… quasi un anno prima…

 

Ma questa volta non pensò. La sua mano non si ritrasse. Questa volta scivolò lentamente, fino ad incontrare quella del ragazzo, che l’afferrò e la strinse. La sua, piccola e delicata, dentro quella di lui, forte e decisa.

 

Ancora non sapevano che presto tutto quello, sarebbe diventato un gesto naturale e spontaneo… ancora non lo sapevano…

 

Ginny passò davanti ai due e si diresse davanti a tutti. Non aveva pensato cosa dire… sapeva solo che doveva farlo…

 

La sua voce risultò spezzata… dalle troppe lacrime e dal troppo dolore…

 

Lei, non avrebbe mai fatto nessuna promessa… lei… avrebbe continuato a piangere…

 

“Avrei potuto preparare mille discorsi… e non sarebbero bastati.

Avrei potuto trovare parole importanti… ma non abbastanza.

E allora è così che voglio ricordarlo… come piacerebbe a lui…

Non come il bambino che è sopravvissuto,

Non come il ragazzo destinato a grandi imprese,

Non come colui che ha vinto su Voldemort…

Io voglio ricordarlo com’era veramente… un ragazzo…

E lo ricorderò nel mio cuore…

Perché non ci lascerà mai… Harry rimarrà per sempre con noi…”

 

Rimarrai sempre con noi…

 

Parole pronunciate al vento… ma scolpite nella pietra della memoria…

 

I presenti non sapevano che, nell’ombra, un ragazzo ascoltava queste parole. Un ragazzo… dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio…

 

Nessuno sapeva che un giorno, non si sarebbe più nascosto davanti alla tomba di Harry…

 

Nessuno sapeva…

 

Perché lui era un ragazzo… come Harry, come loro…

 

******

Nei loro giorni…

 

Occhi fissi al vuoto. Intorno a lei un’intera famiglia in lacrime. Troppo grande la perdita di un figlio. Troppo grande la perdita di un fratello. Troppo grande la perdita di un amico.

 

Fratello. Amico. Amante. Marito. Tutto.

 

Lei aveva perso tutta una vita. E non riusciva nemmeno a capirlo.

 

Nei suoi occhi sempre e solo quella scena. Il blu dei suoi occhi che si affievoliva…

 

La vita che se ne andava…

 

La morte che lo prendeva… il cuore che si spezzava… e tutto che scompariva…

 

Perché niente esisteva più. Niente.

 

Perché tutto ciò che valeva, se n’era andato…

 

Ginny le sfiorò delicatamente un braccio. I suoi occhi pieni di lacrime la osservavano.

 

“Va tutto bene…” sussurrò, senza guardarla.

 

Un lieve sussurro. E dentro invece urlava…

 

Ginny abbassò lo sguardo, senza privarsi di quel contatto…

 

Quando sentì Hermione alzarsi, capì che era giunto il momento… e in quell’istante capì quanta forza sapeva dimostrare…

 

Ancora non sapeva che quella era solo apparenza…

 

Gli occhi di Hermione scrutarono tutti, attentamente… e nella memoria imprimeva i volti di coloro che erano presenti.

 

Ginny singhiozzò. Voleva avere Draco lì con sé, in quel momento… aveva un disperato bisogno di lui e della sua forza…

 

Gli occhi di Hermione si abbassarono e, lentamente, alcune lacrime iniziarono a scivolarle lungo le guance. Iniziò a parlare… l’unico modo con cui sfogarsi in quel momento… ricordarlo e continuare a farlo, per sempre…

 

“Non so dove tu sia in questo momento, ma sappi che ti troverò…

Non sarà facile… ci vorrà del tempo… impiegherò tutte le mie energie…

Ma ci riuscirò.

E so che non ci lascerai mai, né me né Harry… perché so che sarai accanto a noi per sempre…

Ma tu aspettami… un giorno ci rivedremo… anche se non è ancora il momento…

Non è ancora il momento… ma ti rivedrò, un giorno…

E allora, il cielo sarà di nuovo azzurro, il sole brillerà di nuovo… e il mio cuore potrà tornare a battere…Ti amerò per sempre, Ron…”

 

Parole pronunciate al vento… ma scolpite nella pietra della memoria…

 

Non sapevano quanta verità ci fosse in quelle frasi.

 

Non sapevano ancora ciò che sarebbe accaduto…

 

E non sapevano che, nascosto da un mantello, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio ascoltava… non sapevano che quel ragazzo era Draco Malfoy… non sapevano che un giorno sarebbe tornato anche lui…

 

******

Quattro anni dopo i loro giorni…

 

Si poteva piangere in quel giorno?

 

Si poteva piangere nel giorno in cui lei aveva ritrovato lui?

 

Ginny non lo sapeva, ma il fatto che fosse fermamente convinta che Hermione si trovasse con Ron la rincuorava…

 

Perché era sicura. Adesso, erano finalmente insieme.

 

E Draco, accanto a lei, le stringeva la mano. Un gesto così semplice eppure… così unico, così importante…

 

Perché non era sola. E nemmeno Hermione.

 

Harry era accanto a lei. Forse troppo piccolo per poter capire completamente cosa fosse successo a sua madre. Sapeva solo che da quel momento non l’avrebbe più rivista…

 

Eppure, la sua prima domanda era rivolta verso di lei, sua madre… “Adesso sarà sola?” e solo la risposta dolce di Draco lo aveva confortato. “Adesso è con papà…”

 

Draco…

 

Finalmente poteva essere libero. Poteva essere semplicemente un ragazzo… o forse un uomo…

 

Poteva essere se stesso, e a lui bastava.

 

Si alzò e si schiarì la voce. Passando accanto a Ginny le accarezzò una spalla e la ragazza capì. Non più sola… non più…

 

La sua voce bassa e profonda riuscì a tenere con il fiato sospeso tutte le persone…

 

Tutte…

 

“Un compito difficile, il mio… io, che non so usare bene le parole, devo rendere giustizia a questa ragazza… un compito che non doveva essere affidato a me…

Perché non ci sono parole per descrivere la sua forza, il suo coraggio o la sua voglia di amare ed essere amata…

Per questo, ora, non è più con noi… perché aveva bisogno di tutto questo… aveva bisogno di Ronald Weasley…

E a me piace pensarli così, insieme… per sempre… Ronald Weasley e Hermione Granger…”

 

Parole pronunciate al vento… ma scolpite nella pietra della memoria…

 

Perché nulla li avrebbe divisi. Né la morte né la vita.

 

Per sempre…

 

Ronald Weasley e Hermione Granger…

 

FINE CAPITOLO EXTRA

 

******

 

Ed eccomi anche qui… a firmare la fine anche di questo capitolo extra… come potete vedere è proprio corto, una sciocchezza… ma era nella mia mente fin dall’inizio…

 

Spero che la canzone che ho usato vi piaccia… a me molto^^

 

Non posso far altro che ringraziarvi ancora una volta tutti per le stupende recensioni che mi scrivete! Ma i ringraziamenti in grande stile li tengo per il prossimo e ULTIMO capitolo -_____- ebbene si… l’epilogo si avvicina… e vi consiglio di non perderlo… ^_^

 

Ah, per quanto riguarda cosa scrivere in futuro… e scriverò tutt’e due di sicuro, ma volevo sapere se scrivere prima una o l’altra…

 

Il prequel si intitolerebbe “Die in the last ditch – Fino all’ultimo respiro” e racconterebbe il settimo anno di Hogwarts…

 

La nuova storia invece ha un titolo provvisorio “Gli Eletti – Nati per uccidere” e sarebbe una nuova e completa storia (è ancora in fase di lavorazione comunque…) sui nostri Ron e Hermione più altre coppie (un po’ come OLT per intenderci!)…

 

Quindi fatemi sapere quale preferite (anche se ala fine deciderò io! Eheheheh… ^_____^)

 

E adesso i ringraziamenti per l’ultimo capitolo… GRAZIE, SIETE STATI TUTTI GENTILISSIMI!!

 

Ely: grassi mille per i complimenti… ^__^ sono felice che ti sia piaciuto tanto… grassi grassi grassie! ^___^

Lady Numb: il tuo commento era bellissimo, ti giuro! Grazie mille per tutti i compimenti, mi fanno sempre un piacere immenso!! Grazie grazie grazie! Pochi si aspettavano un finale del genere… tutti confidavano nel fatto che Hermione si risollevasse e invece, IO ho deciso di no… ah quanto adoro a licenza poetica! Ahahaha… tu che en dici: prequel o storia nuova? È aperto il sondaggio… un bacione e grazie mille… anzi di più!!! ^___-

Patty: ed ecco il primo extra… molto semplice come puoi vedere… ^__^ Anche tu, come molti altri, non ti aspettavi questa Hermione… ma io ritengo che sia stata la scelta più in linea con il personaggio che l’ho fatta diventare, non trovi? ^___- dimmi anche tu se pensi che sia meglio un prequel o una storia nuova… ^___- e per l’epilogo… uhm… diciamo che vedremo molto poco Draco e Ginny… e ho detto troppo! Un bacione grandissimo!

Phoebe80: sono contenta che tu abbia commentato, mi fanno un enorme piacere le opinioni di chi legge questa storia! Sono contenta che ti piacciano i mie due amori… e grazie mille per i complimenti! ^__^ si, le storie voglio scriverle tutt’e due… il problema è quale per prima? Un bacio!!

MM1981: ma si, mi prendo dell’assassina… penso che mi si addica ^___- 5 minuti? Ragazzi così rischio di sopravvivere! Ehehehe… grazie mille per i complimenti e giro la domanda anche a te: prequel o nuova storia? Bacione!

Sunny: Sunnina!! Ebbene si… ecco come doveva finire fin dall’inizio questa storia… e, come hai detto tu, mi sembrava l’unica soluzione per il personaggio di Hermione… Il nome della pupetta in arrivo è molto semplice... no? Ihhihihi… comunque… perché i tuoi complimenti mi fanno sempre fare un viaggetto nella stratosfera??? Perché?? … Non puoi sapere come è felice il mio cuoricino… perché quando mi dici che emoziono è stupendo… penso che sia la cosa più bella che uno possa sentirsi dire… no? Quindi oh mia divina ti ringrazio tanto tanto tanto! Un bacio megagalattico! PS: anche a te la solita domanda, prequel o new story?

Opalix: ci credi che anche io la adoro quella canzone?? Niente ricordi particolari legati ad essa… semplicemente la adoro^^ La scena di Pearl Harbor? Non ci avevo pensato, ma adesso che me lo dici in effetti potrebbe sembrare^^ Ti ringrazio tantissimo per i complimenti all’ultimo capitolo… mi hanno fatto un immenso piacere! In effetti ho cercato di non far capire troppo come sarebbe andata a finire… senza però tralasciare il percorso che i personaggi hanno fatto… Detto questo… anche a te il quesito: prequel o nuova storia? Un bacione!!

Lucy: sono felice di averti fatto piangere… significa che ti è piaciuta^^ Ehm… Ron? Mah… chi lo può sapere? E poi non ho mai detto che avremmo ritrovato pure lui^^ un bacione!!!

Teta: grazie per i complimenti. Beh tu hai già risposto alla domanda… volevo solo dirti che nel prequel ci sarebbero ancora Hermione e Ron, perché sarebbe ambientata prima e non dopo^^ un bacione!!

Kamomilla: hai preso in pieno il mio pensiero: quei due non possono stare separati… almeno per come la vedo io! Ecco perchè ho dovuto farla morire… perché Hermione non può esistere senza Ron^^ allora aspetto con ansia il tuo commento all’epilogo di questa storia… ^_^ sono curiosa di sapere… ihihihi… grazie mille per i complimenti!! E anche a te la domanda: prequel o nuova storia? Un bacio immenso!

Adoris: non voglio farti morire, tranqui!! ^__- grazie mille per i complimenti!!! Grassi grassie!! Bacio!

Miky Black: se ti ho fatto piangere è un bene, era il mio intento! Sono contenta che ti sia piaciuta… e che tu l’abbia trovata commovente! Grazie!! ^__^ un bacione!!!

*Ciel*: davvero l’avevi capito? Brava! ^___- un genio? O mio Dio… beh grazie… anche se non mi sento per niente tale! E grazie anche per il voto! ^___^ la nutella? È buonissima! Ahahahah… un bacione! Ah, prequel o nuova storia?

Weasleyina: cavolo farti piangere due volte per una storia (e a pochi cap di distanza!) è una buona cosa! Vedrò cosa fare per te per il piccolo Harry… ti consiglio di aspettare l’epilogo per vedere cosa combinerà il nostro pupetto… ^_^ comunque te lo tengo da parte ok? Un bacione e grazie mille! Solita domanda (sto diventando ripetitiva dopo 14 volte!): prequel o new story? Un bacione!!!

Kaho_Chan: yeah, la scia bianca ricongiunge tutti… ^____- autrice tragica? Uhm… a me non piace definirmi così. Se mi viene in mente un inizio per una storia, io la faccio proseguire nel modo più reale… se poi questo comporta un finale triste ok, non mi faccio scrupoli, se è allegro bene comunque. Diciamo che non faccio andare le cose “per forza bene”… non è nel mio stile… Nella tua rec c’è in un certo senso la storia dell’epilogo… ^_^ ma non dico di più… ah, anche io adoro Il Re Leone! Stupendo!!! ^___- per quanto riguarda i volti: io lo faccio sempre… mi piace da matti! ^__^ non so perchè ma mi aiuta immaginarli in un certo modo… ^_^ Grazie mille per i complimenti!!! E anche a te la fatidica domanda: prequel o new story? Un bacione!!!!!

 

Grazie a tutti raga! 14 recensioni per lo scorso capitolo! Vi giuro che non ci credo!!! ^_______^ non potete sapere quanto sono felice!!! Grazie grazie!

 

Alla prossima (e ultima ç___ç)!!!!

 

 

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Capitolo 23
*** Epilogo: H.R.H. ***


OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Dedicato alle 144 recensioni per 22 capitoli, a tutti coloro che hanno letto questa storia, a Sunny, Twinny e Opy che sono le mie muse, a Ery la mia più grande conquista (ti voglio bene), a Sabry sempre e comunque... a tutti voi, grazie…

Hailie I know you miss your mom, and I know you miss your dad
when I'm gone but I'm tryin to give you the life that I never had
I can see you're sad, even when you smile, even when you laugh
I can see it in your eyes, deep inside you wanna cry
Cause you're scared, I ain't there, daddy's with you in your prayers
No more cryin, wipe them tears, daddy's here no more nightmares
We gon' pull together through it, we gon' do it
Laney, Uncle's crazy ain't he yeah but he loves you girl and you better know it

(Mockingbird – Eminem)

 

******

 

Epilogo: H.R.H. (His Real Home)

 

Undici anni dopo i loro giorni…

 

“Harry! Muoviti e scendi subito!!”

 

Un ragazzino sui 15 anni fece capolino pochi attimi dopo dalla cima della scala. “Arrivo, arrivo…” disse mentre finiva di abbottonarsi la camicia.

 

Alla fine della scala vi era Ginny che, con le mani appoggiate sui fianchi, lo guardava severamente. “Siamo terribilmente in ritardo… perché non ti dai una mossa ogni tanto?”

 

Appoggiò una mano sui capelli del ragazzo e lo spinse dentro la cucina, dove ad attenderlo c’erano Draco e sua cugina che stavano già facendo colazione.

 

“Io lo so perché ci metteva tanto…” disse la bambina “… deve incontrare Michelle…” Ginny e Draco sorrisero, mentre Harry la guardò male.

 

“Sta zitta, impicciona…”

 

“Mamma!”

 

“Harry!” lo rimproverò Ginny.

 

“Ma è vero! Non si fa mai gli affari suoi!” Harry si voltò verso la bambina “e poi non è vero che devo incontrare Michelle…”

 

“Si, invece!”

 

“No”

 

“Si”

“No”

 

“Si”

 

“Ho detto di no!”

 

“E io dico basta!”

 

La voce di Draco risuonò nella cucina. I due cugini si zittirono all’istante. Se c’era una cosa che sapevano molto bene era di non far mai arrabbiare Draco…

 

Ginny si sedette a tavola e continuò a fare colazione. Davanti a lei Harry stava litigando con il burro, cercando malamente di spalmarlo sul pane tostato. Anche in quello le ricordava terribilmente suo fratello.

 

Maldestro e impacciato. Proprio come Ron.

 

In effetti non aveva molto di Hermione, doveva ammetterlo. Da sua madre, l’unica cosa che aveva ereditato era la capacità di capire le persone. Per il resto, era la copia di suo padre.

 

Capelli rossi perennemente spettinati, occhi azzurri, viso cosparso di lentiggini marca Weasley, e un gran senso dell’umorismo.

 

Quello era Harry Weasley. Uno dei bambini più forti che avesse mai conosciuto. Un bambino che ormai era cresciuto… e non poteva non pensare a ciò senza una punta d’orgoglio.

 

Dio solo sapeva quanto amava quel ragazzino. Era come un figlio. Non aveva dubbi su questo.

 

Avrebbe dato tutto ciò che possedeva per non farlo soffrire mai più…

 

E accanto a lui c’era lei. Sua figlia. La sua bellissima bambina. Quella forza della natura. La vivacità in persona.

 

Lei era un perfetto miscuglio di caratteri tipicamente Weasley e tratti di Malfoy.

 

Se i capelli biondi e lisci, gli occhi e la pelle diafana erano caratteristiche che aveva preso da Draco, la forma del naso, della bocca, il modo di sorridere e la vivacità, erano sicuramente un’impronta di Ginny.

 

Solo una cosa era assolutamente priva di riferimenti nelle loro famiglie… quella bambina adorava i libri… nel vero senso della parola…

 

Harry si alzò di scatto. “Io ho finito… torno di sopra a chiudere il baule ok?”

 

“Fai in fretta, dobbiamo andare…”

 

Harry annuì e fece per uscire dalla stanza, quando la voce della bambina lo bloccò… “Tanto è vero che devi vedere la tua fidanzata…”

 

Harry aprì la bocca di scatto per risponderle a tono, ma fu preceduto da Ginny. “Ho detto di finirla, Hermione!”

 

******

 

Harry scese in fretta le scale reggendo il baule in una mano e la gabbia di Spark, il suo gufo, nell’altra.

 

“Harry ci sei?” Draco aveva già aperto la porta di casa e stava aspettando il nipote.

 

“Si, zio, ci sono, ci sono…”

 

Fece per uscire di casa, quando si ricordò di una cosa. Una cosa che doveva assolutamente fare.

 

Abbandonò i bagagli nell’ingresso e corse di nuovo di sopra, nella sua camera. Andò vicino al comodino e prese una vecchia cornice che vi era appoggiata sopra.

 

“Ti voglio bene mamma, ti voglio bene papà…”

 

Rimise giù la foto e uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé, solo il ricordo di sua madre e suo padre.

 

Hermione Granger e Ron Weasley. Immortalati per sempre in una vecchia foto risalente al loro primo anniversario di matrimonio…

 

E osservavano, il loro unico figlio, farsi sempre più grande e prepararsi… per un nuovo anno nella nuova scuola di stregoneria di Hogwarts…

 

******

 

Draco caricava i bagagli sull’espresso per Hogwarts. Proprio come una volta, il rosso di quel treno caratterizzava un nuovo viaggio verso un nuovo anno scolastico.

 

Il quinto, per Harry. Il primo, per Hermione.

 

La bambina sembrava piuttosto agitata. Continuava a muoversi da un piede all’altro e a guardarsi intorno.

 

Harry le mise una mano sulla spalla. “Siamo agitati, eh?”

 

La bambina lo guardò, stizzita. “Non è vero…”

 

“E io ci credo… sento uno strano odore, non è che te la stai facendo sotto?”

 

Gli occhi della bambina si riempirono di lacrime e Harry capì di aver esagerato. “Sei uno stupido!” Hermione lo spinse via, ma il ragazzino le afferrò un braccio e la fece voltare nuovamente verso di lui. Si chinò leggermente, per poterla guardare direttamente negli occhi. I loro nasi si potevano quasi sfiorare, da quanto erano vicini. “Stavo scherzando… e poi non c’è proprio niente di cui aver paura… sarà uno sballo… ti piacerà di sicuro!”

 

Si rialzò e le scompigliò affettuosamente i capelli. Intanto Draco aveva appena finito di caricare tutti i loro bagagli e si stava avvicinando a loro, seguito da Ginny.

 

“Tesoro, tutto a posto?” Ginny sembrò preoccupata nel vedere gli occhi lucidi della figlia.

 

Hermione prima di rispondere sollevò lo sguardo verso il cugino, che le fece l’occhiolino. Sorridendo rispose di sì, e Ginny sembrò tranquillizzarsi.

 

“Hey Harry!”

 

Il ragazzo si girò di scatto e vide arrivare i suoi due amici, Mark e Jason.

 

“Ciao ragazzi!”

 

“Ah… se ti interessa” iniziò a parlare Mark con aria di chi la sapeva lunga “ho appena visto Michelle Sprite andare verso quel vagone …”

 

Harry arrossì. “Ma… certo che non m’interessa!” mentre dietro di lui Ginny e Draco tentavano di nascondere il loro sorriso…

 

Una leggera risata però fece voltare il ragazzo, e si ritrovò Hermione con un sorriso a 32 denti.

 

“Non provare a dire niente o me la paghi!” la minacciò.

 

“Del tipo ‘io lo sapevo’?”

 

Scoppiarono tutti a ridere, tranne Harry, naturalmente, che scosse la testa, rassegnato.

 

“Beh noi iniziamo a salire… ti teniamo il posto ok?” disse Jason a Harry, che annuì.

 

Il treno fischiò subito dopo e in molti si affrettarono a salire.

 

Ginny guardò Harry e lo abbracciò. “Mi raccomando…”

 

“Non preoccuparti, zia…”

 

“Ti voglio bene”

 

I due si staccarono. Il ragazzino le sorrise. “Anch’io…” poi voltò il viso verso Draco “Ciao, zio…”

 

“Ciao Harry, fa’ buon viaggio…”

 

Harry annuì e si spostò leggermente, per permettere ai suoi zii di salutare la loro bambina. Ginny l’abbracciò e le sussurrò qualcosa all’orecchio, che la fece ridere. Draco si inginocchio e l’abbracciò a sua volta.

 

Quando si staccarono, Draco la guardò negli occhi sorridendo. “A dispetto di quello che dice mamma, Serpeverde è un’ottima casa… ricordalo… e casomai la vecchia Babbuccia ti inviasse là, devi esserne orgogliosa!”

 

“Ma Grifondoro è mille volte meglio!” si intromise Ginny.

 

La bambina annuì e sorrise.

 

Il treno fischiò di nuovo. Il viaggio stava per partire. Hermione salì velocemente su una carrozza. Harry era già arrivato all’ultimo gradino quando si voltò e guardando Draco negli occhi gridò, sorridendo: “Rosso e oro, Grifondoro!”

 

Le porte del treno si chiusero imprigionando al loro interno tutti gli studenti.

 

Dall’altra parte un Draco particolarmente stupito osservava l’immagine del nipote attraverso i vetri. Non riuscì a non sorridere.

 

“Piccolo bastardo…”

 

“Draco!” lo ammonì subito Ginny.

 

L’uomo si girò e guardò la moglie negli occhi… “Che vuoi farci? Sarà la famiglia da cui viene… sarà il nome…”

 

“Eh già… sarà il nome…” lo canzonò ridendo lei…

 

Scoppiarono a ridere entrambi, mentre la mano di Hermione si era sporta dal finestrino per poterli salutare.

 

E mentre salutavano la loro figlia, non riuscirono a non pensare a quando vi erano loro, su quel treno, a salutare… a quando andavano a Hogwarts, quella vecchia… a quando si odiavano… a quando tutta la guerra non era ancora iniziata…

 

A quando la leggenda del fantastico trio non aveva ancora riempito le pagine di Storia della Magia…

 

Quanto tempo era passato… forse troppo, troppo in fretta…

 

E quante cose erano cambiate… forse non sempre in bene…

 

Ma era la vita. Che nonostante le proteste di tutti gli uomini, seguiva il suo corso e non la si poteva fermare… non la si poteva cambiare…

 

E allora tutto scorreva e andava… e forse un giorno ci sarebbe stato anche bisogno di un po’ di riposo…

 

Ma non ancora.

 

Non ancora.

 

******

 

If you knew how lonely my life has been
And how long I've been so alone
And if you knew how I wanted someone to come along
And change my life the way you've done

It feels like home to me, it feels like home to me
It feels like I'm all the way back where I come from
It feels like home to me, it feels like home to me
It feels like I'm all the way back where I belong

 

(Feels like home – Chantal Kreviazuk)

 

******

 

 

Harry si sedette al tavolo dei Grifondoro nella Sala Grande, aspettando lo smistamento effettuato dalla vecchia Babbuccia, come la chiamava suo zio Draco.

 

Il vociare si interruppe all’improvviso quando le porte vennero aperte. Una schiera di bambini fece entrò guidata dal professor Andersen. Tutti i nuovi studenti si stavano guardando intorno con aria spaurita, e Harry vide immediatamente la testolina bionda di Hermione fare capolino tra la folla.

 

Fu felice di vederla parlottare con una bambina accanto a lei, probabilmente sua compagna di viaggio in treno. 

 

Si era dispiaciuto doverla lasciare da sola, durante il viaggio, ma non poteva di certo portarla con sé, in uno scompartimento di soli ragazzi quindicenni. Se Ginny e Draco l’avessero scoperto, non l’avrebbe passata liscia di certo.

 

Far deviare la loro unica figlia all’età di undici anni non rientrava nei programmi dei suoi zii…

 

Non badò molto ai vari discorsi, preferendo parlare con Jason e, a tratti, rivolgendo la sua attenzione su una ragazzina a pochi metri di distanza da lui. Michelle.

 

Perché nonostante tutto… quella ragazza non era affatto male… anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti agli altri…

 

I suoi pensieri vennero interrotti dall’inizio dello Smistamento. Una serie di bambini iniziarono a essere sottoposti al giudizio del Cappello Parlante.

 

Ti prego, mandala a Grifondoro…

 

Harry non voleva affatto che sua cugina finisse in Serpeverde… ma doveva ammettere che dato il cognome che portava non poteva escludere questa possibilità.

 

“Malfoy, Hermione”

 

La bambina sussultò, nel sentire il suo nome, e fece un passo avanti intimorita. Nella sua testa le parole del padre la tormentavano… e la paura di deluderlo e finire in Grifondoro era tanta… anche se doveva ammettere che non andava matta all’idea di finire in Serpeverde.

 

Con riluttanza si sedette sullo sgabello e attese che il cappello pronunciasse il suo giudizio.

 

Il suo cuore fece un balzo quando, a gran voce, il cappello parlò e le annunciò che per i prossimi sette anni avrebbe vissuto in una torre rossa e oro, e non in un sotterraneo…

 

Felice saltò giù dallo sgabello e corse verso il tavolo dei Grifoni. Mentre correva, vide suo cugino farle un cenno con la mano, così si diresse verso di lui.

 

Era felice.

 

E in fondo sapeva che suo padre non si sarebbe arrabbiato… e che sua madre sarebbe stata felicissima…

 

E poi era con suo cugino… che, nonostante tutti i litigi, adorava…

 

“Grande cugina!” Harry le porse la mano e lei schioccò sorridendo il cinque a suo cugino.

 

Si sedette a tavola e ascoltò il resto dello smistamento.

 

Applaudì tutte le volte che un nuovo bambino entrava a far parte della casa e si sentì elettrizzata.

 

Era a Hogwarts accidenti!

 

Aveva desiderato per così tanto tempo andarci… invidiando Harry  e pregando che la lettera arrivasse il più presto possibile… e adesso che il suo sogno si era finalmente avverato, non riusciva a crederci.

 

Un bambino si sedette davanti a lei, piuttosto goffamente.

 

Hermione lo osservò. Era un bambino come tanti. Capelli castani, occhi castani. Eppure le ispirava simpatia. Voleva conoscerlo…

 

Suo cugino la precedette. “E tu chi sei?”

 

Il bambino lo osservò piuttosto impaurito e non rispose. Harry inarcò un sopracciglio. “Faccio così paura?”

 

Il bambino scosse la testa e si decise a rispondere. “Ronald Phelps…”

 

Harry si bloccò.

 

Ronald…

 

Suo padre.

 

E seduta accanto a lui c’era Hermione.

 

Hermione…

 

Sua madre.

 

Hermione si accorse dell’improvviso cambiamento di Harry. Sua madre le aveva raccontato cos’era successo ai genitori di Harry. Forse non proprio tutto… ma a grandi linee aveva la storia completa.

 

“Come mai ti chiami così?”

 

La bambina sgranò gli occhi e si girò a guardare Harry. Che razza di domanda era? Si chiamava così, perché  i suoi genitori avevano scelto quel nome…

 

Ronald non sembrava però stupito della domanda.

 

“Mia mamma dice che era una persona importante… mi ha dato questo nome in suo onore… credo che facesse l’Auror… si conoscevano a scuola…”

 

Harry serrò la mascella.

 

Non bastava sua zia, che aveva chiamato la sua unica figlia, Hermione… come sua madre… adesso era arrivato anche uno con il nome di suo padre…

 

Ma non potè fare a meno di sorridere tristemente… in fondo il suo stesso nome, Harry, era nato proprio in memoria del grande Harry Potter, il migliore amico dei suoi genitori…

 

“Come si chiama tua mamma?” gli chiese Hermione…

 

“Luna… Luna Lovegood…”

 

“Non l’ho mai sentita… tu, Harry?”

 

Il ragazzo scosse la testa.

 

Era tutto così dannatamente strano. Era lì a parlare con Hermione e Ronald… e gli sembrava così naturale… così famigliare… nonostante quei due avessero quattro anni in meno di lui…

 

Era una sensazione strana.

 

Si sentiva bene e male allo stesso tempo.

 

Male, perché il ricordo dei suoi genitori e di quel padre che non aveva mai conosciuto era tornato prepotentemente in lui…

 

Bene, perché si sentiva come a casa… come se non avesse altro luogo che quello…

 

Harry non poteva sapere che quella strana sensazione di benessere era la stessa che stavano provando sia Hermione, che Ronald…

 

Non potevano sapere…

 

Perché in fondo, quello era solo l’inizio… per loro…

 

Ma si sbagliavano…

 

Quello non era l’inizio. Era solo il proseguimento di una storia ben più lontana nel tempo… una storia che non aveva avuto fine…

 

Tre vite che si erano intrecciate. Tre vite che avevano vissuto. Tre vite che erano state spezzate.

 

Quella era la loro storia. E non aveva avuto fine, come tutti credevano… no… nemmeno la morte era riuscita  a spezzarla…

 

E ora, era il tempo di riprenderla. Era il tempo di viverla. Viverla sul serio. Senza più dolore, senza più sofferenze…

 

Quello era un nuovo inizio… di una storia incompleta…

 

E nuove pagine si sarebbero ancora scritte. Perché non tutto si era concluso con la parola morte.

 

Una seconda possibilità. Tutti la vorrebbero, tutti la desiderano…

 

Ebbene quella era la loro… ed era solo l’inizio…

 

 

 

Hermione portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e osservò Harry e Ronald. Inspirò profondamente e si sentì una stupida per ciò che stava per dire… ma doveva farlo…

 

“Non vi sembra di aver già vissuto tutto questo?”

 

Hermione ancora non sapeva, che anche gli altri due, si erano posti la stessa identica domanda…

 

 

FINE DELL’EPILOGO

 

31 Dicembre 2004 – 1 Giugno 2005

 

******

 

Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia… dopo più di cinque mesi di scrittura… tanti capitoli e tante emozioni…

 

Mi viene quasi da piangere… perché questa è stata la prima fiction lunga da me scritta… perché è stata la prima ad essere così amata… perché è stata la prima (e per ora unica) di cui mi ritengo orgogliosa di averla pensata e scritta…

 

Spero che questo epilogo pieno di speranza vi sia piaciuto… il titolo è ovviamente riferito a Harry… e al fatto che solo con i suoi due migliori amici potrà essere veramente a casa…

 

Da notare che le iniziali formano i nomi dei tre^^ Ci ho messo parecchio per trovare una frase, il cui anagramma sarebbe stato HRH… non è mica così semplice!!!

 

Annuncio importante: ho deciso che farò la storia nuova per prima… poi, quando terminerò “Mamma, ho appena ucciso un uomo”, potrò iniziare il prequel di OLT…

 

E visto che non ho più verifiche né interrogazioni, aspettatevi il primo capitolo già settimana prossimo o anche prima… il titolo, come annunciato, sarà “Gli Eletti – Nati per uccidere”… e questo è il riassunto : “Il mondo finì quel giorno, lasciando me soltanto. Guardai verso il cielo nuvoloso e vidi che il colore era svanito. Mi sto ancora chiedendo cosa sia successo a sole che avrebbe dovuto splendere lassù…” (da “Stigmas” di Kazuya Minekura). Ginny. Draco. Mangiamorte per scelta. Ron. Harry. Hermione. Auror per abilità. E ombre che nella notte si muovono veloci… e uccidono… uccidono…

 

Ho suscitato la vostra curiosità? Spero di si…

 

Ma adesso passiamo ai thannks:

 

Ely: ed ecco l’ultimo capitolo… una fine decisamente più allegra e speranzosa del resto della fic… ma ci voleva, no? Dimmi che ne pensi!

Kamomilla: Ciao!! Sigh… l’ultimo capitolo!!… come sono triste!! Comunque… come puoi vedere ho optato per scrivere prima la nuova storia… ma visto che “Mamma” non sarà lunghissima, presto arriverà anche il prequel… Grazie mille per le tue recensioni ad ogni capitolo!! Grazie grazie grazie!!!

Patty: eccola la mia fedele lettrice! Grazie per i complimenti!! Come vedi, la decisione è stata la nuova storia! Spero di ritrovarti anche là^^ dimmi che ne pensi di questo epilogo decisamente più allegro… un bacione e granzie per tutte le tue recensioni e per avermi seguita fino ad adesso!

MM1981: mi rendo perfettamente conto di aver fatto fuori un po’ di persone^^ Ti devo contraddire, la storia nuova è solo in cantiere, non ho iniziato a scriverla… e per far fuori qualcuno… chissà… potrebbe accadere… oppure no! Un bacio!

Opalix: Grazie mille per i complimenti, mi fanno veramente piacere. Come vedi ho optato per la new story… e dire che fino ad una settimana fa volevo scrivere il prequel! Va beh… -_- Sono contenta che i vari funerali ti siano piaciuti… (detta così fa un po’ macabro)… e anche i var momenti di Draco… mi piaceva inserirli in effetti^^ E concordo ampiamente con te, quella canzone è a dir poco stupenda! Un bacione e grazie per aver letto questa storia!

Sunny: O divina! Genietto a me? Mi inchino davanti a tale appellativo, non degno^^ Eh si… Hermione ha raggiunto il suo Ron… ma come vedi qui c’è un capitolo pieno di speranza… e soprattutto c’è la seconda possibilità, a cui Draco alludeva nelle sue parole… perché non posso stare divisi, ma non possono finire così… non trovi? Grazie per aver letto questa storia, non puoi immaginare come sono felice!! Non finirei mai di ringraziarti! Un bacio grandissimo!!! Grazie grazie! (PS: alla fine vai con la nuova storia… dal titolo “accattivante”… ^___-)

JulyChan: ovvio che mi ricordo^^ ehehe… Sono contenta che oltre ai capitoli ti piacciano anche le canzoni, sono tutte scelte con cura, mai a caso… quindi sono felice che vengano apprezzate! Un bacio e grazie per aver apprezzato la fic!

Rachele: “una brava scrittrice”… wow… il mio ego sta prendendo il volo! Come vedi il magico trio non è poi andato così perso come si credeva… e sono ancora insieme, ovvio! La morte di Harry? Verrà raccontata nel prequel! Devi solo pazientare un pochino! Un bacio!

Kaho­_Chan: sono felice che lo scorso capitolo abbia suscitato tutte queste emozioni! ^_^ ne sono veramente felice! E la new story ha vinto^^ grazie per aver seguito sempre con passione questa storia… grazie sul serio! E anche per tutti i complimenti!! Un bacione!

Lady Numb: ma ciao piccola margherita di campo^^ e come puoi vedere la storia nuova ha vinto^^ ma ci sarà anche il prequel, solo un po’ più in là! Sono felice che lo scorso cap ti sia piaciuto… e che mi dici del tanto sospirato ULTIMO capitolo? Io ho la lacrimuccia… un bacio grandissimo e grazie per avermi sempre recensito e sostenuto! E tanto che ci sono: fatti valere agli esami che tanto li stendi!

Weasleyina: grazie mille anche a te per le recensioni! Beh, il prequel arriverà, ma più in là… e poi non devi preoccuparti, appunto perché è un prequel non ha collegamenti con questa… quindi non c’è pericolo che ti dimentichi delle cose importanti… ^___- un bacione!!

 

GRAZIE A TUTTI… Un bacione immenso… e ci rivedremo alla prossima… con un altro titolo e da un’altra parte… ma ci sarò!!!!!!!

 

E che ne dite di recensire questo epilogo?? ^_____- basta cliccare qui sotto!

 

A presto, Meggie

 

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