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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1-Coup de foudre *** Capitolo 2: *** 2-Tout se paie *** Capitolo 3: *** 3-Le destin est un petit diable *** Capitolo 4: *** 4-Une autre chance? ***
Io non conosco i SimplePlan(e vi pare che sarei qui
in caso? Risposta: ceeeerto
che no... sarei fra le braccia di Sébastien,
ovviamente…
persa nei suoi adorabili occhioni
blu... ok, la smetto subito... ^_^), in questa storia ho dato
un’immagine di loro
che non corrisponde, per quel che ne so io, al vero, tutto quello che
leggerete è frutto della mia immaginazione e la mia storia
non vuole in nessun modo offenderli o diffamarli in alcun modo.
Inoltre, come avrete modo
di notare, per esigenze di “copione” ho livellato
le età dei cinque ragazzi, mentre sono certa che tutti
sapete benissimo che in realtà non hanno tutti quanti la
stessa età...
Capitolo primo:
Coup
de foudre
Ottobre 1997
Maya aprì la porta di
casa e fu colpita in volto da una sferzata d’aria gelida:
certe volte detestava profondamente vivere in Canada, specie se erano
le otto di mattina di ottobre, tuttavia non aveva molta scelta, la
scuola iniziava alle otto e mezzo ed era abbastanza certa che sua madre
non avrebbe accettato come giustificazione per saltarla un banalissimo
“ho
freddo”.
Uscì
dal suo giardino, evitando per un pelo di inciampare
sull’ultimo gradino del vialetto, era decisamente
troppo addormentata persino per camminare.
‘Buongiorno
Maya!’.
La
ragazza sobbalzò, a quell’ora di mattina e nel suo
stato di coma profondo qualcuno che urlava nel suo orecchio sinistro
era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.
‘Pierre,
non rifarlo mai più, sono
stata chiara?’
‘Scusa...’ rispose lui,
scompigliandosi i capelli dispiaciuto ‘Ricomincio: buongiorno
Maya...tutto ok?’.
Lei
sorrise, divertita: Pierre Bouvier
era sempre il solito.
‘Tutto
bene, grazie...tu?’
‘Benissimo,
adesso...’
rispose lui, sorridendole.
‘Giorno
Maya!’ urlò un’altra voce dietro di loro.
Maya
era indecisa se sorridere o preoccuparsi alla faccia decisamente irritata di Pierre,
ma alla fine decise di ignorarlo, in fondo ogni mattina era la stessa
storia, nonostante il ragazzo sapesse benissimo che Chuck come sempre
l’avrebbe aspettata in fondo alla via, lui continuava a
sperare che l’altro non si presentasse, o per lo meno che una
voragine si aprisse sotto di lui per inghiottirlo e lasciargli il campo
libero con Maya: era infatti cosa nota che sia Chuck,
sia Pierre avessero una cotta per Maya e fra di loro era in corso una
battaglia senza esclusione di colpi.
‘Buongiorno
a te Chuck...’
‘Ciao
Chuck’ disse
Pierre, praticamente
ringhiando, per far notare la sua presenza all’altro.
‘Pierre...’ rispose
l’altro, più o meno con lo stesso tono.
‘Allora
ragazzi, andiamo o facciamo tardi?’ chiese Maya per
sciogliere la tensione.
‘Andiamo!’
rispose Chuck,
iniziando ad ignorare
Pierre come ogni mattina, indifferenza fra l’altro reciproca,
e dirigendosi verso la scuola, rigorosamente a fianco a Maya, lui sulla
destra, Pierre sulla sinistra.
La
ragazza scosse la testa divertita: all’inizio era stato
strano e anche abbastanza inquietante avere quella sottospecie di
scorta tutte le mattine, ma alla fine ci si era abituata, anche se ogni
tanto si chiedeva se permettere che quella situazione si trascinasse
nel tempo non avrebbe reso più difficile di quanto
già non fosse far capire ai due che per lei erano solo due
amici, due carissimi, insostituibili amici,
ma nulla di più.
I
tre fecero il loro ingresso nel cortile della scuola e videro Laure, la
migliore amica di Maya, dirigersi verso di loro.
‘Buongiorno mia adorata!’
la salutò allegra la ragazza ‘Pierre, Chuck, salve a voi...chiederei
troppo se vi domandassi di lasciarmi sola con Maya? Ci sono punti che
io e lei dobbiamo discutere in privato...’
‘Nessun
problema...ci vediamo
Maya!’ disse Pierre, sorridendole.
‘Vi
lascio...ciao
Maya!’ rispose anche Chuck,
allontanandosi seguito da Pierre, che aveva atteso che
l’altro si muovesse prima di lasciare la ragazza.
Laure
scosse la testa, perplessa.
‘Quei
due sono terribili a volte...’
‘In
fondo sono teneri...quando
non esagerano, ovviamente’ aggiunse subito Maya, vedendo la
faccia scettica dell’amica ‘Comunque, cosa volevi
dirmi?’ chiese poi curiosa.
‘Niente,
era solo un modo per levarteli di torno...ho
fatto bene?’
‘In effetti non è stata
una cattiva idea, stavano giungendo alla fase
dell’esagerazione, per restare in argomento...’
‘Oggi
li incroci a qualche lezione?’
‘Solo
a francese e inglese credo...’
commentò Maya, sospirando.
‘Credi
che lo capiranno mai che non ce n’è?’
‘Cielo,
mi auguro di sì, non so più come dirglielo,
imparerò appositamente una nuova lingua se necessario...’
‘Già...però...’
‘Non
provarci nemmeno Laure, non darò corda a Pierre solo
perché ti faccia da tramite con David, sono stata
chiara?’ la interrupe
Maya cercando di suonare seria, ma in realtà era divertita,
sapeva benissimo che Laure non voleva che lei lo facesse sul serio,
anche se era innegabile che David Desrosiers,
il migliore amico di Pierre, le piacesse moltissimo.
‘Ok,
ok...io ci provo sempre,
non si sa mai...’ rispose l’altra, rassegnata.
‘Perché
invece di ammirarlo da lontano
non provi ad andare a parlarci?’ chiese Maya, ridendo quando
vide Laure diventare rossa come un pomodoro.
‘No...come minimo perderei
l’uso della parola e farei una figura terribile...e poi se
dovesse dirmi che non gli interesso la prenderei troppo male, mi
conosci...fobia da rifiuto’
‘Non
ti porterà lontano (non MI
porterà lontano, ndLadyNumb)’
‘Lo
so, ma penso di poter sopravvivere...’
rispose Laure.
‘Certo...e adesso andiamo, che facciamo
tardi’ disse Maya, sentendo la campanella suonare e
trascinando una riluttante Laure verso la scuola.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Cielo,
quanto può essere noiosa una lezione di storia?!’ chiese esasperata
Laure, uscendo dall’aula dove lei e Maya avevano appena
seguito una lezione sulla storia medievale inglese.
‘Ma
dai, non era così male...affascinante,
per certi versi...’
‘Tu
sei da curare, e anche urgentemente...’
rispose Laure, osservando l’amica incredula.
‘Sei
tu che non guardi il lato affascinante...e
poi pensare che questi eventi storici hanno dato origine ai capolavori
della letteratura medievale...’
‘Ok,
frena Maya, sai che io odio la letteratura e vivo per la biologia’
‘Giusto,
siamo due pianeti diversi’ concordò Maya
‘Adesso che si fa?’
‘Innanzitutto
si pranza perché sto morendo di fame, poi se ci resta tempo improvviseremo...ci vuole
molta perdizione prima di letteratura francese...’
‘Facciamo
cambio? Ho giusto biologia dopo pranzo...’
‘Magari...mio Dio, cosa dovrebbe essere
quella poltiglia?’ chiese disgustata Laure, vedendo
l’area self-service della mensa, dove nel frattempo le due
erano arrivate.
‘Non
lo so e non lo voglio nemmeno immaginare, io opto
per il solito panino’ rispose l’amica,
dirigendosi verso il banco frigo, dove si trovavano i panini.
‘Sì...buona idea...’
rispose l’altra, seguendola.
‘Mmh...là,tavolo
libero!’ disse Maya, dirigendosi a passo spedito verso il suo
obiettivo e riuscendo a sedersi prima che il tavolo venisse occupato.
‘Tu
sei la migliore, Maya...ottima
posizione, in caso di incendio ci lanciamo direttamente fuori dalla
finestra!’ osservò Laure, facendo riferimento alla
porta finestra esattamente a lato del loro tavolo.
‘Evviva
l’ottimismo...’
‘Salve
ragazze!’.
Laure
trattene a stento una risata quando vide Maya alzare gli occhi al
cielo: anche questa volta Chuck
le aveva beccate.
‘Non
male, c’è di meglio...possiamo?’
chiese, infatti non era solo, bensì col suo amico Jeff.
‘Sedetevi
pure!’ rispose la ragazza: in fondo c’era anche
Jeff, Chuck non era
soffocante come al
solito quando c’era anche il suo amico e poi sarebbe potuto
accadere di peggio, per lo meno Pierre non era in vista, quella
sì che sarebbe stata una situazione complicata.
‘Ehy, Maya, possiamo unirci a voi?’.
Maya
si maledisse mentalmente, mai, mai pensare certe cose se non si era assolutamente certi
che fossero già sicure.
Prima
ancora di voltarsi indovinò dalla faccia sognante di Laure
che Pierre era con David e infatti
vide entrambi i ragazzi dietro di lei.
‘Ma certo, sedetevi
pure!’ rispose lei, allora i due si sedettero al tavolo, con
grande disappunto di Chuck
e di Laure, quando vide David occupare una sedia il più
lontano possibile dalla sua.
‘Ehy, dopo ci sei a
francese?’ chiese Pierre a Maya, ricevendo
un’occhiata al fulmicotone da Chuck,
dal momento che per fare
la domanda si era inclinato verso la ragazza.
‘Sì,
sempre che io sopravviva a biologia...’
commentò ironicamente Maya.
‘Io
odio la biologia...’
disse Chuck, attirando
l’attenzione di Maya su di sé.
‘Esattamente
quello che volevo dire!’ rispose lei, ricevendo un calcio
sotto il tavolo da parte di Laure.
‘Ahia!
Laure!’
‘Tu
insulti la mia passione, io reagisco...anche
tu mi fai la ramanzina quando insulto la BattleofMaldon’
‘Beh,
scusa se mi permetto
Maya, ma non si può amare la BattleofMaldon...’ intervenne
Jeff, ricevendo cenno di ringraziamento da parte di Laure.
‘Non
rispondo nemmeno, Jeff...voi non potete
capire, anime inferiori...’ rispose Maya, ricevendo occhiate
di pura adorazione da Pierre e Chuck,
tanto che sia David, sia Jeff dovettero riportare alla
realtà i loro amici, fra le risate sommesse di Laure.
‘Almeno
lei non rischia di far saltare in aria la scuola con i suoi esperimenti
azzardati, Jeff...’
commentò David, facendo ridere Chuck,
mentre Laure era combattuta fra il ridere e il contemplare David.
‘Curiosità
scientifica, Dave...qualcosa che a te decisamente
manca...’ rispose Jeff.
‘Sarà...’ ribattèDave, molto poco convinto.
‘Non
sarà, è...giusto
Laure?’ chiese Jeff.
‘Giustissimo
Jeff!’ rispose la ragazza, battendogli il cinque: i due erano
entrambi molto appassionati di scienze, Laure di biologia, Jeff di
chimica ed essendo gli unici nel gruppetto improvvisato si davano man forte a vicenda.
‘Molto
bene, voi continuate a giocare ai piccoli chimici, possibilmente a
distanza di sicurezza da noi’ disse Chuck,
chiudendo la questione, anche se gli sguardi di Jeff e Laure non
promettevano esattamente pace.
In
quel momento suonò la campanella e i ragazzi, seppure a
malincuore, si alzarono,
Maya si diresse a biologia, ovviamente scortata da Pierre e Chuck, mentre Laure si
trascinò a letteratura francese insieme a Jeff, osservando
per un’ultima volta quella giornata David, che stava entrando
nell’aula di fisica.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Tre
ore più tardi, finita la lezione di francese, Maya stava
uscendo dall’aula accompagnata da Pierre, che si sentiva
particolarmente allegro perché sapeva che Chuck aveva lezione esattamente
dall’altra parte della scuola e questo significava che aveva
buone probabilità di seminarlo prima che trovasse lui e Maya.
‘Facciamo la strada
insieme?’ le chiese il ragazzo, allegro.
‘Mi
dispiace, oggi ho il turno in biblioteca Pierre’ rispose lei.
‘Ah,
vero...ok, ci si vede
domani’ rispose lui, un po’ deluso.
‘Buona serata, a
domani!’ rispose lei, sorridendo, poi si diresse verso la
biblioteca, dove lavorava teoricamente come addetta ai prestiti, in
pratica come tuttofare.
‘Ciao
Maya!’ la salutò MrsDavon, la responsabile
della biblioteca.
‘Buongiorno
MrsDavon!’ le rispose la
ragazza, correndo al suo posto al banco dei prestiti dove, nonostante
il ragazzo prima di lei fosse appena andato via, si era già
formata una coda non indifferente.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Maya
si stava dirigendo verso la biblioteca reggendo in mano una pila enorme
di libri: il club di tedesco aveva preso in prestito alcuni libri per
un incontro pomeridiano e MrsDavon aveva chiesto a
Maya di andare a riprenderli e riportarli in biblioteca.
La
ragazza aveva pensato di evitare un doppio viaggio e di portarli tutti
in una volta, ma la cosa si stava rivelando più complessa
del previsto e Maya temeva che non
sarebbe arrivata incolume in biblioteca.
Come
volevasi dimostrare, dopo qualche istante nel corridoio vuoto
risuonò il tonfo dei libri che cadevano e il borbottio delle
imprecazioni soffocate di Maya.
‘Maledetti
libri...’ si
lamentò la ragazza, raccogliendoli e tornando a dirigersi
verso la biblioteca.
‘Credo
che questo sia tuo’ disse una voce maschile dietro di lei,
che incredibilmente non apparteneva né a Chuck, né a Pierre.
Maya
si voltò e la prima cosa che vide fu uno splendido paio di
occhi azzurri che la scombussolarono non poco.
‘Sì...probabile...’
rispose lei sorridendo, una volta che si fu ripresa
‘Grazie...’
‘Accipicchia,
tu sì che ami leggere!’
commentò lui, sorridendole.
‘Questo
è vero, ma questi in particolare non sono miei...club di tedesco, pare che si
siano dedicati profondamente alla lettura della Montagna
Incantata...hanno preso in prestito tutte le copie che abbiamo in
biblioteca!’ rispose lei.
‘Serve
una mano?’ si offrì lui.
‘Mi
salveresti la schiena, davvero...io
sono Maya, comunque...ti stringerei la mano, ma non credo che sarebbe
una buona idea, a meno di non voler far cadere di nuovo tutto
un’altra volta’
‘Tranquilla,
capisco...io sono Sébastien, anzi, Seb’
‘Piacere
di conoscerti Seb...sei nuovo? Non mi pare di averti
mai visto prima’ gli chiese Maya, pensando che se non era
nuovo, oltre a fare una pessima figura, lei doveva essere completamente
cieca.
‘Sì,
sono arrivato solo un
paio di giorni fa...’ rispose lui, prendendo alcuni dei libri
che Maya trasportava e dirigendosi con lei verso la biblioteca.
‘E
già ti costringono a stare qui il pomeriggio? Povero te...’ disse lei.
‘Solo
un test di letteratura inglese, per controllare il livello a cui sono...’
‘Capisco...Larson?’
si informò lei.
‘Già’
confermò lui.
‘Può
sembrare pignolo,ma
è molto bravo...’
‘Non
sono ancora stato ad una
sua lezione, ma effettivamente mi ha fatto un’ottima
impressione...’
‘Se
la letteratura ti interessa,
allora sarà uno dei tuoi corsi migliori...ecco, appoggiali
lì, su quel tavolo, poi li smisto io’ disse Maya a
Seb, indicandogli un
banco della biblioteca.
‘Lavori
qui?’ chiese lui.
‘Solo
tre pomeriggi a settimana...è
il massimo, mi pagano per stare in mezzo ai libri, non credevo sarebbe
mai successo’ rispose lei, facendolo ridacchiare.
‘Ok,
quindi il mio lavoro ideale è già
occupato’ osservò lui, ottenendo uno sguardo
incredulo da Maya.
‘Ti
piace la letteratura?’
‘Moltissimo’
‘...Santo cielo, tu sei un alieno,
vero?’
‘Non
sei la prima a chiedermelo, sai?’ osservò lui
divertito.
‘Scusa,
è solo che la mia migliore amica vive per la biologia e in
generale non ci sono molti fans
della letteratura fra i miei amici...’.
Maya
fu interrotta da MrsDavon, che le fece notare che
aveva finito il suo turno da più di un quarto
d’ora, allora Maya la salutò e si diresse con Seb verso l’uscita.
‘Beh...grazie per l’aiuto Seb...ci vediamo in giro’
‘Per
l’aiuto, figurati, per il resto, senz’altro
Maya!’ rispose lui, sorridendole di nuovo e provocandole seri
problemi di stabilità: non sapeva cosa le stesse prendendo esattamente,
ma lo trovava incredibilmente affascinante.
‘Ok...ciao’
ripeté lei, poi si diresse verso casa sua.
Dopo
pochi metri, tuttavia, sentì qualcuno che picchiettava sulla
sua spalla.
‘Seb?’ chiese stupita lei, trovandoselo
davanti.
‘Non
ti sto seguendo, ma ho la vaga impressione che stiamo facendo la stessa
strada’
spiegò lui.
‘Tu
dove vivi?’ chiese lei.
‘Rue Saint Germain’ rispose lui.
‘Beh,
che tu ci creda o no, io vivo in Boulevard
de la Liberté’
rispose lei.
‘Praticamente vivo dietro di te,
giusto?’ chiese lui.
‘Precisamente’
rispose lei, riprendendo a camminare con lui a fianco.
‘Beh,
se devo dirti la
verità mi fa piacere...voglio dire, non conosco ancora
nessuno in pratica, direi che ho avuto un colpo di fortuna’
‘Felice
di essere stata giudicata positivamente...beh, se ti va possiamo fare la strada
insieme domani mattina, che ne dici?’ propose Maya,
chiedendosi dove avesse trovato il coraggio di uscirsene
con una frase del genere.
‘Volentieri,
grazie...alle otto in
fondo alla via?’
‘Perfetto...ah, senti, se dovessero
esserci due ragazzi che ti guarderanno come se volessero farti del male
non ti preoccupare, è una storia abbastanza lunga...te la
spiegherò, ok?’
‘Ok’
rispose lui, divertito.
‘Beh,
io giro qui...di nuovo
piacere di averti conosciuto Seb,
ci vediamo domani mattina’
‘D’accordo,
buona serata Maya’
‘Altrettanto,
ciao!’ lo salutò lei, imboccando la strada dove
abitava.
Maya
sorrideva smodatamente mentre camminava verso casa sua: quella giornata
aveva avuto una svolta decisamente
interessante e molto, molto gradita.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Maya
uscì di casa
decisamente di buon’umore, destando notevole preoccupazione
in sua madre, che non era affatto abituata a vederla sorridente e
allegra alle otto di mattina.
‘Ciao
Maya!’ la salutò Pierre, che come al solito la aspettava pochi
metri fuori casa.
‘Buongiorno
Pierre!’ lo salutò lei ‘Tutto ok?’
‘Non
c’è male, grazie’ rispose lui,
chiedendosi come mai la ragazza fosse tanto allegra.
I
due si diressero verso la fine della via e Pierre aveva già
pronta la sua espressione seccata per Chuck,
ma dovette modificarla in una shockata quando vide un ragazzo che non
aveva mai visto di fianco a Chuck,
il quale osservava il nuovo arrivato piuttosto sorpreso.
‘Ciao
Maya!’ disse Seb
alla ragazza.
‘Ciao
Seb! Loro sono Pierre e Chuck, ragazzi, lui è
Seb, è arrivato da poco qui
a Montréal’
‘Piacere
di conoscervi’
disse Seb.
‘Ciao...’ risposero in coro
i due, sotto shock: questa proprio non se l’aspettavano e non
gli piaceva affatto.
‘Bene,
andiamo?’ chiese Maya, dirigendosi verso la scuola insieme a Seb e prontamente affiancata da
Pierre e Chuck,
piuttosto perplessi.
Poco
prima del cancello, il cellulare di Seb
iniziò a squillare, allora il ragazzo si scusò
con gli altri e si fermò per rispondere, mentre Maya, Chuck e Pierre entrarono nel
cortile.
‘Ragazzi,
aria, ho bisogno di
Maya, adios!’
disse Laure non appena ebbero varcato la soglia, prendendo Maya per il
polso e lasciando i due molto perplessi sul cancello.
‘Ehy, che
c’è?’ chiese Maya.
‘Grande
notizia: ho saputo che c’è uno nuovo e pare che
sia incredibilmente bello...’
‘Laure...’
‘Ho
chiesto a Maelle, ma
non mi ha saputo dire molto...’
‘Ah,
mi chiedevo dove fossi
finita Maya!’.
Laure
si voltò e si
trovò davanti a Seb,
allora si voltò verso Maya, poi di nuovo verso il ragazzo,
incredula.
‘Laure,
lui è Seb,
è arrivato un paio di giorni fa...Seb, lei è Laure, la
mia migliore amica’
‘Piacere
di conoscerti...tu
saresti quella che vive per la biologia, giusto?’ chiese lui,
stringendole la mano.
‘Precisamente...piacere mio,
comunque...’ rispose Laure, sorridendo a sua volta.
In
quel momento suonò la campana della prima ora, allora i tre
si diressero verso l’entrata.
‘Cosa
ti aspetta alla prima ora, Seb?’
chiese Laure al ragazzo.
‘Geografia...’
‘Avverto
un notevole entusiasmo nella tua voce...’
commentò la ragazza ironicamente.
‘Io
odio con l’anima
la geografia...’ rispose lui.
‘Beh,
alla prossima ora c’è Larson,
direi che è meglio, no?’
‘Oh
sì, decisamente...’
rispose lui.
‘Oh
no, anche tu topo di biblioteca?’ chiese Laure.
‘E
fiero di esserlo’ confermò lui.
‘Perfetto,
ci mancava solo quello che le dà corda...’
rispose Laure, facendo ridere Seb
e beccandosi una gomitata nel fianco da parte di Maya, poi le due
entrarono nella loro classe mentre Seb
si diresse a geografia.
‘Tu
mi devi raccontare tutto!’ intimò Laure a Maya,
una volta che si furono
sedute al loro banco.
‘Non
c’è molto da raccontare...ieri
sera l’ho incontrato in corridoio, abbiamo scoperto di
abitare uno dietro all’altro e stamattina siamo venuti a
scuola insieme’ spiegò Maya.
‘Frena,
frena, frena...stamattina?
E come l’hanno presa Pierre e Chuck?’
chiese curiosa Laure.
‘Mi
sembravano leggermente shockati, ma mi aspettavo una rissa, per cui
direi che l’hanno
presa bene...’
‘E
tu che mi dici?’
‘Cosa intendi?’
‘Andiamo Maya...ti piace,
vero?’ chiese la ragazza, sorridendo allusivamente
all’amica.
‘Lo
conosco da meno di ventiquattr’ore,
come faccio a dirti se mi piace...’
iniziò Maya.
‘Quindi
se ci provassi io non ti
darebbe fastidio...’ la provocò Laure.
‘...E va bene, forse un
po’...’ fu costretta ad ammettere Maya
‘Tieni giù le mani, l’ho visto prima
io!’ aggiunse poi scherzosamente.
‘Tranquilla...ci vuole ben altro per
togliermi tu sai chi dalla testa...’
‘David?’
‘Shh! Abbassa la voce!’
le intimò Laure, tappandole la bocca, ma fu costretta a
liberare subito l’amica perché la professoressa di
matematica era appena entrata in classe e le aveva lanciato
un’occhiata poco rassicurante.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Chuck e Jeff entrarono in mensa a pranzo
e dopo aver comprato qualcosa da mangiare si guardarono intorno per
cercare un tavolo, o meglio,
Jeff cercava un tavolo, Chuck
cercava il tavolo di Maya.
Quando
la trovò
dovette ingoiare un boccone decisamente amaro: Maya e Laure erano al
tavolo con quel Seb e
sembravano entrambe molto allegre e divertite.
Chuck si scusò con Jeff,
dicendo che aveva dimenticato il cellulare nello zaino e si diresse
verso l’uscita della mensa, guardandosi attentamente intorno.
Non
appena vide Pierre e David dirigersi verso la mensa, si diresse verso di loro, prese
Pierre per un braccio e lo trascinò lontano dalla folla
mentre David e Jeff, che aveva seguito l’amico, li
osservavano preoccupati.
‘Che
diavolo vuoi Chuck?’
chiese Pierre, piuttosto seccato.
‘Credo
che io e te dobbiamo
fare una chiacchierata...’ rispose l’altro.
‘A
che riguardo? Guarda che non sarò io a lasciar perdere...’
‘Credo
proprio che se le cose vanno avanti così dovremo lasciar perdere
entrambi...’
‘Che
vorresti dire?’ chiese Pierre, incuriosito.
‘Maya
sta pranzando con Seb e
mi sembra che ci si trovi molto bene...’
‘...Sì?’
‘Sì...quindi ho una proposta: per il
tempo necessario ci alleiamo...direi che conviene ad entrambi...dopo di
che rivali come prima, che ne dici?’
‘...Quale sarebbe il piano
d’azione?’ chiese Pierre.
‘Di
questo ne parliamo con
calma...siamo d’accordo?’ chiese Chuck, porgendogli la mano.
‘D’accordo’ rispose
l’altro, stringendogli la mano.
Dall’altro
lato della stanza, Jeff e David guardavano la
scena stupefatti, poi si lanciarono un’occhiata
preoccupata: qualunque cosa quei due avessero in mente, era
matematicamente certo che anche loro ci sarebbero finiti in mezzo.
°°°°°°°°°°°°°°°°
La
mattina successiva, Pierre e David erano seduti sul muretto del cortile
della scuola e Pierre era intento ad
osservare Maya, Laure e Seb
che chiacchieravano: lui e Chuck
avevano stabilito che la prima mossa era studiare il nemico e
l’unico modo era osservarlo.
‘Certo
che io le donne proprio non le capisco...voglio
dire, ne ha due ai suoi piedi che fanno la guerra per lei e appena
arriva un altro...’
‘Mmhmmh...’
annuì David.
‘Che
poi che ci troverà...simpatico,
ok...osiamo pure carino, anche se non è che me ne
intenda...’
‘Mmhmmh...’.
Pierre
si voltò verso l’amico e lo squadrò per
un attimo, perplesso.
‘Ieri
sera io e Jay ci
annoiavamo a morte e abbiamo deciso di rompere la routine facendo bunjeejumping
dal tetto di casa...uno spasso...’
‘Mmhmmh...’
‘Dave!’
‘Eh?
Che c’è, perché urli?’ chiese
David, riscuotendosi.
‘Si
può sapere dove
diavolo hai la testa?’ chiese Pierre.
‘Ma io ti stavo
ascoltando!’
‘Sì?
E di che parlavo?’
‘...Di Maya?’ chiese
l’altro, alzando un sopracciglio.
‘Se
stai cercando di dirmi che sono prevedibile, non è divertente...e comunque no, non parlavo di
lei’
‘Maledetta
sfortuna...’
rispose l’altro: proprio l’unica volta che non
parlava della ragazza lui doveva distrarsi.
‘Piuttosto,
a che stavi pensan...’
iniziò Pierre, ma improvvisamente ebbe
un’illuminazione e si voltò verso David con un
sorrisetto.
‘Qualcuno
qui ha una cotta per Laure...’
disse il ragazzo, ricevendo un’occhiataccia da parte di Dave.
‘Stai
zitto Pierre’ gli intimò.
‘Ci
ho azzeccato, vero?’
‘Pensa
a Maya, che agli affari miei ci penso
io’
‘Solo
una domanda...ti
prego!’ implorò Pierre.
‘Ok,
ok!’
‘Perché
la eviti come la peste se ti piace?’
‘Io...’ iniziò
David, evidentemente in imbarazzo ‘Non lo so...quando me la
trovo vicino...non lo so, inizio a comportarmi da idiota’
‘Beh,
penseremo anche a questo...’
‘No
Pierre, no, agli affari miei ci penso io, ok?’
‘Ok,
ok, calma... se cambi idea...’
‘Non
credo proprio!’ rispose David, prendendo il suo zaino e
dirigendosi verso l’ingresso, seguito dall’amico,
che non si era ancora levato dal volto il sorrisetto soddisfatto di
poco prima.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Spiacente,
siamo chiusi’ disse Maya a chiunque volesse prendere un libro
in prestito in quel momento, era troppo stanca persino per pensare di
compilare la scheda per il prestito.
‘Ed
io stasera che faccio senza libro?’ chiese una voce familiare.
‘Ciao
Seb’ rispose
Maya, sorridendo ‘Per te
potrei fare un’eccezione...non sia mai che ti faccia morire
di noia stasera’
‘E
se invece ti proponessi di uscire con me stasera?’ chiese il
ragazzo.
Maya
rimase stupita da quella proposta, erano quasi due mesi che ci sperava,
ma non credeva che potesse succedere davvero.
‘Direi
che per quanto i libri siano i migliori amici dell’uomo,
è necessario esplorare nuove frontiere...’
‘Lo
prendo per un sì?’
‘Sì’
rispose Maya.
‘Ok...per le otto?’
‘Se
mi dai una mano a chiudere qui potrei anche farcela...’ rispose lei.
‘Su,
al lavoro!’ la incitò il ragazzo, facendola
scoppiare a ridere.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Oh
mio Dio, non mi sveglierò mai domani mattina...’ disse Maya.
‘Vuoi
dire stamattina...è
mezzanotte e mezzo, sai?’ le fece notare Seb.
‘Perfetto,
non mi alzerò, è deciso’
decretò Maya.
‘Sei
arrivata, credo...’
disse Seb, fermando
l’auto davanti a casa della ragazza.
‘Già...beh...’
‘Mi
sono divertito stasera...molto’
la precedette lui, sorridendole.
Lei
abbassò appena lo sguardo: non era assolutamente possibile
che ogni volta che lui la fissava
con quei suoi straordinari occhi azzurri lei andasse completamente in
tilt.
‘Anch’io...molto’ rispose,
sorridendo a sua volta.
Rimasero
in silenzio per qualche secondo, entrambi indecisi su cosa dire.
‘Beh...visto che a quanto pare ci
siamo divertiti entrambi, posso sperare in un bis?’ chiese il
ragazzo.
Maya
sorrise appena, poi lo colse
di sorpresa sporgendosi verso di lui e sfiorandogli appena le labbra
con le proprie.
‘Certo’
riuscì a rispondere lei prima che lui l’attirasse
di nuovo a sé per baciarla.
‘A
domani...’ lo
salutò lei, una volta che si furono divisi, mantenendo
però le loro mani intrecciate.
‘A
stamattina, te l’ho già detto...’
le rispose lui, appoggiando la sua fronte contro quella della ragazza.
‘Scusa,
hai ragione...pignolo...’
ribattè lei,
aprendo la portiera per scendere ‘Notte’
‘Notte’
rispose lui, lasciandole andare a malincuore la mano.
Seb aspettò che lei
rientrasse in casa e poi partì, decisamente
su di giri: quel trasferimento a Montréal
si era rivelato la cosa migliore che potesse capitargli.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Salve a tutti!
E fu così che dopo
essere sparita per una decina di ere glaciali Lady Numb
riapparve dal nulla! Cosa voletefarci…un
po’ Internet non mi permetteva di pubblicare, un
po’ avevo cause di forza maggiore che mi impedivano di
dedicarmi alla scrittura (la chiamano laurea…)…
Comunque… dopo avergli attribuito un ruolo
marginale nelle precedenti storie (e dopo essermi sentita un verme per
la pessima figura fatta fare al caro Pierre) Lady Numb ha deciso di
dedicare una storiella anche ai Simple Plan!
Come credo sia chiaro, ci
proiettiamo in una dimensione in cui i cinque sono dei ragazzi
normalissimi, non la famosa band che conosciamo oggi...
Spero che la storia vi intrighi... sarà
piuttosto breve, quattro minicapitoli, ma spero di ricevere le vostre
recensioni comunque...dai, ditemi cosa ne pensate!^__^
La
mattina successiva, Pierre si stava dirigendo come al solito verso casa di
Maya, ma si bloccò a distanza di sicurezza quando vide Seb fermo davanti al
cancello della ragazza.
Rimase
nascosto dietro un albero ad osservare quello che accadeva e dopo pochi minuti
vide Maya uscire di casa, avvicinarsi a Seb e baciarlo.
Per
poco non gli venne un colpo, decisamente la tattica di contrattacco che lui e
Chuck avevano adottato faceva acqua da tutte le parti.
Immediatamente
compose il numero del ragazzo che, ne era certo, li stava aspettando in fondo
alla via.
‘Pierre?’
‘Chuck,
fidati di me, sparisci’
‘E
perché dovrei?’
‘Fidati
di me Chuck...ci troviamo in cortile, riunione di emergenza’
‘E
va bene, a dopo’ si rassegnò l’altro, riattaccando.
Nel
frattempo, Seb e Maya si stavano dirigendo verso la scuola mano nella mano e la
ragazza si guardava intorno preoccupata.
‘Che
c’è?’ le chiese Seb, notando il suo atteggiamento.
‘Niente,
è solo che...non trovi che sia strano che Chuck e Pierre non si siano visti
stamattina?’ chiese la ragazza.
‘In
effetti non è affatto normale...forse si sono rassegnati...’ azzardò lui,
ricevendo in cambio un’occhiata scettica da parte della ragazza ‘Ok, ok,
improbabile...non lo so Maya, so solo che credo mi vada meglio così...se ci
vedevano per mano era la volta buona che mi facevano seriamente del male...’
‘Dai,
non credo che arriverebbero a tanto...’ rispose lei e stavolta fu Seb che la
guardò scettico ‘Ok, forse... comunque, ora abbiamo un problema più importante’
‘Sarebbe?’
‘L’uragano
Laure, mi sembra ovvio’ rispose Maya ridendo, come se fosse la cosa più
elementare del mondo.
‘Già,
hai perfettamente ragione’ concordò Seb, divertito a sua volta, mentre si
apprestavano ad entrare in cortile.
Maya
e Seb per poco non scoppiarono a ridere davanti agli occhi sgranati di Laure e
si diressero verso di lei, che già dallo sguardo chiedeva spiegazioni.
Essendo
entrambi concentrati su Laure, fortunatamente non si accorsero di Chuck, cui
per poco non veniva un colpo, e di Pierre, che aveva un’espressione più buia
della notte.
‘Tutto
ok Chuck?’ chiese Jeff all’amico, preoccupato.
‘Tutto
sbagliato...abbiamo sbagliato tutto, tattica completamente sbagliata’ disse
Pierre.
‘Bisogna
passare al contrattacco’ disse Chuck, dopo essersi ripreso.
‘Perché
semplicemente non lasciate perdere?’.
Sia
Chuck, sia Pierre si voltarono verso Dave, confusi.
‘Andiamo
ragazzi, siate realistici una volta tanto...sono mesi che morite dietro a Maya,
lei vi ha sempre fatto chiaramente capire che eravate solo amici, voi avete
insistito, ok, affari vostri, ma adesso lei è felice e glielo si legge in
faccia e se ci tenete a lei quanto dite dovreste essere contenti per lei e
lasciar perdere, possibilmente levarvi quest’ossessione dalla testa e perché
no, tornare ad essere amici...non avete notato che negli ultimi due mesi siamo
stati un bel gruppo? Mio Dio, eravate amici prima di Maya, possibile che per
una ragazza vi dobbiate ridurre a farvi la guerra?’.
Pierre
e Chuck rimasero a fissare David senza saper cosa dire: in effetti descritto
così il loro comportamento degli ultimi mesi sembrava proprio assurdo.
‘In
effetti eravamo una bella squadra ultimamente...’ ammise Chuck.
‘E
anche prima di Maya...’ aggiunse Pierre.
‘E
che senso ha perdere tutto questo tempo per una ragazza che ce lo ha sempre
detto che non ce n’era?’ continuò Chuck.
‘Amici?’
disse Pierre, rivolto all’altro.
‘Ci
sto!’ acconsentì Chuck, battendogli il cinque.
‘Bravi,
questi sono il Pierre e il Chuck che mi ricordavo io!’ disse Dave, dando una
pacca sulla spalla a Pierre, mentre Jeff faceva lo stesso con Chuck.
‘Ora
non vi resta che parlare con Maya...’ disse Jeff.
‘Eh?’
chiesero Chuck e Pierre in coro.
‘Ragazzi,
non è che potete evitarla ora...dovete mettere le carte in tavola e
possibilmente farle capire che siete contenti per lei...lei ci tiene a voi come
amici in fondo, questo è chiaro, non credete?’ spiegò Jeff.
‘...Ma
che caspita hanno oggi questi due che le sanno tutte?’ chiese Pierre a Chuck,
stupito.
‘E
state zitti!’ gli intimò David, dando una pacca in testa ad entrambi e
dirigendosi verso l’entrata, ignorando le proteste degli altri due e seguito da
Jeff, che si reggeva a malapena in piedi a causa delle risate.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Che
carini!’ commentò Laure, una volta che Maya ebbe finito di raccontarle quello
che era successo fra le e Seb la sera prima ‘Ma Pierre e Chuck lo sanno?’
‘Non
lo so, ma credo che mi abbiano vista stamattina in cortile...in effetti non ci
ho fatto caso, ma sono quasi certa che loro abbiano fatto caso a me e
soprattutto a Seb...’
‘Altamente
probabile...ehy, parli del diavolo...’
‘Dove?’chiese
preoccupata Maya.
‘Dietro
di te, a pochi secondi...’ rispose Laure.
‘Ehy
Maya, possiamo parlarti?’ chiese Pierre, quando fu vicino alle ragazze, che si
lanciarono uno sguardo confuse notando che il ragazzo aveva usato il plurale.
‘Ok...’
acconsentì Maya, seguendo Pierre e Chuck fuori dall’aula.
‘Allora
Maya...’ iniziò Pierre.
‘L’abbiamo
provato per un po’ il discorso, ma credo che improvviseremo...’ continuò Chuck.
‘...Sto
iniziando a preoccuparmi, ragazzi’ disse Maya, squadrandoli confusa.
‘Ok,
andiamo al dunque: abbiamo riflettuto...’ disse Pierre ‘O meglio, Dave e Jeff
ci hanno fatto riflettere...’ precisò poi.
‘A
seguito delle nostre riflessioni abbiamo capito che il nostro comportamento
degli ultimi mesi è stato assurdo e infantile’ spiegò Chuck.
‘Esatto...e
inoltre siamo contenti per te e Seb, sul serio, e vorremmo chiederti se pensi
di essere ancora in grado di sopportarci e quindi potremo restare amici’
concluse Pierre.
Maya
rimase a fissarli qualche istante, letteralmente senza parole, mentre i due la
osservavano in attesa.
‘Ragazzi...ma
certo che possiamo restare amici...sono dieci mesi che sto cercando di farvelo
capire...io sono senza parole, sto farneticando, scusate...’
‘Quindi
ricominciamo da zero?’ chiese Chuck.
‘Ma
certo!’ rispose lei, sorridendo.
‘Fantastico...adesso
direi che dobbiamo scappare Pierre, siamo già largamente in ritardo per
chimica...’
‘Vero...ci
vediamo allora Maya!’ disse Pierre, salutando la ragazza mentre veniva
trascinato a forza da Chuck, che rivolse a sua volta un cenno di saluto a Maya,
verso l’aula di chimica.
La
ragazza rientrò in classe, dove la stava aspettando una curiosissima Laure, la
quale rimase sbalordita quanto lei quando le riferì la conversazione avuta con
i due ragazzi.
‘Incredibile...questa
storia sembra un miracolo...’ commentò Laure.
‘Già...e
sai qual è la cosa che mi ha fatto più piacere?’
‘Cosa?’
‘Finalmente
si sono ricordati di essere amici...si facevano la guerra, ma loro prima erano
amici e mi sono sempre sentita in colpa per essere la causa della loro
rivalità...e fra l’altro, ora che ci penso...sai cosa significa se siamo tutti
amici?’ chiese Maya, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono,
almeno secondo Laure.
‘Cosa?’
chiese dubbiosa l’altra.
‘Che
tu e Dave dovrete necessariamente rivolgervi la parola...’ rispose l’altra.
‘Piantala
Maya!’ le intimò Laure.
‘Vedremo
chi avrà ragione...’ disse Maya.
Laure avrebbe voluto replicare, ma in quel momento entrò
il professore e fu costretta a tacere, non prima di aver tirato un calcio sotto
il banco a Maya, che sfoggiava un sorrisetto soddisfatto.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Ho
parlato con Pierre e Chuck oggi’ esordì Maya a pranzo, non appena Seb si fu
seduto al tavolo con lei, Laure si era infatti momentaneamente trasferita al
tavolo con gli altri per dare modo ai due di affrontare il discorso.
‘...Dammi
il tempo di sedermi almeno...’ commentò lui ‘Quindi? Quanto sono nei guai? Devo
stargli alla larga?’
‘No,
anzi...riassunta in poche parole, mi hanno detto che si sono resi conto di
essere stati asfissianti, che sono tanto felici per noi e che sarebbero felici
se potessimo essere tutti amici...’.
Seb
inclinò la testa, molto perplesso.
‘Sicura
di aver capito bene?’ chiese dopo qualche istante.
‘Direi
che mi sembra più che ragionevole...sono incredulo’
‘Idem,
credimi...e adesso che ne dici se li raggiungiamo tutti quanti?’
‘Andiamo!’
disse lui, alzandoli e dirigendosi insieme alla ragazza verso il tavolo dove
tutti gli altri erano impegnati in una discussione molto animata.
‘Mio
Dio, Pierre, sei disgustoso!’ stava urlando Laure, nascondendo la testa dietro
la spalla di Chuck.
‘Che
succede qui?’ chiese Maya, attirando l’attenzione di tutti su lei e Seb.
‘Vi
prego, fatelo smettere!’ li implorò David.
‘Che
sta facendo?’ chiese di nuovo Maya, mentre tirava una gomitata nel fianco a
Seb, che stava ridacchiando sommessamente.
‘Sta
facendo commenti disgustosi sul cibo di ciascun vassoio!’ le rispose Chuck.
‘Io
lo sapevo che non dovevo prendere il cibo al self-service!’ disse Laure,
continuando a nascondersi dietro a Chuck.
Maya
rimase qualche istante in silenzio, poi alzò le spalle.
‘Tanto
noi abbiamo i panini!’ commentò infine la ragazza, sedendosi con Seb fra Chuck
e Jeff.
‘Infami!’
gli urlò Laure, allungandosi addosso a Chuck per colpire i due.
‘Ahia!’
si lamentò Seb, dopo che Laure lo ebbe colpito piuttosto violentemente.
‘Mio
Dio, Maya, Seb, non avrete mica intenzione di mangiare quei panini? Sembrano
vecchie suole di scarpe!’ disse Pierre.
Maya
e Seb si scambiarono un’occhiata perplessa, poi lanciarono un’occhiataccia a
Pierre.
‘...Io
in fondo non avevo poi tanta fame’ disse la ragazza.
‘Già...’
le fece eco Seb.
‘Ve
lo avevo detto!’ disse David, dando poi una sberla in testa a Pierre, notando
che stava per parlare di nuovo e facendo scoppiare tutti a ridere, mentre
Pierre si massaggiava la testa dolorante squadrando molto male l’amico.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Quattro mesi dopo…
Aprile 1998
‘Io
odio, odio, odio la biologia!’ si lamentò Maya, mentre si dirigeva verso la
mensa.
‘Ok
tesoro, ma per favore, calmati...’ le rispose Seb, circondandole la vita col
braccio e tirandola verso di sé.
‘Non
funziona Seb, non funziona, io odio la biologia, ma odio ancora di più le
ricerche di biologia in gruppo con Caroline Dubois!’
‘Sarebbe
quella che ci ha provato con me alla festa di Michel il mese scorso?’
‘Capisci
perché la odio?!’ si lamentò lei.
‘Al
massimo dovrebbe odiarti lei perché sto con te e non ho la minima intenzione di
cambiare idea’ la rassicurò lui, dandole un bacio sulla fronte.
‘Adulatore...’
commentò lei, sorridendo e abbracciandolo a sua volta ‘Però continua per
favore...’ aggiunse poi, facendolo ridacchiare.
‘Non
me lo farò ripetere due volte...’ risposelui, stringendola maggiormente a sé ‘Oh cielo...’ disse poi lui,
osservando qualcosa davanti a sé.
‘Che
c’è?’ si informò lei.
‘Le
facce di quei tre non promettono nulla di buono...’ le rispose, indicando
Pierre, Chuck e Jeff, che si dirigevano a passo di marcia verso di loro.
‘Seb,
dobbiamo sequestrarla un secondo’ disse Chuck, non appena furono arrivati di
fronte a loro.
‘Pensate
di riportarmela viva?’ chiese lui.
‘Non
preoccuparti, ci serve viva...’ gli rispose Pierre.
‘Allora
ok’ rispose Seb, ricevendo un’occhiata sconcertata da Maya.
‘Traditore!’
esclamò lei, mentre Chuck e Jeff la trascinavano verso il cortile.
‘Che
c’è?’ chiese la ragazza, una volta che i tre l’ebbero fatta sedere su una
panchina.
‘Dobbiamo
affrontare un discorso serio’ disse Chuck, sedendosi alla destra della ragazza.
‘Un
discorso serio e necessario’ aggiunse Pierre, sedendosi a sinistra.
‘...Ho
paura Jeff’ disse Maya, rivolgendosi al ragazzo, che si trovava in piedi di
fronte a lei.
‘Tranquilla...credo
proprio che ti troverai d’accordo con noi...’ la rassicurò Jeff.
‘Quindi?’
chiese lei.
‘Tu
pensi che a Laure interessi qualcuno?’ le chiese Pierre.
Sul
volto di Maya si dipinse un sorriso inquietante, squadrò i tre, poi il suo
sguardo si fissò su Pierre.
‘Qualcuno
tipo Dave?’ chiese lei.
‘Vedo
che ci capiamo alla perfezione...’ osservò Pierre, soddisfatto.
‘Quindi
non siamo tutti impazziti’ commentò Chuck.
‘Io
non ve l’ho mai detto, ma ci avete azzeccato in pieno...che mi dite di Dave
piuttosto?’ si informò la ragazza.
‘Cotto
alla perfezione’ le rispose Pierre ‘Manca solo la spintarella necessaria...’
‘E
se tu dessi una spintarella anche sull’altro fronte...’ disse Chuck.
‘Ci
posso provare...ma non sarà facile, Laure è una testa dura...’
‘Mai
quanto David, fidati di noi...’ le rispose Jeff.
‘Certo
che anche Dave potrebbe avere un atteggiamento diverso...ammetto che ha fatto
progressi rispetto a quando la evitava come la peste, però potrebbe dimostrarsi
un po’ più intraprendente...’
‘Dave?’
disse Chuck scettico.
‘David
Desrosiers intraprendente?’ gli fece eco Pierre, usando lo stesso tono ‘Bella
battuta, Maya...’
‘Ok,
ok, ricevuto il messaggio...comunque, buono a sapersi, io ci metterò tutto il
mio impegno...e credo che Seb potrebbe tornarmi utile...’
‘Brava,
coinvolgi chi di dovere...’ approvò Chuck.
‘E
dopo che abbiamo sistemato quei due, sistemiamo te e Marie!’ gli disse Maya,
facendo scoppiare a ridere Pierre e Jeff, mentre Chuck la guardava molto, molto
male.
‘Maya,
ti prego, no...’ la implorò lui: un mese prima Chuck aveva conosciuto ad una
festa una ragazza del terzo anno, Marie appunto, che indubbiamente lo aveva
molto colpito e da quando Pierre e gli altri se ne erano accorti, per il povero
Chuck non c’era più stata pace.
‘Ok,
la smetto...adesso andrei a mangiare, vi unite a noi?’
‘Magari...ho
una verifica di storia dopo, vado in classe a ripassare...’ disse Jeff, salutandoli
e dirigendosi verso l’ingresso.
‘Noi
dobbiamo raggiungere David, lo abbiamo mollato con una scusa’ disse Pierre.
‘Patetica,
fra l’altro’ commentò Chuck, beccandosi una sberla sulla spalla da Pierre, poi
tutti e tre si diressero verso l’ingresso e si salutarono, i ragazzi andarono
alla ricerca di David e Maya si diresse verso la mensa, dove trovò Seb e Laure
già seduti ad un tavolo che pranzavano.
‘Ehy,
che volevano?’ chiese Laure, alla quale Seb aveva raccontato del sequestro di
Maya ad opera dei tre ragazzi.
‘Niente,
questioni private’ rispose lei.
‘Devo
iniziare a preoccuparmi?’ le chiese Seb, circondandole le spalle col braccio.
‘Piantala...’
rispose lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.
‘Voi
due siete adorabili, lasciatevelo dire...’ commentò Laure, osservandoli.
‘Grazie...ma
più che altro è merito suo’ rispose Seb.
‘Maya,
vedi di marcarlo stretto, questo ragazzo è semplicemente adorabile’ commentò
Laure.
‘Ecco,
allora vedi di guardare da un’altra parte, grazie’ le intimò scherzosamente
Maya, coprendo poi la faccia di Seb con un tovagliolo ‘Ecco, così va meglio’
commentò soddisfatta.
‘Posso
toglierlo almeno in classe?’ chiese lui, scuotendo la testa rassegnato.
‘No!
Frequenti la metà delle lezioni con la Dubois, non provarci!’ rispose Maya.
In
quel momento suonò la campanella che decretava la fine della pausa pranzo,
allora i tre si alzarono e Maya non sembrò approvare il fatto che Seb si fosse
levato il tovagliolo dalla faccia, ma il ragazzo la ignorò e le stampò un bacio
sulle labbra, ottenendo di distrarla dalla sua ossessione di nasconderlo al
mondo il tempo necessario per arrivare in classe.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Seb
suonò il campanello di casa Voisier alle nove in punto e dopo qualche istante
una trafelata Maya gli aprì.
‘Sono
in terrificante ritardo, scusami...vieni pure, ci metto dieci minuti al
massimo’ gli disse lei.
‘...Ci
sono i tuoi?’ chiese preoccupato Seb, che aveva un certo timore nei confronti
del padre della ragazza.
‘A
meno che non gli sia venuta voglia di fare una traversata dell’oceano a nuoto,
no...sono in crociera Seb, ricordi?’
‘Non
si sa mai...’ rispose lui, entrando in casa.
‘Certo,
come no...arrivo, giuro!’ disse lei, correndo al piano di sopra a finire di
prepararsi, mentre Seb si sedette sul divano e accese la televisione, iniziando
a fare zapping alla ricerca di qualcosa di interessante da guardare per passare
il tempo: conoscendo Maya, dieci minuti significava molto di più.
Contrariamente
alle sue aspettative, tuttavia, quindici minuti più tardi Maya scese in
salotto, pronta ad uscire.
‘Allora,
dove si va?’ chiese allegramente lei.
‘Shh!’
le disse lui, indicando la televisione.
‘Seb?
Da quand’è che ti interessi ai documentari sugli squali?’ chiese perplessa la
ragazza, sedendosi vicino a lui e osservando lo schermo, confusa.
‘Caspita,
è incredibile...sai che gli squali non si fermano mai, altrimenti muoiono?’ le
chiese lui, stupefatto.
‘Seb,
io odio la biologia, questo significa che più del necessario io non
apprendo...’ rispose lei, accoccolandosi vicino a lui, che le circondò la vita
col braccio.
‘E
poi ci sono un sacco di specie...’ riprese Seb.
‘Seb,
se vuoi diventare appassionato di scienze dovresti iniziare ad uscire con
Laure...’ gli disse lei, riuscendo finalmente ad ottenere la piena attenzione
del ragazzo.
‘Non
dire idiozie...’
‘Non
dico idiozie...’ ribattè lei.
‘Sai
che questa maglietta ti sta molto bene?’ le disse lui, avvicinandola a sé.
‘Grazie...’
rispose lei, avvicinandosi ulteriormente per baciarlo.
‘Però
gli squali sono interessanti...’
‘Piantala!’
ridacchiò lei, cercando di colpirlo sul braccio.
Seb
però la bloccò prima, spostandole le mani dietro la schiena.
‘Ahia!’
si lamentò lei.
‘Scusa’
disse lui, lasciandole andare le mani.
‘Povero
ingenuo...’ commentò lei, abbracciandolo.
‘Mi
hai preso in giro!’ disse lui, fingendosi risentito.
‘Sono
brava, eh?’ rispose lei, baciandolo però prima che potesse rispondere.
‘Sei
un piccolo diavolo, altroché...’ commentò lui non appena si furono divisi.
‘Potrei
offendermi profondamente...’
‘Suvvia,
un po’ di senso dell’umorismo...’
‘Ha
parlato...’ ribattè Maya, prima di baciarlo di nuovo.
‘Piccola,
io ti avviso, se continui a fare così stasera finisce che non usciamo più’ le
disse Seb.
‘E chi lo ha detto che dobbiamo per forza
uscire?’ ribattè Maya, sorridendogli.
‘Mmh...giusto,
possiamo guardare il documentario sugli squali!’ rispose Seb, ridacchiando.
‘E
piantala...’ gli intimò lei, spegnendo la televisione e baciandolo per
l’ennesima volta.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Sveglia,
è mattina, buongiorno!’ urlò Maya, saltando sul letto della sua stanza e
ricevendo come risposta un verso non meglio identificato da parte di Seb.
‘Seb?’
‘Sonno...dormire...presto...’
riuscì ad articolare lui, tirandosi le coperte fin sopra alla testa e voltandosi
dall’altra parte.
‘Tesoro
mio, sono le sette e mezza, devi ancora passare a casa a prendere i libri, che
almeno in teoria ti servono a scuola, in più se vuoi che il tuo alibi regga
dovrai informare Lucas che stanotte hai dormito da lui...’ gli disse lei,
sorridendo divertita ‘Su, che ti ho fatto il caffè, così ti svegli!’
‘...Caffè?’
disse infine lui, apparendo per la prima volta interessato.
‘Cosa
c’è di meglio per iniziare la giornata?’
‘Concordo...ehy,
quella è la mia maglietta!’ disse Seb, riferendosi alla maglia che stava
indossando Maya.
‘Sta
meglio a me, non trovi?’ chiese lei.
‘Mmh...no...’
rispose lui, prendendola per la vita e facendola sdraiare accanto a sé ‘Ma devo
ammettere che ti sta bene quasi quanto a me...’ aggiunse poi, dandole un bacio
sulla fronte.
‘Ti
sei salvato in corner...’ rispose lei, abbracciandolo.
‘Sono
bravo a salvarmi in corner...’ rispose lui ‘Questo famoso caffè?’ si informò
poi lui.
‘Arriva!’
rispose lei, mettendosi a sedere e prendendo la tazzina di caffè che aveva appoggiato
sul comodino.
‘Io
vado a vestirmi, dovresti fare lo stesso, sai?’ gli disse poi lei.
‘Se
mi ridai la maglietta...’ la provocò lui, ridacchiando.
‘Più
tardi forse!’ rispose lei, dirigendosi verso il bagno canticchiando, mentre Seb
rideva senza ritegno.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Buongiorno
a tutti!’ urlò Maya, entrando nel cortile della scuola e salutando gli altri,
che erano già arrivati e stavano chiacchierando nel loro solito punto di
ritrovo.
‘Buondì
Maya!’ la salutarono Pierre e Jeff.
‘Ciao!’
gli fecero eco Chuck e Dave.
‘Buongiorno
carissima...mmh...posso parlarti un secondo?’ le chiese Laure, saltando giù dal
muretto dove Pierre e Chuck l’avevano strategicamente fatta sedere, proprio a
fianco di Dave, e trascinando in disparte l’amica.
‘Problemi?’
le chiese Maya.
‘Non
proprio...dunque, espressione raggiante, buon umore di prima mattina e senza
Seb...devi raccontarmi qualcosa?’ le chiese l’amica, sorridendo allusivamente.
‘Forse...’
rispose vaga Maya.
‘E
dai!’ insistette Laure.
‘Mettiamola
così: Seb sta arrivando, doveva passare da casa per prendere lo zaino...’
‘L’hai
capita Maya...appena ti lasciano casa libera...’ disse Laure, ridendo.
‘Sono
una ragazza molto cattiva...’ commentò Maya, ridendo a sua volta.
‘Stai
iniziando a fare paura...guarda, è arrivato, è là con gli altri’
‘Torniamo
o hai altre domande?’ le chiese Maya.
‘Possiamo
tornare cara!’
‘No,
anzi, aspetta...sbaglio o eri seduta vicino a Dave quando sono arrivata?’ le
chiese Maya.
‘Andiamo!’
ripeté Laure, prendendo l’amica per il polso e trascinandola verso il resto del
gruppo.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Io
ho deciso: mollo tutto, è inutile che provo ad arrivare all’esame, tanto è
impossibile che passi’
‘...Il
motivo di tanta negatività, Pierre?’ chiese Seb al ragazzo, mentre aspettavano
in cortile che anche gli altri uscissero.
‘No,
ma le hai viste le domande modello? Sono incomprensibili! Che diamine ne so io
qual è il significato metaforico dei mostri all’interno del Beowulf e il perché
della scelta dei mostri?’
‘Pierre,
non per contraddirti, ma basta studiare gli appunti di Larson...’ commentò
Maya, ricevendo un’occhiata disperata di Pierre che fece ridere Seb.
‘Maya,
se tu sei un genio non significa che lo debbano essere anche gli altri...ed io
soprattutto non sono mai stato e mai sarò un genio!’ le rispose infine Pierre.
‘Se
ci credi tu...’ commentò Maya.
‘Aiuto!
Lasciami stare Chuck!’ sentirono urlare a Laure, che andò a nascondersi dietro
Seb, dal momento che nascondersi dietro Pierre avrebbe significato passare
dalla padella alla brace.
‘Che
le state facendo ancora?’ chiese Maya, rivolta a Chuck eJeff, che stavano cercando il modo di
aggirare Seb e arrivare a Laure.
‘Mi
vogliono disegnare qualcosa sul braccio!’ spiegò Laure.
‘Un
piccolo tatuaggio, che vuoi che sia...’ disse Chuck.
‘Infatti...’
gli diede manforte Jeff.
‘Voi
due siete irrecuperabili...’ gli disse Maya, scuotendo la testa.
‘Lo
hai capito adesso, Maya?’ le chiese Dave, che era appena arrivato.
‘Ci
siamo tutti, possiamo andare?’ chiese Pierre.
‘Se
questi due mi lasciano stare...’ rispose Laure.
‘Dove
andiamo?’ chiese Seb.
‘Seb,
non te lo ricordi?!’ chiese sconvolta Maya.
‘La
partita di hockey!’ disse Chuck, che distolse finalmente la sua attenzione da
Laure.
‘Vero,
perdono, memoria corta’ si giustificò Seb.
‘Andiamo,
abbiamo una squadra da distruggere!’ disse Dave, partendo a passo di marcia
verso il campo da gioco.
Due
ore dopo..
‘Ahia...’
si lamentò Dave, zoppicando.
‘Serve
una mano?’ chiese Pierre.
‘Sostienimi,
grazie’ gli rispose l’altro.
‘Cavolo,
quelli erano violenti...’ commentò Laure.
‘Violenti?
Erano dei barbari Laure, mi hanno letteralmente preso a mazzate!’ disse Dave.
‘A
me lo dici? Mi è arrivata una mazza sul braccio!’ si lamentò Chuck, poco dietro
di loro.
‘In
effetti ci sono stati momenti in cui ho temuto per voi...’ disse Maya.
‘Io
avevo già pronto il telefono per l’ambulanza...’ intervenne Seb.
‘Specie
quando quelli ti hanno squadrato malissimo per aver osato dire che dovevano
andarci piano’ commentò Jeff.
‘Ho
visto la vita passarmi davanti...’ rispose Seb, ripensandoci.
‘No
ragazzi, mi fa un male dell’anima, ci possiamo fermare un secondo?’ chiese
Dave.
‘Dici
che dobbiamo portarlo a far vedere?’ chiese preoccupato Pierre, vedendo la
faccia dolorante dell’amico.
‘Non
lo so, ma forse sarebbe il caso...’ rispose Seb.
‘Ti
dispiace se do un’occhiata?’ chiese Laure, facendo sì che tutti si voltassero
verso di lei, stupiti.
‘Beh,
che avete da guardare? Io stavo attenta alle lezioni di primo soccorso...’
disse la ragazza.
‘Ok,
fai pure, ma se puoi evita di toccarmi la caviglia, altrimenti urlo’ disse
David.
‘Vedrò
quel che si può fare...’ disse lei, sedendosi vicino al ragazzo e osservandogli
la caviglia ‘Secondo me hai solo preso una bella botta, il fatto che tu riesca
ad appoggiarla a terra significa che non è rotta, se fosse una storta sarebbe
più gonfia, quindi direi che una volta che ti è passato il trauma dovrai solo
convivere per qualche giorno col dolore’ concluse Laure e né lei, né Dave si
accorsero delle occhiatine altamente allusive che il resto del gruppo gli stava
lanciando.
‘Bella
consolazione...’ commentò Dave ‘Ma seriamente al corso di primo soccorso hanno
detto queste cose?’
‘Lo
sapreste anche voi, se foste stati attenti anziché giocare a battaglia
navale...’ rispose la ragazza, sorridendo.
‘Piano
con le offese, Laure...’ disse Chuck.
‘Infatti,
noi stavamo giocando a tris!’ continuò Dave.
‘Il
che richiede molto più cervello...’ riprese Chuck.
‘Certo!’
ribattè lei, serissima, facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.
‘Pierre,
invece di ridere come un idiota quale sei, vieni qui e aiutami a camminare’
disse Dave all’amico ‘E prima di rispondere qualsiasi cosa, ricordati che se
non mi fossi messo in mezzo sarebbe la tua caviglia a soffrire ora, non la mia’
‘Ok
piccolo martire’ rispose Pierre, ricevendo un’occhiataccia dall’amico.
‘Sai
che la tattica della crocerossina potrebbe anche funzionare?’ sussurrò Maya
all’amica, mentre il gruppo ricominciava a camminare ‘Tu che ne dici tesoro?’
chiese poi a Seb.
‘Indubbiamente
un ottimo sistema’ confermò lui.
‘No,
Seb, non ti ci mettere anche tu, ti scongiuro...’ gli intimò Laure.
‘Ma
Dave ti piace o no?’ le chiese Maya.
‘Sì...però
sai benissimo come la penso, per cui ti scongiuro...’ gli rispose l’altra.
‘Come
credi Laure, come credi...’ rispose Maya, lanciando però un’occhiata complice a
Seb, che si mise a ridere e ricevette per questo una gomitata nel fianco da
parte di Laure.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Un
mese dopo...
Maggio 1998
‘Ho
sonno!’ si lamentò Maya, appoggiando la testa sulla spalla di Seb, mentre
stavano tornando a casa dopo essere usciti da scuola.
‘Vai
a casa e dormi, piccola...’ le rispose lui cingendole la vita col braccio.
‘Non
posso, devo studiare, domani ho l’ultima verifica, poi devo iniziare a
ripassare per l’esame...’
‘Maya,
è una verifica di letteratura francese, c’è qualcosa che tu già non sappia di
letteratura francese?’
‘Sicuramente
sì’
‘Io
ci rinuncio...’ disse Seb, rassegnato.
‘Stasera
allora ti vedi coi tuoi amici?’ chiese Maya, cambiando discorso.
‘Sì,
è già da un po’ che dicono di volermi venire a trovare...eravamo un danno tutti
insieme’
‘Consolante...’
‘Farò
il bravo, promesso’ disse lui, sorridendole ‘Bene, questa è casa tua, quindi io
ti abbandono alla tua amata letteratura francese e vado a ripassare chimica...a
domani’ la salutò lui, dandole un bacio.
‘A
domani’ rispose lei, avviandosi verso l’ingresso ‘Ah, Seb?’ lo richiamò lei.
‘Che
c’è?’ chiese lui, voltandosi.
‘Fai
il bravo, lo hai promesso’ gli ricordò lei, sorridendo.
‘Agli
ordini, comandante!’ rispose lui, mettendosi sull’attenti e facendola ridere,
poi lei rientrò in casa e lui si avviò verso casa sua.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Il
giorno successivo, Maya dovette fermarsi a scuola il pomeriggio per il turno in
biblioteca, che in quel periodo era un luogo particolarmente frequentato dagli
studenti dell’ultimo anno come lei, che stavano preparandosi per gli esami
finali.
‘Questi
due, per favore’.
Maya
si sforzò di trattenere l’espressione irritata sentendo la voce di Caterine
Dubois e quando alzò lo sguardo dal modulo che stava compilando era persino
riuscita a stamparsi in volto un sorriso di circostanza.
‘Certo...allora,
questo entro sette giorni, l’altro invece entro quindici giorni’
‘Grazie
Maya...sta andando bene la preparazione degli esami?’ le chiese la ragazza.
Perfetto,
ci mancava solo che Caterine Dubois avesse voglia di fare conversazione, pensò
Maya.
Lanciò
un’occhiata dietro la ragazza e maledisse la sorte, infatti in quel momento non
c’era nessuno in attesa.
‘Non
male, grazie’ si rassegnò a rispondere Maya, sperando che il fatto di non
essersi mostrata interessata ai progressi dell’altra le facesse capire che non
aveva voglia di parlare con lei.
‘Immagino
che tu stia uscendo molto poco ultimamente...’ continuò Caterine: evidentemente
il messaggio non era stato recepito.
‘In
effetti no, preferisco studiare più che posso’ le rispose Maya, chiedendosi
dove volesse arrivare l’altra: conosceva abbastanza Caterine dasapere che il suo interessamento era molto
strano.
‘Seb
non la pensa come te, no?’.
Ecco
dove voleva arrivare, a Seb.
‘E
questo cosa vorrebbe dire?’ le chiese Maya, mostrandosi leggermente seccata.
‘Ieri
sera l’ho visto al Wellington mentre ero fuori con delle amiche’
‘Beh,
ha incontrato degli amici, non ci vedo nulla di male’ ribattè Maya.
‘Amica,
al massimo...’ disse Caterine, guardando l’altra per vedere la sua reazione.
Maya
non se lo aspettava, decisamente no, tuttavia aveva abbastanza buon senso da
non far capire a Caterine quanto quella notizia l’avesse sorpresa.
‘Caterine,
credo che questi non siano affari tuoi, comunque grazie dell’informazione, se
hai finito io avrei del lavoro da fare’
‘Ok,
ok, calma...io te l’ho solo detto...buona preparazione’ le rispose Caterine,
andandosene.
Maya
aspettò che la ragazza fosse fuori dal suo campo visivo e solo allora permise
alla preoccupazione di affiorare sul suo volto: Caterine era una di quelle
persone che amavano mettere zizzania, ma di una cosa era certa, non si
inventava le cose, per cui era assolutamente necessario un chiarimento con Seb.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Ciao
piccola!’ disse Seb quando Maya salì in auto, chinandosi verso di lei per
baciarla, ma la ragazza si scostò, lasciandolo sorpreso.
‘Tutto
a posto, Maya?’ le chiese lui, spegnendo l’auto e voltandosi verso di lei.
‘Dimmelo
tu’ rispose lei.
‘Prego?’
‘Dov’eri
ieri sera Seb?’ chiese Maya, fissandolo seria.
‘Lo
sai benissimo dov’ero, fuori con i miei amici’ rispose lui.
‘Sai
Seb...oggi ho incontrato Caterine Dubois in biblioteca...e lei dice di averti
visto con una ragazza...e guarda un po’ che strano caso proprio nel pub in cui
mi hai detto che avresti incontrato i tuoi presunti amici...’.
Seb
abbassò istintivamente lo sguardo e Maya ebbe la conferma che Caterine non si
era inventata nulla.
‘Il
fatto che tu non dica nulla devo interpretarlo come una conferma?’ chiese lei.
‘Maya...non
è come può sembrare...’ iniziò lui.
‘Certo...’
commentò lei, sarcastica.
‘Ok...è
la mia ex, ci stavo solo parlando...’
‘La
tua ex?’
‘Sì...
sono tre settimane che sto cercando di farle capire che deve lasciarmi in pace,
ma...’
‘Frena...tre
settimane hai detto?’ chiese lei, mentre lui si rendeva conto di essersi fatto
scappare un paio di parole di troppo ‘E toglimi una curiosità Seb, in queste
tre settimane oltre ad averci parlato è già successo che tu la vedessi?’ chiese
lei, ad un passo dall’essere davvero furiosa.
‘Io...’
esitò lui, pensando però che a quel punto non gli conveniva più mentire ‘Solo
un paio di volte, è successo solo un paio di volte Maya ed era solo perché lei
ha ricominciato a telefonarmi, dice che vuole venire a studiare a Montréal
l’anno prossimo e che saremmo dovuti tornare insieme...’
‘Un
paio di volte?! Un paio di volte, Seb?! E dimmi un po’, pensavi di dirmelo
prima o poi?!’ urlò lei.
‘Maya,
non è successo nulla, ci ho solo parlato’
‘Non
è questo il punto, non è questo! Mio Dio Seb, io ti credo, ma il punto è che
non me lo hai detto, non ti sei fidato di me abbastanza per dirmelo, come
faccio io a fidarmi di te?’
‘Mi
dispiace Maya, mi dispiace, ma ho pensato che fosse meglio così...’
‘Meglio
così come?! Che lo venissi a sapere da quella serpe, che lo farà sapere a tutta
la scuola?! Bel piano davvero Seb!’
‘Maya,
calmati, parliamone con calma...’ provò a calmarla lui, ma invano.
‘Calmarmi?
Non ci penso nemmeno a calmarmi, Seb! Sai qual è il problema? Che mi hai
delusa, terribilmente e non so se potermi fidare ancora di te o meno...’
‘Cosa
vorresti dire?’ le chiese Seb, alzando lo sguardo sulla ragazza.
‘Che
forse è il caso di darci un taglio, ora...se non riesco a fidarmi di te, non
credo che abbiamo un gran futuro...’
‘Maya...ti
prego...’
‘No,
finisce qui Seb... adesso è meglio che torni in casa’ disse lei, scendendo
dalla macchina prima che il ragazzo avesse il tempo di replicare e rientrando
in casa.
Il
ragazzo pensò per un attimo di seguirla, ma concluse che non avrebbe ottenuto
nulla, per cui mise in moto l’auto e si diresse verso casa sua, non potendo
fare altro che maledire se stesso.
You look so innocent
But
the guilt in your voice gives you away
(Your love is a lie, Simple Plan)
°°°°°°°°°°°°°°°°
Hello world!
Eccomi col secondo
capitolo...
Mi sento incredibilmente
sadica...e incredibilmente triste per aver fatto soffrire il mio adorato Seb,
anche se solo per finta...
Baci e recensite, please!
THANKS!
Dada88: ciao!
Beh, che dire, ti ringrazio per i complimenti!!
Guarda, Pierre è tanto bello e me gusta, però prendilo pure,
io preferisco sempre Seb!!XD
Capitolo 3 *** 3-Le destin est un petit diable ***
SP
Capitolo
terzo:
Le
destin est un petit diable
La mattina seguente, Dave
entrò nel cortile della scuola
intorno alle otto, decisamente presto, come suo solito: gli piaceva
arrivare prima
degli altri per poter smaltire da solo il malumore che caratterizzava i
suoi
risvegli e che, se lasciato libero di intromettersi nelle sue relazioni
con gli
altri, lo avrebbe reso una persona estremamente sgradevole.
Si
diresse verso il punto di ritrovo del loro gruppo e rimase decisamente
sorpreso
quando vide Maya già seduta sul muretto, non era decisamente
da lei arrivare
così presto, ma quel che era ancora più strano
era che Seb non sembrava essere
nelle prossime vicinanze.
‘Giorno
Maya’ la salutò Dave, sedendosi a fianco a lei.
‘Ciao
Dave...mattiniero’ rispose lei.
‘Potrei
dire la stessa cosa...tutto a posto?’ le domandò
lui, anche se non appena si
era trovato abbastanza vicino da poterla vedere bene in faccia si era
risposto
da solo: non, non era tutto a posto.
‘Non
esattamente...’ gli confermò lei
‘Ho...ho lasciato Seb ieri sera e volevo
evitarlo stamattina’ spiegò poi lei.
‘Ah...’
fu tutto quello che riuscì a rispondere Dave ‘Come
stai?’
‘La
verità? Uno schifo...’ rispose lei, non riuscendo
a celare un tremolio nella
voce.
‘Ehy...’
disse lui, appoggiandole una mano sulla spalla ‘Maya, sicura
che non sia meglio
che resti a casa per oggi?’
‘No,
l’ultima cosa che mi serve sono spazi vuoti per
pensare’ gli rispose lei
‘Grazie comunque...’ aggiunse poi lei, sforzandosi
di sorridergli.
‘Guarda,
c’è Laure...’ disse Dave, tirando
mentalmente un sospiro di sollievo: era una
frana a consolare le persone.
‘Maya?
E tu che ci fai già...oddio, che è
successo?’ chiese Laure, vedendo
l’espressione dell’amica.
‘Ho
lasciato Seb’ disse lei.
Laure
lanciò un’occhiata sconvolta a Dave, che per tutta
risposta alzò le spalle: la
capiva perfettamente, la sua reazione era stata esattamente identica.
‘Ti
va di parlarne?’
‘Ok...faccio
un salto in bagno prima però’ disse Maya,
alzandosi e dirigendosi verso
l’ingresso.
Laure
la osservò preoccupata, poi si rivolse a Dave.
‘La
situazione è tragica, spiega la situazione agli altri, io la
seguo, ok?’
‘Ok...ci
vediamo a pranzo’
‘A
dopo’ rispose Laure, dirigendosi verso l’ingresso.
Non
ci mise molto a trovare Maya, seduta a terra nel bagno del primo piano.
‘Allora,
che è successo?’ le chiese Laure, sedendosi a
fianco dell’amica.
‘Lo
odio!’ disse Maya, scoppiando in lacrime per la prima volta
dalla sera
precedente.
‘Ehy,
calmati...’ disse Laure, abbracciandola ‘Adesso
tira un bel respiro e
raccontami tutto’
‘Ok’
rispose l’altra, poi cominciò a raccontarle quello
che era successo.
Quando
ebbe finito, Laure rimase per qualche istante in silenzio, prima di
iniziare a
parlare.
‘Maya...io
non so cosa dire...mi dispiace, tesoro, davvero...adesso
però non devi
continuare a pensarci, se sei sicura della tua decisione vai
là fuori e fai
vedere che la tua vita va avanti tranquillamente’
‘Tu
che ne pensi?’ le chiese Maya.
‘Di
cosa?’
‘Ho
fatto bene a lasciarlo?’
‘Se
tu pensi che sia meglio per te, sì, hai fatto
bene...’
‘Ma?’
‘Ma
un bel niente, Maya...ascolta, qui non conta quello che avrei fatto io
o
chiunque altro, conta solo quello che volevi fare tu e se per te
è stata la
scelta migliore, allora va benissimo così, chiaro?’
‘Chiaro
capitano’ rispose Maya, sorridendole.
‘Allora
andiamo!’ disse Laure, prendendola per il braccio e
trascinandola verso il
cortile, dove vide che gli altri erano già arrivati e
capì dalle loro
espressioni che Dave li aveva informati di quello che era successo.
‘Buondì
ragazze’ le salutò Chuck.
‘Ciao
Chuck’ lo salutò Maya.
‘Ciao!’
salutarono in coro Pierre e Jeff.
‘L’allegro
coretto...’ li prese in giro Dave.
‘Siete
carini...’ disse Maya.
‘Ecco,
lei ci capisce...’
‘Ovvio...io
sono un mito!’ osservò Maya.
‘Certo,
certo...ecco, sta suonando la campanella mito, entriamo che
è meglio...’ disse
Laure, spingendo l’amica verso l’ingresso e facendo
cenno a Dave e Jeff di
spostarsi sulla destra di Maya, dal momento che aveva appena intravisto
Seb.
‘Ehy
Laure, come sta?’ le chiese Pierre, fermando Laure.
‘Insomma...cerca
di reagire, ma per il momento direi che è una situazione da
tenere sotto
controllo’
‘C’è
qualcosa che possiamo fare?’ chiese Chuck.
‘Per
il momento continuate ad essere voi stessi...siete comici, la fate
ridere...’
‘...Te
la perdono solo perché sono estremamente buono’ le
disse Pierre, ricominciando
a camminare mentre Laure ridacchiava.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘Aahh!’
urlò Laure mentre si sedeva a tavolo a mensa, facendo
sobbalzare tutti gli
altri sulle loro sedie e Maya al suo fianco.
‘Che
accidenti ti prende?!’ chiese Jeff.
‘Io
impazzisco...non ce la faccio a sopportare tutto questo per altre due
settimane... e poi gli esami...no, io la faccio finita
prima...’
‘Cara
Laure, ti capisco, eccome se ti capisco...’ le rispose Pierre.
‘Quanto
la fai lunga...’ si lamentò Dave, ricevendo
un’occhiata storta dall’amico.
‘Dave,
tu non capisci, non puoi capire, sei una sottospecie di
genio...’ osservò
Laure.
‘Modestamente,
mi viene naturale...’ rispose Dave, fingendo un atteggiamento
superiore.
‘Indegno,
che ci fai fra di noi?’ disse Pierre, spostando la sedia per
allontanarsi
dall’amico.
‘Infatti,
non sei...ehy, Maya, che c’è?’ si
interruppe Laure, vedendo lo sguardo strano
dell’amica.
‘No...niente,
niente...’ rispose la ragazza, riportando velocemente lo
sguardo sull’amica.
‘Non
me la conti...alla faccia, si dà da fare
quella...’ commentò Laure, capendo
cos’aveva attirato l’attenzione di Maya: pochi
tavoli più in là, Caterine
Dubois si era seduta al tavolo dove Seb stava mangiando da solo, anche
se,
doveva ammetterlo, lui non sembrava particolarmente entusiasta della
cosa.
‘No,
Maya, così non va’.
La
ragazza alzò lo sguardo su Pierre, che aveva pronunciato
quella frase, e rimase
sorpresa di trovarsi davanti anche Chuck, che fino a pochi istanti
prima era di
fianco a lei.
Laure
trattenne una risata rendendosi conto che per mettersi a fianco a
Pierre, Chuck
aveva letteralmente buttato giù dalla sua sedia Dave, che si
stava massaggiando
il fondoschiena lanciando sguardi omicidi all’amico.
‘Cioè?’
chiese perplessa Maya.
‘Maya,
dai retta a noi...’ iniziò Pierre.
‘Se
continui a piangerti addosso e a concentrarti su di lui, non otterrai
nulla...’
proseguì Chuck.
‘Tu
vuoi che lui si senta in colpa per la gran carognata che ha fatto,
vero?’
chiese Pierre.
‘Non...io
non lo so...’ rispose Maya.
‘Non
lo sai?’ chiese Laure, a metà fra lo sconvolto e
l’incredulo.
‘No...cioè,sì,
credo di sì...’
‘Allora
la soluzione è semplice: ignoralo, continua a vivere
allegramente e a
divertirti con i tuoi amici...credi a noi, non c’è
nulla che fa rodere un
ragazzo più che vedere la ragazza che gli interessa che si
diverte con altri
ragazzi...’ spiegò Chuck.
‘Voi
siete sicuri che sia una tattica che vale?’.
Chuck
e Pierre si guardarono sconvolti, poi si girarono verso Maya,
lanciandole
un’occhiata scettica.
‘...Ok,
era una domanda stupida’ si rispose Maya, capendo che loro
due si erano sentiti
esattamente in quel modo quando lei aveva iniziato a legare con Seb.
‘Che
ne dici?’ chiese Pierre.
‘Sai
che ti dico, Bouvier? Hai perfettamente ragione!’ rispose
convinta Maya,
sorridendo.
‘Così
ti voglio!’ disse Laure, abbracciandola.
‘Bene,
adesso che avete fatto, evento incredibile, qualcosa di utile, volete
ridarmi la
mia sedia?!’ intimò Dave a Chuck e Pierre.
‘Calma
Dave, se ti agiti troppo poi rischi di sentirti male...’
rispose Chuck,
alzandosi per lasciare il posto a Dave.
‘Io...io...bah,
lasciamo perdere...’ disse Dave, rinunciando a rispondere a
Chuck e tornando a
sedersi al suo posto.
In
quel momento suonò la campanella che segnalava la fine del
pranzo, allora il
gruppetto si alzò dal tavolo, mentre Dave insultava Chuck e
Pierre, accusandoli
di non avergli permesso di finire il pranzo.
Maya
decise di seguire immediatamente il consiglio dei suoi due amici e per
tutto il
percorso dalla mensa all’aula rise e scherzò con
Pierre e Chuck e a Laure non
sfuggì l’occhiata in tralice di Seb, che
passò accanto al gruppo: evidentemente
Chuck e Pierre ne sapevano una più del diavolo,
perché la loro tattica sembrava
funzionare.
‘...Jeff, azzardati a
fare ancora una volta un balletto come
quello che hai appena fatto ed io ti rinnego anche se sei
l’unico che comprende
la mia passione scientifica’ disse Laure, osservandolo
perplessa.
‘Ed io personalmente non
ti rivolgerò mai più la parola’
aggiunse Dave.
‘Ma è la
fine!’ protestò Jeff.
‘Sarebbe la fine se non
avessimo gli esami fra due
settimane, Jeff’ osservò Maya.
‘Non nominarli
Maya...’ la implorò Pierre.
‘Guarda che non
spariscono se non li nomini...’ osservò
Dave.
‘Mai smettere di
sperare...’ gli rispose Chuck, facendo
ridere gli altri.
‘Comunque, io non smetto
di essere felice, quindi
stasera tutti da me per festeggiare, ok?’ disse Jeff.
‘Ottima
idea Jeff!’ commentò
Laure.
‘Questo si chiama
parlare!’ aggiunse Pierre.
‘Allora da me alle sette
e mezza!’ disse Jeff.
‘Io vi raggiungo
più tardi però...ho il mio ultimo
turno in biblioteca’ spiegò Maya,
‘Fino
all’ultimo...’ commentò Chuck.
‘Ci puoi giurare,
Comeau...e adesso avviamoci verso
questo ultimo giorno...ultime fatiche, miei cari!’ disse
Maya, prendendo a
braccetto Pierre e Chucke
dirigendosi
verso l’entrata.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Quella sera, intorno alle otto e
mezzo, Maya
parcheggiò la sua auto davanti a casa di Jeff e
andò a suonare il campanello.
‘Maya! Giusto in
tempo!’
‘Per cosa,
Jeff?’ chiese Maya, che aveva notato
l’euforia del ragazzo.
‘La sfida
dell’anno...Formula Uno 1998...’
‘...Io prendo
Schumacher!’ disse Maya, scavalcando
Jeff e dirigendosi di corsa verso il salotto, dove riuscì a
rubare un joystick
a Pierre, che era stato colto di sorpresa.
‘Ehy, Schumacher era
mio!’ si lamentò il ragazzo.
‘Era, hai detto bene
Pierre...’ gli rispose Maya.
‘Dov’è
finito il patriottismo? Villeneuve, ecco per
chi dovreste lottare!’ li interruppe Chuck.
‘Che ci vuoi fare,
Chuck...ho una passione per
Schumy, perdonamela...e comunque, poco conta il pilota che scelgo,
quello che
conta è che chiunque tu scelga io ti
straccerò...’ lo provocò Maya,
sorridendo.
‘...L’hai
voluta tu, Voisier! Che la sfida abbia
inizio!’ rispose Chuck, sedendosi a fianco a lei sul tappeto
e dando il via
alla partita.
‘Preparati alla
sconfitta...ehy, ciao Laure!’ disse
Maya, accorgendosi dell’amica, accoccolata sul divano di
fronte alla
televisione.
‘Buonasera giovane
talento della pista...’ le
rispose l’altra.
‘Ci puoi giurare,
Laure!’ approvò l’altra, per poi
concentrarsi sulla sfida.
Laure rimase per un po’
ad osservare la gara, ma non
essendo particolarmente appassionata di Formula Uno ben presto
cominciò ad
annoiarsi e vedendo che anche Pierre e Jeff erano totalmente assorbiti
dalla
sfida e non c’era alcuna possibilità di interagire
con loro, decise di uscire
in giardino per ascoltare un po’ di musica dal suo Ipod.
Quando arrivò
all’uscita sul retro notò Dave seduto
sulle scale che portavano al giardino, allora gli si
avvicinò.
‘Posso?’ chiese
lei, facendo cenno allo spazio vuoto
sul gradino dove stava seduto il ragazzo.
‘Prego’ rispose
lui, accennando un sorriso
‘Scappata?’chiese poi lui.
‘Già...non amo
particolarmente la Formula Uno, men
che meno in versione videogioco’ rispose lei.
‘Condivido in
pieno...’
‘Tutto a posto
Dave?’ chiese lei, dal momento che il
ragazzo le sembrava piuttosto strano.
‘Sì...cioè,
no, a dire il vero non esattamente...’
le rispose lui.
‘Ok...beh, se ti va di
parlarne, io non ho
intenzione di muovermi da qui finchè quei pazzi non si
staccano dal videogame’
disse lei, sorridendo.
‘Beh...un parere esterno
in effetti non sarebbe una
brutta idea...’ osservò Dave, scrutandola incerto.
‘Ok...c’è
una cosa...un po’ folle, volendo
guardare...comunque, una cosa che ho in mente da un po’, ma
non so esattamente
se sia una buona idea...’ iniziò a spiegare lui.
‘Seh...dirò
chiaro, se la cosa può farti piacere...’
commentò lei, cui la situazione sembrava
tutt’altro che chiara.
‘Ci riprovo...diciamo che
c’è una situazione di
stallo da cui vorrei disperatamente uscire, ma ho paura che facendo
quello che
ho in mente possano esserci conseguenze di cui mi pentirei...tra cui
conseguenze fisiche per il sottoscritto, che però sarebbero
del tutto
secondarie...’
‘Vediamo un po’
se ho capito...tu hai un piano, ma
non sei sicuro che attuarlo sia una buona idea...giusto?’
chiese conferma lei.
‘Ecco, più o
meno, sì!’ rispose lui, felice del
fatto che qualcuno ci avesse capito qualcosa.
‘Bene...fermo restando
che la valutazione finale
resta a te, io credo che dovresti valutare molto a fondo le possibili
conseguenze del tuo piano...e se non sono troppo gravi, segui
l’istinto...spesso è il miglior
consigliere...’ suggerì lei.
‘Ah ah...’
annuì lui, pensieroso ‘Istinto, eh?’
‘Non è una
tecnica scientificamente valida, ma è
anche vero che senza istinto non ci sarebbero nuove scoperte, quindi
sì,
istinto, assolutamente’
‘...Istinto...’
continuò lui, facendosi sempre più
pensieroso.
‘Pensi di continuare a
ripeterlo per tutta la sera?’
chiese Laure.
‘Calcolando che al
massimo finisco al pronto
soccorso per le botte...’ continuò a mormorare fra
sé e sé Dave, tanto che
Laure dovette avvicinarglisi per capire quello che stava dicendo,
però senza
risultato.
‘Ma che stai
dicendo?’ chiese la ragazza, che stava
iniziando seriamente a preoccuparsi.
‘Quindi dici che dovrei
affidarmi all’istinto?’
‘Dave, per
l’ennesima volta, sì...’
‘E istinto sia’
concluse lui, per poi chinarsi su di
lei e sfiorarle appena le labbra con le sue.
Laure rimase per un attimo
spiazzata, non se lo
aspettava proprio e quando il ragazzo si allontanò da lei
esitò per un attimo
prima di alzare lo sguardo su di lui.
‘Desrosiers, ascoltalo
più spesso questo benedetto
istinto’ gli disse lei, poi si sporse verso di lui per
baciarlo di nuovo,
questa volta però sul serio.
‘Ho una
proposta’ disse Dave, una volta che si
furono divisi.
‘Sarebbe?’
chiese lei.
‘Un’altra
follia’
‘Tu dimmi, io forse
farò’ rispose lei.
‘Scappiamo?’
propose lui.
‘Per andare
dove?’
‘Dove ci pare’
‘Ci sto’
rispose lei ‘Scappiamo dal retro?’
‘Diabolica...ma ci
sto’ rispose lui, prendendola per
mano e dirigendosi con lei verso l’uscita posteriore della
casa di Jeff.
°°°°°°°°°°°°°°°°
‘E Schumy vince! Beccati
questa, Frentzen!’ urlò
Maya a Jeff, che nel frattempo aveva sostituito Chuck.
‘Maledizione...ma chi ti
ha insegnato a giocare,
accidenti?!’ si lamentò Jeff.
‘Monsieur
André Jerome, meglio noto come il fratello
di Laure... un vero mago’
‘A proposito di
Laure...dov’è finita?’ chiese Chuck.
‘Sarà uscita,
la Formula Uno l’annoia a morte’
rispose Maya, alzandosi e andando a controllare in giardino.
Tornò indietro piuttosto
preoccupata, infatti
dell’amica nel cortile non c’era alcuna traccia.
‘Non
c’è...’ disse Maya ‘E il
cellulare è
staccato’continuò, dopo aver provato a chiamarla.
I ragazzi sembravano
anch’essi piuttosto
preoccupati, ma improvvisamente Pierre sembrò ricevere
un’illuminazione.
‘Nessuno qui ha notato
che Laure non è la sola a mancare
all’appello?’
‘E chi...no!’
disse Chuck, capendo quello cui stava
pensando l’amico.
‘Dave...manca anche Dave,
hai ragione...ma tu
credi...’ chiese Maya, agli occhi della quale però
la situazione stava
iniziando ad apparire sotto una prospettiva tutt’altro che
preoccupante.
‘Io credo proprio di
sì...’ rispose Pierre,
ridacchiando.
‘...Fatemi capire, mesi a
studiare una strategia e
bastava che ci facessimo una partita a Formula Uno...non potevamo farla
prima?’
chiese Jeff.
‘Averlo saputo...ma
domani mi sente, non si sparisce
così!’ commentò Maya.
‘Già...direi
che per punizione Desrosiers dovrà
raccontarci molte cose...’ disse Chuck, lanciando
un’occhiata d’intesa a Pierre
e Jeff.
‘Credetemi, lo stesso
varrà per mademoiselle
Jerome...’rispose
Maya ‘Beh, a questo
punto della serata io me ne andrei...la campionessa indiscussa si
ritira...’
‘Certo, certo, solo
fortuna, Maya...la prossima
volta sarà diverso...’ ribattè Chuck.
‘...La tua
dignità è così bassa da desiderare una
prossima volta?’ chiese Maya, facendo ridere gli altri due e
ricevendo
un’occhiataccia da parte di Chuck, poi la ragazza
salutò tutti e si diresse
alla sua auto.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Il giorno successivo, Maya
andò a casa di Laure,
fermamente intenzionata ad incatenarla alla sedia se fosse stato
necessario pur
di farsi raccontare tutto.
Rimase molto sorpresa quando
André le disse che era
uscita e dal momento che la ragazza aveva calcolato tutto e aveva
staccato il
cellulare, Maya si ritrovò al punto di partenza, ossia
curiosissima e senza
nessuna idea su dove cercare l’amica.
Decise di provare a chiamare
Pierre, nella speranza
che lui avesse qualche idea su dove trovare Dave, aveva, infatti, la
netta
sensazione che trovando lui avrebbe trovato anche Laure.
‘Pronto?’
rispose il ragazzo.
‘Pierre hai una vaga idea
di dove sia il tuo
compare? Laure manca all’appello, io sto impazzendo dalla
curiosità e devo
trovarla!’
‘Tranquilla, dopo una
rapida consultazione Chuck ha
avuto l’idea giusta...fra dieci minuti all’entrata
del parco dietro la piscina,
ok?’
‘Ok!’
acconsentì Maya, riattaccando e inforcando la
sua bicicletta per dirigersi verso il parco.
Dieci minuti più tardi,
la ragazza vide arrivare
Pierre, Chuck e Jeff, quest’ultimo imprecante nei confronti
degli altri due,
che da quello che Maya riuscì a capire erano colpevoli di
aver rovesciato una
Coca Cola nell’auto del ragazzo.
‘Ehy, Maya!’ la
salutò Chuck.
‘Dite che è
qui?’ chiese lei.
‘Credo di
sì...so che a Dave questo posto piace, sai
com’è lui, un po’ pazzo, ma romantico
dentro...’ spiegò Chuck.
‘Laghetto, panchina,
fiorellini e prati verdi, il
colmo della smielatezza’ concluse Pierre.
‘Ragazzi...’
sospirò Maya.
‘Cosa?’ si
informò Jeff.
‘Basta che si accenni al
romanticismo e rivelate
subito la vostra natura antiromantica...’ rispose la ragazza.
‘Lasciamo
perdere...piuttosto, piano d’azione...’
disse Pierre.
‘Sarebbe?’ si
informò Maya.
‘Entriamo senza farci
notare...e se ci sono li
prendiamo di sorpresa...’
‘Sì...mi
piace...’ rispose la ragazza.
‘E allora
andiamo!’ incitò Chuck, entrando nel
parco.
‘Eccoli,
eccoli!’ sussurrò Jeff, facendo cenno agli
altri tre di nascondersi.
I quattro si nascosero dietro una
siepe e videro
Laure e Dave seduti su una panchina poco più in
là, “avvinghiati”, come non
mancava di specificare Pierre ogni cinque secondi, facendo
sì che Chuck
fingesse ogni volta di stare male e ricevendo in risposta gomitate nel
fianco
da Maya, che al contrario trovava i due “semplicemente
adorabili”.
Dopo qualche minuto di
osservazione, proprio mentre
i due si stavano baciando Chuck, Pierre e Jeff decisero che era il
momento di
uscire, nonostante Maya insistesse per evitarlo.
I tre la ignorarono e
sgattaiolarono fuori dal
nascondiglio, Pierre si portò dal lato della panchina dove
sedeva Dave,Chuck da
quello di Laure e Jeff rimase dietro la panchina.
‘Salve Dave!’
urlò Pierre, sedendosi a fianco
dell’amico, che sobbalzò spaventato, e mettendogli
un braccio attorno alle
spalle.
‘Salve Laure!’
urlò in contemporanea Chuck,
sedendosi a fianco della ragazza e cingendole anch’egli le
spalle col braccio.
‘Che accidenti ci fate
qui?!’ chiese Dave, piuttosto
seccato, mentre Laure si riprendeva dallo spavento.
‘Andiamo, Dave, non sei
contento di vedere i tuoi
amici?’ chiese Jeff, apparendo da dietro e facendo di nuovo
sobbalzare Dave e
Laure.
‘Una pasqua...’
rispose ironico il ragazzo,
lanciando occhiate minacciose ai tre.
‘Laure, Laure,
Laure...non si sparisce così dalle
feste’ disse Maya, appoggiandosi sul retro della panchina a
fianco a Jeff.
‘Ehm...’
iniziò Laure, alzando lo sguardo verso
l’amica.
‘Vieni un po’
con me, carissima...’ la interruppe
Maya.
‘No...no, aiuto, mi vuole
rapire...’ disse lei,
rivolgendo uno sguardo supplicante a Dave.
‘Non ci sperare
Laure...lui viene con noi...’ le
disse Pierre, prendendo Dave per il braccio e trascinandolo dalla parte
opposta
rispetto a Laure, aiutato da Chuck e Jeff.
‘Allora?’
chiese Maya, una volta che i ragazzi
furono abbastanza lontani.
‘Allora cosa,
guastafeste?’ chiese Laure, cercando
di apparire seccata, ma senza riuscirci veramente.
‘E dai, che è
successo?’ chiese Maya.
‘Che vuoi che ti
dica...’
‘Tutto, per
esempio?’ suggerì Maya.
‘Oh, e va
bene...’ si rassegnò Laure, iniziando a
raccontare all’amica della sera prima.
‘Che carino!’
commentò Maya, alla fine del resoconto
di Laure ‘Non si può certo dire che manchi di
originalità...’
‘Già...per
fortuna il destino è stato clemente e ci
ha concesso questa occasione, altrimenti saremo ancora in pieno
stallo...’
‘Oh, non preoccuparti di
quello, noi quattro stavamo
già elaborando una strategia...’ le disse Maya,
ricevendo in cambio un’occhiata
perplessa di Laure.
‘Sì...aspetta
e spera allora...’ commentò l’altra,
ricevendo un’occhiataccia da Maya ‘Adesso posso
riavere il mio ragazzo o devo
fare richiesta scritta?’
‘Non
saprei...bisognerebbe sentire cosa ne pensano
gli altri...’.
In quel momento videro Dave
dirigersi di corsa verso
di loro, seguito dagli altri tre, anzi, inseguito.
‘Vi prego,
aiutatemi!’ le implorò Dave,
nascondendosi dietro le due ragazze.
‘Che gli avete
fatto?’ chiese Maya a Chuck,
assumendo un’aria severa.
‘Noi? Nulla...’
rispose il ragazzo innocentemente.
‘Mi hanno
torturato...mancava solo la torcia puntata
negli occhi!’ si lamentò Dave.
‘Esagerato...’
minimizzò Pierre.
‘Per così
poco...’ gli diede manforte Chuck.
‘Ragazzi...vi avevo
chiesto di andarci piano...’ li
rimproverò Maya, non potendo però fare a meno di
ridacchiare ‘Almeno avete
ottenuto qualcosa di interessante?’
‘No...non si
scuce...’ le rispose Jeff.
‘Beh...direi che ho avuto
più successo di voi...’
disse Maya, mentre Laure la guardava sconvolta.
‘Non oserai...’
disse la ragazza rivolta a Maya, la
quale per tutta risposta si voltò verso Pierre, Jeff e Chuck.
‘Via, di
corsa!’ urlò Maya, iniziando a correre
seguita a ruota dagli altri tre e inseguita da Laure, mentre Dave
rimase per un
attimo indeciso su cosa fare, ma decise che era decisamente il caso di
raggiungere la sua ragazza e aiutarla prima che dettagli sulla sua vita
privata
diventassero di pubblico dominio in tutta Montréal.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Quella sera, Maya e Laure si
trovavano a casa di
quest’ultima, Laure aveva infatti concluso che non avrebbe
ottenuto nulla
uccidendo Maya e soprattutto nascondendo a Pierre, Chuck e Jeff i
dettagli
della sera precedente, quindi i rapporti erano tornati come erano
sempre stati
fra tutti loro.
Le due avevano appena cenato e si
trovavano nella
stanza di Laure a ripassare biologia, Maya aveva infatti invocato
l’aiuto
dell’amica perché l’aiutasse a capire il
senso della fotosintesi clorofilliana
Tuttavia, la voglia di studiare di
entrambe era ai
minimi storici, soprattutto quella di Laure, ancora troppo esaltata
dalla sua
storia con Dave.
‘Posso farti una
domanda?’ chiese a Maya,
distogliendo l’attenzione di entrambe dai libri.
‘Non sono sicura, ma
sì, vai’ rispose l’altra.
‘Hai più
sentito Seb?’
‘No...ha capito che non
gli avrei risposto al
cellulare e ha smesso di provarci, credo che abbia fatto un paio di
tentativi a
casa, ma mi sono fatta negare...non mi va di sentirlo, non ho nulla da
dirgli e
credo che lui non abbia niente da dirmi...o per lo meno nulla che io
voglia
sentire...’.
Laure rimase a fissarla per qualche
istante,
incerta: forse era una semplice impressione dovuta alla sua ben nota
fantasia,
ma aveva la vaga sensazione che Maya non le stesse dicendo le cose come
stavano
veramente.
‘Ne sei assolutamente
certa, Maya?’
‘Io...in
realtà no...ma mi ha fatto troppo male
Laure, mi fidavo ciecamente di lui, è stato un colpo troppo
basso...non voglio
rischiare di caderci un’altra volta...ho paura di restarci
scottata di nuovo,
ma a quel punto potrei incolpare solo me stessa e lo voglio
evitare’
‘Tu di certo hai ragione,
Maya, ma lascia che ti dia
un consiglio, se posso: non lasciare che l’orgoglio ferito
l’abbia vinta...in
fondo me lo hai detto tu stessa che gli credi quando ha detto che con
la sua ex
non ci ha fatto nulla, quindi, per quanto possa aver sbagliato, non
è stato
nulla di irreversibile...capiamoci, ha sbagliato e non ci piove, ma
questo tipo
di errori possiamo ancora considerarli nell’umano, senza
sfociare nel
diabolico, no?’ disse Laure.
‘Il ragionamento
è quanto mai intricato, sai Laure?
Comunque, suppongo che tu non abbia tutti i torti...ad ogni modo non lo
so,
davvero... e poi forse non gli importava così tanto di me,
dal momento che ha
rinunciato tanto in fretta’ rispose Maya.
‘Lasciami obiettare su
questo punto...la tattica di
Chuck e Pierre sta funzionando, fidati di me...l’ho osservato
in queste due
settimane e credimi, stava impazzendo di gelosia...e credo sinceramente
che
abbia anche paura degli altri, sa benissimo che si ergerebberoin tua difesa qualora ti
parlasse e tu lo
respingessi...’
‘Addirittura...’
iniziò l’altra, ma Laure la
interruppe.
‘Andiamo Maya, sai
benissimo che ci hai tutti dalla
tua parte e sai altrettanto bene che ci difendiamo l’uno con
l’altro, con le
unghie e con i denti se è necessario...tu lo faresti per me
e per ciascuno
degli altri, noi facciamo lo stesso’
‘In effetti hai
ragione... va bene, ci penserò, a
tutto quello che hai detto, intendo...adesso però ti
scongiuro, possiamo
tornare alla fotosintesi? La tua concentrazione cala di secondo in
secondo e io
devo capire...’
‘Non è vero
che la mia concentrazione cala!’
protestò Laure.
‘Come no...fra un
po’ i tuoi occhi proietteranno la
scritta “Dave” a caratteri cubitali e
psichedelici...’ ribattè Maya,
ridacchiando.
‘Mi prendi in
giro?’ rispose scherzosamente
indignata Laure, lanciandole un orso di peluche addosso ‘E
allora studiatele da
sole le piantine!’
‘Ok, ok, chiedo
perdono...’ si arrese Maya.
‘Così ti
voglio...’ disse Laure, assumendo poi un
atteggiamento da maestrina e iniziando a spiegare biologia a Maya, che
si
atteggiava a scolara devota, tuttavia quella farsa si concluse pochi
secondi
più tardi con le tue sdraiate a terra che ridevano senza
ritegno.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Due settimane dopo...
‘Laure, io ti amo, ti
amo, ti amo!’ urlò Maya,
uscendo da scuola e correndo ad abbracciare l’amica.
‘Guarda che potrei
diventare geloso...’ disse Dave,
che in realtà stava ridendo, Laure aveva infatti
un’espressione sconvolta dal
comportamento dell’amica.
‘Ok, Maya...adesso
mollami, altrimenti inizierò
davvero a preoccuparmi...’ disse Laure, spostando prima un
braccio, poi l’altro
di Maya dal suo collo.
‘Fotosintesi...la capivo
mentre scrivevo, capisci?
Capisci?!’
‘Sono la migliore delle
maestre...’ commentò Laure,
facendo l’occhiolino a Dave, che per tutta risposta
l’attirò a sé, facendole
appoggiare la testa sulla propria spalla.
‘Signori e signore, le
cozze viventi!’ disse Chuck,
arrivando vicino ai tre seguito da Pierre e Jeff.
‘Non sta ridendo nessuno,
Chuck, quindi smettila’
ribattè Dave, anche se in realtà Maya e Jeff
stavano ridacchiando
sommessamente.
‘Diciamo che ho risposto,
come non saprei...’
rispose Pierre.
‘Mi associo’ si
intromise Jeff.
‘Idem’ disse
Chuck.
‘Evviva la
sicurezza...’ commentò ironico Dave.
‘E tu,
Desrosiers?’ chiese Laure, alzando lo sguardo
verso il suo ragazzo.
‘Che domande...benissimo,
mi pare ovvio...’ rispose
lui, ricevendo per tutta risposta una gomitata da Laure.
‘Ehy!’
protestò lui ‘Ok, è andata
normalmente...e
comunque, di certo nulla a che vedere con Maya...’ aggiunse
poi, ottenendo una
serie di assensi da parte di tutti.
‘Su questo hai
perfettamente ragione’ disse Laure.
‘Qualcuno che voglia
sentire la mia opinione al
riguardo?’ chiese Maya, ironica.
‘Non che conti...tu fai
sempre la modesta...’ le
fece notare Pierre.
‘Ah
ah...spiritoso...’ iniziò lei, ma si interruppe,
aveva infatti incrociato con la coda dell’occhio lo sguardo
di Seb, ma lo
distolse immediatamente, tanto che solo Laure si accorse di quello che
era
successo e solo perché conosceva bene l’amica.
‘Beh, mi dispiace, ma vi
devo abbandonare!’ disse
Laure, portando l’attenzione dei ragazzi su di sé
per dare modo a Maya di
riprendersi.
‘No,
perché?’ chiese Dave, con un’espressione
talmente delusa che fece scoppiare a ridere tutti gli altri, Maya
inclusa.
‘Te lo avevo detto, ho
promesso ad André che lo
avrei aiutato a scegliere un regalo per
Hélène...con i gusti che si ritrova
finisce che le compra un modellino di automobile...’
spiegò Laure.
‘E non credo che
Hélène gradirebbe...’
commentò
Chuck.
‘Precisamente, per cui
ciao ciao...ci vediamo
stasera io e te?’ chiese lei, rivolta a Dave.
‘Contaci’ disse
lui, sporgendosi verso di lei per
baciarla.
‘Bleah!’fecero
all’unisono Chuck e Pierre, ricevendo
per tutta risposta un gesto decisamente poco galante da parte di Dave.
‘Ciao a tutti, mi
raccomando, studiate per gli
orali!’ disse Laure, dirigendosi verso il cancello
d’uscita.
‘Certo,
come no...’ commentò
Jeff.
Dave fece per ribattere, ma
l’attenzione di tutti
quanti fu attirata da un botto proveniente dalla strada e tutti si
misero a
guardare in quella direzione.
Ci fu un istante di puro gelo, in
cui tutti
fissavano increduli la strada senza riuscire a dire nulla.
‘Laure!’
urlò infine Dave, saltando giù dal muretto
e correndo verso la strada, seguito dagli altri, che sembrarono
risvegliarsi dal
torpore che li aveva presi pochi istanti prima.
I sei arrivarono in strada e Dave
si precipitò
immediatamente verso Laure, che giaceva a terra immobile dopo che
un’auto
pirata l’aveva centrata in pieno, mentre Maya
sembrò pietrificarsi sul
marciapiede alla vista dell’amica.
Riusciva a malapena a capire quello
che stava
accadendo intorno a lei, intravide Seb arrivare in strada con
l’infermiera
della scuola, vide Pierre che a fatica faceva allontanare Dave da Laure
e ad un
certo punto sentì la mano di Chuck sulla sua spalla e la
voce del ragazzo che
la chiamava in lontananza.
‘Maya, ci sei?’.
La ragazza si decise finalmente ad
annuire e
improvvisamente iniziò a tremare, allora Chuck
l’abbracciò e lei scoppiò in
lacrime.
Dopo pochi minuti arrivò
un’ambulanza, su cui i
paramedici caricarono Laure per poi ripartire a sirene spiegate.
Maya nel frattempo si era calmata,
anche se aveva
un’immagine molto offuscata di quello che succedeva intorno a
lei, c’erano solo
alcune immagini che erano stampate nitidamente nella sua mente: una era
Dave
seduto sul marciapiede in lacrime ed evidentemente sotto shock mentre
Pierre,
di fianco a lui, tentava di calmarlo, un’altra era Chuck che
la osservava
preoccupato.
Un’altra ancora era Seb,
che dopo aver chiamato
l’infermiera si era messo in disparte, ma lei vedeva che la
stava osservando
preoccupato esattamente quanto Chuck.
Poco dopo sentirono un clacson
suonare e videro
l’auto di Jeff ferma vicino al marciapiede e il ragazzo che
gli faceva cenno di
salire.
I quattro non se lo fecero dire due
volte, salirono
in auto e Jeff partì alla volta dell’ospedale.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Due ore più tardi, i
cinque ragazzi si trovavano
ancora nella sala d’aspetto, in attesa di notizie sulle
condizioni di Laure.
Tutto quello che sapevano era che
avevano dovuto
sottoporla ad un intervento per asportarle la milza e per il momento
non
sapevano altro, nemmeno i genitori di Laure erano riusciti ad avere
maggiori
informazioni.
Maya aveva passato tutto il tempo
tenendosi a
distanza ravvicinata da Chuck, aveva infatti la sensazione che sarebbe
svenuta
da un momento all’altro e probabilmente il ragazzo se ne era
accorto, dal
momento che la teneva costantemente d’occhio.
Seduto a fianco a lei, Dave
sembrava essersi
calmato, nei limiti del possibile per lo meno, infatti era ancora
evidentemente
nervoso e proprio per questo Pierre non lo aveva mollato per un attimo
da che
avevano messo piede nella sala d’attesa.
Finalmente videro un dottore
dirigersi verso di
loro, allora i genitori di Laure e André si diressero verso
di lui, mentre gli
altri rimasero seduti in attesa.
Qualche minuto dopo videro i
genitori della ragazza
seguire il medico, mentre André si diresse verso di loro,
allora Maya si alzò e
gli andò incontro.
‘Allora?’
chiese lei, temendo la risposta.
‘L’intervento
è andato bene, si è rotta la gamba
sinistra e si è fratturata tre costole, ma a sentire il
medico con il colpo che
ha preso è un miracolo che le sia andata così
bene...ha un forte trauma
cranico, la terranno in ospedale per una settimana o due, ma tutto
sommato sta
benino...adesso raggiungo i miei da lei, per oggi però non
lasciano passare
altre visite...andate a casa ragazzi, siete a pezzi, tornate domani...
e parlo
soprattutto con te Dave, ok?’ disse André,
rivolgendo uno sguardo preoccupato
al ragazzo.
‘Ok...sì,
ok...grazie André’ rispose Dave.
‘E di che? Io adesso
vado...ci sentiamo ragazzi’
disse lui, poi raggiunse i suoi nella stanza di Laure.
Maya si lasciò cadere su
una sedia, sentendosi
incredibilmente sollevata e lo stesso fece Dave sulla sedia a fianco
della sua.
‘Credo di aver perso
vent’anni di vita’ disse ad un
certo punto Dave, girando la testa verso Maya.
‘Idem’ rispose
la ragazza.
‘Praticamente non siamo
nemmeno nati...’ continuò
lui.
‘Già...’
rispose lei, prima di scoppiare a ridere,
seguita a ruota dal ragazzo.
Jeff, Pierre e Chuck li osservavano
perplessi: quei
due fino a cinque minuti prima erano una maschera di ansia e dolore e
ora
ridevano per un’idiozia, decisamente loro rinunciavano a
capirli.
‘Ok, Jeff, ti supplico,
portami a casa’ disse Maya
al ragazzo, quando si fu ripresa.
‘Sicuri di stare bene voi
due?’ chiese Chuck.
‘Mai stato meglio,
credimi’ rispose Dave,
dirigendosi insieme a Maya verso l’uscita, mentretre continuavano ad
osservarli perplessi.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Il giorno seguente,
all’inizio preciso dell’orario
di visita, Maya si trovava all’entrata
dell’ospedale e non fu affatto sorpresa
di incontrare Dave.
‘Non so
perché, ma ci avrei giurato’ disse Maya,
rivolgendo un cenno di saluto all’amico.
‘Idem’ rispose
lui, salutandola a sua volta ‘Dopo di
te’ disse poi, tenendole aperta la porta d’ingresso.
‘Gentleman...comincio a
capire Laure, sai?’ disse
Maya, ricevendo un’occhiataccia da Dave.
‘Perché prima
non la capivi, scusa?’ disse lui,
indicandosi come a dire che invece avrebbe dovuto farlo.
‘Proprio no...’
rispose lei, ridacchiando.
‘Ah ah...andiamo, che
è meglio...’ disse lui,
spingendola verso le scale, liquidando il discorso.
I due arrivarono davanti alla
stanza di Laure
proprio nel momento in cui ne usciva André, che li
guardò divertito.
‘Chissà
perché, ma lo sapevo che vi avrei trovato
qua fuori più o meno a quest’ora...entrate pure,
io sto andando e i miei sono
appena andati...tutta vostra!’ disse lui, facendo cenno ai
due di entrare.
Dave e Maya lo salutarono e subito
dopo si
affacciarono alla porta della stanza.
‘Si
può?’ chiese Maya, dando una gomitata a Dave,
che la stava usando come poggia gomiti.
‘Ehy!’ disse
Laure, allegra.
‘Buongiorno!’
la salutò Dave, approfittando di un
attimo di distrazione di Maya per scavalcarla e andarsi così
a sedere di fianco
alla sua ragazza.
‘Infame!’ si
lamentò Maya, entrando a sua volta e
occupando una sedia dall’altro lato del letto.
‘Che ci vuoi
fare...ognuno cerca di sopravvivere
come può...’ disse Dave, prendendo nel frattempo
la mano di Laure ‘E poi per
lei questo ed altro’ aggiunse poi, ricevendo in cambio uno
sguardo adorante di
Laure.
‘Mio Dio... forse Pierre
ha ragione, tu non sei
romantico, tu sei incredibilmente smielato...’
commentò Maya.
‘A me va bene
così, quindi lascialo in pace,
cara...’ disse Laure, ricevendo per questa sua affermazione
un bacio sulla
guancia dal ragazzo.
‘Lasciamo stare... come
ti senti?’ le chiese Maya.
‘Un
po’ammaccata, ma tutto sommato non male...ah,
qua dentro mi sto già annoiando a morte, André mi
ha detto che potrei dover
restare qui una settimana intera...io non posso farcela, lo capite,
vero?’
chiese lei, disperata.
Laure rimase alquanto contrariata
quando i due
scoppiarono a ridere, poi però non potè fare a
meno di unirsi alle risate.
‘Comunque non stavo
scherzando...’ continuò lei,
quando fu tornata la serietà.
‘Non preoccuparti
piccola, qualcosa ci
inventeremo...’ la rassicurò Dave.
‘Potremmo mandarti qui
Chuck e Pierre a
turno...tanto non credo che passerebbero molto tempo sui libri
comunque...’
propose Maya.
‘Grazie della fiducia,
Voisier...’
‘Pierre!’ lo
salutò Laure allegra.
‘Ci saremmo anche
noi...’ protestò Chuck, spingendo
l’amico in modo che anche lui e Jeff potessero entrare.
‘Fantastico...tempo dieci
minuti e le infermiere ci
cacciano a calci...’ commentò sottovoce Dave,
ricevendo un buffetto sul braccio
da Laure.
‘Comunque, tornando alla
proposta di Maya, io ci
sto...ho visto delle infermiere molto interessanti là
fuori...’ disse Pierre.
‘Sempre il
solito...’ commentò Chuck, scuotendo la
testa.
‘E dì la
verità che se non avessi Marie in testa ci
faresti un pensierino anche tu, Chuckino bello!’ disse Pierre.
Tutti si misero a ridere quando
notarono che al nome
di Marie Chuck era diventato color pomodoro e Laure, che dopo mesi
passati ad
essere presa in giro da Maya lo capiva benissimo, decise di venirgli in
aiuto e
cambiare argomento.
‘Non sia mai
ragazzi...non vi distrarrò dagli orali
e dalla preparazione...a proposito, ve l’ho detto che io lo
faccio fra un mese
l’orale?’
‘Infame...’
disse Jeff.
‘Non è
giusto!’ si lamentarono Pierre, Chuck e Maya.
‘...Uffa’ disse
semplicemente Dave.
‘Eh eh...questa
situazione sta iniziando ad avere
qualche risvolto positivo...ahia...’ si lamentò
poi Laure, ottenendo
immediatamente tutta l’attenzione di Dave.
‘Tutto ok?’
chiese preoccupato il ragazzo.
‘Sì...insomma...ecco,
il mal di schiena è uno dei
risvolti negativi, ad esempio...’
‘In compenso io non vedo
l’ora di vederti con le
stampelle...’ disse Maya, sfoggiando un sorrisetto diabolico.
‘Perché quella
faccia, Maya?’ chiese Jeff.
‘Mi ricordo ancora molto
bene di quando ha provato
le mie stampelle, quando mi ero rotta il piede a dodici anni... quasi
cade e si
rompe un braccio...’ spiegò la ragazza, ricevendo
un’occhiataccia da Laure.
‘Divertente,
Maya...comunque nel frattempo André si
è rotto la gamba e ho fatto pratica...me la cavicchio
adesso...’
‘Tanto Dave ti fa da
stampella umana...’ commentò
Pierre, lanciandosi in un’imitazione con l’aiuto di
Chuck.
‘...Volete vedere che fra
un po’ a voi serve
direttamente la sedia a rotelle per muovervi?’ li
minacciò Dave, guardandoli
malissimo.
‘Oh...ci
minaccia...’ disse Chuck, ridendo.
‘Ok...come vi
pare!’disse Dave, alzandosi in piedi
di scatto sotto lo sguardo stupito dei due, che riuscirono per un pelo
a non
farsi prendere ed uscirono di corsa nel corridoio.
‘Almeno stiamo tranquilli
per dieci minuti’ disse
Dave tranquillamente, mentre tornava a sedersi fra gli sguardi di
stupore
generale, che come da copione lasciarono spazio
all’ilarità generale.
°°°°°°°°°°°°°°°°
Ed eccomi
con il penultimo
capitolo!
La mia vena
drammatica doveva necessariamente tornare a galla, cosa volete
farci…
Alla
prossima!
Thanx!
Dada88: ciao!
Eh eh, io sono quella dei colpi di
scena…anche drammatici,
come ho avuto modo di mostrare…spero ti piaccia anche questo
chap…al prossimo!
Due giorni più tardi, Maya stava entrando nel cortile della scuola e si dirigeva verso la biblioteca, dove l’aspettava un gruppo di studio costituito da Chuck, Pierre e Jeff in veste di insegnante di chimica, ultimo disperato tentativo di capire i bilanciamenti delle reazioni prima del suo orale, cui ormai mancavano solo cinque giorni.
‘Maya?’ chiamò qualcuno incerto.
La ragazza si bloccò e lentamente si voltò, tirando un respiro profondo: non poteva certo evitarlo per sempre, in fondo.
‘Ciao Seb’ rispose lei, cercando di apparire il meno nervosa possibile.
‘Ciao...volevo sapere qualcosa di Laure...girano un sacco di voci, ma conoscendo le fonti credo sia meglio non fidarsi...’ disse lui, evidentemente in imbarazzo.
‘Già...’ rispose lei, pensando che le fonti erano più o meno la Dubois e la sua cricca ‘Sta meglio, dovrebbero dimetterla fra qualche giorno, nel frattempo si gode la condizione di malata servita e riverita...’
‘Immagino...’ commentò lui, sorridendo appena, ma tornò immediatamente serio ‘Senti... in realtà volevo anche fare due chiacchiere con te...se ti va, chiaramente...’.
Maya si ritrovò a pensare alle parole di Laure di qualche sera prima, “non lasciare che l’orgoglio ferito l’abbia vinta” e concluse che forse l’amica aveva ragione, in fondo una possibilità Seb se la meritava.
‘Ok...’ rispose infine Maya, sedendosi sul muretto poco distante ‘Però ho poco tempo...Jeff mi aspetta per trasformarmi in una chimica provetta...’ aggiunse poi lei, non potendo trattenere una smorfia disgustata al solo pensiero del ripasso intensivo che l’attendeva.
‘Vista la tua gioia farò il più in fretta possibile...’ commentò lui divertito, sedendosi vicino a lei, ma badando bene di mantenere una certa distanza ‘Ok... immagino che sia banale cominciare col dirti quanto mi detesti per essermi comportato come ho fatto, ma non mi viene in mente nulla di meglio... so di aver sbagliato Maya e capisco che tu l’abbia presa male... però, e forse qui pecco di immodestia, credo di meritare una possibilità... in poche parole, ti sto chiedendo una seconda chance...niente più segreti, niente più sotterfugi, solo la più limpida e cristallina sincerità, hai la mia parola al riguardo’.
Maya rimase senza parole, era completamente spiazzata, conoscendo Seb non si aspettava nulla di così diretto ed ora lei non sapeva proprio cosa rispondere.
‘Ovviamente non mi aspetto una risposta ora...’ riprese lui, notando lo smarrimento della ragazza ‘Ti chiedo solo di pensarci...’
‘Ok...’ disse infine Maya ‘Ti prometto che ci penso, Seb... scusa, sono sinceramente spiazzata’ aggiunse poi, dal momento che si rendeva conto di riuscire a malapena a mettere insieme una frase.
‘Nessun problema...beh, adesso ti lascio alla chimica... il tuo orale è fra cinque giorni, giusto?’
‘Già...’
‘Beh, in bocca al lupo’
‘Crepi...ciao’ lo salutò lei, dirigendosi verso l’entrata.
‘Ciao’ rispose Seb, avviandosi verso la parte opposta.
Maya entrò nella scuola e raggiunse velocemente gli altri, ancora in subbuglio per la conversazione avuta con Seb, cosa che non sfuggì ai suoi amici, che la osservarono preoccupati mentre si sedeva al tavolo.
‘Tutto ok Maya?’ chiese Chuck.
‘Ho parlato con Seb’ disse lei, ricevendo tre occhiate a metà fra il curioso e il sorpreso.
‘E?’ chiese Pierre.
‘Tu non perdi mai l’animo da pettegola, eh?’ commentò divertita Maya.
‘Certo che no, mia cara!’ rispose lui.
‘Comunque, mi ha sostanzialmente chiesto una seconda chance’ spiegò lei.
‘E?’ chiese Jeff.
‘No, Jeff, anche tu no!’ disse la ragazza.
‘Che ci vuoi fare, passo troppo tempo con questi due...’ disse, indicando Chuck e Pierre, che lo osservarono fintamente risentiti.
‘Comunque... non lo so, ci devo pensare...’ spiegò ancora Maya.
‘Ok... ragazzi, parte ufficialmente il giro di scommesse!’ disse Pierre.
‘Tu non speculerai sulla mia vita sentimentale, Bouvier!’ protestò Maya.
‘L’ho fatto su quella di Dave e Laure, cos’hai di diverso da loro tu?’ ribattè lui.
‘...Jeff, una formuletta chimica per farlo scomparire?’ chiese Maya.
‘Quella, ahimè, ancora non c’è, altrimenti puoi star certa che l’avrei già usata...’ rispose lui, ignorando l’occhiata minacciosa di Pierre ‘In compenso se volete riportare la vostra attenzione ai futuri esami, credo sia ora di iniziare il ripassino per cui siamo qui...’ rispose il ragazzo, sventolando il libro di chimica sopra le loro teste.
Gli altri tre assunsero un’aria insofferente, ma d’altronde non avevano scelta, per cui presero i loro libri e si rassegnarono ad immergersi nell’odioso mondo delle reazioni per le successive ore.
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‘Buongiorno Laure, buongiorno Dave!’ esordì Maya, entrando nella stanza dell’amica ‘Ed ora gentilmente, Dave caro, potresti levarti di torno?’
‘Nemmeno per sogno, carissima’ rispose il ragazzo.
‘Dave...’ iniziò lei, con fare conciliante ‘Vengo da due ore e mezzo di full immersion nel mondo della chimica, sono una potenziale serial killer e tu stai facendo di tutto per diventare la mia prima vittima contraddicendomi...per cui fidati di me, scendi a prenderti un caffè o quel diavolo che ti pare e lasciami da sola con Laure, altrimenti non immagini nemmeno come ho in mente di torturarti fino alla morte...’
‘...Ci vediamo dopo, Laure’ disse Dave, volatilizzandosi nel giro di pochi secondi.
‘Accidenti, tu sì che sai essere persuasiva!’ commentò Laure, divertita dalla reazione del suo ragazzo.
‘Doti naturali... comunque, ho bisogno di una consulenza...’
‘Parla e sarai ascoltata!’
‘Ho parlato con Seb oggi’
‘Ah...ok, e cosa vi siete detti?’ chiese curiosa Laure.
‘A dire il vero ha parlato lui... in sostanza, è dispiaciuto per come si è comportato e chiede una seconda chance, anche se a dire il vero la cosa è stata un po’ più articolata di così...’
‘Lo spero bene!’ commentò Laure ‘Comunque, tu che gli hai risposto?’
‘Che ci devo pensare...ho già forzato il mio orgoglio e l’ho ascoltato, ma una decisione così non la posso certo prendere su due piedi... e poi pensavo che una volta che avessi assorbito il colpo avrei avuto le idee più chiare...ma il colpo è stato assorbito ed io ci capisco meno di prima...’
‘Capisco... capisco...’
‘Capisci cosa esattamente?’
‘Capisco che puoi raccontarmi finché vuoi che non ne vuoi più sapere di una storia con Seb, ma io resto dell’opinione che non sei tu a parlare, ma il tuo orgoglio ferito...’ spiegò Laure.
‘Beh...poverino il mio orgoglio, ogni tanto una vocina in capitolo deve avercela anche lui, no?’
‘Non dico di no... ma dal momento che, almeno a parer mio, il torto subito è perdonabile , forse è ora di mettergli un bel cerotto sulla bocca all’orgoglio e seguire l’istinto...’
‘Ma al momento il mio istinto è confuso...’
‘Non devi metterti fretta Maya... credo che lo sappia anche lui che una decisione come questa richiede tempo per pensare...valuta i pro e i contro, è l’unica cosa che ti posso dire... sarà anche banale, ma funziona...’
‘Forse devo solo calmarmi...’
‘Brava Maya, calmati, rilassati e vedrai che farai la cosa più giusta per te...’
‘Grazie Laure...cavolo, a volte ti invidio... tu avrai anche sofferto ad ammirarlo da lontano, ma almeno Dave è la tua metà perfetta...’
‘Questo lo credi tu Maya... in realtà ci sono delle volte in cui gli farei del male... per esempio nei momenti in cui origlia dietro le porte esattamente come sta facendo adesso, vero Dave?’ disse Laure, alzando il tono di voce sull’ultima parte.
Il ragazzo, rendendosi conto di essere stato scoperto, si fece avanti con la testa bassa, mentre Maya lo guardava sconcertata.
‘David Desrosiers, dopo che ti avrò costretto su un letto di questo ospedale farò partire una campagna di disintossicazione dalla PierreChuckite cronica che ti ha contagiato...’ disse Maya, alzandosi in piedi ed iniziando a rincorrere il ragazzo per il corridoio.
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‘Posso dirtela una cosa?’.
Maya spostò la sua attenzione su Chuck: lei e il ragazzo stavano aspettando che Pierre, Jeff, Dave e Laure, uscita il giorno prima dall’ospedale, li raggiungessero al parco e nonostante Maya dovesse sostenere l’esame orale il giorno successivo, aveva accettato il consiglio dei suoi amici, ossia abolire il ripasso dell’ultimo giorno, tutto stress, niente sostanza, testuali parole di Pierre.
‘Spara’ rispose lei.
‘Ecco... non che io abbia dubbi sul fatto che tu valuterai bene tutto quanto, però pensaci bene alla questione Seb...’
‘Mi sorprendi...ero sinceramente convinta che tu e Pierre non lo adoraste particolarmente...’
‘Suvvia, quella è storia vecchia... ha fatto una cazzata, enorme, ma è uno a posto... sbagliare è umano, è pentito, sta letteralmente strisciando ai tuoi piedi per farsi perdonare... poi sta a te, però ti dico solo di valutare la cosa a mente lucida...’
‘Perché me lo dici?’ chiese Maya, incuriosita.
‘Perché ho la sensazione sempre più netta che questa situazione ti faccia stare più male di quanto tu non voglia ammettere... o meglio, noi tutti abbiamo questa sensazione e non ci piace vederti così, tutto qui... diciamo che io sono quello diplomatico che è in grado di metterla giù in maniera carina e quindi quello che parla’ spiegò Chuck.
‘In effetti gli altri e la diplomazia non sono in buoni rapporti... soprattutto Pierre...’
‘Esatto, Bouvier in particolar modo...’
‘Stavate parlando di me?!’ chiese Pierre, sbucando alle spalle di Chuck e facendogli fare un balzo per lo spavento.
‘Sparlando, al massimo...’ disse Maya, ridendo quando vide l’occhiata confusa dell’amico.
‘Buongiorno adorati!’ urlò Laure, arrivando poco dopo sorretta dalle stampelle e fiancheggiata da un attento Dave: nel giro di una sola giornata, infatti, Laure aveva confermato tutte le teorie di Maya riguardo la sua familiarità con le stampelle e il ragazzo era pronto a salvarla da eventuali cadute.
‘Adorata nostra, bentornata!’ le rispose Jeff, allegro.
‘Piano con i complimenti...’ gli intimò Dave, facendo sì che Chuck e Pierre cominciassero a prenderlo in giro come al solito.
‘Che vogliamo fare?’ chiese Laure, ricevendo un’occhiata di ringraziamento da parte del suo ragazzo per aver interrotto la tortura.
‘Qualcosa che distragga questa ragazza dallo studio’ disse Chuck, riferendosi a Maya.
‘Ho una proposta’ disse Dave.
‘Spara Desrosiers’ lo incitò Pierre.
‘Bowling... vedere Jeff giocare a bowling distrarrebbe chiunque...’
‘Ti vorrei ricordare che può uccidere dal ridere...’ commentò Chuck, ricevendo un colpo sulla testa dal diretto interessato per risposta.
‘Io credo di poter correre il rischio’ disse Maya ‘Promossa?’
‘Con lode!’ rispose Pierre, poi i due si diressero verso l’uscita del parco, seguiti dal resto della comitiva.
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‘Oh mio Dio... oh mio Dio tu esisti...’ disse Jeff, seduto sul divanetto del bowling con le lacrime agli occhi per le risate.
‘Giustizia divina, grazie, grazie per aver fatto il tuo corso...’ gli fece eco Dave, più o meno nelle stesse condizioni.
‘Oh cielo... è stato... esilarante...esilarante...’ continuò Laure, appoggiata a Dave e anch’essa in preda alle risate, mentre al suo fianco Maya non riusciva quasi più a respirare per il troppo ridere.
‘Molto divertenti ragazzi...’ commentò sarcastico Pierre, dando una gomitata a Chuck, che stava cercando invano di trattenere le risate, dal momento che era in coppia con Pierre e doveva almeno fare finta di essere dispiaciuto per la piega che aveva preso la gara: loro due stavano, infatti, vincendo la partita e Pierre aveva passato la serata a farlo notare agli altri, ma sull’ultimo tiro, oltre a non buttare giù nemmeno un birillo, era scivolato, cadendo a terra ‘come un sacco di patate’, come aveva detto Jeff prima di scoppiare a ridere senza ritegno.
‘Bene, quando avete finito, vi ricordo che anche se ho sbagliato il tiro, io e il traditore qui presente restiamo in vantaggio... quindi, se volete almeno provare a battermi, muovetevi a tirare o mi autodichiarerò campione della serata’ disse Pierre, massaggiandosi il fondoschiena, che era la parte che maggiormente aveva risentito della botta.
‘Vado io, ti distruggo Bouvier!’ disse Maya, balzando in piedi e dirigendosi verso il distributore di palle da bowling.
‘Sì! Strike! Grande Maya!’ esultò Jeff, che era in squadra con Maya, mentre la ragazza saltellava per la pista e Pierre la osservava, sconvolto.
‘Non hanno fatto uno strike in tutta la sera... non uno... e adesso deve fare strike e superarci, accidenti?!’ si lamentò Pierre.
‘E vai che li devastiamo, Jeff!’ disse Maya, battendo il cinque al compagno di squadra e sedendosi accanto a lui sul divanetto ‘Prego Comeau, la pista è tutta tua’ disse poi la ragazza, facendo cenno a Chuck di andare a lanciare.
‘Bada bene Chuck, o fai strike e vinciamo col misero scarto di tre punti, o io ti lancio al posto della palla’ gli intimò Pierre, facendo sì che il ragazzo indietreggiasse spaventato.
Chuck si preparò al tiro, voltandosi ogni tanto e lanciando occhiate preoccupate in direzione di Pierre, che lo stava minacciando a gesti, poi lanciò.
‘Sì! Siamo noi, siamo noi, i campioni del bowling siamo noi!’ esultarono Maya e Jeff: Chuck non aveva decisamente fatto strike e loro avevano vinto la sfida.
‘Corri Comeau, corri!’ urlò Pierre prima di iniziare ad inseguire Chuck per il bowling, suscitando l’ilarità degli altri ragazzi, oltre che di tutti gli avventori del bowling.
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‘Maya, inspira...espira...inspira...espira...’.
Laure osservava preoccupata la sua amica, che stava parlando da sola.
Anche Chuck e Pierre la osservavano perplessi, ma d’altronde tutti sapevano com’era Maya, per cui in realtà non è che ci facessero molto caso.
‘Signorina Voisier, si prepari, fra qualche minuto tocca a lei’ disse una donna, la professoressa di francese, uscendo dall’aula in cui stavano interrogando la ragazza prima di Maya.
‘Oddio...oddio io muoio qui...’ disse la ragazza, cominciando a farsi aria con un quaderno.
‘Maya...’ iniziò Pierre, cingendole le spalle col braccio ‘Maya, sei un maledetto genio...per te sarà una passeggiata...e loro già ti adorano, quindi sarà solo una chiacchierata informale!’
‘Dici?’ chiese lei, speranzosa.
‘Mi duole ammetterlo, ma ha ragione’ intervenne Dave ‘Vai tranquilla, entra, parla e distruggili tutti!’
‘Ok... posso farcela...posso farcela?’
‘Ma certo che puoi farcela! Se hai paura tu cosa dovrebbero fare questi quattro?’ esclamò Laure, ignorando le occhiatacce che gli altri, Dave incluso, le stavano lanciando.
‘Giusto...’ convenne Maya, e le occhiatacce si spostarono su di lei ‘Sì... io posso...io posso riuscirci!’ esclamò infine.
‘Voisier!’ la chiamò la professoressa di francese.
‘...Oh cielo, muoio...’ disse Maya, avviandosi mestamente verso l’aula.
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‘Sono una donna libera!!!!’ urlò Maya, saltellando mentre usciva da scuola.
‘Evviva la libertà!’ urlò Laure, alzando la stampella e perdendo l’equilibrio.
‘Tu non arrivi viva alla fine delle tre settimane...’ commentò divertito Dave, afferrando la sua ragazza prima che avesse un incontro ravvicinato col pavimento.
‘Ragazzi, ma vi rendete conto? È finita... sono libera come l’aria fino a... oh cielo, fino ad Ottobre!’ esclamò Maya, lanciando lo zaino ai piedi del muretto, su cui si sedette subito dopo.
‘Non sai quanto ti invidio...’ le disse Pierre, sedendosi di fianco a lei.
‘Esatto... questa cosa dell’orale a fine mese non mi suona più così bella...’ intervenne Laure, sedendosi dall’altro lato di Maya, seguita fedelmente da david.
‘Questa sensazione è inebriante...’ continuò Maya, sorridendo.
‘La smetti di ricordarci che hai finito?’ chiese Chuck, ridendo: lui e gli altri avrebbero dovuto sostenere l’orale il giorno successivo e la cosa stava iniziando a suonargli tremendamente concreta.
‘Mmh... fammici pensare Chucky... no!’ rispose lei, mentre Chuck la osservava sconvolto.
‘Come mi ha chiamato?’ chiese incredulo, rivolto agli altri, che però non gli risposero, troppo impegnati a ridere.
Maya stava ridendo insieme agli altri, ma vide qualcosa che attirò la sua attenzione e si fece immediatamente seria.
Seb stava uscendo dal cortile della scuola, aveva lanciato un’occhiata verso di loro e per un attimo le era parso indeciso su cosa fare, se dirigersi verso di loro o continuare per la sua strada, ma alla fine aveva lasciato perdere e si era diretto verso il cancello.
E fu lì che capì quello che doveva fare.
Vide Seb girare l’angolo e capì che doveva farlo alla svelta.
‘Ragazzi,ci vediamo più tardi, io devo fare una cosa’ esclamò lei, saltando giù dal muretto su cui era seduta e correndo verso l’uscita.
‘Ehy, Maya, hai dimenticato lo zaino!’ le urlò Pierre, preso alla sprovvista, esattamente come gli altri, dallo scatto della ragazza.
‘Puoi anche bruciarlo lo zaino Pierre!’ rispose sempre urlando lei prima di svoltare l’angolo.
Vide Seb in lontananza e si mise a correre più forte, finchè non lo raggiunse.
‘Accidenti, ma hai le rotelle sotto quelle scarpe?’.
Seb si voltò, osservando Maya sorpreso e anche leggermente divertito, la ragazza era decisamente buffa dopo la corsa che aveva fatto.
‘Ehy, stai bene?’ le chiese lui.
‘Certo, sta solo per esplodermi un polmone, che vuoi che sia...’ rispose lei ironica, appoggiandosi al cancello di una casa per riprendere fiato.
‘Beh... ma perché la corsa?’ chiese lui.
Maya si rimise in piedi, facendosi seria.
‘Ecco... io... io ci ho pensato...’ disse lei, sapendo che lui avrebbe capito a cosa si riferiva, alla conversazione che avevano avuto un paio di giorni prima.
‘Oh...e?’ chiese esitante lui, abbassando lo sguardo.
Maya non gli rispose, decidendo che era decisamente meglio evitare di sprecare parole e semplicemente baciarlo.
‘Devo prenderlo come un “ok, vada per la seconda chance” o cosa?’ chiese lui, una volta che si furono divisi, abbracciandola e poggiando la fronte contro quella della ragazza.
‘Più precisamente come un “seconda chance accordata, ma prova a dirmi un’altra bugia e giuro solennemente che sguinzaglierò Chuck e Pierre”...chiaro?’
‘ Chiarissimo’rispose lui, ridacchiando.
‘Perfetto... adesso fila a casa a studiare per l’orale!’ disse lei, staccandosi dal ragazzo, che non fece nulla per nascondere quanto fosse contrario all’idea.
‘Oh, è proprio necessario?’ si lamentò lui.
‘Muoviti!’ ribatté lei, spingendolo nella direzione di casa sua, ridendo.
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2 mesi dopo
‘Maya? Maya, sveglia...’
‘Pierre, se continui a picchiettarle la spalla rischi di beccarti un calcio dove non vorresti mai riceverlo...’ disse Chuck, osservando l’amico preoccupato, Maya era famosa per le sue reazioni impreviste, specie se qualcuno cercava di svegliarla.
‘Faresti meglio a dargli retta, Bouvier...’ disse Maya, senza aprire gli occhi e accoccolandosi ancora di più di fianco a Seb.
I ragazzi si trovavano a casa di Chuck, dove avevano, finalmente, festeggiato la felice fine della scuola e avevano passato la notte lì, ma dal momento che erano rimasti svegli fino alle cinque, a Maya l’idea di essere svegliata alle dieci non piaceva, per nulla.
‘Fidati Maya, se ti sposti non te ne pentirai...’.
La ragazza aprì un occhio, incuriosita, e la prima cosa che vide fu Pierre che reggeva in mano un secchio pieno d’acqua.
‘Cosa pensi di fare?’ gli chiese, guardandolo malissimo.
‘Senti Maya... ha preso il massimo dei voti in letteratura... se lo merita uno scherzetto...’ disse, facendo cenno a Seb con la testa.
‘E devi ringraziare il cielo che ha il sonno pesante, altrimenti ti avrebbe già sentito’ commentò lei, spostandosi facendo attenzione a non svegliare Seb.
‘Lo sanno che Seb li ucciderà, vero?’ chiese una divertita Marie a Maya.
‘Oh, credo sia proprio questa la parte che li diverte...’ commentò lei, sedendosi di fianco alla ragazza, pronta a godersi lo spettacolo insieme all’altra: qualche settimana prima, Chuck si era finalmente deciso a chiederle di uscire e i due erano inseparabili da allora.
Maya guardò Chuck fare il conto alla rovescia e quando fu arrivato al tre, Pierre verso l’acqua contenuta nel secchio sul divano di Chuck e, di conseguenza, su Seb.
Negli istanti seguenti successero varie cose: Seb scattò a sedere e si guardò intorno confuso, Pierre e Chuck scoppiarono a ridere seguiti da Marie e Maya, gli altri si svegliarono e si unirono ben presto alle risate, Seb balzò in piedi e si mise a rincorrere Pierre e Chuck per la casa.
‘Quei due non cambiano mai...’ commentò Laure, andando a sedersi di fianco all’amica: aveva tolto le stampelle la settimana precedente ed era tornata ad essere il solito ciclone ambulante, ovviamente con Dave che controllava che non si facesse del male ad ogni movimento.
‘Mai e poi mai’ rispose Maya.
‘Aiuto!’ urlò Chuck, andando a nascondersi dietro Marie.
‘Sei mio Bouvier!’ urlò Seb, riuscendo ad afferrare la maglietta di Pierre e facendolo cadere a terra, per poi scivolare a sua volta in una pozza d’acqua conseguenza dello scherzo.
‘Tutto ok?’ chiese Maya al suo ragazzo, andando a sedersi di fianco a lui.
‘A parte il fatto che mi sono appena schiantato su un pavimento di marmo, dici?’ rispose lui ironico.
‘Oh, povero lui’ commentò lei, dandogli un bacio sulla guancia ‘Meglio?’ chiese poi lei.
‘Quasi...’ rispose lui, dandole un bacio prima che Maya avesse tempo di reagire.
‘Ah, ragazzi, siete in pubblico!’ commentò Pierre, ricevendo in cambio il terzo dito di Maya e Seb, senza che nessuno dei due si staccasse dall’altro.
‘Ma che carini, ora ti insultano pure in sincronia Pierre!’ esclamò Laure ‘Dovremmo imparare a farlo anche noi, Dave!’ disse poi al suo ragazzo, che annuì divertito.
‘Spiritosa Laure, davvero, davvero spiritosa...’.
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‘Seb, sei ancora vivo?’ chiese Maya, bussando alla porta del bagno: il ragazzo si era fatto prestare dei vestiti da Chuck per rimpiazzare i suoi bagnati, ma era chiuso in bagno già da un po’ e la ragazza stava iniziando a preoccuparsi.
‘Cos’è, sentivi la mia mancanza?’ chiese lui, aprendo la porta.
‘Mmh... forse...’ rispose lei, mettendogli le braccia intorno al collo, mentre lui le cingeva la vita con le braccia.
‘Lo so, sono irresistibile...’
‘Te lo lascerò credere...’ rispose lei, sporgendosi per baciarlo.
‘Posso rapirti?’ le chiese lui, facendola ridere.
‘Magari più tardi... ora sarà meglio che scendiamo, prima che Pierre faccia fuori la colazione...’
‘Però più tardi posso rapirti?’ insistette lui, cingendole le spalle col braccio e scendendo con lei le scale.
‘Dipende... che programmi hai?’ chiese lei.
‘Se te lo dicessi non sarebbe più un rapimento’
‘Ma se non dico a papà dove vado sarà lui a venire a rapire te...’ ribatté lei, scoppiando a ridere davanti alla faccia terrorizzata di Seb ‘E dai, stavo scherzando Seb...’
‘Lo spero...’
‘Comunque...’ riprese lei, mettendosi davanti a lui e abbracciandolo di nuovo ‘Mi piace l’idea di farmi rapire da te...’ disse Maya, sporgendosi verso il ragazzo per baciarlo.
Sfortunatamente, vennero interrotti da Pierre.
‘Oh, insomma, la volete smettere voi due? State diventando peggio di questi altri!’ sbottò il ragazzo, indicando con un cenno della mano Laure e Dave, che lo fissarono oltraggiati.
‘Rimandiamo tutto al rapimento...’ gli sussurrò Maya, prendendolo per mano e dirigendosi verso gli altri.
Meglio tardi che mai... the end!
Che dire... ringrazio chi ha letto e chi ha recensito, ossia Dada88… e che altro dire se non alla prossima!!! =)