We're Just Kids (And The Life Is A Nightmare)

di Lady Numb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Coup de foudre ***
Capitolo 2: *** 2-Tout se paie ***
Capitolo 3: *** 3-Le destin est un petit diable ***
Capitolo 4: *** 4-Une autre chance? ***



Capitolo 1
*** 1-Coup de foudre ***


We’re just kids (and the life is a nightmare)

 

 

DISCLAIMER:

 

Io non conosco i Simple Plan (e vi pare che sarei qui in caso? Risposta: ceeeerto che no... sarei fra le braccia di Sébastien, ovviamente… persa nei suoi adorabili occhioni blu... ok, la smetto subito... ^_^), in questa storia ho dato un’immagine di loro che non corrisponde, per quel che ne so io, al vero, tutto quello che leggerete è frutto della mia immaginazione e la mia storia non vuole in nessun modo offenderli o diffamarli in alcun modo.

Inoltre, come avrete modo di notare, per esigenze di “copione” ho livellato le età dei cinque ragazzi, mentre sono certa che tutti sapete benissimo che in realtà non hanno tutti quanti la stessa età...

 

Capitolo primo:

Coup de foudre

 

Ottobre 1997

 

Maya aprì la porta di casa e fu colpita in volto da una sferzata d’aria gelida: certe volte detestava profondamente vivere in Canada, specie se erano le otto di mattina di ottobre, tuttavia non aveva molta scelta, la scuola iniziava alle otto e mezzo ed era abbastanza certa che sua madre non avrebbe accettato come giustificazione per saltarla un banalissimo “ho freddo”.

Uscì dal suo giardino, evitando per un pelo di inciampare sull’ultimo gradino del vialetto, era decisamente troppo addormentata persino per camminare.

‘Buongiorno Maya!’.

La ragazza sobbalzò, a quell’ora di mattina e nel suo stato di coma profondo qualcuno che urlava nel suo orecchio sinistro era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.

‘Pierre, non rifarlo mai più, sono stata chiara?’

‘Scusa...’ rispose lui, scompigliandosi i capelli dispiaciuto ‘Ricomincio: buongiorno Maya...tutto ok?’.

Lei sorrise, divertita: Pierre Bouvier era sempre il solito.

‘Tutto bene, grazie...tu?’

‘Benissimo, adesso...’ rispose lui, sorridendole.

‘Giorno Maya!’ urlò un’altra voce dietro di loro.

Maya era indecisa se sorridere o preoccuparsi alla faccia decisamente irritata di Pierre, ma alla fine decise di ignorarlo, in fondo ogni mattina era la stessa storia, nonostante il ragazzo sapesse benissimo che Chuck come sempre l’avrebbe aspettata in fondo alla via, lui continuava a sperare che l’altro non si presentasse, o per lo meno che una voragine si aprisse sotto di lui per inghiottirlo e lasciargli il campo libero con Maya: era infatti cosa nota che sia Chuck, sia Pierre avessero una cotta per Maya e fra di loro era in corso una battaglia senza esclusione di colpi.

‘Buongiorno a te Chuck...

‘Ciao Chuck’ disse Pierre, praticamente ringhiando, per far notare la sua presenza all’altro.

‘Pierre...’ rispose l’altro, più o meno con lo stesso tono.

‘Allora ragazzi, andiamo o facciamo tardi?’ chiese Maya per sciogliere la tensione.

‘Andiamo!’ rispose Chuck, iniziando ad ignorare Pierre come ogni mattina, indifferenza fra l’altro reciproca, e dirigendosi verso la scuola, rigorosamente a fianco a Maya, lui sulla destra, Pierre sulla sinistra.

La ragazza scosse la testa divertita: all’inizio era stato strano e anche abbastanza inquietante avere quella sottospecie di scorta tutte le mattine, ma alla fine ci si era abituata, anche se ogni tanto si chiedeva se permettere che quella situazione si trascinasse nel tempo non avrebbe reso più difficile di quanto già non fosse far capire ai due che per lei erano solo due amici, due carissimi, insostituibili amici, ma nulla di più.

I tre fecero il loro ingresso nel cortile della scuola e videro Laure, la migliore amica di Maya, dirigersi verso di loro.

Buongiorno mia adorata!’ la salutò allegra la ragazza ‘Pierre, Chuck, salve a voi...chiederei troppo se vi domandassi di lasciarmi sola con Maya? Ci sono punti che io e lei dobbiamo discutere in privato...

‘Nessun problema...ci vediamo Maya!’ disse Pierre, sorridendole.

‘Vi lascio...ciao Maya!’ rispose anche Chuck, allontanandosi seguito da Pierre, che aveva atteso che l’altro si muovesse prima di lasciare la ragazza.

Laure scosse la testa, perplessa.

‘Quei due sono terribili a volte...

‘In fondo sono teneri...quando non esagerano, ovviamente’ aggiunse subito Maya, vedendo la faccia scettica dell’amica ‘Comunque, cosa volevi dirmi?’ chiese poi curiosa.

‘Niente, era solo un modo per levarteli di torno...ho fatto bene?’

In effetti non è stata una cattiva idea, stavano giungendo alla fase dell’esagerazione, per restare in argomento...’

‘Oggi li incroci a qualche lezione?’

‘Solo a francese e inglese credo...’ commentò Maya, sospirando.

‘Credi che lo capiranno mai che non ce n’è?

‘Cielo, mi auguro di sì, non so più come dirglielo, imparerò appositamente una nuova lingua se necessario...

‘Già...però...’

‘Non provarci nemmeno Laure, non darò corda a Pierre solo perché ti faccia da tramite con David, sono stata chiara?’ la interrupe Maya cercando di suonare seria, ma in realtà era divertita, sapeva benissimo che Laure non voleva che lei lo facesse sul serio, anche se era innegabile che David Desrosiers, il migliore amico di Pierre, le piacesse moltissimo.

‘Ok, ok...io ci provo sempre, non si sa mai...’ rispose l’altra, rassegnata.

‘Perché invece di ammirarlo da lontano non provi ad andare a parlarci?’ chiese Maya, ridendo quando vide Laure diventare rossa come un pomodoro.

‘No...come minimo perderei l’uso della parola e farei una figura terribile...e poi se dovesse dirmi che non gli interesso la prenderei troppo male, mi conosci...fobia da rifiuto’

‘Non ti porterà lontano (non MI porterà lontano, ndLadyNumb)

‘Lo so, ma penso di poter sopravvivere...’ rispose Laure.

‘Certo...e adesso andiamo, che facciamo tardi’ disse Maya, sentendo la campanella suonare e trascinando una riluttante Laure verso la scuola.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Cielo, quanto può essere noiosa una lezione di storia?!’ chiese esasperata Laure, uscendo dall’aula dove lei e Maya avevano appena seguito una lezione sulla storia medievale inglese.

‘Ma dai, non era così male...affascinante, per certi versi...’

‘Tu sei da curare, e anche urgentemente...’ rispose Laure, osservando l’amica incredula.

‘Sei tu che non guardi il lato affascinante...e poi pensare che questi eventi storici hanno dato origine ai capolavori della letteratura medievale...’

‘Ok, frena Maya, sai che io odio la letteratura e vivo per la biologia’

‘Giusto, siamo due pianeti diversi’ concordò Maya ‘Adesso che si fa?

‘Innanzitutto si pranza perché sto morendo di fame, poi se ci resta tempo improvviseremo...ci vuole molta perdizione prima di letteratura francese...’

‘Facciamo cambio? Ho giusto biologia dopo pranzo...

‘Magari...mio Dio, cosa dovrebbe essere quella poltiglia?’ chiese disgustata Laure, vedendo l’area self-service della mensa, dove nel frattempo le due erano arrivate.

‘Non lo so e non lo voglio nemmeno immaginare, io opto per il solito panino’ rispose l’amica, dirigendosi verso il banco frigo, dove si trovavano i panini.

‘Sì...buona idea...’ rispose l’altra, seguendola.

Mmh...là,tavolo libero!’ disse Maya, dirigendosi a passo spedito verso il suo obiettivo e riuscendo a sedersi prima che il tavolo venisse occupato.

‘Tu sei la migliore, Maya...ottima posizione, in caso di incendio ci lanciamo direttamente fuori dalla finestra!’ osservò Laure, facendo riferimento alla porta finestra esattamente a lato del loro tavolo.

‘Evviva l’ottimismo...

‘Salve ragazze!’.

Laure trattene a stento una risata quando vide Maya alzare gli occhi al cielo: anche questa volta Chuck le aveva beccate.

‘Ciao Chuck! Bella mattinata?’ chiese infine Maya.

‘Non male, c’è di meglio...possiamo?’ chiese, infatti non era solo, bensì col suo amico Jeff.

‘Sedetevi pure!’ rispose la ragazza: in fondo c’era anche Jeff, Chuck non era soffocante come al solito quando c’era anche il suo amico e poi sarebbe potuto accadere di peggio, per lo meno Pierre non era in vista, quella sì che sarebbe stata una situazione complicata.

Ehy, Maya, possiamo unirci a voi?’.

Maya si maledisse mentalmente, mai, mai pensare certe cose se non si era assolutamente certi che fossero già sicure.

Prima ancora di voltarsi indovinò dalla faccia sognante di Laure che Pierre era con David e infatti vide entrambi i ragazzi dietro di lei.

Ma certo, sedetevi pure!’ rispose lei, allora i due si sedettero al tavolo, con grande disappunto di Chuck e di Laure, quando vide David occupare una sedia il più lontano possibile dalla sua.

Ehy, dopo ci sei a francese?’ chiese Pierre a Maya, ricevendo un’occhiata al fulmicotone da Chuck, dal momento che per fare la domanda si era inclinato verso la ragazza.

‘Sì, sempre che io sopravviva a biologia...’ commentò ironicamente Maya.

‘Io odio la biologia...’ disse Chuck, attirando l’attenzione di Maya su di sé.

‘Esattamente quello che volevo dire!’ rispose lei, ricevendo un calcio sotto il tavolo da parte di Laure.

‘Ahia! Laure!’

‘Tu insulti la mia passione, io reagisco...anche tu mi fai la ramanzina quando insulto la Battle of Maldon

‘Beh, scusa se mi permetto Maya, ma non si può amare la Battle of Maldon...’ intervenne Jeff, ricevendo cenno di ringraziamento da parte di Laure.

‘Non rispondo nemmeno, Jeff...voi non potete capire, anime inferiori...’ rispose Maya, ricevendo occhiate di pura adorazione da Pierre e Chuck, tanto che sia David, sia Jeff dovettero riportare alla realtà i loro amici, fra le risate sommesse di Laure.

‘Almeno lei non rischia di far saltare in aria la scuola con i suoi esperimenti azzardati, Jeff...’ commentò David, facendo ridere Chuck, mentre Laure era combattuta fra il ridere e il contemplare David.

‘Curiosità scientifica, Dave...qualcosa che a te decisamente manca...’ rispose Jeff.

‘Sarà...ribattè Dave, molto poco convinto.

‘Non sarà, è...giusto Laure?’ chiese Jeff.

‘Giustissimo Jeff!’ rispose la ragazza, battendogli il cinque: i due erano entrambi molto appassionati di scienze, Laure di biologia, Jeff di chimica ed essendo gli unici nel gruppetto improvvisato si davano man forte a vicenda.

‘Molto bene, voi continuate a giocare ai piccoli chimici, possibilmente a distanza di sicurezza da noi’ disse Chuck, chiudendo la questione, anche se gli sguardi di Jeff e Laure non promettevano esattamente pace.

In quel momento suonò la campanella e i ragazzi, seppure a malincuore, si alzarono, Maya si diresse a biologia, ovviamente scortata da Pierre e Chuck, mentre Laure si trascinò a letteratura francese insieme a Jeff, osservando per un’ultima volta quella giornata David, che stava entrando nell’aula di fisica.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Tre ore più tardi, finita la lezione di francese, Maya stava uscendo dall’aula accompagnata da Pierre, che si sentiva particolarmente allegro perché sapeva che Chuck aveva lezione esattamente dall’altra parte della scuola e questo significava che aveva buone probabilità di seminarlo prima che trovasse lui e Maya.

Facciamo la strada insieme?’ le chiese il ragazzo, allegro.

‘Mi dispiace, oggi ho il turno in biblioteca Pierre’ rispose lei.

‘Ah, vero...ok, ci si vede domani’ rispose lui, un po’ deluso.

‘Buona serata, a domani!’ rispose lei, sorridendo, poi si diresse verso la biblioteca, dove lavorava teoricamente come addetta ai prestiti, in pratica come tuttofare.

‘Ciao Maya!’ la salutò Mrs Davon, la responsabile della biblioteca.

‘Buongiorno Mrs Davon!’ le rispose la ragazza, correndo al suo posto al banco dei prestiti dove, nonostante il ragazzo prima di lei fosse appena andato via, si era già formata una coda non indifferente.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Maya si stava dirigendo verso la biblioteca reggendo in mano una pila enorme di libri: il club di tedesco aveva preso in prestito alcuni libri per un incontro pomeridiano e Mrs Davon aveva chiesto a Maya di andare a riprenderli e riportarli in biblioteca.

La ragazza aveva pensato di evitare un doppio viaggio e di portarli tutti in una volta, ma la cosa si stava rivelando più complessa del previsto e Maya temeva che non sarebbe arrivata incolume in biblioteca.

Come volevasi dimostrare, dopo qualche istante nel corridoio vuoto risuonò il tonfo dei libri che cadevano e il borbottio delle imprecazioni soffocate di Maya.

‘Maledetti libri...’ si lamentò la ragazza, raccogliendoli e tornando a dirigersi verso la biblioteca.

‘Credo che questo sia tuo’ disse una voce maschile dietro di lei, che incredibilmente non apparteneva né a Chuck, né a Pierre.

Maya si voltò e la prima cosa che vide fu uno splendido paio di occhi azzurri che la scombussolarono non poco.

‘Sì...probabile...’ rispose lei sorridendo, una volta che si fu ripresa ‘Grazie...’

‘Accipicchia, tu sì che ami leggere!’ commentò lui, sorridendole.

‘Questo è vero, ma questi in particolare non sono miei...club di tedesco, pare che si siano dedicati profondamente alla lettura della Montagna Incantata...hanno preso in prestito tutte le copie che abbiamo in biblioteca!’ rispose lei.

‘Serve una mano?’ si offrì lui.

‘Mi salveresti la schiena, davvero...io sono Maya, comunque...ti stringerei la mano, ma non credo che sarebbe una buona idea, a meno di non voler far cadere di nuovo tutto un’altra volta’

‘Tranquilla, capisco...io sono Sébastien, anzi, Seb

‘Piacere di conoscerti Seb...sei nuovo? Non mi pare di averti mai visto prima’ gli chiese Maya, pensando che se non era nuovo, oltre a fare una pessima figura, lei doveva essere completamente cieca.

‘Sì, sono arrivato solo un paio di giorni fa...’ rispose lui, prendendo alcuni dei libri che Maya trasportava e dirigendosi con lei verso la biblioteca.

‘E già ti costringono a stare qui il pomeriggio? Povero te...’ disse lei.

‘Solo un test di letteratura inglese, per controllare il livello a cui sono...’

‘Capisco...Larson?’ si informò lei.

‘Già’ confermò lui.

‘Può sembrare pignolo,ma è molto bravo...’

‘Non sono ancora stato ad una sua lezione, ma effettivamente mi ha fatto un’ottima impressione...’

‘Se la letteratura ti interessa, allora sarà uno dei tuoi corsi migliori...ecco, appoggiali lì, su quel tavolo, poi li smisto io’ disse Maya a Seb, indicandogli un banco della biblioteca.

‘Lavori qui?’ chiese lui.

‘Solo tre pomeriggi a settimana...è il massimo, mi pagano per stare in mezzo ai libri, non credevo sarebbe mai successo’ rispose lei, facendolo ridacchiare.

‘Ok, quindi il mio lavoro ideale è già occupato’ osservò lui, ottenendo uno sguardo incredulo da Maya.

‘Ti piace la letteratura?’

‘Moltissimo’

...Santo cielo, tu sei un alieno, vero?’

‘Non sei la prima a chiedermelo, sai?’ osservò lui divertito.

‘Scusa, è solo che la mia migliore amica vive per la biologia e in generale non ci sono molti fans della letteratura fra i miei amici...’.

Maya fu interrotta da Mrs Davon, che le fece notare che aveva finito il suo turno da più di un quarto d’ora, allora Maya la salutò e si diresse con Seb verso l’uscita.

‘Beh...grazie per l’aiuto Seb...ci vediamo in giro’

‘Per l’aiuto, figurati, per il resto, senz’altro Maya!’ rispose lui, sorridendole di nuovo e provocandole seri problemi di stabilità: non sapeva cosa le stesse prendendo esattamente, ma lo trovava incredibilmente affascinante.

‘Ok...ciao’ ripeté lei, poi si diresse verso casa sua.

Dopo pochi metri, tuttavia, sentì qualcuno che picchiettava sulla sua spalla.

Seb?’ chiese stupita lei, trovandoselo davanti.

‘Non ti sto seguendo, ma ho la vaga impressione che stiamo facendo la stessa strada’ spiegò lui.

‘Tu dove vivi?’ chiese lei.

‘Rue Saint Germain’ rispose lui.

‘Beh, che tu ci creda o no, io vivo in Boulevard de la Liberté’ rispose lei.

Praticamente vivo dietro di te, giusto?’ chiese lui.

‘Precisamente’ rispose lei, riprendendo a camminare con lui a fianco.

‘Beh, se devo dirti la verità mi fa piacere...voglio dire, non conosco ancora nessuno in pratica, direi che ho avuto un colpo di fortuna’

‘Felice di essere stata giudicata positivamente...beh, se ti va possiamo fare la strada insieme domani mattina, che ne dici?’ propose Maya, chiedendosi dove avesse trovato il coraggio di uscirsene con una frase del genere.

‘Volentieri, grazie...alle otto in fondo alla via?’

‘Perfetto...ah, senti, se dovessero esserci due ragazzi che ti guarderanno come se volessero farti del male non ti preoccupare, è una storia abbastanza lunga...te la spiegherò, ok?’

‘Ok’ rispose lui, divertito.

‘Beh, io giro qui...di nuovo piacere di averti conosciuto Seb, ci vediamo domani mattina’

‘D’accordo, buona serata Maya’

‘Altrettanto, ciao!’ lo salutò lei, imboccando la strada dove abitava.

Maya sorrideva smodatamente mentre camminava verso casa sua: quella giornata aveva avuto una svolta decisamente interessante e molto, molto gradita.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Maya uscì di casa decisamente di buon’umore, destando notevole preoccupazione in sua madre, che non era affatto abituata a vederla sorridente e allegra alle otto di mattina.

‘Ciao Maya!’ la salutò Pierre, che come al solito la aspettava pochi metri fuori casa.

‘Buongiorno Pierre!’ lo salutò lei ‘Tutto ok?

‘Non c’è male, grazie’ rispose lui, chiedendosi come mai la ragazza fosse tanto allegra.

I due si diressero verso la fine della via e Pierre aveva già pronta la sua espressione seccata per Chuck, ma dovette modificarla in una shockata quando vide un ragazzo che non aveva mai visto di fianco a Chuck, il quale osservava il nuovo arrivato piuttosto sorpreso.

‘Ciao Maya!’ disse Seb alla ragazza.

‘Ciao Seb! Loro sono Pierre e Chuck, ragazzi, lui è Seb, è arrivato da poco qui a Montréal

‘Piacere di conoscervi’ disse Seb.

‘Ciao...’ risposero in coro i due, sotto shock: questa proprio non se l’aspettavano e non gli piaceva affatto.

‘Bene, andiamo?’ chiese Maya, dirigendosi verso la scuola insieme a Seb e prontamente affiancata da Pierre e Chuck, piuttosto perplessi.

Poco prima del cancello, il cellulare di Seb iniziò a squillare, allora il ragazzo si scusò con gli altri e si fermò per rispondere, mentre Maya, Chuck e Pierre entrarono nel cortile.

‘Ragazzi, aria, ho bisogno di Maya, adios!’ disse Laure non appena ebbero varcato la soglia, prendendo Maya per il polso e lasciando i due molto perplessi sul cancello.

Ehy, che c’è?’ chiese Maya.

‘Grande notizia: ho saputo che c’è uno nuovo e pare che sia incredibilmente bello...

‘Laure...

‘Ho chiesto a Maelle, ma non mi ha saputo dire molto...

‘Ah, mi chiedevo dove fossi finita Maya!’.

Laure si voltò e si trovò davanti a Seb, allora si voltò verso Maya, poi di nuovo verso il ragazzo, incredula.

‘Laure, lui è Seb, è arrivato un paio di giorni fa...Seb, lei è Laure, la mia migliore amica’

‘Piacere di conoscerti...tu saresti quella che vive per la biologia, giusto?’ chiese lui, stringendole la mano.

‘Precisamente...piacere mio, comunque...’ rispose Laure, sorridendo a sua volta.

In quel momento suonò la campana della prima ora, allora i tre si diressero verso l’entrata.

‘Cosa ti aspetta alla prima ora, Seb?’ chiese Laure al ragazzo.

‘Geografia...

‘Avverto un notevole entusiasmo nella tua voce...’ commentò la ragazza ironicamente.

‘Io odio con l’anima la geografia...’ rispose lui.

‘Beh, alla prossima ora c’è Larson, direi che è meglio, no?

‘Oh sì, decisamente...’ rispose lui.

‘Oh no, anche tu topo di biblioteca?’ chiese Laure.

‘E fiero di esserlo’ confermò lui.

‘Perfetto, ci mancava solo quello che le dà corda...’ rispose Laure, facendo ridere Seb e beccandosi una gomitata nel fianco da parte di Maya, poi le due entrarono nella loro classe mentre Seb si diresse a geografia.

‘Tu mi devi raccontare tutto!’ intimò Laure a Maya, una volta che si furono sedute al loro banco.

‘Non c’è molto da raccontare...ieri sera l’ho incontrato in corridoio, abbiamo scoperto di abitare uno dietro all’altro e stamattina siamo venuti a scuola insieme’ spiegò Maya.

‘Frena, frena, frena...stamattina? E come l’hanno presa Pierre e Chuck?’ chiese curiosa Laure.

‘Mi sembravano leggermente shockati, ma mi aspettavo una rissa, per cui direi che l’hanno presa bene...’

‘E tu che mi dici?’

Cosa intendi?’

Andiamo Maya...ti piace, vero?’ chiese la ragazza, sorridendo allusivamente all’amica.

‘Lo conosco da meno di ventiquattr’ore, come faccio a dirti se mi piace...’ iniziò Maya.

‘Quindi se ci provassi io non ti darebbe fastidio...’ la provocò Laure.

...E va bene, forse un po’...’ fu costretta ad ammettere Maya ‘Tieni giù le mani, l’ho visto prima io!’ aggiunse poi scherzosamente.

‘Tranquilla...ci vuole ben altro per togliermi tu sai chi dalla testa...’

‘David?’

Shh! Abbassa la voce!’ le intimò Laure, tappandole la bocca, ma fu costretta a liberare subito l’amica perché la professoressa di matematica era appena entrata in classe e le aveva lanciato un’occhiata poco rassicurante.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

Chuck e Jeff entrarono in mensa a pranzo e dopo aver comprato qualcosa da mangiare si guardarono intorno per cercare un tavolo, o meglio, Jeff cercava un tavolo, Chuck cercava il tavolo di Maya.

Quando la trovò dovette ingoiare un boccone decisamente amaro: Maya e Laure erano al tavolo con quel Seb e sembravano entrambe molto allegre e divertite.

Chuck si scusò con Jeff, dicendo che aveva dimenticato il cellulare nello zaino e si diresse verso l’uscita della mensa, guardandosi attentamente intorno.

Non appena vide Pierre e David dirigersi verso la mensa, si diresse verso di loro, prese Pierre per un braccio e lo trascinò lontano dalla folla mentre David e Jeff, che aveva seguito l’amico, li osservavano preoccupati.

‘Che diavolo vuoi Chuck?’ chiese Pierre, piuttosto seccato.

‘Credo che io e te dobbiamo fare una chiacchierata...’ rispose l’altro.

‘A che riguardo? Guarda che non sarò io a lasciar perdere...’

‘Credo proprio che se le cose vanno avanti così dovremo lasciar perdere entrambi...’

‘Che vorresti dire?’ chiese Pierre, incuriosito.

‘Maya sta pranzando con Seb e mi sembra che ci si trovi molto bene...

...Sì?’

‘Sì...quindi ho una proposta: per il tempo necessario ci alleiamo...direi che conviene ad entrambi...dopo di che rivali come prima, che ne dici?’

...Quale sarebbe il piano d’azione?’ chiese Pierre.

‘Di questo ne parliamo con calma...siamo d’accordo?’ chiese Chuck, porgendogli la mano.

‘D’accordo’ rispose l’altro, stringendogli la mano.

Dall’altro lato della stanza, Jeff e David guardavano la scena stupefatti, poi si lanciarono un’occhiata preoccupata: qualunque cosa quei due avessero in mente, era matematicamente certo che anche loro ci sarebbero finiti in mezzo.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

La mattina successiva, Pierre e David erano seduti sul muretto del cortile della scuola e Pierre era intento ad osservare Maya, Laure e Seb che chiacchieravano: lui e Chuck avevano stabilito che la prima mossa era studiare il nemico e l’unico modo era osservarlo.

‘Certo che io le donne proprio non le capisco...voglio dire, ne ha due ai suoi piedi che fanno la guerra per lei e appena arriva un altro...’

Mmh mmh...’ annuì David.

‘Che poi che ci troverà...simpatico, ok...osiamo pure carino, anche se non è che me ne intenda...’

Mmh mmh...’.

Pierre si voltò verso l’amico e lo squadrò per un attimo, perplesso.

‘Ieri sera io e Jay ci annoiavamo a morte e abbiamo deciso di rompere la routine facendo bunjee jumping dal tetto di casa...uno spasso...’

Mmh mmh...

Dave!’

‘Eh? Che c’è, perché urli?’ chiese David, riscuotendosi.

‘Si può sapere dove diavolo hai la testa?’ chiese Pierre.

Ma io ti stavo ascoltando!’

‘Sì? E di che parlavo?’

...Di Maya?’ chiese l’altro, alzando un sopracciglio.

‘Se stai cercando di dirmi che sono prevedibile, non è divertente...e comunque no, non parlavo di lei’

‘Maledetta sfortuna...’ rispose l’altro: proprio l’unica volta che non parlava della ragazza lui doveva distrarsi.

‘Piuttosto, a che stavi pensan...’ iniziò Pierre, ma improvvisamente ebbe un’illuminazione e si voltò verso David con un sorrisetto.

‘Qualcuno qui ha una cotta per Laure...’ disse il ragazzo, ricevendo un’occhiataccia da parte di Dave.

‘Stai zitto Pierre’ gli intimò.

‘Ci ho azzeccato, vero?’

‘Pensa a Maya, che agli affari miei ci penso io’

‘Solo una domanda...ti prego!’ implorò Pierre.

‘Ok, ok!’

‘Perché la eviti come la peste se ti piace?

‘Io...’ iniziò David, evidentemente in imbarazzo ‘Non lo so...quando me la trovo vicino...non lo so, inizio a comportarmi da idiota’

‘Beh, penseremo anche a questo...

‘No Pierre, no, agli affari miei ci penso io, ok?

‘Ok, ok, calma... se cambi idea...

‘Non credo proprio!’ rispose David, prendendo il suo zaino e dirigendosi verso l’ingresso, seguito dall’amico, che non si era ancora levato dal volto il sorrisetto soddisfatto di poco prima.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Spiacente, siamo chiusi’ disse Maya a chiunque volesse prendere un libro in prestito in quel momento, era troppo stanca persino per pensare di compilare la scheda per il prestito.

‘Ed io stasera che faccio senza libro?’ chiese una voce familiare.

‘Ciao Seb’ rispose Maya, sorridendo ‘Per te potrei fare un’eccezione...non sia mai che ti faccia morire di noia stasera’

‘E se invece ti proponessi di uscire con me stasera?’ chiese il ragazzo.

Maya rimase stupita da quella proposta, erano quasi due mesi che ci sperava, ma non credeva che potesse succedere davvero.

‘Direi che per quanto i libri siano i migliori amici dell’uomo, è necessario esplorare nuove frontiere...

‘Lo prendo per un sì?’

‘Sì’ rispose Maya.

‘Ok...per le otto?’

‘Se mi dai una mano a chiudere qui potrei anche farcela...’ rispose lei.

‘Su, al lavoro!’ la incitò il ragazzo, facendola scoppiare a ridere.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Oh mio Dio, non mi sveglierò mai domani mattina...’ disse Maya.

‘Vuoi dire stamattina...è mezzanotte e mezzo, sai?’ le fece notare Seb.

‘Perfetto, non mi alzerò, è deciso’ decretò Maya.

‘Sei arrivata, credo...’ disse Seb, fermando l’auto davanti a casa della ragazza.

‘Già...beh...

‘Mi sono divertito stasera...molto’ la precedette lui, sorridendole.

Lei abbassò appena lo sguardo: non era assolutamente possibile che ogni volta che lui la fissava con quei suoi straordinari occhi azzurri lei andasse completamente in tilt.

Anch’io...molto’ rispose, sorridendo a sua volta.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, entrambi indecisi su cosa dire.

‘Beh...visto che a quanto pare ci siamo divertiti entrambi, posso sperare in un bis?’ chiese il ragazzo.

Maya sorrise appena, poi lo colse di sorpresa sporgendosi verso di lui e sfiorandogli appena le labbra con le proprie.

‘Certo’ riuscì a rispondere lei prima che lui l’attirasse di nuovo a sé per baciarla.

‘A domani...’ lo salutò lei, una volta che si furono divisi, mantenendo però le loro mani intrecciate.

‘A stamattina, te l’ho già detto...’ le rispose lui, appoggiando la sua fronte contro quella della ragazza.

‘Scusa, hai ragione...pignolo...’ ribattè lei, aprendo la portiera per scendere ‘Notte’

‘Notte’ rispose lui, lasciandole andare a malincuore la mano.

Seb aspettò che lei rientrasse in casa e poi partì, decisamente su di giri: quel trasferimento a Montréal si era rivelato la cosa migliore che potesse capitargli.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Salve a tutti!

E fu così che dopo essere sparita per una decina di ere glaciali Lady Numb riapparve dal nulla! Cosa volete farci…un po’ Internet non mi permetteva di pubblicare, un po’ avevo cause di forza maggiore che mi impedivano di dedicarmi alla scrittura (la chiamano laurea…)…

Comunque… dopo avergli attribuito un ruolo marginale nelle precedenti storie (e dopo essermi sentita un verme per la pessima figura fatta fare al caro Pierre) Lady Numb ha deciso di dedicare una storiella anche ai Simple Plan!

Come credo sia chiaro, ci proiettiamo in una dimensione in cui i cinque sono dei ragazzi normalissimi, non la famosa band che conosciamo oggi...

Spero che la storia vi intrighi... sarà piuttosto breve, quattro minicapitoli, ma spero di ricevere le vostre recensioni comunque...dai, ditemi cosa ne pensate!^__^

Baci!

 

 

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Capitolo 2
*** 2-Tout se paie ***


Tout se paie

Capitolo secondo:

Tout se paie

 

La mattina successiva, Pierre si stava dirigendo come al solito verso casa di Maya, ma si bloccò a distanza di sicurezza quando vide Seb fermo davanti al cancello della ragazza.

Rimase nascosto dietro un albero ad osservare quello che accadeva e dopo pochi minuti vide Maya uscire di casa, avvicinarsi a Seb e baciarlo.

Per poco non gli venne un colpo, decisamente la tattica di contrattacco che lui e Chuck avevano adottato faceva acqua da tutte le parti.

Immediatamente compose il numero del ragazzo che, ne era certo, li stava aspettando in fondo alla via.

‘Pierre?’

‘Chuck, fidati di me, sparisci’

‘E perché dovrei?’

‘Fidati di me Chuck...ci troviamo in cortile, riunione di emergenza’

‘E va bene, a dopo’ si rassegnò l’altro, riattaccando.

Nel frattempo, Seb e Maya si stavano dirigendo verso la scuola mano nella mano e la ragazza si guardava intorno preoccupata.

‘Che c’è?’ le chiese Seb, notando il suo atteggiamento.

‘Niente, è solo che...non trovi che sia strano che Chuck e Pierre non si siano visti stamattina?’ chiese la ragazza.

‘In effetti non è affatto normale...forse si sono rassegnati...’ azzardò lui, ricevendo in cambio un’occhiata scettica da parte della ragazza ‘Ok, ok, improbabile...non lo so Maya, so solo che credo mi vada meglio così...se ci vedevano per mano era la volta buona che mi facevano seriamente del male...’

‘Dai, non credo che arriverebbero a tanto...’ rispose lei e stavolta fu Seb che la guardò scettico ‘Ok, forse... comunque, ora abbiamo un problema più importante’

‘Sarebbe?’

‘L’uragano Laure, mi sembra ovvio’ rispose Maya ridendo, come se fosse la cosa più elementare del mondo.

‘Già, hai perfettamente ragione’ concordò Seb, divertito a sua volta, mentre si apprestavano ad entrare in cortile.

Maya e Seb per poco non scoppiarono a ridere davanti agli occhi sgranati di Laure e si diressero verso di lei, che già dallo sguardo chiedeva spiegazioni.

Essendo entrambi concentrati su Laure, fortunatamente non si accorsero di Chuck, cui per poco non veniva un colpo, e di Pierre, che aveva un’espressione più buia della notte.

‘Tutto ok Chuck?’ chiese Jeff all’amico, preoccupato.

‘Tutto sbagliato...abbiamo sbagliato tutto, tattica completamente sbagliata’ disse Pierre.

‘Bisogna passare al contrattacco’ disse Chuck, dopo essersi ripreso.

‘Perché semplicemente non lasciate perdere?’.

Sia Chuck, sia Pierre si voltarono verso Dave, confusi.

‘Andiamo ragazzi, siate realistici una volta tanto...sono mesi che morite dietro a Maya, lei vi ha sempre fatto chiaramente capire che eravate solo amici, voi avete insistito, ok, affari vostri, ma adesso lei è felice e glielo si legge in faccia e se ci tenete a lei quanto dite dovreste essere contenti per lei e lasciar perdere, possibilmente levarvi quest’ossessione dalla testa e perché no, tornare ad essere amici...non avete notato che negli ultimi due mesi siamo stati un bel gruppo? Mio Dio, eravate amici prima di Maya, possibile che per una ragazza vi dobbiate ridurre a farvi la guerra?’.

Pierre e Chuck rimasero a fissare David senza saper cosa dire: in effetti descritto così il loro comportamento degli ultimi mesi sembrava proprio assurdo.

‘In effetti eravamo una bella squadra ultimamente...’ ammise Chuck.

‘E anche prima di Maya...’ aggiunse Pierre.

‘E che senso ha perdere tutto questo tempo per una ragazza che ce lo ha sempre detto che non ce n’era?’ continuò Chuck.

‘Amici?’ disse Pierre, rivolto all’altro.

‘Ci sto!’ acconsentì Chuck, battendogli il cinque.

‘Bravi, questi sono il Pierre e il Chuck che mi ricordavo io!’ disse Dave, dando una pacca sulla spalla a Pierre, mentre Jeff faceva lo stesso con Chuck.

‘Ora non vi resta che parlare con Maya...’ disse Jeff.

‘Eh?’ chiesero Chuck e Pierre in coro.

‘Ragazzi, non è che potete evitarla ora...dovete mettere le carte in tavola e possibilmente farle capire che siete contenti per lei...lei ci tiene a voi come amici in fondo, questo è chiaro, non credete?’ spiegò Jeff.

‘...Ma che caspita hanno oggi questi due che le sanno tutte?’ chiese Pierre a Chuck, stupito.

‘E state zitti!’ gli intimò David, dando una pacca in testa ad entrambi e dirigendosi verso l’entrata, ignorando le proteste degli altri due e seguito da Jeff, che si reggeva a malapena in piedi a causa delle risate.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Che carini!’ commentò Laure, una volta che Maya ebbe finito di raccontarle quello che era successo fra le e Seb la sera prima ‘Ma Pierre e Chuck lo sanno?’

‘Non lo so, ma credo che mi abbiano vista stamattina in cortile...in effetti non ci ho fatto caso, ma sono quasi certa che loro abbiano fatto caso a me e soprattutto a Seb...’

‘Altamente probabile...ehy, parli del diavolo...’

‘Dove?’chiese preoccupata Maya.

‘Dietro di te, a pochi secondi...’ rispose Laure.

‘Ehy Maya, possiamo parlarti?’ chiese Pierre, quando fu vicino alle ragazze, che si lanciarono uno sguardo confuse notando che il ragazzo aveva usato il plurale.

‘Ok...’ acconsentì Maya, seguendo Pierre e Chuck fuori dall’aula.

‘Allora Maya...’ iniziò Pierre.

‘L’abbiamo provato per un po’ il discorso, ma credo che improvviseremo...’ continuò Chuck.

‘...Sto iniziando a preoccuparmi, ragazzi’ disse Maya, squadrandoli confusa.

‘Ok, andiamo al dunque: abbiamo riflettuto...’ disse Pierre ‘O meglio, Dave e Jeff ci hanno fatto riflettere...’ precisò poi.

‘A seguito delle nostre riflessioni abbiamo capito che il nostro comportamento degli ultimi mesi è stato assurdo e infantile’ spiegò Chuck.

‘Esatto...e inoltre siamo contenti per te e Seb, sul serio, e vorremmo chiederti se pensi di essere ancora in grado di sopportarci e quindi potremo restare amici’ concluse Pierre.

Maya rimase a fissarli qualche istante, letteralmente senza parole, mentre i due la osservavano in attesa.

‘Ragazzi...ma certo che possiamo restare amici...sono dieci mesi che sto cercando di farvelo capire...io sono senza parole, sto farneticando, scusate...’

‘Quindi ricominciamo da zero?’ chiese Chuck.

‘Ma certo!’ rispose lei, sorridendo.

‘Fantastico...adesso direi che dobbiamo scappare Pierre, siamo già largamente in ritardo per chimica...’

‘Vero...ci vediamo allora Maya!’ disse Pierre, salutando la ragazza mentre veniva trascinato a forza da Chuck, che rivolse a sua volta un cenno di saluto a Maya, verso l’aula di chimica.

La ragazza rientrò in classe, dove la stava aspettando una curiosissima Laure, la quale rimase sbalordita quanto lei quando le riferì la conversazione avuta con i due ragazzi.

‘Incredibile...questa storia sembra un miracolo...’ commentò Laure.

‘Già...e sai qual è la cosa che mi ha fatto più piacere?’

‘Cosa?’

‘Finalmente si sono ricordati di essere amici...si facevano la guerra, ma loro prima erano amici e mi sono sempre sentita in colpa per essere la causa della loro rivalità...e fra l’altro, ora che ci penso...sai cosa significa se siamo tutti amici?’ chiese Maya, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono, almeno secondo Laure.

‘Cosa?’ chiese dubbiosa l’altra.

‘Che tu e Dave dovrete necessariamente rivolgervi la parola...’ rispose l’altra.

‘Piantala Maya!’ le intimò Laure.

‘Vedremo chi avrà ragione...’ disse Maya.

Laure avrebbe voluto replicare, ma in quel momento entrò il professore e fu costretta a tacere, non prima di aver tirato un calcio sotto il banco a Maya, che sfoggiava un sorrisetto soddisfatto.

 

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‘Ho parlato con Pierre e Chuck oggi’ esordì Maya a pranzo, non appena Seb si fu seduto al tavolo con lei, Laure si era infatti momentaneamente trasferita al tavolo con gli altri per dare modo ai due di affrontare il discorso.

‘...Dammi il tempo di sedermi almeno...’ commentò lui ‘Quindi? Quanto sono nei guai? Devo stargli alla larga?’

‘No, anzi...riassunta in poche parole, mi hanno detto che si sono resi conto di essere stati asfissianti, che sono tanto felici per noi e che sarebbero felici se potessimo essere tutti amici...’.

Seb inclinò la testa, molto perplesso.

‘Sicura di aver capito bene?’ chiese dopo qualche istante.

‘Sì, sicura...’ rispose lei, sorridendo divertita.

‘Direi che mi sembra più che ragionevole...sono incredulo’

‘Idem, credimi...e adesso che ne dici se li raggiungiamo tutti quanti?’

‘Andiamo!’ disse lui, alzandoli e dirigendosi insieme alla ragazza verso il tavolo dove tutti gli altri erano impegnati in una discussione molto animata.

‘Mio Dio, Pierre, sei disgustoso!’ stava urlando Laure, nascondendo la testa dietro la spalla di Chuck.

‘Che succede qui?’ chiese Maya, attirando l’attenzione di tutti su lei e Seb.

‘Vi prego, fatelo smettere!’ li implorò David.

‘Che sta facendo?’ chiese di nuovo Maya, mentre tirava una gomitata nel fianco a Seb, che stava ridacchiando sommessamente.

‘Sta facendo commenti disgustosi sul cibo di ciascun vassoio!’ le rispose Chuck.

‘Io lo sapevo che non dovevo prendere il cibo al self-service!’ disse Laure, continuando a nascondersi dietro a Chuck.

Maya rimase qualche istante in silenzio, poi alzò le spalle.

‘Tanto noi abbiamo i panini!’ commentò infine la ragazza, sedendosi con Seb fra Chuck e Jeff.

‘Infami!’ gli urlò Laure, allungandosi addosso a Chuck per colpire i due.

‘Ahia!’ si lamentò Seb, dopo che Laure lo ebbe colpito piuttosto violentemente.

‘Mio Dio, Maya, Seb, non avrete mica intenzione di mangiare quei panini? Sembrano vecchie suole di scarpe!’ disse Pierre.

Maya e Seb si scambiarono un’occhiata perplessa, poi lanciarono un’occhiataccia a Pierre.

‘...Io in fondo non avevo poi tanta fame’ disse la ragazza.

‘Già...’ le fece eco Seb.

‘Ve lo avevo detto!’ disse David, dando poi una sberla in testa a Pierre, notando che stava per parlare di nuovo e facendo scoppiare tutti a ridere, mentre Pierre si massaggiava la testa dolorante squadrando molto male l’amico.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Quattro mesi dopo…

 

Aprile 1998

 

‘Io odio, odio, odio la biologia!’ si lamentò Maya, mentre si dirigeva verso la mensa.

‘Ok tesoro, ma per favore, calmati...’ le rispose Seb, circondandole la vita col braccio e tirandola verso di sé.

‘Non funziona Seb, non funziona, io odio la biologia, ma odio ancora di più le ricerche di biologia in gruppo con Caroline Dubois!’

‘Sarebbe quella che ci ha provato con me alla festa di Michel il mese scorso?’

‘Capisci perché la odio?!’ si lamentò lei.

‘Al massimo dovrebbe odiarti lei perché sto con te e non ho la minima intenzione di cambiare idea’ la rassicurò lui, dandole un bacio sulla fronte.

‘Adulatore...’ commentò lei, sorridendo e abbracciandolo a sua volta ‘Però continua per favore...’ aggiunse poi, facendolo ridacchiare.

‘Non me lo farò ripetere due volte...’ rispose  lui, stringendola maggiormente a sé ‘Oh cielo...’ disse poi lui, osservando qualcosa davanti a sé.

‘Che c’è?’ si informò lei.

‘Le facce di quei tre non promettono nulla di buono...’ le rispose, indicando Pierre, Chuck e Jeff, che si dirigevano a passo di marcia verso di loro.

‘Seb, dobbiamo sequestrarla un secondo’ disse Chuck, non appena furono arrivati di fronte a loro.

‘Pensate di riportarmela viva?’ chiese lui.

‘Non preoccuparti, ci serve viva...’ gli rispose Pierre.

‘Allora ok’ rispose Seb, ricevendo un’occhiata sconcertata da Maya.

‘Traditore!’ esclamò lei, mentre Chuck e Jeff la trascinavano verso il cortile.

‘Che c’è?’ chiese la ragazza, una volta che i tre l’ebbero fatta sedere su una panchina.

‘Dobbiamo affrontare un discorso serio’ disse Chuck, sedendosi alla destra della ragazza.

‘Un discorso serio e necessario’ aggiunse Pierre, sedendosi a sinistra.

‘...Ho paura Jeff’ disse Maya, rivolgendosi al ragazzo, che si trovava in piedi di fronte a lei.

‘Tranquilla...credo proprio che ti troverai d’accordo con noi...’ la rassicurò Jeff.

‘Quindi?’ chiese lei.

‘Tu pensi che a Laure interessi qualcuno?’ le chiese Pierre.

Sul volto di Maya si dipinse un sorriso inquietante, squadrò i tre, poi il suo sguardo si fissò su Pierre.

‘Qualcuno tipo Dave?’ chiese lei.

‘Vedo che ci capiamo alla perfezione...’ osservò Pierre, soddisfatto.

‘Quindi non siamo tutti impazziti’ commentò Chuck.

‘Io non ve l’ho mai detto, ma ci avete azzeccato in pieno...che mi dite di Dave piuttosto?’ si informò la ragazza.

‘Cotto alla perfezione’ le rispose Pierre ‘Manca solo la spintarella necessaria...’

‘E se tu dessi una spintarella anche sull’altro fronte...’ disse Chuck.

‘Ci posso provare...ma non sarà facile, Laure è una testa dura...’

‘Mai quanto David, fidati di noi...’ le rispose Jeff.

‘Certo che anche Dave potrebbe avere un atteggiamento diverso...ammetto che ha fatto progressi rispetto a quando la evitava come la peste, però potrebbe dimostrarsi un po’ più intraprendente...’

‘Dave?’ disse Chuck scettico.

‘David Desrosiers intraprendente?’ gli fece eco Pierre, usando lo stesso tono ‘Bella battuta, Maya...’

‘Ok, ok, ricevuto il messaggio...comunque, buono a sapersi, io ci metterò tutto il mio impegno...e credo che Seb potrebbe tornarmi utile...’

‘Brava, coinvolgi chi di dovere...’ approvò Chuck.

‘E dopo che abbiamo sistemato quei due, sistemiamo te e Marie!’ gli disse Maya, facendo scoppiare a ridere Pierre e Jeff, mentre Chuck la guardava molto, molto male.

‘Maya, ti prego, no...’ la implorò lui: un mese prima Chuck aveva conosciuto ad una festa una ragazza del terzo anno, Marie appunto, che indubbiamente lo aveva molto colpito e da quando Pierre e gli altri se ne erano accorti, per il povero Chuck non c’era più stata pace.

‘Ok, la smetto...adesso andrei a mangiare, vi unite a noi?’

‘Magari...ho una verifica di storia dopo, vado in classe a ripassare...’ disse Jeff, salutandoli e dirigendosi verso l’ingresso.

‘Noi dobbiamo raggiungere David, lo abbiamo mollato con una scusa’ disse Pierre.

‘Patetica, fra l’altro’ commentò Chuck, beccandosi una sberla sulla spalla da Pierre, poi tutti e tre si diressero verso l’ingresso e si salutarono, i ragazzi andarono alla ricerca di David e Maya si diresse verso la mensa, dove trovò Seb e Laure già seduti ad un tavolo che pranzavano.

‘Ehy, che volevano?’ chiese Laure, alla quale Seb aveva raccontato del sequestro di Maya ad opera dei tre ragazzi.

‘Niente, questioni private’ rispose lei.

‘Devo iniziare a preoccuparmi?’ le chiese Seb, circondandole le spalle col braccio.

‘Piantala...’ rispose lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘Voi due siete adorabili, lasciatevelo dire...’ commentò Laure, osservandoli.

‘Grazie...ma più che altro è merito suo’ rispose Seb.

‘Maya, vedi di marcarlo stretto, questo ragazzo è semplicemente adorabile’ commentò Laure.

‘Ecco, allora vedi di guardare da un’altra parte, grazie’ le intimò scherzosamente Maya, coprendo poi la faccia di Seb con un tovagliolo ‘Ecco, così va meglio’ commentò soddisfatta.

‘Posso toglierlo almeno in classe?’ chiese lui, scuotendo la testa rassegnato.

‘No! Frequenti la metà delle lezioni con la Dubois, non provarci!’ rispose Maya.

In quel momento suonò la campanella che decretava la fine della pausa pranzo, allora i tre si alzarono e Maya non sembrò approvare il fatto che Seb si fosse levato il tovagliolo dalla faccia, ma il ragazzo la ignorò e le stampò un bacio sulle labbra, ottenendo di distrarla dalla sua ossessione di nasconderlo al mondo il tempo necessario per arrivare in classe.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Seb suonò il campanello di casa Voisier alle nove in punto e dopo qualche istante una trafelata Maya gli aprì.

‘Sono in terrificante ritardo, scusami...vieni pure, ci metto dieci minuti al massimo’ gli disse lei.

‘...Ci sono i tuoi?’ chiese preoccupato Seb, che aveva un certo timore nei confronti del padre della ragazza.

‘A meno che non gli sia venuta voglia di fare una traversata dell’oceano a nuoto, no...sono in crociera Seb, ricordi?’

‘Non si sa mai...’ rispose lui, entrando in casa.

‘Certo, come no...arrivo, giuro!’ disse lei, correndo al piano di sopra a finire di prepararsi, mentre Seb si sedette sul divano e accese la televisione, iniziando a fare zapping alla ricerca di qualcosa di interessante da guardare per passare il tempo: conoscendo Maya, dieci minuti significava molto di più.

Contrariamente alle sue aspettative, tuttavia, quindici minuti più tardi Maya scese in salotto, pronta ad uscire.

‘Allora, dove si va?’ chiese allegramente lei.

‘Shh!’ le disse lui, indicando la televisione.

‘Seb? Da quand’è che ti interessi ai documentari sugli squali?’ chiese perplessa la ragazza, sedendosi vicino a lui e osservando lo schermo, confusa.

‘Caspita, è incredibile...sai che gli squali non si fermano mai, altrimenti muoiono?’ le chiese lui, stupefatto.

‘Seb, io odio la biologia, questo significa che più del necessario io non apprendo...’ rispose lei, accoccolandosi vicino a lui, che le circondò la vita col braccio.

‘E poi ci sono un sacco di specie...’ riprese Seb.

‘Seb, se vuoi diventare appassionato di scienze dovresti iniziare ad uscire con Laure...’ gli disse lei, riuscendo finalmente ad ottenere la piena attenzione del ragazzo.

‘Non dire idiozie...’

‘Non dico idiozie...’ ribattè lei.

‘Sai che questa maglietta ti sta molto bene?’ le disse lui, avvicinandola a sé.

‘Grazie...’ rispose lei, avvicinandosi ulteriormente per baciarlo.

‘Però gli squali sono interessanti...’

‘Piantala!’ ridacchiò lei, cercando di colpirlo sul braccio.

Seb però la bloccò prima, spostandole le mani dietro la schiena.

‘Ahia!’ si lamentò lei.

‘Scusa’ disse lui, lasciandole andare le mani.

‘Povero ingenuo...’ commentò lei, abbracciandolo.

‘Mi hai preso in giro!’ disse lui, fingendosi risentito.

‘Sono brava, eh?’ rispose lei, baciandolo però prima che potesse rispondere.

‘Sei un piccolo diavolo, altroché...’ commentò lui non appena si furono divisi.

‘Potrei offendermi profondamente...’

‘Suvvia, un po’ di senso dell’umorismo...’

‘Ha parlato...’ ribattè Maya, prima di baciarlo di nuovo.

‘Piccola, io ti avviso, se continui a fare così stasera finisce che non usciamo più’ le disse Seb.

 ‘E chi lo ha detto che dobbiamo per forza uscire?’ ribattè Maya, sorridendogli.

‘Mmh...giusto, possiamo guardare il documentario sugli squali!’ rispose Seb, ridacchiando.

‘E piantala...’ gli intimò lei, spegnendo la televisione e baciandolo per l’ennesima volta.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Sveglia, è mattina, buongiorno!’ urlò Maya, saltando sul letto della sua stanza e ricevendo come risposta un verso non meglio identificato da parte di Seb.

‘Seb?’

‘Sonno...dormire...presto...’ riuscì ad articolare lui, tirandosi le coperte fin sopra alla testa e voltandosi dall’altra parte.

‘Tesoro mio, sono le sette e mezza, devi ancora passare a casa a prendere i libri, che almeno in teoria ti servono a scuola, in più se vuoi che il tuo alibi regga dovrai informare Lucas che stanotte hai dormito da lui...’ gli disse lei, sorridendo divertita ‘Su, che ti ho fatto il caffè, così ti svegli!’

‘...Caffè?’ disse infine lui, apparendo per la prima volta interessato.

‘Cosa c’è di meglio per iniziare la giornata?’

‘Concordo...ehy, quella è la mia maglietta!’ disse Seb, riferendosi alla maglia che stava indossando Maya.

‘Sta meglio a me, non trovi?’ chiese lei.

‘Mmh...no...’ rispose lui, prendendola per la vita e facendola sdraiare accanto a sé ‘Ma devo ammettere che ti sta bene quasi quanto a me...’ aggiunse poi, dandole un bacio sulla fronte.

‘Ti sei salvato in corner...’ rispose lei, abbracciandolo.

‘Sono bravo a salvarmi in corner...’ rispose lui ‘Questo famoso caffè?’ si informò poi lui.

‘Arriva!’ rispose lei, mettendosi a sedere e prendendo la tazzina di caffè che aveva appoggiato sul comodino.

‘Io vado a vestirmi, dovresti fare lo stesso, sai?’ gli disse poi lei.

‘Se mi ridai la maglietta...’ la provocò lui, ridacchiando.

‘Più tardi forse!’ rispose lei, dirigendosi verso il bagno canticchiando, mentre Seb rideva senza ritegno.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Buongiorno a tutti!’ urlò Maya, entrando nel cortile della scuola e salutando gli altri, che erano già arrivati e stavano chiacchierando nel loro solito punto di ritrovo.

‘Buondì Maya!’ la salutarono Pierre e Jeff.

‘Ciao!’ gli fecero eco Chuck e Dave.

‘Buongiorno carissima...mmh...posso parlarti un secondo?’ le chiese Laure, saltando giù dal muretto dove Pierre e Chuck l’avevano strategicamente fatta sedere, proprio a fianco di Dave, e trascinando in disparte l’amica.

‘Problemi?’ le chiese Maya.

‘Non proprio...dunque, espressione raggiante, buon umore di prima mattina e senza Seb...devi raccontarmi qualcosa?’ le chiese l’amica, sorridendo allusivamente.

‘Forse...’ rispose vaga Maya.

‘E dai!’ insistette Laure.

‘Mettiamola così: Seb sta arrivando, doveva passare da casa per prendere lo zaino...’

‘L’hai capita Maya...appena ti lasciano casa libera...’ disse Laure, ridendo.

‘Sono una ragazza molto cattiva...’ commentò Maya, ridendo a sua volta.

‘Stai iniziando a fare paura...guarda, è arrivato, è là con gli altri’

‘Torniamo o hai altre domande?’ le chiese Maya.

‘Possiamo tornare cara!’

‘No, anzi, aspetta...sbaglio o eri seduta vicino a Dave quando sono arrivata?’ le chiese Maya.

‘Andiamo!’ ripeté Laure, prendendo l’amica per il polso e trascinandola verso il resto del gruppo.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Io ho deciso: mollo tutto, è inutile che provo ad arrivare all’esame, tanto è impossibile che passi’

‘...Il motivo di tanta negatività, Pierre?’ chiese Seb al ragazzo, mentre aspettavano in cortile che anche gli altri uscissero.

‘No, ma le hai viste le domande modello? Sono incomprensibili! Che diamine ne so io qual è il significato metaforico dei mostri all’interno del Beowulf e il perché della scelta dei mostri?’

‘Pierre, non per contraddirti, ma basta studiare gli appunti di Larson...’ commentò Maya, ricevendo un’occhiata disperata di Pierre che fece ridere Seb.

‘Maya, se tu sei un genio non significa che lo debbano essere anche gli altri...ed io soprattutto non sono mai stato e mai sarò un genio!’ le rispose infine Pierre.

‘Se ci credi tu...’ commentò Maya.

‘Aiuto! Lasciami stare Chuck!’ sentirono urlare a Laure, che andò a nascondersi dietro Seb, dal momento che nascondersi dietro Pierre avrebbe significato passare dalla padella alla brace.

‘Che le state facendo ancora?’ chiese Maya, rivolta a Chuck e  Jeff, che stavano cercando il modo di aggirare Seb e arrivare a Laure.

‘Mi vogliono disegnare qualcosa sul braccio!’ spiegò Laure.

‘Un piccolo tatuaggio, che vuoi che sia...’ disse Chuck.

‘Infatti...’ gli diede manforte Jeff.

‘Voi due siete irrecuperabili...’ gli disse Maya, scuotendo la testa.

‘Lo hai capito adesso, Maya?’ le chiese Dave, che era appena arrivato.

‘Ci siamo tutti, possiamo andare?’ chiese Pierre.

‘Se questi due mi lasciano stare...’ rispose Laure.

‘Dove andiamo?’ chiese Seb.

‘Seb, non te lo ricordi?!’ chiese sconvolta Maya.

‘La partita di hockey!’ disse Chuck, che distolse finalmente la sua attenzione da Laure.

‘Vero, perdono, memoria corta’ si giustificò Seb.

‘Andiamo, abbiamo una squadra da distruggere!’ disse Dave, partendo a passo di marcia verso il campo da gioco.

 

Due ore dopo..

 

‘Ahia...’ si lamentò Dave, zoppicando.

‘Serve una mano?’ chiese Pierre.

‘Sostienimi, grazie’ gli rispose l’altro.

‘Cavolo, quelli erano violenti...’ commentò Laure.

‘Violenti? Erano dei barbari Laure, mi hanno letteralmente preso a mazzate!’ disse Dave.

‘A me lo dici? Mi è arrivata una mazza sul braccio!’ si lamentò Chuck, poco dietro di loro.

‘In effetti ci sono stati momenti in cui ho temuto per voi...’ disse Maya.

‘Io avevo già pronto il telefono per l’ambulanza...’ intervenne Seb.

‘Specie quando quelli ti hanno squadrato malissimo per aver osato dire che dovevano andarci piano’ commentò Jeff.

‘Ho visto la vita passarmi davanti...’ rispose Seb, ripensandoci.

‘No ragazzi, mi fa un male dell’anima, ci possiamo fermare un secondo?’ chiese Dave.

‘Dici che dobbiamo portarlo a far vedere?’ chiese preoccupato Pierre, vedendo la faccia dolorante dell’amico.

‘Non lo so, ma forse sarebbe il caso...’ rispose Seb.

‘Ti dispiace se do un’occhiata?’ chiese Laure, facendo sì che tutti si voltassero verso di lei, stupiti.

‘Beh, che avete da guardare? Io stavo attenta alle lezioni di primo soccorso...’ disse la ragazza.

‘Ok, fai pure, ma se puoi evita di toccarmi la caviglia, altrimenti urlo’ disse David.

‘Vedrò quel che si può fare...’ disse lei, sedendosi vicino al ragazzo e osservandogli la caviglia ‘Secondo me hai solo preso una bella botta, il fatto che tu riesca ad appoggiarla a terra significa che non è rotta, se fosse una storta sarebbe più gonfia, quindi direi che una volta che ti è passato il trauma dovrai solo convivere per qualche giorno col dolore’ concluse Laure e né lei, né Dave si accorsero delle occhiatine altamente allusive che il resto del gruppo gli stava lanciando.

‘Bella consolazione...’ commentò Dave ‘Ma seriamente al corso di primo soccorso hanno detto queste cose?’

‘Lo sapreste anche voi, se foste stati attenti anziché giocare a battaglia navale...’ rispose la ragazza, sorridendo.

‘Piano con le offese, Laure...’ disse Chuck.

‘Infatti, noi stavamo giocando a tris!’ continuò Dave.

‘Il che richiede molto più cervello...’ riprese Chuck.

‘Certo!’ ribattè lei, serissima, facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.

‘Pierre, invece di ridere come un idiota quale sei, vieni qui e aiutami a camminare’ disse Dave all’amico ‘E prima di rispondere qualsiasi cosa, ricordati che se non mi fossi messo in mezzo sarebbe la tua caviglia a soffrire ora, non la mia’

‘Ok piccolo martire’ rispose Pierre, ricevendo un’occhiataccia dall’amico.

‘Sai che la tattica della crocerossina potrebbe anche funzionare?’ sussurrò Maya all’amica, mentre il gruppo ricominciava a camminare ‘Tu che ne dici tesoro?’ chiese poi a Seb.

‘Indubbiamente un ottimo sistema’ confermò lui.

‘No, Seb, non ti ci mettere anche tu, ti scongiuro...’ gli intimò Laure.

‘Ma Dave ti piace o no?’ le chiese Maya.

‘Sì...però sai benissimo come la penso, per cui ti scongiuro...’ gli rispose l’altra.

‘Come credi Laure, come credi...’ rispose Maya, lanciando però un’occhiata complice a Seb, che si mise a ridere e ricevette per questo una gomitata nel fianco da parte di Laure.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Un mese dopo...

 

Maggio 1998

 

‘Ho sonno!’ si lamentò Maya, appoggiando la testa sulla spalla di Seb, mentre stavano tornando a casa dopo essere usciti da scuola.

‘Vai a casa e dormi, piccola...’ le rispose lui cingendole la vita col braccio.

‘Non posso, devo studiare, domani ho l’ultima verifica, poi devo iniziare a ripassare per l’esame...’

‘Maya, è una verifica di letteratura francese, c’è qualcosa che tu già non sappia di letteratura francese?’

‘Sicuramente sì’

‘Io ci rinuncio...’ disse Seb, rassegnato.

‘Stasera allora ti vedi coi tuoi amici?’ chiese Maya, cambiando discorso.

‘Sì, è già da un po’ che dicono di volermi venire a trovare...eravamo un danno tutti insieme’

‘Consolante...’

‘Farò il bravo, promesso’ disse lui, sorridendole ‘Bene, questa è casa tua, quindi io ti abbandono alla tua amata letteratura francese e vado a ripassare chimica...a domani’ la salutò lui, dandole un bacio.

‘A domani’ rispose lei, avviandosi verso l’ingresso ‘Ah, Seb?’ lo richiamò lei.

‘Che c’è?’ chiese lui, voltandosi.

‘Fai il bravo, lo hai promesso’ gli ricordò lei, sorridendo.

‘Agli ordini, comandante!’ rispose lui, mettendosi sull’attenti e facendola ridere, poi lei rientrò in casa e lui si avviò verso casa sua.

 

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Il giorno successivo, Maya dovette fermarsi a scuola il pomeriggio per il turno in biblioteca, che in quel periodo era un luogo particolarmente frequentato dagli studenti dell’ultimo anno come lei, che stavano preparandosi per gli esami finali.

‘Questi due, per favore’.

Maya si sforzò di trattenere l’espressione irritata sentendo la voce di Caterine Dubois e quando alzò lo sguardo dal modulo che stava compilando era persino riuscita a stamparsi in volto un sorriso di circostanza.

‘Certo...allora, questo entro sette giorni, l’altro invece entro quindici giorni’

‘Grazie Maya...sta andando bene la preparazione degli esami?’ le chiese la ragazza.

Perfetto, ci mancava solo che Caterine Dubois avesse voglia di fare conversazione, pensò Maya.

Lanciò un’occhiata dietro la ragazza e maledisse la sorte, infatti in quel momento non c’era nessuno in attesa.

‘Non male, grazie’ si rassegnò a rispondere Maya, sperando che il fatto di non essersi mostrata interessata ai progressi dell’altra le facesse capire che non aveva voglia di parlare con lei.

‘Immagino che tu stia uscendo molto poco ultimamente...’ continuò Caterine: evidentemente il messaggio non era stato recepito.

‘In effetti no, preferisco studiare più che posso’ le rispose Maya, chiedendosi dove volesse arrivare l’altra: conosceva abbastanza Caterine da  sapere che il suo interessamento era molto strano.

‘Seb non la pensa come te, no?’.

Ecco dove voleva arrivare, a Seb.

‘E questo cosa vorrebbe dire?’ le chiese Maya, mostrandosi leggermente seccata.

‘Ieri sera l’ho visto al Wellington mentre ero fuori con delle amiche’

‘Beh, ha incontrato degli amici, non ci vedo nulla di male’ ribattè Maya.

‘Amica, al massimo...’ disse Caterine, guardando l’altra per vedere la sua reazione.

Maya non se lo aspettava, decisamente no, tuttavia aveva abbastanza buon senso da non far capire a Caterine quanto quella notizia l’avesse sorpresa.

‘Caterine, credo che questi non siano affari tuoi, comunque grazie dell’informazione, se hai finito io avrei del lavoro da fare’

‘Ok, ok, calma...io te l’ho solo detto...buona preparazione’ le rispose Caterine, andandosene.

Maya aspettò che la ragazza fosse fuori dal suo campo visivo e solo allora permise alla preoccupazione di affiorare sul suo volto: Caterine era una di quelle persone che amavano mettere zizzania, ma di una cosa era certa, non si inventava le cose, per cui era assolutamente necessario un chiarimento con Seb.

 

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‘Ciao piccola!’ disse Seb quando Maya salì in auto, chinandosi verso di lei per baciarla, ma la ragazza si scostò, lasciandolo sorpreso.

‘Tutto a posto, Maya?’ le chiese lui, spegnendo l’auto e voltandosi verso di lei.

‘Dimmelo tu’ rispose lei.

‘Prego?’

‘Dov’eri ieri sera Seb?’ chiese Maya, fissandolo seria.

‘Lo sai benissimo dov’ero, fuori con i miei amici’ rispose lui.

‘Sai Seb...oggi ho incontrato Caterine Dubois in biblioteca...e lei dice di averti visto con una ragazza...e guarda un po’ che strano caso proprio nel pub in cui mi hai detto che avresti incontrato i tuoi presunti amici...’.

Seb abbassò istintivamente lo sguardo e Maya ebbe la conferma che Caterine non si era inventata nulla.

‘Il fatto che tu non dica nulla devo interpretarlo come una conferma?’ chiese lei.

‘Maya...non è come può sembrare...’ iniziò lui.

‘Certo...’ commentò lei, sarcastica.

‘Ok...è la mia ex, ci stavo solo parlando...’

‘La tua ex?’

‘Sì... sono tre settimane che sto cercando di farle capire che deve lasciarmi in pace, ma...’

‘Frena...tre settimane hai detto?’ chiese lei, mentre lui si rendeva conto di essersi fatto scappare un paio di parole di troppo ‘E toglimi una curiosità Seb, in queste tre settimane oltre ad averci parlato è già successo che tu la vedessi?’ chiese lei, ad un passo dall’essere davvero furiosa.

‘Io...’ esitò lui, pensando però che a quel punto non gli conveniva più mentire ‘Solo un paio di volte, è successo solo un paio di volte Maya ed era solo perché lei ha ricominciato a telefonarmi, dice che vuole venire a studiare a Montréal l’anno prossimo e che saremmo dovuti tornare insieme...’

‘Un paio di volte?! Un paio di volte, Seb?! E dimmi un po’, pensavi di dirmelo prima o poi?!’ urlò lei.

‘Maya, non è successo nulla, ci ho solo parlato’

‘Non è questo il punto, non è questo! Mio Dio Seb, io ti credo, ma il punto è che non me lo hai detto, non ti sei fidato di me abbastanza per dirmelo, come faccio io a fidarmi di te?’

‘Mi dispiace Maya, mi dispiace, ma ho pensato che fosse meglio così...’

‘Meglio così come?! Che lo venissi a sapere da quella serpe, che lo farà sapere a tutta la scuola?! Bel piano davvero Seb!’

‘Maya, calmati, parliamone con calma...’ provò a calmarla lui, ma invano.

‘Calmarmi? Non ci penso nemmeno a calmarmi, Seb! Sai qual è il problema? Che mi hai delusa, terribilmente e non so se potermi fidare ancora di te o meno...’

‘Cosa vorresti dire?’ le chiese Seb, alzando lo sguardo sulla ragazza.

‘Che forse è il caso di darci un taglio, ora...se non riesco a fidarmi di te, non credo che abbiamo un gran futuro...’

‘Maya...ti prego...’

‘No, finisce qui Seb... adesso è meglio che torni in casa’ disse lei, scendendo dalla macchina prima che il ragazzo avesse il tempo di replicare e rientrando in casa.

Il ragazzo pensò per un attimo di seguirla, ma concluse che non avrebbe ottenuto nulla, per cui mise in moto l’auto e si diresse verso casa sua, non potendo fare altro che maledire se stesso.

 

You look so innocent

But the guilt in your voice gives you away

 

(Your love is a lie, Simple Plan)

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Hello world!

Eccomi col secondo capitolo...

Mi sento incredibilmente sadica...e incredibilmente triste per aver fatto soffrire il mio adorato Seb, anche se solo per finta...

Baci e recensite, please!

 

THANKS!

 

 

Dada88: ciao!

Beh, che dire, ti ringrazio per i complimenti!!

Guarda, Pierre è tanto bello e me gusta, però prendilo pure, io preferisco sempre Seb!!XD

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Capitolo 3
*** 3-Le destin est un petit diable ***


SP

Capitolo terzo:

Le destin est un petit diable

 

La mattina seguente, Dave entrò nel cortile della scuola intorno alle otto, decisamente presto, come suo solito: gli piaceva arrivare prima degli altri per poter smaltire da solo il malumore che caratterizzava i suoi risvegli e che, se lasciato libero di intromettersi nelle sue relazioni con gli altri, lo avrebbe reso una persona estremamente sgradevole.

Si diresse verso il punto di ritrovo del loro gruppo e rimase decisamente sorpreso quando vide Maya già seduta sul muretto, non era decisamente da lei arrivare così presto, ma quel che era ancora più strano era che Seb non sembrava essere nelle prossime vicinanze.

‘Giorno Maya’ la salutò Dave, sedendosi a fianco a lei.

‘Ciao Dave...mattiniero’ rispose lei.

‘Potrei dire la stessa cosa...tutto a posto?’ le domandò lui, anche se non appena si era trovato abbastanza vicino da poterla vedere bene in faccia si era risposto da solo: non, non era tutto a posto.

‘Non esattamente...’ gli confermò lei ‘Ho...ho lasciato Seb ieri sera e volevo evitarlo stamattina’ spiegò poi lei.

‘Ah...’ fu tutto quello che riuscì a rispondere Dave ‘Come stai?’

‘La verità? Uno schifo...’ rispose lei, non riuscendo a celare un tremolio nella voce.

‘Ehy...’ disse lui, appoggiandole una mano sulla spalla ‘Maya, sicura che non sia meglio che resti a casa per oggi?’

‘No, l’ultima cosa che mi serve sono spazi vuoti per pensare’ gli rispose lei ‘Grazie comunque...’ aggiunse poi lei, sforzandosi di sorridergli.

‘Guarda, c’è Laure...’ disse Dave, tirando mentalmente un sospiro di sollievo: era una frana a consolare le persone.

‘Maya? E tu che ci fai già...oddio, che è successo?’ chiese Laure, vedendo l’espressione dell’amica.

‘Ho lasciato Seb’ disse lei.

Laure lanciò un’occhiata sconvolta a Dave, che per tutta risposta alzò le spalle: la capiva perfettamente, la sua reazione era stata esattamente identica.

‘Ti va di parlarne?’

‘Ok...faccio un salto in bagno prima però’ disse Maya, alzandosi e dirigendosi verso l’ingresso.

Laure la osservò preoccupata, poi si rivolse a Dave.

‘La situazione è tragica, spiega la situazione agli altri, io la seguo, ok?’

‘Ok...ci vediamo a pranzo’

‘A dopo’ rispose Laure, dirigendosi verso l’ingresso.

Non ci mise molto a trovare Maya, seduta a terra nel bagno del primo piano.

‘Allora, che è successo?’ le chiese Laure, sedendosi a fianco dell’amica.

‘Lo odio!’ disse Maya, scoppiando in lacrime per la prima volta dalla sera precedente.

‘Ehy, calmati...’ disse Laure, abbracciandola ‘Adesso tira un bel respiro e raccontami tutto’

‘Ok’ rispose l’altra, poi cominciò a raccontarle quello che era successo.

Quando ebbe finito, Laure rimase per qualche istante in silenzio, prima di iniziare a parlare.

‘Maya...io non so cosa dire...mi dispiace, tesoro, davvero...adesso però non devi continuare a pensarci, se sei sicura della tua decisione vai là fuori e fai vedere che la tua vita va avanti tranquillamente’

‘Tu che ne pensi?’ le chiese Maya.

‘Di cosa?’

‘Ho fatto bene a lasciarlo?’

‘Se tu pensi che sia meglio per te, sì, hai fatto bene...’

‘Ma?’

‘Ma un bel niente, Maya...ascolta, qui non conta quello che avrei fatto io o chiunque altro, conta solo quello che volevi fare tu e se per te è stata la scelta migliore, allora va benissimo così, chiaro?’

‘Chiaro capitano’ rispose Maya, sorridendole.

‘Allora andiamo!’ disse Laure, prendendola per il braccio e trascinandola verso il cortile, dove vide che gli altri erano già arrivati e capì dalle loro espressioni che Dave li aveva informati di quello che era successo.

‘Buondì ragazze’ le salutò Chuck.

‘Ciao Chuck’ lo salutò Maya.

‘Ciao!’ salutarono in coro Pierre e Jeff.

‘L’allegro coretto...’ li prese in giro Dave.

‘Siete carini...’ disse Maya.

‘Ecco, lei ci capisce...’

‘Ovvio...io sono un mito!’ osservò Maya.

‘Certo, certo...ecco, sta suonando la campanella mito, entriamo che è meglio...’ disse Laure, spingendo l’amica verso l’ingresso e facendo cenno a Dave e Jeff di spostarsi sulla destra di Maya, dal momento che aveva appena intravisto Seb.

‘Ehy Laure, come sta?’ le chiese Pierre, fermando Laure.

‘Insomma...cerca di reagire, ma per il momento direi che è una situazione da tenere sotto controllo’

‘C’è qualcosa che possiamo fare?’ chiese Chuck.

‘Per il momento continuate ad essere voi stessi...siete comici, la fate ridere...’

‘...Te la perdono solo perché sono estremamente buono’ le disse Pierre, ricominciando a camminare mentre Laure ridacchiava.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Aahh!’ urlò Laure mentre si sedeva a tavolo a mensa, facendo sobbalzare tutti gli altri sulle loro sedie e Maya al suo fianco.

‘Che accidenti ti prende?!’ chiese Jeff.

‘Io impazzisco...non ce la faccio a sopportare tutto questo per altre due settimane... e poi gli esami...no, io la faccio finita prima...’

‘Cara Laure, ti capisco, eccome se ti capisco...’ le rispose Pierre.

‘Quanto la fai lunga...’ si lamentò Dave, ricevendo un’occhiata storta dall’amico.

‘Dave, tu non capisci, non puoi capire, sei una sottospecie di genio...’ osservò Laure.

‘Modestamente, mi viene naturale...’ rispose Dave, fingendo un atteggiamento superiore.

‘Indegno, che ci fai fra di noi?’ disse Pierre, spostando la sedia per allontanarsi dall’amico.

‘Infatti, non sei...ehy, Maya, che c’è?’ si interruppe Laure, vedendo lo sguardo strano dell’amica.

‘No...niente, niente...’ rispose la ragazza, riportando velocemente lo sguardo sull’amica.

‘Non me la conti...alla faccia, si dà da fare quella...’ commentò Laure, capendo cos’aveva attirato l’attenzione di Maya: pochi tavoli più in là, Caterine Dubois si era seduta al tavolo dove Seb stava mangiando da solo, anche se, doveva ammetterlo, lui non sembrava particolarmente entusiasta della cosa.

‘No, Maya, così non va’.

La ragazza alzò lo sguardo su Pierre, che aveva pronunciato quella frase, e rimase sorpresa di trovarsi davanti anche Chuck, che fino a pochi istanti prima era di fianco a lei.

Laure trattenne una risata rendendosi conto che per mettersi a fianco a Pierre, Chuck aveva letteralmente buttato giù dalla sua sedia Dave, che si stava massaggiando il fondoschiena lanciando sguardi omicidi all’amico.

‘Cioè?’ chiese perplessa Maya.

‘Maya, dai retta a noi...’ iniziò Pierre.

‘Se continui a piangerti addosso e a concentrarti su di lui, non otterrai nulla...’ proseguì Chuck.

‘Tu vuoi che lui si senta in colpa per la gran carognata che ha fatto, vero?’ chiese Pierre.

‘Non...io non lo so...’ rispose Maya.

‘Non lo sai?’ chiese Laure, a metà fra lo sconvolto e l’incredulo.

‘No...cioè,sì, credo di sì...’

‘Allora la soluzione è semplice: ignoralo, continua a vivere allegramente e a divertirti con i tuoi amici...credi a noi, non c’è nulla che fa rodere un ragazzo più che vedere la ragazza che gli interessa che si diverte con altri ragazzi...’ spiegò Chuck.

‘Voi siete sicuri che sia una tattica che vale?’.

Chuck e Pierre si guardarono sconvolti, poi si girarono verso Maya, lanciandole un’occhiata scettica.

‘...Ok, era una domanda stupida’ si rispose Maya, capendo che loro due si erano sentiti esattamente in quel modo quando lei aveva iniziato a legare con Seb.

‘Che ne dici?’ chiese Pierre.

‘Sai che ti dico, Bouvier? Hai perfettamente ragione!’ rispose convinta Maya, sorridendo.

‘Così ti voglio!’ disse Laure, abbracciandola.

‘Bene, adesso che avete fatto, evento incredibile, qualcosa di utile, volete ridarmi la mia sedia?!’ intimò Dave a Chuck e Pierre.

‘Calma Dave, se ti agiti troppo poi rischi di sentirti male...’ rispose Chuck, alzandosi per lasciare il posto a Dave.

‘Io...io...bah, lasciamo perdere...’ disse Dave, rinunciando a rispondere a Chuck e tornando a sedersi al suo posto.

In quel momento suonò la campanella che segnalava la fine del pranzo, allora il gruppetto si alzò dal tavolo, mentre Dave insultava Chuck e Pierre, accusandoli di non avergli permesso di finire il pranzo.

Maya decise di seguire immediatamente il consiglio dei suoi due amici e per tutto il percorso dalla mensa all’aula rise e scherzò con Pierre e Chuck e a Laure non sfuggì l’occhiata in tralice di Seb, che passò accanto al gruppo: evidentemente Chuck e Pierre ne sapevano una più del diavolo, perché la loro tattica sembrava funzionare.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Due settimane più tardi...

 

‘La fine! Ultimo giorno! Allegria, allegria, allegria...’.

‘...Jeff, azzardati a fare ancora una volta un balletto come quello che hai appena fatto ed io ti rinnego anche se sei l’unico che comprende la mia passione scientifica’ disse Laure, osservandolo perplessa.

‘Ed io personalmente non ti rivolgerò mai più la parola’ aggiunse Dave.

‘Ma è la fine!’ protestò Jeff.

‘Sarebbe la fine se non avessimo gli esami fra due settimane, Jeff’ osservò Maya.

‘Non nominarli Maya...’ la implorò Pierre.

‘Guarda che non spariscono se non li nomini...’ osservò Dave.

‘Mai smettere di sperare...’ gli rispose Chuck, facendo ridere gli altri.

‘Comunque, io non smetto di essere felice, quindi stasera tutti da me per festeggiare, ok?’ disse Jeff.

‘Ottima idea Jeff!’ commentò Laure.

‘Questo si chiama parlare!’ aggiunse Pierre.

‘Allora da me alle sette e mezza!’ disse Jeff.

‘Io vi raggiungo più tardi però...ho il mio ultimo turno in biblioteca’ spiegò Maya,

‘Fino all’ultimo...’ commentò Chuck.

‘Ci puoi giurare, Comeau...e adesso avviamoci verso questo ultimo giorno...ultime fatiche, miei cari!’ disse Maya, prendendo a braccetto Pierre e Chuck  e dirigendosi verso l’entrata.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Quella sera, intorno alle otto e mezzo, Maya parcheggiò la sua auto davanti a casa di Jeff e andò a suonare il campanello.

‘Maya! Giusto in tempo!’

‘Per cosa, Jeff?’ chiese Maya, che aveva notato l’euforia del ragazzo.

‘La sfida dell’anno...Formula Uno 1998...’

‘...Io prendo Schumacher!’ disse Maya, scavalcando Jeff e dirigendosi di corsa verso il salotto, dove riuscì a rubare un joystick a Pierre, che era stato colto di sorpresa.

‘Ehy, Schumacher era mio!’ si lamentò il ragazzo.

‘Era, hai detto bene Pierre...’ gli rispose Maya.

‘Dov’è finito il patriottismo? Villeneuve, ecco per chi dovreste lottare!’ li interruppe Chuck.

‘Che ci vuoi fare, Chuck...ho una passione per Schumy, perdonamela...e comunque, poco conta il pilota che scelgo, quello che conta è che chiunque tu scelga io ti straccerò...’ lo provocò Maya, sorridendo.

‘...L’hai voluta tu, Voisier! Che la sfida abbia inizio!’ rispose Chuck, sedendosi a fianco a lei sul tappeto e dando il via alla partita.

‘Preparati alla sconfitta...ehy, ciao Laure!’ disse Maya, accorgendosi dell’amica, accoccolata sul divano di fronte alla televisione.

‘Buonasera giovane talento della pista...’ le rispose l’altra.

‘Ci puoi giurare, Laure!’ approvò l’altra, per poi concentrarsi sulla sfida.

Laure rimase per un po’ ad osservare la gara, ma non essendo particolarmente appassionata di Formula Uno ben presto cominciò ad annoiarsi e vedendo che anche Pierre e Jeff erano totalmente assorbiti dalla sfida e non c’era alcuna possibilità di interagire con loro, decise di uscire in giardino per ascoltare un po’ di musica dal suo Ipod.

Quando arrivò all’uscita sul retro notò Dave seduto sulle scale che portavano al giardino, allora gli si avvicinò.

‘Posso?’ chiese lei, facendo cenno allo spazio vuoto sul gradino dove stava seduto il ragazzo.

‘Prego’ rispose lui, accennando un sorriso ‘Scappata?’chiese poi lui.

‘Già...non amo particolarmente la Formula Uno, men che meno in versione videogioco’ rispose lei.

‘Condivido in pieno...’

‘Tutto a posto Dave?’ chiese lei, dal momento che il ragazzo le sembrava piuttosto strano.

‘Sì...cioè, no, a dire il vero non esattamente...’ le rispose lui.

‘Ok...beh, se ti va di parlarne, io non ho intenzione di muovermi da qui finchè quei pazzi non si staccano dal videogame’ disse lei, sorridendo.

‘Beh...un parere esterno in effetti non sarebbe una brutta idea...’ osservò Dave, scrutandola incerto.

‘Spara!’ rispose lei, mettendosi comoda sullo scalino.

‘Ok...c’è una cosa...un po’ folle, volendo guardare...comunque, una cosa che ho in mente da un po’, ma non so esattamente se sia una buona idea...’ iniziò a spiegare lui.

‘Seh...dirò chiaro, se la cosa può farti piacere...’ commentò lei, cui la situazione sembrava tutt’altro che chiara.

‘Ci riprovo...diciamo che c’è una situazione di stallo da cui vorrei disperatamente uscire, ma ho paura che facendo quello che ho in mente possano esserci conseguenze di cui mi pentirei...tra cui conseguenze fisiche per il sottoscritto, che però sarebbero del tutto secondarie...’

‘Vediamo un po’ se ho capito...tu hai un piano, ma non sei sicuro che attuarlo sia una buona idea...giusto?’ chiese conferma lei.

‘Ecco, più o meno, sì!’ rispose lui, felice del fatto che qualcuno ci avesse capito qualcosa.

‘Bene...fermo restando che la valutazione finale resta a te, io credo che dovresti valutare molto a fondo le possibili conseguenze del tuo piano...e se non sono troppo gravi, segui l’istinto...spesso è il miglior consigliere...’ suggerì lei.

‘Ah ah...’ annuì lui, pensieroso ‘Istinto, eh?’

‘Non è una tecnica scientificamente valida, ma è anche vero che senza istinto non ci sarebbero nuove scoperte, quindi sì, istinto, assolutamente’

‘...Istinto...’ continuò lui, facendosi sempre più pensieroso.

‘Pensi di continuare a ripeterlo per tutta la sera?’ chiese Laure.

‘Calcolando che al massimo finisco al pronto soccorso per le botte...’ continuò a mormorare fra sé e sé Dave, tanto che Laure dovette avvicinarglisi per capire quello che stava dicendo, però senza risultato.

‘Ma che stai dicendo?’ chiese la ragazza, che stava iniziando seriamente a preoccuparsi.

‘Quindi dici che dovrei affidarmi all’istinto?’

‘Dave, per l’ennesima volta, sì...’

‘E istinto sia’ concluse lui, per poi chinarsi su di lei e sfiorarle appena le labbra con le sue.

Laure rimase per un attimo spiazzata, non se lo aspettava proprio e quando il ragazzo si allontanò da lei esitò per un attimo prima di alzare lo sguardo su di lui.

‘Desrosiers, ascoltalo più spesso questo benedetto istinto’ gli disse lei, poi si sporse verso di lui per baciarlo di nuovo, questa volta però sul serio.

‘Ho una proposta’ disse Dave, una volta che si furono divisi.

‘Sarebbe?’ chiese lei.

‘Un’altra follia’

‘Tu dimmi, io forse farò’ rispose lei.

‘Scappiamo?’ propose lui.

‘Per andare dove?’

‘Dove ci pare’

‘Ci sto’ rispose lei ‘Scappiamo dal retro?’

‘Diabolica...ma ci sto’ rispose lui, prendendola per mano e dirigendosi con lei verso l’uscita posteriore della casa di Jeff.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘E Schumy vince! Beccati questa, Frentzen!’ urlò Maya a Jeff, che nel frattempo aveva sostituito Chuck.

‘Maledizione...ma chi ti ha insegnato a giocare, accidenti?!’ si lamentò Jeff.

‘Monsieur André Jerome, meglio noto come il fratello di Laure... un vero mago’

‘A proposito di Laure...dov’è finita?’ chiese Chuck.

‘Sarà uscita, la Formula Uno l’annoia a morte’ rispose Maya, alzandosi e andando a controllare in giardino.

Tornò indietro piuttosto preoccupata, infatti dell’amica nel cortile non c’era alcuna traccia.

‘Non c’è...’ disse Maya ‘E il cellulare è staccato’continuò, dopo aver provato a chiamarla.

I ragazzi sembravano anch’essi piuttosto preoccupati, ma improvvisamente Pierre sembrò ricevere un’illuminazione.

‘Nessuno qui ha notato che Laure non è la sola a mancare all’appello?’

‘E chi...no!’ disse Chuck, capendo quello cui stava pensando l’amico.

‘Dave...manca anche Dave, hai ragione...ma tu credi...’ chiese Maya, agli occhi della quale però la situazione stava iniziando ad apparire sotto una prospettiva tutt’altro che preoccupante.

‘Io credo proprio di sì...’ rispose Pierre, ridacchiando.

‘...Fatemi capire, mesi a studiare una strategia e bastava che ci facessimo una partita a Formula Uno...non potevamo farla prima?’ chiese Jeff.

‘Averlo saputo...ma domani mi sente, non si sparisce così!’ commentò Maya.

‘Già...direi che per punizione Desrosiers dovrà raccontarci molte cose...’ disse Chuck, lanciando un’occhiata d’intesa a Pierre e Jeff.

‘Credetemi, lo stesso varrà per mademoiselle Jerome...’   rispose Maya ‘Beh, a questo punto della serata io me ne andrei...la campionessa indiscussa si ritira...’

‘Certo, certo, solo fortuna, Maya...la prossima volta sarà diverso...’ ribattè Chuck.

‘...La tua dignità è così bassa da desiderare una prossima volta?’ chiese Maya, facendo ridere gli altri due e ricevendo un’occhiataccia da parte di Chuck, poi la ragazza salutò tutti e si diresse alla sua auto.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Il giorno successivo, Maya andò a casa di Laure, fermamente intenzionata ad incatenarla alla sedia se fosse stato necessario pur di farsi raccontare tutto.

Rimase molto sorpresa quando André le disse che era uscita e dal momento che la ragazza aveva calcolato tutto e aveva staccato il cellulare, Maya si ritrovò al punto di partenza, ossia curiosissima e senza nessuna idea su dove cercare l’amica.

Decise di provare a chiamare Pierre, nella speranza che lui avesse qualche idea su dove trovare Dave, aveva, infatti, la netta sensazione che trovando lui avrebbe trovato anche Laure.

‘Pronto?’ rispose il ragazzo.

‘Pierre hai una vaga idea di dove sia il tuo compare? Laure manca all’appello, io sto impazzendo dalla curiosità e devo trovarla!’

‘Tranquilla, dopo una rapida consultazione Chuck ha avuto l’idea giusta...fra dieci minuti all’entrata del parco dietro la piscina, ok?’

‘Ok!’ acconsentì Maya, riattaccando e inforcando la sua bicicletta per dirigersi verso il parco.

Dieci minuti più tardi, la ragazza vide arrivare Pierre, Chuck e Jeff, quest’ultimo imprecante nei confronti degli altri due, che da quello che Maya riuscì a capire erano colpevoli di aver rovesciato una Coca Cola nell’auto del ragazzo.

‘Ehy, Maya!’ la salutò Chuck.

‘Dite che è qui?’ chiese lei.

‘Credo di sì...so che a Dave questo posto piace, sai com’è lui, un po’ pazzo, ma romantico dentro...’ spiegò Chuck.

‘Laghetto, panchina, fiorellini e prati verdi, il colmo della smielatezza’ concluse Pierre.

‘Ragazzi...’ sospirò Maya.

‘Cosa?’ si informò Jeff.

‘Basta che si accenni al romanticismo e rivelate subito la vostra natura antiromantica...’ rispose la ragazza.

‘Lasciamo perdere...piuttosto, piano d’azione...’ disse Pierre.

‘Sarebbe?’ si informò Maya.

‘Entriamo senza farci notare...e se ci sono li prendiamo di sorpresa...’

‘Sì...mi piace...’ rispose la ragazza.

‘E allora andiamo!’ incitò Chuck, entrando nel parco.

‘Eccoli, eccoli!’ sussurrò Jeff, facendo cenno agli altri tre di nascondersi.

I quattro si nascosero dietro una siepe e videro Laure e Dave seduti su una panchina poco più in là, “avvinghiati”, come non mancava di specificare Pierre ogni cinque secondi, facendo sì che Chuck fingesse ogni volta di stare male e ricevendo in risposta gomitate nel fianco da Maya, che al contrario trovava i due “semplicemente adorabili”.

Dopo qualche minuto di osservazione, proprio mentre i due si stavano baciando Chuck, Pierre e Jeff decisero che era il momento di uscire, nonostante Maya insistesse per evitarlo.

I tre la ignorarono e sgattaiolarono fuori dal nascondiglio, Pierre si portò dal lato della panchina dove sedeva Dave,Chuck da quello di Laure e Jeff rimase dietro la panchina.

‘Salve Dave!’ urlò Pierre, sedendosi a fianco dell’amico, che sobbalzò spaventato, e mettendogli un braccio attorno alle spalle.

‘Salve Laure!’ urlò in contemporanea Chuck, sedendosi a fianco della ragazza e cingendole anch’egli le spalle col braccio.

‘Che accidenti ci fate qui?!’ chiese Dave, piuttosto seccato, mentre Laure si riprendeva dallo spavento.

‘Andiamo, Dave, non sei contento di vedere i tuoi amici?’ chiese Jeff, apparendo da dietro e facendo di nuovo sobbalzare Dave e Laure.

‘Una pasqua...’ rispose ironico il ragazzo, lanciando occhiate minacciose ai tre.

‘Laure, Laure, Laure...non si sparisce così dalle feste’ disse Maya, appoggiandosi sul retro della panchina a fianco a Jeff.

‘Ehm...’ iniziò Laure, alzando lo sguardo verso l’amica.

‘Vieni un po’ con me, carissima...’ la interruppe Maya.

‘No...no, aiuto, mi vuole rapire...’ disse lei, rivolgendo uno sguardo supplicante a Dave.

‘Non ci sperare Laure...lui viene con noi...’ le disse Pierre, prendendo Dave per il braccio e trascinandolo dalla parte opposta rispetto a Laure, aiutato da Chuck e Jeff.

‘Allora?’ chiese Maya, una volta che i ragazzi furono abbastanza lontani.

‘Allora cosa, guastafeste?’ chiese Laure, cercando di apparire seccata, ma senza riuscirci veramente.

‘E dai, che è successo?’ chiese Maya.

‘Che vuoi che ti dica...’

‘Tutto, per esempio?’ suggerì Maya.

‘Oh, e va bene...’ si rassegnò Laure, iniziando a raccontare all’amica della sera prima.

‘Che carino!’ commentò Maya, alla fine del resoconto di Laure ‘Non si può certo dire che manchi di originalità...’

‘Già...per fortuna il destino è stato clemente e ci ha concesso questa occasione, altrimenti saremo ancora in pieno stallo...’

‘Oh, non preoccuparti di quello, noi quattro stavamo già elaborando una strategia...’ le disse Maya, ricevendo in cambio un’occhiata perplessa di Laure.

‘Sì...aspetta e spera allora...’ commentò l’altra, ricevendo un’occhiataccia da Maya ‘Adesso posso riavere il mio ragazzo o devo fare richiesta scritta?’

‘Non saprei...bisognerebbe sentire cosa ne pensano gli altri...’.

In quel momento videro Dave dirigersi di corsa verso di loro, seguito dagli altri tre, anzi, inseguito.

‘Vi prego, aiutatemi!’ le implorò Dave, nascondendosi dietro le due ragazze.

‘Che gli avete fatto?’ chiese Maya a Chuck, assumendo un’aria severa.

‘Noi? Nulla...’ rispose il ragazzo innocentemente.

‘Mi hanno torturato...mancava solo la torcia puntata negli occhi!’ si lamentò Dave.

‘Esagerato...’ minimizzò Pierre.

‘Per così poco...’ gli diede manforte Chuck.

‘Ragazzi...vi avevo chiesto di andarci piano...’ li rimproverò Maya, non potendo però fare a meno di ridacchiare ‘Almeno avete ottenuto qualcosa di interessante?’

‘No...non si scuce...’ le rispose Jeff.

‘Beh...direi che ho avuto più successo di voi...’ disse Maya, mentre Laure la guardava sconvolta.

‘Non oserai...’ disse la ragazza rivolta a Maya, la quale per tutta risposta si voltò verso Pierre, Jeff e Chuck.

‘Via, di corsa!’ urlò Maya, iniziando a correre seguita a ruota dagli altri tre e inseguita da Laure, mentre Dave rimase per un attimo indeciso su cosa fare, ma decise che era decisamente il caso di raggiungere la sua ragazza e aiutarla prima che dettagli sulla sua vita privata diventassero di pubblico dominio in tutta Montréal.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Quella sera, Maya e Laure si trovavano a casa di quest’ultima, Laure aveva infatti concluso che non avrebbe ottenuto nulla uccidendo Maya e soprattutto nascondendo a Pierre, Chuck e Jeff i dettagli della sera precedente, quindi i rapporti erano tornati come erano sempre stati fra tutti loro.

Le due avevano appena cenato e si trovavano nella stanza di Laure a ripassare biologia, Maya aveva infatti invocato l’aiuto dell’amica perché l’aiutasse a capire il senso della fotosintesi clorofilliana

Tuttavia, la voglia di studiare di entrambe era ai minimi storici, soprattutto quella di Laure, ancora troppo esaltata dalla sua storia con Dave.

‘Posso farti una domanda?’ chiese a Maya, distogliendo l’attenzione di entrambe dai libri.

‘Non sono sicura, ma sì, vai’ rispose l’altra.

‘Hai più sentito Seb?’

‘No...ha capito che non gli avrei risposto al cellulare e ha smesso di provarci, credo che abbia fatto un paio di tentativi a casa, ma mi sono fatta negare...non mi va di sentirlo, non ho nulla da dirgli e credo che lui non abbia niente da dirmi...o per lo meno nulla che io voglia sentire...’.

Laure rimase a fissarla per qualche istante, incerta: forse era una semplice impressione dovuta alla sua ben nota fantasia, ma aveva la vaga sensazione che Maya non le stesse dicendo le cose come stavano veramente.

‘Ne sei assolutamente certa, Maya?’

‘Io...in realtà no...ma mi ha fatto troppo male Laure, mi fidavo ciecamente di lui, è stato un colpo troppo basso...non voglio rischiare di caderci un’altra volta...ho paura di restarci scottata di nuovo, ma a quel punto potrei incolpare solo me stessa e lo voglio evitare’

‘Tu di certo hai ragione, Maya, ma lascia che ti dia un consiglio, se posso: non lasciare che l’orgoglio ferito l’abbia vinta...in fondo me lo hai detto tu stessa che gli credi quando ha detto che con la sua ex non ci ha fatto nulla, quindi, per quanto possa aver sbagliato, non è stato nulla di irreversibile...capiamoci, ha sbagliato e non ci piove, ma questo tipo di errori possiamo ancora considerarli nell’umano, senza sfociare nel diabolico, no?’ disse Laure.

‘Il ragionamento è quanto mai intricato, sai Laure? Comunque, suppongo che tu non abbia tutti i torti...ad ogni modo non lo so, davvero... e poi forse non gli importava così tanto di me, dal momento che ha rinunciato tanto in fretta’ rispose Maya.

‘Lasciami obiettare su questo punto...la tattica di Chuck e Pierre sta funzionando, fidati di me...l’ho osservato in queste due settimane e credimi, stava impazzendo di gelosia...e credo sinceramente che abbia anche paura degli altri, sa benissimo che si ergerebbero  in tua difesa qualora ti parlasse e tu lo respingessi...’

‘Addirittura...’ iniziò l’altra, ma Laure la interruppe.

‘Andiamo Maya, sai benissimo che ci hai tutti dalla tua parte e sai altrettanto bene che ci difendiamo l’uno con l’altro, con le unghie e con i denti se è necessario...tu lo faresti per me e per ciascuno degli altri, noi facciamo lo stesso’

‘In effetti hai ragione... va bene, ci penserò, a tutto quello che hai detto, intendo...adesso però ti scongiuro, possiamo tornare alla fotosintesi? La tua concentrazione cala di secondo in secondo e io devo capire...’

‘Non è vero che la mia concentrazione cala!’ protestò Laure.

‘Come no...fra un po’ i tuoi occhi proietteranno la scritta “Dave” a caratteri cubitali e psichedelici...’ ribattè Maya, ridacchiando.

‘Mi prendi in giro?’ rispose scherzosamente indignata Laure, lanciandole un orso di peluche addosso ‘E allora studiatele da sole le piantine!’

‘Ok, ok, chiedo perdono...’ si arrese Maya.

‘Così ti voglio...’ disse Laure, assumendo poi un atteggiamento da maestrina e iniziando a spiegare biologia a Maya, che si atteggiava a scolara devota, tuttavia quella farsa si concluse pochi secondi più tardi con le tue sdraiate a terra che ridevano senza ritegno.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Due settimane dopo...

 

‘Laure, io ti amo, ti amo, ti amo!’ urlò Maya, uscendo da scuola e correndo ad abbracciare l’amica.

‘Guarda che potrei diventare geloso...’ disse Dave, che in realtà stava ridendo, Laure aveva infatti un’espressione sconvolta dal comportamento dell’amica.

‘Ok, Maya...adesso mollami, altrimenti inizierò davvero a preoccuparmi...’ disse Laure, spostando prima un braccio, poi l’altro di Maya dal suo collo.

‘Fotosintesi...la capivo mentre scrivevo, capisci? Capisci?!’                                                                         

‘Sono la migliore delle maestre...’ commentò Laure, facendo l’occhiolino a Dave, che per tutta risposta l’attirò a sé, facendole appoggiare la testa sulla propria spalla.

‘Signori e signore, le cozze viventi!’ disse Chuck, arrivando vicino ai tre seguito da Pierre e Jeff.

‘Non sta ridendo nessuno, Chuck, quindi smettila’ ribattè Dave, anche se in realtà Maya e Jeff stavano ridacchiando sommessamente.

‘Com’è andata, ragazzi?’ chiese Maya, cambiando discorso.

‘Diciamo che ho risposto, come non saprei...’ rispose Pierre.

‘Mi associo’ si intromise Jeff.

‘Idem’ disse Chuck.

‘Evviva la sicurezza...’ commentò ironico Dave.

‘E tu, Desrosiers?’ chiese Laure, alzando lo sguardo verso il suo ragazzo.

‘Che domande...benissimo, mi pare ovvio...’ rispose lui, ricevendo per tutta risposta una gomitata da Laure.

‘Ehy!’ protestò lui ‘Ok, è andata normalmente...e comunque, di certo nulla a che vedere con Maya...’ aggiunse poi, ottenendo una serie di assensi da parte di tutti.

‘Su questo hai perfettamente ragione’ disse Laure.

‘Qualcuno che voglia sentire la mia opinione al riguardo?’ chiese Maya, ironica.

‘Non che conti...tu fai sempre la modesta...’ le fece notare Pierre.

‘Ah ah...spiritoso...’ iniziò lei, ma si interruppe, aveva infatti incrociato con la coda dell’occhio lo sguardo di Seb, ma lo distolse immediatamente, tanto che solo Laure si accorse di quello che era successo e solo perché conosceva bene l’amica.

‘Beh, mi dispiace, ma vi devo abbandonare!’ disse Laure, portando l’attenzione dei ragazzi su di sé per dare modo a Maya di riprendersi.

‘No, perché?’ chiese Dave, con un’espressione talmente delusa che fece scoppiare a ridere tutti gli altri, Maya inclusa.

‘Te lo avevo detto, ho promesso ad André che lo avrei aiutato a scegliere un regalo per Hélène...con i gusti che si ritrova finisce che le compra un modellino di automobile...’ spiegò Laure.

‘E non credo che Hélène gradirebbe...’ commentò Chuck.

‘Precisamente, per cui ciao ciao...ci vediamo stasera io e te?’ chiese lei, rivolta a Dave.

‘Contaci’ disse lui, sporgendosi verso di lei per baciarla.

‘Bleah!’fecero all’unisono Chuck e Pierre, ricevendo per tutta risposta un gesto decisamente poco galante da parte di Dave.

‘Ciao a tutti, mi raccomando, studiate per gli orali!’ disse Laure, dirigendosi verso il cancello d’uscita.

‘Certo, come no...’ commentò Jeff.

Dave fece per ribattere, ma l’attenzione di tutti quanti fu attirata da un botto proveniente dalla strada e tutti si misero a guardare in quella direzione.

Ci fu un istante di puro gelo, in cui tutti fissavano increduli la strada senza riuscire a dire nulla.

‘Laure!’ urlò infine Dave, saltando giù dal muretto e correndo verso la strada, seguito dagli altri, che sembrarono risvegliarsi dal torpore che li aveva presi pochi istanti prima.

I sei arrivarono in strada e Dave si precipitò immediatamente verso Laure, che giaceva a terra immobile dopo che un’auto pirata l’aveva centrata in pieno, mentre Maya sembrò pietrificarsi sul marciapiede alla vista dell’amica.

Riusciva a malapena a capire quello che stava accadendo intorno a lei, intravide Seb arrivare in strada con l’infermiera della scuola, vide Pierre che a fatica faceva allontanare Dave da Laure e ad un certo punto sentì la mano di Chuck sulla sua spalla e la voce del ragazzo che la chiamava in lontananza.

‘Maya, ci sei?’.

La ragazza si decise finalmente ad annuire e improvvisamente iniziò a tremare, allora Chuck l’abbracciò e lei scoppiò in lacrime.

Dopo pochi minuti arrivò un’ambulanza, su cui i paramedici caricarono Laure per poi ripartire a sirene spiegate.

Maya nel frattempo si era calmata, anche se aveva un’immagine molto offuscata di quello che succedeva intorno a lei, c’erano solo alcune immagini che erano stampate nitidamente nella sua mente: una era Dave seduto sul marciapiede in lacrime ed evidentemente sotto shock mentre Pierre, di fianco a lui, tentava di calmarlo, un’altra era Chuck che la osservava preoccupato.

Un’altra ancora era Seb, che dopo aver chiamato l’infermiera si era messo in disparte, ma lei vedeva che la stava osservando preoccupato esattamente quanto Chuck.

Poco dopo sentirono un clacson suonare e videro l’auto di Jeff ferma vicino al marciapiede e il ragazzo che gli faceva cenno di salire.

I quattro non se lo fecero dire due volte, salirono in auto e Jeff partì alla volta dell’ospedale.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Due ore più tardi, i cinque ragazzi si trovavano ancora nella sala d’aspetto, in attesa di notizie sulle condizioni di Laure.

Tutto quello che sapevano era che avevano dovuto sottoporla ad un intervento per asportarle la milza e per il momento non sapevano altro, nemmeno i genitori di Laure erano riusciti ad avere maggiori informazioni.

Maya aveva passato tutto il tempo tenendosi a distanza ravvicinata da Chuck, aveva infatti la sensazione che sarebbe svenuta da un momento all’altro e probabilmente il ragazzo se ne era accorto, dal momento che la teneva costantemente d’occhio.

Seduto a fianco a lei, Dave sembrava essersi calmato, nei limiti del possibile per lo meno, infatti era ancora evidentemente nervoso e proprio per questo Pierre non lo aveva mollato per un attimo da che avevano messo piede nella sala d’attesa.

Finalmente videro un dottore dirigersi verso di loro, allora i genitori di Laure e André si diressero verso di lui, mentre gli altri rimasero seduti in attesa.

Qualche minuto dopo videro i genitori della ragazza seguire il medico, mentre André si diresse verso di loro, allora Maya si alzò e gli andò incontro.

‘Allora?’ chiese lei, temendo la risposta.

‘L’intervento è andato bene, si è rotta la gamba sinistra e si è fratturata tre costole, ma a sentire il medico con il colpo che ha preso è un miracolo che le sia andata così bene...ha un forte trauma cranico, la terranno in ospedale per una settimana o due, ma tutto sommato sta benino...adesso raggiungo i miei da lei, per oggi però non lasciano passare altre visite...andate a casa ragazzi, siete a pezzi, tornate domani... e parlo soprattutto con te Dave, ok?’ disse André, rivolgendo uno sguardo preoccupato al ragazzo.

‘Ok...sì, ok...grazie André’ rispose Dave.

‘E di che? Io adesso vado...ci sentiamo ragazzi’ disse lui, poi raggiunse i suoi nella stanza di Laure.

Maya si lasciò cadere su una sedia, sentendosi incredibilmente sollevata e lo stesso fece Dave sulla sedia a fianco della sua.

‘Credo di aver perso vent’anni di vita’ disse ad un certo punto Dave, girando la testa verso Maya.

‘Idem’ rispose la ragazza.

‘Praticamente non siamo nemmeno nati...’ continuò lui.

‘Già...’ rispose lei, prima di scoppiare a ridere, seguita a ruota dal ragazzo.

Jeff, Pierre e Chuck li osservavano perplessi: quei due fino a cinque minuti prima erano una maschera di ansia e dolore e ora ridevano per un’idiozia, decisamente loro rinunciavano a capirli.

‘Ok, Jeff, ti supplico, portami a casa’ disse Maya al ragazzo, quando si fu ripresa.

‘Sicuri di stare bene voi due?’ chiese Chuck.

‘Mai stato meglio, credimi’ rispose Dave, dirigendosi insieme a Maya verso l’uscita, mentre  tre continuavano ad osservarli perplessi.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Il giorno seguente, all’inizio preciso dell’orario di visita, Maya si trovava all’entrata dell’ospedale e non fu affatto sorpresa di incontrare Dave.

‘Non so perché, ma ci avrei giurato’ disse Maya, rivolgendo un cenno di saluto all’amico.

‘Idem’ rispose lui, salutandola a sua volta ‘Dopo di te’ disse poi, tenendole aperta la porta d’ingresso.

‘Gentleman...comincio a capire Laure, sai?’ disse Maya, ricevendo un’occhiataccia da Dave.

‘Perché prima non la capivi, scusa?’ disse lui, indicandosi come a dire che invece avrebbe dovuto farlo.

‘Proprio no...’ rispose lei, ridacchiando.

‘Ah ah...andiamo, che è meglio...’ disse lui, spingendola verso le scale, liquidando il discorso.

I due arrivarono davanti alla stanza di Laure proprio nel momento in cui ne usciva André, che li guardò divertito.

‘Chissà perché, ma lo sapevo che vi avrei trovato qua fuori più o meno a quest’ora...entrate pure, io sto andando e i miei sono appena andati...tutta vostra!’ disse lui, facendo cenno ai due di entrare.

Dave e Maya lo salutarono e subito dopo si affacciarono alla porta della stanza.

‘Si può?’ chiese Maya, dando una gomitata a Dave, che la stava usando come poggia gomiti.

‘Ehy!’ disse Laure, allegra.

‘Buongiorno!’ la salutò Dave, approfittando di un attimo di distrazione di Maya per scavalcarla e andarsi così a sedere di fianco alla sua ragazza.

‘Infame!’ si lamentò Maya, entrando a sua volta e occupando una sedia dall’altro lato del letto.

‘Che ci vuoi fare...ognuno cerca di sopravvivere come può...’ disse Dave, prendendo nel frattempo la mano di Laure ‘E poi per lei questo ed altro’ aggiunse poi, ricevendo in cambio uno sguardo adorante di Laure.

‘Mio Dio... forse Pierre ha ragione, tu non sei romantico, tu sei incredibilmente smielato...’ commentò Maya.

‘A me va bene così, quindi lascialo in pace, cara...’ disse Laure, ricevendo per questa sua affermazione un bacio sulla guancia dal ragazzo.

‘Lasciamo stare... come ti senti?’ le chiese Maya.

‘Un po’ammaccata, ma tutto sommato non male...ah, qua dentro mi sto già annoiando a morte, André mi ha detto che potrei dover restare qui una settimana intera...io non posso farcela, lo capite, vero?’ chiese lei, disperata.

Laure rimase alquanto contrariata quando i due scoppiarono a ridere, poi però non potè fare a meno di unirsi alle risate.

‘Comunque non stavo scherzando...’ continuò lei, quando fu tornata la serietà.

‘Non preoccuparti piccola, qualcosa ci inventeremo...’ la rassicurò Dave.

‘Potremmo mandarti qui Chuck e Pierre a turno...tanto non credo che passerebbero molto tempo sui libri comunque...’ propose Maya.

‘Grazie della fiducia, Voisier...’

‘Pierre!’ lo salutò Laure allegra.

‘Ci saremmo anche noi...’ protestò Chuck, spingendo l’amico in modo che anche lui e Jeff potessero entrare.

‘Fantastico...tempo dieci minuti e le infermiere ci cacciano a calci...’ commentò sottovoce Dave, ricevendo un buffetto sul braccio da Laure.

‘Comunque, tornando alla proposta di Maya, io ci sto...ho visto delle infermiere molto interessanti là fuori...’ disse Pierre.

‘Sempre il solito...’ commentò Chuck, scuotendo la testa.

‘E dì la verità che se non avessi Marie in testa ci faresti un pensierino anche tu, Chuckino bello!’ disse Pierre.

Tutti si misero a ridere quando notarono che al nome di Marie Chuck era diventato color pomodoro e Laure, che dopo mesi passati ad essere presa in giro da Maya lo capiva benissimo, decise di venirgli in aiuto e cambiare argomento.

‘Non sia mai ragazzi...non vi distrarrò dagli orali e dalla preparazione...a proposito, ve l’ho detto che io lo faccio fra un mese l’orale?’

‘Infame...’ disse Jeff.

‘Non è giusto!’ si lamentarono Pierre, Chuck e Maya.

‘...Uffa’ disse semplicemente Dave.

‘Eh eh...questa situazione sta iniziando ad avere qualche risvolto positivo...ahia...’ si lamentò poi Laure, ottenendo immediatamente tutta l’attenzione di Dave.

‘Tutto ok?’ chiese preoccupato il ragazzo.

‘Sì...insomma...ecco, il mal di schiena è uno dei risvolti negativi, ad esempio...’

‘In compenso io non vedo l’ora di vederti con le stampelle...’ disse Maya, sfoggiando un sorrisetto diabolico.

‘Perché quella faccia, Maya?’ chiese Jeff.

‘Mi ricordo ancora molto bene di quando ha provato le mie stampelle, quando mi ero rotta il piede a dodici anni... quasi cade e si rompe un braccio...’ spiegò la ragazza, ricevendo un’occhiataccia da Laure.

‘Divertente, Maya...comunque nel frattempo André si è rotto la gamba e ho fatto pratica...me la cavicchio adesso...’

‘Tanto Dave ti fa da stampella umana...’ commentò Pierre, lanciandosi in un’imitazione con l’aiuto di Chuck.

‘...Volete vedere che fra un po’ a voi serve direttamente la sedia a rotelle per muovervi?’ li minacciò Dave, guardandoli malissimo.

‘Oh...ci minaccia...’ disse Chuck, ridendo.

‘Ok...come vi pare!’disse Dave, alzandosi in piedi di scatto sotto lo sguardo stupito dei due, che riuscirono per un pelo a non farsi prendere ed uscirono di corsa nel corridoio.

‘Almeno stiamo tranquilli per dieci minuti’ disse Dave tranquillamente, mentre tornava a sedersi fra gli sguardi di stupore generale, che come da copione lasciarono spazio all’ilarità generale.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

Ed eccomi con il penultimo capitolo!

La mia vena drammatica doveva necessariamente tornare a galla, cosa volete farci…

Alla prossima!

 

Thanx!

 

Dada88: ciao!

Eh eh, io sono quella dei colpi di scena…anche drammatici, come ho avuto modo di mostrare…spero ti piaccia anche questo chap…al prossimo!

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Capitolo 4
*** 4-Une autre chance? ***


Capitolo Quarto:

Une autre chance?

 

Due giorni più tardi, Maya stava entrando nel cortile della scuola e si dirigeva verso la biblioteca, dove l’aspettava un gruppo di studio costituito da Chuck, Pierre e Jeff in veste di insegnante di chimica, ultimo disperato tentativo di capire i bilanciamenti delle reazioni prima del suo orale, cui ormai mancavano solo cinque giorni.

‘Maya?’ chiamò qualcuno incerto.

La ragazza si bloccò e lentamente si voltò, tirando un respiro profondo: non poteva certo evitarlo per sempre, in fondo.

‘Ciao Seb’ rispose lei, cercando di apparire il meno nervosa possibile.

‘Ciao...volevo sapere qualcosa di Laure...girano un sacco di voci, ma conoscendo le fonti credo sia meglio non fidarsi...’ disse lui, evidentemente in imbarazzo.

‘Già...’ rispose lei, pensando che le fonti erano più o meno la Dubois e la sua cricca ‘Sta meglio, dovrebbero dimetterla fra qualche giorno, nel frattempo si gode la condizione di malata servita e riverita...’

‘Immagino...’ commentò lui, sorridendo appena, ma tornò immediatamente serio ‘Senti... in realtà volevo anche fare due chiacchiere con te...se ti va, chiaramente...’.

Maya si ritrovò a pensare alle parole di Laure di qualche sera prima, “non lasciare che l’orgoglio ferito l’abbia vinta” e concluse che forse l’amica aveva ragione, in fondo una possibilità Seb se la meritava.

‘Ok...’ rispose infine Maya, sedendosi sul muretto poco distante ‘Però ho poco tempo...Jeff mi aspetta per trasformarmi in una chimica provetta...’ aggiunse poi lei, non potendo trattenere una smorfia disgustata al solo pensiero del ripasso intensivo che l’attendeva.

‘Vista la tua gioia farò il più in fretta possibile...’ commentò lui divertito, sedendosi vicino a lei, ma badando bene di mantenere una certa distanza ‘Ok... immagino che sia banale cominciare col dirti quanto mi detesti per essermi comportato come ho fatto, ma non mi viene in mente nulla di meglio... so di aver sbagliato Maya e capisco che tu l’abbia presa male... però, e forse qui pecco di immodestia, credo di meritare una possibilità... in poche parole, ti sto chiedendo una seconda chance...niente più segreti, niente più sotterfugi, solo la più limpida e cristallina sincerità, hai la mia parola al riguardo’.

Maya rimase senza parole, era completamente spiazzata, conoscendo Seb non si aspettava nulla di così diretto ed ora lei non sapeva proprio cosa rispondere.

‘Ovviamente non mi aspetto una risposta ora...’ riprese lui, notando lo smarrimento della ragazza ‘Ti chiedo solo di pensarci...’

‘Ok...’ disse infine Maya ‘Ti prometto che ci penso, Seb... scusa, sono sinceramente spiazzata’ aggiunse poi, dal momento che si rendeva conto di riuscire a malapena a mettere insieme una frase.

‘Nessun problema...beh, adesso ti lascio alla chimica... il tuo orale è fra cinque giorni, giusto?’

‘Già...’

‘Beh, in bocca al lupo’

‘Crepi...ciao’ lo salutò lei, dirigendosi verso l’entrata.

‘Ciao’ rispose Seb, avviandosi verso la parte opposta.

Maya entrò nella scuola e raggiunse velocemente gli altri, ancora in subbuglio per la conversazione avuta con Seb, cosa che non sfuggì ai suoi amici, che la osservarono preoccupati mentre si sedeva al tavolo.

‘Tutto ok Maya?’ chiese Chuck.

‘Ho parlato con Seb’ disse lei, ricevendo tre occhiate a metà fra il curioso e il sorpreso.

‘E?’ chiese Pierre.

‘Tu non perdi mai l’animo da pettegola, eh?’ commentò divertita Maya.

‘Certo che no, mia cara!’ rispose lui.

‘Comunque, mi ha sostanzialmente chiesto una seconda chance’ spiegò lei.

‘E?’ chiese Jeff.

‘No, Jeff, anche tu no!’ disse la ragazza.

‘Che ci vuoi fare, passo troppo tempo con questi due...’ disse, indicando Chuck e Pierre, che lo osservarono fintamente risentiti.

‘Comunque... non lo so, ci devo pensare...’ spiegò ancora Maya.

‘Ok... ragazzi, parte ufficialmente il giro di scommesse!’ disse Pierre.

‘Tu non speculerai sulla mia vita sentimentale, Bouvier!’ protestò Maya.

‘L’ho fatto su quella di Dave e Laure, cos’hai di diverso da loro tu?’ ribattè lui.

‘...Jeff, una formuletta chimica per farlo scomparire?’ chiese Maya.

‘Quella, ahimè, ancora non c’è, altrimenti puoi star certa che l’avrei già usata...’ rispose lui, ignorando l’occhiata minacciosa di Pierre ‘In compenso se volete riportare la vostra attenzione ai futuri esami, credo sia ora di iniziare il ripassino per cui siamo qui...’ rispose il ragazzo, sventolando il libro di chimica sopra le loro teste.

Gli altri tre assunsero un’aria insofferente, ma d’altronde non avevano scelta, per cui presero i loro libri e si rassegnarono ad immergersi nell’odioso mondo delle reazioni per le successive ore.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Buongiorno Laure, buongiorno Dave!’ esordì Maya, entrando nella stanza dell’amica ‘Ed ora gentilmente, Dave caro, potresti levarti di torno?’

‘Nemmeno per sogno, carissima’ rispose il ragazzo.

‘Dave...’ iniziò lei, con fare conciliante ‘Vengo da due ore e mezzo di full immersion nel mondo della chimica, sono una potenziale serial killer e tu stai facendo di tutto per diventare la mia prima vittima contraddicendomi...per cui fidati di me, scendi a prenderti un caffè o quel diavolo che ti pare e lasciami da sola con Laure, altrimenti non immagini nemmeno come ho in mente di torturarti fino alla morte...’

‘...Ci vediamo dopo, Laure’ disse Dave, volatilizzandosi nel giro di pochi secondi.

‘Accidenti, tu sì che sai essere persuasiva!’ commentò Laure, divertita dalla reazione del suo ragazzo.

‘Doti naturali... comunque, ho bisogno di una consulenza...’

‘Parla e sarai ascoltata!’

‘Ho parlato con Seb oggi’

‘Ah...ok, e cosa vi siete detti?’ chiese curiosa Laure.

‘A dire il vero ha parlato lui... in sostanza, è dispiaciuto per come si è comportato e chiede una seconda chance, anche se a dire il vero la cosa è stata un po’ più articolata di così...’

‘Lo spero bene!’ commentò Laure ‘Comunque, tu che gli hai risposto?’

‘Che ci devo pensare...ho già forzato il mio orgoglio e l’ho ascoltato, ma una decisione così non la posso certo prendere su due piedi... e poi pensavo che una volta che avessi assorbito il colpo avrei avuto le idee più chiare...ma il colpo è stato assorbito ed io ci capisco meno di prima...’

‘Capisco... capisco...’

‘Capisci cosa esattamente?’

‘Capisco che puoi raccontarmi finché vuoi che non ne vuoi più sapere di una storia con Seb, ma io resto dell’opinione che non sei tu a parlare, ma il tuo orgoglio ferito...’ spiegò Laure.

‘Beh...poverino il mio orgoglio, ogni tanto una vocina in capitolo deve avercela anche lui, no?’

‘Non dico di no... ma dal momento che, almeno a parer mio, il torto subito è perdonabile , forse è ora di mettergli un bel cerotto sulla bocca all’orgoglio e seguire l’istinto...’

‘Ma al momento il mio istinto è confuso...’

‘Non devi metterti fretta Maya... credo che lo sappia anche lui che una decisione come questa richiede tempo per pensare...valuta i pro e i contro, è l’unica cosa che ti posso dire... sarà anche banale, ma funziona...’

‘Forse devo solo calmarmi...’

‘Brava Maya, calmati, rilassati e vedrai che farai la cosa più giusta per te...’

‘Grazie Laure...cavolo, a volte ti invidio... tu avrai anche sofferto ad ammirarlo da lontano, ma almeno Dave è la tua metà perfetta...’

‘Questo lo credi tu Maya... in realtà ci sono delle volte in cui gli farei del male... per esempio nei momenti in cui origlia dietro le porte esattamente come sta facendo adesso, vero Dave?’ disse Laure, alzando il tono di voce sull’ultima parte.

Il ragazzo, rendendosi conto di essere stato scoperto, si fece avanti con la testa bassa, mentre Maya lo guardava sconcertata.

‘David Desrosiers, dopo che ti avrò costretto su un letto di questo ospedale farò partire una campagna di disintossicazione dalla PierreChuckite cronica che ti ha contagiato...’ disse Maya, alzandosi in piedi ed iniziando a rincorrere il ragazzo per il corridoio.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Posso dirtela una cosa?’.

Maya spostò la sua attenzione su Chuck: lei e il ragazzo stavano aspettando che Pierre, Jeff, Dave e Laure, uscita il giorno prima dall’ospedale, li raggiungessero al parco e nonostante Maya dovesse sostenere l’esame orale il giorno successivo, aveva accettato il consiglio dei suoi amici, ossia abolire il ripasso dell’ultimo giorno, tutto stress, niente sostanza, testuali parole di Pierre.

‘Spara’ rispose lei.

‘Ecco... non che io abbia dubbi sul fatto che tu valuterai bene tutto quanto, però pensaci bene alla questione Seb...’

‘Mi sorprendi...ero sinceramente convinta che tu e Pierre non lo adoraste particolarmente...’

‘Suvvia, quella è storia vecchia... ha fatto una cazzata, enorme, ma è uno a posto... sbagliare è umano, è pentito, sta letteralmente strisciando ai tuoi piedi per farsi perdonare... poi sta a te, però ti dico solo di valutare la cosa a mente lucida...’

‘Perché me lo dici?’ chiese Maya, incuriosita.

‘Perché ho la sensazione sempre più netta che questa situazione ti faccia stare più male di quanto tu non voglia ammettere... o meglio, noi tutti abbiamo questa sensazione e non ci piace vederti così, tutto qui... diciamo che io sono quello diplomatico che è in grado di metterla giù in maniera carina e quindi quello che parla’ spiegò Chuck.

‘In effetti gli altri e la diplomazia non sono in buoni rapporti... soprattutto Pierre...’

‘Esatto, Bouvier in particolar modo...’

‘Stavate parlando di me?!’ chiese Pierre, sbucando alle spalle di Chuck e facendogli fare un balzo per lo spavento.

‘Sparlando, al massimo...’ disse Maya, ridendo quando vide l’occhiata confusa dell’amico.

‘Buongiorno adorati!’ urlò Laure, arrivando poco dopo sorretta dalle stampelle e fiancheggiata da un attento Dave: nel giro di una sola giornata, infatti, Laure aveva confermato tutte le teorie di Maya riguardo la sua familiarità con le stampelle e il ragazzo era pronto a salvarla da eventuali cadute.

‘Adorata nostra, bentornata!’ le rispose Jeff, allegro.

‘Piano con i complimenti...’ gli intimò Dave, facendo sì che Chuck e Pierre cominciassero a prenderlo in giro come al solito.

‘Che vogliamo fare?’ chiese Laure, ricevendo un’occhiata di ringraziamento da parte del suo ragazzo per aver interrotto la tortura.

‘Qualcosa che distragga questa ragazza dallo studio’ disse Chuck, riferendosi a Maya.

‘Ho una proposta’ disse Dave.

‘Spara Desrosiers’ lo incitò Pierre.

‘Bowling... vedere Jeff giocare a bowling distrarrebbe chiunque...’

‘Ti vorrei ricordare che può uccidere dal ridere...’ commentò Chuck, ricevendo un colpo sulla testa dal diretto interessato per risposta.

‘Io credo di poter correre il rischio’ disse Maya ‘Promossa?’

‘Con lode!’ rispose Pierre, poi i due si diressero verso l’uscita del parco, seguiti dal resto della comitiva.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Oh mio Dio... oh mio Dio tu esisti...’ disse Jeff, seduto sul divanetto del bowling con le lacrime agli occhi per le risate.

‘Giustizia divina, grazie, grazie per aver fatto il tuo corso...’ gli fece eco Dave, più o meno nelle stesse condizioni.

‘Oh cielo... è stato... esilarante...esilarante...’ continuò Laure, appoggiata a Dave e anch’essa in preda alle risate, mentre al suo fianco Maya non riusciva quasi più a respirare per il troppo ridere.

‘Molto divertenti ragazzi...’ commentò sarcastico Pierre, dando una gomitata a Chuck, che stava cercando invano di trattenere le risate, dal momento che era in coppia con Pierre e doveva almeno fare finta di essere dispiaciuto per la piega che aveva preso la gara: loro due stavano, infatti, vincendo la partita e Pierre aveva passato la serata a farlo notare agli altri, ma sull’ultimo tiro, oltre a non buttare giù nemmeno un birillo, era scivolato, cadendo a terra ‘come un sacco di patate’, come aveva detto Jeff prima di scoppiare a ridere senza ritegno.

‘Bene, quando avete finito, vi ricordo che anche se ho sbagliato il tiro, io e il traditore qui presente restiamo in vantaggio... quindi, se volete almeno provare a battermi, muovetevi a tirare o mi autodichiarerò campione della serata’ disse Pierre, massaggiandosi il fondoschiena, che era la parte che maggiormente aveva risentito della botta.

‘Vado io, ti distruggo Bouvier!’ disse Maya, balzando in piedi e dirigendosi verso il distributore di palle da bowling.

‘Sì! Strike! Grande Maya!’ esultò Jeff, che era in squadra con Maya, mentre la ragazza saltellava per la pista e Pierre la osservava, sconvolto.

‘Non hanno fatto uno strike in tutta la sera... non uno... e adesso deve fare strike e superarci, accidenti?!’ si lamentò Pierre.

‘E vai che li devastiamo, Jeff!’ disse Maya, battendo il cinque al compagno di squadra e sedendosi accanto a lui sul divanetto ‘Prego Comeau, la pista è tutta tua’ disse poi la ragazza, facendo cenno a Chuck di andare a lanciare.

‘Bada bene Chuck, o fai strike e vinciamo col misero scarto di tre punti, o io ti lancio al posto della palla’ gli intimò Pierre, facendo sì che il ragazzo indietreggiasse spaventato.

Chuck si preparò al tiro, voltandosi ogni tanto e lanciando occhiate preoccupate in direzione di Pierre, che lo stava minacciando a gesti, poi lanciò.

‘Sì! Siamo noi, siamo noi, i campioni del bowling siamo noi!’ esultarono Maya e Jeff: Chuck non aveva decisamente fatto strike e loro avevano vinto la sfida.

‘Corri Comeau, corri!’ urlò Pierre prima di iniziare ad inseguire Chuck per il bowling, suscitando l’ilarità degli altri ragazzi, oltre che di tutti gli avventori del bowling.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Maya, inspira...espira...inspira...espira...’.

Laure osservava preoccupata la sua amica, che stava parlando da sola.

Anche Chuck e Pierre la osservavano perplessi, ma d’altronde tutti sapevano com’era Maya, per cui in realtà non è che ci facessero molto caso.

‘Signorina Voisier, si prepari, fra qualche minuto tocca a lei’ disse una donna, la professoressa di francese, uscendo dall’aula in cui stavano interrogando la ragazza prima di Maya.

‘Oddio...oddio io muoio qui...’ disse la ragazza, cominciando a farsi aria con un quaderno.

‘Maya...’ iniziò Pierre, cingendole le spalle col braccio ‘Maya, sei un maledetto genio...per te sarà una passeggiata...e loro già ti adorano, quindi sarà solo una chiacchierata informale!’

‘Dici?’ chiese lei, speranzosa.

‘Mi duole ammetterlo, ma ha ragione’ intervenne Dave ‘Vai tranquilla, entra, parla e distruggili tutti!’

‘Ok... posso farcela...posso farcela?’

‘Ma certo che puoi farcela! Se hai paura tu cosa dovrebbero fare questi quattro?’ esclamò Laure, ignorando le occhiatacce che gli altri, Dave incluso, le stavano lanciando.

‘Giusto...’ convenne Maya, e le occhiatacce si spostarono su di lei ‘Sì... io posso...io posso riuscirci!’ esclamò infine.

‘Voisier!’ la chiamò la professoressa di francese.

‘...Oh cielo, muoio...’ disse Maya, avviandosi mestamente verso l’aula.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Sono una donna libera!!!!’ urlò Maya, saltellando mentre usciva da scuola.

‘Evviva la libertà!’ urlò Laure, alzando la stampella e perdendo l’equilibrio.

‘Tu non arrivi viva alla fine delle tre settimane...’ commentò divertito Dave, afferrando la sua ragazza prima che avesse un incontro ravvicinato col pavimento.

‘Ragazzi, ma vi rendete conto? È finita... sono libera come l’aria fino a... oh cielo, fino ad Ottobre!’ esclamò Maya, lanciando lo zaino ai piedi del muretto, su cui si sedette subito dopo.

‘Non sai quanto ti invidio...’ le disse Pierre, sedendosi di fianco a lei.

‘Esatto... questa cosa dell’orale a fine mese non mi suona più così bella...’ intervenne Laure, sedendosi dall’altro lato di Maya, seguita fedelmente da david.

‘Questa sensazione è inebriante...’ continuò Maya, sorridendo.

‘La smetti di ricordarci che hai finito?’ chiese Chuck, ridendo: lui e gli altri avrebbero dovuto sostenere l’orale il giorno successivo e la cosa stava iniziando a suonargli tremendamente concreta.

‘Mmh... fammici pensare Chucky... no!’ rispose lei, mentre Chuck la osservava sconvolto.

‘Come mi ha chiamato?’ chiese incredulo, rivolto agli altri, che però non gli risposero, troppo impegnati a ridere.

Maya stava ridendo insieme agli altri, ma vide qualcosa che attirò la sua attenzione e si fece immediatamente seria.

Seb stava uscendo dal cortile della scuola, aveva lanciato un’occhiata verso di loro e per un attimo le era parso indeciso su cosa fare, se dirigersi verso di loro o continuare per la sua strada, ma alla fine aveva lasciato perdere e si era diretto verso il cancello.

E fu lì che capì quello che doveva fare.

Vide Seb girare l’angolo e capì che doveva farlo alla svelta.

‘Ragazzi,ci vediamo più tardi, io devo fare una cosa’ esclamò lei, saltando giù dal muretto su cui era seduta e correndo verso l’uscita.

‘Ehy, Maya, hai dimenticato lo zaino!’ le urlò Pierre, preso alla sprovvista, esattamente come gli altri, dallo scatto della ragazza.

‘Puoi anche bruciarlo lo zaino Pierre!’ rispose sempre urlando lei prima di svoltare l’angolo.

Vide Seb in lontananza e si mise a correre più forte, finchè non lo raggiunse.

‘Accidenti, ma hai le rotelle sotto quelle scarpe?’.

Seb si voltò, osservando Maya sorpreso e anche leggermente divertito, la ragazza era decisamente buffa dopo la corsa che aveva fatto.

‘Ehy, stai bene?’ le chiese lui.

‘Certo, sta solo per esplodermi un polmone, che vuoi che sia...’ rispose lei ironica, appoggiandosi al cancello di una casa per riprendere fiato.

‘Beh... ma perché la corsa?’ chiese lui.

Maya si rimise in piedi, facendosi seria.

‘Ecco... io... io ci ho pensato...’ disse lei, sapendo che lui avrebbe capito a cosa si riferiva, alla conversazione che avevano avuto un paio di giorni prima.

‘Oh...e?’ chiese esitante lui, abbassando lo sguardo.

Maya non gli rispose, decidendo che era decisamente meglio evitare di sprecare parole e semplicemente baciarlo.

 ‘Devo prenderlo come un “ok, vada per la seconda chance” o cosa?’ chiese lui, una volta che si furono divisi, abbracciandola e poggiando la fronte contro quella della ragazza.

‘Più precisamente come un “seconda chance accordata, ma prova a dirmi un’altra bugia e giuro solennemente che sguinzaglierò Chuck e Pierre”...chiaro?’

‘ Chiarissimo’rispose lui, ridacchiando.

‘Perfetto... adesso fila a casa a studiare per l’orale!’ disse lei, staccandosi dal ragazzo, che non fece nulla per nascondere quanto fosse contrario all’idea.

‘Oh, è proprio necessario?’ si lamentò lui.

‘Muoviti!’ ribatté lei, spingendolo nella direzione di casa sua, ridendo.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

2 mesi dopo

 

‘Maya? Maya, sveglia...’

‘Pierre, se continui a picchiettarle la spalla rischi di beccarti un calcio dove non vorresti mai riceverlo...’ disse Chuck, osservando l’amico preoccupato, Maya era famosa per le sue reazioni impreviste, specie se qualcuno cercava di svegliarla.

‘Faresti meglio a dargli retta, Bouvier...’ disse Maya, senza aprire gli occhi e accoccolandosi ancora di più di fianco a Seb.

I ragazzi si trovavano a casa di Chuck, dove avevano, finalmente, festeggiato la felice fine della scuola e avevano passato la notte lì, ma dal momento che erano rimasti svegli fino alle cinque, a Maya l’idea di essere svegliata alle dieci non piaceva, per nulla.

‘Fidati Maya, se ti sposti non te ne pentirai...’.

La ragazza aprì un occhio, incuriosita, e la prima cosa che vide fu Pierre che reggeva in mano un secchio pieno d’acqua.

‘Cosa pensi di fare?’ gli chiese, guardandolo malissimo.

‘Senti Maya... ha preso il massimo dei voti in letteratura... se lo merita uno scherzetto...’ disse, facendo cenno a Seb con la testa.

‘E devi ringraziare il cielo che ha il sonno pesante, altrimenti ti avrebbe già sentito’ commentò lei, spostandosi facendo attenzione a non svegliare Seb.

‘Lo sanno che Seb li ucciderà, vero?’ chiese una divertita Marie a Maya.

‘Oh, credo sia proprio questa la parte che li diverte...’ commentò lei, sedendosi di fianco alla ragazza, pronta a godersi lo spettacolo insieme all’altra: qualche settimana prima, Chuck si era finalmente deciso a chiederle di uscire e i due erano inseparabili da allora.

Maya guardò Chuck fare il conto alla rovescia e quando fu arrivato al tre, Pierre verso l’acqua contenuta nel secchio sul divano di Chuck e, di conseguenza, su Seb.

Negli istanti seguenti successero varie cose: Seb scattò a sedere e si guardò intorno confuso, Pierre e Chuck scoppiarono a ridere seguiti da Marie e Maya, gli altri si svegliarono e si unirono ben presto alle risate, Seb balzò in piedi e si mise a rincorrere Pierre e Chuck per la casa.

‘Quei due non cambiano mai...’ commentò Laure, andando a sedersi di fianco all’amica: aveva tolto le stampelle la settimana precedente ed era tornata ad essere il solito ciclone ambulante, ovviamente con Dave che controllava che non si facesse del male ad ogni movimento.

‘Mai e poi mai’ rispose Maya.

‘Aiuto!’ urlò Chuck, andando a nascondersi dietro Marie.

‘Sei mio Bouvier!’ urlò Seb, riuscendo ad afferrare la maglietta di Pierre e facendolo cadere a terra, per poi scivolare a sua volta in una pozza d’acqua conseguenza dello scherzo.

‘Tutto ok?’ chiese Maya al suo ragazzo, andando a sedersi di fianco a lui.

‘A parte il fatto che mi sono appena schiantato su un pavimento di marmo, dici?’ rispose lui ironico.

‘Oh, povero lui’ commentò lei, dandogli un bacio sulla guancia ‘Meglio?’ chiese poi lei.

‘Quasi...’ rispose lui, dandole un bacio prima che Maya avesse tempo di reagire.

‘Ah, ragazzi, siete in pubblico!’ commentò Pierre, ricevendo in cambio il terzo dito di Maya e Seb, senza che nessuno dei due si staccasse dall’altro.

‘Ma che carini, ora ti insultano pure in sincronia Pierre!’ esclamò Laure ‘Dovremmo imparare a farlo anche noi, Dave!’ disse poi al suo ragazzo, che annuì divertito.

‘Spiritosa Laure, davvero, davvero spiritosa...’.

 

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‘Seb, sei ancora vivo?’ chiese Maya, bussando alla porta del bagno: il ragazzo si era fatto prestare dei vestiti da Chuck per rimpiazzare i suoi bagnati, ma era chiuso in bagno già da un po’ e la ragazza stava iniziando a preoccuparsi.

‘Cos’è, sentivi la mia mancanza?’ chiese lui, aprendo la porta.

‘Mmh... forse...’ rispose lei, mettendogli le braccia intorno al collo, mentre lui le cingeva la vita con le braccia.

‘Lo so, sono irresistibile...’

‘Te lo lascerò credere...’ rispose lei, sporgendosi per baciarlo.

‘Posso rapirti?’ le chiese lui, facendola ridere.

‘Magari più tardi... ora sarà meglio che scendiamo, prima che Pierre faccia fuori la colazione...’

‘Però più tardi posso rapirti?’ insistette lui, cingendole le spalle col braccio e scendendo con lei le scale.

‘Dipende... che programmi hai?’ chiese lei.

‘Se te lo dicessi non sarebbe più un rapimento’

‘Ma se non dico a papà dove vado sarà lui a venire a rapire te...’ ribatté lei, scoppiando a ridere davanti alla faccia terrorizzata di Seb ‘E dai, stavo scherzando Seb...’

‘Lo spero...’

‘Comunque...’ riprese lei, mettendosi davanti a lui e abbracciandolo di nuovo ‘Mi piace l’idea di farmi rapire da te...’ disse Maya, sporgendosi verso il ragazzo per baciarlo.

Sfortunatamente, vennero interrotti da Pierre.

‘Oh, insomma, la volete smettere voi due? State diventando peggio di questi altri!’ sbottò il ragazzo, indicando con un cenno della mano Laure e Dave, che lo fissarono oltraggiati.

‘Rimandiamo tutto al rapimento...’ gli sussurrò Maya, prendendolo per mano e dirigendosi verso gli altri.

 

Meglio tardi che mai... the end!

Che dire... ringrazio chi ha letto e chi ha recensito, ossia Dada88… e che altro dire se non alla prossima!!! =)

 

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