Tempo d'attesa

di Belial The MadHatter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per proteggere ***
Capitolo 2: *** Per imparare ***



Capitolo 1
*** Per proteggere ***


Avviso: in origine questa fanfic era intitolata "Attesa".



Nota: ambientata immediatamente dopo la fine di The curse of the Black Pearl.



Tempo d'attesa

Per proteggere


Senza Jack, la vita a Port Royal dovrebbe tornare alla normalità. Con un'unica "stranezza": lui sposerà Elizabeth e non Norrington, come tutti dicono. O così almeno crede.

Già il giorno dopo la mancata impiccagione, il governatore Swann lo coglie di sorpresa, entrando nella bottega e congedando il suo attendente.

- Governatore Swann, - lo saluta, ancora incerto sul modo in cui rivolgersi al suo futuro suocero.

Sembra così fuori posto nella bottega polverosa, mentre cerca un posto in cui sedersi senza imbrattarsi e decide alla fine di rimanere in piedi.

- William, perdona la mia visita non annunciata, ma ci sono cose di cui vorrei discutere con te che è bene che Elizabeth non senta per ora. -

- Vada avanti, - lo incoraggia, già pensando al peggio perché è sicuro di Elizabeth e dei suoi sentimenti, ma non di suo padre e delle convenzioni sociali.

- Sono qui per appellarmi al tuo buon senso, nella speranza che tu possa poi convincere Elizabeth, - il governatore fa una pausa e lui trova conferma alle sue paure. - Il matrimonio deve attendere. -

Non è l'improvviso rifiuto alle nozze che temeva e quasi sospira di sollievo. Ma non capisce.

- Perché? -

- Vedi, mio caro ragazzo... Elizabeth ha trascorso cinque giorni nelle mani di quei pirati e una notte con Jack Sparrow su di un'isola deserta. -

A questo punto, il governatore lo guarda speranzoso, come se quei dettagli dovessero bastargli a capire quello che vuole dire.

- Non ha importanza, - risponde.

- Certo che ha importanza, - ribatte il governatore. - Se vi sposaste subito e aveste un figlio nel primo anno di matrimonio, ci sarebbe sempre un dubbio. -

- Nessuno ha approfittato di Elizabeth, - risponde e non dice ad alta voce ciò che il suo cuore gli sussurra, che non avrebbe importanza anche se fosse accaduto.

- Tu non avresti dubbi, ma gli abitanti di Port Royal sì, - esclama il governatore, esasperato. - Già ora sarà difficile evitare uno scandalo, ma un matrimonio ora e un figlio subito farebbero sì che Elizabeth non possa fare un passo senza che si levino commenti. -

Lo guarda con più rabbia di quanto lo credesse capace di provare, prima di finire:

- E io non voglio che mia figlia sia costretta a vivere ai margini della società a causa di qualche pettegolezzo non messo a tacere. Capisci, William? -

Capisce più di quanto il governatore non creda.

Ricorda sua madre, i sussurri e le occhiatacce che la seguivano, come era sfiorita sempre più fino ad ammalarsi... i bambini con cui litigava per costringerli a smettere di dire che suo padre era un pirata perché sua madre continuava a ripetere che non era vero.

Pensa a Elizabeth, alla sua forza e al suo coraggio.

- Questa volta non si tratta di difenderla da qualche pirata, - mormora il governatore.

Risponde nell'unico modo possibile:

- Quanto dovremo aspettare? -

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Capitolo 2
*** Per imparare ***


Attendere un anno per proteggere Elizabeth e la loro vita insieme perché, come dice il governatore Swann, "un anno dovrebbe dare la certezza assoluta a qualunque malalingua" non gli sembra facile, ma l'ha promesso.

Naturalmente, tutto si rivela più difficile di quanto si aspettava.

Convincere Elizabeth, anche con l'aiuto del Governatore, è un'impresa: continua a ripetergli che qualche pettegolezzo non importa di fronte al loro amore, gli ribadisce che lei è forte ed è stata in grado di combattere dei pirati e dei pirati non morti e non ha paura di qualche vecchietta.
Non riesce a capire che non si tratta di paura.
Una macchia è una macchia e nulla potrà cancellarla agli occhi degli abitanti di Port Royal: ci sono molti che non hanno dimenticato che lui ha aiutato un pirata a fuggire. Solo averlo fatto per salvare Elizabeth ed esserci riuscito evita che la bottega sia vuota e che il signor Brown ai trovi un altro garzone.

Alla fine, Elizabeth cede, ma solo dopo che lui le ha promesso di insegnarle a tirar di spada con lezioni da tre ore al giorno, tutti i giorni.

Il governatore non è contento: borbotta di atteggiamenti poco femminili e chiede a che le servirà una spada in società. Poi, si limita a pretendere che Elizabeth non diventi troppo "mascolina". Come se fosse possibile.

Così iniziano con le lezioni... o almeno, ci provano perché tirar di spada con una gonna si dimostra molto scomodo e quasi pericoloso in un ambiente come la fucina.
Mentre la sarta si riprende dalla difficoltà dell'accettare di dover cucire delle brache per una nobildonna dando origine a qualche pettegolezzo sulla sconvenienza dei gusti di Elizabeth e sulle sue preferenze, l'allenamento prosegue in modo diverso: Elizabeth non è abbastanza forte e spetta a lui insegnarle degli esercizi per rafforzarsi e controllare che non esageri.
Poi, anche questi ultimi ostacoli scompaiono e rimane l'allenamento vero e proprio.

Fin da subito, Elizabeth si impegna molto e impara in fretta.

In certi momenti, non può fare a meno di essere orgoglioso di lei: non riuscirà a eguagliare Barbossa o Norrington, ma è certo che, in futuro, Elizabeth sarà in grado di competere con Jack.

In altri momenti, non può fare a meno di essere turbato da Elizabeth, vestita con abiti da uomo.
L'ha vista sull'Isla de Muerta con la divisa di uno degli uomini di Norrington, ma allora era diverso: combatteva per la sua vita ed era imbarazzata lei stessa, ansiosa di cambiarsi d'abito.
Ora Elizabeth sembra sempre più a suo agio con il nuovo abbigliamento, quasi stia diventando una seconda pelle. Ma non c'è posto a Port Royal per una donna vestita da uomo...

Per fortuna, il turbamento passa in fretta e osservare le gambe di Elizabeth che si muovono con sempre maggiore sicurezza e velocità diventa allettante. La vicinanza del suo corpo, il profumo dei suoi capelli, il suo viso coperto di sudore, mentre, ansimante, prova un altro attacco... a volte gli fanno dimenticare la promessa di attendere.

Una volta non riesce a trattenersi. Spinge Elizabeth sul tavolo di lavoro e la bacia con foga, mentre Lli gli mette una mano tra i capelli e lo attira più vicino a sè, fino a quando sono solo gli abiti a impedir loro di unirsi in quel momento. Poi la bacia sul collo e lei cerca di aprirgli la camicia...

L'improvviso sbattere di una porta li riporta alla realtà e lui si allontana, quasi pentito di quello che stavano facendo. Quasi.

Rimangono lì senza guardarsi, mentre lui si sistema la camicia finché, pur di spezzare quel silenzio, le racconta:

- Una volta Jack mi ha detto che mi allenavo tre ore al giorno, tutti i giorni perché non avevo una ragazza oppure perché non avevo il coraggio di parlare... -

- Mentre ora ti alleni tre ore al giorno, tutti i giorni, con una ragazza, - risponde Elizabeth e sorride... anche se lo guarda nello stesso modo in cui lui è sicuro di guardarla. Poi gli chiede: - Quanto manca? -

- Sette mesi, due settimane e tre giorni, - risponde.

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