OneShot Holic

di Yusaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Somiglianza ***
Capitolo 2: *** 2- "...Grazie..." ***
Capitolo 3: *** 3- Capitolo speciale- 14 marzo ***
Capitolo 4: *** 4- Su Amore e su Morte ***
Capitolo 5: *** 5- Inevitabilmente accorgersi... ***
Capitolo 6: *** 6- Capitolo Extra - Un altro mondo ***
Capitolo 7: *** Capitolo Extra- La canzone parla?! ***



Capitolo 1
*** 1-Somiglianza ***


Prima di impegnarmi in altre fanfiction su questa coppia ho deciso di inaugurare una raccolta di momenti DoumekixWatanuki che si ispira ad alcuni eventi dell’anime o del manga…Non ne ho potuto fare a meno dopo aver visto la prima puntata della terza serie di xxxHolic! *__* Quindi, è spoiler sia per chi segue il manga, sia per chi segue l’anime!! Ogni capitolo è una One-shot o Flashfic indipendente, e saranno aggiornati ogni volta che sarò ispirata da un particolare avvenimento della serie. Non saranno in ordine cronologico perché sono una donna caotica.

Metterò un’avvertimento sul Rating del capitolo ogni volta, visto che voglio cimentarmi anche in cosine un po’ più hot!! *_*

 

ATTENZIONE SPOILER

In questa puntata Haruka-san, il nonno di Doumeki, dice a Watanuki che è carino dopo che questi lo ha ringraziato per qualcosa che non ho capito visto che le mie conoscenze del Giapponese non sono, sfortunatamente, così ampie anche se dalle immagini si seguivano abbastanza bene anche i loro discorsi. Nasce da qui il primo capitolo. BUONA LETTURA! *è felice di tornare a dirlo*

 

 

1: Rating: Giallo (accenni lievi a qualche piccolissima fantasia)

 

 

 

 

 

-Che carino, Watanuki-kun-

Watanuki diventò scarlatto, totalmente colto di sorpresa tanto da non avere idea di come ribattere.

Si svegliò quasi nell’istante in cui desiderò scappare da quel complimento inaspettato, e pronunciato con voce così divertita.

Si alzò a sedere di scatto sul futon, il viso ancora bollente e cercò disperatamente di trovare un modo per non sentirsi così in imbarazzo…

Doveva pensare. Perché aveva avuto quella reazione così esagerata a quello che, infondo, non era stato altro che un complimento affettuoso?

Era perché era arrivato all’improvviso, e non se l’aspettava.

E anche perché era alquanto sicuro di non aver fatto niente per risultare “carino”.

Decisamente si era comportato come al solito con lui, con Haruka-san, non aveva fatto o detto niente di insolito.

Solo che…

Sentì di nuovo un rossore crescente accalorargli il viso.

Solo che Haruka-san era così dannatamente simile a Doumeki…

Senza accorgersene Watanuki stritolò il bordo della coperta fra le dita.

E, insomma, sentir dire una cosa simile da qualcuno che aveva la stessa faccia di Doumeki era stato strano, anche se ormai pensava di essersi abituato al fatto che si assomigliassero tanto.

D’improvviso e senza volerlo si immaginò Doumeki (proprio lui, e non il nonno) voltarsi verso di lui e dirgli “Sei carino, Watanuki”.

Boccheggiò, sempre più accaldato e arrabbiato con se stesso.

E allora?!Se anche Doumeki gli dicesse una cosa del genere a lui cosa importerebbe?!

Nella sua mente si affacciò di nuovo la bocca di Doumeki che articolò le parole “Sei carino”.

-Basta- mugolò sfinito Watanuki, in direzione dei suoi stessi pensieri -Io non sono “carino”!-

L’immaginazione stavolta gli diede la visione di Doumeki che si stendeva sopra di lui, dominandolo con quel suo corpo forte dal fisico asciutto, e la voce gli arrivava sensuale all’orecchio “Sei veramente carino…”.

Buttando le coperte dove capitava e, agitatissimo, si alzò in piedi e aprì la parete scorrevole che dalla stanza portava all’esterno prendendo subito una boccata d’aria fresca per cercare di placare con l’ossigeno i battiti infuocati del suo cuore; ma non funzionò visto che in quel momento il suo sguardo si posò nel punto in cui, in sogno, erano stati seduti proprio lui e Haruka-san.

 

 

Doumeki era sveglio, al tempio era tutto tranquillo ma non era riuscito a prendere sonno. Si chiedeva cosa stava succedendo di strano visto che riusciva a vedere quello che vedeva Watanuki dall’occhio che condividevano.

Ma non vedeva spettri, o qualche altro terribile mostro, o magari una bambina un po’ particolare…l’unica cosa che riusciva a individuare era il cortile, vuoto, della casa di Yuuko e il legno della passeggiata esterna che correva lungo il negozio.

Proprio non capiva cosa aveva agitato Watanuki in quel modo e a quell’ora di notte!

 

 

 

 

 

 

 

 

Finita! Ne approfitto per ringraziare chi ha recensito l’ultimo capitolo di “I Kissed a Girl”: Ikariku, AyLa, Sasukes Wife, Lav_92, Lan, KawaiiSai.

 

Al prossimo capitolo!! Lettori, recensite!! (Scusate se sono breve, ma ieri ho fatto tardi e ora non vedo l’ora di andare a nanna…)

 

 

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Capitolo 2
*** 2- "...Grazie..." ***


 

Arriva la primavera…venticello fresco, amore nell’aria, le piante che fioriscono…io bloccata in casa con i sintomi di un’allergia imminente…Ma nonostante tutto adoro questa stagione, anche se preferirei non avere una mimosa fiorita a due metri da me *Starnutisce*

E prima di iniziare rispondo alle recensioni!

 

Doremichan: Grazie dei complimenti!^__^ Anche a me riesce facile immaginare Watanuki-chan in questo tipo di situazione, questo perché se continua a reprimere così i suoi sentimenti presto questi prenderanno il sopravvento! E io sinceramente non aspetto altro…MHUAHAHA!*_*

 

Ayla: Dopo il prossimo capitolo probabilmente pubblicherò anche la promessa fanfiction a capitoli…il primo capitolo, fra l’altro, l’ho già scritto!*__* Per questo mi sento allegra!V_V A proposito, oltre che per i complimenti ti devo ringraziare anche per la tua correzione! ^__^ Io avevo capito che erano episodi, probabilmente perché quando ho sentito il “Grazie” di Watanuki in quel primo OAD mi sono emozionata così tanto che non mi sono fermata a controllare cosa fossero effettivamente!XDD Ah, e questo capitolo parla proprio di quell’evento.

 

Ikarikun: Grazie!^__^ Sono contenta che mi stai seguendo anche qui, e che l’inizio ti piaccia! Come sempre noi due saremo lì a cercare di far dire a Watanuki-chan che è innamorato di Doumeki-san, facciamo il tifo per lui!!!

 

Lav_92: Meno male che non ti sei pentita di aver commentato! Spero non te ne pentirai neanche in futuro!XD Nel caso non ti piacessero dei capitoli ti autorizzo a tirarmi qualcosa in testa, però qualcosa di non troppo metallico possibilmente, sennò rischio di finire al cimitero!Ç_ç

 

Vahly: Watanuki-chan secondo me ha come caratteristica sua principale l’essere adorabile, quindi mi fa piacere se anche nelle mie fanfiction traspare questo tratto di lui!! *_* Grazie per aver recensito non solo questa, ma anche “I Kissed a girl”…!! E bentornata fra noi! Guarda che io aspetto anche che tu continui le tue fanfiction! V__V Anche se non dovrei essere io a dirlo che sono una ritardataria cronica! ^^’’’

 

Grazie a tutti delle recensioni, ben 5! Non male!*_*

 

E ora il capitolo! Cambia il genere, non più allegro e spensierato, ma neanche triste. Questo capitolo tratta del significato della parole in riferimento ad un particolare fatto dell’anime facente parte sempre del primo OAD, come nel primo capitolo insomma!^__^ Anche questo sarà una One-shot…

 

ATTENZIONE SPOILER

 Watanuki dice “Grazie” a Doumeki, con grande sforzo ma finalmente riesce a dirlo. Un evento che andava commemorato almeno con una One-shot! Quando gli ho sentito dire quelle magiche parole ho pensato che FORSE la fine del mondo era vicina!! Il nostro Watanuki-chan sta crescendo!ç__ç

 

2: Raiting: Verde (per tutti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era così difficile, come se imparasse a parlare in quel momento.

Come se imparasse ad esprimere le proprie emozioni solo in quell’attimo, al tramonto, in quell’anonima strada.

 

Ci sono parole che si imparano da bambini, le classiche prime lettere che fanno saltare di gioia i genitori che si prodigano per sentire quei suoni ordinati uscire dalle bocche della loro prole. Le prime parole sono quelle che ci circondano…impariamo, per primo, il suono “Mamma” oppure il suono “Papà” corrispondenti a quelle due persone che ci riempiono di affetto, coccole e baci; impariamo a dire di “Si” a dire di “No”, a chiedere da mangiare, a dire di avere sonno; impariamo il nome del nostro orsacchiotto preferito, il più caldo e morbido che ci accompagna sempre nei sogni notturni.

Ma il mondo circostante ci insegna un’altra parola che ci incitano a dire quando un socievole vicino di casa, o un parente, ci regalano qualcosa di gradito. È una parola che sicuramente abbiamo sentito dire spesso, dalla mamma quando il papà le ha regalato quel bellissimo vestito per il compleanno, dall’amica d’infanzia quando le è stato donato il vestito nuovo.

Questa parola è semplice, e ci ha accompagnato per la maggior parte della nostra vita.

Anche Watanuki aveva già sentito quella parola, molte volte, e persino l’aveva lui stesso detta a molte persone.

Inoltre quella parola gli era stata detta un’altrettante occasioni e anche poco prima l’aveva sentita dalle labbra sincere di una felicissima bambina che, come lui, vedeva gli spiriti.

Adesso era semplicemente consapevole di doverla dire a sua volta.

 

Era così difficile, come se imparasse a parlare in quel momento.

 

In fondo una parola è solo un agglomerato di suoni.

Alla fine non rappresenta niente…non è una cosa reale, è solo una convenzione usata per comunicare.

Si trattava di mettere insieme quelle poche sillabe sempre sentite, sempre dette.

Ma un conto era pensarlo, un altro era costringere le gambe a fermarsi, gli occhi a guardarlo, e la voce a uscire fuori ad articolare qualcosa di senso compiuto.

 

Come se imparasse ad esprimere le proprie emozioni solo in quell’attimo, al tramonto, in quell’anonima strada.

 

Era solo un primo passo, niente di poi così complicato.

Non era un “Mi piaci”, non era un “Ti amo”, ciò che lo faceva dannare non era nessuna di quelle parole che di solito mettono in crisi la gente.

Certo che no, lui riusciva ad andare in crisi per molto meno.

 

-Gr…gra…zie-

 

Il difficile era stato dirlo a lui, quel “Grazie”, dirlo all’odioso arciere che costantemente provvedeva alla sua incolumità fisica. Gli era costato tantissimo perché qualcosa dentro di lui sapeva che quel primo passo aveva una lunga strada davanti, proprio come la prima parola della nostra vita segna l’inizio di mille discorsi.

Il primo passo verso le vere parole che l’avrebbero, un giorno, davvero messo in crisi.

 

Sarà, fra breve, molto difficile, come se imparassi a parlare in quel momento.

Come  se imparassi  ad esprimere le tue emozioni solo in quell’attimo, al tramonto, e  in quell’anonima strada.

Prima della sera  dirai  una delle parole più importanti di tutta la tua vita.

 

“Ti amo”

 

 

 

 

 

 

 

 

Molto riflessivo, lo ammetto, ma ero in vena di riflessioni su questi due, e sul perché Watanuki-chan si incasina così tanto a esprimere i propri sentimenti!

La prossima One-shot non sarà inerente né all’anime né al manga, è un piccolo intermezzo in onore di una giornata speciale che qui da noi non si festeggia…(Qualcuno sa di cosa sto parlando? Ma certo che lo sapete!!! Dopotutto siamo a Marzo!).

Vi lascio come sempre incitando a lasciare recensioni!!!! *__* Ah, e lasciatemi anche un fazzolettino di carta in regalo, magari, che ne sto consumando in quantità industriale…*Starnutisce e guarda male la mimosa sulla scrivania*

Recensite!!!^0^/

 

 

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Capitolo 3
*** 3- Capitolo speciale- 14 marzo ***


 

3: Raiting: Giallo (Perchè...umh, non vi rovino la sorpresa...!)

 

 

Che stava facendo la sua dolce Himawari-chan?

Non c’erano dubbi, quello nelle sue mani era proprio un pacchettino incartato e abbellito con un nastro, indubbiamente era un regalo per l’arciere!

Incredulo Watanuki assistette alla scena con una rabbia che saliva sempre più: la dolce Himawari stava facendo un regalo a Doumeki alla vigilia del White Day! Non aveva senso che la sua Himawari facesse un regalo a quel cretino di Doumeki…

Pensandoci meglio, davvero tutta quella situazione non aveva senso, non era certo San Valentino, semmai avrebbe dovuto essere Doumeki a fare un regalo di ringraziamento, oltretutto al White Day mancava ancora un giorno.

-Doumeki-kun-

Appena sentita la (splendida) voce della dolce ragazza Watanuki si accostò di più al muro, attento a non essere visto ma risoluto nel voler sentire cosa si stavano dicendo.

-Doumeki-kun, mi dispiace di darti questo solo ora- continuò lei tendendo il pacchettino verso Doumeki, con un sorriso dei suoi -Non ci siamo più visti, e io quel giorno ero stata assente…-

Watanuki ebbe un moto di perplessità. A quanto ricordava Himawari-chan non era stata assente a San Valentino, anzi, si era ammalata solo agli inizi di…marzo…

L’inizio di Marzo, pensò Watanuki mentre qualcosa scattava nella sua testa.

-Il 3 marzo era il tuo compleanno, quindi scusa per il ritardo e: Buon compleanno!- esclamò Himawari.

Dannazione, era il compleanno di Doumeki!

-Grazie- rispose semplicemente Doumeki prendendo il suo regalo dalle mani di una felicissima Himawari che si allontanò quasi subito dicendo che aveva un impegno in sala professori e non poteva assolutamente mancare, e rinnovando i suoi auguri lo salutò.

Anche Watanuki si allontanò, di fretta, senza farsi notare dall’arciere.

Sentiva una specie di scombussolamento interiore, e una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco. Tornò in aula con la testa fra le nuvole. Nuvole che promettevano brutto tempo.

Aveva dimenticato il compleanno di Doumeki; a dire il vero neppure sapeva la data del compleanno di Doumeki! Ricordava solo vagamente che quell’idiota una volta aveva accennato al fatto che il compleanno cadesse agli inizi di Marzo, ma non gli aveva mai detto la data precisa, o forse era stato lui che semplicemente non aveva preso in considerazione quell’elemento.

Eppure adesso quel pensiero lo tormentava, come se avesse dimenticato qualcosa di fondamentale importanza. Cercò inutilmente di scacciare la sensazione negativa che gli gravava addosso ma infondo, molto infondo, sentiva di non poter ignorare così facilmente quella dimenticanza.

Così si ritrovò a fissare fuori dalla finestra con sguardo vuoto, senza capire una parola di quello che il professore stava dicendo.

 

 

-Watanukiiiiii!- gridò una piccola palla di pelo nera prima di precipitarsi addosso a Watanuki che, ancora perso nei suoi pensieri non riuscì a reagire in tempo e se la ritrovò appiccicata alla faccia come sempre.

La staccò un po’ più bruscamente del solito, borbottando e spingendo Mokona a guardarlo con aria preoccupata.

-Yuuko-san, Watanuki è strano!- uggiolò la polpetta nera in direzione di Yuuko, comparsa in quel momento sulla soglia con una bottiglia di sakè in mano.

-Vedo- disse Yuuko, osservando Watanuki -Watanuki, porta degli spuntini di qua!- ordinò con allegria.

Watanuki sospirò e riuscì ad andare in cucina e preparare quanto chiesto senza combinare disastri. Fu felice, in un certo senso, di cucinare perché gli alleviava i pensieri. Non che stesse pensando a Doumeki, ovvio, figurarsi se pensava a quello là.

Portò gli spuntini da Yuuko, comodamente seduta al tavolo, e li servì.

-Mmh, Watanuki c’è qualcosa che non va?- chiese Yuuko una volta che gli fu servito il sakè.

-No, non è niente- borbottò Watanuki con gli occhi piantati sul tavolo, evitando il suo sguardo.

-Mmh- mugugnò di nuovo Yuuko, buttando giù la prima sorsata di sakè -Non è che per caso pensi di aver dimenticato qualcosa di importante?-

Watanuki si sentì arrossire. Anche se la sua datrice di lavoro aveva posto la domanda con tono innocente lui sapeva benissimo che quella donna sapeva già tutto.

Forse a quel punto era anche inutile continuare a fingere.

-Io…ecco…ho…dimenticato…- deglutì serrando le dita attorno al bordo del vassoio, quasi sperando che  potesse dargli la forza di fare quella confessione -Ho…io…ho dimenticato il compleanno di Doumeki…- disse sfumando la voce e rendendo quasi incomprensibili le ultime parole.

-Aaah, ma guarda- sorrise Yuuko, che aveva sentito benissimo -Certe date dovresti tenertele a mente, non è carino dimenticarsi del compleanno di una persona che ci sta a cuore!-

Watanuki avvampò alzando di scatto lo sguardo verso di lei e agitandosi come al suo solito -NON MI STA AFFATTO A CUORE QUELL’IDIOTA!!!-

-Si, si, certo- Yuuko si alzò dal tavolo e gli si avvicinò -Facciamo così, io ti aiuterò a rimediare, visto che anche io non gli ho fatto niente per il compleanno. Quindi questa volta non ti farò pagare niente…a patto che tu lasci organizzare tutto a me-

A lui il ghigno di Yuuko-san non piacque per niente e tanto meno quella frase sembrava rassicurante. Mettersi nelle mani della strega delle dimensioni sembrava quanto di più pericoloso potesse fare: quella donna era imprevedibile e diabolica!

Vide un luccichio negli occhi di Yuuko, quasi avesse captato i suoi pensieri; Era tutto sempre più preoccupante…

D’altronde non gli sembrava di avere molta scelta.

Così, con un sospiro, annuì e lasciò tutto nelle sue mani.

 

 

Si vegliò quando uno scossone più brusco degli altri lo scalzò dalla sua comoda posizione rannicchiata. Un senso di torpore al corpo gli impedì di risvegliarsi completamente così lasciò che quei piccoli sballottamenti gli passassero addosso senza disturbarlo.

Qualcosa gli disse che si era addormentato pesantemente e di colpo. Piano piano cominciò a ricordare confusamente qualcosa, come Yuuko-san che sorrideva tranquillamente, la sua mano che toccava per un attimo la fronte, ricordava che dopo quel gesto della strega delle dimensioni lui si era sentito improvvisamente stanchissimo ed era piombato nel sonno. Strano, ma gli sembrava che tutto ciò avesse a che fare con una sua dimenticanza; aveva dimenticato una data.

Non che avesse molta voglia di pensare ad alcunché, si stava così bene chiusi al calduccio e…

Uno scatto più forte gli fece battere la testa contro qualcosa e a quel punto Watanuki, con aria indolenzita, aprì gli occhi di poco per capire cosa stava accadendo.

Non risolse molto, visto che l’interno del…dove cavolo era?

Cercò di distendersi scoprendo che era circondato da pareti. Sembrava chiuso in un cubo, ma era difficile da dire visto che non vedeva nulla.

Chissà perché Yuuko-san l’aveva rinchiuso in un cubo; cercò di spostarsi sentendo gli scossoni aumentare.

Ok, forse qualcuno lo stava muovendo. Era chiuso in un cubo mobile senza sapere che cavolo ci stava a fare: grandioso!

Sentì di nuovo il torpore di prima prendere il sopravvento e le scosse si allontanarono, o forse era lui che stava allontanandosi, cadendo nel sonno…

Quando si svegliò, per la seconda volta, era completamente fermo, quindi cosa accidenti l’aveva svegliato? Un attimo prima di provare a cercare una risposta sentì uno strano rumore.

Sembrava carta. Carta che veniva strappata; anzi, non strappata, forse lacerata era il termine giusto, o forse no perché chiunque stesse armeggiando con la carta non sembrava avere fretta.

Il suono era tutto intorno a lui, che cominciò a sentirsi inquieto lì, intrappolato in pochi metri cubi di spazio, e con quel frusciante rumore tutt’intorno nel buio.

Di nuovo silenzio, e qualcosa che si muoveva sopra di lui, all’improvviso uno spiraglio di luce che si allargò sempre di più accecandolo.

Ma che cosa…?

-Oi- sentì una voce dall’alto.

Aprì di scatto gli occhi e lì, che lo guardava dal ritaglio quadrato di una scatola, c’era Doumeki con gli occhi ambrati fissi su di lui.

-Cosa diavolo…?!- esclamò con voce incrinata Watanuki cercando subito di mettersi almeno seduto -Che ci fai tu qui?!- gli ringhiò contro Watanuki, agitando le braccia e colpendo le pareti in cui era stato rinchiuso.

-Credo che la domanda giusta sia cosa ci fai tu qui, in una scatola arrivata per posta- gli rispose flemmatico Doumeki, con una punta di divertimento nella voce.

Watanuki fece per ribattere ma arrossì e rimase con le parole incastrate in gola. In effetti non aveva la più pallida idea di come ci era finito lì, anche se aveva ormai riconosciuto i soffitti e le pareti familiari del Tempio in cui abitava Doumeki.

Cercando un modo per uscire perlomeno dalla scatola sentì qualcosa frusciare sotto il palmo della sua mano destra.

Perplessamente si portò davanti agli occhi quello che risultò essere un foglietto di carta recante l’elegante calligrafia di Yuuko-san.

Leggi ad alta voce quanto segue, lesse dalle parole scritte dalla donna a inizio pagina.

-Buongiorno Doumeki-kun- cominciò a leggere Watanuki, a voce alta -Yuuko-san ed io, ovvero Watanuki, siamo stati molto cattivi e non ti abbiamo fatto un regalo di compleanno come si deve per il 3 marzo, così abbiamo pensato che il White Day sarebbe stato il giorno ideale per farti gli auguri e riparare alla nostra mancanza. Certo non è San Valentino, ma il White Day è comunque un giorno di doni: quindi per oggi mi avrai esclusivamente a tua disposizione pronto ad eseguire qualunque tuo ordine! -

Si fermò di botto arrossendo spropositatamente a quelle ultime parole scritte, tremendamente imbarazzanti per lui e maledì qualsiasi cosa gli venisse in mente per non aver capito prima il contenuto di quella lettera così umiliante.

-Non è come pensi!- gli gridò Watanuki, sentendosi avvampare sempre di più mentre guardava l’altro -Ha fatto tutto lei, non ho scritto io quelle idiozie!!-

Ma Doumeki non sembrava ascoltarlo, e Watanuki, dopo un attimo di sgomento, si accorse che lo stava fissando con uno sguardo stranamente intenso.

A quel punto un dubbio terribile assalì Watanuki che si affrettò a guardarsi addosso per confermare i suoi peggiori timori.

Un grido si propagò dalla gola del ragazzo che si affrettò a nascondersi di più all’interno della scatola regalo.

Addosso, si era accorto Watanuki con sommo orrore, addosso Yuuko-san gli aveva messo una divisa scolastica femminile!

Freneticamente tirò giù la gonna che lasciava scoperte le gambe. Si, quella donna diabolica non gli aveva messo neanche una normale divisa, figurarsi, quella era una divisa con la gonna corta…e svolazzante…

Improvvisamente si ricordò dello sguardo di Doumeki ancora fisso su di lui e desiderò di morire, lì e in quell’istante, ritrovandosi a sperare che il cartone della confezione regalo si trasformasse in un mostro e lo inghiottisse. Avrebbe dato chissà cosa pur di non restare conciato in quel modo davanti all’arciere.

Eppure, si ritrovò a pensare con una fitta di rassegnazione, sono stato io l’idiota che ha fatto fare tutto a Yuuko-san, quindi non ho via di scampo.

Piano, quasi tremando dall’imbarazzo, alzò il viso verso di Doumeki incontrando i suoi occhi dorati che riuscirono a metterlo ancora di più in agitazione.

-Va bene- sbottò Watanuki alzandosi e lasciando cadere a terra quel maledetto biglietto d’auguri -Per oggi…farò come ha detto Yuuko-san!-

-Bene- un mezzo sorriso comparve sul volto dell’arciere mentre lo osservava uscire dalla grossa scatola colorata cercando di non far svolazzare troppo la divisa.

-Che vuoi?- ringhiò brusco Watanuki.

L’arciere gli si avvicinò -Lo sai, no?- mormorò serio.

Era così vicino, ed era così serio. Watanuki sentì il respiro fermarglisi in gola quando l’altro si chinò su di lui, sussurrando….

-Voglio che mi prepari il pranzo-

Cos…!!

-IL PRANZO?! ME LO CHIEDI TUTTI I GIORNI!!- gli urlò contro mentre Doumeki si scostava da lui, tappandosi le orecchie.

-Oggi voglio i miei piatti preferiti, più dei pasticcini alla crema- disse.

-Sai che novità che vuoi i tuoi piatti preferiti- sbuffò Watanuki mentre si avviava verso la cucina con l’arciere al seguito.

-Ti aspetto di là- riferì Doumeki separandosi da lui e sparendo nella stanza da pranzo non senza prima aver gettato un’ultima occhiata alla gonna svolazzante dell’altro.

Watanuki, rosso in faccia, non si diede neanche la pena di rispondergli e si diresse direttamente al frigorifero masticando fra i denti la parola “Pervertito”.

Il fatto che Doumeki gli avesse guardato il didietro non lo faceva certo sentire a proprio agio, per di più quella dannata gonnellina stupida lo faceva sentire terribilmente indifeso!

Imbarazzato si accorse anche che le sue calze erano bordate di pizzo bianco, in piccolo particolare provocante che sembrava fatto apposta per attirare l’attenzione, come appunto era successo con Doumeki che gli aveva guardato il didietr…

 -Basta!- si auto-rimproverò Watanuki, trasferendo con forza del riso nel piatto -Ah, questi sono già pronti, devo solo aggiungere quelle crocchette…certo che sono venute bene, speriamo che gli piacciano…ma che dico, che mi importa!-

Quando entrò nella stanza in cui aspettava l’arciere lo trovò seduto al tavolino basso, su un cuscino, e subito sentì addosso quel suo particolare sguardo anche se questa volta era quasi sicuro fosse rivolto alle pietanze che aveva cucinato.

-Ecco a lei- ironizzò Watanuki, imitando sarcasticamente un cameriere.

Doumeki si servì dal vassoio, su cui erano state disposte con grande cura molte pietanze fra cui Oshizushi, Raibow Roll e il suo amato Inarizushi;

-I pasticcini alla crema?- domandò in attesa.

Watanuki sbuffò e lasciò anche l’altro piatto sulla tavola.

-Siediti- concesse Doumeki, concentrato sul piatto.

Quasi senza accorgersene Watanuki si ritrovò seduto, perso a osservare l’arciere che gustava i suoi manicaretti, l’atmosfera si fece curiosamente soffice, come fra due persone abituate a stare insieme, come quando si sta bene con qualcuno.

Poi lo stomaco di Watanuki interruppe il tutto.

-Non hai fatto colazione?- chiese Doumeki, mascherando un sorriso.

-Sono stato tutta la notte rinchiuso nello scatolone- si giustificò Watanuki, per l’ennesima volta sentendosi stupido.

Doumeki sospirò e prese con due dita uno dei pasticcini farciti di crema bianca e zucchero.

Watanuki si accorse che gli si era di nuovo avvicinato le guardò con apprensione mentre si sedeva accanto a lui, le loro gambe si sfioravano e lui si sentiva ancora più esposto con quella divisa addosso.

L’arciere protese il dolce verso di lui, riuscendo al contempo ad andargli più vicino, tanto che Watanuki sentì il calore dell’altro avvolgerlo, provocandogli vampate al volto che non riusciva a spiegarsi.

-Mangialo- ordinò con voce piuttosto bassa Doumeki.

Quella voce era così…attraente…

Watanuki si arrabbiò con se stesso, ovviamente gli avrebbe urlato contro che non voleva mangiarlo, che avrebbe preferito centomila volte digiunare per un mese piuttosto che essere imboccato da lui!

Ma ancora prima di concludere il pensiero di ritrovò a chiudere gli occhi e mordere il pasticcino dalle mani di Doumeki.

La sua bocca si riempì del sapore dolce della crema che lui stesso aveva fatto spingendolo a desiderarne ancora, così mangiò fino a ritrovarsi a leccare le dita di Doumeki, dolci per il contatto con il bignè.

Era un sapore delizioso.

Quando riaprì gli occhi Doumeki aveva un’aria sorpresa.

-Sei…troppo cedevole- affermò prendendogli il mento con due dita e guardandolo negli occhi.-Perché?-

Watanuki fremette a quel contatto, sentendo il respiro spezzarsi e poi accelerare.

-Io…non lo…so…- balbettò confusamente sentendosi in trappola.

Intrappolato sia dal fisico forte di Doumeki che dalle stesse violente emozioni che provava, contrastanti con la dolcezza che aveva sperimentato solo un attimo prima.

Doumeki sembrava pensare velocemente, ma qualunque cosa stesse elaborando i suoi occhi rimasero due specchi dorati insondabili.

-Oi- lo chiamò con l’aria di essere giunto ad una conclusione -Qual è una cosa che non faresti mai?-

-Baciarti- rispose immediatamente Watanuki, senza chiedersi perché aveva pensato subito a quello.

-Baciami-

Watanuki diventò scarlatto e la sua prima reazione mentale fu di tirargli un pugno e scappare via dalle braccia di quel cretino.

Ancora una volta però il suo corpo fece tutto da solo.

Sentì le sue labbra socchiudersi e il viso piegarsi leggermente per sfiorare le labbra dell’arciere.

-Fermo- esclamò di colpo Doumeki, fermandolo prima che avesse il tempo di attuare l’ordine precedente. Accigliandosi gli disse -Vai a prendere quel foglio scritto da Yuuko-

Come un automa Watanuki si alzò, con aria trasognata e sconvolta, e non riuscì a percepire il percorso delle sue gambe seppe solo che era tornato dall’altro con il foglio in mano.

Watanuki venne quasi attratto dalla scrittura di Yuuko-san, e scorse il foglio fino ad una scritta che non aveva letto affatto.

Era piccola piccola, incastrata in fondo alla pagina come quelle postille che spesso usano i truffatori…

P.S. Watanuki ho apposto un incantesimo su di te, così sarai costretto a eseguire qualunque ordine che Doumeki ti darà! Divertiti!!

Il ragazzo deglutì leggendo ad alta voce quel pezzo e guardando spaventato Doumeki.

Quest’ultimo sospirò -Mi sembrava strano, eri un po’ troppo obbediente-

-Non voglio obbedirti idiota!- gli urlò Watanuki, riprendendosi dallo Shock. -Brutto cretino! Non ti permettere più di ordinarmi qualcosa!-

-Il mio regalo di compleanno prevede questo, no?- il tono di Doumeki era pericolosamente calmo -Vieni qui-

Watanuki imprecò mentre perdeva il controllo del corpo che si piegò docilmente all’ordine di Doumeki.

-Qui- disse ancora Doumeki, quasi divertito, indicando le sue gambe -Siediti-

Stavolta Watanuki si ritrovò a deglutire mentre si sedeva a cavalcioni sulla persona che più detestava al mondo.

Quella persona che mise le mani sulla sua schiena attirandolo a se.

Ben presto di ritrovò col volto premuto sui vestiti profumati di lui, qualcosa che nella sua testa gli dava del cretino e qualcosa nel petto che batteva furiosamente.

-Watanuki- sussurrò carezzevolmente Doumeki al suo orecchio.

Watanuki rabbrividì lasciandosi sfuggire un suono di piacevole stupore nell’essere chiamato per nome da lui, che all’improvviso sembrava così sensuale, che all’improvviso era irresistibile.

Non si sarebbe decisamente più chiesto perché le ragazze trovassero l’arciere così attraente, la verità era che Doumeki era attraente quando voleva, e inconsapevolmente anche quando non voleva.

Doumeki lasciò che le sue mani sfiorassero la schiena di Watanuki che si premette di più a lui, con un sospiro, la gonna che ormai lasciava scoperta buona parte delle gambe.

Anche Watanuki era carino, e sapeva essere irresistibile, Doumeki lo sapeva bene.

-Ti ordino di fare ciò che desideri in questo momento- mormorò l’arciere.

Una scossa più forte delle altre sembrò scuotere ogni cellula di Watanuki. Lo odiava, si odiava, e sapere che voleva disperatamente…lui voleva…

-Doumeki…- mugolò arrendendosi Watanuki, lasciando che le sue labbra andassero a combaciare con quelle dell’arciere che stavolta non lo fermò.

Aveva ancora in bocca quel sapore dolce che non andava via e che stava adorando.

Non si fermò neppure quando le loro lingue si incontrarono, scontrarono, odiandosi e amandosi come facevano loro.

(Doumeki non l’aveva mai odiato, ma Watanuki non lo sapeva.)

Quando si staccarono, col respiro affannoso, Watanuki si ricordò di desiderare qualcos’altro, doveva dirgli ciò per cui aveva lasciato il suo destino nella mani di Yuuko-san.

Era una cosa veramente importante, valsa tutto quel casino.

-Doumeki…-

-Si?-

-Buon compleanno-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, ok, ok!!! Ce l’ho fatta!! I tempo! Sono in tempo! Non ho neanche fatto i saluti iniziali per essere in tempo e ci ho lavorato tutto il giorno a questo capitolo, che sarà certamente venuto da schifo perché ero molto, molto, molto agitata! Ma ce l’ho fatta: ho mantenuto la promessa di scrivere uno speciale per il White Day!

Ma infondo questo capitolo centra veramente poco col White Day! V__V Anzi, diciamo pure che la sottoscritta cercava solo una scusa per farsi perdonare da Doumeki per aver dimenticato il giorno del suo compleanno…

In realtà non era colpa mia! Io mica lo sapevo!! T__T

Che ne dite allora…mi avrà perdonato? XD

 

BUON WHITE DAY E A TUTTI E BUON COMPLEANNO IN MEGA RITARDO A DOUMEKI-SAN!!!!!

 

Grazie a tutte delle recensioni però perdonatemi, ho lavorato davvero tanto e sono stanchissima quindi risponderò a tutti nel prossimo capitolo, portate pazienza

E domattina sugli schermi (??) cioè, pubblicata in questa sezione, vedrete la fanfiction a capitoli nuova!

A presto e recensiteeee!

*crolla*

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4- Su Amore e su Morte ***


 

Rispondo alle vostre recensioni, felicissima che il capitolo precedente vi sia piaciuto!^///^ A quanto pare anche Doumeki ne è stato contento…o almeno spero sia così! rispondo anche a quelle arretrate che non ho potuto citare a causa della troppa stanchezza. Ma con una buona colazione alal fine mi sono ripresa dalla scarrozzata fatta col capitolo sul White Day!

 

 

 

Elychan: Grazie della recensione!^__^ Il mio intento in effetti era di sperimentare Watanuki in un contesto un po’ più profondo di quello che scrivo di solito…sono contenta che la riflessione ti sia piaciuta! Meno male! Allora anche io un po’ so ragionare su questioni importanti come le parole!ç__ç E come vedi avevi indovinato, la terza One-shot è stata proprio sul mitico White Day! *__* (usato per farmi perdonare da Doumeki…sono proprio scema…sigh)

 

KawaiiSai: Le tue recensioni mi commuovono per parole che usi ç__ç sono belle ecco. Che dire, grazie, e non preoccuparti, prego perché il tuo Pc torni in forma! Forse ha bisogno di risposo, come me!! Il secondo capitolo mi è piaciuto scriverlo, le parole sono proprio importanti, e un giorno Watanuki dirà a Doumeki qualcosa di davvero speciale…e noi aspettiamo!

 

Lav92: Io lo dico da anni che Yuuko-san dovrebbe esser fatta santa! L’ho anche proposto, ma i nostri signori di fede non mi vogliono dare ascolto…dicono che è contro la religione eleggere Santa una donna che tifa per lo Yaoi come Yuuko-san! V__V’ Sigh…ma sicuramente è una santa dello Yaoi, noi Fangirls le siamo riconoscenti!XD Emh, per l’abito di Watanuki, che dire, inizialmente la cosa doveva essere sviluppata di più e resa meglio ma mi ci sono persa…ero troppo presa dal fargli pomiciare a dirla tutta! *si allena per la nc17* Dovrebbero fare più spesso però certi incantesimi…non credi? MHUAHAHA!!!!!!

 

Ayla: Anche io ti adoro!! *__* Soprattutto per la tua fanfiction su questa coppia, che mi è piaciuta tantissimo!!! Ç__ç e che correrò a recensire al più presto…Oddio, spero di non essere agitata sempre!XD Ma qualche volta ci può stare che lo sia. Spero di fare bene anche la prossima volta! Ispirazione non mi abbandoniiiiii!!!!

 

Doremichan: Yuuko-san, tutti ti amano! Beh, è praticamente impossibile non amarla secondo me…è troppo ganza quella santissima donna! Magari vedere Doumeki e Wata in quella situazione…accaldati e desiderosi di spupazzarsi insieme! *ç* (MA ANCHE NO!!! n.d.Wata/Segretamente lo vorresti, lo sanno tutti…n.d.Yusaki)

 

Ikarikun: sei un genio mia cara, possiamo ricattarlo con le foto compromettenti! *__* Che ideona! (Che volete fare?! N.d.Wata/Watanuki, hai due opzioni: o baci Doumeki moooolto appassionatamente oppure noi spargiamo quelle foto per tutta la scuola! N.d.Yusaki/ç__ç aiuto…n.d.Wata/Si? n.d.Doumeki/NON CHIAMAVO TE IDIOTA!!! n.d.Wata). Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!! ^__^

 

 

Non è stato maluccio come compleanno in ritardo di Doumeki! Ma ora torniamo al filone principale della storia, vi avviso che ogni tanto ci saranno dei capitoli un po’ fuori luogo come quello che avete letto…fuori luogo che non mi dispiace scrivere! *ç*

 

ATTENZIONE! SPOILER SULL’ANIME SULLA FINE DELLA SECONDA SERIE!!!!

 

In questo capitolo riappare Haruka! Watanuki e la tragica caduta dalla finestra, quella che per un attimo ha fermato il cuore di tutti. Ma per fortuna, alla fine, il cuore di Kimihiro non si è fermato e ha continuato a battere grazie a…

Per questo dovete leggere! (veramente lo dice anche nell’anime perché…) Buona lettura!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4: Raiting: Giallo (Trattazione delle tematiche della morte…anche se mooolto lievemente)

 

 

 

 

 

Sta bene.

Alla fine, pensi, non hai fallito. Dopotutto è salvo, certo, si è schiantato in terra dopo un volo doloroso dal terzo piano della scuola, è finito sprofondato in un buio oscuro, in mezzo ai vetri diventati rossi del suo sangue.

Ancora, si, hai visto che annegava in un buio più profondo di prima, mentre la voce urlante della ragazza si spegneva sul suo nome.

È l’ultima cosa che ha sentito…all’improvviso, un sofferto battito di cuore dopo, si è ritrovato in terra, una terra che non esisteva davvero ed era fatta di nebbia scura e vuoto.

Il suo corpo non era il suo corpo, anche se si vedeva le mani, da bambino, qualcosa in fondo alla testa pareva dirgli che tutto intorno a lui non era veramente materia, neppure lui lo era.

Gli sarà sembrato assurdo, essere di nuovo un bambino, piangente dopo una delle tante cadute…

Un bambino, bisognoso di essere consolato, solo, dolorante, perduto.

Per questo loro sono arrivati e ti hanno carezzato il volto, e hai pensato che le mani dei tuoi genitori sono la cosa più soffice e meravigliosa del mondo, e che non era giusto lasciarli.

Volevi seguirli, per non perdere di nuovo la loro luce splendente in quel limbo carico di dubbi.

Sono arrivato in tempo.

Per un istante, un soffio, un respiro che nel tuo corpo sembrava cercare pace, hai pensato di poter raggiungere quelle mani delicate.

Ma tu lo sapevi, Haruka, di dover fermare quel bambino.

Il piccolo Kimihiro si volta, ti vede, vuole essere lasciato andare.

Glielo leggi in quei meravigliosi occhi blu, colmi di lacrime, che l’unica cosa che desidera è tornare da loro, con loro, le persone che gli mancano tanto.

Un altro respiro scuote quel corpo quando ti riconosce, ed è un respiro di vittoria, la tua vittoria riscossa grazie all’aspetto con cui ti vede.

Se non avessi questo aspetto probabilmente non sarei riuscito a salvarlo…

Lo trasporti via, lui è troppo confuso per opporsi, il piccolo Kimihiro non capisce come il desiderio di rimanere insieme ai suoi genitori non sia più così acuto.

Non sa perché si lascia andare tra le tue braccia con tanta felicità.

 

 

Ti sei addormentato  finalmente. Fa male vero? Ma ti avrebbe fatto ancora più male  andartene, ora, che hai tante persone attorno a te che desiderano la tua presenza.

Quella ragazza che ti piace tanto piangeva, disperata, divorata da quel senso di colpa che la divora da quando è nata, un’anima infausta dagli intenti così candidi.

Anche mio nipote…

Ahaha,  è davvero merito suo, di nuovo, se sei vivo. Quando mi hai visto, nel limbo che precede la morte, e quando ti sei fatto portare via da me è stato solo perché il mio viso era uguale a quello di Shizuka.

Che fortuna abbiamo avuto!

 

-Sai una cosa, Watanuki?- mormora Yuuko-san.

La strega, seduta sul tuo letto, ti guarda dormiente e pieno di bende, e un sorriso gli si apre sul viso.

-Si dice che Amore…-

 

…vinca sempre sulla morte.

 

-Non finire le frasi al posto mio!- lo rimbeccò Yuuko-san, lanciando un’occhiataccia ad Haruka, dall’altra parte delle stanza.

Haruka scivolò via, silenziosamente.

Intanto, appoggiato al divisorio fra il corridoio e la stanza, un altro ragazzo dormiva, esausto e coperto di sangue…l’ultima riprova della loro vittoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

Finita! Scritta in una sera, lo ammetto. Sono solo 543 parole, una specie di Flashfic suppongo. È un breve tributo che volevo fare a quel momento, e la sera c’è un’atmosfera per scrivere queste cose...su amore…su morte…

…sul fatto che sto per addormentarmi sulla tastiera…io…ho…

…sonno…

*ROOOONF*

RECENSITEEE!!!!^__^

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5- Inevitabilmente accorgersi... ***


Breve capitolo, e breve introduzione! XD Già finita, esatto, più bello  rispondere alla vostre recensioni! *_*

 

Doremichan: Era un capitolo fatto per essere letto al buio, cioè, io l’ho scritto al buio quindi ho pensato che leggerlo al buio sarebbe stato ancora meglio!*_* Quindi hai fatto bene a ricreare l’atmosfera!! Ah, il nostro Haruka-san è veramente da sposare…grazie dei complimenti!!!!!

 

Ayla: Ultimamente scrivo cosine brevi, e vagamente tristi…sarà il periodo infausto, la congiunzione astrale, oppure non lo so, sopporta queste specie di Drabble se puoi! XD (anche questa fra l’altro è mooolto breve, sono un’incompetente a ripetermi così, lo so!ç_ç) Ad ogni modo, le faccine comunicano molto!*__* sono espressive!!

 

Naco_chan: Hai recensito tutti i capitoli! *__* Hai avuto non solo la pazienza di leggere, ma anche di recensire! Ti ammiro! Io spesso non riesco a lasciare recensioni decenti, invece tu con poche parole sai lasciare un buon commento. Grazie di tutti i complimenti, mi dispiace un po’ di starti facendo tutti questi spoiler, ma come vedrai pian piano scompariranno perché ci stiamo avvicinando alla situazione del manga in Italia, attualmente.

 

Ikarikun: Armiamoci di telecamere! Come sono contenta: adesso abbiamo due modi per mettere alle strette Wata-chan e ricattarlo! (SADICHE! N.d.Wata/è colpa tua che ci metti troppo a dichiararti! V_V n.d.Yusaki) Grazie della coperta, e dei complimenti, stavo giusto prendendo freddo/scoraggiandomi per la riuscita di quella shot. Thanks!

 

Lav_92: Potessi entrerei nel manga e chiederei a Yuuko-san dei poteri per riuscire ad attuare simili incantesimi così utili…MHUAHAHA…Watanuki in quel caso non avrebbe scampo! Anche se ammetto che sia Yuuko-san che Haruka-san (e anche la dolce Himawari-chan) danno una mano considerevole a quell’imbranato. L’OOC è un problema che spero di saper gestire, e in questo capitolo se ti è parso assente…significa che sto migliorando! *__*

 

 

Un’altra discussione che fa riflettere…

 

ATTENZIONE! SPOILER SULLA SECONDA SERIE!

 

Watanuki incontra ancora Haruka-san, e come sempre lui riesce miracolosamente a farlo riflettere. Riflessioni ambientate poco dopo il dialogo fra Haruka e Kimihiro su quanto concerne la figura sfortunata della dolce Himawari-chan.

 

 

 

 

5: Raiting: Verde (Tutti possono nuotare in questi problematici pensieri!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non poteva parlarne con Doumeki.

Aggrottò la fronte, con aria pensosa. Qualcosa gli diceva che non era affatto il caso di parlare con Doumeki dei suoi problemi col mignolo, quello con cui aveva stretto una promessa; in realtà, gli sembrava che non sarebbe mai stato il caso di parlare con Doumeki di qualcosa che riguardava Himawari-chan, non era per il semplice fatto che l’arciere si sarebbe preoccupato. In realtà qualsiasi cosa che riguardasse Himawari-chan aveva un qualche connotato romantico, e gli sembrava estremamente imbarazzante parlare delle sue faccende amorose proprio con lui.

Poi che ne avrebbe capito dell’amore quell’insensibile di Doumeki?

Le sue riflessioni sembravano portarlo anche da altre parti. Se avesse parlato di Himawari-chan con Doumeki sarebbe stato…ecco…scorretto, forse era quella la parola giusta.

Pensava che una conversazione simile non sarebbe piaciuta all’arciere, anche se costantemente Doumeki sopportava i suoi eccessi amorosi verso Himawari-chan questo non voleva dire che doveva sopportare persino le sue confessioni e i suoi tormenti.

Come Haruka-san aveva detto Watanuki si era accorto di alcune cose in quel  periodo, cose che, una volta notate, non si potevano cancellare, sarebbe stato troppo bello poter tornare a quando non le si era osservate.

Haruka-san gli ispirava fiducia, anche il fatto di chiamarlo per nome lo faceva sentire confortato come avere vicino qualcuno felice di capirti e ascoltarti.

Così gli aveva raccontato del suo mignolo, di Himawari-chan, e gli aveva a lungo parlato dei suoi sentimenti per lei, ma anche di come fosse preoccupato a causa degli strani presentimenti che lei sembrava trasmettergli. A Watanuki non sarebbe importato, era partito già con l’idea in testa che qualunque cosa Himawari-chan avesse di negativo in se lui l’avrebbe superata, pur di stare con lei.

Non aveva ancora esattamente cambiato idea, ma ancora una volta Haruka-san e le sue parole lo avevano fatto riflettere; c’è un motivo (inevitabile?) per il quale ci si accorge di qualcosa, quindi, forse, c’era anche una ragione se lui si era accorto di quel qualcosa di strano nella dolce Himawari-chan.

Ma quale poteva essere il motivo? Forse che l’amore per lei doveva superare molti ostacoli? Oppure semplicemente…che lei non era la persona giusta?

Watanuki scosse il capo con un sospiro profondo.

C’erano molti avvenimenti per i quali Watanuki desiderava tornare indietro. Se non si fosse accorto del dolore al mignolo, se non avesse mai stretto quella promessa…

Ma chi tentava di prendere in giro?

Non erano quelle le sue ragioni del mettere in dubbio il suo amore per Himawari-chan.

C’era ben altro, di molto, molto più umiliante, qualcosa che desiderava ardentemente di non aver mai notato, e avrebbe dato chissà cosa per tornare a quando non se ne era accorto.

A quando ancora non aveva sentito quel calore al cuore mentre era insieme a Doumeki.

A quando non si era reso conto di come gli ribolliva il sangue ogni volta che per salvarlo lo teneva fra le braccia.

A quando ancora il suo stupido cuore non era impazzito, a quando non aveva mai pensato che Doumeki fosse bello, a quando non si sentiva confuso dalla sua sola presenza!

Avrebbe dato qualunque cosa per tornare a quando non sapeva…di essere innamorato di lui.

 

Una volta notato qualcosa non si può tornare indietro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo 534 parole! Sto regalando solo brevi racconti confusi! Chiedo scusa! Ultimamente mi sembra di essermi accorta che…metto Haruka-san dappertutto!!! V__V’’ Non è esattamente colpa mia se quell’uomo ogni volta tira fuori discorsi tanto saggi.

Il non poter tornare indietro dopo che ci si è accorti di qualcosa di particolare, non poter dimenticare, cancellare…mi ha colpito molto, ho proprio pensato che allora neppure Watanuki avrebbe potuto lottare contro i suoi sentimenti! Se si è innamorati si può cercare di convincersi che non è così, ma tanto è inutile.

È inutile!!! AHAHA! Watanuki-chan, rido davanti alla tua testardaggine!

E lo ammetto: ho una cotta per Haruka-san!!!!!!!

*Stava scherzando*

Fra pochissimo, giusto un paio di giorni, la prossima Shot che sarà un altro fuori programma, nel senso che non centrerà un tubo con la serie.

È sarà deprimente! Ovvero…fuori dal mio genere!

Recensite, a prestissimo, fra due giorni sarò nuovamente in scena a tentare di farsi versare lacrime *__*

Emh, sembrava una minaccia?! XD

 

 

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Capitolo 6
*** 6- Capitolo Extra - Un altro mondo ***


Si lo ammetto, questa volta sono stata veloce, non sono neanche sicura che siano passate 24 ore! Colpa della mia vena sadica, che aveva voglia di soffrire un po’ con questo capitolo.

Ma prima, le recensioni!

 

Ayla: Il fascino di Haruka-san sta rapendo un po’ tutte mi pare! Tornando alla storia, in effetti all’inizio ho cercato di attenermi ancora di più all’anime in modo che risultasse ancora più netto il contrasto con la dichiarazione finale d’amore a Doumeki!!*__* Oh, Watanuki-chan perché ci fai penare così? Perché non ti dichiari e la fai finita una volta per tutte?? Dopotutto noi desideriamo solo il tuo bene! Emh, questa Shot è un pochino più lunga, e presto spero di riuscire a continuare anche L’incantesimo di Cupido…ho già la trama in testa, ma non riesco a metterla su carta come vorrei!T__T

 

Doremichan: io ho adorato fargli dire quella frase!*__* Con l’aiuto preziosissimo del meraviglioso Haruka-san (Oi, stai cercando di ingraziarti mio nonno? N.d.Doumeki/Ma nooooo, che vaiii a pensareeee!!! N.d.Yusaki) forse ci riusciremo prima di quanto crediamo! Lo spero davvero!

 

Ikarikun: Mi piace il pagamento da dare a Yuuko-san, e mi piace che ci aiuti! Telecamere alle mano, e Wata-chan è spacciat…nel senso che non ci sfuggirà! Ikarikun cara, infiliamo le scarpe da corsa e inseguiamolo!!! *__*

 

Lav_92: Le Clamp sono sempre irreperibili proprio per evitare che fan esasperati piombino loro in casa a minacciarle con katane e incantesimi strangolanti! Haruka-san…hai nominato Haruka-san? *__*  HARUKA-SAN WE LOVE YOU!!!!

 

Naco chan: ecco un’altra Shot! Ma come avevo detto è un po’ lugubre, spero ugualmente di accontentarti!ç__ç Questo capitolo poi è nato tutto dalla mia mente, quindi niente Spoiler. Per quanto riguarda la riflessione della One-shot precedente…beh, era spoiler solo la discussione su Himawari!XD Se fossimo già al punto che “Watanuki-chan finalmente si è reso conto” non sarei ancora qui a cercare di mettere sale in zucca a questo cuccioloso esserino!!!

 

 

Si comincia! Avvertenze: Triste, con un vago lieto fine e tanta atmosfera cruda.

 

 

 

 

Raiting: Giallo (Si parla di incubi, perdita, dolore…)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Watanuki aprì gli occhi, improvvisamente consapevole di essere cosciente. Il gelo di quella notte non buia, a causa della luna piena, lo aveva ricoperto fino a penetrargli il corpo con mille soffi freddi.

Aveva paura. Immotivatamente paura.

C’era qualcosa nel buio che sapeva di lacrime.

Quelle sensazioni lo sconvolgevano, non ci sarebbe dovuto essere nessuno con lui, invece sentiva piangere disperatamente; qualcuno stava soffrendo, in modo indicibile, di quelle sofferenza che scatenano in chiunque un moto di pietà e dolore.

I singhiozzi disperati lo riempivano maggiormente di angoscia, e il suo corpo sembrava volersi allontanare da essi, scappare per non sentirli più, rifugiarsi lontano dove niente di quella voce avrebbe potuto raggiungerlo. Tuttavia ne era anche attratto, con quel misto di orrore e senso di colpa per non capire chi stava soffrendo in quel modo. Si accorse così, tentando di muoversi, che l’oscurità rischiarata attorno a lui pareva vibrare, pulsare, lampeggiare, spingerlo fuori da se stessa in un invito preciso.

Si lasciò trasportare e di colpo fu fuori. Da dove e da cosa non avrebbe saputo dirlo.

I suoi occhi vedevano uno scenario che non ci doveva essere.

Lui si era addormentato in una delle stanze del tempio di Doumeki, in un futon profumato di bucato…bianco e morbido.

Lì non c’era niente di bianco, neppure la luce delle pallide stelle sopra di lui riusciva a creare riflessi candidi nella distesa nera, sotto ai suoi piedi. Qualcosa, tuttavia, brillava, rifrangendosi su enormi pozze di sangue.

Cominciò ad aggirarsi, sempre più impaurito, intorno alle rovine di quello che doveva essere stato un castello, circondato da un’annerita distesa d’erba. Come disegnandosi attorno a lui i corpi esanimi di sconosciuti presto incupirono ulteriormente l’aria, satura di ceneri.

Volti, volti vuoti di sconosciuti.

Voleva correre, ma più si sforzava di sfuggire da quell’incubo più le sue gambe parevano rallentare, e per quanto cercasse di procedere in altre direzioni le sue gambe lo portavano verso i singhiozzi che ancora spezzavano l’aria.

Sembrava quel pianto l’unico segno di vita, una vita sola e disperata sul punto di spegnersi per sempre.

E infine vi arrivò, ad un albero annerito dal fuoco, di un fulmine, forse. Non aveva niente di bello, o di maestoso, ne avrebbe saputo dire a che specie apparteneva; a identificarlo solo anneriti arti legnosi, protesi verso l’unica forma vivente in quel panorama disperato.

Watanuki si avvicinò, spinto da quella forza misteriosa che l’aveva guidato sin dall’inizio.

C’era tanto sangue sul manto scuro del ragazzo, che piangeva dandogli le spalle, esili. Il capo sussultava, trasmettendo il tremito lungo tutto il corpo dalle membra pallide, fino alla dita, altrettanto nivee, che stringevano spasmodicamente un corpo senza vita.

Di quella salma vedeva unicamente una mano, abbandonata lungo il corpo, il sangue ancora abbastanza vivo da creare una scia fino al terreno.

Quel braccio, quella mano, inerti contro l’altrettanto inerte terra, sembravano risucchiare ogni forma di calore o vita dal suo corpo, chiamando la morte con una forza impressionante, succhiando via persino l’unica luce delle stelle.

Con un brivido percorse l’incarnato di quel morto, cercando di vedere il suo viso; come se avesse percepito uno sguardo profanatore, il ragazzo che piangeva si voltò verso di lui.

Due occhi blu colpirono l’occhio blu, e il dorato, di Watanuki.

Occhi blu che rilucevano di lacrime, ma dietro di esse vi era solo un opaco velo spento di chi ha la morte nel cuore.

Watanuki vide se stesso, il se stesso di quel sogno terribile, fissarlo vuotamente, e spostarsi per lasciargli vedere ciò che tanto disperatamente teneva fra le braccia.

Non avrebbe avuto neppure bisogno di guardare in faccia quella persona, l’aveva saputo fin dall’inizio, fin da prima di guardare quel viso tanto conosciuto. Fu ugualmente straziante, orrendo nei modi più torturanti e peggiori.

Risalì con gli occhi le dita, la mano, il braccio, per scorgere le spalle ampie, il corpo forte chiuso da vesti e protezioni di cuoio, un guerriero coperto di ferite, una terribile che squarciava in due il petto, arrivando fin quasi al collo. Ma il suo volto…il volto di Doumeki era intatto, impassibile e perfetto, perfino nella morte, con quell’espressione che tanto aveva detestato.

Promettimelo” gridò all’improvviso l’altro Watanuki, richiamando la sua attenzione.

Sentiva di starsi svegliando, il suo spirito lasciava quel luogo di disperazione allontanandosi da quei due corpi avvinghiati.

Promettimelo” gridò di nuovo, un urlo di terrore e dolore “Promettimi che…sarete felici…non lo lascerai mai…PROMETTIMELO! PROMETTIMI CHE ALMENO VOI SARETE FELICI!

Watanuki tese una mano, voleva gridare anche lui, aiutare quel volto pallido e privo della luce della speranza, voleva aiutare quel se stesso dagli occhi ossessionati e il cuore spezzato, portarlo via con se dove sarebbe stato meglio.

Ma l’altro distolse improvvisamente lo sguardo da lui per posarlo sull’uomo fra le sue braccia, l’unica cosa che sembrava legarlo ancora a quella terra, e da quell’istante non lo vide più.

Nello stesso battito di cuore Watanuki si svegliò, tremante, un illusorio odore di sangue che ancora permaneva nel letto altrimenti immacolato, profumato.

Era stato un incubo orribile.

Scosso dalla paura che non voleva passare cercò a tentoni gli occhiali. Li trovò, ma maldestramente gli fece cadere, urtandogli con la mano.

Bastò quel rumore frusciante a far esplodere le emozioni provate poco prima, e cominciò a piangere.

-Che succede?- gli chiese una voce.

Watanuki al suono di quella voce pianse più forte, nascondendo il viso nelle coperte, singhiozzando senza riuscire a fermarsi, scosso da un dolore irrazionale, ciò nondimeno così vero.

Non lo sentì avvicinarsi, ma presto si ritrovò stretto in un abbraccio confortante. Si gettò subito in quel calore vitale, aggrappandosi a quelle vesti come poco prima il Watanuki del sogno aveva fatto col corpo del suo amato.

Alla fine si calmò, sotto l’influenza di quella mano che gli accarezzava i capelli come si fa con un bambino. Con il respiro ancora spezzato rimase immerso fra le braccia di Doumeki, ondate di sollievo e gratitudine lo sommersero per quella presenza forte e vicina, lasciandolo sfinito più di prima.

-Che ti è preso?- domandò di nuovo l’arciere, ma piano, stavolta, con un tono sussurrante e preoccupato.

-Non lasciarmi- singhiozzò Watanuki, la voce alterata dalle lacrime di poco prima. -Non lasciarmi andare-

Doumeki aumentò un po’ la stretta su quel corpicino sottile, facendogli capire che non aveva certo intenzione di lasciarlo lì, così solo e scosso com’era.

Watanuki lasciò che gli accarezzasse i capelli, e la schiena. Sentendosi pian piano scivolare nel sonno sotto quelle attenzioni.

-Rimani mentre dormo…- mormorò, in una flebile richiesta.

-Si- rispose Doumeki facendolo distendere nuovamente e rimanendo accanto a lui, abbracciato a lui.

Watanuki, da sopra la sua spalla, vide una sagoma, appoggiata alla porta esterna. Era un alone sfocato, un fantasma evanescente che sorrideva lievemente.

“Grazie” mormorava la figura, parlando alla sua mente. Sorrideva e accanto a lui un altro fantasma gli tendeva la mano, insieme le due nebulose sparirono nella notte…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sospesi nel tempo ci sono tanti universi, ognuno ha la sua storia, ognuno racchiude qualche storia in particolare…ho pensato che forse in alcuni Wata-chan e Doumeki-san non fossero felici, che forse non fossero neanche nati, o che non si fossero mai incontrati…o che si fossero amati, ma il tutto fosse finito tragicamente. Come in questa One-shot, dove Watanuki ha incontrato in sogno un mondo dove tutto non è felice come vorrebbe…mi sono confrontata con un’atmosfera un po’ cupa e angosciante, che non è per niente nel mio stile, quindi mi auguro che non sia venuta una schifezza totale e che sia riuscita a trasmettere almeno un po’ del dolore del “Watanuki” di quel lontano mondo perduto in qualche guerra a noi sconosciuta.

Certo scrivere di Doumeki morto è stato ancora più brutto di quanto avessi programmato, mi è presa un’ansia!!ç__ç

Insomma, per equilibrare le cose la prossima fanfiction sarà allegra e divertente!!!*__*

Recensite! A presto!!

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Capitolo 7
*** Capitolo Extra- La canzone parla?! ***


 

Questa raccolta di One shot era ferma da un po’! V__V (Chissà per colpa di chi…ah, si, mia!ç__ç) Ma torniamo in scena in questo piccolo aggiornamento con la cosa più assolutamente insensata e sciocca del mondo, è così allegramente spensierata che vi pregherei di prenderla alla leggera, molto alla leggera, visti i grandi ragionamenti intelligenti quivi contenuti! XD

È una songfic, ambientata nel periodo in cui Doumeki aveva appena “conosciuto” Watanuki, incontro che nell’anime è stato raccontato brevemente come ben poco idilliaco…

Dunque spoiler per chi non avesse visto l’OAV dello Shunmuki in cui se ne parla!

Un ultima cosa, visto il lasso di tempo trascorso fra il capitolo precedente e questo risponderò al prossimo alle recensioni. Recensioni per le quali ringrazio comunque tutti! Siete veramente di grande sostegno, grazie!! T__T

Le parti in grassetto sono le parole della canzone. Buona lettura, e mi raccomando, non prendetela troppo sul serio!!!!

 

 

 

 Raiting: Verde (Se esistesse un grado minore del verde metterei quello!)

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sapeva qual’era il problema. Era davvero possibile essere odiato da qualcuno così, sul momento? Lo credeva surreale. Non che avesse fatto poi molto caso a quel ragazzo.

Oh, certo, ci aveva fatto caso quando questo gli aveva poco discretamente tirato un calcio in faccia, e lui si era ritrovato a domandarsi come mai un quasi perfetto sconosciuto desiderasse la sua morte.

 

Ci penso in ogni momento,
ci penso


Shizuka si accigliò lievemente gettando un’occhiata vagamente stupita all’improvvisa scarica di musica scaturita dal negozio accanto al quale si era fermato a comprare un libro. Più che dal volume eccessivamente alto il suo orecchio pareva aver prestato attenzione alle parole che erano risuonate nell’aria, stranamente simili ad una risposta ai suoi pensieri.

Riportò lo sguardo sul libro mentre faceva quelle riflessioni, e insieme la sua mente ricominciò a riflettere su quel ragazzo che, giusto quella mattina, aveva proclamato col suo agire di non poter sopportare la sua vista.

L’aveva incrociato qualche altra volta a scuola, forse, non ci aveva fatto granché caso, come non faceva molto caso alla maggior parte delle cose che aveva intorno. La cosa più notevole di quel tizio erano gli occhi, non azzurri ma blu, un colore non solo insolito ma anche di un intensità che avrebbe detto impossibile.

In quel momento la canzone lo interruppe di nuovo.

 

non posso smettere di pensarci.

 

Non è che non posso smettere di pensarci, rispose a sua volta alla canzone, e a se stesso, il ragazzo, tornando di nuovo al suo libro, girando distrattamente una pagina e sperando che in quella successiva ci fosse qualcosa di più interessante. C’era qualcosa di più interessante in effetti, abbastanza da fargli passare dalla mente per un po’ quello sguardo, o perlomeno da fargli mettere la ricerca che doveva fare per la scuola al primo posto.

Anche la canzone passò in secondo piano mentre esercitava la sua notevole volontà per concentrarsi sugli argomenti trattati dalle pagine fitte del libro.

Arrivò senza problemi alla fine del foglio, piano per capire a fondo i contenuti e memorizzarli, potendoli confrontare così con eventuali altri testi e decidere il migliore da comprare.

Mentre eseguiva quest’operazione la musica si impose di nuovo.

 

Così dissi: sono una palla di neve rotolante!

 

Shizuka si stupì di quanto idiota fosse quella frase, assolutamente insensata. Che canzoni mettevano in giro attualmente? Mah. Una palla di neve rotolante, chi avrebbe desiderato essere una palla di neve rotolante? Neanche uno scemo come quello che l’aveva “Aggredito” quella mattina poteva desiderare di essere una palla di neve rotolante.

Pensò a quanto stupido era anche quel ragionamento, la canzone doveva avere qualche strano effetto rincretinente.

Ora che ci pensava quel ragazzo…il suo cognome doveva essere Watanuki, e l’aveva visto assieme a Himawari Kunogi, quest’ultima facente parte del comitato studentesco come Shizuka.

 

Sciogliendosi sotto i cieli blu
cantando a voce alta sotto la luce del sole.

 

Cos’è che faceva la palla di neve rotolante? Si scioglieva sotto cieli blu…e quel colore c’era anche nella canzone. Va bene, aveva un colore di occhi che si faceva notare, lo aveva già detto, non c’era bisogno che gli rimanesse in testa tutto il giorno.

Beh, dopotutto forse la frase sulla palla di neve rotolante non era così insensata, doveva ammettere di non aver ascoltato abbastanza la canzone per dare un simile giudizio.

Si accorse, improvvisamente, di non star affatto leggendo il libro.

Chissà che altro dice questa strana canzone.

 

Questi colpi di fulmine
significano che non siamo mai soli.

 

Inarcò nuovamente, ed impercettibilmente le sopracciglia.

Era stata un’idea assurda pensare che quella canzone gli stesse dicendo qualcosa di assennato, la sua era stata una sensazione sbagliata.

Decisamente non aveva talento per quelle percezioni strane, al contrario di suo nonno, anche se non se ne preoccupava.

Tornò al suo libro, e vagamente sentì dopo un po’ che la canzone sfumava e si spegneva.

 

Era andato un bel po’ avanti quando la musica riattaccò da capo, ma si sforzò di non ascoltarla. Sfortunatamente il volume venne alzato qualche attimo successivo all’inizio.

 

Dai dai
girati un po' più in fretta!

 

Perché dovrei girarmi? Pensò, un po’ divertito, visto che la sensazione che la canzone voleva dirgli qualcosa di era rafforzata di nuovo. Stando al gioco voltò la testa verso l’entrata del negozio.

Se fosse stato una persona più espressiva sicuramente avrebbe spalancato la bocca e il suo libro avrebbe fatto una rotolante caduta a terra. Non successe, perché era un tipo molto calmo, ma fu comunque molto sorpreso nel vedere il ragazzo che gli aveva tirato un calcio entrare in quel momento nel negozio.

La canzone passò nuovamente in secondo piano, mentre lo osservava, notando che aveva un’aria un po’ stanca, e si guardava dietro le spalle con espressione confusa. Sembrò sollevato, il suo coetaneo, anche se perplesso, come qualcuno che è appena sfuggito ad un inseguimento perché in effetti aveva il respiro un po’ accelerato.

Si rilassò, quel Watanuki, e si diresse al primo scaffale prelevandone un libro.

 

Watanuki aveva ancora la divisa scolastica, e un cestino del bento vuoto che aveva posato per terra così da poter usufruire di entrambe le mani nella lettura.

 

Dai dai
vieni un po' più vicino

 

Lo vedo anche da qui, ribatté mentalmente. Lo vedeva bene, erano a pochi metri anche se l’altro pareva non essersene accorto.

Era molto più rilassato dell’ultima volta che l’aveva visto, addirittura un sorriso leggero gli aleggiava sulla labbra mentre gli occhi blu scorrevano, ora se ne accorgeva, un manga.

Decisamente lo vedo bene anche da qui.

E notava altri particolari, come le mani pallide e delicate che sorreggevano il libro.

E gli occhi…in effetti sorrideva, ma gli occhi sembrano un po’ tristi. Forse lo si capiva meglio ora perché pensava di essere solo e aveva abbassato le difese.

 

Siamo innamorati per caso,
innamorati per caso

 

Non esagerare, ammonì di nuovo alle note musicali. I suoi occhi stavano per scostarsi dal ragazzo quando questo alzò lo sguardo su di lui.

Watanuki rimase zitto per un attimo, poi parve irrigidirsi, e infine un lampo gli passò negli occhi.

-TU!- gridò con la stessa sonorità di quella mattina quando avevano litigato, facendo girare praticamente tutte le persone del negozio; rendendosene conto imbastì un’espressione di scusa per i più vicini lanciandogli poi un’altra occhiataccia, come a dire che era tutta colpa sua.

-Tu sei quell’antipatico di stamattina…- sbottò Watanuki, avvicinandoglisi.

 

Dai dai
e il mondo è un po' più luminoso!

 

Shizuka vide l’altro ragazzo fermarsi e guardare nella direzione da cui veniva la musica con aria cupa, come se fosse tutto fuorché d’accordo con quell’affermazione. Di certo per Watanuki il mondo non poteva diventare più luminoso se aveva incontrato Doumeki!

Dai dai
buttati dentro il suo...amore!

 

Stavolta Watanuki sbiancò.

Perfetto, non era l’unico ad avercela con quella canzone che parlava un po’ troppo, anche Watanuki sembrava starla ascoltando e pensando a qualcosa di preciso.

Il ragazzo dagli occhi blu sbuffò, con aria scocciata e ripose il manga sul giusto scaffale.

Esitò solo un attimo, con un ultimo sguardo, poi se ne andò riprendendosi la scatola del bento vuota e andandosene, senza salutarlo.

Non che dovesse salutarlo, visti i loro così buoni rapporti.

 

Shizuka tornò al suo libro.

Non sapeva qual’era il problema.

Chissà se cucina bene.

Non sapeva qual’era il problema se continuava a pensarci.

 

E la canzone attaccò per la terza volta, e finalmente lui riuscì a sentirne l’inizio.

 

Qualè il problema non lo so,
bene, forse sono
innamorato.

 

Poi, finalmente, la commessa si mosse, ingiungendo con aria irata, al negozio affianco, di abbassare il volume.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La canzone è Accidentally in Love dei Counting Crows. E come vi avevo avvisato è una one shot da prendere poco sul serio! XD Doumeki-san che chiacchiera con una canzone…surreale ecco, non è molto sano di mente parlare con le canzoni, anche se a volte compaio con così tanto tempismo che sembrano voler fare da colonna sonora ai nostri ragionamenti, che siano logici o meno.

Questa in particolare la trovo una canzone molto carina, che stava prendendo in giro sia il nostro arciere che il piccolo, caro, Wata-chan. Oltre che a prendere un po’ per i fondelli stava però anche anticipando qualcosa che sarebbe nato di lì a poco.

Anche se loro non sono “Innamorati per caso”, perché come tutte e tutti noi sappiamo…non esiste il caso, esiste solo l’inevitabile! Ma questo la canzone non lo sa, quindi poverina, non sgridiamola! *__*

Spero di poter aggiornare presto, con altre drabble e One shot, e anche di mandare avanti l’altra mia fanficton…su, coraggio, mi rimbocco le maniche per il momento rotolo via come una palla di neve, chiedendovi di recensire e…alla prossima!! ^__^/

 

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