Raccolta

di Sherry
(/viewuser.php?uid=6890)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Doujinshi ***
Capitolo 2: *** 2° Doujinshi ***
Capitolo 3: *** 3° Doujinshi ***
Capitolo 4: *** 4° doujinshi ***
Capitolo 5: *** 5° doujinshi ***



Capitolo 1
*** 1° Doujinshi ***


1° Doujinshi

Ciao! Ecco qui la mia raccolta di fanfiction uscite dalla sfida del Mugiwara no Usagi.

Per chi non sapesse di cosa si tratta, la sfida consiste nello scrivere una fanfic su un doujinshi stabilito in precedenza dal giudice della gara.

Ecco qui, dunque, la raccolta delle fanfiction che ho scritto per questa sfida!

Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate!

Buona lettura

Doujinshi

 

Lo spadaccino non riuscì proprio a prendere sonno, troppo era il caldo e troppo forte il russare dei compagni.
Decise bene di andarsi a fare una bella doccia rinfrescante, e di ritentare più tardi a dormire, senza sapere che anche qualcun altro aveva avuto la stessa idea.
Aprì la porta di scatto, e si infilò dentro alla stanza con le luci spente.
Sussultò, quando sentì la voce di Nami che lo sgridava.
“Deficiente, non vedi che è occupato?!” gli disse la ragazza, cercando di coprirsi con un asciugamano.
Sfortunatamente, o fortunatamente, la luce della luna piena che filtrava dall’oblò bastava a far vedere ogni cosa, seppur debolmente, all’interno della stanza.
Zoro non considerò Nami più di tanto, più che altro per rispetto nei suoi confronti, e, senza incrociare i suoi occhi con quelli della ragazza, entrò nella doccia ed aprì l’acqua.
“Cretino” fu il commento colorito della navigatrice.
“Strega, fa caldo” le rispose a quel punto “lasciami in pace, non ho voglia di litigare”.
Nami aprì con un gesto secco la tenda della doccia, poi si rivolse a lui con lo sguardo fisso nei suoi occhi.
“Ti senti bene?” gli chiese, con una nota di sarcasmo “di solito non ti fai tanti scrupoli a bisticciare con me” concluse la bella ragazza con una risata.
Zoro arrossì, per essere rimasto completamente nudo davanti ai suoi occhi.
“Sì” le rispose seccato “e lasciami in pace!!” con un gesto stizzito richiuse la tenda davanti a sé.
“Eh no caro mio!” replicò allora la rossa.
Entrò nella doccia con lui, e gli diede un gran pungo in testa.
Stava per dargliene un altro, quando la mano grande di Zoro fermò la sua.
Magicamente i loro occhi si persero gli uni negli altri, incatenandosi fino a smarrirsi.
E l’altra mano di Zoro si mosse, accarezzò piano una guancia della navigatrice.
Un secondo dopo, i due si stavano divorando di baci.
Troppa era stata la tensione tra loro, data dall’attrazione che provavano per l’altro.
Era troppa, e finalmente era straripata.
Qualche minuto dopo, la stanza era già piena dei loro gemiti, coperti solo dal rumore dell’acqua che usciva dalla doccia e che li bagnava rinfrescandoli.

La brezza fresca che spirava da Ovest era una vera benedizione.
La navigatrice si incamminò a passo spedito verso i suoi mandarini, sicura di trovare Zoro addormentato all’ombra degli stessi.
E quando lo vide, non riuscì a reprimere un ghigno divertito.
Per colpa sua aveva dormito pochissimo, ed era tutta indolenzita.
Tutte balle, si rispose da sola, in realtà voglio solo sapere che ne pensa.
“Svegliati spadaccino sfaticato!” gli urlò contro.
Per tutta risposta, Zoro sbadigliò.
“Imbecille, svegliati!” Nami, incavolata per non essere riuscita ad attirare la sua attenzione, gli tirò un bel pugno.
Il ragazzo aprì gli occhi, stanco, e mugugnò qualcosa per lamentarsi.
“Dannazione Nami…” cominciò “sono stanco! Lasciami dormire…”
“Non credi che dovremmo parlare?” gli chiese Nami.
“E di cosa?” replicò Zoro “Del fatto che mi hai tenuto sveglio tutta notte sotto quella doccia?”
Zoro si aprì in un ghigno e, vedendo Nami arrossire furiosamente, si aprì in una risata.
Improvvisamente, la ragazza si era pentita di essere arrivata lì e di averlo svegliato.
Si vergognava, e il suo carattere orgoglioso che la contraddistingueva sembrava sparito da qualche parte.
No, non poteva dargliela vinta così.
“Cretino!!!” gli urlò, prima di sparire verso la cucina della nave, lasciandolo solo tra i suoi mandarini.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2° Doujinshi ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Ecco qui la seconda fanfiction della raccolta!!

Spero vi piaccia!

Buona Lettura

 

Doujinshi

 

 

 

 

Nami spalancò gli occhi, squadrando Zoro dal basso all’alto.

Quel ghigno strafottente la mandava in bestia.

Ok, lo amava. E aveva pure avuto il coraggio di dirglielo.

Ma questo gli dava forse il diritto di fare lo stronzo?

No, assolutamente.

Gliel’avrebbe fatta pagare. Oh, eccome se gliel’avrebbe fatta pagare.

Che fare dunque?

La povera navigatrice ci rimurginava sopra tutto il giorno, senza trovare tregua.

Aveva pensato all’astinenza, ma sapeva che non sarebbe servito a niente. Troppa, la voglia di stare con lui.

Farlo ingelosire?

Sì, forse avrebbe funzionato.

 

 

Dove pensi di andare mocciosa?” la voce di Zoro la interpellò suadente.

Nami non rispose, si limitò a guardare il mare, appoggiandosi al parapetto della nave.

Zoro, con un sospiro, la abbracciò da dietro.

Inspirò profondamente il profumo dei suoi capelli, e cominciò a tracciarle una scia di baci sul collo.

I brividi si succedevano rapidamente nel corpo della ragazza.

Inutile dire che dopo pochi minuti, le labbra dei due si scontrarono e si divorarono ferocemente, lasciandoli febbricitanti e completamente persi nella passione.

Ecco, era successo di nuovo.

Nami si era lasciata andare troppo, era finita nuovamente a letto con lui.

E non era riuscita a vincere la sua sfida personale: fargli dire che la amava.

Perché di questo ne era certa, eccome.

Solo che la sventurata navigatrice aveva avuto la stupida idea di dire al partner la tanto amara frase prima che fosse lui a dirlo a lei.

E mai in un rapporto dovrebbe essere la ragazza a fare i primi passi.

Dichiararsi, chiedere il primo appuntamento, dare il primo bacio – ma anche il secondo e il terzo, chiedere di “convogliare a giuste nozze”… sono tutte azione che deve fare un uomo, non una donna.

E lei aveva infranto questa sacra legge.

E lui ne stava approfittando, bastardo.

 

 

Vada per la tecnica della gelosia.

Sanji…” Nami parlò con la voce più dolce e sensuale che riuscì a trovare “…avrei bisogno di parlarti più tardi…” continuò, sbattendo anche le ciglia.

Lo spadaccino si strangolò con il sorso d’acqua che stava bevendo.

Tossendo, la guardò male, molto male.

E Nami sorrise, strafottente.

 

 

Cosa vuoi dal cuoco?” le chiese, con apparente strafottenza.

“Cavoli miei” gli rispose, altrettanto strafottente.

Anche cavoli miei se permetti” replicò lo spadaccino, sempre più arrabbiato. Era addirittura arrossito per la rabbia, il nervoso, la vergogna, l’imbarazzo.

“Ah sì? E da quando? Sentiamo…” la navigatrice sapeva che la vittoria era vicina, doveva tirare la corda ancora solo qualche minuto. Poi la dichiarazione sarebbe giunta. Dentro di sé rise.

“Da quando…” lo sguardo di Zoro si corrucciò per un istante “…bah, lasciamo perdere”.

Con calma, prese e le diede le spalle, incamminandosi verso la sua cabina.

“Dannazione! Dove credi di andartene??” gli urlò contro la navigatrice, senza ottenere risposta.

 

La notte era calata, finalmente.

Zoro sedeva appoggiato al parapetto della nave, come sempre immerso nei suoi pensieri, quando un profumo familiare e lievemente nostalgico gli arrivò alle narici. Nami era lì, davanti a lui, pietrificata.

Non pensava di trovarlo lì, a quell’ora tarda.

“Ho una domanda” dicendo questo, Zoro si avvicinò a lei, prendendo una mano della rossa nelle sue.

“Sarebbe?” Nami chiese, in attesa.

“Vieni a letto con me stanotte?” Zoro si aprì in un sorriso, sicuro di sé.

Nami spalancò gli occhi, sconvolta.

“No” sussurrò, e nel momento stesso sentì qualcosa di molto doloroso colpirle il petto.

C-come no?” chiese lo spadaccino, confuso.

Sono solo questo per te, Zoro? Una con cui sfogare gli istinti sessuali?” le lacrime minacciavano di uscire, ma Nami riuscì a trattenerle.

“Non sono una puttana” gli disse, guardandolo negli occhi. Subito dopo gli diede le spalle e se ne andò verso la cabina.

Un minuto dopo, era sdraiata sul suo letto singhiozzante.

 

I giorni si susseguirono lenti, e da quel discorso i nostri protagonisti non si rivolsero più la parola.

Tutto restava immutato, a parte qualche frecciatina rivolta con lo sguardo all’altro quando questi era distratto.

Nami soffriva, ma non dava a vederlo.

Zoro pure. Quest’ultimo, però, sapeva che era colpa sua in fondo.

 

Casualmente, si rincontrarono sul ponte della nave, come era successo qualche sera prima.

Nami lo guardò attentamente, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse realmente bello.

E per un secondo tutti i suoi propositi di ignorarlo crollarono miseramente. Un secondo solo, poiché all’istante successivo il cervello aveva già inviato l’ordine di andarsene da lì, e Nami gli aveva voltato le spalle diretta ai suoi mandarini.

“Aspetta” un sussurro, lieve e pronunciato a occhi chiusi, la pietrificò. “Rimani” continuò la voce roca.

Perché dovrei?” chiese la rossa, amareggiata.

“Dobbiamo parlare” concluse lo spadaccino, attendendo una mossa della navigatrice.

Nami si rigirò verso di lui, squadrandolo mentre si alzava dal pavimento della nave.

Sospirando, decise di ascoltare quello che aveva da dirle.

Si avvicinò a lui, che rimase appoggiato al parapetto ad attenderla.

“Parla, allora…” gli rispose Nami, con voce ferma.

“Ho capito” cominciò Zoro “una cosa importante” le si avvicinò.

E sarebbe?” chiese la ragazza titubante.

Non voleva illudersi, ormai aveva capito che Zoro non era innamorato di lei. Tuttavia il suo cuore non potè fare a meno di fantasticare su una possibile dichiarazione da parte dello spadaccino.

Stupida, non accadrà niente di simile si disse Nami fra sé.

“Sono dannatamente orgoglioso, lo sai…” cominciò “quindi ti prego, non mi interrompere.”

Nami annuì, il cuore le batteva velocemente nel petto.

Sono stato un idiota… ti chiedo scusa!”

“Io…

Nami lo vide arrossire appena, e grattarsi distrattamente una tempia, segno che era agitato.

“…Non ho mai pensato a te come a una ragazza facile, o roba simile, né volevo approfittare di te”

“Mi hai ferita” rispose Nami “ti avevo detto che ti amavo… non capisco perché…”

Si interruppe perché lo vide trasecolare e Zoro distolse lo sguardo, punto sul vivo.

“E’ solo che per me è più facile prendere una spada in mano che parlare, lo sai”

Prese un sospiro, e continuò “ho sempre pensato a te come alla mia compagna, nient’altro; ho dato per scontato che mi saresti stata vicina, a me basta, ma forse a te no e ti faccio soffrire”

Passarono un paio di secondi, immersi nel più completo silenzio.

“L’ho detto che sono stato un idiota, no?” concluse infine lo spadaccino.

Zoro tentò di guardarla negli occhi. Nami si chiese che cosa volesse dirle con quel discorso.

Il cuore le stava martellando nel petto.

“Io ti…” sospirò.

“Ti amo, Nami… davvero”

Finalmente, glielo aveva detto.

Finalmente, Nami aveva avuto la sua vittoria, consapevole che la situazione sarebbe rimasta quella per sempre.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Ringrazio infinitamente kyo250, dubhe93, jemanuele8891, ny152 per aver recensito e/o aver aggiunto la raccolta tra i preferiti!

Fatemi sapere cosa ne pensate di questa!

Un bacio

Shishi

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3° Doujinshi ***


Ciao a tutti

 

Ciao a tutti! Ecco qui la terza fic! :)

Scusatemi se sono un po’ lenta ad aggiornare…

Come sempre ringrazio tutti quelli che recensiscono, aggiungono la mia raccolta tra le preferite e le seguite, e anche chi solamente legge.

Buona Lettura!

 

 

Doujinshi

 

 

 

 

La fresca brezza notturna la accarezzò, procurandole una lieve sensazione di pace. In realtà, la navigatrice sapeva bene che quella brezza era tutt’altro che pacifica…

Si prospettava una tempesta, di quelle belle pericolose e in grado di devastare enormi navi, e lei aveva sempre più paura di non riuscire a governare la Sunny.

Certo, era una splendida nave, costruita da uno dei migliori carpentieri del Grande Blu, tuttavia… le tempeste a cui andavano incontro erano sempre più grosse, più pericolose.

E Nami non aveva la certezza che sarebbe riuscita a farne uscire tutti indenni come era accaduto fino a quel momento.

Decise bene di andare sul punto di vedetta, ad osservare meglio le nuvole e svolgere i calcoli necessari. Non poteva permettersi di sbagliare.

Controllò più volte la direzione del Logpose, osservò le nubi muoversi veloci e unirsi in nuvolosi sempre più grandi.

“Chissà quanto tempo abbiamo per prepararci” si domandò Nami, in preda allo sconforto. A quell’ora i suoi compagni erano tutti a dormire, non sarebbe riuscita a svegliarli.

Sperò ardentemente che la tempesta fosse abbastanza lontana da loro, da permettere almeno alla notte di tramontare e di sorgere al sole.

Provò a scrivere qualche calcolo su un blocchetto per appunti, ed era tanto concentrata da non essersi accorta di una presenza dietro di lei.

Lo spadaccino, silenzioso come suo solito,  si era incantato ad osservare Nami per qualche istante.

Era bella, bella da mozzare il fiato.

Ma questo, lui, lo sapeva bene.

Ormai si era rassegnato a quel calore che gli scaldava il petto quando Nami era presente.

Si era rassegnato all’amore.

Ma quella sera, aveva scorto qualcosa di diverso negli occhi e negli atteggiamenti della compagna, insicurezza, e paura forse.

Lei, col carattere sempre così forte, orgoglioso e fiero, che quando era sola si lasciava andare allo sconforto e all’incertezza? No, si disse Zoro. Non era possibile.

Naturalmente, decise di indagare.

La vide osservare ripetutamente il cielo terso di nuvole e scrivere qualcosa in un foglio, appunti forse.

E quando Nami, per lo sconforto, si prese la testa tra le mani, Zoro decise che era giunto il momento di intervenire.

Si avvicinò a lei, muovendo qualche passo impacciato, e le afferrò saldamente un polso.

Sapeva di coglierla di sorpresa, Nami era parecchio distratta alle volte.

Un secondo dopo, la rossa era stretta tra le sue braccia, in un abbraccio che sapeva di conforto, di sicurezza, di sentimento.

“Sei preoccupata” le disse Zoro “si vede” aggiunse, prima che lei potesse ribattere con qualche assurda bugia.

Lentamente, le accarezzò i capelli. L’aroma dolciastro che la caratterizzava gli riempiva le narici, e aveva su di lui un effetto totalmente rilassante.

Amava quel profumo, come amava la ragazza che lo possedeva.

Nami sorrise, sciogliendosi nell’abbraccio e perdendosi a guardarlo negli occhi.

Perché ridi?” le domandò allora lo spadaccino.

Nami gli scompigliò giocosa i capelli, mentre lui arrossiva impercettibilmente.

Perché è buffo” rispose lei, tornando tra le sue braccia.

Cosa?” Zoro era sempre più curioso. E dire che era convinto di averla vista davvero preoccupata prima…

“Sembra…” cominciò lei, cercando le parole giuste “..che ti piaccia spuntare all’improvviso quando meno me lo aspetto… e quando ne ho più bisogno” Nami si lasciò andare a una risatina, stringendosi a lui debolmente.

Dopo qualche secondo, Zoro la riprese.

“Per cosa eri preoccupata prima?”

Nami lo guardò, e con una mano indicò il cielo senza stelle.

“Guarda il cielo, Zoro” rispose lei. Lo spadaccino fece una faccia perplessa, così Nami si affrettò a spiegargli meglio la situazione.

Gli prese una mano grande e ruvida tra le sue piccole e di seta, e indicò nuovamente il cielo.

“La vedi quella nuvola laggiù? Domani mattina incontreremo una tempesta…”

Zoro inarcò un sopracciglio.

E ti preoccupi solo per una tempesta? Ne abbiamo passate…” venne interrotto da un pugno alla testa della navigatrice.

“Cretino! Se fosse una tempesta normale non sarei così preoccupata, ti pare?”

Zoro non sapeva che rispondere.

Nami sospirò, quello zotico non avrebbe mai imparato.

“Le tempeste qui nel Grande Blu sono sempre più pericolose… ho paura di non farcela” si strinse leggermente a lui, che ricambiò pienamente l’abbraccio “E’ il mio compito, mantenervi sulla rotta giusta, ho paura di non farcela” concluse, con un sospiro, abbassando gli occhi alle assi di legno del pavimento.

Zoro le accarezzò una guancia, rassicurandola.

“Noi abbiamo piena fiducia nelle tue capacità, Nami” le disse dopo qualche istante.

“E sbagliate!!” si infervorò lei. “Potrei sbagliare qualcosa da un momento all’altro, e tutti voi ci rimettereste la vita!” Nami si morse un labbro, preoccupata per quell’eventualità.

Zoro la scostò da sé, e rimase a guardarla per un attimo.

Poi, velocemente, posò le sue labbra su quelle di lei. Un bacio lieve, veloce, ma pieno di sentimento.

“Nami” le disse infine “Diventerò lo spadaccino migliore del mondo, sai?”

“Ne sono certa… ma che c’entra con…”

“Non posso sprecare la mia vita, devo realizzare il mio sogno. E’ per questo che ho deciso di mettermi nelle tue mani e di fidarmi completamente di ciò che dici, ciò che fai”

Nami lo guardò, dritto negli occhi, e si aprì in un sorriso.

Si chinò a baciarlo, lentamente, e quando si staccò dalle sue labbra si accoccolò meglio contro il suo collo.

Zoro aveva ragione.

“Grazie” gli sussurrò, stringendosi a lui e lasciandosi andare ad un lungo sbadiglio.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4° doujinshi ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!
Ecco qui la quarta shot della raccolta…spero vi piaccia!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Buona Lettura

 

 

Doujinshi

 

 

 

 

 

 

Camminavano tranquillamente da una decina buona di minuti, parlando e scherzando, come buoni amici.

Eppure la ragazza non riuscì a fare a meno di pensare che era un vero peccato.

Un uomo era proprio ciò di cui aveva bisogno, in un momento come quello.

Necessitava di affetto, protezione, amore, fiducia… tutte sensazioni che riusciva a provare con lui.

Zoro.

Lo amava da una vita, ma sapeva che il suo era un amore a senso unico. Lui pensava ancora a Kuina, la sua ex, morta tragicamente in un incidente. E dopo quell’episodio lo spadaccino non si era mai più impegnato con nessuna, forse per paura che anche a questa nuova compagna potesse succedere qualcosa.

Così Nami si limitava a frequentarlo come amico, migliore amico, covando segretamente dentro di sé quell’amore profondo che provava.

Improvvisamente, una frase la fece pietrificare.

“Sai Nami?” domandò Zoro, con voce roca. “Domani c’è la semifinale…Kuina sarebbe fiera di me”

La rossa, che era già persa per vaneggiamenti ancor prima di sentire il ragazzo pronunciare questa frase, prese il suo discorso come una conferma di ciò che aveva pensato sin da subito. Zoro pensava ancora a lei, e non aveva altro per la testa.

Rimasero in silenzio per qualche istante, Nami persa nei suoi pensieri amari, Zoro a guardarla preoccupato. Cos’aveva detto di tanto sconvolgente da farla pietrificare?

“Nami?” provò a chiamarla, sperando di riuscire in qualche modo a farla uscire da quello stato di profonda tristezza che le vedeva dipinta sul volto.

“Nami…” la richiamò, senza risultato.

Lo spadaccino decise allora di prendere in mano la situazione.

Si avvicinò a lei, sicuro,  e la afferrò per un braccio dirigendola verso casa sua. Era sicuro di non potersi perdere, la sua abitazione era solo a 100 metri da lì.

E mentre camminavano, o meglio lui la tirava e lei lo seguiva come un peso morto, la mano del ragazzo, involontariamente, scese su quella della ragazza, stringendola piano e dandole conforto.

Arrivati alla porta dell’abitazione – ebbene sì, l’aveva trovata – Zoro si prese qualche secondo per guardarla negli occhi.

Era bella, da togliere il fiato.

Anche così con gli occhi tristi e spenti, rassegnati quasi…

“Entra” le disse. Non era una richiesta, o forse sì. Sperava solo di poter alleviare il dolore della giovine che, dopotutto, si era ritrovato ad amare oltre se stesso.

Qualche minuto dopo, i due ragazzi erano all’interno dell’appartamento. Era carino, arredato con gusto, provvisto addirittura di caminetto. Zoro l’aveva ereditato dal primo maestro dell’arte della spada che lo avesse mai allenato, morto per vecchiaia pochi anni dopo averlo conosciuto.

E Zoro andava fiero di quella sua piccola “tana”, la accudiva come un tesoro prezioso.

Non aveva mai fatto entrare nessuno a casa sua, nessuno tranne lei.

Nami, a detta dello spadaccino, era l’unica che meritasse di conoscere tutto di lui.

Si accomodarono sul divano, davanti al caminetto spento, e Zoro aspettò pazientemente che fosse lei a parlare.

Succedeva sempre così tra loro.

Se Nami aveva qualche problema, Zoro la portava a casa sua e aspettava pazientemente che fosse lei a dirgli cosa le era successo. Quando era Zoro a stare male, invece, si ritrovavano a casa della ragazza. Era sempre stato così, anche prima e durante la relazione con Kuina.

Il suo rapporto con Nami era speciale.

“Ho paura” disse Nami titubante, volgendo infine lo sguardo in quello dello spadaccino. Durante tutto il tragitto aveva pensato e pensato, ed era giunta alla conclusione di dovergli confessare quello che provava per lui, perché era certa che non avrebbe provato niente di simile con nessun altro.

“Di cosa?” intervenne lui, parlando a bassa voce. Non voleva turbarla o interromperla nel suo discorso.

“Di rimanere sola” rispose spiccia lei, abbassando gli occhi. Zoro provò l’irrefrenabile impulso di prenderla tra le braccia e baciarla, ma si frenò con una gran forza d’animo.

“La mamma se n’è andata, Nojiko sta male…” Gli occhi di Nami pizzicavano, bruciavano insistenti la loro voglia di esplodere in lacrime. Una lacrima, veloce, sfuggì dalle ciglia lunghe della rossa, e rotolò senza sosta lungo la sua guancia.

A Zoro si spezzò il cuore. Mosse una mano, grande e calda, ad asciugarle la lacrima, e già che c’era la abbracciò. Doveva essere un abbraccio fraterno, consolatore, ma non vi riuscì molto bene. Era troppa, troppa la voglia di tenerla stretta a sé  di fare l’amore con lei.

“Zoro…” continuò Nami, con voce rotta. “…ho bisogno di qualcuno che stia con me, che mi protegga e mi sostenga ” la ragazza tremò appena, al contatto della mano ruvida di lui che le faceva una carezza sulla guancia.

Ma per questo ci sono sempre, lo sai…” rispose tranquillo lui. Vide Nami scuotere vigorosamente la testa, facendo segno di no.

“Quello che intendevo” lo interruppe “…è che ho bisogno di un compagno, Zoro. Di qualcuno che mi ami…” Nami alzò gli occhi leggermente rossi su di lui, ed entrambi non trovarono niente da dire.

Rimasero qualche secondo in silenzio, abbracciati, a guardarsi negli occhi.

Zoro avrebbe voluto rispondere che la amava, e che lo faceva da una vita, ma aveva il timore che Nami volesse stare con qualcun altro, che lui non la meritasse, che potesse ripetersi il dolore che aveva provato alla perdita di Kuina.

In realtà lo sapeva, se mai avesse dovuto perdere Nami sarebbe morto dal dolore. Era molto più importante di Kuina, lo era sempre stata.

E improvvisamente, Zoro capì.

Nami era lì per lui, non poteva farsela sfuggire.

Non poteva aspettare che qualcun altro, attirato dalla bellezza della ragazza, gliela portasse via per dirle che la amava.

Così, lo spadaccino passò ai fatti.

Si avvicinò cauto a lei, al suo viso, chiedendo leggermente gli occhi e dandole la possibilità di rifiutarlo, se lo avesse voluto.

Ma dopo poco, lo schiaffo che si era immaginato non era ancora arrivato, così decise bene di avvicinarsi ancora a lei, e di baciarla.

Un bacio lento, desiderato da tanto.

Non le aveva detto che la amava, certo, ma l’avrebbe fatto in futuro.

Sicuramente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5° doujinshi ***


5° Doujinshi

5° Doujinshi

 

 

 

 

Image Hosted by ImageShack.us



Era una splendida giornata, dal clima tipicamente primaverile.

I raggi di sole scaldavano docili e la brezza che saliva dal mare allietava dal calore di quella giornata, inondando tutto col suo profumo salmastro.

L’erba verde e gli alberi di mandarino sembravano festeggiare per quell’improvviso clima benevolo accentuando i loro toni di verde brillante.

Le due ragazze a bordo della Sunny decisero di godersi quella splendida giornata senza nuvole, dedicandosi alla lettura sedute a un tavolino sul ponte della nave.

La navigatrice, coi capelli che brillavano di un riflesso arancio intenso, si limitava a sfogliare qualche rivista di moda, giusto per dare l’impressione di stare facendo qualcosa che non fosse ciò che realmente faceva.

E cioè guardare qualcuno.

Qualcuno i cui capelli brillavano come fili d’erba al sole, qualcuno che le aveva rapito anima e corpo, qualcuno per cui sentiva di aver perso la ragione.

“Smettila di guardarlo, Nami” irruppe la mora.

“Non lo sto guardando, Robin, davvero…” provò a ribattere la navigatrice, senza risultato.

Nico Robin la sapeva lunga, e quando intuiva qualcosa non sbagliava mai.

“Mah, se lo dici tu” sospirò appunto l’archeologa, girando distrattamente la pagina ingiallita del voluminoso libro che stava leggendo.

Nami ripose la sua attenzione sulla rivista, notando in quel momento che l’aveva tenuta al contrario per tutto quel tempo. Sospirò, alzando gli occhi al cielo, e la raddrizzò.

Buttò lo sguardo un’ultima volta verso lo spadaccino, che si stava allenando indisturbato.

Era così bello…

“Uh uh” cantilenò Robin, togliendo dalle mani della navigatrice la rivista d’alta moda, rimasta ancora senza un lettore.

Nico Robin prese a scribacchiarci sopra qualcosa, poi strappò delicatamente la parte di foglio scritta, e la ripiegò su se stessa, infilandosela infine in una pagina del libro.

Il tutto mentre la navigatrice sospirava e guardava ammirata lo spadaccino che faceva bella mostra dei suoi muscoli.

Nico Robin la guardò sconsolata, chiedendosi come fosse possibile che l’amica fosse arrivata a quel punto.

Sembrava un’adolescente alla sua prima cotta, un vegetale, semplicemente patetica.

Doveva fare qualcosa.

“Nami, ascolta” la ‘sorellona’ provò ad attirare la concentrazione della rossa, a modo suo l’avrebbe aiutata. Nami si voltò verso di lei, recuperando un minimo di lucidità.

“Non so che mi sia preso, Robin…scusa” rispose subito la navigatrice, consapevole di aver fatto l’ennesima figura del cavolo.

“In che modo posso aiutarti?” le chiese, guardandola intensamente.

“Portami da qualche parte, in cabina o sottocoperta, in modo che io non lo veda, ti prego” rispose allora quella, sospirando frustrata.

“Seguimi” mormorò l’archeologa, prendendola per mano.

Ancora si chiedeva come fosse possibile, come l’amore potesse aver ridotto Nami in quel modo. Era assurdo, inconcepibile.

 

La sera era appena calata sul ponte della Sunny, la luce della luna illuminava appena le due losche figure.

“Cerca dentro quel libro, e troverai la risposta” parlò la donna.

“D’accordo, grazie Robin” rispose il ragazzo.

Nami, ben nascosta dietro a uno dei suoi mandarini assieme ad Usopp, li stava spiando.

Si ritrovò a sospirare, pensando a quanto fosse bello il suo spadaccino alla luce lunare.

Anche Usopp doveva essersi accorto del precario stato mentale della compagna, perché si era limitato ad alzare gli occhi al cielo per un momento.

“Secondo te…” chiese lei, bisbigliando “che cosa si staranno dicendo?”

Usopp sembrò rifletterci per qualche istante, poi ammise “Non ne ho davvero idea”.

E, intanto, Zoro e Robin così come erano arrivati se n’erano andati.

 

La navigatrice si aggirava per la nave, indecisa sul da farsi.

Aveva sentito distintamente Robin che suggeriva a Zoro di cercare in quel libro, ma non sapeva se fosse il caso di entrare nella biblioteca o restarsene zitta col rimorso e la curiosità.

Alla fine aveva optato per la prima possibilità, e si era diretta alla stanza con passo spedito, per poi fermarsi di nuovo davanti alla porta, preda a un attacco di panico.

“Oh, basta!” si scrollò, e con uno scatto aprì la porta.

Fu molto stupita di trovarci dentro Zoro che, con sguardo discreto, cercava tra i molti volumi della libreria.

Ma il vero panico si impadronì di lei quando vide che lo spadaccino aveva trovato ciò che cercava…un angolo di pagina della rivista che la ragazza “stava leggendo” quella mattina stessa.

Al di sopra, distintamente, si poteva notare l’elegante calligrafia di Robin.

La scritta conteneva solo tre parole: “Nami è cotta”.

 

A nulla servì agitarsi e correre addosso allo spadaccino, ormai anche lui aveva decifrato il misterioso messaggio.

“Nami…” la guardò lui, porgendole  il foglio. “E’ vero?”

Nami non sapeva che rispondere. Era già giunto il momento di uscire allo scoperto e confessare allo spadaccino il suo amore per lui?

Preferì fare quello che le riusciva meglio: farlo arrabbiare.

“Non sono affari tuoi, ominide!” urlò, prima di uscire dalla stanza e andarsene come una furia.

 

La navigatrice dai capelli rossi passò la notte insonne.

Era agitata, irrequieta… e aveva paura che Zoro potesse non ricambiare i suoi sentimenti…

In special modo visto che ormai sapeva che lei era innamorata di qualcuno.

Stava giusto per addormentarsi, quando un lieve bussare alla porta la destò del tutto.

Guardò fuori dall’oblò e vide Zoro alla debole luce dell’alba.

“Che ci fai qui a quest’ora?” lo sgridò lei sottovoce “sei impazzito?”

Zoro la guardò negli occhi, lo sguardo fiero e deciso.

Si avvicinò a lei, lesto, e la baciò.

Labbra su labbra, le lingue che si sfioravano timide…

Il paradiso insomma.

Si staccarono, con lentezza e tristezza e si persero negli occhi dell’altro.

Non servivano parole tra loro, solo certezze.

Ed entrambi sapevano che avevano trovato nell’altro la propria certezza.

 

 

 

 

 

Ringrazio tantissimo Rolo, dubhe e kyo per i commenti!

Scusate se aggiorno a lumaca, ma il tempo per scrivere è davvero poco…

Fatemi sapere che ne pensate di questa shot!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=387852