La mia Bambina

di Ale24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pяölögö ***
Capitolo 2: *** Cαcciα ***
Capitolo 3: *** Cяeαтuяα ***
Capitolo 4: *** Speяαиzα ***
Capitolo 5: *** Aмöяe ***
Capitolo 6: *** Beиνeиυтα ***
Capitolo 7: *** Iвяidö ***



Capitolo 1
*** Pяölögö ***


Scoppiò in una fragorosa risata, che mi mise in difetto, benchè non se sapessi motivo.

"Non essere sciocca" mi aveva implorata, ritrovata la consueta aria di non sufficienza.

"Non te lo ha detto ancora nessuno che non possiamo avere figli?!"

Ero rimasta di stucco a tale affermazione.

Avevo notato la nota triste nella sua voce, e la sua espressione desolata, nel dover essere proprio lei, a mettermi a conoscenza di una simile realtà, di cui era vivamente partecipe; ma ciò non cambiava le cose.

Qualcosa dentro di me in quel momento si ruppe come vetro.


◊ Spazio autrice:
Salve a tutti,
questo è il prologo della mia nuova storia, riconosco di essere una scrittrice alle prime armi e quindi ogni recensione sarà gradita anche per il prologo.
Presto posterò il primo capitolo e spero lo leggerete e recensirete in molti.
(Per favore recensite! Leggerò le vostre storie e le recensirò a mia volta!)

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Capitolo 2
*** Cαcciα ***



La notte incredibilmente scura, tipica per il freddo Novembre copriva l’intera città.
La caccia era aperta già dalle prime ora del pomeriggio, quando l’intero clan si era diviso per cacciare in luoghi differenti e lontani dalla città in cui si era stabilito.
Erano questi gli ordini, quando nelle stagioni più fredde, quando non avevamo della materia prima tra le mani, dovevamo allontanarci il più possibile dalla città e cacciare altrove, senza lasciare sospetti dietro di noi. Le regole che si erano imposti non erano troppo difficili da seguire.
Era stato il capo clan: Aro a instituirle, assieme ai suoi compagni Marcus e Caius e chiunque volesse unirsi ad esso doveva sottostarvi.
Io come gli altri avevo deciso di adottare questo stile di vita. Non avevo mai accettato completamente la mia trasformazione; non sapevo per mano di chi fosse avvenuta, e anche se in un primo momento mi era sembrata la cosa più fantastica che mi fosse mai accaduta nei miei 17 anni, cambiai presto idea, venendo a contatto con le restrizioni che la mia nuova esistenza di vampira mi imponeva.
Cacciavo ormai dalle sei del giorno precedente, mi ero spinta molto lontana proprio come mi era stato più volte raccomandato, spingendomi fino ad un paesino Alpino. Lungo la mia strada avevo incrociato paesi e città di varie dimensioni e solo nelle città mi ero concessa di uccidere 3 persone in parti disparate della città, tecnica che mi era stata consigliata da Jane.
La mia trasformazione era avvenuta da soli 5 mesi, e benché fossi una neonata nessuno si preoccupava troppo per me, ne ero felice, adoravo la libertà; mi erano stati spiegati i canoni generali della nostra specie: forza, velocità assoluta bellezza e potere, sì ognuno dei componenti aveva un potere supplementare che lo contraddistinguesse da tutti gli altri, io sono una manipolatrice: posso manipolare la realtà a mio vantaggio in ogni momento e questo si era spesso rivelato utile nelle mie già innumerevoli missioni e ciò piaceva molto ad Aro.
Il paese in cui mi trovavo era completamente immerso nel sonno, per loro fortuna la mia sete era ormai placata da ore e benché sarei dovuta ritornare decisi di restare.
La mia curiosità non conosceva limiti e un posto tanto isolato mi attirava, e molto.
Le case del paese erano tutte con le pareti rivestite di tronchi e quando non erano presenti essi mostravano intonaci bianchi e pietre; i tetti erano formati da lastre di luserna che riflettevano la luce della luna.
Il posto era veramente incantevole e ci sarei voluta restare quando mi suonò il cellulare: Alec, in fratello di Jane, aveva incrociato la mia scia sulla strada del ritorno e mi voleva proporre di percorrerla insieme: sapevo perfettamente che si era invaghito di me e benché mi facesse piacere ricevere le sue attenzioni ero ancora lontana dal ricambiare il sentimento che le muoveva.
Continuavo a camminare per la cittadina mentre cercava inutilmente di smuovermici, quando la mia gola bruciò nuovamente, gli riattaccai il telefono in faccia, mi avrebbe perdonato, lo sapevo già; e corsi verso la fonte di quel profumo.
Era irrazionale, la mia sete l’avevo placata da ore, e questo odore, completamente nuovo, mi stava chiamando.
Mi portò fin davanti ad una baita appena al di fuori del paese, all’interno le luci erano accese e quindi cercai di ascoltare i movimenti provenienti dall’interno: un bambino piangeva strenuamente ma nessuno pareva dargli retta, eppure le luci erano accese, i genitori si sarebbero dovuti preoccupare per lui, ma nulla; mi avvicinai per guardare dalle finestre, ma non c’era traccia di vita.
Quell’odore che aveva fatto bruciare lievemente la mia gola era vicino e dovevo capire da dove provenisse.
Incoscientemente decisi di entrare da una delle finestre lasciate aperte sul retro; la cucina era arredata con il minimo indispensabile e non vi era traccia di cibo nell’aria, era inspiegabile, come poteva non esserci cibo in casa se vi era un bambino da nutrire? Quello, quasi si fosse sentito chiamare lanciò un gemito più acuto.
Rimasi immobile aspettando che i genitori, sentito il piccolo urlare per l’ennesima volta, si decidessero ad andare a controllarlo, ma non accadde di nuovo nulla, entrai nella stanza principale adornata anche questa con il minimo necessario, un tavolo al centro con cinque sedie intorno, un divano, poco distante, stava davanti alla televisione ed infine vi era una libreria sulla parete sinistra, mi colpì un’altra ondata del profumo che mi aveva condotto alla casa, mi concentrai per la prima volta intenta ad analizzarlo stupita, non avevo sentito l’odore di altri vampiri nel paese, anzi, ero certa che non ve ne fosse traccia, eppure dalla stanza al capo opposto della sala proveniva l’odore di vaniglia e iris misto a quello del sangue; che fossi stata tanto ingenua da entrare nella tana di un predatore della mia specie mentre questo era all’opera?
Attraversai la sala fino a trovarmi di fronte alla porta e mi prodigai ancora una volta per assicurarmi del suo contenuto, vi erano due cuori distinti ed uno era sul punto di smettere di battere, l’altro più piccolo era poco distante; oltre a questo non vi erano altri rumori, mi riempii inutilmente i polmoni d’aria e aprii la porta.


◊ Spazio autrice:
Ecco il primo capitolo di questa mia nuova storia, spero vi sia piaciuto!
Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti e i seguiti, grazie mille anche a chi ha recensito, riempiendomi il cuore di gioia!

Uchiha_chan: mi dispiace cara, ma non è nemmeno uno dei personaggi che hai citato ^-^ ma sono felice che la storia ti piaccia
stezietta w: ecco il primo capitolo, spero di non averti delusa!
noe_princi89: chi sarà? ti sei fatta un'idea?
RubyMcDoll: ecco l'aggiornamento, spero vivamente di non averti delusa!
Rosalie_Emmett: felicissima se sono riuscita davvero a incuriosirti tanto! Spero questo capitolo non abbia fatto calare completamente la suspance!
Silvia15: come desiderato ecco il primo capitolo. Spero ti sia piaciuto!

RECENSITE!!

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Capitolo 3
*** Cяeαтuяα ***


Davanti a me si aprì la scena più terribile che avessi mai visto.
Una giovane donna giaceva sul pavimento in posizione fetale.
Era completamente sporca del suo stesso sangue, le braccia tentavano di stringerle il ventre: squarciato.
Il pavimento intorno era una sola macchia rossa.
Un piccolo essere le gattonava intorno colpendole il volto e i capelli con le manine sporche di sangue.
Si girò verso di me e per un istante quegli occhi pieni di lacrime scintillarono.
Era completamente sporco di sangue.
Rimasi sulla porta incerta sul da farsi. Le mie gambe volevano scappare, correre via da quello strazio, ma non riuscivano a muoversi, cosa mi succedeva? Non mi era mai capitato che il corpo non mi rispondesse! Ero nel panico più assoluto quando sentii le mie gambe cedere sotto il mio stesso peso. Il piccolo essere mi venne in contro gattonando.
Ne avevo paura, era stato lui a ridurre quella donna in fin di vita era chiaro, lui l’aveva uccisa!
Mi si avvicinava sempre di più e io restavo immobile senza sapere cosa fare, arrivò fino a me e posò la sua piccola e candida mano sopra la mia
"Piccolo mio non temere, ti difenderò io"
"Sono sempre più debole, ma di cosa ti vuoi nutrire piccola mia?"
"E’ tutto troppo veloce"
"Crescerai sana e forte vero…"
"Cosa cavolo? Non ora ti prego!!" rabbrividii sentendo le urla che seguirono
"Mamma?"
Il piccolo essere di fronte a me scostò la sua mano dalla mia e le voci nella mia testa finalmente terminarono; alzai gli occhi e mi accorsi che il cuore della donna al centro della stanza aveva smesso di battere.
Dovevo riprendere il controllo di me stessa, in un modo o nell’altro.
Inspirai profondamente e mi pentii di averlo fatto.
Cosa era quell’essere che si era addormentato sulle mie gambe completamente imbrattato di sangue?!
Ebbi un fremito che mi scosse percorrendo tutta la schiena.
Il suo cuore batteva e del liquido scorreva nelle sue vene: era sangue umano misto al veleno.
Quella creatura era solo un errore celeste, non sarebbe mai dovuto esistere una cosa simile!
Riportai alla mente quello che mi aveva fatto sentire, sua madre non sapeva di cosa farlo nutrire, era cresciuto troppo velocemente per essere umano e poi.. al momento di nascere le aveva squartato il ventre per uscire, dedussi portando nuovamente lo sguardo dal mostro che avevo addosso alla donna morta dilaniata dal suo stesso figlio.
- Crescerai sana e forte… - quella donna parlava al mostro che custodiva come ad un figlio, pensava sarebbe stata una bambina, una splendida bambina magari.. pensai sarcastica, l’aveva uccisa…
Il cuoricino del piccolo essere aveva ritrovato un battito regolare, mi soffermai a studiarlo, aveva le dimensioni di un bambino di tre mesi pieni ed era appena nato, imbrattati dal sangue potevo anche distinguere degli splendidi boccoli d’oro – Ma quanto sei grande piccino? – guardarlo dormire tanto beatamente aveva acceso in me qualcosa che pensavo fosse morto tanto tempo prima: la speranza


◊ Spazio autrice:
ecco cosa conteneva l'insolita casa. La scena non è delle più belle, mi dispiace ma è così e ho fatto del mio meglio.
Spero che continuerete a leggere la storia in quanto vi prometto non ci saranno altre scene simili, diciamo che questa mi è scappata. ^^"
Ringrazio chi ha aggiuto la storia tra le preferite, sono molto onorata, e chi tra le seguite, mi rendete davvero molto felice; e in particolare chi si è fermato a recensire donandomi un'immenso sorriso!

Uchiha_chan: mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e che tu lo abbia ritenuto interessante, in effetti sono poche le storie sui Volturi.
Rosalie_Emmett: ecco altri indizi per te mia cara. ^-^ Spero ti siano d'aiuto per rispondere alle tue domande.
Silvia15: a grande richiesta ho aggiornato, ecco uno dei tanti capitoli che brami di leggere. ^-^
Hachi_chan: sono felice che la mia storia ti stia piacendo, cosa ne pensi di questo nuovo capitolo?
stezietta w: come va con la mascella slogata? spero di non aver inciso troppo con questo capitolo altrimenti mi sentirò in colpa!

RECENSITE e RICAMBIO!!

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Capitolo 4
*** Speяαиzα ***


"Avrai notato come tutti che Alec si è innamorato di te" mi aveva detto Athenodora in vena di pettegolezzi; certo che me ne ero accorta, era talmente palese.
"E dimmi: cosa pensi di fare a riguardo?" Non ci avevo mai pensato seriamente, avevo sempre rimandato all’eternità che mi si prospettava indifferente "Forse potremo creare una famiglia, ma in un futuro ancora molto lontano dall’avvenire" le avevo risposto per saziare la sua implacabile curiosità.
Scoppiò in una fragorosa risata, che mi mise in difetto, benchè non ne sapessi il motivo.
"Non essere sciocca" Mi aveva implorato, ritrovata la consueta aria di non sufficienza.
"Non te lo ha detto ancora nessuno che non possiamo avere figli?!"
Ero rimasta di stucco a tale affermazione.
Avevo notato la nota triste nella sua voce, e la sua espressione desolata, nel dover essere proprio lei, a mettermi a conoscenza di una simile realtà, di cui era vivamente partecipe; ma ciò non cambiava le cose.
Qualcosa dentro di me in quel momento si ruppe come il vetro.


Le parole della compagna di Caius mi ritornarono alla memoria e in quel momento capii.
Era la mia speranza ad essere andata in frantumi quel giorno.
Ero sempre stata estremamente fragile, benché avessi sempre fatto l’impossibile per non darlo a vedere a nessuno; dopo la mia trasformazione mi ero attaccata ai miei sogni per non morire dentro e Athenodora li aveva distrutti tutti in un solo istante. Dopo quel giorno iniziai a ricevere molte lodi per la mia freddezza e impassibilità nel portare a termine le miei missioni.
Un errore divino? La mia razza, se possibile, era anche peggio.
Accarezzai quella piccola creatura, era incredibilmente calda, all’incirca 39°, temetti che stesse male e tastai il piccolo corpo alla ricerca di qualche problema ma nulla, la piccola stava benissimo.
Riaprì gli occhi e mi sorrise "Mamma"
Incredula le sorrisi e l’abbracciai "Bravissima piccola mia!" aveva solo poche ore e già aveva pronunciato la sua prima parola.
Mi rialzai e iniziai a cercare il bagno tra le stanze, trovatolo lavai la piccola dal sangue materno "E brava brava la tua mammina, ci aveva preso! Sei proprio una femminuccia!" Le dissi entusiasta. Lei rideva degli schizzi dell’acqua mentre gli occhi blu zaffiro le brillavano di gioia.
Non l’avrei mai potuta lasciare morire da sola al freddo, così decisi di portarla con me, a Volterra.
La avvolsi in più asciugamani, era quasi l’alba e gli altri erano sicuramente già tornati tutti.
Uscimmo dal bagno e mi diressi verso la porta, l’odore di sangue della madre mi portò a voltarmi a guardarla nuovamente "Tornerò" le promisi, sapevo che non era più in grado di sentirmi, ma lo promettevo più a me stessa che a lei.
Chiusi la porta alle mie spalle e iniziai a correre verso Volterra tenendo la bambina sempre stretta a me.


◊ Spazio autrice:
Eccomi tornata! Questo è l'ultimo capitolo che posterò per il momento perchè parto per le vacanze e dove vado ovviamente non c'è internet -.-"
Spero vi sia piaciuto questo terzo capitolo di "La mia Bambina", ricordo a tutti che è sempre valida in qualsiasi mia storia la regola che ricambierò la recensione di chiunque recensisca ed ora rispondo alle gentili recensitrici ^-^

Uchiha_chan: Nemmeno a me piaceva quella definizione, però l'ho trovata perfetta per descrivere agli occhi terrorizzati della protagonistra l'essere perfettamente sconosciuto che aveva davanti. Sono certa che capirai.
Silvia15: sono felice che il capitolo precedente sia ti piaciuto e spero che anche questo soddisfi le tue aspettative ^-^
stezietta w: mi dispiace per la tua mascella! xD spero che questo capitolo sia all'altezza degli altri ;)

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Capitolo 5
*** Aмöяe ***


Gli umani erano ormai svegli quando entrai in città, e ,senza dare nell’occhio, entrai a palazzo.
Alec era all’interno accanto alla porta ad aspettarmi "Bentornat.." non appena si accorse della bambina si interruppe e divenne torvo in volto.
"Cosa diavolo è quello?" Lo fulminai all’istante. Mi avviai senza dargli spiegazioni verso l’ascensore.
Avevo capito perfettamente cosa intendeva, aveva sentito il suo odore e sembrava aver capito perfettamente a cosa si trovava di fronte.
"Ritenta sarai più fortunato." gli dissi. Certo non avrei risposto ad una domanda posta in quel modo, ne da lui ne da nessun altro, quella era la mia bambina!
Respirò profondamente mentre continuavamo a camminare verso l’ascensore, doveva ritrovare la calma per pormi la domanda in maniera cortese.
"Perché hai portato qui a palazzo quella mezzosangue?"
"Lei è mia!"
Avevo notato lo sforzo di Alec nel non insultarla, ma come poteva pensare che me ne potessi dividere!
Come al solito faceva un passo avanti e due indietro. "Come cavolo sarebbe a dire che è tua?"
Eravamo ormai arrivati all’ascensore e aspettai che le porte si chiudessero per rispondergli lontani dagli occhi di Gianna la segretaria che lavorava nella sala d’attesa del castello.
"Quando mi hai chiamata ero in un paese di montagna: ricordi che te lo avevo detto?" lui annuii.
"Quando ho riattaccato è stato a causa sua: avevo sentito la sua scia e l’ho seguita, finché non l’ho trovata."
"Ma perché l’hai portata qui!"
Alec non voleva proprio capire. "Sua madre era morta, non potevo lasciarla lì a morire!"
Dall’espressione di Alec capì che era un vero cretino, come poteva non capirmi!
Decisi che era il momento di fargli capire un po’ come funzionava il mio potere dato che molte volte mi aveva chiesto di spiegarglielo.
Lo fissai negli occhi e lo manipolai, lo rimisi nei miei panni: la donna morente sul pavimento, la piccola che cercava di svegliare la madre in coma, l’impotenza, la paura e poi, la speranza, gli mostrai la bambina dormiente sopra di me, i suoi capelli dorati..
"Cosa cavolo.." dopo pochi secondi capì che lo avevo manipolato "Cos’era quella sensazione: quella che ho sentito guardando la bambina?"
Ora guardava la piccola creatura tra le mie braccia con sguardo amorevole, aveva capito.
"Di che sensazione stai parlando?!"
Lui rialzo gli occhi rubino verso di me "Come quale?"
Vedendomi incerta provò a spiegarsi "Era.. calore, affetto, preoccupazione.. era forte; mi fa anche un po’ paura se ci penso bene.." mi confessò abbassando gli occhi intimorito.
Come era possibile che nei suoi 380 anni Alec non avesse mai incontrato l’amore?
Guardai sconcertata quel viso angelico.
"Allora?" mi intimò lui.
"Beh.. è.. amore.. amore Alec capisci?"
Lui si sentii evidentemente preso in giro, ma continuò con le sue domande.
"E cosa pensi di farne?" chiese indicando la piccola.
In quel momento l’ascensore aprì le sue ante e uscimmo.

Non avevo intenzione di rispondere ad Alec, sarebbero state parole al vento.
Avevo scelto apposta di far arrivare l’ascensore fino al quarto piano.
Continuai a camminare per i corridoi di pietra sicura con la mia piccola tra le braccia mentre chiunque sentisse il suo odore si voltava a guardarmi.
Alec si era completamente immedesimato nella parte di mia ombra e mi seguiva senza fiatare ovunque andassi.


◊ Spazio autrice:
Rieccomi qui, di ritorno dalle vacanze con un nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto almeno quanto gli altri, la nostra protagonista è giunta a Volterra con la piccola mezzosangue e ad accoglierla c'è Alec, era da molto che volevo far rientrare questo splendido personaggio in una delle mie storie e questa cascava a pennello, il misterioso ragazzino gemello di Jane che in battaglia era disposto a mandare tutto all'aria per proteggere la sorella, mi ha sempre incantata il loro rapporto, e anche la loro storia. Come mio solito ho divangato quindi vi mando un bacione e mentre rispondo all'unica rientrata dalle vacanze delle mie lettrici mi auguro recensirete pure voi dato che ricambierò sempre e comunque!

stezietta w: no, non è Bella, non so chi sia in realtà, ti confesso cara che non l'ho ancora deciso, potrebbe essere un nuovo personaggio, o al massimo Heidi della guardi dei Volturi, ma non lo so ancora, so che mi piace però (ok non pensare che io adori tutti i miei personaggi perchè non è così) ma in lei vedo la coscienza di una maternità mancata per l'eternità, deve essere terribile, in effetti è così che mi è venuta l'idea per questa storia.. ok immagino non te en freghi nulla quindi ti mollo xD Buona fortuna con la mandibola! Ti voglio bene

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Capitolo 6
*** Beиνeиυтα ***


"La devo annunciare signorina?" mi chiese l’ennesima delle segretarie del palazzo.
"No grazie, non è necessario." risposi sorridendole maliziosa; Alec dietro di me provava invano a decifrare le mie intenzioni. Con la mano libera spalancai il portone antico in legno che si parava di fronte a me.

"Benvenuta cara." mi accolse Aro preso alla sprovvista.
Avevo interrotto una delle loro riunioni e ciò li aveva resi irascibili, inoltre non mi ero fatta annunciare ed erano furiosi per questo.
"Cara" continuò Aro benevolo, cercando di mascherare la rabbia e la fremente curiosità.
"A cosa dobbiamo questo tuo repentino intervento?"
Aveva gli occhi fissi sulla piccola creatura tra le mie braccia ed ora arricciava il naso schifato dall’odore.
"Come mai ci hai portato un ibrido?" domandò Marcus con aria indifferente.
Avevano già avuto a che fare con esseri simili quindi.
"Ho trovato questo ibrido mentre ero a caccia sulle montagne" spiegai "e ho pensato che sarebbe stato utile unitosi alla la guardia." azzardai senza lasciar trapelare la mia insicurezza.
L’unica strada percorribile, l’unica maniera di garantire la vita a quella bambina, era farla diventare una di noi.
"Come potrebbe essere utile alla già imbattibile guardia di Volterra un mezzosangue?" domandò astioso Caius.
"E’ i grado di leggere nelle menti altrui" comunicai alla seduta riunita al completo; sapevo quanto Aro bramasse un simile potere.
"E di comunicarli agli altri attraverso un contatto fisico"
Aro si aprì in un immenso sorriso, era visibilmente soddisfatto.
La bambina tra le mie braccia alzò un braccio cercando di toccare il mio viso, fingendo di farla stare composta toccai la sua mano "Ancora una volta non mi hai deluso." erano i pensieri di Aro, sorrisi al piccolo angelo che tenevo tra le braccia.
"Brava mamma.." questi ridenti erano i suoi pensieri, sapeva già formulare frasi correnti e mi riempì di domande in pochi istanti senza aprire bocca: aveva intuito la pericolosità del momento, almeno per lei.
"Possiamo vedere questa tua piccola creatura?" mi chiese Aro scettico, non potevo tirarmi in dietro e quindi avanzai verso il centro della grande sala dove stava l'imponente tavolo di pietra del consiglio.
Alec, che mi aveva seguita fino a lì, era rimasto fuori dalla sala, ed aveva smesso di respirare.
Scostai a malincuore la piccola creatura dal mio petto e la porsi ad Aro.
Sentii il risolino tenero della bambina divertita dal freddo contatto della mano del capo clan sul suo volto; non gli ci volle molto a sentire tutti i pensieri della bambina e della madre assieme, ma quando scostò la mano dal suo piccolo viso il suo sguardo divenne vitreo e preoccupato per alcuni secondi, poi tornò a guardare la creatura che stringevo gelosamente al petto.
"Andate pure ora." disse con aria distaccata e fredda "Ti prenderai cura tu della mezzo sangue e bada che abbia un comportamento esemplare." annuii seria per uscire poi velocemente dalla stanza. Le porte si chiusero alle mie spalle.
"Ce l’abbiamo fatta!" dissi abbracciando Alec.
"Sono felice per voi!"


◊ Spazio autrice:
Sì viva Volterra, viva i Volturi!! Adoro scrivere di questo clan! Scommetto che hanno un sacco di scheletri nell'armadio e non non eviterò certo di svelarvene alcuni nei prossimi capitoli!! Sono molto elettrizzata per questo capitolo: ce l'hanno fatta! La bambina è salva! O almeno per il momento.. xD La pianto e rispondo ai miei angeli custodi, ricordandovi di Inserire una recensione, ricamberò!

Luna95: No Alec non si innamora della bambina! Non sono licantropi non hanno imprinting! E poi lui è innamorato della protagonista! xD In quel momento aveva solo capito la storia della piccola, dopo tanti anni non conosce l'amore ma può nutrire sentimenti di compassione verso i suoi simili e direi che comunque una mezzosague stando a metà rientra ancora nel gruppo. In parte è anche geloso della piccola per tutte le attenzioni rivoltele, attenzioni da lui mai ricevute dall'amata. Fatto questo spiegone inutile, spero che il capitolo ti sia piaciuta e sono felice di averti tra le mie lettrici ^-^
Uchiha_chan: Sono felice che i capitoli ti siano piaciuti, anche se con parecchio ritardo ho postato il nuovo, spero abbia riscontrato il tuo consenso! ^-^
LadyEl : Sono felice che i precedenti capitoli ti siano piaciuti! Spero avrai gradito anche questo! =)

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Capitolo 7
*** Iвяidö ***


Chissà cos’era?
Aro l’ha chiamata ibrido, mezzo sangue Caius; ma cosa significa?
Mi ero chiusa ormai da ore nella mia stanza a castello e avevo riposto la piccola creatura nella cassa panca dei miei vestiti a dormire; fu quello il luogo migliore che trovai nella mia adorna stanza.
Mentre la luce della luna filtrava dalla finestra mi ero accovacciata accanto alla culla improvvisata a guardare al bambina dormire.
Ibrido, mezzosangue.. queste parole non mi dicevano nulla, non le avevo mai nemmeno sentite pronunciare prima ne da Aro ne da tutti gli altri; le uniche cose che sapevo era che era piccola, indifesa, calda e speciale. Cresceva velocemente sotto i miei occhi allibiti e più la fissavo più mi rendevo conto che quella piccola creatura non aveva nulla a che fare con la mia specie: non era nemmeno velenosa, l’avevo constatato io stessa quando nel pomeriggio avevo cercato di farle mangiare del cibo umano e mi aveva morsa; già, non mangiava nemmeno cibo umano, era così strana.
"Sono sempre più debole, ma di cosa ti vuoi nutrire piccola mia?"
Le parole della madre mi rimbombarono in testa, le avevo promesso che sarei tornata, ma non potevo lasciare la piccola da sola a palazzo; sicuramente senza la mia sorveglianza qualcuno sarebbe entrato e l’avrebbe uccisa, sì l’avrebbe uccisa, perché Aro benchè bramasse fortemente il potere della piccola ne era stato spaventato per qualche oscuro motivo e aveva ordinato di tenerla d’occhio non solo a me, ma anche ad Alec, Jane e altri suoi fidi.
Alec me lo aveva riferito, ma non mi aveva spiegato cosa avesse voluto significare tenerla d’occhio nel dettaglio: Aro lo lasciava sempre intendere con una smorfia del viso o un gesto, ma Alec non mi aveva detto nulla.
Quasi come si fosse sentito chiamare busso alla mia porta "Posso entrare?" lo avevo riconosciuto dai passi nel corridoio; "Entra pure.." gli dissi più piano possibile, sapevo che lui mi avrebbe sentito ma non volevo svegliare la bambina.
Aprì la porta e vedendomi inginocchiata accanto alla cassapanca sorriso dolcemente.
"Ti sei ridotta parecchio male.." esordì ironico.
Nemmeno gli risposi e tornai con lo sguardo alla mia bambina, i capelli biondi formavano piccoli boccoli ormai lunghi così gliene scostai alcuni dal piccolo viso.
"E’ così piccola.." sussurrai senza staccarle gli occhi di dosso.
Alec che si era venuto a sedere di fronte a me sospirò guardandomi, pensava fossi impazzita forse, ormai lo pensavano indubbiamente tutti a palazzo, ma la cosa non mi sfiorava affatto; anzi, mi rendeva quasi felice dato che per mesi ero stata tanto al centro dell’attenzione di tutta la guardia di Volterra, ero l’unica vampira che insieme a Jane fosse entrata attivamente a farne parte ed ero guardata e bramata per la mia bellezza: che stupidaggini.
"E quindi vorresti farla diventare parte della guardia.." disse Alec distogliendomi dai miei pensieri "era questo il tuo piano, inserirla tra di noi perché non fosse più in pericolo, hai pensato che chiunque trovando un essere simile sulla propria strada lo avrebbe eliminato per paura.."
Ancora una volta Alec si era dimostrato il vampiro più sveglio che conoscessi, era stato l’unico a capire quale fosse il mio vero piano, non mi interessava affatto che la città fosse protetta al meglio, sapevo che eravamo noi una minaccia per la città stessa, io volevo salvare lei!
"Già.." gli confessai guardando il pavimento.
"Non potevo rischiare che qualcuno la uccidesse, che morisse di fame, o di freddo.." bastava l’idea a terrorizzarmi.
"Persino io me ne sono sentita minacciata sai.." gli confessai imbarazzata "quando sono entrata in quella stanza sarei voluta correre via, temevo mi avrebbe uccisa.. ma non riuscivo a muovermi."
Alec era il mio unico amico; sapevo che mi era accanto perché gli piacevo, ma al contrario di tutti gli altri scemi della guardia lui era l’unico che mi ascoltava e provava a capirmi; mi aveva raccontato la storia sua e di Jane: rimasti orfani a causa di un incendio erano finiti in orfanotrofio e lì li aveva trovati Aro per poi condurli a Volterra; in quasi 400 anni Alec e Jane avevano ricordato gran parte della loro vita da umani, anche grazie ai racconti di Didyme e Sulpicia, rispettivamente sorella e moglie di Aro; che si erano prese cura di loro come madri, ruolo che ancora oggi continuavano a vestire con affetto e solennità nonostante l’età dei loro figlioli acquisiti.
Athenodora delle tre mogli era quella che più di tutte cercava di stare lontana dai piccoli gemelli, a causa del suo passato, l’avevo scoperta essere una felice dama del trecento di una nobile famiglia: si era sposata con l’uomo che le era stato scelto dai genitori che aveva imparato ad amare e da cui aveva avuto tre splendidi bambini che purtroppo le furono strappati dalla peste di quegli anni che la stava riducendo in fin di vita quando Caius la trovò e trasformò.
"Sei pensierosa questa sera.." Alec mi riportò nuovamente alla realtà, stava guardando dolcemente la bambina; lui si era preso cura di me appena svegliata dal mio ultimo sonno, mi aveva vista indifesa proprio come lo era stato lui e mi aveva presa sotto la sua protezione.
"A cosa stai pensando?" mi domandò senza distogliere lo sguardo dalla piccola, passava il dito lungo il bordo della culla, incerto se accarezzare o no la bambolina di porcellana che vi era riposta, sembrava quasi finta nel suo sonno se non che le batteva il cuore nel petto; a contatto con la nostra pelle gelida si sarebbe svegliata?
"Cos’è un ibrido?" gli chiesi senza dare troppo peso alla domanda, non ero certa che lui lo sapesse.
Si voltò velocemente verso di me, colpito dalla mia domanda; capito cosa aveva scaturito in me quel dubbio tornò con lo sguardo sulla bambina, più tranquillo.
"Lei è un ibrido." disse con voce piatta, quasi triste.
Sapevo che la mia bambina era un ibrido, qualunque cosa fosse, ma come era nata? Come era potuto succedere? Alec conosceva le mie domande, inspirò profondamente preparandosi a rispondergli.
"E’ bellissima, è vero; sembra quasi una di quei bambini immortali di cui ti avevo raccontato."
Già, splendidi e incontrollabili bambini vampiro che portavano la distruzione ovunque sul loro passaggio.
"All’inizio ho pensato che fosse una di loro, ma poi ho sentito il suo profumo, il suo cuore; è strano che nonostante nelle loro vene circoli sangue umano non sentiamo la necessità di nutrircene, probabilmente a causa del veleno.."
"Ce n’è poco in lei" lo interruppi "Non è velenosa.. non so come sopravviverà, non so come nutrirla.." gli confessai trattenendo i singhiozzi, se non avessi trovato una soluzione a breve la mia bambina sarebbe morta!
Alec si scostò dalla culla e mi strinse a se cogliendomi di sorpresa; era strano ma trovavo perfettamente spazio tra le sue braccia, sembravano fatte per accogliermi; mi strinsi a lui che mi tenne stretta finchè i miei singhiozzi non cessarono.
Quando l’abbraccio si sciolse continuò a fissarmi e mi accarezzò i capelli, gli ero grata, ma non volevo fraintendesse quel mio momento di debolezza così scostai il viso e mi appoggiai alla cassapanca tornando a guardare la bambina.
"Hai già provato con del sangue umano.."



◊ Spazio autrice:
Dopo tanto tempo eccomi di nuovo alla ribalta con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto. Sono un po' di fretta e passo subito a voi per farmi perdonare pe rla prolungata assenza ^-^.
Shinalia: sono felice che la mia storia ti abbia incuriosita, i personaggi principali sono 2 guardie dei Volturi tra i quali c'è Alec e questa piccola ibrida.. non è ancora molto lo so, ma spero mi perdonerai e che questo capitolo ti sia piaciuto. ^^ baci.
LadyEl: con una vita e mezzo di ritardo eccoti un'altro tanto bramato capitolo xD Spero ti sia piaciuto. Baci.

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