Alice- Angeli & demoni

di _montblanc_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Bene, eccomi qui con la mia: tattarattà, prima fan fiction!!
Premetto che questa fan fiction è una "what if?" per l'arrivo di un nuovo peronaggio( Alice).
Spero che vi piaccia e mi piecerebbe ricevere delle recensioni, anche con delle critiche tanto per sapere se vale la pena continuarla.
Bè dopo questa piccola introduzionevi lascia alla lettura, baci :)

Scheda nuovi personaggi:
1)
- Nome: Alice detta Ellie
- Età: 15
- Provenienza: Roma
- Aspetto: Capelli biondi che le arrivano poco più in giù delle scapole e occhi color del mare. Non le piace nessuno stile in particolare, mette quello che le capita fra le mani a patto che sia puccioso.
- Cosa le piace: Stare con le sue migliori amiche,andare in giro per roma mangiando gelati o/e frappè e vantarsi.

Capitolo 1:
Sole.
Tanto fastidioso sole si era infiltrato fra le tende e arrivava fino al mio letto, bruciandomi gli occhi.
Nonostante ciò, provai a voltarmi di lato, cercando di scappare da quella maledettissiama luce che mi svegliava tutte le mattine.
Niente da fare, tutto inutile,l'unica soluzione plausibile era alzarsi: tanto non sarei riuscita a prendere sonno.
Con la mano libera dalle coperte, inizai a tamponare il comodino, alla ricerca della mia sveglia.
Quando la trovai dischiusi un'occhio per controllare l'ora: 6:30.
- Evviva- pensai sarcasticamente mettendomi a sedere.
Poggai i piedi per terra e, con gli occhi ancora chiusi, andai verso il bagno chiudendomi la porta alle spalle.
Appoggai le mani al lavandino e guardai davanti a me:
Non c'era che dire quella mattina ero proprio meravigliosa.
No, casomai ve lo steste chiedendo, la modestia non era esattamente il mio forte.
Dopo essermi pettinata i capelli, legai all'indientro i ciuffi che mi cadevano sugli occhi.
Poi provai a sciaquarmi il viso più volte, con il vano tentativo si svegliarmi.
Pultroppo, la cosa non fu possibile e decisi di lasciar perdere.
Proprio mentre stavo per uscire del bagno fui colta da un'illuminazione: era domenica!
Un senzo di allegria iniziò ad invadermi e cominciai a saltellare:
- Che bello! Che bello! Vado in chiesa: evviva^^- canticchiai.
Il motivo di tutta questa mia passione per la chiesa?Semplice.
Iniziò tutto il mese scorso: ero andata a messa costretta da mia madre visto che non ci andavo mai.
Arrivai un po' prima, perchè mi acccompagnò lei personalmente in macchina, visto che credeva che se mi avesse lasciato andare da sola, non ci sarei entrata nemmeno.
Cosa probabile.
Comunque.
Visto che ero arrivata un po'(molto)prima non c'era ancora nessuno.
Non sapendo come passare il tempo iniziai a passeggiare avanti e indietro guardando i quadri rigorosamente religiosi.
A metà del quarto giro la porta di fianco a me si spalancò.
Il mio corpo, convulsamente, si spostò di lato ed inciampai su una panca finendo seduta.
Dall'altra parte della porta apparì un uomo molto giovane, con i capelli castani.
E la tunica da prete.
E la mia mente dovette reprimere tutti i miei istinti adolescenziali legati agli ormoni.
Fu lui il primo a parlare.
- Perdonatemi, non avevo idea che fosse dall'altro lato della porta: si è spaventata?- mi chiese preocupato.
-Che gentile, che bella voce, è bellissimo...-iniziai a pensare.
- B-bè un pochino, ma non è colpa sua, sono una che si spaventa facile- ammisi sorridendo.
Lui sorrise di rimando e si avviò verso l'altare seguito dal mio sguardo.
Con la consapevolezza che se avessi continuato a sbavargli dietro, lui se ne sarebbe accorto, volsi lo sguardo altrove cercando di concentrarmi in qualcos'altro.
Pultroppo la cosa era molto difficile visto che sentivo la sua presenza.
- Se penso che stiamo respirando la stessa aria- sospirai.
- Se penso che una persona così da sbavv è un prete...- pensai rattristandomi.
Con il cuore che batteva a mille e il fiato corto spostai la testa dall'altra parte della colona per guardarlo.
Stava sistemando sull'altare gli strumenti necessari per la cerimonia.
Rapita da quei gesti non mi accorsi che nel frattempo le persone erano cominciate ad entrare, e alla fine, quando la chiesa fu piena lui se ne andò lasciando il posto ad un altro prete che iniziò la messa.
Da quel giorno andai ogni domenica a trovarlo(a guardarlo), sempre un po' in anticipo.
Un bel dì,(l'ennesima domenica), lui si avvicinò a me(e già con quel gesto il mio cuore perse 20 anni di vita)e mi chiese se potevo dargli una mano a sistemare i vari strumenti.
Fu così bello: vicini sull'altare che ci passavamo le cose e lui che i faceva vedere come metterne alcune.
Per tutto il tempo mi sentii come ipnotizzata: sentivo il mio corpo bruciare, e per un'attimo credetti che il mio cervello avesse fuso(probabile).
Il mio cuore continuava a battere così velocemente che pensavo di collassare e cadere stecchita davanti a lui.
Da allora lo aiuto sempre a sistemare ed è questo il motivo per cui mi piace andare in chiesa.
Comunque, smisi di saltellare, e mi fiondai nel mio armadio per cercare qualcosa da mettere: ne rimediai un paio di pantaloni grigi sfumati in bianco, nuovi di zecca, e una maglia viola a mezza maniche con scritto: “I love my Boy friend”. Sorrisi pensando a lui e me insieme.
Dopo una veloce ricontrollata allo specchio mi fiondai in cucina a prepararmi la colazione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Eccomi con un nuovo capitolo. Purtroppo nessuno a recensito quello precedente ): Perciò non ho idea di quello che pensiate di questa storia... Vale la pena continuarla? Ditemelo vi prego!!!

Scheda nuovi personaggi:
1)
-Nome: Beatrice detta Betty
-Età: 15
-Provenienza: Roma
-Aspetto: è un vero maschiaccio. Veste sempre con maglie e pantaloni larghi di colori scuri. Hai i capelli rossi che le arrivano poco più in sotto delle orecchie e due occhi di un verde quasi impossibile.
-Le cose che le piacciono: Picchiare i ragazzi e dar voce al suo forbito vocabolario ogni volta che ne ha l'occasione.
2)
-Nome: Chantal detta Conny
-Età:15
- Provenienza: parigi(si è trasferita a roma quano aveva pochi mesi di vita per il lavoro dei genitori)
-Aspetto: Capelli castani lunghi fino al sedere e occhi neri come la pece. Le piace vestirsi in modo colorato e indossare capellini rosa.
-Le cose che le piacciono: Spettegolare sugli altri e cambiare in continuazione lo stile del suo blog msn.

Capitolo 2:
Suonarono alla porta.
Ingogliai di fretta l'ultimo pezzo delle mie frittele e bevendo il latte andai ad aprire.
- Buongiorno- esclamai vedendo che erano Beatrice e Chantal, le mie due migliori amiche.
-Buongiorno- rispose sorridendo Conny.
- Cia'- fece Betty.
- Aspettate un momento torno subito- dissi loro prima di andare a prendere la felpa- Eccomi possiamo andare- annunciai dopo poco.
- Forza, sbrighiamoci, dobbiamo far cadere ai tuoi piedi il pretebello che ti piace tanto- mi incitò Conny prendendomi a braccietto.
- Si!!Andiamo a rimorchiare- esultò Betty spingendomi.
Questi erano i nostri buoni propositi quando andavamo in chiesa.
Ci avviammo velocemente verso San Pietro.

- o.0 - esclamai vedendo la porta della chiesa.
- Eh?- fecero Betty e Conny.
C'era lui... Era lì... Proprio lui.. Cavolo. Cavolo. Cavolo. Non avevo avuto tempo per sistemarmi. Mi seriva uno specchio.. Subito..
Mi girai in versione “Esorcista” verso Conny dicendole: “Dammi subito uno specchio....” Lei rimase sconvolta per un momento, poi aprì la sua borsetta alla Mary Poppins e ne tirò fuori uno, dicendo: “Sbrigati, sbrigati, che si sta per girare..”.
Con uno scatto felino agguantai lo specchio, ma mi cadde dalle mani quando sentii la sua voce:
- Buongiorno Alice- mi salutò avvicinandosi con il suo solito sorriso che mi faceva girare la testa- Ragazze-.
- B-buongiorno- esclamai io mentre conny soreggeva Betty che si era buttata per prendere lo specchio dicendo:- Nooo, la sfiga nooo!!!-.
- Buongiorno- fecero anche loro.
Abbassai lo sguardo imbarazzata e vidi che portava in mano 4 cestini per le offerte.
- Se vuole l'aiuto a portarli dentro- dissi indicandoli.
- Cambierebbe qualcosa se le dicessi che non ce n'è bisogno?- mi domandò già conoscendo la risposta.
Odiavo quando mi davano del lei mi faceva sentire vecchia, però se era lui a farlo non m'importava.
Io risposi scuotendo la testa.
- Lo immaginavo- mi disse dandomene due.
- Mi aspettate in fondo?- chiesi alle mie amiche.
- Ovvio- disse Betty.
- Come sempre- aggiunse Conny fecendomi l'occhiolino.
Come al solito la chiesa era deserta e illuminata dalla luce fioca delle candele.
- Allora, anche oggi mattiniera?- mi domandò lui cordiale.
- Già, mia madre mi ha svegliato presto^^- risposi sorridendo.
In effetti non era vero.
Gli avevo raccontato che mia madre mi chiamava presto la mattina, e visto che non sapevo cosa fare venivo in chiesa per aiutare.
Anche mia madre una volta mi aveva chiesto il prerchè della mia voglia di andare così presto e le avevo risposto che volevano che li aiutassi.
-Speriamo solo che non si conoscano mai-pensai.
Nel frattempo eravamo arrivati all'altare e appoggiai i due cestini.
Come sempre iniziammo a sistemare gli oggetti.
Lui ogni tanto si inchinava e si faceva il segno della crocie, io provavo ad imitarlo scatendando in lui dei sorrisi.
Chiacchierammo come sempre sul corso della settimana, delle mie interrogazioni, poi ad un certo punto mi disse.
-Il Papa si è ammalatto-.
Rimasi di stucco, ma poi credendo che volesse una risposta mi affrettai a dire. - Oh, ed è grave? Insomma non...- la parola morirà mi rimase in gola vedendo la sua espressione.
- E davvero tanto grave?- domandai mortificata.
Lui sospirò.
- Non riusciamo a capire cos'abbia, ha avuto diversi attacchi...- poi accorgendosi che si era fatto scappare troppe cose mi chiese se l'avrei detto a qualcuno.
- Certo che no, ha la mia parola- risposi accennando un sorriso.
- Spero che guarisca in fretta...- disse voltandosi a sistemare dei fiori- Nel caso della sua...- s'interruppe- Bè, non mi sento pronto a prendere il suo posto...- spiegò triste.
La masciella mi toccò terra dallo stupore.
Lui sarebbe diventato Papa?
Mi guardò e intuento quello che potevo aver capito aggiunse- Sono il Camerlengo, nel periodo della sede vacante tocca a me fare i lavori del Papa-.
Annui sospirando sollevata.
Finchè fosse stata un prete sarei potuta spretizzarlo facilmente, se fosse stato Papa non credo che ci sarei riuscita.
Ma sarei riuscita a Scarmerlenizzarlo?
Un grande punto di domanda mi conparve sopra la mia testa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Rieccomi con un nuovo capitolo^^
Nel 1 capitolo kiarina95 mi ha lasciato una recensione, ma non l'avevo vista perciò non ho risposto...SCUSA T_T Volevo dirti che mi fa piacere che questa storia di piaccia e l'ispirazione...bhe...durante l'ora di storia tutto è possibile^^
Bè, ti lascio al capitolo, e grazie ancora^^

Capitolo 3:
Il giorno dopo il Papa morì.
Poverino.
Assistei al suo funerale e quasi scoppiai a piangere vedendo il volto del Camerlengo sconvolto dalla tristezza.
Per fortuna che possedevo un grande autocontrollo sulle mie lacrime.
A fine funerale non riuscii ad avvicinarlo ma ci sorridemo tristi da lontano.
1 settimana dopo...
- Era a pezzii!!!!!- dissi buttandomi addosso alle mie amiche per l'ennessima volta gridando la stessa frase.
- Certo- disse Betty scansandomi- Radice di 20?-chiese.
- 4,4721359549- rispose Conny guardando la calcolatrice.
- Impossibile...- sussurrò Betty ricontrollando il problema.
Era martedì pomeriggio e tre ragazze(o meglio dire due) stavano cercando di risolvere un problema complicato di aritmetica.
Sbuffai accorgendomi di essere ignorata e iniziai a sorseggiare la mia spremuta d'arancia.
- I compiti non si fanno da soli- mi ricordarono insieme le mia due amiche.
- Lo so, lo so. Ma quel problema non può portare!- protestai.
- Perchè no?- mi chiese Conny.
- Perchè è IMPOSSIBILE, lo ha detto anche lei- mi lamentai inidicando Betty che faceva segno di si con la testa.
- A me porta- si gongolò Chantal.
- Cosa?- chiese Betty.
- Davvero?- dissi guardando, ma lei mi chiuse il quaderno con dentro le mie mani.
Le ritirai con gli occhi lacrimanti.
- Adesso ve lo spiego...- iniziò.
Sentii Betty che aveva abbandonato la testa contro il tavolo.
- L'amore è come la matematica- pensai- Non ci capisco niente!!!-


Nel frattempo Robert Langdon stava percorrendo San Pietro per raggiungere il Camerlengo e per parlare con lui dei quattro cardinali scomparsi e di una bomba che a mezzanotte, probabilmente, avrebbe raso al suolo il vaticano e una parte di Roma.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Sono di nuovo qui, con un'altro capitolo per voi^^
E sono taaanto felice:
ho ricevuto 2 recensioni^^
Certo sono poche, ma per me è taaanto importante sentirmi apprezzata!!
Grazie a Kiarin95 e Diavoletta93, sono commossa T_T
Va bè, adesso vi lascio alla lettura...
Graaaazie ancora!!!

Capitolo 4:
La chiesa ancora non aveva un Papa.
Questo voleva dire che non avrei potuto vedere Carlo, perchè troppo impegnato.
Già, Carlo.
Non lo vedevo da un sacco di tempo.
Chissa come stava?Si era ripreso?
Sospirai, triste.
A breve sarebbe cominciato il conclave, lo dicevano su tutti i canali.
Magari se fossi andata ad aspettare la fumata bianca l'avrei visto.
Senza attendere neanche un minuto composi il numero di Conny.
- Pronto, chi è?- domandò una voce squillante al telefono.
- Ciao Conny, come stai? Spero bene^^Te l'ho mai detto che ti adoro??- iniziai.
- Cosa ti serve?- mi chiese ridendo.
- Mi accompagni a vedere il nuovo Papa??-.
- Sicura che vuoi vedere il Papa?- mi domandò.
Stava ghignando, me lo sentivo.
- Dai ti preeego!!!- la supplicai.
- Va ben—iniziò, ma venne interrotta da me.
- Evviva, TI ADORO!!! Ci vediamo nella piazza di San Pietro, avvisa anche Betty!!!-.
- O-ok. Ciao- disse.
- Ciaooooo^^-.
E chiusi il cellulare.
Mi pettinai i capelli e indossai una canotta lilla con sopra un gillet di jeans e dei pantaloni neri.
Uscii facendo una giravolta su me stessa.
Avevo lo stomaco sotto sopra, il cuore che batteva a mille ed ero al settimo cielo.
Forse oggi avrei potuto rivedere il Camerlengo!
Mi avviai per le strade di roma più raggiante che mai.
La mia andatura era veloce, per poco mi trattenevo dal correre.
- Alice, stai calma. Se corri ti spettini e lui non ti guarderà neanche- mi dicevo.
Arrivai dopo poco davanti castel sant'angelo.
La mia casa distava un po' da San Pietro e perciò per arrivarci dovevo passare di li.
Non mi fermai nenche a guardarmi intorno, ma procedevo sicura verso il mio obbiettivo.
Ad un certo punto un lamento straziante mi bloccò.
Mi voltai di scatto per vedere da dove veniva.
Rimasi scioccata.
Un uomo, stava trascinando un signor anzano dentro una chiese, strattonandolo e picchiandolo.
Un momento.
Quello era uno dei preferiti!!
Si, non c'erano dubbi, l'avevo visto al funerale del Papa.
Non potendo stare li senza far niente mi avvicinai a loro urlando.
- Che cosa stai facendo?!? Lo lasci immediatamente!!!-.
- No-o...- sentii sussurrare l'uomo- scappa!!!-.
Mi persi un momento a guardare i suoi occhi pieni di dolore e quella distrazione mi costò caro.
Non appena sollevai lo sguardo verso il rapitore lui mi stava puntando una pistola addosso.
- Oh...cavolo!- pensai guardando l'arma da fuoco puntata contro la mia fronte.
- Che peccato...-sospirò- E che spreco...- aggiunse guardandomi il petto.
- C***o guardi, porco!!!!!- gli urlai contro.
Già, a volte il linguaggio di Betty influenzava anche me.
- Ma che bel caratterino, quasi mi dispiace ucciderti...- ammise caricando la pisola.
Deglutii.
Era arrivata la fine?
Tra poco ci sarebbe stato un'altro funerale...
Non ero riuscita a incontrare il Camerlengo e le mie amiche mi stavano aspettando.
Chissà cosa avrebbero fatto non vedendomi arrivare?
Sarebbero venute a cercarmi?
Speriamo di no.
- Non mi fai paura- dissi rendendo la mia voce più ferma possibile.
Strinsi le mani, in modo da fermare il loro tremolio.
Avevo voglia di piangere, urlare e scappare, ma il mio orgoglio non mi permetteva di lasciare quel povero vecchio nelle mani di un pazzo.
Vidi l'uomo abbassare l'arma e sospirai di sollievo.
Non mi ero accorta, ma stavo trattenendo il respiro.
Lasciò cadere il suo prigionero a terra che, legato com'era, aveva poche possibilità di fuggire.
Iniziò ad avvicinarsi a me.
Cosa aveva in mente di fare?
Mi guardai con la coda dell'occhio intorno.
Possibile che a quell'ora non ci fosse nessuno?
Erano andati a vedere il Papa?
Che sfiga che avevo...
Indurii lo sguardo, cercando di sembrare il più minacciosa possibile.
- Sei brava a nascondere la tua paura, ragazzina- mi disse.
Rabbrividì.
La sua voce era inquietante.
- Io.Non.Ho.Paura- scandii.
Lui ghignò e continuò ad avvicinarsi.
- Non dovresti immischiarti in cose più grandi di te, ma ormai è troppo tardi, e tu non puoi tornare indietro- continuò- Che peccato sprecare così una simile bellezza- mi disse provando a sfiorarmi la guancia.
Io la schiaffeggiai via e indietreggiai di qualche passo.
Iniziò a ridere in modo sadico.
- Addio ragazzina- poi si avvicinò a me con un gesto rapido.
Buio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ecco il nuovo capitolo^^
Grazie a Kiarina95 che mi recensisce sempre, spero che questo cpitolo(anche se un po' corto) ti piiaccia^^
Bè non so cos'altro dire vi lascio la chappy:
Ciaoooo!!

Dolore.
La testa mi scoppiava.
Sentivo un liquido denso e caldo scendere fino al collo.
Ero morta?
No, non era possibile.
Sentivo di essere a contatto contro qualcosa di duro e freddo.
Le braccia mi bruciavano come se fossero state tutte tagliuzzate.
Inoltre la schiena era parecchio indolenziata.
Provai ad aprire gli occhi, ma l'oscurità mi avvolgeva.
Ero all'Inferno?
Con tutte le volte che ero andata in chiesa?
- Che fregatura...- pensai.
A poco a poco i miei occhi si abituarono al buoio e riuscii a guardarmi intorno.
Ero in una cella.
Di fianco a me ce n'erano altre. E in ognuna di esse c'era uno dei preferiti.
Stavano pregando.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi.
Avevo paura. Dannatamente paura. Ero terrorizzata.
Cercai di ricacciarle indietro.
Respirai a fondo più volte cercando di calmarmi.
Alla fine, aiutandomi con una mano mi sollevai in piedi.
Il mio sguardo cadde sulla maglia.
Sangue. Il mio sangue.
Mi toccai la testa e un dolore lancinante mi invase.
Bè, era un buon segno non aver vomitato, voleva dire che non era un trauma cranico.
Mi aveva colpito alla testa ed io ero svenuta.
Ecco come era andata, non mi aveva uccisa.
Pensai per quali orribili motivi avesse osato lasciarmi viva.
Rabrividii.
Cacciai questi pensieri dalla testa e mi guardai intorno.
Del rapitore nessuna traccia.
- Dove sei brutto bastardo!- dissi strincendo le sbarre della mia prigione.
- Se ne è andato poco fa- mi disse il mio vicino.
Lo riconobbi.
Era quello che avevo tentato di salvare.
- P-perchè siamo qui?- chiesi.
- Ci ucciderà tutti- sussurrò un'altro.
-Positivi...-pensai.
- Dio ci proteggerà- esclamò un'altro.
E riniziarono a pregare.
- Certo, senza alcun dubbio.- pensai- Dov'era Dio quando quel pazzo vi stava rapendo?-.
Ma decisi di stare zitta.
Infondo ero anch'io nella loro stessa situazione.
Guardai le sbarre e provai ad infilarmici in mezzo.
Purtroppo la testa non passava.
- E che cavolo- imprecai.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ecco il nuovo capitolo^^
Come sempre ringrazio kiarina95: mi fa piacere che la mia storia riesca ad emozionarti tanto, questo è uno degli ultimi capitoli, spero che ti piaccia^^
Bene, vi lascio alla lettura:
Baciiiii^^

Capitolo 6:
No, non c'era modo per uscire da quella cella.
Perciò mi sedetti per terra e aspettai.
Il tempo passava.
Venti minuti. Tre quarti d'ora. Un'ora.
Contavo mentalmente.
Finalmente proprio quando stavo iniziando a perdere la speranda sentii dei passi.
Ma erano di due persone.
Poi sentii la sua voce.
Una voce che non avrei scambiato per nessun'altra.
Una voce che conoscevo fin troppo bene.
In qual momento il mio cuore si spaccò in due.
-Dov'è?- chiese Carlo.
-Quà- rispise il rapitore.
Mi stendei a terra in posizione fetale, cercando di sembrare ancora svenuta.
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi.
- Non devo piangere!!!- mi urlai in testa.
Non avevo mai provato una senzazione così dolorosa.
Il camerlengo, il mio Carlo, collaborava con il rapitore.
- Ecco- disse la voce sadica.
Sentii gli occhi del Camerlengo su di me e mi sforzai di non rabbrividire.
Certo, fu difficile.
Il mio auto-controllo stava cedendo.
Ero a pezzi.
- Non ucciderla- disse all'uomo.
Avrei provato solievo in un'altra situazione, ma in quel momento desideravo solo troppi pensieri mi stavano vorticando in testa.
La verità mi era stata sbattuta in faccia con la violenza di uno schiaffo.
L'uomo che amavo, che credevo buono e gentile, collaboravo con un pazzo per chissà quale oscuro motivo.
Sinceramente non m'importava nemmeno il perchè.
- E' un bel bocconcino- disse ghignando il rapitore.
- Non provare a toccarla!- ordinò il Camerlengo con la voce alterata- O di addio a tutti i tuoi soldi!-.
Mai l'avevo sentito parlare così.
Che glie ne importasse qualcosa di me?
Bah, ci credo poco.
Sbirciai con un occhi da un buco tra i miei capelli.
Vidi il sorriso del maniaco affievolirsi e trasfosmarsi in una smorfia.
Sussurrò “Va bene, come vuole”.
Avrebbe mantenuto la sua parola?
Sentìì i quattro preferiti suppliare carlo e chiedergli il perchè di quello che aveva fatto.
Lui non rispose, ma se ne andò.
Sentii un tonfo e un tavolino che si ribaltava.
Probabilmente quel pazzo aveva dato un calcio sul mobile.
Ghignai.
- A quando pare non è andata come volevi- dissi maligna.
Non mi faceva più paura, perchè sapevo che se mi avesse torto un solo capello il mio Carlo glie l'avrebbe fatta pagare.
O almeno speravo fosse così.
Si, stavo decisamente delirando per pensare una cosa simile.
- Taci stupida ragazzina- mi urlò sedendosi.
Io mi avvicinai gingillante alla rete.
- Cosa intendi fare con me?- gli chiesi minacciosa- Sbaglio o Carlo ti ha detto che non puoi ne uccidermi, ne toccarmi?-.
La sua espressione diventò furente, ma poi subito si rilasso.
Si girò da un lato con un sorriso distorto che gli sfigurava il viso.
- Hai detto bene, bimba, mi ha detto di non toccarti e di non ucciderti, tuttavia...- disse ridendo- Posso sempre spararti- E mi puntò una pistola contro.
La stessa che aveva usato prima.
- Mi uccideresti- dissi sarcastica.
Iniziavo a sudare freddo.
E se non avesse mantenuto quello che aveva detto?
- No, non ti ucciderà, ma ti aiuterà a tacere-.
Così dicendo puntò la pistola contro il mio ginocchio e sparò.
Riusccii a spostarmi di lato e la pallottola mi colpi di striscio.
Sentii la pelle strapparsi.
Lanciai un urlo straziante e mi accascaiai a terra.
La gamba e le mani mi tremavano.
- Ti è passata la voglia di punzacchiarmi?- mi chiese lui.
Strinsi le mani nella ferita cercando di bloccare il flusso del sangue.
Nonostante il proiettile non avesse causato molti danni ne perdevo abbastanza.
- Stai zitto, così morirò comunque- rantolai.
- Ma io ho rispettato i patti e poi cosa glie ne può importare al Camerlengo di una stupida ragazzina?- rise lui- Adesso scusami, ma è arrivata l'ora- e se ne andò in un'altra stanza a fare chissà cosa.
Ormai le mie mani erano sporche di sangue, io iniziavo ad avere la nausea e mi girava la testa.
Si, fra poco sarei svenuta.
Per cercare di rallentare la mia morte, mi strappai un pezzo del gillet e lo legai stretto alla gamba.
Di sicuro, con la fortuna che avevo, l'avrei persa.
Pensai a come poteva essere il mio futuro sulla sedia a rotelle.
Intanto tutto si fece nero.
L'ultima cosa che percepii furono dei passi, l'aprirsi della cella poco lontana da me, e un'urlo disumano.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Scusate il ridardo del capitolo, ma ieri ho comprato un nuovo computer e ho dovuto trasferire tutto U_U sorry!!!
Diavoletta93: stai tranquilla non importa, mica sei obbligata a recensire^^ comunque grazie per il consiglio, hai ragione questa ficcy è carente di descrizioni, ma pultroppo questa è una delle cose in cui non sono brava...Bè io ci proverò a migliorarmi^^
Kiarina95: Mi dispiace tanto di lasciarti sempre in ansia, ma quest'ultimi capitolo sono così!! Oggi il tuo "Robby" sarà presente nella ficcy^^

Capitolo 7:
Alle 23:00 pecise il Cardinale Aldo Baggia venne scaraventato nella fontana.
Robert di precipitò immediatamente in acqua, ma i pesi con cui avevano legato l'ultimo dei preferiti rimasti erano troppo pesanti.
Robert non sarebbe riuscito a tirarlo su da solo.
Risalii in superfice e iniziò a chiedere aiuto.
Non dovette aspettare molto.
La gente si tuffò nella fontana e tutti insieme riuscirono a riportarlo fuori.
Robert immediatamente chiese al vecchio il luogo dove lo tenevano prigioniero.
- Castel-rantolo- Sant'Angelo-.
Ma prima che il professore si alzò il cardinale gli prese la mano.
- Salval l-a- iniziò a dire interrotto dal respiro affannoso- Salvi la ragazza, le hanno sparato...-


Silenzio assoluto.
Solo il mio respiro rompeva quella quiete.
Gia, respiravo ancora.
Questo voleva dire che non ero morta.
Nonostante tutto il sangue che avevo perso.
La ferita mi face malissimo quando provai ad alzarmi.
Perciò rimasi stesa a terra.
Guardai in avanti: le celle erano vuote.
Li aveva uccisi tutti.
Un singhiozzò mi smorzò il fiato.
Erano...tutti...morti...
Iniziai a piangere, oggi ne avevo sopportate fin troppe.
Le lacrime mi rigavano le guancie fino a cadere per terra.
- Pln...plin- facevano.
Iniziai a piangere disperata e urlai a squarcigola.
- Perché?!?- singhiozzai- Perchè mi hai lasciata viva?!?-. :
Nessuna risposa.
Cosa potevo aspettarmi?
- Carlo- gemetti- Dove sei?Aiutamii, ti prego, sto male- dissi- Malissimo...-.
Mi chiesi il motivo per il quale volessi il suo aiuto.
Anche lui aveva partecipato alla morte dei cardinali.
- Sempre se siano morti- disse una voce nella mia testa.
- E dove vuoi che siano?!?- parlavo da sola- Le ho sentite quelle urala- dissi.
Continuai ad urlare, a lamentarmi fino a quando non esaurii tutte le lacrime.
Adesso mi limitavo a singhiozzare.
Chissà per quanto tempo ero rimasta svenuta?
Avrei potuto impedire la morte dei preferiti?
E' tutta colpa mia.
Sbattei un pugno a terra.
- Maledizione- urlai.
Prima che potessi sferrare un'altro pugno sentii delle voci che parlavano.
Erano confuse, non riuscivo a sentirle bene.
Forse era colpa della testa che ancora girava.
- Chi, chi c'è?- urlai. :
Chi poteva essere, se non quello s*****o di un'assassino?
Aspettai di vederlo spuntare da un momento all'altro, ma non fu così.
Al suo posto c'erano due persone: un uomo e un donna.
Anche loro collaboravano con lui?
- Chi siete?- gemetti- Dov'è lui?-.
Le mani mi tremavano.
- Oddio- esclamò lei vedendomi tutta insanguinata.
- Aspetta che ti tiriamo fuori- disse l'uomo.
Insieme forzarona la serratura.
Dopo svariati tentativi, con un cigolio sinistro si apprii.
D'istinto mi allontanai da loro e rotolai nell'angolo più buio.
Che ne sapevo che non stavano mentendo?
E se l'assassino avesse chiesto a loro i uccidermi pechè lui non poteva.
- No, non ti preocupare- disse la donna-Siamo qui per aiutarti-.
Tipica frase.
- State lontani da me!- urlai.
- Non fare così...-iniziò la donna.
- Devi sbrigarti o quel pazzo ucciderà il Camerlengo- disse burbero il suo compagno.
Cosa?
Uccidere il Camerlengo?
Per quale motivo, infondo lavorava per lui, no?
O era come in uno di quei film dove alla fine, dopo aver ritirato i soldi, l'assassino uccide chi glie li ha dati?
Senza pensarci un attima mi tirai in piedi come per voler iniziare a correre gridando.
- Nooo, Carlo!-.
Purtroppo il dolore alla gamba era troppo forte e sarei caduta a terra se non mi avessero sorretto.
- Conosci il Camerlengo?- mi chiesero insieme.
- Bè, ogni tanto lo incontro a messa.- ammisi abbassando lo sguardo.
-Ma, cosa sto facendo Carlo è in pericolo!!!!- pensai.
- Dobbiamo salvarlo, sbrighiamoci vi prego, non credo di riuscire a sopportare anche la sua morte- sussurrai.
L'uomo mi prese fra le braccia.
- Io mi chiamo Victoria e lui è Robert Langdon- presentò mentre camminavamo- Abbiamo aiutato la guardia svizzera a investigare su questo caso, tu ti chiami Alice vero?- mi chiese la donna dolcemente.
Io annui.
- Come fate a saperlo?- domandai.
- Le tue amiche sono corse dentro San Pietro come due matte, scavalcando le guardie svizzare, fino a che non hanno trovato il camerlengo- sorrise Robert- Poi gli hanno praticamente urlato in faccia che tu eri scomparsa mentre le raggiungeva in chiesa-.:
Soffocai una risatina.
Come avrei fatto senza di loro? :
- Stanno bene vero?- chiesi preocupata.
- Si- risposero- Ma sono molto in ansia- poi si interruppero ridendo.
- La ragazzina con i capelli corti- iniziò a dire Victoria- Non sai quante parole a sparato dentro la chiesa, l'hanno dovuta far uscire-.
Risi anch'io, ma poi m'interruppi.
- Riusciremo a salvare Carlo?- domandai supplichevole.
I due si gruardarono.
- Faremo il possibile- dissero.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ecco il nuovo chappy^^
Ringrazio, come sempre, Diavoletta93 e Kiarina95 per i complimenti che mi fanno: grazie di cuore^^
Ora vi lascio alla lettura^^

Capitolo 8:
C'era un passaggio che collegava Castel S'Antangelo a San Pietro.
Ma la porta era chiusa.
Gridammo per cinque minuti buoni prima che qualcuno venne ad aprirci.
Subito Langdon chiese dove si trovasse il Camerlengo dicendo che era in grande pericolo.
Fece per lasciarmi nelle mani(nel vero senso della parola) della guardia svizzera, ma io glie lo impedii.
- No, ti prego, voglio vedere come sta-.
E credo che in quel momento i due intuirono il motivo per cui mi stava tanto a cuore Carlo.
Io lo amavo.
E non mi importava se fosse un complice dell'assassino.
L'amavo e basta e niente l'avrebbe potuto impedire.
Corremmo (io mi limitai a zoppicare velocemente) verso una grande porta che aprirono con una sparo.
All'interno c'era Carlo.
- E' stato lui!- ci disse indicando un uomo davanti a se.
Lui era disteso a terra, poco più avanti un ferro incandescente.
Sospirai di sollievo vedendolo vivo, ma qualcosa non mi tornava.
Quell'uomo era un'altro complice dell'assassino?
Cominciavo a non capirci più niente.
Mentre ero persa in questi pensieri un signore entrò per aggredire l'uomo che aveva marchiato il Camerlengo, ma spararono a tutti e due.
Poi tutti si girarono verso di me, per paura di avermi scioccata.
Anche Carlo si accorse di me e mi guardò stupito la gamba.
Arrossii leggermente, ma dubitavo che si fossero accorti con tutto il sangue che avevo in faccia.
- Che c'è?- domandai a tutti- Credete che dopo tutto quello che ho passato mi possa sconvolgere una sparatoria? Aiutate il Camerlengo invece di pensare a me- dissi.
Subito si resero conto che avevo ragione e iniziarono a medicarlo mentre io rimasi seduta sullo stipide della porta a guardarlo.
Dei ciuffi di capelli gli ricadevano davanti agli occhi e lo rendevo ancora più bello.
Anche lui mi guardava, ma forse più che altro era preocupato che avessi detto qualcosa.
Victoria si avvicinò a me.
- Visto alla fine ci siamo riusciti- disse facendomi l'occhiolino- Adesso però devi andare a farti medicare quella ferita- e mi aiutò ad alzarmi.
Una guardia con l'ordine di portarmi in ospedale mi prese in braccio.
Mentre ci allontanavamo mi girai per guardare Carlo.
Si era già rimesso in piedi e sembrava che si stava dirigendo con i miei “salvatori”in un posto molto importante dalla sua velocità.
Il corridoio della chiesa sembrava non giungere mai alla fine.
- Quanto sangue hai perso?- mi chiese inespressiva la guardia.
Non sembrava neanche una domanda dalla intonazione.
E poi mica mi ero messa a contare gocciolina per gocciolina quello che ne era uscito da quella maledetta ferita.
- Abbastanza- risposi imitando il suo tono di voce.
Da quel momento nessun'altro parlò.
Si sentiva il rumore dei suoi passi rieccheggiare sul pavimento.
Ad un tratto se ne aggiunsero anche altri e sembravano molto veloci.
- Monsignore si fermi- urlò una guardia.
- L'antimateria esploderà, la ucciderà- disse victoria.
Uccidere?
Antimateria?
Esplodere?
Il camerlengo non accennava a fermarsi, e puntava dritto verso l'uscita della chiesa.
Anche la guardia che mi tenava in braccio iniziò a corrergli dietro e quel movimento sballonzolante non aiutava il mio stomaco con la nausa che avevo.
Fuori dalla chiesa era ancora pieno di gente.
Probabilmente non era ancora stato eletto il Papa.
Che cosa strana.
Vidi il Camerlengo farsi strada tra la folla mentre alcune persone fuggivano gridando che aveva una bomba.
Quando Carlo salì sull'elicottero mi fu chiaro che cosa voleva fare.
Ossia salire il più in alto possibile prima dell'esplosione della bomba.
Voleva suicidarsi per salvare Roma.
- Nooo- volevo gridare- Fermati, non farlo!- , ma un singhiozzo soffocò le mie parole.
Piano piano, le pale dell'elicottero iniziarono a girare.
Mentre saliva in alto lui mi guardò.
Mi vide piangere, piangere per lui.
Il suo sguardo si fece carico di disperazione, ma mi sorrise.
Era un sorriso dolce, come solo lui sapeva fare.
Lo imitai, ma su di me era poco convincente.
Stavo piangendo a dirotto.
Continuammo a guardarci fino a che non fu troppo in alto.
- Ti amo- sussurrai.
L'avevo detto così piano che neanche la guardia che mi teneva l'aveva udito.
-Alice?- sentii dire a Victoria mentre si stava avvicinando con Langdon.
Io non risposi e non mi girai a guardarli.
Guardavo il cielo e piangevo.
Aspettavo di sentire da un momento all'altro il suono dell'esplosione, anche se speravo che non ci fosse.
- Oh, Alice...-continuò ancora Victoria con una lacrima che le rigava il volto.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Scusate se ci ho messo tanto postare il capitolo, ma questo ancora non l'avevo scritto!! Grazie a kiarina95:questo è il penultimo capitolo, se non spunta qualche altra idea nella mia mente malata.
Il prossimo putroppo penso che si farà attendere perchè mi sono bloccata a metà...non so più cosa scrivere!!
Non vorrei che il camerlengo facesse una brutta fine, però...insomma BOH!!Mi arrangerò, adesso vi lascio al chappy, baci^^

Capitolo 9:
Ad un tratto vidi qualcosa comparire nel cielo.
Ma era difficile capirlo dato l'oscurità.
Aguzzai a vista e il mio cuore perse un battito.
Era Carlo.
Esultai di gioia.
- Guardate è lui!- esclamai- E' vivo!-.
Purtroppo quella era la mia giornata sfortunata e non potevo neanche sognarmi di essere felice per più di due secondi.
Un boato fortissimo.
Una luce pazzesca.
Carlo che veniva spinto via dall'onda d'urto.
Io che cadevo per terra.
Il dolore.
La gente che urlava.
E poi il nulla.
Quando la terra smise di tremare alzai lo sguardo e vidi la gente che pian piano si alzava, ancora traumatizzata dallo spavento.
Ma lui dov'era?
Carlo era sopravvissuto?
Mi alzai in piedi soffocando un gemito.
Dovevo trovarlo.
- Guardate!- urlò qualcuno.
Seguii il suo dito e notai la sagoma di Carlo che veniva trasportato dal paracadute.
Sembrava morto.
- No!- gridai.
E andai verso la zona dove sarebbe precipitato.
Correvo e la gamba mi faceva male.
Ma non me ne importava.
Spingevo via la gente che mi intralciava spingevo via gli oggetti che mi finivano in mezzo ai piedi.
E poi arrivai.
Il camerlengo giaceva disteso di fianco ad una colonna.
Sembrava che non respirasse.
Le mani e il viso erano pieni di tagli.
Doveva essere stato sbattuto contro i palazzi.
Mi inginocchiai di fianco a lui e gli presi la mano.
Batteva.
Il polso batteva.
- E' vivo!- urlai felice in modo che tutti potessero sentirmi.
Poco dopo lo vidi stringere gli occhi per poi aprirli.
Si guardò in torno confuso poi ci guardammo.
- Sei vivo...- mormorai ancora con gli occhi che luccicavano.
- Si...- sussurrò lui.
Intorno a noi si levò un applauso.
Lo aiutavano a rimettersi in piedi, mentre Langdon mi prendeva in braccio.
Ormai per me era diventata un’abitudine stare in braccio alla gente.
- Ti fa male?- mi chiese.
- Non immagini quanto- sussurrai stringendo i denti.
- Sfido io, ti sei fatta di corsa tutta piazza san pietro- disse Victoria.


Poco dopo mi ritrovavo seduta sopra una barella di un ospedale a farmi mettere i punti.
Di fianco a me il Camerlengo veniva medicato.
- Mi scusi- disse l'infermiera dopo avermi toccato un po' troppo forte.
- Non fa niente- la tranquillizzai.
Infondo, dopo tutto quello che avevo passato avevo imparato a sopportare il dolore.
Mi voltai.
Possibile che non ci fosse un momento nel quale Carlo non fosse meraviglioso?
Sorrisi, e mi girai per vedere mentre mi fasciavano la gamba.
Quando ebbero finito mi dissero che avrebbero avvisato mia madre.
Appena di voltò mi misi in piedi e raggiunsi Langdon e Victoria.
- ehy- feci quando li vidi.
Mi guardarono come se fossi chissà che cosa.
- Tu la vuoi proprio perdere quella gamba, eh?- mi chiese Robert ironico.
- Non la devi sforzare- disse Victoria mentre mi faceva sedere.
- Non preocupatevi, sono forte io- li tranquillizzai.
Segui un'attimo i silenzio.
- Ecco volevo sapere...- chiesi guardandomi le mani- I cardinali sono tutti morti vero?-.
I due sobbalzarono.
- Veramente...- iniziò Vittoria.
- Il cardinale Aldo Baggia è sopravvissuto- spiegò robert.
- Ah...- sospirai.
Almeno uno…
Poi venni colta da un'illuminazione.
- Che cos'era quella bomba?- chiesi.
Vittoria si fece cupa, ma poi iniziò a spiegarmi dell’antimateria e degli illuminati.

- Wow- dissi alla fine del racconto- Che casino-.
- Già- risposero in coro.
- ALICE!!!!!!- gridarono due voci a me conosciute.
- Oh, ciao!- risposi guardando le mie amiche.
Mi si buttarono tra le braccia.
- Oh, ma guarda come ti ha ridotto- pianse conny.
- Glie spacco il c*** a quello s******- aggiunse Betty.
- ALICE!- sentii gridare mia madre severa.
Io la guardai spaventata da dietro le spalle delle mie amiche.
Il suo sguardo si fece tenero.
- Sei viva...- sospirò.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Eccomi l'ispirazione è tornata e questo non è l'ultimo capitolo!!!
Grazie a kiarina95, ti lascio al chappy adesso...baci^^
Capitolo 10:
L'aria fresca mi accarezzava il viso scompigliandomi i capelli.
Era così bello potersi godere finalmente un po' di pace...
Dopo l'arrivo di mia madre la polizia aveva incominciato a farmi domande a rotta di collo...
Quando finalmente la polizia decise che con me poteva bastare ero sgusciata via nel terrazzo.
Probabilmente erano passati dieci minuti da quando me n'ero andata.
Mi stiracchiai le braccia e appoggiai la testa sul parapetto.
Mi brontolava lo stomaco.
Da quanto tempo non mangiavo?
Mistero...
Inclinai la testa di lato: sembrava passato un'eternità da quando avevo incontrato quell'assassino.
Pensare a lui, mi faceva ancora un po' di paura...
Ma non era quella la cosa che mi preoccupava di più...
La domanda che mi vorticava in testa era: dico o non dico di Carlo?
La mia testa mi diceva che avrei dovuto confessare tutto alla polizia e dimenticarmi di lui...
Il mio cuore invece mi diceva di stare zitta e continuare come se non fosse successo niente...
-Oddio...- sussurrai accorgendomi del dilemma che mi assillava.
Ragione e cuore.
Gli stessi motivi che avevano causato tutto quello che era successo oggi...
Che avrei dovuto scegliere io?
Sbuffai...io odiavo scegliere...
Di solito se non sapevo cosa prendere tra una maglia viola e dei pantaloni neri compravo tutti e due, per non riavere ripensamenti.
Ma, adesso, era un po' diverso.
Si palava di un uomo.
Ovvero, l'uomo che amavo alias l'uomo che aveva chiesto ad un assassino di uccidere i preferiti...
In quel momento la porta si aprii facendomi sobbalzare.
Mi voltai e il mio cuore perse un battito.
Eccolo...l'uomo che riempiva i miei pensieri.
- Ciao...- feci io con il fiato corto.
- Buonasera- disse lui.
Mi sentii avvampare e ritornai a guardare il cielo.
- Mai dare le spalle al nemico...- mi disse la mia coscienza.
- Non mi farà del male...- sussurrai.
Non aveva proprio senso che mi uccidesse ora, insomma...aveva avuto un sacco di possibilità di farlo oggi.
- Come si sente?- mi chiese avvicinandosi alla ringhiera.
- Bene, la gamba ormai non mi fa più male...- risposi con le tempie che mi bruciavano- Lei?- chiesi.
- Sono un po' acciaccato ma non mi lamento...- disse ridendo.
Gli sorrisi.
Non riuscivo a capacitarmi che un uomo tanto dolce come lui potesse fare una cosa del genere.
Ci fermammo tutti e due a guardare le macchine che passavano nella strada sotto di noi.
Sentivo il mio cuore che batteva.
-Un momento!-pensai- Probabilmente non era lui insieme al rapitore, con la botta in testa che avevo preso, di sicuro mi ero immaginata tutto!-.
Sapevo che infondo in fondo anche io pensavo che questo mia ragionamento non stava su, ma mi piaceva crederci.
Mi schiarii la gola.
-Allora, il nuovo Papa non è ancora stato scelto?- domandai tanto per tirar fuori un argomento di cui parlare.
-Non ancora purtroppo, ma sarà questione di poco- spiegò – Però…- iniziò.
-Però?- chiesi curiosa guardandolo.
-Però sembrerebbe che…- s’interruppe- mi hanno chiesto di rientrare in Vaticano per incoronarmi Papa- fini.
-C****!!!- pensai.
Sorrisi cercando di ripetermi la frase”Bisogna essere felici, se la persona che si ama è felice!”.
-Wow, ma è meraviglioso- dissi- Avremo un Papa giovane per la prima volta-.
Sorrise anche lui.
-C****, c****,c**** e m****- continuavo a pensare.
Stavo per prendere a testate la ringhiera quando lui iniziò a parlare. -Lo sai, già da quando ero piccolo sognavo di entrare a far parte della Chiesa…- mi raccontò guardando il cielo.
-Fantastico…- pensai ironica.
-Perciò io non ho mai…non ho mai…- iniziò stringendo il parapetto.
-Non ha mai?- chiesi.
-Pensato ad una ragazza…- mormorò.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ecco il nuovo capitolo^^
Premetto che è la prima volta che provo a descrivere una scena romantica, perciò il risultato non è dei migliori...
Grazie come sempre a kiarina95, buona lettura!!

Capitolo 11:
Il cuore mi batteva a mille.
Dove voleva arrivare?
Avrei tanto voluto chiederglielo, ma purtroppo avevo paura che le mie corde vocali si fossero paralizzate.
-Però da quando sei arrivata tu…- continuò con mio grandissimo stupore(non mi aveva dato del “Lei”)- Tu, sei così allegra, così piena di voglia di vivere, così, così…speciale…-.
Ok, stavo per svenire…
-Da quando ti ho conosciuta sei sempre nei miei pensieri e ho pensato e ripensato a ai sentimenti che provo per te, cercando di togliermi l’idea che fosse…amore…- aggiunse guardandosi le mani.
Il respiro stava venendo a mancarmi...
Non posso sopportare così tante cose in una volta sola… il mio cuore non regge…
-Però io non potevo amarti…è sbagliato…- continuò- Mi accontentavo si starti vicino...però adesso…-.
-Ma oggi una frase completa no, eh?- pensò la mia coscienza.
- Se io divento Papa…non potremo più vederci…- sospirò.
- Mi faccio suora se vuoi!!- stavo per dirgli, ma lui mi fissò.
Con gli stessi occhi con cui mi aveva guardata quando stava salendo sull’elicottero.
Sentii le guancie infiammarsi mentre lui si avvicinava a me.
Di più…di più…sempre di più, fino a quando non arrivò ad un centimetro dalla mia bocca.
I nostri nasi si sfioravano e io sentivo il suo respiro su di me…
-C**** è meno di un cenimetro, baciami!baciami!- urlavo dentro di me.
Lui mi cinse la vita e mi tirò a se, annullando la distanza tra di noi.
Il mio cuore fece una capriola e stavo per mettermi a saltare di gioia se non fossi stata attaccata a lui.
Le sue labbra sulle mie…
Era un bacio dolce e casto…
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ai sentimenti che mi persuadevano.
Chissene importava se lui stava per diventare Papa!!!
Avevo i brividi, ma contemporaneamente stavo andando a fuoco.
Gli misi le mani sulle spalle e lui approfondii il bacio.
Le sue labbra di muovevano lente e insicure sulle mie.
Aria, avevo bisogno di aria, ma non volevo lasciarlo andare, a costo di morire asfissiata!
Già, quella sarebbe stata una bella morte…
Mentre già mi immaginavo i titoli sul giornale”Ragazzina muore asfissiata durante il suo primo bacio” qualcuno bussò alla porta del terrazzo.
Come se ci fossimo scottati io e Carlo ci separammo.
-Monsignore è qui dentro? – chiese una voce.
-Ehm…si…- rispose lui con il fiato corto.
Di sicuro non sarei stata l’unica a morire asfissiata.
Dalla porta entrò una guardia svizzera.
Io intanto continuavo a tenere lo sguardo basso per la vergogna.
-La devo portare al Vaticano- continuò la guardia.
-Ah, si andaimo- rispose Carlo avviandosi.
-Allora…- mi disse – Ciao…-
-Ciao…- risposi.
Lo seguii con lo sguardo fino a quando non sparii dietro la porta.
Sopirai e mi toccai le labbra: quello era stato il mio primo vero bacio…

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Eccomi con un nuovo capitolo!
Mi dispiace per aveci messo così tanto ma tra feste, festine e festette non ho avuto neanche un'attimo di tempo!! Intoltre questo capitolo mi è venuto particolarmente male(causa depressione per l'inizio della scuola), perciò cercherò di postare il più presto possibile^^
Kiarina95: Anche le mie migliori amiche( alias betty e conny nella fiction) mi hanno detto così!! Comunque si, la mia mente malata ha partorito qualche altra idea^^
Diavoletta93:Anche io scrivendo mi sono immaginata di me con camerlengo, ma probabilmente io sarei morta d'infarto solo quando si era dichiarato xDxD^^ Grazie per i complimenti^^
Inoltre ringrazio anche miss_cullen90 che mi ha aggiunto hai preferiti^^
Ah, quasi dimenticavo, auguro a tutti felice anno nuovo e spero che abbiate passato un buon natale^^
Adesso vi lascio a questo capitulo^^

Capitolo 12:
Dovevo assolutamente parlare con Betty e Conny.
Uscii correndo dal terrazzo e mi misi a cercarle.
Guardai nei bagni, nelle sale d’aspetto, per le scale, ma loro non c’erano.
Allora ripercorsi tutta la strada al contrario.
Quando finalmente le vidi davanti ad una macchinetta delle bibite mi fermai.
-VI DEVO PARLARE!- urlai ansiosa.
-Cosa succede?- mi chiese Conny.
-Venite! – dissi loro trascinandole in terrazzo.

Chiusi la porta prima di scoppiare in una risata isterica.
-Non dovrebbe piangere per lo shok?- chiese Conny a Betty.
-Lo sai che lei è contorta…- fece spallucce lei.
-Scusate…- dissi riprende domi- Ma è che…è che…- e riscoppiai in una risata.
-“Eh che?” Cosa?!?- chiese Betty scuotendomi.
-Nooo!! Che se fai così è peggio!!- provò ha fermarla conny.
-CARLO MI HA BACIATO!!!- urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni e poi ricominciai a ridere.
Betty mi mollò e io fini a terra.
-Carlo?- iniziò una.
-Quel carlo?- continuò l’altra.
Io mi limitai ad annuire.
-Ma, ma…- iniziò Conny.
-Come, quando,dove e perché?- iniziò Betty assetata di notizie- Raccontami tutti i particolari!!- fini poi con voce assatanata.
Io respirai a fondo cercando di calmarmi.
-Allora- iniziai- Eravamo qui in terrazzo e lui mi ha annunciato che diventerà il nuovo Papa…-
-Cosa?- dissero all’unisono- Ma non è troppo giovane?-.
-Non chiedetelo a me io non ne so niente- le stoppai- Comunque, ad un tratto lui mi ha detto che non ha mai pensato ad una ragazza-.
-Oooooooooh!- fecero loro.
Mi sfuggi una risata ma provai a trattenerla.
-In pratica poi mi ha detto che pensa sempre a me e poi mi ha baciata.- conclusi con occhi sognanti.
-Così? Di botto?- domandò conny.
-Ha stampo ho con la lingua?- chiese Betty con la sua finezza di sempre.
Io le guardai e risi.
-Con la lingua.- conclusero loro.
-Deve fare strano baciare un prete… futuro Papa…- mormorò conny.
-Ehy!- feci io indignata- Non sono stata io a baciare lui, ma lui ha baciato me! Sono io la baciata!-.
-Devi aver opposto molta resistenza…- sorrise maliziosa betty.
- E’ troppo forte per me neanche a sprecarci le forze- inventai.
-Seeeeee….- fecero loro.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ecco il nuovo capitolo^^
L'ho postato presto per farmi perdonare che per postare l'altro ci ho messo tantissimo tempo!
Grazie Kiarina95 e Diavoletta 93 sono felice che il capitolo vi abbia fatto ridere^^
Ecco vi lascio alla lettura^^

Capitolo 13:
- Allora…- chiese conny- Perché non andiamo a vedere se diventa papa veramente?-.
- Non so se sia il caso…- mormorai triste.
Già…non sapevo se avrei resistito…insomma…ne ero pur sempre innamorata…quell’evento segnava la fine dei nostri incontri…proprio adesso che sarebbero diventati interessanti…
- Su, dai!- dissero le mie amiche tirandomi per le braccia.
Io neanche opposi resistenza, tanto era inutile: se quelle due si mettevano in mente qualcosa non c’era verso di farle ragionare!
- Si…ok!- acconsentii mentre ormai mi strascinavano.

Piazza san pietro era ancora affollatissima.
Io , conny, betty e le mie stampelle nuove di zecca( che mia madre mi aveva dato per venire qui) cercammo di farci largo tra la folla per arrivare più vicine possibile alla chiesa. Non credevo che fosse così difficile usare le stampella: ci voleva troppa coordinazione per i miei gusti!
- Una stampella, l’altra stampella e oplà-là…una stampella, l’altra stampella e oplà-là…- cantavo dentro di me.
- Direi che ci possiamo fermare qui, c’è una bella visuale!- esclamò betty stoppandosi improvvisamente.
- Ma perché tutti cantano?- chiese conny all’amprovviso.
- Come cantano?- mormorammo io e betty guardandoici intorno.
E’ già…cantavano alla grande! Inoltre anche tutti inginocchiati…
- Pregano?- azzardai.
- Così sembra…- mormorarono.
La cosa più strana di quella faccenda era che non mi ero accorta di niente fino a quel momento, insomma, non è che quella scena passasse in osservato.
- Oddio le telecamere ci riprendono!- disse conny improvvisamente girandosi dall’altra parte.
- Forse perché siamo le uniche in piedi?- commentò betty.
- Ah probabile…- dissi guardandomi intorno.
Ad un tratto la gente iniziò a gridare: - E’ lui! E’ il camerlengo!-.
Mi girai immediatamente di scatto per vedere dove indicava qualcuno.
E’ vero, lui c’era, e stava pregando.
Poco a poco tutti i presenti iniziarono a pregare ovviamente apparte noi tre.
Non avevo il coraggio di distogliere lo sguardo da lui…
Quando smise fui colta da un bruttissimo presentimento…da dove veniva…chissà…

Il mio corpo si mosse convulsamente un po’ più vicino, ma purtroppo la distesa di gente mi impediva di andare oltre.
- Cosa fai?- chiesero le mia amiche notando il mio movimento.
Non risposi.
Cos’era questa sensazione di ansia che sentivo dentro?
Non riuscivo a capire.
Intanto il camerlengo si era alzato in piedi.
Solo adesso mi accorsi che aveva un’aria stravolta.
- Ma cosa…?- mormorai, ma non potei terminare perché una fiammata lo avvolse.
- Carlo!!- tentai di gridare ma le parole mi morirono in gola.
Con la velocità con cui il fuoco era venuto spari, portandosi via con se il mio unico amore.
Fu come se il cuore mi si fosse fermato.
Le persone intorno a me iniziarono ad alzarsi e a gridare-al miracolo!- ma io non ci feci caso.
Non riuscivo a formulare un pensiero completo, mi senitivo come sospesa nel vuoto, come se intorno a me tutti fossero spariti.
Allora arrivò il dolore.
Fu un’ondata di emozioni terribili, che mai avevo provato.
Si stagliarono contro di me con la forza di un uragano.
Sentivo il mio cuore sanguinare, la gola bruciare e tanta voglia di piangere, senza la capacità di riuscirci.
L’unica cosa che ricordo fu il dolore terribile alla gamba…

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14:
La luce del sole pomeridiano filtra tra le tende della mia camera.
Ma non m’importa.
Continua a tenere gli occhi serrati e affondo la testa nel cuscino.
Sento il corpo informicolato, ma è comprensibile: sono ormai tre giorni che non mi alzo, e mi ci sono abituata.
Mi volto a destra e vedo la sua lettera sul comodino…

“- Alice?Alice?- sento chiamare da mia madre- Ci sono le tue amiche apri la porta!-.
-No…- mugugnai mettendomi sotto le coperte- Non voglio vedere nessuno!-. -Signorina, sbrigati e vedi di aprire questa porta sono stata chiara?- urla severa mia madre- Che caspita ti succede??Non puoi restare li dentro in eterno!-. -Eterno? Ma non è neanche mezz’ora che sono qui dentro…- penso, poi mi ricordo che lei non sapeva niente.
Controvoglia mi alzo e zoppicando schiavo la porta.
Poi la apro lentamente e dall’altra parte vedo comparire le figure di conny, betty e una mamma molto arrabbiata.
-Cosa volete?- domando scocciata.
Non ci potevo fare niente: in quel momento desideravo solo stare da sola, perché dovevano venire tutti a rompere?
-Ma che modi!?!- fece mia madre andandosene.
Le mie amiche mi guardarono preoccupate.
-Cosa volete? Non ho tutto il tempo, perciò muovetevi!- ribadii ancora.
-Ellie ci dispiace per…- iniziò conny.
-Non me ne faccio niente del tuo”mi dispiace” quindi se non avete altro da dire potete anche eclissarvi!-.
-No, noi dobbiamo darti questa!- disse betty allungando una lettera.
-Che roba eh?- domandai sempre più arrabbiata.
Ma quanto tempo volevano farmi perdere?
-Ce l’hanno consegnata due tizi che dicono di chiamarsi uno robert e l’altra victoria…- cominciò.
-E perché?- chiesi diffidente.
-Victoria non ci ha voluto dire niente, apparte che hai il diritto di averla…- mormorò conny.
Presi la busta senza nenache guardarla.
-Bè ciao…- dissi mentre tornavo in camera, ma poi mi bloccai.
I sensi di colpa avevano iniziato a vorticarmi in testa.
In fondo loro erano venute solo per farmi un favore e non centravano niente con niente…
-Mi dispiace di avervi tarttate così, non lo meritate…- dissi loro e chiusi la porta della mia camera.
Rinchiavai e mi misi seduta sul letto girandomi la busta fra le mani.
Che roba era???”

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Ecco il penultimo chappy^^
Come sempre ringrazio kiarina95.
Buona lettura^^

Capitolo 15:
“ Perché victoria aveva detto che avevo il diritto di averla?
Bè, di sicuro non l’avrei mia scoperto se non avessi aperto quella lettera.
Mi feci forza e strappai il sigillo.
Dentro c’erano due pezzi di carta.
Ne presi uno e iniziai a leggerlo:
“ Ciao alice, se in questo momento stai leggendo vuol dire che le tue amiche sono riuscite a darti la lettera. Capisco quanto tu sia sconvolta da quello che sia successo, anche se, devo dire, non posso dire di essere dispiaciuta, perché quell’uomo che ami tanto ha fatto uccidere mio padre ed io non posso essere che contenta della fine che ha fatto…
Comunque, tornando a noi, so che adesso non riuscirai a capire quello che ho detto e forse è meglio così.
Tenevo che tu avessi questa lettera perché ne hai tutti i diritti(infondo è indirizzata a te).
L’ho rubata alle guardie svizzere, perché sicuramente loro non te l’avrebbero mai fatta avere…
Bene, detto ciò di lascio alla lettura…Victoria…”
Sempre più curiosa presi l’altro foglio e cominciai a leggerlo:
“ Alice, se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morto…”
Mi bloccai sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Era una lettera di carlo…”
“Adesso capivo perché victoria aveva detto che avevo il diritto di averla.
Sbattei più volte gli occhi per cercare di reprimere le lacrime, non potevo rischiare certo di bagnare il foglio.
Quando finalmente riuscii a riprendere il controllo di me stessa andai avanti con la lettura…
“Non ho molto tempo tra poco verranno a prendermi.
Devi sapere che io ho fatto delle cose terribili …
Io ti sto scrivendo questa lettera per raccontarti i fatti come si sono realmente svolti, infondo anche tu sei stata coinvolta…
Allora… è successo tutto qualche settimana fa quando ho scoperto che il santo padre aveva commesso un adulterio nei confronti della chiesa…ha avuto un figlio…
Io non ho voluto sentire le sue spiegazioni al riguardo e me ne sono andato via.
Non puoi immaginare quanto ero furioso e confuso…
Quella notte allora ho deciso di ucciderlo…”
Mi fermai…era stato lo ad uccidere il Papa? Aveva finto con me di essere dispiaciuto? Mi sentii tradita per un attimo…
“ Poi ho chiesto ad un assassino di uccidere i quattro cardinali e… non posso continuare sento le voci delle guardie che si avvicinano, ti devo lasciare.
Addio alice, spero che un giorno potremo rincontrarci sappi che ti amerò per sempre… carlo ventresca…”
La lettera terminava qui…
Cercai in lungo e in largo nel foglio un continuo, ma niente, non c’era scritto nient’altro…
Appoggiai la lettera nel comodino e poi, finalmente, potei scoppiare a piangere…”
Sono passati tre giorni da allora e non mi sono più mossa dalla mia camera.
Ogni tanto rileggo la lettera, perché è come sentire la sua voce che mi parla e mi fa sentire bene.
Mia madre continua ad insistere perché mangi e bevi qualcosa, ma ogni volta che ci provo a nausea si impossessa di me.
“Spero che un giorno potremo rincontrarci…” è una frase a cui penso molto e mi chiedo se questo sarà mai possibile.
Giro la testa verso la finestra…si sta facendo buio fuori.
Chissà che ore erano?
Non avevo neanche la voglia di girare la testa per vedere cosa diceva la sveglia.
Infondo chi se ne importava…
Il cielo fuori era pieno di stelle come poche volte capita di vedere qui a roma.
Un grande senso di solitudine e abbandono iniziò ad affliggermi e le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
In quell’ultimo periodo ero proprio diventata una “piagnona”, credo che non abbia mai pianto così in tutta la mia vita messa insieme.
Una folata di vento fece svolazzare le tende viola per un momento.
Da quando in qua la finestra era aperta?

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Ed ecco l'ultimo capitolo^^
Per la prima volta sono riuscita a finire una ficcy...alè!!
Per kiarina95: non so sinceramente come definire questa conclusione, mah...bah. Comunque ti ringrazio per aver sempre seguito questa mia storia, grazie di cuore!
Vi lascio al chappy finale, buona lettura, e spero di non farvi rimanere male^^

Capitolo 16:
Rabbrividii…faceva veramente molto freddo.
Ad un tratto qualcosa mi sfiorò la guancia, portando via una delle mie numerose lacrime.
Mi voltai e ci mancò poco che non svenni.
Non era possibile…lui era li!
Davanti al mio letto c’era carlo… era proprio lui.
La goia prese posto alla tristezza che si era impadronita di me in quegli ultimi giorni.
Riniziai a singhiozzare.
-Non devi piangere per me…- sussurrò carlo spostandomi i capelli dagli occhi- Non me lo merito…-.
-Carlo sei proprio tu!- balbettavo tra un singhiozzo e l’altro.
-Per favore smettila di piangere mi fai sentire triste…- supplicò.
Più facile a dirsi che a farsi…
Provai a trattenere le lacrime, ma ogni tanto qualche singhiozzo mi sfuggiva.
-Grazie…- mormorò lui sorridendo- Da adesso non voglio più vederti versare lacrime per uno come me-.
-O-ok- risposi cercando di sorridere-m a tu non eri…tu non eri…- provai a chiedere.
- Io sono morto…- sussurrò lui.
Rimasi di stucco.
-Ma sei qui! Oddio ho le allucinazioni…- mormorai in preda al panico.
-No, stai tranquilla sono qui veramente, però…non posso restare per molto…-.
Se ne sarebba andato?
-Nooo, ti prego…resta con me!- mormorai in preda a singhiozzi sempre più forti.
-Non sai quanto vorrei…lo desidero veramente, ma non si può, e poi tu…io…tu sei troppo speciale per stare con uno come me…- rispose.
-Smetti di ripetere “Uno come me”, è quello che voglio perciò è la cosa giusta!- dissi.
Lui non rispose ma mi sorrise accarezzandomi i capelli.
-Non voglio lasciarti…- mormorai ancora.
-Neanche io…sei la prima donna di cui mi sono innamorato…- continuò.
- Ma allora non farlo…ci sarà una soluzione! Ci deve essere…c’è una soluzione per ogni cosa…- dissi disperata.
-Purtroppo non questa volta…- mormorò lui- Lo sai che ti amo?- mi chiese poi.
-Si, anche io…- mormorai stupendomi con la semplicità con cui l’avevo detto.
Mai apertamente mi ero dichiarata a lui…
-Sono felice di sentirtelo dire…- sospirò lui.
Ci guardammo per un momento, anche se sembrò durare per un’eternità.
Poi finalmente si avvicinò a me e appoggiò le labbra sulla mia fronte.
-Addio…- mormorò.
- Arrivederci lo corressi.
- Ti amo…- mi disse prima di andarsene per sempre…

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