The life is strange

di assasymphonie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un freddo pomeriggio ***
Capitolo 2: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 3: *** Questione di carattere ***
Capitolo 4: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 5: *** Complicazioni ***
Capitolo 6: *** In città ***
Capitolo 7: *** Conseguenze ***
Capitolo 8: *** Memorie gatte e sogni umani ***
Capitolo 9: *** Torte ed altri disastri ***
Capitolo 10: *** Nuove Emozioni ***
Capitolo 11: *** Vicinato ***



Capitolo 1
*** Un freddo pomeriggio ***


Premetto che non ho idea se questa FF potrà piacervi o no.

L’idea mi è venuta d’un tratto, mentre la mia mente vagava a briglia sciolta nei meandri più oscuri del pensiero.

Qui troviamo il team Inuyasha leggermente cambiato.

Divertitevi a scoprire come…


 

Life is strange

 

-Un freddo pomeriggio

 

Kagome sbuffò.

Erano quasi due ore che cercava di risolvere un dannatissimo problema di algebra ma proprio non riusciva a concentrarsi.

Si alzò di scatto dalla sedia, decisa a lasciar perdere.

-E’ inutile, non ci riuscirò mai. Meglio che vada giù in cucina a prepararmi una tazza di thè. Vieni Sango-

Appena udì il richiamo, un splendida gattina striata, raggiunse la sua padrona con un balzo e la seguì fino al piano inferiore del piccolo appartamento dove Kagome abitava da qualche anno.

Aveva da poco finito il liceo ed ora andava all’università.

Era giovane, aveva 20 anni compiuti da poco e questo le permetteva di essere

autonoma in tutto e per tutto.

Per questo motivo aveva deciso di andare a vivere da sola…

Beh in realtà non era proprio sola…

-Inuyasha! Sei ancora lì a poltrire? Vergognati pigrone- gridò la ragazza passando accanto al grande tappeto che ricopriva gran parte del pavimento dinnanzi al caminetto, sempre acceso in quel periodo.

L’imponente cane dal pelo color caramello, sollevò appena un orecchio, sbadigliando rumorosamente.

Kagome gli grattò la testa.

-Non cambierai mai, eh?-  lo coccolò sorridendo.

L’animale uggiolò di piacere e strusciò il grande testone sul dorso della mano della padrona. Lei rse sommessamente poi si avviò verso la cucina, con Sango in braccio.

-Ehh mia cara gattina, quant’è dura la vita- sospirò la ragazza mettendo il bollitore sul fuoco.

La micia la guardò con i suoi grandi occhi scintillanti quando Kagome le accarezzò il muso.

-Ma tu lo sai bene vero?- le domandò poi ammiccando – E dimmi come va con Miroku?-

Al solo udire quel nome, Sango abbassò lo sguardo e balzò agilmente in terra, sfuggendo alla presa della giovane.

Lei sorrise. Era incredibile a che livelli fosse arrivata, non solo parlava ai suoi animali praticamente in continuazione, rasentando livelli da psichiatria, ma ora loro reagivano anche in modo coerente.

Non vuoi parlare eh? Beh ti capisco, io…-

Un sonoro miagolio interruppe la frase a metà.

Sulla porta alle sue spalle, era improvvisamente apparso un secondo gatto.

Aveva uno scintillante pelo nero lucido e grandi occhi blu profondo, abissali.

Kagome gli corse incontro, prendendolo delicatamente in braccio.

-Oh eccolo qui il nostro dongiovanni! Allora Miroku? Quante conquiste quest’oggi?- chiese la ragazza senza smettere di sorridere.

Il micione si leccò elegantemente una zampa mostrandone le cinque dita.

-Cinque? Addirittura cinque? Ma allora qui ci vuole un premio- scherzò la giovane adagiando l’animale per terra e preparando una ciotola di bocconcini di pesce sia per lui che per Sango.

La gatta però allontanò il cibo con la zampa e si rifiutò di guardare anche solo per un istante verso Miroku, che se ne stava tutto tranquillo a mangiare.

Kagome non ci fece caso.

Era la sua solita imbronciatura delle 17.30, quando Miroku tornava a casa dopo essere stato in giro a fare strage di gattine.

Le sarebbe passata tra breve. Sorrise tra sè, non solo gli parlava ma conosceva anche i loro orari, rendiamoci conto della gravità della cosa.

-Inuyasha! Forza alzati! E’ l’ora della pappa- gridò poi rivolta al cane ancora addormentato.

Alla parola “pappa”, l’animale scattò in piedi e si fiondò sul cibo, travolgendo letteralmente Miroku che volò dall’altra parte della stanza, atterrando fortunatamente in piedi.

Il gatto soffiò rumorosamente in direzione dell’attentatore che lo ignorò palesemente, mentre assaporava con gusto i croccantini di manzo riversi nella sua ciotola.

Sango emise un verso che Kagome interpretò come una risata e non potè fare a meno di sogghignare distrattamente anche lei.

Decisamente da internare. Tutti.

 

 Angolo dell’autrice:

Oh cielo.

Non so davvero cosa pensare di me stessa.

 E pensare che la Fan Fiction è solo agli inizi.

Beh l’idea è veramente balzana ma vorrei ugualmente conoscere il vostro parere, così anche solo per sport (?!)

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Capitolo 2
*** Visite inaspettate ***


-Visite inaspettate

 

-Ragazzi forza, non litigate e fate i bravi-

La voce di Kagome placò immediatamente i bollenti spiriti dei suoi animali, che si rilassarono, tornando ognuno alle proprie occupazioni.

Inuyasha si accertò che nella ciotola non vi fosse rimasta neanche una briciola, poi si acciambellò ai piedi della sua padrona, seduta sulla poltrona del salotto, e si addormentò.

Miroku pensò bene che fosse giunto il momento di farsi coccolare un po’ e con un agile balzo, andò a rannicchiarsi tra le braccia della ragazza, facendo le fusa.

Kagome sorrise dolcemente e prese ad accarezzargli il morbido pelo con gesti affettuosi.

Sango, leggermente contrariata da tutta quella situazione, gli si affiancò sbuffando.

La ragazza ridacchiò.

-Eddai Sango, rilassati micina mia- la punzecchiò sorridendo.

La gatta la guardò di traverso ma seguì il suo consiglio e poco dopo si addormentò anche lei, cullata dal tepore delle fiamme e dalle dolci parole di Kagome.

La giovane si lasciò andare, sprofondando nella soffice poltrona.

Era questa la sua vita.

La casa, l’università ed i suoi adorati animali o meglio, la sua famiglia.

Miroku si agitò leggermente tra le sue braccia.

Kagome sorrise, cos’altro poteva desiderare?

Proprio mentre era immersa in questi caldi pensieri, l’acuto trillo del campanello la costrinse a balzare in piedi, facendo sobbalzare Inuyasha, che prese ad abbaiare furiosamente.

-Buono, buono Inu- lo riprese lei, avviandosi verso la porta.

La spalancò con una certa foga.

Chi accidenti era che si permetteva di disturbare il suo tranquillo pomeriggio a Dicembre inoltrato?!

Ma appena riconobbe il misterioso visitatore, rimase per qualche attimo paralizzata.

-Kagome! Ma allora ci sei! Da quanto tempo non ci vediamo!-

Davanti a lei c’era una giovane ragazza, più o meno della sua età, con folti capelli rossi legati in due codini. Un paio di occhi verde smeraldo rilucevano sul volto pallido, illuminato da un sorriso.

-A—Ayame?- domandò piano la mora, strabuzzando gli occhi.

La ragazza sorrise facendosi spazio per entrare.

Solo allora Kagome notò l’enorme cane lupo che la seguiva.

Aveva il pelo marrone scuro, con qualche sprazzo nero qua e la e iridi velate d'azzurro.

Che strano, credeva che colori come quelli di Miroku fossero parecchio rari nei cani quanto nei gatti.

Appena l’animale la notò, le si avvicinò immediatamente annusandola con circospezione.

-Koga sta buono- lo rimbrottò Ayame, sedendosi sulla poltrona precedentemente occupata dall’amica.

Sembrava estremamente a suo agio.

-Che ci fai qui?- si decise a chiedere poi la padrona di casa, chiudendo la porta con una spinta.

La rossa scoppiò a ridere –Kagome! Mi meraviglio di te. E’ questo il modo di accogliere una tua vecchia compagna del liceo?- la rimproverò gaiamente.

L’altra la guardò male –Hai ragione scusa. Ma mi hai…Diciamo sorpreso con questa tua visita- disse a mò di spiegazione.

Ayame le si avvicinò, scattando in piedi con un movimento fluido.

-A dir la verità ti volevo chiedere un favore- sussurrò piano.

Kagome annuì.

Le sembrava strano che fosse venuta solo per una visita di cortesia, Ayame non era il tipo che si presenta dopo 2 anni solo per chiedere “Ciao, come va?”.

-Dimmi- si limitò a rispondere.

L’amica si passò una ciocca di capelli color rubino tra le dita –Dopodomani è la vigilia di Natale e si dice che stanotte si potrà assistere ad una particolare caduta di stelle cadenti-

Il suo tono si fece maggiormente partecipe –La leggenda racconta che proprio quella notte, sulla terra si depositerà una strana polvere capace di trasformare ogni animale in uomo e che l’effetto durerà fino all’anno nuovo, a meno che…-

S’interruppe bruscamente.

-A meno che?- la incitò Kagome curiosa.

Ayame ghignò –A meno che essi non riescano a trovare il proprio vero amore nel lasso di tempo in cui rimarranno umani, in quel caso basterebbe un solo bacio e ogni loro desiderio verrebbe immediatamente esaudito- concluse soddisfatta.

L’amica storse il naso, certo ci mancavano solo le favolette alla Shrek.

E questo cosa centra con la tua visita?- chiese scettica.

-Alcuni miei amici mi hanno invitata a passare il Natale sul lago Matsuna, ad osservare questo speciale evento e…Tu capisci che non posso portare Koga con me- rispose l’altra indicando con un dito l’enorme cane, intento ad osservare Inuyasha con occhi truci.

Kagome si volse verso di lui.

Per qualche attimo si era dimenticata della sua presenza.

Non sembrava che fosse molto simpatico al suo adorato cucciolone.

Il massiccio cane color caramello aveva preso a ringhiare sommessamente nella sua direzione e solo la costanza di Miroku nel mettersi in mezzo, impediva ai due di azzannarsi.

-Quello che sto cercando di dirti è…-

Ayame aveva ripreso a parlare.

-Puoi tenere Koga con te fino a capodanno?-

L’amica aveva parlato così in fretta che Kagome ci mise qualche secondo a capire.

-Cioè tu mi stai chiedendo di “adottare” il tuo cane per quasi un mese?- ripetè scandalizzata quando finalmente afferrò il concetto.

La rossa le fece gli occhi dolci –Esagerata! Dai, Kagome! Tu ami gli animali! Si tratta di poco tempo!-

Proprio in quel momento Koga interruppe il glaciale scambio di sguardi con Inuyasha per venire a strusciarsi contro il fianco della mora.

I ringhi del rivale aumentarono di un ottava.

-Vedi?- continuò Ayame –Già gli piaci-

Kagome sospirò, non poteva resistere a quegli occhioni.

-E va bene.-

-Graaazieee Kag!- esclamò l’amica gettandole le braccia al collo –Allora ti lascio il guinzaglio e tutto il resto, ti chiamerò ogni giorno! Ora devo scappare, ciao ci vediamo!-

E con queste parole varcò la soglia di casa, sparendo in pochi secondi.

La casa rimase silenziosa per qualche minuto, poi Kagome si concesse un profondo sospiro. Si era lasciata fregare.

 

 

Angolo dell’autrice:

Eeeh quindi.

Credete anche voi che quella notte accadrà qualcosa?
Oppure siete scettici come Kagome?

Esprimetevi pure :3

Ed ora passiamo ai ringraziamenti:

 

Fujiko-chan: grazie sorellina del sostegno che mi dai ogni giorno! Spero che continuerai a seguire le vicende del tuo amato Miroku con passione.

 

Fmi89: ti ringrazio infinitamente per i complimenti! Spero che anche il resto della fic sia all’altezza.
 

 

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Capitolo 3
*** Questione di carattere ***


-Questione di carattere

 Fu chiaro immediatamente che tra Koga ed Inuyasha non scorreva buon sangue.
Si guardavano con circospezione e se uno dei due si avvicinava troppo all’altro, immediatamente scattavano come due molle, ringhiando e abbaiando a più non posso.
Era una situazione difficile e Kagome dovette ammettere che se non ci fosse stato Miroku non avrebbe proprio saputo cosa fare.
Il gatto infatti aveva adottato uno speciale metodo per placare i due antagonisti.
Ogni qualvolta che si accennava una schermaglia lui arrivava e si metteva placidamente nel mezzo, evitando con eleganza tutte le zampate che Inuyasha tentava di rifilargli.
In questo modo li distraeva e dava loro il tempo di sbollire la rabbia.
La ragazza gli fu grata per il resto della vita, quel gatto era intelligente non c’era che dire.
Sango dal canto suo, osservava. Era quello che sapeva fare meglio.
Poteva stare immobile per ore semplicemente ad osservare.

Kagome sospettava che studiasse il comportamento degli altri, come un cacciatore con la sua preda. Naturalmente osservava soprattutto Miroku e per la ragazza non fu difficile intuire a cosa pensasse.
-Okay ragazzi ora basta-
I due cani avevano ripreso a scambiarsi ringhi sommessi e stavolta anche Miroku si stava arrabbiando. Per questo la giovane intervenne, con la sua voce leggera e pacata a calmare i bollenti spiriti. Inuyasha abbassò le orecchie, pentito e Koga lo imitò pochi secondi dopo.
A Kagome parve di udire un sospiro, se pur bassissimo, provenire da liscio ventre felino del suo micio ma non ebbe tempo di rifletterci perché l’animale le saltò in braccio, accoccolandosi sul suo caldo maglione color crema.
-Oh ma allora oggi siamo in vena di coccole, eh birbante?- gli domandò scherzosa la ragazza grattandogli la pancia.
Miroku le fece le fusa, gongolante.
In quel momento sia Koga che Inuyasha avevano la medesima espressione shoccata ma tentarono di non darlo a vedere.
Sango era sparita, probabilmente era andata a farsi un giro per la casa come suo solito.
Kagome lanciò un’occhiata all’orologio –Kami-sama, sono già le 20.00, forza su è ora di mangiare-
Inuyasha si precipitò in cucina seguito a ruota da Koga che continuava a scivolare sul pavimento liscio. La ragazza sorrise, accarezzando distrattamente il pelo morbido del gatto tra le sue braccia.
-Andiamo Miroku, prima che quelli si ammazzino per un biscotto- disse tra sé, avviandosi dietro i due cani.
Per evitare ogni genere di “rissa” o divergenza, Kagome posò la ciotola di Inuyasha al solito posto e quella di Koga all’angolo opposto della cucina.
Sango e Miroku come al solito mangiarono l’uno accanto a l’altra senza creare nessun disturbo da bravi felini quali erano. Altra storia fu per quei due rompiscatole di zucche vuote. Infatti a nulla servì la lontananza, appena Koga ebbe finito di mangiare si avvicinò con fare indifferente alla ciotola di Inuyasha e cominciò a spintonarlo di lato.
Da lì il putiferio.
Ringhi, abbai, latrati, zampate e scherzi di ogni genere.
Kagome si lasciò cadere con la testa sul tavolo dallo sconforto.
Miroku non li degnò di uno sguardo, continuando a pulirsi le unghie e Sango arricciò la coda disinteressata.
-Adesso basta!- gridò la ragazza alzandosi dalla sedia e afferrando i due per i rispettivi collari.
-Mi avete stancato! Stanotte dormirete divisi ed al piano di sotto- continuò imperterrita sbattendo Koga in cucina mentre chiuse Inuyasha in salotto.
Poi, indignata, prese Sango e Miroku in braccio e si avviò verso camera sua.
Salì li scalini con foga, si lavò e si cambiò in un attimo, decisa ad andare a letto presto.
Lanciò una breve occhiata fuori dalla finestra.
Secondo Ayame quella sera si sarebbero dovute vedere molte stelle cadenti ma lei non vedeva proprio un bel niente.
Sospirò.
Ma cosa andava a pensare?
Ora credeva anche a quelle sciocche leggende?
Si infilò sotto le coperte e come ogni sera Miroku le si accoccolò sopra mentre Sango prese posto sul morbido tappeto color notte.
-Buonanotte- sussurrò dolcemente la ragazza, un po' a sè stessa un po' al mondo circostante, un attimo prima di spegnere la luce.
Le risposero due sordi miagolii poi ci fu il silenzio.

 

Era ormai notte fonda.
La città dormiva.
Quando qualcosa di luminoso attraversò velocemente il cielo…

 

Angolo dell’autrice:

Che fatica ho fatto a scrivere questo capitolo.
Sostanzialmente non accade nulla è solo un intermezzo prima del capitolo successivo in cui ci sarà una bella (?!) sorpresa .
Ora passo ai ringraziamenti:

 

fmi89: Ti ringrazio infinitamente xD Sono contenta che ti piaccia.
Mew_Paddy: Davvero? Che coincidenza! Allora spero che continuerai a seguire con passione.
Dolce Kagghy: Grazie mille. Sono contenta che Miroku ti faccia ridere :3 Il personaggio è creato appositamente per quello scopo! Spero che anche tu continuerai a seguire. Un bacio.

Jeannina Live 4ever: Grazie davvero. Sei gentilissima e non ti preoccupare per il ritardo, sapessi io x°

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Capitolo 4
*** Tra sogno e realtà ***


-Tra sogno e realtà

Kagome sentiva caldo.
Essendo a Dicembre inoltrato era un fatto strano, soprattutto per una freddolosa come lei.
Socchiuse gli occhi. Il sole era appena sorto e i suoi pallidi raggio le accarezzavano gentilmente il viso. Ma non potevano essere loro a provocarle quell’improvviso cambiamento di temperatura.
Era come se avesse un peso addosso. Qualcosa di caldo e pesante.
Dopo qualche sforzo riuscì finalmente ad alzare del tutto le palpebre e quello che vide la sorprese non poco.
Accanto a lei…
O meglio…
Sopra le sue gambe, dormiva placidamente un…
RAGAZZO!
L’urlo mentale presto si dipartì anche verso la bocca.
-Ah!- gridò saltando giù dal letto come una molla.
Ma sfortunatamente inciampò in qualcosa, adagiato sul tappeto e cadde a terra.
-Ma cos..?- imprecò tentando di scoprire quale fosse l’oggetto in cui i suoi piedi erano malamente incappati.
Spalancò nuovamente gli occhi.
Non era un oggetto…
-Miao!-
Miao ... ?
Quello era il verso uscito dalla bocca della GIOVANE DONNA che dormiva rannicchiata sul pavimento.
-Eh no. Eh no ragazzi questo no.- fu tutto quello che riuscì a balbettare.
Spostò lo sguardo verso il letto.
Il suo occupante aveva lentamente aperto gli occhi, disturbato dal trambusto.
Kagome non potè fare a meno di notare che le suonavano stranamente familiari.
Infatti il ragazzo aveva due scintillanti occhi color cobalto che si aprivano su un visto pallido, sovrastato da una folta massa di capelli nero lucido.
-Mi-miroku??- il nome le uscì dalle labbra in un soffio.
Il giovane alzò la testa in segno di riconoscimento poi con un balzo assolutamente non umano, le si avvicinò sorridendo.
-Miao-
Era proprio lui.
Kagome non riusciva a crederci lo stava ancora osservando ad occhi spalancati quando si accorse che l’unica cosa che aveva indosso era una strana veste di un tessuto opaco che alla ragazza ricordo molto ...
-Le stelle-
Il pensiero le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno.
Ma certo! La notte, le stelle…
Non voleva crederci eppure era così.
Spostò lo sguardo sulla ragazza che era vestita in egual modo, che si stava attentamente rimirando una mano.
-Sango?- chiamo piano.
Lei alzò la testa e sorrise.
-Oh mio dio ragazzi cosa vi è successo?-
-Evidentemente la leggenda ha un fondo di verità-

Era stato Miroku a parlare e Kagome si volse verso di lui, stupita.
Il gatto, o meglio, il ragazzo la guardava sornione.
-Ehi mi piace la mia voce- esclamò subito dopo –Blablabla…-
La mora si volse verso la coetanea.
-E tu ? Tu riesci a parlare?- domandò stranita.
Sango la fulminò con lo sguardo –Certo! Che mi hai preso per scema?-
Non c’erano dubbi: era proprio lei.
-Ma allora ....-
Kagome era persa nei suoi pensieri.
La stanza era silenziosa apparte Miroku che continuava a ripetere “BlaBla” per testare la voce.
-Devo andare a vedere di sotto- gridò la ragazza fiondandosi giù per le scale.
Fece gli scalini a tre a tre e finalmente arrivò davanti alla porta della cucina e la spalancò di colpo.
-Oddio oddio oddio-
Sul pavimento liscio stava sdraiato un ragazzo, il corpo avvolto dalla strana sostanza degli altri due. I capelli neri legati in una lunga coda, gli occhi chiusi e la bocca aperta. Il suo russare risuonava in tutta la casa.
La ragazza chiuse piano l’ingresso e come in sogno si avviò verso la porta del salone. Aprì anche questa, stavolta più lentamente con gesti meccanici.
Pure lì solita storia.
Ragazzo rannicchiato davanti al fuoco ormai spento.
Una cascata di capelli color argento gli ricoprivano gran parte della schiena, stessa veste dei suoi compari e sommesso russare.
Kagome chiuse la porta e vi sia accasciò contro.
La leggenda era divenuta realtà.
Wow.
Fico.
Fu l’ultima cosa che riuscì a pensare prima di svenire.

 

Angolo dell’autrice:

 Beh diciamo che questo era assolutamente previdibile ,w,
Sono la scontatezza della scontatezza, che tristezza.
Ringraziamenti:

Xx Kagome_Chan xX: O mio dio addirittura? Ma tu mi fai felicissima! Sono stracontenta che ti piaccia spero di non deluderti.
Mew_Paddy: Eccoti accontentata, ancora grazie.
Dolce Kagghy: Grazie mille! Sei un angelo x3 Eh si Miroku è uno dei migliori-Confesso che sono un po di parte: è uno dei miei personaggi preferiti alessandrina94: Grazieeeeeeeee! Sono felicissima che tu abbia recensito! Mi hai fatto felice!

 

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Capitolo 5
*** Complicazioni ***


-Complicazioni

Voci.
Era questo tutto quello che Kagome riusciva a sentire.
Uno strano mormorio che le riempiva la testa.
Si sforzò di concentrarsi per capire cosa dicessero…
-Ehi è parso anche a voi che si muovesse?-
-E’ mezz’ora che lo ripeti botolo ringhioso-
-Taci lupastro! Se ora siamo in queste condizioni è tutta colpa tua!-
-Io? Si può sapere io che centro?-
-Ragazzi piantatela-

Una pacata voce di ragazzo aveva interrotto l’accesa conversazione. Kagome sorrise appena: Miroku senza dubbio.
Ma allora non era stato un sogno ed ora tutti i suoi adorati animali si ritrovavano in forma umana. Non era ancora pronta per aprire gli occhi e così finse di essere svenuta ancora per un po'.
-Ma secondo voi c’è qualcosa che possiamo fare?-
-Su Sango non ti agitare! Vedrai che a breve si sveglierà!-
-Ah Miroku lo sai solo tu come fai a rimanere così tranquillo-

Nell’aria aleggiò una risata.
-Perché conosco Kagome, tutto qui e sono sicuro che la conoscete benissimo anche voi quindi datevi una calmata-
A quel punto la ragazza si azzardò a socchiudere le palpebre.
La prima cosa che vide fu il volto sereno di Miroku che le sorrideva.
-Ehilà ben svegliata dormigliona- la salutò con un tono assurdamente familiare.
La giovane  si alzò lentamente in piedi. Sango le si precipitò accanto.
-Ehi Kagome-chan tutto apposto?- chiese preoccupata.
Lei la guardò stranita.
Quella che un tempo era stata la sua micia dal pelo striato era ora una splendida giovane donna, con lunghi capelli castani e occhi scuri.
-Oh sì sto bene. Grazie Sango- sussurrò sorridendo.
-Ci hai fatto spaventare, stupida che non sei altro-
La ragazza si voltò stizzita verso colui che aveva parlato ma nel vederlo rimase interdetta per qualche secondo.
Davanti a lei, con le braccia incrociate sul petto, stava un ragazzo che doveva avere più o meno la sua età. Evidentemente con lui la trasformazione non aveva fatto in tempo a completarsi, infatti tra la folta chioma argentea che gli incorniciava il viso, spiccavano due piccole orecchie canine che si agitavano appena. Due grandi occhi color ambra, spiccavano sul volto pallido aggrottato dalla preoccupazione.
Solo allora la ragazza si accorse che tutti e tre i presenti avevano indossato abiti normali.
Sogghignò notando che Miroku, Inuyasha e Koga avevano dovuto arrangiarsi con i vestiti che suo fratello aveva lasciato l’ultima volta che era venuta a trovarla.
-Ehi! Si può sapere che hai da fissarmi?-
Il rimbotto di Inuyasha la fece tornare alla realtà.
-Niente…Pensavo- rispose trasognata.
-Ce ne siamo accorti- intervenne a quel punto Koga parandosi davanti a lei con un gran sorriso.
-Oh mia dolce Kagome! Finalmente puoi ammirarmi in tutta la mia leggendaria bellezza!- sbraitò prendendole le mani.
Sango si grattò il capo.
-Mhm, questo mi ricorda qualcuno ma al momento il nome mi sfugge- osservò, scoccando un’occhiataccia a Miroku, che intanto giocherellava con un ciuffo corvino più lungo degli altri.
-Ehi lupastro, lasciala in pace-
Inuyasha si era di nuovo messo in mezzo.
-Altrimenti che mi fai, botolo che non sei altro?-
-Qualcosa che sicuramente non ti farà piacere!-
-Ewh, detto così sembra equivoco!-
-Oltre che un lupastro sei anche pervertito?!-
-Ma cos’hai capito?!-

Continuarono su questi toni finchè gli altri tre non si allontanarono non potendone più.
-Insomma non mi sembra che i caratteri siano mutati come l’aspetto.- osservò Kagome indicando i due litiganti.
Miroku rise –Già-
Sango lo fulminò con lo sguardo –Già!-
Il ragazzo le fece la linguaccia. Kagome sorrise. Sì, non era cambiato proprio nulla.
-Beh però ora bisognerà trovarvi una sistemazione…- osservò a voce alta.
A quelle parole nella sala calò il silenzio.
I tre presenti di genere maschile si squadrarono dall’alto in basso poi come un sol uomo esclamarono:
-IO IN STANZA CON KAGOME!-
-Ah no, non avete capito voi due, lupastro e gattaccio!-
-La smetti di offendere botolo? Taci piuttosto.-
-Ragazzi, siete due bambini-
-Senti chi parla!-
-Mr. Casanova qui!-
-Oh la vostra è solo invidia.-
-Cosa?!-
-Stai scherzando?!-

Kagome si avvicinò lentamente a Sango che osservava i tre con aria esasperata.
-Io mi vado a cambiare, direi che è meglio.- le sussurrò.
L’amica fece un segno affermativo poi si passò una mano sul viso, cercando di dividere quei tre  pazzoidi che continuavano a discutere.
-Allora sei scemo!-
-Chi è lo scemo qui?-
-Chi dice scemo è scemo!-
-Taci tu!-

Kagome salì di corsa di scale.
Che buffi, pensò mentre un leggero sorriso le increspava le labbra.

 

Angolo dell’autrice.

Miei adorati sostenitori, perdonate il ritardo ma la scuola mi crea non pochi problemi.
Ma ora eccomi qui con un altro capitolo. <3
Io mi sono divertita a scriverlo ma mi servono i vostri pareri.
Ed ora i ringraziamenti:

Fujiko Chan Denkiù dear, m'impegnerò :3

 Xx Kagome_Chan xX Ahah non sai quanto sia d’accordo con te x3 Odio la scuola! Sono felice che la fic ti piaccia.

 Dolce Kagghy : Hai visto? Le tue previsioni si sono avverate. Dimmi che ne pensi.

 Mew_Paddy: Eccoti accontentata! Grazie ancora!

Jeannina Live 4ever: Come hai ragione ;) grazie dei complimenti!

 alessandrina94: Grazi grazie graziee! La reazione di Kagome? Ma lei è sempre splendida LOL

 fmi89 Non ti devi assolutamente scusare! A me fa così piacere sapere che trovi il tempo per questa fic!

 ninasakura: Ehi grazieeee! spero continuerai a seguire!

 Alessia88: Grazie mille!

 

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Capitolo 6
*** In città ***


-In città

 Kagome scese nuovamente alcuni minuti dopo.
Indossava dei pesanti leggings neri ed una mini gonna di jeans che Sota le aveva regalato per il compleanno, ai piedi aveva comode all-star una bianca ed una nera.
Da qualche tempo a questa parte le piaceva vestirsi in modo stravagante.
Si strinse nel morbido maglione color panna e si presentò davanti al gruppetto con un gran sorriso stampato sul volto.
-Allora? A chi va di fare un giro in centro?- propose allegra.
Il caos che solitamente regnava tra i quattro s’interruppe di colpo.
Koga ed Inuyasha erano immersi in una profonda contemplazione della minuta figura di Kagome come se stessero osservando una statua di rara bellezza. Miroku era in mezzo ai due ed era intento a battere pacche comprensive sulle schiene degli amici.
-Come vi capisco, come vi capisco- ripeteva.
L’unica ad aver ascoltato la domanda era Sango.
-In centro?- ripetè, lanciando un’occhiata contrariata ai tre che aveva tutta l’aria da malati da ricovero immediato.
In un manicomio però!
Kagome sorrise –Sì, insomma un giro in città. Tanto per vedere che effetto vi fa-
Ed anche perchè non poteva resistere là dentro un secondo di più, ma questo non lo disse.
Inuyasha si riscosse –Mhm non saprei…-
Miroku lo guardò sgranando gli occhi –Dai un’occasione irripetibile! Non mi dire che ci devi pensare!-
-Anche perché, da quando in qua hai un cervello per pensare botolo?-
s’intromise Koga.
-Taci lupastro, tu non sai neanche che vuol dire “ragionare”-
-Sì, sì, fai pure lo spaccone, sacco di pulci-
-Come mi hai chiamato idiota di un mangia galline?!-
-Sacco di pulci, sacco di pulci! Cos’è ora sei anche sordo?-
-Ma io ti ammazz…-
-RAGAZZI!-

La voce scocciata di Kagome interruppe la conversazione.
-Non m’interessano i vostri battibecchi mattutini, io vado in città che vuole venire mi segua-
E detto questo se ne uscì sbattendo la porta.
I quattro si squadrarono per qualche istante poi esclamarono all’unisono un disperato:
-KAGOME ASPETTACI!-

 

Era una bella giornata per passeggiare.
Il tiepido sole invernale illuminava le strade coperte di neve.
La gente camminava allegra per le vie, le ragazze facevano shopping natalizio insieme agli amici, i ragazzi le seguivano scocciati ma divertiti, le mamme sceglievano il menù per la vigilia, i papà si affrettavano a comprare l’ultimo regalo per i figli.
Kagome sorrise di nuovo.
Era bello vedere la gioia impressa sui visi; gioia che si trasformava in curiosità quando qualcuno le passava accanto.
La ragazza sospirò. Erano davvero uno strano gruppetto, bisognava prenderne atto.
Inuyasha le si era attaccato al maglione con un bimbo fa con la madre si guardava ansiosamente intorno, sorpreso da quella nuova visone del mondo. Le orecchie canine si agitavano sotto il cappello da baseball. Koga era accanto a lui, con la medesima espressione sul volto ma nessuna intenzione di perdere d’occhio il botolo che gli camminava accanto.
L’unico perfettamente a suo agio sembrava Miroku che camminava davanti al piccolo gruppo con un’espressione serena dipinta sul volto. Molte ragazze si voltavano al suo passaggio ed anche se venivano immediatamente fulminate dallo sguardo omicida di Sango, il giovane non mancava mai di scoccare occhiolini vari a destra e a manca.
Kagome sospirò per l’ennesima volta. Forse non era stata una buona idea.
Si fermò un attimo per ammirare il quadretto davanti a lei.
-Allora? La vuoi smettere una buona volta? E’ la decima ragazza che importuni!-
-Ma Sango io non importuno nessuno. Sono loro! E comunque non temere, le ragazze non mi interessano, preferisco le gattine!-
-Ah si? E perché mentre lo dici stai cercando di allungare le mani?-
-Ehm, guarda che ti sbagli-
-Sì certo-

Sempre a litigare quei due.
Ma …
Dov’erano Koga ed Inuyasha?
-Botolo la smetti di strusciarti contro Kagome?-
-Ma che accidenti dici sacco di pulci? Taci piuttosto, invece di appestare l’aria con il tuo alito-
-Ti informo che io curo la mia igene sicuramente molto meglio di te-
-Ed io ti informo che non ce ne frega assolutamente nulla!-

Kagome stava per intervenire quando Miroku sorprese tutti con un inaspettata proposta.
-Mangiamo qualcosa?-

 

Angolo dell’autrice:

 Oddio!
Intanto mi scuso per l’enorme ritardo ma ho avuto un po’ di problemi familiari e di salute così non ho potuto continuare.
Però ringrazio infinitamente tutti voi che continuate a seguirmi con passione.

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Capitolo 7
*** Conseguenze ***


-Conseguenze

Fu una lunga giornata per Kagome.
Costretta dalle continue insistenze di Miroku, aveva dovuto trascinare il gruppo verso il bar più vicino. E da lì: la catastrofe.
Dopo essere stata per almeno un quarto d’ora a cercare di spiegare gentilmente ad Inuyasha cosa significasse il “Dog Parking” fuori dall’ingresso, si erano seduti ad uno dei tavoli nella sala riscaldata. La ragazza ricordò con un sospiro i dialoghi di quel momento.

 INIZIO FLASHBACK

 -Mhm come mai non ci sono i bocconcini di pesce su questo menù?- chiese perplesso Miroku, forse un po’ troppo ad alta voce.
-Shh, non urlare!- lo rimproverò Kagome, notando che la maggior parte delle persone intorno si erano voltate.
-Non credo li facciano in questo bar, puoi prendere qualcosa che ci assomiglia, che so tipo le noccioline?- provò a sdrammatizzare poi.
Non le andava di perdersi in spiegazioni.
Il ragazzo spalancò gli occhi.
-Ma io mangio solo bocconcini Silver! Il miglior cibo per gatti sul mercato- declamò convinto.
Kagome sospirò, rassegnata.
-Apri la bocca- ordinò avvicinando una manciata di noccioline alla bocca del suo “gatto”.
Miorku eseguì, obbediente, chiudendo gli occhi.
-Ahhh-
La ragazza gli fece delicatamente scivolare due noccioline tra le labbra, sorridendo.
-Ecco. Che te ne pare?- chiese poi vedendo il ragazzo ingoiare.
L’amico annuì con approvazione, gongolando.
-Buone!- esclamò poi lanciandosi sugli snack.
Stava per afferrarne un paio quando Inuyasha e Koga lo spinsero brutalmente da parte.
-Kagome imbocca anche me!- supplicò il ragazzo dai capelli corvini, mollando una gomitata dritta nelle costole del rivale.
-Ma fatti da parte, sacco di pulci!- rispose quello, affondandogli la testa nelle patatine.
-Botolo questa me la paghi!- gridò allora Koga scrollandosi le briciole di dosso.
Inuyasha sospirò sogghignando –E’ la quinta volta che lo ripeti oggi. Sango per piacere potresti prendere nota?- chiese impunemente.
Per tutta risposta la ragazza gli rovesciò la coca cola in testa

 

FINE FLASHBACK

 

Come potete immaginare Kagome li aveva subito dovuti trascinare via e scusarsi più volte con il proprietario che era accorso, adirato per tutto quel baccano.
Avrebbe voluto subito tornare a casa, anche perché cominciava a fare veramente freddo ma Miroku si era messo ad inseguire una gattina dal pelo bianco per farle la corte.
Naturalmente lei è scappata terrorizzata ma credo che lo fareste anche voi se siete inseguite da un umano urlante che insiste per baciarvi la zampa no? Insomma si era dovuta sorbire l’inseguimento amoroso con dietro Koga ed Inuyasha che continuavano a litigare e Sango che le elencava i vari modi di come aveva intenzione di torturare Miroku dopo quella scena.
Poi, quando finalmente erano riusciti a far desistere il dongiovanni dalla sua impresa, avevano scoperto con orrore che si erano persi.
Tokyo è una città grande e ce ne è voluto di tempo per ritrovare la strada per l’appartamento, il tempo poi non era dei migliori.

Kagome aprì la porta di casa accasciandovisi contro. Lanciò un’occhiata al grande orologio dell’ingresso.
Le 1.30 di notte.
La ragazza lanciò la borsa sulla sedia più vicina e si lasciò cadere sul divano. Miroku e Sango la imitarono, accucciandosi però entrambi sul morbido tappeto, scrutandola con gli scintillanti ancora vagamente felini. La ragazza non disse nulla, le faceva strano ma in fondo era la loro natura. Inuyasha e Koga, naturalmente, stavano ancora discutendo.
Ma dove la prendevano tutta quella forza?!
-Ti dico di sì!-
-Sacco di pulci ma sei insistente eh? Noo!-
-Botolo non è colpa mia se sei un perfetto idiota! Sìì!-
-Noo-
-Sìì-
-No-
-Sì-
-No!-
-Sì!-

Kagome non aveva la forza per domandargli quale fosse stavolta l’argomento di litigio e sinceramente neanche le importava più di tanto. Tentò di alzarsi ma un improvviso capogiro la fece nuovamente accasciare sul divano con un gemito. Immediatamente i due litiganti le furono accanto.
-Kagome! Cos’hai?- chiese preoccupato Inuyasha.
Koga per una volta ebbe il buonsenso di tacere. Sango però costrinse entrambi a scansarsi posando una mano delicata sulla fronte dell’amica.
-Ha la febbre- sestenziò –Deve aver preso freddo, oggi e la stanchezza non l’ha di certo aiutata- aggiunse scrutando il volto pallido e affaticato di Kagome.
I due ragazzi accanto a lei scattarono subito sul chi vive.
-Ah la febbre, la febbre! Presto dobbiamo fare qualcosa- strepitò Koga lanciandosi sul telefono appeso al muro.
-Cosa fai?!- chiese Inuyasha agitando le orecchie.
-Chiamo un’ambulanza!- rispose acido l’altro cominciando a comporre il numero, cosa che stranamente era in grado di fare.
L’altro però fu più veloce –Idiota! Mentre arrivano Kagome potrebbe peggiorare dobbiamo occuparcene noi!- gridò attaccando la cornetta.
-Non mi risulta che tu sia medico!-
-Però a differenza tua so quello che faccio-
-Brutto…-

Anche stavolta fu Miroku ad intervenire, ma in modo leggermente diverso…
-SILENZIO!- urlò alzando di scatto lo sguardo adirato.
I due tacquero all’istante.
Il ragazzo gli si avvicinò con passo minaccioso e tirò due potenti schiaffi su entrambe le guance dei due amici.
-Piantatela di dire cavolate! Kagome ha solo una normale influenza! Smettetela di fare casino e statevi zitti!- sibilò furente.
Koga indietreggiò lentamente mentre Inuysha rimase immobile, shockato. Non aveva mai visto Miroku così arrabbiato. Il ragazzo volse loro le spalle e prese l’amica in braccio.
-Vieni Sango, portiamola a letto. Ti puoi occupare tu di lei questa notte?- chiese piano.
La fanciulla annuì silenziosamente.
Era rimasta piacevolmente colpita dall’intervento di Miroku per calmare quei due, neanche Kagome ci riusciva mai appieno. I due amici si avviarono su per le scale lasciando Koga ed Inuyasha a riflettere, forse per la prima volta in vita loro.

 

Angolo dell’autrice:

Intanto mi scuso per l’immenso ritardo!
Ma altre fic hanno richiesto il mio intervento e poi volevo dare a questo capitolo un tocco speciale.
Spero vi sia piaciuto!
Ve lo dedico con tutto il cuore.

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Capitolo 8
*** Memorie gatte e sogni umani ***


Memorie gatte e sogni umani

 

Miroku adagiò Kagome sul materasso.

La ragazza sudava ed il viso aveva assunto un colorito rosso acceso. Doveva avere la febbre alta. Sango le rimboccò le coperte, scostandole dolcemente i capelli dal viso poi si preoccupò di abbassare le serrande e chiudere le finestre, per evitare di far entrare spifferi.

Miroku la osservava muoversi, poi improvvisamente scoppiò a ridere piano.

La ragazza si volse verso di lui, socchiudendo i grandi occhi scuri con aria interrogativa.

L’amico le sorrise –Stavo pensando : è la prima volta che siamo noi ad occuparci di Kagome-

Sango rimase in silenzio.

-Insomma è la nostra prima vera azione da umani. Ricordi quella volta che Inuyasha si mise ad inseguire quel porcospino, in campagna da Sota?-

Stavolta fu lei a ridere.

-Oddio, sì mi ricordo! Quando tornò a casa somigliava ad un puntaspilli!-

Miroku ridacchiò –Sì e quella volta Kagome non disse nulla, si limitò a sorridere e corse subito a medicarlo, ripetendogli dolcemente: “Inuyasha se proprio ti interessa l’uncinetto ti posso insegnare”-

Imitò così bene la voce dell’amica che la gatta non potè fare a meno di lasciare andare l’ennesima risata. Il ragazzo si unì alla sua ilarità.

-Davvero, e quella volta che mi sono beccato una zampata dal gatto dei vicini per aver tentato di abbordare sua sorella?-

Sango sospirò.

-Già. Anche quella volta Kagome ti salvò appena in tempo-

Sogghignò.

-Ancora qualche minuto ed avresti perso la tua straordinaria bellezza…-

S’interruppe di colpo arrossendo leggermente.

-Cioè…Nel senso…- balbettò esistante.

Miroku sorrise dolcemente, strizzandole l’occhio.

-Lo sapevo. Ti piaccio- sussurrò contento.

La ragazza fremette d’indignazione.

-Mi dispiace signor micione! Risposta errata! Ed ora fuori di qui- sibilò spingendolo bruscamente fuori dalla porta. Il giovane fece un sorrisetto.

-Ti voglio bene anch’io, cara- scherzò scendendo le scale.

Sango sospirò, socchiudendo la porta, poi si sedette accanto all’amica distesa.

-Avrei proprio bisogno dei tuoi consigli in questo momento Kagome-chan…- sussurrò, posandole un panno freddo sulla fronte.

Straordinaria bellezza”

Ma cosa le era venuto in mente?! Alzò gli occhi verso le foto poste sulla scrivania dell’amica. Però…

 

Miroku trovò Inuyasha e Koga seduti sul divano, stranamente immersi in un religioso silenzio.

-Ehm, ragazzi?- chiamò piano.

I due si voltarono lentamente, gli occhi vitrei. L’amico fece un passo indietro.

-Ehi va tutto bene?-

Koga si alzò in piedi.

-Miroku! Tu ci hai aperto la mente! Ora siamo certi che anche noi siamo in grado di capire il mondo e la vita! Prima della tua divina lezione non eravamo altro che dei poveri stolti- declamò con aria sognante.

Inuyasha gli fece eco poco dopo.

-Stolti … Poveri stolti …-

Il giovane moro spalancò perplesso i grandi occhi blu cobalto.

Diranno mica sul serio?! Dai no … Ma che diamine?!

-Ooookay ragazzi, voi non state bene- disse conciliante, prendendoli entrambi sotto braccio.

-Perciò adesso venite con me che prepariamo una bella torta!-

-TORTA?!-

 

***

Luce, luce.

Tanta luce.

Kagome sospirò.

Quando aveva la febbre i suoi sogni erano sempre pieni di luce.

Si sedette a gambe incrociate in quel candore immenso, in attesa di risvegliarsi.

Era intenta a giocherellare con una ciocca di capelli, quando udì dei passi.

Si volse di scatto.

C’era qualcun’ altro nei suoi sogni? Chi mai poteva essere?

Si alzò in piedi, scrutando nel bianco.

Una figura.

Una figura era in piedi davanti a lei.

La ragazza si sporse in avanti, sforzandosi di identificarla.

Poi l’ombra sorrise dolcemente e Kagome ebbe un colpo al cuore.

Inuyasha?!

***

 

Angolo dell’autrice:

 

Mhmmm…Non è molto lungo questo capitolo vero?Ho già tante idee sul prossimo ma per ora preferisco fermarmi qui e tenervi sulle spine.
Scherzoo! Vi voglio bene ma voglio che sappiate gustarvi la storia al meglio.Spero che non vi abbia dato un idea di un Miroku mangione: prima il pesce mò la torta. E' solo un Miroku molto affettuoso, come appurerete in seguito.
Che dire oltre a un immenso: GRAZIE a tutti voi.

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Capitolo 9
*** Torte ed altri disastri ***


Torte e altri disastri

 

-Miroku … -

Koga aveva un’espressione scandalizzata.

-Che cos’è quello?!-

L’amico lo guardò perplesso.

-Questo dici?- chiese indicandosi.

Il moro annuì, sbattendo gli occhi chiari. Il micio sorrise.

-E’ un grembiule da cucina ovviamente!- esclamò gongolante.

Koga storse il naso.

-Ma è rosa! E c’è anche disegnata una gattina con un enorme fiocco, sopra!- protestò contrariato.

Miroku rise gioiosamente.

-E’ proprio questo che lo rende così adorabile- rispose accarezzando la figura.

L’amico alzò le mani al cielo.

-O mio dio! Basta mi arrendo-

-Su su- lo consolò lui, battendogli poderose pacche sulla schiena –Fatti forza che ora si comincia-

Detto questo, si fiondò ad aprire tutti gli sportelli presenti nella cucina, che si trovava sotto mano.

-Ehm Miro. Mi sorge un dubbio- sussurrò Koga vedendolo armeggiare con la salsa di soia.

-Cioè?-

Il “lupo” si intrecciò le dita dietro la schiena.

-Ecco…Ma tu hai la più pallida idea di come si cucini?-

L’amico gli rivolse un sorriso smagliante.

-No-

 

Inuyasha sorrise.

Era molto fiero di essere riuscito ad eludere la sorveglianza del lupastro.

Certo, per ora era impossibile distrarlo dal gattaccio e dalla fatidica torta, così lui nel frattempo si era ritirato in un angolo della cucina, attendendo il momento adatto per tagliare la corda e correre da Kagome. In questo Sango gli diede una mano.

La ragazza si affacciò improvvisamente alla porta, spaventando non poco Miroku , che era intendo a frullare un mix di dubbie sostanze.

-Ehilà- esclamò la gatta con voce squillante.

Non aveva perso il suo passo felpato.

-Uah! Sango-chan mi hai spaventato!- gridò il neo-chef facendo un salto indietro.

Lei sogghignò..

Mi scusi chèrie. Sono venuta per sapere se avete bisogno di una mano-

Miroku incrociò orgogliosamente le braccia sul petto.

-Non credo che tu abbia le conoscenze necessarie per preparare una torta- dichiarò alterato. Koga stava per ribbattere qualcosa tipo “Neanche tu” ma fu prontamente zittito da uno schizzo della brodaglia indefinita che galleggiava sui fornelli, che lo colpì in pieno viso. Sango guardò entrambi con sufficienza.

-Credo che Kagome usi questo per cucinare- disse tirando fuori dallo scaffale un tomo con scritto in copertina “RICETTARIO” a caratteri cubitali.

I due ragazzi vi si lanciarono sopra, urlando qualche:

-Dammi qua-

-Molla l’osso-

-Ma quale osso?-

E robe simili.

Così la ragazza ne approfittò per avvicinarsi ad Inuyasha.

-Se ci tieni davvero a vedere Kagome senza quei due tra i piedi, è la tua occasione- sussurrò strizzandogli l’occhio.

Il ragazzo la guardò sorpreso. Sango sorrise.

-Dai forza!- disse poi spingendolo a forza su per le scale.

Inuyasha era frastornato ma seguì il suo consiglio, sparendo lesto nella camera di Kagome.

Miroku spostò nuovamente la sua attenzione sul ricettario del quale era venuto in possesso, dopo una lunga ed estenuante lotta.

Aveva notato lo scambio di battute tra i due amici e si trovava d’accordo.

-Vediamo vediamo. Qui dice cioccolato! Ahh ma allora la salsa di soia non ci va!- esclamò dandosi una pacca sulla fronte.

Sango e Koga lo guardarono scandalizzati.

-CERTO CHE NO, DEFICIENTE!-

 

Inuyasha socchiuse silenziosamente la porta della camera, e sgattaiolò dentro.

Kagome dormiva.

Il ragazzo si sedette a gambe incrociate sul tappeto e la osservò. Il viso era già meno arrossato, segno che la febbre stava scendendo, il fragile petto si alzava e si abbassava regolarmente. Sembrava stesse sognando.

Improvvisamente le labbra della ragazza si schiusero e lei mormorò qualcosa.

Il giovane si avvicinò per ascoltare.

-Inuyasha…-

Fece improvvisamente un passo indietro.

Kagome…
Stava sognando…

LUI?!

-Inuyasha…-

Di nuovo.

Il ragazzo le tornò accanto e posò delicatamente una mano sulla sua.

Avvertendo quel tocco la fanciulla aprì immediatamente gli occhi color cioccolato.

Lui era lì e le sorrideva dolcemente.

-Okay, sto ancora sognando-

 

Angolo dell’autrice:

 

Weii!

Salve a tutti bella gente. Come ve la passate?Io così così diciamo ...

Ho una marea di compiti in classe queste settimane quindi mi dispiace se ritarderò un poco con l’aggiornare.

Che ve ne pare di questo capitolo? Riusciranno i nostri eroi a preparare una torta senza che quel tonotolone di Miroku ci rovesci la salsa di soia dentro?

E cosa accadrà ad Inuyasha e Kagome? Lo scopriremo nella prossima puntata!

 

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Capitolo 10
*** Nuove Emozioni ***


Nuove emozioni

 

Inuyasha arrossì leggermente, guardando la ragazza negli occhi. Il suo viso aveva assunto un’adorabile espressione sorpresa.

-Kagome. Come ti senti?- chiese piano senza lasciarle la mano.

Lei lo guardò dolcemente.

-Ma allora non sei un sogno-

S’interruppe improvvisamente, mentre il suo viso assumeva vari toni di rosa fino a divenire rosso acceso.

-Oh Kami, che razza di figura!- bisbigliò sprofondando nel cuscino.

Il ragazzo la guardò preoccupato.

-Come stai?- chiese stringendole teneramente il polso.

Kagome gli rivolse il più splendido dei sorrisi.

-Ora molto meglio grazie- sussurrò senza riemergere dal piumone.

Inuyasha annuì imbarazzato, rimanendo in silenzio. Dal piano di sotto giungevano rumori confusi.

-Miroku! Che diavolo combini con quel frullatore! Sei un disastro!-

-Io? Ma sei tu la scema che ha messo il sale al posto dello zucchero!-

-Io non centro, è Koga che mi ha distratto-

-Ah adesso è colpa mia?!-

-Ovviamente-

-Ma io vi ammazzo-

-Posa quell’uovo immediatament…-

-Oh oh-

-Ecco così sei più carina. L’albume ti dona-

-AARGH!-

Kagome scoppiò a ridere.

-Non voglio pensare a come troverò la cucina al mio ritorno- disse portandosi una mano alla testa.

Inuyasha la osservava in silezio. I suoi occhi color ambra tentavano di imprimere bene nella mente ogni singolo particolare del suo volto. Era la creatura più graziosa che il ragazzo avesse mai visto. Possibile che non se ne fosse mai accorto prima?

Evidentemente il senso estetico dei cani è estremamente limitato.

-Perché mi fissi a quel modo?-

La voce perplessa di Kagome lo riportò alla realtà. La ragazza lo stava osservando a sua volta, gli occhi color cioccolato incatenati ai suoi.

-Io…- balbettò lui chinandosi nella sua direzione.

Il cuore della giovane prese a pulsare all’impazzata. Le loro labbra erano a meno di un soffio di distanza.

-Inuyasha…-

-Ehi voi, scusate l’interruzione-

A quel richiamo i ragazzi si affrettarono ad allontanarsi. Miroku era improvvisamente apparso sulla soglia della camera, una spalla appoggiata allo stipite. Inuyasha notò che i suoi capelli erano ricoperti di farina ed il grembiule cosparso di macchie. Ma fu quando arrivò ad osservare il viso che il rossore sulle sue guance aumentò. Il ragazzo infatti aveva stampato sul viso un sorrisetto malizioso, che non lasciava spazio all’immaginazione.

-Chiedo umilmente perdono. Vedo che siete impegnati ma mi serve Inuyasha-

Per un attimo ci fu il silenzio più assoluto poi l’amico si alzò di scatto.

-Si, arrivo- disse raggiungendo Miroku sulla porta.

-A dopo Kagome- salutò piano, un attimo prima di uscire.

Il micio lo seguì con lo sguardo, poi strizzò l’occhio alla ragazza.

-A dopo dolcezza- sussurrò scherzoso, chiudendo la porta.

Kagome rimase sola nella penombra, le guance in fiamme.

Inuyasha …

Aveva …

Tentato di …

Baciarla!

 

-Si può sapere cosa vuoi?- il tono del ragazzo era visibilmente irritato.

Erano scesi giù per le scale ed ora si trovavano in salotto. Koga e Sango erano accasciati sul divano e dormivano della grossa, evidentemente stremati da quel tentativo culinario.

Miroku scoppiò a ridere.

-Mi serve una mano- disse semplicemente.

Inuyasha alzò un sopracciglio.

-Una mano…Per fare cosa?- chiese sospettoso.

Il moro si grattò il capo.

-Ehm … A pulire questo.- sussurrò mostrandogli la cucina disastrata.

L’amico spalancò gli occhi.

-Che cosa vuoi che io faccia ?!- strepitò scorrendo con gli occhi l’ambiente quasi irriconoscibile.

Contenitori rovesciati, farina ovunque, uova rotte in terra, frullatori lasciati senza controllo e macchie di cioccolato qua e là.

-Eh sì- continuò tranquillamente Miroku –Sai com’è abbiamo faticato molto per preparare una torta decente mentre voi eravate intenti a sbaciucchiarvi quindi è ora che anche tu faccia la tua parte- disse allontanandosi su per le scale.

Il volto di Inuyasha era livido dalla rabbia e dall’imbarazzo. Improvvisamente il moro si voltò, come se volesse aggiungere qualcosa.

-Ah, gli stracci sono sotto il lavandino. Ciao, ciao-

Tre. Due. Uno.

-MIROKUU!-

 

Angolo dell’autrice:

 

Intanto mi scuso per l’enorme ritardo ç_ç

Ho avuto tantissimi compiti in classe e poi sono stata di nuovo male *si spara*

Spero mi perdonerete xD

Ho una notizia per voi comunque, per chiunque avesse seguito anche le mie drabble “Like Stones” ho deciso di proseguire ^^

Bene e ora passiamo ai ringraziamenti:

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Capitolo 11
*** Vicinato ***


-Vicinato

 

Un ragazzo giaceva esanime su una poltrona. Un largo cerchio viola spiccava intorno ad un suo occhio blu cobalto.

-Ahh che dolore-

Sango lo guardò male, sistemando meglio l’enorme bistecca surgelata che gli stava tenendo spiaccicata in faccia.

-Miroku piantala di lamentarti! Te la sei proprio cercata- sbuffò turbata.

Cercava di nasconderlo ma quando Inuyasha aveva mollando un mega gancio sinistro dritto dritto nell’occhio dell’amico si era preoccupata … E non poco!

-Ma non è stata colpa mia- si lagnò il ragazzo –E’ Inuyasha che è troppo impulsivo!-

-Cosa sono io?!- chiese contrariato l’interessato, comparendo improvvisamente alle spalle dei due. Miroku deglutì a fatica.

-No dicevo, in cucina dovrò passare il detersivo-

L’amico sogghignò.

-Ah ecco-

Sango si abbandonò all’ennesimo sospiro, scoccando un’occhiata all’orologio.

-Per quanto ancora dobbiamo stare così?- chiese rivolta al ragazza sbracato.

Lui le prese la mano, con occhi adoranti.

-Anche tutta la vita-

La giovane gli mollò uno schiaffo.

-Sì, certo! Tienitela da solo la bistecca va- sbuffò allontanandosi.

-No, Sango-chan!- piangnucolò Miroku facendole gli occhi dolci.

Per tutta risposta lei gli mostrò la lingua.

-Ragazzi potreste cortesemente piantarla?- intervenne a quel punto Koga, intento a seguire un dubbio programma in tv.

-Sto tentando di seguire- continuò.

Inuyasha gli si avvicinò, chinandosi all’altezza dello schermo.

-Ma che roba è ?-

Il ragazzo lo guardò malissimo.

-Qualcosa che un cane rognoso come te non può capire-

L’amico si trattenne a stento dal mollargli un pugno.

-Ah si? E cioè, signor Lupastro SoTuttoIo?-

Koga lo guardò con sufficienza.

-La Prova Del Cuoco-

Ci fu un attimo di silenzio attonito poi Inuyasha cominciò a ridacchiare. Prima piano, poi sempre più fragorosamente, finché la sua risata non risuonò per tutto l’appartamento.

Sango era immobile sul bracciolo della poltrona, l’ilarità dell’amico la sfiorò come se nulla fosse. Miroku invece aveva l’occhio sano completamente spalancato e l’iride  blu brillava di stupore.

-Cosa…?- chiese poi a voce bassa.

Inuyasha si rotolò per terra tenendosi la pancia.

-Hai capito bene, micione! Il lupastro qui presente si sta vedendo un programma di CUCINA!- esclamò senza smettere di ridere.

Koga si alzò minacciosamente in piedi.

-Hai qualche problema se non voglio ripetere l’esperienza di affidarmi a Miroku per cucinare, botolo?- domandò rabbioso.

Il moro parve offendersi ma nessuno ci fece caso. Il ragazzo steso a terra si volse verso la tv.

-Non credo che servirà ha molto, sei un caso disperato-

-Cosa hai detto?!-

-Oh lupastro, però Amplifon! Ho detto che sei un caso disperato!-

-Ripetilo se hai coraggio!-

-Caso disperato, caso disperato!-

Ebbe così inizio la solita lotta. Sango a quel punto si girò annoiata dall’altra parte, imitata subito da Miroku. La scena andò avanti qualche minuto, quando si udirono dei passi sulle scale. Tutti si voltarono.

Kagome era in piedi a pochi passi da loro, avvolta nel suo maglione verde chiaro, preferito.

-Ehilà ragazzi- esclamò gioiosa.

Koga ed Inuyasha si precipitarono immediatamente accanto a lei.

-Kagome!-

- Ma ti sei già alzata?-

-Non dovresti stare ancora a letto?-

-Fammi sentire la febbre-

-Spostati, botolo, gliela sento io-

-Ma fammi il piacere!-

-Non ci tengo-

-A cosa?-

-A farti un piacere-

-Ma lo vedi che sei scemo?-

La ragazza si schernì con un sorriso.

-Sto bene ragazzi,non preoccupatevi, solo…-

Ma non fece in tempo a finire la frase che suonò il campanello.

Kagome sbuffò leggermente avviandosi verso l’ingresso.

 

Oh ma aspettano me, per venire a rompere.

 

Pensò contrariata, spalancando la porta. Rimase di sasso.

Davanti a lei, con un vassoio di dolciumi in mano, stava una ragazza.

Doveva essere qualche anno più grande di lei ma la cosa che più shockava era l’aspetto della coetanea.

Lunghi capelli nero lucido, raccolti in una coda.

Una corta frangetta corvina sulla fronte.

Occhi scuri come pozzi profondi.

Pelle pallida come la neve.

-Salve, sono Kikyo: la nuova vicina-

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 *si colpisce in testa ripetute volte*

Prima cosa: MI DISPIACE ENORMEMENTE PER IL RITARDO!

Ho avuto dei gravi problemi ancora! (sembrano non esaurirsi mai)
Ed il tempo mi è fuggito di mano.

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