Nous

di Janet Mourfaaill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rex Raito ***
Capitolo 2: *** Otho ***
Capitolo 3: *** Desero ***
Capitolo 4: *** Thus ***



Capitolo 1
*** Rex Raito ***


Rex Raito

 

Rex Raito

 

 

 

L'alba, col tempo, era entrata a far parte di quell'ampio insieme di momenti che non riuscivano più a toccarlo.

Nessuna emozione in quelle sfumature, nessuna traccia di suggestione o malinconia.

Aveva imparato a non dare peso a ciò che l'anima tende a miticizzare; dolcezza, affetto, rispetto, amore.

Tutte cose che non era più in grado di provare.

Ora, travolto dall'ultimo respiro – lento, angosciato – aveva rivolto gli occhi al cielo.

Morente, aveva dedicato il suo struggente pensiero a quell'ultima alba, chiedendosi perché, proprio nel momento in cui avrebbe voluto assorbirne la purezza dei colori, essa gli paresse in bianco e nero.

 

 

 

 

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Spazio dell'autore:

 

 

Intanto, ringrazio anche qui le due GiudiCesse – non si offendono se le chiamo così, tranquilli, ovvero BallerinaClassica e Pagliaccio di Dio, del Concorso Multifandom indetto sul forum di EFP, del Concorso indetto

sul forum di EFP, quale ““Una parola, per iniziare”. In realtà avevo proposto due Raccolte a tal Concorso, ma la seconda era su Gintama, perciò non ho potuto inserirla nella medesima Raccolta. Potete però trovarla a questo indirizzo, nel caso vi interessi.

Bon, posso dire di aver davvero amato queste due Raccolte per motivi diversi e a volte opposti; mi sono molto divertita e concentrata nella stesura, e sì, sono particolarmente orgogliosa del risultato finale.

Perciò apprezzerò particolarmente recensioni da parte vostra, magari tralasciando i “Bella, brava, ciao!” e mettendoci un po' più del vostro. Su, su, sapete farlo tutti.

Qui di seguito incollerò la commovente Recensione delle due GiudiCesse, tanto per bullarmi ancora un po' del risultato raggiunto.

Tranquilli, entro la fine del millennio dovrei farla finita.

 

 

Prima classificata, con 42 punti: Janet Mourfaaill.

 

Attinenza al tema: 8.5

Correttezza grammaticale e stile: 9

Originalità: 9.5

Ic dei Personaggi: 10

Giudizio personale: 5 punti

 

Totale: 42/45

 

Ok, tu vuoi ammazzarci. O almeno farci crepare d’invidia.

Ma proseguiamo per punti, ché è meglio.

Ammettiamo di essere rimaste colpite, molto, da tutte le Drabbles, ognuna così diversa dall’altra, eppure tra loro tremendamente simili.

Le storie su Gintama, davvero, sembrano seriamente piccoli lavori di Sorachi-sensei, ognuna di essere ha un ben preciso scopo.

A farti perdere però punti, sono state solo un paio di sviste: in “Anche le cartomanti hanno la loro dignità, paga e sparisci idiota!” , ad esempio, il vino non è altro che un’offerta che Toshi fa a Kondo, mentre lui racconta dell’incontro con la Cartomante, ma non ha particolare importanza nel resto della Drabble. Così come in “ Chi fa da sé in realtà fa per quattro, solo che detta così non faceva rima “ nella quale “Zuzzurellone” non è altro che parte del titolo del nuovo singolo di Otsuu-chan, che poi non viene più citato.

Stessa cose accade in Nous, con “Otho”.

La grammatica e lo stile vanno forte, davvero. Forse esclusa qualche virgola davanti alla congiunzione “e” che, come già abbiamo spiegato, si dimostra solo una ripetizione, in quanto si tratta di un’ulteriore pausa. Ma questo è a discrezione dello scrittore, sebbene chi leggere – spesso – non vede tale pausa. E forse, una lieve penalità, per la DrabbleUrsi”: nessuna pecca grammaticale, chiaramente, solo che forse, stilisticamente parlando, non colpisce come le altre. Non riesce ad essere diretta come una Drabble dovrebbe, sebbene tratti un tema terribilmente forte.

Anche per quanto riguarda l’originalità, si tratta indubbiamente di due piccole raccolte - ? – pressoché perfette.

Seppure trattando temi apparentemente semplici, ci si accorge di come restino fedeli al manga seguito e di quanto riescano a dare, tutte. In Nibbles, ad esempio, le tematiche trattate sono perfettamente alla Gintama, proprio come se ci fosse qualcosa di Sorachi-sensei, in mezzo a quelle cento paroline.

E di conseguenza, non si può che assegnare un ottimo punteggio per quel che riguarda l’IC dei personaggi: ognuno di essi, sebbene sia secondario, ha una personalità chiaramente definita.

Gintoki, che riesce a diventare furbo solo quando lo scopo e salvare la pellaccia dalle grinfie di Tae, Hijikata, uno dei pochi – forse – che non vede Kondo come un gorilla – o un idiota – che perde tempo dietro una donna che non accetterà mai le sue proposte – indecenti o meno – e Yamazaki che, sebbene spesso e volentieri sia il più maltrattato del manga, è il minimo che conservi un briciolo d’intelligenza e sia capace, probabilmente, di riflettere sul perché gli uomini cerchino rifugio nell’alcool.

Anche per Death Note l’IC è perfetto. Sì, perfetto. Sembra quasi che tu sia entrata nella psiche dei personaggi, analizzandoli per poi farli sfolgorare della loro propria luce. Ci ha colpite molto la caratterizzazione che hai dato a Raito, rendendo il rapporto conflittuale di bene e male che vive in lui una sinfonia melodiosa. Complimenti.

Concludiamo dunque col dire che si tratta indubbiamente di storie di ottimo livello, perfettamente attinenti al tema dato e piacevoli, molto, a leggersi.

E nonostante sia difficile riuscire a pieno a comunicare in poche parole, tu ci sei riuscita.

 

 

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Deh, direi che basta così.

Grazie a tutti anche solo di essere arrivati fino a qui.

Fa sempre piacere essere letti, nella buona e nella cattiva cazzat... ehm, sorte.

Al prossimo aggiornamento.

 

 

Janet.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Otho ***


Otho

Otho

 

 

 

 

Il libro era tra le sue mani bianche, come carbone tra cotone bagnato.

Era un peso minimo, eppure sembrava gravare su quelle dita pallide, come debilitate da una lettura troppo intensa.

Lui aveva la mano poggiata sul pomello della porta, poteva sentire l'ottone freddo bruciare sotto il suo palmo.

Era stato come mangiare fuoco e riempirsi i polmoni di braci.

La prima volta che l'aveva vista.

 

Stava per morire ai piedi del proprio assassino.

Non importava.

Naomi.

Se nell'infinitesimale istante che precedeva la morte il pensiero sfiorava quanto di più puro conservava la mente, allora forse aveva un senso morire.

 

 

 

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Spazio dell'autore:

 

AngelVirtues: Grazie della lunga e graditissima recensione. Allora, innanzitutto l'alba è, per dirla in termini spicci, 'na cagata; nel senso che so perfettamente quale sia la scena finale nell'anime e nel manga, e no, l'alba non c'è.

Peeeeeeeerò visto che avevo taaaanta voglia di scrivere una cosettina simile e l'unica parola a mia disposizione era “alba”, ho ritenuto cosa buona e giusta far finta di niente e andar per la mia strada.

Che poi, in fin dei conti, a me piace anche così.

Per quanto riguarda l'interpretazione, ahimè, debbo purtroppo dare per vera la prima ipotesi, sebbene quella su Elle sia sicuramente più particolare; l'alba in bianco e nero sta ad indicare, come hai detto tu, un paesaggio di cui lui non può godere fino in fondo in quanto emblema di purezza, serenità, tutte cose che Raito ha ripudiato sin dall'inizio.

Tranquilla, comunque, la tua teoria è molto bella. *Annuisce col capoccione*

Grazie ancora e alla prossima.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Desero ***


Desero

Desero

 

 

 

Il foglio bianco tra due dita e gli occhi chiusi.

Un taglio amaro in quel viso pallido, e il tremolio delle labbra.

Vado a morire, Mello.

Non aveva mai avuto paura del momento dopo, non aveva mai preteso una morte dignitosa.

Per tutta la vita, il suo unico desiderio era stato quello di morire prima di chiunque altro, lasciandosi alle spalle l'angosciante idea di essere abbandonato.

Abbandonare era più semplice.

Aveva lasciato cadere il foglio, immergendosi nella notte morta.

Dietro a sé, parole vane e vuote a smentire il suo terrore.

No.

Abbandonare era un'agonia.

Fuori gelava.

Vado a morire.

 

 

 

 

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Spazio dell'autore:

 

Wherena: Oppalà, chi si rivede. Al solito Ego è con te e gli manchi quando non ci sei – sta saltellando, qui a fianco – poiché non esiti mai a sburattinarmi in faccia tutta la mia presunta genialità, il che viene sempre più che amato e apprezzato. Scherzi a parte; per un autore il riuscire ad essere il personaggio nel preciso momento in cui si vuole esserlo e soprattutto il riuscire a darlo a intendere è sempre molto gratificante, ragion per cui ti ringrazio molto. Spero che anche quest’altro sputacchio esaltato sia di tuo gradimento: nel caso non recensire proprio, che sennò Ego mi muore stecchito.

 

 

AngelVirtues: Dannazione, voi recensori siete fatti apposta per farci diventare degni discepoli di Narciso. Almeno, per quanto riguarda me – chi mi conosce sa che non è affatto difficile farmi sentire adulata, e soprattutto godere dammorire. Detto ciò: grazie per i complimenti, onorata di averti trasmesso un chicchessia di lontanamente apprezzabile.

Ah, inciso: Raye Penber è di per sé un personaggiotto pressoché desolante, un pochino tonto, ma devo dire che mi è piaciuto molto scrivere qualcosa su di lui: è uscito da sé, pensa che inizialmente era nata come una drabble su Raito e il suo primo unico vero amore. Per dirti il cambiamento. Poi non so, mi è venuta in mente Naomi e di conseguenza quel fessacchiotto di Rayeevvuallà. Strano a dirsi, eh, ma piace anche a me. Sì, nel caso te lo stessi chiedendo, devi smetterla di farmi i complimenti finché sei in tempo.

 

 

Lupus: Figliolettino adoroso, grazie per il Pronto Intervento e per le commoventi paroline. Le tue riflessioni su Raito sono state esattamente quelle della tua mammins, il che sta a ribadire quanto il sangue non tradisca mmmmmaih. Noi ci si becca, perciò non sto a dilungarmi in smoccolosaggini e sbrodolose pucciosità – anche perché quando ci provo il risultato ha dell’inquietante. Appresto, figliettobbeddo.

 

 

 

Direi che è tutto, Siori e Siore.

Non so, spero di ritrovarvi tutti e sessantotto nel prossimo capitolo.

Ha ha ha ha ha.

D’accordo, me ne vado.

 

 

Alla prossima, cortesi recensori.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Thus ***


Thus

Thus

 

 

 

L'incenso soffocava ogni respiro in quella piccola chiesa, non lasciava spazio ad altro fuorché al pianto.

Era morto un uomo, l'ennesimo. La gente aveva dimenticato gli abiti chiari di un tempo, ognuno avvolto da innumerevoli lutti che coprivano di nero ogni capo e ogni anima.

Sayu Yagami, inginocchiata tra le prime panche, piangeva silenziosamente.

Rui Tendo era morto in un tragico incidente stradale ai soli diciannove anni.

Sayu lo amava.

Accanto alla bara, Raito Yagami pareva raccolto in un intimo momento di preghiera.

- Riposa in pace. -
Un segno di croce seguito da un sussurro aspro.
- Cane. -

 

 

 

 

 

 

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Spazio dell’Autrice:

 

È davvero un pelino troppo tardi per stare a rispondere a ogni singola recensione, tanto più che è passato parecchio tempo – lo so, lo so, mea culpa, *frustate e lacrime di sangue* ancora mea culpa – e che ho parecchio culopeso. Cioè, in realtà ho sempre culopeso, ma stanotte ancor di più.

Mi limito quindi a ringraziare recensori, passanti, ammiccatori, apprezzatori, odiatori e chi più ne ha più ne aggiunga che io avrei anche da fare.

Appresto, spero l’aggiornamento sia anche solo vagamente gradito – in tal caso sarà stata resa gloria alla mia eterna pigrizia.

 

Lachesi.

 

 

 

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