Questo è un addio

di SissiCuddles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dichiarazioni e Confessioni ***
Capitolo 2: *** Matrimonio. House POV ***
Capitolo 3: *** Matrimonio.Cuddy POV ***
Capitolo 4: *** Note Autore ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - House POV ***
Capitolo 6: *** Epilogo - Quasi un anno dopo- Cuddy POV ***



Capitolo 1
*** Dichiarazioni e Confessioni ***


Dirlo a Wilson
Lisa Cuddy entrò nell’ufficio del primario di oncologia senza bussare.
“House, quando imparerai a bussare?”
“Beh, se sei impegnato torno dopo”
Wilson alzò lo sguardo stupito.
“Scusa Cuddy, pensavo fosse House. Solitamente lui non bussa e tu sì…”
“Non c’è problema…”
“Volevi dirmi qualcosa?”
Cuddy si avvicinò alla porta, pronta ad evadere dalle domande dell’amico.
“Ehm, no…”
“Ok. Vuoi dirmi perché sei qui?”
“Dimenticavo che ho un impegno…”
“Lisa?”
“Sì?”
“Ti ha chiesto di sposarlo?”
Cuddy lo guardò. L’oncologo non sapeva come interpretare l’espressione della donna: sorpresa? timore? forse era terrore?
“Come…come fai a saperlo?”
“Forse perché tremi come una foglia? No, aspetta…forse perché hai l’anello al dito?”
Cuddy coprì l’anello con l’altra mano.
“Non dirglielo!”
“Dirlo a chi? Ad House? No, questo lo lascio fare a te. Io ho smesso di fare il vostro messaggero.”
Cuddy stava per chiudersi la porta alle spalle quando si rigirò verso il medico dietro la scrivania.
“James, credi che stia facendo la cosa giusta?”
“Lo devi sapere tu. Non sono mica io quello che si sposa.”
“La sai una cosa? Stai iniziando a comportarti come House. Voi due passate troppo tempo insieme…”
“Vuoi sapere come la penso veramente?”
Il decano di medicina si limitò ad un rapido cenno del capo.
“Dovresti pensarci due vote prima di dire sì. Devi essere sicura di quello che provi veramente. Capisci quello che dico? Tu ne sei innamorata veramente o lui è solo un rimpiazzo che hai trovato per impedire al mio cinico e misantropo migliore amico di saltarti addosso?”
“ Grazie Wilson... Rimango della mia opinione. Passi troppo tempo con House”

Dirlo ad House
Lisa Cuddy entrò nell’ufficio del diagnosta. Lo vide seduto alla sua scrivania che dormiva. Girò sui tacchi, stava quasi per uscire quando lui la bloccò.
“Dottoressa Cuddy, quale piacere vedere il suo enorme sedere appena sveglio!”
Cuddy sorrise prima di girarsi e ammonirlo con il suo tono da “io ho il potere e tu no”.
“Dottor House le sembra il caso di fare questi commenti ad un suo superiore?”
“Lo sappiamo tutti e due, che qui chi comanda sono io!”
“Credici!”
“Comunque…bello il tuo anello”
Per l’ennesima volta la sua mano andò a coprire l’anello al suo dito. Cuddy ritornò verso al porta, ma fu bloccata un’altra volta dalla sua voce.
“Allora, quando si è dichiarato?”
“Il mese scorso…”
“Bene…quand’è il grande giorno”
Oltre a disegnare le virgolette nell’aria, House disse quest’ultima frase in modo comico. Le labbra all’infuori e gli occhi persi a fissare il soffitto sognanti.
“Il 10 giugno, è il primo sabato che Lucas ha libero…”
“Wow, il 10 giugno…bella data”
“Grazie…credo che adesso me ne dovrei andare”
“Ok…”
Cuddy si avvicinò di nuovo alla porta, ma questa volta non ci fu nessuno che la bloccò, si bloccò da sola. E con la mano ancora sulla maniglia si girò.
“House…”
“Sono contento per te Lisa…”
“Grazie…”
Sussurrò l’ultima parola, ma non continuò ciò che voleva dire. Avrebbero creato troppo caos tra i due.

WILSON POV
“Si sposa e tu lo sapevi!?”
“Ciao House, ho passato una bella giornata oggi. E tu?”
House entra sbattendo la porta e lanciando il suo zaino contro il muro.
“Perché non me lo hai detto?”
“Cuddy ha detto che lo avrebbe fatto lei…”
“E tu…per una volta nella tua vita hai mantenuto un segreto?”
“House…”
In quel momento la porta della camera degli ospiti sbatte ancora più forte. Potevo sentire le ante dell’armadio aprirsi, i passi affrettati di House e infine il rumore di qualcosa che veniva trascinato.
“House che diamine stai facendo?”
“Pensavo fosse chiaro. Me ne torno nel mio appartamento. Non ho più bisogno di vivere qui con il mio angioletto custode!”
“House, non puoi reagire sempre così!”
“Così come?”
“Scappi. Davanti all’ennesimo problema che ti riguarda da vicino, tu scappi”
“In questo momento sto scappando dalla tua cucina scadente e dal fatto che tu la mattina ti asciughi i capelli…ma, anche la tua conclusione, ha un qualcosa di accettabile…”
Detto questo, alza la piccola valigia e si avvia verso la porta.
“House, come pensi di arrivare fino al tuo appartamento?”
“Sai Wilson, esistono delle vetture chiamate taxi!?”
“Aspetta! Ti accompagno”
Prendo il capotto, chiudo la porta di casa e scendo le scale verso la macchina. Fu un viaggio silenzioso. Finalmente casa sua era visibile. Ci era tornato solo una volta dopo Mayfield. Tutto era nello stesso posto, un pesante strato di polvere copriva qualsiasi oggetto, compreso il suo amato piano.
Mi limito a rimanere in macchina, mentre House sale gli scalini verso il portone verde. Rimango a fissarlo fino a quando la porta non si chiude alle sue spalle. Rimetto in moto il motore e me ne torno a casa. Una casa vuota dopo mesi. Il disordine di House mi sarebbe mancato.

HOUSE POV
E’ questo ciò di cui ho veramente bisogno? Tornare a vivere da solo in una casa con troppi ricordi? Devo chiarire tutti i miei pensieri, tutte le sensazioni e tutti i ricordi dell’ultimo anno. Appena appoggio la valigia i ricordi si fanno più vividi. Quando mi avvicino al piano tutto torna perfettamente nella mia mente, ogni singolo secondo di quel sogno sfumato in delusione e rancore. Posso vedere Cuddy avvicinarsi a me. Posso sentire il suo profumo. Non voglio rivivere questo incubo, ma qualcosa mi spinge a riosservare la scena. Posso sentire il suo profumo sempre più forte, una sensazione di calore nel petto e la mia mente vaga in cerca di un significato. Posso vedere una luce. Ma che diamine sta succedendo?
Qualcuno bussa alla porta e mi risveglia da questo incubo. Mi accorgo che non stavo dormendo, ero sveglio e come tante altre volte prima, stavo suonando quella melodia.
Mi alzo e apro la porta. Cuddy è davanti a me.
“Posso entrare?”
La lascio entrare un po’ esitante. Sono ancora scosso da quel flashback di poco fa. Cuddy entra e si siede sul divano, io ritorno al mio piano
“Perché sei qui?”
“Wilson mi ha detto che avete discusso riguardo a…”
“Al fatto che lui ha mantenuto il tuo segreto? E’ passato tutto…”
“Ok…”
“Ok…”
L’unica cosa che riesco a fare in questo momento è continuare a suonare quella melodia che mi assilla da tempo. Una serenata lenta e veloce, dolce e pungente. Una serenata scritta solo per lei, che le ho tenuto nascosto per mesi. E ora, senza che lei lo sappia, la sta ascoltando ad occhi chiusi, catturando ogni singola nota. E quando tutto termina, lei mi guarda un po’ perplessa.
“Peccato sia finita. E’ bellissima…l’hai composta tu?”
“Sì…”
Prendo lo spartito e glielo porgo.
“Puoi tenerla, anche Lucas sa suonare il piano…”
“Grazie…”
E ora cammina verso la porta senza guardare quei fogli, varca il portone e prima di chiudere la porta parla.
“Devi dare una bella ripulita a questo posto…”
“Già…”
“Buona notte, House”
“Buona notte, Cuddy”

CUDDY POV
E’ passato più o meno un mese da quella sera a casa di House e ancora non ci siamo parlati. Ci evitavamo reciprocamente. Io mi nascondevo nella mia fortezza personale, il mio ufficio, completando documenti che non servivano a nulla. Lui risolveva i suoi casi nel maggior tempo possibile così da evitare di dovermi incontrare. Non parlava con me, non veniva a chiedermi esami strampalati o cure pericolose, aveva il suo team.
Persa nei miei pensieri non mi sono accorta che Wilson è entrato nel mio ufficio.
“Hey, Lisa stai bene?”
“Ehm ciao! Scusa ero persa nei miei pensieri. C’è qualche problema?”
“Problemi medici, no. Problemi personali, mi sembra ce ne siano parecchi.”
“Già…hai parlato con House?”
“Non c’è bisogno di un’altra discussione…ci siamo già detti tutto…”
“A me non sembra…”
“Possiamo cambiare argomento?”
“Certo…come vanno i preparativi?”
“Bene…sono un po’ indietro. Ultimamente ho avuto un po’ troppo lavoro per dedicarmi a tutto, ma mia sorella mi sta dando una mano.”
“E il vestito, l’hai già scelto?”
“Sì. Ieri ho preso il pomeriggio libero e l’ho scelto. E’...”
“No! Non voglio rovinarmi la sorpresa”
“Ok…però è…”
“No Lisa! Non lo voglio sapere sul serio!”
Wilson riusciva sempre a farmi tornare il sorriso, è l’unico vero amico che ho qui.
“Credo che debba tornare al mio lavoro. Il cancro non si cura da solo.”
“Già…buon lavoro”
Wilson stava per uscire dal mio ufficio, ma lo fermai.
“James, ti…ti andrebbe di accompagnarmi all’altare?”
Lo sguardo sbigottito di Wilson, mi fece ridere, ma tentai di trattenermi.
“Wow! Lisa è una cosa grossa quella che mi chiedi! Ne sei sicura?”
“Sì, ma solo se tu vuoi. Se è troppo impegno puoi sempre dirmi di no…”
“Certo…”
“Allora questo è un sì, tu mi accompagnerai all’altare?”
“Sì, posso abbracciarti?”
Come è facile commuovere Wilson.

WILSON POV
Entro nel mio ufficio e House è seduto di fronte alla mia scrivania.
“Ehy Cancer-Fighter cosa voleva la Cuddy?”
“Mi ha chiesto di…accompagnarla all’altare”
“Ah…ok”
“Ok? Io accompagnerò la donna che ami all’altare per sposarsi con un altro?”
“Wilson, perché devi sempre rendere tutto così complicato. Per la prima volta in vita mia mi comporto come un a persona matura. Mi sto lasciando gli ultimi vent’ anni alle spalle, sto cercando di accettare il fatto che lei è con Lucas e non con me. Sono stato un idiota per vent’anni e ne devo pagare le conseguenze”
“Wow! E’ un gran bel passo avanti…tu dicevi che le persone non possono cambiare, ma…”
“No! Io dico che le persone non potranno mai cambiare. Solo le situazione cambiano, le persone si limitano ad accettarle e cercare di convivere con queste.”
House non finisce mai di stupirmi. Quando tutti i suoi paini vanno a rotoli, ecco che lui ha subito la soluzione per riportarsi al passo. Una cosa mi stupisce: lui non aveva mai mollato la sua presa su Cuddy, si era sempre comportato come un bambino che vuole tenere per sé il suo giocattolo preferito; ma ora si è arreso, per la prima volta in vita sua si è arreso ad una situazione da cui non poteva scappare.
“Spero non ti dispiaccia se la accompagno all’altare.”
“No…lei ci tiene e tu sei il suo migliore amico, oltre che ad essere anche il mio. Non puoi prendere sempre la mia parte, Cuddy ci tiene, vuole il matrimonio perfetto e tu…”
“Grazie…”
“Non c’è di che. Ora vado…”
“Ok”
House sta per uscire, ma le parole di Cuddy mi tornano in mente.
“House, aspetta. Cuddy è stata a casa tua una sera?”
“Sì, quando sono tornato nel mio appartamento. Perché?”
“So che non vi parlate da quel momento. Dovresti parlarle…”
“E sentiamo, cosa dovrei dirle?”
“Dille tutto!”
“Tutto? L’ultima volta che le ho detto cosa provavo eravamo a quella conferenza e lei è scappata via. La volta prima era un’allucinazione. Cosa dovrei dirle ancora?”
“Scusami…”
“Scusami tu Wilson. Io ci sto provando…”
“Lo so…credo che dovresti andare…”
“Già…Ehy Wilson, cerca di non inciamparti mentre cammini a braccetto con Cuddy”
“Mi inciamperò solo se un pazzo mi metterà un bastone tra le gambe”
“Non preoccuparti, non lo farò”
Detto questo uscì e chiuse la porta dietro di sé, mentre io cercavo di mettere ordine sulla mia scrivania, pensando a ciò che ci eravamo appena detti.

10 aprile
HOUSE POV
Gli Abba cominciarono ad echeggiare nello studio.
“Questa è la segreteria del Dr House, se sei Wilson, lasciamo in pace, altrimenti lasciate un messaggio dopo il bip….bip”
“House, non mi freghi più con il trucco della segreteria telefonica.”
“Wilson, come posso renderti la vita un inferno oggi?”
“ Dobbiamo parlare!”
“Ti sto ascoltando…”
“Non è argomento di cui possiamo parlare al telefono!”
“Sapevo che tu avessi tendenze verso il nostro stesso sesso, quindi ne puoi parlare al telefono…”
“Non sto scherzando, alle 5 sul tetto dell’ospedale…”
“Wilson è tutto ok?”
“Alle 5 sul tetto.”
Che cosa ha in mente Wilson? Speriamo non sia un altro discorso sull’etica e il fatto che uno dei suoi pazienti è morto di nuovo.

CUDDY POV
“Cuddy, dobbiamo parlare del matrimonio.”
“Ok Wilson…dammi 5 minuti e sono nel tuo ufficio”
“Sono sul tetto dell’ospedale…”
“Che ci fai sul tetto?”
“Almeno House non ci può sentire. Avrà già in mente dei piani per sabotare il mio vestito o staccare la suola alle mie scarpe…”
“Ok…sono da te tra 5 minuti ok?”
“Ok”
Che diavolo ha in mente Wilson. Incontrarci sul tetto dell’ospedale per parlare del matrimonio. Ha ragione, House non ci troverà mai, ma non si sta comportando onestamente con lui.
House mi sembra abbia abbandonato l’idea di sabotare i preparativi del mio matrimonio. E lo dovrei ringraziare per questo, ma non credo sia una buona idea, visto che non ci parliamo da mesi.
Lancio uno sguardo all’orologio e continuo a sistemare i documenti per il trapianto di fegato di domani. Non riesco a concentrarmi, allora prendo il mio capotto e salgo verso il tetto.

“Wilson sono le 5.05!! Sei in ritardo!”
“House, e tu che diavolo ci fai qui?”
“Cuddy? Dovrei farti la stessa domanda…”
“Wilson ha detto che doveva parlarmi…”
“Quel piccolo manipolatore bastardo…”
“House, vuoi dirmi cosa sta succedendo?”
“Ha detto la stessa cosa ha me. House dobbiamo parlare. Alle 5 sul tetto. Mi era sembrato strano, ma non pensavo stesse progettando una cosa del genere.”
“Già, direi che possiamo tornare al nostro lavoro…”
“O potremmo provare a chiarire tutto…”
“Cuddy, non c’è nulla da chiarire…”
“Invece sì…sono due mesi che non ci parliamo e sono stati i mesi più brutti dopo il tuo ritorno…”
“Non ho niente da dire…”
“Allora lascia parlare me.”
House non rispose, lasciò che Cuddy cominciasse il suo discorso. Si sedettero sul cornicione interno e rimasero a fissare il cielo finchè lei non ricominciò a parlare.
“Sono passati più di vent’anni dal nostro incontro e non siamo mai riusciti ad andare d’accordo. Non ho ancora capito se siamo troppo complicati l’uno per l’altro o se siamo incapaci. Abbiamo avuto altre storie, e quelle più o meno sembravano durare, riuscivamo a gestirle, per poco tempo, ma ci riuscivamo. E adesso io mi sto per sposare con una persona che ho incontrato l’anno scorso, non so se ne sono innamorata o se lo sto facendo solo per non passare il resto della mia vita da sola o se lo faccio per Rachel. Posso contare sulle mie dita delle mani tutte le volte che io e lui abbiamo litigato, ma con te, ho bisogno di un computer per registrarle tutte. Ma quando litigo con lui non provo quello che provo quando discuto con te. Le tua battutine, i tuoi scherzi e le tue richieste impossibili, mi riempiono la giornata. Non è una cosa negativa, anzi…mi dai qualcosa con cui distrarmi”
Cuddy si alzò in piedi pronta ad andarsene, ma la voce di House la fermò.
“Ho sempre pensato di non essere capace di avere una storia con qualcuno, specialmente dopo averti conosciuto. In questi ultimi mesi ho cercato di stare il più possibile lontano da te, per la paura di compiere la cazzata più grande in assoluto. Sto cercando di comportarmi in modo maturo, ma tu e Wilson con i vostri discorsi, mi rendete tutto più complicato. L’unica cosa che posso fare è lasciarti andare. Superare la cotta per te che dura una vita, e come hai detto tu, quella barca è salpata tanto tempo fa.”
House era ormai alla porta.
“Era la mia serenata vero? Quella sera, quando mi hai dato lo spartito, era la mia serenata?”
“Sì…”
“Grazie…”
“Non devi ringraziarmi…”
“House, verrai al mio matrimonio?”
“Non voglio rovinare il giorno più bello della tua vita”

E dicendomi questo, hai annullato tutte le mie certezze. Tutto ciò che credevo solido e forte, lo hai fatto crollare.

Ragazziii aspetto i vostri commenti!! Grazie!!<3

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Capitolo 2
*** Matrimonio. House POV ***


HOUSE POV
La marcia nuziale comincia ad echeggiare per la chiesa. Gli invitati si alzano e lentamente si girano verso il portone di legno. E quando questo si apre, il sorriso sui loro volti, lascia lo spazio alla mia immaginazione.
Sono nascosto nell’angolo più remoto della chiesa, sperando che tu non mi veda, sperando di non renderti triste anche nel giorno del tuo matrimonio.
Oggi non indosso i miei soliti jeans e la mia camicia mai stirata. Ho uno smoking, ma tu questo non lo saprai mai. E neanche gli invitati lo vedranno, perché me ne andrò prima che tu possa finire tutto con un sì.
Mentre ti vedo avanzare con quel meraviglioso vestito pensa a quanto sia fortunato quell’uomo. In parte a te, Wilson ti accompagna. Rido perché lui è più emozionato di te. Sembri impassibile nel tuo avanzare. Wilson invece è incerto, come se volesse farti pensare, farti tornare indietro. Ma tu gli dai una piccola gomitata; lui riporta lo sguardo all’altare. Dove lui ti aspetta.
Non so se tu stia facendo la scelta giusta. Ma spero che con lui tu sia felice. Spero che riusciate ad avere una vostra famiglia. La famiglia che tu hai desiderato per tutta la tua vita.
E ad ogni tuo singolo passo verso l’altare, i ricordi mi tornano alla mente, più vividi che mai.
Sono un cretino, lo so. Ho passato gli ultimi venti anni nascondendomi da te, seguendoti segretamente, rovinando ogni tuo appuntamento. E per tutti questi anni non abbiamo fatto altro che costruire un muro tra noi, tra il passato e il presente e il futuro. Dobbiamo ammettere che abbiamo fatto breccia nel muro un paio di volte. Tutte le cose che abbiamo passato insieme, credo mi mancheranno. Beh, mi mancherai. Non lo ammetterò mai a nessuno, ma il grande passo l’ho fatto: l’ho ammesso a me stesso.
Ora Wilson ti sta baciando la mano e appena è sceso dall’altare, si siede. E posso vedere le sue lacrime. E ritorno a ridere, è troppo emotivo quell’uomo, doveva nascere donna. Non l’avevo detto nemmeno a lui. Gli ho tenuto nascosto tutto: gli ho detto che non sarei venuto al matrimonio, che non sarei partito dopo averti persa. Oh dio! Sono patetico. Mayfield mi ha reso uno schifo! Forse non uno schifo, ma ho imparato molte cose, che gli anni di studio non mi avevano mai insegnato. Ho capito di amare qualcuno, ho capito i miei errori, ho eliminano un elemento della mia vita ed ora lo sto rifacendo. Sto perdendo te. Questa volta per sempre.
Sei sull’altare e mi incanto a guardare quanto sei splendida nel tuo vestito. Beh, anche senza quel vestito sei bellissima. Ti osservo mentre impassibile osservi il prete e il tuo futuro marito. Non sembri felice, non ti ho ancora vista sorridere. Dammi un segno, dimmi che sei felice, dimmi che non stiamo commettendo il nostro più grande sbaglio. Ho bisogno che tu faccia qualcosa. Ho bisogno che tu mi lasci uscire da questo posto con la certezza che sarai felice e che non hai bisogno di me.
E’ il momento degli anelli. Rachel ha appena cominciato a camminare e, accompagnata da tua sorella vi porta gli anelli. Posso ancora vedere Wilson confortare tua madre, che anche lei piange per questo momento della tua vita. Ma tu non piangi e non sorridi. Chissà cosa ti sta passando per la testa.
Rachel finalmente arriva da voi. Julia prende gli anelli e li appoggia sul tavolino in parte a voi. Lui ti prende la mano e, mentre esprime il suo amore, ti infila l’anello. Ora sei sua. Mi avvicino all’uscita della chiesa, non voglio vedere la scena alle mie spalle. Voglio uscire ed evitare questa cosa un po’ masochista da parte mia. Apro la porta ed esco, giusto in tempo per non sentire pronunciare la tua promessa. Cammino lungo il corridoio laterale. Lì in fondo mi sta aspettando il Dr Nolan.
Me ne vado, di nuovo. Non hai bisogno di me. Da quando ho saputo che ti saresti sposata ho pensato a come avrei vissuto dopo questo. Ho preso in considerazione varie opzioni: ritornare a Mayfield, andarmene in un altro stato; ho pensato anche al suicidio. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito.
Cammino verso Nolan.
“Possiamo fermarci all’ospedale un minuto?”
“Certo Greg”
“Grazie”
Saliamo in macchina e andiamo verso l’ospedale. Oltrepasso le porte automatiche ed entro nel tuo ufficio. Ti lascio una lettera, vorrei tanto che tu la leggessi e non la buttassi nel cestino, come suppongo tu farai.

Lisa,
Sono finiti gli incubi, ora comincia la tua nuova vita. A meno che questa non sia la vita che tu vuoi.
House
P.S.: Il tuo vestito era favoloso. Eri, sei stupenda.

Nolan si avvicina a me.
“Sei sicuro?”
“No…”
“Posso aspettare quanto vuoi…”
“Me ne devo andare”
“Perché proprio a Mayfield?”
“E’ il primo luogo che mi è venuto in mente”
“Greg…”
“No…devo tornarci.”
“Te lo ripeto, sei sicuro?”
“No…”
“Ok…ti aspetto in macchina”
Guardo la tua scrivania. Quella che ti ho fatto portare grazie a tua mamma. Almeno ti ricorderai di me. Guardo le foto che hai incorniciato. Prendo la foto di te e Rachel. Spero che non ti dispiaccia.
Esco dal tuo ufficio, per l’ultima volta.
Commenti grazie!!

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Capitolo 3
*** Matrimonio.Cuddy POV ***


CUDDY POV
Sono qui. In piedi davanti all’entrata della chiesa. Sono sola mentre penso e ripenso a quello che sto per fare. Mentre fisso il portone, implorando di non aprirsi, Wilson mi abbraccia. Ci guardiamo per pochi minuti. Non diciamo niente. Ci limitiamo a guardare negli occhi dell’altro.
Qualcuno ci viene a chiamare. Wilson si posiziona alla mia destra, prende il mio braccio e per l’ultima volta parla.
“Lisa, sei sicura di quello che stai per fare?”
Io lo guardo, cerco di ammonirlo con il mio sguardo, ma è inutile. Finirei solo in lacrime.
“Non farlo James…”
Ormai sto piangendo. Lui mi asciuga le lacrime e se ne sta zitto, mentre la marcia nuziale comincia a invadere la chiesa. Sento il rumore delle sedie spostarsi delicatamente, il fruscio dei vestiti degli invitati e il loro bisbiglio quando metto piede sul lungo tappeto rosso verso l’altare.
E tra i mille sguardi estasiati, non vedo il tuo. Non sei proprio venuto eh? Speravo che avresti capito, speravo che tu saresti venuto qui nel giorno più bello della mia vita. Speravo di vedere i tuoi occhi, i tuoi capelli sempre spettinati, di sentire il tuo profumo e il rumore del bastone. Sono due settimane che mi eviti. Due settimane che ti vedo entrare in ospedale, dare un rapido sguardo nel mio ufficio, e continuare verso il tuo senza fermarti.
Sorrido agli invitati, mentre dentro di me continuo a pensare a quello che sto facendo. Wilson mi guarda con la coda dell’occhio. Credo che sappia a cosa sto pensando; che sappia a chi sto pensando.
Questo dovrebbe essere il giorno migliore della mia vita. Ho il perfetto matrimonio, quello che ogni donna vorrebbe avere. Il vestito bianco, il marito in smoking, la propria figlia che più di ogni altro giorno sembra un angelo. Per non parlare delle centinaia di fiori sparsi per la chiesa. Ci sono i miei genitori. Mia madre non riesce a trattenere e lacrime e mia sorella è lì all’altare con la mia piccolina.
E mentre continuo a camminare, rivolgo lo sguardo verso di lui,che mi guarda sorridente. E più lo guardo e più penso a te. Più penso a te e più ho voglia di scappare da questo posto. Con tutta la mia forza sto trattenendo le mie lacrime e cerco di mantenere il controllo della mia parte irrazionale.
Ormai sono all’altare. Wilson mi lascia andare e mi bacia sulla guancia. Mi giro verso di lui, verso il mio futuro marito e l’impulso è quello di scappare il più lontano da lui, il più vicino a te. Mantenere il controllo, ecco cosa non riesco a fare. Cerco di rimanere concentrata sulla celebrazione, ma non riesco a toglierti dalla mia mente. pure il giorno del mio matrimonio con un’altra persona, penso a te. Immagino come sarebbe stato tra noi due: siamo troppo complicati o siamo solo degli stupidi. Non ci abbiamo mai provato. Beh, ci abbiamo provato, a fasi alterne: quando io volevo una relazione tu scappavi; e dopo il tuo ritorno da Mayfield ero io quella che scappava a nascondersi dietro una storia campata per aria. Quando l’ho incontrato dopo un mese dalla tua partenza, non volevo avere a niente a che fare con lui. Ma poi abbiamo cominciato ad uscire come amici, finchè non ho visto come si comportava con Rachel. La faceva giocare, la faceva ridere e appena ho visto il suo comportamento ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Non potevo correrti dietro per tutta la mia vita. E poi la storia è andata avanti fino a questo momento mentre lui mi sta promettendo amore e mi da l’anello. Ed ora è il mio turno.
Rimango zitta. Il mio sguardo fisso su di lui, i miei pensieri però sono rivolti a te. Dopo aver recitato la classica formula, prendo l’anello. Lo guardo, sto per mettere l’ anello al mio futuro marito, ma le mani mi tramano e questo cade. Non mi chino a prenderlo. Guardo l’uomo di fronte a me e gli dico tutto. “Non ce la posso fare”. Ebbene sì, la mia parte irrazionale ha preso il sopravvento. Ora sto correndo lungo la navata. Corro verso quel portone che meno di un’ora prima ho varcato. Lo chiudo dietro di me. Mi tolgo le scarpe e comincio a correre verso la macchina dove l’autista stava aspettando gli sposi. Mi vede arrivare e si blocca.
“Signora…”
“Per favore, mi porti via di qui…”
L’autista mi aiuta a salire in macchina, dopo di cha sale anche lui.
“Dove la porto?”
“Al Princeton Plainsboro”
“L’ospedale?”
“Sì…”
“Si sente male signora?”
“No…”
L’autista rimase zitto per tutto il tragitto, lasciandomi il tempo per pensare.
Ho appena mandato all’aria il mio matrimonio, per scappare a bordo di una macchina di lusso con un autista sulla sessantina; e sono diretta verso l’unico posto in cui mi sento a casa, dove riesco a sfogarmi, dove ti incontro ogni giorno.
Arriviamo al mio ospedale e ciò che vedo mi blocca. Il Dr Nolan sta uscendo dal mio ufficio e mi guarda sorpreso.
“Dr Nolan, lei che…che ci fa qui?”
“Greg glielo potrà spiegare meglio”
In quel momento stai uscendo dal mio ufficio con una foto in mano.
Ci guardiamo per un po’, mentre Nolan cammina verso l’uscita.
Ci avviciniamo, continuando a fissarci. Occhi negli occhi.
“Non dovresti essere ad un matrimonio?”
“Già, ma credo di aver fatto un po’ di errori nella cerimonia.”
E in quel momento mi stai guardando nel mio vestito da sposa bianco. Il vestito con cui avrei dovuto sposare quell’altro uomo.
“Allora, ti sei sposata?”
“Se per sposarsi intendi far cadere l’anello e scappare su dei tacchi vertiginosi, sì, sono sposata. Altrimenti, no, non sono sposata”
“Lo sai che passi troppo tempo con me? Questa sarebbe stata la mia battuta…”
“Vedi? Dovremmo provarci”
“Cuddy tu hai…”
“Io sono appena scappata dal mio matrimonio, perché non facevo altro che pensare a te. A noi. Camminavo verso l’altare e pensavo a te. Guardavo lui e pensavo a te. E quando lui mi giurava amore io pensavo a te. L’anello mi è caduto, perché tremavo. Non dall’agitazione, ma dal dispiacere. Stavo per rendere la tua vita un inferno e anche la mia.”
“No. Sono io quello che stava per rendere la tua vita e la mia un inferno”
“House…”
Ora mi stai abbracciando forte. Non mi sono mai sentita così. Non mi hai mai abbracciata così. Vorrei baciarti e dire che tutto è a posto. Ma non mi lasci muovere tra le tue braccia.

Credevi di essere il mio inferno, così te ne stavi per andare, lasciandomi il mio posto in paradiso. Ma tu non lo sapevi che senza di te la mia vita è un inferno. Fine!! Commenti grazie!!

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Capitolo 4
*** Note Autore ***


Ciao, grazie per le recensioni. Stavo pensando di continuarla. Magari aggiungendo il punto di vista di Lucas o di Wilson. Magari anche cosa succede dopo. Cosa ne dite? Grazie 1000!!=)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - House POV ***


Capitolo 4

HOUSE POV

Ho sempre pensavo che tu non avresti mai avuto il coraggio di fare una tale azione. Qualcosa che ti legherà sempre a me, qualcosa che ti porterai sempre dietro.

Tra poco i tuoi sensi di colpa vorranno impossessarsi di te, ma tu sarai mia. Vorranno prima sfiorarti, ma le mie mani saranno sul tuo viso per proteggerti. Poi vorranno prenderti tra le loro braccia spietate, ma ci sarò io accanto a te.

E tutto ciò che ho capito da questo tuo gesto è che tu sei il mio raggio di sole: quell’elemento fondamentale della mia vita che da un pò di tempo era coperto dalle nuvole scure, le mie paure, che ora si stanno lentamente dissipando, lasciandoti tornare da me per illuminarmi e accompagnarmi. Questa volta per sempre.    

E tutto ciò che voglio fare adesso è starmene qui abbracciato a te ancora per un pò, forse fino a quando qualcuno non ci porterà via, ancora una volta insieme. 

Siamo ancora abbracciati l'uno all'altro, nella hall del nostro ospedale,mentre la porta del tuo ufficio è spalancata. Pazienti passano senza badare troppo a noi due, altri, invece, camminano tranquillamente trascinandosi dietro le proprie flebo, mentre ci fissano con sguardo prima sorpreso, poi sognante. I medici e le infermiere superato lo stupore iniziale, ritornavano alle loro attività di routine, anche se ogni tanto il loro sguardo ricadeva su di noi, la coppia immobile e silenziosa. Una coppia strana e complicata: due persone troppo autoritarie e razionali; il capo e il miglior dottore dell'ospedale, nonostante io rompa macchine per le risonanze, faccia esami strampalati…tu mi hai voluto qui, e solo ora capisco veramente il perché. 

Voglio guardarti negli occhi e dirti che finalmente tutto è al suo posto. Cerco i tuoi occhi, ma il tuo viso è appoggiato al mio petto e posso sentire i singhiozzi soffocati del tuo pianto. La mia mano ti solleva il mento. I tuoi occhi, quei fantastici occhi azzurri che mi incantano, ora mi stanno osservando. Stai sorridendo mentre mi avvicino a te e ti bacio. Un bacio desiderato da troppo tempo, avveratosi solo nei nostri sogni, ma nessuno lo saprà mai.    

E appena finisce quel bacio, vorrei baciarti di nuovo, e poi ancora e ancora, e ancora, fin quanto tu non mi chiederai d smettere;ma già so che tu non lo farai.  

Alzo lo sguardo e posso vedere Wilson e Rachel, mano nella mano. Ti indico di voltarti e ti distacchi da me. E appena non ti ho più tra le mie braccia, una sensazione di freddo e solitudine mi assalgono. Una sensazione molto comune in passato, una sorta di avvertimento ora: mi dice di non lasciarti.

Wilson sorride, mentre Rachel corre verso di te sorridendo, come solo un bambino può fare. Ora è in braccio a te e stringe le sue esili braccia intorno al tuo collo, in un abbraccio che avrei voluto anch'io. Ora ti giri verso di me con la piccola.

"Ehi amore mio…Questo è il nuovo amico della mamma...Greg…"

La bambina ora mi sta scrutando, tende un braccio e si spinge verso di me. Ora mi guardi come per chiedere un permesso. Ti sorrido, mi sorridi e prendo in braccio Rachel.

"Foto?"

E’ tutto ciò la bambina riesce a dire.

"Sì, è il dottore della foto"

"Quale foto?"

Adesso stai guardando Wilson che si era avvicinato a me. Lui è diventato tutto rosso, ma continua a sorridere.

“Ok, lasciamo stare i dettagli. Wilson io e te dobbiamo parlare uno di questi giorni!”

Rachel mi sta scrutando. I suoi piccoli occhi percorrono ogni minimo dettaglio del mio volto teso nella concentrazione. I bambini mi avevano sempre fatto questo effetto. Troppo piccoli per poter raccontare bugie, dicono siano la voce della verità.

“Greg?”
“Sì, amore. Si chiama Greg”
Ora stai ridendo insieme a Rachel. Mentre lei continua a fissarmi divertita.

“Hai visto Wilson? Io le donne le faccio ridere!”

“Già, la sai una cosa? Solo loro sanno farti ridere veramente, House”

Non me ne ero accorto, ma stavo ridendo. Una risata che non avevo da mesi.

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Capitolo 6
*** Epilogo - Quasi un anno dopo- Cuddy POV ***


Epilogo: Quasi un anno dopo

CUDDY POV

“Mamma! Greg mi ha rubato tutte le caramelle!!”
Rachel entrò nel mio ufficio.

“Rach, sai come è Greg…”
“Ma mamma!! Mi ha rubato tutte le caramelle!!

“Ok…”

Prendo il cellulare e ti chiamo in ufficio.

“House…”

“House! Perché diamine rubi sempre le caramelle a Rachel!?”
“Perché mi accusi sempre?”
“Perché solitamente sei tu quello che fa i casini qui!”
“Questa volta mi sono comportato in modo maturo e tu mi…”
“Modo maturo? Hai rubato le caramelle ad una bambina!”

“Ne aveva già mangiate troppe, sarebbe stata male altrimenti!”

Sembri sincero, metto una mano sul ricevitore e mi rivolgo a Rachel.

“Tesoro, è vero che avevi già mangiato tante caramelle?”
“No…”
“Mi stai dicendo la verità?”

“Sì…”

Detto questo, mia figlia uscì chiudendosi la porta alle spalle.

“Ha quasi 2 anni ed ha già imparato a mentire a sua madre…”
“Tale madre…tale figlia!”
“House!”
“Scusa…”

“Torna al lavoro…”
“Non preoccuparti, ho mandato Tredici a fare il mio turno in clinica…”

“House, dovresti fare tu il tuo turno…”
“Ma io ho anche salvato i denti e lo stomaco della piccola…non dovrei avere un premio?”
“Di questo ne discuteremo più tardi…”

“Ok, allora scendo nel tuo ufficio tra 5 minuti….preparati!”
“No Greg!  Ne parleremo a casa…”
“Ma mamma!! Uffa…”
“Niente ma…”
“Uffa…”
“Torna al lavoro, e con questo intendo anche la clinica!”

“Non ci penso neanch…”
“Subito House!”
“Ok…vado…”
“E…House…grazie!”
“mmmm…non c’è di che…”
Tornai al mio lavoro, continuando ad osservare la rosa rossa appoggiata sopra la mia scrivania.


***

"Mamma!”

Rachel entrò di nuovo nel mio ufficio, brandendo in una mano un leca-lecca alla fragola e nell’altra una banconota stropicciata da 1$.
“Rachel, che c’è adesso!?”
“Io so una cosa che tu non sai!”

“Ok, ma la vuoi raccontare?”
“Greg ha detto: non dirlo a nessuno, né alla mamma, né allo zio Jimmy!”

“Ah davvero ha detto così?”

“Sì. E mi ha anche dato 1$ per le mie caramelle!”

“Tesoro, se è una cosa importante, la dovresti dire a mamma…”

“Ma se io te lo dico, poi tu non lo dici a nessuno?”
“Certo che non lo racconto a nessuno!”
“Prometti”

“Ok, io prometto che non dirò a nessuno il tuo segreto”
“Greg mi ha detto che vuole farti una sorpresa…”
“Davvero ti ha detto questo?”
“Sì!! Beh, prima l’ho scoperto da sola.”
“Ah…e come?”
“Ho trovato una scatola nel suo ufficio…”
“Che cosa? Rachel non devi girare per tutto l’ospedale da sola…hai capito?”
“Sì, scusa…”
“Allora, che cosa hai trovato?”
“Ha trovato questo…”
Proprio in quel momento entri nel mio ufficio con una  grande scatola blu. Il tuo sguardo è fisso su di me. Rachel, seduta sul divanetto con me, comincia a ridere. Si alza e cammina verso di te. Ti prese la mano e ti fa sedere in parte a me.

“Greg, che cos’è?”
“E’ tutto”
“Tutto che?”
“Tutto ciò che mi fa ricordare le nostre avventure”
“Le nostre avventure eh?”
“Già…dalla nostra storia nel Michigan, passando al mio infarto, continuando verso quel cretino di Lucas…”
“Quel cretino di Lucas?”
Rachel ti guardava sorridendo, mentre con quel suo sguardo curioso indagava le facce di noi adulti di fronte a lei

“Ti ricordi Lucas? Il vecchio amico della mamma?”
“Sì…quello più giovane…”
“Hey sgorbietto, io sarei vecchio?”
“Sì, ma sei più bello!”
Stavo ridendo come non avevo fatto mai. Mia figlia che ti prende in giro!

“Ha proprio preso da te tua figlia!”
“Eh già…”
“Comunque…per poi finire con oggi.”
“Oggi?”
“Sì, oggi…”

“Perché?”
“Perché oggi sono ben 22 anni che ci conosciamo”
Ti guardavo stupita. Dopo tutto questo tempo di scherzi e battute siamo nel mio ufficio, in un giorno che potrebbe rappresentare la normalità, ma no per noi, e stiamo festeggiando 22 anni insieme. Una relazione strana, fatta di alti e bassi, giorni in cui ci amavamo e giorni in cui ci odiavamo; giorni in cui tu rappresentavi tutto per me, giorni in cui avrei voluto staccarti la testa; e infine giorni in cui volevo fare il primo passo e giorni in cui tu lo avresti voluto fare. Siamo incapaci di avere una relazione normale, perché noi, noi non siamo persone qualsiasi. Siamo Lisa e Greg. Ci conosciamo da una vita. Io ti amo da una vita.

 

Aspetto i vostri commenti!! Grazie 1000!! <3

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