Soul mates

di _eLiSa95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Piccola grande felicità ***
Capitolo 3: *** Scintille ***
Capitolo 4: *** Nero ***
Capitolo 5: *** Istinto ***
Capitolo 6: *** Lacrime e sorrisi ***
Capitolo 7: *** Velocità ***
Capitolo 8: *** Il regalo più bello ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


CIAO A TUTTI! IO SONO ELISA E MI SONO APPENA ISCRITTA IN QUESTO MITICO FORUM! AMO SCRIVERE E AMO KYLE XY E COME BEN PRESTO CAPIRETE LA MIA COPPIA PREFERITA IN ASSOLUTO E' KESSY *____* (NON DITELO IN GIRO MA PRIMA ERO UNA KY-MANDA INCALLITA, PERò MI SONO CONVERTITA DOPO AVER VISTO LA 3^ SERIE V.V) MA PARLANDO DELLA FANFIC VI VOLEVO DIRE CHE OVVIAMENTE E' UNA KESSY - MA QUESTO ERA SCONTATO V.V - E CHE E' A CAPITOLI, FINO AD ORA NE HO SCRITTI SOLO 5 CHE POSTERO' PRESTO SEMPRE CHE VI PIACCIANO, COMUNQUE ADESSO VI LASCIO ALLA LETTURA DI QUESTA FANFIC ROMANTICA E INTROSPETTIVA, UN GRAZIE IN ANTICIPO A CHI LEGGERA' E ANCORA DI PIU' A CHE RECENSIRA' UN BACIO CIAO CIAO ^^

A volte mi chiedo se nella mia vita ci sarà mai un momento in cui tutto per me sarà chiaro e facile,
in cui la strada davanti a me sarà dritta, semplice e priva di domande senza risposte,
a volte mi chiedo se ci sarà mai un momento in cui saprò esattamente cosa fare, cosa dire... chi amare ....
Non ci sono mai stati dubbi per me: la ragazza che amavo era la dolcissima, ragazza timida, indiscutibilmente,
indubbiammente Amanda. Dal primo momento in cui l' ho vista ho sentito qualcosa per lei, qualcosa che col tempo
è diventato sempre più grande, importante e insostituibile. Amanda era come un mare tranquillo e sereno,
baciato dal sole raggiante, è facile innamorarsi di esso, mentre è inpensabile e fuori da ogni logica
innamorarsi di un mare agitato e nero,  freddo, oscuro, eppure, ai miei occhi così amabile;
c'è qualcosa in quel mare, qualcosa che non troverò mai altrove, qualcosa di inspiegabilmente speciale.
Lasciare quel cullare lento del mare calmo era stata la più atroce delle sofferenze per me, e forse lo è ancora,
forse non sono ancora pronto per un altro mare, anche se è passato un mese e anche se quel mare è così incantevole.
La porta d' ingresso di casa mia si aprì, e io interruppi subito tutti i miei pensieri bruscamente mentre scendevo
dalla vasca, era Jessi, corsi di sotto a salutarla.
"Ciao Kyle" disse con un gran sorriso mentre chiudeva la porta alle sue spalle.
"Ciao" dissi ricambiandole il sorriso, ero piacevolmente sorpreso di vedere Jessi. Per un attimo rimase a fissarmi
sorridendomi sulla soglia della porta, poi entrando chiese:
"...Che stavi facendo?"
"Ero nella vasca... a pensare..." Lei guardò in basso, aveva già capito e non disse nulla, ma i suoi battiti
agitati parlavano per lei. Andammo nella mia camera e ci sedemmo l'uno di fronte all' altra nella vasca.
Era pensierosa, i suoi occhi erano spenti, e sapevo anche perchè, ma non potevo ancora dire nulla per farla sentire meglio,
non ero ancora sicuro dei miei sentimenti, perciò presi un altro argomento
"Qualcosa non va? Sei triste per Sarah?"
"No, sono cose che capitano...l' ho superato" disse sfuggente,
"...non hai bisogno di mentire con me, lo vedo quando menti... ti manca?"
"Mancarmi??" accennò una risata nervosa che svanì subito dopo e poi riprese scostando lo sguardo
"Come può mancarmi una persona che ho visto solo un paio di volte?, che mi ha abbandonato, gettato via come si fa con un oggetto inutile?..."
Il suo labbro tremò e una lacrima affacciò dai suoi occhi verdi che guardai prendendola per mano, e senza nemmeno
rendermene conto la feci distendere accanto a me e l' abbracciai.
"I-io le volevo bene e lei mi odiava! non le importava nulla di me"
Bruschi singhiozzi scuotevano il suo petto, piangeva come non l' avevo mai vista fare prima, mi si strinse il cuore nel vederla così.
Quando appoggiò la sua mano sul mio petto afferrando la mia maglietta in un pugno, il mio cuore cominciò a battere allo
stesso ritmo in cui le lacrime di Jessi, cadendo, bagnavano la mia maglietta, così come la pioggia fuori cominciava a bagnare il
mondo.
"...Mi sento così stupida"
"Non dovresti. E' normale sentirsi così" dissi cominciando ad accarezzarle i capelli dolcemente per farla calmare un po',
in quel momento mi parve così dolce, fragile e indifesa che avrei voluto cullarla tra le mie mani.
Rimanemmo così, in silenzio, per alcuni minuti, la perfezione di quel momento non richiedeva parole.
Il suo pianto divenne sempre più debole e inudibile. Quel mare tanto agitato aveva la capacità di calmarsi improvvisamente
divenendo amabilmente fragile quando era con me.
"Ho desiderato tanto avere una madre, e una volta che l' ho trovata che faccio? Butto tutto all' aria solo per..."
"Per? continua, ti ascolto" Si alzò dal mio petto e si mise di nuovo seduta, poi continuò a parlare guardandomi negli occhi.
"...Solo per venire ad aiutare te e la tua preziosa Amanda! Credi che sia venuta per lei?? Credi che mi importi
qualcosa di lei?? No, io sono venuta solo per aiutare te, avevo la possibilità di costruire una vita finalmente felice
con mia madre, ma non ho esitato un istante a buttare tutto all'aria per te, perchè tu... tu per me conti tanto..." disse arrabbiata,
"Non capisco... hai buttato tutto all' aria PER ME?"
"Si, quella sera, quando sono venuta ad aiuitarti, io e Sarah stavamo per partire, ricordi?"
Stetti qualche secondo in silenzio, prima d'ora non avevo mai pensato al prezzo che Jessi pagò quella sera per aiutarmi,
mi sentii terribilmente in colpa.
"Mi dispiace tanto Jessi, hai ragione è tutta colpa mia, avrei dovuto proteggere meglio Amanda..."
"...No, senti, mi dispiace...non è colpa tua, io non... aspetta un secondo, ripeti quello che hai detto!"
"...Mi dispiace tanto Jessi, hai ragione è tutta colpa mia, avrei dovuto proteggere meglio Amanda"
"Davvero non capisci che il punto non è questo??" disse arrabbiata alzandosi in piedi e uscendo dalla vasca, e asciugandosi
le lacrime continuò: "Il punto è che ho fatto tutto questo per te e tutto ciò che ho avuto in cambio è un misero grazie, non me
ne faccio niente dei tuoi ringraziamenti, ho una grande inutile collezione dei tuoi grazie! il punto è che io ti amo e tu ti accorgi solo di Amanda! Conta solo lei per te!"
Rimasi immobile nella vasca a fissarla, spiazzato, lei scostò lo sguardo arrabbiata e incredula per ciò che aveva detto, forse
sperando che non avessi ascoltato attentamente le due parole che aveva pronunciato... non era così, quelle parole mi avevano
lasciato senza fiato.
"Tu...mi ami...?"
"...Kyle, ragiona per un momento, ti sembra davvero così strano? Eri l' unico a non essersene ancora accorto"
Scappò via in lacrime lasciandomi nella vasca, scosso, incredulo e in silenzio, mi facevano compagnia solo il picchiettare
divenuto furioso della pioggia sulla finestra, e il picchiettare altrettanto furioso del cuore di Jessi.
La rincorsi. Lei era già arrivata nel cortile di casa mia quando io le corsi incontro e la presi per un braccio,
"Lasciami in pace, voglio stare..." si fermò improvvisamente quando girandosi si accorse che i miei occhi la
ammiravano da vicino, talmente vicino da poter sentire il suo caldo respiro sul mio collo, "...stare... sola" continuò.
Attorno a noi c'erano solo pioggia e silenzio, interrotto dai tuoni frastornanti. Avvertì una scossa percorrere tutto il mio corpo,  
i nostri cuori battere ad un unico frenetico ritmo, una pioggia di nuove emozioni indescrivibili, sentì la pioggia scendere sui nostri
volti e bagnare le nostre labbra, le nostre labbra calde che si stavano assaporando in un bacio elettrico.
Poi calò il sienzio, sorrisimo, il suo sguardo si illuminò, i suoi capelli ormai bagnati contornavano un viso dai lineamenti perfetti e
delle guance teneramente arrossate: era incantevole.
Intanto la pioggia smise di bagnarci, i primi raggi di sole si fecero strada tra le nuvole cupe e un arcobaleno comparve dietro casa nostra.
Dopo ogni tempesta arriva sempre uno splendido raggio di sole, un arcobaleno, che rappresentava la perfezione di quel momento,
ne era l' essenza, con i suoi colori vivi, la stessa festa di colori che intravidi ad occhi chiusi baciandola.
Qualsiasi parola sembrava superflua e inutile, tranne due, le uniche due che non avevo l' assoluta certezza di poterle dire.
Quelle parole si bloccarono nella mia gola lasciando il posto al silenzio, un silenzio che aveva voglia di gridarle... l' avrebbero resa così felice.
Fino a quel momento non avevo mai pensato di dire "ti amo" a qualcuno che non fosse Amanda, non avevo mai
pensato che un giorno avrei avuto così tanta voglia di gridarlo al mondo intero, di gridarlo a LEI, lei che è l' opposto di Amanda.
Le sorrisi e mentre ci dirigevamo verso casa nostra, le presi la mano dolcemente, quasi come per volermi scusare di non aver avuto la forza di dirle che l' amo.

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Capitolo 2
*** Piccola grande felicità ***


Avevo dimenticato cosa volesse dire essere felice, o forse non l' avevo mai saputo....
Essere felici non è solo sorridere, come amare non è solo dire ti amo, e vivere non è solo respirare e sentire un cuore battere nel tuo petto.
Essere felici è avere qualcuno con cui condividere quel sorriso, è sentirsi amata, è avere qualcuno a cui donare ogni giorno quel respiro,
è sentire quel cuore battere dieci, cento volte più forte se solo lui ti prende la mano. Adesso lo so.
"Siamo già passati alla fase in cui mi prendi per mano??" dissi scherzando, mentre ci dirigevamo verso l'ingresso, poi tornai seria e
aggiunsi  "è una bella sensazione..." lui si voltò verso di me e rispose con un sorriso incantevole, subito dopo la porta di casa nostra
si spalancò davanti a noi. Lori ci guardò spalancando gli occhi.
"Che hai visto un fantasma?" dissi schietta e infastidita.
"Peggio!" rispose a tono Lori guardandomi male, e se ne andò.
"Lori! non dimenticarti  MA CHE DIAVOLO??..." Anche Josh era sbucato all' improvviso davanti alla porta e aveva avuto la stessa
reazione, sbuffai sempre più infastidita, Kyle mi lasciò la mano e lanciò un occhiataccia a Josh, che dopo aver finto un colpo di tosse
continuò a parlare "...non dimenticarti dei dvd!" e in lontanza sentì Lori rispondergli mentere io Josh e Kyle entrammo in casa e
andammo in cucina.
"...Allora ehmm...come va?..." disse Josh imbarazzato prendendosi una bottiglietta d'acqua
"Perchè non arrivi dritto al punto e ci chiedi quello che tanto vuoi sapere??" risposi acida io
"Non vorrei mai invadere la vostra privacy..." disse quasi con tono serio, poi allontanandosi bisbigliò a Kyle "auguri playboy!"
Sospirai e chiesi a Kyle con una nota di tristezza "...E' così strano immaginare noi due insieme?"
"Noi due insieme? siamo già alla fase in cui ci definisci una coppia??" disse alzando un sopracciglio, io risi di gusto e gli risposi
"Suona così bene..."
"Già" disse avvicinandosi e dandomi un bacio a fior di labbra. Proprio in quel momento sbucò di nuovo Josh con il suo ottimo
tempismo, scosse la testa e sospirò, poi prese a parlare "stasera mamma e papà non ci sono, ho organizzato una serata tutta
dvd, pop corn... voi verrete? o volete stare soli con le vostre smancerie??"
"Ci saremo" disse Kyle sorridendo
"Bene... vi lascio soli... mi sento un tantino di troppo... Ah dimenticavo! ci sarà anche Amanda, buona fortuna rubacuori!"
Mi voltai di scatto verso Kyle, lui spalancò gli occhi, il suo cuore cominciò a battere velocemente e la sua temperatura salì,
odiavo l' effetto che il solo suono della parola Amanda gli procurava, decisi si lasciarlo solo per un po' per schiarirsi le idee,
così gli dissi cha andavo a fare una doccia prima che cominciasse la serata, lui nemmeno rispose, annuì e non aggiunse nient'
altro, era troppo occupato a pensare a quell' odiosa oca bionda.
I miei piccoli grandi momenti di felicità sarebbero finiti tra poco, ne ero certa, lui avrebbe scelto Amanda, e ancora una volta io
sarei rimasta sola.
Quando finì la doccia il sole era già tramontato, fuori dalla finestra della mia stanza il mondo si tinse di arancione, la serata
sarebbe cominciata tra poche ore. Lori mi venne a trovare in camera mia e determinata mi disse:
"Sai già che ci sarà Amanda stasera, quindi sai anche che dovrai essere assolutamente incantevole per distogliere Kyle da
Amanda... ed ecco perchè sono qui, quindi mettiamoci a lavoro!"
"Pensavo che fossi amica di Amanda, perchè vuoi ostacolarla?... tanto sappiamo tutte due come andrà a finire" dissi rassegnata,
"Sono sua amica, ma sono anche sorella tua e di Kyle, e ho parlato con lui poco fa al the rack, mi ha detto cos'è successo tra
voi questo pomeriggio, come posso non aiutarvi?"
"Al the rack?...Non può proprio stare due minuti senza andare a trovarla?? ...Comunque cosa ti ha detto di noi?"
"Sta tranquilla, lui ti ama, ma è confuso, è successo tutto così in fretta..."
"Lui mi ama?" sentì un sorriso affiorare sul mio volto, mi illuminai.
Lei sorrise e poi disse: "Allora lo vuoi il mio aiuto o no?"
"Grazie Lory"
"Bene allora levati subito quei pantaloni, non sono per niente sexy! andiamo in camera mia ti presto qualcosa... sei senza speranze"
La seguì fino in camera sua, lei aprì il suo aramdio e cominciò a tirare fuori un mucchio di vestiti, alla fine ne scelse uno, uno di quei
tipi di vestiti che io non avrei mai scelto, ma mi fidai di lei e lo indossai.
"Ha parlato con Amanda?" chiesi mentre mi sistemava i capelli, sperando in un no come risposta
"Jessi, è normale che parli con lei, è sua amica, non ti aspettare che lui da un giorno all' altro la dimentichi, è stata la persona più
importante per lui... e forse lo è ancora"
"Perchè pensi che lo sia ancora?" le chiesi fingendo che io non la pensassi così...
"Perchè nei suoi sguardi leggo ancora quell' "espressione Amanda" qualche volta, e so che Amanda lo ama ancora"
"Ma avevi detto che potevo stare tranquilla e che lui amava me!"
"Infatti lui ti ama, ma forse ama anche lei... dovresti parlarne..."
la interruppi subito dicendo: "Con lui, lo so, ma..."
stavolta mi interruppe lei: "Ma hai paura della sua risposta, non è così?"
Aveva centrato il punto, avevo paura di mettere Kyle di fronte a questa domanda, avevo paura di sentirmi dire che l' amore per
Amanda era più importante, e non bastava un bel vestito per fargli cambiare idea.
Intanto la porta di casa si aprì, erano arrivati tutti, perciò cominciai a scendere al piano di sotto anch' io.
Stavo scendendo le scale quando Kyle mi vide, era accanto ad Amanda, tutti gli altri avevano raggiunto Josh in soggiorno.
"Wow..." disse sottovoce Kyle, e vidi Amanda girarsi di scatto verso di lui e sospirare, di certo la serata sarebbe stata... "stana"
con Kyle conteso tra me e Amanda.
"Sei... sei veramente bellissima" disse Kyle stavolta con tono più deciso mentre mi tendeva la mano per aiutarmi a scendere dalle
scale come un vero gentiluomo, lo ringraziai e poi raggiunsimo gli altri in soggiorno.

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Capitolo 3
*** Scintille ***


Anche la cosa più normale a volte può rapire il tuo sguardo, il tuo cuore, può farti rimanere senza fiato, perchè a volte la cosa
più normale e semplice è anche la più bella.
Aprì la porta di casa mia, e ad accogliermi trovai quel profumo, mi sorprese, mi inebriò. Il suo profumo, solo quel profumo mi
colpiva, andava fin sotto la mia pelle per poi accarezzarmi l' anima. Alzai subito lo sguardo preso dal desiderio di vederla, ed
era lì, stava scendendo le scale e ancora una volta qualcosa di lei mi rapì: il suo sorriso, il suo raro incantevole sorriso era
rivolto verso di me; delle morbide ciocche ondulate le si poggiavano delicatamente sul collo, così come la sua collana,
un vestito grigio le cingeva il seno, le fasciava i fianchi e scendeva morbido fino alle cosce, tutto quello che riuscì a dire fu  
"Wow, sei veramente bellissima" tendendole la mano per aiutarla a scendere, solo allora mi accorsi della presenza di
Amanda accanto a me e del suo sospiro... mi sentii un po' in imbarazzo, cominciavo a pensare che la serata non sarebbe stata
facile per me.
Lory e Declan erano seduti su un tappeto ai piedi del divano, poco più a destra c'erano Josh e Andy, io Jessi e Amanda
presimo posto sul divano, ovviamente mi preoccupai di mettermi in mezzo a loro due... non si sa mai....
"Wow Jessi! ti sei tirata a lucido stasera!" disse Declan
"Per tenersi il suo uomo questo ed altro, no??" rispose sarcastico Josh.
Adesso ne ero certo, la serata non sarebbe stata per niente facile. Jessi non disse nulla, Amanda la fulminò con lo sguardo, ma
anche lei non disse niente.
"Zitti! sta per cominciare" disse Lori andando a spegnere tutte le luci, poi si risedette accanto a Declan che l' abbracciò
teneramente mettendole le mani sui fianchi e la stessa cosa fecero Josh e Andy.
"Mi piacerebbe sapere che sensazione si prova quando ti tengono i fianchi in quel modo così tenero..." mi bisbigliò Jessi
"Sai che adesso non..." cominciai a risponderle io
"E chi ti ha detto che volevo che tu lo facessi?" mi interruppe lei,
"Ah... quindi se mi capitasse di farlo tu non me lo permetteresti?"
"Esatto" disse sorridendomi, subito dopo si girò a guardare lo schermo.
"Mi mancava abbracciarti così Tragher..." sussurrò Declan a Lori
"E a me mancava essere abbracciata così..."
"Vuoi dire che nessuno ti ha mai abbracciata da quando ci siamo lasciati?"
"No, voglio dire che nessuno mi ha abbracciata come fai tu" rispose Lori sorridendogli, Declan la attirò a se e la baciò dolcemente.
L' atmosfera che mi sembrava più elettrica e carica di tensione che mai, cominciò a diventare calma, Jessi appoggiò la sua
testa sulla mia spalla, si era già addormentata, mentre Amanda seguiva attenta il film senza nè parlare nè muoversi.
Dopo poco più di cinque minuti anche la mia testa si appoggiò a quella di Jessi, anche io mi ero addormentato.
Quando mi svegliai non c'era più nessuno, regnavano il buio e il silenzio interrotto solo dal delicato respiro di Jessi, ancora
poggiata sulla mia spalla. Mi alzai facendo attenzione a non farla svegliare e la presi in braccio portandola in camera sua, l'
idea di tenerla stretta a me facendola sentire al sicuro mi piaceva tremendamente.
"E' già finito il film?" disse piano Jessi mentre salivamo le scale
"Si... ti sei addormentata... ci siamo addormentati"
"Forse era un po' noioso...".
Eravamo già arrivati in camera sua, la poggiai delicatamente sul pavimento.
"Potevi anche mettermi giù prima, visto che mi ero già svegliata..."
"Potevi dirmi di farlo..."
"Già... se avessi voluto... ma mi sento così protetta e amata quando mi tieni vicino..."
Mi avvicinai lentamente e l' abbracciai poggiandole le mani sulla schiena, poi piano le feci scendere sui suoi fianchi
"Avevi detto che non me l' avresti permesso" le sussurrai sorridendo.
"Già, ma te l' ho detto prima di sapere che magnifica sensazione si provi" mi disse mentre si alzava la testa dalla mia spalla
e la portava verso la mia bocca, e ancora una volta sentii le sue labbra premere sulle mie, sentii quella felicità esplodere
dentro di me fino a diventare incontenibile, fu una scintilla irrefrenabile che mi spinse a cercare la sua lingua e ad assaporarla
mentre le calde mani di Jessi si poggiavano dietro la mia nuca e le mie cominciavano ad accarezzare il suo corpo, ansiose di
scoprire quanta bellezza si celava dietro quella stoffa e ben presto i vestiti caddero.
La successione spontanea di quei movimenti ci portò alla perfezione di momenti che sò che non dimenticherò mai.
Scintille, scintille di goffa passione ci legavano fino a farci unire in un unico corpo: le appartenevo, mi apparteneva, mi ero abbandonato
a lei, mi ero abbandonato a quel tumulto di passione, armonia e amore, alla fragranza che respirai sul suo corpo sudato e rovente
sotto le mie mani, ai respiri affannati e ai gemiti, alla perfezione e alla completezza di quei momenti magici.
Quando la notte scura e silenziosa ci avvolse, ci sorprese abbracciati, i nostri corpi ancora nudi erano l' uno accanto all' altro, e
non avevano voglia di allontanarsi, forse per paura di persersi.
Jessi era a pochi centimetri da me, mi guardava con gli occhi socchiusi sorridendo, io presi ad accarezzare il suo viso
disegnandone i contorni e ricambiando il suo sorriso.
"Mi sento così felice" sussurrò.
"Ti amo, ti amo tanto, amo solo te" le dissi sicuro di ciò che dicevo
"Davvero?"
Dire di si mi parse superfluo, sapeva già che era così, le risposi solo con un nuovo bacio che valse più di mille conferme.
"Anch'io"
E' proprio vero: anche la cosa più semplice e naturale può diventare la cosa più bella.
L' alba ci sorprese ancora abbracciati, uno dei suoi caldi raggi filtrati dalla finestra la svegliò illuminando il suo volto, le sue
iridi avevano acquisito un colore grigio/verde chiaro, i suoi capelli sembravano più chiari, il suo sorriso più lucente.
"...Buongiorno Jessi" le sussurrai sorridendole
"Buongiorno Kyle" mi rispose dolcemente intrecciando le dita della sua mano destra con quelle della mia mano, fece un gran
sorriso, io la strinsi di più a me, la baciai delicatamente, poi chiusimo gli occhi.
Sapevamo entrambi che avremmo dovuto vestirci e andare via da quel letto, ma entrambi ripudiavamo quel pensiero, perchè
abbandonare quella serenità, quel senso di sicurezza, quella felicità che sembrava avvolgerci e cullarci tra le sue mani?.
Quella mattina mi sentì come se avessi acquisito solo allora la capacità di vedere tutti gli sfolgoranti colori della vita, capace
di udire nuovi magnifici suoni fino ad allora sconosciuti, di assaporare nuovi gusti e sapori meravigliosi, di percepire in ogni
cosa che toccavo qualcosa di incantevole, di respirare nuove affascinanti, sbalorditive fragranze: sentì tutti i miei sensi risvegliati,
avevano aperto e arricchito la mia anima come se non aspettassero altro, si erano aperti dando vita ora ad una sensazione di
completezza che avevo paura di perdere se solo mi fossi alzato da quel letto.
"Buongiorno Jessi, la colazione è pro..." cominciò a dire Nicole entrando in camera di Jessi, il suo gran sorriso piano si trasformò
in stupore e incredulità, spalancò subito gli occhi e poi continuò esclamando sbalordita: "...Kyle??"
Io e Jessi non risposimo nulla, rimasimo immobili nel letto fissandola, non sapevamo cosa fare.
Malgrado ciò che successe non mi pentirò mai di aver scelto di rimanere con Jessi fino all' ultimo, non mi pentirò mai di essere rimasto
in quell' angolo di paradiso con lei, con quella magnifica sensazione divina accarezzando i suoi capelli.

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Capitolo 4
*** Nero ***


*INNANZITUTTO MI SCUSO X IL RITARDO NEL POSTARE ^^" POI RINGRAZIO TANTO _julia_ PER AVER COMMENTATO SONO FELICE CHE TI PIACCIA ^^ ECCO IL SEGUENTE CAPITOLO!* Sotto le coperte di questo mio letto, sto annegando tra il nero di questa lunga notte, sola, sola col mio orgoglio, e nessun altro, nessun rumore, nemmeno il delicato suono del suo respiro che da troppo tempo vorrei risentire sulla mia pelle, solo il suono di quelle lancette che veloce si ripete desolatamente, allo stesso ritmo con cui le lacrime scendono sul mio cuscino. La solitudine di questa notte buia invade ogni cellula del mio corpo, lo tiene stretto in una morsa che rende difficile respirare, che assale la mia mente e la costringe a ricordare. flashback. "Kyle, sai che voglio solo il meglio per te e per la mia famiglia, ti chiedo di perdonarmi per quello che sto per dirti, non ti chiedo di capirmi perchè sò che è difficile accettarlo... lascia perdere Jessi, fate entrambi parte della nostra famiglia perciò credo che questa relazione porti solo ad un disagio all' interno di essa" Kyle era immobile di fronte a lei, in silenzio ascoltava quelle parole quasi come se non ne capisse il significato, quasi come se non volesse capirlo. "Kyle? dì qualcosa..." "Hai ragione Nicole, ma Jessi... insomma cosa dovrei dirle? dopo quei momenti così belli passati insieme dovrei dirle che è finita?...non è così semplice" Nicole sospirò e gli accarezzò la spalla poi gli rispose: "So che per te Jessy è importante, io ti chiedo solo di mantenere un altro tipo di rapporto con lei... mi dispiace Kyle, odio dirti questo ma..." "Va bene" lo interruppe freddo lui, poi Nicole lo lasciò da solo con quell' atroce dubbio. Dopo poco mi venne a trovare in camera mia, bussò e quando gli diedi il permesso di entrare si sedette accanto a me e cominciò a parlare apparentemente calmo, ma aveva paura, era agitato. "Jessi, oggi ho parlato con..." "Lo so, vi ho sentiti." dissi dura "Ah... ok... non hai nient' altro da dire?..." Il mio sguardo che prima era puntato verso il pavimento si diresse quasi minaccioso e aggressivo su di lui, puntò dritto sui suoi occhi celesti. "Kyle io pensavo che avresti lottato per me, per noi, credevo che quel NOI fosse finalmente nato, invece no" dissi aggressiva "Jessi, è la sua casa, sono le sue regole, è la sua famiglia, cosa posso dirle...?" "Niente! Sai invece che ti dico io? Và via, esci fuori da qui" dissi arrabbiata e inorgoglita Kyle sospirò, si alzò e si diresse verso l' uscita, poco prima che uscisse da quella porta gli dissi "Dopo tutto quello che abbiamo passato tu non vuoi più stare con me?? Perchè conto così poco per te??" dissi con le lacrime agli occhi, l' aggressività aveva lasciato il posto a quella maledetta fragilità, ma non potevo piangere davanti a lui, non dovevo. "Non è facile neanche per me, io ti amo e continuerò a farlo, pensi che mi piaccia l' idea di separarmi da te??" "Allora vieni qui e resta con me, infrangi quella stupida regola e lotta per me" Sospirò profondamente, guardò in basso, e disse solamente: "Non posso" poi uscì. "Allora non dire che mi ami, non veramente, non abbastanza" dissi io mentre la porta si chiudeva, fu l' ultima volta che gli parlai. Fine flashback. Passarono i giorni tra indifferenza, sguardi languidi e orgoglio di non chiedere scusa, perchè in fondo non avrei dovuto aggredirlo in quel modo, passarono i giorni, tutti uguali, passarono le notti, tutte tranne questa. Le lancette di quell' orologio si fecero sentire ogni secondo di più, riecheggiando nella mia mente come quelle parole, solo allora capì come una fredda lama fatta solo di parole fà cento, mille volte più male di una vera lama, perchè affonda e squarcia con foza nel profondo dell' anima, tormentandola, e non esiste cura. La mia mente era come inghiottita da questa maledetta solitudine straziante, dal profondo senso di vuoto che mi divorava e lacerava l' anima. Ed ogni secondo in più era un po' d' oscurità che si impossessava di me, un secondo alla volta, sempre di più, avvolgeva tutto, si addentrava nel mio petto stringendolo dolorasamente, scuotendolo con bruschi singhiozzi. Ogni secondo in più era una lacrima amara che cercavo invano di trattanere dentro, una lacrima che quella notte come non mai lottava per liberarsi, per liberare, sotto forma di lacrima, un urlo nero che non voleva più nascondersi dietro un silenzio, dietro l' orgoglio. Ogni secondo in più era il vuoto che pesante aleggiava maledettamente fuori e dentro me. Ogni secondo in più era l' atroce consapevolezza di un letto e di una vita nuovamente vuoti. Accettare quel vuoto accanto a me si rivelò più difficile di quanto credessi. I miei occhi stanchi scrutavano le tenebre cercando lui in questo mio letto, cercai il suo profumo, profumo di serenità, d' infinito, lo cercai dannatamente sulla mia pelle, illudendomi che una parte di quella fresca fragranza fosse rimasta intrappolata sul mio corpo, ma non c'era, anche lei mi aveva abbandonata. Imperterrita continuai a cercare tracce di lui, senza mai rassegnarmi, senza guardare in faccia quella realtà che urlava quanto fossi sola. Cercavo le sue mani che come un delicato leggero soffio di vento hanno lambito il mio corpo, come un dolce pennello hanno dipinto su di me un' armonia di sgargianti colori, hanno dipinto l' arte di un' amore che come una tela è stato dipinto incantevolmente, ma poi strappato, ridotto in brandelli, delle mani che adesso però erano dolorosamente assenti. Cercai invano il suo volto, il suo sorriso, poi mi ricordai della foto, l' unico modo per vederlo era quello. Presi la foto di Adam e Sarah tra le mie mani, le persone che mi avevano abbandonato, per ironia della sorte, erano anche le più importanti al mondo per me, le persone che mi avevano voltato le spalle erano le stesse senza le quali vivevo un mondo incolore, deserto, vuoto. Accarezzai quella foto la strinsi al mio petto, sospirai e mi tornò in mente la nostra canzone. sono tormentato da questa fotografia non so perchè ogni volta che la guardo mi manda brividi giù per la schiena hai una faccia così bella conosco quegli occhi mi riportano indietro nel tempo potresti essere tu non lo saprei nemmeno potresti essere tu ma era tanto tempo fa potresti essere tu vorrei poterti dire ciò che non sai sogno quel giorno ma è impossibile in un altro mondo sarei tua stasera sò che è vero un immagine non può mentire In un altro mondo potrei essere tua stasera, un mondo in cui l' orgoglio viene spazzato via da questo incontenibile desiderio di vederti. Chissà se anche tu questa notte non dormisti pensando a me, chissà se pensasti ai nostri baci, chissà se come me daresti la tua anima per poterne riavere uno. Solo uno. Per trasformare il ricordo divino in una realtà o almeno in un paradisiaco sogno. Il pensiero mi fece sorridere, mi donò un brivido e un' unica piccola lacrima, trasparente ma che per la sua profondità avrebbe dovuto essere intensamente nera, nera d' inchiostro, nera di dolore. Quanto vorrei sentire la sua presenza qui, adesso. "Jessy, sono qui va tutto bene" disse con voce calda e rassicurante, mentre mi abbracciava stretta, mentre il suo profumo e il suo calore mi avvolgevano, poi la sua mano delicata mi sollevò il mento e la sua bocca si poggiò leggera sulla mia, morbida premette sulle mie labbra, gli occhi si chiusero e un grido muto di gioia crebbe nello stomaco, tutto il resto scomparse, tutto il resto perse senso. Aprì gli occhi e stordita mi guardai intorno, "Kyle?" sussurrai piano, stropicciai gli occhi, sbattei le palpebre e poi capì: era solo un sogno, richiusi gli occhi delusa, sospirai e rimisi la testa sul cuscino di quel gelido letto che sentì all' improvviso appartenermi sempre meno. Tra una lacrima e l' altra, in bilico tra l' incertezza e il profondo bisogno di te, quasi inconsciamente mi alzai e scesi dal letto, e mossi dei passi che mi condussero a te, movimenti automatici: la distruzione di ogni inutile orgoglio, la ricerca disperata del mio corpo in cerca di quella felicità che era riuscito ad assaggiare, ma che gli era stata portata via troppo bruscamente. Arrivai di fronte alla sua vasca, entrai un piede alla volta delicatamente, mi distesi facendo attenzione a non svegliarlo, mi accucciai tra il suo petto e le sue braccia, come un bambino spaventato fà dopo un incubo o semplicemente per stare un po' con la mamma, senza un perchè, respirai il suo profumo e chiusi gli occhi godendo della pace di quel momento in cui quella sensazione di vuoto scomparse, scomparse l' orgoglio e affiorò leggero un sorriso. Finalmente mi addormentai. Era ancora notte fonda, quando sentì una piccola voce: "Jessi?" disse sorridendo voltandosi verso di me piacevolmente sorpreso, baciò la mia testa e carezzò i miei capelli, io mi girai verso di lui lo guardai e subito dopo dissimo insieme: "Mi dispiace...". Io incerta mi avvicinai piano alle sue labbra quasi come se aspettassi il suo consenso, lui sollevò il mio mento proprio come nel sogno e mi baciò dolcemente, gli misi la mano sulla guancia e ricambiai il suo bacio. "Non lascerò che qualcuno mi porti al punto di perderti" mi disse tenendo ancora il mio mento tra le sue calde mani un secondo dopo aver staccato le sue labbra dalle mie. "Non potresti neanche volendo, non puoi perdere ciò che ti appartiene così profondamente". Ci sorrisimo dolcemente, ci scambiammo un altro bacio prima che gli dicessi che dovevo andare in camera mia, non volevo che Nicole ci sorprendesse nuovamente insieme, mi alzai dalla vasca, misi un piede fuori, ignorando quella voglia di rimanere che gridava dentro il mio petto, lui prese il mio polso e mi disse: "Sò che dovresti andare, sò che è sbagliato farti rimanere... ma... rimani" i suoi occhi chiari mi fissavano tra l' oscurità. Lo guardai stupita, in attesa che il mio cervello capisse appieno quelle parole, si rendesse conto che proprio Kyle aveva detto una cosa del genere, senza esitare un attimo di più tornai tra le sue braccia e poggiai il mio orecchio sul suo petto sentendo il suo forte battito. Come può una cosa così sbagliata essere così bella?.

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Capitolo 5
*** Istinto ***


Come le grandi onde di un mare agitato e testardo infrangendosi contro la spiaggia trovano l' inutile forza di riprovare, il mio buonsenso s' infranse miseramente contro l' istinto provando e riprovando inutilmente a mandare via Jessi dalle mie braccia, lottando disperatamente contro quell' istinto, ma fallendo ogni volta. Una lotta così insensata, così dura... ma maledettamente giusta. Più mi imponevo di lasciarla andare via, più le mie braccia la stringevano a me, e mi ritrovavo in bilico tra il buonsenso e l' istinto, il giusto e il sbagliato, l' inferno e il paradiso. Ogni sensato, giusto, ma inutile tentativo di dirle di andarsene veniva spazzato via dall' insensata, sbagliata, ma grande e istintiva voglia di tenerla vicino, dal bisogno di sentire il suo calore e il suo tiepido respiro di nuovo finalmente su di me. Piano quelle grandi onde cominciarono così a rassegnarsi, quel mare cominciò a placarsi dolcemente, ad abbandonarsi alla dolce impulsività di un istinto sbagliato, ma che sapeva lo avrebbe condotto alla felicità. Inevitabilmente anche l' ultimo tentativo di farla andare via fallì quando insicuro mi girai verso Jessi per cercare di dirle di tornare in camera sua, incrociai il suo sguardo illuminato da una serenità e da una gioia talmente sfolgorante da riuscire ad' abbagliare il mio buonsenso, a farmi sorridere, a far rimanere quelle parole bloccate nella gola; così come quando un cacciatore determinato punta il suo fucile contro la povera preda, ma un secondo prima di sparare qualcosa fà crollare la determinazione improvvisamente, così abbassa il fucile e impietosito accarezza quella che era la sua preda indifesa che adesso lo guarda con uno sguardo docile e innocente. Riuscivo a vedere chiaramente quel suo sguardo quasi angelico, colmo di una gioia splendente ogni volta che lo posava su di me, riuscivo a sentirne l' urlo silenzioso, impaurito e nascosto accuratamente dietro quella felicità, gridava a gran voce: "non lasciarmi andare via!". Eppure dovrei farlo, dovrei ignorare quel suo bel sorriso raro e disarmante e farla andare via, questa è la cosa giusta; invece le afferro il polso e le dico di restare: un gesto così illogico, così sbagliato, ma così naturale e perfetto da farmi dimenticare del dolce errore che ho appena commesso, perchè adesso conta solo la sua presenza di nuovo finalmente accanto a me, conta solo la purezza e l' incantevole autenticità di questo momento in cui la sua testa accarezzata piano dalle mie mani, poggia sul mio petto. Le grandi onde si placarono, smisero di lottare contro la forza di una spiaggia impossibile da battere, più grande di lui, e senza oppore più resistenza si abbandonarono a quella sensazione di tranquillità e felicità, a quella poesia così sbagliata eppure così perfetta. "Adesso dovrei veramente andare..." disse tristemente lei e i miei occhi dapprima chiusi si spalancarono di scatto, cercai di soffocare quella strana sensazione che si era impossessata di me prima di lasciare che il mio buonsenso rispondesse: "Si... dovresti" "E poi che succederà? Staremo un altra settimana fingendo di essere due estranei, o peggio due amici?", non seppi risponderle, sospirai e rimasi in un silenzio snervante. "Non potrei sopportarlo di nuovo, Kyle non possiamo continuare a vederci di nascosto" continuò. "Lo so, è difficile continuare così... mi dispiace" Lei rimase in un silenzio che quasi mi fece paura, poi disse: "L' appartamento!" "Cosa?" "Potrei ritrasferirmi nel mio appartamento, in questo modo non conviveremo sotto lo stesso tetto e potremmo stare insieme senza impedimenti" Il suo sguardo rivolto verso me si era illuminato e un sorriso era apparso nel suo volto radioso. "E cosa dirai a Nicole?" domandai io smorzando il suo entusiasmo, lei in cerca di una risposta rimase in silenzio e io continuai: "E poi vuoi davvero tornare in quell' appartamento? ...Rivivere e ricordare tutti i momenti con Sarah potrebbe essere doloroso" "Non se condivido l' appartamento con te, saranno spazzati via da momenti che saranno cento, mille volte più belli se condivisi con te" "Mi stai davvero proponendo di scappare e andare a vivere con te?" Abbassò lo sguardo come se all' improvviso la consapevolezza di aver detto qualcosa di assurdo l' avesse affondata e trascinata giù, nel più buio dei silenzi che poi spezzò dicendo delusa: "Dovrei riflettere un po' di più prima di parlare..." "Jessi non mi fraintendere, vivere con te, svegliarmi ogni giorno accanto a te... sarebbe bellissimo ma..." "Ma la famiglia viene sempre prima di me, c' è sempre qualcuno che viene prima di me per te" mi interruppe lei con voce tremante mentre il suo sguardo lucido e basso si spense, non osava incontrare il mio, non osava lasciarmi capire quanto dietro quella maschera si nascondesse una ragazza fragile, capace di piangere; forse non ricordava quanto io amassi anche quella parte di lei, quanto mi piacesse asciugare delicatamente le sue lacrime con un dito per farla sentire meglio, come sto facendo adesso. "Jessi, sai che non è vero, io ti amo, e quando ami qualcuno così tanto, quella persona viene sempre prima di qualsiasi altra cosa" "...Allora di certo io ti amo, perchè tu per me vieni anche prima di me stessa" Non appena sentì quelle dolci parole la fissai sorpreso, non ero abituato a sentirla aprire in quel modo, non lo era nessuno, neanche lei stessa. La strinsi a me e la baciai istintivamente. Staccando le sue labbra dalla mie sorrise, e non potei fare a meno di farlo anch' io, poi si alzò e uscì dalla vasca mentre nella mia mente ancora risuonavano quelle parole, il mio cuore ancora non aveva ripreso a battere regolarmente, il mio sguardo la seguette rapito, il mio buonsenso fu felice di essere stato battuto dall' istinto che aveva dettato quei momenti perfetti. "Promettimi che ci penserai" "Lo prometto" Uscì dalla stanza con lo sguardo di nuovo luminoso come sempre, riacceso da una nuova speranza, forse inesistente, ma ai suoi occhi grande. Io mi feci scivolare nel fondo della vasca e chiusi gli occhi, mi svegliai quando Nicole bussò alla mia porta. "Kyle? posso entrare?...o c' è qualcuno lì con te??" disse scherzando Nicole, e quando le diedi il permesso lei entrò sorridendo, poi le feci segno di sedersi nella vasca con me. "Buongiorno Nicole, devi dirmi qualcosa?" "...Non fare il finto tonto, sai di che devo parlarti..." disse sedendosi di fronte a me La fissai in silenzio domandomi cosa intendesse, lei non sentendo una mia risposta mi spiegò: "Sai che ieri notte vi ho sentiti! PER SBAGLIO, PER PURO CASO l' ho vista infilarsi nella tua camera e non ho potuto fare a meno di ascoltare... ma che te lo racconto a fare, tanto tu lo sai di sicuro! Ti accorgi sempre di queste cose!" Io rimasi basito guardandola negli occhi, lei si fece sempre meno convinta di ciò che aveva appena affermato e disse: "E' così, vero? ...Non eri troppo impegnato con Jessi da non accorgertene vero?" "Nicole mi dispiace ingannarti, mi avevi detto di mantenere un altro tipo di rapporto con lei ma... non è facile, non lo è per niente..." "Kyle, se sei arrivato al punto di non sentire la mia presenza perchè eri così preso da Jessi... se con lei hai fatto l' amore per la prima volta... sono stata proprio cieca a non accorgermi di quanto l' ami, avrei dovuto capirlo prima e lasciarvi la libertà di essere felici" "...Hai sentito ogni parte del nostro discorso?..." "Vuoi arrivare a chiedermi se ho sentito quello che ti ha proposto lei?..." "Beh..." "Si. Kyle... sai che voglio solo il meglio per voi, vi considero miei figli, ed è difficile immaginare i miei due figli nello stesso letto, è ancora più difficile sapervi infelici a causa mia, ma se c' è una cosa ancora più difficile è accettare la vostra lontananza da questa casa... ho già sopportato la tua assenza una volta, sono stata davvero male... vorrei non rivivere quell' esperienza, ma di certo non al prezzo della vostra infelicità, è troppo alto da sopportare per una madre, fai ciò che ti rende felice, ma sappi che ti ritroverai una mamma sempre in mezzo al vostro appartamento! Non ti illudere di esserti sbarazzato di me!" disse scherzando, sembrava tranquilla, ma in realtà quel sarcasmo mascherava un' angoscia che fece tremare la sua voce. "Oh no! E allora che mi devo inventare per liberarmi di te??" dissi scherzando io, tentando strapparle un sorriso che vidi apparire subito dopo, mi abbracciò stringendomi forte, un abbraccio sincero, quando si staccò da me i suoi occhi erano lucidi, pieni di lacrime che ricacciò subito indietro. "Adesso la scelta è tua, non c' è più nessun ostacolo che ti fermi, và da lei e rendila felice" disse sorridendo mentre usciva dalla mia stanza. Sapevo già quale fosse la mia scelta ora che nessun ostacolo intralciava la mia felicità, mi sentì come liberato da un peso, mi feci scivolare sul fondo della vasca accompagnato da un grande sorriso, poi la sentì rimanere con la schiena poggiata dietro la mia porta per tentare di farsi forza e di non piangere, asciugò velocemente le poche lacrime che erano riuscite a cadere e sospirando andò via. Andò via come dal mio volto andò via subito il sorriso e la mia certezza. Il prezzo della mia felicità era l' infelicità della mia famiglia. All' improvviso la scelta da prendere divenne sempre più difficile, mi trovavo di fronte ad un bivio, di nuovo in bilico tra una bell' estate e un freddo inverso, tra paradiso e inferno; tra un mondo quasi perfetto che protegge e circonda d'amore, ma che isola da lei, e un mondo parallelo fatto di pura poesia, musica, pura felicità, un mondo con lei. Ma mi domando se in entrambi i casi io sarei felice, mi domando se possa ancora esistere per me un mondo felice senza lei. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- CIAO A TUTTI! QUESTO E' L' ULTIMO CAPITOLO CHE HO SCRITTO MA OVVIAMENTE NON FINISCE COSì! NON SONO COSì CRUDELE! XD COMUNQUE FORSE ASPETTERETE UN PO' PER IL PROSSIMO CAPITOLO, SPERO CHE NON VI STUFERETE DI ASPETTARE, VEDRETE CHE NON CI METTERò COSì TANTO A POSTARNE UN ALTRO! GRAZIE DI AVER LETTO BACIO =) =)

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Capitolo 6
*** Lacrime e sorrisi ***


Come un' estate calda che irruenta entra nel mio inverno freddo, come un paradiso celestiale che di colpo compare in mezzo al mio inferno nero, così sei comparso nella mia vita, cambiando ogni regola, stravolgendo il mio monotono mondo, mi hai portata in un mondo luminoso e perfetto, un mondo che ruota attorno a te, e adesso quel vecchio mondo buio mi sembra un orribile prigione. Mi trovo in bilico tra quella calda estate e quel freddo inverno, tra paradiso e inferno e la scelta è nelle tue mani. Nelle tue mani lascio la mia felicità in bilico, salvala o calpestala, uccidila o condividila, la decisione è tua, la più importante della mia vita. Nelle tue mani lascio fiduciosa il mio cuore agitato, puoi stringerlo tra le tue mani fino a farlo morire, o puoi accarezzarlo e farlo vivere, decidi tu, e devi decidere adesso perchè il temuto momento è arrivato. Ti dirigi verso me e la famiglia in giardino, sento quel mio cuore perdere un battito in meno ad ogni tuo passo, fino quasi a fermarsi, ma non te ne accorgi nemmeno mentre stai lì accanto a noi, davanti a quel telo bianco che copre qualcosa, ti avvicini guardandolo sorpreso. "Dai che aspetti? è per te, scoprilo!" ti dice Nicole. "Per me?" chiedi intontito mentre con lo sguardo mi chiedi spiegazioni, io ti guardo e poi alzo le mani come per dirti che non ne so nulla, tu riporti il tuo sguardo curioso sul telo, lo alzi e sorpreso guardi ciò che si nasconde sotto: una moto nera, nuova, bellissima. Rimani stupefatto a guardarla, non sai cosa dire. "E' il nostro "regalo d' addio" per voi... così anche se l' appartamento è lontano da casa non avrete scuse per non venirci a trovare!" dice Nicole, "Questo vuol dire che io e Jessi possiamo..." Il cuore si ferma, mi sembra stretto in una morsa dolorosa e dopo alcuni interminabili secondi sento un "si" pronunciato da Nicole e Stephen, "Ci mancherete tanto" dice invece Lori. Lui si gira istintivamente verso me sorridendo e poi si rigira e dice: "Grazie, grazie a tutti". Sento lentamente il mio cuore ricominciare a battere, prendere un ritmo sempre più veloce, ricomincio a risentire il fiato attraversarmi i polmoni e il sangue le vene, un grande sorriso sul mio viso compare di colpo, e lacrime di gioia fremono in cerca di libertà: è una strana combinazione lacrime e sorrisi, perchè la felicità trova tanti modi di esprimersi, non potendo gridare a squarciagola fa cadere giù delle lacrime, lacrime fresche e trasparenti, perle di gioia che non c' è bisogno di asciugare. "Perchè a lui la moto nuova fiammante e a me il vecchio catorcio arruginito??" dice Josh e tutti fanno una grande risata, ma io e Kyle ci guardiamo come se non avessimo sentito quelle parole, come se il resto del mondo lo avessimo dimenticato, e piano le risate si fanno solo un suono indistinto e lontano sovrastato dal forte suono di un' emozione più grande che ci fa venire incontro, ci ritroviamo l' uno di fronte all' altra, ci abbracciammo forte, lascio che le tue grandi mani mi avvolgano completamente, e tra lacrime e sorrisi veri mi scordo del mondo, mi scordo di me. "Tieni Kyle" dice Josh facendomi tornare alla realtà, ha in mano due valigie, probabilmente dentro c'era la roba mia e di Kyle. "Grazie" dice incerto Kyle abbracciandolo, poi si gira verso gli altri e ripete quella parola sincera a tutti, rispondono tutti con abbracci autentici e sentiti che rivolgono anche a me, dopo Kyle prende le valigie, mi tende la mano accompagnandomi fino alla moto e facendomi salire, dopo essersi girato un' ultima volta verso loro, mette in moto e comincia ad accellerare. Io stringo forte le mie braccia attorno al suo busto, poggio la mia guancia bagnata da dolci lacrime sulla sua spalla e mi stacco solo quando arriviamo all' appartamento. Kyle mi tende la mano per aiutarmi a scendere e io non gliela lascio fino a quando non arriviamo davanti alla porta. "Ecco il nostro appartamento" dico mascherando inutilmente la paura con un sorriso. "Non preoccuparti Jessi" mi dice rassicurandomi. In un solo istante mille ricordi trafiggono la mia mente, gli stringo più forte la mano e sospiro ad occhi chiusi. La paura di entrare e ritrovare lì tutta la tristezza che ci avevo lasciato è tanta, la ferita profonda che Sarah mi aveva lasciato è difficile da rimarginare. "Jessi, va tutto bene" mi dice sorridendo, io apro, rincuorata da una strana forza che sento all' improvviso nascere da quelle parole e gli faccio segno di entrare dicendogli: "Benvenuto nella mia umile dimora", "...nostra" mi corregge subito, "già..." dico con un gran sorriso spontaneo. La vita era stata crudele tante volte con me, ma adesso chissà per quale ragione aveva deciso di sdebitarsi, non avevo mai sorriso così tanto in tutta la mia vita come in questi ultimi giorni con lui. "Non pensavo che fosse "umile" al punto di non contenere proprio nulla..." "Pensavi male allora... ho fatto portare via ogni cosa dopo la" mi fermo improvvisamente, fa ancora male dirlo "... scomparsa di... Sarah... ma non preoccuparti ricompreremo ogni cosa, sarà più bella di prima, Sarah continua a mandarmi ogni mese degli assegni" "Anche io ho dei risparmi... ma c' è almeno il letto?" "Ah ecco! Subito pensi a quello che ti interessa di più!" dico scherzando, curiosa di vedere quale reazione gli avrebbe procurato. Lui che era in cucina curiosando tra la dispensa, si gira e viene vicino a me con un sorriso malizioso, quando si trovò talmente vicino da sfiorarmi quasi il naso mi chiese: "Interessa più a me o a te?". Il sorriso malizioso si trasforma piano in uno tenero, e poi in una calda risata che travolge anche me, poi gli metto le braccia intorno al collo e gli dico: "Mi sento proprio bene" "Davvero? Eppure mi sembra che ci sia qualcosa che non va" I miei occhi traditori guardano verso il basso. "Pensi a Sarah?" mi chiede, "...E tu pensi ai Tragher?". Non ha risposto, ma non ce n' è stato bisogno. "Quando cominceremo invece, a pensare a noi?" gli chiedo piano non avendo la forza di guardarlo negli occhi. "Adesso" dice poco prima di baciarmi, poi continua: "cominciando col pensare alla nostra cena, perchè non so tu, ma io muoio dalla fame" "Ordiamo una pizza?" "Va bene". Dopo mezz' ora in cui io e Kyle abbiamo disfatto le valigie, il fattorino arriva e me la consegna, la porto in cucina dove trovo Kyle preso ad accendere una candela su un "tavolino" fatto con una delle nostre valigie nascosta da una tovaglia celestina, poi prende la pizza la poggia sulla valigia e mi fa accomodare su una sedia immaginaria. "Non è proprio il massimo ma..." "E' perfetto" lo interrompo subito, "Quanto sei sdolcinata!" mi risponde ridendo, e una mia risata risuona tra le pareti di questa casa semivuota e buia, quasi deserta ma così familiare, così perfetta, accogliente, già questa casa sa piacevolmente di lui. "E' colpa tua! Sei tu che mi organizzi la cenetta sdolcinatamente romantica a lume di candela!" "E' colpa mia se non c' è la luce dato che qui era disabitato? Dovevo arrangiarmi!" "Ti piace fare queste cose, ammettilo!" "Beh..." disse scrollando le spalle "E adesso chi è lo sdolcinato??" gli chiedo rubandogli un pezzo di salsiccia dalla sua pizza, lui subito mi prende la mano per impedirmi di mangiarlo, tenta di strapparmelo dalle mani dicendomi di lasciarlo, ma io scappo ridendo come una matta e dicendogli che ormai era mio, come una bambina, una bambina FELICE. E altre risate riempiono la casa, e mi sento bene ogni secondo di più pensando che momenti simili potranno essere la semplice quotidianità. E' tutto perfetto, perfetto in modo semplice ed essenziale, non serve la romantica cena e lo scenografico ristorante di lusso, bastiamo io e te e mi sento a mio agio anche scappando tra le stanze di una casa vuota con un pezzo di salsiccia in mano. Ho percorso correndo tutto il corridoio e davanti a me ho trovato una porta non molto familiare, l' ho aperta con l' intento di scappare da lui, mi sono ritrovata nella stanza da letto di Sarah, "Adesso sei in trappola!" mi dice ridendo, io indietreggio col mio pezzo di salsiccia tenuto saldamente tra le dita fino a dovermi fermare perchè il letto mi impedisce di andare oltre. Mi spinge sul letto, si corica su di me e dalle mie mani mangia quel tanto ambito pezzo di salsiccia, io mi metto a ridere, ma piano quella risata si placa fino a diventare un dolce sorriso ricambiato da lui, il suo corpo caldo preme sul mio e il suo respiro riscalda la mia bocca, solo le sue braccia tese sul materasso lo separano da me. Dopo alcuni secondi di felicità, desiderio e fuoco che vedo riflessi nei suoi occhi che mi fissano da vicino, prendo la sua nuca tra le mie mani, lo avvicino a me e assaporo la sua bocca e dopo pochi istanti il suo corpo diventa per me un intimo e caldo labirinto dal quale non sono in grado di uscire, non voglio, le sue braccia il rifugio perfetto, i suoi occhi chiari specchi ardenti della nostra passione. La felicità può raggiungere un picco così alto da farti sentire il bisogno di respirare il suo profumo e non l' ossigeno, una felicità che corre il rischio di sembrarmi surreale. Basta un niente per renderti felice, ma quel niente per me è tutto, è diventato infinitamente essenziale per vivere. Accarezzo con frenesia i tuoi capelli scuri mentre la tua guancia teneramente arrossata poggia sulla mia, e l' avido egoismo di averti tutto per me, solo per me, mi spinge a baciarti ancora e ancora, non saziandomi mai di possederti, di sentire rimbombare nella stanza i nostri respiri affannati.

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Capitolo 7
*** Velocità ***


Innanzitutto vi chiedo umilmente perdono per il mio immane ritardo nel postare ^^'' ...in mia difesa posso solo dirvi che tra feste e pigrizia il tempo di aggiornare mi è mancato e l' ispirazione totalmente assente non ha certo velocizzato i tempi. comunque vi avviso che questo capitolo non mi convince molto, mi piace l' idea ma non mi piace come è venuto fuori non so perchè... fatemi sapere che ne pensate voi e come posso migliorarlo, comunque non sono qui per annoiarvi quindi adesso vi lascio alla lettura di questo capitolo! ^^ grazie della visita!! ^^ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- La vita mi aveva insegnato a non fidarmi di nessuno, a tenere gli occhi aperti, sempre asciutti, a dubitare anche di chi mi amava e più sete d' affetto avevo, più mi sembrava d' essere in un immenso deserto dove bere era impossibile. E adesso che l' acqua pura e cristallina quasi mi sommerge, la sete è solo un ricordo, una cicatrice, perchè di tutti gli insegnamenti infami della mia vita rimangono solo cicatrici da mostrare fiera, fiera di aver guarito la ferita che il mio passato sembrava avermi impresso col fuoco. La quotidianità adesso è ridere, star bene, essere felice, la quotidianità è lui, la cura più bella alle mie ferite. Una cura grazie alla quale sono cambiata molto, mi sento un' altra persona, eppure mi sento splendidamente me stessa come mai prima d' ora. "C' è posta per te Jessi!", la sua voce calda mi estraniò dai miei pensieri, "E' Sarah." continuò dandomi la lettera, senza darle troppo peso, continuando a guardare l' altra posta, solo dopo alcuni attimi si rese conto di ciò che aveva appena detto e alzò subito lo sguardo per trovare i miei occhi. "Allora oggi è il grande giorno!" gli risposi con un gran sorriso e dopo qualche secondo un bel sorriso pulito e bianchissimo mi si stagliò davanti agli occhi. Aspettavamo da un mese l' assegno di Sarah perchè quella somma, aggiunta ai risparmi di Kyle e agli assegni precedenti, ci avrebbe permesso di arredare le stanze principali della casa. Avevamo provato più volte a cercare un lavoro, ma tutti pretendevano almeno un diploma, come spiegargli che vivendo rinchiusi in una vasca è un po' difficile andare a scuola?. Nicole ci aveva proposto più volte di accettare i suoi soldi, ma avevamo sempre preferito farlo con le nostre forze, accontentandoci di pareti ancora da dipingere e scatole appostate a mo' di tavolini, era ben altro a dare quella bellezza alla casa, a renderla il posto che amiamo di più. In meno di venti minuti eravamo già fuori dalla porta e ad accoglierci c' era un sole raggiante e caldo come nelle più belle giornate d' estate, che ci accompagnò lungo tutto il nostro grande tragitto. Stavolta toccava a me guidare la moto, Kyle non me lo voleva mai far fare... chissà perchè!. "Rallenta! Il passaggio a livello si sta chiudendo non vedi??" "Appunto!" gli risposi ridendo "Sempre la solita!" "Fifone!" gli gridai prima di trascinarlo in una bella risata, poi il traffico di quella lunga strada dopo i binari del treno mi costrinse a rallantare. Arrivammo davanti al grande negozio dopo mezz' ora e subito cominciai a guardare ogni singola cosa esposta, mentre Kyle mi seguiva come un povero maritino che non sa neanche cosa ci fa in un negozio del genere. "Kyle! Guarda che bello questo soggiorno! Ti piace?" gli chiesi tentando di renderlo partecipe per non farlo annoiare troppo, ma nessuno mi rispose. "Allora?!" strillai infastidita girandomi, lo vidi imbambolato a guardare chissà che cosa, completamente estraniato dal mondo, ma con un sorriso amabile che gli illuminava il viso. "...Quanti bambini vuoi, amore?" mi chiese con tono caldo, dolce e tranquillo, come se avesse chiesto la cosa più normale del mondo, poi si girò verso me sfoderando uno dei suoi sorrisi mozzafiato, gli occhi gli brillavano. Solo in quel momento mi accorsi che pochi secondi fa stava guardando una piccola famiglia dietro di lui: padre, madre, un bambino in mezzo a loro che teneva strette le loro mani, e una bambina tenera in braccio alla sua mamma; mi si scaldò il cuore. La mamma posò un bacio delicato sulla fronte della piccola e sorrise dolcemente. Mi sembrò di sentire in quell' attimo tutto l' affetto che quella donna riuscì ad esprimere in un solo gesto, senza dir niente, c' era solo silenzio, eppure quel magico silenzio parlava con le parole più belle, le diceva quanto le voleva bene più di come ogni altra inutile parola avrebbe fatto. Riposai lo sguardo su di lui e lo guardai meravigliata come forse non avevo fatto mai, non riuscivo a dir niente, speravo che il mio silenzio avesse lo stesso meraviglioso potere di quello della donna. "Posso aiutarvi?" mi interruppe un impiegato proprio mentre stavo per rispondergli, "...No..." gli dissi passivamente non prestandogli nemmeno la minima attenzione, nemmeno lo guardai, lo sguardo era rapito da Kyle, nella mente i pensieri viaggiavano lenti, sommersi dalla dolcezza di quelle parole. "No, aspetti un secondo, secondo me questo soggiorno va bene, Jessi perchè non lo prendiamo? Hai detto che piaceva anche a te..." disse invece Kyle ben più cordiale, "...Si hai ragione... prendiamolo, piace anche a me" risposi con la voce impastata e imbarazzata, poi spostai lo sguardo a terra. "Bene, vi faccio vedere altro?" "Si grazie" gli rispose Kyle. In tre ore avevamo già comprato anche il bagno e la camera da letto, ce li avrebbero consegnate entro la prossima settimana, adesso eravamo pronti ad andare. "Stavolta guido io!", mi disse aspettandosi una risposta a tono, ma non io riuscì a ribattere, riuscì solo a sorridergli sognante. "Dai, mettiti il casco." continuò con tono più dolce, aveva già capito. "Mettilo tu! Tanto alla velocità con cui andrai non ne avrò bisogno!" dissi tornando per un istante la rompiscatole punzecchiante di sempre. Dopo essersi messo il casco mi riservò un piccolo sorriso, poi mise in moto, mi fece salire e cominciammo ad andare. "Vuoi davvero una famiglia... con me?" gli chiesi incerta a bassa voce, e tra il rumore forte del vento la mia voce risultò solo un timido sussurro. "Certo." Mi strinsi forte a lui come una bambina che ha paura di cadere dalla moto, poi gli dissi piano: "...Tanti amore, voglio tanti bambini". Stavo tremando. "Anche io" disse subito, mentre i suoi battiti sembravano impazziti almeno quanto i miei e il loro amabile rumore superava di gran lunga quello del traffico, le strade erano deserte. "Si sta chiudendo il passaggio a livello, sbrigati!... Ah già... tu sei il fifone che non accellera mai! l' avevo dimenticato!" ritornai a prenderlo in giro come se nulla fosse accaduto, mentre invece non avevo ancora smesso di tremare come una foglia. In risposta ricevetti la velocità più alta che avessi mai provato, non ero mai andata tanto veloce prima, tanto veloce da non riuscire ad' aprire gli occhi, tanto veloce da farmi rabbrividire... e forse spaventare. "Ok, adesso rallenta, qui non è tanto sicuro..." gli dissi. "Ora chi è la fifona??" disse accellerando al massimo, con un sorriso spensierato che gli illuminava il volto. "Dai Kyle sul serio... c' è una curva lì in fondo..." In risposta ricevetti solo uno strano silenzio. "Kyle?" "Ok, ma freno solo se mi dici che mi ami" disse cambiando totalmente espressione. Come le stelle amano la loro luna, come i girasoli amano il loro sole. Infinatamente ti amo. "...Si si" dissi superficiale, "ma ora rallenta". "E che non mi dimenticherai mai" disse mentre il suo sorriso scompariva dal suo viso. "...Mai Kyle... ma va tutto bene?" "E se mi dai un bacio". Mi avvicinai al suo collo e gli diedi un dolce bacio. "Ora rallenta però." "Mi levi il casco? Mi da fastidio, mettilo tu." mi disse con voce tremante. "Si, ma adesso rallenta." dissi impaurita, "Va tutto bene Kyle?" continuai preoccupata dopo aver messo il casco. "...Perdonami" "Per cosa?" Kyle non mi rispose, continuò a mantenere la velocità, mentre la curva si avvicinava, mi strinse forte la mano, i suoi battiti aumentarono. "Per cosa, Kyle??... Rallenta!" dissi accorgendomi della curva che ora era diventata davvero troppo vicina. Ricordo solo di aver sbattuto contro l' asfalto nero. Il dolore delle ossa lesionate e doloranti passò in secondo piano, si annebbiò, così come la lucidità e tutti i miei sensi. L' odore nauseante del mio sangue divenne pallido, mentre una spaventosa ma stranamente piacevole sensazione di pace nera mi inghiottiva lentamente senza che avessi la forza di fare qualcosa per contrastarla. Chiusi gli occhi e rimasi tra incoscienza e realtà per alcuni terrorizzanti, ma rilassanti minuti, il mio battito era lento come il respiro, quella terribile tranquillità mi avvolgeva in un silenzio, in una pace profonda, nera, disumana, perfetta e la voglia di lottare per svegliarmi annegò tra quell' amabile calma.

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Capitolo 8
*** Il regalo più bello ***


"Se non avesse avuto il casco sarebbe andata sicuramente peggio signora, è in coma, ma non si preoccupi, non finirà come il suo amico alla guida, si risveglierà tra massimo una settimana, ma adesso vada a casa... si riposi un po' ". 'In coma' continuano a ripetere. Le loro voci arrivano al mio orecchio ovattate, la mia mente fatica gravemente a capirne il significato, anche le parole più elementari mi appaiono solo come strani suoni indistinti. "Se solo non vi avessi regalato quella stupida moto non sarebbe mai successo!" Disse piano qualcuno tra le lacrime, quella voce tremante e spezzata da lacrime strazianti continua a vagare nella mia mente che sembra vuota, sembra solo un immenso spazio bianco dove pensieri e sogni sono liberi di prendere vita e di colorarsi nell' incoscienza di un sonno profondo, forse troppo profondo. Così mi ritrovai a sognare, tutte le immagini si susseguivano violente, caotiche e veloci. "...Tanti amore, voglio tanti bambini" "Anche io". Per un attimo riuscì a risentire tutti quei brividi riattraversarmi il cuore che improvvisamente aveva preso quello stesso ritmo frenetico. Sognai anche altri ricordi di quel giorno, tutti confusi e veloci, ogni immagine era sfumata e sbiadita tranne una che invece a mia insaputa si era conservata indelebile nella memoria, la vidi vivida e perfetta, chiara mi si stagliò davanti agli occhi con la stessa potenza di una pallottola che spietata attraversa il cuore. Le sue dita premono sui freni più di una volta ma la velocità resta costante, il suo sorriso sparisce, rubato in un attimo dal destino infame. Il destino è solo un gioco di attimi e coincidenze, casualità e istinto, e noi siamo solo bambini che si divertono a vivere il loro bel gioco. E' comodo avere l' assoluta assurda certezza che non appena ci stancheremo di giocare con lui perchè il suo gioco diventerà inaspettatamente crudele, potremo smettere di giocare. E' comodo dimenticarsi che prima o poi quel gioco sarà fatale, doloroso, che noi lo vogliamo o no, senza il lusso di una scelta. "Freno solo se mi dici che mi ami" mi ha detto con gli occhi spenti di chi vede la morte in qualunque direzione guardi, solo una piccola luce, o forse un grande fuoco li teneva accesi: la speranza, la certezza che mi avrebbe salvata. "...Si si" dissi superficiale, "ma ora rallenta" "E che non mi dimenticherai mai" "Mai Kyle... ma va tutto bene?" "E se mi dai un bacio". Mi avvicinai al suo collo e gli diedi quello che sarebbe stato il nostro ultimo bacio. "Ora rallenta però." "Mi levi il casco? Mi da fastidio, mettilo tu" disse sorridendo. Era senz' altro un grande fuoco incredibilmente altruista quello che teneva accesi i suoi occhi, nonostante il destino avesse fretta di spegnerlo, lui continuava a bruciare sfoderando tutto il calore e tutta la luce che gli era rimasta per offrirla a me. Nessuno mai avrebbe fatto questo, nè per me nè per nessun altro. Nessuno. Nessuno avrebbe mai osato pensare di offrirmi la vita sul palmo della mano, la SUA stessa vita. Il gesto più bello, il regalo più grande che ho mai ricevuto, che mai più riceverò, ma che adesso ho, purtroppo o per fortuna adesso posso stringerlo tra le mie mani e sentirne tutto l' amore, tutta la vita che c' è dentro, e che hai lasciato per me. Sei lì, ad alcuni metri da me, ma il tuo sangue quasi mi raggiunge, pesante come un macigno ricopre l' asfalto, le nostre anime. Ogni tuo respiro in meno è un po' d' anima che manca. Ogni scintilla di vita che vola via è un po' di vita che mi viene rubata e corre via con te. "Jessi??! Finalmente! Sono due giorni che sei in coma! ... sono felice che tu ti sia... perchè piangi?" "Dov' è Kyle?" la interruppi con un filo di voce guardandomi attorno spaesata Nicole deglutì, distolse lo sguardo nervosamente. "Dov' è Kyle??!" le gridai alzandomi dal lettino e fissandola negli occhi, solo adesso mi accorsi di alcuni strani tubicini attaccati al mio braccio, li tolsi con forza e tornai a fissarla, Nicole stava piangendo silenziosamente, il mio sguardo allora divenne docile all' improvviso. "Lui è..." Una parola non detta racchiudeva la potenza lacerante di mille lame. "E' difficile anche per me..." disse abbracciandomi forte tra le lacrime. Fu come vedere davanti ai miei occhi inermi la furia del tornado più violento, chiuderli, riaprirli un attimo dopo, e trovare di fronte a me solo un' immensità di macerie, polvere e vuoto, e sentire tutta quella desolazione fin sotto la pelle, fin dentro l' anima. Più mi abbracciava forte più mi sentivo terribilmente sola, non riuscivo a rispondere all' abbraccio, mentre le sue braccia stringevano il mio busto, le mie penzolavano lungo i fianchi, mentre i suoi occhi si inondavano di lacrime, i miei erano immobili, asciutti. Una lacrima, una sola cadde, leggera e trasparente, ma che per la sua intensità avrebbe dovuto avere un intenso color nero come la pece. Anche oggi ripensando a quel momento non c' è lacrima che eviti di cadere. Mi faccio scivolare piano, quasi inconsciamente, nel fondo di questa nostra vasca, nessuna speranza ha più voglia di vivere, ma ancora tante lacrime hanno una maledetta voglia di cadere. Quest' acqua calda mi ruba il respiro e la lucidità e io glielo lascio fare forse senza rendermene conto, o forse ne sono pienamente consapevole e mi va bene così. Lascio che ogni pensiero si annulli, che i miei occhi pesanti si chiudano, che questa pace disumana, spaventosa eppure così rassicurante e rilassante mi avvolga completamente, come è già successo quattro mesi fa. Perfino il dolore piano diventa pallido come ogni rumore attorno a me: l' acqua che si muove piano, il mio battito che rallenta pericolosamente, e un altro piccolo amabile rumore che dal mio ventre si fa strada fino al cuore, risuonando leggero come un battito d' ali di farfalla, come una melodia di tamburi appena accennata... come un battito cardiaco. Sarò madre, penso. "Sarò madre" dissi ad alta voce sorridendo, lo ripetei ancora e ancora fino a sentirlo risuonare, fino ad assaporare l' immensità del suono così caldo e dolce, e in un attimo quel sorriso divenne quasi una risata. Mi sentì come se mi trovassi in una stanza gelida nella quale all' improvviso si spalanca una porta facendo entrare un vento africano avvolgente, caldo come fuoco. Il mio busto si alza veloce dalla vasca, mi metto seduta e riprendo affannosamente a respirare, mentre la mia mano accarezza violentemente i capelli baganti, gli occhi ancora chiusi per ascoltare meglio il suono, si aprono improvvisamente, riescono a vedere la luce dopo tanto buio, a vederla veramente. L' occhio si sgrana smanioso di possedere quanta più luce può, così come il cuore che si allarga, si riscalda, con la potente forza e sicurezza di poter contenere nuovamente la luce di mille nuovi splendidi soli, la luce di una speranza che tanto aspettava. Quando gli occhi vengono avvolti dal buio, dopo aver goduto di così tanta splendida luminosità, impiegano ben quaranta minuti per adeguarsi, eppure se anche per sbaglio uno squarcio di luce li illumina, bastano solo due secondi per farli riadattare, perchè anche l' occhio più ubriaco di tenebre non vuole altro che luce, non aspetta altro che luce. In un attimo lascio che quella luce trovi il mio occhio, il mio cuore, il mio sorriso, le mie lacrime perchè anche se non ho fatto nulla in tutto questo tempo per farmi trovare da lei, non c' era cosa che desideravo di più. Quella luce è la più sfolgorante che io abbia mai visto, bianca e pura, e quell' attimo sembra saperla racchiudere interamente, sembra racchiudere e raccontare il mio universo solo col suono di un battito cardiaco, sembra capace di raccontare tutto ciò che di buono adesso c' è nella mia vita, di renderla meravigliosa, degna di essere vissuta e finalmente di nuovo piena, luminosa. E mi chiedo come sia possibile racchiudere il miracolo più grande in un misero ventre. Mi chiedo come sia possibile amare così infinitamente qualcuno di cui non si conosce nemmeno il viso. Mi chiedo come sia possibile non condividere questo momento con te, non venire da te a raccontarti tutto, non vederti sorridere al pensiero di diventare papà, non sentire mai la tua mano sulla pancia. Mi chiedo come sia possibile non riuscire ad avere un sorriso senza lacrime, senza dolore, anche in un momento così bello. Avrò un sorriso puro e sincero prima o poi, un sorriso senza lacrime, te lo prometto. Sorriderò quando riuscirò a pensare a te e non alla tua assenza, sorriderò quando sarò sicura che il senso di colpa non mi pugnali alle spalle come il nemico più spietato. Sorriderò quando riuscirò a pensare a quanto sia bello avere un bambino da te, e non a quanto sia orribile averti privato della gioia di diventare papà. Sorriderò quando farà i primi passi e chiudendo gli occhi ti sentirò lì accanto a tenergli la mano, quando mi girerò verso te sorridendo perchè lui mi starà stringendo il dito con una mano piccolissima, quando gli racconterò di te, quando nei suoi occhi troverò i tuoi, i tuoi capelli, il tuo sorriso, la tua ingenuità. Sorriderò perchè so che non ci sarà più odio per la mia vita, né voglia di buttarla, perchè dall' asfalto più sporco nascerà il più bello dei fiori, dalla notte più nera il sole più raggiante, così come dalla vita più amara, la mia, prorpio la mia, nascerà il tuo ennesimo regalo, il più bello.

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