Dark Alisia

di Frattaglia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alisia dell'oscurità ***
Capitolo 2: *** La spada della purificazione ***



Capitolo 1
*** Alisia dell'oscurità ***


Dark Alisia 1 Le capitava spesso di fantasticare riguardo al proprio figlio, immaginava il suo volto, che armoniosamente riprendeva le fattezze sue e del padre, così lo pensava alto, con un bel volto squadrato, i capelli neri come la pece e gli occhi di un azzurro profondo come gli abissi marini e la sua pelle, la sua pelle era chiara... scura, le orecchie a punta, i denti orribilmente aguzzi... chiuse gli occhi in preda al terrore, il suo corpo sembrò vacillare, un rivolo di sudore le bagnò la schiena, si portò una mano al ventre, toccò da sopra il vestito l’orrendo marchio che faceva di lei un’altra cosa rispetto ad un normale essere umano.
Lei non avrebbe mai avuto nessun figlio, non avrebbe mai partorito un mostro!
Sentì che la sua mano destra si alzava, qualcuno la afferrava... e la stringeva.
Riaprì gli occhi.
Era sua sorella, sua sorella le aveva preso la mano e la stringeva forte, trasmettendole calore e sicurezza.
Il suo volto si rilassò e sorrise, si dice che i fratelli gemelli abbiano una particolare empatia ma nel loro caso questa empatia era stata sviluppata forzatamente in modo talmente profondo che erano ormai quasi una cosa sola, sua sorella sapeva, non capiva, come magari spesso succede tra fratelli, no, lei sapeva effettivamente cosa stesse provando e quindi la stringeva.

“Sta’ tranquilla, Alisia, è solo un brutto sogno”

Il volto di Beth emanava un’aura di tranquillità, la sua bocca era piegata in un leggero sorriso, ma nonostante questo non era più il viso di una volta: quando Alisia guardava la sorella era come se si specchiasse e non vedeva più i suoi capelli scuri e i suoi occhi blu, ma dei duri occhi grigi sotto una cascata di capelli biondo platino, sgranò gli occhi e la sorella le strinse la mano ancora più forte, poi si incamminarono.
L’addestramento era finito, l’uomo vestito di nero le aveva parlato il giorno prima

“Sappi che tu sei la nostra unica speranza, sei l’ultima spada dell’organizzazione, il suo baluardo finale e allo stesso tempo la sua punta di diamante per quando andremo a distruggere il Male che infesta il nostro mondo, ma non è giunta ancora l’ora per questo purtroppo: ora bisogna sopravvivere. Sei la più potente numero uno che abbia mai calpestato questo suolo, sii degna della tua responsabilità. Salvaci, Alisia”

Per la prima volta da quando conosceva Luvr le sembrò che, anche se solo per un attimo, avesse fatto un’espressione seria, invece di mostrare quel sorrisino perennemente stampato sulla sua faccia e che lei non sopportava. Cosa c’era da ridere? Il mondo era orribile, pieno di nemici e di pericoli e lei aveva perso una parte della sua umanità, una parte di sé se n’era andata, ogni volta che guardava Luvr e ne vedeva il sorriso non poteva fare a meno di pensare che la stesse deridendo per ciò che era diventata. Si riportò la mano al ventre, scacciò il pensiero, erano arrivate.
Il crepaccio era immensamente profondo, il vento soffiava forte, erano tutti lì i membri dell’organizzazione, ad assistere alla battaglia... e anche a testare la loro arma? Alisia piegò il labbro con una smorfia, avrebbero avuto il loro spettacolo, non se ne sarebbero pentiti. Stranamente con loro c’era anche un’altra guerriera, lei non la conosceva, non ne conosceva nessuna, chissà perché era lì, lei, si disse, non necessitava di alcun rinforzo, ce l’avrebbe fatta da sola, lei era invincibile!

I mostri si stavano avvicinando, erano undici, un intero branco di risvegliati che stava attaccando la sede dell’organizzazione e lei era l’unica che potesse fermarli. Guardò di nuovo la sconosciuta: indossava una divisa ordinaria, non riusciva a distinguere lo stemma dalla posizione in cui si trovava, aveva lunghi capelli biondi lisci, <> pensò.
Parlottava con Luvr, che non si azzardasse il piccoletto a mandarla in battaglia insieme a lei, le sarebbe stata solo d’intralcio!
Il rumore dei nemici in avvicinamento era diventato assordante, erano enormi e spaventosi.
Ma lei non aveva paura, li guardava freddamente con quei suoi occhi di ghiaccio.
Una folata di vento più forte le schiacciò il mantello sulla schiena, i lembi cercavano di avvolgerla, i suoi lunghi capelli si scompigliarono, una marea di foglie volò via <>

“Vai, Alisia”

Luvr aveva parlato in tono pacato, lei si distolse dai suoi pensieri, vide sua sorella chiudere gli occhi. Sentì un brivido dentro di lei.
Due minuti, 120 secondi passarono: arti tagliati, teste mozzate, corpi sventrati, non pensava a niente, vedeva solo un obiettivo e lo tagliava. Poi passava al prossimo.
120 secondi e tornò se stessa.
Il verde dell’erba del promontorio si era tinta di scarlatto: il colore del sangue, il sangue dei nemici. Lei aveva trionfato

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Capitolo 2
*** La spada della purificazione ***


Dark Alisia 1 “Per ordine dell’organizzazione uniamo le nostre forze a quelle dei predatori dell’abisso!”

I freddi occhi color del ghiaccio fissarono l’obiettivo

“Il primo bersaglio sarà l’Abissale nota come Riful dell’Ovest”

Un’esile figura si stagliava dinanzi il chiarore della luna piena, sembrava quasi che qualcuno avesse ritagliato una sagoma all’interno del corpo della Luna, buio profondo. Si sentiva solo il rumore della risacca. Il mare che si infrangeva contro gli scogli.
La ragazza alzò le braccia e precipitò il suo corpo nudo in mare. Nuota Alisia nuota, nuota con tutte le tue forze, nuota fino a stancarti, finché non ce la farai più neanche a respirare. Se ne andrà, l’acqua manderà via l’odore del sangue, lo sforzo sui movimenti controcorrente manderà via il ricordo. O è impossibile dimenticare? Ricorderai tutto una volta tornata a riva? Tornerà l’odore del sangue? Di certo quando sorgerà un altro giorno ci sarà una nuova battaglia.
Ma lei laverà di nuovo da sé il dolore.

Riful l’aveva guardata in modo beffardo

“Certo che li hai chiamati in modo esagerato eh? E cosa pensi possano fare due guerriere dell’organizzazione?”

Una grande energia avvolse il corpo di Alisia

“Ehy aspetta un attimo... questo...” Riful sembrava sorpresa

“Che stupida! Si è risvegliata!” fu l’ultima cosa che udì, pronunciata da quel grosso bestione che accompagnava Riful

Ora era in completa sintonia con sua sorella, la sua ancora di salvezza, colei che continuava a far sì che restasse umana.
Recise, anzi disintegrò, il braccio del risvegliato maschio, riusciva ad udire dei suoni, forse Riful gridava qualcosa, ma era tutto ovattato, come quando si sentono dei rumori nel dormiveglia. In fondo lei era in una specie di dormiveglia.
Ma Riful è furba, aveva capito subito quale era il punto debole di Alisia, ordinò a quel grosso bestione di colpire Beth.
Lei poteva sentirla, poteva sentire la sofferenza che la sorella provava nel cercare di mantenere il contatto con lei e contemporaneamente schivare i colpi del nemico. Non c’era modo che potesse difendersi, doveva restare concentrata, toccava a lei, proteggere entrambe e contemporaneamente abbattere il nemico.
Purtroppo la sua capacità di movimento era leggermente rallentata, tuttavia non in modo tale da comprometterne le capacità di combattimento. Le sue spade affondavano e ruotavano contemporaneamente, colpivano e colpendo tagliavano ogni cosa, i nastri di Riful finivano a pezzi.
All’improvviso Riful fu colpita da qualcosa, un vero e proprio bombardamento stava avvenendo su tutto il campo di battaglia, lei colpì di nuovo Riful, di nuovo Daf, ma c’era qualcosa che non andava. Sua sorella era in difficoltà, c’era qualcosa d’altro.

Erano come dei tronchi che si erano piantati sul terreno, pian piano questi “tronchi” cominciarono a mutare, prendevano una forma, molto lentamente cominciavano a formarsi linee più sinuose, poi si staccarono delle estremità dal corpo centrale, arti? Si arti, poi prese forma la testa. Ed attaccarono.
Beth era circondata, i demoni erano stati distrutti. Sua sorella non poteva reggere a lungo, non poteva schivare a lungo l’assalto di quegli esseri che l’avevano attaccata così di sorpresa.
E infatti successe.
Beth la riportò alla sua forma umana, ma mentre lo faceva fu colpita e cadde ferita.
Alisia era ancora in stato di semitrance, i suoi occhi erano sgranati e guardavano fissi avanti sé, era carponi sul terreno, poteva sentire la ruvidezza della terra sotto i palmi delle mani, la spada giaceva accanto a lei.
Quell’essere si stava avvicinando, alzava la spada su di lei...

Alisia dell’Oscurità, mai nome fu più azzeccato, il suo animo era scuro come la notte, oppresso dal male che c’era nel mondo e che lei aveva il dovere di estirpare per la salvezza di tutti. Un peso troppo grande per una ragazza. Ma poi veniva la notte, veniva l’oscurità, il giorno fuggiva e lei era libera, finalmente libera. Il sole abbandonava il cielo ma l’oscurità lasciva il suo cuore, almeno per un po’. E nuotava, nuotava per liberarsi dall’oppressione, per lavare il sangue e far finta che il male non sarebbe più spuntato con il nuovo giorno.

Aveva chiuso gli occhi. Aspettava il colpo finale. Uno schizzo caldo le colpì la faccia. Aprì gli occhi: vide una lama insanguinata davanti a sé, la testa rotolava sulla polvere.
Alzò lo sguardo, il sole era accecante, socchiuse le palpebre e riuscì a vederla: quella ragazza con i capelli corti incombeva su di lei, vestita di nero come lei. Le porgeva la mano

“Alzati Alisia, non è ancora finita” come faceva a conoscerla?

Si alzò, era tornata completamente in sé ora. Anche se non aveva più la forma risvegliata era sempre la numero uno e avrebbe vendicato l’umiliazione che aveva subito, gli occhi le si illuminarono, il volto assunse un’espressione rabbiosa, prese la spada con entrambe le mani e cominciò il massacro.
La straniera le si era appoggiata alla schiena, combattevano schiena a schiena, proteggendosi le spalle a vicenda

“Vuoi aiutarla vero?” le disse

Alisia annuì, sua sorella era circondata dai nemici, era stanchissima per lo sforzo mentale sopportato, lei lo sapeva, non poteva resistere a lungo.
Attaccarono entrambe in direzione di Beth, sempre schiena a schiena, le spade roteavano, loro stesse roteavano e così avanzavano poco a poco, quegli esseri cadevano uno dopo l’altro, finché non la raggiunsero.

“Prendi tua sorella in spalla e fuggite!”

Continua a nuotare, con tutta la forza, quel ricordo la faceva star male, la rabbia la assaliva e le bracciate diventavano sempre più numerose, andava sempre più veloce nonostante la stanchezza. Non si era mai sentita così debole come quella mattina.

“Tua sorella è troppo debole, non ho idea di cosa le sia successo ma non possiamo continuare a combattere, non possiamo proteggerla, sarebbe un peso per entrambe”

Beth un peso? Come si permetteva, come osava? Quella sciocca sconosciuta non aveva idea della forza che aveva sua sorella, non aveva idea di cosa aveva passato durante il combattimento.
La sua faccia aveva un’espressione sconvolta, digrignava i denti in modo talmente forte che le sanguinarono le gengive, poteva sentire il tepore del sangue che le invadeva la bocca e il gusto di ferro... nuota, nuota

“Ma tu, cosa farai?” le aveva comunque detto

La straniera colpì un altro di quegli esseri, era singolarmente forte, Alisia lo poteva intuire, non era forte come lei, certo, tuttavia era molto in gamba, probabilmente superava la maggior parte delle Claymore, forse anche tutte, tranne lei e la sorella.

“Ovviamente me ne andrò appena dopo di te! Ho buone gambe non ti preoccupare!”

E così andarono

“Brava Alisia” aveva detto Luvr
“Non sappiamo cosa sia accaduto, sappiamo che è nato qualcosa di estremamente potente. Siete state prese di sprovvista ma siete state brave a cavarvela e a sganciarvi”

Alisia non rispose

“Ora dobbiamo studiare la situazione, dopodiché potremo passare al contrattacco” Luvr sorrise nuovamente, aveva ancora quel piccolo, ridicolo sorriso sulle labbra, Alisia lo odiava, tuttavia continuava a mostrarsi imperturbabile.

“Lo so che muori dalla voglia di tornare laggiù” il suo sorriso si fece più largo, il suo volto si piegò leggermente in basso e gli occhi di Luvr guardarono il terreno, le mani intrecciate dietro la schiena

“Però non possiamo rischiare una battaglia senza prima aver studiato il nemico, lo hai visto anche tu, questo nemico è forte, molto forte. Anche Riful è riuscita a fuggire a quanto pare, quindi è tutto rimandato, la resa dei conti è rimandata, ma sta sicura che verrà” e si era allontanato a piccoli passi

La riva, finalmente la riva. Aveva dato tutta se stessa, ma aveva esorcizzato i suoi demoni?

“Anche stanotte hai nuotato tanto, Alisia” Beth era in piedi ad aspettarla e le sorrise come solo chi ama qualcuno sa fare

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