I See You ~ di blackpearl_ (/viewuser.php?uid=71489)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 001. ***
Capitolo 3: *** 002. ***
Capitolo 4: *** 003. ***
Capitolo 5: *** 004 1 parte. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
-I see
You-
Stavo ammirando la foresta per
l’ennesima volta, quando
la battaglia cominciò. Alzai il capo e osservai le centinaia
di navi alzarsi in
volo e partire alla volta dell’Albero delle Anime, per
distruggere l’ultimo
straccio di resistenza dei Na’Vi. Era proprio per questo che
ero fuggita,
rinnegando la mia razza, il mio popolo, il mio Stato. Perchè
mi ero innamorata.
Un amore folle verso tutto quello che mi circondava, verso gli alberi,
verso le
piante, verso gli animali. Tutto mi aveva affascinata e tratta a
sé, per
stringermi e non lasciarmi più.
Cinque giorni fa avevo
lasciato l’accampamento insieme al
mio fido tecnico e al mio corpo Avatar. Non volevo partecipare ad una
spedizione che si era trasformata in uno sterminio totale, voltando le
spalle
ai miei ideali e ai miei pensieri. Per questo fuggii. E sempre per
questo, in
seguito, feci quello che nessun uomo o donna appartenenti al progetto
Avatar,
si azzardò a fare.
Chiedere di rimanere.
Spazio
Autrice ~
Okay,
bè, salve.
Carissimo EFP, sono ben... un numero sconsiderato di mesi che non ci
sentiamo! In realtà ti visito sempre per qualche lettura, ma
non pubblico da troppo tempo. u-u Alors, cominciamo. Ieri (per
festeggiare il mio compleanno che sarà il 18 Gennaio) siamo
andati al cinema per vedere una film che ci attirava troppo: Avatar.
Quando sono uscita non risucivo più a distinguere le persone
dai Na'Vi e a volte mi sembrava di essere su Pandora. Questo film mi ha
letteralmente stregata, e quando ho scoperto che su EFP non c'era
nessuna sezione dedicata a lui.. sciagura!
Vabbè, ma io ci sono per questo no? Un avviso, anzi
due:
1-
Non pretendo la perfezione in termini di lingua Na'Vi o nei vari nomi
di piante, luoghi o parti del corpo. Dopotutto, l'ho visto solo una
volta e ieri sera.
2-
Io tendo a fare capitoli non lunghissimi, ma nemmeno brevi.
Perciò vi volevo dire che il prossimo capitolo
sarà una specie di post-prologo più che di un
primo capitolo vero e proprio. Infatti sarà piuttosto corto
A
parte questo.. niente. Spero solo che dal prologo la storia vi possa
incuriosire e spingere a leggere il resto di Sussurri nella
Notte.
Hope u like it =D
-Vì
|
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Capitolo 2 *** 001. ***
Avevo
freddo ed avevo paura, però non volevo darlo a
vedere. Soprattutto davanti al mio amico tecnico che, come me, aveva
rinnegato
la razza degli Uomini e aveva scelto di schierarsi dalla parte dei
Na’Vi.
Camminavamo lenti verso le porte d’imbarco, dove tutti
gli umani presenti alla Base sarebbero saliti sulle navicelle spaziali
e
sarebbero tornati a casa. Noi però non ci dirigevamo nella
piazza per partire.
-Sei
sicura di quello che fai? Potrebbero ucciderti anche
solo per averlo chiesto- mormorò al mio orecchio Sullivan
Risi
beffarda, dando sfoggio di una sicurezza che non
avevo -Non intendo
ritornare a casa con
la coda fra le gambe per una cosa che non ho commesso. E poi ne abbiamo
già
parlato, no? Voglio restare-
-Vogliamo
restare- mi corresse lui con un sorriso
Annuii
e superai le porte in ferro che dividevano
l’Ufficio Tecnico dalla piazza principale. E le vidi.
Centinaia di persone
accalcate in file da due, tallonate dalle armi acuminate dei
Na’Vi che li
osservavano attentamente. Più li guardavo più
sentivo nel mio corpo il bisogno
impellente di trasformarmi, di saltare per metri, di muovere la coda,
di
mimetizzarmi con la foresta fino ad essere parte di essa. Presi un bel
respiro,
con il cuore che batteva a mille e il sudore freddo.
-Eccolo-
Sullivan al mio fianco indicò un Na’Vi piuttosto
alto, con una lancia in mano e il portamento fiero.
-Quello
è Jake Sully, ex marine e attualmente capo della
tribù degli Omaticaya- riprese lui –E’ a
lui che devi chiedere, credo-
Lo
guardai ancora per qualche secondo, assaporando l’aria
di tensione dei nostri cuori e attendendo il momento giusto. Tutto
sarebbe
dipeso da questi attimi, la mia vita, e la vita delle persone a cui
volevo
bene. Il mio cuore tremava come un uccellino spaventato, desideroso di
lanciarsi in aria ma timoroso di cadere. Le mie ali erano nuove, le
avevo usate
poco e male, ma questo non toglieva che la voglia di sentire il vento
fra le
piume era forte. La stessa cosa stava capitando adesso, senza ali
naturalmente,
ma con lo stesso timore. Quando sentii la mia mente pronta alla
conversazione
mi diressi dritta verso di lui.
-Gesù,
Kate! Ma sei proprio sicura?-
Il
mio fido tecnico doveva correre per tenere il mio
passo, e mentre lo faceva tentava un’ultima volta di farmi
ragionare. Quando
gli avevo accennato la prima volta di voler rimanere su Pandora, lui
aveva
strabuzzato gli occhi ed era scoppiato a ridere, prendendomi per pazza.
C’erano
voluti giorni e giorni per convincerlo della fermezza della mia
decisione e
alla fine, anche se non d’accordo, si era rassegnato dicendo
che –naturalmente- sarebbe
rimasto con me.
-Si,
lo sono- ribattei sicura continuando a camminare
A
pochi passi da Jake Sully, la Na’Vi al suo fianco
voltò
di scatto la testa con fare quasi serpentino, e mi guardò
come si fa con gli
scarafaggi: una cosa che non ti aspetteresti mai di trovare. Era
Neytiri, la
figlia del Capo ormai morto, e la compagna di Jake. Ogni volta che mi
fermavo a
guardare un Na’Vi rimanevo affascinata, incantata a seguire
le striature
azzurrine della loro pelle e ipnotizzata dal movimento lento (quasi
calcolato)
della loro coda. Erano creature magnifiche, aggraziate e perfette sotto
ogni
punto di vista. Ora, Neytiri mi guardava con un misto di sorpresa,
curiosità e
disgusto, certo memore del terrore che la mia gente aveva seminato fra
loro. Del
resto, quanti giorni erano passati dalla fine della Guerra? otto? Forse
meno.
Si girò verso di me come a voler difendere il compagno, e
solo allora Jake Sully si accorse di noi. Voltò il viso con
fare quasi
distratto, ma ridiventando subito attento non appena si accorse che
volevamo
chiaramente parlare con loro. Pur sembrando un Na’Vi quasi
completamente, aveva
un certo aspetto terrestre che non sfuggiva ad occhi umani, come la
posizione leggermente
ricurva della schiena (i Na’Vi sono estremamente eretti), le
dita (cinque e non
quattro) e il viso. Infatti la mandibola di Jake, e di tutti gli
Avatar, era
più quadrata rispetto a quella dei Na’Vi, che
invece prendono una forma a
cuore. Jake inclinò leggermente la testa a sinistra, come a
prendere in
considerazione l’idea di non rivolgerci la parola e di
mandarci direttamente
alle navi. Infine, convinto, fece qualche passo verso di noi per
abbreviare le
distanze e si piegò quel tanto per poterci guardare negli
occhi. Non c’era
giudizio nel suo sguardo, né rabbia.
-Si?-
ci chiese scrutandoci a fondo
Sullivan
non riusciva a guardarli, e mi strinse il
braccio tanto forte che dovetti trattenere un singulto. Non avrebbe
parlato, il
fifone, e mi avrebbe lasciata sola davanti agli sguardi penetranti di
Jake e
Neytiri, per non parlare di tutti i Na’Vi che passavano e ci
fissavano curiosi.
Mi schiarii la voce e cominciai a parlare.
-Il
mio nome è Katherine Fox- dissi porgendogli la mano
destra
Lui
la guardò per un attimo sbattendo le palpebre, poi
accennò ad un sorriso, forse perso in alcuni ricordi, e la
strinse.
-Jake
Sully, piacere di conoscerti-
Bene,
e adesso?
-Il
piacere è mio. Saltando altre formalità, arrivo
al
punto- tagliai corto –Non ci siamo mai incrociati nella Base,
vero? No,
sicuramente no. Come avremmo potuto? Io ero solo una ragazzina capitata
lì per
una serie di circostanze e costretta ad impiantare la propria mente in
un
essere zebrato-
Alle
mie parole Jake si mise nuovamente eretto e ci
guardò con nuova curiosità, mentre Neytiri ci
lanciava uno sguardo assassino,
probabilmente ferita dalle parole derisorie che avevo usato.
-Continua-
mi ingiunse
Abbassai
lo sguardo –Mi hanno impiantato per la prima
volta nel mio Avatar due settimane dopo il tuo arrivo, ovvero il 984
giorno di
permanenza su Pandora. Ho svolto il mio compito alla perfezione e con
dedizione
fino a poco prima dell’abbattimento dell’Albero
della Vita, o Albero Casa.
Subito dopo mi sono.. pentita. Ho aspettato, aspettato, alla ricerca di
una
motivazione per quello scempio, una motivazione che mi avrebbe spinta a
non
dubitare più degli umani. D’altronde, quando sono
arrivata qui, su Pandora,
pensavo che le ragioni degli umani fossero sacrosante.. Bè,
mi sbagliavo-
Sospirai,
ripercorrendo i ricordi di solo una settimana
fa e sentendo la gola seccarsi improvvisamente. Da dove fuoriusciva
tutto quel
discorso ispirato? Avevo provato per ore un discorso diretto e conciso,
che li
avrebbe motivati a scegliermi. Ed ora tutto a puttane
–Ho
partecipato alla battaglia con nient’altro che un
bastone raccattato in uno stanzino, nella sala più buia
della Base. Con il mio
corpo Avatar ho distrutto alcuni computer dei tipi occhialuti come il
qui
presente-
ìSullivan
si fece rossissimo e abbassò lo sguardo
-Ho
compromesso un terzo degli elicotteri prefissati per
la battaglia finale, così da farli arrivare un po’
più sguarniti al fronte. Ho
rinchiuso parecchi scienziati nei loro laboratori, e messo fuori uso
molti
Avatar. Quelli che una volta erano miei compagni!-
Lo
guardai nuovamente negli occhi, prendendo coraggio
–Quel che voglio, signore (come titolo onorifico optai per
quello militare), è
entrare a far parte della tribù degli Omaticaya. O anche
solo il permesso di
rimanere su Pandora. Non riuscirei a sopportare un attimo di lontananza
da
questo pianeta, e per questo chiedo il tuo aiuto. So che una richiesta
come la
mia dev’essere quasi..-
-Va
bene- mi fermò lui
Bloccai
la frase a metà. Il mio udito funzionava correttamente?
Aveva detto: “Va bene”?
Confusa,
iniziai a balbettare –Ah.. cioè.. tu.. ehm..-
Jake
scoppiò a ridere di fronte alla mia patetica
scenetta, e persino Neytiri si concesse un sorriso.
-Ho
detto che va bene, Katherine Fox. Non dimenticare che
io stesso sono un Avatar che ha rinnegato il suo vecchio popolo-
Era
davvero tutto così semplice? Non poteva essere.
Nessuno, neanche in un istante della mia breve vita, mi aveva mai dato
qualcosa
senza niente in cambio.
-Quindi..
è fatta?- intervenne Sullivan a sorpresa
Jake
spostò per la prima volta lo sguardo su di lui
-E
tu saresti?-
Sullivan
si erse in tutta la sua statura –non molto alta
a dire la verità- per rispondere
-Sullivan
McKenzie, signore. Sono il tecnico di
laboratorio assegnato a Katherine per le sue interfacce mentali,
signore-
Il
suo tono sembrava quello di un adepto al suo
comandante preferito, ed io sorrisi sotto i baffi ricordando quanto lui
odiasse
questi toni referenziali.
Jake
annuì e tornò a fissarmi.
-Apprezzo
il coraggio e stimo chi ne ha. Benvenuta fra
noi, Katherine. E Sullivan, ovviamente-
Neytiri
fece qualche passo in avanti, affiancando il
compagno –Ovviamente passerà del tempo prima che
possiate diventare membri
effettivo del clan. Vi aspettano giorni duri. Cosa vi fa credere di
potercela
fare?-
La
guardai negli occhi, determinata, e sorrisi.
Spazio
Autrice ~
Salve bella gente, come
va?
A me tutto bene, fortunatamente
u-u ma passiamo alla storia. Sinceramente trovo che questo mio primo
capitolo (molto corto) sia semplicemente orribile. Badate, non lo dico
per falsa modestia, davvero, è che mi sono accorta di non
aver dato il massimo proprio dove si deve fare buona impressione.
Vabbè.. pace u-u
Un paio di note, come prima:
Primo, le descrizione fisiche di Kate e Sullivan arriveranno nei
prossimi capitoli (Quella di Kate parecchio dopo, temo) e forse potrei
postare anche qualche foto rappresentativa *w*
Bene, chiarito questo.. un
bacio a tutte quelle persone (che non conosco e mi prenderanno per
pazza) che hanno già postato storie di Avatar. E anche a
tutti quelli che recensiscono e leggono, ovviamente. Kisses
Nina95:
Tesoro,
temo ti sia sbagliata. Apprezzo tantissimo i complimenti ma, proprio
secondo le tue speranze, questa è una Long :D Comunque ti
ringrazio di cuore di aver letto e recensito. Baci
_zafry_: Quanta fiducia :O Spero
proprio di meritarmela, e che questo capitolo ti sia piaciuto. Te ne
prometto uno più bello, il secondo =D
Kiss
Lion of
darkness: Ma grazie *-* Eccoti qui il
primo capitolo, come volevi. Spero ti sia piaciuto, thanks for all.
Kisses
|
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Capitolo 3 *** 002. ***
Corsi
più veloce che potei, sfiorando i rami degli alberi e
facendo a gara con gli animali. Ridevo spensierata, libera dalle
preoccupazioni e da pensieri inutili, consapevole solo del sole e del
vento fra i capelli. Una cosa, però, rompeva il mio
idilliaco, seppur fragile, equilibrio. Uno strano ansimare proveniente
dal basso.
-Kate! Kate, porca put..- un tonfo
-Non si dicono le parolacce!- urlai ridendo a Sullivan, che cercava
disperatamente di tenere il mio passo correndo a più non
posso
Gli scienziati non fanno molta moto, si sa, e Sullivan era di certo uno
di loro. Non si poteva definire un ragazzo brutto, ma era estremamente
magro e privo di muscoli di alcun genere. Ogni volta che sollevavo la
questione della sua motricità, lui ribatteva dicendo:
“Tu alleni i muscoli del corpo? Io alleno i muscoli della
mente. Parliamo di due cose simili che possono dare frutti
diversi”
Su una cosa però si poteva dire quasi un maniaco: I capelli.
Sullivan, sin dalla nascita, aveva amato i suoi capelli neri e lisci
come si ama una ragazza, o forse di più. Gli arrivavano fin
sotto le orecchie e amava modellarli col gel ogni mattina per ottenere
risultati sempre diversi. Il look che usava di più
ultimamente era quello da latin lover consumato, con i capelli
scompigliati ad arte di un adolescente che si è appena
svegliato. Questo gli permetteva di avere svariate ammiratrici nel
campo scientifico, che appena lo vedevano passare con la sua camminata
lenta e svogliata emettevano tenui sospiri.
Lui non mancava di vantarsene ovviamente, ed ogni qual volta io
scherzavo con lui dicendogli che di questo passo avrebbe conquistato
tutto il lato femminile della base e, perchè no, forse anche
una parte di quello maschile, lui rispondeva: “Certo tesoro.
Sai, al mondo ci sono due tipi di persone: Chi può e chi non
può. Io può!”
Però questo non toglieva che, a correre sul campo, era una
frana completa. Potevo vederlo arrancare nelle erbacce, imprecare ogni
volta che il suo piede calpestava qualcosa di stranamente fangoso, e
agitare le braccia quando stava per perdermi di vista.
Decisi di fermarmi per dargli un po’ di tregua e per far
riposare i suoi muscoli stanchi, stremati dalla corsa. Mi lanciai dal
ramo più alto di un’enorme quercia e sfrecciai
veloce fra i rami, fino ad atterrare delicatamente sulla morbida erba
che ricopriva il suolo di Pandora.
Sullivan mi scoccò un’occhiata beffarda.
-Guardala come si pavoneggia. Solo perchè sei più
alta di me di due metri e sei blu a strisce, non vuol dire che puoi
sfruttarmi quanto ti pare!- borbottò piegandosi sulle
ginocchia
Sorrisi divertita e mi avvicinai a lui, sedendomi.
-Non sono io che ti sfrutto, sono le tue gambe che non riescono a
collegarsi bene con il resto del corpo. Ricorda chi può e
chi non può- feci, dandogli uno scherzoso colpo sul braccio
Sfinito, si accasciò per terra definitivamente, con il petto
che si alzava e abbassava ad un ritmo irregolare.
-Quando hai detto che arriviamo?-
Guardai il sole riflettere i suoi raggi su tutta la foresta, e calcolai
velocemente una stima approssimativa.
-Un paio di ore a corsa sostenuta. Non la pagliacciata che hai
sostenuto fino ad adesso, intendo la corsa seria-
Lui fece una smorfia e nascose il viso nell’erba. Ridacchiai,
e aspettai che si riprendesse per ricominciare il viaggio. Eravamo
attesi da Jake e Neytiri vicino all’Albero delle Anime, dove
avevano deciso di ricostruire il loro villaggio distrutto durante la
guerra. Il mio corpo umano era già arrivato qualche giorno
fa, inscatolato come si deve nel suo involucro di metallo e acciaio,
mentre a me toccava (che peccato!) muovermi nella foresta con
la pelle striata e la coda prensile. Stavamo per alzarci quando un
movimento catturò la mia attenzione. Mi girai di scatto,
scrutando fra le fronde.
-Cosa? Cosa c’è?- si agitò Sullivan
-Niente, niente- dissi poco convinta
Eppure qualcosa avevo visto, qualcosa di scuro. Dandomi della stupida e
prendendomi gioco delle mie paure, spronai il mio amico a proseguire e
continuammo il nostro viaggio.
Continuammo a correre, o meglio, io correvo, lui strisciava, ed io non
abbassai nemmeno un attimo la guardia, pronta a respingere qualsiasi
cosa si fosse fatta avanti. Ci mettemmo il doppio delle ore da me
previste, a causa della pioggia che ci aveva colpiti
all’improvviso e della difficoltà di Sullivan di
correre nel fango. Arrivammo all’Albero delle Anime verso
sera, quando le prime capanne provvisorie del Villaggio brillavano di
una tenue luce rosata.
Anche da lontano si poteva scorgere la strana luminescenza delle piante
e del bellissimo Albero delle Anime, dalle foglie che sembravano avere
la consistenza della plastica, che di notte si accendevano di tante
luci diverse. Illuminava una piccola parte della radura facendola
splendere d’argento, e rendendola brillante alla luce della
prima luna. Più lo guardavo più sentivo uno
strano calore avvilupparmi il cuore e riscaldarlo, mentre Sullivan era
rimasto tanto stupito da non riuscire a parlare.
-Bello, vero?-
Non feci in tempo a girarmi che Neytiri mi comparve affianco. Sorrideva
tranquilla e guardava l’Albero con gli occhi un po’
socchiusi, come se la sua bellezza fosse tale da ferirla se lo avesse
fissato troppo a lungo. Al suo fianco camminava Jake, in tenuta da
Guardiano, che si avvicinò a noi con un cenno di saluto.
-Molto bello. A volte mi chiedo come possa esistere una cosa
così- mormorai, in risposta alla Na’Vi
Lei mi fissò con i suoi grandi occhi gialli e mi
scrutò a lungo e a fondo, forse tentando di sondare la mia
anima o le mie intenzioni. Più Neytiri mi guardava
così, più rimanevo perplessa di fronte al suo
comportamento. Cosa c’era che non andava in me, e che lei
voleva scoprire? Quella sua insistenza nei miei confronti doveva essere
motivata da qualcosa, anche se non sapevo cosa. Era ancora persa nei
suoi pensieri quando Jake ci indicò una piccola capanna un
po’ più distaccata dalle altre.
-Dormirete e vivrete lì, da adesso. La sveglia è
all’alba, e una volta in piedi dovrete subito andare a far
rapporto ai vostri Maestri. Io sarò il vostro Maestro per il
tiro con l’arco, Neytiri vi darà una mano con la
storia e la lingua, e anche con la biologia di Pandora, e un altro
Na’Vi del villaggio vi insegnerà a muovervi per la
foresta. Domande?-
L’eccitazione di vivere un’altra vita era
così forte che non riuscii a parlare, e d’altronde
non avevo niente da obiettare né da chiedere. Sullivan
iniziò a parlare riguardo una cosa che doveva essere il
motivo della sua permanenza qui, cosa avrebbe fatto o roba simile. Io
non lo ascoltavo, persa com’ero nello spettacolo
dell’Albero delle Anime e sommersa da ricordi, non tutti
piacevoli.
-Ma perchè?
Perchè?- urla la ragazza di fronte al padre.
Quello le si avvicina in un paio di falcate e le assesta uno schiaffo
tanto forte che la figlia finisce per terra, sbattendo per altro la
testa sulla moquette. Urlano da parecchio, loro due, senza giungere ad
un accordo e senza abbassare il tono di voce, così che li
sentano tutti nella grande casa.
La ragazza china la testa così che i capelli le coprano il
viso e piange, piange, vergognandosi di questa sua debolezza, senza
però riuscire a fermarsi. Il padre ritorna lentamente al suo
posto, su una costosa poltrona in pelle situata dietro una grande
scrivania, e sedendosi riprende a parlare con calma e freddezza.
-Non puoi capire, certo che no. Ho finanziato questi viaggi, Katherine,
ho scoperto Pandora! Mia figlia deve andare lì in mia vece e
combattere insieme ai miei uomini. E’ un sacrificio che sono
disposto a fare- parla non guardandola
Il suo pianto si ferma, ma lei non alza la testa e parla
così, con la voce attutita dalla massa di capelli scuri.
-Capisco, padre. Di certo i soldi devono risultare più
invitanti di una figlia diciannovenne che vi gira per casa-
Lo sguardo del padre si fa di ghiaccio, e lei rimpiange la madre come
mai ha fatto in vita sua. Si alza lentamente asciugandosi le lacrime
con una rapida passata di mano, e fissa suo padre negli occhi con
fierezza, aspettando il verdetto finale. Questo lo ha preso da lui.
Dall’altro lato della scrivania l’uomo la fissa in
egual modo, chiedendosi perchè sua moglie lo ha lasciato con
una figlia tanto ribelle e scellerata come lei. Abbassa lo sguardo e
riprende con tranquillità a firmare le carte
d’imbarco per lei, e altri vari documenti militari e di
amministrazione.
-Non voglio che tu muoia, mi pare evidente, quindi cercherò
di agevolarti le cose. Non combatterai in veste umana, ma come Avatar.
Questo dovrebbe salvarti da una morte quasi certa in combattimento, e
ti permetterà di assegnarti dei lavori prevalentemente di
esplorazione. Ti farai spiegare meglio tutto quando arriverai alla Base
e cercherai la scienziata Grace Augustine. Partirai fra quattro giorni
esatti, giusto il tempo di preparare le tue cose. Puoi andare- la
congeda il padre senza sollevare gli occhi dal suo lavoro
Lei lo fissa ancora per qualche secondo, consapevole che aprir bocca
non la salverà da un destino che quell’uomo ha
già tracciato per lei. Volta le spalle alla persona che un
tempo era stata suo padre, e sente dentro di lei che questa
sarà l’ultima volta che lo vedrà. Esce
dallo studio con l’amaro in bocca.
-Pandora chiama Kate! Oh, ci sei?-
Sussultai girandomi verso Sullivan con sguardo confuso e sorpreso.
-Eh?- dissi con un tono che suonava stupido perfino alle mie stesse
orecchie
Quello scosse la testa
-Sei proprio caduta dalle nuvole. Jake e Neytiri se ne sono andati e
direi che è ora di farsi una bella dormita.. sicura di star
bene?-
Mi passai la mano fra i capelli marroni-ramati, tipici dei
Na’Vi, con un sospiro. Si, bene se si considerava che a
quest’ora mio padre era probabilmente sul lastrico per colpa
mia, o meglio, di tutta la popolazione Na’Vi. Infatti era
stato proprio lui, insieme alla sua equipe di ricercatori, a scoprire
il sistema solare che ospitava il più grande pianeta gassoso
che si sia mai visto, Polyphemus, e le sue tre lune. Fra di queste,
Pandora. Da quando mia madre era morta di cancro, avevo solo 7 anni,
mio padre non si dava pace con la scienza, ed era diventato famoso in
tutto il mondo per le sue ricerche avanzate e i suoi ricercatori geni.
In un primo momento si era dato alla medicina, scoprendo per altro
parecchi antidoti per malattie incurabili e piante curative contro
veleni molto potenti. Dopo un po’ però, non avendo
ancora trovato una risposta al problema cancro, aveva cambiato di colpo
tutta la sua attrezzatura e tutti i suoi scienziati, assumendo persone
qualificate in astronomia.
Scuotendo la testa per liberarmi da pensieri tanto inutili mi diressi
verso la piccola capanna velocemente, ignorando le occhiate penetranti
rivolgetemi dal Popolo. Una volta entrata, capii qual’era il
problema.
-Sull?-
-Si?- Sullivan varcò la porta d’ingresso fatta di
piccole liane intrecciate fra loro, e rimase a bocca aperta
Infatti, al centro della piccola stanza, torreggiava un unico letto,
fatto peraltro di foglie e rami intersecati ad arte insieme a vari
legacci di cuoio saldati con della melma nera. Non c’erano
coperte o lenzuola, dato il clima tropicale di Pandora, e ad una prima
occhiata il letto sembrava decisamente scomodo. Per di più,
era uno solo.
Sullivan si schiarì la voce rumorosamente, attirando la mia
attenzione. Notai che era pallido in viso, leggermente arrossato sulle
guance, e che spostava il peso del suo corpo da una gamba
all’altra con fare nervoso. Accennai un sorriso e mi
avvicinai al letto per sedermici, scoprendo con sorpresa che non dava
tanto fastidio come sembrava. Le foglie erano stranamente morbide, e
anche i rametti non pungevano la schiena come avevo supposto.
-Tranquillo, non ti salterò addosso- gli dissi con noncuranza
Sullivan si fece ancora più dubbioso, ed io mi chiesi il
motivo, visto che avevamo dormito spesso nella stessa branda durante il
periodo di guerra. Su questo lato della nostra amicizia, non avevo
niente di cui lamentarmi per fortuna. Ero attratta da lui quanto un
cavallo da una farfalla e la cosa sembrava reciproca, perciò
non si erano mai creati problemi di sorta quando si trattava di
stringersi un po’ di più o di vivere
particolarmente appartati.
Purtroppo, però, questa sera non era della stessa opinione.
-Ma dobbiamo dormire proprio insieme? Non possiamo chiedere, che ne
so.. un giaciglio in più?-
Aggrottai la fronte –Che c’è, ti faccio
schifo Sullivan? Dai, non è mica la prima volta!-
Il ragazzo continuò fermamente ad opporsi e dopo
una decina di minuti ci rinunciai, consigliandogli seccamente di
dormire per terra. Stendendomi e dandogli le spalle, mi chiesi per
l’ennesima volta cosa potesse aver fatto scatenare in lui
un’irritazione tanto categorica. Ma non riuscii a darmi una
risposta.
Spazio
Autrice ~
Si, sono di nuovo
qui. VI starete chiedendo: "ma perchè non ci lascia in pace?"
Eheh, perchè so che vi macherei troppo xD Alors, parlando
del capitolo, qui possiamo vedere finalmente dell'arrivo di Kate e
Sullivan al bellissimo, magnifico, splendente, luminoso *cough cough*
ect. Albero delle Anime. Avete presente la figura scura che Kate
intravede fra le foglie? Bene, non ve la dimenticate mai. Se
tutto va come previsto, si scoprirà chi è e
perchè è lì, solo a metà
storia (che già prevedo abbastanza lunghetta). Quindi,
tenetela sempre in mente, okay?. Le cose saranno un pò di
routine nei primi capitoli (boh, forse fino al dieci o meno),
perchè i nostri due protagonisti si devono prima bituare per
bene alla civiltà Na'Vi, prima che qualcosa di grave
succeda. Buahuahuah, non ve lo dico cos'è! xD Ma lo
scoprirete, abbiate fiducia. Oh, quasi dimenticavo, un piccolo
messaggio a Kiaretta_96 (Non voglio scriverlo in una
recensione perchè non ne voglio fare un caso di
stato): Stranamente
hai delle parti dello Spazio Autrice mooolto simile alle mie nel
Prologo.
"Ho fatto
un giro per il sito e, sciagura! , non c'era una sessione
dedicata. Mah..." Prelevato da: AVATAR 2
"seconda
cosa: l'ho visto due
volte, ma non so assolutamente i termini specifici (solo
alcuni)
,quindi perdonate la mia ignoranza. Inoltre non so la lingua
dei Na'vi(
peccato! Sigh), i nomi di
piante o parti del corpo" Prelevato
da: AVATAR 2
Strane
somiglianze..
"Questo
film mi ha letteralmente stregata, e quando
ho scoperto che su EFP non c'era nessuna sezione dedicata a lui..
sciagura!" Prelevato da: I See You-
"Non
pretendo la perfezione in termini di lingua
Na'Vi o nei vari nomi di piante, luoghi o parti
del corpo" Prelevato da: I See You-
Vabbè,
per fortuna non c'è stata copia di una parte del testo,
quindi non mi arrabbio più di tanto. Volevo solo far notare
ò-ò Tralasciando anche questo fatto, ringrazio
quanti leggono e recensiscono =D Al prossimo capitolo!
Kisses
arysquadro:
A
quanto pare molti hanno frainteso il personaggio principale con la
famosa dottoressa ò-ò non so come mai,
sinceramente xD ma sono contenta che vi piaccia <3 grazie mille
tesoro
kiss
_Nessie_Cullen_:
Uhmm, ma ci siamo
già viste noi due? Non so.. il tuo Nick mi è
molto familiare. Forse nella fic Fly With You? Boh, non so. Comunque,
eccoti il secondo capitolo ;D spero ti sia piaciuto. Thanks for the
compliments
xoxo
Lion of
darkness: Ahah, sono mooolto felice che
voi non siate del mio stesso parere xD Mi sforzo molto nel descriver i
Na'Vi al meglio, perchè voglio che le persone, leggendo la
storia, li abbiano davanti. Grazie di tutto!
Mozzichetti x3
CHIHIRO:
Una nuova fan *-* bene
bene, Avatar continua nella sua conquista! Spero che il capitolo ti sia
piaciuto, e te ne prometto uno ancora più bello =D
Baci
Nell Sev
Snape: Brutto? xD Uhmmm, diciamo..
boh xD Okay, basta u-u Brava *-* hai capito che Sull non è
proprio convinto come vuole far vedere, perchè
più che altro.. (zitta! non dire niente!) *cough cough* va
bieeen, come non detto xD però qualcosa l'ho detta, eh u-u
(non è quello che al primo pensiero può
sembrare). Comunque, anche a me piacciono molto i particolari minuti,
per questo cerco di metterne in abbondanza.
Thanks for all
Kisses
|
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Capitolo 4 *** 003. ***
3-
Un ticchettare
insistente mi giunse alle orecchie come il suono più
fastidioso del mondo, ed io mi rigirai nel letto per attutirlo. Niente
da fare, il suono persisteva e non c’era modo di zittirlo.
Emisi qualche suono
incomprensibile e seppellii la testa sotto il cuscino, cercando
disperatamente di non far andar via Morfeo e pregandolo di lasciarmi
riposare un altro poco. Purtroppo per me, quello non era molto di
buonumore ultimamente e lasciò definitivamente la mia mente
lasciandomi sveglia e lucida. Adesso, il “tic, tic”
era diventato quasi un ossessione, e dovetti mettermi a sedere per
trovarne la fonte. Una volta schiarita la vista, rimasi impalata a
fissare la persona davanti a me. Doveva essere un bambino sugli undici
anni, di un altezza media e con una zazzera di capelli neri e corti,
che lasciavano quasi completamente libera la stretta treccia che dava
alla terminazione nervosa per l’interfaccia mentale. Aveva un
viso deliziosamente minuto, con grandi occhi gialli contornati da una
pupilla azzurra e la pelle di una sfumatura leggermente più
chiara rispetto a quella degli altri Na’Vi.
Aveva un sorriso che
gli partiva da un orecchio e gli arrivava all’altro,
conferendogli l’aspetto simpatico e solare dei bambini di
quell’età.
-Kaltxì,
ngaru lu fpom srak? (Ciao, come stai?)- esclamò, pimpante
Strabuzzai gli occhi e
sbattei le palpebre velocemente, totalmente inconsapevole di cosa
accidenti aveva detto. Era di sicuro lingua Na’Vi, di cui non
conoscevo una sola sillaba, riconoscibile per il suo accento marcato e
le sue consonanti strette.
Vedendo che non avevo
capito, il bambino si affrettò a tradurre.
-Oh, scusa. Il Capo mi
aveva detto che non parlavi la nostra lingua, ma mi sono dimenticato.
Il dottore mi ha chiesto di chiederti come ti sentivi, se ti faceva
male la testa, o altro. Perchè ha detto che dopo la trasl
qualcosa ti potevi sentire un po’ disorientata. E’
stata una cosa bellissima! Sono riuscito ad intrufolarmi senza problemi
e ho visto che un momento eri nel corpo come il mio e il secondo dopo
il dottore ti tirava fuori, da umana, dalla scatola di metallo.
E’ stato incredibile! Mi permetterai di vedere ancora, vero?
Oh, giusto, non mi sono presentato. Sono Sanludaryalhan, figlio di
Yudinn, ma puoi chiamarmi San-
Ancora più
che dalla lingua, rimasi disorientata dal fiume di parole fuoriuscite
dalla bocca del bambino Na’Vi. In effetti, pensai
soffermandomi ad analizzare tutto quello che aveva detto, sento un
po’ di mal di testa. Stupita, finalmente arrivai al senso del
discorso.
Di fianco al letto di
foglie vi era una piccola bacinella con il fondo basso, colma
d’acqua cristallina. La afferrai velocemente, e diedi
un’occhiata al mio riflesso, per poi sospirare.
Dall’acqua una ragazza con folti capelli marroni mi rimandava
uno sguardo insieme entusiasta e abbattuto. Nonostante la sua pelle
fosse piacevolmente dorata per natura, si potevano distinguere i segni
della stanchezza sul suo volto, come le occhiaie, il pallore e un
piccolo livido sulla guancia sinistra. Due occhi scuri mi fissavano da
sotto lunghe ciglia.
-Cos’è
successo?- chiesi al bambino, posando la bacinella
Quello
sembrò saltare dalla gioia alla mia domanda
-Il dottore ti ha
trasferita mentre dormivi. O almeno lui ha detto di averti dato
qualcosa che suonava come “anestetico” per farti
dormire- sembrò fermarsi a riflettere –Credo che
tutte queste erbe magiche che usate voi non facciano poi tanto bene, se
poi devi stare un giorno intero con la testa che ti fa male-
Gli sorrisi, tutto
sommato intenerita e cercai di alzarmi, mentre gli rispondevo.
-E’ vero,
però risolvono un sacco di problemi, sai? Comunque io sono
Kate- mi presentai cercando di non far caso al fatto che, pur avendo 11
anni, era più alto di me
Quello
aggrottò la fronte –Kate? Kat’ii semmai-
Scossi la testa
–No, no, Kate. Solo Kate-
San mi
guardò ancora per un po’ e infine
scoppiò a ridere –Come vuoi. Io però ti
chiamerò Kat’ii-
Sospirai, esasperata
–Come vuoi. Ma non c’è l’hai
una mamma tu?-
-Oh si. E’
andata ad est per prendere certe piante che non ho capito.. si
è fatta accompagnare dai guerrieri, perchè quella
valle è abitata dai palulukan- replicò con tono
solenne, che poco si addiceva al suo volto infantile
Purtroppo,
però, ero io ad essere la bambina in quel frangente
-Palulukan?-
-O anche Thanator, si-
Un uomo sulla
quarantina, dai capelli piacevolmente brizzolati, ha tutti gli occhi
puntati addosso mentre ,con una bacchetta argentea, illustra agli
studenti l’anatomia del thanator.
-I Thanator hanno
dieci spine sensoriali, due ciascuno per tutte le sezioni che dividono
i loro cranii corazzati. La loro funzione è poco conosciuta,
dato che i ricercatori che abbiamo inviato per analizzarli meglio, sono
morti- un brusio di disagio si diffonde per la sala
-Ma si ipotizza che
siano legati a un meccanismo interno per localizzare le prede- continua
il professore come se niente fosse
Una ragazza in fondo
alla fila a destra lo ascolta attenta. (Fonte: Avatar Wiki)
style="font-family: Verdana;">
Repressi un brivido
-Dev’essere proprio coraggiosa per esserci andata-
San gonfiò
il petto, inorgoglito –Già, ed io sono come lei-
Gli sorrisi, ma mentre
lo facevo, quello sembrò essere folgorato da
un’idea improvvisa.
-L’incontro!
Mi sono dimenticato. Vieni-
Non feci neanche in
tempo ad aprir bocca che lui mi aveva già presa per mano
(minuscola nella sua) e trascinata fuori dalla tenda a forza. Il sole
mi investì in tutta la sua potenza, spingendomi a serrare
gli occhi di scatto e facendomi emettere un lieve gemito di fastidio.
-Vieni, vieni-
continuava a ripetermi San
Una volta abituata
alla luce mattutina, fui in grado di guardarmi meglio intorno. Ero
l’unica umana, ad una prima occhiata, e tutti gli altri
Na’Vi ci fissavano divertiti e sorpresi. Il sole rifletteva i
suoi raggi su tutta la pianura, riversandole addosso un mare luccicante
d’oro che faceva splendere l’Albero delle Anime e
gli animali che pascolavano liberi per il campo. Era una giornata
tranquilla, molti Na’Vi parlavano fra loro e discutevano di
archi o coltelli (a giudicare dalle mosse delle loro mani), altri
creavano qualcosa con del materiale strano e molti ancora giocavano fra
loro o con gli animali.
Mentre correvamo, uno
sciame di bambini in festa ci saettò fra i piedi, urlando e
ridendo come mai. Sorrisi involontariamente guardandoli sparire fra la
folla come il sole fra le nuvole. Il villaggio stesso ispirava tanta
vitalità e forza che mi chiesi come avessero potuto gli
umani anche solo pensare di distruggerli.
-Eccoci arrivati- San
si fermò bruscamente, mandandomi quasi a sbattere contro la
sua schiena
Davanti a noi, una
distesa enorme di persone dalla pelle azzurra che si esercitavano con
l’arco o con il bastone, provandoli fra loro, con manichini
di paglia o con tronchi di albero morti. Io li fissavo a bocca aperta,
impressionata dall’agilità dei loro movimenti e
dal vigore dei loro muscoli.
Una risata mi sorprese
da dietro.
-Ti conviene chiudere
quella bocca Kate, o potresti slogarti la mascella-
Mi girai come un
fulmine e scoccai un pugno sulla spalla sinistra di chi mi aveva appena
derisa. Dal canto suo, la figura emise un gemito di sorpresa e dolore,
facendo qualche passo indietro.
-Sullivan! Accidenti a
te- borbottai incrociando le braccia
Sullivan prese a
massaggiarsi la spalle con una lieve smorfia sul volto, mentre chiedeva:
-Che
c’è?-
Spalancando gli occhi,
esterrefatta, ed aprendo le braccia come ad indicarmi, commentai
–Secondo te? Come ti è venuta le geniata di farmi
tornare umana?-
-Ah, quello-
borbottò, scavando una minuscola fossa nel terreno con il
piede –Ecco, veramente..-
-Gliel’ho
chiesto io- intervenne Jake, spuntando alle spalle di Sullivan
Sbattei la palpebre
velocemente, confusa –E perchè, di grazia?-
Una secondo dopo, mi
pentii e pensai che forse non avrei dovuto rivolgermi al Olo'eyctan con
quel tono insolente. A dispetto delle mie paure, quello sorrise.
-Oggi studierai la
lingua Na’Vi, per cominciare con qualcosa di leggero. Domani
inizieremo con l’allenamento fisico, insieme a me e al tuo
Maestro- sembrò esitare per un momento, poi mi si
avvicinò –Mi aspetto molto da te, Kate. Mi sono
giocato il nome per permetterti di stare qui, per difendere
l’ultimo residuo di dignità che
l’Umanità ha lasciato su Pandora. Ti prego, stai
attenta a come ti muovi-
Quel discorso mi mise
a disagio –Oh, non preoccuparti, non mi metti AFFATTO sotto
pressione- borbottai
Lui
ridacchiò e fece qualche passo indietro –Terremo
il tuo Avatar sotto chiave per qualche giorno, intanto potrai vivere
nelle tue vesti di umana. Non l’hai fatto per tutta la vita?-
Sospirai
–E’ vero, ma non mi è mai pesato tanto
come qui-
Voltai la testa e mi
guardai ancora intorno, cercando di sorvolare sui corpi magnifici dei
Na’Vi che si allenavano. Sarei rimasta ore, imbambolata, a
fissarli.
-Quindi.. devo andare
da Neytiri, adesso?- azzardai con tono intriso di pietà
Sullivan
ghignò e Jake annuì
-Ti accompagno io- si
offrì San al mio fianco, di cui mi ero quasi dimenticata
-Forse è
meglio- concordò Jake –Non tutti ti vedono di buon
occhio-
Aggrottai la fronte,
perplessa, ma non dissi niente. San mi riprese per mano e mi
portò nuovamente nel centro del villaggio brulicante di
vita. Mentre sfrecciavamo come e più veloci di prima, vidi
una ventina di soldati Na’Vi con lance e pugnali, issarsi su
dei cavalli e sparire a galoppo fra gli alberi.
Non pensavo che le
operazione militari contro gli umani o simili fossero ancora in corso,
data la fine della guerra, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Chi erano quelli?-
chiesi a San
Lui li
guardò per un attimo prima che sparissero del tutto e mi
rispose con voce leggera, quasi noncurante
-Sono i guerrieri del
Clan delle Pianure. Stanno andando in ricognizione ai confini della
zona, per scongiurare eventuali pericoli. Però sai- mi
sussurrò come si fa con i segreti –si dice che le
cose si stiano iniziando a scaldare fra loro e gli Omaticaya.
Naturalmente non so che significa questo, e mamma non me lo vuole dire-
Io capivo,
però. E la cosa non mi faceva impazzire, soprattutto se
dovevo vivere insieme a loro. Fissai ancora per qualche secondo la
pianura, prima di dirigermi insieme al mio nuovo amico verso la capanna
di Neytiri.
-Na’rìng-
-Naa ing-
-No,
na’rìng-
-Naa’rì?-
Neytiri
alzò gli occhi al cielo –Sei peggio di Jake quando
doveva imparare il Na’Vi. E non pensavo che l’avrei
mai detto-
Sorrisi, stremata da
tutto l’esercizio grammaticale fatto quest’oggi.
Erano ormai 6 ore che ero entrata nella capanna di Neytiri per imparare
i rudimenti della sua lingua, e sinceramente non ce la facevo
più.
Greco e Latino?
Bazzecole al confronto.
-Va bene, basta dai-
quasi svenni alle sue parole –Ma per domani voglio a memoria
tutti i vocaboli che abbiamo analizzato oggi-
Rimasi a bocca aperta
–Tutti?-
Lei annuì,
forse con un’espressione un po’ sadica
–Esatto-
Mi alzai e mi
trascinai fuori lanciandole un’occhiata assassina, mentre lei
sorrideva sorniona. Attraversai il villaggio quasi dormiente come un
zombie, consapevole solo del morbido letto che mi attendeva nella mia
capanna. Non badai ai rumori dei guerrieri di ritorno dalla Foresta,
né ad alcuni sinistri suoni strozzato che probabilmente non
ci sarebbero dovuti essere, ma tirai diritto verso
“casa”.
Una volta arrivata,
intravidi Sullivan dormire come un sasso dalla parte più
sporgente del letto, con un braccio a farsi da cuscino.
Sorrisi intenerita e
mi stesi al suo fianco stringendogli la mano, e preparandomi al giorno
seguente.
__________________________________________________________________
Huh, bè,
salve.
Sono frustrata. Volete
sapere perchè? (no, non vogliamo!) Bene, ve lo
dirò. Questo capitolo, e i precedenti, non mi piacciono per
niente ç-ç non so che manca, davvero non ne ho
idea, ma sono frustrata dal fatto che non riesco ad esprimermi come
voglio.
Al contrario, con le
shot e le drabble mi sento molto a mio oagio ò-ò
allora, per cambiare questo mio stato d'animo, ho deciso di accellerare
le cose. Come avete potuto notare questi capitoli (come già
detto negli Spazi Autrice precedenti) sono di quotidianità. Nel prossimo capitolo
incontreremo il Maestro principale della nostra Kate (eheh) e
inizieremo a movimentare la storia e forse anche ad allungarla u-u
Per adesso, ho un paio
di idee in mente, una delle quali scommetto non vi piacerà
affatto xD ma non devo dirvi niente, se voglio ottenere l'effetto
sorpresa. Una sola tranqulizzazione: si rimedierà, in una
maniera o nell'altra.
Bene, dopo tutti
questi misteri ringrazio chi legge e chi recensisce, o anche chi mette
nei Preferiti o Seguite *-* Se questa Fic vi piace, allora vi indirizzo
anche verso la mia nuovissima Raccolta (All about us) e alla mia shot
(Everything burn) =D
Bene, chiudo. Kisses
Kiaretta_96:
Ti ho mandato un mp su come la
penso, ma credo proprio che tu non lo abbia letto xD anche
perchè nemmeno io so come leggerli ò-ò
riassumendo il contenuto della lettera, mettiamoci una pietra sopra e
non parliamone più xD e poi chi ha detto che non mi piace?
*-* l'idea mi piace molto, solo che non ho recensito data la momentanea
irritazione. Non preoccuparti, tutto passato.
Kiss
Nell Sev
Snape: Eh, più o meno -.-
Io da adesso ho deciso di postare ogni Sabato, così da dare
a me il tempo di scrivere i capitoli, e a voi di non dimenticarvi la
trama xD Comunque, no, Sullivan non ha un Avatar, è il
tecnico personali di Kate per le interfacce mentali. Un pò
come Max (lo scienziato) per Jake Sully :D Grazie per aver recensito,
tesoro.
Besos
Lion of
darkness: Già
à-à a morte il padre di Kate! xD grazie mille per
tutti i compliments, a te che ci sei sempre <3
Baci
CHIHIRO:
Bè ti devo
ringraziare. Sai perchè? Perchè mi hai dato degli
spunti geniali per lo svolgimento della storia *-* mi hai fatto
ripensamenti da parte di Kate e altre cose che non dirò u-u
niente è certo, ma possibile. Allora grazie al quadro
<3
Kiss
_zafry_:
POVERO EFP! xD Ma lo sai che
anche a me succede spesso? ò-ò e quando lo fa, do
tanti pugni al pc finchè non rischia di cadere, e poi VA!
Sarò anche violenta, ma poi funziona xD Nono, non proprio al
secondo, ma già da adesso inizieranno tanti piccoli indizi
che poi porteranno alla soluzione finale e poi a tutto quello che deve
venire u-u farete un pò gli agenti investigativi xD quindi
non lasciatevi mai sfuggire nulla, perchè non lascio mai
niente al caso =D
Thanks for the
compliments <3 Ahah, adesso che siamo in due mi sento meno sola
xD
xoxo
_Nessie_Cullen_:
Uhmmm, probabile xD Bene bene,
perchè è importante *-* come le mollichine di
pane xD seguile seguile e poi.. PUFF! okay, basta indizi. Sull e Kate?
Non so se dirti acqua o fuochino, pechè la cosa si prevede
complicata fra questi due ;) Grazie di tutto!
Kisses
arysquadro:
Oddio,
ma quanti siete xD mi sto uccidendo le mani a furia di rispondermi
(però è un dolore piacevole, credetemi xD) Grazie
*-* Spero proprio che questo capitolo ti piaccia come i precedenti =D
Oh, si, ogni volta prima di postare mi assicuro che i termini siano
esatti, e in più ho scaricato il vocabolario di Na'Vi
(Inglese-Na'Vi). Quindi don't worry ;)
Besos
Raim:
Non sai quanto mi fate felici
quando arriva un complimento <3 Grazie mille, spero vivamente
che il capitolo ti sia piaciuto.
Kiss
A Sabato!
Vì
|
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Capitolo 5 *** 004 1 parte. ***
3-
-Kate?-
La casa è
vuota, piena di silenzi carichi di rancore e aspettativa.
Perchè non viene da me a consolarmi?
-Kate, svegliati!-
Il cuore mi fa male
come mai ha fatto, e la voce di lei mi riempie la mente, sussurrandomi
parole di conforto. Ci ha lasciati. Mi ha lasciata.
-Dannazione,
Katherine..-
Ora che la mamma non
c’è più nemmeno mio padre si fa vedere,
lasciandomi come un guscio vuoto nell’angolo della mia
camera, ad urlare il mio dolore con il cuore sanguinante..
-KATE!-
Mi svegliai di
soprassalto, alzandomi a sedere di scatto e quasi levandomi
l’ovopack dal viso. Ansimavo, madida di sudore e con la mente
sotto sopra.
-Si?- mormorai
stordita a Sullivan, bello e che vestito di fronte a me.
-Dobbiamo uscire,
subito! E’ successo qualcosa-
Le sue parole mi
agitarono ancor di più, e finalmente mi accorsi
dell’insolito frastuono di fuori, di voci che urlano e altre
che piangono. Mi alzai velocemente, visto che l’altra sera
non mi ero svestita, mi sistemai velocemente i capelli e seguii il mio
amico tecnico fuori, dove c’era il caos più
completo.
Aggirammo coppie e
bambini, giovani e anziani, per raggiungere una piccola radura riparata
da sole, dove tutto il Popolo si concentrava in un unico punto.
Quella mattina il sole
era nascosto da pesanti nuvole cariche di pioggia, e l’aria
(da quello che potevano sentire le mie braccia) era intrisa di
umidità. L’erba stessa sembrava bagnata e quasi
sofferente, mentre veniva sbattuta a destra e a sinistra dal vento.
Sembrava che tutti i Na’Vi si fossero raccolti qui, per un
qualcosa che ancora non riuscivo a vedere. Spingemmo per passare, e
alla fine riuscimmo a vedere cos’era accaduto.
Un Na’Vi di
età media giaceva fra l’erba alta, con le gambe
piene di graffi e le braccia martoriate. La treccia, recisa, si trovava
un bel po’ più e in là e continuava a
perdere sangue e ad agitarsi come fosse viva. Anche la coda era stata
tagliata e maciullata, come a voler privare il Na’Vi di tutto
ciò che gli era necessario a sopravvivere. Trattenni un
conato di vomito e cercai di concentrare lo sguardo su quello fisso e
vuoto del Na’Vi, ucciso da una largo taglio alla base della
gola. Chino su di lui c’era l’Olo’eyctan,
Jake, insieme a Neytiri, che aveva una mano posata sulla spalla del
compagno, mormorando una preghiera ad Eywa. L’intero Popolo
bisbigliava agitato e si contorceva, impressionato alla vista della
coda e della treccia tagliata, simbolo di una grande
crudeltà. Assottigliai gli occhi, piena di rabbia, e cercai
di trattenermi dall’urlare in mezzo alla radura.
-O mio dio- Sullivan
aveva una voce nauseata e dolorante al tempo stesso
-Chi può
aver fatto questo?!- urlò una donna poco distante
-Sciagura, sciagura!-
urlava un vecchio agitando le braccia
-Eywa, proteggici!-
pregava disperatamente una madre con il bambino stretto al fianco
-Ke plltxe!
(Silenzio!*)- tuonò Jake, sollevandosi dal povero corpo del
Na’Vi
Tutti ammutolirono,
subito attenti alle parole di, anche se ormai non lo era più
letteralmente, Toruk Makto. Jake guardò a lungo a terra,
probabilmente per soppesare le parole, ed io intanto non staccavo gli
occhi dal corpo disteso fra l’erba. Anche mentre parlava in
Na’Vi (tanto non avrei comunque capito), continuavo a non
capacitarmi di come fosse stato possibile spingere gli occhi del
Na’Vi a restare aperti e terrorizzati anche nella morte. Il
Popolo iniziò a cantilenare una preghiera ad Eywa, come dono
al defunto, mentre la sua compagna e il figlio gli si
avvicinavano piangenti.
La
“cerimonia” durò all’incirca
un’ora, poi, pian piano, la folla si sfaldò,
lasciando solo poche persone ancora al loro posto. Noi eravamo fra loro.
Ci avvicinammo con
cautela a Jake, che fissava ancora la grande macchia rossa che si
estendeva per terra. Neytiri mi posò una mano sul braccio
con delicatezza, e gli sussurrò qualcosa che lo spinse a
girarsi verso di noi. Ci dedicò un flebile sorriso e,
scusandosi, si diresse verso la parte ovest del villaggio. La donna
invece, ci si avvicinò.
-Oggi è un
cattivo giorno. Non è un buon presagio- disse scuotendo la
testa e facendo tintinnare le perline fra i suoi capelli –Non
ho mai visto una morte tanto atroce. E’ terribile-
-Avete qualche
sospetto? Non so, qualche nemico che possa avergli fatto questo?-
chiese Sullivan, guardandosi intorno con circospezione
Neytiri lo
fissò con i suoi grandi occhioni –Non ci sono
nemici fra la nostra gente, Sullivan. Però le tue parole mi
hanno dato da pensare. Non è da escludere una
possibilità simile-
Sospirò
–Comunque, Kate, ti devo portare dal tuo Maestro. Purtroppo
Jake non potrà esserti accanto, ma ci sarò io- mi
consolò
Annuii, forse un
po’ ansiosa. Sullivan, invece, si schiarì la voce
per attirare su di sé l’attenzione di Neytiri, e
rivolgerle una domanda silenziosa. Quella parve capire.
-Penso che tu possa
riprendere il tuo cammina-nei-sogni, Kate. Quando avrete finito, ci
incontreremo alla base dell’Albero delle Anime per
l’incontro. A dopo- chinò il capo in segno di
saluto e si allontanò sulla stessa strada di Jake
-Cosa avete fatto al
mio Avatar?- chiesi senza giri di parole a Sullivan
Lui
aggrottò la fronte –Mi crederesti se ti dicessi
che non lo so?-
-Probabilmente no, no-
ribattei
Lui scrollò
le spalle –Allora te lo dirò Jake quando
sarà tempo-
-Sai quanto odio i
segreti- sbottai, incrociando le braccia
-Certo che lo so, ma
non dipende da me- e, per troncare la conversazione, mi
voltò le spalle e si diresse al capannone dove dormiva il
mio Avatar
Rimasi ferma per
qualche minuto lì, in mezzo al vento e al freddo provocato
dalla mancanza di sole, chiedendomi come fossi arrivata lì.
Solo qualche mese fa (in realtà anni, ma la mia mente li
registrava come mesi) vivevo nella mia casa super lussuosa a
Washington, servita e riverita. Poi, di colpo spedita su Pandora. Poco
tempo dopo la guerra ed eccomi qui. Come può il tempo
scorrere così velocemente?
L’enormità
della mia scelta mi si parò davanti bruscamente,
ricordandomi che sulla terra c’era tutto quello che avevo
considerato parte della mia vita. I miei migliori amici, i miei cugini,
gli zii e i nonni. Anche mio padre, sempre freddo e scostante, faceva
parte di quel piccolo universo familiare.
Tutto perso, tutto
abbandonato per una vita all’insegna della
libertà, di cui non sapevo assolutamente niente.
All’improvviso mi sentii piccola e stupida.
-Kate? Ti muovi?-
-Arrivo- lo avvisai,
poi ripetei a bassa voce –Arrivo-
________________________________________________
Eccomi qui, scusate ragazzi.
Questa settimana sono stata bombardata di compiti in classe e
interrogazioni orali, quindi non ho avuto modo di finire il capitolo.
Quindi, eccovi qui la prima parte da leggere per "saziare" l'appetito
nell'attesa xD Domani o nei prossim giorni troverete la seconda parte
(non so ancora se accodarla a questa o creare un capitolo a parte).
Sempre nel prossimo capitolo risponderò alle recensioni.
Grazie a tutti quelli che leggono e commentano e scusate per il disagio
<3
A qualche giorno
-Vì
|
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