I See You ~

di blackpearl_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 001. ***
Capitolo 3: *** 002. ***
Capitolo 4: *** 003. ***
Capitolo 5: *** 004 1 parte. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-I see You-



Stavo ammirando la foresta per l’ennesima volta, quando la battaglia cominciò. Alzai il capo e osservai le centinaia di navi alzarsi in volo e partire alla volta dell’Albero delle Anime, per distruggere l’ultimo straccio di resistenza dei Na’Vi. Era proprio per questo che ero fuggita, rinnegando la mia razza, il mio popolo, il mio Stato. Perchè mi ero innamorata. Un amore folle verso tutto quello che mi circondava, verso gli alberi, verso le piante, verso gli animali. Tutto mi aveva affascinata e tratta a sé, per stringermi e non lasciarmi più.
Cinque giorni fa avevo lasciato l’accampamento insieme al mio fido tecnico e al mio corpo Avatar. Non volevo partecipare ad una spedizione che si era trasformata in uno sterminio totale, voltando le spalle ai miei ideali e ai miei pensieri. Per questo fuggii. E sempre per questo, in seguito, feci quello che nessun uomo o donna appartenenti al progetto Avatar, si azzardò a fare. 
Chiedere di rimanere.































Spazio Autrice ~

Okay, bè, salve. 
Carissimo EFP, sono ben... un numero sconsiderato di mesi che non ci sentiamo! In realtà ti visito sempre per qualche lettura, ma non pubblico da troppo tempo. u-u Alors, cominciamo. Ieri (per festeggiare il mio compleanno che sarà il 18 Gennaio) siamo andati al cinema per vedere una film che ci attirava troppo: Avatar. Quando sono uscita non risucivo più a distinguere le persone dai Na'Vi e a volte mi sembrava di essere su Pandora. Questo film mi ha letteralmente stregata, e quando ho scoperto che su EFP non c'era nessuna sezione dedicata a lui.. sciagura! 
Vabbè, ma io ci sono per questo no? Un avviso, anzi due: 

1- Non pretendo la perfezione in termini di lingua Na'Vi o nei vari nomi di piante, luoghi o parti del corpo. Dopotutto, l'ho visto solo una volta e ieri sera.

2- Io tendo a fare capitoli non lunghissimi, ma nemmeno brevi. Perciò vi volevo dire che il prossimo capitolo sarà una specie di post-prologo più che di un primo capitolo vero e proprio. Infatti sarà piuttosto corto

A parte questo.. niente. Spero solo che dal prologo la storia vi possa incuriosire e spingere a leggere il resto di Sussurri nella Notte. 
Hope u like it =D

-Vì

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Capitolo 2
*** 001. ***


Avevo freddo ed avevo paura, però non volevo darlo a vedere. Soprattutto davanti al mio amico tecnico che, come me, aveva rinnegato la razza degli Uomini e aveva scelto di schierarsi dalla parte dei Na’Vi.
Camminavamo lenti verso le porte d’imbarco, dove tutti gli umani presenti alla Base sarebbero saliti sulle navicelle spaziali e sarebbero tornati a casa. Noi però non ci dirigevamo nella piazza per partire.

-Sei sicura di quello che fai? Potrebbero ucciderti anche solo per averlo chiesto- mormorò al mio orecchio Sullivan

Risi beffarda, dando sfoggio di una sicurezza che non avevo  -Non intendo ritornare a casa con la coda fra le gambe per una cosa che non ho commesso. E poi ne abbiamo già parlato, no? Voglio restare-

-Vogliamo restare- mi corresse lui con un sorriso

Annuii e superai le porte in ferro che dividevano l’Ufficio Tecnico dalla piazza principale. E le vidi. Centinaia di persone accalcate in file da due, tallonate dalle armi acuminate dei Na’Vi che li osservavano attentamente. Più li guardavo più sentivo nel mio corpo il bisogno impellente di trasformarmi, di saltare per metri, di muovere la coda, di mimetizzarmi con la foresta fino ad essere parte di essa. Presi un bel respiro, con il cuore che batteva a mille e il sudore freddo.

-Eccolo- Sullivan al mio fianco indicò un Na’Vi piuttosto alto, con una lancia in mano e il portamento fiero.

-Quello è Jake Sully, ex marine e attualmente capo della tribù degli Omaticaya- riprese lui –E’ a lui che devi chiedere, credo-

Lo guardai ancora per qualche secondo, assaporando l’aria di tensione dei nostri cuori e attendendo il momento giusto. Tutto sarebbe dipeso da questi attimi, la mia vita, e la vita delle persone a cui volevo bene. Il mio cuore tremava come un uccellino spaventato, desideroso di lanciarsi in aria ma timoroso di cadere. Le mie ali erano nuove, le avevo usate poco e male, ma questo non toglieva che la voglia di sentire il vento fra le piume era forte. La stessa cosa stava capitando adesso, senza ali naturalmente, ma con lo stesso timore. Quando sentii la mia mente pronta alla conversazione mi diressi dritta verso di lui.

-Gesù, Kate! Ma sei proprio sicura?-

Il mio fido tecnico doveva correre per tenere il mio passo, e mentre lo faceva tentava un’ultima volta di farmi ragionare. Quando gli avevo accennato la prima volta di voler rimanere su Pandora, lui aveva strabuzzato gli occhi ed era scoppiato a ridere, prendendomi per pazza. C’erano voluti giorni e giorni per convincerlo della fermezza della mia decisione e alla fine, anche se non d’accordo, si era rassegnato dicendo che –naturalmente- sarebbe rimasto con me.

-Si, lo sono- ribattei sicura continuando a camminare

A pochi passi da Jake Sully, la Na’Vi al suo fianco voltò di scatto la testa con fare quasi serpentino, e mi guardò come si fa con gli scarafaggi: una cosa che non ti aspetteresti mai di trovare. Era Neytiri, la figlia del Capo ormai morto, e la compagna di Jake. Ogni volta che mi fermavo a guardare un Na’Vi rimanevo affascinata, incantata a seguire le striature azzurrine della loro pelle e ipnotizzata dal movimento lento (quasi calcolato) della loro coda. Erano creature magnifiche, aggraziate e perfette sotto ogni punto di vista. Ora, Neytiri mi guardava con un misto di sorpresa, curiosità e disgusto, certo memore del terrore che la mia gente aveva seminato fra loro. Del resto, quanti giorni erano passati dalla fine della Guerra? otto? Forse meno.
Si girò verso di me come a voler difendere il compagno, e solo allora Jake Sully si accorse di noi. Voltò il viso con fare quasi distratto, ma ridiventando subito attento non appena si accorse che volevamo chiaramente parlare con loro. Pur sembrando un Na’Vi quasi completamente, aveva un certo aspetto terrestre che non sfuggiva ad occhi umani, come la posizione leggermente ricurva della schiena (i Na’Vi sono estremamente eretti), le dita (cinque e non quattro) e il viso. Infatti la mandibola di Jake, e di tutti gli Avatar, era più quadrata rispetto a quella dei Na’Vi, che invece prendono una forma a cuore. Jake inclinò leggermente la testa a sinistra, come a prendere in considerazione l’idea di non rivolgerci la parola e di mandarci direttamente alle navi. Infine, convinto, fece qualche passo verso di noi per abbreviare le distanze e si piegò quel tanto per poterci guardare negli occhi. Non c’era giudizio nel suo sguardo, né rabbia.

-Si?- ci chiese scrutandoci a fondo

Sullivan non riusciva a guardarli, e mi strinse il braccio tanto forte che dovetti trattenere un singulto. Non avrebbe parlato, il fifone, e mi avrebbe lasciata sola davanti agli sguardi penetranti di Jake e Neytiri, per non parlare di tutti i Na’Vi che passavano e ci fissavano curiosi. Mi schiarii la voce e cominciai a parlare.

-Il mio nome è Katherine Fox- dissi porgendogli la mano destra

Lui la guardò per un attimo sbattendo le palpebre, poi accennò ad un sorriso, forse perso in alcuni ricordi, e la strinse.

-Jake Sully, piacere di conoscerti-

Bene, e adesso?

-Il piacere è mio. Saltando altre formalità, arrivo al punto- tagliai corto –Non ci siamo mai incrociati nella Base, vero? No, sicuramente no. Come avremmo potuto? Io ero solo una ragazzina capitata lì per una serie di circostanze e costretta ad impiantare la propria mente in un essere zebrato-

Alle mie parole Jake si mise nuovamente eretto e ci guardò con nuova curiosità, mentre Neytiri ci lanciava uno sguardo assassino, probabilmente ferita dalle parole derisorie che avevo usato.

-Continua- mi ingiunse

Abbassai lo sguardo –Mi hanno impiantato per la prima volta nel mio Avatar due settimane dopo il tuo arrivo, ovvero il 984 giorno di permanenza su Pandora. Ho svolto il mio compito alla perfezione e con dedizione fino a poco prima dell’abbattimento dell’Albero della Vita, o Albero Casa. Subito dopo mi sono.. pentita. Ho aspettato, aspettato, alla ricerca di una motivazione per quello scempio, una motivazione che mi avrebbe spinta a non dubitare più degli umani. D’altronde, quando sono arrivata qui, su Pandora, pensavo che le ragioni degli umani fossero sacrosante.. Bè, mi sbagliavo-

Sospirai, ripercorrendo i ricordi di solo una settimana fa e sentendo la gola seccarsi improvvisamente. Da dove fuoriusciva tutto quel discorso ispirato? Avevo provato per ore un discorso diretto e conciso, che li avrebbe motivati a scegliermi. Ed ora tutto a puttane

–Ho partecipato alla battaglia con nient’altro che un bastone raccattato in uno stanzino, nella sala più buia della Base. Con il mio corpo Avatar ho distrutto alcuni computer dei tipi occhialuti come il qui presente-

ìSullivan si fece rossissimo e abbassò lo sguardo

-Ho compromesso un terzo degli elicotteri prefissati per la battaglia finale, così da farli arrivare un po’ più sguarniti al fronte. Ho rinchiuso parecchi scienziati nei loro laboratori, e messo fuori uso molti Avatar. Quelli che una volta erano miei compagni!-

Lo guardai nuovamente negli occhi, prendendo coraggio –Quel che voglio, signore (come titolo onorifico optai per quello militare), è entrare a far parte della tribù degli Omaticaya. O anche solo il permesso di rimanere su Pandora. Non riuscirei a sopportare un attimo di lontananza da questo pianeta, e per questo chiedo il tuo aiuto. So che una richiesta come la mia dev’essere quasi..-

-Va bene- mi fermò lui

Bloccai la frase a metà. Il mio udito funzionava correttamente? Aveva detto: “Va bene”?

Confusa, iniziai a balbettare –Ah.. cioè.. tu.. ehm..-

Jake scoppiò a ridere di fronte alla mia patetica scenetta, e persino Neytiri si concesse un sorriso.

-Ho detto che va bene, Katherine Fox. Non dimenticare che io stesso sono un Avatar che ha rinnegato il suo vecchio popolo-

Era davvero tutto così semplice? Non poteva essere. Nessuno, neanche in un istante della mia breve vita, mi aveva mai dato qualcosa senza niente in cambio.

-Quindi.. è fatta?- intervenne Sullivan a sorpresa

Jake spostò per la prima volta lo sguardo su di lui

-E tu saresti?-

Sullivan si erse in tutta la sua statura –non molto alta a dire la verità- per rispondere

-Sullivan McKenzie, signore. Sono il tecnico di laboratorio assegnato a Katherine per le sue interfacce mentali, signore-

 Il suo tono sembrava quello di un adepto al suo comandante preferito, ed io sorrisi sotto i baffi ricordando quanto lui odiasse questi toni referenziali.

Jake annuì e tornò a fissarmi.

 -Apprezzo il coraggio e stimo chi ne ha. Benvenuta fra noi, Katherine. E Sullivan, ovviamente-

 Neytiri fece qualche passo in avanti, affiancando il compagno –Ovviamente passerà del tempo prima che possiate diventare membri effettivo del clan. Vi aspettano giorni duri. Cosa vi fa credere di potercela fare?-

 La guardai negli occhi, determinata, e sorrisi.

 





















































Spazio Autrice ~

Salve bella gente, come va? 

A me tutto bene, fortunatamente u-u ma passiamo alla storia. Sinceramente trovo che questo mio primo capitolo (molto corto) sia semplicemente orribile. Badate, non lo dico per falsa modestia, davvero, è che mi sono accorta di non aver dato il massimo proprio dove si deve fare buona impressione. Vabbè.. pace u-u

Un paio di note, come prima: Primo, le descrizione fisiche di Kate e Sullivan arriveranno nei prossimi capitoli (Quella di Kate parecchio dopo, temo) e forse potrei postare anche qualche foto rappresentativa *w*

Bene, chiarito questo.. un bacio a tutte quelle persone (che non conosco e mi prenderanno per pazza) che hanno già postato storie di Avatar. E anche a tutti quelli che recensiscono e leggono, ovviamente. Kisses

 Nina95: Tesoro, temo ti sia sbagliata. Apprezzo tantissimo i complimenti ma, proprio secondo le tue speranze, questa è una Long :D Comunque ti ringrazio di cuore di aver letto e recensito. Baci

 _zafry_Quanta fiducia :O Spero proprio di meritarmela, e che questo capitolo ti sia piaciuto. Te ne prometto uno più bello, il secondo =D 
Kiss

 Lion of darkness: Ma grazie *-* Eccoti qui il primo capitolo, come volevi. Spero ti sia piaciuto, thanks for all. Kisses

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Capitolo 3
*** 002. ***


Corsi più veloce che potei, sfiorando i rami degli alberi e facendo a gara con gli animali. Ridevo spensierata, libera dalle preoccupazioni e da pensieri inutili, consapevole solo del sole e del vento fra i capelli. Una cosa, però, rompeva il mio idilliaco, seppur fragile, equilibrio. Uno strano ansimare proveniente dal basso.

-Kate! Kate, porca put..- un tonfo

-Non si dicono le parolacce!- urlai ridendo a Sullivan, che cercava disperatamente di tenere il mio passo correndo a più non posso

Gli scienziati non fanno molta moto, si sa, e Sullivan era di certo uno di loro. Non si poteva definire un ragazzo brutto, ma era estremamente magro e privo di muscoli di alcun genere. Ogni volta che sollevavo la questione della sua motricità, lui ribatteva dicendo: “Tu alleni i muscoli del corpo? Io alleno i muscoli della mente. Parliamo di due cose simili che possono dare frutti diversi”
Su una cosa però si poteva dire quasi un maniaco: I capelli. Sullivan, sin dalla nascita, aveva amato i suoi capelli neri e lisci come si ama una ragazza, o forse di più. Gli arrivavano fin sotto le orecchie e amava modellarli col gel ogni mattina per ottenere risultati sempre diversi. Il look che usava di più ultimamente era quello da latin lover consumato, con i capelli scompigliati ad arte di un adolescente che si è appena svegliato. Questo gli permetteva di avere svariate ammiratrici nel campo scientifico, che appena lo vedevano passare con la sua camminata lenta e svogliata emettevano tenui sospiri.
Lui non mancava di vantarsene ovviamente, ed ogni qual volta io scherzavo con lui dicendogli che di questo passo avrebbe conquistato tutto il lato femminile della base e, perchè no, forse anche una parte di quello maschile, lui rispondeva: “Certo tesoro. Sai, al mondo ci sono due tipi di persone: Chi può e chi non può. Io può!”
Però questo non toglieva che, a correre sul campo, era una frana completa. Potevo vederlo arrancare nelle erbacce, imprecare ogni volta che il suo piede calpestava qualcosa di stranamente fangoso, e agitare le braccia quando stava per perdermi di vista.
Decisi di fermarmi per dargli un po’ di tregua e per far riposare i suoi muscoli stanchi, stremati dalla corsa. Mi lanciai dal ramo più alto di un’enorme quercia e sfrecciai veloce fra i rami, fino ad atterrare delicatamente sulla morbida erba che ricopriva il suolo di Pandora.
Sullivan mi scoccò un’occhiata beffarda.

-Guardala come si pavoneggia. Solo perchè sei più alta di me di due metri e sei blu a strisce, non vuol dire che puoi sfruttarmi quanto ti pare!- borbottò piegandosi sulle ginocchia

Sorrisi divertita e mi avvicinai a lui, sedendomi.

-Non sono io che ti sfrutto, sono le tue gambe che non riescono a collegarsi bene con il resto del corpo. Ricorda chi può e chi non può- feci, dandogli uno scherzoso colpo sul braccio

Sfinito, si accasciò per terra definitivamente, con il petto che si alzava e abbassava ad un ritmo irregolare.

-Quando hai detto che arriviamo?-

Guardai il sole riflettere i suoi raggi su tutta la foresta, e calcolai velocemente una stima approssimativa.

-Un paio di ore a corsa sostenuta. Non la pagliacciata che hai sostenuto fino ad adesso, intendo la corsa seria-

Lui fece una smorfia e nascose il viso nell’erba. Ridacchiai, e aspettai che si riprendesse per ricominciare il viaggio. Eravamo attesi da Jake e Neytiri vicino all’Albero delle Anime, dove avevano deciso di ricostruire il loro villaggio distrutto durante la guerra. Il mio corpo umano era già arrivato qualche giorno fa, inscatolato come si deve nel suo involucro di metallo e acciaio, mentre a me toccava  (che peccato!) muovermi nella foresta con la pelle striata e la coda prensile. Stavamo per alzarci quando un movimento catturò la mia attenzione. Mi girai di scatto, scrutando fra le fronde.

-Cosa? Cosa c’è?- si agitò Sullivan

-Niente, niente- dissi poco convinta

Eppure qualcosa avevo visto, qualcosa di scuro. Dandomi della stupida e prendendomi gioco delle mie paure, spronai il mio amico a proseguire e continuammo il nostro viaggio.
Continuammo a correre, o meglio, io correvo, lui strisciava, ed io non abbassai nemmeno un attimo la guardia, pronta a respingere qualsiasi cosa si fosse fatta avanti. Ci mettemmo il doppio delle ore da me previste, a causa della pioggia che ci aveva colpiti all’improvviso e della difficoltà di Sullivan di correre nel fango. Arrivammo all’Albero delle Anime verso sera, quando le prime capanne provvisorie del Villaggio brillavano di una tenue luce rosata.
Anche da lontano si poteva scorgere la strana luminescenza delle piante e del bellissimo Albero delle Anime, dalle foglie che sembravano avere la consistenza della plastica, che di notte si accendevano di tante luci diverse. Illuminava una piccola parte della radura facendola splendere d’argento, e rendendola brillante alla luce della prima luna. Più lo guardavo più sentivo uno strano calore avvilupparmi il cuore e riscaldarlo, mentre Sullivan era rimasto tanto stupito da non riuscire a parlare.

-Bello, vero?-

Non feci in tempo a girarmi che Neytiri mi comparve affianco. Sorrideva tranquilla e guardava l’Albero con gli occhi un po’ socchiusi, come se la sua bellezza fosse tale da ferirla se lo avesse fissato troppo a lungo. Al suo fianco camminava Jake, in tenuta da Guardiano, che si avvicinò a noi con un cenno di saluto.

-Molto bello. A volte mi chiedo come possa esistere una cosa così- mormorai, in risposta alla Na’Vi

Lei mi fissò con i suoi grandi occhi gialli e mi scrutò a lungo e a fondo, forse tentando di sondare la mia anima o le mie intenzioni. Più Neytiri mi guardava così, più rimanevo perplessa di fronte al suo comportamento. Cosa c’era che non andava in me, e che lei voleva scoprire? Quella sua insistenza nei miei confronti doveva essere motivata da qualcosa, anche se non sapevo cosa. Era ancora persa nei suoi pensieri quando Jake ci indicò una piccola capanna un po’ più distaccata dalle altre.

-Dormirete e vivrete lì, da adesso. La sveglia è all’alba, e una volta in piedi dovrete subito andare a far rapporto ai vostri Maestri. Io sarò il vostro Maestro per il tiro con l’arco, Neytiri vi darà una mano con la storia e la lingua, e anche con la biologia di Pandora, e un altro Na’Vi del villaggio vi insegnerà a muovervi per la foresta. Domande?-

L’eccitazione di vivere un’altra vita era così forte che non riuscii a parlare, e d’altronde non avevo niente da obiettare né da chiedere. Sullivan iniziò a parlare riguardo una cosa che doveva essere il motivo della sua permanenza qui, cosa avrebbe fatto o roba simile. Io non lo ascoltavo, persa com’ero nello spettacolo dell’Albero delle Anime e sommersa da ricordi, non tutti piacevoli.

 

 

-Ma perchè? Perchè?- urla la ragazza di fronte al padre.

Quello le si avvicina in un paio di falcate e le assesta uno schiaffo tanto forte che la figlia finisce per terra, sbattendo per altro la testa sulla moquette. Urlano da parecchio, loro due, senza giungere ad un accordo e senza abbassare il tono di voce, così che li sentano tutti nella grande casa.
La ragazza china la testa così che i capelli le coprano il viso e piange, piange, vergognandosi di questa sua debolezza, senza però riuscire a fermarsi. Il padre ritorna lentamente al suo posto, su una costosa poltrona in pelle situata dietro una grande scrivania, e sedendosi riprende a parlare con calma e freddezza.

-Non puoi capire, certo che no. Ho finanziato questi viaggi, Katherine, ho scoperto Pandora! Mia figlia deve andare lì in mia vece e combattere insieme ai miei uomini. E’ un sacrificio che sono disposto a fare- parla non guardandola

Il suo pianto si ferma, ma lei non alza la testa e parla così, con la voce attutita dalla massa di capelli scuri.

-Capisco, padre. Di certo i soldi devono risultare più invitanti di una figlia diciannovenne che vi gira per casa-

Lo sguardo del padre si fa di ghiaccio, e lei rimpiange la madre come mai ha fatto in vita sua. Si alza lentamente asciugandosi le lacrime con una rapida passata di mano, e fissa suo padre negli occhi con fierezza, aspettando il verdetto finale. Questo lo ha preso da lui.
Dall’altro lato della scrivania l’uomo la fissa in egual modo, chiedendosi perchè sua moglie lo ha lasciato con una figlia tanto ribelle e scellerata come lei. Abbassa lo sguardo e riprende con tranquillità a firmare le carte d’imbarco per lei, e altri vari documenti militari e di amministrazione.

-Non voglio che tu muoia, mi pare evidente, quindi cercherò di agevolarti le cose. Non combatterai in veste umana, ma come Avatar. Questo dovrebbe salvarti da una morte quasi certa in combattimento, e ti permetterà di assegnarti dei lavori prevalentemente di esplorazione. Ti farai spiegare meglio tutto quando arriverai alla Base e cercherai la scienziata Grace Augustine. Partirai fra quattro giorni esatti, giusto il tempo di preparare le tue cose. Puoi andare- la congeda il padre senza sollevare gli occhi dal suo lavoro

Lei lo fissa ancora per qualche secondo, consapevole che aprir bocca non la salverà da un destino che quell’uomo ha già tracciato per lei. Volta le spalle alla persona che un tempo era stata suo padre, e sente dentro di lei che questa sarà l’ultima volta che lo vedrà. Esce dallo studio con l’amaro in bocca.




 
-Pandora chiama Kate! Oh, ci sei?-

Sussultai girandomi verso Sullivan con sguardo confuso e sorpreso.

-Eh?- dissi con un tono che suonava stupido perfino alle mie stesse orecchie

Quello scosse la testa

-Sei proprio caduta dalle nuvole. Jake e Neytiri se ne sono andati e direi che è ora di farsi una bella dormita.. sicura di star bene?-

Mi passai la mano fra i capelli marroni-ramati, tipici dei Na’Vi, con un sospiro. Si, bene se si considerava che a quest’ora mio padre era probabilmente sul lastrico per colpa mia, o meglio, di tutta la popolazione Na’Vi. Infatti era stato proprio lui, insieme alla sua equipe di ricercatori, a scoprire il sistema solare che ospitava il più grande pianeta gassoso che si sia mai visto, Polyphemus, e le sue tre lune. Fra di queste, Pandora. Da quando mia madre era morta di cancro, avevo solo 7 anni, mio padre non si dava pace con la scienza, ed era diventato famoso in tutto il mondo per le sue ricerche avanzate e i suoi ricercatori geni.
In un primo momento si era dato alla medicina, scoprendo per altro parecchi antidoti per malattie incurabili e piante curative contro veleni molto potenti. Dopo un po’ però, non avendo ancora trovato una risposta al problema cancro, aveva cambiato di colpo tutta la sua attrezzatura e tutti i suoi scienziati, assumendo persone qualificate in astronomia.
Scuotendo la testa per liberarmi da pensieri tanto inutili mi diressi verso la piccola capanna velocemente, ignorando le occhiate penetranti rivolgetemi dal Popolo. Una volta entrata, capii qual’era il problema.

-Sull?-

-Si?- Sullivan varcò la porta d’ingresso fatta di piccole liane intrecciate fra loro, e rimase a bocca aperta

Infatti, al centro della piccola stanza, torreggiava un unico letto, fatto peraltro di foglie e rami intersecati ad arte insieme a vari legacci di cuoio saldati con della melma nera. Non c’erano coperte o lenzuola, dato il clima tropicale di Pandora, e ad una prima occhiata il letto sembrava decisamente scomodo. Per di più, era uno solo.
Sullivan si schiarì la voce rumorosamente, attirando la mia attenzione. Notai che era pallido in viso, leggermente arrossato sulle guance, e che spostava il peso del suo corpo da una gamba all’altra con fare nervoso. Accennai un sorriso e mi avvicinai al letto per sedermici, scoprendo con sorpresa che non dava tanto fastidio come sembrava. Le foglie erano stranamente morbide, e anche i rametti non pungevano la schiena come avevo supposto.

-Tranquillo, non ti salterò addosso- gli dissi con noncuranza

Sullivan si fece ancora più dubbioso, ed io mi chiesi il motivo, visto che avevamo dormito spesso nella stessa branda durante il periodo di guerra. Su questo lato della nostra amicizia, non avevo niente di cui lamentarmi per fortuna. Ero attratta da lui quanto un cavallo da una farfalla e la cosa sembrava reciproca, perciò non si erano mai creati problemi di sorta quando si trattava di stringersi un po’ di più o di vivere particolarmente appartati.
Purtroppo, però, questa sera non era della stessa opinione.

-Ma dobbiamo dormire proprio insieme? Non possiamo chiedere, che ne so.. un giaciglio in più?-

Aggrottai la fronte –Che c’è, ti faccio schifo Sullivan? Dai, non è mica la prima volta!-

 Il ragazzo continuò fermamente ad opporsi e dopo una decina di minuti ci rinunciai, consigliandogli seccamente di dormire per terra. Stendendomi e dandogli le spalle, mi chiesi per l’ennesima volta cosa potesse aver fatto scatenare in lui un’irritazione tanto categorica. Ma non riuscii a darmi una risposta.









































Spazio Autrice ~

Si, sono di nuovo qui. VI starete chiedendo: "ma perchè non ci lascia in pace?"
Eheh, perchè so che vi macherei troppo xD Alors, parlando del capitolo, qui possiamo vedere finalmente dell'arrivo di Kate e Sullivan al bellissimo, magnifico, splendente, luminoso *cough cough* ect. Albero delle Anime. Avete presente la figura scura che Kate intravede fra le foglie? Bene, non ve la dimenticate mai. Se tutto va come previsto, si scoprirà chi è e perchè è lì, solo a metà storia (che già prevedo abbastanza lunghetta). Quindi, tenetela sempre in mente, okay?. Le cose saranno un pò di routine nei primi capitoli (boh, forse fino al dieci o meno), perchè i nostri due protagonisti si devono prima bituare per bene alla civiltà Na'Vi, prima che qualcosa di grave succeda. Buahuahuah, non ve lo dico cos'è! xD Ma lo scoprirete, abbiate fiducia. Oh, quasi dimenticavo, un piccolo messaggio a
Kiaretta_96 (Non voglio scriverlo in una recensione perchè non ne voglio fare un caso di stato): Stranamente hai delle parti dello Spazio Autrice mooolto simile alle mie nel Prologo.

"Ho fatto un giro per il sito e, sciagura! , non c'era una sessione dedicata. Mah..." Prelevato da: AVATAR 2

"seconda cosa: l'ho visto due volte, ma non so assolutamente i termini specifici (solo alcuni) ,quindi perdonate la mia ignoranza. Inoltre non so la lingua dei Na'vi( peccato! Sigh), i nomi di piante o parti del corpoPrelevato da: AVATAR 2

Strane somiglianze..

"Questo film mi ha letteralmente stregata, e quando ho scoperto che su EFP non c'era nessuna sezione dedicata a lui.. sciagura!" Prelevato da: I See You- 

"Non pretendo la perfezione in termini di lingua Na'Vi o nei vari nomi di piante, luoghi o parti del corpo" Prelevato da: I See You-

Vabbè, per fortuna non c'è stata copia di una parte del testo, quindi non mi arrabbio più di tanto. Volevo solo far notare ò-ò Tralasciando anche questo fatto, ringrazio quanti leggono e recensiscono =D Al prossimo capitolo!
Kisses

arysquadro: A quanto pare molti hanno frainteso il personaggio principale con la famosa dottoressa ò-ò non so come mai, sinceramente xD ma sono contenta che vi piaccia <3 grazie mille tesoro

kiss

 _Nessie_Cullen_: Uhmm, ma ci siamo già viste noi due? Non so.. il tuo Nick mi è molto familiare. Forse nella fic Fly With You? Boh, non so. Comunque, eccoti il secondo capitolo ;D spero ti sia piaciuto. Thanks for the compliments
xoxo

 Lion of darkness: Ahah, sono mooolto felice che voi non siate del mio stesso parere xD Mi sforzo molto nel descriver i Na'Vi al meglio, perchè voglio che le persone, leggendo la storia, li abbiano davanti. Grazie di tutto!
Mozzichetti x3

CHIHIRO: Una nuova fan *-* bene bene, Avatar continua nella sua conquista! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e te ne prometto uno ancora più bello =D
Baci

Nell Sev Snape: Brutto? xD Uhmmm, diciamo.. boh xD Okay, basta u-u Brava *-* hai capito che Sull non è proprio convinto come vuole far vedere, perchè più che altro.. (zitta! non dire niente!) *cough cough* va bieeen, come non detto xD però qualcosa l'ho detta, eh u-u (non è quello che al primo pensiero può sembrare). Comunque, anche a me piacciono molto i particolari minuti, per questo cerco di metterne in abbondanza.
Thanks for all
Kisses

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Capitolo 4
*** 003. ***


3-


Un ticchettare insistente mi giunse alle orecchie come il suono più fastidioso del mondo, ed io mi rigirai nel letto per attutirlo. Niente da fare, il suono persisteva e non c’era modo di zittirlo.
Emisi qualche suono incomprensibile e seppellii la testa sotto il cuscino, cercando disperatamente di non far andar via Morfeo e pregandolo di lasciarmi riposare un altro poco. Purtroppo per me, quello non era molto di buonumore ultimamente e lasciò definitivamente la mia mente lasciandomi sveglia e lucida. Adesso, il “tic, tic” era diventato quasi un ossessione, e dovetti mettermi a sedere per trovarne la fonte. Una volta schiarita la vista, rimasi impalata a fissare la persona davanti a me. Doveva essere un bambino sugli undici anni, di un altezza media e con una zazzera di capelli neri e corti, che lasciavano quasi completamente libera la stretta treccia che dava alla terminazione nervosa per l’interfaccia mentale. Aveva un viso deliziosamente minuto, con grandi occhi gialli contornati da una pupilla azzurra e la pelle di una sfumatura leggermente più chiara rispetto a quella degli altri Na’Vi.
Aveva un sorriso che gli partiva da un orecchio e gli arrivava all’altro, conferendogli l’aspetto simpatico e solare dei bambini di quell’età.

-Kaltxì, ngaru lu fpom srak? (Ciao, come stai?)- esclamò, pimpante

Strabuzzai gli occhi e sbattei le palpebre velocemente, totalmente inconsapevole di cosa accidenti aveva detto. Era di sicuro lingua Na’Vi, di cui non conoscevo una sola sillaba, riconoscibile per il suo accento marcato e le sue consonanti strette.
Vedendo che non avevo capito, il bambino si affrettò a tradurre.

-Oh, scusa. Il Capo mi aveva detto che non parlavi la nostra lingua, ma mi sono dimenticato. Il dottore mi ha chiesto di chiederti come ti sentivi, se ti faceva male la testa, o altro. Perchè ha detto che dopo la trasl qualcosa ti potevi sentire un po’ disorientata. E’ stata una cosa bellissima! Sono riuscito ad intrufolarmi senza problemi e ho visto che un momento eri nel corpo come il mio e il secondo dopo il dottore ti tirava fuori, da umana, dalla scatola di metallo. E’ stato incredibile! Mi permetterai di vedere ancora, vero? Oh, giusto, non mi sono presentato. Sono Sanludaryalhan, figlio di Yudinn, ma puoi chiamarmi San-

Ancora più che dalla lingua, rimasi disorientata dal fiume di parole fuoriuscite dalla bocca del bambino Na’Vi. In effetti, pensai soffermandomi ad analizzare tutto quello che aveva detto, sento un po’ di mal di testa. Stupita, finalmente arrivai al senso del discorso.
Di fianco al letto di foglie vi era una piccola bacinella con il fondo basso, colma d’acqua cristallina. La afferrai velocemente, e diedi un’occhiata al mio riflesso, per poi sospirare. Dall’acqua una ragazza con folti capelli marroni mi rimandava uno sguardo insieme entusiasta e abbattuto. Nonostante la sua pelle fosse piacevolmente dorata per natura, si potevano distinguere i segni della stanchezza sul suo volto, come le occhiaie, il pallore e un piccolo livido sulla guancia sinistra. Due occhi scuri mi fissavano da sotto lunghe ciglia.

-Cos’è successo?- chiesi al bambino, posando la bacinella

Quello sembrò saltare dalla gioia alla mia domanda

-Il dottore ti ha trasferita mentre dormivi. O almeno lui ha detto di averti dato qualcosa che suonava come “anestetico” per farti dormire- sembrò fermarsi a riflettere –Credo che tutte queste erbe magiche che usate voi non facciano poi tanto bene, se poi devi stare un giorno intero con la testa che ti fa male-

Gli sorrisi, tutto sommato intenerita e cercai di alzarmi, mentre gli rispondevo.

-E’ vero, però risolvono un sacco di problemi, sai? Comunque io sono Kate- mi presentai cercando di non far caso al fatto che, pur avendo 11 anni, era più alto di me

Quello aggrottò la fronte –Kate? Kat’ii semmai-

Scossi la testa –No, no, Kate. Solo Kate-

San mi guardò ancora per un po’ e infine scoppiò a ridere –Come vuoi. Io però ti chiamerò Kat’ii-

Sospirai, esasperata –Come vuoi. Ma non c’è l’hai una mamma tu?-

-Oh si. E’ andata ad est per prendere certe piante che non ho capito.. si è fatta accompagnare dai guerrieri, perchè quella valle è abitata dai palulukan- replicò con tono solenne, che poco si addiceva al suo volto infantile

Purtroppo, però, ero io ad essere la bambina in quel frangente -Palulukan?-

-O anche Thanator, si-




Un uomo sulla quarantina, dai capelli piacevolmente brizzolati, ha tutti gli occhi puntati addosso mentre ,con una bacchetta argentea, illustra agli studenti l’anatomia del thanator.


-I Thanator hanno dieci spine sensoriali, due ciascuno per tutte le sezioni che dividono i loro cranii corazzati. La loro funzione è poco conosciuta, dato che i ricercatori che abbiamo inviato per analizzarli meglio, sono morti- un brusio di disagio si diffonde per la sala

-Ma si ipotizza che siano legati a un meccanismo interno per localizzare le prede- continua il professore come se niente fosse

Una ragazza in fondo alla fila a destra lo ascolta attenta. (Fonte: Avatar Wiki)



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Repressi un brivido -Dev’essere proprio coraggiosa per esserci andata-

San gonfiò il petto, inorgoglito –Già, ed io sono come lei-

Gli sorrisi, ma mentre lo facevo, quello sembrò essere folgorato da un’idea improvvisa.

-L’incontro! Mi sono dimenticato. Vieni-

Non feci neanche in tempo ad aprir bocca che lui mi aveva già presa per mano (minuscola nella sua) e trascinata fuori dalla tenda a forza. Il sole mi investì in tutta la sua potenza, spingendomi a serrare gli occhi di scatto e facendomi emettere un lieve gemito di fastidio.

-Vieni, vieni- continuava a ripetermi San

Una volta abituata alla luce mattutina, fui in grado di guardarmi meglio intorno. Ero l’unica umana, ad una prima occhiata, e tutti gli altri Na’Vi ci fissavano divertiti e sorpresi. Il sole rifletteva i suoi raggi su tutta la pianura, riversandole addosso un mare luccicante d’oro che faceva splendere l’Albero delle Anime e gli animali che pascolavano liberi per il campo. Era una giornata tranquilla, molti Na’Vi parlavano fra loro e discutevano di archi o coltelli (a giudicare dalle mosse delle loro mani), altri creavano qualcosa con del materiale strano e molti ancora giocavano fra loro o con gli animali.
Mentre correvamo, uno sciame di bambini in festa ci saettò fra i piedi, urlando e ridendo come mai. Sorrisi involontariamente guardandoli sparire fra la folla come il sole fra le nuvole. Il villaggio stesso ispirava tanta vitalità e forza che mi chiesi come avessero potuto gli umani anche solo pensare di distruggerli.

-Eccoci arrivati- San si fermò bruscamente, mandandomi quasi a sbattere contro la sua schiena

Davanti a noi, una distesa enorme di persone dalla pelle azzurra che si esercitavano con l’arco o con il bastone, provandoli fra loro, con manichini di paglia o con tronchi di albero morti. Io li fissavo a bocca aperta, impressionata dall’agilità dei loro movimenti e dal vigore dei loro muscoli.
Una risata mi sorprese da dietro.

-Ti conviene chiudere quella bocca Kate, o potresti slogarti la mascella-

Mi girai come un fulmine e scoccai un pugno sulla spalla sinistra di chi mi aveva appena derisa. Dal canto suo, la figura emise un gemito di sorpresa e dolore, facendo qualche passo indietro.

-Sullivan! Accidenti a te- borbottai incrociando le braccia

Sullivan prese a massaggiarsi la spalle con una lieve smorfia sul volto, mentre chiedeva:

-Che c’è?-

Spalancando gli occhi, esterrefatta, ed aprendo le braccia come ad indicarmi, commentai –Secondo te? Come ti è venuta le geniata di farmi tornare umana?-

-Ah, quello- borbottò, scavando una minuscola fossa nel terreno con il piede –Ecco, veramente..-

-Gliel’ho chiesto io- intervenne Jake, spuntando alle spalle di Sullivan

Sbattei la palpebre velocemente, confusa –E perchè, di grazia?-

Una secondo dopo, mi pentii e pensai che forse non avrei dovuto rivolgermi al Olo'eyctan con quel tono insolente. A dispetto delle mie paure, quello sorrise.

-Oggi studierai la lingua Na’Vi, per cominciare con qualcosa di leggero. Domani inizieremo con l’allenamento fisico, insieme a me e al tuo Maestro- sembrò esitare per un momento, poi mi si avvicinò –Mi aspetto molto da te, Kate. Mi sono giocato il nome per permetterti di stare qui, per difendere l’ultimo residuo di dignità che l’Umanità ha lasciato su Pandora. Ti prego, stai attenta a come ti muovi-

Quel discorso mi mise a disagio –Oh, non preoccuparti, non mi metti AFFATTO sotto pressione- borbottai

Lui ridacchiò e fece qualche passo indietro –Terremo il tuo Avatar sotto chiave per qualche giorno, intanto potrai vivere nelle tue vesti di umana. Non l’hai fatto per tutta la vita?-

Sospirai –E’ vero, ma non mi è mai pesato tanto come qui-

Voltai la testa e mi guardai ancora intorno, cercando di sorvolare sui corpi magnifici dei Na’Vi che si allenavano. Sarei rimasta ore, imbambolata, a fissarli.

-Quindi.. devo andare da Neytiri, adesso?- azzardai con tono intriso di pietà

Sullivan ghignò e Jake annuì

-Ti accompagno io- si offrì San al mio fianco, di cui mi ero quasi dimenticata

-Forse è meglio- concordò Jake –Non tutti ti vedono di buon occhio-

Aggrottai la fronte, perplessa, ma non dissi niente. San mi riprese per mano e mi portò nuovamente nel centro del villaggio brulicante di vita. Mentre sfrecciavamo come e più veloci di prima, vidi una ventina di soldati Na’Vi con lance e pugnali, issarsi su dei cavalli e sparire a galoppo fra gli alberi.
Non pensavo che le operazione militari contro gli umani o simili fossero ancora in corso, data la fine della guerra, ma a quanto pare mi sbagliavo.

-Chi erano quelli?- chiesi a San

Lui li guardò per un attimo prima che sparissero del tutto e mi rispose con voce leggera, quasi noncurante

-Sono i guerrieri del Clan delle Pianure. Stanno andando in ricognizione ai confini della zona, per scongiurare eventuali pericoli. Però sai- mi sussurrò come si fa con i segreti –si dice che le cose si stiano iniziando a scaldare fra loro e gli Omaticaya. Naturalmente non so che significa questo, e mamma non me lo vuole dire-

Io capivo, però. E la cosa non mi faceva impazzire, soprattutto se dovevo vivere insieme a loro. Fissai ancora per qualche secondo la pianura, prima di dirigermi insieme al mio nuovo amico verso la capanna di Neytiri.










-Na’rìng-

-Naa ing-

-No, na’rìng-

-Naa’rì?-

Neytiri alzò gli occhi al cielo –Sei peggio di Jake quando doveva imparare il Na’Vi. E non pensavo che l’avrei mai detto-

Sorrisi, stremata da tutto l’esercizio grammaticale fatto quest’oggi. Erano ormai 6 ore che ero entrata nella capanna di Neytiri per imparare i rudimenti della sua lingua, e sinceramente non ce la facevo più.
Greco e Latino?
Bazzecole al confronto.

-Va bene, basta dai- quasi svenni alle sue parole –Ma per domani voglio a memoria tutti i vocaboli che abbiamo analizzato oggi-

Rimasi a bocca aperta –Tutti?-

Lei annuì, forse con un’espressione un po’ sadica –Esatto-

Mi alzai e mi trascinai fuori lanciandole un’occhiata assassina, mentre lei sorrideva sorniona. Attraversai il villaggio quasi dormiente come un zombie, consapevole solo del morbido letto che mi attendeva nella mia capanna. Non badai ai rumori dei guerrieri di ritorno dalla Foresta, né ad alcuni sinistri suoni strozzato che probabilmente non ci sarebbero dovuti essere, ma tirai diritto verso “casa”.
Una volta arrivata, intravidi Sullivan dormire come un sasso dalla parte più sporgente del letto, con un braccio a farsi da cuscino.
Sorrisi intenerita e mi stesi al suo fianco stringendogli la mano, e preparandomi al giorno seguente.















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Huh, bè, salve.
Sono frustrata. Volete sapere perchè? (no, non vogliamo!) Bene, ve lo dirò. Questo capitolo, e i precedenti, non mi piacciono per niente ç-ç non so che manca, davvero non ne ho idea, ma sono frustrata dal fatto che non riesco ad esprimermi come voglio.
Al contrario, con le shot e le drabble mi sento molto a mio oagio ò-ò allora, per cambiare questo mio stato d'animo, ho deciso di accellerare le cose. Come avete potuto notare questi capitoli (come già detto negli Spazi Autrice precedenti) sono di quotidianità. Nel prossimo capitolo incontreremo il Maestro principale della nostra Kate (eheh) e inizieremo a movimentare la storia e forse anche ad allungarla u-u
Per adesso, ho un paio di idee in mente, una delle quali scommetto non vi piacerà affatto xD ma non devo dirvi niente, se voglio ottenere l'effetto sorpresa. Una sola tranqulizzazione: si rimedierà, in una maniera o nell'altra.
Bene, dopo tutti questi misteri ringrazio chi legge e chi recensisce, o anche chi mette nei Preferiti o Seguite *-* Se questa Fic vi piace, allora vi indirizzo anche verso la mia nuovissima Raccolta (All about us) e alla mia shot (Everything burn) =D
Bene, chiudo. Kisses

 Kiaretta_96: Ti ho mandato un mp su come la penso, ma credo proprio che tu non lo abbia letto xD anche perchè nemmeno io so come leggerli ò-ò riassumendo il contenuto della lettera, mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più xD e poi chi ha detto che non mi piace? *-* l'idea mi piace molto, solo che non ho recensito data la momentanea irritazione. Non preoccuparti, tutto passato.
Kiss

Nell Sev Snape: Eh, più o meno -.- Io da adesso ho deciso di postare ogni Sabato, così da dare a me il tempo di scrivere i capitoli, e a voi di non dimenticarvi la trama xD Comunque, no, Sullivan non ha un Avatar, è il tecnico personali di Kate per le interfacce mentali. Un pò come Max (lo scienziato) per Jake Sully :D Grazie per aver recensito, tesoro.
Besos

 Lion of darkness: Già à-à a morte il padre di Kate! xD grazie mille per tutti i compliments, a te che ci sei sempre <3
Baci

 CHIHIRO: Bè ti devo ringraziare. Sai perchè? Perchè mi hai dato degli spunti geniali per lo svolgimento della storia *-* mi hai fatto ripensamenti da parte di Kate e altre cose che non dirò u-u niente è certo, ma possibile. Allora grazie al quadro <3
Kiss

 _zafry_: POVERO EFP! xD Ma lo sai che anche a me succede spesso? ò-ò e quando lo fa, do tanti pugni al pc finchè non rischia di cadere, e poi VA! Sarò anche violenta, ma poi funziona xD Nono, non proprio al secondo, ma già da adesso inizieranno tanti piccoli indizi che poi porteranno alla soluzione finale e poi a tutto quello che deve venire u-u farete un pò gli agenti investigativi xD quindi non lasciatevi mai sfuggire nulla, perchè non lascio mai niente al caso =D
Thanks for the compliments <3 Ahah, adesso che siamo in due mi sento meno sola xD
xoxo

 _Nessie_Cullen_: Uhmmm, probabile xD Bene bene, perchè è importante *-* come le mollichine di pane xD seguile seguile e poi.. PUFF! okay, basta indizi. Sull e Kate? Non so se dirti acqua o fuochino, pechè la cosa si prevede complicata fra questi due ;) Grazie di tutto!
Kisses

 arysquadro: Oddio, ma quanti siete xD mi sto uccidendo le mani a furia di rispondermi (però è un dolore piacevole, credetemi xD) Grazie *-* Spero proprio che questo capitolo ti piaccia come i precedenti =D Oh, si, ogni volta prima di postare mi assicuro che i termini siano esatti, e in più ho scaricato il vocabolario di Na'Vi (Inglese-Na'Vi). Quindi don't worry ;)
Besos

Raim: Non sai quanto mi fate felici quando arriva un complimento <3 Grazie mille, spero vivamente che il capitolo ti sia piaciuto.
Kiss


A Sabato!

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Capitolo 5
*** 004 1 parte. ***


3-

-Kate?-

La casa è vuota, piena di silenzi carichi di rancore e aspettativa. Perchè non viene da me a consolarmi?

-Kate, svegliati!-

Il cuore mi fa male come mai ha fatto, e la voce di lei mi riempie la mente, sussurrandomi parole di conforto. Ci ha lasciati. Mi ha lasciata.

-Dannazione, Katherine..-

Ora che la mamma non c’è più nemmeno mio padre si fa vedere, lasciandomi come un guscio vuoto nell’angolo della mia camera, ad urlare il mio dolore con il cuore sanguinante..

-KATE!-

Mi svegliai di soprassalto, alzandomi a sedere di scatto e quasi levandomi l’ovopack dal viso. Ansimavo, madida di sudore e con la mente sotto sopra.

-Si?- mormorai stordita a Sullivan, bello e che vestito di fronte a me.

-Dobbiamo uscire, subito! E’ successo qualcosa-

Le sue parole mi agitarono ancor di più, e finalmente mi accorsi dell’insolito frastuono di fuori, di voci che urlano e altre che piangono. Mi alzai velocemente, visto che l’altra sera non mi ero svestita, mi sistemai velocemente i capelli e seguii il mio amico tecnico fuori, dove c’era il caos più completo.
Aggirammo coppie e bambini, giovani e anziani, per raggiungere una piccola radura riparata da sole, dove tutto il Popolo si concentrava in un unico punto.
Quella mattina il sole era nascosto da pesanti nuvole cariche di pioggia, e l’aria (da quello che potevano sentire le mie braccia) era intrisa di umidità. L’erba stessa sembrava bagnata e quasi sofferente, mentre veniva sbattuta a destra e a sinistra dal vento. Sembrava che tutti i Na’Vi si fossero raccolti qui, per un qualcosa che ancora non riuscivo a vedere. Spingemmo per passare, e alla fine riuscimmo a vedere cos’era accaduto.
Un Na’Vi di età media giaceva fra l’erba alta, con le gambe piene di graffi e le braccia martoriate. La treccia, recisa, si trovava un bel po’ più e in là e continuava a perdere sangue e ad agitarsi come fosse viva. Anche la coda era stata tagliata e maciullata, come a voler privare il Na’Vi di tutto ciò che gli era necessario a sopravvivere. Trattenni un conato di vomito e cercai di concentrare lo sguardo su quello fisso e vuoto del Na’Vi, ucciso da una largo taglio alla base della gola. Chino su di lui c’era l’Olo’eyctan, Jake, insieme a Neytiri, che aveva una mano posata sulla spalla del compagno, mormorando una preghiera ad Eywa. L’intero Popolo bisbigliava agitato e si contorceva, impressionato alla vista della coda e della treccia tagliata, simbolo di una grande crudeltà. Assottigliai gli occhi, piena di rabbia, e cercai di trattenermi dall’urlare in mezzo alla radura.

-O mio dio- Sullivan aveva una voce nauseata e dolorante al tempo stesso

-Chi può aver fatto questo?!- urlò una donna poco distante

-Sciagura, sciagura!- urlava un vecchio agitando le braccia

-Eywa, proteggici!- pregava disperatamente una madre con il bambino stretto al fianco

-Ke plltxe! (Silenzio!*)- tuonò Jake, sollevandosi dal povero corpo del Na’Vi

Tutti ammutolirono, subito attenti alle parole di, anche se ormai non lo era più letteralmente, Toruk Makto. Jake guardò a lungo a terra, probabilmente per soppesare le parole, ed io intanto non staccavo gli occhi dal corpo disteso fra l’erba. Anche mentre parlava in Na’Vi (tanto non avrei comunque capito), continuavo a non capacitarmi di come fosse stato possibile spingere gli occhi del Na’Vi a restare aperti e terrorizzati anche nella morte. Il Popolo iniziò a cantilenare una preghiera ad Eywa, come dono al defunto, mentre la  sua compagna e il figlio gli si avvicinavano piangenti.
La “cerimonia” durò all’incirca un’ora, poi, pian piano, la folla si sfaldò, lasciando solo poche persone ancora al loro posto. Noi eravamo fra loro.
Ci avvicinammo con cautela a Jake, che fissava ancora la grande macchia rossa che si estendeva per terra. Neytiri mi posò una mano sul braccio con delicatezza, e gli sussurrò qualcosa che lo spinse a girarsi verso di noi. Ci dedicò un flebile sorriso e, scusandosi, si diresse verso la parte ovest del villaggio. La donna invece, ci si avvicinò.

-Oggi è un cattivo giorno. Non è un buon presagio- disse scuotendo la testa e facendo tintinnare le perline fra i suoi capelli –Non ho mai visto una morte tanto atroce. E’ terribile-

-Avete qualche sospetto? Non so, qualche nemico che possa avergli fatto questo?- chiese Sullivan, guardandosi intorno con circospezione

Neytiri lo fissò con i suoi grandi occhioni –Non ci sono nemici fra la nostra gente, Sullivan. Però le tue parole mi hanno dato da pensare. Non è da escludere una possibilità simile-

Sospirò –Comunque, Kate, ti devo portare dal tuo Maestro. Purtroppo Jake non potrà esserti accanto, ma ci sarò io- mi consolò

Annuii, forse un po’ ansiosa. Sullivan, invece, si schiarì la voce per attirare su di sé l’attenzione di Neytiri, e rivolgerle una domanda silenziosa. Quella parve capire.

-Penso che tu possa riprendere il tuo cammina-nei-sogni, Kate. Quando avrete finito, ci incontreremo alla base dell’Albero delle Anime per l’incontro. A dopo- chinò il capo in segno di saluto e si allontanò sulla stessa strada di Jake

-Cosa avete fatto al mio Avatar?- chiesi senza giri di parole a Sullivan

Lui aggrottò la fronte –Mi crederesti se ti dicessi che non lo so?-

-Probabilmente no, no- ribattei

Lui scrollò le spalle –Allora te lo dirò Jake quando sarà tempo-

-Sai quanto odio i segreti- sbottai, incrociando le braccia

-Certo che lo so, ma non dipende da me- e, per troncare la conversazione, mi voltò le spalle e si diresse al capannone dove dormiva il mio Avatar

Rimasi ferma per qualche minuto lì, in mezzo al vento e al freddo provocato dalla mancanza di sole, chiedendomi come fossi arrivata lì. Solo qualche mese fa (in realtà anni, ma la mia mente li registrava come mesi) vivevo nella mia casa super lussuosa a Washington, servita e riverita. Poi, di colpo spedita su Pandora. Poco tempo dopo la guerra ed eccomi qui. Come può il tempo scorrere così velocemente?
L’enormità della mia scelta mi si parò davanti bruscamente, ricordandomi che sulla terra c’era tutto quello che avevo considerato parte della mia vita. I miei migliori amici, i miei cugini, gli zii e i nonni. Anche mio padre, sempre freddo e scostante, faceva parte di quel piccolo universo familiare.
Tutto perso, tutto abbandonato per una vita all’insegna della libertà, di cui non sapevo assolutamente niente. All’improvviso mi sentii piccola e stupida.

-Kate? Ti muovi?-

-Arrivo- lo avvisai, poi ripetei a bassa voce –Arrivo-



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Eccomi qui, scusate ragazzi.
Questa settimana sono stata bombardata di compiti in classe e interrogazioni orali, quindi non ho avuto modo di finire il capitolo. Quindi, eccovi qui la prima parte da leggere per "saziare" l'appetito nell'attesa xD Domani o nei prossim giorni troverete la seconda parte (non so ancora se accodarla a questa o creare un capitolo a parte).
Sempre nel prossimo capitolo risponderò alle recensioni. Grazie a tutti quelli che leggono e commentano e scusate per il disagio <3
A qualche giorno

-Vì

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