Let's music

di Starfantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1 ***
Capitolo 3: *** Cap.2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 

 

Prologo

 

Una semplice città degli Stati Uniti, sulla costa del Pacifico. Una casa abitata da quattro persone: Jason e Clarette Hide, musicisti e cantautori, una coppia che si ama tanto quanto ama la musica, e le loro due figlie, Jelly e Kate, cresciute in un mondo che consisteva nel canto e nella lettura delle note.

Tutto perfetto, non fosse che ormai Kate, una ragazzina dai capelli color cioccolato e gli occhi verde erba, è una quindicenne ed è decisa a fare le sue scelte, o almeno a mettere in discussione quelle degli altri. E se è a quindici anni che devi fare le scelte che ti cambieranno la vita, la faccenda diventa complicata.

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Capitolo 2
*** Cap.1 ***


 

 

Cap.1

Kate tese l’orecchio sperando di aver avuto un’allucinazione acustica.

Perfetto. Di nuovo.

Suo padre stava componendo al piano, segno che presto sua madre, l’acclamata cantante del teatro “Millennium Stars”, avrebbe cominciato a girare per la casa chiedendo consiglio per un controcanto o una parola che faccia rima con “salato”. No, un momento… la ragazzina scese dal letto e aprì la porta della sua stanza di appena qualche centimetro. Sua madre stava già cantando. Una cosa tipo… Happy Birthday Rock… ah, già… se n’era quasi dimenticata: tra due settimane sarebbe stato il compleanno di sua sorella, Mary Joannette Philoméne. Più semplicemente Jelly. Una piccola peste bionda di dieci anni con cui Kate litigava in continuazione. Non riusciva a farne a meno: avevano un carattere così diverso… Jelly era sempre pronta ad essere al centro dell’attenzione. Una piccola principessa, ma una delle peggiori. Vanitosa e fin troppo espansiva, ma in fondo non era male come sorella. La maggior parte delle volte Kate andava a cercarla apposta per sfogarsi un po’. Riusciva ad essere molto perfida.

Perfetto. Che dire? Perfetto.

Per giorni i suoi sarebbero stati attaccati al piano, sua sorella le avrebbe rinfacciato di avere una canzone di compleanno più bella di tutte quelle che avessero mai scritto a lei ed entro due settimane la casa sarebbe stata assalita da bambine strepitanti da tenere lontano da ogni cosa che possa vagamente sembrare divertente, come il suo armadio. Aveva già avuto un’esperienza del genere, in passato, e da allora aveva deciso di non lasciare mai più la sua camera durante una festa di compleanno, a meno che non fosse la sua.

Tornò a sdraiarsi sul letto e si mise a fissare intensamente il soffitto. Dalla finestra semiaperta arrivava un tiepido venticello d’inizio estate che portava con sé il profumo dell’erba ed il cinguettio di qualche uccellino su un ramo, immerso nella sua musica e felice. Tra una settimana sarebbe finita la scuola… e sarebbero iniziati mesi di esibizioni nel parco e al teatro, di sera, di giorno, con la pioggia o con il sereno. Ma la cosa più stressante era che sua madre la obbligava a fare la corista.

- Tesoro, hai una voce stupenda… io me la sognavo alla tua età. E dire che una volta ti piaceva tanto cantare… - diceva, accarezzandole una guancia con aria malinconica. Le piaceva ancora cantare, da morire, avrebbe solfeggiato tutto il giorno, ma… tutti sembravano così convinti che sarebbe diventata una grande cantante che la cosa cominciava a darle sui nervi. Forse era la paura dell’errore, forse era falsa modestia o forse solo il suo io adolescente che veniva fuori, ma da un po’ di tempo tutto quell’emozione, quella passione che metteva nel canto erano sciamati. E poi quell’assurdo corso di danza… i suoi l’avevano iscritta, anche se con aria quasi indignata, dicendo che al giorno d’oggi non si va da nessuna parte senza sapere dove mettere i piedi. Tutto questo le dava fastidio, anche perché, se cantare poteva essere una bella emozione, ballare la imbarazzava enormemente. Non era quello che voleva…

Sì alzò ancora una volta e chiuse nervosamente la porta della camera per poi tornare sul materasso e coprirsi la testa con un cuscino e tentando di evitare di ripetere mentalmente le parole di quella canzoncina idiota, ma era più forte di lei.

 

Happy happy birthday Jell,

When you laugh

We play our bells,

Happy happy birthday rock

Cause you are our little shock…

 

Assurdo. Semplicemente assurdo.

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Capitolo 3
*** Cap.2 ***


 

 

 

Cap.2

 

- Maledizione! Muoviti, Jelly! - Kate chiamò la sorella dal piano inferiore. Di questo passo avrebbero perso il pullman. La bambina si lanciò giù per le scale e Kate alzò un sopracciglio quando vide cosa indossava. Tipico: gonnellina rosa confetto, camicetta bianca, calze fini color panna e paperine rosa, senza dimenticare la treccia che la mamma le aveva fatto di tutta fretta cinque minuti prima. Nel complesso poteva assomigliare ad un letale batuffolo di zucchero filato alla fragola.

- E’ inutile che continui a gridare. Non è colpa mia se ti ho detto di lasciarmi le scarpe in camera e tu non l’hai fatto. - fu la risposta. Con estrema lentezza la sorella prese la giacchetta di jeans (rosa) e si infilò lo zaino. Le due si misero a correre verso la fermata dell’autobus, lontana qualche centinaio di metri.

Kate odiava il rosa, soprattutto il rosa caramella che Jelly invece amava tanto. Lei amava vestirsi in modo meno fiocchettoso. Jeans scuri e maglietta colorata, possibilmente a righe, scarpe da tennis e magari una felpa nera. Quanto ai suoi capelli… li adorava. Erano molto lunghi, di un castano chiaro tendente al biondo. Non li pettinava mai in modi particolari, al massimo li legava in una coda. Tranne ai concerti, lì era diverso. Ai concerti doveva vestirsi di tutto punto e pettinarsi i capelli in modi impossibili. Senza contare i cinque chili di trucco che la madre le stendeva sul viso.

Era una corista, doveva fare bella figura ed essere elegante. Ovvio, per la mamma era diverso: quando si è la voce solista si fa quel che si vuole, e di sicuro non si canta musica pop vestiti da pinguini. Era buffo avere due genitori ultratrentenni che cantavano pop. A volte anche imbarazzante… soprattutto a scuola.

***

Dopo due ore di biologia l’unica cosa che aveva voglia di fare era staccare un po’. Si sedette ad un tavolo della mensa con il suo vassoio e le sue mani cominciarono a procedere come se stessero vivisezionando un lombrico. Quando se ne accorse scostò il piatto, colta da un’improvviso attacco di nausea.

- Ciao Kate! - una voce dietro di lei la fece sussultare. La conosceva fin troppo bene… la sua migliore amica, Ellen White, forse l’unica vera amica che avesse mai avuto. Un tipo espansivo, l’esatto opposto di lei, ma forse era per questo che avevano legato così tanto fin da subito.

- Hey! Elly! Allora… com’è andato il laboratorio di fotografia?

- Un disastro… mi sono trovata a dover “tirare fuori il sentimento” da una lattina spiaccicata in un’aiuola…

- Oh, no… e che hai fatto?

- L’ho buttata! Dove va a finire il mondo se si lasciano rifiuti in giro solo per fotografarli? Pensi che qualcuno poi l’avrebbe tolta di lì? - Elly era espansiva. E naturalista. Una combinazione devastante. - Piuttosto tu… come va il solfeggio in casa Hide? - Kate sentì una stretta allo stomaco.

- Bene. Fin troppo. Mia madre vuole anticipare il primo concerto alla prossima settimana, appena finita la scuola.

- E cosa c’è di male?

- Niente… solo che non mi sembra il caso di esagerare così. La gente si stufa dei soliti concerti, esattamente come io mi stufo delle canzoncine di com… - la ragazzina si interruppe di colpo, come folgorata da un ricordo che avrebbe dovuto venirle in mente prima. - Tu ci sei sabato prossimo, vero? Ti prego, dimmi di sì! C’è la festa di compleanno di mia sorella, non mi lasciare sola!

- Ehm… è che… la prossima settimana avevo in programma altro… sai come sono i miei, non mi lasceranno fare entrambe le cose…

Kate ascoltò le vaghe scuse dell’amica prima di domandare, quasi offesa: - Scusa, ma che altro?

- Beh, Kate, non sei l’unica che fa concerti, sai?


@Elaintarina: grazie della fiducia!Spero di soddisfare le tue aspettative. Devo dire però che questo capitolo mi sembra un tantino inconcludente e affrettato... fa niente, spero di rifarmi con il prossimo! Grazie ancora!

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