DbNa Special

di kamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cielo 23 XX (I° parte) ***
Capitolo 2: *** Cap.2 La paura non esiste (Tiziano Ferro) ***
Capitolo 3: *** cap.3 prigionieri ***
Capitolo 4: *** Cap.4Ti Vada o No ***
Capitolo 5: *** Cap.5 rincontrarsi ***
Capitolo 6: *** Cap.6 It's love ***
Capitolo 7: *** cap.7 miniaturizzato ***
Capitolo 8: *** cap.8 Nelle fauci del lupo ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Notte di respiri ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Senza scampo ***
Capitolo 11: *** Cap.11 La fine di Annin ***
Capitolo 12: *** cap.12 il primo appuntamento ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Vegus e Jr. ***



Capitolo 1
*** Cielo 23 XX (I° parte) ***


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Ed ecco la prima storia, anzi la prima parte. Questa ff tratterà tutte le storie che non penso tratterò in dbna, pur essendo ad esse legato. Inoltre CHIEDETE E FATE PURE TUTTE LE RICHIESTE CHE VOLETE. Ringrazio anche solo chi legge.

 

 

 

Cielo 23 XX ( parte)

Notte fonda un uomo incredibilmente robusto avanza nell’ombra. Porta con se un sacco. Cammina a passi lenti. La luna nascosta dietro un albero dalla figura contorta, ha una luce opaca coperta dalla foschia. L’uomo si ferma. Ha raggiunto il suo obbiettivo. Si ferma davanti a un altro uomo, i due sembrano conoscersi. “Hai portato ciò che ti ho ordinato”. “Si”risponde l’uomo robusto con voce metallica. Delicatamente fa scivolare fuori dal sacco il prezioso contenuto. Sette sfere arancioni di vetro tintinnano toccandosi l’un l’altra. Scivolano pian piano e si adagiano sull’erba. Brillano a intermittenza come tante lucine di natale. L’uomo, che paziente attendeva l’arrivo del colosso, si passa una mano nei lunghi capelli neri. I suoi occhi viola guizzano di malvagità. Finalmente il suo folle sogno si potrà realizzare. “Ora faremo apparire il drago”mormorò felice. “No, mio signore. Ci vuole una frase segreta”rispose il colosso strascicando le parole. Una complicazione, l’ennesima. Non si scoraggia nemmeno stavolta. “Sapremo scoprirlo”. Una risposta, una risata nella notte.

 

 

Siamo nei tranquilli Monti Paoz, tra dinosauri preistorici e strane bestie. Vetrunks, sempre più somigliante al nonno Vegeta, era diventato un bel ragazzo di 25 anni. Guardava in continuazione l’orologio. In preda al nervoso passava la mano tra i capelli lilla sparati in alto. Sbatteva il piede a terra e stava a braccia conserte sbuffando: “Goshin muoviti o Gorin non ci aspetta!”. Una ragazzino di 18 anni, fotocopia di Son Goku a quell’età, arrivò trafelato. Il suo sorriso gioviale era tradito da uno sguardo dal taglio duro. I due si avviarono verso Gorin, anche lui un ragazzo della stessa età di Vetrunks, vestito tipicamente giapponese e con una lunga treccia di capelli neri. Ricordava il padre Tenshing, ma non era pelato, non possedeva un terzo occhio e i tratti erano ingentiliti dalla bellezza della madre. Era al posto di guida di un aircar rosso fiammante, che gli era stato regalato a 20 anni. La madre Laura guadagnava bene come giornalista. I giovani Brief e Son rimasero sorpresi vedendo che i loro posti erano già occupati. Due ragazze; la sorella di Goshin, Dalia di 14 anni e May la figlia di Goku di 20 anni; abbastanza simili da sembrare sorelle di età molto diverse, erano sedute ai loro posti. L’ultimo posto, quello accanto al guidatore era occupato da Latys, identica alla madre Laura, sorella gemella di Gorin. Quest’ultimo fece un sorriso di circostanza e disse: “Mi dispiace ragazzi, ma le signorine vi hanno preceduto. Ci si vede!” e partì a tutta velocità. Goshin borbotto qualcosa come: “Altro che signorine. Sono due arpie approfittatrici”. Vetrunks prese in considerazione l’idea di volare. Però si ricordò che gli era stato ordinato di non andare a scuola o in ogni altro luogo pubblico volando. “Ora che facciamo “fratellino”?” usò un tono sarcastico apposta per fargli capire che il colpevole era stato il suo ritardo. Aveva preso l’abitudine di chiamarlo fratellino, come Goshin lo chiamava fratellone. La parentela era tutt’altra, ma loro si comportavano come se davvero fossero stati fratelli. Goshin fece un sorriso che ricordava il ghigno che a volte sfoderava Vegeta, “Io ho un idea…” aprì la porta del garage e mostrò all’amico il mezzo di trasporto. Una meravigliosa motocicletta. Vetrunks la riconobbe subito. Era la sua vecchia moto, aveva deciso di darla a Goshin quando aveva ricevuto la macchina, che in quel momento si trovava alla Capsule e co.. “Ma zia Bra ha detto che non potevi usarla” fece giustamente notare il maggiore. “Papà Goten l’ha convinta il giorno del mio compleanno, ormai sono maggiorenne e tra un po’ ho la patente della macchina”. Il ghigno di Goshin apparve anche sul volto di Vetrunks mentre diceva:”Sei fantastico “fratellino””. Poco dopo i due sfrecciavano tra le strade di montagna. Goshin, che guidava, aveva un sorriso alla Goku, ma molto più pazzoide ed esaltato. Vetrunks, seduto in modo particolare, sul di dietro della moto, mangiava avido una mela raccolta da una albero vicino a dove erano passati. Forse per la mela, forse per il freschetto dovuto alla velocità, Vetrunks iniziò a fischiettare. Goshin si voltò e disse all’amico di sedersi bene. Vetrunks seguì il consiglio continuando a fischiettare. Il più giovane riconobbe il motivo e iniziò a cantarlo. Anche Vetrunks passò dal fischio al canto. In poco tempo stavano entrambi cantando a squarciagola. Nessuno dei due avrebbe fatto una cosa del genere in altra compagnia, essendo entrambi solitamente riservati e taciturni. Però tra loro si scatenavano. Nei pressi della città ritrovarono un contegno, rallentarono e infilarono i caschi. Procedettero in silenzio per un bel po’. Poi Goshin lo ruppe. Ridacchiando disse: “Scommetti che Gorin sarà bloccato in qualche centro commerciale dove le ragazze saranno impegnate a fare shopping sfrenato e si starà pentendo di non essere con noi?”. Vetrunks si trovò d’accordo, ma poi cambiò argomento. “Sono davvero nervoso. Esiste secondo te una regola o qualche metodo per il primo appuntamento?”. Goshin non sapeva che rispondere. Su cose del genere era anche più impacciato dell’amico. Sia lui che Vetrunks erano guerrieri formidabili, incredibili cervelloni, ma in amore assolutamente imbranati. Da nessun adulto delle due famiglie era uscito un consiglio utilizzabile. A sorpresa però, Vegeta si era rivelato abbastanza utile nella scelta dei vestiti. Vetrunks aveva inoltre convinto Goshin e Gorin ad accompagnarlo, era addirittura rimasto a dormire a casa di Goshin. Gorin invece era alla fine riuscito a svignarsela. Goschin pose una domanda all’amico:“Se non sono indiscreto, mi dici come l’hai conosciuta?”aveva atteso che l’amico si calmasse, la sera prima era stato troppo nervoso per parlare. Vetrunks arrossì vistosamente. “Mio padre vuole che in futuro io prenda le redini della Capsule e co.. Ero andato a lavoro con lui. In un momento in cui era distratto, sono scappato via. Era una tale noia quel posto. Sono uscito dalla finestra e sono volato via. (Tale padre…NdA) Mentre ero in volo, ho sentito qualcuno urlare. Sono atterrato non visto e ho scoperto che le urla erano di una ragazza. Era stata aggredita da un gruppo di malviventi. Senza neanche usare i miei poteri, li ho stesi e l’ho salvata. Poi io e lei abbiamo cominciato a incontrarci. Ieri ho preso coraggio e le ho chiesto il primo vero appuntamento”. Goshin il coraggio di fargli altre domande. Volle solo confermato che doveva accompagnarlo al parco, dove si sarebbe svolto l’incontro. Per il restante breve tempo del viaggio immaginò come potesse essere la ragazza del mistero. Arrivati, Vetrunks scese, mentre Goshin parcheggiò più avanti ed entrò in un ristorante. Se Vetrunks avesse avuto bisogno dell’amico, avrebbe solo dovuto incrementare l’aura e usarla come segnale.

 

 

Vetrunks stava cominciando a rilassarsi. Stare in compagnia di Cielo, questo il nome della ragazza, lo rilassava. Lei aveva un carattere aperto, allegro, attivo. Lui, che era introverso, riflessivo e con un carattere tutt’altro che facile, si chiedeva cosa lei potesse trovare in lui. Eppure quando stava con lei si sentiva più leggero e appagato. Lui amava ascoltarla, anche se lei era una gran chiacchierona, non se ne stancava mai. Lei era vestita semplicemente con un a maglietta gialla e jeans, però era bellissima. Sia i capelli che gli occhi erano azzurri, ma di due tonalità diverse. Se avesse saputo che quella solarità e quel perenne sorriso venivano proprio dal fatto che lui fosse con lei. Era così felice e allegra quando stava con lui. Vetrunks si era deciso a dirle la verità su di lui. Le possibilità erano due. O la ragazza scappava via terrorizzata, credendolo un pazzo o un mostro, o lo accettava per quello che era. Ci aveva riflettuto molto, ma ora che era venuto il momento, non riusciva a farlo. Si prese di coraggio, non era un codardo. “Ti devo dire una cosa importante” dissero entrambi. Vetrunks, felice di rimandare il momento cruciale, le lasciò la parola. “Io non sono umana. In realtà faccio parte di una razza aliena estinta: i saiyan”. Vetrunks a bocca spalancata spiegò la sua storia, dicendo inoltre che il principe Vegeta era suo nonno. La ragazza non riusciva a crederci. “Guarda che è vero”. Il ragazzo controllò che non ci fosse nessuno in vista e mostro la coda. Lei la guardò con aria clinica e poi tirò fuori la sua. “Non capisco però. I saiyan dovrebbero avere le code marroni e capelli e occhi neri. Tu invece sei completamente azzurra”fece notare il giovane incrociando le braccia. Lei ridacchio baciandolo sulla guancia. “Sarò speciale”gli mormora all’orecchio e mentre lui grugnendo si strofina la guancia per lavare l’onta vergognosa, lei è scappata via sbracciandosi da lontano. “Tsk, ha ragione mio nonno. Donne, umphf”mormora il Briefs confuso.

 

 

Vegeta era seduto sulla sua poltrona preferita e fissava la luna, che, benché fosse solo una falce illuminava il cielo in modo molto chiaro. Era notte fonda, ma lui non avrebbe dormito quella notte. Sapeva che sarebbe successo qualcosa, qualcosa che lui attendeva da molto, troppo, tempo. Quando il rumore di passi trafelati raggiunse il suo orecchio non si voltò nemmeno, gli bastò aprire la bocca “Dove te ne vai a quest’ora di notte ragazzo?”disse scuro. I passi si bloccarono istantaneamente e pochi attimi dopo dalla porta della stanza fece capolino la testa di una fiamma lilla appartenente a un ragazzo a lui ben noto, che lo fissò con sguardo colpevole. “Da nessuna parte…facevo…facevo un salto in cucina a prendere un bicchiere d’acqua!”rispose quello guardandosi le scarpe. Vegeta sogghignò facendogli segno di entrare “Non le sai dire le bugie Vetrunks! Sono tre notti che sparisci e ritorni la mattina presto…e io credo di sapere dove vai…”rispose il nonno serio. Il ragazzo abbassò la testa e anche se la stanza era in penombra Vegeta avvertì distintamente che Vetrunks stava arrossendo. “Allora ho visto giusto?! Te ne vai in giro con una ragazza?!”concluse il saiyan più grande. “Ma…no nonno…non è come sembra!”balbetto il giovane. “Stai zitto! Ho parecchi più anni di te. Vuoi che non mi intenda di queste cose?!”. Vegeta lo vide arrossire di nuovo e questa volta sorrise. “Siediti qui ragazzo…come facevi quando eri un marmocchietto e volevi che ti raccontassi le imprese mie, di tuo padre, , di Goku e dei suoi figli…”concluse. Vetrunks si avvicinò e si sedette sullo sgabello che suo nonno gli porgeva, proprio come faceva quando era piccolo. “E’ normale essere innamorati a questa età” concluse lapidario, anche se gli veniva da ridere pensando che proprio lui avesse detto una cosa simile, lui che un tempo la considerava una debolezza. “Ma nonno. A te non ti ci vedo che porti i fiori alla nonna o fai il romantico. Più che altro lei ti sgrida o passate giornate tranquillissime. Io invece quando vedo Cielo sento il cuore battere, la testa girare è una strana sensazione”ribatte agitato il giovine, stando attento però a non alzare la voce facendosi beccare. “Sei giovane è credi che l’amore sia tutto lì. Quella è il campanello d’allarme e non credere che sparisca. Ma anche fisicamente non ci può essere sempre, altrimenti il tuo cuore non reggerebbe. L’amore è altro e si costruisce dopo, giorno per giorno”spiegò dall’alto della sua esperienza. “Nonno. Me lo spieghi tu cos’ è l’amore?” Vegeta non sapeva come spiegarglielo. Forse era meglio fargli qualche esempio. Fu così che passò tutta la notte raccontando al nipote del suo passato. Narrò di mille particolari momenti. Il vecchio saiyan, ormai perso tra i ricordi, sembrava parlare con se stesso. Vetrunks pendeva dalle labbra del nonno. Ogni parola sembrava un grande segreto, che forse nessuno sapeva. “Grazie “nonnino”. Ora non ho più paura e vedrai non ti deluderò. Riuscirò a far felice la mia Cielo.” “Lo spero e ora fila prima che lo dica a tuo padre”. Vetrunks non se lo fece ripetere due volte e uscito dalla porta volò via. “E’ un bravo ragazzo, ma un po’ troppo impacciato in amore. “Come uno scimmione di mia conoscenza, quando l’ho conosciuto. Dall’ombra uscì una figura femminile. L’età si era divertita a non affacciarsi ufficialmente, ma in fondo lei è il saiyan erano legati e come lui invecchiava più lentamente, ma questo non voleva dire che non fossero leggermente maturati. I capelli color del cielo avevano visto arrivare delle sporadiche ciocche grigie, che il saiyan prendeva scherzosamente in giro. “Lo pensi davvero?”disse lui avvicinandosi e baciandola. Quella sera quel bacio però ebbe un sapore diverso. Il sapore di tanti ricordi, di una vita vissuta insieme. “Si, ma ora si va a letto”rispose la donna e il principe non se lo fece ripetere due volte.

 

““Secchio” passami papà. Devo dirgli una cosa importante”. 13 anni, ma ormai erano già cinque anni che aveva addosso quel soprannome. Il suo vero nome era Gill, in onore del dolce robottino di casa, così amato da entrambi i genitori. D’aspetto era la fotocopia di suo padre, ma il suo modo di fare non si capiva da dove fosse venuto fuori. Timido, impacciato, si nascondeva dietro i suoi spessi occhiali arrossendo spesso, studiando da sera a mattina. Era veramente un secchione, ma non era giusto che suo fratello maggiore mettesse il dito nella piaga. Non era l’unico. Evoli, la sua sorella gemella, non era da meno. Assomigliava a zia Bra, o meglio, come lei assomigliava a Bulma. Però il suo sangue era imprescindibilmente saiyan. Come combattente si impegnava, ma non eccelleva, ma sempre meglio di lui che non sapeva combattere proprio. Si sentiva un rammollito, mentre non un solo colpo andava a segno. Mentre sua sorella se si arrabbiava veramente, ed era successo ben due volte, diventava potentissima. La ragazza in quel momento si trovava in camera sua, a pettinare i suoi lunghi capelli, che invece di essere blu, erano lilla come quelli dei due fratelli. Pur essendo legata visibilmente a loro padre, in quel momento stava parlando di cose da ragazze con loro madre, anch’essa impegnata a pettinare i suoi lunghi capelli, ma corvini. “Non chiamarmi “Secchio”! Comunque non so dove sia nostro padre”rispose offeso.

 

 

May, di certo non aveva l’aspetto tipico di una ragazza della sua età. Per gran parte della sua vita era stata identica a sua madre Chichi e tutt’ora sulle spalle aveva i lunghi capelli corvini. Eppure, la sua innata passione per il combattimento seconda solo a quella della buona cucina, da un paio di anni era cambiata. Infatti i capelli proprio sopra il capo, a prescindere da quelli che scendevano, avevano preso la forma e la consistenza della bizzarra capigliatura di suo padre. Per non parlare della tuta arancione, abilmente fregata dalle tante copie che sfilavano nell’armadio paterno, che era diventata il suo vestito tipico. La cosa assurda? Quello che suo padre ripeteva sempre a sua madre. “Come fa ad assomigliarmi tanto ed essere una ragazza così bella? Non posso uscire di casa con lei che mi tocca fare scappare sfilze di ragazze”. Eh si, suo padre alla fine si era rivelato il tipo di genitore geloso. Che avesse preso lezioni dallo zio Vegeta? Si, l’unica ad avere il coraggio di chiamarlo così. In fondo con i suoi grandi occhioni neri e dolci nessuno riusciva a tenerle il muso. Anche se tutti sapevano che in realtà era un bel tipetto attaccabrighe. Dicevano che del carattere della madre aveva tutto e niente. Lei non lo sapeva, ma al momento era sinceramente inferocita. “Gorin!!!”urlò seccatissima. Il suo ragazzo, tsk, l’aveva piantata di nuovo. Latys e Dalia cercavano inutilmente di rincuorarla. “Cosa succede?”chiese la voce conosciuta di una donna, che cercava di tenere inutilmente fermo per mano il suo pestifero figlioletto.

 

Una donna di 37 anni si era alzata alle cinque per essere alle sette a un appuntamento. Idilliaco sogno. Suo figlio l’aveva fatta impazzire e suo marito Jonh quel giorno aveva una cosa importante a palazzo. Non amava fare shopping. Come poter dire di no alle sue amiche quando sapeva che era la loro passione? In fondo, anche se stressante, sarebbe stata una bella giornata tranquilla. Almeno pensava questo mentre incontrava i volti sorridenti di Pan e Bra.

 

 

I suoi lunghi capelli neri facevano contrasto con il lungo camice bianco. In un laboratorio dell’orrore, tra alambicchi e strani macchinari ronzanti, si muoveva agilmente dimostrando che quello era il suo habitat. Si fermo davanti a una vasca contenente un liquido verde fosforescente. Era vuoto, ma al suo interno c’era stata una creatura fino a non troppo tempo prima. Quell’alone verde si rispecchiava nei suoi occhi violi eccitati, mentre un sorrisetto malvagio si disegnava sul suo volto. “Albard”urlò e apparve il suo più fido aiutante. “Prendi il piccolo esercito di mutanti e i cyborg da combattimento. Mi serve che andiate a fare un bel diversivo in città così che i nostri amici scimmioni non si accorgano di quello che sto facendo qui. Porta con te anche i prototipi X e Y, ma utilizzali solo all’arrivo di Vegeta e Goku.”. “Come voi ordinate”rispose Albrad inchinandosi. Kamy si era sbagliata. Non sarebbe stata affatto una giornata tranquilla.

 

 

 

 

 

Ai sbadigliò mettendo le mani dietro la testa. Fece dondolare la sedia su cui era seduta annoiata. Le sue amiche l’avevano trascinata per un infinito giro per negozi d’abbigliamento, sommergendola di pacchi e pacchetti e in quel momento erano entrambe chiuse in camerino a provarne un'altra ventina. Anche a lei piaceva cambiare look, ma alla fine tornava sempre alla sua vecchia tuta di combattimento. Bastava togliere il corpetto e infilare un jeans e una maglietta perché nessuno sapesse che indossava la sua battle suit azzurra. Stivaletti e guanti poi erano all’ultima moda. L’orologio ricominciò a suonare. A ogni ora squillava e la voce squillante di Bulma registrata le ricordava le cosa da fare. Certo che quella donna era un vero genio. Quell’orologio aveva mille optional ed era un vero gioiello della tecnica. Era l’una e la saiyan cominciò a sentire il suo stomaco ruggire. La sua fame faceva a gare con quella del fratello Goku. Suo figlio intanto piagnucolava. Sulla strada avevano incontrato una May inferocita, e una Dalia e Latys senza passaggio. Ecco perché si erano unite al gruppo e ora stavano viziando quella peste dai capelli rossi di suo figlio. Stava avviandosi verso le amiche per proporre di andare a mangiare al ristorante del Centro Commerciale, quando la terra tremò. Avvertì delle aure malvagie incredibilmente potenti. Sentiva odore di combattimento e questo la trasformò anche nell’espressione. La ragazza spensierata, normale e un po’ annoiata fece largo alla saiyan pura. Sentiva il sangue pompare, l’adrenalina salire, i muscoli irrobustirsi, il corpo agile e scattante. Le sue amiche le andarono incontro. Anche se erano mezze saiyan e non pure, si poteva leggere nei loro occhi un eguale voglia di combattere. La bruna più grande disse: “E’ strano. Sono molto potenti, ma non avverto una eccezionale tra loro che possa fare da capo”. “Chi se ne importa. Andiamo e facciamoli neri. Al resto pensiamo dopo”aggiunse Bra, mentre Dalia e May annuivano. “Non se ne parla. Questa storia puzza troppo. Voi andate a chiamare gli altri”dissi Kamy severa. “Non capisco perché ora che non c’è nessun maschilista a farci la ramanzina, debba cominciare tu”aggiunse Latys per ribattere con il terzo occhio ben aperto. La ragazza dai capelli turchini guarda la rossa come a dire: “alla fine di età io e Pan siamo più grandi te Ai”. “Facciamo così. Dividetevi, chiamate i rinforzi e poi se volete venite a combattere” rispose seria e perentoria. La testa dura di Kamy faceva a gara con quella di Vegeta e Veki alle volte. Bra sbuffando si decise finalmente ad obbedire, seguita dalle altre e con forza anche dal figlio della rossa. Ai tirò un sospiro di sollievo e uscendo dalla porta principale, sotto lo sguardo attonito delle persone che hanno cercato riparo nell’edificio, e si preparò a combattere. Una volta uscita fuori trovò ad aspettarla uno spettacolo tanto brutto, tanto ormai abituale ad ogni attacco nemico. Kamy stessa al suo arrivo sulla terra aveva organizzato qualcosa del genere. La città era stata disastrata in poco tempo. Un paio di idranti erano saltati e dai loro resti si alzavano alti spruzzi d’acqua. Auto distrutte, cause con grossi danni, le finestre in frantumi, porte di palazzi sfondate e buchi nella strada. Gli abitanti della città nascosti un po’ ovunque. Grandi, grossi e microcefali nemici distruggevano tutto. Quasi tutti non avevano un aura e perciò dovevano essere dei grossi cyborg da combattimento, nemmeno fatti bene. Gero era già anni luce avanti. Poi, in mezzo, strani umani dalla pelle squamosa o leggermente liquefatta di vari colori. Non le ci volle molto a capire che si tratta di mutanti. Trunks le aveva raccontato che sulla terra per un periodo i malvagi avevano avuto la fissazione per i Bio-guerrieri. Erano loro a emanare quelle forti auree, ma a vederli non sembravano tanto pericolosi. In un angolo sentì una bambina piangere e sentì la sua rabbia salire. La piccola, dai capelli biondi, era in lacrime. “Mamma? Mamma dove sei?”. Se c’è una cosa che non poteva sopportare sono i malvagi che cadono così in basso da poter fare del male anche a una bambina. In quel momento un nemico diverso, che non sopporta più quel pianto, lancia un onda contro la bambina. Kamy si mette in mezzo e con un gesto fulmineo porta via la piccola all’ultimo. “Ehi tu! Prenditela con qualcuno della tua taglia”gli urla la saiyan diventando ssj2.

 

 

Vegeta era a letto. “La vecchiaia fa brutti scherzi”, questo era il ritornello che tutti gli avevano ripetuto. “Quello stupido di Kakaroth chissà che strana malattia si è preso. Non sembra nemmeno una normale influenza. La cosa terribile e che me l’ha attaccato l’altro giorno mentre ci allenavamo. Ho un mal di testa terribile. Vorrei aiutare Trunks. Dalle urla che sento suo figlio Vetrunks lo sta facendo impazzire per telefono. Chissà che ha, di certo Gill non aiuta, se la sta prendendo anche con lui. Bulma è a un importante incontro di lavoro. Mi sa che mi tocca proprio alzarmi o mi faranno esplodere il cervello”. Vegeta si sta alzando, quando davanti gli appare Goku che si appena teletrasportato. “Kakaroth ti sei scimunito? Mi hai fatto prendere un colpo”. “Scusa Vegeta”dice il saiyan più giovane portandosi la mano alla testa e grattandosela in quel suo modo infantile. L’età avanza, ma non cresce mai. Poi tornando serio aggiunge: “Satan city è stata attaccata. Ho incontrato Pan e Bra mentre venivano qui ad avvertire”. Vegeta riflette un attimo e poi sfodera un sorriso sadico. “Gohan non ti stava portando all’ospedale a visitarti?”chiede e vedendo il volto terrorizzato dell’altro capisce di aver visto giusto. “Volevano farmi una puntura e sono scappato”. Vegeta vorrebbe scoppiare a ridere, ma non c’è tempo. Il dovere li chiama, la terra (quando mai n.d.A) è in pericolo.

 

Albrad si asciugò il volto. Certo che per essere una femmina, quella ragazza se la cava davvero bene. Doveva essere una saiyan visto che i suoi capelli da rossi erano diventati dorati. Il dispositivo che portava al collo cominciò a suonare. I due saiyan da cui l’aveva messo in guardia il suo capo erano arrivati. Schiacciò il pulsante che si illuminava, prima di ricominciare a combattere. Poco lontano, da due grandi capsule (come quelle del Dr Gero) si spalancarono. Due grosse volute di fumo si alzarono. Ne uscirono due cyborg molto potenti. Albrad intanto stava combattendo in volo con Kamy. Si scambiavano una serie di calci e pugni. La velocità era tale che un normale occhio umano non avrebbe visto niente, ma avrebbe solo percepito lo spostamento d’aria causato dalla furia dei colpi. Albrad colpiva a raffica, con forza, mentre Kamy si limitava a schivare.

 

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Capitolo 2
*** Cap.2 La paura non esiste (Tiziano Ferro) ***


bbbb

Questo chappy è una song.. Mi scuso. Nn lo saranno più. Per chi nn la vuole come song legga solo le parti in nero. In realtà è la copia migliorata, anche se nn è identica grazie alla collaborazione di Vale_93, di una song di “tarantola d’africa” che ho cancellato.

 

 

Cap.2 La paura non esiste (Tiziano Ferro)

 

 

Come quando cambi casa perché sei da solo. Come quando intorno chiedi e non hai mai perdono. Come quando ovunque andrai e ovunque non c’è luce. Come sempre, chiunque parli, sempre una voce.

 

Sono sola. Cammino nella città distrutta ed è notte. Guardo intorno e nei volti della gente, sconvolti, arrabbiati. Dentro di me sto cercando, chiedendo un aiuto, ma non ho il coraggio di dirgli niente. Se sapessero la verità per me non ci sarebbe perdono. Continuo a girare e rischio di cadere perché è tutto così buio. La gente mi guarda sconvolta la coda azzurra. Con i vestiti a brandelli, non posso più coprirla, mentre sento il pelo morbido sfregarsi contro la pancia. Non c’è luce, ho perso la mia luce ed è solo colpa mia. La mia luce apparteneva a una ragazzo in grado di ricoprirsi d’oro, che mi dava calore e protezione. Perché in ogni voce che sento, mi sembra di sentire la tua? Mi accuseresti e avresti ragione. Perdonami Vetrunks. Ti ho mentito dal nostro primo incontro. Ti ho fatto credere di non sapere nemmeno difendermi. E ora è vero. Senza di te sono indifesa.

 

 

E hai bisogno, hai bisogno di esser triste. Lo vuoi tu però, l’errore non esiste. Esiste solo quando è sera, sbaglia solo chi voleva. E ovunque andrò, ovunque andrò, quella paura tornerà domani.  E ovunque andrai, ovunque andrà, tu stai sicuro e stringi i tuoi perché.

 

Non sono stata creata per soffrire. Non sono nata per avere dei sensi di colpa. Questi lussi non mi appartengo, ma stavolta ho troppo bisogno di sentirmi triste. Mentre ero in quella vasca intrappolata, mentre i miei occhi erano chiusi e si ripeteva il bip che segnava le mi funzioni vitali; sentivo la voce del mio creatore ripetermi due regole fondamentali. “L’errore non esiste, la paura non esiste”. Sono stata creata per quello che ho fatto. Consegnare al mio signore uno di quelli che poteva sapere la formula per attivare le sfere. Stanotte però, voglio dimenticare quelle parole ripetute all’infinito. Voglio sentire di aver sbagliato, perché un ragazzo dai capelli lilla a fiamma mi ha cambiata. Il mio creatore direbbe ben altro. Per lui doveva essere qualcosa andato storto nella programmazione. Lo accetto, faccio finta sia vero. Perché la verità fa più male. Chi sarebbe mai così pazzo da far rischiare la cosa per cui vive? Chi venderebbe la linfa vitale della propria anima? Perché è andata così? Perché non potevamo essere una coppia normale? Stringo a me queste domande, perché so bene che sono le stesse sue. E’ un modo per avvicinarlo a te. La gente no capisce perché mi stringo le mani al petto, come una madre che tiene il suo bambino, le mie fredde mani sono vuote.

 

 

Perché l’errore non esiste. E la paura non esiste. Perché chi odia sai può fingere, solo per vederti piangere. Ma io ti amerò come quando per tristezza giri il mondo. Come quando tu mi guardi e non rispondo. Come quando, come sempre, mentre aspetti. Come quando guardi solo i tuoi difetti.

 

Sono la creatura perfetta di un esperimento perfettamente riuscito. Questo mi aveva detto nella penombra. Mentre compivo intorpidita e confusa i primi passi. Lo avevo guardato. Dovevo sentire emozioni, provare qualcosa, ma niente. Allora mi aveva spiegato che non potevo provare emozioni perché non ero umana, non ero come gli altri. Sono stata creata con cellule saiyan e di terrestre. Carne, sangue, ma sono come un misero clone, come quei bio-guerrieri da due soldi. Non esiste nessuno come me. Allora perché soffro a ricordare come odiavo tutto e tutti per questa mia diversità? Ogni volta che uscivo con Vetrunsk, i pochi attimi fuori dal laboratorio, sfuggivo alle folle. Le odiavo. Li guardavo con odio, ridere e sghignazzare. Attaccati alla vita, li avrei potuti spazzare via con un colpo. E poi…una volta lui mi ha preso in braccio. Ho tremato a sentire quelle mani calde su di me. E corso via, portandomi con se, dicendo che nemmeno lui amava mescolarsi agli altri. Devo ammetterlo. So provare emozioni perché soffro e non dimentico il dolore che ho arrecato a Lui. Lui, che mi ha sempre trattato con affetto, come una persona vera. A lui che mi amata e non hai finto. E io ho contraccambiato con tutta me stessa. Il suo profumo…la sua barba che tenta di crescere…i suoi capelli spettinati. L’ho amato e lo amo tutt’ora. E’ per questo che ora giro in questo tetro mondo, alla ricerca forse di un aiuto. Eppure l’ho trattato sempre così male, forse per evitare di affezionarmi. Quando mi guardava, io mi voltavo di scatto infastidita. Lo lasciavo ore e lo facevo aspettare. Come oggi, prima che l’ordine scattasse, prima della trappola. Mi aveva atteso così tanto, che quando l’ho trovato stava sbraitando al cellulare con il padre, per riferirgli che sarebbe tornato più tardi. E ora, per lo stesso amore, rimprovero solo me, guardo solo i miei difetti, rendendo perfetto lui nel ricordo.

 

 

E ovunque andrò e ovunque andrai, in fondo niente ti sa offendere. E solo allora che sai veramente essere. Solo a volte certe sere, solo quando ti vuoi bene. E ovunque andrò, ovunque andrò, quella paura tornerà domani, domani.

 

 

Quella paura torna, torna continuamente. Colpisce, un attacco dietro l’altro e la vedi nascosta e attaccherà anche l’indomani e il giorno dopo. E come se vedessi un cane nero di tenebra avventarsi contro di me ancora e ancora. Mi stringo ancora di più. Questi vestiti troppo leggeri, troppo laceri, zuppi di umidità. Quelle che scorrono dai miei occhi sono lacrime? Non può essere. Non posso conoscerle. Ma in fondo non è altro che acqua che sfugge ai condotti lacrimali. Non è niente di più di una manifestazione fisica. Eppure bruciano Potrebbero uscire per dolore? Ma io non posso essere ferita, sono troppo forte. Niente mi può offendere, né fuori, né dentro. E’ questo il mio vero essere. Eppure questa notte, in cui mi sento una creatura vera, sono una ragazza che si difende. Se ti amo davvero devo sopravvivere, devo affrontare tutto questo. Ti sei fatto catturare solo per difendere me, per lasciarmi scappare, senza sapere che ero d’accordo con i tuoi rapitori. E allora perché sono scappata davvero? Perché continuo ad andare avanti senza meta? Ma dove vado?

 

E ovunque andrai e ovunque andrà, tu stai sicuro e stringi i tuoi perché. Perché l’errore non esiste e la paura non esiste. Perché chi odia sai può fingere, solo per vederti piangere. Spesso vorresti un paio di ali, spesso le cose più banali, spesso abbracci le tue stelle ,spero ti livida la pelle.

 

 

Non resisto più. Mi cedono di sotto le gambe. Piango, continuo a piangere e la colpa mi soffoca, come una nera mano che afferra alla gola. Hanno sbagliato, nei miei dati avrebbero dovuto inserire termini come errore, paura. Invece il mio creatore mi ha illuso, magari non sentissi niente. Mi odiava in realtà. Era invidiosa della mia potenza, ma per lui non valevo niente. Questo desiderava, di vedermi piangere, di vedermi soffrire. A terra, raggomitolata su me stessa, in una posizione “fetale” che non ho mai potuto assumere, alzo il viso al cielo. Vorrei un paio di ali, vorrei volare via. Vorrei una vita banale, così meravigliosamente tranquilla. Vorrei abbracciare quelle stelle sopra di te. Ma riesco solo a stringermi così forte da riempirti di lividi la pelle.

 

E ti amerò più in là di ogni domani. Più di ogni altro di ciò che pensavi. Non mi importa ora di fingere, il mio sguardo lo sai leggere. Ci sono cose che non sai nascondere. Ci sono cose per chi non sa piangere. Magari io sapessi perdere senza mai dovermi arrendere, ma l’errore non esiste, la paura non esiste. La paura…la paura…la paura non esiste…

 

Lo amerò per sempre. Questo solo s. Anche se lui mi odierà, io lo amerò. Oltre ogni domani. Deve esistere un futuro solo nostro. Qualcosa che non riesco a pensare, qualcosa che vada oltre la mia vera natura. Perché potrai fingere con il mondo. Lui, i suoi occhi neri, mi hanno scavato veramente dentro l’anima e hanno letto cosa c’era. Lui vedrebbe le mie vere lacrime che non sono solo quelle che cadono luccicanti dagli occhi. Lui saprebbe l’amore che il mio cuore serba in realtà per lui. Vorrei arrendermi, vorrei non eseguire più gli ordini, ma così non lo perderei comunque? La programmazione un ultima volta risuona nell’aria. Crollerò addormentata, come quando sono venuta al mondo. Mentre risuoneranno in eterno le parole; “L’errore non esiste…. La paura…la paura…la paura non esiste…”. Alzo il viso e una nera figura mi viene incontro. La morte? La vendetta? O il giusto destino? Qualunque cosa sia spero faccia finire presto questo tetro attimo.

 

Ringrazio per le recensioni alla song cancellata:

 

Ka93: Eh, era veramente troppo simile a c18. Ecco perché l’ho cancellata e l’ho rimessa dove andava. Bà, il dottor Gero ha trovato qualcuno con cui morire. Bè, anke c17 nn ha scherzato. Eh, un giorno tutte le mie ff finiranno. Ciau

 

Bulma83: Sono felice che ti sia piaciuta. Oh, meno male. Vabbè c18, ma credevo che nessuno avesse capito che trattava di Cielo. Grazie per i complimenti. ciau

 

 

Ringraziamenti per la ff corrente:

 

Vale_93: E’ finita qui. Scusa se ogni volta ti faccio attendere fino al limite di quando devi andare a letto. Sigh, sn lenta a scrivere. Grazie per le correzioni della song. Spero che concorderai che ormai tanto valeva metterla nella storia invece che nella raccolta di song. Si, un grosso salto temporale. Ma era l’unico modo per aggiungere storie che nella serie nn sarebbero altrimenti potute entrare. Nn preoccuparti, i personaggi principali sono altri e soprattutto quelli che conosci, eheh. Alabard è insopportabile, lo odio. Fare questo alla povera Cielo, e guai se tocca Vetrunks. Lourth, teoricamente sconfitto, dicono fonti che abbia deciso di diventare un riccone che vive alle Hawaii. Bè certo che ci sei, ma aspetta, arriverai presto. Kiss grandi grandi

 

Ka93: Grazie. Emh, forse un po’ tantini come nomi. Eh si, Vegeta è mitico forever. Bà, da loro le minacce si sprecano. Ah, le siringhe. xD Ahahaha. A Ppresto, spero. Kissoni.

 

Luna_07: Emh, è un complimento? Vegeta e, Bulma appresso visto che è legata a lui, è parecchio invecchiato, ma è sempre in attività. Goku, come Vegeta è un saiyan, perciò resiste stoicamente. Chichi usa la stessa tecnica di Bulma. Xd Cmq sn abbastanza vecchiotti, si si. Spero che la tua curiosità sia stata premiata.

 

Bulma83: Sono felice ti piaccia. Ecco il prossimo aggiornamento. Forse ti parrà noioso visto che hai letto la song, ma mi farò perdonare. A presto. ciau

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Capitolo 3
*** cap.3 prigionieri ***


prigionieri Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.3 Prigionieri

Incatenato alla parete, sei prigioniero. Nell’oscurità di quella stanza c’è solo una strana bacinella, sembra che al suo interno il sole al tramonto brilli, in realtà è solo il riflesso di un coraggioso raggio di luce che arriva fino a lì. Una lacrima, una sola scivola del ferreo e attento controllo. Quasi a faro apposta, cade nel recipiente. Si formano centri concentrici sempre più grandi intorno ad essa e appare un volto. Un volto di ragazzina spensierata, forse un po’ civettuola, coi capelli lisci che si diverte a scompigliarti la strana capigliatura. Scompare e lascio il posto alla figura di una giovane donna, ha i medesimi capelli celeste chiaro, ma sembra avercela con il mondo intero. L’odio che hai letto nello sguardo che hai imparato ad amare era assurdo. Ti sei fatto abbindolare da due occhi dolci. Umphf, tuo nonno si vergognerebbe sicuramente di averti per nipote. “Che idiota che sono!!!”urli inferocito al vento. “Non urlare così! I miei poveri timpani!!!”si lamenta una voce dall’altra parte del muro alle tue spalle. “Goshin?”chiedi sconvolto. “No, tua sorella Latys. Si, sono io. Tu sarai idiota, ma il vero cretino sono io che invece di chiamare aiuto, sono venuto ad aiutarli e a farmi prendere come un pollo”si lamenta il figlio di Goten. “Ormai è inutile piangersi addosso. Hai idea del motivo che ci impedisce di usare i nostri poteri?”chiedi, mentre un ciuffo dei tuoi capelli a fiamma lilla cerca di ricaderti sull’occhio destro. “No e nemmeno del motivo che li ha spinti a catturarci. Zio Trunks però sa che dovevi rientrare ore fa. Verrà a cercarci”dice, il giovane Son. “Ho litigato con mio padre oggi. Penserà che non voglia tornare a casa per ripicca e non ci cercherà almeno fino a domani…”inizi, ma eviti di dire che rischiate di non essere vivi per allora. “Non è giusto! Non posso morire adesso!! Nonna Chichi aveva preparato la sua fantastica pasta al forno!!!!!”urla, aggiungendo un tocco di speranza alla fine, la versione ringiovanita di Goku.

 

 

Vetrunks avrebbe voluto dirgli che c’erano cose ben peggiori del perdere il cibo. I suoi sorrisi, le sue avventure di una vita solare, il suo carattere aperto, erano tutte bugie. Gli veniva da piangere, ma lui era un saiyan e gli appartenenti alla fiera razza guerriera non devono lasciarsi sopraffare dai sentimenti. Suo nonno è sempre stato così, anche se gli ha sempre ripetuto di non commettere i suoi stessi errori, di comportarsi come un ragazzo normale. Normale? Era il destino che non voleva lasciargli vivere una vita normale. Incontra la ragazza della sua vita e lei non solo è una saiyan, ma trasforma il loro primo appuntamento in un agguato in piena regola. Li avevano attaccato, lì, mentre erano seduti alla fontana. Un bacio gli bruciava ancora sulla guancia, nel momento in cui pensava che tutto fosse meraviglioso e perfetto. Lui le si era messo davanti per proteggerla e lo avevano catturato. Mentre la pezza piena di potente narcotico lo faceva crollare nel mondo dei sogni, le aveva urlato di mettersi in salvo. Lei lo aveva guardato con odio e lui aveva capito che erano complici. Quando però lei aveva cominciato a parlare concitatamente, quasi fosse arrabbiata, era svenuto e non aveva saputo com’era andata a finire. Quando la porta si aprì. La figura che uscì sembrava venir fuori da un film di fantascienza con il tipico scienziato pazzo. “Cosa vuoi da me?”gli chiese, ignorando la sua coscienza che andava e veniva. “La formula per evocare il drago e l’universo sarà mio!!!”. “Ha ragione nonno Goku e nonno Vegeta. L’universo è pieno di pazzi”rispose facendosi sentire Goshin. “Tsk, pienamente d’accordo”concluse il lilla canzonatorio.

 

 

Il combattimento era durato troppo. Era fradicia, arrabbiata e suo figlio chissà dov’era. “Mi sono stancataaaa!!!!!!!!!”urlò Kamy inferocita tramutandosi in supersaiyan di quarto livello. Albrad la guardò sconvolto, non se lo aspettava. Spaventato le mandò addosso l’altra metà dell’esercito che fino a quel momento era rimasta nascosta. O meglio, diede l’ordine, ma non arrivò nessuno. “I tuoi amichetti sono tutti fuori uso”scherzò una bellissima donna dai lunghi capelli neri. “Grazie Veki!”urlò la rossa contentissima. “Nessuno imbroglia con la mia amica”disse quella sedendosi per godersi la fine dello spettacolo pirotecnico. Un solo colpo e la sorella di Goku si sbarazzò dell’insopportabile nemico, dopo una sfida durata quasi dodici ore.


Ringraziamenti:

Vale_93: La storia è un pò confusa, lo ammetto. Però penso ke con questo chappy si capisca più o meno quello che è successo. Lourth essere grande genio. ihih. Grazie, però la tua grammatica e preziosa e anche i tuoi disegni. tvb. Bacio, ci si sente tra meno di due secondi su Msn. tvb.

Luna_07: Non preoccuparti, però sono contenta di una bella recensione lunga come questa. Che bello, era un complimento. Le situazioni sono intricate ,am più che affascinanti sono malate mentali. ihih. Lo ammetto, mi sono affezionata a questi personaggi e volevo caratterizzarli meglio, facendogli vivere esperienze tutte loro.  Bè, come si vede in un pezzo nel primo capitolo; Bulma e Vegeta non sono poi tanto diversi. Però per vedere il nostro caro principe dei siayan mi sa che devi aspettare. Qui volevo mettere in primo piano Vetrunks e Goshin. Anche se quest'ultimo è un sovversivo. Io tento di farlo diventare più simile a suo nonno Vegeta, e lui si ribella e mi diventa come Goku. uffa. Grazie per i complimenti, ciauuuuuuuu.

ka93: Sono contenta che tu la pensi così. Eh si, ma il nostro povero Vetrunks non lo sa. Alla prossima spero, kiss kiss.

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Capitolo 4
*** Cap.4Ti Vada o No ***


Cap.4Ti Vada o No

Ed ecco un altra song. E' inutile, Celeste mi viene in mente solo quando ascolto le canzoni. sob. Spero sia comunque gradita. Ringrazio anche solo chi legge.
Legenda:
Blu: parte del testo della canzone, specificamente legato a Cielo.

Azzurro: Pensieri di Cielo

Nero: parte di canzone, legata a Goku e Vegeta

Nero grassetto: Pensieri di Goku e Vegeta

Cap.4Ti Vada o No

(I Won't Say [I'm in Love])

-Se esiste un premio per gli ingenui,

io l'ho già vinto da tempo.

Ma nessun uomo vale tanto,

di delusioni ne ho avute troppe.

 

Sono una stupida, mi sto andando a rinchiudere nuovamente in quel laboratorio. La figura che mi sta alle spalle non è molto dissimile alla morte infine, ma quella che l’accompagna è opposta, è vita. Ci credo senza problemi che quest’uomo ombroso è il nonno di Vetrunks, ma il suo cuore appare malvagio, ben lontano dalla descrizione che ne fa lui. Ed è per salvare lui che li sto accompagnando. Se esiste un premio per gli ingenui l’ho già vinto. La mia vita così breve è stata una serie di delusioni e di inganni, non capisco perché continuo nella mia follia.

 

-Cosa credi amica, non si può far finta quando

tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro

e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia.

“Vegeta, l’hai notato anche tu quello sguardo?”chiede improvvisamente Goku, riferendosi agli occhi della giovane. “Non sono cieco Kakaroth”rispose enigmatico il principe dei saiyan. “Ed io che credevo fosse cotto solo il piccolo Vetrunks”ammise Goku sospirando. “Kakaroth, mio nipote non è tanto piccolo, se ti ha superato di altezza”sbottò offeso il saiyan più grande. “Comunque continuerà a negarlo al mondo intero, ma è fregata…”mormorò Vegeta, che di cose del genere se ne intendeva più di tutti, visto i precedenti. 

-Non so perché non lo ammetterò mai.

Li sento bisbigliare, le mie orecchie percepiscono anche i più piccoli sussurri. No, se lo scordano. Io non lo ammetto perché non è vero.

 

-Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh.

“Sai, penso che potrebbe essergli successo qualcosa di grave. Sono preoccupato, nemmeno Goshin risponde al cellulare”ammise Goku. Vegeta lo guardò stranito. Non era da lui fare il disfattista, poi capì e sorrise malefico. Kakaroth sapeva essere terribile quando voleva. Si voltò verso la giovane Cielo e vide nei suoi occhi di ghiaccio saettare la preoccupazione. Goku si era messo in testa di farglielo ammettere. Il viaggio proseguì in volo, e questo non permise al Son di calcare la mano; finché la giovane non si fermò in aria, mettendosi davanti a lui. Non era certo così pazza da sfidarlo, ma aveva l’aria di chi ha la lingua lunga e tagliente.

-Ma è certo che l'amo e non lo saprà.

So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno.

Io sento dentro "puoi fidarti", mentre la testa mia "non lo fare".

 “Se anche fosse? Lui non lo deve sapere!!! Siamo nemici e vi sto aiutando solo perché mi avete costretta. Non me ne frega di quello che potrebbe dire il mio cuore. Io sono una macchina creata a un solo scopo e non lo voglio fare!!!”gli urlò contro agitando un pugno.

 

-Quanto sei curiosa, tu nascondi l'evidenza.

Noi ti conosciamo, non t'arrabbieresti tanto senza una ragione,

se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!

 

“Certo che sei una tipa curiosa”la prese in giro Goku cominciando a volarle intorno. “La vecchiaia l’ha rincitrullito anche peggio di prima”pensò Vegeta, ricordandole che avevano fretta. “Ma se questo è insopportabile!!!”sbottò inferocita la giovane, agitando la coda azzurra e indicando insistentemente il Son. “Non dirlo a me…”disse il principe alzando gli occhi al cielo. “Non ti arrabbieresti se non ti fossi presa una cotta”rispose semplicemente Goku, trovandosi subito dopo a parare un ki blast. “Andiamo, piuttosto”ringhiò l’azzurra riprendendo il volo.

-Non so perché, ma è più forte di me!

Se avesse ragione quel tizio? Non riesco a controllarmi, è più forte di me. Eppure io non dovrei provare emozioni. Che mi sta succedendo? 

-Ammettilo, che felice sarai.

“Sai, anche quel musone di Vegeta la pensava come te. Guardalo ora, è addirittura nonno. Però è felice”le mormorò all’orecchio il cocciutissimo Son. “Quel tipo non è uno degli eroi della Terra?”chiede lei confusa. “Si, ma prima lui era un mercenario malvagio come pochi. Junior il figlio del demone Al Satan; C18 è una cyborg programmata per uccidermi…”iniziò a enumerare Goku. “Una cyborg?!”chiese la giovane eccitata. “Sì, e ora è sposata con il mio migliore amico ed è pure nonna”rispose gentile l’eroe della Terra, alzando le spalle. 

-Scusatemi, ma non glielo dirò

No, lui di sicuro adesso mi odia. Penserebbe sia un altro inganno. Lo ammetto, forse un po’ mi piace, ma non glielo dirò. 

-Che storie fai? Tanto glielo dirai!

Tsk, dieci a uno che appena arrivati la mocciosa si dichiara”scommise Vegeta con Goku. “Sono stato bravo”si auto-complimentò l’altro saiyan.

-Non lo farò, io, piuttosto, lo so

“Piantatela di complottare alle mie spalle!!!”urlò sempre più arrabbiata la giovane.

-Tanto lo sa già

 

“Vegeta provaci tu per favore”mugolò Goku perdendo la sua baldanza. “L’arteriosclerosi avanza Kakaroth, io non ci penso neanche”rispose offeso il principe. “Il dubbio che Vetrunks lo sappia già e che gli stia spezzando il cuore non ti sorge? Credevo volessi bene a tuo nipote”colpì e affondò il Son. “Ok, ma un solo tentativo”si arrese il maggiore.

-Lasciatemi, tanto no..

“Senti mocciosa, non ti permetto di triturare così il cuore a mio nipote!”le impartì, quasi come un ordine, l’uomo afferrandola per un braccio. “Lei che ne vuole sapere? Mi lasci!!” urlò quasi spaventata la giovane. L’aspetto di quell’uomo le incuteva paura, i suoi occhi neri sembravano due pozzi senza luce pronti a divorare il mondo. “Io so solo che non l’avevo mai visto felice come nell’ultimo periodo”ringhiò in risposta Vegeta lasciandola.

-Ti vada o no, l'ami e glielo dirai

 “Sempre il solito Vegeta, così la spaventa” pensò Goku.

-Non cederò, ma io l'amo e lo so.

“Davvero? No, non devo cedere. Eppure, forse c’è davvero una speranza…

 

Ringraziamenti:

Vale_93: Non preoccuparti, può capitare. Per la liberazione dei ragazzi mi sa che devi aspettare. Eh si, Vetrunks nemmeno immagina poverino. Si, noi siamo troppo forti. Con un onda l'ho steso a quello scimunito e tu hai fatto fuori ttt l'esercito. ihih. Sono felice di essere riuscita a dare il giusto Ic a Veki. ciauuuu

Luna_07: Si, ma Goshin assomiglia anche a Vegeta, quel ragazzo fa un impressione. Vabbè, sono saiyan, il cibo prima di tutto. Kamy e Veki ringraziano. Vetrunks è depresso, ma come vedi Cielo è sempre più decisa a dirgli che lo ama davvero. Anche perchè Vegeta minaccia e Goku da fastidio. xD Fammi sapere per questo. ciaoooooooo

Ka93: E' un colui, il cattivo che appare nel primo capitolo. Che appare e scompare, è un cattivo di poco spessore. Mwuauaua. Pessima battuta, ma almeno fate finta di ridere. ç_ç  Puoi chiamarlo come vuoi, nn preoccuparti. Eh si, le due saiyan sono terribili. Alla prossima, kiss kiss.

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Capitolo 5
*** Cap.5 rincontrarsi ***


Cap.5 Rincontrarsi

Pc di un amico. Pochissimo tempo. Ringrazio anche solo chi legge.

http://yfrog.com/0xgoshincoloratoj


Avete fratelli piccoli? Se si, sapete che sanno essere appiccicosi. Questo disegno è il suo regalo per il mio compleanno e da quel giorno mi ha fatto il lavaggio del cervello eprchè la inserissi. Non ho resistito più, perciò eccovela. Questo è "Goshin!"



Cap.5 Rincontrarsi

“Se solo non fossi così depresso, potrei escogitare qualcosa per andarmene da qui. Un attimo, se questa cosa funzionasse anche al contrario? Insomma, se per amore uno può ridursi così, per amore si può diventare anche molto forti. “Ehi Goshin, mi senti?”domando e mi risponde un grugnito non ben identificato. Come ha fatto ad addormentarsi in un momento del genere? Siamo prigionieri di un pazzo che ci ha minacciato e che ci ha detto che ci torturerà a morte. Non che io sia particolarmente impressionato, poche volte nella mia vita ho visto avversari di così infimo livello. Questo però non giustifica un comportamento tanto sconsiderato.  “Ho sonno e ho fame”si lamenta quello. “Ti ricordi Simy?”domando innocentemente. “Lei che c’entra?”domanda improvvisamente sveglio. Simy era una compagna di scuola di Dalia alle elementari. Lei, May e Dalia stessa erano un trio inseparabile da piccole. Il mio bisnonno Goku non è mai stato particolarmente attento a nascondere le sue “particolarità”. Così ben presto lei scoprì la verità su di noi. Non si spaventò, in fondo non era una bambina molto normale. Quando aveva visto zio Thenshinan la prima volta o zio Crilin, non si era preoccupata né del terzo occhio del primo, né della mancanza del naso del secondo. Era un orfana, che la maestra di quella scuola aveva adottato. Non si era mai saputo niente dei suoi veri genitori, anche se Ely aveva cercato informazioni in ogni modo, con la sua fissazione per l’informatica. Goshin non l’ha mai ammesso nemmeno con se stesso, ma ha sempre avuto una cotta per lei. Me lo ha raccontato mia sorella Evoly, persino quell’imbranato di “Secchio” se n’è accorto. “No niente, ma lo sapevi che ancora si sente con May tramite lettere, nonostante sia al college in un'altra città?”chiedo accentuando il tono di conversazione casuale. Se mi vedesse mio nonno, capirebbe che per quanto ci provi non c’è niente da fare, continuerò a ereditare le sue caratteristiche peggiori. Sto raggirando quello che considero un fratellino senza alcuno scrupolo, peggio di come fa lui alle volte con il mio bisnonno Goku. Perché alla fine sono amici, anche se mio adorato nonnino continua ancora a negarlo. Soltanto che nel mio caso è per una giusta causa. In fondo lui mi ha aiutato con quella bugiarda di Cielo, ora tocca a me dargli una mano. “Allora? Lo fa anche con mia sorella Dalia”sbotta lui sbadigliando. “, Jaden l’altro giorno ne ha letta una per fare uno scherzo a May. Sai che è geloso di Gorin perché è innamorato di lei”continuo per niente sminuito dalle sue parole. “Allora, che ci aspetti a dirmelo?”sbotta lui offeso. Il pesce ha abboccato all’amo. “C’era scritto che ha una cotta per te”annuncio, come se fosse una notizia da niente. “Evvivaaaaa!!!!”urla scatenato. La sua aura continua ad aumentare a dismisura, distruggendo uno a uno tutti i dispositivi che ci impedivano di utilizzare i nostri poteri. E’ diventato supersaiyan la prima volta a un età che nemmeno ricordo. Per lui è una cosa normale. Basta un emozione un po’ più forte e lui diventa biondo. Non c’è niente che riesca a fermarlo quando vuole trasformarsi veramente. A scuola era terribile, ogni volta dovevano inventare qualche scusa, per non parlare con i suoi amici. Alle volte ho dovuto coprirlo persino io. Con tutta questa potenza non solo riesce a liberarsi, ma fa crollare il muro che ci separa liberando anche me. “Non stai mentendo vero?” mi chiede, una volta che ci siamo liberati delle macerie con delle onde ben assestate. Incontro i suoi occhi verdi e i suoi movimenti eccitati. Son contento per lui, ma non me la sento di festeggiare. Ho chiuso un capitolo della mia vita. Sono cambiato, non so se in bene o in male.”

 

 

 

 

 

““Ho la nausea”si lamenta quel tipo con i capelli a cespuglio. Lo guardo stralunata. Ha messo k.o. un infinita di nemici senza nemmeno impegnarsi, mentre ora si lamenta come un bambino. Non ho mai visto nessuno così. “Te l’avevo detto che eravamo troppo vecchi”risponde l’altro, che non è stato da meno. Da vecchia voglio essere arzilla come loro due. Un attimo. Io sono un cyborg, non posso invecchiare. “Piantala con questa storia! Io sono giovanissimo”risponde il primo, mentre assume un colorito verdognolo. Altro che vecchiaia, hanno semplicemente entrambi un influenza con i fiocchi, i miei sensori rivelano i batteri tipici. “Si sentono le tue ossa che scricchiolano, hai l’artrosi!”si lamenta il secondo. Forse ha ragione Vetrunks, dietro quell’aspetto tenebroso è solo un uomo, ma non ci voglio mettere la mano sul fuoco. “Voi due litigate sempre così?”mi informo. Non abbiamo tempo da perdere in sciocchezze simili. “A dire la verità, fa di peggio quando litiga con sua moglie”scherza Goku. “Quello che faccio con quell’oca di mia moglie non sono affari tuoi”sbotta offeso Vegeta. Sto per interromperli di nuovo, ma qualcosa cambia nel loro atteggiamento. Tornano improvvisamente seri e si rimettono in posizione di combattimento. Mi volto, anche io sento delle auree molto forti. Stringo i pugni pronta a combattere. Lo ammetto, quando sono venuta pensavo che sarebbe stato pericoloso. Ho sottovalutato questi due, comincio a chiedermi quale sia la loro potenza. Nemmeno con la mia programmazione potrei tenergli testa per più di dieci minuti. Ed ecco che dal fumo dei macchinari escono due ombre. Una delle due non so chi sia, ma l’altra comincio a riconoscerla dal battito del mio cuore. Quegli addominali perfetti, nascosti in abiti così semplici che finiscono per farli risaltare. Due occhi che nell’oscurità brillano stupendi. Alla fine la sua voce, ma le parole che riesco a capire in ritardo sembrano incrinare questo momento perfetto. “Cielo! Che ci fai tu qui?!!”mi chiedo inferocito. “Vetrunks, calmati”urlano in contemporanea Goku e quello che sembra una sua versione più giovane, solo che è bionda con gli occhi azzurri. “Goshin, nipotino mio”aggiunge testa a cespuglio maggiore, andando ad abbracciare il biondino. “Nonno, non mettermi in imbarazzo in zona nemica” si lamenta quello che dovrebbe chiamarsi Goshin. Io invece cerco “Sono tornata da te, anche se il mio orgoglio rimorde. Sono tornata per salvarti”mormoro. Stavolta sono timida veramente. Sembro una stupida mentre balbetto. Come potresti perdonarmi? Io al tuo posto non lo farei. “Perché dovrei crederti?”domandi sprezzante, mentre si sento a pezzi. “Perché altrimenti l’avrei lasciata in vita questa mocciosa?”si intromette Vegeta. Non ho capito se era un modo per aiutarmi, spero di si, ma forse avrei preferito se non si intrometteva. Lui mi guarda sprezzante, zittisce con un gesto le obbiezioni del nipote e si allontana. Forse è meglio, mi sarei sentita in imbarazzo sotto sguardi indiscreti. “Dimmi la verità. Per la prima volta dimmi la verità”mi dici duro incrociando le braccia. Questo luogo sembra scomparire, ma mi basterebbe solo una tua parola per tornare a sperare.



TO BE CONTINUED...

 

 



Vi ricordo che questo romanzo segue i vostri desideri. C'è qualcosa di DbNa che avreste voluto e non avete avuto? Curiosità riguardo al futuro dei persoanggi? Fatemi sapere, questa ff è per questo.

Ringraziamenti:

Luna_07: Si, è quella la canzone. Davvero ti è piaciuto tanto questo capitolo? Ne sono contenta. Come vedi si sono rincontrati. Vedremo come andrà a finire. Al seguito, kisses.


Pan_Tere94: Tao! Sono contenta che l'ultimo chappy ti sia piaciuto. Grazie per i complimenti, alla prossima. ciauuuuuu


Vale_93: Dai, forse la finiamo con queste song. xD Veki datti una calmata, che già ci pensa Vegeta a traumatizzarmi Cielo. xD  Alla prossima, ciao tesò.

ka93: U_U Quoto. Cielo infatti ha deciso di fare il primo passo, bisogna vedere se Vetrunks la perdona. Hai ragione Vegeta, difende il nipote fino alla fine, ma mi sa che anche Goku non scherza. xD Alla prossima, spero.

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Capitolo 6
*** Cap.6 It's love ***


Cap.6 It's love Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.6 It's love

“Allora?” incalzò il glicine, che dopo tanto voleva finalmente la verità. “Forse dovresti lasciarla parlare…”tentò il giovanissimo Son. “Sta zitto Goshin!!!”sbottò insofferente Vetrunks. “Scusa antipatico”si offese Goshin, ma la sua espressione era talmente infantile con quel labbro sporgente, che era ovvio non avrebbe tenuto il muso a lungo. “Mi ricordano qualcosa”mormorò Goku lasciandosi un po’ andare ai ricordi. “Tsk”commentò solo Vegeta, sentendosi chiamato in causa, in quel momento la sua attenzione era tutta per Cielo e suo nipote. L’azzurra cominciò a raccontare la sua storia. Il giovane strinse i pugni, sentendosi uno sciocco ancora di più. Non era un misero terrestre, come aveva fatto a farsi giocare così facilmente? In quegli anni la sua insofferenza contro tutto e contro tutti sembrava al massimo. Litigava in continuazione con il padre, non obbediva nemmeno alla madre allenandosi anche quando non doveva e coi fratelli era una guerra quotidiana. Solo Vegeta riusciva a calmare quell’improvviso caratteraccio e normalmente anche in presenza di Goshin, non diventava tranquillo, ma già più pacato. Invece in quel momento era scatenato. Intenzionato ad arrivare a qualche livello parecchio alto di supersaiyan per scaricare la rabbia, si lasciò sfuggire un offesa: “Bugiarda”. L’aveva mormorato tra i denti, ma la giovane si era sentita punta nell’orgoglio. “Sai che ti dico? Scimmione organico”aveva risposto improvvisamente gridando. Non si seppe nemmeno come poté accadere, ma in poco tempo i due stavano litigando aspramente e volavano offese di ogni genere. Sembrava che avessero trovato una valvola di sfogo per tutte le sofferenze che si erano accumulate fino a quel momento. Un finimondo, visto che poi iniziarono a volare anche sfere di energia. Goshin, dimostrando di avere preso anche dal lato Briefs della sua famiglia, cominciò a ringhiare mormorando parole non ben definite, incrociando le braccia e guardando torvo la fonte di quel chiasso distruggi timpani. Le voci infatti erano così alti da superare sicuramente il muro del suono. “Credi che dovremmo intervenire?”domandò il maggiore dei Son grattandosi una guancia. “Perché mai?”domando calmissimo Vegeta. In fondo se la sua Bulma avesse avuto i poteri, molto probabilmente anche loro sarebbero degenerati fino a quel punto parecchie volte. “Ok”capitolò facilmente Goku, mentre si sdraiava a terra. Si mise le braccia incrociate sotto la testa come un cuscino e si lasciò al dolce riposo, in fondo l’influenza ogni tanto ancora era abbastanza fastidiosa e gli dava sonnolenza. Riuscì ad addormentarsi con quella caciara, in fondo alle volte si era addormentato anche mentre Chichi lo rimproverava. Vegeta invece li lasciò sfogare. Fu paziente, in fondo aveva imparato da tanti anni ad attendere quando una cosa gli interessava e uno dei suoi piani scattava. Quando ormai i due erano uno di fronte all’altra, vicinissimi, quasi i loro visi si sfioravano per potersi gridare meglio e Goshin aveva gli occhi chiusi e le orecchie tappate; agì. Incrementò l’aura, giusto quel che bastava per far perdere l’equilibrio alla cyborg saiyan, senza farsi scoprire. Subito dopo si voltò per evitare di guardare e di farsi venire i nervi o il voltastomaco, o peggio ancora, la gelosia nei confronti di quello che nella sua mente rimaneva un sorridente bambino che voleva essere allenato da lui. Il bacio fu involontario per i due giovani, ma una volta che le loro bocche si furono ritrovate, non riuscivano più a lasciarsi. Forse era ancora il sangue che veloce pompava nelle vene per l’ira o forse era solo l’amore, ma quando Goshin riaprì gli occhi si segnò di non baciare mai Simy in quel modo. “Che schifo!!!”gridò vedendo i due letteralmente fusi. I due giovani, rossi come pomodori e accaldati si staccarono immediatamente. Goku si svegliò di colpo, sentendo che Vegeta mugugnava, in fondo il sesto senso non gli mancava. “Che è successo?”chiese innocente. Poi vedendo che Vetrunks e Cielo si chiarivano i dubbi crebbero ancora di più. Perché il principe dei saiyan era tanto arrabbiato, se era riuscito nel suo intento. “Fatti miei, ma visto che mi prudono le mani, devo sfogare la mia rabbia su qualcuno!”sbottò, mentre sulla sua fronte pulsavano le vene dell’ira, erano secoli che non succedeva.

 

Quel giorno uno scienziato pazzo scoprì a sue spese che forse era meglio non far arrabbiare i due saiyan più forti dell’universo. Non morì, non lo considerarono una vera minaccia, ma il principe dei saiyan gliene diede tante che ci fu il bisogno di Goku perché non esagerasse.

 

FINE

E' finita  questa prima storia di DbNa Special, al prossimo chappy ne inizierà un altra. Chiedete pure e sarò felice di accontentarvi.


Ringraziamenti:

ka93: Sono felice ti sia piaciuto il disegno. Eh già l'amore, ma come vedi anche Vetrunks è sistemato. Ci sentiamo. Kiss!!!

Luna_07: U_U già, il giovane Vetrunks assomiglia decisamente a Vegeta e lo dimostra sempre di più. Ci sentiamo. baciiiiiiiii

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Capitolo 7
*** cap.7 miniaturizzato ***


cap 7 miniaturizzato Ed ecco a voi la nuova storia. Nemmeno io so com'è venuta fuori. Ringrazio anche solo chi legge.



Miniaturizzato

 


“Mi raccomando Kakaroth, non fare danni mentre sono via, ci tengo a ritrovarla la Terra”era stato l’alquanto bizzarro saluto del principe dei saiyan mentre si preparava a partire. “Papà, ha ragione Vegeta, se ci dovessero essere guai, chiamaci”aggiunse alquanto preoccupato Gohan. “Sentite, sono o non sono l’eroe della Terra?!”chiese vantandosi il Son. “Lo sappiamo nonno, ma i guai sono sempre in agguato e tu non sei più giovanissimo”cercò di dire Pan. “Oh, basta! Andiamo o no?”sbuffò alquanto altera Bulma. “Non preoccupatevi, resto io con lui”scherzò il piccolo Goshin, che in alcune cose ricordava come una goccia d’acqua sua nonno. Aveva solo otto anni, ma in fondo come sin dalla nascita aveva dimostrato, aveva un elevatissimo potenziale combattivo. “Tesoro, sono così eccitata”mormorò Videl a Gohan, volteggiando come una ragazzina, lasciando andare qua e di là la sua treccia, distraendo il Son dal dire altro. Goten invece alzava gli occhi al cielo, mentre la moglie Bra gli sistemava nuovamente i vestiti, mentre teneva con la mano la figlia più piccola che aveva insistito per venire. Vetrunks sbadigliava, i suoi fratellini non gli facevano chiudere occhio, due gemelli, maschio e femmina di tre anni. Praticamente tutti, tranne Goku, Chichi e Goshin stavano partendo alla volta dello spazio con la navicella circolare che tante volte aveva solcato il silenzioso universo. Tarble aveva infatti avuto un figlio con la sua dolce metà e li aveva invitati alla festa sul suo pianeta. Non avevano potuto rifiutare, ma si era scoperto che Goshin aveva il terrore della navicella e il buon Goku si era immolato per il nipote e Chichi ne aveva approfittato per evitare un’avventura facente parte di quelle stranezze che non aveva mai condiviso. Anche Junior aveva deciso di rimanere, nonostante sua moglie e suo figlio partissero. “May, piccola, sei sicura che non vuoi rimanere con la mamma?”aveva chiesto per l’ultima volta la Son alla figlia. La piccola però era stata irremovibile. “Non preoccuparti i miei fratelloni Gohan e Goten staranno sempre con me”aveva detto sorridente per l’avventura che si profilava, in fondo si sentiva grande, aveva già dieci anni.

 

 

 

 

 

Il giorno dopo la partenza il sole splendeva. Chichi si era risvegliata tranquilla. I capelli sciolti erano leggermente spettinati, ma non le interessava. L’aria fresca entrava dalla finestra aperta, mentre non le sembrava vero di essere libera per un po’ da tutte le incombenze da madre, sentendosi di nuovo giovane, anche solo per qualche attimo. Gli uccellini cinguettavano fuori dalla finestra e il piccolo Goshin dormiva nel letto che era stato di Gohan quando era piccolo, che poi era passato a Goten e infine May. Assonnata si volto per guardare suo marito, ma con orrore si accorse che la parte di letto dove riposava Goku era completamente vuota. “Oh Goku…”mormorò sconvolta. Non riusciva a capire cosa potesse essere successo. Lui non si svegliava mai prima di lei da tanti anni. Prese un profondo respiro, cercando di convincersi che fosse semplicemente andato ad allenarsi. “Che c’è Chichina? E’ già ora di alzarsi”disse invece la voce di Goku, ma sembrava provenire da molto lontano. La donna spostò le coperte e cominciò a gridare terrorizzata. Il piccolo Goshin spaventato dalle urla si svegliò di soprassalto e cominciò a correre a tutta velocità verso la stanza dei nonni, con ancora il pigiamino bianco a pallini neri addosso. “Che succede nonna?”chiese, vedendo Chichi seduta sul letto in lacrime. Fissava la porzione di letto dove non sembrava esserci nessuno, ma teoricamente ci dormiva Goku. Un piccolo sbadiglio si fece udire, mentre dalle coperte spuntava un piccolo omino dalla capigliatura a cespuglio, quasi del tutto addormentato, che cercava invano di svegliarsi stiracchiandosi. “Nonno!!!”gridò spaventato il piccolo Goshin. Il saiyan infatti era piccolissimo, quasi un bambolotto di pochi centimetri. Goku aprì gli occhi di scatto e si voltò, accorgendosi che il suo nipotino in quel momento sembrava un gigante dagli occhi colmi di lacrime. Si voltò anche verso Chichi e quasi gli fece paura per quanto era immensa. Si era rimpicciolito tantissimo. “Oh mamma”mormoro, mentre persino lui capiva che doveva essere colpa di qualche malvagio. Strappò un lembo della coperta per farsi un gonnellino con cui coprirsi, visto che i vestiti erano rimasti interi e giganteschi e lui senza niente addosso. Successivamente si mise nelle tipica posizione dell’onda energetica, nel tentativo di far apparire la sua fedele mossa. Purtroppo fu tutto inutile, aveva perso completamente tutti i suoi poteri. “Accidenti. Ora non potrò più combattere. Si che ero diventato tanto forte…”si lamentò il poveraccio sbuffando. Chichi lo guardò da prima dubbiosa e poi lo rimproverò. “Io mi ritrovo con un marito in miniatura e tu ti preoccupi dei combattimenti?! Non cambierai mai e io che speravo che la vecchiaia di portasse un po’ di giudizio!!”. Goku guardò triste a terra, ben sapendo che dalla nascita della loro bambina, la moglie non sapeva non perdonarlo quando faceva il cucciolo bastonato. “Oh, scusa amore. E’ solo che sono tanto preoccupata”infatti aggiunse contrita cadendo nella trappola. “Nemmeno a me piace questa situazione”si lamentò Goku, con una piccola smorfia di tristezza sul viso. La donna, con gli occhi umidi, lo prese tra le mani giunte. “Oh Goku, ora di sicuro non potrai amarmi più. Ti devo sembrare orribile”si lagnò lei piangendo, mentre il piccolo Goshin guardava triste la scena. “Non è vero Chichi, anzi sei davvero bellissima. Ti darei un bacio, ma temo che finirei solo per andare a sbattere contro le tue labbra.”scherzò lui, ridendo e grattandosi la testa. La donna sospirò e lo appoggiò sul comodino. “Aspetta un attimo. Io e Goshin ci vestiamo e torniamo subito da te”disse la mora. A malincuore il bambino si avviò verso camera, mentre la donna cercava dei vestiti nell’armadio, non poteva andare in giro con la sua leggera camicia da notte bianca. Il Son intanto scopriva il mondo da un'altra prospettiva. Quasi si prese un colpo vedendo una gigantesca mosca volare, fortunatamente molto lontana da lui. Si divertì un mondo a chiacchierare con il se stesso della fotografia nella cornice di legno sul comodino, che per una volta aveva le sue stesse misure. Ricordava quella vecchia foto in cui c’erano lui e Chichi giovanissimi, con un piccolo Gohan timido e impacciato. Chichi non aveva avuto tempo di pettinare i capelli come faceva sempre e li aveva legati in un certo senso, ma le incorniciavano perfettamente il volto i due ciuffi che le ricadevano ai lati del viso. Aveva optato per una magliettina rosa e dei comodi pantaloni azzurri di tela. Non erano i suoi tipici vestiti, ma nella fretta aveva afferrato le prime cose comode. Subito dopo si era diretta dal marito e lo aveva convinto a salire sul suo palmo. Il povero Goku si afferrò saldamento a una delle longilinee dita della moglie, per evitare di cadere mentre lei si dirigeva al piano di sotto, passando anche per le scale. Una volta in cucina aveva apparecchiato con una mano sola, mentre il povero Son faceva gli equilibrismi e lo aveva appoggiato sul tavolo. Goshin era arrivato poco dopo. “Sta attento che non capiti niente a tuo nonno”aveva detto Chichi, dirigendosi ai fornelli per preparare la colazione. Il piccolo aveva obbedito, guardando con gli occhi sgranati il nuovo aspetto del saiyan.  Goku aveva continuato a riflettere, rendendosi anche conto che non poteva prendere la solita tazza di caffè che lo svegliava tutte le mattine, altrimenti avrebbe rischiato di annegarci dentro. Quando arrivò in un bel piatto grande la sua omelette condita con un po’ di insalata sgranò gli occhi. “Oh grazie nonno Gohan”disse a mani giunte con gli occhi chiusi e si fiondò. Non poteva utilizzare le posate, ma aveva sempre le mani. La porzione era enormemente più grande di lui, ma la divorò come se si fosse trattato di uno sogno che si realizza. Una volta spazzolato il piatto, si accasciò su di esso con una pancia, che sebbene le sue minute proporzioni, era enorme. Goshin si mise a ridacchiare, mentre gli veniva un’idea geniale. “Nonna, nonna!!! Vado a chiamare Junior, lui è  il Demon Prince, forse con i suoi poteri può annullare l’incantesimo”disse esaltato il bambino e prima che la donna potesse dirgli niente era già corso via. La donna sbuffò e si lamentò leggermente, il nipote era disubbidiente come era stato suo padre Goten o suo nonno Goku, alla medesima età, in fondo ne aveva ereditato il carattere oltre che l’aspetto. Si sistemò il grembiule bianco a fiori lilla e si diresse verso il marito che finalmente aveva finito di digerire, riuscendo a muoversi nuovamente. Lo afferrò con malagrazia mentre il poverino si lamentava, Vegeta da Oozaru al loro primo incontro-scontro era parso più delicato. La donna guardò nuovamente tristemente il suo amato e mentre lo teneva in un palmo, con l’altra mano si teneva la testa appoggiata per una guancia. “Non puoi andare così. Ho un idea”disse. Sparecchiò la tavola, ma ormai Goku si stava abituando a quegli equilibrismi. Alla fine appoggiò sopra di essa la piccola scatolina che conteneva l’occorrente per rammendare . Spilli nell’apposito cuscinetto, un piccolo specchio e della stoffa. Erano pezzi di stoffa molto piccoli che proveniva dalla tuta del Son. Con un fouleur di una bambola di May ci fece la cintura, mentre con pezzi di stoffa arancione ci fece una piccola tuta a misura di Goku, che ora era identico al solito, solo molto più piccolo. Stivaletti non ce n’erano e fu costretto a rimanere a piedi nudi. “Ora mi sento meglio! Come farei senza di te?”disse sorridendo alla moglie che gli sorrise a sua volta lusingata.

 

 

Una figura oscura stava nell’ombra. Grande quanto Goku in quel momento, si muoveva attraverso gli specchi, come se oltre a essi ci fossero altri mondi. Era veloce. I capelli come quelli di Trunks, avevano però la frangia tutta verso destra. Gli occhi erano grandi e verdi, mentre le sue vesti erano di velluto nero e parevano un gigantesco mantello che lo copriva completamente, lasciando scoperto solo il viso. La sua espressione era seria, forse un po’ triste o semplicemente in colpa. Il saiyan rimpicciolito, con le braccia incrociate nel tentativo di riflettere, non si accorse che nello specchio che Chichi aveva lasciato sul tavolo dietro di lui, appariva una figura sconosciuta. Il giovane dell’ombra uscì una mano e afferrò il Son. Il saiyan si ritrovò improvvisamente tirato indietro, mentre lo specchio diventava come un liquido e simile alle sabbie mobili lo risucchiava. “Aiuto!!!”gridò Goku, non solo non aveva poteri, ma stava scoprendo di essere incredibilmente debole e vulnerabile in quel suo nuovo aspetto. Chichi, sentendo il terrore nella sua voce, si voltò di scatto in tempo per vedere che dell’uomo rimaneva solo il viso di visibile, il resto era stato già risucchiato nello specchio. Il saiyan tentò di uscire la mano, ma ne fuoriuscirono solo due dita e presto vennero riportate indietro. “Goku!!!!!!!”gridò la povera donna allungando la mano, ma non arrivando in tempo per riprenderselo per un soffio. “Chichiiiiii!!!!!!!”urlò il Son, mentre spariva del tutto. Un colpo alla nuca lo raggiunse, facendogli perdere i sensi. La donna prese lo specchio, cominciando a scuoterlo, a piangere, ma quello era tornato uno specchio normalissimo. “Ridatemelo!!! Avete capito?!!! Chiunque voi siate ridatemelo!!!!!!!!!”gridò furente con tutta la sua voce. Nel frattempo Junior si voltò, facendo spaventare il piccolo Goshin. Il namecciano aveva percepito che era successo qualcosa di terribile.

 

Il ragazzo dell’ombra nel frattempo stava attraversando un oscuro portale, con Goku in braccio svenuto leggermente rannicchiato su stesso e per una volta, uno dei due guerrieri più forti dell’universo, apparve alla stregua di un bambino spaventato e inerme.

 

 

 

CONTINUA…

Ringraziamenti:

Vegeta4ever: Evviva!!! Ben arrivata anche qui. Hai ragione, povero Vetrunks, Cielo lo fatto disperare. Emh, già, l'idea di una cyborg saiyan è un pò folle, ma in fondo se c'era stato un Bio-Guerriero Broly XD Vetrunks assomiglia sempre di più a suo nonno, mentre Goshin a Goku, se li sono divisi. ihih. ciauuuuuuuuuu

ka93: U_U sono tenerissimi. Spero ti piaccia questa nuova storia, anche se il povero Goku è nei guai. A presto. tvttttb kiss kiss

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Capitolo 8
*** cap.8 Nelle fauci del lupo ***


Cap.8 Nelle fauci del lupo Ringrazio anche solo chi legge.





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Cap.8 Nelle fauci del lupo


“Riapro gli occhi a fatica. Sono seduto a terra, almeno credo. Il mio corpo si rifiuta di muoversi e a fatica cerco di mettere a fuoco. Non ricordo nemmeno quando ho perso conoscenza. Un attimo…Chichi, amore mio, chissà come sarai in pena. No, non doveva succedere. Siamo in tempo di pace e tu eri così felice del tempo che avremmo trascorso insieme. Raggiante mi sorridevi e ora invece chissà dove sono finito. Se solo non mi sentissi così debole, ma privato dei miei poteri sono anche più imbranato di un normale terrestre. Muovendo con immensa fatica e lentezza un arto, mi massaggio il capo con la mano. Mi ricade in avanti e ho vergogna di me stesso. Come ho fatto a farmi ridurre così? Non sarò il più orgoglioso tra i saiyan, ma anche io ho un amor proprio. Riesco finalmente a riprendere completamente conoscenza accertandomi che la situazione ha del tragico. Mi alzo in piedi a fatica. E’ così buio intorno a me. Mi sento in trappola. Odio questa situazione, odio essere come un animale che da una gabbia chiede aiuto. Ovviamente non lo riconosco come luogo. Non sarò nemmeno nel mio mondo, in fondo sono passato attraverso uno specchio. Cerchiamo comunque di farci un idea. Queste pareti sono indistruttibili senza i miei poteri. Però sono strane al tatto, sono resistentissime, ma se non sapessi che è impossibile direi che assomiglia al cartone. Se solo potessi volare raggiungerei quelle fessure in cima. Saranno grandi come la mia faccia, magari affacciandomi vedrei qualcosa di interessante. Certo che fa freddo, ho forse sono i miei piedi nudi che si stanno letteralmente congelando. Stringo le braccia intorno al corpo per tentare di riscaldarmi, ma poi la curiosità si fa sentire. Mi metto in ginocchio e tocco con le mani il pavimento. Un attimo, è vetro. Però con il buio non riesco a specchiarmi. Sento delle voci, ma non capisco chi sia a parlare. Quando dal vetro esce una mano. Non mi rendo nemmeno conto che mi metto a urlare e spaventato cado all’indietro. Che dolore, il mio povero fondoschiena. Si, che questa botta non è da niente. Che razza di fisico che mi ritrovo. Voglio tornare come prima!!! Un giovane sconosciuto esce pian piano e mi appare davanti. Lo riesco a vedere finalmente, forse perché da lui viene una strana luce. “Chi…chi sei?”domando. Lo ammetto, sono parecchio spaventato, però la paura dura poco. Voglio e devo tornare a casa. “E’ colpa tua se sono qui?!!! Riportami indietro!!!!”gli grido addosso e sebbene io non possa fare assolutamente nulla, ho intenzione di difendermi fino alla fine. Lui sorride, tristemente. Strano, non mi sembra cattivo e io riesco sempre a capire com’è in realtà una persona. “Mi dispiace”mormora. Non riesco a capire quando improvvisamente inizia un terremoto. Lui continua a crescere e a crescere. Sta diventando gigantesco e le pareti di questo posto volano via. Non ci credo. Mi avevano chiuso in una scatola!!! Mi ritengo offeso. Alla fine il giovane ha, credo, la normale grandezza di uno della sua età. Se solo non fossi in miniatura. E’ seduto su un tavolo e io sono su uno specchietto in questo immenso mobile che a me appare come una gigantesca pianura marrone.

 

 

 

 

 

 

Goshin si era innervosito parecchio. Junior si era incontrato con Dende. Pareva che con un incantesimo si potesse fare tornare Goku normale, dovunque si trovasse. Solo che ci voleva del tempo, parecchio tempo. Questo lo capiva, ma non gli piaceva essere lasciato da parte. Voleva aiutare suo nonno a tutti i costi. Offeso si era trasformato in supersaiyan di secondo livello. Era da un anno che lo sapeva fare. Non gli aveva richiesto particolarmente fatica, ma tutti lo avevano guardato stralunati per ore. Non li capiva. Gli dicevano che era “precoce”, manco lo conosceva quel termine. Sbuffando era tornato a casa. La sua nonnina era così pallida, stanca, spaventata. Lui non poteva fare niente. Cercò di consolarla, ma il suo aspetto così simile a Goku peggiorò solo la situazione. Il bambino avrebbe voluto piangere, ma la metà del suo sangue gli imponeva di non farlo. Quando il suo pancino cominciò a brontolare. Stava morendo di fame, era già ora di pranzo. La donna sorrise e si rialzò. In fondo Chichi era una guerriera e una buona massaia. Non avrebbe lasciato morire di fame il suo nipotino, anche se il suo cuore e la sua mente andavano a un piccolo Goku, che in quel momento aveva guai sicuramente mille volte più grossi di lui.

 

 

 

 

 

 

 

E’ frustrante non sapere cosa fare. Essere troppo piccoli per difendersi, troppo deboli anche solo per farsi sentire. Mi tocca gridare anche per farmi capire, ma non è quello che mi fa soffrire di più. Magari…Quello…quello che è successo non riesco ancora a spiegarmelo. Sono nuovamente rinchiuso nella scatola. Meglio, qui non posso vedere nessuno. Un giocattolo, questo sono diventato. Se non fosse vergognoso sfogherei la mia disperazione, ma non ho intenzione di cadere così in basso. Io credevo fosse mia amica e l’avevo relegata in un angolo della mia memoria. Certo che non è cambiata per niente, o forse si, che non credevo fosse così malvagia. Se crede che mollerò però si sbaglio. Io amo solo la mia Chichi e nessun altra. Niente, non riesco a resistere completamente, sarà che il mio corpo è tutto un dolore. Contro chi le ho prese? Con due femminili dita giganti che mi hanno pestato. Non me ne capacito. Come ho fatto a fare una simile figura. Erano così grandi e ogni colpo sembrava un calcio potentissimo. Non ho potuto difendermi. Ho subito, colpo dopo colpo, cadendo a terra, sputando sangue. Lei rideva, mentre quel giovane; che in realtà è più vecchio di me, ma è immortale e non invecchia; mi guardava tristemente. In fondo lo capisco, quella folle è sua sorella. Le parole di quella strega risuonano nelle mie orecchie. “Rivuoi il tuo aspetto? Allora dovrai essere mio”. Si, aspetta e spera. Appena posso scappo e vado da mia moglie, chiuso il discorso. Ecco, così mi imparo a credere che le pazze se la prendono solo con Vegeta, in fondo Sissi ce l’aveva con me. Ora…ora lei…Annin, uscita dal passato solo per tormentarmi. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?”.

 

 

 

 

Continua...





Ringraziamenti:



Vegeta4ever: U_U e meno male che gli avevano raccomandato di non fare guai. Il giovane è il fratello di Annin, sono felice ti incurioscisca come personaggio. al prossimo ciauuuuu

ka93: Si, è una disperazione, le combina sempre lui. Ora sai chi è la causa, ma quel "coso", che lo voglia o no, condivide metà della colpa. al prossimo baciiiiiiii

Luna_07: Grazie. o\o Si, è tenerissimo. Non capisco come possano fargli male <3 No, la povera Chichi nn può stare tranquilla. alla prossima kisssssssss

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Capitolo 9
*** Cap.9 Notte di respiri ***


Cap.9 Notte di respiri Ringrazio anche solo chi legge.




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Cap.9 Notte di respiri


Goku stava in un cantuccio. Affamato, stanco, ferito. Silenziosamente goccia a goccia, sottili stille di sangue colavano giù per tutto il corpo, fino a cadere sulla liscia superficie dello specchio sotto di lui. Quando davanti a lui apparve il “ragazzo”. Si era nuovamente ridotto e in mano teneva dei medicamenti. Quando Goku vide una siringa divenne blu dal terrore e tentò invano di sfondare il cartone per uscire. L’immortale sorrise, capendo l’origine del problema e la nascose. “Devo solo curarti”disse gentilmente, cercando di passare il disinfettante sulle ferite del Son. Goku però era di diverso parere e ignorando l’aria triste dell’altro che tanto l’aveva colpito, tentava di svincolarsi. “Stai fermo”lo rimbeccò quello, tentando di tenergli fermo un braccio. “No, non mi fido”gridò con voce quasi isterica il prigioniero. “Non ti faccio niente”cercò di calmarlo il giovane. “Stammi lontano!!!”gridò invece cocciutamente il Son. Se avesse avuto i suoi poteri sarebbe stato tutto diverso, ma comunque avrebbe dato l’impressione di un bambino che fa i capricci. “Capisco che tu sia spaventato…” “No, non capisci!!!”disse l’uomo soffiando sulla ferita che al contatto con il disinfettante aveva cominciato a bruciare e a far uscire una patina di bollicine bianche. “Su, fatti curare. Non sei un bambino”disse l’immortale, vedendo che il poveraccio si lagnava come un cucciolo. “Si e tu sei il fratello di “quella”rispose il Son duro. “Fratellastro e inoltre non sono d’accordo con lei su questa follia. Fidati…”. Goku ci riflette un attimo. La fiducia in quel giovane non scemava e intimorito decise di lasciarsi curare.

 

 

 

 

 

Era notte fonda. Tanti piccoli rumori erano fuori dalla finestra. Le stelle silenziose guardavano brillando. Al di sotto i grilli frinivano. In lontananza due dinosauri innamorati lanciavano forti versi gutturali, spaventando gli uccelli addormentati che per qualche attimo si agitavano nei loro nidi alzando mille piume e poi si rimettevano chetamente a riposare. La piccola casetta dei Son stava silenziosa, con una sola luce accesa, mentre quelle due accanto si dimostravano vuote, mentre i loro proprietari giravano nello spazio. Chichi cullava il piccolo Goshin, che quella notte era andato a dormire con lei. Mormorava dolci ninna nanne, mentre gli accarezzava i capelli e il bambino nel sonno era finalmente sereno. Era stato così preoccupato e ora la stanchezza si era fatta sentire..

 

 

Annin non riusciva a dormire. Aveva atteso che dallo scatolo si alzasse un ronzio basso e confuso, ma che a un orecchio ben attento si sarebbe capito essere un minuscolo russare. Alzò lo scatolo, mettendolo poi da un lato. Il Goku in miniatura dormiva profondamente in una posizione fetale. Normalmente si sarebbe messo in posizioni assai scomposte, ma tutti quei stravolgimenti gli rendeva il sonno agitato e nella confusione cercava disperatamente anche nel sonno un po’ di protezione. La donna passò il dito sul suo corpicino minuto, che al contatto rabbrividì spaventato. Avvertiva la minaccia, ma era troppo stanco e perciò non si svegliò. Con il visino appoggiato contro il vetro mormorò un nome: “Chichina”. La donna si scurì. La ricordava e non capiva. Aveva scelto una misera mortale, che in bellezza le era pari solo nella gioventù, una creatura inferiore e esposta al passare del tempo, a “lei, immortale creatura guardiana del “calderone magico”. Infastidita richiuse la scatola sopra la creaturina indifesa e si avviò verso le sue stanze. “Sarai mio Son Goku, che tu lo voglia o no!!!”disse stringendo un pugno con un aria decisa e sinceramente pericolosa, per non dire leggermente folle.

 

 

 

 

Era l’alba. Il bambino era sceso dal letto e assonnato si era messo la tutina. Si era legato l’immancabile fascetta rossa, legato il bastone allungati sulle spalle ed era uscito per fare qualche kata. Solo che, senza il suo nonnino, non era la stessa cosa. Guardava alla natura con curiosità normalmente, ma quel giorno i suoi occhi aveva un taglio duro. In fondo nelle sue vene scorreva anche sangue Briefs.

 

 

 

 

 

 

La luce dell’alba indorava le case sulla Terra e tingeva di rosa il mondo. La pace a la tranquillità regnava quasi ovunque. Sopra le nuvole però, in un palazzo dalla strana forma, si sentiva tutt’altro.

“Non così!!!!!”stava gridando Junior furioso. Dende lo guardò mortificato. Il namecciano sospirò vedendo il più giovane disperato. “Scusa, ma questo movimento lo avremo fatto almeno mille volte…”commentò il Demon Prince. “Non ci riesco e poi le parole sono già così difficili”commentò il gemello di Cargot. “Ok, ok. Però non dovresti avere noie a parlare nella nostra lingua”lo rimbeccò il maggiore. Ricominciarono da capo, continuando a quel modo, il povero Goku non sarebbe mai tornato normale. Diciamo che nemmeno lui era molto contento di fare quello che stavano facendo. Dovevano fare un balletto stupido, girando in cerchio. Muovevano le braccia verso il cielo, muovendo in modo particolare le loro lunghe, verdi e sottili dita. Persino gli occhi dovevano roteare in un certo modo, dovendo essere perfettamente sincronizzati.


Continua...



Ringraziamenti:

ka93: E' una pazza XD No, io su Goku ci scommetterei, ma è di quella che non mi fido. Lui è troppo buono, per riuscire a trovare un modo per salvarsi XD
Ci sentiamo bacione tvtttttttb

Vegeta4ever: XD nn sei l'unica.  (Per me può morire NdVegeta) ( ç_ç NdGoku) (Ma tanto nn ti vuole morto NdVegeta) (ç_ç ç_ç NdGoku). Finitela!!! XP Alla prossima. ciauuuuu

Luna_07: U_U ogni tanto. ihih. Si, diamo Annin in pasto a Chichi XP (Che vuole dire? NdGoku) (Meglio che tu non lo sappia Ndme). Al prossimo chappy. tvb baciiiiii

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Capitolo 10
*** Cap.10 Senza scampo ***


Cap.10 Senza scampo Ringrazio anche solo chi legge.

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Cap.10 Senza scampo

“Mi sento strano. Resto immobile steso a terra, o meglio su questa superficie riflettente. Ho il vago ricordo di qualcosa, ma è tutto così confuso. Sono vuoto, stanco, non mi ricordo nemmeno il mio nome.

Davanti a me delle immagini fluttuanti. Dei visi, dei ricordi che non riesco ad afferrare.

 Tra tutti spicca il viso di una donna. E così bella, i capelli neri raccolti, gli occhi intensi e un cipiglio arrabbiato, ma un viso di porcellana delicato. Allungo con fatica la mano per raggiungerla, ma svanisce come sempre quando voglio ricordare. Deluso lascio che nuovamente il braccio ricada inerte. Siamo sicuri sia realmente mio, non mi stupirei se nemmeno questo corpo fosse mio, perché senza ricordi sono estraneo a me stesso.

Sento una voce che ridacchia. E’ conosciuta, forse un altro ricordo o uno scherzo della mente. “Amico mio, da quando sei così riflessivo?”.

La voce di un uomo nel corpo minuto da bambino di un uomo allegro. Non so chi sia. Che sia frutto di un sogno? Possono esistere uomini senza naso? Alzo gli occhi verso qualcosa che è reale, ma fumoso quanto i miei sogni.

Il viso di un giovane che si staglia davanti a me.

“Perdonami ancora una volta”mi dice seriamente. Non lo conosco o almeno non mi ricordo di lui. Non mi ricordo di niente, mi fa male tutto, mi sento così intorpidito che non riesco più a sentire me stesso. Per cosa lo devo perdonare? Non lo so, vorrei se ne andasse. Voglio rimanere solo con la mia confusione, mi gira troppo la testa e le palpebre sono così pesanti.

 Nelle mani ha una scodella. Umh, non mi ricordo di avere bevuto niente. Eppure sento un acre liquido nella gola che la fa seccare e la brucia più di una febbre o una notte torrida. E’ colpa di questo se ora sono inerme, gettato come un naufrago su una folle riva? Non lo so, ho la nausea. Chiudo gli occhi. Lasciatemi dormire…”

 

 

 

“La droga ha fatto effetto?”domandò Annin con lo sguardo da folle.

Il fratellastro era disgustato. Possibile che gli altri guardiani non considerassero un simile comportamento degno di una punizione? Certo, la principessa Sissi dell’aldilà da sempre usava i suoi poteri in quel senso, ma era una vampira, un essere inferiore.

 “Si”mormorò come se avesse del fiele in bocca.

 

 

 

 

“Mh, che mal di testa. Mi piego per vomitare tutto quello che non ho nello stomaco.

 Che cavolo mi ha fatto bere quel fetente? Io che mi sono andato pure a fidare. Se ci fosse il mio amico Vegeta mi prenderebbe a ceffoni e avrebbe ragione. O si che sono troppo buono e poi finisco in situazioni simili. Fortuna che il mio organismo saiyan reagisce più velocemente di chiunque altro a simili sostante. Si, ma la testa continua a girarmi e ora puzzo anche di vomito. Che meraviglia!

Io volevo passare qualche giorno da solo con Chichina. Possibile che sia chiedere troppo? Per una volta che non c’erano pericoli, non c’erano avversari, non c’era assolutamente niente, ecco che una pazza decide di farsi strani pensieri su di me. Io sono un uomo sposato e fedele. Non la tradirei mai e mai e poi mai avrei figli illegittimi. (Capito toei? Ammazzate l’af é_è)

 Ecco appunto dei passi dietro di me. Avrò perso i miei poteri, ma ci sento ancora benissimo. Mi volto, ma c’è qualcosa di diverso. Mi aspettavo di vedere ancora una volta quel ragazzo e invece capisco di essere in un mare di guai. Perché davanti a me, della mia medesima e ridotta altezza, c’è Annin e “quello” di sicuro mia moglie non lo considererebbe nemmeno vestito di quanto è succinto. Lo ammetto inoltre, se la “mia” Chichi andasse in giro in quel momento chiunque osasse guardarla finirebbe ucciso e trafitto da un’onda energetica per dieci. Guardo la parete che mi separa dalla libertà con rabbia e tiro una spallata dietro l’altra. Possibile che non riesca a sfondare del semplice cartone?

 Aiuto!! Qualcuno mi aiuti!!! Ok, niente panico e soprattutto evitiamo di perdere la testa.

 Dicono che sono io che non arrivo mai in tempo quando devo salvare qualcuno, ma nemmeno loro sono qui in questo momento. Né Vegeta, né Junior e persino Crilin.

Sono con le spalle al muro e sto avendo paura come mai in nessun combattimento. Non è valido. Mi ha levato tutti i poteri con un trucchetto.

“Stammi lontana stregaccia!!”gli grido mettendomi in posizione di combattimento. Urka, sono ridicolo seriamente.

E’ troppo veloce e nemmeno la vedo arrivare. Un colpo all’addome. Sono privo di difese e se fossi un maschilista potrei dire che è vergognoso non avere la forza di difendersi da una donna. Fortuna che ho capito da tanto tempo che esistono anche donne fortissime e che è vergognoso essere sconfitti in ogni caso, anche se si tratta di guerrieri maschi. Mi piegò in avanti per sputare sangue, nessun pugno mi aveva mai fatto così male. Tremo senza riuscire a farci niente. I colpi si susseguono uno dietro l’altro e perdo il controllo del mio corpo. Sento un dolore che si apre dietro l’altro. Sento così freddo, come se in questo posto io non possa fare altro che gelare. Cado in ginocchio più volte, ma mi devo sempre rialzare. Sento le mani gelide di quella pazza che si insinuano su di me, ma l’allontano con forza. Ci deve essere un modo per scappare. Scivolo all’indietro sullo specchio reso scivoloso dal mio stesso sangue. Non mi ero reso conto di scappare in tondo. La botta e terribile e sento la mia schiena andare in pezzi. Non posso fare a meno di gridare, ma non rimango fermo. Rotolo di lato e dapprima scappo a gattoni, come un bambino spaurito. Subito dopo riesco più o meno a rimettermi in piedi e continuo a cercare di starle lontano. Le forze vengono meno sempre di più, mentre striscio attaccato alla ruvida parete di cartone.

Rivoglio i miei poteri, mai come adesso ho desiderato ritornare me stesso.

Perché io sono Son Goku, ma sono anche Kakaroth, ultima speranza.

Per una volta vorrei che una speranza brillasse anche per me…

Continua...


Ringraziamenti:

Vegeta4ever: Speriamo, povero Goku, va sempre peggio. hehh, è meglio se non rispondo, che tu mi fai sempre domande che non dovresti XD. ** ne sono felice, vuol dire che sei una lettrice attenta, si si. ciauuu

Luna_07: Comunque questo è Gokino ridotto, alla fine si sente stranito e spaventato povero cucciolo. ihih, hai ragione, dorme in posizioni assurde e scomposte di solito, ihih. Per Goku cibo e Chichi sono sinonimi. (Ma lei odora di cibo, cucina cibo e bla bla bla cibo NdGoku) (=_=" Nd me). E' così affamato che si prende pure i veleni che gli danno gli sconosciuti, come nemmeno i bambini sprovveduti fanno XP.
Hai ragione, ma nemmeno a me questa va a genio. Cmq è soggettivo, per Goku la moglie rimarrà sempre la più bella.
Al prossimo, kiss, tvb.

ka93: No, è va sempre peggio. La prossima volta Goku implora gli altri di farlo partire con loro XD. Godiamoci Gokuccio finchè è piccino piccò XP. ti saluto
tvttttb

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Capitolo 11
*** Cap.11 La fine di Annin ***


Cap.11 La fine di Annin Ringrazio anche solo chi legge. Reghina è un personaggio di Vegeta4ever, ormai lo sapete XD.

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Cap.11 La fine di Annin


“Mi afferra con le sue mani gelide la testa. Mi divincolo, ma non riesco a liberarmi.

Un colpo, due colpi…Mi sbatte violentemente il capo contro il muro. Tutto mi si confonde, in un turbinio di colori e sangue.

Non tornerò a casa, non rivedrò i miei amati monti, non sentirò più il vento su di me, non ci sarà il sole, non ci saranno i profumi, non ci sarà la mia Chichi.

Mi lascio andare, le forze se ne sono andate definitivamente. Quasi non lo sento più il suo tocco invasivo. Chiudo gli occhi e le crollo tra le braccia. Faccia ciò che vuole, non ho più la forza di lottare…

 

Un grido. Il mio? Il suo? Non lo so, non capisco.

Ero convinto di essere svenuto.

Altre mani fredde sulle mie guancie, ma più delicato il gesto e meno femminea la mano.

Lo stesso freddo, ma stavolta mi lascia in pace.

Mi scuote delicatamente e pian piano riapro gli occhi.

Non capisco. Dov’è andata quella pazza? Ha deciso di lasciarmi stare? Eppure non mi ha fatto niente, mi ha lasciato in pace prima di…

Arrossisco scacciando questi pensieri, mentre a fatica tento di rimettermi in piedi.

“Annin?”domando con un filo di voce.

Ricado subito dopo. Ho preso troppi colpi, ho troppe ferite e ho perso troppo sangue. Il giovane mi fa appoggiare sulla sua spalla. E’ gentile come sembrava, stavolta non sembra volermi fare del male.

“Ti lascerà in pace”mi rassicura con un sorriso tirato. Annuisco e poi svengo nuovamente”.

 

 

 

 

“Mi volto. Mia sorella giace a terra morta. Dal suo stomaco esce la punta della sua stessa lancia. Morta trapassata da parte a parte. Soltanto un immortale può ucciderne un altro.

So cosa mi aspetterà adesso. Ho commesso una grave colpa. Ho ucciso un mio pari e il gruppo delle altre divinità mi punirà con la morte per questo.

Non me ne pento. Ero stanco di vedere come usava i suoi poteri, la sua superiorità. Era uscita pazza e andava fermata, purtroppo solo io potevo farlo.

Il mio ultimo atto da uomo finalmente vivo, sarà restituire a questo innocente la sua libertà.

Lo prendo in braccio e come l’ho portato via dalla sua normale esistenza, ora lo restituisco”.

 

 

 

 

“E’ tornato”annunciò Dende distrutto, buttandosi a terra come un peso morto, sedendosi pesantemente sul freddo marmo.

Anche Junior era felice, non erano riusciti a eseguire quella specie di danza per l’incantesimo in nessun modo.

“Anche stavolta se l’è cavata da solo”dovette però ammettere il Demon Prince, che nonostante fosse stanco, controllava meglio le sue reazioni.

 

 

 

Chichi riposava agitatamente nel letto. Il suo Goku, il suo povero maritino. Non si dava pace, sognandolo, chiamandolo incessantemente. Lo aveva sempre aspettato e solo questo le impediva di impazzire di dolore, nonostante fosse sparito da un giorno appena.

Fu svegliata da delle grida festanti.

“Nonna!!!! Nonna vieni!!!!!”la svegliò Goshin. Il nipotino era entrato come una furia nella stanza.

La donna si alzò stancamente e sembrava così vecchia, fragile e indifesa come sempre quando non c’era il suo Goku, il suo sostegno.

A malincuore si fece trascinare al piano di sotto dal bambino. Quando lo vedeva nell’aspetto così simile al suo amato saiyan, non riusciva a rifiutargli niente.

Per di più, come ogni buon Brief, non si arrendeva davanti a un rifiuto e si ostinava a portarla con se.

Arrivati al divano la donna si bloccò. Il suo cuore parve rallentare, mentre una calda lacrima le solcava il viso.

Ogni volta che lui era via sognava il suo ritorno. Lo vedeva sorridente alla porta, oppure lo sentiva ridere alle finestre. Altre volte invece lo vedeva addormentato proprio lì, placidamente.

Convinta che si trattasse dell’ennesimo frutto del suo dolore, rimase immobile a contemplarlo.

“Hai visto? E’ tornato il nonno!!!! Per di più ad altezza naturale!!!!!!!!”gridò fortissimo il figlio di Goten, facendo tremare le finestre.

Chichi scoppiò a piangere senza ritegno. Buttandosi sul marito, stringendolo con tutta la sua forza e piangendogli sul petto.

Lui si svegliò pian piano. Quel rumore lo stava riportando pian piano alla coscienza.

La prima cosa che vide fu il viso che più aveva desiderato rivedere in quelle ore di angoscia che aveva vissuto.

Non osò pronunciare parola, per paura che lei svanisse davanti a lui. Le accarezzò pian piano il viso.

Il piccolo Goshin sbuffando uscì lasciando i due adulti a farsi le coccole. Non le sopportava le cose sdolcinate.

 

 

 

 

 

 

La navicella atterrò una settimana dopo nel punto esatto da dov’era partita.

Dall’interno si potevano sentire i battibecchi tra Vegeta e sua moglie. Non certo per la stanchezza di essere arrivati fino al pianeta di Tarble e ritorno.

“Il marmocchio di mio fratello è uguale a sua madre.”iniziò riferendosi al figlio primogenito di Tarble. Prima però che l’azzurra potesse interromperlo, concluse dicendo: “Che disgrazia per l’universo. Un altro come Reghina”. La moglie gli rispose decisa: “Assomiglia te, porta il tuo nome. Che tipo sei”. Lui come risposta alzò le spalle con un sonoro “tsk”.

 

La normalità insomma. Nessuno avrebbe mai saputo o lontanamente immaginato quello che era successo in realtà in quei pochi giorni in cui erano mancati.

L’unico e il più grande segreto delle avventure di Son Goku che non ci potranno mai essere raccontate…

 

 

 

Fine seconda storia dello Special XD.

 

 

Ringraziamenti:


ka93: XD già, povero Goku. Però almeno è tornato a casa. ihih hai ragione, è proprio un danno Son Goku. alla prossima. tvttttb

Luna_07: U_U ma io non sono così crudele, l'ho uccisa subito alla pazza. Se le mandavo contro Chichi, ma manco solo Freezer e Cell messi assieme, tutti i cattivi di DB nelle tre serie messi assieme hehh. A presto, kiss e tvb.

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Capitolo 12
*** cap.12 il primo appuntamento ***


Cap.12 Primo appuntamento Dedicata a Vegeta4ever ^^. Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.12 Primo appuntamento


Il giovane Tarble si era sistemato per quell’evento nei più piccoli dettagli.

Si era presentato ordinato, pettinato e incoraggiato dal fratello John.

Ed eccolo lì ad aspettare la sua Reghina. La giovane era entusiasmata, ma non aveva certo perso tempo davanti allo specchio. Si era presentata con i primi vestiti che aveva preso sottomano, ma nonostante tutto era bellissima.

Il giovinetto si era preparato un discorso, ma vedendola uscire dalla stanza adiacente alla sua lo dimenticò totalmente.

L’accompagnò fino al giardino in silenzio e solo dopo che furono entrati nel via vai della città riuscì a proporle una meta.

"Ti piacerebbe andare al cinema?" chiese rosso, giocherellando con il ciuffo sulla sua fronte.

"Cinema?"alzò un sopraciglio la giovane parecchio dubbiosa.

"No. Voglio stare all'area aperta!"decise infine. Sorrideva, cercando di metterlo a suo agio. Era così tenero

"Luna Park?"propose invece Tarble d'improvviso.

Reghina sembrò una bimba pronta a far spendere un patrimonio al padre. "Con le giostre e lo zucchero filato?"aggiunse. Gli occhi le brillavano come stelle, mentre saltellava sul posto. Aveva deciso di sciogliersi.

Il ragazzo sorrise intimidito, segnandosi di ringraziare Trunks. Lui non era mai andato in quel posto e sarebbe stata una vera scoperta. "Certo, tutto quello che vuoi" le disse, sentendosi fortunato di vedere quel lato così dolce di lei.

"Voglio andare sulle giostre, sappilo" proclamò come se fosse un qualcosa di sacro.

Il giovane sgranò gli occhi. Giostre…giostre…Vabbè, avrebbe scoperto cos’erano una volta arrivato lì. Tirò fuori una mappa disegnata malamente, con sotto una impiastricciata firma. Kamy, per farsi perdonare, aveva sfoderato la sua imbranataggine nel  per insegnargli i luoghi della città, che ormai lei conosceva molto meglio delle sue tasche.

Ben presto si ritrovarono persi.

Non solo aveva un pessimo senso dell'orientamento la giovane sorella di Goku, ma questo si era trasfigurato in quell'orrida mappa.

La ragazza non se ne preoccupava. Si guardò un po' torno e indicò un prato. "Ti va bene se ci mettiamo lì?"propose, per tirare fuori Tarble dall'imbarazzo che sicuramente lo stava cogliendo.

Il giovane ci rifletté, ma poi si ricordò la gioia che aveva colto la sua amata a parlare di quel posto che doveva essere stupendo. Orgogliosamente si avviò verso un povero terrestre. Era un ragazzo con i capelli gellati come un pessimo cantante di terza categoria e parlava al fono facendosi il ganzo. "Cosa vuoi tappetto?"si rivolse vedendo Tarble. "Dov'è il Luna Park"cortese quello gentile. Il giovane gli rise in faccia.

Grave errore, si ritrovò alzato da terra.

La ragazza scosse il capo contrariata. In quella famiglia l'orgoglio ce l'avevano proprio nel sangue. "Tabby, lascia il pezzente” disse, svogliatamente.

Nel frattempo il ragazzetto terrestre, non solo gli aveva detto dove stava il parco divertimenti, ma anche che se moriva sua madre ci rimaneva malissimo e che avrebbe lasciato un nugolo di fratellini rimasti orfani, ovviamente tutte bugie. "Scusami, possiamo andare"concluse Tarble rimettendo a terra lo sconosciuto e tornando gentile come sempre.

Lei rise. Tarble doveva tenerci proprio, se aveva molestato un terrestre. "Allora mio cavaliere, dove?"domandò, divertita

Il giovane sentendosi come se avesse sconfitto tutto da solo quelli che ai addietro erano i terribili Avo Cado, indicò un posto non molto lontano. Strano non si fosse accorti prima di tutte quelle luci e quei rumori da giostra a cui vano intorno da parecchio.

Una volta entrati, per le coppiette era gratis, Tarble si voltò verso Regna e disse:"Dove andiamo prima?"

Lei si guardò intorno. "Lì, lì, lì!"urlò quasi, indicando le montagne russe.

Il giovane guardò quella strana costruzione. Nelle sue spire che si alzavano sempre di più, ricordava un enorme drago pronto a divorarlo. Il suo sguardo continuava a salire, mentre quel colosso si rivelava immenso. Bluastro in viso, con qualche punta di grigiastro, il giovane rimase immobilizzato.

"Che c'è?"domandò lei, guardandolo preoccupata. "Ti senti poco bene Tabby?"

Lui tirò fuori un sorriso tirato, che pareva più una smorfia. Deglutì e con voce tremante commentò: "No, no. Andiamo". Per poi dirigersi sicuro, cercando di parere sicuro di se. In fondo, che male poteva fargli un giretto su quello che i terrestri consideravano gioco?

Lei roteò gli occhi divertita. "Che tipo"mormorò tra sé, mentre lo seguiva. Aveva l'impressione che il poveraccio sarebbe caduto da un momento all'altro.

Il bigliettaio era una ragazza, se così si poteva definire. I capelli tinti di viola ricadevano in ciuffi scomposti, mentre i suoi veri capelli di un interessante verdino tentavano di spuntarla. La bocca era violacea a causa degli eccessivi piercing che vi aveva infilato. Sempre ridotte meglio del mento da cui usciva un simpaticissimo teschietto luccicante e delle orecchie piene di orecchini. Era vestita con una gonna di pizzo nero e una maglietta nera sgualcita. Senza nemmeno guardare i due giovani, timbrò il biglietto e gli indicò i sedili liberi. Sbadata nel sentire la musica a tutto volume., indicò la navetta della montagna russa più veloce, chiamata non a caso: “Trita-ossa".

Reghina si mise seduta senza esitare. Era eccitata per la nuova esperienza che stava per fare, anche se leggermente preoccupata per Tarble. Si promise di scegliere qualcosa di calmo, se fosse sopravvissuto a quello.

Il giovane invece si ripeteva che aveva scelto la più tranquilla. Quella che usavano i ragazzini più piccoli, "la traversata placida". Non si accorse che forse era un po’ insolito che sulla loro ci fossero delle saette blu e rosse, mentre era quella accanto, spenta, la navetta con i sedili morbidi e tanti anatroccoli disegnati di sopra.  Ignaro si sedette, abbassando davanti a se, la stecca di ferro.

Nemmeno il tempo di sedersi che, come un razzo, il veicolo partì.

Lei iniziò a ridacchiare quasi subito. La velocità l'elettrizzava, le piaceva. Era davvero carina, con gli occhi che le brillavano e mentre rideva cristallina.

Tarble tentava di fissarla per rimanere lucido. Terrore puro, se non fosse stato legato se ne sarebbe volato via di corsa. Si strinse forte i palmi. Era così bella, che non aveva intenzione di fare cattiva figura. Purtroppo per lui iniziarono ben presto le attrazioni. La discesa di colpo gli strappò un grido, mentre non riuscì a evitare la nausea nell'avvitamento. Sali, scendi, di lato, frenata. Trattenne  il vomito, mentre gli cominciavano a girare

confusi.

Quando tutto quello si fermò e poté scendere, baciò terra più volte.

Lei rideva ancora come una bambina. "Era bellissimo!"esclamò entusiasta. "Una volta dobbiamo rifarlo"sì, questo era sadismo vero e proprio.

Il giovane nemmeno la sentì, troppo intento ad ascoltare le sue orecchie che fischiavano e il cuore che batteva forsennato gridando nel TumTum le sue ragioni.

"Tarble?"lo chiamò"Stai bene?"forse aveva esagerato, con quel ragazzino.

"Si, ma i terrestri non hanno cose più simpatiche e tranquille? Che ne so, andiamo a dare da mangiare agli uccellini?"commentò quello ancora un po’ rincitrullito. Nel frattempo Re Vegeta sentì fischiare le orecchie, come sempre quando uno di famiglia o lui stesso per sbaglio mettevano in dubbio l'onore di famiglia.

"Ne hanno"assicurò lei, anche se non lo sapeva. "Le cose tranquille però, di solito, sono noiose"lo squadrò un po', poi sorrise. "Tranne guardare le stelle. Ti va?"

Il giovane ne era entusiasta. Guardò però il cielo. Era ancora troppo presto. Eppure i su profondi c neri si accorsero di una strana costruzione a cupola, strano come edificio. Nella sua mente risuonò la voce del fratello John. Afferrò la giovane e la portò con se. Sapeva come stupirla.

Il planetario era semi-vuoto.

Da quando era possibile viaggiare nello spazio, quasi nessuno andava più a visitarlo.

Perciò, quando li vide arrivare, l'anziana guardiana capì subito il vero motivo della loro visita. Sorrise comprensiva, lasciando da soli i due giovani.

"Dove siamo?"domandò curiosa lei, guardandosi intorno. Sembrava un bel posto, di quelli per coppiette. Sarebbe arrossita, se solo ne fosse stata il tipo.

Nemmeno il ragazzo sapeva bene cosa doveva fare. Solo che dovevano sedersi a faccia in su aspettare una specie di magia. Confuso e intimidito, nella  di fare l'ennesima figuraccia, si accomodò sulla comoda poltroncina rossa. Cedendo gentilmente alla ragazza di fare lo stesso.

Lei era dubbiosa, ma si mise a sedere. Fissò un po' in giro, chiedendosi cosa stavano aspettando. Era curiosissima.

La luce si spense, lasciando una penombra intensa. Pareva che il silenzio li avvolgesse, ma per la prima volta il buio avrebbe sorpreso la giovane.

Alzando gli occhi, furono abbagliati. Piccole e luminose perle di energia si muovevano sopra di loro.

Le immagini a tre dimensioni si muovevano intorno a loro. Il sole rosso e pieno di energia si mosse, portandosi dietro come incredibili figli che accorrevano intorno alla madre, i nove pianeti del sistema solare.

Sembrò davvero di navigare nelle nebulose.

La sensazione di viaggiare su una cometa fu la più intensa per il giovane e in quel ghiaccio cosmico il giovane non poté fare a meno di fissare in trepida attesa la sua accompagnatrice; sembrava una bambina con le labbra schiuse e gli occhi spalancati e brillanti che seguitano estasiati quello spettacolo. Amava le stelle e lo spazio, e vederlo così era stupendo per lei.

Persero la concezione del tempo, mentre Tarble si rilassava. Silenzioso come un gatto tentò di tranquillizzare di nascosto la ragazza, ma proprio mentre la sua mano si appoggiava sulla spalliera di lei, una voce li svegliò facendoli saltare in aria. "Mi dispiace, dovete tornare a casa"li avvertì ridacchiando la giovane. Le luci si riaccesero, mentre l'incanto si spezzava. Era  di tornare a casa.

Lei mise un grazioso broncio. "Di già?"domandò.

"Che ore sono?"domandò.

Sono le nove, il planetario chiude"disse l'anziana per poi avvertirli, che da quell' in poi

il parco tornava ad essere a pagamento.

Gli conveniva tornare a casa.

"Che peccato"mormorò Reghina, mentre camminavano verso l'uscita. "Però mi sono divertita"aggiunse, per non far sentire in colpa il ragazzo.

Lui sorrise, mettendosi le mani dietro la testa. Si sentiva benissimo, come mai prima d'ora. "Bè, mentre torniamo possiamo ammirare le stelle vere"iniziò.

"Anzi, prova a prendermi"concluse spiccando il volo e levitando al contrario aspettandola; quasi stesse nuotando sul dorso.

Lei sorrise di rimando.

"Che tipo"mormorò, per poi prendere ad inseguirlo. Sì, quella serata era proprio bella.

Perchè alle volte basta poco per rendere un giorno speciale, alle volte basta solo l'amore. In quella notte  magica, con la Capsule Corporation di sfondo, i due giovani si divertirono come non avevano mai potuto fare realmente da bambini.



Ringraziamenti:

ka93: Si, penso anch'io, anche se l'omicidio non è mai una buona scelta.
ihih a Goku va sempre tutto bene.
alla prossima avventura tvtttb.


Luna_07: Chichi che combatte = morte sicura di ognia avversario XP.
Si, ovvio. Cmq se ti incuriosisce qualcosa di Na o hai progetti fammi sapere ^^.
bacioni e kiss.

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Capitolo 13
*** Cap.13 Vegus e Jr. ***


x Dopo tutto questo tempo, ecco il nuovo Na.
Per Veget4ever che me lo ha richiesto.
Quello che facevano gli altri mentre Goku se la vedeva con Annin.
I personaggi di Reghina, Vegus e questo Vegeta Jr.; che non è assolutamente il mio di Taintend Dragoon o di quel filone; sono di Vegeta4ever.


Cap.13 Vegus e Jr.

"Si sa, quando si è lontani ai luce, le notizie arrivano storpiate.

E' come se attraversando lo spazio sconfinato, venissero modificate….

Vegeta sbuffò.

Non si sarebbe scomodato se avesse saputo che in realtà quello che era nato era il secondo genito di quel moccioso di suo fratello e di Reghina.

Alla guida di quell'astronave sembrava che il tempo trascorresse più lentamente.

Certo, senza Kakaroth c'era silenzio, ma si stava dovendo scarrozzare mezzo mondo e la cosa lo infastidiva.

"Siamo arrivati?”domandò per la millesima volta qualcuno nelle retrovie.

"No"rispose con tono duro suo nipote Vetrunks al suo posto.

Sospirò, quanto mancava ancora?".

 

 

"La navicella atterrò pian piano.

Appena i portelloni si aprirono, una folla scese scalpitante; pareva un invasione.

Dalya strillava tirandosi dietro la madre Bra.

Elly correva dietro al figlio Jaden eccitato.

May parlava fitto fitto con Gohan e Goten, facendogli venire un emicrania terribile.

Vetrunks camminava al fianco del padre, compunto, ma sorridente.

Mentre i gemellini Latys e Gill strillavano che volevano raggiungere il fratello maggiore, fermati a malapena dalla povera Pan,

Videl portava aiuto qua e là inutilmente.

Veki scese con calma, mentre Lory guardava intimidita quel nuovo mondo.

Bulma invece scese chiacchierando con John, o meglio intontendolo parlando più della stessa May.

Kamy invece si accorse che Vegeta era rimasto indietro.

"Ti stai facendo vecchio, Veggy?"chiese senza remore.

Lui le lanciò uno sguardo assassino senza rispondere e con incedere sicuro scese dalla navicella.

La rossa ridacchio, riconoscendo in lontananza Reghina.

"Kamy!"salutò questa, entusiasta. Oltre a Vegeta, di quel mare di persone, la mora conosceva veramente soltanto Kamy.

"Siete venuti, alla fine!"sorrise accogliendoli.

"Certo"ribatté la sorella di Goku, salvando dalle grinfie dell'azzurra il marito.

"Tsk"fu invece la risposta del re dei saiyan. Più che altro la moglie lo aveva costretto.

O almeno, quella era la scusa ufficiale.

"Oh, ciao anche a te Vegeta"sorrise entusiasta la mora.

"Mamma".

L'attenzione di Reghina fu subito catturata da un bambinetto di sei anni, dagli occhioni azzurri.

"E' lui il nonno?"domandò, indicando Vegeta.

"Ehi!" si lamentò Vetrunks seccato.

Kamy scoppiò a ridere alla faccia sconvolta di Vegeta.

In fondo non pensava di sembrare così vecchio, al moccioso veniva solo zio, ufficialmente.

"Te l'ho detto Veggy, sei vecchio"scherzò la rossa.

"No, tesoro"disse, stranamente, dolcissima Reghina rivolta al figlio maggiore.

"E' zio Veggy"chiarì scompigliandogli  i capelli neri. Il bambino guardò attentamente il Sayan di sangue blu, per poi, dopo un po’, annuire solennemente.

"Sì, mi piace!"commentò.

"Tarble dov'è?"si informò John.

"Io sono zia Kamy"si presentò invece la rossa avvicinandosi al bambino. Vetrunks sbuffò allontanandosi, si era offeso, in fondo iniziava a vedersi in lui lo stesso identico carattere di Vegeta.

"Spicciamoci a vedere l'altro marmocchio"ribatté invece il re dei saiyan, contento di essere uscito dalla situazione 'spinosa'.

"E' dentro"rispose Reghina a John, mentre osservava il suo bambino trotterellare dietro Vetrunks."E non chiamare il mio cucciolo marmocchio"ringhiò, poi, rivolta a Vegeta.

 

"Io lo chiamo come mi pare"ribatté Vegeta. Kamy era rimasta impalata, il figlio di Reghina l'aveva snobbata assolutamente. Ridacchiò e si rimise in piedi, che tipetto che era il figlio dell’amica. John invece corse dentro il palazzo alla ricerca del fratello.

Vetrunks si voltò accorgendosi della figura che senza remore si era messa a seguirlo. Oh no, come se non ci

bastavano i suoi fratellini in giro.

"Che vuoi?"sbottò incrociando le braccia.

“Volevo chiederti scusa. A me non piace far arrabbiare le persone”si scusò Vegus.

"Il fatto è che si può fare tutto in mia presenza, ma "nonno Vegeta" non si tocca"spiegò il bambino.

"Però nemmeno a me piace. Sono nervoso perchè non dormo da tanto"aggiunse il glicine sospirando.

"Se vuoi posso leggerti una favola!"si offrì, volenteroso, il bambino"E io non lo sapevo di non poter chiamare zio nonno, non me l'ha detto nessuno"

"Non importa. In fondo io resto sempre il suo 'nipote grande preferito'"si vantò il figlio di Trunks.

"Perchè una favola?"si informò poi non capendo.

"Perché le favole fanno addormentare"fece, saccente, l'altro.

"Se i tuoi fratelli non urlano troppo forte la notte. Non credi di essere troppo piccolo per saperle raccontare?"domandò il figlio di Pan grattandosi una guancia.

"IO NON SONO PICCOLO!"saltò subito su quello"Però anche io ho un fratellino piccolo così"e, avvicinò pollice e indice.

Vetrunks sorrise. In fondo anche lui aveva quella reazione se gli davano del  piccolo.

"Allora, di sicuro sarai anche bravo a combattere"buttò facendo finta fosse stata una frase casuale.

"Certo!"assicurò il figlio di Tarble.

"Mi ha insegnato la mia mamma! E la mia mamma è la più forte di tutti tutti tutti!"sottolineò poi Vegus.

"Io e il mio quasi cugino Goshin, invece, siamo stati allenati dai guerrieri più potenti dell'universo. Due veri supersaiyan di decimo livello. Nonno Vegeta e il Signor Goku". Non vedeva l' di trovare a qualcuno a cui poterlo dire.

"Allora devi essere forte!"sorrise.

"Io mi chiamo..."provò a dire.

"VEGUS!"il bimbo sbiancò"Ma...mamma"un'arrabbiatissima Reghina lo affiancò.

"Non allontanarti più, mi sono presa un colpo!"lo sgridò. Era una mamma davvero apprensiva.

"Scusa mammina". Vegus mise su un'aria da cucciolo e Reghina si sciolse.

"Su, entriamo, così zio Veggy vede tuo fratello e smette di borbottare".

Vetrunks sbiancò. Anche sua madre si sarebbe comportata in quel modo se si accorgeva che si era allontanato.

Decise perciò di andare dietro al nuovo amico.

Correndo lo affiancò e gli chiese:"Re di cosa? ".

 [Vetrunks in saiyan significa re. Trunks frutto di un grande amore. Geta sn i soli saiyan. Vetrunks conosce l'idioma saiyan ed è curioso di natura]
 "Vegus, Re dell'ombra"sorrise, entusiasta il bambino rispondendo.
 "Vero mamma?"chiese conferma.
 "Bravo cucciolino"sorrise dolcemente lei, mentre guidava gli ospiti dentro la casa, precisamente in una stanza con una culla e tutto ciò che serve a un neonato.

 Vetrunks sorrise entusiasta.
 "Bellissimo"commentò, cercando però di non sbilanciarsi troppo.

 Vegus sorrise e rimase attaccato al nuovo amico. Difficilmente l'avrebbe lasciato andare. Reghina, intanto, aveva preso in braccio il secondogenito e gli stava, per così  dire, presentando i parenti, che manco a dirlo venivano quasi subito fulminati dal neonato.
 Vegus sorrise e rimase attaccato al nuovo amico. Difficilmente l'avrebbe lasciato andare. Reghina, intanto, aveva preso in braccio il secondogenito e gli stava, per così dire, presentando i parenti, che manco a dirlo venivano quasi subito fulminati dal neonato.

 

Vegeta sorrise malefico. Kakaroth aveva messo a segno Goten e Goshin, ma lui adesso oltre a Vetrunks poteva vantare quel nipote appena acquisito.
"Emh, papà, hai uno sguardo strano"mormorò Trunks vedendo la luce omicida negli occhi del genitore.
"Vegeta, stai di nuovo facendo la faccia da squalo"commentò la povera Bulma.
Tutti quegli ai sulla Terra e ancora sapeva sembrare un mercenario pazzo omicida.

"E' molto più carino di te da piccolo"commentò pacatamente Reghina, cullando teneramente il figlio.
"Tsk, non tutti quelli che da neonati erano interessanti, lo erano anche da adulti. Prendi Kakaroth"commentò il principe dei saiyan punto nel vivo. Dimenticava sempre quanto tagliava la lingua di Reghina.
"Scusa, tu che ne sai di mio fratello?"domandò la rossa non capendo.
Vegeta schiuse gli occhi. No, invece Kamy era solo un imbranata parlante ventiquattrore su ventiquattro.
"Me ne hai parlato tu"mentì spudoratamente.
"Vegus, come si chiama tuo fratello?"domandò invece Vetrunks.

"Vegeta"rispose, con tono leggermente geloso.
"Il mio bambino sarà interessantissimo anche da adulto"rispose subito Reghina.
"Sarebbe davvero umiliante se un componente purosangue della famiglia reale non lo fosse"continuò, candida e provocante come sempre.

La cosa assurda fu che si risentì Gohan. Era la prima volta che il  si offendeva per qualcosa.
"I mezzo-sangue sono più potenti, a essere sinceri"commentò aspro.
Videl sgranò gli occhi. Da quando il marito diceva certe cose?

"Se si sanno allenare"commentò, sorridente, Reghina.
"Sennò non reggono il confronto con un neonato purosangue".

Ad aumentare la tensione ci si mise pure Veki. 
"Che ne pensi Lory. Sarà un combina pasticci come il senior?"punzecchiò il fratello.
La povera Lory voleva volatilizzarsi.

"Non preoccuparti. Se prova a fare certe cavolate due schiaffi non glieli toglie nessuno"ridacchiò la neo mamma, cullandosi il bambino, che probabilmente voleva sparire, proprio come Lory.
"Tsk, in ogni caso ha ragione. Un purosangue è più forte"commentò a sorpresa Vegeta.
"Miracolo, mi ha dato ragione"sospirò Reghina.

"Vegus, tesoro, ti va di tenere Veg?"il bambinetto guardò prima la madre, poi il fratellino. Era un ordine o una domanda?

Kamy intanto si era avvicinata a Gohan che brontolava vistosamente.
"Ci credi ancora a queste sciocchezze? Dai, se fossero vere, una terza classe come me, col cavolo che si sposava una nobile"lo rincuorò.
Vegus sbuffò, mentre Vetrunks guardò con raccapriccio Latys e Gill. Non aveva nessuna voglia di tenere quelle due piccole pesti.

"Mamma, ma papà?"buttò lì, Vegus, per evitare di prendere il fratello. Se per caso gli cadeva, Reghina l'avrebbe ammazzato.
"John!!!!".gridò a tutta voce Kamy.
Il poveraccio fu costretto ad arrivare di corsa, trafelato; portandosi dietro il fratello, che invece voleva rimanere ben nascosto.
Le occhiaie erano il segno che non ce la faceva più. I capelli, compreso il ciuffo erano un groviglio, mentre il sorriso, di chi ha passato decisamente troppe notti insonni.
Vetrunks si rese conto, che c'era chi era messo molto peggio di lui.

"Table"lo salutò, sorridendo, Reghina.
"Pensavo stessi dormendo"aggiunse candida. Vegus corse subito accanto al padre, finalmente contento. Non si sentiva molto a proprio agio, con tutta quella gente che nemmeno si presentava. Si chiese come facesse la sua mamma.

"Dormire?  Si, che bella parola…"mormorò il poveraccio che cadeva in piedi.
"Io onestamente, non apprezzo eccessivamente il dormire"commentò John guardando confuso il fratello.
Al contrario Vegeta guardava esasperato entrambi i fratelli più giovani.
"Scusate, ma piuttosto che dormire, qui nessuno di voi ha fame"domandò Goten grattandosi la testa.
Da quando si era fatto crescere i capelli, per il povero principe dei saiyan era come avere un Kakaroth in miniatura come genero.

"Non è una cattiva idea"si aggiunse Videl, sperando di placare il cattivo umore del marito.

"Su, state buoni"fu invece la frase di Bra, che non aveva ascoltato niente, alle prese con le due piccole pesti.

"Ti dò una mano"si propose, o meglio si immolò Trunks, prendendo tra le braccia la sua piccola copia Gill.

"Scusaci Reghina, sembriamo un branco di cavallette senza ordine"cercò di metter pace Bulma.

"A parte questo, in questo marasma non si può nemmeno salutare e presentarci decentemente"fece notare

Veki arguta. Lei amava tantissimo i bambini e avrebbe voluto fare amicizia con il piccolo Vegus.

Lory annuì, rapita dal piccolo Jr.. In ogni caso, non si poteva certo dire che il neonato fosse il tipico visetto

angelico, ma era ugualmente incredibilmente bello.

"Non preoccuparti Bulma"le sorrise Reghina.

"In effetti"mormorò poi.

"Vegus, dai, vieni qui". Il bambino si guardò un po' intorno, attaccandosi alla gamba del padre.

"Devo proprio?"domandò, timido. Poi, però, avanzò da solo. Sia mai che la madre decidesse di trascinarlo verso quella marea sconosciuta.

"Come ti chiami?"domandò la principessa dei saiyan. Normalmente utilizzava un tono più dolce con i piccoli, molto diverso da quello solito. In ogni caso, bastava la luce che brillava nei suoi occhi, a conquistarli di solito. 

"Tu saresti"?domandò. Ovviamente aveva capito il nome, ma voleva trattare il piccolo saiyan da vero ometto.

Kamy nel frattempo, nelle retrovie, aiutava Elly a tenere a bada Jaden. Il figlio di Junior voleva a tutti i costi fare amicizia, ma ci mancava solo lui, per far ritrarre confuso e poco propenso il figlio di Reghina.

"Io..."mormorò, esitante, il bambino.

"Io mi chiamo Vegus"poi sorrise timidamente.

"E...credo di essere suo nipote"e puntò il dito verso Vegeta senior.

"Senza credo, tesoro"lo rassicurò Reghina, sorridendo.

"Lo sei e non farti ingannare da quell'aria da duro. Sono convinta che a quel capoccione di mio fratello stai simpaticissimo. In ogni caso, hai un nome da vero saiyan"commentò Veki.

"Penso anche che ti sia fatto un amico"indicò Vetrunks e allo sguardo inferocito dei due occhi neri

dell'altro giovane saiyan, capì che era finta rabbia.

"Tu come ti chiami?"chiese, con un sorriso solare. All'inizio era timido, ma nemmeno due secondi e subito

diventava espansivo.

"Lei è la principessa Veki"presentò senza farci caso Lory. In fondo alcune abitudini erano dure a morire.

"Io invece Lory"si presentò, mettendo da parte un pò della sua timidezza, ma il suo tono rimaneva ugualmente dolce e basso.

Vetrunks si avvicinò a suo nonno.

"Dovremmo raggiungere gli altri nonnino?"domandò e, come sempre con il suo eroe personale, il tono da duro e lontano, si faceva gioviale dimostrando la sua età ancora in procinto di sbocciare.

"Scommetto che vuoi rimanere con quell'altro moccioso"ribattè il maggiore capendo le intenzioni del glicine.

"Ho un'idea. Mangiamo e chi ha ancora la forza poi va a passeggiare. Sei d'accordo Veggy?"li fece saltare in aria Kamy intrufolandosi silenziosamente nel discorso, per poi gridare all'improvviso.

"Piacere Lory, piacere zia Veki"poi il ragazzino corse accanto allo zio e alla rossa.

"Scusa, zio, dicevi a me moccioso?"chiese, innocente. Non sapeva nemmeno fosse un insulto.

"Perché, volevo chiederti se mi dicevi cosa significa!"aggiunse, infatti. Reghina ridacchiò. L'ingenuità a volte era peggio delle provocazioni volute.

"Significa che ancora non sei abbastanza grande da abbattere uno stra-mega-cattivo potentissimo da solo, ma devi già cominciare a dimostrare di essere degno di essere chiamato con il tuo vero nome"ribattè Vetrunks, che non aveva mai considerato la parola moccioso come offesa.

"Alcuni mocciosi lo restano anche da adulti, soprattutto causa 'altezza'"commentò Veki con un sorrisone.

Vegeta ebbe l'improvviso ricordo del perché si divertisse a massacrarsi con la sorella, da piccolo e non certo in modo quasi amichevole come con Kamy.

Lory respirò forte, sempre così tra quei due, la differenza di età non aveva cambiato niente.

"A me papà mi chiama sempre mocciosa"commentò Kamy, mentre John annuiva. Conosceva fin troppo bene il guerriero dalla fascia rossa, che padre protettivo.

"A me mi ci chiama tutt'ora Vegeta"mormorò Tarble con voce lugubre.

"Sì, però..."commentò il bimbo.

"Lo l'avevo chiesto a zio!"aggiunse e incrociò le braccine, con aria altamente indignata.

Vegeta si limitò a guardarlo, considerando se prenderlo seriamente o meno. Nel suo sguardo scritto a caratteri cubitali che non aveva intenzione di perdere tempo a rispondere.

Peccato che Vetrunks la pensasse diversamente.

"Nonno, glielo spieghi tu?"chiese e utilizzò la sua arma segreta.

"Umphf"commentò Vegeta incontrando i due occhioni neri profondissimi e dolcissimi da cerbiatto ferito.

"Significa che ancora sei un bambino, perciò non starmi troppo attaccato"commentò con tono monosillabico e duro il re dei saiyan.

Meno male che la Donna non c'era a vedere l'ennesima volta in cui il suo orgoglio doveva piegarsi in un carattere poco poco più socievole.

"Oh, va bene"non fece una piega, cambiando meta della sua attenzione. C'era così tanta gente in quella stanza!

"Vegus, devi ANCORA scusarti con Kamy per averla ignorata"lo riprese Reghina, indicandogli la rossa.

"Scusa Signora Kamy"e sorrise anche a lei.

"Non ti devi scusare, se non vuoi. Solo mi devi dire, perchè non ti sono sembrata abbastanza simpatica da chiacchierare".

"Odio quando parla ambigua"mormorò John al fratello, che alzò le spalle non capendo. Gli occhi della rossa erano di un insolito bianco-fucsia.

"Non è che non mi sembri simpatica"s'imbronciò il bimbo.

"Però lui"si era arrabbiato con me, e io non voglio che le persone sono arrabbiate con me"spiegò indicando Vetrunks.

Reghina, intanto, ripensava sorridendo a come il figlio aveva snobbato Vegeta senior, cosa più unica che rara, dato che i bambini di solito gli giravano intorno.

Vegeta dal canto suo non se n'era nemmeno accorto. La sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso. Come se ci fosse qualche problema e non riuscisse a capire quale. Nemmeno si accorse del draghetto dorato in miniatura, che invisibile a tutti, ma non a lui che vedeva la fenice, si sgolava urlando nel suo orecchio.

"Questo è molto saggio, bravo"passò la prova Vegus, mentre Kamy si rendeva conto di una cosa.

"Emh, tutto sommato, voi non avete veramente fame?"domandò con gli occhioni verdi spalancati, facendo cadere tutti a terra. Certo che i suoi cambi d'umore erano proprio repentini.

"Ho capito, ho capito"ridacchiò la padrona di casa.

"Vegus, accompagni tu gli ospiti in cucina? Io metto papà e Veg a letto"il ragazzino annuì, saltellando felice verso la cucina. Gli piaceva rendersi utile.

"Dopo mangiato, era già tanto se i tavoli fosse rimasti interi e i piatti non fossero morsicati anch'essi.

I poveri camerieri e servitori di quella minuta razza sferoidale, si erano a dir poco

terrorizzati a veder quelle cavallette voraci.

D'accordo avere fame, ma i saiyan erano terribili, a rimaner lì a lungo avrebbero portato la carestia.

Solo Jaden aveva mangiato poco e niente, ma in fondo oltre a sangue di Elly c'era anche quello paterno.

Naturale che dopo mangiato, tre quarti degli strani ospiti, avessero seguito Tarble nella sua occupazione, ossia:

Pochissimi rimanevano ancora in piedi e tra questi c'era l'intraprendente Kamy che non vedeva l'ora di uscire e prendere aria.

Come sempre nelle rimpatriate non si era parlato di altro che del popolo morto e di quanto erano potenti, o simili cose, i deceduti.

D'accordo che anche lei veniva dall'oltre tomba, ma allegra com'era, quei discorsi macabri non le si addicevano.

"Dai, facciamo una passeggiata"pregava un povero John che non ne voleva sapere assolutamente.

"Se vuoi ti accompagno io zia Kamy!"si offrì Vegus, con gli occhi che gli brillavano. Aveva, ormai, ufficialmente adottato la rossa come sua 'zietta preferita'.

Vetrunks ci rifletté. Non fosse mai che si perdeva una cosa simile. Il suo amichetto Gorin non era lì con lui a fare danni, ovvio che volesse poter sfogare la sua vivacità di bambino con altro.

"Andiamo"strattonò il 'nonnino' che lo guardava con due occhi spenti.

Il povero Vegeta era il re, oltre che dei saiyan, delle pennichelle.

Ecco spiegate le sue continue sparizioni durante importanti combattimenti come Hildegarn.

Peccato che quel giorno, saltellandogli sulla pancia e pregandolo in modo assilante, il nipote lo avesse detronizzato dal suo trono-letto.

Una risatina scappò alla padrona di casa. Suo figlio aveva trovato un'amica e il Re dei Sayan aveva accumulato già due smacchi al suo orgoglio. Quella giornata sembrava proprio proficua, almeno dal suo punto di vista.

 "Mamma, mamma!"la richiamò Vegus.

"Posso portare zia Kamy fuori? Posso? Posso? Posso?"e probabilmente avrebbe continuato, se Reghina non avesse annuito, raccomandandogli ovviamente attenzione.

"Tsk, questo ambiente tranquillo ti ha rammollito. Pensavo non avresti avuto paura di uscire fuori. Temi forse che l'aria ti aggredisca?"le domandò Vegeta con uno sguardo glaciale. In realtà non poteva certo dire la verità. Non gli andava per niente di rimanere da solo in balia di marmocchi e di Kamy, che volendo la rossa era anche peggio.

Reghina sorrise, angelica. Il Re dei Sayan doveva preoccuparsi ora. Quando Reghina sorrideva in quel modo, volevano dire guai.

"Oh, magari, mi servirebbe un combattimento"iniziò, pacata.

"Ma, non ho intenzione di perdermi TE alle prese con due bambini"e sorrise, di nuovo, innocente.

"O sei tu a temerli, Veg?"

Vegeta ebbe per un attimo l'immagine di Kakaroth che le prendeva. Il drago miniaturizzato era passato alle immagini, peccato che il re dei saiyan lo prese per una perfetta fantasticheria rilassante.

"Tsk"ribattè soltanto. Notando che purtroppo il 'bel sogno', si concludeva riportandolo alla spinosa realtà.

"Il nonno ci vuole stare con me"mormorò desolato Vetrunks.

Vegeta socchiuse gli occhi e forse capì perchè suo padre si era disfatto di lui quando era moccioso, per non sopportare un marmocchio quasi sicuramente.

"Certo che ti sopporto. Sei mio nipote grande, perciò non fare il piangisteo"ribattè e, cercando di ignorare e bloccare altri possibili interventi, girò le spalle e iniziò ad avviarsi.

Reghina strozzò la risata, giusto per non dispiacere al bambino. "Fa il bravo baby-sitter Veg!"raccomandò, giuliva. Non si sarebbe persa un secondo di quella passeggiata.

"Senti, prima che mio fratello ammazzi me, che alla fine ci vado sempre di mezzo io. Posso rimanere qui?"domandò John sorridendo a Kamy.

Lei lo afferrò per un braccio scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia per poi prenderlo per mano e portarlo con se.

"Non se ne parla. Se Veggy dice qualcosa, ti proteggo io"commentò la rossa decisa.

Il come era pressoché impossibile da capibile e mettere in atto, ma come a spiegarlo alla  sorella di Goku?

Il piccolo Vegus mise il broncio.

"Volevo accompagnarla io"mormorò, a nessuno in particolare. Decise che la voglia di uscire era passata del tutto.

"La stai accompagnando tu. Il fatto che ci siano altri a prendere la stessa strada, non cambia niente"spiegò Vetrunks. Nemmeno lui aveva capito esattamente cosa aveva detto, ma era occupato a cercare di tenere lo stesso passo e la stessa camminata del nonno.

"A proposito. Cosa c'è di interessante in questa zona?"domandò la rossa dopo un pò. Ormai erano troppo lontani perché la sua povera vittim…marito, potesse scappare.

"Ci sono tante cose belle".

Vegus le saltellava intorno, non allontanandosi mai troppo da lei.

"Per esempio ci sono le terme!Oppure anche le palestre!E poi le piscine, parchi giochi, cinema...mamma ha voluto mettere tuuuuuuuuuutte le cose della Terra!".

Probabilmente, non si sarebbe zittito più, ora che aveva familiarizzato con la rossa.

Gli occhi di quest’ultima si illuminarono. Era come se avesse appena trovato un fratellino. Ora chi le avrebbe più chiuso la bocca "Davvero. Addirittura il cinema!!"festeggiò. Gli occhi di tutti i colori, ma molto vividi, come se fossero stati luminescenti.

"Sì!"assicurò, il piccolo.

"C'è tutto tutto zia!"

La rossa iniziò a riflettere.

"Voi dove andreste?"domandò più a se stessa che agli altri. Sapeva essere indecisissima sulle cose, sopratutto quando le piacevano tutte. Questo era uno dei motivi, o una delle scuse di quando mangiava, diceva semplicemente che non sapendo scegliere le toccava divorarsi tutto. Gli altri però non capirono e ognuno diede la propria risposta, a parte Vegeta che guardava la sua coda muoversi stranamente.

Il draghetto al contempo non sapeva più che fare, nemmeno quello stava servendo a niente.

"Palestra"disse sicuro Vetrunks.

"Cinema"propose John, più che altro per dormire mentre lo proiettavano.

"Possiamo andare al cinema?".

Vegus la guardò, entusiasta.

"Mamma mi ha detto che oggi c'è una 'parodia', e voglio scoprire cos'è!"

"Allora tutti al cinema!"decise Kamy puntando il dito davanti a se. Accorgendosi che era sceso il silenzio e sopratutto il gelo, come se niente fosse, si sistemò la giacca viola sopra la battle suit e si diresse a passo di marcia. A parte il fermarsi due volte, una per un verme antennuto di come non ne aveva mai visto e per qualche coccola a un imbarazzatissimo John, arrivarono facilmente al cinema.

Era fedelissimo, ma di proporzioni più piccole e ovviamente al posto dei pop corn e cose simili c'erano specialità e cibi tipici del pianeta, ma tutto sommato gradevoli.

La maschera capì subito che tra di loro c'era una probabilmente componente chiassose e si preparò di tutto punto per zittirla se avesse parlato durante il film

Peccato che Kamy, con gli occhi neri pece e un sorriso poco rassicurante, in anticipo, fece capire che lei voleva fare chiasso e provare a fermarla poteva valere più di un film perso, o almeno questa era la scena.

John potè dormire e stare abbracciato con Kamy e per lui fu un successo.

Vegeta dovette sopportarsi le chiacchiere della rossa fitte fitte con Vegus, unite alle domande del nipote e ai commenti di Reghina che lo vedeva lentamente sempre più distrutto.

Fortunatamente il film finì.

 

"Beh, pensavo peggio"commentò Reghina, cullando Vegus. Il bambino alla fine si era addormentato, con un sorriso felice e nel bel mezzo di un discorso su non si sa cosa.

Vetrunks non era riuscito a sapere se il film al nonno era piaciuto, ma l'adulto aveva le occhiaie e i suoi capelli a fiamma parevano poco poco sfibrati.

Kamy invece era mezza addormentata, in fondo consumava molte energie e la sera cullava presto, peccato che parlasse anche nel sonno.

Il draghetto intanto sentì distintamente la paura di Goku. Il suo custode era da solo in mano a una pazza, anche partendo in quel preciso istante ci sarebbe voluto del tempo per tornare sulla Terra. A mali estremi, estremi rimedi. Concentrò tutto il suo potenziale e con la forza della disperazione morse il re dei saiyan.

Quello che proruppe dalle labbra di quest'ultimo fu un misto tra un basso ringhio e un imprecazione di dolore.

"Tsk, questo pianetucolo è pure malsano"si lamentò massaggiandosi la mano che inspiegabilmente, per lui, era diventata tutta rossa.

"Sei tu vecchio"lo 'rassicurò' Reghina.

"Non hai più l'età per viaggi nello spazio, eh, Vegeta?"

Kamy riaprì un occhio sorridendo. Assonnata si, ma non poteva perdersi una simile occasione.

"Te lo dicevo io. Dovresti ascoltare me e tua sorella. Sei anziano"commentò con un sorrisone innocente, mentre John guardava da un'altra parte per non essere tirato in mezzo.

"Nonnino, ti sta diventando rosso anche il collo…l'altra mano e"…iniziò a numerare Vetrunks, mentre il draghetto dava il meglio di se. Pareva che il povero Vegeta stesse avendo una leggera orticaria.

"Forse dovresti tornare a casa"ora Reghina cominciava davvero a preoccuparsi.

"Maledetto Kakaroth!!"gridò Vegeta. Non aveva idea del motivo, ma il suo intero essere gli diceva che era colpa dell'altro saiyan. O meglio era la fenice che cercava di spiegarlo, mentre dava poco amichevoli beccate all'altro animale simbolo.

"Non gridare"gli fece notare Kamy. Più che altro, era disperata. Possibile che Vegeta non sopportasse il suo adorato fratellone Goku?

"Tsk, certo che torniamo a casa. In fondo il moccioso lo abbiamo visto"ribattè il principe dei saiyan, dimenticando che

Reghina non apprezza che suo figlio venisse chiamato in quel modo.

"Io questo benedetto Kakaroth devo ancora capire chi è"borbottò tra sé.

"E non chiamare il MIO bambino moccioso, o altro che Kakaroth, te li do io i problemi"minacciò. Non le importava niente se Vegeta era Super Sayan 10 o 50, nessuno chiamava suo figlio moccioso.

"Kakaroth in realtà è il mio bisnonno Goku. E' il figlio di Bardack"cercò di spiegare Vetrunks, aggiungendo poi di parlare a basa voce per non svegliare Vegus, in fondo gli faceva simpatia ormai.

"Lo abbiamo visto combattere contro Kid Bu, il mio fratellino"ribattè Kamy con voce dolce.

"Ah! La copia bionda di Radish!".

In fondo, lei l'aveva visto in Super Sayan tre, quella volta.

"Non è degno di essere nominato quel beota non greco. Partiamo immediatamente"diede ordine il re dei saiyan duro.

"Ti sei rimesso in fretta, eh? Deve starti proprio antipatico questo...Kakaroth?"chiese.

"O come cavolo si chiama, comunque".

Nel frattempo stava facendo salire sulla navicella tutti gli ospiti. Infondo, il rossore sul corpo di Vegeta non era rassicurante.

Il potere del drago aveva iniziato a litigare aspramente con la fenice e questo aveva fatto aumentare esponenzialmente la rabbia di Vegeta. Fu forse per questo che mezzi confusi e non capendoci quasi niente, tutti si lasciarono convincere a tornare a casa in quel modo improvviso.

"Vegeta, sembri un peperone"commentò Goten. Gli arrivò un pugno da parte della 'mogliettina' Bra che se lo portò via mezzo svenuto.

Si che il rossore stava già scemando, ma ugualmente ancora si notava.

"Hai dei figli meravigliosi"si complimentò un'ultima volta Kamy con Reghina salutandola.

"Congratulazioni"diceva invece John a un redivivo Tarble.

"Secondo te gli fa tanto male?"domandò Lory preoccupata a Veki, riguardo alle condizioni del maggiore.

La sorella di Vegeta sbuffò. Un altro guaio, cosa doveva fare con suo fratello? Era un caso senza speranza.

"Ci rivediamo presto"promise la mora a Kamy.

"Te li mando sulla Terra una volta di queste"al Re quelle parole arrivarono quasi sfocate, ma gli sembrò la più terribile minaccia esistente...

 

 

Alcune storie iniziano, altre finisco…larga è la foglia, stretta è la via, aspettatevi la prossima Na special…

FINE

ka93: ^^ Sn felice ti sia piaciuta. Spero gradirai anche questa.

hehe, quel terrestre mi sa che non farà più il bullo in vita sua.

Tarble al solo pensiero ancora scappa XD.

Alla prossima. kiss

Luna_07: Sono felicissima che questa coppia ti piaccia.

Tarble arrossisce e si nasconde dietro il ciuffo.

Al prossimo, bacioni ^^

Vegeta4ever: Lo sai, per il matrimonio alla fine di BRE. XP.

A prestissimissimo ^_^

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