L’inizio delle missioni

di Starfantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1^Parte ***
Capitolo 2: *** 2^ Parte ***
Capitolo 3: *** 3^ Parte ***
Capitolo 4: *** 4^ Parte ***
Capitolo 5: *** 5^ Parte ***
Capitolo 6: *** 6^ Parte ***



Capitolo 1
*** 1^Parte ***


 

 

Eccomi qui con il seguito delle mie ormai infinite fanfic su Huntik (cartone meraviglioso) in attesa della seconda serie che purtroppo tarda ad arrivare... spero che vi piaccia!

 

Marta

1^ Parte

 

 

 

Dante attaccò la ragazza con un pugno, ma lei si difese abilmente parando i suoi colpi e rispondendo immediatamente. Cercò di colpirlo con un calcio, poi con un pugno, ma tutte le volte lui la bloccava e in un modo o nell’altro tornava all’attacco facendola indietreggiare.

- Augerfrost!

- Armorbrand! - la barriera la protesse dalla sfera di energia, ma in brevissimo tempo lui le fu addosso e la fece cadere con un colpo dietro alle ginocchia, bloccandole le braccia al pavimento e cadendole praticamente addosso.

- Zhalia, concentrati! - disse lasciandola andare.

- Mi sto concentrando! - fu la risposta infastidita. - Non puoi pretendere che sia al massimo delle mie capacità dopo cinque ore di allenamento consecutive.

- Non lo eri neanche quattro ore fa. Ti ho sempre battuto.

- Cosa? Stai scherzando o hai problemi di memoria? Ti ho sconfitto neanche mezz’ora fa. E poi la mia missione non richiederà dei combattimenti, dovrò soltanto fare attenzione a non farmi scoprire. - gli ricordò lei osservandosi il dorso della mano su cui c’era un piccolo taglio che si era procurata allenandosi. In realtà aveva paura che sarebbe servito eccome tutto questo allenamento, la Spirale di Sangue non era un avversario da sottovalutare.

- Ti fa male? - la ragazza scattò di lato, riportata alla realtà dalla voce inaspettatamente vicina di Dante.

- No. Non è niente di grave, passerà subito…

- E’ una buona occasione. - la interruppe lui.

- Per cosa?

- Per imparare Everfight. Ne hai bisogno.

- Non è vero! Non ne ho bisogno! E poi non sei il mio insegnante delle elementari, non mi dici tu di cosa ho bisogno. - arretrò senza distogliere lo sguardo dal suo.

- E’ vero, non sono il tuo insegnante delle elementari, e forse è anche vero che tu non ne hai bisogno. Ma ne ho bisogno io. - Dante disse quelle poche parole velocemente, con sicurezza, pronunciandole come tutte le altre come se non significassero niente di particolare per lui. Zhalia rimase un attimo interdetta, poi scosse la testa e sospirò.

- Cosa dovrei fare? - chiese rassegnata.

- Pensa intensamente al dolore.

- Cosa? E questo sareb…

- E poi eliminalo. Cerca di condensare energia nel tuo corpo e nella tua mente. - Zhalia chiuse gli occhi e si concentrò. Non voleva fallire, non voleva deluderlo.

- Everfight. - si sentì avvolgere da un calore confortante che la percorse fino a concentrarsi sulla sua ferita. Aprì gli occhi e sorrise, notando che sulla sua mano non c’era più nessun segno; alzò gli occhi fino a trovare quelli del Cercatore, che le sorrise di rimando.

- Direi che possiamo fare una pausa.

Uscirono dalla stanza degli allenamenti di casa di Dante; in salotto Sophie, Lok e Tersly studiavano Matematica.

- Abbiamo trovato qualcuno che riesca a tenere Lok sui libri per più di dieci minuti… - commentò Dante sarcastico.

- Tersly mi ha incastrato: riesce a far sembrare tutto così… divertente! Insomma, la matematica non è divertente!

- Fai silenzio, Lok! - sibilò Sophie. In quel momento entrò Cherit con un vassoio pieno di biscotti, ma ebbe qualche difficoltà e rischiò di rovesciare tutto in testa al ragazzino.

- Al the ci pensa Montehue. - Dante aveva deciso di invitare anche lui a passare un pomeriggio a Venezia per discutere della Fondazione mentre Tersly era impegnato con  Lok e Sophie, ma l’arrivo imprevisto di Zhalia aveva sconvolto i suoi piani: l’aveva costretta a ore di allenamento e perfezionamento delle tecniche di combattimento, lasciando Monteuhe in compagnia di Cherit.

Si sedettero tutti attorno al tavolo e per un momento dimenticarono tutti i problemi che in quei giorni li avevano assillati, e che li avrebbero assillati ancora. Per una buona mezz’ora tutto sembrò tranquillo. Ma come al solito sarebbe durato poco.

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Capitolo 2
*** 2^ Parte ***


2^ Parte

 

 

 

Guggenheim aveva chiamato all’Olotomo di Dante e il suo ologramma si era immediatamente presentato ai Cercatori.

- Montehue, non mi aspettavo di trovarti qui…

- E’ una lunga storia…

- Bene, mi piacerebbe davvero sentirla, ma ora abbiamo altro a cui pensare. Dante, Lok, Sophie, tra cinque giorni inizieranno le esercitazioni per utilizzare i quattro reperti. Prenderete un volo per Londra dopodomani. Intanto vi invio sull’Olotomo quello che dovrete studiare per essere pronti al meglio. Montehue, visto che sei qui evito di mandarli anche a te: lavora con loro per questi due giorni. - l’uomo fece per protestare, ma non ne ebbe il tempo. - Zhalia, tornerai anche tu a Londra con loro. Mentre si alleneranno potremo discutere degli ultimi dettagli. Tra una settimana entrerai in azione.

Zhalia fece istintivamente un passo indietro, mentre probabilmente il suo viso impallidiva.

- Tutto bene, ragazza?

- Sì… - cercò di calmarsi e fece un profondo respiro. - va… va tutto bene. Ovvio.

- Allora, questo è quello che dovrete studiare. Il volo è fra due giorni alle quindici e trenta, all’aeroporto di Venezia. Ci vediamo. - detto questo l’ologramma sparì, lasciando sull’apparecchio una risma di fogli piuttosto consistente. Sophie andò a prenderne uno e lo esaminò. Poteva sembrare una specie di lezione di yoga, a prima vista. Concentrazione, respiro, movimenti impostati delle braccia… in realtà erano indicazioni per non perdere i sensi durante il rito o, peggio, la vita. Prese un altro foglio, un altro, un altro ancora… aveva letto qualcosa sui quattro manufatti che parlava di Titani, ma voleva la conferma. Ecco…

 

…Ogni Cercatore dovrà chiamare il primo Titano da lui evocato nella vita, in modo che il legame sia il più forte possibile.

 

Fece una smorfia indecifrabile anche per sé stessa. Ancora. Sabriel. Aveva bisogno di lei e lei non poteva fare più niente, perché aveva preferito sacrificarsi per difenderla. Non l’avrebbe mai dimenticata… l’aveva già detto e continuava ad esserne convinta: Sabriel, il suo spirito, la sua forza, la sua volontà sarebbero vissute in lei. Per sempre.

 

Lok cominciò a fare domande a Dante sul motivo per cui avrebbero risvegliato i quattro reperti e su cosa sarebbe successo dopo.

Il detective iniziò a raccontare delle battaglie più importanti della storia, dagli antichi egizi a Napoleone, evidenziando particolari o fonti che facevano chiaramente riferimento a Titani e Cercatori.

- Quei quattro manufatti, o reperti, possono avere diverse funzioni. Sono stati usati per prevedere il futuro, per contrastarlo o per andargli incontro. Con essi si può tornare nel passato, ma la cosa più importante è che possono fornire forza e conoscenza a chi li utilizza. Ma non tutti sono in grado di farlo… chi ha tentato e fallito non l’ha potuto raccontare. - disse con aria severa e vagamente minacciosa. - Ed è per questo che ci metteremo a studiare da ora i dati che ci ha inviato la Fondazione. - tagliò corto e spinse i ragazzini nella piccola stanza che utilizzava per evocare.

- Arrivo subito. - tornò in salotto.

- Zhalia… - la ragazza non si aspettava di vederlo arrivare, ma non si scompose più di tanto.

- Sì?

- Devo sapere una cosa. - si sedette vicino a lei sul divano; stava consultando l’Olotomo, ma lo chiuse appena lui parlò. - E’ davvero quello che vuoi? - la ragazza rimase in silenzio. - Non sei obbligata a farlo. Parlerò io con Metz, dovrà darmi ascolto. E poi fidati, non devi andare solo perché pensi di dovere qualcosa alla Fondazione…

- Punto primo, io devo qualcosa alla Fondazione. E a voi. Punto secondo non ho nessun problema ad andare, sto bene. Andrà bene. E se così non fosse sarà stato per una giusta causa.

- Pensaci, per favore. Quando saremo di nuovo a Londra non potrai più tirarti indietro.

- Non mi tirerò indietro. Per una volta nella mia vita voglio fare la cosa giusta, qualcosa che serva anche agli altri, oltre che a me. Ormai ho preso la mia strada… e non ci ripenserò. Quindi smettila di farmi questi discorsi.

 

@Chiara: Ormai penso sia inutile mettere tutto il nick... capisci che parlo con te, vero?

Che dire... penso che entrambe le cose siano impossibili, però Lok doveva mettersi a studiare, prima o poi...;-)

In queste ff mi sto smielando, ok. Ma insomma... Zhalia sta per partire... Lok e Sophie dovranno affrontare un incarico probabilmente fuori dalla loro portata... mi sembrava carino inserire un po' più di sentimentalismo... spero non ti dispiaccia ^^

Come al solito i tuoi commenti mi fanno piacere, sono felice che ti sia piaciuta l'idea dell'allenamento e... cavolo, io non vorrei darti anticipazioni, ma tu secondo me sei veggente (oppure sei andata a sbirciare sui Forum?)

Non ti preoccupare per la "breve" recensione, anche io ultimamente ho rallentato i ritmi a causa della scuola... spero comunque di risentirti presto! Un bacio!

P.S.: Scusate i continui cambi di carattere, ne sto cercando uno che renda un po' bene...

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Capitolo 3
*** 3^ Parte ***


3^ Parte

 

 

 

I ragazzi erano pronti. Sophie aveva deciso di evocare Icarus per il rito. Lok avrebbe naturalmente scelto Freelancer e Dante Solwing. Avevano lavorato oltre le loro possibilità nei due giorni precedenti, ma erano giunti a dei risultati. Ottimi risultati.

In due giorni erano capitate parecchie cose, prima fra tutte l’irruzione di Santiago in casa Vale, seguito a ruota da Le Blanche che cercava di fermarlo.

- Prima di corsa per le vie di Venezia inseguiti da una decina di agenti, poi a Praga, in missione in giro per il mondo, in uno scontro con il Professore in persona in cui la Signorina ha rischiato la vita e perso il suo migliore Titano, il tutto lontano dalla mia protezione. Ed ora i quattro reperti? Evocherete i quattro reperti in compagnia di una dozzina di Cercatori dalle origini sconosciute, un Titano millenario e un ragazzino che sa di essere Cercatore da neanche sei mesi! Dante Vale, mi avrai anche battuto in duello, ma a tutto c’è un limite! La Signorina non andrà a Londra!

- Santiago! - Sophie era intervenuta con un tono tra il furente e lo spiazzato. - Dante non centra niente, lascialo stare. E poi posso decidere da me. Ci stiamo allenando, va tutto bene, o quasi. Ma miglioreremo. E ora ti prego di lasciarci continuare.

- Signorina, cercate di capire… io ho sempre avuto piena fiducia in voi e nelle vostre capacità, ma Santiago non ha tutti i torti: è un’impresa grande per qualsiasi Cercatore, e voi siete solo dei ragazzini…

- Ho provato anche io a impedire questa cosa, signori. - intervenne Dante. - Ma Metz è irremovibile. Questo è quello che devono fare. E in ogni caso, io penso siano abbastanza responsabili da ammettere che non ce la possono fare, se si rendono conto che è così. La scelta è loro. - le sue parole zittirono entrambi. Lok e Cherit avevano assistito a tutto, stupiti dall’insolita scena.

Proprio mentre ricordava gli ultimi allenamenti il ragazzino posò la testa sul cuscino e si mise a fissare il soffitto. Lo stesso soffitto che gli aveva fatto compagnia una settimana prima mentre cercava di collegare fatti che gli sembravano senza senso. I “reperti”, i Titani della Creazione, la Spirale di Sangue… era tutto difficile. Stava solo cominciando ad orientarsi in un mondo che in effetti non gli apparteneva fino a qualche mese prima. Ed ora doveva presentarsi fra i Cercatori migliori del mondo e provare a fare una delle magie più potenti mai esistite. Era difficile.

Quando Dante gli aveva spiegato tutto gli era sembrata quasi una cosa divertente, interessante, gratificante… ma poco dopo aveva appreso la gravità della situazione: Zhalia sarebbe partita per una missione in Alaska, praticamente tra le braccia del nemico. Lei rischiava la vita, e non solo lei. Anche loro. Dante l’aveva rischiata più volte per proteggerli e l’avrebbe fatto ancora. Quando realizzò tutto questo fu preso da una specie di depressione. Si chiuse nei suoi pensieri, cosa che gli era capitata solo quando era scomparso suo padre, quasi undici anni prima.

Sorrise ad un pensiero che non doveva far per niente sorridere: Sophie una sera, appena dopo aver saputo della missione di Zhalia, era andata a chiamarlo prima di andare a dormire, con gli occhi umidi.

- Si può aver paura per la vita di qualcuno che si odia? - aveva chiesto in un sussurro.

- Non penso proprio, Sophie.

- Allora io penso di non odiare per davvero Zhalia.

Gli aveva fatto promettere di non raccontarlo a nessuno.

 

Alle sei del mattino dopo i Cercatori si erano trovati nella sala che era stata adibita agli allenamenti. Ognuno stava per iniziare la propria missione.

@Chiara: E tu mi rendi orgagliosa perchè quello che faccio ti piace e mi metti PERENNEMENTE in imbarazzo...^^

Cosa posso dirti? Sono contenta che ti piacciano i sentimentalismi perchè in queste ff ce ne saranno di più (nn ti aspettare Romeo e Giulietta, eh, aumentano solo un po'). Un bacio!

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Capitolo 4
*** 4^ Parte ***


 

 

4^ Parte

 

 

 

Due giorni… neanche due giorni e sarebbe stata in Alaska. Sola, ma… come aveva detto? Per una giusta causa. Zhalia uscì a prendere una boccata d’aria dopo l’ennesimo allenamento magico.

Tutto procedeva bene: i Cercatori che avrebbero dovuto lavorare con i manufatti si stavano allenando proprio in quel momento e presto sarebbero stati pronti. Il gruppo alla ricerca dei Titani della Creazione secondo le ultime notizie si trovava in India ed era vicinissimo ad un risultato. Lei era pronta fisicamente e psicologicamente. Eppure c’era qualcosa… non se lo sapeva spiegare. Una specie di alone scuro che le offuscava i sentimenti. Non sapeva bene che sensazione fosse. Non poteva definirla paura, né tensione, né tristezza… forse una specie di cattivo presentimento. Ma aveva imparato a non fidarsi dei cattivi presentimenti: non le avevano mai portato nulla di buono.

Con i suoi allenamenti aveva praticamente ripercorso la preparazione che le aveva imposto Klaus qualche tempo prima e aveva imparato un nuovo potere chiamato Animans. Serviva ad animare oggetti per brevi periodi di tempo. Metz e Guggenheim l’avevano convocata ogni tanto per parlare del piano, sempre rigorosamente quando gli altri non avrebbero potuto partecipare alla conversazione, anche se questo tipo di occasioni si presentavano di rado siccome agli allenamenti per le evocazioni dovevano partecipare anche loro.

- Dovrai superare una specie di prova per entrare a far parte della Spirale di Sangue. Sarà una prova che unirà abilità fisiche, intuito, intelligenza e obbedienza. Sarà semplice, considerando anche l’ottimo “curriculum” che presenterai. - aveva detto Guggenheim cercando di sdrammatizzare, cosa che, notò Zhalia, gli riuscì piuttosto male. A proseguire era stato Metz:

- Il tuo nome sarà Anne Gray. Sei stata cresciuta da tuo zio ma sei scappata per diventare Cercatrice quando avevi dodici anni. Hai seguito la Fondazione per qualche tempo mai hai capito presto che non faceva per te: tu vuoi potenza e gloria, e sei disposta a fare di tutto per ottenerla. - sarebbe stato facile, era brava a recitare. - Questo è l’oggetto di cui ti avevo parlato: non dovrai fare altro che analizzarlo come se fosse un Titano nell’Olotomo che ti interessa e pronunciare il suo nome.

- E quale sarebbe il suo nome?

- Knewlidge. Molto potente e molto prezioso. Potrai metterlo e prenderlo da qualsiasi Oltotomo quando vorrai. Fai qualche prova con il tuo per capire come funziona. Tutto chiaro?

- Quando partirò?

- Tra due giorni. Alle dieci di sera prenderai l’aereo e atterrerai a New York alle sedici dello stesso giorno. Da lì una squadra ti scorterà fino a qualche chilometro dalla base. Dopodichè dovrai vedertela da sola.

 Avevano anche discusso sul travestimento. Avevano cercato di convincerla a tingersi e tagliarsi i capelli, ma lei aveva rifiutato. Aveva molte parrucche, una di quelle sarebbe andata bene.

Zhalia tornò nella sua stanza e si buttò sul letto. Non sapeva più cosa fare. Ormai era troppo stanca sia per allenarsi che per elaborare qualche piano che le sarebbe potuto servire una volta iniziata la missione. Chiuse gli occhi e rievocò qualche ricordo, qualche bel ricordo, tenendo lontani quelli spiacevoli e si addormentò senza neanche rendersene conto.

 

Un altro allenamento era riuscito bene. Era fin troppo facile, pensò Sophie.

I Cercatori che avrebbero risvegliato i reperti erano una decina, tra cui Montehue, Metz e Guggenheim. Presto avrebbero iniziato la seconda fase di allenamento, quella con i Titani. Dopodichè entro qualche giorno avrebbero iniziato il rito vero e proprio.

Dante, Lok e Sophie uscirono dalla stanza degli allenamenti seguiti da Cherit, che aveva sempre assistito a tutti gli allenamenti.

- Sapete… tutto questo mi ricorda qualcosa… - disse la voce stridula del piccolo Titano.

- Non c’è da stupirsi. I manufatti furono creati e utilizzati per la prima volta da Lord Casterwill, nonostante i nomi che portano possano farli sembrare più recenti. Tu sei uno dei primi Titani mai apparsi sulla Terra e probabilmente hai assistito alle battaglie dei primi Cercatori e i loro Titani contro i Nullificatori. - rispose Sophie. - Sapete… pensavo che tutto questo sarebbe stato molto più difficile. E invece la Spirale ci sta dando tutto il tempo di prepararci ad un attacco e non ha minimamente tentato di uccidermi, a parte quell’episodio in Irlanda.

- Il peggio deve ancora venire. So che tutto questo allenamento può sembrare esagerato, ma vi assicuro che il rito e le battaglie saranno pericolose. Parlando più chiaramente… non è detto che tutti ce la facciano. I manufatti e i Titani della Creazione costituiscono una fonte di potere enorme e nonostante tutto quello che ho visto e conosciuto come Cercatore non avrei mai pensato che tutto questo fosse possibile. Siamo ad un punto cruciale della storia… siamo incaricati di mantenere la giustizia sulla Terra e di fare in modo che l’umanità continui ad esistere. Tutto ciò non sarà possibile se la Spirale di Sangue riuscirà nei suoi intenti.

I ragazzini annuirono. Proprio in quel momento Montehue toccò Dante su una spalla.

- Ehm… pensi di essere pronto per una brutta sorpresa?

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Capitolo 5
*** 5^ Parte ***


 

 

5^ Parte

 

 

 

Dante si era immaginato di molto peggio. In effetti conosceva l’umorismo poco comprensibile di Montehue, avrebbe dovuto capire che la “brutta sorpresa” non era una sorpresa poi così brutta.

Prima di chiedere qualsiasi tipo di informazione aveva domandato ansiosamente:

- Riguarda Zhalia? - parole che avevano lasciato perplessi Lok, Sophie e Cherit e avevano fatto sorridere Montehue. Aveva poi anche aggiunto un “ci stanno attaccando?” molto poco convinto, giusto per non far sembrare che la ragazza fosse il suo unico pensiero. Anche se in effetti ultimamente lo era. Questa missione che la Fondazione le aveva affidato… non gli piaceva per niente.

- Tranquillo, Dante, Zhalia sta bene. - lo aveva rassicurato l’uomo con una piccola risata. - E non ci stanno attaccando, anzi. Abbiamo ricevuto rinforzi… ma forse non sono esattamente i rinforzi che ti aspetteresti.

Dante rimase un attimo fermo in silenzio, cercando di capire. Perché dei rinforzi dovevano essere “una brutta sorpresa”?

Il gruppo aveva seguito Montehue in una delle tante sale comuni dell’albergo. Proprio in quella stanza Metz stava accogliendo alcune persone… ma mai il detective si sarebbe aspettato lui.

- Quanto tempo… - esordì, praticamente mettendo a tacere Metz e tutti i presenti nella sala, che si voltarono per seguire la scena. - Alla fine hai deciso di unirti a noi nonostante “il caos”… - disse sarcastico.

- Il caos che verrà creato dalla Spirale di Sangue sarà decisamente maggiore di quello che potrebbe fare la Fondazione. - replicò l’uomo: un energumeno biondo alto quasi due metri. Una vecchia conoscenza della Fondazione e uno degli avversari più valorosi contro cui Dante avesse mai combattuto. Grier.

Dopo qualche minuto le altre persone avevano ricominciato a badare ad altro e lui, Dante e Metz si erano messi a discutere del suo arrivo.

- Ho deciso di unirmi a voi in questa occasione. La Spirale non può dominare il mondo. Farò di tutto per impedirlo.

- Grier pensava di partecipare al rito di evocazione dei manufatti. Ci vorrà tempo a prepararlo a dovere, ma è una fonte di forza in più e fornirebbe più stabilità al rito.

- Io non sono affatto contrario, Metz, ma non sono l’unico a dover decidere. Si tratterebbe di ritardare il rito di… quanto tempo?

- Il tempo necessario all’allenamento. Due giorni, forse. Forse tre, o forse una settimana… dipende dalla piega che prenderanno i fatti.

- Iniziando domani potremmo farcela in tre o quattro giorni, penso.

- Perfetto. Io sono pronto. Ma… c’è un piccolo particolare a cui dovrete far attenzione…

- Sarebbe? - Grier aveva fatto segno a qualcuno in fondo alla stanza di venire avanti. Due uomini avevano avanzato tenendo per le braccia un terzo e trascinandolo fino da loro. Appena furono stati più vicini entrambi avevano potuto notare che si trattava di…

- DeFoe?!?

- Pensavamo l’Organizzazione ti avesse ordinato di disfartene…

- E’ caduto in una specie di pazzia, ma ho deciso di fare in modo che si rendesse utile a Sutos. Ora si sta riprendendo e riesce a ragionare quasi normalmente, ma la sua crudeltà non si è ancora spenta e di certo non mi è riconoscente… - proprio in quel momento l’uomo era riuscito a liberarsi dal bavaglio e si era messo ad urlare: - Vale! Tu! Dovresti essere morto! Se l’Organizzazione mi avesse dato l’opportunità… ti avrei sconfitto!... Distrutto! Umiliato! Ma verrà il momento in cui io trionferò e sarà la tua fine, Dante Vale! Lo giur…

Gli altri due uomini riuscirono a bloccarlo e a zittirlo. Dante sospirò e sorrise, quasi compiaciuto.

- Ci occuperemo anche di questo.

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Capitolo 6
*** 6^ Parte ***


 

 

 

6^ Parte

 

 

 

Il momento era arrivato. Entro una decina di ore Zhalia sarebbe atterrata a New York, dopodichè sarebbe stato sempre più vicino il punto di non ritorno, quello dopo il quale non era ammesso più nessun ripensamento e nessuna distrazione.

La ragazza scese dall’auto della Fondazione con il suo piccolo bagaglio. Nulla che non fosse essenziale: il suo Olotomo, qualche abito, il necessario per il travestimento e i dispositivi con cui si sarebbe messa in contatto con la Fondazione. Si diresse verso l’aeroporto, seguita da Dante e Metz, che doveva assicurarsi che tutto fosse a posto. Subito dopo di loro dall’auto scesero anche Lok e Sophie, che non avevano voluto sentire ragioni e li avevano seguiti.

Le avevano detto che durante il viaggio sarebbe stata accompagnata da un uomo, un certo Wilde, ma lei non diede molta importanza alla notizia. Preferiva concentrarsi su cose che riguardavano la parte più difficile e dubitava che la presenza di uno sconosciuto sul jet della Fondazione avrebbe fatto la differenza quando si fosse trovata di fronte a quegli uomini incappucciati.

Entrarono nell’aeroporto e si diressero da un uomo robusto con i capelli brizzolati, sulla cinquantina, vestito in giacca e cravatta, con un paio di occhiali rotondi e un amuleto appeso al collo. Appena li vide salutò Metz e disse qualcosa a Dante, dopodichè parve accorgersi della presenza degli altri tre e si presentò: - Il mio nome è Johnn Wilde, uno dei dirigenti di questo aeroporto. Mi hanno detto che una certa signorina ha bisogno di un piccolo sconto sui controlli… e di un passaggio fino a New York. - disse, spostando lo sguardo da Zhalia a Sophie, per poi tornare a Zhalia. - E’ lei la signorina Moon? - Zhalia annuì. - Seguitemi. - concluse l’uomo consegnando aprendo una porta di servizio. Lo seguirono  lungo un corridoio buio che li condusse in una sala deserta, con qualche classica panchina da aeroporto e una vetrata che dava sulla pista d’atterraggio. Zhalia cominciava ad essere nervosa e Dante lo notò, ma preferì non dire niente. Si allontanò per rispondere ad una telefonata e la ragazza, pur rimanendo in silenzio, sperò con tutto il cuore che tornasse prima della sua partenza. Ma sembrava che così non fosse.

- Signorina, quello è il jet. Se mi dà cinque minuti la raggiungo, lei intanto cominci a salire a bordo… prenda quella porta. - Zhalia non disse niente e seguì l’indicazione che Johnn Wilde le aveva dato. O almeno, tentò di seguirla.

- Te ne vai così? - Sophie la fermò con voce debole e seria. - Abbiamo quasi litigato con Dante per venire con te e non ci saluti nemmeno? - Metz stava più indietro, in disparte, e osservava la scena con attenzione.

- Io… io non… - la ragazza aveva qualcosa che le bloccava la voce… forse la paura. Non si sarebbe mai aspettata di essere fermata per… un saluto. Soprattutto non da Sophie. La ragazzina le si avvicinò sorridendo lievemente.

- Nonostante non siamo esattamente “amiche per la pelle” ci tengo a te. - disse porgendole la mano. - Fai attenzione a quello che fai… - disse alzando ironicamente un sopracciglio. Zhalia le strinse la mano, esitante e imbarazzata da quella scena. Poi fu il turno di Cherit, che uscì dalla borsa del ragazzino singhiozzando.

- Zhalia! Mi mancherai! Ti prego, fa’ attenzione! E’ un posto pericoloso, laggiù! Quelli sono dei…

- Cherit, ti prego! - lo interruppe lei a metà fra l’infastidito e il divertito. Mantenne comunque la massima serietà. - Sei un Titano millenario… datti un contegno. - il Titano andò a posarsi sulla spalla di Lok annuendo e asciugandosi le lacrime con un mini-fazzoletto spuntato da chissà dove. Alla fine anche Lok si fece avanti, ma la prese di sorpresa abbracciandola. La ragazza scosse la testa rassegnata. Aveva un gruppo di amici sentimentali… ma erano amici. Veri. E questo era esattamente quello di cui aveva bisogno. Anche se…

Allontanò Lok e raccolse la sua valigia mormorando un “ciao” e rispondendo al cenno di saluto di Metz. Si guardò un’ultima volta attorno ansiosamente sperando che Dante arrivasse all’ultimo momento, ma così non fu. Alla fine si decise e prese la porta che le aveva indicato il signor Wilde. Ma a quanto pareva avrebbe dovuto aspettare ancora per salire su quel maledetto jet.

- Dante! - esclamò appena si fu voltata dopo aver chiuso la porta. Il detective le si avvicinò e le porse qualcosa… un oggetto simile al quadrante di un orologio digitale da polso.

- Zhalia… tieni. Voglio che tu prenda questo. E’ un oggetto con il quale potrai essere in contatto direttamente con me. Conosco fin troppo bene Metz… - Zhalia osservò il quadrante su cui c’era un solo tasto. - Funziona come un telefono. - proseguì l’uomo con voce esitante. - Il tasto funziona come la cornetta di un telefono. Per chiamarmi dovrai semplicemente premerlo. Portalo sempre con te. - Dante le si avvicinò. - E promettimi che lo userai.

- Te lo prometto. - rispose lei senza pensarci due volte. Sapeva che sarebbe stato così. Sapeva che avrebbe avuto bisogno di sentirlo. - Dante, io… - ormai erano vicinissimi, così vicini che la ragazza poteva sentire il suo respiro. Non finì la frase. Si avvicinarono ancora di più e…

- Signorina Moon, dobbiamo andare! - il signor Wilde spuntò dalla porta dall’altra parte della stanzetta in cui si trovavano. I due si allontanarono fulmineamente.

- Mi scusi. Arrivo. - raggiunse l’uomo all’aperto, ma prima di richiudersi la porta alle spalle lanciò uno sguardo a Dante che si sforzò di sorriderle.

Alle ventidue e nove minuti un jet diretto a New York decollava dal London City Airport.

 

 

Fine!

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