Non dimenticherò di mindyxx (/viewuser.php?uid=57739)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Non dimenticherò ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Disclaimer: Tutti i
personaggi della serie televisiva “Buffy the Vampire
Slayer”, della serie televisiva “Angel” e
della serie televisiva “Streghe”, citati nella
storia, non sono di mia proprietà ma appartengono ai
legittimi ideatori. Sono stati da me utilizzati senza il consenso degli
autori, non a fini di lucro ma per divertimento personale.
Titolo: Non
dimenticherò!
Fandom: Buffy /
Streghe / Angel
Rating: giallo
Genere: avventura,
romantico, fantasy.
Avvertimenti:
crossover
Note: crossover tra
la serie tv BTVS (un anno dopo la fine della 7° stagione), la
serie tv Angel (riferimenti all’episodio: “I will
remember you”) e la serie tv Streghe (nessuna stagione in
particolare).
Introduzione
La storia che
sto per proporvi è ambientata un anno dopo la battaglia che
distrusse Sunnydale.
Per ragioni di
trama, ho immaginato che gli unici sopravvissuti all’epico
scontro siano stati Giles, Buffy, Xander e Willow, altrimenti avrei
dovuto gestire troppi personaggi. Tutti gli altri sono deceduti durante
il conflitto mentre i quattro superstiti, lasciata la città
ormai distrutta, si sono trasferiti a Londra nel possedimento ereditato
da Giles.
L’ex
osservatore, tornato in patria, ha infatti scoperto di avere un lontano
parente tanto eccentrico, quanto ricco che, alla sua morte, gli ha
lasciato un’ingente somma di denaro e un antico castello.
Entrato in
possesso del lascito, Giles vi si è trasferito con Buffy,
Willow e Xander e, non avendo più problemi economici, ha
deciso di prendersi cura di loro offrendogli una vita
“normale”, lontana da mostri e battaglie
apocalittiche e così, a un anno dal tragico evento che ne
segnò le esistenze, i tre giovani sono pronti per
ricominciare.
Rindossati gli
abiti da studenti, smessi per salvare il mondo, si accingono a vivere
la nuova avventura, sperando di trovare un po’ di pace e
serenità.
E da questo
punto inizia la mia storia. Spero possa piacervi.
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Capitolo 2 *** Non dimenticherò ***
nnm
Non dimenticherò
Domenica, ore 08.50 del mattino.
Nella confortevole stanza
da letto che occupava da ormai un anno, Buffy stava dormendo, mentre le
immagini di un sogno incredibile scorrevano nitide nella sua mente.
Si trovava in spiaggia. Il sole splendeva nel cielo sgombro da nubi e una leggera brezza le scompigliava i capelli.
Stava aspettando che Angel la raggiungesse e aveva già scorto un luogo coperto, dove il vampiro potesse ripararsi.
Quando l’ex amante
comparve, scioccata lo vide camminare verso di lei, mentre i caldi
raggi solari gli illuminavano il volto pallido.
Immobile, incapace di dare
un senso a ciò che stava vedendo, Buffy attese che la
avvicinasse e quando Angel le fu accanto lo osservò incredula,
mentre lui l’abbracciava per baciarla, sotto il tiepido sole che
continuava a lambire la sua pelle, carezzandola sensualmente.
Le immagini del sogno si
susseguirono rapide e Buffy vide se stessa nell’appartamento
dell’amato, mentre si abbandonava alla passione per vivere con
lui una notte rovente. La prima di tante, perché il suo
desiderio più grande si era avverato: Angel, il vampiro con
l’anima, finalmente era tornato umano e niente avrebbe più ostacolato il loro amore.
Domenica, ore 08.55 del mattino.
Buffy, addormentata nel grande letto del castello, continuava a sognare, ma il sogno aveva assunto i toni cupi di un incubo.
Si trovava
nell’appartamento di Angel e l’uomo le stava confessando di
aver rinunciato alla mortalità. Entro pochi minuti il suo cuore
avrebbe smesso di battere e lui sarebbe ridiventato un vampiro
senz’anima.
La promessa di una vita insieme era già svanita, perché se fosse rimasto umano, lei sarebbe potuta morire.
Ascoltata la confessione
dell’amato, Buffy si sentì travolgere dalla disperazione,
non poteva accettare di perderlo ancora, non dopo aver sentito battere
il suo cuore e aver assaporato la vera felicità.
Carezzandole il volto
rigato dalle lacrime, Angel la strinse con forza, svelando che lei non
avrebbe ricordato nulla di quanto accaduto.
Alle 09.00 in punto, grazie a un sortilegio, il tempo si sarebbe fermato e l'intera giornata sarebbe stata cancellata dalla mente di tutti,
per essere rivissuta interamente. Quanto successo nelle precedenti
ventiquattro ore sarebbe svanito e solo lui ne avrebbe serbato il
ricordo, per impedire che potesse ripersi.
Mentre lacrime amare
sgorgavano dai suoi occhi senza che le potesse fermare, Buffy
osservò l’orologio appeso alla parete, la lancetta dei
secondi correva veloce. Ancora un minuto la separava dall’oblio.
Aggrappandosi con forza
all’amante, scosse il capo piangendo, promettendo che, qualunque
magia l’avesse colpita, non avrebbe dimenticato la giornata
più importante della sua vita, la giornata in cui, finalmente,
aveva trovato la felicità tra le braccia dell’unico uomo
che avesse mai amato.
Un ultimo impercettibile movimento e la lancetta si fermò sulle 09.00. Il sortilegio avvolse la mente della cacciatrice, spazzando via la giornata vissuta e lei dimenticò.
Domenica, ore 09.00 del mattino.
Le immagini del sogno si affievolirono e Buffy si destò piangendo, riuscendo a stento a soffocare un urlo disperato.
Era il quinto giorno successivo che si svegliava con il volto rigato dalle lacrime e non capiva cosa stesse accadendo.
Sapeva di aver sognato, ma
non ricordava nulla del sogno, se non la consapevolezza che qualcosa
d’importante vi fosse celato, qualcosa che al risveglio le
sfuggiva.
Ancora sconvolta
abbandonò il letto. Aveva bisogno di aiuto e decise di parlare
dei suoi problemi a Giles, sperando che le potesse fornire una
soluzione.
Indossati frettolosamente
una maglia e un paio di jeans, cercò l’uomo e
s’imbatté in Willow. L’amica era seduta in cucina e
stava sorseggiando una tazza di tè.
«Buongiorno Willow, sai dove si trova Giles?» le chiese agitata.
«Buongiorno Buffy, ben alzata, ma... non ti senti bene?» replicò Willow, notando il suo volto tirato.
«Sto bene, non
preoccuparti, ho solo bisogno di parlare con Giles», mentì
Buffy, per cercare di rassicurarla.
«È rintanato in biblioteca a sistemare alcuni libri... sicura che vada tutto bene?»
Osservata
l’espressione turbata di Willow, Buffy finalmente sorrise
afferrandole la mano, non voleva che si preoccupasse inutilmente.
«Vieni, cerchiamo Giles e vi racconto tutto.»
E insieme si diressero
verso il grande salone in cui erano stipati libri d’immenso
valore, per trovare l’uomo e ricevere un suo saggio parere.
Raggiunta l’ala del
castello adibita a biblioteca privata, le due amiche varcarono la
soglia e videro Giles intento a catalogare nuovi libri mentre Xander,
seduto in disparte, era assorto nella lettura di un fumetto.
Sentendo il rumore della porta che si chiudeva, il ragazzo alzò la testa.
«Ehi... dormiglione,
finalmente vi siete alzate», urlò gioviale, tanto da
distrarre anche Giles dal suo lavoro poi, chiuso il fumetto, rivolse
un’occhiata incuriosita a Buffy.
«Hai un aspetto terribile!»
Le sue parole furono accolte dalla ex cacciatrice con una smorfia.
«Grazie, Xander... sei un vero gentiluomo!»
Il giovane, incrociate le braccia al petto scosse la testa, pronto a sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
«Hai dormito
male?» chiese, mostrandosi preoccupato. «Sai, io ti
capisco», aggiunse sospirando. «In quest’ultima
settimana ho avuto spesso gli incubi. Ho sognato l'inizio del nuovo
anno scolastico ed è stato terribile. Se dovessi scoprire che
anche qui è pieno di mostri, non potrei farcela, non potrei
affrontare di nuovo l’orrore della battaglia, ne morirei, lo
so!»
Mostrandosi abbattuto,
Xander cercò lo sguardo del suo benefattore, cui era rivolta la
recita, per infondergli pietà.
«Ho deciso, domani
non andrò a lezione!» affermò serio. «Non
voglio ritrovarmi in mezzo a demoni, vampiri, professoresse insetto o
ragazze mummia un’altra volta e nulla di ciò che
dirà, potrà farmi cambiare idea. Starò qui, con
lei, a oziare...»
Ascoltate pazientemente le
lamentele di Xander, Giles tolse gli occhiali, posando sulla scrivania
il libro che stava per catalogare.
«Hai finito di fare il buffone?» chiese con calma.
«Sì signore, credo di aver finito!» rispose il giovane.
«Allora ascoltami
bene... Domani, tu, Buffy e Willow, andrete nel college in cui vi ho
iscritto e studierete fino a quando ciascuno di voi non avrà
conseguito il diploma», ammonì Giles tranquillamente poi,
recuperato il libro dalla scrivania, indirizzò uno sguardo poco
rassicurante a Xander per concludere il discorso. «A costo di
mantenerti per i prossimi venti anni, ti diplomerai. Te lo posso
assicurare.»
Finalmente, chiuso l’argomento, Giles rivolse l’attenzione alla ex cacciatrice.
«Qualcosa non va?
Sembri giù di tono stamattina», le chiese preoccupato e
Buffy, afferrata una sedia, lo avvicinò. Era tempo di affrontare
il problema che la angustiava.
«Oggi è il
quinto giorno consecutivo in cui mi sveglio allo stesso orario: le
09.00», confessò lei, cercando di celare
l’inquietudine dietro un sorriso stentato, mentre gli amici
ascoltavano le sue parole senza fiatare.
«Sono certa di aver
avuto lo stesso incubo, nelle ultime notti, anche se al risveglio non
ricordo nulla di quanto ho sognato e, nonostante possa sembrare
assurdo, sono sicura che questo incubo ricorrente abbia un significato,
che in esso vi sia celato qualcosa di importante, qualcosa che mi fa
soffrire.»
Indirizzato lo sguardo
verso Giles, sorrise mestamente. «Al risveglio provo una
sensazione dolorosa. La stessa che mi coglie ogni volta che sogno mia
madre, Dawn, o Spike.»
Ricordando la loro
scomparsa, Buffy avvertì una fitta al cuore, ma cercò di
riprendersi per continuare il racconto.
«Ogni volta che
rivivo la loro morte, la mattina successiva ricordo tutto, purtroppo.
Questo incubo, invece, sfugge alla mia mente, lasciandomi addolorata e
in lacrime. Lei deve aiutarmi a scoprire cosa mi sta succedendo.
Perché non riesco a ricordare? Cosa nasconde questo sogno?
Perché mi fa soffrire?»
In attesa di una risposta
che potesse alleviare la sua pena, Buffy continuò a osservare
Giles, ma l’uomo scosse la testa, dispiaciuto. Non aveva una
soluzione che potesse fare chiarezza sul problema e fu Xander a rompere
il silenzio imbarazzato, suggerendo la risposta più ovvia.
«Cerchiamo in un
libro», affermò, sicuro di sé. «Ce ne sono
così tanti in questo posto... ce ne sarà almeno uno in cui poter trovare qualcosa di utile!»
Mentre parlava, Xander strizzò l’occhio a Willow e subito cercò lo sguardo di Giles.
«Come vede, mi sto
calando nella parte dello studente modello», disse divertito e,
afferrato un volume a caso, si sedette alla scrivania.
«Imparerò moltissimo dai sui libri e un giorno
diventerò un ricco uomo d'affari», ammise sornione.
«E quando sarò milionario, mi prenderò la rivincita
su di lei, che è tanto insensibile da costringermi ad andare al
college nonostante le mie paure.»
Giles evitò di
replicare e, inforcati gli occhiali, afferrò un vecchio volume
per trovare la risposta al problema della giovane amica, pensando che
come sempre, Xander, con la sua ironia, era riuscito a sdrammatizzare
un momento che avrebbe potuto trasportare tutti loro nel limbo dei
ricordi.
Non aveva dubbi sul ragazzo. Negli ultimi anni era maturato ed era certo che gli avrebbe regalato tantissime soddisfazioni.
Seguendo l’esempio
dei due uomini, anche Willow e Buffy si affrettarono a cercare tra le
migliaia di testi della biblioteca e la domenica di
“indagine” finalmente iniziò.
Arrivata la sera,
sconsolati per non aver trovato qualcosa che spiegasse come trattenere
i ricordi legati a un sogno, cenarono e si rifugiarono nelle rispettive
calde e accoglienti stanze da letto.
L'indomani mattina sarebbe
stato un giorno importante per i tre amici. Il nuovo anno scolastico
iniziava e dovevano riprendere gli studi.
L’unica eccitata, all’idea di frequentare di nuovo il college, era Willow.
Buffy e Xander non
condividevano la sua euforia, ma decisero ugualmente di assecondare
Giles, promettendo di impegnarsi per conseguire il diploma. In fondo,
se volevano una nuova vita, in qualche modo dovevano iniziare a viverla
e restare chiusi nel castello non li avrebbe aiutati a ricominciare. Lo
studio poteva dunque essere un ottimo punto di partenza.
Dopo una notte travagliata,
Buffy, Willow e Xander lasciarono il castello per affrontare il tanto
temuto “primo giorno di scuola”.
Raggiunto il college, si
fermarono a pochi metri dall’ingresso per osservare i futuri
compagni, cercando il coraggio necessario per varcare la soglia.
«So che non siete allegri all’idea di riprendere gli studi...»
La voce di Willow suonò briosa, strappando gli amici al comune pensiero di scappare per tornare a casa.
«Ma sono certa che vi
piacerà ricominciare a pensare solo ai libri, piuttosto che a
uccidere mostri di ogni genere», ammise sincera e Buffy
evitò di risponderle mentre Xander sorrideva divertito.
«Fammi
pensare», le disse, mostrandosi assorto. «Libri o
demoni?» si pose la domanda, mentre schioccava le dita osservando
l’amica. «Sicuramente, demoni!» affermò serio.
«Davvero preferiresti
lottare contro qualche mostro, piuttosto che studiare?»
domandò incredula Willow e Buffy, ridendo, le posò la
mano sulla spalla.
«Xander sta
scherzando, come sempre fa il buffone per rendere il momento meno
penoso!... Dai, ora basta tergiversare, cerchiamo la nostra aula e
diamo inizio a questo anno scolastico.»
E finalmente i tre si diressero verso l’ingresso del maestoso istituto, pronti ad affrontare il futuro.
Trovata l’aula, scelsero tre posti lontani dalla cattedra e attesero che i compagni di corso si unissero a loro.
Al suono della campanella,
quando anche il professore entrò chiudendo la porta dietro di
sé, la nuova vita, che speravano fosse normale, era finalmente
iniziata.
Il primo giorno al college trascorse veloce.
Al termine delle lezioni,
gli studenti lasciarono l’aula e Buffy, con l’inseparabile
Willow, si avviò verso l’uscita, indicando all’amica
i compagni che le sembravano più simpatici e quelli che le
ricordavano vecchie conoscenze di Sunnydale.
Mentre stava parlando, una ragazza, che procedeva a passo spedito lungo il corridoio, la urtò accidentalmente.
«Oh... scusa, sono la
solita distratta!» disse la giovane, chinandosi per aiutarla a
raccogliere i libri caduti nello scontro, ma nell’istante in cui
le loro mani si sfiorarono, la sconosciuta si alzò di scatto,
come se fosse stata colpita da una scossa elettrica.
«Scusami
ancora», disse angosciata e, senza lasciare a Buffy il tempo di
rispondere, si allontanò di corsa mentre Xander, che aveva
assistito alla scena a pochi metri, la guardava perplesso.
«Che gli è
preso? Prima è tanto carina e poi scappa come se avesse visto un
fantasma, non vi sembra un po’ matta?» domandò,
avvicinando le amiche.
«Dopo aver vissuto
per tanti anni sulla Bocca dell’Inferno, ti sorprendi per
così poco? Evidentemente anche qui esistono ragazze con qualche
rotella fuori posto!» rispose Willow, per nulla impensierita
dallo strano comportamento della sconosciuta e, raccolto da terra
l’ultimo libro, sorrise a Xander per riprendere insieme il
cammino verso casa, senza accorgersi che la ragazza, tenendosi a debita
distanza, li stava seguendo.
Quando raggiunsero il
castello, la sconosciuta indirizzò un ultimo sguardo preoccupato
nella loro direzione poi, a passo sostenuto, se ne andò per
tornare alla propria abitazione.
Trafelata per la corsa,
salite in fretta le scale, aprì la porta che conduceva in
soffitta, dove due giovani donne la stavano aspettando accanto a un
grosso libro d’incantesimi.
Notata la sua espressione
sconvolta, le due ragazze la osservarono incuriosite per capire cosa le
fosse successo e Phoebe, deposta la borsa a terra, si accinse a
raccontare quanto accaduto al college.
«Oggi è
successa una cosa pazzesca», disse, cercando di conservare la
calma. «Al termine delle lezioni ho urtato una ragazza e quando
mi sono chinata per aiutarla a raccogliere i libri che le avevo fatto
cadere, involontariamente le ho sfiorato una mano e ho avuto una
visione.»
«Che genere di visione?» chiese Page, la sorella minore, per spronarla a proseguire.
«Ho visto una
città in fiamme sprofondare in un enorme cratere. Ho visto
demoni, vampiri e mostri di ogni tipo.»
«Oh no! Non è
possibile. Non altri demoni, non qui!» La voce di Piper, la
sorella maggiore, vibrò sconvolta. «Abbiamo lasciato gli
Stati Uniti per avere una vita più tranquilla e ci troviamo di
nuovo al punto di partenza. Pensi si tratti di un demone?» chiese
allarmata, mentre Phoebe scuoteva la testa.
«Non lo so Piper, il
contatto è stato troppo breve. Ho percepito morte, disperazione,
distruzione, però ho anche sentito una strana forza provenire da
quella ragazza e non posso dire se sia una forza malvagia oppure no,
anche se lei e i suoi amici sembrano persone normali.»
Le parole di Phoebe furono seguite da un breve silenzio che Piper infranse.
«Scopri tutto quello che puoi, ma sii prudente, non sappiamo con chi, o cosa
dovremo confrontarci. Intanto io e Page cercheremo sul Libro delle
Ombre, per vedere se c’è la descrizione di qualche demone
con le sembianze di una giovane donna. Domani condurrai la ragazza e i
suoi amici al locale, così li interrogheremo. Se sono demoni
travestiti da studenti, allora li uccideremo.»
Terminata la frase, Piper
osservò con espressione agguerrita le sorelle. Con loro si era
rifugiata in quell’angolo di mondo per vivere serena e non
avrebbe permesso a una sconosciuta di infrangere il suo sogno di pace.
Se gli inferi avevano mandato nuovi demoni per ucciderle, avrebbero
ripreso la lotta e avrebbero vinto. Nessuno poteva sconfiggere “Il Trio”.
Il secondo giorno di scuola
stava per iniziare e Buffy, con Willow e Xander, accettato il nuovo
ruolo di studentessa, si accingeva a entrare in aula quando Phoebe
l’avvicinò.
«Ciao», salutò la ragazza, tendendole la mano. «Io sono Phoebe.»
«Ciao», rispose Buffy cordiale, scrutandola attentamente.
«Ieri ci siamo
scontrate in corridoio e ti ho fatto cadere i libri», disse
Phoebe mostrandosi dispiaciuta. «Volevo chiederti scusa per il
mio comportamento assurdo», aggiunse alzando le spalle, mentre un
sorrisetto furbo le faceva brillare gli occhi. «Non volevo
scappare, ma avevo fretta e per farmi perdonare della scortesia vorrei
invitare te e i tuoi amici nel club che gestisce mia sorella, il P3...
Vi offro una bevanda fresca per darvi il benvenuto e farvi capire che
non sono matta, ma solo un po’ sbadata.»
L’invito di Phoebe
sembrava allettante e Xander, incapace di resistere alle belle ragazze
e alle consumazioni gratuite, non diede il tempo a Buffy di rispondere
e accettò.
«D'accordo, se la
consumazione è gratis, io non mi tiro indietro»,
affermò sincero, suscitando il sorriso di Phoebe grata per
avergli reso il piano, studiato con le sorelle, tanto facile da
realizzare.
«Allora è deciso, al termine delle lezioni aspettatemi, vi accompagnerò al locale della mia famiglia.»
Salutati i tre amici,
Phoebe si allontanò a passo veloce, mentre Buffy la seguiva con
lo sguardo, curiosa di scoprire cosa nascondesse, perché certa
che la ragazza avesse qualcosa di strano.
Tenendo per sé i
propri pensieri, seguì Willow e Xander in aula. Quello stesso
pomeriggio, grazie all’invito ricevuto, avrebbe scoperto se la
tizia era sincera, in caso contrario le avrebbe fatto capire che
nessuno poteva sfidare la Cacciatrice, senza essere colpito dalla sua
collera.
Come promesso, al termine
delle lezioni Phoebe accompagnò Buffy, Willow e Xander al pub
della sorella che, essendo pomeriggio, era deserto.
Invitandoli ad accomodarsi offrì loro da bere mentre, nel retro del locale, Piper e Page stavano ultimando l'incantesimo della verità.
Un sortilegio semplice ma efficace, il cui scopo era di giungere alla
verità ponendo le giuste domande, alle quali gli ospiti
avrebbero dovuto rispondere sinceramente poiché assoggettati
alla malia.
Lanciato il sortilegio,
Piper e Page raggiunsero Phoebe e, dopo le presentazioni, iniziarono a
conversare amichevolmente, ponendo ai tre ospiti quesiti di ogni genere.
L'incantesimo, però,
sembrava avere effetto solo su Xander, che rispondeva con solerzia a
tutto ciò che gli veniva chiesto, mentre Buffy e Willow erano
molto evasive. Intervenivano solo per zittire l’amico quando
sembrava stesse per dire qualcosa di compromettente.
Dopo trenta minuti, Buffy iniziò a perdere la pazienza.
«Perché ci
state interrogando?» chiese irritata. «Ieri Phoebe mi ha
sfiorato una mano ed è scappata come se avesse visto il diavolo.
Oggi ci ha portati qui e con voi ci sta facendo il terzo grado. Chi
siete? E cosa volete da noi? Esigo subito una risposta, oppure potrei
perdere la calma e vi assicuro che non vi conviene farmi
arrabbiare.»
Mentre Buffy osservava minacciosa le tre sorelle, Willow intervenne per sostenere le sue parole.
«La mia amica
s’innervosisce quando pensa che qualcuno voglia prenderla in giro
quindi, se fossi in voi, inizierei a parlare», affermò
seria. «Potreste cominciare dicendoci perché avete fatto
l'incantesimo della verità!»
«E tu che ne sai
dell'incantesimo della verità?» domandò Piper per
nulla intimorita. «Avevamo ragione a supporre che siate tre
demoni sotto mentite spoglie», aggiunse, pronta allo scontro.
«Anche se ci avete trovate, non ci avrete! Il male non è
mai riuscito a sconfiggere il Trio.»
Senza perdere tempo, la
giovane strega usò il suo potere per bloccare i tre ospiti, ma
solo Xander rimase immobile. Buffy e Willow non furono colpite dal
sortilegio.
«Cosa succede?
Perché non sei riuscita a bloccarle?» le chiese Page,
vedendo che l’incantesimo non aveva avuto effetto sulle due
ragazze e Willow, spazientita, le rivolse un sorriso malizioso.
«I vostri trucchetti
con me non funzionano!» ammise con un pizzico d’ironia.
«E non basterà un banale gesto delle mani neppure per
bloccare la Cacciatrice!» aggiunse spavalda. «Adesso
ricominciamo da capo. Questa volta, però, le domande le faremo
noi e, tanto per iniziare, sbloccate immediatamente il nostro amico. Se
ci direte la verità, ve la diremo anche noi.»
Piper, osservate le sorelle
che annuirono con un cenno del capo, finalmente sbloccò Xander e
il giovane, ignaro di quanto accaduto, poggiò sul tavolo il
bicchiere, rimasto in bilico nell’attimo in cui era stato colpito
dall’incantesimo, per sistemarsi la benda sull’occhio.
Notata l’atmosfera tesa, capì che stava succedendo
qualcosa di strano, ma non ebbe tempo per chiedere spiegazioni
perché Phoebe, incalzata dallo sguardo risoluto di Buffy, aveva
iniziato a raccontare la storia della sua famiglia.
«Noi siamo streghe e
i demoni ci conoscono come “Il Trio”», disse con voce
vibrante. «Page è in parte Angelo Bianco e ha la
facoltà di smaterializzarsi per spostarsi ovunque, oltre a
quella di guarire le ferite. Anche Leo, il marito di Piper, è un
Angelo», aggiunse, mentre gli ospiti la ascoltavano con
attenzione.
«Come avrete capito,
Piper può bloccare le persone, mentre io ho il potere di vedere
nell'anima di chi entra in contatto con me, ma non sempre le mie
visioni sono attendibili, infatti non mi hanno impedito di sposare un
demone, ma tralascerei questa parte della storia... chi, oltre a me,
sarebbe così pazzo da amare un demone?» affermò
sorridendo mentre Buffy, Willow e Xander, toccati sul vivo, non
commentarono e lasciarono che continuasse il racconto.
«Fino a tre anni fa
abitavamo a San Francisco, dove lottavamo perennemente contro demoni il
cui unico scopo era di ucciderci. Al termine dell’ennesima
battaglia abbiamo deciso di lasciare la nostra casa e ci siamo
rifugiate qui, perché volevamo una vita normale, senza diavoli
da combattere ogni giorno. Nella lotta abbiamo perso nostra sorella,
nostra madre e nostra nonna. Sono morte per combattere il male.»
Parlare dei propri cari
scomparsi, le procurava un forte dolore quindi concluse velocemente il
racconto per pensare solo al presente.
Osservata Buffy, le rivolse
un tenue sorriso. «E questa è la nostra vita in breve. Ci
sarebbe molto altro da aggiungere, ma sarà per la prossima
volta», disse, accavallando le gambe e indirizzandole
l’ennesimo sguardo interessato. «Quando ti ho sfiorato la
mano, ho avuto una visione. Ho visto morte e distruzione ed ho temuto
che tu fossi un demone, per questo io e le mie sorelle abbiamo deciso
di interrogare te e i tuoi amici. Se tu fossi un demone, però, a
quest'ora ci avresti già attaccate.»
Senza distogliere lo sguardo da Buffy, Phoebe le sorrise maliziosa.
«Tu e la tua amica
non siete ragazze normali, vero?» chiese incuriosita. «Io
sono stata sincera con te e vorrei che tu lo fossi con noi.»
Ci fu un istante di
silenzio poi, Buffy, dopo un breve respiro per infondersi la forza di
rivangare il passato, decise di accontentare la ragazza e iniziò
il racconto della sua storia.
«Io sono la Cacciatrice di vampiri.
Il luogo da cui noi tre proveniamo era situato sulla Bocca dell'Inferno
e vi si potevano trovare demoni di ogni genere. L'anno scorso, durante
una battaglia cruenta, la nostra cittadina fu distrutta e nello scontro
perirono mia sorella Dawn, la ragazza di Willow e la ragazza di Xander.
Noi scampammo alla morte solo grazie a Spike, un vampiro che
sacrificò la vita per salvare l'umanità!»
Al ricordo di quei
terribili eventi, Buffy si lasciò sfuggire una lacrima, mentre
Phoebe la guardava incredula, poiché non riusciva a concepire
che un demone avesse salvato il mondo.
«Hai detto un vampiro? Un vampiro ha salvato l’umanità?»
Accortasi della lacrima che Buffy prontamente aveva rimosso dalla guancia, Phoebe le sorrise.
«Un vampiro che ti
amava, immagino. E tu amavi lui, giusto? Ed io che pensavo che nessuno,
oltre a me, potesse essere così folle da amare un demone!»
Buffy, ripensando al
sacrificio di Spike, osservò la giovane strega scuotendo il
capo. «È complicato, molto complicato», ammise
triste. «Spike mi amava ed io amavo lui, ma non abbastanza da
impedirgli di sacrificarsi per il bene dell'umanità,
perché il mio cuore apparteneva a un altro... un'altro che non
potrò mai avere e Spike lo sapeva.»
«Ecco che si parla di
Angel, il tenebroso pallido e triste», s’intromise nella
discussione Xander, mentre Willow gli lanciava un’occhiataccia.
«Fai silenzio. Tu
stavi per sposare il demone della vendetta, quindi non hai voce in
capitolo!» lo bacchettò per imporgli di tacere.
«E allora vogliamo
parlare di Oz, il lupetto mannaro!» rimbeccò Xander
sfidandola finché Buffy, spazientita dagli inutili battibecchi
dei due amici, li zittì con una sola occhiata e riprese il
racconto.
«Da un anno ci siamo trasferiti qui e viviamo in un castello di proprietà del mio ex osservatore.»
«Osservatore?»
chiese Page incuriosita. «Cos’è un osservatore? Uno
che ti spia? Un guardone?» e Buffy sorrise, immaginando la
reazione che avrebbe avuto Giles, sentendosi definire un guardone e
cercò di fornire una spiegazione plausibile alla giovane strega.
«Ogni Cacciatrice ha
un Osservatore e può essere uomo o donna. Il suo compito
è di guidare la prescelta, consigliandola e addestrandola per la
lotta», spiegò, mentre Page sorrideva maliziosa.
«Quindi è la persona che invece di combattere, guida chi va in battaglia!» affermò la strega.
«Non il mio», dichiarò Buffy con orgoglio e Xander intervenne per avvalorare la sua affermazione.
«Giles è un osso duro e non si è mai sottratto alla lotta.»
Indirizzato all’amico un cenno di assenso, Buffy riprese il racconto.
«Per quanto riguarda
Willow, anche lei, come voi, è una strega e quando siamo entrate
nel vostro locale, ha capito quello che stavate combinando e ha fatto
un contro incantesimo per proteggerci.»
«Grazie per aver pensato anche a me. Io non meritavo di essere protetto?» chiese Xander irritato.
«Non te la prendere,
dovevamo capire fino a che punto le tre sorelle si sarebbero
spinte», affermò Buffy, cercando di spiegargli il motivo
per cui non era stato incluso nella mossa difensiva. «Comunque
sai bene che non avremmo permesso che ti facessero del male!»
Rivolta una seconda
occhiataccia alle due amiche, Xander scrollò le spalle,
perché sapeva che mai lo avrebbero messo in pericolo.
«La prossima volta
che dovrò fare da cavia, almeno abbiate la decenza di
avvertirmi!» sbuffò, ma poi sorrise e Buffy poté
finire il racconto.
«E questa è la nostra storia narrata in breve, per il resto ci sarà tempo.»
L’atmosfera tesa, che
si era creata a inizio pomeriggio, finalmente si dissolse e le tre
sorelle, sollevate per non dover ricominciare a combattere, accolsero
con gioia i nuovi amici.
«A questo punto,
siccome abbiamo combattuto tutti dalla parte dei buoni, proporrei di
brindare al nostro incontro, che spero possa trasformarsi in una bella
amicizia», propose Page e con una stretta di mano tra Piper e
Buffy le sue parole divennero realtà, mentre i bicchieri
venivano alzati in un brindisi festoso a suggellare la nascita di un
rapporto speciale.
Erano passati due mesi, da
quando Buffy, Willow e Xander avevano conosciuto le tre sorelle e Leo e
il rapporto di amicizia che li legava si era consolidato,
trasformandosi, per alcuni di loro, in qualcosa di molto importante.
Xander e Page, infatti,
avevano iniziato a frequentarsi assiduamente, trovando gradevole la
reciproca compagnia, tanto da innamorarsi e le rispettive famiglie non
potevano che approvare la loro unione, gioendone.
Nei mesi trascorsi, comunque, non era nata solo una bella storia d’amore, anche le amicizie si erano rafforzate.
Willow passava gran parte
della giornata in compagnia di Piper, per scambiarsi segreti e
confidenze sui vari incantesimi, perché entrambe sempre ansiose
di arricchire la loro conoscenza, traendo spunto dalle reciproche
esperienze e Leo spesso stava con loro, divertendosi ad ascoltare i
racconti di Willow sulle passate vittorie, quando combatteva al fianco
della Cacciatrice nel gruppo soprannominato “Scooby Gang”.
Phoebe, invece, preferiva
la compagnia di Buffy. Il fatto di essere state attratte da uomini
demoni le aveva avvicinate e un pomeriggio, mentre si trovavano nella
biblioteca del castello, cercò di scoprire qualcosa di
più succulento sulla nuova amica.
«Allora, Buffy...
sono due mesi che ci frequentiamo ed io ti ho raccontato tutto di me,
dei miei amori e soprattutto di Cole. Ormai non ho più segreti.
Puoi dire di conoscermi tanto quanto le mie sorelle. Io, invece, non so
nulla dei tuoi sentimenti. Hai voglia di parlarmene?» chiese
curiosa, ma Buffy scosse la testa.
«Temo ti
annoieresti», affermò, cercando di eludere altre domande
ma, com’era ovvio supporre, Phoebe non era tipo da lasciarsi
scoraggiare da un no e non mollò la presa.
«Non credo che la tua
vita sia stata noiosa», dichiarò seria. «Vorrei
sapere del tuo passato, conoscerti meglio», le disse, cercando il
suo sguardo e Buffy, posato il libro che stava leggendo, si
alzò, indicando a Phoebe il giardino.
Aveva imparato a conoscerla e sapeva che non avrebbe desistito. Cercare di distrarla sarebbe stata una perdita di tempo.
«Usciamo e ti
dirò tutto!» affermò, mentre lasciavano la
biblioteca per dirigersi verso l’immenso parco del castello.
Sedutasi
sull’altalena, legata al ramo di un grosso albero, Buffy
iniziò a raccontare la parte di storia che ancora non era stata
narrata, quella parte fatta di felicità, ma anche
d’immenso dolore, che spesso tormentava il suo cuore.
«A sedici anni mi
trasferii a Sunnydale e il primo giorno di scuola successero gli
avvenimenti più importanti della mia vita: conobbi Willow,
Xander, Giles e incontrai Angel.»
«Sarà stato un giorno indimenticabile!» ribatté Phoebe.
«Sì, lo fu! In
un solo giorno incontrai l'amore della mia vita, due amici meravigliosi
e un nuovo padre, non avrei potuto chiedere di più»,
affermò Buffy con un pizzico di malinconia. «Col passare
del tempo, il mio amore per Angel crebbe e il giorno in cui mi
baciò per la prima volta fu stupendo e allo stesso tempo
orribile perché, mentre mi baciava, il suo volto cambiò,
svelando la sua vera natura: Angel era un vampiro.»
«Oh, Buffy, ma è terribile!» replicò seriamente rattristata Phoebe.
«Sì, fu
terribile, soprattutto perché ero innamorata di lui, ma in
quanto Cacciatrice avrei dovuto ucciderlo. E infatti stavo per farlo.
Credendo che avesse attaccato mia madre lo braccai, ma quando fu sotto
tiro, non riuscii a portare a termine il mio compito e gli diedi la
possibilità di raccontarmi la sua storia e così seppi
della maledizione che incombeva su di lui.»
«Una maledizione? Che genere di maledizione?»
«Divenuto vampiro
commise l'errore di uccidere una giovane zingara. Per punirlo, i
parenti della ragazza lo maledissero e gli restituirono l'anima. Da
quel giorno non riuscì più a fare male a nessuno
perché l'anima, resagli con un sortilegio, gli impediva di
uccidere esseri innocenti. Questo, però, non cambiava che lui
fosse un vampiro ed io la cacciatrice, così ci dicemmo addio e
lui lasciò Sunnydale. Quando ebbi bisogno, tornò da me,
aiutandomi a sconfiggere "il Maestro", un vampiro molto temibile che
voleva impossessarsi del mondo. Battuto il nemico, ricominciammo a
frequentarci, ma a Sunnydale morto un cattivo arrivava subito un altro
ancora peggiore, pronto a prendere il suo posto. Sto parlando di Spike.
Dopo la morte del Maestro arrivò con la sua donna, Drusilla e
insieme mi diedero parecchio filo da torcere.»
«Spike?... il vampiro che ha salvato l'umanità? Lui era il tuo nuovo nemico?» chiese Phoebe curiosa.
«Sì, proprio
lui... alla fine cambiò, ma ti assicuro che i nostri primi
incontri non furono piacevoli. Spike e Drusilla cercarono più
volte di uccidermi.»
Phoebe, ascoltata con
interesse la storia dell’amica, sentendola parlare del vampiro
con l’anima capì che era ancora innamorata di lui e
aspettò con ansia il seguito del racconto, per scoprire cosa
fosse successo che li avesse fatti allontanare. Purtroppo, la parte
della storia da narrare avrebbe riaperto ferite mai cicatrizzate e
Buffy decise di rimandare la confessione a un altro giorno.
«Che ne dici se ora andassimo a bere qualcosa? Magari ci fermiamo da tua sorella.»
E Phoebe annuì, in
fondo non pretendeva che l’amica le raccontasse tutti i suoi
segreti in un sol giorno, specialmente se la facevano soffrire.
«Dico che è
un’ottima idea», rispose e insieme lasciarono il giardino e
rientrarono in casa, dove trovarono Giles immerso nella lettura.
«Buonasera Giles, stiamo andando al P3, vuole unirsi a noi?» propose all’uomo, che le sorrise.
«Buonasera Phoebe, ti
ringrazio per l'invito, ma sto cercando la soluzione a un problema di
Buffy e non vorrei distrarmi. Voi andate e divertitevi.»
«Ha detto che Buffy ha un problema? Che genere di problema? Io e le mie sorelle non possiamo aiutare?»
Buffy, non volendo discutere dei sogni che la turbavano, cercò di tranquillizzarla.
«Non ti preoccupare
Phoebe, non è grave! Sono sicura che Giles riuscirà a
trovare una soluzione in brevissimo tempo! Adesso andiamo, voglio
raggiungere Xander e Page. Vorrei scatenarmi e ballare con loro fino
all'alba...»
Prendendo sotto braccio
l’amica, Buffy la condusse oltre le mura del castello, per andare
al locale a divertirsi ed evitare di pensare al passato.
Un altro mese trascorse.
Lo studio, in previsione degli esami finali, occupava la maggior parte delle giornate di Buffy, Willow, Xander e Phoebe.
I quattro amici trascorrevano sui libri ogni momento libero ritrovandosi, ogni giorno, a casa di Giles.
Phoebe era sempre la prima
ad arrivare e l'ultima a lasciare la biblioteca, tanto che Buffy e
Willow cominciarono ad avere qualche sospetto, sul vero motivo che
spingesse l'amica a frequentare con tanta assiduità il castello.
«Non so come dirlo,
quindi voglio essere diretta», esordì Buffy rivolgendosi a
Willow. «Credi sia possibile che Pheobe si sia presa una cotta
per Giles?»
«Vedendo il suo
comportamento quando lui è in biblioteca, direi proprio di
sì!» replicò Willow, per nulla sorpresa dalla sua
domanda.
«E secondo te, lui
ha capito?» chiese Buffy, curiosa di sapere cosa pensasse
l’amica, la cui risposta divertita non tardò ad arrivare.
«Chi?... Giles?... oh, Buffy, non penso!... In fatto di relazioni amorose Giles è una vera frana.»
Posando la tazza di tè che stava sorseggiando, Willow rivolse uno sguardo sinceramente dispiaciuto a Buffy.
«Temo che Pheobe
rimarrà delusa! Inoltre, non riesco a immaginarli insieme. Giles
ha il doppio dei suoi anni. Non sarebbe normale!» ribatté
sincera, mentre Buffy le sorrideva per la frase appena pronunciata.
«E allora io cosa
dovrei dire? Gli uomini che ho amato avevano come minimo un secolo
più di me! Te ne sei scordata Willow?»
La rossa finì di
sorseggiare la bevanda ambrata e, rivolto uno sguardo complice alla
bionda, si abbandonò a una risata sincera.
«In fatto di
relazioni è meglio se nessuno di noi faccia commenti»,
affermò divertita e, posata di nuovo la tazza sul tavolo, fece
un cenno a Buffy. Phoebe era appena arrivata e non le avrebbe permesso
di lasciare il castello se prima non avesse detto loro la verità.
«Ciao Pheobe, come
stai?» le chiese maliziosa. «Come procede la tua ricerca?
Visto il tempo che passi in biblioteca, sicuramente prenderai un ottimo
voto al prossimo esame!» dichiarò scaltra.
«E Giles ti aiuta in
qualche modo? Abbiamo notato che trascorri molto tempo con lui,
c’è qualcosa di cui vorresti parlarci?»
s’intromise Buffy sorridendo divertita mentre Pheobe,
incredibilmente, arrossiva.
«È così evidente?» chiese alle amiche che la scrutavano con interesse.
«Cosa? Che ti sei
presa una cotta per il mio ex osservatore? Anche i muri se ne sono
accorti!» replicò Buffy e Phoebe si abbandonò a una
smorfia insoddisfatta.
«Peccato che l'unico
a non accorgersi di nulla sia proprio Giles!» ammise sconsolata.
«Non capirà mai quello che provo!»
Vedendola tanto dispiaciuta, Buffy cercò di consolarla.
«Giles è un
grand'uomo però, quando si tratta di rapporti con l'altro sesso,
è parecchio ottuso! Ricordo la fatica che fece per chiedere a
Jenny di uscire con lui. Io e Xander lo beccammo mentre provava il
discorso parlando da solo, era così buffo, ma anche molto dolce!
Comunque non ti arrendere. Se è Giles ciò che vuoi,
allora cerca di non lasciartelo scappare o lo rimpiangerai per il resto
della tua vita!»
Accantonato il discorso,
finalmente le tre ragazze si sedettero alla scrivania e iniziarono a
studiare, interrompendo le ricerche solo per parlare della cena che
Piper e Page stavano organizzando per la sera seguente, evento privato
al quale era stato invitato anche Giles e, ovviamente, Phoebe era
eccitatissima all’idea di poter passare più tempo con lui,
in un ambiente in cui sperava non l’avrebbe vista come una
studentessa bisognosa di aiuto, ma come una giovane donna desiderabile.
La sera della cena giunse e Piper fece accomodare gli ospiti in una saletta privata del locale preparata per l’occasione.
La musica faceva da
sottofondo ai discorsi dei commensali e le ore trascorsero in fretta.
Terminata la cena, lasciarono la saletta per accedere al locale e
mentre Xander e Page si allontanavano per stare soli, Pheobe
avvicinò Giles per confessargli i suoi dubbi riguardo all'esame
appena sostenuto.
Prendendo l’uomo a
braccetto, lo indirizzò verso un tavolo in fondo al locale, dove
avrebbero potuto parlare senza essere disturbati mentre Piper la
seguiva con lo sguardo, finché la vide sedersi e ordinare due
drink.
Scuotendo il capo sorrise e
osservò Buffy, che le era rimasta accanto e, come lei, aveva
assistito alle mosse della sorellina.
«Non sembra anche a
te che Phoebe stia monopolizzando un po’ troppo l'attenzione di
Giles?» chiese e Buffy scrollò le spalle.
«Se ti dicessi che ci sta provando con lui, sarebbe uno shock?»
Piper, sentita la risposta
dell’amica, indirizzò di nuovo lo sguardo verso la
sorella, che rideva e scherzava, incapace di ricordare da quanto tempo
non la vedesse così felice.
«Pheobe è maggiorenne e può decidere della sua vita come meglio crede. Inoltre, Giles mi piace».
Di nuovo osservò la sorella poi indicò a Buffy il bar.
«Mi fai compagnia? Ti offro un drink.» E la serata continuò all’insegna del divertimento.
Domenica, ore 09,00 del mattino.
Buffy si destò in
preda al panico. Erano mesi che non le accadeva di svegliarsi piangendo
e aveva creduto di essersi liberata del sogno che tanto l'aveva
tormentata, ma si era sbagliata perché, puntuale come un
orologio, era riapparso nel suo subconscio.
Asciugandosi le lacrime
cercò di sforzarsi, ma non riuscì a ricordare nulla,
mentre la sensazione dolorosa che l’aveva colta, lentamente
l’abbandonava.
Infuriata per come il
maledetto sogno agisse su di lei, facendola sentire impotente, si
alzò dal letto e, vestendosi in fretta, corse verso la
biblioteca per raggiungere Giles. Aveva bisogno di un suo consiglio.
Spalancato l’uscio,
s’immobilizzò sulla soglia, mentre i suoi occhi le
restituivano l’immagine di Pheobe e Giles abbracciati.
I due si stavano baciando
con passione ed era troppo tardi per chiudere la porta fingendo di non
averli visti, così rimase ferma a guardare l’idilliaco
quadretto finché Giles, notata la sua presenza, si ritrasse
imbarazzato.
«B-buon... buongiorno... Buffy... dormito bene?»
«Buongiorno Giles, disturbo?» chiese divertita.
«No!... Ma che dici?... Noi stavamo... stavamo facendo una ricerca su... su... su qualcosa... e...»
«Non si preoccupi
Giles, non mi deve alcuna spiegazione», affermò seria,
fissando il proprio sguardo in quello dell’uomo. «In ogni
caso, se la cosa può farla stare meglio, ha la mia
benedizione!» disse sorridendo. Si stava davvero divertendo.
«Ora, se ci vuole scusare, credo che Pheobe sia qui anche per me.»
Avvicinando l’amica le afferrò la mano e di nuovo guardò il povero Giles che sembrava sul punto di crollare.
«Prometto che la tratterrò per poco, poi gliela riporterò, così potrete riprendere le vostre ricerche»,
finì la frase con un sorriso esagerato mentre Pheobe, per nulla
imbarazzata, stampava un grosso bacio sulle labbra di Giles che divenne
paonazzo. E mentre le due amiche si dirigevano verso il giardino,
l’uomo levò lo sguardo al cielo passandosi la mano sulla
fronte, imbarazzato per essersi fatto sorprendere come un ragazzino
alla prima cotta.
Lasciato il castello, le
giovani donne raggiunsero le altalene, dove Buffy avrebbe ripreso la
sua storia ma, prima di iniziare il racconto, la cacciatrice
osservò la giovane strega, rivolgendole un sorriso felice.
«È stata una
bella sorpresa vederti con Giles, finalmente ce l’hai fatta a
conquistarlo», le disse sincera e Phoebe ricambiò il suo
sorriso.
«So che Giles non
è un ragazzino, però adoro stare con lui. È l'uomo
più intelligente che abbia mai conosciuto... E la sua voce... Lo
hai mai sentito cantare? E poi è così sexy... e i suoi
baci... oddio, i suoi baci sono strepitosi!»
«Basta, ti prego.
Risparmiami i dettagli sulla vostra prima notte, perché non
credo che potrei sopportare tanto.»
«Buffy cara, quello che hai visto era il nostro primo bacio, non c'è ancora stata una prima notte, ma ti assicuro che non tarderà e sono certa che sarà esplosiva!»
«Già da ora ti prego di risparmiarmi i dettagli. Non voglio conoscerli, intesi?»
«D’accordo!
Niente dettagli. Lo prometto», fu la replica di Phoebe che poi la
guardò interessata. «Io però voglio sapere tutto,
quindi inizia a parlare, ti ascolto.»
E Buffy, incoraggiata dall’amica, riprese la storia dal punto in cui l’aveva interrotta.
«Angel ed io stavamo
insieme da circa un anno ed eravamo felici. Il giorno del mio
diciassettesimo compleanno mi regalò un anello e quello stesso
giorno la nostra storia finì.»
«Ti ha lasciata il
giorno del tuo compleanno? Perché?» chiese Phoebe
incredula e Buffy, cercando di scacciare la tristezza che le provocava
il ricordo di quel giorno, continuò a raccontare la sua storia.
«Pioveva. Eravamo
sfuggiti a un essere terrificante che stava per ucciderci e ci
rifugiammo a casa sua. Mi prestò degli abiti asciutti e, mentre
controllava una mia ferita, confessò di amarmi. Anch'io lo amavo
e puoi immaginare ciò che successe. Fu la notte più bella
della mia vita.»
Un brivido le corse lungo
la schiena, rammentando gli attimi trascorsi con Angel. Le bastava
chiudere gli occhi per avvertire il sapore delle sue labbra sulle
proprie e ricordare il piacere immenso che aveva provato sentendolo
dentro di sé. Ma la felicità era durata poco.
«Quando la mattina
seguente mi svegliai, Angel era scomparso», confessò con
un filo di voce. «La maledizione degli zingari purtroppo
nascondeva una perfidia terribile. Se lui avesse provato un solo istante di pura felicità,
avrebbe perso la sua anima e si sarebbe ritrasformato in Angelus, uno
spietato assassino. Facendo l’amore con lui, gli avevo donato la
felicità e a causa mia era diventato un mostro!»
Pheobe, osservata
l’amica con immensa tristezza, decise di non voler sapere altro,
poiché capì che continuare a ricordare le faceva troppo
male.
«Mi spiace Buffy, non
immaginavo. Lasciamo stare il passato e occupiamoci solo del
presente», le disse, ma Buffy scosse il capo.
«Ricordare fa male, è vero, però voglio continuare e raccontarti tutta la mia storia.»
Fuggire non era una sua
prerogativa, non era mai scappata di fronte a nulla e non sarebbe
fuggita neppure davanti al suo passato.
Puntando i piedi a terra si diede una leggera spinta e, mentre l’altalena dondolava dolcemente, riprese il racconto.
«Dopo che Angel si
trasformò in Angelus, si alleò con Spike e Drusilla e
cominciò a braccarmi. Si divertiva a giocare con me, con i miei
sentimenti ed io non mi sentivo pronta a ucciderlo, non potevo, ma un
giorno dovetti affrontare la dura realtà e capii che Angel non
sarebbe tornato, così decisi di uccidere il mostro in cui si era
trasformato. Fu Willow a fermarmi. Casualmente scoprì il rituale
per rendergli l’anima e volle fare un tentativo per riportare
Angel dalla parte dei buoni. Purtroppo il rituale funzionò
quando era troppo tardi. Angelus aveva ridestato un demone capace di
annientare l’umanità e per fermarlo occorreva il suo
sangue. Un terribile scherzo del destino volle che Angel riavesse
l’anima nell’attimo in cui io dovevo porre fine alla sua
vita. Fu un momento terribile. Angel mi guardava, senza capire cosa
stesse accadendo. Con la morte nel cuore lo abbracciai, gli dissi che
lo amavo, lo baciai e poi lo uccisi, mentre il suo corpo veniva
risucchiato all'inferno.»
Nonostante fossero
trascorsi parecchi anni da quel giorno nefasto, Buffy avvertì
una fitta dolorosa trafiggerle il petto. Ricordare quei terribili
momenti la faceva soffrire e Phoebe, avvertendo il suo dolore, decise
di interrompere il viaggio nei ricordi.
«Sono felice che tu ti stia confidando con me, ma per oggi basta, continueremo un altro giorno.»
«No, Phoebe, sto bene e voglio finire.»
Risoluta scacciò la malinconia e riprese il racconto.
«Dopo aver ucciso
Angel, ero sconvolta e me ne andai da casa. Quando tornai, faticai a
riprendere la vecchia vita, ma gli amici mi riaccettarono nel gruppo e,
poco per volta, ripresi il controllo delle mie emozioni finché
successe l'impossibile: Angel riapparve. All'inizio era debole,
sconvolto per il lungo periodo trascorso agli inferi, ma aveva di nuovo
la sua anima. Non fu facile, io credevo di averlo ucciso, invece era
vivo e, nonostante tutti i problemi, riprendemmo la nostra storia,
anche se entrambi sapevamo che sarebbe stato doloroso stare insieme
perché, pur amandoci, non potevamo cedere alla passione.
Trascorsero alcuni mesi, poi ci separammo definitivamente. Lui decise
di troncare e se ne andò, per darmi la possibilità di
incontrare un ragazzo normale con cui vivere una vita vera. Dopo la
nostra separazione seppi che era tornato a Sunnydale per aiutarmi,
senza farsi vedere ed io andai a Los Angeles per avere una spiegazione
sul suo comportamento. Lo rividi solo per qualche minuto e ne soffrii.
Gli dissi che dovevamo dimenticarci l'uno dell'altra e me ne andai.
Erano le 09,00 del mattino... Che strano, le 09,00 del mattino...
quest'orario mi perseguita.»
«Come dici?»
«Niente
d’importante... non farci caso! Comunque, nonostante ci fossimo
lasciati, lui era sempre presente quando avevo bisogno. Mi rimase
accanto la notte del funerale di mia madre e la sua presenza mi diede
la forza per superare quel tragico momento... Lo scorso anno, poco
prima della battaglia che distrusse Sunnydale, tornò per
offrirmi il suo aiuto e fu per merito di un amuleto che mi
consegnò, se siamo riusciti a vincere.»
«Sbaglio o avevi detto che Spike aveva salvato l'umanità?»
«Spike era un vampiro
malvagio e per anni ci scontrammo, finché un'organizzazione
governativa gli impiantò nel cervello un chip che gli impediva
di fare male agli innocenti. Poteva lottare solo contro i demoni,
così si unì al mio gruppo. In seguito, non so come
accadde, ma finì con l'innamorarsi di me. All'inizio, l'idea che
lui potesse amarmi mi disgustava poi, col passare del tempo, iniziai a
guardarlo con occhi diversi e un giorno, mentre stavamo lottando, ci
trovammo l'uno tra le braccia dell'altra ed io lo baciai. Ero eccitata,
bramosa delle sue carezze e non solo di quelle. Lo volevo, volevo
sentirlo dentro di me e l'ho avuto. Fu una cosa pazzesca, sesso
sfrenato senza alcuna inibizione. Purtroppo la storia si
complicò e lo cacciai. Quando tornò, aveva riconquistato
la sua anima e, anche se non ci fu più nulla tra noi,
continuò ad amarmi. Io provavo affetto per lui e il giorno in
cui sacrificò la sua vita nella battaglia finale gli dissi che
lo amavo. Ed era vero, lo amavo, per tutto quello che mi aveva dato,
per la sua lealtà, per la sua ironia e per il suo affetto
incondizionato... poteva essere l'uomo della mia vita...»
«Ma non lo fu, perché tu ami Angel e nessuno potrà mai prendere il suo posto... giusto Buffy?»
«Purtroppo è
così Pheobe», ammise lei con tristezza. «Pur sapendo
che per noi non ci sarà un futuro, a causa della maledizione, io
continuo ad amarlo! E questo è quanto. Ora puoi dire di sapere
tutto sulla mia patetica vita!»
Al termine del racconto,
finalmente le due amiche lasciarono il giardino, pronte a ritornare
alle proprie vite, abbandonando il passato per dedicarsi solo allo
splendido futuro che le attendeva.
Il tempo trascorse
velocemente e l'anno scolastico finì, con immensa gioia di
Xander che, grazie all’aiuto di Page, era riuscito a diplomandosi.
Neanche a dirlo, Willow
aveva sbaragliato la concorrenza, conseguendo il diploma con i voti
migliori, ma anche Buffy e Pheobe se l’erano cavata egregiamente
e potevano finalmente godersi un meritato riposo.
Se sul fronte scolastico tutto era andato bene, sul fronte sentimentale andava anche meglio.
Dopo sei mesi di fidanzamento, Giles aveva infatti trovato il coraggio di chiedere a Phoebe di sposarlo.
La data delle nozze era
stata fissata per Natale e Buffy era contentissima per l'amica e l'ex
osservatore e lo sarebbe stata ancora di più, se i sogni che la
tormentavano l’avessero lasciata tranquilla.
Ovviamente, per non
guastare l'atmosfera di gioia, decise di non parlare con nessuno dei
suoi problemi notturni, certa che in qualche modo avrebbe saputo come
risolverli da sola.
Un altro mese trascorse.
I preparativi per il
matrimonio occupavano le giornate di tutti e Buffy cercava di aiutare
come meglio poteva, ma ogni notte il sogno tornava a tormentarla,
lasciandola sempre più spossata e faticava a tenere nascosta la
sua angoscia, tanto che Willow iniziò a preoccuparsi.
«Ultimamente sembri a
terra, per caso il sogno è tornato? È da un po’ che
ti osservo e credo che tu nasconda qualcosa», la affrontò
seria, approfittando di un momento in cui erano sole.
«Va tutto bene
Willow, sono solo un po’ stanca, non ti preoccupare»,
cercò di rassicurarla Buffy. «Se non ti spiace, ora dovrei
andare, ho appuntamento con Xander e non voglio farlo aspettare».
Indossato il cappotto,
ansiosa di evitare altre domande, Buffy uscì da casa senza
accorgersi della presenza di Pheobe che, preoccupata, avvicinò
Willow.
«Non volevo
origliare», si scusò la giovane strega. «Ma ho
sentito la vostra conversazione. Di che sogno stavi parlando con
lei?» chiese allarmata e Willow cercò di tranquillizzarla.
«Ciao Pheobe, non mi
ero accorta che eri qui», le disse sorridendo ma, notata la sua
espressione scettica, decise di confidarsi con lei.
«Devi sapere che
Buffy, tempo fa, ci aveva confessato di avere un problema con un sogno
che termina alle 09,00 del mattino, un sogno del quale, al risveglio,
non riesce a ricordare nulla e che la fa soffrire.»
Cercando lo sguardo dell’amica, Willow sospirò.
«Credo che il sogno
sia tornato a tormentarla, ma lei finge che vada tutto bene,
perché non vuole che i suoi problemi possano minare la
felicità per il tuo matrimonio.»
«Incredibile che
pensi sempre agli altri...» ribatté Phoebe, che ormai
aveva capito come ragionava l’amica poi, osservando Willow, si
ricordò di un avvenimento successo tempo indietro.
«Avevo già sentito di questo problema, ne aveva parlato Giles mesi fa. Credevo fosse stato risolto!»
«Anch’io lo
pensavo, perché Buffy non ne ha più parlato e credevo
avesse smesso di sognare, invece fingeva... Se solo riuscissimo a
scoprire di cosa si tratta, capiremmo perché il sogno le
dà tanto dolore.»
Le parole di Willow scossero Phoebe, che non attese di sentire altro.
«Discuterò del
problema di Buffy con le mie sorelle e ti farò sapere,
però non dirle nulla. Quella zuccona non mi permetterebbe di
aiutarla, proprio ora che il matrimonio è imminente»,
affermò risoluta, tanto che Willow non poté fare altro,
se non annuire.
«Sono d’accordo e se scopri qualcosa, chiamami immediatamente.»
«Lo farò
Willow. Ora vado da Giles e lo informo della mia decisione, anche lui
deve sapere. Spero di avere presto una risposta.»
Salutato il futuro marito,
Phoebe tornò a casa ed espose il problema alle sorelle, che si
misero subito al lavoro per cercare di aiutare l'amica.
Ormai erano diventati una
famiglia e se uno di loro aveva un problema, non sarebbe rimasto solo e
avrebbe avuto l’appoggio di tutti per trovare una soluzione.
Mancava una settimana a
Natale e Pheobe era pensierosa. In quel giorno magico avrebbe sposato
l’uomo che amava ed era felice, ma non completamente,
perché solo se fosse riuscita ad aiutare Buffy, la sua gioia
sarebbe stata totale.
Mentre era immersa in
pensieri che l’affliggevano, ecco che una visione si
presentò come un lampo nella sua mente, facendole tornare il
sorriso.
«Come ho fatto a non pensarci prima? Sono un'idiota!»
Piper, che si trovava in soffitta con lei, la osservò preoccupata.
«Pheobe, parli da sola?»
«No, non parlo da sola, penso ad alta voce ed ho capito chi fa soffrire Buffy... almeno, credo di averlo capito.»
«E di chi si tratta?» la incalzò Page curiosa.
«Angel»,
rispose Phoebe sicura di sé. «Credo sia lui “il
soggetto” del suo sogno misterioso.»
Piper la osservò
senza capire, non riusciva a collegare Angel al sogno di Buffy ed era
curiosa di sapere su cosa si basasse la sorella per esprimere un simile
giudizio.
«Perché pensi
si tratti del suo ex?» le chiese scettica. «E se
così fosse, perché lei non riesce a ricordare?»
«Mentre mi raccontava il suo passato, Buffy disse una frase strana, alla quale ho ripensato solo oggi.»
Notando gli sguardi interessati delle sorelle, Phoebe cercò di esprimere in breve ciò che pensava.
«Mi disse che dopo la
rottura con Angel si erano rivisti. Era andata da lui, a Los Angeles,
dove si era trattenuta fino alle 09,00 del mattino e, guarda caso, il
sogno che la tormenta termina sempre alle 09,00 del mattino... non vi
sembra una strana coincidenza?»
Ma Piper continuava a non
trovare un senso logico alle sue supposizioni. «Se non sbaglio,
Buffy ricorda cosa sia successo nel breve periodo in cui si sono
rivisti», le disse dubbiosa, perché certa che si
sbagliasse.
«Purtroppo non so
spiegare la mia visione», replicò Phoebe al dubbio
sollevato dalla sorella. «Ma credo che durante quel giorno sia
successo qualcosa che le sfugge, qualcosa d’importante che
ritorna nei suoi sogni e che la fa soffrire e non posso cercare Angel e
chiedergli una conferma, perché se mi sbagliassi, se lui non
c’entrasse nulla, lo metterei in allarme e Buffy non mi
perdonerebbe per essermi intromessa nella sua vita.»
Page, ascoltate con
interesse le parole della sorella, le indirizzò
un’occhiata complice. Lei credeva ciecamente nelle sue visioni e
se la strega era convinta che qualcosa di losco si annidasse nei pochi
istanti in cui Buffy ed Angel si erano rivisti, doveva per forza essere
così.
Accostandosi al Libro delle
ombre iniziò a sfogliarlo, per cercare una soluzione al
problema, certa che lo avrebbe trovato, perché finalmente aveva
qualcosa di concreto su cui basare le sue ricerche: Angel, il vampiro
che Buffy aveva amato.
Il conto alla rovescia iniziò.
Mancavano sei giorni a
Natale e, oltre ai preparativi per il matrimonio, continuavano anche le
ricerche segrete per risolvere il problema di Buffy.
Le streghe, infatti,
aiutate da Willow e Giles, dedicavano ogni minuto libero per cercare
una soluzione al problema della cacciatrice, mentre a Xander era stato
affidato il compito di tenerla impegnata, in modo che non capisse
ciò che stavano facendo per lei.
Quando mancavano due giorni
a Natale, Xander aveva ormai usato tutti gli stratagemmi possibili, per
tenerla lontana dal gruppo e, per evitare di far sorgere in lei dubbi
su cosa stessero tramando, per un giorno tutti loro abbandonarono le
ricerche e trascorsero insieme un piacevole pomeriggio.
Giunta la Vigilia di
Natale, le ricerche non avevano portato a nulla e Xander, di nuovo,
dovette inventarsi l’ennesima scusa per allontanare Buffy dagli
altri, in modo che potessero scavare ancora più a fondo per
trovare una soluzione.
Vedendola aggirarsi per il castello l’avvicinò, fingendosi agitato.
«Buffy, amica mia, ho
bisogno di te!» le disse con voce preoccupata. «In questi
giorni ho pensato solo a Page e mi sono scordato di prendere un regalo
per il matrimonio... sai che figura da idiota se mi presento senza
nulla! Mi aiuti a cercare qualcosa di carino per loro?»
«Oh, Xander, sei
sempre il solito distratto. Prendo il cappotto e andiamo, una giornata
di shopping mi farà bene.»
Appena i due lasciarono il
castello, Giles e Willow uscirono per andare dalle sorelle, che erano
impegnate a testare pozioni e nuovi incantesimi.
Le raggiunsero in soffitta e il lavoro cominciò.
Dopo circa un'ora di
inutili ricerche, una luce illuminò l’ambiente e apparve
Leo. Anche lui era stato reclutato dalle streghe per cercare una
soluzione al problema di Buffy.
«Finalmente sei
tornato!» gli urlò Phoebe, mentre Piper lo aveva
avvicinato per dargli un bacio. Ricambiato il gesto affettuoso della
moglie, l’angelo osservò la cognata e le sorrise
compiaciuto.
«Sì, sono tornato e non sono solo.»
Improvvisamente, seguendo
l’eco delle sue parole, una seconda luce apparve e in soffitta si
materializzò un giovane uomo.
Trascorsero pochi secondi
di silenzio in cui le tre sorelle, Giles e Willow, guardarono con
interesse il nuovo arrivato, senza capire perché Leo lo avesse
condotto con sé.
Nessuno di loro sembrava riconoscerlo e Leo, finalmente, si accinse a spiegarne la presenza.
«Potete smettere di
fare ricerche, non è più necessario»,
affermò orgoglioso. «Vi presento la persona che
spiegherà qual è il sogno che fa soffrire Buffy e
perché lei non riesce a ricordarlo.»
Gli sguardi dei presenti si
calamitarono sullo sconosciuto. Tutti loro erano ansiosi di avere delle
risposte e speravano che quel ragazzo, dall’aspetto un po’
trasandato, fosse davvero la soluzione al problema che angustiava la
giovane amica.
«Vieni avanti, ti
prego e racconta ciò che sai», lo spronò Leo e lo
sconosciuto annuì sorridendo.
«Il mio nome è
Doyle», si presentò. «E sono stato un ottimo amico
di Angel, almeno fino alla mia morte...»
«Tu sei morto?» chiese Willow sorpresa e Doyle di nuovo annuì.
«Cose che
capitano», rispose sorridendo e riprese il racconto. «Ho
combattuto al suo fianco, a Los Angeles ed è lì che ho
conosciuto Buffy. La vostra amica era venuta per parlare con lui e, per
quanto ricordo, si era trattenuta solo qualche minuto. Almeno questa
è la versione ufficiale della storia. Ma la realtà
è un'altra. Buffy è rimasta a Los Angeles per un giorno
intero.»
Willow sgranò gli
occhi per puntarli sul giovane che, evidentemente, a causa della
prematura dipartita, aveva perduto il senno o forse non lo aveva mai
avuto neppure da vivo. Ciò che aveva detto era folle,
poiché lei sapeva che Buffy era stata a Los Angeles, ma sapeva
che si era trattenuta con Angel solo pochi minuti, giusto il tempo di
troncare per sempre la loro relazione, non un giorno intero, come
affermava il nuovo arrivato.
Stanca e irritata per non
avere trovato una soluzione al problema dell’amica, lo
affrontò, non aveva intenzione di ascoltare le idiozie di uno
spettro.
«Mi spiace
contraddirti, ma ti stai sbagliando. Buffy mi ha raccontato del suo
incontro con Angel e so che non è durato più di dieci
minuti. Se fosse stata con lui tutto il giorno, me lo avrebbe
detto.»
«Stai buona ragazza e lasciami parlare!»
La voce di Doyle
vibrò forte, quanto stava per dire avrebbe messo tutti a tacere,
perfino la streghetta dai capelli rossi e riprese il racconto di quanto
solo lui sapeva.
«Buffy è
entrata nell'ufficio di Angel verso le 09,00 del mattino e l’ha
lasciato poco dopo quell’ora, però del mattino seguente,
solo che lei non lo sa... Le Forze dell'essere,
con un incanto, hanno cancellato dalla sua mente, come pure dalla mente
di tutti noi, il giorno vissuto che è sparito. Tutti siamo
tornati indietro di ventiquattro ore e le esperienze fatte, sia belle,
che brutte, sono state cancellate perché mai accadute. In poche
parole, la giornata è stata eliminata per essere rivissuta da
capo.»
Willow, che continuava ad ascoltare Doyle con scetticismo, di nuovo lo affrontò.
«Tu affermi che un
intero giorno è stato cancellato, come se non fosse mai stato
vissuto, allora spiegami, com'è che te lo ricordi? E
perché queste Forze dell'essere
si sono divertite a cancellare un giorno intero? Scusami, ma non riesco
a trovare una logica a ciò che stai dicendo.»
Doyle, alzate le spalle, sospirò, anche lui aveva faticato a credere che una cosa del genere fosse accaduta.
«Neppure io ricordo
nulla di quel giorno, poiché è stato cancellato anche
dalla mia mente», ammise sincero. «L’unico ad averne
un ricordo è il nostro Angel e me ne parlò il giorno in
cui morii. Ed ora, se vi va di ascoltarmi, vi spiegherò cosa
accadde.»
Scrutando nel profondo
ciascuno dei presenti, Doyle cominciò a raccontare ciò
che Angel gli confessò il tragico giorno in cui lui perse la
vita.
Narrò di come il
vampiro fosse tornato mortale. Del tempo trascorso con la sua amata
Buffy. Della scoperta che l'essere un uomo avrebbe potuto causare la
morte di molti innocenti, compresa quella della cacciatrice e della sua
decisione di lasciare che le Forze dell’essere riportassero
indietro il tempo, in modo che gli avvenimenti successi non potessero
ripetersi. E spiegò loro dell’estremo sacrificio di Angel
che, ricordando ogni attimo, manovrò gli eventi per impedire che
si ripetessero.
Finito il racconto, Doyle osservò il gruppetto di amici radunato in soffitta.
Doveva dire loro un’ultima cosa.
«Angel mi ha
confessato tutto in un momento di sconforto, ma mi ha fatto giurare di
non dire mai niente. Non voleva che Buffy scoprisse quanto erano stati
felici. Non voleva che anche lei soffrisse, ripensando a quanto avevano
avuto e a quanto avevano rinunciato... Comunque, io ora sono morto e un
giuramento non ha più valore quando si è morti, per
questo vi ho raccontato tutto! Buffy deve amare tantissimo Angel, se il
suo subconscio riesce a riportare a galla un giorno che le è
stato cancellato dalla mente con un incantesimo.»
E finalmente Willow
riuscì a comprendere l’angoscia provata dall’amica e
un velo di tristezza le ombreggiò il volto.
«Ora capisco
perché il sogno le fa così male! Sin dai tempi del liceo
ha desiderato che Angel potesse diventare umano e quando è
accaduto e ha assaporato la felicità legata a una vita normale,
le è stata strappata di nuovo... Nonostante l’incantesimo,
la sua mente rivive in sogno l'angoscia del distacco e la
consapevolezza della perdita, ma quando si sveglia i suoi ricordi
svaniscono, lasciando un vuoto immenso nel suo cuore. Tutto questo
è atroce... Come può Angel portarsi dentro un dolore
così grande?»
Doyle osservò la giovane strega, mentre un sorriso amaro increspava le sue labbra.
«Il nostro vampiro
crede di meritare tutte le sciagure che gli capitano, a causa del suo
burrascoso passato e le accetta senza mai ribellarsi e rinunciare al
suo amore per Buffy è la punizione peggiore che potesse
ricevere.»
Le parole dello spirito
furono accolte dall’ennesimo attimo di silenzio e solo Page,
ascoltata la vicenda, decise di intervenire.
Non sopportava le storie
tristi. Se due persone si amavano, pensava fosse giusto che stessero
insieme e non avrebbe permesso alle Forze dell’essere di rovinare
la vita alla sua nuova amica.
«Il vostro Angel
è un masochista, ma io so cosa fare...» esordì con
voce vibrante poi, senza dare tempo ai presenti di replicare,
afferrò la mano di Willow e insieme sparirono, lasciandosi
dietro solo una luccicante luce bianca, che per pochi secondi
illuminò la soffitta, fino a scemare lentamente.
Los Angeles, Vigilia di Natale.
Angel, seduto alla
scrivania, osservava attraverso la grande finestra dell’ufficio
la gente che usciva dai negozi con borse piene di regali.
La vista di tutti quegli sconosciuti sorridenti lo rendeva triste. Non sopportava il Natale.
A distoglierlo dai pensieri
mesti, che l’imminente festività portava con sé, ci
pensò un rumore alle sue spalle, seguito da uno strano bagliore
che illuminò la stanza, mentre due persone apparivano dal nulla.
Sempre all’erta e
pronto allo scontro, Angel abbandonò la scrivania e
brandì una spada, per affrontare gli intrusi quando, con immenso
stupore, riconobbe in uno di essi Willow.
Confuso osservò la strega e la ragazza che c’era al suo fianco.
«Willow?» fu la
prima parola che riuscì a pronunciare, ma subito rammentò
un’altra visita ricevuta dalla strega, in cui lei gli annunciava
la morte della cacciatrice e fu sufficiente per tramutare lo stupore in
preoccupazione. «È successo qualcosa a Buffy?»
chiese ansioso. «Avanti, parla, e lei chi è?»
domandò indicando Page.
«Ciao anche a te
Angel», rispose finalmente Willow, ancora frastornata per il
viaggio di teletrasporto compiuto con l’amica. «Lei
è Page... una strega-angelo», aggiunse, per rispondere a
una delle domande ricevute. «E Buffy non è in pericolo,
non preoccuparti, però non sta bene e solo tu puoi aiutarla a
guarire.»
Angel, confuso per la visita inattesa e per le parole della giovane, la osservò disorientato.
«Che significa che
non sta bene e che solo io posso aiutarla a guarire? Cosa mi nascondi?
Capiti qui senza preavviso, portandoti dietro questa ragazza mai vista,
mi dici che Buffy non è in pericolo ma, al tempo stesso, che io
dovrei aiutarla a guarire... Guarire da cosa?»
«Da un problema che
tu le hai causato», s’intromise Page. «E per aiutarla
a guarire basterà che le racconti la verità.»
«Io non ho mai
mentito a Buffy», replicò Angel irritato dal tono
d’accusata con cui si era rivolto a lui la ragazzina. «Non
so chi tu sia, né cosa tu voglia da me, so solo che le tue
insinuazioni non mi piacciono. Sono sempre stato onesto con Buffy e non
tollero che una sconosciuta mi accusi.»
Page, per nulla intimorita dal tono usato da Angel, ribatté prontamente alle sue parole.
«Oggi abbiamo avuto
un interessante incontro con un tuo vecchio amico», lo
informò con piacere. «Si chiama Doyle. Ti dice niente
questo nome?» continuò, sicura che il vampiro la stesse
ascoltando con attenzione. «Oltre ad essere un tuo collaboratore,
non era anche un amico? Una persona cui hai confidato un segreto, che
avrebbe dovuto portare con sé fino alla morte?»
Angel, sentendo pronunciare
quel nome, s’incupì. Il ricordo dell’amico era
sempre vivido nella sua mente e non tollerava che una sconosciuta
parlasse di lui come se fosse ancora vivo e capace di svelare
avvenimenti che dovevano rimanere per sempre sepolti.
«Doyle era il mio
migliore amico, ma è morto! Come puoi affermare di averlo
incontrato? Parla ragazzina e cerca di non farmi irritare, non ti sarei
simpatico se dovessi incazzarmi.»
Willow, notato il brusco
cambiamento di umore del vampiro, decise di intervenire prima che la
situazione potesse degenerare. Non erano lì per una rissa, ma
per aiutare Buffy. Con calma s’intromise tra i due contendenti,
per evitare che passassero alle maniere forti.
«Come ti ho detto,
lei è per metà Angelo e pure Leo, il marito di sua
sorella lo è, ed è grazie a lui se abbiamo conosciuto
Doyle.»
«Avete davvero incontrato Doyle?» chiese Angel stupito.
«Forse sarebbe
più giusto dire il suo spirito, poiché Doyle ci è
apparso come fantasma e ci ha parlato di te. Ha pensato che il
giuramento di fedeltà che ti aveva fatto non avesse più
importanza, visto che ormai è morto e ci ha raccontato del tuo
giorno da essere umano!»
Ascoltate le parole di
Willow e accortosi di avere ancora stretta tra le mani la spada, Angel
la posò e voltò le spalle alle due ragazze.
Una fitta dolorosa aveva
trapassato il suo cuore morto da secoli e la sofferenza provata in quel
giorno terribile riaffiorò con violenza.
«Vivo o morto, Doyle non aveva il diritto di raccontarvi tutto! Perché lo ha fatto?»
«Ci ha raccontato
tutto per aiutare Buffy», rispose Willow con voce triste.
«Tu ti sei rinchiuso qui, col tuo dolore, però sai
perché stai soffrendo. Sai cosa c'è stato tra voi e sai a
cosa hai rinunciato, ma lei non lo sa, però ciò non le
impedisce di soffrire. Nonostante quelle stupide Forze dell'essere le
abbiano cancellato ogni ricordo con un incantesimo, lei rivive nei suoi
sogni ciò che c’è stato tra voi e quando si sveglia
dimentica tutto, tranne l'angoscia, il senso di solitudine, lo strazio
dovuto alla consapevolezza di aver perso qualcosa d’importante,
qualcosa che non ricorda e questo la sta distruggendo lentamente.»
Page, stanca per le inutili
chiacchiere e cosciente che solo Angel avrebbe potuto aiutare Buffy,
intervenne ponendo fine ad ogni ulteriore dubbio.
Senza troppe cerimonie affrontò il vampiro, per obbligarlo a fare la cosa giusta.
«Ora, che tu lo
voglia o no, verrai con noi e le parlerai. Buffy ha il diritto di
sapere casa la turba e tu glielo dirai.»
«Sapere che ho
rinunciato a vivere una vita da essere umano, per cercare di
proteggerla, non la farà stare meglio e finirà con
l'odiarmi!» ammise Angel, certo che la verità non fosse la
soluzione migliore, ma Page si dimostrò irremovibile.
«Non so come
reagirà alle tue parole. Quello che è certo è che
capirà finalmente cosa le sta capitando e troverà la
forza di affrontarlo e di andare avanti. Se ti odierà, per aver
deciso il vostro futuro al suo posto, allora te ne farai una ragione. E
adesso andiamo, il tempo stringe e noi domani dobbiamo celebrare un
matrimonio!»
Senza offrire ad Angel
alternativa, Page gli afferrò la mano pronta a trasportarlo a
casa, dove avrebbe finalmente affrontato Buffy per svelarle
l’incantesimo cui era stata soggiogata per tanti mesi.
Bastarono pochi minuti e
una luce bianca apparve improvvisamente nella soffitta delle streghe
portando con sé, Page, Willow e Angel.
Il primo che si mosse,
all’apparizione del gruppetto, fu Doyle che, riconosciuto il
vecchio amico, gli andò incontro entusiasta, per abbracciarlo
ma, scordandosi di essere un fantasma, lo attraversò.
«Accidenti... sono
così contento che per un attimo ho dimenticato di non essere
corporeo. Come ti va amico mio? Non guardarmi male, sono morto, se
fossi ancora vivo, non avrei mai tradito la tua fiducia, ma Leo mi ha
convinto che era per una giusta causa e così ho raccontato
tutto... Potrai mai perdonarmi?»
Ad Angel fu sufficiente
rivederlo, dopo tanti anni, per capire quanto gli fosse mancato e che
mai avrebbe potuto infuriarsi con lui e così gli sorrise, felice
di poterlo abbracciare, almeno con lo sguardo.
«Anch'io sono
contento di vederti Doyle e non ce l'ho con te! Dopotutto, credo
abbiano ragione loro. Se servirà a Buffy a ritrovare la
serenità, è giusto che anche lei sappia cosa successe
quel giorno.»
Il rumore della porta che sbatteva interruppe Angel. Buffy e Xander erano rientrati dal loro giro di shopping.
«Ehi... c'è nessuno? Ma dove siete tutti? Piper… Page… Pheobe… dove vi siete nascoste?»
Mentre lei si toglieva il
cappotto, pronta a cercare le amiche, Piper si apprestò a
lasciare la soffitta per raggiungerla ma, prima di scendere le scale,
impartì i necessari ordini ai presenti.
«Page, presto,
trasporta Angel a casa di Giles. E tu, Leo, riporta Doyle dove
l’hai trovato. Non voglio che Buffy pensi a noi come a un gruppo
di cospiratori. Inoltre, lei e Angel devono avere la possibilità
di parlarsi a quattro occhi, in un posto tranquillo»,
dichiarò decisa, poi si rivolse al vampiro. «Questa sera,
quando Buffy tornerà al castello, uscirai allo scoperto e le
parlerai, senza avere intorno nessuno di noi. E ora via tutti, prima
che ci scopra.»
In un attimo Page, Angel,
Doyle e Leo sparirono mentre Willow, Giles e Pheobe seguirono Piper in
soggiorno dove Buffy e Xander li stavano aspettando.
«Scusa Buffy, ma
Piper e Willow ci stavano facendo vedere alcuni trucchetti nuovi e non
vi abbiamo sentiti entrare. Ti sei divertita a fare shopping?»
chiese Phoebe fingendosi calma.
«Oh sì...
è stato uno spasso», rispose Buffy, mentre mostrava
all’amica gli acquisti fatti e Willow ne approfittò per
avvicinare Xander e raccontargli le novità.
«Allora lui è qui?» chiese il ragazzo sotto voce, per non farsi sentire.
«Sì, Xander, lui è qui e stasera le racconterà la verità.»
Xander si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
«Credo che la nostra
cacciatrice non la prenderà bene. Sapere che lui ha deciso per
lei, senza neppure consultarla, non le farà piacere... Credo che
potrebbe impalarlo, ma se ciò dovesse servire a darle nuova
forza, sarà un sacrificio accettabile... Non sei d’accordo
Willow?» le chiese divertito.
«Non cambierai mai», fu la risposta della ragazza, prima di voltargli le spalle e avvicinarsi alle amiche.
Non sapeva cosa sarebbe
successo quando Buffy avesse scoperto la verità, ma sperava che
potesse perdonare Angel, per aver preso una decisione tanto importante
senza nemmeno consultarla.
Poco prima di cena Giles,
con una scusa, lasciò il castello e lo stesso fecero Willow e
Xander, sicché Buffy si trovò da sola.
Dopo dieci minuti sentì suonare il campanello e raggiunse la porta.
Aperto l’uscio non riuscì a parlare, tanto era la sorpresa di trovarsi di fronte Angel.
Erano anni che non si
vedevano e pensava che non si sarebbero più incontrati, invece
il vampiro era sulla soglia di casa sua.
«Ciao Buffy... posso entrare?» le chiese e finalmente lei si riscosse, ricordando le buone maniere.
«Angel? Sì...
scusa... entra pure, è solo che non mi aspettavo una tua visita.
In effetti non pensavo ci saremmo mai più rivisti. Ma che ci fai
qui? C'è forse in programma una nuova Apocalisse e hai bisogno
del mio aiuto?» chiese timorosa della risposta, ma Angel scosse
il capo per dissentire.
«No Buffy, niente
Apocalisse all'ordine del giorno. Ho bisogno di parlare con te di un
avvenimento molto importante. Possiamo andare in un luogo
tranquillo?»
«Sì, certo, andiamo in camera mia. Gli altri sono usciti e non ci disturberanno.»
Buffy precedette Angel
nella stanza che occupava da più di un anno e si sedette sul
letto. Ritrovarsi di nuovo sola con lui, le rievocava sensazioni di
gioia e, allo stesso tempo, d’immenso dolore, ma cercò di
scacciare entrambe, troppo curiosa di conoscere il motivo della sua
visita e non dovette attendere perché Angel, sedendosi sulla
sedia di fronte a lei, le prese le mani e iniziò a parlare,
raccontandole del suo giorno da essere umano.
Giles, Willow e Xander,
lasciato il castello, raggiunsero il locale dove Pheobe, Page, Piper e
Leo li stavano attendendo con ansia.
«Sono insieme adesso?» chiese Page curiosa.
«Sì, sono
insieme!» le rispose Willow, mostrando un’espressione
preoccupata che tutti loro condividevano.
«Cosa
succederà ora? Abbiamo fatto bene a spingere Angel a raccontarle
la verità?» domandò Phoebe agitata. «Conosco
da poco Buffy, ma ho imparato a capire il suo carattere e non vorrei
vederla soffrire. Perché non andiamo da lei e cerchiamo di
aiutarla a decidere per il meglio?»
Giles strinse la futura
moglie in un tenero abbraccio, non era d’accordo con la sua
proposta e cercò di farglielo capire.
«Il rapporto che lega
Buffy e Angel è molto complicato. Si sono amati e si sono feriti
più volte, ma hanno sempre affrontato le situazioni difficili
senza chiedere aiuto a nessuno e anche questa volta sarà
così. Dovranno vedersela da soli.»
«Ma, Rupert, tutto
questo non è giusto ed io mi sento così male»,
ammise Phoebe, incapace di celare la tristezza. «Domani ci
sposeremo e sarà il Natale più bello della mia vita e
vorrei che anche per Buffy fosse indimenticabile. Vorrei vederla felice
accanto all'uomo che ama, come io sono felice accanto a te! Noi siamo
un gruppo di streghe e angeli, possibile che non possiamo fare nulla
affinché Buffy e Angel possano stare insieme? A cosa ci serve il
nostro potere, se non possiamo usarlo per rendere felici le persone che
amiamo?»
Piper si unì all’abbraccio di Giles per cercare di confortare la sorella.
«Dolce Phoebe, sempre
pronta a iniziare una nuova crociata in nome dell'amore. Lo sai che
quei due non sono destinati a stare insieme! Non gli è
consentito. Non potranno mai avere un futuro.»
Ma Phoebe si scostò da lei e dal futuro marito.
«E chi lo ha deciso?
Una stupida zingara? Ebbene, io non lo accetto! Ci sarà qualcosa
che possiamo fare per annullare quella dannata maledizione»,
strillò battagliera. «Forza Leo, tu sei un angelo bianco,
hai conoscenze a livelli ultraterreni, fai qualcosa, aiuta Buffy e
Angel a essere felici. Come lo siete tu e Piper... Come lo siamo
noi...»
«Mi spiace Phoebe, ma non c'è nulla che si possa fare. La maledizione non può essere annullata.»
La risposta di Leo fece infuriare la giovane strega, che non aveva intenzione di dichiararsi sconfitta.
«E io vi dico che troverò il modo per annullare quella stupida maledizione!»
E senza attendere risposta
indossò il cappotto, pronta a lasciare il locale e tornare a
casa per consultare, per l’ennesima volta, il Libro delle ombre,
dove sperava fosse nascosta la soluzione al problema.
Terminata la confessione, Angel attese che Buffy gli parlasse.
Le aveva raccontato tutto,
ogni minuto trascorso insieme e la sua decisione di rinunciare al loro
amore per paura che le fosse fatto del male e ogni sua parola era scesa
nell’anima della cacciatrice marchiandola a fuoco.
Stringendo i pugni con
forza, Buffy chiuse gli occhi, mentre lacrime amare le solcavano le
gote. Finalmente sapeva perché il sogno che la tormentava ogni
notte facesse tanto male.
Improvvisamente rivide la
giornata che le era stata rubata e ricordò il calore della pelle
di Angel, il sapore dei suoi baci, il battito del suo cuore e
l’emozione di averlo dentro di sé.
Scacciando il dolore riaprì gli occhi, per incatenarli sul viso dell’amato.
«Come hai potuto
permettere che accadesse? Come hai potuto permettere che le forze
dell’essere mi maledicessero?»
La sua voce era un sussurro stridulo e Angel cercò di afferrarle la mano per calmarla, ma lei si ritrasse stizzita.
«Buffy, io...»
«Tu cosa?»
«Io l’ho fatto
per te, perché temevo per la tua vita e non sei stata maledetta,
non esiste alcuna maledizione.»
«E tu come consideri
ciò che hanno fatto?» chiese irritata. «Forse non
hanno maledetto me, però hanno maledetto il nostro amore»,
tuonò disperata, «Di nuovo!»
Angel la osservò,
incapace di trovare le giuste parole per calmarla e Buffy si
scostò da lui per avvicinarsi alla finestra e scrutare il cielo
punteggiato da milioni di stelle luminose.
«Eri umano e abbiamo
fatto l’amore», sussurrò con voce triste.
«Finalmente avevamo ciò che abbiamo sempre desiderato e
tu, senza neppure consultarmi, hai rinunciato alla nostra
felicità.»
Voltandosi verso il
vampiro, che era immobile al centro della grande stanza, Buffy si
asciugò le lacrime che ancora bagnavano le sue gote.
«Avresti dovuto
sapere, che avrei preferito vivere un solo giorno al tuo fianco, anche
a rischio della mia vita, piuttosto che cento senza di te, ma tu hai
preferito ignorare i miei sentimenti e rinunciare al nostro
amore», gli disse mestamente. «Hai fatto la tua scelta e
ora è meglio se te ne vai, non abbiamo più nulla da
dirci.»
Di nuovo Buffy si
voltò a osservare il cielo stellato e Angel, silenziosamente,
abbandonò la sua stanza. La ragazza aveva ragione, ormai non
avevano altro da dirsi.
Uscito in strada, si
fermò a osservare la finestra della camera, ma Buffy si ritrasse
e, mortificato, chinò il capo pronto ad andarsene, quando una
voce lo distrasse dai suoi pensieri.
«Ehi, Angel.»
Riconosciuta la ragazza che
lo aveva chiamato dall’altro lato della strada, si diresse verso
di lei. Se il suo cuore avesse potuto battere, si sarebbe fermato per
il dolore causatogli da quella nuova e definitiva rottura.
«Ho fatto ciò
che mi avete chiesto», disse a Page, che lo osservava in attesa
che le parlasse. «Ora, se non ti spiace, vorrei tornare a Los
Angeles. Sono stanco e voglio lasciarmi alle spalle questa orrenda
notte.»
«Mi addolora che le
cose tra te e Buffy siano peggiorate», gli disse lei,
sinceramente dispiaciuta. «Ora, però, verrai con me,
perché io e le mie sorelle non abbiamo ancora finito con
te.» E, afferrandogli la mano, Page lo trasportò a casa
sua.
Finalmente il Natale era arrivato e con esso anche il giorno del matrimonio.
Xander, immaginandosi al
posto di Giles, sorrise alla sua agitazione, mentre lo aiutava a fare
il nodo alla cravatta, intanto, nella stanza vicina, anche Willow e
Buffy si stavano vestendo e l’argomento Angel non venne mai
menzionato.
Se a casa del futuro sposo
tutto sembrava procedere senza intoppi, a casa delle streghe il caos
regnava sovrano e la futura sposina era in preda al panico.
«E se qualcosa dovesse andare male? E se fosse uno sbaglio? E se non fossi pronta?»
«Phoebe, mi stai
facendo impazzire», la rimproverò Piper. «Volevi che
questo giorno fosse indimenticabile e lo sarà. Stai per sposare
l'uomo che ami, sii felice e rilassati.»
«Hai ragione, devo
rilassarmi», disse Phoebe per calmarsi, poi osservò la
sorella. «Sei sicura che Leo tornerà in tempo?» le
chiese ansiosa e Piper di nuovo alzò gli occhi al cielo.
«Giuro che se dici
ancora una parola t’imbavaglio. Vai a infilarti l'abito e
sistemati i capelli, tra poco Giles sarà qui, non vorrai che ti
veda conciata così.»
Phoebe, toccandosi la
testa, scioccata si accorse di avere ancora i bigodini e di corsa
raggiunse il bagno per prepararsi, quando suonò il campanello.
Lo sposo, con le damigelle e il testimone, era giunto. Ormai mancava
poco all’inizio della festa, che le avrebbe consegnato un marito
e una nuova famiglia.
Mentre Page finiva di
addobbare il soggiorno, che era stato scelto come luogo dove celebrare
la cerimonia, gli ultimi ospiti giunsero. Si trattava di poche persone,
ossia i membri della famiglia della sposa.
Trascorsi dieci minuti,
quando tutti si furono accomodati, Phoebe, al braccio del padre,
varcò la soglia del soggiorno e indirizzò lo sguardo
verso l’altare in fondo alla stanza.
Giles era lì, con Xander al suo fianco e la stava attendendo.
Preceduta da Willow e Buffy, percorse il tappeto rosso e raggiunse l’uomo che entro pochi minuti avrebbe sposato.
Osservando i pochi ospiti,
con rammarico notò che Leo non era tra loro, ma cercò di
non pensarci e si sistemò accanto all’uomo che amava in
modo che la cerimonia potesse iniziare.
Dopo circa mezz’ora,
pronunciati i voti si scambiarono gli anelli e vennero dichiarati
marito e moglie tra gli applausi degli invitati che li raggiunsero per
congratularsi con loro.
Lasciato per pochi attimi
Giles in balia di madre e nonna, intervenute alla cerimonia sotto forma
di spettri, Phoebe avvicinò Piper.
«Allora, mi dici dov'è finito Leo? Perché non è ancora arrivato?» le chiese agitata.
«Calmati sorellina,
arriverà, ti ha mai delusa? E adesso torna da tuo marito, la
mamma e la nonna lo stanno torturando con mille domande, vai ad
aiutarlo!»
Phoebe tornò da
Giles, mentre Piper guardava sconsolata l'orologio. Il tempo passava in
fretta e di Leo non vi era traccia, così iniziò a pensare
che il marito avesse fallito.
Finita la giornata, i
parenti salutarono e se ne andarono e anche Buffy si stava preparando
per tornare a casa quando Leo comparve dal nulla.
«Scusate per il
ritardo, immagino che la cerimonia sia finita da un pezzo.
Congratulazioni agli sposi», disse sorridendo mentre Phoebe,
impaziente, lo avvicinò.
«Si può sapere dov'eri finito? Perché ci hai messo tanto?» chiese, osservandolo cupa.
«Mai perdere la speranza, ricordatelo», rispose Leo sorridendo.
«Vuoi dire che ce l'hai fatta? Rispondimi immediatamente!»
«Sì Phoebe, ce
l'ho fatta, anzi, ce l'abbiamo fatta. Sei la strega più testarda
che io abbia mai incontrato quindi, a te l'onore.»
Phoebe abbracciò il cognato, felice per la notizia ricevuta e si diresse verso la cacciatrice.
«Aspetta Buffy, non andare, non ti ho ancora consegnato il nostro regalo di Natale.»
Mentre Phoebe sorrideva
raggiante di felicità, Leo fece un gesto con la mano e accanto a
lui si materializzò Angel.
Lo sguardo della
cacciatrice si calamitò sul volto dell’amato, era convinta
che fosse tornato a Los Angeles e non capiva perché fosse ancora
lì.
Pronta a chiedere spiegazioni, venne anticipata da Phoebe che le afferrò le mani per avere la sua completa attenzione.
«Amica mia, ormai ci
conosciamo da più di un anno, ed io e le mie sorelle abbiamo
iniziato a volerti bene, come se fossi una di noi. Sei una persona
buona e altruista e non meriti di soffrire tanto! La vita è
stata dura con te. Hai amato e sei stata ferita, ma in questo giorno,
in cui tutto è possibile, noi vogliamo donarti la
felicità», le disse, cercando di trattenere
l’emozione. «E sappiamo che per te la felicità ha un
nome solo: Angel.»
Buffy la osservò,
incapace di capire cosa stesse accadendo e rimase in silenzio, certa
che l’amica avesse altro da dirle e, infatti, Phoebe
continuò a parlarle mentre il suono delle sue parole iniziava a
carezzarle il cuore.
«Non voglio crearti
false illusioni, Angel è ancora un vampiro. Purtroppo non ho il
potere di rendergli la sua vita da mortale, anche se mi piacerebbe
farlo. Però, con l'aiuto di Leo e delle mie sorelle, mi sono
spinta dove tu e Willow non avete mai pensato di andare. Abbiamo
trascorso la notte facendo ricerche e questa mattina, poco prima
dell'alba, abbiamo trovato lo spirito della vecchia che maledisse Angel
e Leo ha fatto il resto.»
Buffy osservò il
marito di Piper, mentre un brivido le correva lungo la schiena, ma non
disse nulla e attese che lui le parlasse.
«Quando Pheobe mi ha
detto dove trovare lo spirito della zingara, ho chiamato Angel e
insieme l’abbiamo raggiunta. Le ho mostrato ciò che
Angelus è diventato, da quando l'anima è tornata nel suo
corpo e lei ha capito che aveva sofferto abbastanza e ha acconsentito
ad aiutarlo, modificando la maledizione!»
Buffy guardò Pheobe con le lacrime agli occhi.
«Mi state dicendo che...»
«Ti stiamo dicendo
che la zingara ha maledetto nuovamente Angel, ma questa volta ha
evitato di pronunciare la parte relativa alla perdita dell'anima, a
causa di un attimo di felicità. Ora Angel è libero di
amare ed essere riamato.»
Incredula, con le lacrime
agli occhi, Buffy abbracciò Leo e Pheobe poi avvicinò il
vampiro che, immobile, la osservava in attesa di una sua mossa.
Ferma di fronte a lui fissò lo sguardo nel suo e Angel le afferrò le mani.
«Ti amo Buffy e non
ho mai smesso, neppure quando eravamo lontani. So che ti ho deluso e ti
ho fatta soffrire, ma ti supplico di perdonarmi. Se decidessi di
concedermi una seconda opportunità, prometto che non rinuncerei
più al nostro amore, perché ho capito che non posso
decidere al tuo posto. Non posso costringerti a scegliere una vita
normale, con un ragazzo normale, se non lo vuoi e non prenderò
più decisioni solo per proteggerti, tu sei la cacciatrice e non
hai bisogno che io ti salvi dai cattivi, ci riesci benissimo da sola.
Se mi vorrai ancora, però, ricordati che nulla è
cambiato, perché non potrò mai portarti alla luce del
sole, né darti dei figli, la tua continuerà a essere una
vita a metà...»
Posandogli un dito sulle labbra, Buffy gli sorrise intimandogli di tacere.
«Ti sbagli Angel, una
cosa è cambiata», gli sussurrò maliziosa.
«Ora hai la possibilità di dimostrarmi il tuo amore e non
solo con belle parole.»
Abbracciandolo felice, lo
attirò a sé e lo baciò, mentre lacrime di gioia
scendevano a rigarle il volto. Finalmente avrebbero potuto vivere in
modo completo l’amore che da sempre li legava.
Sorridendo agli amici,
Buffy e Angel lasciarono la casa delle streghe, per trascorrere insieme
quel Natale magico che per sempre avrebbero ricordato come il giorno
più bello della loro vita.
FINE
Questa
storia ha partecipato al contest: "My favourite character
- di Fanny_rimes" - vincendo il Premio originalità.
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