A volte basta uno sguardo per far battere forte il Cuore di Lione94 (/viewuser.php?uid=85472)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando i nuovi eventi stravolgono la solita monotonia ***
Capitolo 2: *** Quanto posso essere maledettamente fastidiosi i buoni propositi ***
Capitolo 3: *** I vecchi proverbi degli Angel sono sempre i più noiosi, ma allora perché fanno sempre centro?! ***
Capitolo 4: *** Secondo alcuni diavoli l'amore è come il profumo di zolfo a Zolfanello City ***
Capitolo 5: *** Quando il diavolo, anzi il Devil, ci mette lo zampino ***
Capitolo 6: *** Quando arrivi a sentire le voci dentro la testa allora significa che sei impazzita o che sei davvero innamorata ***
Capitolo 7: *** La prima prova. Quando l'inganno si confonde con la realtà sono così difficili da distinguere ***
Capitolo 8: *** La seconda prova. E' proprio vero che la gelosia ti fa vedere i sorci verdi ***
Capitolo 9: *** La terza e ultima prova. Il desiderio celato nel più profondo del cuore ***
Capitolo 10: *** A volte basta uno sguardo per far battere forte il cuore ***
Capitolo 11: *** Quando troppe domande t'invadono la mente, l'unica soluzione è ascoltare la risposta del cuore ***
Capitolo 12: *** Oscuri piani ***
Capitolo 13: *** Se la sfortuna ti perseguita, non c'è niente che puoi fare per evitarla ***
Capitolo 14: *** A volte le parole fanno più male di qualsiasi altra cosa ***
Capitolo 15: *** Una nuova vita ***
Capitolo 1 *** Quando i nuovi eventi stravolgono la solita monotonia ***
Quando i nuovi eventi
stravolgono la solita monotonia
Sbadigliai rumorosamente e incrociai le gambe sul tavolo con fare
annoiato mentre la musica dell’ipod cambiava. Ripensai alla città
dov'ero nata, Zolfanello City, sulle note di quella canzone rock messa
al massimo volume. Era da tanto tempo che non tornavo a casa perché
frequentavo le lezioni alla Golden School sulla Terra per diventare una
Guardian Devils con le corna, la coda e tutto il resto. Ormai avevo
quasi diciotto "lampi" ed ero sicura che quell'anno avrei portato
finalmente a termine il mio stage.
<< Kabalè! >> una voce irritante mi risvegliò dai miei
pensieri << Ehi, Kabalè! >>.
Gas, il mio Devil compagno di banco amante di pizza e gelati, mi
strappò le cuffie dalle orecchie.
<< Che c’è? >> domandai irritata, fulminandolo con lo
sguardo. << Se pensi che ti passi ancora i miei appunti di
numerologia ti sbagli di grosso! >> dissi acida, riprendendomi
con una mossa repentina l’ipod e nascondendolo nelle tasche della mia
minigonna per evitare che le enormi mani di Gas lo rompessero.
<< La Temptel ti sta parlando >> mi fece notare lui,
cercando di nascondere il tono adorante che era uscito dalle sue labbra
al suono di quel nome. Era risaputo da tutta la scuola che aveva una
cotta stratosferica per la nostra insegnante di "vita terrena
negativa"... ahah! Povero Devil senza speranza!
Alzai gli occhi e incrociai quelli gialli, dietro un paio di occhiali a
mezzaluna, della Temptel. Si trovava esattamente di fronte al mio banco
e mi sovrastava, osservandomi con un sorrisetto soddisfatto.
<< Brava Kabalè, come vedo non hai ascoltato niente della
lezione… >>
<< Ovvio >> ribattei maleducata, interrompendola.
<< …Comunque stavo dicendo che oggi conoscerai il tuo nuovo
rivale >>.
Cabiria, la mia migliore amica, e Gas mi lanciarono un’occhiata
curiosa, mentre Fire, il nuovo Devil, continuò a dormire indisturbato,
russando rumorosamente con la testa appoggiata sul banco affianco a
Cabiria.
Eh già, lui aveva preso il posto di Sulfus che dopo aver sconfitto la
malvagia Reina, la quale aveva cercato di distruggere tutti i Devils e
gli Angels, aveva ricevuto una promozione a Guardian Devils e quindi
non doveva più frequentare le lezioni dello stage. Anche Raf era
diventata una Guardian, Angels nel suo caso, e ora controllava il
mortale Andrea insieme al nostro diavolo. Eppure ora che erano
diventati i due opposti più totali continuavano ad amarsi e a svolgere
il loro lavoro come sempre, consigliando il mortale come un Angelo
Buono o come un Diavolo Tentatore (cosa che trovavo migliore per quel
terreno).
Anche l’Angel ripetente, Miki, era stata finalmente promossa e così un
nuovo Angel si sarebbe dovuto unire a quella banda di sfigati con le
ali piumate. Lui o lei sarebbe diventato il mio nuovo rivale, dato che
Dolce, la mia ex rivale, era stata messa contro di Gas e Uriè era
diventata l'antitesi di Cabiria.
...Eppure sapevo che mi sarebbe mancato rovinare i piani di Dolce.
Scossi la testa, contrariata.
Kabalè, ma cosa stai pensando!?
Mi rimproverai. Tu non senti la
mancanza di nessuno!
<< Kabalè! >> mi chiamò nuovamente Gas, dandomi una
gomitata. Prima o poi mi sarei vendicata di tutta la libertà che si
stava prendendo in quel momento...
<< Complimenti Kabalè ti sei nuovamente distratta >> si
congratulò la Temptel con aria diavolamente deliziata, poi si voltò
verso il mio compagno e facendo tamburellare le dita dalle lunghissime
unghie smaltate di rosso sul suo banco, disse: << Gas, mulo
cocciuto e ignorante, dovresti prendere esempio da lei e così forse potresti riuscire ad essere
promosso una volta per tutte >> Gas arrossì e, tra le risate
sguainate di Cabiria, si afflosciò mortificato sul tavolo per essere
stato rimpreverato dal suo "grande amore".
<< Vai davanti l’aula sfida >> aggiunse infine la nostra
insegnante, rivolgendosi a me << Lì incontrerai il tuo nuovo
Angel >>.
<< Vai Kabalè! Fatti onore! >> gridò Cabiria con aria
malefica svegliando Fire che si guardò intorno curioso: << Chi ha
dolore? >> domandò con gli occhi giallastri che brillavano di
contentezza per le pene altrui.
<< Aah sta zitto Fire! >> sbuffò Cabiria lanciandogli un
foglio di carta accartocciato in testa al diavolo, che indignato le
arricciò i capelli con i suoi poteri. La mia amica lanciò un urlo
terrificante e mandò a fuoco la chioma del suo compagno mentre la
Temptel assisteva al loro screzio senza scomporsi e annuva compiaciuta
del cattivo comporamento dei suoi alunni.
<< Andiamo Nosferatù >> dissi al mio pipistrello che planò
dalla lavagna in fondo all'aula dove si era posato insieme alle
mascotte degli altri e rispose con un “ Flap ” affermativo.
Uscii sghignazzando dalla classe, mentre lì dentro si scatenava
letteralmente l’inferno tra gli incantesimi che Cabiria e Fire si
lanciavano contro e le urla isteriche di Gas.
Quel giorno la solita monotonia della lezione si era finalmente
interrotta a causa di nuovi eventi che avrebbero cambiato letteralmente
la mia vita.
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Capitolo 2 *** Quanto posso essere maledettamente fastidiosi i buoni propositi ***
Quanto possono essere maledettamente fastidiosi i buoni propositi
Percorsi i corridoi della
scuola, camminando assorta tra i grandi quadri che riempivano i suoi
vecchi muri. Da lì potevi guardare scorrere la vita dei mortali di cui
gli stagisti, Angels e Devils, si occupavano. Quando girai l'angolo, mi
fermai per osservare un quadro che conoscevo molto bene, cioè quello di
Edoardo, il mio umano, mentre mentiva a uno dei suoi amici di non
potergli prestare i soldi per il pranzo. Annuii soddisfatta: bene, la
generosità era una cosa che proprio non mi andava giù! Lo stavo
portando sulla cattiva strada e ne ero estremamente fiera.
<< Hai visto che
bravo, Nosferatu? >> gongolai con il mio pipistrello.
Sentii dei passi
avvicinarsi velocemente e una voce piuttosto vicina alle mie spalle
esclamò con rabbia: << No, non farlo Edoardo! >>.
<< Ah ecco perché mi
è venuta l’urticaria >> dissi allontanandomi di un passo da chi
c'era dietro di me e grattandomi il naso con una smorfia orribile sul
volto. Continuai a guardare Edoardo per un po' e poi lanciai
un'occhiata complice al mio pipistrello, sorridendo.
<< Non è divertente!
>> ribatté la voce, insistente.
<< Umh! Voi sfigati
siete così noiosiiii >> risposi in tono melodrammatico alzando finalmente lo
sguardo per vedere chi fosse la fonte di quella fastidiosa voce
angelica.
Incontrai gli occhi verdi
smeraldo di un Angel che mi guardava con un’espressione irritata,
scuotendo la testa dai corti capelli castani. Indossava dei pantaloni e
una camicia bianca che risaltava il suo fisico atletico e aveva le ali
blu come la sua areola. Non avevo mai visto il suo volto perfetto qui
alla scuola. Era molto bello…
Per tutti gli tutti gli
spiritelli dispettosi!
Kabalè ancora con questi pensieri da Angel!
Prima sentivo la mancanza
di Dolce e adesso consideravo bello questo qui... ok, mi stavo
decisamente rincitrullendo.
<< Ahh tu dovresti essere il novellino! >> dissi battendomi
l’indice con l’unghia dipinta di nero (tra i Devil andava molto di
moda, e io ero una che non era mai fuori moda!) sul naso e facendo
un'altra smorfia << Credevo che ci saremmo dovuti incontrare
davanti l’aula sfida, novellino. Oppure anche tu infrangi le regole, eh
novellino?? >>
Sghignazzai contenta: mi
divertivo troppo a infastidire gli Angel.
<< Il mio nome è
Caliel! >> disse l’angelo con sdegno dopo avermi osservato per un
momento senza fiatare. Sembrava si fosse appena risvegliato da un
sonnellino a occhi aperti.
<< Caliel? Ma che
razza di nome è? Kabalè, il mio sì che è un bel nome >> mi
presentai in modo antipatico, il tipico dei diavoli.
<< Kabalè? Ma che
razza di nome è? >> mi scimmiottò con le mani sui fianchi
<< Sembra il nome di un dolce che fanno ad AngieTown >>
aggiunse alla fine, ridacchiando.
Rabbrividii: <<
Bleah! No, un dolce no! >>.
Caliel rise di gusto, mettendo in mostra i denti dritti e bianchi, e
questa volta toccò a me a essere profondamente irritata.
<< Bene, perché non facciamo una sfida invece di stare a
conversare? >> proposi battagliera.
Ride
bene chi ride ultimo, mio caro Angel.
<< D’accordo >>.
Ci avviammo verso l’aula
sfida e mentre svolazzavamo in silenzio, fianco a fianco, mi venne in
mente una perfida idea.
<< Chi arriva primo
sceglie la sfida! >> esclami all’improvviso, prendendolo di
sorpresa e spingendolo lungo il muro con una spallata. Una scossa mi
attraversò la spalla sinistra con cui lo avevo toccato ricordandomi che
avevo appena violato il V.E.T.O. Ops!
…Eppure non era la prima
volta che lo facevo, e quando avevo toccato Uriè qualche tempo fa non
avevo sentito nessuna scossa.
<< Hai perso! >>
urlò una voce, risvegliandomi.
Caliel aveva raggiunto
l’aula sfida massaggiandosi la spalla, mentre io ero rimasta ferma in
mezzo al corridoio.
Grrr che odio!
Mi aveva fregato.
Senza degnarlo di uno
sguardo, volai velocemente dentro l’aula sfida con il fumo che mi
usciva dalle orecchie per la rabbia (sì, sapevo davvero farlo) e quando
entrai, mi ritrovai in un enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio che
sembrava essere senza confini.
Caliel pattinò vicino a me
fischiettando e dopo aver fatto un giretto intorno a me disse con tono
divertito: << Spero che così ti si fredderanno i bollenti spiriti
>>.
<< E questa che sfida
sarebbe? >> lo ripresi poggiandomi a terra, senza dargliela
vinta, eppure mi aveva stupito. Due pattini viola comparirono ai miei
piedi appena toccai la lastra di ghiaccio sotto di me.
<< Dai vediamo che
sai fare >> mi sfidò Caliel << Le regole sono non usare le
ali, è vietato barare >>.
Detto questo si lanciò a
tutta velocità per la pista e fece un salto triplo. Dei piccoli
cristalli di ghiaccio brillarono tra i suoi capelli facendolo sembrare
un Angel al 100%, il che mi fece ricordare il perché non dovevo
guardarlo incantata. Alla fine del salto atterrò perfettamente sul
ghiaccio facendo un giro. Un piccolo tabellone comparì sulla sua testa
lampeggiando un 10 verde, il massimo punteggio.
Volteggiai con la grazia di
un elefante che fa la danza classica, strascicando i pattini sul
ghiaccio, e caddi a terra mentre Caliel faceva un altro salto ricevendo
nuovamente 10.
Io presi uno zero rosso.
Grrr! Di tutti gli sport doveva
scegliere proprio quello in cui ero un disastro. Lo sfigato stava
vincendo e io non volevo, anzi non dovevo perdere.
<< Bene, quando le
cose vanno male i diavoli iniziano a barare >> mormorai fra i
denti a Nosferatù che commentò con un “Flap” di approvazione.
Mi rialzai e usando
l’incantesimo Invisible Fly
resi invisibile il movimento delle mie ali e poi spiccai un salto
magnifico, riatterrando perfettamente in equilibrio su un piede (anche
se in realtà mi reggevo con le ali). Il tabellone segnò nuovamente
zero, ma questa volta lampeggiò di un’accecante luce gialla.
<< Ehi! Ma cosa
diavolo…?! >>
<< Ti avevo detto di
non barare >> mi ribeccò Caliel raggiungendomi allegro <<
Quindi ho vinto io. Spetta a me la prima mossa su Edoardo! >>.
La pista di ghiaccio sparì
e ricomparì l’aula sfida nelle sue vere condizioni, ovvero una piccola
stanza quadrata dalle bianche ma magiche pareti. Seguii Caliel fuori,
stando alle sue costole come un vero spiritello malefico mentre
schiumavo di rabbia.
Non gli avrei permesso di
riempiere la testa di Edoardo di fastidiosissimi buoni propositi.
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Capitolo 3 *** I vecchi proverbi degli Angel sono sempre i più noiosi, ma allora perché fanno sempre centro?! ***
I vecchi proverbi degli Angel
sono sempre i più noiosi, ma allora perché fanno sempre centro?!
<< Allora? Cosa hai intenzione di fare? >> domandai a
Caliel con voce scocciata quando uscimmo dalla stanza magica dove avevo
appena perso la nostra sfida.
<< Vedrai >> disse enigmatico l’Angel, poi si girò alla
ricerca di qualcosa << Samù, ma dove sei finito? >> domandò
all'aria.
Una piccola aquila dalla testa bianca e il corpo marrone comparve
all'improvviso vicino a lui, facendo spaventare a morte il povero
Nosferatù che emise un verso strepito prima di planare sulla mia
spalla, tremante di paura.
<< Che fifone che sei! >> lo rimproverai dandogli un
buffetto sulla testa nera e pelosa. Il pipistrello mi ricambiò con
un’occhiata offesa, ma poi mi mostrò i piccoli dentini appuntiti in una
sorta di sorriso di scuse.
Intanto Caliel si era trasformato in un umano e si era avviato nella
parte della scuola dove si trovava il nostro mortale. Volai vicina a
lui e notai che l’aquila
Samù era diventata un piccolo orecchino
poggiato sul suo orecchio sinistro, le ali e l'aureola blu erano
scomparse e i vestiti
bianchi che indossava avevano perso un po' di quella luminosità che
prima li
caratterizzava.
Lo osservai mentre si avvicinava con passi sicuri al ragazzo mortale
che Edoardo prima aveva rifiuto di aiutare.
<< Scusa, non ho potuto fare a meno di ascoltare le tue parole...
>> esordì e mentre il ragazzo lo guardava meravigliato gli diede
qualche soldo, esclamando ad alta voce per far sì che il suo gesto non
passasse inosservato: << Te li presto io i soldi che ti mancano
per il pranzo >>.
Edoardo abboccò al suo piano e si avvicinò a lui: << Ehi perché
l’hai fatto? >>.
Lui si voltò a guardarlo con un’espressione solenne - tipica da Angels
- sul volto: << Perché è sempre un piacere aiutare gli amici,
anche se questo significa privarsi di qualche cosa. Alla fine però ogni
favore o torto fatto viene sempre ripagato, ricorda che chi semina
vento raccoglie tempesta >>.
Roteai gli occhi sbuffando con forza: ecco uno dei soliti e vecchi
proverbi degli Angel. Che noia!
Però, mi accorsi che il suo discorso aveva colpito Edoardo. No, non
potevo permetterglielo!
<< Nosferatù attiva metamorfosi! >> esclamai nervosa.
Nosferatù si trasformò nel solito bracciale borchiato che indossavo al
braccio sinistro mentre recitavo l’incantesimo violando per la seconda
volta in un giorno il regolamento della scuola. << Per tentare e
confondere con l’inganno e con l’astuzia, con l’ingegno e la furbizia,
lo spirito lascio e divento terrena! >>.
Diventai un’umana però non mi piaceva molto esserlo: gli umani erano
complicatamente complicati,
pieni di emozioni e sentimenti. Controllai il mio abbigliamento.
Indossavo dei pantaloni neri con una cintura con un teschio davanti e
una maglietta rossa come il ciuffo che avevo tra i miei capelli viola.
Annuii soddisfatta: quello sì che era un abbigliamento da Devil.
Mi avvicinai a Edoardo mentre stava ancora parlando con Caliel. Mi
affiancai all’Angel e dissi con veemenza: << No, quello che ha
detto è solo una menzogna. Non conviene fare dei favori per rischiare
di non avere nulla in cambio >>.
<< Kabalè non può intervenire! E’ ancora il mio turno! >>
mi mormorò Caliel irritato.
<< Il tuo turno è finito, novellino >> gli sussurrai di
rimando.
Mi voltai per un attimo verso di lui e incrociai il mio sguardo giallo
nel suo verde e sentii le guance formicolare. Era una cosa che non mi
era mai successa quando ero Devil… Com’erano strani gli umani!
<< Ma voi vi conoscete? >> domandò Edoardo, guardandoci
confuso.
<< No… >> fece Caliel, ma lo interruppi tornando a guardare
il nostro mortale: << Invece si! Ecco il perché non ti devi mai
fidare degli amici. Dopo i favori che ho fatto a questo qua, adesso fa
pure finta di non conoscermi. Vai a fare dei favori agli amici…
>> borbottai alla fine con tono melodrammatico.
Se ci fosse stato un premio per la
recitazione in questa sfida l’avrei vinto io! Pensai entusiasta.
Caliel mi trascinò via, portandomi verso un corridoio meno affollato,
ma riuscii ugualmente a sentire le parole del mio umano che pronunciò
sovrappensiero: << Già, ha ragione. Cosa ci guadagno alla fine?
>>.
Il quadro nella stanza contenente le
anime di tutti i mortali cambiò: il sorriso solare di un ragazzo
divenne una smorfia di cattiveria e uno sguardo maligno gli illuminò
gli occhi contribuendo a dare all'immagine del suo volto un'espressione
più cupa.
<< Lasciami! >> esclamai cercando di liberarmi dalla
stretta dell’Angel.
<< Ecco brava sei riuscita a confonderlo. Sei proprio una brava
bugiarda! >> disse Caliel arrabbiato lasciandomi di malagrazia il
polso che mi aveva afferrato.
<< Grazie sono una Devil >> accettai il complimento
ridacchiando.
I nostri occhi si rincontrarono e per un attimo non riuscii più a
distogliere lo sguardo. Sentii una strana sensazione allo stomaco…
<< Nosferatù metamorfosi inversa >> dissi piano quando
riuscii a distogliere finalmente lo sguardo.
Tornai una Devil con tanto di minigonna, ali rosse e corna, e anche
Caliel si ritrasformò. Il pipistrello e la piccola aquila
ricomparirono. Eppure, anche se ero diventata nuovamente una
sempiterna, quella strana sensazione restava mentre sentivo su
di me lo
sguardo angelico - e ancora un po' arrabbiato - di Caliel.
A un certo punto un umano dai tratti familiari ci passò attraverso
(ormai che eravamo di nuovo dei guardiani, gli umani non potevano più
vederci) e sentii una voce conosciuta vicina a me: << Guarda,
guarda, chi si rivede: Kabalè! >>.
Mi voltai di scatto, riconoscendo con goia quella voce familiare.
<< Sulfus! >>.
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Capitolo 4 *** Secondo alcuni diavoli l'amore è come il profumo di zolfo a Zolfanello City ***
Secondo alcuni diavoli
l’amore è come il profumo di zolfo a Zolfanello City
Osservai contenta la
familiare macchia rossa a forma di stella sul volto del mio diavolo
preferito, incorniciato dai lunghi e scuri capelli blu. L'unica
differenza dall'ultima volta che l'avevo visto erano un paio di
fortissime ali rosse da vero diavolo. Da quando Sulfus aveva smesso di
frequentare le lezioni grazie alla sua "promozione", non riuscivo più a
incontrarlo e lo vedevo solo si sfuggita quando i nostri due umani
s'incrociavano nel loro solito cammino tra i corridoi della scuola.
<< Ehi, capo!
>> lo salutai con una pacca sulla spalla mentre Basilisco, la sua
mascotte serpente corallo, sibilava un sibilo di saluto a Nosferatù
<< Com’è essere un Guardian Devils? >>
Una voce melodiosa dietro
di noi interruppe la risposta di Sulfus.
<< Piacere, tu devi
essere il nuovo arrivato! Io sono la Guardian Angels Raf >> mi
voltai per vedere l’angelo biondo dal ciuffo rosso simile al mio
stringere sorridente la mano a Caliel, il quale rispose con un sorriso
cortese: << Giusto. Io sono Caliel, l’Angel che ha preso il
tuo posto >>.
Umpf… dovevo immaginarmelo che
doveva esserci anche lei, d'altronde Andrea era anche il suo protetto
da quando le gemelle si trovavano sotto il controllo di Dolce e Gas.
Mi sembrava strano vedere
Sulfus e Raf insieme, due parti diverse di un tutt’uno che si
completavano grazie all’amore. Quell’amore che all’inizio era stato
pericoloso ma che alla fine ci aveva salvato dai piani malvagi di Reina
e del suo servo Malachia.
<< Eppure Cabiria e
perfino la Temptel ci hanno fatto l’abitudine >> disse Sulfus
intuendo i pensieri che mi passavano per la testa.
<< Lo so, ma
non mi piace vedere quell’espressione da rammollito sul viso di un
Devil >> mi difesi indicando i suoi occhi gialli che osservavano
Raf in modo dolce << La dolcezza non fa per i Devil >>
aggiunsi punzecchiandolo.
<< Non è dolcezza, è
amore >> specificò.
Quella parola detta da lui
mi fece rabbrividire: << Spero non sia dappertutto quest’amore
>>.
<< Ooh l’amore è come
il profumo di zolfo a Zolfanello City, Kabalè >> ghignò Sulfus.
<< Aaah! >> mi
tappai il naso con l’indice e il pollice << Sicuro? >>
domandai poi con voce nasale.
<< Sì... e te ne
accorgerai presto! >>.
Scoppiò a ridere tra il sibilo divertito di Basilisco. Le sue risate
contagiarono anche Raf e la sua mascotte coccinella Cox, le quali, dopo
essersi presentate a Caliel, si erano messe ad ascoltare la nostra
conversazione.
Angel impicciona!
Già Caliel… mi guardai
intorno e notai che non c’era più.
Chissà dov’era andato...
Raf e Sulfus continuarono a
ridere irritandomi.
<< Io? Mai! >> affermai guardandoli indignata.
Bah… Quando la gente era innamorata
diventava davvero strana e credeva di vedere l’amore anche dove non
c’era.
<< Credo che sia
meglio che vai, la Temptel ti starà aspettando per congratularsi per la
tua vittoria >> disse poi Raf, gentile come sempre, anche se un
po’ contraria del fatto che fossi riuscita a confondere Edoardo.
<< Oh Raf! >>
la rimbeccò Sulfus << Un bravo Devil si fa sempre aspettare!
>>.
<< Ah già… >>
l’Angel scosse la testa arruffandosi i perfetti capelli biondi <<
Voi Devil siete proprio impossibili >> il suo tono contrariato
questa volta era sminuito dallo sguardo dolce con cui guardava Sulfus.
<< Credo che a voi il
profumo di zolfo vi abbia proprio confuso al cervello! >>
esclamai accigliata.
Sulfus e Raf ridacchiarono
ancora, poi si sorrisero e dopo avermi salutata seguirono il loro
mortale Andrea. Rimasi a guardarli mentre si allontanavano, volando
fianco a fianco con quelle ali così diverse…
Il loro amore mi aveva
fatto venire il malumore, così decisi di fare un po’ di shopping prima
di tornare in classe. Uscii dalla scuola e mi ritrasformai in una
mortale.
Mi incamminai, strascicando
i neri stivali alla moda, verso il vicino centro commerciale e durante
il tragitto scoppiai un palloncino rosa a una piccola bambina che si
mise a piangere.
Aaah già iniziavo a
sentirmi meglio, forse anche perché nell’aria sembrava esserci l’odore
di casa mia… il dolce profumo di zolfo.
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Capitolo 5 *** Quando il diavolo, anzi il Devil, ci mette lo zampino ***
Quando il diavolo,
anzi il Devil, ci mette lo zampino
Volai fino
alla finestra della biblioteca e mi poggiai seduta sul cornicione con
le gambe a ciondoloni nel vuoto. Nosferatù svolazzò vicino a me.
Osservai il cielo sopra la città addormentata: quella sera non c’erano
né la luna né le stelle perché coperte da delle nuvole nere che
minacciavano pioggia e fulmini. Era proprio una tipica serata da Devil,
quella in cui fare gli scherzi più perfidi agli altri.
<< Sei
stata bravissima Kabalè >> esclamò Cabiria volando vicino a me e
tirandomi via dalla finestra. Mi abbracciò, poggiando le sue braccia
intorno al mio collo, quasi strozzandomi. Tossicchiai senz’aria.
<< Oh scusaaa… però la Temptel era davvero soddisfatta >>.
Mi liberai
dalla sua stratta strangolatrice e imitai la voce della Temptel:
<< Kabalè sei stata bravissima, più di Sulfus quando frequentava
le mie malefiche lezioni >> ghignai. << Allora chi è la
migliore? >>
<<
Vorrai dire la peggiore
>> mi riprese Fire pignolo e poi sbuffò chiudendo bruscamente il
libro che stava leggendo mentre volava a testa in giù << Si può
sapere perché ci troviamo qui a studiare come degli Angel sfigati?!
>> domandò irritato rigirandosi e poggiandosi a terra con la
grazia di un elefante. La sua mascotte Gufo si risvegliò dal suo sonno
profondo e tubò irritata per la confusione.
<<
Fire lo sai che dobbiamo studiare, la Temptel ha detto che tra poco ci
sarà una prova molto importante che… >>
<< Sì,
sì >> Fire interruppe le parole di Gas, scocciato << Ma
adesso è l’ora di fare qualche perfido scherzo >>.
<<
Sììì, ne ho già uno in mente da fare a Uriè! >> annuì Cabiria,
dando una botta a Gas.
<< Ehi
voi! Vorreste smetterla di fare tutto questa confusione? >> ci
riprese il bibliotecario Angel che passava di lì per sistemare alcuni
tomi mentre il suo gemello Devil buttava all’aria delle vecchie carte.
<< Noi
siamo nati per fare confusione >> dissi io solenne, mentre Gas e
Cabiria facevano delle smorfie maleducate.
Uscimmo
ridendo prima che il bibliotecario potesse cacciarci in malo modo e ci
dirigemmo ai piani superiori dove si trovavano le camere degli Angels.
Quando
arrivammo le porte bianche erano chiuse e le luci per il corridoio
soffuse; tutto era così silenzioso che riuscivamo a sentire solo il
battito impercettibile delle ali di Gufo e Nosferatù.
<<
Allora prima faremo uno scherzo a Dolce… >> mentre Fire parlava
mi guardai intorno e il mio sguardo si fermò su una porta semisocchiusa
alla fine del corridoio.
<<
Kabalè? Dove stai andando? >>
Ignorai
Cabiria che mi chiamava e mi fermai incantata davanti quella porta
uguale a tutte le altre, eppure il mio settimo senso mi diceva di
entrare. Un leggero profumo di zolfo proveniva dall’interno.
Pronunciai
la formula per attivare i miei poteri Trasformer Fly: << Metamor fly >>.
Mi
trasformai in un pipistrello. Mi piaceva molto esserlo, essere un
tutt’uno con la notte. I miei occhi mi permettevano di vedere come se
fosse giorno.
Volai verso
lo spiraglio della porta e stavo per entrare, quando qualcosa mi fu
addosso.
<<
Nosferatù! >> bisbigliai un verso stridulo allontanandolo con una
zampata << Ma che hai? Sono io, Kabalè! Non ti sarai fissato
anche tu con quella storia dell’amore?! >>.
Nosferatù mi
lanciò uno sguardo mortificato: << Scusa Kabalè, per un attimo
non ti avevo riconosciuto >>.
Non mi
stupii di riuscire a comprenderlo, d'altronde eravamo tutti e due
pipistrelli.
<< Dai
entriamo >> dissi stringendo la sua zampetta nella mia e insieme
volammo nella stanza. Non era molto grande eppure mi sembrava enorme,
forse perché era quasi vuota, c’era solo un letto sotto l’enorme
finestra di vetro aperta, circondato da due comodini. Il muro era
bianco ma riempito di poster e foto.
M’immobilizzai
quando qualcosa si mosse nel letto e una coperta scivolò di qualche
centimetro rivelando chi fosse l’Angel che dormiva: Caliel.
Lasciai la
zampetta pelosa di Nosferatù e mi avvicinai al letto il più
silenziosamente possibile. Caliel dormiva con un ciuffo ribelle di
capelli castani gli copriva la fronte. In quel momento mi sembrò un
Angel al 100%. Con una piccola zampetta gli spostai via il ciuffo per
osservare il volto perfetto, ma quello ritornò com’era prima. Prima di
adesso non mi ero accorta che avesse un così buon odore di zolfo…
Nosferatù mi si avvicinò mentre continuavo a guardare incantata Caliel,
senza riuscire a staccare lo sguardo da lui.
Non mi
veniva in mente nessuno scherzo da fare. Non volevo svegliarlo: era
bellissimo quando dormiva.
<< E
voi due cosa ci fate qui? >> esclamò a un tratto una voce dietro
di noi. Ci girammo di scatto e Nosferatù quasi morì di paura quando si
ritrovò davanti Samù, la piccola aquila di Caliel.
<<
Allora? >> insisté Samù infastidito.
<<
Ehm… ce ne andiamo subito >> dissi trascinando via il pipistrello
semi svenuto che avevo per le zampe << Cercavamo il nostro nido
ma abbiamo sbagliato posto >>.
<<
Pipistrelli rimbambiti! >> borbottò Samù mentre si accoccolava in
un angolo del letto di Caliel e nascondeva la testa bianca sotto un’ala
marrone. Per fortuna, essendo un’aquila, non poteva vedere bene al buio
e quindi non aveva riconosciuto il ciuffo di peli rossi che avevo sulla
testa.
Per non
passargli davanti fui costretta a trascinare fuori dalla finestra il
povero Nosferatù. Volai nella notte fredda senza sapere che dallo
spiraglio della porta Fire aveva osservato interessato tutta la scena e
che presto il diavolo, anzi il Devil, avrebbe messo il suo zampino
negli eventi del destino.
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Capitolo 6 *** Quando arrivi a sentire le voci dentro la testa allora significa che sei impazzita o che sei davvero innamorata ***
Quando arrivi a sentire le
voci dentro la testa allora significa che sei impazzita o che sei
davvero innamorata
Mi sedetti
nella tavola riservata ai Devil nella mensa della scuola e poggiai il
vassoio pieno di dolci davanti a me. Rimasi a guardarlo imbronciata, in
realtà senza vederlo.
Ero di
pessimo umore, mi facevano male le braccia perché ieri era stata una
vera impresa fare tutto il giro esterno della scuola per raggiungere la
mia camera trasportando Nosferatù semi svenuto mentre ero trasformata
in un pipistrello, e in più il mio settimo senso mi diceva che oggi
sarebbe successo qualcosa… anche se non sapevo ancora se era qualcosa
di bello o di brutto.
Alzai lo
sguardo quando Gas mi rubò un pezzo della torta al cioccolato e vidi
che Fire stava sussurrando qualcosa all’orecchio di una stupita Cabiria.
<<
Davvero? >> urlò a un tratto lei facendo strozzare Gas.
Fire le tappò la bocca con una mano e tutti e due occhieggiarono con
aria sospetta dalla mia parte, che distolsi lo sguardo. Adesso ci si
mettevano pure loro due?
<<
Potresti smetterla di fare tutto questo fumo, Kabalè? Ci stai
intossicando! >> tossì una voce infastidita dietro di me.
Ah già… non
mi ero accorta che stavo fumando dalle orecchie per via del mio pessimo
umore. Smisi di farlo e quando il fumo si diradò io e gli altri Devil
ci girammo per vedere Uriè con i capelli verde fosforescente e Dolce
con un enorme brufolo sulla fronte, seguite da un Caliel incolume.
Cabiria e
gli altri due diavoli scoppiarono a ridere alla vista delle conseguenze
dei loro scherzi mentre io abbassavo nuovamente lo sguardo verso il
vassoio.
Di nuovo quella sensazione!
Lo stomaco
sembrò fare una capriola nella pancia e una scossa partì dal cuore
arrivando fino alle guance che avvamparono. Sentivo lo sguardo verde di
Caliel su di me.
Forse si
stava chiedendo perché lui non era stato colpito da un mio scherzo…
Mi alzai di
scatto facendo cadere la sedia su cui ero caduta, meravigliando tutti e
corsi verso l’infermeria della scuola.
Il troll
infermiere mi accolse con la sua solita faccia cupa: << Che cosa
succede? >>
<<
Credo di avere contratto una strana malattia >> dissi mentre il
cuore continuava a battere forte.
<<
Mmm… vediamo >>.
Il troll mi
fece sdraiare sul lettino e mi esamino prima le corna e le ali rosse e
poi la gola e le orecchie, infine ascoltò il cuore impazzito. Mi fece
provare i miei tre poteri e poi scosse l’enorme testa.
<< Non
hai niente, diavoletta mia >> annunciò, guardandomi attento con i
piccoli occhi scuri << Eppure mi sembra di aver già visto questi
sintomi in un altro Devil… >> mormorò tra sé.
Sentii il
respiro mancare e uscii di volata fuori dall’infermeria prima che
potesse continuare.
Inquieta, mi misi a camminare per il
corridoio.
“Ti sei
innamorata” mormorò una vocina nella mia testa.
No!
“Ammettilo: l’ami” continuò la vocina insistente.
No…
“Ti sei
innamorata di Caliel!”
SI!
Finalmente
lo ammisi a me stessa. Sì, mi ero innamorata di Caliel ma solo adesso
ero riuscita a capirlo, al contrario di Raf e Sulfus. Ecco il perché di
quel discorso di Sulfus…
“Dovresti
dirglielo” ricominciò imperterrita la vocina.
No! Non lo farò!
“Tanto lo
scoprirà…”
<<
Kabalè! Ecco dov'eri finita! >> esclamò Cabiria facendo capolino
dall’angolo del corridoio e volando veloce vicino a me << Ma che
ti è successo? >>
<< Non
mi sentivo molto bene >> inventai, anche se poi era quasi vero.
Essendo una
brava bugiarda, Cabiria credette alle mie parole.
<< Beh per fortuna adesso stai meglio perché dobbiamo andare di
volata in aula sfida >> mi informò.
<<
Perché? >> le domandai mentre mi afferrava per un braccio e
iniziava a trascinarmi.
<< La
Temptel e Arkhan hanno riunito tutti per fare quella prova per cui
abbiamo perfino aperto i libri… dai! Ti vuoi sbrigare!? >>
esclamò alla fine scuotendomi, scocciata di tirarmi.
Insieme a
lei volai velocemente verso l’aula sfida, così veloce che non riuscii a
fermarmi e dopo aver sbattuto contro lo stipite della porta, ruzzolai
dentro la stanza. Cabiria mi seguì, sghignazzando come una matta per la
mia caduta.
Credetti che
il cuore si fosse fermato quando vidi Caliel fare un passo verso di me
per aiutarmi ma Gas lo precedette, tirandomi su per le ascelle come se
fossi stata un leggero sacco
di patate e rimettendomi in piedi.
<<
Finalmente siete arrivate >> disse Arkhan irritato.
Arkhan era l'anziano arcangelo che insegnava agli stagisti Angels "vita
terrena positiva".
<< Bravissime, un Devil si
fa sempre aspettare… >>
<<
Collega, vogliamo spiegare la prova? >> Arkhan interruppe la
Temptel prima che potesse iniziare la sua lunga lista di complimenti
sul nostro comportamento maleducato.
<<
Già, si giusto collega >> assentì la Devil sistemandosi gli
occhiali, guardando prima con aria truce il gruppo degli
Angels e poi con aria soddisfatta il nostro.
<<
Allora >> iniziò Arkhan con voce solenne e un colpetto di tosse
<< Ci troviamo nell'aula sfida perché è qui che dovrete
affrontare delle prove dove metteremo in difficoltà i vostri poteri. Vi
troverete tutti in un pericoloso e intricato labirinto, e riuscirete a
superare la sfida solo quando troverete l’uscita >>.
<<
Inoltre le vostre mascotte non verranno con voi >> aggiunse
infine la Temptel.
<<
Cosa? >> protestò Cabiria << Ma così non potremo… >>
<<
Trasformarvi in umani. Sì, esatto >> annuì Arkhan, terminando la
frase di Cabiria.
Fire si
avvicinò si soppiatto alla Temptel e le sussurrò qualcosa all’orecchio,
come aveva fatto prima in mensa con Cabira, la quale adesso gli lanciò
un’occhiataccia.
…Ma che cosa
stava succedendo?
Che avevano da sussurrarsi tutto il giorno?
<< Che
la sfida abbia inizio >> terminò Arkhan ignaro di tutto quello
che stava succedendo intorno a lui.
L’anziano
Angel dalla lunga e bianca barba batté le mani e l’aula sfida si
trasformò in un labirinto. Dei muri di pietra si alzarono intorno a me
e agli altri, isolandoci.
<<
Buona fortuna a tutti! >>
La voce di Arkhan risuonò come un eco quando l’ultimo muro finì di
alzarsi.
“Oh, e
adesso?”
Smettila!
Pensai che
se ero arrivata a sentire le voci dentro la testa allora significava
che ero impazzita o che… ero davvero innamorata.
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Capitolo 7 *** La prima prova. Quando l'inganno si confonde con la realtà sono così difficili da distinguere ***
La prima
prova:
Quando l’inganno si confonde con realtà sono così difficili da
distinguere
Iniziai a
camminare, cercando la via d’uscita di quell’intricato labirinto,
girando per le vie che m’indicava il mio settimo senso. Tutto era
silenzioso non riuscivo a sentire né una voce né il sussurro del vento,
ma solo il rumore dei miei passi veloci. I grigi muri di pietra erano
tutti uguali, non c’era neanche un segno che li distingueva quindi non
riuscivo a capire dove mi trovavo o se stavo girando in tondo.
Sfiorai la
fredda parete vicina, scura quanto lo smalto sulle mie dita, e scalciai
un sassolino davanti a me con la punta dello stivale mentre i pensieri
che fino a quel momento avevo cercato di evitare ritornavano molesti
nella mia mente.
…Insomma io ero una Devil!
“Eppure ti
sei innamorata di un Angel!”
Già, mi ero
innamorata e per di più di un Angel, uno della banda degli sfigati… ma
la voglia del divertimento sfrenato tipico dei Devil non mi era
passata, anzi era sempre la stessa! Non ero cambiata poi molto, apparte
un piccolo dettaglio...
Mi fermai a
osservare il lungo corridoio davanti a me: sembrava infinito. Alzai lo
sguardo verso il cielo coperto di nebbia grigia e spessa, assomigliava
a un vero soffitto ed era impossibile volarci dentro senza perdersi.
Arkhan e la Temptel dovevano averlo fatto di proposito, per evitare che
noi Devil imbrogliassimo.
Mi sembrava
che fossero passate ore da quando ero entrata nel labirinto e camminavo
senza una meta quando una voce mi fece fermare.
<<
Kabalé! >> esclamò la voce di Cabiria dietro di me, facendomi
trasalire.
Mi girai a
guardarla e la vidi all’angolo di una piccola via che incrociava la
strada dove io mi trovavo. Strano… in quella
stradina c’ero già stata ed era un vicolo cieco…
<< Non
dirmi che ti ho fatto spaventare >> rise Cabiria scuotendo la
testa con aria divertita.
<< Un
po’ >> ammisi osservandola attentamente: il mio settimo senso mi
diceva che c’era qualcosa che non andava.
“Smettila di
fare la sciocca, è solo Cabiria”
Umpf! Ma non c’era un interruttore
per spegnere quella fastidiosa vocina?!
<<
Vieni Kabalé, il mio settimo senso mi dice che l’uscita è da questa
parte >> mi chiamò Cabiria indicando la strada da cui ero venuta.
Incerta,
mossi un passo per avvicinarmi quando all’improvviso qualcosa di nero
si avventò su di lei mandandola a terra con un gemito. Oh no, che
cos’era quella cosa? Sicuramente doveva essere una delle prove di cui
ci avevano parlato i professori. Non sapevo se intervenire, d’altronde
doveva essere la sua sfida…
<<
Kabalé aiutami! >> urlò allora la mia amica, confutando ogni mio
dubbio.
Volai veloce
verso di lei. Quella cosa nera la stava mettendo in difficoltà! E non
avrei permesso che le facesse qualcosa di male… anche per i Devil
l’amicizia - e quindi gli amici - erano importanti!
<<
Arrivo Cabiria, resisti! >>
Mi avvicinai
non sapendo bene che fare quando a un tratto quella cosa nera sparì e
vidi che lo sguardo di Cabiria non era rosso come al solito, ma nero
come la pece, allora compresi: quella non era la vera Cabiria ma era la
mia prima prova! E adesso mi ero avvicinata troppo…
La bocca
della mia finta migliore amica si aprì in un ghigno mostrandomi una
chiostra di affilate zanne.
<< Vieni qui, mia dolce Kabalè >>
Cercai di
fuggire ma Cabiria mi aveva afferrato per un braccio e lentamente si
stava trasformando in un essere nero come quello che prima aveva fatto
finta di attaccarla per farmi cadere nella sua trappola. Mi accorsi che
ero appena caduta nell’inganno di un’Ombra degli Inferi. Dovevo
riuscire a liberarmi altrimenti mi avrebbe trascinano nell’ombra e
sarei diventata anch’io come lei!
<< Double fly! >>
Utilizzai il
mio potere per creare più illusioni di me stessa e l’Ombra degli Inferi
indietreggiò confusa cercando di capire quale Kabalè fosse quella vera.
<<
Dai, brutto mostro, forza! Prendimi! >> esclamai insieme alle
altre Kabalè girandole intorno.
Alla fine il
mostro infuriato si scagliò contro una delle illusioni e prima che si
accorgesse del mio inganno scappai, volando lontano da lei il più
veloce possibile, senza fermarmi a guardare indietro. Sentii l'eco del
suo urlo di sconfitta.
Svoltai in
più vie con il fiatone, mentre il mio settimo senso mi diceva che il
pericolo era passato, così mi poggiai lungo un muro e scivolai a terra
con le ali doloranti a causa del grande sforzo che le avevo fatto fare
per scappare dall’Ombra degli Inferi.
Respirai
ansante per qualche secondo (tutto era successo così velocemente!) e
poi, finalmente, realizzai: ce l’avevo fatta! Avevo superato la prima
sfida!!
Certo che
quando l’inganno si confondeva con la realtà erano davvero così
difficili da distinguere…
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Capitolo 8 *** La seconda prova. E' proprio vero che la gelosia ti fa vedere i sorci verdi ***
La seconda prova:
E’
proprio vero che la gelosia ti fa vedere i sorci verdi
Tirai un sospiro di
sollievo e mi rialzai di nuovo in forze. Mi guardai intorno, confusa:
dov’ero finita? Perché non ero più nel labirinto??
Mi trovavo ai piedi di
un’alta piramide a gradoni fatta di pietre e circondata da una
selvaggia vegetazione. Pochi metri più avanti c’era una folla di umani
che sussurrava concitata. Ma non erano gli umani “moderni” come quelli
che dovevamo confondere ogni giorno ma questi umani indossavano degli
strani indumenti, con delle piume e numerosi gioielli come ornamento.
Mi avvicinai curiosa,
magari era successo qualcosa di brutto. Cercai di passare tra la folla
dato che essendo in forma di Devil dovevo essere invisibile, ma invece
fui spinta all’indietro dopo aver dato una botta all’enorme schiena di
qualcuno davanti a me.
Bene, allora avrei fatto
ricorso alle maniere forti.
<< E spostati! Brutto
armadio a due ante, fammi passare! >> diedi una spallata a un
uomo molto alto che stava sussurrando a una donna bassa e grassottella
con dei segni rossi sul volto.
L’uomo indicò davanti a noi, incurante della mia spinta: <<
Guarda hanno le ali >>.
Per un attimo, ancor più
stralunata, pensai che parlasse di me ma poi mi voltai a guardare il
punto che stava indicando e… per poco non mi venne un colpo!
Ecco chi aveva le ali:
davanti a me c’erano Tyco e Sai, gli antichi Angel e Devil Aztechi che
assomigliavano a Raf e Sulfus!
Li osservai basita mentre
parlavano incuranti della folla di Aztechi che si era formata intorno a
loro, riuscendo a percepire alcune parole.
<< Possono vederci
perché siamo cambiati…
non voglio più
combattere…
i nostri sentimenti…
>>
L’antica Devil stava
convincendo l’Angel biondo cosi simile a Raf a dichiarare i suoi
sentimenti e a riconoscere che l’amore li aveva cambiati.
Per un attimo mi sembrò di
stare al suo posto: era Tyco che per prima aveva capito e ammesso i
suoi sentimenti proprio come me.
Guardai Tyco e Sai
baciarsi.
Lui aveva accettato i suoi sentimenti, ma cosa sarebbe successo tra me
e Caliel?
La terra iniziò a tremare,
le urla degli Aztechi mi risuonò come un ruggito nelle orecchi e il
fragore delle piramidi che crollavano mi stordirono. Tutto si fece
confuso…
Mi risvegliai di
scatto.
Era stato solo un sogno, anche se sembrava ancora tutto così reale…
Scossi la testa per
schiarirmi le idee. Dopo aver superato la prima prova mi ero fermata
per riprendere le forze e dovevo essermi addormentata. Chissà quanto
tempo avevo perso… sicuramente troppo!
Mi alzai e ripresi a volare
veloce per i corridoi del labirinto quando all’improvviso un cartello
dalla scritta a grandi lettere rosse mi fece fermare.
“Non oltrepassare la linea
bianca”
Cosa?
Osservai la linea bianca
pochi metri più in là del cartello.
E
questa doveva essere la seconda prova?!
Quasi mi venne da ridere
per la sua facilità ma mi bloccai quando, oltre la linea bianca,
comparve Caliel.
Il cuore iniziò a battere
forte, anche se sapevo che quello che non poteva essere il vero Caliel.
Il mio settimo senso mi aveva avvertito. Per un attimo rimasi incantata
dal suo sguardo verde che non vedevo da molte ore e che scoprii essermi
mancato. All’improvviso vicino a lui comparve Uriè, l’Angel dai
boccolosi capelli castani.
Che cosa ci faceva lì anche
la sua illusione?
Li osservai ridere insieme
e parlare anche se non riuscivo a sentire cosa si stessero dicendo. Mi
sembrava quasi come se stessi vedendo un film muto in televisione.
Il fumo iniziò a uscire
dalla mie orecchie quando Uriè si chinò verso Caliel e sfiorò le guance
del suo volto perfetto con un bacio: ero arrabbiata, anzi no! Ero furiosa.
... e anche invidiosa perché lei poteva
toccarlo senza infrangere quella stupida e fastidiosa regola chiamata
V.E.T.O.
“Sei gelosa!” mi accusò la
vocina.
Oh!
…non ero mai stata gelosa, anche se era un sentimento che cercavo di
aumentare negli umani per tentare e confonderli. Allora era questa la
gelosia: un misto tra invidia e istinto omicida.
Adesso mi sembrava così
difficile non attraversare la linea bianca per strappare una ad una le
piume che Uriè aveva sulle sue odiose alucce da Angel.
Le mie gambe iniziarono a
muoversi automaticamente e lentamente verso la linea mentre le mani si
muovevano frenetiche come se stessi strozzando qualcuno invisibile.
“No, Kabalè, non farlo”
Non riuscivo a fermarmi…
<< Metamor Fly! >>
Mi trasformai in un
topolino per passare veloce nell’unica crepa del muro accanto a me per
evitare di perdere la seconda prova. Corsi con le quattro piccole
zampette nello stretto e tortuoso passaggio che portava dall’altra
parte del muro. Però c’era qualcosa di strano: perché vedevo del verde
intorno a me?
Quando giunsi dall’altra
parte mi fermai e mi osservai il pelo: era verde!
Allora era proprio vero che
la gelosia ti faceva vedere i sorci verdi!
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Capitolo 9 *** La terza e ultima prova. Il desiderio celato nel più profondo del cuore ***
La
terza e ultima prova:
Il desiderio celato nel più profondo del cuore
Tentai più
volte di ritrasformarmi da topolino a Devil ma non riuscivo a usare bene i miei
poteri. Ogni volta che chiudevo gli occhi per concentrarmi, l’immagine
di Caliel che baciava sulla guancia Uriè mi ritornava in mente
facendomi venire un istinto omicida.
Quando
finalmente (dopo aver toccato il fondo essendo trasformata anche in una
mucca a chiazze verdi) ripresi il mio vero aspetto con tanto di corna
ed ali, ricominciai a camminare per le intricate strade del labirinto.
Uno
scintillio attirò la mia attenzione e mi affacciai sulla via alla mia
destra.
Mi
avvicinai, curiosa, al muro dove c’era uno specchio che rifletteva la
mia immagine. Sulla sua antica cornice di oro arruginito c’erano alcune
parole e per riuscire a leggerle mi misi a testa in giù dato che erano
scritte alla rovescia.
“Lo specchio dei tuoi
desideri più profondi: non specchiarti se non vuoi perdere te stesso”
Ah, io ero fatta per infrangere le
regole: i "non" per me erano
solo che un invito.
Mi rigirai diritta, mi misi davanti allo specchio e osservai la mia
immagine riflessa.
Strabuzzai
gli occhi e lanciai un urlo quando vidi me stessa… Angel! Sì, al posto delle
mie ali rosse avevo delle bianche ali piumate e al posto delle corna
c’era un’aureola dorata. Anche i vestiti erano diversi; invece di
essere neri e fucsia brillante erano bianchi e con sfumature rosa
pastello.
...
Che orrore! I vestiti degli angeli erano
proprio terribili.
L’unica cosa
che rimaneva uguale era il colore dei capelli poiché anche il mio
sguardo era cambiato, assumendo una dolce e angelica espressione.
Osservai il mio riflesso sorridere quando al suo fianco comparve, con
mia enorme sorpresa, l’immagine di Caliel. I due riflessi si presero
per mano.
Già, loro
potevano farlo perché erano due Angel… mentre io ero solo una Devil.
Capii che ad
amare Caliel avrei sofferto molto tra gelosie e parole non dette
com’era successo fra Sulfus e Raf.
Avrei tanto desiderato essere un
Angel…
Stavo quasi
per sfiorare il vetro con la mano quando sentii dei passi dietro di me
e qualcuno afferrarmi per un braccio, tirandomi indietro.
<<
Ferma! >> mi girai di scatto e incontrai lo sguardo diabolico di
Fire << Se avessi toccato lo specchio… Zap! E poi chissà dove saresti
andata a finire! >> disse divertito.
<<
Fire! Che cosa ci fai qui? >> domandai stupita.
<<
Esco da questo maledetto e intricato labirinto! >> esclamò con
tono sollevato. Indicò davanti a noi e notai che c’era una porta aperta
che lasciava intravedere l’aula sfida tornata alle sue condizioni
normali. Prima non ero riuscita a vederla: ero distratta dallo
specchio, dal mio desiderio.
Rimasi un
po’ in silenzio e poi mi girai verso Fire che mi stava guardando senza
lasciare il mio braccio.
<< Beh, che c’è? >> chiesi nervosa che mi osservasse così.
<< Sto
aspettando >> rispose con un sorrisetto.
<<
Cosa? >>
<< I
tuoi ringraziamenti >> disse e poi imitò la mia voce,
aggiungendoci un tono sdolcinato: << Grazie Fire di avermi
fermato prima che finissi chissà dove, sei il peggiore! >>.
Mmm, ancora con questa storia di
chi è il peggiore.
<< I
Devil non dicono mai grazie >> dissi lanciandogli un’occhiata
altezzosa e sdegnosa mentre mi liberavo dalla sua presa.
<< Ma
i Devil quando sono innamorati non cambiano? >>
<< Io
non sono innamorata di Caliel! >> risposi subito sulla difensiva
e poi mi tappai la bocca con le mani.
Stupida, stupida e ancora stupida! Lui non aveva nominato Caliel!
<<
Aha! >> urlò Fire puntandomi contro un dito << Allora lo
ammetti! Ti sei innamorata di un Angel! >>
<<
Non... non so di cosa parli >> balbettai fingendo indifferenza
mentre mi guardavo le unghie dallo smalto nero.
Ero una Devil finita, f i n i t a ...
<< E’
inutile che menti, so riconoscere una bugia. Io sono il maestro
dell’inganno >> continuò imperterrito, rigirando il coltello
nella piaga.
“Modesto come sempre, eh!” lo
accusai con il pensiero.
<< La
Temptel ha fatto bene a seguire i miei consigli >> sogghignò Fire.
Cosa diavolo
stava borbottando…?
<< Un
momento! >> lo fermai prendendolo con uno scatto repentino per il
colletto della maglietta nera che indossava per impedire che uscisse
dal labirinto << Vuoi dire che sei stato tu a scegliere le mie
tre prove?! >> urlai scuotendolo come un’ossessa.
<< Mi.
Stai. Soffocando >> tossicchiò Fire cercando di sfuggire alla mia
ira.
<<
Allora? >>
<< Sì,
sono stato io >> ammise in un sussurro strozzato.
<< Ma
io ti uccido! >>
<< Per
tutti i diavoli, sono davvero capace di tirare fuori il peggio di te,
eh? >> rise mentre sfuggiva al mio terribile fuoco.
<<
Vieni qua! >>
POV Caliel
“Lo specchio dei tuoi
desideri più profondi: specchiati se vuoi ritrovare te stesso”
Mi misi
davanti allo specchio, intuendo che questa doveva essere la mia terza
prova.
Sgranai gli
occhi quando vidi il mio riflesso cambiare… al posto delle ali piumate
comparvero delle ali rosse, l’aureola sparì e al suo posto comparvero
un paio di corna. Anche i vestiti non erano più gli stessi: invece di
essere bianchi erano neri e grigi, la maglietta aveva un teschio
disegnato sul davanti. I capelli castani erano uguali ma più spettinati
e lo sguardo verde era cambiato diventando divertito e diabolico.
Sobbalzai,
sorpreso, quando accanto al mio riflesso comparve l’immagine di Kabalè
e i due si presero per mano, sorridendosi dolcemente.
Desiderai
essere davvero un Devil per poter almeno sfiorare Kabalè senza
infrangere nessuna regola.
Stare vicino a lei senza poterla toccare era una condanna.
Avevo
compreso di amarla fin dal primo momento in cui l’avevo vista. Avevo
avuto la sensazione che lei era diversa dagli altri Devil, lei era speciale. Il suo profondo sguardo
giallo mi faceva volare il cuore ogni volta che s’incontrava con il
mio, e il suo dolce profumo di violette mi ricordava tanto la mia casa
ad Angie Town…
Stavo per
sfiorare la superficie di vetro quando sentii un urlo provenire da
dentro lo specchio.
<< Vieni qua! >>
Quella era
la voce di Kabalè!
Senza
neanche pensarci un momento attraversai lo specchio senza che la
barriera di vetro me lo impedisse, volando verso il mio desiderio.
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Capitolo 10 *** A volte basta uno sguardo per far battere forte il cuore ***
A volte basta uno sguardo per
far battere forte il cuore
Fire
all’improvviso impallidì e lanciò un urlo guardando un punto oltre alle
mie spalle. Spaventata, mi voltai di scatto, appena in tempo per vedere
Caliel uscire fuori dallo specchio volando.
…Caliel!
Quello era proprio il vero Caliel!
Intanto
Fire, mentre io guardavo l'Angel, era sfuggito alla mia presa e si era
lanciato verso l’uscita, scomparendo dal labirinto.
<<
Per tutte le sfere celesti! Sembrava avesse appena visto un fantasma
invece di un Angel >> mormorò Caliel perplesso posandosi a terra.
La sua voce
mi arrivava dolcemente alle orecchie come una morbida carezza e mi
riempiva il cuore di gioia.
Lo fissai
immobile: non riuscivo a credere che lui fosse veramente qui, davanti a
me.
Forse lo
specchio oltre a rivelarti i tuoi desideri ti portava anche il diretto
interessato…
Caliel mi
fissava ricambiando il mio sguardo e nei suoi occhi di solito così
indecifrabili e misteriosi potevo leggere il suo tormento… un verde
mare in tempesta.
***
POV Caliel
Mi osservava in
silenzio all’improvviso pensierosa dopo che la rabbia che provava per
quel Devil che doveva essere Fire era sparita veloce quando lui era
uscito dal labirinto e io ero comparso davanti a lei.
Tutti i
pensieri che avevo in quel momento lasciarono la mia mente mentre
osservavo i suoi occhi gialli, due soli luminosi che riscaldavano il
mio cuore che in quel momento batteva forte.
Compresi
quant’era profondo il mio amore per Kabalè e un dolore mi attraversò il
petto quando il cervello, razionale, mi ricordava che lei era una Devil.
Prima non
era mai stato così doloroso ricordarlo perché quando pensavo a lei, la
pensavo sempre come qualcosa di sfuggente, di proibito… ma adesso era
qui, davanti a me e vedere il modo in cui mi guardava mi faceva venire
voglia di muovermi e annullare la distanza fra noi.
Udivo il
suo cuore battere forte come ogni volta che incontrava il mio sguardo e
il suo respiro era irregolare come quando, sotto forma di pipistrello,
era entrata nella mia stanza e per quanto era presa dal suo amore per
me non si era accorta che stavo solo fingendo di essere addormentato,
perché in realtà stavo pensando a lei.
Dentro di
me infuriava una tempesta: il cuore mi suggeriva di avvicinarmi a lei,
mentre la mente mi diceva di uscire dal labirinto come aveva fatto poco
prima Fire.
***
Sospirai di
gioia.
Prima di questo momento avevo sempre usato come scusa il fatto che lui
fosse un Angel per evitare di scoprire che il mio amore non fosse
ricambiato. Ma adesso i suoi occhi, il suo respiro e il suo cuore,
soprattutto il suo cuore che batteva così forte che sembrava volare, mi
rivelavano i suoi sentimenti per me.
Ci
guardavano in silenzio perché a volte basta solo uno sguardo per far
battere forte il cuore.
Pensieri
dolci animavano la mia mente… accidenti stavo diventando proprio
romantica ma non mi importava più essere una brava, anzi cattiva,
Devil; volevo solo dare regione al mio cuore e non più alla mia mente.
Con un
misto di orrore e incredulità, sentii una lacrima rigarmi la guancia e
allora Caliel si mosse, lo sguardo deciso, deciso di stare dalla parte
del cuore.
Mi ritrovai
stretta tra le sue braccia, il volto poggiato sul suo petto, le sue
mani fra i capelli. Inspirai forte il suo profumo di zolfo come Caliel
inspirava il mio che sapevo essere per lui un profumo di violette, come
più volte Raf raccontava in giro di Sulfus.
Adesso mi
sentivo una stupida ad averli presi in giro per i loro sentimenti…
<< Lo
sai che stai violando il V.E.T.O? >> sussurrai piano per non
rovinare l’incanto di quel momento tanto aspettato e desiderato.
<<
Non m’importa >>.
Sgranai gli
occhi alla sua risposta: l’amore ci aveva proprio cambiato.
Sentii la
mano di Caliel posarsi sotto il mio mento per costringermi a guardarlo
negli occhi.
<<
Kabalè, io… >>
Gli poggiai
un dito sulle labbra perfette e scossi la testa. Sapevo che quello che
stava per dire. Sapevo che quello che stava per dire avrebbe cambiato
la mia… le nostre vite per
sempre.
Un sorriso
illuminò il volto di Caliel e sembrò come se il tempo si fosse fermato.
I nostri volti erano così vicini che riuscivo a vedere le pagliuzze
verdi nei suoi splendidi occhi. I battiti velocissimi dei nostri cuori
si confondevano con i nostri sospiri.
All’improvviso
le labbra di Caliel si poggiarono sulla mia guancia per asciugare
quella lacrima solitaria che era uscita poco prima dai miei occhi. Una
scossa partì dal punto in cui mi aveva baciato, un pizzicore m’invase
la guancia; era una sensazione piacevole.
Le sue
labbra si mossero lente sulla mia pelle accaldata e stavano per
sfiorare le mie quando all’improvviso il labirinto intorno a noi
scomparve e l’aula sfida tornò nelle sue normali condizioni, com’era
prima di trasformarsi.
Mi separai
di scatto dal mio Angel per incontrare lo sguardo frustrato e un po’
esasperato della Temptel. Le sue parole mi fecero abbassare gli occhi
mentre arrossivo per evitare i suoi.
<< Oh
no, adesso anche voi due?! >>
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