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Ah…
quanto li amo *___* 8059 è il profumo della vita =ççç=
ALUCARD_90: Ciaossu a te!!
*O*/ Sono contenta che il primo capitolo ti sia
piaciuto XD, GokuTsuna non è proprio il mio pairingpreferito ma ho cercato di
fare il mio meglio, sisi.
Poi,
ovvio, la mia prima raccolta su KHR DOVEVA essere su Gokudera,
che è anche il mio pg
preferito *___*.
E,
si, sono quella pazza di Vongola Family, contenta che tu mi abbia
riconosciuta… la mia fama mi precede a quanto pare u_u *viene calciorotata*
Grazie
per aver recensito e continua a seguire *__*/
Ringrazio
anche chi ha letto, mi fa sempre piacere u_u.
« Non
c’è bisogno di essere così tesi, Gokudera-kun.
»
No, non era per niente
teso. Lui si sarebbe definito più… allerta. Non si fidava di quell’uomo,
né di quello sguardo e tantomeno
di quel suo sorriso così ambiguo.
RokudoMukuro…
« Non mi fido di te, lo sai bene, Mukuro.
»
« Oh?... » rise di quella sua risata così
fastidiosa « Dubitare così delle buone intenzioni di
qualcuno… questa si chiama maleducazione, Hayato.
»
Gokudera fece un tiro di sigaretta guardandolo negli
occhi. Quello destro, così insolito nel suo color cremisi, brillava di
una luce sinistra.
Soffiò fuori il
fumo che si disperse nell’aria.
« Dammi le informazioni che hai raccolto e facciamola finita. »
Mukuro rise ancora passandogli, con un gesto che
sembrava quasi casuale, una busta sigillata.
Hayato non perse tempo, afferrandola e riponendola
nella tasca interna della giacca, senza nemmeno controllare il suo contenuto. Aveva fretta, non voleva rimanere troppo a lungo in
compagnia di quell’individuo.
« Bene, non
abbiamo nient’altro da dirci. Addio. »
Lo guardò di
nuovo, fissando ancora una volta l’occhio rosso che sorrideva ambiguo,
esitando, prima di alzarsi e voltargli le spalle.
« A stanotte, Gokudera-kun»
**************************************
°w°’’’
questo capitolo è stato decisamente un azzardo.
Non convince tanto nemmeno me, ma… quel che
è scritto è scritto XD.
Natsue: grazie per i complimenti e per la recensione! *w*/
Hayato alzò la testa, distogliendo lo sguardo
dal giornale che stava leggendo e incontrando quello del ragazzo appena
arrivato.
« Lambo. Che ci fai qui? »
domandò con aria scocciata. Certo, aveva un doppione delle chiavi di
casa –in caso di emergenza-, ma non era mica
autorizzato a piombare lì di prima mattina.
Il giovane Guardiano
del Fulmine lo guardò chiudendo un occhio e grattandosi la guancia con
un dito « Vongola mi ha mandato a ritirare il rapporto dell’ultima
missione. Pensavo ti avesse avvertito. » spiegò imbarazzato.
« Il Decimo? »
si chiese come mai non avesse chiamato direttamente lui.
Si alzò posando
il giornale sul tavolo, togliendosi gli occhiali, e andò a recuperare
quel pezzo di carta.
Lambò aspettò qualche
secondo prima che Gokudera tornasse con il
resoconto della missione in Italia e glielo porgesse in una cartellina.
« Grazie, Gokudera-san. Arrivederci.
»
Hayato lo salutò con un gesto del capo, poi,
come se improvvisamente si fosse ricordato qualcosa, lo chiamò di nuovo
indietro.
« Tieni. E ora sparisci » fece posandogli qualcosa sul palmo
della mano.
Lambo osservò stupito una caramella
all’arancia.
« Ma… non sono più un bambino. »
*********************************************
Pima o poi farò una GokuderaxLambo
più seria X°D
ALUCARD_90: uh, beh, si potrebbe fare XD ci si dovrebbe mettere
d’accordo meglio. Ma più in là, in
questo periodo non sto scrivendo nemmeno tanto e ho la scadenza di un contest
alle porte XD.
Grazie per la
recensione!
Neee… fa troppo caldo per scrivere altro,
quindi, al prossimo capitolo!
L’ultima cosa che si aspettava quella mattina era
ritrovarsi Haru a quell’ora fuori la porta della sua
stanza, nella base Vongola.
« Buongiorno! » trillò la donna sorridendogli allegra e
porgendogli un piatto con una fetta di torta al cioccolato.
« Che diavolo...? » l’osservò senza capire. Di solito non
gli portava mai la colazione in camera, anzi, quando arrivava in ritardo doveva
sorbirsi anche le sue sfuriate mattutine.
E poi… torta a colazione? Dove
si era mai visto…
« Anche oggi sei in ritardo per la colazione, Gokudera-san. Dovresti andare a dormire più presto la sera.
»
« Ho del lavoro da fare, io. » sbuffò grattandosi la testa assonnato.
Haru rise vedendolo con
quell’aria sfatta –non si addiceva per
niente al braccio destro del Boss- e l’italiano l’osservò assorto per un
momento.
Era cambiata davvero tanto in quei dieci anni. Non era
più la ragazzina petulante di una volta, ora era molto più femminile di prima e
il suo comportamento si addiceva di più a quello di una donna.
Aveva anche smesso di andare dietro al Decimo da molto
tempo.
Abbassò di nuovo lo sguardo sulla fetta di torta dubbioso
« E questa quando l’hai fatta? »
Lei gli sorrise dolce « Beh, diciamo che oggi sono stata
mattiniera. » poggiò una mano sulla maniglia della porta tirandola verso di sé «
Ti aspettiamo in cucina quando hai finito! » e si chiuse la porta alle spalle
sparendo nel corridoio.
Hayato rimase per un attimo a
fissare la porta di legno poi notò che accanto alla fetta di torta, nel
piattino, vi era un piccolo biglietto, con una scritta in italiano.
Tanti Tonni a teeeee! Tanti
Tonni a teeeeeeeee!! Tanti Tonni Go-ku-de-raaaaa!!!
TANTI TONNI A TE!!! *vienecalciortata*
Ah, volevo scrivere da tempo una 5986 e il compleanno di Hayato è capitato proprio pennello (L).
Nanakko: Già, anche io amo Gokudera
e i suoi complessi (Juudaimeeeeeeeeeeee). Grazie
mille per i complimenti *_* e, si, anche io trovo che Crisantemo sia la
migliore della raccolta fin ora. Mi viene naturale scrivere i complessi di Gokkun a quanto pare XD.
Burning Rose: Grazie per aver recensito
tutte le flash *w*. Quindi anche tu sei su Vongola Family? XD Mi fa sempre
piacere trovare qualcuno del gruppo anche qui! *_*
ALUCARD_90:
Quando avrò un po’ di tempo, allora, ti contatterò sisi
XD. Grazie per la recensione!
Osservò
attentamente i biscotti sull’unico tavolo del suo appartamento, e la borsa che
teneva su una spalla cadde miseramente a terra.
Quel
colorito violaceo, quell’odore nauseabondo, e quel ridicolo modo di
impacchettare con nastri colorati anche una cosa del genere non poteva che
essere opera sua.
«Bianchi…» biascicò quel nome a denti stretti, mentre
si portava involontariamente una mano allo stomaco.
Evitò
accuratamente di avvicinarsi più del dovuto a quel tavolino, arrivando a
piccoli passi fino al comodino accanto al letto.
Aprì
il cassetto centrale prendendo delle pinze. Perché teneva delle pinze nel
comodino? Beh… sarebbero potute servire in casi
estremi come quello.
Si
voltò piano osservando il vassoio con i biscotti, cauto. Si avvicinò, tenendo
steso in avanti il braccio destro, le pinze che tremavano leggermente nella sua
mano.
L’unica
domanda che gli occupava la mente in un momento critico come quello era: come
diavolo aveva fatto ad entrare in casa? Non vi erano segni di effrazione da
nessuna parte. Doveva decidersi a cambiare quella dannata serratura.
Strinse
tra le pinze il vassoio con i biscotti, e, stringendo i denti e pregando che
non cadesse, si diresse verso la piccola cucina del suo appartamento. Con la
mano libera aprì il secchio che si trovava per terra, al lato del frigorifero e
gettò tutto dentro.
Guardò
quei biscotti per qualche secondo.
Per
un secondo, un fottutissimo misero secondo, quei biscotti gli avevano fatto
ricordare di quando una Bianchi di appena otto anni si metteva ai fornelli,
ogni santissimo pomeriggio, e ne preparava per lui.
Hayato la spiava sempre, dalla porta socchiusa
della cucina, osservando le sue mani pasticciare con farina, uova e solo Dio
sapeva cos’altro. L’odore che usciva da quella cucina era nauseabondo, proprio
come quello di quei biscotti gettati nella spazzatura.
Eppure,
nonostante sapesse che avrebbe passato le pene dell’inferno, continuava a
mangiarli.
Perché
Bianchi gli sorrideva così gentilmente…
Ma,
comunque, a quindici anni il suo corpo non poteva sopportare più una tortura
del genere.
Sbuffò,
chiudendo il secchio della spazzatura e stringendo nell’atra mano un
bigliettino.
Bah, non so, è che c’era
del gingerbread che stava andando a male nella mia
credenza e quindi…
Nanakko: Grazie mille! Anche a me piacciono tanto Gokudera
e Haru insieme, soprattutto quelli di dieci anni nel
futuro *_*… ed è anche per questo che ogni tanto vado in crisi: 8059 o 5986?
Oppure, 805986!? XD Alla prossima!
Jimmy: Vero? Haru
è così carina *33* grazie mille per la recensione e per i complimenti!
>// E’ vero, ci sono pochissime 5986, questa coppia merita di più D:,
alla prossima!!
AlexielFay: Wow che recensione XD andiamo per
punti allora XD
5927: io in realtà non
amo particolarmente questa coppia, sono troppo presa dell’8059 forse. Però, la
morte di Tsuna, i giri mentali inutili e pieni di
rimorso di Gokudera, il fatto di non essere riuscito
a fare l’unica cosa che davvero contasse nella sua vita senza senso… ecco, purtroppo sono queste le cose che mi attirano
verso la 5927 X°°D (che probabilmente mi piacerebbe di più se fosse 2759 lol)
8059:loro… io potrei fangirlare su di loro fino alla fine dei tempi *A* è la mia
coppia preferita in ASSOLUTO. Nessuna coppia di nessun manga mi è mai piaciuta
così tanto, e sono felice che la flash ti sia piaciuta *__*
6959:eh, lo so, anche a me riesce difficile
immaginarli, ma con una tastiera (e la faccia da stupratore di Mukuro) si può fare tutto *trollface*
59L: LOL e io che pensavo
fosse un piccolo fail quella flash x°°DD contenta che
ti sia piaciuta!!
5986: allora ti devi
proprio arrendere a questa coppia, mi dispiace 8DD Haru
è carinissima e Gokudera, come dicevi tu, è un tonno
pure qui lol *muore*
In conclusione, grazie
mille per la recensione e per tutti questi complimenti *333* alla prossima!! *muorevia*
Yoppu: Grazie mille *^*/ alla prossima!
ALUCARD_90: Purtroppo, mi dispiace dirtelo ora, ma non credo di poter fare più niente.
Troppi impegni con l’uni e non me la sento di iniziare una fic
che sicuramente non porterei a termine, visto anche come non sono costante con
la raccolta :/
Woo… rispondere alle recensioni mi ha fatto notare che
non aggiornavo da Novembre, WTF!? D:
Qualche
volta in quel –brutto- periodo si era ritrovato a
rigirarsi nel letto senza riuscire a dormire.
La testa,
quella sua fottutissima testa, era piena di pensieri…
no, non pensieri, era piena di voci, di risate per essere precisi. Erano le
loro risate, di quando erano solo dei ragazzini. Di quando davvero potevano
ridere senza alcun pensiero, liberi. Anche se aveva la sensazione che libero,
lui, non lo era mai stato davvero.
In quelle
notti si alzava da quel letto, usciva dalla sua stanza nella base Vongola e si
ritrovava davanti quella dello spadaccino.
Bussava
piano un paio di volte, e non ci voleva mai molto prima che l’altro aprisse.
Nemmeno lui riusciva a dormire? Non glielo chiese mai.
Yamamoto non doveva nemmeno chiedergli se volesse
entrare, Gokudera si buttava tra le sue braccia e la
finivano a farlo per tutta la notte, semplicemente, senza dire niente. O
meglio, Yamamoto ci aveva anche provato a dire
qualcosa ma Gokudera non l’ascoltava, mai.
Da qualche
volta, poi, si era trasformata in una visita quotidiana.
Ogni notte
andava da Yamamoto, per fottere, si. Non ci trovava
nulla di male. Il sesso faceva bene alle ossa e alla circolazione -un po’ meno
ai suoi reni, ma comunque…-, non c’era nulla di male
soprattutto se era con Yamamoto.
Poi morì, Yamamoto, in un giorno troppo normale per un evento del
genere.
Era morto
con una pallottola piantata dietro la nuca, l’aveva visto il cadavere. Eppure
avrebbe preferito non farlo, avrebbe preferito rivederlo vivo. Avrebbe
preferito lo abbracciasse ancora. Avrebbe preferito sentirlo ancora quando
davanti la porta della sua stanza l’unica cosa che riusciva a sentire era il
silenzio di quel fottutissimo corridoio.
Tenne lo
sguardo fisso su quella porta in legno scuro, liscio. Toccarla? Gli sembrava
bruciasse. Si sarebbe scottato, no meglio di no.
Bastavano
già i suoi occhi a bruciare in quel modo orrendo.
Poi una
mano e la maniglia si abbassò. La porta si aprì piano, lasciandogli vedere
l’interno di quella stanza.
Sapeva chi
c’era dietro di lui, non c’era bisogno nemmeno di voltarsi.
Da quando Yamamoto era morto, da due mesi ormai, aveva iniziato a
bere più di quanto non facesse già, sperando di dormire, ma non vi era mai
riuscito davvero.
Hibari l’aveva trovato una notte, ubriaco, accasciato contro la
parete in cucina. L’aveva guardato con quel suo sguardo che odiava dal più
profondo del cuore, e gli aveva tirato dietro la bottiglia di liquore che
teneva tra le mani. Ma quell’altro l’aveva scansata con fin troppa facilità e
l’aveva tirato su per un braccio, trascinandoselo dietro fino alla camera da
letto dell’italiano.
Nemmeno
riusciva a domandarsi perché avesse fatto una cosa del genere, e nemmeno glielo
chiese mai. L’unica certezza era che quella notte diun mese e mezzo prima aveva trattenuto il
moro per un braccio e l’avevano finita che se n’era andato la mattina dopo.
Hibari fece un passo in avanti, costringendo anche l’altro ad
entrare nella stanza dello spadaccino.
Raggiunsero il letto con passi pesanti e il
Guardiano della Nuvola lo spinse giù in malo modo, sovrastandolo. L’avrebbe
morso a morte, perché odiava l’italiano dal profondo del cuore.
Odiava il modo in cui l’aveva sorpreso a
guardare quella porta chiusa. Odiava il fatto che, nonostante lo prendesse ogni
notte, l’altro non fosse mai completamente suo.
E lo odiava. Oh, era la cosa che odiava di
più al mondo. Quella sensazione di tenere qualcosa tra le mani ma di non
afferrarla completamente. L’avrebbe ammazzato piuttosto.
Morso a morte.
Gokudera non lo fermò. Non oppose resistenza di alcun genere,
sebbene stare nella stanza di Yamamoto gli dava i
brividi.
Non lo fermò perché Hibari
era rimasto con lui quella notte. E non lo fermò nemmeno quando l’altro lo
penetrò con violenza, improvvisamente, provocandogli un dolore orrendo,
peggiore di quegli occhi che continuavano a bruciare.
Meglio quello. Meglio quello che pensare.
Molto meglio quello.
Meglio fottere, anche a modo suo, facendosi
male. Meglio quello. Tutto meno che pensare.
Tutto meno che ricordare. Tutto meno che
stare da solo di notte.
Fottevano, si, e non ci trovava nulla di male. Il sesso fa bene
alle ossa e alla circolazione -e chi se ne fotte dei reni-, non c’era nulla di
male nemmeno se lo faceva con Hibari.
Così, almeno, di notte riusciva a dimenticare
i suoi guai, fottendo anche l’insonnia.
Puntando
la pistola contro la fronte dell’uomo inginocchiato davanti a lui, pensò che c’era
una sola cosa che gli dava ancora sui nervi quando doveva ammazzare qualcuno.
Le
suppliche inutili e quegli sguardi imploranti… si
chiedeva perché tutti sprecassero gli ultimi istanti della propria vita in quel
modo, quando sapevano bene che, di certo, non ci avrebbe pensato due volte
prima di farli fuori. Il lavoro è lavoro, dopotutto, decidere di risparmiare
una vita non era di sua competenza.
Premendo
la sicura della sua Smith & Wesson dovette
ricordarsi che era solo lui a dover portare a termine lavori del genere.
Probabilmente nessun altro sarebbe riuscito a sopportare un peso simile, ma a
lui non cambiava poi molto. Farne fuori uno in più o uno in meno non era un
problema, si trattava solo di abitudine. E si era abituato già da tempo alla
puzza di sangue che si impregnava sui vestiti, sulla pelle, esattamente come
quello che era appena schizzato sulla camicia bianca.
Teneva
ancora il dito premuto contro il grilletto, ma non si era nemmeno reso conto di
aver sparato, né aveva sentito il rumore del colpo che esplode. Era come se il
suo cervello fosse rimasto intorpidito per qualche istante. Era diventata
un’azione automatica? Non che se ne stupisse più di tanto.
Fece un ultimo tiro di sigaretta prima di gettarla via, e, dando le spalle al
cadavere, si diresse a passi svelti verso la porta, giusto in tempo per evitare
che il volto dell’uomo gli si imprimesse nella testa…
anche se dubitava fortemente che sarebbe stato capace di distinguerlo da tutti
gli altri.
Pulì la
canna della pistola con un fazzoletto di stoffa, che rimise in tasca, prima di
aprire la porta e incontrare quasi subito un paio di occhi grigi che lo
fissavano.
« Stai bene? » « Nessun problema. Questo sangue non è mio,
ovviamente. » rispose, anche se gli occhi di Ryohei non si erano mai spostati sulle macchioline di
sangue. «Già.
»
Gli occhi
verdi dell’italiano scrutarono per qualche istante quelli dell’altro nel
silenzio totale. Sapeva benissimo che quella non era la risposta che avrebbe
voluto il più grande, ma fece ugualmente finta di niente. Ryohei
lo accompagnava sempre quando c’era da sbrigare questi lavoretti, anche se
preferiva rimanere ad una certa distanza. Doveva essersi abituato anche lui,
ormai, a vederlo così, non c’era bisogno di rispondere a nessuna domanda in
modo troppo diretto. Anche un ottuso come lui poteva capire una cosa simile.
Anzi, sicuramente capiva anche fin troppo bene, non doveva aggiungere niente di
più. « Andiamo a casa mia, porterò domani il
resoconto a Reborn-san. Guida tu, io voglio riposarmi
nel frattempo. » sorpassò
il Guardiano del Sole percorrendo il corridoio del primo piano di quel palazzo
di periferia « E non fare cazzate. Ogni volta che guidi tu
rischio di rimettere poi. » « Andrò estremamente piano, giuro! »
« Si, si. »
Ripose la pistola nella fondina nascosta dalla giacca mentre Ryohei lo affiancava passandogli un braccio intorno alle
spalle, blaterando qualcosa che non riuscì ad afferrare. Si accese una
sigaretta, lasciando che il fumo invadesse i polmoni e poi l’aria. La stretta
di Ryohei restava salda.
Si era abituato anche a questo.
Aaah, cavolo, da quanto tempo che non scrivo…
e, ovviamente, lo faccio quando dovrei studiare per il dannatissimo esame di
giapponese =A= Vabeh…
Oh, questa sarebbe una sottospecie di 3359 °u°’… giuro che ne farò una
migliore, magari più allegra visto che è RyoheiX°D ma per ora non pensiamoci :°D
Ah, con quel “Già” Ryohei intende che quella non è la risposta che voleva
(intendeva come si sentisse, ma non fisicamente, ovviamente), ma decide di
lasciar perdere comunque, tanto non sarebbe riuscito a far spiccicare una
parola alla testa a polpo. E, non so, non penso sia TROPPO OOC…
cioè, penso che in un contesto simile un Ryohei così
possa starci, anche perché parliamo sempre del Ryohei
del futuro.
Eiko_chin: Eh, anche io odio leggere di Yamamotomorto… ma è più forte di me scrivere di morti, giusto
per far contorcere nel dolore quello che rimane in vita LOL.
Grazie! Steffa: Già, quello stupido bastardo, morire
così facilmente per una stupidissima pallottola nel cranio D:< se crepa di
nuovo così lo pesto(?)! OVVIAMENTE, Muro è a lutto çAçpovero… e Dino deve rassegnarsi alla realtà dei fatti
u_u.
Come vedi qua l’angst c’è SEMPRE X°D
grazie mille! *u* Uricchan: Grazie mille per tutti questi
complimenti *A* potrei arrossire(?) ù_u e viva l’angst (anche se sono io la prima a soffrirci lol) che con Gokudera si spreca! xD