Fumo [59] -Collection-

di Recchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Crisantemo [TYL!59xTYE!27] ***
Capitolo 2: *** Tempo [TYL!8059] ***
Capitolo 3: *** Rosso [TYL!6959] ***
Capitolo 4: *** Caramella [TYL!59L] ***
Capitolo 5: *** Buon Compleanno [TYL!5986] ***
Capitolo 6: *** Biscotti [Bianchi, Gokudera] ***
Capitolo 7: *** Inosonnia [TYL!8059/1859] ***
Capitolo 8: *** Abitudine [TYL!3359] ***



Capitolo 1
*** Crisantemo [TYL!59xTYE!27] ***


Crisantemo

Crisantemo

 

 

Il compito della Tempesta.

 

Spazzare via ogni ostacolo che si pone sul nostro cammino. Difendere i suoi sogni a qualunque costo.

 

Questo è il compito della Tempesta che non si riposa mai.

 

Quello che mi rimane da fare, adesso, è essere il tuo braccio destro.

 

Fallito.

Non c’era più nessuno. Non poteva essere il braccio destro di nessuno.

 

Juudaime!!

 

Non ci sarebbe stato più nessuno da chiamare Decimo.

Niente, nessuno.

Aveva fallito su tutti i fronti. Era lui stesso un fallito.

Il fiore bianco che aveva posato su quella bara scura… sembrava lo guardasse, schernendolo e accusandolo allo stesso tempo.

Chiuse gli occhi. Non voleva vedere.

« Non so se ti ho mai detto che in Italia il Crisantemo è il fiore dei morti. »

Era quasi un sussurro il suo.

Strinse i pugni abbassando il capo.

Non gli aveva detto tante cose, troppe cose, e non ne avrebbe avuto più l’occasione.

Non ci sarebbe stata più l’occasione per niente. Aveva lasciato scorrere il loro tempo come sabbia in una clessidra, insieme a tutto il resto.

Un rumore sordo gli fece riportare di nuovo lo sguardo  sulla bara, il coperchio a terra.

Sgranò gli occhi. Sentì come un vuoto dentro, sconcerto e un misto di tante altre sensazioni a cui non avrebbe saputo dare un nome.

Non poteva credere che fosse vero.

« Gokudera-kun? »

 

 

 

 

***************************************

Salve a tutti °A° *saluta con manina*

Uh, la mia prima fic nel fandom di KHR! Finalmente *sogna*

Non so come mi sia venuto in mente di iniziare proprio con una raccolta, ma una flash tira l’altra ed ecco qui.

Ah, amo Gokudera, soprattutto quando si fa i complessi, sisi.

Beh, non ho poi molto da dire, quindi… spero solo che possa piacere a qualcuno XD

Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Tempo [TYL!8059] ***


Tempo

Tempo

 

Non riusciva mai a rendersi conto di quanto tempo passava, quando erano insieme.

A volte sembrava che fossero passate delle ore, altre minuti.

Aprì piano gli occhi, chiudendoli subito dopo. La luce del sole di prima mattina era davvero fastidiosa.

Doveva essere passato un bel po’ di tempo, allora, se si era fatto giorno. Ma non gli importava molto, infondo.

Si mosse, ma il braccio di Yamamoto, ancora abbandonato sul suo corpo, gli rendeva difficile i movimenti.

« Ehi, devo alzarmi. »

L’altro farfugliò qualcosa nel sonno che Hayato non capì, sapeva solo che non smuoveva quel suo braccio da lì.

Sbuffò lasciandosi andare di nuovo contro il cuscino, non aveva la forza di discutere.

Sentì Yamamoto farsi più vicino e stringerlo con quel braccio.

« Cinque minuti » bisbigliò al suo orecchio, baciandolo e mordendoglielo poi.

Hayato chiuse gli occhi.

Cinque minuti diceva.

Ma non riusciva davvero a rendersi conto di quanto tempo passasse, con Takeshi.

 

 

 

*****************************************************************

Ah… quanto li amo *___* 8059 è il profumo della vita =ççç=

 

 

ALUCARD_90: Ciaossu a te!! *O*/ Sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto XD, GokuTsuna non è proprio il mio pairing preferito ma ho cercato di fare il mio meglio, sisi.

Poi, ovvio, la mia prima raccolta su KHR DOVEVA essere su Gokudera, che è anche il mio pg preferito *___*.

E, si, sono quella pazza di Vongola Family, contenta che tu mi abbia riconosciuta… la mia fama mi precede a quanto pare u_u *viene calciorotata*

Grazie per aver recensito e continua a seguire *__*/

 

Ringrazio anche chi ha letto, mi fa sempre piacere u_u.

Alla prossima!!!

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Capitolo 3
*** Rosso [TYL!6959] ***


Rosso

Rosso

 

« Non c’è bisogno di essere così tesi, Gokudera-kun. »

No, non era per niente teso. Lui si sarebbe definito più… allerta. Non si fidava di quell’uomo, né di quello sguardo e tantomeno di quel suo sorriso così ambiguo.

Rokudo Mukuro

« Non mi fido di te, lo sai bene, Mukuro. »

« Oh?... » rise di quella sua risata così fastidiosa « Dubitare così delle buone intenzioni di qualcuno… questa si chiama maleducazione, Hayato. »

Gokudera fece un tiro di sigaretta guardandolo negli occhi. Quello destro, così insolito nel suo color cremisi, brillava di una luce sinistra.

Soffiò fuori il fumo che si disperse nell’aria.

« Dammi le informazioni che hai raccolto e facciamola finita. »

Mukuro rise ancora passandogli, con un gesto che sembrava quasi casuale, una busta sigillata.

Hayato non perse tempo, afferrandola e riponendola nella tasca interna della giacca, senza nemmeno controllare il suo contenuto. Aveva fretta, non voleva rimanere troppo a lungo in compagnia di quell’individuo.

« Bene, non abbiamo nient’altro da dirci. Addio. »

Lo guardò di nuovo, fissando ancora una volta l’occhio rosso che sorrideva ambiguo, esitando, prima di alzarsi e voltargli le spalle.

« A stanotte, Gokudera-kun »

 

 

 

 

 

**************************************

 

°w°’’’ questo capitolo è stato decisamente un azzardo. Non convince tanto nemmeno me, ma… quel che è scritto è scritto XD.

 

Natsue: grazie per i complimenti e per la recensione! *w*/

ALUCARD_90: Grazie mille anche a te! *O*/

 

Al prossimo capitolo, gente!

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Capitolo 4
*** Caramella [TYL!59L] ***


Caramella

Caramella

 

« Buongiorno, Gokudera-san. »

Hayato alzò la testa, distogliendo lo sguardo dal giornale che stava leggendo e incontrando quello del ragazzo appena arrivato.

« Lambo. Che ci fai qui? » domandò con aria scocciata. Certo, aveva un doppione delle chiavi di casa –in caso di emergenza-, ma non era mica autorizzato a piombare lì di prima mattina.

Il giovane Guardiano del Fulmine lo guardò chiudendo un occhio e grattandosi la guancia con un dito « Vongola mi ha mandato a ritirare il rapporto dell’ultima missione. Pensavo ti avesse avvertito. » spiegò imbarazzato.

« Il Decimo? » si chiese come mai non avesse chiamato direttamente lui.

Si alzò posando il giornale sul tavolo, togliendosi gli occhiali, e andò a recuperare quel pezzo di carta.

Lambò aspettò qualche secondo prima che Gokudera tornasse con il resoconto della missione in Italia e glielo porgesse in una cartellina.

« Grazie, Gokudera-san. Arrivederci. »

Hayato lo salutò con un gesto del capo, poi, come se improvvisamente si fosse ricordato qualcosa, lo chiamò di nuovo indietro.

« Tieni. E ora sparisci » fece posandogli qualcosa sul palmo della mano.

Lambo osservò stupito una caramella all’arancia.

« Ma… non sono più un bambino. »

 

 

 

 

*********************************************

Pima o poi farò una GokuderaxLambo più seria D

 

ALUCARD_90: uh, beh, si potrebbe fare XD ci si dovrebbe mettere d’accordo meglio. Ma più in là, in questo periodo non sto scrivendo nemmeno tanto e ho la scadenza di un contest alle porte XD.

Grazie per la recensione!

 

Neee… fa troppo caldo per scrivere altro, quindi, al prossimo capitolo!

Ciaossu!

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Buon Compleanno [TYL!5986] ***


Buon compleanno

 

L’ultima cosa che si aspettava quella mattina era ritrovarsi Haru a quell’ora fuori la porta della sua stanza, nella base Vongola.

« Buongiorno! » trillò la donna sorridendogli allegra e porgendogli un piatto con una fetta di torta al cioccolato.

« Che diavolo...? » l’osservò senza capire. Di solito non gli portava mai la colazione in camera, anzi, quando arrivava in ritardo doveva sorbirsi anche le sue sfuriate mattutine.

E poi… torta a colazione? Dove si era mai visto…

« Anche oggi sei in ritardo per la colazione, Gokudera-san. Dovresti andare a dormire più presto la sera. »

« Ho del lavoro da fare, io. » sbuffò grattandosi la testa assonnato.

Haru rise vedendolo con quell’aria sfatta –non si addiceva per niente al braccio destro del Boss- e l’italiano l’osservò assorto per un momento.

Era cambiata davvero tanto in quei dieci anni. Non era più la ragazzina petulante di una volta, ora era molto più femminile di prima e il suo comportamento si addiceva di più a quello di una donna.

Aveva anche smesso di andare dietro al Decimo da molto tempo.

Abbassò di nuovo lo sguardo sulla fetta di torta dubbioso « E questa quando l’hai fatta? »

Lei gli sorrise dolce « Beh, diciamo che oggi sono stata mattiniera. » poggiò una mano sulla maniglia della porta tirandola verso di sé « Ti aspettiamo in cucina quando hai finito! » e si chiuse la porta alle spalle sparendo nel corridoio.

Hayato rimase per un attimo a fissare la porta di legno poi notò che accanto alla fetta di torta, nel piattino, vi era un piccolo biglietto, con una scritta in italiano.

 

Buon compleanno, Hayato.

Haru.

 

Sbuffò sorridendo, prima di mangiarne un pezzo.

« Quella stupida donna… »

 

 

***************************************************************

 

Tanti Tonni a teeeee! Tanti Tonni a teeeeeeeee!! Tanti Tonni Go-ku-de-raaaaa!!! TANTI TONNI A TE!!! *viene calciortata*

Ah, volevo scrivere da tempo una 5986 e il compleanno di Hayato è capitato proprio pennello (L).

 

Nanakko: Già, anche io amo Gokudera e i suoi complessi (Juudaimeeeeeeeeeeee). Grazie mille per i complimenti *_* e, si, anche io trovo che Crisantemo sia la migliore della raccolta fin ora. Mi viene naturale scrivere i complessi di Gokkun a quanto pare XD.

Burning Rose: Grazie per aver recensito tutte le flash *w*. Quindi anche tu sei su Vongola Family? XD Mi fa sempre piacere trovare qualcuno del gruppo anche qui! *_*

ALUCARD_90: Quando avrò un po’ di tempo, allora, ti contatterò sisi XD. Grazie per la recensione!

 

Al prossimo capitolo!

Ciaossu!

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Biscotti [Bianchi, Gokudera] ***


Biscotti

 

Osservò attentamente i biscotti sull’unico tavolo del suo appartamento, e la borsa che teneva su una spalla cadde miseramente a terra.

Quel colorito violaceo, quell’odore nauseabondo, e quel ridicolo modo di impacchettare con nastri colorati anche una cosa del genere non poteva che essere opera sua.

« Bianchi… » biascicò quel nome a denti stretti, mentre si portava involontariamente una mano allo stomaco.

Evitò accuratamente di avvicinarsi più del dovuto a quel tavolino, arrivando a piccoli passi fino al comodino accanto al letto.

Aprì il cassetto centrale prendendo delle pinze. Perché teneva delle pinze nel comodino? Beh… sarebbero potute servire in casi estremi come quello.

Si voltò piano osservando il vassoio con i biscotti, cauto. Si avvicinò, tenendo steso in avanti il braccio destro, le pinze che tremavano leggermente nella sua mano.

L’unica domanda che gli occupava la mente in un momento critico come quello era: come diavolo aveva fatto ad entrare in casa? Non vi erano segni di effrazione da nessuna parte. Doveva decidersi a cambiare quella dannata serratura.

Strinse tra le pinze il vassoio con i biscotti, e, stringendo i denti e pregando che non cadesse, si diresse verso la piccola cucina del suo appartamento. Con la mano libera aprì il secchio che si trovava per terra, al lato del frigorifero e gettò tutto dentro.

Guardò quei biscotti per qualche secondo.

Per un secondo, un fottutissimo misero secondo, quei biscotti gli avevano fatto ricordare di quando una Bianchi di appena otto anni si metteva ai fornelli, ogni santissimo pomeriggio, e ne preparava per lui.

Hayato la spiava sempre, dalla porta socchiusa della cucina, osservando le sue mani pasticciare con farina, uova e solo Dio sapeva cos’altro. L’odore che usciva da quella cucina era nauseabondo, proprio come quello di quei biscotti gettati nella spazzatura.

Eppure, nonostante sapesse che avrebbe passato le pene dell’inferno, continuava a mangiarli.

Perché Bianchi gli sorrideva così gentilmente…

Ma, comunque, a quindici anni il suo corpo non poteva sopportare più una tortura del genere.

Sbuffò, chiudendo il secchio della spazzatura e stringendo nell’atra mano un bigliettino.

 

 

 

 

****************************************************

 

Bah, non so, è che c’era del gingerbread che stava andando a male nella mia credenza e quindi…

 

Nanakko: Grazie mille! Anche a me piacciono tanto Gokudera e Haru insieme, soprattutto quelli di dieci anni nel futuro *_*… ed è anche per questo che ogni tanto vado in crisi: 8059 o 5986? Oppure, 805986!? XD Alla prossima!

Jimmy: Vero? Haru è così carina *33* grazie mille per la recensione e per i complimenti! >//

AlexielFay: Wow che recensione XD andiamo per punti allora XD

5927: io in realtà non amo particolarmente questa coppia, sono troppo presa dell’8059 forse. Però, la morte di Tsuna, i giri mentali inutili e pieni di rimorso di Gokudera, il fatto di non essere riuscito a fare l’unica cosa che davvero contasse nella sua vita senza senso… ecco, purtroppo sono queste le cose che mi attirano verso la 5927 X°°D (che probabilmente mi piacerebbe di più se fosse 2759 lol)

8059: loro… io potrei fangirlare su di loro fino alla fine dei tempi *A* è la mia coppia preferita in ASSOLUTO. Nessuna coppia di nessun manga mi è mai piaciuta così tanto, e sono felice che la flash ti sia piaciuta *__*

6959: eh, lo so, anche a me riesce difficile immaginarli, ma con una tastiera (e la faccia da stupratore di Mukuro) si può fare tutto *trollface*

59L: LOL e io che pensavo fosse un piccolo fail quella flash x°°DD contenta che ti sia piaciuta!!

5986: allora ti devi proprio arrendere a questa coppia, mi dispiace 8DD Haru è carinissima e Gokudera, come dicevi tu, è un tonno pure qui lol *muore*

In conclusione, grazie mille per la recensione e per tutti questi complimenti *333* alla prossima!! *muore via*

Yoppu: Grazie mille *^*/ alla prossima!

ALUCARD_90: Purtroppo, mi dispiace dirtelo ora, ma non credo di poter fare più niente. Troppi impegni con l’uni e non me la sento di iniziare una fic che sicuramente non porterei a termine, visto anche come non sono costante con la raccolta :/

 

Woo… rispondere alle recensioni mi ha fatto notare che non aggiornavo da Novembre, WTF!? D:

Vabeh… vedrò di scrivere più spesso…

Al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 7
*** Inosonnia [TYL!8059/1859] ***


Insonnia

 

Qualche volta in quel –brutto- periodo si era ritrovato a rigirarsi nel letto senza riuscire a dormire.

La testa, quella sua fottutissima testa, era piena di pensieri… no, non pensieri, era piena di voci, di risate per essere precisi. Erano le loro risate, di quando erano solo dei ragazzini. Di quando davvero potevano ridere senza alcun pensiero, liberi. Anche se aveva la sensazione che libero, lui, non lo era mai stato davvero.

In quelle notti si alzava da quel letto, usciva dalla sua stanza nella base Vongola e si ritrovava davanti quella dello spadaccino.

Bussava piano un paio di volte, e non ci voleva mai molto prima che l’altro aprisse. Nemmeno lui riusciva a dormire? Non glielo chiese mai.

Yamamoto non doveva nemmeno chiedergli se volesse entrare, Gokudera si buttava tra le sue braccia e la finivano a farlo per tutta la notte, semplicemente, senza dire niente. O meglio, Yamamoto ci aveva anche provato a dire qualcosa ma Gokudera non l’ascoltava, mai.

Da qualche volta, poi, si era trasformata in una visita quotidiana.

Ogni notte andava da Yamamoto, per fottere, si. Non ci trovava nulla di male. Il sesso faceva bene alle ossa e alla circolazione -un po’ meno ai suoi reni, ma comunque…-, non c’era nulla di male soprattutto se era con Yamamoto.

Così, almeno, avrebbero sofferto d’insonnia insieme.

 

Poi morì, Yamamoto, in un giorno troppo normale per un evento del genere.

Era morto con una pallottola piantata dietro la nuca, l’aveva visto il cadavere. Eppure avrebbe preferito non farlo, avrebbe preferito rivederlo vivo. Avrebbe preferito lo abbracciasse ancora. Avrebbe preferito sentirlo ancora quando davanti la porta della sua stanza l’unica cosa che riusciva a sentire era il silenzio di quel fottutissimo corridoio.

Tenne lo sguardo fisso su quella porta in legno scuro, liscio. Toccarla? Gli sembrava bruciasse. Si sarebbe scottato, no meglio di no.

Bastavano già i suoi occhi a bruciare in quel modo orrendo.

Poi una mano e la maniglia si abbassò. La porta si aprì piano, lasciandogli vedere l’interno di quella stanza.

Sapeva chi c’era dietro di lui, non c’era bisogno nemmeno di voltarsi.

Da quando Yamamoto era morto, da due mesi ormai, aveva iniziato a bere più di quanto non facesse già, sperando di dormire, ma non vi era mai riuscito davvero.

Hibari l’aveva trovato una notte, ubriaco, accasciato contro la parete in cucina. L’aveva guardato con quel suo sguardo che odiava dal più profondo del cuore, e gli aveva tirato dietro la bottiglia di liquore che teneva tra le mani. Ma quell’altro l’aveva scansata con fin troppa facilità e l’aveva tirato su per un braccio, trascinandoselo dietro fino alla camera da letto dell’italiano.

Nemmeno riusciva a domandarsi perché avesse fatto una cosa del genere, e nemmeno glielo chiese mai. L’unica certezza era che quella notte di un mese e mezzo prima aveva trattenuto il moro per un braccio e l’avevano finita che se n’era andato la mattina dopo.

Hibari fece un passo in avanti, costringendo anche l’altro ad entrare nella stanza dello spadaccino.

Raggiunsero il letto con passi pesanti e il Guardiano della Nuvola lo spinse giù in malo modo, sovrastandolo. L’avrebbe morso a morte, perché odiava l’italiano dal profondo del cuore.

Odiava il modo in cui l’aveva sorpreso a guardare quella porta chiusa. Odiava il fatto che, nonostante lo prendesse ogni notte, l’altro non fosse mai completamente suo.

E lo odiava. Oh, era la cosa che odiava di più al mondo. Quella sensazione di tenere qualcosa tra le mani ma di non afferrarla completamente. L’avrebbe ammazzato piuttosto.

Morso a morte.

Gokudera non lo fermò. Non oppose resistenza di alcun genere, sebbene stare nella stanza di Yamamoto gli dava i brividi.

Non lo fermò perché Hibari era rimasto con lui quella notte. E non lo fermò nemmeno quando l’altro lo penetrò con violenza, improvvisamente, provocandogli un dolore orrendo, peggiore di quegli occhi che continuavano a bruciare.

Meglio quello. Meglio quello che pensare. Molto meglio quello.

Meglio fottere, anche a modo suo, facendosi male. Meglio quello. Tutto meno che pensare.

Tutto meno che ricordare. Tutto meno che stare da solo di notte.

Fottevano, si, e non ci trovava nulla di male. Il sesso fa bene alle ossa e alla circolazione -e chi se ne fotte dei reni-, non c’era nulla di male nemmeno se lo faceva con Hibari.

Così, almeno, di notte riusciva a dimenticare i suoi guai, fottendo anche l’insonnia.

 

 

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8059/1859, non che mi convinca poi tanto, ma è andata X°D

 

 

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Capitolo 8
*** Abitudine [TYL!3359] ***


Abitudine

 

 

 

 

Puntando la pistola contro la fronte dell’uomo inginocchiato davanti a lui, pensò che c’era una sola cosa che gli dava ancora sui nervi quando doveva ammazzare qualcuno.

Le suppliche inutili e quegli sguardi imploranti… si chiedeva perché tutti sprecassero gli ultimi istanti della propria vita in quel modo, quando sapevano bene che, di certo, non ci avrebbe pensato due volte prima di farli fuori. Il lavoro è lavoro, dopotutto, decidere di risparmiare una vita non era di sua competenza.

Premendo la sicura della sua Smith & Wesson dovette ricordarsi che era solo lui a dover portare a termine lavori del genere. Probabilmente nessun altro sarebbe riuscito a sopportare un peso simile, ma a lui non cambiava poi molto. Farne fuori uno in più o uno in meno non era un problema, si trattava solo di abitudine. E si era abituato già da tempo alla puzza di sangue che si impregnava sui vestiti, sulla pelle, esattamente come quello che era appena schizzato sulla camicia bianca.

Teneva ancora il dito premuto contro il grilletto, ma non si era nemmeno reso conto di aver sparato, né aveva sentito il rumore del colpo che esplode. Era come se il suo cervello fosse rimasto intorpidito per qualche istante. Era diventata un’azione automatica? Non che se ne stupisse più di tanto.
Fece un ultimo tiro di sigaretta prima di gettarla via, e, dando le spalle al cadavere, si diresse a passi svelti verso la porta, giusto in tempo per evitare che il volto dell’uomo gli si imprimesse nella testa… anche se dubitava fortemente che sarebbe stato capace di distinguerlo da tutti gli altri.

Pulì la canna della pistola con un fazzoletto di stoffa, che rimise in tasca, prima di aprire la porta e incontrare quasi subito un paio di occhi grigi che lo fissavano.

« Stai bene? »
« Nessun problema. Questo sangue non è mio, ovviamente. » rispose, anche se gli occhi di Ryohei non si erano mai spostati sulle macchioline di sangue.
« Già. »

Gli occhi verdi dell’italiano scrutarono per qualche istante quelli dell’altro nel silenzio totale. Sapeva benissimo che quella non era la risposta che avrebbe voluto il più grande, ma fece ugualmente finta di niente. Ryohei lo accompagnava sempre quando c’era da sbrigare questi lavoretti, anche se preferiva rimanere ad una certa distanza. Doveva essersi abituato anche lui, ormai, a vederlo così, non c’era bisogno di rispondere a nessuna domanda in modo troppo diretto. Anche un ottuso come lui poteva capire una cosa simile. Anzi, sicuramente capiva anche fin troppo bene, non doveva aggiungere niente di più.
« Andiamo a casa mia, porterò domani il resoconto a Reborn-san. Guida tu, io voglio riposarmi nel frattempo. » sorpassò il Guardiano del Sole percorrendo il corridoio del primo piano di quel palazzo di periferia « E non fare cazzate. Ogni volta che guidi tu rischio di rimettere poi. »
« Andrò estremamente piano, giuro! »

« Si, si. »
Ripose la pistola nella fondina nascosta dalla giacca mentre Ryohei lo affiancava passandogli un braccio intorno alle spalle, blaterando qualcosa che non riuscì ad afferrare. Si accese una sigaretta, lasciando che il fumo invadesse i polmoni e poi l’aria. La stretta di Ryohei restava salda.
Si era abituato anche a questo.

 

 

 

******************************************************************

 

Aaah, cavolo, da quanto tempo che non scrivo… e, ovviamente, lo faccio quando dovrei studiare per il dannatissimo esame di giapponese =A= Vabeh…
Oh, questa sarebbe una sottospecie di 3359 °u°’… giuro che ne farò una migliore, magari più allegra visto che è Ryohei X°D ma per ora non pensiamoci :°D
Ah, con quel “GiàRyohei intende che quella non è la risposta che voleva (intendeva come si sentisse, ma non fisicamente, ovviamente), ma decide di lasciar perdere comunque, tanto non sarebbe riuscito a far spiccicare una parola alla testa a polpo. E, non so, non penso sia TROPPO OOC… cioè, penso che in un contesto simile un Ryohei così possa starci, anche perché parliamo sempre del Ryohei del futuro.

 

Eiko_chin: Eh, anche io odio leggere di Yamamoto morto… ma è più forte di me scrivere di morti, giusto per far contorcere nel dolore quello che rimane in vita LOL.
Grazie!
Steffa: Già, quello stupido bastardo, morire così facilmente per una stupidissima pallottola nel cranio D:< se crepa di nuovo così lo pesto(?)! OVVIAMENTE, Muro è a lutto çAç povero… e Dino deve rassegnarsi alla realtà dei fatti u_u.
Come vedi qua l’angst c’è SEMPRE X°D grazie mille! *u*
Uricchan: Grazie mille per tutti questi complimenti *A* potrei arrossire(?) ù_u e viva l’angst (anche se sono io la prima a soffrirci lol) che con Gokudera si spreca! xD

 

Alla prossima (si spera presto…)~


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