I see your true colors and that's why I love you ♥

di speranza19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Blue eyes and I am home again ***
Capitolo 3: *** If I gave you diamonds and pearls ***
Capitolo 4: *** Pick you up on our very first date ***
Capitolo 5: *** Oh baby I'm a fool for you ***
Capitolo 6: *** Tea cup ***
Capitolo 7: *** Your skin and bones turn into something beautiful ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***




I see your true colors
and that's why I love you


Siccome su James e Juliet ho idee che nascono a gogo ultimamente, ecco la mia nuova raccolta su di loro. Come si può intuire dal titolo, tratto dalla meravigliosa True Colors di Cyndi Lauper, ogni storia [flash o shot] che andrò a pubblicare sarà basata su un colore, il preferito delle mie girls Lostiane.
E' un omaggio che voglio fare a tutte loro per la pazienza che hanno nel sopportarmi sempre, sia negli scleri su Lost che sulle fic, sempre al mio fianco, a sostenermi.
Vi adoro e odio che Lost finisca quest'anno perchè il mio maggior divertimento sta nello stare con voi e commentare quello che quei geni riescono a combinare ogni santa settimana.


Ilaria




Ps: i credits per la icon vanno a Fanpop, da cui ho scippato ignobilmente l'image. *_*

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Capitolo 2
*** Blue eyes and I am home again ***


A Giuly, con tutto l'affetto del mondo

Blue eyes and I am home again

Figlia di puttana- urlò rabbioso il detective Ford alla sua macchina che non ne voleva sapere di accendersi, sbattendo le mani sul volante.

L’automobile era praticamente morta, defunta, trapassata.
 
Un bel problema, visto che era molto tardi e voleva tornare a casa a riposarsi dopo una giornata massacrante in pattuglia prima e in ufficio a compilare rapporti dopo.

Di certo, si sarebbe mai abbassato a chiedere un passaggio a qualche collega, meno che meno a Miles; pena enormi prese in giro il giorno dopo sul fatto che non fosse in grado di tenersi decentemente né una donna né una vettura per più di un limitato periodo di tempo.

Per fortuna c’era la metropolitana a due passi dalla stazione del LAPD a salvare l’onore di James dalle battute del suo partner; la sua Volvo 260R l’avrebbe poi portata dal meccanico in gran segreto più tardi.

Non appena James entrò nello scompartimento deserto della metro, notò che c’erano solamente lui, un barbone che dormiva tranquillamente e una biondina molto carina dai capelli lunghi che leggeva un libro.

James si sedette a un posto di distanza dalla bionda, che non aveva staccato per un solo secondo gli occhi dalle pagine e le sfogliava avidamente.

Quel fatto lo incuriosì non poco: cosa stava divorando così concentrata da non accorgersi che qualcuno le si era seduto praticamente accanto?

Usando la circospezione tipica del suo mestiere, James cercò di vedere il titolo del tomo piegandosi per controllare il laccio di una delle sue scarpe da ginnastica; fortunatamente, le lunghe dita della misteriosa donna non nascondevano il nome del volume: Anna Karenina.

Un sorriso spuntò sul volto di James, che ormai non era più arrabbiato per la Volvo ma completamente assorbito dalla biondina a cui piaceva la letteratura russa.

In quel momento benedì il fatto di aver letto nell’arco della sua vita libri davvero eccellenti; tra questi, incredibile ma vero, anche Anna Karenina.

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo –
disse ad alta voce James in direzione della sua vicina, prima di incrociare le braccia e godersi l’effetto della sua colta citazione tolstoiana.

Complimenti, conosci l’incipit di Anna Karenina
- esclamò la bella lettrice, sollevando finalmente lo sguardo.

Un paio di occhi azzurri colpirono James come un pugno allo stomaco.

Non solo perché erano straordinariamente belli, di una tonalità così limpida da richiamare quasi il mare, ma perché gli erano familiari.

Scusami, ma io e te ci conosciamo già per caso?
– chiese James. Quegli occhi, quel colore… gli ricordavano qualcosa.

Qualcosa di bello, che sapeva di casa, di abbracci, di calore, di amore.

Qualcosa che si agitava vago in lui, forse cancellato e cercava di tornare a galla.

No, mi dispiace
- sussurrò la bionda, rammaricata, girandosi dall’altra parte e riprendendo in mano il libro.

Però ho come la sensazione di averti già incontrato da qualche altra parte…
- aggiunse dopo pochi secondi rivoltandosi verso di lui, un lieve sorriso un po’ incredulo a schiarirle i bei lineamenti.

Anche io… non è strano?
– domandò James, sempre più sicuro di aver già visto quella biondina, chissà dove chissà quando…

Forse è un dejà vu, potrebbe essere secondo te?
– replicò la donna, ponendo un’altra domanda mentre metteva un segnalibro tra le pagine di Anna Karenina.

Ah, non lo so. Io sono solo un poliziotto, non mi occupo di roba sovrannaturale. Di quel settore si occupano gli X Files
- rise James.

Non appena sentì la risata cristallina della lettrice, la sensazione di intimità crebbe ulteriormente nel suo cuore.

Posso sapere il nome di questo poliziotto comico che conosce Tolstoj?
– si informò la bionda, ancora sorridente.

James Ford
- disse, soddisfacendo la curiosità della proprietaria di quegli occhi azzurri tanto incantevoli e stendendo la mano.

Juliet. Juliet Burke
- rispose, afferrandogliela. Poi, Juliet si alzò di scatto raccogliendo la sua copia di Anna Karenina e stringendosela al petto.

Io scendo alla prossima fermata
– spiegò sospirando.

Un velo di tristezza scese automatico sui volti di entrambi.

James però non si sarebbe lasciato scappare Juliet così tanto facilmente.

Allora Juliet Burke, io lavoro alla Divisione Newton. Quando vuoi vieni e chiedi di me, tanto mi conoscono tutti. Dobbiamo ancora capire bene questa storia del dejà vu, devo risolvere questo caso strano -
affermò risoluto.

Non avrebbe accettato un suo no come risposta.

Allora, per il bene dell’umanità, sarà il caso che un giorno di questi mi presenti per chiarire questo bizzarro episodio
- disse Juliet, tra il serio e il faceto, mentre si avvicinava alla porta automatica dello scompartimento per scendere.

Ci conto, biondina, mi raccomando
– la pregò il poliziotto, pur mantenendo un’aria da duro che strideva con il tono dolce appena usato.

Ci vediamo James
- soffiò Juliet prima di sparire.

Si sarebbero rivisti, James ne era sicuro.

***
Ultimamente mi sono fatta un bel giro per Fanfiction.net e ho scoperto un altro mondo Suliet lì *_*.
In una delle storie che ho letto tutto partiva da un incontro casuale tra James e Juliet nell'AT e a quel punto mi sono detta Perchè non scrivere qualcosa anche io su un loro incontro fortuito?? ^_^
Ovviamente, sono convinta *soprattutto dopo aver visto Happily Ever After, capolavoro di puntata* che non appena quei due si rivedranno, scatterà il ricordo dell'amore che li ha legati per tanti anni. E a quel punto, se accadrà anche a Jack e Kate *cosa su cui metto la mano sul fuoco*, io posso anche morire felice il 23 maggio!!! LOL.
Il titolo è tratto da un verso di una canzone splendida di Sir Elton John, Blue eyes, visto che il prompt della shot è il colore azzurro.
Ah, ho adorato inserire il riferimento ad Anna Karenina; specialmente perchè la citazione usata da me penso calzi perfettamente alle famiglie infelici che sia James che Juliet hanno avuto. 


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Capitolo 3
*** If I gave you diamonds and pearls ***


A Stefania, la mia seconda sorella 

If I gave you diamonds and pearls

James fissava la porta chiara della loro camera da letto con espressione preoccupata.

Era più di mezz’ora che Juliet era chiusa lì dentro a prepararsi e non dava cenno di volersi sbrigare.

E la festa per il bambino di Amy sarebbe cominciata un quarto d’ora dopo…

Dolcezza, a che punto sei? – bussò allarmato, una punta di nervosismo nell’accento dell’Alabama. A James irritava più di ogni altra cosa al mondo arrivare in ritardo.

James, entra pure, sono pronta! - esclamò la voce della biondina, con somma gioia del suo compagno.

Non appena James spalancò l’uscio, rimase folgorato da una visione in bianco.

Juliet si stava dando l’ultima sistemata allo specchio ed era semplicemente mozzafiato.

Un vestito corto, candido come latte, avvolgeva il suo corpo slanciato e lasciava scoperte le gambe, mentre i capelli sciolti le incorniciavano il viso sorridente.

James rimase appoggiato sullo stipite della porta, a braccia incrociate, godendosi fino all’ultimo istante l’orgoglio che lo stava invadendo.

Era decisamente fiero di avere una donna così bella al proprio fianco.

E Juliet non era solo fisicamente magnifica, ma anche intelligente, coraggiosa, volitiva, dolce… la lista dei motivi per cui l’amava si stava allungando ogni secondo di più.

Se fosse esistita una persona con cui avrebbe voluto trascorrere tutto il tempo della sua vita, quella persona sarebbe stata senza dubbio alcuno Juliet Burke.

Allora, come sto? - chiese Juliet, facendo su se stessa una piroetta degna di una ballerina di danza classica.

Sei uno splendore biondina- dichiarò sincero James. Per anni aveva detto bugie su bugie ed era vissuto grazie ad esse, con Juliet invece aveva riscoperto il sapore della verità sulla lingua.

Vedo che indossi la parure di perle che ti ho regalato per il compleanno- aggiunse. Erano pure perle giapponesi che gli erano costate tre mesi di stipendio duramente messi da parte.

Certo amore, sono talmente belle- sussurrò Juliet, avvicinandosi a lui lentamente, col sorriso che le incurvava le labbra all’insù e le dita che scivolavano sulle sfere della collana, accarezzandole.

James la scrutò, assaporando la sua vicinanza calda e il suo profumo di lavanda e albicocca e, non appena lei fu vicina, le prese la mano sinistra, baciandogliela da vero gentiluomo del Sud quale era.

Osservandole il polso, notò che vi troneggiava il suo bracciale di perle; ma la sua attenzione venne catturata dall’anulare, tristemente nudo.

La sua mente pensò che sarebbe stato un gran peccato lasciarlo spoglio ancora.

Voleva sposarla.

***

Non chiedetemi da dove mi escano le mie idee balorde, perchè non lo so. Questa flash mi è venuta in mente la sera che ho terminato la prima raccolta sul Suliet. Ero sul divano, mezza rintronata dal sonno e avevo in mente Juliet vestita di bianco e James alla porta che la fissava e ... tadàààà XD. Da quel momento è nata poi l'idea della raccolta coi colori delle girls.
Il titolo della flash è tratto da un verso di una song di Prince, Diamonds and Pearls, che io personalmente adoro *-*.
Quanto mi piace James quando capisce, con una sorta di mezza illuminazione divina LOL, che si vuole impalmare la sua biondina ^^. 

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Capitolo 4
*** Pick you up on our very first date ***




Pick you up on our very first date

Mentre stava preparando tutto per la colazione, Juliet sentì battere.

Erano le sette e un quarto di mattina e si domandò un po’ impensierita chi potesse mai essere a quell’ora.

Non appena aprì l’uscio, comprese che era tutta opera del suo vicino di casa: James.

James, che ci fai qui? – chiese pronta.  Nonostante l’orario mattutino, Juliet era vispa come sempre.

Sono venuto a portarti la colazione, biondina. O è un reato? –scherzò James.

Le sue mani stringevano due tazze di cartone e una scatola rigida provenienti dal bar della mensa del Progetto Dharma, ma i suoi occhi caddero sull’abbigliamento notturno della sua bella dirimpettaia, una camicia da notte in seta rosa, squadrando ogni centimetro di pelle scoperto.

Bella la tua camicia da notte, mia zia ne portava una uguale… Per carità, non che tu assomigli a mia zia vestita così… e poi era più lunga la sua camicia, sembrava una tunica… però era sempre rosa… Oddio, ma che diavolo sto blaterando? - disse un po’ confuso. Se avesse avuto le mani libere, si sarebbe schiaffeggiato da solo per la figura da idiota colossale appena fatta davanti a lei.

Non aveva mai visto Juliet in una veste del genere e stava parlando a sproposito per quello.

Tranquillo James, ho afferrato il concetto - rispose Juliet, soffocando i risolini e facendolo entrare dentro, cercando di coprire alla meglio con la vestaglia la scollatura e le cosce che tanto lo avevano sconvolto. Dove vuoi sistemarti, in cucina o sul divano?

Sul divano andrà bene- precisò James, recuperando la sua sanità mentale. Sembrava davvero in imbarazzo e Juliet non se ne capacitava fino in fondo, visto che di certo non era la prima donna che trovava con quella mise.

Sul tavolino del salotto James iniziò a sistemare i due cartoni, racchiudenti cappuccino fumante, e aprì il contenitore, scoprendo il loro contenuto favoloso: ciambelle.

A cosa devo questo onore? Per te sto rinunciando al mio solito tè con biscotti – bofonchiò Juliet prima di mordere uno dei dolci e innaffiarlo col cappuccino bollente.

Non posso fare una sorpresa galante alla mia vicina? – dichiarò James, mostrando il suo sorriso da spaccone e agitando le mani in aria per sottolineare il concetto, come era solito fare quando era in panico totale.

Potrei crederti se non ti conoscessi bene, caro LaFleur. La tecnica della colazione a sorpresa l’hai già usata con Miles quando gli hai chiesto di diventare il tuo vice e l’hai affinata con Jin per pregarlo di imparare l’inglese, così avresti potuto metterlo in squadra con te- espose chiara Juliet mentre masticava con lentezza un boccone.

Conosceva davvero bene James e i suoi metodi persuasivi, non c’era che dire.

Mi aspettavo prima o poi una tua visita a sorpresa a colazione. Dai, sputa il rospo e dimmi di cosa hai bisogno- continuò precisa, lasciandolo senza fiato per l’esattezza con cui aveva compreso i suoi scopi.

Ok, Miss Sapientona, touché - ammise James, alzando le braccia in segno di resa.

 Automaticamente le labbra della bionda si arricciarono trionfanti.  A Juliet Burke piaceva fin troppo avere sempre ragione, specialmente se ciò aveva a che fare con il suo affascinante vicino.

Dimmi tutto, vedrò se posso accontentarti- lo prese in giro ingoiando l’ultimo pezzo di ciambella e pulendosi con le dita le briciole sulle labbra.

Non immaginava minimamente quale sarebbe stata la richiesta che avrebbe di lì a poco dovuto vagliare.

Ehm… stasera c’è la Festa di primavera… sai, quella organizzata da Horace ed Amy a casa loro con montagne di cibo e la birra– pronunciò sottovoce, quasi come se si stesse strozzando dall’agitazione, senza guardarla.

Si, lo so, sono stata invitata come tutti quanti. E’ una bella iniziativa per far socializzare e amalgamare nuovi e vecchi componenti del Progetto, ma non vedo cosa possa avere a che fare con me… - annunciò Juliet dubbiosa. Anche se conosceva James come le sue tasche, non aveva la minima idea di dove volesse andare a parare.

E così calò un silenzio pesantissimo tra loro due, carico di imbarazzo da una parte e curiosità dall’altra.

Biondina, ti andrebbe di andarci con me? Io e te, soli intendo –confessò da ultimo James.

Le stava chiedendo un appuntamento.

 Juliet non poteva crederci.

Era incredula mentre sentiva puntato addosso lo sguardo di James che la scrutava un po’ supplicante in cerca di una risposta.

Lo stato d’animo di Juliet era sorpreso non perché non se l’aspettasse, visto che tutti si erano accorti dell’evidentissima attrazione reciproca tra loro di cui lei era tra l’altro conscia da tempo, ma perché non pensava che la proposta le sarebbe giunta mai in quel modo così tenero, inaspettato.

James aveva finalmente fatto la prima mossa; adesso toccava a lei.

Ma Juliet sapeva già cosa gli avrebbe detto.

Si, certo che ci vengo con te stasera da Horace ed Amy. Non vedo l’ora James – gli sorrise felice, osservando la gioia che ridisegnava la sua mascella marcata fino a poco prima tesa nell’attesa.

Juliet non poteva dire di no a quella dolcezza così semplice da far sembrare tutto che quello che stava accadendo tra loro naturale e straordinario allo stesso tempo.

 Non come se avessero avuto già altre esperienze o altre storie, ma come se fosse la prima volta davvero.

***

 

Awwwww, ma che tenerezza questi due!!! (L)
Li amo fin troppo, e non è sano!!! LOL. Grazie Darlton per avermeli messi assieme, grazie a nome di tutte quante noi fangirls pazze per le ship adorabili come questa! * e lo Jate, of course ù_ù*
Mi sono divertita a scriverla, io li vedo perfetti assieme, complementari in tutto e per tutto. 
Il titolo della shot è tratto da una canzone dei mitici Blink 182, First Date *che titolo fantasioso nè???^^*.

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Capitolo 5
*** Oh baby I'm a fool for you ***


Ad Any,ti vogghiu bieni 

 

Oh baby I'm a fool for you

James, ti dispiacerebbe uscire un attimo? Devo chiederti una cosa – urlò quasi Juliet alla finestra della camera da letto di La Fleur, neo capo della sicurezza a Dharmaville.

Non appena sentì le molle del letto sollevarsi e i passi pesanti di James strascicarsi sul pavimento di legno per uscire fuori, corse a nascondersi dietro un lato della casa; in mano, il tubo di una pompa da giardino pronto all’uso.

Biondina, ma dove sei? – chiese ingenuamente l’ignaro poveretto girandosi attorno, all’oscuro di quello che gli sarebbe capitato.

 Sono qui - disse Juliet, mentre prendeva la mira sul suo bersaglio preferito, attirandolo in trappola. Assomigliava quasi a un ragno che tesseva lenta e paziente la propria tela per poi imprigionavi la vittima designata.

James seguì il suono della sua voce e non appena vide la bionda chinata in basso con la pompa gocciolante e un ghigno sardonico sul visino angelico capì quello che di lì a poco sarebbe successo.

Tentò di cogliere Juliet di sorpresa strappandole la serpentina di plastica dalle mani, ma vanamente. Lei fu più veloce e lo inzuppò da testa a piedi di acqua ghiacciata.

A quel punto, si scatenò una lotta all’ultimo sangue da parte di James per riconquistare l’onore perduto e lavare l’onta di esser stato fregato in pieno dall’apparentemente innocente dottoressa.

Era cascato nel suo scherzetto come un pivello alle prime armi.

James iniziò a inseguirla per tutto il perimetro dell’abitazione, tentando di acciuffarla senza successo e grondando acqua a ogni passo che faceva, come se fosse stato un fiocco di neve che si stava sciogliendo sotto il sole a velocità supersonica.

Ad ogni giro, le minacce di James si facevano sempre più fintamente spaventose. Se ti prendo, lo sai che ti faccio biondina… - diceva a denti stretti, prima di scoppiare a ridere e sentire l’eco dello stesso suono proveniente da Juliet.

Al terzo giro, James riuscì finalmente a fregarla e la acchiappò, infradiciando anche lei nella morsa in cui l’aveva stretta.

Juliet iniziò a sghignazzare tra le sue braccia come una bambina felice e i loro corpi caddero per terra, sul prato all’inglese del tutto curato.

A quel punto, James poté cominciare la sua vendetta, facendo il solletico forsennatamente a Juliet, senza tregua.

Non si sarebbe fermato fino a quando la reietta non gli avrebbe implorato perdono.

Le guance della biondina divennero rosse come un pomodoro, mentre il suo respiro si faceva affannoso per via delle risate, sgolate ma dolci, che uscivano dalla sua bocca di continuo.

E in quel momento James si rese conto che per sentire ancora quel riso rimbombargli nelle orecchie e nel cuore avrebbe continuato all’infinito.

***

Quante volte mi è capitato che alla villa mia sorella mi chiamasse fuori e con la pompa mi bagnasse come un pulcino e io poi la uccidessi di solletico per vendicarmi??? Tantissime LOL. La situazione calza ai due biondini, che dite??? *_*
Il titolo della flash é tratto da Supermassive Black Hole dei Muse *i miei Dei del Rock, e scusate se é poco (L)*. 
Ah, torno su FanForum *amo quel posto e amo il thread Suliet, se conoscete l'inglese passateci!!! ^^*

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Capitolo 6
*** Tea cup ***


A Là, adorabile scrittrice 


Tea cup

Juliet era seduta sui gradini della casa che condivideva con James da mesi ormai; le dita stringevano una tazza di tè caldo, la sua bevanda preferita, a cui ogni tanto poggiava le labbra per assaporarne un lungo sorso.

La serata aveva un’aria frizzante che ogni tanto le faceva venire leggeri brividi sulle braccia scoperte, ma Juliet era troppo impegnata ad ammirare la sua amata luna per pensare agli effetti del freddo.

Poi, sentì qualcosa appoggiarsi sulle spalle e trasalì improvvisamente.

Piccola, ti ho solo messo la stola pesante, quella verde acqua, sulle spalle. Non voglio che ti ammali stando fuori – sussurrò James con tono tenero prima di sedersi accanto a lei, che nel frattempo si avvolgeva nella stoffa.

Che stavi facendo di bello?- chiese James, curioso, sfiorandole la chioma lunga.

Guardavo la luna e pensavo… - gli rispose, guardandolo dritto negli occhi.

A cosa, se non sono indiscreto? – le domandò ironico il suo compagno.

Al fatto che, dopo tanti anni, adesso sono davvero felice – disse semplicemente Juliet, con sincerità estrema.

Oh, e come mai la meccanica più bella di Dharmaville é così contenta? Si spieghi meglio signorina Burke – incalzò James con tono semiserio. Era ufficialmente iniziata la parentesi comica della serata.

Sai come é, una ragazza incontra un ragazzo… - affermò la biondina, lasciando apposta in sospeso la frase per stuzzicarlo.

E come é questo ragazzo? Me lo descriva, magari lo conosco – asserì posato James. Quell’aria compunta non gli si addiceva per niente; infatti, Juliet scoppiò a ridere prima di rispondergli.

Ah, glielo devo anche descrivere? Beh, é un uomo molto bello. Ha la barba e i capelli lunghi. Aveva anche un bel fisico e degli addominali stupendi, prima che l’abuso di birra Dharma glieli rovinasse – lo provocò Juliet, sapendo perfettamente di andare a colpire un punto debole.

Ehi, non le permetto di dire certe cose! Nessuna si é mai lamentata dei miei addominali, anzi, hanno sempre riscosso notevole successo.  In Alabama penso abbiano anche fondato su un fan club! – sputò agitato James senza nemmeno rendersene conto, ma Juliet continuò a parlare lo stesso.

E’ molto simpatico, affibbia soprannomi a tutti quanti; ma é di una testardaggine unica. E’ una persona generosa, buona, nonostante lui non ne sia consapevole fino in fondo. E poi, bacia da Dio- aggiunse Juliet da ultimo, con espressione sognante.

Bacia da Dio? Questa non la sapevo –si informò James, compiaciuto in ogni fibra di sé.

E lei, signor LaFleur, é felice? – chiese Juliet. Adesso era il suo turno nel fare le domande.

Sai come é, un ragazzo incontra una ragazza… - la citò James, un po’ beffardo un po’ schietto.

E come é questa ragazza? Mi faccia pure il suo identikit… - proclamò compassata la biondina. Si stava divertendo da matti in quella conversazione, con James era all’ordine del giorno avere chiacchierate al limite del nonsense.

Allora, é bionda e ha due occhi chiari bellissimi; per non parlare del fatto che ha un corpo strepitoso. In più, cucina il miglior arrosto che abbia mai mangiato e la sua crostata di mele é deliziosa. E’ coraggiosa, intelligente e ha una mira migliore di me sia col fucile che con la pistola –disse James, esponendo con maestria e semplicità alcuni pregi di Juliet.

E poi, la cosa più importante… - annunciò guardandola dritta nel cielo del suo sguardo.

Sa tutto di me, del mio passato, di tutti i guai che ho combinato e di cui non ne vado molto fiero; nonostante ciò, mi ha accettato nella sua vita e mi ama per la persona che sono e che sono riuscito a diventare grazie a lei. Sono davvero molto innamorato di lei– concluse James, col sorriso che gli illuminava il viso.

Juliet  si emozionò sentendo quelle parole così tenere nei suoi confronti e comprese ancora di più perché era così felice con lui accanto: semplicemente perché aveva trovato la persona giusta dopo anni di sofferenze.

Si strinse a James, intabarrata nello scialle, e lo baciò dolcemente.

***

Awwwwwwwwwwwwww!!! Amori di Ilariuccia loro (L).
Questi spaccati di quotidianità li lovvo, posso sbizzarrirmi con tre anni di vuoto da riempire in tutti i modi possibili e immaginabili! ^^
Il titolo è quello di una canzone dolcissima di Gackt. Per chi non fosse informato sulla J music, Gackt è uno dei più grandi cantanti giapponesi e lo adoro con tutta me stessa *_*.
Spero tanto piaccia alla Là questa storiellina :-*

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Capitolo 7
*** Your skin and bones turn into something beautiful ***


A Mapina, la mia DonnaH insostituibile

Your skin and bones turn into something beautiful

James portò in braccio Juliet fino alla loro camera da letto, le loro labbra incollate senza mai prendere respiro.

Poi oltrepassarono la soglia della stanza come una coppia di novelli sposi e James chiuse la porta con un calcio rumoroso, staccandosi per un unico secondo dalla bocca della sua amante per far uscire una risata che era nata dentro il proprio petto per via di quel suo gesto così sgraziato.

Il mondo esterno era stato cacciato fuori, lontano; tra quelle mura c’erano solo loro due, il loro amore, il loro bisogno reciproco e urgente.

James adagiò Juliet sul letto e poi si affiancò a lei, continuando a baciarla senza sosta sulle labbra, sul collo, sul mento. Le sue mani finirono sulla camicetta viola che Juliet indossava e che James slacciò bottone per bottone con apparente calma calcolata, ammirando la bellezza della carnagione che stava scoprendo, così chiara da sembrare porcellana.

Juliet iniziò a inspirare profondamente non appena le dita di James cominciarono a toccare quella pelle morbida e su cui la sua lingua si fece spazio accarezzandola delicatamente, come se fosse di cristallo e potesse rompersi da un istante all’altro in mille pezzi.

Anche lei cominciò ad agire, sfilando la maglietta a James e gettandola ai piedi del letto, come se fosse stata un odioso intralcio da eliminare quasi con rabbia; stessa fine fecero i loro jeans e qualsiasi altro residuo di stoffa presente su entrambi.

Quando le gambe nude di Juliet si allacciarono ai fianchi di James e trasmisero ai loro corpi un brivido di eccitazione, la frenesia di avere l’altro prese possesso di tutti e due e in maniera così forte da paralizzare l‘aria, il tempo, la ragione.

James però riuscì a padroneggiarsi, in modo quasi sovraumano per le sue possibilità in quel momento, e a recuperare lucidità.

Non aveva riflettuto tante volte in situazioni del genere, aveva seguito l’istinto e la fretta e aveva sbagliato poiché aveva solo preso in considerazione l’esclusiva ed effimera goduria del fisico e non quella dello spirito.

Aveva sempre pensato in quei frangenti ad arraffare, senza dar niente di sé, senza capire niente del sentimento che sgorga dal cuore, dal cervello, dal sangue quando ci si incastra nell’altro e si diventa una cosa unica, indivisibile.

Ma in quella stanza, su quel letto le cose erano diverse, perché James era diverso.

Ed era stato così grazie alla biondina che stringeva tra le braccia e che guardava negli occhi sorridendo, affondando i palmi nei suoi capelli, riempiendosi i polmoni di quel suo profumo leggero che gli era entrato nelle ossa da tempo.

Con Juliet voleva godersi ogni sospiro, ogni movimento, ogni fiato di quella loro prima notte; con lentezza, per scolpire tutto meglio nella sua memoria e conservarlo tra i ricordi speciali che valeva la pena mantenere.

James aveva finalmente scoperto il sapore della felicità e lo stava assaporando in quel momento, baciando di nuovo Juliet, toccandola e facendola sua dolcemente, con calma.

Per lui fu stupendo permettere alla propria anima per la prima volta di uscire dalla carne e di unirsi con un’altra anima, nel profondo, fino a mischiarsi e non distinguersi più.

Quella sensazione di libertà, di passione, di devozione e di mille altre emozioni che provava mentre facevano l’amore James non l’avrebbe più dimenticata.

Juliet l’aveva ormai impressa a fuoco nella sua anima.

***
Penso che questa forse sia la cosa più bella mai scritta da me, ve lo giuro. La amo questa storia, con tutta me stessa.
Spero che piaccia tanto alla Mapina *_*.
La raccolta é a rating giallo proprio per questa storiellina *mamma mia, mi sono imbarazzata a scrivere lingua e gambe nude, pensate un po' LMAO!*
Il titolo é tratto da Yellow dei Coldplay, canzone che adoro profondamente.
E con questa shot basata sul viola concludo anche questa mia seconda raccolta sul Suliet. *nostalgia mode on*
Ringrazio davvero le ragazze, mie amiche splendide, favolose e speciali. Vi voglio bene (L).
E uno YAY sbarra AWWW sbarra LOVVO speciale tutto per la Sibeluccia; il perchè lo scoprirete molto presto su questi lidi, me lo ha promesso!
Alla prossima.
Ilaria

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