Talk Tonight

di Shari Deschain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Cravatta ***
Capitolo 2: *** #Principe ***
Capitolo 3: *** #Vergine ***



Capitolo 1
*** #Cravatta ***



Note: What if? perché non credo si siano mai sposati, e se lo hanno fatto sarà stato di sicuro in un modo assolutamente diverso XD
— La fanfiction non ha una collocazione temporale precisa, quindi potete immaginarvela quando vi pare.
Titolo e lyrics abilmente fregati agli Oasis. Ho sempre pensato che Talk Tonight fosse una bellissima colonna sonora per una Vegeta/Bulma.
— Scritta per la challenge di Carnevale di Fw.it.


Talk Tonight




{ Sittin' on my own
Chewin' on a bone
A thousand million
Miles from home
When Something hit me
Somewhere right between the eyes
}

{ Sleepin' on a plane
You know you can't complain
You took your last chance
Once again
I landed, stranded
Hardly even knew your name
}





Oltre a fargli saltare i nervi, c’era anche un’altra cosa in cui i terrestri erano estremamente bravi.
Le cose inutili.
Ed inutili non solo nel senso di “non indispensabili”, ma soprattutto nel senso di “cose senza le quali la vita sarebbe molto più semplice”.
Le celebrazioni, per esempio. Ed i matrimoni, nel particolare.
Quante stupide tradizioni! Che riti tediosi! E perché c’era bisogno di tutta quella gente, poi?
Come avesse fatto la donna a trascinarlo in quel casino rimaneva un mistero.
« Vegeta, sei pronto? »
E si permettono addirittura di mettergli fretta!
Le dita ancora impigliate nel pezzo di stoffa contro cui combatteva da circa venti minuti, Vegeta si voltò irosamente verso la porta, in testa una mezza idea di disertare matrimonio, sposa e invitati, in favore di una partenza immediata per lo spazio profondo e desolato.
Bulma lo intercettò prima che il piano prendesse una forma abbastanza definita, e gli corse incontro, l’abito bianco sollevato fino quasi ai fianchi, completamente incurante delle galline che, dietro di lei, urlavano qualcosa a proposito di sposi visti prima del tempo e sfortuna assicurata.
« Dammi, faccio io », sorrise Bulma una volta che gli fu accanto, ed in poche, abili mosse la cravatta era perfettamente allacciata.
« La cerimonia inizia tra dieci minuti », gli mormorò poi nell’orecchio, prima di baciarlo sulle labbra e correre via, sbraitando di boquet e chissà cos’altro.
In piedi al centro della sala, immobile e silenzioso, il principe dei saiyan si sentì estremamente stupido e terribilmente imbarazzato. La verità era che non aveva la più pallida idea di come affrontare la situazione, e questo, oltre a confonderlo, lo sgomentava profondamente, gettando i suoi pensieri in un limbo di immobilità forzata che non gli era affatto familiare.
Si riscosse solo quando l’odiosa testa bionda della signora Brief fece capolino dalla stessa porta dietro la quale era sparita sua figlia, per ricordargli, molto gentilmente, che se voleva sposarsi doveva arrivare perlomeno all’altare.
Preso leggermente in contropiede, Vegeta reagì bestemmiandole dietro un paio di volte e solo dopo qualche minuto di volgari imprecazioni si risolse a seguirla, dicendo a sé stesso che se era talmente nervoso ed irritato da fare quasi fatica a respirare, era solo ed esclusivamente colpa di quella cazzo di inutile, stupidissima cravatta.


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Capitolo 2
*** #Principe ***


{ I'll never say that I
Won't ever make you cry
And this I'll say
I don't know why
I know I'm leavin'
But I'll be back another day
}







Non era abituato a quelle cose, non poteva farci nulla.
Anche a volersi costringere — e non lo voleva — non avrebbe mai potuto sorridere agli ospiti di sua moglie e sembrare credibile.
Qualunque persona dotata di un minimo di istinto di conservazione avrebbe provato l’urgenza fisica di sbattere fuori dalla porta ognuno di quegli idioti: si rifiutava totalmente di credere che fosse lui quello strano, come invece suggeriva sua moglie.
E perché diamine la parola moglie continuava a ronzargli così incessantemente nella testa?
Il rumore era insopportabile.
Sapendo che nessuno ci avrebbe badato troppo (e anche se ci avessero badato, bè, non gliene importava assolutamente niente), Vegeta si alzò dal tavolo e si diresse a passi pesanti verso il balcone.
Fuori la luna era alta, ed il silenzio freddo e confortante come sempre.
Vegeta chiuse gli occhi alla carezza del vento.
Cose come queste — matrimoni, mogli, feste, allegria varia ed eventuale — non erano previste nel suo DNA, né nelle sue prospettive passate, presenti e future.
Certo, il fatto che tutto ciò non ostacolasse eccessivamente il suo obiettivo primario (e cioè sconfiggere, uccidere, possibilmente far resuscitare e poi uccidere nuovamente Kakaroth), era un punto a favore per sua mo— la donna.
Inoltre non era più nemmeno certo del fatto che tanta accondiscendenza da parte sua, verso l’intera messinscena, fosse dettata dal proprio egoismo, come invece aveva stabilito all’inizio.
Strani pensieri.
Un rumore alle sue spalle lo avvertì che la sua solitudine era andata perduta.
« Sono andati via tutti », lo informò Bulma, e lui, alzando un sopracciglio, si chiese come avesse fatto a non notare la cosa.
« Come hai fatto a cacciare quei parassiti? », chiese ironicamente.
La donna rise appena.
« Mi sono limitata ad ordinarglielo. Sono la moglie del principe dei saiyan, dopotutto. Questo dovrà pure contare qualcosa, no? », l’ironia era appena accennata, ma perfettamente percepibile.
« Se è per questo, io sono il principe », sbottò lui, leggermente piccato.
« Sì, lo so »
C’era qualcosa nella voce di lei che lo costrinse a voltarsi per guardarla in faccia. Nei suoi occhi azzurri vide uno per uno gli stessi dubbi e le stesse domande che ronzavano nella sua testa.
« Tu sarai sempre il principe dei saiyan », non era affatto una domanda, ma Vegeta non potè fare a meno di risponderle.
« Sempre », dichiarò fieramente.
Bulma fu molto veloce a mascherare le lacrime con un sorriso.

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Capitolo 3
*** #Vergine ***


{ I wanna talk tonight
Until the mornin' light
'Bout how you saved my life
You and me see how we are
You and me see how we are }





Di tutto quello che gli avevano raccontato a proposito del matrimonio, la notte di nozze era l’unica cosa, oltre al buffet, ovviamente, che incontrava pienamente il suo gusto.
E, proprio per questo, era decisamente contrariato dal fatto che Bulma si fosse barricata dietro la porta del bagno, ordinandogli perentoriamente di portare pazienza.
« Deve essere tutto perfetto! », era stata l’unica spiegazione che gli aveva dato.
Così, in piedi vicino alla finestra, il peso del corpo affidato al muro alle sue spalle, Vegeta attendeva che lei si degnasse di finire la sua misteriosa opera di perfezionamento.
Era molto più tranquillo di poche ore prima. Nell’intimità della loro stanza da letto gli era sempre risultato facile mettere da parte qualsiasi problema: bastava lasciarlo al margine dei suoi pensieri mentre, al suo posto, il corpo morbido e caldo di Bulma prendeva possesso della sua mente.
Non sapeva se quella fosse realmente una delle poche virtù della vita coniugale o, più semplicemente, una specie di autoconvincimento che aveva messo in atto senza accorgersene, fattostà che quella camera era una zona franca per i suoi nervi. Gli piaceva.
Era un buon motivo per sposarsi?
Bulma entrò senza far rumore, trascinando i piedi nudi sul pavimento. I capelli sciolti, la corta vestaglia candida, l’espressione nervosa e, soprattutto, il rossore sulle guance struccate, fecero schizzare verso l’alto le sopracciglia del principe dei saiyan.
Per un momento sentì l’irrefrenabile impulso di ridere.
« Sembri una verginella », la stuzzicò invece, ghignando nemmeno troppo malignamente.
Contrariamente alle sue aspettative, lei non cominciò ad urlare improperi contro lui ed i suoi antenati, ma anzi, arrossì un po’ di più e mise il broncio.
« Tu non puoi capire, stupido scimmione che non sei altro », borbottò poi sottovoce.
Illogicamente, Vegeta si sentì quasi confortato da quel mezzo insulto.
« È come se lo fossi. Vergine, intendo », riprese dopo un attimo.
Effettivamente Vegeta non capiva. D’altronde non era certo una novità: erano parecchie le cose che gli sfuggivano quando si trattava di Bulma. Quella donna aveva il potere di spiazzarlo e confonderlo.
Oltre che di irritarlo, ovviamente.
« Tutto questo per me è molto importante, e non m’interessa ciò che ne pensi tu », il tono adesso era molto più deciso, e nei suoi occhi Vegeta vide distintamente rinascere la consueta scintilla di sfida. « Prova a rovinarmi la notte di nozze e vedrai! », lo minacciò.
Ancora una volta lui sentì una risata nascergli sulle labbra. Ancora una volta la trasformò in un ghigno.
« Ah, davvero? », chiese solo, già pregustando il sapore di quelle loro particolari battaglie, le più accese in assoluto.
Bulma si avvicinò sorridendo e, nello stringersela possessivamente addosso, Vegeta, finalmente, sorrise a sua volta.
Matrimonio o no, finchè le cose rimanevano così com’erano, la vita non era poi troppo insopportabile.


*

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