Un amore fuori dagli schemi di Martilla92 (/viewuser.php?uid=99192)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vendetta ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Posso baciarti? ***
Capitolo 4: *** Promessa ***
Capitolo 1 *** Vendetta ***
Vendetta
Aphrodite abbandonò la stanza dove si trovava il figlio dolorante e scoraggiato, colpevole di averla offesa.
Attraversò il lungo corridoio dalle pareti candide sul quale moltissimi anni addietro erano stati ritratti miti che riguardavano l'origine e gli operati della dea stessa.
La più bella. Colei che ogni mortale e dio avrebbe voluto stringere a sé almeno una volta nella propria vita o immortalità per poter provare quel brivido intenso di piacere che solo il corpo perfetto della dea dell'amore era in grado di dare.
Eppure da qualche tempo i mortali le avevano voltato le spalle in favore di un'altra creatura, considerata dagli uomini pari a lei in bellezza. Una ragazzina. Psiche era il suo nome. Una parola che per lei era diventata simbolo di odio, vendetta.
Soprattutto dopo che suo figlio Eros aveva violato i suoi ordini, osando addirittura innamorarsi di quella sciocca mortale.
A nulla servirono le parole di Era e Demetra, incontrate per caso, a calmare la dea dell'amore. Tentarono con saggi consigli di riportarla alla ragione, ma nel cuore di Aphrodite ogni sentimento aveva lasciato il posto all'ira. E l'ira al desiderio di vendetta.
Uscì dal palazzo, sul prezioso cocchio che le era stato regalato da Efesto, e si diresse alla dimora di Zeus, in cerca di Hermes. Il dio, sentendosi chiamato, la raggiunse in pochi attimi, sorpreso di vedere Aphrodite così fuori di sé e al tempo stesso desiderosa di controllare quell'istinto così umano per paura che la sua superba avvenenza venisse sconvolta da passioni riprovevoli. Dopotutto Hermes era stato suo amante. E la dea sapeva del fascino che era ancora in grado di esercitare su di lui.
Gli chiese di aiutarla, l'offesa subita era stata troppo grande. Lui avrebbe riferito ai mortali che chi avesse catturato Psiche avrebbe ricevuto da Aphrodite stessa sei teneri baci sulla bocca. Ed uno più intenso, con la lingua.
Hermes si divertì pensando all'effetto di tale rivelazione sugli uomini. Immediatamente si sarebbe scatenata una caccia furibonda solo per una sciocca ragazzina. Molto bella, certo. Ma sempre una mortale.
Tuttavia la vendetta di Aphrodite non aveva per nulla intenzione di fermarsi a quel punto. Psiche era sistemata, ora toccava ad Eros. E sapeva benissimo come fare.
Le sfuggì un ghigno.
Con lo sguardo che le brillava e la voce ferma chiese ad Hermes di cercare la Castità. Trovarla e portarla ad Eros affinché gli desse la punizione che meritava.
Il dio sgranò gli occhi. Le disse che la Castità non avrebbe mai accettato di scendere a patti con lei. Non era mai successo. E anche questa volta sarebbe stato così.
Aphrodite ghignò di nuovo.
Offriva alla Castità un patto. Le avrebbe ceduto le sue dieci più belle compagne, le più abili nell'arte della seduzione e della lussuria. Sarebbero state sotto il suo controllo per un intero anno. Era questo ciò che Hermes le avrebbe dovuto riferire.
Il dio,sempre più confuso, acconsentì, vittima ancora una volta del fascino splendente di Aphrodite.
Si congedò da lei, mentre lo sguardo della dea lo osservava allontanarsi nel vento.
Poco dopo, Aphrodite cercò riposo in una delle stanze delle immensa dimora di Zeus. Sul letto della camera prescelta erano posizionati in modo accurato grandi e morbidi cuscini dai colori orientali.
Si sdraiò a peso morto, sulla schiena.
La testa le doleva per le troppe emozioni avute quella mattinata e per questo aveva poggiato il palmo della mano candida sulla fronte.
Ripensò al tradimento del figlio, alla vendetta che di lì a poco si sarebbe abbattuta su di lui e su Psiche.
'Quella stupida ragazzina' disse fra sé e sé 'lo ha proprio rovinato. Mi chiedo come mai il grande Zeus abbia lasciato che quella lì nascesse. Ha portato solo guai. E quello sciocco di Eros non ha proprio mostrato l'acutezza degna di un dio. Lui, l'Amore, può avere chi vuole. E non solo per le sue frecce che recano quel dolore tanto vicino all'estasi in dei e mortali,ma anche per il suo aspetto pressoché perfetto. Come il mio.'
'Si è comportato come il peggiore degli imbecilli. Ma, dopotutto, è sempre mio figlio. Però questo non vieta a me, sua madre, di punirlo dopo un'offesa così grande e che ormai sarà sulla bocca di tutti. Già li sento, gli altri dei. Aphrodite non è in grado neanche di farsi obbedire da suo figlio e tutti questi inutili pettegolezzi.'
Si rigirò sul fianco, levando la mano delicata dalla fronte, dato che il dolore si era attenuato.
'Ma alla punizione di Eros ho già provveduto. continuò Se quella sciattona della Castità accetterà, la mia vendetta sarà compiuta. Forse sono stata un po' troppo dura. Ma chi è così saggio da poterlo affermare? Dopotutto, appena riconsegnerò arco e frecce ad Eros, l'influenza di quella terribile divinità svanirà. E spero che questo castigo gli serva da lezione per la prossima volta e che,soprattutto, gli tolga dalla testa strane idee.'
Un sorriso si dipinse sulle sue labbra carnose prima che il suo corpo fosse vinto dal sonno.
Hermes si era sbarazzato in poco tempo del primo favore che gli aveva chiesto Aphrodite.
Ora avrebbe dovuto solo trovare la Castità e proporle quel patto che al dio stesso pareva assurdo, se non ridicolo. Tuttavia conosceva Aphrodite. Come conosceva la natura divina di entrambi. Ben poche volte gli dei avevano lasciato impunito un torto subito, specialmente se questo proveniva da un insulso mortale.
Si ritrovò in un prato rigoglioso, nel quale gli occhi potevano ammirare le più svariate specie di fiori primaverili.
Ad un tratto udì delle voci di fanciulle, delicate e dolci, e sperò con tutto sé stesso di aver trovato ciò che cercava con così tanto affanno. Era risaputo, infatti, che la Castità sfuggiva chiunque e che si circondava solo di ragazze a lei fidatissime.
Tre fanciulle comparvero davanti a lui dopo essere uscite dal fitto bosco che segnava la fine del prato.
Hermes riconobbe subito la Castità. Era la ragazzina al centro, che guidava le sue due compagne.
Era scalza e vestiva una lunga tunica bianca, che richiamava la sua pelle candida. I lunghi capelli biondi erano lasciati sciolti, mentre una corona di margherite le cingeva la fronte. Gli occhi verdi non avevano nulla da invidiare al colore bellissimo dei fili d'erba. Le labbra erano delicate, sottili, e sembrava che anche un solo, leggero bacio avrebbe potuto spezzarle.
A Hermes parve bella. Eppure quel pensiero lo abbandonò subito. Sapeva fin troppo bene che era proibito rivolgere quel certo tipo di attenzioni alla Castità.
Lei e le sue compagne, intanto,lo guardavano con occhi indagatori.
- Salute a te, Castità. Vengo a proporti un patto. - Esclamò Hermes, rompendo il silenzio che si era venuto a creare.
- Che genere di patto? - Rispose lei, avvicinandosi al dio.
- Mi manda Aphrodite. Vuole che tu le conceda un favore. - guardando l'espressione incredula dipinta sul viso della dea, gli ci volle molto per poter mantenere il suo divino contegno.
- Aphrodite vuole un favore? ! Da me? ! Dev'essere impazzita! - gli disse, sempre più confusa.
- No. - intervenne di nuovo Hermes - Ora ascolta. Eros ha disubbidito agli ordini di sua madre, innamorandosi di una mortale che Aphrodite odia. Tu conosci il furore di cui siamo vittime molto spesso noi dei e la tua nemica non è proprio da meno. Vuole vendicarsi di Psiche, questa è la fanciulla, e di Eros. Per la prima ha già trovato il modo, ma per suo figlio ha bisogno del tuo aiuto. Ovviamente, non pretende che tu accetti senza avere nulla in cambio-
- E cosa mi offrirebbe?-chiese Castità, ora molto più interessata.
- Dieci fra le sue più promettenti compagne. Saranno sotto il tuo potere per un intero anno. E, visto l'orgoglio della dea in questione, direi che non è poco.-le rispose, felice per la curiosità che gli aveva mostrato
- Tutto qui? - disse lei, questa volta con tono disinteressato - Io dovrei punire suo figlio e in cambio otterrei dieci ragazze scapestrate? Non ti sembra una nullità? -
- Niente affatto. Proprio perché quelle giovani sono, come dici tu, sulla cattiva strada, potrai riportarle su quella buona. E riguardo ad Eros, mia cara, se non ci facciamo favori tra noi dei temo proprio che l'Olimpo possa ritenersi veramente un triste luogo, dato che le persone che lo abitano non si aiutano nemmeno a vicenda - il dio tentò di convincerla con ogni mezzo.
- Risparmia il fiato e le tue ridicole osservazioni, Hermes. Lo sappiamo tutti che se cerchi di persuadermi è perché sai della riconoscenza che avrà Aphrodite nei tuoi confronti. E non ci vuole molto a capire cosa potrebbe mai essere. - gli rispose lei, fredda.
Hermes sorrise - Non essere così severa con me - la rimproverò dolcemente - sarò pure un dio, ma sono maschio e, soprattutto, non indifferente alla belle donne che si concedono senza troppo pretesti. Ma non è questo il punto. Mia dolce amica, non eri forse tu quella che si lamentava sempre delle nefandezze di Aphrodite ed Eros? Bene, ora potrai divertirti punendo quest'ultimo. Lo colpirai con un incantesimo di castità finché Aphrodite non gli restituirà arco e frecce, che per rabbia gli ha sottratto. Perché non provare? Prendila come una sfida, oltre che come soddisfazione personale. Allora,accetti o pure no? -
I due si fissarono qualche istante negli occhi.
Fu Castità a riprendere la parola per prima - Non c'è bisogno che continui, Hermes. Accetto-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Incontri ***
Incontri
Eros si era
svegliato. La pallida luce solare era filtrata dalla grandi tende e
aveva accarezzato la sua candida pelle, resa ancora più chiara dalle
pene fisiche e, soprattutto, amorose che stava soffrendo.
Le lenzuola
ricoprivano il suo corpo fino al mento, conferendogli un'aria da
bambino indifeso. Il dolore alla spalla, peraltro regalo di Psiche,
non si era affatto affievolito.
Osservò con
attenzione ogni singolo angolo della stanza, ma del suo arco e delle
sue frecce non vi era alcuna traccia.
Sospirò. Non si
sentiva colpevole. Era una colpa essere stato colpito dalle proprie
armi per sbaglio? Era una colpa amare senza possibilità d'uscita?
No.
Essere il marito
di Psiche era diventato per lui talmente normale che non si era mai
posto simili domande. E anche l'ira della madre gli era sembrata
davvero di poco conto in confronto all'unione che aveva stabilito con
la fanciulla.
Perché per la
prima volta aveva capito che le sue frecce erano davvero intrise di
quel veleno portatore di piacere che tutti temevano.
Psiche era
diventata l'altra metà della sua anima. Era come se avesse occupato
il posto di suo fratello Anteros, che con così tanto affanno
Aphrodite gli aveva procurato per paura che il figlio prediletto
restasse per sempre un bambino.
Ed ora quella
stessa madre gli negava il suo affetto, la sua stima; gli aveva tolto
i poteri che lei stessa gli aveva concesso tanto tempo prima,
accecata dall'amore che provava per lui.
Ma che cos'era
veramente l'Amore? Amore era parte di lui e di sua madre, Amore era
parte di Anteros, Amore era parte del mondo. Amore era ciò che
avrebbe spinto Aphrodite a perdonarlo ancora una volta e la forza che
avrebbe costretto lui ad accettare le sue scuse.
Un fruscìo
distolse Eros dai suoi pensieri. Le tende si stavano muovendo
leggermente come se qualcuno le stesse sfidando per entrare.
Da esse sbucò
dopo alcuni affanni una colomba, da sempre animale sacro del dio
dell'Amore.
-Non capisco
perché la gente non tiri mai le tende!!!-esclamò l'uccello-Eppure
con i tempi che corrono si dovrebbe sapere che le notizie piccanti
sono più frequenti dei pesci nel mare! E chi se le deve accollare?
Noi volatili. Sissignore, tra un po' mi metteranno una targhetta con
scritto portantino sulla fronte!-e si avvicinò al letto, fino a
poggiarvisi sopra.
Eros si mise
seduto, sorridendo per le proteste pronunciate dal becco
dell'animale.
-Non lamentarti
così tanto, mio piccolo amico-gli disse, dolce-Lo sai il rispetto
che nutro per te e i tuoi simili. Questo dovrebbe bastarti.-
-Oh certamente,
mio signore. Ma, vedete, erano solo semplici constatazioni per la mia
povera razza.-replicò la colomba, cercando di scusarsi-Ma ora
veniamo a noi. Ho accennato a delle notizie interessanti che,
indovinate un po', riguardano proprio voi!-
-Di che si
tratta?-chiese Eros, ora più incuriosito che mai
-Però prima di
informarvi, fatevelo dire. Quella mortale vi ha proprio rovinato.
Vostra madre ha avuto ragione a prendersela con voi. Ha sbagliato i
modi,certamente. Ma voi, mio signore, cosa ci guadagnate da quella
ragazzina?- lo rimproverò l'uccello, tentando di riportarlo a una
visione più lucida dei fatti
-No, Amico, non
anch..-Eros non fece in tempo a finire la frase
-Lasciatevelo
dire-continuò la colomba-è stato un gesto infantile. Voi vedete una
bella ragazza e ve la prendete. Che male c'è? Ma le vostre passioni,
mio caro Eros, sono sempre durate ben poco. E ora, solo per fare un
torto a vostra madre, vi autocolpite con le vostre frecce! Ah, i
giovani di oggi!-sospirò
-Posso
parlare?-chiese Eros, scoraggiato per l'ennesima predica subita quel
giorno
-Prego, chi vi ha
mai negato il diritto di parola?-rispose l'animale, mettendosi buono
-Tu e mia madre.
Ma non importa. Lo volete capire tutti che non l'ho fatto per
offenderla? Può capitare che anche io...-Eros fu di nuovo interrotto
-Su, mio signore,
volete forse negare che alcune volte vi prendiate gioco di Aphrodite
regalando a vostro padre avvenenti fanciulle? Questo sì che si chiama
offendere. E sfido chiunque a dire il contrario!-Intervenne ancora
l'uccello, osservando la divinità con occhi pieni di rimprovero.
-E' egli stesso che
me le chiede! Povero dio, con tutte quelle guerre avrà certo bisogno
di qualcuno con cui divertirsi e riposarsi quando mia madre è
occupata con altri dieci amanti!-cercò di giustificarsi Eros
-In ogni caso, mio
signore, vedrete che questa passioncella si esaurirà non appena
l'effetto delle vostre frecce vi avrà abbandonato. Ne sono sicuro.
Nonostante tutto siete un bravo ragazzo, non la lascereste mai sola
in preda a chissà quali pericoli anche quando la fiammella che arde
d'amore dentro di voi si sarà spenta-sentenziò la colomba, ora più
sicura che mai.
-Io non ne sarei
così sicuro...-disse il dio dell'Amore, sempre più affranto-Ma
quali erano le notizie piccanti?-
-Ah giusto, con
tutti questi rimproveri quasi me ne dimenticavo-esclamò il volatile
'Rimproveri che ti
potevi tranquillamente evitare' pensò Eros
-Da quanto avete
capito vostra madre è infuriata, mio signore. Se credevate che il
semplice fatto di togliervi arco e frecce l'avrebbe calmata, vi
sbagliavate di grosso. Fra poco avrete una visita-
Eros sgranò gli
occhi-Che...che genere di visita?-
-Oh beh...una cosa
da niente...non vi preoccupate-cercò di essere più vago possibile,
per evitare ciò che fra poco sarebbe sicuramente accaduto
-Chi?-stavolta la
voce del dio era ferma, non avrebbe ammesso scuse
-Castità-sussurrò
la colomba, in un suono appena percettibile
Eros divenne
ancora più pallido e si lasciò accasciare all'indietro, ricadendo
con le spalle sopra il cuscino
Si coprì dapprima
il volto con le mani e poi con il cuscino, gridando-No! No! Meglio
morire! Ah perché non sono mortale come la mia amata Psiche? Tutto,
ma quella femminaccia, no! Uccellaccio del malaugurio sei venuto qui
solo a portarmi cattive notizie! Anzi direi che peggiore di questa
non ce ne sono! Ah come farò ora?-
-Povero me, ma io
lo sapevo!-esclamò il volatile-Su chi sarebbe ricaduta la colpa? Ma
sul sottoscritto! Io, che rischio le mie candide piume per riferire
il messaggio al mio signore e questi sono i bei ringraziamenti!-
-Come
farò?-continuò Eros, non prestando per niente ascolto ai lamenti
dell'uccello-Cosa farò? Io, che non ho fatto altro che deriderla
con i miei amici, con mia madre, con gli altri dei? Ora ricadrò
vittima di un incantesimo di quella sciattona. Povero me, la mia
reputazione sarà rovinata per i prossimi 1500 anni!-
La colomba si
avvicinò al dio, cercando di ottenere con la propria voce un tono
più rassicurante possibile- Su, mio signore, non tutto è perduto.
Provate a parlarci. Anche lei è giovane come voi. Per giunta
sensibile. Anche se ha fatto un patto con vostra madre, sono convinto
che davanti alle vostre preghiere si commuoverà e vi lascerà in
pace.-
-Preghiere?-esclamò
questa volta Eros, rimettendosi seduto di scatto-Preghiere?! Quella
donnaccia non avrà proprio nulla da me! Vuole osare trasformarmi in
un omuncolo asessuato? Bene, lo faccia pure! Ma non si aspetti che
tutto finirà lì! Tanto, tra noi dei, la vendetta sembra essere
all'ordine del giorno. Quindi non mi preoccupo minimamente di avere
grane con la mia coscienza!
L'uccello si
lasciò sfuggire un sospiro, osservando con occhi sconsolati la
perfezione del dio.
Nel frattempo,
Hermes e Castità avevano raggiunto il palazzo di Aphrodite.
-Eccoci
arrivati-esclamò per primo il dio-Ora potrai fare ciò che ti è
stato chiesto. Eros si trova in una di queste stanze-e le indicò con
lo sguardo
-Voglio fare
presto, questo posto mi disgusta-ribatté la dea, con tono nauseato e
pentita per il patto che aveva accettato
-Come vuoi, mia
dolce amica. Ora ti lascio. Quando mi rivedrai ti condurrò le
fanciulle che Aphrodite ti ha promesso.-le disse, sorridendo e
sparendo esattamente come le era apparso poco prima nel prato.
Castità cercò di
localizzare Eros tentando di percepire il potere divino che, seppure
molto lievemente, era ancora presente in lui.
E poi, l'idea di
aprire tutte quelle stanze non la allettava. Sapeva dei passatempi
preferiti della dea dell'Amore e non aveva alcuna voglia di
imbattersi in scene imbarazzanti.
Si soffermò
davanti ad una porta. Era sicura che la camera fosse quella.
Entrò
delicatamente per assicurarsi di non svegliare il dio, qualora fosse
stato addormentato.
Vide il corpo di
Eros, coperto dalle candide lenzuola, che le dava le spalle. Era
pressoché immobile e pensò che fosse caduto vittima di un sonno
profondo.
Si avvicinò
lentamente a lui e, quando fu a un passo dal suo corpo, sentì la sua
voce tagliente- Sei arrivata, allora! Certamente, che cosa ammirevole
per una dea venire a patti con la propria nemica solo per punire
qualcuno che neanche si conosce! Ma no! Tu ti vuoi prendere la tua
rivincita perché il vero divertimento a ogni essere vivente lo
concedo io e non tu!-
Castità lo guardò
con aria ancora più indifferente, tutto ciò che le sembrava era uno
stupido ragazzino viziato.
-Cosa aspetti a
trasformarmi in un verme asessuato? -continuò Eros-Credi che io ti
implori, forse? Io non rivolgo le mie preghiere alla peggiore delle
donnacce! Povero me, temo anche il solo fatto di dover vedere il tuo
miserabile volto. Chissà da quali terribili malattie sarà stato
sfigurato! Dev'essere per questo che nessuno ti vuole e le mie frecce
non hanno alcun potere su di te-
Si girò di scatto
per vedere il viso della dea e in un attimo si maledì per tutti gli
insulti insensati che le aveva appena rivolto.
Ringraziamenti:
Sakura2480: In realtà non
mi ricordo bene come mi era venuta in mente questa idea, ma se vuoi
vado a rivedere nelle vecchie conversazioni XD. Ma restando
serie(difficile u.u), grazie per i tuoi piacevolissimi complimenti, sai
quanto conta per me la tua opinione. Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto come il primo.
Naomi92: Secondo me Aphrodite è
stata ancora buona con Eros nella versione di Apuleio u.u Non per
apparire sadica, ma io Psiche non l'ho proprio mai retta u.u Comunque
anche a te grazie infinite per i bellissimi commenti che mi fai anche
privatamente e per le letture in anteprima, mi dai nuovi stimoli.
Trullitrulli: Grazie per aver
commentato anche se la storia non ti piace, ma è giusto avere anche
pareri contrastanti. Detto questo, ci ho pensato prima di scrivere
questa fanfic e, francamente, non avevo voglia di scrivere la 'solita'
storia dove Eros o Psiche si struggono per amore l'un con l'altro
oppure di narrare i fatti da un punto di vista di uno dei personaggi,
come per esempio hai fatto tu. Io non distruggo nessuna favola, ho
semplicemente preso spunto da una frase che Aphrodite dice nel corso
della storia e mi è venuta in mente questa trama. Il racconto originale
è di Apuleio e quello rimane, il mio è solo un episodio inventato. Mi
spiace che ti venga da piangere ma più che offrirti un fazzoletto non
posso fare XD Scherzi a parte, come dicevano i latini De gustibus non
disputandum est.
Eles Weasley: Sono contenta che
ti siano piaciute le descrizioni di Aphrodite e Castità. Per quanto
riguarda la prima, il fatto che si svenda così facilmente lo narra
Apuleio. Il premio dei baci(se ti riferivi a quello) l'ho ripreso dalla
sua opera, infatti, come hai potuto notare, non mi ci sono sofferemata
più di tanto perchè quella è la vera storia e non mi interessava
ritoccarla, ma di servirmene per fare solo una breve introduzione :) Per quanto riguarda Hermes, è vero
che è un dio anche lui, ma Aphrodite è la dea del piacere ed era stata
sua amante e quindi mi sono immaginata che egli avesse ancora una forte
passione verso di lei al punto di assecondare i suoi desideri. |
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Posso baciarti? ***
Posso
baciarti?
Eros
e Castità si osservarono per lunghi istanti. Più gli occhi della
giovane si posavano sul dio e più doveva ammettere, se non altro a
se stessa, che quel corpo perfetto rappresentava tutto ciò che vi
era di desiderabile al mondo.
Il
volto, leggermente sudato per i resti della malattia, era
incorniciato da riccioli d'oro che cadevano ribelli sulla schiena. Lo
sguardo, tinto del celeste che colora il cielo, era profondo e
indagatore.
Castità
poté vedere che le ali, delicate e candide come quelle di una
colomba, conferivano ancora più dolcezza all'aspetto già gentile di
Eros.
Il
dio dell'Amore, d'altra parte, era rimasto sorpreso, addirittura
affascinato, da quella figura di giovane donna che poco prima aveva
offeso così ingiustamente.
In
quei brevi istanti non vide più in lei una nemica, ma una creatura
pura, incapace di recare sofferenze.
-Io...io...-sussurrò
Eros- Non volevo offenderti...perdonami...-
Castità
lo osservò ancora-Non sprecare ancora il fiato inutilmente, non ti
sei del tutto ristabilito-sentenziò poi, fredda
-Hai
tutti i diritti di parlarmi così. -Rispose il dio, sinceramente
dispiaciuto- Ma, vedi, l'ira si era impossessata di me. Tu fai parte
del piano di mia madre punirmi e...-
-Io
non faccio parte di nessun piano! Non osare!- inveì la giovane- Io
faccio quello che voglio, che credi? Che io rispetti un patto
stabilito con la mia più grande nemica?-
-Sì,
lo credevo.-rispose l'altro, gelido-Ora dimmi, dovrei pensarlo
ancora?-gli occhi del dio fissarono Castità in modo intenso,
profondo
La
dea sospirò-Non ti so rispondere. Non so più neanche il motivo per
cui mi trovo qui, in questa casa piena di piaceri carnali. Io,
proprio io, che non faccio altro che disdegnarli!-
-Siedi
accanto a me- la invitò Eros, intenerito dalla confessione appena
concessagli da Castità
Lei
obbedì, posizionandosi sul bordo del letto, in modo da non invadere
troppo lo spazio riservato al dio.
-Tua
madre deve odiarla proprio tanto quella mortale-riprese a parlare
Castità-se mi ha chiesto di punirti in modo così esemplare. Tu, che
sei il suo figlio prediletto!-
Lui
abbassò lo sguardo per i ricordi che quell'affermazione gli aveva
provocato-La considerano bella al pari di lei-le disse-ecco perché
prova tanto astio nei suoi confronti. Io avrei dovuto farla
innamorare del più orribile dei mostri. Ma il Fato aveva un altro
disegno per me. Mi colpii con le mie stesse frecce e l'Amore si
accese subito in me. Un fuoco che neanche tutti gli oceani del mondo
avrebbero potuto spegnere.-
-Non
sei stato per nulla accorto-sentenziò la dea, provando una sorta di
compassione per lui.
-Quando
c'è di mezzo il destino, non si è mai troppo attenti.-replicò,
sconsolato-Cosa ti ha promesso Aphrodite in cambio di questo tuo
piccolo favore?-riprese, pochi istanti dopo
-Mi
avrebbe ceduto dieci delle sue più promettenti compagne e io le
avrei avute sotto il mio potere per un intero anno.-rispose Castità,
tradendo un leggero sarcasmo
-Le
conosco. Sono le ragazze che mia madre mi mette sempre fra i piedi. E
di cui è molto gelosa, per giunta. Dovresti rallegrarti per questa
generosa offerta. Stai pur certa che un'occasione del genere non ti
ricapiterà mai più. O a meno che io non mi innamori di un'altra
ragazza il cui nome è scritto nel libro nero di mia madre-disse
Eros, questa volta lasciandosi sfuggire un timido sorriso.
-Non
credo che si possa presentare una situazione peggiore di
questa-aggiunse lei, contagiata dall'ironia del dio-Ma, non temere,
non ho alcuna intenzione di punirti per qualcosa che non mi ha recato
alcun danno. E poi, assecondare Aphrodite non mi interessa
minimamente. Si tenga pure le sue amichette. Tu, da me, non riceverai
alcun danno.-concluse, cercando ancora una volta di mischiare il
verde del suo sguardo con l'azzurro degli occhi del dio.
Eros
non poté fare altro che rivolgerle un sorriso di puro ringraziamento
e amicizia.
Aphrodite
sentì sul suo volto un tocco delicato, sensuale.
Aprì
gli occhi lentamente e davanti a sé si ritrovò il bel volto di
Hermes,il cui sguardo non faceva altro che trasmetterle gioia e
piacere.
-Sono
tornato per dirti che ho assecondato i favori che mi avevi chiesto-le
sussurrò, stampandole un casto bacio sulla fronte.
La
dea gli rivolse un sorriso compiaciuto, accarezzando la folta chioma
bruna di Hermes con le dita delicate, curate ogni giorno con i più
preziosi unguenti.
-Castità
ha accettato subito?-le chiese, con il tono dolce e mansueto che era
solita usare con gli uomini
-Ho
dovuto convincerla, ma alla fine ha ceduto.-le rispose,
impossessandosi delle sue labbra per un bacio appassionato
-Sei
focoso oggi-ironizzò la dea, scostandosi per un attimo dal viso di
Hermes-Tuttavia ti sono grata per i favori che mi hai assecondato.
Perché non ti stendi qui, vicino a me?-gli disse, con voce carica di
desiderio
Il
dio non se lo fece ripetere e si posizionò in fianco a lei,
brandendole i fianchi con un tocco delicato, come aveva già fatto
altre volte.
Questa
volta fu Aphrodite a baciarlo per prima ed Hermes si abbandonò alle
arti che solo la dea dell'Amore poteva conoscere.
Nel
frattempo, Castità ed Eros avevano approfondito la conoscenza l'uno
dell'altra.
Il
dio dell'Amore non avrebbe mai pensato che sarebbe potuta nascere
un'amicizia fra loro, ma ora tutto ciò gli sembrava più che
naturale.
Le
parole uscivano dalle sue labbra in modo spontaneo, forse per la
prima volta nella sua immortalità aveva trovato una persona in grado
di capirlo per quello che era la sua anima, e non la sua condizione
divina.
In
quegli istanti si dimenticò anche di Psyche, la ragazza per la quale
era successo tutto quel pandemonio e che ora gli sembrava lontana, di
così poca importanza.
Forse
neanche le sue frecce erano in grado di combattere a lungo la sua
natura, sempre bisognosa di amare chiunque fosse gradito ai suoi
occhi.
E
Castità gli piaceva. Non solo possedeva quel fascino comune a tutte
le dee, ma anche quel carattere così comprensivo che neanche sua
madre stessa aveva dimostrato di avere.
-Mi
domando perché tutto ciò non sia successo prima-sbuffò il dio
-Che
cosa?-chiese lei- Che tua madre avesse ingaggiato qualcuno per farti
diventare un essere...nono.... aspetta...com'era? Un verme
asessuato?-entrambi si lasciarono sfuggire un timido sorriso.
-Beh...
anche. Ma stavo parlando di me e di te. Perché non ci siamo
conosciuti prima? Avrei evitato certi errori...- a Eros parve di aver
parlato eccessivamente
-Errori?-
domandò di nuovo lei, sorpresa per l'espressione triste che si era
dipinta sul volto dell'amico
-Psyche-sentenziò
lui, freddo, senza possibilità di repliche.
-Eros...
io... non credo di capire. Mi vuoi spiegare?- replicò la dea,
infastidita
Il
giovane la guardò con occhi pieni di desiderio celato- Posso
baciarti?-
Ringraziamenti:
Sakura2480:
Non posso fare altro che ringraziarti per i complimenti che mi fai
sempre. Beh per forza era un po' risentito, dopotutto gli ha
sottratto i poteri e pensato anche altro XD Il rapporto conflittuale
all'inizio c'è ed è innegabile, ma come sai ho voluto dare una
versione leggermente diversa dei fatti. Bacio,
Naomi92:
Eros se li meritava tutti quei rimproveri a parer mio u.u L'opinione
che ha di Castità non poteva essere che quella, in fondo lei è la
sua antitesi XD Che ne abbia fatto una tragedia, si sono d'accordo,
ma era per rendere bene quello che provava il ragazzo XD Comunque
grazie come al solito per i commenti. Bacio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Promessa ***
Promessa
Castità
fissò Eros come instupidita-Che cosa hai detto?-gli chiese, sperando
di aver capito in modo sbagliato la frase appena pronunciata dal dio
-Hai
sentito benissimo...io...-balbettò egli, distogliendo gli occhi da
quelli dell'amica-Sì, vorrei baciarti. Me lo concedi?-
-Eros-riprese
la dea-Tu ami Psyche, che senso avrebbe posare le tue labbra sulle
mie?-
-Lo
credevo. Credevo di amarla. Come pensavo allo stesso modo di amare
tutte le altre donne che mi ero preso. Ma no. Con nessuna di loro ha
provato quello che sto provando ora con te-sentenziò- E' qualcosa di
diverso. Non c'è solo amore e passione, ma anche affetto. Dimmi,
come posso contrastare la tempesta che si sta svolgendo dentro di
me?-
Castità
sorrise, era felice che anche Eros stesse provando esattamente ciò
che stava sentendo lei stessa. Non aveva mai pensato che simili
sentimenti potessero sfiorarla, era stata creata per opporsi alle
passioni e non per fomentarle dentro di sé.
Ma
Eros, con la sua bellezza e la sua anima, ci era riuscito. Ora ella
non vedeva altri che lui e, se fosse stato per quello che le diceva
il suo cuore, si sarebbe lasciata baciare da quelle labbra così
invitanti senza la minima preoccupazione.
Questo,
tuttavia, era un sogno e tale doveva rimanere.
-Eros-riprese
Castità-non credere di essere il solo ridotto in questo stato. Io
stessa lo sono. Ma non possiamo. Guardaci, cosa rappresentiamo? Siamo
l'antitesi l'uno dell'altra. Perché esistiamo? Tu, per dare gioia a
chi si rifugia troppo nel mio culto, e io, per consolare coloro che
le tue frecce fanno soffrire. Dimmi tu, adesso, è giusto che per un
nostro capriccio altra gente, inclusa quella ragazzina che ha
scatenato le ire di tua madre, debba essere privata di piacere e
conforto?-tacque, perché in quel momento la tristezza le impediva di
andare oltre.
Eros
la ascoltava pieno d'ammirazione. Era sicuro che anche lei, a modo
suo, lo amasse con la sua stessa intensità. Sarebbe rimasto con lei
per sempre, qualora glielo avesse chiesto. Un'illusione, certo, ma
pur sempre bellissima.
-Hai
ragione- le rispose Eros, con voce spezzata dal dolore-Ma io non
posso nascondere quello che sento per te. Dev'essere un difetto di
creazione. O forse è semplicemente l'Amore, che è abituato a
prendersi quello che vuole senza chiedere niente a nessuno e io
rappresento tutto questo. Però ora non è giusto. Ti rispetto troppo
per recarti un torto e se questa è la tua decisione non posso fare
altro che accettarla.-
Castità
gli poso teneramente la mano sulla spalla-Un modo di amarci ci è
stato concesso-gli sorrise
Eros
la guardò sbalordito-Quale?-
-Essendo
amici-gli rispose, dolcissima-In fondo, credo che anche nell'amicizia
si celi un rapporto d'amore, due anime che non possono fare a meno
l'una dell'altra. Vorrei chiederti un favore.-
-Parla-la
incitò il dio, stringendo la mano della ragazza nella sua
-Torna
da Psyche-sentenziò, seria-E' lei che hai sposato. Fa' in modo che
sia una cosa onesta, come se fossi io al suo posto. Ama soltanto lei.
Esaudisci questa mia richiesta e sarà un modo per non dimenticarmi.
Per ricordarti di noi.-
Il
dio la fissò ammutolito. Ripensare a Psyche gli faceva venire in
mente qualcosa di sbagliato, ma che era ormai irreparabile.
-Va
bene, Castità-riprese pochi istanti dopo-Te lo prometto.-
Aphrodite
accarezzò la guancia di Hermes, stanco per il rapporto carnale che
era appena avvenuto. Erano stesi vicini e lui la stringeva a sé con
un caldo abbraccio.
-Da
quanto tempo non facevamo più l'amore, Hermes?-le chiese lei, con
una voce che racchiudeva malizia e dolcezza
-Mi
era sembrato un periodo interminabile-le rispose, baciandole le
labbra
-Mi è
piaciuto-gli disse soddisfatta-Sì. Mi è proprio piaciuto.-
Un
sorriso compiaciuto si dipinse sul volto di Hermes-Ma lo sai cosa mi
piacerebbe in egual modo?-riprese la dea-Andare a spiare mio figlio
per vedere di persona quello che gli ha fatto quella sciattona-si
lasciò sfuggire un ghigno
-Non
ti sembra di aver esagerato?-la rimproverò-In fondo è nella sua
natura innamorarsi e...-
-Innamorarsi
di quella che vorrebbe prendere il posto di sua madre!-esclamò
Aphrodite, mettendosi seduta di scatto
-Non
credo che una mortale ardisca a tanto-riprese Hermes- Ed Eros
l'avrebbe punita a dovere se avesse avuto il minimo sospetto che
quello che dici tu è la verità, dopotutto è sempre un dio.-
-Accompagnami-lo
esortò di nuovo la dea-Metà del lavoro l'hai fatto tu, quindi è
giusto che ti gusti i suoi frutti-
-E
chi l'avrebbe fatta la prima metà?-anche il messaggero degli dei si
sedette di scatto, perplesso per ciò che aveva appena pronunciato
l'amante
-Io!-replicò
Aphrodite, come se la risposta fosse stata ovvia-Ho progettato io
questo piano o mi sbaglio? No! Tutta opera mia!-
'Donne'
pensò egli, sbuffando-Forse ne vale la pena come dici tu-si alzò e
prese il chitone che era finito sul pavimento, per rivestirsi
La
dea lo guardò soddisfatta, pensando fra sé e sé.
-Non
eri tu quella che aveva fretta?-la rimproverò Hermes, riportandola
alla realtà
-Quindi
il nostro è un addio?-riprese Eros, che non aveva alcuna intenzione
di finire il loro primo e unico incontro troppo velocemente. Sapeva
che probabilmente non l'avrebbe rivista mai più.
-Non
avremo molte possibilità di incontrarci, lo sai-rispose Castità,
tenendo gli occhi bassi-Ma è la promessa che mi hai fatto che ci
unirà per sempre.-
-Se è
l'unico modo per sentiti vicina farò tutto ciò che è in mio potere
per mantenerla-le prese delicatamente il volto fra le mani,
portandolo a breve distanza dal suo.
-Eros-gli
sussurrò la ragazza-Prima mi hai chiesto un bacio. Prenditelo-
Il
dio la fissò con occhi carichi di sorpresa e tenerezza- Lo vuoi
davvero?-
Castità
annuì.
-Le
tue labbra-il dio posò il dito su di esse-Sono così fragili...se le
baciassi si spezzerebbero. Ma ho trovato il giusto modo-e continuò
ad accarezzarle teneramente la bocca.
La
ragazza non si oppose, al contrario, provava quella sensazione così
vicina all'estasi che l'amore doveva provocare in ogni essere.
Qualche
istante dopo Eros compì esattamente lo stesso gesto, ma sulle
proprie labbra- Hai visto? Non è stato difficile. Se ti avessi
baciata in maniera tradizionale ti avrei ferita. Ma anche se il
nostro è stato un modo come dire, inconsueto, io ho avvertito lo
stesso trasporto che provo ogni qualvolta le mie labbra si incontrano
con quelle di un'altra ragazza. Dopotutto, ho trovato una maniera un
po' insolita, come del resto il nostro amore.-le sorrise,
accarezzandole i capelli biondi.
Si
sentì il rumore di una porta spalancarsi.
Eros
e Castità si voltarono. Non avrebbero mai immaginato di trovarsi di
fronte Aphrodite e Hermes che li guardavano con occhi pieni di
stupore e incredulità.
-Oh
costellazioni celesti! Ma cosa sta succedendo qui?-esclamò
Aphrodite, fuori di sé-Voi due non potete! Non è
possibile...io...io non ci credo!-
-Madre
calmati!-disse Eros-non stavamo facendo nulla. L'unica che ha cercato
di fare qualcosa sei tu!-
-Vedi
di non prenderti certe libertà con me!-gli rispose la dea, ancora
più in preda all'ira- Non stavate facendo nulla? Nulla? Tu lo chiami
'niente' dirsi quelle frasi d'amore, baciarsi con nuovi modi e chissà
quant'altro? Che credi? Vi abbiamo sentiti, Hermes ed io, mentre
facevate i vostri discorsi insensati da bambini immaturi quali
siete!-
-Ci
vuoi dire che ci stavate spiando?-intervenne Castità, contrariata.
-No-si
aggiunse Hermes, che non voleva essere escluso dalla discussione-Cioè
sì, ma siamo arrivati da poco. Aphrodite voleva vedere se tutto
stava procedendo per il verso giusto. Avremmo fatto meglio a rimanere
dov'eravamo, visti i risultati-concluse, sarcastico
-Hermes,
tu sei sicuro di aver riferito a quella lì ciò che ti avevo
chiesto?-la dea dell'Amore si rivolse all'amante con tono accusatorio
-No-intervenne
Castità al posto suo- Lui non c'entra. Abbiamo fatto tutto da soli.-
-E
non mi sembra che ci sia niente di male in tutto questo-disse Eros-
Quindi vedi di non fare sempre la solita impicciona.-
-Ma
certamente! Una relazione fra l'amore e la castità è la cosa più
naturale del mondo. Mi domando come ho fatto a non pensarci
prima!-urlò nuovamente Aphrodite-Ma dico, ti sei rammollito più di
quanto pensassi! E' stata sicuramente quella inutile mortale a farti
perdere la ragione e questa qui-si rivolse a Castità-non ha fatto
altro che completare l'opera!-
-Se
tu non avessi voluto punire tuo figlio per qualcosa di insensato,
probabilmente non ci ritroveremmo a questo punto!-le rispose
tagliente la sua antitesi- Ma non ha senso che ti preoccupi, io ed
Eros non ci rivedremo più. Hai ragione che non siamo fatti per stare
insieme, quindi ognuno tornerà alla sua vita-concluse
-Saggia
decisione-disse Hermes-Su, Aphrodite, non ha senso che ti scaldi
tanto. Li vedi? E' stata solo una debolezza. Se vuoi preoccuparti di
qualcuno, preoccupati della mortale. Sempre se a tuo figlio interessa
ancora-
-Sì,
gli importa, E' l'unica ragazza che ama.-Castità precedette Eros nel
replicare-Ma ora vorrei parlare con te di una questione, Aphrodite.
In privato-
La
dea dell'Amore acconsentì, e uscì per prima dalla stanza. Eros e
Castità si rivolsero un ultimo sguardo d'intesa, carico di tutti
quei sentimenti che in così poco tempo avevano capito di provare
l'uno per l'altra.
Quegli
istanti parvero loro infiniti, finché la ragazza non decise di
raggiungere Aphrodite e di richiudere lentamente la porta dietro di
sé.
-Che
mi volevi dire?-chiese Aphrodite, non appena fu raggiunta da Castità
-Due
cose. Primo, puoi tenerti le tue amiche. Non mi interessano-le
rispose immediata
-Vorrei
ben vedere! Non mi sembra che tu abbia fatto nulla per
meritartele!-inveì di nuovo la madre di Eros
-Pensala
come vuoi.-la giovane non le diede troppa importanza- Secondo, lascia
stare tuo figlio e quella mortale. Ormai sono sposati, non
impicciarti. E' la loro vita, tu non c'entri.-concluse, questa volta
con tono di rimprovero
-Non
sei certo tu a dirmi quello che devo fare, ragazzina.-replicò
Aphrodite, infastidita dalle parole di Castità- Mettiti nei miei
panni. Perché non posso avere il diritto di punire una mortale che
mi ha offesa? Non è forse legge comune di tutti gli dei? E poi credo
fermamente che mio figlio si meriti di più di quella Psyche. Una dea
che la superi in bellezza e in saggezza. Preferirei perfino te a lei,
se non fosse per le nostre divergenze.-
-Eros
deve stare con Psyche-disse di nuovo Castità, più decisa
-Non
che dirti, ci penserò-sospirò l'altra-Devi dirmi altro?-
-No,
ho finito. Addio, Aphrodite-E sparì, lasciando la dea sconcertata e
persa nei suoi più intimi pensieri
Hermes
fissò Eros. Gli faceva pena, tanta pena. Era insolito vedere che il
dio dell'Amore, come ogni altro essere vivente, era caduto vittima di
un'unione impossibile.
Si
avvicinò a lui e, appena gli fu davanti, gli posò una mano sulla
spalla in segno di conforto.
Eros
alzò gli occhi e gli rivolse uno sguardo di gratitudine, sforzandosi
di mostrarsi felice. Non che non apprezzasse il gesto di Hermes, ma
l'addio con Castità gli aveva provocato più dolore di quanto avesse
immaginato.
-So
che è banale da dire-il messaggero degli dei interruppe il
silenzio-Ma mi dispiace. Queste faccende sentimentali colpiscono
tutti prima o poi. Però vedrai, con il tempo supererai ogni cosa.-
-Ti
ringrazio, Hermes. Non avrei mai pensato che ciò che io rappresento
avesse un potere così immenso. E di questo non so se rallegrarmi o
rattristarmi. Ma ora non mi resta che tornare da Psyche. Ho due
promesse da mantenere.-disse Eros, provando a sorridere
-Ma
con quella mortale ne hai preso solo uno di impegno, sposandola.
Cos'altro hai fatto?-chiese Hermes, confuso.
Questa
volta il dio dell'Amore sorrise sinceramente. Infatti lui non pensava
al matrimonio che aveva celebrato con Psyche, ma alla promessa, fatta
a Castità, che durante la sua immortalità avrebbe sempre mantenuto.
Note:
Eccoci
alla fine, colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno
letto e che hanno lasciato commenti, sia positivi che negativi.
Aspettando
che dai piani alti mandino di nuovo l'ispirazione, ci rivediamo alla
prossima storia.
Visto
che non l'ho ancora fatto, ringrazio Sakura2480 e Nelco per aver
messo la storia nei preferiti e Naomi92 per averla messa tra i
seguiti.
Ringraziamenti:
Naomi92:
Innanzitutto ti devo ringraziare per i complimenti che mi fai sempre.
Eh sì questo è l'ultimo capitolo, e devo dire che anche a me
dispiace un tantino^^ Per quanto riguarda Eros, io me lo immagino un
bravo ragazzo nonostante tutto, e quindi ho deciso di renderlo in
questo modo. E sul fatto che sia affascinante, beh, mi sembra
naturale. Se no chi si innamorerebbe?u.u Povera Aphrodite, in fondo è
la sua natura essere sempre vittima e far vittime gli altri, In
questo caso Hermes, delle sue passioni. Ancora grazie. Bacio.
Sakura2480:
Non posso fare altro che ringraziare anche te per i complimenti che
non hai mai smesso di farmi. Spero solo che ti sia piaciuto come i
bucatini all'amatriciana XD. Bacio.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=516081
|