Stralci di vita di casa Lestrange

di Bellatrix_Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel povero lavandino ***
Capitolo 2: *** Il compleanno di Voldemort ***
Capitolo 3: *** Il compleanno di Voldemort (2 parte) ***
Capitolo 4: *** L'incubo di Don Rodo' ***



Capitolo 1
*** Quel povero lavandino ***


Bellatrix Lestrange stava camminando per il suo maniero immenso, alla ricerca di quel pezzo di merda del marito

In anteprima per voi…

 

Una fanfiction che ha cambiato la vita di molte persone…

 

 

Il destino

 

d’ora in poi

 

non sarà

 

più

 

LO STESSO.

 

 

Stralci di vita di casa Lestrange”

 

 

Leggete qui sotto.

 

 

 

Stralci di vita di casa Lestrange

 

 

Capitolo 1: Quel povero lavandino

 

 

Era un bel pomeriggio soleggiato e Bellatrix Lestrange stava camminando per il suo maniero immenso, alla ricerca di quel pezzo di merda del marito.

Erano passati 10 giorni e Rodolphus non aveva ancora fatto aggiustare il lavandino che perdeva, e Bellatrix era un tipo un po’…

“RODOLPHUUUUSSS!!!!!!!! HAI IDEA DA QUANTO  TEMPO E’ CHE IL LAVANDINO PERDE????”

“Be’…. Ecco, vedi amore… ci sono stati molti imprevisti…. Dovevo badare al cane di Voldemort perché lui era fuori città per lavoro… Lucius mi ha chiesto di firmargli un paio di carte…”

“NON TROVARE SCUSEEEEEEEE!!!!!!!!!!!” Bellatrix era incazzata nera; aveva gli occhi fuori dalle orbite e le orecchie che mandavano fumo.

“Non sto trovando scuse!” ribatté Rodolphus, cercando di calmarla.

“Ma lo sai quanto abbiamo perso con quel lavandinooo??? Ogni giorno cade il 30% dell’acqua in più, moltiplicando per dieci giorni diventa il 300%, cifra che non può esistere!! Quindi la nostra perdita è grave, molto grave! MOLTO MOLTO GRAVEEE!!!!!”

“Va… va bene, tesoro, provvederò a rimetterlo a posto… prima o poi…” Farfugliava Rodolphus, sapendo che quando la moglie si arrabbiava in quel modo, erano cazzi amari.

“TU, ADESSO, IMMEDIATAMENTE, IN QUESTO PRECISO ISTANTE, VAI IN BAGNO E METTI A POSTO QUEL CAZZO DI LAVANDINOOO!!!!!”

“Ehm… veramente Avery avrebbe un problema con…”

Bellatrix lo prese per un braccio e lo trascinò di sopra, nel bagno.

“Ora, caro, ti metti qui e non ti farò uscire finché non lo avrai riparato! Questi” gli disse, e mise una cassetta degli attrezzi per terra “sono gli strumenti necessari. Tra un’ora deve essere pronto.” E sottolineò l’ultima frase come una minaccia.

“Gulp, va bene” disse impaurito Rodolphus: lui non aveva la minima idea di come si aggiustasse un lavandino.

“Ciao tesoro!” E Bellatrix lo chiuse nel bagno, con doppia manata di chiave e con un incantesimo anti-alohomora.

“Ah, finalmente!” La padrona di casa era molto soddisfatta.

 

Nel frattempo, Rodolphus…

 

“Sigh….come farò a spiegarglielo che non so nemmeno da dove cominciare con questi lavori domestici!” si disperava Rodolphus “Lo devi fare tu Rodolphus! Non possiamo pagare un riparatore! Anche se siamo ricchi sfondati dobbiamo economizzare pure sulle piccole cose! Già è tanto che abbiamo un elfo domestico!” continuò, facendo il verso alla moglie.

Ragionò.

Lui era un mago.

E anche molto potente.

Quindi in teoria poteva comandare agli strumenti nella cassetta di aggiustare  il lavandino.

Puntò la bacchetta su un cacciavite. Questo si animò e gli andò a finire in testa, colpendolo e facendogli molto male.

“Ahia! Uff, devo imparare a controllarli meglio”.

Dopo dieci minuti il lavandino era a posto e Rodolphus gli aveva inserito anche l’idromassaggio.

“AMOOOREEE!!!! HO FINITOOO!!!!” Urlò Rodolphus dal bagno.

Bellatrix non lo sentì, poiché stava dormendo beatamente sulla sua poltrona preferita.

“BELLAAAA!!!!!! IL LAVANDINO E’ A POSTOO!!!!” si sgolava il povero Rodolphus, ignaro del fatto che la moglie era nel mondo dei sogni.

L’elfo domestico di casa, tale Duccio (l’avevano comprato durante un viaggio a Napoli…), si precipitò dal padrone, avendo sentito le sue urla.

“Don Rodo’, pcché state alluccando in questo modo?” chiese l’elfo, fermatosi davanti alla porta del bagno.

“Dov’è Bellatrix? Mi deve aprire la porta!” disse Rodolphus.

“La signora sta dormendo! E mi ha detto di non scitarla per nessun motivo!” rispose l’elfo, che da sempre aveva una strana inflessione dialettale, e non parlava di se in terza persona come gli altri elfi..

“E ora come faccio??” sospirò Rodolphus.

“E che volete che vi dica Don Rodo’! Non vi resta che aspettare che la signora si sceti! Non potete di certo rimanere dind a stu’ cess pe tutta la vita!”

“Va be’… puoi andare…” si rassegnò «Don Rodo’».

“Un’ ultima cosa, Don Rodo’!” disse Duccio.

“Dimmi”

“Per pranzo, domani, vuole un po’ di spaghetti a vongole e cozze, o vi preparo dei macheroni col sugo di carne?”

“Non puoi fare la pastiera che hai fatto a Pasqua??” chiese Rodolphus, con l’acquolina in bocca.

“Nossignore! La pastiera si fa solo a Pasqua, è tradizione!”

“Uhm…. Va bene, allora vada per gli spaghetti a vongole e cozze”.

 

Dopo cinque ore, a notte fonda…

 

Bellatrix finalmente si svegliò, dopo un breve (MOOOOLTO BREVE) sonnellino di cinque ore sulla sua poltrona preferita.

“Yahhhwn!!! Che bella dormita!” sbadigliò Bella.

“Oh, signo’ vedo che vi siete scitata! Disse Duccio, con un berretto da notte in testa.

“Si… ma dov’è Rodolphus?”

“Dove l’avete lasciato voi! Chius rend a ru cess!”

“Oh, merda, è vero!” esclamò Bellatrix allarmata, correndo subito al piano di sopra, seguita dall’elfo.

Arrivati davanti alla porta del bagno, Bella bussò.

“Rodolphuuuus, mi seeentiii???”

Nessuna risposta.

Con un tocco di bacchetta Bellatrix aprì la porta ed entrò.

Trovò Rodolphus nella vasca da bagno che giocava con le chiavi inglesi come se fossero aereolpanini.

“Fuiiiiii… ed ecco il PG1873 che si scontra con il KT2432…”

“RODOLPHUS!!!” alzò la voce Bellatrix.

“Si cara?” disse Rodolphus, continuando a giocare.

“Hai aggiustato il lavandino?” sibilò Bellatrix, con aria inquisitoria “O sei rimasto per tutto il tempo a giocare con le chiavi inglesi???”.

“Come! Si che ho aggiustato il lavandino! Prova!”

Bella si diresse verso il lavandino, diffidente. Constatò che non gocciolava più.

“Visto? E ci ho aggiunto anche il getto idromassaggio!”

Bellatrix andò su tutte le furie.

“E COSA CI FACCIAMO CON L’IDROMASSAGGIO NEL LAVANDINO??? LO DOVEVI METTERE NELLA VASCA!!”.

 

 

 

Fine 1° cap.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il compleanno di Voldemort ***


Stralci di vita di casa Lestrange

Stralci di vita di casa Lestrange

 

 

Capitolo 2: Il compleanno di Voldemort

 

 

Duccio stava preparando da mangiare, quando un gufo entrò dalla finestra e finì nella padella dove l’elfo stava facendo friggere il burro per il tacchino.

“DON RODO’ VENIT’A CCA!!! E’ LO STESSO SE INVECE DEL TACCHINO VI PREPARO UN GUFO??” urlò l’elfo, divertito.

Rodolphus si precipitò immediatamente in cucina.

“Che sta succedendo qui?” disse, spaventato.

“Guardate qua! Ditemi voi se io poi non mi devo impuntare!” ridacchiò Duccio, indicando la padella col povero gufo dentro.

“Aggiungici un po’ di rosmarino!” esclamò Rodolphus.

Ma addoooo’!!! Che c’azzecca il rosmarino col burro! Voi mi volete fare un attentato!” si indignò Duccio “Pensate a fare il Mangiacazzo là… come si chiama…”

“Ehm… Mangiamorte…”

“Si, infatti, Mangiamorte… e io penso a fare il cuoco!”.

Intanto Rodolphus si era avvicinato alla padella. Notò che il gufo alla zampa aveva una lettera.

“Duccio, ma qua c’è una lettera! Perché non me l’hai detto!” disse Rodolphus.

“Uh, vi devo dì la verità, nun me ne sev proprio accort!” rispose Duccio, con noncuranza, cominciando a lavare le carote.

Il padrone di casa infilò due dita nella padella, per prendere la lettera.

Ma fu così stupido da non accorgersi che la questa era ancora sul fornello, acceso, ed era incandescente.

“AAAAARGGGGHHHH!!!!! DUCCIO FAI QUELCOSA MI SONO COTTOOO!!!!!!”.

“Ue’ ue’, calmatevi, non vi agitate che se no mi rompete mezza cucina!” diceva Duccio, mentre Rodolphus si dimenava e faceva cadere pentole, cucchiai, piatti, tazze, sballava all’aria cestini di patate…

Stat’v feeeerm!!! No! No! A’caccavell noo!!!” si disperava l’elfo, ceracndo di far calmare il padrone, che aveva appena rotto una padella

Alla fine Rodolphus riuscì a mettere le dita cotte sotto l’acqua corrente e a prendere la lettera, con l’aiuto di Duccio.

Si spostò in salotto, per riuscire a leggere finalmente la lettera.

 

Caro Rodolphus,

Sono Voldemort e ti informo che ho organizzato una riunione segreta per festeggiare il mio compleanno, SENZA DONNE.

La festa ufficiale, alla quale prenderanno parte Bellatrix, Narcissa e le altre mogli dei Mangiamorte avrà luogo domani, a casa mia, alle 21.00.

Quella segreta SENZA DONNE (quando dico “senza donne” significa “senza mogli”, perché le donne ci saranno, le migliori ballerine brasiliane del mondo) si farà dopodomani, in un Hotel in Francia (a Bellatrix dirai che stai a lavoro).

Ok??

PS: Portati un paio di tanga.

Lord Voldemort, Signore Oscuro, capo dei Mangiamorte

Perché babbano non è buono!

 

A questo punto Rodolphus restò immobile, incapace di muoversi, con la sola facoltà di pensare.

-Uau le migliori ballerine brasiliane del mondo… che culo che ho avuto a diventare Mangiamorte…-

“RODOLPHUUUUS!!! AMMMOREEE!!!!! VIENI UN ATTIMO SOPRA, HO UNA SORPRESA PER TEEE!!!” la voce di Bellatrix giunse alle orecchie di Rod-il-momentaneamente-paralizzato.

Al che, già eccitato dalla lettera, Rodolphus non poté che pensare malamente…

Si materializzò subito in camera da letto dove pensava che avrebbe trovato Bellatrix secondo il suo stereotipo moglie perfetta.

“AAAAARRRRGHHH!!!!!!!!!!”

Invece non fu così.

Bellatrix era stesa, sì, sul letto, ma non sembrava lei.

Aveva infatti la faccia imbiancata da una crema, due fette di cetriolo sugli occhi e i capelli con i bigodini tenuti alti per mezzo di una retina gialla.

“CHE COSA HAI FATTO, ORRIDA BESTIA, A MIA MOGLIEEE???!!!!” urlò Rodolphus, terrorizzato da quella visione; non aveva ancora capito che quella era Bellatrix.

“Rod, ma che ti prende??” disse Bellatrix, sollevando una fetta di cetriolo dall’occhio destro, per vedere.

“Tu… tu sei Bellatrix???” chiese Rodolphus, ancora mezzo traumatizzato.

“Si, comunque domani è il compleanno di Voldemort,  gli ho già comprato il regalo… Tu hai per caso ricevuto una lettera da lui per dirci dove si fa la festa?” chiese Bellatrix.

“Si… cioè, no… voglio dire, forse…”

Rodolphus entrò nel panico.

Non sapeva cosa risponderle.

Poi gli si accese una lampadina nel cervello.

“Si, l’ho ricevuta, ma per sbaglio Duccio l’ha bruciata, pensando che fosse carta straccia… comunque la festa è domani a casa sua!”. Se l’era scampata.

“Uhm… c’era scritto a che ora?” biascicò Bellatrix.

“Ehm… si! Alle nove di sera!”.

 

Il giorno dopo, mezz’ora  prima della festa…

 

“Bellatrix!!! Ti vuoi decidere una buona volta!! Va bene quello nero! Adesso andiamocene!”.

“Aspetta! E se mettessi questo rosso??”.

“NOOO!!!!”

“Ok allora quello nero”.

Bellatrix era indecisa sul vestito da mettere e per di più Rodolphus si doveva ancora vestire, ed aveva bisogno ella camera intera.

“Io scendo giù a prendere il regalo!” Disse Bellatrix, chiudendosi la porta alle spalle.

Trovò il regalo su una poltrona del salotto, ma l’attenzione di Bella si focalizzò sulla lettera che stava sul tavolino.

Era la lettera di Voldemort per Rodolphus.

Bellatrix la lesse.

“Ah è così? Bene!”sghignazzò, aveva già in mente un piano per non far andare il marito a quella festa ‘segreta’.

 

 

Fine 2° cap.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Il compleanno di Voldemort (2 parte) ***


Stralci di vita di casa Lestrange

Stralci di vita di casa Lestrange

 

 

Capitolo 3: Il compleanno di Voldemort (2a parte)

 

 

Bellatrix e Rodolphus arrivarono alla festa.

La casa di Voldemort era addobbata con festoni di teschi sopra tutte le porte e sulle pareti di ogni stanza c’erano striscioni formati da serpenti intrecciati.

Il personale del catering era vestito di verde e argento e serviva pasti di ogni tipo: rustico a forma di serpente, torta a forma della faccia di Voldemort, salmone tagliato a forma del c…. di Voldemort (anche se molti non capirono di cosa si trattasse)…

Codaliscia accolse i Lestrange con il solito sorriso da sniffato, solo che quel giorno lo era veramente.

“Vo-volete darmi gli appendiabiti??!! Ah ah appendiabiti, capito?! Appendi-abiti!!! Ahahaha!!!” rideva il povero Peter, poi cambiò espressione e cominciò a minacciare Rodolphus:

“Tu, tu!! Orrendo mangiamorte del piripikkio farai una BRUTTAAAA FINEEE!!!! IO TI UCCIDOOO!!!” e sguainò una spada laser di Star Wars di plastica, cominciando a rompere soprammobili.

Lucius, che stava lì vicino chiamò la NEURO e lo fece portare via.

“Scusatelo, ma oggi ha incontrato Silente che gli ha dato la sua erba… e voi sapete che effetto fa l’erba di Silente…” disse Lucius, fingendosi mortificato, e accompagnando i Lestrange in soggiorno.

All’improvviso si spensero le luci e se ne accese una verde sopra la scala del salone, con tanti pipistrelli che svolazzavano intorno.

Voldemort si materializzò al centro del pianerottolo illuminato, con una mantello nero che gli copriva anche il viso.

Un vecchio giradischi cominciò a suonare Nove settimane e mezzo.

Para-pa pa pa paparapa pa pa…

Voldemort si liberò del mantello e lo pose a tre pipistrelli, che volando, lo poggiarono su un bancone.

Il Signore oscuro ora indossava uno smoking e scendeva le scale, schioccando le dita a tempo di musica.

Parapa pa pa pappara pa pa…

Poi si tolse la giacca e la camicia, con fare da figo, e le diede sempre ai pipistrelli, che fungevano da attaccapanni.

Fu la volta dei pantaloni, ma appena stava aprendo la cerniera Codaliscia, che era scappato dalla NEURO, tirò il tappeto che era ai piedi di Voldie e gli fece fare un salto mortale con tripla rovesciata, che lo fece andare a finire risotto alla pescatora.

“Phu!! Questi gamberi fanno schifo!” disse Voldemort, rialzandosi “TUUU!!! SOTTOSPECIE DI FORMA DI VITA UNICELLULARE!!” riferendosi a Codaliscia “TUUU!!! CHE DENTRO LA SCATOLA CRANICA NON HAI IL CREVELLO, NO!! TU HAI UN MISERO GIRINO IN QUELLA ZUCCA VUOTA!!!”.

“Mi-mi scusi, ma se la mia testa è vuota come fa ad esserci un girino??” chiese Confuso Codaliscia.

“GGGGRRRRRRRR!!!!!! ESCI FUORI DI QUIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” rispose Voldemort, con le pupille iniettate di sangue.

Poi, dopo che Codaliscia fu uscito fuori, disse:

“Ora, miei cari, possiamo continuare la festa! Musica!”

E il giradischi cominciò a suonare della musica Jazz.

Bellatrix, intanto, aveva radunato tutte le mogli dei Mangiamorte e le aveva messe al corrente del viaggio in Francia e delle ballerina brasiliane.

“Avete capito?? Ora, io ho progettato un semplice piano!” disse Bellatrix.

“Quale?” domandò curiosa Narcissa.

“Questo” rispose Bella, tirando fuori dal vestito una boccetta “è lassativo! Una goccia in ogni bevanda e il gioco è fatto! Domani staranno incollati tutti nel bagno per ore!!!”.

“Si ma… c’è una piccola insignificante pecca nel tuo piano” mormorò la moglie di Rookwood.

“E cioè?” disse brusca Bellatrix, non sopportando che la si contraddicesse.

“Se mettiamo il lassativo in ogni bibita, cosa dovremo bere noi??” ragionò la signora Rookwood.

“Dimmi, cara… cosa non bevono mai gli uomini ad una festa?” chiese Bellatrix e poi si rispose da sola “L’acqua!! Ovvio! Gli uomini non potranno mai bere ad una festa della semplice acqua! Piuttosto si scoleranno trecento bicchieri di ponch!!”.

“Uh… hai ragione!!!! Quindi metteremo il lassativo dovunque, tranne che nell’acqua!!” disse Narcissa, riassumendo.

“Esatto! Al lavoro!”.

 

E così Bellatrix e le altre signore attuarono il loro piano, versando il contenuto della boccetta nelle varie bibite.

 

Il giorno dopo, la mattina della partenza per la Francia…

 

Dal bagno di casa Lestrange si sente una voce sospetta.

“BELLATRIX!!! E’ FINITA LA CARTA IGIENICA ME NE PUOI PORTARE UN ALTRO PO’??”

“QUANTI ROTOLI, CARO??”

“UNA DECINAAA!!!!”.

 

 

Fine 3° cap.

 

 

 

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Capitolo 4
*** L'incubo di Don Rodo' ***


Stralci di vita di casa Lestrange

Stralci di vita di casa Lestrange

 

 

Capitolo 4: L’incubo di Don Rodo’

 

 

Hiii!!! Nooo!!! Aiutooo!!! Ti prego nooo!!!! AHHH!!!! NOOO!!!! POSA QUEL CAPPIOO!!! PERCHE’ MI DEVI IMPCCAREE??”

Erano le due di notte e Rodolphus si dimenava come un pazzo nel letto. Stava facendo un bruttissimo sogno.

Bellatrix, non riuscendo a dormire in nessuno modo, cominciò a scuoterlo violentemente, ottenendo soltanto grida maggiori.

“AHHHHHH!!!!!! COSA VUOI DA MEEE!???”

Alla fine, esausta, gli tirò due ceffoni molto forti, e così lo fece svegliare.

“MI VOGLIONO PRENDEREEE!!! BELLATRIX!! HO SOGNATO CHE MI IMPICCAVANOO!!!!” urlava.

“Lo so, ti ho sentito, ora dormi!”.

“Dormire??? Ma come faccio a dormire se so che da un momento all’altro mi ammazzeranno???”.

“Nessuno ti vuole ammazzare!” rispose secca Bellatrix.

Aaaaah ho capitooo!!! Ti sei messa d’accordo con il boia per farmi impiccare!!! Per prenderti la mia eredità!!” disse Rodolphus, stile Cooman, alzandosi dal letto e andando verso la porta.

Ma tu sei tutto matto! Io sono più ricca di te!” esclamò Bellatrix, rigirandosi nelle coperte.

Sssshh!!! Silenzo! Zitta!” lui fece una pausa, mettendosi una mano dietro l’orecchio, per ascoltare “Senti?”.

“Io non sento niente, fammi dormire”.

SShh!!! Senti questi passi? Questi passi leggeri? Sono del bioaa!!! E’ venuto a prendermi!!!”.

In effetti dei passi si sentivano e da quanto si poteva dedurre, stavano andando in camera da letto.

Rodolphus, torna a letto! Domani dobbiamo andare a pranzo da Narcissa e Lucius, quindi…”

“SSSHHHH!!!!!!!!!!! IL FATTO CHE TU NON SIA MINIMAMENTE ITERESSATA A ME NON TI AUTORIZZA A FARMI AMMAZZARE!!!” urlò Rodolphus, oramai terrorizzato da quei passi che sembravano sempre più vicini.

Il padrone di casa afferrò il vaso di murano sopra il comò, e si mise di guardia.

La porta si aprì.

“Scusatemi se…”

SBONG!!

CRASH!!!

Il povero Duccio, che aveva fatto l’intrepida azione di domandare se andava tutto bene, finì disteso per terra, con un bernoccolo vistoso e parecchie pizze che gli giravano intorno.

“RODOLPHUS HAI STESO DUCCIO!!! E HAI ROTTO IL MIO VASO DI MURANO!!” strillò Bella.

“Non mi importa un accidente del vaso! Quello che conta è che ho preso quello che mi voleva assassinare!” ribatté Rodolphus, risoluto.

“DUCCIO NON TI VOLEVA ASSASSINARE! ORA CURALO E VIENI A DORMIRE!” ordinò Bellatrix.

“SI, CERTO, COSI’ MAGARI MENTRE MI APPISOLO TU CON UN COLTELLO MI SQUARCI LA PANCIA E LO FAI PARERE UN INCIDENTE!”

Uff… Va bene… Va bene…” mormorò la padrona di casa.

Bella con la bacchetta guari Duccio, e lo accompagnò a dormire.

Quando ritornò in camera da letto trovò Rodolphus con un elmo da militare che si nascondeva dietro il letto, con la bacchetta sguainata.

“VA DE RETRO, SANATA!!” urlò il marito.

Rodolphus, si dice Satana, non Sanata!  Forza, vieni a letto!” esclamò esasperata Bellatrix.

“NOOO!!! TU MI UCCIDERAI, LO SENTOO!!!!” si rifiutò Rodolphus.

“Ah, davvero? ALLORA CREDO CHE STASERA DORMIRAI SUL DIVANO!!!” e detto questo spedì Rodolphus fuori la porta, con una coperta.

“Oh, finalmente! Così almeno stanotte non la sentirò russare!” pensò felice Rodolphus.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

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