Favole D'Amore

di Padme86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Principessa e il Cavaliere ***
Capitolo 2: *** Il coraggio di amare ***
Capitolo 3: *** Passione e Follia ***
Capitolo 4: *** Sole e Ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Il principe e la serva ***
Capitolo 6: *** Amore o Passione? Questo è il dilemma ***



Capitolo 1
*** La Principessa e il Cavaliere ***


Un tradimento

Salve a tutti, signori e signore, e benvenuti alla celebrazione dell’Amore.

Mi presento, io sono il Cantastorie e vi narrerò diverse storie.

Storie che parlano d’amore. E tutto ciò che lo riguarda.

 

Questa prima storia parla di un tradimento.

Un cuore spezzato.

Un incidente forse evitabile.

La luce che si spegne da due occhi innocenti.

Volete sentire una favola?

La storia di una principessa dal cuore ferito

E del giovane che le donò l’amore che meritava.

Buona lettura.

 

 

 

 

La principessa e il Cavaliere

 

 

Era una giornata piovosa, insolito in quella stagione. Solitamente d ’estate quasi tutti i giorni il sole picchiava forte sulle teste della gente, riscaldava ogni cosa, anche i cuori a volte.

Ma quel giorno no… Anche il cielo piangeva per il cuore ferito e la luce che si era spenta nei candidi e innocenti occhi nocciola di una persona tradita.

Giaceva ancora sul quel letto, pochi giorni erano trascorsi dal terribile incidente che l’aveva coinvolta.

I capelli castani ricadevano dolcemente sul cucino, l ’abbondante bendatura agli occhi le copriva gran parte del viso, ma lasciava scoperti il piccolo naso e le labbra rosee e sottili.

Il viso liscio e delicato e il corpo piccolo, magro ma tonico, nascosto sotto le coperte di quel piccolo letto d ’ospedale erano la prova che si trattava di una giovane molto bella.

Il continuo suono dell ’elettrocardiogramma riecheggiava senza sosta in questa stanza bianca e spoglia.

Forse è il caso di tornare a qualche giorno fa, non credete? Ora vi racconterò che cosa ha causato quest’immagine così triste.

 

Cosa provoca il dolore?

Cosa può spezzare un fragile cuore in tanti frammenti?

Frammenti, che si spargono come vetro insignificante su una superficie morta.

L’amore acceca come una luce abbagliante.

Il tradimento ferisce come un pugnale nel cuore.

 

E’ una festa di compleanno, in un’enorme villa dall’aspetto gotico e misterioso.

Una ragazza chiacchiera allegramente con le amiche: ha i capelli castani, corti e sbarazzini, gli occhi blu come la notte, un viso liscio e perfetto e un corpo tonico e atletico… Una vera bellezza. Ma non vi è solo quello: il suo carattere è dolce, gentile, ma grintoso quando serve.

Ha solo un unico difetto: è troppo innamorata.

Un ragazzo dai capelli argentei e gli occhi ametista le si avvicina, posandole una mano sulla spalla e sorridendole.

“Ehi Sara, come va?”

Sara… E’ il nome della giovane protagonista di questa storia, signori.

Bel nome, non trovate?

“Tutto bene, Kei. Grazie per avermi invitata, la tua festa è fantastica!”

“Sei la mia migliore amica, non potevi mancare ai miei vent’anni.”

“Non potevo perdermi il tuo precario invecchiamento, vorrai dire!”

Eccoli qui, signori: due migliori amici, uniti da un’amicizia unica e potente.

Almeno per quanto riguarda Lei.

Lui invece è da molto tempo che sente qualcosa di diverso, un sentimento forte e devastante.

Un sentimento chiamato Amore.

Ma non può confessarlo: lei è già impegnata e molto innamorata, ma purtroppo della persona sbagliata.

“Dov’è Boris? Lo hai visto per caso? È mezz’ora che lo cerco.”- domanda dolcemente la giovane all’amico, che non sa cosa risponderle. Lui sa dov’è andato e vorrebbe tanto confessarlo alla ragazza, ma ha paura della sua reazione.

Lui sa che Boris la tradisce ogni volta che ne ha occasione.

Ne è al corrente perché una volta lo ha visto senza farsi vedere e da quel momento ha cominciato a disprezzare l’amico che non sa di avere accanto la cosa più bella che si possa desiderare.

“No, mi dispiace. Anch’io lo cerco, tra poco si taglia la torta.”

“Quell’impiastro, lo vado a cercare, tu aspettaci ok?”- mormora dolcemente Sara, allontanandosi, cercando il fidanzato.

Chiede ad un paio di persone, quando le dicono che è salito al piano di sopra. La giovane si avventura, cercando Boris in ogni stanza, anche nel bagno, quando alla fine arriva ad una porta. Da dietro essa provengono gemiti e sospiri, incitamenti a non fermarsi…

Non vorrebbe aprire, potrebbe essere chiunque, ma quando sente la voce femminile urlare il nome di Boris apre di scatto la porta, trovandosi davanti ad una scena che le spezza il cuore in mille pezzi…

Boris, il suo Boris, in quel letto, sopra una ragazza bionda completamente nudo, come la ragazza. Il giovane appena la vede alza il volto di scatto e la fissa: è come se non gli importasse di essere stato scoperto, anzi la cosa sembra compiacerlo.

“Ciao piccola, ci hai messo meno di quanto pensassi.”

“Boris… Perché?”- gli occhi di Sara sono un fiume di lacrime, ormai. Il suo cuore è spezzato, ridotto in mille pezzi da quell’essere insensibile che lo ha preso tra le mani e lo ha dilaniato, schiacciandolo sotto i piedi.

“Che ti aspettavi? Che restassi fermo mentre ti vedevo fare gli occhi dolci ad Hiwatari tutto il tempo? Io sono fatto così, se non ti sta bene puoi anche chiudere la porta.”- un sorriso malvagio sul volto di Boris, mentre il viso della giovane è ormai inondato dalle lacrime che senza sosta escono dai suoi occhi.

“Sei un bastardo!! Io ti amavo, vai all’inferno!”- Sara sbatte la porta con violenza, riscendendo poi le scale velocemente e tornando nel grande salone, attirando su di se l’attenzione degli invitati.

Kei la vede correre verso l’uscita e si avvicina subito a lei, prendendola per un braccio e incrociando il suo viso: puro dolore si legge in quel volto bello come il sole e la disperazione nei suoi occhi nocciola fanno fermare il cuore di Kei per un solo breve attimo.

“Sara, che cosa è successo?”

“Chiedilo a Boris! Sarà felice di risponderti, dopo che ha finito di scoparsi quella troia che si è portato di sopra!”- sul volto di Kei compare una nota di rabbia, mista a dispiacere: forse ha sbagliato, doveva dirle subito la verità.

“Dimmi che non lo sapevi… Ti prego.”

“Sara, io volevo dirtelo, ma non volevo ferirti e temevo che non mi avresti creduto. Perdonami piccola…”- Sara si sente ferita anche dal suo migliore amico: lui sapeva e non le ha detto nulla. Il suo cuore ora è troppo insanguinato per accettare tante cose tutte insieme, non ce la fa.

Senza più dire una parola si districa dalla presa di Kei e corre verso l’uscita, il ragazzo la segue chiamandola in continuazione ma lei non si volta.

Non vede nulla, non sente nulla.

Nemmeno la macchina che arriva a tutta velocità, colpendola in pieno e scaraventandola lontano.

 

A volte l’inevitabile non può essere evitato?

Il destino può essere scritto come possiamo crearcelo?

Ma si può combatterlo?

Combattere il Fato è giusto o sbagliato?

Forse il Destino si deve semplicemente Viverlo.

 

Kei, inorridito, corre subito da lei, mentre il resto degli invitati si precipita a vedere che cosa sta succedendo. Il ragazzo si china su di lei, stando attento a non toccarla, chiamando un ambulanza… Ha una brutta ferita alla testa e graffi su braccia e gambe.

“Sara! Sara, ti prego rispondimi! Apri gli occhi, ti supplico!”

“K… Kei…”- una flebile voce esce da quelle labbra che tante volte gli hanno scaldato il cuore. Le prende la mano, stando attento a non farle male.

“Si Sara, sono qui. Resisti ti prego, l’ambulanza sta arrivando.”

“Non riesco… Non riesco a vederti… E’ tutto buio qui…”- un lampo di terrore percorre gli occhi di Kei, mentre arriva l’ambulanza. I paramedici caricano la ragazza e lui, con non molta fatica, riesce a salire insieme a lei standole vicino.

Una volta arrivati all’ospedale la giovane viene condotta in un’altra stanza, dove gli impediscono di entrare. Kei prende il cellulare, chiamando il suo migliore amico: Yurij.

Non era presente alla festa, perché impegnato con la sua fidanzata.

Lo implora di venire subito, gli racconta a grandi linee che cosa è accaduto e l’amico lo rassicura che saranno lì a momenti.

L’argenteo si siede su una delle tante poltroncine della sala aspetto e attende…

Attende di rivedere la sua amata Sara uscire da quella sala operatoria e tornare a sorridergli.

E nel frattempo maledice Boris… Quell’essere senz’anima che l’ha ridotta in quello stato per la sua libido.

Passano circa venti minuti quando nell’edificio fanno capolino un ragazzo dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi azzurri come il ghiaccio, accompagnato da una ragazza dai capelli biondi e gli occhi viola.

I due vedono Kei e lo raggiungono, il rosso lo stringe forte conscio del fatto che l’amico sta soffrendo molto… Lui conosce i veri sentimenti dell’argenteo e lo capisce meglio di chiunque altro.

“Grazie di essere venuti, ciao Chloe come stai?”- mormora, rivolgendosi alla bionda che lo cinge in un delicato abbraccio. È la ragazza di Yurij, la sua fidanzata ufficiale, sempre buona e gentile con lui.

I tre si siedono e Kei comincia a raccontare loro ogni cosa: lo sguardo di Yurij è furente, non perdonerà Boris, mai. Sara per lui è come una sorella, le vuole davvero bene e sapere che adesso è in sala operatoria per colpa di quel ragazzo gli fa ribollire il sangue.

“Immaginavo che sarebbe successo, l’ho detto anche a Sara, ma non ha voluto sentire.”

“Cercate di capirla, quando si è innamorati non si ascolta nessuno.”- cerca di confortarli Chloe, abbracciata al suo ragazzo.

Kei li osserva: tante volte avrebbe voluto dimostrare a Sara lo stesso affetto, lo stesso amore… Tenerla stretta a se, sussurrarle quanto la ama e che mai al mondo l’avrebbe lasciata.

Passano due ore quando un medico si decide finalmente a dare qualche notizia ai ragazzi, trepidanti e agitati per le condizioni della loro amica.

“Allora dottore, come sta?”- domanda Kei al medico, non nascondendo la sua agitazione. Lo sguardo di quest’ultimo non lascia presagire niente di buono…

“Ha qualche costola rotta, dovrà stare qui almeno un paio di settimane, forse meno, ma…”

“Ma? Avanti, ci dica tutto! Come sta Sara?”- Kei ormai sembra non essere più intenzionato ad aspettare: vuole sapere e subito.

Yurij gli mette una mano sulla spalla, facendolo calmare, mentre il medico cerca le parole adatte per dire quella che ormai sarà una terribile realtà.

“Il grande trauma cranico ha danneggiato il nervo ottico principale, causando una irrimediabile lesione.”

“Quindi? Che cosa vuole dire…?”

“La vostra amica ha perso l’uso della vista e le probabilità che la recuperi sono quasi nulle.”- il cuore del giovane Kei manca di un battito: Sara, la sua dolce Sara, non potrà più vedere.

Chloe piange tra le braccia di Yurij, che cerca di trattenere le lacrime. Il medico dice loro che possono vederla, ma che ancora non sa nulla… Kei si reca in camera dell’amica insieme alla coppia, cercando le parole giuste per dire alla ragazza dei suoi sogni che non potrà più vedere per il resto della sua vita.

I tre arrivano e aprono delicatamente la porta, trovandola nel letto: la testa e gli occhi sono ricoperti da una grossa fasciatura, ha dei cerotti sulle braccia e una flebo attaccata al braccio.

Kei le si avvicina lentamente, conscio del fatto che quella responsabilità spetta a lui… Si siede sul bordo del letto, stando attento a non farle male, e le mette la mano sulla sua.

Sara mugugna qualcosa, per poi afferrare quella mano calda che la sta rincuorando…

“Mh… Kei, sei tu?”

“Si sono io, ciao Sara…”- il giovane le prende la mano e ne bacia il dorso, stringendola. Yurij e Chloe si avvicinano, salutandola… Sara racconta loro che ricorda solo di aver trovato Boris con un’altra, di essere scappata e che poi ha dei ricordi sfocati.

Kei non sa cosa fare: deve dirle la verità, ma non sa in che modo.

“Sara… Ora devi essere forte.”

“Mi stai spaventando, adesso. Che succede, Kei?”

“Dopo che sei uscita dalla villa una macchina ti ha investito e hai battuto la testa… Questo fatto ha causato un danneggiamento del nervo ottico.”

“Che… Che cosa vuol dire?”

“Sara… I medici dicono che non potrai mai più usare la vista.”- il corpo della ragazza è scossi da violenti tremori, segno che la notizia l’ha sconvolta…

“Sara, io…”

“Via…”

“Cosa?”

“Andate via, lasciatemi sola.”

“Ti prego, lascia che io…”

“VATTENE!!! LA COLPA E’ ANCHE TUA! SE SOLO MI AVESSI DETTO LA VERITA’ ADESSO NON SAREI QUI!! VAI VIA, VATTENE!!”- la rabbia della giovane sfocia in un pianto disperato, mentre Kei cerca di assimilare quanto la donna dei suoi sogni ha appena detto: “è anche colpa tua”.

Sa che ha ragione, di avere anche lui la sua parte di colpa, e non riesce a sopportarlo.

Con il cuore a pezzi Kei esce dalla stanza, fermato invano da Yurij e, lasciando i due amici a prendersi cura della sua amata Sara.

‘Perdonami piccola Sara…”

 

Rabbia bruciante, che hai accecato il mio cuore.

Della vista sono stata privata, ma non dovrei poter vedere col cuore?

Il mio cuore, che mi ha tradito.

O forse io ho voluto essere tradita da esso.

Ora lui va lontano da me.

E’ davvero ciò che desidero?

 

Da quel giorno il giovane argenteo non fece più visita alla ragazza. Ormai era passata quasi una settimana e per Sara stava arrivando il momento di tornare nel mondo esterno… Aveva paura e non voleva farlo, il sapere che non poteva più vedere i suoi amici, il sole, il cielo, le faceva troppo male.

‘Non voglio uscire nel mondo, ho paura… Kei, vorrei tanto che tu fossi qui.’

Immersa nei suoi pensieri, Sara sentì la porta aprirsi e come ogni giorno riconobbe la voce di Yurij.

“Ehi impiastro, come stai?”- quel suo modo di chiamarla fintamente offensivo le strappa sempre un sorriso, soprattutto in un momento come quello.

Da quasi una settimana l’amico le faceva visita tutti i giorni portandole sempre qualcosa, dai biscotti alla musica, e per lei era un grande sostegno averlo vicino.

“Ciao Yu, sto meglio, e tu?”

“Bene, oggi ho finito di lavorare prima per cui ho pensato di passare in anticipo. Ti ho portato qualche biscotto e il tuo I-pod aggiornato.”- disse tranquillo il giovane, mettendo a posto le cose che aveva portato. Sara sorrise, mentre Yurij si sedeva accanto a lei, prendendole la mano…

“Tra tre o quattro giorni mi dimettono.”

“E non sei felice?”

“A che scopo? Tanto non potrò più vedere dove andrò, cosa mangerò… Yurij, io non ce la faccio…”- Sara cominciò a singhiozzare, mentre l ’amico si sedeva davanti a lei, accogliendola in un caldo abbraccio.

Boris non si era nemmeno fatto vivo dopo aver saputo dell ’accaduto, anzi quando gliel ’avevano detto sembrava del tutto indifferente, tanto che Chloe aveva dovuto portarlo via a forza per evitare che gli saltasse al collo.

E Kei… Da quel giorno non aveva più messo piede in ospedale. Ci aveva parlato e il senso di colpa lo stava divorando, tanto che non aveva più la forza di vedere Sara: la persona che amava più di chiunque altro.

“Yu?”

“Dimmi.”

“Kei… Kei è mai venuto qui a trovarmi?”

“No, mi dispiace.”- non aveva senso mentirle, sapeva che il suo amico non lo voleva: sia lui che Sara detestavano le menzogne.

La giovane chinò il capo, triste… Era stata lei ad aggredirlo, a mandarlo via, dandogli una colpa che non aveva.

Era stata solo capace di scaricare su di lui tutta la rabbia e la delusione che provava in quel momento… Ed ora il suo migliore amico non era accanto a lei.

A confortarla con le sue parole sempre incoraggianti.

A rincuorarla come solo lui sapeva fare.

A darle la forza di cui aveva bisogno.

Non c’era… Ed era tutta colpa sua.

“E’ tutta colpa mia… Io vorrei che lui fosse qui e invece… E tutto perché…”- Sara si lasciò andare ad un pianto liberatorio tra le braccia di Yurij, che cercava di calmarla.

Se solo Kei avesse superato il suo senso di colpa adesso tutto sarebbe a posto.

Una cosa legava quei due: la testardaggine.

L’avrebbero mai superata?

Si sarebbero mai accorti di non poter fare a meno l’uno dell’altra?

Tale era la domanda che in quel momento albergava nel cuore del ragazzo, che continuava ad abbracciare la persona più vicina ad una sorella che avesse.

 

Tu, che adesso non ci sei.

Mia è stata la colpa se ora non sei al mio fianco.

Perdona la mia stupidità.

Puoi farlo?

Vorrei stare tra le tue braccia.

Ho bisogno solo di Te.

Altro non mi serve.

Solo tu.

 

Ma nel frattempo anche un’altra persona stava soffrendo…

Chiuso nella sua villa, Kei stava cercando di non pensare a Sara, al male che, inconsciamente, le aveva fatto.

Teneva il cellulare in mano, il desiderio di chiamarla era forte… Voleva sapere come stava, come si sentiva, se aveva bisogno di lui…

Ma perché farlo, se ora lo odiava?

Era inutile piangere sul latte versato, quel che era fatto non si poteva cambiare.

Un improvviso trillo lo distolse dai suoi pensieri; era un messaggio di Chloe.

Ciao Kei, come stai? Senti, io sto raggiungendo Yurij in ospedale, da Sara, sei sicuro di non voler venire? Fammi sapere, un bacio.

P.s: Smetti di tormentarti, ha bisogno di te. Ti voglio bene.

Chloe… Sempre così dolce e gentile con lui, Yurij aveva vinto alla lotteria con lei. Tante volte li aveva osservati, innamorati e felici, e li aveva invidiati…

Anche lui desiderava quelle attenzioni, quegli sguardi pieni d’amore, quei baci dolci e piacevoli… E li desiderava dall’unica persona che non lo vedeva, in tutti i sensi ormai.

No, scusami Chloe… Non me la sento ancora, in fondo ha detto che non vuole vedermi e non voglio farla stare male. Salutami Yurij e dille… Non lo so… Che le voglio bene. Un bacio anche a te.

Scrisse quel messaggio in fretta, tornando poi ad osservare il soffitto, come se potesse dargli una risposta al suo turbamento.

Tante volte aveva cercato di non pensarci… Ma senza risultato: i suoi pensieri correvano sempre a quel momento.

Non trovate che questo giovane sia un vero testone?

Orgoglioso, certo, darebbe l ’anima per il suo orgoglio.

Alle volte più freddo dei ghiacci del Polo Nord.

Scorbutico e tende a rendersi anche antipatico.

Ma che sa essere un ottimo amico e un grande sostegno quando serve.

Ed è Innamorato.

Ma può l’amore essere più forte dell’orgoglio e soprattutto della paura?

Il campanello cominciò a suonare alla sua porta, svogliatamente si alzò e andò ad aprire, trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere…

“Boris…”

“Salve Hiwatari, sto cercando Sara.”

“E’ ancora in ospedale e comunque perché la cerchi qui? Non vuole vederti.”

“Devo farmi ridare le mie cose ed io le ho portato le sue cianfrusaglie inutili.”- disse apatico il ragazzo, porgendo a Kei una piccola scatola con dentro molte cose.

L’argenteo fissò Boris con rabbia: la voglia di riempirlo di botte era forte, ma non voleva sporcarsi le mani.

“Sei un benemerito bastardo… Sara non potrà più vedere per colpa tua e tu ti atteggi come se non centrassi nulla! Mi fai solo schifo…”

“Pensa quel cazzo che ti pare, Hiwatari, ma ero stanco di vedere la mia donna sbavare intorno a te e mi sono divertito prima che lo facesse lei.”

“Che cazzo stai dicendo?! Lei ti amava!”

Kei era furente: lui sapeva meglio degli altri quanto Sara fosse innamorata di quel bastardo che non meritava nemmeno una briciola dell ’amore della ragazza, e adesso si permetteva di comportarsi in quel modo.

“Forse è vero, ma ciò non toglie che io sono sempre stato al secondo posto rispetto a te. E se sei tanto imbecille da non essertene accorto è un problema tuo, dalle queste cose e dille che per quanto mi riguarda non mi farò più vivo. Addio Hiwatari.”- Boris porse la scatola a Kei, salendo poi a bordo della sua macchina e partendo a tutta velocità.

Kei lo vide andare via, chiedendosi come aveva fatto a trattenersi dal rovinargli quella faccia del cazzo!

Chiedo scusa, sono un Cantastorie e non dovrei dire tali volgarità.

Vi chiedo perdono signori, ma ora torniamo al nostro Kei.

Il giovane si sedette sul divano, mettendo la scatola sulle sue gambe e cominciando a rovistare tra le cose che quel bastardo di Boris aveva riportato a Sara.

Vi erano delle foto di loro due insieme, nel loro primo periodo. Le cose tra loro andavano bene in principio, ma poi ci fu il primo tradimento da parte di Boris e naturalmente Sara era sempre stata all ’oscuro di tutto.

La sua attenzione però si spostò su un piccolo quaderno, semplice, con un gattino col cappello stampato sopra.

Kei lo aprì e riconobbe la calligrafia di Sara, delicata e sempre corretta, come solo lei sapeva  fare.

C’era scritto un po’ di tutto, dalle frasi dolci a quelle tristi, un po’ come poesie.

Ma una in particolare rapì il giovane argenteo…

 

 

Se nel cuore non posso tenerti

Vorrei averti sempre al mio fianco.

Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai

Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per me?

Riuscirò mai a dirtelo?

Il coraggio vorrei trovare

Anche solo per dirti che per me sei importante.

Come i fiori hanno bisogno del Sole

Io ho bisogno di Te.

Al mio migliore amico.

 

 

 

Il cuore di Kei perse qualche battito: che fossero davvero riferite a lui quelle parole?

Tale domanda non faceva che passare per la testa di quel giovane innamorato per troppo tempo nascosto nell’ombra.

Sara non aveva un secondo migliore amico, di regola quel posto era sempre stato suo da quando aveva memoria… Perché non gli aveva mai detto niente?

C’era solo un modo per saperlo… Era rischioso, ma cosa importava?

Si alzò, posando la scatola sul divano, prendendo il quaderno e mettendosi la sua giacca di pelle nera. Si avviò verso il garage, prendendo la sua moto, mettendosi il casco, e partendo alla volta dell ’ospedale. Ci mise meno di dieci minuti ad arrivare; avrete capito che al nostro prode cavaliere piace la velocità.

Entrò nell ’edificio, correndo verso il padiglione dov’era ricoverata Sara, non curandosi degli sguardi curiosi che gli lanciavano alcuni. Una volta arrivato si avvicinò alla stanza dove si trovava la sua migliore amica. Il passo era lento, come se agognasse quel momento tanto atteso quanto temuto… Stava facendo la cosa giusta? Era davvero convinto di voler sapere i veri sentimenti di Sara per lui? E se invece si sbagliasse? Se quelle parole trasmettessero solo l’amicizia vista dal punto di vista della ragazza? Troppe domande e non era da lui farsi tante domande, ve lo assicuro!

Ma una cosa la sapeva: era ora di smettere di avere paura.

Lui l ’amava, da sempre, e non era di certo una cosa brutta, non trovate?

Raccogliendo tutto il coraggio che possedeva, bussò alla porta, sentendo un flebile e dolce “avanti”.

Aprì la porta, lentamente, trovandola nel suo letto, intenta a mangiare qualche biscotto, sicuramente dono di Yurij.

Era molto grato all ’amico di essersi preso cura di lei in quei giorni per loro difficili e lo avrebbe ringraziato a dovere.

“Ciao Sara, sono Kei.”

“Lo so, ho riconosciuto il tuo profumo…”- Kei sorrise debolmente: stava già cominciando ad affinare il suoi sensi, era veramente brava.

“Che fai? Vuoi restare lì immobile? Vieni qui, ho bisogno di parlarti.”

“Anch’io.”- rispose il giovane, sedendosi sul bordo del letto, e accarezzandole lievemente la mano. Sara posò la sua su quella di Kei, accarezzandola… I corpi di entrambi sembravano solo volersi sfiorare.

“Comincia prima tu, allora.”- mormorò Sara con un sorriso, mentre Kei prendeva il quaderno e cominciava a leggere quelle parole…

“Se nel cuore non posso tenerti

Vorrei averti sempre al mio fianco.

Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai

Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per me?

Riuscirò mai a dirtelo?

Il coraggio vorrei trovare

Anche solo per dirti che per me sei importante.

Come i fiori hanno bisogno del Sole

Io ho bisogno di Te.”

Sara sentì il cuore accelerare: come aveva saputo di quello scritto? Solo lei era a conoscenza di quelle parole, di quei pensieri, li aveva scritti nel piccolo quaderno che era rimasto a casa di Boris. Allungò la mano e sentì il medesimo oggetto tra le mani di Kei: di sicuro il suo ex aveva fatto piazza pulita delle sue cose e le aveva consegnate a lui.

“Questo… Te lo ha riportato Boris?”

“Si, insieme ad altre cose che ti appartengono. Sara, so di essere stato scorretto a leggerlo, ma devo saperlo: cosa provi per me? Sono davvero il tuo migliore amico? O qualcosa di più? O anche di meno?”

“Di meno?! No, quello assolutamente no. Tu… Tu sei tutto.”

“Tutto? Spiegati, per favore.”- la piccola Sara si grattò la nuca e si morse un labbro, cercando le parole giuste per rivelare quella verità che ha tanto negato anche a se stessa.

Kei era una persona unica.

Il suo più grande sostegno.

Il suo più fedele confidente.

Il suo migliore amico.

Ma perché quando non c’era gli mancava? Perché il suo cuore improvvisamente aumentava i battiti quando le sue perle blu incontravano quelle meravigliose gemme ametista? Perché sentiva di avere sempre bisogno di lui? Di averlo accanto, che l ’abbracciasse e la confortasse.

La risposta era una sola: era Innamorata.

Innamorata del suo migliore amico.

Innamorata di quel ragazzo che per primo le aveva dimostrato affetto.

Innamorata di quel giovane ghiacciolo che si scioglieva solo con lei.

“Kei, tu sei nel mio cuore, questo lo sai… E’ soltanto che adesso…”

“Lo so che hai paura di soffrire di nuovo, ma lascia che ti dica una cosa: potrai essere tradita e innamorarti di un altro, soffrire e soffrire ancora, fino a quando non ti accorgerai di me. Ma qualunque cosa accada ci sarà sempre una persona che non vorrà mai il tuo dolore: sono io, Sara.”

Il cuore della giovane principessa batteva forte… Talmente forte che anche l ’elettrocardiogramma stava per andare in corto, strappando una risata a Kei.

Una risata che la giovane trovò angelica e sublime…

Lui aveva ragione: molte persone aveva avuto al suo fianco, ma solo una non era mai stata capace di farla soffrire ed era proprio Kei.

E tutto questo doveva significare una sola cosa: lui l ’amava.

Di un amore pure e sincero, in qualunque forma lo si volesse vedere.

“Kei… Faresti qualcosa per me?”

“Tutto quello che vuoi.”

“Baciami… Dimostrami che ciò che hai detto è vero. Baciami…”

Senza pensarci oltre e con un sorriso impercettibile sulle labbra, il giovane cavaliere prese il volto della sua principessa tra le mani, stando attendo a non farle male, e unì le loro labbra in un dolce ma appassionato bacio.

 

Che cos’è un bacio?

Un giovane poeta scrisse che era un apostrofo rosa tra le parole “T’amo”

Altri dicono che è solo una sensazione, niente di importante.

Quanto si sbagliano.

Un bacio è un tocco.

Un bacio è una carezza.

Un bacio è un semplice e puro simbolo d’Amore.

 

Era come se non volessero più staccarsi l ’uno dall ’altra, ma d ’altra parte dovevano tornare a respirare e furono costretti a separarsi…

Kei sorrideva con il cuore colmo di felicità, quando però la sentì tremare.

“Cosa c’è, piccola? Stai male?”

“No, tranquillo, anzi sono così felice… Ma vuoi davvero stare con una ragazza cieca?”- in cuor suo Kei si aspettava una domanda del genere. In fondo poteva capire la sua paura: non tutti volevano una ragazza cieca accanto, ma non era il suo caso.

Perché semplicemente si trattava di Lei.

Le prese la mano, intrecciandola con la sua molto più grande e le parlò rassicurante.

“Sara, ti amavo quando vedevi e ti amo adesso che non vedi più. Io amo il tuo cuore, la tua anima, non i tuoi occhi in sé. Amavo il tuo sguardo e continuerò ad amarlo, ne sono sicuro, ma io amo ciò che sei, capisci?”

“Sei sicuro?”

“Assolutamente. Permettimi di stare al tuo fianco, di renderti felice… Non desidero altro che prendermi cura di te, mia piccola Sara.”

Ormai la giovane aveva capito: nessuno al mondo l ’amerà mai come quello che è e sempre sarebbe stato il suo migliore amico.

E che ora era la sua metà.

La sua anima gemella.

Il suo mondo.

“Va bene Kei, prenditi cura di me e amami… Se lo vuoi.”

“Non desidero altro.”- Kei la cinse in un dolce abbraccio mentre, da uno spiraglio della porta, qualcuno dai capelli rossi aveva assistito a tutta la scena, con un sorrisetto furbo disegnato sul viso.

 

Mio cavaliere finalmente sei giunto.

Tra le tue forti braccia voglio trovare conforto.

Dalle tue calde labbra voglio sentire il tuo amore.

Dal battito del tuo cuore voglio trovare la Vita.

 

 

I tre giorni trascorsero in fretta e Sara fu dimessa dall ’ospedale. Chloe le regalò un paio di occhiali da sole per nascondere i suoi occhi ormai senza luce e mentre scendeva i gradini, orientandosi col bastone bianco datole dal medico, chiuse inconsciamente gli occhi:

Il sole le carezzava il viso, ne avvertiva il calore.

Il vento le scompigliava i capelli, ne sentiva la forza.

La primavera era giunta, l ’odore dei fiori le inebriava le narici.

Ormai Boris e il suo tradimento erano solo un ricordo, doloroso, ma solo un semplice ricordo di una vita dimenticata.

Ora aveva accanto il suo vero cavaliere, colui che l ’avrebbe sempre protetta.

“Amore scusa il ritardo! Ma i traslocatori hanno finito ora di prendere le tue cose e portarle a casa mia.”

“Non preoccuparti Kei, mi sono goduta l ’aria primaverile nel frattempo. Senti, mi porti al parco prima di andare a casa?”- Kei sorrise: non era giusto rinchiuderla subito nel suo castello, doveva prima godersi l ’aria sprezzante della primavera.

La prese in braccio, strappandole un allegra risata e portandola in macchina.

“Tutto quello che desidera, mia principessa.”

“Grazie, mio cavaliere.”

Scherzavano e ridevano come potevano fare due bambini.

Innamorati e felice.

Un cavaliere e una principessa.

Che niente e nessuno avrebbe mai separato.

Nemmeno l ’Ombra negli occhi di lei.

Anime gemelle.

Unite dal filo rosso del destino.

 

 

*The End*

 

 

 

 

 

 

E così si conclude questa prima favola, signori.

Un favola di tradimento e sofferenza, certo. Ma anche d’amore.

Un amore unico e indissolubile. Capace di resistere all’avversità più oscura.

Nato dall’amicizia, fortificato dal Tempo.

Un Cavaliere e una Principessa.

Ed io, il Cantastorie, ho deciso di narrarvela.

Perché?

Perché io credo fermamente nell’Amore.

Credeteci anche voi.

Sicuramente vi chiederete perché ho sempre chiamato Sara “principessa”. Ebbene il suo nome significa proprio questo.

Spero che questa storia sia arrivata al vostro cuore come al mio e che mi farete sapere cosa ne pensate.

Un Cantastorie accetta opinioni, consigli, critiche, tutto quanto.

 

E per deliziare i vostri occhi, ecco a voi Sara e Chloe.

 


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Alla prossima favola, miei gentili spettatori.

 

Il vostro Cantastorie.

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Capitolo 2
*** Il coraggio di amare ***


Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla

Salve, signori e signore,

sono sempre il Cantastorie pronto a narrarvi una nuova favola d’amore

 

Questa storia parla di una giovane col cuore segnato da una grave perdita.

E del ragazzo dagli occhi di ghiaccio e il cuore anch’egli ferito che la salvò.

Il dolore nel perdere un amore.

La speranza nel ritrovarlo.

Il coraggio di viverlo.

 

Buona lettura miei gentili spettatori, spero che sia di vostro gradimento.

 

 

 

Il coraggio di amare

 

 

Era passato un anno… Un anno esatto da quando aveva perso il suo amore, la sua vita.

Uno stupido incidente glielo aveva portato via, per sempre.

Osservando una fotografia, una giovane dal cuore infranto lottava contro le lacrime che premevano per uscire dai suoi occhi blu.

I capelli castani tenuti in ordine alla meno peggio da un fermaglio, il bel viso segnato dalla stanchezza e le labbra rosee contratte in una smorfia di dolore.

Una giovane molto tormentata sapete?

Tormentata da un senso di colpa terribile.

Dal dolore di aver perso la persona amata.

Osservò le valigie e i vari scatoloni nella sua stanza: quel giorno stesso lei e suo padre si sarebbero trasferiti a causa del lavoro di quest’ultimo e lei avrebbe iniziato il primo anno di università.

Forse cambiare aria le avrebbe fatto bene, così le aveva detto suo padre preoccupato per lei.

Ma sentiva che non era vero: lei non avrebbe mai dimenticato e non avrebbe mai smesso di amarlo.

Non avrebbe mai scordato i suoi occhi ametista guardarla con amore.

Nemmeno i suoi capelli argentei.

Così come il suo viso perfetto e il fisico scolpito, le sue grandi e forti braccia che la cingevano con amore tutte le volte.

Forse è il caso che vi racconti cosa turba questa giovane…

Il suo fidanzato, Kei Hiwatari, morì un anno fa.

Un incidente in moto, mentre cercava di evitare un bambino che attraversava con il rosso ed è finito sotto un camion.

La stessa sera in cui avrebbe dovuto vedersi con lei… Era in ritardo e correva molto forte.

Fece appena in tempo ad evitare quel piccolo incosciente che, proprio quella sera, aveva pensato di attraversare con il semaforo rosso.

I medici le dissero che non aveva sofferto: era morto sul colpo.

La giovane, per mesi, non mangiò, né uscì di casa… Non voleva parlare con nessuno, né vedere qualcuno, era come se il mondo intorno a lei non esistesse.

Passò circa otto mesi così, quando il padre le diede la notizia che presto avrebbero dovuto cambiare città a causa del suo lavoro.

Ed ora era lì, pronta a partire per chissà quale destinazione…

Prese la foto, una delle poche che li ritraevano insieme, a lui non piaceva molto essere fotografato.

Erano loro due, davanti alla sua bella villa, abbracciati… Una lacrima le solcò il viso, quando sentì bussare alla porta e vide suo padre entrare.

“Tesoro, è ora di andare.”- le disse amorevolmente il genitore, strappandole un mezzo sorriso.

Suo padre era sempre molto gentile con lei.

L’aveva allevata da solo dopo che la madre era scomparsa, dandola alla luce.

Non l ’aveva mai picchiata e a stento la sgridava, a parte quando davvero lo meritava.

Un buon padre con un unico difetto: lavorava troppo.

Era un avvocato molto bravo e il suo studio si stava trasferendo in una nuova città e di conseguenza era costretto ad andare via.

Ma aveva accettato soprattutto per amore della figlia: una nuova città e delle nuove amicizie potevano aiutarla più di uno psicologo.

“Arrivo subito, papà.”

“Come ti senti, Mylie?”

Ecco signori, questo è il nome della nostra triste protagonista, molto dolce non trovate?

“Papà, non chiedermelo sempre, se ho accettato di venire è perché penso che tu abbia ragione… Ho bisogno di cambiare aria.”

“Sono contento di sentirtelo dire e poi, comunque vada, lo porterai sempre nel cuore.”

“Lo so, grazie.”

“Coraggio, prendi le tue valigie, agli scatoloni penso io.”- Mylie sorrise e i due, dopo aver caricato tutto sul furgoncino che avevano noleggiato, si diressero verso la nuova città che li avrebbe ospitati.

La giovane osservava la sua città natale farsi sempre più lontana, guardando il cielo come a cercare un qualche tipo di conforto.

‘Kei, proteggimi da lassù…’

 

*

 

La nuova città non era per niente brutta, anzi era luminosa e molto vitale. Così come lo era la sua università: aveva un campus e molti corsi a cui si poteva partecipare, così come le confraternite e le feste che gli studenti organizzavano.

Dato che suo padre sarebbe sempre stato molto impegnato e per lei era ora di diventare indipendente, visti i suoi diciannove anni, aveva optato per vivere nel campus.

Chissà, magari si sarebbe anche divertita a condividere la stanza con qualcuno. Sperava solo di trovare una persona simpatica…

Dopo aver sbrigato le varie formalità si diresse verso il dormitorio misto, cercando la sua stanza. La osservavano tutti, dopo tutto era la nuova arrivata, era normale che attirasse l’attenzione.

Arrivò alla sua stanza e bussò, ricevendo un allegro invito ad entrare e trovò una giovane bionda dagli occhi verdi, intenta a vestirsi. Il viso era un po’ rotondo ma comunque ben fatto e aveva l’aria di essere un atleta, il fisico era tipico degli sportivi, ed era vestita con toni molto allegri.

“Ciao! Tu devi essere la mia nuova compagna di stanza! Io mi chiamo Annie, piacere di conoscerti!”- allegra e vitale, esattamente quello che sperava di incontrare la nostra protagonista.

“Piacere mio, io sono Mylie.”

“Che nome grazioso, mi piace! Allora, lì ci sono il tuo letto e il tuo armadio, io sono qui da un anno e se ti serve qualcosa non esitare a chiedere.”

“Grazie, sei molto gentile.”- la ringraziò con un sorriso, mettendo le sue valigie ai piedi del letto e cominciando a sistemarsi. Fece il letto e sistemò i suoi vestiti nell ’armadio, passando poi ai suoi effetti personali e cari. Mise la foto di lei e Kei sul comodino, suscitando la curiosità della compagna di stanza.

“Quello è il tuo ragazzo? Accidenti, è davvero bello!”- l’espressione di Mylie divenne triste, non rispondendole… Annie, preoccupata, le si avvicinò, temendo di aver detto qualcosa di male.

“Scusa, per caso ti sei arrabbiata?”- le domandò gentilmente la ragazza, strappandole un sorriso: era veramente gentile, era stata fortunata.

“No, tranquilla. È solo che… Ecco lui… E’ morto un anno fa, un incidente, e mi fa ancora un po’ male.”

“Mi dispiace così tanto, scusami!”- senza pensarci Annie la cinse in un abbraccio che lasciò di stucco la giovane Mylie.

“Non volevo farti intristire e ti prometto che ti aiuterò. Ritroverai il sorriso, ne sono sicura.”- Mylie fu colpita da tanta tenerezza e ricambiò l’abbraccio.

Per il resto della giornata parlarono e scherzarono, come se si conoscessero da sempre e la nostra protagonista cominciava a sentirsi più leggera.

Annie le fece fare un bel giro dell ’università e scoprirono di avere molti corsi insieme, cosa che riempì di gioia la bionda.

Si trovano nel cortile del campus quando le due videro due ragazzi avvicinarsi a loro: uno aveva i capelli grigi e gli occhi smeraldini ed Annie corse ad abbracciarlo e baciarlo, mentre l’altro era davvero bellissimo…

Capelli rossi come il fuoco, tenuti in ordine da una piccola coda bassa.

Occhi così azzurri da poter essere paragonati ai ghiacci dell’Antartide.

Fisico esile e asciutto, ma comunque tonico e atletico.

Ma la sua pelle… Era così lattea e delicata da sembrare di porcellana.

Sembrava una bellissima statua d’avorio.

Per un attimo la piccola Mylie sentì le guance imporporarsi.

Non trovate che sia adorabile?

“Ehi piccola, ti ho cercata dappertutto!”- disse il ragazzo che teneva abbracciata Annie e le baciava affettuosamente la guancia, strappandole una risata divertita.

Per un momento Mylie rivide lei e Kei…

“Scusami, ma stavo mostrando alla mia nuova amica e compagna di stanza l’università. Ragazzi, lei è Mylie, la nuova arrivata. Tesoro, loro sono Boris Huznestov, il mio ragazzo, e lui è Yuri Ivanov, il nostro migliore amico.”

Mylie si mise in piedi stringendo la mano a Boris, che la salutò in maniera simpatica, poi si avvicinò a Yuri: entrambi sembravano imbarazzati, quando fu il ragazzo a rompere quell’imbarazzante silenzio.

“Ciao, ben arrivata.”

“Grazie mille.”

Non trovate che siano adorabili? Così timidi e beatamente innocenti di cosa avrebbe scatenato in loro quell’innocente incontro.

“Sentite, stasera c’è una festa nel nostro campus, perché non porti la tua nuova amica?”- chiese Boris ad Annie, che entusiasta sperava di convincere la ragazza.

Dopo quanto le aveva raccontato l ’aveva presa subito in simpatia, grazie al suo carattere generoso e gentile. Era fatta così e credetemi, proprio per questo aveva conquistato uno come Boris.

Un ragazzo allegro, certo.

A volte un po’ troppo e con il brutto vizio di parlare a sproposito.

Ma amante della vita e delle sue gioie.

Insomma, il ragazzo perfetto per un’anima lucente come Annie.

“Ecco, non lo so…”

“Eddai, almeno faresti anche compagnia a questo sfigato del mio amico. Da quando ha mollato la sua ragazza sembra una mummia, non riesco a farlo uscire.”

“Boris, te l ’hanno mai detto che sei un rompi coglioni?”

“Molto spesso, ma ormai lo prendo come un complimento.”- le due ragazze risero, mentre Yuri scosse la testa esasperato, prendendosi qualche secondo per studiare Mylie.

Era molto bella, nulla da dire.

Con quegli occhi blu e quel viso così liscio e perfetto.

Un fisico quasi perfetto e i capelli così morbidi e setosi.

Ma la cosa che più lo aveva colpito era stato il suo sguardo…

Tristezza, dolore, malinconia.

Le leggeva in quelle iridi come il mare che lo avevano davvero stupito.

“Avanti Mylie, ti farà solo bene.”

“Va bene, mi avete convinta. Yuri, tu verrai?”- nemmeno lei seppe da dove le uscì quella domanda, sapeva solo che sperava tanto che ci fosse anche lui.

“Bhe, credo di si.”

Fu a questo punto che un diavoletto biondo decise di fare qualcosa…

“Yuri perché non fai fare un altro bel giro a Mylie? Io e Boris abbiamo da fare…”

“E cosa mai avreste da fare a quest’ora?”

“Questioni di coppia e ti ho detto tutto. Divertitevi, ci vediamo stasera!”

“Annie, aspetta…”- disse Mylie all ’amica, che però le rispose con un occhiolino e corse verso il dormitorio, tenendo per mano il suo ragazzo, che alzava il pollice all’amico.

“Quei due disgraziati, se stanno anche più di un giorno senza scopare stanno male.”

“Sembrano volersi bene, però.”

“Certamente. Conosco Boris dall ’infanzia e ti assicuro che non l ’ho mai visto così innamorato e sono felice per loro, ma dovrebbero avere un po’ più contegno.”- Mylie fu colpita da tanta serietà e saggezza, le ricordava molto il suo Kei… Anche lui era molto saggio e intelligente, molto più di lei.

“Bhe, dato che ci hanno mollato, che ne dici di prenderci un cappuccino e conoscerci meglio?”- le chiese gentilmente il ragazzo, tendendole una mano. Mylie non sapeva cosa fare: da una parte voleva tanto conoscere quel giovane così gentile, dall ’altra aveva paura. Non stava a contatto con un ragazzo da tanto tempo e farlo con qualcuno che non era Kei la metteva in soggezione.

‘A volte nella vita bisogna buttarsi, la vita non è vita senza un po’ di rischio.’

Glielo disse Kei la prima volta che la fece salire sulla sua moto…

Forse solo ora comprendeva il vero significato di quelle parole.

Meglio tardi che mai, non trovate?

“Va bene, con piacere.”- Mylie afferrò la mano di Yuri, che le sorrise e la portò in giro tutto il pomeriggio.

La giovane scoprì che il ragazzo era nato e cresciuto in quella città, che studiava per diventare medico, che gli piaceva la musica rock e che aveva un passione per i lupi.

Lei gli confidò il trasferimento dovuto al lavoro di suo padre, che il suo sogno era diventare una biologa e che odiava il peperoncino.

Erano molto in sintonia, sapete?

Due anime che sembravano destinate ad incontrarsi.

Si sa che il Destino è sempre inaspettato.

Verso sera Mylie lo salutò per andare a cambiarsi per quella fantomatica festa, con la promessa di vedersi dopo.

Ma la cosa che più la lasciò di stucco fu il bacio sulla guancia che usò Yuri per salutarla…

Arrivò alla sua camera, dove trovò Annie intenta a scegliere cosa mettersi. Il suo letto era completamente cosparso di vestiti e la sua compagna di stanza sembrava in crisi.

“Oh Mylie, sei tornata. Sono in crisi, non so che mettermi.”- Mylie sorrise e guardò i vestiti dell’amica, scendendone uno azzurro con dei fiori rosa, molto carino.

“Metti questo, secondo me ti sta bene.”

“Hai ragione, non lo avevo proprio notato! E dire che Boris lo adora, grazie mille.”- la bionda le schioccò un bacio sulla guancia, e mentre sceglieva anche lei cosa mettersi la tempestò di domande su cosa aveva fatto con Yuri.

Mylie fu intenerita da tanta gentilezza, allegria e curiosità sin dal loro primo giorno insieme.

Quella ragazza era un’esplosione d’energia, difficile non rimanerne contagiati.

Le raccontò della loro chiacchierata e del pomeriggio passato insieme, quando si mise il suo vestito color porpora con dei fiorellini rossi. Le stava molto bene, era uno dei suoi preferiti.

Si aggiustò i capelli, legandoli a mezza coda con un fermaglio, le due si misero le scarpe ed andarono al campus dei ragazzi.

 

*

 

“Accidenti, si sono dati proprio da fare, stavolta!”- esclamò Annie, notando insieme a Mylie che era davvero una bella festa.

Erano arrivate già da un’oretta, la biondina stava abbracciata al suo ragazzo, mentre la mora cercava Yuri.

Non era ancora arrivato e la cosa cominciava a dispiacerle… Non capiva perché ma aveva voglia di vederlo.

“Stai tranquilla, sta studiando per l ’esame di dopodomani ma tra poco arriva.”- la rassicurò Boris, facendole l’occhiolino, seguito da Annie.

I due si presero per mano e andarono a ballare, insieme a tutti gli altri invitati.

Li osservò: erano davvero una bella coppia. Tutti e due amanti della vita, allegri e vivaci.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e incontrò gli occhi glaciali di Yuri e il suo sorriso… Finalmente era arrivato.

“Ciao, scusami per il ritardo.”

“Figurati, Boris mi ha detto che eri impegnato a studiare.”

“Eh si, dopodomani ho un esame abbastanza tosto e devo essere pronto.”

“Sono sicura che andrai benissimo.”

“Ti ringrazio. Ti va di sederci? Ti prendo qualcosa da bere.”- Mylie sorrise e accettò la proposta del ragazzo. La fece accomodare su uno dei divani, prendendo due bicchieri di aranciata, porgendogliene uno e sedendosi accanto a lei.

“Allora, come mai vuoi fare la biologa?”

“Mi piace la scienza, fin da piccola. Alle medie facevo parte di un club di scienze, facevamo esperimenti e altre cose simili e una volta abbiamo anche vinto un premio.”

“Cavolo, allora dovevate essere bravi.”

“E tu? Che tipo di dottore vuoi diventare?”

“Pediatra, mi piacciono i bambini.”- Mylie sorrise dolcemente: accidenti, era veramente un ragazzo speciale e in quel momento fu davvero felice di averlo conosciuto.

Le ricordava molto Kei per certi aspetti…

Stessa bellezza misteriosa.

Stesso carattere un po’ chiuso, ma in fondo dolce.

Solo che Yuri sapeva esserlo sempre e questo le piaceva.

I due passarono la mezzora successiva a parlare e ridere quando si avvicinò a loro una ragazza dai capelli neri e gli occhi verde scuro, guardandoli malissimo, specialmente Mylie.

Ma quello sguardo d’odio era pienamente ricambiato da Yuri e la nostra giovane protagonista cominciò a chiedersi che cosa stesse succedendo.

“Ciao Yuri.”

“Che diavolo vuoi, Lisa? Ti ho detto che non voglio più vederti.”

“Andiamo, possibile che non possiamo trovare una soluzione?”

“Dopo aver scoperto che ti sei scopata mezza scuola alle mie spalle? No grazie, sto benissimo con la soluzione attuale.”

“Yuri… Mi manchi.”- Mylie posò lo sguardo sulla ragazza davanti a loro e poi su Yuri, ma quello del suo amico non era mutato e non traspariva pietà da quelle iridi glaciali: doveva essere davvero infuriato con quella ragazza.

“Certo, come no, secondo me non hai più nessuno da scoparti e cerchi il cagnolino da ammansire. Ma spiacente cara, il cagnolino ha preso la rabbia e potrebbe morderti.”- gli occhi della giovane si illuminarono di rabbia: nessuno le aveva mai parlato così. Posò il suo sguardo su Mylie, fissandola con odio e disprezzo, cosa che la ragazza non capì.

“Vedo che ti sei consolato in fretta anche tu.”

“Lei è solo un’amica, non paragonarmi a te. E se proprio lo vuoi sapere questa ragazza vale cento volte meglio di quanto vali tu.”

“Vaffanculo, stronzo.”- e così dicendo Lisa se ne andò, lasciandoli di nuovo soli mentre Mylie cercava di assimilare le parole di Yuri. Era stato davvero carino e gentile, solo una persona era stata così dolce con lei…

Yuri mise i gomiti sulle ginocchia, prendendosi la testa tra le mani, sentendo poi la mano di Mylie sulla sua spalla e incontrando il dolce sorriso della ragazza.

Un sorriso dolce.

Un sorriso sincero.

Un sorriso splendido.

“Tutto bene, Yuri?”- gli chiese amorevolmente, strappandogli un mezzo sorriso.

Mise la sua mano su quella di Mylie, stringendola, ricambiato dalla ragazza che lo osservava: sembrava stare davvero male.

“Senti… Possiamo andare via? Non ho più voglia di questa festa.”

“Certo, possiamo andare in camera mia, se ti va. Parliamo un po’ e ti calmi…”- si rese conto solo all ’ultimo di aver invitato un ragazzo che conosceva appena in camera sua.

Ma dopo tutto si trattava di Yuri, una persona che le aveva dimostrato affetto e soprattutto fiducia, non aveva nulla da temere.

“Va bene, grazie mille, piccola.”

Avete presente diventare più rossa di un peperoncino?

Immaginate la faccia della nostra cara Mylie di quel colore e capirete!

Assolutamente adorabile, non trovate?

La giovane si alzò, cercando Annie e Boris, avvisandoli che a Yuri era successo qualcosa con una ragazza. Il ragazzo dagli occhi smeraldini capì al volo e le chiese un favore…

“Stagli vicino, per favore. Quella troia lo ha ferito più di quanto si possa immaginare.”- Boris sembrava davvero preoccupato e di fronte ad una richiesta simile non seppe dire di no.

“Ma certo, tranquillo. Lo porto in camera mia a parlare un po’, così ci allontaniamo dal chiasso.”

“Ottima decisione, cara!”- Annie le fece il solito occhiolino, facendole scuotere la testa, ridendo.

Mylie tornò da Yuri, lo prese per mano e andarono nel dormitorio della giovane, entrando nella sua stanza. I due si sedettero sul letto della ragazza, mentre il giovane cercava di calmare il suo animo turbato. E la vicinanza di quella ragazza lo stava aiutando moltissimo.

“Ti senti meglio?”

“Un pochino, grazie mille.”

“Ti va di dirmi che cosa è successo con quella ragazza? Ho visto il tuo sguardo: c’era puro odio nei tuoi occhi. E poi avevi l’espressione ferita, come se avessi il cuore infranto.”

“Come lo hai capito?”

“Diciamo che… Quell ’espressione la conosco.”- Yuri la guardò e poi posò lo sguardo sulla foto sul comodino accanto al letto: la ritraeva con un bel ragazzo della loro età, la teneva abbracciata e lei sembrava davvero felice.

“Anche lui ti ha fatto soffrire?”- Mylie vide che il ragazzo si stava riferendo a Kei… Prese la foto e scosse la testa, porgendogliela.

“No… La mia storia è un po’ diversa. Raccontami prima la tua.”

“Va bene, in fondo ormai si può dire che siamo amici.”

“Ma certo che lo siamo, sciocchino.”- Mylie gli diede un bacio sulla guancia, facendolo sorridere. Il ragazzo le prese la mano, fece un lungo respiro e cominciò a raccontare.

“Lisa è la mia ex ragazza, lo avrai capito. Ci siamo messi insieme due anni fa, ero davvero innamorato, ma poi ho scoperto che mi tradiva… L’ho beccata a letto con un mio compagno di corso, scoprendo poi che me la faceva dietro alle spalle da sempre.”- Mylie lo ascoltò, paziente e comprensiva, mentre si sfogava con lei.

Era stato ferito nel cuore e nell ’anima.

Aveva sofferto per amore, come lei, anche se in maniera diversa.

Ma anche lui aveva una ferita difficile da rimarginare.

Non trovate che sia molto triste? Due anime solitarie che non possono non unirsi.

“Mi dispiace, davvero.”

“Ti ringrazio. Insomma l ’ho lasciata senza pensarci, ma il mio cuore resta comunque ferito.”

“Io ti capisco, anche se in maniera diversa.”

“Ti va di raccontarmelo?”- le chiese comprensivo Yuri, non mollando la presa alla sua mano.

Per la prima volta, dopo un anno, Mylie sentiva il bisogno di parlare con qualcuno del suo dolore, di quel momento così tragico della sua vita.

Fece un lungo respiro e iniziò a raccontare all’amico la sua triste vicenda…

“Lui si chiamava Kei Hiwatari, eravamo amici d’infanzia e abbiamo finito con l’innamorarci. Siamo stati insieme tre anni, il periodo più bello di tutta la mia vita… Lui aveva un carattere difficile, certe volte arrivavo a detestarlo.”- una risatina nervosa uscì da quelle piccole labbra rosee, mentre Yuri continuava ad ascoltarla, paziente.-“Però sapeva essere dolce e anche romantico alle volte… Insomma lo amavo, pregi e difetti.”

“Dovevate essere una bella coppia.”

“Tutti dicevano di si. La sera del diploma dovevamo cenare insieme, una di quelle serate romantiche tra fidanzati. Mio padre era fuori per lavoro, tutto era perfetto, ma mi disse che doveva assolutamente andare a casa per prendere una cosa importante.”- le lacrime cominciarono ad uscire da quegli occhi blu così pieni di dolore e tristezza.

Yuri non poté fare a meno di consolarla e cercare di capirla… Immaginava quale sarebbe stato l ’esito di quel racconto, ma sperava tanto di sbagliarsi.

“Se non te la senti…”

“No, tranquillo. Insomma, lui aveva una bellissima moto e gli piaceva correre… Io glielo dicevo sempre di andare piano ma non mi ascoltava mai. E quella sera… Ero arrabbiata perché era in ritardo, quando il telefono squillò. Era sua madre ed era sconvolta… Mi disse che aveva avuto un incidente…”- la giovane ormai stava piangendo senza ritegno; ricordare quel giorno, quel maledetto giorno, le faceva male. Ma era ora di affrontarlo.-“Per evitare un bambino che passava con il rosso è andato fuori strada ed è stato investito da un camion.”

“Oddio, Mylie…”

“I medici hanno detto che almeno non ha sofferto, è morto sul colpo. In quel momento non sentivo più nulla… Le braccia, le gambe, mi sentivo come di legno. Tutto intorno a me era sfocato, come se il mondo girasse ed io fossi ferma in quel dannato punto.”- Yuri le strinse la mano, conscio del fatto che la ragazza davanti a lui stava affrontando un dolore che nessuno poteva capire.

“Quando decisi di muovermi corsi all ’ospedale, non me lo fecero vedere, ma sua madre mi diede una cosa che aveva trovato tra i suoi effetti personali: era una scatolina porpora e dentro c’era quest’anello.”- la giovane prese la catenina che portava al collo e il ragazzo notò che c’era un piccolo anello con un diamantino appeso.-“Me lo voleva regalare. Non penso che volesse chiedermi di sposarlo, non era nel suo stile, penso solo che volesse legarmi a se… Per sempre.”

“E lo sarai, ma non puoi nemmeno smettere di vivere.”- Yuri ormai aveva capito il turbamento che l’aveva assalita per il tutto il tempo che erano stati insieme.

Non era uno stupido, lo aveva visto.

Si sentiva a disagio, inquieta e triste nel stare insieme a lui, nonostante i sorrisi e le parole carine che gli diceva.

“Ma Yuri, io non… Non so se ce la faccio senza di lui.”

“Pensi che lui sia felice di vederti così? Che passi il tempo a rimpiangere la sua morte e darti una colpa che non hai? No, io non credo Mylie. Quando qualcuno ci ama, anche se ci lascia, ci augura sempre la felicità ed è sempre con noi.”- la giovane ascoltava quelle parole con il cuore che batteva forte, più forte di un tamburo impazzito.

Yuri rafforzò la presa sulla sua mano, guardandola intensamente con i suoi occhi glaciali… Per un momento il cuore di Mylie ebbe un sussulto: possibile che fosse lui la persona destinata a farla tornare a vivere?

“Tu lo credi davvero?”

“Certo. Mylie, sono sicuro che Kei ti amava tanto e che non smetterà mai di farlo, ma vorrebbe anche che tu ricominciassi a vivere.”

“Ma mi sembrerebbe di tradirlo…”

“Non è così, solo se tu torni ad essere felice potrà riposare in pace, non lo capisci?”- Mylie osservò bene il giovane che aveva di fronte: tanta saggezza veniva dalle sue parole e tanta dolcezza dai suoi occhi di ghiaccio.

Avrebbe voluto lasciarsi andare, annegare in quel mare azzurro che la stava confortando.

Farsi abbracciare da quelle braccia esili che sicuramente le avrebbero trasmesso calore.

Farsi cullare da un suo bacio o una semplice carezza.

Desiderava tornare a vivere.

E soprattutto ad amare.

“Forse hai ragione tu.”

“Mylie, lo so che è difficile, ma ci vuole coraggio per tornare a vivere ed amare dopo una perdita. E tu devi trovarlo questo coraggio. E se lo vuoi… Io ti aiuterò.”

La giovane non poteva credere alla sue orecchie…

Quel ragazzo le stava offrendo il suo sostegno.

Il suo affetto.

Probabilmente anche il suo cuore ferito.

“Davvero?”

“Certo. Lo so, ti conosco appena, ma con il tempo non si sa mai come possono evolversi gli eventi. Ti chiedo solo di permettermi di starti vicino, in qualunque modo tu voglia. E anch’io voglio che tu mi stia vicino, davvero. Vogliamo tornare a vivere, sostenendoci l ’uno all ‘altra?”

Un sorriso gentile.

Una carezza dolce.

Lacrime calde dai suoi occhi blu.

Uno sguardo alla foto, come se volesse trovarvi una risposta…

In fondo cosa aveva da perdere?

E poi era stato Kei a dirle che nella vita bisognava rischiare, perché non farlo con quel ragazzo così gentile che le stava offrendo una via d’uscita?

“Va bene, Yuri. Proviamoci…”

Yuri le sorrise e la cinse in un caldo abbraccio, baciandole la fronte… I due si distesero sul letto, addormentandosi abbracciati.

Annie aprì la porta della sua camera, tenendo per mano Boris e sorridendo vedendoli così. Anche il ragazzo sorrise: forse finalmente anche il suo migliore amico sarebbe riuscito ad andare avanti.

“Mi ospiti tu, per stanotte?”

“Visto che abbiamo una camera libera, approfittiamone!”- i due risero allegri, rivolgendo un ultimo sorriso ai due e chiudendo piano la porta.

 

*

 

Sei mesi più tardi…

 

“Annie, sei la solita ritardataria! Ci staranno aspettando da mezzora, quei due.”

“Senti, se volevano delle ragazze puntuali se le trovavano in Svizzera! Ok, sono pronta, andiamo!”

Annie prese per mano Mylie e ridendo le due ragazze uscirono, lasciando l’università e raggiungendo il parco dove avevano appuntamento con i loro ragazzi.

Un attimo di pazienza, ora vi spiego tutto, miei gentili lettori.

Nei sei mesi che sono passati Mylie e Yuri hanno passato molto tempo insieme, tra studio e tempo libero, finendo con l’innamorarsi.

Un amore tenero, che doveva maturare giorno dopo giorno.
Ma destinato a diventare forte e implacabile.

Pieno di passione, senza dubbio.

Ma anche di sentimento, forte e sincero.

Le due arrivarono, trovando Boris e Yuri che le aspettavano. Si avvicinarono ai rispettivi compagni, baciandoli.

“Era ora, è un quarto d ’ora che aspettiamo sotto questo sole cuocente!”

“Sempre a lamentarti, per farmi perdonare ti offro un gelato, contento?”- disse fintamente scocciata Annie al suo ragazzo, ricevendo un sonoro bacio sulla guancia, mentre Mylie e Yuri li osservavano.

“Ti va un gelato, piccola?”

“Certo! Ti amo, Yuri.”

“Ti amo anch’io, sciocchina.”- il ragazzo rise e la baciò con trasporto, pienamente ricambiato.

“Si, ma ora non fatemi venire il diabete! Andiamo, ho proprio voglia di questo gelato.”- i quattro risero, incamminandosi verso la loro solita gelateria.

Mylie, abbracciata a Yuri, osservava il cielo limpido… Ce l’aveva fatta, aveva ricominciato a vivere.

‘Kei, sto vivendo anche per te, come volevi. Ma non smetterò mai di amarti, amore. Ora ho lui, lo amo e voglio vivere.’

“Tutto ok, amore?”

“Si, tranquillo. Va tutto benissimo.”

Un bacio a fior di labbra.

Un sorriso radioso.

La voglia di vivere di nuovo.

Il coraggio di tornare ad amare.

Due cuori feriti, due anime ormai inseparabili.

 

 

 

 

 

*The End*

 

 

 

 

Ed anche questa storia d’amore si è conclusa, miei gentili spettatori.

Spero che sia piaciuta a voi tanto quanto è piaciuta a me.

Il dolore di una perdita.

L’amarezza del tradimento

Un amore nato per caso.

Due cuori feriti che non possono non incontrarsi.

E di conseguenza unirsi in un amore nato da un colpo di fulmine.

Spero di aver scaldato i vostri cuori con questo tiepido amore e che mi farete sapere che cosa ne pensate.

Il Cantastorie tiene tanto alle opinioni dei suoi lettori.

 

Ma come ogni buon narratore deve anche ringraziare chi lo incita a continuare la sua celebrazione ed è quello che mi accingo a fare.

 

Soryl: Il Cantastorie apprezza moltissimo i tuoi complimenti, è sempre bello sapersi apprezzati. Mi fa piacere che hai apprezzato la figura di Kei e Boris… Si, è proprio quello che hai detto tu. Ti ringrazio moltissimo degli errori che mi hai segnalato, sono un Cantastorie molto distratto, ma li ho corretti quindi ti dico grazie mille ^-^ Spero di ricevere la tua opinione anche su questa favola. Un bacio dal Cantastorie.

 

Aphrodite: Tu sai già quanto per il Cantastorie siano importanti i tuoi consigli e spero di aver corretto bene tutto quanto. Ma ora passo a ringraziarti per i bellissimi complimenti su Sara… Sai, è un personaggio a cui tengo molto e mi ha lusingato il modo in cui l’hai descritta e amata, sul serio. Hai proprio ragione su di lei, hai colto benissimo la sua essenza e quella della favola stessa. Kei si è trovato in una situazione difficile, ha sbagliato certo, ma penso sia difficile per tutti dire le verità spiacevoli a chi si ama. Bene, mia amata, attendo la tua su questa favola. Il Cantastorie tiene molto all’opinione della sua lover e soprattutto ai suoi consigli. Un bacio dal Cantastorie, love u <3

 

Saruwatari_Asuka: Salve mia cara, sono felice che ce l’hai fatta^^ Hai capito perfettamente l’essenza di Kei, la sua situazione e il suo comportamento. Lui non voleva darle un dolore, perché la ama, ma così facendo è passato dalla parte del torto, rendendosi complice di Boris. Mi dispiace che tu ti sia trovata nella medesima situazione ma mi fa piacere che hai colto tutto benissimo. Grazie mille per le belle considerazioni su Sara, come ho detto è un personaggio a cui tengo molto e mi fa piacere che anche tu l’abbia apprezzata in maniera così bella. Il caro Yuri era indispensabile e Chloe la sua anima gemella, dolce e gentile. Attendo la tua su questo, cara, un bacio dal Cantastorie.

 

Lacus Clyne: Il Cantastorie è sempre felice di vedere gente nuova che apprezza le sue idee. Sono felice che ti piaccia come scrivo e che hai apprezzato la mia favola. In genere io tratto questi argomenti, mi piace proiettare questi personaggi così interessanti in situazioni reali, in cui tutti possiamo identificarci. E sono felice che hai apprezzato le due ragazze. Spero di riavere la tua, un bacio dal Cantastorie.

 

Lirinuccia: Ecco un’altra persona che il Cantastorie sperava tanto di vedere^^ Si, io sono una persona molto romantica e i tuoi complimenti sono sempre adorabili. Ehm… No, non sono un vecchietto bonaccione, ma se ti va puoi immaginarmi così. Io sono solo un Cantastorie, il potere sta nelle mie parole, la mia immagine è astratta quindi puoi immaginarmi come vuoi, cara. Mi fa molto piacere che hai apprezzato la mia favola anche se è un genere che odi, mi rende molto felice. Hai colto perfettamente lo spirito della favola e spero tanto di avere la tua anche su questo, mia cara. Un bacio dal Cantastorie che ti vuole tanto bene <3

 

Avly: La mia cara ragazza che appoggia sempre i miei esperimenti, sono davvero felice di averti anche qui. Coppa di zucchero fino ben pregiato? Mi piace come paragone, sei davvero carina^^ Hai colto davvero bene i nostri due protagonisti, legati da un amore già esistente che però non riuscivano a vedere, ma che ora sono pronti a vivere nel pieno della loro vita. Boris… Hai ragione a sentirti così, si è comportato molto male. Attendo la tua su questo, carissima, un bacio dal Cantastorie.

 

 

 

Il Cantastorie ovviamente ringrazia anche chi legge solamente, rinnovando l’invito a lasciare una traccia del loro passaggio. Non siate timidi, non mordo assolutamente^^

 

 

Ed ecco qui Mylie ed Annie, per la gioia dei vostri occhi



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Al prossimo amore.

 

Il vostro Cantastorie

 

 

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Capitolo 3
*** Passione e Follia ***


Salve, signori e signore

Salve, signori e signore. Qui è sempre il Cantastorie che vi parla.

La favola di quest’oggi sarà molto particolare.

Soprattutto perché si tratta di amore tra due uomini.

Il Cantastorie parla d’amore, non di pregiudizi.

 

Un amore molto intenso, furioso e folle.

Brooklin, anima inquieta, turbata e follemente innamorata.

E lui, Kei Hiwatari, animo di fuoco e fenice indomabile.

 

Buona lettura a tutti.

 

 

 

Passione e Follia

 

 

Una notte di pioggia molto cupa nella cara Parigi. Erano tre giorni che non smetteva di piovere, come a voler simboleggiare il suo dolore.

Un’ anima inquieta camminava sulle strade di quella che era conosciuta come la città dell ‘Amore.

Capelli di un strano color arancione.

Occhi smeraldini, irradiati da una sola luce.

Fisico possente e viso liscio, un po’ da infante.

Ma il suo animo era colmo di disperazione, tristezza, dolore.

Desiderava solo porvi fine, voleva solo che quel tormento cessasse.

Ma non poteva, non finché continuava a pensare a lui.

La persona che una volta aveva quasi ucciso per uno stupido gioco.

La stessa che successivamente lo aveva accolto nella sua vita.

Gli aveva insegnato molte cose che si era perso.

Ma che poi se n’era andato… Come fumo in una densa nebbia che non si dirada.

Si fermò, proprio davanti alla Senna, osservandola: sembrava così invitante.

Saltarci dentro e annegare, smettere di soffrire e di amarlo.

Ce l ‘avrebbe mai fatta?

Puntò lo sguardo verso il cielo, la pioggia lo aveva inzuppato dalla testa ai piedi e l ‘acqua gli rigava il viso segnato dalle lacrime.

“Perché? Perché mi hai fatto questo, Kei?! PERCHE’!!!”

La sentite la disperazione di questo giovane?

Brooklin è il suo nome.

Un’ anima tormentata, folle e innamorata.

Il giovane urlava il suo dolore al cielo, il suo cuore spezzato, il suo animo ferito.

“Perché mi hai lasciato? Io credevo che tu mi amassi, tu stesso mi hai insegnato a farlo… Perché Kei?”- mormorava distrutto al suo riflesso nella Senna. Solo che non era il suo riflesso quello che vedeva il giovane.

Era il viso del suo antico amore.

I suoi lineamenti perfetti, i suoi occhi ametista, i suoi capelli argentei come i raggi lunari.

La stessa persona che aveva preso il suo cuore e lo aveva calpestato senza pietà!

“Te la farò pagare, Kei. Ti dimostrerò che senza di me non sei niente! Non puoi amare nessun’altro al di fuori di me!”

Vi siete spaventati, miei gentili spettatori? Vi chiedo perdono.

Mi inchino in segno di dispiacimento e torno a narrare la storia.

Si alzò e cominciò a correre, osservando il cielo senza stelle e senza luna in quella notte di tenebra e pioggia…

Correva verso quella che sapeva essere la dimora di Kei. Aveva scoperto che il suo ex si era trasferito in quella città pochi giorni dopo la loro rottura.

Non lo aveva nemmeno salutato, nessuna spiegazione… Ora le avrebbe ottenute, con le buone o le cattive.

Qualcosa di metallico stringeva nella sua mano destra, dentro la tasca della giacca bianco immacolato. Vibrava e fremeva all ‘idea di entrare in azione.

Non trovate che questo giovane sia follia pura?

Una follia dettata unicamente da quella grande forza che è l ‘Amore?

Credetemi signori, questo sentimento può essere intenso quanto devastante.

Anche più della Passione stessa.

E Brooklin è l ‘emblema di tutte queste emozioni.

Un emblema letale.

 

*

 

Nel frattempo, in una casa molto lussuosa, un altro giovane era in preda ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti.

Osservava la pioggia attraverso il vetro della sua finestra, gli occhi ametista puntati sulla Tour Eiffel, sempre luminosa e radiosa, anche nelle notti più tristi e buie.

E per lui quella lo era.

Per Kei Hiwatari era una notte molto triste e cupa.

Se n’era andato per stargli lontano, un modo un po’ brusco di volerlo aiutare ad andare avanti senza di lui.

Una storia complicata la loro, troppo per uno come Hiwatari.

Forse era rimasto con lui solo per pietà, perché aveva rivisto in lui la stessa anima solitaria che era stato lui stesso.

Voleva credere di averlo amato, la stessa persona che gli aveva quasi tolto la vita per una stupida sfida. Lo aveva accolto nella sua vita quando gli si era presentato in lacrime davanti alla sua villa, implorando il perdono.

Glielo concesse, così come gli concesse di far parte della sua esistenza, anche se per poco.

Era stata una storia breve, bella, ma alla fine Kei si era reso conto di non amarlo davvero.

Non riusciva a dargli l ‘amore che Brooklin desiderava e l ‘aveva lasciato. Senza contare che si era innamorato di un altro, che lo stava aspettando: il suo Rei.

Una decisione sofferta, ma necessaria.

Tutti potevano considerarlo freddo, taciturno e insensibile, ma la verità era che gli dispiaceva aver ferito i sentimenti di quel ragazzo.

“Ti ho portato del thè, Kei. Ti farà bene.”- l ‘argenteo volse lo sguardo verso la persona che lo ospitava in quei giorni.

Mai si sarebbe sognato di chiedere ospitalità ad un individuo come Oliver Bouliger, ma in fondo quel ragazzo era qualcosa che poteva definire amico.

“Grazie Oliver, mi dispiace di darti disturbo. Partirò appena possibile.”

“Nessun disturbo, mon ami! Puoi restare tutto il tempo che vuoi! Ma se posso chiedertelo cosa ti ha spinto a venire qui a Parigi?”

“Avevo bisogno di stare solo per un po’, ho bisogno di quiete.”

“Perché allora non se tornato in Russia? È la tua patria.”

“Non avrei avuto quiete lì, mi avrebbero fatto domande a cui non avrei voluto rispondere. Come te in questo momento, quindi per favore…”- Oliver lesse la muta richiesta dell ‘amico russo nei suoi occhi ametista e sorrise: forse era il caso di lasciarlo stare.

“Pardon, mon ami. Io vado a dormire, bonne nuit Kei.”

“Bonne nuit, Olivier.”- si salutarono e il francese si diresse verso la sua camera, lasciandolo solo con i suoi pensieri.

Osservò il suo riflesso nella tazza piena di thè: era spento, triste, cupo.

Un animo complicato quello di Kei Hiwatari, sapete?

Freddo come il ghiaccio.

Taciturno come pochi.

Una fiera fenice, indomabile.

Un fuoco celato dentro di se.

Decise che aveva bisogno di un po’ d’aria per conciliare il sonno e, incurante della pioggia, prese la sua giacca e un ombrello, uscendo.

Cominciò a camminare per quella città sempre così luminosa… La Senna scorreva tranquilla, nel suo lento scrosciare. La pioggia batteva con dolce violenza su quella superficie scura, creando un rumore fastidioso alle sue orecchie.

Desiderava solo un po’ si di silenzio… Il non riuscire a pensare.

Arrivò davanti alla cattedrale di Notre Dame. Un posto meraviglioso e suggestivo, dove si poteva ricercare la pace.

Lui non poteva definirsi cattolico. Forse credeva, ma non era praticante… Non andava a messa e di rado pregava, ma ciò non vuol dire che non credesse.

Osservò quella chiesa maestosa e le statue che la circondavano… Sperava di una loro risposta, che cosa doveva fare.

“Ti ho trovato, finalmente…”

Quella voce… Non era possibile.

Non poteva averlo trovato, come aveva fatto?!

Perché si trovava lì? Perché lo aveva seguito?!

Tutte queste domande tormentavano il giovane russo, mentre si voltava e incontrava gli occhi smeraldini di Brooklin.

L ‘uomo che lo aveva amato.

Che lui stesso aveva lasciato.

Lo aveva ferito, abbandonato, ma solo per il suo bene.

Lo stesso che lo aveva amato ora gli puntava una pistola contro.

“Brooklin… Ma che stai facendo?!”

“Ti ho trovato Kei… Adesso non puoi più sfuggirmi.”

“Come hai fatto a trovarmi? Perché sei venuto qui?”- la voce di Kei non era accusatoria o cattiva, ma semplicemente piatta e onesta, come una persona che cerca una spiegazione.

Lo sguardo di Brooklin era strano: una luce misteriosa percorreva quelle iridi smeraldine che tante volte lo avevano osservato con calore e desiderio.

Che cos’era quella luce?

Potete immaginarlo, signori? Secondo voi cosa può essere?

“Tu lo sai perché sono qui. Lo sai e fai finta di niente!!”

“Brooklin, per favore, metti via quella pistola e parliamone.”

“NO!! Non faremo come dici tu! Per troppo tempo ho sempre fatto come dicevi tu, adesso si fa alla mia maniera, chiaro?!”- urlò furioso il ragazzo, mentre Kei indietreggiava: era una situazione rischiosa e doveva gestirla bene.

“Va bene, facciamo come vuoi tu, cosa vuoi fare?”

“Io… Io voglio che tu torni insieme a me.”

No, non poteva farlo, non Kei Hiwatari.

Non era l ‘orgoglio della Fenice.

O la paura del Fuoco.

Era semplice buon senso, non voleva illuderlo.

Lui non lo amava, forse non l ‘aveva mai amato.

Aveva provato affetto, gli aveva voluto bene a modo suo, ma non era mai stato amore.

Lui amava Rei, il suo amato cinese, non poteva tradirlo.

Così come non poteva prendere in giro Brooklin.

“Non posso Brooklin, mi dispiace.”

“Tu… Mi hai illuso! Mi hai fatto credere di amarmi! Immagini come mi sento?! Tu… Tu non sai cosa vuol dire. Io vorrei solo poter volare e portarti via con me… Ti amo, lo sai.”

“Io non ti amo. Non ti ho mai amato, mi dispiace.”

“Non ci hai nemmeno provato! Mi hai accolto nella vita solo per pietà! Se ti avessi ucciso quel maledetto giorno adesso non soffrirei così! Ma possiamo facilmente porvi rimedio…”

Brooklin puntò la sua arma contro Kei.

Il dito sul grilletto, pronto a far esplodere il colpo fatale verso l ‘amato.

Quest’ultimo fermo e impassibile, come se sapesse di meritarlo.

Non trovate che sia triste?

Un giovane follemente innamorato.

Un altro confuso e in preda ai sensi di colpa.

Brooklin gli si avvicinò a passo lento, Kei stava immobile come se lo stesse aspettando.

Pensava a Rei, il suo amato… Non sarebbe riuscito a mantenere la promessa.

Non sarebbe tornato da lui.

Brooklin ormai gli era di fronte… La pioggia cadeva senza sosta, colpendoli con dolce violenza, mentre continuavano ad osservarsi.

“Vuoi uccidermi Brooklin? Solo la mia morte potrà darti la pace?”

“Si. Tu mi hai ferito e usato, devi morire!”

“No invece, non ti ho usato. Forse ho avuto pietà di te, ed è proprio con questa consapevolezza che ho deciso di allontanarmi.”

“Sei un bugiardo! So tutto di quel cinese! Lo hai preferito a me! Me, che ti ho dato tutto!”

“Tu mi hai quasi ucciso e non te ne ho mai fatta una colpa, non si vive bene con il rancore.”- tentava di spiegare Kei al ragazzo che lo minacciava con la pistola.

Brooklin lo fissò: ma che cosa stava dicendo? Il suo non era rancore, era solo amore.

Disperato, folle, bruciante, devastante, ma sempre amore.

Lui amava quel giovane, amava tutto di lui.

Il suo fuoco della passione.

Il suo carattere chiuso e solitario.

Il suo essere taciturno e freddo.

Tante volte aveva sognato di poter penetrare più a fondo nell ‘animo di quel ragazzo che lo aveva stregato col suo coraggio, la sua determinazione, il suo senso dell ‘onore e la sua passione bruciante.

Una fenice fiera e indomabile, che non si piegava mai.

Lui al contrario era come un Leone.

Nessuno poteva fermarlo, qualunque cosa volesse fare.

Non lo avevano fermato quando aveva deciso di cercare Kei in Francia.

E non lo avrebbe fermato nemmeno quello sguardo ametista carico di qualcosa che non aveva mai visto negli occhi di Kei: comprensione.

Perché il nostro russo provava questo nei confronti di quel ragazzo che agiva solo in preda alla follia e alla disperazione.

Non voleva odiarlo, anche se avrebbe dovuto,

Non voleva condannarlo.

Voleva solo che trovasse la pace.

“Il mio non è rancore, è solo amore disperato. Kei, perché lo hai preferito a me?”

“Non l ‘ho preferito, semplicemente l ‘ho scelto. Brooklin, la vita va avanti, sempre e comunque. L ‘ho imparato a mie spese, non possiamo vivere sempre nel passato.”

“Non mi importa! Non ti lascerò volare via da me!”

Kei cominciava a spaventarsi: stava facendo discorsi strani.

Non era raro che facesse discorsi sul volare o cose simili, ma adesso gli sembravano al quanto fuori luogo.

Anche lui molto spesso si era ritrovato a voler desiderare di volare via libero, ma Brooklin sembrava davvero convinto di poterlo fare e la cosa lo spaventava.

Forse era anche per quello che se n’era andato…

“Tu sei mio… Sei il mio passero sperduto e non puoi lasciarmi.”

Delicatamente le labbra di Brooklin si posarono sulle sue, in un bacio carico d ’amore e appassionato.

Kei ricambiava, ma solo per assecondarlo e magari riuscire a calmarlo.

Osservateli signori: uno lotta per il proprio amore, l ‘altro per la propria vita.

Un legame così non può avere futuro.

Quando si staccarono Brooklin vide l ‘espressione impassibile di Kei e non la sopportò.

Perché lo fissava in quel modo?

Perché non riusciva a dargli l ‘amore di cui aveva bisogno?

Perché preferiva quel maledetto cinese a lui?

Mise la pistola sul torace di Kei… All ‘altezza del cuore.

“Ora volerai come ho sempre desiderato fare… E ti raggiungerò. Voleremo insieme nel cielo azzurro.”

“Forse, se è così spero che troverai la pace che cerchi con la mia morte.”

Uno sparo.

Due occhi spalancati per lo stupore.

Una macchia di sangue sul terreno bagnato.

Una vita che si spegne per un folle amore.

Kei si accasciò lentamente, senza vita, davanti alla cattedrale di Notre Dame, chiudendo gli occhi per sempre.

Brooklin si chinò su di lui, carezzandogli i capelli e il viso… Quel viso perfetto che stava perdendo calore.

Posò un’ultima volta le sue labbra su quelle ormai gelide del giovane russo, alzandosi e volgendo uno sguardo verso il cielo.

Anche lui sembrava piangere per quel momento…

“Ora stai volando, vero Kei? Sei come un uccello che vola libero e tra poco voleremo insieme.”

La pistola puntata alla sua stessa tempia.

Il rintocco delle campane di Notre Dame.

Era come se anche Dio volesse dare un segnale alla sua fine.

Un altro sparo.

Il suo corpo accasciato accanto a quello della persona che amava.

Ora avrebbe volato per sempre, signori…

Ma non con lui.

Non sarebbe diventato un angelo, come sperava.

Ma solo un anima senza scopo che avrebbe vagato nell ‘Ade per l ‘eternità.

Omicidio e Suicidio.

Troverà mai la pace?

Io non lo so, miei cari spettatori.

So solo che l ‘Amore da la vita, così come può toglierla.

Due anime stroncate dalla Follia dell ‘Amore.

 

 

 

*The End*

 

 

 

 

 

 

E così questa triste favola d’amore si conclude, miei gentili lettori.

Spero tanto di non sconvolto troppo i vostri cuori, ne sono rammaricato se è così.

Ma l ‘Amore purtroppo non ha sempre un lieto fine.

A volte conduce alla follia, che porta a gesti pazzi e sbagliati.

Brooklin ha agito in preda alla follia.

E Kei Hiwatari ne ha pagato le conseguenze.

Così come il suo stesso carnefice.

 

 

Con l ‘augurio che vi sia piaciuta e il dispiacere che vi abbia intristito, faccio un lieve inchino e ringrazio tutti le persone che mi hanno dato la loro nella favola precedente:

 

Aphrodite: Il Cantastorie ti ringrazia per la tua sincerità, ed è felice che, personaggio di Annie a parte, ti sia piaciuta la favola^^. Il personaggio di Mylie è molto triste e racchiude in se l’emblema dell’amore che dura per sempre, anche se si decide di continuare a vivere accanto ad un’altra persona. Sono felice che hai colto la presenza silenziosa di Kei, era ciò che speravo, e le tue parole su Yuri; anche lui era una persona dal cuore ferito ed entrambi trovano un’occasione di riscatto nel loro incontro. Ti ringrazio di avermi fatto notare i soliti errorini e spero di avere la tua su questo appena ti è possibile^^ Anche perché questa favola è per te, mia cara^^ Tu sai cosa voglio dire ^-^

Un Bacio dal Cantastorie, love u <3

 

Saruwatari_Asuka: Mia cara, è un piacere risentirti^^ E’ vero, è difficile, pressoché impossibile, trovare persone come Annie, ma è proprio per questo che ho deciso di crearla^^ Mi rammarica che non ti sia piaciuta, ma mi fa piacere che anche tu hai colto la piena essenza di Mylie e della presenza silenziosa di Kei. Anche a te è piaciuto il personaggio di Yuri, ne sono davvero felice^^ Attendo la tua su questa, un bacio dal Cantastorie^^ Ti voglio bene <3

 

Lirinuccia: Ecco qui la mia carissima tesora^^ Nah, un Cantastorie del mio livello non si offende per così poco v.v Anche tu hai percepito molto bene Kei e la cosa non può che farmi piacere, davvero^^ E sono felice che ti sia piaciuta Mylie, una giovane che ha sofferto ma che ha trovato una possibilità di rinascita accanto a Yuri. Sono felice che a te Annie sia piaciuta per quanto riguarda Yuri… Era necessario v.v Ecco qui la terza favola, spero sia di tuo gradimento^^ Un bacio dal Cantastorie, ti voglio bene <3

 

Avly: Mia cara, la tua presenza è sempre una gioia per me^^ Si, la raccolta parla di Amore e della sua forza, a discapito dei finali che possono risultare scontati, questo è il mio obbiettivo^^ Ma veniamo a noi, anche tu hai percepito perfettamente Kei e la sua silenziosa essenza… Tutto questo mi rende assai felice, davvero^^ Mi dispiace che ti abbia provocato tristezza la sua morte ma mi fa piacere che ti sia piaciuta Mylie^^ Davvero ti hanno fatto pensare? La cosa mi rende felice, perché vuol dire che ho raggiunto uno dei miei obbiettivi^^ Ecco qui la terza favola, purtroppo un po’ triste, ma spero che ti piaccia^^ Un bacio dal Cantastorie, e grazie per i tuoi complimenti sempre adorabili <3

 

 

Mi inchino di nuovo alle persone che leggeranno e che mi faranno sapere la loro opinione. Bella o brutta, triste o meno.

Io sono il Cantastorie, ascolto ogni cosa.

 

 

 

Alla prossima favola, che vi prometto sarà più lieta.

 

 

Il vostro Cantastorie.

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Capitolo 4
*** Sole e Ghiaccio ***


Ben ritrovati, miei gentili spettatori

Ben ritrovati, miei gentili spettatori.

E’ sempre il Cantastorie che vi parla, con una nuova favola per voi.

 

 

Possono Sole e Ghiaccio convivere ed esistere?

Possono completarsi e unirsi per sempre?

Questa favola parla di Julia, caldo sole spagnolo.

E di Yuri, freddo lupo della steppa della gelida Russia.

Due anime così diverse.

Ma che non possono non unirsi

 

Buona lettura, miei lettori.

 

 

Sole e Ghiaccio.

 

Il caldo sole estivo riscaldava quella giornata, battendo forte sulla testa della gente e illuminando ogni cosa.

Un pomeriggio apparentemente come gli altri, ma non per una giovane dai capelli biondi e gli occhi smeraldini che attendeva in un parco una persona per lei speciale.

Una ragazza molto particolare sapete?

Luminosa come il sole.

Un’esplosione di vita ed energia.

Un viso bello e luminoso, che trasmetteva calore e passione.

Un vero sole spagnolo.

Julia Fernandez.

Stava in quel parco e aspettava… Aspettava quello che, in teoria, doveva essere il suo migliore amico.

Avete notato la mia ironia? Vi starete domandando perché.

Avete presente due totali opposti?

Come Acqua e Fuoco.

Come Sole e Luna.

Come Calore e Ghiaccio.

“Ehi Yuri, sono qui!”- la giovane alzò la mano in segno di saluto verso il suo amico. Capelli cremisi, occhi glaciali, pelle lattea e fisico esile… Una statua di ghiaccio puro.

Gli si avvicinò, cingendogli il collo e baciandolo sulla guancia. Lui non fece una piega, non era da lui lasciarsi andare.

Yuri Ivanov, signore e signori.

Il Lupo della Steppa.

Il Freddo ghiaccio della Russia in formato Uomo.

“Quanto entusiasmo, ti prego non mostrarmene troppo o potresti uccidermi.”- ironizzò Julia con un sorriso, beccandosi un’occhiata truce dal giovane.

“Che spiritosa. Andiamo, prima facciamo tutto, meglio è.”

“Che permaloso! Non vedi che bella giornata? Possibile che non riesco a strapparti nemmeno un sorriso?”

“Dammi un motivo per sorridere e lo faccio. Un motivo valido, vero e non stupido.”

“Sei senza speranza, Ivanov. Non so perché perdo ancora tempo con te, andiamo.”- Julia lo prese a braccetto e i due si incamminarono verso il centro, silenziosi come sempre.

Julia cercava di parlare e di coinvolgere l ‘amico, ma questi sembrava impassibile. Voleva solo fare quella dannata commissione e tornarsene a casa.

Eccoli qui, signori.

Due chiari opposti l ‘uno dell ‘altra.

Lei, radiosa come il Sole.

Lui, freddo come il Ghiaccio.

Non trovate che siano perfetti? E non sono ironico, stavolta.

“Yuri, ti manca mai casa tua?”

“Mh? Che intendi?”

“La Russia… Non ti manca mai?”

“Solo qualche volta, ma non ho bei ricordi legati a quella terra, lo sai.”- Julia percepì la tristezza di quelle parole: si conoscevano ormai da tre anni e in un momento particolare in cui il russo aveva bisogno di parlare, le raccontò del suo passato.

Sua madre lo aveva abbandonato da piccolo, rinchiudendolo in un monastero dove aveva subito diversi maltrattamenti… Di molti generi.

Per una cieca fortuna quel monastero fu poi chiuso, lui finì in orfanotrofio dove una coppia lo adottò, trasferendosi poi in Spagna.

Fu così che incontrò quel Sole radioso che non sembrava intenzionata a lasciarlo in pace.

Quando le confidò tutto sul suo passato, Julia decise di fare una cosa: avrebbe fatto di tutto per ridare il sorriso a Yuri.

“Ma cosa possiamo prendere a quello sfigato di tuo fratello? Sembra non piacergli niente.”

“Non chiamarlo sfigato! È solo timido e lo sai bene. Facciamo diciotto anni, sono una tappa importante.”

“Ma questo significa che devo fare il regalo anche a te?”

“In teoria si, ma tu me lo fai già: verrai alla festa e tanto mi basta. Guarda, entriamo qui!”- Julia lo prese per mano, entrando in un negozio di libri: suo fratello amava molto leggere e si era ricordata di un libro che tanto desiderava ma che nessuno gli aveva mai regalato, lei per prima.

“Un libro? Gli vuoi regalare un libro?”

“Non un libro qualsiasi, lui adora le poesie di William Blake ma non è mai riuscito a comprarsi una sua raccolta decente, quindi è il regalo adatto a lui.”

“Voi due siete proprio strani.”

“Ha parlato ‘mister perfezione’! Forza, cerchiamo quel libro.”- mormorò scocciata la ragazza, mentre si dividevano per cercare il libro per il fratello della ragazza, Raul.

Julia lo osservò fissare i libri uno ad uno, con la sua solita aria impassibile… Niente sembrava scalfirlo, era di ghiaccio puro e lei non lo sopportava.

Tante volte desiderava che le rivolgesse anche solo un sorriso.

O una parola dolce.

Anche un semplice gesto carino le sarebbe bastato.

‘Ma di tutti gli uomini che ci sono al mondo proprio di un pezzo di ghiaccio dovevo innamorarmi? Julia Fernandez, sei davvero una sciocca perdente’ - non faceva che ripeterlo a se stessa, quando era insieme a lui, o semplicemente da sola con i suoi pensieri.

Non trovate che sia tenera?

Innamorata di un freddo russo a cui vorrebbe tanto scaldare il cuore.

Una fievole speranza celata in un cuore pieno di Vita.

“Ehi, forse l ‘ho trovato.”- la chiamò il giovane, destandola dai suoi pensieri. Gli si avvicinò e vide che aveva in mano proprio il libro che stavano cercando.

“E’ proprio questo, grazie Yu.”

“Di nulla, ora possiamo andarcene?”

“Ma scusa, tu non gli regali nulla?”

“Era implicito che quel regalo fosse anche da parte mia.”

“Te lo scordi! Tu ora cerchi qualcosa per mio fratello o sono guai!”- esclamò la ragazza con le mani sui fianchi e l ‘espressione decisa.

Yuri si fermò ad osservarla: la conosceva bene, sapeva che quando si imputava era impossibile farla desistere.

Testarda ed orgogliosa.

Vitale e spensierata.

Il suo esatto contrario.

Portava una canotta rosa con dei fiorellini viola che le metteva in mostra la sua bella quarta di seno e un paio di short di jeans, molto corti, che mostravano le sue gambe toniche e sode.

Non si era mai soffermato così a lungo ad osservarla… Era davvero bella.

“Ehi, ti sei incantato? Pronto? Terra chiama Ivanov!”- la voce dell ‘oggetto dei suoi pensieri lo destò, facendolo tornare in se.

Ma che cavolo gli era preso? Mettersi a fissarla in quel modo!

“Scusa, dicevamo?”

“Che devi fare il regalo a mio fratello.”

“Non ci penso nemmeno, te lo scordi. Non so nemmeno cosa prendergli.”

“Insomma Yuri, per una volta nella tua vita non puoi sciogliere il ghiaccio che ti circonda? Mio fratello ti considera suo amico, ti vuole bene a modo suo, pensa come ci rimarrebbe male se vedesse che non ti importa nulla del suo compleanno. Non ci pensi?”

La voce di Julia era molto triste, sapete? Le dispiaceva che quel ragazzo fosse così freddo e impassibile da non interessarsi nemmeno dei sentimenti di una persona che lo considerava suo amico.

In cuor suo Yuri non aveva mai pensato a quelle cose. Era già tanto che considerasse Julia sua amica, anche se la cosa gli costava parecchio, ma suo fratello Raul… Non gli aveva nemmeno attraversato la mente quell ‘idea.

“E va bene, ma tu mi dai una mano! Non ho intenzione di passare ore ed ore ad arrovellarmi il cervello per cercargli qualcosa!”- Julia sorrise, conscia di aver ottenuto quello che voleva.

“Visto? Non ci voleva molto! Dai, andiamo!”- disse allegra la giovane spagnola, prendendolo per mano e, dopo aver pagato e fatto incartare il libro, i due girarono ancora un po’ per negozi.

Passarono davanti ad un negozio che vendeva un po’ di tutto, dai vestiti ai peluche e gli occhi di Julia si illuminarono: forse lì avrebbero trovato qualcosa di adatto.

“Entriamo qui, di sicuro troveremo qualcosa.”

“Che palle, sono già stufo.”- le sembrava durato troppo quel momento di pace. Sbuffando, i due entrarono e videro che aveva davvero di tutto, sembrava un piccolo centro commerciale.

“Senti ti semplifico la cosa: mio fratello ha un debole per i cani, ne ha sempre desiderato uno.”

“Dovrei regalargli un pupazzo? Ma ha diciotto anni.”

“E allora? Anch’io ne ho diciotto, eppure ho la stanza piena e non me ne vergogno.”

“Bah, se lo dici tu. Gli prendo questo botolo peloso e siamo a posto.”

“Yuri, sei davvero un pezzo di ghiaccio. Se davvero ti costa così tanto allora non farglielo, un regalo va fatto col cuore. Ti aspetto fuori, tu decidi cosa fare.”

La giovane era davvero scocciata, sapete?

Insomma, vedere l ‘uomo che ami che si comporta come un perfetto iceberg è molto triste.

Yuri la guardò andare via, pensando che forse aveva ragione.

In fondo lei e Raul erano stati gli unici a sopportarlo e non allontanarlo per via del suo carattere di ghiaccio.

Non poteva farci nulla, nemmeno a lui piaceva essere così.

Ma tutto quello che aveva passato non poteva cancellarlo, assolutamente.

La vide aspettarlo davanti all ‘entrata e le dava le spalle… Gli venne un’idea, dopo tutto quella furia era sua amica e, a modo suo, gli aveva sempre dimostrato affetto.

Forse poteva fare qualcosa per renderla felice… Anche solo una volta.

 

*

 

‘Accidenti a lui e al suo caratteraccio! Mi da sui nervi quando fa così, gli costerebbe troppo essere gentile?!’

Arrabbiata la nostra spagnola, non trovate?

E questo è niente, dovreste vedere quando è davvero in collera, ma possiamo anche evitare.

Torniamo alla storia, miei gentili spettatori.

Julia stava aspettando il ritorno di Yuri dal negozio, osservando il cielo limpido della sua cara Spagna.

Amava la sua terra, amava il caldo sole che irradiava e scaldava ogni cosa.

Amava la vita, la vitalità, l ‘allegria.

E soprattutto amava Yuri, il suo perfetto opposto.

Da quando l ‘aveva incontrato le era entrato dentro in maniera tale che aveva sempre rifiutato tutti i corteggiatori che le si dichiaravano… E ne aveva parecchi, da quel punto di vista non si poteva lamentare. Ma per lei esisteva solo quel pezzo di ghiaccio che non si scioglieva nemmeno col calore del suo tiepido amore.

Sentì le porte elettriche dietro di lei aprirsi, si voltò e vide Yuri con un pacchetto in mano: allora l ‘aveva ascoltata e aveva preso quel regalo per il fratello.

“Contenta? Ho comprato il botolo peloso per quel botolo di tuo fratello.”- Julia gli sorrise, schioccandogli un bacio sulla guancia: dopo tutto era il massimo a cui poteva aspirare con lui.

Per un istante, un solo, unico, memorabile, istante, il nostro ghiacciolo arrossì. Ma ovviamente non lo fece notare alla giovane che gli sorrideva radiosa.

“Sono contenta, sapevo che lo avresti fatto.”

“Sisi, ma ora andiamo, io devo farmi la doccia prima di venire a casa vostra.”

“Va bene, allora facciamo così: io vado a casa e comincio a preparare tutto, tu intanto vai a casa e raggiungimi appena sei pronto.”

“Non ti serve una mano?”

“Tranquillo, Mathilde è già a casa mia che mi aspetta.”

“Me lo immagino, se è a casa con tuo fratello…”

“Razza di porco! Ci vediamo dopo, ghiacciolino!”- Julia gli fece l ‘occhiolino e si allontanò a passo svelto, mentre lui la osservava andare via.

‘Stupida sciocca spagnola’- pensò ridendo il giovane rosso, andando verso casa sua. Una volta arrivato, mise via il regalo per Raul sulla scrivania, tirando fuori dalla sua tracolla un altro pacchettino… Alla fine aveva deciso.

Eh no, signori! Non ci sarebbe sorpresa se vi dicessi tutto adesso! Abbiate pazienza e scoprirete tutto! Torniamo dal nostro Yuri, vi va? Bene.

Il giovane tirò fuori i suoi indumenti per la serata, prese quelli intimi e si infilò sotto la doccia. I suoi genitori adottivi erano via per lavoro, entrambi lavoravano per una grossa società, spesso e volentieri dovevano viaggiare, ma a lui non dispiaceva.

Voleva bene a quelle persone, lo avevano preso, cresciuto come loro dandogli tutto, ma un po’ di libertà non guastava mai, come ad ogni giovane diciannovenne.

Finì di farsi la doccia, si asciugò e cominciò a vestirsi, facendo cadere lo sguardo sulla foto che teneva sulla scrivania: erano lui e Julia, al parco. Lui seduto e lei gli circondava le spalle da dietro, sorridendo radiosa, in contrasto con la sua aria impassibile e fredda.

Quella foto gliela aveva fatta a tradimento Mathilde, che aveva una vera passione per fare fotografie, e Julia ne aveva regalata una copia anche a lui, dicendogli una cosa che non ha mai scordato…

“Così almeno, se ti senti solo, puoi vedere quella fotografia e ti passerà, vedrai.”

Lo aveva detto con un sorriso radioso stampato sul viso. Julia sorrideva sempre, anche per le cose più semplici.

Era davvero come un sole radioso, che con la sua luce irradiava e scaldava ogni cosa intorno a lei.

Scosse la testa a quei pensieri, finendo di vestirsi, prendendo le chiavi della sua macchina, i regali nella sua tracolla e uscì di casa. Si mise in macchina, avviandosi verso casa della sua amica, immaginando che faccia avrebbe fatto trovandosi di fronte anche un suo regalo.

Sorrise impercettibilmente a quel pensiero: in fondo gli faceva piacere farla felice.

Non ci mise molto ad arrivare, Julia viveva in una modesta villa, la sua famiglia era molto benestante. Era bianco candido e sembrava essere molto antica, gli piaceva quella casa.

Suonò il campanello, che si aprì senza nemmeno che qualcuno gli rispondesse, entrò e vide Julia e Mathilde intente a mettere gli ultimi festoni.

“Ciao Yuri! Che bello, ci sei anche tu!”- Mathilde, un’altra esplosione d’energia al pari di Julia. Ma a differenza di quest’ultima era un poco più timida, certo non con lui dato che ormai lo conosceva da tre anni. Quando la conobbe era già fidanzata con Raul e, senza sapere perché, lo aveva preso subito in simpatia. Non gli dispiaceva quella ragazza, era gradevole, quasi quanto Julia. E anche molto carina: capelli di uno strano rosa, tenuti a caschetto, occhi verdi, un po’ bassa ma con un viso davvero dolce.

“La tua amica mi ha praticamente obbligato, perciò sono qui. Dove lo metto, questo?”

“Dallo a me, ma a Julia non hai preso niente?”- domando la giovane all ‘amico, mentre osservava Julia finire di decorare la sala dove si sarebbe tenuta la festa

“Diciamo che è un segreto, non dirle niente o giuro che ti ammazzo.”- le sussurrò, facendole l ‘occhiolino e Mathilde capì, ridacchiando allegra.

“Ehi, ho ordinato le pizze, ce le portano alle otto precise!”- esclamò, uscendo da una porta, un giovane dai capelli rossi e gli occhi smeraldini, dai lineamenti identici a quelli di Julia.

“Bravo fratellino, ti sei reso utile. Bene, qui abbiamo finito, tra poco cominceranno ad arrivare gli ospiti.”

“Avete invitato parecchia gente?”- domandò Yuri alla ragazza, già terrorizzato all ‘idea di dover stare in compagnia di tante persone, non sopportava la confusione.

“E’ la nostra festa, Ivanov, abbiamo invitato chi dovevamo.”- Julia gli fece un occhiolino e Yuri se ne intimorì: non era un buon segno.

 

*

 

Meno di un’ora dopo la sala si era riempita con più di trenta persone, tra amici e compagni di scuola, per il rossino sembrò di morire. Sperava di poter stare un po’ da solo con Julia e attendeva l ‘occasione giusta per farle la sua sorpresa ma invece quella sala sembrava una specie di campo di battaglia.

Ma tutti sembravano divertirsi, la sua amica dopo tutto era brava ad organizzare le feste. Vide Raul e Mathilde scatenarsi al centro della pista a ballare, seguiti da tanta altra gente, quando partì una musica lenta e vide Julia avvicinarsi.

“Ti va di ballare un po’?”

“Non so ballare, lo sai.”

“Eddai, in fondo è un lento, devi solo dondolare. Ti aiuto io, forza.”- a quel sorriso così dolce non seppe di no e poi era la sua festa, fare qualcosa per lei era giusto oltre che un bel gesto.

La prese per mano, cosa che stupì la giovane, e la condusse in pista.

La cinse in vita, avvicinandola a se, mentre lei si appoggiava al suo petto, abbracciando la sua schiena. Poteva sentire il suo cuore battere, era una melodia ancora più bella della musica che accompagnava il loro ballo.

“Sono così felice che tu sia qui, Yuri.”

“Non credevo che ti importasse così tanto.”

“Andiamo, lo sai che sei importante per me…”

“Si, credo di saperlo…”- Julia alzò il viso, vedendo l ‘espressione confusa del ragazzo di cui era innamorata: perché reagiva così? Che davvero non avesse capito nulla sui suoi veri sentimenti per lui?

Forse era ora di smettere di avere paura.

Era il momento di sciogliere definitivamente il ghiaccio.

Lo prese per mano e lo condusse sul balcone, lontano da occhi indiscreti e dove potessero parlare tranquilli. Una volta arrivati intrecciò le sue dita con quelle più lunghe e leggermente affusolate del ragazzo.

Era una bellissima serata.

Una leggera brezza solleticava i loro visi.

Il cielo era pieno di stelle.

L ‘atmosfera e il momento ideale, non poteva lasciarseli sfuggire.

Non lei, Julia Fernandez.

“Yuri, tu sei importante per me.”

“Come amico, certo.”

“No… Non come amico. Ecco io…”

“Julia, non sono uno stupido. So che provi per me qualcosa di forte, ma è meglio se mi lasci perdere.”

“Perché? Perché dovrei?! Yuri… Io ti amo.”- quelle parole arrivarono al cuore del rosso come un fulmine a ciel sereno.

Lo amava.

Esisteva qualcuno in quel mondo così meschino con lui che lo amasse.

Lei, un Sole radioso, amava lui, un pezzo di Ghiaccio.

“Julia… Tu meriti di meglio.”

“Lo decido io, non tu. Possibile che per te non sono nulla? Non provi niente per me, oltre all ‘amicizia?”

“Aspettami qui.”- Yuri si allontanò da lei, sparendo tra la folla e lasciandola sola. La giovane cominciò ad osservare le stelle, come a cercare una risposta alla loro luce: Yuri credeva che lei meritasse di meglio, ma era solo lui quello che desiderava.

Non le importava che fosse di ghiaccio.

Desiderava solo scaldare il suo cuore con quello del giovane.

Sentì un tocco gentile sulla spalla, si voltò e vide Yuri porgerle un pacchetto ben confezionato con un leggero sorriso sul viso.

“Questo è per te. Buon compleanno, Julia.”

“Mi hai fatto un regalo?”

“Ecco io… Ho pensato che sarebbe stato carino. Non illuderti, non è nulla di speciale.”

“E’ tuo, basta questo per renderlo speciale.”- la giovane, radiosa, lo aprì e vide che era un peluche a forma di pegaso. Lei adorava quelle creature e Yuri lo sapeva bene… Se n’era ricordato. Era stato così gentile da combattere contro il suo orgoglio pur di farle piacere.

“Yuri… E’ bellissimo.”

“Sono felice che ti piaccia. Però senti, io credo che…”- il ragazzo non disse più nulla perché la giovane spagnola aveva intrappolato le sue labbra con le proprie in un bacio dolce e carico d’amore.

Tutto l ‘amore che provava per lui.

E per Yuri fu più che sufficiente: forse era ora di lasciarsi andare un po’ e sciogliere il ghiaccio che ricopriva il suo cuore e il suo animo.

La cinse in vita delicatamente, ricambiando il bacio e rendendolo più passionale.

Julia era in preda alla felicità, dagli occhi le uscivano lacrime ribelli di gioia.

Yuri, il suo Yuri, la stava baciando.

Forse il ghiaccio che lo circondava stava cedendo al calore del suo amore.

Quando si staccarono per il bisogno di ossigeno, non ebbe il coraggio di lasciarlo andare.

“Julia, lo sai che sei una pazza a volere uno come me?”

“Bhe, è perché sono pazza che ti piaccio, non è vero?”

“No, tu non mi piaci…”- Julia lo fissò di sbieco ma le passò quando vide il sorriso di Yuri.

Lo aveva visto di rado sorridere e vederlo in quel momento sorridere per lei le riempiva il cuore di gioia.

“Sono innamorato di te, solo ora lo comprendo. Ci proviamo? Se ti farò soffrire mi potrai castrare.”

“Si Yuri, proviamoci! Ti amo!”

Julia cominciò a ridere di gusto, saltandogli al collo e riempiendolo di baci su una guancia, passando di nuovo alle labbra, pienamente ricambiata da lui.

Forse per Yuri Ivanov era giunto il momento di sciogliere il ghiaccio che ricopriva il suo cuore.

Ma una cosa non aveva mai capito: Julia lo aveva sempre fatto e lui non se n’era mai accorto.

Quello splendido Sole lo aveva riscaldato giorno dopo giorno.

Ora era il momento di vivere del calore dell ‘Amore.

 

E così fecero signori.

Sole e Ghiaccio non si sono più lasciati.

Totalmente opposti.

Inevitabilmente uniti.

Assolutamente indivisibili.

 

 

*The End*

 

 

 

 

 

 

 

E così si conclude anche questa favola d’amore, miei gentili spettatori.

Come vedete anche il Ghiaccio più solido non resiste al calore del Sole e dell ‘Amore.

Due giovani totalmente opposti, che non possono non unirsi.

E nemmeno separarsi.

Spero di aver scaldato i vostri cuori con questa tiepida storia d’amore e che mi farete sapere le vostre opinioni.

Il vostro Cantastorie ci tiene tanto, accetta ogni cosa.

 

 

Chiedo umilmente scusa ma stavolta il Cantastorie non è in vena di rispondere alle recensioni, vi chiedi di perdonarmi.

 

Un enorme bacio e un grosso ringraziamento a: la mia adorata Lirin Lawliet, la mia cara Saruwatari_Asuka, la mia lover Ika, e la dolcissima Avly.

Grazie a tutte voi per il continuo sostegno, spero di sentirvi anche in questa favola mie adorate^^

 

 

 

 

 

Alla prossima favola, signori e signore.

 

Il Vostro Cantastorie.

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Capitolo 5
*** Il principe e la serva ***


Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla

Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla.

Di nuovo qui per narrarvi una nuova storia d’amore.

 

La favola che sto per narrarvi parla di un giovane principe.

Un anima vuota, triste e solitaria.

E della giovane serva che scalderà il suo cuore.

Un amore proibito, mie gentili spettatori.

Godetevelo.

 

 

 

Il Principe e la Serva

 

 

Due corpi avvinghiati nel fuoco della Passione, bruciante e devastante, in un letto di fattura lussuosa. Lenzuola rosse e stoffe pregiate, dalla tessitura molto antica e preziosa per un semplice letto.

Un giovane possedeva senza risparmiarsi una ragazza dai capelli biondi e gli occhi smeraldo, ma non vi era amore in quel atto che avrebbe dovuto averne.

Passione, Lussuria, Desiderio Carnale… Solo questi desideri riecheggiavano in quella stanza, tra un gemito di piacere e l ‘altro.

Alla fine, esausti, i due si unirono in un abbraccio che niente aveva di affettivo: nessun calore traspariva dagli occhi ametista del ragazzo. I capelli argentei leggermente imperlati di sudore, il viso liscio e perfetto e il fisico muscoloso e scolpito… Una meravigliosa scultura greca.

“Mio principe… Siete stato meraviglioso.”

“Lieto che vi sia piaciuto, milady.”

“Siete sicuramente l ’amante migliore che abbia mai avuto.”

“Ora siete voi a lusingare me, ma devo andare.”- il giovane si alzò dal letto, recuperando i suoi vestiti e infilandoseli, mentre la ragazza si alzò, tenendosi il lenzuolo per coprirsi.

“Come mai andate via? Restate ancora un po’ con me.”

“Mi dispiace ma ho altro a cui pensare. E poi voi dovete partire, entro domani voglio che siate tornata a casa vostra.”

“Ma, mio signore…”

“Ora scusatemi, ma devo andare. È stato un piacere, grazie della piacevole compagnia.”- e così dicendo il ragazzo dagli occhi ametista uscì dalla questa, lasciando una fanciulla con il cuore infranto combattere contro la tristezza che lottava per assalirla.

Eccolo qui, signori: vi ho presentato il principe Kei Hiwatari.

Erede di un piccolo ma ben tenuto regno, con la presunzione di poter fare o dire quello che vuole a suo piacimento.

Ma con un animo pieno di enorme tristezza e solitudine.

Freddo come solo il ghiaccio può esserlo.

Nessun legame, a parte una fievole amicizia con il fidanzato della sorella.

Un’anima vuota e senza scopo.

Camminò per il lungo corridoio che dava alla sala da pranzo, finendo di mettersi in ordine prima che suo padre scoprisse che cosa aveva in realtà fatto pur di saltare quella stupida riunione.

Non curandosi di guardare dove andasse, il giovane andò a sbattere contro una fanciulla che portava vaso pieno d’acqua, facendola cadere.

“Ehi, attenta a dove vai, razza di stupida!”- sbraitò Kei, guardando male la giovane, che raccoglieva ad uno ad uno i cocchi del vaso, senza mai alzare lo sguardo.

Una giovane molto graziosa, sapete?

Capelli come l ‘oro, ricci e tenuti in ordine da una coda bassa.

Occhi castani, grandi e profondi.

Un viso scarno, ma comunque liscio e ben fatto.

Labbra rosee e sottili e un corpo tonico, seppur molto magro.

“Vi chiedo perdono, mio signore.”- sussurrò la giovane, finendo di raccogliere tutti i pezzi del vaso. Kei la osservò, dall ‘alto in basso, con un piccolo moto di disgusto.

Non ricordava quella serva, ne avevano parecchie al loro servizio. Erano tutte molto magre e alcune fragili, ma lei sembrava diversa.

La giovane finì il suo lavoro e si alzo, tenendo sempre gli occhi bassi… Era proibito alle serve guardare un nobile o i loro padroni dritti negli occhi.

“Vi chiedo ancora perdono, mio signore.”

“Vedi di guardare dove vai, qualcun altro avrebbe reagito in maniera peggiore”

“Certo, principe Kei.”- la giovane fece un lieve inchino e superò il ragazzo, che prima di lasciarla andare le porse una domanda…

“Come ti chiami? Al momento mi sfugge il tuo nome.”- la fanciulla voltò appena il volto, tenendo sempre gli occhi bassi.

“Mi chiamo Aline, mio signore.”- mormorò dolcemente, rifacendo di nuovo l ‘inchino e sparendo lungo il corridoio.

Kei la vide andare via ed entrò nella sala da pranzo dove suo padre e sua sorella, in compagnia del fidanzato nonché capitano delle guardie, lo stavano aspettando.

“Kei, finalmente! Si può sapere dov’eri finito?”

“Sono stato occupato, scusate il ritardo.”

“Immagino cosa ti ha tenuto occupato, fratellone.”- mormorò maliziosa la giovane principessa.

A differenza del fratello aveva i capelli castani, lunghi fino alle spalle, ma gli occhi erano gli stessi del principe. Un bel viso, liscio e ben curato e un corpo piccolo ma comunque perfetto: una bellissima principessa.

“Fatti gli affari tuoi, Malisa!”- esclamò irritato il giovane principe, suscitando una risatina alla sorella.

“Yuri, ma come fai a sopportarla? Altro che capitano, devi essere un santo.”

“Diciamo che la so gestire meglio di te.”- Yuri Ivanov, capitano delle guardie che, nonostante la giovane età, aveva fatto carriera grazie al suo talento e al suo valore.

Era l ‘unico amico che Kei potesse definire tale e per “amico” intendiamo una persona che lo sopportasse. Da quando si era fidanzato con la principessa Malisa il loro rapporto si era intensificato dal fatto che presto sarebbero stati parenti.

Il matrimonio ovviamente era stato combinato, ma quei due avevano finito per l ‘innamorarsi sul serio, cosa che a Kei in fondo faceva piacere.

Ma per quanto lo riguardava non aveva alcun interesse per l ’amore.

Lo considerava un sentimento stupido e privo di significato, aveva giurato che non si sarebbe mai innamorato.

Ora vi spiegherete il perché del suo comportamento con il gentil sesso…

Un caso davvero pessimo, signori.

“Kei, figliolo, voglio cogliere l ’occasione che siamo tutti qui per annunciarti che ho preso una decisione.”- il re, Sosuke Hiwatari, un uomo severo e rigido, ma un buon sovrano per il suo regno. Capelli argentei come il figlio, fisico possente, un leggero accenno di barba e viso dai lineamenti marcati, ma non duri.

“Quale decisione, padre?”

“Ho firmato un contratto con il re del regno vicino, per solidificare questa unione abbiamo deciso che tu e la sua primogenita vi sposerete.”- il principe fece cadere la forchetta, fissando con astio il proprio genitore, mentre la sorella e Yuri lo guardavano preoccupati.

“Spero che sia uno scherzo.”

“Nessuno scherzo. Incontrerai Camille domani a pranzo e per il tuo bene ti conviene essere cortese.”

“Io non intendo sposare una perfetta sconosciuta!”

“Tu farai come ti ordino, o saranno guai, capito?!”- una caratteristica del caro Re: tutto quello che dice è legge. Normale per un sovrano, non trovate?

Lo sguardo del giovane principe era in preda alla collera: mai al mondo avrebbe sposato una donna di cui conosceva solo il nome. Non voleva fare come sua madre, che aveva vissuto infelice per tanti anni accanto ad un uomo che non amava.

Si alzò di scatto dal tavolo, uscendo dalla grande sala e avviandosi verso la biblioteca, certo del fatto che nessuno li lo avrebbe disturbato.

Entrò sbattendo  forte la porta, facendo però sobbalzare la persona che in quel momento si trovava lì, intenta a fare pulizia.

“Mio signore…”

“Ah, sei tu Aline.”- mormorò scocciato, sedendosi di peso sulla prima poltrona e sbuffando sonoramente. Aline gli rivolse occhiate fugaci, cercando di non farsi notare… Si domandava cosa mai poteva turbare tanto il suo principe.

Continuò le sue mansioni, continuando ad osservarlo… Lei lo trovava bellissimo.

“La smetti di fissarmi di sfuggita?! Mi dai sui nervi!”- esclamò adirato il giovane principe, facendola spaventare.

Non trovate che questo giovane sia totalmente all ‘oscuro di cosa siano le buone maniere?

Aline si scusò e fece per andarsene, quando una mano grande e calda le afferrò delicatamente il polso… Si voltò e vide il principe trattenerla.

“Scusami, lo so che tu non c’entri.”

“Non preoccupatevi altezza, ma se posso permettermi cosa vi affligge?”- Kei la osservò, incuriosito: quella fanciulla aveva qualcosa che nelle altre non aveva mai visto, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse. Forse parlare con qualcuno non gli avrebbe fatto peggio di come si sentiva in quel momento… Non si sfogava mai con nessuno.

“Posso parlarti senza problemi? Insomma, non sei una persona che spettegola.”

“Signore, l ’unica persona con cui posso parlare è me stessa, non abbiate timore.”- il giovane principe colse molta tristezza in quella frase, ma cercò di non badarvi e invitò la ragazza a sedersi accanto a lui. Le rivelò la decisione di suo padre di farlo sposare con una donna mai conosciuta, il suo rifiuto e anche la sua paura.

Paura di non avere scelta, di essere destinato per sempre all ‘obbedienza.

Aline lo ascoltò, paziente e gentile, come una vera ascoltatrice.

“Mio signore, comprendo il vostro turbamento, e penso che abbiate ragione.”

“Ma non posso ribellarmi, mio padre ha già deciso tutto. Mi negherà la corona se non faccio ciò che mi ordina.”

“E la corona è più importante della vostra felicità? Non pensate che forse dovreste anteporre voi stesso al vostro titolo?”- mai Kei aveva sentito tanta saggezza venire da un semplice servo. Quella ragazza sembrava quasi una nobildonna, se non fosse stato per gli abiti spogli e l ‘aspetto trasandato.

“Si, probabilmente dovrebbe essere così.”

“Non siete mai stanco di stare nella vostra gabbia dorata?”

“Ci sto bene, ho tutto quello che desidero.”

“Ne siete sicuro?”- quella domanda lo colse impreparato? Era davvero sicuro di essere felice? Di avere tutto quello che voleva? Ora non lo sapeva più.

“Si, almeno credo…”

“Verreste con me in un posto? Non è lontano, è qui nel castello.”- domandò dolcemente Aline, mentre Kei continuava ad osservarla: cosa aveva quella giovane da provocargli il turbamento che sentiva in quel preciso istante?

La giovane serva gli porse la sua mano, lui la afferrò e lo condusse in sul retro del castello, aprendo una piccola porta di legno e arrivando in un posto dove il sole batteva radioso e il prato era pieno di fiori in sboccio.

C’erano delle rovine, ma davano un tocco di antichità a quel posto così suggestivo.

Kei si guardò intorno, pensando che era già stato in quell ‘angolo del suo palazzo, ma non lo ricordava…

“E’ un bel posto.”

“Non vi ricordate? Da bambini venivamo qui.”- il giovane principe la guardò stupito: lui andava in quel posto con quella serva? Gli era difficile crederlo.

Aline lo fissò, sorridendo tristemente: si era dimenticato dei momenti passati insieme quando erano poco più che fanciulli e non lo biasimava…

Chi voleva ricordare il tempo trascorso in compagnia di una misera serva?

“Veramente? Non lo ricordo.”

“Venite, vi mostro una cosa.”- lo prese di nuovo per mano e lo condusse dietro ad una colonna, dove vi erano incise due lettere: una K e una A.

“Sono le nostre iniziali.”

“Le abbiamo fatte noi con un sasso, dicendo che questo sarebbe stato per sempre il nostro posto segreto.”

“Perché l ’ho dimenticato?”- mormorò il giovane principe, più a se stesso che alla giovane accanto a lui. Si sedette su una delle rocce, cominciando a guardarsi intorno… Era tranquillo, nessun rumore, se non quello del vento e di qualche uccellino che cantava la sua gioia al sole.

Come avrebbe voluto essere come loro, poter volare libero, senza nessuno che lo comandasse.

“Mio signore, vi ho turbato portandovi qui?”

“No, è solo che… Mi rendo conto che ho dimenticato i momenti più belli della mia infanzia e sapere che li ho passati con te, una serva che ho sempre trattato male… Mi rende infelice.”- la giovane sorrise lievemente: per un attimo le era sembrato di rivedere il Kei fanciullo cresciuto insieme a lei.

Era molto diverso, sapete?

Un bambino molto taciturno, è vero.

Ma quando era con lei liberava la sua felicità e la sua voglia di vivere celate sempre dentro di se.

“Vi lascio solo, devo tornare al lavoro.”

“No, ti prego. Resta ancora un po’, per favore.”- Aline lo guardò negli occhi e vi lesse una specie di supplica a cui non seppe dire di no.

Si sedette accanto a lui, osservando il cielo…Era azzurro, solo alcune nuvole ne turbavano il colore, ma era sempre bellissimo.

“Davamo un nome alle nuvole, vero?”- chiese all ‘improvviso Kei alla giovane accanto a lui, che lo guardò sorridendo: forse cominciava a ricordarsi qualcosa.

“Si, lo ricordate?”

“Vagamente. Tu ne avevi chiamata una “palla di neve” perché si sembrava un’enorme palla di neve.”- i due cominciarono a ridere di gusto.

Non sono belli insieme?

Il chiaro esempio de “gli opposti si attraggono”.

Una gioia per gli occhi e per il cuore.

Smisero di ridere, fissandosi intensamente… Per la giovane il tempo sembrava essersi fermato. Tante volte aveva sognato quel momento…

Di essere lì, insieme a lui, di averlo così vicino.

Sentire il suo respiro, il suo profumo inebriarle le narici.

Le sue mani accarezzarle la pelle…

Ma era un sogno impossibile, almeno per lei.

Kei stava già avvicinando il suo viso a quello di Aline, quando la ragazza abbassò il volto e scese dalle rocce, dirigendosi verso la porta da cui erano entrati.

“Aline, perché scappi?”

“Perché non voglio essere ingannata, non da voi.”

“Come sai che voglio ingannarti?”

“So quello che fate con le ragazze, non sono una stupida.”- Kei la guardò colpevole: forse era per quello che aveva dimenticato tutto, che aveva dimenticato Lei.

Crescendo era diventato un uomo stupido e immorale, che usava le ragazze solo per gioco e divertimento personale.

Non voleva amore e non lo ricercava. Così come la felicità, non gli importava.

Tranne che in quel momento, con quella ragazza.

Con lei voleva.

“E’ vero, io sono come dici tu, ma con te è diverso.”

“Non potete saperlo e non voglio che l ’unica persona che abbia mai amato si prenda gioco di me. Ora scusatemi, ma devo tornare al lavoro.”- Aline, con gli occhi lucidi, fece un lieve inchino e sparì oltre la porta, lasciando solo Kei con i suoi pensieri.

Quella giovane lo aveva amato.

E forse lo amava ancora.

E lui, sciocco ragazzo immaturo, lo aveva dimenticato.

L ‘unica che lo avesse mai amato era sua madre.

E aveva vicino un’altra persona che poteva davvero dargli l ’amore.

Ma lo voleva?

Non faceva che chiederselo, quel giovane principe smarrito che restò ancora qualche minuto ad osservare il cielo azzurro e le nuvole.

 

*

 

Passò una settimana da quel giorno e per tutto il tempo Aline cercò di mantenere, per quanto le fosse possibile, le distanze dal principe Kei.

Quest’ultimo invece cercava in tutti i modi di parlare con lei, con scarsi risultati: quella giovane sapeva essere anche più testarda di lui.

Il giovane principe aveva incontrato la sua futura sposa: una sciocca nobildonna che aveva come unico interesse il prestigio e il suo trono. Come poteva passare tutta la vita con una persona come lei? Se lo domandava spesso il nostro principe, chiedendosi se avrebbe avuto gli stessi pensieri anche senza parlare con Aline.

Pensava a lei molto spesso, quasi tutto il tempo della sua giornata… La vedeva lavorare, sorridere, anche affaticarsi. E ogni volta sentiva una strana morsa allo stomaco e al petto, qualcosa che non aveva mai provato prima.

Un vero colpo di fulmine, miei gentili spettatori.

Del resto anche la giovane era in preda agli stessi sentimenti.

Il suo principe le mancava, terribilmente… Ora che finalmente aveva ritrovato quel lato di lui che tanto amava, era costretta a stargli lontano.

Sapeva che presto si sarebbe sposato, con una bellissima principessa.

Aveva visto Camille: capelli castani, tenuti alla perfezione, labbra rosse e sottili, un viso a dir poco stupendo, occhi smeraldo e un eleganza innata ad ogni nobildonna.

Come poteva competere con lei? Lei, una misera serva senza un briciolo di classe o bellezza.

Tanti pensieri e molteplici emozioni percorrevano gli animi di questi due giovani destinati ad incontrarsi.

Quando un giorno il fato decise che era il momento di entrare in scena.

Aline stava raccogliendo i fiori in quel angolo di castello che era il posto suo e di Kei, quando lo vide arrivare dalla piccola porta di legno.

Kei sgranò gli occhi: finalmente, dopo giorni, aveva la possibilità di parlarle e non se la sarebbe lasciata scappare.

La giovane serva si alzò per andarsene, ma lui la trattenne per un braccio, fissandola intensamente con quei suoi occhi ametista che lei tanto amava.

“Mio signore…”

“Smettila di scappare da me, Aline. Sono qui per chiederti aiuto…”- la voce del principe era roca e triste, la giovane serva lo fissò intenerita: la situazione in cui si trovava doveva pesargli molto.

Davanti ad una richiesta come quella, la ragazza non seppe resistere e a costo di lasciarsi andare e infrangere ogni regola prese il suo principe per mano e lo fece sedere accanto a lei, sul prato.

“Ditemi, mio principe.”

“Kei. Per favore, non vedermi come un principe in questo momento…”

“Va bene… Kei.”- era bellissimo poter pronunciare il suo nome, il cuore di Aline era in preda alla gioia. Il giovane le sorrise riconoscente, per poi rivelarle tutti i suoi tormenti… Quella principessa che non sopportava, suo padre irremovibile, il matrimonio già organizzato e nessuno che chiedeva cosa ne pensasse.

“Sai, io posso essere uno a cui non importa di niente e di nessuno, so di essermi creato questa fama, ma da quando ho parlato con te e ho ricordato i momenti passati insieme sento di voler essere diverso.”

“Sono lusingata, mio signore.”

“Non devi esserlo, davvero. Aline… Io voglio stare con te.”- il cuore della giovane mancò di un paio di battiti: voleva stare con lei. Ma cosa intendeva? Doveva saperlo o sarebbe impazzita.

“Che cosa intendete dire, mio signore?”

“Io credo, anzi sono sicuro, di averti amata quando eravamo fanciulli ma crescendo la mia immoralità mi ha fatto dimenticare quel bellissimo periodo della mia esistenza. Tu devi averne sofferto e questo pensiero mi fa male…”

“Kei, voi non dovete… E poi una relazione tra noi sarebbe comunque sbagliata. Voi siete un principe, io una serva.”

“Non mi importa!”- tuonò il principe, alzandosi in piedi e costringendo la giovane a fare altrettanto. Ma quando la fece alzare la cinse in un caldo abbraccio, inebriandosi del profumo di fiori di campo che la giovane emanava. Così come Aline si lasciò cullare dal calore e dal battito del cuore del suo principe.

“Principe…”

“Vieni via con me, Aline. Scappiamo insieme.”

“Cosa?”

“Me lo hai detto tu: la mia felicità e la mia vita vengono prima di una corona o di un titolo. Ed io voglio rinunciarvi per essere felice… Insieme a te.”

“Ma io…”

“Grazie a te ho riscoperto quanto è bello provare sentimenti e il bellissimo sapore della vita. Sono innamorato di te, e voglio vivere insieme a te. Non rifiutarmi, ti prego…”

Per la prima volta in vita sua il giovane principe Kei stava aprendo il suo cuore.

Un cuore che per troppo tempo era stato chiuso ai sentimenti.

Un cuore inaridito dalla stupidità e dall ’immaturità.

Un cuore che stava venendo riscaldato dal tiepido amore di un’adorabile serva.

“Va bene, mio signore. Voglio fuggire con voi e vivere al vostro fianco per sempre…”

“Mi ami, Aline?”

“Sempre, mio principe.”- Aline sollevò il volto, sfiorando le labbra del principe con le proprie… Kei sentiva un calore mai provato prima e non ci mise molto a ricambiare il bacio, stringendo a se quell ’angelo che gli stava donando l ’amore che lui per anni, inconsciamente, aveva sempre cercato.

Il bacio si fece lungo, appassionato, disperato…

Caddero sull ’erba e in quel posto dove un tempo il loro amore era solo una fievole luce…  Ora era sbocciato, sfociando nel fuoco della Passione.

Erano una cosa sola, che niente al mondo avrebbe separato.

 

*

 

Padre, ho preso una decisione che spero comprenderai. Io vado via, portando con me Aline… La amo e voglio passare la mia vita con lei. Tu non mi avresti mai permesso di farlo, per questo rinuncio alla corona… Dalla a Yuri, sicuramente sarà un re migliore di quanto io avrei potuto esserlo. Forse un giorno ci rivedremo e mi avrai perdonato… Di a Malisa che le voglio bene e che sono certo sarà una splendida regina per il tuo regno.

Per quanto riguarda te, Yuri, sappi che sei stato e sarai sempre il migliore amico che abbia mai avuto. Abbi cura di mia sorella, falla felice e sii un buon marito, fedele e leale al sentimento che vi unisce.

Padre… Vorrei dirti tante cose, ma temo che ogni mia parola sarebbe sprecata.

Non ti ho rinnegato, né ti odio per avermi costretto ad un matrimonio forzato, ma non posso essere come tu mi vuoi.

La mia felicità, la mia vita e il mio cuore vengono prima di un titolo.

Ti sembrerà assurdo che io, il tuo immaturo figlio, ti stia parlando in maniera così saggia.

Il merito è di Aline… Quella giovane serva che ha passato con me l‘infanzia e di cui ora sono talmente innamorato da rinunciare a tutto.

Spero che capirai la mia decisione e non ci cercherai. Forse un giorno torneremo e magari tu sarai pronto ad accettare il fatto che tuo figlio ha solo voluto vivere libero.

Anche se non te l ‘ho dimostrato, sappi che ti voglio bene.

Ne voglio a tutti voi.

Addio.

 

                                                                                  Kei.

 

 

 

“Se n’è andato… Quel disgraziato di un figlio.”

Il Re Sosuke aveva ricevuto quella lettera da una delle serve che si occupavano di rassettare le stanze. E a quanto si diceva tra la servitù anche Aline sembrava essere sparita, così come Phoenix, il cavallo di Kei.

Quei due erano davvero scappati insieme.

Malisa era stretta al suo amato Yuri, cercando però di confortare anche il padre, conscia del fatto che quest’ultimo probabilmente aveva sbagliato.

Obbligarlo a sposare una sconosciuta, per giunta una persona non meritevole, era stato un gesto sbagliato ed ora doveva pagarne le conseguenze.

Sapeva dell ’affetto, sfociato in amore, del fratello per quella serva e adesso erano insieme.

In fondo era felice per loro, se Kei fosse rimasto non lo sarebbe stato e non era giusto.

Perché lei poteva essere felice e lui no? Solo perché era il maggiore? Non lo aveva mai capito.

“Padre, in fondo era prevedibile.”

“Malisa…”

“Lo hai obbligato ad una scelta troppo grande, ha solo agito di  conseguenza, andando via con la persona che ama davvero. Non possiamo fare nulla, cercarli sarebbe inutile.”

“Altezza, temo che vostra figlia abbia ragione.”- Yuri, mise una mano sulla spalla del re, che li osservò: che avessero davvero ragione? Quella lettera parlava chiaro, ma era pur sempre suo figlio, il suo unico erede maschio. Doveva davvero lasciarlo andare?

“Forse avete ragione e poi, come ha detto lui stesso, un giorno forse tornerà.”

“E tu lo avrai perdonato, padre?”- il Re guardò sua figlia, poco prima di uscire dalla porta e le rivolse un sorriso triste.

“Solo il tempo saprà dircelo, mia cara figliola.”

Il Re Sosuke uscì da quella stanza, tenendo stretta quella lettera, ormai unico ricordo di un figlio perduto che aveva anteposto la sua vita al trono.

Scelta che nemmeno lui stesso aveva avuto il coraggio di compiere, tanto tempo fa.

 

*

 

“Siete sicuro che non ci cercheranno?”

“No e comunque non ci troveranno, domani ci imbarcheremo sulla prima nave diretta in Italia.”

“Perché proprio l ’Italia?”

“Non era tuo sogno andarci?”- Kei sorrise radioso alla sua Aline, che lo abbracciò stretto, baciandolo. Si erano rifugiati su una collina, lontano dal castello del principe, in una baita abbandonata. Non rimpiangevano quella scelta, ora erano insieme e niente li avrebbe divisi…

“Aline?”

“Si, mio signore.”

“Vuoi farmi un grande regalo.”

“Quale?”

“Chiamami Kei e dammi il tu. Non sono più il tuo principe, ora sono semplicemente il tuo uomo e tale voglio essere.”- Aline gli sorrise dolcemente, baciandolo a fior di labbra e abbracciandolo… Era vero, adesso era solo il suo Kei.

Il suo compagno.

Il suo amore.

La sua vita.

“Va bene… Kei.”- i due risero, quando il giovane prese la sua amata per mano, continuando ad osservare il sole che, lentamente, andava a coricarsi dietro la collina dove avevano trovato rifugio.

“Aline, devo dirti un’altra cosa.”

“Ovvero?”

“Io ti amo.”

Tre semplici parole che possono colpire più di ogni altra cosa il cuore di qualcuno.

La giovane sorrise radiosa, stringendosi ancora di più a lui, sentendo il suo cuore battere e il suo profumo pervaderle l ’animo.

“Ti amo anch’io, mio dolce principe.”

Il sole davanti a loro sorgeva.

Ma l ’alba del nuovo giorno avrebbe illuminato il cammino della loro nuova vita.

Insieme.

Come anime legate da un destino indissolubile.

 

 

 

 

*The end*

 

 

 

 

 

 

 

 

E così anche questa favola si è conclusa, signori e signore.

La storia di un amore nato per caso, rafforzatosi solo con le emozioni.

Un amore che ha spinto due giovani a compiere una grande scelta pur di stare insieme.

Il tramonto di un principe.

La nascita di un uomo.

Spero tanto che questa storia abbia colpito i vostri cuori tanto quanto ha colpito il mio e spero tanto che me lo farete sapere con le vostre preziosissime opinioni.

Anche per un Cantastorie è bello sapersi apprezzato e anche criticato o consigliato.

 

Il cantastorie vuole ringraziare di tutto cuore la sua lover Ika, la sua tesora Lirin Lawliet, la dolcissima Avly e la sua carissima Saruwatari_Asuka. Grazie per il sostegno che non mi fate mancare mai in questa mia raccolta di favole. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore, vi voglio bene <3

 

E per deliziare i vostri occhi ecco a voi le immagini di Aline, Malisa e Camille. Spero vi piacciano^^



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Questa tiepida favola è dedicata alla mia cara Asuka per il suo compleanno^^ Il tuo Cantastorie spera tanto che possa farti piacere questo piccolo regalo e ci tiene a dirti che ti augura il compleanno migliore del mondo e che ti vuole tantissimo bene <3 Buon compleanno, tesoro, ti voglio tanto bene <3

 

 

 

Alla prossima favola, miei carissimi spettatori.

 

 

Il vostro Cantastorie.

 

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Capitolo 6
*** Amore o Passione? Questo è il dilemma ***


Salve a tutti
Salve a tutti, signori e signori.
Il Cantastorie si rammarica per non aver aggiornato per così tanto tempo.
Ma ora eccomi qui con una nuova favola che spero scaldi i vostri cuori.
 
Ed è un regalo di compleanno per una persona per me molto speciale.
 
Cosa può accadere quando un uomo di sani principi si ritrova tra due fuochi?
Quando incontra un altro uomo dall’animo ardente, tale da bruciare ogni sua certezza?
Quale scelta può comportare questo evento?
La storia di due uomini divisi da due sentimenti contrastanti: l’Amore e la Passione.
 
Buona lettura miei gentili spettatori, spero che sia di vostro gradimento
 
 
Amore o Passione? Questo è il problema
 
 
Rei Kon era sempre stato un uomo di sani principi, mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi tra due fuochi. Eppure non gli dispiaceva, ci si era ritrovato in mezzo e non aveva fatto troppo per uscirne nell ’ultimo anno.
Un anno… Era esattamente il tempo trascorso da quando era cominciata la sua “avventura.”
Osservava il mare, seduto su uno scoglio… Le onde battevano leggere su di esso, bagnandogli i piedi di tanto in tanto. Il sole picchiava forte sulla tua testa, illuminando l’acqua e facendola brillare… Uno spettacolo meraviglioso, l ’ideale per placare i turbamenti di un cuore in tumulto.
Un giovane di bell ’aspetto: orientale, occhi ambrati stupendi ed espressivi, capelli corvini, lunghi e lisci tenuti in ordine da un codino. Orecchie leggermente appuntate e viso liscio e delicato, dai lineamenti leggermente felini. Fisico scolpito ed espressione dolce e malinconica… Un bellissimo essere, insomma.
Che in quel preciso momento non sapeva che cosa fare…
Un leggero trillo nella tasca può suscitare molta agitazione, credetemi.
Il nostro protagonista lo prese, leggendo con curiosità e timore il messaggio ricevuto.
Ho bisogno di vederti, devo parlarti. Vediamoci a casa mia tra mezzora, ti aspetto. Non mancare ti prego, ho bisogno di te… Kei.
Kei Hiwatari… Un ragazzo che potrebbe essere definito il fuoco in persona, miei gentili lettori.
Una persona fredda, cinica alle volte, menefreghista e bastarda.
Ma una cascata di passione, carnalità, erotismo e amore trasparivano dai suoi occhi quando era con Rei.
Il cinese si passò una mano sulla fronte, non sapendo che cosa fare…
Voleva vederlo, lo desiderava con tutte le sue forze. Sentire le sue braccia stringerlo, le sue mani accarezzarlo, sentirlo scivolare dentro di sé con dolcezza e vigore come solo lui sapeva fare.
Rimanere intrappolato in quella tela di sfrenata passione era per il giovane cinese come il Paradiso e l ’Inferno.
Si prese un paio di minuti prima di rispondergli.
Va bene, arrivo tra poco. Anch’io ho bisogno d te…
Inviò il messaggio e scese dallo scoglio, avviandosi lontano dalla spiaggia e dirigendosi verso la casa di Kei.
Stava sbagliando, lo sapeva.
Era immorale, ne era consapevole.
Il suo compagno non lo meritava, era logico.
Ma come poteva resistere a quegli occhi viola carichi di desiderio solo per lui?
A quel viso angelico e privo di qualsivoglia imperfezione?
Il fisico degno di una scultura, i capelli argentei come i raggi lunari.
Un angelo tentatore.
Ecco cos’era Hiwatari per Kon.
E si può resistere alle tentazioni, miei cari lettori?
 
*
 
Va bene, arrivo tra poco. Anch’io ho bisogno d te…
Sapeva che avrebbe accettato, non poteva fare a meno di lui.
Questo Kei Hiwatari lo sapeva bene, conosceva Rei Kon. I suoi desideri, le sue voglie proibite, i suoi pensieri più nascosti e profondi: era un libro aperto per lui,.
E lo amava.
Amava quegli occhi color ambra caldi di passione quando facevano l ’amore.
Amava il suo viso felino inebriarsi ad ogni loro rapporto.
I suoi capelli corvini, lunghi e setosi, mentre gli si appiccicavano al viso per via del sudore.
Il suo corpo… Dio, sarebbe stata una tentazione per chiunque. Soprattutto per lui…
Kei Hiwatari era un’anima libera, sapete?
Non amava avere costrizioni, limiti, doveri o rimpianti: a lui bastava vivere giorno per giorno, lasciandosi trasportare. Un’esistenza un po’ vuota e triste a dirla tutta…
Finché nella sua vita, per puro caso, non era apparso quell ’angelo cinese.
Lui aveva dato un senso alle sue giornate e alla vita piatta che conduceva.
Lo aveva capito, lo aveva stimato e, almeno così sperava, aveva imparato ad amarlo.
Sapeva che era impegnato e che sarebbe stata una relazione dura, ma in cuor suo Hiwatari era assolutamente convinto che Rei non fosse felice con la persona con cui stava.
Glielo leggeva negli occhi, che ormai non avevano più segreti per lui.
Per questo aveva deciso di portare pazienza, di aspettare, ma adesso non ce la faceva più.
Dentro di sé sapeva che era una mossa scorretta, che non avrebbe dovuto metterlo di fronte ad una scelta, ma la sua pazienza stava per esaurirsi….
Svegliarsi la mattina da solo, dopo aver fatto l ’amore con lui per tutta la notte.
Non poter mai uscire insieme alla luce del sole.
Doversi vedere di nascosto ogni volta.
Non riusciva più a sopportarlo.
Se davvero Rei lo amava avrebbe accettato la sua decisione, sarebbe rimasto con lui e sarebbero stati felici. Forse era solo un sogno, ma voleva crederci… Lui, che mai nella vita aveva creduto a qualcosa.
Il suono del campanello lo fece destare da tutti i suoi pensieri… Era arrivato, il momento della verità era giunto più in fretta di quanto pensasse.
Si alzò dal divano, andando ad aprire la porta e trovandosi davanti l ’oggetto del suo desiderio.
“Ciao Kei, scusa se ci ho messo tanto.”
“Non preoccuparti, entra.”- l’argenteo lo fece accomodare, chiudendo la porta e salutandolo con un bacio a stampo.
“Come mai quel messaggio? Credevo che ci saremmo visti dopodomani.”
“Siediti, Rei.”- con tono un po’ freddo e soprattutto autoritario Kei gli ordinò di sedersi sul divano. Il cinese, un po’ intimorito da quel tono, obbedì senza dire nulla, aspettando che fosse il suo compagno a parlare per primo.
“Ascolta, io ci ho pensato tanto e ho capito che non possiamo continuare così.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Rei, io non ce la faccio più: sono stanco di essere il tuo amante! Io voglio essere l ’unico, lo capisci? Voglio poter uscire con te alla luce del sole, potermi svegliare insieme a te senza sentirmi intimorito.”- parole piuttosto inusuali per un tipo come Hiwatari, sapete?
Lui, una persona fredda e anche cinica alle volte.
Completamente disinteressato a qualunque altro essere umano.
Doveva incontrare quell ’angelo dagli occhi d ’ambra per rendersi conto che poteva amare qualcuno.
Rei, da parte sua, non sapeva cosa rispondere. Lui teneva a Kei, lo amava e questo lo sapeva.
E non era felice con la persona con cui stava, sapeva bene anche questo.
Non gli dava lo stesso amore dell ‘ argenteo. La stessa passione, le stesse attenzioni.
Certi giorni, infatti, si domandava perché stesse ancora con lui.
Ma allora perché non lo lasciava? La risposta era molto semplice, signori.
Il nostro caro Rei non sapeva se ciò che provava per Kei era Amore o Passione.
“Kei, perché mi stai mettendo di fronte ad un bivio?”
“Perché so che mi ami, è inutile che continui a negarlo.”
“Io veramente…”- il povero cinese non sapeva più che cosa dire, cosa pensare, come comportarsi con quella persona che gli aveva fatto conoscere sentimenti ed emozioni quasi proibiti ad ogni essere umano e che adesso gli stava ponendo l ’unica domanda a cui non sapeva rispondere.
“Mi ami, Rei? Rispondi sinceramente, se non mi ami sappi che sparirò dalla tua vita per sempre e non pretenderò altro da te.”
“Kei…”
”Ma se mi ami, ti prego resta con me. Lo so, sono una persona fredda, bastarda, tutto quello che vuoi, ma ti amo davvero e ti assicuro che farei di tutto per farti felice.”
Rei ormai non sapeva più che cosa fare… Lui, che era sempre stato una persona razionale ed emotiva era di fronte ad un bivio terribile.
Amore o Passione per quel giovane dagli occhi ametista e l ’anima di fuoco?
“Kei… Io non… Non so se ti amo.”
Una risposta terribile, non credete?
Non trovate quanto sia incredibile a cosa può portare la confusione dell ‘animo? Spezzare il cuore ad una persona che ti ha appena dichiarato il proprio amore…
Lo sguardo del giovane Hiwatari era pieno di rammarico e rabbia… Si domandava perché…
Per una volta nella sua vita credeva di aver trovato qualcuno che lo avrebbe amato davvero, semplicemente per quello che era.
Quanto si era sbagliato… Era stato solo un illuso.
Chi mai avrebbe potuto amare un uomo dal cuore di ghiaccio seppur con l ’animo caldo come lui?
Forse era destinato a rimanere solo per tutta la vita…
“Kei, io…”
“Vattene, Rei.”
“Ti prego, ti chiedo solo altro tempo. Io non so ancora cosa voglio davvero.”
“Sono stanco della tua insicurezza, sono stufo dei tuoi dubbi. Ti ho fatto una domanda e mi hai dato la tua risposta, puoi andartene,”- Rei non sapeva che cosa fare: il suo animo, troppo inquieto per decidere, non riusciva a dargli la soluzione per il dolore che stava causando ad una persona che lo amava davvero.
Lui lo aveva visto, sapete?
E forse ne era rimasto un po’ spaventato.
Il fuoco dell ‘amore e della passione bruciava dentro quelle iridi ametista in cui amava perdersi quando faceva l ’amore con lui.
“Io sto bene con te, ma vedi…”
“Se non mi ami vattene.”
“Perché non vuoi ascoltarmi?”
“So già cosa vuoi dirmi: che provi qualcosa ma non sai cosa sia.”- il giovane cinese non sapeva come ribattere: forse aveva ragione… Era meglio prendersi altro tempo. Sarebbe stato meglio per tutti e due.
“Aspettami… Ti giuro che capirò cosa provo davvero per te.”
“Non posso promettertelo…”- era una bugia: in fondo Kei Hiwatari sapeva dentro di sé che lo avrebbe aspettato per tutta la vita, perché al mondo non esisteva nessuno che poteva ricambiarlo… Solo quel cinese dagli occhi dorati.
Rei si alzò, fissandolo per un’ultima volta e uscendo da quella casa, lasciando il giovane argenteo da solo con i suoi dubbi e i suoi pensieri… Ma soprattutto con la sua rabbia.
Mentre il giovane cinese camminava a passo svelto sotto la pioggia che nascondeva le sue lacrime…
Lacrime amare, di un cuore che ne aveva spezzato un altro.
 

 
Un anno dopo…
 


Fù questo il tempo esatto che passò da quell ’incontro.
Rei, tre giorni dopo aver visto Kei, lasciò il suo compagno dicendogli l ’esatta verità: non lo amava e non si sentiva amato. Aveva lasciato la sua casa, prendendo un appartamento da solo e vivendo indipendente, lavorando in un ristorante cinese.
Non aveva più sentito il ragazzo dagli occhi ametista… Lo aveva cercato, provato a chiamarlo, chiesto a quelle poche persone che lo conoscevano senza ottenere nulla: sembrava sparito per sempre.
E in quei momenti di totale sconforto il giovane cinese aveva capito, finalmente: lo amava.
Amava il suo profumo.
La sua essenza.
I suoi occhi e il suo corpo.
Ma soprattutto la sua anima.
Il chiaro detto “Devi perdere qualcosa per apprezzarla fino in fondo” penso che si addica a questa situazione, non trovate?
Un altro giorno di lavoro stava trascorrendo, gli piaceva cucinare in quel posto, dopo tutto erano tutti suoi compatrioti.
“Ehi Rei, c’è qualcuno che ti cerca.”- esclamò Len, uno dei camerieri e amici che il cinese si era fatto in quel posto.
Incuriosito si tolse il grembiule e si avviò verso il bancone, ma quando vide chi vi era seduto il suo cuore mancò di più battiti… Non era possibile.
“Kei… Tu...”
“Lei è il cuoco di questo posto? Si mangia bene? Ho fatto un lungo viaggio e ho una fame da lupi.”- non era cambiato molto… I capelli argentei erano un po’ più lunghi, il suo fisico più modellato e i lineamenti del viso più maturi: ma era sempre il suo Kei.
Rei si avvicinò, arrivandogli davanti… Quante cose sentiva di volergli dire…
“Dove sei stato? Ti ho cercato per tanto tempo…”
“Dopo il nostro ultimo incontro sentivo il bisogno di staccare la spina, così sono tornato in Russia. Degli amici mi hanno ospitato e mi hanno fatto capire che… In fondo stavo scappando anch’io.”
“Che intendi dire?”
“Sono fuggito dopo che mi hai rifiutato, ma alla fine ho capito di aver sbagliato. Io sono uno che combatte e non che fugge, così sono tornato qui e ho fatto un po’ di domande in giro.”
“E hai scoperto che lavoro qui?”
“Esatto. Allora, lo hai lasciato quel testa di cazzo?”- Rei fece una risatina: no, nel carattere non era assolutamente cambiato. Era sempre il Kei che tanto…
“Si e adesso che sei qui voglio dirti una cosa.”
“Ti ascolto.”- il giovane corvino scese dal bancone, andandogli incontro e mettendosi esattamente davanti a lui. Ormai era ora di smettere di avere paura…
“Tre giorni dopo che ci siamo visti per l ’ultima volta ho lasciato il mio compagno e ti ho cercato, non trovandoti più… Quando mi accorsi che eri sparito sono stato male perché avevo finalmente capito che…”
“Che?”- Kei si alzò in piedi, sorridendogli… Lui lo sapeva, ormai, ma voleva sentirselo dire. Almeno una volta nella vita dalla persona che amava più di se stesso…
Quanto gli era mancato in Russia... Non c'era stato un solo momento in cui non avesse pensato a lui. 
Ai suoi occhi dorati.
Al suo sorriso gentile.
Alla sua pelle morbida e profumata.
Non aveva mai smesso un solo secondo di amarlo.
E in quel momento aveva bisogno di sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, anche in un sussurro.
“Ti amo, Kei.”- e fu più che sufficiente, sapete? Non ci vuole l’immaginazione per capire cosa accadde dopo, vero miei cari lettori?
Rei baciò il nostro argenteo con tutto l ’amore che provava per lui, stringendolo così forte come se avesse paura che potesse svanire da un momento all ’altro.
E il nostro Kei lo strinse a sua volta, ricambiando il bacio con altrettanto amore e passione, sotto lo stupore e gli applausi della gente nel ristorante e dei colleghi di Rei.
Ormai erano una cosa sola.
Due anime unite dall ‘Amore e dalla Passione.
Due sentimenti quasi impossibili da spezzare.
E i loro sarebbero durati per tanto, tanto tempo.
 
Questo è sicuro.
 
 
The End
 
 
 
 
 
Questa favola è un regalo di compleanno ad una persona per me molto molto importante: la mia lover Ika.
 
Perché è il mio adorato Maggiordomo.
Perché mi sopporta sempre, pregi e difetti.
Perché so che mi pensa anche se non ci sentiamo.
Perché mi vuole bene per ciò che sono.
Perché la sua Shinigami le vuole un bene dell’anima e le augura sempre la felicità
 
Happy Birthday to you, my lover <3
Love u <3
 
 
 
Un enorme grazie va alla mia tesora Lirin Lawliet, la mia dolce Saruwatari_Asuka, la mia lover Ika e la mia piccola Avly per aver recensito la scorsa favola. Vi chiedo perdono per averci messo tanto ma tutte voi conoscete i motivi per cui il vostro Cantastorie ci ha messo più del previsto, ma spero che questa vi piaccia come la precedente^^
Grazie mille per tutti i complimenti, i consigli e il sostegno che non mi fate mancare mai, il Cantastorie vi vuole tanto bene <3
 
Ringrazio anche chi legge senza recensire^^ Il Cantastorie si augura che leggiate sempre ^*^
 
 
Alla prossima favola, signori e signore
 
 
Il vostro Cantastorie.
 


 

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