They know better

di Swindle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oggi Sì ***
Capitolo 2: *** Il Terzo Bacio ***
Capitolo 3: *** Una settimana ***
Capitolo 4: *** The Last but not the Least ***
Capitolo 5: *** Premonition (S.Valentino) ***
Capitolo 6: *** You lost his smile ***
Capitolo 7: *** Congratulazioni ***
Capitolo 8: *** Eclissi ***
Capitolo 9: *** Sunrise ***
Capitolo 10: *** Dreaming ***
Capitolo 11: *** Step by Step ***
Capitolo 12: *** Winners and Losers ***



Capitolo 1
*** Oggi Sì ***


 

.:THEY KNOW BETTER:.

 

 

PRESENTAZIONE della RACCOLTA:

Queste drabble o brevi flash fic sono state scritte più che altro pensando ad una foto. Un’immagine veloce, completa, che rimane nella mente così com’è.

Sono nelle situazioni più disparate e non in un tempo preciso, ma sono tutte, irrimediabilmente, Huddy! =P

 

Il titolo della raccolta è un gioco di parole che tradotto in Italiano rende poco. Letteralmente “To know better” vuol dire “Conoscere (qualcosa) meglio (di qualcuno); saperne di più” ma vuol dire anche “Sapere che le cose stanno altrimenti; sapere che qualcosa non è vero”.

Perciò il titolo, “They know better”, allude al fatto che entrambi, House e Cuddy, sanno meglio e di più degli altri quale sia effettivamente ciò che c’è fra di loro, sanno che è le cose stanno diversamente da ciò che tutti gli altri pensano. E forse, anche se proprio non se ne rendono conto e quindi non lo sanno coscientemente, lo sentono.

 

Detto questo, passo alla prima della raccolta!

Enjoy it! ^.^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


.:Oggi Sì:.

 

 

Era sera, ma stava a luci spente, nella penombra della luna.

Bussavano da tanto, non aveva voglia, ma alla fine aprì la porta.

La fissò negli occhi, prima di farsi di lato, lasciandola passare.

Lui si sedette sul divano, sospirando, mentre lei sulla poltrona.

« Come stai? » gli chiese.

« Come uno che ha appena ucciso una persona. Come vuoi che stia?! » rispose insofferente.

« Mi dispiace. »

« Se sei venuta a darmi la tua compassione… » fece un cenno con la testa « Quella è la porta. »

Cuddy esitò, poi rispose: « Non esci da una settimana, è ora di reagire. »

« Non voglio. »

« House, non hai niente da rimproverarti. Non puoi pensare di poter salvare sempre tutti, sbagliare è umano… »

« No! » urlò « Dovevo salvarla! Non ci sono riuscito… io l’ho uccisa… » sussurrò, coprendosi il viso con una mano.

Cuddy si morse un labbro, addolorata. Gli appoggiò una mano sopra la sua, che teneva sulla gamba.

A quel contatto lui sobbalzò, ritirandosi di scatto e stringendo spasmodicamente la gamba.

« Stai male... Dov’è il Vicodin? » chiese alzandosi per prenderlo.

« Non ce l’ho. »

« Cosa vuol dire che non ce l’hai?! Hai sempre… » un lampo di comprensione le passò in mente. Sospirò.

Si risedette, ma questa volta al suo fianco.

Gli strinse un braccio: « House » disse dolcemente « Soffrire non ti servirà a dimenticare. Non è colpa tua, capito? Devi smetterla di punirti. »

« Io… non ci riesco. » mormorò.

La guardò, e Cuddy, per la prima volta, lesse nei suoi occhi tutta la sua fragilità.

Fece l’unica cosa da fare in quel momento, l’unica per la quale lui l’avrebbe odiata: appoggiò entrambe le mani sulla sua gamba, e cominciò a massaggiarla.

Lui gemette di dolore, ma la lasciò fare.

Passarono i minuti, finchè non la fermò, guardandola negli occhi.

« Grazie… » sussurrò, incapace di dire altro « Io non ti merito. »

Cuddy sorrise, pensando a tutte le volte che l’aveva umiliata, presa in giro, ignorato la sua autorità « Sì, hai ragione. Tu di solito non mi meriti… » disse, poi si sporse verso di lui, poggiandogli le labbra sulla guancia in un casto bacio « Ma oggi sì. »

 

 

 

 


N.B.: Qui di seguito risponderò a tutte le recensioni che mi verranno fatte, aggiornerò di volta in volta. Rika ^^

 

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Capitolo 2
*** Il Terzo Bacio ***


Bonjour!

Eccomi con la seconda...

Unica NOTA (leggete per capire) : è ambientata in un punto non precisato, ma dopo la puntata 5x06 "Joy", dove c'è il (primo) bacio Huddy.

Spero vi piaccia! ^_^

 

 

 

 

 

 

 

.:Il Terzo Bacio:.


« Terzo bacio, eh? » disse House sedendole davanti e prendendo un plum-cake dal suo vassoio.

Cuddy sospirò « Non so di cosa tu stia parlando… Ehi, quel plum-cake è mio! »

House trangugiò l’ultimo boccone: « Ora non più! L’ho fatto per te… » mugolò sporgendosi a guardare il suo didietro con aria critica « Sicura che prima o poi non scoppi? »

Cuddy ignorò il commento.

House, schiarendosi la voce, urlò: « Quando mi presenti l’uomo che hai già baciato tre volte?! »

Tutti nella mensa si girarono a guardarli.

Cuddy divenne rossa di vergogna, si alzò di scatto, andandosene.

House la seguì con un sorrisetto soddisfatto stampato sul volto.

« Finiscila di seguirmi! » sbuffò Cuddy gettandosi un’occhiata alle spalle « Cosa vuoi? »

Come risposta ottenne solo il rumore del bastone sul pavimento.

« Non ti è bastato avermi umiliata davanti a tutti? »

House ridacchiò: « No! »

« Un nuovo caso? »

« No. »

« Hai rotto qualcosa? »

« No. »

« L’ambulatorio? »

« No. »

« Soldi? »

« No. »

« Favori sessuali? »

« N… Ehi, sì! Questo sì! Volevi fregarmi, eh? » sorrise « Era una proposta seria? »

Cuddy alzò gli occhi al cielo « Ovviamente no. »

Arrivò nel suo ufficio, sempre con House alle calcagna: « Allora, che vuoi? » chiese esasperata.

« Una risposta. »

Sospirò, passandosi una mano nei capelli: « Ricordi, House? Io-Ospedale-Rachel… »

« Wow! » esclamò interrompendola « Ottima madre! Hai messo tua figlia al… mmm… ultimo posto?! »

Lei continuò: « Intendevo dire che c’è solo questo nella mia vita, nessun uomo a cui ho dato o devo dare un “terzo bacio”… »

House non rispose.

« Ora, se non ti dispiace… » Cuddy aprì la porta, invitandolo ad uscire.

Non si mosse di un millimetro.

« Va bene. Se non te ne vai tu, lo farò io. »

Le bloccò l’uscita con il bastone.

« Hai ragione. » disse avvicinandosi a lei « Quell’uomo non esiste, non ancora almeno… »

Senza sapere come, un attimo dopo Cuddy si ritrovò a stringerlo a sé, contraccambiando il suo bacio, lungo, dolce, ma pieno di passione.

« Vedi? » sussurrò House quando alla fine si separarono « Ora quell’uomo esiste! Era il secondo… adesso tocca a te fare la mossa per il terzo bacio… »

Detto questo infilò la porta, zoppicando via e lasciando una Cuddy basita, ma con il sorriso sulle labbra.

 

 

 


N.B.: Qui di seguito risponderò a tutte le recensioni che mi verranno fatte, aggiornerò di volta in volta. Rika ^^

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Capitolo 3
*** Una settimana ***


Non aggiorno da un sacco!
Rimedio subito! ^.^
 
Questa, oltre al titolo, ha anche un “tema”, ovvero: “She can kill with a smile…”

 
 
 
 


.:Una Settimana:.

 
Lunedì.
Mi chiedo cosa possa mai essere.
Entro nel locale.
Lei è ad un tavolino, con un uomo.
Sempre così. Ogni sera con uno diverso: la mattina se n’è già dimenticata. Invece loro ne escono distrutti.
La osservo chiacchierare bevendo il mio wisky.
Non vedo nulla di speciale.
Come può una matricola ancora poppante, mettere ko orde di laureandi?
È intrigante.
 
Martedì.
Cosa ci troveranno in lei?
Mi prendo da bere.
Lei è sempre lì. Stasera lui è basso, neppure tanto bello.
Cosa ci trovi davvero non me lo spiego.
Lo vedo osservarla, credo che gli piaccia il suo aspetto, la sua camminata e come gesticola.
Ma io non ci trovo nulla di che.
 
Mercoledì.
Oggi è biondo, occhi scuri. Che stupido, crede davvero di piacerle.
Ancora in quel locale, bevo e la spio.
Sarà solo attrazione fisica?
Lui le fissa il sedere e il seno.
Mi sporgo a osservarla, nascondendomi dietro al bicchiere di wisky.
Mmm. Niente male. Ma ce n’è di sicuro di meglio.
Possibile che basti?
Non capisco.
 
Giovedì.
Questo dev’essere un secchione. Be', ha gli occhiali.
Sarà per la sua intelligenza, allora?
Sembra stregato dalla sua risatina falsa e dal suo tono di voce, che non denotano affatto una particolare intelligenza.
Farà la simpatica, saprà parlare bene?
Ma rimane sempre una matricola, stupida per definizione!
Mi chiedo quale sia il segreto. E intanto bevo.
 
Venerdì.
Ancora, sono qui al bancone a spiare lei, seduta ad un tavolino.
Stasera non guardo nemmeno chi sia il bamboccio di turno.
Lascio scorrermi l’alcol nella gola, e la guardo.
Saranno quegli occhioni blu? O piuttosto i boccoli neri?
Provo ad immaginare la luce nei suoi occhi e il profumo dei suoi capelli.
Possono far impazzire un uomo fino a tal punto?
Non ci credo.
 
Sabato.
Stasera non c’è.
Sono stupito.
Mi giro.
Me la ritrovo davanti.
« Pensavo mi avresti cercato. »
« E perché mai? »
« Me ne sono accorta, sai? Mi hai spiato tutta la settimana. »
« Così sembra. E oggi mi chiedevo giusto dove fosse quello di turno. »
« Be'… il sabato è per te. »
Sorride.
Mi tremano le gambe, la vista mi si offusca, ho caldo, la bocca secca.
Se non studiassi medicina, direi che mi sta venendo un accidente.
È colpa del suo sorriso.
Non ne avevo mai visto uno così bello e puro.
Si gira e si incammina verso la porta.
Ora ho capito.
Lei potrebbe uccidere con quel sorriso.
Mi alzo e la seguo.
E io ucciderei per vederlo di nuovo.
 
 
 








N.B.: Qui di seguito risponderò a tutte le recensioni che mi verranno fatte, aggiornerò di volta in volta. Rika ^^

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Capitolo 4
*** The Last but not the Least ***


Visto che ci sono… ne metto un’altra!
Spero vi piaccia! ^-^









 
.:The Last but not the Least:.

 

Era il suo compleanno.
Cuddy entrò nell’ascensore per tornarsene finalmente a casa, dopo una dura giornata.
La sera prima i colleghi e gli amici le avevano organizzato una bella festa nella hall del PTTH. Le avevano fatto gli auguri e tanti regali. Erano andati tutti.
Tutti tranne uno.
Un bastone nero con delle fiammate rosse alla base apparve tra le porte dell’ascensore prima che si chiudessero, riaprendole.
House entrò nell’ascensore.
Cuddy fece per dirgli qualcosa, ma venne interrotta da un infermiere che si infilò nell’ascensore con un lettino.
Cuddy e House vennero schiacciati ai lati dell’ascensore, uno di fronte all’altro, mentre l’infermiere era di spalle.
House le indicò il lettino sorridendo furbescamente.
Mimando l’azione, sussurrò:
« Che ne dici di… ? »
« No! » gridò Cuddy interrompendolo sconvolta.
L’infermiere si girò sorpreso per l’urlo della donna.
Cuddy arrossì mentre House ridacchiava, ma venne salvata dall’aprirsi delle porte. L’infermiere uscì, portandosi dietro il lettino.
Calò il silenzio. All’improvviso Cuddy si girò verso di lui, con la mano tesa.
House la guardò, interrogativo: « Cosa vuoi? »
Cuddy si strinse nelle spalle: « Oggi è il mio compleanno. Ieri c’è stata la mia festa e tu non sei venuto. Aspetto il mio regalo. »
« E cosa ti fa pensare che io te ne abbia comprato uno? »
Cuddy sapeva benissimo che House non gli avrebbe mai fatto un regalo, perciò stuzzicarlo era la sua unica consolazione.
Si fissarono negli occhi.
In una mossa fulminea e inaspettata, House avvicinò il viso al suo.
Cuddy si irrigidì, sentendo il calore delle sue labbra e il pizzico della sua barba corta pungerle la pelle.
Le scoccò un dolce bacio sulla guancia .
« Buon compleanno. » le sussurrò all’orecchio, mentre lei arrossiva esageratamente.
Le porte dell’ascensore si aprirono. House uscì senza più rivolgerle lo sguardo, sistemandosi lo zaino sulla spalla, impugnando bene il bastone e zoppicando via.
Cuddy rimase immobile, rossa in viso, imbambolata e ancora con la mano tesa nel vuoto, aspettando un dono che non sarebbe mai arrivato, perché oramai era già stato ricevuto.
Gli ultimi auguri, l’ultimo regalo, l’ultima persona ad averglieli fatti.
L’ultimo, ma non l’Ultimo

 









 
 
N.B.:Qui di seguito risponderò a tutte le recensioni che mi verranno fatte, aggiornerò di volta in volta. Rika ^^

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Capitolo 5
*** Premonition (S.Valentino) ***


E' da secoli che non aggiorno più questa serie.
Il che è stupido, visto che sono scritte e pronte da un sacco di tempo...
Oggi mi è caduta sotto gli occhi questa. Come tema ha San Valentino.
Sarà il Caso, il Destino, Dio, o come vi pare, ma mi è sembrato ovvio che mi dicesse di rimetter mano a questo vecchio progetto.
Enjoy, sempre che ci sia qualcuno! xD
Rika






 

Premonition





House decisamente odiava San Valentino.
Era il tramonto e si stava preparando a tornare a casa.
Sul suo cercapersone arrivò un messaggio: -House, vieni subito nel mio ufficio. Cuddy-
Entrò teatralmente, urlando: “Mi hai chiamato, donna!”
“Ho avuto una premonizione” disse guardandolo dalla scrivania “Tu che mi facevi l’ennesimo tiro mancino di San Valentino.”
“Io?” chiese con un’espressione innocentissima “Le premonizioni non esistono! Cosa vai farneticando?”
“Ricordi lo scherzo di due anni fa? Mi hai riempito l’ufficio di palloncini rossi a forma di cuore, prima di una riunione importante! Oppure quello dell’anno scorso, quando hai mandato un messaggio a mio nome, chiedendo un appuntamento, a tutti i dottori over 60 di questo ospedale?”
House ridacchiò: “Be'… in qualche modo mi devo vendicare, no?! Per colpa tua passo il giorno a dribblare tra festoni rossi e stupidi palloncini a cuore!”
Cuddy alzò gli occhi al cielo: “Secondo la psicologia un ambiente festoso ed accogliente favorisce la guarigione dei pazienti!”
Lui sbuffò: “L’ho sempre detto io che psicologia non è una vera scienza!”
“Per un giorno sopportare qualche Cupido…”
“Non ho mai capito cosa ci trovi” la interruppe ironico “L’ultima cosa che mi viene in mente pensando all’amore è un grassoccio neonato con le ali, che ti punta un arco addosso!”
“Senti.” disse spazientita “Devo incontrare un importante finanziatore tra meno di un’ora e…”
“5… 4…” le parlò sopra lui, guardandosi l’orologio.
“Mi stai ascoltando?”
“Sì sì! 3… Come no! 2…”
“Cosa stai facendo esattamente?”
“1…”
All’improvviso le luci si spensero. Cuddy si alzò dalla sedia, muovendo qualche passo: “Ma cosa…?”
Le mise davanti ai piedi il bastone, Cuddy inciampò e House la afferrò al volo tra le braccia.
“Sei talmente maldestra da inciampare nei tuoi stessi piedi!”
Reggendosi a lui, lei brontolò: “Non sono inciampata da sola…”
In quell’istante i loro sguardi si incatenarono, nella flebile luce del tramonto.
Nello stesso istante, come spinti da una forza misteriosa, avvicinarono i volti l’una all’altro. Lei gli prese il viso tra le mani, mentre lui le sfiorò una guancia con due dita.
Quando le loro labbra si incontrarono a metà strada, fu come se non avessero mai fatto null’altro nella loro vita, se non baciarsi.
Lei si alzò sulle punte, avvolgendogli le braccia intorno al collo, mentre lui le accarezzava la schiena con una mano, immergendo l’altra nei suoi morbidi capelli…

House si svegliò di soprassalto, il cercapersone che vibrava nella tasca. Doveva essersi addormentato.
Guardò il messaggio: -House, vieni subito nel mio ufficio. Cuddy-
Sorrise.
Chi dice che le premonizioni non esistono?

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Capitolo 6
*** You lost his smile ***


Wow, mi sto ricordando di aggiornare, e in tempi brevi. Mi meraviglio di me stessa.
Questa flash è decisamente più triste delle precedenti.
Un "triste-House", direi. Più in linea con la situazione Huddy del momento (inesistente, direte voi... appunto. >.<)
E pensare che l'ho scritta anni fa.
Spero vi piaccia comunque, Rika.
Ah, un bacio enorme e un ringraziamento a Dea Elisa, che ha commentato lo scorso "capitolo".  *.*
















You lost his smile.

 





Sei seduta davanti al tuo sgabuzzino, pieno fino al soffitto di scarpe di tutte le forme e colori, ammassate l’una sopra l’altra. Stai cercando fra quel casino, arrabbiata e frustrata,  il paio che ti serve per uscire.
Ad alcune scarpe è attaccato un biglietto, le parole a volte sono offensive, altre scherzose.
Tiri su dal mucchio un paio di pantofole, di quelle di spugna, a forma di papero. C’è un biglietto: “Sei la mia paperella”.
Ti fermi, per un secondo un sorriso intenerito ti appare sul volto.
Tu sai chi è il responsabile di tutto quello.
« Sapevo che quelle ti sarebbero piaciute. »
House.
Ti giri di scatto, trovandotelo davanti. Ti alzi, puntandolo con sguardo furioso.
« Tu! Sei un bastardo! » gli sputi addosso « Hai fatto tutto questo casino solo perché sei geloso del mio appuntamento! »
« Quale appuntamento? » risponde lui innocentemente.
« Lo sai benissimo! Quello a cui, per colpa della tua bravata, sono in ritardo di un’ora! »
Sorride: « Se davvero ci volessi andare, troveresti subito le scarpe giuste. Il fatto è che tu non ci vuoi davvero andare. Tu non vuoi lui, vuoi me. »
Detto questo, sorprendendoti per la sua velocità, ti bacia.
*Sciaff*
Il tuo schiaffo gli fa girare il volto, lasciandogli le tue dita stampate sulla faccia.
Cominci ad urlargli contro, perché ti ha preso in giro ancora una volta, perché sta giocando con te, perché non ti lascia in pace, non si decide… ti fa soffrire.
E mentre parli, gli tiri addosso a caso le scarpe dallo sgabuzzino.
Lui si copre con le mani, riparandosi da eventuali tacchi, e tu non gli dai il tempo di dire nulla. Gli tiri addosso anche le pantofole a forma di papero: sono le uniche che riesce ad afferrare.
All’improvviso ti capitano in mano le scarpe che hai cercato per ore, quelle che si abbinano al tuo vestito.
Sorridi, e in un attimo dimentichi quello che è successo: hai un appuntamento a cui andare.
Hai fretta.
Sei troppo presa a spingerlo fuori da casa tua, chiudendovi la porta alle spalle.
Sei troppo occupata a pensare ad una scusa da dare per quel ritardo.
Hai fretta.
Non ti rendi conto che lui ha ancora in mano quelle pantofole a forma di papero, e che le stringe al petto.
Non ti accorgi dell’espressione sul suo viso, probabilmente se la guardassi non te ne staresti andando.
Non vedi le sue dita correre sulle sue labbra, al ricordo delle tue.
Ti perdi il suo sorriso.

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Capitolo 7
*** Congratulazioni ***


Congratulazioni è una di quelle strane parole che se le ripeti tante volte di fila, alla fine sembrano perdere significato.
Più o meno, è così che io immagino sia andata...










 

Congratulazioni

 






-Tu sei una stupida!- urla lui, senza bastoni, con meno rughe, ancora non tradito dalla vita.
-Ma senti chi parla!- grida di rimando lei, ancora con sogni e progetti, più giovane, qualche anno in meno sulle spalle.
-Credi di aver raggiunto il meglio, il tuo sogno!- dice lui alludendo al suo nuovo incarico di primario di medicina.
-Perché tu no? Se non sbaglio anche per te oggi è un giorno importante!- risponde lei, perché lui ora è a capo di un nuovissimo reparto di diagnostica.
-Sì, perché io sono un medico!- sbotta, attirando per un secondo l’attenzione di chi passa da quel corridoio.
-Ti ricordo che ho fatto anch’io il giuramento di Ippocrate!- ribatte, continuando a litigare tra i medici che non se ne stupiscono più.
-Esatto, e oggi lo tradisci in pieno!-  
-Non ti capisco…-
-Da oggi tu non sei più degna di essere chiamata dottore!-
-…-
-Vuoi sapere perché? Perché da oggi tu starai dietro una scrivania, firmerai moduli, leggerai cartelle e starai a guardare mentre altri faranno il tuo lavoro! Il lavoro che tu avevi scelto! È davvero questo che volevi diventare?! Io non ci credo… Tu starai seduta ad una sedia, dando permessi e urlando i tuoi “no”, mentre io salverò delle vite! Tu non sei più un medico, sei solo un maledetto funzionario!-
Lei rimane a bocca aperta, stupita e ferita.
Le lacrime cominciano a spingere dietro gli occhi, per uscire. Ma lei le ricaccia indietro.
Invece gli si avvicina, sbattendogli in mano un oggetto, e sussurra: -Congratulazioni…-
Poi si gira e se ne va.
Lui guarda l’oggetto. È incartato.
Lo apre. È un pennarello.
Aggrotta le sopracciglia. Cosa significa?
Entra nel suo nuovo ufficio e si trova davanti una lavagna bianca, un biglietto sopra: “Ricordo che al college ti piaceva annotare i sintomi su carta… spero che questo sia per te meglio di un foglio.”
House si mette una mano sulla faccia, stringe il pennarello: lui mai l'ha ferita così tanto, e in cambio lei gli ha fatto un regalo.
Poi sorride, lo apre, prende un pezzo di carta e comincia a scrivere.
Lei è appena tornata a casa.
Ora può piangere, quella doveva essere la giornata più bella della sua vita.
Si sta per buttare sul letto, quando vede che c’è appoggiata sopra una rosa, un’unica rosa rossa.
C’è un biglietto, scritto con un pennarello che lei conosce, con una scrittura famigliare: “Grazie e scusami, la verità è che non posso sopportare che tu sia il mio capo. Ma sarai un ottimo capo, il migliore di tutti, perché sei l’unica che mi può sopportare. Congratulazioni.”
Ora House non è più arrabbiato e Cuddy non piange più.
Sono uno di fronte all’altro, con in mano un pennarello e una rosa.
Ma il regalo non è un oggetto, pensano entrambi.
Il regalo è sentirsi apprezzati, amati, indispensabili, importanti per qualcuno.
E mentre si avvicinano, non pensano più.

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Capitolo 8
*** Eclissi ***


Questa flash è fin troppo romantica per i miei parametri... Ma ogni tanto mi escono anche queste cose, e tant'è.
Spero vi piaccia! Ringrazio Dea Elisa che continua a recensire questi capitoli... sei fin troppo buona! =) E voi, lì, che leggete: su, non ci va nulla a lasciare due parole! Grazie! Rika








 



Eclissi








Stai fissando quella scatola da tempo immemorabile.
Sai cosa ci troverai dentro.
Ti è bastato uno sguardo al biglietto infilato nella carta da pacchi per capirlo.
Quello stesso biglietto che ora stritoli in mano, mentre pensi.
Molti anni prima avevi rispedito quella scatola al mittente. Non volevi andare alla festa per laureandi, non volevi vederla e dirle addio. Eri arrabbiato: avevi scoperto che lei se ne andava… ma non te lo aveva detto.
Sospiri e alzi il coperchio, sfiorando con le dita la giacca di quel completo da sera.
 
È mezzanotte. La sala è buia. L’unica flebile luce proviene dalla luna, affacciata alle grandi finestre senza tende.
« Sei venuto. »senti una voce nell’ombra « E hai messo il vestito. Perché? »
« Volevo vedere cosa ti eri messa in testa di fare. »menti ironicamente.
Il suono dei suoi tacchi rimbomba nel vuoto della sala.
Quando esce dalla penombra rimani senza fiato, il tuo cuore perde un colpo.
È bellissima.
Ha un vestito d’argento, semplice e lineare, e delle scarpe bianche. Sai che è per ricreare la Luna, così come il tuo è per ricreare il Sole, e pensi che ci riesca benissimo.
Le labbra rosse sono stese in un sorriso leggero, i boccoli neri coprono d’ombra le spalle nude, e i suoi limpidi occhi incatenano i tuoi.
Ti porge una mano. L’afferri, senza pensarci.
« Mi devi questo ballo. Da più di vent’anni. »sussurra, e senza che tu te ne renda conto, state già danzando.
Continuate a ballare, senza parlare. Non riesci a staccare gli occhi dai suoi, ogni battuta sarcastica muore prima di arrivare alle labbra, il male alla gamba è solo un lontano fastidio.
« Ricordi la leggenda del Sole e della Luna? »ti chiede, rompendo un poco la magia.
La ricordi ancora. E ricordi come brillavano i suoi occhi mentre te la raccontava.
« Tanto tempo fa »inizi a declamare « il Sole e la Luna erano due innamorati liberi di amarsi nel cielo infinito. Ma ben presto gli dei furono gelosi del loro amore, così li separarono, costringendoli a percorrere il cielo in momenti diversi, rincorrendosi, senza però riuscire mai ad unirsi. »fai una pausa « Tu ricordi cosa dissi io? »
Lei sorride.
« Mi dicesti che il Sole era troppo luminoso e limpido per poter esser te, e che la Luna aveva una parte troppo oscura e buia per poter essere me. »
« Le parti erano invertite. Per questo dicevo che questi vestiti erano ridicoli. »esclami recuperando un po’ del tuo sarcasmo.
Con un piccolo salto al cuore, ti accorgi che non state più ballando.
Lei scuote la testa.
« Non hai mai capito nulla di quella leggenda. »afferma, avvicinandosi « Forse hai ragione »e si avvicina sempre di più a te che sembri essere congelato « Ma vedi, io volevo dire che per me »oramai a dividervi c’è solo la distanza di un bacio « … tu eri il mio Sole. »ti sussurra infine sulle labbra. Subito dopo annienta quella distanza, baciandoti e impedendoti così di parlare.
Mentre rispondi al bacio, con il cuore che ti esplode in petto, non riesci a pensare ad altro se non che lei è la tua Luna.
E glielo dici, e lo ripeti, tutta la notte, ancora e ancora, mentre vi unite in una dolce eclissi.

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Capitolo 9
*** Sunrise ***


Questa flash è per dire che bè... House è sempre House! xD
Grazie a chi continua a leggere, lasciate qualche parola, se potete... Grazie. Rika





 

Sunrise

 




-Pronto?-
-…-
Sbuffo.
-House, so che sei tu. È la terza volta che chiami senza parlare. Cosa vuoi?-
Nulla.
-Sono le quattro di mattina, vorrei continuare a dormire.- non è vero, sono ancora in ufficio -Se non ti spiace, metto giù e spengo il cellulare.-
-Cuddy…-
Resto immobile, inorridita dal suono della sua voce, dal tono sofferente con cui ha pronunciato il mio nome.
-House?- chiedo preoccupata -Cosa succede?-
-Io… non lo so, sono…- sembra confuso e spaventato.
-Con calma.- lo rassicuro, mi alzo dalla sedia -Sei a casa?-
-No, io… no…-
Cosa diavolo è successo?
-Cuddy, io… la moto, il vicodin…- la sua voce è spezzata.
Mi sento raggelare. Cosa hai fatto?
-Tu-tu-tuuuu.- si è interrotta la telefonata.
Cerco di richiamarlo, niente.
Afferro cappotto e sciarpa, esco in fretta dall’ospedale, il cellulare in mano.
Finalmente, in macchina prendo la linea.
-House?!- dico subito -Devi dirmi dove sei.-
-Non lo so… stavo guidando, la moto è…-
-Calmati. Concentrati sulla mia voce, ok?- dovrei ascoltare il mio stesso consiglio, sono troppo angosciata.
-Sì.- flebile risposta.
-Ora dimmi: dove sei andato con la moto?-
-Sono uscito dalla città, sulla statale…-
-Ok.- seguo le sue indicazioni -Dove hai girato al bivio?-
-A destra… No, aspetta, a sinistra.-
Verso la collina…
-Va bene.- salgo per la strada che mi ha indicato -Cosa hai fatto dopo?-
-Io… non mi ricordo…-
-Stai andando bene. Concentrati, ce la puoi fare!-
-C’era… un cartello, sono salito…-
Ecco il cartello! Scendo dalla macchina e parcheggio velocemente.
-Forza House, arrivo.-
-Mmm…-
Non ha neanche più la forza di rispondermi!
Corro su per la collina, terrorizzata.
-Eccomi, eccomi!-
Mi guardo intorno. Non c’è la moto, non c’è lui.
-Appena in tempo.- la sua voce è normale ora, e c’è come un’eco.
Mi giro. È lì, appoggiato ad un albero. Sta bene.
Vorrei urlargli addosso per lo spavento.
Mi indica un punto lontano, guardo.
Trattengo il fiato dallo stupore.
È bellissimo, il sole appena sorto illumina tutta la città, e da lì c’è una vista mozzafiato.
-L’alba- dice, ancora al telefono.
Mi sorride. E sembra che sia tutto il mondo a sorridermi.

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Capitolo 10
*** Dreaming ***


Questa flash ha un'ambientazione precisa, ma la potrete capire facilmente alla fine, e penso che vi piacerà. (Sto parlando al plurale, anche se non so quanto abbia senso! xD )
Questa flash è il motivo per cui la raccolta ha rating "arancione".
No comment.








Dreaming 






La porta.

Siete ormai sulla porta del bagno.

Non sai neanche come ci sei arrivata fin lì.

Non ti importa.

Lo stai baciando. E lui sta baciando te.

Lui violento, tu famelica, entrambi con passione.

Come se ne andasse delle vostre esistenze, come se quel contatto fosse l’unica cosa a tenervi in vita, come se l’ossigeno non esistesse, perché l’ossigeno sono le vostre labbra.

All’improvviso ti spinge sulla porta.

Per il contraccolpo alzi la testa.

Ne approfitta per attaccarti il collo scoperto, mordendolo, baciandolo e Dio sa solo cos’altro.

Ti morsichi le labbra, impedendoti di gemere.

Senti una sua mano staccarsi dal tuo fianco e correre dietro di te, chiudendo la porta a chiave.

Gli intrecci le mani dietro alla nuca, esortandolo a baciarti di nuovo.

Non si fa pregare due volte.

Ti appoggia le mani sul sedere, un secondo dopo ti ritrovi in braccio a lui, il minuto seguente sei seduta sulla lavatrice.

Unisci le gambe dietro di lui, continuate a baciarvi.

Si stacca un attimo, ti guarda con una strana luce negli occhi.

Probabilmente la stessa che vede riflessa nei tuoi.

Ti sfila il maglioncino blu, lasciandoti solo con la camicetta. Riprendete a baciarvi, tu porti le mani ai bottoni della sua giacca, slacciandoli uno per uno.

Rimane solo in maglietta, ti riafferra deciso e tu scendi dalla lavatrice.

Fate qualche passo. Lo segui, senza avere idea di cosa voglia fare, senza badare a dove ti sta portando.

Poi, l’acqua.

Fai un’esclamazione di sorpresa, guardando verso l’alto.

Siete in piedi nella vasca, ancora vestiti.

L’acqua calda scorre sui vostri corpi, lui ti sorride.

Riprendete a baciarvi, ma di un bacio lento, sensuale.

Le vostre mani scorrono dappertutto, frenetiche, cercando di liberarvi dai vestiti fradici…


                                         
Ti svegli di scatto, ansimante.

Ti guardi intorno, sei sul tuo divano, c’è un libro sul comodino.

Ti sarai addormentata: è stato tutto un sogno.

Sospiri sollevata.

Devi aver sovrapposto le immagini del tuo fidanzato con le sue…

 

« Cuddy, non ti spiace se uso questo spazzolino, vero? »mugugna House sbucando dal bagno, un asciugamano avvolto alla vita, il tuo spazzolino in bocca.
 


Sicura che sia stato solo un sogno?

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Capitolo 11
*** Step by Step ***


Ok, questa non è granchè. Ma voi prendetela come una cosina carina, e simil-comica. =) Ovviament siamo in pieno periodo Lisa-Lucas.

(Prima o poi mi arrenderò e smetterò di parlare al plurale? Mah.)

Rika







Step by step







 

Con in mano un telefono collegato a quello del capo, per House ogni traguardo è raggiungibile in pochi passi.



Step 1: spiare.

« Ah, Lisa, hai poi scoperto cosa tramasse House? »

« No, mi spiace. Spero di non avere un terzo incomodo alla cena di stasera. »

« Vedrai che andrà tutto bene. Ti mando una mail più tardi. Ciao! »

« Va bene, ciao Lucas. »

House mette giù il telefono.

Primo passo fatto.



Step 2: distrarre.

« Dottoressa Cuddy! » entra trafelata un’infermiera nell’ufficio.

« Cos’è successo? »

« Deve venire immediatamente! Qualcuno ha fatto scattare l’allarme antincendio nelle sale operatorie e non riusciamo più a disattivarlo! »

La dottoressa si alza di scatto ed esce.

House entra indisturbato nell’ufficio.

Seconda parte completata.



Step 3: modificare.

House afferra il cellulare di Cuddy dimenticato sulla scrivania.

Appena in tempo per ricevere una mail da un certo Lucas, con posto e orario per la cena della sera.

House cancella il messaggio, e lo sostituisce con un altro.

Poi manda un’altra mail all’uomo, rispondendogli come fosse la Cuddy.

Terzo passo ok.



Step 4: sorprendere e confondere.

« House cosa diavolo ci fai qui? » chiede sbigottita trovandoselo al tavolo del ristorante.

« Oh, guarda! È arrivato il terzo incomodo. »

Entrambi guardano verso la porta.

Lucas ha appena fatto il suo ingresso… vestito da clown, naso rosso e vestitone a pois.

« Ma cosa…? » chiede sempre più confusa.

Lucas guarda verso di loro, House pensa che la sua espressione sia impagabile.

« Ho ricevuto una tua mail che mi dava appuntamento qui… ad un party con tema il circo. » balbetta a mo' di spiegazione.

Tutti gli occhi sono rivolti verso questo siparietto.

« Cuddy, sei davvero sicura di volere questo gran figo come terzo incomodo e quel povero pagliaccio come fidanzato… o piuttosto il contrario? » ridacchia House.

Quarto passo riuscito.



Step 5: colpire ed affondare.

Cuddy si gira arrabbiata, per chiedere spiegazioni a House.

Quest’ultimo ne approfitta per farle perdere l’equilibrio, riafferrarla fra le sue braccia ed andare casualmente a posare le proprie labbra sulle sue.

E House pagherebbe oro per rivedere la faccia di Lucas, sbigottito, confuso e arrabbiato, mentre viene spinto fuori dal ristorante dai camerieri.

Obiettivo raggiunto.

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Capitolo 12
*** Winners and Losers ***


Questa è una flash molto... wilsoniana! xD

Enjoy it! =)

Winners and Losers

 

-Ho vinto io.- dice House con un ghigno.

-Che novità!- sbuffa sconfitto Wilson –Ora immagino che mi aspetti la penitenza.-

-Ovvio.-

-Ma House!- si lamenta l’altro –In tutti questi anni di scommesse che ho perso mi hai fatto fare di tutto e di più! Cosa vuoi ancora, che seduca la Cuddy?!-

Il sorriso di House si allarga, smagliante e vittorioso.

-Ma perché non sto mai zitto?- chiede Wilson veementemente.

***

-Ehm…- si schiarisce la voce entrando nella sala riunioni.

Cuddy alza lo sguardo.

-Wilson, cosa ci fai ancora qui a quest’ora di sera?-

-Ecco, io… dovrei parlarti.- dice avvicinandosi alla scrivania.

Cuddy abbassa la penna con cui stava scrivendo e si alza.

-Wilson, Wilson- dice sapientemente -Credi forse che non me ne sia accorta? È tutto il giorno che mi lanci sguardi sospetti, o che mi dici frasi ambigue, o che ti becco a fissarmi di sottecchi…-

L’oncologo deglutisce, in imbarazzo.

-Avanti, dimmi: cosa ti ha obbligato a fare House?-

Wilson ha un attimo d’incertezza, ma alla fine decide per la sincerità.

-Ho perso una scommessa e per questo dovrei sedurti e baciarti.- dice in un solo fiato.

Silenzio.

-Sai che non ho intenzione di stare al gioco, vero?- dice infine lei.

Wilson sospira sollevato, si aspettava un’altra reazione.

-Quindi che si fa?- chiede speranzoso.

-Nulla. E poi di sicuro House ne approfitterebbe per mettersi in mezzo, e finirei per baciare lui. E non ho nessuna intenzione di farlo.-

-No, non credo che lo farebbe. La pena l’ha decisa lui, evidentemente vuole che sia così. Non vuole baciarti.- dice Wilson riflettendo.

Ma si accorge subito di aver fatto un errore: gli occhi della Cuddy si sono infuocati, punti sul vivo e accesi dalla voglia di rivalsa.

-Scommettiamo?- dice orgogliosamente.

E Wilson non può far altro che accettare.

***

Mentre esce dalla stanza, Wilson dà un ultimo sguardo alla situazione all’interno: House sta baciando sul collo la Cuddy, che alza verso di lui l’indice e il medio, formando la V di vittoria.

Ha perso entrambe le scommesse.

Wilson ridacchia.

Avrà anche perso prima con House e poi con Cuddy, ma ha vinto una scommessa molto più importante: quella contro se stesso.

Pensava che sarebbe stato più difficile ingannarli, e invece è riuscito a manipolarli alla perfezione, facendogli fare esattamente quello che lui voleva.

In conclusione è Wilson il vero vincitore.

Mentre si allontana, dà ancora uno sguardo indietro: House e Cuddy continuano a baciarsi appassionatamente.

Forse, alla fine di questa storia, non ci son stati perdenti, ma solo vincitori.







Spazio Autore:
Sì, lo so, l'ho scritta io... ma posso dire che amo questa flash? xD
Credo sia la mia preferita, di questa raccolta.
Sarà che adoro Wilson, eh... non lo so. Me lo vedo proprio a fare una cosa del genere. Mi sembra proprio da lui, fregarli in questo modo. E da loro lasciarsi fregare. Perchè alla fine è proprio quello che vogliono, oh sì. *.*
Spero vi sia piaciuta e vi abbia divertito, almeno quanto ha fatto a me scriverla e leggerla. =P
Rika

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