Pericolo in famiglia di ellacowgirl in Madame_Butterfly (/viewuser.php?uid=105187)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CaPiToLo 1 ***
Capitolo 2: *** CaPiToLo 2 ***
Capitolo 3: *** CaPiToLo 3 ***
Capitolo 4: *** CaPiToLo 4 ***
Capitolo 5: *** CaPiToLo 5 ***
Capitolo 6: *** CaPiToLo 6 ***
Capitolo 7: *** CaPiToLo 7 ***
Capitolo 8: *** CaPiToLo 8 ***
Capitolo 9: *** CaPiToLo 9 ***
Capitolo 10: *** CaPiToLo 10 ***
Capitolo 11: *** CaPiToLo 11 ***
Capitolo 12: *** CaPiToLo 12 ***
Capitolo 13: *** CaPiToLo 13 ***
Capitolo 1 *** CaPiToLo 1 ***
CaPiToLo 1
CAPITOLO 1
Jasper
Ero in camera nostra, sdraiato sul letto a
leggere uno dei tanti libri che si potevano trovare in casa Cullen, mentre il
mio adorato folletto era uscito insieme a Carlisle ed Emmett per andare a
caccia nella foresta vicina. Sorridevo al pensiero di Alice che cacciava:
riusciva ad essere leggera e a volteggiare delicatamente anche in un momento
cosi brutale, come lo era uccidere un animale. Ma ammiravo lei e i Cullen,
erano riusciti a diventare vegetariani senza troppo sforzo, spinti solamente
dalla bontà d’animo di rispettare gli esseri umani, come lo erano stati molti
anni prima, come lo ero stato io…
Già, ero sempre stato un assassino e ancora
adesso faticavo a resistere a quell’odore… Ma per fortuna c’era Alice, lei
riusciva sempre tranquillizzarmi e mettermi a mio agio…
Mentre ero assorto nei miei pensieri, sentì
il campanello suonare: cosa molto insolita, dato che tutti i Cullen avevano la
chiave per entrare in casa.
Scesi dal letto con le orecchie tese e mi
diressi verso le scale per andare ad aprire: in casa c’erano solamente Esme e
Rosalie ed io ero l’unico “uomo”, dato che Edward era in viaggio con Bella,
quindi spettava a me fare gli onori di casa o comunque proteggerla nel caso
fosse stato un malintenzionato.
Scendevo diffidente le scale, annusando
l’aria ma non percependo alcun odore umano o di altra razza: doveva essere un
vampiro che tuttavia non avevo mai incontrato e questo non mi rassicurò.
Appena arrivato nell’ingresso, Esme stava già
aprendo la porta mentre anche Rosalie era arrivata e se ne stava leggermente in
disparte, anche se i suoi bellissimi capelli biondi non potevano certo passare
inosservati.
Ancora incredulo, cercai di fermare la mia
madre adottiva prima che aprisse la porta, dato che non mi fidavo di chiunque
fosse là fuori e dall’odore mi sembrava fosse anche un maschio…
-
Jasper: Esme, aspetta ad aprire. Non sappiamo
chi sia.
Rosalie: da quando sei cosi fifone? – mi
punzecchiò Rosalie con malizia
Jasper: semplicemente non mi fido.
Esme: ha detto di essere un nomade in cerca
di un posto dove risposarsi un po’.
Jasper: e da quando i vampiri hanno bisogno di
riposo?
Rosalie: eddai fifone, vorrà un po’ di
compagnia dato che è solo.
-
Mi fidavo ancora di meno, ma lasciai che Esme
aprisse la porta con fare dolce e premuroso. Il vampiro (maschio) che si
presentò davanti a noi era biondo, magro ma abbastanza muscoloso, i vestiti
erano davvero mal ridotti ma non sembrava minaccioso: solamente i suoi occhi
rosso sangue non mi lasciavano tranquillo e le emozioni che potevo percepire in
lui non erano troppo amichevoli, anche se sembrava innocuo.
Questo strano individuo non si presentò
nemmeno e lanciò uno sguardo ammaliato verso Rosalie, che ovviamente lo aveva
colpito subito mentre lei gli lanciava uno sguardo quasi di disgusto: se Emmett
avesse visto come quello guardava Rosalie lo avrebbe fatto a pezzi. Ma come dargli
torto? Se avesse guardo da cima a fondo la mia Alice in quel modo lo avrei
azzannato all’istante.
Nessuno si muoveva, cosi mi feci avanti verso
lo sconosciuto, senza essere troppo ospitale cosa che lo sguardo di Esme mi
rimproverò, mentre lui si limitò a rivolgermi uno sguardo indifferente.
-
Jasper: e tu chi saresti?
James: sono un nomade, mi chiamo James.
Jasper: e cosa saresti venuto a fare qui?-
Esme mi lanciò un’occhiataccia per il modo brusco con cui avevo rivolto quella
domanda, ma quell’uomo mi irritava…
James: chiedo scusa, ma credo di aver perso
l’orientamento e dato che ho percepito solamente in questo luogo la presenza di
vampiri, ho pensato di chiedere aiuto.
-
Disse quella frase con un fare terribilmente
ruffiano, una finta faccia angelica che non ingannò né me né Rosalie, mentre
Esme gli aprì di più la porta e gli fece cenno di entrare in modo molto
accogliente e con un sorriso sulle labbra.
-
Esme: prego, prego. Entra pure.
James: grazie mille, signora…?
Esme: Esme Cullen – ci indicò – e loro sono i
miei figli adottivi Jasper e Rosalie.
James: piacere…
-
Fece una specie di inchino con la testa a me
e a Esme, in segno di una finta gratitudine (o almeno a me sembrava cosi)
mentre si avvicinò a Rosalie baciandole la mano. – enchanté–
Le disse in modo molto galante mentre lei
sembrò pressoché indifferente a quel gesto. Mi vennero i brividi dal nervoso al
pensiero che uno del genere potesse fare le stesse attenzioni alla mia Alice,
che per una volta speravo non arrivasse.
-
Esme: posso offrirti qualcosa?
James: beh, mi trovo un po’ assetato ma dato
che in questo territorio, che immagino sia il vostro, non posso cacciare esseri
umani
Esme: oh non ti preoccupare, abbiamo scorte
di sangue in abbondanza – lo interruppe dolcemente Esme, con quel fare sempre
molto ospitale.
James: oh grazie ancora.
-
E cosi
dicendo, quello strano e sospettoso individuo seguì Esme nella cucina mentre io
e Rosalie ci lanciavamo uno sguardo poco convinto.
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Capitolo 2 *** CaPiToLo 2 ***
CaPiToLo 2
CAPITOLO 2
Alice
Stavo tornando di corsa da una caccia abbastanza
proficua: io, Emmett e Carlisle avevamo fatto fuori un intero branco di cervi,
con la differenza che io non avevo una goccia di sangue addosso mentre Carlisle
aveva sporcato un po’ la camicia bianca ( e mi continuavo a chiedere perché
Esme gli facesse indossare camice bianche per andare a caccia) mentre Emmett
sembrava appena uscito dalla seconda Guerra Mondiale, tanto era lurido di terra
e quant’altro. Ridacchiavo tra me e me nel vedere quella scena, mentre il mio
cuore (anche se fermo ormai da anni) batteva all’impazzata al pensiero che da
lì a pochi minuti avrei riabbracciato il mio Jasper: già, quel vampiro
terribilmente bello che sapeva trattarmi come una principessa… mi chiedevo cosa
mai avrei fatto senza di lui, senza le sue carezze e le sue coccole… penso che
sarei morta, anche se a dire la verità lo ero già fisicamente.
-
Emmett: a cosa pensi sorellina? – Sempre
“delicato”, il mio fratellone della stazza di un orso mi interruppe nel bel
mezzo dei miei pensieri più belli.
Alice: cosa private, caro fratellone – gli
risposi con un briciolo di ironia
Emmett: ahm… pensavi a te e al tuo Jasperino,
dico bene? – fece una risatina.
Alice: ovvio – gli risposi, per non dargli
soddisfazione della provocazione
Emmett: haha immaginavo… ma ricordati che il
record di letti rotti lo abbiamo io e Rosalie. – rise un’altra volta, mentre
Carlisle buttava gli occhi al cielo.
Alice: aspetta e spera, fratellone – gli feci
l’occhiolino con un pizzico di ironia
-
A dire la verità, io e Jasper non avevamo
alcuna di intenzione di battere quel record, a noi interessava solamente
l’amore che ci univa, che era stupendo, nient’altro… ma credo che fosse cosi anche per Emmett e
Rosalie, solamente che a loro piaceva vantarsi di questo loro "record".
Carlisle interruppe quel futile discorso con
una finta tossa ed arrivammo davanti alla porta di casa ma ci fermammo di
colpo, sentendo tutti e tre un odore estraneo… dentro.
Ebbi una terribile paura per il mio Jasper e
penso fosse cosi anche per Emmett, dato che aveva già tirato fuori i denti.
Carlisle ci fece cenno di stare calmi e aprì cautamente la porta con le chiavi
che aveva in tasca, mentre io fremevo per entrare.
Quando il mio padre adottivo aprì la porta ed
entrò con tranquillità, Emmett mi precedette, facendomi segno di restare più
indietro e cosi entrammo anche noi due.
Nell’ingresso non c’era nessuno ma sentimmo
delle risate allegre provenire dal salotto, cosi ci avviammo verso quella
stanza anche se io non ero per nulla tranquilla: l’odore estraneo che proveniva
da quella stanza mi pareva sempre più familiare… ma mi tranquillizzai nel
sentire con chiarezza anche quello di Esme, Rosalie e soprattutto quello di
Jasper, segno che stavano bene e non erano stati aggrediti. Anzi, le risate
sonore di Esme sembravano portare buon auspicio a quella nuova presenza, certamente
inaspettata.
Non appena entrammo nel grande salotto,
completamente illuminato dato che era appena mezzogiorno, tutti i presenti si
voltarono verso di noi e non appena riconobbi il nuovo ospite sgranai gli
occhi: era James… quel terribile vampiro che aveva tentato di mordermi quando
ancora ero un’umana indifesa e che aveva ucciso chi, per salvarmi, mi aveva
trasformata... terribili ricordi m'invasero la mente... Rimasi paralizzata a quella visione e James mi guardò con uno
sguardo compiaciuto e malizioso, mentre i presenti ci guardavano sbigottiti e
non osai incrociare lo sguardo di Jasper.
-
Alice:
J-James… ? - balbettai
James : oh, ciao Alice... che piacere
RIvederti...
-
Sottolineò quell’ultima parola con una tale
forza e malizia che Jasper scattò velocissimo vicino a me, anzi addosso a me dato
che mi circondò con le sue braccia in segno di protezione… non riuscivo a
muovermi, la paura mi invadeva e non riuscivo nemmeno a guardare il viso di
Jasper, sicuramente teso e arrabbiato… lo sentivo protettivo e parecchio
alterato, probabilmente lo sguardo di James lo aveva messo in allerta e aveva
scatenato il suo esagerato senso di protezione.
Immediatamente tutto il buon umore svanì
dalla stanza ma Carlisle mantenne la sua tranquillità e si avvicinò ad Esme,
seduta sulla poltrona vicina a James, e le mise le mani sulle spalle per
tranquillizzare anche lei. Non so come facesse a restare cosi tranquillo
davanti ad un mostro del genere, ma probabilmente nessuno sapeva chi fosse
realmente… io sì. Purtroppo. Tuttavia, il potere di Jasper aiutò un po’ tutti a rilassarsi,
cosi che si poté parlare tranquillamente: speravo con tutto il cuore che se ne
andasse, che mi lasciasse in pace, che CI lasciasse in pace ma evidentemente
non era nelle sue intenzioni e glielo si leggeva chiaramente nello sguardo
senza bisogno che ci fosse Edward a farlo.
-
Carlisle: beh, James… ci farebbe molto
piacere sapere chi sei.
James: un semplice nomade che si è perso tra
tutti questi boschi.
-
Rispose con un falso sorriso, terrificante per me che già lo conoscevo, ed io desideravo
con tutto il cuore che se ne andasse… Jasper non mollava la presa da me e
continuava a fissare lo sconosciuto sempre più alterato, mentre Emmett aveva
raggiunto Rosalie e con lei era salito al piano di sopra: quanto desideravo
fare altrettanto, anzi cacciare quel brutto ricordo, ma era evidente che Jasper
volesse sapere chi fosse, dato che quella scusante non aveva convinto nessuno…
-
Jasper: bene, allora dicci dove volevi andare
e noi ti indicheremo la strada.
James: è un posto molto lontano da qui,
credo…
Jasper: sarebbe?? – chiese insistentemente
Jasper, sperano di essere insolitamente scortese.
James: in Siberia.
Carlisle: oh, certo, è molto lontano da qui…
James: già, e mi hanno detto che non si trova
facilmente del cibo, e dato che qui non posso cacciare gli umani…
Esme: puoi restare un po’, il giusto tempo
per rifocillarti per il viaggio.
-
Esme era cosi ingenua, cosi esageratamente
buona e ospitale da non rendersi conto che quel mostro era qui per un motivo a
noi sconosciuto, e il fatto di non averlo visto prima mi metteva ansia… Jasper
la fulminò con lo sguardo, come feci anch’io del resto, mentre quel vampiro mi
fissava con uno sguardo compiaciuto, che mi faceva rabbrividire ogni secondo di più.
-
James: grazie ancora… non vi disturberò
ancora per molto, comunque…
Carlisle: il tempo che ti occorre, James.
-
Un’altra occhiataccia, questa volta rivolta a
Carlisle… come avrei voluto fuggire via da quell’incubo e, come se non
bastasse, mi ero sentita leggermente mancare… una visione…
Vedevo i Volturi, in
particolare Aro, che imboccavano una via nei boschi… quella per arrivare a casa
nostra… un giorno di pioggia…
La mia visone finì in un lampo, solamente
Jasper se ne accorse e, ancora serio e teso, mi condusse fuori dal salotto, in
camera nostra. Faticavo quasi a fare le scale ma lui mi sorreggeva
delicatamente con un suo braccio muscoloso e mi fece sedere sul letto,
chiudendo la porta.
I miei occhi ancora persi nel vuoto… un’altra
visione…più nitida…
I Volturi proprio davanti a casa nostra…. In 3… Jane, Alec
e Aro… quest’ultimo che bisbigliava il mio nome…
Anche questo lampo di visione sparì in un
baleno e mi ritrovai tra le braccia di Jasper, che mi cingeva la vita: il suo
sguardo preoccupato, rigido, i suoi occhi fissi sui miei e la sua bocca che mi
aveva appena sfiorato la fronte in segno di affetto. Mi ripresi e lo guardai
anch’io, senza lo sguardo perso… cosa dovevo dirgli? Ero preoccupata quanto
lui… o forse no…
-
Jasper: Alice, che succede?
Alice: da quando è arrivato James ho avuto
due visioni…
Jasper: di lui?
Alice: no… dei Volturi… li ho visti arrivare
in un giorno di pioggia, qui, a casa nostra…
-
Il pensiero dei Volturi mi fece rabbrividire
e Jasper mi alzò delicatamente il mento con la mano verso di lui: dei Volturi non gliene fregava nulla.
-
Jasper: cosa centra quello con te?
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Capitolo 3 *** CaPiToLo 3 ***
CaPiToLo 3
CAPITOLO 3
Jasper
Alice mi raccontò una parte del suo passato,
quello che riguardava quel lurido di James… si era infatuato dell’odore del
sangue di Alice ancora umana e aveva cercato di morderla, per fortuna senza
riuscirci, altrimenti… non volevo pensare a cosa sarebbe successo, sapevo solo
che avrei voluto azzannare quel vampiro con tutto me stesso, solo per aver
azzardato a farsi vedere, dopo quello che aveva fatto alla mia Alice… povero il
mio follettino dal portamento elegante, chissà che brutti ricordi le aveva
suscitato quel mostro… e i Volturi? Cosa diamine centravano? Tutti questi
pensieri mi mettevano angoscia ma ora non era il momento…
Ero ancora seduto sul letto e tenevo Alice
stretta fra le mie braccia: sentivo la paura scorrerle dentro e mai avrei
permesso a quel vampiro di torcerle anche un solo capello… ma era venuto per vendicarsi
di lei? Avrebbe potuto raggiungerla molto prima, dato che era un ottimo
segugio… e allora? Cosa voleva da noi? Cosa voleva da Alice? Una furia quasi
incontrollabile mi invase al pensiero di quel mostro che tentava di mordere la
cosa più importante al mondo, per me…
Mi abbassai verso il suo viso e le diedi un
bacio dolce sulle labbra, lento e quasi consolatorio e quando mi staccai dal
suo viso, lei mi baciò ancora, stringendomi a sé.
-
Alice: ho paura… - mi sussurrò
Jasper: stai tranquilla, non gli permetterò
di farti alcun male – dissi sicuro delle mie parole
Alice: non ho paura di lui… ma dei Volturi.
-
Questa risposta mi lasciò senza parole: ero
convinto che temesse quel mostro, dato che l’aveva quasi uccisa, ma
effettivamente non aveva più motivo di darle fastidio ora che era una vampira…
ma allora cos’era venuto a fare qui? E perché Alice aveva cosi terrore dei
Volturi? Mi nascondeva qualcosa? Ma non volevo forzarla troppo…
-
Jasper: io ti proteggerò sempre.
Alice: lo so, ma sono io che ho paura di non
riuscire a proteggere te…
-
Un’altra frase che non riuscì a comprendere…
perché doveva essere lei a proteggere me? No, i Volturi o quel James non
potevano essere venuti per me. Ma forse per Alice sì…
Avevo deciso, dovevo parlarne con Carlisle,
sapere cosa avesse deciso di fare a riguardo e raccontargli la visione di
Alice. Le diedi un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza, anche se mi mancò il
fiato nell’attimo in cui dovetti staccarmi da lei… avrei voluto restarle
accanto per sempre e avrei fatto di tutto perché fosse stato cosi.
Scesi le scale e vidi James che guardava
tranquillamente la TV sul divano, mentre Esme faceva altrettanto seduta sulla
poltroncina poco distante: forse era un modo per tenerlo d'occhio...
James non si degnò di guardarmi mentre io
feci fatica a trattenere un grido di rabbia nel vedere il suo viso rilassato
con un sorriso ironico… avrei voluto disintegrarlo.
Scesi nel garage dove la Porche gialla di
Alice si faceva immediatamente notare fra le altre e vidi Carlisle, Rosalie ed
Emmett che discutevano animatamente, cosi mi aggregai a loro.
-
Emmett: quello non deve restare qui! Non mi
và per nulla a genio quel suo modo ruffiano di fare!!
Rosalie: ed io non sopporto come mi guarda!
Carlisle: calmatevi ragazzi, non possiamo
essere scortesi con un ospite. Dopo tutto, non ha fatto del male a nessuno.
Jasper: questo lo dici tu.
-
Tutti e 3 si voltarono verso di me ed io gli
raccontai della storia di Alice, con un certo rancore nella voce e nell’animo,
oltre alla rabbia.
-
Carlisle: anche se non è una brava persona ha
comunque diritto di avere asilo. Ha detto che a breve se ne andrà e se non
rispetterà quanto detto lo cacceremo.
Emmett: io non mi fido con quello per casa!
Non ci credo neanche morto che si è perso e tantomeno che vuole andare in
Siberia!
Rosalie: è soltanto una scusa per restare
qui, anche se non sappiamo il motivo.
Jasper: Alice è terrorizzata e da quando lo
ha visto ha avuto due visioni dei Volturi, che venivano qui.
-
Questa affermazione zittì tutti i presenti,
meno Emmett che ringhiò nel sentire quel nome…
-
Carlisle: tuttavia, non ha ancora fatto
nulla, quindi può stare qui, due giorni al massimo però.
Emmett: e come la mettiamo coi Volturi?
Rosalie: sono sicura che è quello a portarli!
Carlisle: Alice sa quando arriveranno?
Jasper: no, ha solo detto che sarà un giorno
di pioggia..
Carlisle: fra qualche giorno il tempo
dovrebbe peggiorare e forse pioverà, quindi dobbiamo stare attenti anche se non
hanno motivo di farci visita.
Rosalie: non abbiamo fatto nulla, quindi non
dovrebbe esserci pericolo… anche se di quelli mi fido ancora meno.
Carlisle: staremo a vedere. Nel frattempo,
teniamo d’occhio questo James e cerchiamo di capire cosa vuole.
-
Io ero ancora alterato: come potevano
permettere che un tale mostro stesse tranquillamente in casa? Come potevano
pretendere che fossi ospitale nei suoi confronti al pensiero che Alice ne fosse
terrorizzata? Oh, Alice! Era rimasta ai piani superiori con quel mostro poco
distante da lei. Non mi fidavo, no no. Mi allontanai dai miei fratelli e da mio
padre per tornare di nuovo dal mio folletto, con l’angoscia di vederlo di nuovo terrorizzato, sperando che
quel James se ne andasse il più presto possibile…
Ma cosa
cavolo voleva???
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Capitolo 4 *** CaPiToLo 4 ***
CaPiToLo 4
CAPITOLO 4
Alice
Strofinavo le mani bagnate sul volto, poi mi
guardavo nello specchio del bagno: avevo ancora un aspetto orribile, anche se i
vampiri sono terribilmente belli. Aprii di nuovo il rubinetto dell’acqua e ne
presi un’altra manata, per spruzzarmela poi addosso, nel tentativo di
rianimarmi dall’angoscia. Non sapevo perché l’avessi ma mi opprimeva.
Mi asciugai con l’asciugamano lì vicino e
uscii dal bagno, leggermente più rilassata di prima, quando sentii una voce
ironica e terribilmente malefica alle mie spalle: James. Era stato cosi veloce
che non lo avevo nemmeno sentito avvicinarsi a me...
-
James: finalmente soli, eh Alice?
-
Paura, terribile paura… lui era appoggiato
alla parete, a neanche un metro dalle mie spalle mentre io ero immobile e
incapace di postarmi, di fare qualunque movimento…
Jasper dove sei?
-
Alice: cosa vuoi ancora da me, James?
James: ma come? Non lo sai?
-
Dove voleva arrivare? Non riuscivo a capirlo…
non stavo perdendo le mie facoltà ma ero cosi felice di essere con i Cullen,
con Jasper che non mi preoccupavo più di guardare il futuro… ed era stato un
grave errore.
-
James: Hai forse perso la tua facoltà di
vedere il futuro?
Alice: certo che no… - silenzio
Alice: perché mi tormenti ancora? Se volevi
uccidermi potevi farlo quando ero ancora sola…
-
Lui fece una piccola ma maliziosa risata ed
io mi impietrii ancora di più: era terribile, credevo di essere in un incubo.
Mi si avvicinò, da dietro, e mi scostò
leggermente i corti capelli dal collo con la sua mano gelida, che mi pareva ancora più
fredda della mia pelle morta… mi parlava con tono ammaliatore ma allo stesso
tempo di un’ironia cattiva… mi sentivo incapace di agire… avevo paura
soprattutto perché non capivo cosa volesse davvero…
-
James: sono un segugio, e i segugi odiano
quando le prede gli scappano dalle mani… soprattutto se sembrano facili e hanno
un profumo delizioso…
-
Ero
terrorizzata, spaventata, tramortita da
quelle parole… avrei preferito morire piuttosto che essere
rimasta lì immobile… mi sembrava di tornare indietro
negli anni, in quei terribili anni...
sentivo il suo alito avvicinarsi al mio collo, cosi come le sue labbra
stavano
quasi per sfiorarlo e pietrificarmi definitivamente…
-
Alice: allontanati…
James: quanto mi da sui nervi non essere
riuscito ad assaggiare il tuo sangue…
-
Ero sicura che mi stesse per mordere ma non
riuscivo a spostarmi… chiusi gli occhi, sperando che non mi uccidesse quando
sentii una folata rapidissima di aria passarmi dietro le spalle e aprii gli
occhi: James era volato almeno dieci metri lontano da me e aveva dato una forte
botta contro la parete del corridoio opposto. Sentivo dei ringhi forti dietro
di me, anzi davanti a me: Jasper era arrivato giusto in tempo e aveva scaraventato
James con una tale violenza che non mi sarei mai aspettata da mio marito. Si
era messo davanti a me, era furibondo e credevo volesse spaccare ogni cosa
dalla rabbia che lo invadeva, invece restava immobile a proteggermi.
Anche James si era rialzato, anche lui
mostrava i denti, ringhiava e stava per attaccare quando arrivò il resto della
famiglia alle nostre spalle, Emmett e Rosalie arrabbiati, Esme stupita mentre
Carlisle si fece avanti con il suo fare sempre pacifista.
-
Jasper: se provi di nuovo a toccarla… io… -
si mordeva le labbra dalla rabbia e mi faceva quasi paura…
Carlisle: basta. James, devo chiederti di
andartene da questa casa, altrimenti dovremo cacciarti fuori con le cattive
maniere. Ed è una cosa che non mi piacerebbe, credimi.
-
James
mi lanciò un altro di quegli sguardi
quasi ammaliatori, tipici dei bei vampiri, accompagnato da un sorriso
alquanto
maligno e Jasper se ne accorse, ringhiandogli più forte. lo
odiavo quel vampiro... < vattene!!! > avrei voluto urlargli, se
solo le corde vocali avessero deciso di muoversi...
Dopo qualche secondo, James lasciò la sua
posizione di attacco e si rizzò.
-
James: va bene. Quello che volevo sapere l’ho
ottenuto. Ci rivedremo presto, mia cara Alice…
-
Strinsi la mia piccola mano intorno al polso
teso di Jasper, per impedirgli di saltargli addosso o di iniziare una rissa:
non volevo che si facesse male, che rischiasse… dopo aver detto queste
ulteriori parole provocanti, James fece una specie di piccolo inchino ed un
sorrisetto compiaciuto a Rosalie, la quale lo ignorò completamente mentre
Emmett si infuriò e fece per attaccarlo ma in un lampo il vampiro-segugio si
era eclissato. Era scappato dalla finestra con una velocità impressionante,
lasciandosi alle spalle un urlo di rabbia di Emmett unito a un ringhio di
Jasper.
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Capitolo 5 *** CaPiToLo 5 ***
CaPiToLo 5
CAPITOLO 5
Jasper
Ci eravamo riuniti nel salotto per capire
bene la motivazione della visita di quel vampiro: tutti preoccupati, ma non
certo quanto me. Esme era seduta vicino ad Alice mentre Carlisle cingeva le
spalle alla moglie da in piedi, Emmett e Rosalie erano seduti vicini sulla
poltrona e si tenevano per mano, come fossero usciti da una terribile battaglia.
Io ero vicino alla mia Alice, le teneva dolcemente una mano e la guardavo negli
occhi, cercando di nascondere la mia rabbia e la mia immensa preoccupazione:
era sconvolta e sentivo che nascondeva qualcosa… non poteva esserci qualcosa di
più angosciante.
-
Jasper: Alice, ti prego, ti scongiuro, dicci
cosa voleva quel… - mi interruppi bruscamente per non aggiungere aggettivi
troppo cruenti…
Alice: io… io non lo so… mi diceva che
avrebbe voluto sentire il mio sangue… tutto ciò che diceva si riferiva a questo
ma non ha senso, sono una vampira e se mi avesse voluto uccidere lo avrebbe
fatto molto tempo fa…
Rosalie: magari non ti aveva trovata.
Carlisle: non credo proprio, James è un
segugio dalle qualità eccezionali, ci avrebbe messo pochissimo a scovarla, se
il suo obbiettivo fosse stato di ucciderla anche da vampira.
Emmett: e comunque non avrebbe potuto farlo
qui, dove è protetta e sorvegliata.
-
Tutti quei ragionamenti che scongiuravano il
fatto che James volesse uccidere la persona che amavo di più al mondo avrebbero
dovuto tranquillizzarmi… invece ero terribilmente in angoscia, irritato,
distratto… che diamine voleva allora da Alice?? Forse ci era sfuggito qualche
particolare su quel vampiro, magari qualcosa che aveva detto o fatto… in più,
come se non bastasse, Alice aveva visto i Volturi arrivare a casa nostra nei
giorni successivi… fantastico!! Un quadretto magnifico! Sentii che Alice mi
stringeva la mano ed i suoi occhi affondarono nei miei come una richiesta di
aiuto, di protezione ed io mi abbassai per baciarla sulla fronte in segno di
affetto, socchiudendo gli occhi. Quanto l’amavo… e quanto odiavo vederla, o
meglio sentirla, così… l’avrei volentieri cullata fra le mie braccia ma non era
il momento, certo…
Il resto della famiglia restò in silenzio e
nemmeno Emmett intervenne con qualche sua battuta idiota, forse perché era
ancora adirato con quel lurido vampiro di James per quel che riguardava
Rosalie… Dopo qualche minuto di pausa, Carlisle prese fiato e cercò di
riprendere il discorso, dato che la situazione era da risolvere.
-
Carlisle: quel vampiro non ha detto niente di
sospetto, si limitava a dire grazie e prego con sorrisi e smorfie… non ho
proprio idea di cosa volesse, anche perché non abbiamo parlato.
Esme: quando eravamo in salotto a guardare la
televisione non ha spiaccicato parola… si è allontanato chiedendo di fare una
telefonata ma evidentemente cercava Alice..
Jasper: ed è questo il punto! Perché LEI, se
non voleva vendicarsi??
Alice: ha tentato di mordermi…
Emmett: o forse era solo una provocazione.
Rosalie: magari per portarci fuori strada… ma
cosa voleva sapere?
Carlisle: Alice, non ti viene in mente altro
che ti abbia detto?
-
Alice abbassò lo sguardo per riflettere ed io
non perdevo alcun suo movimento… ad un tratto, alzò di scatto lo sguardo.
-
Alice: mi ha chiesto se vedevo ancora il
futuro, anche se mi ha posto la domanda come fosse una provocazione.
-
Centro! James voleva sapere se Alice aveva
ancora quel suo potere particolare, ecco il motivo per cui era venuto… ma ora
che sicuramente lei gli aveva detto di sì, cosa avrebbe ottenuto? Cosa contava
di fare? E i Volturi centravano o era un’altra storia? Che confusione…
-
Jasper: voleva sapere se avevi i poteri, ok,
ma a quale scopo diamine??
Carlisle: questo è il problema Jasper…
Rosalie: vabbé ma ormai quello se n’è andato,
direi che possiamo preoccuparci dell’imminente arrivo dei Volturi adesso!
Esme: credete che le cose siano collegate?
Alice: non lo so, non li ho visti insieme…
-
Sembrava sincera ma c’era qualcosa che mi
nascondeva, ne ero sicuro… qualcosa che si teneva, forse sapeva perché stavano
venendo qui, forse era per questo che diceva di volermi proteggere… quando
sarei stato io a doverla proteggere: DOVEVO DOVEVO DOVEVO!!
-
Carlisle: non hanno motivo di attaccarci…
Emmett: e poi sono solamente 3, contando che
Aro non è un gran che a combattere.
Rosalie: quindi non vincerebbero in uno
scontro, anche se forse potremmo subire delle perdite...
Esme: non ha senso che vengano!
Alice: ma verranno…
-
Silenzio di nuovo. Angosciante. Fuori dalla
vetrata si vedeva la luce calare e il cielo coprirsi di nuvole nere: sarebbe
piovuto, se non quella notte la mattina
successiva e questo aumentava l’ansia.
Dato che non potevamo concludere altro,
sciogliemmo la “riunione famigliare” e ognuno andò in un’altra stanza. Esme si
diresse in cucina, a far niente, seguita da Rosalie che tentava invano di
tranquillizzarla: Rose era spesso scorbutica, ma aveva il sangue freddo
davvero, non si spaventava mai di niente e questo era certamente un vantaggio.
Carlisle ed Emmett si diressero verso il
garage, probabilmente per discutere sul da farsi, nel caso di un attacco, e
forse avrei dovuto seguirli ma ero troppo preso dal mio folletto che continuava
a restare serio… l’abbracciai dolcemente, posandole le labbra tra i capelli e
lei si voltò verso di me, con uno sguardo cosi ingenuo e puro che se non fossi
già stato perdutamente innamorato di lei sarei potuto impazzire…
-
Jasper: tu sai perché verranno… ma non me lo
vuoi dire…
-
Sapevo che era cosi e lei abbandonò quello
sguardo ammaliatore, probabilmente perché si era resa conto che non avrebbe
funzionato perché avevo capito tutto benissimo. Fece un piccolo sbuffo e mi
prese anche l’altra mano, appoggiando la sua testa nera nell’incavo del mio
collo, sempre con movimenti dolci e aggraziati.
-
Jasper: perché non me lo dici?
Alice: non voglio, non servirebbe a nulla.
Jasper: vogliono farti del male, è cosi?! Hai
paura che li ammazzi tutti e 3?!
Alice: non ci riusciresti, ti farebbero fuori
subito…
-
Questo discorso mi accapponò la pelle: dunque
sarebbero venuti per lei… per LEI diamine… dovevano solo provarci a farle
qualcosa!! Non voleva dirlo né a me né agli altri per paura che volessimo
attaccare i Volturi, consapevoli che avremmo subito delle gravi perdite… ma la
conoscevo troppo bene perché mi tenesse dei segreti.
-
Jasper: Alice… ti faranno del male?
Alice: questo non lo so… davvero…
-
Si strinse a me chiudendo gli occhi ed io mi
mordevo le labbra per non scoppiare di rabbia. Sembrava sincera, probabilmente
non era riuscita a vedere altro e questo
mi metteva ancora più in ansia…
|
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Capitolo 6 *** CaPiToLo 6 ***
CaPiToLo 6
6) CAPITOLO SEI
Jasper
Non so quanto tempo rimanemmo abbracciati, io
e Alice, ma sicuramente molto meno dio quello che avrei voluto… aveva socchiuso
gli occhi, come se si fosse addormentata anche se era ovviamente impossibile:
era adorabile, bellissima… le baciai la testa di capelli mori e un po’
scompigliati e lei alzò il viso dolcemente, con quel solito sorriso
ammaliatore.
-
Alice: sei preoccupato?
Jasper: sì… molto anche…
Alice: qualunque cosa succeda, io ti amerò
sempre Jazz…
Jasper: anch’io, amore mio…
-
Ci demmo un lungo e dolcissimo bacio, le
nostre labbra immobili l’una sopra l’altra… ad un tratto, sentimmo dei passi
pesanti avvicinarsi alla camera cosi interrompemmo quel momento magico e
splendido e ci alzammo in piedi entrambi, sempre vicini.
Emmett entrò rapido nella stanza, sicuramente
senza troppa grazia: era apparentemente preoccupato ma quando ci vide cosi
vicini un sorrisetto ironico gli si stampò sulla faccia, come sempre.
-
Emmett: ho interrotto qualcosa? – ghignetto
ironico, non certo nel momento più opportuno… ma la mia Alice fu, come sempre,
più svelta di me a rispondere a tono
Alice: a dire il vero sì! – e fece quel suo
sorriso splendente che mi faceva sciogliere ogni volta…
Emmett: beh, mi dispiace interrompervi
piccioncini, ma se non ve ne siete accorti sta cominciando a piovere…
-
Guardammo entrambi fuori dalla finestra: sì,
stava cominciando a piovere e noi non ce n’eravamo neanche accorti… Un brivido
mi percorse velocemente la schiena ed Alice mi strinse più forte una mano,
gesto che non mi aiutò certo a tranquillizzarmi, cosi cercai di usare il mio
dono per quietare l’atmosfera e rilassare un po’ il mio folletto.
-
Jasper: cosa ha intenzione di fare Carlisle?
Emmett: niente, purtroppo!!
-
Quell’orso di mio fratello fremeva sempre di
fronte ai nuovi “avversari”, impaziente di combattere e fare a botte mentre io
desideravo solamente abbandonare le tante immagini di sanguinose battaglie che
per troppo tempo avevano accompagnato la mia vita… e soprattutto volevo
lasciarmi alle spalle i tanti dolori che sentivo e non avevo la minima
intenzione di farli anche lontanamente patire alle persone che ora mi erano
accanto…
-
Alice: non vorrai di certo combattere contro
di loro, vero fratellone?
Emmett: sono anni che fremo per dargli un po’
di sberle, a quei vampiri che si credono chissà chi! Hai detto che verrebbero
in 3, noi siamo in 6!
Alice: c’è Jane tra quei tre e può colpirci
tutti contemporaneamente se vuole…
Emmett: sempre a fare la guastafeste tu!
-
E cosi uscì di nuovo dalla stanza, ringhiando
– e comunque Carlisle ci vuole tutti in
salotto -
Io presi per mano Alice e seguimmo Emmett giù
dalle scale, ritrovandoci tutti nel salotto: li sentivo agitati e frementi, uno
più dell’altro… solamente Carlisle era abbastanza tranquillo, forse perché era
certo di non aver commesso nulla di male e puntava anche sulla sua vecchia
amicizia con Aro.
Io cercai comunque di tranquillizzare tutti e
mi avvicinai ai miei genitori adottivi insieme ai miei fratelli e a Alice.
-
Carlisle: Alice, hai avuto altri dettagli per
quanto riguarda le tue visioni?
Alice: no mi dispiace… però ricordo che era
leggermente buio…
Rosalie: quindi arriveranno o questa mattina
presto o sta sera.
Emmett: teniamoci pronti in ogni modo!
Jasper: cosa possiamo fare per difenderci?
Alice: non vogliono attaccarci…
Esme: e comunque non ne hanno motivo! Cosa
mai potremmo aver fatto?
Carlisle: nulla, cara. Risolveremo in fretta
questo malinteso.
-
Carlisle non terminò la frase che si sentì
bussare alla porta. Immediatamente calò il silenzio ed io sentì una grande
ansia invadere sia me che i presenti, in particolare Alice che mi sembrava
fosse sbiancata ancora più di come lo fosse già di natura. Che rabbia vederla
cosi, che angoscia non sapere i dettagli di quello che sarebbe successo… forse
davvero non voleva dirmi niente, dopo tutto erano passate ore dall’ultima
visione che aveva annunciato l’arrivo dei Volturi, quindi non era da escludere
il fatto che avesse avuto un’altra visione e non me e avesse parato…
Ora fissavamo tutti quanti la porta
dell’ingresso, dove qualcuno bussava ancora ma senza violenza… io mi avvicinai
al divano, indietreggiando leggermente e tenendo la mia piccola Alice fra le
braccia, cercando di dare io le spalle al salotto per proteggerla e renderla
meno “evidente”, nonostante la sua statura… Emmett, invece, restava inquieto
più vicino all’entrata del salotto, con Rosalie affianco che appena lo sfiorava
mentre Esme lanciava un’occhiata insicura al marito, dalla parte opposta della
stanza.
Carlisle andò ad aprire con fare cordiale e
apparentemente tranquillo, mentre capivo benissimo l’indecisione che balenava
in lui..
Quando aprì la porta mancò il fiato a tutti
(come se avessimo bisogno di respirare) e la figura di Aro apparve davanti a
noi con un sorriso apparentemente benevolo (brutto segno) mentre altre due
figure più minute restavano dietro di lui, incappucciate.
-
Carlisle: Aro! Quale piacevole sorpresa
vederti qui…
Aro: Carlisle, amico mio, è bello rivederti.
Anche se dubito che il nostro arrivo fosse una sorpresa per voi…
-
Lanciò un’occhiata terrificante verso di noi,
o meglio verso Alice, con quel suo sorrisino ironico… faticai parecchio a
trattenermi dal saltargli addosso e staccargli la testa: lui conosceva molto
bene il potere di Alice, era ovvio che si aspettasse la previsione del suo
arrivo… ma questo non lo turbò per nulla, turbò tantissimo, forse troppo, me e
inquietò Alice che si paralizzò letteralmente… la strinsi ancora di più,
cercando di non mettere troppo in evidenza la mia rabbia e di non mettere legna
al fuoco…
Carlisle continuò a mantenere il suo bel
sorriso e fece entrare i tre personaggi, dato che fuori pioveva ed era quasi
scortese lasciarli fuori… una scortesia che
non mi sarebbe dispiaciuta per niente.
Jane e Alec si tolsero i cappucci, mostrando
il viso, e si affiancarono ad Aro pur restando leggermente più indietro, mentre
l’uomo si faceva avanti nel salotto e Carlisle lo precedeva.
Mentre lo osservavo arrivare, notavo con
disprezzo che ogni sua occhiata era quasi totalmente indirizzata ad Alice ed io
cercavo in qualche modo di coprirla alla sua vista, tanto mi infastidiva
quell’attenzione…
Ora, i 3 Volturi erano fermi quasi al centro
della stanza mentre Carlisle ed Esme, l’uno affianco all’altro, stavano davanti
a loro e parlavano in modo molto ospitale…
Non potevo non ammirare la fermezza e la
sicurezza con cui i due padroni di casa reggevano la situazione, mentre sia io
che Emmett eravamo piuttosto agitati… io anche terribilmente arrabbiato e Aro
doveva solo sperare di non dover rivolgermi la parola…
-
Carlisle: dunque, amico, qual buon vento di
porta qui?
Aro: è sempre bello rivedere un vecchio amico
-
Era fin troppo bravo a fingere… non voleva
bene a Carlisle neanche un po’, aveva solo rancore per colui che aveva osato
lasciare i Volturi per creare un “clan”, che in realtà era una semplice
famiglia, cosi ricca da potersi quasi permettere di sfidare la sua… Ma quel
cuore scuro non poteva capire l’importanza di una famiglia, dei sentimenti, ed
era questo ciò che mi spaventava di più, di lui… e degli altri due che
sembravano innocui.
-
Aro: ma, purtroppo, oggi non sono qui per una
visita di cortesia. O almeno non a te.
-
Ecco che si rivelava, finalmente… o meglio,
non me lo auguravo ma ormai eravamo all’apice. Il clima divenne terribilmente
teso, anche Carlisle temette quel momento , tanto che si avvicinò moltissimo
alla moglie quasi impietrita.
Rosalie era immobile dietro ad Emmett ma
aveva un’espressione aggressiva quanto lui: nel caso ci fosse stato da
combattere, nessuno dei 2 si sarebbe di certo tirato indietro.
Ma la persona di cui mi preoccupavo di più
era Alice: gli occhi dei tre Volturi erano puntati su di lei ed io cercai di
farle scudo col mio corpo da quegli sguardi cosi poco incoraggianti, anche
senza ottenere un concreto e vero risultato…
-
Esme: oh.. e… per chi sarebbe dunque la
visita?
Aro: per Alice, naturalmente.
-
Quell’ultima frase mi fece imbestialire
terribilmente e mostrai i denti, ringhiando, mentre sentivo Alice sempre più
preoccupata… Aro non si stupì per nulla della mia reazione (cosa che mi fece
ulteriormente inferocire) mentre il resto della famiglia sembrava maggiormente
preoccupata.
-
Aro: oh suvvia, non essere cosi scontroso…
non ho intenzione di farle del male – mi disse con quel suo fare che doveva
sembrare cordiale invece mi faceva arrabbiare ancora di più.
Jasper: qualcosa non mi fa pensare la stessa
cosa… - dissi a denti stretti
Emmett: per quale motivo sei qui, Aro?!
Anche Emmett era diventato furibondo, forse
perché Alec continuava a guardare Rosalie o semplicemente perché la presenza di
quei tre non rallegrava nessuno. Anzi. Ora sentivo che anche Carlisle avrebbe
voluto che se ne andassero.
Che cavolo voleva da Alice?! Non gli avrei
permesso di avvicinarsi a lei neanche con un dito!! Eppure, nonostante le
reazioni negative dei miei familiari, i tre restavano sempre dello stesso umore
e, purtroppo, delle stesse idee.
-
Aro: desidero che la cara Alice si unisca a
noi.
-
Quelle parole furono come una frecciata
dritta dritta al cuore ed un odio tremendo mi pervase… era per questo che
avevano mandato James a constatare la verità sul potere di Alice? Era per
questo che erano venuti qui?? Per portarsela via??? Guardai Aro con quanta più
cattiveria mi era possibile e cominciai a ringhiare, deciso a farli davvero
fuori quando il mio folletto mi strinse dolcemente i polsi, costringendomi a
guardarla negli occhi: sebbene il suo sguardo fosse preoccupato, i suoi occhini
e il suo bellissimo viso mi rilassarono in un secondo e mi resi conto di quanto
fosse necessaria, in ogni occasione, per me… Dopo avermi tranquillizzato,
guardò Aro con espressione sicura e abbastanza indifferente: come attrice, non
se la cavava male.
-
Alice: grazie della proposta, ma rifiuto.
-
Lo disse con un quasi sorrisetto ed io mi
unii a lei con un altro quasi di compiacimento: vinto! Col cavolo che sarebbe
andata con loro!
La mia momentanea sensazione di vittoria
svanì nel sentire una grande preoccupazione nell’animo di Carlisle: dovevamo
forse aspettarci una brutta reazione di fronte a quella risposta, più che
giusta?
Anch’io mi feci più serio e tornai ad
osservare l’espressione meno allegra di Aro, che ora guardava davvero male me:
ma la cosa non mi dispiaceva, meglio me che Alice anche se ora forse capivo le
parole della mia amata…
-
Aro: è un’opportunità che non concediamo a
tutti, piccola Alice…
Alice: ne sono onorata, ma rifiuto
ugualmente. – questa volta non sorrise e la cosa mi preoccupò…
Aro: forse perché qualcosa che ti trattiene…
o meglio qualcuno.
-
E dopo aver detto queste parole, sentii una
terribile fitta al petto, cosi forte da farmi quasi inginocchiare: Jane stava
usando il suo potere su di me, era la minaccia di Aro nei confronti di Alice…
non riuscii a vedere l’espressione dei miei familiari ma vidi il mio folletto
mettersi davanti a me e cosi il mio dolore cessò… < ti prego Alice no… non
devi soffrire… > pensai, esasperato all’idea che si fosse messa davanti a me
per subire il dolore al posto mio, ma mi “tranquillizzai” quando vidi che non
stava soffrendo: era troppo preziosa per venire ferita.
Mi rialzai senza mostrare troppa fatica
(anche se morivo dal dolore fisico e anche un po’ psicologico) e tornai ad
assumere una posizione protettiva nei confronti di Alice, circondandola con le
braccia: non mi importava di subire altro dolore, l’importante era che quel
mostro di vampiro non me la portasse via!
A quel punto, Carlisle si fece avanti sempre
con quell’aria innocua e tranquilla: come attore avrebbe di sicuro fatto strada
anche lui.
-
Carlisle: suvvia, Aro, non mi sembra
necessario ricorrere a questi bruschi metodi.
Aro: dipende dal premio in palio..
-
Premio…? Premio?!?!? Razza di cafone
impertinente!!! Come poteva definire la mia Alice un “premio”?! Dio quanto
avrei voluto azzannarlo e distruggerlo con le mie stesse mani!!!
-
Carlisle: ma Alice ha fatto la sua scelta.
Non puoi costringerla.
-
Aro ci lanciò un’occhiata davvero
terrificante, anche se il mio odio non la percepì quasi del tutto mentre sentii
che Alice aveva sussultato, stringendomi ancora più forte a sé: era chiaro che
quel Volturo non ce l’avrebbe lasciata passare liscia e questo non mi
tranquillizzava certo…
Il resto della famiglia restava immobile,
pronta a intervenire ma aspettando un’ulteriore esagerato segno…
Ad un tratto, Aro riprese quell’odioso
sorriso da pessimo attore e si tranquillizzò.
-
Aro: hai ragione, amico mio. Spero che questo
non rovini il nostro rapporto. A presto, cara famiglia Cullen.
-
E dopo
aver detto queste parole, i 3 mostri sparirono dalla porta lasciando che
l’intera famiglia tirasse un sospiro di sollievo. Tutti tranne me ed Alice: io
ero ancora rabbioso mentre sentivo che lei era terribilmente angosciata e
preoccupata: il che non era un gran bel segno, dato che lei era sempre solare e
splendente.
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Capitolo 7 *** CaPiToLo 7 ***
CaPiToLo 7
7) CAPITOLO SETTE
Alice
Avrei preferito morire. Aver visto Jasper che
soffriva come ricatto verso di me, aver visto la mia famiglia, le persone che
mi amavano in un grande pericolo per causa mia... mi sentivo terribilmente in
colpa, desideravo non aver mai avuto il dono della veggenza anche se non potevo
farci nulla.
Se Aro era venuto per me, per avere il mio
potere dalla sua parte significava che non avrebbe mollato tanto facilmente: i
Volturi ottenevano sempre quello che volevano… e la cosa non mi tranquillizzava
per niente, perché io non volevo certo unirmi ad un clan di assassini.
Cercavo di mantenere saldo il mio animo, di
non lasciarmi pervadere dall’angoscia e dalla paura perché sapevo che Jasper ne
sarebbe stato a conoscenza… anzi, ne era già a conoscenza dato che mi guardava
preoccupatissimo… come il resto della famiglia d'altronde.
-
Carlisle: la situazione è più preoccupante di
quanto possa sembrare. Se Aro vuole il potere di Alice non ci lascerà in pace
per molto tempo…
Esme: oh cielo… cosa possiamo fare?
Emmett: li prendiamo a botte!! Anzi, dovevamo
farlo prima quando erano solo 3!
Rosalie: ma hai visto come ha attaccato
Jasper quella terribile Jane… ci avrebbe messi tutti a KO se avesse voluto.
Jasper: ma non possiamo dargliela vinta! Non
gli permetterò di fare del male ad Alice!
-
Com’era bello quando faceva cosi, quando mi
proteggeva con quella grinta sfrenata… era terribilmente affascinante, non
c’era niente da fare…
Sarei stata volentieri ad ammirarlo e a lasciarmi
incantare dal suo bellissimo sguardo, ma c’era una questione abbastanza
rilevante di cui preoccuparsi…
-
Carlisle: non le vuole fare del male, non gli
serve ferita
-
Il discorso che si stava facendo animato pian
piano cominciò a sembrarmi sempre più lontano… i visi dei miei familiari
sfocati… Una visione.
Vedevo la nostra casa incendiata… alcune
figure nere che si dileguavano nel bosco… i miei familiari che scappavano fuori
presi dal panico… Carlisle che aiutava Esme… Emmett correva fuori con Rosalie
in braccio… io dov’ero? e Jasper? Gli era forse successo qualcosa??
La mia visione terminò dopo alcuni minuti e
mi accorsi di essere seduta sulle gambe di Jasper, il suo bel viso davanti a me
e quasi inconsciamente glielo accarezzai dolcemente e lui mi strinse la mano
sul suo viso. Senza sorridere però.
Mi ripresi dopo qualche istante e mi resi
conto che tutti i miei familiari erano intorno a me, incuriositi dal fatto che
avessi appena auto una visione, ed era stata molto chiaro evidentemente…
osservai meglio Jasper e lo vidi molto preoccupato: perché? Feci mente locale e
mi accorsi che stavo sudando freddo, che ero agitata e spaventata… cercai di
darmi un contegno ma ormai tutti avevano capito quanto fosse stata suggestiva
per me quella visione… cosa gli avrei detto? Che avevo appena visto la nostra
famiglia distrutta?? Che era evidente che quell’incendio fosse doloso??? Che
con molta probabilità erano stati i Volturi?!?! Quei pensieri mi fecero
accapponare la pelle ed ebbi un’altra fugace visione, peggiore a mio parere
Aro rideva di gusto, con quello sguardo assetato di vendetta, di vittoria, gli
occhi rosso sangue e porgeva un mantello nero verso la mia prospettiva…
Anche quella visione terminò, molto più
velocemente di quella prima, e io mi ritrovai di nuovo tutti gli occhi dei miei
familiari puntati addosso, e la “calda” mano di Jasper che teneva le mie con
una soltanto: una sensazione bellissima, dopo tante di terrore… sbattei gli
occhi più volte e vidi meglio il volto ancora più preoccupato del mio amato,
serio mentre Carlisle si faceva avanti con quel sorriso benevolo e lasciava la
mano della moglie.
-
Carlisle: Alice? Ci sei?
Alice: sisi… - dissi piano… non dovevo
sembrare molto convincente ma stavo cercando un modo per non parlare della mia
visione…
Carlisle: cos’hai visto?
-
Cominciai a balbettare qualche parole, poi il
terrore e la disperazione mi invasero cosi scoppiai a piangere… la mia famiglia
distrutta ed io che diventavo una dei Volturi. Ecco cos’avevo visto! La cosa
peggiore che mi potesse capitare… speravo sempre che il futuro cambiasse
strada, com’era successo per la storia della trasformazione di Bella (l’avevo
vista trasformata da me e invece non era successo) ma quelle immagini erano
cosi maledettamente chiare…
Il potere di Jasper mi aiutò a tranquillizzarmi
ma continuai a singhiozzare ancora un poco, stringendomi a Jasper che mi cullò
abbracciandomi con le sue muscolose braccia…
Non volevo dirgli ciò che avevo visto…
Aro aveva capito benissimo che non mi sarei
mai unita a loro se la mia famiglia c’era… se Jasper c’era… oddio Jasper! In
quella visione terribile lui non c’era, in nessuna delle due!! Lo avevano già
fatto fuori per essere ancora più convincenti?? Oddio oddio, altro momento di
panico e dolore al cuore…
I Volturi, o meglio Aro, avrebbero distrutto
la mia famiglia per cosi costringermi ad unirmi a loro… ed era una prospettiva
orribile, terrificante…
Stava di nuovo per venirmi il magone quando
mi venne un’idea: se mi fosse unita ai Volturi senza che ricorressero a
sterminare le persone che amavo per ricattarmi, forse gli avrebbero risparmiato
la vita… ma cosa mi assicurava che non li avrebbero uccisi comunque per
precauzione?? No, non ne avrebbero avuto motivo… se i Cullen avrebbero provati
di attaccarli sarebbero finiti male e lo sapevano…
Dunque, la mia prospettiva di futuro sarebbe
stata quella di diventare un’assassina succhiasangueumano… terribile e
rivoltante… ma almeno le persone che amavo si sarebbero salvate… anche se
Jasper sarebbe morto di dolore… e anch’io…
Ma non potevo dirgli il mio piano, avrebbero
cercato di fermarmi (soprattutto Jasper) o avrebbero cercato alternative
suicide del tipo “attacchiamoli di nascosto” stile Rosalie o “facciamoli fuori
e basta” come avrebbe proposto Emmett… e il risultato sarebbe stato ancora peggiore della mia visione, perché li
avrei VISTI morire per davvero…
Mi ripresi solo dopo parecchi minuti, ma
restavo abbracciata a Jasper, con la testa quasi nascosta nel suo petto
muscoloso, e la voce premurosa di Carlisle ed Esme.
-
Carlisle: Alice… quello che hai visto non è
sicuramente buono, per cui puoi dircelo cosi cerchiamo una soluzione?
-
< una soluzione non c’è accidenti!! >
pensai. Per fortuna che non c’era Edward, altrimenti avrebbero saputo tutto e
addio al mio folle tentativo di salvarli…
feci una scenata per cercare di togliermi da
quella situazione… dovevo scappare di nascosto, e il prima possibile…
-
Alice: io… non lo so, sono confusa da ciò che
ho visto…
Jasper: e cos’hai visto?
Esme: Jasper! Lasciala in pace ora, è
sconvolta povera cara!
-
Per fortuna che Esme era sempre cosi
amorevole e quel suo istinto da mamma mi era davvero di grande aiuto,
soprattutto ora che volevo stare sola…
Mi liberai del dolce abbraccio di Jasper e mi
alzai, sempre con tutti gli sguardi addosso: era davvero difficile mentire di
fronte a loro e non poter condividere i miei pensieri e le mie paure,
soprattutto con mio marito…
-
Alice: scusatemi, sono sconvolta… vado un po’
in camera. Da sola.
-
E cosi
dicendo salii le scale e mi chiusi in camera. Nessuno obbiettò quella mia
decisione e nemmeno Jasper si oppose o mi seguì: era troppo premuroso e buono
per non comprendere i miei dolori, e quindi sapeva anche rispettare i miei
momenti difficili, capiva quando starmi accanto e quando era meglio che mi
lasciasse da sola… era perfetto… lo amavo troppo, troppo per perderlo… ma lo
avrei perso comunque… ma se non altro, sarebbe rimasto vivo e questo mi dava
una speranza abbastanza buffa, come se un girono saremmo potuti tornare
insieme.
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Capitolo 8 *** CaPiToLo 8 ***
CaPiToLo 8
8) CAPITOLO OTTO
Alice
Il mio senso di maniaca della moda mi
imponeva di mettere nella mia valigia improvvisata almeno 6-7 cambi, comprese
le scarpe e gli accessori ovvero orecchini, collane… ero abbastanza nervosa perché di solito ci impiegavo giorni per
preparare un bagaglio decente per un viaggio…
< ma cosa sto facendo?! > pensai.
Gettai i vestiti che avevo in mano sul letto
e mi misi le mani sul viso: ero una stupida… a cosa mi serviva una valigia? Non
era una viaggio, tantomeno una vacanza… andavo all’ergastolo, ecco la meta del
mio viaggio!
Avrei voluto scoppiare a piangere ma non lo
feci: dovevo essere forte, in quel momento più di ogni altro! Se mi fossi
lasciata abbattere dalla disperazione di diventare un’assassina o ancora peggio
avessi pensato di abbandonare per sempre Jasper… oddio, lo avevo appena
pensato… una fitta mi pervase il cuore ma riuscii a riprendermi in tempo, prima
di stramazzare al suolo per il dolore.
Avrei davvero lasciato Jasper per sempre?
Qualcosa mi diceva di no ma ora dovevo andare, e in fretta. Prima che ai miei
familiari venisse qualche stramba idea su di me o sulle mie intenzioni…
Guardai la mia valigetta, i vestiti colorati
e belli che sbucavano dalla cerniera ancora aperta… avrei davvero dovuto
mettere solo dei gran mantelli neri, là a Volterra?
< Ma neanche morta! > strillai dentro
di me. Chiusi la borsa e me la misi su una spalla, ridendo fra me e me del
ragionamento appena fatto: andavo dai Volturi e mi preoccupavo di quali vestiti
mettermi… che sciocchezza…
ma forse sarebbe stata l’unica cosa che mi
sarebbe rimasta di ma stessa, una volta arrivata in Italia. E poi, io il nero
lo odiavo! Quasi quanto odiavo i Volturi…
Guardai l’orologio sul mio comodino: erano
appena le 7 di mattina, non erano passate molte ore da quando i Volturi se
n’erano andati… ma era troppo tempo che ero lì in camera da sola, senza che
nessuno mi venisse a cercare quindi era meglio che mi dessi una mossa, se non
volevo destare sospetti…
Tesi bene le orecchie quasi a punta (altro
motivo per cui mi chiamavano folletto) e mi resi conto che qualcuno stava
venendo verso la stanza: era un passo deciso ma allo stesso tempo elegante ed
armonioso… lo avrei riconosciuto ovunque: Jasper.
Un’altra fitta al cuore, ma per fortuna mi
ripresi subito e nascosi la borsa nel mio armadio, chiudendolo alla velocità
della luce ma Jasper mi aveva vista lì davanti ed era rimasto un attimo
dubbioso.
Com’era bello… entrò garbatamente, quasi come
se si preoccupasse di violare la mia privacy ed io cercai di restare
tranquilla, impossibile che fossi serena ma almeno calma sì…
-
Jasper: Alice, amore, tutto bene?
Alice: si…
Jasper: cosa ci facevi davanti all’armadio?
Alice: niente di che, sistemavo un po’ i
vestiti… mi aiuta a distrarmi…
-
Lui mi si avvicinò con uno sguardo più
rilassato e mi abbracciò cosi delicatamente che riuscivo a sentire solamente il
calore del suo corpo, come se mi abbracciasse il vuoto ma non era una
sensazione spiacevole…
Mi alzai in punta di piedi e gli diedi un
bacio, non particolarmente appassionato ma delicato, dolce… sarei stata cosi
tutta l’eternità ma sarebbe finita molto presto se non m i fossi mossa…
Mi guardò con quello sguardo ammaliante e
dolce ed io non potei far altro che sorridergli.
-
Jasper: hai bisogno di qualcosa? Vuoi che
andiamo a fare un giro insieme?
Alice: no grazie… preferisco stare ancora un
po’ qui in camera…
Jasper: vuoi che ti faccia compagnia?
-
Era cosi provocante… < certo!!!!! >
avrei voluto dirgli, ma sapevo che non avrei retto molto a lungo la recita cosi
lo allontanai leggermente da me, con tutta la forza che aveva per non diventare
improvvisamente disperata: non poteva sempre essere lui a proteggere me,
anch’io dovevo fare la mia parte, anch’io dovevo dimostrare di tenerci a lui e
a tutti gli altri in qualche modo. Quindi sarei partita, punto.
Mi imposi quell’idea: non potevo più fare la
povera indifesa, ora toccava a me difendere chi amavo e questa mia improvvisa
sicurezza sembrò tranquillizzare ancora di più il mio Jasper… ottimo!
-
Alice: ti ringrazio amore, ma preferisco
mettere ancora sottosopra il mio guardaroba… mi mette di buon umore.
Jasper: come vuoi tesoro. A dopo allora, sarò
giu a stracciare Emmett a scacchi. - mi fece l’occhiolino e mi baciò
delicatamente la fronte
Alice: tanto lo sai che non puoi vincere
contro di me.
-
Gli feci una lingua e lui la ricambiò,
uscendo rapido dalla stanza.
Restai a guardare la porta dove era sparito
ancora qualche istante, immersa nelle immagini di quel bellissimo vampiro che
mi amava cosi tanto…… BASTA.
< Alice, datti una mossa! > mi dissi,
ma era una bella presa in giro!
Riaprii l’armadio e presi velocemente la mia
borsa, la presi e la misi sulla mia spalla sinistra andando verso la porta. Mi
fermai un’instante ad osservare la nostra stanza e scrissi un piccolo
bigliettino che lasciai sul letto, per il mio Jasper…
Poi uscii rapida, non volevo pensare alla
nostalgia che da lì a poco mi avrebbe invasa e corsi più velocemente possibile
fino al garage, dove la mia porche gialla mi aspettava. Controllai che nessuno
mi avesse sentita o seguita e constatai di essere sola.
Avrei potuto fermarmi e cercare di guardare
il futuro, per constatare che quella fossa la scelta giusta ma avrei perso
troppo tempo e avrei rischiato che in trance qualcuno mi avesse vista…
Salii in macchina e partii a tutta velocità,
cosi che se qualcuno avesse provato di seguirmi sarebbe rimasto parecchio
indietro rispetto a me. Ma non mi sembrava che qualcuno si fosse accorto di
quello che stavo facendo…
Forse era una pazzia… ma se questa era
guidata dall’amore, allora non poteva che essere la migliore.
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Capitolo 9 *** CaPiToLo 9 ***
CaPiToLo 9
9) CAPITOLO 9
Jasper
Era passata più di un’ora ormai da quando
avevo lasciato il mio folletto da solo in camera, a “sistemare l’armadio”… non
che quella scusante mi avesse convinto, ma la sentivo più sicura e quindi era
meglio lasciarla sola, se questo l’aiutava…
<
Stare da sola l’aiutava? > riflettei… Alice quando era triste veniva sempre
da me, ero sempre stato io a tenerla fra le mie braccia, a consolarla… mi
sembrava cosi strano che in un momento del genere volesse stare da sola…
-
Emmett: ehi fratello, a che pensi? – mi
interruppe Emmett, sempre con quel fare molto riservato…
Jasper: niente…
Emmett: come mai non sei con Alice?
Jasper: ha detto che voleva sistemare
l’armadio, che l’aiuta a distrarsi e quindi ho pensato di lasciarla da sola.
Emmett: beh, io non vi ho mai visti staccati
per più di un’ora quindi questo mi sembra abbastanza strano… - lo guardai male
Emmett: okok, mi faccio gli affari miei!
-
E cosi dicendo si allontanò da me,
fischiettando allegramente mentre io restavo con lo sguardo perso: era strano
che stessimo cosi distaccati, aveva ragione lui… se fossi tornato in camera
sarei potuto sembrare invadente, a d’altronde quella era anche la mia camera e
quindi una scusa per prendere qualcosa la trovavo di sicuro.
Mi sentii sollevato nel pensare di tornare
affianco della mia Alice e salii le scale frettolosamente, aprendo piano la
porta e sbirciando con la testa…
-
Jasper: Alice? Ci sei amore?
-
Nessuno mi rispose e aprii del tutto la porta
quando vidi che la stanza era completamente vuota.
Preso da un leggero panico, osservai meglio e
notai che l’armadio era spalancato, alcuni vestiti sul letto buttati alla
rinfusa: Alice non lasciava mai disordine, tantomeno i vestiti tutti
stropicciati! Era chiaro: se n’era andata ed io ero rimasto giù a far niente
tutto il tempo! Non l’avevo fermata!! Mi assalii la rabbia ma vidi con la coda
dell’occhio che mi aveva lasciato un fogliettino scritto con la sua bella
grafia. Lo presi e mi sedetti sul letto, cercando di rilassarmi.
Spero tanto che tu possa perdonarmi
Ho dovuto farlo, ora tocca a me proteggerti
Ti amo tanto Jasper
E ti amerò per sempre…
Alice
Avrei voluto sparire dalla faccia della
Terra… la mia Alice se n’era andata, SE N’ERA ANDATA!!!! Strappai quel
bigliettino con le lacrime agli occhi, come se questo sfogo potesse
riportarmela…
Era “scappata” da casa Cullen per
proteggermi, diceva, ma perché?? Forse in quella visione che non ci aveva
voluto raccontare c’era qualcosa di brutto, qualcosa che la inducesse a
fuggire… ad allontanarsi da noi… ad allontanarsi da me…
Impazzivo all’idea che il mio folletto
vagasse sola ed indifesa solamente per portare “i guai” lontano da noi…
ringhiai ancora, più sonoramente e strinsi i pugni dalla rabbia.
Ma cosa potevo fare?? Non c’erano segugi tra
noi, non saremmo riusciti a rintracciarla… ma forse potevo cercare qualcuno che
ne sapesse di più: James… Pensare a quel vampiro mi metteva un disgusto addosso
che se lo avessi avuto davanti lo avrei fatto a pezzi in due secondi netti! Era
stata colpa sua, dall’inizio! O forse era semplicemente una marionetta dei
Volturi, come tanti altri d’altronde…
Ma ora avevo il mio piano: avrei cercato
James e, dopo averlo menato per bene, gli avrei fatto dire tutto, TUTTO.
Perché i Volturi volevano Alice, perché quel
sadico vampiro si fosse intromesso in questa faccenda… ma soprattutto dov’era
Alice o dove fosse diretta!
Non mi accorsi che nella stanza erano accorsi
tutti i miei familiari, allarmati dai miei ringhi forse… Esme vedendomi
arruffato e fuori di me, con dei pezzetti di carta ai piedi, si allarmò e si
strinse a Carlisle, che tuttavia la calmò.
-
Esme. Santo cielo Jasper! Cosa succede??
Jasper: Alice… se n’è… andata – dissi fra i
denti
Rosalie: come sarebbe a dire “se n’è
andata”?!
Jasper: se n’è andata e basta! Mi ha lasciato
un biglietto dicendo che ora toccava a lei proteggerci…
Carlisle: è evidente che nelle visioni che ha
avuto ci succedeva qualcosa di non piacevole.
Emmett: e quindi ha pensato di andarsene,
portando con sé questi brutti avvenimenti?
Jasper: sì, credo proprio che sia cosi.
Rosalie: ma dove sarà andata??
Jasper: questo è il problema diamine!
Carlisle: calmati Jasper, ovunque lei sia
andata non si farà sicuramente trovare.
Jasper: ah con questo sì che mi calmo!!
Esme: caro, non ha senso che ti arrabbi,
anche se posso comprenderlo… troveremo il modo di trovare Alice vedrai.
Emmett: qualche idea brillante?
-
Mentre i miei familiari discutevano fra loro,
io già pensavo al mio piano… non volevo coinvolgerli, forse sarebbe stato
troppo pericoloso e comunque era una cosa MIA… ero IO a dover trovare Alice, IO
a dover menare James, IO a dover proteggere il mio folletto… loro dovevano
starne fuori, per il loro bene…
-
Carlisle: Jasper, tu hai qualche idea?
Jasper: credo di non essere molto lucido al
momento… - mentii
Esme: d’accordo caro, allora quando ti senti
meglio vieni giù con noi.
-
E mi diede un bacino affettuoso sulla fronte,
per poi uscire dalla stanza con gli altri. Mi dispiaceva mentire alla mia famiglia,
ma se c’era riuscita Alice ad ingannarli non potevo essere da meno!
Guardai dritto fuori dalla finestra, deciso
ad andare a cercare James: il suo odore disgustoso mi era rimasto cosi impresso
che lo avrei riconosciuto ovunque, anche se non ero un segugio… inoltre, avevo
notato la direzione che aveva preso quindi speravo non mi ci volesse molto a
trovarlo…
Già assaporavo quel momento, ma non era la
vendetta che dovevo cercare, non era una cosa giusta… e ad ogni modo era più
importante Alice.
Feci un velocissimo balzo fuori dalla
finestra e cominciai a correre nella foresta, spinto dall’angoscia di non poter
stare vicino a chi amavo.
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Capitolo 10 *** CaPiToLo 10 ***
CaPiToLo 10
10) CAPITOLO 10
Alice
Arrivai a Volterra verso sera: la notte stava
calando abbastanza in fretta e il momento che più avevo odiato nei miei sogni
stava per arrivare.
Non c’erano poliziotti in giro perciò riuscii
ad arrivare sino alla torre dell’orologio con la porche gialla, nonostante
fosse zona pedonale… la parcheggiai su un lato della strada, in un viottolino
dimenticato da tutti, e feci un respiro profondo, guardando la porta (o meglio
il portone) principale che di lì a poco avrei varcato.
Salii i due-tre gradini che mi separavano dal
diventare un mostro con molta cautela, quasi come se dovessi cambiare idea da
un momento all’altro… ma non fu cosi. Non doveva essere cosi.
Avevo addosso una specie di mantellina
bluastra e gli occhiali da sole che nonostante non ci fosse buio, preferivo
tenere sugli occhi… mi sembrava un modo, anche se infantile, di non vedere
davvero la realtà.
Bussai con quanta più sicurezza avevo in
corpo ed immediatamente il portone si aprì: mi ritrovai davanti Jane, che mi
sorrideva in un modo malizioso, come se si aspettasse di vedermi e questo non
mi piacque…
-
Jane: entra.
Alice: voglio parlare con Aro.
Jane: ti stava aspettando.
-
< mi stava aspettando?! > oddio… ero
cosi prevedibile?? Conosceva cosi bene il mio potere da sapere cosa avrei
visto?? Ora sì che avevo paura ma ormai non potevo più tirarmi indietro…
Entrai aspettando che chiudesse la porta alle
nostre spalle e seguii la biondina che camminava a passo svelto verso quel
salone che mi ricordava un’esperienza non bella, ovvero la prima dove con Bella
e Edward li avevo incontrati… e già lì Aro voleva che diventassi una di loro…
terribile… terribile ancora di più pensare che ora ero io ad andare da loro.
Arrivammo alla stanzona dopo due minuti
interminabili e Jane mi aprì la porta, lasciando che entrassi, da sola…
Esitai qualche istante ma poi mi feci forza e
varcai la soglia di quella che sarebbe diventata la mia nuova “casa”…
Beh, definire “casa” un luogo tetro, cupo e
abitato da assassini era un complimento troppo grande…
Camminai qualche passo e rabbrividii quando
la porta si chiuse alle mie spalle… ora sì che dovevo fare i conti col diavolo…
La sola luce fioca che entrava era quella
della luna piena, da una finestrina insignificante molto in alto… < che
bella idea venire di sera col buio! > rimproverai a me stessa, ma quei
pensieri vennero interrotti da alcuni passi che sentivo avvicinarsi a me…
Feci fatica a non sgranare gli occhi davanti
ad Aro, che con il solito sorrisino amichevole da falso gentiluomo camminava
lentamente verso di me… ed io quasi tremavo…
-
Aro: oh Alice! Che bello vederti!
-
Cercò di abbracciarmi ma io mi tirai
indietro, quasi come a respingerlo… sarei diventata una di loro. E basta. Li
avrei sempre odiati, Aro per primo. Li detestavo con tutta me stessa e non ero
cosi falsa da nascondere tutto questo. E Aro lo sapeva bene.
-
Aro: oh suvvia, non essere cosi rigida mia
cara…
Alice: non sono tua e tantomeno cara! Neanche
io sono venuta per una visita di cortesia, ma penso che tu sappia già il
motivo.
-
Aro si allontanò leggermente da me con una
risatina ironica che mi fece accapponare la pelle… Dio quanto lo detestavo! Mi
girò le spalle, sparendo qualche attimo nel buio per poi ricomparire davanti a
me con una specie di mantella nera in mano…
Ecco che la mia visione si avverava: Aro
sorridente che mi tende un mantello nero, da Volturo.
-
Aro: sei qui per unirti a noi.
Alice: come hai fatto a saperlo?
Aro: oh beh, siete cosi prevedibili voi
Cullen… basta minacciarvi un pochino che cedete subito! Il che è un gradissimo
vantaggio per noi…
-
Ancora un ghigno… una risatina di vittoria…
quanto avrei voluto azzannarlo, quell’essere schifoso! Ma sapevo che i Volturi
non minacciavano mai a vuoto, quindi era meglio cosi… “meglio” per modo di
dire…
-
Alice: accetto solo a condizione che voi non
facciate de male alla mia famiglia.
Aro: ma certo cara, perché dovresti
dubitarne?
-
< perché sei un pazzo assassino
psicopatico senza rispetto!!! > avrei voluto urlargli, ma non potevo,
accidenti… avevo paura che quella terribile visione della mia casa, della mia
famiglia si avverasse, ma se cosi fosse stato io avrei lasciato i Volturi anche
a costo della vita e questo Aro lo sapeva… ero un “pezzo” troppo raro e
prezioso per la sua collezione perché mi perdesse, la mia famiglia era salva.
Mi misi gli occhiali sulla testa, fra i
capelli, e pian piano mi sfilai la mantelletta blu, lasciandola cadere a terra.
Il sorriso di Aro si ingrandì e mi porse
quell’orribile mantello nero fuori moda.
-
Aro: prego mia cara.
Alice: piantala…
-
Gli ringhiai: venire anche sottomessa poi no!
Mi infilai quell’orribile coso che sembrava
pesarmi dei quintali, non ebbi nemmeno il coraggio di guardarmi ma alzai il
viso verso Aro, che contento più che mai teneva le mani giunte, con quei suoi
occhietti rosso sangue, terrificanti.
-
Aro: perfetto, perfetto! Benvenuta, cara
Alice.
Alice: lo faccio solo per proteggere la mia
famiglia da voi, Aro, non certo perché lo voglio io.
-
Lui si irrigidì leggermente di fronte alla
mia risposta, anche se non poteva sperare in un’altra motivazione ed io gioii
dentro di me nel vedere la sua reazione.
Gli sorrisi ironicamente e lui cominciò a
ronzarmi intorno, troppo vicino per i miei gusti ma in un frazione di secondo
la paura di quell’essere mi pervase, costringendomi a stare immobile… se non
altro, i miei nervi saldi mi impedivano di fuggire come una codarda… < e
adesso perché diavolo fa cosi?? > pensai… forse voleva spaventarmi ma io non
avrei ceduto davanti all’odio..
-
Aro: è davvero un peccato… credevo di esserti
diventato almeno un po’ simpatico.
-
Mi venne quasi da ridergli in faccia:
simpatico??? Lui?? A me??? Ma per favore… gli avrei spezzato le ossa, ma restai
sempre ferma per la paura…
-
Alice: mi dispiace, risposta negativa.
-
A questa mia provocazione ironica, il sanguinario
vampiro si avvicinò ulteriormente a me e mi strinse un braccio con la sua forte
e salda presa della mano.
In una frazione di secondo mi sentii invadere
da qualcosa… o meglio da qualcuno… Aro era entrato dentro di me, dentro la mia
mente per vedere ogni cosa gli interessasse ma io ero abbastanza forte per
resistere alla trance che mi provocava, cosi diedi uno strattone e mi liberai
di lui, mettendomi sul lato opposto del salone, preoccupata… lui aveva il viso
teso e serio, il che non mi tranquillizzava molto.
-
Aro: bada a come parli, piccola vampira… Sono
in grado di vedere ogni cosa di te, posso prevederti o colpirti dove ti fa più
male… quindi, vedi di portarmi rispetto…
Alice: tu non hai mai avuto rispetto per
nessuno, nemmeno per me… non vedo perché, oltre ad essere una prigioniera sotto
ricatto, dovrei anche stare sottomessa…
-
Ok, forse avevo esagerato ma tutta la rabbia
che avevo dentro doveva uscire in qualche modo, no?
Chi cavolo si credeva di essere?! Era solo
uno sbruffone ricattatore, non poteva certo pretendere che facessi i salti per
la gioia nel vederlo! Dopo quello che mi stava costringendo a fare…
Ma evidentemente, la mia risposta lo ferì
profondamente, nell’orgoglio, e questo lo rese ancora più minaccioso ma
sembrava riuscire a controllare quello che provava…
-
Aro: stai parlando un po’ troppo, per i miei
gusti… forse faresti bene a tenerti per te queste cose, anche se leggendo la
tua mente non ho certo visto il contrario.
Alice: basta Aro. Ora sono qui, sono una dei
Volturi, indosso questo orrendo mantello nero e faccio parte della tua
collezione di vampiri con poteri inestimabili!! Contento?!?!
-
Ora mi ero arrabbiata sul serio, non lo
temevo più cosi tanto e mi aspettavo un attacco diretto invece lui si calmò,
giunse nuovamente le sue bianche e morte mani e sorrise di nuovo (che nervi)…
-
Aro: sì, molto.
-
L’aveva detto come un bambino infantile a cui
è stato appena regalato un giocattolo nuovo, era stato ironico anche se la
“felicità” di avermi non era solo astratta…
< Ma
vai a quel paese > pensai con un ringhio profondo.
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Capitolo 11 *** CaPiToLo 11 ***
CaPiToLo 11
11) CAPITOLO 11
Jasper
Era ormai buio e già troppe ore mi separavano
dalla mia Alice… e più passava il tempo, più mi innervosivo e più correvo
veloce… almeno un vantaggio c’era, se cosi si poteva definire.
Avevo corso per tutta la foresta in cerca di
una traccia di quel vampiro e dopo ore di ricerca l’avevo trovata: una flebile
scia di odore schifoso che tuttavia non era riuscito a sfuggire al mio fiuto,
affinato forse dalla rabbia…
Seguivo una direzione ben precisa e ormai
avevo superato la foresta, salendo le montagne che la circondavano. Non sentivo
il freddo che mi avvolgeva, la neve che cominciava a vedersi in qua e in là:
avevo un unico obbiettivo e non mi sarei allontanato da quello neanche per
andare a caccia. La sete poteva aspettare, anche se per me era davvero
difficile resistergli.
Sentivo l’odore di James sempre più vicino,
sempre più nitido e questo mi fece ringhiare, mostrare i denti come se l’avessi
davanti.
Saltavo fra gli alberi e poi, quando questi
erano diventati sempre più radi, tra e rocce quasi coperte di neve. Lasciavo
tracce quasi invisibile, correvo davvero velocissimo… quasi più di Edward.
Mi fermai di colpo, con il naso e le orecchie
tese: sentivo il suo odore vicinissimo, quasi mi pareva di avvertire la sua
presenza cosi procedetti più cautamente, quasi di nascosto: volevo coglierlo di
sorpresa, quel bastardo!
Passando tra i cespugli scorsi una specie di capanna, abbastanza
grande ma mal ridotta e sentivo dei movimenti all’interno: annusai cautamente
l’aria, sicuro che fosse James e ne ebbi la conferma < ora te la vedi brutta
> pensai con un ringhio e spalancai la porta con i denti scoperti.
Lui si voltò di scatto verso di me, gli occhi
sgranati per lo stupore anche se non troppo terrorizzati.
-
James: e tu come diavolo hai fatto a
trovarmi?!?
Jasper: comincia a pregare!!!!!
-
E gli saltai addosso con una furia di cui mi
stupii anch’io, lo tenevo per il collo e lui non riusciva a liberarsi
nonostante fosse davvero molto forte… ma la mia esperienza con i neonati era
pressoché invincibile di fronte a semplici vampiri, anche se James avrebbe
tenuto testa anche a Emmett.
Stringeva le sue mani sui miei polsi, ma io
continuavo a ringhiare, spinto dalla rabbia: non riuscivo a togliermi dalla
testa l’immagine di quel vampiro cosi vicino alla mia Alice… i suoi denti cosi
vicini al suo collo… quanto mi faceva imbestialire! Per di più pensare che se
ora era lontana da me era anche colpa sua!
Parlava a fatica ma cercava di abbindolarmi,
cosa che in quel momento era pressoché impossibile data la quantità di
adrenalina che avevo in corpo…
-
James: ehi ehi! Calmati!!
Jasper: calmarmi?!?!! Io ti ammazzo!!!
James: possiamo anche parlare da persone
civili!
Jasper: a me non la racconti razza di
bastardo!!
-
Gli ringhiai contro, sforzandomi di non farlo
a pezzi: mi serviva, per trovare Alice e quindi, con mia malavoglia, dovevo
lasciarlo in vita… lui parlava a fatica perché io stringevo la presa, ma
evidentemente lui non aveva intenzione di mollare..
-
James: ehi non sono stato io a voler
incastrare Alice ok?!
Jasper: raccontala a un altro canaglia!!!!
Hai anche provato di azzannarla non fare il finto tonto!!!
James: quello è colpa del mio istinto da
segugio ma
Jasper: dovevi trattenerlo se davvero non eri
lì per farle del male o richiamare i Volturi!!!!!
James: guarda che sono una vittima dei
Volturi quanto la tua amata Alice!!!
Jasper: cosa?
-
Lasciai la presa del suo collo,
allontanandomi qualche metro ma continuando a tenerlo sotto controllo: restavo
davanti alla porta per bloccargli una qualunque via d’uscita, nel caso avesse
voluto fregarmi. Ma pronunciando il nome di quella odiosa famiglia di vampiri
un briciolo di paura e rabbia lo aveva percorso… inoltre, le sue emozioni mi
facevano capire che era sincero, purtroppo… quindi lo ascoltai e cercai di
mettere a fuoco la situazione, anche se la mia rabbia non si era proprio cosi
placata…
-
James: volevi ammazzarmi?! – respirò
affannosamente
Jasper: lo avrei fatto volentieri, se non
fosse che mi servi per trovare Alice.
James: ehi io non centro più con questa
storia adesso! Non so cosa Aro ne voglia fare di lei!
Jasper: Aro cosa?!?!??!
-
Un’altra spirale di rabbia e frustrazione
m’invase: e adesso cosa cavolo centrava Aro?! I Volturi non avevano catturato
Alice… o forse era stata tutta una messa in scena perché potessero farlo??
Oddio, mi scoppiava la testa.. e anche il cuore, sentendo queste terribili
cose… e Alice? Oddio, mi sentivo morire al suo pensiero ma cercai di contenermi
per far parlare quel James che ora non sembrava cosi odioso… anche se non
l’avrebbe comunque passata liscia.
-
James: senti, io non
Jasper: adesso tu mi dici tutto quello che
sai!! Cosa centri TU e cosa centrano davvero i VOLTURI!
-
Ero arrabbiatissimo, no di più… ora avrebbe
parlato o lo avrei fatto a pezzi per davvero, anche se ora sembrava sulle
difensive… credevo di impazzire…
-
James: allora, premettendo che io la tua
Alice l’avevo dimenticata completamente, beh magari non proprio tutto di lei,
ma comunque
Jasper: senti smettila di parlare di lei o mi
fai di nuovo arrabbiare e questa volta non sarò cosi clemente da risparmiarti!!
Quindi ora dimmi cosa diavolo centrate tu e i Volturi! E vedi che sia la
verità!!
James: okok! Non mi dai molte alternative…
Allora, Aro si era intestardito di volere Alice nel suo clan perché “ è una
vampira troppo dotata per restare a fare la semplice studentessa e perché ha un
potere incommensurabile”, cosi diceva lui. Insomma, la considerava un pezzo
raro per la sua collezione di vampiri dotati e per questo si ostinava ad averla
-
Sentire queste parole mi faceva arrabbiare da
matti: Aro considerava la mia Alice, una creatura stupenda e dolcissima, un
“pezzo” da collezione… un oggetto raro e assolutamente da avere perché avente
un potere particolare… Ora sì che avrei voluto ammazzare sul serio qualcuno:
quel Volturo del cavolo che si credeva un collezionista importante, invece era
solo un demente senza cervello!!! Dio se avrei voluto farlo a pezzi in
quell’istante… probabilmente mostrai i denti dalla rabbia perché James si
interruppe qualche istante, per poi riprendere con un fare più riflessivo
mentre io cercavo di controllarmi.
-
James: ma sapeva che non avrebbe mai
accettato restando con voi per cui ha ideato una scena sulla vostra famiglia
che la costringesse a fuggire e unirsi volontariamente a loro, senza
spargimenti di sangue.
Jasper: cosa?
-
Sgranai ancora di più gli occhi: cosa voleva
dire “ha ideato una scena”??????? non era forse una cosa reale, se Alice
l’aveva vista?
-
James: eh?
Jasper: cosa significa che ha ideato una
visione su di noi?
James: Aro conosce benissimo il potere di
Alice, sa quali sono i suoi “buchi” e sa anche cosa può vedere, per questo ha
creato volontariamente nella sua mente e in quella degli altri Volturi una
visione della vostra famiglia in pericolo
Jasper: mi stai dicendo che quel bastardo si
è inventato una scena terribile su di noi in modo tale che Alice la vedesse
come fosse una cosa reale e si unisse a loro per salvarci????
James: esatto…
-
< che gli venga… > e non aggiunsi
altro, altrimenti avrei imprecato all’infinito contro quella specie di vampiro
che in realtà era solo un mostro!!! Aveva completamente imbrogliato Alice e
l’aveva “sfruttata” per averla… terribile, terribile.. aveva macchinato tutto
solo per completare la sua “collezione”…
mi ribollì il sangue al pensiero che potesse
esistere un essere cosi malvagio e materialista, cosi egoista da “usare” le
persone come marionette solo per raggiungere i propri scopi…
se lo avessi incontrato non sarei di certo
riuscito a trattenermi e lo avrei accoppato!!! Che rabbia!!!! Che odio!!!
Questo mio momento di rabbia più totale si
quietò quando mi resi conto di avere ancora James davanti agli occhi, ma
soprattutto di non sapere cosa centrasse LUI: lo guardai minaccioso, pronto a
saltargli addosso per una qualsiasi sua parola fuori posto e sentii che si
intimoriva, l’effetto che volevo… almeno mi avrebbe detto quasi sicuramente la
verità.
-
Jasper: e TU cosa centri?!
James: io dovevo solo controllare, accertarmi
che Alice avesse ancora il suo potere, dato che era tanto tempo che Aro non ne
sentiva più parlare…
Jasper: e tu hai accettato?!
James: ho dovuto!!! Ero sotto ricatto quanto
lo è la tua cara Alice.
Jasper: quale ricatto? Bada che se mi stai
mentendo
James: ma quale mentendo!! Quei bastardi
minacciavano di far fuori la mia Victoria se non accettavo di venire a fare la
spia!
-
Sentivo la rabbia pervaderlo, riportando a
galla quei ricordi, e quindi evidentemente era la verità ciò che diceva… erano
cosi spietati da fare addirittura questo per avere la mia Alice?!
Quanta rabbia avevo in corpo, quanto nervoso
e odio ero pronto a sprigionare sui Volturi… desideravo che crepassero
all’istante!!!
Forse ero troppo sensibile e buono, ma provai
un briciolo di compassione per quel vampiro che tuttavia continuava a non
starmi simpatico: dopo tutto, James era stato in pensiero per la sua amata
quanto lo ero io adesso e forse era più vicino ad Alice di quanto pensassi…
forse potevo risparmiarlo, ma una cosa non potevo certo perdonargliela e quindi
gli tirai un cartone sul naso, facendolo volare contro al parete opposta. Lui
si rialzò immediatamente e cominciò a ringhiare, nonostante fosse stupito del
mio gesto.
-
James: e adesso che cavolo ti prende!?!?!
Jasper: sei scusato per l’imbroglio, ma non
ti perdono il fatto di aver tentato di mordere Alice!!
James: ehi sono un segugio! Rivederla mi ha
ricordato il suo delizioso odore e
-
Si interruppe vedendo che ringhiavo già
abbastanza minacciosamente… era meglio per lui tralasciare quei particolari,
anche perché arrabbiato com’ero potevo farlo fuori in due secondi.
Ora, però, lui sembrava meno intimorito di
prima, forse perché aveva capito che non volevo fargli del male ma non si
azzardò a reagire al mio colpo in ogni caso.
-
James:
okok, pace.
Jasper: TREGUA. - Precisai con un sibilo.
James: ok come ti pare… ora puoi lasciarmi in
pace?? Ti ho detto tutto quello che sapevo e credo che se tu cerchi Alice la
troverai a Volterra…
-
Rabbrividii sentendo il nome di quel luogo…
ma soprattutto mi si accapponò la pelle al pensiero della mia Alice da sola là,
lontana da me, tra quegli assassini, vicina ad Aro… feci un ringhio più forte
degli altri quando mi passò davanti l’immagine di quel vampiro dal sorrisetto
ironico e falso… quanto lo odiavo, quanto avrei desiderato fare fuori la causa
di tutto quel mio malessere, e del malessere del mio folletto…
Mi mancava il respiro a pensare che erano
passate tantissime ore da quando ci eravamo “lasciati”… troppe, troppissime…
E il non averla sana e salva, protetta vicina
a me mi dava sui nervi, mi metteva un’angoscia terribile… non potevo aspettare
oltre, dovevo liberarla da quei mostri che non avevano fatto altro che
manipolarla… uno in particolare…
-
Jasper: d’accordo. Spero di non doverci mai
più rivedere.
James: lo spero anch’io. E grazie per il
pugno.
-
Balbettò ironico ma la mia mente pensava ad
altro per badare ad una stupidata del genere, per cui gli lanciai un’ultima
occhiataccia (cosi da essere sicuro di non doverlo davvero più rivedere) e poi
scomparvi dalla sua vista.
Correvo come un razzo verso l’aeroporto più
vicino, con l’intenzione di arrivare a Volterra il prima possibile: per
riprendere Alice, per liberarla dai Volturi, e per fare fuori Aro…
Forse mi avrebbero accoppato in due secondi,
forse il mio viaggio sarebbe stato inutile: ma niente sarebbe stato più
terribile del rimorso di aver abbandonato l’unica persona che avrei mai amato e
che non potevo permettermi di perdere.
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Capitolo 12 *** CaPiToLo 12 ***
CaPiToLo 12
12) Capitolo 12
Alice
Ero sola, dentro quella che doveva essere la
mia “stanza” mentre assomigliava molto di più ad una grigia e cupa prigione per
ergastolani. O almeno, io la vedevo cosi. C’era solamente un piccolo bagliore
di luce della luna che entrava da due finestrelle alte (era notte fonda) mentre
la porta di legno massiccio era chiusa alle mie spalle, ma non a chiave. Io
avrei voluto, almeno sarei potuta stare tranquilla in quel sudiciume invece
quei fetenti non mi avevano dato la chiave della stanza, cosi da poter entrare
liberamente… e la cosa non mi piaceva gran ché a dire la verità, soprattutto se
ero sola… senza il mio Jasper… cielo quanto mi mancava…
-
Aro: buona sera
-
la voce gelida e ironica del capo dei Volturi
interruppe il mio angoscioso silenzio e mi costrinse a voltarmi verso di lui.
Gli lanciai solamente occhiate d’odio e di
rancore mentre lui teneva quelle sue mani biancastre chiuse e unite, come era
suo solito fare quando “contemplava” qualcosa… ed io detestavo essere
considerata un oggetto…
E poi, come si permetteva di entrare in
camera mia, senza neanche bussare?! Credevo che vampiri del suo rango la buona
educazione la conoscessero.
-
Alice: non si bussa?!
Aro: oh perdonami mia piccola Alice… ero
venuto per invitarti a cena.
Alice: primo: smettila di dire “mia” perché
non sono tua e nemmeno un oggetto di possesso! Secondo: non sono un’assassina
come voi e quindi non mangerò sangue umano!
-
Stavo quasi ringhiando dal gran nervoso che
quel vampiro mi provocava, ma non potevo farne a meno. Doveva mettersi in testa
che io facevo quello che mi pareva!
Lui non si mosse dalla sua posizione di finto
gentiluomo e continuò a tentare di dissuadermi, per quanto i suoi tentativi
fossero inutili.
-
Aro: suvvia Alice, sono sicuro che uno
strappo alla tua rigida “dieta” lo puoi fare.
Alice: non è questione di dieta o meno! È
questione di principio! Io non mangio sangue umano!
-
Possibile che fosse cosi stupido da non
capirlo?! Da non ricordarsi di essere stato un essere umano anche lui?!
Possibile che il rispetto non sapesse proprio cosa fosse?!?! Evidentemente sì,
ma non si diede per vinto nonostante mi stessi arrabbiando.
-
Aro: haha.. come vuoi mia cara… è un vero
peccato, questa visita al castello ha portato un ricco bottino e noto dai tuoi
occhi che la sete non ti manca…
-
Gli voltai le spalle con le braccia
incrociate per non saltargli addosso e sbranarlo: testone!!!!
-
Alice: preferisco morire di sete, non mi
convertirai a voi!
-
Ero decisa più che mai: morire non sarebbe
stato poi cosi terribile, considerando che senza Jasper potevo già esserlo…
Sentii una presenza volarmi alle spalle e due
forti braccia bloccare le mie: Aro mi era addosso, quasi come se mi stesse
abbracciando mi teneva immobile ed io cominciai a sudare freddo, dato che non
riuscivo a liberarmi di quella presa…
E adesso cosa gli saltava in testa?!? Mi
parlava come fosse un incantatore di serpenti e questo non mi piacque neanche
un po’.
-
Alice: cosa fai?! Lasciami!
Aro: oh non essere cosi scontrosa, piccola
vampira… non intenzione di farti del male..
Alice: allora lasciami diamine!
Aro: non cosi in fretta…
-
Non riuscivo a capire il senso delle sue
parole finché non sentii le sue gelide labbra posarsi sulla mia guancia… poi
sul mio collo… oddio mi stava baciando!!! Che schifo che schifo!!!!!
Cercai di liberarmi da lui, presa dal panico
e dal disgusto ma Aro non accennava a lasciarmi andare e rideva di gusto,
mentre io ribollivo di rabbia ma nello stesso tempo rimanevo paralizzata dalla
paura…
-
Alice: c-cosa fai??!
Aro: haha… povera piccola Alice… ora non c’è
il tuo Jasper a difenderti! Haha…
Alice: ma come ti permetti mostro!!!
Allontanati da me!!
-
Gli diedi un forte calcio in quei punti un
po’ delicati e mi allontanai velocissima da lui, con gli occhi sgranati e
ansimante: avevo una paura folle di lui, di quello che voleva farne di me… non
ero solo un oggetto da collezione, forse mi voleva anche per altro ed io non
osavo immaginare per cosa…
Lui si riprese da quella botta in pochi
attimi e tornò a sorridere ironicamente, con un ghigno che mi faceva
accapponare la pelle…
Jasper arriva ti prego… ho paura… mi sono
consegnata da sola nelle mani dio un pazzo aiuto!
-
Alice: ma che diavolo ti prende?!
Aro: haha… non capisci? Non solo sei
preziosissima per la mia “collezione” di vampiri, come hai detto tu stessa, ma
anche per un altro motivo volevo che tu facessi parte dei Volturi…
Alice: e sarebbe??
-
Oddio oddio, stavo andando nel pallone… e
quegli occhi rosso sangue, cosi terrificanti, cosi cattivi… mi sembrava di
essere in un incubo… da sola, senza possibilità di fuga…
-
Aro: io sono pazzo di te Alice.
Alice: COSA?!
-
Okok, ufficialmente non ci capivo più niente…
quel mostro si era invaghito di me????? Ossignor… ora sì che dovevo avere paura
e preoccuparmi! Quindi il fatto di essere un vampiro dotato di un potere cosi
raro da “collezione” era solamente una scusante da fare bere a tutti!!
E lui forse sperava che avendomi sempre
accanto mi sarei innamorata di lui?? Di un mostro del genere?? Che mi aveva
tolto tutto ciò per cui vivevo?!?!??! A quello mancava qualche rotella per
davvero!
-
Alice: tu sei pazzo Aro! Io amo Jasper, e
amerò sempre lui, anche se tu lo uccidessi!
Aro: ma io non voglio il tuo amore… voglio
te!
-
Dicendo questo mi pietrificò totalmente dalla
paura e volò rapidissimo contro di me, bloccandomi al muro…
Speravo solo di morire, all’istante… mi prese
il viso con una mano e lo alzò verso di sé, come se stesse per baciarmi…
Jasper ti prego, ti prego arriva a salvarmi…
voglio morire… ti prego salvami!
TRANQUILLI!! ORMAI SIAMO AGLI SGOCCIOLI ;)
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Capitolo 13 *** CaPiToLo 13 ***
cAPITOLO 13
13) CAPITOLO 13
Jasper
Arrivai a Volterra quella notte: avevo corso
e viaggiato senza sosta e per fortuna che i vampiri non sentono la stanchezza!
Lasciai l’auto rubata vicino ad una stradina
deserta e corsi più veloce che riuscivo verso la torre dell’orologio, l’entrata
del castello. < state pronti Volturi dei miei stivali, questa volta non la
passate liscia! > ero furioso e più mi avvicinavo e più sentivo il loro
odore… che mi faceva bollire il sangue nelle vene al solo pensiero! Se avevano
fatto qualcosa di male alla mia Alice li avrei ammazzati senza pietà!
Sentii il suo odore, quello delizioso del mio
folletto che veniva dall’alto della torre: era arrivata da poco quindi, non
molte ore prima e forse avevo qualche speranza di trovarla sana e salva!
Spalancai la porta senza bussare o dare segni
del mio arrivo e corsi velocissimo nella direzione in cui avevo sentito il suo
profumo ed arrivai in un grande stanzone, deserto ed enorme, che pareva vecchio
più di quello che facevano credere.
La fioca luce che entrava lo rendeva un posto
spettrale ma io non avevo paura, la mia rabbia la sorpassava di gran lunga! Mi
accorsi che a terra c’era qualcosa così mi chinai per raccoglierla e mi resi
conto che era il mantellino blu di Alice… < se le hanno fatto qualcosa, io…
> ringhiai tra i denti e ricominciai a correre verso una rampa di scale da
cui sentivo l’odore di Alice…
Questa scalinata si rimpiccioliva sempre di più,
fino a diventare una scala a chiocciola che saliva sempre di più: perfetto!
Avevo già imboccato la scalinata della torre dove probabilmente c’era anche il
mio folletto! Quanto mi mancava, quanta voglia avevo di riabbracciarla… e di
fare fuori chi si aveva osato portarmela via!
Arrivai dinnanzi ad una porta in legno
massiccio sulla destra ma mi bloccai immediatamente: sentivo un’altra presenza…
altri sentimenti dentro quella stanza… Aro!! Sentivo l’odio pervaderlo e… <
che gli venisse un c******!!!!! > ringhiai: era innamorato di Alice! Della
mia Alice!! Ecco perché la voleva, maledetto!!
Sentivo i sentimenti del mio folletto: era
invaso dal terrore, dalla paura, dall’angoscia…
Tutto questo mi fece imbestialire, arrabbiare
come una belva: non doveva neanche permettersi di pensare una cosa del genere!
Di intimorire in quel modo la persona che amavo di più al mondo!! Ora si che
nessuno mi avrebbe fermato!!
Spalancai la porta con tutta la forza che
avevo, quasi la scardinai e avevo i denti fuori, gli occhi sgranati dalla
rabbia e dall’odio: ma questo aumentò quando vidi che Aro teneva bloccata Alice
contro il muro e tentava di baciarla contro la sua volontà.
Non so descrivervi come mi sentii: una
gelosia cosi forte e scatenante, un odio e una rabbia immensa si unirono
creando un mix esplosivo dentro di me: ringhiai, anzi, urlai cosi forte che Aro
sussultò molto e si allontanò qualche metro da Alice, lasciandola libera ma
ancora sconvolta.
Io mi avvicinavo a quel mostro con passo
pesante, minaccioso… e dovevo sembrarlo davvero perché lui era terrorizzato
alla mia vista e indietreggiava moltissimo, cercando una scappatoia che non
aveva certo intenzione di dargli!! In quel momento magnanimità e pietà non
facevano proprio parte di me.
-
Aro: ehi ehi, calma amico… io non
Jasper: se non vuoi che renda la tua fine
troppo dolorosa è meglio che taci e preghi che non ti ammazzi
lentamente!!!!!!!!
Alice: Jasper!
-
La mia rabbia e la voglia di ammazzarlo
vennero interrotte quando vidi Alice corrermi incontro con un sorriso speranzoso
sul viso: non potei fare a meno di sorriderle, placando momentaneamente la mia
ira e spalancandole le braccia, cosi da avvolgerla in un abbraccio.
Le baciai la testa, poi la fronte e lei mi
stringeva fortissimo a sé… era un momento magico e stupendo, finalmente avevo
di nuovo la mia Alice fra le braccia… sana e salva…
La mia immensa felicità fu interrotta quando
la sentii piangere e questo mi fece scoppiare il cuore…
-
Alice: oh Jasper… temevo di averti perso per
sempre… morivo all’idea di non rivederti più… ma ho dovuto farlo, per
proteggerti… perdonami… non posso vivere senza di te…
-
Quasi mi venne da piangere sentendo quelle
parole cosi dolci, cosi sincere ma cosi malinconiche: non era stata colpa sua,
era stata costretta… da Aro.
Alzai la testa, mentre Alice continuava a
lacrimare tenendo la propria nell’incavo del mio collo, sul mio petto che si
sforzava di non scoppiare di rabbia…
Lanciai un’occhiata lacerante ad Aro,
mostrando i denti e ringhiando ancora, sempre tenendo Alice fra le mie braccia,
dopo tanto che lo avevo desiderato..
Tuttavia, il capo dei Volturi aveva assunto
di nuovo quella sua posizione da finto damerino, con un sorrisetto ironico le
mani giunte: cosa che io non capii finché non sentii alcune presenze nemiche
dietro di noi: mi voltai e vidi Jane e Alec, anche loro che ci sorridevano.
Ci avevano circondati ma io ero pronto a
tutto per difendere Alice, non avrei esitato anche a dare la vita per lei,
anche se era una situazione disperata.
Lei ritirò le lacrime e alzò la testa, scostandosi
leggermente da me ma restando comunque fra le mie braccia.
La sentivo sicura: anche lei avrebbe
combattuta fino alla fine, al mio fianco e sarebbe stata una cosa fantastica
stare insieme, anche in quel contesto. Perché non ci saremmo mai più separati.
-
Aro: tempismo perfetto, Cullen, peccato che
non ti servirà a nulla… se non a condurti alla morte.
Jasper: almeno io non sono un codardo che ha
bisogno dei suoi alleati per combattere.
-
Gli risposi con tutta la mia fermezza. Dovevo
guadagnare tempo, per trovare una soluzione, così cercai di utilizzare il mio
potere per tranquillizzare i presenti, eccetto Alice che avrebbe avuto bisogno
di una notevole carica per combattere e lei lo sapeva bene.
Ad un tratto, il sorrisetto ironico scomparve
dal viso di Aro e un filo di paura lo pervase, cosi mi voltai verso i suoi due
compagni e mi accorsi che erano messi fuori combattimento: Rosalie ed Esme
tenevano immobile Alec mentre Emmett faceva altrettanto con Jane: se avesse
provato ad usare il suo potere lui l’avrebbe accoppata in due secondi netti.
Erano arrivati giusto in tempo e ci facevano l’occhiolino come a dire “ora
tocca a noi”.
Sia io che Alice sorridemmo felici ed io mi
voltai verso Aro e gli feci un sorrisetto ironico minaccioso, cercando di
imitarlo: ora sì che erano nei pasticci!
-
Aro: Carlisle, amico mio…
Carlisle: non cominciare con questa tiritera,
Aro. Ora non siamo più amici.
-
Io ero prontissimo a saltargli addosso,
staccargli la testa e fargliela pagare per tutto quello che aveva provocato ma
Carlisle mi mise una mano sulla spalla con un fare tranquillo, poi tornò a
guardare Aro.
-
Carlisle: ma noi non siamo una famiglia
violenta di assassini. Non vi ripagheremo con la stessa moneta.
-
Volevano lasciarli andare?!?! IMPUNITI DOPO
TUTTO IL MALE CHE CI AVEVANO FATTO?!?! Mi sentii invadere dalla rabbia ma mi accorsi
che Alice mi stava guardando con la sua solita espressione ammaliante, con quei
due occhi dorati che mi facevano impazzire… era terribile e allo stesso tempo
dolce come non riuscissi a resistere a quello sguardo cosi perfetto...
-
Alice: andiamo amore, torniamo a casa.
-
< torniamo a casa? > pensai. Anche lei
non voleva vendicarsi sui Volturi per quello ce le avevano fatto??
Lei mi voltò il viso verso di sé e sorrise ed
io in un secondo compresi tutto: che stupido che ero. La vendetta non mi
avrebbe portato a nulla, avrebbe continuato a scatenare lotte su lotte…
Ero rimasto accecato dal terrore di perdere
l’amore della mia vita, o meglio, della mia eternità e non mi rendevo conto che
vendicandomi avrei perso tutto il resto…
Risi della mia stupidità e mi abbassai verso
Alice, baciandola dolcemente e lei mi mise le mani tra i capelli, con dolcezza
e naturalezza: avrei voluto che quel momento fosse stato davvero eterno. Ci amavamo,
questo bastava. E non potevo chiedere una famiglia migliore.
Sempre per mano, uscimmo indisturbati dalla
torre fino alla Porche giallo canarino di Alice che io avevo sempre deriso,
seguiti dai nostri familiari.
Eravamo tornati insieme, ed eravamo felici
finalmente.
Avevamo vinto la nostra piccola battaglia,
con l’amore e la forza di proteggere chi è davvero importante.
Non ci eravamo fermati alla vendetta, o alla
sola forza bruta, o ancor peggio all’odio.
Non eravamo stati ciechi ed egoisti, come lo
era stato Aro.
Avevamo guardato oltre queste banalità,
avevamo cercato lo stare insieme per sempre, avevamo cercato e lottato per
l’unica cosa, l’unica forza che ci avrebbe unito e guidato per sempre: L’AMORE.
FINE
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GRAZIE PER AVER LETTO LA MIA FANFIC, SPERO VI
SIA PIACIUTA =)
MI DISPIACE SE E’ STATA BREVE, MA IO STO
SCRIVENDO ANCHE UN LIBRO IN CONTEMPORANEA E QUINDI NON AVREI AVUTO MOLTO TEMPO
PER CONTINUARE ANCHE QUESTA STORIA, RISCHIANDO DI FAR RISULTARE UNO SCHIFO DA
ENTRAMBE LE PARTI XD.
Se riuscirò, scriverò volentieri qualcos’altro
=)
Grazie a tutti (in particolare a Fede che ha
recensito ogni capitolo =) ) e buone vacanze!!!
baci
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