Scia di Asfodelo

di AstoriaGreengrassMalfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupore ***
Capitolo 2: *** cesta di vimini ***
Capitolo 3: *** Indifferenza ***
Capitolo 4: *** Abiti ***
Capitolo 5: *** Pioggia ***
Capitolo 6: *** Marciapiede ***
Capitolo 7: *** Il maniero del lupo cattivo ***



Capitolo 1
*** Stupore ***


E’ sempre difficile cominciare a scrivere un diario.

Ancora più difficile è mantenere il proposito di tenerlo aggiornato.

Ma dopo quello che è successo ne sento la necessità. Magari verrà un giorno in cui dovrò ricordare e questo diario potrà essere utile.

In ogni caso ho bisogno di queste pagine perché non posso ancora raccontare a nessuno quello che mi sta succedendo: non capirebbero.

Bene, dopo questo risvolto che preannuncia qualcosa di drammatico, vado a raccontarti quello che è successo; in realtà così drammatico  non è, si può piuttosto definire curioso.

Ieri stavo tornando a casa e lungo il marciapiede erano in fila piccole pozze d’acqua, reduci del temporale del giorno precedente. Ecco che ne noto una più grande delle altre e mi avvicino. Quella pozzanghera aveva qualcosa che mi attirava, non so dire esattamente cosa. L’ho fissata, chissà per quanto, e a un certo punto ho visto la superficie incresparsi. Fin qui tu dirai: ehm bèh che c’è di strano?! C’è di strano che non c’era un filo di vento. Ora mi prenderai per matta, ma sembrava quasi che l’acqua si fosse mossa perché lo avevo voluto io. Mi sono resa conto infatti, poco dopo, che lo avevo desiderato inconsapevolmente.

Altrettanto curioso è quello che mi è accaduto poco fa: stavo camminando per la solita stradina, diretta verso casa quando mi sento chiamare per nome; mi giro e dietro di me trovo un gatto nero che mi saluta con un MIAO, io rispettosamente ricambio il saluto e proseguo. Il Gatto mi ha accompagnato fino all’angolo, dove le nostre strade si sono divise. Io ho ritenuto buona educazione salutarlo e lui ha esitato, mi ha guardato e mi ha risposto: MIAO.

Ti assicuro che in questi giorni non sto assumendo nessuna sostanza stupefacente!

Ho un po’ paura, chissà cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni.

E poi cosa potrebbero significare questi episodi?!

Quanto mi piacerebbe che tu avessi le risposte che cerco.  

                                                                                              Silvia  

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Capitolo 2
*** cesta di vimini ***


Caro diario,

hai visto come sono brava?! Sono riuscita a scrivere anche questa sera. Ma ti consiglio di non abituarti alla mia regolarità: non è un mio pregio.

Comunque andiamo subito al fatto importante: ho rivisto il Gatto.

Procediamo con ordine (ahahah io che dico una cosa del genere.. per farti capire: io abito al polo sud e l'ordine al polo nord ma di marte): solita stradina, giro l’angolo e mi trovo di fronte il ragazzo più sexy mai visto! No, non sto esagerando, aveva però qualcosa di diverso rispetto ai soliti fighetti. Non fraintendermi, non diverso del genere “è il tipo giusto al primo sguardo”, più del genere “wow quel ragazzo è veramente fuori dalla mia portata”!

All’incirca vent’anni, capelli neri di un’intensità abbagliante, alto, i suoi occhi erano neri come la pece. Fisico snello, ho intravisto una buona muscolatura sotto la maglietta nera, il che di sicuro avvantaggia lui ma non ha avvantaggiato me. Volto dai lineamenti affilati e belli, il termine giusto è proprio belli,e le sue labbra così sottili. Mani affusolate stringevano una cesta di vimini che conteneva un gatto, come avrai intuito, era proprio il Gatto di ieri.

Il ragazzo ha trionfato con un saluto alquanto singolare:

“Salve miss Silvia!”e un sorriso gli si posò sulla faccia come un ironico ghigno


Io ci ho messo un po’ a comprendere che sapeva il mio nome. Quando mi sono girata per chiedere spiegazioni, però, era sparito.

Lo so che l’aspetto nasconde le intenzioni ma un ragazzo così non può avere brutte idee in testa. Di certo è inquietante il fatto che lui sappia il mio nome. E poi perché quel saluto così, direi... antiquato.

Da una parte, ovviamente, voglio incontrarlo nuovamente ma dall’altra ho un po’ paura di quello che potrei scoprire.             

                                                                                                                       Silvia         .

 

 

Ero un po’ in dubbio se mettere lo spazio autrice ma poi ho deciso di tentare e vedere cosa ne usciva.

 Cedric_Diggory_is_my_love  smetti di chiamarmi Asty! In ogni caso grazie della recensione.

http://digilander.libero.it/digirita70/MoonCat.jpg questo è il Gatto.

Ringrazio in anticipo qualsiasi recensore o anche solamente buon lettore.

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Capitolo 3
*** Indifferenza ***


Forse l’ho finalmente trovata!

Come ben sai ormai sono centinaia di anni che la cerco, dopo che Lei mi ha affidato questo compito.

Molte volte ho pensato che non ce l’avrei mai fatta, invece oggi un lume di speranza si è acceso.

Per farla breve: come al solito io controllavo una zona della città e il Gatto un'altra quando, attraverso i suoi occhi felini ho intravisto una ricciolina di 16 anni; devo dire che mi affascinava: pur avendo il viso da bambina, il suo sguardo era quello di una donna vissuta quasi troppo a lungo.

 Ero tentato di rimanere a guardarla, ebbene si anche io ho un debole per le ragazzine, ma poi mi sono accorto che stavo perdendo di vista l’obiettivo della ricerca e, a malincuore, stavo per lasciare la visuale felina quando vidi che si era fermata, stava fissando una pozzanghera e in quel mentre  quella si increspò. Ho pensato che poteva essere il vento, anche se non lo avvertivo, non potevo credere nemmeno io a quello che era successo quindi decisi che avrei voluto una prova più oggettiva.  

Ma ormai lei era corsa a casa forse spaventata o forse raggiante per quel che era successo o, più probabilmente, indifferente: sicuramente non si era nemmeno accorta di ciò che aveva fatto.

Domani manderò il Gatto a confermare la mia ipotesi, spero in un riscontro positivo.

Non mi piace passare per un illuso, nemmeno con me stesso.

                                                                                            Sedmi

 

 

 

Breve come al solito lo so... però penso che, almeno per ora, non ci sia molto da dire.. le prime impressioni sono fulminee, e soprattutto non troppo articolate.

Ringrazio come sempre eventuali recensori e lettori. Prometto che i prossimi capitoli saranno pubblicati al più presto. 

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Capitolo 4
*** Abiti ***


Ma come diavolo si vestono i giovani d’oggi?

Mascherarmi o adattarmi alla moda non è mai stato un problema per me ma in quest’epoca notano qualsiasi particolare: devo stare attento!

Perché me la prendo tanto? Ora spiego.

Oggi volevo vederla di persona. Se non è lei per lo meno posso …

Ma se è lei è arrivato il Momento; se devo ammetterlo il solo pensiero mi esalta.

Ma devo, in effetti, mantenere un certo contegno.

Per il motivo suddetto, oggi, ho preso la cesta di vimini del Gatto e l’ho gentilmente fatto accomodare dentro, in quanto si usa tenere i gatti in gabbiette mentre i cani semplicemente al guinzaglio: strano modo di fare le cose, i gatti sono certamente più eleganti rispetto ai cani i quali basta un non nulla per distrarli.

Ad ogni modo, mi sono preparato: ho dovuto scegliere le peggiori cose trovate nell’armadio, sicuramente erano di qualche pasto indigesto.

Sono uscito e mi sono diretto verso… mentre scendevo le scale mi accorsi che non sapevo dove fossi diretto ma la fortuna non mi ha mai abbandonato e perciò arrivato nel Suo quartiere percorsi diverse volte il perimetro della Sua casa.

Dopo un paio d’ore avevo consumato la pazienza e le suole delle scarpe: il Gatto mi canzonava con il suo silenzioso sorriso. Avevo deciso di andarmene, certamente non era lei altrimenti il fato avrebbe già provveduto al nostro incontro.

Ecco però che dall’angolo della strada vedo spuntare dei ricci!

Mi sono stropicciato gli occhi per essere certo di ciò che stavo vedendo: era proprio lei.

Come ho ringraziato la mia signora!

Con nonchalance mi sono rimesso a passeggiare, ci saranno stati una dozzina di metri tra me e lei e non c’avrei messo molto a incrociarla.

Quando fummo a un metro di distanza circa la misi alla prova: “Salve Miss Silvia” e le lanciai uno dei miei proverbiali sorrisi.

Lei era intenta a guardare il Gatto e rimase sorpresa quando le parlai.

Mi superò mentre arrancava tra i pensieri che le turbinavano in quella piccola, dolce testolina.

Appena fuori dal suo campo visivo sono corso a casa. Non era ancora il momento delle spiegazioni.

                                                                                                           Sedmi

 

 

Spazio autrice :)

Per prima cosa mi scuso per essermi assentata così a lungo ma grazie a kiriku 

sono tornata con più voglia di prima di andare avanti e sappiate che se mai finirò questa FF ne ho già in mente un'altra ;)

Che altro dire? Godetevi il mio ritorno e recensite se vi va.

 

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Capitolo 5
*** Pioggia ***


Quando la mattina era uscita di casa per andare a scuola si era accorta che il tempo stava cambiando: addio giornate di Sole! Benvenuto Autunno!

Le piaceva l'Autunno: le foglie secche e il primo freddo che le faceva assaggiare l'inverno che sarebbe giunto.

Una goccia le cadde su di una guancia e lei sorrise, pensò che assomigliasse a una lacrima e perciò le permise di percorrerle il viso fino a bagnarle le labbra.

Sperava piovesse: amava il profumo della pioggia, lo scroscio quando inizia il temporale e, talvolta, faceva delle passeggiate senza ombrello finché non si bagnava completamente e pensava, spesso piangeva.

 

Durante l'ora di Storia si parlava d'inquisizione. Il professore raccontava con quali terribili torture si facevano confessare le presunte streghe.

-Professore, crede che ora, se si sapesse con certezza che una donna è una strega, qualcuno potrebbe farle queste cose?

-Ma sappiamo che le streghe non esistono: erano semplicemente un’invenzione popolare.

-Professore, Lei va in chiesa tutte le domeniche?

-Certo, ma dove vuoi arrivare?

-Sembra certo dell'esistenza di Dio ma ha la stessa certezza nel dire che le streghe non esistono. E' come se lei negasse che esiste l'inferno ma ammettesse il paradiso.

-Adesso smettila! Quello in cui credo o non credo è affar mio!

Silvia aveva sempre avuto scarsa stima di quel professore e ora ne aveva ancora meno.

Era annoiata dalla lezione, così guardò fuori dalla finestra e vide che stava cominciando a piovere. Come erano eleganti le gocce che danzavano sui vetri.

Tornando da scuola non aprì l'ombrello e a metà strada era completamente fradicia: i ricci le si appiccicavano sulla faccia.
Ecco che un Lampo si stagliò nel cielo e un Fulmine andò a colpire l'altro lato della strada. Sul momento, Silvia si spaventò, poi pensò che era semplicemente un Fulmine e si sentì sciocca perciò continuò a camminare verso casa.
Teneva la testa bassa e fu una sorpresa per lei quando sbatté contro un uomo con un impermeabile nero.

-Mi scusi, ero sovrappensiero. 
Silvia fece per andarsene.
L'uomo la fermò:
-Non è saggio stare per strada. E' appena caduto un fulmine a pochi metri. 
-Lo so. Che spettacolo la Natura!
-Non ha paura di essere colpita?
-Dovrei? Non mi sembra così facile, non mi pare di stare passeggiando con un aquilone e nemmeno mi chiamo Benjamin Franklin.
Rise
L'uomo però rimase serio.
-Se me lo permette, Signorina, le mostrerei un posto più sicuro finché non spiove.
-No grazie, la mamma mi dice sempre di non accettare ne caramelle ne inviti dagli sconosciuti.
La faccia dell'uomo mutò e mostrò un'espressione spaventosa.
-Piccola impertinente! Credi di potermi dire un No?!
-Mi sta spaventando! La smetta! Ora devo tornare a casa.
-Io non credo che ci tornerai.
Silvia indietreggiò ma sbatté contrò altri due uomini.
Quando erano arrivati? Non li aveva sentiti avvicinarsi.
Non sapeva proprio come uscire da quella situazione.

 

Spazio autrice:

questa volta siamo molto vicini a entrare nel vivo della storia, tra molto poco alcune cose verranno svelate buona lettura

P.s. in bocca al lupo per tutti i maturandi :)

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Capitolo 6
*** Marciapiede ***


I due uomini che erano dietro di lei la immobilizzarono tenendola per le braccia.

Silvia tentò di divincolarsi ma capì che avrebbe solo sprecato energie; assecondò perciò i due “scimmioni” e si lasciò condurre fino alla loro macchina.

 

Il primo energumeno salì al posto di guida mentre l’uomo con l’impermeabile occupò il posto davanti del passeggero.

Silvia suppose che i due “bestioni” dovessero essere degli adepti dell’uomo-impermeabile, dato il suo nullo sforzo di catturarla, ceduto prontamente ai due omaccioni.

Il secondo uomo fece il giro dell’automobile, aprì la portiera e si accinse a accomodarsi nel posto di fianco a Silvia mentre già il compare accendeva il motore.

A Silvia balenò, veloce come una saetta, un’idea: di scatto aprì la portiera e si lanciò fuori dal veicolo.

 

Si mise a correre come mai aveva dovuto fare in vita sua.

Sentiva che la stavano inseguendo: sentiva i loro piedi che pestavano il cemento ancora bagnato, fiutava l’odore della sua stessa paura, le labbra erano asciutte e immobilizzate da un urlo che le stava implodendo nella gola, gli occhi le lacrimavano per lo sforzo anche se aveva coscienza dell’adrenalina che le stava colmando il corpo per non permetterle di fermarsi.

 


Non voleva creare l’occasione per acciuffarla grazie ad una sua rovinosa caduta, perciò non si girò finché non senti davvero più nulla, nessun rumore; non smise comunque di correre e questo fu il suo errore: nel voltare leggermente il busto perse il contatto con il terreno, inciampò e cadde sbattendo la testa violentemente contro il gradino di un negozio.
Prima di perdere coscienza si diede della stupida, sapeva di non doversi girare, per quale motivo l’aveva fatto?
Dopo di questo fu il buio.

 

 

 

SPAZiO AUTRICE
Lo so lo so manco da un po'.. purtroppo ho avuto da fare con lo studio: tutta colpa del debito -.-''
Comunque ho già quasi pronto il capitolo dopo e molte cose si sveleranno e altre si oscureranno di più

Buona Letture.
 

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Capitolo 7
*** Il maniero del lupo cattivo ***


-Cavolo ho dormito più del dovuto! È tardi! Non arriverò mai a scuola in tempo! Mamma perché non mi hai svegliato?! – strillando Silvia si alzò dal letto di colpo ma un forte dolore alla testa frenò la sua premura di prepararsi e si risedette sul letto.

-Hai battuto la testa proprio forte, ricciolina. Per prima cosa è pomeriggio, non devi andare a scuola e a guardarmi non mi sembra di assomigliare a tua madre…- una voce maschile con tono beffardo attirò la sua attenzione ed ella si voltò.

Vide il ragazzo che aveva incontrato qualche giorno prima e si stropicciò gli occhi dallo stupore.

Poi si guardò un po’ intorno, ovvero quanto il dolore al capo le permettesse di fare e capì di non essere in nessun posto che conosceva.

-Dove mi trovo?- chiese.

-Sei nel maniero del lupo cattivo- rispose il ragazzo canzonandola.

La ragazza lo guardò storto -Pensi che sia divertente?-

-Come siamo permalose! Affacciati alla finestra sciocchina e lo capirai da te- e le indicò la finestra.

Silvia, anche se un po’ indispettita dall’appellativo, si avvicinò ai vetri intimorita.

Vide che stava piovendo ma non fu questo che la colpì: la finestra del palazzo di fronte, che distava una cinquantina di metri da lei era quella di casa sua, le fece strano vederla da quella prospettiva, le era sconosciuta.

Indietreggiò, lo sguardo fisso verso l’apertura. –Che ore sono?- chiese la ragazza massaggiandosi la testa dolorante.

-Le sei del pomeriggio- rispose il ragazzo senza badare a quel che stava dicendo, distratto dall’intonaco della stanza.

-E cosa avrei fatto in queste ore?- Chiese arrabbiata la ragazza rendendosi subito conto però che la rabbia non era diretta a niente in particolare, quindi che era inutile.

-Dormito- il ragazzo sembrava non aver nemmeno sentito la domanda e la risposta fu data con la stessa nonchalance di quella precedente.

-Come ci sono arrivata qui?-la ragazza era sempre più confusa e le risposte del giovane la irritavano.

-Preferisco dirtelo più tardi- il ragazzo aveva smesso di fissare le pareti e aveva riacquistato la sua sicurezza e anche la sua punta d’arroganza. – Non ti preoccupare appena ti sentirai un po’ meglio andrai a casa, il che avverrà a mezzanotte, Cenerentola- e finse un inchino –te lo garantisce il principe in persona.

-Questo è davvero rassicurante. Io devo essere a casa prima di cena: in quelle quattro ore minimo mi crederanno morta! – Disse in modo melodrammatico.

-Magari lo sei- Aggiunse il ragazzo accorgendosi troppo tardi che la ragazza lo aveva sentito e che era sbiancata di colpo; si affrettò perciò, per distrarla, ad aggiungere –Ha chiamato tua madre e ho risposto io. Ho detto che ero il fratello di Giulia e che tu e la mia inesistente sorellina eravate in giardino e il telefono era rimasto in casa. Le ho anticipato che i nostri non reali genitori ti avevano chiesto di rimanere anche a cena e le ho assicurato che ti avrei riaccompagnato a casa io personalmente per mezzanotte. Le avresti confermato tu il tutto con una telefonata a breve- così dicendo le porse il suo cellulare –ora chiamala e conferma. Non tentare di dirle dove sei realmente: non sei in pericolo qui, lo saresti di più a casa tua; poi penserebbe che ti fai di qualche sostanza. Dopo che avrai telefonato a mammina avrai delle risposte.

L’unica cosa che riuscì a controbattere Silvia fu: -mi hai frugato nelle tasche?-

-No è il cellulare che è saltato magicamente fuori da solo- sbuffò –  Non ti preoccupare non ho toccato altro del tuo bel corpicino... purtroppo- Silvia fortunatamente non sentì l’ultimo commento.

Ella preso il cellulare e fece come le era stato detto. Rassicurata sua madre, che tra l’altro la ragazza vedeva dalla finestra, chiese –Come sai che ho un’amica che si chiama Giulia?-

-Tutti hanno un’amica che si chiama Giulia, mi è andata bene-

-Chi sei?- Silvia si sentì stupida a chiedere questo solo ora, diede la colpa del suo ritardo alla botta in testa.

Il ragazzo con un inchino trionfò –Mi chiamo Sedmi, mia graziosa principessa- così dicendo fece per sedersi a fianco a lei ma venne fermato –Non avvicinarti, non so ancora niente di te-

-Va bene, come credi- tornò sui suoi passi.

-Ho un'altra domanda: l’ultima cosa che ricordo è che degli uomini hanno cercato di rapirmi, io sono fuggita e sono caduta. Cosa è successo dopo?- la ragazza compose la domanda confusamente.

-Dopo sono arrivato con il cavallo bianco e ti ho portata in salvo, mi sembra ovvio- Sedmi continuava a saggiare la sua pazienza.

-Smetti di scherzare! Cos’è successo davvero?-

-Vuoi la verità? Ero nelle vicinanze, ti ho vista cadere e ho visto i due uomini che ti correvano dietro così vedendo che non ti muovevi ti ho portata via. Ti ho portata qui e dopo un paio d’ore ti sei svegliata-

-Ti dico subito che questa storia ha dei punti che non mi sono troppo chiari. Perché mi hai aiutata? Cosa vuoi in cambio?-

-Ho la faccia di uno così meschino? Ok non rispondere – si affrettò ad aggiungere Sedmi- Ti ho aiutata per non avere una ragazzina sulla coscienza e in cambio.. – fece una pausa, la guardò interamente per qualche secondo con un sorriso che non prometteva nulla di buono - … niente, non voglio niente – concluse con rassegnazione volutamente falsa.

-Immagino di doverti credere. Silvia tacque per riflettere e dopo qualche secondo formulò un'altra domanda – Cosa intendevi quando hai detto che a casa mia sarei più in pericolo che qua?

Sedmi si aspettava che la ragazzina avrebbe fatto quella domanda ma non così presto e dopo qualche attimo di esitazione rispose – Adesso ti dirò delle cose che ti sembreranno assurde devi credermi, io non voglio farti del male. So che questa situazione ti sembrerà ancora più assurda soprattutto perché ancora non posso dirti tutto e dovrai fidarti di me.. –

-.. e se non mi fidassi?-

-Beh è una tua scelta ma ti consiglio di ascoltare almeno ciò che ho da dire ora-

-Vabene… mi hai salvato la vita e direi che da una parte mi hai dimostrato che mi posso fidare.. – la ragazza accompagnò quest’ultima frase con un sorriso anche se un po’ incerto nel tentativo di confermare quel che aveva appena affermato.

-Tanto per cominciare io so chi sono quegli uomini che hanno tentato di rapirti.-

La ragazza rimase scioccata: si sarebbe aspettata di sentire qualsiasi cosa tranne questo.

Sedmi colse la reazione e dopo un attimo proseguì - …ti stanno dando la caccia, in realtà te la danno da secoli.

-Secoli?! – questa volta Silvia rimase letteralmente a bocca aperta e, se il ragazzo non avesse avuto un espressione tanto seria nel fare queste affermazioni, lei avrebbe pensato a uno scherzo.

- Sì, fanno parte di un ordine nato in un paesino della toscana intorno all’anno mille. È un ordine segreto la cui appartenenza è ereditaria, è un millennio circa che quest’ordine opera senza che si sappia della sua esistenza-

la ragazza non l’aveva interrotto ma ora le era sorta qualche domanda – Tu come lo sai? –

- Ci sono cose che non posso ancora dirti, un giorno saprai ma ora sei ancora acerba. Questa è una di quelle cose, non me ne volere ma è per il tuo bene – il ragazzo sembrava realmente dispiaciuto di non poterle dire di più.

- Va bene, diciamo che ti credo.. perché mi starebbero dando la caccia? –

- Questo devi scoprilo devi capirlo da sola.. dimmi è successo qualcosa di strano in questo periodo? - Questa volta la risposta giunse senza insicurezze anche perché Sedmi sapeva benissimo la risposta a quella domanda.

- Beh forse, ora mi prenderai per stupida, ma ultimamente ho come l’impressione che la natura risponda ai miei comandi; forse sono esagerata, fingi che io non ti abbia detto nulla, la botta in testa deve aver… -

-No, ma che botta in testa, ma che stupida! – la interruppe Sedmi - .. è proprio su questo che devi riflettere!

- Sono un po’ confusa – ammise Silvia.

-Hai fame? –

-Un pochino –

-Bene! Finiremo la nostra chiacchierata più tardi. Che ti va di mangiare? –

- Non saprei, se tu avessi un po’ di carne… -

- E carne sia! Vado a cucinare, tu magari fatti una doccia nel frattempo: l’accappatoio e nel bagno e ci sono dei vestiti nell’armadio che potrebbero andarti.

Silvia fece di si con la testa e lentamente raggiunse il bagno. Dopo qualche minuti si sentì lo scroscio dell’acqua e Sedmi dovette dominare tutti i suoi istinti per non entrare nel bagno; cercando di cacciare dalla testa il pensiero della ragazza nuda sotto la doccia si diresse in cucina per prepararle la cena.

 

 

SPAZIO AUTRICE

Per prima cosa devo prostrarmi ai piedi di coloro che ancora seguono questa storia. 

Questa volta sono riuscita a scrivere un capitolo più ricco degli altri.. i personaggi hanno cominciato ad acquistare un carattere.

Naturalmente devo ringraziare come sempre kiriku che non manca mai di recensire.

                                      Buona Lettura! :)

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