Chi Crede Nell'Amore?

di Blue Flower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Impegno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Merry Christmas, Rose! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Memorie di una bambina ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Rincontrarsi ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Basta un sì! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Un Lungo Viaggio... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Tutore ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. E guerra sia... ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. Il Ritorno della Bestia ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. Ricordi Estranei ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. Due Anime ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Rivelazioni Indispensabili ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. Pensando al Passato ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. Questa è La Tua Anima ***
Capitolo 16: *** Capitolo Finale. Io Credo Nell'Amore ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Impegno ***


Sorridi e sii paziente…

Per Edward Cullen, anche solo pensarlo, non era facile. Beh, del resto doveva solo essere sé stesso. Ma, insomma… chi voleva prendere in giro? Se si fosse comportato come avrebbe voluto, non sarebbe stato nell’alta società. Quando era ancora piccolo, suo padre gli aveva spiegato che nella loro città, esistevano due tipi di persone: quelle dell’alta società, come lui, e quelle dei bassifondi, come la sua amichetta. Così la aveva definita suo padre. Gli aveva impedito di vederla ancora, di tornare nei vicoli dove avevano sempre giocato.  

Lei non era solo un’amichetta: era la sua compagna di giochi, l’unica con cui si potesse confrontare, l’unica persona che la pensava come lui in un mondo caduto in rovina.

Ma ormai il piccolo Edward era cresciuto, ormai aveva diciassette anni… e si era lasciato alle spalle i giochi dell’infanzia.

“Signor Cullen, suo padre è al piano di sotto con la signorina Victoria…” a parlare era il signor Higgins, il suo cameriere da quando era bambino. Era proprio lui quello che lo faceva uscire di nascosto per andare a trovare la sua amica…

“Sì, scendo…” abbassò lo sguardo e si diresse verso le scale. Frequentava Victoria da un po’ di tempo, ma non per sua scelta. Non che lei non fosse bella, anzi… Ma a lui non interessava sposarsi, avere una famiglia… Il suo sogno era viaggiare e si ricordava ancora la promessa che le aveva fatto.

 

Noi viaggeremo insieme… Andremo in giro per il mondo insieme. Visiteremo l’Italia, le Indie… Scopriremo nuove terre e ci trasferiremo su un’isola deserta dove potremo stare finalmente in pace… E potremo vederci sempre… Te lo prometto.

 

In un batter d’occhio era già in fondo alla scala… percorse velocemente l’atrio, dirigendosi verso il salone.

Quel giorno a Londra pioveva e di conseguenza il bellissimo salone a vetrata di casa Cullen era illuminato solo da una fioca luce e tutto fuori era grigio. “Ben trovato Edward” uno scampanellio. Era la voce di Victoria. “Buon pomeriggio Victoria” rispose lui cercando di mantenersi il più distaccato possibile. Tuttavia era difficile distogliere lo sguardo dalla donna davanti a lui, che, oltre ad essere di una bellezza devastante, portava un succinto abito di seta rossa che lasciava ben poco all’immaginazione.

Suo padre non era con lei.

Chissà perché Edward lo interpretò come un cattivo presagio.

“Come sta oggi? La trovo… bene…” il ragazzo riuscì a dire solo questo. “Sì, trovo che anche tu, Edward, stia bene” la sua voce si era fatta fredda.

“Come mai mi ha offerto il piacere della sua visita, signorina?” lei si alzò dal divano e si avvicinò a lui con aria maliziosa. “Sai, Edward… ormai penso che tu possa smettere di darmi del lei. Penso che tra noi ci sia una certa intesa…” con l’indice gli sfiorò la mascella e fece scivolare il dito verso il primo bottone della sua camicia.

“Cosa ha intenzione di fare signorina?” domandò Edward allarmato. “Ho fatto una promessa a tuo padre, il dottor Carlisle…” “E di cosa si tratta?” “Devo fare un dono molto importante a te e a tua sorella Rosalie… lei è ancora troppo giovane, ma penso che tu sia pronto” poi rise. Una risata che fece accapponare la pelle a Edward.

“E posso sapere di che dono si tratta?” “Non ancora. Prima mi voglio divertire un po’…” e lo baciò. Con forza e violenza. Buttandolo sul divano e continuando a baciarlo. Ben presto gli slacciò la camicia e iniziò a baciarlo sul torace Poi di nuovo sulle labbra e ad un certo punto il ragazzo sentì che qualcosa di ustionante gli arrivava in gola e gli sembrò che penetrasse fino al cuore. “Ma cosa…?” “Shh… Tu hai preso un impegno con me” e quando quel liquido ustionante gli penetrò nel cuore fino ad ustionarlo e bruciarlo, qualcosa in Edward cambiò. Il suo carattere, qualcosa si era mosso.

Più di qualcosa.

Adesso anche lui ci provava gusto. Anche lui voleva di più. Non gli interessava di stare con Victoria. Voleva semplicemente di più.

Sentiva che pian piano, il suo corpo e il suo carattere mutavano… fino a diventare qualcosa di quasi del tutto diverso.

Poteva sentire tutti i cambiamenti in atto: gli arti che si stiravano, diventavano più forti, il viso che mutava…

Perché quel giorno stava nascendo il nuovo Edward Cullen. Non era più il ragazzo legato al passato.

Era lo stronzo e bellissimo Edward.

Edward Cullen, il vampiro.

“Tu hai preso un impegno con me adesso…” e la vampira portò lontano il vampiro che in quel momento stava per nascere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. Ritorno a casa ***


Erano passati vari mesi da quando suo fratello aveva lasciato la casa insieme alla signorina Victoria. Il padre la aveva rassicurata, ma Rosalie sapeva che c’era qualcosa in più, qualcosa che tutti le tenevano nascosto.

Suo fratello non era interessato minimamente a Victoria, ma forse si sbagliava… Forse lui non lo dava a notare ma la amava così tanto da andarsene via con lei.

Era la vigila di Natale e Carlisle le aveva assicurato che suo fratello sarebbe tornato per quella ricorrenza e per passare il Natale con la famiglia. “E verrà anche Victoria?” aveva chiesto al padre. “Ehm… no. Lei è andata a trovare i suoi parenti in Alaska” fu la risposta indecisa del dottore.

Il campanello suonò.

Rosalie corse ad aprire, sperando con tutto il cuore che fosse suo fratello, per poterlo riabbracciare, dirgli cosa era successo negli ultimi mesi e soprattutto per poterlo riavere vicino.

Ma fuori dalla porta c’erano la sua sorella maggiore Alice e suo marito Jasper. Lei era ancora molto giovane ma aveva sposato Jasper molto presto, quindi era anche ragionevole che fosse così bella. Non sembrava passato neanche un attimo dall’ultima volta che si erano viste. Rosalie le saltò in braccio, felice anche se non era Edward.

“Ehi piccola! Come stai?” “Non sono piccola… ormai ho dieci anni!” “Oh sì tesoro… mi devi raccontare tutto quello che succede qui a Londra… Io e Jasper stiamo bene in Italia ma ci mancate tanto!” “Anche voi ci mancate!” poi Alice entrò seguita da Jasper. “Dov’è papà?” “Ah, è uscito… ha detto che aveva qualcosa da fare… Una sorpresa!” “E Edward?”.

La bambina si incupì.

Evidentemente non sapeva che suo fratello non abitava più con loro. Abbassò lo sguardo.

“E’ andato via con Victoria…” un lampo passò negli occhi di sua sorella.

“Già?” domandò allarmata come se avesse saputo che prima o poi sarebbe dovuto capitare. Jasper la strinse teneramente.

Anche se Alice e Jasper abitavano in una delle coste soleggiate dell’Italia, erano sempre molto bianchi… Come il marmo. E i loro occhi le sembravano d’oro liquido.

La bambina voleva riscaldare l’atmosfera che si era fatta cupa e silenziosa. Non voleva che la notizia rovinasse la vigilia ad Alice e Jasper. “Però oggi torna! Passa le feste con noi, siete contenti?” “Certo!” disse Jasper anticipando la moglie che sembrava ancora preoccupata.

Poi la giovane donna si fece più serena e disse: “E invece come va la scuola? Hai già conosciuto Emmett?” “La scuola va bene! Tutti i miei compagni sono simpatici… Poi c’è Emmett che è super super simpatico!” ma Rosalie non capiva cosa volesse intendere sua sorella con quel… già conosciuto. Ma tralasciò.

Il campanello suonò per la seconda volta.

“Vado io” Alice si stava già alzando ma sua sorella la bloccò. “Voglio essere io la prima ad abbracciare Edward!” sul volto della donna comparve un’espressione preoccupata. “Ne sei sicura?” ma Rosalie era già alla porta.

Quello che vide le fu estraneo.

Certo una persona in un paio di mesi poteva cambiare, ma non così radicalmente.

Rosalie era più che sicura che quello non fosse suo fratello Edward Cullen. Per cominciare era più alto, tonico e muscoloso. Poi non riusciva a riconoscere il viso. I tratti del fratello che conosceva non c’erano. Al suo posto era comparsa una mascella più squadrata e dei tratti più duri e adulti. Gli occhi, che prima erano verdi, a quel punto erano d’oro colato. I capelli di bronzo erano alzati e sulle labbra era dipinto un sorriso beffardo.

“Tu non sei mio fratello!” esclamò la bambina. E scappò in camera piangendo.

 

 

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“Che le è preso?” domandò Edward sbigottito. “E’ evidente caro fratellino…” sbottò Alice arrabbiatissima. “Ah… già. Sai, ormai ci ho fatto l’abitudine: le ragazze che mi cadono ai piedi, gli sguardi sbigottiti…” sorrise.

Ad Alice veniva voglia di staccargli la testa e farne un falò con cui alimentare il caminetto nel giorno di Natale.

“Ora tu vai subito da nostra sorella e la abbracci!” Jasper le posò una mano sulla spalla e lei si calmò. A volte il dono di suo marito era indispensabile. “Forse… dopo. Prima voglio fare una chiacchierata con la mia sorellina maggiore che non mi ha detto cosa mi aspettava…” “Sai benissimo che non potevo dirtelo, Edward! Fa parte del patto…” “Sì un patto che ci ha portato via l’anima!” disse lui adirato. “Calmati!” esclamò Jasper. E lui mi sembrò più sollevato. “Edward, anche senza anima io ho trovato l’amore…” “Che frase toccante! Ma tu credi veramente nell’amore? Ormai chi crede nell’amore?” disse lui buttandosi sul divano. “Le persone intelligenti…” “Beh io non l’ho mai provato!” “E cosa mi dici di Bella Swan?” Alice sapeva di aver toccato il tasto giusto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. Merry Christmas, Rose! ***


“Lei era solo una mia amica d’infanzia…” disse Edward freddo. Sua sorella aveva trovato il suo punto debole e lo sapeva.

Lo sentiva dai suoi pensieri. Eh già… perché un’altra fregatura dell’essere vampiro era che poteva leggere i pensieri di tutti.

E così scoprì che Victoria lo tradiva con un signore locale, che non era un vampiro. Per quel motivo lui era partito, viaggiando molto, e infine tornando a casa. Ma io non volevo viaggiare da solo… avevo fatto una promessa.

“Secondo me dovresti andarla a trovare…” sua sorella perseverava. E quando Alice voleva ottenere qualcosa, la otteneva. Succedeva sempre così. Inoltre per qualche strano motivo lei voleva che Edward si ricongiungesse con Isabella. “Perché? Solo perché ho deciso di non uccidere le persone questo non significa che stare con gli umani mi faccia piacere…” “Ma lei è speciale per te… Ricordati sempre che la ragione domina sugli istinti, caro fratellino”.

La realtà però, era un’altra.

Edward Cullen era cambiato. Non era più il bambino che giocava nel fango e correva per le vie della città. Qualcosa nel suo carattere era cambiato, qualcosa di oscuro si aggirava dentro di lui. Dentro la pietra che costituiva il suo corpo.

Se avesse rincontrato Isabella, avrebbe provato qualcosa di molto vicino alla vergogna.

Non andava fiero del suo caratteraccio, della sua stronzaggine e soprattutto del modo in cui riusciva a desiderare qualcosa…

Aveva paura di sentirsi attratto da Isabella, come si sentiva attratto da Victoria quel giorno.

Perché lei era diversa… Lei si meritava il meglio…

E il meglio non era Edward Cullen, anche se lui non lo avrebbe mai ammesso.

La porta si aprì, i tre vampiri nella sala si accorsero subito che era arrivato Carlisle. “Edward! Alice!” era la voce di un padre, felice che i suoi figli fossero tornati a casa.

Però quello stesso padre li aveva fatti trasformare in vampiri.

 

 

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Carlisle era pieno di gioia. Non sarebbe mai riuscito a descrivere quella felicità che lo invase quando vide i suoi figli, entrambi vampiri, seduti attorno al camino.

Mancava solo la piccola Rose. Era strano perché lei non si sarebbe neanche sognata di mancare al ritorno di suo fratello.

“Ciao papà!” Alice lo abbracciò subito, e il suo consorte Jasper la seguì.

Questo significava che non provava rancore nei suoi confronti.

Edward invece rimaneva in disparte, il viso cupo.

No figlio mio… Sai che ti voglio bene. Io l’ho fatto perché non voglio perdere nessuno di voi.

“E allora perché non ci hai trasformato tu? Perché non ci hai mai detto niente prima d’ora?” Carlisle si immobilizzò. Era come se Edward gli avesse letto nel pensiero.

“Edward come…?” “So leggere nel pensiero… come Alice sa vedere nel futuro…” era sempre più stupito. Sapeva che alcuni fortunati vampiri ricevevano dei doni, ma non pensava che i suoi figli ne fossero dotati. Di certo erano tutti e due uno splendore come vampiri, ma questo era logico.

Io non ne avevo la forza Edward… Lei sì. E credimi se ti dico che mi è costato molto nascondervi un segreto del genere. Ma l’ho fatto per il vostro bene, perché questo mondo non era adatto a dei bambini.

Suo figlio lo scrutava, come se gli avesse potuto leggere l’anima che in teoria non avrebbe dovuto avere.

Ma Carlisle era sicuro di averla ancora un’anima.

Perché se non ce l’avesse avuta avrebbe ammazzato a sangue freddo, come del resto facevano molti vampiri. Però quei vampiri si erano semplicemente arresi alla loro natura.

Lui e i suoi figli non si sarebbero mai arresi.

“Io sono cambiato da quando ero umano Carlisle… non sono più lo stesso. Credevo di amare Victoria, ma lei mi ha tradito. Credevo di poter convivere con il caratteraccio che mi ritrovo, ma in qualche modo vorrei essere migliore” fece una pausa. “Ho fatto piangere Rose” concluse.

Carlisle fu leggermente sconvolto da quell’affermazione. Sapeva che Edward voleva bene a Rose, che avrebbe dato la vita per lei… Forse era cambiato davvero?

No, era ancora suo figlio… Lo sentiva.

“Io so che tu puoi andare da lei e parlarle” disse d’un fiato il vampiro biondo, il padre di Edward.

Perché anche se erano stati adottati tutti e tre, non se ne erano mai fatti un problema. Avevano sempre considerato Carlisle il loro vero padre.

Edward annuì e salì le scale.

Anche se i suoi ricordi da umano erano offuscati, lui sapeva che la porticina infondo a sinistra era quella della sua sorellina.

La aprì delicatamente.

“Buon Natale, Rose…” lei era stesa sul letto, a pancia ingiù e un cuscino sulla faccia per trattenere le lacrime. “Non ci sono!” Edward cercò tutta la sua umanità, che era nascosta da qualche parte, e si avviò verso la sorella. “Non ci sei neanche per il tuo fratellone preferito?” “Tu non sei mio fratello!” quelle parole colpirono il giovane vampiro come una stilettata al cuore. “Rose, so di essere cambiato… ma non me ne fare una colpa. Sono sempre io, tuo fratello. Il fratello che prendeva il tè insieme a te e ai tuoi peluche… Il fratello che ti accompagnava a scuola tutte le mattine. Il fratello che odia Victoria” la bambina rise e si voltò, mostrando un volto provato dalle lacrime.

“Io ci credo che tu sei mio fratello…” “Meno male!” esclamò Edward. In quello stesso momento stava ritrovando un piccolo pezzetto della sua umanità. Ma gli mancava ancora tutto il resto.

Abbracciò la sorella, un abbraccio saldo, forte ma allo stesso tempo delicato.

“Le tue braccia sono fredde…” lui rise. “Lo so piccola; chi lo sa meglio di me…” disse poi con una nota di amarezza nella voce.

“Buon Natale sorellina” ripeté. E si sentì più completo, meno vuoto.

“Sai qual è il regalo che desidero di più?” domandò lei. “Quale?” ci fu una lunga pausa.

“Valla a trovare, Edward. Fammi felice…” le parole si sospesero nell’aria, come se quell’attimo fosse stato infinito.

“Lo farò” e a quel punto seppe che lo doveva fare davvero. Lo doveva fare per sentirsi più completo.

Più umano.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. Memorie di una bambina ***


Natale.

Il giorno che bambini, donne e uomini di tutte le età, aspettavano con impazienza. Ma per Bella Swan, era un giorno qualsiasi.

Perché, ancora una volta, il suo desiderio non si era avverato.

Nonostante tutto lei continuava a sperarci, ogni anno. E tutte le volte chiedeva la stessa cosa. Non cosa, persona… Forse era quello il problema. Forse non si può desiderare una persona.

Era Natale e lei era di nuovo sola nel suo monolocale. Si rigirava nelle coperte, cercando di riprendere sonno.

Se fosse stato per lei, sarebbe rimasta lì per tutto il giorno. Per evitare di vedere le coppiette felici passeggiare per le vie di Londra. Anche se nessuno se lo sarebbe mai aspettato da lei, la ragazza più improbabile dei bassifondi londinesi, Isabella Swan desiderava con tutto il cuore una persona con cui passare il resto dei suoi giorni.

Ormai aveva diciassette anni, le sue amiche si erano già sposate tutte. Chi con un falegname, chi con un modesto netturbino… Ma erano tutte felici, alcune avevano già messo su famiglia. Molte la avevano invitata a pranzo da loro a Natale, ma lei si sentiva di troppo. Lei non apparteneva a nessuno.

Sì, me la posso cavare per un altro anno.

Si alzò dal suo letto, con i muscoli indolenziti e un broncio stampato in faccia. Aprì il piccolo cassettone riposto in un angolo della stanza.

Era comunque Natale… si doveva mettere qualcosa di un po’ meno trasandato. Ma cosa? Bella domanda. I suoi occhi caddero sull’ultimo cassetto. Sapeva cosa c’era lì.

Il vestito che apparteneva a sua nonna.

Sua nonna era una signora, non era dei bassifondi. Ma poi sua madre aveva sposato suo padre, e aveva scelto la povertà.

Ma ha scelto anche l’amore.

Ed era questo che Bella le invidiava. L’aver potuto scegliere. Ma né Isabella né lui, avevano potuto scegliere.

Basta!

Doveva prendere le redini di quella situazione più che disperata. Aprì il cassetto e prese il bellissimo vestito di velluto blu della nonna. Insieme a quello c’erano dei guanti dello stesso colore e una pelliccia di visone.

In quel momento Bella fu contenta che la madre avesse conservato almeno quel vestito dopo la morte di sua nonna.

Ma ormai anche sua madre era morta, lasciando la ragazza da sola. Lei però se la sapeva cavare, aveva imparato velocemente a convivere col mondo.

Lasciò che i capelli castani, ormai lunghi, le cadessero dolcemente lungo i fianchi fasciati da quel bellissimo velluto.

Il blu ti sta bene! Perché non te lo metti mai?

E la mente iniziò a galoppare, portandola fino alle sere di tanti e tanti anni prima…

 

Quella sera il vento le scompigliava i capelli corti fino alle spalle. Portava un vestitino blu di poco valore. Sua madre aveva messo insieme dei pezzi di stoffa che le erano avanzati e aveva fatto quello. Ma a Bella piaceva tantissimo. Si sarebbe dovuta vedere con il suo amico sotto il gazebo del parco.

Lui era in ritardo… come sempre… Ma lei lo capiva. Perché lui le aveva raccontato che dove abitava, non facevano uscire i bambini con tanta leggerezza. Lui veniva sempre accompagnato da un uomo che assomigliava molto ad un pinguino. Bella non ne aveva mai visto uno dal vivo, ma una volta, quando suo padre c’era ancora, le aveva comprato un libro illustrato sugli animali del mondo. Ecco, quell’uomo era un grande pinguino, ma a lei non importava del suo strano abbigliamento. Gli era grata perché le portava tutte le sere lui…

Poi, ecco che arrivò… Era vestito di tutto punto, come sempre.”BELLS!”esclamò correndole incontro. Era felice di vederlo. Lui era il suo unico amico.

Le altre bambine le dicevano che era un maschiaccio e, soprattutto Jessica, la scacciava ogni volta che si avvicinava a loro. Lei ci aveva pianto una o due volte, ma poi aveva capito che non ne valeva la pena. Perché lei aveva lui.

“Ciao! Come stai?” “Bene… ma stasera sei tu quella che sta meglio! Il blu ti sta bene! Perché non te lo metti mai?” Bella arrossì. “Non sapevo che mi stesse bene…” sussurrò. In lui non vedeva solo un amico con cui passare i pomeriggi. A lei piaceva Edward. Ma a lei piaceva davvero tanto, troppo. Forse a lui non interessava nemmeno di lei. Forse non la trovava nemmeno carina. Però quel complimento la fece felice come mai prima di allora. “Allora cosa facciamo stasera?”

 

Bella si riscosse dal sogno ad occhi aperti.

Lui non c’era più.

Ma quel ricordo era così vivido che le sembrava di poterlo abbracciare. Di potergli dire quanto lo rivolesse accanto, cosa che non era mai successa.

Ma Edward Cullen, ormai era solo un riflesso… Un’ombra lontana che si stava dissolvendo negli anni.

Ne erano passati già sette di anni… Ma a lei sembravano un’eternità.

Perché non sopportava l’idea di averlo perso per sempre.

Qualcuno bussò alla porta. Bella non pensava che il postino lavorasse anche il giorno di Natale. Andò ad aprire la porta.

“Buon Natale Bells…” solo una persona poteva chiamarla così. Ma non poteva essere… Non poteva essere.

“Edward…” riuscì a sussurrare la ragazza.

Era lui. Ora ne era sicura. Ma perché è ancora così dannatamente bello?

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Rincontrarsi ***


“Edward…” riuscì a sussurrare lei con un filo di voce. Come era possibile che fosse lui? Come era possibile che fosse così perfetto? Queste erano le domande che passavano per la mente di Bella.

Perché lui era una meraviglia per gli occhi, era di una bellezza indescrivibile. E stava fissando proprio lei, con quegli occhi color topazio.

Ma Edward aveva gli occhi di quel colore?

Bella non riusciva a capacitarsi del cambiamento che era avvenuto in lui… beh non si vedevano da ormai sette anni. I ragazzi maturano… di sicuro anche lui la aveva trovata cambiata.

Ma lei era solo una povera ragazza, nella norma; lui era diventato un angelo sceso in terra. Perché non sembrava di quel mondo.

Il desiderio di Natale di Isabella si era avverato: Edward era lì, con lei.

E stavolta non era un miraggio, perché lei gli saltò al collo con una tale forza che lo fece barcollare. Non perché fosse un tipo mingherlino, anzi, ma di sicuro non se l’aspettava. “Oddio non ci posso credere… tu sei qui…” e lacrime calde, lacrime di gioia, iniziarono a rigare il volto della giovane. “Ehi Bells! Sì sono qui… Ora non piangere” cercò di tranquillizzarla lui baciandole dolcemente la fronte.

Era incredibile averlo lì, in carne ed ossa… Era tutto così surreale. Persino lui sembrava venuto da un’altra galassia. D’improvviso non sembrò passato neanche un giorno da quando si erano dovuti separare con grande tristezza.

“Mi sei mancato, non lasciarmi più…” riuscì a sussurrare Bella. Ma tutto quel contatto fisico… se lo potevano permettere dopo sette anni di assenza?

 

 

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La mia Bells… Adesso è qui… Edward non riusciva a credere che la ragazza gli fosse saltata addosso come se non si vedessero dal giorno prima.

Ma lei non era più un bambina: era una donna. Una bellissima donna… pensò il vampiro. E subito fu tentato di buttarsi su di lei, di dirle che non la avrebbe lasciata più. Però non poteva… perché non c’era futuro per due come loro. Una umana e un vampiro…

L’ultima volta che la aveva vista, aveva ancora il viso da bambina… Adesso aveva dei lineamenti pur sempre dolci, ma diversi… più maturi. E le forme erano completamente cambiate.

Quel corpo poteva appartenere davvero alla timida e dolce Isabella Swan?

Forse si stava solo sognando tutto… ma lui non poteva più dormire quindi quello che stava vedendo e provando era vero.

Lui, il vampiro; lui, lo stronzo: lui, l’uomo senza un’anima, amava quella ragazza. E stavolta ne era sicuro. Non era una semplice tentazione come ciò che provava per Victoria. Erano come due calamite…

Lui sentiva di appartenere a Isabella Swan… e non la voleva possedere come le altre. Voleva essere l’unico per lei… L’unico in grado di far perdere al suo cuore un battito. L’unico in grado di farla arrossire in quel modo così incantevole.

Ma si stava scordando ciò che era, e questo non andava bene…

“Ti va di parlare un po’?” domandò lui per sciogliere l’abbraccio che si era fatto soffocante… Il sangue le pulsava nelle vene e lui era così vicino al suo collo…

NO!

Non ci doveva neanche pensare… Perché non avrebbe mai fatto del male alla sua fragile Bells. “Certo…”

 

                                  

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Parlarono per molto tempo, più o meno fino all’ora di pranzo. Edward la invitò a casa sua, insieme ai suoi parenti, che poi si restringevano alla cerchia ristretta del padre, delle due sorelle e del marito di una delle due. Solo mentre camminavano per le strade ammantate di neve di Londra, Bella ebbe il coraggio di porgli una domanda. “Edward… in questi anni hai avuto… insomma… delle donne?” senza accorgersene la ragazza enfatizzò su donne, come per intendere… Hai pensato a qualcun’altra?

Lui tacque e poi parlò, a bassa voce… come se qualcuno potesse sentirlo. “Solo una… e mi ha tradito…” lo disse con amarezza, come se gli fosse importato di più di essere stato tradito che di averla persa per sempre.

“E chi era lei?” domandò Bella preoccupata.

Nessuno che possa competere con te… le avrebbe voluto rispondere Edward, ma dalla sua bocca uscirono altre parole. “Una donna che pensavo di amare… e sono addirittura scappato con lei per cinque o sei mesi, ma poi ho scoperto che mi tradiva per un signore del luogo e… me ne sono andato” abbassò lo sguardo. “Però alla fine è stato meglio, perché avevo già capito che la mia attrazione per lei era solo fisica… e che non mi interessava più di tanto. Anche se ha spezzato il cuore al vecchio me…” era bello, finalmente, potersi sfogare con qualcuno… “Come si chiamava lei, Edward?” “Victoria… Victoria Veleno” lei gli prese il viso tra le mani. “Tu ti meriti di più Edward…” lui le sorrise dolcemente.

Quello che però i due non sapevano, era che qualcuno stava ascoltando la loro conversazione. Qualcuno, da sotto la nera pelliccia, agitava indignata i capelli rosso fuoco.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. Basta un sì! ***


Edward non sapeva se la scelta che aveva fatto era giusta… Del resto era stato proprio suo padre ad allontanarli. Però il ragazzo sperava che il padre fosse cambiato, che a qual punto avesse capito quanto valeva per lui Bella.

Quella mattina, Carlisle gli aveva chiesto dove andasse e lui gli aveva raccontato di Bella, di come si sarebbe sentito più umano se l’avesse rincontrata. Sperava con tutto il cuore che l’arrivo inaspettato della giovane in casa Cullen, non destasse così tanto scalpore.

“Siamo arrivati” disse quando arrivarono davanti al portone d’ingresso di casa. “Qua?” domandò Bells sbalordita. “Sì… qua” lui sorrise e aprì la porta.

Come previsto, Alice era già all’entrata. “Ehi Edward!” iniziò con un sorriso gioviale. Suo fratello sapeva già dove la ragazza volesse arrivare. “Oh e tu devi essere Bella! Edward ci ha parlato tanto di te!” le porse la mano.

Bella sembrava sbigottita, confusa. Chissà cosa stava pensando? Un attimo… lui poteva sapere i suoi pensieri. Si concentrò nella sua direzione ma… nulla. Il vuoto più totale. Sentiva i pensieri di tutti, ma di lei no.

Isabella Swan, tu non smetti mai di sorprendermi…

 

                                     

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La casa di Edward era immensa… non aveva mai visto una casa così grande. Quando entrarono, c’era una ragazza ad aspettarli alla porta. Era minuta, con capelli neri e occhi dorati. Prima salutò Edward e poi si presentò a Bella, dicendole che il ragazzo aveva parlato tante volte di lei.

Per quanto potesse sembrare assurdo, Edward non si era mai scordato di lei.

Ha parlato di me…

Poi lui la guardò con uno sguardo strano, che non sapeva decifrare. “Ehm… sì sono Bella”  “Bene Bella, io sono Alice e questo qui è mio marito Jasper!” “Ehm… piacere…” poi dal salotto, una bambina fece capolino. Prima guardò Bella, e dopo urlò: “EDWARD!” e gli saltò addosso. “Hai mantenuto la promessa!” la bambina era davvero graziosa: dei capelli color grano incorniciavano il viso a forma di cuore. I suoi occhi erano differenti da quelli di tutta la famiglia. I suoi occhi erano di un azzurrino chiaro. “Tu sei Bella, vero?” domandò la bambina. “Lei è Rosalie… la mia sorellina!” disse Edward prendendola in braccio e facendole fare una giravolta.

Possibile che in quella casa tutti la conoscessero, mentre a lei erano ignoti i nomi di tutti i componenti della famiglia di Edward?

All’appello mancava solo il padre di Edward.

Era lui, anni prima, ad averli separati… Bella era molto agitata e si contorceva le mani. Se la avesse mandata fuori all’istante?

 

“Non posso più venire, Bells…” le parole le sembravano così lontane da essere del tutto irreali. “C… come?” “Mio padre… lui non vuole che io stia qui” alla bambina tremavano le gambe.

No, non gli potevano portare via lui…

“Quindi è un addio?” domandò lei con la voce rotta dal pianto. “No, un arrivederci. Perché noi ci rivedremo Bella. Non so quando, non so come, ma ci rivedremo. Prima o poi verrò a prenderti, ma tu mi devi promettere che non smetterai mai di sperare… Okay?” “Okay…” sussultò lei stringendo i pugni e trattenendo le lacrime. Doveva essere forte. Lui non stava piangendo. “Arrivederci Edward” “Arrivederci Bells…”.

 

Quel giorno era arrivato, e loro due non se lo sarebbero fatti portare via da nessuno. Perché una volta rincontrati, di sicuro non si sarebbero più lasciati.

Finalmente, Bella vide il padre di Edward scendere le scale, ed ebbe paura.

Molta paura.

“Ciao Edward…” disse. Stranamente sul suo volto era comparso un sorriso. “Papà, lei è Bella… la mia… amica d’infanzia”. Il padre sembrava molto giovane, con capelli biondi e occhi d’oro, come gli altri. E ovviamente, anche lui, era bellissimo. Sembrava un angelo.

“Piacere Bella, io sono Carlisle” sfoggiava ancora il suo sorriso.

“Papà?” Edward richiamò la sua attenzione. “Io e Bella possiamo continuare a vederci?” Bella sperava che non tirasse subito in ballo quell’argomento. Il viso di Carlisle si fece pensieroso.

“Basta un sì, Carlisle…” disse Alice speranzosa. “In questo caso… Non posso fare altro che darvi il mio sì!” e il sorriso ricomparve sul volto dell’uomo. “Ma ora andiamo a tavola… E’ Natale, voglio offrire all’amica di mio figlio un pranzo come si deve!”.

Era possibile che il sogno di Natale di Bella si stesse avverando, finalmente?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. Un Lungo Viaggio... ***


Aveva preso la nave diversi giorni prima.

La Spagna l’aveva già passata e adesso si dirigeva dritto verso l’Inghilterra. Voleva che quel lunghissimo viaggio finisse presto. Non che fosse stato impaziente di vedere la sua “cuginetta”, ma non sopportava più lo stare chiuso in una nave. La sete lo divorava e la bestia dentro di lui scalpitava per uscire. Mai come in quel momento sentiva il bisogno di nutrirsi, ma non poteva assalire un passeggero qualunque sulla nave.

Resisti, trattieni la Bestia.

Doveva solo arrivare alle coste dell’Inghilterra, e poi si sarebbe fermato per un po’ lì… a rifocillarsi.

Ormai mancava poco alla libertà, bastava concentrarsi su qualcos’altro.

Da quando aveva saputo di essere l’unico tutore di una bambina che neanche conosceva, non aveva avuto molto tempo per sé stesso. Aveva tentato in tutti i modi di convincere i giudici che lui non era la persona giusta per accudire una bambina, ma loro erano stati irremovibili. Così adesso si trovava in una nave, in attesa di arrivare a Londra. Là si sarebbe dovuto recare all’indirizzo che gli avevano lasciato e spiegare alla bambina che lui era il suo unico tutore, nonché un cugino alla lontana.

In teoria lui era un cugino alla lontana… In pratica sarebbe potuto essere benissimo un suo antenato.

Il vero problema era che Liam Swan, era morto anni fa, insieme all’umanità che ormai era solo un ricordo lontano. Perché lui non era un vampiro comune. Mentre la sua umanità e la sua anima erano sparite - cosa che non succede agli altri vampiri- aveva ricevuto in cambio inestimabili poteri. Però dentro di lui c’era una bestia, che scalpitava per uscire fuori e per farlo diventare in tutto e per tutto un’animale.

Lui, nonostante tutto, si opponeva ancora. Cercava in tutti i modi di segregare quella parte di sé in un posto remoto del suo essere. La Bestia era comparsa quando la sua anima se ne era andata definitivamente, persa nell’aria.

Era una maledizione, inflitta a tutta la sua famiglia molti decenni prima da Moltach, uno dei maghi più potenti della terra.

 

Anima alcuna nessuno di voi  avrà

ma una terribile Bestia, pian piano vi divorerà.

Voi: stirpe maledetta,

voi: pargoli nati dalla morte,

che la vostra umanità giaccia nelle viscere della Terra,

laddove cadono le anime dei perduti…

 

Ricordava ancora la litania minacciosa che il vecchio ripeteva con molta enfasi… Quelle parole riuscivano a colpire Liam nel profondo.

Perché quelle parole avevano condannato tutta la sua famiglia… ed era per colpa sua.

Per colpa di quella stupida sete che lo attanagliava sin da quando era diventato un vampiro, anche quando aveva ancora un’anima. Ma quel lieve bruciore alla gola non era nulla in confronto al fuoco che divampava in lui quando non si nutriva.

Non era nulla in confronto alla Bestia che faceva penetrare i suoi artigli nella carne, ogni qualvolta lui cercasse di opporre resistenza, di non uccidere più.

Perché lui era stanco di ammazzare… La Bestia invece lo voleva sempre di più. E quando lui era sazio, lei continuava ad uccidere per il solo piacere di farlo.

E, mentre una parte di Liam si ribellava, l’altra gioiva insieme alla Bestia, ogni giorno più forte.

L’unica cosa che faceva rimanere più o meno lucido il ragazzo, era il suo compito… La sua unica missione: fare in modo che nessun’altro della stirpe degli Swan, si trasformasse in vampiro.

Nel frattempo era arrivato. Era già calata la notte, come una cortina di piombo che scendeva sulla terra.

Era ora di cacciare…

Per lui, ma soprattutto per la Bestia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

A questo punto il racconto si tinge di rosso! Come avete potuto capire Liam è l’unico tutore di una certa Swan che vive a Londra… Ma che cos’è la Bestia?

A grandi linee lo ho raccontato in questo capitolo e, se vi devo dire la verità, l’idea della Bestia l’ho presa dalle Guerre Del Mondo Emerso che ho letto poco tempo fa… Ma è una Bestia molto diversa…

E presto scoprirete che Liam, in questa faccenda, non avrà solo il ruolo di tutore di Bella… Beh… alla prossima!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. Tutore ***


Era già notte.

Bella si era attardata fin troppo a casa dei Cullen, ma era stato uno splendido Natale. Di sicuro lei e Edward si sarebbero rivisti l’indomani. Lei avrebbe voluto anche dirgli del sentimento che provava, ma era troppo timida e poi si erano rincontrati dopo tantissimi anni di assenza.

Camminavano affiancati per le vie buie di Londra, illuminate solo da qualche raro lampione. Lui era perfetto, anche di notte, perché il buio sembrava aderire alla sua persona in modo innaturale, come se fosse stato un vendicativo angelo notturno.

“Mi sei mancata molto in questi anni…” disse lui d’un tratto, interrompendo il silenzio della notte. “Anche tu… Non puoi immaginare quanto” sussurrò lei pensosa.

Erano quasi arrivati a casa sua, quando, tutto d’un tratto, Edward s’irrigidì.

 

 

                                              ----------------------------------------

 

“Edward cos’hai?” domandò allarmata Bella. C’era qualcuno nel vicolo, Edward lo sapeva. Non era il tipico odore di un vampiro, ma non era neanche la dolce frenesia del sangue umano.

Inspirò a fondo.

Sì, c’era qualcuno. Ma non sentiva né il battito cardiaco, né il respiro di quella persona. Forse si stava facendo delle congetture? Era diventato iper-protettivo e paranoico?

“Niente… mi sembrava di aver sentito qualcosa” disse lui prendendo per mano Bella. Lei sembrò lusingata, ma non si trattava di un modo per corteggiarla. A quel punto si trattava di proteggerla da qualcosa di ignoto, che magari neanche esisteva.

Buio.

Intorno a loro c’era solo il buio più totale. Nessun movimento, nessun rumore. Avanzarono, Edward circospetto, Bella preoccupata per cosa gli potesse succedere. Passarono minuti, che per il giovane vampiro sembrarono ore. Riusciva ancora a sentire la presenza di qualcuno o qualcosa che si aggirava per i vicoli, ma non sentiva nemmeno i suoi pensieri. Strano, troppo strano… Ma ora devo rilassarmi. Finalmente arrivarono davanti alla porta di casa di Bella. “Così… siamo arrivati…” disse lei imbarazzata. “Eh già… così sembra” rilassati Edward, è solo una congettura.

“Posso farti una domanda?” attaccò Bella. “Certo… tutto quello che vuoi” “Perché adesso, Edward? Perché non qualche anno fa?” la domanda spiazzò Edward. “Questo non ha importanza, per ora. La cosa importante è che siamo tu ed io… non ci dobbiamo preoccupare d’altro per adesso” “Io voglio sapere…” “Non adesso” “Perché? Ho aspettato così tanto tempo e adesso non mi vuoi dire cosa succede?”.

No! Non poteva spiegarle che era un vampiro e che per sentirsi di nuovo umano era andato da lei, accorgendosi di amarla. Non poteva spiegarle che fino a quel momento era stato un codardo e non la aveva cercata per paura di suo padre.

Ma a volte, un bacio, vale più di mille spiegazioni.

All’inizio lei restò rigida, ma poi contraccambiò e il bacio si fece più profondo. Per Edward non fu un problema… si era nutrito il giorno prima. La baciò, ancora e ancora, seguì il contorno delle sue labbra e le carezzò il collo.

In quel momento la porta della casa di Bella si aprì, ed ecco di nuovo quell’odore che Edward aveva sentito per tutto il ritorno.

Davanti a loro c’era un giovane, forse di una ventina d’anni, anche se non si riusciva a distinguere bene la sua età. Aveva capelli del colore del grano un po’ sparati di qua e di là, era alto e aveva lineamenti decisi. Ma gli occhi erano il fulcro di tutta la sua immagine: erano di un colore che Edward non aveva mai visto, né a vampiri né ad umani… Erano viola, e dentro a quelle iridi viola si agitava qualcosa di feroce, che scalpitava per uscire fuori. Edward notò solo in un secondo momento che un taglio appena visibile gli segnava il volto da parte a parte.

Bella, con il terrore dipinto in faccia domandò: “Che ci fa lei in casa mia?” la figura misteriosa sembrò confusa quanto lei. “Casa tua? Quindi tu sei Isabella Swan?” “Ehm… sì… e questa è casa mia”. Edward continuava a scrutarlo. Possibile che fosse un vampiro? Non riusciva a sentire i suoi pensieri, proprio come era successo con Bella quel giorno.

“Ma mi avevano parlato di una bambina…” “Sì può sapere di cosa stai parlando?” sbraitò lei adirata. “Ehm… Piacere io sono il tuo tutore, Liam Swan…” disse lui ridacchiando. “Un tutore? Ma cinque anni fa mi avevano dato la notizia che non erano riusciti a trovare un parente…” “Beh sì, mi hanno trovato in ritardo. Sono un tuo cugino alla lontana” Edward voleva mettersi a ringhiare addosso a quel tizio. Bella invece pensava che non le potessero mandare un totale sconosciuto in casa. Comunque non aveva scelta… doveva tenere il tutore, o meglio, il tutore doveva tenere lei. Subito dopo si accorse che sia Liam che Edward la guardavano in un modo strano. “Cosa c’è?” domandò lei. “Niente…” risposero all’unisono. “Bene… io credo di dover andare, mio padre mi aspetta a casa” si sporse verso Bella e sussurrò: “Ti amo Bells, non dimenticartelo…” detto ciò le posò un delicato bacio sulle labbra. La ragazza entrò in casa prima di Liam. “Comunque sì, sono un vampiro… e anche tu lo sei giusto?” Edward rimase sbigottito. “Non ho mai visto un vampiro con gli occhi viola…” “E io non ne ho mai visto uno con gli occhi dorati…” “Hai intenzione di farle del male? Sappi che la pagheresti cara…” “Figurati! Non mi interessa il suo sangue…” stava per chiudere la porta ma poi concluse dicendo: “Comunque ottima scelta… E’ davvero carina”. La porta si richiuse e Edward rimase al freddo, in mezzo alla neve di Londra. Doveva andare in fondo a quella situazione e non si sarebbe certo fatto mettere i piedi in testa da uno stupido tutore!

 

 

                                         ----------------------------------------------

 

Troppi avvenimenti quella sera… Bene, aveva visto una sua lontana cugina baciarsi con un vampiro, che evidentemente l’avrebbe trasformata. Doveva impedirlo a tutti i costi. Doveva parlare a quel vampiro in separata sede o la sua missione sarebbe stata un fiasco. Intanto Bella lo aspettava seduta al tavolo. Ma la cosa più scioccante era che Isabella Swan fosse uguale a lei. Sembrava la stessa persona, tanto che quando la vide baciarsi con l’altro vampiro voleva ringhiare e prenderla con sé.

E’ attraente… non c’è dubbio.

“Ora mi spieghi perché diamine non hai declinato l’offerta…” era aggressiva. Ma a Liam piacevano le donne così. Poi calcolò il peso delle parole della ragazza. “Ehi ragazzina, pensi che io sia contento di stare qua?” “Oh, questo non lo so… so solo che io abito in un monolocale che è già piccolo per me… figuriamoci avere qualcuno di ingombrante come mi sembra che sia tu!” “Beh, questo non è un problema… Ho abbastanza soldi per comprare una nuova casa” Bella strabuzzò gli occhi. “Sì, hai sentito bene… Se vuoi domani vado da un agente immobiliare. Ne conosco qualcuno qua nei dintorni…” lei si morse il labbro.  Liam capì subito che era nervosa e indecisa. Prima che le potesse rispondere o perlomeno rassicurarla, un ricordo si affacciò prepotente.

 

Lei si morse il labbro. Lui conosceva troppo bene quel piccolo particolare… Lo faceva quando era nervosa. I suoi pensieri gli dicevano che era emozionata, che era nervosa per il semplice fatto che poteva stare con lui. Si scostò i morbidi capelli marroni dal collo e lo guardò con i suoi bellissimo occhi del colore del cioccolato al latte. “Amami Liam…” gli sussurrò. E detto ciò si avvicinò a lui, baciandolo.

Fu quella sera che Liam si accorse di amarla.

 

Scacciò via quella memoria dolorosa… Isabella Swan non è lei. Eppure era così uguale, anche nel comportamento, nei gesti, nelle parole. Anche solo vedere il suo viso per un’altra volta significava dolore. Ma non aveva scelta… Doveva conviverci.

Doveva convivere con il ricordo di Lisbeth…

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Okay… questo capitolo è il vero inizio di tutto… E di sicuro vi sorgono molte domande a questo punto. Spero che vi sia piaciuto perché io mi sto divertendo tantissimo a scrivere questa fan fiction!!

Intanto vi lascio qualche particolare…

 

Liam: http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/alex-pettyfer/alex-pettyfer-20080704-432829.jpg

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. E guerra sia... ***


Edward entrò in casa e si precipitò su per le scale, verso lo studio di Carlisle.

“Abbiamo un problema…” disse il ragazzo irrompendo nella stanza. Insieme a suo padre c’erano anche Alice e Jasper. Sua sorella era in una specie di trance, e fissava il vuoto ad occhi sbarrati. “Lo sappiamo” sussurrò Jasper. “C’è un nuovo tipo di vampiro…” osservò Edward. “Un… nuovo tipo?” domandò suo padre. “Sì, ha gli occhi viola… ed è… un parente di Bella” “Edward ma di cosa stai parlando?” domandò Alice risvegliata dalla visione. “Del problema!” “Beh, in questo caso ne abbiamo due di problemi…” “Cosa volete dire?” “Victoria è tornata… e vuole te, Edward” lui sapeva già cosa volesse dire il padre con questo. Doveva tornare con Victoria, perché faceva parte del patto. “Ma non mi interessa Edward. Ho preso una decisione: quando verrà il momento sarò io a trasformare Rose... Tu ami Bella, non posso vederti soffrire ancora” disse tutto d’un fiato Carlisle. Edward lo abbracciò, seriamente commosso. “Però Edward, devi sapere che lei farà di tutto per riaverti… Per lei tu sei parte di una collezione” disse Alice solenne. “Però noi siamo con te… Siamo la tua famiglia. E ora spiegaci il secondo problema” disse Jasper velocemente. “Non ne so molto, ma è il nuovo tutore di Bella… dicono che è il suo unico parente. Ha gli occhi viola e dentro ci si agita qualcosa… e poi ho motivo di pensare che possa leggere nel pensiero” disse d’un fiato. “Nient’altro?” domandò Alice. “Beh… niente di importante. Ah… ha una cicatrice che gli attraversa il viso” Carlisle sbarrò gli occhi. “Edward, qual è il cognome di Bella?” “Swan… perché?” suo padre sembrò ancora più turbato. “Bella non deve essere trasformata in vampiro per nessun motivo al mondo…” “Cosa?” “Perché in quel caso…” continuò Carlisle: “… la sua anima sarà persa per sempre”.

 

                                     

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Si era seduto ai piedi del suo letto e la guardava dormire.

Era incredibile quanto le somigliasse.

Eppure non era lei. Perché lei era morta anni fa. Il dolore gli attanagliò lo stomaco. Solo pensare a Lisbeth faceva risvegliare la Bestia e la faceva emergere più prepotente di prima. Ormai erano le sette. Decise di uscire e lasciare Bella e i suoi ricordi da soli.

Le aveva detto che avrebbe trovato un’agente immobiliare, ma lui poteva fare di meglio. Aveva una grande casa vicino al centro di Londra: era di suo padre. Certo, c’era un po’ da fare, ma nulla che lui non potesse fare in qualche oretta di lavoro. Però per farle avere una bella sorpresa aveva bisogno di un po’ di tempo, quindi lei non si sarebbe dovuta svegliare. Tornò nel monolocale e recitò una breve litania. La avrebbe fatta dormire fino a mezzogiorno.

Arrivò alla casa poco dopo. Era in decadenza, ma lui aveva portato con sé il materiale per rimetterla in sesto…

Ricordati che lo fai per lei, Liam…

BASTA! Continuava a pensare a Isabella Swan… Smettila con queste cazzate e torna a lavoro! Sì, era quello che avrebbe fatto.

 

 

                                  ------------------------------------------------------

 

Il sole mattutino non arrivò. Un’altra giornata fredda e nuvolosa a Londra.

Bella guardò l’orologio: era già mezzogiorno! Non aveva mai dormito così tanto in vita sua. Qualcuno bussava alla porta. Andò ad aprire e trovò un Edward preoccupatissimo davanti alla porta. “Buongiorno…” “Ho bussato per tanto tempo, dov’eri?” “Oh, scusa. Io stavo dormendo…” disse lei imbarazzata.

“E quel tizio di ieri sera?” “Sinceramente non lo so… Entra dentro, fa freddo là fuori” lo prese per mano per trascinarlo dentro e si accorse che le sue mani erano due pezzi di ghiaccio. “Oddio, stai male!” “No, perché?” “Hai le mani così fredde…” “Non è niente, non ti preoccupare…” detto questo entrò in casa.

Si sedettero sul piccolo divanetto e Edward la baciò.

Bella non era abituata a ricevere così tante attenzioni… Soprattutto da un ragazzo così perfetto. “Quindi… diciamo che… ufficiosamente siamo fidanzati?” “Da domani non solo ufficiosamente, ma anche ufficialmente… se per te va bene” lei sgranò gli occhi. “C… cosa?” “Sì lo so che non ci vedevamo da sette anni, ma io ti amo Bells. Ti amo più di qualsiasi altra cosa” le prese le mani. Lei non poteva credere che le stesse succedendo tutto questo. “Stai scherzando? Io sono felicissima! Non ci posso credere!” lo abbracciò stretto.

Edward non voleva che il fidanzamento fosse così repentino, ma le attenzioni erano l’unico modo per non farle sospettare di lui e di tutta la sua famiglia.

Del resto Bella non poteva sapere che erano vampiri, o sarebbe voluta stare con Edward per l’eternità…

“BUONGIORNO BELLA!” la voce proveniva dalla porta. Era Liam che le sorrideva come un ebete. Quando si accorse che c’era Edward si incupì. “Ah c’è anche lui…” “Sì ci sono anch’io” disse Edward ostile. “E sei arrivato in tempo per sapere la grande notizia…” continuò Edward, ma la ragazza lo interruppe. “Domani io e Edward ci fidanziamo!” esclamò. Un’ombra scura passò sul volto di Liam, ma poi si ravvivò subito e disse: “Beh… forse domani non sarà possibile dato che Bella sarà impegnata… Del resto dobbiamo comprare i mobili per la casa nuova” “COSA?” domandò Bella euforica. “Oddio! Come hai fatto a trovarla così in fretta?” lo abbracciò. Edward sapeva che era un abbraccio familiare, ma non poteva fare a meno di essere invidioso. Liam rise sotto i baffi.

Tra i due era iniziata la guerra.

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

MUAHAHAHAH!! In questo caso io direi semplicemente… il triangolo sì! E voi che ne pensate?? Lasciatemi una recensione su questo capitolo, mi raccomando!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. Il Ritorno della Bestia ***


Bella si guardò intorno esterrefatta. Dalla sua espressione, sembrava che non avesse mai visto una casa come si deve.

“Ti piace?” le domandò Liam. “Tantissimo… Grazie!” lo abbracciò di nuovo e Edward sentì montare la rabbia. Toccala un’altra volta e sei morto, di nuovo. Il vampiro dagli occhi d’oro sapeva di poter contare sul fatto che Liam sapesse captare i pensieri. Quello che non sapeva però, era il fatto che li potesse anche trasmettere.

Allora tu prova a trasformarla ed è morta tutta la tua famiglia. Edward capì subito quello che voleva dire.

Lui sapeva.

E poteva essere un bene, quanto un male. Ma non si spiegava il perché del non volerla trasformata. Perché non vuoi che si trasformi?gli domandò mentalmente. Pronto?! Non è bello avere una Bestia dentro… Se uno Swan, viene trasformato in vampiro la sua anima se ne va e rimane la Bestia.

Edward rabbrividì. Non poteva immaginare Bella, trasformata in un essere disumano, che a continuamente sete e che uccide per il gusto di farlo, esattamente come Liam.

Cretino… riesco a sentire i tuoi pensieri. E comunque io mi trattengo… Ci sono degli Swan, in questo mondo, che sono poco più che animali.

Era vero. Riusciva a sentire i suoi pensieri. Cos’altro puoi fare? la curiosità lo attanagliava.

Innanzitutto ho i sensi triplicati rispetto a voi. So muovermi più velocemente e so farmi tutt’uno con gli elementi… Edward rimase basito. Non conosceva nessun vampiro con così tanto potenziale. Se lo avesse voluto sarebbe stato una forza inarrestabile.

Io SONO una forza inarrestabile. E comunque so usare anche qualcos’altro… Sai, si chiama compulsione. So sottomettere le menti più deboli. Dammi un giorno intero e Bella sarà mia.

Il vampiro dagli occhi d’oro si sentì raggelare. No, Bella non poteva essere sua. Della compulsione ne aveva sentito parlare, ma quel potere era tanto raro quanto pericoloso. Una parola, e Bella sarebbe potuta essere sua. Doveva trovare un modo per annullare quel potere. Ma poi rammentò una cosa. Liam, su Bella i nostri poteri non funzionano. Lui rise sguaiatamente. “Liam, cos’hai?” domandò Bella. “Niente, stavo pensando ad un aneddoto divertente…” Forse i tuoi… ma ricordati che io sono di un livello superiore. Io sono un nuovo vampiro. Edward iniziò a temere che non ci fosse speranza, che fosse tutto perduto.

E lui sapeva cosa sarebbe successo se anche Liam si fosse innamorato veramente di lei… La avrebbe trasformata, anche a costo di inculcarle dentro la Bestia, così facendo.

Io ho una missione, Cullen. E una sciocca umana non me la farà perdere di vista. Di che missione si trattava? Cosa c’era di più importante dell’amore?Ormai chi crede nell’amore? domandò scettico il vampiro, che aveva sentito tutti i pensieri di Edward. Anche lui aveva pensato a lungo che credere nell’amore non servisse a niente, ma quando aveva ritrovato Bella aveva capito che era l’unica ragione per cui combattere. Liam lo guardò, uno sguardo penetrante, e Edward vide di nuovo quel qualcosa che si agitava nelle iridi viola. Adesso però sapeva dargli un nome: la Bestia.

 

                                         

                                            ----------------------------------------

 

Era soddisfatto del suo lavoro.

Bella era felice, Edward furioso. Ma intanto la Bestia, nelle viscere, rincominciava ad animarsi, spinta dal dolcissimo odore del sangue di Bella. Liam però, riusciva ancora a domarla.

“E adesso cosa facciamo?” Liam sorrise. “Speravo che potessimo andare insieme a scegliere i mobili…” a lei brillarono gli occhi. “Sì, mi piacerebbe tantissimo! Magari riusciamo a fare tutto oggi, così domani non si dovrà rimandare il fidanzamento…” osservò poi. Questa osservazione, a Liam, piacque un po’ di meno. Aveva bisogno di un po’ di tempo.

Ti prego, Bella. Dammi almeno il tempo di conquistarti. Mentre qualcosa in Liam si smuoveva, la Bestia si affacciava prepotente. In Bella vedeva una potenziale “nuova recluta”, un potenziale nuovo corpo dove poter andare ad abitare.

Poi sentì qualcuno bussare alla porta. Subito dopo l’odore di vampiro gli invase le narici. Ma non era l’odore di Edward, era l’odore di un vampiro che si nutriva di sangue umano…

Senti anche tu l’odore? domandò al vampiro che gli stava affianco. Sì, e purtroppo so anche di chi è. Liam lo guardò sbigottito. E’ Victoria Veleno, la vampira che mi ha trasformato. Al vampiro dagli occhi viola sfuggì un sibilo. Come aveva potuto condurla fin qua dove c’era Bella? E’ venuta per vendicarsi e per riprendersi me. Edward si fece più determinato. Ora entrerà, ma dobbiamo essere pronti a spodestarla. Liam assunse un’aria interrogativa. Dobbiamo? Poi successe tutto molto velocemente: i cardini della porta saltarono via e, mentre Bella chiedeva cosa stesse accadendo, Victoria entrò nella casa. Aveva l’aria di chi era stato appena mollato in pubblico ed i suoi occhi rossi scintillavano. Anche Liam capì che la vampira lì davanti voleva vendette e soprattutto, riprendersi ciò che secondo lei le apparteneva.

La vampira dai capelli rossi agguantò Bella per la gola e la sbatté al muro. A quel punto fu la rabbia a prevalere e, mentre Edward si era già scagliato su di lei senza risultato, gli occhi di Liam si fecero lentamente tutti neri e il viso sembrava quello di un demone.

Era arrivata la Bestia.

In un decimo di secondo fu alle spalle di Victoria e la buttò per terra con una forza inaudita. Poi si avventò alla sua gola e le staccò la testa. Era tutto finito… ma non per la Bestia che saggiò l’aria e si diresse verso Bella. Edward si avvicinò a lei che era rimasta impietrita ed un ringhio gutturale uscì dalla sua gola.

La ragazza invece, non riusciva a muoversi da dov’era. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo e soprattutto cosa fossero quei due ragazzi. Quello che però la spaventava di più era Liam, con gli occhi neri e la faccia rigata da tante piccole linee nere che partivano dagli occhi.

La Bestia aveva assalito Liam, e questo Edward lo sapeva. Ma poi si accorse che la spessa cortina che gli copriva la visuale per la mente del vampiro era leggermente sollevata. Così si sforzò e guardò. In un lampo fu travolto da ricordi dolorosi, e riuscì a comprendere perché Liam fosse così attaccato a Bella.

“Liam fermati! Tu non sei la Bestia… Combatti!” gli occhi si fecero un po’ meno neri, ma continuò ad avanzare a passo lento.

Bella cercava di mettere assieme gli elementi… Poi la bocca di Liam si dischiuse e vide i lunghi canini scintillanti. Si girò verso Edward: anche lui.

Vampiro, vampiro, vampiro! le urlava la sua mente. Poi sentì un dolore lancinante al collo e cadde a terra.

“Smettila Liam! Lei è Bella, lei è Lisbeth!” lui si girò, smettendo di mordere Bella ed i suoi occhi tornarono alla normalità… poi cadde anche lui a terra.

Aveva bisogno di rinforzi per Bella che stava perdendo molto sangue. Suo padre: lui era un dottore.

Alice di sicuro aveva visto la scena… Infatti poco dopo la sua famiglia irruppe nella casa.

Carlisle trattenne il respiro ed esaminò la ferita di Bella.

“Edward… la Bestia le ha messo dentro del veleno!” Carlisle era quasi completamente calmo. “Cosa?!” “Devi succhiarglielo via…” “Non so se riuscirò a fermarmi!” a quel punto Alice si avvicinò. “O glielo succhi via o si trasformerà… Rassegnati Edward, io l’ho vista trasformarsi in una di noi… “ così il ragazzo posò le sue labbra sulla ferita e tentò di succhiarle via il veleno. Ma era troppo, ed il sangue così dolce. “Smettila, Edward! O morirà…” lui si staccò repentinamente. “Gliel’ho tolto?” “A questo punto dobbiamo aspettare il momento in cui si sveglierà…” osservò Jasper.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. Ricordi Estranei ***


“Respira?” “Sì, il battito è regolare…” sentiva voci lontane, molto lontane. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dagli ultimi avvenimenti. L’unico rumore che era riuscita a sentire in quei giorni era il battito del suo cuore, che assomigliava ad un vecchio scorbutico.

Cercò di aprire gli occhi.

Le figure erano indistinte, riusciva a malapena a seguire i contorni. C’erano due persone, forse tre e di sicuro due di loro si erano avvicinate al posto dov’era lei. “Bella? Mi senti?” una voce familiare, ma pur sempre troppo lontana per distinguerla bene. Quello che la ragazza sapeva, però, era il fatto che fosse una voce calma ed esperta. “Bella! Mi senti? Sono io… svegliati ti prego” quella voce la riconosceva. Non sapeva bene per quale motivo, ma l’avrebbe riconosciuta tra mille… “L… Liam…” biascicò. Ogni suono che emetteva le faceva un male atroce.

Poi un ricordo, un ricordo che lei non riusciva ad identificare si affacciò nella sua testa…

 

Le piaceva quando lui le metteva le mani sui fianchi. La faceva sentire unica. Lui la faceva sentire completa. Per una volta non doveva dipendere dagli altri, non doveva dipendere da suo padre… “Ti amo…” sussurrò lui. “Giurami che sarà per sempre” in quel momento lei sapeva di averne bisogno. Sapeva di aver bisogno dell’eternità per potersi dedicare completamente a lui, per appartenergli veramente. E se fosse morta, avrebbe voluto reincarnarsi tante e tante volte per continuare ad amarlo. “Io sono pericoloso per te” disse lui risoluto. “Allora trasformami… trasformami e vivremo l’eternità insieme” “E se non ci riuscissi?” “In quel caso anche all’inferno vivrò del tuo ricordo…” “…E per me la Terra sarà un inferno senza di te”. Lei si fece scivolare giù la sontuosa veste. Quella notte era per loro.

 

“Sì, sì sono io!” qualcuno le tese la mano.

Lei la strinse.

Era una mano innaturalmente fredda, qualcosa di disumano. In un lampo si ricordò. Vampiri, Edward e Liam erano due vampiri.

Pian piano mise a fuoco le figure, erano proprio loro. Si ritrasse con un urlo disumano. “Bella, non ti faremo del male… Non siamo noi i cattivi” lei tastò la superficie sulla quale l’avevano messa. Un letto.

Cadde giù con violenza. Le doleva tutto il corpo, si sentiva un verme, senza ossa o arti. Cercò di alzarsi in piedi per scappare, ma il dolore prevalse. In un attimo Liam le fu davanti.

“Respira, butta fuori l’aria…” la guardava con quegli occhi viola, il cui colore le era sconosciuto, ma il taglio e l’espressione le erano così familiari…

Un altro ricordo sconosciuto…

 

I suoi imploranti occhi color topazio le chiedevano di perdonarlo. Ma lei era una donna ferma, non si sarebbe lasciata intenerire. “No, non ti perdono…” “Ma dai! Non è colpa mia, non mi hanno prolungato la licenza, adesso però sono tutto per te” si avvicinò per darle un bacio, ma lei si scansò indignata. “Non puoi capire quanto mi stai facendo soffrire… La guerra imperversa al fronte e…” “… e tu lascia tutto. Scappa con me. Trasformami e scappa” lo baciò con tutta l’intensità possibile. Lo voleva solo per sé. Era un desiderio egoistico e senza senso, ma lei lo voleva con tutta sé stessa. Ne sentiva il bisogno. Avrebbe affrontato la morte per lui.

Cos’erano quei due ricordi? Quei flashback, che non riconosceva come i suoi? “Lisbeth…” sussultò Liam.

Poi un altro paio d’occhi… Quegli occhi invece erano color topazio, come quelli del ricordo. Spinta dalla sicurezza che quegli occhi topazio appartenessero alla persona del flashback, lei si gettò al collo di Edward. Poi riconobbe il suo amato, e lo baciò con intensità.

 

 

                                    -------------------------------------------------

 

Per un attimo Liam aveva sperato, ma subito dopo una nuvola scura aveva intralciato il suo cielo azzurro.

Forse non cercava lui, forse cercava Edward. Eppure era così sicuro che quei ricordi appartenessero a Lisbeth…

Bella, gli occhi color topazio erano i miei… Non erano i suoi. Ma era tutto così complicato. Perché Lisbeth non poteva tornare e ricordarsi ciò che avevano passato insieme? Perché doveva ritornare in un modo così bizzarro, innamorandosi di un altro?

Bella e Lisbeth erano la stessa persona, ma allo stesso tempo non lo erano. Di questo ne era sicuro… Ma cosa era cambiato? Perché Bella doveva appartenere alla stirpe degli Swan? Tutte domande senza una risposta.  

“Voi mi dovete delle spiegazioni…” sibilò poi, avvicinandosi di più a Liam e accoccolandosi vicino a lui.

Ed ecco il lato di Lisbeth, che in quel momento padroneggiava su quello di Bella.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. Due Anime ***


Liam aveva bisogno della prova che Lisbeth vivesse realmente nel corpo di Bella - o meglio- che nel corpo di Lisbeth, convivessero due anime separate.

“Lisbeth?” la ragazza si girò. Edward parve spossato. “E’… impossibile. Lei è Isabella Swan” “Su questo ti sbagli carino” intervenne lei bruscamente. “Finalmente sono riuscita a confinarla per un po’… Un trucchetto che ho imparato da Moltach…” quel nome fece raggelare il sangue a Liam.

“Tesoro…” disse lei strusciandosi contro il ragazzo biondo. “Non è colpa tua… dovevo sapere che a quei tempi non eri abbastanza forte. Ma l’importante è che ora sono qui” disse premendo le labbra su quelle del vampiro. Lui non la riconosceva più: dov’era finita quella Lisbeth timida ma allo stesso tempo passionale. Dov’era la ragazza che tanto amava?

Poi sentì Edward ringhiare.

“Fai. Uscire. Bella” le sue parole erano un ordine. “Adesso non mi va... sono stata rinchiusa per ben diciassette anni, vedendo il mio corpo agire senza che io glielo comandassi. Rassegnati Edward, Bella è solo un involucro vuoto” ma in quel momento anche Liam si sentiva più vicino a Bella che a Lisbeth. Perché si era affacciata una Lisbeth spietata, mentre l’altra ragazza era nascosta… Quella per cui aveva costruito tutta la casa era Lisbeth o Bella? Quella per cui aveva domato la Bestia era la ragazza di tanti anni fa o quella appartenente alla sua stessa stirpe?

Tutte domande senza una risposta.

Un grido uscì dalla gola della ragazza: “Non ascoltarla Edward! Io ti amo… Salvami, ti prego!” Lisbeth si coprì la gola.

Perfino Liam capiva che Bella non era solo un involucro, quello che gli stava raccontando Lisbeth era tutta una tremenda menzogna. L’unica spiegazione plausibile - più o meno- era che in quel corpo vivessero due anime.

E che una delle due si fosse appena risvegliata.

Un attimo dopo il corpo di Bella e Lisbeth fu avvolto da uno spasmo. Gli occhi, che fino a poco prima riflettevano l’essenza dell’amata di Liam, tornarono quelli dolci e apprensivi di Bella.

Edward le fu accanto in un solo secondo. “Tesoro…” la baciò con passione.

E l’altro vampiro nella stanza provò una fitta di gelosia…

 

 

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Fu tutto così strano per Bella… come se qualcuno prendesse il totale possesso del suo corpo, e lo usasse come una marionetta. Tentava di urlare, ma dalla bocca non usciva alcun suono.

E intanto il suo corpo si avvicinava pericolosamente a Liam, flirtava con lui.

No! Lei amava solo Edward… L’altro ragazzo non era nient’altro che un amico, un conoscente.

Fammi uscire! le diceva. E tirava calci alla sconosciuta che aveva preso possesso del suo corpo. Mai… sibilava lei.

Ma Bella era più forte. Scalpitava per uscire, urlava, si dimenava, però nessuno a parte l’intrusa la sentiva. Lei doveva uscire, doveva rivedere il suo Edward e sentirsi cullata dalle sue braccia. Non le importava che fosse un mostro, un vampiro o qualcosa del genere… Lei lo voleva lo stesso e se fosse uscita fuori, prima o poi, avrebbe accettato la verità qualsiasi essa fosse.

Perché l’amore batte ogni cosa, anche quell’intrusa… Con un grande sforzo riemerse.

Subito Edward la abbracciò e la baciò passionalmente. “Edward…” sussultò lei. “Non mi interessa se sei un vampiro un mostro spaventoso o qualsiasi altra cosa… l’importante è che da adesso noi due restiamo insieme” “Ti racconterò tutto a tempo debito, ora riposa. Stavolta è stata dura” subito lei scivolò in un sonno profondo e senza sogni.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. Rivelazioni Indispensabili ***


Edward era visibilmente turbato. Nel corpo di Bella viveva anche una sconosciuta, che nottetempo era stata l’amante di Liam. “Io ho bisogno di riflettere…” disse quest’ultimo d’un colpo. “Va bene…” “Non mi venite a cercare, tornerò prima di sera” ma il vampiro dagli occhi dorati non aveva intenzione di fermarlo o tanto meno di cercarlo. Doveva aspettare che Bella si svegliasse, per spiegarle tutto.

Aveva voglia di abbracciarla per un’altra volta. Sì, poter riabbracciare quella ragazza era l’unica cosa che desiderasse. Il problema che però si affacciava ancora nella mente di Edward era il fatto della trasformazione. Lui la voleva con sé per l’eternità, ma non sarebbe mai riuscito a privarla dell’anima…. men che meno dopo aver visto come si era comportato Liam in un attimo di furia. Quel giorno aveva capito che bastava un attimo, e la Bestia avrebbe preso il sopravvento sul misterioso vampiro.

Ma ormai per Edward, quel vampiro non era affatto un mistero. Era riuscito a leggere i suoi pensieri mentre era impazzito, per così dire. E a quel punto quasi lo compativa; ogni volta che incrociava quegli occhi viola, vedeva una sofferenza eterna.

Anche se Lisbeth era tornata, non era come nei ricordi di Liam. Forse perché lui era accecato dall’amore, forse per qualche altro motivo che a Edward era ancora ignoto.

Poi un borbottio. Bella si era svegliata.

 

                      

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La testa le doleva ancora da matti, ma riusciva ad aprire gli occhi e a vedere di nuovo le figure in modo nitido. L’intrusa (così aveva iniziato a chiamarla) le inculcava ancora strane informazioni a cui lei non riusciva a dare origine. A volte, mentre dormiva, ci parlava persino, e quella le diceva di farsi da parte perché lei sarebbe tornata a possedere il suo corpo.

Ma l’amore per Edward era troppo forte… Quello che invece animava l’altra anima era solo puro desiderio di possesso: il voler tornare in vita.

L’intrusa non era mossa da nessun altro sentimento… Ma i suoi ricordi svelavano a Bella qualcosa di ignoto, qualcosa che faceva tremare persino Lisbeth.

Non è sempre stata così, ne sono sicura.

“Bella, mi senti?” lei fece un breve cenno d’assenso, appena accennato. La testa tornò a farle male. “Ci riesci ad alzarti?” lei annuì di nuovo. Sentì due mani gelide posarsi sulla sua schiena e sollevarla dal letto. “E’ meglio che io ti porti così fino alla mansarda” lei aprì gli occhi. Edward le sorrideva gentilmente, sentendo che il suo cuore si riscaldava. Ma mentre loro due salivano verso la mansarda dei Cullen, non riusciva a togliersi dalla mente due penetranti occhi viola.

Quando arrivarono, lui la posò lentamente su un ampio divano e poi le sussurrò: “Vuoi sapere la verità adesso?” “Sì, in questo preciso istante…” “Va bene, ma sappi che non è facile da spiegare” lei sorrise comprensiva. “E tu sappi che ti crederò, qualsiasi cosa tu dica…” così iniziò il racconto.

“La mia non è una famiglia normale… Mio padre ci adottò uno dopo l’altro quando eravamo ancora in fasce. Ci crebbe uno alla volta, nel rispetto per l’aristocrazia e per la classe sociale alla quale appartenevamo. Il fatto di cui però sono rimasto all’oscuro per molto tempo, era che mio padre è un vampiro. Lui si era affezionato troppo a noi… Così tanto da stringere un patto con una vampira più potente. Secondo il patto, lei ci avrebbe trasformati tutti in vampiri, ma in cambio noi dovevamo fare ciò che ci diceva. Nei primi mesi della mia nuova… situazione da vampiro, io sono fuggito con lei. Un po’ perché credevo di amarla, un po’ per il risentimento nei confronti di mio padre. Mia sorella, Alice, era stata trasformata prima di me ed aveva incontrato sul suo cammino Jasper. L’unica umana in casa adesso è mia sorella Rosalie, ma Carlisle si è ripromesso che sarà lui stesso a trasformarla.

La vampira con cui mio padre aveva stretto il patto era Victoria, Bella. E dico era perché ieri, quando si è venuta a vendicare dato che la avevo lasciata ed ero venuto da te, Liam l’ha uccisa” Bella rabbrividì.

Il ragazzo dai capelli biondi, il giorno prima, si era trasformato in un animale… in una Bestia. “E Liam… cos’è lui?” domandò poco convinta di volerlo sapere.

“Lui è un altro tipo di vampiro, Bella… Devi sapere che il colore dei nostri occhi determina la nostra dieta… Io e la mia famiglia abbiamo gli occhi d’oro perché non uccidiamo gli umani. Noi ci nutriamo di sangue animale… Victoria aveva gli occhi rossi perché si cibava di sangue umano e Liam… beh lui è un caso a parte…” il suo corpo fu percorso da un brivido mentre l’intrusa, nelle viscere, rideva sguaiatamente. “Spiegati…” lui prese un respiro.

“Per capire a fondo la storia di Liam, devi sapere che lui - parecchi anni fa- si innamorò perdutamente della figlia di uno dei più potenti stregoni della storia. Lei sembrava ricambiare, ma il suo desiderio fisso, era quello di essere trasformata in vampiro. Non pensava ad altro, e pregava lui di trasformarla il più presto possibile. Ma Liam sapeva che, del resto, non ne avrebbe avuto la forza e alla fine la avrebbe uccisa per la sete. Però il suo più grande desiderio era averla accanto per sempre e così tentò… Lui la uccise, Bella. E i sensi di colpa lo tormentano ancora oggi” la ragazza sentì che gli occhi le si velavano di lacrime. Non poteva pensare che Liam avesse un passato così doloroso alle spalle.

“C’è dell’altro… Il padre della ragazza, Moltach, impresse una maledizione a Liam e a tutta la sua stirpe, cioè quella degli Swan” Bella sentiva che il peggio doveva ancora venire.

“Se Liam si è comportato in quel modo disumani, ieri, era per colpa della Bestia, che lo divora giorno dopo giorno… Lui cerca di tenerla segregata nelle viscere del suo essere, ma quella ha sempre più voglia di sangue. Liam non è vegetariano, non lo può essere… anche se in tempi passati lo era” lei lo interruppe. “Ti prego, dimmi che ciò che ho capito è errato…” “Mi dispiace Bella, ma non posso…” “Oddio no, no…” “Io ti amo più di me stesso, ma non posso trasformarti…” NO! NO! NO! e intanto l’intrusa rideva malevola.

“… in quel caso tu perderesti la tua anima e la Bestia dimorerebbe per sempre in te. Come una presenza indissolubile che ha bisogno di sangue e morte. Non posso infliggerti un dolore così grave” una lacrima rigò il viso di Bella.

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Siamo arrivati ad un momento cruciale del racconto… Spero che si siano chiariti i dubbi riguardo al fatto che Bella non possa essere trasformata. Come anticipazione vi dico solo che Lisbeth si farà molto prepotente nei prossimi capitoli... EHEHEHEH!!

Comunque sia voglio ringraziare vivamente Giova71 che segue la storia con partecipazione e continua a lasciarmi piacevoli recensioncine su ogni capitolo! Grazie mille!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. Pensando al Passato ***


L’ennesimo bicchierino gli scese nella gola, forse più bruciante degli altri. Non era la prima volta che affogava i suoi dispiaceri nell’alcol… La prima volta era stato tanti anni fa, la prima notte in cui l’aveva rifiutato. Forse doveva aspettarselo sin da quel giorno…

 

“Adesso… questo è il momento giusto. Trasformami, Liam…” lui indugiava, seduto sul letto a baldacchino della camera della ragazza. Quella notte, come tante altre, era salito dalla finestra. Era un gesto molto romantico - eludere le sorveglianze ed incontrarla di nascosto- ma lei non se ne curava. Però quel ragazzo disperato era accecato dall’amore e si accorgeva a malapena che in quel periodo il suo era un amore a senso unico. Certo, per la loro relazione c’erano stati periodi migliori, ma lui confidava nel fatto che fosse una nuvola passeggera. “Io non ce la faccio Lisbeth…” sussultò lui. Lei si fece cupa. “Allora non ho nient’altro da dire… sparisci dalla mia vista” lui sentì che il suo cuore veniva trafitto e fatto allo spiedo. Lo avevano già fatto altre volte, di sicuro lei non aveva paura, per lei non era la prima volta… Gli sembrò che non lo amasse più come una volta.

 

Ed era la verità. Lisbeth era tornata chissà come, solo per avere quello che cercava anche duecento anni fa: l’immortalità. Ma il corpo era quello di una Swan, quindi la maledizione la avrebbe colpita se la avesse trasformata. E poi Bella non se lo meritava…

Bella… un nome che negli ultimi tempi si presentava nella sua mente un po’ troppe volte.

Non poteva innamorarsene. Edward e la sua famiglia erano stati premurosi nei suoi confronti e non lo poteva tradire così.

Ma lui la amava già: c’era poco da fare.

A quel punto c’era da capire se la amava veramente o amava i ricordi dei suoi tempi d’oro con Lisbeth, attraverso lei. Erano due cose molto diverse…

Perché l’amore con Lisbeth c’era stato, di questo ne era sicuro. Poi, poco dopo aver scoperto che lui era un vampiro, quella ragazza era cambiata. Aveva iniziato ad essere egoista, fredda e calcolatrice. Eppure lui ricordava ancora così bene la loro prima volta… quando lei era ancora incosciente di ciò che era lui…

 

“Amami” aveva sussurrato lei poco prima di spogliarsi dall’ampia veste. Lui invece era lì, ad aspettarla. “Io già t’amo…” e detto questo la baciò, con tutto l’ardore di cui era capace. Poi le bacio il collo e proseguì verso le spalle.

Nessuno poteva rovinare quel momento, nessuno poteva separarli… Da lì all’eternità. “Prima o poi scoprirò cosa sei…” disse lei, tra i baci.

 

Un altro bicchiere.

Era ancora sobrio e questo lo faceva arrabbiare da matti. Una volta era più facile ubriacarsi… Come quella volta in cui lui e Lisbeth erano andati ad una festa in maschera, tutti e due camuffati per bene: in modo che nessuno li riconoscesse.

 

Vagava per la stanza affollata. La stava cercando; ancora una volta. Quel giorno aveva voglia di vederla più di ogni altra cosa - come sempre del resto- ma quella volta era diverso. Tutti e due erano mascherati… potevano stare allo scoperto senza che nessuno li riconoscesse. Poi la vide: inconfondibile.

Indossava un vestito blu, molto stretto in vita che poi scendeva a campana, in una cascata di lustrini. Riusciva a riconoscerla perché la maschera lasciava scoperte le sue labbra. Le avrebbe riconosciute tra mille… Il labbro superiore poco più pieno rispetto a quello inferiore.

Bellissima…

“Eccoti finalmente” lei sobbalzò. “Lo ho fatto di nuovo?” “Intendi spaventarmi a morte? Sì, in quel caso l’hai fatto…” lui sorrise. “Un bicchiere?” “Ehm… in realtà io sono astemio” “Solo uno… del resto questa è una festa” lo prese.

Quello fu solo il primo di una serie interminabile di bicchieri alcolici.

 

Si riscosse… Ma quel giorno il flusso dei ricordi era troppo potente e la Bestia dormiva così profondamente che lui si sentiva sin troppo sgombro.

Ormai combattere contro la Bestia era diventato uno dei suoi unici impegni. Quel giorno era così silenziosa che lui addirittura non sapeva cosa fare. Non era certo come la prima volta che quell’orrore aveva iniziato a dilaniarlo…

 

Erano passate ormai alcune settimane da quando il vecchio stregone gli aveva inflitto la maledizione… Ma non aveva ancora alcun effetto collaterale.

Stava camminando, era notte. Gli piaceva la brezza notturna che gli sferzava la pelle. Da quando lei era morta non riusciva a pensare ad altro se non al suo corpo freddo; il corpo che si era ritrovato in grembo… Era stato così terribile, così devastante che aveva perso tutta la sua voglia di vivere. Persino la maledizione che il vecchio aveva scagliato su di lui, non lo aveva scalfito. La sua vita era finita senza Lisbeth.

Poi un dolore tremendo, come se qualcuno stesse cercando di ucciderlo dall’interno. Una zampata di un animale feroce: era l’unico modo per definire quell’atroce sensazione. In pochi decimi di secondi tutti i suoi sensi diventarono più acuti. Intanto qualcosa lo divorava dall’interno, divorava la sua anima. Urlò, un urlo disumano.

Ma ormai il suo corpo non apparteneva più a lui, bensì a quella Bestia.

 

Qualcuno entrò nel locale. Non si girò nemmeno a vedere chi fosse…

Lo sapeva.

“Ciao Bella” disse senza voltarsi. “Liam…” riuscì a sussurrare lei. “Ti ha raccontato tutto vero?” “Sì. E mi dispiace… mi dispiace molto per quello che ti è successo, ma ora io bisogno di te” lo disse con risolutezza, ma allo stesso tempo con dolcezza. Lui si voltò, la guardò. E lei posò le sue labbra su quelle del vampiro.

 

 

 

Nota dell’autrice:

Questi sono tanti flashback di Liam… E’ la parte finale che ci lascia un po’ perplessi… Beh scoprirete il resto nel prossimo capitolo.

A questo punto vorrei ringraziare anche Eliza1755, dato che anche lei segue la storia partecipando grazie alle sue belle recensioni! Allora grazie anche a lei!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. Questa è La Tua Anima ***


Ti prego, fa che io sia ubriaco… fa che questa sia tutta un’allucinazione… ma non era un’allucinazione. Nel suo bacio c’era rabbia, disprezzo, la sensazione di sentirsi tradita. E riponeva le sue speranze in lui.

NO! Non poteva pensare a ciò che stava succedendo. Non poteva fare questo a Edward, che era stato così gentile con lui. “Bella… Ferma!” ansimò. Lei si staccò e lo guardò con aria interrogativa. “Non posso fare una cosa del genere a Edward. Lui è stato gentile con me e…” lei lo zittì posandogli il dito indice sulle labbra. “Lui non mi vuole… Mi lascerà invecchiare. Non mi interessa la mia anima… Senza di lui non sono nulla!” iniziò a battere i pugni sul petto roccioso di Liam.

Dopo un po’, esausta, si appoggiò su di lui. “Non rimarrai sola… ci sono io con te. Ci sono io per sempre” ma glielo poteva garantire? Sarebbe riuscita a trasformarla?

No! La sua missione era proprio impedirlo…

“Bella, come posso trasformarti in un mostro?” sussultò lui. E intanto qualcosa si smuoveva nelle sue profondità… Ebbe subito paura che fosse la Bestia così scansò velocemente Bella. “No… la Bestia… sta tornando. Scappa!” lei stava per andarsene. Lui strinse i denti. Ma non sentì niente, anzi. Fu invaso da una strana sensazione, qualcosa gli attanagliava lo stomaco… Lo riscaldava. Però come poteva essersi riscaldato se le sue membra erano ancora fredde come il ghiaccio. D’un tratto si sentì vuoto.

La Bestia! Dov’è?

Non la percepiva… Al contrario sentiva qualcosa che gli mancava da tanto tempo. Fu travolto da una miriade di emozioni. Era possibile?

La maledizione era stata spezzata?

No, la Bestia era lì da qualche parte, pronta a cogliere la sua prima distrazione. Bella si avvicinò a lui, diffidente.

 

 

                                        --------------------------------------------

 

Lui le aveva detto di scappare, ma lei era rimasta.

Lo guardava, rigido al suo posto. Poi si rilassò e lei si decise ad andargli vicino. “Bella, mi sento strano…” lei non capiva. Ma poi il vampiro, che era rimasto ad occhi chiusi per tutto il tempo, li aprì e… “Liam…” “Cosa c’è?” domandò lui spaventato dallo strano tono di voce della ragazza. “I tuoi occhi sono… castano dorati” lui rimase immobile. “Impossibile… Ho ancora i sensi potenziati e… anche i doni, quelli non se ne sono andati” “I doni?” chiese lei sprovveduta. “Sì, alcuni vampiri hanno un dono che può variare dal leggere il pensiero, come Edward, vedere il futuro come sua sorella…” “Ah…” Edward non le aveva parlato di quello. Si sentì violata. “Non ti preoccupare, l’unico capace di leggerti il pensiero sono io…” “Ah… me ne sono accorta” lui poi si concentrò sullo specchio, che lo rifletteva con quegli occhi d’oro. “Come è possibile? Una maledizione è inviolabile… Mi sento così…” “… strano?” lo interruppe Bella. “Questa è la tua anima, Liam” l’intrusa dentro di lei iniziò a scalpitare perché voleva uscire.

E si sentì soffocare. L’intrusa la stava distruggendo dall’interno.

“Li… am… Aiuto!” disse col poco fiato che le rimaneva. Lui era ancora felice e incredulo, ma poi - guardando lei- tornò serio. Le si avvicinò. Si accorse che stava soffocando.

Provò a comunicare con lei tramite pensiero.

Bella, respira. Questa è Lisbeth - l’intrusa- vero?

Lei si accasciò a terra, ma mi rispose. Sì, sta agendo dall’interno. Fermala! Sto morendo… Chiuse gli occhi rassegnata. Ma lui aveva ancora molto da dare.

Non ci aveva mai provato ma era disperato. Del resto casa Cullen non distava molto.

Edward, aiuto! Lisbeth sta uccidendo Bella da dentro… Corri!

Lui non arrivava. Liam tentava invano una respirazione bocca a bocca. Poi, quando aveva perso le speranze, arrivò Edward. “Bella!” per fortuna non c’era nessuno nel locale, a parte l’oste che li guardava spaventato.

“Liam… i tuoi occhi…” “Sì lo so… ma adesso sbrigati! Dobbiamo tirare fuori Lisbeth…” “Ma ci serve uno stregone!” “Lasciatemi passare!” esclamò una donna. “E’ lei chi è?” era davvero graziosa… Un viso a forma di cuore, capelli castano chiaro e occhi d’oro. Una vampira. “Sono la persona di cui avete bisogno!” mise le mani sullo sterno di Bella, che giaceva esanime a terra.

Iniziò una litania stranissima e Bella urlò disperata. “Le fa male!” “Rilassatevi… quella è l’altra…” disse lei risoluta. Una nube azzurrina si alzò sopra le loro teste. Prima che potesse evaporare, la donna misteriosa agguantò una bottiglia vuota e la fece entrare dentro di essa.

“Anima in bottiglia…” sorrise risoluta e porse la bottiglia a Liam.

Lui sapeva che quello era lo spirito della persona che aveva amato. “La ragazza ce la farà?” “Suppongo di sì… Tra poco si sveglierà” Edward era davvero curioso dell’identità della donna. “Se non le arreco troppo disturbo… Mi potrebbe rivelare la sua identità?” “Mi chiamo Esme, sono una strega… e una vampira” i due giovani vampiri rimasero a bocca aperta. “Beh… qua c’è da cancellare la memoria di qualcuno…” osservò Liam rompendo il silenzio e afferrando per la camicia l’oste.

Era finita. O quasi…

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Siamo quasi alla fine di questa avventura… Ringrazio adesso tutti quelli che mi hanno sostenuto, perché l’epilogo ve lo voglio far godere tutto!

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Capitolo 16
*** Capitolo Finale. Io Credo Nell'Amore ***


POV LIAM

 

E’ passata ormai una settimana dalla scomparsa di Lisbeth; la scomparsa definitiva. Il giorno dopo gli avvenimenti io, Edward e Bella, avevano sotterrato la bottiglia con quell’animo tanto malvagio…

Bella mi aveva chiesto se poteva essere lei a buttare giù quella bottiglietta. Io acconsentii…

Alla fine fu un addio. Un addio ad una persona che, duecento anni prima, avevo amato con tutto me stesso.

Ma a questo punto inizio a domandarmi chi sia veramente Liam Swan; cosa abbia fatto per questo mondo. E’ ora di rendersi utile. Del resto, ho ancora un’eternità davanti.

E stavolta non mi spaventa il tempo. Perché non sono più prigioniero: nessuno degli Swan lo è.

Ieri ho preparato la valigia.

La nave parte oggi, di mattina presto. Potevo anche decidere di rimanere un po’ di più, ma non ce l’avrei fatta.

Lei.

Era ancora nei miei pensieri. Avevo ancora sulla bocca il sapore del suo bacio. Era stato uno sbaglio, certo… Ma era stato pur sempre un bacio. Forse era quello ad avermi restituito l’anima. O forse qualcos’altro. Eppure nel mondo c’era ancora così tanto da scoprire, così tanto da esplorare.

Anche per questo motivo sto partendo. Voglio allargare i miei orizzonti, conoscere nuove terre, esplorare nuovi territori.

Perché del resto è sempre stato il mio sogno, vagare verso l’ignoto. Verso ciò che non si può neanche immaginare.

La nave parte tra mezz’ora. Poco tempo per radunare le mie cose, e partire. Nel totale anonimato. E’ quello che ho sempre fatto.

Ma stavolta sento un vuoto. Vorrei che lei venisse con me… Ma il suo posto è a Londra, con i Cullen per il resto dell’eternità.

A proposito di Cullen, Carlisle - il padre di Edward- ha conosciuto Esme, la strega. E’ stato amore a prima vista e, per il loro clan si prospettano tempi rosei. Hanno scoperto che anche la piccola Rose ha un’affinità magica ed Esme la aiuta a coltivarla.

Tutta questa storia è stata un grande sbaglio, ma più ci ripenso, più capisco che mi ha aiutato a trovare me stesso. Quella persona sepolta da tanto tempo sotto le macerie, dietro l’ombra della Bestia, dietro l’ombra di Lisbeth.

E’ l’alba. L’imbarco è ormai imminente.

“Liam!” sento una voce. Una voce inconfondibile. Poco dopo lei è dietro di me. Indossa un sontuoso abito blu - io ho sempre detto che il blu le dona- non ha niente della povera ragazza di qualche settimana prima. Qualche settimana prima che la sua vita venisse sconvolta, certo…

“Ciao Bella…” dico triste. “Non sei costretto a partire…” “Tu sai meglio di tutti che lo devo fare” lei abbassa lo sguardo, colpevole. “E’ stato un grosso sbaglio… se solo potessi dimenticare…” “Ma non puoi, come io non posso… Ed è per questo che devo partire. Per questo e per ritrovare le mie origini” lei lo guardava supplicante.

Sul suo viso ormai non c’era neanche l’ombra di Lisbeth. C’era solo l’animo sano e genuino di Bella.

“Io non ti amo abbastanza Liam… e questo lo sai. Edward è insostituibile, fa parte della mia essenza” “Non serve che tu me lo stia a ripetere…” una lacrima le scivola lungo la guancia. “Oh no… non volevo farti piangere” lei ride tristemente. “Non è per quello… Promettimi che non ti scorderai di noi, Liam…” io le prendo le mani, ma già inizio a salire sulla nave. “Te lo prometto...” e così la nave parte. Lei mi saluta. Poco dopo ad affiancarla c’è Edward.

Chissà… forse troverò anch’io la persona giusta. Perché del resto ognuno ha una sua anima gemella.

Se qualcuno mi chiederà di nuovo “Tu credi nell’amore?” stavolta saprò cosa rispondere: “Sì, ci credo”.

 

 

The End

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