Chi Crede Nell'Amore? di Blue Flower (/viewuser.php?uid=106639)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Impegno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Merry Christmas, Rose! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. Memorie di una bambina ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Rincontrarsi ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. Basta un sì! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. Un Lungo Viaggio... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. Tutore ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. E guerra sia... ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. Il Ritorno della Bestia ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. Ricordi Estranei ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. Due Anime ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. Rivelazioni Indispensabili ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. Pensando al Passato ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. Questa è La Tua Anima ***
Capitolo 16: *** Capitolo Finale. Io Credo Nell'Amore ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1. Impegno ***
Sorridi
e sii paziente…
Per
Edward Cullen, anche solo pensarlo, non era facile. Beh, del resto
doveva solo
essere sé stesso. Ma, insomma… chi voleva
prendere in giro? Se si fosse
comportato come avrebbe voluto, non sarebbe stato nell’alta
società. Quando era
ancora piccolo, suo padre gli aveva spiegato che nella loro
città, esistevano
due tipi di persone: quelle dell’alta società,
come lui, e quelle dei
bassifondi, come la sua amichetta. Così
la aveva definita suo padre. Gli aveva impedito di vederla ancora, di
tornare
nei vicoli dove avevano sempre giocato.
Lei
non era solo un’amichetta: era la sua compagna di giochi,
l’unica con cui si
potesse confrontare, l’unica persona che la pensava come lui
in un mondo caduto
in rovina.
Ma
ormai il piccolo Edward era cresciuto, ormai aveva diciassette
anni… e si era
lasciato alle spalle i giochi dell’infanzia.
“Signor
Cullen, suo padre è al piano di sotto con la signorina
Victoria…” a parlare era
il signor Higgins, il suo cameriere da quando era bambino. Era proprio
lui
quello che lo faceva uscire di nascosto per andare a trovare la sua
amica…
“Sì,
scendo…” abbassò lo sguardo e si
diresse verso le scale. Frequentava Victoria
da un po’ di tempo, ma non per sua scelta. Non che lei non
fosse bella, anzi…
Ma a lui non interessava sposarsi, avere una famiglia… Il
suo sogno era
viaggiare e si ricordava ancora la promessa che le
aveva fatto.
Noi
viaggeremo insieme… Andremo in giro
per il mondo insieme. Visiteremo l’Italia, le
Indie… Scopriremo nuove terre e
ci trasferiremo su un’isola deserta dove potremo stare
finalmente in pace… E
potremo vederci sempre… Te lo prometto.
In
un batter d’occhio era già in fondo alla
scala… percorse velocemente l’atrio,
dirigendosi verso il salone.
Quel
giorno a Londra pioveva e di conseguenza il bellissimo salone a vetrata
di casa
Cullen era illuminato solo da una fioca luce e tutto fuori era grigio.
“Ben trovato
Edward” uno scampanellio. Era la voce di Victoria.
“Buon pomeriggio Victoria”
rispose lui cercando di mantenersi il più distaccato
possibile. Tuttavia era
difficile distogliere lo sguardo dalla donna davanti a lui, che, oltre
ad
essere di una bellezza devastante, portava un succinto abito di seta
rossa che
lasciava ben poco all’immaginazione.
Suo
padre non era con lei.
Chissà
perché Edward lo interpretò come un cattivo
presagio.
“Come
sta oggi? La trovo… bene…” il ragazzo
riuscì a dire solo questo. “Sì, trovo
che
anche tu, Edward, stia bene” la sua voce si era fatta fredda.
“Come
mai mi ha offerto il piacere della sua visita, signorina?”
lei si alzò dal
divano e si avvicinò a lui con aria maliziosa.
“Sai, Edward… ormai penso che tu
possa smettere di darmi del lei. Penso che tra noi ci sia una certa
intesa…”
con l’indice gli sfiorò la mascella e fece
scivolare il dito verso il primo
bottone della sua camicia.
“Cosa
ha intenzione di fare signorina?” domandò Edward
allarmato. “Ho fatto una
promessa a tuo padre, il dottor Carlisle…”
“E di cosa si tratta?” “Devo fare un
dono molto importante a te e a tua sorella Rosalie… lei
è ancora troppo
giovane, ma penso che tu sia pronto” poi rise. Una risata che
fece accapponare
la pelle a Edward.
“E
posso sapere di che dono si tratta?” “Non ancora.
Prima mi voglio divertire un
po’…” e lo baciò. Con forza e
violenza. Buttandolo sul divano e continuando a
baciarlo. Ben presto gli slacciò la camicia e
iniziò a baciarlo sul torace Poi
di nuovo sulle labbra e ad un certo punto il ragazzo sentì
che qualcosa di
ustionante gli arrivava in gola e gli sembrò che penetrasse
fino al cuore. “Ma
cosa…?” “Shh… Tu hai preso un
impegno con me” e quando quel liquido ustionante
gli penetrò nel cuore fino ad ustionarlo e bruciarlo,
qualcosa in Edward
cambiò. Il suo carattere, qualcosa si era mosso.
Più
di qualcosa.
Adesso
anche lui ci provava gusto. Anche lui voleva di più. Non gli
interessava di
stare con Victoria. Voleva semplicemente di più.
Sentiva
che pian piano, il suo corpo e il suo carattere mutavano…
fino a diventare
qualcosa di quasi del tutto diverso.
Poteva
sentire tutti i cambiamenti in atto: gli arti che si stiravano,
diventavano più
forti, il viso che mutava…
Perché
quel giorno stava nascendo il nuovo Edward Cullen. Non era
più il ragazzo
legato al passato.
Era
lo stronzo e bellissimo Edward.
Edward
Cullen, il vampiro.
“Tu
hai preso un impegno con me adesso…” e la vampira
portò lontano il vampiro che
in quel momento stava per nascere.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2. Ritorno a casa ***
Erano
passati vari mesi da quando suo fratello aveva lasciato la casa insieme
alla
signorina Victoria. Il padre la aveva rassicurata, ma Rosalie sapeva
che c’era
qualcosa in più, qualcosa che tutti le tenevano nascosto.
Suo
fratello non era interessato minimamente a Victoria, ma forse si
sbagliava…
Forse lui non lo dava a notare ma la amava così tanto da
andarsene via con lei.
Era
la vigila di Natale e Carlisle le aveva assicurato che suo fratello
sarebbe
tornato per quella ricorrenza e per passare il Natale con la famiglia.
“E verrà
anche Victoria?” aveva chiesto al padre.
“Ehm… no. Lei è andata a trovare i
suoi parenti in Alaska” fu la risposta indecisa del dottore.
Il
campanello suonò.
Rosalie
corse ad aprire, sperando con tutto il cuore che fosse suo fratello,
per
poterlo riabbracciare, dirgli cosa era successo negli ultimi mesi e
soprattutto
per poterlo riavere vicino.
Ma
fuori dalla porta c’erano la sua sorella maggiore Alice e suo
marito Jasper. Lei
era ancora molto giovane ma aveva sposato Jasper molto presto, quindi
era anche
ragionevole che fosse così bella. Non sembrava passato
neanche un attimo dall’ultima
volta che si erano viste. Rosalie le saltò in braccio,
felice anche se non era
Edward.
“Ehi
piccola! Come stai?” “Non sono piccola…
ormai ho dieci anni!” “Oh sì
tesoro… mi
devi raccontare tutto quello che succede qui a Londra… Io e
Jasper stiamo bene
in Italia ma ci mancate tanto!” “Anche voi ci
mancate!” poi Alice entrò seguita
da Jasper. “Dov’è
papà?” “Ah, è
uscito… ha detto che aveva qualcosa da fare…
Una sorpresa!” “E Edward?”.
La
bambina si incupì.
Evidentemente
non sapeva che suo fratello non abitava più con loro.
Abbassò lo sguardo.
“E’
andato via con Victoria…” un lampo
passò negli occhi di sua sorella.
“Già?”
domandò allarmata come se avesse saputo che prima o poi
sarebbe dovuto
capitare. Jasper la strinse teneramente.
Anche
se Alice e Jasper abitavano in una delle coste soleggiate
dell’Italia, erano
sempre molto bianchi… Come il marmo. E i loro occhi le
sembravano d’oro
liquido.
La
bambina voleva riscaldare l’atmosfera che si era fatta cupa e
silenziosa. Non
voleva che la notizia rovinasse la vigilia ad Alice e Jasper.
“Però oggi torna!
Passa le feste con noi, siete contenti?”
“Certo!” disse Jasper anticipando la
moglie che sembrava ancora preoccupata.
Poi
la giovane donna si fece più serena e disse: “E
invece come va la scuola? Hai
già conosciuto Emmett?” “La scuola va
bene! Tutti i miei compagni sono
simpatici… Poi c’è Emmett che
è super super simpatico!” ma Rosalie non capiva
cosa volesse intendere sua sorella con quel… già
conosciuto. Ma tralasciò.
Il
campanello suonò per la seconda volta.
“Vado
io” Alice si stava già alzando ma sua sorella la
bloccò. “Voglio essere io la
prima ad abbracciare Edward!” sul volto della donna comparve
un’espressione
preoccupata. “Ne sei sicura?” ma Rosalie era
già alla porta.
Quello
che vide le fu estraneo.
Certo
una persona in un paio di mesi poteva cambiare, ma non così
radicalmente.
Rosalie
era più che sicura che quello non fosse suo fratello Edward
Cullen. Per
cominciare era più alto, tonico e muscoloso. Poi non
riusciva a riconoscere il
viso. I tratti del fratello che conosceva non c’erano. Al suo
posto era
comparsa una mascella più squadrata e dei tratti
più duri e adulti. Gli occhi,
che prima erano verdi, a quel punto erano d’oro colato. I
capelli di bronzo
erano alzati e sulle labbra era dipinto un sorriso beffardo.
“Tu
non sei mio fratello!” esclamò la bambina. E
scappò in camera piangendo.
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“Che
le è preso?” domandò Edward sbigottito.
“E’ evidente caro fratellino…”
sbottò
Alice arrabbiatissima. “Ah… già. Sai,
ormai ci ho fatto l’abitudine: le ragazze
che mi cadono ai piedi, gli sguardi sbigottiti…”
sorrise.
Ad
Alice veniva voglia di staccargli la testa e farne un falò
con cui alimentare
il caminetto nel giorno di Natale.
“Ora
tu vai subito da nostra sorella e la abbracci!” Jasper le
posò una mano sulla
spalla e lei si calmò. A volte il dono di suo marito era
indispensabile. “Forse…
dopo. Prima voglio fare una chiacchierata con la mia sorellina maggiore
che non
mi ha detto cosa mi aspettava…” “Sai
benissimo che non potevo dirtelo, Edward! Fa
parte del patto…” “Sì un
patto che ci ha portato via l’anima!” disse lui
adirato. “Calmati!” esclamò Jasper. E
lui mi sembrò più sollevato. “Edward,
anche senza anima io ho trovato
l’amore…” “Che frase toccante!
Ma tu credi
veramente nell’amore? Ormai chi crede
nell’amore?” disse lui buttandosi sul
divano. “Le persone intelligenti…”
“Beh io non l’ho mai provato!”
“E cosa mi
dici di Bella Swan?”
Alice sapeva di
aver toccato il tasto giusto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3. Merry Christmas, Rose! ***
“Lei
era solo una mia amica d’infanzia…”
disse Edward freddo. Sua sorella aveva
trovato il suo punto debole e lo sapeva.
Lo
sentiva dai suoi pensieri. Eh già…
perché un’altra fregatura dell’essere
vampiro era che poteva leggere i pensieri di tutti.
E
così scoprì che Victoria lo tradiva con un
signore locale, che non era un
vampiro. Per quel motivo lui era partito, viaggiando molto, e infine
tornando a
casa. Ma io non volevo viaggiare da
solo…
avevo fatto una promessa.
“Secondo
me dovresti andarla a trovare…” sua sorella
perseverava. E quando Alice voleva
ottenere qualcosa, la otteneva. Succedeva
sempre così. Inoltre per qualche strano motivo lei voleva
che Edward si
ricongiungesse con Isabella. “Perché? Solo
perché ho deciso di non uccidere le
persone questo non significa che stare con gli umani mi faccia
piacere…” “Ma
lei è speciale per te… Ricordati sempre che la
ragione domina sugli istinti,
caro fratellino”.
La
realtà però, era un’altra.
Edward
Cullen era cambiato. Non era più il bambino che giocava nel
fango e correva per
le vie della città. Qualcosa nel suo carattere era cambiato,
qualcosa di oscuro
si aggirava dentro di lui. Dentro la pietra che costituiva il suo
corpo.
Se
avesse rincontrato Isabella, avrebbe provato qualcosa di molto vicino
alla
vergogna.
Non
andava fiero del suo caratteraccio, della sua stronzaggine e
soprattutto del
modo in cui riusciva a desiderare qualcosa…
Aveva
paura di sentirsi attratto da Isabella, come si sentiva attratto da
Victoria
quel giorno.
Perché
lei era diversa… Lei si
meritava il
meglio…
E
il meglio non era Edward Cullen, anche se lui non lo avrebbe mai
ammesso.
La
porta si aprì, i tre vampiri nella sala si accorsero subito
che era arrivato
Carlisle. “Edward! Alice!” era la voce di un padre,
felice che i suoi figli
fossero tornati a casa.
Però
quello stesso padre li aveva fatti trasformare in vampiri.
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Carlisle
era pieno di gioia. Non sarebbe mai riuscito a descrivere quella
felicità che
lo invase quando vide i suoi figli, entrambi vampiri, seduti attorno al
camino.
Mancava
solo la piccola Rose. Era strano perché lei non si sarebbe
neanche sognata di
mancare al ritorno di suo fratello.
“Ciao
papà!” Alice lo abbracciò subito, e il
suo consorte Jasper la seguì.
Questo
significava che non provava rancore nei suoi confronti.
Edward
invece rimaneva in disparte, il viso cupo.
No
figlio mio… Sai che ti voglio bene.
Io l’ho fatto perché non voglio perdere nessuno di
voi.
“E
allora perché non ci hai trasformato tu? Perché
non ci hai mai detto niente
prima d’ora?” Carlisle si immobilizzò.
Era come se Edward gli avesse letto nel
pensiero.
“Edward
come…?” “So leggere nel
pensiero… come Alice sa vedere nel
futuro…” era sempre
più stupito. Sapeva che alcuni fortunati vampiri ricevevano
dei doni, ma non
pensava che i suoi figli ne fossero dotati. Di certo erano tutti e due
uno
splendore come vampiri, ma questo era logico.
Io non
ne avevo la forza Edward… Lei sì.
E credimi se ti dico che mi è costato molto nascondervi un
segreto del genere.
Ma l’ho fatto per il vostro bene, perché questo
mondo non era adatto a dei
bambini.
Suo
figlio lo scrutava, come se gli avesse potuto leggere l’anima
che in teoria non
avrebbe dovuto avere.
Ma
Carlisle era sicuro di averla ancora un’anima.
Perché
se non ce l’avesse avuta avrebbe ammazzato a sangue freddo,
come del resto
facevano molti vampiri. Però quei vampiri si erano
semplicemente arresi alla
loro natura.
Lui
e i suoi figli non si sarebbero mai arresi.
“Io
sono cambiato da quando ero umano Carlisle… non sono
più lo stesso. Credevo di
amare Victoria, ma lei mi ha tradito. Credevo di poter convivere con il
caratteraccio che mi ritrovo, ma in qualche modo vorrei essere
migliore” fece
una pausa. “Ho fatto piangere Rose” concluse.
Carlisle
fu leggermente sconvolto da quell’affermazione. Sapeva che
Edward voleva bene a
Rose, che avrebbe dato la vita per lei… Forse era cambiato
davvero?
No,
era ancora suo figlio… Lo sentiva.
“Io
so che tu puoi andare da lei e parlarle” disse d’un
fiato il vampiro biondo, il
padre di Edward.
Perché
anche se erano stati adottati tutti e tre, non se ne erano mai fatti un
problema. Avevano sempre considerato Carlisle il loro vero padre.
Edward
annuì e salì le scale.
Anche
se i suoi ricordi da umano erano offuscati, lui sapeva che la porticina
infondo
a sinistra era quella della sua sorellina.
La
aprì delicatamente.
“Buon
Natale, Rose…” lei era stesa sul letto, a pancia
ingiù e un cuscino sulla
faccia per trattenere le lacrime. “Non ci sono!”
Edward cercò tutta la sua
umanità, che era nascosta da qualche parte, e si
avviò verso la sorella. “Non
ci sei neanche per il tuo fratellone preferito?”
“Tu non sei mio fratello!”
quelle parole colpirono il giovane vampiro come una stilettata al
cuore. “Rose,
so di essere cambiato… ma non me ne fare una colpa. Sono
sempre io, tuo
fratello. Il fratello che prendeva il tè insieme a te e ai
tuoi peluche… Il fratello
che ti accompagnava a scuola tutte le mattine. Il fratello che odia
Victoria”
la bambina rise e si voltò, mostrando un volto provato dalle
lacrime.
“Io
ci credo che tu sei mio fratello…” “Meno
male!” esclamò Edward. In quello
stesso momento stava ritrovando un piccolo pezzetto della sua
umanità. Ma gli
mancava ancora tutto il resto.
Abbracciò
la sorella, un abbraccio saldo, forte ma allo stesso tempo delicato.
“Le
tue braccia sono fredde…” lui rise. “Lo
so piccola; chi lo sa meglio di me…”
disse poi con una nota di amarezza nella voce.
“Buon
Natale sorellina” ripeté. E si sentì
più completo, meno vuoto.
“Sai
qual è il regalo che desidero di più?”
domandò lei. “Quale?” ci fu una lunga
pausa.
“Valla
a trovare, Edward. Fammi felice…” le parole si
sospesero nell’aria, come se
quell’attimo fosse stato infinito.
“Lo
farò” e a quel punto seppe che lo doveva fare
davvero. Lo doveva fare per
sentirsi più completo.
Più
umano.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4. Memorie di una bambina ***
Natale.
Il
giorno che bambini, donne e uomini di tutte le età,
aspettavano con impazienza.
Ma per Bella Swan, era un giorno qualsiasi.
Perché,
ancora una volta, il suo desiderio non si era avverato.
Nonostante
tutto lei continuava a sperarci, ogni anno. E tutte le volte chiedeva
la stessa
cosa. Non cosa, persona… Forse
era
quello il problema. Forse non si può desiderare una persona.
Era
Natale e lei era di nuovo sola nel suo monolocale. Si rigirava nelle
coperte,
cercando di riprendere sonno.
Se
fosse stato per lei, sarebbe rimasta lì per tutto il giorno.
Per evitare di
vedere le coppiette felici passeggiare per le vie di Londra. Anche se
nessuno
se lo sarebbe mai aspettato da lei, la ragazza più
improbabile dei bassifondi
londinesi, Isabella Swan desiderava con tutto il cuore una persona con
cui
passare il resto dei suoi giorni.
Ormai
aveva diciassette anni, le sue amiche si erano già sposate
tutte. Chi con un
falegname, chi con un modesto netturbino… Ma erano tutte
felici, alcune avevano
già messo su famiglia. Molte la avevano invitata a pranzo da
loro a Natale, ma
lei si sentiva di troppo. Lei non apparteneva a nessuno.
Sì,
me la posso cavare per un altro
anno.
Si
alzò dal suo letto, con i muscoli indolenziti e un broncio
stampato in faccia. Aprì
il piccolo cassettone riposto in un angolo della stanza.
Era
comunque Natale… si doveva mettere qualcosa di un
po’ meno trasandato. Ma
cosa? Bella domanda. I suoi occhi caddero sull’ultimo
cassetto. Sapeva cosa c’era lì.
Il
vestito che apparteneva a sua nonna.
Sua
nonna era una signora, non era dei bassifondi. Ma poi sua madre aveva
sposato
suo padre, e aveva scelto la povertà.
Ma ha
scelto anche l’amore.
Ed
era questo che Bella le invidiava. L’aver potuto scegliere.
Ma né Isabella né lui,
avevano potuto scegliere.
Basta!
Doveva
prendere le redini di quella situazione più che disperata.
Aprì il cassetto e
prese il bellissimo vestito di velluto blu della nonna. Insieme a
quello c’erano
dei guanti dello stesso colore e una pelliccia di visone.
In
quel momento Bella fu contenta che la madre avesse conservato almeno
quel
vestito dopo la morte di sua nonna.
Ma
ormai anche sua madre era morta, lasciando la ragazza da sola. Lei
però se la
sapeva cavare, aveva imparato velocemente a convivere col mondo.
Lasciò
che i capelli castani, ormai lunghi, le cadessero dolcemente lungo i
fianchi fasciati
da quel bellissimo velluto.
Il blu
ti sta bene! Perché non te lo metti
mai?
E
la mente iniziò a galoppare, portandola fino alle sere di
tanti e tanti anni
prima…
Quella
sera il vento le scompigliava i
capelli corti fino alle spalle. Portava un vestitino blu di poco
valore. Sua
madre aveva messo insieme dei pezzi di stoffa che le erano avanzati e
aveva
fatto quello. Ma a Bella piaceva tantissimo. Si sarebbe dovuta vedere
con il
suo amico sotto il gazebo del parco.
Lui era
in ritardo… come sempre… Ma lei
lo capiva. Perché lui le aveva raccontato che dove abitava,
non facevano uscire
i bambini con tanta leggerezza. Lui veniva sempre accompagnato da un
uomo che
assomigliava molto ad un pinguino. Bella non ne aveva mai visto uno dal
vivo,
ma una volta, quando suo padre c’era ancora, le aveva
comprato un libro
illustrato sugli animali del mondo. Ecco, quell’uomo era un
grande pinguino, ma
a lei non importava del suo strano abbigliamento. Gli era grata
perché le
portava tutte le sere lui…
Poi,
ecco che arrivò… Era vestito di
tutto punto, come sempre.”BELLS!”esclamò
correndole incontro. Era felice di
vederlo. Lui era il suo unico amico.
Le
altre bambine le dicevano che era un
maschiaccio e, soprattutto Jessica, la scacciava ogni volta che si
avvicinava a
loro. Lei ci aveva pianto una o due volte, ma poi aveva capito che non
ne
valeva la pena. Perché lei aveva lui.
“Ciao!
Come stai?” “Bene… ma stasera sei
tu quella che sta meglio! Il blu ti sta bene! Perché non te
lo metti mai?” Bella
arrossì. “Non sapevo che mi stesse
bene…” sussurrò. In lui non vedeva solo
un
amico con cui passare i pomeriggi. A lei piaceva Edward. Ma a lei
piaceva
davvero tanto, troppo. Forse a lui non interessava nemmeno di lei.
Forse non la
trovava nemmeno carina. Però quel complimento la fece felice
come mai prima di
allora. “Allora cosa facciamo stasera?”
Bella
si riscosse dal sogno ad occhi aperti.
Lui
non c’era più.
Ma
quel ricordo era così vivido che le sembrava di poterlo
abbracciare. Di
potergli dire quanto lo rivolesse accanto, cosa che non era mai
successa.
Ma
Edward Cullen, ormai era solo un riflesso…
Un’ombra lontana che si stava
dissolvendo negli anni.
Ne
erano passati già sette di anni… Ma a lei
sembravano un’eternità.
Perché
non sopportava l’idea di averlo perso per sempre.
Qualcuno
bussò alla porta. Bella non pensava che il postino lavorasse
anche il giorno di
Natale. Andò ad aprire la porta.
“Buon
Natale Bells…” solo una persona poteva chiamarla
così. Ma non poteva essere…
Non poteva essere.
“Edward…”
riuscì a sussurrare la ragazza.
Era
lui. Ora ne era sicura. Ma perché
è
ancora così dannatamente bello?
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Capitolo 5 *** Capitolo 5. Rincontrarsi ***
“Edward…”
riuscì a sussurrare lei con un filo di voce. Come era
possibile che fosse lui? Come
era possibile che fosse così perfetto? Queste erano le
domande che passavano
per la mente di Bella.
Perché
lui era una meraviglia per gli occhi, era di una bellezza
indescrivibile. E
stava fissando proprio lei, con quegli occhi color topazio.
Ma
Edward aveva gli occhi di quel colore?
Bella
non riusciva a capacitarsi del cambiamento che era avvenuto in
lui… beh non si
vedevano da ormai sette anni. I ragazzi maturano… di sicuro
anche lui la aveva
trovata cambiata.
Ma
lei era solo una povera ragazza, nella norma; lui era diventato un
angelo sceso
in terra. Perché non sembrava di quel mondo.
Il
desiderio di Natale di Isabella si era avverato: Edward era
lì, con lei.
E
stavolta non era un miraggio, perché lei gli
saltò al collo con una tale forza
che lo fece barcollare. Non perché fosse un tipo
mingherlino, anzi, ma di
sicuro non se l’aspettava. “Oddio non ci posso
credere… tu sei qui…” e lacrime
calde, lacrime di gioia, iniziarono a rigare il volto della giovane.
“Ehi
Bells! Sì sono qui… Ora non piangere”
cercò di tranquillizzarla lui baciandole
dolcemente la fronte.
Era
incredibile averlo lì, in carne ed ossa… Era
tutto così surreale. Persino lui
sembrava venuto da un’altra galassia. D’improvviso
non sembrò passato neanche
un giorno da quando si erano dovuti separare con grande tristezza.
“Mi
sei mancato, non lasciarmi più…”
riuscì a sussurrare Bella. Ma tutto quel
contatto fisico… se lo potevano permettere dopo sette anni
di assenza?
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La mia
Bells… Adesso è qui… Edward non riusciva a credere che
la ragazza gli fosse
saltata addosso come se non si vedessero dal giorno prima.
Ma
lei non era più un bambina: era una donna. Una
bellissima donna… pensò il vampiro. E
subito fu tentato di buttarsi su di
lei, di dirle che non la avrebbe lasciata più.
Però non poteva… perché non
c’era futuro per due come loro. Una umana e un
vampiro…
L’ultima
volta che la aveva vista, aveva ancora il viso da bambina…
Adesso aveva dei
lineamenti pur sempre dolci, ma diversi… più
maturi. E le forme erano
completamente cambiate.
Quel
corpo poteva appartenere davvero alla timida e dolce Isabella Swan?
Forse
si stava solo sognando tutto… ma lui non poteva
più dormire quindi quello che
stava vedendo e provando era vero.
Lui,
il vampiro; lui, lo stronzo: lui, l’uomo senza
un’anima, amava quella ragazza.
E stavolta ne era sicuro. Non era una semplice tentazione come
ciò che provava
per Victoria. Erano come due calamite…
Lui
sentiva di appartenere a Isabella Swan… e non la voleva
possedere come le
altre. Voleva essere l’unico per lei…
L’unico in grado di far perdere al suo
cuore un battito. L’unico in grado di farla arrossire in quel
modo così
incantevole.
Ma
si stava scordando ciò che era, e questo non andava
bene…
“Ti
va di parlare un po’?” domandò lui per
sciogliere l’abbraccio che si era fatto
soffocante… Il sangue le pulsava nelle vene e lui era
così vicino al suo collo…
NO!
Non
ci doveva neanche pensare… Perché non avrebbe mai
fatto del male alla sua
fragile Bells. “Certo…”
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Parlarono
per molto tempo, più o meno fino all’ora di
pranzo. Edward la invitò a casa
sua, insieme ai suoi parenti, che poi si restringevano alla cerchia
ristretta
del padre, delle due sorelle e del marito di una delle due. Solo mentre
camminavano per le strade ammantate di neve di Londra, Bella ebbe il
coraggio
di porgli una domanda. “Edward… in questi anni hai
avuto… insomma… delle
donne?” senza accorgersene la ragazza enfatizzò su donne, come per intendere… Hai
pensato a qualcun’altra?
Lui
tacque e poi parlò, a bassa voce… come se
qualcuno potesse sentirlo. “Solo una…
e mi ha tradito…” lo disse con amarezza, come se
gli fosse importato di più di
essere stato tradito che di averla persa per sempre.
“E
chi era lei?” domandò Bella preoccupata.
Nessuno
che possa competere con te… le avrebbe voluto rispondere
Edward, ma dalla sua
bocca uscirono altre parole. “Una donna che pensavo di
amare… e sono
addirittura scappato con lei per cinque o sei mesi, ma poi ho scoperto
che mi
tradiva per un signore del luogo e… me ne sono
andato” abbassò lo sguardo.
“Però alla fine è stato meglio,
perché avevo già capito che la mia attrazione
per lei era solo fisica… e che non mi interessava
più di tanto. Anche se ha
spezzato il cuore al vecchio me…” era bello,
finalmente, potersi sfogare con
qualcuno… “Come si chiamava lei,
Edward?” “Victoria… Victoria
Veleno”
lei gli prese il viso tra le mani. “Tu ti
meriti di più Edward…” lui le sorrise
dolcemente.
Quello
che però i due non sapevano, era che qualcuno stava
ascoltando la loro
conversazione. Qualcuno, da sotto la nera pelliccia, agitava indignata
i
capelli rosso fuoco.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6. Basta un sì! ***
Edward
non sapeva se la scelta che aveva fatto era giusta… Del
resto era stato proprio
suo padre ad allontanarli. Però il ragazzo sperava che il
padre fosse cambiato,
che a qual punto avesse capito quanto valeva per lui Bella.
Quella
mattina, Carlisle gli aveva chiesto dove andasse e lui gli aveva
raccontato di
Bella, di come si sarebbe sentito più umano se
l’avesse rincontrata. Sperava
con tutto il cuore che l’arrivo inaspettato della giovane in
casa Cullen, non
destasse così tanto scalpore.
“Siamo
arrivati” disse quando arrivarono davanti al portone
d’ingresso di casa. “Qua?”
domandò Bells sbalordita.
“Sì… qua” lui sorrise e
aprì la porta.
Come
previsto, Alice era già all’entrata.
“Ehi Edward!” iniziò con un sorriso
gioviale. Suo fratello sapeva già dove la ragazza volesse
arrivare. “Oh e tu
devi essere Bella! Edward ci ha parlato tanto di te!” le
porse la mano.
Bella
sembrava sbigottita, confusa. Chissà cosa stava pensando? Un
attimo… lui poteva
sapere i suoi pensieri. Si concentrò nella sua direzione
ma… nulla. Il vuoto
più totale. Sentiva i pensieri di tutti, ma di lei no.
Isabella
Swan, tu non smetti mai di
sorprendermi…
--------------------------------------------
La
casa di Edward era immensa… non aveva mai visto una casa
così grande. Quando
entrarono, c’era una ragazza ad aspettarli alla porta. Era
minuta, con capelli
neri e occhi dorati. Prima salutò Edward e poi si
presentò a Bella, dicendole
che il ragazzo aveva parlato tante volte di lei.
Per
quanto potesse sembrare assurdo, Edward non si era mai scordato di lei.
Ha
parlato di me…
Poi
lui la guardò con uno sguardo strano, che non sapeva
decifrare. “Ehm… sì sono
Bella” “Bene
Bella, io sono Alice e
questo qui è mio marito Jasper!”
“Ehm… piacere…” poi dal
salotto, una bambina
fece capolino. Prima guardò Bella, e dopo urlò:
“EDWARD!” e gli saltò addosso.
“Hai
mantenuto la promessa!” la bambina era davvero graziosa: dei
capelli color
grano incorniciavano il viso a forma di cuore. I suoi occhi erano
differenti da
quelli di tutta la famiglia. I suoi occhi erano di un azzurrino chiaro.
“Tu sei
Bella, vero?” domandò la bambina. “Lei
è Rosalie… la mia sorellina!” disse
Edward prendendola in braccio e facendole fare una giravolta.
Possibile
che in quella casa tutti la conoscessero, mentre a lei erano ignoti i
nomi di tutti
i componenti della famiglia di Edward?
All’appello
mancava solo il padre di Edward.
Era
lui, anni prima, ad averli separati… Bella era molto agitata
e si contorceva le
mani. Se la avesse mandata fuori all’istante?
“Non
posso più venire, Bells…” le parole
le sembravano così lontane da essere del tutto irreali.
“C… come?” “Mio
padre…
lui non vuole che io stia qui” alla bambina tremavano le
gambe.
No, non
gli potevano portare via lui…
“Quindi
è un addio?” domandò lei con la
voce rotta dal pianto. “No, un arrivederci. Perché
noi ci rivedremo Bella. Non
so quando, non so come, ma ci rivedremo. Prima o poi verrò a
prenderti, ma tu
mi devi promettere che non smetterai mai di sperare…
Okay?” “Okay…”
sussultò
lei stringendo i pugni e trattenendo le lacrime. Doveva essere forte.
Lui non
stava piangendo. “Arrivederci Edward”
“Arrivederci Bells…”.
Quel
giorno era arrivato, e loro due non se lo sarebbero fatti portare via
da
nessuno. Perché una volta rincontrati, di sicuro non si
sarebbero più lasciati.
Finalmente,
Bella vide il padre di Edward scendere le scale, ed ebbe paura.
Molta
paura.
“Ciao
Edward…” disse. Stranamente sul suo volto era
comparso un sorriso. “Papà, lei è
Bella… la mia… amica
d’infanzia”. Il padre sembrava molto giovane, con
capelli
biondi e occhi d’oro, come gli altri. E ovviamente, anche
lui, era bellissimo.
Sembrava un angelo.
“Piacere
Bella, io sono Carlisle” sfoggiava ancora il suo sorriso.
“Papà?”
Edward richiamò la sua attenzione. “Io e Bella
possiamo continuare a vederci?” Bella
sperava che non tirasse subito in ballo quell’argomento. Il
viso di Carlisle si
fece pensieroso.
“Basta
un sì, Carlisle…” disse Alice
speranzosa. “In questo caso… Non posso fare altro
che darvi il mio sì!” e il sorriso ricomparve sul
volto dell’uomo. “Ma ora
andiamo a tavola… E’ Natale, voglio offrire
all’amica di mio figlio un pranzo
come si deve!”.
Era
possibile che il sogno di Natale di Bella si stesse avverando,
finalmente?
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Capitolo 7 *** Capitolo 7. Un Lungo Viaggio... ***
Aveva
preso la nave diversi giorni prima.
La Spagna l’aveva già
passata e adesso si dirigeva dritto verso
l’Inghilterra. Voleva che quel lunghissimo viaggio finisse
presto. Non che
fosse stato impaziente di vedere la sua
“cuginetta”, ma non sopportava più lo
stare chiuso in una nave. La sete lo divorava e la bestia dentro di lui
scalpitava per uscire. Mai come in quel momento sentiva il bisogno di
nutrirsi,
ma non poteva assalire un passeggero qualunque sulla nave.
Resisti,
trattieni la
Bestia.
Doveva
solo arrivare alle coste dell’Inghilterra, e poi si sarebbe
fermato per un po’
lì… a rifocillarsi.
Ormai
mancava poco alla libertà, bastava concentrarsi su
qualcos’altro.
Da
quando aveva saputo di essere l’unico tutore di una bambina
che neanche
conosceva, non aveva avuto molto tempo per sé stesso. Aveva
tentato in tutti i
modi di convincere i giudici che lui non era la persona giusta per
accudire una
bambina, ma loro erano stati irremovibili. Così adesso si
trovava in una nave,
in attesa di arrivare a Londra. Là si sarebbe dovuto recare
all’indirizzo che
gli avevano lasciato e spiegare alla bambina che lui era il suo unico
tutore,
nonché un cugino alla lontana.
In
teoria lui era un cugino alla
lontana…
In pratica sarebbe potuto essere benissimo un suo antenato.
Il
vero problema era che Liam Swan, era morto anni fa, insieme
all’umanità che
ormai era solo un ricordo lontano. Perché lui non era un
vampiro comune. Mentre
la sua umanità e la sua anima erano sparite - cosa che non
succede agli altri
vampiri- aveva ricevuto in cambio inestimabili poteri. Però
dentro di lui c’era
una bestia, che scalpitava per uscire fuori e per farlo diventare in
tutto e
per tutto un’animale.
Lui,
nonostante tutto, si opponeva ancora. Cercava in tutti i modi di
segregare
quella parte di sé in un posto remoto del suo essere. La Bestia
era comparsa quando
la sua anima se ne era andata definitivamente, persa
nell’aria.
Era
una maledizione, inflitta a tutta la sua famiglia molti decenni prima
da
Moltach, uno dei maghi più potenti della terra.
Anima
alcuna nessuno di voi avrà
ma
una terribile Bestia, pian piano vi divorerà.
Voi:
stirpe maledetta,
voi:
pargoli nati dalla morte,
che
la vostra umanità giaccia nelle viscere della
Terra,
laddove
cadono le anime dei perduti…
Ricordava
ancora la litania minacciosa che il vecchio ripeteva con molta
enfasi… Quelle
parole riuscivano a colpire Liam nel profondo.
Perché
quelle parole avevano condannato tutta la sua famiglia… ed
era per colpa sua.
Per
colpa di quella stupida sete che lo attanagliava sin da quando era
diventato un
vampiro, anche quando aveva ancora un’anima. Ma quel lieve
bruciore alla gola
non era nulla in confronto al fuoco che divampava in lui quando non si
nutriva.
Non
era nulla in confronto alla Bestia che faceva penetrare i suoi artigli
nella carne,
ogni qualvolta lui cercasse di opporre resistenza, di non uccidere
più.
Perché
lui era stanco di ammazzare… La Bestia
invece lo voleva sempre di più. E quando lui era sazio,
lei continuava ad uccidere per il solo piacere di farlo.
E,
mentre una parte di Liam si ribellava, l’altra gioiva insieme
alla Bestia, ogni
giorno più forte.
L’unica
cosa che faceva rimanere più o meno lucido il ragazzo, era
il suo compito… La
sua unica missione: fare in modo che nessun’altro della
stirpe degli Swan, si
trasformasse in vampiro.
Nel
frattempo era arrivato. Era già calata la notte, come una
cortina di piombo che
scendeva sulla terra.
Era
ora di cacciare…
Per
lui, ma soprattutto per la Bestia.
Nota
dell’autrice:
A
questo punto il racconto si tinge di rosso! Come avete potuto capire
Liam è l’unico
tutore di una certa Swan che vive a Londra… Ma che
cos’è la Bestia?
A
grandi linee lo ho raccontato in questo capitolo e, se vi devo dire la
verità,
l’idea della Bestia l’ho presa dalle Guerre Del
Mondo Emerso che ho letto poco
tempo fa… Ma è una Bestia molto
diversa…
E
presto scoprirete che Liam, in questa faccenda, non avrà
solo il ruolo di
tutore di Bella… Beh… alla prossima!!
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Capitolo 8 *** Capitolo 8. Tutore ***
Era
già notte.
Bella
si era attardata fin troppo a casa dei Cullen, ma era stato uno
splendido
Natale. Di sicuro lei e Edward si sarebbero rivisti
l’indomani. Lei avrebbe
voluto anche dirgli del sentimento che provava, ma era troppo timida e
poi si
erano rincontrati dopo tantissimi anni di assenza.
Camminavano
affiancati per le vie buie di Londra, illuminate solo da qualche raro
lampione.
Lui era perfetto, anche di notte, perché il buio sembrava
aderire alla sua
persona in modo innaturale, come se fosse stato un vendicativo angelo
notturno.
“Mi
sei mancata molto in questi anni…” disse lui
d’un tratto, interrompendo il
silenzio della notte. “Anche tu… Non puoi
immaginare quanto” sussurrò lei
pensosa.
Erano
quasi arrivati a casa sua, quando, tutto d’un tratto, Edward
s’irrigidì.
----------------------------------------
“Edward
cos’hai?” domandò allarmata Bella.
C’era qualcuno nel vicolo, Edward lo sapeva.
Non era il tipico odore di un vampiro, ma non era neanche la dolce
frenesia del
sangue umano.
Inspirò
a fondo.
Sì,
c’era qualcuno. Ma non sentiva né il battito
cardiaco, né il respiro di quella
persona. Forse si stava facendo delle congetture? Era diventato
iper-protettivo
e paranoico?
“Niente…
mi sembrava di aver sentito qualcosa” disse lui prendendo per
mano Bella. Lei
sembrò lusingata, ma non si trattava di un modo per
corteggiarla. A quel punto
si trattava di proteggerla da qualcosa di ignoto, che magari neanche
esisteva.
Buio.
Intorno
a loro c’era solo il buio più totale. Nessun
movimento, nessun rumore.
Avanzarono, Edward circospetto, Bella preoccupata per cosa gli potesse
succedere. Passarono minuti, che per il giovane vampiro sembrarono ore.
Riusciva ancora a sentire la presenza di qualcuno o qualcosa che si
aggirava
per i vicoli, ma non sentiva nemmeno i suoi pensieri. Strano,
troppo strano… Ma ora devo rilassarmi. Finalmente
arrivarono davanti alla porta di casa di Bella.
“Così… siamo
arrivati…” disse
lei imbarazzata. “Eh già…
così sembra” rilassati
Edward, è solo una congettura.
“Posso
farti una domanda?” attaccò Bella.
“Certo… tutto quello che vuoi”
“Perché
adesso, Edward? Perché non qualche anno fa?” la
domanda spiazzò Edward. “Questo
non ha importanza, per ora. La cosa importante è che siamo
tu ed io… non ci
dobbiamo preoccupare d’altro per adesso”
“Io voglio sapere…” “Non
adesso” “Perché?
Ho aspettato così tanto tempo e adesso non mi vuoi dire cosa
succede?”.
No!
Non poteva spiegarle che era un vampiro e che per sentirsi di nuovo
umano era
andato da lei, accorgendosi di amarla. Non poteva spiegarle che fino a
quel
momento era stato un codardo e non la aveva cercata per paura di suo
padre.
Ma
a volte, un bacio, vale più di mille spiegazioni.
All’inizio
lei restò rigida, ma poi contraccambiò e il bacio
si fece più profondo. Per
Edward non fu un problema… si era nutrito il giorno prima.
La baciò, ancora e
ancora, seguì il contorno delle sue labbra e le
carezzò il collo.
In
quel momento la porta della casa di Bella si aprì, ed ecco
di nuovo quell’odore
che Edward aveva sentito per tutto il ritorno.
Davanti
a loro c’era un giovane, forse di una ventina
d’anni, anche se non si riusciva
a distinguere bene la sua età. Aveva capelli del colore del
grano un po’
sparati di qua e di là, era alto e aveva lineamenti decisi.
Ma gli occhi erano
il fulcro di tutta la sua immagine: erano di un colore che Edward non
aveva mai
visto, né a vampiri né ad umani… Erano
viola, e dentro a quelle iridi viola si
agitava qualcosa di feroce, che scalpitava per uscire fuori. Edward
notò solo
in un secondo momento che un taglio appena visibile gli segnava il
volto da
parte a parte.
Bella,
con il terrore dipinto in faccia domandò: “Che ci
fa lei in casa mia?” la
figura misteriosa sembrò confusa quanto lei. “Casa
tua? Quindi tu sei Isabella
Swan?” “Ehm… sì… e
questa è casa mia”. Edward continuava a scrutarlo.
Possibile
che fosse un vampiro? Non riusciva a sentire i suoi pensieri, proprio
come era
successo con Bella quel giorno.
“Ma
mi avevano parlato di una bambina…”
“Sì può sapere di cosa stai
parlando?” sbraitò
lei adirata. “Ehm… Piacere io sono il
tuo tutore, Liam Swan…” disse lui ridacchiando.
“Un
tutore? Ma cinque anni fa mi avevano
dato la notizia che non erano riusciti a trovare un
parente…” “Beh sì, mi hanno
trovato in ritardo. Sono un tuo cugino alla lontana” Edward
voleva mettersi a
ringhiare addosso a quel tizio. Bella invece pensava che non le
potessero
mandare un totale sconosciuto in casa. Comunque non aveva
scelta… doveva tenere
il tutore, o meglio, il tutore doveva tenere lei. Subito dopo si
accorse che
sia Liam che Edward la guardavano in un modo strano. “Cosa
c’è?” domandò lei.
“Niente…”
risposero all’unisono. “Bene… io credo
di dover andare, mio padre mi aspetta a
casa” si sporse verso Bella e sussurrò:
“Ti amo Bells, non dimenticartelo…”
detto ciò le posò un delicato bacio sulle labbra.
La ragazza entrò in casa
prima di Liam. “Comunque sì, sono un
vampiro… e anche tu lo sei giusto?” Edward
rimase sbigottito. “Non ho mai visto un vampiro con gli occhi
viola…” “E io non
ne ho mai visto uno con gli occhi dorati…”
“Hai intenzione di farle del male? Sappi
che la pagheresti cara…” “Figurati! Non
mi interessa il suo sangue…” stava per
chiudere la porta ma poi concluse dicendo: “Comunque ottima
scelta… E’ davvero
carina”. La porta si richiuse e Edward rimase al freddo, in
mezzo alla neve di
Londra. Doveva andare in fondo a quella situazione e non si sarebbe
certo fatto
mettere i piedi in testa da uno stupido tutore!
----------------------------------------------
Troppi
avvenimenti quella sera… Bene, aveva visto una sua lontana
cugina baciarsi con
un vampiro, che evidentemente l’avrebbe trasformata. Doveva
impedirlo a tutti i
costi. Doveva parlare a quel vampiro in separata sede o la sua missione
sarebbe
stata un fiasco. Intanto Bella lo aspettava seduta al tavolo. Ma la
cosa più
scioccante era che Isabella Swan fosse uguale a lei.
Sembrava la stessa persona, tanto che quando la vide baciarsi
con l’altro vampiro voleva ringhiare e prenderla con
sé.
E’
attraente… non c’è dubbio.
“Ora
mi spieghi perché diamine non hai declinato
l’offerta…” era aggressiva. Ma a
Liam piacevano le donne così. Poi calcolò il peso
delle parole della ragazza. “Ehi
ragazzina, pensi che io sia contento di stare qua?”
“Oh, questo non lo so… so
solo che io abito in un monolocale che è già
piccolo per me… figuriamoci avere
qualcuno di ingombrante come mi sembra che sia tu!”
“Beh, questo non è un
problema… Ho abbastanza soldi per comprare una nuova
casa” Bella strabuzzò gli
occhi. “Sì, hai sentito bene… Se vuoi
domani vado da un agente immobiliare. Ne
conosco qualcuno qua nei dintorni…” lei si morse
il labbro. Liam
capì subito che era nervosa e indecisa.
Prima che le potesse rispondere o perlomeno rassicurarla, un ricordo si
affacciò prepotente.
Lei si
morse il labbro. Lui conosceva
troppo bene quel piccolo particolare… Lo faceva quando era
nervosa. I suoi
pensieri gli dicevano che era emozionata, che era nervosa per il
semplice fatto
che poteva stare con lui. Si scostò i morbidi capelli
marroni dal collo e lo
guardò con i suoi bellissimo occhi del colore del cioccolato
al latte. “Amami
Liam…” gli sussurrò. E detto
ciò si avvicinò a lui, baciandolo.
Fu
quella sera che Liam si accorse di
amarla.
Scacciò
via quella memoria dolorosa… Isabella
Swan non è lei. Eppure era così
uguale, anche nel comportamento, nei gesti,
nelle parole. Anche solo vedere il suo viso per un’altra
volta significava
dolore. Ma non aveva scelta… Doveva conviverci.
Doveva
convivere con il ricordo di Lisbeth…
Nota
dell’autrice:
Okay…
questo capitolo è il vero inizio di tutto… E di
sicuro vi sorgono molte domande
a questo punto. Spero che vi sia piaciuto perché io mi sto
divertendo
tantissimo a scrivere questa fan fiction!!
Intanto
vi lascio qualche particolare…
Liam:
http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/alex-pettyfer/alex-pettyfer-20080704-432829.jpg
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Capitolo 9 *** Capitolo 9. E guerra sia... ***
Edward
entrò in casa e si precipitò su per le scale,
verso lo studio di Carlisle.
“Abbiamo
un problema…” disse il ragazzo irrompendo nella
stanza. Insieme a suo padre c’erano
anche Alice e Jasper. Sua sorella era in una specie di trance,
e fissava il vuoto ad occhi sbarrati. “Lo
sappiamo”
sussurrò Jasper. “C’è un
nuovo tipo di vampiro…” osservò Edward.
“Un… nuovo
tipo?” domandò suo padre.
“Sì, ha gli occhi viola… ed
è… un parente di Bella”
“Edward
ma di cosa stai parlando?” domandò Alice
risvegliata dalla visione. “Del
problema!” “Beh, in questo caso ne abbiamo due di
problemi…” “Cosa volete dire?”
“Victoria è tornata… e vuole te,
Edward” lui sapeva già cosa volesse dire il
padre con questo. Doveva tornare con Victoria, perché faceva
parte del patto. “Ma
non mi interessa Edward. Ho preso una decisione: quando
verrà il momento sarò
io a trasformare Rose... Tu ami Bella, non posso vederti soffrire
ancora” disse
tutto d’un fiato Carlisle. Edward lo abbracciò,
seriamente commosso. “Però
Edward, devi sapere che lei farà di tutto per
riaverti… Per lei tu sei parte di
una collezione” disse Alice solenne.
“Però noi siamo con te… Siamo la tua
famiglia. E ora spiegaci il secondo problema” disse Jasper
velocemente. “Non ne
so molto, ma è il nuovo tutore di Bella… dicono
che è il suo unico parente. Ha
gli occhi viola e dentro ci si agita qualcosa… e poi ho
motivo di pensare che
possa leggere nel pensiero” disse d’un fiato.
“Nient’altro?” domandò Alice.
“Beh…
niente di importante. Ah… ha una cicatrice che gli
attraversa il viso” Carlisle
sbarrò gli occhi. “Edward, qual è il
cognome di Bella?” “Swan…
perché?” suo
padre sembrò ancora più turbato. “Bella
non deve essere trasformata in vampiro
per nessun motivo al mondo…”
“Cosa?” “Perché in quel
caso…” continuò Carlisle:
“…
la sua anima sarà persa per sempre”.
----------------------------------------------------
Si
era seduto ai piedi del suo letto e la guardava dormire.
Era
incredibile quanto le somigliasse.
Eppure
non era lei. Perché lei era morta anni fa. Il dolore gli
attanagliò lo stomaco. Solo pensare a Lisbeth faceva
risvegliare la
Bestia e la faceva emergere
più prepotente di prima. Ormai erano le sette. Decise di
uscire e lasciare
Bella e i suoi ricordi da soli.
Le
aveva detto che avrebbe trovato un’agente immobiliare, ma lui
poteva fare di
meglio. Aveva una grande casa vicino al centro di Londra: era di suo
padre. Certo,
c’era un po’ da fare, ma nulla che lui non potesse
fare in qualche oretta di
lavoro. Però per farle avere una bella sorpresa aveva
bisogno di un po’ di
tempo, quindi lei non si sarebbe dovuta svegliare. Tornò nel
monolocale e
recitò una breve litania. La avrebbe fatta dormire fino a
mezzogiorno.
Arrivò
alla casa poco dopo. Era in decadenza, ma lui aveva portato con
sé il materiale
per rimetterla in sesto…
Ricordati
che lo fai per lei, Liam…
BASTA!
Continuava a pensare a Isabella Swan… Smettila
con queste cazzate e torna a lavoro! Sì, era
quello che avrebbe fatto.
------------------------------------------------------
Il
sole mattutino non arrivò. Un’altra giornata
fredda e nuvolosa a Londra.
Bella
guardò l’orologio: era già mezzogiorno!
Non aveva mai dormito così tanto in
vita sua. Qualcuno bussava alla porta. Andò ad aprire e
trovò un Edward
preoccupatissimo davanti alla porta.
“Buongiorno…” “Ho bussato per
tanto tempo,
dov’eri?” “Oh, scusa. Io stavo
dormendo…” disse lei imbarazzata.
“E
quel tizio di ieri sera?” “Sinceramente non lo
so… Entra dentro, fa freddo là
fuori” lo prese per mano per trascinarlo dentro e si accorse
che le sue mani
erano due pezzi di ghiaccio. “Oddio, stai male!”
“No, perché?” “Hai le mani
così fredde…” “Non
è niente, non ti preoccupare…” detto
questo entrò in casa.
Si
sedettero sul piccolo divanetto e Edward la baciò.
Bella
non era abituata a ricevere così tante
attenzioni… Soprattutto da un ragazzo
così perfetto. “Quindi… diciamo
che… ufficiosamente siamo fidanzati?”
“Da
domani non solo ufficiosamente, ma anche ufficialmente… se
per te va bene” lei
sgranò gli occhi. “C… cosa?”
“Sì lo so che non ci vedevamo da sette anni, ma io
ti amo Bells. Ti amo più di qualsiasi altra cosa”
le prese le mani. Lei non
poteva credere che le stesse succedendo tutto questo. “Stai
scherzando? Io sono
felicissima! Non ci posso credere!” lo abbracciò
stretto.
Edward
non voleva che il fidanzamento fosse così repentino, ma le
attenzioni erano l’unico
modo per non farle sospettare di lui e di tutta la sua famiglia.
Del
resto Bella non poteva sapere che erano vampiri, o sarebbe voluta stare
con
Edward per l’eternità…
“BUONGIORNO
BELLA!” la voce proveniva dalla porta. Era Liam che le
sorrideva come un ebete.
Quando si accorse che c’era Edward si incupì.
“Ah c’è anche lui…”
“Sì ci sono
anch’io” disse Edward ostile. “E sei
arrivato in tempo per sapere la grande
notizia…” continuò Edward, ma la
ragazza lo interruppe. “Domani io e Edward ci
fidanziamo!” esclamò. Un’ombra scura
passò sul volto di Liam, ma poi si ravvivò
subito e disse: “Beh… forse domani non
sarà possibile dato che Bella sarà
impegnata… Del resto dobbiamo comprare i mobili per la casa
nuova” “COSA?” domandò
Bella euforica. “Oddio! Come hai fatto a trovarla
così in fretta?” lo
abbracciò. Edward sapeva che era un abbraccio familiare, ma
non poteva fare a
meno di essere invidioso. Liam rise sotto i baffi.
Tra
i due era iniziata la guerra.
Nota
dell’autrice:
MUAHAHAHAH!!
In questo caso io direi semplicemente… il triangolo
sì! E voi che ne pensate??
Lasciatemi una recensione su questo capitolo, mi raccomando!
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Capitolo 10 *** Capitolo 10. Il Ritorno della Bestia ***
Bella
si guardò intorno esterrefatta. Dalla sua espressione,
sembrava che non avesse
mai visto una casa come si deve.
“Ti
piace?” le domandò Liam.
“Tantissimo… Grazie!” lo
abbracciò di nuovo e Edward
sentì montare la rabbia. Toccala
un’altra
volta e sei morto, di nuovo. Il vampiro dagli occhi
d’oro sapeva di poter
contare sul fatto che Liam sapesse captare i pensieri. Quello che non
sapeva
però, era il fatto che li potesse anche trasmettere.
Allora
tu prova a trasformarla ed è
morta tutta la tua famiglia. Edward
capì subito quello che voleva dire.
Lui
sapeva.
E
poteva essere un bene, quanto un male. Ma non si spiegava il
perché del non
volerla trasformata. Perché non
vuoi che
si trasformi?gli domandò mentalmente. Pronto?!
Non è bello avere una Bestia dentro… Se uno Swan,
viene trasformato in vampiro
la sua anima se ne va e rimane la Bestia.
Edward
rabbrividì. Non poteva immaginare Bella, trasformata in un
essere disumano, che
a continuamente sete e che uccide per il gusto di farlo, esattamente
come Liam.
Cretino…
riesco a sentire i tuoi
pensieri. E comunque io mi trattengo… Ci sono degli Swan, in
questo mondo, che
sono poco più che animali.
Era
vero. Riusciva a sentire i suoi pensieri. Cos’altro
puoi fare? la curiosità lo attanagliava.
Innanzitutto
ho i sensi triplicati
rispetto a voi. So muovermi più velocemente e so farmi
tutt’uno con gli
elementi… Edward rimase basito. Non
conosceva nessun vampiro con così tanto potenziale. Se lo
avesse voluto sarebbe
stato una forza inarrestabile.
Io SONO
una forza inarrestabile. E
comunque so usare anche qualcos’altro… Sai, si
chiama compulsione. So
sottomettere le menti più deboli. Dammi un giorno intero e
Bella sarà mia.
Il
vampiro dagli occhi d’oro si sentì raggelare. No,
Bella non poteva essere sua. Della
compulsione ne aveva sentito parlare, ma quel potere era tanto raro
quanto
pericoloso. Una parola, e Bella sarebbe potuta essere sua. Doveva
trovare un
modo per annullare quel potere. Ma poi rammentò una cosa. Liam, su Bella i nostri poteri non funzionano. Lui
rise
sguaiatamente. “Liam, cos’hai?”
domandò Bella. “Niente, stavo pensando ad un
aneddoto
divertente…” Forse i
tuoi… ma ricordati
che io sono di un livello superiore. Io sono un nuovo vampiro. Edward
iniziò a temere che non ci fosse speranza, che fosse tutto
perduto.
E
lui sapeva cosa sarebbe successo se anche Liam si fosse innamorato
veramente di
lei… La avrebbe trasformata, anche a costo di inculcarle
dentro la
Bestia, così facendo.
Io ho
una missione, Cullen. E una
sciocca umana non me la farà perdere di vista. Di che missione si trattava? Cosa
c’era di più
importante dell’amore?Ormai chi
crede
nell’amore? domandò scettico il
vampiro, che aveva sentito tutti i pensieri
di Edward. Anche lui aveva pensato a lungo che credere
nell’amore non servisse
a niente, ma quando aveva ritrovato Bella aveva capito che era
l’unica ragione
per cui combattere. Liam lo
guardò,
uno sguardo penetrante, e Edward vide di nuovo quel qualcosa che si
agitava
nelle iridi viola. Adesso però sapeva dargli un nome: la Bestia.
----------------------------------------
Era
soddisfatto del suo lavoro.
Bella
era felice, Edward furioso. Ma intanto la Bestia,
nelle viscere, rincominciava ad animarsi,
spinta dal dolcissimo odore del sangue di Bella. Liam però,
riusciva ancora a
domarla.
“E
adesso cosa facciamo?” Liam sorrise. “Speravo che
potessimo andare insieme a
scegliere i mobili…” a lei brillarono gli occhi.
“Sì, mi piacerebbe tantissimo!
Magari riusciamo a fare tutto oggi, così domani non si
dovrà rimandare il
fidanzamento…” osservò poi. Questa
osservazione, a Liam, piacque un po’ di
meno. Aveva bisogno di un po’ di tempo.
Ti
prego, Bella. Dammi almeno il tempo
di conquistarti. Mentre qualcosa in
Liam si smuoveva, la Bestia
si affacciava prepotente. In Bella vedeva una potenziale
“nuova recluta”, un
potenziale nuovo corpo dove poter andare ad abitare.
Poi
sentì qualcuno bussare alla porta. Subito dopo
l’odore di vampiro gli invase le
narici. Ma non era l’odore di Edward, era l’odore
di un vampiro che si nutriva
di sangue umano…
Senti
anche tu l’odore? domandò al vampiro che
gli stava affianco. Sì, e
purtroppo so anche di chi è. Liam
lo guardò sbigottito. E’
Victoria Veleno,
la vampira che mi ha trasformato. Al vampiro dagli occhi
viola sfuggì un
sibilo. Come aveva potuto condurla fin qua dove c’era Bella? E’ venuta per vendicarsi e per
riprendersi
me. Edward si fece più determinato. Ora
entrerà, ma dobbiamo essere pronti a spodestarla. Liam
assunse un’aria
interrogativa. Dobbiamo? Poi
successe
tutto molto velocemente: i cardini della porta saltarono via e, mentre
Bella
chiedeva cosa stesse accadendo, Victoria entrò nella casa.
Aveva l’aria di chi
era stato appena mollato in pubblico ed i suoi occhi rossi
scintillavano. Anche
Liam capì che la vampira lì davanti voleva
vendette e soprattutto, riprendersi
ciò che secondo lei le apparteneva.
La
vampira dai capelli rossi agguantò Bella per la gola e la
sbatté al muro. A
quel punto fu la rabbia a prevalere e, mentre Edward si era
già scagliato su di
lei senza risultato, gli occhi di Liam si fecero lentamente tutti neri
e il
viso sembrava quello di un demone.
Era
arrivata la
Bestia.
In
un decimo di secondo fu alle spalle di Victoria e la buttò
per terra con una
forza inaudita. Poi si avventò alla sua gola e le
staccò la testa. Era tutto
finito… ma non per la Bestia
che saggiò l’aria e si diresse verso Bella. Edward
si avvicinò a lei che era
rimasta impietrita ed un ringhio gutturale uscì dalla sua
gola.
La
ragazza invece, non riusciva a muoversi da dov’era. Non
riusciva a capire cosa
stesse succedendo e soprattutto cosa fossero quei due ragazzi. Quello
che però
la spaventava di più era Liam, con gli occhi neri e la
faccia rigata da tante
piccole linee nere che partivano dagli occhi.
La Bestia aveva assalito Liam, e questo
Edward lo sapeva. Ma
poi si accorse che la spessa cortina che gli copriva la visuale per la
mente
del vampiro era leggermente sollevata. Così si
sforzò e guardò. In un lampo fu
travolto da ricordi dolorosi, e riuscì a comprendere
perché Liam fosse così
attaccato a Bella.
“Liam
fermati! Tu non sei la Bestia…
Combatti!” gli occhi si fecero un po’ meno neri, ma
continuò ad avanzare a
passo lento.
Bella
cercava di mettere assieme gli elementi… Poi la bocca di
Liam si dischiuse e
vide i lunghi canini scintillanti. Si girò verso Edward:
anche lui.
Vampiro,
vampiro, vampiro! le urlava la sua mente. Poi
sentì un dolore lancinante
al collo e cadde a terra.
“Smettila
Liam! Lei è Bella, lei è Lisbeth!” lui
si girò, smettendo di mordere Bella ed i
suoi occhi tornarono alla normalità… poi cadde
anche lui a terra.
Aveva
bisogno di rinforzi per Bella che stava perdendo molto sangue. Suo
padre: lui
era un dottore.
Alice
di sicuro aveva visto la scena… Infatti poco dopo la sua
famiglia irruppe nella
casa.
Carlisle
trattenne il respiro ed esaminò la ferita di Bella.
“Edward…
la
Bestia le
ha messo dentro del veleno!” Carlisle era quasi completamente
calmo. “Cosa?!” “Devi
succhiarglielo via…” “Non so se
riuscirò a fermarmi!” a quel punto Alice si
avvicinò. “O glielo succhi via o si
trasformerà… Rassegnati Edward, io l’ho
vista trasformarsi in una di noi… “
così il ragazzo posò le sue labbra sulla
ferita e tentò di succhiarle via il veleno. Ma era troppo,
ed il sangue così
dolce. “Smettila, Edward! O
morirà…” lui si staccò
repentinamente. “Gliel’ho
tolto?” “A questo punto dobbiamo aspettare il
momento in cui si sveglierà…”
osservò Jasper.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11. Ricordi Estranei ***
“Respira?”
“Sì, il battito è
regolare…” sentiva voci lontane, molto lontane.
Non aveva
idea di quanto tempo fosse passato dagli ultimi avvenimenti.
L’unico rumore che
era riuscita a sentire in quei giorni era il battito del suo cuore, che
assomigliava ad un vecchio scorbutico.
Cercò
di aprire gli occhi.
Le
figure erano indistinte, riusciva a malapena a seguire i contorni.
C’erano due
persone, forse tre e di sicuro due di loro si erano avvicinate al posto
dov’era
lei. “Bella? Mi senti?” una voce familiare, ma pur
sempre troppo lontana per
distinguerla bene. Quello che la ragazza sapeva, però, era
il fatto che fosse
una voce calma ed esperta. “Bella! Mi senti? Sono
io… svegliati ti prego”
quella voce la riconosceva. Non sapeva bene per quale motivo, ma
l’avrebbe
riconosciuta tra mille… “L…
Liam…” biascicò. Ogni suono che
emetteva le faceva
un male atroce.
Poi
un ricordo, un ricordo che lei non riusciva ad identificare si
affacciò nella
sua testa…
Le
piaceva quando lui le metteva le mani
sui fianchi. La faceva sentire unica. Lui la faceva sentire completa.
Per una
volta non doveva dipendere dagli altri, non doveva dipendere da suo
padre… “Ti
amo…” sussurrò lui. “Giurami
che sarà per sempre” in quel momento lei sapeva di
averne bisogno. Sapeva di aver bisogno
dell’eternità per potersi dedicare
completamente a lui, per appartenergli veramente. E se fosse morta,
avrebbe
voluto reincarnarsi tante e tante volte per continuare ad amarlo.
“Io sono
pericoloso per te” disse lui risoluto. “Allora
trasformami… trasformami e
vivremo l’eternità insieme” “E
se non ci riuscissi?” “In quel caso anche
all’inferno
vivrò del tuo ricordo…”
“…E per me la Terra sarà un
inferno senza di te”. Lei si fece scivolare giù
la sontuosa veste. Quella notte era per loro.
“Sì,
sì sono io!” qualcuno le tese la mano.
Lei
la strinse.
Era
una mano innaturalmente fredda, qualcosa di disumano. In un lampo si
ricordò. Vampiri,
Edward e Liam erano due vampiri.
Pian
piano mise a fuoco le figure, erano proprio loro. Si ritrasse con un
urlo
disumano. “Bella, non ti faremo del male… Non
siamo noi i cattivi” lei tastò la
superficie sulla quale l’avevano messa. Un letto.
Cadde
giù con violenza. Le doleva tutto il corpo, si sentiva un
verme, senza ossa o
arti. Cercò di alzarsi in piedi per scappare, ma il dolore
prevalse. In un
attimo Liam le fu davanti.
“Respira,
butta fuori l’aria…” la guardava con
quegli occhi viola, il cui colore le era
sconosciuto, ma il taglio e l’espressione le erano
così familiari…
Un
altro ricordo sconosciuto…
I suoi
imploranti occhi color topazio le
chiedevano di perdonarlo. Ma lei era una donna ferma, non si sarebbe
lasciata
intenerire. “No, non ti perdono…”
“Ma dai! Non è colpa mia, non mi hanno
prolungato la licenza, adesso però sono tutto per
te” si avvicinò per darle un
bacio, ma lei si scansò indignata. “Non puoi
capire quanto mi stai facendo
soffrire… La guerra imperversa al fronte
e…” “… e tu lascia tutto.
Scappa con
me. Trasformami e scappa” lo baciò con tutta
l’intensità possibile. Lo voleva
solo per sé. Era un desiderio egoistico e senza senso, ma
lei lo voleva con
tutta sé stessa. Ne sentiva il bisogno. Avrebbe affrontato
la morte per lui.
Cos’erano
quei due ricordi? Quei flashback, che non riconosceva come i suoi?
“Lisbeth…”
sussultò Liam.
Poi
un altro paio d’occhi… Quegli occhi invece erano
color topazio, come quelli del
ricordo. Spinta dalla sicurezza che quegli occhi topazio appartenessero
alla
persona del flashback, lei si gettò al collo di Edward. Poi
riconobbe il suo
amato, e lo baciò con intensità.
-------------------------------------------------
Per
un attimo Liam aveva sperato, ma subito dopo una nuvola scura aveva
intralciato
il suo cielo azzurro.
Forse
non cercava lui, forse cercava Edward. Eppure era così
sicuro che quei ricordi
appartenessero a Lisbeth…
Bella,
gli occhi color topazio erano i
miei… Non erano i suoi. Ma era tutto
così complicato. Perché Lisbeth non poteva
tornare e ricordarsi ciò che avevano
passato insieme? Perché doveva ritornare in un modo
così bizzarro,
innamorandosi di un altro?
Bella
e Lisbeth erano la stessa persona, ma allo stesso tempo non lo erano.
Di questo
ne era sicuro… Ma cosa era cambiato? Perché Bella
doveva appartenere alla
stirpe degli Swan? Tutte domande senza una risposta.
“Voi
mi dovete delle spiegazioni…” sibilò
poi, avvicinandosi di più a Liam e accoccolandosi
vicino a lui.
Ed
ecco il lato di Lisbeth, che in quel momento padroneggiava su quello di
Bella.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12. Due Anime ***
Liam
aveva bisogno della prova che Lisbeth vivesse realmente nel corpo di
Bella - o
meglio- che nel corpo di Lisbeth, convivessero due anime separate.
“Lisbeth?”
la ragazza si girò. Edward parve spossato.
“E’… impossibile. Lei è
Isabella
Swan” “Su questo ti sbagli carino”
intervenne lei bruscamente. “Finalmente sono
riuscita a confinarla per un po’… Un trucchetto
che ho imparato da Moltach…”
quel nome fece raggelare il
sangue a Liam.
“Tesoro…”
disse lei strusciandosi contro il ragazzo biondo. “Non
è colpa tua… dovevo
sapere che a quei tempi non eri abbastanza forte. Ma
l’importante è che ora
sono qui” disse premendo le labbra su quelle del vampiro. Lui
non la
riconosceva più: dov’era finita quella Lisbeth
timida ma allo stesso tempo passionale.
Dov’era la ragazza che tanto amava?
Poi
sentì Edward ringhiare.
“Fai.
Uscire. Bella” le sue parole erano un ordine.
“Adesso non mi va... sono stata
rinchiusa per ben diciassette anni, vedendo il mio corpo agire senza
che io
glielo comandassi. Rassegnati Edward, Bella è solo un
involucro vuoto” ma in
quel momento anche Liam si sentiva più vicino a Bella che a
Lisbeth. Perché si
era affacciata una Lisbeth spietata, mentre l’altra ragazza
era nascosta…
Quella per cui aveva costruito tutta la casa era Lisbeth o Bella?
Quella per
cui aveva domato la Bestia
era la ragazza di tanti anni fa o quella appartenente alla sua stessa
stirpe?
Tutte
domande senza una risposta.
Un
grido uscì dalla gola della ragazza: “Non
ascoltarla Edward! Io ti amo…
Salvami, ti prego!” Lisbeth si coprì la gola.
Perfino
Liam capiva che Bella non era solo un involucro, quello che gli stava
raccontando Lisbeth era tutta una tremenda menzogna. L’unica
spiegazione
plausibile - più o meno- era che in quel corpo vivessero due
anime.
E
che una delle due si fosse appena risvegliata.
Un
attimo dopo il corpo di Bella e Lisbeth fu avvolto da uno spasmo. Gli
occhi,
che fino a poco prima riflettevano l’essenza
dell’amata di Liam, tornarono
quelli dolci e apprensivi di Bella.
Edward
le fu accanto in un solo secondo.
“Tesoro…” la baciò con
passione.
E
l’altro vampiro nella stanza provò una fitta di
gelosia…
-------------------------------------------------
Fu
tutto così strano per Bella… come se qualcuno
prendesse il totale possesso del
suo corpo, e lo usasse come una marionetta. Tentava di urlare, ma dalla
bocca
non usciva alcun suono.
E
intanto il suo corpo si avvicinava pericolosamente a Liam, flirtava con
lui.
No!
Lei amava solo Edward… L’altro ragazzo non era
nient’altro che un amico, un
conoscente.
Fammi
uscire! le
diceva. E tirava calci alla sconosciuta che aveva
preso possesso del suo corpo. Mai…
sibilava
lei.
Ma
Bella era più forte. Scalpitava per uscire, urlava, si
dimenava, però nessuno a
parte l’intrusa la sentiva. Lei doveva uscire, doveva
rivedere il suo Edward e
sentirsi cullata dalle sue braccia. Non le importava che fosse un
mostro, un
vampiro o qualcosa del genere… Lei lo voleva lo stesso e se
fosse uscita fuori,
prima o poi, avrebbe accettato la verità qualsiasi essa
fosse.
Perché
l’amore batte ogni cosa, anche
quell’intrusa… Con un grande sforzo riemerse.
Subito
Edward la abbracciò e la baciò passionalmente.
“Edward…” sussultò lei.
“Non mi
interessa se sei un vampiro un mostro spaventoso o qualsiasi altra
cosa…
l’importante è che da adesso noi due restiamo
insieme” “Ti racconterò tutto a
tempo debito, ora riposa. Stavolta è stata dura”
subito lei scivolò in un sonno
profondo e senza sogni.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13. Rivelazioni Indispensabili ***
Edward
era visibilmente turbato. Nel corpo di Bella viveva anche una
sconosciuta, che
nottetempo era stata l’amante di Liam. “Io ho
bisogno di riflettere…” disse
quest’ultimo d’un colpo. “Va
bene…” “Non mi venite a cercare,
tornerò prima di
sera” ma il vampiro dagli occhi dorati non aveva intenzione
di fermarlo o tanto
meno di cercarlo. Doveva aspettare che Bella si svegliasse, per
spiegarle
tutto.
Aveva
voglia di abbracciarla per un’altra volta. Sì,
poter riabbracciare quella
ragazza era l’unica cosa che desiderasse. Il problema che
però si affacciava
ancora nella mente di Edward era il fatto della trasformazione. Lui la
voleva
con sé per l’eternità, ma non sarebbe
mai riuscito a privarla dell’anima…. men
che meno dopo aver visto come si era comportato Liam in un attimo di
furia.
Quel giorno aveva capito che bastava un attimo, e la Bestia
avrebbe preso il
sopravvento sul misterioso vampiro.
Ma
ormai per Edward, quel vampiro non era affatto un mistero. Era riuscito
a
leggere i suoi pensieri mentre era impazzito, per così dire.
E a quel punto
quasi lo compativa; ogni volta che incrociava quegli occhi viola,
vedeva una
sofferenza eterna.
Anche
se Lisbeth era tornata, non era come nei ricordi di Liam. Forse
perché lui era
accecato dall’amore, forse per qualche altro motivo che a
Edward era ancora
ignoto.
Poi
un borbottio. Bella si era svegliata.
-------------------------------------------
La
testa le doleva ancora da matti, ma riusciva ad aprire gli occhi e a
vedere di
nuovo le figure in modo nitido. L’intrusa (così
aveva iniziato a chiamarla) le
inculcava ancora strane informazioni a cui lei non riusciva a dare
origine. A
volte, mentre dormiva, ci parlava persino, e quella le diceva di farsi
da parte
perché lei sarebbe tornata a possedere il suo corpo.
Ma
l’amore per Edward era troppo forte… Quello che
invece animava l’altra anima
era solo puro desiderio di possesso: il voler tornare in vita.
L’intrusa
non era mossa da nessun altro sentimento… Ma i suoi ricordi
svelavano a Bella
qualcosa di ignoto, qualcosa che faceva tremare persino Lisbeth.
Non
è sempre stata così, ne sono sicura.
“Bella,
mi senti?” lei fece un breve cenno d’assenso,
appena accennato. La testa tornò
a farle male. “Ci riesci ad alzarti?” lei
annuì di nuovo. Sentì due mani gelide
posarsi sulla sua schiena e sollevarla dal letto.
“E’ meglio che io ti porti
così fino alla mansarda” lei aprì gli
occhi. Edward le sorrideva gentilmente,
sentendo che il suo cuore si riscaldava. Ma mentre loro due salivano
verso la
mansarda dei Cullen, non riusciva a togliersi dalla mente due
penetranti occhi
viola.
Quando
arrivarono, lui la posò lentamente su un ampio divano e poi
le sussurrò: “Vuoi
sapere la verità adesso?”
“Sì, in
questo preciso istante…” “Va bene, ma
sappi che non è facile da spiegare” lei
sorrise comprensiva. “E tu sappi che ti crederò,
qualsiasi cosa tu dica…” così
iniziò il racconto.
“La
mia non è una famiglia normale… Mio padre ci
adottò uno dopo l’altro quando
eravamo ancora in fasce. Ci crebbe uno alla volta, nel rispetto per
l’aristocrazia e per la classe sociale alla quale
appartenevamo. Il fatto di
cui però sono rimasto all’oscuro per molto tempo,
era che mio padre è un
vampiro. Lui si era affezionato troppo a noi…
Così tanto da stringere un patto
con una vampira più potente. Secondo il patto, lei ci
avrebbe trasformati tutti
in vampiri, ma in cambio noi dovevamo fare ciò che ci
diceva. Nei primi mesi
della mia nuova… situazione da vampiro, io sono fuggito con
lei. Un po’ perché credevo
di amarla, un po’ per il risentimento nei confronti di mio
padre. Mia sorella,
Alice, era stata trasformata prima di me ed aveva incontrato sul suo
cammino
Jasper. L’unica umana in casa adesso è mia sorella
Rosalie, ma Carlisle si è
ripromesso che sarà lui stesso a trasformarla.
La
vampira con cui mio padre aveva stretto il patto era Victoria, Bella. E
dico era perché ieri,
quando si è venuta a
vendicare dato che la avevo lasciata ed ero venuto da te, Liam
l’ha uccisa”
Bella rabbrividì.
Il
ragazzo dai capelli biondi, il giorno prima, si era trasformato in un
animale…
in una Bestia. “E
Liam… cos’è lui?”
domandò poco convinta di volerlo sapere.
“Lui
è un altro tipo di vampiro, Bella… Devi sapere
che il colore dei nostri occhi
determina la nostra dieta… Io e la mia famiglia abbiamo gli
occhi d’oro perché
non uccidiamo gli umani. Noi ci nutriamo di sangue animale…
Victoria aveva gli
occhi rossi perché si cibava di sangue umano e
Liam… beh lui è un caso a
parte…” il suo corpo fu percorso da un brivido
mentre l’intrusa, nelle viscere,
rideva sguaiatamente. “Spiegati…” lui
prese un respiro.
“Per
capire a fondo la storia di Liam, devi sapere che lui - parecchi anni
fa- si
innamorò perdutamente della figlia di uno dei più
potenti stregoni della
storia. Lei sembrava ricambiare, ma il suo desiderio fisso, era quello
di
essere trasformata in vampiro. Non pensava ad altro, e pregava lui di
trasformarla il più presto possibile. Ma Liam sapeva che,
del resto, non ne
avrebbe avuto la forza e alla fine la avrebbe uccisa per la sete.
Però il suo
più grande desiderio era averla accanto per sempre e
così tentò… Lui la uccise,
Bella. E i sensi di colpa lo tormentano ancora oggi” la
ragazza sentì che gli
occhi le si velavano di lacrime. Non poteva pensare che Liam avesse un
passato
così doloroso alle spalle.
“C’è
dell’altro… Il padre della ragazza, Moltach,
impresse una maledizione a Liam e
a tutta la sua stirpe, cioè quella degli Swan”
Bella sentiva che il peggio
doveva ancora venire.
“Se
Liam si è comportato in quel modo disumani, ieri, era per
colpa della Bestia,
che lo divora giorno dopo giorno… Lui cerca di tenerla
segregata nelle viscere
del suo essere, ma quella ha sempre più voglia di sangue.
Liam non è
vegetariano, non lo può essere… anche se in tempi
passati lo era” lei lo
interruppe. “Ti prego, dimmi che ciò che ho capito
è errato…” “Mi dispiace
Bella, ma non posso…” “Oddio no,
no…” “Io ti amo più di me
stesso, ma non posso
trasformarti…” NO! NO!
NO! e intanto
l’intrusa rideva malevola.
“…
in quel caso tu perderesti la tua anima e la Bestia
dimorerebbe per sempre in te. Come una
presenza indissolubile che ha bisogno di sangue e morte. Non posso
infliggerti
un dolore così grave” una lacrima rigò
il viso di Bella.
Nota
dell’autrice:
Siamo
arrivati ad un momento cruciale del racconto… Spero che si
siano chiariti i
dubbi riguardo al fatto che Bella non possa essere trasformata. Come
anticipazione vi dico solo che Lisbeth si farà molto
prepotente nei prossimi
capitoli... EHEHEHEH!!
Comunque
sia voglio ringraziare vivamente Giova71 che
segue la storia con partecipazione e continua a lasciarmi piacevoli
recensioncine su ogni capitolo! Grazie mille!!
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Capitolo 14 *** Capitolo 14. Pensando al Passato ***
L’ennesimo
bicchierino gli scese nella gola, forse più bruciante degli
altri. Non era la
prima volta che affogava i suoi dispiaceri
nell’alcol… La prima volta era stato
tanti anni fa, la prima notte in cui l’aveva rifiutato. Forse
doveva aspettarselo
sin da quel giorno…
“Adesso…
questo è il momento giusto. Trasformami,
Liam…” lui indugiava, seduto sul letto a
baldacchino della camera della
ragazza. Quella notte, come tante altre, era salito dalla finestra. Era
un
gesto molto romantico - eludere le sorveglianze ed incontrarla di
nascosto- ma
lei non se ne curava. Però quel ragazzo disperato era
accecato dall’amore e si
accorgeva a malapena che in quel periodo il suo era un amore a senso
unico. Certo,
per la loro relazione c’erano stati periodi migliori, ma lui
confidava nel
fatto che fosse una nuvola passeggera. “Io non ce la faccio
Lisbeth…” sussultò
lui. Lei si fece cupa. “Allora non ho nient’altro
da dire… sparisci dalla mia
vista” lui sentì che il suo cuore veniva trafitto
e fatto allo spiedo. Lo
avevano già fatto altre volte, di sicuro lei non aveva
paura, per lei non era
la prima volta… Gli sembrò che non lo amasse
più come una volta.
Ed
era la verità. Lisbeth era tornata chissà come,
solo per avere quello che
cercava anche duecento anni fa: l’immortalità. Ma
il corpo era quello di una
Swan, quindi la maledizione la avrebbe colpita se la avesse
trasformata. E poi
Bella non se lo meritava…
Bella…
un
nome che negli ultimi tempi si presentava nella sua
mente un po’ troppe volte.
Non
poteva innamorarsene. Edward e la sua famiglia erano stati premurosi
nei suoi
confronti e non lo poteva tradire così.
Ma
lui la amava già: c’era poco da fare.
A
quel punto c’era da capire se la amava veramente o amava i
ricordi dei suoi
tempi d’oro con Lisbeth, attraverso lei. Erano due cose molto
diverse…
Perché
l’amore con Lisbeth c’era stato, di questo ne era
sicuro. Poi, poco dopo aver
scoperto che lui era un vampiro, quella ragazza era cambiata. Aveva
iniziato ad
essere egoista, fredda e calcolatrice. Eppure lui ricordava ancora
così bene la
loro prima volta… quando lei era ancora incosciente di
ciò che era lui…
“Amami”
aveva sussurrato lei poco prima
di spogliarsi dall’ampia veste. Lui invece era lì,
ad aspettarla. “Io già
t’amo…”
e detto questo la baciò, con tutto l’ardore di cui
era capace. Poi le bacio il
collo e proseguì verso le spalle.
Nessuno
poteva rovinare quel momento,
nessuno poteva separarli… Da lì
all’eternità. “Prima o poi
scoprirò cosa sei…”
disse lei, tra i baci.
Un
altro bicchiere.
Era
ancora sobrio e questo lo faceva arrabbiare da matti. Una volta era
più facile
ubriacarsi… Come quella volta in cui lui e Lisbeth erano
andati ad una festa in
maschera, tutti e due camuffati per bene: in modo che nessuno li
riconoscesse.
Vagava
per la stanza affollata. La stava
cercando; ancora una volta. Quel giorno aveva voglia di vederla
più di ogni
altra cosa - come sempre del resto- ma quella volta era diverso. Tutti
e due
erano mascherati… potevano stare allo scoperto senza che
nessuno li
riconoscesse. Poi la vide: inconfondibile.
Indossava
un vestito blu, molto stretto
in vita che poi scendeva a campana, in una cascata di lustrini.
Riusciva a
riconoscerla perché la maschera lasciava scoperte le sue
labbra. Le avrebbe
riconosciute tra mille… Il labbro superiore poco
più pieno rispetto a quello
inferiore.
Bellissima…
“Eccoti
finalmente” lei sobbalzò. “Lo ho
fatto di nuovo?” “Intendi spaventarmi a morte?
Sì, in quel caso l’hai
fatto…” lui
sorrise. “Un bicchiere?” “Ehm…
in realtà io sono astemio” “Solo
uno… del resto
questa è una festa” lo prese.
Quello
fu solo il primo di una serie
interminabile di bicchieri alcolici.
Si
riscosse… Ma quel giorno il flusso dei ricordi era troppo
potente e la
Bestia dormiva così
profondamente che lui si sentiva sin troppo sgombro.
Ormai
combattere contro la Bestia
era diventato uno dei suoi unici impegni. Quel giorno era
così silenziosa che
lui addirittura non sapeva cosa fare. Non era certo come la prima volta
che
quell’orrore aveva iniziato a dilaniarlo…
Erano
passate ormai alcune settimane da
quando il vecchio stregone gli aveva inflitto la
maledizione… Ma non aveva
ancora alcun effetto collaterale.
Stava
camminando, era notte. Gli piaceva
la brezza notturna che gli sferzava la pelle. Da quando lei era morta
non
riusciva a pensare ad altro se non al suo corpo freddo; il corpo che si
era
ritrovato in grembo… Era stato così terribile,
così devastante che aveva perso
tutta la sua voglia di vivere. Persino la maledizione che il vecchio
aveva
scagliato su di lui, non lo aveva scalfito. La sua vita era finita
senza
Lisbeth.
Poi un
dolore tremendo, come se qualcuno
stesse cercando di ucciderlo dall’interno. Una zampata di un
animale feroce:
era l’unico modo per definire quell’atroce
sensazione. In pochi decimi di
secondi tutti i suoi sensi diventarono più acuti. Intanto
qualcosa lo divorava
dall’interno, divorava la sua anima. Urlò, un urlo
disumano.
Ma
ormai il suo corpo non apparteneva
più a lui, bensì a quella Bestia.
Qualcuno
entrò nel locale. Non si girò nemmeno a vedere
chi fosse…
Lo
sapeva.
“Ciao
Bella” disse senza voltarsi.
“Liam…” riuscì a sussurrare
lei. “Ti ha raccontato
tutto vero?” “Sì. E mi
dispiace… mi dispiace molto per quello che ti è
successo, ma ora io bisogno di te” lo disse con risolutezza,
ma allo stesso
tempo con dolcezza. Lui si voltò, la guardò. E
lei posò le sue labbra su quelle
del vampiro.
Nota
dell’autrice:
Questi
sono tanti flashback di Liam… E’ la parte finale
che ci lascia un po’ perplessi…
Beh scoprirete il resto nel prossimo capitolo.
A
questo punto vorrei ringraziare anche Eliza1755,
dato che anche lei segue la storia partecipando grazie alle sue belle
recensioni! Allora grazie anche a lei!
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Capitolo 15 *** Capitolo 15. Questa è La Tua Anima ***
Ti
prego, fa che io sia ubriaco… fa che
questa sia tutta un’allucinazione… ma
non era un’allucinazione. Nel suo bacio c’era
rabbia, disprezzo, la sensazione
di sentirsi tradita. E riponeva le sue speranze in lui.
NO!
Non poteva pensare a ciò che stava succedendo. Non poteva
fare questo a Edward,
che era stato così gentile con lui.
“Bella… Ferma!” ansimò. Lei
si staccò e lo
guardò con aria interrogativa. “Non posso fare una
cosa del genere a Edward.
Lui è stato gentile con me e…” lei lo
zittì posandogli il dito indice sulle
labbra. “Lui non mi vuole… Mi lascerà
invecchiare. Non mi interessa la mia
anima… Senza di lui non sono nulla!”
iniziò a battere i pugni sul petto
roccioso di Liam.
Dopo
un po’, esausta, si appoggiò su di lui.
“Non rimarrai sola… ci sono io con te.
Ci sono io per sempre” ma glielo poteva garantire? Sarebbe
riuscita a
trasformarla?
No!
La sua missione era proprio impedirlo…
“Bella,
come posso trasformarti in un mostro?” sussultò
lui. E intanto qualcosa si
smuoveva nelle sue profondità… Ebbe subito paura
che fosse la
Bestia così scansò
velocemente Bella. “No… la Bestia…
sta tornando. Scappa!” lei stava per andarsene. Lui
strinse i denti. Ma non sentì niente, anzi. Fu invaso da una
strana sensazione,
qualcosa gli attanagliava lo stomaco… Lo riscaldava.
Però come poteva essersi
riscaldato se le sue membra erano ancora fredde come il ghiaccio.
D’un tratto
si sentì vuoto.
La Bestia!
Dov’è?
Non
la percepiva… Al contrario sentiva qualcosa che gli mancava
da tanto tempo. Fu
travolto da una miriade di emozioni. Era possibile?
La
maledizione era stata spezzata?
No,
la
Bestia era
lì da qualche parte, pronta a cogliere la sua prima
distrazione. Bella si
avvicinò a lui, diffidente.
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Lui
le aveva detto di scappare, ma lei era rimasta.
Lo
guardava, rigido al suo posto. Poi si rilassò e lei si
decise ad andargli
vicino. “Bella, mi sento strano…” lei
non capiva. Ma poi il vampiro, che era
rimasto ad occhi chiusi per tutto il tempo, li aprì
e… “Liam…” “Cosa
c’è?” domandò
lui spaventato dallo strano tono di voce della ragazza. “I
tuoi occhi sono…
castano dorati” lui rimase immobile.
“Impossibile… Ho ancora i sensi potenziati
e… anche i doni, quelli non se ne sono andati”
“I doni?” chiese lei
sprovveduta. “Sì, alcuni vampiri hanno un dono che
può variare dal leggere il
pensiero, come Edward, vedere il futuro come sua
sorella…” “Ah…”
Edward non le
aveva parlato di quello. Si sentì violata. “Non ti
preoccupare, l’unico capace
di leggerti il pensiero sono io…”
“Ah… me ne sono accorta” lui poi si
concentrò
sullo specchio, che lo rifletteva con quegli occhi d’oro.
“Come è possibile?
Una maledizione è inviolabile… Mi sento
così…” “…
strano?” lo interruppe Bella.
“Questa è la tua anima, Liam”
l’intrusa dentro di lei iniziò a scalpitare
perché voleva uscire.
E
si sentì soffocare. L’intrusa la stava
distruggendo dall’interno.
“Li…
am… Aiuto!” disse col poco fiato che le rimaneva.
Lui era ancora felice e
incredulo, ma poi - guardando lei- tornò serio. Le si
avvicinò. Si accorse che
stava soffocando.
Provò
a comunicare con lei tramite pensiero.
Bella,
respira. Questa è Lisbeth - l’intrusa-
vero?
Lei
si accasciò a terra, ma mi rispose. Sì,
sta agendo dall’interno. Fermala! Sto morendo… Chiuse
gli occhi rassegnata.
Ma lui aveva ancora molto da dare.
Non
ci aveva mai provato ma era disperato. Del resto casa Cullen non
distava molto.
Edward,
aiuto! Lisbeth sta uccidendo
Bella da dentro… Corri!
Lui
non arrivava. Liam tentava invano una respirazione bocca a bocca. Poi,
quando
aveva perso le speranze, arrivò Edward.
“Bella!” per fortuna non c’era nessuno
nel locale, a parte l’oste che li guardava spaventato.
“Liam…
i tuoi occhi…” “Sì lo
so… ma adesso sbrigati! Dobbiamo tirare fuori
Lisbeth…” “Ma
ci serve uno stregone!” “Lasciatemi
passare!” esclamò una donna.
“E’ lei chi è?”
era davvero graziosa… Un viso a forma di cuore, capelli
castano chiaro e occhi
d’oro. Una vampira. “Sono la persona di cui avete
bisogno!” mise le mani sullo
sterno di Bella, che giaceva esanime a terra.
Iniziò
una litania stranissima e Bella urlò disperata.
“Le fa male!” “Rilassatevi…
quella è l’altra…” disse lei
risoluta. Una nube azzurrina si alzò sopra le loro
teste. Prima che potesse evaporare, la donna misteriosa
agguantò una bottiglia
vuota e la fece entrare dentro di essa.
“Anima
in bottiglia…” sorrise risoluta e porse la
bottiglia a Liam.
Lui
sapeva che quello era lo spirito della persona che aveva amato.
“La ragazza ce
la farà?” “Suppongo di
sì… Tra poco si sveglierà”
Edward era davvero curioso
dell’identità della donna. “Se non le
arreco troppo disturbo… Mi potrebbe
rivelare la sua identità?” “Mi chiamo
Esme, sono una strega… e una vampira” i
due giovani vampiri rimasero a bocca aperta. “Beh…
qua c’è da cancellare la
memoria di qualcuno…” osservò Liam
rompendo il silenzio e afferrando per la
camicia l’oste.
Era
finita. O quasi…
Nota
dell’autrice:
Siamo
quasi alla fine di questa avventura… Ringrazio adesso tutti
quelli che mi hanno
sostenuto, perché l’epilogo ve lo voglio far
godere tutto!
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Capitolo 16 *** Capitolo Finale. Io Credo Nell'Amore ***
POV LIAM
E’
passata ormai una settimana dalla
scomparsa di Lisbeth; la scomparsa definitiva. Il giorno dopo gli
avvenimenti
io, Edward e Bella, avevano sotterrato la bottiglia con
quell’animo tanto
malvagio…
Bella
mi aveva chiesto se poteva essere
lei a buttare giù quella bottiglietta. Io
acconsentii…
Alla
fine fu un addio. Un addio ad una
persona che, duecento anni prima, avevo amato con tutto me stesso.
Ma a
questo punto inizio a domandarmi
chi sia veramente Liam Swan; cosa abbia fatto per questo mondo.
E’ ora di
rendersi utile. Del resto, ho ancora un’eternità
davanti.
E
stavolta non mi spaventa il tempo.
Perché non sono più prigioniero: nessuno degli
Swan lo è.
Ieri ho
preparato la valigia.
La nave
parte oggi, di mattina presto. Potevo
anche decidere di rimanere un po’ di più, ma non
ce l’avrei fatta.
Lei.
Era
ancora nei miei pensieri. Avevo
ancora sulla bocca il sapore del suo bacio. Era stato uno sbaglio,
certo… Ma
era stato pur sempre un bacio. Forse era quello ad avermi restituito
l’anima. O
forse qualcos’altro. Eppure nel mondo c’era ancora
così tanto da scoprire, così
tanto da esplorare.
Anche
per questo motivo sto partendo. Voglio
allargare i miei orizzonti, conoscere nuove terre, esplorare nuovi
territori.
Perché
del resto è sempre stato il mio
sogno, vagare verso l’ignoto. Verso ciò che non si
può neanche immaginare.
La nave
parte tra mezz’ora. Poco tempo
per radunare le mie cose, e partire. Nel totale anonimato. E’
quello che ho
sempre fatto.
Ma
stavolta sento un vuoto. Vorrei che
lei venisse con me… Ma il suo posto è a Londra,
con i Cullen per il resto dell’eternità.
A
proposito di Cullen, Carlisle - il
padre di Edward- ha conosciuto Esme, la strega. E’ stato
amore a prima vista e,
per il loro clan si prospettano tempi rosei. Hanno scoperto che anche
la
piccola Rose ha un’affinità magica ed Esme la
aiuta a coltivarla.
Tutta
questa storia è stata un grande
sbaglio, ma più ci ripenso, più capisco che mi ha
aiutato a trovare me stesso.
Quella persona sepolta da tanto tempo sotto le macerie, dietro
l’ombra della
Bestia, dietro l’ombra di Lisbeth.
E’
l’alba. L’imbarco è ormai imminente.
“Liam!”
sento una voce. Una voce
inconfondibile. Poco dopo lei è dietro di me. Indossa un
sontuoso abito blu -
io ho sempre detto che il blu le dona- non ha niente della povera
ragazza di
qualche settimana prima. Qualche settimana prima che la sua vita
venisse
sconvolta, certo…
“Ciao
Bella…” dico triste. “Non sei
costretto a partire…” “Tu sai meglio di
tutti che lo devo fare” lei abbassa lo
sguardo, colpevole. “E’ stato un grosso
sbaglio… se solo potessi dimenticare…”
“Ma
non puoi, come io non posso… Ed è per questo che
devo partire. Per questo e per
ritrovare le mie origini” lei lo guardava supplicante.
Sul suo
viso ormai non c’era neanche l’ombra
di Lisbeth. C’era solo l’animo sano e genuino di
Bella.
“Io
non ti amo abbastanza Liam… e questo
lo sai. Edward è insostituibile, fa parte della mia
essenza” “Non serve che tu
me lo stia a ripetere…” una lacrima le scivola
lungo la guancia. “Oh no… non
volevo farti piangere” lei ride tristemente. “Non
è per quello… Promettimi che
non ti scorderai di noi, Liam…” io le prendo le
mani, ma già inizio a salire
sulla nave. “Te lo prometto...” e così
la nave parte. Lei mi saluta. Poco dopo
ad affiancarla c’è Edward.
Chissà…
forse troverò anch’io la persona
giusta. Perché del resto ognuno ha una sua anima gemella.
Se
qualcuno mi chiederà di nuovo “Tu
credi nell’amore?” stavolta saprò cosa
rispondere: “Sì, ci credo”.
The
End
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