Ritratto di un amore

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Il mare s’infrangeva sulla spiaggia.
Le barche ancorate dondolavano, a volte con violenza, altre con un dolce movimento.
Il panorama era stupendo. I raggi del sole scagliati sull’enorme massa blu, sfumata di bianco dove le onde erano più vigorose, creavano abbaglianti bagliori, lucenti e simili a stelle.
Kaoru Mitsuki stringeva l’album dei disegni sulle ginocchia e la matita nella mano.
Il vento le scompigliava i capelli neri come l’ebano. Era concentrata sui foglie, ove tracciava con sorprendente maestria. Le sopracciglia si arcuarono in un’espressione corrucciata.
Strappò il foglio. Chiuse gli occhi per un istante. Non riusciva a toglierlo dalla mente. Lui, l’epicentro dei suoi pensieri. Austero e impassibile. Kaoru aveva ora due sogni; diventare una famosa pittrice…e lui.
Koga Saejima. Erano trascorsi circa tre mesi da quando Koga le aveva praticamente imposto di andare a vivere nella sua immensa villa. Gonza le aveva detto che Koga aveva sofferto molto e le ferite del suo passato ancora non si erano rimarginate. E nonostante gli avesse posto numerose domande, legittime dal suo punto di vista, Koga non aveva mai risposto, o almeno, non aveva mai messo a tacere i suoi infiniti dubbi.
All’inizio lo aveva trovato sgarbato, antipatico. Mai un complimento, mai una domanda su come stava.
Poi, ci aveva fatto l’abitudine; e, d’altro canto, l’aveva salvata tantissime volte dagli Orrori, quegli essere mostruosi e, per Kaori, ancora incomprensibili.
Tuttavia…Koga, non di rado, le rivolgeva sguardi così penetranti ed intensi da farle dimenticare il proprio nome. A poco a poco, si era…arrossì al solo pensiero. Si era…innamorata?
Koga aveva l’aspetto di un principe fiabesco…alto, bello, affascinante…e forte, coraggioso, impavido…non era altrettanto dolce e gentile, ma non le importava. Sì, lei era innamorata di Koga.
Mai le erano interessati i ragazzi, e non perché non le piacessero o perché fosse indifferente. Fino ad ora aveva pensato solo alla sua ambizione di diventare pittrice. Però adesso…Koga era indispensabile. Come i pastelli lo erano per colorare. Una volta aveva detto al magico anello di Koga, che lo dipingeva sempre solo perché era l’unica persona disposta a posare gratis…ovviamente non era quello il motivo.
Le piaceva dipingere il suo volto serio, il portamento da vero cavaliere, gli occhi scuri…Kaoru era ormai soggiogata dall’immagine di quel ragazzo, da non riuscire a muovere la matita sulla pagina candida.
Ripose l’album nella borsa a tracolla. Il vento era calato. Non se n’era accorta, ma il cielo si era già striato di pennellate rosa e arancioni. Voleva rimanere a ricevere il tepore degli ultimi istanti di luce solare.
Se ci fosse stato Koga, sarebbe apparso tutto terribilmente romantico…
Ravviò una ciocca dietro l’orecchio. Koga…doveva forse confessargli i suoi sentimenti?
Lasciarsi andare? Come avrebbe reagito lui? Con un’occhiata gelida o colma di pena?
Era, o forse sembrava, così complicato…
Si stava facendo tardi.
Non voleva essere ancora la preda di un Orrore. Non stasera. Era decisa a dirgli tutto.
Nella vita aveva sempre dato ciò che poteva…se Koga l’avesse respinta, avrebbe sofferto tantissimo…ma almeno non avrebbe continuato ad angustiarsi inutilmente.
Era stanca, così prese un taxi e raggiunse Villa Saejima.


Era del tutto privo di senso continuare ad allenarsi. Koga infilò la spada nel fodero e rientrò in casa, rifugiandosi nella sua stanza, che riteneva il suo personale luogo di riflessione.
Anche se…su cosa poteva riflettere?!
Ovviamente ancora su di lei. Kaoru Mitsuki.
Ma chi diavolo era quella ragazza per mettere a soqquadro il suo sangue freddo, la sua calma indiscutibile? Una calma apparente…Kaoru non poteva entrare così nella sua vita…nel suo cuore!
Eppure l’aveva fatto. Cosa gli era passato per la testa?! Innamorarsi di lei…Koga non voleva nemmeno pensare al destino di Kaoru. Era davvero necessario che lei morisse, come ripeteva Rei?
Lui non voleva ucciderla…anzi, non voleva che morisse!
Si passò una mano sul viso, inumidendosi le labbra con una birra.
Kaoru…ogni volta che la sapeva in compagnia di un Orrore, perdeva inevitabilmente la lucidità.
Non poteva farci nulla. Ma doveva darsi una regolata.
Ciò che provava non doveva, per nessuna ragione al mondo, trapelare. Kaoru non l’avrebbe mai scoperto né capito. Koga si stese sulla poltrona, cercando di rilassarsi. Non riusciva.
Gonza bussò alla porta. “Cosa c’è?”
L’anziano maggiordomo sistemò gli occhiali sul naso.
“Mi scusi, signorino Koga, ma sono un po’ preoccupato. La signorina Kaoru non è ancora rientrata e l’ora di cena è trascorsa da un pezzo”
Koga aveva perso la cognizione del tempo. Gettò un’occhiata all’orologio sulla scrivania. Quasi le dieci!
“Vado a cercarla” affermò.
Aprì la porta. Kaoru era lì.
“Sai che ore sono?” chiese, ma non era una domanda. Kaoru sorrise nervosamente.
“Lo so che è tardi…scusa!”
Entrò in fretta, non volendo affrontare quegli occhi ipnotici. “Dove sei stata finora?”
“In spiaggia!” “Perché?” “Il panorama era meraviglioso e ho impiegato un sacco di tempo a riportarlo sul mio album!” spiegò euforica…o forse era tesa?
“Era davvero così bello?” “Che cosa?” “Il mare. Era davvero così bello?” ripeté. “Oh, sì…dovresti vederlo…a quest’ora la luna si riflette sull’acqua ed è uno spettacolo magnifico…” disse con aria sognante. Koga uscì. “Dove stai andando?” “Vieni con me” la prese per mano.
“Ma…adesso?!” “Certo”
E Kaoru, non seppe se per gioia o per timore, non riuscì a liberarsi dalla sua presa.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Kaoru frenò un sospiro, dettato dallo spettacolo dinanzi a loro. Il mare era scuro, calmo, dipinto dalla notte serena. Solo una lieve brezza accarezzava la sabbia fine e gli ombrelloni sulla spiaggia.
Non c’era la luna, ma le pallide e lontane stelle brillavano come spille avventate al cielo.
“Posso vedere il tuo disegno?” le domandò, con voce stranamente velata. Le mani di Kaoru gli porsero automaticamente l’album
Koga studiò il lavoro della ragazza; lei si mordicchiò il labbro inferiore.
“So che non è granché, però oggi non avevo tanta ispirazione…” che scusa fiacca.
La realtà era semplice e lineare; non faceva altro che pensare a lui!
-Maledizione, Koga Saejima! Chi cavolo sei per entrare così prepotentemente nella mia vita?!?-
Koga non aveva ancora detto niente. Sembrava assaporare il disegno non solo con la vista, ma anche col cuore, col tatto. Le dita lunghe ed abili toccavano i colori sfumati sul foglio, avvertendoli sotto la pelle.
“E’ bello. Mi piace molto” Kaoru credette di aver sognato e si diede un pizzicotto. Era vero!
“Dici sul serio?” “Perché dovrei mentire?”
Accidenti a lui! Non si rispondeva a una domanda con un’altra domanda!
Koga le restituì l’album. L’anello non spiccicava parola.
Nessun Orrore previsto. Koga ne era sollevato.
Kaoru però pareva nervosa. “Ho sempre pensato che fossi una brava pittrice. Sul serio”
“G…grazie. Perché sei venuto qui, stasera e…con me?”
Koga si sedette sulla sabbia. L’anelito del vento era cessato del tutto. “Perché volevo vedere questo spettacolo con te” Il cuore di Kaoru perde un battito.
Non sembrava una presa in giro.
“Ti manca, tuo padre?” le chiese d’un tratto.
“Beh, sì…” “E tua madre?”
Kaoru trattenne una lacrima. “Sì. Da morire. Vorrei poterla riabbracciare. Vorrei che mi preparasse la colazione tutte le mattine. Vorrei che mi aiutasse a temperare i pastelli. Vorrei poterla aiutare a stendere le lenzuola al sole. Come quando era ancora viva…”
Koga avvertì il tremolio della sua voce, sebbene lei cercasse di parlare in maniera naturale.
“Kaoru…” era la prima volta, almeno da quanto ricordava, che diceva il suo nome! Ed era diverso pronunciato da lui…era morbido, scandito, caloroso. “Sai qual è il tuo destino?”
“Quel cavaliere…Rei…mi ha detto che prima o poi…verrò uccisa…perché ho il sangue di un Orrore sulla pelle…” “E hai paura?”
Scrollò le spalle. “Aver paura di morire è tanto normale quanto inutile, perché la morte è inevitabile”
“Sei più saggia di quanto sembri” disse con una punta di soffice ironia. “Molto gentile farmelo notare!”
Kaoru si ricordò poi di quello che si era prefissata. Voleva confessargli i suoi sentimenti…torturandosi le dita, il cuore cominciò ad avanzare nelle tempie, quasi a stordirla. Era più facile a dirsi che a farsi!
“Ehm…Koga…devo dirti una cosa”
Lui aspettava, e se era curioso era bravissimo a non mostrarlo.
Imprecò mentalmente. Poteva renderle le cose un tantino meno ingarbugliate!
Si rigirò l’anello che Koga le aveva dato.
Era come se avesse un groppo impossibile da deglutire. Non riusciva a parlare! Voleva prendersi a pugni!
Koga la guardò, la traccia di un piccolo sorriso sul volto. Le sollevò il viso posandole il pollice sotto il mento. Le guance erano spruzzate di rosso, Kaoru sentì il respiro fermarsi nelle tonsille.
Kami Sama, ma si divertiva a torturarla così? Come se fosse facile resistergli…
Il volto di lui si avvicinava. Kaoru aveva paura che si sarebbe ritratto non appena lei avesse chiuso gli occhi. Però…volle rischiare. Si abbandonò a quel tocco di eterea dolcezza…gridò di felicità, dentro di sé, quando Koga posò le labbra sulle sue. Non era un bacio conturbante. Non era ricco di passione, né di sensualità.
Era delicato. Accennato. Lento come un valzer danzato in punta di piedi…come la mani pizzicanti un pianoforte…Kaoru dischiuse le labbra. Ora però…il bacio stava cambiando.
Era sempre dolcissimo, ma una nuova sensazione si aggiunse. Esigenza.
Adesso Koga era esigente. Sembrava iniziare una battaglia, tuttavia priva di violenza, carezzandole i contorni delle labbra con la lingua.
Le sfuggì un gemito. Un gemito gutturale e timido.
Kaoru si domandò se quella sera…sarebbe successo. Non che non lo desiderasse…ma Koga…?
Cosa provava lui? Era solo un momento di debolezza? E l’indomani, sarebbe tornato tutto come prima?
Le labbra si spostarono sul collo, bianco e delicato.
I baci proseguirono fino all’incavo della spalla.
Kaoru indossava una canotta arancione, con i bordi in pizzo. Non gli fu difficile sfiorarle la pelle delle braccia e del petto…
Kaoru aveva un po’ d’ansia, ma non voleva che si fermasse. Era bellissimo. Con la sua tuta nera, che rivelava i muscoli aitanti.
Voleva gridare: Ti Amo, Koga!, ma preferì tacere e godersi le carezze in silenzio, con il solo rumore delle onde infrangersi sulla riva.
Aveva letto numerose volte, nei romanzi, di scene in cui i protagonisti facevano l’amore sulla spiaggia, di notte, ed era certa che non esistesse nulla di più romantico. Ma non immaginava che lo sciabordio del mare, lo iodio che aleggiava come petali vaganti, le minuscole gocce d’acqua che giungevano sui loro corpi, potessero essere tanto magici. Si sentiva come incatenata, ed era una prigionia meravigliosa.
Donarsi a colui che amava…quale migliore sogno…
“Koga…” era un sussurro, la sua mente partoriva solo il suo nome. Le mani di lui s’infilavano sotto la canotta. Kaoru ringraziò il cielo di essere coricata, altrimenti le gambe non avrebbero sopportato quel turbinio di emozioni tempestose. Erano davvero al punto di non poter tornare più indietro?
Kaoru gemette…in fondo, non voleva tornare indietro…

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


La mente di Koga era come offuscata.
La freddezza che lo caratterizzava si era sciolta e non conosceva metodo per poterla ricostruire.
Gli occhi chiusi, le sfiorava il collo con le labbra.
Era una dolce, soave insistenza sulla pelle bianca di Kaoru.
Un sospiro, nella notte ormai giunta all’apice della sua esistenza.
Kaoru sentiva solo i battiti del suo cuore, monotoni ed involontari.
Si dipinse un sorriso timido e per nulla sfacciato sul suo volto.
La mano di lui si pose sulla sua nuca, catturandole le labbra in un altro, melodico bacio.
Le onde morivano a riva, solo la luna creava un fascio di luce pallida ma chiara e argentata sul mare.
Kaoru non si sentiva più così imbarazzata, e presa dal desiderio di mostrargli che non aveva intenzione di apparire apatica, passò le dita sul torace.
Koga cercò di frenare la bramosia di averla. Doveva essere cauto, paziente.
Mentre lei gli toglieva la camicia nera, lui pensò bene di levarle la maglietta.
Soffocò un gemito di soddisfazione, ma il suo sguardo era capace di liquefarla.
Aveva un reggiseno rosa pallido, senza cuciture o ricami sensuali. Il suo pudore non fece altro che spingerlo a scoprirla, sentendo il fruscio dell’indumento sulla sua pelle rabbrividita dal piacere.
I seni erano piccoli, ma turgidi e sodi.
Sfiorò un capezzolo, come volesse imprimerlo nel tatto.
Si accostò e con le labbra lambì entrambi i seni, udendola sospirare e stirarsi come un felino.
Kaoru s’inarcò, mugugnando a denti stretti.
“Koga…” mormorò, e a lui parve di essere incenerito.
Era così sensuale, così meravigliosa…
La spogliò con lentezza, respirando il suo profumo sulla pelle che la luna faceva apparire d’avorio.
Come uno scultore, passava le dita sul suo corpo magro e delicato…le gambe snelle e longilinee, le braccia e il ventre. Si tolse gli abiti a sua volta.
Kaoru arrossì. Non si aspettava un tale portamento, una tale imponenza.
Non c’erano più barriere. L’atmosfera tiepida e i gemiti più arrochiti, le carezze languide.
Koga si avvicinò maggiormente.
“Hai paura, adesso?”
“Dovrei averne?” Kaoru non riconosceva la propria voce. Era rauca, bassa.
“Non lo so. Se hai paura mi fermo”
Non sapeva come facesse ad essere sempre diretto e tranquillo. Fermarsi?
Adesso proprio non sarebbe stato possibile. Entrambi ne erano consapevoli.
Koga prese il silenzio di lei come un’affermazione.
Kaoru gli infilzò le spalle con le unghie, quando lui si fece spazio dentro alla sua verginità.
Ora l’aveva persa. No. Gliel’aveva donata.
Sì, era un regalo. Un regalo prezioso ed immacolato, e Kaoru sapeva che lui sarebbe stato il primo e l’unico. Perché lo amava. Forse lui non ricambiava quei sentimenti, ma lei non avrebbe amato nessun altro.
Ora glielo poteva dire.

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Le mise la camicia sulle spalle, coprendola in un gesto dolce e tenero. Lei arrossì, mere si accorse che lui era perfettamente a suo agio.
Il sole stava nascendo, il mare aveva bellissime increspature rosate e il mondo si svegliava lentamente.
Kaoru non osava guardarlo negli occhi. E se per lui fosse stato solo un metodo per svagarsi e non pensare alla sua ardua missione? Non avrebbe potuto continuare a vivere insieme a lui, in un’atmosfera di indifferenza da parte sua. Lei non era capace di fingere come lui.
“Andiamo a casa” disse Koga. Kaoru sembrò scuotersi dal suo torpore e si alzò senza fiatare.
Koga non poté impedirsi di sorridere, sbirciando nella sua direzione e vedendo che camminava a testa bassa. Intuiva facilmente cosa dovesse rimbalzare nella mente di quella graziosa signorina:
la paura che ciò che era accaduto fosse una cosa senza nessun significato; una serata diversa dalle altre, e poi tanti saluti e tutto come prima. Ma come trovare le parole?
Lui, che nella sua vita aveva avuto ben pochi momenti per l’affetto, solo quando suo padre era ancora in vita. Però doveva pensare che neanche l’infanzia di Kaoru era stata delle più felici.
Yuji Mitsuki era affettuoso e amava la figlia, certo…ma poteva dimostrarlo solo quando non era impegnato col suo lavoro…ovvero, in situazioni molto limitate.
Tuttavia, lei non aveva perso la speranza di scoprire chi davvero fosse colui che l’aveva messa al mondo. Koga l’ammirava per la sua volontà, il suo non arrendersi mai.
Forse era lei la più coraggiosa. Aveva accettato di svolgere qualsiasi lavoro, dalla cameriera al coniglietto che distribuiva palloncini al luna park; dal canto suo, Koga non poteva fare a meno di essere sempre più legato a Kaoru.
“Koga…” voleva solo pensarlo, invece lo sussurrò. Sperò che lui non udisse, ma non ebbe tanta fortuna. “Che c’è?”
Kaoru sentì un brivido percorrerle la schiena.
-Ora basta! Devo dirglielo!-
Gli afferrò il braccio, costringendolo a voltarsi.
“Puoi prestarmi attenzione, almeno per una volta?!” Koga fu sorpreso dal suo vigore.
“Non ti permetto di prendermi in giro!”
“Di che stai blaterando?! Falla finita!”
Kaoru ribollì di rabbia. “Vuoi degnarti di darmi almeno una spiegazione?!” avvampò.
“Che vuoi che ti dica?!? Che ti amo?!!”
Kaoru ebbe un tuffo al cuore. “No, certo che no! Consenti a me di dirti che IO TI AMO!!!
Koga sussultò, come se si fosse scottato.
Kaoru si morse il labbro inferiore, allontanandosi per l’imbarazzo.
-Come ho potuto essere tanto idiota?!!? Addio dignità!- pensò furiosa, desiderando scomparire nell’asfalto.

“Signorina Kaoru, bentornata…”
Kaoru ricambiò a malapena il saluto di Gonza, correndo nella sua stanca e sbattendo la porta.
Il maggiordomo scrollò le spalle.
-Chissà che è successo fra quei due…-
Ma, dato che non erano affari suoi, riprese a spolverare i soprammobili.

-Accidenti! Sono stata così stupida!-

Non sapeva quanto tempo fosse passato.
Bussarono alla porta.
“Che stai facendo?”
“Non ci vedi?! Le valigie!” ribatté secca. Un colpo al cuore.
“Perché?” “Perché non sto con uno che non ricambia minimamente i miei sentimenti! Lo so che se mi hai fatta trasferire qui è solo perché attirassi quei dannatissimi mostri!” aggiunse senza prendere fiato. “All’inizio era così, ma ora non più”
Sorrise sarcastica. “Grazie per la clemenza!”
Quella camera era troppo piccola, decise Kaoru. Si diresse verso l’uscio.
“Dove vai?” “Sono fatti miei! O devo chiederti il permesso anche per respirare?!?”
La bloccò per un polso.
“Smettila! Non rendermi tutto più difficile!” tuonò. “Tutto cosa?!?”
Diavolo, quanto era testarda!
“Pensi davvero che tu sia qui per quell’unico motivo?!” “Non ne conosco altri, illuminami!”
Deglutì. “Forse perché ti amo anch’io?!!??!”
Kaoru sentì la bocca diventare improvvisamente arida. “Come??”
“Non pretendere l’impossibile, ragazzina!” la rimbrottò, posando le labbra sulle sue.
Ok, ok. Aveva un modo molto piacevole per farsi perdonare.
“L’hai fatto tu?” le chiese, indicando poi l’album.
“Sì” “Come si intitola?” “S’intitola…Ritratto Di Un Amore
La prese in braccio, deponendola sul letto…

Il dipinto rappresentava loro due, seduti sulla sabbia, e si stringevano la mano.
Il cielo invaso dal crepuscolo e il mare che onorava con le sue onde spumose il loro amore finalmente sbocciato.

FINE

Ringrazio kiarina95 per le sue recensioni! ^_^

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