Return Of The Faint Smile

di demon6666
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Questa fanfiction è la traduzione di Return of The Faint Smile pubblicata in lingua inglese su FanFic.net.
Potete trovare l'originale qui.
Le vostre recensioni saranno inoltrate all'autore e io pubblicherò le sue risposte.
Un sentito grazie a demon6666 per avermi concesso l'onore di poter tradurre la sua opera per EFP.

Mi scuso con lo staff per un mio errore: inizialmente avevo pubblicato questa storia col mio account (Targul, per intenderci). Solo in seguito mi sono accorto che dovevo crearne uno apposta (questo). Per quello che può valere, so bene che l'ignoranza non è una giustificazione, mi dispiace.

Ciò detto vi lascio alla storia.



Nota dell'Autore: salve a tutti, spero che vi piaccia la mia fic. Questa è la mia prima fic, quindi, vi prego, non siate troppo severi! In effetti sono stato ispirato da "Blood Red Tears" di KunoichiTemari che mi è piaciuta ma che è, purtroppo, incompleta. Perciò ho deciso di scrivere una mia fic con protagoniste Teresa e Claire.

Per favore leggete e recensite!

Buona lettura.




NOTA IMPORTANTE:

La storia inizia alla fine del capitolo 82, quando i Fantasmi lasciano Rabona per risolvere le loro faccende in sospeso.


La terra era avvolta dall'oscurità della notte quando Claire, Yuma e Cynthia rientrarono non viste nella città di Rabona attraverso l'entrata segreta meridionale. Erano passate alcune settimane da quando i Fantasmi si erano separati per risolvere le loro faccende in sospeso lontano da Rabona e le tre non erano sicure se le altre fossero già rientrate o meno. Ad ogni modo, era tempo per loro di cominciare la loro ribellione contro l'Organizzazione.

Nonostante i suoi migliori sforzi, Claire non era riuscita a ritrovare Raki. Lo aveva cercato in ogni città o paese immaginabile delle grandi terre, ma invano. Claire spesso rivolgeva lo sguardo alla luna domandandosi se Raki stesse facendo lo stesso.

Continuava a ripetersi che lo avrebbe trovato, ma c'era qualcosa, nelle intime profondità del suo essere, che le diceva che ciò non sarebbe accaduto, che la sua era solo una stupida ossessione e che la promessa che gli aveva fatto era stata una menzogna.

Mentre guardava la luna, cacciò questi pensieri dalla sua mente. Claire non era tipo da rompere una promessa. Lo aveva imparato da Teresa ed era determinata ad essere fedele alla parola data.

Tutto il suo essere la pregava di abbandonare quella ricerca senza speranza, ma nel suo cuore Claire sapeva che Raki era ancora vivo, e nulla l'avrebbe mai convinta del contrario.

"Bentornate" disee una voce familiare non appena le tre varcarono l'ingresso principale della chiesa.

Miria studiò la guerriera dai capelli corti che aveva la testa china e un'espressione afflitta sul volto. Claire sembrava più depressa del solito e questo preoccupava il capitano. Miria controllò il gruppo alla ricerca di qualche segno di un giovane, ma, purtroppo, non ne trovò.

"Le altre sono già tornate, Miria?" chiese Yuma.

"Sì, effettivamente tutte sono tornate ieri. Stavamo aspettando il vostro ritorno..." fece una breve pausa, quindi continuò: "ci sono stati inconvenienti durante il viaggio?" chiese Miria con aria preoccupata.

"Sorprendentemente nessuno, Miria." replicò Cynthia. Miria assunse un'espressione sorpresa ma sollevata all'udire queste parole.

"Le altre non sono state così fortunate" replicò "Entrate, tutte vi stanno aspettando."

I quattro fantasmi si diressero verso il lato della grande chiesa e aprirono una porta segreta di legno nascosta dietro alcuni fitti cespugli. Con la copertura della notte, entrarono nella piccola stanza all'interno e salirono la scala a chiocciola che conduceva alla loro base operativa. Non appena Miria aprì la porta alla fine della scala ed entrò nella stanza, il resto dei fantasmi interruppe le conversazioni per accogliere le loro compagne.

"Salve a tutti." salutò Cynthia crollando sulla sedia più vicina, esausta per il viaggio.

"Guarda guarda, ecco Claire... Come butta? Dov'è il moccioso?" domandò Helen alzandosi dal tavolo per avvicinarsi a Claire.

Ci fu un momento di silenzio mentre Helen studiava la porta in cerca di Raki ma, come Miria, non ne trovò traccia.

"Helen, taci e basta." la zittì Deneve passandosi la mano sul viso.

"Mi dispiace, Claire." commentò Tabitha, che sedeva su un tavolo di fronte con un'espressione preoccupata in viso.

Claire emise un breve sospiro mentre camminava lungo il corridoio oltrepassando le altre e dirigendosi verso la sala comune.

Claire, Yuma e Cynthia erano state via per molte settimane, come le altre. Il loro viaggio aveva coinvolto continui spostamenti tra una città e l'altra, il che di solito implicava poco o niente da mangiare. Claire era spiaciuta per aver costretto Yuma e Cynthia ad un ritmo così serrato, con meno soste possibile fino al ritrovamento di Raki. Era infuriata al pensiero che l'unica cosa che avesse ottenuto nelle ultime settimane fosse stato solo sfinire se stessa e la sua squadra a causa dei suoi desideri egoistici.

"Raki, io ti troverò." giurò sottovoce stringendo i pugni mentre si precipitava verso la sala comune.


La mattina successiva Claire si svegliò prima del solito. Non era riuscita a dormire bene nelle ultime notti, sin da quando aveva sospeso la ricerca di Raki. A dire il vero, Claire non dormiva mai molto bene, ma nelle ultime settimane era stato peggio.

Si diresse verso la cima della chiesa, imboccando una scala segreta. Era solita stare in piedi lì a riflettere su se stessa mentre fissava l'enorme città e le terre verdi al di là. Le piaceva la brezza fredda e la pace che la facevano sempre sentire un po' meglio, anche se solo per un breve periodo. Chiuse gli occhi e si immerse nella serenità dell'ambiente intorno a lei.

Claire sentì qualcuno avvicinarsi e riconobbe immediatamente i tipici passi di Miria. Erano i tipici passi di un leader, che indicavano grazia e portamento fiero. nessun altra aveva una camminata del genere nel loro gruppo.

"Claire, sono preoccupata per te." disse piano.

Senza segno di emozione Claire replicò: "Non c'è bisogno che ti preoccupi per me, Miria."

"Invece penso che ci sia, Claire."

Claire si voltò verso Miria, la quale mostrava una traccia di tristezza nel volto.

"Claire, troverai il ragazzo che stai cercando."

"Sei venuta a dirmi solo questo?" sbottò Claire freddamente, tornando a fissare il panorama.

Miria ponderò le parole per un attimo mentre si avvicinava a Claire. Si mise al suo fianco guardando nella stessa direzione.

"Claire, è compito mio tenere il morale del gruppo il più alto possibile e se anche una sola di noi manca in ciò, ne risentono le prestazioni dell'intero gruppo."

"Lasciami sola."

"Claire, so quanto quel ragazzo significhi per te e ti capisco perfettamente se non vuoi più farlo."

Claire si voltò piuttosto sorpresa verso il capitano: "Cosa intendi dire, Miria?"

Miria la fissò dritto negli occhi: "Se vuoi lasciare il gruppo per andare a cercarlo... io capirò."

Claire le rivolse un debole sorriso e incrociò le braccia.

"Che resti fra noi, Miria: io so che lui è vivo."

"Come fai a saperlo?"

"Ho trovato un segno che ha lasciato per me nella sua città natale ed è stato fatto solo poche settimane fa."


Teresa aprì faticosamente gli occhi, solo per vedere altra oscurità. Balzò in piedì e si guardò intorno istericamente alla ricerca di Priscilla. Ma vide solo altra oscurità.

"Claire? DOVE SEI Claire?" gridò freneticamente mentre cercava disperatamente segni della ragazza.

"Sembra essere un successo." disse un uomo vestito di nero ad un altro mentre osservavano l'esperimento prendere vita davanti ai loro occhi da una piattaforma sopraelevata.

"Ce l'hai fatta Jeves, hai resuscitato Teresa del Sorriso." disse con un enorme ghigno malvagio sul volto. "Dae-sama sarà contento del nostro successo... devo andare ad informarlo?"

"No!" disse Jeves aspramente mentre fissava il magnifico esemplare sotto di lui. "Faremo rapporto a Dae-sama solo quando ci sarà qualcosa su cui fare rapporto."

"Ma Jeves..." disse l'altro uomo con espressione confusa.

"Ma niente." replicò Jeves duramente, "Dobbiamo iniziare i test e l'addestramento per assicurarsi che questo esemplare funzioni bene."

Jeves si fece scappare un ghigno malvagio mentre guardava la guerriera dai capelli ondulati dall'alto.

"Jeves, sei sicuro che non possa scappare?"

"Oh, sì... molto sicuro..." disse Jeves con fredda amarezza.

"Ma questo esemplare ha dei ricordi... e..."

"NIENTE MA! Quante volte devo ricordarti che dobbiamo cominciare i test?"

Durante la loro conversazione, Teresa cominciò ad andare nel panico per l'isolamento e la confusione e cominciò a prendere a pugni le pareti con tutta la sua forza, continuando a chiamare il nome di Claire.

"Poveretta, non sa nemmeno dov'è."

"Sì. Pensa di essere all'esatto momento della sua morte." disse Jeves

"Devo chiamare Audrey per calmarla?"

"Penso che sia la linea d'azione appropriata... non vogliamo certo che danneggi il suo magnifico corpo, vero?" replicò Jeves.

Con un cenno d'assenso, l'uomo col vestito nero lasciò la stanza.

"Vediamo se è la stessa di una volta." disse Jeves con un sorriso malefico sul volto.

"Claire! DOVE SEI, Claire? PRISCILLA, COSA HAI FATTO?"

Improvvisamete, Teresa sentì il suono di una grossa porta di pietra che si apriva davanti a lei facendo rumore mentre il fondo strisciava contro il pavimento di pietra.

"CHI E' LA'?"

Per quanto provasse, Teresa non riusciva a vedere niente attraverso la fitta oscurità. Poteva ovviamente vedere al buio, ma per qualche ragione non riusciva a vedere niente. Per la prima volta da tanto tempo provò paura, non per sè ma per Claire.

Improvvisamente, forti luci illuminarono l'area attorno a Teresa rivelando una piccola stanza senza tetto e il letto in cui si era svegliata montato su un muro. Teresa poteva vedere una Claymore sconosciuta coi capelli sciolti entrare nella stanza, con un lieve sorriso sulle labbra.

"Non so chi tu sia, ma se ci tieni alla vita dimmi che sta succedendo e dove si trova Claire!"

La figura non disse niente ma si avvicinò a Teresa senza un attimo di esitazione.

"Il mio nome è Audrey e sono la numero 3 dell'organizzazione."

"Di che stai parlando?" chiese Teresa con aria confusa.

"E' un onore incontrarti, ex numero 1, ho sentito molte storie su di te."

Teresa venne ammutolita da quanto la strana guerriera aveva appena detto.In che senso "ha sentito"?

E come può essere la numero 3? Irene è al terzo posto!

"Mi dispiace, ma ho ricevuto ordine di assicurarti che tu non ti faccia del male e di tenerti sotto controllo."

Teresa mostrò il suo famoso sorriso e replicò in tono confidenziale.

"Sai una cosa? Se fai come ti dico non ti ucciderò."

Audrey cominciò a camminare verso di lei disarmata.

E' diventata matta? si chiese Teresa mentre muoveva la mano per estrarre la claymore dal supporto sulla schiena, ma la sua fida arma non era lì.

"Cerchi qualcosa?"

"Hmm... non che ne abbia bisogno."

Audrey afferrò rapidamente Teresa per la testa e la sbattè di faccia contro il muro con una forza enorme. Per quanto Teresa provasse, non riusciva ad opporsi ad Audrey.

Tenendole la faccia contro il muro, Audrey continuò: "Ascoltami, Teresa del Sorriso, non ho niente contro di te, ma ho avuto istruzioni di dirti questo."

Teresa era furiosa e stupefatta dal fatto che quella claymore riuscisse a sopraffarla completamente. Non era abituata a questo tipo di trattamento. Ovunque andasse, nessuno osava mettersi contro di lei, eppure questa donna osava trattarla come fosse il suo animaletto? A questo punto non restava scelta se non sottomettersi e ascoltare le sue parole.

"Sei stata morta per più di dieci anni. Priscilla ti aveva tagliato la testa."

Il suono di quelle parole calmò Teresa immediatamente. Smise di tentare di liberarsi dalla presa di Audrey ed elaborò quelle parole.

Che sta dicendo questa donna? Era tutto vero, allora?

"Sei stata resuscitata dall'organizzazione per combattere per noi ancora una volta."

Ci fu un momento di silenzio mentre Audrey lasciava la sua presa su Teresa. Teresa cadde in ginocchio dal dolore e dallo shock e fisso Audrey negli occhi.

Audrey continuò: "Attualmente tu sei più debole dell'attuale numero 47, non sei in condizioni di opporti a me. Farai quello che ti dico quando te lo dico."

Teresa era a corto di parole. Inizialmente fu sul punto di scoppiare a ridere a quelle parole, ma visto quanto era inferiore ad Audrey, probabilmente avrebbe fatto meglio a non opporsi se non voleva farsi ancora del male.

"Domande?" chiese Audrey.

Teresa voleva chiedere dove fosse Claire ma, ricordando di trovarsi in un futuro sconosciuto, Audrey non ne avrebbe saputo niente e l'Organizzazione non sarebbe stata al corrente di Claire. Pensò bene alla domanda successiva, realizzando quanto fosse importante far finta che Claire non esistesse se voleva vederla ancora. Radunando tutta la sua forza mentale e mettendo da parte il rispetto di sè, Teresa disse:

"Un attimo fa hai detto che sono più debole del numero 47. Puoi dirmi perchè?"

Nonostante Audrey mostrasse una faccia coraggiosa, dietro la sua espressione c'era paura. Sapeva di cosa sarebbe stata capace Teresa del Sorriso quando la sua forza fosse ritornata. Aveva letto tutto sui precedenti numeri 1, ma Teresa era sempre stata la più interessante e la più potente numero 1 che l'Organizzazione avesse mai avuto. Scrutando la guerriera che, con tutta probabilità, l'avrebbe uccisa quando la sua forza fosse tornata, mascherò la paura e disse.:

"Il tuo corpo è stato appena rianimato da uno stato di stasi criogenica. Gran parte delle tue cellule yoma sono ancora quiescienti. Ecco perchè sei così debole. Una volta che esse saranno tornate attive tornerai ad essere... quella di prima."

Teresa stava lentamente prendendo confidenza con la situazione mentre si calmava. Si alzò lentamente e guardò le sue mani, quindi le chiuse a pugno.

"Cosa è successo a Priscilla?" chiese con voce rabbiosa

Audrey non sapeva se rispondere o no alla domanda. l'ultima cosa che voleva era dare a Teresa la risposta sbagliata e farla infuriare. Immaginò che dire la verità sarebbe stata l'idea migliore.

"Sappiamo che è viva, ma non sappiamo dove sia o quale sia il suo stato corrente."

Teresa sperò con tutto il cuore che Claire fosse ancora viva. Se avesse scoperto che Priscilla l'aveva anche solo toccata, le avrebbe fatto ingoiare le budella.

"Sono pronta per lavorare ancora per l'Organizzazione."

"Buono a sapersi." commentò Audrey con un sorriso.

Beh, l'ha presa meglio del previsto... pensò Audrey tra sè


Nota sulla traduzione: Come avrete notato, ho deciso di adottare le versioni ufficiali italiane solo per alcuni nomi. Ad esempio ho adottato "Miria" invece di "Milia" perchè trovo suoni meglio (in ogni caso nessuna delle due forme rappresenta fedelmente il suono originale del nome che può essere espresso solo con l'alfabeto giapponese), perchè è, in effetti, la traslitterazione ufficiale e, per buona misura, per assonanza col suo soprannome ("Miria del Miraggio" suona meglio di "Milia del Miraggio"). Per quanto riguarda Yuma ho usato la forma con la "Y" (che penso sia anche la traslitterazione della forma originale giapponese) invece che la forma "Uma" (che in inglese si pronuncia allo stessa modo di "Yuma" in italiano) perchè trova renda meglio l'idea del suono della parola. Per quanto riguarda Deneve ho scelto "Deneve" invece dell'italiano "Denev" perchè quest'ultima mi sembra tronca come forma (Deneve ha un suono "francese", quindi direi che la "e" finale sia necessaria). Infine, riguardo al soprannome di Teresa ho scelto la traduzione ufficiale "Teresa del Sorriso" perchè la traduzione puntuale dall'inglese "Teresa of the Faint Smile" sarebbe stata qualcosa come "Teresa del Pallido Sorriso" che, a mio avviso è un po' macchinosa." Via via che la traduzione procederà inserirò le mie motivazioni anche per gli altri nomi.



Alla prossima
Targul

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Capitolo 2
*** 2 ***


Al di furoi delle mura di Rabona, nel loro campo di allenamento segreto in una valle tra due grosse colline, i Fantasmi stavano discutendo sui piani per il futuro e si stavano allenando combattendo tra di loro secondo le istruzioni di Miria.

"Ti sei infiacchita, Deneve!" commentò Helen

"Taci, tu non sei granchè meglio"

"Meglio di te, comunque" rise

Le due si stavano scontrando da ore. Miria le stava tenendo d'occhio e diceva tra sè che le avrebbe interrotte se avessero usato troppo Yoki. Miria aveva detto a tutte che rilasciare troppo Yoki in una volta sola avrebbe potuto mettere in allerta le guerriere dell'Organizzazione, il che era l'ultima cosa di cui avessero bisogno.

Gli altri Fantasmi erano in piedi sotto un grande albero e osservavano il combattimento davanti a loro. Quell'area era un perfetto campo d'allenamento. Non solo dava loro la possibilità di lasciare la città, ma era anche un paradiso sicuro per loro, esattamente come il paradiso sicuro dove si erano rifugiate nel Nord.

Miria e Claire erano in piedi una fianco all'altra. Appoggiate allo stesso albero, Miata e Clarice parlottavano tra loro mentre Cynthia e Tabitha si limitavano a riposare.

"Miria, i loro livelli di Yoki stanno oltrepassando il livello di guardia." commentò Galatea sbucando da dietro l'albero.

Miria ne era, ovviamente, già conscia, ma non se la sentiva di interferire. Specialmente per via di Helen.

"Voglio lasciarle combattere un altro po'. Continua a monitorare i loro livelli di Yoki."

Galatea annuì leggermente, indicando di aver compreso l'ordine, e si sedette accanto a Miria, appoggiandosi al vecchio albero.

Miria gettò uno sguardo a Claire che stava osservando il cielo. Notò che erano alcune ore che Claire non si allenava, mentre le altre avevano sgobbato duramente.

"Claire, dovremmo allenarci anche noi."

Sorridendo furbescamente, Claire replicò "Vuoi proprio prenderle ancora, Miria?"

Miria fece un piccolo sorriso e aggiunse "Per quanto ne ricordo, avevamo finito pari."

Sguainò la spada e la piantò nel terreno "Sei l'unica in grado di costituire una sfida per me, Claire, e lo stesso io per te."

"E sia." sogghignò Claire


Al di fuori del quartier generale dell'Organizzazione, nella struttura di allenamento per le allieve guerriere, Teresa e Audrey attraversarono una piccola folla di allieve mentre si avvicinavano alla loro destinazione. Audrey aveva espressamente ricevuto da Jeves l'ordine di tenere sempre sott'occhio Teresa e di assicurarsi che fosse in forma.

Teresa osservò le nuove facce mentre passava tra loro, tutte sembravano sconosciute e lei non era abituata al fatto che non avessero idea di chi fosse. Se fossero stati i suoi tempi, nessuna avrebbe osato intralciarle la strada, ma queste allieve erano maleducate e qualcuna faceva anche commenti volgari.

"Queste sono le nostre future guerriere, come avrai probabilmente già immaginato." spiegò Audrey

Teresa conosceva il posto molto bene, ricordava quando lei stessa era un'allieva e odiava costantemente quel posto. Spesso si nascondeva e scappava dagli istruttori, visto che era un vero inferno. La struttura era situata sulla costa delle terre orientali e la sicurezza era scarsa o nulla. Non c'erano nemmeno dei muri ad impedire alle reclute di scappare.

"Cosa vuoi che faccia?" chiese Teresa con una traccia di fastidio nella voce

Audrey si guardò intorno in cerca di membri dell'organizzazione e, quando non ne trovò traccia, prese Teresa per la mano e la guidò fuori dalla struttura per fermarsi sotto un piccolo albero.

"Per favore, Teresa, non uccidermi!"

Un'espressione sorpresa apparve sul volto di Teresa al vedere la donna inginocchiarsi davanti a lei, appoggiare la testa sulla mano di Teresa mentre la teneva stretta.

"Di che stai parlando?"

Audrey alzò lo sguardo su Teresa e si alzò in piedi "E' questione di ore che tu torni ad essere quella di prima e ti prego di non uccidermi quando succederà"

"Perchè dovrei risparmiarti?"

"Devi capire che quello che ho fatto prima, come ti ho parlato e come ti ho trattata, è stato solo perchè eravamo osservate. Mi avevano ordinato di farlo!"

Ci fu un breve silenzio mentre Tersa sfiorava la guancia di Audrey.

"Ad ogni modo, anche io ho qualcosa da dirti." commentò Teresa

Il volto di Audrey si riempì di paura all'udire queste parole e si preparò ad ascoltare le parole di Teresa.

"Non ho nessuna intenzione di tornare nell'Organizzazione."

Audrey sospirò di sollievo all'udire queste parole. Allo stesso tempo, però, era preoccupata, sapendo che sarebbe finita nei guai se Teresa si fosse ribellata una seconda volta.

"C'è dell'altro."

"Cosa?" Audrey era spaventata.

"Devi aiutarmi a fare una cosa. Mi servono delle informazioni."

Improvvisamente un uomo in nero apparve da dietro un cespuglio. Come Audrey lo vide il suo cuore saltò un battito quando realizzò che erano state scoperte.

Sogghignando l'uomo salutò "E' da molto che non ci vediamo, Teresa. Forse io posso aiutarti."

Teresa osservò l'uomo ma non lo riconobbe.

L'uomo continuò "Tu non sai chi io sia, ma io so molto bene chi sei tu e ho informazioni che tu muori dalla voglia di sentire."

Audrey riconobbe l'uomo come Rubel e provò a capire cosa intendesse con Forse posso aiutarti.

"Cosa vuoi dire?" chiese Teresa.

"Il mio nome è Rubel e puoi considermarmi come un vecchio amico di qualcuno che conosci."

"Di che stai parlando?" domandò Teresa

"Ehi, è così che tratti l'amico di un'amica?" sogghignò Rubel

"Spiegati subito!"

Piegando la testa e afferrando il cappello, Rubel continuò "Io conosco lo stato attuale di un certo qualcuno."

Il cuore di Teresa sobbalzò di gioia alla speranza che la persona di cui stava parlando fosse Claire. Camminò verso di lui e chiese:

"Stai parlando di Cla..."

Prima che potesse finire, Rubel la interruppe "Esatto"

"Stai mentendo"

"E' una splendida guerriera adesso."

Cona una traccia di confusione, Teresa scattò "Di che stai parlando?"

Rubel sorrise freddamente un'altra volta e continuò.

"Lascia che ti spieghi."

Teresa non riusciva a distogliere lo sguardo da Rubel, era pronta ad ascoltare qualunque cosa avesse da dire. Che fossero buone o cattive notizie, voleva sapere dove si trovava Claire.

"Claire venne da me con la tua testa dopo che Priscilla l'aveva staccata dal tuo collo e mi chiese di diventare una guerriera dell'Organizzazione... fino alla sua diserzione."

Rubel poteva vedere che Teresa pendeva dalle sue labbra e continuò.

"Adesso è una ribelle e si nasconde assieme ad altre sei in una locazione sconosciuta."

Dopo un breve silenzio, Teresa replicò "E perchè dovrei crederti?"

"Perchè questa è l'unico modo per te di incontrare quella ragazza di nuovo. Inoltre io e Claire ci conosciamo da tempo."

Al suono di queste parole, Teresa balzò verso Rubel, lo afferrò per i vestiti e lo sbattè contro l'albero.

"Come hai osato toccare Claire con le tue luride mani?"

Sorridendo, Rubel obiettò "Sono stato come un padre per lei."

"Bugiardo!"

"Che tu mi creda o no, la verità resta che lei è viva."

Teresa laciò andare Rubel, guardando alla stupefatta Audrey che sembrava aver arretrato mentre la conversazione procedeva.

"Perchè me lo stai dicendo, quale possibile ragione potresti avere?"

Sorridendo replicò "Diciamo soltanto che non sono intenzionato a lasciarti al fianco dell'Organizzazione."

Teresa non capiva le sue intenzioni ma, a questo punto, non gliene importava granchè dal momento che aveva ricevuto le informazioni che voleva.

"Non appena diventerò più forte, lascerò questo posto."

"Eccellente" sogghignò Rubel

Improvvisamente Audrey li interruppe "No, Teresa. Se tu te ne vai, si prenderanno la tua testa e anche la mia"

"Voglio proprio vedere se ne sono capaci"

Audrey la guardò con aria preoccupata, quindi fissò Rubel.

"Sei un traditore?"

Camminando verso gli alberi e volgendo la schiena ad Audrey replicò

"Lo stesso varrà per te poche ore dopo che sarai scappata"


Miria usò un miraggio per portarsi dietro Claire che schivò il colpo diretto alla sua schiena. Replicò muovendo la spada per colpire Miria ma, ancora una volta, l'avversaria usò un miraggio per spostarsi.

"Non è la millesima volta che lo fai?" chiese Claire

"Probabile" replicò una voce nel vento mentre Miria appariva sopra Claire pronta a colpire. Claire azzerò il proprio flusso di Yoki e si concentrò su quello di Miria, manipolandolo abbastanza da far sì che la lama mancasse la sua spalla di alcuni centimetri e colpisse il suolo con tale forza da sembrare rimanerci conficcata.

Immediatamente Claire afferrò Miria per la testa e la spinse lontano dalla spada. Mentre era in procinto di atterrare, Miria usò nuovamente il miraggio per sparire.

Claire chiuse gli occhi per percepire lo Yoki attorno a sè. Poteva sentire gli Yoki di tutte, erano deboli ma c'erano. Si focalizzò sulla frequenza di Miria per prevedere il suo prossimo attacco. Claire alzò la gamba nel tentativo di colpire Miria nell'istante in cui le fosse comparsa alle spalle, ma era lievemente fuori bersaglio e Miria la colpì con un calcio in faccia.

Entrambe caddero malamente sul terreno e Claire perse la claymore a seguito dell'impatto. Claire giaceva prona quando Miria le balzò sulla schiena, tenendole la testa giù con la mano destra e inchiodandola al suolo col suo peso.

"E' inutile Claire. Non puoi liberarti da questa presa."

Claire cominciò a rilasciare Yoki mentre la rabbia invadeva il suo corpo. I suoi occhi diventarono di un giallo brillante e il suo corpo cominciò a deformarsi quando, improvvisamente, Miria la lasciò andare. Immediatamente Claire cominciò a calmarsi e si alzò in piedi accanto a Miria.

"Ah, credevo che stavolta avrebbe vinto Claire!" si lamentò Helen

"No, Miria è ancora un po' più forte" commentò Tabitha

"Detto da te non fa testo." la stuzzicò Helen

"Che stai dicendo?"

"Andiamo, come se non lo sapessimo. Scommetto che avresti voluto essere tu a stare sotto Miria a quel modo!"

"Assolutamente no, ritiralo subito!" obiettò Tabitha arrossendo lievemente

"Helen, per favore, stai calma." la scattò Deneve

"Ehi, solo perchè hai perso contro di me, non vuol dire che devi fare la vittima a quel modo."

"Per l'ennesima volta, Helen, ero annoiata dallo scontro dal momento che nessuna di noi sembrava poter vincere entro breve tempo"

"Quindi hai buttato dentro?"

"No, mi sono solo stufata"

"Il che vuol dire che hai buttato dentro."

Deneve distolse lo sguardo e concluse "Pensala come vuoi"

Miata e Clarice ridacchiarono vedendole discutere.


"Claire, sembravi distratta durante lo scontro. Qual è il problema?" Chiese Miria

Claire ci pensò un attimo prima di rispondere "Non ne sono sicura. Mi sento come se il mio corpo volesse dirmi qualcosa."

"Che vuoi dire?" replicò Miria con aria confusa.

"Non so come spiegarlo, ma è come se le cellule nel mio corpo avessero ricevuto nuova vita, se ha senso."

Miria camminò versola spada di Claire e gliela lacniò, mentre estraeva la propria dal terreno e al rimetteva nel sostegno dietro la schiena.

"Che è successo Claire? Perchè hai rilasciato il tuo Yoki a quel modo?"

Claire sembrò ignorarla mentre riponeva la claymore dietro la schiena.

"Devi imparare l'autocontrollo Claire. Se ci fosse stata una guerriera dell'organizzazione nelle vicinanze ci avrebbe scoperte."

"Mi spiace Miria. Non so cosa mi fosse passato per la testa."


"Mamma, ha vinto Miria?" chiese Miata a Clarice mentre entrambe erano appoggiate all'albero.

"Sì, Miata, sembra che Miria abbia vinto."

"Ma quanto è forte quella mocciosetta, comunque?" commentò Helen camminando verso Miata e Clarice

"Ehi, ha un nome, lo sai, ed è Miata" obiettò Clarice.

Con un sorrisetto, Galatea commentò "Helen, se tu combattessi contro Miata, molto probabilmente non vivresti abbastanza da vedere l'alba successiva."

Helen si voltò verso Galatea con un'aria infastidita.

"Oh, avanti, quanto forte vuoi che sia?"

"Era la numero 4" spiegò Galatea

"Numero 4, eh? E' così giovane..."

Miata sembrò ignorare completamente Helen e si assopì appoggiata a Clarice.

"Non svegliarla. Ha combattuto con Galatea per tutto il giorno." chiese Clarice

Il resto dei fantasmi guardò Galatea e notò i graffi e gli strappi sui suoi vestiti.

"Quella ragazzina sa davvero come si combatte" commentò Galatea.


Nota del traduttore - sulla parlata di Helen: come avrete notato, Helen usa un tono notevolmente più colloquiale degli altri personaggi. Il motivo è che nella versione originale della fanfiction e nel manga (perlomeno nella versione inglese che ho consultato io) Helen fa largo uso di contrazioni ed espressioni che in inglese si usano solo quando si parla tra amici (personalmente non userei mai "brat" o "common" [="come on"] nel parlare con uno sconosciuto). Per questa ragione ho cercato, nelle battute di Helen, di fare largo uso delle corrispondenti espressioni italiane ("buttare dentro" non è certamente aulico).

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Capitolo 3
*** 3 ***


La sua tecnica è perfetta, è quasi come se stesse combattendo al rallentatore. Pensò Audrey mentre combatteva con Teresa nei campi d'addestramento. Comincio a capire perchè fosse considerata la Claymore più forte, questa Teresa del Sorriso... è come se il suo destino fosse quello di impugnare una lama sin dalla nascita.

"Teresa, posso chiederti una cosa?" chiese Audrey parando uno dei colpi di Teresa.

"Prego" replicò l'altra mentre piroettava mirando alle gambe di Audrey.

Schivando l'attacco, Audrey continuò, "Perchè ti chiamavano Teresa del Sorriso? Non per essere scortese, ma è un po' che non sorridi."

Come Audrey finì, Teresa interruppe i suoi attacchi e guardò in lontananza mentre una folata di vento le passava tra i capelli. Chiudendo gli occhi rispose, "Ai miei tempi non c'era nessuno alla mia altezza. Ero la più forte e non temevo nulla, non amavo nulla e non mi importava di nulla."

Audrey rinfoderò la spada mentre continuava ad ascolatre le parole di Teresa, che ora aveva aperto gli occhi e si era girata per fissarla negli occhi.

"Ma oggi è stata la prima volta dopo molto tempo che ho provato paura... vedere la lama che stava per tagliarmi la testa e sapere che non potevo fare nulla per fermarla, insieme all'improvviso risveglio in una stanza buia e all'avere la testa sbattuta contro un muro... ha riempito la mia mente di dubbio e paura."

Si voltò e Audrey potè giurare di aver visto un'accenno di lacrime nei suoi occhi.

"Per me il momenteo del mio risveglio è stato immediatamente successivo a quello della mia morte. Per la prima volta nella vita mi sono sentita debole. Prima Priscilla, poi tu che mi sbattevi contro il muro... oggi sono stata sconfitta due volte..."

Audrey rimase basita da quello che aveva sentito e si sentì spiacente per Teresa. Deve essere stato orribile venire battuta per due volte di fila nel giro di un minuto. Pensò mentre l'unico suono udibile era l'ululato spettrale del vento che soffiava su di loro.

Teresa improvvisamente si voltò e balbettò "Ah, perchè te lo sto pure a dire... mi sono davvero rammollita."

Teresa abbattè la spada sul suolo nel tentativo di conficcarvela, senza successo. La spada cadde con un sonoro "Thud" sollevando polvere.

"Il mio corpo è ancora piuttosto debole e tutto questo allenamento mi ha stancato, riesco a malapena ad alzare la spada." aggiunse.

"Intendi dire che per tutta la durata del combattimento avevi appena la forza sufficiente a sollevare la spada?" scattò Audrey

Con un lieve sorriso Teresa continuò "tu sei piuttosto brava, ma le tue parate hanno delle pecche."

"Che vuoi dire?" chiese Audrey confusa.

"Come probabilmente avrai già capito, i miei attacchi erano mirati alle zone piu scoperte, ossia alle zone verso cui per te era più difficile muovere la claymore. Se avessi avuto la mia forza ti avrei potuto facilmente uccidere senza un attimo di esitazione." disse Teresa freddamente.

"Quindi sei tu la famosa Teresa del Sorriso." disse con superbia una voce dietro Teresa.

Teresa si voltò per vedere tre guerriere sconosciute con dei ghigni malefici sulle facce. La prima guerriera aveva i capelli corti e ritti e un'aria da spaccona, probabilmente era il capo del gruppetto. La seconda aveva dei capelli leggermente più lunghi e completamente lisci, la terza li portava allo stesso modo di Irene, solo leggermente più corti. Tutte e tre avevano sorrisi derisori sulle facce.

"Teresa sospirò e replicò disinteressata.

"Cosa volete?"

"Siamo venute per mettere alla prova la famosa Teresa, la leggenda vivente."

"Quella che è stata decapitata." sghignazzò quella coi capelli lunghi alla sua destra.

"Fidatevi, voi non volete mettervi contro di me." commentò Teresa.

"Ah, davvero" disse la terza "e perchè?"

"Voi non dovreste essere qui, questo posto è solo per le apprendiste." affermò Audrey.

"Lo stesso vale per miss Sorriso" grugnì la prima guerriera.

Le tre cominciarono a camminare verso Teresa minacciando di sfidarla. Teresa si limitò a stare ferma, sembrando calma come una statua, indisturbata dalla vista delle tre. Audrey non sapeva se proteggere Teresa o lasciarla combattere. Sapeva che, nel suo stato attuale, Teresa non aveva speranze di sconfiggere quelle tre.

La prima guerrierea sferrò un pugno mirando al volto di Teresa, ma lei fu più rapida. Lo schivò con grazia e si potò ad alcuni metri di distanza dall'attaccante.

Teresa ha ancora una tecnica e un istinto perfetti, ma senza la sua forza il meglio che può fare è continuare a schivare pensò Audrey mentre guardava.

"Così sei veloce" ruggì la prima guerriera correndo verso di lei sferrando altri pugni. Teresa schivò anche quelli facilmente, quindi saltò sulle spalle dell'avversaria e spiccò un balzo, atterrando alcuni metre più in là.

"Puttana!" sbraitò la guerriera caricando verso di lei. Teresa sapeva che una delle altre era dietro di lei e schivò anche il suo attacco, quindi balzò via dalla traiettoria della prima lasciando che si schiantasse contro la sua compagna.

Un sonoro tonfo si udì quando le due si scontrarono, cadendo una sull'altra.

"Se volete fare certe cose, vi suggerisco di appartarvi in una camera" le dileggiò Teresa mostrando il sorriso che era diventato il suo marchio di fabbrica.

"SEI MORTA!" urlò la prima guerriera mentre si alzava assieme alla sua amica. Anche la terza guerriera si unì allo scontro e le tre circondarono Teresa.

"Vediamo se riesci a schivarci tutte e tre." la provocò la seconda guerriera.

Tutte e tre partirono alla carica come tori scatenati, protendendo le mani per afferrare Teresa. Lei riuscì a schivarne una, ma si accorse di non poter schivare anche le altre, quindi pianò il piede nello stomaco della prima guerriera, ma non sortì alcun effetto. Era ancora troppo debole.

La seconda e la terza guerriera, una per lato, immobilizzarono Teresa mentre la prima le sferrò un ceffone.

"Puttana, pagherai per quello che hai detto" gridò mentre sferrava un pugno allo stomaco di Teresa. Teresa sentì un'ondata di dolore tale da farla cadere in ginocchio, ma le altre due la sorressero impedendoglielo.

"Numero uno un cazzo!" continuò la prima mentre sferrava un altro pugno. Teresa incassò senza emettere un suono e, ancora una volta sentì un'enorme ondata di dolore attraversarle il corpo. I suoi occhi si dilatarono mentre cominciava a sentire il suo corpo tremare.

A questa vista, Audrey balzò verso la prima guerriera e, estraendo la spada a velocità impressionante, le tagliò entrambe le braccia. La guerriera urlò di dolore cadendo al suolo, il sangue che scorreva dalle ferite. Audrey fissò le altre due che subito lasciarono andare Teresa e cominciarono a ritirarsi.

"Vi suggerisco di raccogliere le braccia della vostra amica e di aiutarla a riattaccarle. Presto morirà dissanguata."

Senza esitare, le due raccolsero la loro compagna e i suoi arti e scapparono da Audrey il più velocemente possibile, lasciando una scai di sangue mentre se ne andavano.

Audrey vide Teresa sforzarsi di alzarsi da terra e le offrì una mano. Teresa, però, la allontanò e, lentamente, si alzò da sola, tremando come un bambino dopo un bagno freddo.

"Teresa..." disse Audrey in tono colpevole "Io..."

Teresa la ignorò e cominciò ad allontanarsi dal compo di addestramento, camminindo come un animale ferito. La prima cosa che Audrey notò fu che era sparita quella sua camminata elegante e fiera, mentre la guardava allontanarsi.

Teresa, mi dispiace... sarei dovuta intervenire prima... ora sono tre, vero? Questa è la terza volta che vieni sconfitta in un così breve lasso di tempo. Mi dispiace veramente.


"Claire, sei sicura di stare bene?" ripetè Miria avvicinandosi a lei.

Claire stava di nuovo appoggiata all'albero con le braccia conserte ad osservare il cielo.

"Claire, ti conosco da sette anni. So quando qualcosa ti disturba."

Quando Claire si voltò verso di lei, Miria notò che la sua solita espressione calma era sparita, sostituita da una di confusione e paura.

"Non so come spiegartelo." aggiunse

"Prova."

Claire emise un grosso sospiro e si sedette appoggiata all'albero, le braccia penzolanti da sopra le ginocchia.

"Non so perchè, ma sento un soverchiante senso di sconfitta, come se il mondo intero fosse contro di me e io non potessi fare niente di giusto."

Miria non sapeva come rispondere a queste parole. Chiaramente poteva vedere che qualcosa la disturbava. Lo aveva notato l'esatto momento in cui Claire aveva tentato di colpirla con un calcio in faccia durante lo scontro. Aveva potuto sentire la perdita di concentrazione di Claire e vedere la confusione nei suoi occhi. Claire non era il tipo da perdere concentrazione durante un duello.

"Claire, ha a che fare col tuo improvviso rilascio di Yoki?"

Claire ci pensò seriamente per un momento. Non ci aveva mai pensato. Mentre Miria la teneva inchiodata al suolo, aveva improvvisamente perso il controllo e si era sentita piena di rabbia e paura. La cosa era strana, non le era mai successo. Si era trovata in situazioni simili durante i sette anni nel nord, ma non aveva mai perso il controllo così.

"Peso che possa esserci una connessione." rispose Claire.

"Claire, penso che dovremmo rilassarci tutti, prendere una breve pausa da questo allenamento.Vi ho fatto lavorare troppo ultimamente. Tutti ne abbiamo bisogno, soprattutto tu."

"Sto bene."

Miria le ordinò in fretta: "Claire, come tuo Capitano e come tua amica ti dico che ne hai bisogno. Non ti ho mai vista in questo stato."

Claire chiuse gli occhi mentre ascoltava le parole di Miria. Per quanto non volesse ammetterlo, Miria aveva ragione. Aveva lavorato anche troppo duramente e queste strane sensazioni che stava provando non aiutavano. In effetti, sotto sotto sperava che Miria dicesse qualcosa del genere.

"Va bene."

Miria sospirò di sollievo mentre si concentrava sul suo Yoki e cominciava a rilasciarlo ad intervalli regolari, badando che fosse abbastanza forte da farlo percepire dalle sue compagne, ma abbastanza debole da non poter essere percepito a più di due chilometri di distanza.

Poco dopo, tutti i Fantasmi si erano radunati sotto l'albero del raduno, come ad Helen piaceva chiamarlo. Tutte stavano attorno a Miria, stanche per l'allenamento e, dall'espressione sulle loro facce, si aspettavano qualcosa di spiacevole da Miria, qualcosa che avrebbe coinvolto altro duro lavoro.

"Oh, andiamo, Miria, non un altro giro delle colline. Andiamo, le gambe mi stanno per cadere." borbottò Helen frustrata

"Se cadono puoi sempre riattaccarle" replicò Deneve con aria soddisfatta.

"Ehi, sta' zitta Deneve, fai presto a parlare, tu." rimproverò Helen a Deneve, la quale sembrava non rispondere alle sue parole.

"Taci e lascia parlare Miria." disse Cynthia.

"Ah, avanti, non dirmi che tu vuoi fare un altro giro?"

"Beh... no... ma..." rispose Cynthia, che sembrava aver perso tutta la confidenza di prima.

"Tu che dici Tabith... oh, che te lo chiedo a fare, ovvio che fai tutto quello che Miria ti dice."

"Ehi, taci, Helen!" balbettò Tabitha.

"Helen, giuro che se non taci, io..." minacciò Deneve

"Tu cosa? Ti fai battere di nuovo?"

"Per la milionesima volta, mi sono ritirata solo perchè nessuna di noi due sembrava poter vincere in breve tempo. E, per la cronaca, avrei vinto io."

"Ah, certo... puoi provarlo?" sibilò Helen

Deneve guardò Galatea che se ne stava vicino a lei muta come un pesce. Non appena l'attenzione fu concentrata su di lei, Galatea disse: "Helen, avresti perso."

"Cheee?"

"Stavi usando più Yoki di Deneve. Anche se non era molto, era comunque più di quanto ne stesse usando lei."

Helen incrociò le braccia e abbassò la testa. sapeva che Galatea aveva ragione e non avrebbe mai osato andare contro le parole di Galatea... a meno che non fosse qualcosa che richiedesse una battuta, qualcosa di cui Helen poteva occuparsi, ma Galatea non le aveva mai servito un'occasione del genere.

"Fra l'altro, Galatea, com'è andata con Miata?" chiese Deneve

Galatea fece un lieve sorriso mentre si voltava verso Miata, sentendo la debole traccia del suo Yoki mentre stava appoggiata a Clarice.

"In termini di esperienza le sono superiore. Comunque, dal momento che è così giovane, può combattere per ore senza stancarsi. Se fosse dieci anni più grande, non sarei durata un minuto."

Tutti si girarono verso Miata appoggiata a Clarice. Clarice aveva un'espressione orgogliosa mentre accarezzava i capelli di Miata.

Rompendo il silenzio, Miria disse: "So che abbiamo tutte lavorato duro, per questo credo che sia importante per noi fare una pausa.

"Cosa hai in mente Miria?" chiese Cynthia.

Tutti ora guardavano verso Miria, tranne Claire che sembrava persa nei suoi pensieri. Miria continuò: "Penso sia ora di fare un bagno alle terme."

"EVVAI!" esultò Helen alzando il pugno "Un bagno alle terme! Da quant'è che non ne facciamo?"

"Sei sicura che sia una buona idea, Miria? C'è il rischio di essere viste dalle guerriere dell'Organizzazione." obiettò Deneve.

"Ho soppesato rischi e benefici e penso che sia qualcosa di cui abbiamo bisogno. Il nostro morale sta precipitando, posso sentirlo. Anche noi abbiamo bisogno di svago."

Helen stava saltellando per la gioia, Deneve aveva un piccolo sorriso, Clarice sembrava eccitata, Tabitha arrossì, Cynthia esultava con Helen e Galatea mostrava un lieve ghigno. Miria si voltò verso Claire che sembrava a malapena reagire alle sue parole.

"Avanti Claire tutte ne abbiamo bisogno."

Claire chiuse gli occhi e stette faccia a faccia col capitano. L'annuncio di Miria sembrò tirare Claire leggermente su di morale, al notare un lieve sorriso sul suo volto.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Mi chiedo se debba andare a parlarle... no, probabilmente no, sembra abbastanza sconvolta, o magari ha bisogno di qualcuno con cui parlare? No, ne dubito, il modo in cui ha rifiutato il mio aiuto prima significa chiaramente che vuole essere lasciata sola... Teresa, perchè devi essere così complicata?

"Audrey" sibilò una voce maschile dietro di lei.

Audrey si voltò per vedere nientemeno che Jeves, in piedi col suo solito ghigno. La sua faccia era coperta di cicatrici e rughe, come quella di un veterano di guerra. ma quest'uomo era tutto fuorchè un veterano, era un mostro e gioiva solo della sofferenza degli altri. Jeves era l'incaricato degli "esperimenti" dell'Organizzazione. Si diceva che fosse lui il responsabile della creazione delle Claymore e che fosse stata sua l'idea di controllare il risveglio di Luciela. era uno dei membri più importanti dell'Organizzazione, secondo solo a Dae.

"Cosa vuoi che faccia?" chiese Audrey, scontenta di vederlo.

"Dov'è il mio adorato esperimento?" sibilò, girando la sua orrenda faccia per trovarla.

"Ha bisogno di un po' di tempo da sola"

"Tempo da sola? Come osi perderla di vista?"

"Mi spiace Jeves, non accadrà di nuovo"

Jeves mostrò un'aria di soddisfazione, come se credesse alle parole di Audrey. Era il tipo d'uomo che amava avere il controllo di tutto e tutti. Era un peccato che Dae fosse un suo superiore.

"Vai e riporta il soggetto al laboratorio. E' già passata un'ora e la sua forza dovrebbe stare ritornando. Non voglio rischiare che scappi. Dobbia metterla sotto chiave adesso che possiamo"

Audrey non sapeva che pensare. Dentro di sè, sapeva che qualcosa del genere sarebbe accaduto. Dopotutto che si aspettava? Non aveva certo pensato che l'Organizzazione avrebbe pianificato di impedire a Teresa di scappare una volta che le fosse tornata la sua piena forza.

Bella mossa Jeves, lasciarla libera quando non ha possibilità di fuga e imprigionarla quando ne avrebbe avuto l'occasione.

"Cosa vuoi fare con lei?" chiese Audrey, con una traccia di tristezza.

"Non sono cose che ti riguardano. Stai al tuo posto." sghignazzò freddamente mentre si girava e si avviava verso il suo laboratorio sotterraneo dall'altra parte dei campi di addestramento.


Teresa camminò per alcuni chilometri a sud del campo di addestramento prima di crollare al suolo vicino ad un fiumiciattolo.L'area era molto più verde del terreno arido dei campi di addestramento, il che era probabilmente dovuto al costante rilascio di yoki che rendeva sterile il suolo. Mentre giaceva vicino al fiume, poteva sentire lo scroscio dell'acqua che sciabordava sui ciottoli ed un uccello solitario che cinguettava una rilassante melodia su un albero vicino.

Immerse le mani nell'acqua piuttosto fredda che lenì la sua pelle graffiata ed infiammata e, semplicemente, giacque lì ad occhi chiusi.

Claire, spero che tu non mi veda mai in questo stato... Giuro che diventerò più forte per te e giuro che ti troverò. Aspettami, Claire.

Audrey osservò Teresa da una rupe vicina, appoggiata ad un albero a braccia conserte. Stava seriamente pensando di abbandonare l'Organizzazione perchè sapeva che, se non avesse aiutato Teresa, sarebbe stata la prima ad essere uccisa.

Audrey sospirò lievemente. Cosa dovrei fare? Non voglio riportarla indietro in queste condizioni. Specialmente non a qualcuno come Jeves. Conoscendolo la metterebbe sul tavolo degli esperimenti e la riempirebbe di tubi e aghi con quella malefica aria di soddisfazione sulla faccia.

Audrey balzò giù dalla rupe atterrando con un sonoro tonfo degli stivali. Magari posso dire che mi ci è voluto un po' per trovarla? No, troppo ovvio... o magari posso dire che aveva già recuperato la sua forza e che mi ha preso in ostaggio? Questo potrebbe funzionare. Pensò tra sè e sè.

Audrey cominciò a camminare verso Teresa quando notò lo yoki di un'altra guerriera in lontananza. No... erano gli yoki di due guerriere che si avvicinavano. Questo non va bene. Può solo significare che Jeves non si fida di me, il che rende la fuga con Teresa un'idea sempre migliore.

Audrey corse verso Teresa che rimase immobile sull'erba, come un animale morto. Audrey sapeva che non era morta, era solo esausta e, per quanto non volesse svegliarla, doveva farlo.

"Teresa, alzati. Ci sono due guerriere in avvicinamento."

Teresa aprì gli occhi e si voltò verso Audrey.

"Sembra che non si fidino più di te." proferì, suonondo esausta come prima.

"Teresa, ho deciso di scappare con te. Ora muoviti prima che ci raggiungano."

"Non mi serve il tuo aiuto. Posso sistemarle da sola" replicò senza speranza.

"Teresa..."

Dannazione, è troppo tardi. Sono arrivate.

Improvvisamente le due guerriere apparvero davanti ad Audrey fronteggiando Teresa. Audrey riconobbe subito Rachel, numero cinque dell'organizzazione, e un'altra Claymore sconosciuta, probabilmente una dei ranghi inferiori.

"Ehi, Audrey, qual è il problema? Non riesci a tenerla in riga?" chiese Rachel

"Rachel... uhmm, è parecchio sensibile ora e non credo sia una buona ide..."

"Hah, avanti, questa è la famosa Teresa, può reggere qualche strapazzo."

Teresa si limitò a giacere al suolo senza muovere un dito, il vento che soffiava tra i suoi capelli mossi.

"Rachel, possiamo parlare un momento?" chiese Audrey.

"Di che?"

Audrey fece segno a Rachel di seguirla, distanziandosi da Teresa e dall'altra guerriera.

"Rachel, non credo sia una buona idea. Dovremmo lasciarla qui in pace."

"Stai dicendo sul serio? Lasciarla qui? Sei troppo tenera, Audrey, lo sei sempre stata."

Audrey si voltò verso Teresa che continuava a stare lì, apparentemente incosciente, ad occhieggiare l'altra Claymore che sembrava sorvegliarla da vicino.

"E' solo che..." continuò Audrey

"Audrey... io ho degli ordini diretti da un superiore..." aggiunse Rachel

"E' Jeves, vero? Ti ha detto di non dirmelo in modo che non sapessi che non si fida di me."

Rachel sospirò lievemente e incrociò le braccia. Aprì la bocca per dire qualcosa ma la chiuse un attimo dopo, come se non sapesse cosa dire. Fissò Audrey negli occhi e continuò "Guarda, Audrey, te lo dico perchè sei mia amica... Sì, è stato Jeves, ma che resti tra te e me."

"Ti ha anche detto di tenermi d'occhio?"

Ancora una volta Rachel non sapeva cosa dire. Provò a mascherare la sua frustrazione voltandsi di lato e abbassando la testa, ma Audrey conosceva la sua amica troppo bene e sapeva esattamente cosa stava pensando.

"Audrey, riesci sempre a indovinare la verità" borbottò.

Ci fu un attimo di silenzio mentre Rachel si avviava verso Teresa, calciando l'erba con i suoi stivali mentre andava.

Ti prego Rachel, non farlo... per favore lasciala lì, per il suo bene e il mio... ti prego...

Rachel si inginocchiò davanti a Teresa e cominciò ad ispezionarla. Teresa non le faceva molta impressione, sembrava una guerriera ordinaria, non vedeva il mostro descritto nei libri di storia e nei racconti, ma a volte le apparenze possono ingannare.

"Perchè ti importa così tanto di lei, Audrey?"

Audrey non disse niente quando udì quelle parole. Rachel non si voltò nemmeno mentre aspettava la risposta della sua amica.

"Non lo so" replicò piano, suonando incerta.

Scuotendo la testa e muovendo le mani sotto Teresa, la alzò e si girò verso Audrey.

No, non voglio attaccare la mia amica... cosa devo fare?... Vale la pena salvare Teresa? Devo sfoderare la mia lama contro Rachel? O devo lasciargliela portare via?

Rachel poteva vedere la rabbia e la frustrazione della sua amica. Vide la faccia di Audrey cambiare immediatamente quando alzò Teresa. Vide Audrey stringere i pugni e muovere la mano verso il fodero sulla schiena per sfoderare la lama ed attaccare. Audrey, cosa ti è successo? Pensò tra sè e sè.

"Se vuoi colpirmi con la tua claymore, fallo ora" disse Rachel "ma, personalmente, non penso valga la pena sacrificare la nostra amicizia per questa persona che conosci a malapena... come sai che non ti si rivolterà contro non appena ne avrà l'occasione?"

Rachel esaminò il volto della sua amica e realizzò di aver colpito nel segno. Pensò di essere, finalmente, riuscita a convincere Audrey che quello che stava facendo era stupido e folle. Audrey abbassò la testa e chiuse gli occhi, rilassando i pugni. Immediatamente abbassò il braccio destro che si stava lentamente muovendo verso l'elsa della spada.

Dannazione a te, Jeves, hai mandato l'unica persona che sapevi non avrei attaccato a prendere Teresa... la cosa si fa pericolosa...


"Muoversi! raddoppiate il passo! Il soggetto deve essere portato al quartier generale il prima possibile!" sibilò Dae, seduto sulla sua poltrona simile ad un trono tenuta sollevata da due guerriere dell'Organizzazione con i volti senza emozione.

Davanti a Dae c'era il soggetto, chiuso in una gabbia d'acciaio, anch'essa sollevata dalle guerriere dell'organizzazione. Al soggetto erano stati somministrati dei soppressori di yoki poco prima per rallentare il corso dell'infezione.

"Dae-sama" chiamò uno dei servi

Dae si voltò alla sua destra e guardò giù dalla sedia verso uno dei servi che faticava a tenere il passo delle Claymore che lo portavano.

"Che c'è?" scattò freddamente

"Sono passate due ore da quando al soggetto è stato somministrato il soppressore. Un'infezione di questa portata dovrebbe avere esauritol'effetto della dose. Penso che dovremmo somministrargliene un'altra."

"No, lasciatelo così com'è."

"Ma, Dae-sama, e se..."

"Niente ma, stai al tuo posto. Decido io quando gli devono essere date le pillole!"

Il servo capì che era giunto al limite e tornò al suo posto, dietro le Claymore che portavano Dae.


Chi sono queste persone? Dove mi stanno portando? Cosa sono queste cose dentro di me? Dov'è Priscilla? Si chiese Raki mentre giaceva nella fredda gabbia d'acciaio. Stava combattendo l'infezione da un pezzo ormai. Le pillole che gli avevano dato avevano aiutato, ma lo avevano anche, reso debole ed esausto. Sono membri dell'Organizzazione?

A Raki non piaceva come le cose stavano andando. Era chiaro che quella gente era interessata a lui solo per via dell'infezione che gli stava invadendo il corpo. Poteva sentirne i tentacoli invadere le sue stesse vene e farsi strada verso i suoi organi interni. Ruggì dal dolore quando uno di essi tentò di oltrepassare una costola, fratturandola.

Devo combattere... Non permetterò... a questa cosa... di avermi...

Dae tenne d'occhio Raki durante l'intero tragitto. I suoi occhi erano fissi sul ragazzo come quelli di un falco sulla preda. Dae sapeva di avere qualcosa di speciale, sapeva che Raki doveva avere qualcosa di speciale che gli consentiva di combattere l'infezione, ma cosa fosse questo qualcosa, sarebbe stato compito di Jeves scoprirlo.

Dae stava perdendo la pazienza. Il viaggio era troppo lungo, non vedeva l'ora di saperne di più su questo giovane e sulla sua abilità di fermare un'infezione così insidiosa. Si umettò le labbra prima di parlare.

"Ehi, tu, giovanotto, qual è il tuo nome?" chiese educatamente.

Raki era troppo sovberchiato dal dolore per rispondere. L'ultima cosa che voleva era parlare a quest'uomo che gli faceva una pessima impressione, sapeva che quell'uomo voleva dire brutte notizie. Bastava guardare alla sua orrenda faccia per capirlo.

"Riesci a sentirmi, ragazzo?" aggiunse

Radunando tutta la sua forza di volontà, Raki riuscì a dire: "Chi sei?"

"Oh, cielo, rispondere ad una domanda con un'altra domanda è scortese, non te l'hanno insegnato i tuoi genitori?" sibilò l'uomo.

Raki chiuse gli occhi e si afferrò saldamente la spalla, mentre un'improvviso picco di dolore si sviluppò da essa. Sentiva la sua spalla diventare insensibile, quasi non riusciva più a sentirla. Di questo passo... l'infezione vincerà... pensò tra sè.

"Oh, mi dispiace, che maleducato. Non ti ho nemmeno chiesto se hai dei genitori... o se sono ancora vivi..." disse freddamente

Raki si voltò verso di lui mentre sentiva la rabbia montare. Improvvisamente si scordò dell'infezione e fissò l'uomo negli occhi. Dae realizzò che quello che aveva detto aveva causato una risposta emotiva e mostrò un ghigno sinistro.

Eccellente, sembra che la rabbia aiuti a combattere l'infezione... Pensò Dae-sama tra sè.

"Oh, quindi i tuoi genitori sono morti? Che peccato... Dimmi, tuo padre ha gridato come una femminuccia quando lo yoma gli stava mangiando le budella?"

Raki grugnì mentre si voltava dall'altra parte, concentrandosi di nuovo sull'infezione.

Priscilla... Claire... Dove siete?... Ho bisogno di voi, ora più che mai... vi prego... trovatemi...

Dae chinò la testa e incrociò le braccia. Una traccia di soddisfazione si fece strada sul suo volto al realizzare che questo esemplare era roba grossa.

Mi renderai molto orgoglioso, giovanotto... goditi il tuo tempo in quella gabbia. Ti assicuro che ti sembrerà il paradiso al confronto con ciò che ho in serbo per te più tardi.


Nota del traduttore: ero indeciso se lasciare "Luciela", come nella versione inglese, o adottare la traduzione italiana ufficiale "Luisella". Alla fine ho lasciato "Luciela" perchè "Luisella", francamente, fa ridere se attribuito ad un'Abissale. Il che vorrà dire che, per conservare l'assonanza, "Raphaela" verrà reso con "Raffaela" e non con "Raffaella". Colgo l'occasione anche per commentare il discorso "Abissali": probabilmente userò preferenzialmente la forma "Abissale", dal momento che è una traduzione più letterale dal giapponese "Shin'en no mono" (che letteralmente vuol dire qualcosa come:"quelli dell'abisso"). Inoltre è decisamente meno pesante di "Guerrieri del Crepuscolo" (la traduzione italiana ufficiale). Può, comunque, darsi che, per evitare ripetizioni, qualche volta mi trovi costretto ad usare "Guerrieri del Crepuscolo"

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Capitolo 5
*** 5 ***


I Fantasmi erano ritornati a Rabona dopo la loro più che meritata pausa dagli allenamenti e, dietro l'insistenza di Helen, stavano passando la serata al pub locale. Claire sedeva per conto suo ad un tavolo vicino al muro, Miria e Tabitha stavano conversando in un angolo della stanza mentre le altre sedevano al tavolo centrale.

"Ehi, Craire... vieni a farti un goscetto!" la pregò Helen, suonando più ubriaca che mai mentre barcollava verso di lei.

Claire si voltò verso Helen, aspettandosi di vedere qualcosa che le facesse desiderare di non conoscerla. Helen non la deluse. Teneva le braccia attorno a Sid e stava ridendo come una pazza, completamente sbronza dalla birra che aveva bevuto nell'ultima ora. Anche Sid sembrava ubriaco, ma anche a disagio e in imbarazzo di essere trattenuto da una simile pazza.

Claire si voltò dall'altra parte e prese un altro sorso dal suo bicchiere d'acqua. Non beveva niente al di fuori dell'acqua e, specialmente, detestava l'alcol. Non era il genere di persona da perdere il rispetto di se stessa come Helen e cercava sempre di fare le cose che pensava avrebbe fatto Teresa.

"Avanti Craire, non fare coshì" biascicò Helen tracannando un altro sorso di birra.

In quel momento, Cynthia si schiantò contro Helen. Sembrava... ubriaca. Claire era sorpresa.

A quanto pare alla fine Helen è riuscita a traviarla...

"Wow... la shtanza... giraaaa?" biascicò Cynthia

"Fantashtico, eh?"

"Shono coshììì felisce..." gridò Cynthia

"Umm, Helen... mi stai rompendo il collo" borbottò Sid, suonando in preda al dolore mentre veniva tenuto stretto da Helen.

"Hai detto che vuoi un bascio?"

"No... ho detto..."

Helen si impadronì della sua faccia e gli diede un lungo bacio sulle labbra. All'inizio lui sembrò resistere, ma non poteva vincerla, per quanto ci provasse. Non appena venne lasciato andare, arrossì violentemente.

Anche Cynthia sembrava sorpresa dal gesto di Helen, ma non passò molto prima che il suo ghigno da ubriaca le tornasse sulla faccia.

"Eeehiii, Helen, lascialo un po' anche a me!"

"Nooo... lui è mio!"

"Sapete una cosa? Credo che me ne andrò a casa" tentò Sid mentre si allontanava lentamente dalle due guerriere che avevano iniziato a spintonarsi a vicenda ma, a causa della sbronza, riuscivano a malapena a mirare l'una all'altra e il loro scontro sembrava più una patetica rissa tra ubriaconi.

Sid ritornò al suo posto vicino a Galk con un'aria di sollievo. Claire lo sentì borbottare qualcosa a Galk quando vide le due guerriere avvicinarglisi da dietro.

"Oh, nooo... tu non shcappi..." biascicò Cynthia mentre lei ed Helen lo rovesciarono dalla sedia e lo afferrarono per i piedi, per poi trascinarlo verso di loro sul pavimento di legno mentre implorava Galk di aiutarlo. Purtroppo per lui, l'unica risposta che ottenne fu un sorriso che suonava molto come: spiacente, sei da solo.

Povero Sid... Helen, per favore, vedi di non traumatizzarlo a vita... pregò Deneve mentre vedeva la sua amica e Cynthia pomiciare con il giovane.

"Ecco... pensho che ne abbia abbashtanza." ridacchiò Helen

"È shtato divertente, pensho che dovremmo rifarlo..." replicò Cynthia mentre lasciava la presa su Sid. Non appena lo fece, lui immediatamente balzò in piedi e corse verso la porta del pub.

"No, vi prego, no! Abbiate pietà! Siete due pazze!" gridò mentre correva fuori dalla porta.

"Queshto non è divertente, perchè è shcappato?" chiese Cynthia confusa.

"Foorsheee... basci male." replicò Helen

"Forshe non gli piasce la tua faccia!"

Ancora una volta le due cominciarono a spintonarsi. Helen inciampò nei suoi piedi e cadde vicino al tavolo di Miria e Tabitha con un sonoro tonfo sul pavimento di legno. Mentre lottava per rimettersi in piedi, lo sguardo le cadde su Tabitha.

"Di cosha shtai parlando con Miria?"

"Helen, lasciaci in pace, per favore." replicò calma Tabitha che sembrava non trovare gradevole la presenza di Helen.

"Helen si sedette vicino a Miria e le appoggiò la testa sulla spalla, quasi cadendo sul suo capitano mentre questa continuava a guardare Tabitha.

"Helen, levati di dosso." la sollecitò Miria.

Ignorando Miria, Helen continuò: "Mi dishpiace, Tabi, shpero di non averti rovinato l'atmosfera!" la provocò per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.

"Tabitha si alzò di scatto rossa in viso, mentre cominciava ad inveire contro Helen. Helen, comunque, era troppo ubriaca per capire quello che le veniva urlato contro e si voltò verso Miria.

"Lo sciaii... le piasciono le ragasce."

"Taci, Helen! Non è vero!"

Improvvisamente, Cynthia staccò Helen da Miria e le stampò un bacio sulle labbra. Le due caddero sul tavolo rovesciando tutte le bevande che vi erano sopra mentre giacevano l'una sull'altra. Per quanto fosse ubriaca, Helen si rese conto che stavano oltrepassando il limite e che quella era una cosa che non avrebbe mai fatto.

Cynthia ridacchiò innocentemente. Chiaramente non aveva realizzato appieno quello che aveva fatto.

"Basciarsi è bello, Helen basciami ancora!"

Con aria sconcertata, Helen guardo Cynthia negli occhi.

"Cynthia, non puoi basciare la gente così, di colpo!"

Cynthia smise di sorridere e si allontanò lentamente da Helen, quasi cadendo dal tavolo.

"Oh... quindi non è una cosha che la gente fa quando sci diverte?" chiese col sorriso di prima che le tornava sul viso.

"Davvero non lo sciai?" commentò Helen.

"No... mi shcusa Helen"

"Wow Cynthia, non credevo che fossci coshì ignorante, ti shpiegherò dopo cos'è un bascio... foorsce dovreshti shmetterla di bere."

"No, possho reggerne ancora, Helen!" urlò scattando verso il tavolo centrale e cadendoci sopra. Afferrò goffamente tutti gli alcolici che potè trovare e cominciò a bere ad un ritmo che impressionò persino Helen.

Che idiota pensò Deneve guardando la ragazza davanti a lei stramazzare sul tavolo.

Miria chinò la testa e nascose la faccia tra le mani, imbarazzata di essere il capitano di una simile manica di idioti.


Teresa non riusciva più a sentire l'acqua fresca scorrerle sulle mani, nè ad udire il soffire del vento o il conguettio degli uccelli. C'era un silenzio tombale.

Non riusciva più a sentire la soffice coltre d'erba con il suo corpo o il corroborante odore dell'esterno.

Teresa giaceva contro qualcosa di freddo e duro. La superficie sembrava al tatto roccia dura con tracce di polvere. Sentiva il puzzo di sangue e budella tutto intorno a lei mentre apriva gli occhi e fissava lo sguardo su delle spesse barre metalliche.

Balzò in ginocchio mentre controllava freneticamente l'ambiente circostante. Si trovava in una larga gabbia di metallo, imprigionata da spesse barre d'acciaio. La gabbia era poco più di 5 metri per 5 ed era sorprendentemente alta, probabilmente 20 metri o giù di lì.

Strofinandosi gli occhi, si alzò in piedi e camminò verso una delle sbarre. Con tutta la sua forza spinse il palmo contro la sbarra, ma fu inutile. La barra era troppo spessa e non si muoveva di un millimetro.

"Sembra che tu abbia recuperato la tua forza" sibilò una voce sinistra alle spalle di Teresa.

Si voltò per vedere la fonte della voce, mentre delle luci illuminarono l'area fuori dalla gabbia. Le luci rivelarono un'enorme stanza con due grossi portali d'acciaio su ogni lato. La stanza era fatta di roccia dura e conteneva molti grossi pilastri che sostenevano il soffitto in pietra. Il soffitto era addobbato di scheletri... umani e non.

Fuori dalla gabbia di Teresa stava un uomo vestito di nero. La sua faccia era coperta di cicatrici e i suoi occhi raccontavano mille storie sul suo perverso passato e sul suo inevitabile futuro. Teresa non sapeva chi fosse, ma sembrava il tipo che nessuno avrebbe voluto conoscere.

"Identificati." comandò Teresa, le braccia conserte, chinando la testa e chiudendo gli occhi.

"Il mio nome è Jeves, piacere di conoscerti, mio animaletto." rispose freddamente, mentre un ghigno gli si allungava sulla faccia.

"Cosa vuol dire animaletto? Chi ti credi di essere?"

"Presto imparerai qual è il tuo posto, per ora vediamo quanto realmente sei brava."

"E cosa ti fa pensare che ti accontenterò?" rispose Teresa con rabbia.

Senza rispondere alle sue parole, Jeves cominciò a camminare verso uno dei massicci cancelli sul lato più lontano della stanza che cominciò ad aprirsi . Lo osservò varcare il cancello che si chiuse dietro di lui. L'enorme peso del cancello scosse il terreno sotto Teresa mentre si chiudeva.

Non è un buon segno. L'unica ragion d'essere di simili cancelli è contenere qualcosa... di sicuro nemmeno io posso spezzare queste sbarre, allora perchè quei cancelli? A meno che non contengano qualcosa di grosso... Qualcosa che mangia budella umane...

Mentre Teresa realizzava cosa stava per accadere, udì un grosso oggetto metallico cadde dentro la gabbi dal tetto della stanza. Teresa sospirò di sollievo, sapendo che l'oggetto in questione era la sua claymore. Negli anni aveva imparato a conoscere la sua claymore in ogni dettaglio e la poteva riconoscere dal suono che faceva cadendo.

Teresa si voltò, camminò verso la sua amata arma e la raccolse con la destra.

Non appena impugnò la claymore, si sentì sollevata nel constatare che non era più pesante come prima o, meglio, che lei stessa era più forte di prima e che, per questo, le sembrava più leggera.

Guardando da una piattaforma sopraelevata, Jeves e una misteriosa figura con un abito e un cappello nera discutevano su come mettere alla prova Teresa.

"Cominciamo con qualcosa di... semplice" insistette Jeves.

"Sì, meglio farla riscaldare, prima." replicò la misteriosa figura.

"Che ne dici? Quale yoma dovremmo mandare per primo... o, meglio... quanti?"

"Beh, cominciamo con uno" replicò la figura.

Jeves si sentiva eccitato, stava per vedere il suo esperimento messo alla prova contro uno yoma. Aveva impiegato molte prove ed errori per riportare in vita quel corpo e la sola vista di lei con in mano la sua claymore era sufficiente a spedirgli dei brividi giù per la schiena.

"Va bene, dunque... mandiamo Jeff..." sibilò Jeves.

"Non è un po' troppo come inizio?"

"No... sono fiducioso nelle sue abilità."

"Su questo credo di saperne di più io, ero in circolazione quando lei era nell'organizzazione" aggiunse la figura.

"Non dimenticarti chi comanda qui. Mandiamo Jeff."

"E se viene massacrata? Non potremo riportarla in vita se viene fatta a brandelli. Dae-sama vorrà la tua testa." commentò la figura in nero.

"Per quanto mi ricordo, non gli abbiamo ancora detto niente, quindi non ne saprà niente." replicò Jeves osservando Teresa dall'alto.

 

Teresa udì il suono assordante del metallo che strideva contro la roccia e il terreno sotto i suoi piedi tremò mentre l'enorme cancello cominciava ad aprirsi.

Contro la luce che veniva da oltre il cancello, si stagliava una grossa figura. La sua forma si delineò come umanoide mentre avanzava verso la stanza.

Oh, cielo... è grossino questo yoma pensò Teresa sorridendo alla vista della bestia verde alta 10 metri che si avvicinava alla gabbia. Ogni suo passo causava un piccolo terremoto.

Ma che gli danno da mangiare?

Un lato della gabbia di Teresa cominciò ad aprirsi, sollevato da pesanti catene, lasciandola in balia dello yoma affamato.

La bestia addocchiò la sua preda e camminò verso di lei, sicura della della vittoria.

"Ti farò a pezzi ragazzina!" ruggì con la sua voce mostruosa avvicinandosi a Teresa.

E questa è la loro idea di "test"? Staranno scherzando, spero... pensò Teresa mentre correva verso la bestia, trascinando la claymore dietro di lei. Esaminò i flussi di yoki nel corpo della bestia per anticipare ogni sua mossa.

Braccio destro. Colpo diretto.

Non appena la bestia avventò il suo mostruoso braccio, Teresa vi saltò sopra e conficcò la claymore nel polso, quindi corse verso la spalla, trascinando la claymore ancora conficcata.

"AAARRRRGH!" ruggì il mostro mentre il suo braccio destro veniva tagliato in due. Zampilli di sangue viola schizzarono ovunque mentre il braccio mostruoso cadeva al suolo.

"Brutta troia!"

Teresa balzò giù dalla spalla mentre la bestia tentava di disarcinarla col braccio rimanente. Atterrò elegantemente dietro di lui e menò un fendente alla sua gamba destra, ma la claymore rimase conficcata.

Hmm, sembra che io non abbia ancora recuperato del tutto.

Teresa fece ricorso al 10% del suo yoki per far completare alla claymore il proprio fendente. La lama tagliò facilmente l'osso e la creatura cadde al suolo supina.

Sorridendo, Teresa tagliò il collo della bestia con la sua claymore centinaia di volte a velocità incredibile, affondando sempre di più nella carne con ogni fendente.

Teresa osservò lo yoma con i suoi occhi dorati mentre la testa del mostro veniva lentamente separata dal corpo.

"Putt..." inveì il mostro mentre la sua testa cadeva al suolo.

 

"Allora, dimmi... essendo tu uno dei pochi ad aver visto Teresa in azione anni fa... è andata come ti aspettavi?"

La figura in nero prese il cappello con le mani e replicò:

"La sua abilità marziale sembra invariata rispetto al passato."

"Eccellente. Questo significa che l'esperimento è stato un successo, benchè non si sia ancora del tutto ripresa." commentò Jeves.

"Sì, davvero impressionante, Jeves."

Jeves ridacchiò leggermente mentre guardava Teresa balzare giù dallo yoma.

"Dimmi Rubel, chi dobbiamo mandare, ora?"

Rubel lasciò il cappello con un ghigno sul volto.

"Cominciamo a mandare i Risvegliati, non dovrebbe avere problemi con nessuno di loro."


Nota del Traduttore: stavolta non ho nulla da dire sulla traduzione eccetto il fatto che spero di aver reso bene il tono da ubriache di Helen e Cynthia.

Nota per Jaden96: ti ringrazio per la recensione. Ho provveduto ad inviarla all'autore originale. Non appena risponderà, provvederò a postare la risposta.

Ringraziamenti: grazie a krisy per aver messo la storia nei preferiti.

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