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Essere un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per
una ragazza a quei tempi
Essere
un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per una ragazza a
quei tempi.
Anzi,
era pressoché impossibile trovare fanciulle che impugnassero la spada e la
sguainassero per combattere nemici, umani e non.
In
un mondo al di là del tempo e dello spazio, dove umani e creature magiche, chi
pacifiche e chi no, vivevano in simbiosi, cercando di mantenere l’armonia.
Purtroppo
non tutti erano d’accordo: i Demoni e gli Orchi. I primi tendevano a voler
primeggiare sulla razza umana, i secondi invece li consideravano semplicemente
cibo.
Così
l’Accademia del regno di Arazonan cercava sempre nuove reclute per poter
difendere il regno e il mondo stesso in cui vivevano.
Un
giorno però fece il suo ingresso una persona molto speciale, che, con la sua
determinazione e il suo grande coraggio, cambiò per sempre le regole.
*Un cavaliere insolito*
“Guardate,
il cavaliere in gonnella! Perché non torni a giocare con le bambole,
ragazzina?!”- insulti così erano all’ordine del giorno per l’unica recluta
femmina che avesse mai messo piede nella prestigiosa Accademia di
Arazonan.Una ragazza di sedici anni,
dai capelli corvini, gli occhi verde smeraldo: grandi, dolci ed espressivi. Un
fisico atletico e allenato, un viso dolce e innocente, ma che in realtà
nascondeva una determinazione degna del miglior guerriero. Le sue grazie
femminili erano nascoste da una leggera armatura color blu dai riflessi
argentati e al fianco portava una spada: abbigliamento tipico di tutte le
reclute.
La
giovane si voltò verso il ragazzo, incenerendolo con lo sguardo: non si
lasciava certo intimorire da qualcuno che aveva sconfitto più volte.
“E
tu perché non torni a fare le flessioni, visto che hai due braccia come due
stuzzicadenti?”- ma lei non era certo da meno: rispondeva a tono ad ogni
provocazione, anche se spesso si era cacciata nei guai per questo suo…
Chiamiamolo carattere pepato.
“Come
ti permetti?!”- il ragazzo si stava già avvicinando a lei, quando gli si parò
di fronte un ragazzo di vent’anni, forte e indomito. Capelli argentei, occhi
ametista, fisico atletico e viso perfetto: come una statua greca che fa cadere
ai suoi piedi qualunque donzella.
“Vedi
di girare al largo, non credo che tu voglia prenderti un’altra nota di
demerito.”- lo minacciò il giovane, lanciando un’occhiata di fuoco al ragazzo
davanti a lui che, incenerendo un’ultima volta la ragazza con lo sguardo, si
voltò e se ne andò per la sua strada.
Il
giovane dagli occhi ametista si voltò verso di lei, sempre con la sua aria
impassibile dipinta sul viso: chi lo conosceva sapeva che mai lo avrebbe visto
in modo diverso.
“Non
c’era bisogno, signore, me la sarei cavata. Lo faccio sempre e lo sapete bene.”
“Devi
smetterla di rispondere alle provocazioni, Alina, prima o poi ti farai fare del
male. Possibile che in due anni non hai ancora imparato a trattenere quella tua
linguaccia?”
“Ehi,
andate piano con le parole! Io dico sempre quello che penso, nessuno mi ha mai
fatto mordere la lingua e voi non fate eccezione!”
“Guarda
che lo dico per te, sai quanto mi importa!”- eccoli qui, due persone testarde e
orgogliose come poche, ma legati da un filo che nessuno avrebbe spezzato… Anche
se entrambi dovevano ancora prenderne coscienza.
“Signor
Kei, lo so bene che volete solo aiutarmi, ma cercate di capirmi… Voglio essere
un cavaliere, se continuate a prendere sempre le mie difese non lo sarò mai.
Vorrei solo avere un’occasione…”- il giovane la fissò attentamente: per due
anni non aveva fatto altro che chiedersi cosa ci facesse quella ragazzina in
mezzo a loro, e perché voleva tanto diventare un cavaliere. Forse un giorno
glielo avrebbe chiesto…
“Bhe,
se sei davvero così determinata forse un modo c’è. Devo andare dal precettore,
credo che abbia una missione per noi e voglio chiedergli di farti partecipare.”
“Davvero?
Ma io… Se lo fate per pietà, sappiate che…!”
“Tu
sei una delle reclute migliori. Non c’è pietà, solo un’occasione che io
coglierei al volo. Io, Yuri, Rei e Boris siamo più esperti di te: avresti solo da
imparare.”- Alina era sorpresa e non poco emozionata da quella notizia: quel
gruppo di cavalieri era uno dei migliori che ci fossero all’Accademia, era
un’occasione da non perdere.
“Ma
se il precettore dicesse di no?”
“Fidati
di me, vai a prepararti, tra un’ora si parte.”
“Ma…”
“Niente
ma! Vedi di sbrigarti o ti lasciamo qui!”
E
poco meno di un’ora dopo la giovane era già sul suo cavallo, accanto a dei
cavalieri di tutto rispetto. Li osservò uno ad uno, incuriosita dalla serietà
con cui svolgevano il loro compito.
Yuri
Ivanov era senz’altro il più freddo di tutti, dopo Kei naturalmente. Capelli
cremisi, occhi di ghiaccio che sembravano rispecchiare la sua anima fredda e
impenetrabile, fisico esile ma comunque ben definito e pelle lattea, quasi di
porcellana. Non aveva aperto bocca nemmeno quando era arrivata e tutti
l’avevano salutata. Si limitato a farle un lieve cenno del capo e fissarla per
qualche secondo: forse era una di quelle persone che non vedevano di buon
occhio una fanciulla che impugnava le armi.
Vi era
anche Rei Kon, un giovane gentile e alla mano. Capelli neri come la pece, molto
lunghi ma tenuti perfettamente in ordine da un codino. Occhi ambrati e strane
orecchie a punta (si vociferava che fosse un mezzo sangue tra un umano e un
folletto ma erano solo voci.), un fisico ben definito e un bel viso.
Era
stato subito gentile con lei, l’aveva accolta calorosamente e durante gli anni
di allenamento era sempre stato disponibile nell’aiutare le reclute a
migliorare, come lei.
E
poi non poteva mancare Boris Huznestov: il più vitale, anche troppo, del
gruppo. Era allegro e chiacchierone, ma davvero abile nel combattere. Capelli
di uno strano grigio, occhi smeraldini e fisico possente, senza essere troppo
esagerato. Era un’esplosione di vita e allegria, aveva sempre voglia di
combattere e divertirsi. La sua abilità era nota a tutti, ma a volte la sua
vitalità finiva col cacciarlo nei guai.
“Esattamente
dove stiamo andando, capo?”- fu proprio lui a porre questa domanda a Kei
Hiwatari, il capo del gruppo. Anch’egli dall’anima di ghiaccio, ma fuoco nel
cuore quando combatteva. Nessuno lo aveva mai battuto, né in allenamenti, né in
competizioni ufficiali.Alina lo aveva
sempre ammirato, ma se voleva essere un vero cavaliere doveva mettere da parte
i sentimenti…
Lo
aveva giurato a se stessa.
“Dobbiamo
arrivare alle Colline Buie entro due giorni e sterminare quattro orchi, prima
che decidano di radere al suolo il villaggio sottostante.”
“Bene,
un po’ d’azione non ci farà male e la piccola avrà qualcosa da imparare!”
“Boris,
tu sei simpatico, ma se mi chiami ancora in quel modo potrei anche decidere di
mozzarti la lingua.”
“Ehi,
è questo il modo di parlare ad un tuo superiore?! Dille qualcosa, Yuri!”
“Non
mi intrometto in diatribe che non mi riguardano, te la sei cercata Huznestov.”-
Boris fece uno sbuffo, quando Rei si avvicinò alla ragazza, posandole una mano
sulla spalla.
“Non
darci peso, è scemo ma non cattivo.”
“Lo
so, però io…”- ad un tratto il gruppo vide Kei fermarsi di colpo, guardandosi
in giro. Tutti si fermarono, chiedendosi come mai il loro capo si fosse fermato
in modo così brusco.
Anche
i cavalli sembravano agitati, stava succedendo qualcosa.
“Kei,
che succede?”
“C’è
qualcuno qui intorno, meglio stare pronti.”- Kei scese da cavallo, sguainando
la spada e stando sempre all’erta. Gli altri lo imitarono, anche se Alina era
molto nervosa: la sua prima vera battaglia, chiunque lo sarebbe stato in quella
circostanza.
“Attenti!”-
urlò all’improvviso Boris, vedendo uscire dai lati della foresta ben dieci demoni-folletto.
Erano piccoli, ma molto rapidi e soprattutto sanguinari… Con artigli alle mani
e ai piedi molto affilati, occhi iniettati di sangue e zanne molto aguzze. La
bocca era molto grande, da cui uscivano rivoli di bava: creature disgustose,
ecco ciò che pensava la giovane Alina.
“Cercate
di attaccarli di lato, non affrontateli mai direttamente, chiaro?”- tutti
risposero in modo affermativo, cominciando il combattimento.
Colpi
di spada che andavano a segno, sangue nero che si imbrattava su di loro,
cavalieri che combattevano con onore per la loro vita.
Erano
abili e capaci, le loro lame tagliavano quegli esseri senza troppe difficoltà.
Affondi precisi e colpi ben mirati provenivano da quei giovani che si
addestravano da tutta la vita per combattere il Male.
Ma
la cosa che stupì tutti fu il coraggio e l’abilità di Alina: i due anni di duro
addestramento avevano dato i loro frutti. Aveva ancora una tecnica rozza, ma
molto efficace, ogni tanto aveva difficoltà a maneggiare la lama ma compensava
con ottima tecnica di affondo e precisione.
Lo
scontro durò qualche minuto, quando i demoni-folletto furono uccisi tutti… I
loro cadaveri occupavano quasi tutta la stradina di campagna su cui si erano
affrontati, il loro sangue, nero come la notte, imbrattava la terra.
Alina
osservò quei corpi senza vita, disgustata: era la prima volta che viveva
un’esperienza intensa come un combattimento contro demoni come quelli, era
molto scossa.
Kei
la osservò: forse aveva azzardato a volerla per quella missione, era ancora
inesperta ed essendo una ragazza anche molto emotiva.
“Brutte
bestiacce, così imparate a mettervi sul nostro cammino!”
“Boris,
se non dici una cavolata delle tue non sei felice. Kei, sta calando la notte,
forse dovremmo accamparci da qualche parte.”- disse serio Yuri al cavaliere
dagli occhi ametista, che però era preso ad osservare l’espressione inorridita
di Alina: doveva parlarle o sarebbero stati guai quando avrebbero combattuto
contro gli Orchi della collina buia.
“Io…
Io conosco un posto dove possiamo alloggiare. Venivo in questa zona da piccola,
non è molto lontano.”- sussurrò piano Alina, attirando l’attenzione di tutti,
sollevati all’idea di non dover dormire all’aperto.
“Meno
male, non avevo proprio voglia di dormire usando una radice come cuscino! Io
approvo l’idea della piccoletta, a proposito non sei niente male.”
“Per
una volta sono d’accordo, sei stata molto abile.”- le disse Rei, gentile come
sempre, mentre Yuri e Kei si limitarono ad annuire, gesto tipicamente loro.
La
giovane arrossì per quei complimenti sinceri, soprattutto perché venivano da
cavalieri di tutto rispetto e si sentì più sollevata.
“Alina,
facci strada, dobbiamo arrivare prima che cali definitivamente il buio.”
“Va
bene, seguitemi.”- i giovani cavalieri salirono di nuovo in groppa ai loro
cavalli e seguirono la ragazza portarli fuori dalla foresta, entrando in un
piccolo villaggio poco abitato.
Le
abitazioni erano spoglie, anche se ben tenute, e le persone sembravano molto
tristi e abbattute; forse la causa erano i demoni-folletto. Probabilmente
infestavano la zona da tempo e chissà quanti danni avevano fatto a tutta quella
gente.
“Ecco,
possiamo andare lì.”- Alina indicò loro una piccola locanda, da dove
provenivano numerose voci. I cavalieri si avvicinarono, legarono i cavalli a
dei pali di legno ed entrarono, notando che era una locanda dove si poteva
anche mangiare e bere a volontà. Probabilmente era l’unico modo che aveva
ancora quella gente per sorridere e divertirsi… Un modo squallido se visto da
un uomo d’onore come Kei Hiwatari.
I
cavalieri si avvicinarono al banco dove un uomo molto grasso e pelato, che
puzzava di birra, li accolse.
“Che
cosa vogliono cinque cavalieri qui?”
“Vogliamo
delle stanze, possibilmente separate.”
“Mi
dispiace ma ho solo due camere libere, dovrete accontentarvi.”- i cinque
rimasero interdetti da tanta scortesia, ma in fondo era solo questione di una
notte, potevano adattarsi. Era anche questo il compito di un cavaliere:
adattarsi ad ogni situazione, averne sempre il controllo.
Accettarono
la proposta e salirono alle camere, quando dovettero decidere come dividersele.
“Noi
dormiamo in una, mentre Alina dorme nell’altra.”
“Perché?
Solo perché sono una ragazza pensate che non possa dormire con uno o due di
voi? Io sono un cavaliere e so adattarmi ad ogni situazione, smettetela di
vedermi come una fanciulla qualunque!”- i quattro cavaliere restarono basiti da
tanta determinazione in una ragazza così piccola: loro andavano tutti per i
vent’anni, ma lei sembrava essere molto più matura per la sua età.
Kei sorrise, soddisfatto di tale tenacia, e decise di metterla davvero alla
prova…
“Dormo
io con lei, voi andate nell’altra stanza. Sveglia all’alba, si parte
immediatamente.”
“Oh
andiamo, nemmeno il tempo della colazione?”- si lamentò Boris, come suo solito,
ma quando vide lo sguardo più che eloquente di Kei capì che aveva poca scelta.
Il
gruppo si salutò, Kei e Alina entrarono nella stanza e videro all’interno un
solo letto: era un bel problema.
“Possiamo
dividercelo, non è un problema.”- mormorò risoluto Kei, cominciando a
spogliarsi dell’armatura e posando la sua spada sul bordo del letto. In quel
posto non vi era nemmeno il bagno, ma solo una vecchia tinozza totalmente anti
igenica.
Il
cavaliere si era ormai tolto l’armatura, rimanendo solo con una maglia nera e i
pantaloni, ma quando si voltò vide che la giovane non si era ancora tolta
nulla.
“Bhe,
che aspetti a toglierti l’armatura? Vuoi dormire con quei pesi addosso?”
“No!
Ecco, è che…”- Alina si sentiva una stupida: solo qualche minuto prima aveva
detto che per lei non era un problema, che sapeva adattarsi, ma era sempre una
ragazza: il suo istinto le impediva di spogliarsi davanti al cavaliere come se
niente fosse.
“Se
ti vergogni puoi dirlo, è normale. Sono un gentiluomo e non devi pensare che,
anche se sei un cavaliere, questo mi autorizzi a guardarti.”- aveva capito
perfettamente il suo problema: ora sapeva perché era lui il capo del gruppo.
Il
giovane si voltò dandole il tempo di togliersi le vesti e l’armatura e
cambiarsi. Alina riempì la tinozza con dell’acqua calda per potersi togliere il
sangue di dosso… Aveva ancora davanti agli occhi quella scena: la sua spada che
faceva a fette quegli esseri mostruosi. Era ciò che aveva sempre desiderato,
perché si sentiva inquieta?
Finì
di lavarsi e cambiarsi, vedendo poi Kei avvicinarsi a lei, mettendole le mani
sulle spalle. Era davvero un capo affidabile, sempre pronto ad aiutare i suoi
compagni e fare loro coraggio… Come stava facendo con lei, solo fissandola con
quelle ametiste così calde e profonde.
“Sei
scossa, vero?”
“Un
pochino… E’ tanto grave?”
“No,
anzi è un bene. Non dimenticare che la paura fa ragionare e ti aiuta a non
sbagliare. E poi sono tutti scossi al loro primo combattimento, non ti devi
vergognare.”- Aline gli sorrise riconoscente e per un momento il cuore del
giovane Hiwatari perse un paio di battiti…
“Grazie
mille, signore.”
“Kei.
Non devi darmi del lei, siamo tutti compagni e alleati non dimenticarlo mai,
capito?”
“Va
bene, Kei.”
I
due si sorrisero, Kei si rinfrescò e i due decisero di dividersi il letto:
ormai Alina sapeva che poteva fidarsi di lui, non l’avrebbe mai sfiorata.
“Buonanotte,
Alina.”
“Kei,
posso chiederti una cosa?”
“Dimmi.”
“Perché
hai scelto di diventare cavaliere?”- Kei non sapeva cosa risponderle, o meglio
ancora non se la sentiva di dire a quella ragazza le sue ragioni, la conosceva
da troppo poco per fidarsi a tal punto.
“Non
ti riguarda, ora mettiti a dormire, domani dovremo partire presto.”- la giovane
ci rimase male per quella risposta, ma capì che forse Kei non se la sentiva di
dirglielo e lei non lo voleva di certo forzare.
“Non
vuoi parlarne con me e lo capisco, ma come hai detto tu siamo tutti compagni…
Se un giorno avrai bisogno di sfogarti, io sono qui.”- il giovane cavaliere
rimase sorpreso da tali parole, così dolci e sincere come mai ne aveva udite in
vita sua. Si sentiva sollevato e felice, non capendone però il motivo…
“D’accordo.
Ora dormi, però.”
“Notte
Kei e grazie di tutto…”
“Buonanotte.”
I
due si addormentarono nel letto di quella spoglia stanza dove era nata la loro
intimità.
Ma
i due non sapevano che presto il destino li avrebbe messi alla prova…
Li
attendeva una missione difficile e potevano non sopravvivere, ma qualunque
sarebbe stata la loro sorte non sarebbero mai sfuggiti al filo rosso del
destino che ormai li legava indissolubilmente.
Salve a tutti, gente! Eccomi
di nuovo qui con una delle mie strampalate idee xD Ho avuto un flash una sera,
nella mia testa, e ho deciso di mettermi a scrivere questa storia^^ Da tanto
tempo sognavo di fare una fantasy con cavalieri, demoni, folletti e tutte cose
che stuzzicano sempre la mia fantasia, spero quindi che sia di vostro
gradimento^^ Qui avete fatto la conoscenza della protagonista: Alina. Non
saltate subito a conclusioni affrettate, però: questa giovane nasconde molte
cose, che spero vi lasceranno di stucco xD Che ne dite del bel gruppo di
cavalieri che ho scelto? Non male eh xD Alina è fortunata assai XP
E per la
felicità dei vostri occhi ecco a voi l’immagine di Alina^^ La base del disegno
è opera della mia adorata Lirin Lawliet, il colore invece è opera mia xD Un bel
lavoro di squadra, insomma xD Colgo l’occasione per ringraziarla di questo bel
regalo, che ora mostro a tutti voi^^ Se lo volete però vorrei tanto che prima
me lo chiedeste, per rispetto verso di me e verso di lei v.v Grazie mille ^*^
A lei
è dedicata questa storia, per l’amicizia preziosa che mi ha sempre dimostrato e
tutto il sostegno datomi sempre^^
Il
sole sorgeva lentamente, alzandosi da dietro la montagna e cominciando ad
irradiare tutto quello che vi era intorno. Deboli raggi entrarono nella
finestra di una misera locanda, dove vi dormiva una giovane coraggiosa alla sua
prima missione. Si stropicciò gli occhi, sbadigliando sonoramente, mentre si
rendeva conto che accanto a lei non vi era nessuno: aveva dormito troppo! Forse
l’avevano anche lasciata lì!
Stava
già entrando nel panico, quando vide Kei entrare nella stanza con solo gli
indumenti intimi addosso: Alina non poteva credere di aver davvero dormito con
lui… Era stato un perfetto gentiluomo: non aveva sconfinato e nemmeno tentato
di toccarla in alcun modo. Un vero uomo d’onore, come si addice ad ogni grande
cavaliere.
“Ben
svegliata, dormito bene?”
“Si…
Ho dormito troppo?”
“Eh?
No tranquilla, mi sono appena alzato, ero andato a svegliare quel pigrone di
Boris. La mattina presto neanche il terremoto lo tirerebbe giù da letto.”-
Alina si ritrovò a sorridere, alzandosi dal letto e sciacquandosi la faccia.
Kei osservava ogni suo movimento, senza capirne il motivo: si sentiva attratto
da quella ragazza così giovane, eppure così matura e determinata.
Aveva
sedici anni ma si era distinta subito tra le giovani reclute, nonostante fosse
una fanciulla. Era comparsa dal nulla, l’unica cosa sicura di lei era che
voleva diventare cavaliere a tutti i costi, nessuno sapeva la vera motivazione
di tanta determinazione.
E
lui l’ammirava… Aveva visto il suo impegno, i suoi sforzi, la sua capacità di
resistere alle derisioni di ogni tipo. Affrontava ogni allenamento e prova con
grande determinazione, molta di più di quanto ne dimostrassero tante reclute
che si addestravano da anni.
Ricordava
ancora il momento in cui l’aveva vista per la prima volta…
Come al solito si stava allenando, gli esami per
passare di grado erano vicini e non poteva permettersi di essere bocciato. Era
uno dei migliori cadetti dell’Accademia, non aspirava a diventare il migliore
in assoluto, ma senza dubbio uno dei più valorosi. Lui era Kei Hiwatari e non
era nel suo stile fallire.
Si
fermò qualche minuto per riprendere fiato, quando vide all’entrata una ragazza.
Era piccola, non doveva avere più di quattordici anni, portava un pesante
bagaglio sulle spalle e una spada: che volesse entrare all’accademia? No, alle
ragazze non era permesso, per quanto ne sapeva.
Capelli
corvini e occhi smeraldo, fisico magro ma tonico, viso dolce e innocente: non
aveva proprio l’aria di un cavaliere.
Le
si avvicinò curioso, vedendola smarrita e anche un po’ impaurita. Infatti
appena si avvicinò a lei si mise sulla difensiva, sembrava affaticata e anche
un po’ denutrita.
“Salve,
posso esserti utile?”
“E’
questa l’accademia per diventare cavalieri?”
“Si,
cerchi qualcuno? Non so, tuo fratello o il tuo ragazzo.”- lei lo guardò
scettica, inclinando leggermente la testa di lato e inarcando un sopracciglio. Per
un attimo Kei la trovò al quanto buffa e carina.
“No,
sono qui perché voglio diventare un cavaliere.”- il ragazzo la guardò
sbalordito, per poi cominciare a ridere di gusto. Era stato più forte di lui:
il sapere che quella ragazza così piccola e minuta volesse combattere lo aveva
divertito.
Lei
però non fu dello stesso parere… Sbatté il suo bagaglio per terra e prese la
sua spada, ancora nel fodero, puntandola verso il giovane.
Kei
smise di ridere, fissando quegli smeraldi: vi era il fuoco della battaglia.
Quella ragazza era decisa, testarda e indomita… Lo aveva capito dal suo
sguardo.
“Solo perché sono una ragazza non ti permetto di
insultarmi! Io diventerò un cavaliere, a tutti i costi!”- l’argenteo sorrise,
mettendo la mano sulla spada e abbassandola. La giovane lo guardò incuriosita:
forse lui era il primo che la stava prendendo un po’ sul serio.
“Non
sarà facile per una fanciulla, qui gli allenamenti sono duri ed estenuanti,
potresti anche morire.”
“Supererò
ogni prova e sopporterò ogni allenamento, sono disposta a tutto pur di
realizzare il mio desiderio.”
E
in quel momento il giovane cavaliere capì di avere davanti non la solita
ragazzina impaurita, ma un’anima forte ed indomita che nessuno avrebbe piegato.
“Se
è così vieni con me, ti porto dal precettore e vedremo se ti accetteranno. Come
ti chiami?”
“Alina,
signore.”
“Io
sono Kei, un cadetto, non devi darmi del lei. Ora andiamo.”
Lei
gli sorrise riconoscente e i due si incamminarono verso la sala del precettore.
Da quel
giorno quella ragazza fece parte dell’Accademia, anche se lui non seppe mai
come aveva fatto ad essere accettata. E fin da subito aveva dimostrato grande
carattere e determinazione, resistendo a tutti gli allenamenti più duri e
soprattutto alle angherie dei ragazzi che la prendevano in giro.
“Kei,
va tutto bene?”- la voce di Alina lo riportò alla realtà, facendogli notare che
si era immobilizzato a fissarla. E non era la prima volta che gli accadeva…
Tante volte si era fermato ad osservarla. Così bella e forte… Non aveva mai
incontrato nessuna che fosse come lei, era speciale e in gamba.
“Si
tranquilla. Sei pronta? Gli altri ci stanno aspettando.”
“Certo,
andiamo.”- i due si misero le armature, presero le loro cose e raggiungessero
gli altri di sotto.
“Buongiorno
piccioncini! Avete fatto i bravi?”- come al solito Boris non mancava di fare
qualche battuta stupida anche di prima mattina, ma lo sguardo di fuoco del
giovane cavaliere dagli occhi ametista lo fece subito arretrare. Rei e Alina
risero sotto i baffi, mentre Yuri era sempre impassibile: la ragazza non faceva
che pensare che avrebbe dovuto sciogliersi un po’.
Pagarono
il conto delle stanze ed uscirono, montando sui loro cavalli e rimettendosi in
cammino: le Colline Buie erano a
circa quattro ore di cammino da dove si trovavano.
Alina
era piuttosto nervosa, il combattimento sarebbe stato molto impegnativo e
temeva di non essere all’altezza.
“Speriamo
di non incontrare altri intoppi o saranno guai, dobbiamo essere in forze per
affrontare quegli orchi.”- pensò Rei ad alta voce, avendo l’approvazione di
tutti.
Il
viaggio proseguì in silenzio, fino a che non arrivarono alle Colline Buie… Una
fitta nebbia oscurava ogni cosa e nell’aria vi era un disgusto odore di marcio
e sangue. Molte battaglie erano state combattute in quei luoghi, tanto sangue
versato, umano e non, che ancora imbrattava quel terreno maledetto. Alina si
guardava intorno, trattenendo un conato di vomito: quel posto era terribilmente
spaventoso, ma lei era un cavaliere: non doveva farsi prendere dalla paura.
“Questo
posto è inquietante, si sente ancora l’odore del sangue fresco.”
“Yuri,
se eviti di fare la guida turistica ci fai solo un favore! Dove diavolo saranno
quegli orchi?”- esclamò Boris, con il chiaro intento di volerli uccidere in
fretta quelle creature e andarsene da quel posto.
“Gli
orchi stanno sempre sul versante più alto, dobbiamo salire ancora.”- disse
risoluto Kei, che cavalcava al fianco di Rei e Alina. Posò lo sguardo sulla
giovane: era evidentemente tesa da quell’atmosfera così lugubre e sanguinaria.
“Cerca
sempre di stare vicino ad uno di noi, non è saggio affrontare un orco da sola e
da inesperta, sono stato chiaro?”- le ordinò l’argenteo, con il chiaro
tentativo di volerla in qualche modo proteggere. Sentiva di volerlo fare, in
qualche modo il suo istinto gli stava dicendo che se fosse capitato qualcosa a
quella giovane non se lo sarebbe mai perdonato.
Alina
annuì, quando all’improvviso sentirono una voce riecheggiare nell’aria…
“Benvenuti,
giovani cavalieri. Sono sorpreso che ci abbiate messo così poco, ero convito
che i miei demoni-folletto vi avrebbero eliminato.”
Era
una voce fredda, crudele e piatta: di sicuro si trattava di un demone.I cavalieri si fermarono, scendendo da
cavallo e sguainando le spade: dovevano essere vicini alla tana, probabilmente
era un demone a tirare i fili degli orchi… Molte cose diventavano chiare.
“Chi
sei?! Fatti vedere, vile demone!”- urlò Kei alla nebbia, che immediatamente
cominciò a diradarsi, mostrando il paesaggio circostante… Alina dovette
trattenersi dal vomitare: cadaveri in putrefazione, scheletri umani e sangue
ovunque. I cavalieri erano sconvolti da tale visione, quando sul versante più
alto videro un giovane uomo dai capelli blu notte e gli occhi bianchi. Orecchie
a punta, artigli affilati alle mani e zanne in bocca: era un demone. E Alina
sembrava riconoscerlo… Che fosse davvero lui?
“Quattro
cavalieri e una fanciulla, mi aspettavo che l’accademia di Arazonan avesse più
rispetto per il demone Landor.”
“Tu!
Maledetto, sei stato tu a sterminare il villaggio della mia famiglia!”- urlò in
preda alla rabbia Alina, sguainando la spada e pronta a combattere. I quattro
giovani la fissarono basiti: non erano al corrente del passato della fanciulla,
ma dovevano fare in modo che mantenesse il controllo.
Landor
la osservò attentamente: quegli occhi gli ricordavano qualcuno… Un uomo che lo
aveva affrontato in passato e che aveva sconfitto.
“Combatti,
maledetto! Vendicherò la mia gente!”
“Oh
mia cara, non ho certo intenzione di sporcarmi le mani con degli insetti come
voi.”- il demone alzò un braccio e dalla caverna dietro di lui uscirono quattro
orchi. Erano neri come la pece, con gli occhi iniettati sangue, feroci e
malvagi.
“I
primi sarete voi e poi mi dedicherò alla gente dei villaggi, fino ad arrivare
alla vostra cara accademia. Voi umani siete feccia, dovete sparire!”
“Questo
lo vedremo!”- urlò Kei, ordinando l’attacco verso gli orchi, che si
avvicinavano velocemente a loro.
Boris
e Yuri ne affrontarono due, cercando di colpirlo con la loro spada, ma
quell’essere sembrava d’acciaio, oltre ad essere rabbioso e veloce.
Kei,
Alina e Rei ne affrontarono altri due, ma la ragazza era troppo interessata al
demone per potersi concentrare su quella creatura. I suoi colpi non avevano
abbastanza potenza e non andavano a segno nel modo giusto.
“Alina,
dannazione concentrati!”- la rimproverò Kei, ma la ragazza non sembrava
ascoltare nessuno. L’unica cosa a cui pensava era che doveva uccidere quel
demone… E in preda alla furia vendicativa non si accorse di un quinto orco che
comparve dall’oscurità e la ferì al braccio destro con i suoi artigli.
La
ragazza gemette, cadendo all’indietro mentre i giovani guerrieri la fissarono
sconvolti… Landor invece sembrava soddisfatto, tanto che richiamò gli orchi e
gli ordinò di tornare nell’oscurità delle Colline. Kei e gli altri si
avvicinarono ad Alina, ancora a terra e con un braccio sanguinante… Il
cavaliere dagli occhi ametista la prese tra le braccia, quando la giovane
cominciò ad urlare di dolore. Fissarono il braccio: era diventato nero, segno
che era stata avvelenata.
“Ahaha!
La vostra amica ha le ore contate, il veleno dei miei orchi è letale per
chiunque. Morirà tra atroci sofferenze e non potete fare nulla per salvarla. La
mia vendetta è completa, addio giovani stolti!”- una risata malefica riecheggiò
nell’aria, mentre i giovani cavalieri osservavano la loro compagnia agonizzare
dal dolore.
Kei
la guardava e gli si stringeva il cuore: lei aveva sbagliato ma era una
principiante… Il suo compito era proteggerla e non lo aveva fatto a dovere.
Si
sentiva un idiota e un incapace: aveva fallito con lei.
“Kei,
conosco un guaritore, non è molto lontano da qui ma dobbiamo sbrigarci!”- la
voce di Rei lo distolse dai suoi pensieri; ora tutto quello che poteva fare per
rimediare era tentare di salvarla.
La
prese in braccio, caricandola sul suo cavallo, mentre Yuri e Boris si
occupavano del suo. I cavalieri partirono al galoppo, seguendo il moro,
correndo più veloci del vento in cerca del guaritore che potesse aiutare la
loro compagna. Alina non smetteva di urlare dal dolore… Era atroce per tutti
loro sentire quelle per urla... Nessuna fanciulla avrebbe mai dovuto soffrire
tanto.
“Alina,
resisti, siamo quasi arrivati! Non provare a morire, intesi? Non pensarci
nemmeno, stupida ragazzina!”- Kei era molto spaventato all’idea che quella
giovane potesse morire… Non voleva che accadesse, non doveva succedere.
Dopo
circa un quarto d’ora arrivarono ad una piccola capanna di legno, un po’ mal
ridotta. I quattro scesero da cavallo, aiutando Kei a scendere insieme ad
Alina, Rei si avvicinò alla porta bussando per chiamare il guaritore. Un uomo
adulto aprì loro, capelli castani e occhi neri, fisico esile ma non troppo
magro, barba e viso dai lineamenti marcati.
“Rei,
cosa ci fai qui?”
“Per
favore Misil, devi aiutare la nostra compagna. È stata ferita da uno degli
orchi delle Colline Buie e sta molto male.”- Kei si avvicinò, porgendogli Alina
che non urlava più come prima…
“Prima
urlava forte, adesso ha smesso, è un buon segno?”- chiese l’argenteo,
preoccupato, al guaritore, che però non sembrava della stessa idea.
“Per
niente, portiamola subito dentro!”- i quattro entrarono e Kei posò la giovane
sul giaciglio che vi era all’interno della piccola stanza dove li aveva
condotti Misil.
Il
guaritore si avvicinò a lei, asciugandole la fronte madida di sudore… Kei la
osservò: si vedeva che stava soffrendo tanto e si sentiva impotente nel non
poter fare nulla.
Misil
le prese il braccio, constatando che il veleno si stava diffondendo rapidamente
nel corpo della ragazza: doveva intervenire e alla svelta.
“Ora
dovete uscire, cavalieri.”- tutti annuirono, tranne Kei che restò immobile
davanti al giaciglio, con la chiara intenzione di restare.
“Kei…”
“Io
non mi muovo. Sono il suo responsabile, quindi non la lascio.”
“Cavaliere,
capisco che tu sia preoccupato per la tua compagna, ma se vuoi davvero salvarla
devi lasciarmi lavorare tranquillo.”- la voce di Misil era dura e imponeva
obbedienza, ma l’argenteo sembrava non ascoltare nessuno. Rei gli mise una mano
sulla spalla; doveva trovare il modo di smuoverlo.
“Kei,
è in ottime mani, ora usciamo.”- il moro lo prese per un braccio e lo condusse
fuori, lasciando il guaritore libero di lavorare tranquillo.
Misil
prese alcune erbe medicinali, quando sentì la voce di Alina sussurrare
qualcosa…
“Kei…”-
il guaritore si avvicinò a lei, sorridendole: lui la conosceva, sapeva bene chi
era quella ragazza dai capelli neri come la notte senza luna.
“Tranquilla
bambina, ti salverò. Lo devo a tuo padre.”- mormorò Misil, cominciando a
preparare l’infuso e l’impasto medico che l’avrebbero aiutata.
*
Passarono
diverse ore da quando il guaritore si era messo all’opera per curare Alina, ma
ancora non avevano saputo nulla.
Kei
faceva avanti e indietro dalla stanza, aspettando che quel diavolo di uomo
desse loro notizie su Alina: non era mai stato un tipo paziente e quell’attesa
lo stava facendo innervosire parecchio.
“Ma
quanto diavolo ci mette quel guaritore?! Comincio ad innervosirmi!”
“Kei
stai calmo, sono sicuro che Alina è in ottime mani.”- cercò di rassicurarlo
Yuri, ma con scarsi risultati. Tutti erano in ansia per la loro compagna: era
così giovane, non meritava di fare quella fine. Continuavano a chiedersi cosa
avesse spinto una ragazza così bella ad indossare l’armatura e sguainare la
spada in favore dei più deboli.
“Qualcuno
di voi sa perché ha voluto essere cavaliere? Me lo chiedo da quando l’ho vista
per la prima volta all’accademia.”- domandò ad un tratto Boris, forse per spezzare
la tensione che si era creata in quei momenti di attesa snervante. Tutti lo
fissarono, incapaci di rispondere: nessuno lo sapeva, era sempre stato un
mistero, così come avesse fatto ad essere ammessa.
Quella
giovane era circondata da un fitto alone di mistero, ma gli altri ragazzi erano
troppo presi a sbeffeggiarla per accorgersene.
“Nessuno
lo sa, quando ho chiesto al precettore il motivo per cui l’aveva ammessa mi ha
risposto solo ‘sono sicuro che sarà un valido elemento’. Altro non ho mai
saputo.”- disse Kei, fermandosi e poggiandosi contro quella dannata porta,
reprimendo l’impulso di aprirla e vedere cosa diavolo stava succedendo.
“Bhe,
non aveva tutti i torti. Per essere dotata lo è, ma con quel demone oggi ha
sbagliato, la vendetta non è un buon motore per un cavaliere.”
“Io
sono convinto che c’è dell’altro, Boris.”- tutti si voltarono verso Kei:
sembrava tenere molto a quella ragazza, eppure in due anni non li avevano visti
in particolare sintonia.
“Che
vuoi dire?”
“Ancora
non lo so, ma…”- ad un tratto sentì la porta dietro di lui aprirsi e Misil
raggiungerli. Kei volse uno sguardo al giaciglio e la vide: pallida, ma
sembrava stare bene. Il suo viso non era più contratto in una smorfia di
dolore, ma dolce e rilassato… Come la scorsa notte, quando l’aveva osservata
dormire.
“Come
sta?”- domandò l’argenteo al guaritore, che sorrise loro rassicurante: forse la
loro compagna ce l’aveva fatta.
“E’
una ragazza molto forte e si rimetterà presto. Il veleno non è arrivato al
cuore, così sono riuscito a deviarne il flusso in tempo e ad estirparlo dal suo
corpo. Ma dovrà riposare, ora come ora è impensabile che torni subito a
combattere.”- i quattro cavalieri ascoltarono le parole del guaritore con
attenzione. Era giusto, ma loro avevano una missione da compiere: dovevano
fermare quel demone prima che mettesse a ferro e fuoco ogni villaggio sul suo
cammino.
“Possiamo
lasciarla qui finché non sconfiggiamo il demone Landor? Dobbiamo farlo,
altrimenti raderà al suolo ogni villaggio che incontrerà, fino ad arrivare alla
nostra accademia, ad Arazonan.”
“Landor?
È lui che dovete affrontare?”
“Si,
lo conosci?”- domandò Rei al guaritore, che sembrava piuttosto sconvolto: forse
anche lui era stato vittima, in qualche modo, della malvagità di quell’essere maligno.
Misil
abbassò il capo e invitò i cavalieri nella stanza dove vi era Alina. Fu Kei il
primo ad avvicinarsi al giaciglio, sedendosi sul bordo e prendendole la piccola
mano, in quel momento fredda come il ghiaccio. Alina aprì debolmente gli occhi,
trovandosi davanti gli occhi ametista e il debole sorriso di Kei.
“Kei…
Ciao…”
“Ehi,
come ti senti?”
“Meglio…
Ciao ragazzi, vi sono mancata?”- tutti e quattro sorrisero lievemente, felici
di vedere che stava bene e che presto sarebbe stata di nuovo in piedi pronta a combattere.
“Ci
hai fatto prendere un bello spavento, sei stata imprudente.”
“Yuri,
hai la delicatezza di un troll nel dire le cose, te lo hanno mai detto?”- lo
rimproverò Boris, vedendo che però Alina stava ridacchiando. Kei la osservò:
più lo faceva e più quella giovane lo colpiva. Chissà come riusciva a
sopportare quella vita, essendo una ragazza… Doveva avere una tale forza
d’animo che loro si sognavano.
“Hai
proprio ragione, Yuri, sono stata stupida. Ma la prossima volta…”
“Non
ci sarà una prossima volta, almeno per te.”- la voce di Kei era dura e
risoluta, un tono che non ammetteva repliche, ma Alina sperava tanto di
sbagliarsi… Non poteva estrometterla dalla missione, lei doveva uccidere quel
demone.
“Che
cosa vuoi dire?”
“Misil
pensa che sia meglio che tu stia a riposo, quindi a cercare quegli orchi e il
demone andremo solo noi.”
“Ma
Kei, io…”
“Non
potete uccidere Landor, mi dispiace.”- Misil si intromise nel discorso,
attirando l’attenzione di tutti. Che cosa voleva insinuare? Che non erano
abbastanza forti per quel demone da strapazzo? Non sapeva con chi stava
parlando: loro erano la squadra di cadetti migliore dell’accademia, non avevano
mai fallito una missione e non avrebbero cominciato in quel momento.
“Non
ci crede all’altezza?”
“Quel
demone è molto potente, lo conosco. Solo un Uccisore di Demoni può ucciderlo,
brandendo la Spada del Fuoco Blu.”
“E
cosa sarebbe?”- domando Alina, curiosa di saperne di più, mentre gli altri
cavalieri si ritenevano presi in giro e sminuiti: non avevamo mai sentito di
questi Uccisori, né tanto meno di una fantomatica spada che uccideva i demoni.
“E’
una spada forgiata con il Fuoco Sacro Purificatore, milioni di anni fa. È
l’unica arma che può uccidere un demone, le armi comuni non possono fare
nulla.”
“Lo
vedremo. Ora andiamo ragazzi, Misil si prenda cura di Alina, torneremo a
riprenderla.”- Kei era fermo e risoluto, quando la giovane si alzò di scatto e
lo fermò, tenendolo per un braccio.
L’argenteo
sussultò appena a quel tocco così delicato, ma lo nascose…
“Per
favore, fatemi venire con voi…”- Kei la guardò tristemente, così Rei decise che
era meglio lasciarli da soli a parlare, cosa che capirono tutti seguendolo
fuori dalla stanza.
“Alina,
non sei in condizioni di combattere.”
“Ma
io devo ucciderlo! Lui ha ucciso la mia gente, la mia famiglia!”
“Questo
lo capisco, ma non è morendo contro di lui che li vendicherai.”- le mise le
mani sulle spalle, sorridendole appena: non voleva darle un dolore ma allo
stesso tempo non poteva permettere che le succedesse ancora qualcosa. Non
voleva vederla morire… Era già stato atroce una volta.
“Alina,
ti prego, fallo per me. Ci pensiamo noi, non devi temere.”
“Ma
non hai sentito Misil? Nessuna arma comunque può uccidere quel mostro, ed io ci
credo!”
“Le
chiacchiere di un guaritore non mi interessano, la cosa principale è eliminare
gli orchi e contro quegli esseri le spade funzionano. Al demone penseranno gli
stregoni superiori quando li informeremo delle sue intenzioni, stai
tranquilla.”
“Non
riesco a crederti… Sento che non tornerai più…”- solo dopo Alina si rese conto
di aver parlato al singolare? Ma cosa le stava succedendo? Perché aveva così
tanta paura di perderlo?
“Tornerete!
Volevo dire, ecco… Bhe…”- la giovane era ormai nel più totale imbarazzo e Kei
rise nel vederla rossa in viso e così timida: sembrava una vera
fanciulla, come avrebbe dovuto essere.
Le
prese il mento tra il pollice e l’indice, sorridendole dolcemente… Alina si
perse in quello sguardo così magnetico che la stava stregando poco a poco.
“Tornerò,
te lo prometto. Torneremo tutti e quando sarà finita io e te usciremo a cena.”
“Mi
stai prendendo in giro?”- chiese la giovane, ridendo lievemente.
“Assolutamente
no, questa è una promessa sincera.”
“Allora
prendi questo.”- Alina si sfilò in ciondolo d’oro che portava sempre al collo,
allacciandolo a quello di Kei. Era un bellissimo pendente con raffigurante un
quadrifoglio. -“E’ il mio portafortuna, me lo diede mio padre poco prima di
morire. Portalo con te, me lo ridarai quando torni… E bada che lo rivoglio
indietro a tutti i costi.”- Kei fu sorpreso da un gesto tanto dolce, nessuna lo
era mai stata in modo così sincero con lui.
Senza
indugiare oltre si sporse verso la giovane, poggiando lievemente le sue labbra
si quelle rosee di lei. Fu un bacio delicato, appena accennato, ma che
trasmetteva molteplici sentimenti… Qualcosa che entrambi non avevano mai
provato.
Quando
si staccarono, Alina poggiò la testa sul petto di Kei, che le carezzò
dolcemente i capelli: ora lasciarla diventava più dura.
“Devo
andare, scusami.”
“Ti
aspetterò… Sempre.”
“Alina,
se entro tre giorni non siamo tornati, vai all’Accademia e dai l’allarme,
intesi? Questo è un ordine del tuo superiore, vedi di portarlo a termine.”
“Agli
ordini, mio signore.”- l’argenteo le sorrise, le baciò la fronte e raggiunse i
suoi compagni, che la salutarono tutti amichevolmente: era chiaro che si
fossero affezionati a lei e gli era grata di tale onore. Sperava solo che
tornassero tutti sani e salvi.
I
quattro cavalieri ringraziarono ancora Misil, pregandolo di nuovo di occuparsi
di Alina, dopo di che partirono al galoppo verso le Colline Buie.
Il
guaritore rientrò in casa, vedendo la giovane che singhiozzava sul suo
giaciglio: forse era il momento di rivelarle la verità.
“Stai
tranquilla, li raggiungerai presto.”
“Che
cosa vuole dire?”- Misil le sorrise e si avvicinò ad un armadio, tirando fuori
una custodia molto grande, dove di solito vi erano riposte le spade più
pregiate o importanti.
Il
guaritore gliela porse, incitandola ad aprirla…
“Che
cos’è?”
“Era
di tuo padre, adesso spetta a te averla. Prima non potevo in presenza di quei
cavalieri, mi dispiace.”- Alina era confusa e scioccata, ma decise di aprire
quella custodia. Quello che vi era dentro la scioccò ancora di più: una
meravigliosa spada, dalle rifiniture in oro e dai riflessi azzurri, non molto
grande ma soprattutto maneggevole.
“Ma
questa… E’ un spada.”
“Non
è una spada qualsiasi: è la Spada del Fuoco Blu e apparteneva a tuo padre.”
“Non
è possibile… Questo significa che…”
“Si
bambina: tuo padre era un Uccisore di Demoni. E tu sei il suo successore.”
Per
la giovane Alina si stava aprendo un futuro diverso da quello che immaginava,
sarebbe riuscita ad affrontare la verità che circondava il suo passato per
accettare il suo destino?
Ed eccoci arrivati alla
fine di questo secondo capitolo^^ L’altra volta mi sono dimenticata di
precisarlo e chiedo venia: questa storia sarà molto breve. L’ho scritta per
puro piacere di scrivere, ma spero che, anche se breve, vi piaccia fino alla
fine^^ Come avete visto in questo capitolo ci sono stati azione e una grande
rivelazione! Riuscirà Alina ad accettare il suo destino e a sconfiggere il
demone Landor? E come finirà il suo legame con Kei? Sarà destinato a sbocciare?
Tutte cose che scoprirete leggendo, signori! Ed ora passo a ringraziare le
persone che mi hanno recensito il primo capitolo^^ Grazie mille per il vostro
sostegno ^*^
Ps I love You: Ciao bella! Mi fa piacere che ti piace Alina, è un
personaggio a cui tengo^^ Ho sempre desiderato di scrivere di una ragazza che
impugna le armi e ti ringrazio anche a nome di Lirin per i complimenti sul
disegno^^ Davvero ti ricorda una cosa così bella? Tu mi lusinghi =) Spero di
avere la tua anche su questo secondo capitolo, grazie mille dei tuoi
complimenti ^*^
Un bacio =)
Lirin
Lawliet: Tesoro mio, lo so che
non vedevi l’ora che postassi e sei stata accontentata, come vedi xD Hai
proprio ragione su Alina: lei va dritta per la sua strada, seguendo le sue
convinzioni e lottando per realizzare il suo sogno^^ Sono felice che la storia
ti travolga a tal punto, quindi attendo impaziente la tua su questo secondo
capitolo ^*^ Un bacio forte, mio tesoro, ti voglio tanto bene <3
Pich: Ma salve, guarda chi si vede xD Eh si, la cara
Alina è fortunata, tanti bei maschioni accanto a lei v.v Ma come vedi combina
con Kei e non Boris, cosa che a te farà solo piacere xD Anche a te piace Alina,
ma io sono feliceeeeee ^o^ Si, stavolta ho cercando di renderli IC il più possibile
quei due, dopo tutto sono cavalieri v.v Ecco qui il secondo capitolo, attendo
la tua allora v.v Un bacio forte, cara, ti voglio bene <3
Hallet
Silver Comet: Oddio, ci credi
che quando ho visto la tua recensione sono stata talmente felice che ho urlato?
XD Tanto che di sopra mi dicevano “Ma che cavolo ti urli?!” XD Ma li ho
ignorati e sono stata sempre felice xD Davvero il fantasy è il tuo genere
preferito? Doppia tombola, allora ^*^ Si, Alina come hai visto è personaggio
che riserva molte sorprese^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi
farai avere la tua, ci conto ^*^ Un bacio forte, stella <3
Aphrodite: La mia amata lover ^*^ La tua sincerità mi aiuta sempre
a migliorare e spero di aver fatto ancora meglio in questo secondo capitolo, il
tuo giudizio è molto importante per me, come ben sai v.v Il personaggio di
Alina, come vedi, ha riservato una bella sorpresa, per quanto riguarda il
gruppo sono felice che ti piaccia^^ Mh… Kei arrogante, dici? Bhe, qui non lo è
stato tantissimo, dai v.v Aspetto la tua su questo secondo capitolo, mio amato
maggiordomo ^*^
Un bacio dalla tua
Shinigami, love <3
Ringrazio Flamara, Pich
e Ps I love You per averla messa tra le seguite^^
Un grazie a Lory-Chan
per averla messa tra le preferite^^ Se hai voglia di farmi sapere cosa ne pensi
a me fa solo piacere, cara ^*^
P.s: L’immagine a
inizio capitolo sono le Colline Buie^^ Spero che rendano bene l’idea xD
“Non
una qualsiasi: è la Spada del Fuoco Blu e apparteneva a tuo padre.”
“Non
è possibile… Questo significa che…”
“Si
bambina: tuo padre era un Uccisore di Demoni. E tu sei il suo successore.”
Alina
era ancora scioccata dalla rivelazione di Misil: dunque era lei l’Uccisore di
Demoni.Ma ciò che l’aveva sorpresa era
scoprire che anche suo padre aveva avuto lo stesso destino… Lei credeva che
fosse un semplice cavaliere, come le aveva detto suo zio.
Non
ricordava molto della sua vera famiglia: il suo villaggio era stato distrutto
da Landor quando aveva solo sei anni. Lei si era salvata per miracolo: in quel
momento era sulle colline a giocare, come sempre. Sapeva che suo padre era un
grande cavaliere, amato e stimato da tutta la gente del villaggio, ma non
avrebbe mai immaginato che fosse un Uccisore di Demoni.
“Io
non… Non posso crederci. Ma lei come fa a conoscere mio padre?”
“Ero
suo amico, mi salvò la vita molti anni fa. Quando seppi della sua morte volevo
prenderti con me, ma tuo zio è arrivato prima. Tuo padre desiderava che avessi
la sua spada, così tua madre me l’affidò.”
“Mia
madre?”
“Quando
tuo padre fu ucciso sapeva che per il villaggio le speranze erano poche. Così
mi portò la spada, chiedendomi di nasconderla e darla a te quando sarebbe
arrivata l’ora. Purtroppo sono arrivato tardi, ma nel momento in cui ti ho
vista entrare con quei cavalieri ho capito di averti ritrovata.”
“Ma
come?”
“I
tuoi occhi e i tuoi capelli; sono identici a quelli di tuo padre. Così come il
ciondolo che hai donato al tuo cavaliere, è lo stesso di tuo padre: Il
Quadrifoglio. Lo hai conservato come un tesoro, vero?”- la ragazza annuì,
trattenendo le lacrime: suo padre aveva pensato a lei, l’aveva designata come
sua erede nonostante fosse una fanciulla.
Ora
sapeva, dentro di se, perché aveva lottato tanto per diventare cavaliere. E
soprattutto cosa l’aveva spinta verso l’Accademia per sfuggire alle angherie
dello zio…
“Sapevo
che era un grande cavaliere e da quel momento decisi che lo sarei diventata
anch’io, anche se sono una donna. Ma mio zio si opponeva, mi toglieva l’aria,
così sono scappata all’Accademia.”
“Dove
hai incontrato quei giovani cavalieri.”
“Si…
Specialmente Kei. La prego… Mi racconti di mio padre, perché Landor lo ha
ucciso? Sono sicura che è stato lui, mentre ero ferita l’ho sentito dire ‘la
mia vendetta è completa’.”- Misil sorrise lievemente, prendendole la mano e
conscio del fatto che aveva poco tempo: solo lei poteva sconfiggere Landor,
quei cavalieri erano in pericolo.
“Va
bene, ma non abbiamo molto tempo: tuo padre era un grande cavaliere e un ottimo
Uccisore di Demoni. Era l’unico in grado di domare il potere della Spada del
Fuoco Blu… Studiavamo insieme all’Accademia di Arazonan, era uno dei
migliori.”- Alina sgranò gli occhi, incredula: anche suo padre aveva
frequentato l’Accademia, ora cominciava a spiegarsi perché il precettore
l’avesse ammessa non appena gli aveva detto il suo nome.
“Ora
capisci perché sei stata ammessa? Il precettore sapeva di avere di fronte un
valido elemento.”
“Oggi
però ho fallito…”
“Nessuno
è infallibile, cara. A quanto mi hanno detto sei in gamba e capace, sei
sopravvissuta al veleno degli orchi e sarai in grado di domare la Spada del
Fuoco Blu.”
“Lei
crede? Io non sono mio padre, potrei anche fallire.”
“Salius
aveva grande fiducia in te, riponeva le sue speranze nel tuo futuro e sapeva
che saresti stata un ottimo successore per il suo compito.”- Alina sorrise,
impugnando la spada e carezzandola… Avvertiva il suo potere, lo sentiva come
proprio e le dava tanto coraggio.
“Cosa
accadde a mio padre?”
“Quando
fu designato come Uccisore di Demoni diede subito prova di grande abilità, ogni
demone che capitava sulla sua strada veniva sconfitto e questo alle alte sfere
demoniche cominciava a dare fastidio…”
“Così
ordinarono a Landor di ucciderlo...”- mormorò afflitta la giovane, stringendo
forte la spada di suo padre. Misil la guardò, tristemente: non doveva essere
facile per una fanciulla così giovane accettare tali verità.
“Landor
è uno dei Demoni Nobili e accettò la richiesta senza pensarci. I due si
affrontarono, tuo padre combatté contro di lui con coraggio, ma era davvero
troppo potente…”
“Padre…”-
dagli smeraldi della giovane uscivano copiose le lacrime. Misil le mise una
mano sulla spalla, cercando di confortarla… Doveva essere forte, l’attendeva
una dura battaglia e solo lei poteva sconfiggere quel mostro.
“Il
Demone lo uccise, ma non gli bastò. Così pochi giorni dopo distrusse il tuo
villaggio e uccise tutti i suoi abitanti… Quando lo venni a sapere ho temuto
per la tua vita, ma poi tuo zio mi disse di averti presa con se ma che non
aveva nessuna intenzione di farti intraprendere le stesse orme di tuo padre.”
“Lo
so, infatti quando gli dissi che volevo essere un cavaliere mi picchiò e mi
chiuse in camera. Fu in quel momento che decisi di scappare e raggiungere l’Accademia.”-
Misil annuì sorridendo, quando la vide alzarsi e impugnare con fermezza la
spada di suo padre.
“Devo
raggiungere Kei e gli altri, se quello che mi hai detto è vero sono in
pericolo.”
“Non
sei in condizioni di combattere, Alina.”- la ragazza però sembrava non
ascoltarlo e tolse la spada dal fodero, impugnandola saldamente. La lama era
lunga e ben affilata… La fanciulla sapeva cosa fare, era come se un sesto senso
la guidasse.
Chiuse
gli occhi, lasciando che l’energia della spada la attraversasse, ma invece
accadde il contrario: fu la sua energia ad entrare nella spada, e la lama fu
circondata da una bellissima fiamma color blu intenso. Trasmetteva tanto
potere… Misil la fissò, colpito e soddisfatto: era la degna figlia di suo
padre.
Alina
riaprì gli occhi, vedendo quello che aveva fatto: si sentiva potente. Un
tutt’uno con la spada, come se fossero una cosa sola.
“Sono…
Sono stata io? Ma come…”
“La
spada reagisce sentendo la forza e il potere del suo padrone: è lei a
sceglierti, così come scelse tuo padre. Tutto quello che devi fare è seguire la
sua volontà e farla tua, solo in questo modo avrai il controllo totale sul
potere che ti è stato dato.”- Alina ascoltava attentamente le parole di Misil,
sentendosi sempre più forte e potente: lei poteva uccidere quel demone, lo
sentiva dentro di se, era come se la spada stessa le stesse dando quella
consapevolezza.
“Sono
pronta, voglio raggiungere i miei compagni.”- disse risoluta la giovane,
annullando il potere della spada, che tornò normale. Si mise vestiti e
armatura, mentre il guaritore la guardò con sguardo fiero: quella giovane
avrebbe portato avanti con onore e forza l’opera del padre.
“Va
bene, ma mi raccomando fai attenzione. Landor, oltre ad essere molto forte, è
scaltro e manipolatore. Farà di tutto per deconcentrarti e farti perdere il
controllo, non lo assecondare.”
“D’accordo,
ti ringrazio Misil… Per tutto quanto.”
“Lo
dovevo a tuo padre, bambina. Ora vai e distruggi quel verme.”- Alina gli
sorrise, per poi uscire dalla casa, montare sul suo cavallo, partendo alla
volta delle Colline Buie per aiutare i suoi compagni.
‘Sto
arrivando, resistete. Kei ti prego, non mi abbandonare…’
*
Un
ultimo fendente dritto alla testa e anche l’ultimo orco fu sistemato. Era stato
molto difficile abbatterli, avevano combattuto con ogni grammo di forza che
avevano in corpo…
I
quattro cavalieri si trovavano di fronte al demone Landor, che ridacchiava
furbo col chiaro intento di farli innervosire.
Kei
lo osservò: era davvero un essere maligno. Era preoccupato per Alina, si
augurava che stesse bene e non faceva che pensare al bacio che si erano dati.
Era stato così bello e piacevole, il più bello che avesse mai ricevuto e tutto
ciò che desiderava era tornare da lei per dirglielo.
“Visto,
demone da strapazzo? A quanto pare hai perso i tuoi galoppini!”- esclamò
beffardo Boris, mentre Landor non sembrava fare una piega alle provocazioni del
cavaliere. Anzi, manteneva perfettamente la sua aria impassibile e sicura di
se, forse perché sapeva che non avrebbero potuto ucciderlo con le loro armi.
“Poveri
sciocchi, credete davvero di avermi sconfitto? Avete dimenticato che sono uno
dei Demoni Nobili? Non potete farmi nulla con le vostre dozzinali spade.”
“Questo
è da vedere, sporco essere!”
“Boris
fermo!”- Yuri tentò di fermare il compagno, ma era troppo tardi. Il cavaliere
si lanciò all’attacco verso il demone, colpendolo con la sua spada. Ma con
orrore i giovani videro che la lama non lo aveva nemmeno scalfito: quell’essere
sembrava indistruttibile.
Landor
sorrise maligno, dando un potente calcio allo stomaco di Boris, che si piegò in
due da dolore. Il cavaliere cadde a terra, mentre il demone prendeva la sua
spada, spezzandola come se fosse stata di carta.
“Te
l’avevo detto di non sottovalutarmi… Stupido verme di un umano.”- Landor
scagliò un altro calcio a Boris, scaraventandolo lontano.
“Boris!”-
Rei e Yuri accorsero ad aiutare il compagno piuttosto mal ridotto, mentre Kei
guardava Landor con odio: ci doveva essere un modo per sconfiggere
quell’essere.
“Purtroppo
non ho tempo di giocare con voi insetti, quindi addio stupidi cavalieri.”-
dalla mano del demone comparse una palle di luce nera molto forte: per loro era
la fine.
‘Alina,
mi dispiace, non potrò mantenere la promessa… Perdonami…’- i pensieri di Kei
erano rivolti alla fanciulla cavaliere, mentre Landor sorrideva maligno pronto
a scagliare quella sfera contro di loro.
“Fermati!!”-
una voce femminile lo chiamò e i quattro videro arrivare Alina in groppa al suo
cavallo. Sollevati nel vedere che stava bene, i cavalieri furono colpiti dalla
spada che la giovane portava con se; non era la sua solita arma, ne erano assolutamente
sicuri.
Alina
scese da cavallo, avvicinandosi ai compagni: erano mal ridotti, specialmente
Boris che sembrava ferito seriamente.
“Mi
dispiace, sarei dovuta venire prima.”
“Cosa
ci fai qui? Ti avevamo detto…”
“Lo
so, Kei, ma ora devi ascoltarmi. Io sono l’unica che può distruggere quel
demone, dovete solo fidarmi di me.”
“Perché
dici questo?”- le chiese curioso Rei, mentre la giovane sorrideva loro in
maniera rassicurante, mostrandogli la spada che portava con se.
“Questa
è la Spada del Fuoco Blu, era di mio padre. Lui era un Uccisore di Demoni ed io
sono la sua erede, l’unica in grado di usare quest’arma.”- i quattro cavalieri
erano basiti da quella confessione: che stesse dicendo il vero? Lei non era il
tipo di persona che inventava storie, forse potevano davvero avere fiducia in
lei.
Alina
si alzò, impugnando la spada e guardando Landor con decisione e odio: lo
avrebbe sconfitto. Per suo padre, la sua gente e per garantire la pace.
Fece
per avvicinarsi, ma la mano di Kei sul suo braccio la fermò. La giovane si
voltò, incontrando lo sguardo preoccupato e sincero del suo compagno.
“Non
sei obbligata a farlo.”
“Si
invece. È compito mio, una responsabilità lasciatami da mio padre. Non temere,
tornerò da te e dovrai portarmi fuori a cena come mi hai promesso, cavaliere.”-
la giovane poggiò le labbra su quelle dell’argenteo in un bacio rapido ma
dolcissimo. Gli carezzò la guancia, dicendogli di portare Boris ferito e gli
altri il più lontano possibile: doveva avere il maggior spazio possibile per
muoversi.
“Fidatevi
di me, lo sconfiggerò.”- Alina sorrise loro dolcemente, impugnando la spada con
fermezza e avvicinandosi a Landor, che la osservava… Conosceva bene quella
spada e voleva dire solo una cosa: quella ragazza era davvero l’Uccisore di
Demoni. Ora spettava a lei il compito che un tempo fu del suo defunto padre.
“Bene
bene, così sei tu il nuovo Uccisore di Demoni. Devi essere la figlia di Salius,
mi auguro che tu non faccia la stessa fine.”- ironizzò maligno il demone,
mentre negli occhi della giovane si accese una luce potente: quella della
giustizia.
“Non
ti darò questo piacere, vendicherò mio padre e tutta la mia gente. I tuoi sogni
di dominio finisco oggi!”- Alina tolse la spada dal fodero e dopo qualche
secondo la lama si accese di una meravigliosa fiamma blu intenso. Kei e gli
altri erano sbalorditi: tutto quello che aveva detto il guaritore era vero.
Alina era l’Uccisore di Demoni, molte cose cominciavano ad essere molto più
chiare…
La
sua ammissione all’Accademia, il suo passato immerso nel mistero più fitto, la
sua grande forza di volontà e determinazione: erano tutte caratteristiche non
solo di un vero cavaliere, ma anche di un Uccisore.
Landor
osservò la spada, la stessa che lo aveva affrontato anni fa e che aveva
sconfitto. Quella sciocca ragazzina non poteva essere più in gamba di suo
padre, l’avrebbe uccisa in poco tempo.
“E
così hai ereditato anche la sua spada. Vedremo se sarai all’altezza di
maneggiare il suo potere per sconfiggermi.”
“Non
chiedo di meglio. Stai in guardia, Landor!”- Alina partì all’attacco, cercando
di colpire con un fendente l’avversario, ma il demone era davvero veloce.
Scomparve e ricomparve alle sue spalle, ma la giovane, con un balzo, riuscì a evitare
il colpo che quell’essere voleva sferrarle. Landor la fissò e si rese conto di
stare sanguinando dal braccio destro: quella mocciosa lo aveva colpito di
striscio e sorrideva soddisfatta.
“Come
vedi non sei invincibile, mio caro demonio. Il prossimo ti arriverà dritto alla
gola!”
“Vediamo
se ci riesci, Uccisore di Demoni.”- la provocò il demone, scattando verso di
lei, però Alina fece qualcosa che stupì tutti: con un balzo saltò molto in
alto, fino ad afferrare il ramo di un albero.
Kei
e gli altri la fissarono sbalorditi, mentre Landor non faceva che sorridere
maligno, come se stesse accadendo ciò che voleva. Anche la giovane era stupita:
come riusciva a fare quelle cose?
“E’
la spada, mia cara, è lei a darti il potere. Se non ce l’avessi saresti una
mocciosa come le altre, ora vediamo come te la cavi.”- Landor scattò verso di
lei, Alina mise i piedi sul tronco per darsi lo slancio, evitandolo e cercando
di colpirlo alla schiena. Ma il demone fu più veloce di lei e le arrivò alle
spalle, colpendola forte e facendola sbattere contro un albero.
“Alina!”-
urlò Kei, vedendo la ragazza in difficoltà: sembrava ferita alla schiena e alle
braccia. Ma perché tale compito era stato affidato a lei? Non faceva che
domandarselo il giovane cavaliere, vedendo la sua fanciulla combattere
una battaglia che non doveva appartenerle.
La
giovane si riprese a fatica, tenendosi in equilibrio tra i rami, pensando che
Misil aveva ragione: quel demone era davvero un osso duro, dopo tutto aveva
ucciso suo padre…
“Andiamo,
bella fanciulla, sei già stanca? Sei patetica, come lo era tuo padre.”- disse
maligno il demone, quando vide la giovane irradiata da una fortissima luce blu,
molto potente… Il suo sguardo era di fuoco, come la Spada.
“Io
non mi arrendo… Non mi arrenderò mai! Per la mia gente e per mio padre!!”- la
spada cominciò a brillare più forte e lo sguardo della ragazza era forte e
determinato… Come se dentro vi stesse davvero bruciando il fuoco della
vendetta.
Alina
si diede la spinta in avanti usando il tronco dell’albero e scattò in avanti
velocissima contro Landor, che fu preso alla sprovvista. La Spada dal Fuoco Blu
divenne ancora più luminosa e trapassò la spalla del demone, che spalancò gli
occhi per la sorpresa e l’orrore dell’essere stato ferito.
“Ce
l’ha fatta! L’ha colpito!”- esultò entusiasta Boris, mentre gli altri cavalieri
erano soddisfatti: quel demone aveva i minuti contati.
Alina
era pronta a dargli il colpo di grazia, ma dal corpo del demone uscì un raggio
fulminante che la colpì. Non era troppo violento, ma abbastanza per
allontanarla da lui.
“Questa
volta hai vinto tu, mocciosa, ma sappi che non finisce qui. Tornerò e tutti voi
brucerete all’inferno… Tu sarai la prima. Arrivederci, stolti cavalieri.”- una
risata malvagia riecheggiò nella valle quando Landor scomparì nel nulla,
lasciando tutti senza parole.
Alina
scese dall’albero e la spada tornò normale… Ancora non riusciva a credere a ciò
che era avvenuto: aveva combattuto un demone ad armi pari, era stata capace di
ferirlo e spingerlo alla fuga… Ma soprattutto era stata in grado di dominare un
potere enorme.
La
giovane cadde sulle ginocchia, esausta. Kei e gli altri la raggiunsero, ancora
un po’ stupiti per quanto la ragazza fosse stata capace di fare: era davvero un
Uccisore di Demoni.
Quella
fanciulla così piccola e determinata era destinata a combattere il male che si
celava nel loro mondo.
Kei
le si avvicinò, mettendole le mani sulle spalle e fissandola preoccupato… L’idea
che la fanciulla sarebbe potuta morire in quello scontro lo aveva spaventato.
“Stai
bene?”
“Si,
tranquillo. E voi? Come sta Boris?”
“Tranquilla,
sono uno tosto: ci vuole ben altro per mettere al tappeto Boris Huznestov, mia
cara!”- la ragazza rise, sollevata nel vedere che il suo compagno stava bene.
“Sei
stata in gamba, Alina, siamo tutti fieri di te.”- disse Yuri, con un leggero
sorriso stampato in viso. Alina arrossì leggermente sotto lo sguardo geloso di
Kei e quello ironico di Rei, felice di vedere il suo migliore amico lasciarsi
finalmente andare con qualcuno.
“Ma
adesso… La mia vita cambierà radicalmente. Dovrò uccidere i demoni e forse non
potrò più stare all’Accademia con voi.”- mormorò tristemente la giovane, mentre
Kei la prese il viso tra le mani, guardandola rassicurante: non avrebbe mai
permesso che ciò avvenisse, nessuno gliel’avrebbe portata via… Nemmeno il
destino.
“Questo
non succederà mai. Ora torniamo da Misil a far medicare Boris, dopo di che ci
rimetteremo in viaggio verso l’Accademia. Spiegheremo ogni cosa e noi saremo al
tuo fianco, giusto ragazzi?”
“Ovvio,
siamo una squadra e le vere squadre non si dividono mai! Potremmo formare un
gruppo di ammazza - demoni, che ne dite?!”- la vitalità e l’allegria di Boris
erano come un fluido magico per ridare il sorriso ad una fanciulla confusa e
spaventata. Ne era certa: quei ragazzi erano straordinari e sarebbe stata
felice di far parte per sempre del loro gruppo.
“Deciderà
il precettore, ora andiamo.”
“Yuri,
sei un vero pezzo di ghiaccio! Sciogliti un po’!”- e andarono avanti così per
tutta la durata del tragitto. I cavalieri arrivarono da Misil, che si prese
cura di Boris. Alina gli raccontò tutto ciò che era avvenuto con Landor: quel
demone sarebbe tornato, probabilmente più pericoloso di prima.
“Avrei
dovuto ucciderlo, ho sbagliato.”
“Alina,
hai fatto quello che potevi, non dartene una colpa. Da oggi in poi ti allenerai
più a fondo e la prossima volta lo ucciderai, ti aiuteremo tutti.”- la voce di
Kei era dolce e rassicurante, le trasmetteva tanta fiducia in se stessa. Volse
uno sguardo anche ai suoi compagni, che le sorrisero, annuendo alle parole del
loro capo.
Misil
li osservò: quei giovani erano un gruppo davvero molto unito, Alina era in
ottime mani.
Ormai
stava scendendo la notte e il guaritore propose loro di restare a dormire da
lui, aveva due stanze in più per gli ospiti, e i cavalieri accettarono con
piacere.
Consumarono
una cena sostanziosa, parlando di come sarebbero cambiate le cose e di molte
altre, quando andarono finalmente a riposare.
Ma
qualcuno non riusciva a dormire… Alina era in piedi davanti la finestra della
sua stanza, fissando la luna piena che brillava in un cielo ricco di stelle.
Il
suo destino sembrava segnato: ora avrebbe dovuto sconfiggere i demoni che
minavano alla pace del loro mondo. Aveva il sostegno dei suoi compagni, ma ce
l’avrebbe fatta davvero? Tanti dubbi tormentavano la sua mente e molta paura
albergava nel suo animo.
Ad
un tratto sentì la porta aprirsi, si voltò e vide Kei sulla soglia della sua
stanza… Le faceva sempre piacere vederlo: che si stesse davvero innamorando di
quel bellissimo cavaliere che aveva sempre ammirato da lontano?
“Sapevo
che eri ancora sveglia, volevo sapere come stavi”
“Impaurita
per il futuro, ma sto bene, davvero.”- gli sorrise genuina, quando lo vide
avvicinarsi a lei. Sentì le sue mani cingerle dolcemente la vita e le sue
morbide labbra sfiorarle la guancia in un bacio dolcissimo… Quanto amava quel
tocco.
“Devo
restituirti il ciondolo, te l’avevo promesso.”- Kei fece per togliersi il
pendente a forma di quadrifoglio, ma Alina lo fermò: desiderava che quel
piccolo tesoro rimanesse a lui.
“Non
lo rivuoi?”
“No
Kei, tienilo tu… Sapere che porterai sempre con te qualcosa di mio mi
rasserena. Mi aiuta a pensare che siamo sempre vicini, anche se dovessimo
allontanarci.”- mormorò tristemente Alina, sotto lo sguardo di Kei: forse aveva
ancora paura che lui e i suoi compagni potessero abbandonarla in qualche modo…
Non lo sopportava, doveva dimostrarle che non sarebbe successo.
“Io
sarò sempre con te, non ti abbandonerò.”
“Davvero?”
“Certo.”
“Perché?”-
era una domanda azzardata, ma doveva saperlo: aveva bisogno di conoscere i veri
sentimenti di Kei nei suoi confronti. Il ragazzo cominciò a grattarsi dietro la
nuca, pensieroso: non era facile, per uno come lui, esprimere i propri
sentimenti.
“Voglio
starti vicino perché ti ammiro e sei importante per me. Per due anni non ho
fatto altro che vederti diventare sempre più forte, resistendo ad ogni
allenamento e angheria con coraggio e determinazione. Sei una ragazza
fantastica, unica… E provo un sentimento profondo per te.”- Alina sorrise
felice: era importante per lui e le bastava.
Senza
pensarci oltre gli cinse il collo con le braccia, poggiando delicatamente le
sue labbra sulle sue. Quando si staccò lo fissò intensamente e Kei non poté non
amare quello sguardo…
“Kei,
anch’io provo qualcosa di forte per te. Io… Io credo di essermi innamorata. Ti
prego, dimmi che non sono un’illusa.”
No,
non lo era, non con lui… Perché l’amava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per
renderla felice e aiutarla nella sua missione.
“Non
lo sei, stupido cavaliere.”
Kei
la cinse in vita, baciandola di nuovo in maniera più passionale… La stava già
conducendo verso il giaciglio, quando Alina lo fermò; non si sentiva ancora
pronta per un tale passo, mentre l’argenteo la guardò confuso.
“Cosa
c’è?”
“Ecco…
Kei, non credo di essere pronta per un passo come questo. Perché non
aspettiamo? Abbiamo tanto tempo.”- il cavaliere lesse un velo di paura nei suoi
splendidi smeraldi e forse aveva ragione. In fondo lei aveva solo sedici anni,
era comprensibile che avesse paura di un tale passo a quell’età.
“Hai
ragione, scusami. Sappi che aspetterò, non intendo metterti fretta in nessun
modo, d’accordo?”
“Grazie.
Però… Potresti comunque dormire con me.”- Alina lo prese per mano e lo condusse
al suo giaciglio, sorridendogli. Kei acconsentì, ricambiando il sorriso e
stendendosi accanto a lei… La accolse nel suo abbraccio, inebriandosi del
profumo che emanava.
“Kei.”
“Mh?
Dimmi.”
“Funzionerà
tra noi?”- la voce della fanciulla tremava leggermente, come a desiderare
immensamente quella certezza. Kei le prese il mento tra il pollice e l’indice,
baciandola dolcemente… Forse era quella la sua risposta. Quando si staccò la
fissò intensamente, sorridendole: non era sicuro, il futuro era sempre incerto
e voleva essere sincero con lei. Ma non per questo voleva ferirla, mai al mondo
se lo sarebbe perdonato.
“Spero
di si, mio dolce cavaliere. Ora dormi, cara, domani ci aspetta un bel viaggio.”
“E
una cena.”
“Mh?”
“Guarda
che dicevo sul serio, mi devi una cena mio bel cavaliere e non provare a
tirarti indietro.”- Kei rise di gusto, solleticandole i fianchi e facendola
ridere a sua volta. Quando si fermarono, si baciarono a stampo e si rimisero
sotto le coperte.
“Ti
ci porterò, promesso. Ora però dormi.”
“Buonanotte
Kei e grazie di tutto.”
“Grazie
a te, Alina. Sogni d’oro.”
I
due si addormentarono, cullati dal rispettivo calore….
Il
giorno dopo il gruppo salutò Misil e ripartì alla volta dell’Accademia con i
cuori colmi di incertezza ma anche di speranza.
Non
avrebbero mai abbandonato il proprio destino, sarebbero rimasti per sempre
uniti e fedeli alla loro amicizia.
Tutti
e cinque partirono al galoppo verso l’Accademia, dove li attendeva il loro
futuro.
Salve a tutti! Come qualcuno
avrà notato siamo giunti alla fine di questa storia… O meglio, ci sarà
l’epilogo che chiuderà definitivamente tutto… O forse no? Nonono, non mi
estorcerete nulla! Scoprirete tutto a tempo debito perché io sono un crudele e
malvagio shinigami XD
Allora, innanzitutto
voglio dire che sono davvero felice dell’apprezzamento dimostrato per questo
mio nuovo progetto. Non credevo di riceverne tanto e la cosa mi riempie il
cuore di gioia^^
Noterete che questo
capitolo lascia molte cose in sospeso: cosa succederà adesso ai nostri eroi?
Alina sarà in grado di adempiere al suo destino? E il suo amore con Kei sarà
destinato a durare? Lo saprete… No, non ve lo dico! XP
Ma ora passo a
ringraziare le meravigliose persone che mi hanno recensito lo scorso capitolo^^
Grazie ragazze, vi voglio bene <3
Aphrodite: La mia adorata lover notturna *-* Non sai quanto
le tue parole mi abbiano fatto piacere, davvero <3. Mi hai dato un grande
gioia e tu ne conosci bene i motivi, vero? =) Come vedi Landor è entrato in
azione, anche se per poco, ma spero che ti sia comunque piaciuto^^ E’ un
cattivo che piace anche a me, il che è tutto dire xD Come hai visto qui ho
narrato la storia di Alina e del suo passato e c’è stato anche lo scontro tra
Demone e Uccisore, sei sempre esaltata? XD Kei qui ha mostrato molto di più il
suo lato umano e tranquillo v.v Ed eccoti il nuovo capitolo, spero sia di tuo
gradimento, mio amato maggiordomo ^*^ Attendo la tua, un bacio forte, love u
<3
Fe85: Ciao! Ma certo che puoi chiamarmi così, ci
mancherebbe =) Purtroppo quelli sono i miei talloni d’achille che mi
perseguitano -.- Ma mi fa piacere che ti piaccia il mio stile e la mia storia^^
E sono felice che ti piacciano Alina e il gruppo che ho creato, la giovane è
molto fortunata xD Qui abbiamo avuto un bel po’ di rivelazioni e un bello
scontro, spero sia stato tutto di tuo gradimento^^ Attendo la tua, bella, un
bacio forte =)
Lirin
Lawliet: La mia tesora
impegnata tra capo e collo, non ti preoccupare =) So bene che non mi
abbandonerai mai ^_^ I tuoi complimenti mi hanno scaldato il cuore, sono
contenta di sapere che il capitolo ti è piaciuto così tanto =) Ti ha fatto
ridere? Bhe, la cosa mi fa piacere, altroché xD Per motivi che immagino ti
siano chiari, vero?^^ E’ vero, do sempre molta importanza ai miei personaggi,
ma aspetta e vedrai^^ La storia è corta, vero, ma tu sai che c’è molto altro da
scoprire xD Come vedi qui abbiamo il passato di Alina e lo scontro con Landor,
piaciuto tutto? Fammelo sapere appena puoi^^ Un bacio forte, ti voglio bene,
tesoro <3
Halley
Silver Comet: Ehi bellissima^^
Forse ho esagerato col dire urlato, ma comunque mi sono stupita non poco e poi
di che obbrobrio parli, la tua storia è magnifica^^ Anzi, mi scuso qui in
anticipo per il ritardo, ma in sto periodo è già tanto che riesco a dedicarmi
alle cose mie v.v Ma passiamo oltre xD Si, sarà una storia breve, ma aspetta e
vedrai cosa ho in serbo xD Cavolo, ti è piaciuto proprio tutto, da Alina al
colore della spada (che adoro anch’io xD) Ed eccoti qui seguito, spero che ti
prenda allo stesso modo^^ Un bacio forte, cara =)
Pich: Un applauso? Che ne dici di una pacca sulle
spalle? È appagante v.v Scherzi a parte, lo so bene che sei molto impegnata
quindi sei perdonata v.v Ti piace Landor? Perché non mi stupisce xD A te
piacciono sempre i cattivi xD Nono, Alina non è Mary Sue, è solo la
protagonista che non toglie nulla al resto dei personaggi, non la farò
diventare così v.v Qui c’è stato il combattimento vero e proprio xD Spero che
la tua curiosità sia stata placata, attendo la tua, carissima dj xD Un bacio
forte, ti voglio bene <3
Un grazie anche a chi
l’ha messa tra preferiti e seguite, anche a chi legge solamente =) Continuate a
seguirmi, ci conto ^*^
“Torna
all’inferno, vile demone!”- un fendente perfetto e la fiamma blu della
Giustizia distrusse quel demone infernale che aveva deciso di fare visita a
quel villaggio. Ma loro erano arrivati prima… Lei era arrivata: l’Uccisore di
Demoni.
Gli
abitanti del villaggio elogiarono la vittoria dei cinque cavalieri che ormai
erano famosi per proteggere i villaggi dall’attacco di orchi e demoni.
Erano
passati tre mesi dallo scontro con Landor e Alina era ormai ufficialmente
l’Uccisore di Demoni tanto atteso dagli umani.
Quando
era giunta voce che si trattava di una fanciulla molti dubitarono, ma l’abilità
e soprattutto il coraggio della giovane aveva colpito tutti.Non mancava che molti ragazzi o cavalieri le
facessero la corte, invitandola in vari modi a stare in loro compagnia, ma
Alina rifiutava sempre molto gentilmente i loro inviti. Il suo cuore
apparteneva al cavaliere dagli occhi ametista: Kei Hiwatari. Il rapporto tra i
due procedeva molto bene, nonostante i rischi che correvano e i due caratteri
molto differenti, ma si completavano in qualche modo.
Era
come Sole e Luna: così diversi, eppure così in simbiosi da non poter stare
l’uno senza l’altra.
“Siamo
stati in gamba anche stavolta, peccato non avere un compenso per tali stragi di
mostri.”
“Mai
sentito parlare di “nobile causa”, Huznestov? Vedi di ficcarti in testa che non
chiederemo mai soldi per uccidere i demoni.”
“Ivanov,
sei diventato più insopportabile del solito!”- battibecchi così erano consueti
per i due giovani cavalieri, uniti però sempre da una forte amicizia che andava
oltre tutto.
Alina,
Kei e Rei li fissarono, scuotendo la testa, quando il capo del villaggio si
avvicinò a loro, ringraziandoli.
“Io
e la mia gente vi dobbiamo tutto, saremmo lieti se restaste a cena da noi.”-
Alina si avvicinò all’uomo, stringendogli la mano e sorridendogli in quella
maniera così genuina come solo lei riusciva.
“Voi
non ci dovete niente, ma accettiamo volentieri l’invito, non è vero ragazzi?”
E
meno di due ore dopo i cinque erano seduti ad una grande tavolata dove vi era
ogni possibile prelibatezza. Mangiarono e festeggiarono con la gente del
villaggio, alloggiarono alla locanda vicina e il giorno dopo tornarono
all’Accademia, dove furono accolti con gioia dalle giovani reclute. Ormai era
tradizione: i ragazzini che si addestravano volevano sempre un resoconto delle
gesta di Alina e dei suoi compagni.
La
fanciulla lasciò come sempre quel compito a Boris, l’unico a cui piacesse
raccontare le loro gesta, mentre gli altri andarono a darsi una rinfrescata.
Alina
si cambiò d’abito, mettendosi la divisa dei cadetti dell’Accademia: aveva
superato brillantemente il primo esame per passare di grado ed ora era apprendista
cadetto.
Uscì
dalla sua stanza, dirigendosi verso l’ufficio del precettore, quando vide che
Kei era già arrivato e la stava aspettando.
La
giovane era così felice di averlo al suo fianco anche se, a detta di Rei, aveva
scatenato la gelosia di tutte le giovani dame che aspiravano a conquistare il
giovane cavaliere.
“Ti
sta bene la nuova uniforme, ma ti preferisco con l’abito lungo.”- ironizzò Kei,
alludendo alla sera in cui erano usciti a cena, mantenendo la promessa fatta in
precedenza durante lo scontro con Landor.
Per
quell’occasione la sua fanciulla aveva indossato un bellissimo abito blu notte,
era stata degna di una principessa e l’aveva adorata. Più la guardava, più i
suoi sentimenti per lei crescevano e maturavano: ormai era sicuro di essere
innamorato di lei. Ma con l’amore aumentava anche la paura di perderla…
“Spiritoso.
Dai entriamo, il precettore ci aspetta.”
“Agli
ordini, capo!”
“Stupido!”-
i due risero, entrarono e fecero rapporto al precettore, che però aveva una
notizia per loro… Una notizia che alla fanciulla non avrebbe fatto piacere.
“Ci
è giunta voce che il demone Landor sta radunando un esercito alle pendici della
Montagna Oscura. Da parte nostra stiamo avvertendo chiunque abbia un esercito e
stiamo preparando le reclute migliori ad un possibile scontro, ma il Demone
puoi ucciderlo solo tu, Alina.”- aveva ragione, lei e la sua spada erano le
uniche armi di cui disponessero. Non si sarebbe tirata indietro: il conto con
quel mostro era aperto più che mai.
“Andremo
alla Montagna Oscura tra due giorni e cercheremo di fare tutto il possibile per
evitare una guerra nel territorio degli umani. Non possiamo garantire che senza
Landor gli altri soldati del Male non attacchino, quindi continui ad addestrare
i soldati migliori e le reclute.”- Alina osservò il suo uomo con ammirazione…
Kei era davvero un capo carismatico e forte.
Nonostante
fosse lei l’Uccisore di Demoni il ruolo di capo del gruppo era rimasto a lui:
impartiva perfetti ordini e tattiche di attacco infallibili. Un vero cavaliere
ed era fiera di combattere al suo fianco.
“Ha
ragione, è sempre meglio essere pronti.”- il precettore li guardò fiero, per
poi assecondare la loro richiesta e congedarli. I due uscirono dalla stanza e
si presero per mano, camminando lungo il corridoio che portava all’uscita del
dormitorio e al giardino.
Alina
era pensierosa: non si perdonava di non aver ucciso Landor quando poteva. Kei
lo sapeva bene, tante volte l’aveva vista tormentarsi per colpa di quell’essere…
Ma lo avrebbero sconfitto, ne era sicuro.
Il
giovane la fece fermare, mettendosi davanti a lei e poggiandole le mani sulle
spalle… Alina si perse in quelle pozze ametista che tanto la incantavano.
“Lo
sconfiggeremo questa volta, vedrai.”
“E se
non fossi ancora abbastanza forte? Kei io…”
“Dubiti
ancora di te stessa? Il tuo nome ormai è conosciuto da tutti e molti demoni
superiori ti temono. Hai sconfitto ogni nemico che si fosse parato sulla tua
strada in questi tre mesi, sono fiero di te.”- Alina sorrise, abbracciandolo
stretto e sentendo le sue braccia cingerla con forza e calore. Solo Kei
riusciva a ridarle fiducia in se stessa solo con le sue parole e il suo amore:
lo amava sempre di più ogni giorno che passava.
“Grazie
Kei, le tue parole mi danno coraggio.”
“No,
il coraggio è dentro di te, Alina. Lo hai sempre avuto e lo avrai sempre, non
dubitare di stessa.”- l’argenteo posò delicatamente le sue labbra su quelle
della giovane, baciandola dolcemente. Alina ricambiò, dischiudendo le labbra e
abbracciandolo, rendendolo più passionale… Kei la strinse a se, incurante che
qualcuno potesse vederli. Non gli importava, desiderava solo tenerla stretta e
non lasciarla mai andare.
Quando
si staccarono per riprendere fiato non riuscirono a sciogliersi da
quell’abbraccio che scaldava i loro corpi e i loro cuori.
“Kei,
devo chiederti una cosa…”
“Dimmi.”
“Tu…
Tu mi ami?”- si sentiva una sciocca a chiederglielo, era palese che il
cavaliere l’amasse, ma aveva bisogno di sentirselo dire. Solo per una volta, voleva
sentire quelle due magiche parole uscire dalle labbra della persona che ormai
amava più di se stessa.
Kei,
d’altro canto, la fissava confuso: che non avesse espresso con chiarezza, in
quei tre mesi passati insieme, i suoi sentimenti per lei? O era la paura di
fallire che la spingeva a volerselo sentir dire? I motivi potevano essere tanti
ma a lui non importava… Se ne aveva bisogno l’avrebbe accontentata, non era
difficile per lui.
Le
mise le mani sulle spalle, guardandola intensamente con le sue perle ametista
che tanto lei amava. Alina vi si perse, come era solita fare: era l’unica cosa
che riusciva a rilassarla.
“Io
ti amo Alina, qualunque cosa possa accadere.”- la giovane sentì il cuore
accelerare dalla gioia: lui la amava, ne era sicura. E averne la certezza, come
in quel momento, le dava tanta forza e coraggio.
“Ti
amo anch’io, Kei.”- i due si diedero un ultimo bacio, per poi riprendere il
tragitto verso le rispettive camerate.
Il
loro amore era forte e avrebbe resistito a qualunque cosa, ne erano certi.
Informarono
Yuri, Rei e Boris della missione e meno di due giorni dopo il gruppo di
cavalieri più temuto del regno era pronto a partire per fermare l’ascesa di
quel dannato demone.
C’erano
tutti a salutarli, augurando loro di tornare sani e salvi e di sconfiggere quel
mostro una volta per tutte.
“Torneremo,
statene certi, ma voi non smettete mai di allenarvi. Diventate sempre più
forti, solo così potrete sconfiggere le forze del male.”- Alina sapeva sempre
come incoraggiare le reclute a migliorare. I giovani allievi esultarono alle
sue parole, mentre lei e i cavalieri li guardavano sorridendo.
Alina
si voltò verso i suoi compagni: erano sicuri di farcela, finché sarebbero stati
uniti.
“Coraggio,
andiamo! Si parte!”
I
cinque partirono al galoppo, pronti ad una nuova avventura che avrebbe messo a
rischio le loro vite. Cavalcavano verso una meta inospitale e oscura, ma non
avevano paura.
Erano
insieme e rappresentavano la Giustizia. Il male non avrebbe prevalso sul mondo.
Non finché c’erano loro.
Non
finché c’era lei.
L’Uccisore
dei Demoni.
La
Fanciulla Cavaliere.
*The
End *
Siete sorpresi vero? Non vi aspettavate un finale aperto,
vero? XD Sono cattiva, non è così? XD Ma non temete, ragazzi, la storia non è
mica finita qui: ci sarà una seconda parte! Ci sto già lavorando, ma non posso
garantire quando comincerò a postarla, ma cercherò di non farvi aspettare
troppo, non sarebbe nel mio stile v.v Quindi siate fiduciosi e abbiate
pazienza, saprete tutto xD Questo capitolo infatti mostra già di cosa parlerà
la seconda parte, di come Alina si sia fatta un nome insieme ai suoi compagni e
di come il suo amore con Kei sia maturato e si sia rafforzato^^ Ma il demone
Landor non si è certo arreso… Nella seconda parte il cattivo più amato
ritornerà, non abbiate timore xD
Ed ora passo a
ringraziare le mie adorate ragazze che mai mi fanno mancare il loro sostegno^^
Vi adoro ragazze e vi
voglio bene <3
Fe85: Ciao bella ^-^ I tuoi complimenti mi
hanno fatto tantissimo piacere, davvero ^_^ Per il fatto che Alina non ha
ucciso subito il demone è dovuto non solo a quello che hai detto tu ma anche perché
avevo già intenzione di fare una seconda parte^^ Per quanto riguarda le tue
precisazioni, e chi se la prende? Sono consigli e li apprezzo, vuol dire che ti
piace il modo di scrivere e ci tieni alle mie storie^^ Lo apprezzo e purtroppo
sono sempre miei talloni d’achille -.- Ma cercherò di scovarli, è una lotta
continua xD Grazie di tutto il tuo sostegno, spero di vederti anche nella seconda
parte ^-^ Un bacio forte e grazie ancora <3
Halley Silver Comet: Ehilà tesoro,
accidenti allora ho avuto davvero un tempismo azzeccato xD Ehm… Delusa dall’epilogo?
Non sarà molto sostanzioso e lascia con il fiato sospeso, ma spero che ti piaccia
in ogni caso^^ E poi ci sarà la seconda parte e spero tanto che ci sarai anche
tu a darmi la tua^^ Sono felice che Alina ti piaccia, come vedi si sta facendo
valere ^_^ Si, conosco Eragon, ma ammetto che non ho pensato a quel film v.v Ho
scelto il blu perché mi piace come colore, scelta semplice e dettata dal gusto
xD Per quanto riguarda Tolkien… Purtroppo non ho mai letto nulla, ho solo visto
i film de “Il signore degli anelli” che rimarranno sempre nel mio cuore, ma
sono felice che ci hai visto qualcosa di un grande maestro come lui^^ I tuoi
complimenti mi lusingano tantissimo e ti ringrazio per tutto il tuo sostegno,
ti adoro, sei una grande ragazza! Un bacio e grazie di tutto <3
Lirin Lawliet: La mia
tesora adorata sempre decimata dai libri v.v Bhe, nonostante tutto hai scritto
tutto normalmente quindi non ti crucciare xD Misil ti ha ricordato il
Cantastorie? Accidenti, un paragone molto bello e anche azzeccato direi v.v Io
non ci avevo fatto caso, fai tu xD Per quanto riguarda la giovane che si è
ripresa il merito è del potere che è dentro di lei: ormai si è capito che non è
una persona comune da quando ha ricevuto la Spada del Fuoco Blu, credevo di
averlo precisato meglio v.v Rimedierò nella seconda parte xD Non gliel’ho fatto
uccidere per il motivo che hai detto tu e anche perché sapevo che avrei fatto
una seconda parte ^_^ Eh si, Boris le ha prese stavolta e sono contenta che hai
apprezzato che ho lasciato Yuri IC^^ Per quanto riguarda la neo coppia, come
vedi qui sono ancora più uniti e lui le vuole davvero bene, pienamente
ricambiato^^ Lo so che il Kei dolce non ti attizza, ma d’altra parte che ci
vuoi fare? Non sarei io, come hai specificato tu xD E mi fa piacere che li
apprezzi come coppia^^ Ecco qui l’epilogo, che ne dici? Attendo la tua, tesoro
mio e grazie per tutto il sostegno che mi hai dato^^ Ti voglio bene <3
Aphrodite: La mia adorata lover <3 Per le sviste
rimedierò quanto prima, non mi sono proprio accorta delle ripetizioni o.o Ma
vabbè, passiamo ai ringraziamenti^^ Mi dispiace che quel punto di Alina non ti
sia piaciuto, ma non avevo molta scelta se volevo restare nei miei parametri di
lunghezza della storia. Comunque il tuo giudizio mi ha fatto piacere e ne terrò
conto per il futuro^^ E sono contenta che ti sia piaciuto lo scontro, ci ho
lavorato abbastanza perché il contesto era abbastanza complesso da creare v.v
Anche tu apprezzi Yuri IC? Allora con lui ho fatto proprio un bel lavoro xD Si,
Alina e Kei sono una bella coppia^^ Purtroppo il cattivo non è ricomparso, ma
tornerà non temere v.v E sarà più bastardo che mai, vedrai xD Eccoti qui l’epilogo,
spero ti piaccia lo stesso^^ Grazie mille del tuo sostegno, mio amato
maggiordomo <3 Love u <3
Ringrazio tutte le
persone che hanno letto, che l’hanno messa tra preferiti e seguiti^^