THE PERFECTION- il mutante perfetto

di Oducchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** antefatto ***
Capitolo 2: *** capitolo primo: una ragazza, un attentato e un jet ***
Capitolo 3: *** capitolo due: crudele vita ***
Capitolo 4: *** capitolo terzo: tentativo di fuga ***
Capitolo 5: *** capitolo quarto: prime spiegazioni ***
Capitolo 6: *** capitolo cinque: misteri e verità ***
Capitolo 7: *** capitolo sesto: un recupero problematico ***
Capitolo 8: *** capitolo settimo: quel caro ragazzo di Kurt... ***



Capitolo 1
*** antefatto ***


Prefazione: i personaggi ke nn conoscete li ho inseriti io e sono frutto della mia pazza mente

Prefazione: i personaggi che non conoscete li ho inseriti io e sono frutto della mia pazza mente. La storia è ambientata approssimativamente dopo il terzo film, del quale, non essendo ancora uscito, non conosco la trama. Quindi non stupitevi se vedrete inseriti personaggi che nel secondo film non ci sono o stabilite relazioni che in X2 non sono neanche accennate. Vi prego inoltre di ricordare il vero nome di Magneto. Buona lettura.

 

 

THE PERFECTION - il mutante perfetto

Antefatto

New York, 5 anni prima

Kevin! Kevin!- lo cerca dappertutto, ma non lo trova. – Kevin, dove sei?-. Urla, lo deve trovare a tutti i costi, o non lo vedrà mai più. Il suo appartamento è così silenzioso e buio, lei ha paura ad entrarci, di quel che potrebbe trovare, di trovarlo già morto. Ma lui non c’è. Sale le scale di corsa, disperatamente, pregando di trovarlo sul tetto e poterlo salvare. E infatti è lì. Gli occhi azzurri sbarrati, i capelli castani spettinati, sta lì sul bordo del tetto, nell’unico punto in cui manca il corrimano, immobile come una statua. La sta guardando, coi suoi occhi una volta così belli e ora privi di una qualsiasi espressione, occhi gelidi di ghiaccio. Sussurra, la voce roca: -Helen -. Lei cerca di avvicinarsi, ma lui la blocca, ansima – Helen, non avvicinarti, non….- rantolo strozzato – Helen, ti amo-. Lei tiene le mani sul volto, a fermare le lacrime, non vuole vedere quel che accadrà, ormai è troppo tardi, ma non può farlo. Deve guardare. –oh, Kevin, anch’io. Tanto- solo questo riesce ad articolare, prima che lui si lasci andare, cada all’indietro…nel vuoto. –keviiiin! Noooooooooooooooo!- lei si precipita a guardare, ma l’unica cosa che può vedere, ormai, è una forma indistinta che giace contorta sul marciapiede, e l’unica cosa che può fare è piangere in ginocchio sul punto dove poco prima stava il suo amato, fino a quando il buio che la sovrasta non domanda una piccola parte della sua esistenza.

 

Alkali Lake, 24 anni prima

Il pianto di un bambino piuttosto piccolo si levò dalle viscere della diga.

-Shhhhhh, piccolina, non urlare così-

-sei sicura di aver fatto la cosa giusta, Judith?-

L’interpellata alzò lo sguardo dalla bambina che stringeva tra le braccia alla donna che aveva di fronte.

-Tu che ne dici, Mystica? Avrei dovuto lasciarla a lui?-

L’altra donna aveva la pelle di una tinta bluastra, piena di squame e scaglie, i capelli rosso fiamma lunghi fino le spalle e gli occhi gialli simili a quelli di un rettile. Emise un sospiro

-dopotutto, non lo so. Io ho abbandonato mio figlio…

-cosa che non ti perdonerò mai-

-…. Ma l’ ho fatto perché non lo volevo con me, non per proteggerlo-

Judith sospirò a sua volta. Ma come diavolo aveva fatto a cadere nella trappola di Erik ? Si era fatta incantare dal suo modo di fare, aveva accettato di entrare nella sua “banda”, aveva fatto di tutto per lui… salvo poi rendersi conto di quanto fosse crudele dopo la nascita della bambina. Si passò una mano nei corti capelli neri, gli occhi castano chiaro pensosi, e se li gettò all’indietro. Osservò la bimba. Ora che si era calmata, si guardava attorno coi suoi begli occhi azzurri… occhi di un azzurro indefinito, così chiari e allo stesso tempo così scuri.. per non parlare poi dei capelli, neri come la pece, lisci e morbidi, con quei riflessi argento scuro.. una favola. Sembrava proprio una principessa. La sua principessa.

-E ti senti sicura, qui?- Mistique la fissava ancora con un’aria un po’ pensosa e dubbiosa

-non lo so. Se tu non apri bocca con nessuno, e mio fratello non mi odia così tanto, potrei rimanere qui per un bel po’-

-per quanto mi riguarda, puoi star certa che non parlo con nessuno. Anche se hai lasciato la fratellanza, siamo amiche da così tanto tempo che non ti tradirò mai. Figurati che nemmeno Sabretooth o Toad sanno dove sei! Per tuo fratello, invece…-

Judith fece una smorfia.-Quando eravamo molto giovani, avevamo un patto, ci saremmo aiutati a vicenda, sempre, in qualsiasi situazione. Ma poi…

-Ma poi ha scoperto che eri un mutante, e ti ha preso in odio.Un bell’affronto - concluse l’altra.

 -già- altra smorfia – Credi che il grande generale William Stryker, sopravvissuto alla guerra in Vietnam, decorato al valor militare, possa tradire un patto fatto con la sua adorata sorellina?-

Mystica sorrise – Ho sentito dire che ultimamente suo figlio si comporta in maniera strana-

-Già, il piccolo, dolce Jason. A quanto pare riesce a controllare mentalmente le persone, o almeno così dice Will –

Mystica s’irrigidì impercettibilmente, e i suoi occhi brillarono per un attimo. – É… mutante?- sussurrò agitata.

-Non lo so con certezza, ma è molto, molto probabile. D'altronde, ha già 15 anni.. e a quanto sembra lo vuole mandare di corsa da Xavier- le rispose in un soffio Judith.

-Da Xavier?!?-

-da Erik non lo manda di certo, specie dopo quel che è successo… eppoi lo specialista di casi strani è Charles, no? Anke se Will non vuole che impari a usare i suoi poteri, ma farlo tornare normale. Una scemenza, dice lui, per uno del calibro di Xavi-

-Ma è impossibile! Neppure Charles lo può aiutare! È pura pazzia!-

-Lo so benissimo, mia cara, e ho la netta impressione ke da questa storia verrà fuori un pasticcio in grande stile. E la cosa mi fa star male-

-Tornando a te, quanto tempo hai intenzione di stare qui?-

-il meno possibile. Con questa storia del figlio, ultimamente è parecchio strano, continua a blaterare di esperimenti con quel metallo strano, l’adamantio, e che “cambierà il mondo, e distruggerà la nostra sporca razza.” Per questo gli serve il metallo, per realizzare le sue “macchine da guerra”.-

-macchine da guerra?-

 Judith la fissò dritta negli occhi – dice di aver selezionato un po’ di ragazzi, e di averne scelti due, un ragazzo e una ragazza. Piuttosto giovani, a prima vista. E ha attrezzato un laboratorio giù nel seminterrato. Ha intenzione di inserire con un operazione quello stramaledetto metallo nelle loro ossa, mist! Semplicemente orrendo. Quando inizierà, voglio essere lontana anni luce da qui- rabbrividì.

-non dovresti angustiarti per qualcosa ke non ti interessa, Jud. Hai già abbastanza preoccupazioni -

-hai tremendamente ragione. Sarà x questo ke mi preoccupo enormemente x tutto?- strinse + forte la bambina –Ho paura-

Mystica si sedette accanto a lei e le circondò le spalle con un braccio. Judith si appoggiò a lei, accarezzando i capelli neri della bambina. –Piccola Helen – sussurrò.

-Mist, promettimi che qualsiasi cosa mi succeda, gliela darai- estrasse una busta e gliela tese. L’altra l’afferrò. –Prometto-

 

 Chicago, 22 anni prima

 

-No, Erik, ti prego! Non farlo! Nooooooooooo!-. La donna fece per avventarsi contro l’uomo, ma fu travolta come tutto il resto dall’esplosione.

La bambina fu proiettata all’indietro e fu subito travolta dalle macerie

 

-Sapete chi erano, sergente?-

-No, comandante, non ne abbiamo idea. La casa era intestata a una donna morta anni fa-

La sirena fischiava alle spalle del comandante; avrebbe voluto farla spegnere, ma non trovava la forza per farlo. Continuava a fissare inorridito la scena davanti ai suoi occhi: un’intera casa sventrata da una violenta e innaturale esplosione, insieme a tutti i suoi abitanti. Inaudito.

-Comandante! Comandante!-

Un giovanotto con un occhio bendato emerse dal cumulo di polvere e macerie.

-Che succede, Fury?-

- C’ è una sopravvissuta, una bambina di circa tre anni.. l’ hanno portata all’ospedale, è molto grave-

- Altro?-

-No, signore. Sono tutti morti-

 

 Ospedale di Chicago, il giorno dopo

 

- credete che si riprenderà, dottore?-

- non lo so, infermiera. Ma se è sopravvissuta a quell’esplosione, credo proprio che ce la farà. Ora andiamo-

Mentre il dottore usciva, la donna continuò a fissare l’esserino che giaceva sul lettino. I suoi occhi ebbero un guizzo giallastro, mentre si chinava sulla piccola ferita. – Questo è per te, piccola. Cerca di farcela- lasciò cadere una piccola busta, poi uscì silenziosamente e scomparve nel buio.

 

 

 

 

 

P.S. velocissimo: le date di quest’antefatto si riferiscono agli anni prima dell’inizio della vicenda del primo capitolo. Quindi, per conoscere la sua età al momento dei fatti narrati qui sopra, dovete togliere a 25 prima 5, poi 24 e infine 22. Recensiiiiiiteeeeeeeeeee!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo primo: una ragazza, un attentato e un jet ***


THE PERFECTION- il mutante perfetto

Per prima cosa, grazie a coloro che hanno letto e recensito, ovvero buffy1991 (mia adorata), _Elentari_(grazie grazie grazie) e Katyele (grazissime!). poi, grazie a coloro che hanno letto e che non hanno recensito (vedete di farlo ora). Ora vi auguro buona lettura…

 

 

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo primo- una ragazza, un attentato e un jet

 

Canada, strada innevata in un luogo imprecisato

 

La ragazza camminava lungo la strada coperta di ghiaccio, fango e neve, quando un’auto la sorpassò schizzando e inchiodò davanti a lei slittando leggermente. Sospirando, la riconobbe, e quando il finestrino si abbassò, attaccò: - senti, Harry, ti ho già detto che tra noi è finita quindi smettila di..-

-Calma, Helen, non sono qui per fare pace con te, davvero.

-E allora cosa vuoi?-

- beh, ecco.. Pensavo di darti uno strappo, almeno fino al prossimo paese. Non credo che da queste parti passi molta gente, e la strada è lunga -

-ok..- con un altro sospiro, Helen aprì la portiera e salì sull’auto mentre Harry si accendeva una sigaretta. L’infastidiva che l’avesse seguita: avevano litigato giusto un paio d’ore prima, lei se n’era andata dal locale dove alloggiavano stizzita e si era incamminata lungo la strada verso casa, con la ferma intenzione di non vederlo mai più. Ormai lo aveva capito: non lo amava più, se mai lo avesse amato. Lei cercava ancora il “suo” uomo, l’uomo del sogno… cercò di scacciare il pensiero, ma siccome non ci riuscì, si lasciò inondare dalla sua tristezza. Tempo prima, quando aveva circa quattordici anni, aveva fatto un sogno strano e bellissimo: una sua versione molto più cresciuta, tra le braccia di un uomo non tanto alto, muscoloso, occhi castani, capelli neri acconciati in modo anomalo…. E lei lo guardavo, leggendo in quegli occhi splendidi la libertà, la sua indole selvaggia e selvatica, che le era sembrata così simile alla propria.. e allo stesso tempo così diversa. E mentre stava lì a farsi cullare dalle sue braccia… si era svegliata nel dormitorio dell’orfanotrofio, con Sally, sua vicina di letto, che russava beatamente, e Mary, sua dirimpettaia, che si agitava irrequieta nel letto. Quel sogno l’aveva perseguitata per anni, e quegli occhi le avevano dilaniato il cuore per mesi e mesi.

Avvertendo una leggera puzza di fumo che andava via via affermandosi, fulminò Harry con lo sguardo: -Getta immediatamente quella sigaretta o scendo da questa lurida carcassa e non mi vedrai più per il resto della tua vita!- gli intimò. Lui sbuffò, ma fece scivolare il mozzicone oltre il finestrino, per poi mettere in moto e avviare la macchina.

Helen lo fissò. Sebbene avesse cercato solo ragazzi simili a quello che aveva sognato, Harry era totalmente diverso: biondo, occhi azzurri un po’ slavati, alto e allampanato. Come diavolo aveva fatto quella sottospecie di giraffa ad attirare la sua attenzione? Non l’aveva mai neanche sfiorato… poi si convinse di aver cercato di consolarsi per la morte di Kevin tra le braccia dei primi venuti. Kevin…quanto le mancava. Lui sì che l’aveva amato… il suo corpo sfracellato sul marciapiede le tornò in mente, così ricacciò indietro le lacrime che volevano uscirle dagli occhi, giusto in tempo per vedere il grosso tronco d’albero che stava precipitando davanti a loro. –Attento!- gridò, e Harry sterzò bruscamente, inchiodando malamente l’auto mentre l’albero si schiantava al suolo, a pochi centimetri da loro.

-Accidenti, proprio ora doveva capitare? Cavolo! Tutto a posto, Helen? Stai bene?-

-S-sì- “stai calma. Calma.” Si disse. Ma il senso d’angoscia e il terrore senza limiti che cominciavano a pervaderla non le lasciavano tregua. Il respiro le si era fatto affannoso, le mani le tremavano all’inverosimile e quando Harry le annunciò: -scendo a vedere se riusciamo a passare. Tu resta qui-, si sentì svenire. Che le stava succedendo? Oh no. Oh no, no e no. Non lì e non in quel momento. Sapeva quel che stava per succedere, il solito flash di memoria che arrivava come una frusta in momenti come quello glielo aveva rammentato. Avrebbe voluto poter fermare Harry, ma le forze le mancavano, così si accontentò di guardarlo costeggiare la macchina, arrampicarsi sul tronco, e poi… poi fu come se un fulmine si fosse abbattuto su di lui. Helen lo vide con terrore accasciarsi al suolo come un sacco vuoto, senza vita. Se in quel momento, come tutte le altre volte, fosse svenuta, probabilmente nulla di ciò che sarebbe successo sarebbe successo, lei non avrebbe cambiato il corso di nessuna vita altrui, e la sua esistenza sarebbe finita di lì a poco in modo poco doloroso. Ma il destino, quando gli si dà una mano, è davvero molto capriccioso. Ed Helen non svenne. Rimase sveglia, e così vide i due esseri che scesero dal tronco e si chinarono sul corpo di quello che fino a pochi attimi prima era stato Harry. Uno aveva la pelle coperta di quelle che a prima vista sembravano squame blu, e i capelli rosso fiamma. Aveva le forme di una donna. L’altro, guardandolo meglio, sembrava un ragazzino di circa vent’anni. Aveva i capelli castani, e in una mano teneva un accendino, mentre nell’altra teneva una grossa palla di fuoco. Helen rimase a guardarli attonita per qualche istante, poi spalancò la portiera e si precipitò fuori, correndo lungo la strada e lasciando indietro tutto il suo coraggio. Capì che i due si erano accorti della sua fuga quando vide una sfera infuocata sfrecciarle a fianco. Cominciava già a dire le sue ultime preghiere, quando un vento fortissimo la fece inciampare e ruzzolare a terra. Stette per un attimo raggomitolata a terra, poi si voltò alzandosi sulle ginocchia e rimase a bocca aperta dallo stupore: sulla strada era atterrato un grosso jet, di forme mai viste, dal quale erano scesi due ragazze e un ragazzo, che lottavano con i due tipi. Indossavano tutti e tre delle uniformi di pelle nera, sulle quali riecheggiava più volte una X. Il ragazzo aveva una sorta di maschera sugli occhi, dalla quale usciva un raggio rosso che spazzava via tutto quel che incontrava. La donna più vicina indossava anche un ampio mantello argenteo, aveva una carnagione scura, lunghi capelli bianchi che le svolazzavano scompigliati e gli occhi senza pupille e iride, bianchi come i capelli. Attorno a lei si addensavano nubi scure minacciose, dalle quali più volte scaturì un fulmine. Il vento proveniva dalla sua direzione, e Helen fu certa che era lei a produrlo.

La terza ragazza aveva i capelli rosso fuochi lunghi fino alle spalle, e quando i loro occhi s’incontrarono, Helen sentì allontanarsi un po’ l’angoscia che l’opprimeva. Avrebbe voluto guardare più a lungo quei begli occhi verdi, ma la vista le si offusco e lei ricadde a terra. Fece in tempo a sentire una voce che gridava: - Scott! È lei! -, prima che tutto fosse risucchiato dal buio. 

 

 

 

Avete notato che ho mantenuto le uniformi del film? I fan accaniti non me ne vogliano, ma le uniformi del fumetto (che peraltro adoro) risulavano un po’ complicate da descrivere e leggermente “fuori dalle regole”.

Non so quanti di voi l’abbiano notato, ma nell’angolino qua sotto se una scritta che dice “Vuoi inserire una recensione?”. Vedete di cliccare lì col mouse e di lasciarne una. Thank you. Alla prossima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** capitolo due: crudele vita ***


THE PERFECTION- il mutante perfetto

Piccola nota prima d’iniziare: la storia di Helen NON è autobiografica! Detto questo…

 

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo secondo: crudele vita

 

Xavier’s institute for Higher learning, infermeria, due giorni dopo

 

Quando rinvenne, Helen si ritrovò distesa su un lettino in una stanza bianca e asettica, vestita con un pigiamino ospedaliero, attaccata a vari fili. Su una sedia lì vicino erano appoggiati i suoi vestiti, in bell’ordine. Sentì una voce: - grazie, Annie (*) puoi andare. Ora me ne occupo io-. Fece per alzarsi, ma fu vivamente trattenuta da una mano. Davanti a lei comparve la ragazza dai capelli rossi, che la riadagiò a forza sul lettino.

-ehi, ragazzina, dopo quello che ti è successo, io starei un po’ più calmina. Il tuo cuore….

Helen la interruppe, brusca: - punto primo: non sono una ragazzina, ho venticinque anni. Punto secondo: il mio cuore è sfasato da quando avevo tre anni, non è necessario che m’informi sulle sue condizioni. Infine, punto terzo: voglio sapere chi sei e dove mi trovo. -

-ehiehiehi….che caratterino!- la ragazza sorrise – se ti preme saperlo, il mio nome è Jean Grey. Ti trovi nell’infermeria dell’Istituto Xavier per ragazzi superdotati. Piacere di conoscerti-

-istituto che?-

-Xavier-

-il nome dovrebbe dirmi qualcosa?-

-in teoria….-

-no, non mi dice niente-

-sicura?-

-sì. Comunque io sono Helen, piacere di conoscerti. -

-ti ho detto di stare sdraiata. Helen… e poi?-

-oh, beh, se ti preme saperlo…. Namura, Jhohannensen, Ryall, Fatona, Glonhsbergh. I cognomi delle mie cinque famiglie adottive. Non conosco i miei genitori naturali, sono morti quando avevo tre anni in un esplosione, e ho dimenticato chi ero. Anche se…- si guardò attorno spaesata –credo che mamma si chiamasse Judith. Mi ha lasciato una lettera…-

-questa?- Jean alzò una bustarella attaccata ad un filo. L’altra annuì.

-“da mamma Judith a Helen, con amore”. Come fai ad avercela?-

-non lo so. -

Ancora una volta, Helen si ritrovò a pensare a tutti quei ricordi che erano legati assieme al filo alla busta…..le sue famiglie adottive, le sue mamme, i suoi papà, i suoi fratelli e le sue sorelle….i suoi ragazzi…Kevin e il loro primo bacio…. Il suo caro, vecchio professore….”tutta gente morta. Pensare a loro non li farà tornare in vita” si riscosse. E dire che si era ripromessa di non pensarci più…notò che Jean la fissava in modo strano, e la cosa l’infastidì. Ma che cosa aveva quella lì per guardarla in quel modo?

-quando potrò alzarmi?-

-non prima di stasera, e per evitare che tu commetta una qualche pazzia, rimarrò qui con te fino a quel momento-

-uh, grazie!- ribatté Helen acida. Poi il suo volto si rabbuiò e cambiò totalmente tono, assalita da un altro pensiero. –l’ uomo che era con me…è morto, vero?-

-sì, mi dispiace. Gli..gli eri molto affezionata?-

-no, per niente. Avevamo litigato. Ma… ma è il.. quinto che….che….-

Helen scoppiò improvvisamente a piangere, tanto da stupire anche se stessa. Ma perché piangeva, così poi, e davanti ad un’estranea! Lei che era sempre stata una dura, mai una lacrima versata dopo che Kevin era morto. Era per lui che piangeva? O era per Kevin? O per entrambi?o per loro e per tutti gli altri?

-sono morti, tutti morti per colpa mia! Solo per colpa mia!- si nascose il viso tra le mani.

Jean le si sedette accanto, le circondò le spalle con un braccio e le fece posare la testa sulla propria spalla. Dopo un attimo d’incertezza, Helen si rifugiò in quell’abbraccio, che le sembrava caldo e sicuro, dopo tanta sofferenza. Continua a singhiozzare disperatamente, poi, quando si fu calmata, si staccò dall’altra asciugandosi gli occhi.

-scusami…erano anni che non piangevo così… e per di più ti ho tutta bagnata, sono proprio un’idiota..

-figurati, piangere fa bene a tutti. Dopo ci si sente meglio. E ora fammi un sorriso. Un bel sorriso. -

Helen sorrise di cuore, e Jean non poté non riconoscere che la ragazza che le stava di fronte era davvero bellissima: alta, magra, capelli lunghi, lisci, neri come l’ala di un corvo, che le ricadevano morbidi sulle spalle. Gli occhi erano di un azzurro indescrivibile, più scuri del cielo, più cupi del mare, più chiari della notte. Le sembrava di perdersi, in quegli occhi, e tuttavia di rimanere ferma e in superficie. Occhi magnifici…occhi capaci d’incantare un qualsiasi uomo. Sorrise mentalmente, pensando che avrebbe dovuto tenere d’occhio Scott, da quel momento… e magari anche Logan. Chissà cosa avrebbe potuto combinare. Si riconcentrò sulla ragazza: Forme perfette, piedi ben proporzionati, mani delicati e forti nello stesso momento, nasino cesellato, bocca poco carnosa che risaltava sul pallore del volto, segnato da qualche graffio. Quella ragazza non era bellissima: era perfetta. Jean si ritrovò ad invidiare un po’ quello splendore, rabbuiandosi in viso. Helen si preoccupò di quell’occhiata. “oh mamma, stai a vedere che l’ ho offesa in qualche modo…mi rincrescerebbe molto” –ehm, Jean…tutto bene?- le domandò incerta.

Jean s’intenerì. –sì, tranquilla, è tutto a posto. Pensavo- “pensavo. Che scusa idiota. Ma come si fa a calmare una ragazza che neanche si conosce?” –in ogni caso, parliamo un po’ della tua salute- “preferirei che non si affezionasse a me, però…chissà come prende la notizia…magari i mutanti non la spaventano più di tanto…no, per ora non le dico niente. Semmai lo farà il professore più tardi”. Mentre pensava, Jean prese alcune cartellette e iniziò a sfogliarle.

-allora, dici che sul tuo cuore sai già tutto, ma preferirei informarti comunque. Hai una brutta disfunzione alla valvola mitrale, e tutto il cuore non pompa bene. E il brutto spavento che ti sei presa non gioca a tuo favore. Per il resto stai benissimo, non ti sei rotta niente. -

- beh, lo sapevo già, del cuore. Non è la prima volta che svengo, dopotutto. - Helen si morse le labbra: Jean si era già voltata a guardarla spaventata. Ma perché non aveva tenuto la bocca chiusa?

-e quante volte ti è capitato, esattamente?- la voce di Jean cercò di suonare calma, ma trasudava preoccupazione.

-ogni volta che qualcuno che mi ha amata veramente muore. - Helen sospirò –una dozzine di volte in tutto. Mi sento dentro un’angoscia indescrivibile, come se spegnessero il sole, poi mi sento mancare, e… e quando mi sveglio qualcuno non c’è più- rassegnazione. Dolore. Paura. Voglia di continuare a lottare. “come si può vivere covando dentro di sé tutti questi sentimenti? Come si fa ad accettarlo?” Jean era sconvolta, e per poco non si mise a piangere a sua volta.

Helen continuò: - la prima volta che si sono accorti che mi succedeva, è stato circa un anno fa, quando è morto il mio professore. Sono svenuta a mensa, mi hanno portato d’urgenza al pronto soccorso. Lì mi hanno diagnosticato quell’anomalia, dicendomi che non era operabile e che probabilmente sarei morta giovane. Non mi davano più di tre anni. Hanno avuto il tatto di un elefante, devo dire. Quando mi hanno dimessa, ho scoperto che il mio vecchio professore era morto. Caro vecchio prof Martson!- concluse con un sospiro.

-chi era questo Martson?-

-il mio vecchio prof di medicina- rispose schietta

-e cosa aveva di così speciale?-

-beh, lui…..ecco….

jean colse la sfumatura d’incertezza nella voce della ragazza, ma decise di non indagare più a fondo, o almeno di non farlo coi mezzi “speciali” di cui disponeva. “sta cercando di nascondermi qualcosa, ma non mi interessa più di tanto. Se vuole saperlo, Charlie se la sbrigherà lui”. Pure, qualcosa la tentava….

-lui?..-

Helen rimase muta. Questo non poteva dirlo. Anche se il professore era morto, un segreto rimaneva pur sempre un segreto. E il sangue che ci aveva messo nel giuramento, non sarebbe scomparso.

-niente- rispose secca. Fu allora che la sentì. La presenza. Un attimo prima nella stanza erano solo in due, e subito dopo, ne era sicura, erano in tre. Solo che la terza persona, a quanto sembrava, era totalmente invisibile e non riusciva vederla. Helen si guardò attorno a disagio e, misteriosamente come era venuta, scomparve.

-allora? Hei, va tutto bene?-

-eh? Sì, sì.-

-uhm….hai detto che sei laureata in medicina, giusto?-

-ehm….sì. ho iniziato anche ingegneria aerospaziale, ma non ho ancora terminato. Mi mancano un po’ di esami.-Helen cercò di riprendere il controllo su se stessa.

-bene bene! Ti piacerebbe restare come dottoressa? Qui abbiamo solo un infermiera, Annie, e io non me ne intendo gran che di medicina…(*). C’è anche Hank, ma lui non è propriamente un medico, è più sullo scienziato, direi…allora? Che ne dici?-

-eh?- Helen era ancora piuttosto frastornata. Dottoressa. Non poteva dire che la cosa non la allettava. Ma ricordando il ragazzo con il visore e la ragazza coi capelli bianchi che erano venuti in suo soccorso, s’impaurì. Quella non era gente normale, con chi diavolo aveva a che fare? Chi avrebbe dovuto curare? La voce le tremò un poco, quando rispose.

-Ma dove sono? Chi siete? E soprattutto, COSA siete?-

Jean cambiò radicalmente espressione. La sua fronte si corrugò, il viso si oscurò e gli occhi s’indurirono.

-Ora non posso risponderti, ho da fare. Torno tra un po’, vedi di dormire- ribattè secca, poi si alzò e uscì dalla stanza sbattendo leggermente la porta, lasciano Helen ancor più spaventata, spaesata e frastornata di quanto già non fosse solo poco prima.

 

 

 

 

* per chi non lo sapesse, Annie è l’infermiera della scuola. Siccome ho iniziato a leggere il fumetto solo dopo la morte di jean e di magneto e la ricostruzione della scuola (temi che affronterò nel seguito di questa storia), non so se ci fosse anche prima. Credo di sì, perché ora sta con Alex Summers, fratello di Scott, e prima ancora con l’Uomo Ghiaccio. Correggetemi se sbaglio.

* lo so, nei film sembra proprio che jean sia laureata in medicina. Ma vi assicuro che nel fumetto non ne sa proprio niente. Ho optato per un mix, non vogliatemene!

 

 

 

Volevo ringraziare coloro che hanno letto e recensito fin’ora, ovvero:

buffy1991, katyele e _elentari_(piccola nota per te: concordo sulle tute, ma quella gialla di logan non è poi tanto brutta…mi piace la maschera e il tema delle “ali”(si chiamano poi così?) che si ripete negli stivali)

sottolineo anche che il “caro professor martson” è puramente inventato, così come i nomi delle famigliole morte…lo so, coi nomi non ci so proprio fare….

Sottolineo anche il fatto che Jean chiama il Prof.X affettuosamente Charlie…infatti so che nell’universo Ultimates lo fa, e mi sembrava carino lo facesse anche nella mia storia

continuate a seguirmi!! Arrivederci al prossimo cap!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** capitolo terzo: tentativo di fuga ***


Jean percorse vari corridoi, fermandosi davanti alla porta della sua stanza

Miei adorati! Sono imperdonabile! Mesi di assenza e un solo capitolo da offrirvi! Ma si sa, quando un fratello va in crisi da esami universitari, non c’è santo che tenga… mi dispiace tantissimo! Ma iniziamo…

p.s. le parti colorate sono i pensieri dei personaggi

LEGENDA: HELEN; LOGAN

 

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo terzo: tentativo di fuga

 

 

 

Jean percorse vari corridoi, fermandosi davanti alla porta della sua stanza. Si appoggiò alla parete e si lasciò scivolare a terra, nascondendosi il volto con le mani. Rimase così qualche istante, poi rialzò il capo sentendo un cigolio.

-Professor Xavier!-

accanto a lei si era avvicinato un uomo calvo, vestito elegantemente, seduto su una sedia a rotelle. Le sorrise.- Jean…-

-lei ha sentito tutto, vero ? tutto quello che mi ha detto? È qui per questo?-

- ho sentito anche di più. Tutto scritto nella sua mente. -

-e?..-

-e cosa, mia cara?-

-quando dice così c’è qualcosa che non va . L’ ha fatto anche quando ha letto quella di logan, e lui aveva un bel buco di memoria. Helen che cos’ ha?-

-sei anche tu una telepate, prova a dirmelo tu. -

-non entrerei nella testa di nessuno per tutto l’oro del mondo, dopo quel che mi è accaduto.-

il professore sospirò: -quadra tutto, ma ancora non riesco a capire perché Erik la stia cercando…-

-allora è vero?-

-sì, ha addirittura mandato i suoi… “amici” a prenderla…e voleva che noi lo sapessimo e andassimo a salvarla. Chissà perché. Se avesse voluto rimanere nell’ombra non avrebbe mandato Jhonny-

-e Helen non lo sa davvero?-

-sì. Ma non è mutante. Ha una mente forte: si è accorta che la stavo sondando.-

-cosa?!?-

-ho avuto il buonsenso di ritrarmi, ma sono comunque rimasto colpito. Almeno uno dei suoi genitori doveva essere un mutante. Magari un telepate. E poi c’è questo professore. Chissà chi è.-

-altro?-

-morte, solitudine e dolore. Vorrebbe trovare un motivo ma non ce la fa. Ha uno spirito indomito, però, e questo le fa onore-

-dobbiamo dirle dove si trova?-

-per il momento no. Non vorrei che reagisse male. Ma tenterà di scappare.-

-scappare?-

-non temere, Ciclope è appostato fuori l’infermeria e Ororo è portata di grido. In giro dovrebbe esserci anche logan, in ogni caso. Sta’ tranquilla, qui è al sicuro. -

 

infermeria

 

helen rimase pensierosa per un bel po’ di tempo dopo che Jean se ne fu andata.. Dove diavolo si trovava? E chi era tutta quella gente? Perché poi quella Jean aveva reagito così? Ricordando strani racconti delle sua infanzia, senti la paura attanagliarle le ossa. Cercò di calmarsi.

“mantieni la calma. Non avere paura. Di sicuro qui non c’è l’uomo nero o il lupo cattivo, a che cosa vai a pensare? Certo, quel tizio con gli occhi strani di sicuro non è un innocente agnellino…oh insomma, smettila!”

Nonostante il divieto di Jean si mise a sedere. Subito una dolorosa fitta le attraversò la nuca.

“ maledetta cicatrice!”

tornò a sollevarsi, stavolta senza alcun effetto collaterale. Decise di alzarsi. Ottimo: niente giramenti o barcollamenti, poteva muoversi egregiamente. Prese a rivestirsi con i suoi abiti, poi si avvicinò alla porta. Un fruscio. Qualcuno era appostato dietro il metallo. osare o non osare? Mise da parte shakespeare e si avvicinò ulteriormente, in modo che la porta si aprì. Il ragazzo con la maschera si voltò di scatto e le sparò addosso uno dei suoi raggi rossi, facendola finire a terra.

-ehi, che modi sono questi?- senza aspettare risposta, mosse rapidamente le gambe, facendogli uno sgambetto e mandandolo per terra. Lei si rialzò e si chinò su di lui.

-questo è per prima.- gli tirò un violento pugno sul naso. Helen sentì la cartilagine cedere e un fiotto di sangue le sgorgò sulla mano.

-bleah!-

mentre si ripuliva, alle sue spalle arrivò qualcuno, che chiese:- che succede qui? Scott?-

senza pensarci su troppo, helen tirò una gomitata nello stomaco della donna, poi si girò e le sferrò due rapidi calci, che mandarono Ororo definitivamente a tappeto.

Helen riprese fiato, le mani appoggiate alle ginocchia. splendido: aveva messo k.o. quei due. Ora doveva per forza scappare. Ma quando si rialzò, rimase di sasso: si ritrovò un braccio muscoloso attorno alla vita e un lungo artiglio metallico puntato alla gola. Evidentemente qualcuno si era avvicinato senza farsi sentire.     

-buona, cocca, o ti faccio un’autopsia approfondita-

helen deglutì. Quella voce era strana, le faceva scendere strani brividi lungo la schiena. Adesso aveva anche paura? No, era qualcosa di diverso. Si mantenne lucida quando rispose.

-provaci solamente e ti mando al creatore senza farti passare dal via. -

la voce rise.- non sarai di certo tu a mandarmi al creatore. Ora girati senza fare troppi scherzi-

il braccio scivolò via e l’artiglio si allontanò, cosicché lei potè girarsi per affrontare l’avversario…e rimase di stucco. Aveva di fronte l’uomo che aveva sognato tanto tempo prima! Stessi occhi castani, stessi capelli neri acconciati strani, stessa espressione beffarda…identico.

“ oh mio dio….oh mio dio…vuoi vedere che ora ho delle premonizioni…era tutto vero…tutto vero..”

-beh, che c’è, hai visto un fantasma?-

helen si accorse di essere rimasta a fissarlo, probabilmente con un espressione ebete. –un sogno…- sussurrò.

-prego?-

-niente, niente. Tu chi saresti?-

-potrei fare la stessa domanda a te. Mi chiamo Wolverine, e tu?-

-e che razza di nome è Wolverine?-

- logan - concesse lui.

- helen - rispose lei.

-allora, “helen”….ne hai di stile. Mettere k.o. Ororo e Scott in meno di cinque minuti, non credo che ci riuscirei. E dire che li alleno io!-

-diciamo che me la so cavare abbastanza bene. E se li alleni tu, significa che non sei un gran che.-

lui rise:- mai stata in Giappone, cocca?-

-eccome, i sei anni più belli della mia vita- “ e anche i più brutti. Ben e Giorgia sono morti allora, e kevin appena sono tornata”-perché me lo domandi?-

“ perché a furia di tentativi Charlie è riuscito a cavare un ragno da un buco, e tu mi ricordi tanto l’altra donna della mia vita, ragazzina. Mariko*.” –così, anche e me il Giappone è piaciuto-

-sarebbe stato strano il contrario. -  così dicendo, Helen si accorse che qualcosa era cambiato, dentro di lei. Il nodo d’angoscia che le avvolgeva da sempre il petto si era sciolto, e si ritrovò a pensare che avrebbe potuto restare lì a parlare per il resto dei suoi giorni. Si sentiva… ecco… felice.

Ma l’incanto venne spezzato dalla voce di Jean.

-che diavolo sta succedendo qui? Abbiamo sentito dei rumori… Helen?!? Logan?!?-

entrambi si girarono verso la rossa, che era arrivata assieme al professore. Mentre Jean soccorreva Ciclope e Logan si chinava su Ororo, la mora rimase a fissare Xavier.

“ strano. Questo tizio sembra potermi leggere fino in fondo all’anima. Lo farà davvero? Ma andiamo! Perché lascio che la mia intelligenza bacata abbia il sopravvento?”. Eppure… mentre continuava a guardare quegli occhi azzurro chiarissimo senza avere la forza di distogliere lo sguardo, avvertì come un tentacolo sfiorarle la mente. Scosse il capo più volte per allontanare l’orribile sensazione, ma quella scomparve solo quando il misterioso invalido si decise a chiudere gli occhi. Disorientata, Helen si voltò verso Jean, che mormorava qualcosa a proposito del naso di un certo scott e su come avesse fatto a stendere lui e una certa ororo. Logan rispondeva esitante, lanciandole fugaci occhiate di tanto in tanto. Lo sguardo di jean si concentrò su di lei quando si portò una mano alla testa.

-hai bisogno di riposo, non di fare a botte- sentenziò

-sì, ma ho anche bisogno di informazioni. Sennò come faccio a stare tranquilla?- si girò di nuovo verso Xavier, che aveva riaperto gli occhi. Quest’ultimo sospirò.

-va bene, andiamo tutti in infermeria. Lì potremo parlare con tranquillità.-

 

 

 

 

* Mariko Yashida, del clan Yashida. Figlia di un famoso boss (di cui purtroppo non ricordo il nome) e membro di una delle più antiche famiglie giapponesi, Mariko è stata il grande amore di Logan ai tempi in cui lui viveva in Giappone. Separati dal progetto Arma X (quello che impiantato l’adamantio nello scheletro di zio Wolvie), i due si sono riuniti dopo tempo e sono finalmente riusciti a sposarsi. La ragazza, in seguito morta, è cugina di Sole Ardente e sorella di Silver Samurai, i due difensori del Giappone (ogni stato ha il suo mutante protettore: polverine è il protettore del Canada). In realtà Logan non ricorda la sua infanzia, ma si ricorda più o meno tutto prima del famoso intervento. Per esempio, sa che ha fatto addirittura due guerre mondiali.

 

 

 

 

 

Soliti ringraziamenti per coloro che hanno recensito , un grazie infinito a buffy1991,_Elentari_,katyele,wolf 89,Shaina ’90.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** capitolo quarto: prime spiegazioni ***


-ricapitoliamo: questa non è una scuola normale, ma ospita mutanti desiderosi di migliorarsi, giusto

Ciao raga, sono tornata, con un capitolo fresco fresco da sfornare! Iniziamo subito…

LEGENDA:         HELEN    JEAN    LOGAN    XAVIER

 

THE PERFECTION - il mutante perfetto

Capitolo quarto: prime spiegazioni

 

 

-ricapitoliamo: questa non è una scuola normale, ma ospita mutanti desiderosi di migliorarsi, giusto?-

-giusto-

-e voi siete mutanti, o più precisamente x-men, giusto?-

-giusto-

-e che c’è un giro un mutante malvagio che mi sta cercando per farmi probabilmente la pelle, giusto?-

-giusto-

Helen era di nuovo seduta su un lettino dell’infermeria, mentre Jean le medicava un graffio sul volto. Stavolta però era in compagnia: vicino a lei si era seduta Tempesta, e in angolo Ciclope si tamponava il naso con un fazzoletto. Il professore non le staccava gli occhi di dosso, mettendola ulteriormente a disagio.

-ma tutto questo è.. ahia, Jean, fa male!-

-scusa-

-tutto questo è…?-

-magnifico- concluse la mora con un sospiro –è quello che avevo sempre sognato - “beh, in fondo l’ ho fatto”

-davvero?- Logan, appoggiato a braccia conserte alla parete, la guardò scettico. Helen alzò sorridendo una mano

-giuro sul mio onore! Chi non ha mai desiderato di vivere un’avventura come questa, da bambino?-

Logan si strinse tra le spalle. “e chi diavolo se lo ricorda?” Helen sospirò di nuovo.

-peccato che non sono più una bambina e che queste avventure non fanno per me-

Fece per alzarsi, ma fu subito trattenuta da Jean

-ma che vuoi fare?

-andarmene, non si vede?- la mora non distolse per un solo istante gli occhi da quelli della rossa. “che fai, m’incanti?”

“no, non temere”

Sentendo la risposta a quella domanda inconscia, helen impallidì di colpo, socchiudendo la bocca dallo stupore. Jean distolse in fretta lo sguardo, ma la mora era sicura di avere intravisto un riflesso rossastro nelle iridi verdi. Il professore le guardò più volte, leggermente allarmato, poi prese parola con voce tranquilla.

-non credo che potrai farlo tanto facilmente. Se vai là fuori rischi la vita, e siccome sei qui abbiamo la tua tutela e non possiamo permetterlo-

-la mia tutela ce l’ ha l’orfanotrofio…-

-vivi in un orfanotrofio?-

-l ultimo di miei padri adottivi ha speso migliaia di dollari per far sì che ci restassi fino ai venticinque anni. Ufficialmente li compio fra tre mesi, ma li ho sempre festeggiati…ehm…quanto tempo è passato da quando mi avete trovato?-

-due giorni-

-cosa?!?-

-comunque- Xavier interruppe ogni possibile discussione-tu non te ne vai di qui finche non abbiamo capito cosa vuole da te Magneto. E forse neanche allora-

-ma…-

-niente ma-

-senta, non so chi sia lei, ma non può trattenermi se non voglio. Io…-

-buona lì. Per oggi ti sei strapazzata anche troppo-

-sto bene, Jean. Piantala di starmi addosso-

-se tu stessi bene non ti starei addosso-

-va bene, basta così. Allora, cominciamo a presentarti una parte del gruppo, visto che ci sei già incappata. Questi sono Jean Grey…-

-lo so-

-Logan, nome in codice Wolverine…-

-lo so-

Il professore ignorò le interruzioni e continuò: - …Scott Summers, nome in codice Ciclope, e Ororo Munroe, nome in codice Tempesta-

-molto lieta. Davvero spiacente di avervi pestato-

-oh, non fa nulla!-

-come no…- scott bofonchiò da dietro il fazzoletto.

-detto qualcosa?-

-chi io? No, niente-

-perfetto, ora ho da fare, ti auguro una buona permanenza, e…-

-un momento, si è dimenticato qualcuno!-

-chi?-

-lei-

-oh…beh, il mio nome è Charles Xavier. Molto lieto-

-detto anche Professor X, Charlie, Crapa Pelata, Rotelle, Chuck e quant’altro-

Helen non ascoltò quello che Logan stava dicendo: nella sua mente affiorò l’immagine di un sofferente volto barbuto, che tentava di parlarle strascicando le parole….

 

Un anno prima

-promettimi che lo farai, Helen. Promettimi che ci andrai…-

-ma dove, proffy?

-devi andare…da Charles Xavier…devi andare…da lui…ti darà le risposte…vai a Westchester..promettimelo….

-calmati, Humprey, ti verrà un collasso…-

-fregatene di me, ora vai, vai!-

-ma…-

-niente ma, VAI!-

helen uscì piangendo dalla casa…l’ultima volta che lo vide vivo.

 

-ehilà…ci sei ancora?-

helen ritornò bruscamente alla realtà, richiamata dalla voce di Logan e dalla mano che le sventagliava davanti agli occhi. “beh, caro proffy, a Westchester ci sono, e ho trovato il famoso Xavier. Speriamo che avevi ragione”

-ci sono, ci sono, mi è solo venuta in mente una cosa che il mio vecchio prof aveva detto-

-il Martson di cui parlavi prima?-

-sì…vedete, lui….lui…oh, insomma: era un mutante. Aveva fatto giurare me e la mia amica Neela di non dirlo a nessuno, perché avrebbe potuto perdere il posto o peggio morire. In cambio ci fece imparare a curare i suoi simili, affrontando le più disparate mutazioni-

-un giuramento? Per questo non volevi dirmelo?-

-un patto di sangue è un patto di sangue-

-e cosa ti aveva detto di così importante?-

-di venire qui e cercare lei, professore-

-uhm…come si chiamava?-

-professor Humprey Martson-

-no, il nome non mi dice nulla. Ad ogni modo, faremo delle ricerche. vedi di riposare, questo pomeriggio: in serata avrai da fare-

senza aggiungere altro, uscì dall’infermeria, seguito a ruota da Ciclope e Tempesta. Logan indugiò un po’ più a lungo, poi, con un ultima occhiata alla mora, uscì a sua volta. Helen sospirò.

-problemi?-

-no…no, niente. Piuttosto, non ho il sonno facile. O meglio: soffro di incubi-

-capisco. Ti darò un leggero sonnifero che ti aiuterà a prendere sonno. Non dovresti sognare-

preparò un iniziazione che si affrettò a somministrare alla ragazza.

-grazie…-sussurrò quest’ultima prima di chiudere gli occhi. Jean rimase a lungo a guardarla dormire, accarezzandole di tanto in tanto i capelli in modo distratto.

“povera piccola, chissà quanto hai sofferto. Ma ora ti giuro che è finita: se qualcuno osa farti del male dovrà vedersela con me, fosse anche Scott o Logan. Te lo prometto.”

Mentre passava la mano dietro il collo, avvertì un bozzo duro. Inorridita, seguì la cicatrice: si snodava lungo tutto il cuoio capelluto, descrivendo una curva sinuosa.

“mio dio…neanche Magneto può infliggere a cuor leggero una ferita come questa! Che ti hanno fatto?”

“jean…potresti venire nel mio studio? Siamo tutti qui”

jean si guardò attorno un po’ spaesata, prima di riconoscere l’impronta mentale del professore, a cui si affrettò a rispondere. Poi, dopo un’ultima occhiata a Helen, uscì dalla stanza e si avviò alle scale.

 

 

 

 

 

 

Bene, gente, è tempo di risposte:

buffy1991: domanda e avrai risposta! Che devo spiegarti?

Duir: qualcuno di nuovo! Grazie per prima cosa dei complimenti, sapere che a qualcuno la mia storia piace molto mi da’ una spinta in più per continuare, visto che la storia è molto lunga (sono previsti almeno quattro seguiti, ma potrei proseguire finché gli x-men continueranno ad esistere Quindi, siete avvisati). Purtroppo vado poco su internet e quindi non ho molto tempo per leggere e lasciare recensioni dove vorrei, ma ti farà piacere che ho letto i primi tre capitoli della tua storia e l’ ho trovata molto bella, complimenti! Auf Wiedersehen!

Kyra: ecco qualcun altro nuovo! Sì, Wolvie è proprio il mio personaggio preferito, ma per conoscere la sua storia ho potuto basarmi solo su “Wolverine- the origins” e quel poco che ho trovato sul Web. Sarei lieta se potessi darmi qualche dritta ogni tanto e correggermi dove ho sbagliato (a proposito: dove ho sbagliato la volta scorsa?)

Katyele: lieta di saperlo, anche la tua è molto bella…..

Grazie anche a coloro che hanno letto e recensito gli scorsi capitoli, ovvero: Shaina ’90,wolf 89 e _elentari_(yuuu, dove siete?),e a tutti coloro che hanno solo letto (yuuuu, fatevi sentire!)

 

Acci, di questo passo farò un enciclopedia….e finirò tra quarant’anni… saluti, leggete e recensite, mi raccomando!!! Ciaooooooo!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** capitolo cinque: misteri e verità ***


Entrando nella stanza, Jean andò a sedersi nell’unica sedia rimasta vuota, tra Scott e Logan

Ciao, cocchi!!! Siete carichi? Avete visto il film? Vi è piaciuto? A me personalmente così così…ma iniziamo. Mi scuso se si leggerà un po’ male, ma il testo è un po’ lungo…

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo quinto: misteri e verità

Entrando nella stanza, Jean andò a sedersi nell’unica sedia rimasta vuota, tra Scott e Logan. Quest’ultimo, senza farsi notare, le chiese in un sussurro: -come sta?-

-stabile. Ora dorme…- gli rispose lei in un bisbiglio, poi entrambi tacquero quando il professore iniziò a parlare.

-bene. Vi ho riuniti tutti qui per parlare di un problema che mi sta molto a cuore, e che dovremmo risolvere in fretta. Sapete tutti che attualmente la scuola sta ospitando una ragazza non mutante, vero?-

Un mormorio d’assenso si diffuse tra gli x-men.

-perfetto. Ora, il nostro compito sarà scoprire quanto più possibile su di lei e il motivo per cui Magneto la cerca-

-magneto?-

-esatto, Remy. Il mio vecchio amico pare molto interessato a lei, e ha cercato in tutti i modi di isolarla e rapirla, senza tuttora avere successo. Scott e Robert, voi andate allo S.H.I.E.L.D.* e vedete se Nick Fury vi sa dire qualcosa, altrimenti andate all’orfanotrofio, fate domande lì. Logan, Kurt e Peter, voi vedete di fare una rapida ricerca negli archivi cartacei dello S.H.I.E.L.D., so che ne hanno uno, altrimenti fatevi precedere da Scott e Bobby e cercate in quelli dell’orfanotrofio. Ororo, tu e Katherine v’introdurrete nei database via computer. Henry, tu dovresti provare a confrontare il suo DNA con i campioni del nostro archivio, voglio vedere se conosciamo i suoi genitori. Remy e Marie, voi vi occupate di cercare negli ospedali. Jean, tu continua a prenderti cura di lei. Ah, ragazzi, provate anche a ricostruire i suoi spostamenti. Ci vediamo qui questa sera, buona caccia-

In breve tempo la stanza si svuotò, lasciando soli Jean e il professore.

-Charles, è…-

-lo so. Ha sofferto molto, in tutti i sensi. Ha un buco di memoria dalla nascita ai tre anni, credo sia colpa di quella ferita. Come se avessero voluto tapparle la bocca-

-Charles, perché non l’ha uccisa?-

-chi, magneto? Oh, non ne sono sicuro, ma credo abbia un motivo molto valido per cui non l’ha fatto.  Doveva venire da noi, prima. Per questo si è fatto trovare. Lo so, è tremendo- zittì sul nascere una domanda di Jean –ma non possiamo farci niente-

-non credi che stia escogitando qualcosa di brutto? -

-non lo so, Jean, non lo so. Ma spero che i tuoi compagni trovino qualcosa che possa chiarire almeno un po’ questo mistero. Ora torna da lei, avvertimi quando si sveglia. stasera vorrei che venisse alla riunione, dopo che tutti avranno riferito-

 

Eliveicolo S.H.I.E.L.D., archivi, tre ore dopo

-chi l’avrebbe mai detto che Nick Fury teneva della carta quassù-

Logan, Kurt e Peter si aggiravano con circospezione tra i vasti scaffali impolverati.

-come diavolo facciamo ad essere a conoscenza di questo posto?-

-chiedilo a Charles, elfo. Io non ne so nulla-

-davvero?- chiese Nightcrawler scettico

-non sono un telepate, cocco. Chi te le avrebbe date le coordinate per entrare, sennò?-

-vediamo di trovare quel che stiamo cercando, compagni-

I tre presero a tirar giù scartoffie dai ripiani, rischiando di finire soffocati dalla polvere.

-kaff…ma da quand’è che qui non ci viene nessuno?-

-ormai usano solo i computer, cocco.  bingo!-

-was its das?-

-leggi qui! ‘Helen Namura, anni 5. Orfana da due anni, unica sopravvissuta ad un’esplosione… signori Namura morti in circostanze inspiegabili…trovata in stato di shock…’Sono decine di pagine, in cinque cartelle. Hey, ce ne sono allegate altre tre… non parlano della famiglia, ma credo siano suoi ex e il famoso professore-

-meglio tornare al jet, prima che qualche agente venga quaggiù-

-questi li portiamo con noi?-

-e avremmo fatto tutta questa fatica per niente, altrimenti? Piantala di far domande sceme e riportaci al Blackbird, elfo-

Contrariato, Kurt afferrò strettamente i compagni e svanirono tutti e tre in una nuvoletta nero-violacea.

 

Contemporaneamente, Nelson orphanage, Chicago

Miss Lancaster squadrò dubbiosa il visore di Scott.

-non riesco a capire cosa mi sta chiedendo-

-qualche informazione su una vostra ospite, una certa Helen…il cognome non lo sappiamo con precisione, ma dovreste conoscerla bene, è stata adottata parecchie volte-

-sì, infatti la conosco molto bene….Una ragazza estremamente intelligente, ma così sfortunata, poverina… appena trovava una nuova famiglia, tutti quegli incidenti e ce la ritrovavamo qui…adesso è troppo grande, non l’adotterà più nessuno e tra un paio di mesi se ne andrà del tutto a vivere la sua vita… adesso è in vacanza con il suo fidanzato-

-che genere d’incidenti si sarebbero verificati?-

-beh, ecco…i suoi genitori naturali sono saltati in aria, e le successive famiglie adottive sono morte… -

-come, con precisione?-

-Perché me lo chiede?-

-vede, signorina- intervenne pronto Bobby - siamo amici di Helen, ma lei è un po’ restia a parlare di sé, e vorremmo evitare di metterla in imbarazzo. Quindi tra due mesi può andare a vivere da sola?-

-sì…anche se non potrà godersela molto a lungo…sapete, dopo tutti questi traumi il suo cuore è molto malato…non le restano più di una decina di mesi da vivere. Comunque, questa è la documentazione completa- tese a Scott dei fogli

-va bene…- Scott si alzò, ma ci ripensò e si rivolse di nuovo alla direttrice

-in questi anni, non si è mai comportata in modo strano? Voglio dire, è sempre stata una bambina modello o ci sono state volte in cui si è comportata in modo un po’…pazzo?-

-sicuramente quando è tornata dal Giappone…era propensa a prendere a calci e pugni tutti quelli che le si avvicinavano. Dopo un po’ ha cominciato ad urlare come una matta ogni volta che qualcuno le andava vicino e a rifiutare ogni contatto…ogni tanto le capitava-

-uhm…ha mai sentito nominare un certo Erik Lehsherr?-

-no-

-e Helen?-

-no…no, non credo. Ma è meglio se lo chiede a lei-

-grazie infinite, miss Lancaster. Ci è stata molto utile-

I due uscirono dalla scuola e si diressero ad un boschetto dove li aspettavano altri tre individui. I cinque salirono sul jet e tornarono alla scuola.

 

Xavier’s institute, qualche ora dopo, ufficio del professor Xavier

-uhm…niente di particolarmente nuovo, quindi?-

-no professore. In tutta la sua vita, o almeno in quello che ci è stato detto, Magneto non compare neanche per un capello- Scott si alzò e prese a passeggiare.

-Logan?-

L’interpellato tese a Xavier le cartelle-credo che Magneto non c’entri neanche qui. Ma sono pagine e pagine di roba, e io le solo sfogliate-

-Hank?Ororo?-

-nessuno di coloro che è transitato da qui è suo parente. Il DNA non coincide con quello di nessuno-

-niente di niente-

-Rogue?-

-è stata operata a tre anni, subito dopo l’esplosione. Poi…è stata portata in Pronto Soccorso un anno fa, in stato d’incoscienza. Disfunzione della valvola mitrale, livelli di adrenalina alle stelle, cervello in apnea…come se avesse corso per mezz’ora con il naso tappato. È viva per miracolo-

Il professore rimase a lungo pensieroso, poi si rivolse a Jean -mia cara, vai per favore a controllare se la nostra ospite si è svegliata. Se lo è, portala qui-

Jean si alzò e uscì dalla stanza

 

Infermeria, 20 minuti dopo

-allora, come ti senti?-

-beh, a parte il fatto che sembra che qualcuno mi abbia tirato un martello in testa, direi tutto ok. Ma ho le gambe intorpidite, potrebbe essere un cattivo segno. Ma sì, mi sento benissimo-

-ne sono lieta. Il professore vorrebbe presentarti gli altri X-men, quindi ti conviene alzarti-

-alzarmi? Fino a mezz’ora fa mi dicevi di non muovermi per nessun motivo, e ora posso andare dove mi pare?-

-direi che dopo sei ore di sonno pesante puoi anche andare in Siberia, per quel che mi riguarda-

-sei ore? Devo stare attenta a quello che mi fate bere, qui!-

Jean rise, lanciandole i vestiti –mettiti in modo decente, forza!- una volta vestita, l’accompagnò allo studio. Mentre la porta si apriva, sia Helen sia i presenti nella stanza trattennero leggermente il fiato per poi squadrarsi a vicenda. Jean la fece accomodare su una sedia di fronte a Xavier.

-Helen- esordì quest’ultimo –lieto di vedere che ti se ripresa. direi di iniziare a presentarti gli ultimi membri del gruppo che non conosci. Dunque, questi sono Henry

Mcoy- indicò una specie di gatto gigante blu, che alzò una mano, accompagnando il gesto con: -puoi chiamarmi anche Hank, se preferisci-. Helen cercò di sorridere

- Robert “uomo ghiaccio” Drake -

Un ragazzo castano fece un cenno: - meglio se mi chiami Bobby -

- Remy “Gambit” Lebeau - un ragazzo dai capelli castani spettinati e le iridi rosse fece un buffo inchino, colpito poi da una gomitata della sua vicina di posto, una ragazza con due folti ciuffi bianchi e guanti lunghi al gomito, che le fu presentata come: - Anna Marie “Rogue” -

-Piotr “Colosso” Rasputin- un ragazzone muscoloso moro le strinse la mano e le parlò con un forte accento russo: -puoi chiamarmi Peter-. Helen gli disse un paio di frasi in russo, lasciando tutti di stucco.

-e infine Kurt “Nightcrawler” Wagner- Helen rimase a fissarlo allibita. A prima vista l’avrebbe definito una sottospecie di folletto, visti il colorito blu e gli occhi gialli, poi notò le orecchie a punta e si disse che era un elfo. Ma poi una coda biforcuta le fece un cenno e decise che era un demone. “e questo qui da dove viene? Dai miei incubi?”

-molto lieto- esordì il ragazzo con accento marcato. Helen rispose sicura: -guten tag*-

-ma quante lingue parli?-

-cinque: inglese e giapponese molto bene, italiano, russo e tedesco un po’ maluccio. Senta, presumo non mi abbia fatto venire qui solo per presentarmi i suoi ragazzi o per sapere cosa so parlare. Sputi il rospo-

-conosci Erik Lenhsherr?-

-chi?-

-Magneto, se preferisci-

-intende se lo conosco personalmente? In quel caso, no, l’ho visto solo in televisione. non lo conosco-

- uhm…d’accordo. Jean ti mostrerà la tua stanza, poi andrete con Scott e Logan a prendere le tue cose-                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

-le mie cose?- domandò irritata la mora

-perché, hai già cambiato idea? Tu resti qui- ribattè il professore con un sorrisetto. Helen rimase a fissarlo tra il risentito e lo stupefatto, poi uscì velocemente visibilmente irata.

* lo S.H.I.E.L.D. sono i servizi segreti americani dell’universo marvel. Il compito fondamentale è quello di tenere sotto controllo i supereroi e i supercriminali, intervenendo dove dovuto. Il comando è affidato a Nick Fury, mentre i superagenti più famosi sono Capitan America, Elektra, e i vari eroi che svolgono questo compito per breve periodo (wolverine, Spiderman, ecc). le basi dello S.H.I.E.L.D. sono strutture avveniristiche volanti dette eliveicoli che popolano i cieli americani. Personalmente non so se hanno un archivio pieno di scartoffie…

*teoricamente vuol dire buona sera

Oooh, finalmente…mi sembra ora di fare un po’ di presentazioni..allora…

·          Jean, Scott, Logan, Ororo, il professore, kurt, rogue e bobby li conoscete più o meno tutti. Nel corso della narrazione, vi accorgerete che sono un po’ diversi da come appaiono nel film)

·          Se avete visto il terzo film, sapete già chi è Henry “Hank” “Bestia” McCoy. il nostro peloso amico era uno dei membri fondatori e in origine era “normal”. La sua mutazione consisteva in mani e piedi sproporzionati e agilità sovramana, il pelo blu gli è venuto dopo un esperimento

·          Per quanto riguarda Remy “Gambit” Lebeau, il suo nome ha fatto un cammeo nel secondo film mentre mistica sfogliava i nomi dei detenuti. La sua abilità consiste nel caricare gli oggetti e nel farli esplodere. Gira armato con un mazzo di carte e una staffa (una sorta di lungo bastone di metallo)

·          Nei film non si nota, ma Piotr “Peter” Nikolajevich “Colosso” Rasputin parla con un fortissimo accento…e sì, è il pronipote di quel Rasputin. Kitty, la sua ragazza, la incontreremo più tardi..

Grazie a coloro che hanno recensito, siete tantissimi!!!! Grazie!!!!! Continuate a commentarmi!!!

Se volete parlare con altri x-fan, visitate il forum sul sito www.freeforumzone.leonardo.it/viewforum.aspx?f=90538 prima però dovete registrarvi su http://www.freeforumzone.leonardo.it/ visitatelo perché ne vale la pena ( e abbiamo un gran bisogno di discussioni nuove)

Bene, cari, se avete dubbi, domande o altro, chiedetemi pure. alla prossima!

 

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Capitolo 7
*** capitolo sesto: un recupero problematico ***


-allora, ti piace

Salve raga! Come va? Allora, prima il capitolo, finalmente c’è un po’ di azione, poi saluti e ringraziamenti…

LEGENDA:    HELEN

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo sesto: un recupero problematico

 

-allora, ti piace?-

Helen si lasciò cadere sul letto al centro della stanza

-se mi piace? È semplicemente magnifica!-

Jean osservò soddisfatta la luce di gioia quasi infantile negli occhi di Jean

-non avete stanze singole, all’orfanotrofio?-

-che, scherzi? Dormiamo tutte in un'unica camerata. Ognuna ha un letto e un armadietto. Io sono la più grande, e ho a disposizione un piccolo tavolino dove tengo Juliana-

-Juliana?-

-la mia iguana. Lo so, non ho molta fantasia per i nomi- sorrise –la potrò tenere con me?-

-certo! Qui animali non ce ne sono, e porterà un po’ di colore e d’allegria. Sei pronta?-

-certo!-

-allora troviamo Scott e Logan e partiamo-

Trovarono i due, intenti a bisticciare, nel garage delle macchine

-…e se tu avessi usato un po’ più di cervello…-

-senti chi parla, monocolo..-

-uao!-

I due ragazzi si girano a guardare la mora, interrotti sul più bello della discussione. Helen prese ad aggirarsi tra le varie automobili

-accidenti! Sono tutte vostre?-

-già. Scott, prendiamo la tua macchina-

-cosa? E perché?-

-perché io non guido e Logan non ne ha una. Quindi…-

-ma insomma, non possiamo prendere il jet?-

-no, non possiamo. Dai, tesoro, non fare il bambino-

Scott, contrariato, si sedette al posto di guida, affiancato da Jean. Logan e Helen si sedettero dietro

-con il jet avremmo impiegato la metà del tempo-

-sì, ma ti ricordo che attualmente il Blackbird è in manutenzione. Non temere, andiamo a Chicago, non ad affrontare Magneto. La tua macchina resterà in ottime condizioni-

Con un brontolio, Ciclope mise in moto e partì a tutta velocità

-ehi, Summers, rallenta o rigetto la cena!-

-non abbiamo tempo da perdere, Logan. Vedi di trattenerti-

-bah, era meglio se prendevamo con noi l’elfo-

Il viaggio proseguì tra un battibecco e l’altro fino al Nelson Orphanage, dove Ciclope inchiodò bruscamente. Logan finì addosso a Helen, mentre Jean per poco non finiva attraverso il parabrezza

-scusate-

-e tu questo lo chiami frenare?-

-va bene, basta, voi due! Allora, voi tre andate a prendere le cose di Helen mentre io resto qui a fare la guardia. Fate in fretta e cercate di non farvi notare-

I tre scesero e si avviarono verso l’edificio

-“non fatevi notare”, eh? Facile a dirsi: qui è pieno di bambinetti. E puzzolenti, pure!-

-vedi di concentrare il tuo sensibile nasino su qualcosa di più pericoloso di qualche ragazzino. Venite, per di qui-

Helen condusse i due fino ad una porta: - uscita di sicurezza- si voltò a guardare Logan con un sorriso -si apre solo dall’interno, però-

-no problem- Logan si avvicinò e sfoderò gli artigli, ma Scott lo bloccò. 

-indietro!- i suoi raggi ottici disintegrarono la serratura, permettendo al trio di entrare

-senti, Summers, vedi di…-

-shhhh!!- Helen si portò un dito alle labbra, indicando una porta sulla destra. Una targhetta avvisava che si trattava dell’ufficio della direttrice. I tre passarono oltre, poi Helen si bloccò

-che ore sono?-

-uhm…credo le otto di sera. Perché?-

-merda -

Cambiò immediatamente direzione, e i due x-men le corsero dietro

-che succede?-

-succede che a quest’ora sono tutti a mensa a mangiare, e quindi non possiamo passare per il refettorio. Dovremo fare un giro più lungo e la cosa non mi andava. Tutto qua. Mi raccomando, non perdetevi!-

Dopo un lungo peregrinare, raggiunsero finalmente la camerata. Mentre Logan rimaneva di guardia alla porta e Scott si aggirava con circospezione per la stanza, Helen radunò tutte le sue cose e le infilò in un grosso borsone che passò a Polverine. Mentre stavano per andarsene, quando Ciclope le indicò una teca

-di chi cavolo è quell’iguana?-

-Juliana! Me la stavo dimenticando! Grazie, Scott-

-ma dove la mettiamo? Non possiamo mica portarla in giro!-

-perché no? Piglia questi- lanciò a Ciclope un sacchetto e una serie di scatole di mangime, poi aprì la teca, estrasse l’animale e lo appoggiò alla spalla. L’iguana attorcigliò subito al collo della ragazza la propria coda

-che schifo!-

-oh, piantala, Ciclope!-

-gente, abbiamo visite!- Logan sfoderò velocemente gli artigli e prese ad annusare l’aria

-di che genere?-

-mocciosi, direi-

-allora tira dentro quegli artigli, non è il caso di farli fuori. Passiamo per la finestra e poi facciamo il giro del cortile- detto questo, salì su un letto e aprì le finestre: -chi va per primo?-

-Io!- appena si accorsero di aver parlato simultaneamente, i due si ripeterono

-no, ho detto che vado io!-

Helen scosse il capo, esasperata-va bene, decido io: prima Logan, poi io e infine Scott- afferrò la gabbia dell’iguana –basta che ci muoviamo-

Dieci minuti dopo si trovavano finalmente tutti e tre nel cortile

-ora muoviamoci: gambe in spalla e pedalare- presero a correre chini in avanti, ma furono bloccati da un grido sotto una finestra

-CHI È ENTRATO NEL MIO UFFICIO? LA SERRATURA È TAGLIATA DI NETTO!-

-tu hai toccato niente?- Scott si rivolse beffardo a Logan

-secondo te?-

-generalmente sei tu il combinaguai-

-Non so neanche dov’è il suo ufficio!-

-ci siamo sotto, idiota. E ci siamo passati davanti prima-

-ma non ci sono mai entrato, cretino-

-zitti! È evidente che c’è in giro anche qualcun altro. Fermi e non fiatate-

Rimasero immobili a lungo, poi un altro grido li fece sobbalzare

-AAAAH! UN MOSTRO!-

I tre si guardarono stupiti

-credi che…-

-…si riferisse a voi? Non credo, voglio dire, l’unica cosa che avete di anormale sono un paio di occhiali da sole in una giornata nuvolosa e una capigliatura un po’ fuori dai canoni della moda, un po’ poco per chiamarvi mostri, no?-

Improvvisamente, la finestra sopra di loro andò in pezzi e una vampata di fuoco inondò il parco

-scommetto quello che vuoi che qui c’è lo zampino di Pyro!- Logan si rialzò e si lanciò all’interno dell’edificio

-LOGAN!-

-oh, quella testa calda! Meglio se gli vado dietro- Scott si precipitò dietro al collega, lasciando Helen sola e attonita. Era successo tutto un po’ troppo in fretta. “meglio se sto qui, che aiuto posso dare loro? Insomma, quei tizi hanno già cercato di rapirmi una volta, perché dovrei andarmi a cacciare in un guaio? Quel tipo calvo non voleva che stessi alla sua scuola per stare al sicuro? Aspetta, che sto dicendo? Io, Helen Glonhsbergh, primo samurai del Giappone, cintura nera di karatè, esperta spadaccina, mi ritirerei di fronte al pericolo? Manco morta!”

Abbandonò la gabbietta, si arrampicò oltre il davanzale e cadde nella stanza, accolta da una visione assai strabiliante: due Wolverine sembravano determinati a uccidersi a vicenda, mentre da un lato Jhonny giocherellava col visore di Ciclope e ogni tanto mandava occhiate crudeli alla fila di ragazze raggomitolate contro il muro. Non vista, Helen recuperò la sua sacca ed estrasse i suoi “tesori”: una grossa cintura cui erano agganciate varie armi bianche, che si agganciò alla vita, e una fascia rossa finemente decorata che si passò tra i capelli e legò dietro la nuca. Così abbigliata, si avvicinò a Pyro, picchiettandolo su una spalla. Lui si voltò e lei gli tirò un fortissimo pugno sul naso. Mentre Jhonny andava al tappeto, gli tirò una violenta sventola, poi recuperò il visore di Ciclope, che si affrettò a restituire al proprietario.

-bello, puoi aprire gli occhi, ora-

-grazie-

-figurati….senti, sono io che ci vedo doppio o ci sono due Logan in questa stanza? Cos’è, uno strano caso di sdoppiamento della personalità?-

-no- rispose Ciclope, una mano sul regolatore del suo visore, pronto a colpire –si tratta di Mystica-

-di chi?-

-è una mutaforma. Ha assunto l’aspetto di Logan. Impossibile capire chi è chi senza un buon telepate-imprecando, Scott abbassò la mano

-hum…capisco. Senti, se gliene lancio addosso uno, Logan non si fa nulla, no?-mostrò a Ciclope un pugnale a lama corta

-beh, niente di permanente, credo. Perché?-

-osserva e impara- ne prese un altro, calcolò le distanze, poi li lanciò. Le lame andarono a conficcarsi sotto la spalla del Wolverine più vicino e appena sotto il cuore del secondo. Entrambi caddero a terra, ma mentre il primo emise un breve grido strozzato, il secondo prese a contorcersi con un urlo acuto e straziante e si tramutò lentamente in una donna dalla pelle blu e i capelli rossi.

-trovato- Helen si avvicinò al vero Logan e gli sfilò il coltello dalla ferita, provocandogli un lieve spasimo. Wolverine aprì gli occhi e si compresse la spalla sanguinante

-ma che ti è preso? Morivi dalla voglia di farlo?-

-spiacente, tesoro. Era l’unico modo. Fermo un attimo- gli sorrise, avvicinò una mano alla ferita in via di guarigione e tuffò velocemente le dita nel suo sangue, passandosele poi sul volto a formare due x e poi sulla lingua.

-ma che fai? Sei matta?-

-uhm…buono- lo guardò intensamente –ho bevuto il tuo sangue: direi di essere legata a te, ora.  Mi perseguiterai. Ce la fai a camminare, bello?-

-credo di sì- afferrò la mano che lei le tendeva e si rialzò. Scott guardò sconcertato Helen, poi le tese il borsone senza dire parola. Senza curarsi delle ragazzine che li guardavano spaventate, i tre uscirono e corsero alla macchina. Jean venne loro incontro.

-finalmente, ce ne avete messo, di tempo…helen, che ti sei fatta alla faccia? E da dove vengono quelle armi?-

-abbiamo avuto un contrattempo, Jean. Quello sulla mia faccia è sangue e le armi sono mie. A proposito, vi presento Dragoon e Tiger, le mie migliori amiche fin’ora- estrasse una satana e una spada- sai? Credo che resterò per un po’. Ho trovato un’affinità con voi, e vorrei approfondire la cosa-

-davvero? Oh, sono così contenta!- Jean l’abbracciò d’impulso, poi risalirono in auto. Mentre Scott la faceva ripartire, Logan si rivolse sottovoce a Helen

-che volevi dire, prima?-

-quello che ho detto. Che sono legata a te. Per sempre. E che dovunque io andrò, mi perseguiterai con il tuo ricordo per il resto della mia vita-

-acc. E tutto questo per aver bevuto il mio sangue?-

-no, credo di no…-

Rimasero un attimo a guardarsi, poi lui le prese il braccio e le tracciò una piccola x con gli artigli. Passò sopra il taglietto le dita e poi le ripassò sulla lingua- sai?-disse alla fine –mi sa che la cosa è reciproca-

Helen sorrise timidamente, poi si girò a guardare il panorama dal finestrino

“accidenti, neanche 24 ore che lo conosco e già ne sono cotta. Ora ho almeno due motivi per non andarmene, spero di non trovarne altri…”

Ma evidentemente si sbagliava

 

 

Ok, ok, so che state pensando: ma cos’è sta' storia del sangue? Helen è una vampira? Non temete, è una sorta di modo per dire quanto questi due siano legati (voglio dire, scott sognava jean fin da bambino, visto il carattere di logan il sangue ci stava, no?)

Ringrazio sentitamente buffy1991, _Elentari_, katyele, wolf89,shaina ’90, kyra, duir,wolverina,kaia chan e white shadow, grazie infinite!!!!

Beh, a tutti coloro che leggono…recensioncina?

A presto!!!!!!!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo settimo: quel caro ragazzo di Kurt... ***


-COME SAREBBE A DIRE “SIAMO STATI ATTACCATI”

Ciao belli! Sono tornata, ahahahah!!!!! Tremate, tremate!

 

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo settimo: quel caro ragazzo di Kurt…

 

 

-COME SAREBBE A DIRE “SIAMO STATI ATTACCATI”? SE VOI NON AVESTE PERSO LA TESTA NON SAREBBE SUCCESSO NIENTE!-

-chuck, la colpa è mia. Scott non c’entra niente- Logan diede una rapida occhiata al professore, poi si affrettò a chinare il capo. Da quant’è che non lo vedeva così arrabbiato?

-LOGAN, MI MERAVIGLIO DI TE! DOPO TUTTO QUESTO TEMPO DOVRESTI AVER IMPARATO A CONTROLLARTI!-

-ma…uh, charlie…quei due tenevano in ostaggio delle ragazze…- “da mai”

-NON MI INTERESSA, TU DOVEVI SEGUIRE IL NOSTRO MODUS OPERANDI!-

Helen e Jean, che stavano origliando da dietro la porta, sussultarono

-ma che diavolo gli piglia? Non hanno fatto niente di male- sussurrò la mora alla rossa

-beh, insomma…non dovevano fare niente di pericoloso e alla fine si sono fatti coinvolgere in una rissa-

-ma Mystica e Pyro…-

-…aspettavano solo che noialtri entrassimo in scena. Se logan non fosse intervenuto, non avrebbero fatto niente-

Helen rimase in silenzio, pensierosa, e Jean ne approfittò per proseguire

-inoltre, ti hanno messo in una condizione di pericolo, e questo deve aver fatto schiumare…-

-non mi hanno messo “in una condizione di pericolo”, semmai è il contrario!-

Jean rimase un attimo interdetta, stupita dalla reazione di Helen

-che stai dicendo? Non è stata colpa tua-

-no, ma…lascia perdere, è un discorso lungo-

-come vuoi, ma…- la rossa fu interrotta da Rogue, che fece capolino da dietro una porta

-Jean..hai un attimo? Ororo ha bisogno di te-

-dille che arrivo subito- tornò a rivolgersi a Helen –facciamo così: vai in camera tua e sistema le tue cose, poi aspettami che ti raggiungo e ti porto in mensa, ok?-

-eh? Ehm, sì, ok-

-allora ci vediamo dopo, fai la brava!- Jean si voltò e sparì dietro la porta da cui era comparsa Rogue. Helen, spaesata, rimise l’iguana che teneva ancora sulla spalla nella sua teca, poi raccolse le sue cose e si avviò verso la sua stanza…salvo andare a sbattere contro un tipo blu e cadere a terra

-uuuh…ma chi ti ha insegnato a camminare?-

-domando perdono, fraulein, mi sono appena teleportato. Molto lieto, Kurt Wagner-

-oh, lo so…io sono Helen- fissò sconcertata Nightcrawler mentre quest’ultimo la aiutava a rialzarsi. “ma tu guarda in chi dovevo andare ad incappare…strani scherzi fa il destino”. Rimasero un po’ a squadrarsi, poi Kurt le chiese con un mezzo sorriso: - ehi, ma ti faccio paura?-

-chi, tu? Paura? Certo che no! Solo che dopo tutte queste cose strane e irreali, mi sembri il più irreale di tutte. Ma credo che mi ci debba abituare. Scusami-

Kurt scoppiò a ridere: - a dir la verità non sono abituato a sentirmi chiamare irreale da quelli come te, ma ci farò anch’io l’abitudine-

-Quelli come me? Per quelli come me cosa intendi? Persone che non hanno mutazioni o poteri strani o persone che hanno casa, famiglia felice o un lavoro?-

-la prima-

-beh, in ogni caso sappi che ho visto talmente tante volte la morte in faccia da non aver certo paura di un elfo blu con la coda-

-ehi ehi ehi, ho toccato un nervo scoperto? Non direi che abbiamo iniziato nel migliore dei modi, io e te. Ricominciamo, ti va? Io sono Kurt- le tese una mano, che Helen strinse con un sorriso

-e io sono Helen-

-bene, ora per farmi perdonare ti aiuterò a portare tutta la tua roba nella tua stanza e poi faremo un salto in mensa, hai l’aria affamata. Che ne dici?-

-beh, in effetti, un certo languorino ce l’ho-

-allora, aggiudicato!- raccattò in fretta, aiutato dalla sua coda prensile, tutte le cose di Helen, ma fece una faccia costernata quando prese la teca

-mi dispiace, ma l’animaletto che tenevi con te sembra esserla data a gambe-

-oh, accidenti, quella stupida iguana. E ora come la ritrovo?-

-non c’è problema, conosci Logan, no?-

-oh sì, ma attualmente è impegnato ad essere “sgridato” dal vostro professore-

Kurt sogghignò -allora glielo comunicheremo più tardi. Ora andiamo alla tua camera, forza-

-sempre che la ritrovi-

-cosa?-

Per fortuna, dopo dieci minuti i due fecero il loro ingresso nella stanza.

-carina la tua sistemazione- commentò l’elfo scaricando senza tanti complimenti sacca e sacchetti sul letto –ti hanno messo tra me e logan-

-come?-

-sì, a sinistra c’è la mia camera e a destra quella di logan. Poi, dopo di me c’è Ororo, Hank, Jean e Scott, poi…ehm…lasciamo stare. Gli altri sono ai piani di sotto, camerata maschile nell’ala ovest e quella femminile nell’ala est. Il professore ha le sue stanze nel corpo centrale dell’istituto, di fronte alla camera di Jean e Scott.

-grazie mille-

-dovere. Sei pronta?- senza attendere risposta, le si avvicinò e la circondò con le braccia. Helen cercò di svincolarsi

-ma che stai…-

-rilassati, mia cara, non t’agitare…-

Helen non ebbe neanche il tempo di replicare che fu avvolta da una nuvoletta nera e da un forte odore di zolfo, e dopo un paio di sonori schiocchi, si ritrovò in mensa

-coff..coff…ma che diavolo hai…-

-benvenuta nel posto dove noi non comuni mortali ci nutriamo: la mensa!-

-mi viene da vomitare-

-oh, è un piccolo effetto collaterale dei miei banf. Siediti un attimo lì, vado a prendere dei vassoi-

Un attimo dopo, Kurt tornò con in mano due vassoi apparecchiati con posate, tovaglioli e bicchieri. Ne ficcò uno in mano a helen, poi la fece rialzare e la sospinse in fondo alla coda dei ragazzi in attesa di essere serviti. Dopo una breve attesa, arrivò il loro turno

-desiderate?-

-prima le signore-

-ehm…-

-e tu chi saresti, ragazzina?-

Helen guardò sbalordita, l’inserviente, una donna piuttosto grassa con quattro braccia che la guardava sospettosamente

-dice a me?-

-già, proprio a te. Non ti ho mai visto qui, cos’è, sei nuova?-

-sì, è nuova. Ora, Marilyn, se vuoi scusarci…- Kurt s’intromise sbrigativo, ma la donna era ormai lanciata

-strano, non sembri una mutante, hai un aspetto del tutto normale. Che poteri hai?-

Helen lanciò un’occhiata incerta a Kurt, poi balbettò

-io…io non sono…-

-non sei cosa?-

-non sono una mutante. Sono qui…di passaggio-

-COSA?-

Tutti coloro che stavano seduti ai tavoli si girarono a guardare Helen, che divenne rossa e prese a tremare. Kurt tentò di portarla via dall’attenzione generale, ma Marilyn si mosse per prima. Prese ad agitare un mestolo e ad urlare: - STUPIDA RAGAZZA, MA TI RENDI CONTO DI DOVE TI TROVI? SEI IN UNA SCUOLA PER MUTANTI, E QUI LA ODIAMO, LA GENTE COME TE. TORNATENE TRA LE SOTTANE DI TUA MADRE, LURIDA PUTTANA!-

A quel punto, in Helen avvenne una trasformazione: fino a qualche istante prima, era rimasta immobile, quasi come se fosse sull’orlo delle lacrime. Ma dopo l’ultima frase, s’irrigidì, strinse i pugni e si avventò contro la donna con un urlo, afferrandola con una mano per il bavero e puntandole un coltello alla gola. Il volto contratto, gli occhi lampeggiavano ed erano iniettati di sangue

- ascoltami bene, brutta lurida bastarda, perché lo dirò una volta sola:non provare a parlare della mia famiglia, perché, non so tu, ma io non l’ho mai conosciuta, e sono ventidue anni che mi muore gente tra le braccia, solo perché mi vogliono bene. Sai perché diciotto persone sono morte? Perché esistevo e mi volevano bene-

-helen…-

- e per proseguire, sei mai stata stuprata, tu? Dimmi, ti è mai capitato? Non è bello, oh no che non lo è, ma aver avuto un figlio da un bastardo non implica che io sia una puttana!-

-helen!- kurt tentò di allontanarla dalla mutante, ma la frase di Helen lo aveva colto alla sprovvista, e non ci mise l’energia necessaria

- tu non sai cosa si prova, nessuno a cui non è successo sa cosa si prova, trovarsi dentro una bimba che non vuoi e che non puoi eliminare perché te lo impediscono, tu non sai l’orrore che si prova, tu non sai da quanto tempo soffro e soffrirò-

-Helen-

-NON SONO UNA PUTTANA. HAI CAPITO? NON LO SONO!-

Con un singhiozzo, helen lasciò andare mutante e coltello, si portò le mani al viso e si lasciò scivolare a terra, scoppiando in lacrime. Kurt, ancora sorpreso, si riscosse e si chinò accanto a lei, tentando di consolarla

-helen, su…-

-non sono una di quelle, non sono una di quelle…-

-lo so, lo so. Ti è capitata una cosa orribile, la più orribile di tutte. Ma ora è acqua passata. Sei qui e non ti succederà più nulla. Te lo prometto io, te lo promettiamo tutti-

Helen sollevò il viso dalle mani, e Kurt, alla vista di quel volto pieno di dolore e inondato di lacrime, si sentì stringere il cuore. Quella ragazza non aveva bisogno di un uomo che le scaldasse il letto, ma di un amico, un fratello sulla cui spalla poter piangere

-per favore, kurt, non fare promesse che non puoi mantenere- rispose la mora –so già che soffrirò ancora, so che soffrirò fino alla fine. D’altronde non manca tanto, ormai-

- e allora perché non concludere con un po’ di felicità? Dai- proseguì, prima che lei potesse replicare –Marilyn non diceva sul serio. Parecchi sono arrabbiati con gli umani, e lei si è sfogata con te, che rappresenti quel che più odia. Ma vedrai che restando qui e facendoti conoscere meglio, ti chiederà scusa-

-io non voglio restare qui-

-ora non parliamo di questo. Direi che la cena qui è rovinata, meglio se torniamo in camera tua-

La afferrò dolcemente e la risollevò da terra. Notando che tutti fissavano ancora lui e la ragazza, ringhiò:-beh, che avete da guardare tutti?fatevi gli affari vostri!-

Forse per il tono di voce, forse per l’aspetto poco rassicurante di Kurt o forse per uno strano condizionamento mentale da parte di un’entità superiore, fattostà che tutti tornarono alle loro attività, tranne due figure che si alzarono. Kurt, dopo un’ultima occhiataccia all’inserviente, trascinò via Helen, ma mentre passavano per il corridoio furono fermati da due voci

-kuuuuuuurt! Kuuuurt!-

-ehi, voi due, aspettateci!-

-ma chi diavolo…- kurt si voltò, e fece un mezzo sorriso rivolto ai due che stavano venendo in contro

-che diavolo ci fate voi qui? Non dovevate rientrare settimana prossima?-

-lo sappiamo, elfo, ma ci siamo sbrigati per tempo-

Helen guardò spaurita i due sconosciuti, un uomo dai capelli rossi e gli occhi verdi ed un ragazzino dai capelli biondi e gli occhi azzurri, e rivolse un occhiata dubbiosa a Kurt

-Helen, questi sono Sean “Banshee” Cassidy e Samuel “Cannonball” Guthrie. Ragazzi, lei è Helen, non so se sapete…-

- il professore ci ha informati durante il viaggio di ritorno. Molto lieti di conoscerti, gente nuova non fa mai male. Così potrò evitare di continuare a svezzare questo marmocchio…-

-ehy!-

-colpa mia se sei troppo giovane per entrare nella squadra A?Non hai neanche diciannove anni-

-lo so, ma sono il più grande tra gli studenti. E poi Rogue e Bobby sono entrati tra gli x-men alla mia stessa età-

-sì, ma loro….-

-Sean, avete scoperto qualcosa?- Kurt troncò ogni tentativo di discussione. Era la prima volta che sam andava in missione, ma aveva già dimostrato che tra lui e Sean non correva buon sangue.

-uhm, non saprei dire con esattezza. Preferirei prima fare due chiacchiere con Charles. Sai dirmi dov’è?-

-nel suo ufficio. Era a colloquio con Logan e Scott-

-allora andiamo. Ah, ragazza, complimenti, sei in gamba. Vedi di camminare, tu-

trascinandosi dietro Cannonball, Banshee si avviò lungo il corridoio. Helen appoggiò il capo contro la spalla di Kurt.

-quante volte sono andati in coppia, quei due?-

-è la prima volta. E temo sarà anche l’ultima-

Helen riuscì ad abbozzare un sorriso, ma in quel momento incontrarono Jean, Logan e Scott che stavano venendo evidentemente a cercare la ragazza, che sbiancò notevolmente. La rossa corse incontro ai due

-Helen! Mi hai fatto morire di paura! Ma dov’eri…che è successo? Stai piangendo!-

Helen tentò di nascondere il viso, ma Jean la costrinse a fissarla. Alle loro spalle, Logan s’irrigidì e Scott aprì la bocca di qualche centimetro, per poi deglutire a disagio. Jean guardò severamente Kurt

-è inutile che mi guardi così. Andiamo a parlarne in un posto tranquillo, poi ti spiego

I cinque si diressero verso la stanza di Helen, dove fecero sedere la ragazza sul letto. Jean e Kurt si misero ai suoi lati, mentre Logan e Scott presero due sedie

-Allora? Mi vuoi spiegare cos’è successo-

-ho incontrata Helen in corridoio, poi l’ho portata in mensa. Ah, Logan, abbiamo un’iguana libera per la scuola. Ci pesi tu?-

Il canadese emise un grugnito d’approvazione. Jean intervenne glaciale

-Kurt, puoi evitare queste digressioni e continuare?-

-ok, Jeannie, non t’agitare.  Beh, allora siamo scesi in mensa. Una volta in fila, Marilyn si è messa a sbraitare e ha dato ad helen della codarda e della puttana-

-oh mio dio…e lei?-

-dovevi vederla, sembrava una tigre! Ha preso Marylin con una mano, un coltello con l’altra, l’ha guardata e ha detto…-

-e ha detto?-

Improvvisamente a disagio, Kurt guardò Helen esitante, la quale emise un sospiro e continuò il racconto

-e io le ho risposto per le rime. Le ho detto la verità. Tutta. Compreso che…che…sono stata stuprata-

-COSA?!?- jean le prese le mani e logan saltò in piedi

-ho una figlia di sette anni. Non la vedo da quando è nata-

-perché non me l’hai detto?- Jean abbracciò l’amica con tutta la forza che aveva, e la mora scoppiò in lacrime. Lasciarono che si sfogasse, poi la rossa la invogliò a proseguire

-avevo…diciannove anni….Avevo appena iniziato l’Università….lui…lui lo conoscevo, era il bulletto del quartiere…una sera stavo rientrando da sola…e…e…mi ha aggredita…erano in sei..-helen chiuse gli occhi e rabbrividì

-va bene, basta, non dire altro-

-non…non so come ho fatto…se non avessi avuto Kev, Neel..e Humphrey…io…Dio…-

-shhh, ok, ora va tutto bene-

-e quella oggi mi ha detto…che sono..una…- Helen nascose il viso tra le mani. Logan, che era ancora in piedi e gironzolava facendo temere che avrebbe distrutto tutti coloro che si sarebbero posti sul suo cammino, si risedette pesantemente sulla sedia e borbottò: -pensa come ti pare, ma ti assicuro che non lo sei. Giuro che quella tipa la squarto da capo ai piedi e la…-

-grazie, Logan, abbiamo capito il senso. Ma dovrai metterti in coda. Il piacere spetta a me per prima-

-uh, Jean?-

-sì Scott?-

-niente-

-sai, monocolo, potresti partecipare attivamente alla conversazione. Magari esprimendo un tuo parere-

-non credo che a helen interessi il mio parere, logan…-

-grazie-

Tutti e quattro si girarono verso Helen, che ora li guardava con un mezzo sorriso e le guance lievemente arrossate

-figurati. Temo che per oggi ti abbiamo sballottato un po’ troppo. Ora ti lasciamo dormire. Buonanotte-

Il gruppetto fece per uscire, ma Helen li fermò sulla porta.

-solo un attimo-

Si avvicinò a Ciclope, e gli schioccò un bacio in fronte: -grazie, Scottie-

Si spostò vicino a Jean, e le diede un bacio sulla guancia: -grazie, sorellina-

Per ultimo si mise a fianco a Kurt e baciò anche su una guancia anche lui, che divenne un po’ rosso: -grazie, fratellone-

I quattro si avviarono per il corridoio, ma prima che si allontanassero troppo, Helen richiamò Logan lasciando che gli altri non si fermassero

-scusa, mi mancavi tu. Ma non mi andava di salutarti in pubblico

Lo guardò un po’ imbarazzata, poi gli diede un bacio a fior di labbra: -grazie anche a te, tesoro-

Detto ciò, rientrò in camera e chiuse la porta, lasciando Logan a fissare imbambolato il legno

 

 

 

 

 

 

 

 

Aahh, sono imperdonabile. Ma chiariamo qualcosina. Allora, l’irlandese Sean Cassidy ha come potere quello di emmettere un grido sonico e di volare. Ricordate in X2 la ragazzina che durante l’attacco alla scuola s’è messa a urlare come una dannata? Ecco, quella è sua figlia Theresa “Siryn”. Per quanto concerne il buon Cannonball, Sam fa parte della grande famiglia dei Guthrie (ha circa dieci fratelli e sorelle, tra cui ce ne sono tre che sono anch’essi mutanti: Paige”husk”, Josha “icarus” e Melody”aero”). La sua abilità mutante consiste nel produrre un’energia termo-chimica che gli consente di volare ad altissime velocità e gli da’ una certa invulnerabilità

 

Scusate l’uso di certe parole, ma ormai dovreste conoscermi:quando si tratta di far soffrire un mio personaggio, ci vado pesante…eheheheh.

Grazie a Wolverina, WhiteShadow e Daewen, che mi ha fatto notare un mio piccolo grande errore:ho fatto conoscere ad helen lingue che manco ho mai sentito parlare! Ma me la caverò….

Grazie a coloro che hanno recensito, chi non l’ha fatto spero lo farà o dovrà vedersela con me…(skerzavo…)

Ciiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooo!

 

 

 

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